global fishing magazine febbario 2012

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GlobalFishing magazine,la prima rivista italiana di pesca on line. Traina, vertical jigging, surfcasting, drifting, pesca da terra, nautica, subacquea e tanto altro.REGISTRATI e potrai leggere gratis la rivista, porre domande ai nostri esperti e postare un articolo, se hai una storia da raccontare

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6 Editoriale 7 Il nostro staff 9 Global@mail 15 Global News - World Fishing 17 Global News - Yamaha 19 Boats on the road 25 A galla col vento in faccia 27 Pasture dalla barca 31 Tutte le esche del bolentino 35 Tuna connection 41 Animazioni controllate 45 Dentici anomali 49 Un misto per linverno Dead or alive 53 57 I piaceri dellautocostruzione 59 Fish n Cookdi U. Simonelli

La posta dei lettori

a cura della redazione

di U. Simonelli

di U. Simonelli di D. Craveli

di M. Prezioso di M. Prezioso

di A. Iacovizzi

di D. Craveli

di D. Craveli

di D. Limone

di U. Simonelli di D. Limone

di G. Scudell

6 Editoriale 7 Il nostro staff 9 Global@mail 15 Global News - World Fishing 17 Global News - Yamaha 19 Boats on the road 25 A galla col vento in faccia 27 Pasture dalla barca 31 Tutte le esche del bolentino 35 Tuna connection 41 Animazioni controllate 45 Dentici anomali 49 Questioni di distanze 53 Un misto per linverno 57 Dead or alive 61 I piaceri dellautocostruzionedi U. Simonelli

La posta dei lettori

a cura della redazione

di U. Simonelli

di U. Simonelli di D. Craveli

di M. Prezioso di M. Prezioso

di A. Iacovizzi

di D. Craveli

di D. Craveli

di D. Craveli

di D. Limone

di U. Simonelli di D. Limone

Editoriale

L

a patente a punti per i pescatori professionisti legge! Un provvedimento voluto dalla Comunit Europea che si pone, finalmente, in modo fermo e importante come pietra miliare della lotta contro la pesca illegale. E una notizia che apprendiamo con soddisfazione, condividendone a pieno le ragioni; soddisfazione non davvero motivata, come potrebbe asserire qualcuno, da una sottile seppur giustificabile voglia di rifarsi, ma perch fermamente convinti che veramente debbano essere poste in essere regole forti e dissuasive. La nuova norma prevede, in modo poco diverso dal sistema automobilistico, che ogni licenza goda di 90 punti. Ogni infrazione, ogni violazione, ogni reato valgono dei punti che, di volta in volta, vengono scalati dal totale. Senza dilungarsi nellaspetto tecnico delle varie sanzioni e volendo andare al sodo, possiamo dire che con 18 punti si vince il ritiro della licenza per due mesi e, se si veramente bravi e si raggiungono i 90, il premio la sospensione definitiva oltre alla dismissione forzata del motopeschereccio. La norma in vigore dal primo giorno dellanno e siamo rimasti veramente sconcertati dalle dichiarazioni rilasciate da FEDECOORPESCA che paventa, causa la nuova norma e le gi pesanti sanzioni, linvoluzione del comparto con la conseguente riduzione del 50% della flotta peschereccia, con le inevitabili ripercussioni in termini di posti di lavoro. Come se il minor controllo degli operatori della pesca professionale fosse lunica soluzione alla crisi che da sempre affligge il settore. Al contrario viene da pensare che, se la Comunit Europea ha voluto porre in essere un provvedimento cos autoritario, il vizietto della pesca illegale molto radicato e diffuso e non solo nel DNA dei pescatori italiani ma sembra essere unabitudine che accomuna la categoria a prescindere dalla nazionalit. La pesca illegale una piaga che affligge il mondo dei professionisti da sempre e di cui tutti paghiamo le decime, tanto in termini di depauperamento indiscriminato delle risorse alieutiche quanto in termini di costi sociali, per il regime assistenzialista che sostiene la categoria. Un plauso quindi a norme pi severe che corrono, per, il rischio di essere vanificate se i controlli non saranno altrettanto assidui e puntuali: opinione di cui non difficile convincerci, in considerazione anche dei reiterati atti di denuncia che molti di noi hanno effettuato cogliendo i nostri amici con le mani nella marmellata che, incuranti, continuavano imperterriti a fare il loro comodo. Non ci resta che sperare che qualcosa cambi. Le novit non sono finite e pare proprio che le patenti a punti vadano molto di moda durante questo nuovo 2012. E stato approvato alla Camera e dovrebbe passare allapprovazione del Senato, entro la fine di gennaio, il disegno di legge che propone la patente a punti anche per la nautica e un patentino per la conduzione dei natanti senza patente. Come in strada, le infrazioni andranno a sottrarre punti ai 20 che tutti avremo in dote e, se il nostro comportamento non sar virtuoso, le conseguenze potrebbero arrivare fino alla sospensione della patente. A questo provvedimento si aggiunge la creazione di una banca dati dei mezzi e dei diportisti, fatto che nel suo principio generale giudichiamo positivo poich consentir di snellire la burocrazia per rinnovo delle patenti e per il cambio di propriet delle imbarcazioni, oltre che rendere pi responsabili tutti i diportisti. Speriamo caldamente che tutto ci non nasconda qualche inganno allitaliana e che non si trasformi in una ulteriore selva burocratica e non serva a metterci ancora una volta le mani in tasca.

Umberto Simonelli

Il nostro staffPaolo CastelnuovoLa sua passione la traina con esche vive ed un veterano di questa tecnica, che pratica con successo da sempre. Vive e lavora a Roma come dirigente di una importante azienda

Domenico CraveliUno dei pescatori pi accreditato, tra i primi in Italia a ratificare le regole del Jigging mediterraneo ma anche esperto di molte tecniche, dalla traina al surf casting. Vive e lavora in Calabria dove svolge la professione di agente di commercio.

Umberto SimonelliEsperto di nautica non solo per passione, ama dedicarsi alla traina, al drifting e al bolentino di profondit. Vive e lavora a Roma come titolare dazienda.

Dario LimoneEccelle nel surf, ma tutte le altre tecniche gli sono congeniali, perch la pesca una passione che gli viene dal profondo. Vive e lavora a Napoli dove esercita la professione di medico esperto in rianimazione neonatale; dalla sua inventiva e dalle sue mani nascono gli accessori Sorpasso

Alberto BanchettiPluricampione e detentore di molti titoli internazionali uno dei massimi esperti di traina con gli artificiali. Traina costiera e traina daltura, per lui non hanno segreti. Divide la sua passione tra caccia e pesca e si occupa a Roma di viaggi di pesca e di caccia con la sua OKKAPPA viaggi.

Michele PreziosoLa pesca e la passione per il mare sono nel suo DNA, al centro della sua vita privata e professionale. Pluricampione in molte discipline un vero esperto di pesca; non ci sono tecniche di cui non conosca ogni segreto e che non pratichi con eccellenti risultati. Vive e lavora a Napoli come agente di commercio per la soc. Tubertini

Andrea IacovizziTraina, jigging e subacquea sono i suoi cavalli di battaglia, espressione di un amore sfrenato per il mare. La sua esperienza di pescatore a tutto tondo nasce nelle acque della Sicilia per consolidarsi in quelle della Puglia, dove attualmente vive e lavora come titolare di un importante azienda di informatica.

Stefano VinciE il pi giovane dello staff e la sua passione per il mare e per la pesca ne fanno un pescatore navigato e completo, ma lo spinning la sua vera specialit. E un ottimo fotografo ed un eccellente cameraman, vive a Roma, dove frequenta con successo la facolt di Scienze Naturali.

Laura CurtarelliLa passione per il mare, per la pesca e per il piacere della cucina, soprattutto di pesce, la ha portata ad elaborare gustose ricette allinsegna della tradizione ma soprattutto della semplicit. Vive e lavora a Roma come titolare dazienda.

Ilaria CastelnuovoFiglia darte ama il mare e la pesca, passione che ha ereditato dal padre che in estate accompagna a pesca. Laureata in architettura lartefice delloriginale progetto grafico di questa rivista di cui cura amorevolmente ogni uscita. Vive e lavora a Roma.

Raffaele RomeoPescatore e amante del mare collabora, con passione e pazienza, in redazione alla realizzazione di questa rivista. Vive e lavora tra Roma e Tropea.

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AMI O ANCORETTE? Ho notato che la tendenza di molti quella di sostituire negli artificiali le ancorette con dei normali ami, assicurati sempre con degli anellini. Vorrei sapere per quale motivo vengono fatte queste modifiche e se il nuoto del pesciolino diventa pi attraente. Poich sono in procinto di mettere in manutenzione tutti i minnow ai quali debbo cambiare molte ancorette rese inutilizzabili dalluso e dalla ruggine, volevo sapere se vale la pena sostituirle, appunto, con gli ami e, nel caso, con quali. Giovanni Moretti (Lt) Luso di sostituire le ancorette con ami singoli una tecnica prevista per modificare gli artificiali durante le competizioni di traina in altura per aumentare la sportivit decisamente limitata usando le ancorette. Gli ami. generalmente adoperati per fare questa modifica. sono gli SJ51 o i salmon hook mustad, che garantiscono comunque lequilibrio e lassetto del minnow durante il nuoto. Infatti importante mantenere intatto il bilanciamento del pesciolino per non penalizzarne il movimento in acqua. Sui piccoli artificiali, invece, la sostituzione con ami singoli una tecnica amata dagli spinner che, cos facendo, riducono il rischio di incaglio sul fondo. In questo caso importante il verso di fissaggio dellamo che deve avere la punta riversa verso la coda dellartificiale. Riguardo alla possibilit che queste modifiche possano rendere pi attraente il nuoto, il fatto pi apprezzabile su artificiali di piccola taglia che, meno frenati, possono sviluppare un movimento pi attraente.

Michele Prezioso

GIRELLA CON MOSCHETTONE, GIRELLA, O SOLID RING? Leggo molto di vertical, ultimamente seguo dei filmati anche in tv, e devo dire la verit che su molte cose nutro pesanti dubbi nonostante tutto appaia cos semplice. Ad esempio, la girella serve, o se ne pu fare a meno ? E meglio optare per un buon solid ring? Luigi Sicari Reggio Calabria Caro Luigi, luso nella girella nel Vj non indispensabile, anche se personalmente la preferisco. Senza di essa, il collegamento al jig pi pulito, e forse il nuoto dellesca pi naturale, ma la sezione contenuta e non perfettamente tonda del solid ring potrebbe recidere il nylon sotto trazione. Esistono split ring con inserti in plastica specifici per questuso, ma ripeto, io sono tra gli estimatori della girella. E un elemento che non pregiudica le catture, ed inoltre, con esche che tendono a ruotare molto, scarica le torsioni del mulinello fisso. Assolutamente da bandire luso di girelle con moschettone, anche quelli da biggame tendono ad aprirsi sotto le jerkate. Inoltre, i garbugli con lassit hook sono garantiti insomma, ce ne abbastanza per eliminarlo dalle nostre scelte. Gli split ring assolvono ottimamente il loro compito in piena sicurezza, ed una buona pinza apri anelli rende le operazioni di sostituzione del jig molto rapide.

