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LA SALUTE DEL CITTADINO AL CENTRO DELLA GOVERNANCE
I PDTA
ANNA ROBERTI
13/06/2015
Il Chronic Care Model (CCM) è un modello per l’assistenza
Chronic Care Model
Il Chronic Care Model (CCM) è un modello per l’assistenza
per le malattie croniche sviluppato dal professor Wagner e
dai suoi colleghi del McColl Insitute for Healthcare
Innovation, in California.
Perché il Chronic Care Model
•cambiamento epidemiologico: popolazione sempre più anziana
•> patologie croniche < acute•> patologie croniche < acute
• degenze medie sempre più brevi
•sul territorio ricadute di pazienti sempre più impegnativi
Il nostro sistema è ancora ospedalocentrico
infatti si mobilita solo quando il paziente cronico si
aggrava, si scompensa, diventa “finalmente” un aggrava, si scompensa, diventa “finalmente” un
paziente acuto.
I sei elementi del Chronic Care Model
1.) Le risorse della comunità: gruppi di volontariato, gruppi di auto aiuto, centri per anziani.
2.) Le organizzazioni sanitarie. La gestione delle malattie croniche dovrebbeessere la priorità degli erogatori e dei finanziatori dell’assistenza sanitaria.
3.) Il supporto all’auto-cura. Nelle malattie croniche il paziente diventa il 3.) Il supporto all’auto-cura. Nelle malattie croniche il paziente diventa il protagonista attivo. La dieta, l’esercizio fisico, il monitoraggio (della pressione, del glucosio, del peso corporeo, etc.), l’uso dei farmaci – deve essere trasferito sotto il diretto controllo dei pazienti .
4.) L’organizzazione del team. team multiprofessionale costituito da MMMG –PdF, Infermieri CM, Medici Pubblici, personale amministrativo che si integrata in base alle competenze. La visita programmata è uno degli aspetti più significativi della nuova organizzazione.
I sei elementi del Chronic Care Model
5.) Il supporto alle decisioni. L’adozione di linee-guida forniscono al team gli standard per fornire un’assistenza ottimale ai pazienti cronici.
6.) I sistemi informativi. I sistemi informativi computerizzati svolgono tre importanti funzioni:
1)sistema di allerta che aiuta i team delle cure primarie ad 1)sistema di allerta che aiuta i team delle cure primarie ad attenersi alle linee-guida;
2)feedback sui i livelli di performance nei confronti degli indicatori delle malattie croniche, come i livelli di emoglobina A1c e di lipidi;
3)come registri di patologia per pianificare la cura individuale dei pazienti.
**I registri di patologia – una delle caratteristiche centrali del chronic care model – sono liste di tutti i pazienti con una determinata condizione cronica in carico a un team di cure primarie.
LA PIRAMIDE “CCM” c/o “KAISER-PERMANENTE”
CaseManagement
DiseaseManagement
Livello 2
Livello 3• Identificazione dei soggetti con malattie croniche
• Condivisione del rischio economico da parte degli operatori
• Riferimento a “pathways” clinici
• Stratificazione per rischio di
ALCUNE REGOLE DEL MODELLO
Management
Self Management
Livello 1
70-80%
• Stratificazione per rischio di aggravamento
• Informatizzazione dei dati. Condivisione.
• Cure intermedie “nurse led”
• Approccio multidisciplinare nel primarycare
• Forte integrazione primary care –specialisti
• Promozione del “self-care”
Sanità di iniziativa
GLI INDICATORI PER LA MMG IN LINEA SECONDA DEI CASI, A LIVELLO DI SINGOLO MEDICO /AZIENDA/ REGIONE.
Indicatori di processo
(es. ore di ambulatorio / casi in ADI)
Indicatori di qualità
(es. pazienti cronici con parametri vitali
monitorati)
Indicatori di esito
(es. soddisfazione paziente,
tasso di complicazioni secondarie)
Indicatori di appropriatezza
(es. governo spesa sanitaria)
La ASL nel 2012 ha promosso la programmazione clinica ed
operativa del PDTA sulla BPCO e nel 2013 sul diabete tipo 2 .
