il sommelier n.5/2012 - settembre/ottobre

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Organo ufficiale della FISAR - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Perugia 5, 30 www.ilsommelier.com Rivista di enologia, gastronomia e turismo Anno XXX - Numero 5 - Settembre-Ottobre 2012 FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI ® Il mese di Ottobre vede la FISAR protagonista

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La rivista bimestrale della F.I.S.A.R. Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori

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Rivista di enologia, gastronomia e turismo Anno XXX - Numero 5 - Settembre-Ottobre 2012

FEDERAZIONEI T A L I A N AS O M M E L I E RA L B E R G A T O R I

R I S T O R A T O R I

®

Il mese di Ottobrevede la FISARprotagonista

per informazioni e ordini: Segreteria Nazionale

Tel. 050 857105 - Fax 050 856700 - [email protected]

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Gran Ripasso del Sommelier© Programma ufficiale per la preparazione all'esame di sommelier F.I.S.A.R.

ideato da V. FRABETTI

Gran Ripasso del Sommelier è il programma ufficiale F.I.S.A.R. che aiuta gli aspiranti Sommelier negli esami da sostenere nei tre livelli di studio. Questo programma serve, effet-tuando i vari test, per apprendere quelle che possono essere le domande d'esame; ripassare le zone di produzione dei vari vini con quiz inerenti le D.O.C.G. e le D.O.C.; gli uvaggi; i tipi di allevamento; le pratiche di cantina; i vini "speciali"; i distillati; gli abbinamenti; la terminologia F.I.S.A.R. ecc. Per i Sommelier già diplomati, seve come ripasso su tutto quello che è il mondo del vino; e te-nersi aggiornati sui nuovi disciplinari di produzione (Nuove D.O.C. e D.O.C.G.).

Un valido strumento per gli aspiranti Sommelier

nella preparazione agli esami da sostenere;

per i Sommelier già diplomati a tenersi “allenati”

e aggiornati nel mondo del vino!

prezzi riservati ai soci FISARper info [email protected]

Lettera del Presidente: Nicola Masiello Pag. 2

La burocrazia è peggio della grandine: costa almeno il 10% ai produttori 4

Fisar in Rosa - La grappa: un affascinante mondo al femminile 6

MondoCana.com - Satira a cura di Luca Canapicchi 39

In Famiglia 58

La Segreteria comunica - Golf Italiano 78

Programma Assemblea Nazionale - Venezia 2012 82

Sommelier dell'anno FISAR - Albo d'Oro 83

ComuniCazione istituzionale

enoGastRonomia • tuRismo • CuRiosità

Carema: un vino di sole e di roccia Luca Iacopini e Massimo Bracci 54

sCienza • teCniCa • aPPRoFonDimenti

so

mm

ario

Clos de Vougeot. Colline di Nuits, cuore della Borgogna. Silvana Delfuoco 8

Gattinara e Ghemme: due fratelli regali - Gudrun Dalla Via 12

Il vino con la musica è più buono - Meritxell Falgueras Febrer 14

Il Cile: il viaggio tra l’eccellenze - Marco Ferrari 16

A San Gallo, dove è nata la birra al luppolo - Enza Bettelli 24

Il Giappone del Whisky - Daniele Fogliazza 28

Si apre il sipario sul Salone del Gusto e Terra Madre 2012 Gladys Torres Urday 32

Vini italiani e peruani s’incontrano nella città di Lima in Perù Roberto Rabachino 36

America's Cup a Venezia con la FISAR - Roberto Donadini 40

La fotografia della crisi del settore vitivinicolo italiano secondo Assoenologi - Giuseppe Martelli 44

Le notizie di enogastronomia e turismo a cura della redazione di Quality ADV 48

MeranoWineFestival - a cura della redazione di Quality ADV 52

Primo su tutti il nostro congresso Nazionale

elettivo di Venezia dove il nuovo Consiglio

eletto dovrà con forza e coraggio definire

e disegnare il programma e l’assetto organizzativo

per il prossimo triennio.

Dico con forza e coraggio perché saranno queste

le armi vincenti in un momento particolarmente dif-

ficile a livello nazionale ed internazionale, con la crisi

che morde su tutti i settori compreso il nostro: forza

per sostenere la nuova politica di espansione Fisa-

riana, forza di finalizzare i progetti in essere e poi il

coraggio di guardare avanti, di essere presenti nei

punti chiave per incrementare la nostra immagine,

di partecipare a tutto quanto può essere utile e far

bene alla causa della Fisar. Gli auguri vanno quindi

al nuovo Consiglio che si insedierà a Ottobre. L'au-

gurio è di un proficuo lavoro da affrontare in armo-

nia, collaborazione e rispetto. Il mio personale poi

va al Consiglio uscente dimostratosi attivo e fattivo

fino all’ultimo del suo mandato. Altro appuntamen-

to importante, che ci vede impegnati sempre a fine

Ottobre, è il Salone del Gusto a Torino, dove la Fisar,

a seguito dell’importante accordo siglato a Volterra

con Slow Food, in occasione dei festeggiamenti dei

nostri quarant’anni, sarà presente con i propri Som-

melier all’interno della manifestazione in tutti i punti

che avranno come protagonista il vino.

È questa la seconda volta che partecipiamo all’even-

to ma è la prima che ci vede in veste di attori prin-

cipali; è questo il momento per tutte le Delegazioni

Nazionali di sfruttare l’iniziativa a 360° partendo na-

turalmente da quelle del Nord-Ovest e poi tutte le

altre, al fine di incrementare il numero dei soci, dei

corsi e delle manifestazioni nei propri ambiti territo-

riali, con il risultato finale di far crescere la Fisar. Il

Consiglio Nazionale uscente si è adoperato ed ha

creduto in questo attivandosi, anche negli altri pro-

getti intrapresi ed avviati alla loro realizzazione, al

raggiungimento di una FISAR sempre più visibile e

ricca di risorse. Non posso infine chiudere questo

editoriale senza parlare della vendemmia appena

conclusa. Una vendemmia molto particolare che a

differenza di come era stata prospettata nelle soli-

te altalenanti previsioni di luglio, di cui la qualità era

l’unica certezza, ad oggi si riscontrano invece risul-

tati alquanto indecisi sia sotto l’aspetto qualitativo

che quantitativo. Sicuramente nella maggior parte

dei casi i valori sono scesi di molti punti in percen-

tuale, fatte sicuramente salve alcune zone di produ-

zione che hanno limitato i danni grazie alle tipologie

di vini che vi si producono. Per i dati definitivi aspet-

tiamo comunque che il vino sia in cantina, coscienti

che questa del 2012 sarà una vendemmia al di sot-

to delle aspettative sia dei produttori che dei consu-

matori e che noi Sommelier dovremo essere capaci

di capire questa vendemmia, cercando sempre di

proporre il meglio, con l’onestà professionale che ci

distingue e che tanti e sempre di più ci riconoscono.

Un brindisi all’autunno Fisariano!!!!!

Cin-cin con tutti Voi.

Il prossimo autunnosarà per la Fisar

una stagionemolto speciale!!!

“ ”

il Presidente nicola masiello

Importanti sono gli appuntamenti che ci vedono impegnati in questo mese di Ottobre.

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 52

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 3

Rivista di Enologia, Gastronomia e Turismo

Organo Ufficiale della F.I.S.A.R.Federazione Italiana Sommelier

Albergatori RistoratoriRic. di Pers. Giuridica PI. n° 1070/01 Sett. I del 9.5.01

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Direttore Responsabile: Roberto RabachinoC.so Galileo Ferraris, 138 - 10129 Torino

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Comitato di Redazione e Controllo:Nicola Masiello, Mario Del Debbio, Graziella Cescon,

Luigi Terzago, Alberto Giustarini

e-mail: [email protected]

Distribuzione della rivistaLa rivista viene inviata a tutti i soci Fisar, a tutti gli organi di informazione, atutti i giornalisti dei gruppi di specializzazione di settore, a tutte le Istituzioni,a tutte le Associazioni di settore e a tutti gli IPSSAR che ne facciano richiesta

tramite spedizione gratuita in abbonamento postale.

La rivista è associata al USPIUnione Stampa Periodica Italiana

Hanno collaborato a questo numero

Per la fotografia

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Responsabile Piemonte e Valle d'AostaSavino LOBERTO

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Responsabile Lombardia e LiguriaPietro MILO

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Cell. 347 1122373 - Tel. 0472 831340

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Gladys Torres Urday, Silvana Delfuoco, Gudrun Dalla Via, Meritxell Falgueras Febrer,

Marco Ferrari, Enza Bettelli, Daniele Fogliazza, Roberto Donadini, Giuseppe Martelli,

Lorenzo De Rossi, Luca Iacopini e Massimo Bracci, Enza D’Amato, Luca Canapicchi

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5

La burocrazia è peggio della grandine:

costa almenoil 10% ai produttori

Alle indubbie difficoltà del settore si aggiungono anche quelle burocratiche.“

di Roberto Rabachino

4

”Nell’ultima legislatura, che ha visto ad-

dirittura nascere un Ministero per la

semplificazione, sono entrati in vigore

adempimenti burocratici che hanno provocato

la scomparsa del 10 per cento della produzione

italiana di vini Doc, il simbolo del Made in Italy

nel mondo. È quanto emerge dalla prima analisi

sull’efficacia della politica italiana e comunitaria

nell’ultima legislatura - alla vigilia della pausa esti-

va che aprirà la campagna elettorale - illustrata

dalla Coldiretti nel corso dell’Assemblea annua-

le dell’organizzazione degli imprenditori agricoli.

L’inefficacia della politica si traduce anche in una

ridotta qualità dell’attività legislativa che spesso ri-

manda a provvedimenti amministrativi che alimen-

tano una tecnocrazia fine a se stessa che mette a

rischio la competitività delle imprese. Un esempio

eclatante viene dal vino che è il prodotto alimen-

tare più esportato all’estero, simbolo del Made in

Italy, ma che deve fare i conti a livello nazionale

con un peso insostenibile di pratiche e documenti.

Dalla vendemmia 2008 sono stati introdot-

ti 12 nuovi adempimenti burocratici a carico

delle imprese vitivinicole che producono vini a

Doc e Docg, per l’entrata in vigore dei Decreti

Ministeriali 29 marzo 2007 prima e 2 novembre

2010 poi sui controlli per i vini a Denominazione.

Il risultato è stato che molte aziende sono state

costrette a rinunciare a produrre vini a denomi-

nazione d’origine per l’impossibilità di far fronte

ad adempimenti spesso inutili che sottraggono

ben 100 giornate di lavoro all’anno al tempo tra-

scorso in vigna e in cantina e che hanno portato

alla riduzione dei terreni destinati a produrre vini

a Docg e Doc che sono passati dai 316mila ettari

del 2007 a 284mila ettari del 2011, con una per-

dita stimata di produzione pari a oltre 100 milioni

di litri di vino doc.

Dati e fonte: Coldiretti

www.cantine-collalto.itAzienda Agricola Conte Collalto via xxiv maggio 1 - 31058 susegana (tv)tel : + 39 0438 738241 - fax: + 39 0438 73538

FI- SAR in 6

La Grappa innanzi tutto è un fatto di stile!È qualità, tradizione, cultura, eleganza e arte.

La grappa:un affascinante mondo

al femminile a cura di Gladys Torres Urday

Il Sommelier Maggio-Giugno 2012 • n. 3

Non è più una novità il fatto che

nell'ultimo decennio la grap-

pa, da prodotto rude ed ag-

gressivo, abbia guadagnato rispettabi-

lità diventando un super alcolico grade-

vole anche ai palati più delicati. Infatti,

ultimamente, ha ricevuto il plauso da

parte dei giovani e del “gentil sesso”,

che prima faticavano a trovare carat-

teristiche organolettiche a loro gradite.

Ed ecco che un gruppo di imprenditrici

del settore e di giornaliste, mosse della

constatazione della considerevole vi-

vacità del mercato della grappa nel cui

ambito la presenza della donna, tanto

a livello imprenditoriale, produttivo e

distributivo che di comunicazione, co-

stituisce un elemento significativo e di

crescente importanza rappresentando

in tal modo il naturale punto di parten-

za per la ridefinizione dell’immagine del

prodotto.

In questo contesto nascono le Donne

della Grappa, un’associazione cultu-

rale, apolitica e senza fini di lucro che

opera in stretto collegamento e in sin-

tonia con l’Istituto Nazionale Grappa.

Dal 2001 Presidente dell’Associazio-

ne è Claudia Mazzetti d’Altavilla con

Vicepresidente Livia Bertagnolli, en-

trambe delle omonime aziende di di-

stillazione. L’Associazione Donne della

Grappa è rivolta non solamente alle im-

prenditrici ma anche a tutte coloro che

per motivi tecnici, professionali opera-

tivi o semplici consumatrici si trovano

idealmente accomunate nel contesto

culturale e di mercato della grappa

ponendosi come obiettivo l’impegno

di sviluppare il mercato promuovendo

l’immagine della grappa e le tradizioni

secolari legate ad essa. Tante sono le

attività organizzate: L’Italia delle Donne

della grappa, un tour attraverso lo sti-

vale che ha permesso di conoscere e

confrontarsi con donne che condivi-

dono i loro ideali; La Grappa è Donna,

una degustazione in occasione dello

scorso Vinitaly dove hanno parteci-

pato quasi un migliaio di appassionati

confermando così come le donne rap-

presentano oggi le ambasciatrici più

attente e preparate di questo fantasti-

co mondo indubbiamente colorato di

rosa.

Claudia Mazzetti d'Altavilla

Livia Bertagnolli

La grappa secondo l’attuale normativa di riferimento “è la bevanda spiritosa

ottenuta da vinacce fermentate e distillate direttamente mediante vapore ac-

queo oppure dopo l’aggiunta di acqua e con eventuale aggiunta di feccia” ed è una denominazione riservata

esclusivamente al prodotto italiano. IL DPR n. 279 del 16 luglio 1997, inoltre, precisa ancora più chiaramente

che la “la denominazione grappa è riservata esclusivamente all’acquavite di vinaccia ottenuta da materie

prime ricavate da uve prodotte e vinificate in

Italia, distillate in impianti ubicati sul territorio

nazionale”.

Notizie sulla attività di distillazione si posso-

no già datare al 4.000 a. C. presso gli Egizi,

sebbene dell’acquavite sia possibile rinvenire

informazioni solo intorno all’anno mille grazie

agli studi della Scuola Medica Salernitana che

procedette alla definizione delle regole per ot-

tenere la concentrazione dell’alcol “attraverso

la distillazione e ne prescrisse l’impiego per

svariate patologie umane”. La tappa succes-

siva di questo articolato processo di creazione

del “distillato grappa” fu l’estensione delle tec-

niche di distillazione alle vinacce, che si fa risa-

lire intorno al quattrocento. Le vinacce ovvero

le bucce degli acini d’uva separate dal mosto,

che contengono in media i 2/3 in meno di alcol

rispetto al vino, costituivano le materie di scarto

della vinificazione ed è solo con il Seicento che

si hanno notizie certe dello studio della distilla-

zione delle vinacce a opera di alcuni Gesuiti, tra

i quali Atanasio Kircher e Francesco Terzi Lana

“che si può considerare il padre tecnico della

vinaccia” (nel 1636 indicava la vinaccia come

fonte di alcool).

Nel complesso procedimento della distillazio-

ne delle vinacce, il rispetto della tradizione è

assoluto. Ancora oggi il metodo usato è quel-

lo inventato da Tulio Zadra, un maestro nella

costruzione degli alambicchi che negli anni

Cinquanta e Sessanta del secolo scorso per-

fezionò appunto il “metodo bagnomaria di-

scontinuo” che ancora oggi porta il suo nome.

Divenuto lo strumento “principe” della distil-

lazione e ancora oggi il metodo del territorio

trentino e non solo. L’alambicco è un apparec-

chio di distillazione che consente la trasforma-

zione di liquidi in vapore e la loro successiva

condensazione.

La Grappa

FI- SAR in 7Il Sommelier Maggio-Giugno 2012 • n. 3

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5

Considerato giustamente la principale

attrattiva delle colline di Nuits, quella Côte

d’Or oggi patria di eccellenze enologiche,

la sua costruzione risale al XVI secolo. Eppure è

proprio la sua presenza a testimoniare che un

vino tra i più famosi al mondo, il mitico Clos de

Vougeot, è nato qui da un vigneto coltivato fin

dall’Alto Medioevo dalla silenziosa pazienza dei

monaci Cistercensi.

Questa è la sua storia.

Il Castello dei monaciNel XII secolo ai monaci dell’Abbazia di Cîteaux – circa 14 km dal Clos- vennero donate dai Duchi di Borgogna le terre sul Pendio orientale (la Côte

d’Orient divenuta, in breve, d’Or…) nei pressi di Vougeot, dove sgorga la sorgente del Vouge, da dove avrebbero potuto cavare preziosissima pietra da costruzione. Ai monaci necessitava anche il vino per la messa, così pensarono bene di costruire un Clos, un luogo recintato dove

Clos de Vougeot.Colline di Nuits, cuore

della Borgogna.

C’è uno Château nel cuore della Borgognache merita un’attenzione speciale.“ ”

di Silvana Delfuoco

Fotografie di JL Bernuy

8

Presenti al 2012 - dal 9 al 12 Novembre

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 510

impiantare il loro vigneto. Ben presto però la loro

attenta osservazione scientifica li portò a proseguire

gli esperimenti sulle piantine da impiantare, a

migliorare le tecniche di innesto e di potatura, a

perfezionare gli studi sulla natura del suolo, tanto

che fu necessario predisporre in loco una cantina

adatta alla lavorazione e alla conservazione del vino.

Così nacque la Cuverie, ancora oggi esistente e

visitabile, primo nucleo attorno a cui, qualche secolo

più tardi, Dom Loisier, 48esimo Abate di Cîteaux,

decise di aggiungere una casa di campagna, o

meglio, secondo il gusto dell’epoca, uno Château in

mezzo alle vigne.

Un luogo di festa in mezzo alle vigne

Oggi il Castello, quasi tempio laico della Borgogna

vinicola, dove ogni anno si affollano “pellegrini”

da tutto il mondo, è proprietà della Confrerie des

Chevaliers du Tastevin. È arrivato nelle loro mani

dopo oltre due secoli di travagli, da quando, in

seguito alla Rivoluzione francese, anche l’Abbazia di

Cîteaux e le sue proprietà, tra cui il Clos de Vougeot,

vennero confiscate e dichiarate patrimonio nazionale.

I vigneti si frantumarono tra diversi proprietari, e

soltanto quindici ettari rimasero legati al Castello

fino al 1944, quando l’ultimo proprietario lo vendette

alla Confrerie trattenendo però la vigna. Da allora i

dirigenti della Confrerie si adoperano per garantire

ai visitatori visite guidate sempre meglio organizzate

nonché la possibilità di usufruire dei prestigiosi

ambienti per manifestazioni di vario tipo: concerti,

matrimoni, clubs-service…

E il vino?

“Variabile, a volte sublime”. Così giudica il Clos de

Vougeot AOC Hugh Johnson nella sua guida I vini

del mondo 2008. Una produzione di circa 50 ettari,

appartenenti a diversi proprietari, tra cui nomi illustri

si alternano ad altri meno noti, dividendo tra loro le

parcelle di vigneto che, già ai tempi dei monaci, erano

state classificate a seconda della posizione. Le uve

destinate alla Cuvée des Papes nella parte alta del

vigneto; nella parte media quelle per la Cuvée des

Rois, mentre nella zona più in basso, ancora oggi

con difficoltà di drenaggio, si ricavava la Cuvée des

Moines. Da allora sono passati i secoli, ma Hugh

Johnson continua a ritenere che “la maturità (del

vino) dipenda dalla filosofia del viticultore, nonché

dalla tecnica e dalla posizione sulla collina”. Soltanto

il nome dunque è rimasto di quello che un tempo

era un unico, eccezionale, gran cru, e che ora deve

il suo valore quasi esclusivamente al nome del suo

produttore...

Sappiamo che la Storia non si fa con i ma e con i se,

eppure… se avesse potuto immaginarlo il giovane

ufficiale, di nome Napoleone Bonaparte, quando, il

13 febbraio del 1790, comunicò all’Abate di Cîteaux

la confisca di tutte le terre dell’Abbazia!

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Dei grandi rossi da un grande vitigno, il NebbioloIn Piemonte si scommette da tanto tem-

po sul Nebbiolo: nelle Langhe si usa per la pro-duzione del Barolo e del Barbaresco, e ad Alba troviamo il Nebbiolo d’Alba D.O.C.Però anche in Valtellina lo si usa, per produrre il famoso Sforzato, prodotto con uve Nebbiolo lasciate appassire leggermente, sulla pianta. Persino nella Sardegna settentrionale si produce un vino di nicchia con questa uva.Il Gattinara D.O.C.G., della varietà locale denomi-nata Spanna, ha un colore rosso rubino intenso tendente al granato, ha profumo fine, ampio ed elegante, con esuberanti note di spezie, liquirizia e cuoio. In bocca è caldo, vellutato e di gran-de complessità. Molto persistente. Adatto ad

essere abbinato a primi piatti, carni e formaggi stagionati. Il Ghemme D.O.C.G., anch’esso del-la varietà Spanna, ha caratteristiche molto simili, nell’aspetto e nel sapore. Troviamo la differenza soprattutto nel naso: più floreale e speziato nel Ghemme, invece più fruttato, più profondo e au-stero il Gattinara.

In purezza o con minime quantità di altre uveIl disciplinare del Gattinara D.O.C.G. prevede una produzione o in purezza o un massimo del 10% di aggiunta di Uva rara e/o Vespolina. Può essere prodotto esclusivamente nel territorio del Comune di Gattinara. Per il Ghemme D.O.C.G., il disciplinare ammette, oltre alla vinificazione in purezza, un massimo di eventuale aggiunta del 25% di Uva rara e/o Vespolina. Può essere pro-dotto solo nei comuni di Ghemme e Romagnano Sesia. Per entrambi è previsto un lungo affina-mento, prima della commercializzazione:• il Ghemme minimo due anni in legno, più mini-mo 9 mesi in bottiglia;• il Gattinara un minimo di tre anni, di cui almeno due anni in legno, poi a discrezione del produtto-re in legno, bottiglia o acciaio.I comuni di Gattinara e Ghemme distano tra loro di appena 3 km, in linea d’aria. Il clima, che gode della vicinanza del Monte Bianco, con buona escursione termica e ottima ventilazione, è molto

“Due territori di nicchia: come dimensioni, come numero di bottiglie prodotte e come target di consumatori. Eppure Gattinara

e Ghemme sono vini D.O.C.G. esportati in tutto il mondo, conosciuti forse più all’estero che in Italia.

Gattinara e Ghemme: due fratelli regalidi Gudrun Dalla Via

Consulenza di marco arlunno

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 512

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 13

simile. È diverso invece il terreno, seppure sem-pre di origine morenica. A Ghemme troviamo dell’argilla e sabbia sopra della ghiaia di piccole dimensioni, con scisti varie e centinaia di diversi tipi di minerali, fattori che esaltano l’eleganza nei profumi del vino. Il terreno di Gattinara invece è di origine vulcanica con 50-60 cm di terra sopra la roccia porfirica ben drenante, che conferisce al vino delle note più austere e profonde ma anche più nobili.

