carmelo bongiorno - agnellini arte moderna · catania, 1991, con franco battiato / with franco...

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1985-2010

Ad Antonella, Isa e Giò, sempre con me,nella vita e nei miei lavori

To Antonella, Isa and Giò, always with me,in my life and in my works

CATALOGO CARMELO BONGIORNO corretto_Gabbia Bongiorno 18/01/12 12:03 Pagina 1

CARMELO BONGIORNO 1985-2010


Mostra e catalogo a cura di /Exhibition and catalog curated byDominique Stella, Roberto Agnellini

Direttore / DirectorRoberto Agnellini

Direttrice artistica / Art directorDominique Stella

Organizzazione / OrganizationUgo Alberto Ruggeri

Coordinamento / CoordinationGiancarlo PatuzziEriberto Bettini

Segreteria / SecretaryMichela FranzelliCinzia Zanetti

Ufficio stampa / CommunicationIrma Bianchi Comunicazione

Progetto grafico / Graphic projectFayçal Zaouali

Redazione / EditingMonica Maroni

Traduzioni / TranslationsJo Hiorth Timothy Stroud Centro Culturale Francese, Milano

In copertina / CoverTorso, 2006 (Voci)

In quarta di copertina / Back coverUomo tra i sassi, 2000 (Bagliori)

© 2010 Carmelo Bongiorno© 2010 gli autori per i testi / the authors for their texts

Ringraziamenti / Thanks toAdriano Paroli, Sindaco della Città di BresciaAndrea Arcai, Assessore alla Cultura e al Turismodella Città di BresciaCARTA BIANCA fine arts, CataniaDenis CurtiEttore MarchinaRoberto PellizzariFrancesco RovellaLaura SeraniMarco Setti

Un particolare ringraziamento a / A special thanks toFranco BattiatoFamiglia Donati

CARMELO BONGIORNO1985-2010

Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia5 giugno / June - 25 settembre / September 2010

La mostra è stata realizzata in occasione dellaBiennale Internazionale di Fotografia di Brescia2010 e con il patrocinio del Comune di Brescia

The exhibition is realized on the occasion of theBiennale Internazionale di Fotografia di Brescia 2010and under the patronage of Comune di Brescia

La mostra è stata realizzata con il sostegno di

The exhibition is realized with the support of

Comune di Brescia Assessorato alla Cultura e al Turismo della Città di Brescia


Sommario / Contents

L’arte dona speranzaArt gives hopeFranco Battiato

Una poetica della luceA poetic of lightDominique Stella

Il contrasto tra la vita e la formaThe contrast between life and formDenis Curti

La luminosa oscuritàThe luminous darkness Laura Serani

Opere / Works

Apparati / AppendixBiografiaBiography

Ricerche, mostre, pubblicazioni, collezioni / Projects, exhibitions, publications, collections

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Catania, 1991, con Franco Battiato / with Franco Battiato


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I have had several occasions to reflect on Carmelo’s work.

I remember the first very well, I believe it was about twenty years

ago: the moment I saw his images I understood his trajectory,

immediately realizing the otherness of his way to understand

photography, the uniqueness of his look, his search of a depth

rather than a representation of a surface.

Since then I have always considered Carmelo Bongiorno as one

of the few artists who have the ability, or rather the possibility

to capture the mysterious essence of things, to transform private

memories in images beyond time, and sometimes even beyond

space.

Today, looking at his work as a whole in the aggregate of this first

anthological exhibition, I understand and perceive that the words

written for him have always been linked to a certain research, to

a mental phase and to a precise period in time.

L’isola intima (The intimate island), Bagliori (Flashes), the recent

Voci (Voices) and these works in color which eventually prove

unexpected, almost as if they were an even more intimate and

personal challenge: yet another courageous look at his anxieties,

visions and fragments of everyday life lived through a strong and

destabilizing color, as well as his familiar black and white.

Now that I can see it from the right distance, it becomes clear to

me that his entire body of work, regardless of how complex and

articulated, forms a sole harmony, it is inspired by one and the

same thought, it breathes the same contemporary air.

An ambitious but successful attempt to overcome mere appearances,

in a constant search of a hidden centre, a light in the darkness,

a new amazement.

Art gives hope.

Franco Battiato

Più volte ho avuto occasione di riflettere sul lavoro di Carmelo.

Ricordo bene la prima, credo vent’anni or sono: appena vidi

le sue immagini compresi il suo percorso, mi resi subito conto

della diversità del suo modo di intendere la fotografia, l’unicità

del suo sguardo, il suo mirare verso una profondità piuttosto

che il voler rappresentare una superficie.

Sin da allora ho sempre pensato a Carmelo Bongiorno come

a uno dei pochi artisti che hanno la capacità, o meglio la facoltà,

di cogliere l’essenza misteriosa delle cose, di trasformare ricordi

privati in immagini fuori dal tempo e, a volte, persino al di là

dello spazio.

Oggi, guardando il suo lavoro nell’insieme di questa prima

raccolta antologica, capisco, avverto, che le parole scritte per lui

erano sempre legate a una determinata ricerca, a una fase mentale

e a un preciso periodo temporale.

L’isola intima, Bagliori, fino al recente Voci e a questo suo

colore che alla fine risulta inatteso quasi come una sfida ancor

più intima e personale: l’ennesimo coraggioso sguardo rivolto

in direzione delle sue inquietudini, visioni e frammenti di

quotidianità vissuti attraverso un colore forte e destabilizzante

tanto quanto il suo ben noto bianco e nero.

Adesso, con la giusta distanza, mi appare chiaro come tutta la

sua opera, per quanto complessa e articolata, componga un’unica

armonia, segua un medesimo pensiero, viva uno stesso respiro

contemporaneo.

Un tentativo ambizioso, ma riuscito, di superare ciò che appare,

alla costante ricerca di un centro nascosto, una luce nel buio,

un nuovo stupore.

L’arte dona speranza.

Franco Battiato

L’arte dona speranza Art gives hope


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La fotografia, sin dalla sua invenzione ad operadi Nicéphore Niépce, non ha mai smesso dievolvere, si è resa indispensabile e ha contri-buito a modificare il nostro sguardo sulmondo, rivoluzionando le modalità di rappre-

sentazione e di percezione delle cose e degli esseri checi circondano. Da strumento di riproduzione fedele omezzo di scoperta qual era in origine, la fotografia èdiventata espressione, linguaggio artistico che consen-te un’interpretazione del mondo ben oltre il suo aspettoreale. I fotografi, allo stesso modo dei pittori, ci offronouna visione soggettiva che i loro apparecchi fissano inun istante fugace. Carmelo Bongiorno è uno dei foto-grafi che operano nel mondo della poesia, e al di là diun’intenzione rivolta all’indagine, al viaggio o all’infor-mazione, ci propone un universo di ombra, di luce e tal-volta di colori, con il quale induce la costruzione e la per-cezione di uno spazio, di un paesaggio, di un oggetto, diuna persona...Osservatore della realtà quotidiana, la sua spiccata incli-nazione per i contrasti ci trasporta dentro atmosfereenigmatiche e talvolta inquietanti. Egli non ricerca la rap-presentazione, ma progetta un’immagine quasi impres-sionista che modula attraverso i chiaroscuri in composi-zioni vicine all’astrazione.I pittori del seicento inventarono il chiaroscuro:Caravaggio ne fu uno dei maestri, così come Georgesde La Tour, realizzando opere con una tecnica che con-sisteva nel modulare la luce sopra un fondo di ombra,creando contrasti utili a suggerire il rilievo e la profondi-tà. In questo modo le figure o gli oggetti rappresentatisu una superficie piana danno l’illusione del rilievo e deli-cati passaggi dalla luce all’ombra modellano le forme.Indipendentemente dall’azione suggerita, un vero dram-ma si sviluppa attraverso il modo in cui la luce esplode

con violenza in un contesto di oscurità, inondando ungruppo o illuminando appena un interno misterioso. Nelsuo Cours de peinture par principes (1708, nuova ed.Paris 1989) che riassume tutta l’estetica del XVII seco-lo, lo scrittore Roger de Piles (1635-1709) dedica unlungo approfondimento sul chiaroscuro, nel quale preci-sa che “la scienza delle luci e delle ombre che si confan-no alla pittura è una delle parti più importanti ed essen-ziali di questa arte”. A creare la forma è la luce oppureè l’ombra che l’avvolge? Carmelo Bongiorno componeuniversi appena suggeriti, quasi atemporali, fuori dallarealtà, evocativi di nostalgia. Scolpisce le sue forme conlampi di luce che spazzano cieli tempestosi o tenebrenotturne. Ama lavorare in bianco e nero, linguaggio chepredilige sin dai suoi lavori degli anni ottanta. I contrastisono sorprendenti e le esplosioni di luce suggerisconouna lettura irreale di sequenze di vita abbozzate, di pae-saggi tormentati, di visioni istantanee. Recentemente ilcolore ha invaso le sue opere, liberando una nota acidae quasi “pop” dentro un universo che conserva tutto ilsuo mistero. Le sue folgorazioni sono arricchite da sfocature che con-tribuiscono ad accentuarne l’atmosfera enigmatica. Losfocato produce un’assenza di definizione, i contornitendono a sdoppiarsi e le forme diventano masse di lucee di ombra. Pochi dettagli appaiono all’occhio nudo, itratti si confondono gli uni con gli altri e si disperdono,moltiplicando i livelli di lettura. La sua sfocatura divienestile, con un modo specifico di concepire e di trasporrela realtà che risulta più o meno definita. La realtà non èsempre semplice da riprodurre. L’adozione sistematicadello sfumato nelle sue fotografie iscrive Carmelo nel-l’ambito estetico del pittorialismo. Nel contesto deldibattito storico fra pittorialismo e “nettismo”, il pittoria-lismo ricercava due cose: da una parte, non costringere

