la voce-062012

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64° anno - n.6 giugno 2012 Poste Italiane spa - Sped.in a.p.-D.L.353/2003 (conv.in l.27/02/2004 n.46)-art.1 comma 1-DCB Piacenza-Costo abbonamento annuo: euro 11-Pagamento assolto tramite versamento quota associativa-contiene i.p. Periodico di Coldiretti Piacenza c'è chi piace e chi piace Piace! d'ora in poi a Piacenza vorranno essere tutti "buoni come il pane"

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mensile " la voce dei coltivatori " numero di giugno 2012

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64° anno - n.6 giugno 2012

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Periodico di Coldiretti Piacenza

c'è chi piace e chi piace Piace!

d'ora in poi a Piacenza vorranno essere tutti "buoni come il pane"

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sommario

6

Latte: mission impossible

8 10

"Questo pomodoro è verde" ............................................................... 14La protesta contro l'abolizione dei Voucher ........................................ 16Finti agriturismi .................................................................................... 18APP di Terranostra ................................................................................ 18Cresce il progetto Filiera Agricola Italiana ..........................................21Acqua elemento essenziale per la vita .................................................22Terremoto: il primo bilancio dei danni nelle campagne .......................24Assemblea nazionale Giovani Impresa .................................................25CreditAgri .............................................................................................26Pomodoro: nuova ricerca svela proprietà salutari nelle radici .............26Alimentazione: pane piacentino ..........................................................27

Diritti di impianto

Dalla terra al pane

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CapVarie ...........................................................................................................................50

notizie in breveVarie ...........................................................................................................................49

epacaConvegno Interregionale Federpensionati Coldiretti .................................................46"Magnifica" ed esclusiva crociera per i pensionati Coldiretti .....................................47

Periodico mensiledi COLDIRETTI PIACENZA

Autorizzazione Tribunale di Piacenzan. 71 del 24 Giugno 1953

DirettoreMassimo Albano

Responsabile di redazioneElisabetta Montesissa

Direzione artisticaMarino Galli

Comitato editorialeAntonella Bazzini, Dario Panelli, Elisabetta Montesissa,

Laura Barbieri, Luca Piacenza, Maria Luisa Cassi, Maurizio Maffi

Hanno collaboratoAndrea Amani, Cinzia Pastorelli, Erika Marcotti,Giuseppina Spezia, Mia Magnani, Monica Maj,Nadia Marcotti, Riccardo Piras, Sabrina Cliti

Direzione, redazione e amministrazione:COLDIRETTI PIACENZAPalazzo dell’Agricoltura

29122 Piacenza via Colombo, 35Tel. 0523 596511 | Fax 0523 596596

[email protected]

Progetto grafico e impaginazione

Fotocomposizione e stampaGrafiche Lama Srl

Strada ai Dossi di Le Mose, 5/7, Piacenza

Il periodico ha una tiratura di 9.500 copie.Viene spedito ai Soci in regola con la quota associativa.

Non è in vendita.

In copertina:il pane piacentino presenta se stesso, esprimendo una qualità

che è figlia del territorio in cui viene creato,dal grano al prodotto finito,

con tutta la passione per le cose buone.

La Voce dei Coltivatori online: ..................................................................................... www.piacenza.coldiretti.it

Questo numero è stato chiuso in redazione il 3 giugno 2012

Titolare del trattamento dei dati personali nelle banche dati di uso redazionale è Federazione Provinciale Coldiretti di Piacenza. Gli interessati potranno esercitare i diritti previsti dal Dl.Lgs 196/2003 in materia di protezione dei dati personali, telefonando al n.0523 596511, e-mail: [email protected]

© tutti i diritti riservati

La Voce dei Coltivatori è stampato su carta di cellulosa certificata FSC con elevato contenuto di fibre di recupero, completamente biodegradabile e riciclabile.

un ricordo di Medoro Rebecchi

etichettopoliImpressioni da CIBUS alla ricerca del Made in Italy ........................................................30

fiscaletributario - Accertamenti finanziari e onere della prova .............................................44

eventi dal mondo agricoloLa pagina del Consorzio di Bonifica di Piacenza ........................................................31La pagina dell’Associazione Piacentina Latte.............................................................32La pagina del CIO (Consorzio Interregionale Ortofrutticoli) ......................................33La Voce della Cattolica ...............................................................................................34

tecnicoRinnovabili: la bozza del decreto ...............................................................................36Fitofarmaci: al via il nuovo registro dei trattamenti ...................................................39Allergeni nel vino .......................................................................................................41Circolazione macchine agricole ..................................................................................42

28

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Coltiviamo gli stessi interessiConsumatori, cittadini, produttori agricoli

Campagna Amica è la Fondazione che sostienel’agricoltura e l’alimentazione “made in Italy”,l’ambiente e il turismo in campagna.Promuove e organizza nuove forme di venditae di consumo che accorciano la filiera agroalimentaree che sono sostenibili, responsabili e vantaggioseper produttori e consumatori.

Ovvero il più grande circuito in Europa,per dimensioni economiche ed estensione territoriale,di produttori in vendita diretta ma anche il più grandecanale di consumo consapevole e sostenibiledel nostro Paese.

Il nostro obiettivo è quello di realizzare una“filera agricola tutta italiana”, capace di crearepiù concorrenza e più trasparenza, più poterecontrattuale per gli agricoltori e più vantaggi per icittadini.

La Rete a marchio Campagna Amica, ad oggi,è già partecipata da migliaia di aziende agricole,agriturismi, cooperative, consorzi agrari e da centinaiadi farmer’s market diffusi capillarmente su tutto ilterritorio italiano.

Promuove la Rete Nazionale di vendita direttadi Campagna Amica

www.campagnamica.itVia Nazionale 89/a - 00184 Roma (Italy)

Tel +39.06489931- Fax [email protected]

Pubblicita? CA:Layout 2 19-03-2012 14:58 Pagina IV

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nella foto, da sinistra, Simone Tosca, Pierluigi Scrocchi, Bruno Sivelli, Alfio Gherardi, Alfredo Parietti, Sabrina Dallagiovanna, Luigi Bisi, Giuseppe Colla

"DALLA TERRA AL PANE" nasce il pane "tutto" piacentino

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7

}Il progetto “Pane Piacentino” presentato in Ca-mera di Commercio lo scorso 27 aprile, intende valorizzare la nostra provincia attraverso un ali-mento base della dieta mediterranea e fortemente legato alla tradizione rurale. Il pane piacentino

certificato in tutti i passaggi della filiera, è identifi-cato da un bollino di riconoscimento, che ne attesta l’autenticità. L’antica ricetta usata per la produzione, messa a punto dall’Associazione Panificatori garanti-sce il sapore della tradizione piacentina ed il legame con i valori contadini.

Una filiera tutta piacentina rappresentata da una forma simbolo della tradizione locale. La treccia. Questi in sintesi i concetti che sono stati espressi durante la presentazione in Camera di Commercio che ha visto la presenza di tutte le associazioni protagoniste: Coldiretti, Confindustria, Libera Artigiani, Upa Federimpresa, Unione Commercianti, Consorzio Agrario provinciale, Mulino Dallagiovanna, Associazione panificatori, con il sostegno della Camera di Commercio. “In questo pane c’è Piacenza intera, ha sottolineato Elisabetta Montesissa, Responsabile Relazioni Esterne di Coldiretti Pia-cenza, durante la presentazione, aperta dal direttore Massimo Albano. “La filiera che abbiamo costruito, è agricola perché gli agricoltori tornano ad essere protagonisti delle proprie produ-zioni, è piacentina cioè realizzata con cereali che provengono solo ed esclusivamente dai campi piacentini, quale valore di-stintivo del made in Piacenza ed è firmata: ogni anello della filiera ci mette la faccia, perché il consumatore deve conoscere

giugno 2012 sindacale

chi produce, trasforma e vende, ciò che mangia nella logica di un consumo informato, consapevole e trasparente”. Ogni trec-cia, "marchiata" da un sigillo apposto di qualità, sarà imbusta-ta in un sacchetto speciale con il logo del progetto. Esclusa la grande distribuzione, sarà in vendita (al costo di 3,50 euro al chilo) negli oltre 50 punti vendita che hanno aderito al progetto e che esporranno la vetrofania dedicata. Il presidente della Ca-mera di Commercio, Giuseppe Parenti, ha sottolineato la gran-de capacità di fare squadra, emersa dagli artefici del progetto, mentre l’assessore provinciale all’Agricoltura Filippo Pozzi ha ribadito come questo percorso riporti valore ai cereali locali. Sono seguiti gli interventi dei rappresentanti delle associazio-ni coinvolte, tutte concorde nel sottolineare il grande risultato, una sinergia che deve servire per dare il giusto reddito a tutti gli anelli della filiera attraverso la valorizzazione delle peculiarità territoriali e di quel sistema Piacenza che rappresenta la vera forza della comunità. Importante il contributo dell’Associazio-ne Panificatori che per voce del suo Presidente Simone Tosca ha ribadito l’impegno e la volontà di ampliare il numero dei pa-nificatori coinvolti perché con questo pane si vuole arrivare in tutti gli angoli della nostra provincia. Le conclusioni sono state affidate al presidente della Provincia Massimo Trespidi: “c'è tut-ta una comunità territoriale intraprendente in questo progetto, che è vincente sia per il contenuto che per il metodo. Questa dello stare insieme è la strada, che ci rende tutti orgogliosi delle nostre radici”.

Massimo Trespidi, presidente Provincia di Piacenza (foto Lunini)

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8

}ENRICO LOSCHI - CASTELL’ARQUATOL’Italia purtroppo dovrebbe far sentire maggiormente il suo peso a Bruxelles affinchè riusciamo ad essere interpellati prima di prendere le decisioni.Sappiamo tutti chi è stato il grande rappresentante italiano che a suo tempo aveva concesso lo zuccheraggio nordico per avere in cambio il contributo per l'uso di mosto concentrato rettificato ( strano...solo le cooperative ne beneficiano).Il mercato del vino risente di un periodo molto critico con quantitativi di vino giacenti già ora che le quote ci sono.

ANDREA FERRI - CASTELL’ARQUATOIn un momento come questo dove i costi di produzione sono alle stelle ed i prezzi di vendita delle uve non permet-tono nemmeno la colazione quotidiana gli imprenditori devono valutare una propria strategia che deve comunque andare nella direzione della qualità, ovviamente con la cer-tezza che le normative vengano rispettate. Pertanto è asso-lutamente indispensabile mantenere i diritti e fare in modo che sia rispettata.Comunque occorre chiarire che le DOC o Dop hanno già regole e disciplinari. Occorre valorizzare meglio le eccellen-ze del territorio se vogliamo stare sul mercato in modo di-stintivo. I nostri vini doc possono essere prodotti solo qua, quindi tocca a noi fare in modo che queste DOC abbiano una qualità eccellente e distintiva

ALBERTO ROCCA - CASTELL’ARQUATOSono pienamente d'accordo con quanto sostenuto dalla Coldiretti a proposito di diritti di impianto vigneti e affer-mo che è necessario fare tutto il possibile affinché i diritti di impianto vigneti non siano aboliti.

MASSIMILIANO CROCI - CASTELL’ARQUATOCredo che una liberalizzazione indiscriminata possa por-tare pesanti conseguenze economiche alle aziende Italiane, d’altro canto dobbiamo concentrarci nel tutelare il nostro patrimonio vitivinicolo di qualità ed eliminare le tutele a rendite di posizione di produzioni che non rispecchiano le peculiarità territoriali Italiane GIACOMO GANDOLFI - CASTELL’ARQUATOCondivido quanto sostenuto da Coldiretti, rispetto alla contrarietà alla liberalizzazione dei diritti di reimpianto

la voce degli imprenditori vitivinicoli piacentini

vigneti; per convalidare il tutto sarebbe necessario sensibi-lizzare maggiormente le aziende e i consumatori spiegando chiaramente cosa significherebbe perdere il nostro patrimo-nio vitivinicolo. Dobbiamo essere maggiormente competiti-vi sul mercato e per mercato si intende extra-italia.

