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Primark illustra il concetto di fast fashion per la famiglia
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Joe Fresh New York
Lululemon New York
Topshop Los Angeles
Enoteca
Casse
Panetteria
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Harris+Hoole Amersham
3M Stoccolma
Paper Shop IkeaÄlmhult
My Fluffy Vancouver
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Porte chiuse
allo spreco
Stefano Cellerino
YOUR NATURALLY INNOVATIVE PARTNER FOR RETAIL SOLUTIONS
www.arneg. it
Wengen Un modo inedito per utilizzare i volumi interni di un murale a bassa temperatura.
Ideato per aumentare la capacità di carico rispetto ad un armadio con porte a vetri e ridurre al minimo gli ingombri a terra rispetto ad un mobile combinato convenzionale. Le zone di esposizione superiore e inferiore del WENGEN sono continue, senza interruzioni e permettono di utilizzare tutta la superficie di carico.
Grazie all’innovativa struttura del WENGEN, la parte inferiore risulta essere capiente, ideale per la vendita di grandi quantità di merce facilmente accessibile al cliente.
La disposizione dei ripiani valorizza il concetto di “Visual Merchandising”, collocando i prodotti di categoria superiore sullo stesso piano visivo del consumatore.
In questo numero si parla molto di fast fashion, non è un caso.
Proprio questo settore del retail sembra aprire strade che
possono, se opportunamente interpretate, offire buoni spunti
anche ad altri settori caratterizzati da scontrini medi non par-
ticolarmente elevati e spazi di vendita ampi (vale quindi anche
per l’alimentare).
Primark è sicuramente fonte di ispirazione, a livelllo di prezzi è
un discount, ha negozi enormi, affollati di merci e di shopper.
Passeggiando su Oxford Street possiamo notare come rari
siano i sacchetti “blasonati” (eppure l’offerta non manca), ma
invece pullulino i sacchetti con la firma Primark. Il suo succes-
so è giustificato solo dal prezzo? In parte sì, ma ci sono anche
altre finezze. La prima regola è che non si esce dal negozio a
mani vuote, per avere la contro prova è sufficiente guardare
l’offerta dell’impulso per la coda alle casse. La seconda è che
Primark è Primark, a differenza di altri fast fashion ha scelto la
strada dell’unicità, non copia, non si ispira. Tante le partnership,
il licencing, soprattutto nel bambino, cavallo di battaglia insieme
ai giovani dell’offerta del retailer. Terzo, strategie di espansione
intelligenti: irlandese di nascita, ha saputo comprare bene e
muoversi meglio, dall’Irlanda alla Gran Bretagna, e poi la Ger-
mania, terra di discount e di acciaierie (inutile citare lo spread).
Non, quindi, la Grecia, ma neppure la snobbish Francia.
E l’Italia? Mormorii lo dicono in arrivo, sarebbe una scelta
azzeccata. Il limite però sono le metrature, che per format
Primark vorrebbe grandi, ma forse lo shop in shop aperto nel
prestigioso Selfridges sta aprendo la strada a concept più
ridimensionati.
Concludo su questo ultimo punto, interessante, ancora una
volta, come l’ibridazione possa portare vantaggi ad entrambi
i partner: Selfridges, grazie alla partnership, può permettersi
un’offerta low cost con un brand conosciuto e acclarato; Pri-
mark trova una vetrina prestigiosa e un target altospendente;
insieme vanno incontro alla richiesta del consumatore di gio-
care sul mix and match, tra lusso e sostenibilità, tra impegno
e leggerezza.
editoriale
Sguardiindiscreti
Video tourLa linea di accessori di Unieuro per Apple con materiali riciclati e stile militare
MILANO
Video intervistaOscar Farinetti illustra lo sviluppo di Eataly. Temi e ispirazioni
MILANO
Video tourIl nuovo Iper, La grande idi Lonato risegmenta l’offerta e sviluppa la shopping experience
LONATO (BS)
RAPPORTO 2012SUI CENTRI COMMERCIALI IN ITALIA
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HP - Honeywell - Ingenico - La Fortezza - NEC - Plastimark - Tyco - Verbatim
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Strumenti
sommario
Editoriale
fermoimmagine News
Harris+Hoole
My Fluffy
portrait
Londra - Primark
New York - Joe fresh
New York - Lululemon
Los Angeles - Topshop
Enoteca
Panetteria
Casse
Stefano Cellerino
zoom
grandangolo
Barcellona - Accademia L’Oréal
3M
Paper Shop Ikea
4 2013
GILLY HICKS BY ABERCROMBIE & FITCH E HOLLISTERQuando nacque , circa sei anni fa Gilly Hicks fu chiamato brand number 5, perfettamente coerente con gli altri brand di A&F, la catena si è sviluppata come risposta a Victoria Secret’s, il layout è fatto di sale disposte in cerchio intorno alla sala che ospita le casse. L’obiettivo dell’allestimento: luci basse, arredi in legno scuro è di restituire l’intimità legata agli indumenti che fanno parte del privato del consumatore. Nello store di Westfield Stratford, Londra, GH si apre sulla galleria commerciale con un video wall in streaming con Bondi Beach, lo stesso video fa da sfondo alle casse. Maestro della multisensorialità, anche qui Abecrombie riesce a far vivere al consumatore un’experience diretta di relax e di mare, che destagionalizza il prodotto e facilita l’acquisto.
PEUTEREY ADATTA IL CONCEPT EUROPEO PER L’ORIENTE È il risultato del riadattamento del concept europeo alla tradizione orientale. Così si presenta la seconda apertura cinese di Peuterey a Pechino. Su una superficie di 150 mq, il monomarca si avvale di un display modulare composto da appenderie in bronzo e mensole in vetro bronzato. A ciò si affianca l’utilizzo di cemento a vivo e moquette, elementi che sviluppano un senso di contaminazione proprie della cultura orientale. Realizzato dallo studio Gruppo C14, lo store fa leva, dunque, sull’arte geomantica Feng Shui dove le curve di figure quali i cilindri rievocano la foggia dei capi e lo spazio nel rispetto dei flussi di energia.
ILLUMINAZIONE BILANCIATA PER GLI STORE OLANDESI DI MEXXMexx, nota fashion company, ha ampliato la propria offerta includendo l’abbigliamento business. Una svolta sottolineata dall’introduzione di nuovi elementi stilistici nella
architettura degli store, come mobili antichi, modanature in legno su pareti e soffitti.Gli store aperti da Mexx a Den Bosch e Amsterdam esemplificano il nuovo corso e si caratterizzano per un utilizzo della luce che bilancia illuminazione generale e d’accento, grazie a soluzioni Osram. L’obiettivo è di rendere piacevole la permanenza dei clienti e valorizzare al massimo la merce esposta.
UNIBAIL-RODAMCO LIONE PUNTA SU PHILIPSIl nuovo Unibail-Rodamco Leisure e Business Centre di Lione ha il tetto di materiale gonfiabile creato dall’architetto Jean-Paul Viguier di Unibail-Rodamco, uno dei maggiori detentori di immobili commerciali. Il tetto fornisce un punto di riferimento urbano, creando un effetto vibrante di luce naturale di giorno e di illuminazione a Led dinamica di notte. “La tecnologia Led di Philips Color Kinetics è stata scelta per l’alta qualità dei sistemi di controllo -afferma il lighting designer Alexis Coussement-. È importante per un’installazione di questa grandezza che tutte le luci rispondano simultaneamente e che non ci sia nessun problema con la sincronizzazione o la perdita di segnale”. Oltre al sistema di illuminazione dinamica per questo tetto, Philips Lighting ha installato anche un’illuminazione statica tutta la facciata dell’edificio utilizzando apparecchi LEDline.
TOMMY HILFIGER APRE IN USA STILE VINTAGE Dopo l’apertura newyorkese sulla Fifth Avenue, per Tommy Hilfiger è la volta di Los Angeles. Come per i recenti flagship di Londra e Tokyo, questo spazio di vendita è teatro di pezzi di antiquariato americano dal chiaro richiamo marinaro. In tema di assortimento presenta un’esclusiva capsule collection composta da quattro linee di smoking da uomo in stile red carpet oltre all’intera collezione Tommy Hilfiger.
di Marina Bassi - Caffè di qualità, con interpretazioni creative e nuove
ricette che ogni barista può aggiungere nel suo store, un nome che
si richiama alla storia di Londra, un’atmosfera calda, location centrali:
queste alcune delle caratteristiche che rendono Harris+Hoole, pic-
cola catena di cafeterie di proprietà dei fratelli Nick, Andrew e Laura
Tolley, un’insegna attrattiva per i consumatori e gli investitori. Tra i
soci di minoranza, infatti, c’è Tesco, che considera il business come
un’attività di diversificazione nella quale al momento non giocare la
carta dell’insegna, preferendo sostenere lo sviluppo nelle high street
(Londra soprattutto), già obiettivo strategico di Tesco. L’idea di base di
Harris+Hoole è quella di proporsi come la risposta artigianale di qua-
lità a note insegne internazionali, in un ambiente caldo e amichevole
(come dimostra l’uso di mattoni a vista, legno, divani in pelle) molto più
vicino al concetto di casa. Un approccio declinato nelle ricette e nelle
esposizioni (che ricordano quelle della nonna), e dal proporsi come
luogo di incontro, aspetto sottolineato dalla bacheca per gli annunci
(proposte di lavoro, corsi, ecc), per enfatizzare il legame con il quartiere.
Non mancano Twitter e Facebook, le cui icone sono ben visibili sulla
lavagna a parete dietro il bancone, per non perdere la connessione con
il resto del mondo. La rete, al momento, è composta da 12 store, con
altre aperture in calendario. In prospettiva, è prevista anche la presenza
di corner in punti di vendita Tesco. Sycamore Rd, Amersham, UK
Harris+Hoole e in più Tesco: caffetteria fashion artigianale
di Anna Bertolini - Ideato da Mcm Interiors, My Fluffy è un negozio per
animali da compagnia in quel di Vancouver, Canada. La particolarità di
questo punto di vendita dedicato ai migliori amici dell’uomo è quella
di essere accogliente, non solo per gli acquirenti umani, bensì per i
clienti a quattro zampe. E così lo store confina i display espositivi alle
pareti per lasciare spazio alle attività motorie degli animali. Gli scaffali,
dalle linee contemporanee, curve e colorate, si trovano, infatti, lungo
il perimetro del negozio, mentre un mini percorso di agility, composto
da diverse texture e superfici come erba finta, ciottoli ecc., si sviluppa
all’interno dello spazio di vendita favorendo l’interazione dei cani. Al
centro del negozio una colonna, presente originariamente nella co-
struzione muraria dello spazio, è stata trasformata in un albero astratto
con la chioma stilizzata da anelli colorati che richiamano la forma degli
espositori. Buona l’idea, in termini di servizio, di realizzare sul banco
cassa degli appositi appoggi dove i possessori degli animali possono
agganciare il guinzaglio per pagare senza essere strattonati e a mani
libere. Completano l’offerta del negozio una training room dove ap-
prendere il modo migliore per addestrare i propri cani e una exercise
room con tanto di tapis roulant. Complessivamente l’ambiente si pre-
senta luminoso, una percezione dovuta soprattutto all’uso dominante
del bianco, e fresco, grazie all’utilizzo del verde acido e del frassino.
My Fluffy, 1660 Cypress Street, Vancouver, Canada
My Fluffy, spazio ideale per i clienti a quattro zampe
photo credits
Ema
Pete
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di Anna Bertolini - Mettere a disposizione dei visitatori una suggestiva
galleria di soluzioni e prodotti tecnologici. Questo l’obiettivo di 3M Nor-
dic Innovation Center in Sweden, lo spazio voluto da 3M per avvicinare
e coinvolgere i fruitori facendogli vivere e percepire i materiali, le tec-
nologie e i prodotti studiati e realizzati dal gruppo del Minnesota. Ideato
da Design Group Italia, il centro aperto a Stoccolma è un progetto
di user experience design (approccio con il quale si studia come far
vivere una particolare esperienza emotiva e cognitiva agli utenti di un
programma) applicato a un luogo espositivo. Alla realizzazione hanno
collaborato 3M DesignLab, l’architetto Alexandre Ahnebrink e 3M
Gtg (per il sistema digitale interattivo). Fondamentale è l’intento di
trasmettere l’importanza del lavoro di ricerca e sperimentazione di 3M.
Per questo motivo lo spazio è organizzato per stimolare l’immaginazio-
ne e la proiezione del pensiero creativo in immagini di nuovi scenari e
soluzioni future. Forte è anche l’intenzione di fungere da stimolo per
università, professionisti e imprese inducendo, in particolar modo le ulti-
me, a innovare attraverso la sperimentazione di inediti materiali nonché
l’utilizzo di nuove tecnologie. Lo spazio è costruito in modo modulare
permettendo di percorrerlo anche in modo non lineare: in questo modo
può organizzare la propria visita in funzione della propria, personale,
logica cognitiva.