Domenico Craveli

PROBLEMI DI FONDO Mi dedico al surf casting soprattutto nel periodo invernale, in alternativa alla pesca dalla barca che, in questo periodo, non posso praticare. Ho la fortuna di abitare a pochi metri dal mare e la facilit con cui posso andare a pesca mi sta facendo appassionare a questa tecnica. Purtroppo, per, i fondali della spiaggia che frequento non sono dei migliori. Oltre ad avere dei bassi fondi di roccia molto estesi, le poche porzioni di sabbia sono occupate dalla posidonia: quindi ho difficolt nel lanciare in zone pulite e gli incagli sono molto frequenti. Fino ad ora ho catturato delle murene e dei gronghi e qualche sparuta orata. Cosa posso fare per ottimizzare lazione di pesca? Facendo il bagno con maschera e pinne ho incontrato spesso spigole anche grandi, qualche bella orata e molti saraghi. Ma sebbene la zona sia ricca di pesce le mie esche non hanno fortuna. Evidentemente sbaglio qualcosa: vi sarei grato di un aiuto. Andrea De Riu Quando si pesca su fondali complessi come il tuo, tra i tanti rischi che si corrono, oltre alla perdita dei terminali, c quello di perdere la visibilit dellesca che viene celata dalla posidonia. Pertanto, dovremo ricorrere ad un calamento idoneo che permetta di sollevare lesca dal fondo, evitando che sprofondi tra le alghe. Io sono uso adoperare lo short rovesciato con snodo a 1 metro dal piombo e un terminale lungo non pi di 50 cm flotterato a ridosso dellamo. Altra astuzia sar quella di individuare una zona pulita e, una volta raggiunta con un lancio ben calibrato, sar bene segnalare sulla lenza madre la distanza . Potrai adoperare un pennarello indelebile per segnare il filo o, meglio ancora, creare un segnalino con del filo colorato legato direttamente con un nodo uni a pi spire. In questo modo, specie di notte, sarai sicuro di lanciare sempre alla stessa distanza limitando incagli sul fondo. Come ulteriore precauzione potrai usare piombi a perdere che, connessi con filo di sezione minore, si staccher in caso di arroccamento, sotto una trazione pi forte e senza danneggiare il complesso pescante.

Dario Limone

AGUGLIE FUORI MODA Nel periodo autunnale appena trascorso, alla ricerca di ricciole e non avendo molto tempo a disposizione per reperire esche, ho adoperato le aguglie che, dalle mie parti (pesco allargentario), sono facili da catturare. Purtroppo per, nonostante tutti i miei sforzi, queste esche non hanno avuto successo e mi sono valse solo dei gran cappotti. Secondo voi una coincidenza o possibile che non funzionino pi? Marco Loris Caro Marco ci poni un quesito a cui complesso rispondere. Le aguglie sono da sempre licona delle esche vive e migliaia di ricciole sono cadute vittima dellinganno del sinuoso belonide. Purtroppo per devo riconoscere che il suo gradimento da parte dei predatori, salvo i serra, i barracuda e, a volte, le lecce, ultimamente diminuito. Spiegazioni certe non ne conosco e posso solo provare a fare delle supposizioni sulla scorta della mia esperienza. Ho imparato che i pesci acquisiscono una sorta di assuefazione alle esche, che cos, dopo un po di tempo, funzionano meno e, oltretutto, ho la convinzione che questa memoria sia associata ai luoghi. Non c da meravigliarsi se i pesci, soprattutto quelli di grossa taglia e quindi pi smaliziati, si fidino poco della presenza innaturale di solitarie aguglie malconce dal nuoto incerto, sempre nello stesso posto. Al contrario, in zone in cui la traina poco praticata le aguglie, nella trascorsa stagione, hanno fruttato catture di tutto rispetto, tonni compresi. Se a tutto ci aggiungiamo la rarefazione dei pesci da pescare il gioco fatto. Considera comunque che questo fenomeno accade, sebbene in modo minore, anche con seppie e calamari. In questi casi il fatto risulta meno evidente perch i cefalopodi non facendo parte con continuit della dieta quotidiana dei predatori e per i loro elevati contenuti nutritivi sono sempre molto catturanti . Immagina anche che, per dare credibilit ad una aguglia trainata, bisogna ricorrere a terminali leggeri e poco invasivi che non ne limitino il nuoto. Il consiglio che ti posso dare di realizzare inneschi poco usati come il tandem con due esche a simulare un branchetto variando di frequente velocit e quota. Tienici al corrente.

Umberto Simonelli

LA BENZINA NON ENTRA Da un po di tempo a questa parte, quando faccio rifornimento al distributore del porto, la pistola scatta molto di frequente come se il serbatoio fosse pieno; poi, aspettando un po, la benzina riprende a scorrere. Addirittura qualche volta la benzina rigurgita dallimbarco con un effetto fontana. Il fenomeno si presentato da un giorno allaltro e il benzinaio asserisce che il problema nello sfiato del serbatoio, per durante il rifornimento si sente uscire laria. Posso avere una spiegazione su come funziona il carico del serbatoio e il sistema di sfiato? Angelo Micucci Caro Angelo, il problema molto comune e temo che il tuo benzinaio abbia ragione. Il quesito interessante e credo possa riguardare anche altri lettori e, quindi, vediamo di capire insieme cosa succede quando in un serbatoio viene introdotta della benzina. E intuitivo il fatto che man mano che il carburante entra, un pari volume daria debba uscire. Ci normalmente accade tramite un foro nella parte pi alta del serbatoio, al quale applicato un tubo che convoglia il flusso daria, generalmente allesterno dello scafo, ben sopra la linea di galleggiamento, ma pi in basso del livello dellimbarco. Questa particolare geometria consente anche il funzionamento come troppo pieno, scaricando allesterno la benzina in eccesso. Essendo lombrinale di scarico posto allesterno dello scafo, questo soggetto a spruzzi dacqua durante la navigazione e, pertanto, vengono adoperate alcune precauzioni per evitare che lacqua possa entrare nel serbatoio. In primo luogo lo scarico specifico ed costruito per limitare i rischi di allagamento; oltre a ci si adoperano altri due sistemi: il pi diffuso costituito da un sifone (una ampia S realizzata con lo stesso tubo), ma anche possibile che invece sia applicata sulla tubazione una valvola, che fa passare laria in uscita e impedisce il passaggio in senso inverso. Quindi il fenomeno che lamenti pu essere dovuto a un cattivo funzionamento di questultima o allintasamento dei fori di uscita dellaria che non raramente vengono ostruiti da residui di sale. Basta una parziale limitazione del passaggio per rendere impossibile limbarco del carburante senza sgradite fuoriuscite di benzina. Ti consiglio quindi di controllare con cura ogni particolare, inclusa anche la tubazione che potrebbe nel tempo aver subito una strozzatura.

Umberto Simonelli

LA DURATA DEL NYLON Vorrei rivolgervi una semplice domanda. Sono curioso di sapere ogni quanto tempo devo sostituire il nylon dei miei mulinelli da tonno. Sono due anni che mi sono attrezzato per questa pesca e sono uscito parecchie volte, quindi ho paura che il nylon possa essersi rovinato. Il negoziante a cui mi sono rivolto ha detto che devo certamente sostituirlo; ma, poich il filo sembra essere in buono stato, mi viene anche il dubbio che nella sua risposta ci sia anche un po di interesse . Mi date qualche consiglio? Carlo Tonelli Carissimo Carlo, penso che il parere del tuo amico negoziante pi che interessato sia un valido consiglio per metterti al riparo, in modo certo, da brutte sorprese. Siamo tutti daccordo che la frequente sostituzione del filo la migliore soluzione per non incorrere in rotture inattese. Per anche vero che se hai avuto sempre cura di risciacquare il filo con acqua dolce tiepida dopo ogni pescata, limitando al massimo le esposizioni inutili al sole della bobina, potrai sfruttare a lungo il nylon. Altro fattore da considerare lo stress che il filo ha subito e quanto stato immerso. Se i combattimenti sono stati tanti (me lo auguro) le forti trazioni possono creare un allungamento permanente con un progressivo assottigliamento della sezione, soprattutto nei primi tratti; anche limmersione in profondit gioca il suo ruolo perch non tutti i nylon resistono a lungo al sale e allacqua e la conseguenza la progressiva diminuzione della sua brillantezza. Una parte del nylon che, pur non sbobinandosi mai, subisce stress quella pi profonda delle spire. Questa sottoposta, durante i combattimenti, a forte pressione da parte degli strati superiori, che possono letteralmente strozzarla segnandone la sezione. Ci potrebbe essere pericoloso qualora ci si confrontasse con un grosso pesce in grado di tirare fuori molto filo. Dopo tutte queste considerazioni fai le tue valutazioni e, se hai anche il minimo sospetto che si possa correre qualche rischio, la soluzione di metter mano al portafoglio perch... prevenire meglio che curare!

Andrea Iacovizzi

AMI O ANCORETTE? Ho notato che la tendenza di molti quella di sostituire negli artificiali le ancorette con dei normali ami, assicurati sempre con degli anellini. Vorrei sapere per quale motivo vengono fatte queste modifiche e se il nuoto del pesciolino diventa pi attraente. Poich sono in procinto di mettere in manutenzione tutti i minnow ai quali debbo cambiare molte ancorette rese inutilizzabili dalluso e dalla ruggine, volevo sapere se vale la pena sostituirle, appunto, con gli ami e, nel caso, con quali. Giovanni Moretti (Lt) Luso di sostituire le ancorette con ami singoli una tecnica prevista per modificare gli artificiali durante le competizioni di traina in altura per aumentare la sportivit decisamente limitata usando le ancorette. Gli ami. generalmente adoperati per fare questa modifica. sono gli SJ51 o i salmon hook mustad, che garantiscono comunque lequilibrio e lassetto del minnow durante il nuoto. Infatti importante mantenere intatto il bilanciamento del pesciolino per non penalizzarne il movimento in acqua. Sui piccoli artificiali, invece, la sostituzione con ami singoli una tecnica amata dagli spinner che, cos facendo, riducono il rischio di incaglio sul fondo. In questo caso importante il verso di fissaggio dellamo che deve avere la punta riversa verso la coda dellartificiale. Riguardo alla possibilit che queste modifiche possano rendere pi attraente il nuoto, il fatto pi apprezzabile su artificiali di piccola taglia che, meno frenati, possono sviluppare un movimento pi attraente.

Michele Prezioso

GIRELLA CON MOSCHETTONE, GIRELLA, O SOLID RING? Leggo molto di vertical, ultimamente seguo dei filmati anche in tv, e devo dire la verit che su molte cose nutro pesanti dubbi nonostante tutto appaia cos semplice. Ad esempio, la girella serve, o se ne pu fare a meno ? E meglio optare per un buon solid ring? Luigi Sicari Reggio Calabria Caro Luigi, luso nella girella nel Vj non indispensabile, anche se personalmente la preferisco. Senza di essa, il collegamento al jig pi pulito, e forse il nuoto dellesca pi naturale, ma la sezione contenuta e non perfettamente tonda del solid ring potrebbe recidere il nylon sotto trazione. Esistono split ring con inserti in plastica specifici per questuso, ma ripeto, io sono tra gli estimatori della girella. E un elemento che non pregiudica le catture, ed inoltre, con esche che tendono a ruotare molto, scarica le torsioni del mulinello fisso. Assolutamente da bandire luso di girelle con moschettone, anche quelli da biggame tendono ad aprirsi sotto le jerkate. Inoltre, i garbugli con lassit hook sono garantiti insomma, ce ne abbastanza per eliminarlo dalle nostre scelte. Gli split ring assolvono ottimamente il loro compito in piena sicurezza, ed una buona pinza apri anelli rende le operazioni di sostituzione del jig molto rapide.