LINO MARENGONI - PONTE DELL’OLIO"i diritti di impianto ci devono essere sia per salvaguardare i viticoltori in special modo quelli di dimensioni ridotte ed anche per tutelare quello che si è riusciti ad ottenere, al-trimenti chiunque potrebbe fare qualsiasi cosa a discapito della qualità"

PAOLO LOSCHI - VERNASCANon trovo giusta la liberalizzazione delle quote per vari motivi: primo fra tutti il valore aggiunto alla produzione controllata dell'uva da vino soprattutto se iscritta alle varie DOC;

VITTORIO MOLINELLI - ZIANOCondivido il mantenimento dei diritti di reimpianto, la li-beralizzazione porterebbe ad un far-west di impianti anche in territori non vocati alla viticoltura proprio in tempi di crisi di mercato e deprezzamento del valore delle uve, in più indurrebbe il consumatore verso prodotti non tutelati, però per lui meno cari, penso di cibo "spazzatura" in commercio ce ne sia già abbastanza… e la tanto acclamata protezione del terroir, se tutto diventa lecito a cosa serve?Penso che le regioni del nord-est Europa debbano puntare verso una crescita e tutela dei loro prodotti e allevamenti, secondo il loro territorio e gli incentivi dell'Eu devono guar-dare a tutelare quello che la natura offre in ogni ambiente diverso… se dovessero piantare delle viti, con le loro con-dizioni climatiche che uva produrrebbero? per forza di cose per ottenere vino dovrebbero utilizzare zucchero

GIANLUCA MASERATI - ZIANOI diritti di impianto oltre che contribuire alla valorizzazione economica del settore, alla salvaguardia del territorio, alla bellezza del paesaggio, alla regolarizzazione delle superfici vitate, garantiscono la qualità del vino prodotto nella UE.Al contrario l'abolizione dei diritti d’impianto porterebbe a sovrapproduzione, ingovernabilità dell'offerta e penaliz-zazione delle nostre colline, che non hanno alternative pro-duttive.

LAURA MAGISTRALI - ZIANOSono favorevole a mantenere i regolamenti riguardo i dirit-ti di reimpianto dei vigneti. L’abolizione porterebbe ad una concorrenza sleale sul mercato e ad un surplus di prodotto.

DOMENICA ORE 13.30

DOMENICA ORE 13.30

D OM E N I C A

ORE 13,30su

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9 giugno 2012

i DIRITTIDI IMPIANTOnon devono essere aboliti

sindacale

DOMENICA ORE 13.30

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latte: MISSION IMPOSSIBLE

10

}Il Grana Padano è il formaggio dop più consumato al mondo. Il 2011 ha fatto registrare il record storico di oltre 4.500.000 forme prodotte, un incre-mento del 7,2% circa che si aggiunge

all’ottimo andamento delle esportazioni, cresciute ancora di circa il 5% arrivando a circa 1.400.000 forme. Ma a fronte di questi dati positivi, non corrisponde certo maggiore rimuneratività per le nostre aziende agricole.“Purtroppo sottolinea il presidente dell’Associazione Piacen-tina Latte Fabio Minardi, proprio in questi giorni, assistiamo a prese di posizione assurde da parte dei nostri industriali. I prezzi proposti pare siano di 37 centesimi, ben 4 in meno rispetto al prezzo di riferimento pagato fino al 31 marzo scor-so, per un litro di latte. Spero vivamente che siano solo “voci di piazza” perché se così non fosse significherebbe che tutta quella intenzione di valorizzare le nostre produzioni e il no-stro Grana Padano sono solo “belle parole” a cui però non seguono i fatti”. Per portare esempi concreti, Granarolo il cui latte ritirato vie-ne destinato al mercato del fresco ha proposto prezzi che sfio-rano i 40 centesimi ai propri conferenti e i nostri industriali per il Grana Padano ci offrono 37 centesimi?“Così di certo non si può andare avanti, ribadisce il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi; significa voler far scompari-re le aziende agricole e una nostra eccellenza. Ma a che gioco giochiamo? I costi di produzione aumentano, gli investimenti per proseguire sulla strada della qualità sono in costante cre-scita; a questo proposito si è appena chiuso il bando della fi-liera del latte previsto dal piano di sviluppo rurale; ma il red-dito diminuisce in continuazione. Con un prezzo del genere le nostre aziende chiuderanno nel giro di 6 mesi. A questo

punto ci chiediamo come faremo a produrre Grana Padano? E gli industriali piacentini produttori di Grana, che tanto parlano della convenienza e della qualità del latte piacenti-no dove troveranno il pro-dotto? Forse i consumato-ri dovranno accontentarsi delle tante imitazioni di cui è pieno il mercato… Ma poi che nessuno provi ad accusare gli agricolto-ri di aver chiuso le stalle, perché di certo anche noi dobbiamo vivere e non possiamo continuare a produrre in perdita”.“Vorrei fare solo un sem-plicissimo esempio, pro-segue Minardi. Ognuno di noi spende 1 euro per una tazzina di caffè il cui con-tenuto è di circa 0,03 litri (circa 30 millilitri), ma gli industriali propongono a noi allevatori 37 centesi-mi, ossia circa 1 terzo, per 1 litro di latte, (1000 mil-lilitri di latte). Penso non servano altri commenti...

“Se davvero tutti vogliamo mante-nere il sistema allevatoriale in vita, conclude Bisi, e la produzione del nostro formaggio principe nel-la nostra provincia, sicuramente occorre maggiore assunzione di responsabilità e soprattutto la vo-lontà vera di non distruggere un comparto”.

A Piacenza è a rischio la produzione di Grana Padano

Minardi (Apl): “con i prezzi proposti dagli industriali piacentini non si coprono nemmeno i costi di produzione. L’assurdo: 37 centesimi per 1 litro di latte, 1 euro per una tazzina di caffè”

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. . . quando un caffè costa 1 euroe agli allevatori si offrono 37 centesimi per un litro di latte

sindacale11 giugno 2012

LA TESTIMONIANZA

Ripartiamo dai giovani, da chi vuole un vero cambiamentodi GIGI SCATTAGLIA

aro Direttore, sono un ra-gazzo di diciotto anni, fre-quento il Liceo Gioia e fra

poco (se tutto va bene) sarò an-ch’io fuori dal paradiso felice delliceo, in questo mondo di squa-li in cui la crisi economica ha ac-centuato la volontà dell’uomodi sopraffare il prossimo. Am-metto di avere un po’ paura delfuturo: insomma, là in alto sugliscranni del potere non c’è nes-suno che ce lo garantisce.

Ma non è di futuro che voglioparlare, quanto di presente: unpresente terrificante, che spa-venta, che atterrisce, che tor-menta noi ita-liani. La crisi e-conomica, que-sto mostro conun numero in-definito di testeche sta dila-niando la tene-ra carne di noiitaliani a brevi ma voraci morsi.Ma ha senso parlare di crisi soloin senso economico? Non è cheforse i nostri “politicanti” han-no dimenticato che le personenon vivono di solo pane, ma an-che di sentimenti? Dall’iniziodel 2012 ad oggi sono quasi 30 isuicidi riscontrati tra imprendi-tori, disoccupati, onesti lavora-tori e pure pensionati per l’at-tuale situazione di crisi. Rileg-gendo un attimo questi numeri,rimango allibito ed esterrefatto:come può uno stato come l’

Italia, facente parte del G8 econsiderato uno dei paesi piùsviluppati del mondo, soppor-tare simili disgrazie? Come po-tete, governanti di un popolo fe-rito, rimanere seduti a guardar-ci dai vostri scranni mentre levostre “riforme” e misure “anti-crisi” lentamente ci uccidono?Non provate nemmeno un po’pietà per noi, che per questoPaese diamo tutto, mentre voi visollazzate tra un burlesque e in-terviste in cui dite solamente ov-vietà? No, non sarò leggero nel-l’esporre le mie idee, perché leg-geri, muti e docili li siamo statiper troppi anni: dobbiamo tira-re fuori la voce. Emma Marrone,nella canzone “Non è l’inferno”,vincitrice di Sanremo 2012, di-ceva “…com’è possibile pensareche sia più facile morire…”

Non lo capisco neanche iocom’è possibile pensarlo, in u-no stato democratico in cui ilpotere è in mano al popolo incui però è il popolo a subire leconseguenze di scelte politicheerrate ed egoistiche, di manovrefinanziare volte a salvare chic’ha tirato nella fossa, governa-to da signori che portano a casastipendi vergognosi e che nonhanno la dignità di dimettersida questo incarico. I nostri ante-nati si staranno rivoltando nellatomba: un tempo grandi uomi-ni morivano per il Paese, per farsì che fosse unito, italiano, gran-de, forte.

Oggi grandi uomini muoionoper il Paese, ma in un altro sen-so: perché i piccoli uomini, cor-rotti fino al midollo, rappresen-tano questo Paese che ci sta uc-cidendo. Bella l’evoluzione diun popolo leggendario comequello italiano, vero?

Io sono da circa due anni rap-presentante degli studenti dellamia scuola, il Liceo Gioia. Hosempre ritenuto importantel’impegno a livello sociale di o-gni cittadino, ora più che mai:visto che le basi non ci sono,dobbiamo costruirle noi. Hogrande fiducia nei giovani di og-gi, purtroppo infangati dallescorie della società del consu-mismo: sto cercando, insieme avalidi compagni, di costruireun’idea di giovani forti, determi-nati a indignarsi davanti a certecose, presuntuosi di poter deci-dere del proprio futuro. Perchésaremo noi le basi della futurasocietà, destinata a soccomberesotto i pesanti colpi di martellodella crisi. E penso che dobbia-mo essere noi il modello, l’e-sempio, per un futuro basato su

Cuna giustizia sociale, dove ven-gano eliminate certe ingiustizie.Eppure, signor direttore, voglio-no tarparci le ali. Un Governovecchio, stanco, egoista, che im-briglia i giovani in un sistemaspacciato come quello giusto:quello in cui la gente deve sacri-ficarsi per gli sbagli di altri arri-vando a compromettere la pro-pria situazione familiare, in cui igovernanti sfruttino il potereche hanno tra le mani per inte-ressi personali. E’ difficile per fi-gure di riferimento per gli stu-denti come me cercare di inver-tire il trend, convincerli che no-nostante tutto saremo noi gli ar-tefici del nostro futuro e non i

relitti sulle autoblu. Ci hannoimbevuto il cer-vello di veleno,che lentamentesi diffonde intutto il corpo, fi-no a toccare ilcuore: il suici-

dio sembra l’unica strada per-corribile. E così anche i giovani,restano apatici e impotenti difronte a questo scoglio di paurache sembra insormontabile. Iostesso, dando occhiate fugaci aquelle squallide sezioni di Tg,ho avuto momenti di sconfortoe amarezza in cui ho pensatoche tutto quello in cui credo siasolo un’immensa illusione, unsogno creato dalla mia fame dilibertà. Tant’è che una personache conosco, in merito all’argo-mento, mi disse: “

Sai perché la gente si uccide?Perchè non c’è speranza? Per-chè siamo come formichine suquesto mondo, formichine chestanno per essere schiacciate dauna pesante scarpa: perciòquando alziamo gli occhi nonvediamo mai il cielo, ma la suo-la che si sta per abbattere su dinoi. Questa è la disperazionedella nostra gente. “

Ho riflettuto, e ho capito chele cose possono e devono cam-biare. Perché non possiamocontinuare a vivere nel terrore,nell’angoscia causata dai pa-droni.