3M Nordic Innovation Center in Sweden, Stoccolma, Svezia
3M apre un luogo cognitivo ed emozionale
di Anna Bertolini - È all’insegna del colore e della vivacità il nuovo spazio
dedicato ai prodotti di carta all’interno dello store Ikea ad Älmhult in
Svezia. Paper Shop, questo il suo nome, è stato realizzato per la prima
volta nel negozio svedese situato nella contea di Kronoberg, ma po-
trebbe diventare un concept da replicare in altri punti di vendita della
multinazionale fondata da Ingvar Kamprad specializzata nella vendita
di mobili, complementi d’arredo e oggettistica per la casa. Il progetto,
disegnato dallo studio Kollo di Helsingborg, è articolato in modo tale
da proporre al pubblico un assortimento che comprende scatole e sac-
chetti di carta, nastri e tutto ciò che può essere considerato cancelleria
ma in carta. Il reparto è situato al piano terra e, grazie all’uso di codici
colore forti e dal grande appeal nonché a indicazioni grafiche in-store
che richiamano il mondo della carta e del cartone, è facilmente indivi-
duabile e differenziante rispetto al resto dell’esposizione. La coerenza
con i prodotti è esplicitata anche nelle attrezzature che, proponendosi
in modo minimal, sono per la maggior parte in cartone. Gli articoli sono,
infatti, esposti dentro delle scatole cartonate che infondono anche
un’idea di convenienza (ricordano vagamente le modalità dei discount)
oltre a concetti di ecologia e rispetto per l’ambiente. Interessante il
sincronismo tra pareti, attrezzature e prodotti: i tre ambiti esibiscono
tinte e nuance uguali per un esito visivo di vero effetto.
Ikea, Ikeagatan 5, Älmhult, Svezia
Ikea crea Paper Shop, reparto carta distintivo
Impianti all’avanguardia, per punti vendita sem-
pre più ecosmart: questa è la strategia di sviluppo dei prodotti e di politica ambientale, adottata da Costan. In linea con i suoi valori Technology ed Eco-logy, l’Azienda va a sod-disfare un interesse e un processo inevitabile che, già a partire dal 2000, si sta traducendo per i Re-tailer in interventi mirati e volti ad una maggiore sostenibilità nel tempo.
L’efficienza che abbat-te lo spreco.
La refrigerazione alimen-tare si posiziona, infatti, al primo posto, tra le voci
di spesa di uno Store di grandi dimensioni, per circa il 40% del suo con-
sumo totale di energia. Considerando i costi to-tali di un punto vendita,
dove l’illuminazione rap-presenta il 20% e il riscal-damento e il condiziona-mento ambientale pesano per il restante 40%, risul-ta evidente come la so-luzione Gazelle a doppio vetro di Costan, consenta di incrementare l’efficien-za a tutto tondo. Infatti, la riduzione dei consumi di oltre il 50%, unita ad un aumento contestuale della temperatura media di 3°-5° all’interno del punto vendita, determi-na ricadute positive sia in termini di shopping expe-rience che di diminuzione dei costi di climatizzazio-ne dei locali.
Un eccellente isola-mento termico.
La nuova linea di mobili si caratterizza per un coeffi-ciente di trasmittanza ter-mica (UG) pari a 1,1 W/m2K, il più basso nel settore, che si traduce in un eccellente isolamento termico, a van-taggio di una migliore con-servazione dei prodotti.
Costan contiene i consumi della GDO
L’efficienza dei banchi Costan, non a caso, ha ottenuto la classe A da Eurovent, programma di certificazione volontario europeo, promosso dalle principali industrie del settore della refrigera-zione e climatizzazione,
a garanzia della genui-nità delle dichiarazioni rese dai costruttori.
Visibilità, ergonomia e design.
Sostenibilità ma anche eccellente visibilità dei prodotti, grazie all’elimi-
nazione della condensa, al design più snello dei profili delle porte e ad un’illuminazione interna più omogenea. Inoltre, per rendere le operazio-ni di carico e scarico più agevoli per il personale del punto vendita, le por-te sono state ideate per rimanere aperte oltre i 60°.
Il retrofit intelligente.
Costan, oltre alle sue in-novative soluzioni, pro-pone operazioni di re-trofit, in virtù del suo consolidato know-how tecnico, grazie a cui pro-duce e installa porte e coperture, che possono
essere applicate su arre-di preesistenti, per un ri-sparmio energetico fino al 50%.
Costan, marchio storico del gruppo EptaEPTA, gruppo leader europeo e partner globale nel settore della refrigerazione commerciale per la distribuzione orga-nizzata con i suoi marchi Costan (1946), Bonnet Névé (1930), George Barker (1928), Eurocryor (1991) e Misa (1969), è specializzato nella produzione e commercializza-zione di banchi frigoriferi tradizionali, verticali e semi-verti-cali positivi, verticali e orizzontali negativi, banchi a gruppo incorporato (Plug-in), centrali di media e grande potenza e celle frigorifere. Con sede a Milano, opera con 2.500 di-pendenti, con una capillare presenza commerciale in tutto il mondo e vanta un fatturato di circa 500 Milioni di Euro. Epta presenta la rivoluzionaria Eptology, una concezione unica, che esprime la modalità con cui l’Azienda e tutte le persone del Gruppo vivono, in concreto la loro vocazione. Quality, Technology, Ecology e Passion: questi i valori cru-ciali del nuovo posizionamento e i fattori critici di successo, che guideranno l’Azienda nel futuro.
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di Barbara Trigari
Lo studio di architettura mi-
lanese Modus, costituito
dagli architetti associati Ste-
fano Cellerino, Marco Morselli
e Patrizia Cappellini, è spe-
cializzato nell’ambito retail per
il quale offre un servizio di
progettazione a 360°.
La struttura commerciale viene
vista come il distillato di una
serie di elementi che ruota-
no intorno all’insegna, e che
vanno dalle caratteristiche del
marchio ai competitor, i poten-
ziali clienti, le abitudini della
clientela fino alla strategia di
distribuzione e di comunicazio-
ne, per approdare all’individua-
zione della location più adatta
e alla sua “trasformazione” nel-
la vetrina del brand. Stefano
Cellerino, tra i fondatori dello
Studio, è approdato al retail
dalla precedente esperienza
nell’architettura corporativa, in
Spagna.
Come è nata la scelta di co-
stituire un team internazio-
nale per lavorare sui progetti
retail?
Come gruppo di progettazio-
ne, Modus si occupa di retail
a 360° soprattutto per brand
stranieri che investono in Italia,
Europa e USA: da quest’anno
poi avremo uno studio anche
a New York, e per le location
un partner statunitense che
si occupa di strategia e loca-
tion. Porrei l’attenzione però più
Stefano Cellerino Retail e architettura corporate
sulla multidisciplinarietà degli
studi, nella quale ho sempre
creduto perché penso che ar-
ricchisca molto, e i fatti mi stan-
no dando ragione. Lo studio
si è trasformato in un general
contractor di alta professiona-
lità;, insomma ci stiamo ren-
dendo conto che una maniera
efficace di reagire alla crisi è
quella di rilanciare il design ita-
liano nel mondo, dare più forza
e spinta a quello che sappiamo
fare bene, unito ad una velocità
BAGUTTAA Pitti Immagine Uomo Modus ha disegnato uno spazio elegante ed essenziale, in cui tradizione e sartorialità vengono esaltate dall’uso di materiali ricercati.
BLUEMARINE AL FIDENZA OUTLET VILLAGEMateriali ricercati e funzionali, luminosità e colore, garantiscono la riconoscibilità del marchio, e la flessibilità delle strutture permette la costante rivisitazione degli ambienti espositivi.
WOOLRICH A MONACO DI BAVIERALa raffinata ricerca di materiali, colori, luci e arredi, valorizza il design Woolrich, rievocando la storicità del prodotto e la forte identità del marchio.
HARLEY-DAVIDSON A CONCOREZZO (MI)Per il marchio di culto ispirato alle strade del mondo, colori e materiali rievocano i luoghi e la loro storia, accanto alle emozioni comunicate nelle gigantografie.
di risposta e ad una ottimizza-
zione dei costi necessaria in
questo periodo di crisi. Il mio
team è composto da persone
specializzate in ambiti specifici,
e delle quali ho piena fiducia.
Multidisciplinarietà quindi più
che internazionalità.
Quali caratteristiche deve
avere un progetto, per non
essere preda delle mode e
durare nel tempo?
Penso che la risposta sia nel
concetto di architettura cor-
porativa, e nell’italianità di cui
parlavo prima. Ho lavorato tanti
anni in Spagna nell’architettura
d’impresa per l’azienda, che poi
è la mia specializzazione, stu-
diando per esempio il concept
per Renault, ancora in vigore,
e Peugeot. Permette di otte-
nere un risultato architettonico
strettamente legato al brand:
non solo una scelta del mo-
mento, o legata all’estetica, ma
una serie di decisioni basate su
un processo di riconoscimento
delle caratteristiche dell’azien-
da, che fanno sì che il progetto
resista al tempo.
Ci sono differenze nella de-
finizione di un concept in
Europa? C’è un paese che
traina le tendenze?
Il concept rimane sempre lo
stesso, è fondamentale pe-
rò saper declinare il proget-
to secondo le caratteristiche
del contesto che lo ospita. La
realtà che attualmente crea
tendenza è il Giappone. Pas-
seggiando per Tokyo, per le vie
dei quartieri commerciali, ogni
bottega o piccolo negozio for-
nisce una esperienza ricca di
stimoli ed è fonte di ispirazione.
Retailer e architetti esprimo-
no esigenze diverse, magari
in contrasto?
In linea di principio, abbiamo
un ottimo rapporto, anche se
un po’ bisogna mediare. In Ita-
lia, le aziende, anche le più
grandi, sono spesso a gestione
familiare, e uno degli aspetti di
frizione è che facilmente sono
legati a una propria immagine
storica, dalla quale faticano a
staccarsi anche se avrebbero
bisogno di rinnovamento. Forse
questo è il nodo più difficile da
sciogliere, e sta a noi entrare in
sintonia, con molta dedizione,
e portarli a ragionare su pro-
getti innovativi. Ma è un blocco
iniziale, e in genere una volta
trovata la chiave procediamo
in sintonia.
Qual è l’approccio verso la
tecnologia?
Ormai è un elemento archi-
tettonico, alla stregua di tanti
altri. Sicuramente l’impiego in
un progetto di elementi come
videowall o totem interattivi di-
pende molto anche dal brand,
perché se Momo Design si
può dire che l’abbia nel dna,
altri come Woolrich sono meno
interessati. Tra l’altro è cam-
biato anche molto il compor-
tamento del cliente, che arriva
in negozio molto più preparato
grazie a tablet e smartphone,
mentre prima l’unico strumento
per comunicare il prodotto era
la vetrina.
FLAGSHIP MOMO DESIGN MILANOForme sinuose e cromie essenziali
per gli store Momo Design: ambienti funzionali ed eleganti pensati per esporre
al meglio la tecnologia del marchio.
di Cristina Lazzati
Anche il secondo punto di
vendita di Primark, aperto
a fine settembre, su Oxford
Street è stato creato da Dal-
ziel and Pow, la società che
dal 1989 firma tutti i nuovi
shop della catena di origini
irlandesi, sussidiaria di ABF,
multinazionale dell’alimentare
britannica. Aperto nell’ex me-
gastore Virgin, il punto di ven-
dita di 6.500 mq, si articola su
quattro piani che vanno dal -1
al terzo. Il format di fatto è lo
stesso di tutti gli altri, con al-
cune aggiunte legate alle tec-
nologie in store: schermi a led,
che indicano novità, promozio-
ni e proiettano campagne, ac-
compagnano tutto il percorso
dello shopping, dall’ingresso
alle casse. Malgrado si tratti
di un fast fashion “d’assalto”
non sono state trascurate le
sedute che prendono forma
di simil fermata dell’autobus
con forme arrotondate, cuscini
colorati e led che corrono sul
fronte. La palette del blu, con-
trastata dal nero, è il leit motiv
cromatico che si esprime sia
nei colori alle pareti, nelle luci
fluo, nei camerini e nel visual
merchandise.
Fornitore di tutto il sistema
elettrico e di illuminazione è
stato Premier Electrics, il
costo della sola installazione
è stato intorno al milione di
sterline (2,5 mio £ il totale),
si tratta di una delle più im-
portanti forniture del Regno
Primark, il fast fashion di confineper tutta la famiglia
01
Unito. Anche qui, viene ripor-
tato il claim “Primark Goes
Local”, creato dieci negozi fa
(il primo a Westfield Stratford,
Londra), sempre da Dalziel
and Pow per enfatizzare la
specificità del luogo, sottoli-
neata da murales che corrono
lungo il perimetro e che ripor-
tano una sorta di mappa con
i punti di interesse legati alla
zona di ubicazione. Ad oggi,
sono 257 i punti di vendita
Primark, (161 in UK, 38 in
Irlanda, 35 in Spagna, 10 in
Germania, 6 in Portogallo, 4
in Olanda, 2 in Austria e uno
in Belgio), molta parte della
crescita -soprattutto in UK- è
stata fatta tramite acquisizioni
di catene, da C&A nel 2000
fino al più recente di Littlewo-
od. Decisamente fast fashion,
Primark ambisce a fare ten-
denza, puntando anche su
prezzi inarrivabili dal resto dei
concorrenti.
Inoltre si sta muovendo molto
sul licensing, sia per il bambi-
no sia per l’uomo, sul fair tra-
de (alcuni scandali in passato
hanno fatto correre il gruppo
ai ripari con politiche molto
illuminate) e sta aprendo alle
partnership. Infatti, ad Edim-
burgo ha appena inaugurato
il suo primo corner in assoluto
dentro a Selfridges, portan-
do anticipazioni delle nuove
collezioni e una ventata low
cost nel department store di
lusso. La mission dichiarata
è essere: “Instant, direct and
desirable”.
progettoBrand Environment e comuni-cazione: Dalziel and Pow, 5-8 Hardwick Street, London EC1R 4RG
Contractor illuminazione: Premier Electrics
indirizzo499-517 Oxford Street,Londra, UK
Comunicazione roboante, talvolta caotica, Pri-mark propone uno stile street, ma a differenza di H&M facilita il cliente più conservatore con abbinamenti e proposte moda abbinabili. La co-municazione è ad effetto e crea un arco dove è ribadita la linea Autumn dedicata alla collezione donna.
