il sommelier n.5/2012 - settembre/ottobre
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La rivista bimestrale della F.I.S.A.R. Federazione Italiana Sommelier Albergatori RistoratoriTRANSCRIPT
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Rivista di enologia, gastronomia e turismo Anno XXX - Numero 5 - Settembre-Ottobre 2012
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Il mese di Ottobrevede la FISARprotagonista
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Lettera del Presidente: Nicola Masiello Pag. 2
La burocrazia è peggio della grandine: costa almeno il 10% ai produttori 4
Fisar in Rosa - La grappa: un affascinante mondo al femminile 6
MondoCana.com - Satira a cura di Luca Canapicchi 39
In Famiglia 58
La Segreteria comunica - Golf Italiano 78
Programma Assemblea Nazionale - Venezia 2012 82
Sommelier dell'anno FISAR - Albo d'Oro 83
ComuniCazione istituzionale
enoGastRonomia • tuRismo • CuRiosità
Carema: un vino di sole e di roccia Luca Iacopini e Massimo Bracci 54
sCienza • teCniCa • aPPRoFonDimenti
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ario
Clos de Vougeot. Colline di Nuits, cuore della Borgogna. Silvana Delfuoco 8
Gattinara e Ghemme: due fratelli regali - Gudrun Dalla Via 12
Il vino con la musica è più buono - Meritxell Falgueras Febrer 14
Il Cile: il viaggio tra l’eccellenze - Marco Ferrari 16
A San Gallo, dove è nata la birra al luppolo - Enza Bettelli 24
Il Giappone del Whisky - Daniele Fogliazza 28
Si apre il sipario sul Salone del Gusto e Terra Madre 2012 Gladys Torres Urday 32
Vini italiani e peruani s’incontrano nella città di Lima in Perù Roberto Rabachino 36
America's Cup a Venezia con la FISAR - Roberto Donadini 40
La fotografia della crisi del settore vitivinicolo italiano secondo Assoenologi - Giuseppe Martelli 44
Le notizie di enogastronomia e turismo a cura della redazione di Quality ADV 48
MeranoWineFestival - a cura della redazione di Quality ADV 52
Primo su tutti il nostro congresso Nazionale
elettivo di Venezia dove il nuovo Consiglio
eletto dovrà con forza e coraggio definire
e disegnare il programma e l’assetto organizzativo
per il prossimo triennio.
Dico con forza e coraggio perché saranno queste
le armi vincenti in un momento particolarmente dif-
ficile a livello nazionale ed internazionale, con la crisi
che morde su tutti i settori compreso il nostro: forza
per sostenere la nuova politica di espansione Fisa-
riana, forza di finalizzare i progetti in essere e poi il
coraggio di guardare avanti, di essere presenti nei
punti chiave per incrementare la nostra immagine,
di partecipare a tutto quanto può essere utile e far
bene alla causa della Fisar. Gli auguri vanno quindi
al nuovo Consiglio che si insedierà a Ottobre. L'au-
gurio è di un proficuo lavoro da affrontare in armo-
nia, collaborazione e rispetto. Il mio personale poi
va al Consiglio uscente dimostratosi attivo e fattivo
fino all’ultimo del suo mandato. Altro appuntamen-
to importante, che ci vede impegnati sempre a fine
Ottobre, è il Salone del Gusto a Torino, dove la Fisar,
a seguito dell’importante accordo siglato a Volterra
con Slow Food, in occasione dei festeggiamenti dei
nostri quarant’anni, sarà presente con i propri Som-
melier all’interno della manifestazione in tutti i punti
che avranno come protagonista il vino.
È questa la seconda volta che partecipiamo all’even-
to ma è la prima che ci vede in veste di attori prin-
cipali; è questo il momento per tutte le Delegazioni
Nazionali di sfruttare l’iniziativa a 360° partendo na-
turalmente da quelle del Nord-Ovest e poi tutte le
altre, al fine di incrementare il numero dei soci, dei
corsi e delle manifestazioni nei propri ambiti territo-
riali, con il risultato finale di far crescere la Fisar. Il
Consiglio Nazionale uscente si è adoperato ed ha
creduto in questo attivandosi, anche negli altri pro-
getti intrapresi ed avviati alla loro realizzazione, al
raggiungimento di una FISAR sempre più visibile e
ricca di risorse. Non posso infine chiudere questo
editoriale senza parlare della vendemmia appena
conclusa. Una vendemmia molto particolare che a
differenza di come era stata prospettata nelle soli-
te altalenanti previsioni di luglio, di cui la qualità era
l’unica certezza, ad oggi si riscontrano invece risul-
tati alquanto indecisi sia sotto l’aspetto qualitativo
che quantitativo. Sicuramente nella maggior parte
dei casi i valori sono scesi di molti punti in percen-
tuale, fatte sicuramente salve alcune zone di produ-
zione che hanno limitato i danni grazie alle tipologie
di vini che vi si producono. Per i dati definitivi aspet-
tiamo comunque che il vino sia in cantina, coscienti
che questa del 2012 sarà una vendemmia al di sot-
to delle aspettative sia dei produttori che dei consu-
matori e che noi Sommelier dovremo essere capaci
di capire questa vendemmia, cercando sempre di
proporre il meglio, con l’onestà professionale che ci
distingue e che tanti e sempre di più ci riconoscono.
Un brindisi all’autunno Fisariano!!!!!
Cin-cin con tutti Voi.
Il prossimo autunnosarà per la Fisar
una stagionemolto speciale!!!
“ ”
il Presidente nicola masiello
Importanti sono gli appuntamenti che ci vedono impegnati in questo mese di Ottobre.
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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 3
Rivista di Enologia, Gastronomia e Turismo
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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5
La burocrazia è peggio della grandine:
costa almenoil 10% ai produttori
Alle indubbie difficoltà del settore si aggiungono anche quelle burocratiche.“
di Roberto Rabachino
4
”Nell’ultima legislatura, che ha visto ad-
dirittura nascere un Ministero per la
semplificazione, sono entrati in vigore
adempimenti burocratici che hanno provocato
la scomparsa del 10 per cento della produzione
italiana di vini Doc, il simbolo del Made in Italy
nel mondo. È quanto emerge dalla prima analisi
sull’efficacia della politica italiana e comunitaria
nell’ultima legislatura - alla vigilia della pausa esti-
va che aprirà la campagna elettorale - illustrata
dalla Coldiretti nel corso dell’Assemblea annua-
le dell’organizzazione degli imprenditori agricoli.
L’inefficacia della politica si traduce anche in una
ridotta qualità dell’attività legislativa che spesso ri-
manda a provvedimenti amministrativi che alimen-
tano una tecnocrazia fine a se stessa che mette a
rischio la competitività delle imprese. Un esempio
eclatante viene dal vino che è il prodotto alimen-
tare più esportato all’estero, simbolo del Made in
Italy, ma che deve fare i conti a livello nazionale
con un peso insostenibile di pratiche e documenti.
Dalla vendemmia 2008 sono stati introdot-
ti 12 nuovi adempimenti burocratici a carico
delle imprese vitivinicole che producono vini a
Doc e Docg, per l’entrata in vigore dei Decreti
Ministeriali 29 marzo 2007 prima e 2 novembre
2010 poi sui controlli per i vini a Denominazione.
Il risultato è stato che molte aziende sono state
costrette a rinunciare a produrre vini a denomi-
nazione d’origine per l’impossibilità di far fronte
ad adempimenti spesso inutili che sottraggono
ben 100 giornate di lavoro all’anno al tempo tra-
scorso in vigna e in cantina e che hanno portato
alla riduzione dei terreni destinati a produrre vini
a Docg e Doc che sono passati dai 316mila ettari
del 2007 a 284mila ettari del 2011, con una per-
dita stimata di produzione pari a oltre 100 milioni
di litri di vino doc.
Dati e fonte: Coldiretti
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FI- SAR in 6
La Grappa innanzi tutto è un fatto di stile!È qualità, tradizione, cultura, eleganza e arte.
”
La grappa:un affascinante mondo
al femminile a cura di Gladys Torres Urday
“
Il Sommelier Maggio-Giugno 2012 • n. 3
Non è più una novità il fatto che
nell'ultimo decennio la grap-
pa, da prodotto rude ed ag-
gressivo, abbia guadagnato rispettabi-
lità diventando un super alcolico grade-
vole anche ai palati più delicati. Infatti,
ultimamente, ha ricevuto il plauso da
parte dei giovani e del “gentil sesso”,
che prima faticavano a trovare carat-
teristiche organolettiche a loro gradite.
Ed ecco che un gruppo di imprenditrici
del settore e di giornaliste, mosse della
constatazione della considerevole vi-
vacità del mercato della grappa nel cui
ambito la presenza della donna, tanto
a livello imprenditoriale, produttivo e
distributivo che di comunicazione, co-
stituisce un elemento significativo e di
crescente importanza rappresentando
in tal modo il naturale punto di parten-
za per la ridefinizione dell’immagine del
prodotto.
In questo contesto nascono le Donne
della Grappa, un’associazione cultu-
rale, apolitica e senza fini di lucro che
opera in stretto collegamento e in sin-
tonia con l’Istituto Nazionale Grappa.
Dal 2001 Presidente dell’Associazio-
ne è Claudia Mazzetti d’Altavilla con
Vicepresidente Livia Bertagnolli, en-
trambe delle omonime aziende di di-
stillazione. L’Associazione Donne della
Grappa è rivolta non solamente alle im-
prenditrici ma anche a tutte coloro che
per motivi tecnici, professionali opera-
tivi o semplici consumatrici si trovano
idealmente accomunate nel contesto
culturale e di mercato della grappa
ponendosi come obiettivo l’impegno
di sviluppare il mercato promuovendo
l’immagine della grappa e le tradizioni
secolari legate ad essa. Tante sono le
attività organizzate: L’Italia delle Donne
della grappa, un tour attraverso lo sti-
vale che ha permesso di conoscere e
confrontarsi con donne che condivi-
dono i loro ideali; La Grappa è Donna,
una degustazione in occasione dello
scorso Vinitaly dove hanno parteci-
pato quasi un migliaio di appassionati
confermando così come le donne rap-
presentano oggi le ambasciatrici più
attente e preparate di questo fantasti-
co mondo indubbiamente colorato di
rosa.
Claudia Mazzetti d'Altavilla
Livia Bertagnolli
La grappa secondo l’attuale normativa di riferimento “è la bevanda spiritosa
ottenuta da vinacce fermentate e distillate direttamente mediante vapore ac-
queo oppure dopo l’aggiunta di acqua e con eventuale aggiunta di feccia” ed è una denominazione riservata
esclusivamente al prodotto italiano. IL DPR n. 279 del 16 luglio 1997, inoltre, precisa ancora più chiaramente
che la “la denominazione grappa è riservata esclusivamente all’acquavite di vinaccia ottenuta da materie
prime ricavate da uve prodotte e vinificate in
Italia, distillate in impianti ubicati sul territorio
nazionale”.
Notizie sulla attività di distillazione si posso-
no già datare al 4.000 a. C. presso gli Egizi,
sebbene dell’acquavite sia possibile rinvenire
informazioni solo intorno all’anno mille grazie
agli studi della Scuola Medica Salernitana che
procedette alla definizione delle regole per ot-
tenere la concentrazione dell’alcol “attraverso
la distillazione e ne prescrisse l’impiego per
svariate patologie umane”. La tappa succes-
siva di questo articolato processo di creazione
del “distillato grappa” fu l’estensione delle tec-
niche di distillazione alle vinacce, che si fa risa-
lire intorno al quattrocento. Le vinacce ovvero
le bucce degli acini d’uva separate dal mosto,
che contengono in media i 2/3 in meno di alcol
rispetto al vino, costituivano le materie di scarto
della vinificazione ed è solo con il Seicento che
si hanno notizie certe dello studio della distilla-
zione delle vinacce a opera di alcuni Gesuiti, tra
i quali Atanasio Kircher e Francesco Terzi Lana
“che si può considerare il padre tecnico della
vinaccia” (nel 1636 indicava la vinaccia come
fonte di alcool).
Nel complesso procedimento della distillazio-
ne delle vinacce, il rispetto della tradizione è
assoluto. Ancora oggi il metodo usato è quel-
lo inventato da Tulio Zadra, un maestro nella
costruzione degli alambicchi che negli anni
Cinquanta e Sessanta del secolo scorso per-
fezionò appunto il “metodo bagnomaria di-
scontinuo” che ancora oggi porta il suo nome.
Divenuto lo strumento “principe” della distil-
lazione e ancora oggi il metodo del territorio
trentino e non solo. L’alambicco è un apparec-
chio di distillazione che consente la trasforma-
zione di liquidi in vapore e la loro successiva
condensazione.
La Grappa
FI- SAR in 7Il Sommelier Maggio-Giugno 2012 • n. 3
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5
Considerato giustamente la principale
attrattiva delle colline di Nuits, quella Côte
d’Or oggi patria di eccellenze enologiche,
la sua costruzione risale al XVI secolo. Eppure è
proprio la sua presenza a testimoniare che un
vino tra i più famosi al mondo, il mitico Clos de
Vougeot, è nato qui da un vigneto coltivato fin
dall’Alto Medioevo dalla silenziosa pazienza dei
monaci Cistercensi.
Questa è la sua storia.
Il Castello dei monaciNel XII secolo ai monaci dell’Abbazia di Cîteaux – circa 14 km dal Clos- vennero donate dai Duchi di Borgogna le terre sul Pendio orientale (la Côte
d’Orient divenuta, in breve, d’Or…) nei pressi di Vougeot, dove sgorga la sorgente del Vouge, da dove avrebbero potuto cavare preziosissima pietra da costruzione. Ai monaci necessitava anche il vino per la messa, così pensarono bene di costruire un Clos, un luogo recintato dove
Clos de Vougeot.Colline di Nuits, cuore
della Borgogna.
C’è uno Château nel cuore della Borgognache merita un’attenzione speciale.“ ”
di Silvana Delfuoco
Fotografie di JL Bernuy
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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 510
impiantare il loro vigneto. Ben presto però la loro
attenta osservazione scientifica li portò a proseguire
gli esperimenti sulle piantine da impiantare, a
migliorare le tecniche di innesto e di potatura, a
perfezionare gli studi sulla natura del suolo, tanto
che fu necessario predisporre in loco una cantina
adatta alla lavorazione e alla conservazione del vino.
Così nacque la Cuverie, ancora oggi esistente e
visitabile, primo nucleo attorno a cui, qualche secolo
più tardi, Dom Loisier, 48esimo Abate di Cîteaux,
decise di aggiungere una casa di campagna, o
meglio, secondo il gusto dell’epoca, uno Château in
mezzo alle vigne.
Un luogo di festa in mezzo alle vigne
Oggi il Castello, quasi tempio laico della Borgogna
vinicola, dove ogni anno si affollano “pellegrini”
da tutto il mondo, è proprietà della Confrerie des
Chevaliers du Tastevin. È arrivato nelle loro mani
dopo oltre due secoli di travagli, da quando, in
seguito alla Rivoluzione francese, anche l’Abbazia di
Cîteaux e le sue proprietà, tra cui il Clos de Vougeot,
vennero confiscate e dichiarate patrimonio nazionale.
I vigneti si frantumarono tra diversi proprietari, e
soltanto quindici ettari rimasero legati al Castello
fino al 1944, quando l’ultimo proprietario lo vendette
alla Confrerie trattenendo però la vigna. Da allora i
dirigenti della Confrerie si adoperano per garantire
ai visitatori visite guidate sempre meglio organizzate
nonché la possibilità di usufruire dei prestigiosi
ambienti per manifestazioni di vario tipo: concerti,
matrimoni, clubs-service…
E il vino?
“Variabile, a volte sublime”. Così giudica il Clos de
Vougeot AOC Hugh Johnson nella sua guida I vini
del mondo 2008. Una produzione di circa 50 ettari,
appartenenti a diversi proprietari, tra cui nomi illustri
si alternano ad altri meno noti, dividendo tra loro le
parcelle di vigneto che, già ai tempi dei monaci, erano
state classificate a seconda della posizione. Le uve
destinate alla Cuvée des Papes nella parte alta del
vigneto; nella parte media quelle per la Cuvée des
Rois, mentre nella zona più in basso, ancora oggi
con difficoltà di drenaggio, si ricavava la Cuvée des
Moines. Da allora sono passati i secoli, ma Hugh
Johnson continua a ritenere che “la maturità (del
vino) dipenda dalla filosofia del viticultore, nonché
dalla tecnica e dalla posizione sulla collina”. Soltanto
il nome dunque è rimasto di quello che un tempo
era un unico, eccezionale, gran cru, e che ora deve
il suo valore quasi esclusivamente al nome del suo
produttore...
Sappiamo che la Storia non si fa con i ma e con i se,
eppure… se avesse potuto immaginarlo il giovane
ufficiale, di nome Napoleone Bonaparte, quando, il
13 febbraio del 1790, comunicò all’Abate di Cîteaux
la confisca di tutte le terre dell’Abbazia!
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Dei grandi rossi da un grande vitigno, il NebbioloIn Piemonte si scommette da tanto tem-
po sul Nebbiolo: nelle Langhe si usa per la pro-duzione del Barolo e del Barbaresco, e ad Alba troviamo il Nebbiolo d’Alba D.O.C.Però anche in Valtellina lo si usa, per produrre il famoso Sforzato, prodotto con uve Nebbiolo lasciate appassire leggermente, sulla pianta. Persino nella Sardegna settentrionale si produce un vino di nicchia con questa uva.Il Gattinara D.O.C.G., della varietà locale denomi-nata Spanna, ha un colore rosso rubino intenso tendente al granato, ha profumo fine, ampio ed elegante, con esuberanti note di spezie, liquirizia e cuoio. In bocca è caldo, vellutato e di gran-de complessità. Molto persistente. Adatto ad
essere abbinato a primi piatti, carni e formaggi stagionati. Il Ghemme D.O.C.G., anch’esso del-la varietà Spanna, ha caratteristiche molto simili, nell’aspetto e nel sapore. Troviamo la differenza soprattutto nel naso: più floreale e speziato nel Ghemme, invece più fruttato, più profondo e au-stero il Gattinara.
In purezza o con minime quantità di altre uveIl disciplinare del Gattinara D.O.C.G. prevede una produzione o in purezza o un massimo del 10% di aggiunta di Uva rara e/o Vespolina. Può essere prodotto esclusivamente nel territorio del Comune di Gattinara. Per il Ghemme D.O.C.G., il disciplinare ammette, oltre alla vinificazione in purezza, un massimo di eventuale aggiunta del 25% di Uva rara e/o Vespolina. Può essere pro-dotto solo nei comuni di Ghemme e Romagnano Sesia. Per entrambi è previsto un lungo affina-mento, prima della commercializzazione:• il Ghemme minimo due anni in legno, più mini-mo 9 mesi in bottiglia;• il Gattinara un minimo di tre anni, di cui almeno due anni in legno, poi a discrezione del produtto-re in legno, bottiglia o acciaio.I comuni di Gattinara e Ghemme distano tra loro di appena 3 km, in linea d’aria. Il clima, che gode della vicinanza del Monte Bianco, con buona escursione termica e ottima ventilazione, è molto
“Due territori di nicchia: come dimensioni, come numero di bottiglie prodotte e come target di consumatori. Eppure Gattinara
e Ghemme sono vini D.O.C.G. esportati in tutto il mondo, conosciuti forse più all’estero che in Italia.
Gattinara e Ghemme: due fratelli regalidi Gudrun Dalla Via
Consulenza di marco arlunno
”
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 512
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 13
simile. È diverso invece il terreno, seppure sem-pre di origine morenica. A Ghemme troviamo dell’argilla e sabbia sopra della ghiaia di piccole dimensioni, con scisti varie e centinaia di diversi tipi di minerali, fattori che esaltano l’eleganza nei profumi del vino. Il terreno di Gattinara invece è di origine vulcanica con 50-60 cm di terra sopra la roccia porfirica ben drenante, che conferisce al vino delle note più austere e profonde ma anche più nobili.
In vigna e in cantinaIn tutto il territorio si tende ad ottenere il massi-mo della qualità, penalizzando in questo modo la quantità. La produzione, secondo le annate, oscilla per il Gattinara tra meno di 400.000 a 500.000 bottiglie, per il Ghemme tra 150.000 e 200.000 bottiglie all’anno.La totalità dei vigneti e delle cantine sono a ge-stione familiare (anche se tra queste aziende con-tiamo la ditta Travaglini, che vanta già dimensioni notevoli). La produzione è quindi rimasta molto “tradizionale”, seppure con notevoli impegni ver-so la ricerca, come per esempio la collaborazione con l’Università di Milano. I vigneti sono spesso in “età matura”, tra i 15 e i 60 anni. La resa per ettaro non supera i 45 quintali. In vigna si dedica un impegno notevole per vendemmiare l’uva in perfette condizioni, tutta matura al punto giusto e pronta per essere vinificata. Così, tra l’altro, un paio di settimane prima della vendemmia si ripas-sano tutti i filari per togliere dai grappoli le punte, solitamente meno mature, e si eliminano anche le “spalle” per far arrivare in modo uniforme tutto il sole. In generale, si predilige una produzione di qualità, con tralci corti e pochi grappoli, su viti piantate quindi a distanza abbastanza ravvicinata. Nelle cantine della zona di Ghemme e Gattinara, si rinuncia alla pastorizzazione e si fa una filtra-zione non stretta, secondo la tradizione locale, arrivando così ad un vino di grande spessore e carattere, ben diversi dai vini destinati alla gran-de distribuzione. Sarà la fermentazione guidata, lunga circa 15-18 giorni (con rimontaggi soffici e post-macerazione) a stabilizzare la condizione microbica e tartarica; il freddo e la microossige-nazione nel legno (botti grandi di rovere francese e di Slavonia) farà il resto e conferirà al vino quei gusti unici, inconfondibili, molto persistenti.
Girando nel territorioUna caratteristica di questa zona: viaggiando per le strade statali e provinciali non si riesco-no a scorgere i vigneti! Essi infatti sono nascosti alla vista, in collina. Bisogna salire, attraversando dapprima dei boschi misti molto affascinanti, per arrivare poi ad una quota tra 400 e 600 metri e trovarsi circondati da vigneti a perdita d’occhio, tutti molto ben tenuti. La vista è affascinante: dol-ci colline ovunque, con cascinali e antichi depo-siti, e dalla cima una vista mozzafiato a 360°: il Monte Bianco, il Monviso, le alpi marittime che vanno verso la Liguria, e la Valpadana, nelle gior-nate più limpide fino a Milano.La mano d’opera è in gran parte straniera, anche se ormai residente sul posto da molti anni.
L'enologo Marco Arlunno
“Dioniso, il dio greco del vino,era anche il dio della musica,della tragedia e della notte.
Il vino con la musicaè più buonodi meritxell Falgueras Febrer
La denominazione d’origine Somontano,
con i suoi concerti estivi, il Vi Jazz nel
Penedès sono alcuni degli eventi che
uniscono il ritmo con i buoni calici. Josep Roca
è stato il primo ad emozionare il pubblico del
festival Cap Roig con i suoi “Siete Vinos senti-
dos”. Ascoltiamo queste combinazioni: Blanc de
Blancs 1999 Delamotte con il Divertimento nº 1
in Re maggiore di Mozart per spiegare l’eleganza
dello champagne. Il Borgogna, Chambolle
Musigny 1er Cru 2007, respirando saggezza in-
sieme al mistero di Méditation de Thaïs di Jules
Massenet.
Questo cd di emozioni e note musicali non ha
fine, perché queste potrebbero essere ogni volta
diverse, come le differenti versioni delle canzoni,
come l’unicità di ogni bottiglia. Mi berrei i Beatles
con un Riesling. Questo gruppo dal look naïf
è proprio come questo tipo di vini: deliziosi sia
per quelli che muovono i primi passi nel mondo
del vino, sia per quanti hanno già provato tutto.
