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Capitolo 8 La teoria dell’offerta: tecnologia
di produzione e costi
Trasparenti tratti, con modifiche e integrazioni, da:
David Begg, Stanley Fischer e Rudiger Dornbusch, Economia, cap.8
McGraw-Hill, 2001
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
• Definire una funzione di produzione e collegarla con
l’efficienza produttiva
• Distinguere tra tecnologia e tecnica
• Mostrare che la scelta della tecnica è influenzata dal prezzo
dei fattori
• Definire costo totale, medio e marginale, nel lungo e nel
breve periodo
• Collegare i rendimenti di scala ai costi medi
• Distinguere tra costi fissi e costi variabili
• Spiegare la legge dei rendimenti decrescenti
• Spiegare il criterio di scelta del livello ottimo di produzione,
distinguendo tra sospensione temporanea della produzione
e chiusura definitiva
1
2
Introduzione al capitolo 8
• In questo capitolo è estesa la teoria dell’offerta, sviluppata nel
capitolo precedente: l’impresa produce la quantità che eguaglia
ricavo marginale e costo marginale, se il profitto è positivo
• Non sempre le imprese che registrano perdite di breve periodo
hanno convenienza a sospendere da subito la produzione
– possono avere l’aspettativa di un incremento della domanda
– possono attendere di ricostituire le condizioni di redditività
• Ma nessuna azienda rimane sul mercato se le perdite sono
previste per il lungo periodo
• La decisione circa la produzione dipende anche dal fatto di
essere in lungo periodo o in breve periodo
3
La scelta del volume di produzione (dal capitolo 7)
Quantità prodotta ed offerta Q1
E
MC
, M
R
MC
MR
0
Se MR > MC, un aumento
dell’output comporta un
aumento dei profitti.
Se MR < MC, una diminuzione
dell’output comporta un
aumento dei profitti
I profitti sono allora massimi
in Q1, dove MR = MC
2001©The McGraw-Hill Companies, srl
ATTENZIONE: conviene produrre
solo se il profitto è positivo, cioè
se l’impresa copre i propri costi
4
5
Controlla: è opportuno produrre nel BP?
è opportuno chiudere nel LP?
Scelta del volume di produzione
La scelta del volume di produzione: teoria estesa
Costi Ricavi
Tecnologia e
costi
dei fattori produttivi
Costo totale CT
(BP e LP)
AC
(BP e LP)
MC
Curva di
domanda
AR
MR
6
La funzione di produzione
• Fornisce una rappresentazione della tecnologia
• La quantità di output prodotta dipende dalle
quantità di input impiegati nel processo produttivo
• Un fattore della produzione (input) è qualsiasi bene
o servizio impiegato nel processo produttivo
• La funzione di produzione indica la massima
quantità di output che può essere prodotta, date
certe quantità degli input
2001©McGraw-Hill Companies, srl
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La funzione di produzione
• La funzione di produzione è l’insieme di tutte le
combinazioni tecnicamente efficienti per
realizzare un determinato prodotto
• Essa rappresenta una tecnologia produttiva
• Le combinazioni tecnicamente efficienti
caratterizzate da uno stesso rapporto di utilizzo
dei fattori identificano una tecnica di produzione
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8
Rappresentazione della funzione di
produzione
Il modo più semplice di rappresentare la
funzione di produzione è attraverso la
relazione tra 1 input (x1) ed 1 output (y1),
mantenendo costanti tutti gli altri input
(relazione fattore-prodotto).