La barriera casse: enfatizzato al massimo l’ef-fetto impulso, la coda è unica e si dipana a serpente davanti alle casse. Ogni step rivela offerte e oggettistica a pochi centesimi.
Effetto fermata navicella per le sedute, alle spalle il video con sfilate o gallerie fotografiche, legate alla proposta moda di Primark, il benve-nuto a led su ogni pensilina.
Vista dall’alto del reparto accessori e bambino. La mappa della zona sull’arcata.
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di Anna Bertolini
La formazione è fondamen-
tale e L’Oréal lo sa bene
tanto da creare delle vere e
proprie accademie dove i pro-
fessionisti dei capelli possono
apprendere le tecniche più
avanzate e conoscere i nuovi
prodotti in portafoglio al grup-
po. In Italia possiamo contare
su tre centri (Roma, Milano
e Torino) nei quali i brand
L’Oréal sono protagonisti cia-
scuno con una propria filo-
sofia e peculiarità. Dall’Italia
ci proiettiamo in Spagna, più
precisamente a Barcellona,
dove L’Oréal ha inaugurato
recentemente uno spazio che
conferma la sua mission. Ide-
ato dall’architetto Benedetta
Tagliabue dello studio Embt,
Academia L’Oréal è uno spa-
zio aperto al numero 302 in
calle Córcega con l’obiettivo
di creare un’area professio-
nale dedicata alla formazio-
ne e alla presentazione delle
ultime tendenze in tema di
capelli raccontando ed espri-
mendo i valori appartenenti
al brand. Un’espressività resa
ancora più forte dal massiccio
uso del bianco che neutralizza
qualsiasi tipo di eloquenza
diffusa dalle attrezzature (che
in molti casi garantiscono agli
spazi di vendita un segno
distintivo che va ad aggiun-
gersi a quello espresso dai
prodotti) mettendo, così, in
primo piano l’essenza pro-
motrice dell’iniziativa: essere
Accademia L’Oréal formai professionisti dei capelli
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al centro delle trasformazioni
cogliendo le tendenze e spe-
rimentando un nuovo modo di
vivere la coiffure.
Pareti, soffitti e pavimenta-
zione si presentano in total
white e l’unica nota di colore
è il verde che dalla vetrina si
spalma nel centro grazie al
sistema d’illuminazione che
ne richiama il colore. Unica
concessione sono le imma-
gini che dalle pareti interpre-
tano le capigliature femminili
quasi a voler dare un segno
di ciò che nella pratica si fa in
questo spazio.
In effetti, se non fosse per le
mega fotografie distribuite
lungo il percorso dell’acca-
demia (seppur in modo parsi-
monioso), il centro di forma-
zione sembrerebbe un luogo
di incontro che nulla ha a
che fare con i capelli se non
per la bellezza del design.
Ecco, dunque, l’elemento che
conduce all’attività primaria:
la bellezza del luogo che ri-
manda alla bellezza della ca-
pigliatura.
La sinuosità delle forme ar-
chitettoniche completa la vi-
sione richiamando la fluidità
e la morbidezza delle chiome.
Un elemento che si rifà an-
che all’architettura di Gaudì,
che a Barcellona, ha saputo
influenzare gran parte della
città, e che consegna, in un
certo senso, questo spazio
L’Oréal alla tradizione spa-
gnola. Un modo per favorire
l’integrazione.
progettoArch. Benedetta TagliabueStudio Embt
Tra le realizzazioni:estensione di Youth Music School, Campus of Fudan University School of Management, ecc.
indirizzoCórcega 302,08037 Barcellona, Spagna
La sinuosità dei soffitti e delle pareti funge, sottolineato dall’illuminazione, funge da richiamo alla fluidità delle chiome. Un segno forte che comunica indirettamente il risultato di morbidezza ottenuto con i prodotti L’Oréal.
L’ingresso presenta a caratteri cubitali il brand, ma è anche l’unico spazio dove il marchio si manifesta. In tutto il resto del centro, il brand lascia il passo alle immagini e alla percezione dei luoghi.
Ampi spazi accolgono i professionisti per i momenti di formazione sia pratici sia teorici.
Il sistema di illuminazione è caratterizzato da faretti direzionabili e neon.
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di Cristina Lazzati
L’ evoluzione del brand Joe
Fresh è inusuale, almeno
secondo gli standard europei.
Nasce, infatti, come marchio di
abbigliamento della catena di
super e ipermercati più gran-
de del Canada, Loblow (più
di 1.000 pdv di proprietà e in
franchising) e invece di rap-
presentare il rosso del conto
economico come troppo spes-
so accade nei nostri ipermer-
cati, Joe Fresh è andato così
bene da diventare uno stand
alone di prestigio con 18 punti
di vendita (store e studio) in
patria e ben quattro negozi a
New York, con un flagship su
Fifth Avenue (più uno in New
Jersey). Senza contare i 300
supermercati dove è presente
dal suo esordio e gli shop-in-
shop che aprirà per aprile in
700 negozi Jc Penney.
Il successo della formula è
il giusto mix di prezzo e ori-
ginalità, un fast fashion che
ha puntato tutto sul colore, a
partire dal brand, di un aran-
cione squillante, con capi dalle
linee basic, layout essenziali,
ambientati in spazi premium,
valorizzati da pezzi d’arte mo-
derna che si integrano con i
manichini, quasi delle sculture,
firmate da Ralph Pucci, un vero
artista in questo campo.
Tutta la forza di Joe Fresh
arriva da Joseph Mimran &
Associates, Mimran è il diret-
tore creativo per tessile-abbi-
gliamento, casa e entertain-
Joe Fresh: come trasformare una private label in una griffe
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ment per Loblaw Companies
Limited. Non solo gli aspetti
di prodotto, ma tutta l’imma-
gine e la comunicazione sono
frutto della sua creatività e co-
sì performance, video wall e
happening si accompagnano
a sponsorship di mostre nei
grandi musei di Manhattan. Per
il lancio del flagship, è stata
inaugurata la mostra “The Un-
governables” al New Museum
per cui sono stati selezionati
34 artisti emergenti. Una ten-
denza questa da non sotto-
valutare: i big retailer del fast
fashion oltreoceano stanno di-
ventando dei veri e propri filan-
tropi. Infatti, anche Uniqlo, per
il periodo natalizio ha sponso-
rizzato una mostra al Moma di
New York dedicata alla pop art
giapponese. Per il flagship su
Fifth Avenue vicino alla Public
Library e Bryant Park, è stato
scelto un palazzo dalla facciata
a vetri, progettato, nel1952, da
Gordon Bunshaft e nato per
la Manufacturers Hanover
Trust Company.
Un vero gioiello modernista,
protetto come landmark e ri-
strutturato interamente da Joe
Fresh, compreso il ripristino
dell’opera magnificente di Har-
ry Bertoia. Gli interni, firmati
dallo studio Burdifilek, puntano
sul bianco opaco e il nero me-
tallico, attrezzature in acrillico e
linee pulite per dare risalto al
colore delle collezioni.
Lo store ha anche un’area de-
dicata alla linea di makeup Joe
Fresh BeautyTM.
progettoJoseph Mimran & Associates
Interior design: Burdifilek,
indirizzo510 5th Ave(tra 42nd St e 43rd St) New York, NY 10036
Il bianco latte per le pareti, soffitti retroilluminati, così da smorzare il fluo della luce, essenziale e nel contempo scenografico l’effetto di risalto della merce.
L’arrivo al piano superiore, da sipario un fondo “legnoso”, che scalda l’ambiete in maniera sobria, senza concessio-ni, i manichini assumono una funzione di attori del brand con pose composte.
Entriamo nel vivo dell’offerta: tanto total look, dall’ab-bigliamento agli accessori. Ancora una volta sono i manichini i veri protagonisti dell’esposzione, che qui non hanno una funzione recitativa, ma riprendono la loro funzione uso.
Interessante l’utilizzo del prezzo come elemento decora-tivo e nel contempo quale indicatore del posizionamento low cost.
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di Cristina Lazzati
I capi firmati Lululemon sono
un “must have” per i new-
yorchesi. La catena canadese,
pluripremiata per i suoi piccoli
negozi, è ormai una tappa obbli-
gata per tutti coloro che hanno
scelto yoga e limitrofi per man-
tenersi in forma. Un altro nego-
zio specialistico dunque? Non
proprio, perché Lululemon si è
progressivamente fatta largo
anche tra coloro che dello yoga
nulla sanno, proponendo uno
stile tecnico comodo, ma con
un non so che di design “tec-
nologico” (una tendenza bat-
tuta, sul versante fast fashion,
anche da Uniqlo), che rende i
suoi capi riconoscibili ovunque.
A questo, si aggiunge la conti-
nua proposta di animazione in
store, a comiciare dalla vetrina,
dove spesso accade che si al-
leni un campione di yoga. Non
mancano gli appuntamenti della
“community”. Agli yogin, infatti, si
sono aggiunti i maratoneti, i pra-
ticanti di tai-chi che organizzano
allenamenti e ritrovi utilizzando
la bacheca in-store.
Il segreto di questo retailer?
L’organigramma, apparente-
mente semplicissimo, ma inos-
sidabile. Due divisioni, una di
sviluppo prodotti e una di retail,
con una prima linea di senior
manager, da cui dipendono i
responsabili di negozio. A questi
ultimi, è lasciata molta creatività.
Possono, ad esempio, scegliere
le attività di comunicazione, il
layout e i colori del negozio.
Lululemon, un format per una vita più felice
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A scendere, troviamo i commes-
si che, nel caso della catena
canadese, si chiamano Educator,
educatori, selezionatissimi con
requisiti di base irrinunciabili:
una personalità di tipo A e una
forte connessione alla cultura
aziendale del gruppo. Infatti, Lu-
lulemon chiede ai suoi opera-
tori, oltre alla passione per uno
sport anche di viverlo (non dal
divano, ndr) in maniera piena e
con grande impegno, essere in
foma, allenati e motivati sono
presupposti per rimanere in Lu-
lulemon, che fa dello sport una
sorta di metafora della vita: se
sono entusiasta, se mi alleno,
raggiungerò i miei obiettivi, nello
sport, nella vita e nel lavoro.
Ogni dipendente deve stabilire,
al momento dell’assuzione, de-
gli obiettivi sportivi che pensa
di raggiungere in dieci anni e
periodicamente i migliori risultati
vengono pubblicati in una ba-
checa pubblica, così che faccia
da sprone per tutti. Gli educatori
hanno anche i compiti a casa,
una libreria scelta personalmen-
te dal fondatore: Dennis Chip
Wilson. Molto del merito del
successo di Lululemon in Nord
America va anche al Ceo Chri-
stie Day, ex presidente di Star-
bucks Asia. Un ottimo esempio
della filosofia del retailer: a chi
le chiede come fa a coniugare
vita famigliare e vita lavorativa
(la Day ha tre figli) risponde che
nulla di quello che fa è sentito
come obbligato: ogni volta è una
scelta che è felice di fare, quindi,
non le pesa!
progettoInternoOgni store manager attinge dal “catalogo” Lululemon e realizza con gli interior designer il layout del negozio
indirizzo15 Union Sq. West, New York, NY 10003
Le casse sono ormai diventate per molti retailer “concettuali”, il luogo dove affermare la propria mission, il proprio credo, dove mettere in scena i propri ispiratori. Budda: “la mente è tutto”.
La “fontana” fornita di bicchierini e istantanee delle perfomance di clienti e educatori.
Materiali grezzi, vicini alla natura, lavorazioni d’antan come il mosaico ottenuto dai cocci, o la parete in pietruzze, il Lululemon di Union Square punta al colore, verdi e azzurri, brillanti, ma non fluo. Da non dimenticare la loro shopping bag rossa con le scritte bianche: un vero cult.
Sopra le casse, un acchiappasogni dalla tradizione dei nativi americani per scacciare pensieri e umori cattivi, soprattutto visto i prezzi non proprio a buon mercato della catena.
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di Anna Bertolini
Prosegue la conquista del
mercato americano da
parte di Topshop. Il retailer
britannico ha aperto, infatti, a
Los Angeles il quarto store
negli Stati Uniti dopo New
York, Chicago e Las Vegas. Ma
i piani di sviluppo non finiscono
qui, secondo quanto dichiarato
da Sir Philip Green, deus ex
machina di Arcadia-Topshop
(a fine 2012 ha ceduto il 25%
di Topshop al fondo americano
Leonard Green & Partners),
che prevede, a quanto scritto
dalla stampa britannica, di apri-
re fino a 15-20 store iniziando
da un secondo opening a New
York e spaziando in almeno
altre dieci grandi città statu-
nitensi. Topshop si prepara
tra l’altro a raggiungere Hong
Kong e successivamente si
accinge a fare tappa anche
in Sud Africa e Canada. Nel
frattempo il retailer style-setter
di abbigliamento si accontenta
(si fa per dire) di gettare le
basi nella città degli angeli
con un punto di vendita che
insegue l’interesse dimostrato
online dal pubblico california-
no che da solo rappresenta il
25% del traffico e-commerce
di Topshop e Topman. Ma la
scelta di Los Angeles è dettata
anche dalla natura modaiola
della metropoli che si avvicina
molto all’aria che si respira a
Londra, città natale di Topshop.