Proprio come la musica del quartetto di Liverpool,
piacevole in qualsiasi situazione e momento della
giornata. Immaginazione, trasparenza: brillano!
Here comes the sun. E adesso divento rocketta-
ra. Con il Whole Lotta Love dei Led Zeppelin bevo
la parte selvaggia, l’irrazionalità più animalesca,
la rivoluzione e la resistenza.
Affrontare la vita come fa la viticoltura eroica del
Priorato. Voglio degustare questa canzone con
un vino di garnacha e cariñena, potente, tannico,
alcolico. Per Bon Jovi chiederei un Montsant, per-
ché è un rock più moderno, energetico e sexy.
La Licorella abbraccia la Serralada del Montsant
e abbiamo vini maturi in mano a giovani enologi
internazionali. Con The Boss è chiaro che pren-
derei un vino leader, che entrasse in contatto con
la gente. Bruce Springsteen significa dedizione,
passione nel palco, come il Pur Sang di Didier
Dagueneau.
Massima onestà e dare il massimo nel concerto,
come nella vigna, per poi vendemmiarlo tra gli
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 514
”
applausi. Il jazz ti solletica i neuroni, per cui ab-
biamo bisogno di un vino classico per Wynton
Marsalis, musicista con radici, che rifugge
dall’istrionismo in cerca di equilibrio e analisi di se
stesso. Il soul accarezza la pelle, per cui abbiamo
bisogno di un vino vellutato. Con gli U2 prenderei
un vino con buona acidità, come la voce di Bono,
avvolgente. ColdPlay, un vino semplice ma viva-
ce, facile da bere, come le loro melodie che, sen-
za alcuna pretesa tecnica, riescono a brindare
con i loro degustatori.
Adesso tocca a voi mettere musica ai vostri vini
DOC: si tratta solo di cercare la ripercussione del
nostro palato e che i sensi applaudano.
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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5
Il miglior modo per scoprire ogni terroir è par-
tire in macchina da Santiago, approfittando
della qualità delle strade cilene e percorrere
le valli una per una ed è proprio ciò che faremo, a
cominciare dal Nord.
COPIAPÒ
Sulle carte geografiche che fanno riferimento ai
vigneti cileni, fino a pochi anni fa, la zona più set-
tentrionale era la Valle di Elqui, la cui principale
città, Coquimbo, dista poco più di 450 Km. dal-
la capitale Santiago; ora per arrivare all’estremo
Nord del Cile vitivinicolo, dobbiamo rassegnarci
a guidare per altri 350 Km. fino ad arrivare a Co-
piapò, in pieno deserto di Atacama, dove alcuni
enologi hanno individuato in queste latitudini dal
clima desertico sui suoli a bassa fertilità dei ver-
santi andini, terroir propizi a Sauvignon Blanc e
Pinot Noir, in realtà si tratta di un ritorno alle ori-
gini del vino cileno, tanto che nel lontano 1551,
questa zona fu la prima del Cile a conoscere
una vendemmia, allora dell’uva Pais, una varietà
americana ancor oggi usata nella produzione dei
distillati.
HUASCO
Scendendo di latitudine, 160 km prima di arrivare
alla città di Elqui, si apre la Valle di Huasco; no-
nostante il clima arido e molto soleggiato, questa
valle è conosciuta come il “giardino dell’Ataca-
ma”, le brezze rinfrescanti che soffiano dall’Oce-
ano, contribuiscono a rendere più amene le con-
dizioni ostili in cui deve svilupparsi la vite.
Stiamo comunque facendo riferimento a situa-
zioni che si presentano come vere e proprie sfi-
de, dove l’enologo deve combattere contro l’alta
salinità, l’enorme quantità di roccia bianca, di
origine alluvionale con elevata percentuale di car-
bonato di calcio. Nonostante si tratti più che altro
di esperimenti, alcune importanti aziende cilene,
come la Vina Ventisquero e la Ramirana, sottoli-
neano le qualità del Sauvignon Blanc di Huasco,
la struttura e la sapidità interessanti del Syrah ol-
tre a classificare come molto promettente il Pinot
Noir.
COQUIMBO
La D.O. (Denominazione di Origine) Coquimbo è
composta dalle valli di Elqui, Limari e Choapa.
Il Cile: il viaggiotra l’eccellenze
Il Cile è un paese che si sviluppa in lunghezza,con diverse valli ad aprirsi tra le Ande
e la Cordigliera della Costa, molto più bassa.“
”
di Marco Ferrari
16
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 17
La prima che incontriamo nel nostro viaggio verso
Sud, è Elqui, dove esiste una grande produzione
di frutta; oltre alle varietà vinifere, troviamo infatti
uva da tavola, papaia e uve di varietà americane
per la produzione del Pisco.
Qui la vite vinifera è coltivata in altitudine, fino
quasi 2.000 metri, su vigneti ad ampia escursio-
ne termica tra il giorno e la notte; riscontriamo
eccellenti risultati dal vitigno Syrah, oltre che cer-
ta produzione di Cabernet Sauvignon, Carme-
nere, Sauvignon Blanc, Merlot e Chardonnay.
Limari è la più nota tra le tre valli, calda e
secca, la vite qui necessita di irrigazione.
A Limari la Cordigliera della Costa è particolar-
mente bassa, permette così il libero passaggio
dei venti del Pacifico che influiscono positiva-
mente sui vini, particolarmente freschi e sapidi;
eccellenti Cabernet Sauvignon, Merlot e Char-
donnay.
Prima di uscire da Coquimbo passiamo per Cho-
apa, situata nel punto più stretto del Cile, dove
non è quasi possibile distinguere tra le Ande e
la Cordigliera della Costa, la produzione è di alta
qualità ma molto piccola, incontriamo solo Ca-
bernet Sauvignon e Syrah.
ACONCÁGUA
Scendiamo verso Sud di altri 200 Km. e ci trovia-
mo nella città di Panquehue, dove ha sede una
delle più antiche aziende cilene, la Vina Errazuriz,
fondata nel 1870 da Don Maximiano Errazuriz
Valdivieso, si tratta di un’azienda di importanza
internazionale, che interpreta con attenzione la
tipicità dei sui vini.
La Valle dell’Aconcagua ha come sua caratteri-
stica particolare la presenza di molti rilievi, colline
che creano microclimi interessanti e permettono
di esprimere una tipicità non comune nei vini ci-
leni; a patto di saper vinificare con la necessaria
attenzione, è possibile ottenere vini freschi, mi-
nerali, con un interessante accento francese, più
eleganti dei “muscolosi” rossi a cui il Cile ci ha
abituati.
Molto interessanti i terroir della parte alta della
valle, che salgono gradatamente verso la Cordi-
gliera; principali uve sono il Cabernet Sauvignon
ed il Syrah, anche se, nelle ultime annate, alcuni
Carmenere dell’Aconcagua hanno tenuto testa a
consacrati esemplari di questo vitigno provenien-
ti della più tradizionale valle di Cachapoal.
Aconcágua Valley
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5
CASABLANCA
Questa è la terra dei grandi bianchi cileni, il clima
della valle di Casablanca, una valle aperta ad ap-
pena 30 km. dal litorale, è estremamente propizio
alla maturazione lenta che si addice ai vitigni a
bacca Bianca. In questa valle è possibile osser-
vare, durante l’estate, l’influenza cruciale della
corrente di Humboldt sul clima dei vigneti cileni.
Il sole sorge tra le camanchacas, le nuvole sof-
fici e candide come cotone che sorgono ali-
mentate dall’umidita dell’oceano e si adagia-
no sopra i vigneti prossimi alla costa; queste
nuvole sono fresche e umide, ma totalmente
prive di pioggia; con il passare delle ore il for-
te calore del sole a poco a poco le scioglie
e comincia cosi una lunga e calda giornata.
Nel pomeriggio, con il sole in fase discendente, la
brezza oceanica prende a soffiare e a rinfrescare
la valle ma, a mano a mano che ci si avvicina al
tramonto, ecco che questo stesso vento trasfor-
ma il lento imbrunire estivo in una fredda notte
invernale che, alle prime ore della mattina, può
portare a gelate pericolose per l’uva quasi ma-
tura.
Questa è la sequenza di una giornata di inizio
autunno nella valle di Casablanca, dove le uve
a bacca bianca ed il Pinot Noir traggono gran-
de beneficio dall’escursione termica giornaliera;
18
Valle del Elqui
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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5
il freddo notturno rallenta la maturazione, por-
tando alla concentrazione degli aromi, mentre
il pomeriggio soleggiato arricchisce di zuccheri
le uve che, soprattutto nel caso di Chardonnay
e Sauvignon Blanc, raggiungeranno un elevato
potenziale di qualità. In Casablanca le precipita-
zioni sono basse, quasi insufficienti, rendendo
necessaria l’irrigazione per gocciolamento; nel
Cile vinicolo, in generale, piove poco tra primave-
ra, estate ed autunno, le precipitazioni accadono
durante l’inverno. Nonostante siano aride, grazie
alle camanchacas le zone esposte all’influenza
oceanica sono più fresche e umide, cosi, in tutta
la costa cilena non ci sono vigneti esposti diret-
tamente all’influenza oceanica, i più vicini stanno
ad una trentina di chilometri di distanza; nessuno
cerca un contatto diretto tra la fredda umidità del
Pacifico Sud e la vite.
SAN ANTONIO E LEYDA
Come la vitivinicultura nel mondo vive di sfide e
di superazione, in Cile non può essere diverso,
così, sulla scia del successo dei vini di Casablan-
ca, gli enologi cileni sono andati oltre, arrivando
a vinificare a meno di 10 Km. dall’Oceano; le vi-
cine valli di San Antonio e Leyda, hanno attirato
l’attenzione di vari addetti ai lavori impegnati nella
ricerca di terroir con un’identità propria.
Importanti produttori si sono istallati in questa re-
gione ed hanno iniziato a vinificare con eccellenti
20
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 21
Il decreto presidenziale n.
464 del 26/05/95 stabilisce
le zona viticole cilene e fis-
sa le norme per l’etichettatura
del vino.
I vitigni ammessi sono quelli in-
ternazionali di origine francese
più qualche concessione a Spa-
gna (Tempranillo e Pedro Jime-
nez), Italia (Sangiovese e Neb-
biolo) e California (Zinfandel,
vitigno di paternità contesa tra
americani e pugliesi per la gran-
de somiglianza con il Primitivo).
Secondo il decreto un vino può
essere considerato varietale
quando almeno 75% delle uve
sono del vitigno dichiarato in
etichetta, anche se esiste og-
giAggiungi un appuntamento
per oggi un consenso tra i pro-
duttori che alza la soglia mini-
ma fino all’85%.
Allo stesso modo un vino per
dichiarare la Denominazione
di Origine D.O., deve essere
prodotto con uve della regione
menzionata per un minimo di
75%. Il decreto regola anche
l’uso delle diciture Riserva e
Gran Riserva, per i vini i quali
devono possedere un tenore
alcolico 0,5% o 1% rispettiva-
mente, al di sopra del minimo
legale e che siano stati sotto-
posti ad un invecchiamento in
legno, non specificando però la
durata dello stesso. Guardando
più specificamente alle regioni
catalogate, la legislazione cilena
divide in gruppi decrescenti, le
regioni a D.O., grandi aree che
si dividono in sotto-regioni, che
a sua volta si dividono in Zone
e Sotto-Zone, in una lodevole
iniziativa di stabilire terroir ben
definiti; di seguito le regioni e la
loro estensione in ettari:
D.O. ATACAMASotto-regioneVALLE DI COPIAPÒVALLE DI HUASCO
D.O. COQUIMBOSotto-regioneVALLE DI ELQUI (508)VALLE DI LIMARI (1.667)VALLE DI CHOAPA (136)
D.O. ACONCÁGUASotto-regioneVALLE DI ACONCÁGUA (1.098)VALLE DI CASABLANCA (4.142)VALLE DI SAN ANTONIO (327)
ZonaVALLE DI LEYDA
D.O. VALLE CENTRALESotto-regioneVALLE DI MAIPO (10.800)VALLE DI RAPEL
ZonaCACHAPOAL (10.889)COLCHAGUA (22.368)
Sotto-regioneVALLE DI CURICÒ (19.091)
Sotto-regione
VALLE DI MAULE (31.843)
D.O. REGIONE SUDSotto-regioneVALLE DI ITATA (10.504)VALLE DI BIO BIO (3.524)VALLE DI MALLECO (17)
Va detto che la legislazione cile-
na non regola la produzione mi-
nima per ettaro, la resa dell’uva
in vino, né il tipo di allevamento
della vite, restando questi im-
portanti parametri a criterio di
chi fa il vino. È doveroso men-
zionare che la legislazione di
cui sopra, a detta dei principali
produttori, già è considerata da
rivedere, soprattutto per quel
che concerne l’aspetto clima-
tico, visto che come abbiamo
sottolineato in precedenza, la
variazione delle temperatura e
l’influenza dei venti e delle al-
titudini sulla maturazione della
vite incide molto di più tra Est
ed Ovest che non tra Nord e
Sud, portando alla necessità
di ridisegnare con più effica-
cia l’attuale mappa delle D.O.
Si ringraziano perla consulenza e le fotografie:
Revista AdegaVina ErrazurizVina VentisqueroBodegas e Vina O. Fournierwww.winesofchile.org www.vinosdechile.cl
DENOMINAZIONI DI ORIGINE e ZONAZIONE VITICOLA
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 522
risultati vini simili a quelli di Casablanca,
ma con un accento più gastronomico ed
esclusivo, trattandosi di una regione più
piccola.
Ormai siamo quasi di ritorno a Santiago,
mancano meno di 100 Km. in direzione
Est, lasceremo per le prossime edizioni
della rivista la continuazione di questo
viaggio, che ci porterà attraverso la Valle
Centrale, con i suoi grandi rossi, i Caber-
net Sauvignon, i Merlot e, soprattutto il
vitigno quasi esclusivo del Cile, il Car-
menere che impareremo a conoscere ed
apprezzare.
Uva Pais
2010: Delegazione di Treviso2011: Delegazione Valdichiana
2009: Delegazione di Messina2008: Delegazione di Treviso
FEDERAZIONEI T A L I A N AS O M M E L I E RA L B E R G A T O R I
R I S T O R A T O R I
®
Eliminatorie
16 settembre 2012Finali
Venezia, 13 ottobre 2012
“”
In questo cantone della Svizzera nord orientale si festeggiano nel 2012 i 1400 anni della sua fondazione.
Un’occasione per visitare i siti Unesco e per gustarele specialità della regione. Come la birra che proprio qui
ha visto nascere il felice connubio con il luppolo.
di enza Bettelli
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 524
Grande festa nel cantone di San Gallo per
i 1400 anni dall’arrivo del monaco irlan-
dese Gallus nella vallate dello Steinach
e quindi della successiva fondazione del primo
nucleo dell’abbazia benedettina intorno al 719.
L’abbazia, divenuta con il tempo uno splendido
complesso architettonico da 30 anni patrimonio
Unesco, ospita un magnifica biblioteca rococò
che custodisce circa 180 mila tra libri e mano-
scritti anche antichissimi. Ai monaci dell’abbazia
va però il merito di un altro primato, ugualmente
storico, perché tra l’VIII e il IX secolo per la pri-
ma volta introdussero il luppolo nella produzione
della birra, dandole così la sua tipica aromatizza-
zione. Ma questa variante nella produzione è sta-
ta fondamentale anche per allargare gli orizzonti
di questa apprezzata bevanda che, da prodotto
forzatamente locale per la sua deperibilità, può
da allora essere conservata a lungo e quindi tra-
sportata senza che si deteriori.
Il birrificio più antico della Svizzera è lo
Schützengarten di San Gallo, fondato nel 1779,
che all’interno custodisce un imponente museo
di bottiglie e boccali di birra, con un’esposizione
strutturata in modo da rappresentare a grandi li-
nee la storia della birra in Svizzera. Le bottiglie
provengono da 260 birrifici da tutta la Svizzera
e le più antiche sono di terracotta e risalgono a
circa 140 anni fa.
La St. Galler Klosterbräu, l’antica birra dell’abba-
zia, è ancora oggi prodotta secondo la ricetta ori-
ginale. È una lager con tenore alcolico del 5,2%
con corpo leggero, colore paglierino intenso e
opalescente, gradevole gusto amaricante e per-
sistente, spuma fine e compatta ed effervescen-
za fine e persistente. Il profumo, equilibrato con
note di spezie ed erbe, prepara al gusto maltato
che ha nel luppolo un piacevole contrasto.
A San Gallo, dove è nata la birra
al luppolo
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 25
Altri tradizionali tipi di birra prodotti nel cantone e
nel birrificio Schützengarten sono la scura Dunkel
Schwarzer Bär e quella di frumento Weisser
Engel.
Ma San Gallo non è solo birra. Qui i pizzi fanno
parte della storia con un’industria tessile che risa-
le al XV secolo e sono ben rappresentati nel mu-
seo che raccoglie un grande numero di stupefa-
centi abiti e manufatti. L’Università è conosciuta
nel mondo ma San Gallo e la sua cultura erano
già ben note da circa un migliaio di anni prima
della sua fondazione grazie proprio alla presen-
za della biblioteca nell’Abbazia. I festeggiamen-
ti per i 1400 anni di San Gallo, iniziati in aprile,
raggiungeranno il clou con OMA, la famosissima
fiera svizzera di agricoltura e industria casearia
che quest’anno avrà luogo dall’11 al 21 ottobre.
Mentre la tradizionale giornata gastronomica
(quest’anno il 15 settembre) è un’altra occasione
speciale per gustare le specialità di San Gallo e
degli altri cantoni e godere delle bellezze storiche
e culturali della regione.
Una gastronomia raffinata
La capitale del cantone è molto ospitale. I lo-
cali sono davvero innumerevoli e vi si può gu-
stare la cucina di tutta la Svizzera oltre a quella
internazionale. I più tipici sono però gli antichi
Eststockbeizen, situati al primo piano delle case
storiche della città vecchia nei quali si possono
ancora gustare i piatti più tradizionali. E parlan-
do di tradizione, non si può non assaggiare il St.
Galler Bratwurst, una salsiccia davvero partico-
lare che è onnipresente nei ristoranti come nei
chioschi che hanno la griglia sempre calda per
arrostirla assieme alle altre salsicce regionali. La
sua ricetta risale al 1438, messa a punto dalla
Corporazione dei Macellai. È bianca, a base di
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 526
morbida carne di vitello chiusa da una pellicina
piacevolmente consistente e insaporita da una
profumata miscela di spezie. Compagna idea-
le della St. Galler Bratwurst è ovviamente la St.
Galler Klosterbräu.
L’altra famosissima specialità del cantone è un
dolce, il Biber. Anch’esso molto antico, è costi-
tuito da un impasto tipo panpepato che racchiu-
de all’interno uno strato di morbido marzapane.
Questo dolce ha forma rettangolare e può avere
dimensioni diverse, ma tutti hanno in comune
la figura in rilievo che li distingue. Questa figura,
ottenuta premendo l’impasto con un apposito
stampo, era una volta lo stemma delle famiglie o
si ricollegava a un evento speciale mentre oggi è
anche puramente di fantasia. Con il Biber si beve
spesso un distillato, ovviamente di birra.
E naturalmente, non manca il cioccolato. D’altra
parte siamo in Svizzera e nelle pasticcerie si pos-
sono acquistare tavolette e altri prodotti di cioc-
colato da portare a casa come souvenir o gusta-
re una deliziosa cioccolata calda (Priestertrunk
ovvero bevuta del prete).
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5
Tra gli appassionati gourmand ad esempio
recentemente si sta diffondendo, quasi
in forma mitologica, il culto del Manzo
di Kobe, una carne tenerissima caratterizzata da
una marezzattura molto fine e diffusa.
Il Giappone eccelle anche nella produzione delle
bevande alcoliche e per chi decidesse di visitare
il Paese con un atteggiamento meno turistico e
più curioso diversi prodotti possono rappresen-
tare una interessante novità per il nostro palato.
Il sakè, nelle sue innumerevoli tipologie, anche
quello non raffinato torbido e dolce dal colore del
latte, sarà sicuramente una scoperta molto pia-
cevole; in generale è meglio degustarlo freddo, in
particolare se di buona qualità, per apprezzarne
meglio sapori e profumi.
Lo Shōchū, un distillato molto diffuso, ottenuto
da riso, segale, patate, ecc., che ricorda molto
la vodka.
Oppure la ottima birra, con vari brand, ormai inter-
nazionali, come Asahi, Sapporo, Kirin, Suntory.
Seppure tutte queste bevande siano diffuse
ovunque le zone di origine sono ben definite tan-
to che possiamo indicare il Giappone Centrale
come la patria del Sakè, il Giappone Meridionale
come il luogo d’origine del Shōchū, e il cuore di
Hokkaido come regno della birra (la birreria di
Il Giappone del Whisky
Quando si pensa alla Cultura alimentare del Giappone il rimando più immediato è alle icone per antonomasia Sushi e Sashimi. Ma il Giappone culinario non è solo il
“pesce crudo”, è anche tantissimo altro, una cucina fatta di ingredienti semplici ma al contempo molto ricca.
“”
a cura di Daniele Fogliazza
28
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 29
Sapporo, fondata nel 1876 è la più vecchia del
Giappone).
Da ricordare che in Giappone vi è anche produ-
zione vitivinicola (vitigni internazionali come ad
es. chardonnay e merlot) nella valle di Nagano,
a Yamanashi (nota per i bianchi) e poi a Tōhocku
e Hokkaidō.
Fra gli intenditori ed appassionati però il Giappone
è famoso anche per un’altra produzione di ele-
vata qualità e nella quale sicuramente eccelle,
quella del Whisky. La storia di questa bevanda è
relativamente recente con poco meno di un se-
colo di attività.
Tra le distillerie più antiche e famose sicuramente
c’è la Suntory (la pronuncia corretta è “Santory”),
uno dei colossi giapponesi dell’agroalimentare
molto famoso in patria anche per la ottima bir-
ra. La prima distilleria costruita, considerata il
luogo di nascita del whisky giapponese, è sta-
ta la Yamazaki nei pressi di Kyoto. La sua fon-
dazione risale al 1923 ed è situata ai piedi del
monte Tennozan, zona di confluenza dei tre fiumi
Katsura, Kizu ed Uji. Per il particolare microclima,
è una zona con densa crescita di bambù, viene
a trovarsi in un’area particolarmente vocata e ric-
ca di un’acqua molto indicata per la produzione
del whisky. La storia di Suntory parte da lontano
dagli inizi del primo decennio del secolo scorso
quando il fondatore Shinjiro Tori decise di iniziare
a produrre whisky in Giappone avvalendosi del-
la collaborazione di un altro pioniere, Masataka
Taketsuru, il quale aveva appreso l’arte della pro-
duzione dopo un’esperienza in Scozia. Il whisky
non poteva che essere quindi di “stile” scozze-
se.
Nel 1973 è seguita la costruzione di quella di
Hakushu (a Nord di Tokyo) anche qui ai piedi di
un altro monte, il Kai Komagatake.