In vigna e in cantinaIn tutto il territorio si tende ad ottenere il massi-mo della qualità, penalizzando in questo modo la quantità. La produzione, secondo le annate, oscilla per il Gattinara tra meno di 400.000 a 500.000 bottiglie, per il Ghemme tra 150.000 e 200.000 bottiglie all’anno.La totalità dei vigneti e delle cantine sono a ge-stione familiare (anche se tra queste aziende con-tiamo la ditta Travaglini, che vanta già dimensioni notevoli). La produzione è quindi rimasta molto “tradizionale”, seppure con notevoli impegni ver-so la ricerca, come per esempio la collaborazione con l’Università di Milano. I vigneti sono spesso in “età matura”, tra i 15 e i 60 anni. La resa per ettaro non supera i 45 quintali. In vigna si dedica un impegno notevole per vendemmiare l’uva in perfette condizioni, tutta matura al punto giusto e pronta per essere vinificata. Così, tra l’altro, un paio di settimane prima della vendemmia si ripas-sano tutti i filari per togliere dai grappoli le punte, solitamente meno mature, e si eliminano anche le “spalle” per far arrivare in modo uniforme tutto il sole. In generale, si predilige una produzione di qualità, con tralci corti e pochi grappoli, su viti piantate quindi a distanza abbastanza ravvicinata. Nelle cantine della zona di Ghemme e Gattinara, si rinuncia alla pastorizzazione e si fa una filtra-zione non stretta, secondo la tradizione locale, arrivando così ad un vino di grande spessore e carattere, ben diversi dai vini destinati alla gran-de distribuzione. Sarà la fermentazione guidata, lunga circa 15-18 giorni (con rimontaggi soffici e post-macerazione) a stabilizzare la condizione microbica e tartarica; il freddo e la microossige-nazione nel legno (botti grandi di rovere francese e di Slavonia) farà il resto e conferirà al vino quei gusti unici, inconfondibili, molto persistenti.

Girando nel territorioUna caratteristica di questa zona: viaggiando per le strade statali e provinciali non si riesco-no a scorgere i vigneti! Essi infatti sono nascosti alla vista, in collina. Bisogna salire, attraversando dapprima dei boschi misti molto affascinanti, per arrivare poi ad una quota tra 400 e 600 metri e trovarsi circondati da vigneti a perdita d’occhio, tutti molto ben tenuti. La vista è affascinante: dol-ci colline ovunque, con cascinali e antichi depo-siti, e dalla cima una vista mozzafiato a 360°: il Monte Bianco, il Monviso, le alpi marittime che vanno verso la Liguria, e la Valpadana, nelle gior-nate più limpide fino a Milano.La mano d’opera è in gran parte straniera, anche se ormai residente sul posto da molti anni.

L'enologo Marco Arlunno

“Dioniso, il dio greco del vino,era anche il dio della musica,della tragedia e della notte.

Il vino con la musicaè più buonodi meritxell Falgueras Febrer

La denominazione d’origine Somontano,

con i suoi concerti estivi, il Vi Jazz nel

Penedès sono alcuni degli eventi che

uniscono il ritmo con i buoni calici. Josep Roca

è stato il primo ad emozionare il pubblico del

festival Cap Roig con i suoi “Siete Vinos senti-

dos”. Ascoltiamo queste combinazioni: Blanc de

Blancs 1999 Delamotte con il Divertimento nº 1

in Re maggiore di Mozart per spiegare l’eleganza

dello champagne. Il Borgogna, Chambolle

Musigny 1er Cru 2007, respirando saggezza in-

sieme al mistero di Méditation de Thaïs di Jules

Massenet.

Questo cd di emozioni e note musicali non ha

fine, perché queste potrebbero essere ogni volta

diverse, come le differenti versioni delle canzoni,

come l’unicità di ogni bottiglia. Mi berrei i Beatles

con un Riesling. Questo gruppo dal look naïf

è proprio come questo tipo di vini: deliziosi sia

per quelli che muovono i primi passi nel mondo

del vino, sia per quanti hanno già provato tutto.

Proprio come la musica del quartetto di Liverpool,

piacevole in qualsiasi situazione e momento della

giornata. Immaginazione, trasparenza: brillano!

Here comes the sun. E adesso divento rocketta-

ra. Con il Whole Lotta Love dei Led Zeppelin bevo

la parte selvaggia, l’irrazionalità più animalesca,

la rivoluzione e la resistenza.

Affrontare la vita come fa la viticoltura eroica del

Priorato. Voglio degustare questa canzone con

un vino di garnacha e cariñena, potente, tannico,

alcolico. Per Bon Jovi chiederei un Montsant, per-

ché è un rock più moderno, energetico e sexy.

La Licorella abbraccia la Serralada del Montsant

e abbiamo vini maturi in mano a giovani enologi

internazionali. Con The Boss è chiaro che pren-

derei un vino leader, che entrasse in contatto con

la gente. Bruce Springsteen significa dedizione,

passione nel palco, come il Pur Sang di Didier

Dagueneau.

Massima onestà e dare il massimo nel concerto,

come nella vigna, per poi vendemmiarlo tra gli

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 514

applausi. Il jazz ti solletica i neuroni, per cui ab-

biamo bisogno di un vino classico per Wynton

Marsalis, musicista con radici, che rifugge

dall’istrionismo in cerca di equilibrio e analisi di se

stesso. Il soul accarezza la pelle, per cui abbiamo

bisogno di un vino vellutato. Con gli U2 prenderei

un vino con buona acidità, come la voce di Bono,

avvolgente. ColdPlay, un vino semplice ma viva-

ce, facile da bere, come le loro melodie che, sen-

za alcuna pretesa tecnica, riescono a brindare

con i loro degustatori.

Adesso tocca a voi mettere musica ai vostri vini

DOC: si tratta solo di cercare la ripercussione del

nostro palato e che i sensi applaudano.

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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5

Il miglior modo per scoprire ogni terroir è par-

tire in macchina da Santiago, approfittando

della qualità delle strade cilene e percorrere

le valli una per una ed è proprio ciò che faremo, a

cominciare dal Nord.

COPIAPÒ

Sulle carte geografiche che fanno riferimento ai

vigneti cileni, fino a pochi anni fa, la zona più set-

tentrionale era la Valle di Elqui, la cui principale

città, Coquimbo, dista poco più di 450 Km. dal-

la capitale Santiago; ora per arrivare all’estremo

Nord del Cile vitivinicolo, dobbiamo rassegnarci

a guidare per altri 350 Km. fino ad arrivare a Co-

piapò, in pieno deserto di Atacama, dove alcuni

enologi hanno individuato in queste latitudini dal

clima desertico sui suoli a bassa fertilità dei ver-

santi andini, terroir propizi a Sauvignon Blanc e

Pinot Noir, in realtà si tratta di un ritorno alle ori-

gini del vino cileno, tanto che nel lontano 1551,

questa zona fu la prima del Cile a conoscere

una vendemmia, allora dell’uva Pais, una varietà

americana ancor oggi usata nella produzione dei

distillati.

HUASCO

Scendendo di latitudine, 160 km prima di arrivare

alla città di Elqui, si apre la Valle di Huasco; no-

nostante il clima arido e molto soleggiato, questa

valle è conosciuta come il “giardino dell’Ataca-

ma”, le brezze rinfrescanti che soffiano dall’Oce-

ano, contribuiscono a rendere più amene le con-

dizioni ostili in cui deve svilupparsi la vite.

Stiamo comunque facendo riferimento a situa-

zioni che si presentano come vere e proprie sfi-

de, dove l’enologo deve combattere contro l’alta

salinità, l’enorme quantità di roccia bianca, di

origine alluvionale con elevata percentuale di car-

bonato di calcio. Nonostante si tratti più che altro

di esperimenti, alcune importanti aziende cilene,

come la Vina Ventisquero e la Ramirana, sottoli-

neano le qualità del Sauvignon Blanc di Huasco,

la struttura e la sapidità interessanti del Syrah ol-

tre a classificare come molto promettente il Pinot

Noir.

COQUIMBO

La D.O. (Denominazione di Origine) Coquimbo è

composta dalle valli di Elqui, Limari e Choapa.

Il Cile: il viaggiotra l’eccellenze

Il Cile è un paese che si sviluppa in lunghezza,con diverse valli ad aprirsi tra le Ande

e la Cordigliera della Costa, molto più bassa.“

di Marco Ferrari

16

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 17

La prima che incontriamo nel nostro viaggio verso

Sud, è Elqui, dove esiste una grande produzione

di frutta; oltre alle varietà vinifere, troviamo infatti

uva da tavola, papaia e uve di varietà americane

per la produzione del Pisco.

Qui la vite vinifera è coltivata in altitudine, fino

quasi 2.000 metri, su vigneti ad ampia escursio-

ne termica tra il giorno e la notte; riscontriamo

eccellenti risultati dal vitigno Syrah, oltre che cer-

ta produzione di Cabernet Sauvignon, Carme-

nere, Sauvignon Blanc, Merlot e Chardonnay.

Limari è la più nota tra le tre valli, calda e

secca, la vite qui necessita di irrigazione.

A Limari la Cordigliera della Costa è particolar-

mente bassa, permette così il libero passaggio

dei venti del Pacifico che influiscono positiva-

mente sui vini, particolarmente freschi e sapidi;

eccellenti Cabernet Sauvignon, Merlot e Char-

donnay.

Prima di uscire da Coquimbo passiamo per Cho-

apa, situata nel punto più stretto del Cile, dove

non è quasi possibile distinguere tra le Ande e

la Cordigliera della Costa, la produzione è di alta

qualità ma molto piccola, incontriamo solo Ca-

bernet Sauvignon e Syrah.

ACONCÁGUA

Scendiamo verso Sud di altri 200 Km. e ci trovia-

mo nella città di Panquehue, dove ha sede una

delle più antiche aziende cilene, la Vina Errazuriz,

fondata nel 1870 da Don Maximiano Errazuriz

Valdivieso, si tratta di un’azienda di importanza

internazionale, che interpreta con attenzione la

tipicità dei sui vini.

La Valle dell’Aconcagua ha come sua caratteri-

stica particolare la presenza di molti rilievi, colline

che creano microclimi interessanti e permettono

di esprimere una tipicità non comune nei vini ci-

leni; a patto di saper vinificare con la necessaria

attenzione, è possibile ottenere vini freschi, mi-

nerali, con un interessante accento francese, più

eleganti dei “muscolosi” rossi a cui il Cile ci ha

abituati.

Molto interessanti i terroir della parte alta della

valle, che salgono gradatamente verso la Cordi-

gliera; principali uve sono il Cabernet Sauvignon

ed il Syrah, anche se, nelle ultime annate, alcuni

Carmenere dell’Aconcagua hanno tenuto testa a

consacrati esemplari di questo vitigno provenien-

ti della più tradizionale valle di Cachapoal.

Aconcágua Valley

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5

CASABLANCA

Questa è la terra dei grandi bianchi cileni, il clima

della valle di Casablanca, una valle aperta ad ap-

pena 30 km. dal litorale, è estremamente propizio

alla maturazione lenta che si addice ai vitigni a

bacca Bianca. In questa valle è possibile osser-

vare, durante l’estate, l’influenza cruciale della

corrente di Humboldt sul clima dei vigneti cileni.

Il sole sorge tra le camanchacas, le nuvole sof-

fici e candide come cotone che sorgono ali-

mentate dall’umidita dell’oceano e si adagia-

no sopra i vigneti prossimi alla costa; queste

nuvole sono fresche e umide, ma totalmente

prive di pioggia; con il passare delle ore il for-

te calore del sole a poco a poco le scioglie

e comincia cosi una lunga e calda giornata.

Nel pomeriggio, con il sole in fase discendente, la

brezza oceanica prende a soffiare e a rinfrescare

la valle ma, a mano a mano che ci si avvicina al

tramonto, ecco che questo stesso vento trasfor-

ma il lento imbrunire estivo in una fredda notte

invernale che, alle prime ore della mattina, può

portare a gelate pericolose per l’uva quasi ma-

tura.

Questa è la sequenza di una giornata di inizio

autunno nella valle di Casablanca, dove le uve

a bacca bianca ed il Pinot Noir traggono gran-

de beneficio dall’escursione termica giornaliera;

18

Valle del Elqui

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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5

il freddo notturno rallenta la maturazione, por-

tando alla concentrazione degli aromi, mentre

il pomeriggio soleggiato arricchisce di zuccheri

le uve che, soprattutto nel caso di Chardonnay

e Sauvignon Blanc, raggiungeranno un elevato

potenziale di qualità. In Casablanca le precipita-

zioni sono basse, quasi insufficienti, rendendo

necessaria l’irrigazione per gocciolamento; nel

Cile vinicolo, in generale, piove poco tra primave-

ra, estate ed autunno, le precipitazioni accadono

durante l’inverno. Nonostante siano aride, grazie

alle camanchacas le zone esposte all’influenza

oceanica sono più fresche e umide, cosi, in tutta

la costa cilena non ci sono vigneti esposti diret-

tamente all’influenza oceanica, i più vicini stanno

ad una trentina di chilometri di distanza; nessuno

cerca un contatto diretto tra la fredda umidità del

Pacifico Sud e la vite.

SAN ANTONIO E LEYDA

Come la vitivinicultura nel mondo vive di sfide e

di superazione, in Cile non può essere diverso,

così, sulla scia del successo dei vini di Casablan-

ca, gli enologi cileni sono andati oltre, arrivando

a vinificare a meno di 10 Km. dall’Oceano; le vi-

cine valli di San Antonio e Leyda, hanno attirato

l’attenzione di vari addetti ai lavori impegnati nella

ricerca di terroir con un’identità propria.

Importanti produttori si sono istallati in questa re-

gione ed hanno iniziato a vinificare con eccellenti

20

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 21

Il decreto presidenziale n.

464 del 26/05/95 stabilisce

le zona viticole cilene e fis-

sa le norme per l’etichettatura

del vino.

I vitigni ammessi sono quelli in-

ternazionali di origine francese

più qualche concessione a Spa-

gna (Tempranillo e Pedro Jime-

nez), Italia (Sangiovese e Neb-

biolo) e California (Zinfandel,

vitigno di paternità contesa tra

americani e pugliesi per la gran-

de somiglianza con il Primitivo).

Secondo il decreto un vino può

essere considerato varietale

quando almeno 75% delle uve

sono del vitigno dichiarato in

etichetta, anche se esiste og-

giAggiungi un appuntamento

per oggi un consenso tra i pro-

duttori che alza la soglia mini-

ma fino all’85%.

Allo stesso modo un vino per

dichiarare la Denominazione

di Origine D.O., deve essere

prodotto con uve della regione

menzionata per un minimo di

75%. Il decreto regola anche

l’uso delle diciture Riserva e

Gran Riserva, per i vini i quali

devono possedere un tenore

alcolico 0,5% o 1% rispettiva-

mente, al di sopra del minimo

legale e che siano stati sotto-

posti ad un invecchiamento in

legno, non specificando però la

durata dello stesso. Guardando

più specificamente alle regioni

catalogate, la legislazione cilena

divide in gruppi decrescenti, le

regioni a D.O., grandi aree che

si dividono in sotto-regioni, che

a sua volta si dividono in Zone

e Sotto-Zone, in una lodevole

iniziativa di stabilire terroir ben

definiti; di seguito le regioni e la

loro estensione in ettari:

D.O. ATACAMASotto-regioneVALLE DI COPIAPÒVALLE DI HUASCO

D.O. COQUIMBOSotto-regioneVALLE DI ELQUI (508)VALLE DI LIMARI (1.667)VALLE DI CHOAPA (136)

D.O. ACONCÁGUASotto-regioneVALLE DI ACONCÁGUA (1.098)VALLE DI CASABLANCA (4.142)VALLE DI SAN ANTONIO (327)

ZonaVALLE DI LEYDA

D.O. VALLE CENTRALESotto-regioneVALLE DI MAIPO (10.800)VALLE DI RAPEL

ZonaCACHAPOAL (10.889)COLCHAGUA (22.368)

Sotto-regioneVALLE DI CURICÒ (19.091)

Sotto-regione

VALLE DI MAULE (31.843)

D.O. REGIONE SUDSotto-regioneVALLE DI ITATA (10.504)VALLE DI BIO BIO (3.524)VALLE DI MALLECO (17)

Va detto che la legislazione cile-

na non regola la produzione mi-

nima per ettaro, la resa dell’uva

in vino, né il tipo di allevamento

della vite, restando questi im-

portanti parametri a criterio di

chi fa il vino. È doveroso men-

zionare che la legislazione di

cui sopra, a detta dei principali

produttori, già è considerata da

rivedere, soprattutto per quel

che concerne l’aspetto clima-

tico, visto che come abbiamo

sottolineato in precedenza, la

variazione delle temperatura e

l’influenza dei venti e delle al-

titudini sulla maturazione della

vite incide molto di più tra Est

ed Ovest che non tra Nord e

Sud, portando alla necessità

di ridisegnare con più effica-

cia l’attuale mappa delle D.O.

Si ringraziano perla consulenza e le fotografie:

Revista AdegaVina ErrazurizVina VentisqueroBodegas e Vina O. Fournierwww.winesofchile.org www.vinosdechile.cl

DENOMINAZIONI DI ORIGINE e ZONAZIONE VITICOLA

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 522

risultati vini simili a quelli di Casablanca,

ma con un accento più gastronomico ed

esclusivo, trattandosi di una regione più

piccola.

Ormai siamo quasi di ritorno a Santiago,

mancano meno di 100 Km. in direzione

Est, lasceremo per le prossime edizioni

della rivista la continuazione di questo

viaggio, che ci porterà attraverso la Valle

Centrale, con i suoi grandi rossi, i Caber-

net Sauvignon, i Merlot e, soprattutto il

vitigno quasi esclusivo del Cile, il Car-

menere che impareremo a conoscere ed

apprezzare.

Uva Pais

2010: Delegazione di Treviso2011: Delegazione Valdichiana

2009: Delegazione di Messina2008: Delegazione di Treviso

FEDERAZIONEI T A L I A N AS O M M E L I E RA L B E R G A T O R I

R I S T O R A T O R I

®

Eliminatorie

16 settembre 2012Finali

Venezia, 13 ottobre 2012

“”

In questo cantone della Svizzera nord orientale si festeggiano nel 2012 i 1400 anni della sua fondazione.

Un’occasione per visitare i siti Unesco e per gustarele specialità della regione. Come la birra che proprio qui

ha visto nascere il felice connubio con il luppolo.

di enza Bettelli

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 524

Grande festa nel cantone di San Gallo per

i 1400 anni dall’arrivo del monaco irlan-

dese Gallus nella vallate dello Steinach

e quindi della successiva fondazione del primo

nucleo dell’abbazia benedettina intorno al 719.

L’abbazia, divenuta con il tempo uno splendido

complesso architettonico da 30 anni patrimonio

Unesco, ospita un magnifica biblioteca rococò

che custodisce circa 180 mila tra libri e mano-

scritti anche antichissimi. Ai monaci dell’abbazia

va però il merito di un altro primato, ugualmente

storico, perché tra l’VIII e il IX secolo per la pri-

ma volta introdussero il luppolo nella produzione

della birra, dandole così la sua tipica aromatizza-

zione. Ma questa variante nella produzione è sta-

ta fondamentale anche per allargare gli orizzonti

di questa apprezzata bevanda che, da prodotto

forzatamente locale per la sua deperibilità, può

da allora essere conservata a lungo e quindi tra-

sportata senza che si deteriori.

Il birrificio più antico della Svizzera è lo

Schützengarten di San Gallo, fondato nel 1779,

che all’interno custodisce un imponente museo

di bottiglie e boccali di birra, con un’esposizione

strutturata in modo da rappresentare a grandi li-

nee la storia della birra in Svizzera. Le bottiglie

provengono da 260 birrifici da tutta la Svizzera

e le più antiche sono di terracotta e risalgono a

circa 140 anni fa.

La St. Galler Klosterbräu, l’antica birra dell’abba-

zia, è ancora oggi prodotta secondo la ricetta ori-

ginale. È una lager con tenore alcolico del 5,2%

con corpo leggero, colore paglierino intenso e

opalescente, gradevole gusto amaricante e per-

sistente, spuma fine e compatta ed effervescen-

za fine e persistente. Il profumo, equilibrato con

note di spezie ed erbe, prepara al gusto maltato

che ha nel luppolo un piacevole contrasto.

A San Gallo, dove è nata la birra

al luppolo

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 25

Altri tradizionali tipi di birra prodotti nel cantone e

nel birrificio Schützengarten sono la scura Dunkel

Schwarzer Bär e quella di frumento Weisser

Engel.

Ma San Gallo non è solo birra. Qui i pizzi fanno

parte della storia con un’industria tessile che risa-

le al XV secolo e sono ben rappresentati nel mu-

seo che raccoglie un grande numero di stupefa-

centi abiti e manufatti. L’Università è conosciuta

nel mondo ma San Gallo e la sua cultura erano

già ben note da circa un migliaio di anni prima

della sua fondazione grazie proprio alla presen-

za della biblioteca nell’Abbazia. I festeggiamen-

ti per i 1400 anni di San Gallo, iniziati in aprile,

raggiungeranno il clou con OMA, la famosissima

fiera svizzera di agricoltura e industria casearia

che quest’anno avrà luogo dall’11 al 21 ottobre.

Mentre la tradizionale giornata gastronomica

(quest’anno il 15 settembre) è un’altra occasione

speciale per gustare le specialità di San Gallo e

degli altri cantoni e godere delle bellezze storiche

e culturali della regione.

Una gastronomia raffinata

La capitale del cantone è molto ospitale. I lo-

cali sono davvero innumerevoli e vi si può gu-

stare la cucina di tutta la Svizzera oltre a quella

internazionale. I più tipici sono però gli antichi

Eststockbeizen, situati al primo piano delle case

storiche della città vecchia nei quali si possono

ancora gustare i piatti più tradizionali. E parlan-

do di tradizione, non si può non assaggiare il St.

Galler Bratwurst, una salsiccia davvero partico-

lare che è onnipresente nei ristoranti come nei

chioschi che hanno la griglia sempre calda per

arrostirla assieme alle altre salsicce regionali. La

sua ricetta risale al 1438, messa a punto dalla

Corporazione dei Macellai. È bianca, a base di

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 526

morbida carne di vitello chiusa da una pellicina

piacevolmente consistente e insaporita da una

profumata miscela di spezie. Compagna idea-

le della St. Galler Bratwurst è ovviamente la St.

Galler Klosterbräu.

L’altra famosissima specialità del cantone è un

dolce, il Biber. Anch’esso molto antico, è costi-

tuito da un impasto tipo panpepato che racchiu-

de all’interno uno strato di morbido marzapane.

Questo dolce ha forma rettangolare e può avere

dimensioni diverse, ma tutti hanno in comune

la figura in rilievo che li distingue. Questa figura,

ottenuta premendo l’impasto con un apposito

stampo, era una volta lo stemma delle famiglie o

si ricollegava a un evento speciale mentre oggi è

anche puramente di fantasia. Con il Biber si beve

spesso un distillato, ovviamente di birra.

E naturalmente, non manca il cioccolato. D’altra

parte siamo in Svizzera e nelle pasticcerie si pos-

sono acquistare tavolette e altri prodotti di cioc-

colato da portare a casa come souvenir o gusta-

re una deliziosa cioccolata calda (Priestertrunk

ovvero bevuta del prete).

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5

Tra gli appassionati gourmand ad esempio

recentemente si sta diffondendo, quasi

in forma mitologica, il culto del Manzo

di Kobe, una carne tenerissima caratterizzata da

una marezzattura molto fine e diffusa.

Il Giappone eccelle anche nella produzione delle

bevande alcoliche e per chi decidesse di visitare

il Paese con un atteggiamento meno turistico e

più curioso diversi prodotti possono rappresen-

tare una interessante novità per il nostro palato.

Il sakè, nelle sue innumerevoli tipologie, anche

quello non raffinato torbido e dolce dal colore del

latte, sarà sicuramente una scoperta molto pia-

cevole; in generale è meglio degustarlo freddo, in

particolare se di buona qualità, per apprezzarne

meglio sapori e profumi.

Lo Shōchū, un distillato molto diffuso, ottenuto

da riso, segale, patate, ecc., che ricorda molto

la vodka.

Oppure la ottima birra, con vari brand, ormai inter-

nazionali, come Asahi, Sapporo, Kirin, Suntory.

Seppure tutte queste bevande siano diffuse

ovunque le zone di origine sono ben definite tan-

to che possiamo indicare il Giappone Centrale

come la patria del Sakè, il Giappone Meridionale

come il luogo d’origine del Shōchū, e il cuore di

Hokkaido come regno della birra (la birreria di

Il Giappone del Whisky

Quando si pensa alla Cultura alimentare del Giappone il rimando più immediato è alle icone per antonomasia Sushi e Sashimi. Ma il Giappone culinario non è solo il

“pesce crudo”, è anche tantissimo altro, una cucina fatta di ingredienti semplici ma al contempo molto ricca.