Ripartiamo dai giovani, da chicome me e molti altri vuole uncambiamento, e se lo prenderàlottando con le unghie e con identi. Ripartiamo dalla fre-schezza e la fantasia dei nostriragazzi, che spesso hanno piùda insegnare rispetto agli adulti.Ripartiamo da un orgoglio chesembriamo aver perso per stra-da, dimenticato tra le pagine dilibri di storia. Perché potrannoanche mozzarci mani e piedi,ma noi parleremo, noi ci indi-gneremo davanti a queste mor-ti insensate. Voi adulti troppospesso accusate i giovani di unaperdita di valori che VOI aveteprovocato, e non vi accorgetequanto di buono c’è in noi perdare un volto nuovo a questoStato. Detto tutto questo, io nonsono figlio di nessuno, se nondei miei modesti genitori che di-rigono una vita onesta e perquesto Stato hanno dato tutto.Eppure sono tartassati, cometutti, dal sistema. Mentre figli diraccomandati, senza far nomi,comprano lauree e diplomi coni nostri contributi. E allora dicoquesto: segnatevi questo nome,il mio. Sentirete parlare di meancora in futuro, perchè ho in-tenzione di mettermi in giocoper questa gente sfiduciata e so-la. Se il mio percorso di studi melo permetterà, metterò la miapenna o la mia voce a serviziodegli umili, di tutti i cittadininon tutelati da questo NONSTATO. Crederò sempre nei gio-vani che i poteri alti cercano diostacolare, crederò sempre inun’Italia diversa da quella mar-cia che è ora. Perché la dispera-zione è una nuvola passeggera,e anche le formichine, un gior-no in futuro, quando alzerannogli occhi vedranno il cielo.

Grazie per l’attenzione caroDirettore, complimenti per ilquotidiano (ho fatto lo stagistada voi, mi sono trovato davverobene!).

e industrie lattiero-caseariepiacentine privilegiano, dasempre, l’acquisto del latte

della nostra provincia,prova ne èil fatto che a Piacenza viene tra-sformato il 70% dell’intera pro-duzione locale e nel corso del-l’annata 2011-2012 nella nostraprovincia si è prodotto il 4,5% dilatte in più rispetto al 2010-2011.

Ci sono legami storici,collabo-razioni pluridecennali, tra pro-duttori e caseifici che insiemehanno affrontato e superato piùdi una difficoltà.

Per questo il richiamo adun’assunzione di responsabilitàe la velata accusa di volere farchiudere le stalle, rivolta alle in-dustrie di trasformazione, appa-re davvero fuori luogo e suscitasorpresa.

Anche perché, ricondurre ilproblema del prezzo del latte edella produzione di Grana Pada-no ad una mera questione ditrattative locali, appare una let-tura un po’ semplicistica di unarealtà articolata e con radici lon-tane nei luoghi e nel tempo.

Anzitutto è utile ricordare, inpremessa, che è in atto da tem-po una crisi che coinvolge tuttal’economia italiana e che, dall’i-nizio dell’anno, si sta pesante-mente ripercuotendo anche sulconsumo di prodotti alimentari,ormai colpiti in pieno dalla dimi-nuita capacità di spesa dei con-sumatori i quali, nello specificocomparto dei formaggi tutelati,possono risparmiare rivolgendoi propri acquisti verso i cosiddet-ti prodotti succedanei.

L

Nel frattempo in quasi tutti iPaesi europei si è verificato unsurplus produttivo di latte (in Ita-lia +3% su oltre 110 milioni diquintali di “quote”, ma anche inFrancia - +7% su 227 milioni – ein Germania - +4,8% su 270 mi-lioni) riversatosi in buona partesul mercato italiano.

La aumentata disponibilità dilatte ne ha provocato una fortediminuzione del prezzo di cui harisentito tutto il comparto deitrasformati “non DOP”.

Di questa situazione genera-lizzata ha risentito anche il seg-mento di mercato del Grana Pa-dano e del Parmigiano Reggia-no (pur trattandosi di produzio-ni basate unicamente sull’utiliz-zo di latte italiano) che ha fattoregistrare, nel 2011, un surplusdel 7%, solo in parte compensa-to dall’incremento delle espor-tazioni riguardo alle quali ci at-tendiamo, oltretutto, un possibi-le rallentamento nei prossimimesi,che speriamo possa esserearginato da riduzioni consisten-ti dei prezzi attuali.

Nel settore dei DOP occorre i-noltre considerare che dal 2006,quando l’Autorità Garante dellaConcorrenza consentì la regola-mentazione della quantità pro-duttiva, vige un regime di asse-

gnazione quote che,a partire dal2010,ha provocato un’escalationdei prezzi del Grana Padano,chehanno fatto registrare aumenti adue cifre.

L’obiettivo dichiarato era quel-lo di regolare la produzione a fa-vore della valorizzazione del for-maggio DOP. Il risultato raggiun-to è stato invece quello di aprireampi spazi a produttori italianied esteri di formaggi “similari” acosti minori che,nell’attuale con-giuntura, hanno fatto crollareanche i prezzi dei DOP.

Viene allora da chiedersi an-che a cosa è servita una politicadi contenimento produttivo delsegmento DOP, se non a far per-dere quote di mercato e a forni-re terreno fertile a produttori diformaggi alternativi più econo-mici,peraltro prodotti anche conlatte italiano e realizzati con tec-nologie che non hanno l’obbli-go di osservare i paletti dei disci-plinari.

In buona sostanza, la realtà cidice che i prezzi e i consumi delGrana Padano (come di tanti al-tri prodotti), sono determinati u-nicamente dal “mercato”,che nonè un’entità astratta da evocareper eludere l’assunzione delleproprie responsabilità.

Il mercato è invece, come illu-

strato, il risultato dell’azionecombinata di diversi fattori chesfuggono alla possibilità di esse-re governati congiuntamente,ma che vanno coscientementeaffrontati ed ai quali, ahinoi, avolte occorre adeguarsi.

A meno che, qualche sogget-to della filiera non presuma lanecessità, per sé, di operare inun regime assistito, di protezio-ne che prescinda dalle variazio-ni del mercato stesso.

Tutto può essere, natural-mente, ma chi coltiva presun-zioni di questo tipo non puòparlare di nostra responsabilità.Perché la responsabilità, quan-do ad esempio si parla di prez-zo del latte, è anche quella diconfrontarsi con le altre provin-ce in cui si produce Grana Pada-no e verificare che le industriepiacentine risultano essere fraquelle che hanno proposto lamigliore remunerazione.

La responsabilità, per noi im-prenditori, è quella di operarenell’interesse complessivo dellenostre aziende, dei nostri colla-boratori, dei nostri clienti (i con-sumatori), dei nostri fornitori (iproduttori di latte) …. altro chevoler far chiudere le stalle.

Confindustria Piacenza

Il giornale delle opinioni

L’A

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“Quote Grana”: ma davvero è la soluzione di tutti i mali?

IL DIBATTITO

Azioni incisive perché i debiti di Stato vantati dai lavoratori autonomi vengano rapidamente saldatidi DANIELE ALESSANDRINI

eggo il fondo di RiccardoRuggeri su Libertà di del19 maggio e, pur apprez-

zandone e condividendonel’intento di porre l’attenzionesulle attuali immense diffi-coltà dei piccoli imprenditori,ne individuo troppi ambiti dianalisi che mi paiono oscuri.

Vorrei integrare secondo ilmio punto di vista.

Grande è il problema degliesodati, ma che dire che di ciòche sta avvenendo da anni aigiovani? Si sta facendo stolta-mente a meno del vigore delleidee che dovevano provenireda una intera generazione, da-to che a loro o non viene offer-to alcun posto nella società ovivono un’esistenza spessostentata e border-line?

E che dire delle difficoltà delmilione di persone che hannoperso il lavoro dal 2009 ad og-gi, fra i quali sono presentimoltissimi cinquantenni nonpiù riconvertibili e quindi nonpiù reintegrabili?

Ruggeri cerca equità nellaeliminazione degli sprechi diStato e certo non si può checonvenire, ma sembra volercontrappone - quasi pesare -,ad un fatto etico-sociale dif-fuso in Italia (gli sprechi ap-punto), un altro fatto etico-sociale (la lotta all’evasione)che pare giudicare con mag-gior tolleranza. Cioè sostiene:dato che si è posto l’oneredella prova della mancata e-vasione in capo ai contri-buenti, così si deve porre l’o-nere della prova d’efficacia edefficienza a carico dei mana-gers pubblici - il richiamo ai“sindacalisti compiacenti”spero non sia segnale di coin-volgimento di tutta la catego-ria dei pubblici dipendenti –ricordo che Falcone e Borsel-lino, di cui ricorre il venten-nale del martirio, erano di-

L

Le analisiLibertà di pensiero

Ripartiamo dalla freschezzae dalla fantasia dei ragazzi:

hanno più da insegnarerispetto agli adulti

pendenti pubblici anch’essi -.Il che equivale a dire: sinché

si è fatta dell’evasione un me-ro ambito discorsivo da salot-to, tutto si poteva tollerare,tutto ci poteva stare, mentreora che qualcosa è cambiatoe la crisi morde, occorre af-frontare ciò che non va in tut-ti i settori, oc-corre colpirechiunquesbagli.

Beh! Possobenissimonon aver col-to per bene ilsenso di ciòche è scritto e me ne scuso,ma se invece ho ben compre-so, così non può proprio an-dare.

L’evasione è una piaga, unmarchio infamante che ci por-tiamo appiccicati addosso dasempre, così come ci siamocostruiti sicura notorietà peressere spreconi, populisti ecorrotti (eravamo almeno fur-bi ed intelligenti e ora nem-meno più questo). Tutto e tut-

to insieme deve essere senzasosta culturalmente combat-tuto.

Oggi è venuto il tempo del-l’intolleranza delle personeper bene (e non delle paratol-leranze contrapposte). Occor-re che si lavori per portare il li-vello etico, sociale e funziona-

le dell’Italia al-l’altezza di unpaese che vuoleessere davverooccidentale eeuropeo. Oltre aseriamente ra-gionare sul co-me è distribuito

il reddito nel nostro paese, sipossono e si devono porre inessere azioni incisive perché idebiti di Stato vantati in spe-cie dai lavoratori autonomi (irimborsi) vengano rapida-mente saldati per restituire,almeno in parte, quella liqui-dità che oggi manca; occorrelimitare l’impatto nefasto che,in situazione di crisi concla-mata e di recessione, ha il ri-versamento obbligatorio del-

l’IVA nelle casse dell’erario an-che quando il cliente di chi la-vora in proprio, per qualsivol-glia comprovata ragione, nongli paga il dovuto; occorre di-stinguere fra gli evasori (chinon dichiara in tutto od inparte ciò che deve, contro iquali bisogna essere inflessi-bili) e coloro che, pur dichia-rando le imposte dovute, nonhanno quello che serve per o-norare i debiti contratti neiconfronti della collettività peri servizi loro offerti (nei cui ri-guardi bisogna temporanea-mente trovare impatti esattivipiù lunghi e morbidi); occorrerestituire in diminuzione delcarico impositivo ciò che vie-ne prelevato dalla lotta all’e-vasione; si deve rinegoziare iltempo del pareggio di bilancioe si devono ridiscutere i pattidi stabilità.

L’elenco delle cose da fare inquesto senso (ma certamentenon solo) potrebbe continua-re a lungo.

Il ruolo degli organismi ac-certatori dell’evasione è oggipiù che mai indispensabile eciò che dovremmo determina-re è che vi sia dedizione, sen-so dello stato e adeguata pro-fessionalità nell’applicazionedelle norme (cioè ciò che il le-gislatore ha ritenuto opportu-no imporre per battere il feno-meno dell’evasione tributariae contributiva). Il ruolo di co-loro che si occupano di esa-zione (equitalia) è oltremodoimportante perché si ottengala restituzione del dovuto dacoloro che dolosamente nonhanno rispettato i patti socia-li. Se le norme non vanno onon sono temporalmente op-portune, è con i politici che bi-sogna civilmente insistereperché esse siano modificateed adeguate ai tempi duri chestiamo vivendo.

Per inciso, l’inversione del-l’onere della prova è posta acarico dei contribuenti soloper misurati, gravi casi di ina-dempienze; tutto il resto va di-mostrato con estrema dovizia.