Suntory, di fatto un sinonimo di whisky, è un
nome molto radicato nella società Giapponese
Annate a confronto
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 530
ed è entrato a farne parte della Cultura tanto che
anche uno dei più famosi scrittori, Yukio Mishima,
nel suo noto romanzo Il Padiglione D’Oro, am-
bientato durante l’occupazione americana del
Giappone, scriveva così: “dal pacco vennero
fuori, infatti, sandwich per quattro, biscotti d’im-
portazione, a quel tempo piuttosto rari, e infine
una bottiglia di whisky Suntory, che era possibile
procurarsi solo al mercato nero perché le scorte
erano state riservate alle truppe d’occupazio-
ne”. Ferguson, nel resoconto del suo viaggio in
autostop attraverso il Giappone (Autostop con
Buddah, Feltrinelli), non può non farne menzione,
ed in modo molto simpatico ricorda che “...ades-
so stavano ordinando gin giapponese, sakè di
Akita, birra di Hokkaido e whisky Suntory liscio,
mischiandoli nel mio stomaco come taoisti dediti
all’alchimia in cerca dell’elisir della vita e probabil-
mente – quasi sicuramente – della morte”.
La Yamazaky Distillery è aperta al pubblico per
visite guidate. Il percorso del tour, che dura circa
60 minuti, prevede la visita in sequenza di tutte
le fasi produttive, per poi passare attraverso al
deposito del prodotto in affinamento nelle botti,
quindi terminare con la degustazione.
In degustazione assaggerete in sequenza due ti-
pologie lo Yamazaky Single Malt 12 Year (700ml,
43% alc.vol.) e Hakushu Single Malt 12 Year
(700ml, 43% alc.vol.) quest’ultimo caratterizzato
da un leggero sentore di torba; in realtà gli assag-
gi sono due ovvero i due whisky degustati prima
molto diluiti con acqua (tipico modo di berlo dei
giapponesi) e poi in purezza. Con molta poesia
Suntory sottolinea l’unicità dell’acqua usata per
i propri whiskies (che fra l’altro è quella servita in
accompagnamento alla degustazione e che viene
anche imbottigliata) che è la stessa usata fin dal
XVI secolo da un famoso maestro di Cerimonia
del Tè, Sen no Rikyu, e presa poco distante da
ove ora sorge la Yamazaky.
Le botti utilizzate per l’affinamento sono di quercia
ma di diversa tipologia e provenienza. Si usano
infatti legni di quercia Giapponese, bianca Nord
Americana e Europea, in funzione del prodotto
da ottenere vengono utilizzate botti nuove oppu-
re altre nelle quali prima è maturato il bourbon o
lo sherry.
Per i Single Malt, alla Yamazaky vengono prodotti
gli Yamazaki 10 anni, 12 anni (vincitore della Gold
Medal al ISC 2003), 18 anni (pure vincitore di nu-
merosi premi internazionali ISC, IWSC e SWSC)
e il 25 anni; stesse tipologie di invecchiamento
sono prodotte alla Hakushu i Single con il 12 anni
vincitore della Silver Medal al ISC 2003, ed il 18
anni vincitore delle medaglie d’oro ISC 2006 e
IWSC 2007. Per i blend il top è la linea Hibiki con
le tipologie 17 anni, 21 anni e 30 anni Interessante
è anche la Library una straordinaria biblioteca in
cui non vengono conservati libri bensì bottiglie di
whisky di differenti annate (circa 7000) anche di
altri produttori (Scozzesi, Irlandesi soprattutto)
con i quali la Suntory confronta la propria qualità.
Allo spaccio della Yamazaky è possibile acqui-
stare le varie tipologie di prodotti oltre che tutta
una serie di gadget tra i quali i chop-stick (le fa-
mose bacchette) fatte con lo stesso legno utiliz-
zato per le botti.
Per chi si recasse in Giappone e volesse visitare
la Yamazaky Distillery è possibile farlo tutti i giorni
(anche di Domenica) con apertura dalle 10 alle
15. È possibile raggiungerla anche con il treno
con la famosa linea JR, partendo da Kyoto e con
fermata alla Yamazaki Station; da qui poi in poco
più di 10 minuti a piedi si arriva alla distilleria.
Tra gli altri produttori di whisky da ricordare Nikka
(ora del gruppo Asahi; la distilleria di Yoichi risale
al 1934) e Kirin.
Prime Produzioni
Loazzolo si pone per le sue condizione pedoclimatiche come un territorio particolar-mente favorevole alla col-tivazione del Pinot nero. L’altitudine, l’esposizione, l’escursione termica, i ter-reni magri e calcarei fanno sì che si possano esaltare appieno le caratteristiche di questo vitigno, ricercan-
done il giusto equilibrio tannico e acido e magnificandone gli aromi. Di colore rosso rubino con riflessi granata, al naso troviamo note fruttate di ciliegia, mora, fragola accompagnate da note floreali di rosa e viola e da quelle speziate di pepe bianco, chiodi di garofano e cannella. In bocca si apre con delicatezza ed elegan-za gustativa, ben bilanciato tra la vivacità del tannino e l’acidità compensate dalla nota calda dell’alcool e dal finale am-
mandorlato. Versatile nell’abbinamento, è adatto sia a carni bianche, come pollo alla cacciatora, che a carni rosse, come bistecche di vitello o il capretto. Si serve a 16° - 18° C.
BORGO ISOLABELLA S.S.regione Caffi, 3 - 14051 LOAZZOLO (AT)Tel. +39.0144.87166 - fax +39.0144.857303www.isolabelladellacroce.itinfo@isolabelladellacroce.it
Bricco del Falco - Monferrato D.O.C. Rosso da uve Pinot Nero
a cura della redazione di Quality aDV
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5
«Con il Salone del Gusto e Terra
Madre Torino guarda al mondo,
offrendo un punto di vista inter-
nazionale che ci permette di affrontare l’attuale
crisi con una consapevolezza diversa». Questo il
messaggio lanciato da Carlo Petrini alla presen-
tazione del Salone del Gusto e Terra Madre, che
quest’anno per la prima volta saranno una cosa
sola: un unico grande evento, completamente
aperto al pubblico, che si svolgerà dal 25 al 29
ottobre 2012 a Torino (Lingotto Fiere e Oval).
La manifestazione è organizzata da Slow Food,
Regione Piemonte e Città di Torino, in collabo-
razione con Ministero delle politiche agricole ali-
mentari e forestali «Questa crisi ci offre la possi-
bilità di interpretare positivamente la riduzione dei
consumi, grazie all’opportunità di riqualificare le
nostre scelte in ambito alimentare, prediligendo
l’economia di prossimità. Parlando di qualità, non
ci si deve solo focalizzare sugli aspetti organolet-
tici ma sottolineare elementi di responsabilità so-
ciale, sviluppo sostenibile e rispetto dell’ambien-
te. Da questa situazione non usciremo sconfitti
solo ridefinendo i criteri di sviluppo: non possia-
mo pensare di adottare come rimedio ciò che ha
causato questa crisi. Siamo tutti chiamati a fare i
conti con il governo del limite, ce lo impone ma-
dre natura, e proprio per questo dobbiamo pun-
tare sull’educazione alimentare e l’orientamento
verso consumi consapevoli» ha concluso Petrini.
Cibi che cambiano il mondo: questo il tema che
sintetizza l’evento: «Le storie di chef, artigiani
e comunità del cibo di 150 Paesi testimoniano
come si possa rivoluzionare il paradigma che
regola questo mondo in crisi a partire dal cibo,
dimostrando che possiamo fare qualcosa di
Si apre il sipario sul Salone del Gusto e Terra Madre 2012
La manifestazione è organizzata da Slow Food,Regione Piemonte e Città di Torino, in collaborazione con
Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.“”
a cura di Gladys torres urday – Fonte slow Food
32
buono per la nostra salute, l’ambiente e il sistema
produttivo senza rinunciare al piacere del cibo e
alla convivialità» ha introdotto Roberto Burdese,
presidente di Slow Food Italia. «Come immagine
di questa edizione abbiamo scelto un alimento
simbolo del cambiamento: la mela di Newton.
Per noi è anche un invito a usare la testa nelle no-
stre scelte alimentari. Qualche numero del pros-
simo Salone? Allestiremo oltre 70 000 mq nei
padiglioni di Lingotto Fiere e Oval, in quella che
diventa così la più grande manifestazione della
regione. Ospiteremo circa 1000 espositori da più
di 100 Paesi, organizzando 44 conferenze, 170
tra Teatri del Gusto, Laboratori e Appuntamenti a
tavola, a cui si aggiungono le iniziative educative
e di aggregazione».
«Mangiare e bere bene sono da sempre l’obiet-
tivo fondamentale dell’uomo, mentre solo recen-
temente Slow Food ha contribuito a diffondere
la consapevolezza del diritto universale al cibo.
Carlo Petrini è per me un filosofo: ha inventato un
pensiero che ha ispirato un salto di qualità nella
percezione del cibo per milioni di persone», ha
detto Piero Fassino, sindaco della Città di Torino.
«L’evento ha contribuito a ridefinire l’identità di
Torino, che nel corso degli anni è diventata una
città plurale, cosmopolita e ricca di cultura. Per
dare continuità a questo cambiamento, la città
si sente quindi impegnata a sostenere sempre di
più il Salone del Gusto e Terra Madre».
34
«Il cibo rappresenta tante cose: prima di tutto è vita,
dobbiamo ricordarcelo. Ci sono ancora tante, trop-
pe persone che muoiono di fame. E oggi, con la cri-
si economica che stiamo vivendo, sono in troppi a
usufruire delle mense popolari. Il cibo è anche pre-
venzione, e l’educazione al cibo è molto importante
anche per chi gestisce la sanità. Mangiare bene si-
gnifica anche prevenire molte malattie. Il Piemonte
è una regione ricca di storia, soprattutto dal punto
di vista enogastronomico. Infine, il cibo è una parte
fondamentale della nostra economia: nella nostra
regione abbiamo grandi potenzialità, soprattutto
puntando sul prodotto di qualità. Questo permet-
te anche di creare nuovi posti di lavoro. Spero che
anche di questo si possa ragionare in occasione
del Salone del Gusto e Terra Madre» ha sintetizzato
Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte.
A ottobre a Torino si parlerà di cambiamento, cibo e
sviluppo sostenibile, temi al centro della Conferenza
delle Nazioni Unite Rio +20, in programma a Rio
de Janeiro dal 20 al 22 giugno, dove sarà presen-
te una delegazione di Slow Food guidata da Carlo
Petrini. C’è un filo rosso tra Rio e Torino, che lega
questi momenti e unisce tutti gli attori che nel mon-
do difendono queste istanze.
«Diversamente dal passato, oggi è il cibo che in-
fluenza fortemente il nostro clima. E questo a causa
delle nostre abitudini, che esigono prodotti prove-
nienti da altri continenti» ha spiegato Luca Mercalli,
presidente della Società italiana di Meteorologia. «È
ovvio che non possiamo andare avanti così, perché
stiamo prendendo a credito le risorse del pianeta
dalle generazioni future. Fondamentale quindi un
drastico cambiamento: questo è ciò che propone
Slow Food invitando ad adottare una dieta amica
del clima».
«Perché sostenere il Salone del Gusto in tutti que-
sti anni? Soprattutto per l’evoluzione straordinaria
che ha avuto la manifestazione grazie alla capaci-
tà di sognare di Carlo Petrini e di tutta la squadra»
così Giuseppe Lavazza, vice presidente del gruppo
Carlo Petrini
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5
e sponsor storico dell’evento, che accompagna
Slow Food fin dalla prima edizione. Ma sono mol-
te le realtà italiane che con la loro partecipazio-
ne sostengono attivamente questa idea del cibo
come motore di cambiamento: oltre a Lavazza,
Lurisia, Garofalo, Novamont, Intesa Sanpaolo
sono sponsor ufficiali; Compagnia di San Paolo,
Fondazione CRT e Associazione delle Fondazioni
delle Casse di Risparmio Piemontesi sostengo-
no Fondazione Terra Madre e Slow Food; con il
contributo di Coldiretti.
Sono molte le esperienze che propone il ric-
co programma del Salone del Gusto e Terra
Madre 2012: un grande Mercato che si snoda
tra Lingotto Fiere e l’adiacente Oval, creando una
felice unione tra espositori, Presìdi Slow Food e
comunità del cibo; Laboratori del Gusto e Incontri
con l’Autore per approfondire e assaggiare in
compagnia di produttori, chef, vigneron, birrai ed
esperti; Teatri del Gusto per osservare da vicino le
mani dei cuochi all’opera nel creare i piatti simbo-
lo dei loro ristoranti e coglierne i segreti; percorsi
educativi per bambini e adulti; Conferenze per
aprire il dibattito su come stili alimentari respon-
sabili possano migliorare la nostra salute e quella
del pianeta; un’Enoteca che valorizza territori di
confine, aree montane, terroir estremi e vini che
fermano l’avanzata del cemento; Appuntamenti
a Tavola, per fare il giro del mondo restando in
Piemonte.
Il programma completo e tutte le informazioni utili
sono disponibili su www.slowfood.it.
faravetrerie.it
UNA PERSONALITÀCHE TRASPARE
IN OGNI OCCASIONE
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5
L’Università Nacional Agraria la Molina - Centro de Investigaciòn Vitivinicola in collaborazione con la FISAR
ha realizzato il 19 e il 20 luglio un evento dal tema“Vini del vecchio e del nuovo mondo” Italia-Perù”.
“di Roberto Rabachino
36
Vini italiani e peruanis’incontrano nella
città di Lima in Perù
L’evento è stato fortemente voluto dal
Dr. Juan Carlos Palma, Direttore del
Centro d’Investigazione Vitivinicola
U.N.A.L.M. – C.I.V.e a visto la partecipazione di
autorità accademiche, giornalisti professionisti del
settore enogastronomico peruviano, sommelier e
produttori di Pisco (ndr: che è il famoso distillato
originario del Perù) e di vino. Protagonista per la
FISAR la giornalista e sommelier Gladys Torres
Urday che è stata, oltre che la protagonista delle
degustazioni, anche la trait d'union fra le due cul-
ture e l’organizzatrice.
”
Il Dr. Juan Carlos Palmacon la giornalista Gladys Torres Urday
I vini che rappresentavano l’Italia sono sta-
ti scelti personalmente dalla sommelier Italo-
Peruana e sono: il Gavi di Gavi 2011 Etichetta
nera La Scolca, il Barolo 2007 dei Marchesi di
Barolo, il Barbaresco Ovello 2007 Gigi Bianco, il
Sgarzon Teroldego 2010 di Elizabetta Foradori,
il Brunello di Montalcino 2007 Casato Prime
Donne di Donatella Cinelli Colombini e l’Amaro-
ne della Valpolicella 2008 Massimago. Per il Perù
sono stati presentati vini della Azienda Santiago
Queirolo. Intipalka, che nell’idioma Inca significa
“Valle del Sole”, è proprio nella valle della città di
Ica dove sono prodotti tutti i vini presentati.
Questa zona situata ad una altitudine di 500 mt
slm e distante solo 60 km dalla costa pacifica,
gode della protezione pedoclimatica offerta dalla
vicina Cordigliera delle Ande ed è una delle più
importante zone vitivinicole del Perù.
I vini presentati, prodotti dall’azienda Santiago
Queirolo (ndr. famiglia italiana originaria del-
la Liguria), sono stati: Intipalka Spumante Extra
Brut, Intipalka Sauvignon Blanc, Intipalka Tannat,
Intipalka Riserva Malbec/Merlot, Intipalka riserva
Cabernet Sauvignon/Petit Verdot e il premiato
Intipalka NO.1, una riserva prodotta con le uve
della Valle de Ica con affinamento di 24 mesi in
BINA
®
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 538
barrique di legno americano e francese vincitore
della medaglia d’oro al Concorso Internazionale
dei vino e degli spumante di Vinagora in Ungheria.
La degustazione come abbiamo già detto ha
avuto un enorme successo ed è stata ripresa
da molti media peruani. La qualità dei vini presentati,
poi, ha elevato una presentazione in un vero e proprio
evento.
“L’Università Nacional Agraria la Molina di Lima è
molto felice di vedere realizzato questa importan-
te degustazione didattica – dichiara Juan Carlos
Palma.
Onorati anche di avere al nostro fianco una ri-
conosciuta associazione internazionale come la
FISAR e aver avuto la possibilità di degustare al-
cuni tra i migliori vini prodotti in Italia. Questo è
solo il primo di un percorso – conclude il Direttore
del Centro d’Investigazione Vitivinicola – che ve-
drà nuovamente il vino protagonista”.
“Mai mi sarei aspettata di degustare vini peruani di
questa qualità – dichiara convinta Gladys Torres
Urday. Eleganza, profumi intensi ed equilibrio
sono state le sensazioni organolettiche che han-
no affascinato il pubblico presente. Interessante
è stato il constatare la preparazione tecnica dei
sommelier e produttori presenti.
Questa grande professionalità mi danno la cer-
tezza – conclude la giornalista/sommelier – che
il cammino intrapreso dal comparto enologico
peruano porterà a un prodotto qualitativamente
pronto per concorrere con i vini d’eccellenza del
continente sud americano e non solo”.
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5
La manifestazione è anche l’occasione per intraprendere un gustoso viaggio nello straordinario
patrimonio enogastronomico lagunare e veneto.“Di Roberto Donadini
40
America’s Cup aVenezia con la FISAR
Benvenuti a Venezia città di tutti i veneti
che con grande soddisfazione ha ospitato
l’America’s Cup World Series. Un evento
di straordinario fascino e spettacolarità che pone
la città ai massimi livelli dello sport internazionale,
un momento unico che ha portato i protagonisti
del più antico trofeo al mondo nelle acque della
laguna veneta. Nove giorni di grande spettacolo
non solo sportivo in una cornice unica al mondo;
questo è quello che ha offerto l’AC World Series
di Venezia si sono visti i velocissimi catamarani
AC45 affrontarsi su due campi di gara davvero a
portata del pubblico.
Undici team in gara, provenienti da nove Nazioni
oltre che dall’Italia, da USA, Francia, Spagna,
Svezia, Nuova Zelanda, Corea e Cina; compo-
sti dai migliori velocisti al mondo tra cui quelli di
Luna Rossa, unica barca italiana in competizione,
si sono scontrati in regata di flotta, in match race
(duelli uno-contro-uno) e negli spettacolari Speed
Trial (prove di velocità su basi di 500 mt) su due
specchi d’acqua: in bacino San Marco, davanti
”
Un grande mercato per scoprire vini artigianali e indipendenti
Sabato 1 e domenica 2 dicembre 2012 apre a Piacenzail 2° Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti
Un vignaiolo indipendente è un “artigiano del vino” che gestisce in prima persona tutta la filiera che porta il vino dal territorio al mercato. Lo sanno bene
quei consumatori attenti – e sono sempre più numerosi in Italia - che con precise scelte di consumo portano sulle proprie tavole vini artigianali. L’occasione per incontrare i vini e i vignaioli indipendenti la offre la Fivi che sabato 1 e domenica 2 dicembre 2012 apre la seconda edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti negli spazi del quartiere fieristico di Piacenza.
“Abbiamo notato – racconta Costantino Charrère, vignaiolo valdostano e presidente della Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti - che i consumatori attenti vogliono capire, sapere, approfondire, guardare in faccia i produttori, e se necessario sono disposti a spendere alcuni euro in più per acquistare una bottiglia di vino della quale riconoscono il valore culturale. È la testimonianza del fatto che il bicchiere di vino deve tornare ad essere un elemento della nostra catena alimentare, frutto del lavoro di vignaioli che gestiscono il territorio mantenendo vive le periferie agricole e alimentando un circolo virtuoso di posti di lavoro”.
Eventi come questo sono una vera e propria rivoluzione culturale nel nostro Paese: la consapevolezza dei valori alimentari è sempre più forte ma spesso chi cerca i vini dei
vignaioli ha difficoltà a reperirne i prodotti. Al Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti si possono degustare oltre 1.000 vini e portarli a casa acquistandoli direttamente dal produttore. Sono oltre 250 i vignaioli in arrivo da tutta Italia e dalle più interessanti regioni vitivinicole europee per far conoscere i propri vini, raccontare il territorio e consolidare la cultura del vino di qualità, del vino artigianale che affonda le proprie radici nelle tradizioni italiane ed europee.
E se il vino dei vignaioli deve tornare ad essere compagno delle nostre tavole, anche gli alimenti devono essere artigianali. Al Mercato dei Vini un piccolo gruppo di “artigiani del cibo” accompagnano le degustazioni con i loro prodotti dal sapore autentico: formaggi, salumi, specialità da forno e dolcezze tradizionali da diverse regioni italiane.
Per tutti gli appassionati, per gli amanti del vino, per chi si sta avvicinando ai vini artigianali, per chi si sta ponendo domande su cosa mangiamo e cosa beviamo questo è davvero un appuntamento da non perdere.
Il Mercato dei Vini è aperto al pubblico sabato 1° dicembre dalle 13 alle 20 e domenica 2 dicembre dalle 10 alle 18, i calici da degustazione vengono forniti all’ingresso insieme al catalogo dell’evento.
Per informazioni sul programmae sulle modalità di accessoTel. 342 [email protected]
Per maggiori info in merito a questa notizia potete contattare la segreteria organizzativa del Mercato dei ViniReferente stampa: Barbara PullieroTel. 348 2667381 • [email protected]
Per maggiori informazionisulla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti
www.fivi.it
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 542
a Palazzo Ducale, e in mare aperto, davanti ad
un altro simbolo di Venezia, il Lido, l’isola dello
sport e dei grandi spettacoli. Questo evento per
Venezia non è stato solo il palcoscenico di un
grande evento sportivo, ma anche il luogo dove
rilanciare Venezia come città dello Yachting e so-
prattutto proporre e sottolineare l’esigenza di un
nuovo rapporto con il mare e più in generale con
l’ambiente naturale. Il tutto attraverso l’esaltante
contrasto tra la tecnologia di imbarcazioni avveni-
ristiche come gli AC45 impegnati nel Trofeo mito
della vela, e un patrimonio ambientale e architet-
tonico unico al mondo come quello di Venezia con
la sua storia indissolubilmente legata al mare.
Non solo vela. L’America’s Cup a Venezia è an-
che l’occasione per intraprendere un gustoso
viaggio nello straordinario patrimonio enogastro-
nomico lagunare e veneto. Ambasciatori sono lo
Chef trevigiano Tino Vettorello della Tino Eventi
che, al ristorante “l’Arsenale”, nella suggestiva
Tesa 3 – San Cristoforo dell’Arsenale, location
della Coppa America ha proposto il meglio del-
la cucina lagunare e i Sommelier della Fisar de-
legazione di Treviso veri messaggeri dei grandi
vini DOC e DOCG delle terre trevigiane e vene-
ziane che sapientemente hanno saputo studiare
al meglio i migliori abbinamenti con i piatti sag-
giamente preparati per l’occasione. L’evento ha
riservato ai nostri qualificati Sommelier tre presti-
giosi appuntamenti: la cerimonia inaugurale con
duecento ospiti vip, la serata di degustazione
con i “Serenissimi Vini” selezionati dall’Enote-
ca Regionale Veneta con sede presso la Scuola
Enologica Cerletti di Conegliano Veneto (Treviso) e
l’appuntamento più glamour dell’intera manifesta-
zione l’esclusiva cena di galà ospitata nelle Tese
92 e 93 dell’Arsenale, cuore pulsante del village
allestito per la Coppa America. Selezionatissimi e
professionali sono stati gli oltre venti sommelier
che hanno partecipato alla manifestazione più
importante dell’anno sbarcata a Venezia e con
grande stile ed eleganza hanno servito in modo
impeccabile tutti gli ospiti ricevendo i compli-
menti dalle più alte autorità e da tutti i prestigiosi
sponsor dell’intera organizzazione. Protagonisti i
sommelier di Treviso: Ennio, Massimo, Sandra,
Claudio, Mauro, Luigi, Walter, Mara, Luca, Monia,
Teresa, Luciana, Sergio, Mara, Beatrice, William,
Giuliano, Lucio, Annalisa e Davide. Impeccabile
la loro prestazione e la grande classe nel servizio
in un evento davvero unico vista l’eccezionalità di
location e allestimento.