“”

a cura di Daniele Fogliazza

28

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 29

Sapporo, fondata nel 1876 è la più vecchia del

Giappone).

Da ricordare che in Giappone vi è anche produ-

zione vitivinicola (vitigni internazionali come ad

es. chardonnay e merlot) nella valle di Nagano,

a Yamanashi (nota per i bianchi) e poi a Tōhocku

e Hokkaidō.

Fra gli intenditori ed appassionati però il Giappone

è famoso anche per un’altra produzione di ele-

vata qualità e nella quale sicuramente eccelle,

quella del Whisky. La storia di questa bevanda è

relativamente recente con poco meno di un se-

colo di attività.

Tra le distillerie più antiche e famose sicuramente

c’è la Suntory (la pronuncia corretta è “Santory”),

uno dei colossi giapponesi dell’agroalimentare

molto famoso in patria anche per la ottima bir-

ra. La prima distilleria costruita, considerata il

luogo di nascita del whisky giapponese, è sta-

ta la Yamazaki nei pressi di Kyoto. La sua fon-

dazione risale al 1923 ed è situata ai piedi del

monte Tennozan, zona di confluenza dei tre fiumi

Katsura, Kizu ed Uji. Per il particolare microclima,

è una zona con densa crescita di bambù, viene

a trovarsi in un’area particolarmente vocata e ric-

ca di un’acqua molto indicata per la produzione

del whisky. La storia di Suntory parte da lontano

dagli inizi del primo decennio del secolo scorso

quando il fondatore Shinjiro Tori decise di iniziare

a produrre whisky in Giappone avvalendosi del-

la collaborazione di un altro pioniere, Masataka

Taketsuru, il quale aveva appreso l’arte della pro-

duzione dopo un’esperienza in Scozia. Il whisky

non poteva che essere quindi di “stile” scozze-

se.

Nel 1973 è seguita la costruzione di quella di

Hakushu (a Nord di Tokyo) anche qui ai piedi di

un altro monte, il Kai Komagatake.

Suntory, di fatto un sinonimo di whisky, è un

nome molto radicato nella società Giapponese

Annate a confronto

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 530

ed è entrato a farne parte della Cultura tanto che

anche uno dei più famosi scrittori, Yukio Mishima,

nel suo noto romanzo Il Padiglione D’Oro, am-

bientato durante l’occupazione americana del

Giappone, scriveva così: “dal pacco vennero

fuori, infatti, sandwich per quattro, biscotti d’im-

portazione, a quel tempo piuttosto rari, e infine

una bottiglia di whisky Suntory, che era possibile

procurarsi solo al mercato nero perché le scorte

erano state riservate alle truppe d’occupazio-

ne”. Ferguson, nel resoconto del suo viaggio in

autostop attraverso il Giappone (Autostop con

Buddah, Feltrinelli), non può non farne menzione,

ed in modo molto simpatico ricorda che “...ades-

so stavano ordinando gin giapponese, sakè di

Akita, birra di Hokkaido e whisky Suntory liscio,

mischiandoli nel mio stomaco come taoisti dediti

all’alchimia in cerca dell’elisir della vita e probabil-

mente – quasi sicuramente – della morte”.

La Yamazaky Distillery è aperta al pubblico per

visite guidate. Il percorso del tour, che dura circa

60 minuti, prevede la visita in sequenza di tutte

le fasi produttive, per poi passare attraverso al

deposito del prodotto in affinamento nelle botti,

quindi terminare con la degustazione.

In degustazione assaggerete in sequenza due ti-

pologie lo Yamazaky Single Malt 12 Year (700ml,

43% alc.vol.) e Hakushu Single Malt 12 Year

(700ml, 43% alc.vol.) quest’ultimo caratterizzato

da un leggero sentore di torba; in realtà gli assag-

gi sono due ovvero i due whisky degustati prima

molto diluiti con acqua (tipico modo di berlo dei

giapponesi) e poi in purezza. Con molta poesia

Suntory sottolinea l’unicità dell’acqua usata per

i propri whiskies (che fra l’altro è quella servita in

accompagnamento alla degustazione e che viene

anche imbottigliata) che è la stessa usata fin dal

XVI secolo da un famoso maestro di Cerimonia

del Tè, Sen no Rikyu, e presa poco distante da

ove ora sorge la Yamazaky.

Le botti utilizzate per l’affinamento sono di quercia

ma di diversa tipologia e provenienza. Si usano

infatti legni di quercia Giapponese, bianca Nord

Americana e Europea, in funzione del prodotto

da ottenere vengono utilizzate botti nuove oppu-

re altre nelle quali prima è maturato il bourbon o

lo sherry.

Per i Single Malt, alla Yamazaky vengono prodotti

gli Yamazaki 10 anni, 12 anni (vincitore della Gold

Medal al ISC 2003), 18 anni (pure vincitore di nu-

merosi premi internazionali ISC, IWSC e SWSC)

e il 25 anni; stesse tipologie di invecchiamento

sono prodotte alla Hakushu i Single con il 12 anni

vincitore della Silver Medal al ISC 2003, ed il 18

anni vincitore delle medaglie d’oro ISC 2006 e

IWSC 2007. Per i blend il top è la linea Hibiki con

le tipologie 17 anni, 21 anni e 30 anni Interessante

è anche la Library una straordinaria biblioteca in

cui non vengono conservati libri bensì bottiglie di

whisky di differenti annate (circa 7000) anche di

altri produttori (Scozzesi, Irlandesi soprattutto)

con i quali la Suntory confronta la propria qualità.

Allo spaccio della Yamazaky è possibile acqui-

stare le varie tipologie di prodotti oltre che tutta

una serie di gadget tra i quali i chop-stick (le fa-

mose bacchette) fatte con lo stesso legno utiliz-

zato per le botti.

Per chi si recasse in Giappone e volesse visitare

la Yamazaky Distillery è possibile farlo tutti i giorni

(anche di Domenica) con apertura dalle 10 alle

15. È possibile raggiungerla anche con il treno

con la famosa linea JR, partendo da Kyoto e con

fermata alla Yamazaki Station; da qui poi in poco

più di 10 minuti a piedi si arriva alla distilleria.

Tra gli altri produttori di whisky da ricordare Nikka

(ora del gruppo Asahi; la distilleria di Yoichi risale

al 1934) e Kirin.

Prime Produzioni

Loazzolo si pone per le sue condizione pedoclimatiche come un territorio particolar-mente favorevole alla col-tivazione del Pinot nero. L’altitudine, l’esposizione, l’escursione termica, i ter-reni magri e calcarei fanno sì che si possano esaltare appieno le caratteristiche di questo vitigno, ricercan-

done il giusto equilibrio tannico e acido e magnificandone gli aromi. Di colore rosso rubino con riflessi granata, al naso troviamo note fruttate di ciliegia, mora, fragola accompagnate da note floreali di rosa e viola e da quelle speziate di pepe bianco, chiodi di garofano e cannella. In bocca si apre con delicatezza ed elegan-za gustativa, ben bilanciato tra la vivacità del tannino e l’acidità compensate dalla nota calda dell’alcool e dal finale am-

mandorlato. Versatile nell’abbinamento, è adatto sia a carni bianche, come pollo alla cacciatora, che a carni rosse, come bistecche di vitello o il capretto. Si serve a 16° - 18° C.

BORGO ISOLABELLA S.S.regione Caffi, 3 - 14051 LOAZZOLO (AT)Tel. +39.0144.87166 - fax +39.0144.857303www.isolabelladellacroce.itinfo@isolabelladellacroce.it

Bricco del Falco - Monferrato D.O.C. Rosso da uve Pinot Nero

a cura della redazione di Quality aDV

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5

«Con il Salone del Gusto e Terra

Madre Torino guarda al mondo,

offrendo un punto di vista inter-

nazionale che ci permette di affrontare l’attuale

crisi con una consapevolezza diversa». Questo il

messaggio lanciato da Carlo Petrini alla presen-

tazione del Salone del Gusto e Terra Madre, che

quest’anno per la prima volta saranno una cosa

sola: un unico grande evento, completamente

aperto al pubblico, che si svolgerà dal 25 al 29

ottobre 2012 a Torino (Lingotto Fiere e Oval).

La manifestazione è organizzata da Slow Food,

Regione Piemonte e Città di Torino, in collabo-

razione con Ministero delle politiche agricole ali-

mentari e forestali «Questa crisi ci offre la possi-

bilità di interpretare positivamente la riduzione dei

consumi, grazie all’opportunità di riqualificare le

nostre scelte in ambito alimentare, prediligendo

l’economia di prossimità. Parlando di qualità, non

ci si deve solo focalizzare sugli aspetti organolet-

tici ma sottolineare elementi di responsabilità so-

ciale, sviluppo sostenibile e rispetto dell’ambien-

te. Da questa situazione non usciremo sconfitti

solo ridefinendo i criteri di sviluppo: non possia-

mo pensare di adottare come rimedio ciò che ha

causato questa crisi. Siamo tutti chiamati a fare i

conti con il governo del limite, ce lo impone ma-

dre natura, e proprio per questo dobbiamo pun-

tare sull’educazione alimentare e l’orientamento

verso consumi consapevoli» ha concluso Petrini.

Cibi che cambiano il mondo: questo il tema che

sintetizza l’evento: «Le storie di chef, artigiani

e comunità del cibo di 150 Paesi testimoniano

come si possa rivoluzionare il paradigma che

regola questo mondo in crisi a partire dal cibo,

dimostrando che possiamo fare qualcosa di

Si apre il sipario sul Salone del Gusto e Terra Madre 2012

La manifestazione è organizzata da Slow Food,Regione Piemonte e Città di Torino, in collaborazione con

Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.“”

a cura di Gladys torres urday – Fonte slow Food

32

buono per la nostra salute, l’ambiente e il sistema

produttivo senza rinunciare al piacere del cibo e

alla convivialità» ha introdotto Roberto Burdese,

presidente di Slow Food Italia. «Come immagine

di questa edizione abbiamo scelto un alimento

simbolo del cambiamento: la mela di Newton.

Per noi è anche un invito a usare la testa nelle no-

stre scelte alimentari. Qualche numero del pros-

simo Salone? Allestiremo oltre 70 000 mq nei

padiglioni di Lingotto Fiere e Oval, in quella che

diventa così la più grande manifestazione della

regione. Ospiteremo circa 1000 espositori da più

di 100 Paesi, organizzando 44 conferenze, 170

tra Teatri del Gusto, Laboratori e Appuntamenti a

tavola, a cui si aggiungono le iniziative educative

e di aggregazione».

«Mangiare e bere bene sono da sempre l’obiet-

tivo fondamentale dell’uomo, mentre solo recen-

temente Slow Food ha contribuito a diffondere

la consapevolezza del diritto universale al cibo.

Carlo Petrini è per me un filosofo: ha inventato un

pensiero che ha ispirato un salto di qualità nella

percezione del cibo per milioni di persone», ha

detto Piero Fassino, sindaco della Città di Torino.

«L’evento ha contribuito a ridefinire l’identità di

Torino, che nel corso degli anni è diventata una

città plurale, cosmopolita e ricca di cultura. Per

dare continuità a questo cambiamento, la città

si sente quindi impegnata a sostenere sempre di

più il Salone del Gusto e Terra Madre».

34

«Il cibo rappresenta tante cose: prima di tutto è vita,

dobbiamo ricordarcelo. Ci sono ancora tante, trop-

pe persone che muoiono di fame. E oggi, con la cri-

si economica che stiamo vivendo, sono in troppi a

usufruire delle mense popolari. Il cibo è anche pre-

venzione, e l’educazione al cibo è molto importante

anche per chi gestisce la sanità. Mangiare bene si-

gnifica anche prevenire molte malattie. Il Piemonte

è una regione ricca di storia, soprattutto dal punto

di vista enogastronomico. Infine, il cibo è una parte

fondamentale della nostra economia: nella nostra

regione abbiamo grandi potenzialità, soprattutto

puntando sul prodotto di qualità. Questo permet-

te anche di creare nuovi posti di lavoro. Spero che

anche di questo si possa ragionare in occasione

del Salone del Gusto e Terra Madre» ha sintetizzato

Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte.

A ottobre a Torino si parlerà di cambiamento, cibo e

sviluppo sostenibile, temi al centro della Conferenza

delle Nazioni Unite Rio +20, in programma a Rio

de Janeiro dal 20 al 22 giugno, dove sarà presen-

te una delegazione di Slow Food guidata da Carlo

Petrini. C’è un filo rosso tra Rio e Torino, che lega

questi momenti e unisce tutti gli attori che nel mon-

do difendono queste istanze.

«Diversamente dal passato, oggi è il cibo che in-

fluenza fortemente il nostro clima. E questo a causa

delle nostre abitudini, che esigono prodotti prove-

nienti da altri continenti» ha spiegato Luca Mercalli,

presidente della Società italiana di Meteorologia. «È

ovvio che non possiamo andare avanti così, perché

stiamo prendendo a credito le risorse del pianeta

dalle generazioni future. Fondamentale quindi un

drastico cambiamento: questo è ciò che propone

Slow Food invitando ad adottare una dieta amica

del clima».

«Perché sostenere il Salone del Gusto in tutti que-

sti anni? Soprattutto per l’evoluzione straordinaria

che ha avuto la manifestazione grazie alla capaci-

tà di sognare di Carlo Petrini e di tutta la squadra»

così Giuseppe Lavazza, vice presidente del gruppo

Carlo Petrini

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5

e sponsor storico dell’evento, che accompagna

Slow Food fin dalla prima edizione. Ma sono mol-

te le realtà italiane che con la loro partecipazio-

ne sostengono attivamente questa idea del cibo

come motore di cambiamento: oltre a Lavazza,

Lurisia, Garofalo, Novamont, Intesa Sanpaolo

sono sponsor ufficiali; Compagnia di San Paolo,

Fondazione CRT e Associazione delle Fondazioni

delle Casse di Risparmio Piemontesi sostengo-

no Fondazione Terra Madre e Slow Food; con il

contributo di Coldiretti.

Sono molte le esperienze che propone il ric-

co programma del Salone del Gusto e Terra

Madre 2012: un grande Mercato che si snoda

tra Lingotto Fiere e l’adiacente Oval, creando una

felice unione tra espositori, Presìdi Slow Food e

comunità del cibo; Laboratori del Gusto e Incontri

con l’Autore per approfondire e assaggiare in

compagnia di produttori, chef, vigneron, birrai ed

esperti; Teatri del Gusto per osservare da vicino le

mani dei cuochi all’opera nel creare i piatti simbo-

lo dei loro ristoranti e coglierne i segreti; percorsi

educativi per bambini e adulti; Conferenze per

aprire il dibattito su come stili alimentari respon-

sabili possano migliorare la nostra salute e quella

del pianeta; un’Enoteca che valorizza territori di

confine, aree montane, terroir estremi e vini che

fermano l’avanzata del cemento; Appuntamenti

a Tavola, per fare il giro del mondo restando in

Piemonte.

Il programma completo e tutte le informazioni utili

sono disponibili su www.slowfood.it.

faravetrerie.it

UNA PERSONALITÀCHE TRASPARE

IN OGNI OCCASIONE

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5

L’Università Nacional Agraria la Molina - Centro de Investigaciòn Vitivinicola in collaborazione con la FISAR

ha realizzato il 19 e il 20 luglio un evento dal tema“Vini del vecchio e del nuovo mondo” Italia-Perù”.

“di Roberto Rabachino

36

Vini italiani e peruanis’incontrano nella

città di Lima in Perù

L’evento è stato fortemente voluto dal

Dr. Juan Carlos Palma, Direttore del

Centro d’Investigazione Vitivinicola

U.N.A.L.M. – C.I.V.e a visto la partecipazione di

autorità accademiche, giornalisti professionisti del

settore enogastronomico peruviano, sommelier e

produttori di Pisco (ndr: che è il famoso distillato

originario del Perù) e di vino. Protagonista per la

FISAR la giornalista e sommelier Gladys Torres

Urday che è stata, oltre che la protagonista delle

degustazioni, anche la trait d'union fra le due cul-

ture e l’organizzatrice.

Il Dr. Juan Carlos Palmacon la giornalista Gladys Torres Urday

I vini che rappresentavano l’Italia sono sta-

ti scelti personalmente dalla sommelier Italo-

Peruana e sono: il Gavi di Gavi 2011 Etichetta

nera La Scolca, il Barolo 2007 dei Marchesi di

Barolo, il Barbaresco Ovello 2007 Gigi Bianco, il

Sgarzon Teroldego 2010 di Elizabetta Foradori,

il Brunello di Montalcino 2007 Casato Prime

Donne di Donatella Cinelli Colombini e l’Amaro-

ne della Valpolicella 2008 Massimago. Per il Perù

sono stati presentati vini della Azienda Santiago

Queirolo. Intipalka, che nell’idioma Inca significa

“Valle del Sole”, è proprio nella valle della città di

Ica dove sono prodotti tutti i vini presentati.

Questa zona situata ad una altitudine di 500 mt

slm e distante solo 60 km dalla costa pacifica,

gode della protezione pedoclimatica offerta dalla

vicina Cordigliera delle Ande ed è una delle più

importante zone vitivinicole del Perù.

I vini presentati, prodotti dall’azienda Santiago

Queirolo (ndr. famiglia italiana originaria del-

la Liguria), sono stati: Intipalka Spumante Extra

Brut, Intipalka Sauvignon Blanc, Intipalka Tannat,

Intipalka Riserva Malbec/Merlot, Intipalka riserva

Cabernet Sauvignon/Petit Verdot e il premiato

Intipalka NO.1, una riserva prodotta con le uve

della Valle de Ica con affinamento di 24 mesi in

BINA

®

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 538

barrique di legno americano e francese vincitore

della medaglia d’oro al Concorso Internazionale

dei vino e degli spumante di Vinagora in Ungheria.

La degustazione come abbiamo già detto ha

avuto un enorme successo ed è stata ripresa

da molti media peruani. La qualità dei vini presentati,

poi, ha elevato una presentazione in un vero e proprio

evento.

“L’Università Nacional Agraria la Molina di Lima è

molto felice di vedere realizzato questa importan-

te degustazione didattica – dichiara Juan Carlos

Palma.

Onorati anche di avere al nostro fianco una ri-

conosciuta associazione internazionale come la

FISAR e aver avuto la possibilità di degustare al-

cuni tra i migliori vini prodotti in Italia. Questo è

solo il primo di un percorso – conclude il Direttore

del Centro d’Investigazione Vitivinicola – che ve-

drà nuovamente il vino protagonista”.

“Mai mi sarei aspettata di degustare vini peruani di

questa qualità – dichiara convinta Gladys Torres

Urday. Eleganza, profumi intensi ed equilibrio

sono state le sensazioni organolettiche che han-

no affascinato il pubblico presente. Interessante

è stato il constatare la preparazione tecnica dei

sommelier e produttori presenti.

Questa grande professionalità mi danno la cer-

tezza – conclude la giornalista/sommelier – che

il cammino intrapreso dal comparto enologico

peruano porterà a un prodotto qualitativamente

pronto per concorrere con i vini d’eccellenza del

continente sud americano e non solo”.

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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5

La manifestazione è anche l’occasione per intraprendere un gustoso viaggio nello straordinario

patrimonio enogastronomico lagunare e veneto.“Di Roberto Donadini

40

America’s Cup aVenezia con la FISAR

Benvenuti a Venezia città di tutti i veneti

che con grande soddisfazione ha ospitato

l’America’s Cup World Series. Un evento

di straordinario fascino e spettacolarità che pone

la città ai massimi livelli dello sport internazionale,

un momento unico che ha portato i protagonisti

del più antico trofeo al mondo nelle acque della

laguna veneta. Nove giorni di grande spettacolo

non solo sportivo in una cornice unica al mondo;

questo è quello che ha offerto l’AC World Series

di Venezia si sono visti i velocissimi catamarani

AC45 affrontarsi su due campi di gara davvero a

portata del pubblico.

Undici team in gara, provenienti da nove Nazioni

oltre che dall’Italia, da USA, Francia, Spagna,

Svezia, Nuova Zelanda, Corea e Cina; compo-

sti dai migliori velocisti al mondo tra cui quelli di

Luna Rossa, unica barca italiana in competizione,

si sono scontrati in regata di flotta, in match race

(duelli uno-contro-uno) e negli spettacolari Speed

Trial (prove di velocità su basi di 500 mt) su due

specchi d’acqua: in bacino San Marco, davanti

Un grande mercato per scoprire vini artigianali e indipendenti

Sabato 1 e domenica 2 dicembre 2012 apre a Piacenzail 2° Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti

Un vignaiolo indipendente è un “artigiano del vino” che gestisce in prima persona tutta la filiera che porta il vino dal territorio al mercato. Lo sanno bene

quei consumatori attenti – e sono sempre più numerosi in Italia - che con precise scelte di consumo portano sulle proprie tavole vini artigianali. L’occasione per incontrare i vini e i vignaioli indipendenti la offre la Fivi che sabato 1 e domenica 2 dicembre 2012 apre la seconda edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti negli spazi del quartiere fieristico di Piacenza.

“Abbiamo notato – racconta Costantino Charrère, vignaiolo valdostano e presidente della Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti - che i consumatori attenti vogliono capire, sapere, approfondire, guardare in faccia i produttori, e se necessario sono disposti a spendere alcuni euro in più per acquistare una bottiglia di vino della quale riconoscono il valore culturale. È la testimonianza del fatto che il bicchiere di vino deve tornare ad essere un elemento della nostra catena alimentare, frutto del lavoro di vignaioli che gestiscono il territorio mantenendo vive le periferie agricole e alimentando un circolo virtuoso di posti di lavoro”.

Eventi come questo sono una vera e propria rivoluzione culturale nel nostro Paese: la consapevolezza dei valori alimentari è sempre più forte ma spesso chi cerca i vini dei

vignaioli ha difficoltà a reperirne i prodotti. Al Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti si possono degustare oltre 1.000 vini e portarli a casa acquistandoli direttamente dal produttore. Sono oltre 250 i vignaioli in arrivo da tutta Italia e dalle più interessanti regioni vitivinicole europee per far conoscere i propri vini, raccontare il territorio e consolidare la cultura del vino di qualità, del vino artigianale che affonda le proprie radici nelle tradizioni italiane ed europee.

E se il vino dei vignaioli deve tornare ad essere compagno delle nostre tavole, anche gli alimenti devono essere artigianali. Al Mercato dei Vini un piccolo gruppo di “artigiani del cibo” accompagnano le degustazioni con i loro prodotti dal sapore autentico: formaggi, salumi, specialità da forno e dolcezze tradizionali da diverse regioni italiane.

Per tutti gli appassionati, per gli amanti del vino, per chi si sta avvicinando ai vini artigianali, per chi si sta ponendo domande su cosa mangiamo e cosa beviamo questo è davvero un appuntamento da non perdere.

Il Mercato dei Vini è aperto al pubblico sabato 1° dicembre dalle 13 alle 20 e domenica 2 dicembre dalle 10 alle 18, i calici da degustazione vengono forniti all’ingresso insieme al catalogo dell’evento.

Per informazioni sul programmae sulle modalità di accessoTel. 342 [email protected]

Per maggiori info in merito a questa notizia potete contattare la segreteria organizzativa del Mercato dei ViniReferente stampa: Barbara PullieroTel. 348 2667381 • [email protected]

Per maggiori informazionisulla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti

www.fivi.it

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 542

a Palazzo Ducale, e in mare aperto, davanti ad

un altro simbolo di Venezia, il Lido, l’isola dello

sport e dei grandi spettacoli. Questo evento per

Venezia non è stato solo il palcoscenico di un

grande evento sportivo, ma anche il luogo dove

rilanciare Venezia come città dello Yachting e so-

prattutto proporre e sottolineare l’esigenza di un

nuovo rapporto con il mare e più in generale con

l’ambiente naturale. Il tutto attraverso l’esaltante

contrasto tra la tecnologia di imbarcazioni avveni-

ristiche come gli AC45 impegnati nel Trofeo mito

della vela, e un patrimonio ambientale e architet-

tonico unico al mondo come quello di Venezia con

la sua storia indissolubilmente legata al mare.