Portare il livello etico, socialee funzionale dell’Italia

all’altezza di un paese chevuole essere europeo

LIBERTÀ lunedìLunedì 21 maggio 2012 53Riportiamo il botta e risposta con Confindustria Piacenza pubblicato dal quotidiano “Libertà”

Page 12: la voce-062012

INTERROMPIAMO I NOSTRI AFFANNI

L’arte e la cultura consolanotrasmettendo esempidi STEFANO PARETI

volte la lettura favoriscela conoscenza di perso-naggi e avvenimenti che

si sente il bisogno di far cono-scere, per impedire che scom-paiono nell’ingorgo mediati-co a cui ogni notizia prima opoi è destinata. Vorrei contri-buire a rievocare due episodipoco noti che forse non tutticonoscono.Primo racconto. Il maestroLorin Maazel, è un direttored’orchestra di fama interna-zionale, che si è esibito al Tea-tro Municipale di Piacenza incinque concerti: il 22 marzo2003 alla guida dell’OrchestraSinfonica Arturo Toscanini; il12 novembre 2003, il 6 maggio2004, il 31 maggio 2005 e il 15dicembre 2005, sempre allaguida della Orchestra Filar-monica Arturo Toscanini.Maazel il 29 dicembre 2002 a-veva pubblicato un articolosul Sole 24 Ore, intitolato ‘Noi,salvati dalla musica’. Riferivadiversi episodi che stavano adimostrare come le Arti e gliartisti possano, anche in tem-pi tormentati, esercitare unainfluenza positiva e costrutti-va. Citava tra gli altri l’imma-gine di una straordinaria pia-nista, Clara Haskil, scrivendo:“Durante la Seconda guerramondiale, mentre su Londrapiovevano i V1 e V2, l’amatissi-ma pianista Clara Haskil im-provvisava delle esecuzioni,spesso in strutture mezzobombardate, per quelli chetrovavano nel suo Mozartun’oasi di ragione in un mon-do di pazzia. Lei, e la musicache suonava, erano per moltifonte di ispirazione nella bat-taglia della vita. Se un razzocadeva dappresso, una voltache il rumore dell’impatto s’e-ra smorzato,Clara ripeteva la frase musica-le resa inascoltabile dal terri-bile tonfo del razzo e dal ru-more del crollo degli edifici, epoi proseguiva fino alla finedel pezzo. Quasi nessuno sene andava, prima che la pia-nista avesse finito”.Quel Mozart tenacementesuonato era un inno alla vita ealla speranza che dava il sen-so di una umanità non rasse-gnata alla violenza della guer-ra. E penso siano molti i pia-centini che si augurano un ri-torno del maestro Lorin Maa-zel al Municipale.Secondo racconto. Dalla mu-sica al cinema con un film cheracconta la guerra del Viet-nam. Il film del 1978 era inti-tolato ‘Il cacciatore’ di Mi-chael Cimino, interpretato daRobert De Niro, Meryl Streepe John Cazale. Quest’ultimo èsuo malgrado al centro delracconto. Nella sua breve car-riera è apparso in soli 5 film (Ilpadrino - La conversazione -Ilpadrino Parte II- Quel pome-riggio di un giorno da cani -Ilcacciatore). Tutti e 5 sono sta-ti candidati all’Oscar. Cazale ènoto soprattutto per il ruolo diFredo Corleone nella saga del‘Padrino’: era il fratello che

A

tradisce la famiglia. MerylStreep e Cazale erano profon-damente innamorati, ma all’i-nizio delle riprese de ‘Il cac-ciatore’ l’attore dovette infor-mare il regista di essere mala-to di tumore. Cimino riorga-nizzò le riprese anticipandoquelle in cui Cazale doveva re-citare. Quando il cast e la pro-duzione seppero della malat-tia fu chiesto l’allontanamen-to dell’ attore, per non mette-re a rischio il contratto conl’assicurazione. La sua even-tuale morte prima della finedelle riprese sarebbe costatatroppo alla produzione, met-tendo a repentaglio il comple-tamento del film.Meryl Streep a quel punto dis-se che John avrebbe continua-to finché non fosse stato lui adecidere diversamente, e nefece una condizione per rima-nere lei stessa nel cast. Fu al-lora Robert De Niro a imporrela svolta decisiva: si assunselui l’onere di raccogliere i fon-di per compensare l’eventua-le rottura del contratto da par-te dell’assicurazione. E riuscìnell’impresa. John Cazaleportò a termine tutte le ripre-se, ma morì il 12 marzo 1978,e non fece in tempo a vedere ilfilm.Su John Cazale è stato realiz-zato un cortometraggio, con laregia di Richard Shepard (“I K-new It Was You”, la frase cheMichael Corleone-Al Pacino,dice al fratello Fredo-John Ca-zale, nel Padrino II: «Sapevoche eri tu [colui che mi ha tra-dito] »). Meryl Streep ha pre-sentato questo film-ricordo alFestival Internazionale delFilm di Roma, nel 2009. L’at-trice, sia nel documentarioche alla presentazione, parlòa lungo di John Cazale, ma so-lo “come attore” senza maimenzionare i loro rapportisentimentali.Robert De Niro con generosasolidarietà risolse un graveproblema, spinto dalla stimae dall’amicizia che aveva perJohn Cazale, quel giovane in-terprete, che fu grande anchenei ruoli di attore-non-prota-gonista.

* * *L’arte e la cultura consolanotrasmettendo esempi del me-glio che l’uomo sa esprimere.In tempi difficili, consentia-moci una momentanea inter-ruzione dei nostri affanni.

L’ATTENTATO DI BRINDISI

Melissa Bassi, ennesima persona assassinata,stritolata dal vile gioco condotto dal “potere”!di VITTORIO MELANDRI

l luogo del delitto è unascuola, un Istituto Profes-sionale di Stato per i Servi-

zi sociali – Moda – Turismo, edè intitolato a Francesca LauraMorvillo Falcone; donna, ma-gistrato, assassinata a Capaciinsieme al marito GiovanniFalcone. A dispetto della pos-sibilità di leggere con facilità ilnome della scuola sulle foto-grafie che da subito sono cir-colate in rete, ma non solo, an-che chiaramente visibili in tut-ti i servizi TV e su Televideo, perore in audio, ma anche addirit-tura il giorno dopo per iscritto,molti giornalisti riferisconodella scuola “Falcone Morvil-lo”, cioè in tutta evidenza inti-tolata ad entrambi i magistratiassassinati dalla mafia. La miapuò apparire una pignoleria i-nutile, ma l’incuria con cui siporgono le notizie e con cui sipropongono commenti a cor-redo, incuria tanto più inaccet-tabile tanto più evitabile con e-strema facilità, credo sia unodei fattori che alimentano lo“spaesamento” di un popolo,che si ritrova sempre più, let-teralmente, “senza Paese”. Spo-stando l’attenzione su ben altriaspetti che emergono da quan-to accaduto a Brindisi, mi han-no colpito le diverse sottoli-neature, anche molto autore-voli, riservate al tema, “non siuccidono i ragazzi”. In unmondo in cui si fa strage quo-tidiana di giovani ed anchegiovanissime vite, in mille mo-do diversi, in un paese in cui laplastica immagine di un ragaz-zino a cavallo è circolata peranni abbinata all’informazio-

I

di STEFANO BERNI*

intervento di Confindu-stria Piacenza su Libertàdel 21 maggio u. s. titola-

to «Quote Grana ma davvero è lasoluzione di tutti i mali? » parteda un presupposto corretto masvolge alcune considerazioni as-solutamente sbagliate che ci cor-re l’obbligo contestare.Il presupposto corretto si basasull’efficienza delle industrie ditrasformazione piacentine e sul-la rimuneratività del latte acqui-stato e pagato agli allevatori chenegli anni ha consentito e con-sente un’adeguata tenuta dellestalle.E’ infatti fuori dubbio che la tra-sformazione in DOP è uno deiprincipali elementi, se non addi-rittura il principale, che consen-te alle stalle italiane un prezzo dellatte decisamente superiore aquello degli altri Paesi Europei,Francia e Germania in primis.Del resto il sistema produttivo dalatte in Italia ha costi superiori aquelli europei, se non fosse cosìla zootecnia italiana da latte nonpotrebbe sopravvivere e senza illatte italiano non ci sarebberoneppure le DOP. Quindi comecorrettamente dice Confindu-stria di Piacenza non ci può esse-re alcuna intenzione di far chiu-dere le stalle piacentine e italianeperché morirebbe anche la DOP.E’ invece profondamente sba-gliato il secondo ragionamento.Prima di tutto non sono mai esi-stite “quote” nel Grana Padano,bensì semplici riferimenti pro-duttivi elastici con costi promo-zionali progressivamente cre-scenti, oltre un certo livello pro-duttivo arrivando solo nell’ulti-ma fascia ad incidere al massimosul 10% del valore finale del pro-dotto. Il concetto di quota è inve-ce rigido superato il quale scatta-

’Lno subito, e non progressiva-mente, multe che sono molto vi-cine al valore reale del prodotto.Nel caso del Grana Padano e delParmigiano Reggiano ben lungidall’essere così, pertanto il ragio-namento sulla regolamentazioneproduttiva per quei prodotti cheper Legge hanno mesi e mesi distagionatura e che quindi devo-no operare sulla scorta di previ-sioni di mercato distanti oltre unanno dal momento della lavora-zione del latte, ha genesi e obiet-tivi ben diversi e certamente no-ti agli operatori.La nostra regolamentazione pro-duttiva ha infatti due finalità: laprima cercare di presentare almercato le quantità che si presu-me dopo oltre un anno dalla pro-duzione saranno recepite dalconsumo, la seconda di fornirerisorse promozionali aggiuntiveper aprire nuovi spazi di mercato,soprattutto esteri, per collocare ilprodotto fatto oltre le previsioni.La nostra regolamentazione pro-duttiva si pone in sostanza l’o-biettivo di orientare l’immissio-ne sul mercato e non certo quel-la di regolarlo perché il mercatoha delle variabili incontrollabilicome ad esempio i consumi chesono legati alla capacità di spesadelle famiglie, condizionati dallecongiunture nazionali e mondia-li che oggi, purtroppo, sono sottogli occhi di tutti.L’escalation così vistosa dei prez-zi all’ingrosso dal 2010 non va in-fatti ascritta all’esistenza di unpiano produttivo in vigore di fat-to dal 2003, con l’unica sospen-

sione del devastante 2005, bensìdall’andamento dei prezzi del2009, così deludenti da costrin-gere i caseifici e le stalle a ridurrespontaneamente la produzionedel 3%. Questa riduzione, con-giuntamente alla crescita vistosadei consumi, soprattutto esteri,ha causato un buco nelle scorteche ha generato aumenti di prez-zo all’ingrosso eccessivi e peral-tro mai auspicati, a tali livelli, dalConsorzio.Questi aumenti, congiuntamen-te alla crisi di spesa delle famiglie,hanno lasciato spazi a similari,che sfruttando legalmente maslealmente una Legge carente, sisono infilati cercando di confon-dersi agli occhi dei consumatoricome Grana Padano, o “secondelinee” commerciali di Grana Pa-dano e Parmigiano Reggiano per-ché in etichetta non indicano laloro provenienza che in buonaparte è estera dei paesi dell’est eusano nomi e simboli italiani.Invece di obiettare sul piano pro-duttivo Confindustria di Piacen-za ci aiuti a bloccare questi “fur-betti” che stanno ingannando iconsumatori per carenze legisla-tive europee e l’invasione dei si-milari rallenterà significativa-mente.Siamo d’accordo che il mercatoha le sue regole, che prevalgono,ma vediamo di orientarle senzasubirle inermi e la programma-zione va in questa direzione. Al-trimenti cosa facciamo? Produ-ciamo ai costi dei similari polac-chi, rumeni, estoni, lituani, un-gheresi o della Repubblica Ceca?