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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5
Prima di parlare della realtà vitivinicola ita-
liana è opportuno dare uno sguardo alla
situazione a livello mondiale. La produzio-
ne mondiale di vino, secondo la media dell’ultimo
quinquennio elaborata dall’Oiv, è di 270 milio-
ni di ettolitri, di cui il 60% prodotto nell’Unione
Europea. Il 17% di quella mondiale e il 28% di
quella europea “parlano italiano”, ossia proven-
gono dai nostri vigneti.
Nel 2011 l’Italia ha prodotto 40,6 milioni di etto-
litri di vino contro una media decennale di 46,4
milioni. Questo ci dimostra come la produzione
italiana si stia contraendo. A tale proposito ba-
sti pensare che nel decennio 1992-2001 era di
quasi 58 milioni ettolitri, nel decennio 2002-2011
è scesa a poco più di 46 milioni mentre negli ul-
timi 5 anni si è stabilizzata intorno a 44,4 milioni
di ettolitri. Tutto questo trova conferma nell’ab-
battimento della superficie di uva da vino che in
Italia nel 1980 era di 1.230.000 ettari, nel 1990
era scesa a 970.000 ettari ed oggi è di 694.000
ettari (dati Istat).
In poco più di vent’anni abbiamo quindi perso
276.000 ettari più di quanti ne possiedono oggi
la Lombardia, la Puglia e la Sicilia insieme.
Per alcuni questo è un dramma per altri un
bene visto che è inutile produrre quello che il
mercato non vuole e, oggi più che mai, è assai
pericoloso produrre male. Quello dell’abbat-
timento delle produzioni è un fenomeno solo
La fotografia della crisi del settore vitivinicolo
italiano secondo Assoenologi
La crisi c’è. Ciò nonostante il vino italiano piacee continua a essere il più scelto sugli scaffali del mondo.
Spetta a tutti noi far sì che questa situazione continui a migliorare. I presupposti per un sempre maggiore successo ci sono.
“”
di Giuseppe martelli
44
Fotografia Sviluppo Piemonte Turismo
italiano? Assolutamente no. C’è un calo evidente
in tutti i Paesi tradizionalmente produttori tanto
che l’Unione Europea, solo negli ultimi 5 anni
(2007/2011) ha perso ben il 12,4% della sua
potenzialità produttiva, passando da 3.792.000
ettari a meno di 3.600.000 ettari con cali di oltre
l’11,5% in Spagna e del 6% in Francia. Una ten-
denza in continuo decremento, basti pensare che
la dimensione del vigneto solo dal 2007 al 2011 è
calata di circa il 2% in Grecia e Portogallo, di oltre
il 5% in Francia, Italia e Ungheria e di più dell’11%
in Spagna. Diversa la situazione nell’area extra
comunitaria dove l’andamento della superficie vi-
tata è alquanto diversificata. Infatti mentre Stati
Uniti d’America e Brasile fanno registrare cresci-
ta zero, la Nuova Zelanda, la Cina, l’Australia e il
Cile in 5 anni sono cresciute tra l’1 e il 6% a fronte
di Argentina e Sudafrica che sono calate da 1 a
3,5 punti percentuali. Per chiudere il quadro sul-
la situazione vitivinicola dobbiamo ricordare che
l’Italia è l’unico Paese al mondo dove i vigneti si
estendono quasi ininterrottamente da Bolzano a
Pantelleria disegnando il territorio. Se da una par-
te l’uva e quindi il vino uniscono, con un ideale filo
conduttore, luoghi diversi per cultura e tradizione
è altrettanto vero che la superficie media vigneto/
azienda è ancora troppo contenuta.
Secondo Assoenologi oggi in Italia essa è me-
diamente di 3,5 ettari (negli anni ‘90 era 0,7 et-
tari), in Francia è di 10 ettari che diventano 25
nel Midi. In Australia e Cile la superficie media
vigneto/azienda è di 300 ettari, nel 75% dei casi
meccanizzata.
La produzione italiana di vino, sulla base del-
la nuova classificazione imposta dall’Ocm, per
l’Italia ha la seguente segmentazione: il “vino”,
ovvero quello che precedentemente era indicato
come “vino da tavola”, rappresenta il 40% della
nostra produzione. Le Igp, per l’Italia Igt, costitui-
scono il secondo segmento della piramide, sono
complessivamente 118 e rappresentando il 27%
della produzione. Al vertice della piramide abbia-
mo le Dop, ossia per l’Italia le Docg e le Doc, che
sono complessivamente 403, di cui 73 Docg e
330 Doc che costituiscono il 33% della nostra
produzione media nazionale. Per quanto attiene
L’Azienda agricola Val delle Rose, di proprietà della famiglia Cecchi, in località Poggio La Mozza, nella Maremma grossetana, da metà degli anni ’90 svolge l’attività di produzione, vinificazione e imbottigliamento di uve proprie. Lo scorso anno è stata notevolmente ampliata con la costruzione di una nuova cantina e ciò ha comportato un aumento dell’uva lavorata e quindi del refluo prodotto, problema che è stato risolto in modo innovativo realizzando un sistema di fitodepurazione multistadio con possibilità di riutilizzo dell’acqua depurata quale riserva per svolgere le mansioni di irrigazione di soccorso del vitigno e delle aree verdi dell’Azienda. In sintesi, un premio meritato perché la filiera proposta coniuga bassi consumi energetici, semplicità costruttiva e gestionale, tutela ambientale e limitata produzione di rifiuti. Andrea Cecchi si dice soddisfatto di questo risultato e afferma: “Tutelare l’ambiente è oggi un dovere soprattutto per chi, come noi, lavora con l’agricoltura. I nostri territori sono i nostri patrimoni. Per questo vanno rispettati e difesi”.
AzIENDA AGRARIA VAL DELLE ROSELocalità Poggio la Mozza - 58100 GrossetoTel. +39 0564 409062 - Fax +39 0564 408211www.valdellerose.it - [email protected]
La conoscenza del territorio e la volontà di approfondire le peculiarità dei vitigni tipici della Valpolicella hanno spinto la Gerardo Cesari a selezionare questo vino, prodotto al 100% con il monovitigno Corvina. La Corvina è la base dei grandi rossi della Valpolicella ma è solo in purezza che esprime le sue differenti espressioni nel colore, nei profumi e nel corpo. Una territorialità che si ritrova intatta in Jèma: nel calice sprigiona un bouquet di frutti rossi e ciliegia macerata con note lievemente tostate ed evidenze di cacao e caffè. Al gusto è morbido, pieno ed armonico, di ottima lunghezza e persistenza. Note e profumi che rendono Jèma un vino unico nel panorama enologico mondiale e che, come si legge nella recensione apparsa sulle pagine di GULA, mensile brasiliano che lo ha decretato VINO DELL’ANNO 2012: “ne giustificano il nome e fanno di questo vino una gemma preziosa”.
GERARDO CESARI S.P.A.Uffici: Quinzano (BS) - 25027 - via Luigi Ciocca 35Tel. +39 030 99 25 811 - Fax +39 030 99 23 455www.cesari-spa.it - [email protected]
A Cecchi il PremioToscana Ecoefficiente 2012
Jèma Gerardo Cesari: la gemma della Valpolicella
a cura della redazione di Quality aDV
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5
il colore il 55% del vino è bianco mentre il 45%
rosso e rosato (cinque anni fa era il 60%). Circa
il 50% della produzione italiana è detenuta dalle
Cantine sociali (dieci anni fa era il 60%). In Italia
le aziende produttrici di uva da vino sono oltre
700.000, mentre le strutture che imbottigliano
sono 20.000 (dieci anni fa erano rispettivamente
750.000 e 25.000), oltre il 60% sono al di sotto
delle 10.000 bottiglie annue. Il settore vitivinicolo
italiano si sta quindi velocemente riorganizzando
puntando sempre più verso il rapporto qualità/
prezzo per i vini comuni e qualità/prezzo/imma-
gine per quelli di più alta gamma. Visti i livelli pro-
duttivi, diamo uno sguardo ai dati più aggiornati
sui consumi di vino e sui mercati, in particolar
modo quelli internazionali dove il vino italiano ri-
mane il più venduto anche se non ancora con i
valori aggiunti sperati.
Ma andiamo con ordine. Parlando di consumi
in Italia, in base ai dati elaborati da Assoenologi,
siamo a 42 litri pro-capite, contro i 45 del 2007
e con una tendenza a un ulteriore decremento.
Riteniamo infatti che chiuderemo il 2012 a 40 litri
a persona. Negli anni ‘70 il consumo era 110 litri
pro-capite, quindi in meno di 40 anni abbiamo
perso il 62% del consumo interno.
Una situazione solo italiana? No certamente, ri-
guarda tutti i Paesi tradizionalmente produttori
dei quali si salva solo il Portogallo che negli ul-
timi 5 anni non cala, mentre la Spagna scende
dai 29,4 litri del 2007 agli attuali 21,8 (-27,4%), la
Francia passa da 52 a 47,4 litri (-10%) e l’Italia da
45 a 42 (-7,3%).
Di fronte a ciò, è inutile negarlo, l’unica valvola di
sfogo rimane l’export, ma la partita non è facile
visto che i nostri competitor sono organizzati e
agguerriti. Fortunatamente il vino italiano piace e
rimane il più venduto al mondo.
Il 2011 si è chiuso con un incremento delle nostre
vendite di vino all’estero del 12% in valore e del
9% in volume rispetto al 2010. Il prezzo medio
al litro è aumentato del 3%, passando da 1,77
a 1,83 euro. I primi tre mesi del 2012 fanno regi-
strare un decremento di vendite del nostro vino
all’estero del 5,5% in volume, ma con una cre-
scita del 6,8% in valore rispetto allo stesso pe-
riodo del 2011. Il che vuol dire che nei primi mesi
dell’anno abbiamo venduto decisamente meno
vino sfuso e incrementato quello in bottiglia che,
come risaputo, ha un valore aggiunto decisa-
mente più interessante. Prova ne è che il prezzo
medio euro/litro è cresciuto del 12,5% rispetto
allo stesso periodo dello scorso anno, passan-
do da 1,76 a 1,98. Il fatturato dell’intero settore
è passato da 13,6 miliardi di euro del 2007 ai
14,5 miliardi di euro del 2011, con un incremento
del 6,6%. A ciò vanno aggiunti almeno altri 2 mi-
liardi di euro dovuti al settore tecnologico, ossia
al comparto che attiene la vendita di macchine,
prodotti e accessori per l’enologia, di cui l’Italia
e leader nel mondo. Questa è la fotografia del
settore vitivinicolo italiano sulla base dei dati ela-
borati da Assoenologi. In conclusione la crisi c’è,
si sente e si vede. Ciò nonostante il vino italiano
piace e continua a essere il più scelto sugli scaf-
fali del mondo. Spetta a tutti coloro che operano
nel settore far sì che questa situazione continui a
migliorare. I presupposti per un sempre maggiore
successo ci sono e se li sapremo sfruttare i risul-
tati non mancheranno. Occorre quindi stringere i
denti e andare avanti nella convinzione che “uniti
si vince” ovvero che “disuniti si perde”.
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Amorim. We cork better.
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Quella volta che sembrava la prima, Amorim c’era.
IL VINO CHE RISPETTA L’AMBIENTEMagis, con le oltre 100 aziende italiane aderenti, si presen-ta al mondo del web con il nuovissimo sito www.magisvi-no.com, disponibile nella versione in italiano e in inglese. MagisVino.com è accessibile da pc, tablet, smartphone e permette di sapere cosa c’è dietro e dentro Magis e ap-prezzare le eccellenze vitivi-nicole italiane che vi hanno aderito. Nato nel 2009, Magis è il primo e più avanzato pro-getto per la sostenibilità della produzione del vino in Italia, e uno dei più avanzati al mondo. Magis è una parola latina che vuol dire “di più”, cioè “sempre meglio”. Ogni azienda può disporre infatti delle migliori conoscenze disponibili, aggior-nate anno dopo anno. Per la prima volta, infatti, produttori di vino, comunità scientifica, enologi, associazioni e industria lavorano insieme per migliorare e garantire la sicurezza e la sostenibilità del vino italiano, per andare incontro nel modo più concreto alle richieste dei consumatori e per differenziare la produzione italiana in base a parametri oggettivi. Ma an-che per razionalizzare l’attività delle aziende, quindi renderle allo stesso tempo più competitive e più sostenibili. Magis è agricoltura di precisione, che vuol dire fare solo quello che serve, solo dove e quando serve. Con Magis, le più avanzate conoscenze della comunità scientifica riunite nel Comitato tecnico-scientifico di Magis vengono condivise con le azien-de attraverso un Protocollo specifico per ogni area geografi-ca, che viene costantemente migliorato. Le aziende registra-no quindi tutte le lavorazioni eseguite e i risultati ottenuti in un sofisticato software appositamente sviluppato, la piatta-forma informatica Magis, che affianca il viticoltore e lo aiuta a compiere sempre le migliori lavorazioni possibili. Perché la sostenibilità dev’essere un fatto dimostrabile, e non solo una
parola. ® Magis è un marchio registrato Bayer AG.www.magisvino.com
“IL” UGO!, IL NUOVO APERITIVO DELL’ESTATEDopo il successo de “il” SPRIZ! La storica cantina di Valdobbiadene Mionetto lancia un nuovo aperitivo pronto da servire e a bassa gradazione alcolica. Ispirato ad un aperitivo originario dell’Alto Adige, a base di vino bianco frizzante e sciroppo di fiori di sambuco, “il” UGO! va servito in un ampio calice a stelo con ghiaccio, una foglia di menta e una fetta di
le notizie di enogastronomia e turismo
TAPPI IN SUGHERO AMORIM, LA CHIUSURA IDEALE PER IL VINOA chi aveva ancora qualche dubbio sul sughero, tirando in ballo magari il rischio di presenza di TCA (Tricloroanisolo) nei tappi, Amorim ha saputo rispondere sconfiggendo il proble-ma del “sentore di tappo”. Grazie al lavoro del dipartimen-to ricerca e sviluppo, Amorim ha applicato una tecnologia d’avanguardia mirata al raggiungimento della perfezione sensoriale, grazie all’importante contributo dei sistemi Rosa e Rosa Evolution, strategia preventiva e curativa senza egua-li. Oltre ad essere la chiusura ideale per chi vuole il rispetto dell’ambiente, il sughero è comunque la chiusura ideale per il vino stesso, poiché le straordinarie proprietà fisico-chimiche di questo materiale contribuiscono notevolmente alla capa-cità che un vino ha di evolversi all’interno della bottiglia. La capacità di ritornare alle dimensioni originali dopo la com-pressione è solo del tappo in sughero, ma anche l’imper-meabilità all’ossigeno è un valore aggiunto che il sughero ha rispetto alla chiusura alternativa in plastica. E se attraverso il tappo passa l’ossigeno oltre a perdere i suoi aromi il vino è anche a rischio contaminazione di microinquinanti durante lo stoccaggio e il trasporto. Gli studi dei ricercatori Amorim, in collaborazione con l’Università di Porto, hanno persino iden-tificato delle proprietà benefiche che dal sughero verrebbe-
ro trasmesse all’uomo tramite il vino, come la presenza di antiossi-danti esclusivi di que-sto materiale in grado di abbassare la prolife-razione di cellule tumo-rali. “È per tutti questi motivi – afferma Carlos
Santos, A.D. Amorim Cork Italia - che considero il sughero non solo come la chiusura che per tradizione è più vicina al mondo del vino, ma come quella del futuro. Una soluzio-ne tecnicamente all’altezza dei valori propagati dal vino, una chiusura che offre soluzioni tecniche per tutti i segmenti del-la produzione e soprattutto una chiusura che rappresenta il connubio perfetto tra uomo e Natura”. Amorim Cork Italia dal 1999 è la filiale italiana del Gruppo Amorim, leader mondiale nel mercato del sughero e in quello delle chiusure per vino con oltre il 25% della produzione mondiale, ed è da tre anni azienda leader del Paese. L’Italia è il secondo paese imbotti-gliatore al mondo e A.C.I. vende oltre 340 milioni di tappi con un fatturato di oltre 33 milioni di euro.AMORIM CORK ITALIA S.P.A. - www.amorimcorkitalia.com
a cura della redazione di
le notizie di enogastronomia e turismo
a cura della redazione di
l’irraggiamento solare e aumentando notevolmente il rispar-mio energetico dei due centri. Cinzano, parte del Gruppo Campari dal 1999, commercializza i suoi spumanti in tutto il mondo. I mercati principali sono Italia, Germania e Russia.
DAVIDE CAMPARI-MILANO S.P.A. - www.camparigroup.com
SERGIO ZINGARELLI NUOVO PRESIDENTEDEL CONSORZIODEL CHIANTI CLASSICO“Sono onorato di essere stato scelto dai miei colleghi per ricoprire questa carica in un momento così cruciale per il Consorzio del Chianti Classico. I prossimi tre anni, infatti, sa-ranno fondamentali per attuare i nuovi progetti e le strategie decise dal Consiglio di Amministrazione che hanno come obbiettivo quello di portare la denomi-nazione in una posi-zione di eccellenza. Sarà mio impegno, per il profondo attaccamento che nutro nei confronti di questa terra, proseguire nel segno della conti-nuità e lavorare con assiduità per far sì che il Chianti Classico e il suo magico territorio consolidino sempre più il loro ruolo di eccellenza in Italia e nel mondo”. Questo il primo commen-to di Sergio Zingarelli, tredicesimo Presidente nella storia del Consorzio durante il cambio del testimone col Presidente uscente Marco Pallanti che gli affida l’intenso programma di lavori per il ‘riassetto della denominazione’ approvato dal CdA del Consorzio lo scorso 28 maggio. Zingarelli dunque
giunge alla presidenza in un momento vera-mente cruciale, in una stagione nella quale dovranno partire strategie innovative che, solo per citarne alcune, puntano alla valo-rizzazione della “Riserva” attraverso nuove
regole di produzione, alla nascita di una nuova categoria di Chianti Classico che si posizionerà al vertice del-la piramide qualitativa e al restyling del logo Gallo Nero che uscirà dalla fascetta di Stato per accresce la propria visibilità. Sergio Zingarelli, nato a Roma nel 1958, è stato nominato nel 1989 Amministratore Delegato e Direttore Generale di Rocca delle Macìe, acquistata dal padre Italo nel 1973, per arrivare nel 2000 alla Presidenza.
ROCCA DELLE MACIE SPA www.roccadellemacie.com
lime. Ad una base di vino bianco, elaborato in au-toclave a basse temperature con vini provenienti dal Triveneto, viene miscelato uno sciroppo di fiori di sambuco prodotto in Tirolo e dalle note più spiccate che si sposano perfettamente con gli aromi del vino, per un finale con lievi sentori di pesca e miele. Alla freschezza aromatica di “il” UGO! si unisce anche un design della bottiglia che ne sa esprimere la morbidezza e la frizzante originalità del sapore, anch’essa caratterizzata dal comodo e moderno tappo a corona, tipico dell’intera linea IL, per facili-tarne l’apertura.MIONETTO - www.mionetto.com
CINZANO INCONTRA I SUOI 600 CONFERENTI DI UVEIl Gruppo Campari ha radunato, nello scorso luglio, per il 12° anno consecutivo circa 1100 persone provenienti dalle 600 aziende agricole che conferiscono i grappoli per la produzio-ne degli spumanti Cinzano. Le diverse realtà agricole, dalle più piccole con vigneti di 400 mq alle più importanti di 20 ettari di vigne, ciascuna con la sua storia fatta di tradizione e
di un profondo legame col territorio, hanno incontrato Lorenzo Barbero, enolo-go del Gruppo Campari e
Andrea Garbin, Direttore Acquisti del Gruppo Campari. Con ciascun conferente Cinzano ha una relazione vera, diretta. Basti pensare che per comunicare tempestivamente e capil-larmente l’andamento sanitario dei vigneti o informare i sin-goli conferenti, provenienti da diverse zone, sull’inizio della raccolta, vengono utilizzati degli SMS. Nonostante Cinzano appartenga ad una grande realtà industriale, il legame con i suoi conferenti viene curato con ciascuno esattamente come avveniva un tempo, conoscendo le persone, le fami-glie che da generazioni conferiscono le uve per la produzio-ne degli spumanti. Tutte le uve provengono dalle province di Alessandria, Asti e Cuneo. Nel 2010 Cinzano ha pigiato 12 milioni di kg di uve moscato per produrre l’Asti D.O.C.G. Per le altre uve mediamente vengono pigiati circa 188.000 kg di Brachetto d’Acqui e 130.000 kg di Chardonnay. Altre tipologie di uve raccolte sono Pinot Nero e Grigio. I due cen-tri di pigiatura di Mango e Calamandrana sono alimentati quasi unicamente ad impianti fotovoltaici di filiera italiana, coprendo l’80% del fabbisogno energetico totale. I pannelli solari, 3.000 mt a Mango e 2.000 mt a Calamandrana, sono posizionati sulle coperture delle celle frigorifere, impedendo
permettono una
riserva d’acqua
in risaia per tutto
il periodo di ma-
turazione del riso
con il vantaggio
di mantenere na-
turalmente sana
la pianta e vivi
gli ecosistemi acquatici da cui parte la catena alimentare. Il
riso Carnaroli così ottenuto, classificato merceologicamente
come superfino, è considerato il riso ideale per i risotti: ec-
cellente tenuta di cottura, bassa callosità e grande capacità
di assorbimento di condimenti e aromi. La sua produzione è
difficile e costosa: il ciclo produttivo del vero Carnaroli, de-
cisamente più lungo di altri risi, circa 165 giorni, e la note-
vole altezza della sua pianta lo espongono particolarmente
ai rischi delle intemperie; la sua scarsa produttività non può
essere “forzata”, la pianta infatti non sopporta eccessi di
concimazione. La scelta impegnativa della sua coltivazione
da parte dell’azienda agricola Riserva San Massimo è pre-
miata dall’enorme successo riscontrato da i numerosi chef
internazionali e riconosciuto come un prodotto unico nel sue
genere. Il riso viene confezionato in saturazione d’azoto e
senza l’aggiunta di conservanti per mantenere l’integrità del
sapore e la fragranza del prodotto per lungo tempo.
AZIENDA AGRICOLA SAN MASSIMOwww.riservasanmassimo.it
YOUCHEF LA SCATOLA MAGICAUn regalo veramente originale, declinabile in ben 25 varianti,
inno ed omaggio al Made in Italy? Da settembre arriva sugli
scaffali YouChef, magica scatola regalo che contiene - libe-
ramente mixati fra loro – i prodotti di 5 aziende che operano
in settori diversi ma complementari, che si sono unite intorno
all’idea di realizzare una serie di nuovi prodotti costruiti a favo-
re di un consumatore attento e consapevole: i Franciacorta
delle Tenute La Montina, le pentole di Risolì, le lame del
Consorzio Premax, le paste (an-
che senza glutine) e le salse di
Tradizioni Padane, le creme e i
cosmetici di GirziLine.