Una poetica della luceDominique Stella

Maniace, 1992 (particolare / detail) L’isola intima


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l’osservatore a flussi di immaginazione poetica con rap-presentazioni troppo fisse, bloccate in una definizione,dall’altra salvare per il fotografo la libertà dell’artista,consentendogli di esprimersi direttamente, permetten-do al tremore della mano di farsi sentire. L’arte era lanatura vista attraverso un temperamento. Spessoespressione di una drammaturgia, lo sfocato può esse-re anche fonte di serena poesia e manifestare le vibra-zioni del mistero che conduce alla scoperta dello straor-dinario nascosto negli oggetti più banali. Questo sfoca-to non è uno spunto di evasione ma è centrato sull’es-senza enigmatica di ogni realtà. La coesistenza dei gio-chi di chiaroscuro e del sottile movimento che anima glioggetti, le sagome o i paesaggi crea immagini insospensione, misteriose e lontane. Questa sensazioneè particolarmente evidente nella ricerca che Carmelointitola Voci. Si tratta di mormorii, di fruscii, di ronzii... diimpressioni atmosferiche. L’autore decentra le suecomposizioni in costruzioni oblique ascendenti, insi-nuando una dinamica segreta che accompagna i passidei camminatori come in Rifugio (2003) o in Ritterhorn(2003), oppure descrivendo a suo modo un paesaggiotormentato in Ulivo e vento (2008). Il soffio del vento sipercepisce nel movimento confuso dell’albero che sistaglia sopra la massa chiara delle nuvole sospese. La teatralità di queste opere si collega alle atmosfereintime messe in scena nelle fotografie di una serie pre-cedente intitolata L’isola intima. Alcune sono emblema-tiche del suo stile: Erice (1994) in particolar modo, dovela composizione si focalizza in primo piano su una natu-ra morta e si apre in secondo piano su una strada inon-data di luce, che si sviluppa in una prospettiva fiancheg-giata da case allineate dove cammina un passante soli-tario. Siamo di fronte a un’interpretazione di quella “pro-spettiva atmosferica” utilizzata dai pittori del Ri -nascimento. Questo sottile gioco di ombra e di luce eraottenuto allora dalla sovrapposizione di molti strati divernice (colori trasparenti). L’opera sembrava immersain una bruma leggera come se la si guardasse attraver-so un velo. Con questa tecnica, detta anche del “chiaro-scuro” o dello “sfumato”, l’artista poteva suggerireeffetti di rilievo o di profondità. Questa composizionenella quale il colore e la luminosità degli oggetti sonofunzioni della loro distanza rispetto all’osservatore èlegata alla materialità dell’aria, al suo spessore, che larende palpabile. Allo stesso modo, nelle fotografie diCarmelo Bongiorno l’aria è tremula, e questo “sfumato”

accompagna la messa in prospettiva dell’oggetto o delsoggetto che una luce incerta aureola di un alone vibran-te. Ribera (1992) e Stretto di Messina (1992) riprendonogli stessi chiaroscuri secondo una composizione ascen-dente che accentua il carattere di lontananza e solitudi-ne. La costruzione dell’immagine evoca un sentimentodi nostalgia. Queste opere appartengono al campo dellametafisica nel senso in cui la intendeva de Chirico: rap-presentano ciò che sta al di là dell’apparenza fisica dellarealtà, oltre l’esperienza della visione e dei sensi.Raggiungono i limiti di un universo onirico inventato,informale e qualche volta intensamente astratto. La serie Bagliori, realizzata tra la metà degli anni novan-ta e gli inizi dei duemila, ancora maggiormente il lavorodi Carmelo Bongiorno a un’astrazione lirica costruita dalmovimento e dal tratto della luce. Queste immagini sifocalizzano sull’oggetto o sul soggetto che la luce e ilgesto dell’artista assorbono in una realtà destrutturata efluida. Diventano quasi sonore. Si può parlare di “astra-zione” in quanto il fine di queste opere non è quello dirappresentare la realtà come i nostri occhi la percepisco-no, ma un altro mondo più interiore e segreto. Sono “liri-che” perché suscitano emozioni, come farebbero ilcanto o la poesia. Con questa intenzione, l’artista non sipreclude di ispirarsi alla realtà degli elementi che trasfor-ma, a seconda della sua sensibilità e del suo stile, perestrarne il potere evocativo o emozionale, rispondendocosì alla raccomandazione di Paul Klee: “Essere astratticon dei ricordi”. A illustrare questa frase di Klee unacitazione di Bongiorno che spiega il suo approccio allafotografia attraverso il riferimento a un rito infantile, pra-ticato immancabilmente ogni anno quando andava invacanza al mare: “Trattenendo il respiro mi immergevolentamente sotto la superficie dell’acqua nuotandopiano fino a restare quasi immobile: quindi aprivo gliocchi e superato il bruciore iniziale guardavo le mie brac-cia, i miei piedi, il mio costume, le bolle di aria che sali-vano, la superficie del mare sopra la mia testa. Vivevol’emozione di penetrare un universo parallelo, un nuovomondo di strane luci e di suoni ovattati a pochi metridalla riva e a qualche centimetro di profondità.Attraverso il filtro dell’acqua lievemente increspata,velocissimi bagliori di luce bianca attraversavano il miocorpo, rendendo tutto insolito, più misterioso, forse piùvero”. Sin da allora questo filtro cristallino è lo specchioche lo ispira per riflettere la vita. E così uno Spettacoloal laser (1999) proietta i suoi effetti di raggi luminosi nei


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quali si indovinano le ombre cinesi di qualche personag-gio ondeggiante: luce, movimento e musica silenziosaanimano la foto con una realtà immaginaria. Donna sdra-iata (1995) delinea appena la silhouette allungata di unadonna in controluce illuminata da un chiaroscuro. InFerro da stiro (1999) solo il titolo ci guida nell’interpreta-zione di un’immagine inondata da una pioggia di lucenella quale annega una forma che potrebbe essere unpesce... Lavatrice (1996) sembrerebbe un dado lanciatoa caso dal tempo. Questa serie di opere è abitata da unpotere suggestivo intenso e talvolta inquietante. I giochidi ombre e di luci nelle serie precedenti creavano un’at-mosfera misteriosa che tuttavia induceva un senso didolcezza e di tranquillità. Un villaggio in penombra, unpasseggiatore solitario, una donna seduta davanti a unafinestra... trasmettono un’affascinante sensazione dipace che la passione del fotografo, ispirato dai suoi ter-ritori intimi, lascia trasparire con un indefinibile languore.Diversamente, le immagini della serie Bagliori conten-gono una sorda inquietudine che il lavoro in bianco enero accentua ulteriormente. L’autore ha abbandonato ilrifugio della rassicurante quotidianità per abbracciare lecoordinate di una modernità più aggressiva e rumorosa.I “primi piani” hanno sostituito le prospettive e i contra-sti si fanno più incisivi, i movimenti più frammentati.L’artista percorre una realtà stridente al di sopra dellaquale plana una minaccia rappresentata dalla massacupa di un aeroplano, in Ultimo volo (2000), che sorvolail mondo. Più recentemente, dopo il 2005, Carmelo Bongiorno haintrodotto nelle sue fotografie un nuovo elemento: ilcolore. Una gamma acidula con contrasti di toni staglia-ti su soggetti fortemente contemporanei e quasi frivoli;qualcosa di pop anima questo intervento che prendespunto dagli eventi di tutti i giorni, da una cultura chemette in scena gli oggetti del quotidiano e le situazionibanali ed effimere. La fotografia si costruisce con inqua-drature strette su oggetti come tenaglie in Pink tools(2006), una scarpa in Woman’s shoe (2009), posate inFork, knife and glass (2006), un frigorifero in Refresher(2007)… I riflessi luminosi destrutturano l’oggetto avvol-to da una brillantezza surreale. Una composizione spes-so in diagonale conferisce una dinamica che assorbe ilsoggetto e lo smaterializza. E al di là del soggetto, lafotografia si fonda sul colore considerato in quanto tale,sulla sua specificità, sulla sua maniera di disturbare osorprendere la percezione e di prolungare la vibrazione.

Altri soggetti più complessi come Green car (2007),Fifth channel (2006), Summer kisses (2007), Hostess inBerlin (2010), Flight on Berlin (2010) ci ricordano cheCarmelo Bongiorno ama vedere il mondo attraverso il fil-tro immateriale dei suoi sogni e dei suoi pensieri vaga-bondi, come quando da bambino – egli stesso racconta –,sporto dal finestrino del treno che lo riportava verso lespiagge delle sue vacanze “mi stordivo di vento e diimmagini veloci fatte di luoghi senza nome che vivevoper un attimo, di sconosciuti in controluce affacciati abalconi e finestre illuminate al neon. E quando tornavo asedermi, riprendevo la mia mania – forse mai persa – diosservare il mondo attraverso l’incarto delle caramelleche mi dava mia madre per tenermi tranquillo”.Immaginiamo il colore acido che avvolgeva allora ognicosa, vestendo la realtà dell’infanzia con un velo multi-colore... È questa realtà che egli ci trasmette oggi.


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Since its invention by Nicéphore Niépce, pho-tography has kept evolving; it has madeitself indispensable, it has contributed tochange our way to see the world, revolution-izing the way we represent and perceive the

things and beings around us. From being an instrumentof faithful reproduction or discovery, as it was in its earlyyears, photography has become a means of expression,an artistic language which makes it possible to interpretthe world far beyond its mere reality. Almost as if theywere painters, photographers offer us a subjectivevision which their machines immortalize in a fleetingmoment. Carmelo Bongiorno belongs to the category ofphotographers who work in the world of poetry; beyondthe objectives of an investigation, an explorative journeyor information, he introduces us to a universe of light,shade and sometimes color, which he uses for the con-struction and perception of a space, a landscape, anobject or a person... Observer of the reality of everyday life, his predilectionfor plays with contrasts transports us into enigmatic,almost unsettling atmospheres. He does not pursuerepresentation, but designs an almost impressionisticimage which he modulates in chiaroscuro in composi-tions that verge on abstraction.The painters of the Seventeenth century inventedchiaroscuro; Caravaggio was one of its masters, and sowas Georges de La Tour. Their paintings were renderedwith a technique consisting of modulating the lightagainst a shaded background, creating contrasts whichserved to suggest relief and depth. Figures or objectsdepicted on a flat surface thus gave the illusion of relief,thanks to delicate transitions from light to shade thatmodeled the forms. Independently of the motif, a truedrama is unfolded by the way in which the light violent-

ly explodes against a dark setting, flooding a group oronly just illuminating a mysterious interior. In his Coursde peinture par principes (1708, new ed. Paris 1989)which summarizes all the aesthetics of the Seventeenthcentury, the writer Roger de Piles (1635-1709) dedi-cates an exhaustive study to chiaroscuro, in which hespecifies that “the science of lights and shades suitedto painting is one of the most important and essentialparts of this art”. Is it the light that creates the form, oris it the shade embracing it? Carmelo Bongiorno com-poses universes that are only just hinted, almost time-less, beyond time, that inspire nostalgia. He sculpts hisforms with explosions of light that sweep tempestuousskies or nocturnal darkness. He loves to work in blackand white, his preferred technique ever since theEighties. The contrasts are surprising and the flashes oflight suggest an unreal reading of sketched episodes oflife, tormented landscapes, of instantaneous visions.Color has recently invaded his images, liberating anacid, almost “pop” note within a universe which stillremains mysterious. His flashes of inspiration are enriched by a blurred effectwhich contributes to accentuate the enigmatic atmos-pheres. The blurring produces a lack of definition, theoutlines tend to be doubled and the forms becomemasses of light and shade. Few details are visible to thenaked eye, the features are confused with one another,dispersed, multiplying the reading levels. Bongiorno’sblurring becomes style, with a specific way of conceiv-ing and transposing reality, which results more or lessdefined. It is not always easy to reproduce reality. Thesystematic use of shaded areas in his photographsplaces Carmelo within the aesthetic genre of pictorial-ism. Within the context of the historical debatebetween pictorialism and “nettisme”, pictorialism pur-