Trasformiamo le DOP in sempli-ci commodities? Non ci riusci-remmo mai perché se questa fos-se la strada morirebbero per pri-me le stalle e quindi tutti i casei-fici che producono le DOP.E’ notorio che le DOP sono vis-sute dai consumatori come veree proprie marche, soprattutto leDOP Grana Padano e Parmigia-no Reggiano. Ma s’è mai vista u-na marca (Galbani, Parmalat,Granarolo, Barilla, Coca Cola oFiat) che non cerca di regolare laproduzione sulla base delle pre-visioni (a volte purtroppo nonprecise) del mercato? Tanto piùciò deve essere fatto per quei pro-dotti agroalimentari, vissuti co-me unici brand, realizzati però innumerosi siti produttivi autono-mi che vengono prodotti oggi peressere venduti dopo molti mesi,anche oltre due anni dopo!Siamo sicuri, anzi lo certifichia-mo, che l’intenzione di Confin-dustria Piacenza non è certoquella di chiudere la bomboladell’ossigeno che gli permette direspirare, che sono le stalle pia-centine e italiane, ma una loro ri-visitazione di alcuni concettifondamentali dell’economia im-postata sulla produzione di pro-dotti DOP a lunga stagionaturadi fatto pressoché identici marealizzati da centinaia di caseifi-ci assolutamente autonomi ècorretto da parte nostra sugge-rirla e metterci a disposizioneper illustrarla e motivarla neidettagli, in qualsiasi sede.

*Direttore generaleConsorzio Tutela Grana Padano

Il giornale delle opinioni

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Grana, Confindustria ci aiutia fermare i “furbetti”

Le analisiLibertà di pensiero

ne, “è stato sciolto nell’acido”,si dà credito all’affermazione,“i ragazzini non si toccano icolpevoli non siamo noi”, e-spressa da un ex boss della Sa-cra Corona Unita. Nel frattem-po si rincorrono come semprespeculazioni di ogni tipo, ed èamarissimo ancora una voltadoversi chiedere a chi giovatutto questo. Più semplice-mente dinanzi ad un delitto, “achi giova? ”, è una delle primedomande che sorgono allamente, sia di chi per dovered’ufficio indaga, sia di chi consempre più angosciata e impo-tente disperazione si sente o-gni volta chiamato in causa,anche essendo a molta distan-za fisica e psichica dagli even-ti; ma sorge anche alla mentedi chi osserva i casi della vitacon indifferenza, casi della vitache puntualmente gli scivola-no via di dosso. La domanda è

molto più articolata di quantosembri. Ci sono casi in cui il“giovamento” è noto in parten-za solo all’autore del delitto, edanzi il delitto gli darà giova-mento proprio nel caso in cuilui solo ne rimarrà a conoscen-za. Ci sono casi in cui da un de-litto si ricava un giovamentogenerico, indiretto; un delittofiglio della volontà terrorista ri-cade in questa fattispecie, per-ché è dal “terrore” che si pro-paga nella comunità che daldelitto è colpita, e che è quan-to di più informe si possa im-maginare, che se ne ricava ap-punto giovamento. Ma ci sonocasi in cui le ragioni di un delit-to devono essere note e chiareoltre che all’autore del delittostesso, anche ad altri, diversa-mente non se ne ricaverebbealcun giovamento. La maggiorparte dei delitti che hanno in-sanguinato la vita della Repub-

blica Italiana, dal 2 giugno1946 ad oggi, ricadono dram-maticamente in questa ultimafattispecie. Lo si coglie anchenelle efficacissime parole diBenedetta Tobagi, laddove sula Repubblica del 21 maggio,argomentando sul delitto diBrindisi, fra l’altro scrive della“strage di Bologna (che) restauna delle più oscure quanto al-la finalità politica ultima diquel gesto abnorme”. Ma nonsi uccidono 85 persone scono-sciute, se non si ha la certezzache qualcuno capisca al voloperché. E nel caso della stragedel 2 agosto 1980, come in tan-ti altri casi, la cosa più ignobi-le, ancora più ignobile e vergo-gnosa del loro essere rimastisostanzialmente e giuridica-mente impuniti, è che oltre agliautori sono tuttora rimastisenza nome i destinatari “delmessaggio” ogni volta incorpo-rato nel delitto stesso. Quandopoi, come nel caso de “L’ultimovolo per Punta Raisi”, quellodel DC8 che il 5 maggio 1972,precipitando a Montagna Lon-ga di morti ne fece 115 (moltis-simi ventenni ed anche un ra-gazzo torinese di 16 anni), nonsi verifica addirittura il casoche persino il “delitto”, potreb-be restare mascherato, comespiega Francesco Terracina nelsuo libro inchiesta, che primadel titolo sopra richiamato,chiede: Sciagura o strage? Inquesto desolante panorama,ricordare Melissa Bassi per lasua giovinezza, per la sua bel-lezza, per il suo sorriso, primache per il suo essere una “per-sona”, una ennesima personaassassinata, stritolata di fattoanche lei dal vile gioco condot-to dal “potere”, è un ultimo i-pocrita oltraggio che a Melissa,ma anche a noi stessi, dovrem-mo cominciare a risparmiarci.

Il grande direttore d’orchestra Lorin Maazel

L’attore John Cazale

LIBERTÀMercoledì 23 maggio 2012 5312

...la risposta!

Siamo assolutamente d’accordo con Confindu-stria rispetto alla necessità di combattere il fe-nomeno dell’Italian Sounding, ma ci piacerebbe capire quali strategie vogliono mettere in campo visto che anche nell’ultima assemblea di Federa-limentare il presidente Ferrua ha dichiarato che "introdurre l’obbligo di indicare nelle etichette l’o-rigine delle materie prime utilizzate nei prodotti (come da più parti si chiede) snatura il concetto

stesso di Made in Italy alimentare, discrimina le imprese italiane rispetto ai loro concorrenti, non aggiunge nulla in fatto di sicurezza e qualità degli alimenti, fa lievitare i costi di produzione, con inevi-tabili riflessi negativi sull’economia del Paese e sul potere di acquisto dei consumatori”.

Luigi Bisi

Page 13: la voce-062012

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Pomì festeggia i suoi 30 anni riassumendo nelle parole di uno slogan tutta la filosofia che lo contraddistingue...

in foto gli chef Monica Bianchessi e Mattia Poggi

Page 15: la voce-062012

sindacale15 giugno 2012

"QUESTO POMODORO è VERDE"

} La sedicesima edizione di Cibus segna una tappa fonda-mentale per Pomì. Per l’occasione ha organizzato diversi eventi all’interno del salone internazionale dell’alimentazione e non solo...Si è conclusa la sedicesima edizione di Cibus ed ha avuto

un picco altissimo di affluenza di buyers italiani, ma soprattutto esteri come conferma anche Costantino Vaia, Direttore Gene-rale del Consorzio Casalasco del Pomodoro: “Fin dalla prima giornata abbiamo ricevuto diversi operatori stranieri interessati al nostro prodotto, a conferma dell’importante apertura di Ci-bus verso i mercati e le realtà straniere emergenti, al fine di dar sempre maggior risalto ai prodotti italiani. Pomì è infatti 100% italiano nel gusto e nella produzione. Proviene da un pomodo-ro esclusivamente coltivato nella food valley italiana (Parma, Piacenza, Cremona e Mantova). Investire nell’internazionaliz-zazione del nostro pomodoro e dei suoi derivati diventa fonda-mentale in questo momento in cui la richiesta del vero made in Italy è in netta crescita in tutto il mondo.”

Per il marchio Pomì l’export rappresenta infatti una grossa op-portunità. Sono già oltre 50 i Paesi che nel mondo importano i prodotti del brand del Consorzio Casalasco del Pomodoro, il quale, nel 2011, ha registrato un sensibile incremento. Un pomodoro verde… ma perché?“Perchè Pomì è Coltura del benessere: per le persone, per il ter-ritorio e per l’ambiente, sottolinea il presidente del Consorzio Casalasco Paolo Voltini. Questa la filosofia Pomì che, consape-vole delle conseguenze sociali ed ambientali del proprio opera-to, pone attenzione globale a tutti gli aspetti della produzione e all’impatto che le scelte alimentari hanno sull’economia genera-le oltre che sul clima. Pomì si impegna quotidianamente nel condurre la propria at-tività all’insegna di una green economy che sappia coniugare la qualità tradizionale del marchio e la nuova sensibilità del con-sumatore, sempre più attento al benessere attuale e futuro di sé stesso e del contesto sociale e ambientale in cui vive”.www.pomionline.it

in foto, a sinistra Costantino Vaia,al taglio della torta, il presidente di Consorzio Casalasco Paolo Voltini

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16

Negli ultimi due anni a Piacenza ne sono

stati utilizzati 32.000

16

rio resta comunque da considerare che, come esplicitamente dichiarato dal Sen. Castro, rela-tore dell’emendamento: “Quanto al tema della quota oraria... si è scelto di rimandare la deter-minazione dell'effettivo valore orario dei vou-cher ad un decreto ministeriale da emanarsi a seguito di una consultazione con le parti sociali. In proposito finché non sarà emanato il decreto ministeriale di cui al novellato arti-colo 72 del decreto legislativo n. 276 del 2003, rimane applicabile l'attuale disciplina. Invita quindi il Governo a manifestare un'adesione espressa a tale interpretazione”.Pertanto anche qualora il provvedimento di riforma della legislazione sul voucher dovesse essere approvato senza alcuna ulteriore modi-fica, il valore del voucher resterà comunque nominale fino alla emanazione del relativo decreto ministeriale.Il quadro normativo che potrebbe venirsi a delineare, letto alla luce delle modifiche ipo-tizzate si divide in 3 fasi: 1) Fino a quando non sarà approvata la legge; 2) Dall’approvazione della legge all’emanazione del decreto sul va-lore; 3) Dopo l’approvazione della legge e del decreto sul valore.

}“La riformulazione dell’emendamento sui voucher nell’ambito della riforma sul lavoro così come è scritta è insufficiente”. È quanto affermato da Sergio Marini, pre-sidente della Coldiretti, nel commentare l’ultima versione dell’emendamento sui voucher in agricoltura approvata

che “rappresenta comunque un passo in avanti rispetto al testo precedente” che prevedeva l’abolizione di fatto della possibili-tà di utilizzare i voucher per le imprese sopra i 7mila euro di fatturato e un valore fisso orario di 10 euro. Dopo la manife-stazione di imprese agricole, pensionati e studenti davanti al Senato invece è sparito dalla norma il limite di 7mila euro e confermata la situazione attuale fino all’approvazione della leg-ge mentre il valore del voucher sarà definito per decreto sentite la parti sociali. Va peraltro sottolineato che i voucher acquistati fino all’entrata in vigore della nuova legge sono validi fino al 31 maggio 2013. A seguito dell’approvazione dell’emendamento al DDL, va infatti chiarito che fino a quando il disegno di legge non completerà l’iter di approvazione e conversione in Legge, superando tutti i relativi passaggi parlamentari sia in aula che nelle commissioni di Camera e Senato, la disciplina applicabile resterà quella attualmente in vigore. Sul punto del valore ora-

dopo la protesta contro l'abolizione dei

VOUCHER,una risposta insufficiente che tiene ancora il lavoro lontano dai campi

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sindacale

I numeri del nostro territorio:

17 giugno 2012

Nell’agricoltura emiliano ro-magnola, vengono utilizzati circa 700 mila voucher su un totale di oltre 3 milioni in tutta la regione. “A Piacenza, sottolinea An-tonella Bazzini responsabile del settore paghe di Coldi-retti Piacenza, solo negli ultimi due anni sono stati adoperati 32.000 voucher. Per molti giovani lavora-re nei campi ha significato prendere contatto con il mondo del lavoro e soste-nere i propri studi in un momento di difficoltà eco-nomica. La vigente legisla-zione sui voucher consente infatti alle imprese agricole di avvalersi, solo per attività stagionali, del contributo di limitate categorie di soggetti che si trovano fuori dal mer-cato del lavoro come appun-to, dal primo giugno, per i ragazzi dai 16 ai 25 anni di età regolarmente iscritti ad un ciclo di studi”.