yi = f (x1 | x2 ,… xn)
9
Efficienza tecnica
ESEMPIO: per produrre 1 unità occorrono:
T1) 1 ora di lavoro + 1 ora di tempo macchina
T2) 1 ora di lavoro + 2 ore di tempo macchina
T2 è tecnicamente inefficiente, poiché T1
produce lo stesso, ma con una quantità
minore dell’input “macchina”
La funzione di produzione considera solo le
combinazioni tecnicamente efficienti
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Esempio di funzione di produzione: combinazioni tecnicamente efficienti per produrre il bene
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Quantità di
prodotto (unità per
settimana)
Capitale
K (numero di
macchine)*
Lavoro
L (numero di
lavoratori)*
100 4 4
100 2 6
106 2 7
200 4 12
(*) Macchine e lavoratori disponibili per 40 ore settimanali
Le combinazioni
B e la D fanno
parte della
stessa
TECNICA A
B
C
D
11
Efficienza tecnica ed
efficienza economica
Efficienza economica:
– espressa dall’andamento dei costi
– è efficiente la tecnica che, a parità di livello
produttivo, minimizza i costi di produzione
I costi e la scelta
della tecnica di
produzione
12
Scelta della tecnica
economicamente efficiente
La tecnica B è
quella
economicamente
efficiente
La tecnica B è
quella a maggior
intensità di lavoro
ma se aumenta il costo del lavoro…
14
Effetto di un aumento del prezzo del lavoro
sulla tecnica economicamente efficiente
Con l’aumento del prezzo
del lavoro la tecnica A è
divenuta quella
economicamente efficiente
15
Breve periodo e
lungo periodo
16
Breve e lungo periodo
• Di fronte a un aumento della domanda (e dei ricavi marginali) l’impresa ha convenienza a espandere la produzione
• L’espansione della produzione può incontrare ostacoli e richiedere cambiamenti organizzativi
A breve termine, l’impresa può ricorrere al lavoro straordinario o a noleggi di macchine
Nel lungo periodo, può assumere nuovi lavoratori o investire, (nuove macchine e nuovi capannoni)
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Breve periodo
• Il breve periodo è quell’orizzonte temporale nel quale l’impresa può variare solo parzialmente l’impiego degli input
ESEMPIO: un’impresa nel breve periodo può
variare la quantità di operai ma non può costruire un nuovo stabilimento
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Lungo periodo
• Il lungo periodo è quell’orizzonte
temporale nel quale l’impresa
può variare le quantità acquistate
di tutti gli input ESEMPIO: nel lungo periodo si possono
costruire tutti gli stabilimenti che si
desiderano
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Costi totali, medi e
marginali
di lungo periodo
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Costi totali di lungo periodo
• I costi totali di lungo periodo (LTC)
sono i costi minimi di produzione
corrispondenti a ogni ipotetica
quantità di prodotto nell’ipotesi in cui
l’impresa possa modificare tutti i
fattori e scelga, per ogni volume di
produzione, la tecnica efficiente
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Costo marginale di lungo periodo
• Il costo marginale di lungo
periodo (LMC) è la variazione del
costo totale di lungo periodo
(LTC) conseguente ad un
incremento permanente della
produzione di una unità
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Costo medio di lungo periodo
• Il costo medio di lungo periodo (LAC) di produzione di un bene o servizio è il rapporto tra costo totale e quantità prodotta in condizioni di lungo periodo
• Per analizzare il problema dei vantaggi e degli svantaggi della scala (piccola o grande dimensione), è opportuno considerare l’andamento del costo medio
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Nel lungo
periodo è
possibile
uscire dal
mercato
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Curva di costo totale di lungo
periodo
• La curva del costo totale di lungo
periodo mostra il costo totale minimo
che l’impresa deve sostenere
quando essa è libera di variare le
quantità di tutti i fattori
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Al crescere della
dimensione, LTC cresce.
Se questa tecnologia
favorisce l’aumento
dimensionale, la crescita
di LTC è meno che
proporzionale.