In ciascuno dei kit si troveranno
vari prodotti di queste aziende,
le notizie di enogastronomia e turismo
UN ORO E UN ARGENTO PER L’AMARONEDI CANTINE RIONDOMedaglia d’oro all’International Wine Challenge e medaglia
d’argento all’International Wine& Spirit Competition
2012, il Castelforte Amarone della Valpolicella Doc
firmato Cantine Riondo conferma la crescente at-
tenzione dell’azienda ai grandi vini della tradizione
veronese. Frutto di una vendemmia manuale che
permette di selezionare solo i grappoli migliori,
l’uva viene fatta appassire a condizioni controllate
per circa 3 mesi, così da concentrare gli zuc-
cheri. Segue una fermentazione lenta e il vino
viene poi affinato in botti di legno per minimo 2
anni. Perfetto da meditazione o in abbinamen-
to a carni rosse, selvaggine, formaggi stagio-
nati e piccanti, Castelforte Amarone si presen-
ta con un colore rosso rubino carico tendente
al granato. Il profumo, caratteristico di ciliegia
matura è intenso e si intreccia con note di pru-
gna secca, cioccolato fondente e spezie. In
bocca è pieno, complesso ed equilibrato con
tannini morbidi e un retrogusto persistente. Da servire fra i
16/18°, Castelforte Amarone è un vino di spiccata personalità
che racconta il terroir d’origine e che, proprio per queste sue
peculiarità, viene sempre più apprezzato anche nei contesti
internazionali.
CANTINE RIONDO - www.cantineriondo.com
LA BIODIVERSITà E IL RISO RISERVA SAN MASSIMOL’azienda agricola Riserva San Massimo, situata all’interno
del parco lombardo del Ticino in un suggestivo ecosistema
esteso di 6 milioni di metri quadrati, è stata riconosciuta nel
2004, dalla Comunità Europea, Sito di Interesse Comunitario
a protezione speciale. In questo straordinario paesaggio ca-
ratterizzato da una vasta superficie boschiva naturale, viene
prodotto l’autentico riso Carnaroli coltivando soltanto 1/3
della superficie mantenendo la restante area naturale ed in-
contaminata. L’azienda agricola Riserva San Massimo non
ha subito i mutamenti portati dall’agricoltura intensiva e va
contro corrente adottando vecchi e faticosi procedimenti
quali mantenere coperte da erba le ripe ai bordi dei campi e
contornare le stesse con solchi profondi, accorgimenti che
a cura della redazione di
le notizie di enogastronomia e turismo
a cura della redazione di
suddivisi in 4 linee: Prestige (tutto quello che occorre per
cucinare sano, mangiare e bere italiano, anche avendo poco
tempo a disposizione), Senza Glutine (strumenti da cottura
e accessori pensati per permettere ai celiaci di cucinare in
totale sicurezza e facilmente distinguibili), Beautè (prodotti
per lui e per lei creati sfruttando le qualità dell’uva unite a
quelle delle acque termali), Art&Craft (dedicati all’inventiva,
alle capacità sartoriali, all’alto artigianato domestico).
Un progetto assolutamente innovativo di rete d’impresa mul-
ticanale (food, non food, cosmetica), i cui prodotti saranno
in vendita oltre che nei canali specifici di ciascun partner, in
negozi di oggettistica, design, food.
www.youchefonline.com - www.lamontina.it
RINALDI PRESENTAVILLA DI CORLOLa Fratelli Rinaldi Importatori annuncia un’importante novi-
tà per il suo portafoglio vini: i
prodotti della modenese Villa
di Corlo. L’Azienda è artico-
lata su due diverse proprietà:
Villa di Corlo, nelle vicinanze
di Modena, dove sono le vi-
gne di Lambrusco, e Cà del
Vento, sulle colline reggiane,
dove si trovano i vitigni inter-
nazionali. La produzione del-
le uve è condotta in regime
di agricoltura biologica certifi-
cata. La cantina è concepita
nel rispetto delle caratteristiche rurali della zona ed è dotata
di impianti conformi a tutte le normative riguardanti l’igiene,
la sicurezza e l’impatto ambientale. Entrambe le proprietà
sono nobilitate da altrettante, maestose ville padronali: sei-
centesca e con acetaia storica quella di Villa di Corlo, della
fine del XIX secolo quella di Cà del Vento.
FRATELLI RINALDI IMPORTATORI - www.rinaldi.biz
CONSORZIO TUTELA VINI EMILIA PER LE AZIENDE VITICOLE COLPITE DAL TERREMOTOIl mondo del Lambrusco concretamente solidale con le
cantine colpite dal sisma, con un primo stanziamento
d’urgenza. “Diverse aziende vitivinicole presentano gravi
problemi strutturali, tali da pregiudicarne l’attività con gravi
ricadute sull’occupazione e sulla produzione – spiega
Davide Frascari, presidente del Consorzio
per la Tutela dei Vini Emilia –. Le aree
maggiormente colpite sono quelle
a nord delle province di Modena
e di Reggio Emilia, San Prospero,
Carpi, Concordia (nel modenese),
Reggiolo, Rolo, Correggio (nel
reggiano) e molte altre. È per questo che
abbiamo predisposto un impegno da parte
del consorzio a favore delle aziende colpite”. “Una
situazione che ci preoccupa da vicino – gli fa eco Pierluigi
Sciolette, vicepresidente del consorzio con sede a Modena
– se si considera che Parmigiano Reggiano, Lambrusco e
aceto balsamico sono tra i prodotti italiani più esportati al
mondo”. “Per comprendere l’importanza socio economica
che ha il comparto vitivinicolo emiliano – entra nel dettaglio
Ermi Bagni, direttore del Consorzio - basti pensare che nelle
province di Modena e di Reggio Emilia 8.000 aziende viticole
coltivano 15.000 ettari di vigneto specializzato che danno
una produzione media annuale di 3 milioni di quintali di uva
trasformata principalmente in vino lambrusco Doc e Igt che
viene esportato in ben 50 paesi esteri sparsi nei cinque
continenti”. Nel concreto il bilancio dei danni è salato per le
aziende vitivinicole ubicate a nord delle province di Modena
e di Reggio Emilia. “Abbiamo registrato – spiega Bagni -
danni strutturali a diversi impianti. Non si sono registrate
perdite di prodotto dai vasi vinari, ma alcuni stabilimenti
di imbottigliamento sono stati dichiarati inagibili. In attesa
che venga ripristinata l’agibilità le imprese interessate sono
state autorizzate in via temporanea a delocalizzare l’attività
di imbottigliamento”. Ed ecco l’iniziativa di solidarietà del
neonato Consorzio Tutela Vini Emilia (che di fatto unisce
le realtà vitivinicole modenese e reggiana). Per dare un
aiuto alle imprese vitivinicole consorziate che si trovano in
sensibile difficoltà a causa del terremoto il Consorzio Tutela
Vini Emilia ha deciso di istituire una specifica voce di bilancio
stanziando una somma iniziale di 40.000 euro la quale sarà
integrata da un contributo di oltre 20.000 euro che verrà
messo a disposizione dall’Unione Italiana Vini organizzazione
di settore che rappresenta le maggiori aziende enologiche
nazionali.
CONSORZIO TUTELA VINI EMILIA www.tutelalambrusco.it - www.vinireggiani.it
La 21esima edizione del Merano
WineFestival sarà ricordata per il
prestigioso calendario di degustazioni
che propone terroirs e annate d’eccezione: “En
primeur Bordeaux 2011”, per la prima volta
nel mondo al di fuori dei confini di Bordeaux:
solo a Merano 50 Châteaux proporranno in
degustazione vini di grandi annate, 2011 e 2009.
Le straordinarie degustazioni saranno coordinate
da Ian D’Agata, winewriter, corrispondente per
Decanter, collaboratore di Le Figaro, grande
esperto di vini internazionali. Spicca su tutte
la verticale di Château Lafite Rothschild, un
domaine che dal 1234 alimenta la leggenda
portando vini sulle tavole di Re e Regine, seguita
nell’interesse da Champagne 1996, il millesimo
dall’andamento climatico più pazzo dello
scorso millennio e che, secondo gli esperti, ha
prodotto vini che necessitano dai 15 ai 30 anni
per la maturazione ottimale. L’Italia sarà invece
degnamente rappresentata da una verticale di
Masseto, solo sette ettari di vigneto per un vino
che raggiunge sempre le massime quotazioni
nelle aste internazionali e si proseguirà con la
verticale di Amarone Romano Dal Forno per
raccontare cinque annate di un vino che si può
davvero considerare un nettare: da 100 chili di
uva si ottengono solo 15 litri di Amarone. Tutta
da vivere anche la verticale di Magnum Giulio
Ferrari che partirà dall’annata 1987 e sarà guidata
alla presenza della proprietà, famiglia Lunelli.
Le grandi verticali del Merano WineFestival si
terranno nelle giornate di sabato 10 e domenica
11 Novembre ed avranno un costo che varia da
80 a 100 euro. L’intero ricavato dalla vendita dei
biglietti sarà devoluto alle vittime del terremoto
di L’Aquila e in Emilia, come espressamente
voluto dal fondatore Helmuth Köcher. Venerdì
9 si parte con BIO&DYNAMICA, la selezionata
rassegna di cantine che praticano viticoltura
naturale e/o biodinamica. L’alta gastronomia
sarà presente come ogni anno in Culinaria, lo
spazio dedicato a gourmand e gourmet con
prodotti golosi e curiosi. Da non dimenticare la
GOURMET ARENA, il palcoscenico del talento e
delle esperienze culinarie di qualità: 11 Chef di
cui 5 stellati Michelin, 5 emergenti e un ospite
d’eccezione formeranno il “dream team” che farà
sognare gli appassionati foodies sul tema scelto
per il 2012, l’ecosostenibilita’.
La prevendita dei biglietti sarà attiva on line nel
nuovo sito www.meranowinefestival.com
AL XXI MERANO WINEFESTIVAL 2012
LE DEGUSTAZIONI DIVENTANO EVENTIE FANNO DEL BENE
a cura della redazione di Quality aDV
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10-11-12 Novembre 2012Il Merano WineFestival rappresenta l’evento più esclusivo per ap-
passionati wine lover e raf�nati gourmand. Nell’elegante Kurhaus
si potrà degustare il meglio della produzione enologica nazionale e
internazionale e una gustosa selezione di tipicità. Una curata ras-
segna di vini biologici e biodinamici aprirà il Festival il 9 Novembre
con l’esclusivo evento bio&dynamica.
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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 554
”
Se pensiamo al vitigno Nebbiolo, il Piemonte è ovviamentela prima regione che ci viene in mente e diversamente
non potrebbe essere. È presente in quasi la metàdelle sue 58 denominazioni e a parte i blasonati Barolo e Barbaresco
ci sono anche altre denominazioni che propongono una diversainterpretazione di questo vitigno e la doc Carema è una di queste.
di luca iacopini e massimo Bracci
Carema: un vinodi sole e di roccia
La possiamo definire una doc eroica e te-
nace, dura a morire e questi termini ve-
dremo in seguito che saranno del tutto
appropiati. Una doc di nicchia e in questi ultimi
anni lo è veramente. Nata nel 1967 con più di 40
ettari vitati, oggi la parte coltivata si è ridotta ad
appena la metà e purtroppo il territorio non l’aiuta
in questo.
Incastonato in mezzo ai monti del Canavese e
più precisamente ai piedi del Monte Maletto tra i
350 e i 700 metri di altitudine, il vino è prodotto in
piccola quantità: circa 4000 ettolitri all’anno gra-
zie a un lavoro di terrazzamento a secco (topion)
tanto paziente quanto faticoso eretto fin dall’an-
tichità su antichi terrazzamenti di pietra. Le vigne
sono caratterizzate da pergole sostenute da pi-
lastri, sempre in pietra, a forma di tronco di cono
chiamati “pilun”. Questa insolita architettura è
stata paragonata allo stile che va tra il romantico
e il gotico, ricorderebbero infatti le logge continue
“
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5
e le arcatelle cieche delle chiese romaniche
e gotiche. Al di là del loro imponente effet-
to scenico, queste masse pietrose svolgono
un’importantissima funzione di immagazzina-
mento del calore del sole rilasciandolo poi du-
rante la notte offrendo quindi alle viti le migliori
condizioni di crescita. Sono vigneti piccoli,
inaccessibili, dai quali è necessario vendem-
miare con ceste che devono essere portate
a mano a valle perché nessun mezzo mec-
canico si inerpica per quel pendio. Quando si
arriva in questo territorio si rimane veramente
impressionati dall’architettura di queste vigne
a tal punto da far scrivere a Neal Rosenthal,
famoso importatore americano di vini: “Small
in surface though they may be, Carema’s vi-
neyards are among the most majestic in the
world ” ovvero “vigne tra le più maestose del
mondo”.
La storia di questo territorio si intreccia spes-
so con quella della confinante Valle d’Aosta e
in questa c’è un curiosissima esperienza che
riguarda la storia vinicola di Carema, quel-
la dell’enotecnico condotto nata intorno al
1980.
Proprio come il medico condotto si preoccu-
pa della sanità del proprio circondario, l’eno-
logo condotto doveva aiutare con le proprie
competenze tutti i produttori della zona nel
proprio lavoro. Un’ottima idea vista l’esiguità
territoriale permettendo inoltre un sensibile
risparmio economico ma la cosa naufragò
dopo poco tempo. Questa iniziativa così ori-
ginale però permise di portare l’attenzione del
pubblico su questa zona e al suo vino così
estremo decretando quindi un meritato suc-
cesso commerciale.
La doc prevede il Nebbiolo come vitigno prin-
cipale con percentuali da un minimo dell’85%
al 100%. In pratica però tutti i produttori vini-
ficano in purezza. L’invecchiamento previsto
per la tipologia “Carema” è di 2 anni.
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un’Excelsa idea: Soave
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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 556
È prevista inoltre una tipologia “Riserva” in
cui l’invecchiamento si protrae a 3 anni.
Deve essere servito a temperatura am-
biente (18/20 °C) e possibilmente stappa-
to qualche ora prima del consumo oppure
caraffato.
Il Carema è particolarmente adatto per ar-
rosti, selvaggina, carni rosse, formaggi sta-
gionati non piccanti o come vino da “cami-
netto”. Ben si addice a fine pasto con noci
e frutta secca.
I vini dell’Alto Piemonte come il Carema o
il Ghemme, il Lessona o il Gattinara non
sono da considerarsi dei Nebbiolo minori
rispetto ai Barolo o Barbaresco anzi in al-
cuni casi sono più longevi. Hanno un aci-
dità maggiore dovuta all’origine morenica
del terreno che gli garantisce appunto una
notevole longevità, anche se necessitano
di annate particolarmente calde per porta-
re le uve a maturazione perfetta, altrimenti
l’acidità così alta trasforma il vantaggio in
un problema.
La longevità di questo vino è piuttosto mar-
cata, anche venti-trenta anni, purchè le
bottiglie siano conservate coricate, meglio
se al buio, in cantine o locali privi di escur-
sioni termiche.
Oggi rimangono solo due produttori: la
Cantina Sociale con circa 50 produttori
part-time iscritti e l’azienda Ferrando, pic-
cola maison con sede a Ivrea guidata da
Luigi Ferrando il vero punto di riferimento
del Carema. A lui in particolare si deve la
sopravvivenza di questo vino e la sua va-
lorizzazione.
Mario Soldati definì questo vino “forte e
simpatico come un gusto di sole e di roc-
cia”.
La sfida per il prossimo futuro che Carema
dovrà vincere è quella di preservare la sua
viticoltura di nicchia, attraverso il rinnova-
mento dei vigneti e la continua ricerca della
qualità dei vini.
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Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 55858
fin amiglia
La Delegazione di Alessandria presentea Eno-Cosmo di Valenza
Si è svolta a Valenza(AL) dal 22 al 24 Giugno 2012
una fiera di eccellenza per il settore vitivinicolo. La
FISAR era presente con uno stand e con i suoi som-
melier che hanno fatto servizio presso il consorzio Al-Vino
che raggruppa molti produttori della provincia.
Grande successo di EnoCosmo, i vini locali alla ribalta
europea. Tema conduttore dell'evento: vino e salute. Un
binomio inscindibile e se c'era qualche dubbio l'hanno fu-
gato i molti operatori italiani e internazionali. Venticinque i
buyers internazionali presenti, sia europei che provenienti
dalla Cina e dal Sud America.
Nel terzo giorno la visita del ministro della salute Renato
Balbuzzi, che ha espresso apprezzamento sia per la qua-
lità del format espositivo sia per i prodotti della splendida
cornice di Expopiemonte.
Soddisfazione tra gli operatori per lo sviluppo di collabo-
razioni commerciali che hanno già dato conferma per la
prossima edizione nel 2013
La Delegazione di Alessandria era rappresentata da
Gabriella Cutica, Mauro Benzi, Carmen Bagnasco, Christian
Alberghini, Teresio Orsi, Claudio Tobia e Maria Pia Gori.
Notizia inviata da Maria Pia Gori della Delegazione di Alessandria
59Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 59
fin amiglia
“Il raggiungimento di un tra-
guardo non rappresenta un
punto di arrivo ma l’inizio di
un percorso conoscitivo, specialmen-
te in un settore come quello del vino
in cui le cose da imparare non sono
mai abbastanza”. È con queste paro-
le del fondatore Enrico Buoncristiani
che lunedì 9 luglio presso la locan-
da “Il Canovaccio”, situata nel cuo-
re del borgo medievale di Campiglia
Marittima, la delegazione FISAR Costa
Etrusca ha consegnato gli attestati ed
i tastevin ai sommelier che hanno su-
perato l’esame di fine corso.
La serata è stata anche un ottima oc-
casione per gustare la cucina ricercata
del locale gestito da Davide D’Onofrio,
alla quale sono stati abbinati vini na-
zionali e locali.
La cena è iniziata con un antipasto
composto da una terrina di fegato con
semi di cacao e melone ed un sorbet-
to di anguria con ginepro. A seguire
una lasagnetta alle verdure ed una
tagliata di controfiletto con verdure
grigliate. La cena si è conclusa con
una charlotte di cioccolato bianco con
croccante di mandorle e caramello
accompagnata da Moscato D'Asti.
La cerimonia di consegna è stata
presieduta dal Delegato Alessandro
Alcamo e dal Direttore di Corso Fabio
Caselli i quali non hanno mancato di
elogiare i partecipanti per il risultato
raggiunto alla fine di un percorso du-
rato oltre un anno.
I neo sommelier sono: Alessandro
Bagnoli, Gianluca Damiani, Davide
D’Onofrio, Gianni Del Pistoia, Simone
Donnoli, Francesco Ferrari, Michele
Franchi, Francesca Giordani, Luca
Spagli, Enrico Specos, Massimo
Trapassi, Vera Vismara.
La Delegazione FISAR Costa Etrusca
è lieta di dare il benvenuto ai nuovi
sommelier nella brigata di servizio.
Notizia inviata da Pier Francesco Pepi
della Delegazione Costa Etrusca
La Delegazione Costa Etruscaconsegna gli attestati da sommelier
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 56060
fin amiglia
In una delle strutture ristorative più
importanti di Aversa e provincia,
il ristorante Costanzo, martedì
3 luglio 2012 la Delegazione di
Caserta ha consegnato l’attestato di
partecipazione al corso di sommelier
di primo livello a ben ventiquattro
corsisti.
A raggiungere tale traguardo e con
enorme successo sono stati:
Alvino Letizia, Andreozzi Giuseppe,
Concilio Pietro, Costanzo Michele,
Cuozzo Fabio Nicola, D’Ausilio Antonio,
D’Angelo Adele, De Iulio Carmine,
Gordon Angela, Guadagnino Claudio,
Iapicca Luigi, Leone Rita, Liccardo
Mario, Magliulo Francesco, Marcelli
Marco, Morra Angelo, Pellegrino
Marinella, Sagliocchi Francesco,
Salzillo Michele, Santagata Antonio,
Santoro Nicola, Sarcinella Raffaele,
Scarpato Giovanna, Tessitore Wlenia.
La consegna si è svolta durante
una deliziosa cena preparata per
l’occasione dal bravissimo chef
Agostino Malapena e coordinata dal
sempre presente direttore Massimo
Turco, come felicissimo epilogo di un
corso durato tre mesi e che ha avuto
come location lo stesso ristorante
Costanzo.
A presenziare la serata sono stati
il delegato della Fisar di Caserta
Mariano Penza, il segretario Carlo
Iacone, il proprietario dell’enoteca Il
Vino Carlo Menale che ha fornito i vini
durante il corso e i giornalisti Vincenzo
Sagliocco e Vito Faenza, quest’ultimo
anche esperto gourmet ed ottimo
cuoco. Il delegato Mariano Penza si è
più volte complimentato con i corsisti
per l’attenzione mostrata durante le
lezioni e per gli ottimi risultati ottenuti
durante i test, questo per sottolineare
come l’interesse per il mondo del
vino sia sempre in continua crescita
soprattutto grazie alla partecipazione
di quella fascia di età che va dai 25
ai 40 anni come dimostrato dai dati
anagrafici dei partecipanti al corso
di Aversa. Il segretario Carlo Iacone
inoltre è intervenuto sottolineando
l’importanza che assume la città di
Aversa nel percorso che la Fisar di
Caserta sta creando di valorizzazione
e riscoperta delle antiche ricette
tradizionali di Terra di Lavoro. La città
normanna infatti vanta un patrimonio
enogastronomico immenso e proprio
da qui partiranno gli spunti e le basi
per un progetto che partirà a breve e
che avrà come oggetto il far rivivere la
storia e la tradizione culinaria di tutto il
territorio di Caserta e provincia.
La serata si è conclusa con un buon
augurante brindisi e con la volontà di
organizzare quanto prima il secondo
livello, per continuare insieme alla Fisar
un percorso formativo interessante ed
avvincente.
Notizia inviata da Mariano Penza
della Delegazione di Caserta
La Delegazione di Casertaconsegna gli attestati ad Aversa
61Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 61
fin amiglia
Dopo l’esperienza esaltante
delle celebrazioni del 40° an-
niversario della Fisar, svoltasi
il 13-14 aprile a Volterra e Livorno, il
nuovo consiglio direttivo, che ha vi-
sto riconfermato come delegato l’avv.
Flavio Nuti per il triennio 2012-2015,
segretario Enrico Del Testa e con-
siglieri, Ceppatelli Pierluigi,Bartolini
Renzo e Senes Antonio, ha organiz-
zato una serie di eventi importanti di
rilievo per la visibilità della delegazione
e della Fisar tutta. Il luglio si è tenuta
presso i ristorante la Perla di San Vin-
cenzo, chef Debora Corsi, una cena
per la giornata del sommelier a base
di pesce e “Bollicine”, che ha visto la
partecipazione dei sommelier attivi nei
servizi della nostra delegazione.
Dopo l’evento,poi, del “pranzo Gale-
otto” svoltosi all’isola-carcere di Gor-
gona il 14 agosto, dove si è tenuto
un pranzo servito e cucinato dai de-
tenuti dell’isola con lo schef stellato
Marco Stabile,e con i vini serviti dai
nostri sommelier, è stata rinnovata la
convenzione tra Ministero di Giustizia,
Unicoop Firenze e la nostra delega-
zione per un’altra edizione delle “cene
galeotte” ormai famose in tutto il mon-
do il cui calendario sarà presto reso
noto.
Infatti è prevista una conferenza stam-
pa di presentazione del programma al
prossimo Salone del Gusto di Torino
in ottobre, dove saranno presenti al-
cuni detenuti e agenti di custodia che
già hanno sostenuto un minicorso di
avvicinamento al vino e del quale han-
no ricevuto l’attestato nel corso della
cerimonia dei 40 anni a Volterra (vedi
foto).
Una stagione di eventiper la Delegazione Storica di Volterra
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 56262
fin amiglia
Nel frattempo si è consolidato il rap-
porto con la Unicoop Firenze con cui
la nostra delegazione, in accordo con
il coordinamento delle Delegazioni Ita-
lia Centro, ha organizzato un corso di
avvicinamento al vino ai fini di bene-
ficienza (5-11-19 ottobre) per i soci
coop il cui ricavato sarà devoluto alla
fondazione “il cuore si scioglie” che,
come nelle cene galeotte, raccoglie
fondi per opere umanitarie nel terzo
mondo.