Non solo vela. L’America’s Cup a Venezia è an-

che l’occasione per intraprendere un gustoso

viaggio nello straordinario patrimonio enogastro-

nomico lagunare e veneto. Ambasciatori sono lo

Chef trevigiano Tino Vettorello della Tino Eventi

che, al ristorante “l’Arsenale”, nella suggestiva

Tesa 3 – San Cristoforo dell’Arsenale, location

della Coppa America ha proposto il meglio del-

la cucina lagunare e i Sommelier della Fisar de-

legazione di Treviso veri messaggeri dei grandi

vini DOC e DOCG delle terre trevigiane e vene-

ziane che sapientemente hanno saputo studiare

al meglio i migliori abbinamenti con i piatti sag-

giamente preparati per l’occasione. L’evento ha

riservato ai nostri qualificati Sommelier tre presti-

giosi appuntamenti: la cerimonia inaugurale con

duecento ospiti vip, la serata di degustazione

con i “Serenissimi Vini” selezionati dall’Enote-

ca Regionale Veneta con sede presso la Scuola

Enologica Cerletti di Conegliano Veneto (Treviso) e

l’appuntamento più glamour dell’intera manifesta-

zione l’esclusiva cena di galà ospitata nelle Tese

92 e 93 dell’Arsenale, cuore pulsante del village

allestito per la Coppa America. Selezionatissimi e

professionali sono stati gli oltre venti sommelier

che hanno partecipato alla manifestazione più

importante dell’anno sbarcata a Venezia e con

grande stile ed eleganza hanno servito in modo

impeccabile tutti gli ospiti ricevendo i compli-

menti dalle più alte autorità e da tutti i prestigiosi

sponsor dell’intera organizzazione. Protagonisti i

sommelier di Treviso: Ennio, Massimo, Sandra,

Claudio, Mauro, Luigi, Walter, Mara, Luca, Monia,

Teresa, Luciana, Sergio, Mara, Beatrice, William,

Giuliano, Lucio, Annalisa e Davide. Impeccabile

la loro prestazione e la grande classe nel servizio

in un evento davvero unico vista l’eccezionalità di

location e allestimento.

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...prontiper nuovi traguardi...

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5

Prima di parlare della realtà vitivinicola ita-

liana è opportuno dare uno sguardo alla

situazione a livello mondiale. La produzio-

ne mondiale di vino, secondo la media dell’ultimo

quinquennio elaborata dall’Oiv, è di 270 milio-

ni di ettolitri, di cui il 60% prodotto nell’Unione

Europea. Il 17% di quella mondiale e il 28% di

quella europea “parlano italiano”, ossia proven-

gono dai nostri vigneti.

Nel 2011 l’Italia ha prodotto 40,6 milioni di etto-

litri di vino contro una media decennale di 46,4

milioni. Questo ci dimostra come la produzione

italiana si stia contraendo. A tale proposito ba-

sti pensare che nel decennio 1992-2001 era di

quasi 58 milioni ettolitri, nel decennio 2002-2011

è scesa a poco più di 46 milioni mentre negli ul-

timi 5 anni si è stabilizzata intorno a 44,4 milioni

di ettolitri. Tutto questo trova conferma nell’ab-

battimento della superficie di uva da vino che in

Italia nel 1980 era di 1.230.000 ettari, nel 1990

era scesa a 970.000 ettari ed oggi è di 694.000

ettari (dati Istat).

In poco più di vent’anni abbiamo quindi perso

276.000 ettari più di quanti ne possiedono oggi

la Lombardia, la Puglia e la Sicilia insieme.

Per alcuni questo è un dramma per altri un

bene visto che è inutile produrre quello che il

mercato non vuole e, oggi più che mai, è assai

pericoloso produrre male. Quello dell’abbat-

timento delle produzioni è un fenomeno solo

La fotografia della crisi del settore vitivinicolo

italiano secondo Assoenologi

La crisi c’è. Ciò nonostante il vino italiano piacee continua a essere il più scelto sugli scaffali del mondo.

Spetta a tutti noi far sì che questa situazione continui a migliorare. I presupposti per un sempre maggiore successo ci sono.

“”

di Giuseppe martelli

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Fotografia Sviluppo Piemonte Turismo

italiano? Assolutamente no. C’è un calo evidente

in tutti i Paesi tradizionalmente produttori tanto

che l’Unione Europea, solo negli ultimi 5 anni

(2007/2011) ha perso ben il 12,4% della sua

potenzialità produttiva, passando da 3.792.000

ettari a meno di 3.600.000 ettari con cali di oltre

l’11,5% in Spagna e del 6% in Francia. Una ten-

denza in continuo decremento, basti pensare che

la dimensione del vigneto solo dal 2007 al 2011 è

calata di circa il 2% in Grecia e Portogallo, di oltre

il 5% in Francia, Italia e Ungheria e di più dell’11%

in Spagna. Diversa la situazione nell’area extra

comunitaria dove l’andamento della superficie vi-

tata è alquanto diversificata. Infatti mentre Stati

Uniti d’America e Brasile fanno registrare cresci-

ta zero, la Nuova Zelanda, la Cina, l’Australia e il

Cile in 5 anni sono cresciute tra l’1 e il 6% a fronte

di Argentina e Sudafrica che sono calate da 1 a

3,5 punti percentuali. Per chiudere il quadro sul-

la situazione vitivinicola dobbiamo ricordare che

l’Italia è l’unico Paese al mondo dove i vigneti si

estendono quasi ininterrottamente da Bolzano a

Pantelleria disegnando il territorio. Se da una par-

te l’uva e quindi il vino uniscono, con un ideale filo

conduttore, luoghi diversi per cultura e tradizione

è altrettanto vero che la superficie media vigneto/

azienda è ancora troppo contenuta.

Secondo Assoenologi oggi in Italia essa è me-

diamente di 3,5 ettari (negli anni ‘90 era 0,7 et-

tari), in Francia è di 10 ettari che diventano 25

nel Midi. In Australia e Cile la superficie media

vigneto/azienda è di 300 ettari, nel 75% dei casi

meccanizzata.

La produzione italiana di vino, sulla base del-

la nuova classificazione imposta dall’Ocm, per

l’Italia ha la seguente segmentazione: il “vino”,

ovvero quello che precedentemente era indicato

come “vino da tavola”, rappresenta il 40% della

nostra produzione. Le Igp, per l’Italia Igt, costitui-

scono il secondo segmento della piramide, sono

complessivamente 118 e rappresentando il 27%

della produzione. Al vertice della piramide abbia-

mo le Dop, ossia per l’Italia le Docg e le Doc, che

sono complessivamente 403, di cui 73 Docg e

330 Doc che costituiscono il 33% della nostra

produzione media nazionale. Per quanto attiene

L’Azienda agricola Val delle Rose, di proprietà della famiglia Cecchi, in località Poggio La Mozza, nella Maremma grossetana, da metà degli anni ’90 svolge l’attività di produzione, vinificazione e imbottigliamento di uve proprie. Lo scorso anno è stata notevolmente ampliata con la costruzione di una nuova cantina e ciò ha comportato un aumento dell’uva lavorata e quindi del refluo prodotto, problema che è stato risolto in modo innovativo realizzando un sistema di fitodepurazione multistadio con possibilità di riutilizzo dell’acqua depurata quale riserva per svolgere le mansioni di irrigazione di soccorso del vitigno e delle aree verdi dell’Azienda. In sintesi, un premio meritato perché la filiera proposta coniuga bassi consumi energetici, semplicità costruttiva e gestionale, tutela ambientale e limitata produzione di rifiuti. Andrea Cecchi si dice soddisfatto di questo risultato e afferma: “Tutelare l’ambiente è oggi un dovere soprattutto per chi, come noi, lavora con l’agricoltura. I nostri territori sono i nostri patrimoni. Per questo vanno rispettati e difesi”.

AzIENDA AGRARIA VAL DELLE ROSELocalità Poggio la Mozza - 58100 GrossetoTel. +39 0564 409062 - Fax +39 0564 408211www.valdellerose.it - [email protected]

La conoscenza del territorio e la volontà di approfondire le peculiarità dei vitigni tipici della Valpolicella hanno spinto la Gerardo Cesari a selezionare questo vino, prodotto al 100% con il monovitigno Corvina. La Corvina è la base dei grandi rossi della Valpolicella ma è solo in purezza che esprime le sue differenti espressioni nel colore, nei profumi e nel corpo. Una territorialità che si ritrova intatta in Jèma: nel calice sprigiona un bouquet di frutti rossi e ciliegia macerata con note lievemente tostate ed evidenze di cacao e caffè. Al gusto è morbido, pieno ed armonico, di ottima lunghezza e persistenza. Note e profumi che rendono Jèma un vino unico nel panorama enologico mondiale e che, come si legge nella recensione apparsa sulle pagine di GULA, mensile brasiliano che lo ha decretato VINO DELL’ANNO 2012: “ne giustificano il nome e fanno di questo vino una gemma preziosa”.

GERARDO CESARI S.P.A.Uffici: Quinzano (BS) - 25027 - via Luigi Ciocca 35Tel. +39 030 99 25 811 - Fax +39 030 99 23 455www.cesari-spa.it - [email protected]

A Cecchi il PremioToscana Ecoefficiente 2012

Jèma Gerardo Cesari: la gemma della Valpolicella

a cura della redazione di Quality aDV

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5

il colore il 55% del vino è bianco mentre il 45%

rosso e rosato (cinque anni fa era il 60%). Circa

il 50% della produzione italiana è detenuta dalle

Cantine sociali (dieci anni fa era il 60%). In Italia

le aziende produttrici di uva da vino sono oltre

700.000, mentre le strutture che imbottigliano

sono 20.000 (dieci anni fa erano rispettivamente

750.000 e 25.000), oltre il 60% sono al di sotto

delle 10.000 bottiglie annue. Il settore vitivinicolo

italiano si sta quindi velocemente riorganizzando

puntando sempre più verso il rapporto qualità/

prezzo per i vini comuni e qualità/prezzo/imma-

gine per quelli di più alta gamma. Visti i livelli pro-

duttivi, diamo uno sguardo ai dati più aggiornati

sui consumi di vino e sui mercati, in particolar

modo quelli internazionali dove il vino italiano ri-

mane il più venduto anche se non ancora con i

valori aggiunti sperati.

Ma andiamo con ordine. Parlando di consumi

in Italia, in base ai dati elaborati da Assoenologi,

siamo a 42 litri pro-capite, contro i 45 del 2007

e con una tendenza a un ulteriore decremento.

Riteniamo infatti che chiuderemo il 2012 a 40 litri

a persona. Negli anni ‘70 il consumo era 110 litri

pro-capite, quindi in meno di 40 anni abbiamo

perso il 62% del consumo interno.

Una situazione solo italiana? No certamente, ri-

guarda tutti i Paesi tradizionalmente produttori

dei quali si salva solo il Portogallo che negli ul-

timi 5 anni non cala, mentre la Spagna scende

dai 29,4 litri del 2007 agli attuali 21,8 (-27,4%), la

Francia passa da 52 a 47,4 litri (-10%) e l’Italia da

45 a 42 (-7,3%).

Di fronte a ciò, è inutile negarlo, l’unica valvola di

sfogo rimane l’export, ma la partita non è facile

visto che i nostri competitor sono organizzati e

agguerriti. Fortunatamente il vino italiano piace e

rimane il più venduto al mondo.

Il 2011 si è chiuso con un incremento delle nostre

vendite di vino all’estero del 12% in valore e del

9% in volume rispetto al 2010. Il prezzo medio

al litro è aumentato del 3%, passando da 1,77

a 1,83 euro. I primi tre mesi del 2012 fanno regi-

strare un decremento di vendite del nostro vino

all’estero del 5,5% in volume, ma con una cre-

scita del 6,8% in valore rispetto allo stesso pe-

riodo del 2011. Il che vuol dire che nei primi mesi

dell’anno abbiamo venduto decisamente meno

vino sfuso e incrementato quello in bottiglia che,

come risaputo, ha un valore aggiunto decisa-

mente più interessante. Prova ne è che il prezzo

medio euro/litro è cresciuto del 12,5% rispetto

allo stesso periodo dello scorso anno, passan-

do da 1,76 a 1,98. Il fatturato dell’intero settore

è passato da 13,6 miliardi di euro del 2007 ai

14,5 miliardi di euro del 2011, con un incremento

del 6,6%. A ciò vanno aggiunti almeno altri 2 mi-

liardi di euro dovuti al settore tecnologico, ossia

al comparto che attiene la vendita di macchine,

prodotti e accessori per l’enologia, di cui l’Italia

e leader nel mondo. Questa è la fotografia del

settore vitivinicolo italiano sulla base dei dati ela-

borati da Assoenologi. In conclusione la crisi c’è,

si sente e si vede. Ciò nonostante il vino italiano

piace e continua a essere il più scelto sugli scaf-

fali del mondo. Spetta a tutti coloro che operano

nel settore far sì che questa situazione continui a

migliorare. I presupposti per un sempre maggiore

successo ci sono e se li sapremo sfruttare i risul-

tati non mancheranno. Occorre quindi stringere i

denti e andare avanti nella convinzione che “uniti

si vince” ovvero che “disuniti si perde”.

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Amorim. We cork better.

Amorim Cork Italia - Via C. Bianchi, 8 - 31015 Conegliano - Tel. 0438 394971 - www.amorimcorkitalia.com - [email protected]

Quella volta che sembrava la prima, Amorim c’era.

IL VINO CHE RISPETTA L’AMBIENTEMagis, con le oltre 100 aziende italiane aderenti, si presen-ta al mondo del web con il nuovissimo sito www.magisvi-no.com, disponibile nella versione in italiano e in inglese. MagisVino.com è accessibile da pc, tablet, smartphone e permette di sapere cosa c’è dietro e dentro Magis e ap-prezzare le eccellenze vitivi-nicole italiane che vi hanno aderito. Nato nel 2009, Magis è il primo e più avanzato pro-getto per la sostenibilità della produzione del vino in Italia, e uno dei più avanzati al mondo. Magis è una parola latina che vuol dire “di più”, cioè “sempre meglio”. Ogni azienda può disporre infatti delle migliori conoscenze disponibili, aggior-nate anno dopo anno. Per la prima volta, infatti, produttori di vino, comunità scientifica, enologi, associazioni e industria lavorano insieme per migliorare e garantire la sicurezza e la sostenibilità del vino italiano, per andare incontro nel modo più concreto alle richieste dei consumatori e per differenziare la produzione italiana in base a parametri oggettivi. Ma an-che per razionalizzare l’attività delle aziende, quindi renderle allo stesso tempo più competitive e più sostenibili. Magis è agricoltura di precisione, che vuol dire fare solo quello che serve, solo dove e quando serve. Con Magis, le più avanzate conoscenze della comunità scientifica riunite nel Comitato tecnico-scientifico di Magis vengono condivise con le azien-de attraverso un Protocollo specifico per ogni area geografi-ca, che viene costantemente migliorato. Le aziende registra-no quindi tutte le lavorazioni eseguite e i risultati ottenuti in un sofisticato software appositamente sviluppato, la piatta-forma informatica Magis, che affianca il viticoltore e lo aiuta a compiere sempre le migliori lavorazioni possibili. Perché la sostenibilità dev’essere un fatto dimostrabile, e non solo una

parola. ® Magis è un marchio registrato Bayer AG.www.magisvino.com

“IL” UGO!, IL NUOVO APERITIVO DELL’ESTATEDopo il successo de “il” SPRIZ! La storica cantina di Valdobbiadene Mionetto lancia un nuovo aperitivo pronto da servire e a bassa gradazione alcolica. Ispirato ad un aperitivo originario dell’Alto Adige, a base di vino bianco frizzante e sciroppo di fiori di sambuco, “il” UGO! va servito in un ampio calice a stelo con ghiaccio, una foglia di menta e una fetta di

le notizie di enogastronomia e turismo

TAPPI IN SUGHERO AMORIM, LA CHIUSURA IDEALE PER IL VINOA chi aveva ancora qualche dubbio sul sughero, tirando in ballo magari il rischio di presenza di TCA (Tricloroanisolo) nei tappi, Amorim ha saputo rispondere sconfiggendo il proble-ma del “sentore di tappo”. Grazie al lavoro del dipartimen-to ricerca e sviluppo, Amorim ha applicato una tecnologia d’avanguardia mirata al raggiungimento della perfezione sensoriale, grazie all’importante contributo dei sistemi Rosa e Rosa Evolution, strategia preventiva e curativa senza egua-li. Oltre ad essere la chiusura ideale per chi vuole il rispetto dell’ambiente, il sughero è comunque la chiusura ideale per il vino stesso, poiché le straordinarie proprietà fisico-chimiche di questo materiale contribuiscono notevolmente alla capa-cità che un vino ha di evolversi all’interno della bottiglia. La capacità di ritornare alle dimensioni originali dopo la com-pressione è solo del tappo in sughero, ma anche l’imper-meabilità all’ossigeno è un valore aggiunto che il sughero ha rispetto alla chiusura alternativa in plastica. E se attraverso il tappo passa l’ossigeno oltre a perdere i suoi aromi il vino è anche a rischio contaminazione di microinquinanti durante lo stoccaggio e il trasporto. Gli studi dei ricercatori Amorim, in collaborazione con l’Università di Porto, hanno persino iden-tificato delle proprietà benefiche che dal sughero verrebbe-

ro trasmesse all’uomo tramite il vino, come la presenza di antiossi-danti esclusivi di que-sto materiale in grado di abbassare la prolife-razione di cellule tumo-rali. “È per tutti questi motivi – afferma Carlos

Santos, A.D. Amorim Cork Italia - che considero il sughero non solo come la chiusura che per tradizione è più vicina al mondo del vino, ma come quella del futuro. Una soluzio-ne tecnicamente all’altezza dei valori propagati dal vino, una chiusura che offre soluzioni tecniche per tutti i segmenti del-la produzione e soprattutto una chiusura che rappresenta il connubio perfetto tra uomo e Natura”. Amorim Cork Italia dal 1999 è la filiale italiana del Gruppo Amorim, leader mondiale nel mercato del sughero e in quello delle chiusure per vino con oltre il 25% della produzione mondiale, ed è da tre anni azienda leader del Paese. L’Italia è il secondo paese imbotti-gliatore al mondo e A.C.I. vende oltre 340 milioni di tappi con un fatturato di oltre 33 milioni di euro.AMORIM CORK ITALIA S.P.A. - www.amorimcorkitalia.com

a cura della redazione di

le notizie di enogastronomia e turismo

a cura della redazione di

l’irraggiamento solare e aumentando notevolmente il rispar-mio energetico dei due centri. Cinzano, parte del Gruppo Campari dal 1999, commercializza i suoi spumanti in tutto il mondo. I mercati principali sono Italia, Germania e Russia.

DAVIDE CAMPARI-MILANO S.P.A. - www.camparigroup.com

SERGIO ZINGARELLI NUOVO PRESIDENTEDEL CONSORZIODEL CHIANTI CLASSICO“Sono onorato di essere stato scelto dai miei colleghi per ricoprire questa carica in un momento così cruciale per il Consorzio del Chianti Classico. I prossimi tre anni, infatti, sa-ranno fondamentali per attuare i nuovi progetti e le strategie decise dal Consiglio di Amministrazione che hanno come obbiettivo quello di portare la denomi-nazione in una posi-zione di eccellenza. Sarà mio impegno, per il profondo attaccamento che nutro nei confronti di questa terra, proseguire nel segno della conti-nuità e lavorare con assiduità per far sì che il Chianti Classico e il suo magico territorio consolidino sempre più il loro ruolo di eccellenza in Italia e nel mondo”. Questo il primo commen-to di Sergio Zingarelli, tredicesimo Presidente nella storia del Consorzio durante il cambio del testimone col Presidente uscente Marco Pallanti che gli affida l’intenso programma di lavori per il ‘riassetto della denominazione’ approvato dal CdA del Consorzio lo scorso 28 maggio. Zingarelli dunque

giunge alla presidenza in un momento vera-mente cruciale, in una stagione nella quale dovranno partire strategie innovative che, solo per citarne alcune, puntano alla valo-rizzazione della “Riserva” attraverso nuove

regole di produzione, alla nascita di una nuova categoria di Chianti Classico che si posizionerà al vertice del-la piramide qualitativa e al restyling del logo Gallo Nero che uscirà dalla fascetta di Stato per accresce la propria visibilità. Sergio Zingarelli, nato a Roma nel 1958, è stato nominato nel 1989 Amministratore Delegato e Direttore Generale di Rocca delle Macìe, acquistata dal padre Italo nel 1973, per arrivare nel 2000 alla Presidenza.

ROCCA DELLE MACIE SPA www.roccadellemacie.com

lime. Ad una base di vino bianco, elaborato in au-toclave a basse temperature con vini provenienti dal Triveneto, viene miscelato uno sciroppo di fiori di sambuco prodotto in Tirolo e dalle note più spiccate che si sposano perfettamente con gli aromi del vino, per un finale con lievi sentori di pesca e miele. Alla freschezza aromatica di “il” UGO! si unisce anche un design della bottiglia che ne sa esprimere la morbidezza e la frizzante originalità del sapore, anch’essa caratterizzata dal comodo e moderno tappo a corona, tipico dell’intera linea IL, per facili-tarne l’apertura.MIONETTO - www.mionetto.com

CINZANO INCONTRA I SUOI 600 CONFERENTI DI UVEIl Gruppo Campari ha radunato, nello scorso luglio, per il 12° anno consecutivo circa 1100 persone provenienti dalle 600 aziende agricole che conferiscono i grappoli per la produzio-ne degli spumanti Cinzano. Le diverse realtà agricole, dalle più piccole con vigneti di 400 mq alle più importanti di 20 ettari di vigne, ciascuna con la sua storia fatta di tradizione e

di un profondo legame col territorio, hanno incontrato Lorenzo Barbero, enolo-go del Gruppo Campari e

Andrea Garbin, Direttore Acquisti del Gruppo Campari. Con ciascun conferente Cinzano ha una relazione vera, diretta. Basti pensare che per comunicare tempestivamente e capil-larmente l’andamento sanitario dei vigneti o informare i sin-goli conferenti, provenienti da diverse zone, sull’inizio della raccolta, vengono utilizzati degli SMS. Nonostante Cinzano appartenga ad una grande realtà industriale, il legame con i suoi conferenti viene curato con ciascuno esattamente come avveniva un tempo, conoscendo le persone, le fami-glie che da generazioni conferiscono le uve per la produzio-ne degli spumanti. Tutte le uve provengono dalle province di Alessandria, Asti e Cuneo. Nel 2010 Cinzano ha pigiato 12 milioni di kg di uve moscato per produrre l’Asti D.O.C.G. Per le altre uve mediamente vengono pigiati circa 188.000 kg di Brachetto d’Acqui e 130.000 kg di Chardonnay. Altre tipologie di uve raccolte sono Pinot Nero e Grigio. I due cen-tri di pigiatura di Mango e Calamandrana sono alimentati quasi unicamente ad impianti fotovoltaici di filiera italiana, coprendo l’80% del fabbisogno energetico totale. I pannelli solari, 3.000 mt a Mango e 2.000 mt a Calamandrana, sono posizionati sulle coperture delle celle frigorifere, impedendo

permettono una

riserva d’acqua

in risaia per tutto

il periodo di ma-

turazione del riso

con il vantaggio

di mantenere na-

turalmente sana

la pianta e vivi

gli ecosistemi acquatici da cui parte la catena alimentare. Il

riso Carnaroli così ottenuto, classificato merceologicamente

come superfino, è considerato il riso ideale per i risotti: ec-

cellente tenuta di cottura, bassa callosità e grande capacità

di assorbimento di condimenti e aromi. La sua produzione è

difficile e costosa: il ciclo produttivo del vero Carnaroli, de-

cisamente più lungo di altri risi, circa 165 giorni, e la note-

vole altezza della sua pianta lo espongono particolarmente

ai rischi delle intemperie; la sua scarsa produttività non può

essere “forzata”, la pianta infatti non sopporta eccessi di

concimazione. La scelta impegnativa della sua coltivazione

da parte dell’azienda agricola Riserva San Massimo è pre-

miata dall’enorme successo riscontrato da i numerosi chef

internazionali e riconosciuto come un prodotto unico nel sue

genere. Il riso viene confezionato in saturazione d’azoto e

senza l’aggiunta di conservanti per mantenere l’integrità del

sapore e la fragranza del prodotto per lungo tempo.