Oltre una certa soglia,
LTC torna a crescere più
che proporzionalmente
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Costi totali e medi di lungo periodo
• Al crescere della produzione LTC aumentano necessariamente
• Tuttavia, nel lungo periodo, possono crescere in modo più o meno rilevante, a seconda che la tecnologia penalizzi o favorisca la grande dimensione
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Se la tecnologia favorisce la grande dimensione, si possono produrre grandi quantità a costi medi inferiori (acciaierie)
Oltre certe dimensioni, però, i costi medi potrebbero risalire in modo rilevante
Questa è la ragione per cui i costi marginali e medi di lungo periodo hanno un andamento a U
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A “U” A CATINO ORIZZONTALE
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Economie e
diseconomie di scala
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Scala produttiva
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• La scala produttiva è la dimensione
della capacità produttiva, espressa
in termini di quantità prodotta • per analizzare il problema dei vantaggi e degli
svantaggi della scala produttiva, è opportuno
considerare l’andamento del costo medio
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Il costo medio
E’ dato dal costo totale diviso la quantità prodotta
Usualmente si ipotizza che il costo medio di lungo
periodo possa avere un andamento a forma di U
LAC
Quantità prodotta
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Economie di scala
(o rendimenti crescenti di scala)
si verificano quando il costo medio di lungo
periodo diminuisce all’aumentare della quantità
prodotta
LAC
Quantità prodotta
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Cause delle economie di scala
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• Indivisibilità del processo produttivo
– Costi fissi (non variano se aumenta il volume)
– oltre un certo limite c’è un salto di costo medio
• Specializzazione (divisione del lavoro)
– Al crescere del volume si assegnano compiti specialistici
– esempio: la “fabbrica degli spilli” di Smith
• Modalità costruttive degli impianti
– regola ingegneristica dei due terzi il costo di costruzione di un
impianto aumenta di 2/3
rispetto all’aumento della
capacità produttiva
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Rendimenti decrescenti
(o diseconomie) di scala
si verificano quando il costo medio di lungo periodo
aumenta all’aumentare della quantità prodotta
LAC
Quantità prodotta
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Cause delle diseconomie di scala
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• Crescenti costi di controllo/coordinamento
– diseconomie manageriali di scala
• Dimensione territoriale dell’impresa
– cresce l’impresa
– aumentano le dimensioni del mercato
– aumenta l’incidenza dei costi di trasporto
• La forma della curva cambia da settore a
settore e dipende dalla tecnologia
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Rendimenti costanti di scala
– si verificano quando il costo medio di lungo
periodo non varia all’aumentare della
quantità prodotta
LAC
Quantità prodotta
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La prima colonna misura in percentuale lo
svantaggio (maggior costo medio) di
un’impresa con scala produttiva pari a un
terzo della scala minima efficiente (MINES)
Stime della MINES:
La MINES è
espressa
come
percentuale
della
produzione
totale del
settore
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Evidenze empiriche sulle economie
di scala • Nel settore del cemento gli svantaggi della piccola scala sono
molto superiori rispetto a quello delle calzature
• Le differenze di MINES tra UK e USA dipendono più dalla
differente grandezza dei mercati che da differenze intrinseche
– Nei refrigeratori, in UK un’impresa minima efficiente dovrebbe
coprire tutta la produzione; in USA solo il 14%
• cemento, acciaio, automobili registrano forti economie di scala
– Curva a “U” o decrescente
– Possono permettersi alti costi fissi (ricerca, automazione, ecc.)
