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CD DOWNLOAD NON IN VENDITA SEPARATAMENTE DA AMADEUS Amadeus T. T.: 39'17 AMD 010/298 Giovanni Piasiello XII Divertimenti I Fiati del Teatro San Carlo CD DOWNLOAD Amadeus GIOVANNI PAISIELLO (Taranto, 9 maggio 1740 – Napoli, 5 giugno 1816) I Fiati del Teatro San Carlo Bernard Labiausse e Gianpiero Pannone, flauti Sisto Lino D'Onofrio e Luca Sartori, clarinetti Simone Baroncini e Salvatore Acierno, corni Giuseppe Settembrino, fagotto Paolo Di Iorio, contrabbasso Francesco de Mattia, epigonion XII Divertimenti per 2 flauti , 2 clarinetti, 2 corni, fagotto dedicati a sua Maestà Caterina II, S. Pietroburgo 1 Allegretto in mi bemolle maggiore 4'33 2 Larghetto in mi bemolle maggiore 4'12 3 Allegretto in mi bemolle maggiore 7'31 4 Amabile in si bemolle maggiore per 2 clarinetti e fagotto 2'15 5 Allegretto in si bemolle maggiore per 2 clarinetti , 2 corni e fagotto 2'50 6 Largo in si bemolle maggiore per 2 corni 2'56 7 Allegretto in mi bemolle maggiore 2'36 8 Andante in do maggiore per 2 flauti e fagotto 1'49 9 Andante in la maggiore per 2 clarinetti , 2 corni e fagotto 4'10 bl Allegretto in re maggiore 4'34 bm Largo in re maggiore 4'14 bn Allegro in re maggiore 1'33 Revisione ed elaborazione musicale a cura di Giuseppe Settembrino

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Amadeus

T. T.: 39'17

AMD 010/298 Giovanni PiasielloXII Divertimenti I Fiati del Teatro San Carlo

CD DOWNLOADAmadeus

GIOVANNI PAISIELLO (Taranto, 9 maggio 1740 – Napoli, 5 giugno 1816)

I Fiati del Teatro San CarloBernard Labiausse e Gianpiero Pannone, flauti

Sisto Lino D'Onofrio e Luca Sartori, clarinettiSimone Baroncini e Salvatore Acierno, corni

Giuseppe Settembrino, fagottoPaolo Di Iorio, contrabbasso

Francesco de Mattia, epigonion

XII Divertimentiper 2 flauti , 2 clarinetti, 2 corni, fagotto

dedicati a sua Maestà Caterina II, S. Pietroburgo 1 Allegretto in mi bemolle maggiore 4'332 Larghetto in mi bemolle maggiore 4'123 Allegretto in mi bemolle maggiore 7'314 Amabile in si bemolle maggiore per 2 clarinetti e fagotto 2'155 Allegretto in si bemolle maggiore per 2 clarinetti , 2 corni e fagotto 2'506 Largo in si bemolle maggiore per 2 corni 2'567 Allegretto in mi bemolle maggiore 2'368 Andante in do maggiore per 2 flauti e fagotto 1'499 Andante in la maggiore per 2 clarinetti , 2 corni e fagotto 4'10bl Allegretto in re maggiore 4'34bm Largo in re maggiore 4'14 bn Allegro in re maggiore 1'33 Revisione ed elaborazione musicale a cura di Giuseppe Settembrino

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GIOVANNI PAISIELLO (Taranto, 9 maggio 1740 – Napoli, 5 giugno 1816)

I Fiati del Teatro San CarloBernard Labiausse e Gianpiero Pannone, flauti

Sisto Lino D'Onofrio e Luca Sartori, clarinettiSimone Baroncini e Salvatore Acierno, corni

Giuseppe Settembrino, fagottoPaolo Di Iorio, contrabbasso

Francesco de Mattia, epigonion

XII Divertimentiper 2 flauti , 2 clarinetti, 2 corni, fagotto

dedicati a sua Maestà Caterina II, S. Pietroburgo 1 Allegretto in mi bemolle maggiore 4'332 Larghetto in mi bemolle maggiore 4'123 Allegretto in mi bemolle maggiore 7'314 Amabile in si bemolle maggiore per 2 clarinetti e fagotto 2'155 Allegretto in si bemolle maggiore per 2 clarinetti , 2 corni e fagotto 2'506 Largo in si bemolle maggiore per 2 corni 2'567 Allegretto in mi bemolle maggiore 2'368 Andante in do maggiore per 2 flauti e fagotto 1'499 Andante in la maggiore per 2 clarinetti , 2 corni e fagotto 4'10bl Allegretto in re maggiore 4'34bm Largo in re maggiore 4'14 bn Allegro in re maggiore 1'33 Revisione ed elaborazione musicale a cura di Giuseppe Settembrino

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Giovanni PaisielloGiovanni Paisiello

DALLA ZARINA AL GENERALENon solo opera per il compositore napoletano

chiamato nel 1776 alla corte di Caterina di Russia, ma anche musica strumentale.