AZIENDA AGRICOLA SAN MASSIMOwww.riservasanmassimo.it

YOUCHEF LA SCATOLA MAGICAUn regalo veramente originale, declinabile in ben 25 varianti,

inno ed omaggio al Made in Italy? Da settembre arriva sugli

scaffali YouChef, magica scatola regalo che contiene - libe-

ramente mixati fra loro – i prodotti di 5 aziende che operano

in settori diversi ma complementari, che si sono unite intorno

all’idea di realizzare una serie di nuovi prodotti costruiti a favo-

re di un consumatore attento e consapevole: i Franciacorta

delle Tenute La Montina, le pentole di Risolì, le lame del

Consorzio Premax, le paste (an-

che senza glutine) e le salse di

Tradizioni Padane, le creme e i

cosmetici di GirziLine.

In ciascuno dei kit si troveranno

vari prodotti di queste aziende,

le notizie di enogastronomia e turismo

UN ORO E UN ARGENTO PER L’AMARONEDI CANTINE RIONDOMedaglia d’oro all’International Wine Challenge e medaglia

d’argento all’International Wine& Spirit Competition

2012, il Castelforte Amarone della Valpolicella Doc

firmato Cantine Riondo conferma la crescente at-

tenzione dell’azienda ai grandi vini della tradizione

veronese. Frutto di una vendemmia manuale che

permette di selezionare solo i grappoli migliori,

l’uva viene fatta appassire a condizioni controllate

per circa 3 mesi, così da concentrare gli zuc-

cheri. Segue una fermentazione lenta e il vino

viene poi affinato in botti di legno per minimo 2

anni. Perfetto da meditazione o in abbinamen-

to a carni rosse, selvaggine, formaggi stagio-

nati e piccanti, Castelforte Amarone si presen-

ta con un colore rosso rubino carico tendente

al granato. Il profumo, caratteristico di ciliegia

matura è intenso e si intreccia con note di pru-

gna secca, cioccolato fondente e spezie. In

bocca è pieno, complesso ed equilibrato con

tannini morbidi e un retrogusto persistente. Da servire fra i

16/18°, Castelforte Amarone è un vino di spiccata personalità

che racconta il terroir d’origine e che, proprio per queste sue

peculiarità, viene sempre più apprezzato anche nei contesti

internazionali.

CANTINE RIONDO - www.cantineriondo.com

LA BIODIVERSITà E IL RISO RISERVA SAN MASSIMOL’azienda agricola Riserva San Massimo, situata all’interno

del parco lombardo del Ticino in un suggestivo ecosistema

esteso di 6 milioni di metri quadrati, è stata riconosciuta nel

2004, dalla Comunità Europea, Sito di Interesse Comunitario

a protezione speciale. In questo straordinario paesaggio ca-

ratterizzato da una vasta superficie boschiva naturale, viene

prodotto l’autentico riso Carnaroli coltivando soltanto 1/3

della superficie mantenendo la restante area naturale ed in-

contaminata. L’azienda agricola Riserva San Massimo non

ha subito i mutamenti portati dall’agricoltura intensiva e va

contro corrente adottando vecchi e faticosi procedimenti

quali mantenere coperte da erba le ripe ai bordi dei campi e

contornare le stesse con solchi profondi, accorgimenti che

a cura della redazione di

le notizie di enogastronomia e turismo

a cura della redazione di

suddivisi in 4 linee: Prestige (tutto quello che occorre per

cucinare sano, mangiare e bere italiano, anche avendo poco

tempo a disposizione), Senza Glutine (strumenti da cottura

e accessori pensati per permettere ai celiaci di cucinare in

totale sicurezza e facilmente distinguibili), Beautè (prodotti

per lui e per lei creati sfruttando le qualità dell’uva unite a

quelle delle acque termali), Art&Craft (dedicati all’inventiva,

alle capacità sartoriali, all’alto artigianato domestico).

Un progetto assolutamente innovativo di rete d’impresa mul-

ticanale (food, non food, cosmetica), i cui prodotti saranno

in vendita oltre che nei canali specifici di ciascun partner, in

negozi di oggettistica, design, food.

www.youchefonline.com - www.lamontina.it

RINALDI PRESENTAVILLA DI CORLOLa Fratelli Rinaldi Importatori annuncia un’importante novi-

tà per il suo portafoglio vini: i

prodotti della modenese Villa

di Corlo. L’Azienda è artico-

lata su due diverse proprietà:

Villa di Corlo, nelle vicinanze

di Modena, dove sono le vi-

gne di Lambrusco, e Cà del

Vento, sulle colline reggiane,

dove si trovano i vitigni inter-

nazionali. La produzione del-

le uve è condotta in regime

di agricoltura biologica certifi-

cata. La cantina è concepita

nel rispetto delle caratteristiche rurali della zona ed è dotata

di impianti conformi a tutte le normative riguardanti l’igiene,

la sicurezza e l’impatto ambientale. Entrambe le proprietà

sono nobilitate da altrettante, maestose ville padronali: sei-

centesca e con acetaia storica quella di Villa di Corlo, della

fine del XIX secolo quella di Cà del Vento.

FRATELLI RINALDI IMPORTATORI - www.rinaldi.biz

CONSORZIO TUTELA VINI EMILIA PER LE AZIENDE VITICOLE COLPITE DAL TERREMOTOIl mondo del Lambrusco concretamente solidale con le

cantine colpite dal sisma, con un primo stanziamento

d’urgenza. “Diverse aziende vitivinicole presentano gravi

problemi strutturali, tali da pregiudicarne l’attività con gravi

ricadute sull’occupazione e sulla produzione – spiega

Davide Frascari, presidente del Consorzio

per la Tutela dei Vini Emilia –. Le aree

maggiormente colpite sono quelle

a nord delle province di Modena

e di Reggio Emilia, San Prospero,

Carpi, Concordia (nel modenese),

Reggiolo, Rolo, Correggio (nel

reggiano) e molte altre. È per questo che

abbiamo predisposto un impegno da parte

del consorzio a favore delle aziende colpite”. “Una

situazione che ci preoccupa da vicino – gli fa eco Pierluigi

Sciolette, vicepresidente del consorzio con sede a Modena

– se si considera che Parmigiano Reggiano, Lambrusco e

aceto balsamico sono tra i prodotti italiani più esportati al

mondo”. “Per comprendere l’importanza socio economica

che ha il comparto vitivinicolo emiliano – entra nel dettaglio

Ermi Bagni, direttore del Consorzio - basti pensare che nelle

province di Modena e di Reggio Emilia 8.000 aziende viticole

coltivano 15.000 ettari di vigneto specializzato che danno

una produzione media annuale di 3 milioni di quintali di uva

trasformata principalmente in vino lambrusco Doc e Igt che

viene esportato in ben 50 paesi esteri sparsi nei cinque

continenti”. Nel concreto il bilancio dei danni è salato per le

aziende vitivinicole ubicate a nord delle province di Modena

e di Reggio Emilia. “Abbiamo registrato – spiega Bagni -

danni strutturali a diversi impianti. Non si sono registrate

perdite di prodotto dai vasi vinari, ma alcuni stabilimenti

di imbottigliamento sono stati dichiarati inagibili. In attesa

che venga ripristinata l’agibilità le imprese interessate sono

state autorizzate in via temporanea a delocalizzare l’attività

di imbottigliamento”. Ed ecco l’iniziativa di solidarietà del

neonato Consorzio Tutela Vini Emilia (che di fatto unisce

le realtà vitivinicole modenese e reggiana). Per dare un

aiuto alle imprese vitivinicole consorziate che si trovano in

sensibile difficoltà a causa del terremoto il Consorzio Tutela

Vini Emilia ha deciso di istituire una specifica voce di bilancio

stanziando una somma iniziale di 40.000 euro la quale sarà

integrata da un contributo di oltre 20.000 euro che verrà

messo a disposizione dall’Unione Italiana Vini organizzazione

di settore che rappresenta le maggiori aziende enologiche

nazionali.

CONSORZIO TUTELA VINI EMILIA www.tutelalambrusco.it - www.vinireggiani.it

La 21esima edizione del Merano

WineFestival sarà ricordata per il

prestigioso calendario di degustazioni

che propone terroirs e annate d’eccezione: “En

primeur Bordeaux 2011”, per la prima volta

nel mondo al di fuori dei confini di Bordeaux:

solo a Merano 50 Châteaux proporranno in

degustazione vini di grandi annate, 2011 e 2009.

Le straordinarie degustazioni saranno coordinate

da Ian D’Agata, winewriter, corrispondente per

Decanter, collaboratore di Le Figaro, grande

esperto di vini internazionali. Spicca su tutte

la verticale di Château Lafite Rothschild, un

domaine che dal 1234 alimenta la leggenda

portando vini sulle tavole di Re e Regine, seguita

nell’interesse da Champagne 1996, il millesimo

dall’andamento climatico più pazzo dello

scorso millennio e che, secondo gli esperti, ha

prodotto vini che necessitano dai 15 ai 30 anni

per la maturazione ottimale. L’Italia sarà invece

degnamente rappresentata da una verticale di

Masseto, solo sette ettari di vigneto per un vino

che raggiunge sempre le massime quotazioni

nelle aste internazionali e si proseguirà con la

verticale di Amarone Romano Dal Forno per

raccontare cinque annate di un vino che si può

davvero considerare un nettare: da 100 chili di

uva si ottengono solo 15 litri di Amarone. Tutta

da vivere anche la verticale di Magnum Giulio

Ferrari che partirà dall’annata 1987 e sarà guidata

alla presenza della proprietà, famiglia Lunelli.

Le grandi verticali del Merano WineFestival si

terranno nelle giornate di sabato 10 e domenica

11 Novembre ed avranno un costo che varia da

80 a 100 euro. L’intero ricavato dalla vendita dei

biglietti sarà devoluto alle vittime del terremoto

di L’Aquila e in Emilia, come espressamente

voluto dal fondatore Helmuth Köcher. Venerdì

9 si parte con BIO&DYNAMICA, la selezionata

rassegna di cantine che praticano viticoltura

naturale e/o biodinamica. L’alta gastronomia

sarà presente come ogni anno in Culinaria, lo

spazio dedicato a gourmand e gourmet con

prodotti golosi e curiosi. Da non dimenticare la

GOURMET ARENA, il palcoscenico del talento e

delle esperienze culinarie di qualità: 11 Chef di

cui 5 stellati Michelin, 5 emergenti e un ospite

d’eccezione formeranno il “dream team” che farà

sognare gli appassionati foodies sul tema scelto

per il 2012, l’ecosostenibilita’.

La prevendita dei biglietti sarà attiva on line nel

nuovo sito www.meranowinefestival.com

AL XXI MERANO WINEFESTIVAL 2012

LE DEGUSTAZIONI DIVENTANO EVENTIE FANNO DEL BENE

a cura della redazione di Quality aDV

52

10-11-12 Novembre 2012Il Merano WineFestival rappresenta l’evento più esclusivo per ap-

passionati wine lover e raf�nati gourmand. Nell’elegante Kurhaus

si potrà degustare il meglio della produzione enologica nazionale e

internazionale e una gustosa selezione di tipicità. Una curata ras-

segna di vini biologici e biodinamici aprirà il Festival il 9 Novembre

con l’esclusivo evento bio&dynamica.

Merano WineFestival, an exclusive event for gourmets.

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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 554

Se pensiamo al vitigno Nebbiolo, il Piemonte è ovviamentela prima regione che ci viene in mente e diversamente

non potrebbe essere. È presente in quasi la metàdelle sue 58 denominazioni e a parte i blasonati Barolo e Barbaresco

ci sono anche altre denominazioni che propongono una diversainterpretazione di questo vitigno e la doc Carema è una di queste.

di luca iacopini e massimo Bracci

Carema: un vinodi sole e di roccia

La possiamo definire una doc eroica e te-

nace, dura a morire e questi termini ve-

dremo in seguito che saranno del tutto

appropiati. Una doc di nicchia e in questi ultimi

anni lo è veramente. Nata nel 1967 con più di 40

ettari vitati, oggi la parte coltivata si è ridotta ad

appena la metà e purtroppo il territorio non l’aiuta

in questo.

Incastonato in mezzo ai monti del Canavese e

più precisamente ai piedi del Monte Maletto tra i

350 e i 700 metri di altitudine, il vino è prodotto in

piccola quantità: circa 4000 ettolitri all’anno gra-

zie a un lavoro di terrazzamento a secco (topion)

tanto paziente quanto faticoso eretto fin dall’an-

tichità su antichi terrazzamenti di pietra. Le vigne

sono caratterizzate da pergole sostenute da pi-

lastri, sempre in pietra, a forma di tronco di cono

chiamati “pilun”. Questa insolita architettura è

stata paragonata allo stile che va tra il romantico

e il gotico, ricorderebbero infatti le logge continue

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5

e le arcatelle cieche delle chiese romaniche

e gotiche. Al di là del loro imponente effet-

to scenico, queste masse pietrose svolgono

un’importantissima funzione di immagazzina-

mento del calore del sole rilasciandolo poi du-

rante la notte offrendo quindi alle viti le migliori

condizioni di crescita. Sono vigneti piccoli,

inaccessibili, dai quali è necessario vendem-

miare con ceste che devono essere portate

a mano a valle perché nessun mezzo mec-

canico si inerpica per quel pendio. Quando si

arriva in questo territorio si rimane veramente

impressionati dall’architettura di queste vigne

a tal punto da far scrivere a Neal Rosenthal,

famoso importatore americano di vini: “Small

in surface though they may be, Carema’s vi-

neyards are among the most majestic in the

world ” ovvero “vigne tra le più maestose del

mondo”.

La storia di questo territorio si intreccia spes-

so con quella della confinante Valle d’Aosta e

in questa c’è un curiosissima esperienza che

riguarda la storia vinicola di Carema, quel-

la dell’enotecnico condotto nata intorno al

1980.

Proprio come il medico condotto si preoccu-

pa della sanità del proprio circondario, l’eno-

logo condotto doveva aiutare con le proprie

competenze tutti i produttori della zona nel

proprio lavoro. Un’ottima idea vista l’esiguità

territoriale permettendo inoltre un sensibile

risparmio economico ma la cosa naufragò

dopo poco tempo. Questa iniziativa così ori-

ginale però permise di portare l’attenzione del

pubblico su questa zona e al suo vino così

estremo decretando quindi un meritato suc-

cesso commerciale.

La doc prevede il Nebbiolo come vitigno prin-

cipale con percentuali da un minimo dell’85%

al 100%. In pratica però tutti i produttori vini-

ficano in purezza. L’invecchiamento previsto

per la tipologia “Carema” è di 2 anni.

un’Excelsa idea: Soave

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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 556

È prevista inoltre una tipologia “Riserva” in

cui l’invecchiamento si protrae a 3 anni.

Deve essere servito a temperatura am-

biente (18/20 °C) e possibilmente stappa-

to qualche ora prima del consumo oppure

caraffato.

Il Carema è particolarmente adatto per ar-

rosti, selvaggina, carni rosse, formaggi sta-

gionati non piccanti o come vino da “cami-

netto”. Ben si addice a fine pasto con noci

e frutta secca.

I vini dell’Alto Piemonte come il Carema o

il Ghemme, il Lessona o il Gattinara non

sono da considerarsi dei Nebbiolo minori

rispetto ai Barolo o Barbaresco anzi in al-

cuni casi sono più longevi. Hanno un aci-

dità maggiore dovuta all’origine morenica

del terreno che gli garantisce appunto una

notevole longevità, anche se necessitano

di annate particolarmente calde per porta-

re le uve a maturazione perfetta, altrimenti

l’acidità così alta trasforma il vantaggio in

un problema.

La longevità di questo vino è piuttosto mar-

cata, anche venti-trenta anni, purchè le

bottiglie siano conservate coricate, meglio

se al buio, in cantine o locali privi di escur-

sioni termiche.

Oggi rimangono solo due produttori: la

Cantina Sociale con circa 50 produttori

part-time iscritti e l’azienda Ferrando, pic-

cola maison con sede a Ivrea guidata da

Luigi Ferrando il vero punto di riferimento

del Carema. A lui in particolare si deve la

sopravvivenza di questo vino e la sua va-

lorizzazione.

Mario Soldati definì questo vino “forte e

simpatico come un gusto di sole e di roc-

cia”.

La sfida per il prossimo futuro che Carema

dovrà vincere è quella di preservare la sua

viticoltura di nicchia, attraverso il rinnova-

mento dei vigneti e la continua ricerca della

qualità dei vini.

con Il Sommelier

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Organo Uffi ciale della FISARFederazione Italiana Sommelier

Albergatori Ristoratori

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 55858

fin amiglia

La Delegazione di Alessandria presentea Eno-Cosmo di Valenza

Si è svolta a Valenza(AL) dal 22 al 24 Giugno 2012

una fiera di eccellenza per il settore vitivinicolo. La

FISAR era presente con uno stand e con i suoi som-

melier che hanno fatto servizio presso il consorzio Al-Vino

che raggruppa molti produttori della provincia.

Grande successo di EnoCosmo, i vini locali alla ribalta

europea. Tema conduttore dell'evento: vino e salute. Un

binomio inscindibile e se c'era qualche dubbio l'hanno fu-

gato i molti operatori italiani e internazionali. Venticinque i

buyers internazionali presenti, sia europei che provenienti

dalla Cina e dal Sud America.

Nel terzo giorno la visita del ministro della salute Renato

Balbuzzi, che ha espresso apprezzamento sia per la qua-

lità del format espositivo sia per i prodotti della splendida

cornice di Expopiemonte.

Soddisfazione tra gli operatori per lo sviluppo di collabo-

razioni commerciali che hanno già dato conferma per la

prossima edizione nel 2013

La Delegazione di Alessandria era rappresentata da

Gabriella Cutica, Mauro Benzi, Carmen Bagnasco, Christian

Alberghini, Teresio Orsi, Claudio Tobia e Maria Pia Gori.

Notizia inviata da Maria Pia Gori della Delegazione di Alessandria

59Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 59

fin amiglia

“Il raggiungimento di un tra-

guardo non rappresenta un

punto di arrivo ma l’inizio di

un percorso conoscitivo, specialmen-

te in un settore come quello del vino

in cui le cose da imparare non sono

mai abbastanza”. È con queste paro-

le del fondatore Enrico Buoncristiani

che lunedì 9 luglio presso la locan-

da “Il Canovaccio”, situata nel cuo-

re del borgo medievale di Campiglia

Marittima, la delegazione FISAR Costa

Etrusca ha consegnato gli attestati ed

i tastevin ai sommelier che hanno su-

perato l’esame di fine corso.

La serata è stata anche un ottima oc-

casione per gustare la cucina ricercata

del locale gestito da Davide D’Onofrio,

alla quale sono stati abbinati vini na-

zionali e locali.

La cena è iniziata con un antipasto

composto da una terrina di fegato con

semi di cacao e melone ed un sorbet-

to di anguria con ginepro. A seguire

una lasagnetta alle verdure ed una

tagliata di controfiletto con verdure

grigliate. La cena si è conclusa con

una charlotte di cioccolato bianco con

croccante di mandorle e caramello

accompagnata da Moscato D'Asti.

La cerimonia di consegna è stata

presieduta dal Delegato Alessandro

Alcamo e dal Direttore di Corso Fabio

Caselli i quali non hanno mancato di

elogiare i partecipanti per il risultato

raggiunto alla fine di un percorso du-

rato oltre un anno.

I neo sommelier sono: Alessandro

Bagnoli, Gianluca Damiani, Davide

D’Onofrio, Gianni Del Pistoia, Simone

Donnoli, Francesco Ferrari, Michele

Franchi, Francesca Giordani, Luca

Spagli, Enrico Specos, Massimo

Trapassi, Vera Vismara.

La Delegazione FISAR Costa Etrusca

è lieta di dare il benvenuto ai nuovi

sommelier nella brigata di servizio.

Notizia inviata da Pier Francesco Pepi

della Delegazione Costa Etrusca

La Delegazione Costa Etruscaconsegna gli attestati da sommelier

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 56060

fin amiglia

In una delle strutture ristorative più

importanti di Aversa e provincia,

il ristorante Costanzo, martedì

3 luglio 2012 la Delegazione di

Caserta ha consegnato l’attestato di

partecipazione al corso di sommelier

di primo livello a ben ventiquattro

corsisti.

A raggiungere tale traguardo e con

enorme successo sono stati:

Alvino Letizia, Andreozzi Giuseppe,

Concilio Pietro, Costanzo Michele,

Cuozzo Fabio Nicola, D’Ausilio Antonio,

D’Angelo Adele, De Iulio Carmine,

Gordon Angela, Guadagnino Claudio,

Iapicca Luigi, Leone Rita, Liccardo

Mario, Magliulo Francesco, Marcelli

Marco, Morra Angelo, Pellegrino

Marinella, Sagliocchi Francesco,

Salzillo Michele, Santagata Antonio,

Santoro Nicola, Sarcinella Raffaele,

Scarpato Giovanna, Tessitore Wlenia.

La consegna si è svolta durante

una deliziosa cena preparata per

l’occasione dal bravissimo chef

Agostino Malapena e coordinata dal

sempre presente direttore Massimo

Turco, come felicissimo epilogo di un

corso durato tre mesi e che ha avuto

come location lo stesso ristorante

Costanzo.

A presenziare la serata sono stati

il delegato della Fisar di Caserta

Mariano Penza, il segretario Carlo

Iacone, il proprietario dell’enoteca Il

Vino Carlo Menale che ha fornito i vini

durante il corso e i giornalisti Vincenzo

Sagliocco e Vito Faenza, quest’ultimo

anche esperto gourmet ed ottimo

cuoco. Il delegato Mariano Penza si è

più volte complimentato con i corsisti

per l’attenzione mostrata durante le

lezioni e per gli ottimi risultati ottenuti

durante i test, questo per sottolineare

come l’interesse per il mondo del

vino sia sempre in continua crescita

soprattutto grazie alla partecipazione

di quella fascia di età che va dai 25

ai 40 anni come dimostrato dai dati

anagrafici dei partecipanti al corso

di Aversa. Il segretario Carlo Iacone

inoltre è intervenuto sottolineando

l’importanza che assume la città di

Aversa nel percorso che la Fisar di

Caserta sta creando di valorizzazione

e riscoperta delle antiche ricette

tradizionali di Terra di Lavoro. La città

normanna infatti vanta un patrimonio

enogastronomico immenso e proprio

da qui partiranno gli spunti e le basi

per un progetto che partirà a breve e

che avrà come oggetto il far rivivere la

storia e la tradizione culinaria di tutto il

territorio di Caserta e provincia.

La serata si è conclusa con un buon

augurante brindisi e con la volontà di

organizzare quanto prima il secondo

livello, per continuare insieme alla Fisar

un percorso formativo interessante ed

avvincente.

Notizia inviata da Mariano Penza

della Delegazione di Caserta

La Delegazione di Casertaconsegna gli attestati ad Aversa

61Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 61

fin amiglia

Dopo l’esperienza esaltante

delle celebrazioni del 40° an-

niversario della Fisar, svoltasi

il 13-14 aprile a Volterra e Livorno, il

nuovo consiglio direttivo, che ha vi-

sto riconfermato come delegato l’avv.

Flavio Nuti per il triennio 2012-2015,

segretario Enrico Del Testa e con-

siglieri, Ceppatelli Pierluigi,Bartolini

Renzo e Senes Antonio, ha organiz-

zato una serie di eventi importanti di

rilievo per la visibilità della delegazione

e della Fisar tutta. Il luglio si è tenuta

presso i ristorante la Perla di San Vin-

cenzo, chef Debora Corsi, una cena

per la giornata del sommelier a base

di pesce e “Bollicine”, che ha visto la

partecipazione dei sommelier attivi nei

servizi della nostra delegazione.