A poetic of lightDominique Stella

Castelmola, 1989(particolare / detail) L’isola intima



sued two things. On the one side, not to force the per-son looking at a photograph to digressions into poeticimagination with images that were too fixed, blocked ina definition. And on the other to assure the photogra-pher the freedom enjoyed by the artist, allowing him toexpress himself directly, allowing the shaking of hishand to make its presence felt. Art was nature seenthrough a temperament. Often expression of a drama-turgy, the blurred effect may also be the source ofserene poetry, and bear witness to the vibrations of amystery which makes us discover the extraordinaryqualities hidden in the most banal objects. Thesenuances are not signs of evasion; on the contrary, theycentre on the enigmatic essence of every reality. Thecoexistence of chiaroscuro effects and the subtle move-ments which animate the objects, the outlines or thelandscapes gives rise to suspended, mysterious anddistant images. This impression is particularly evident inthe series of photos which Carmelo titles Voci (Voices).It is a matter of murmurs, swishes, humming... atmos-pheric impressions. The photographer gives his compo-sitions ascendant, oblique constructions, insinuating asecret dynamic which accompanies the steps of the hik-ers as in Rifugio (Mountain hut; 2003), or in Ritterhorn(2003), or depicting a tormented landscape in his ownunique way in Ulivo e vento (Olive tree and wind; 2008).We infer that the wind is blowing from the confusedmovement of the tree, which stands out against a brightmass of suspended clouds. The theatricality of these photographs is linked to theintimate atmospheres staged in the photo of the earlierseries titled L’isola intima (The intimate island). Someworks are emblematic of his style, and in particular Erice(1994), where the composition is focused on a still lifein the foreground, and opens to the background featur-ing a street immersed in light, which develops a per-spective flanked by a row of houses, where a solitarystroller is seen walking. It is a matter of an interpretationof that “atmospheric perspective” used by Renaissancepainters. At that time, this subtle play with light andshade was achieved by superimposing many coats ofvarnish (transparent colors). The painting seemed to beimmersed in a light haze, as if one was looking at itthrough a veil. With this technique, also called“chiaroscuro” or “sfumato”, the artist could create animpression of relief or depth. This composition, wherethe color and luminosity of the objects depend on their

distance from the observer, is linked to the textural qual-ity of the air, to a thickness which makes it tangible.Analogously, in Carmelo Bongiorno’s photographs theair is shaking, and this “sfumato” accompanies the per-spective arrangement of the object or subject, sur-rounded by a halo made of an indistinct light. Ribera(1992) and Stretto di Messina (Strait of Messina; 1992)feature the same chiaroscuro effects, according to anascendant composition which accentuates the feelingof distance and solitude. The construction of the imageevokes a feeling of nostalgia. These photographsbelong to the world of metaphysics as De Chirico under-stood it; in other words, they represent that which isbeyond the physical appearance of reality, beyond thevisual experience and senses. They reach the limits ofan invented, dreamy, informal and sometimes trulyabstract universe. The series of photographs called Bagliori (Flashes), real-ized in the late Nineties and early years of the Twenty-first century, anchors the work of Carmelo Bongiornoeven more solidly to a lyric abstraction built by themovement and stroke of light. These images centre onan object or subject which the light and the cameraimmerse in a deconstructed and fluid reality. Theybecome almost sonic. One may speak of “abstraction”because the purpose of these images is not to repre-sent reality as it appears to the eye, but to reveal anoth-er, more interior and secret world. They are “lyrical”because they elicit emotions, as music or poetry might.While this is his intention, the photographer does notpreclude any inspiration from the reality of the elementshe transforms, depending on his sensibility and style, toextract its evocative or emotional potential. In thissense he follows the advice of Paul Klee: “To beabstract with memories.” To make this sentence of PaulKlee clearer, we may resort to a quotation of Bongiorno,who explains the way he takes photographs by remem-bering a rite from childhood, which he practiced unfail-ingly every year, when he went to spend his holidays bythe sea: “Holding my breath, I gently immersed myselfbelow the water surface, swimming slowly until Ibecame almost immobile, and then I opened my eyes:once the initial burning had passed, I looked at myhands, my feet, my swimming trunks, the air bubbleswhich rose, the water surface above my head. I experi-enced the emotion of penetrating a parallel universe, anew world made of strange lights and padded sounds,


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just a few meters from the shore and a few centimetersfrom the surface. Through the filter of the ruffled water,flashes of white light crossed through my body, makingeverything unusual, mysterious, and perhaps truer.”Since then this crystal-clear filter has been the mirrorwhich inspires him to reflect on life. And so a Spettacoloal laser (Laser show; 1999) projects his light flasheffects, in which we seem to perceive the Chineseshadows of some waving personality: light, movementand silent music animate the photograph with an imag-inary reality. Donna sdraiata (Reclining woman; 1995)only suggests the contours of the elongated figure of areclining woman in the backlit half-shade, illuminated bychiaroscuro effects. In Ferro da stiro (Iron; 1999) onlythe title comes to our aid in interpreting an image flood-ed by light, in which a shape that could be a fish isdrowning... Lavatrice (Washing machine; 1996) could bea dice thrown into time at random. This series of worksis possessed by an intense and sometimes unsettlingcharm. The plays with shadows and lights of the earlierseries created a mysterious atmosphere which never-theless suggested a kind of gentleness and tranquility.A village in half-shade, a solitary stroller, a woman lyingdown in front of a window... convey a fascinating sen-sation of peace which the passion of the photographer,inspired by his intimate territories, allows to filter withan indefinable languor. On the contrary, the images ofthe Bagliori series feature a dull anxiety, accentuated bythe use of black and white. The author has abandonedthe safe haven of a reassuring everyday reality toembrace the coordinates of a more aggressive andnoisy modernity. Close-ups have replaced perspectives,and the contrasts are more marked, the movementsmore fragmented. The photographer explores a realitywhich is clashing, on which he hovers as the threat sug-gested by the gloomy mass of an airplane, in Ultimo volo(Last flight; 2000), which flies over the world.More recently, after 2005, Carmelo Bongiorno has intro-duced a new element in his photographs: color. An acidrange with contrasting shades that stand out in verycontemporary, almost frivolous motifs: something like apop element animates this operation, which is inspiredby everyday events, by a culture which stages ordinaryobjects and banal, ephemeral situations. The photo-graphs are constructed with close-cropped frames fea-turing objects as pliers in Pink tools (2006), a shoe inWoman’s shoe (2009), cutlery in Fork, knife and glass

(2006), a fridge in Refresher (2007)... The luminousreflections deconstruct the object, which is envelopedby a surreal brightness. An often diagonal compositioncreates a dynamic effect which absorbs the subject,dematerializing it. Beyond the question of the motif, thephotograph is based on color considered as an elementin its own right, with its own specific nature, its way todisturb or surprise perception and to prolong the vibra-tion. Other more complex subjects as Green car (2007),Fifth channel (2006), Summer kisses (2007), Hostess inBerlin (2010), Flight on Berlin (2010) remind us of thefact that Carmelo Bongiorno likes to see the worldthrough the immaterial filter of his dreams and hisvagabond thoughts, as when he as a child, leaning outof the window of the train which was taking him to thebeaches of his childhood – he recalls – “was stupefiedby the wind and the images rushing by, the namelessplaces I glimpsed for an instant, the strangers appearingin backlight, leaning on balconies or windows illuminat-ed by neon lights. And when I finally sat down onceagain, I continued to indulge my obsession with lookingat the world through the wrapping paper of the candiesmy mother gave me to keep me quiet.” We can imag-ine the acid color which then enveloped everything, cov-ering his childhood reality with a colorful veil... And thisis the reality he is transmitting to us today.


Queste fotografie sono un vivaio di stupori,come scriveva Cesare Pavese all’inizio delcapitolo “Stato di grazia” in Letteratura ame - ricana e altri saggi.

Qui lo stato di grazia non ha relazioni obbligate con ilricordo, casomai con il destino. E in questa incredibile raccolta di immagini, il destinoprende ritmo e detta il tempo per l’osservazione e lacomprensione.Questo libro e questa mostra raccolgono 25 anni dellavoro di Carmelo Bongiorno, dalle prime ricerche del1985 che precedono L’isola intima passando dalla tappafondamentale dell’European Kodak Award, importantericonoscimento ottenuto nel 1989 grazie alla sua (giàallora) originalissima impronta, fino al recenteForbidden colors, che colloca l’autore in una dimensio-ne che dialoga con spontaneità con i linguaggi dell’artecontemporanea. Con una distanza tutta immaginata tra il mondo realee un misterioso oggetto del desiderio, Bongiorno trac-cia le linee visive di un suggestivo viaggio attraverso iluoghi, gli incontri, le persone e i paesaggi di un’isolaintima.Una rincuorante presenza di riflessi abbaglianti giunge alsuo sguardo e prende vita.È il racconto di un’esperienza interiore, fatta di impres-sioni e sentimenti, ed è guidato da un anelito profondoche dà corpo a una delle declinazioni possibili dellarealtà. È la visione a segnare la differenza. Un ostacolo, unafinestra, una siepe o il ponte di una nave: tutto è filtratoda un intervallo immaginario e confortevole, un distaccoapparente che lascia spazio alla riflessione e alla con-templazione.Al centro c’è il punto di vista dell’autore, quello di un

fotografo appassionato alla narrazione, capace di intera-gire con ciò che decide di mostrare, di prendere una pre-cisa posizione per scavalcare l’azione della testimonian-za ed entrare nella dimensione della consapevolezza.Lungi dal rappresentare un timido e ambiguo approccioalla vita, Bongiorno esalta l’elemento simbolico dellesue immagini: l’esistenza diventa metafora di avventura,ricerca e smarrimento e, insieme, dichiarazione dellapresenza terrena. Come sulle tracce di un giovane Holden trepidante einquieto, registra scene e momenti di vita vissuta, nelritmo spezzettato di fotografie in cui i soggetti ritratticonvivono con la propria memoria e le possibili diva-gazioni. Come un investigatore dell’occulto, Carmelo ci riportanel gioco della messa in scena. Esperienze, suggestioni e stupori trovano luogo tuttinello stesso momento, al di là e al di qua dell’imminen-za o della coscienza, e si traducono in immagini che rac-contano un inquieto viaggio esistenziale. Fotografie in movimento, soggetti sfocati, bagliori not-turni e improvvisi rivelano l’incessante rincorrersi delmondo, così come appare, e del suo corrispettivo, chevive e si rinnova nella mente e nell’animo: il primo giraspasmodicamente sempre nello stesso verso, mentre ilsecondo non riesce a seguirlo né a esserne parte. È un viaggio senza meta e senza ritorno quello diBongiorno, un girovagare senza sosta, condotto nell’in-quietudine pulsante di un’epoca contemporanea che sisvela come la messa in scena di un teatro universale.Qui differenti scenografie si alternano frettolosamenteper nascondere la vera essenza, la reale natura degliuomini e del mondo.Bongiorno s’immerge nell’incoerente e sfrenata corsadel presente e, ispirato dal tema tutto moderno del


Il contrasto tra la vita e la formaDenis Curti


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“contrasto tra la vita e la forma”, sente l’esigenza di cri-stallizzare l’inarrestabile flusso della vita in immaginicerte e stabili, alle quali ancorarsi. Ecco allora che tra i bagliori e gli scatti di frantumateesperienze ritornano le voci e i paesaggi rassicuranti del-l’isola intima, il porto sicuro che resiste alle contraddizio-ni del presente, rimanendo lì, quieto e immobile, nei rac-conti, nelle immagini e nella saggezza di confortantitempi passati.Voci, la serie conclusa nel 2008, introduce e rinnova,sulla linea del lavoro precedente dell’autore, il temadella continuità temporale, esprimendosi in immaginiche sembrano provenire dal labirinto dell’inconscio esono rivelatrici di lontani messaggi d’incontestabilepathos.Contro l’apparente realismo superficiale del mezzo,Bongiorno mette in atto un processo di manipolazionedella realtà, affinché i soggetti e le ambientazioni si tra-sformino in rivelazioni fantastiche. Come nei versi di un “poeta veggente”, i soggetti diqueste fotografie sembrano legati a una fitta quantointricata rete di corrispondenze, che ne esaltano l’ele-mento simbolico, caricandoli di mistero. Partendo dalla realtà oggettuale, quindi, Bongiorno giun-ge allo sfaldamento dei canoni classici della rappresen-tazione fotografica, presentando un lavoro in cui, allabase di tutto, c’è la libera ed emozionale cooperazionetra l’autore e il soggetto rappresentato.È un percorso interiore da cui nascono e si sviluppano leimmagini a colori di Forbidden colors, dove tonalitàacide prendono il sopravvento, mentre soggetti mossi etra loro apparentemente incoerenti continuano una ri -cerca di rimandi visivi ed emotivi che nuovamente con-duce alla medesima trama di ricordi e sentimenti. Negli anni trenta del secolo scorso Berenice Abbott scri-

veva: “Il fotografo è l’essere contemporaneo per eccel-lenza, attraverso i suoi occhi l’oggi diventa passato”,confermando l’idea di una fotografia che, capace diinventare e immaginare, diventa l’espressione poetica esimbolica di infinite realtà soggettive, al di là del tempoe dello spazio.