Tornato in Europa, si appassionerà all’avventura napoleonica

di Cesare Fertonani

Lungi dall’essere limitata all’opera, la vita musicale a Napoli nel secondo Settecento appare ricchissima e varie-

gata. Se il teatro occupa senza dubbio una posizione dominante, il tessuto della vita musicale napoletana è dato piuttosto dalle istituzioni come i conservatori e dalla re-te della musica sacra, alla quale si affianca una rigogliosa cultura strumentale. Detto questo è peraltro innegabile che a Napoli la musica strumentale, coltivata anzitutto da virtuosi che compongono per le proprie ne-cessità, riveste per lo più nell’attività di ma-estri di cappella e operisti un ruolo comple-

mentare o marginale, sino ad apparire una sorta di sottoprodotto. Così accade, almeno in certa misura, anche per Giovanni Paisiel-lo (1740-1816), tra i massimi esponenti della scuola napoletana nel secondo Settecento. Personalità di profilo internazionale guar-data con rispetto anche da Mozart, Paisiello fu uno dei più importanti operisti tra il 1780 e il 1800; in questi decenni la sua musica era apprezzata e ricercata in tutta Europa per l’efficacia nell’impiego inventivo di semplici risorse compositive, l’incanto dell’espressio-ne sentimentale, la fantasia nel trattamento delle strutture formali, l’accuratezza dell’or-chestrazione non meno che per la capaci-tà di evolvere e la duttilità di sperimentare nuove prospettive e soluzioni drammatur-giche in diversi contesti culturali. Non a ca-so i più celebri ed epocali successi operistici di Paisiello furono scritti non soltanto per Napoli (L’amor contrastato conosciuto an-che come La molinara, 1788; Nina o sia La pazza per amore, 1789) ma anche per San Pietroburgo (Il barbiere di Siviglia o sia La precauzione inutile, 1782) e Vienna (Il re Te-odoro in Venezia, 1784).A Napoli il compositore nato a Taranto stu-dia e passa poi la maggior parte della vita,

pur tra molti viaggi e lunghi soggiorni all’e-stero, a San Pietroburgo (1776-84), Vienna (1784) e Parigi (1802-04), attraversando in modo periglioso i turbinosi rivolgimenti politici del regno borbonico tra il 1799 e il 1815. Legato agli ambienti massonici degli intellettuali progressisti (tra i suoi amici più cari c’era per esempio l’economista Ferdi-nando Galiani), Paisiello è allo scorcio del secolo compositore di corte. Per due volte all’arrivo dei Francesi, nel 1799 e poi ancora nel 1806, non seguirà Ferdinando IV nel-le sue fughe in Sicilia, rimanendo a Napoli a disposizione dei nuovi governi; per due volte, dopo i ritorni del re, sarà perdonato e reintegrato nei suoi incarichi a corte nel 1801 e poi nel 1815. In questi anni Paisiello intrattiene peraltro un rapporto privilegiato con Napoleone (suo ammiratore sin dalla commissione della Musica funebre all’occa-sione della morte del fu Generale Hoche nel 1797), che proseguirà anche dopo il soggior-no a Parigi come maestro di cappella privato del primo console con l’invio di musica sacra e con il servizio alla corte napoletana del fratello Giuseppe Bonaparte e poi di Gioac-chino Murat.Nello schizzo autobiografico redatto nel

Giovanni Paisiello

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Giovanni PaisielloGiovanni Paisiello

«sonate, capricci e pezzi per pianoforte». La granduchessa portò con sé alcuni di questi pezzi d’impronta didattica nel grand tour del 1781-82 insieme con il marito: il 24 di-cembre del 1781 era presente a Vienna alla gara tra Mozart e Clementi, ai quali diede da suonare proprio pagine di Paisiello. Maria Fëodorovna è la destinataria anche di un Concerto per clavicembalo, mentre un altro fu composto per una dama d’onore di Cate-rina II, la Signora de Sinnavine. Oltre alla musica per tastiera, per la corte russa Paisiello scrisse intorno al 1782-83 una serie di Divertimenti per fiati (sembra che fossero ventiquattro, ne sono perve-nuti sedici). Si tratta di lavori brevi e legge-ri per un organico di due flauti, due clari-netti, due corni e fagotto riconducibili alla musica d’intrattenimento impiegata all’e-poca per accompagnare alcuni momenti della vita sociale di corte: quattro di questi pezzi dai titoli eloquenti in tal senso (La Diana, Il mezzogiorno, Il tramontar del sole, L’andar a letto) formano una piccola suite. Alle modalità di utilizzo di questa Harmoniemusik presso una corte, sia pure non quella russa, s’accenna nella lettera del 4 luglio 1783 a Ferdinando Galiani, in