Il negozio si trova all’interno del
mall Grove e si sviluppa su una
L’enfasi sul brand Topshopviene ribadita a Los Angeles
Il reparto calzature si arricchisce di un espositore in vetro che teatralizza l’ambientazione. D’effetto ma non di facile manutenzione, in quanto raccoglitore di impurità.
I manichini si replicano su una linea immaginaria dando l’idea di come si può esprimere con capi diversi uno stesso stile.
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superficie di circa 2.300 mq
su due livelli: al piano inferiore
sono esposti gli accessori, il
make up e le linee donna più
fashion oriented, mentre nella
parte superiore si trovano le
calzature, il personal shopping
oltre a Topman con accessori,
footwear, denim e abbiglia-
mento formale per uomo. Per
quanto riguarda l’architettura
e l’interior design del punto di
vendita, non vi sono particolari
novità. Tutto rispecchia le indi-
cazioni di omologazione degli
altri store quasi a voler rappre-
sentare una firma indelebile
del brand-retail che viene così
riconosciuto in qualsiasi Paese
in cui è presente. Ambienti
luminosi sostenuti da colori
chiari quasi a voler evidenziare
i colori delle collezioni si sus-
seguono in tutti gli store. Nes-
suna destabilizzazione, dun-
que, per il consumatore, ma la
sicurezza di trovare il proprio
retailer preferito in qualsiasi
parte del mondo sempre ugua-
le a sé stesso con i medesimi
segni visuali identificativi al
fine di rassicurarlo. Diverso,
invece, è il discorso legato
all’assortimento che in questo
punto di vendita si amplia nel-
la collezione uomo, con una
linea proveniente direttamen-
te dalle passerelle di Londra,
mentre per lo sportswear sarà
teatro in anteprima mondiale
dello store brand Lux con una
capsule collection di 30 pezzi
creata da un in-house team di
Londra.
indirizzo189 The Grove Drive, Suite J-10, Los Angeles
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Topman Los Angeles ospita direttamente dalle passerelle di Londra la collezione uomo premium e super premium (taglio sartoriale).
Il punto di vendita si estende su due livelli. Al piano superiore il servizio di personal shopping oltre alla collezione uomo. Gli accessori, le scarpe e le linee donna più fashion oriented sono al piano terra.
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di Barbara Trigari
Nonostante la crisi abbia
intaccato le risorse dispo-
nibili dei retailer per gli allesti-
menti scenografici dei reparti,
l’area vini è di quelle che im-
pegnano la fantasia e l’espe-
rienza delle insegne e degli
allestitori, con l’obiettivo prima-
rio di attrarre e trattenere gra-
devolmente il cliente. È vero,
comunque, che le restrizioni di
budget hanno inciso, e anche
parecchio, su molti allestimenti
e sulle soluzioni proposte dagli
allestitori, di conseguenza.
Più emozione“Crisi economica, crisi del for-
mat ipermercato e rivincita
del pdv di prossimità, spiega
Guido Catani, product ma-
nager merchandising Cefla
Arredamenti, hanno sicura-
mente cambiato le carte in
tavola, ma l’area vini rimane
tra quelle per le quali si cerca
al massimo la teatralizzazio-
ne, l’ambiente emozionale, il
coinvolgimento emotivo del
cliente”. Il vino infatti è prima
di tutto un prodotto che dà
benessere, quindi soprattutto
per le bottiglie più pregiate
(ma non solo), oggi presenti
anche nella grande distribu-
zione, l’acquisto deve essere
vissuto come un momento
di calma e di piacere. “Non
a caso, prosegue Catani, ci
richiedono sempre più propo-
ste di carattere progettuale,
alle quali rispondiamo con la
nostra società di architetti e
designer Zenith Shop De-
sign, senza dimenticare che
parliamo di prodotti industriali
rivolti alla grande distribuzio-
ne”. Il tocco del designer e
dell’architetto contribuisce
a differenziare l’area, anche
in pdv di piccole dimensioni
(600-800 mq), con versio-
ni molto diverse a seconda
dell’insegna, pur mantenendo
i classici riferimenti all’enote-
ca, cantina o all’osteria. An-
che per offrire qualcosa in più
rispetto all’e-commerce.
Secondo Daniele Calzolari,
tecnico commerciale Intrac,
“La tendenza è di dedicare
più spazio a questa categoria
merceologica, e soprattutto
curarne l’ambientazione, an-
che con materiali meno tra-
dizionali del classico legno,
in particolare mi riferisco a
ENOTECHEEffetto teatrale, ma con misura
01_Arredi e soluzioni integrate Wanzl che utilizzano strutture Wire Tech presso “La Ferme de Courcelle” (Gruppo FranPrix) a Parigi. Questi pdv sono un punto di riferimento nel settore. Progettazione, luci, impianti ed arredi “Made by Wanzl”.
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02_Lo scaffale Cefla dedicato al reparto vini, arricchito da ambientazioni in legno per ricreare un ambiente piacevole e caldo all’interno di un ipermercato.
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policarbonato e cristallo”. L’at-
tenzione è a differenziare i
vini più pregiati dalle altre
bevande e dai primi prezzi,
creando un’isola o corner ben
identificato e “intimo” nel pdv,
anche meno illuminato, “dove
il cliente possa fare un acqui-
sto ponderato con tranquillità,
lontano dal flusso dei carrelli
nelle corsie”, prosegue Calzo-
lari. Per Giuseppe Malfassi,
key account manager divisio-
ne arredo Wanzl Italia, “Alla
luce di un cambiamento delle
abitudini di consumo che si
sposta verso la qualità più che
la quantità, i retailer cerca-
no di intercettare la domanda
con un ambiente dal ‘mood’
sempre più curato e accat-
tivante, anche nelle piccole
superfici”. Da qui la proposta,
per esempio, di un display
rotondo per una fruizione dei
prodotti a 360°.
Tradizione e novitàSe gli evergreen del legno e
colori scuri, dal nero al vinac-
cia passando per i grigi, ten-
gono sempre, non mancano le
innovazioni, grandi e piccole,
sempre mirate ad attirare l’at-
tenzione del cliente e creare
una atmosfera piacevole. Co-
me spiega Calzolari, “L’attrez-
zatura si è evoluta nel tempo,
abbassandosi e sostituendo
l’esposizione teatrale ma non
funzionale delle bottiglie con
pannelli comunicativi con im-
magini e serigrafie, visibili già
dall’ingresso del pdv”. Anche
se come al solito la crisi ci
ha messo lo zampino costrin-
gendo a mediazioni per limare
i costi.
Metallo, infatti, scelto anche
per risparmiare, spiega Mas-
simo Pallaro, responsabile
divisione freschi La Fortezza:
“Il dettame del mercato è ri-
durre i costi, anche per que-
sto la tendenza è di utilizzare
scaffalature in metallo con
qualche accorgimento nel ri-
vestimento, per la teatralizza-
zione, e colori sobri, che non
facciano pensare a un pro-
dotto troppo caro e inacces-
sibile per il cliente”. Anche se
l’enoteca alla fine rimane il re-
parto dove il buongustaio può
acquistare anche una bottiglia
costosa, quindi è molto rile-
vante definire come il retailer
inquadra il target: per dare un
quadro, si passa dalla vetri-
netta per i vini sotto chiave al
collarino antitaccheggio, per
le bottiglie meno pregiate ma
comunque interessanti per un
furto potenziale.
L’esperienza Wanzl passa
dalla proposta di strutture
espositive curve, come per
l’Iper Portello a Milano, fino a
quelle tradizionali con finiture
neutre per i punti di vendita
Sapori&Dintorni Conad di
Firenze: “Con riscontro molto
positivo nelle vendite, in una
nicchia di fascia alta”, conclu-
de Malfassi. E non mancano
proposte fortemente innova-
tive con pupitre in plexiglass
o fili metallici colorati, per ora
limitate alle cantine, ma che
secondo Wanzl faranno ten-
denza. “In diverse occasioni ci
siamo sbizzarriti adeguando
le strutture a particolari situa-
zioni dei locali, caratterizzan-
dole con velette sagomate e
decorate con scritte su ma-
teriale microforato”. L’atmo-
sfera dunque coinvolge tutti
gli elementi dell’allestimento,
dai pavimenti all’illuminazione,
dai colori e forme dell’arre-
do alla comunicazione. È una
tendenza in atto, legata alla
tipologia di merce proposta,
che consiste nella creazione
di punti focali dedicati sia alle
bottiglie molto pregiate, con
la classica vetrinetta chiusa a
chiave, che a quelle comun-
que che si distinguono per
provenienza regionale, poste
in evidenza mediante arredi
dedicati e specifica illumi-
nazione (prevalentemente a
led e a soffitto): “Soprattutto
all’estero, si trovano anche vi-
ni sopra i 1.000 euro”, spiega
Catani, e conclude: “Dobbia-
mo essere noi a supportare
il retailer anche con nuove
proposte che li aiutino a dare
un servizio migliore, per quel-
lo ci siamo strutturati con una
ricerca, sviluppo e marketing
prodotto molto potente”.
Il tema illuminazioneCefla, infatti, ha pensato di
approfondire la tematica
dell’illuminazione per creare
punti focali attraverso la lu-
ce a bordo scaffale, e per
ricercare sorgenti di luce led
con la possibilità di variare la
temperatura colore in funzione
delle situazioni. L’idea sembra
interessante perché introdu-
ce la possibilità di “animare”
l’ambiente facendolo vivere
emotivamente, a seconda del-
le stagioni o delle proposte
commerciali, o comunque cre-
ando un diversivo che, se ben
dosato, potrebbe attirare pia-
cevolmente la clientela. Quello
dell’illuminazione è infatti un
tasto molto delicato che, tutti
convengono, non si può tra-
scurare, pena il rischio di ren-
dere inutili tutte le strategie
attuate con colori e arredi.
Informazione e serviziL’informazione sul prodotto
per il reparto vini è fonda-
mentale, tutti concordano, ma
non sempre questo aspetto
è stato risolto in maniera de-
finitiva, e molti sono ancora
alla ricerca di una formula
veramente efficace, tra il de-
siderio di informare senza an-
noiare, e le possibilità offerte
dalle nuove tecnologie. “Var-
rebbe la pena di migliorare
l’aspetto informativo nel re-
parto vini, prosegue Malfassi,
infatti nella media-grande su-
perficie si è passati dal tipico
reparto espositivo a un luogo
di condivisione di esperienze,
talvolta vere e proprie tavole
fredde per la degustazione,
una realtà questa che era
tipica dello specializzato”. Uno
sforzo economico notevole
ma premiante, che si può re-
plicare anche sulle piccole
superfici: “Abbiamo fornito dei
tavoli rimovibili di varie forme,
agganciati alla scaffalatura,
dedicati alla degustazione o
alle promozioni, e abbiamo
colto nel segno”.
L’estimatore di vini, sicura-
mente si sofferma nel reparto,
ma la vera sfida, conclude
Malfassi, “Consiste nell’attrar-
re e informare chi è meno
preparato, o addirittura non
beve... perché spesso chi fa
la spesa non è il destinatario
della bottiglia”.
Media differentiSe per Franco Gobetti, uno
dei titolari del negozio Si-
sa di Roncoferraro (MN), il
personale ha un ruolo de-
terminante nell’informazione
alla clientela, Catani per Cefla
rivela “Un’attenzione marcata
verso il digitale, cui stiamo
dedicando molte risorse: il
futuro secondo noi sarà tra
emozione e tecnologia, con
la diffusione del mobile e
l’importanza che per il vino
ha la conoscenza del prodot-
to”. Secondo Pallaro, invece,
“Non penso che oggi ci sia
la serenità, e forse nemmeno
il tempo disponibile, per sof-
fermarsi a dialogare con un
somelier elettronico: meglio
il personale tradizionale, e la
degustazione tradizionale, so-
prattutto se l’utenza è quella
horeca, come in un c&c”.
01_La Fortezza Il sistema Modulor, composto da spalle in lamiera, traversi in tubolare metallico e accessori, è disponibile in passi 1,330 mm e 1,000 mm, con altezza di 1,800 mm, ripiano base da 800 mm, box contenitivo inferiore con due ripiani inclinati a forte carico.02_IntracScaffalatura IMZ25 doppio montante e piani in filo metallico. Il display, ridotto in termini di altezza, offre spazio alla comunicazione con pannelli informativi utili a orientare il cliente verso il migliore acquisto.03_WanzlWire Tech è una scaffalatura composta da fili metallici, personalizzabile con legno, plastica o elementi grafici, diversi modelli di vassoio, pareti posteriori e illuminazione, privilegiando il prodotto esposto. 04_CeflaWirePlus di Cefla è un sistema espositivo in filo metallico dalla struttura leggera che tende a sparire evidenziando il prodotto. La struttura è personalizzabile anche con i espositori dedicati. Leggero anche il portaprezzo, posizionabile in taschine, quindi senza la necessità di aggiungere una barra dedicata.