IL VOUCHER OGGI

IL VOUCHER DOPO L’APPROVAZIONE

DEL DDL E PRIMA DEL DECRETO SUL VALORE

IL VOUCHER DOMANI

DOPO L’APPROVAZIONE DEL DECRETO SUL VALORE

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Studenti,  pensionati,  casalinghe,  lavoratori  in  CIG-­‐mobilità-­‐disoccupazione  non  agricola,  lavoratori  a  part-­‐time  presso  altri  datori  di  lavoro      

-­‐  Attività

solo  attività  stagionali  

   

- Limite  per  il  prestatore  d’opera

5.000  euro  da  ogni  singolo  committente    

   

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nominale  pari  a  10  euro  

-  Prestatori  d’opera

Studenti,  pensionati  

   

- Attività

invariato  rispetto  ad  oggi  

   

- Limite  per  il  prestatore  d’opera

5.000  euro  anche  se  da  più  committenti  

   

- Valore  del  voucher

Nominale    pari  a  10  euro    

- Prestatori  d’opera

Studenti,  pensionati  

   

 

- Attività

invariato  rispetto  ad  oggi  

   

- Limite  per  il  prestatore  d’opera

5.000  euro  anche  se  da  più  committenti  

   

- Valore  del  voucher

Come  stabilito  da  un  decreto  la  cui  emanazione  è  prevista  nella  nuova  legge  tenuto  conto  delle  indicazioni  previste  dalle  parti  sociali    

 

Imprese  agricole  con  volume  d’affari  inferiore  a  7.000  €    

Imprese  agricole  con  volume  d’affari  inferiore  a  7.000  €    

Imprese  agricole  con  volume  d’affari  inferiore  a  7.000  €    

- Attività

tutte  le  attività  agricole  anche  non  stagionali  

   

- Limite  per  il  prestatore  d’opera

5.000  euro  da  ogni  singolo  committente    

   

- Valore  del  voucher

nominale  pari  a  10  euro  

- Prestatori  d’opera

Nessuna  limitazione  purché  si  tratti  di  soggetti  non  iscritti  l'anno  precedente  negli  elenchi  anagrafici  dei  lavoratori  agricoli  

   - Attività

Invariato  rispetto  ad  oggi  

   

- Limite  per  il  prestatore  d’opera

5.000  euro  anche  se  da  più  committenti  

   

- Valore  del  voucher

nominale  pari  a  10  euro  

- Prestatori  d’opera

Nessuna  limitazione  purché  si  tratti  di  soggetti  non  iscritti  l'anno  precedente  negli  elenchi  anagrafici  dei  lavoratori  agricoli  

   - Attività

Invariato  rispetto  ad  oggi  

   

- Limite  per  il  prestatore  d’opera

5.000  euro  anche  se  da  più  committenti  

   

- Valore  del  voucher  

orario  e  del  valore  stabilito  dal  decreto  

 

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}È quanto afferma la Coldiretti nel commentare i blitz della Guardia di Finanza e dell'Agenzia delle entrate contro l’abusivismo e gli esercizi che dichiarano di svolgere attivita’ di agriturismo. Si è verificato negli ultimi anni un forte aumento della vacanza verde con il numero de-gli agriturismi che è praticamente raddoppiato negli ultimi dieci anni

e puo’ contare - sottolinea la Coldiretti - su oltre ventimila strutture censite dall’Istat accanto alle quali è cresciuto pero’ in modo preoccupante il feno-meno dell’abusivismo e dei finti agriturismi che danneggia e fa concorrenza sleale a quelli veri. Il vademecum della Coldiretti per la scelta della vacanza verde consiglia di verificare il possesso dell'autorizzazione comunale o dei relativi permessi per l'esercizio dell'attività agrituristica ed è preferibile sce-gliere gli agriturismi in cui il lavoro agricolo è visibile e dove l'accoglienza sia di tipo cordiale e curata direttamente dall'imprenditore agricolo o dalla sua famiglia. Ma poiché per la maggioranza degli ospiti l'agriturismo significa soprattutto cibi genuini e buona alimentazione è determinante - sottolinea la Coldiretti - controllare il legame dell'azienda con l'attività agricola, il tipo di azienda e i prodotti coltivati direttamente ed accertare che nel menu' offerto siano indicati alimenti stagionali e tipici della zona. Vanno preferite le azien-de che aderiscono a una associazione come Terranostra e che sono segnalate dalle guide (www.terranostra.it) e che presentano le garanzie di accredita-

Ben vengano i controlli sui

FINTI AGRITURISMI che si spacciano per aziende di campagna senza averne i requisiti

Agriturismi nel palmo della mano

con l'APP DI TERRANOSTRA

mento offerte da Campagna Amica. Infine prima di partire vale sempre la pena di prendere contatto con l'imprenditore agricolo per informazioni dettagliate su cosa offre l'azienda e sui prezzi, sul modo per raggiungerla e sulla distanza da altre mete interessanti ma anche per verificare quali attivi-tà ricreative e culturali ma anche servizi (ospitalità anima-li) sono offerte e comprese nel prezzo. Le aziende agricole autorizzate all'esercizio dell'agriturismo sfiorano in Italia - sottolinea la Coldiretti - le 20 mila unità con 385470 posti a sedere a tavola autorizzati e 206145 posti letto. Le aziende sono relativamente più concentrate nel Nord del Paese, dove si rilevano il 45,3 per cento delle aziende mentre seguono il Centro (34,1 per cento) e il Mezzogiorno (20,6 per cento). Toscana e Alto Adige, con 4074 e 2990 aziende, si confer-mano i territori in cui l'agriturismo risulta storicamente più rilevante. L'attività agrituristica è significativa anche in Lom-bardia, Veneto, Umbria, Emilia-Romagna e Piemonte (con oltre 1.000 aziende) e in Campania, Lazio, Sardegna e Mar-che (con oltre 700 aziende). Più di un'azienda agrituristica su tre - conclude la Coldiretti - è a conduzione femminile.

mi anni protagonista di uno slancio consistente, e gli agri-turismi che ne rappresentano un po’ l’emblema hanno regi-strato tra il 2000 e il 2010 un incremento boom degli arrivi. Proprio per essere sempre più

a portata di tutti abbiamo ritenuto indispensabile mettere a dispo-sizione di tutti questa App”. Nell’applicazione, scaricabile gratuita-mente dall’App Store della Apple, si trovano gli agriturismi divisi per regione, provincia o ricercabili direttamente per nome. Per ogni struttura sono a disposizione tutte le informazioni sui servizi offerti, su quel che c’è di bello nelle vicinanze. Ma anche sui prodotti in ven-dita o in degustazione. I turisti possono telefonare all’agriturismo che interessa direttamente dalla App, o mandare una mail, e ancora sapere subito come raggiungerlo attivando la navigazione gps. Ma l’applicazione consente anche di sfogliare le foto delle strutture e dei luoghi.

}È nata iTerranostra, la App che mancava per avere gli agrituri-smi di Campagna Amica in palmo di mano. L’iniziativa è stata realizzata dall’associazione agrituristica promossa dalla Coldi-retti con l’obiettivo di fornire ai turisti un’opportunità in più per programmare la propria vacanza, ma anche per garantire una

sempre maggiore promozione per le strutture associate. “Nel 2012, dichiara il presidente regionale e provinciale di Terranostra Carlo Pontini, prevediamo 100 milioni di presenze nei nostri agriturismi per un giro di affari di 11 miliardi. Il turismo enogastronomico ed ecologico, in particolare, si muove in senso opposto rispetto al trend generale che riduce il budget”. “Per molti, continua Pontini, si tratta di una scelta alternativa alle vacanze tradizionali con la possibilità di godere in Italia di parchi, oasi, aree protette. Secondo una ricerca Swg emerge una grande attenzione per il paesaggio nelle vacanze e questo conferma che il turismo rurale in Italia è stato negli ulti-

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Nuovi obiettivi raggiunti

sindacale21 giugno 2012

Cresce il progetto

FILIERA AGRICOLA ITALIANA}Cresce la filiera agricola italiana. Dai mercati alle fattorie, fino alle bot-

teghe, la rete di vendita diretta di Campagna Amica promossa dalla Coldiretti si sta allargando sempre di più mentre sul fronte delle com-modities è arrivato l’accordo con Coop Italia che ha portato sul mercato la prima pasta tutta italiana prodotta con il grano nazionale e a marchio

Fai (Firmato Agricoltori Italiani). Dai cereali fino ai prodotti di nicchia, l’o-biettivo del progetto economico lanciato dalla Coldiretti è quello di valoriz-zare il lavoro degli agricoltori utilizzando e sperimentando forme di com-mercializzazione sempre nuove. Un esempio è il fenomeno delle Botteghe di Campagna Amica che stanno aprendo a ritmo serrato su tutto il territorio nazionale. Veri e propri supermarket dove è possibile trovare esclusivamente prodotti agricoli italiani forniti dalle imprese aderenti al Consorzio produt-tori di Campagna Amica. In questo modo si fornisce la possibilità alle azien-de di commercializzare le proprie produzioni in maniera sempre è più ampia e capillare, ma il vantaggio è anche per i consumatori che in questo modo possono fare una spesa tutta agricola ogni giorno. Opportunità, questa, che non tutte le esperienze dei mercati potevano sino ad oggi offrire. Ciò non toglie che i farmer’s market siano un fenomeno che non conosce crisi. Nei quasi 900 mercati degli agricoltori hanno fatto la spesa 9 milioni di italiani nel 2011 per un valore di 489 milioni di euro in aumento del 53 per cento ri-

spetto allo scorso anno, in netta controtendenza con l’anda-mento stagnante generale del commercio al dettaglio. Il de-creto Crescitalia ha ulteriormente ampliato la possibilità di iniziativa, con l’allargamento alle atività di somministrazio-ne. Ai mercati vanno poi aggiunti le 3.972 aziende agricole e i 670 agriturismi dove è possibile acquistare direttamente dal produttore. Ma, accanto alla vendita diretta, continua il progetto economico della Fai. L’ultimo esempio, è il sopraci-tato lancio della pasta tutta italiana ma Fits (Filiera Italiana Trading Seminativi), Società di scopo nel settore dei semi-nativi della Holding Consorzi Agrari d’Italia, è al lavoro per dare nuove risposte alle aziende nel settore dei seminativi. Nell’ambito del piano nazionale cerealicolo è stato approvato un progetto per garantire la qualità di quasi il dieci per cento della produzione nazionale di grano duro da utilizzare nella pasta e per garantire l’assenza di ogm nel mais usato per i mangimi, presentato proprio su iniziativa di Fits. Il rapporto sulla rete di Campagna Amica può essere scaricata dal sito di Coldiretti Piacenza www.piacenza.coldiretti.it

La crescita deLLa rete

La rete principaLe: i punti in vendita diretta

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}Un bene comune universale da tutelare a ogni costo; la fun-zione pubblica della gestione delle risorse idriche da raffor-zare; una visione mercantilistica da superare per indiriz-zare l’umanità verso una concezione non più utilitaristica

e consumistica del Creato e delle relazioni umane. Il mondo cattolico torna a riflettere sull’importanza dell’elemento acqua per il progresso dell’umanità. Quali strumenti possono davve-ro garantire che l’acqua sia un diritto universale? Quali sono i problemi più urgenti da affrontare? Se ne è discusso a Roma in una tavola rotonda organizzata dall’associazione Greenac-cord Onlus e il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, insieme a Coldiretti. Un’occasione per discutere sulle conclusioni del Sesto Forum Mondiale sull’Acqua, svoltosi a Marsiglia a metà marzo e sulla nota che la delegazione della Santa Sede aveva presentato in tale occasione.