These photographs are a nursery of marvels,as Cesare Pavese wrote in the beginning ofthe chapter “Stato di grazia” (State ofgrace), in Letteratura americana e altri saggi(American literature and other treatises).

The state of grace here has no obligatory relations withmemory, but if anything with destiny.And in this incredible collection of images, destiny takeson rhythm and sets the pace for observation and under-standing.This book and this exhibition cover 25 years of the workof Carmelo Bongiorno, from the first research from1985 which precedes L’isola intima (The intimate island)passing by the fundamental phase of the EuropeanKodak Award, an important recognition obtained in 1989thanks to his (already then) very original approach, untilthe recent Forbidden colors, where the author entersinto a spontaneous dialogue with the languages of con-temporary art. With a distance that is completely imaginary betweenthe real world and the mysterious object of desire,Carmelo Bongiorno traces the visual lines of a fascinat-ing journey through the places, the meetings, the peo-ple and the landscapes of an intimate island.A heartening presence of dazzling reflexes reaches hiseyes and takes on life. It is the story of an interior experience made of impres-sions and feelings, and it is guided by a profoundyearning which gives form to one of the possible waysto see reality. It is vision that makes the difference. An obstacle, awindow, a hedge or the deck of a ship: everything is fil-tered by an imaginary and comfortable interval, anapparent detachment which leaves room for reflectionand contemplation.

The central element is the viewpoint of the author, thatof a photographer who is a passionate storyteller, capa-ble of interacting with what he wants to show, to take astand to go beyond the action of the testimonial and toenter the dimension of consciousness.Far from representing a timid and ambiguous approachto life, Bongiorno exalts the symbolic element of hisimages: existence becomes metaphor of adventure,research and disorientation and, at the same time, dec-laration of the presence on earth.As if in the wake of an eager and anxious HoldenCaulfield, he registers scenes and movements of lifeexperiences, in the broken rhythm of photographswhere the portrayed motifs coexist with their memoryand the possible digressions. Like an explorer of the occult, Carmelo brings us back tothe play of the mise en scène. Experiences, suggestions and marvels all happen at thesame time, within and beyond imminence or con-science, and are translated in images which tell thestory of an unsettling existential journey.Photographs in movement, blurred subjects, noctur-nal and sudden flashes reveal the incessant race ofthe world, as it appears, and of its equivalent whichlives and renews itself in the mind and in the soul: theformer always turns spasmodically in the same direc-tion, while the latter fails to either follow it or be partof it. The journey Carmelo Bongiorno has ventured on is onewithout destination and without return, a ceaselesswandering, characterized by the pulsating restlessnessof a contemporary epoch which appears as the stagingof a universal theatre. Different sets are here changedin a rush, to conceal the true essence, the real nature ofhumans and of the world.

The contrast between life and formDenis Curti


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Bongiorno immerses himself in the incoherent andunrestrained race of the present and, inspired by the all-modern theme of the “contrast between life and form”,he feels the need to crystallize the unstoppable flow oflife in certain and stable images, which may serve as ananchor.This is why, among the flashes and the images of frag-mented experiences, the reassuring voices and land-scapes of an intimate island return; a safe haven whichresists the contradictions of the present time, remainingthere, quiet and immobile, in the stories, the imagesand the wisdom of a reassuring past.Voci (Voices), the series finished in 2008, introduces andrenews, along the same line as the previous works ofthe author, the theme of continuity in time, expressed inthe form of images which seem to issue from thelabyrinth of the unconscious, harbingers of distant mes-sages of undeniable pathos.Challenging the apparently superficial realism of hismedium, Bongiorno introduces a process of manipula-tion of reality, turning the subjects and settings into fan-tastic revelations. Like in the verses of a “seeing poet”, the subjects ofthese photographs seem to be caught in an equallydense and intricate web of correspondences whichexalt their symbolic element, charging them withmystery.Starting from the objective reality, Bongiorno thus even-tually breaks with the classical canons of photographicrepresentation, presenting a work where everything isbased on a free and heartfelt cooperation between theauthor and the motif.The color images of Forbidden colors are the product ofan interior itinerary; acid shades prevail, and blurred andapparently incoherent subjects continue a research of

visual and emotional references which once again bringus back to the same web of memories and feelings. In the Thirties of last century Berenice Abbott wrote:“The photographer is the contemporary being par excel-lence, through his eyes the now becomes the past”,suggesting the idea of a photography which, beingcapable of inventing and imagining, becomes the poet-ic and symbolic expression of infinite subjective reali-ties, beyond time and space.


Carmelo Bongiorno è una figura singolarenel panorama fotografico degli anni ottan-ta, durante i quali la tendenza documenta-ristica era dominante. L’avventurarsi versouna ricerca tesa alla trasposizione e alla

sublimazione della realtà, lontano dalla fotografia cheracconta e denuncia il corso delle cose, e in rottura conun certo dogmatismo dei codici della rappresentazione,lo collocava all’epoca in una avanguardia. Fin dai suoi primi lavori emerge così una coerenza cheda più di vent’anni distingue la sua produzione. Assai impermeabile alle mode e alle tendenze chehanno scandito l’evoluzione della fotografia, ma non perquesto immobile, Bongiorno segue il suo percorso,inventa e s’interroga. Il suo mondo visivo, come un pia-neta intorno al proprio asse, avanza e si sposta nellospazio senza mai sbilanciarsi né perdersi. Risultato: immagini inconfondibili che restano impressenella memoria e lasciano una scia, un’eco che resiste alpassare del tempo.La continuità induce a parlare di scrittura. Una scritturadella luce con la quale Bongiorno continua a tradurre ilsuo universo, creando immagini antiche e quanto maicontemporanee, immagini oscure ma luminose, nottur-


La luminosa oscurità Laura Serani

ni in pieno giorno, in dissonanze permanenti, tra passa-to e presente, tra oscurità e leggerezza. Immagini dove la poesia aleggia, dove l’oscurità non èdramma ma è magia, dove lucciole e bagliori appaionocome lampi di lucidità.I suoi lavori, dal forte potere evocativo, raccontano lanostalgia, gli amori, la forza di gravità della sua isola e ilmagnetismo di nuove terre.Riflessi dell’inconscio in camera oscura, le opere di Bon -giorno portano al di là delle immagini stesse, in uno spaziointimo e universale in cui ognuno si ritrova proiettato.Visioni abbacinate, allucinate, perturbazioni della perce-zione riempiono nel corso del tempo le pagine di un dia-rio dalla cronologia atemporale ambientato in luoghiindefiniti, tappe di un viaggio interiore. Scorci urbanisembrano quinte di teatro, siti archeologici e luoghi del-l’antichità, lontani dai cliché da cartolina, si trovanoriconciliati con la mitologia. Neri profondi e bianchi elettrici, presenze immateriali efragili creano una dimensione onirica dove ogni trasgres-sione è poesia. Più tardi, il colore dai toni acrilici e spesso esasperatisembra voler tradurre la modernità, la distanza e fanta-sie più lievi.


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Ma, ancora una volta senza rotture, Bongiorno passa dalbianco e nero al colore, come si cambia di matita.Il ricorso al disequilibrio, l’uso del flou, l’evanescenza ela smaterializzazione delle forme, la frammentazioneche trasforma luoghi e personaggi fantasmagorici inombre e dettagli, permettono paradossalmente una mi -gliore vi sione delle immagini. Bongiorno disegna un suo mondo, retto da una conce-zione emotiva e meditativa, in un tempo che apparesospeso. In un universo pervaso di poesia mediterranea, il suolessico è fatto di isole che galleggiano, di vegetazioneinsulare esuberante, di bagnasciuga scintillanti, di corpiabbandonati al torpore e di ferryboat che vanno e ven-gono durante stagioni indefinite. In paesaggi ipnotici, dove regna ovunque l’onnipotenzadel vulcano invisibile, la presenza della natura è a volteinquietante, quando la diffrazione agita mari stropicciaticome carta stagnola, oppure quando i sentieri si perdo-no in cieli carichi di nuvole o tra campi dall’erba altacome chioma di gigante, dove camminano personaggiincerti come pensieri. Tra fascinazione e melanconia le fotografie di CarmeloBongiorno sembrano evocare e rendere visibile l’invisi-

bile e lasciano affiorare un certo misticismo: il presentesembra rivisitato, abitato da risonanze del passato, dariminiscenze di luoghi e decori, in un processo di smate-rializzazione nel quale anche gli oggetti familiari diventa-no estranei. Allora un aereo appare un giocattolo sproporzionato,crocifisso in cielo; santi e reliquie scintillano di stranaluce; elettrodomestici prendono vita, un ferro da stiro sitrasforma in luccio, attrezzi in aragoste, mentre i veripesci diventano troppo umani e le presenze familiari,trasformate in fantasmi di se stesse, espandono un sen-timento diffuso di solitudine. Lessico insulare o lessico familiare, con la mostra e que-sta monografia che restituiscono l’originalità e la com-piutezza dei suoi lavori, Carmelo Bongiorno si confermadefinitivamente come un autore e un artista importantee prezioso della scena contemporanea.



Carmelo Bongiorno is a singular figure inthe photographic scene of the Eighties,when the documentary trend prevailed.His way to venture on a research aimed attransposition and sublimation of reality,

distant from the kind of photography which tells anddenunciates the progress of things, thus breaking witha certain dogmatism of the codes of representation,placed him in a kind of avant-garde in that period.Since his first images his work has thus revealed acoherence which has distinguished his production formore than twenty years. Quite impermeable to the trends which have succeed-ed one another in the course of the evolution of photog-raphy, but by no means immobile, Bongiorno proceedsalong his path, inventing and posing questions. Like aplanet revolving on its axis, his visual world advancesand moves in space without ever getting either unbal-anced or lost. The result is unmistakable images which remainimpressed on the mind, leaving a wake, an echo behindthem which resists the passing of time.The continuity brings to mind writing. A writing with light,with which Bongiorno continues to translate his world,

The luminous darkness Laura Serani

creating images that are ancient yet completely contem-porary, images that are dark yet luminous, nocturnal infull daylight, in permanent dissonances, between pastand present, between obscurity and lightness. Images where poetry is in the air, where the darkness isnot drama but magic, where fireflies and flashes appearlike sparks of lucidity.His works, wielding a strong evocative power, tell thestory about nostalgia, loves, the force of gravity of hisisland and the magnetism of new lands.Reflections of the unconscious in the darkroom,Bongiorno’s works guide us beyond the images them-selves, in an intimate and universal space into whicheveryone is projected.Blinded, hallucinated visions, perturbations of percep-tion have in the course of time filled the pages of a diarywith a timeless chronology, set in indefinite places,stages of an interior journey. Glimpses of townscapesappear like theatre sets, archaeological sites and placesfrom antiquity, distant from the clichés of postcards,they find themselves reconciled with mythology. Deep blacks and electric whites, immaterial and fragileimages create a dreamy dimension where every trans-gression is poetry.