Infine si è rinnovata anche quest’anno la
collaborazione della delegazione nella
rassegna Volterragusto”, la kermesse
Enogastronomica del tartufo bianco e
dei prodotti tipici del Volterrano (www.
volterragusto.com), dove quest’anno
oltre al gioco di degustazione “indo-
vina l’intruso”, ed una serata con la
degustazione di distillati,cioccolata e
sigari toscani sarà, per la prima volta,
promossa un’iniziativa fra i nostri risto-
ratori associati per un menù a prezzo
fisso a base di tartufo e prodotti tipici
che favorisca la promozione ed eviti
speculazioni sui prezzi mal tollerate in
questo momento di crisi economica.
Il programma con i ristoratori coinvolti
sarà a breve pubblicato sul nuovo sito
della delegazione all’indirizzo:
www.fisarvolterra.it e su facebook.
Infine è in progettazione un corso per
sommelier “speciale” in collaborazione
con una associazione di diversamente
abili nell’ottica di un impegno di Fisar
nel sociale.
Notizia inviata
dalla Delegazione di Volterra
La delegazione dei Castelli
di Jesi ha festeggiato i suoi
nuovi sommelier che vanno
ad infoltire la squadra di servizio. La
serata si è svolta nel rinomato risto-
rante “Rosina”, situato tra le colline
marchigiane e nel cuore della d.o.c.g.
Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva
di cui il territorio di Cupramontana è
uno dei siti più importanti. Il ristoran-
te ha aperto le sue porte nel 1971
per iniziativa della Signora Rosina,
che dirige ancora la Brigata di cu-
cina, e che è la madre dello chef e
sommelier FISAR Andrea Bonvecchi.
La serata enogastronomica dal tito-
lo “Altro che Champagne!” (non ce
ne vogliano i francesi) si è svolta gu-
stando i pregiati piatti di pesce dello
chef abbinati con varie tipologie ed
annate di Verdicchio dei Castelli di
Jesi Spumante Metodo Classico.
Abbiamo iniziato con quello dell’Azien-
da Agricola Peruzzi, anno 2009, sboc-
catura freschissima (fatta per l’occa-
sione!) abbinato all’Overture di ostri-
che e finger food; poi siamo passati al
“Michelangelo” della Vallerosa Bonci
annata 2008 che ha accompagnato
l’antipasto di carpaccio & tartare di
La Delegazione Castelli di Jesifesteggia i suoi nuovi sommelier
63Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 63
fin amiglia
mare; seguito da quello dell’azien-
da Garofoli anno 2006 abbinato alle
chitarrine all’astice per passare infine
al Metodo Classico Riserva “Ubaldo
Rosi” dell’azienda Colonnara del
2005 al quale è stata sapientemente
abbinato il trancio di ricciola al forno.
Ad “incoronare” i nuovi Sommelier
il Responsabile di Zona del CTN il
Signor Tonino PURI che quasi al termi-
ne della serata, insieme al Sindaco di
Cupramontana Signor Luigi CERIONI,
ha consegnato gli attestati ai nuovi
sommelier che sono: Angelo Capasso,
Mariella Dubbini, Mihaela Elena Ganga,
Germano Greco, Massimo Lancioni,
Nicola Mariani, Alessandro Mengoni,
Lino Moreschi, Luciano Neri, Andrea
Pincini, Luigi Polverari e Mauro Ragni.
Sul finale il Delegato Giovanni Elce
Fabbretti, riconfermato nell’incari-
co, ha letto i risultati delle elezioni
del Consiglio di Delegazione dove
sono riconfermati anche il segre-
tario Sauro Bini ed i consiglieri
Luciano Todisco, Andrea Bonvecchi
e Massimo Lancioni e dove entrano
Flavio Federici come vice-presidente
e Angelo Capasso come consigliere.
Infine il Delegato ha espresso grande
soddisfazione per i risultati raggiunti
dai nuovi Sommelier e in generale dal-
la Delegazione. Ha quindi augurato i
migliori successi ai nuovi Sommelier
ed il “buon lavoro” al nuovo consiglie-
ri, certi sia i primi ed ancor più i se-
condi di aver raggiunto un traguardo
che è soprattutto un punto di parten-
za per nuovi, entusiasmanti risultati. Il
brindisi finale poteva essere fatto con
una sola esclamazione “Ad Maiora!”.
Notizia inviata da Angelo Capasso
della Delegazione Castelli di Jesi
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 56464
fin amiglia
Per il secondo anno consecutivo
il Coordinamento del NordEst
ha promosso la ‘Giornata del
Sommelier’; quest’anno l’organizza-
zione è stata affidata alla Delegazione
di Vicenza e si è svolta il 10 giugno
2012.
Capitanati dal Delegato Pierluigi
Rossato e coordinati dai Consiglieri
di Delegazione, i colleghi vicentini si
sono mobilitati sin da marzo per far
si che l’organizzazione della Giornata
fosse impeccabile e così è stato.
La manifestazione si è svolta a Lonigo,
attivo centro della provincia di Vicenza,
dove la Delegazione ha la sua sede.
La bella giornata ha permesso l’ac-
coglienza dei soci F.I.S.A.R., e non
solo, nella piazza antistante il Teatro
comunale Giuseppe Verdi, dove si è
svolto il convegno: ‘Magiche Bollicine
- Espressioni e Identità dei Territori del
NordEst’.
Moderati da Andrea Fabio, docen-
te C&D e Consigliere Delegazione
Vicenza, si sono avvicendati sul pal-
co:
Graziella Cescon, il nostro Vice
Presidente Nazionale, che ha por-
tato i saluti del Presidente Nazionale
Nicola Masiello e di tutta la F.I.S.A.R.;
Giuseppe Boschetto, Sindaco di
Lonigo, per i saluti della città; Antonio
De Vitiis, Coordinatore F.I.S.A.R. per
il NordEst, che ha salutato a nome
di tutte le otto Delegazioni che com-
pongono il Coordinamento: Padova,
Pordenone, Portogruaro, San Donà
di Piave, Treviso, Venezia, Verona,
Vicenza; Pierluigi Rossato ha salutato
a nome della sua Delegazione.
Sono quindi iniziati gli interventi degli
oratori sul tema della manifestazione:
Pietro Zambon, Presidente Gruppo
Collis; Giancarlo Vettorello, Direttore
Consorzio Conegliano-Valdobbiadene
Prosecco DOCG; Fausto Peratoner,
Direttore Commerciale Gruppo La-
Vis; Abele Casagrande, Direttore
Commerciale Riondo. Tutti hanno ap-
portato interessanti contributi sull’argo-
mento.
A seguire Graziella Cescon, nel mo-
mento più sentito da tutti i presenti,
ha consegnato a Giancarlo Prevarin,
Presidente Associazione Enologi Eno-
tecnici Italiani, l’attestato di Sommelier
Onorario F.I.S.A.R. e l’ha insignito del
tastevin d’argento.
Il Consigliere Nazionale Giorgio Pen-
nazzato, Responsabile Organizzazio-
ne e Gestione C.T.N., ha quindi ricor-
dato il significato e lo scopo dei Corsi
C&D, citando anche le altre attività.
Da ultimo il Segretario Nazionale,
Mario Del Debbio, ha consegnato gli
attestati di frequenza dei corsi C&D ai
corsisti presenti in Sala.
Presenti al Convegno anche le
Consigliere nazionali FISAR Claudia
Marinelli e Luisella Rubin che, assieme
a Graziella Cescon, sono state invi-
tate sul palco a ricevere un grazioso
omaggio floreale.
Nel frattempo i sommelier in servizio,
delle Delegazioni del triveneto, ave-
vano preso posto negli otto stand di
degustazione in Piazza Garibaldi, anti-
stante Palazzo Pisani, allestiti dai col-
leghi di Vicenza, due dei quali, Valter
Rebesan ed Ugo Biasin, sono rimasti
per tutto il giorno dietro le quinte fa-
cendo si che tutto andasse per il me-
glio..
Dalle ore 9.30 alle ore 18.00 soci
F.I.S.A.R. e il pubblico presente han-
no potuto degustare i vini spumanti
che ciascuna delle otto Delegazioni
del triveneto avevano portato in rap-
presentanza del proprio territorio; a
completare la degustazione era pre-
sente una selezione di formaggi e sa-
lumi tipici locali.
Alla fine del Convegno i partecipan-
ti si sono spostati nelle vicine sale di
Palazzo Pisani, edificio storico ubicato
al centro della città; qui è stato servito
il pranzo a buffet seduto a cura de “Le
Buone Tavole dei Berici”, gruppo di ri-
storatori vicentini, ed anche qui erano
presenti, con eleganza e professiona-
lità, i sommelier F.I.S.A.R. del trivene-
to per il servizio dei vini.
Terminato il pranzo, alle ore 14.30 è
iniziato il Concorso ‘Miglior Sommelier
F.I.S.A.R. Italia Nord Est 2012’, cui
hanno partecipato nove sommelier; la
Commissione d’esame era composta
da: Silvio Dalla Torre, Responsabile
Tecnico del C.T.N. F.I.S.A.R.; e dai
già citati Graziella Cescon, Mario
Giornata del Sommelier FISARItalia NordEst 2012
65Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 65
fin amigliaDel Debbio, Giorgio Pennazzato e
Claudia Marinelli; ospite d’onore
Luca Canapicchi Miglior Sommelier
F.I.S.A.R. 2011. Chi aveva prenota-
to, i 60 posti erano tutti esauriti, ha
potuto partecipare alla Degustazione
di una selezione di vini Spumanti del
Triveneto guidata dal Prof. Vanino
Negro e dalla Sommelier F.I.S.A.R.
2010 Karen Casagrande. Il prof.
Vanino Negro ha iniziato la presenta-
zione con un escursus storico facen-
do riferimento a testi e immagini che
fanno parte della storia e della cultura
europeo -mediterranea che parlano o
rappresentano vini frizzanti o spuman-
ti, e non solo; nell’ordine:
Il Libro dei Salmi (anno 1000 a.C.); l’Ilia-
de di Omero (episodio dello Scudo di
Achille - 900 a.C.); Virgilio, Properzio,
Lucano, Plinio; Tecnica romana delle
anfore impermeabili, in zone fredde
Ulpiano / Cassiodoro; Acinatico 300
d. C; Dom Perignon 1640: la fermen-
tazione in bottiglia; Pasteur – i lieviti;
Martinotti - la fermentazione in auto-
clave. Terminata questa breve ma
molto interessante presentazione, i
partecipanti hanno potuto degustare
una selezione di sei vini spumanti, me-
todo classico e metodo charmat.
Nel frattempo il Concorso proseguiva;
dopo la prova scritta i concorrenti sono
passati alla prova teorico-pratica.
Al termine la Commissione si è riu-
nita per deliberare; dopo un’attesa
più lunga del previsto, il Segretario
di Commissione Silvio Dalla Torre
ha letto l’esito del concorso: ter-
zo classificato Francesco Dal Bello,
Delegazione di Treviso, secondo clas-
sificato Luca Tovaglia, Delegazione di
Treviso; quindi dopo l’immancabile
attimo di suspance è stato proclama-
to il Miglior Sommelier F.I.S.A.R. Italia
Nord Est 2012, quest’anno una col-
lega: Stefania Moro della delegazione
di Venezia. Graziella Cescon, in qua-
lità di Presidente della Commissione
d’Esame, ha quindi invitato il Sindaco
di Lonigo, Giuseppe Boschetto, a
consegnare la targa alla emozionatis-
sima e meravigliata vincitrice.
A Stefania Moro anche un viaggio di
cinque giorni in Portogallo offerto dal
main sponsor del Concorso “Amorim
Cork Italia”; Stefania, assieme agli altri
due colleghi, parteciperà al Concorso
Nazionale Miglior Sommelier F.I.S.A.R.
2012 che si terrà nell’ambito del
Congresso Nazionale Elettivo che si
svolgerà a Venezia il 13 e 14 ottobre
2012.
Notizia inviata da Lucio Chiaranda
Coordinamento Nord Est
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 56666
fin amiglia
Mercoledì 20 giugno 2012 presso il ristorante The Clock in zona Vaccheria a San Leucio (Caserta) la Delegazione di Caserta ha organizzato una cena
conviviale per la consegna degli attestati di partecipazione per i corsi di sommelier di 1° e 2° livello che si sono tenuti tra dicembre e giugno nella città di Caserta.
Per il primo livello hanno ricevuto gli attestati ven-tuno corsisti: BIANCO Salvatore, CICCARELLI Raffaele, CORUZZOLO Fabio, DE BIASIO Giulio, DI
GIACOMO Alessandro, ESPOSITO Vincenzo, FERRARO Vincenza, IMPARATO Mariella, IMPARATO Nicola, MADONNA Massimiliano, MAROTTA Angelo, PALMIERO Antonio, PETRILLO Francesco, PETRILLO Gerardo, PICCIRILLO Pierluigi, PIGNATA Domenico, PIROLO Fabrizio, RODRIGUEZ Jacqueline, SFERRAGATTA Mariacarmina, STELLATO Nicola, TRODELLA Assunta Raffaela. Per il secondo livello i diciannove che han-no ottenuto l’attestato sono stati: CAMANZO Filomena, CAMPOLATTANO Orsola, COLELLA Adele, COMUNE Enza, D’ADDIO Stanislao, D’AMORE Francesco, DI MONACO Filomena, GARGIULO Egidio, LOMBARDI Giuseppe, MANNA Alessandro, MONE Maria Concetta, MUSONE Paolo, NATALE Donato, PENNACCHIO Saverio, PERRETTA Giacomo, PETRILLO Imma, STELLATO Maria Consiglia, TABORDA Idarraga Luz Adriana, TOTI Andrea.Durante la serata hanno presenziato alla consegna, oltre al Delegato Mariano Penza e il Segretario Carlo Iacone, anche il Sindaco di Caserta Pio del Gaudio, la giornalista e scrittrice Nadia Verdile, il fiduciario di Slow Food Caserta Francesco Marconi e il consigliere del Consorzio di Bonifica Francesco D’Amore nella veste anche di corsista e quindi di “diplomato” Fisar di secondo livello.Molti sono stati i temi trattati negli interventi realizzati dai protagonisti, dall’importanza di riconoscere come patrimo-nio storico-culturale di Terra di Lavoro le eccellenze eno-gastronomiche, alla necessità di rendere quanto più fruibile possibile la città di Caserta e provincia come destinazione turistica e far riappropriare i cittadini casertani di strade, piazze, giardini e tutti quegli spazi che spesso l’incuria dell’uomo, l’incapacità della politica e la rincorsa eccessiva
al progresso hanno reso invivibili.Il Sindaco Del Gaudio ha dichiarato come le attività della Delegazione Fisar di Caserta siano degne di plauso per-ché oltre a valorizzare il patrimonio vitivinicolo di Terra di Lavoro, attraverso l’organizzazione di corsi di sommelier, eventi, manifestazioni ed iniziative collaterali, pongono le basi per creare opportunità professionale nel settore della ristorazione ed enogastronomia in generale.La presenza e l’intervento inoltre del fiduciario di Slow Food della condotta di Caserta non hanno fatto altro che raffor-zare e ribadire la partnership che si è instaurata a livello nazionale tra la Fisar e Slow Food, per dare vita a sinergie sempre più propositive e costruttive.
La consegna degli attestati è stato un pretesto anche per degustare un ottimo menu con ricette legate alla tradizio-ne casertana come gli scialatielli freschi con melenzane, pomodorini e provola oppure l’entrecote di carne di bu-fala con patate. Il tutto accompagnato da due ottimi vini dell’azienda Nugnes, un Falerno del Massico DOC Bianco e un Falerno Del Massico DOC Rosso.Ad allietare la serata è stato Antimo Casertano attore e sce-neggiatore emergente, napoletano, che da buon mattatore ha intrattenuto i presenti recitando poesie e filastrocche musicate nelle quali i temi principali sono stati i proverbi napoletani e i luoghi comuni.
Notizia inviata da Mariano Penzadella Delegazione di Caserta
Consegna degli attestati di primoe secondo livello per la Fisar di Caserta
67Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 67
fin amiglia
La Delegazione di Lodi protagonista ad Artevino 2012
Artevino 2012 per la delegazione
Fdi Lodi è stata un’esperienza
davvero interessante. Molto
divertente e costruttiva. Giunta all’ot-
tava edizione questa manifestazione
coniuga l’arte (quest’anno sono state
esposte le opere di Franco Francese)
ed il vino, la degustazione e la condivi-
sione di calici fra gli ospiti che vengo-
no a visitare la mostra e gli esercenti
impegnati nell’offerta dei prodotti delle
loro cantine. Questo evento si tiene
all’interno di Villa Trecchi a Maleo (Lo),
occupando sia il magnifico parco (che
ha ospitato la cena di gala) sia l’inter-
no della villa e le cantine sotterranee.
La delegazione di Lodi si è attiva-
ta allestendo un desk istituzionale
per la promozione associativa, fa-
cendo il servizio alla cena di gala e
coadiuvando Slowfood nella realiz-
zazione dei “Laboratori del Gusto”
che si sono susseguiti nelle sei
giornate di manifestazione (si sno-
da su due week-end consecutivi).
Evento clou della nostra delegazio-
ne è stata una verticale di Sassicaia,
dal 1999 al 2003, che si è svolta
Sabato 23 Giugno in una bellissima
sala della villa alla presenza di ospiti
graditissimi e molto interessati. Ed è
proprio questa splendida esperienza
che vogliamo condividere con tutti
i colleghi F.I.S.A.R. e con gli appas-
sionati che seguono la nostra rivista.
Sull’onda dell’emozione che non mi ha
fatto chiudere occhio la notte succes-
siva per aver realizzato un sogno vole-
vo provare a scrivere quanto abbiamo
sentito in bocca, nel cuore e nella men-
te degustando Sassicaia 1999, 2000,
2001, 2002 e 2003. Un’escalation di
sensazioni visive, olfattive e gustativ
assolutamente coerenti nella loro ec-
cezionalità. Di calice in calice una ri-
conferma di emozioni, il fresco e verde
sottobosco della vegetazione bolghe-
rese fa da filo conduttore trasversale,
trade d’union fra il vino ed il territorio
in cui si è radicato da anni immemo-
rabili, dopo che un uomo, il Marchese
Mario Incisa della Rocchetta ha cre-
duto, ha rischiato ed ha studiato im-
pianti di Cabernet Sauvignon e Franc
nel terreno di Bolgheri…tanto simile
per conformazione ai terroir francesi
del Graves e della Gironda da esse-
re convinto che in questo angolo di
Toscana si potesse esprimere la stra-
ordinarietà di un grande Bordeaux. E
proprio così fu…stessa grandezza e
stesso fascino, con l’aggravante (se
così la si può chiamare!!!) di un’unicità
di struttura, di corpo e di emozioni, che
fanno di questo vino una vera avan-
guardia del Made in Italy nel mondo.
5 annate nei calici allineati di fronte a
noi. Partiamo dal 1999…colore ros-
so rubino intenso, compatto ed in-
traguardabile; al naso la sensazione
erbacea che connota i due Cabernet
è appena accennata, soffusa, men-
tre l’evoluzione dei terziari, tabacco
e cioccolato, entusiasmano un boi-
sè delicato e fine ancorchè evidente.
In bocca pieno, quasi masticabile,
freschezza e tannino perfettamen-
te allineati anche se sopraffatti da
una grande ricchezza di estratto. Il
tutto in un equilibrio perfetto ed una
persistenza retrolfattiva davvero inte-
ressante per lunghezza ed intensità.
Scaliamo al prossimo calice, il 2000,
cerchiamo di traguardare il vino ma
è impossibile, il colore è intenso, il
vino rotea nel bicchiere scendendo
con archetti lenti e compatti, deno-
tando una corposità ed un estratto
secco di decisa presenza. Al naso
si ripropone la sensazione erbacea,
leggermente più evidente rispetto
al precedente, mentre i terziari, pur
presenti, sono meno intensi, perfet-
to equilibrio olfattivo. Al palato si ac-
centuano l’acidità ed il tannino, che
al primo assaggio quasi non si sente,
emerge subito dopo la deglutizione.
Ed ora il 2001, la mano dell’artista si
continua a sentire…il sottobosco ver-
de, la felce, la foglia di pomodoro di
un indiscutibile Cabernet ed in più un
accenno di frutta rossa che nei prece-
denti calici era quasi impercettibile.
La speziatura è evidente ma si me-
scola ai terziari. Olfattivamente direi
che siamo di fronte al calice più equi-
librato, come se si trovasse al centro
della svolta evolutiva dell’eleganza dei
terziari dei due precedenti, facendoci però presagire il frutto e la speziatura dei calici successivi più giovani. Al palato si ripropongono eleganza ed equilibrio, un tannino morbido e fine ed un’acidità che ti porta a riprendere in mano il calice; dal punto di vista retrolfattivo la persistenza è lunga e fine. Il 2002 ed il 2003 davvero ancora giovani giovani…la prova del loro perfetto equilibrio di beva va molto in là nel tempo, parliamo di vini con una capacità di invecchiamento impor-tante ed assolutamente di altissima qualità (comprovata dai tre calici precedenti sui quali continuiamo a rimettere il naso perché l’evoluzione è continua ed il vino cambia rega-landoci sensazioni olfattive nuove ed oltremodo intense). Nel 2002 si accentuano acidità e tannino in un fresco con-nubio che sposta l’equilibrio di questo vino verso le durez-ze. Olfattivamente si ripropongono la tipicità del Cabernet Sauvignon (la foglia di pomodoro) e quella del Cabernet Franc (la speziatura, pepe e chiodo di garofano); i terzia-ri, con il tabacco ed il cioccolato, sono ancora lì sopiti, ci sono ma non spiccano, tutto ciò indice di una lenta ma ottimale e progressiva evoluzione, con i tempi del vino e non dell’uomo. Gustativamente la freschezza è impor-
tante e prevale sulle morbidezze di questo vino che, pur presenti ed importanti, ancora non si esprimono al mas-simo; ma c’è tutto il tempo per fondersi con le durezze che andranno smussandosi nella lunga sosta in bottiglia. Ed eccoci all’ultimo calice, ahimè, nel senso che fare altre 5 annate avrebbe prolungato l’emozione. Un 2003 ruvido, allappante, dir giovane è dir poco, ma con una forza ed una robustezza davvero importanti. Questo calice lo dobbiamo solo immaginare nella sua evoluzione, ma avendo i precedenti ad illuminarci la via possiamo davvero garantire su un prodot-to che fa della sua perfetta longevità un must inattaccabile. Ecco, questo è stato il nostro emozionante percorso; spe-ro di essere riuscita a declinare le caratteristiche organo-lettiche di questi calici anche senza formulare una scheda di degustazione da manuale, ma la piacevolezza e l’emo-zione che una tale esperienza suscita sono imprescindibili se si vuole raccontare non solo “cosa un vino è” ma so-prattutto “cosa un calice dà raccontando la sua storia”.