IL CONTRIBUTO DELLA SANTA SEDE AL SESTO FORUM MONDIALE DELL’ACQUA

Alcuni dati preoccupanti e modalità di approccioNel mondo l’accesso all’acqua potabile non solo è gravemente insufficiente sul piano della quantità ma lo è anche dal pun-to di vista della qualità. Le cifre reali sulla situazione odierna sono davvero allarmanti. Adottando una definizione pondera-ta di accesso all’acqua -un accesso regolare e costante ad acqua potabile che sia accessibile economicamente, legalmente e di fatto, e che sia accettabile dal punto di vista della fruibilità -, la realtà descritta da alcuni studi è ancor più preoccupante: 1,9 miliardo di persone avrebbero a loro disposizione solo acqua insalubre, mentre 3,4 miliardi di persone utilizzerebbero sal-tuariamente acqua di qualità insicura. Secondo queste ultime statistiche, l’accesso all’acqua potabile non verrebbe, in defini-tiva, garantito a circa la metà della popolazione mondiale. Il quadro appare ancor più negativo e scoraggiante se si aggiunge che da una simile situazione sembra si possa uscirne solo in tempi lunghi. E ciò fondamentalmente perché l’84% delle per-sone prive di regolare accesso all’acqua potabile vive in zone rurali, ossia in zone in cui, per vari fattori – lontananza delle comunità e costo delle infrastrutture – è improbabile un netto e rapido miglioramento rispetto ai problemi che le attanagliano. E, inoltre, perché, oltre ad un miliardo di persone non avranno accesso, in tempi brevi, a quei servizi igienici e a quella depu-razione che sono essenziali nei processi di riuso dell’acqua e nel contrasto a possibili pericoli per la salute umana, causati dall’acqua inquinata o stagnante. «L’assenza di servizi igienici e di adeguati sistemi di depurazione – si legge nella Nota - è una seria minaccia per l’ambiente specie nelle grandi città a forte densità abitativa, in quanto elevate quantità d’acqua inquinata vengono riversate nell’ambiente, in uno spazio limitato».Con riferimento alla realizzazione dell’obiettivo di un suffi-ciente accesso per tutti all’acqua potabile in quantità e qualità adeguate, a fronte di una richiesta crescente di acqua a livello mondiale e alla diminuzione crescente di un tale bene indi-

spensabile, a motivo di molteplici ragioni, la Nota evidenzia l’urgenza: a) del superamento di una visione mercantile dell’acqua: «Una visione e un comportamento eccessivamente mercantili posso-no portare a programmare investimenti per infrastrutture solo in zone dove appare redditizio realizzarle, ossia dove appare proficuo, là dove abitano numerose persone. Esiste il rischio di non percepire i propri fratelli e sorelle come esseri umani aventi il diritto ad un’esistenza dignitosa bensì di considerarli come semplici clienti. Un tale approccio mercantilistico indu-ce a creare in alcuni casi una dipendenza non necessaria (da reti, da procedure, da burocrazie, da brevetti) e predispone a fornire l’acqua solo a chi è in grado di pagarla. Altro limite dell’approccio mercantile della gestione dell’acqua (e di altre risorse naturali) è quello di curare e salvaguardare l’ambiente assumendosi le proprie responsabilità solo se e quando ciò è economicamente conveniente»; b) di tutelare e promuovere il diritto all’acqua per tutti con un apposito inquadramento giuridico e con adeguate istituzioni nazionali ed internazionali che permettano di definire chiara-mente le responsabilità, di stabilire in quali circostanze il dirit-to non è garantito e che consentano di denunciare e chiedere riparazione in caso di mancato rispetto di esso; c) di una visione integrata e multi-livello nella ricerca delle soluzioni, sorretta da apposite strutture internazionali, che at-tualmente appaiono insufficienti. Infatti, non è possibile cer-care, e ancor meno trovare ed attuare, soluzioni alla questione dell’acqua considerandola come indipendente da altre pro-blematiche concernenti lo sviluppo, e nemmeno limitandosi ad un unico livello di intervento. L’accesso all’acqua è, infatti, condizionato spesso dal sottosviluppo e dall’insufficiente gra-do di informazione e di educazione, nonché da una tecnologia insufficiente, ma anche da conflitti e da illegalità.

L’impegno della comunità internazionale La Santa Sede, a fronte di un problema globale, che mette a repentaglio il destino di molti, invoca, come già accennato, una governance internazionale. Si tratterebbe di un necessa-rio coordinamento ed orientamento, richiesti dal bene comu-ne mondiale. Infatti, quest’ultimo ha tra le sue condizioni di concretizzazione storica la salvaguardia e la promozione del diritto all’acqua per tutti i popoli. A tutti dev’essere consentito un accesso regolare ed adeguato ad un tale “bene pubblico” o “comune” fondamentale. A bisogni globali possono rispondere istituzioni parimenti globali. Ossia, istituzioni che, mentre in-dicano standard quantitativi e qualitativi di accesso all’acqua, e offrono criteri che aiutano a promuovere legislazioni nazionali pertinenti:a) compiano un’opera di monitoraggio degli Stati rispetto ad impegni presi sul piano internazionale; b) favoriscano molteplici forme di cooperazione: la coopera-zione scientifica e il trasferimento di tecnologie; la cooperazio-ne amministrativa e manageriale; c) contemplino autorità a livello regionale e transfrontaliero,

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23 giugno 2012 sindacale

accesso all'acqua: mondo cattolico in allarme

“Serve un nuovo approccioper rendere effettivo

questo diritto”

competenti per una gestione congiunta, integrata, equa, razionale e solidale delle co-

muni risorse; prevedano, inoltre, corti di giu-stizia abilitate alla ricezione di reclami da parte di

coloro il cui diritto all’acqua non è garantito; d) orientino i mercati finanziari e monetari a vivere ef-

fettivamente la loro responsabilità sociale e ambientale, di modo che con le loro operazioni non danneggino il bene

pubblico che è l’acqua; e) non siano aprioristicamente contrarie a politiche di collabo-

razione pubblico-privato che, mentre garantiscono gestioni effi-cienti dei servizi relativi all’acqua, non ne impediscano la destina-

zione universale e nemmeno ne pregiudichino la funzione pubblica. A questo proposito appare di notevole importanza il richiamo della

Nota circa la responsabilità ultima della società civile rispetto alle stesse classi politiche, specie nel caso decidano modalità di gestione dei servizi

relativi all’acqua che finiscono per essere troppo costose per i cittadini o dannose per la salute: «L’autorità politica - si legge nella Nota, che rammenta

il «primato» di questa in ragione della sua responsabilità nei confronti del bene comune - svolge bene il suo compito se nella tutela e nella promozione

del diritto all’acqua valorizza l’apporto della società civile e la sollecita ad or-ganizzarsi. La corretta gestione del bene pubblico che è l’acqua si attua secondo

solidarietà e sussidiarietà. La società civile conserva la responsabilità ultima per cui, quando la comunità politica non si mostra in grado di svolgere il suo compito,

deve mobilitarsi affinché ciò avvenga»;f) favoriscano politiche basate sulla solidarietà e sulla giustizia intergenerazionali ed

infragenerazionali; ossia politiche che promuovano la sobrietà e la moderazione nei consumi nei Paesi avanzati, l’equa distribuzione dell’acqua, la suddivisione equa degli

investimenti necessari allo sviluppo e a promuovere l’attuazione del diritto all’acqua. I Paesi in via di sviluppo e le economie emergenti devono contribuire a tali investimenti,

in proporzione alle loro possibilità, affiancandosi così ai tradizionali Stati donatori. La comunità internazionale, dal canto suo, è chiamata ad adottare modalità innovative di

finanziamento. Tra queste può essere inclusa quella rappresentata dai capitali ricavati da un’eventuale tassazione sulle transazioni finanziarie.

Stralcio dell’intervento di Sergio Marini L'agricoltura usa un bene comune (l'acqua) per produrne un altro, il cibo e questo dovrebbe mettere gli agricoltori in una situazione di privilegio e non allo stesso livello di chi usa l'acqua per scopi industriali, visto che noi produciamo qualcosa di cui non si puo' fare a meno. Il ciclo dell'acqua dipende dalle condizioni del suolo e dalla nostra capacita' di contenere e mitigare i cambiamenti climatici e, anche in questo, noi agricoltori abbiamo un forte impegno. La situazione economica del paese potrebbe indurre qualcuno a pensare di poter spingere ancora verso la privatizzazione dell'acqua, ma questo significherebbe un danno enorme per gli agricoltori e, di riflesso, per tutti i cittadini. Il nostro paese e' ricco di acqua, ma quello che manca e' una politica di lungo respiro, che si concentri sulle infrastrutture e sui bisogni dei cittadini, cercando di creare un modello di sviluppo un po' piu' sostenibile, che guardi al lungo periodo.

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TERREMOTO

}Con una stima di 150 milioni di euro di danni il sistema del Parmigiano Reggiano è in cima alla triste classifica dei prodotti più danneggiati dal si-sma seguito da vicino dal Grana Padano che accusa un colpo da 70 milio-ni di euro e dall’aceto balsamico che conta perdite per 15 milioni di euro. È questo il primo bilancio provvisorio dei danni tracciato dalla Coldiretti

nelle campagne dove più difficile l’opera di sostegno alle popolazioni colpite e la ricognizione delle lesioni subite da case rurali, stalle, fienili e capannoni che sono state stimate in 150 milioni. Tra le province di Modena, Ferrara, Piacen-za, Mantova e Bologna ma anche tra Rovigo e Reggio Emilia ci sono ci sono strutture agricole che vanno messe in sicurezza per garantire assistenza alle persone e agli animali come le mucche, che terrorizzate rifiutano di alimentarsi adeguatamente e non riescono a dormire, con una riduzione del 10-15 per cento della produzione di latte. A preoccupare sono però - sottolinea la Coldi-retti - anche gli effetti del dissesto idrogeologico provocato dal sisma che, in-sieme al fenomeno della liquefazione delle sabbie, ha messo in pericolo di allu-vione circa 200mila ettari di terreno compresi tra Modena, Bologna, Ferrara e Mantova. Per ripristinare la sicurezza idraulica del territorio colpito - sottolinea la Coldiretti - servono interventi per almeno 50 milioni di euro nell’immediato per garantire l’irrigazione ed evitare che l’arrivo di forti piogge possa provocare per alluvioni nelle campagne, ma anche nelle principali città emiliane. Il ter-remoto - continua la Coldiretti - ha provocato un forte rischio idrogeologico nei territori colpiti con danni dagli impianti idraulici e frane in alcuni alvei che pregiudicano il regolare deflusso delle acque. Una prima conseguenza è stata la sospensione del servizio irriguo che è necessario per preservare una delle agri-colture più floride della Pianura Padana: ortofrutta, viticoltura, riso, parmigia-no reggiano in particolare i settori a rischio. Una situazione che potrebbe fare aumentare il conto dei danni nel settore agroalimentare che ha già superato il mezzo miliardo anche per gli effetti del sisma sugli stabilimenti di lavorazione della frutta, alle cantine e ai macelli che hanno dovuto fermare le attività in un distretto agroalimentare dove - stima la Coldiretti - si produce oltre il 10 per cento del Pil agricolo e dal quale partono verso l’Italia ed il resto del mondo le piu’ prestigiose produzioni agroalimentari nazionali, dal Parmigiano Reggia-no all’aceto balsamico di Modena, dal prosciutto di Parma fino al Lambrusco. È positiva - sottolinea la Coldiretti - la decisione di Equitalia di sospendere ogni attività di riscossione nelle zone colpite dal terremoto dopo che anche il Governo ha rinviato tutti i versamenti tributari e previdenziali nell’ultimo con-siglio dei Ministri, perché - sottolinea la Coldiretti - ora è prioritario affrontare l’emergenza ed accompagnare il ritorno alla normalità di persone ed imprese. Il fermo obbligato delle attività causato dalle scosse - sottolinea la Coldiretti - sta aumentando il conto dei danni che complessivamente (tra sistema pro-

duttivo e civile) hanno abbondantemente superato i 3 miliardi che consentono al Fondo di solidarietà dell'Unione europea (FSUE) di intervenire con aiuti di stato come ha annunciato il Commissario europeo per le Politiche regionali, Johannes Hahn. Negli ultimi dieci anni l’Unione Europea è intervenuta a sostegno dell’Italia - conclude la Coldiretti - per il terremoto in Molise (1588 milioni di danni), l’eruzione dell’Et-na (894 milioni di danni), il terremoto in Abruzzo (10212 milioni di danni) e l’alluvione in Veneto (676 milioni di danni).