• Calzature e abbigliamento non hanno forti economie di scala
– Curva orizzontale
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Relazione tra costo
medio e costo
marginale
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Collegamento tra costo medio e
costo marginale / 1
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• Quando il costo marginale (LMC) è
inferiore al costo medio (LAC), il costo
medio è decrescente
• Quando il costo marginale eguaglia il
costo medio, quest’ultimo ha il suo
valore minimo
• Quando il costo marginale è superiore
al costo medio, il costo medio è
crescente
42
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Collegamento tra costo medio e
costo marginale / 3
Quando..:
MC<AC
MC=AC
MC>AC
…AC è:
decrescente
costante
e minimo (visto che è in
crescendo)
crescente
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Un caso particolare:
il costo marginale costante
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• Nel caso in cui il costo
marginale è costante,
esso coincide con il
costo medio
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La scelta del
livello ottimo di
produzione nel
lungo periodo
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Il criterio di scelta a due stadi
1) Occorre identificare il volume di produzione che soddisfa le condizioni marginalistiche di massimizzazione del profitto (MR = MC)
2) Occorre verificare se in corrispondenza di quel volume, il prezzo di vendita supera il costo medio (profitto positivo) Se il prezzo è più alto del costo medio, conviene
produrre
Se il prezzo è più basso, conviene uscire dal mercato
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• Il criterio di scelta è:
– Il livello di produzione ottimo è dove LMC=MR (Q1)
Resta da verificare se conviene effettivamente produrre Q1 :
– In questo caso P1 è maggiore o uguale ad LAC1 e all’impresa conviene produrre Q1
– se invece il prezzo P fosse inferiore a LAC1, l’impresa uscirebbe dal mercato
La scelta del livello ottimo di produzione,
nel lungo periodo
Nota bene: LMC
passa sempre per il
punto di minimo
della LAC. LMC = MR
• I ricavi totali sono dati dall’area:
• O P1 A Q1
• I costi dall’area:
• O LAC1 B Q1
• I profitti dall’area:
• LAC1 P1 A B
La scelta del livello ottimo di produzione,
nel lungo periodo
50
I costi di breve periodo e i
rendimenti decrescenti dei
fattori variabili
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L’impresa nel breve periodo
• In condizioni di breve periodo, un’impresa non è in grado di adattarsi completamente ai cambiamenti esterni (domanda, tecnologia, prezzi dei fattori, ecc.)
• Nel breve periodo, l’impresa è vincolata da uno o più fattori di produzione, che non può modificare: i fattori fissi
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Concetti economici fondamentali per
l’analisi nel breve periodo
• Fattore di produzione fisso
– è un fattore la cui quantità non può essere variata
• Costi fissi
– costi che non variano al variare della quantità prodotta
(per esempio, relativi agli impianti fissi)
• Costi variabili
– costi che variano al variare della quantità prodotta
(per esempio, relativi al lavoro)
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Il costo totale di breve periodo
• Il costo totale di breve periodo è dato
dalla somma del costo fisso e dal
costo variabile di breve periodo
• STC = SFC + SVC
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(2 + 3)
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Costi marginali di breve periodo
• Il costo marginale di breve periodo (SMC) è
l’incremento di costo totale (dSTC) conseguente alla
produzione di un’unità addizionale di un prodotto (dQ),
in condizioni tecniche di breve periodo, ovvero in
presenza di uno o più fattori produttivi fissi
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Le curve dei costi
totali, fissi e variabili
nel breve periodo
La curva SMC ha un andamento a
“U” come quella LMC,
ma la forma è legata a cause
diverse.
Nel breve periodo, l’esistenza di
fattori fissi (p.e., impianti) rende
necessario l’ aumento dei fattori
variabili (p.e., lavoratori),
il che provoca un aggravio dei
costi
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La produttività marginale dei fattori
variabili (come il lavoro) è alla base
della forma dei costi di breve
periodo
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Il prodotto marginale del lavoro
• Il prodotto marginale del lavoro è la variazione del
prodotto totale ottenuta impiegando un’unità
addizionale del fattore lavoro nel processo
produttivo, mantenendo costante l’impiego degli
altri fattori
• Il lavoro viene usualmente considerato un fattore
variabile, dato un certo stock di capitale.
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Senza
lavoratori non
si produce
Il primo lavoratore
fa produrre 0,8
Il secondo 1,0
Il terzo 1,3
(MAX: si è raggiunta la
quantità di lavoro che
rende pienamente
efficiente l’uso della
macchina
poi, sempre meno
Il nono lavoratore porta il caffé
61
La legge dei rendimenti
decrescenti dei fattori variabili
• Perché aumenti del lavoro non accompagnati da aumenti del capitale conducono a rendimenti decrescenti?
• È stata definita legge dei rendimenti decrescenti e afferma che,
– mantenendo costante l’impiego di tutti gli altri fattori,
– oltre una certa quantità impiegata di un fattore variabile,
– ulteriori unità addizionali del fattore variabile comportano una produttività marginale del fattore decrescente.