cui Paisiello scrive di aver affidato a un corriere, oltre ad alcune sue partiture vo-cali, anche i suddetti divertimenti; il tutto avrebbe dovuto essere recapitato a Napoli a Ferdinando IV: «Ho consegnato ancora al medesimo ventiquattro divertimenti, che ho composto per li stromenti da fiato cioè per clarinetti, flauti, corni da caccia e fagotti, acciò li presenti alla Maestà del Re, per poterne far uso a qualche Gran Tavola, o pure alle sue cene a Posillipo, o nelle caccie». Già da tempo, infatti, Pai-siello meditava di ritornare a Napoli per varie ragioni – tra cui crescenti contrasti con dignitari della corte russa – e a tale scopo inviava le sue più recenti composi-zioni a Ferdinando IV attraverso i corrieri diplomatici. L’intento era di convincere il re a conferirgli un incarico ufficiale alla corte di Napoli: anche grazie alle pressioni di sostenitori e amici, Paisiello sarà infi-ne nominato nel 1783 “compositore della musica de’ drammi” e poi nel 1787 “mae-stro della Real Camera”. I Divertimenti per fiati furono così una specie di contorno a piatti forti come Il barbiere di Siviglia, rappresentato nella Reggia di Caserta il 22 novembre 1783.

1811 per il Dictionnaire historique des mu-siciens di Choron e Fayolle, Paisiello divi-de la sua attività in tre periodi: il primo si estende sino all’arrivo in Russia nel 1776, il secondo copre gli anni trascorsi in quel Paese, il terzo comprende le opere compo-ste dopo la partenza dalla Russia (dunque dal 1784 in avanti). Con ogni evidenza il periodo passato alla corte di Caterina II è centrale nella vita del musicista e decisivo per la sua celebrità internazionale. La dif-fusione e il radicamento dell’opera italiana come spettacolo prediletto dall’aristocrazia è uno dei tratti culturali dell’assimilazione della Russia alle nazioni dell’Europa occi-dentale e nel corso della seconda metà del Settecento a dirigere la cappella imperiale di Caterina II si succedono illustri musicisti italiani: Vincenzo Manfredini (1762-65), Baldassare Galuppi (1765-68), Tomma-so Traetta (1768-75), poi appunto Paisiel-lo (1776-84) e dopo di lui Giuseppe Sarti (1784-86) e Domenico Cimarosa (1787-91). I compiti di Paisiello a San Pietroburgo comportavano anzitutto la composizione di opere teatrali e la direzione della cappella imperiale. Caterina II non era particolar-mente appassionata di musica e manteneva

la compagnia d’opera più per prestigio poli-tico che per autentico interesse: per questo le opere scritte da Paisiello in Russia non sono molto numerose e oltretutto tendo-no, salvo eccezioni, alla concisione (già dal 1779 Caterina aveva disposto che le opere rappresentate a corte non superassero l’ora e mezza di durata). Ma a San Pietroburgo Paisiello ebbe modo di comporre anche musica strumentale per diverse occasioni e destinazioni.Le composizioni strumentali costituiscono nell’insieme un corpus ragguardevole per un autore dedito in prima istanza all’opera e alla musica sacra. A parte i dodici Quartetti per due violini, viola e clavicembalo – di cui nove sopravvissuti come quartetti per archi – scritti nel 1774 a Milano per Maria Bea-trice Ricciarda d’Este (moglie dell’arciduca Ferdinando d’Asburgo), le dodici Sinfonie – oggi perdute – per Giuseppe II e i sei pre-gevolissimi Concerti per clavicembalo per la principessa di Parma Maria Luisa di Bor-bone, non poca musica strumentale risale al periodo russo. A San Pietroburgo Paisiello ebbe come allieva Maria Fëodorovna, mo-glie del granduca Paolo e nuora dell’impe-ratrice, e per lei raccolse una miscellanea di

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Intervista ai Fiati del Teatro San CarloIntervista ai Fiati del Teatro San Carlo