Notizia inviata da Annarita Granata
della Delegazione di Lodi
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 56868
fin amiglia
69Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 69
fin amiglia
La delegazione di Pisa a Migliarino Pisanoalla scoperta delle Bollicine Marchigiane
Interessante la degustazione or-ganizzata da Luca Barsanti, Sommelier della Fisar pisana, in-
centrata alla scoperta degli spumanti marchigiani. Ricordando Giacomo Leopardi che in “Lo Zibaldone” affer-mava che “il piacere del vino non è corporale semplicemente, anzi consi-ste principalmente nello spirito”, Luca ha condotto per mano, i convenuti alla Club House Tenuta Isola di Migliarino Pisano, in un percorso nuovo e affa-scinante. L’ambiente, dove la natura si sposa con la serenità e l’armonia, ideali per il cavallo, e pare di trovarsi isolati dal mondo in un mare di pace, esalta l’animo alla ricerca delle sensa-zioni spirituali e corporali che possono donarci questi meravigliosi prodotti enoici. Abbinati ad un menù di mare veramente originale, si è voluto ini-ziare dai sapori tenui del polpetto alla crema di patate per continuare con
Reginette al baccalà e pomodorini Datterio, la cui pasta all’uovo ingen-tilisce il baccalà mantecato al punto giusto cui si aggiunge il dolce del po-modoro. A seguire seppie gratinate al forno con mandorle tritate e pomodori gratin, che hanno riscosso grandi con-sensi per la loro bontà, per terminare con una crostata con ricotta e ciliegie di Vignola. La degustazione si basa-va sulle “Bollicine Marchigiane”. Le uve lavorate variano dalla Passerina, al Verdicchio dei Castelli, al Lacrima tutte in purezza che possono trova-re una interessante finalizzazione nei metodi classici di spumantizzazione offrendo al mercato alternative di cui i consumatori accorti possono trarre grandi soddisfazioni. Questi spumanti si armonizzano ottimamente al pala-to esaltandosi vicendevolmente in un tripudio di sapori, aromi e profumi. All’antipasto è stato abbinato il Gaudio
Magno, Passerina 100% dell’azienda Cocci Grifoni, per seguire con l’Opale, dell’azienda Moncaro ricavato al 100% da Verdicchio dei Castelli di Jesi che si sposava benissimo con le Reginette al baccalà, ambedue spumanti brut Doc ottenuti con metodo Charmat. Con le seppie è esploso con tutti i sentori e profumi il Madreperla, produzione sempre dall’azienda Moncaro, spu-mante brut metodo classico, compo-sto da Verdicchio all’80% ed il restante 20% da uve Montepulciano d’Abruzzo cui conferisce una buona persistenza. Le uve di Verdicchio sono sottoposte ad una pressatura soffice dei grappoli interi, mentre le uve di Montepulciano sono pressate in maniera soffice dopo raffredamento. L’imbottigliamento av-viene in primavera a la rifermentazione in bottiglia prevede una presa di spu-ma molto lenta. Il prodotto riposa sui lieviti per 36 mesi. Il liqueur d’expedi-tion è ottenuto con Verdicchio Riserva di varie annate e una piccola aggiunta di acquavite di vino Verdicchio sta-gionato per 3 anni in barrique: senza dubbio il re della serata. Con il des-sert non poteva mancare l’Ametista, spumante dolce, ottenuto con le uve Lacrima ed il metodo Charmat, sem-pre di Moncaro. Il successo è stato decretato dai grandi applausi alla bri-gata di cucina ed al rango di servizio guidati, rispettivamente dai due conti-tolari Matteo e Tiziana Duè (nella foto mentre intrattiene i commensali). Una bella serata per una degustazione ve-ramente da meditazione.
Notizia inviata da Tiziano Taccoladella Delegazione di Pisa Litorale
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 57070
fin amiglia
Con la Fisar di Pisa alla riscopertadella bonifica di Massaciuccoli
Nel 1463 la Repubblica di
Lucca prende il territorio della
marina e nel 1488 fu fondata
la società Maona che nel 1500 tentò
senza successo la bonifica idrauli-
ca del territorio. Dopo diversi tenta-
tivi non riusciti, prima del fiammingo
Guglielmo Raet e poi dell’olandese
Van Der Street, finalmente nel 1908
il lago diventa pubblico. La bonifica
del lago e delle paludi venne iscritta
nel Testo Unico della leggi sulle bo-
nificazioni il 30 dicembre del 1923 n°
3256. Il compimento di tale opera si
ebbe nel 1938 e oggi il comprensorio
si estende per 38 mila ettari che per
buona parte erano terreni paludosi e
malsani. Al limite estremo della gran-
de bonifica di Massaciuccoli, immer-
so nel verde del Parco Naturale di
Migliarino, a lato della vecchia e stori-
ca statale Aurelia si trova il ristorante
“La Bufalina” di Vecchiano, località al
confine del Pisano, dove l’ambiente
circostante risente enormemente del
flusso magico di Torre del Lago. In
principio la costruzione era una casa
colonica con tutti i suoi buoni requisi-
ti, ma circa quarant’anni fa avvenne la
trasformazione: divenne un ristorante
con una buona cucina tipica attenta
alle tradizioni. Prese il nome dal cana-
le che passa qui a lato che, come in
origine, è tornato a congiungere il Mar
Tirreno al lago di Massaciuccoli. Non
sono molte le trasformazioni esterne
che la struttura ha subito,soprattutto
per far in modo che non si perdesse-
ro, nella corsa del tempo, le caratteri-
stiche della ristorazione che riportano
la mente ai ricordi di quell’epoca, per
cui, all’interno, tra le mura di pietra e
soffitti con travi di un tempo, il calore è
rimasto inalterato.L’ambiente è caldo
ed ospitale, il personale competen-
te e gentile e molti clienti decidono
di festeggiare qui le loro ricorrenze.
Grazie alle tante piccole e grandi sto-
rie vissute, amicizie, passioni, amori
che hanno lasciato tra le mura un po’
delle loro emozioni, questo ristorante
è diventato sempre piu’ importante e
punto di riferimento per pranzi familiari
e di cerimonia per le ultime generazio-
ni nonchè luogo d’incontri di lavoro o
di svago. Il giardino a lato del casale,
che consente di mangiare all’aperto
appena la temperatura lo permette,
è diviso in alcuni piccoli gazebi con al
centro una divertente fontana atta ad
infondere un maggior senso di frescu-
ra nelle calde serate estive. Ed è pro-
prio in quest’ultima parte che Liana
Benini, responsabile dei Sommelier
della Fisar di Pisa, ha voluto celebra-
re la tradizionale cena d’Estate sotto
le stelle. Subito il calice di benvenu-
to: Prosecco di Valdobbiadene, vino
con particolari note fruttate servito
con stuzzichini salati vari ed una volta
al tavolo gli antipasti: mousse di na-
sello, gamberoni all’agro con salsa
sciamura (sorta di passato di pomo-
dori aromatizzato), saccottini di sfo-
Il vino sotto le stelle con la Delegazionedi Lucca-Garfagnana
71Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 71
fin amiglia
glia con pesce e zucchini, involtino di
melanzana ai crostacei gratinato con
pomodorini Pachino, accompagnati
dal Vermentino di Gallura Cucaione
Docg dell’azienda Mancini. Il risotto
alla marinara, servito al dente e ricco
di sapori, con i paccheri alla trabac-
colara, condimento tipico viareggino
ottenuto con pesce “povero”, ma de-
cisamente gustoso, hanno contribuito
alla dotta disquisizione sulle versatilità
del medesimo Cucaione. Sulle suc-
cessive pietanze: branzino al forno
con verdure gratinate e fritto alla via-
reggina, è stato abbinato il Mancini
Primo, sempre Vermentino di Gallura
docg della medesima azienda, dalla
giusta acidità e con note profumate
superiori, dove il vino vermentino in
purezza vinificato con criomacerazio-
ne si è ben fuso con i piatti proposti. In
chiusura pasticceria secca di produ-
zione propria con ricchezza di biscot-
tini e pasticcini bagnati dal Passito di
Pantelleria. La cena decisamente gra-
devole si è caratterizzata per i tempi di
servizio dilatati che hanno costretto i
nostri bravissimi sommelier, Massimo
Marchi e Lorenzo Mariotti, a dei vir-
tuosismi per servire comunque i vini
alla giusta temperatura, anche se l’al-
lungar dei tempi ha favorito le discus-
sioni sui vini. In particolare il secondo
vermentino che, per effetto della crio-
macerazione, avrebbe dovuto svilup-
pare maggiori sentori floreali,mentre
per alcuni, il vegetale diventava preva-
lente, togliendo un po’ di equilibrio al
vino. Ma a parlar di vino non si invec-
chia mai! Al termine i convenuti hanno
ringraziato con un caloroso applauso
il titolare Antonio Landucci, l’orga-
nizzatrice della serata Liana Benini, il
Rango di servizio e la Brigata di cucina.
Notizia inviata da Tiziano Taccola
della Delegazione di Pisa
Il 10 e 11 di agosto si sono svolte,
nell’ambito della manifestazione
calici di stelle 2012, due serate
organizzate dalla F.I.S.A.R delegazio-
ne di Lucca-Garfagnana, in collabora-
zione con il Comune di Capannori e la
Strada del Vino e dell’Olio di Lucca,
Montecarlo, Versilia.
Le numerose persone presenti hanno
potuto degustare i migliori vini prodotti
dalle 27 aziende associate per un
totale di oltre 100 etichette guidate
dai sommelier della federazione
e dai produttori delle aziende; le
degustazioni sono state tenute nel
giardino della splendida e suggestiva
Villa Lazzareschi, un luogo prestigioso
e raffinato per un evento veramente
speciale, dimora storica del ‘700, nella
frazione di Camigliano di Capannori.
Nel retro della villa, in una zona buia
appositamente allestita, i partecipanti
hanno potuto osservare le stelle
guidati dal Direttore dell’Osservatorio
Ast ronomico-Ambientomet r ico
del comune di Capannori, Matteo
Santangelo.
Un piccolo salotto sotto una secolare
magnolia è stato riservato agli “Amici
della dolcevita”, per degustare in
tranquillità il piacere e il gusto del
sigaro italiano.
Nel gazebo della splendida limonaia
è stata allestita una mostra di dipinti
del noto pittore lucchese Giampaolo
Bianchi.
A completare la serata, Il Mago
Woland ha allestito spettacoli di magia
mentre dal Conservatorio di Musica
Elettronica “L.Cherubini” di Firenze, la
giovane allieva Margherita, ha allietato
i numerosi presenti con note classiche
e opere liriche, contribuendo a rendere
ancora più magica e senza tempo
l’atmosfera.
All’uscita uno spazio è stato dedicato
alla prevenzione grazie alla presenza
della Polizia Municipale di Capannori,
che su richiesta ha dato la possibilità
di utilizzare l’etilometro per diffondere
la cultura del bere consapevole nel
rispetto della vita.
Notizia inviata da Toschi Roberto della
delegazione Lucca-Garfagnana
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 57272
fin amiglia
La delegazione pisanaal Cosmopolitan Golf Club
La Fisar di Prato consegna gli attestati
Un compleanno di 140 anni per Marina di Pisa ed 80
anni per Tirrenia-Calambrone! Un festeggiamento
caldeggiato da “La Nazione”, la Confcommercio
ed il SIB-Sindacato Balneari, Boccadarno Porto di Pisa
SPA, Provincia di Pisa con gli sponsor Tirrenia Doc Caffè
e Akua Keta. Le origini di Marina di Pisa sono legate alla
lontana vicenda del litorale pisano, fin da quando il re
Vittorio Emanuele II revocò il privilegio, concesso dai Lorena
ai pisani, di usufruizione del territorio a nord di boccadarno,
i quali dovettero trasferirsi sulla riva sinistra dell’Arno.
Nacque così Marina di Pisa, ricca di frequentazioni illustri
dove in seguito si installò il cantiere aeronautico dei
famosi idrovolanti tedeschi Dornier Wal che ne segnò il
destino. Diversa la nascita di Tirrenia, voluta da Mussolini
nel 1932 per farne la sede del rinnovato cinema italiano,
e di Calambrone dove in pochi anni sorsero le grandi
colonie simbolo del welfare fascista. Luoghi che hanno
visto il passare di personaggi illustri e famosi: D’Annunzio
e la Duse, Giuseppe Viviani, Giovacchino Forzano e il
cinema nei teatri di posa della Pisorno con i grandi divi
d’anteguerra, ma anche Carlo Ponti e Sofia Loren, Vittorio
De Sica e Federico Fellini nonché l’indimenticabile Alberto
Sordi. Una festa resa ancor più scenografica grazie alla
location intorno alla piscina del Cosmopolitan Golf Club
e mirabilmente condotta dal giornalista Massimo Marini,
che ha visto il culmine con il taglio della magnifica torta,
pan di Spagna e crema pasticcera, offerta da La Nazione,
ed il servizio “calici” effettuato dai bravissimi Sommelier
Simone Cantoni e Franco Barsotti che hanno servito per
il brindisi benaugurale il Moscato di Cesarini Sforza sotto
gli occhi attenti del delegato provinciale della Fisar di Pisa
e Litorale Mariacristina Messina. Il perfetto abbinamento
è stato possibile grazie alla gentile e gratuita fornitura
delle bottiglie fatta da Franco Barsotti, titolare insieme alla
moglie dell’enoteca “Terre di Toscana” a Mezzana. È stata
quindi presentata la maglietta “T-short” commemorativa
dell’evento, indossata per l’occasione da quattro belle
ragazze cha hanno sfilato sulla terrazza, Rachele Banti,
Giulia Mattolini, Alessia Nencini e Irene Salvini.Notizia inviata da Tiziano Taccola
della Delegazione di Pisa e Litorale
Ancora una volta, una location di grande prestigio,
la rinascimentale villa Le Farnete, ha rappresentato
la degna cornice per la serata conclusiva dell’anno
sociale della Delegazione Pratese, tenutasi il giorno otto
Giugno 2012, durante la quale sono stati consegnati gli
attestati ai trentasette corsisti di primo livello che hanno
superato brillantemente la prova finale.
È stata l’occasione per presentare un produttore friulano
ed i suoi vini: Stanislao Radikon. L’Azienda Radikon, è si-
tuata sulle alture di Oslavia, Gorizia, nel cuore del Collio; i
suoi terreni rispondono a requisiti ottimali per una viticoltu-
ra di eccellenza.
73Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 73
fin amiglia
Dopo i saluti del Delegato, Alessio
Vitali, la parola è stata data al pro-
duttore, che ha spiegato la filosofia
del “vino naturale”. Sono vini prodotti
senza l’aggiunta di alcun conservante,
per cui, come ha affermato lo stesso
produttore, “sono totalmente genuini”.
La presenza di qualche velatura è do-
vuta all’assenza di filtrazione; il colore
molto intenso anche per i bianchi è
legato al particolare tipo di macerazio-
ne, e ad una fermentazione molto lun-
ga. I vini Radikon sono stati abbinati a
piatti squisiti, curati da chef di grande
prestigio e maestria:
Un involtino di asparagi e crudo di
Cormons, con Frico di patate al
Montasio è stato gustato assieme ad
un Jakot 2006, al 100% tocai friulano.
Una Ribolla gialla 2006 ha accompa-
gnato un risotto ai funghi porcini pro-
fumato alla Nepitella.
A seguire, un secondo piatto di
Maialetto primavera con riduzione di
Ribolla gialla, a cui è stato abbinato
un Oslavje 2006, costituito da Pinot
grigio, Sauvignon e Chardonnay.
Dulcis in fundo, accanto ad un for-
maggio vaccino stagionato Oro Nero,
un Merlot 2002.
In questa serata, la Delegazione pra-
tese ha avuto il piacere di avere come
ospite d’onore la signora Claudia
Marinelli, Consigliere Nazionale Fisar.
Altro gradito ospite della serata è sta-
to Luca Lumini, il Delegato FISAR del-
la Versilia. Momenti di grande allegria,
che hanno visto come protagonisti
soprattutto i Corsisti di primo livello. Il
gruppo, molto numeroso, guidato dal
Direttore di Corso Vanda Ingarozza, si
è distinto per l’interesse e la serietà po-
sta in questo loro primo approccio alla
cultura del vino. Un’altra caratteristica
ha contraddistinto questo gruppo: la
socializzazione, che è stata visibile in
questa serata briosa, e che, insieme
alla passione da loro dimostrata, rap-
presenta certamente uno dei motivi
che fa ben sperare nella prosecuzione
dello studio del vino per questi appas-
sionati cultori del variegato mondo
dell’enologia.
Gli attestati sono stati consegnati fra
gli applausi dal Consigliere Nazionale
Claudia Marinelli e dal Direttore di
Corso Vanda Ingarozza. Al nuovo
Consiglio, che era presente al com-
pleto, va il plauso per la buona riuscita
della serata. Il servizio è stato assicura-
to, con professionalità, dai Sommelier:
Gionni Bonistalli, Paola Cappellini,
Fabrizio Fabbri, Simona Gaiffi.
Notizia inviata daVanda Ingarozza,
Delegazione FISAR di Prato
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 57474
fin amiglia
La Delegazione di Salerno a Di Cantina in Cantina
Ci sono molti ottimi vini che non
hanno una storia da raccon-
tare. Ci sono splendide storie
che non sono supportate da un buon
vino. Ma ci sono anche delle eccezio-
ni, che rappresentano le eccellenze
del Made in Italy nel mondo del vino e
che evocano il vero spirito italiano.
Nel mondo siamo da sempre definiti
passionali e di cuore, e non è falso.
Sono alcune delle nostre migliori pe-
culiarità.
Aggettivi che calzano a pennello an-
che addosso ad una grande signora
del vino, Silvia Imparato, madre del
celebre Montevetrano. È nel bel mez-
zo della sua carriera di foto-reporter
che arriva la chiamata della “terra” e
del “vino”, e lei non ci pensò su due
volte.
In una storica ed interessante pro-
prietà di famiglia, a pochi chilometri
dalla città di Salerno, diede vita alla
sua azienda agricola. Era il 1991
quando - con le prime bottiglie ver-
sate nei calici – ci si rese conto che
non si trattava di un divertimento tra
amici, ma di una interessante scom-
messa.
Ecco soltanto alcune delle ragioni per
cui nel tour “Di Cantina in Cantina”
della FISAR Salerno è stata prevista
una visita all’azienda dei Picentini.
Tra la macchia mediterranea, aree
boschive, ulivi e vigneti, il delegato
Alberto Giannattasio ha guidato una
folta delegazione di sommelier ed
aspiranti tali alla scoperta di una zona
divenuta un riferimento nel panorama
vitivinicolo italiano.
Non è mancato un momento didatti-
co volto alla conoscenza della storia
del luogo ed alla ricchezza botanica,
curato da Guido Medolla, esperto e
studioso di tradizioni gastronomiche e
proprietà salutistiche di erbe e cibi.
Il castello di Montevetrano si erge sul-
la sommità della collina, presidio d’os-
servazione per l’accesso alla Valle.
Castrum romano sin dal III secolo a.
C., tra l’XI ed il XII secolo venne dota-
to di mura perimetrali, aperte sul lato
nord dall’antica porta di accesso.
Al termine della degustazione guidata
assieme a Silvia Imparato, dove si è
ampiamente discusso della possibili-
tà di servire a temperature più basse
un vino di questo calibro, è seguito un
momento di sperimentazione gastro-
nomica.
Celebrando la Campania è stato ser-
vito un babà della Pasticceria Iuliano,
accompagnato da una riduzione di
Montevetrano. La consegna del taste
vin all’imprenditrice ha chiuso un’inten-
sa giornata di degustazioni ed appro-
fondimenti, volti a conoscere da vicino
le migliori aziende del salernitano.
Notizia inviata da Antonella Petittiper la Delegazione di Salerno
75Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 75
fin amiglia
La Delegazione di Veneziaconsegna gli attestati di sommelier
‘Per aspera ad astra’ con
questo motto venerdì
15 giugno il Delegato di
Venezia, Lorenzo De Rossi, ha voluto
salutare i neo sommelier della nostra
Delegazione.
In effetti il cursus studiorum per alcuni
di loro era iniziato nel 2009 poi, per
accadimenti che sono venuti incro-
ciandosi, il ciclo di studi si è potuto
concludere solo oggi.
Il corso di terzo livello si è tenuto nel-
la piccola ma suggestiva Sala degli
Specchi del Ristorante ‘Le Maschere’,
il ristorante che si trova all’interno dell’
Hotel Spendid Venice è gestito dal-
la famiglia Marsilli, nello specifico da
Matteo ed Alessandro coadiuvati, tra
gli altri da Anna, Christian e dallo chef
Massimo, siamo nel cuore della città,
a due passi dal Ponte di Rialto e da
Piazza San Marco.
Come spesso accade, le lezioni più
interattive del 3° livello hanno per-
messo ai corsisti, provenienti da per-
corsi diversi, di rafforzare i rapporti in-
terpersonali, favorendo il nascere ed il
consolidarsi di amicizie.
Per la cena della consegna degli atte-
stati è stato scelto il ristorante ‘Vecia
Cavana’, sempre nel cuore della città,
sempre gestito dalla famiglia Marsilli
qui presente con il capo famiglia
Luciano ed il figlio maggiore Enrico.
L’aperitivo, in apertura di serata, è
stato servito nello spazio più tipico
che si possa trovare a Venezia: la cal-
le, quella antistante il ristorante.
Sono stati serviti apetizer e salatini ac-
compagnati da Prosecco in versione
magnum D.o.c.g. Extra Dry Carpenè
Malvolti e dall’Aperitivo della Casa,
l’ambientazione ha favorito la conver-
sazione tra i presenti facilitati anche
dalla bellissima serata estiva.
Terminato l’aperitivo gli ospiti si sono
accomodati in sala, i colleghi som-
melier Daniela Serena e Massimo
Piacentini hanno servito nell’ordine:
Prosecco Colsaliz Extra dry con gli
antipasti: Tris con granceola, canoc-
chie, gamberetti polenta ed Assaggio
di baccalà mantecato con polenta,
Pinot Grigio Villanova D.o.c. Collio
con i Tagliolini con scampi e punte
di asparagi, il Risotto ai frutti di mare
ed anche il secondo piatto, Rombo
dell’Adriatico al forno con insalatina
novella.
Presenti assieme al Delegato ed al
Segretario i Consiglieri di Delegazione
Cristina Lucchesi ed Emiliana Rosada,
la serata è scivolata via in un clima fa-
miliare ed amichevole, dopo il sorbet-
to mela verde e prima del dolce, si è
passati alla parte istituzionale, dappri-
ma sono stati consegnati gli attestati
ad alcuni dei partecipanti al corso di
primo livello da poco conclusosi a
Mestre, tra loro Sonia Bovo ed Anna
Cardin, le migliori del corso, hanno
anche ricevuto due cofanetti accom-
pagnati da attestato offerti da Casa
Carpenè Malvolti.
Si è quindi passati alla consegna ai
neo sommelier degli attestati da par-
te del Delegato, Lorenzo De Rossi,
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 57676
La Delegazione della versiliaconsegna di attestati di qualifica
fin amiglia
e dei tastevin da parte di Stefania
Rizzo, Segretario di Delegazione ed
aiuto direttore del corso, tastevin
con cui è stato insignito ciascuno dei
‘miei ragazzi’: Cristian Barban, Ines
Costa, Francesca Krippner, Ottavia
Magnanini, Alaster Pechy, Ubaldo
Rizzo, Nicola Sabbatini, Enrico Sambo,
Gabriella Sandi, Dario Spezzamonte e
Jole Vascon, mancava Alvise Finco,
giustificato nel non essere presente
perché in trepidante attesa di Gioele, il
primogenito, che sarebbe venuto alla
luce di lì a pochi giorni.
Alla fine della premiazione è stato ri-
chiamato Nicola Sabbatini quale mi-
glior corsista ed anche a lui sono
andati attestato e cofanetto offerti da
Carpenè Malvolti
In un breve discorso Lorenzo De
Rossi ha invitato tutti i neo somme-
lier a rimanere vicini alla Delegazione
auspicando che molti di loro vogliano
diventare parte attiva all’interno della
Delegazione stessa, ha quindi ricor-
dato che tutti saremo impegnati con
il Congresso Nazionale Elettivo 2012
che si terrà a Venezia il 13 e 14 otto-
bre p.v.
Ha fatto seguito una graditissima sor-
presa che i corsisti hanno voluto riser-
vare a chi li ha accompagnati durante
i tre corsi, Stefania Rizzo ed il sotto-
scritto: a ciascuno dei due è stato
donato un bellissimo calice di Murano
personalizzato ed impreziosito dal
nome scritto sulla base, l’emozione ci
ha sopraffatto lasciandoci per un atti-
mo senza parole.