Domenico Craveli

PROBLEMI DI FONDO Mi dedico al surf casting soprattutto nel periodo invernale, in alternativa alla pesca dalla barca che, in questo periodo, non posso praticare. Ho la fortuna di abitare a pochi metri dal mare e la facilit con cui posso andare a pesca mi sta facendo appassionare a questa tecnica. Purtroppo, per, i fondali della spiaggia che frequento non sono dei migliori. Oltre ad avere dei bassi fondi di roccia molto estesi, le poche porzioni di sabbia sono occupate dalla posidonia: quindi ho difficolt nel lanciare in zone pulite e gli incagli sono molto frequenti. Fino ad ora ho catturato delle murene e dei gronghi e qualche sparuta orata. Cosa posso fare per ottimizzare lazione di pesca? Facendo il bagno con maschera e pinne ho incontrato spesso spigole anche grandi, qualche bella orata e molti saraghi. Ma sebbene la zona sia ricca di pesce le mie esche non hanno fortuna. Evidentemente sbaglio qualcosa: vi sarei grato di un aiuto. Andrea De Riu Quando si pesca su fondali complessi come il tuo, tra i tanti rischi che si corrono, oltre alla perdita dei terminali, c quello di perdere la visibilit dellesca che viene celata dalla posidonia. Pertanto, dovremo ricorrere ad un calamento idoneo che permetta di sollevare lesca dal fondo, evitando che sprofondi tra le alghe. Io sono uso adoperare lo short rovesciato con snodo a 1 metro dal piombo e un terminale lungo non pi di 50 cm flotterato a ridosso dellamo. Altra astuzia sar quella di individuare una zona pulita e, una volta raggiunta con un lancio ben calibrato, sar bene segnalare sulla lenza madre la distanza . Potrai adoperare un pennarello indelebile per segnare il filo o, meglio ancora, creare un segnalino con del filo colorato legato direttamente con un nodo uni a pi spire. In questo modo, specie di notte, sarai sicuro di lanciare sempre alla stessa distanza limitando incagli sul fondo. Come ulteriore precauzione potrai usare piombi a perdere che, connessi con filo di sezione minore, si staccher in caso di arroccamento, sotto una trazione pi forte e senza danneggiare il complesso pescante.

Dario Limone

AGUGLIE FUORI MODA Nel periodo autunnale appena trascorso, alla ricerca di ricciole e non avendo molto tempo a disposizione per reperire esche, ho adoperato le aguglie che, dalle mie parti (pesco allargentario), sono facili da catturare. Purtroppo per, nonostante tutti i miei sforzi, queste esche non hanno avuto successo e mi sono valse solo dei gran cappotti. Secondo voi una coincidenza o possibile che non funzionino pi? Marco Loris Caro Marco ci poni un quesito a cui complesso rispondere. Le aguglie sono da sempre licona delle esche vive e migliaia di ricciole sono cadute vittima dellinganno del sinuoso belonide. Purtroppo per devo riconoscere che il suo gradimento da parte dei predatori, salvo i serra, i barracuda e, a volte, le lecce, ultimamente diminuito. Spiegazioni certe non ne conosco e posso solo provare a fare delle supposizioni sulla scorta della mia esperienza. Ho imparato che i pesci acquisiscono una sorta di assuefazione alle esche, che cos, dopo un po di tempo, funzionano meno e, oltretutto, ho la convinzione che questa memoria sia associata ai luoghi. Non c da meravigliarsi se i pesci, soprattutto quelli di grossa taglia e quindi pi smaliziati, si fidino poco della presenza innaturale di solitarie aguglie malconce dal nuoto incerto, sempre nello stesso posto. Al contrario, in zone in cui la traina poco praticata le aguglie, nella trascorsa stagione, hanno fruttato catture di tutto rispetto, tonni compresi. Se a tutto ci aggiungiamo la rarefazione dei pesci da pescare il gioco fatto. Considera comunque che questo fenomeno accade, sebbene in modo minore, anche con seppie e calamari. In questi casi il fatto risulta meno evidente perch i cefalopodi non facendo parte con continuit della dieta quotidiana dei predatori e per i loro elevati contenuti nutritivi sono sempre molto catturanti . Immagina anche che, per dare credibilit ad una aguglia trainata, bisogna ricorrere a terminali leggeri e poco invasivi che non ne limitino il nuoto. Il consiglio che ti posso dare di realizzare inneschi poco usati come il tandem con due esche a simulare un branchetto variando di frequente velocit e quota. Tienici al corrente.

Umberto Simonelli

LA BENZINA NON ENTRA Da un po di tempo a questa parte, quando faccio rifornimento al distributore del porto, la pistola scatta molto di frequente come se il serbatoio fosse pieno; poi, aspettando un po, la benzina riprende a scorrere. Addirittura qualche volta la benzina rigurgita dallimbarco con un effetto fontana. Il fenomeno si presentato da un giorno allaltro e il benzinaio asserisce che il problema nello sfiato del serbatoio, per durante il rifornimento si sente uscire laria. Posso avere una spiegazione su come funziona il carico del serbatoio e il sistema di sfiato? Angelo Micucci Caro Angelo, il problema molto comune e temo che il tuo benzinaio abbia ragione. Il quesito interessante e credo possa riguardare anche altri lettori e, quindi, vediamo di capire insieme cosa succede quando in un serbatoio viene introdotta della benzina. E intuitivo il fatto che man mano che il carburante entra, un pari volume daria debba uscire. Ci normalmente accade tramite un foro nella parte pi alta del serbatoio, al quale applicato un tubo che convoglia il flusso daria, generalmente allesterno dello scafo, ben sopra la linea di galleggiamento, ma pi in basso del livello dellimbarco. Questa particolare geometria consente anche il funzionamento come troppo pieno, scaricando allesterno la benzina in eccesso. Essendo lombrinale di scarico posto allesterno dello scafo, questo soggetto a spruzzi dacqua durante la navigazione e, pertanto, vengono adoperate alcune precauzioni per evitare che lacqua possa entrare nel serbatoio. In primo luogo lo scarico specifico ed costruito per limitare i rischi di allagamento; oltre a ci si adoperano altri due sistemi: il pi diffuso costituito da un sifone (una ampia S realizzata con lo stesso tubo), ma anche possibile che invece sia applicata sulla tubazione una valvola, che fa passare laria in uscita e impedisce il passaggio in senso inverso. Quindi il fenomeno che lamenti pu essere dovuto a un cattivo funzionamento di questultima o allintasamento dei fori di uscita dellaria che non raramente vengono ostruiti da residui di sale. Basta una parziale limitazione del passaggio per rendere impossibile limbarco del carburante senza sgradite fuoriuscite di benzina. Ti consiglio quindi di controllare con cura ogni particolare, inclusa anche la tubazione che potrebbe nel tempo aver subito una strozzatura.

Umberto Simonelli

LA DURATA DEL NYLON Vorrei rivolgervi una semplice domanda. Sono curioso di sapere ogni quanto tempo devo sostituire il nylon dei miei mulinelli da tonno. Sono due anni che mi sono attrezzato per questa pesca e sono uscito parecchie volte, quindi ho paura che il nylon possa essersi rovinato. Il negoziante a cui mi sono rivolto ha detto che devo certamente sostituirlo; ma, poich il filo sembra essere in buono stato, mi viene anche il dubbio che nella sua risposta ci sia anche un po di interesse . Mi date qualche consiglio? Carlo Tonelli Carissimo Carlo, penso che il parere del tuo amico negoziante pi che interessato sia un valido consiglio per metterti al riparo, in modo certo, da brutte sorprese. Siamo tutti daccordo che la frequente sostituzione del filo la migliore soluzione per non incorrere in rotture inattese. Per anche vero che se hai avuto sempre cura di risciacquare il filo con acqua dolce tiepida dopo ogni pescata, limitando al massimo le esposizioni inutili al sole della bobina, potrai sfruttare a lungo il nylon. Altro fattore da considerare lo stress che il filo ha subito e quanto stato immerso. Se i combattimenti sono stati tanti (me lo auguro) le forti trazioni possono creare un allungamento permanente con un progressivo assottigliamento della sezione, soprattutto nei primi tratti; anche limmersione in profondit gioca il suo ruolo perch non tutti i nylon resistono a lungo al sale e allacqua e la conseguenza la progressiva diminuzione della sua brillantezza. Una parte del nylon che, pur non sbobinandosi mai, subisce stress quella pi profonda delle spire. Questa sottoposta, durante i combattimenti, a forte pressione da parte degli strati superiori, che possono letteralmente strozzarla segnandone la sezione. Ci potrebbe essere pericoloso qualora ci si confrontasse con un grosso pesce in grado di tirare fuori molto filo. Dopo tutte queste considerazioni fai le tue valutazioni e, se hai anche il minimo sospetto che si possa correre qualche rischio, la soluzione di metter mano al portafoglio perch... prevenire meglio che curare!

Andrea Iacovizzi

World Fish A scuola di pescaa cura della redazione

M

ancano ormai pochi giorni e procedono intensi i preparativi per ledizione 2012 del World Fishing, grande contenitore dedicato alla pesca a 360, dove sar possibile vedere e comprare, in anteprima, tutte le pi interessanti novit presentate dalle migliori aziende del settore. Il World Fishing, alla sua quarta edizione, frutto delliniziativa di Filippo Camilli e Alessandro Di Loreto, si inserisce allinterno del BIG BLU, manifestazione interamente dedicata al mare che si svolger presso la Nuova Fiera di Roma dal 18 al 26 febbraio. Ovviamente GlobalFishing non mancher allappello, con uno stand ancora pi grande e molte iniziative da condividere con i suoi lettori.

hing 2012 con GlobalFishingLappuntamento sar dal 23 al 26 Febbraio, quattro giorni che saranno veramente densi di impegni. Presso il nostro stand Vi aspetteranno i nostri esperti per dei veri e propri corsi di approfondimento per sviscerare ogni aspetto delle nostre tecniche preferite: nodi, terminali, montature, attrezzature e tutte le astuzie per ottenere il massimo dalla nostra passione. E, come se non bastasse, presso larea incontri, al centro della sala, sar possibile assistere ai nostri stage, una vera scuola di pesca, che verranno tenuti ad intervalli dal venerd alla domenica; tratteremo dal drifting ai tonni al surf casting, dalla traina al bolentino, dal vertical jigging allinchiku ed al tenya e dedicheremo un ampio spazio alluso dello scandaglio e alla interpretazione dei suoi ecogrammi e di tutto ci che bisogna sapere per sfruttarne al massimo tutte le prerogative.