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At a later stage colors of acrylic and often extremeshades seem to want to translate the modernity, thedistance and lighter fantasy. But also in this case without any sudden changes incourse, Bongiorno changes from black and white tocolor as if changing pencil. The use of disequilibrium, fluorescent effects, evanes-cent and disappearing forms, the fragmenting whichtransforms phantasmagoric places and personalitiesinto shades and details, paradoxically enable us to seethe images better. Bongiorno designs his very own world, based on anemotional and meditative conception, in a time thatseems to be suspended. In a universe permeated by Mediterranean poetry, hisvocabulary is made of islands that float, exuberant insu-lar vegetation, glittering shorelines, languid bodies andferryboats that come and go through indefinite seasons. In hypnotic landscapes, where the omnipotence of theinvisible volcano reigns in every corner, the presence ofnature is sometimes unsettling, when the diffractionagitates seas creased like aluminum foil, or when thepaths are lost in skies loaded with clouds or amongfields where the grass seems taller than the leafage of

gigantic trees, where persons walk, appearing as uncer-tain as thoughts.Between fascination and melancholy, CarmeloBongiorno’s photographs seem to evoke and make visi-ble the invisible, allowing a certain mysticism to surface:the present seems to be revisited, invaded by echoesfrom the past, by reminiscences of places and decora-tions, in a process of dematerialization in which evenfamiliar objects become foreign. And so an airplane looks like an oversized toy, a crucifixin the sky; saints and relics glitter in a strange light;household appliances come alive, an iron becomes apike, tools turn into lobsters, while real fish become toohuman, and the familiar presences are transformed intophantasms of themselves, inspiring a diffused feeling ofsolitude. Insular vocabulary or familiar vocabulary, with this exhibi-tion and this monograph, which bear witness to the orig-inality and accomplishment of his work, Carmelo Bon -giorno definitely confirms himself as an important andprecious author and artist in the contemporary scene.


Opere / Works



Piedimonte, 1987L’isola intima

Stampa vintage ai sali d’argento su carta baritataVintage silver gelatin print on baryta paper 50 x 50 cm


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Agrigento, 1990 L’isola intima



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Segesta, 1994L’isola intima



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Maniace, 1992 L’isola intima



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Mongiuffi, 1990L’isola intima



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Ribera, 1992L’isola intima



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Catania, 1988 L’isola intima



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Erice, 1994L’isola intima



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Etna, 1995 L’isola intima



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Siracusa, 1992L’isola intima



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Stretto di Messina, 1992L’isola intima



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Fiumedinisi, 1991L’isola intima



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Castelmola, 1989L’isola intima



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Catania, 1989L’isola intima



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Fotomodella, 1996Bagliori

Stampa Giclée su carta Hahnemühle fine art BarytaGiclée print on Hahnemühle fine art Baryta paper 110 x 150 cm


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Gente al bar, 1997 Bagliori



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Periferia urbana, 1998 Bagliori



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Ultimo volo, 2000Bagliori



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Uomo in jeans, 1999Bagliori



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Donna sdraiata, 1995Bagliori



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Ferro da stiro, 1999Bagliori



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Lavatrice, 1998Bagliori



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Moderni operai, 1996Bagliori



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Orologio in fabbrica, 1996Bagliori



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Uomo tra i sassi, 2000Bagliori



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Spettacolo al laser, 1999Bagliori



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Torso, 2006Voci

Stampa Giclée su carta Hahnemühle fine art BarytaGiclée print on Hahnemühle fine art Baryta paper110 x 150 cm


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Nude 1, 2006Forbidden colors



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Stromboli, 2003Voci



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Isa e Giò, 2005Voci



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Pesce, 2006Voci



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Blue fish, 2009Forbidden colors



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Mare grosso, 2004Voci



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Agave, 2007Voci



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Last plate, 2008Forbidden colors



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Pesce appeso, 2002Voci



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Marettimo, 2004 Voci



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Verso l’Etna, 2005Voci



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Ulivo e vento, 2008Voci



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Ritterhorn, 2003Voci



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Rifugio, 2003Voci



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Shadow on the sea, 2009Forbidden colors



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Man in red, 2010 Forbidden colors



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Summer kisses, 2007 Forbidden colors



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Giordano’s tree, 2005Forbidden colors



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Fifth channel, 2006Forbidden colors



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Green car, 2007Forbidden colors



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Nude 2, 2009Forbidden colors



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Tailor’s dummy, 2009Forbidden colors



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Saint under neon, 2008Forbidden colors



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Woman’s shoe, 2009Forbidden colors



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Refresher, 2007Forbidden colors



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Fork, knife and glass, 2006Forbidden colors



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Pink tools, 2006Forbidden colors



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Hostess in Berlin, 2010Forbidden colors



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Flight on Berlin, 2010Forbidden colors



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Landing, 2006Forbidden colors



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Apparati / Appendix



Carmelo Bongiorno nasce a Catania il 28 giugno 1960.Di indole riservata, dopo il liceo cominciaa sentire ogni giorno più forte l’esigenza di esprimersi, provandosi alternativamentecon la scrittura, la musica, la pittura e quant’altro possa dargli l’opportunità di raccontarsi e di scavare tra le sueinquietudini.È in questo periodo (estate 1978) che, nel suo cercare e nel provarsi tra i varilinguaggi contemporanei, “scopre” lafotografia: sin dagli inizi il suo rapportocon l’arte della visione diventa totalizzantee, subito dopo le primissime esperienze,attrezza una camera oscura stampandopersonalmente sia il bianco e nero che il cibachrome.Totalmente autodidatta, apprende da libri, manuali, riviste, e soprattuttodall’esperienza diretta le più raffinatetecniche di ripresa e di stampatradizionale, sperimentando vari materialie le più disparate carte ad alto contenutod’argento.La fotografia diventa il suo mezzo, e dal 1980 è già orientato verso la ricercadi un linguaggio personale nella crescenteconsapevolezza delle potenzialità espressivedi quest’arte; appena ventenne, nel 1981vedrà la sua prima pubblicazione diimmagini in bianco e nero su “ProgressoFotografico” che gli riserva lusinghiericommenti. Dal 1982 si dedica anche alla fotografia

professionale, attività che svolgerà permolti anni parallelamente a quella artisticae che gli permetterà di proseguire leproprie ricerche e acquisire attrezzature e materiali di alta qualità. Nel 1983, insieme a Carmelo Mangione e Carmelo Nicosia, fonda il Gruppo Fase,gruppo di sperimentazione artistica cheopererà sulla base di un impiego nonconsueto dello specifico fotografico.Nel 1984 lavora prevalentemente a colorialla ricerca Il possibile e il parallelo cheproseguirà poi per alcuni anni alternandolaall’uso del bianco e nero. Già in questoperiodo, contro corrente rispetto alletendenze del momento e in anticiporispetto ad altri, comincerà a utilizzare le sue tecniche di mosso e sfocato su scenee soggetti dell’universo quotidiano sia conil colore che con il bianco e nero.Sempre negli anni 1983-84 inizia quindi a usare la sua, poi divenuta inseparabile,Hasselblad 500 C/M, mitica fotocamerareflex 6x6 a pellicola con formato quadratoe mirino a pozzetto. Questo strumento e le personalissimetecniche “in immersione” fisica e mentaledi Bongiorno rappresenteranno unpassaggio fondamentale nel suo rapportocon la fotografia e lasceranno un segnoprofondo: il formato quadrato, laparticolare cura dell’inquadratura (spessofatta dal basso) resa possibile grazie al“distacco” tra il suo sguardo e la scenaripresa, le sue sfocature e i suoi mossi uniti

alle sfumature dei cieli create in ripresa e,per finire, le sue raffinatissime ed elaboratetecniche di stampa in camera oscura connumerose mascherature e bruciaturerigorosamente fatte con le mani e conmascherine di carta create da lui stesso.Tutto questo, al di là dei contenutidell’opera e oltre a creare un genere, ha permesso che le stampe di Bongiorno,anche se in più esemplari, fossero tutte in pratica copie uniche, proprio per le complesse ed elaborate ricerche e manipolazioni (mai termine fu piùadatto) della luce, prima in ripresa e poi in camera oscura.Dal 1984 al 1988 continua le suesperimentazioni anche attraverso ilconfronto con altre espressioni artistiche(musica, pittura, video) per le quali nutreda sempre forte interesse e che praticheràoccasionalmente.Nel 1985 partecipa al progetto Guardarecol corpo con un lavoro a colori chesaltuariamente proseguirà per alcuni anni, mentre già fotografa regolarmente in bianco e nero per una serie intitolata Lo sguardo mediato.La ricerca della luce sarà il filo che uniràquesto a tutti i suoi successivi lavori,l’esigenza di scavare tra le sue emozioni e le inquietudini per un desiderio diprofondità, di superare la superficie dellecose alla ricerca di un centro nascosto, una fotografia introspettiva che parte dalreale per trasformarsi in visione personale

Biografia

Catania, 1985 (e ancora oggi),camera oscura, le mascherinerealizzate dal fotografo stesso /Catania, 1985 (and still today),the darkroom, the paper masksmade by the photographerhimself

Centro della Sicilia, 1984 /Central Sicily, 1984

A pagina 140 / Page 140Il possibile e il parallelo, 1985

Il possibile e il parallelo, 1986

Il possibile e il parallelo, 1987


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attraverso il filtro impreciso delle piùintime suggestioni.Nel 1989 con la serie Lo sguardo mediatoBongiorno vince l’ambitissimo premiointernazionale European Kodak Award ed espone le sue opere ai 20i “RencontresInternationales de la Photographie” diArles. Questa la motivazione della giuriapresieduta da Lanfranco Colombo ecomposta da Italo Zannier, Grazia Neri,Gianni Berengo Gardin e Ken Damy:“Con un linguaggio originale,estremamente aggiornato e colto, CarmeloBongiorno ha esplorato un ambientegeografico scabro e convenzionale,riuscendo ad esprimere un racconto denso di suggestive allusioni esistenziali e dimostrando una straordinaria capacitàdi percezione e visualizzazione attraversol’arte della fotografia”.Questo importante riconoscimento glidarà ulteriore forza per proseguire nelle sue ricerche e lo proietterà nella fotografiainternazionale con varie pubblicazioni sulle più importanti riviste europee. Se da un lato la distanza geografica dalle grandi capitali limiterà il confronto e gli scambi, dall’altro questo “dolceisolamento” diverrà per l’artista un suopunto di forza: sarà libero infatti dainfluenze esterne e renderà il suo segno più profondo, le sue ricerche ancora più personali e autentiche. Subito dopo Arles la mostra arriva aMilano nella storica galleria di via BreraIl Diaframma di Lanfranco Colombo,dove negli anni a seguire altre volteBongiorno esporrà i suoi lavori.Nel 1990 prosegue il suo instancabilegirovagare per la Sicilia. Durante un suoviaggio a Parigi conosce Claude Nori,fotografo francese e noto editore egallerista delle Editions e GalerieContrejour, nonché ideatore della rivista“Camera International”, considerata tra lepiù importanti e prestigiose pubblicazionid’arte fotografica di sempre, dove annidopo, nel numero sulla fotografia italiana,Bongiorno vedrà pubblicato un suoportfolio insieme a Mario Giacomelli,