La cena si è conclusa con la Zuppa
inglese della casa accompagnata da
Sium D.O.C. Colli Orientali del Friuli
connubio di Picolit e Verduzzo azien-
da La Viarte, Sium in friulano significa
sogno e siamo certi che la conquista
del tastevin sia stata, visti i sorrisi di-
spensati da tutti, il coronamento di un
sogno da tempo vagheggiato.
Notizia inviata da Lucio
Chiaranda Delegazione Venezia
Il 21 Maggio scorso nella splendida
cornice del Castello di Brolio,
dove il Barone Bettino Ricasoli
dette i natali ad uno dei più famosi
vini del mondo, Il Chianti Classico, la
Delegazione Versilia ha organizzato
una gita in occasione della consegna
degli attestati ai neo sommelier.Gli
oltre 50 partecipanti hanno iniziato il
tour nel primo pomeriggio, abilmente
guidati dal personale addetto della
tenuta Ricasoli, con la visita del
Castello, del museo e dei bellissimi
giardini con vista su tutto il territorio
senese fino al Monte Amiata e oltre,
godendo della bella giornata di sole e di
una natura particolarmente rigogliosa
visto il periodo. Molto interessante
è stata la visita al museo dove sono
raccolti alcuni cimeli risorgimentali
appartenuti al Barone Bettino Ricasoli
che raccontano della Sua vita di
uomo politico e di primo ministro
del neonato Regno di Italia nonché
coofondatore del quotidiano “La
Nazione” accademico dei Georgofili.
Quindi trasferimento in cantina per
La ristorazione e la Fisar livornese sono in lutto per la morte (a 75 anni) di Mario Pellegrini
fin amiglia
la visita e la degustazione dei primi
quattro vini (Brolio Chianti Classico,
Rocca Guicciarda Riserva, Casalferro
e Castello di Brolio) nel bel locale
una volta adibito a barriccaia e ora
sala degustazione e piccolo centro
congressi. A seguire, proprio nel centro
congressi, si è tenuta la cerimonia
della consegna dei diplomi ai sedici
neo sommelliers alla presenza anche
della responsabile del Centro Tecnico
Nazionale Signora Marinella Bozzola
oltre al Consiglio delladelegazione al
gran completo. Successivamente tutti
alla vicina “Locanda del Castello” per
la cena incentrata su piatti tipici della
zona del Chianti accompagnati
da altri quattro vini dell’Azienda
non degustati in precedenza e più
precisamente Torricella IGT Toscana
2010, Brolio Chianti Classico 2010,
Casalferro IGT Toscana 2006 e
Granello Passito. Molto apprezzato,
stando ai commenti, l’abbinamento
del “Colleferro”, Merlot in purezza,
con la classica bistecca alla
fiorentina. Mancavano pochi minuti a
mezzanotte, quando tutti partecipanti
si ritrovavano nel piazzale antistante l’
Azienda dove gli aspettava il Pullman
che, in poco più di due ore, riportava
tutti a a destinazione. Rimane il
ricordo di una bella giornata sotto il
sole della Toscana, in un luogo fra i
più affascinanti della regione sia da
un punto di vista culturale, storico e
ovviamente enogastronomico. Un
grande ringraziamento va a tutto lo
staff dell’Azienda Barone Ricasoli che
con puntualità e professionalità ha
saputo davvero ben gestire questo
evento.
Notizia inviata da Luca Iacopini
della Delegazione della Versilia
77Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 77
Con lui se ne è andato uno dei protagonisti della gastronomia e del buon bere, due cose che
gli sono state a cuore fin dall’inizio del-la sua attività. Da tempo la salute lo stava abbandonando ed era sempre più difficile incontrarlo. Il suo impe-gno nella gastronomia era iniziato nel 1957 quando aprì il ristorante “Diva” a Ardenza. Dopo la guerra era quasi una scommessa aprire un locale dove mangiare bene, perché spesso si vole-va “solo” mangiare molto. Era nel dna di Mario fare scommesse e vincerle. Ma non gli bastava: oltre alla buona cucina voleva preparare il suo perso-nale (e quello degli altri ristoranti) an-che per quanto riguarda il servizio del vino. Così un gruppo di ristoratori si ritrovava a Volterra da Beppino Raspi per dare vita alla Federazione Italiana Sommelier tra Albergatori e Ristoratori. Dopo poco era stato tolto il tra per po-ter “aprire” anche agli amanti del buon
bere e degli abbinamenti cibo-vino. È stato un uomo ed uno chef che ha sempre guardato avanti e la sua lun-gimiranza è stata sempre premiata. Dopo pochi anni apre il ristorante “Il Romito” sulla splendida scogliera a sud della città. Un posto incantevole che, con l’aiuto della moglie e dei figli Mirco e Marco (che da tempo han-no preso le redini dell’azienda) lancia definitivamente tra i migliori della cit-tà labronica sia per quanto riguarda la cucina marinara che seguiva per-sonalmente sia negli acquisti del pe-sce, solo da pescatori “fidati” (e non poteva essere diversamente, visto il suo carattere) che in cucina, sia an-che nella selezione di vini toscani (e maremmani, la sua terra di origine). La riprova dell’affetto che circondava Mario Pellegrini si è avuta il giorno dei funerali ai quali hanno preso parte non solo i “colleghi” ma anche tanti cittadini che in questo modo hanno voluto ren-
dere omaggio ad una persona (o ad un personaggio) che ha dedicato tutta la vita a tenere alta la bandiera della cultura del buon mangiare e del buon bere. Non solo la Fisar perde un riferi-mento importante, anche se in questi ultimi tempi non era più presente ma i convivi della delegazione avevano nel ristorante “Il Romito” un punto di riferimento molto amato. Anche l’ex presidente Leonardo Nardi ha usato espressioni di ricordo e di affetto per la famiglia, ricordando un compagno di tante “trasferte” e di impegno per far crescere questa federazione che proprio quest’anno ha festeggiato i “primi” 40 anni di vita.Dalla redazione de “Il Sommelier” le condoglianze alla famiglia di Mario Pellegrini.
Notizia inviata daGianfranco Grossi
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5
Questa collaborazione ha visto come pro-
tagonisti la Fisar e la rivista Golfitaliano
nell’ambito di un circuito di gare svol-
tesi nei migliori Golf Club d’Italia.
La Fisar con i suoi Sommelier ha garantito il ser-
vizio vini presso le strutture ricettive e ricreative
dei club, proponendo e gestendo le degusta-
zioni dei vini e gli abbinamenti ai prodotti tipici.
Naturalmente è stato anche un momento im-
portante per qualificare e far conoscere il nostro
marchio in ambienti esclusivi e ricercati, ed in
tutte le tappe si è riscontrato da parte dei par-
tecipanti un forte interesse su quanto abbiamo
proposto.
Queste le Delegazioni che hanno partecipato:
Savona, Verona, Roma, Alessandria, Castelli di
Jesi Prato e Costa Etrusca, ed il socio Maurizio
Cappai che ha curato i servizi effettuati in Sarde-
gna; a tutte loro ed ai Sommelier il ringraziamento
della Fisar per aver partecipato all’evento ed aver
contribuito ad incrementarne l’immagine sul terri-
torio. Soddisfatti del successo ottenuto e con la
prospettiva di poter proseguire la collaborazione
anche il prossimo anno, si ringrazia la Direzione di
Golfitaliano cup nella persona del Direttore Dott.
Donato Ala e tutte le aziende che con i loro prodot-
ti di eccellenza sono state anch’esse protagoniste
del successo.
Si è conclusacon successo
la collaborazionetra FISAR e
GOLFITALIANO CUP
la segreteria Comunica
78
FEDERAZIONE I T A L I A N A S O M M E L I E RA L B E R G A T O R I
R I S T O R A T O R I
®®
26/ 05 GOLF SATURNIA (GR)
03/ 06 GOLF GARLENDA (SV)
10/ 06 GOLF CA’ DEGLI ULIVI (VR)
16/ 06 GOLF ARGENTARIO (GR)
23/ 06 GOLF LE PAVONIERE (PO)
01/ 07 GOLF OLGIATA (RM)
08/ 07 GOLF VERONA (VR)
15/ 07 GOLF COLLINE DEL GAVI (AL)
22/ 07 GOLF CONERO (AN)
19/ 08 GOLF IS ARENAS (OR)
22/ 08 GOLF PEVERO PORTO CERVO
28/ 10 - 04/ 11 Finale Soma Bay - Egitto
REGOLAMENTO COMPLETO su WWW.GOLFITALIANO.IT
79
Delegazione di Alessandria
Delegazione di Savona
Delegazione di Verona
Delegazione di Castelli di Jesi
Delegazione di Costa Etrusca
Maurizio Cappai per la Sardegna
Delegazione di Roma
Delegazione di Prato
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5
Un saluto a tutti gli amici fisariani, sono
Lorenzo De Rossi, Delegato di Venezia,
scrivo queste poche righe per raccon-
tarvi quanto abbiamo preparato per il Congresso
che si terrà a Venezia il 13 e 14 ottobre prossimi.
L’hotel prescelto il ‘Laguna Palace’ si trova a
Mestre ed è una struttura moderna, a cinque mi-
nuti dalla stazione ferroviaria, situato in una zona
della città da poco ri-urbanizzata, frequentata dai
giovani e sede di numerose attività, tra le altre il
distaccamento dell’Università di Ca’ Foscari.
La giornata di sabato sarà dedicata alle attivi-
tà istituzionali: Assemblea, Concorso Miglior
Sommelier F.I.S.A.R. 2012, Concorso ‘Divinando’,
inoltre, essendo il Congresso elettivo, come ora-
mai tutti sapete, troverete i seggi, quest’anno
aperti sia il sabato pomeriggio che la domenica
mattina.
Il Laguna Palace ha la peculiarità di avere una
darsena coperta da dove si può partire ed arriva-
re con le barche e proprio da qui partiremo con
grandi motoscafi nel tardo pomeriggio di sabato
percorrendo dapprima alcuni canali passando tra
l’altro vicino a Forte Marghera, uno dei forti au-
stro-francesi che costituivano il campo trincerato
di Mestre, linea di difesa di Venezia, la struttura
è rimasta praticamente inalterata, oltrepassato il
forte sbucheremo in laguna.
Attraversata la laguna risaliremo il Canal Grande
per giungere direttamente a Ca’ Vendramin
Calergi, sede non solo del Casinò Municipale ma
anche del Ristorante Wagner, dedicato per l’ap-
punto all’illustre musicista Richard Wagner che
qui abitò e si spense.
Il ristorante si trova al piano nobile, e lo splendido
salone che ospiterà la nostra Cena di Gala si af-
faccia proprio sul Canal Grande.
Anche il rientro sarà effettuato via acqua.
Congresso Venezia13-14 ottobre
Alcune informazionisul programmache ci attende.“
”
lorenzo De Rossi
80
San Giorgio Piazzetta S. Marco di notte
La domenica sarà dedicata alla visita di due delle
isole che costellano la Laguna di Venezia.
La prima è nota a tutti, si tratta di Murano, famo-
sa in tutto il mondo per la produzione del vetro
che le abili mani dei mastri vetrai sanno trasfor-
mare in vere opere d’arte.
Avremo la possibilità di visitare una delle forna-
ci e vedere come il vetro viene lavorato, fu la
Repubblica di Venezia a decretare il trasferimento
di questa attività da Venezia all’isola per evitare il
pericolo di incendi in città.
Sempre a Murano pranzeremo presso il Ristorante
ai Vetrai che il nostro socio Adino Boscolo gesti-
sce assieme alla sua famiglia.
La seconda isola che toccheremo è Sant’Erasmo,
si tratta di un’ isola molto estesa, più della metà
di Venezia, che sin dai tempi della Repubblica
Serenissima è ‘l’orto’ della città.
Qui un francese innamoratosi dell’isola, Michel
Thoulouze, assieme alla sua famiglia ha creato
una piccola azienda vinicola, forse può sembra-
re strano pensare ad un vitigno realizzato nel bel
mezzo della laguna ma la presenza della vite in
varie zone delle varie isole che compongono il
tessuto urbano ha radici che si perdono nella sto-
ria, non dimentichiamoci del ruolo che Venezia ha
avuto grazie alle sue attività commerciali nella dif-
fusione del vino in Italia, uno fra tutti la malvasia.
Michel ci accoglierà per farci visitare l’azienda,
farci scoprire quali stratagemmi l’uomo ha creato
per permettere alla vite e non solo di crescere in
un ambiente circondato da acqua salata e so-
prattutto farci degustare la sua creatura: ‘Orto di
Venezia’.
Terminate le visite ed il pranzo sempre via acqua
rientreremo all’hotel dove potremo aggirarci tra
gli stand di degustazione dei Consorzi in attesa
dei risultati delle votazioni e della proclamazione
degli eletti.
La giornata si chiuderà con un buffet pomeridia-
no e nell’occasione brinderemo ai neo Consiglieri
Nazionali. Se siete arrivati fino a qua vuol dire che
sono riuscito a catturare la vostra attenzione, non
vi resta ora che prenotare per veder concretizza-
to quanto vi ho anticipato.Vi attendo a Venezia
per potervi salutare di persona.
Murano - S. Maria e S. Donato
Punta salute (Canal Grande)
Per consentire la massima affluenza dei soci e dare ad ognuno la possibilità di esprime-
re le proprie preferenze, i seggi elettorali saranno aperti nella giornata di sabato dalle ore 12,00 alle ore 18,00 e nella giornata di domenica dalle ore 8,30 alle ore 14,00. Le operazioni di spoglio e conteggio dei voti avranno inizio subito dopo la chiusura dei seggi e la proclamazione degli eletti avverrà intorno alle ore 16,00.Ricordiamo che possono votare tutti i soci in re-gola con la quota associativa alla data di con-vocazione dell’assemblea (a termini di statuto 15 giorni prima della data prescelta). Possono candidarsi tutte le categorie di associati in regola
con la quota associativa e le candidature devo-no pervenire alla Segreteria Nazionale almeno 30 giorni prima dello svolgimento dell’Assemblea secondo le modalità previste dal Regolamento di attuazione dello statuto (scaricabile dal sito www.fisar.com) I soci impossibilitati ad interveni-re personalmente all’assemblea hanno facoltà di delegare un altro associato di loro fiducia a rap-presentarli ufficialmente. (il modulo per la delega è scaricabile dal sito FISAR o da richiedersi alla Segreteria Nazionale). Ogni associato può rap-presentare per delega massimo 9 (nove) asso-ciati. È possibile esprimere fino ad un massimo di 10 preferenze.
ELEZIONI CONSIGLIO NAZIONALE FISAR: COME SI VOTA”
8181
Il Sommelier Settembre-Ottobre - 2012 • n. 582
programmaassemblea nazionale elettiva 2012
VENEZIA-MESTRE
SABATO 13 ottoBRe
Ore 9,00 WELCOME COFFEEapertura operazioni di accredito dei soci
Ore 10,30Sala Congressi Laguna Palace Hotel****assemblea nazionale elettiva FisaR 2012(Costituzione commissioni elettorali, presentazioni dei candidati)
Ore 12,00apertura seggi elettoraliinizio operazioni di voto
Ore 13,00 Laguna Restaurantlight lunch
Ore 15,00 Laguna Palace Hotel****Sale riservateConcorso miglior sommelier dell’anno FisaR – trofeo RastalFinale torneo DiVinanDo 2012
Dalle ore 15,00 alle ore 18,00in contemporanea con le finali concorsi FISARstand Degustazione in collaborazione con i Consorzi del territorio
Ore 18,00Chiusura dei seggi elettorali e termine delle prove dei concorsi
Ore 19,00 VENEZIA AL TRAMONTOPartenza in lancia per Venezia dalla Darsena privata del laguna Palace Hotel ****aperitivo in navigazione con lo spettacolo del tramonto veneziano
Ore 20,30 CASINO’ DI VENEZIA RISTORANTE WAGNERGRAN GALà FISAR 2012Premiazioni Torneo Divinando e Miglior Sommelier FISAR-Trofeo RASTAL
Al termine rientro in hotel
DOMENICA 14 ottoBRe
Ore 8,30apertura seggi elettorali
Ore 9,30 VENEZIA E LE SUE ISOLEPartenza in lancia dalla Darsena privata del laguna Palace Hotel **** per un tour tra le isole di Venezia.
Ore 10,00 I VIGNETI DI SANT’ ERASMOVisita alla cantina di m. thoulouze “orto di Venezia” con aperitivo in cantina
Ore 11,30 I MASTRI VETRAIRaggiungiamo murano in lancia per una visita guidata con dimostrazione in fornace
Ore 12,30 A SPASSO PER MURANOPranzo tipico al Ristorante ai Vetrai.
Ore 14,00 LAGUNA PALACE HOTEL****Chiusura seggi elettorali ed inizio operazioni di spoglio.apertura stand Degustazione in collaborazione con i Consorzi del territorio
Ore 15,00 Rientro in hotel con taxi acqueo.
Ore 16,30Comunicazione risultati elettorali e proclamazione degli eletti.
Ore 17,00 Ombre e CicchettiFesteggiamo i nuovi consiglieri con un buffet pomeridiano
Ore 18,00 Chiusura Stand Degustazione e rientro alle proprie destinazioni
Saiagricola rappresenta oggi la concretizzazio-ne di un grande progetto enologico, un proget-to che da sempre ha considerato l’agricoltura
nella sua accezione migliore, ponendo al centro la Natura e le sue migliori espressioni locali con l’obiet-tivo di valorizzarne le caratteristiche per produrre al-cune tra le eccellenze italiane più apprezzate al mon-do. Ad oggi il Gruppo conta cinque tenute vitivinico-le ed una olivicola in 3 regioni (Toscana, Piemonte, Umbria), con quasi 5000 Ha di terreno di proprie-tà, dei quali circa 270 corrispondono a vigneti. Una patrimonio che costituisce l’anima pro-fonda di Saiagricola e che il nuovo ma-nagement, rappresentato dall’ammini-stratore delegato Domenico Terzano,
dal direttore commerciale marketing e comunicazio-ne Giuseppina Viglierchio e dall’enologo Riccardo Cotarella ha posizionato al centro di un designo volto a configurare sempre di più ogni cantina del Gruppo come ambasciatrice della sua denominazione. I ri-conoscimenti che la stampa italiana ed estera han-no attribuito al Vino Nobile di Montepulciano della Fattoria del Cerro, al Brunello di Montalcino de La Poderina, al Montefalco Sagrantino di Còlpetrone, al Vermentino di Monterufoli e alla Barbera d’Asti
della Tenuta dell’Arbiola, sono il frutto di un lavoro costante in armonia con il territorio e
dell’impegno continuo di uno staff alta-mente qualificato ed intimamente lega-to alla storia dei vini che ogni cantina
Al miglior Sommelier FISAR 2012 oltre al prestigioso Trofeo Rastal anche un premio speciale: un weekend alla Fattoria del Cerro per scoprire i segreti del Vino Nobile di Montepulciano
Luca Canapicchi - miglior Sommelier FISAR Trofeo Rastal 2011
1993: Claudia Marinelli, delegazione di Pontedera1994: Luca Barsanti, delegazione di Pisa1995: non assegnato1996: Angelo Catenacci, delegazione di Pisa1997: Stefano Cocchi, delegazione di Roma1998: Giorgio Laurini, delegazione Valdichiana1999: Vittorio Cardaci Ama, delegazione di Catania2000: Maria Annunziata Lamanna, delegaz. di Roma2001: Leonardo Ricci, delegazione di Viterbo2002: non disputato2003: Andrea Da Ros, delegazione di Treviso2004: Celis Gonzalos, delegazione di Ragusa2005: Luca Iacopini, delegazione di Pontedera2006: Natale Cadamuro, delegazione di Orvieto2007: Marta Chiavacci, delegazione di Lucca2008: Lorenzo Giannone, delegazione di Ragusa2009: Laura Sandoli, delegazione di Pavia2010: Karen Casagrande, delegazione di Treviso2011: Luca Canapicchi, delegazione di Livorno
A L B OD’ORO
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 5 83
Il Sommelier Settembre-Ottobre 2012 • n. 584
produce. Il sangiovese grosso, la barbera, il sagrantino e tutti gli altri vitigni specifici di ogni tenuta, prima ancora di esse-re la base fondamentale di un progetto commerciale, sono soprattutto elementi impre-scindibili del vivere quotidia-no degli uomini e delle donne che lavorano in Saiagricola e partecipano di un immaginario collettivo che solo chi da sem-pre vive la vigna può ricono-scere come proprio.È questo personale senso di par-tecipazione comune che spie-ga anche il profondo legame di Saiagricola con i propri partner commerciali, da sempre consi-derati i migliori divulgatori, verso i consumatori, dell’affidabilità e del-la costanza qualitativa raggiunta nel tempo da tutte le aziende del gruppo.
FATTORIA DEL CERROFattoria del Cerro, con i suoi 93 ettari iscritti all’Albo del Vino Nobile, è la più grande realtà pri-vata produttrice di Vino Nobile di Montepulciano, in provincia di
Siena. L’ampiezza e la varietà di esposizione dei suoi vigneti ga-rantiscono quindi la possibilità di selezionare, a seconda dell’anna-ta, le migliori uve per produrre vini di alta qualità. Il Prugnolo Gentile, vitigno alla base del Nobile di Montepulciano D.O.C.G., è un Sangiovese tipico della zona che nel corso dei secoli si è adat-tato al terreno ed al clima tipici della zona. Il Vino Nobile vie-ne prodotto in tre versioni: Vino Nobile di Montepulciano D.O.C.G., la Riserva Vino Nobile di Montepulciano Riserva D.O.C.G., e la selezione Vino Nobile di Montepulciano “Antica Chiusina” D.O.C.G..Il continuo e costante impegno e la consapevolezza di operare in uno dei territori più vocati dell’Italia eno-logica ha permesso alla Fattoria del Cerro di raggiungere obiettivi di assoluta eccellenza, testimoniati dall’ottenimento dei più importanti riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale, ultimo dei quali, in ordine di tempo, è stato il pre-mio come Miglior Vino Rosso dell’anno ottenuto proprio dal Vino Nobile di Montepulciano nel corso della manifestazio-ne “Premio Internazionale del Vino” organizzato da AIS Bibenda (primo Vino Nobile di sempre ad aggiudicarsi questo importantissi-mo riconoscimento) e la selezio-ne tra le 100 migliori cantine d’Italia
al recente Vinitaly 2012 all’interno
dell’evento “Opera Wine” prestigio-sa degustazione organizzata da Wine Spectator insieme a Veronafiere.
Superficie aziendale comples-siva: di proprietà, 601 ha;Estensione a vigneto: 170 ha di cui:- 93 ha iscritti all’Albo del Vino
Nobile di Montepulciano- 36 ha iscritti all’Albo del Rosso
di Montepulciano- 20 ha iscritti all’Albo del Chianti
Colli Senesi- 21 ha coltivati con vitigni:
Colorino, Merlot, Chardonnay.
Altre produzioni: 13 ha oliveto- 180 ha bosco- 241 ha seminativo.Composizione e caratteristi-che del terreno: i terreni sono di origine pliocenica di medio impa-sto con presenza di conchiglie e sassi. Localmente hanno consi-stenza franco argillosa.
Altitudine media dei vigneti: 350-450 m s.l.m.Densità ad ha: i vigneti più vecchi 3300 piante ad ha; i nuovi impianti 5000 piante ad ha.
Forma di allevamento: cordone speronato.D. Terzano, G. Viglierchio, R. Cotarella
per informazioni e ordini: Segreteria Nazionale
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