Momenti degli stage tenuti durante la scorsa edizione

Presso il nostro stand sar possibile leggere la nostra rivista, registrarsi on line per entrare a fa parte della grande famiglia dei lettori di GlobalFishing magazine, gustarsi qualche video o semplicemente fare salotto e parlare di pesca tra amici.

Yamaha

a cura della redazione

C

i sono novit in casa Yamaha: la grande azienda nipponica dal 16 Gennaio di questo anno ha un nuovo Direttore Commerciale. Stiamo parlando dellIng. Massimiliano Mucchietto, gi manager di punta dellazienda dal 2003 al 2005 che, dopo importanti esperienze in qualit di direttore marketing presso importanti marchi in ambito motociclistico, ritorna alla guida di Yamaha Motor Italia.

a News

Sar lui luomo di punta, al timone dellazienda dei tre diapason, che guider sia il brand del comparto motociclistico che quello del settore nautico. Hiromu Murata, Presidente ed Amministratore Delegato di Yamaha Motor Italia S.p.A., al momento dellinsediamento di Mucchietto, ha commentato che la sua esperienza e la sua professionalit daranno certamente un nuovo e decisivo impulso, insieme alla incisivit delle strategie che contraddistinguono Yamaha, per affrontare le nuove sfide di questo anno appena iniziato.

NAUTICA

BoatsontheroadsIdi Umberto Simonellil trasporto di barche e gommoni ormai una attivit diffusissima con vantaggi facilmente intuibili. Ma, per muoversi in sicurezza con la barca al seguito, bene conoscere a fondo laspetto tecnico e alcune semplici regole.

La scelta di un carrello porta-barca rappresenta una scelta obbligata per chi vuole coniugare mobilit e facilit di rimessaggio. Se si vuole acquistare un carrello non c che limbarazzo della scelta: il mercato offre attrezzi in grado di rispondere ad ogni esigenza. E bene, per, approfondire la conoscenza della materia, perch tra norme, aspetti tecnici, pratici e di sicurezza portare la propria barca a spasso per il mondo non semplice come sembra. PER INCOMINCIARE Prima di tutto bisogna cominciare dalla barca e dal suo peso perch il rimorchio, per essere sicuro e mantenere lefficienza del sistema frenante, deve calzare sullo scafo a pennello. Valutate queste problematiche, si devono fare i conti con le capacit di traino della propria vettura e, susseguentemente, con la propria patente.Il carrello deve essere perfettamente

dimensionato per lo scafo che dovr trasportare

Ricordate che con una normale patente B possibile trainare un rimorchio il cui peso, sommato a quello della vettura (barca+carrello+auto), non superi i 35 qli, oltre i quali sar necessario rimettersi a studiare e sostenere un esame per ottenere lestensione E. Anche le vetture hanno dei limiti di traino, dettati dallomologazione oltre che da aspetti meccanici. Infischiarsene non salutare perch oltre ad essere pericoloso pu essere costoso: gli uomini della stradale sono provvisti di bilance in grado di verificare i carichi e le multe sono salatissime. SU MISURA

I in il

rulli

devono che venga

essere posizionati modo peso

uniformemente distribuito

Il carrello viene venduto generalmente in versione base, privo degli accessori necessari, come rulli e appoggi specifici. Qualit, quantit e distribuzione dei rulli devono garantire un buon appoggio nei punti pi solidi della carena in modo che il carico sia perfettamente ripartito e non si comprometta la scorrevolezza; i rulli dovranno garantire morbidezza dei materiali per non rovinare lo scafo e, allo stesso tempo, robustezza per sopportare le sollecitazioni del movimento. SOLUZIONI DIVERSE

Il

diametro

delle

ruote importante, quelle di diametro maggiore meno e girano sono del

meno sensibili alle sconnessioni fondo stradale

I trailer si differenziano tra loro per le dimensioni delle ruote, il tipo di sospensioni, la tipologia di telaio. La dimensione delle ruote presenta pro e contro: una ruota di piccolo diametro, abbassando il baricentro del telaio aumenta la stabilit, ma effettua pi giri di una con maggior diametro sollecitando maggiormente i cuscinetti. Oltretutto, i ricambi come il cerchio, il copertone e la camera daria sono reperibili generalmente solo presso rivenditori specializzati. Le ruote standard girano meno velocemente, sono di derivazione automobilistica e sono reperibili come ricambi commerciali. Il baricentro pi alto pu predisporre al rollio che viene minimizzato dalle sospensioni e dal telaio ribassato.

NAUTICASUPERMOLLEGGIATI Parlando di sospensioni, le proposte sono diverse: c chi adotta una soluzione con molle e ammortizzatori, e chi un sistema particolare detto a barra di torsione. Questultimo sfrutta lelasticit di supporti in gomma che agiscono sui bracci oscillanti che sostengono le ruote.A sinistra il sistema a barra di torsione a destra il pi classico molloni/ammortizzatori

Questo sistema pi rigido e, in caso di usura, prevede la sostituzione di tutta la barra, mentre molle e ammortizzatori potranno essere cambiati anche singolarmente.

Manutenzione e uso accurato garantiranno comunque affidabilit e durata con entrambi i sistemi.. VARO E ALAGGIO Salvo che non si parli di imbarcazioni molto pesanti, il rimorchio esprime la sua principale prerogativa nelle operazioni di varo e alaggio che, se devono essere effettuate con una certa frequenza, bene che lequipaggiamento sia di primordine. Il verricello non potr mancare e dovr essere molto robusto e affidabile, meglio se a doppia velocit con una fune o una fascia di elevata qualit.Il verricello indispensabile per il varo e soprattutto lalaggio, meglio se a doppia velocit

Una soluzione che riduce molto la fatica costituita dal telaio basculante: una porzione, tramite una cerniera centrale, pu oscillare creando cos un piano inclinato che agevola il varo e lalaggio.

Il telaio basculante facilita molto il carico e lo scarico

Durante le operazioni di carico e scarico spesso si tentati di far entrare le ruote del rimorchio in acqua: non c nulla di pi distruttivo che limmersione in acqua di mare perch non c zincatura, cuscinetto e sistema che siano in grado di resistere alla corrosione salina.

ASSETTO DI MARCIA Effettuare un buon assetto della barca sul rimorchio una operazione che la prima volta bene sia curata da un esperto. Solo cos si ottiene la sicurezza in marcia e, soprattutto, in frenata. Quindi, un carico bene equilibrato far sentire i vantaggi tanto durante il traino che durante le manovre a mano. E Importante che rulli e staffe siano ben saldi sul telaio e che il peso che insiste sullocchione sia quello indicato dal costruttore.La testa del gancio detta occhione supporta molte sollecitazioni e deve essere sempre perfettamente in ordine e controllato ogni volta che si inizia il traino

Se troppo basso, il carrello tende a scodare oltre una certa velocit; se troppo elevato, stressa le sospensioni posteriori della vettura pregiudicando la giusta aderenza dellavantreno. SISTEMA FRENANTE Quasi tutti i carrelli sono dotati di un sistema frenante detto a repulsione: in fase di rallentamento, il rimorchio tende ad addossarsi alla vettura, azionando un gioco di tiranti che attiva la frenatura.I rinvii del sistema frenante corrono allinterno di guaine: bene non farvi penetrare acqua di mare ne lasciarli intensione per lungo tempo

E essenziale che il carico sia solidale con il rimorchio tramite fasce specifiche, provviste di tensionatori a cricchetto, applicate in modo che lo scafo non possa andare n avanti n indietro.

Robuste fasce con tensionatori a cricchetto sono indispensabili per assicurare lo scafo al rimorchio e il martinetto idraulico pu essere indispensabile quando si fora.

PICCOLI CONSIGLI Su scali ripidi e scivolosi bene che la vettura sia sempre attaccata al rimorchio ed consigliabile porre dei cunei sotto le ruote. Durante il fermo prolungato del rimorchio bene che il freno a mano sia a riposo evitando che lossido lo possa bloccare. E prudente prevedere lacquisto di una ruota di scorta e di una chiave specifica per i bulloni, qualora fossero diversi da quelli della vettura. Laggiunta di un crick idraulico e di un set di chiavi esagonali possono risolvere

NAUTICAproblemi altrimenti insormontabili. Non dimentichiamo una scorta di lampadine, una bomboletta di spray CRC e qualche bullone di scorta per le ruote ed eviteremo di rovinarci le vacanze..

I RIMORCHI E IL CODICE DELLA STRADA:Il carrello porta-barca viene definito T.A.T.S. (Trasporto di Attrezzature Turistiche e Sportive) e, quando applicato alla vettura, il complesso definito Autotreno

Lunghezza massima: il complesso auto, rimorchio e sporgenza del carico non deve superare i 18,35 metri; la sporgenza del carico deve essere segnalata con cartello conforme alle disposizioni e non pu eccedere oltre il 30% della lunghezza del rimorchio. Altezza massima: misurata dal suolo, non deve superare i 4,00 metri Larghezza massima: non oltre i 2,50 metri e, comunque, pari alla larghezza massima del mezzo trainante, maggiorata di 0,70 metri ed arrotondata ai 5 cm superiori. Se il traino supera la larghezza della motrice si devono applicare delle specifiche disposizioni previste nellart. 61 del Nuovo C.d.S. Velocit consentite: 70Km/h nei percorsi extraurbani, 80 in autostrada Massa rimorchiabile: identifica il massimo peso trainabile ed riportato sul libretto di circolazione e si calcola sommando il peso del carico e del rimorchio.

DENTEx

gROuPER

AmbERJAck

I NOSTRI PARTNERSVia Jesi, 38 61122 Pesaro Italy Tel +39 333 3969091 [email protected] [email protected] www.sunrise-italia.com

Lunghezza 2.00 mt Fusto: Carbonio Alto modulo HD Anelli: fusji LOW RIDER Porta mulinello Alps Gimbal Alps

una canna con fusto e manico smontabili appositamente studiata per la pesca con lesca viva, luso di affondatore o con piombo guardiano. Canna leggera, potente e performante per la pesca ai dentici, cernie e ricciole. Azione canna up 10 kg da cui prende il nome: DEVIL X. La sorella maggiore, sempre della famiglia Devil ma con la fama della pi cattiva la DEVIL XX che differisce dalla sorella, per il dragh di pesca; infatti la DEVIL XX possiede un up di 20 kg. Lo stimolo che ha spinto il reparto tecnico SUNRISE, nel concepire una famiglia di canne per la pesca con lesca viva, stata la necessit di trovare un attrezzo potente, reattivo ma con un peso estremamente ridotto, adatto specialmente negli spot del sud Italia dove la traina con il vivo spopola e dove il pescatore impegnato per molte ore nellazione di pesca. Il binomio vincente? DEVIL XX e AVET SX per avere il massimo della tecnologia futura!

COL VENTO IN FACCIA

A GALLA

PESCA DA TERRA

di Domenico Craveli

I

l vento uno degli elementi avversi pi temuti dai pescatori soprattutto dai neofiti; nemmeno la pioggia scoraggia quanto quel soffio incessante e continuo che si abbatte sul nostro viso generando un senso di confusione che rende ogni cosa pi difficile, specialmente quando siamo in scogliera e dobbiamo far volare oltre il cavo dellonda un esile galleggiante.