Dopo l’evento,poi, del “pranzo Gale-

otto” svoltosi all’isola-carcere di Gor-

gona il 14 agosto, dove si è tenuto

un pranzo servito e cucinato dai de-

tenuti dell’isola con lo schef stellato

Marco Stabile,e con i vini serviti dai

nostri sommelier, è stata rinnovata la

convenzione tra Ministero di Giustizia,

Unicoop Firenze e la nostra delega-

zione per un’altra edizione delle “cene

galeotte” ormai famose in tutto il mon-

do il cui calendario sarà presto reso

noto.

Infatti è prevista una conferenza stam-

pa di presentazione del programma al

prossimo Salone del Gusto di Torino

in ottobre, dove saranno presenti al-

cuni detenuti e agenti di custodia che

già hanno sostenuto un minicorso di

avvicinamento al vino e del quale han-

no ricevuto l’attestato nel corso della

cerimonia dei 40 anni a Volterra (vedi

foto).

Una stagione di eventiper la Delegazione Storica di Volterra

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 56262

fin amiglia

Nel frattempo si è consolidato il rap-

porto con la Unicoop Firenze con cui

la nostra delegazione, in accordo con

il coordinamento delle Delegazioni Ita-

lia Centro, ha organizzato un corso di

avvicinamento al vino ai fini di bene-

ficienza (5-11-19 ottobre) per i soci

coop il cui ricavato sarà devoluto alla

fondazione “il cuore si scioglie” che,

come nelle cene galeotte, raccoglie

fondi per opere umanitarie nel terzo

mondo.

Infine si è rinnovata anche quest’anno la

collaborazione della delegazione nella

rassegna Volterragusto”, la kermesse

Enogastronomica del tartufo bianco e

dei prodotti tipici del Volterrano (www.

volterragusto.com), dove quest’anno

oltre al gioco di degustazione “indo-

vina l’intruso”, ed una serata con la

degustazione di distillati,cioccolata e

sigari toscani sarà, per la prima volta,

promossa un’iniziativa fra i nostri risto-

ratori associati per un menù a prezzo

fisso a base di tartufo e prodotti tipici

che favorisca la promozione ed eviti

speculazioni sui prezzi mal tollerate in

questo momento di crisi economica.

Il programma con i ristoratori coinvolti

sarà a breve pubblicato sul nuovo sito

della delegazione all’indirizzo:

www.fisarvolterra.it e su facebook.

Infine è in progettazione un corso per

sommelier “speciale” in collaborazione

con una associazione di diversamente

abili nell’ottica di un impegno di Fisar

nel sociale.

Notizia inviata

dalla Delegazione di Volterra

La delegazione dei Castelli

di Jesi ha festeggiato i suoi

nuovi sommelier che vanno

ad infoltire la squadra di servizio. La

serata si è svolta nel rinomato risto-

rante “Rosina”, situato tra le colline

marchigiane e nel cuore della d.o.c.g.

Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva

di cui il territorio di Cupramontana è

uno dei siti più importanti. Il ristoran-

te ha aperto le sue porte nel 1971

per iniziativa della Signora Rosina,

che dirige ancora la Brigata di cu-

cina, e che è la madre dello chef e

sommelier FISAR Andrea Bonvecchi.

La serata enogastronomica dal tito-

lo “Altro che Champagne!” (non ce

ne vogliano i francesi) si è svolta gu-

stando i pregiati piatti di pesce dello

chef abbinati con varie tipologie ed

annate di Verdicchio dei Castelli di

Jesi Spumante Metodo Classico.

Abbiamo iniziato con quello dell’Azien-

da Agricola Peruzzi, anno 2009, sboc-

catura freschissima (fatta per l’occa-

sione!) abbinato all’Overture di ostri-

che e finger food; poi siamo passati al

“Michelangelo” della Vallerosa Bonci

annata 2008 che ha accompagnato

l’antipasto di carpaccio & tartare di

La Delegazione Castelli di Jesifesteggia i suoi nuovi sommelier

63Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 63

fin amiglia

mare; seguito da quello dell’azien-

da Garofoli anno 2006 abbinato alle

chitarrine all’astice per passare infine

al Metodo Classico Riserva “Ubaldo

Rosi” dell’azienda Colonnara del

2005 al quale è stata sapientemente

abbinato il trancio di ricciola al forno.

Ad “incoronare” i nuovi Sommelier

il Responsabile di Zona del CTN il

Signor Tonino PURI che quasi al termi-

ne della serata, insieme al Sindaco di

Cupramontana Signor Luigi CERIONI,

ha consegnato gli attestati ai nuovi

sommelier che sono: Angelo Capasso,

Mariella Dubbini, Mihaela Elena Ganga,

Germano Greco, Massimo Lancioni,

Nicola Mariani, Alessandro Mengoni,

Lino Moreschi, Luciano Neri, Andrea

Pincini, Luigi Polverari e Mauro Ragni.

Sul finale il Delegato Giovanni Elce

Fabbretti, riconfermato nell’incari-

co, ha letto i risultati delle elezioni

del Consiglio di Delegazione dove

sono riconfermati anche il segre-

tario Sauro Bini ed i consiglieri

Luciano Todisco, Andrea Bonvecchi

e Massimo Lancioni e dove entrano

Flavio Federici come vice-presidente

e Angelo Capasso come consigliere.

Infine il Delegato ha espresso grande

soddisfazione per i risultati raggiunti

dai nuovi Sommelier e in generale dal-

la Delegazione. Ha quindi augurato i

migliori successi ai nuovi Sommelier

ed il “buon lavoro” al nuovo consiglie-

ri, certi sia i primi ed ancor più i se-

condi di aver raggiunto un traguardo

che è soprattutto un punto di parten-

za per nuovi, entusiasmanti risultati. Il

brindisi finale poteva essere fatto con

una sola esclamazione “Ad Maiora!”.

Notizia inviata da Angelo Capasso

della Delegazione Castelli di Jesi

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 56464

fin amiglia

Per il secondo anno consecutivo

il Coordinamento del NordEst

ha promosso la ‘Giornata del

Sommelier’; quest’anno l’organizza-

zione è stata affidata alla Delegazione

di Vicenza e si è svolta il 10 giugno

2012.

Capitanati dal Delegato Pierluigi

Rossato e coordinati dai Consiglieri

di Delegazione, i colleghi vicentini si

sono mobilitati sin da marzo per far

si che l’organizzazione della Giornata

fosse impeccabile e così è stato.

La manifestazione si è svolta a Lonigo,

attivo centro della provincia di Vicenza,

dove la Delegazione ha la sua sede.

La bella giornata ha permesso l’ac-

coglienza dei soci F.I.S.A.R., e non

solo, nella piazza antistante il Teatro

comunale Giuseppe Verdi, dove si è

svolto il convegno: ‘Magiche Bollicine

- Espressioni e Identità dei Territori del

NordEst’.

Moderati da Andrea Fabio, docen-

te C&D e Consigliere Delegazione

Vicenza, si sono avvicendati sul pal-

co:

Graziella Cescon, il nostro Vice

Presidente Nazionale, che ha por-

tato i saluti del Presidente Nazionale

Nicola Masiello e di tutta la F.I.S.A.R.;

Giuseppe Boschetto, Sindaco di

Lonigo, per i saluti della città; Antonio

De Vitiis, Coordinatore F.I.S.A.R. per

il NordEst, che ha salutato a nome

di tutte le otto Delegazioni che com-

pongono il Coordinamento: Padova,

Pordenone, Portogruaro, San Donà

di Piave, Treviso, Venezia, Verona,

Vicenza; Pierluigi Rossato ha salutato

a nome della sua Delegazione.

Sono quindi iniziati gli interventi degli

oratori sul tema della manifestazione:

Pietro Zambon, Presidente Gruppo

Collis; Giancarlo Vettorello, Direttore

Consorzio Conegliano-Valdobbiadene

Prosecco DOCG; Fausto Peratoner,

Direttore Commerciale Gruppo La-

Vis; Abele Casagrande, Direttore

Commerciale Riondo. Tutti hanno ap-

portato interessanti contributi sull’argo-

mento.

A seguire Graziella Cescon, nel mo-

mento più sentito da tutti i presenti,

ha consegnato a Giancarlo Prevarin,

Presidente Associazione Enologi Eno-

tecnici Italiani, l’attestato di Sommelier

Onorario F.I.S.A.R. e l’ha insignito del

tastevin d’argento.

Il Consigliere Nazionale Giorgio Pen-

nazzato, Responsabile Organizzazio-

ne e Gestione C.T.N., ha quindi ricor-

dato il significato e lo scopo dei Corsi

C&D, citando anche le altre attività.

Da ultimo il Segretario Nazionale,

Mario Del Debbio, ha consegnato gli

attestati di frequenza dei corsi C&D ai

corsisti presenti in Sala.

Presenti al Convegno anche le

Consigliere nazionali FISAR Claudia

Marinelli e Luisella Rubin che, assieme

a Graziella Cescon, sono state invi-

tate sul palco a ricevere un grazioso

omaggio floreale.

Nel frattempo i sommelier in servizio,

delle Delegazioni del triveneto, ave-

vano preso posto negli otto stand di

degustazione in Piazza Garibaldi, anti-

stante Palazzo Pisani, allestiti dai col-

leghi di Vicenza, due dei quali, Valter

Rebesan ed Ugo Biasin, sono rimasti

per tutto il giorno dietro le quinte fa-

cendo si che tutto andasse per il me-

glio..

Dalle ore 9.30 alle ore 18.00 soci

F.I.S.A.R. e il pubblico presente han-

no potuto degustare i vini spumanti

che ciascuna delle otto Delegazioni

del triveneto avevano portato in rap-

presentanza del proprio territorio; a

completare la degustazione era pre-

sente una selezione di formaggi e sa-

lumi tipici locali.

Alla fine del Convegno i partecipan-

ti si sono spostati nelle vicine sale di

Palazzo Pisani, edificio storico ubicato

al centro della città; qui è stato servito

il pranzo a buffet seduto a cura de “Le

Buone Tavole dei Berici”, gruppo di ri-

storatori vicentini, ed anche qui erano

presenti, con eleganza e professiona-

lità, i sommelier F.I.S.A.R. del trivene-

to per il servizio dei vini.

Terminato il pranzo, alle ore 14.30 è

iniziato il Concorso ‘Miglior Sommelier

F.I.S.A.R. Italia Nord Est 2012’, cui

hanno partecipato nove sommelier; la

Commissione d’esame era composta

da: Silvio Dalla Torre, Responsabile

Tecnico del C.T.N. F.I.S.A.R.; e dai

già citati Graziella Cescon, Mario

Giornata del Sommelier FISARItalia NordEst 2012

65Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 65

fin amigliaDel Debbio, Giorgio Pennazzato e

Claudia Marinelli; ospite d’onore

Luca Canapicchi Miglior Sommelier

F.I.S.A.R. 2011. Chi aveva prenota-

to, i 60 posti erano tutti esauriti, ha

potuto partecipare alla Degustazione

di una selezione di vini Spumanti del

Triveneto guidata dal Prof. Vanino

Negro e dalla Sommelier F.I.S.A.R.

2010 Karen Casagrande. Il prof.

Vanino Negro ha iniziato la presenta-

zione con un escursus storico facen-

do riferimento a testi e immagini che

fanno parte della storia e della cultura

europeo -mediterranea che parlano o

rappresentano vini frizzanti o spuman-

ti, e non solo; nell’ordine:

Il Libro dei Salmi (anno 1000 a.C.); l’Ilia-

de di Omero (episodio dello Scudo di

Achille - 900 a.C.); Virgilio, Properzio,

Lucano, Plinio; Tecnica romana delle

anfore impermeabili, in zone fredde

Ulpiano / Cassiodoro; Acinatico 300

d. C; Dom Perignon 1640: la fermen-

tazione in bottiglia; Pasteur – i lieviti;

Martinotti - la fermentazione in auto-

clave. Terminata questa breve ma

molto interessante presentazione, i

partecipanti hanno potuto degustare

una selezione di sei vini spumanti, me-

todo classico e metodo charmat.

Nel frattempo il Concorso proseguiva;

dopo la prova scritta i concorrenti sono

passati alla prova teorico-pratica.

Al termine la Commissione si è riu-

nita per deliberare; dopo un’attesa

più lunga del previsto, il Segretario

di Commissione Silvio Dalla Torre

ha letto l’esito del concorso: ter-

zo classificato Francesco Dal Bello,

Delegazione di Treviso, secondo clas-

sificato Luca Tovaglia, Delegazione di

Treviso; quindi dopo l’immancabile

attimo di suspance è stato proclama-

to il Miglior Sommelier F.I.S.A.R. Italia

Nord Est 2012, quest’anno una col-

lega: Stefania Moro della delegazione

di Venezia. Graziella Cescon, in qua-

lità di Presidente della Commissione

d’Esame, ha quindi invitato il Sindaco

di Lonigo, Giuseppe Boschetto, a

consegnare la targa alla emozionatis-

sima e meravigliata vincitrice.

A Stefania Moro anche un viaggio di

cinque giorni in Portogallo offerto dal

main sponsor del Concorso “Amorim

Cork Italia”; Stefania, assieme agli altri

due colleghi, parteciperà al Concorso

Nazionale Miglior Sommelier F.I.S.A.R.

2012 che si terrà nell’ambito del

Congresso Nazionale Elettivo che si

svolgerà a Venezia il 13 e 14 ottobre

2012.

Notizia inviata da Lucio Chiaranda

Coordinamento Nord Est

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 56666

fin amiglia

Mercoledì 20 giugno 2012 presso il ristorante The Clock in zona Vaccheria a San Leucio (Caserta) la Delegazione di Caserta ha organizzato una cena

conviviale per la consegna degli attestati di partecipazione per i corsi di sommelier di 1° e 2° livello che si sono tenuti tra dicembre e giugno nella città di Caserta.

Per il primo livello hanno ricevuto gli attestati ven-tuno corsisti: BIANCO Salvatore, CICCARELLI Raffaele, CORUZZOLO Fabio, DE BIASIO Giulio, DI

GIACOMO Alessandro, ESPOSITO Vincenzo, FERRARO Vincenza, IMPARATO Mariella, IMPARATO Nicola, MADONNA Massimiliano, MAROTTA Angelo, PALMIERO Antonio, PETRILLO Francesco, PETRILLO Gerardo, PICCIRILLO Pierluigi, PIGNATA Domenico, PIROLO Fabrizio, RODRIGUEZ Jacqueline, SFERRAGATTA Mariacarmina, STELLATO Nicola, TRODELLA Assunta Raffaela. Per il secondo livello i diciannove che han-no ottenuto l’attestato sono stati: CAMANZO Filomena, CAMPOLATTANO Orsola, COLELLA Adele, COMUNE Enza, D’ADDIO Stanislao, D’AMORE Francesco, DI MONACO Filomena, GARGIULO Egidio, LOMBARDI Giuseppe, MANNA Alessandro, MONE Maria Concetta, MUSONE Paolo, NATALE Donato, PENNACCHIO Saverio, PERRETTA Giacomo, PETRILLO Imma, STELLATO Maria Consiglia, TABORDA Idarraga Luz Adriana, TOTI Andrea.Durante la serata hanno presenziato alla consegna, oltre al Delegato Mariano Penza e il Segretario Carlo Iacone, anche il Sindaco di Caserta Pio del Gaudio, la giornalista e scrittrice Nadia Verdile, il fiduciario di Slow Food Caserta Francesco Marconi e il consigliere del Consorzio di Bonifica Francesco D’Amore nella veste anche di corsista e quindi di “diplomato” Fisar di secondo livello.Molti sono stati i temi trattati negli interventi realizzati dai protagonisti, dall’importanza di riconoscere come patrimo-nio storico-culturale di Terra di Lavoro le eccellenze eno-gastronomiche, alla necessità di rendere quanto più fruibile possibile la città di Caserta e provincia come destinazione turistica e far riappropriare i cittadini casertani di strade, piazze, giardini e tutti quegli spazi che spesso l’incuria dell’uomo, l’incapacità della politica e la rincorsa eccessiva

al progresso hanno reso invivibili.Il Sindaco Del Gaudio ha dichiarato come le attività della Delegazione Fisar di Caserta siano degne di plauso per-ché oltre a valorizzare il patrimonio vitivinicolo di Terra di Lavoro, attraverso l’organizzazione di corsi di sommelier, eventi, manifestazioni ed iniziative collaterali, pongono le basi per creare opportunità professionale nel settore della ristorazione ed enogastronomia in generale.La presenza e l’intervento inoltre del fiduciario di Slow Food della condotta di Caserta non hanno fatto altro che raffor-zare e ribadire la partnership che si è instaurata a livello nazionale tra la Fisar e Slow Food, per dare vita a sinergie sempre più propositive e costruttive.

La consegna degli attestati è stato un pretesto anche per degustare un ottimo menu con ricette legate alla tradizio-ne casertana come gli scialatielli freschi con melenzane, pomodorini e provola oppure l’entrecote di carne di bu-fala con patate. Il tutto accompagnato da due ottimi vini dell’azienda Nugnes, un Falerno del Massico DOC Bianco e un Falerno Del Massico DOC Rosso.Ad allietare la serata è stato Antimo Casertano attore e sce-neggiatore emergente, napoletano, che da buon mattatore ha intrattenuto i presenti recitando poesie e filastrocche musicate nelle quali i temi principali sono stati i proverbi napoletani e i luoghi comuni.

Notizia inviata da Mariano Penzadella Delegazione di Caserta

Consegna degli attestati di primoe secondo livello per la Fisar di Caserta

67Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 67

fin amiglia

La Delegazione di Lodi protagonista ad Artevino 2012

Artevino 2012 per la delegazione

Fdi Lodi è stata un’esperienza

davvero interessante. Molto

divertente e costruttiva. Giunta all’ot-

tava edizione questa manifestazione

coniuga l’arte (quest’anno sono state

esposte le opere di Franco Francese)

ed il vino, la degustazione e la condivi-

sione di calici fra gli ospiti che vengo-

no a visitare la mostra e gli esercenti

impegnati nell’offerta dei prodotti delle

loro cantine. Questo evento si tiene

all’interno di Villa Trecchi a Maleo (Lo),

occupando sia il magnifico parco (che

ha ospitato la cena di gala) sia l’inter-

no della villa e le cantine sotterranee.

La delegazione di Lodi si è attiva-

ta allestendo un desk istituzionale

per la promozione associativa, fa-

cendo il servizio alla cena di gala e

coadiuvando Slowfood nella realiz-

zazione dei “Laboratori del Gusto”

che si sono susseguiti nelle sei

giornate di manifestazione (si sno-

da su due week-end consecutivi).

Evento clou della nostra delegazio-

ne è stata una verticale di Sassicaia,

dal 1999 al 2003, che si è svolta

Sabato 23 Giugno in una bellissima

sala della villa alla presenza di ospiti

graditissimi e molto interessati. Ed è

proprio questa splendida esperienza

che vogliamo condividere con tutti

i colleghi F.I.S.A.R. e con gli appas-

sionati che seguono la nostra rivista.

Sull’onda dell’emozione che non mi ha

fatto chiudere occhio la notte succes-

siva per aver realizzato un sogno vole-

vo provare a scrivere quanto abbiamo

sentito in bocca, nel cuore e nella men-

te degustando Sassicaia 1999, 2000,

2001, 2002 e 2003. Un’escalation di

sensazioni visive, olfattive e gustativ

assolutamente coerenti nella loro ec-

cezionalità. Di calice in calice una ri-

conferma di emozioni, il fresco e verde

sottobosco della vegetazione bolghe-

rese fa da filo conduttore trasversale,

trade d’union fra il vino ed il territorio

in cui si è radicato da anni immemo-

rabili, dopo che un uomo, il Marchese

Mario Incisa della Rocchetta ha cre-

duto, ha rischiato ed ha studiato im-

pianti di Cabernet Sauvignon e Franc

nel terreno di Bolgheri…tanto simile

per conformazione ai terroir francesi

del Graves e della Gironda da esse-

re convinto che in questo angolo di

Toscana si potesse esprimere la stra-

ordinarietà di un grande Bordeaux. E

proprio così fu…stessa grandezza e

stesso fascino, con l’aggravante (se

così la si può chiamare!!!) di un’unicità

di struttura, di corpo e di emozioni, che

fanno di questo vino una vera avan-

guardia del Made in Italy nel mondo.

5 annate nei calici allineati di fronte a

noi. Partiamo dal 1999…colore ros-

so rubino intenso, compatto ed in-

traguardabile; al naso la sensazione

erbacea che connota i due Cabernet

è appena accennata, soffusa, men-

tre l’evoluzione dei terziari, tabacco

e cioccolato, entusiasmano un boi-

sè delicato e fine ancorchè evidente.

In bocca pieno, quasi masticabile,

freschezza e tannino perfettamen-

te allineati anche se sopraffatti da

una grande ricchezza di estratto. Il

tutto in un equilibrio perfetto ed una

persistenza retrolfattiva davvero inte-

ressante per lunghezza ed intensità.

Scaliamo al prossimo calice, il 2000,

cerchiamo di traguardare il vino ma

è impossibile, il colore è intenso, il

vino rotea nel bicchiere scendendo

con archetti lenti e compatti, deno-

tando una corposità ed un estratto

secco di decisa presenza. Al naso

si ripropone la sensazione erbacea,

leggermente più evidente rispetto

al precedente, mentre i terziari, pur

presenti, sono meno intensi, perfet-

to equilibrio olfattivo. Al palato si ac-

centuano l’acidità ed il tannino, che

al primo assaggio quasi non si sente,

emerge subito dopo la deglutizione.

Ed ora il 2001, la mano dell’artista si

continua a sentire…il sottobosco ver-

de, la felce, la foglia di pomodoro di

un indiscutibile Cabernet ed in più un

accenno di frutta rossa che nei prece-

denti calici era quasi impercettibile.

La speziatura è evidente ma si me-

scola ai terziari. Olfattivamente direi

che siamo di fronte al calice più equi-

librato, come se si trovasse al centro

della svolta evolutiva dell’eleganza dei

terziari dei due precedenti, facendoci però presagire il frutto e la speziatura dei calici successivi più giovani. Al palato si ripropongono eleganza ed equilibrio, un tannino morbido e fine ed un’acidità che ti porta a riprendere in mano il calice; dal punto di vista retrolfattivo la persistenza è lunga e fine. Il 2002 ed il 2003 davvero ancora giovani giovani…la prova del loro perfetto equilibrio di beva va molto in là nel tempo, parliamo di vini con una capacità di invecchiamento impor-tante ed assolutamente di altissima qualità (comprovata dai tre calici precedenti sui quali continuiamo a rimettere il naso perché l’evoluzione è continua ed il vino cambia rega-landoci sensazioni olfattive nuove ed oltremodo intense). Nel 2002 si accentuano acidità e tannino in un fresco con-nubio che sposta l’equilibrio di questo vino verso le durez-ze. Olfattivamente si ripropongono la tipicità del Cabernet Sauvignon (la foglia di pomodoro) e quella del Cabernet Franc (la speziatura, pepe e chiodo di garofano); i terzia-ri, con il tabacco ed il cioccolato, sono ancora lì sopiti, ci sono ma non spiccano, tutto ciò indice di una lenta ma ottimale e progressiva evoluzione, con i tempi del vino e non dell’uomo. Gustativamente la freschezza è impor-

tante e prevale sulle morbidezze di questo vino che, pur presenti ed importanti, ancora non si esprimono al mas-simo; ma c’è tutto il tempo per fondersi con le durezze che andranno smussandosi nella lunga sosta in bottiglia. Ed eccoci all’ultimo calice, ahimè, nel senso che fare altre 5 annate avrebbe prolungato l’emozione. Un 2003 ruvido, allappante, dir giovane è dir poco, ma con una forza ed una robustezza davvero importanti. Questo calice lo dobbiamo solo immaginare nella sua evoluzione, ma avendo i precedenti ad illuminarci la via possiamo davvero garantire su un prodot-to che fa della sua perfetta longevità un must inattaccabile. Ecco, questo è stato il nostro emozionante percorso; spe-ro di essere riuscita a declinare le caratteristiche organo-lettiche di questi calici anche senza formulare una scheda di degustazione da manuale, ma la piacevolezza e l’emo-zione che una tale esperienza suscita sono imprescindibili se si vuole raccontare non solo “cosa un vino è” ma so-prattutto “cosa un calice dà raccontando la sua storia”.