Marco Sollini

UN TOCCO DI MEDITERRANEO

di Claudia Abbiati

Un repertorio inedito di un compo-sitore celebre come Giovanni Pai-siello viene inciso in prima mon-

diale per Amadeus. A realizzare questo progetto sono stati I Fiati del Teatro San Carlo di Napoli, ed è il loro fagottista Giu-seppe Settembrino, di origini bolzanine ma entrato stabilmente dal 1991 nell’or-ganico dell’istituzione partenopea; dedito ormai da molto tempo alla ricerca e alla revisione critica di manoscritti del Clas-sicismo e del Romanticismo strumen-tale italiano, è lui a raccontarci la genesi e la realizzazione della registrazione in download di questo mese. Paisiello è senza dubbi più celebre co-me compositore di opere che di musica per ensemble di fiati: quanto della sua

esperienza di operista è presente nelle composizioni che presentate nell’inci-sione per Amadeus?«I 12 Divertimenti per fiati sono deposi-tati al Museo della musica di San Pietro-burgo e sono stati scritti per un banchet-to. Si tratta quindi di musica d’occasione che gli aveva commissionato Caterina II di Russia: Paisiello, che era un buon ser-vitore e un felice musicista, ci ha inserito tantissimi elementi, dalle danze in 6/8 che riconducono alla tarantella napoletana a musiche maestose composte per ingra-ziarsi l’imperatrice che a fine ’700 era una delle figure intellettuali più importanti di San Pietroburgo. Questo rincorrersi di danze si accosta a ciò che da sempre contraddistingue l’Italia: il belcanto, o meglio il belcanticismo, in cui il canto vie-ne affidato agli strumenti musicali e agli ottimi strumentisti che Paisiello aveva a disposizione. Abbiamo pensato di dare un colore “mediterraneo” a questa musica (scritta per 7 fiati e basso continuo, che di norma viene sviluppato da un cembalo o da una spinetta) utilizzando l’epigonion, uno strumento antichissimo a mezza strada tra un cembalo e un’arpa prove-

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Intervista ai Fiati del Teatro San CarloIntervista ai Fiati del Teatro San Carlo

AmadeusCD DOWNLOAD

n. 010/298Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990

2014 Paragon Edizioni s.r.l.

Direttore responsabile Gaetano Santangelo Redazione Andrea Milanesi

Grafica Dario Codognato Impaginazione Riccardo Santangelo

Registrazione 22/23 marzo 2010, Teatro San Carlo, NapoliTecnico del suono Piero Schiavoni

In copertina: Il soffitto del Teatro San Carlo (Foto: Francesco Sgueglia)

niente dall’antica Grecia, e per cui una cordata di studiosi universitari inglesi e sudamericani è al lavoro per ricostruirne il suono originale».Quali sono le caratteristiche timbriche di questi Divertimenti?«La genialità di questo compositore (au-tore di musica bellissima, che potrebbe quasi essere attribuita a Mozart) sta nella semplicità della melodia: tanto bella e tanto accessibile a chi la ascolta: Paisiello sottolinea il carattere di tutti gli strumen-ti facendoli cantare e paragonando i loro timbri alla voce umana, elaborandoli co-me se fossero cantanti d’opera».Come mai questo progetto dedicato proprio a Giovanni Paisiello? Di chi è stata l’iniziativa?«Durante una tournee del San Carlo a San Pietroburgo nel 2010 sono andato al Museo nazionale della musica e ho trovato questo materiale italiano: tanti italiani erano stati convocati da Caterina II per lavorare alla sua corte. Lo definirei un segno del destino: ho trovato questa musica di Paisiello, napoletana e inedita, ed è quindi stato naturale eseguirla in concerto e inciderla per farla conoscere

a tutti. Ho curato io stesso l’edizione e la prima prova è stata al teatrino di corte della Reggia di Caserta. Da lì è nata l’idea di registrarli per Amadeus».Come nasce il vostro ensemble? Quali sono le sue attività principali?«I Fiati del Teatro San Carlo includono tutti i fiati dell’orchestra e lavorano quo-tidianamente insieme. Visto che l’orche-stra è, fondamentalmente, un insieme di gruppi cameristici stiamo tentando di progredire costituendo vari gruppi da camera per valorizzare la grandissima mole di musica napoletana strumentale inedita o poco nota. Siamo conosciuti come eredi del belcanto e secondo me la storia della musica andrebbe riscritta, perché la musica strumentale italiana sette-ottocentesca non è seconda a nes-suno».Quali sono i vostri progetti futuri?«Grazie alla disponibilità del Teatro San Carlo e del Sovrintendente Rosanna Pur-chia il 4 ottobre faremo una festa di pre-sentazione del cd con le istituzioni e ho invitato insegnanti universitari italiani italiani e russi che interverranno con pa-rallelismi tra Napoli e San Pietroburgo

illustrando l’attività di Caterina II, che ha fatto della sua corte la capitale culturale del Settecento, come pure la dinastia il-luminata dei Borboni a Napoli. In questa

ottica di rivalutazione della musica italia-na e napoletana inedita realizzeremo al-tre prime registrazioni, sempre di scuola italiana».