Per pura emozionante scelta, o per inclemenza improvvisa delle condizioni meteorologiche, la pesca dalla scogliera in condizione di vento teso rappresenta un impegno psichico e fisico di non trascurabile rilievo: essere preparati tecnicamente, con poche ma essenziali nozioni ci permette di trarre il massimo vantaggio da una situazione che il pi delle volte ci costringe a riporre lattrezzatura e ad abbandonare i nostri intenti di pesca, specialmente per chi abituato a situazioni pi soft. Ma vento ed onde, sono sinonimo di pesci in caccia

VOLLI FORTISSIMAMENTE VOLLI In queste situazioni solitamente il mare nel pieno vigore del suo moto, le onde sono attive, e lattivit di alcuni pesci come i saraghi e le spigole frenetica. Per lanciare correttamente il leggero terminale, bisogner effettuare dei movimenti veloci e decisi, bassi a penetrare laria, anche se limpatto con lacqua diviene brusco e deleterio nei confronti delle stesse esche. La classica parabola di lancio quanto mai controproducente. Le distanze non saranno mai elevate, ma lunico modo per guadagnare qualche metro in pi. Una volta in acqua i problemi assumo veste diversa. Se alle onde ci si oppone con canne lunghe, il sibilo del vento sulla lenza, la deriva che impone al galleggiante, e le vibrazioni generate si trasmettono per continuit fino allesca, generando unanomalia, spesso non considerata, che pu influenzare negativamente la linea laterale dei pinnuti e farli desistere dallassaggio anche in una situazione dove non vanno molto per il sottile. La soluzione sfruttare lo stesso vento come un effetto vela, cedendo lenza e permettendo al galleggiante di derivare anche per lazione congiunta della corrente di riflusso delle stesse onde, che porteranno le nostre esche l dove vanno a finire gli altri sedimenti e quindi dove stanno i nostri pesci. Sicuramente i marosi con il carico di sabbia e detriti, lo sfregamento sulle rocce, logoreranno molto la lenza, e spesso la perdita del terminale una costante, ma uno dei pochi modi di rimanere efficacemente in pesca in queste condizioni, dove gi il fatto di esserci

rappresenta di per s motivo di soddisfazione. ED I PESCI? Pazienza e tenacia ci ripagheranno con confronti emozionanti, perch la sagoma di una bella spigola, o di un padellone maggiore tra la schiuma, legati ad un esile terminale, sono un bel ricordare!!!

Irresistibildi Michele Prezioso

N

ello scorso numero abbiamo parlato della tecnica di pasturazione per la pesca da terra; in questo concludiamo il ciclo, trattando quella pi indicata per il bolentino. Pasturare dalla barca decisamente pi impegnativo, soprattutto per le profondit da raggiungere, oltre che per le correnti che possono rendere pi difficile mandare a segno il brumeggio. Anche in questo caso esperienza, tecnologia e un po dastuzia piscatoria risolveranno ogni problema.

Pasture daBOLENTINO

li richiamiPasturare significa espletare due importanti funzioni: la prima di richiamo del pesce e la seconda, forse anche pi importante, di tenere i pesci non solo sotto la barca ma soprattutto in frenesia alimentare senza per giungere a saziet. Tutto ci impone una padronanza delle metodologie, dei prodotti e delle abitudini dei pinnuti, alimentari e non solo. STRATEGIE SINERGICHE Durante le sessioni di pesca a bolentino, per ottenere i massimi risultati bene mettere in pratica due precise metodologie di brumeggio. Si useranno pasture in grado di diffondersi negli strati dacqua intermedi, per fare in modo che il richiamo odoroso si diffonda in senso orizzontale e, per raggiungere il fondo, si useranno specifici boli affondanti. A tal proposito, bene spendere due parole sul sistema con cui i pesci individuano la pastura.

alla barcaAd una pastura ben fatta non ci sono pesci che possano resistere

La scia di sapori ed odori che viene rilasciata stimola gli organi dellolfatto e del gusto dei pinnuti, costituiti da ricettori specifici estremamente sensibili, che non fanno altro che provocare lattivit di ricerca del pesce verso la fonte. Se questo sistema di brumeggio viene applicato con metodo, i nostri amici si dirigeranno verso la pastura con la stessa precisione con cui un missile rintraccia il suo bersaglio. La logica di effettuare una doppia pasturazione scaturisce anche dal fatto che gli odori in acqua si propagano in orizzontale secondo la densit dei diversi strati che si creano nella colonna dacqua, oltre che secondo le correnti.

BOLENTINOLE RICETTE FAI DA TE Preparare la pastura un po come preparare un bel pranzetto al quale non si possa rinunciare ed ecco allora le mie ricette. Parliamo dei boli: in realt saranno delle vere e proprie palle del diametro di unarancia che realizzeremo usando della pastura pronta, tipo sarda umida che impasteremo con pane raffermo e del legante per aumentarne la consistenza. Il pane, oltre che essere di per s attrattivo, sciogliendosi in acqua genera una nuvola lattiginosa che trasporta lessenza di sarda, con un effetto di richiamo tanto visivo che aromatico. In commercio esistono altri componenti, come il quarzo, la ghiaia e gli integratori alimentari (mutuati dalla pesca in acque interne) che, aggiunti alla preparazione, possono far letteralmente impazzire orate, tanute e saraghi costringendoli sotto la barca per ore ed ore. Una preparazione che risulta eccellente sar composta da circa 5 kg di sarda tritata (tubertini o daiwa) con 1 kg di integratore marino (tubertini) insieme a 2 kg di collante PV1 (tubertini).

Nella preparazione bene usare sempre prodotti di qualit

Le palle cos realizzate avranno la capacit di sfaldarsi a dieci metri esatti dal fondo su batimetriche dei 35/40 metri.

IN AZIONE Appena arrivati sulla posta prescelta, affonderemo rispettivamente a 20 e 30 metri due sacchi di sarda pro, da 3 kg, con circa 2 kg di piombo, legati ad una bitta; successivamente, inizieremo a lanciare le palle di pastura realizzate con la formula precedente, con un ritmo di un lancio per ogni cala. Appena i pesci si saranno fatti vivi, diraderemo i lanci (uno ogni quattro cale, per arrivare anche ad uno ogni 10). Cos facendo, i risultati saranno entusiasmanti e la presenza di orate, tanute, saraghi e occhiate sar sconvolgente.

ATTIVIT SPECIALIZZATE Per le tanute le operazioni precedenti saranno ideali; per le orate, invece, sar necessario perfezionare la strategia pasturando a fondo con sacche di rete che rilascino lentamente il contenuto. Le quantit di brumeggio in gioco per pescare fino a 50 metri di fondo, cercando orate e pagelli di taglia, possono raggiungere anche i 20 kg per una pescata di 8 ore e, dati i quantitativi, sar bene ricorrere ad un po di fai da te.

Tritureremo grossolanamente 10 kg di cozze e le lasceremo essiccare per due giorni. Successivamente reperiremo 3 kg di sarda tritata, 2 kg di sale grosso e 5 kg di pastura pronta tipo mare nostrum. Impasteremo il tutto addizionandolo con 5 kg di ghiaia, dividendolo, quindi, in 10 parti che introdurremo in altrettanti sacchetti idrosolubili a maglie strette. Ogni porzione durer unora e cosi potrete essere in pesca per ben dieci ore. I sacchetti possono essere preparati precedentemente e congelati, pronti alluso per ogni evenienza.

BOLENTINO

Tutte le eschedi Michele Prezioso

I

l bolentino costiero una tecnica complessa, il cui successo affidato alla convergenza di molti aspetti. Terminali, calamenti, tipolologia dei fondali, piombature e assetto della barca. Ma uno in particolare assume una rilevanza particolare su tutti. Stiamo parlando delle esche, che sono moltissime e che sono il vero segreto, la marcia in pi che pu fare la differenza.

Si pensa sempre che il successo di una battuta sia affidata pi alla bont del posto e alla presenza di pesce che alle capacit del pescatore e alle esche in uso. Niente di pi impreciso. Certo se i pesci non ci sono perch stiamo pescando in un posto desertificato, di supposizioni se ne possono fare ben poche, cos come se non si posseggono i rudimenti di base; ma se i pesci non vengono nonostante il posto o meglio ne vengono solo di piccini, non sempre detto che le ragioni debbano essere ricercate nella penuria di pinnuti. Lattivit dei pesci soggetta a cicli complessi, quasi mai prevedibili e scontati. Per lesca giusta pu rappresentare un elemento importante per suscitare linteresse e innescare la frenesia alimentare.

e del bolentinoUN MARE DI ESCHE Le esche che possono essere usate per il bolentino costiero sono veramente tante, e ognuna di queste avr un impiego specifico a seconda del tipo di pesce che andremo ad insidiare, del fondale sul quale pescheremo e, non ultima, della stagione.

Ecco i vermi pi comuni, americano, bibi e il koreano

Molte quelle reperibili nei negozi, come i vermi, anellidi e non, mentre altre potranno essere reperite sui banchi delle pescherie. Parliamo di sarde e cozze, seppie, calamari e gamberi. Altre potremo reperirle tra le reti dei pescatori e parliamo dei paguri, piccoli crostacei che hanno labitudine di insediarsi nelle conchiglie vuote dei gasteropodi. Questi animaletti a dieci zampe, di cui due specializzate in forma di chele, sono esche irresistibili per molti sparidi, uno fra tutti il fragolino.

Cozze veraci

e

paguri per

esche pesci

importanti !

BOLENTINONON SOLO SELETTIVIT Uno dei problemi importanti da tenere in considerazione, quando si lascia scendere sul fondo unesca, quello delle aggressioni che durante il viaggio pu subire da parte dei piccoli pesci; spesso gli inneschi perdono la loro attrattiva proprio perch giungono a destinazione piuttosto malconci. Inoltre alcune esche riescono ad essere selettive non solo rispetto alla specie ma anche e soprattutto rispetto alla taglia E a chi non piace prendere pesci grandi ?Specialmente su fondali medi, alcune esche possono essere aggredite da sciarrani, boghe, donzelle e perchie che le rendono inutilizzabili

ASSETTI SUL FONDO Se lo scenario di pesca delle nostre battute sar il fango fino a 100 m potremo pescare sia con gli anellidi che con i paguri; le esche saranno perfette se poggiate sul fondo e, innescando i crostacei, i clienti pi probabili saranno pagelli e orate.Il paguro, se innescato correttamente rimane molto vitale risultando irresistibile

Se innescheremo la sarda a tocchetti, potremo avere gradite sorprese con gallinelle, scorfani e tracine. Se i nostri ami saranno celati da anellidi come lamericano o il coreano, al banchetto parteciperanno prevalentemente i pagelli e qualche rara orata, soprattutto nei primi momenti del passo, ma non saremo in grado di selezionane la taglia e potremo ritrovarci in canna esemplari sotto misura. Teniamo sempre in considerazione il fatto che un pesce piccolo per sua natura pi vorace e meno prudente, perch ha fretta di crescere mentre quelli che hanno raggiunto taglie ragguardevoli senza cadere sul campo, la sanno lunga e la loro esperienza li aiuta facendo della diffidenza uno strumento di sopravvivenza.