C O M P L E M E N T I
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L’Eccellenza è un’arte.Noi la mettiamo in mostra.
www.linkontronielsen.it
30 maggio - 2 giugno 2013 Forte Village, Sardegna
di Davide Bernieri
Con l’esigenza di un’ade-
renza ai canoni stilistici
del passato, seppur spesso
riveduti e corretti in chiave
moderna, il reparto panetteria
vive un momento di passag-
gio. Complice la necessità di
proseguire in quel discorso
di evoluzione che sta profon-
damente cambiando pelle nel
complesso ai punti di vendi-
ta, conciliando ricerca della
massima redditività e piace-
volezza della spesa (shopping
experience di qualità, in altre
parole). Consapevoli del ruolo
centrale del pane nell’alimen-
tazione degli italiani e nelle
loro intenzioni di spesa, i re-
tailer continuano a ritagliare
uno spazio centrale a questo
reparto, spesso contraddistin-
guendolo con elementi visivi
di facile lettura da parte di
tutta la clientela, mantenendo
il banco con la presenza di
uno o più addetti insieme allo
scaffale a libero servizio, per
non spezzare il fil rouge che
dal forno di manzoniana me-
moria arriva fino al superstore
contemporaneo e, spesso, la-
sciando a vista il laboratorio,
luogo caldo e accogliente dal
quale si sprigiona un profumo
irresistibile.
Immagine tradizionale“Il reparto pane -spiega Gui-
do Catani, product manager
merchandising di Cefla- si
differenzia dagli altri anche
per la particolarità della mo-
dalità di acquisto del prodotto,
un pilastro dell’alimentazione
all’italiana ma, nello stesso
tempo, un prodotto sul quale
agiscono logiche di acquisto
d’impulso, con il consumato-
re che può essere catturato
da una proposta accattivante.
Anche per questo il repar-
to deve essere curato con
qualcosa di particolare, che
deve essere ambientato e
fare ricorso a elementi che
ricordino il passato e l’arti-
gianalità, come l’uso del le-
gno, dei cestini di vimini e
quant’altro”. “Recentemente
la gdo -dichiara Emanuele
Bassi, amministratore dele-
gato di Pan&Co Italia, che
sposta il baricentro evolutivo
del layout del reparto ai trend
del mercato e del consumo di
PANETTERIAMix di classico e moderno
01_ Linee curve delle vetrine, uso del legno anche se rivisto in chiave contemporanea, una visual communication elegante giocata sul colore nero e cestini in vimini a sottolineare le specialità: il banco Arneg per Unicoop Firenze mantiene la vendita assistita come veicolo per enfatizzare la tradizione locale nell’arte della panificazione, pur con un’immagine integrata e moderna.
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pane- ha cominciato a presta-
re maggiore attenzione alla
qualità, ed in particolare agli
ingredienti dei prodotti. C’è
una maggiore ricerca per pani
che non contengano additivi
artificiali e che siano preparati
con materie prime ritenute
genuine dal consumatore,
come ad esempio il lievito
madre. L’altro trend riguarda
invece la tipologia dei prodotti.
Vista la forte attrattiva che il
reparto pane può esercitare
sui clienti, la gdo sta cercan-
do di differenziare maggior-
mente il proprio assortimento,
offrendo un maggior numero
di referenze e più prodotti ca-
ratterizzanti. In questo modo,
la ricerca di maggiore qualità,
spesso non ha alcun riverbero
sul layout del reparto pane:
infatti, per una serie di motivi,
le catene riescono raramente
a evidenziare la particolari-
tà e/o qualità dei prodotti
in vendita. La differenziazione
dell’offerta, invece, sta avendo
un impatto forte sul reparto”.
Evoluzione caffetteriaDi fatto, il reparto panetteria,
che offre anche una grande
selezione di snack dolci e
salati, pizza e “meal solution”
a base di farina e acqua, tra
quiche, focacce e schiacciate
di varia foggia, spesso mutua-
te dalla sterminata tradizione
regionale, nei punti di vendita
di nuova apertura diventa una
sorta di avamposto, di ponte
tra bar e luogo dove consu-
mare anche all’interno dello
spazio di vendita uno snack
o un pasto veloce. “In questi
anni -prosegue Bassi- si è
sviluppata notevolmente l’of-
ferta degli snack, sia dolci che
salati. In altre nazioni è possi-
bile effettuare consumazioni
direttamente all’interno del
supermercato: infatti, non è
raro vedere accanto al reparto
pane una caffetteria anche
nei pdv più piccoli e questo
trend si sta diffondendo an-
che da noi. Un’altra differen-
za tra il mercato nazionale e
quello europeo più evoluto
è la dinamicità dell’offerta:
all’estero sempre più insegne
offrono prodotti per periodi di
tempo limitati durante offerte
a tema, come il pane italiano,
quello francese oppure speci-
fiche referenze per il Natale
o il barbecue. In alcuni casi i
fatturati raggiunti con prodotti
legati a offerte a tema hanno
superato quelli dei prodotti
dell’assortimento standard”.
Obiettivo self-serviceLa vendita a libero servizio
è il tema del momento. La
sfida consiste nell’individuare
una formula corretta per in-
crementare la redditività del
reparto panetteria mantenen-
do un equilibrio tra il banco
assistito e il pane venduto già
confezionato a self-service.
Con quest’ultimo, veicolo di
vendita mutuato dall’ortofrut-
ta, il consumatore è libero di
scegliere quantità e pezzatura
del pane da acquistare, per
poi pesarlo in autonomia e
prezzarlo. Inoltre, può bene-
ficiare di una maggiore ela-
sticità nelle quantità e nelle
tipologie di pane acquistato,
per soddisfare una domanda
spesso articolata, mentre il re-
tailer, eliminando la presenza
dell’addetto banconiere, può
ridurre l’impatto dei costi sulla
redditività del reparto. “Con il
self-service -prosegue Cata-
ni- sommiamo i vantaggi dello
scaffale a libero servizio ma
non con il pane confezionato,
02_Tagliavini, l’azienda parmense specializzata nella progettazione e realizzazione di punti di vendita, tra forni pasticcerie e panetterie, ha lanciato anche Redipane, format di bakery cafè che unisce l’offerta della caffetteria a quella del banco assistito con panetteria, pasticceria, nell’ottica della massima multifunzionalità lungo tutti i momenti di consumo che caratterizzano la giornata.
02
bensì con la possibilità, da
parte del cliente, di sceglie-
re diverse tipologie di pane,
pesarlo e imbustarlo. Questa
tipologia di vendita, che si sta
diffondendo, va a sostituire
l’assistito e il libero servizio,
con una convergenza tra le
due funzioni. Più versatilità
per il cliente, panini di diversa
natura, integrale, all’olio ecc,
possibilità di acquistare pic-
coli quantitativi”. “L’evoluzione
in chiave ‘modernistica’ del
reparto -dichiarano dalla di-
rezione marketing di La For-
tezza- se c’è, è sicuramente
nell’esposizione a libero servi-
zio, dallo scaffale in filo con il
pane fresco già confezionato,
fino a veri e propri dispenser,
che possono essere automa-
tici, motorizzati nei casi di in-
vestimento più alto o sempli-
cemente casier con ribaltine
e separatori in plexiglas da
cui il cliente attinge per poi
prezzare ed insacchettare in
autonomia tramite apposita bi-
lancia a fianco come si fa per
l’ortofrutta in genere.
Tra assistito e selfConcorda con questa lettura
Luca Masiero, direttore ven-
dite Italia di Arneg: “È cresciu-
ta e non poco -aggiunge- la
vendita del pane fresco, di
differente tipo, con soluzioni
self-service. Di fatto i clienti
chiedono sempre più visibilità
del prodotto e un’offerta am-
pia e profonda. Ecco perché
i banchi espositivi debbono
riuscire a soddisfare queste
esigenze, pur riuscendo a in-
tegrarsi nel format del negozio
e con soluzioni espositive che
siano coerenti con la filosofia
del punto di vendita stesso”.
“Dal mio punto di vista uno dei
più grandi cambiamenti che
stanno avvenendo nel reparto
panetteria -conclude Bassi- è
l’avvento del modulo di vendi-
ta self-service. Anche insegne
che per lungo tempo hanno
mostrato scetticismo nei con-
fronti di questa novità si sono
dovute ricredere a riguardo.
Personalmente non sono a
conoscenza di casi in cui l’im-
plementazione dei moduli self-
service nel reparto panetteria
non abbia significato un au-
mento delle vendite di pane.
Ciò significa, forse, che anche
in questo comparto il con-
sumatore è più ricettivo alle
novità di quanto normalmente
si pensi”. Anche in un settore
ad alto tasso di tradizionalità
come quello del pane.
Attualmente Pan&Co sta svi-
luppando un nuovo layout per
il reparto panetteria del futuro,
che nello stesso spazio possa
sintetizzare le qualità del self-
service con quelle del banco
assistito, per offrire ai clien-
ti un servizio il più possibile
completo.
Algido o caldo?Finora uso del legno e di ma-
teriali “caldi” ha caratterizzato
il reparto panetteria dagli altri.
Oggi, nonostante questo trend
sia tuttora in voga, stanno
avanzando nuove istanze an-
che sotto il profilo dell’impiego
di materiali più moderni e di
un’illuminazione che possa va-
lorizzare le caratteristiche del
prodotto. “Come alternative al
legno e al vimini -spiega Ca-
tani- nel libero servizio oggi
va molto la scaffalatura in filo,
più leggera, che permette di
vedere meglio il prodotto e una
maggiore pulizia, visto che le
briciole cadono in basso. Nelle
insegne più attente, il reparto
panetteria vede illuminazioni
mirate con luci calde, giallo,
per dare una migliore immagi-
ne al pane, con spot a bordo
scaffale o con le plafoniere dal
soffitto. Nel futuro, con l’ausilio
del Led che dà molte opportu-
nità in tal senso, si potrà gio-
care in modo più preciso con i
cromatismi, per valorizzare più
puntualmente il prodotto”.
01_Arneg Pulizia di linee, versatilità, capacità di adattamento all’immagine del pdv: Arneg soddisfa le richieste dei suoi clienti anche per il reparto panetteria.02_CeflaWireplus è una scaffalatura in filo che si adatta alla vendita di pane a libero servizio. Un raccoglibriciole racchiuso nella parte inferiore mantiene lo scaffale più pulito..03_La FortezzaFrame è un sistema modulare in filo adatto al pane a libero servizio che si affianca al sistema Modulor con le sue scaffalature in lamiera/legno.04_Pan&CoConvergenza tra le varie modalità di vendita di pane: nel nuovo format, sviluppato per un retailer tricolore, l’azienda somma in un unico spazio di pochi metri lineari la vendita con banco servito, libero servizio e self-service.
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GDA 2012: ipermercati, supermercati, superstore,
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di Barbara Trigari
Soprattutto negli ultimi an-
ni abbiamo assistito a una
crescente “automazione” della
barriera casse, ovvero all’inseri-
mento nella zona pagamenti di
una quantità crescente di tec-
nologia, più o meno visibile alla
clientela. Le novità delle pay sta-
tion per il self-scanning e self-
checkout hanno di conseguen-
za almeno in parte modificato la
struttura della barriera casse, e
di conseguenza dell’avancassa,
ibridando sempre di più la zona
di congedo dal pdv. Una rivolu-
zione tecnologica che però non
è per nulla conclusa, visto che
si prospetta concretamente la
possibilità di delegare almeno
parte delle operazioni al dispo-
sitivo portatile in possesso del
cliente: lo smartphone.
ComplementarietàPer quanto tecnicamente pos-
sibile, la possibilità di effettuare
il conteggio della spesa e il pa-
gamento via telefonino è anco-
ra lontana dall’essere attuabile,
mentre sono già realtà le casse
self-checkout e il self-scanning
della merce, ovvero il dilazio-
namento dello scanning lungo
il percorso del negozio. Come
sottolinea però Martino Favaro,
responsabile progettazione mo-
bili cassa Intrac: “Attualmente
non esiste un sistema in grado
di sostituire completamente il
banco cassa tradizionale, per
tutte le tipologie di spesa (pic-
cola o grande) e per tutte le
merceologie; di conseguenza
la barriera casse è un insieme
di attrezzature miste tra loro
complementari, il cui mix dipen-
de dalle scelte del retailer”. Ag-
giunge Paola Saponaro, Emea
retail business consulting ma-
nager Ncr: “Il punto di partenza
è l’orientamento al servizio di
ciascun retailer: ogni tecnologia,
infatti, ha le proprie caratteri-
stiche e il segreto di una zona
self-checkout ben gestita risie-
de nell’impiego più appropriato
di ciascuna. Anche per questo
motivo spesso Ncr offre la pro-
pria consulenza per determinare
il dimensionamento e la compo-
sizione ideale della barriera cas-
se, tra self e tradizionale”. Infatti,
se da un lato il self-checkout
può essere un servizio aggiun-
tivo, quando il traffico in cassa
è ridotto, o quando le code si
BANCHI CASSAIntegrazione tra i sistemi
01_ Il banco cassa Onda di Intrac installato per la barriera casse del punto di vendita Al Kawther Sinaw in Oman. In questo caso la personalizzazione estetica è costituita dal segnalatore del numero cassa, che riporta l’incisione su plexiglass del logo del cliente.
01
allungano e il retailer non ha
personale disponibile, dall’altro è
sicuramente più lento dal punto
di vista della durata della tran-
sazione, perché la cassiera è
più abile e rapida del cliente alle
prese con una macchina.
Ibridazioni e low budgetTra crisi economica e nuove
tecnologie, retailer e produttori
di attrezzature si sono destreg-
giati alla ricerca di soluzioni che,
con una spesa ridotta, permet-
tessero di ampliare l’offerta di
servizi in fase di checkout. “La
crisi si è fatta sentire soprattutto
tra 2011 e 2012, spiega Fava-
ro, bloccando gli investimenti e
anche le novità che potevano
svilupparsi attorno al concetto di
self-checkout: abbiamo notato
la propensione a riutilizzare le
attrezzature già in dotazione, ag-
giornandole dal punti di vista in-
formatico, o comunque a curare
meglio la manutenzione e rivol-
gersi a soluzioni attente ai costi”.