alla autovalutazione
ESPERIENZA NELLA ASL
RME: PDTA BPCO e DIABETE
TIPO 2
dall’autovalutazione
dell’appropriatezza
del consumo
di alcune molecole
della appropriatezza nella
gestione di una patologia
cronica
secondo linee guida
concordate ed
elementi tipici della medicina
di iniziativa
Identificazione della patologia nel contesto epidemiologico della
ASL RME
“Stato di salute” e “PREVALE”- www.deplazio.net
BPCO
•stimati circa 26.000 casi residenti
•solo il 35% utilizza in modo
Diabete tipo 2
•stimati 30.292 età 35+ anni
residenti•solo il 35% utilizza in modo
continuativo i farmaci inalatori
raccomandati dalle Linee Guida
•sotto-utilizzo dell’esame
funzionale respiratorio
(spirometria) per la diagnosi e la
stadiazione della malattia.
•soltanto il 33,8 % dei pazienti
diabetici ha effettuato il
monitoraggio dei parametri
biochimici, metabolici e
strumentali indicati dalle linee
guida nell’anno
nonostante l’offerta da parte di tante strutture
sanitarie pubbliche e accreditate anche di
eccellenza presenti nel nostro territorio.
Il territorio della ASL Roma E
BPCOIntervento Controlled Before and After
study- 4 Unità di Cure Primarie (UCP)
per ogni Distretto
per un totale di 78 MMG (17 %)
DIABETE tipo 2Intervento Controlled Before and After study- 4 Unità di Cure Primarie (UCP)
per ogni Distretto per un totale di 82MMG ( 18% )
Totale pazienti con BPCO 26.000
popolazione con intervento 21,1%
Totale pazienti con DM T2 32.290
popolazione con intervento 23,1 %
La popolazione con intervento è
rappresentata dai pazienti affetti da
BPCO (età ≥45 anni), residenti nella
ASL Roma E ed assistiti dai MMG
partecipanti allo studio.
La popolazione di controllo è
rappresentata dai pazienti affetti da
BPCO (età ≥ 45 anni), residenti nella
ASL Roma E ed assistiti da MMG non
partecipanti allo studio.
La popolazione con intervento è
rappresentata dai pazienti affetti da
Diabete tipo 2 (età 35-80 anni), residenti nella ASL Roma E ed assistiti
dai MMG partecipanti allo studio.
La popolazione di controllo è
rappresentata dai pazienti affetti da
Diabete tipo 2 (età 35-80 anni), residenti
nella ASL Roma E ed assistiti da MMG
non partecipanti allo studio.
popolazione con intervento 21,1%
popolazione di controllo 78,9% popolazione di controllo 76,9 %
Uso di farmaci inalatori
a lunga durata d’azione,
con o senza cortisonici inalatori,
durante 12 mesi
dopo la dimissione (n= 3817, 45+ anni, (n= 3817, 45+ anni,
regime ordinario/DH)
Lazio 2013
valore medio 36%
OSPEDALIZZAZIONE (regime ordinario)
per BPCO RIACUTIZZATA in
pazienti con BPCO (n=294.103)
Lazio 2013
tasso medio 12.1 x 1000 pazienti con BPCO
BPCO
Intervento Controlled Before and After
study- 4 Unità di Cure Primarie (UCP) per
ogni Distretto
DIABETE tipo 2
Intervento Controlled Before and After
study- 4 Unità di Cure Primarie (UCP)
per ogni Distretto
Supporto epidemiologico all’intervento
ogni Distretto
per un totale di 78 MMG (17 %)
popolazione con intervento 20,2% ( età>45 a )
per ogni Distretto
per un totale di 82 MMG ( 18% )
popolazione con intervento 23,1 %
( età 35 – 80a.)
Stimare l’impatto della sperimentazione dei PDTA nella ASL RME in
termini di uso delle risorse (farmaci e prestazioni specialistiche) e di
esiti clinici (accessi in PS e ospedalizzazioni) tra i pazienti beneficiari
dell’intervento attraverso un disegno di studio di coorte “prima -dopo”.