Un bel carniere di fragolini, orate e saraghi il frutto di una azione di pesca ben organizzata e di esche allaltezza delle prede

ESCHE DA COMBATTIMENTO Come considerazione generale possiamo asserire che innescando le trance di sarda, il paguro, il calamaro o la seppia a striscette (precedentemente battute per ammorbidirle) selezioneremo le abboccate; avremo certamente meno tocche ma i pesci saranno pi grandi. Un altro innesco decisamente micidiale e molto selettivo la cozza, innescata con tutto il guscio: una soluzione dove ci vuole un po di perizia e manualit nellapertura delle valve, nellinnesco e nella sua successiva chiusura, ma che scongiurer totalmente il pericolo dei pesci disturbatori, senza scordare che se una cozza ed una orata si incontrano lepilogo scontato.I pesci di taglia vanno stimolati con esche adeguate

PER CONCLUDERE Come ogni cosa della pesca tutto ci che possiamo raccontare sono consigli che andranno metabolizzati e che dovremo mettere in pratica alla luce della nostra esperienza personale e soprattutto di una sperimentazione fatta con metodo. Quindi riepilogando possiamo dire che a seconda dell esca avremo catture che si differenzieranno per ritmo e grandezza. Personalmente ho sempre preferito avere meno tocche ma pi emozione nel recupero di un pesce di taglia, mentre chi preferisce avere tocche ad ogni cala, dovr accontentarsi di prendere di tutto e raramente avr a che fare con esemplari da brivido. In ultimo c anche da tenere in considerazione che per ogni periodo dellanno c unesca regina; la cozza in estate, il paguro e il gambero in autunno e nei freddi mesi invernali, mentre la sarda e i vermi non perderanno mai il loro appeal. Infine non dimentichiamo i cefalopodi, seppia e calamaro, reperibili tutto lanno e che potremo conservare congelati per tempi di magra.

connection

Tuna

DRIFTING

di Andrea Iacovizzi

Q

uando la canna piegata allo spasimo, la lenza tesa e vibrante e la frizione del mulinello slitta sotto la trazione violenta del tonno in fuga, lincubo pi cupo che ci pu tormentare quello di rompere; un nodo non eseguito perfettamente o una connessione che molla potrebbero far sfumare in un attimo tutte le aspettative. Per esorcizzare ogni paura dovremo essere in grado di realizzare connessioni perfette, capaci di resistere indenni per tutto il tempo del combattimento.

Quando abbiamo la fortuna di ritrovarci in canna un tonno con la t maiuscola, le sollecitazioni meccaniche a cui sottoposto il complesso pescante sono considerevoli: carichi compositi che generano una molteplicit di forze con altrettanti effetti sul filo e sui nodi. Assottigliamento delle sezioni, attrito e stiramento sono alcuni degli effetti della trazione, tanto pi gravosi quanto maggiore il carico ma soprattutto il tempo per cui si protrae il combattimento. Da qui la necessit di individuare le soluzioni migliori per realizzare tutte le connessioni necessarie in una lenza da drifting al tonno. DINAMICA DI UN DRAMMA Per capire le ragioni di una rottura, bisogna rifarsi a quello che succede lungo lenza e terminale. I punti nevralgici sono ovviamente quelli di giunzione: nodi e connessioni. Il motivo, seppur banale, per cui il filo cede dato dal fatto che la sua sezione si intacchi, causa lo sfregamento o la pressione delle spire di un nodo o quella di uno sleeve mal serrato. Quando la rotondit della sezione viene compromessa, l, proprio in quel punto, le forze non si distribuiscono pi uniformemente, predisponendolo ad una rottura; motivo questo per cui i carichi di rottura delle lenze sono decisamente sovradimensionati. Lunica soluzione per porre rimedio ad un tal genere di rischio, oltre alla qualit dei fili si dovr ricorrere ad un scrupolosa, maniacale realizzazione delle connessioni.

Proteggere il nylon con un tubetto, meglio se in kevlar, evita che lo sfregamento lo possa danneggiare

TRA LEADER E TERMINALE Molte sono le soluzioni adatte per congiungere la lenza al terminale e certamente tutte molto valide; qui di seguito descriveremo non le migliori in assoluto, ma quelle che usiamo solitamente e che riteniamo tra le pi affidabili e che ci sentiamo di consigliare. Le soluzioni classiche non si smentiscono mai e, sebbene di realizzazione complessa, la doppiatura chiusa da un bel bimini non tradisce in nessun caso.Il bimini il nodo di doppiatura per eccellenza, non difficile ma occorrono un compagno affiatato ed un po di pratica

DRIFTINGLa composizione del nodo impone una notevole perizia e la collaborazione di una seconda persona. Oltretutto, la doppiatura veramente efficiente, garantendo un carico di rottura quasi prossimo al doppio di quella del filo singolo, solo quando i capi sono veramente della stessa lunghezza. Basta una piccola diseguaglianza per comprometterne il risultato, in quanto il carico solleciter prima il capo pi corto e poi quello pi lungo. Infatti, il concetto di raddoppiare la lenza madre ha come scopo quello di poter forzare il combattimento negli ultimi metri e ci prevede una perfetta ripartizione sui due capi. Alla fine del raddoppio si applicher una robusta girella, con un altro classico, il nodo off-shore swivel nato proprio per questo assemblaggio. Un nodo non nodo, che adoperiamo con la massima serenit e che non interrompe la doppiatura e non penalizza la tenuta.Loff-shore swivel stato ideato proprio per le girelle

Una nuova soluzione che usiamo oramai con continuit e che si dimostrata pi che affidabile, sostenendo molti estenuanti combattimenti su tonni giganti che popolano le nostre acque pugliesi, un nodo molto particolare che definirei un falso bimini e che riprende il concetto dello shock leader.Sembra un bimini ma non lo : le spire accostate e serrate bloccano il terminale in modo indissolubile

In sostanza realizzeremo una connessione snella, pulita e diretta, tra la madre ed il terminale, con il principio del bimini, senza accavallamenti che strozzino la lenza. La tenuta garantita a patto che il nodo sia fatto con assoluta perizia e assuccato per bene. Il vantaggio di questa soluzione sta nella possibilit di utilizzare una giunzione anche con un terminale di libbraggio molto elevato senza penalizzare lo scorrimento nelle carrucole. Unica nota stonata che un nodo del genere non concede errori ed da mettere in acqua solo se si certi della sua corretta esecuzione.

Questo la

nodo

ha di

prerogativa

passare facilmente tra le carrucole

Una terza opzione rappresentata dal wind-on. Di derivazione oceanica, da tempo in uso anche in Italia. In sostanza si tratta di una connessione che sfrutta alcuni metri di dacron, (che ha una costruzione tubolare cava) al cui interno viene infilato, per tutta la sua lunghezza, il nylon. Dalla parte opposta, invece, viene realizzata unasola infilandolo su se stesso, destinata ad accogliere il terminale.Questo un wind-on artigianale, come si pu notare il nylon fuoriesce dal dacron che lo blocca e limpiombatura serve solo di finitura

Quando si mette in trazione il dacron, questo si assottiglia e stringe sul nylon senza lasciarlo scorrere e maggiore sar la trazione pi intenso sar il serraggio. La realizzazione laboriosa e deve essere effettuata con competenza; in commercio esistono prodotti gi pronti ed affidabili. I pregi sono lassoluta mancanza di nodi e la rapidit di cambio dei terminali, connessi con un loop to loop. A suo svantaggio c, invece, la poca resistenza allo sfregamento. E comunque una soluzione ottima per luso in stand up e per il top-shot. CONNESSIONE FINALE Analizzati i sistemi pi comuni per congiungere madre e terminale, rimane da individuare il metodo migliore per legare ami e girelle. La soluzione che attualmente usiamo in ogni occasione la chiusura con sleeve; parliamo di quei particolari tubetti in alluminio (manicotti) che debbono essere stretti con apposite pinze.Manicotti e pinza devono essere calibrati e di ottima qualit

Se la crimpatura eseguita con perizia e la taglia del manicotto adeguata, la tenuta totale. Oltretutto, rispetto ai nodi, in caso di rotture lalluminio in poco tempo si corroder liberando il nylon. E una soluzione veloce e affidabile superiore a qualsiasi nodo.

Il Palomar eseguito sullamo

DRIFTINGMa se si affezionati ai vecchi sistemi, tra i nodi che meglio identificano le caratteristiche di sicurezza c il palomar, ideale anche per la connessione della doppiatura sulla girella o degli ami con monofili di sezione contenuta.Connessione sulla girella

eseguita con il nodo del tubetto, sia dalla parte della doppiatura che del terminale

Altrimenti i nodi pi usati su sezioni importanti sono il classicissimo UNI od il meno conosciuto Nail Loop o nodo del tubetto.

ANIMAZJIGGING

CONTROLL

LATE

ZIONIC

di Domenico Craveli

he il vj sarebbe diventato una tecnica per pochi, lo avevamo sostenuto in tempi non sospetti, quando con tanta enfasi ci si esaltava di fronte a catture avvenute spesso nella pi pura inconsapevolezza tecnica; un modo diplomatico per dire a casaccio. Come per lo spinning, anche le esche da vertical hanno un anima, ossia, non sono dei ferri miracolosi ed inanimati, ma hanno delle caratteristiche di nuoto univoche, che spesso ci agevolano in particolari condizioni meteomarine, e ci permettono di essere pi o meno efficaci con i diversi tipi di predatori. I Jig sono davvero tanti e classificarli non affatto semplice. Molte sono le caratteristiche congiunte che contribuiscono a determinarne il carattere, e quindi lidoneit ai diversi impieghi nelle pi varie situazioni di pesca. Proveremo per questo ad addentrarci in un percorso dettagliato di analisi tentando di chiarire alcuni punti fondamentali su di essi, partendo dalla distribuzione del loro peso per capire come sfruttarli al meglio nella seduzione dei predatori.

JIGGINGQuando si pronti ad affrontare una battuta a Vj, i dubbi che soprattutto assalgono lappassionato riguardano la scelta dellesca pi giusta e del movimento da abbinare, connubio che magari, in un preciso contesto meteo ambientale, pu darci i migliori risultati sopratutto in relazione alle prede presenti in zona. E indubbio che ogni pescatore ha le sue affezioni, ma quando ci si confronta con una serie di variabili mutevoli, lutilizzo di una soluzione anzich unaltra pu rappresentare il confine tra disfatta o pesce a bordo. Ogni jig, per peso e per forma, idoneo spesso solo in particolari condizioni, e deve essere animato in long jerk o in short jerk, per come il suo baricentro impone. Conoscere a fondo le proprie esche, con limiti e i pregi, deve far parte del bagaglio tecnico di un buon verticalista, perch montare un ferro, solo per il colore sgargiante della verniciatura servir veramente a poco, e sulla lunga distanza non garantir mai continuit di risultati: in ogni circostanza bisogna puntare ad una azione decisamente consapevole. A OSSO DI CANE E NON SOLO Sono i jig che ci hanno permesso di muovere i primi passi nel vj mediterraneo. Si tratta di artificiali specifici da short jerk, con una distribuzione del peso spostato verso la testa, una parte centrale pi snella, e un secondo appesantimento in coda, da cui il nomignolo a osso di cane. Sono da muovere esclusivamente in short jerk, anche se permettono numerose varianti di animazione, lasciandoci la possibilit di intervenire sulla velocit di recupero e sullampiezza della jerkata stessa senza snaturarne il nuoto; anzi, jiggare con essi in assetto variabile addirittura consigliabile, specialmente se ci troviamo a pescare in acque con poca corrente e pesci svogliati. Gli short jig cos fatti, sono ottimi per tutti i predatori di fondo, specialmente dentici e cernie, anche se le ricciole imbrancate non li disdegnano affatto; in discesa sono abbastanza rapidi, ci li rende utilizzabili con successo in tantissime situazioni di pesca. Non a caso, alcuni tra i jig pi usati, sono proprio degli short jig da short jerk! I long jig con baricentro in testa invece , dal profilo pi o meno ampio, sono solitamente accomunati

dal caratteristico nuoto di discesa del tipo slow(lento) , molto stimolante soprattutto per le grandi ricciole. Infatti, durante il loro viaggio verso il fondo fluttuano in corrente spiattellando in orizzontale con effetto suspending, situazione che pare sia irresistibile appunto per i grandi carangidi.