Intrac, dunque, ha cominciato a
proporre soluzioni più competi-
tive come prezzo, per venire in-
contro alle esigenze dei retailer,
come per la linea Rec o per il
self-checkout. Conclude Favaro,
“Le soluzioni self-checkout con
la gestione automatica del de-
naro, per esempio, più impegna-
tive in termini di investimento,
vengono privilegiate nelle aree
più soggette a furti e rapine,
mentre possono essere meno
convenienti se la sicurezza non
è un problema pressante”.
Da qui anche lo sviluppo di
soluzioni ibride, come ha spie-
gato Martina Baglioni, product
manager divisione banchi cassa
La Fortezza: “Nel 2012 abbia-
mo riprogettato i banchi cassa
tradizionali affinché potessero
ricevere i nuovi sistemi di paga-
mento a ciclo chiuso, più sicuri
dal punto di vista dei furti e di
eventuali errori dell’operatore”.
Sempre sulla linea dell’otti-
mizzazione dei costi, anche la
proposta di un banco modula-
re dal montaggio più rapido e
stoccaggio agevole, come quelli
della linea Esa: “Ridurre i costi
significa anche adattare i banchi
modulandone la configurazio-
ne, dalla più essenziale alla più
ricca, dalla più standard alla più
personale”. Non mancano infatti
anche richieste molto specifiche
e... costose, come banchi in Co-
rian per il duty free dell’aeropor-
to di Dubai.
Anche Cefla Arredamenti ha
pensato a una formula mista,
come ha spiegato il product ma-
nager checkout Stefano Pistis:
“Integra la funzione assistita e
quella di self-checkout, ottimiz-
zando tempo e flussi grazie alla
condivisione di due servizi di-
versi in uno stesso spazio”. La
soluzione è stata installata da
pochi mesi presso un retailer
in Italia: si tratta di un banco
che può fare sia da cassa tra-
dizionale con l’operatore, che da
self-checkout, ma solo per i pa-
gamenti con carta e bancomat
(dal costo più contenuto rispet-
to alla gestione automatica del
contante); in caso di pagamento
in contanti, è disponibile una
postazione aggiuntiva con ope-
ratore, che svolge inoltre la su-
pervisione delle casse aperte in
modalità self. “Abbiamo pensato
a questa soluzione reversibile,
spiega Pistis, perché la richiesta
era di avere un servizio sempre
disponibile per il cliente, ma a
costi ridotti. Una mediazione, che
però riscuote interesse presso i
retailer, che hanno cominciato a
valutare l’allestimento cercando
di integrare le esigenze dell’IT
con quelle di servizio e l’imma-
gine d’insegna”. Una tendenza
02_La barriera casse del supermercato Famila di Molinella (Bo), aperto l’anno scorso, curata da La Fortezza. Il banco è il modello modulare ESA sinistro a un nastro, con testate squadrate, pagamento frontale e grafica adesiva dell’insegna sulla protezione in plexiglas.
02
assecondata anche da Ncr con
la soluzione Convertible, che
permette al retailer di adatta-
re il proprio negozio in tempo
reale in base all’affluenza alle
casse, anche riconvertendo i
banchi tradizionali.
La cartellonistica digitale è an-
cora poco impiegata, ma un
esempio in barriera casse è
offerto dal pdv Sisa di Ronco-
ferraro (MN), dove, spiega uno
dei proprietari del pdv Franco
Gobetti: “Abbiamo installato
un televisore sincronizzato con
altri display eliminacode nei re-
parti freschi, per visualizzare le
promozioni del giorno, le attività
sulla carta fedeltà e il meteo: la
presenza della clientela nei re-
parti promozionati aumenta del
35-40%”. Il sistema funziona
perché inserito in un progetto
coerente di marketing, conclu-
de Gobetti.
RidimensionamentiUn’altra tendenza in parte le-
gata alla crisi è quella della
riduzione delle grandi superfici
di vendita a vantaggio di formati
più contenuti, come anche alla
contrazione dell’area checkout,
a causa della diminuzione dei
clienti in attesa. “Il servizio in
cassa viene percepito in ma-
niera molto rilevante dal consu-
matore, spiega Saponaro, ma
è anche un costo per il retailer
in termini di risorse e di spazio;
da qui la tendenza a converti-
re parte dell’area casse a una
destinazione più redditizia, però
mai a discapito del servizio”.
Non a caso si fanno spazio
banchi cassa convertibili con
doppia funzione, assistita e self.
D’altro canto, spiega Saponaro,
“Non si può gestire un’area
self-service come una barriera
tradizionale, sia come fruibilità
da parte di cliente e operato-
re, che per arredi e merceolo-
gie tradizionalmente collocati
in avancassa”. In ambienti più
ristretti l’area self-service deve
essere ben visibile, e questo
potrebbe andare a discapito
dell’avancassa. “In Uk abbia-
mo lavorato accanto ai retailer
ed abbiamo rivisitato i ripiani
dell’appenderia e la loro collo-
cazione: con il self-checkout
cambiano il concetto di coda
e di fruizione dello spazio”. La
soluzione Cefla Arredamen-
ti invece conserva la struttura
tradizionale, proponendo un
avancassa su ruote che si spo-
sta da un lato o dall’altro del
banco fruito in modalità assi-
stita o self.
Sicurezza ed esteticaSicuramente all’attenzione dei
retailer, il tema della sicurezza
coinvolge l’area casse non so-
lo per le barriere antitaccheg-
gio, ma anche nella tipologia
di soluzione cassa privilegia-
ta. Come spiega Baglioni: “La
crisi ha spostato l’attenzione
verso soluzioni che possono
ridurre gli ammanchi: stiamo
seguendo il progetto del nuovo
banco cassa per Auchan, che
integrerà anche tecnologia per
il controllo antifurto; una solu-
zione cui teniamo molto e che
sicuramente farà tendenza”.
Sicurezza anche lato cliente,
spiega Pistis, soprattutto se ac-
compagnati da bambini: “Alcuni
paesi europei, come Francia
e Austria, hanno costituito dei
gruppi di lavoro per definire
regole condivise”.
L’estetica di fronte alla fun-
zionalità non passa in secon-
do piano: dagli estremi di una
personalizzazione molto spinta,
con costi elevati, si passa a
soluzioni più semplici ma al-
trettanto efficaci basate sulla
modularità ed estetica piu’ cu-
rata dell’ultima release di hw
Ncr e sulla personalizzazione
attraverso ambientazione e
possibilità di utilizzare pellicole
adesive: come nelle successi-
ve release di Ncr, sempre più
attente al look, o nei prodotti
di fascia alta per Cefla, come
Avantgarde.
01_Intrac Mobili cassa Onda, una soluzione economica ma versatile. Innovativa nei materiali (non solo acciaio, ma anche alluminio), nelle possibili personalizzazioni e nella gestione della parte inferiore del banco.02_Cefla ArredamentiSelf-checkout ibrido Transformer di Cefla Arredamenti è un banco modulare con una vasca ruotabile che può lavorare sia con la cassiera, sia in modalità self. 03_La FortezzaLa modularità caratterizza il banco cassa Esa La Fortezza: vasca in un pezzo unico, cremagliere e coulisse porta accessori per le personalizzazioni.04_NcrLa soluzione SelfServ™ Checkout Convertible di Ncr integra in un unico banco la funzione di cassa assistita e quella di self-checkout. Il supporto girevole permette il rapido passaggio dall’una all’altra funzione, per reagire in tempo reale, e il software gestisce in modo ottimale sia la soluzione ad uso del consumatore (self) sia quella ad uso del cassiere.
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In quale misura la luminosità, la distribuzione della luce, il colo-
re della luce stessa e la combinazione di questi fattori posso-
no aumentare l’attrattività di un punto di vendita ed influenzare i
comportamenti d’acquisto dei consumatori al suo interno? Come è
possibile derivare dai meccanismi percettivi indicazioni a supporto
di un progetto illuminotecnico? Come combinare alto livello di atten-
zione e bassi livelli di consumo? Sono queste alcune delle domande
alla base dello studio “Attention equivalent-a study concerning the
effectiveness of specific lighting parameters on the perception and
preference of customers in a shop” condotta da Zumtobel in col-
laborazione con Jan Ejhed, direttore del laboratorio illuminotecnico
del Royal Institute of Technology di Stoccolma, e Roland Greule
dell’Accademia delle Scienze Applicate di Amburgo.
Illuminazione e percezione dei clienti La ricerca aveva come obiettivo quello di determinare quali sono
i fattori decisivi nell’illuminazione per i negozi al fine di aumentare
le vendite, far confluire un maggior numero di clienti nello store e
farveli rimanere più a lungo. La prima parte dello studio è partita
dalla domanda: “In che misura l’illuminazione influenza la percezione
soggettiva dei clienti?”. Per scoprire qual è la situazione di luce che le
persone desiderano trovare nei negozi e nelle aree di vendita è stato
chiesto a 97 soggetti di fare un confronto diretto fra tre soluzioni
illuminotecniche adottate tipicamente in un negozio e rappresentate
virtualmente, dando poi ad esse una valutazione.
Test di laboratorioLa seconda parte dello studio, frutto di una collaborazione fra
Roland Greule e la Felsch Lighting Design, è consistita in uno
studio di laboratorio e in uno studio di campo nei quali si sono
esaminate le percezioni dei soggetti, nelle aree di vendita, sulla
base di parametri di luce precedentemente definiti. Fra i fattori
di illuminazione oggetto della ricerca: colore della luce, distribu-
zione della luce, intensità della luce e cambiamenti dinamici della
luminosità o del colore. I test di laboratorio hanno generato delle
risposte di validità generale in relazione a effetti visivi come la
percezione del contrasto o del colore. Successivamente i risultati
di laboratorio sono stati messi a confronto con le situazioni di
Illuminazione: una marciain più per il punto di vendita
photo credits Philips Lighting
Mercatone Uno Bari punta su CarecaLed
vendita reali. Per i progetti sul campo sono stati utilizzati un nego-
zio di profumeria della catena Douglas e un supermercato della
catena austriaca Spar. Il sistema impiegato è stato quello della
eye-tracking camera che permette di rilevare i movimenti dello
sguardo di una persona.
Contrasto e luminosità dell’ambienteLe prime evidenze emerse confutano la convinzione secondo cui
il massimo di illuminazione possibile incrementi l’attrattività di un
punto di vendita. Al contrario, lo studio ha dimostrato che il compito
più difficile dal punto di vista visivo, ovvero il contrasto, influenza la
rilevazione e l’attenzione. La percezione del contrasto dipende dalla
luminosità dell’ambiente: più luminoso è l’ambiente, più marcato
deve essere il contrasto; anche le piccole differenze nei livelli di
illuminazione sono efficaci in ambienti scuri. È stato anche dimo-
strato che livelli verticali di illuminazione sostengono l’orientamento
nello spazio e che il semplice orientamento supporta la decisione
di entrare in un negozio. Qui sussistono notevoli differenze nella
valutazione da parte degli uomini e delle donne: mentre i primi
visualizzano un spazio di vendita più estensivamente nella sua in-
terezza, le donne guardano un spazio di vendita più intensamente
e in modo più dettagliato.
Luce e tempo di permanenza nel pdvUna illuminazione supplementare orizzontale aumenta la preferen-
za e il benessere dello user. La distribuzione della luce dipende
dalle caratteristiche del lighting: i prodotti producono un effetto
più attraente ed esclusivo quando la luce è concentrata su di
essi in modo più preciso e su più dettagli. La stimolazione tramite
l’illuminazione d’accento, ma anche la retroilluminazione del terzo
inferiore di uno scaffale, porta ad una maggiore percezione di
quest’area, con conseguente aumento del tempo di permanenza
dei clienti e del fatturato.
La “temperatura” del coloreUn altro capitolo interessante riguarda il ruolo dei colori e la loro
capacità di trasmettere emozioni e influenzare l’accettabilità di uno
spazio. I risultati dello studio hanno dimostrato che temperature di
colore freddo, come il bianco freddo, fanno apparire più spaziosa
un’area mentre le temperature di colore caldo creano l’impressione
di piccolezza e di familiarità. La luce bianca intermedia estende la
quantità di tempo che i clienti trascorrono in un negozio e miglio-
ra il loro senso di benessere, e dovrebbe quindi essere utilizzata
per l’illuminazione generale. I retailer che puntano a ricreare un
ambiente di negozio nel quale i clienti si sentono “sicuri e protetti”
dovrebbero optare per luce bianca dai colori caldi. All’interno di
un unico concetto di illuminazione vi può essere una preferenza
per vari colori chiari: temperature di colore differenti dovrebbero
pertanto essere intenzionalmente distribuite in tutta l’illuminazione
generale e verticale.
Come accennato in precedenza, esistono differenze di percezione
a seconda del sesso, l’età e gruppi di shopper: gli uomini hanno
una visione più “panoramica” di uno spazio vendita mentre le donne
guardano più i dettagli. È quindi importante adattare la direzione
della luce, il colore della luce e l’intensità della luminosità che
possano variare dinamicamente nel corso della giornata per assi-
curarsi che siano in linea rispetto al gruppo target.