Luigi Ghirri, Mimmo Jodice e GabrieleBasilico.Nel 1991 (e poi nel ’94 e nel ’95)partecipa nuovamente ai “RencontresInternationales de la Photographie” di Arles e, pochi mesi dopo, conosce FrancoBattiato, suo conterraneo e notissimomusicista e compositore. Tra i due nasceràun’amicizia fatta di “sintonie creative” che porterà a successive collaborazioni escambi intellettuali e artistici: Bongiornorealizzerà per Battiato negli anni diversecopertine di dischi e un video, Battiatoscriverà vari testi per i lavori di Bongiorno.Nel 1992 approfondisce le sue ricerche epubblica la sua prima monografia Luoghiprivati (Edizioni del Museo Ken Damy,Brescia), mentre l’anno dopo viene invitatoa esporre al “Mai de la Photo” di Reims per “Contraste Sicilen” insieme a LetiziaBattaglia, Franco Zecchin e GiovanniChiaramonte, fotografo e critico col qualeavrà negli anni varie collaborazioni e chein più occasioni scriverà per Bongiornoimportanti testi critici. Nel 1993 espone una personale allaGalerie Contrejour di Parigi e nello stessoanno, con Jeanloup Sieff e RaymondDepardon è uno dei sei fotografi nelmondo chiamati dalla Comunità Europeaper realizzare Les routes du lait, ricercasull’universo del latte e dei suoi derivaticommissionata dalla Comunità Europea.Il lavoro sarà poi esposto nel 1994 allaBibliothèque Nationale di Parigi, quindiad Arles e pubblicato in un volume dalleEditions Contrejour.Nel 1995 realizza una serie di immaginitra i “suoi” luoghi per la giovanissima eancora sconosciuta Carmen Consoli chediverranno anche copertina del suo primoCD: con Carmen resterà un’amicizia cheprodurrà poi altri incontri e collaborazioni.Nel marzo 1997 pubblica L’isola intima(Edizioni SEI, Torino), un lungo viaggiotra i luoghi e le emozioni della sua terra,volume e mostra itinerante che riassumonoben otto anni di ricerca (1987-95) con una prefazione dell’amico Franco Battiato.Nel 1998 rappresenta l’Italia al “Mois de la

Photo à Paris” (nota biennale internazionaledi fotografia) con una sua esposizionepersonale a cura di Guy Mandery, esuccessivamente riceve il Premio Barbarinocome autore di maggior rilievo della nuovafotografia italiana.Nel 1998 è anche tra gli autori di“Under/Exposed”, manifestazione d’artecontemporanea che si svolge lungo unpercorso di installazioni realizzate nellevarie stazioni della metropolitana diStoccolma.Nel 1999, insieme ai grandi fotografieuropei, è chiamato alle R.I.P. di Arles a partecipare con varie sue opere allamostra “Flous et Modernités”, e inquell’occasione tra gli altri rivede JeanDieuzaide, uno dei padri della fotografiaumanista francese che anni prima avevamolto apprezzato le sue ricerche.Nello stesso anno, dopo AlexanderRodchenko e prima di Werner Bischof,espone alla Galleria Carta Bianca diCatania un’anteprima del suo nuovo lavoro Bagliori.Nel 2000, sotto la direzione artistica di Giovanni Chiaramonte, è invitato a esporre una sua personale al PiccoloTeatro di Milano, in occasione del suotrentennale, per Teatro della visione,insieme a Wim Wenders, Ugo Mulas e Duane Michals.Nel 2001 pubblica Bagliori (FedericoMotta Editore, Milano), sua seconda fatica (1995-2000) e nuovo viaggiometropolitano la cui mostra girerà l’Italia e l’Europa.Se nell’Isola intima il filo comune che lega le immagini potrebbe definirsi ilsentimento della rimembranza e lo stuporedella luce, in Bagliori si passa all’ansia eall’inquietudine della vita di ogni giorno. Il viaggio artistico ed esistenziale diBongiorno prosegue quindi con un nuovo capitolo che con fluidità segue il precedente: laddove termina L’isolaintima (l’arrivo in una metropoli) cominciaBagliori per proseguire durante una lunganotte dalla quale scaturiscono lampi di vita.Nel 2001 è anche invitato da Michel

Catania, 1980, prime ricerche /first researches

Arles, 1989, “RencontresInternationales de laPhotographie”

Arles, 1994, “RencontresInternationales de laPhotographie”, con unagallerista / with an art dealer

Arles, 1995, “RencontresInternationales de laPhotographie”, con / with Guy Mandery e / and AntonioBiasiucci



e Jean Dieuzaide (figlio e padre) a esporreuna sua retrospettiva nella storica GalerieMunicipale du Château d’Eau di Tolosache gli dedica anche una pubblicazione e, dopo la mostra, gli offre l’occasione di girovagare sui Pirenei.Nel 2002, insieme a Mimmo Paladino,Joel Meyerowitz, Ghirri, Chiaramonte e altri, espone alla Triennale di Milanoalcune opere per Le città invisibili, grandemostra d’arte contemporanea dedicata a Italo Calvino.Nel 2003 rappresenta l’Italia al festivalinternazionale “Terre d’Images” di Biarritz,dove viene invitato per la sua personale“Ile/Exile” e a partecipare a vari dibattitisui temi della fotografia contemporanea.Dopo aver tenuto alcuni stage, dal 2003 a tutt’oggi è anche a contratto comedocente di fotografia all’Accademia di BelleArti di Catania: quest’ulteriore esperienzasi rivelerà impegnativa ma sicuramentegratificante per l’entusiasmo e l’energia che gli allievi sanno restituirgli durante e dopo i corsi.Nel 2005, dopo una sua installazione con grandi immagini sulle antiche mura di Tolosa per il progetto Désir, è tra gliautori selezionati dalla Peggy GuggenheimCollection di Venezia per “I maestri dellafotografia”, mostra voluta dalla Fondazione3M per celebrare la storica attività diLanfranco Colombo e della sua galleria.Nel 2006, su commissione pubblica,realizza ed espone Parola Visioni al Centrod’Arte Contemporanea Le Ciminiere di Catania.Nel 2007, sotto la direzione artistica del presidente della Triennale di MilanoDavide Rampello, realizza le immagini per il libro e la campagna di promozioneculturale per il 60° Anniversariodall’Assemblea Regionale Siciliana,commissionatagli dalla stessa istituzione e inaugurata a Palazzo Reale di Palermoalla presenza del Presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano.Nel 2008 realizza Note di luce, mostra e volume (Ed. Ultreya, Milano) sul mondodella musica colta e dell’opera lirica da un incarico ricevuto dal Teatro MassimoBellini di Catania. In quell’occasioneconosce anche il musicista e compositoreMichael Nyman (già premio Oscar) cheapprezzerà particolarmente il lavoro diBongiorno.Nel 2009 è invitato, come esperto e autore,al festival internazionale “SI FEST 09” di Savignano sul Rubicone dove espone in anteprima una selezione della sua nuova ricerca Voci, lavoro che chiudel’ideale trilogia iniziata con L’isola intimae proseguita con Bagliori.Dopo l’inquietudine metropolitana, Voci, terza tappa dell’itinerario artistico

Catania, 1991, con FrancoBattiato lavorando a L'isolaintima / Catania, 1991, whileworking at L'isola intima withFranco Battiato

Copertine di tre CD di Battiatoche riproducono fotografie diBongiorno / Three Battiato’s CDcovers with reproductions ofBongiorno’s photos


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Arles, 1999, “RencontresInternationales de laPhotographie”, con / with Jean Dieuzaide

Venezia, 2005, PeggyGuggenheim Collection, mostra / exhibition “I maestridella fotografia”

Reims, 1992, “Mai de la Photo”

Paris, 1994, BibliothèqueNationale, mostra / exhibition“Les routes du lait”

Paris, 1992, asta di fotografie /photos auction

Copertina di un CD di CarmenConsoli con foto di Bongiorno /A Carmen Consoli’s CD coverwith a photo by Bongiorno

Acireale, 1999, con / withCarmen Consoli



ed esistenziale di Bongiorno, è un percorso di solitudine segnato dal vento che alternaluoghi e persone appartenenti alla sferaprivata dell’autore attraverso un nuovolinguaggio poetico e fortementecontemporaneo, dove la luce, la “sua” luce, suggerisce sempre una via, fa nascereancora una volta una speranza che emergedall’ombra.Nel 2010 partecipa con sue opere aimportanti eventi quali “I 100 anni diConfindustria” a cura di Cesare Colombo,con catalogo e mostra alla Triennale di Milano e all’Ara Pacis di Roma, “La Collezione F.I.N.E.” a Milano alMuseo di Fotografia Contemporanea, e “A la plage” a cura di Pierre Borhan,mostra e volume edito a Parigi daFlammarion che raccoglie una selezione di autori che, dagli albori della fotografia aoggi, hanno lavorato al tema della spiaggia.Sempre nel 2010, dall’incontro con il gallerista Roberto Agnellini nasce il progetto dell’antologica “CarmeloBongiorno 1985-2010” a cura diDominique Stella: 25 anni di ricerche, da L’isola intima a Bagliori, per arrivare a Voci (della quale verrà anche presentatauna monografia), fino a Forbidden colors,nuova e del tutto inedita ricerca sul colore e sui linguaggi più estremi dellacontemporaneità.Fotografie di Carmelo Bongiorno sono conservate presso varie collezionipubbliche e private e sono regolarmente

pubblicate su riviste, testate internazionalie in vari libri.Innumerevoli sono i volumi d’arte, CD musicali, romanzi, saggi ecc. cheriproducono in copertina sue opere per il loro evidente potere evocativo. Ha tenuto workshop e stage di fotografiain Italia e all’estero (MediterraneaFotografia, Savignano Immagini, Terres d’Images a Biarritz, FondazioneMarangoni a Firenze ecc.) e ha realizzato,insieme a quelle citate, oltre 70 mostreall’interno delle manifestazioni e nei luoghiespositivi più prestigiosi.Instancabile, nell’ultimo periodo stalavorando a un nuovo e affascinanteprogetto di forte contemporaneità chepotrebbe definirsi “a sfondo sociale”.Attualmente vive e lavora a Catania ma è spesso a Milano e a Parigi dove vorrebbetrasferirsi appena potrà fare a meno delmare e dell’Etna.