QUANDO IL PESO IN CODA I jig con il peso nella parte posteriore sono indicati per azioni di Long jerk, ossia quel movimento lungo, ancora un po snobbato in Italia, ma tanto in voga nel Sol Levante. Erroneamente a quanto si creda, queste esche non sono gradite solo ai tunnidi, ma anche a dentici e ricciole. Se di profilo lungo e snello, sono ottimi in condizioni di forte corrente, elevato scarroccio, o acque profonde, situazione estreme dunque, dove unesca diversa potrebbe non lavorare correttamente impedendoci addirittura di pescare. Durante la discesa sembrano dei giavellotti, andando in picchiata con strettissime elicoidi. Per farli nuotare al meglio in risalita serve una jerkata ampia, potente e veloce, abbastanza faticosa, ma non ci si pu esimere. Se sono invece dotati di facce laterali abbastanza ampie, rappresentano la soluzione ottimale in acqua bassa o con corrente debole. In caduta sembrano volteggiare, arrivando sul fondo in modo morbido, venendo spesso attaccati proprio in questa fase. Nel recupero hanno un nuoto scattante, che pu stimolare anche dei pesci particolarmente apatici. Lattrito idrodinamico comunque notevole. ATTACCHI FUORI TEMPO A Jigging, ci siamo mai curati della trasparenza delle acque? O meglio, ci abbiamo mai pensato? Esistono eschee movimenti per le condizioni di torbido, se cos possiamo definirlo? Certo che esistono, e la statistica di catture ci incoraggia ad osare determinate affermazioni. E vero che tutti jig presentano pittoresche livree molto appariscenti, ma nelle condizioni sopradescritte, sembrer strano, non sono i colori sgargianti a fare la differenza, ma accesi riflessi argentei abbinati a tonalit fredde, come il verde, il blu, e il viola. Allinizio, in fase sperimentale, ci ci sembrava pi una semplice fissazione che una possibile realt a valenza tecnica, invece, in pescate di gruppo, la differenza di strike a parit di movimento era almeno cinque a uno. In queste condizioni, il jig va mosso in modo mooolto lento, perch a volte, specie le ricciole e i dentici, pare sbaglino laffondo finale, con numerose smusate a vuoto. A volte per arrivare allo strike stato necessario addirittura bloccare il jig sospeso in corrente.

SURFCASTINGLE ATTREZZATURE Le canne da usare in un contesto del genere devono avere unazione di punta con buona riserva di potenza nel manico ed essere lunghe tra i 4,50 mt ed i 5 mt. La ferrata deve essere veloce ed il recupero della preda rapido con canna alta per staccare subito la preda dal fondo; pena la perdita del pesce per probabile incaglio tra gli scogli. Il mulinello taglia 5000 deve avere un buon compromesso sul rapporto di recupero, direi che un 5,2:1 giusto. Il diametro della lenza madre tra lo 0,22 e lo 0,25 con filo diretto senza shock leader per distanze intorno ai 50 metri; per distanze maggiori useremo uno shock leader dello 0,40. Il piombo tra i 30 gr ed i 50 gr; se la corrente od il moto ondoso ci portano verso gli scogli possiamo arrivare anche ai 100 gr. Il terminale deve essere lungo max 50 cm per ridurre le possibilit di incaglio con snodo basso a 5 cm dal piombo. Se peschiamo nella posidonia bisogna usare uno snodo alto a circa un metro dal piombo e flotterare il terminale per rendere visibile lesca al di sopra della fertile pianta. Gli ami devono essere affilati, robusti ed a becco daquila e proporzionati allesca. Le esche da usare sono i sempre validi anellidi, i bivalvi, i gamberi e perch no un succulento e generico filetto di sardina rovesciato e trattenuto sullamo con del filo elastico minutaglia permettendo. Pescare sul misto difficilmente ci dar la delusione di non fare catture ed un sicuro hot spot per migliorare la nostra precisione nei lanci e per sviluppare valide strategie di pesca.

DENTICI ANO

TRAINA

di Domenico Craveli

C

he la popolazione di dentici nel Mediterraneo sia in aumento , ormai, un dato acquisito, ma lo sparide si sta rivelando un avversario difficile e sospettoso. In alcune aree sembra praticamente eclissarsi per poi fare qualche fugace apparizione in periodi che possono differire da stagione a stagione. Un pesce senza regole, da cercare con metodo e sistematicit.

OMALIDentici dinverno, un titolo che forse fino a qualche anno fa sarebbe stato ideale, ma le cose stanno cambiando; i pesci, anche se presenti in buon numero, si dimostrano indifferenti verso linnaturale presentazione delle esche e, se tale impacciato nuoto prima poteva essere motivo di aggressione, adesso diviene la principale causa che li porta a desistere dallattaccare, anche se sui nostri ami magari c un succulento e vivace cefalopode. LECCEZIONE CHE NON CONFERMA LA REGOLA Le catture con esche e metodi occasionali non devono trarci in inganno, per avere costanza nei risultati bisogna affrontare le nostre battute in maniera poliedrica, variando tecniche e modi di pescare fino a trovare quello pi appropriato in quel particolare luogo e in quel preciso momento. Non bisogna per improvvisare e tentare la fortuna in maniera scomposta, bisogna invece ragionare su una strategia preparata a monte e che tenga conto di variabili come orari, luna, maree, esche, terminali, e tutta lattrezzatura pescante.

ORARIO CHE VAI LUOGO CHE TROVI I dentici sono predatori erranti, lunatici sotto molti punti di vista, ma estremamente territoriali e, una volta ambientati in una determinata zona, vi permangono fin quando un elemento di disturbo non li allontana. Detestano i rumori, le reti da posta e la presenza di sub.

TRAINALa notte si portano in caccia nei bassifondi rocciosi del sottocosta, e vi permangono fino allalba. Con laumentare della luce si spostano gradatamente in acque pi profonde fino a ritornare sulle secche. Riuscire a capire questi spostamenti e le abituali rotte dei pinnuti fondamentale ai fini del risultato, qualunque sia la stagione in cui li insidiamo. TUTTA LAZIONE MINUTO PER MINUTO Disporre di seppie e calamari sicuramente una condizione quasi irrinunciabile per molti, anche se i cefalopodi non sono lunica carta da giocare, specialmente in aree inflazionate da un gran numero di pescatori che ininterrottamente portano a spasso questo tipo di insidie. Se arriviamo in mare poco prima dellalba, potremo tentare di procurarci qualche boga o salpa negli stessi fondali dove andremo a trainare; 2/3 pesci esca sono pi che sufficienti per incominciare a pescare, eventualmente ce ne fosse bisogno provvederemo in seguito a reintegrare, comunque fondamentale non perdere tempo ed iniziare a pescare prima possibile. Armeremo delle leggere stund up 10/12 lbs con mulinello imbobinato con multi molto sottile (30/40lbs), ed incominceremo a trainare sottocosta su fondali con profondit comprese tra i 10 e i 25 metri. Il sistema di affondamento ideale con attrezzi cos dimensionati laffondatore. La profondit di lavoro deve possibilmente essere quanto pi possibile vicino al fondo con scarto in difetto di un paio di metri. Le esche saranno allontanate da poppa anche oltre 50 metri: se questo assetto, da un lato, pu rappresentare un handicap in fase di ferrata, sicuramente si riveler molto pi catturante. Il terminale sar realizzato con uno spezzone di lenza dello 0.50, anche non doppiato, e recher in tandem due robusti ma leggeri ami, proporzionati alle dimensioni dellesca o leggermente sottodimensionati. Gli ami piccoli, al contrario di quanto si possa pensare, sono molto efficaci, in quanto i dentici sono dotati di un temibile ma piccolo apparato boccale, e un grosso amo potrebbe essere eluso con maggiore facilit, mentre degli ami piccoli tenderanno a cucirsi sulle carnose labbra della preda. MOMENTI DI STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONE Lattacco verso unesca o verso qualunque potenziale preda non sempre dettato da ragioni alimentari, spesso il semplice sconfinamento nel territorio di sua maest Dentex Dentex potr significare attacco. Anche se in queste circostanze non sempre lo sparide conclude il pasto, per il malcapitato lo scontro sar tuttaltro che indolore, e le esche dilaniate senza che rimanga vittima dei nostri ami ne sono la pi esplicita esemplificazione.

PROFESSIONE ESPLORATORE Con il sole ormai alto, ci sposteremo sulle secche con batimetriche comprese tra i 35 e i 60 metri di profondit; in questi ambienti il vivo non lunica vera arma seduttiva. Infatti, con laumentare della profondit, il dentice inizia a stazionare nei pressi del fondo, ed a nutrirsi anche di esche pi statiche, proteiche e magari morte. Non raro infatti che in queste circostanze una seppia morta renda meglio di un calamaro vivo. Il nostro terminale, sempre dello 0.50, andr per doppiato negli ultimi 50 cm, gli ami saranno sempre proporzionati allesca e laffondamento sar effettuato possibilmente con il piombo guardiano, meglio se scorrevole, che ci permetter di sondare meglio le cigliate. Il leader sar lungo non oltre i 20 metri, per essere pi precisi nei passaggi quando circumnavighiamo ostacoli sommersi.

QUANDO LE OMBRE SI ALLUNGANO Il tramonto, al pari dellalba, nuovamente il momento delle migrazioni: i dentici infatti, oltre ad aumentare a dismisura la loro attivit, si riportano nuovamente verso il sottocosta. Rispetto allalba, il calar del sole pi produttivo in quanto si andr verso una situazione favorevole, il buio, e non di rientro come di mattina, dove ogni istante perso potrebbe essere decisivo.