Rete integrata per la Gestione del paziente con BPCO nella ASL RME
S. Feliciano
La ASL ha strutturato la rete formale a livello macro , il distretto governa la flessibilità dei nodi della rete a livello locale
Ospedale S.Andrea
Percorso Integrato per la Gestione Percorso Integrato per la Gestione Percorso Integrato per la Gestione Percorso Integrato per la Gestione
del Diabete Mellito di tipo 2 nella ASL RMEdel Diabete Mellito di tipo 2 nella ASL RMEdel Diabete Mellito di tipo 2 nella ASL RMEdel Diabete Mellito di tipo 2 nella ASL RME
Ospedale S. Filippo Neri
Policlinico GemelliColumbus
OspedaleIDI
Ambulatorio Acismom
Ospedale S.Pietro FBF
Centro diabetologico Viale Angelico
Amb.Montespaccato
Amb.delle Vittorie
Amb. S. Maria della Pietà
Il gruppo di lavoro aziendale incaricato di progettare
l’intervento si è interfacciato costantemente con i
soggetti coinvolti (MMG, Specialisti , infermieri- care
manager ) al fine di costruire insieme il percorso,
Stesura del percorso
manager ) al fine di costruire insieme il percorso,
condividere le scelte cliniche ed organizzative e
soprattutto valutarne la fattibilità dell’intervento
Rete integrata del PDTA sulla BPCO:percorso, compiti e funzioni
Il Dipartimento di Epidemiologiainvia a ciascun MMG
la lista dei pazienti con BPCO
Il MMG ha il compito di promuovere l’attivazione della rete :
•valida la lista dei propri
pazienti inviati dal DEP
effettuare la spirometria ed
eventuale visita pneumologica
diagnosi e terapia dei casi
Ambulatori di I livello
Ambulatori di II livello
pazienti inviati dal DEP
•Esclude o include i pazienti
• Invia ad ambulatori I livello per:
•Effettua intervento breve sul fumo
•Stadia i pazienti in base
alle linee Guida GOLD
•Invia agli ambulatori di II livello per:
•Prescrive la terapia appropriata
in base alla categoria di stadiazione
•Invia agli ambulatori infermieristici per:
•Vaccinazione antinfluenzale
e antipneumococcica
•Segnala al CAD i casi complessi per
diagnosi e terapia dei casi
con ostruzione più grave
Educazione alla corretta assunzione dei farmaci prescrittiSviluppare un proprio piano delle emergenzeEducazione a corretti stili di vita: supporto per dieta, attività fisica; cessazione del fumoeffettuare le visite e i follow-up
Ambulatori infermieristici
Attivazione UVD
eventuale prescrizione di sostituti della nicotina o degli antagonisti dei
rec
Il Distretto
• promuove strategie basate sulla medicina d’iniziativa
• Analizza e monitorizza gli scostamenti rispetto agli
indicatori e agli standard condivisi
Rete integrata del PDTA sulla BPCO:percorso, compiti e
funzioni
indicatori e agli standard condivisi
IL Medico di Medicina Generale diventa membro di
un team multiprofessionaleLo specialista gestisce i pazienti che non riescono a
raggiungere un compenso soddisfacente
Ambulatori infermieristici: il care manager
promuove l’autonomia decisionale e l’autocura del paziente attraverso
l’empowerment. Compliance Empowerment
Rete integrata del PDTA sulla BPCO:percorso,
compiti e funzioni
“Fai quello che ti dico di fare”
“Decidiamo insieme quali sono le migliori cure che si adattano al tuo caso”
� Autoritativa
� Riduce l’autonomia del paziente
� Comprime la libertà di scelta
� E’ un processo negoziale
� Responsabilizza il paziente
� Considera i bisogni, le aspettative,
la cultura del paziente
Risultati
SIAS
N % N %
1. LABA opp. LABA+ICS 455 38.7 499 42.5 1.10
2.LABA 110 9.4 118 10.0 1.07
3.ICS 233 19.8 253 21.5 1.09
4. LABA e ICS 343 29.2 371 31.6 1.08
PRE-
INTERVENTO
POST-
INTERVENTO
RAPP
POST/PRE
A) FARMACOLOGICI
da soli
da soli