Il gruppo Mercatone Uno prosegue nella strada dell’impegno
ambientale scegliendo la tecnologia CarecaLed per illuminare
il pdv inaugurato lo scorso ottobre presso lo shopping village Ba-
rimax di Bari. L’area a libero servizio, che copre circa 2.500 mq,
è, infatti, illuminata da 430 plafoniere CarecaLed HB1 da 120W,
che assicurano consumi energetici più che dimezzati rispetto
alle più efficienti soluzioni tradizionali, con un risparmio di circa
220.000 KWh all’anno. Considerando che a questa quantità di
energia corrispondono approssimativamente 150 tonnellate di
CO2 e che questo valore è pari alle emissioni nocive di 30 veicoli
di media cilindrata in 12 mesi (fonte: Epa), appare chiaro come
la scelta della tecnologia a Led comporti, oltre a evidenti bene-
fici in termini economici, anche un significativo apporto a favore
della salvaguardia ambientale.
Le soluzioni CarecaLed HB1 installate nel nuovo Mercatone
Uno di Bari si distinguono poi per l’illuminazione neutra e solare
che sono in grado di offrire, contribuendo al risalto dei colori
della merce esposta. Grazie alla temperatura di colore di 4.000
K e all’indice di resa cromatica CRI/RA >85, oltre che alla
mancanza di sfarfallio tipica della tecnologia a Led, l’impianto
assicura un ottimo confort visivo in tutta l’area a libero servizio e
un’elevata naturalezza dei colori. Inoltre, l’assenza di raggi Uva e
Uvb e del loro classico effetto ingiallente, che caratterizza altre
soluzioni d’illuminazione, evita danni a eventuali materiali foto-
sensibili della merce esposta, preservandola, quindi, al meglio
sotto questo punto di vista.
Un altro importante aspetto distintivo dell’illuminazione del nuovo
pdv è l’estrema uniformità della luce, garantita attraverso la pro-
gettazione da parte di CarecaLed di un’ottica speciale, in grado
di rispondere specificamente alle esigenze di Mercatone Uno.
A questo si aggiunge, infine, la maggior durata delle lampade
a Led (circa 15 anni) rispetto alle tecnologie tradizionali, che
riduce significativamente i costi di manutenzione, oltre al conte-
nimento della produzione di rifiuti.
CEFLA Nuovo sistema espositivo in filo Wireplus
Wireplus è il nuovo sistema espositivo in filo, un prodotto premium, frutto della recente industrializzazione di Cefla Arredamenti, che valorizza con eleganza punti di vendita di piccole e grandi dimensioni, sia di prossimità che supermercati.La nuova gamma modulare di scaffalature in filo ed accessori è caratterizzata da un prezzo competitivo e da ottime prestazioni qualitative, tipiche della produzione Cefla.Il sistema di arredo dona all’esposizione dei prodotti ottima visibilità e leggerezza: il piano in filo favorisce infatti il passaggio della luce, creando un ambiente gradevole e luminoso. L’estrema componibilità della struttura in filo enfatizza le aree che richiedono maggiore cura espositiva, come ad esempio il reparto vini, il reparto pane, il corner bio la profumeria, grazie anche alla maglia in filo dei piani da 12,5 mm, che permette l’ottimale esposizione di prodotti di piccole dimensioni, mantenendo il visual pulito e ordinato.
ARNEG Murale a bassa temperatura Wengen
Un modo inedito per utilizzare i volumi interni di un murale a bassa temperatura. La nuova proposta che Arneg lancia sul mercato si chiama Wengen. Il Wengen è stato ideato per ridurre al minimo gli ingombri a terra e aumentare la capacità di carico rispetto ad un mobile combinato convenzionale. Le zone di esposizione superiore e inferiore del Wengen sono continue, senza interruzioni e permettono di utilizzare tutta la superficie di carico. Grazie all’innovativa struttura del Wengen, la parte inferiore risulta essere capiente, ideale per la vendita di grandi quantità di merce. La disposizione dei ripiani valorizza il concetto di visual merchandising, collocando i prodotti di categoria superiore, sullo stesso piano visivo del consumatore. Il Wengen è disponibile in moduli con 2, 3, 4 e 5 porte (1562, 2343, 3124, 3905 mm) e altezza di 2160 mm.
DATALOGICPunto cassa a portale che velocizza
il checkout automatico
Maggiore velocità e un migliore throughput in termini di volumi in tutti gli ambienti retail; sono i punti di forza del punto cassa con un portale retail che velocizza il checkout automatico e migliora il servizio presentato da Datalogic all’NRF Expo di New York. La nuova piattaforma, che può essere offerta dai solution provider in una serie di diverse realizzazioni, riesce ad identificare i prodotti mediante uno scanner, a piano multiplo e omnidirezionale, con tecnologia imaging completamente digitale, con e senza codice a barre. Risulta così possibile offrire ai clienti un checkout assistito, con tutti i vantaggi dell’automazione, e liberare il personale che può così interagire con l’acquirente offrendo promozioni speciali, assistenza sui buoni sconto e molto altro ancora. Rendendo l’intero processo più veloce e garantendo alcuni miglioramenti, come le telecamere per prevenire i furti, terminali di pagamento remoti o integrati e soluzioni innovative per imbustare, la qualità del servizio e la produttività front-end possono aumentare considerevolmente.
LA FORTEZZA Frame, filo diretto con il prodotto
La scaffalatura per la grande distribuzione è, sin dagli anni Ottanta il core business de La Fortezza, che ad oggi può vantare solide partnership con le più importanti insegne del mondo. La grande attenzione dell’azienda verso la ricerca e l’innovazione contribuisce ad un costante aumento del range di strutture speciali per rendere la scaffalatura sempre più corrispondente alle nuove esigenze espositive.Il sistema in filo Frame è ideale per le piccole e medie superfici perché garantisce un’altissima visibilità del prodotto in rapporto al corpo espositore. Perfettamente integrabile e compatibile con la linea standard F25, unisce i vantaggi di massima visibilità e aumento di spazio espositivo sul ripiano.Tra i plus vano segnalato le mensole antisgancio, che conferiscono maggiore robustezza al ripiano. Nuovi moduli stondati, che consentono innumerevoli combinazioni curvilinee, ideali per le promozioni. Lo schienale unico centrale permette un incremento di spazio vendita sul ripiano pari al 16%.
A cura di Enrico Sacchi e Gino Pagliuca
VERBATIM Ampliata la gamma di lampade Led
per il settore retail
Verbatim introduce una nuova gamma di lampade Led per soddisfare la domanda crescente nel vasto settore dei dispositivi di illuminazione. Ampia la scelta in fatto di caratteristiche di luminosità e di eccellente resa cromatica con temperature di colore tra 2700K a 4000K, che rimangono stabili durante l’utilizzo. Grazie ai miglioramenti nella forma, le lampade Led si adattano meglio ai dispositivi di illuminazione, inclusi gli apparecchi da incasso. Verbatim ha sviluppato la propria famiglia di lampade Led AR111 per l’uso negli ambienti retail e in spazi commerciali, ampliando il ventaglio di soluzioni tra cui cui scegliere. Le opzioni includono una lampada AR111 da 14,5W con un’intensità luminosa di 3900 candele, uscita di 850 lumen e temperatura di colore di 4000K (bianco neutro). In alternativa, è possibile scegliere una lampada da 3000K (bianco caldo) con 800 lumen e 3700 candele. Con il suo fascio di 25°, la lampada è in grado di illuminare le merci e i prodotti entro un raggio relativamente stretto. Nei dispositivi di illuminazione a soffitto dove è richiesto un fascio più ampio, Verbatim offre tre ulteriori lampade Led AR111 con un fascio di 35° e le uscite lumen di rispettivamente 720, 750 e 880.
HP Nuovi Pos fanless per retail e ristorazione
HP presenta due nuovi versatili sistemi Pos, progettati per offrire un servizio ai clienti veloce ed efficace. HP RP7, modello 7100, è la nuova versione fanless dell’RP7 All-in-one ed è progettato per tutti i tipi di ambiente retail e ristorazione, con un design raffinato ed elegante. Questo nuovo sistema Pos è stato costruito sul successo di RP7 All-in-One, l’apparecchio lanciato quest’anno, attualmente in fase di installazione presso diversi clienti. Il nuovo HP RP3 è un sistema compatto e versatile, perfetto per diverse tipologie di punti di vendita. Nonostante le sue dimensioni contenute, HP RP3 consente un’ottima connettività e affidabilità. Questi nuovi sistemi Pos testimoniano il continuo impegno di HP nel portare innovazione al mercato retail e supportare la continua crescita nell’area Emea. HP ha presentato i suoi nuovi sistemi per il mercato retail all’evento HP Discovery svoltosi recentemente a Francoforte.
NEC DISPLAY SOLUTIONSHiperwall 3.0 facilita gestione contenuti digitali
NEC Display Solutions Europe ha lanciato Hiperwall 3.0, un software ad elevate performance e possibilità di creare animazioni su videowall. La soluzione facilita la gestione e la distribuzione di tutti i tipi di contenuti digitali per soluzioni videowall ad elevata risoluzione.Hiperwall 3.0 aggiunge plus significativi al suo pacchetto software, in grado di distribuire contenuti ad un numero illimitato di display e videowall. Per aumentare flessibilità, creatività e velocità, il contenuto non passa più attraverso un pesante processo di rendering. Hiperwall 3.0 consente, infatti, di animare gli elementi del contenuto immediatamente prima che esso venga inviato al display. Eliminando il problema di dover gestire il contenuto prima, si annullano i costi associati all’editing, mentre rimane possibile effettuare più rapidamente dei cambi ad hoc sui contenuti. Elementi visual possono così essere sostituiti o eliminati in qualsiasi momento. Questa migliore performance è ulteriormente aumentata dal supporto per moduli option slot basati sulla terza generazione di processori Intel® CoreTM con standard OPS (Open Pluggable Specification).
COSTANBanco Gazelle con porte a doppio vetro
La scelta di proporre banchi a temperatura positiva con porte va a soddisfare l’esigenza dei retailer di adottare soluzioni volte a migliorare l’efficienza energetica e contenere i costi dei punti vendita. Va in questa direzione il nuovo banco Gazelle di Costan (gruppo Epta), con porte a doppio vetro consente di ottenere una riduzione dei consumi di oltre il 50%, aumentando contestualmente la temperatura media di 3°-5° all’interno del punto di vendita, per una shopping experience più piacevole. Questa linea di mobili si caratterizza per un coefficiente di trasmittanza termica (UG) pari a 1,1 W/m2.k, il più basso nel settore, che si traduce in un eccellente isolamento termico, a vantaggio di una migliore conservazione dei prodotti. L’efficienza dei banchi Costan, non a caso, ha ottenuto la classe A da Eurovent, programma di certificazione volontario europeo, promosso dalle principali industrie del settore della refrigerazione e climatizzazione, a garanzia della genuinità delle dichiarazioni rese dai costruttori. Sostenibilità, ma anche eccellente visibilità dei prodotti,
grazie all’eliminazione della condensa, al design più snello dei profili delle porte e ad un’illuminazione interna più omogenea. Il nuovo Gazelle con porte a doppio vetro contribuisce in questo modo a creare un ambiente confortevole ed accogliente, influenzando positivamente i comportamenti d’acquisto dei consumatori.
PLASTIMARKMini cestino per la spesa Minityko
Minityko è il nome dell’ultimo nato in casa Plastimark. Si tratta di un mini cestino per la spesa con una capacità di 22 lt.: una soluzione che arricchisce la già ampia gamma di sistemi per la spesa proposta da Plastimark. È stato studiato con gli stessi criteri di qualità ed ergonomia dei suoi fratelli maggiori già presenti in assortimento. Soddisfa l’esigenza delle piccole superfici di vendita oppure si integra con altre soluzioni Plastimark in pdv con metrature più grandi. Si distingue dai suoi concorrenti per la praticità, maneggevolezza e leggerezza che lo rendono un prodotto che ben si adatta alle esigenze del Cliente. Un’attenta progettazione, un esclusivo design ergonomico, una struttura robusta e ultraleggera in Polipropilene e un comodo manico sono i suoi punti di forza. Prodotto con materiali di qualità è riciclabile al 100% , e su richiesta può essere prodotto con materiali riciclati. Prodotto in tutti i colori della gamma RAL, è personalizzabile attraverso tampografia monocolore o con stampa su adesivo in pvc. Il cesto a struttura piramidale oltre a fornire una grande comodità nell’utilizzo consente una notevole impilabilità in soli 22 mm. Minityko fa parte di una linea modulare di sistemi per la spesa e si integra perfettamente con tutte le altre soluzioni di Plastimark.
CHECKPOINT SYSTEMS2815 EP Shoe Label: etichetta per la protezione integrata delle calzature
2815 Enhanced Performance (EP) Shoe Label, è l’innovativo prodotto di Checkpoint Systems, appositamente studiato per calzature ad alto rischio di furto. Progettata per
l’integrazione alla fonte ad alta velocità, questa piccola etichetta di sicurezza, dalle dimensioni notevolmente inferiori rispetto alle tradizionali in commercio, offre prestazioni di rilevamento e disattivazione migliorate, che si traducono in una riduzione dei falsi allarmi. Lavorando a stretto contatto con i produttori, Checkpoint Systems ha sviluppato la 2815 EP Shoe Label affinché presentasse una più elevata tolleranza al calore durante il processo di produzione ed una più semplice applicazione, senza compromettere il rendimento all’interno del punto vendita. Vantaggio principale di questa tecnologia è la garanzia di una protezione efficace in termini di riduzione dei furti e di una maggiore disponibilità dei prodotti nel negozio, per una migliore esperienza di acquisto del cliente.