TRAINA

Questioni di distanze

di Domenico Craveli

L

a traina con il vivo una delle tecniche con maggiore storia; moltissimi sono, infatti, gli appassionati che la praticano, ma spesso, nonostante anni ed anni di esperienza, ci si fossilizza su soluzioni standard non sempre cos efficaci come si credee la pigrizia non paga, soprattutto quando questa riguarda le variazioni di assetto di pesca. Quante volte attribuiamo le responsabilit di un sonoro cappotto alla mancanza di pesce? Quante volte, nonostante i segnali dellecoscandaglio diano inequivocabilmente presenza di predatori in caccia, lo strike non arriva? Colpa dellesca?... oppure ci sono dei casi in cui tutto dipende dalla lunghezza dei nostri terminali, o meglio dalla distanza operativa dal piombo? Ci sono state delle situazioni di confronto, reiterate nelle diverse stagioni, e con un buon numero di imbarcazioni in traina nello stesso tratto di mare, che hanno portato ad una profonda riflessione, e ci hanno dimostrato in modo inequivocabile che non bisogna sottovalutare questo aspetto perch spesso, tra pescare sulla corta distanza, oppure sulla lunghissima, ce ne sono di differenze eccome se ce ne sono!

SCENARIO 1 Lestate appena finita, i predatori scorrazzano inseguendo la minutaglia e spesso stanno staccati dal fondo. Il termoclino ancora presente, ma sulla batimetrica dei 25/30 metri non influenza pi di tanto lattivit trofica. Come esche abbiamo sugarelli, tonnetti, lecce stella ed aguglie. Come comportarsi? Solitamente, trainare a

profondit relativamente basse un banco di prova durissimo, anche perch spesso bisogna allontanare molto le esche da poppa, soprattutto se i nostri motori sono dei fuoribordo. Pare, infatti, che a quelle profondit disturbino non poco i pesci, e spesso, per avere buona incisivit dazione, le nostre esche da poppa dovranno essere distanziate anche oltre i 50 metri. Leccezione la rappresentano le imbarcazioni con i motori in linea dasse, rombanti diesel entrobordo, che pare non creino fastidio, anzi. E capitato, in una sessione di pesca, di incrociare pi volte la rotta di un amico che era in pesca con un Dorado 32 motorizzato entrobordo Yanmar con trolling, e gli strike a suo favore, rispetto a noi che pescavamo con un open fuoribordo (stesse esche, stessa terminalistica), erano evidenti, situazione compensata soltanto dopo aver portato le nostre esche oltre i 70 metri da poppa. Naturalmente, un tale assetto poco gestibile nelle virate: gli incagli e le slamate sono pi frequenti, ma spesso indispensabile ricorrere a tale soluzione. SCENARIO 2 La stagione avanza, i primi calamari e le prime seppie iniziano a frequentare il sottocosta. I predatori sono molto attivi e dinamici, soprattutto intorno ai 35/50 metri, e spesso, in fortunate zone, possibile catturare di tutto, ossia dentici, ricciole, e cernie delle diverse specie. Questa la situazione classica, quella dove il nostro leader sar di lunghezza 18/25 metri, quello insomma che la maggior parte di noi usa. In queste condizioni spesso la velocit di traina la discriminante, anche se con un cefalopode in acqua pu sempre succedere di tutto.

TRAINA

Chi tenter specificatamente le ricciole di taglia, viagger ad andature oltre 1,5 nodi, mentre, per i patiti di dentici e cernie, 0,6/0,8 knt sar landatura ottimale. Con questa distanza delle esche dal piombo, i passaggi sono piuttosto precisi, le virate non molto complesse da gestire e i recuperi rapidi insomma, strategia mediana che accontenta tutti ma quando i pesci si incollano al fondo e le temperature diventano ancora pi rigide, la situazione muta di nuovo, ed importante adeguarsi. SCENARIO 3 Siamo in pieno inverno, le ricciole si imbrancano nei pressi dei relitti, i dentici e le cernie si spostano anche oltre i 60 metri, e spesso stanno praticamente adiacenti agli ostacoli sommersi, il che vuol dire che dieci metri pi in l potrebbe esserci il nulla Qui, la maestria dei trainisti che usano la lenza a mano e terminali cortissimi non eguagliabile da noi pescatori di canna e mulinello, ma possiamo in parte compensare il gap, accorciando di molto la distanza esca-piombo, anche al di sotto dei dieci metri. Prima di provare, pensavamo fosse uneresia ma, alla luce dei risultati e confrontandoci con chi continuava a trainare nel modo classico, si capito che la soluzione era davvero efficace.

I passaggi intorno agli scogli diventano precisissimi, la possibilit di pescare con un guardiano scorrevole e di poggiarlo sul fondo fermando la barca amplifica la possibilit di strike di predatori stanziali e, in pi, possibile raggiungere profondit importanti e rimanere bene in pesca, cosa impensabile con leader pi lunghi insomma, nei prossimi mesi a venire ce ne sono di cose da provare!!!

UN MISTO PER LINVERNOSURFCASTING

di Dario Limone

C

on lavanzare della stagione invernale, specialmente con moto ondoso di bassa entit, gli arenili tendono a divenire sterili, ed allora dove concentrare i nostri sforzi? Sicuramente, i fondali a carattere misto, le ossia aree dove roccia, sabbia e posidonia si alternano senza continuit, permettono lincontro con pesci importanti anche in condizioni non proprio ideali. Ma attenzione, questi settori sono un banco di prova durissimo per terminali ed attrezzature. LA SCELTA DELLA POSTAZIONE Prima di piantare i picchetti, necessario sfruttare le ore di luce per individuare, dai chiaro-scuri percepibili dalla superficie, le chiazza e i canaloni sabbiosi, che sono i punti dove far lavorare in sicurezza le nostre esche. Un bel paio di occhiali polarizzanti ci aiuter non poco nelloperazione. E necessario piazzare la nostra postazione con perizia maniacale, cos potremo agevolmente stabilire dove posizionare le nostre esche, evitando gli incagli sul fondo, specialmente nelle ore di buio.

Una volta centrata la zona utile col lancio, si metter un segno sulla lenza madre, cos saremo sempre sicuri di essere in pesca. I segnalatori di distanza sulla lenza madre possono essere costruiti o con del comune filo di cotone legato con un nodo uni o un pennarello marcatore della lenza, molto in uso nella pesca in acque interne. GLI INCONTRI

In questo habitat misto, specialmente a ridosso degli scogli vivono anellidi, crostacei, molluschi ed altri organismi, che stanno ai primi livelli della catena alimentare, e quindi catalizzano i pesci da noi bramati. La parte del leone, in questi settori, la fanno gli sparidi come lorata, il sarago e le grosse mormore.

Altre specie interessanti, ma di minor pregio, possono essere le salpe ed i cefali, le boghe, che amano ripulire gli scogli da quella irresistibile alghetta presente su di essi. In mancanza di altro, sono in grado di regalare momenti di spassosa attivit. Il misto poi, offre anche la possibilit di tane per molte specie come i ghiozzi,

le bavose, le donzelle, le castagnole, le triglie, le murene,id i gronghi insomma ce ne sono davvero tanti di potenziali commensali. Naturalmente, non mancano nemmeno predatori di livello come le spigole ed i serra.

SURFCASTINGLE ATTREZZATURE Le canne da usare in un contesto del genere devono avere unazione di punta con buona riserva di potenza nel manico ed essere lunghe tra i 4,50 mt ed i 5 mt. La ferrata deve essere veloce ed il recupero della preda rapido con canna alta per staccare subito la preda dal fondo; pena la perdita del pesce per probabile incaglio tra gli scogli. Il mulinello taglia 5000 deve avere un buon compromesso sul rapporto di recupero, direi che un 5,2:1 giusto. Il diametro della lenza madre tra lo 0,22 e lo 0,25 con filo diretto senza shock leader per distanze intorno ai 50 metri; per distanze maggiori useremo uno shock leader dello 0,40. Il piombo tra i 30 gr ed i 50 gr; se la corrente od il moto ondoso ci portano verso gli scogli possiamo arrivare anche ai 100 gr. Il terminale deve essere lungo max 50 cm per ridurre le possibilit di incaglio con snodo basso a 5 cm dal piombo. Se peschiamo nella posidonia bisogna usare uno snodo alto a circa un metro dal piombo e flotterare il terminale per rendere visibile lesca al di sopra della fertile pianta. Gli ami devono essere affilati, robusti ed a becco daquila e proporzionati allesca. Le esche da usare sono i sempre validi anellidi, i bivalvi, i gamberi e perch no un succulento e generico filetto di sardina rovesciato e trattenuto sullamo con del filo elastico minutaglia permettendo. Pescare sul misto difficilmente ci dar la delusione di non fare catture ed un sicuro hot spot per migliorare la nostra precisione nei lanci e per sviluppare valide strategie di pesca.

DEAD ORdi Umberto Simonelli

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olto spesso procurarsi delle esche vive unimpresa ancora pi ardua che catturare un bel pesce; e allora non ci rimane che ricorrere al banco del pescivendolo per procurarci qualche seppia o qualche calamaro con cui tentare la fortuna. Molti storcono il naso a questa soluzione e, quando non possono proprio farne a meno, affrontano la battuta senza la giusta determinazione. Niente di pi sbagliato perch, soprattutto nella stagione invernale, i cefalopodi sono una leccornia a cui molti pesci non sanno resistere.

R ALIVE?parte primaLA SEPPIA E lesca che negli ultimi anni andata per la maggiore, grazie alla sua semplicit di pesca ed al fatto anche che possibile procurarsele vive presso pescatori di tramaglio che, in stagione, ne reperiscono in discrete quantit. Facile da tenere in vasca per lungo tempo, anche quando morta conserva pienamente il suo potere adescante. Pensare alluso delle esche morte come un ripiego un errore, soprattutto quando decidiamo di innescare seppie e calamari che, al contrario dei pesci, non nuotano ma si fanno trascinare anche da vivi e la loro grande attrattiva risiede soprattutto nellalto valore alimentare piuttosto che nel nuoto. Al contrario dei pesci, il cui uso da morti molto complicato e con unefficienza prossima ad un buon artificiale, i cefalopodi godono sempre di una credibilit elevata, a patto, per, che siano freschissimi, sebbene anche questa regola abbia le sue eccezioni. Contrariamente a unopinione molto diffusa, la seppia morta, allinnesco, si presenta esattamente come da viva e non ha assolutamente bisogno di correzioni di assetto. Grazie al suo famoso osso, che altro non che il suo scheletro, mantiene in acqua un assetto neutro, come se fosse flotterata. Infatti, losso molto poroso e, oltre a offrire una spinta di galleggiamento notevole, ne garantisce lassetto naturale. In realt non solo uno scheletro ma la sua vescica natatoria: infatti il cefalopode in grado di immettere gas nelle porosit per controllare lassetto.La seppia da morta conserva un assetto del tutto simile a quella viva

E, per rendersi conto che non sono necessari applicazioni di piombini stabilizzatori ed altre diavolerie, basta provare e vedremo che la seppia in acqua rimarr dritta, equilibrata e in grado di riprendere sempre la posizione stabilmente anche dopo una rotazione. Al contrario, a nostro avviso, soluzioni come stabilizzatori, piccoli piombi e quanto la sagacia dei pescatori ha inventato, penalizzano fortemente la forza di questa esca che sta proprio nellassetto e nella flessuosit dei suoi tentacoli.

POTERE DI SEDUZIONE La seppia gradita indistintamente ai dentici, alle ricciole ed alle orate e, pertanto, si conferma di diritto unesca per tutte le stagioni e per tutte le situazioni. Il suo potere attrattivo s