Notizia inviata da Annarita Granata

della Delegazione di Lodi

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 56868

fin amiglia

69Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 69

fin amiglia

La delegazione di Pisa a Migliarino Pisanoalla scoperta delle Bollicine Marchigiane

Interessante la degustazione or-ganizzata da Luca Barsanti, Sommelier della Fisar pisana, in-

centrata alla scoperta degli spumanti marchigiani. Ricordando Giacomo Leopardi che in “Lo Zibaldone” affer-mava che “il piacere del vino non è corporale semplicemente, anzi consi-ste principalmente nello spirito”, Luca ha condotto per mano, i convenuti alla Club House Tenuta Isola di Migliarino Pisano, in un percorso nuovo e affa-scinante. L’ambiente, dove la natura si sposa con la serenità e l’armonia, ideali per il cavallo, e pare di trovarsi isolati dal mondo in un mare di pace, esalta l’animo alla ricerca delle sensa-zioni spirituali e corporali che possono donarci questi meravigliosi prodotti enoici. Abbinati ad un menù di mare veramente originale, si è voluto ini-ziare dai sapori tenui del polpetto alla crema di patate per continuare con

Reginette al baccalà e pomodorini Datterio, la cui pasta all’uovo ingen-tilisce il baccalà mantecato al punto giusto cui si aggiunge il dolce del po-modoro. A seguire seppie gratinate al forno con mandorle tritate e pomodori gratin, che hanno riscosso grandi con-sensi per la loro bontà, per terminare con una crostata con ricotta e ciliegie di Vignola. La degustazione si basa-va sulle “Bollicine Marchigiane”. Le uve lavorate variano dalla Passerina, al Verdicchio dei Castelli, al Lacrima tutte in purezza che possono trova-re una interessante finalizzazione nei metodi classici di spumantizzazione offrendo al mercato alternative di cui i consumatori accorti possono trarre grandi soddisfazioni. Questi spumanti si armonizzano ottimamente al pala-to esaltandosi vicendevolmente in un tripudio di sapori, aromi e profumi. All’antipasto è stato abbinato il Gaudio

Magno, Passerina 100% dell’azienda Cocci Grifoni, per seguire con l’Opale, dell’azienda Moncaro ricavato al 100% da Verdicchio dei Castelli di Jesi che si sposava benissimo con le Reginette al baccalà, ambedue spumanti brut Doc ottenuti con metodo Charmat. Con le seppie è esploso con tutti i sentori e profumi il Madreperla, produzione sempre dall’azienda Moncaro, spu-mante brut metodo classico, compo-sto da Verdicchio all’80% ed il restante 20% da uve Montepulciano d’Abruzzo cui conferisce una buona persistenza. Le uve di Verdicchio sono sottoposte ad una pressatura soffice dei grappoli interi, mentre le uve di Montepulciano sono pressate in maniera soffice dopo raffredamento. L’imbottigliamento av-viene in primavera a la rifermentazione in bottiglia prevede una presa di spu-ma molto lenta. Il prodotto riposa sui lieviti per 36 mesi. Il liqueur d’expedi-tion è ottenuto con Verdicchio Riserva di varie annate e una piccola aggiunta di acquavite di vino Verdicchio sta-gionato per 3 anni in barrique: senza dubbio il re della serata. Con il des-sert non poteva mancare l’Ametista, spumante dolce, ottenuto con le uve Lacrima ed il metodo Charmat, sem-pre di Moncaro. Il successo è stato decretato dai grandi applausi alla bri-gata di cucina ed al rango di servizio guidati, rispettivamente dai due conti-tolari Matteo e Tiziana Duè (nella foto mentre intrattiene i commensali). Una bella serata per una degustazione ve-ramente da meditazione.

Notizia inviata da Tiziano Taccoladella Delegazione di Pisa Litorale

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 57070

fin amiglia

Con la Fisar di Pisa alla riscopertadella bonifica di Massaciuccoli

Nel 1463 la Repubblica di

Lucca prende il territorio della

marina e nel 1488 fu fondata

la società Maona che nel 1500 tentò

senza successo la bonifica idrauli-

ca del territorio. Dopo diversi tenta-

tivi non riusciti, prima del fiammingo

Guglielmo Raet e poi dell’olandese

Van Der Street, finalmente nel 1908

il lago diventa pubblico. La bonifica

del lago e delle paludi venne iscritta

nel Testo Unico della leggi sulle bo-

nificazioni il 30 dicembre del 1923 n°

3256. Il compimento di tale opera si

ebbe nel 1938 e oggi il comprensorio

si estende per 38 mila ettari che per

buona parte erano terreni paludosi e

malsani. Al limite estremo della gran-

de bonifica di Massaciuccoli, immer-

so nel verde del Parco Naturale di

Migliarino, a lato della vecchia e stori-

ca statale Aurelia si trova il ristorante

“La Bufalina” di Vecchiano, località al

confine del Pisano, dove l’ambiente

circostante risente enormemente del

flusso magico di Torre del Lago. In

principio la costruzione era una casa

colonica con tutti i suoi buoni requisi-

ti, ma circa quarant’anni fa avvenne la

trasformazione: divenne un ristorante

con una buona cucina tipica attenta

alle tradizioni. Prese il nome dal cana-

le che passa qui a lato che, come in

origine, è tornato a congiungere il Mar

Tirreno al lago di Massaciuccoli. Non

sono molte le trasformazioni esterne

che la struttura ha subito,soprattutto

per far in modo che non si perdesse-

ro, nella corsa del tempo, le caratteri-

stiche della ristorazione che riportano

la mente ai ricordi di quell’epoca, per

cui, all’interno, tra le mura di pietra e

soffitti con travi di un tempo, il calore è

rimasto inalterato.L’ambiente è caldo

ed ospitale, il personale competen-

te e gentile e molti clienti decidono

di festeggiare qui le loro ricorrenze.

Grazie alle tante piccole e grandi sto-

rie vissute, amicizie, passioni, amori

che hanno lasciato tra le mura un po’

delle loro emozioni, questo ristorante

è diventato sempre piu’ importante e

punto di riferimento per pranzi familiari

e di cerimonia per le ultime generazio-

ni nonchè luogo d’incontri di lavoro o

di svago. Il giardino a lato del casale,

che consente di mangiare all’aperto

appena la temperatura lo permette,

è diviso in alcuni piccoli gazebi con al

centro una divertente fontana atta ad

infondere un maggior senso di frescu-

ra nelle calde serate estive. Ed è pro-

prio in quest’ultima parte che Liana

Benini, responsabile dei Sommelier

della Fisar di Pisa, ha voluto celebra-

re la tradizionale cena d’Estate sotto

le stelle. Subito il calice di benvenu-

to: Prosecco di Valdobbiadene, vino

con particolari note fruttate servito

con stuzzichini salati vari ed una volta

al tavolo gli antipasti: mousse di na-

sello, gamberoni all’agro con salsa

sciamura (sorta di passato di pomo-

dori aromatizzato), saccottini di sfo-

Il vino sotto le stelle con la Delegazionedi Lucca-Garfagnana

71Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 71

fin amiglia

glia con pesce e zucchini, involtino di

melanzana ai crostacei gratinato con

pomodorini Pachino, accompagnati

dal Vermentino di Gallura Cucaione

Docg dell’azienda Mancini. Il risotto

alla marinara, servito al dente e ricco

di sapori, con i paccheri alla trabac-

colara, condimento tipico viareggino

ottenuto con pesce “povero”, ma de-

cisamente gustoso, hanno contribuito

alla dotta disquisizione sulle versatilità

del medesimo Cucaione. Sulle suc-

cessive pietanze: branzino al forno

con verdure gratinate e fritto alla via-

reggina, è stato abbinato il Mancini

Primo, sempre Vermentino di Gallura

docg della medesima azienda, dalla

giusta acidità e con note profumate

superiori, dove il vino vermentino in

purezza vinificato con criomacerazio-

ne si è ben fuso con i piatti proposti. In

chiusura pasticceria secca di produ-

zione propria con ricchezza di biscot-

tini e pasticcini bagnati dal Passito di

Pantelleria. La cena decisamente gra-

devole si è caratterizzata per i tempi di

servizio dilatati che hanno costretto i

nostri bravissimi sommelier, Massimo

Marchi e Lorenzo Mariotti, a dei vir-

tuosismi per servire comunque i vini

alla giusta temperatura, anche se l’al-

lungar dei tempi ha favorito le discus-

sioni sui vini. In particolare il secondo

vermentino che, per effetto della crio-

macerazione, avrebbe dovuto svilup-

pare maggiori sentori floreali,mentre

per alcuni, il vegetale diventava preva-

lente, togliendo un po’ di equilibrio al

vino. Ma a parlar di vino non si invec-

chia mai! Al termine i convenuti hanno

ringraziato con un caloroso applauso

il titolare Antonio Landucci, l’orga-

nizzatrice della serata Liana Benini, il

Rango di servizio e la Brigata di cucina.

Notizia inviata da Tiziano Taccola

della Delegazione di Pisa

Il 10 e 11 di agosto si sono svolte,

nell’ambito della manifestazione

calici di stelle 2012, due serate

organizzate dalla F.I.S.A.R delegazio-

ne di Lucca-Garfagnana, in collabora-

zione con il Comune di Capannori e la

Strada del Vino e dell’Olio di Lucca,

Montecarlo, Versilia.

Le numerose persone presenti hanno

potuto degustare i migliori vini prodotti

dalle 27 aziende associate per un

totale di oltre 100 etichette guidate

dai sommelier della federazione

e dai produttori delle aziende; le

degustazioni sono state tenute nel

giardino della splendida e suggestiva

Villa Lazzareschi, un luogo prestigioso

e raffinato per un evento veramente

speciale, dimora storica del ‘700, nella

frazione di Camigliano di Capannori.

Nel retro della villa, in una zona buia

appositamente allestita, i partecipanti

hanno potuto osservare le stelle

guidati dal Direttore dell’Osservatorio

Ast ronomico-Ambientomet r ico

del comune di Capannori, Matteo

Santangelo.

Un piccolo salotto sotto una secolare

magnolia è stato riservato agli “Amici

della dolcevita”, per degustare in

tranquillità il piacere e il gusto del

sigaro italiano.

Nel gazebo della splendida limonaia

è stata allestita una mostra di dipinti

del noto pittore lucchese Giampaolo

Bianchi.

A completare la serata, Il Mago

Woland ha allestito spettacoli di magia

mentre dal Conservatorio di Musica

Elettronica “L.Cherubini” di Firenze, la

giovane allieva Margherita, ha allietato

i numerosi presenti con note classiche

e opere liriche, contribuendo a rendere

ancora più magica e senza tempo

l’atmosfera.

All’uscita uno spazio è stato dedicato

alla prevenzione grazie alla presenza

della Polizia Municipale di Capannori,

che su richiesta ha dato la possibilità

di utilizzare l’etilometro per diffondere

la cultura del bere consapevole nel

rispetto della vita.

Notizia inviata da Toschi Roberto della

delegazione Lucca-Garfagnana

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 57272

fin amiglia

La delegazione pisanaal Cosmopolitan Golf Club

La Fisar di Prato consegna gli attestati

Un compleanno di 140 anni per Marina di Pisa ed 80

anni per Tirrenia-Calambrone! Un festeggiamento

caldeggiato da “La Nazione”, la Confcommercio

ed il SIB-Sindacato Balneari, Boccadarno Porto di Pisa

SPA, Provincia di Pisa con gli sponsor Tirrenia Doc Caffè

e Akua Keta. Le origini di Marina di Pisa sono legate alla

lontana vicenda del litorale pisano, fin da quando il re

Vittorio Emanuele II revocò il privilegio, concesso dai Lorena

ai pisani, di usufruizione del territorio a nord di boccadarno,

i quali dovettero trasferirsi sulla riva sinistra dell’Arno.

Nacque così Marina di Pisa, ricca di frequentazioni illustri

dove in seguito si installò il cantiere aeronautico dei

famosi idrovolanti tedeschi Dornier Wal che ne segnò il

destino. Diversa la nascita di Tirrenia, voluta da Mussolini

nel 1932 per farne la sede del rinnovato cinema italiano,

e di Calambrone dove in pochi anni sorsero le grandi

colonie simbolo del welfare fascista. Luoghi che hanno

visto il passare di personaggi illustri e famosi: D’Annunzio

e la Duse, Giuseppe Viviani, Giovacchino Forzano e il

cinema nei teatri di posa della Pisorno con i grandi divi

d’anteguerra, ma anche Carlo Ponti e Sofia Loren, Vittorio

De Sica e Federico Fellini nonché l’indimenticabile Alberto

Sordi. Una festa resa ancor più scenografica grazie alla

location intorno alla piscina del Cosmopolitan Golf Club

e mirabilmente condotta dal giornalista Massimo Marini,

che ha visto il culmine con il taglio della magnifica torta,

pan di Spagna e crema pasticcera, offerta da La Nazione,

ed il servizio “calici” effettuato dai bravissimi Sommelier

Simone Cantoni e Franco Barsotti che hanno servito per

il brindisi benaugurale il Moscato di Cesarini Sforza sotto

gli occhi attenti del delegato provinciale della Fisar di Pisa

e Litorale Mariacristina Messina. Il perfetto abbinamento

è stato possibile grazie alla gentile e gratuita fornitura

delle bottiglie fatta da Franco Barsotti, titolare insieme alla

moglie dell’enoteca “Terre di Toscana” a Mezzana. È stata

quindi presentata la maglietta “T-short” commemorativa

dell’evento, indossata per l’occasione da quattro belle

ragazze cha hanno sfilato sulla terrazza, Rachele Banti,

Giulia Mattolini, Alessia Nencini e Irene Salvini.Notizia inviata da Tiziano Taccola

della Delegazione di Pisa e Litorale

Ancora una volta, una location di grande prestigio,

la rinascimentale villa Le Farnete, ha rappresentato

la degna cornice per la serata conclusiva dell’anno

sociale della Delegazione Pratese, tenutasi il giorno otto

Giugno 2012, durante la quale sono stati consegnati gli

attestati ai trentasette corsisti di primo livello che hanno

superato brillantemente la prova finale.

È stata l’occasione per presentare un produttore friulano

ed i suoi vini: Stanislao Radikon. L’Azienda Radikon, è si-

tuata sulle alture di Oslavia, Gorizia, nel cuore del Collio; i

suoi terreni rispondono a requisiti ottimali per una viticoltu-

ra di eccellenza.

73Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 73

fin amiglia

Dopo i saluti del Delegato, Alessio

Vitali, la parola è stata data al pro-

duttore, che ha spiegato la filosofia

del “vino naturale”. Sono vini prodotti

senza l’aggiunta di alcun conservante,

per cui, come ha affermato lo stesso

produttore, “sono totalmente genuini”.

La presenza di qualche velatura è do-

vuta all’assenza di filtrazione; il colore

molto intenso anche per i bianchi è

legato al particolare tipo di macerazio-

ne, e ad una fermentazione molto lun-

ga. I vini Radikon sono stati abbinati a

piatti squisiti, curati da chef di grande

prestigio e maestria:

Un involtino di asparagi e crudo di

Cormons, con Frico di patate al

Montasio è stato gustato assieme ad

un Jakot 2006, al 100% tocai friulano.

Una Ribolla gialla 2006 ha accompa-

gnato un risotto ai funghi porcini pro-

fumato alla Nepitella.

A seguire, un secondo piatto di

Maialetto primavera con riduzione di

Ribolla gialla, a cui è stato abbinato

un Oslavje 2006, costituito da Pinot

grigio, Sauvignon e Chardonnay.

Dulcis in fundo, accanto ad un for-

maggio vaccino stagionato Oro Nero,

un Merlot 2002.

In questa serata, la Delegazione pra-

tese ha avuto il piacere di avere come

ospite d’onore la signora Claudia

Marinelli, Consigliere Nazionale Fisar.

Altro gradito ospite della serata è sta-

to Luca Lumini, il Delegato FISAR del-

la Versilia. Momenti di grande allegria,

che hanno visto come protagonisti

soprattutto i Corsisti di primo livello. Il

gruppo, molto numeroso, guidato dal

Direttore di Corso Vanda Ingarozza, si

è distinto per l’interesse e la serietà po-

sta in questo loro primo approccio alla

cultura del vino. Un’altra caratteristica

ha contraddistinto questo gruppo: la

socializzazione, che è stata visibile in

questa serata briosa, e che, insieme

alla passione da loro dimostrata, rap-

presenta certamente uno dei motivi

che fa ben sperare nella prosecuzione

dello studio del vino per questi appas-

sionati cultori del variegato mondo

dell’enologia.

Gli attestati sono stati consegnati fra

gli applausi dal Consigliere Nazionale

Claudia Marinelli e dal Direttore di

Corso Vanda Ingarozza. Al nuovo

Consiglio, che era presente al com-

pleto, va il plauso per la buona riuscita

della serata. Il servizio è stato assicura-

to, con professionalità, dai Sommelier:

Gionni Bonistalli, Paola Cappellini,

Fabrizio Fabbri, Simona Gaiffi.

Notizia inviata daVanda Ingarozza,

Delegazione FISAR di Prato

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 57474

fin amiglia

La Delegazione di Salerno a Di Cantina in Cantina

Ci sono molti ottimi vini che non

hanno una storia da raccon-

tare. Ci sono splendide storie

che non sono supportate da un buon

vino. Ma ci sono anche delle eccezio-

ni, che rappresentano le eccellenze

del Made in Italy nel mondo del vino e

che evocano il vero spirito italiano.

Nel mondo siamo da sempre definiti

passionali e di cuore, e non è falso.

Sono alcune delle nostre migliori pe-

culiarità.

Aggettivi che calzano a pennello an-

che addosso ad una grande signora

del vino, Silvia Imparato, madre del

celebre Montevetrano. È nel bel mez-

zo della sua carriera di foto-reporter

che arriva la chiamata della “terra” e

del “vino”, e lei non ci pensò su due

volte.

In una storica ed interessante pro-

prietà di famiglia, a pochi chilometri

dalla città di Salerno, diede vita alla

sua azienda agricola. Era il 1991

quando - con le prime bottiglie ver-

sate nei calici – ci si rese conto che

non si trattava di un divertimento tra

amici, ma di una interessante scom-

messa.

Ecco soltanto alcune delle ragioni per

cui nel tour “Di Cantina in Cantina”

della FISAR Salerno è stata prevista

una visita all’azienda dei Picentini.

Tra la macchia mediterranea, aree

boschive, ulivi e vigneti, il delegato

Alberto Giannattasio ha guidato una

folta delegazione di sommelier ed

aspiranti tali alla scoperta di una zona

divenuta un riferimento nel panorama

vitivinicolo italiano.

Non è mancato un momento didatti-

co volto alla conoscenza della storia

del luogo ed alla ricchezza botanica,

curato da Guido Medolla, esperto e

studioso di tradizioni gastronomiche e

proprietà salutistiche di erbe e cibi.

Il castello di Montevetrano si erge sul-

la sommità della collina, presidio d’os-

servazione per l’accesso alla Valle.

Castrum romano sin dal III secolo a.

C., tra l’XI ed il XII secolo venne dota-

to di mura perimetrali, aperte sul lato

nord dall’antica porta di accesso.

Al termine della degustazione guidata

assieme a Silvia Imparato, dove si è

ampiamente discusso della possibili-

tà di servire a temperature più basse

un vino di questo calibro, è seguito un

momento di sperimentazione gastro-

nomica.

Celebrando la Campania è stato ser-

vito un babà della Pasticceria Iuliano,

accompagnato da una riduzione di

Montevetrano. La consegna del taste

vin all’imprenditrice ha chiuso un’inten-

sa giornata di degustazioni ed appro-

fondimenti, volti a conoscere da vicino

le migliori aziende del salernitano.

Notizia inviata da Antonella Petittiper la Delegazione di Salerno

75Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 75

fin amiglia

La Delegazione di Veneziaconsegna gli attestati di sommelier

‘Per aspera ad astra’ con

questo motto venerdì

15 giugno il Delegato di

Venezia, Lorenzo De Rossi, ha voluto

salutare i neo sommelier della nostra

Delegazione.

In effetti il cursus studiorum per alcuni

di loro era iniziato nel 2009 poi, per

accadimenti che sono venuti incro-

ciandosi, il ciclo di studi si è potuto

concludere solo oggi.

Il corso di terzo livello si è tenuto nel-

la piccola ma suggestiva Sala degli

Specchi del Ristorante ‘Le Maschere’,

il ristorante che si trova all’interno dell’

Hotel Spendid Venice è gestito dal-

la famiglia Marsilli, nello specifico da

Matteo ed Alessandro coadiuvati, tra

gli altri da Anna, Christian e dallo chef

Massimo, siamo nel cuore della città,

a due passi dal Ponte di Rialto e da

Piazza San Marco.

Come spesso accade, le lezioni più

interattive del 3° livello hanno per-

messo ai corsisti, provenienti da per-

corsi diversi, di rafforzare i rapporti in-

terpersonali, favorendo il nascere ed il

consolidarsi di amicizie.

Per la cena della consegna degli atte-

stati è stato scelto il ristorante ‘Vecia

Cavana’, sempre nel cuore della città,

sempre gestito dalla famiglia Marsilli

qui presente con il capo famiglia

Luciano ed il figlio maggiore Enrico.

L’aperitivo, in apertura di serata, è

stato servito nello spazio più tipico

che si possa trovare a Venezia: la cal-

le, quella antistante il ristorante.

Sono stati serviti apetizer e salatini ac-

compagnati da Prosecco in versione

magnum D.o.c.g. Extra Dry Carpenè

Malvolti e dall’Aperitivo della Casa,

l’ambientazione ha favorito la conver-

sazione tra i presenti facilitati anche

dalla bellissima serata estiva.

Terminato l’aperitivo gli ospiti si sono

accomodati in sala, i colleghi som-

melier Daniela Serena e Massimo

Piacentini hanno servito nell’ordine:

Prosecco Colsaliz Extra dry con gli

antipasti: Tris con granceola, canoc-

chie, gamberetti polenta ed Assaggio

di baccalà mantecato con polenta,

Pinot Grigio Villanova D.o.c. Collio

con i Tagliolini con scampi e punte

di asparagi, il Risotto ai frutti di mare

ed anche il secondo piatto, Rombo

dell’Adriatico al forno con insalatina

novella.

Presenti assieme al Delegato ed al

Segretario i Consiglieri di Delegazione

Cristina Lucchesi ed Emiliana Rosada,

la serata è scivolata via in un clima fa-

miliare ed amichevole, dopo il sorbet-

to mela verde e prima del dolce, si è

passati alla parte istituzionale, dappri-

ma sono stati consegnati gli attestati

ad alcuni dei partecipanti al corso di

primo livello da poco conclusosi a

Mestre, tra loro Sonia Bovo ed Anna

Cardin, le migliori del corso, hanno

anche ricevuto due cofanetti accom-

pagnati da attestato offerti da Casa

Carpenè Malvolti.

Si è quindi passati alla consegna ai

neo sommelier degli attestati da par-

te del Delegato, Lorenzo De Rossi,

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 57676

La Delegazione della versiliaconsegna di attestati di qualifica

fin amiglia

e dei tastevin da parte di Stefania

Rizzo, Segretario di Delegazione ed

aiuto direttore del corso, tastevin

con cui è stato insignito ciascuno dei

‘miei ragazzi’: Cristian Barban, Ines

Costa, Francesca Krippner, Ottavia

Magnanini, Alaster Pechy, Ubaldo

Rizzo, Nicola Sabbatini, Enrico Sambo,

Gabriella Sandi, Dario Spezzamonte e

Jole Vascon, mancava Alvise Finco,

giustificato nel non essere presente

perché in trepidante attesa di Gioele, il

primogenito, che sarebbe venuto alla

luce di lì a pochi giorni.