Gangi, 1992

Milano, 2010, “MiArt”, con / with Roberto Agnellini

Milano, 2010, “MiArt”, con / with Jacques Villeglé

Reims, 1992, “Mai de la Photo”

Etna, 2009, Crateri Silvestri


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Carmelo Bongiorno was born in Cataniaon 28 June 1960.Reserved by nature, after high school he began to feel an ever stronger need to express himself; he experimentedalternately with writing, music, paintingand anything else that enabled him to tellabout himself and to explore his yearnings.It was in this period (the summer of 1978)that her “discovered” photography whilesearching and experimenting with variouscontemporary languages: his relationshipwith the art of vision engrossed himcompletely right from the start, and after his very first experiences he set up a darkroom, printing both black and white and Cibachrome by himself.Completely self-taught, he learnt frombooks, manuals, magazines and above allfrom direct experience, the most refinedtechniques of photographing and oftraditional printing, experimenting withdifferent materials and a great variety of high silver content papers.Photography became his means ofexpression, and already as of 1980 his research became oriented towards a personal language, as he becameincreasingly conscious of the potentials of this art form. Only twenty years old, in 1981 he was to see his first black and white images published in ProgressoFotografico with praising comments on the young author.He has dedicated himself to photographyon a professional level since 1982,something which he did in parallel withhis artistic activity and which has enabledhim to conduct his research and buy highquality equipment and materials. In 1983 he founded the Gruppo Fasetogether with Carmelo Mangione andCarmelo Nicosia: a group dedicated toartistic experimentation which specializedin an unusual use of the specificallyphotographic medium.In 1984 he worked principally with colors, on his research titled Il possibile e il parallelo (The possible and the parallel)which he was to continue for some years,

alternating this work with the use of blackand white. Already in this period he wentagainst the current with respect to thetrends of the moment, beginning, inadvance with respect to other authors, to use his techniques of moved andblurred images of everyday scenes andmotifs, both in color and in black andwhite.In the years 1983-84 he also began to use his Hasselblad 500 C/M, a mythicalreflex 6x6 camera with square format and waist level finder, which was tobecome his inseparable companion. This instrument, together withBongiorno’s very personal techniques of physical and mental “immersion” wereto represent a fundamental phase in hisrelationship with photography, and toprofoundly influence his work: the squareformat, the particular attention to theframe (often taken from below) madepossible thanks to the “detachment”between his glance and the photographedscene, his blurred and moved effects alongwith the nuances of the skies obtainedwhile taking the picture and, finally, his very refined and elaborate darkroomtechniques with a long sequence ofmasking and burning, all by hand and using paper masks built by thephotographer himself. Beyond the content of the work, and inaddition to the fact that he has created a genre, this procedure practically makesCarmelo Bongiorno’s prints one-off pieces,even if they are printed in more copies,precisely due to the complex and elaborateresearch and manipulations (never was aterm more appropriate) of the light, firstwhen taking the picture and then in thedarkroom.From 1984 to 1988 he has continuedexperimenting, also by taking an interestin other artistic means of expression(music, painting, video) which have always intrigued him, and to which he has dedicated himself from time to time.In 1985 he participated in the projectGuardare col corpo (Look with the body),

with a work in color which he was tocontinue developing occasionally for some years, while he was already workingregularly in black and white, on a seriestitled Lo sguardo mediato (The mediatedeye).This research on light was to become thered thread uniting these works to all hissubsequent ones, the need to excavate and explore his emotions and anxieties,inspired by a desire for depth, for goingbeyond the surface of things in search of a hidden centre, an introspectivephotography which begins with reality in order to transform itself in a personalvision through the imprecise filter of themost intimate suggestions.In 1989 Carmelo Bongiorno won the very prestigious international EuropeanKodak Award with his series Lo sguardomediato, and exhibited his work at the20th “Rencontres Internationales de laPhotographie” in Arles. The jury, chairedby Lanfranco Colombo and formed ofItalo Zannier, Grazia Neri, Gianni BerengoGardin and Ken Damy, motivated itsdecision as follows: “With an original,extremely up-to-date and culturedlanguage, Carmelo Bongiorno has exploreda rough and conventional geographicenvironment, succeeding in telling a storyrich in fascinating existential allusions and demonstrating extraordinary abilitiesof perception and visualizing through the art of photography”.This important recognition was toencourage him in his research and tolaunch him in the world of internationalphotography, with various publications in leading European magazines.While, on the one side, the geographicdistance from the great capitals was tolimit his opportunities of confrontationand exchange, on the other his “gentleisolation” has proven one of the strongpoints of the artist: in fact, he hasremained free from external influences,and this was to make his language andresearch even more profound, personal and authentic.

Biography



Immediately after Arles, the exhibition was presented in Milan, at the historic Il Diaframma Gallery in Via Brera,directed by Lanfranco Colombo, whereBongiorno was to exhibit his works againin the years to come.In 1990 he continued his tirelesswandering across Sicily. During a trip to Paris he met Claude Nori, Frenchphotographer and well-known editor and gallerist of the Editions and GalerieContrejour, as well as ideator of themagazine Camera International, consideredone of the most important and prestigiousphotographic art publications of all times,which some years later was to publish, in the issue dedicated to Italianphotography, a portfolio of the work ofCarmelo Bongiorno together with MarioGiacomelli, Luigi Ghirri, Mimmo Jodiceand Gabriele Basilico.In 1991 (and then in 1994 and 1995) he again participated in the “RencontresInternationales de la Photographie” ofArles. A few months later he met FrancoBattiato, fellow townsman and veryfamous musician and composer, and theirfriendship based on “creative harmonies”was later to lead to collaborations andintellectual and artistic exchanges: over the years Bongiorno has realized variousrecord covers and a video, while Battiatohas written various texts on Bongiorno’swork.In 1992 he continued his research andpublished his first monograph Luoghiprivati (Private places; Ken Damy Museumpublications, Brescia); the year after he wasinvited to exhibit at the “Mai de la Photo”in Rheims, in Contraste Sicilen togetherwith Letizia Battaglia, Franco Zecchin andGiovanni Chiaramonte, photographer andcritic with whom he was to collaborate onvarious occasions over the years, and whohas written several important critical textson Bongiorno. In 1993 he presented an individualexhibition at the Galerie Contrejour inParis; in the same year he was, togetherwith Jeanloup Sieff and Raymond

Depardon, among the six photographers in the world invited by the EuropeanCommunity to realize Les routes du lait, a research on the universe of milk and itsderivatives, commissioned by the EC.The work was then exhibited in 1994 atthe Bibliothèque Nationale in Paris andthen in Arles, and published in a volumeby Editions Contrejour.In 1995 he took a series of photographsstaged in “his” places for the very youngand as yet unknown Carmen Consoli,which were chosen for the cover of herfirst CD: the friendship with Carmen has led to subsequent encounters andcollaborations.In March 1997 he published L’isola intima(The Intimate Island; Edizioni SEI, Turin)featuring a long journey among the placesand emotions of his country, a volume andtraveling exhibition documenting no lessthan eight years of research (1987-95),with an introduction written by his friendFranco Battiato.In 1998 he represented Italy at the “Mois de la Photo à Paris” (a widely knowninternational photography biennial) with an individual exhibition, curated byGuy Mandery, and he subsequently receivedthe Barbarino Prize as the most importantauthor of new Italian photography.In 1998 he was also among the authors ofthe contemporary art event Under/Exposed,staged in the form of an itinerary ofinstallations realized in various stations of the Stockholm underground.In 1999 he was invited, together withleading European photographers, to theR.I.P. in Arles to participate, with anumber of his works, in the exhibitionFlous et Modernités; among other things,this represented an opportunity to meetJean Dieuzaide again; the latter, one of thefathers of French humanist photography,had greatly appreciated his research someyears before.In the same year he presented anexhibition, after Alexander Rodchenko and before Werner Bischof, at the GalleriaCarta Bianca in Catania, featuring

a preview of his new work Bagliori(Flashes).In 2000 he was invited by the artisticdirector Giovanni Chiaramonte to presentan individual exhibition at the PiccoloTeatro in Milan, on the occasion of itsthirty-years’ anniversary, for the Teatrodella Visione, together with Wim Wenders,Ugo Mulas and Duane Michals.In 2001 he published Bagliori (FedericoMotta Editore, Milan), his second effort(1995-2000) and new metropolitanjourney; the relative exhibition was to travel across Italy and Europe.While the red thread connecting the imagesof L’isola intima could be defined as afeeling of remembering and amazementwith the light, in Bagliori the authorchanges register, exploring the anxiety and restlessness of everyday life. Theartistic and existential journey of CarmeloBongiorno has thus continued with a newchapter, which follows the previous in a fluid sequence: where L’isola intimaends (the arrival in a metropolis) Baglioribegins, to continue throughout a longnight, from which flashes of life issueforth.In 2001 he was also invited by Michel and Jean Dieuzaide (son and father) to present a retrospective in the historicGalerie Municipale du Château d’Eau inToulouse, which also published a volumeand gave him an opportunity, after theexhibition, to wander in the Pyreneans.In 2002, together with Mimmo Paladino,Joel Meyerowitz, Ghirri, Chiaramonte and others, he presented a number ofworks at the Triennale of Milan, in theimportant exhibition of contemporary art Le città invisibili (The invisible cities),dedicated to Italo Calvino.In 2003 he represented Italy at theinternational festival “Terre d’Images” ofBiarritz, where he was invited to presenthis individual exhibition Ile/Exile and to participate in various debates on thethemes of contemporary photography.After having held several apprenticeships,he was appointed regular photography

Copertine di / Covers ofLuoghi privati, 1992

Les routes du lait, 1994

L'isola intima, 1997

Copertine di / Covers of Bagliori, 2001

Carmelo Bongiorno, 2001

Locandina della mostra al / Poster of the exhibition at thePiccolo Teatro, Milano, 2000


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teacher at the Fine Arts Academy ofCatania in 2003: this still ongoingexperience has proven demanding but certainly gratifying, thanks to theenthusiasm and energy which the studentsare able to inspire in him during and afterthe courses.In 2005, after an installation featuringlarge images of the old walls of Toulousewithin the context of the Désir project, he was one of the authors chosen by thePeggy Guggenheim Collection in Venicefor I maestri della fotografia (The mastersof photography), an exhibition held by theFondazione 3M to celebrate the historicalactivity of Lanfranco Colombo and hisgallery.In 2006 he realized and exhibited, bypublic commission, the work ParolaVisioni (Word visions) at the Centrod’Arte Contemporanea Le Ciminiere in Catania.In 2007 he realized, under the artisticdirection of Davide Rampello, president of the Triennale of Milan, the images for the book and cultural promotioncampaign for the 60th Anniversary of theSicilian Regional Assembly, commissionedby the institution and opened at the Royal Palace of Palermo in the presence of the President of the Republic GiorgioNapolitano.In 2008 he realized Note di luce (Notes oflight), exhibition and volume (publishedby Ultreya, Milan) on the world ofcultured music and opera, on assignmentby the Teatro Massimo Bellini of Catania.This also represented an opportunity tomeet musician and composer (and winnerof an Oscar) Michael Nyman who showedparticular appreciation of Bongiorno’swork.In 2009 he was invited, as expert andauthor, to the international “SI FEST 09”festival of Savignano sul Rubicone wherehe presented, as a preview, a selection ofhis new research Voci (Voices), a projectrepresenting the conceptual conclusion ofthe trilogy commenced with L’isola intimaand continued with Bagliori.