disgiunti4. LABA e ICS 343 29.2 371 31.6 1.08
5.LABA+ICS 371 31.6 408 34.7 1.10
6. num medio LABA 2.97 3.08 1.04
7. num medio LABA+ICS 2.91 2.81 0.96
disgiunti
combinati
Confronto tra secondo semestre 2013 (POST) vs secondo semestre 2012 (PRE)
B) VISITE E PRESTAZIONI SPECIALISTICHE
SIAS
N % N %
1.Visita pneumologica 97 8.3 163 13.9 1.68
2.Emogasanalisi 0 0.0 1 0.1
PRE-
INTERVENTO
POST-
INTERVENTO
RAPP
POST/PRE
2.Emogasanalisi 0 0.0 1 0.1
3.Monitoraggio incruento saturazione arteriosa 24 2.0 32 2.7 1.33
4.Spirometria 127 10.8 181 15.4 1.43
5. Esami funzionali respiratori (incl. Spirometria) 139 11.8 204 17.4 1.47
Confronto tra secondo semestre 2013 (POST) vs secondo semestre 2012 (PRE)
Regime ordinario: N N N
1.Tasso di ospedalizzazione(%) per tutte le cause 136 11.6 135 11.5 140 11.9 0.99 1.03
111 9.45 112 9.53 107 9.11 1.01 0.96
2.Proporzione di pazienti con almeno
un'ospedalizzazione
SIO
PRE-
INTERVENTO
(1/07/2012-
31/12/2012)
POST-
INTERVENTO
(1/07/2013-
31/12/2013)
POST-
INTERVENTO
(1/01/2014-
30/06/2014)
RAPP
POST/PRE
(I sem)
RAPP
POST/PRE
(II sem)
D) OSPEDALIZZAZIONI PER TUTTE LE CAUSE
111 9.45 112 9.53 107 9.11 1.01 0.96
Regime ordinario/DH: N N N
3.Tasso di ospedalizzazione(%) per tutte le cause 199 16.9 196 16.70 173 14.70 0.99 0.87
0.99 0.82159 13.5 131 11.2
un'ospedalizzazione
4.Proporzione di pazienti con almeno
un'ospedalizzazione 160 13.6
primo semestre 2014 (POST) vs secondo semestre 2012
(PRE)
secondo semestre 2013 (POST) vs secondo semestre 2012
(PRE)
andamento effettuazione glicata ed ECG- I e II semestre 2014
800
1000
1200
l’incremento della emoglobina glicata e del ECG prescritta ed effettuata dai pazienti
in carico ai medici di un distretto aderenti al PDTA nel corso del 2014 ( SIS)
0
200
400
600
I sem 2014 581 285
II sem 2014 869 708
diab in carico 1082 1082
glicata ECG
52%80%
25
%
65,4%
DCA 247/14 intervento 3:
COME PROCEDIAMO?
CONTESTO
riorganizzazione cure primarie e rete
territoriale
DALLE UCP ALLE AFT E UCCP (ENTRO 6 MESI DALL’ACN)
DCA 376/14
Art. 8 : presa in carico dei pazienti cronici- la Regione intende, tenuto
POTENZIAMENTO CURE PRIMARIE
Art. 8 : presa in carico dei pazienti cronici- la Regione intende, tenuto
conto delle esperienze in corso, avviare l’attività di presa in carico dei
pazienti cronici con i MMG i quali ricorreranno alla medicina di
iniziativa….secondo percorsi annuali pre-definiti e alla gestione dei pz
nell’ambito dei PDTA
I dati sanitari sia di origine ASL che dei MMG prodotti lungo il PDTA
saranno gestiti in cooperazione applicativa con le Case della Salute,
con i PS dei presidi ospedalieri
ALL2 (azioni della medicina Generale)
1 richiesta al pz di aderire al percorso con:
� costruzione lista pazienti sulla base dell’incrocio dei dati inviati dalla
POTENZIAMENTO CURE PRIMARIE
� costruzione lista pazienti sulla base dell’incrocio dei dati inviati dalla
ASL e quelli in possesso dello stesso medico
�Invito attivo dei pz eleggibili al percorso
�Consenso informato
2 prescrizione terapia e pacchetto da svolgere nel corso dell’anno
previste dal PDTA con richiamo attivo dei pazienti scarsamente
aderenti
3 rivalutazione del paziente nei controlli successivi
POTENZIAMENTO CURE PRIMARIE II
COMPENSO
Euro 15/pz preso in carico per PDTA
Euro 20/ pz preso in carico per comorbidità
- Adesione : su base volontaria? E se aderiscono tutti i MMG?
- Aggiornamento software della medicina generale, mantenendo
l’attuale gestionale: a carico di chi?
CONCLUSIONI
- -e se lo specialista prescrive altri esami: quale è la classe di priorità?
…………………………………………….
come procedere ???