Alla fine della premiazione è stato ri-

chiamato Nicola Sabbatini quale mi-

glior corsista ed anche a lui sono

andati attestato e cofanetto offerti da

Carpenè Malvolti

In un breve discorso Lorenzo De

Rossi ha invitato tutti i neo somme-

lier a rimanere vicini alla Delegazione

auspicando che molti di loro vogliano

diventare parte attiva all’interno della

Delegazione stessa, ha quindi ricor-

dato che tutti saremo impegnati con

il Congresso Nazionale Elettivo 2012

che si terrà a Venezia il 13 e 14 otto-

bre p.v.

Ha fatto seguito una graditissima sor-

presa che i corsisti hanno voluto riser-

vare a chi li ha accompagnati durante

i tre corsi, Stefania Rizzo ed il sotto-

scritto: a ciascuno dei due è stato

donato un bellissimo calice di Murano

personalizzato ed impreziosito dal

nome scritto sulla base, l’emozione ci

ha sopraffatto lasciandoci per un atti-

mo senza parole.

La cena si è conclusa con la Zuppa

inglese della casa accompagnata da

Sium D.O.C. Colli Orientali del Friuli

connubio di Picolit e Verduzzo azien-

da La Viarte, Sium in friulano significa

sogno e siamo certi che la conquista

del tastevin sia stata, visti i sorrisi di-

spensati da tutti, il coronamento di un

sogno da tempo vagheggiato.

Notizia inviata da Lucio

Chiaranda Delegazione Venezia

Il 21 Maggio scorso nella splendida

cornice del Castello di Brolio,

dove il Barone Bettino Ricasoli

dette i natali ad uno dei più famosi

vini del mondo, Il Chianti Classico, la

Delegazione Versilia ha organizzato

una gita in occasione della consegna

degli attestati ai neo sommelier.Gli

oltre 50 partecipanti hanno iniziato il

tour nel primo pomeriggio, abilmente

guidati dal personale addetto della

tenuta Ricasoli, con la visita del

Castello, del museo e dei bellissimi

giardini con vista su tutto il territorio

senese fino al Monte Amiata e oltre,

godendo della bella giornata di sole e di

una natura particolarmente rigogliosa

visto il periodo. Molto interessante

è stata la visita al museo dove sono

raccolti alcuni cimeli risorgimentali

appartenuti al Barone Bettino Ricasoli

che raccontano della Sua vita di

uomo politico e di primo ministro

del neonato Regno di Italia nonché

coofondatore del quotidiano “La

Nazione” accademico dei Georgofili.

Quindi trasferimento in cantina per

La ristorazione e la Fisar livornese sono in lutto per la morte (a 75 anni) di Mario Pellegrini

fin amiglia

la visita e la degustazione dei primi

quattro vini (Brolio Chianti Classico,

Rocca Guicciarda Riserva, Casalferro

e Castello di Brolio) nel bel locale

una volta adibito a barriccaia e ora

sala degustazione e piccolo centro

congressi. A seguire, proprio nel centro

congressi, si è tenuta la cerimonia

della consegna dei diplomi ai sedici

neo sommelliers alla presenza anche

della responsabile del Centro Tecnico

Nazionale Signora Marinella Bozzola

oltre al Consiglio delladelegazione al

gran completo. Successivamente tutti

alla vicina “Locanda del Castello” per

la cena incentrata su piatti tipici della

zona del Chianti accompagnati

da altri quattro vini dell’Azienda

non degustati in precedenza e più

precisamente Torricella IGT Toscana

2010, Brolio Chianti Classico 2010,

Casalferro IGT Toscana 2006 e

Granello Passito. Molto apprezzato,

stando ai commenti, l’abbinamento

del “Colleferro”, Merlot in purezza,

con la classica bistecca alla

fiorentina. Mancavano pochi minuti a

mezzanotte, quando tutti partecipanti

si ritrovavano nel piazzale antistante l’

Azienda dove gli aspettava il Pullman

che, in poco più di due ore, riportava

tutti a a destinazione. Rimane il

ricordo di una bella giornata sotto il

sole della Toscana, in un luogo fra i

più affascinanti della regione sia da

un punto di vista culturale, storico e

ovviamente enogastronomico. Un

grande ringraziamento va a tutto lo

staff dell’Azienda Barone Ricasoli che

con puntualità e professionalità ha

saputo davvero ben gestire questo

evento.

Notizia inviata da Luca Iacopini

della Delegazione della Versilia

77Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 77

Con lui se ne è andato uno dei protagonisti della gastronomia e del buon bere, due cose che

gli sono state a cuore fin dall’inizio del-la sua attività. Da tempo la salute lo stava abbandonando ed era sempre più difficile incontrarlo. Il suo impe-gno nella gastronomia era iniziato nel 1957 quando aprì il ristorante “Diva” a Ardenza. Dopo la guerra era quasi una scommessa aprire un locale dove mangiare bene, perché spesso si vole-va “solo” mangiare molto. Era nel dna di Mario fare scommesse e vincerle. Ma non gli bastava: oltre alla buona cucina voleva preparare il suo perso-nale (e quello degli altri ristoranti) an-che per quanto riguarda il servizio del vino. Così un gruppo di ristoratori si ritrovava a Volterra da Beppino Raspi per dare vita alla Federazione Italiana Sommelier tra Albergatori e Ristoratori. Dopo poco era stato tolto il tra per po-ter “aprire” anche agli amanti del buon

bere e degli abbinamenti cibo-vino. È stato un uomo ed uno chef che ha sempre guardato avanti e la sua lun-gimiranza è stata sempre premiata. Dopo pochi anni apre il ristorante “Il Romito” sulla splendida scogliera a sud della città. Un posto incantevole che, con l’aiuto della moglie e dei figli Mirco e Marco (che da tempo han-no preso le redini dell’azienda) lancia definitivamente tra i migliori della cit-tà labronica sia per quanto riguarda la cucina marinara che seguiva per-sonalmente sia negli acquisti del pe-sce, solo da pescatori “fidati” (e non poteva essere diversamente, visto il suo carattere) che in cucina, sia an-che nella selezione di vini toscani (e maremmani, la sua terra di origine). La riprova dell’affetto che circondava Mario Pellegrini si è avuta il giorno dei funerali ai quali hanno preso parte non solo i “colleghi” ma anche tanti cittadini che in questo modo hanno voluto ren-

dere omaggio ad una persona (o ad un personaggio) che ha dedicato tutta la vita a tenere alta la bandiera della cultura del buon mangiare e del buon bere. Non solo la Fisar perde un riferi-mento importante, anche se in questi ultimi tempi non era più presente ma i convivi della delegazione avevano nel ristorante “Il Romito” un punto di riferimento molto amato. Anche l’ex presidente Leonardo Nardi ha usato espressioni di ricordo e di affetto per la famiglia, ricordando un compagno di tante “trasferte” e di impegno per far crescere questa federazione che proprio quest’anno ha festeggiato i “primi” 40 anni di vita.Dalla redazione de “Il Sommelier” le condoglianze alla famiglia di Mario Pellegrini.

Notizia inviata daGianfranco Grossi

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5

Questa collaborazione ha visto come pro-

tagonisti la Fisar e la rivista Golfitaliano

nell’ambito di un circuito di gare svol-

tesi nei migliori Golf Club d’Italia.

La Fisar con i suoi Sommelier ha garantito il ser-

vizio vini presso le strutture ricettive e ricreative

dei club, proponendo e gestendo le degusta-

zioni dei vini e gli abbinamenti ai prodotti tipici.

Naturalmente è stato anche un momento im-

portante per qualificare e far conoscere il nostro

marchio in ambienti esclusivi e ricercati, ed in

tutte le tappe si è riscontrato da parte dei par-

tecipanti un forte interesse su quanto abbiamo

proposto.

Queste le Delegazioni che hanno partecipato:

Savona, Verona, Roma, Alessandria, Castelli di

Jesi Prato e Costa Etrusca, ed il socio Maurizio

Cappai che ha curato i servizi effettuati in Sarde-

gna; a tutte loro ed ai Sommelier il ringraziamento

della Fisar per aver partecipato all’evento ed aver

contribuito ad incrementarne l’immagine sul terri-

torio. Soddisfatti del successo ottenuto e con la

prospettiva di poter proseguire la collaborazione

anche il prossimo anno, si ringrazia la Direzione di

Golfitaliano cup nella persona del Direttore Dott.

Donato Ala e tutte le aziende che con i loro prodot-

ti di eccellenza sono state anch’esse protagoniste

del successo.

Si è conclusacon successo

la collaborazionetra FISAR e

GOLFITALIANO CUP

la segreteria Comunica

78

FEDERAZIONE I T A L I A N A S O M M E L I E RA L B E R G A T O R I

R I S T O R A T O R I

®®

26/ 05 GOLF SATURNIA (GR)

03/ 06 GOLF GARLENDA (SV)

10/ 06 GOLF CA’ DEGLI ULIVI (VR)

16/ 06 GOLF ARGENTARIO (GR)

23/ 06 GOLF LE PAVONIERE (PO)

01/ 07 GOLF OLGIATA (RM)

08/ 07 GOLF VERONA (VR)

15/ 07 GOLF COLLINE DEL GAVI (AL)

22/ 07 GOLF CONERO (AN)

19/ 08 GOLF IS ARENAS (OR)

22/ 08 GOLF PEVERO PORTO CERVO

28/ 10 - 04/ 11 Finale Soma Bay - Egitto

REGOLAMENTO COMPLETO su WWW.GOLFITALIANO.IT

79

Delegazione di Alessandria

Delegazione di Savona

Delegazione di Verona

Delegazione di Castelli di Jesi

Delegazione di Costa Etrusca

Maurizio Cappai per la Sardegna

Delegazione di Roma

Delegazione di Prato

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5

Un saluto a tutti gli amici fisariani, sono

Lorenzo De Rossi, Delegato di Venezia,

scrivo queste poche righe per raccon-

tarvi quanto abbiamo preparato per il Congresso

che si terrà a Venezia il 13 e 14 ottobre prossimi.

L’hotel prescelto il ‘Laguna Palace’ si trova a

Mestre ed è una struttura moderna, a cinque mi-

nuti dalla stazione ferroviaria, situato in una zona

della città da poco ri-urbanizzata, frequentata dai

giovani e sede di numerose attività, tra le altre il

distaccamento dell’Università di Ca’ Foscari.

La giornata di sabato sarà dedicata alle attivi-

tà istituzionali: Assemblea, Concorso Miglior

Sommelier F.I.S.A.R. 2012, Concorso ‘Divinando’,

inoltre, essendo il Congresso elettivo, come ora-

mai tutti sapete, troverete i seggi, quest’anno

aperti sia il sabato pomeriggio che la domenica

mattina.

Il Laguna Palace ha la peculiarità di avere una

darsena coperta da dove si può partire ed arriva-

re con le barche e proprio da qui partiremo con

grandi motoscafi nel tardo pomeriggio di sabato

percorrendo dapprima alcuni canali passando tra

l’altro vicino a Forte Marghera, uno dei forti au-

stro-francesi che costituivano il campo trincerato

di Mestre, linea di difesa di Venezia, la struttura

è rimasta praticamente inalterata, oltrepassato il

forte sbucheremo in laguna.

Attraversata la laguna risaliremo il Canal Grande

per giungere direttamente a Ca’ Vendramin

Calergi, sede non solo del Casinò Municipale ma

anche del Ristorante Wagner, dedicato per l’ap-

punto all’illustre musicista Richard Wagner che

qui abitò e si spense.

Il ristorante si trova al piano nobile, e lo splendido

salone che ospiterà la nostra Cena di Gala si af-

faccia proprio sul Canal Grande.

Anche il rientro sarà effettuato via acqua.

Congresso Venezia13-14 ottobre

Alcune informazionisul programmache ci attende.“

lorenzo De Rossi

80

San Giorgio Piazzetta S. Marco di notte

La domenica sarà dedicata alla visita di due delle

isole che costellano la Laguna di Venezia.

La prima è nota a tutti, si tratta di Murano, famo-

sa in tutto il mondo per la produzione del vetro

che le abili mani dei mastri vetrai sanno trasfor-

mare in vere opere d’arte.

Avremo la possibilità di visitare una delle forna-

ci e vedere come il vetro viene lavorato, fu la

Repubblica di Venezia a decretare il trasferimento

di questa attività da Venezia all’isola per evitare il

pericolo di incendi in città.

Sempre a Murano pranzeremo presso il Ristorante

ai Vetrai che il nostro socio Adino Boscolo gesti-

sce assieme alla sua famiglia.

La seconda isola che toccheremo è Sant’Erasmo,

si tratta di un’ isola molto estesa, più della metà

di Venezia, che sin dai tempi della Repubblica

Serenissima è ‘l’orto’ della città.

Qui un francese innamoratosi dell’isola, Michel

Thoulouze, assieme alla sua famiglia ha creato

una piccola azienda vinicola, forse può sembra-

re strano pensare ad un vitigno realizzato nel bel

mezzo della laguna ma la presenza della vite in

varie zone delle varie isole che compongono il

tessuto urbano ha radici che si perdono nella sto-

ria, non dimentichiamoci del ruolo che Venezia ha

avuto grazie alle sue attività commerciali nella dif-

fusione del vino in Italia, uno fra tutti la malvasia.

Michel ci accoglierà per farci visitare l’azienda,

farci scoprire quali stratagemmi l’uomo ha creato

per permettere alla vite e non solo di crescere in

un ambiente circondato da acqua salata e so-

prattutto farci degustare la sua creatura: ‘Orto di

Venezia’.

Terminate le visite ed il pranzo sempre via acqua

rientreremo all’hotel dove potremo aggirarci tra

gli stand di degustazione dei Consorzi in attesa

dei risultati delle votazioni e della proclamazione

degli eletti.

La giornata si chiuderà con un buffet pomeridia-

no e nell’occasione brinderemo ai neo Consiglieri

Nazionali. Se siete arrivati fino a qua vuol dire che

sono riuscito a catturare la vostra attenzione, non

vi resta ora che prenotare per veder concretizza-

to quanto vi ho anticipato.Vi attendo a Venezia

per potervi salutare di persona.

Murano - S. Maria e S. Donato

Punta salute (Canal Grande)

Per consentire la massima affluenza dei soci e dare ad ognuno la possibilità di esprime-

re le proprie preferenze, i seggi elettorali saranno aperti nella giornata di sabato dalle ore 12,00 alle ore 18,00 e nella giornata di domenica dalle ore 8,30 alle ore 14,00. Le operazioni di spoglio e conteggio dei voti avranno inizio subito dopo la chiusura dei seggi e la proclamazione degli eletti avverrà intorno alle ore 16,00.Ricordiamo che possono votare tutti i soci in re-gola con la quota associativa alla data di con-vocazione dell’assemblea (a termini di statuto 15 giorni prima della data prescelta). Possono candidarsi tutte le categorie di associati in regola

con la quota associativa e le candidature devo-no pervenire alla Segreteria Nazionale almeno 30 giorni prima dello svolgimento dell’Assemblea secondo le modalità previste dal Regolamento di attuazione dello statuto (scaricabile dal sito www.fisar.com) I soci impossibilitati ad interveni-re personalmente all’assemblea hanno facoltà di delegare un altro associato di loro fiducia a rap-presentarli ufficialmente. (il modulo per la delega è scaricabile dal sito FISAR o da richiedersi alla Segreteria Nazionale). Ogni associato può rap-presentare per delega massimo 9 (nove) asso-ciati. È possibile esprimere fino ad un massimo di 10 preferenze.

ELEZIONI CONSIGLIO NAZIONALE FISAR: COME SI VOTA”

8181

Il Sommelier Settembre-Ottobre - 2012 • n. 582

programmaassemblea nazionale elettiva 2012

VENEZIA-MESTRE

SABATO 13 ottoBRe

Ore 9,00 WELCOME COFFEEapertura operazioni di accredito dei soci

Ore 10,30Sala Congressi Laguna Palace Hotel****assemblea nazionale elettiva FisaR 2012(Costituzione commissioni elettorali, presentazioni dei candidati)

Ore 12,00apertura seggi elettoraliinizio operazioni di voto

Ore 13,00 Laguna Restaurantlight lunch

Ore 15,00 Laguna Palace Hotel****Sale riservateConcorso miglior sommelier dell’anno FisaR – trofeo RastalFinale torneo DiVinanDo 2012

Dalle ore 15,00 alle ore 18,00in contemporanea con le finali concorsi FISARstand Degustazione in collaborazione con i Consorzi del territorio

Ore 18,00Chiusura dei seggi elettorali e termine delle prove dei concorsi

Ore 19,00 VENEZIA AL TRAMONTOPartenza in lancia per Venezia dalla Darsena privata del laguna Palace Hotel ****aperitivo in navigazione con lo spettacolo del tramonto veneziano

Ore 20,30 CASINO’ DI VENEZIA RISTORANTE WAGNERGRAN GALà FISAR 2012Premiazioni Torneo Divinando e Miglior Sommelier FISAR-Trofeo RASTAL

Al termine rientro in hotel

DOMENICA 14 ottoBRe

Ore 8,30apertura seggi elettorali

Ore 9,30 VENEZIA E LE SUE ISOLEPartenza in lancia dalla Darsena privata del laguna Palace Hotel **** per un tour tra le isole di Venezia.

Ore 10,00 I VIGNETI DI SANT’ ERASMOVisita alla cantina di m. thoulouze “orto di Venezia” con aperitivo in cantina

Ore 11,30 I MASTRI VETRAIRaggiungiamo murano in lancia per una visita guidata con dimostrazione in fornace

Ore 12,30 A SPASSO PER MURANOPranzo tipico al Ristorante ai Vetrai.

Ore 14,00 LAGUNA PALACE HOTEL****Chiusura seggi elettorali ed inizio operazioni di spoglio.apertura stand Degustazione in collaborazione con i Consorzi del territorio

Ore 15,00 Rientro in hotel con taxi acqueo.

Ore 16,30Comunicazione risultati elettorali e proclamazione degli eletti.

Ore 17,00 Ombre e CicchettiFesteggiamo i nuovi consiglieri con un buffet pomeridiano

Ore 18,00 Chiusura Stand Degustazione e rientro alle proprie destinazioni

Saiagricola rappresenta oggi la concretizzazio-ne di un grande progetto enologico, un proget-to che da sempre ha considerato l’agricoltura

nella sua accezione migliore, ponendo al centro la Natura e le sue migliori espressioni locali con l’obiet-tivo di valorizzarne le caratteristiche per produrre al-cune tra le eccellenze italiane più apprezzate al mon-do. Ad oggi il Gruppo conta cinque tenute vitivinico-le ed una olivicola in 3 regioni (Toscana, Piemonte, Umbria), con quasi 5000 Ha di terreno di proprie-tà, dei quali circa 270 corrispondono a vigneti. Una patrimonio che costituisce l’anima pro-fonda di Saiagricola e che il nuovo ma-nagement, rappresentato dall’ammini-stratore delegato Domenico Terzano,

dal direttore commerciale marketing e comunicazio-ne Giuseppina Viglierchio e dall’enologo Riccardo Cotarella ha posizionato al centro di un designo volto a configurare sempre di più ogni cantina del Gruppo come ambasciatrice della sua denominazione. I ri-conoscimenti che la stampa italiana ed estera han-no attribuito al Vino Nobile di Montepulciano della Fattoria del Cerro, al Brunello di Montalcino de La Poderina, al Montefalco Sagrantino di Còlpetrone, al Vermentino di Monterufoli e alla Barbera d’Asti

della Tenuta dell’Arbiola, sono il frutto di un lavoro costante in armonia con il territorio e

dell’impegno continuo di uno staff alta-mente qualificato ed intimamente lega-to alla storia dei vini che ogni cantina

Al miglior Sommelier FISAR 2012 oltre al prestigioso Trofeo Rastal anche un premio speciale: un weekend alla Fattoria del Cerro per scoprire i segreti del Vino Nobile di Montepulciano

Luca Canapicchi - miglior Sommelier FISAR Trofeo Rastal 2011

1993: Claudia Marinelli, delegazione di Pontedera1994: Luca Barsanti, delegazione di Pisa1995: non assegnato1996: Angelo Catenacci, delegazione di Pisa1997: Stefano Cocchi, delegazione di Roma1998: Giorgio Laurini, delegazione Valdichiana1999: Vittorio Cardaci Ama, delegazione di Catania2000: Maria Annunziata Lamanna, delegaz. di Roma2001: Leonardo Ricci, delegazione di Viterbo2002: non disputato2003: Andrea Da Ros, delegazione di Treviso2004: Celis Gonzalos, delegazione di Ragusa2005: Luca Iacopini, delegazione di Pontedera2006: Natale Cadamuro, delegazione di Orvieto2007: Marta Chiavacci, delegazione di Lucca2008: Lorenzo Giannone, delegazione di Ragusa2009: Laura Sandoli, delegazione di Pavia2010: Karen Casagrande, delegazione di Treviso2011: Luca Canapicchi, delegazione di Livorno

A L B OD’ORO

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 83

Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 584

produce. Il sangiovese grosso, la barbera, il sagrantino e tutti gli altri vitigni specifici di ogni tenuta, prima ancora di esse-re la base fondamentale di un progetto commerciale, sono soprattutto elementi impre-scindibili del vivere quotidia-no degli uomini e delle donne che lavorano in Saiagricola e partecipano di un immaginario collettivo che solo chi da sem-pre vive la vigna può ricono-scere come proprio.È questo personale senso di par-tecipazione comune che spie-ga anche il profondo legame di Saiagricola con i propri partner commerciali, da sempre consi-derati i migliori divulgatori, verso i consumatori, dell’affidabilità e del-la costanza qualitativa raggiunta nel tempo da tutte le aziende del gruppo.

FATTORIA DEL CERROFattoria del Cerro, con i suoi 93 ettari iscritti all’Albo del Vino Nobile, è la più grande realtà pri-vata produttrice di Vino Nobile di Montepulciano, in provincia di

Siena. L’ampiezza e la varietà di esposizione dei suoi vigneti ga-rantiscono quindi la possibilità di selezionare, a seconda dell’anna-ta, le migliori uve per produrre vini di alta qualità. Il Prugnolo Gentile, vitigno alla base del Nobile di Montepulciano D.O.C.G., è un Sangiovese tipico della zona che nel corso dei secoli si è adat-tato al terreno ed al clima tipici della zona. Il Vino Nobile vie-ne prodotto in tre versioni: Vino Nobile di Montepulciano D.O.C.G., la Riserva Vino Nobile di Montepulciano Riserva D.O.C.G., e la selezione Vino Nobile di Montepulciano “Antica Chiusina” D.O.C.G..Il continuo e costante impegno e la consapevolezza di operare in uno dei territori più vocati dell’Italia eno-logica ha permesso alla Fattoria del Cerro di raggiungere obiettivi di assoluta eccellenza, testimoniati dall’ottenimento dei più importanti riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale, ultimo dei quali, in ordine di tempo, è stato il pre-mio come Miglior Vino Rosso dell’anno ottenuto proprio dal Vino Nobile di Montepulciano nel corso della manifestazio-ne “Premio Internazionale del Vino” organizzato da AIS Bibenda (primo Vino Nobile di sempre ad aggiudicarsi questo importantissi-mo riconoscimento) e la selezio-ne tra le 100 migliori cantine d’Italia

al recente Vinitaly 2012 all’interno

dell’evento “Opera Wine” prestigio-sa degustazione organizzata da Wine Spectator insieme a Veronafiere.

Superficie aziendale comples-siva: di proprietà, 601 ha;Estensione a vigneto: 170 ha di cui:- 93 ha iscritti all’Albo del Vino

Nobile di Montepulciano- 36 ha iscritti all’Albo del Rosso

di Montepulciano- 20 ha iscritti all’Albo del Chianti

Colli Senesi- 21 ha coltivati con vitigni:

Colorino, Merlot, Chardonnay.

Altre produzioni: 13 ha oliveto- 180 ha bosco- 241 ha seminativo.Composizione e caratteristi-che del terreno: i terreni sono di origine pliocenica di medio impa-sto con presenza di conchiglie e sassi. Localmente hanno consi-stenza franco argillosa.

Altitudine media dei vigneti: 350-450 m s.l.m.Densità ad ha: i vigneti più vecchi 3300 piante ad ha; i nuovi impianti 5000 piante ad ha.

Forma di allevamento: cordone speronato.D. Terzano, G. Viglierchio, R. Cotarella

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