After the restlessness of the metropolis,Voci, third phase of the artistic andexistential itinerary of Bongiorno, is a solitary trajectory marked by the wind,which features a succession of places andpersons belonging to the private sphere of the author, through a new, poetic andhighly contemporary language, where thelight, “his” light, always suggests a path,making hope emerge once again from the shadows.In 2010 he participated in importantevents with his works, as 100 anni diConfindustria (100 years of Confindustria)curated by Cesare Colombo with catalogand exhibition at the Triennale of Milanand at the Ara Pacis in Rome, La collezioneF.I.N.E. (The F.I.N.E. Collection) inMilan at the Museum of ContemporaryPhotography, and A la plage curated byPierre Borhan, exhibition and volumepublished in Paris by Flammarion,featuring a selection of authors who haveworked on the theme of the beach fromthe early days of photography until thepresent time.The encounter with gallerist RobertoAgnellini has resulted in another project in 2010, namely that of the anthologicalexhibition Carmelo Bongiorno 1985-2010curated by Dominique Stella: 25 years of research, from L’isola intima to Bagliori,Voci (of which a monograph will also bepresented), and finally Forbidden colors, a new and completely innovative researchon color and on the most extremelanguages of the contemporary reality.Photographs by Carmelo Bongiorno are part of several public and privatecollections and are regularly published in magazines, international periodicals and in various books.His works have been chosen as cover artfor countless volumes on art, music CDs,novels, treatises, etc. due to their evocativepower. He has held photography workshops and apprenticeships in Italy and abroad(Mediterranea Fotografia, SavignanoImmagini, Terres d’Images in Biarritz,

Fondazione Marangoni in Florence, etc.) and in addition to the above-citedexhibitions he has participated in morethan 70 others within the context ofevents, in the most prestigious exhibitionvenues.A tireless worker, he is currently dedicatedto a new and fascinating project of amarkedly contemporary character, whichcould be defined “of social inspiration”.He currently lives and works in Catania,but he often visits Milan and Paris, andwould like to move to the latter if ever he could live without the sea and the Etna.

Locandina del / Poster of “SI FEST 09”, Savignano sul Rubicone, 2009

Copertina di un CD di Flor con una foto di Bongiorno / A Flor’s CD cover with a photo by Bongiorno

Copertina del volume di / Cover of the book by PietraMulè, La nave grigia

Copertine di / Covers ofNote di luce, 2008

Voci, 2010



Principali ricerche /

Main research projects

Il possibile e il parallelo, 1980-87 (colore /color)Lo sguardo mediato, 1984-85 (bianco e nero / black and white)Luoghi privati, 1985-87 (bianco e nero /black and white)Les routes du lait, 1992-93 (bianco e nero;su commissione della Comunità Europea /black and white; on commission of theEuropean Community)L’isola intima, 1987-95 (bianco e nero /black and white)Bagliori, 1995-2000 (bianco e nero / blackand white)Voci, 2001-08 (bianco e nero / black and white)Note di luce, 2007-08 (colore e bianco e nero; su commissione del TeatroMassimo Bellini di Catania / color andblack and white, on commission of theTeatro Massimo Bellini of Catania)Forbidden colors, 2005-10 (colore / color)

Mostre personali / Solo exhibitions

1983“Il possibile e il parallelo”, Catania1985“Expo Arte 85”, Bari1986“Fase”, Roma, Sala 1 / Room 11989“Rencontres Internationales de laPhotographie”, Arles, Espace Van Gogh“Lo sguardo mediato”, a cura di / curatedby Lanfranco Colombo, Milano, GalleriaIl Diaframma1990“European Kodak Award”, Brescia, MuseoKen Damy di Fotografia Contemporanea1991“Lieux Privés”, Charleroi, Musée de laPhotographie)1992“Mai Photographies 92”, Quimper“Luoghi privati”, Milano, Ken DamyPhotogallery

1993“Lieux Privés”, Paris, Galerie Contrejour“Luoghi privati”, Castel San Giorgio,Rosamilia Photogallery“Contraste sicilien”, “Mai de la Photo 93”,Reims“Luoghi privati”, a cura di / curated byLanfranco Colombo, Milano, Galleria Il Diaframma“Die Reise”, Frankfurt, Fotografie ForumFrankfurt“Catania città d’arte e cultura”, Catania,Monastero dei Benedettini1994“Les routes du lait”, Paris, BibliothèqueNationale“Horizon of International Photography”,Seoul1995“Carmelo Bongiorno”, Palermo, PalazzoMarchesi“La lumière et l’apparence”, Gap, Galeriedu Théâtre“Due sguardi sulla Sicilia” (con / withFranco Zecchin), a cura di / curated byGuy Mandery, Siracusa1997“L’isola intima”, Catania, ex FalegnameriaComunale“Carmelo Bongiorno”, Bertinoro, GalleriaAcanto“Photographie Contemporaine Italienne”,Toulouse, Galerie du Château d’Eau1998“L’Ile intime”, “Mois de la Photo à Paris”,Paris, Istituto Italiano di Cultura1999“Carmelo Bongiorno”, Catania, CartaBianca fine arts2000“Carmelo Bongiorno”, Castellanza, VillaPomini“Carmelo Bongiorno”, Massa Lombarda“Teatro della Visione”, a cura di / curatedby Giovanni Chiaramonte, Milano,Piccolo Teatro di Milano2001“L’isola intima”, Torino, Spazio Fine“Bagliori”, Catania, Museo Civico EmilioGreco

“Bagliori”, Milano, Galleria San Fedele“Carmelo Bongiorno”, Toulouse, GalerieMunicipale du Château d’Eau“Bagliori”, Alberobello, Festival“Alberobello Fotografia”2002“Tre sguardi sulla città” (Bongiorno,Berengo Gardin, Chiaramonte), Catania“Les Alpes” (Bongiorno, Descamps, De Wurstemberger), Gap, Galerie du Théâtre2003“Ile/Exile”, Festival internationale “Terred’Images”, Biarritz“Carmelo Bongiorno”, Innsbruck,Fotoforum West2004“Internazionale di fotografia”, ConeglianoVeneto, Villa Brandolini2005“Désir”, Toulouse, “Les anciennes murs”2007“Memoria e Futuro, 60° Anniversariodell’ARS”, a cura di / curated by DavideRampello, Sicilia2008“Note di luce”, Catania, Teatro MassimoVincenzo Bellini“Orizzonti”, 6° Festival Corigliano CalabroFotografia, Corigliano, Castello Ducale2009“Voci”, 18° Festival internazionale di fotografia “SI FEST 09”, Savignano sul Rubicone2010“Carmelo Bongiorno 1985-2010”,Biennale Internazionale di Fotografia,Brescia, Agnellini Arte Moderna

Mostre collettive / Group

exhibitions

1984“Imago”, Acicastello1985“Dimensione immagine”, Viterbo“Guardare col corpo”, a cura di / curatedby Fabrizio Crisafulli, Catania1986“Rassegna del Mediterraneo”, Firenze

Ricerche, mostre, pubblicazioni, collezioni / Projects, exhibitions, publications, collections


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1987“Fase 87”, Taormina, Biblioteca Comunale1988“Immaginaria”, Catania1990“European Kodak Award”, Madrid1992“Photographie Italienne”, Lausanne,Musée de l’Elysée“Biennale di Fotografia”, San Leucio“L’Etè de la Photo”, Laon“Photographies Contemporaines”, Paris1993“Fotografi italiani”, Bergamo, Galleriad’Arte Moderna e Contemporanea“7x7 vizi capitali”, Milano (itinerante /traveling)“Il bacio”, Verona, Museo-casa di Giulietta(itinerante / traveling)“Les Rencontres”, Limoges“5° Bienal de fotografia”, Cordoba1994“Sizilien in der heutigen Fotografie”,Berlin (itinerante / traveling)“Rencontres Internationales de la Photographie”, Arles1995“Ensemble”, Torino“Les routes du lait”, Lyon, Galeries Fnac“Religiosità popolare in Sicilia”, Agrigento,Accademia di Studi Mediterranei1997“La photographie italiennecontemporaine”, Toulouse, GalerieMunicipale du Château d’Eau1998“Festival de fotografia Huesca Imagen”,Zaragoza1998-99“Under/Exposed”, Stockholm1999“Landscapes”, Brescia, Museo Ken Damy “Flous et Modernités”, “RencontresInternationales de la Photographie”, a curadi / curated by Serge Tisseron, Arles2001“Paesaggi siciliani”, a cura di / curated byDiego Mormorio, Palermo, Loggiato SanBartolomeo

2002“Le città invisibili”, Milano, Triennale di Milano2005“I maestri della fotografia”, Venezia, PeggyGuggenheim Collection“Mediterranea”, Bari, PinacotecaProvinciale2006“Parola Visioni”, Catania, Centro d’ArteContemporanea Le Ciminiere2008“Origini”, Taormina, Museo FondazioneMazzullo2009“Orme, essenze di un miraggio”, Catania, Centro d’Arte Contemporanea Le Ciminiere2010“Riscatti”, Catania, Cappella Bonajuto“Cento anni di Confindustria”, a cura di /curated by Cesare Colombo, Milano-Roma, Triennale-Ara Pacis“La Collezione F.I.N.E.”, Milano, Museodi Fotografia Contemporanea

Principali pubblicazioni /

Main publications

Luoghi privati, Edizioni del Museo Ken Damy, Brescia 1992 (monografia /monography)Photo Méditerranée, Editions Contrejour,Paris 1993Sicilia dei fotografi, a cura di / edited byGuy Mandery, Edizioni ArtestudioMediterraneo, Siracusa 1993Catania città d’arte e cultura, EdizioniPubblinews, Catania 1994Les routes du lait, prefazione di /introduction by Michel Tournier, EditionsContrejour, Paris 1994Religiosità popolare in Sicilia, EdizioniAccademia di studi, Agrigento 1995Fotografia - Attualità e tendenze, Nuova Arnica Editrice, Roma 1996L’isola intima, Edizioni SEI, Torino 1997(monografia / monography)Teatro della visione, Edizioni Piccolo Teatrodi Milano, Milano 2000

Paesaggi siciliani, Edizioni Peliti Associati,Roma 2001Bagliori, Federico Motta Editore, Milano 2001 (monografia / monography) Carmelo Bongiorno photographies, Editions Château d’Eau, Toulouse 2001(monografia / monography)Tre sguardi sulla città, Edizioni Cultura,Catania 2002Désir, Editions Biz’art, Toulouse 2005Mediterranea, Federico Motta Editore,Milano 2005Parola Visioni, Edizioni I Paladini, Catania2006Note di luce, Edizioni Ultreya/Itaca,Milano 2008 (monografia / monography)A la plage, a cura di / edited by PierreBorhan, Flammarion, Paris 2010Voci, Postcart, Roma 2010 (monografia /monography)Carmelo Bongiorno 1985/2010, AgnelliniArte Moderna, Brescia 2010 (monografia /monography)

Principali collezioni pubbliche /

Main public collections

Milano, Fondazione Lanfranco ColomboParis, Bibliothèque NationaleModena, Galleria CivicaCharleroi / Bruxelles, Musée de laPhotographie Brescia, Museo Ken Damy di FotografiaContemporaneaLausanne, Musée de l’Elysée Bergamo, Accademia Carrara, Galleriad’Arte Moderna e ContemporaneaFrankfurt, Fotografie Forum FrankfurtBerlin, Literarisches Colloquium BerlinToulouse, Galerie Municipale du Châteaud’EauInnsbruck, Fotoforum West GalerieTorino, Collezione F.I.N.E.Cinisello, Museo di FotografiaContemporaneaBari, Pinacoteca RegionaleMilano, Fondazione 3M per l’ArteCatania, Ente Lirico Teatro MassimoBelliniSavignano sul Rubicone, Biblioteca Civica


Finito di stampare nel mese di maggio 2010presso Tipografia Camuna S.p.A. - Breno/Brescia

stabilimento di Brescia

Pubblicazione stampata con assenza di esalazioni alcoolicheSistema Cesius® brevetto Philip Borman Italia


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carmelo bongiorno - agnellini arte moderna · catania, 1991, con franco battiato / with franco...

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