WINCOR NIXDORFChiosco interattivo multifunzione polytouch
Con polytouch Wincor Nixdorf propone una soluzione - un chiosco all-in-one multi-touch - che permette di offrire ai clienti informazioni e servizi in modo interattivo, innovativo e intuitivo. Attraverso polytouch, i clienti possono richiedere informazioni, conoscere le ultime novità, vedere le dimostrazioni di prodotto, effettuare ordini e molto altro ancora. Può essere utilizzato in settori molto diversi per fornire informazioni ai clienti in modo intuitivo. Basato su tecnologia all’avanguardia, polytouch presenta un’innovativa funzionalità “touch control”, con una velocità di risposta molto elevata, contrasto di alta qualità, ampio angolo di visione e una superficie anti riflesso e anti graffio. polytouch è disponibile in diversi modelli e può essere installato su un piedistallo, appoggiato al muro, posizionato all’interno di un chiosco. Può essere inoltre integrato con componenti aggiuntive come per esempio scanner barcode scanner, lettore Rfid, autoparlanti e video/fotocamera.
TYCOTrueVUE® Integrated Store Performance Platform
TrueVUE® Integrated Store Performance Platform è una nuova piattaforma per i retailer che combina le soluzioni di store performance e di sicurezza di Tyco e offre informazioni in tempo reale, consentendo ai negozianti di abbandonare la tradizionale modalità operativa a compartimenti stagni e prendere decisioni ponderate sulle strategie di business. Grazie alla raccolta delle informazioni provenienti dalle soluzioni Tyco in store e alla creazione di report in tempo reale, TrueVUE aiuta i retailer a ottimizzare l’inventario e le strategie di assortimento, aumentare la produttività dei dipendenti e potenziare la store performance, nonché a ridurre i costi e le tempistiche di implementazione, manutenzione e raggiungimento del Roi. Basata su standard aperti, TrueVUE può integrarsi facilmente con un’ampia gamma di sensori e tecnologie (tra cui Eas, lettori e antenne Rfid, metal detector, telecamere IP e video sorveglianza, controllo degli accessi, ecc.) offerte da Tyco in un pacchetto software modulare, che include la gestione grafica da remoto dei dispositivi e l’analisi dei dati “cross sensor”.
HONEYWELLComputer veicolare di nuova generazione
Thor VM2 di Honeywell è un computer veicolare di decima generazione in grado di assicurare alla forza lavoro mobile livelli di produttività e flessibilità mai registrati in precedenza. Dotato di uno schermo XGA da 9,7 pollici, il Thor VM2 migliora ulteriormente le funzionalità del Thor VM1, utilizzando tecnologie di mobilità all’avanguardia per assicurare un immediato risparmio di tempo ed evitare interruzioni non pianificate della supply chain. Il Thor VM2 è dotato di pannello anteriore sostituibile in loco. Inoltre, la tastiera e il touch-screen, i due componenti più soggetti a guasti, sono integrati in un modulo sostituibile dall’utente. Questo significa che gli operatori possono riparare sul campo i guasti che si verificano con maggiore frequenza nei computer veicolari, con una significativa riduzione dei costi relativi alle parti di ricambio e alla manutenzione. La docking station Quick Mount Smart Dock aumenta al massimo l’efficienza, consentendo agli operatori di sganciare il VM2 in meno di 10 secondi. In questo modo è possibile risolvere eventuali problemi del veicolo senza interrompere una sessione di lavoro attiva o riallocare i computer secondo quanto richiesto dal carico di lavoro.
INGENICO iPP480 TOUCH, nuova PinPad moderna, multifunzionale e interattiva
Una nuova proposta per i pagamenti al punto cassa: inserimento della carta in autonomia con lettore unico (magnetico e chip), schermo a colori e firma dello scontrino sullo schermo. La nuova PinPad interattiva multifunzione di Ingenico si chiama iPP480 Touch.Look moderno e design innovativo, uniti ad affidabilità e robustezza, garantiscono iPP480 Touch per un uso intensivo e frequente, tipico del retail.Ingenico iPP480 Touch si colloca al vertice dei prodotti disponibili per applicazioni di cattura firma e servizi che richiedono maggior interazione col consumatore, facilitata dalle caratteristiche innovative del prodotto: ampio display TFT a colori di 3.5 pollici, touch-screen incorporato e retroilluminazione dei tasti, che ne rende intuitivo l’impiego. Dotata di lettore ibrido, che permette anche l’uso in autonomia, è in grado di accettare tutte le tipologie di strumenti di pagamento: carte a banda magnetica, a chip, contactless/NFC.iPP480 Touch è il primo terminale ibrido certificato PCI PTS 3.x, facilmente integrabile con i sistemi di cassa di tutti i maggiori system integrator del mercato.
FUJITSU L’app mobile My U-Scan conferisce
più “potere” ai consumatori
Il portfolio di soluzioni retail di Fujitsu si amplia ulteriormente con la nuova applicazione mobile My U-Scan®. Progettata per dispositivi basati su sistemi Apple iOS e Android, l’applicazione ha lo scopo di rendere ancora più personalizzata e personalizzabile l’esperienza del consumatore. Grazie a My U-Scan®, i commercianti potranno infatti offrire servizi di cassa nuovi e personalizzati ai propri clienti, senza l’ausilio di soluzioni Crm o infrastrutture datacenter particolari. L’applicazione permette poi di monitorare la fedeltà della clientela, offrendo vantaggi sempre maggiori a costi inferiori. Da parte loro, i consumatori potranno personalizzare facilmente e in modo molto intuitivo l’applicazione, in modo di poter usufruire delle opzioni preferite ogni volta che accedono al servizio. I retailer potranno inoltre scegliere se rendere fruibile l’applicazione direttamente dall’app store o dal loro sito web aziendale. Un altro importante passo avanti per Fujitsu, orientata sempre più ad abilitare un’esperienza omni-channel a beneficio di retailer e consumatori.
ZEBRA Stampante mobile dotata di Wireless
Printing e Dual Radio
Le infrastrutture per il Wireless LAN (WLAN) sono ormai fondamentali nel sostenere la produttività e i servizi in vari settori. Nel retail, permettono una maggiore mobilità e l’accesso ai dati in tempo reale (ad esempio, per garantire la stampa accurata ed efficiente dei prezzi ribassati). Questo utilizzo efficace permette a sua volta di ottimizzare le operazioni e contribuire a migliorare l’esperienza di shopping - in cima alle priorità dei retailer. Le stampanti portatili di etichette QLn firmate Zebra, da oggi possono vantare anche la nuova tecnologia wireless radio 802.11n. Inoltre la possibilità di utilizzare la connessione Bluetooth fornisce una maggiore libertà di scelta tra le applicazioni sulle reti wireless. Quest’ultimo cambiamento aiuterà i professionisti del retail a incrementare la produttività complessiva.
VERIFONEPagamenti contactless in MyChef
Nei ristoranti MyChef pagare non è mai stato tanto semplice e veloce. MyChef, azienda del Gruppo Elior, leader nel settore della ristorazione commerciale, ha scelto VeriFone e MasterCard PayPass™ per accettare pagamenti contactless e trasformare il Pos in punto di incontro e interazione tra le nuove tecnologie.La tecnologia per i pagamenti contactless, MasterCard PayPass™, consente di effettuare pagamenti semplici e sicuri avvicinando la propria carta, il proprio smartphone o un altro apparecchio abilitato, alla PINpad VX 820 VeriFone di nuova generazione. Grazie alla nuova PINpad VX 820 con lettore contactless integrato, la transazione avverrà in pochi istanti, senza che la carta o lo smarphone lascino la mano del proprietario e con immediata conferma dell’avvenuto pagamento. Inoltre, per transazioni fino a 25 euro non sarà necessario firmare lo scontrino o digitare il PIN. Con l’obiettivo di compiere un passo decisivo nel processo di superamento dei pagamenti in contante, MyChef ha introdotto la tecnologia MasterCard PayPass™ presso i propri punti vendita a livello nazionale, coprendo l’intera rete dei 130 punti di vendita MyChef in tutta Italia.
GUNNEBOSistema di Cash Management SafePay™
Il sistema di Cash Management SafePay™ offre vantaggi notevoli rispetto ai punti cassa tradizionali: elimina gli errori nel conteggio dei resti e le differenze di cassa, identifica eventuali falsi (certificazione BCE) e consente al personale di cassa di fornire un miglior servizio ai clienti. Nella configurazione a ciclo chiuso, il versamento immediato dell’incasso rende inaccessibile il contante, azzerando il rischio di furti e rapine. Il software di back office permette di gestire in remoto le attività legate alla gestione manuale del contante. SafePay™ è veloce nel rendere il resto esatto, azzera i tempi di calcolo del fondo cassa e riduce l’immobilizzo necessario per l’avvicendamento al cambio turno, garantendo il ritorno sull’investimento in tempi rapidi. Ora SafePay™ è disponibile anche con le esclusive valigie SCL iBox, dotate di meccanismo di inchiostratura e localizzazione satellitare, e pronte per essere prese in carico dal servizio di trasporto valori scelto dal distributore. Il flusso di contante dalle casse al cash-in-transit non è mai stato così efficiente: rapido, sicuro e completamente chiuso dall’inizio alla fine.
3M DesignLab ____________ 10
3M Nordic Innovation
Center in Sweden __________10
ABF _____________________ 16
Academia L’Oréal _________ 18
Accademia delle scienze
applicate di Amburgo ______ 40
Alexandre Ahnebrink _______ 10
Arneg ________________ 32, 42
Auchan __________________ 36
Baglioni Martina __________ 35
Bagutta __________________ 15
Bassi Emanuele __________ 30
Bluemarine _______________ 15
Calzolari Daniele _________ 18
Catani Guido __________ 18, 30
Cefla Arredamenti 18, 30, 35, 42
Cellerino Stefano _________ 14
Checkpoint Systems _______ 46
Costan __________________ 45
Dalziel and Pow ___________ 16
Datalogic _________________ 43
Day Christine _____________ 22
Design Group Italia ________ 10
Douglas __________________ 41
Ejhed Jan ________________ 40
Embt ____________________ 18
Epta _____________________ 45
Favaro Martino ___________ 34
Felsch Lighting Design _____ 40
Fujitsu ___________________ 48
Gobetti Franco ________ 20, 36
Green Philip _____________ 16
Greule Roland ____________ 40
Gruppo Elior ______________ 49
Gunnebo _________________ 49
Harley-Davidson ___________ 15
Harris+Hole _______________ 7
Hicks _____________________ 6
Honeywell ________________ 47
HP ______________________ 44
Ikea _____________________ 11
Ingenico _________________ 48
Intrac _________________ 18, 34
Joe Fresh ________________ 20
Joseph Mimran & Associates 20
Kollo ____________________ 11
La Fortezza _____ 19, 32, 35, 43
Leonard Green &Partners___ 16
Loblaw Companies Limited _ 21
Lululemon ________________ 22
Malfassi Giuseppe ________ 19
Manufacturers Hanover
Trust Company _____________21
Masiero Luca _____________ 32
Mcm Interiors ______________ 8
Mercatone Uno ___________ 41
Modus ___________________ 14
Momo Design _____________ 15
My Fluffy __________________ 8
Ncr _____________________ 34
NEC Display Solutions _____ 44
Osram ____________________ 6
Pallaro Massimo ___________ 19
Pan&Co _________________ 30
Paper Shop ______________ 11
Peuterey __________________ 6
Philips Lighting _____________ 6
Pistis Stefano ____________ 35
Plastimark ________________ 46
Premier Electrics __________ 16
Primark __________________ 16
Royal Institute of Technology
di Stoccolma _____________ 40
Saponaro Paola __________ 34
Sisa __________________ 20, 36
Spar ____________________ 41
Tagliabue Benedetta ______ 18
Tagliavini _________________ 31
Tesco ____________________ 7
Tommy Hilfiger _____________ 6
Topshop _________________ 16
Tyco _____________________ 47
Verbatim _________________ 44
VeriFone _________________ 49
Wanzl Italia _______________ 19
Wilson Dennis Chip ________ 23
Wincor Nixdorf ____________ 46
Woolrich _________________ 15
Zenith Shop Design ________ 18
Zebra ___________________ 48
Zumtobel_________________ 40
In questo numero si parla di ...
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numero 04 - marzo 2013www.gdoweek.it - www.gdoweektv.it
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REDAZIONE: Ugo Stella (Caporedattore), Gennaro Fucile (Vicecaporedattore), Marina Bassi (Caposervizio), Gino Pagliuca, Enrico Sacchi (Caposervizio)
Patrick Fontana (Vicecaporedattore), Francesco Oldani (Vicecaposervizio), Anna Bertolini, Roberto Pacifico
UFFICIO GRAFICO: Elisabetta Delfini (coordinatore), Walter Tinelli, Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli, Silvia Lazzaretti, Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli
SEGRETERIA DI REDAZIONE BUSINESS MEDIA: Anna Alberti, Donatella Cavallo, Gabriella Crotti, Rita Galimberti, Laura Marinoni Marabelli, Paola Melis
COLLABORATORI: Davide Bernieri, Barbara Trigari
PROGETTO GRAFICO: Walter Tinelli
DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi
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Perfettamente integrabile e compatibile con la linea di scaffalature de La Fortezza, la trasparenza di FRAME
è la soluzione ideale per mettere in evidenza qualunque merceologia all’interno dell’area vendita.
Inoltre, grazie ad un unico pannello di rivestimento centrale, il sistema aumenta lo spazio espositivo sul ripiano.
Ancora una volta con LaFortezza la Qualità non si improvvisa.
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