• Rappresentazione grafica della “Legge”
• La produzione totale aumenta al crescere della quantità di fattore variabile lavoro, fino a L2;
• La produttività marginale prima aumenta fino a L1, per poi decrescere
• La produttività media aumenta fino a L2
• In corrispondenza di L3, tutti i fattori fissi (macchine) sono pienamente utilizzati
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Costi medi di breve periodo
• Il costo medio fisso di b. p. (SAFC) esprime il costo unitario dei fattori fissi – è calcolato dividendo il costo fisso totale (SFC) per la
quantità prodotta
• Il costo medio variabile di b. p. (SAVC) è il costo unitario dei fattori variabili – È calcolato dividendo il costo variabile totale (SVC)
per la quantità prodotta
• Il costo medio totale di b.p. (SATC) è il costo unitario dei fattori fissi e variabili – È calcolato dividendo il costo totale (STC) per la
quantità prodotta
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Costi medi di breve periodo
SATC = SAFC + SAVC
• SATC= costo medio totale di b.p.
• SAFC= costo medio fisso di b.p.
• SAVC= costo medio variabile di b.p.
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scelta del livello
ottimo di
produzione nel
breve periodo
Le definizioni e le rappresentazioni dei costi
appena illutrate servono ad analizzare il
tema della
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La scelta del livello ottimo di
produzione nel breve periodo
• Si produce la quantità che corrisponde all’uguaglianza tra SMC ed MR
• purché il prezzo di vendita sia almeno uguale al costo medio variabile (SAVC).
• Se, invece, il prezzo di vendita è minore di SAVC, l’impresa ha convenienza a non produrre, in quanto non può recuperare nemmeno i costi variabili.
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– se il prezzo è maggiore di SATC1 si produrrà Q1 ottenendo profitti positivi (come in figura)
– se il prezzo fosse tra SATC1 e SAVC1 converrebbe produrre, ma in perdita (si recupererebbero i costi variabili, ma non tutti i costi fissi)
– se il prezzo è inferiore a SAVC1, l’impresa sceglie di chiudere
SMC = MR
Criterio di scelta a 2 stadi:
1. L’impresa sceglie il livello produttivo Q1 per il quale SMC = MR
2. Verifica del prezzo:
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70
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Due principi importanti:
condizioni marginali e costi affondati
1. Una scelta è ottima se non può essere
migliorata attraverso piccoli cambiamenti se il beneficio marginale atteso supera il costo marginale è
conveniente produrre un’ora in più
però, prima occorre valutare la scelta nel suo complesso: chiedersi se
è conveniente produrre o chiudere l’attività
2. I costi già sostenuti sono affondati, cioè
irrecuperabili nel decidere quanto produrre, l’impresa razionale trascura il fatto di
avere già sostenuto costi nel passato: nella scelta devono contare solo
i benefici e i costi futuri.
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SATC1
La dimensione di
ogni impianto è
progettata per un
certo livello
produttivo
SATC2
SATC3
SATC4
Allora vi è una serie
di funzioni di SATC
a ognuna delle quali
corrisponde un
livello ottimale
di Q prodotta
Quantità
Costo
medio
LAC
Nel lungo periodo l’impresa può
scegliere anche la scala)dell’impianto.
La curva del costo medio di lungo
periodo LAC si ricava dall’ inviluppo di
tutte le SATC
La curva del costo medio di lungo periodo LAC
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La decisione del livello di produzione:
un riassunto
Applicazione delcriteriomarginalista
Controllo seprodurre
Ladecisione dibreveperiodo
Scegliere quellaquantità Q dioutput per laquale MR = SMC
Il prezzo deveessere superiore alcosto mediovariabile SAVC.Altrimenti l’impresachiude
Ladecisione dilungoperiodo
Scegliere quellaquantità Q dioutput per laquale MR = LMC
Il prezzo deveessere superiore alcosto medio LAC.
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74
fine
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