il primo bilancio dei danni nelle campagne

Stime Coldiretti su danni terremoto Emilia

STIMA PROVVISORIA DEI DANNI

MILIONI

Parmigiano ReggianoGrana PadanoAceto BalsamicoAbitazioni rurali, capannoni, magazzini, infrastruttureInfrastrutture idraulicheRaccolta, Lavorazione, trasformazione (frutta, vino, macelli, serre)Macchine, attrezzature agricole e animali TOTALE

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25 giugno 2012 sindacale

partecipate statali, l’età media - precisa la Coldiretti - sale a ben 61 anni. La situazione migliora nelle imprese private, anche se rimane drammatico il confronto con l’estero: l’età media degli amministratori delegati delle aziende quotate in Borsa a Milano è di 53 anni. A preoc-cupare particolarmente è il mondo della formazione con i professori universitari italiani che hanno una media di 63 anni, i più anziani del mondo industrializzato. Un quarto dei professori che ha più di 60 anni contro poco più del 10 per cento in Francia e Spagna e l’8 per cento in Gran Bretagna. Sono solo 3 su 16 mila circa i professori ordinari con meno di 35 anni e appena 78 quelli under 40, pari ad un peso dello 0,5 per cento. I segretari regionali dei principali sindacati dei lavoratori hanno in media 57 anni, età solo leggermente inferiore a quella dei presidenti regionali delle organizzazioni di rappresentanza dell’in-dustria e del commercio che è di 59 anni mentre nell’agricoltura, in Coldiretti, l’età media dei presidenti regionali è di 47 anni. “Ad essere vecchie ed anche poche sono soprattutto le idee con le quali si vuole affrontare la crisi”, ha sostenuto il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “si cerca di riproporre modelli di sviluppo fondati sulla finanza e sulle economie di scala che hanno già fallito altrove e che non hanno nulla a che fare con le peculiarità del Paese”. L’Italia - ha concluso Marini - può tornare a crescere solo se investe nelle proprie risorse che sono i territori, l'identità, il turismo, la cultu-ra e il cibo che sono una leva competitiva formidabile per trainare il Made in Italy nel mondo".Età media della classe dirigente italiana:

"La classe dirigente italiana è la più vecchia dell'Ue"

Assemblea Nazionale

GIOVANI IMPRESA}La classe dirigente ita-

liana impegnata nelle politica, nell’economia e nella pubblica am-ministrazione ha una

età media di 59 anni, la più alta tra tutti i Paesi Europei. È quanto emerge dal primo report sull’età media della classe dirigente italiana nel tempo della crisi, presentato nel cor-so dell’Assemblea dei giovani della Coldiretti e realizzato in collaborazione con l’Università della Calabria. “La maggio-ranza della classe dirigente attuale andrà probabilmente in pensione prima che la crisi sia superata, anche se si tiene conto della riforma del Ministro del Lavoro Elsa Fornero”, ha ironizzato il delegato nazionale dei giovani della Coldi-retti Vittorio Sangiorgio nel sottolineare che “la disoccupa-zione giovanile record non è solo un problema familiare e sociale, ma provoca anche un invecchiamento della classe dirigente italiana che deve affrontare la crisi con il Paese che sta rinunciando a energie e risorse fondamentali per la crescita”. A conquistare il triste primato dell’anzianità nel momento economicamente più difficile per l’Italia dal dopoguerra sono le banche che hanno una età media de-gli amministratori delegati e dei presidenti di circa 67 anni, pari addirittura a quella dei Vescovi italiani in carica. Nelle Istituzioni, tra i parlamentari l’età media dei senatori è di 57 anni e quella dei deputati 54. Ancora più alta è l’età media dei ministri del Governo guidato da Mario Monti: 64 anni. Nelle ultime 3 legislature sono stati eletti soltanto 2 under 30 su circa 2500 deputati, anche se il peso dei 25-29enni è pari a circa il 28 per cento della popolazione eleggibile (con più di 25 anni). Attualmente solo un deputato su 630 ha meno di 30 anni e appena 47 sono quelli under 40 mentre quelli over 60 anni sono 157. Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha 69 anni e i ministri più giovani, Renato Balduzzi e Filip-po Patroni Griffi, hanno 57 anni. In Gran Bretagna David Cameron è diventato primo ministro a 43 anni, Tony Blair a 44, John Major a 47 e Gordon Brown a solo poco più di 50. Il problema della burocrazia è forse quello che più colpisce cittadini e imprese che lamentano spesso la disattenzione nei confronti delle nuove tecnologie che potrebbero portare piu’ efficienza o snellimento delle procedure. Forse non è un caso che l’età media dei direttori generali della pubblica am-ministrazione è di 57 anni mentre, se si guarda alle aziende

Gruppo Giovani Impresa di Piacenza

I giovani imprenditori agricoli di Piacenza insieme a quel-li dell’Emilia Romagna coltivano il futuro con i piedi ben saldi nel presente anche nel tempo della crisi. è quanto emerso dalle otto assemblee cui hanno partecipato 500 imprenditori di Coldiretti Giovani Impresa dell’Emilia Ro-magna in preparazione all’Assemblea Nazionale “Giovani

per l’Italia”. Credito, filiera agricola tutta italiana, bioenergie, sono stati alcuni dei temi trattati ne-gli otto incontri e che saranno il patrimonio di idee che i giovani imprenditori dell’Emilia Roma-gna hanno racchiuso in una snella pubblicazione presentata all’Assemblea Nazionale.

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“Il presente é l’unico tempo

veramente nostro...”Pascal

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ISTITUZIONI      Governo     64    

Senato     57    

Camera     54    

BANCHE     67    

PROFESSORI  UNIVERSITARI     63    

DIRETTORI  GENERALI  PUBBLICA  AMMINISTRAZIONE     57    

DIRIGENTI  PARTECIPATE  STATALI     61    

MANAGER  AZIENDE  QUOTATE  IN  BORSA     53    

RAPPRESENZANZE  IMPRESE  INDUSTRIA  E  COMMERCIO     59    

COLDIRETTI     47    

SINDACATI  DEI  LAVORATORI     57    

VESCOVI  CHIESA  CATTOLICA     67    

MEDIA  GENERALE     59      

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UE: rinnovare gli strumenti di difesa commerciale

TUTELA PRODUZIONI

}All’interno della manifestazione del CIBUS 2012 te-nutasi a Maggio a Parma, nell’area convegni del polo fieristico, Cariparma CreditAgricole ha organizzato un convegno sulla “Valorizzazione delle Filiere Agro-alimentari” a cui CreditAgri Emilia Romagna e Cre-

ditAgri Italia sono stati invitati. Sono stati trattati dai vari relatori argomenti di primaria importanza, dove il mondo economico agricolo in primis si è caratterizzato come anello principale della filiera agroalimentare. Ci sono stati appro-fondimenti su temi che riguardano l’affermazione dei pro-dotti sui vari mercati e sono state fornite statistiche dove il settore agroalimentare dimostra di crescere con costante continuità, nonostante il difficile contesto economico. Per Cariparma CreditAgricole è intervenuto Raphael Gay Responsabile della Direzione Agroalimentare dell’Istitu-to Bancario, il quale ha rimarcato il contesto più mon-diale del mercato dell’agroalimentare, si è soffermato sui prodotti di qualità e sull’integrazione della filiera. Per CreditAgri Emilia Romagna e CreditAgri Italia era presente Nolletti Pierluigi e Masini Fabrizio Re-sponsabile Area Credito Coldiretti Piacenza.

Convegno Cariparma CreditAgricole

VALORIZZAZIONI DELLE FILIEREAGROALIMENTARI

} Non più “solo” vitamina C e licopene. Non più “solo” flavonoidi, vitamina E, composti fenolici. Il pomo-doro avrebbe una miniere di altre sostanze antios-sidanti, sino ad oggi poco indagate. A fare luce arri-va una ricerca tutta italiana sui fattori funzionali di

questo tipo di ortaggio e pubblicata sul British Journal of Nutrition, a nome del Cnr e della Università di Pisa. La “collaborazione” tra il pomodoro e alcuni micro-funghi che vivono in simbiosi e che agiscono a livello di radici produrrebbe alcune sostanze in grado di agire non solo nella veste di antiossidanti, ma anche capaci di favorire un corretto funzionamento del nostro sistema interno di difese (aspetti ormonali e metabolici). I pomodori biologici sarebbero poi particolarmente in grado di sta-bilire con i funghi una migliore associazione, favorendo un migliore assorbimento di nutrienti dal suolo. I funghi del gruppo Glomeromycotica quindi aumenterebbero il contenuto di minerali nel frutto, migliorandone il profi-lo nutrizionale. I pomodori derivati da piante con questi funghi nelle radici avrebbero un contenuto maggiore di calcio (15%), di potassio (11%), di fosforo (60%) nonché di zinco (28%), con un aumento di quasi il 20% del li-copene. Un ulteriore aspetto assai interessante riguarda la capacità di tali pomodori di avere una attività anti-estrogeni, limitando l’esposizione al rischio di sviluppare alcuni tipi di tumore (cancro estrogeno-correlato).

POMODORO, una nuova ricerca svela proprietà salutari persino nelle radici

da sinistra Raphael Gay Pierluigi Nolletti, Giovanni Borlenghi Fabrizio Masini,

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Le merende di una volta

il PANE di Piacenza

27le qualità nutrizionali dei prodotti del territorio a cura della Dott.ssa Monica Maj

piridossina e vitamina B9 o acido folico. Tra i minerali vi si ritrovano grandi quantità di fosforo, magnesio, calcio e potas-sio, e in misura minore altri elementi come sodio, ferro o iodio.La presenza o meno del pane nell’alimentazione quotidiana è spesso argomento di discussione, uno dei falsi miti più diffusi lo indica come uno dei primi elementi da eliminare o ridurre nelle diete dimagranti. L'idea che i carboidrati facciano ingras-sare e siano privi d'importanza nutritiva ha fatto sì che il con-sumo di pane sia molto lontano dalle raccomandazioni dell'Or-ganizzazione Mondiale della Salute (OMS).Occorre ricordare che il segreto per una corretta alimentazione sta nelle quantità e nella corretta distribuzione degli alimenti nell’arco della giornata, mangiare di tutto e moderatamente è la prima regolare per stare in salute.

Il pane è un alimento antichissimo, si ritiene, infatti che nella Preistoria si utilizzasse farina di ghiande o semi di faggio per la preparazione di un composto molto simile. Si tratta di un alimento già presente nella dieta degli Egizi, che probabilmen-te scoprirono per caso il processo di fermentazione. Per pane si intende il "prodotto deperibile risultante dalla cottura di un impasto ottenuto mescolando farina di frumento, sale e acqua, fermentato per mezzo di specie di microrganismi propri del-la fermentazione panaria come il Saccharomyces Cerevisiae". Quando si utilizzano farine di altri cereali, il pane viene identi-ficato con l'appellativo corrispondente al tipo di cereale impie-gato (ad es. pane di segale, di mais ecc.).

Qualità nutrizionaliDa un punto di vista nutrizionale il pane apporta carboidrati complessi (in particolare amido), proteine di origine vegetale ed è quasi privo di grassi.È una buona fonte di vitamine del gruppo B e di minerali quali il fosforo, il potassio e il magnesio. E’ alla base della dieta medi-terranea, accanto ad altre preparazioni a base di cereali (pasta, riso, mais…)In una dieta equilibrata, almeno il 50-55% delle calorie totali deve provenire dai carboidrati contenuti negli alimenti, neces-sari per fornire all'organismo l'energia di cui ha bisogno per funzionare e svilupparsi correttamente.Il pane fornisce vitamine idrosolubili del gruppo B, che l'orga-nismo può immagazzinare solo in piccole quantità, e numerosi minerali necessari per varie funzioni fondamentali. Per questo, la dieta quotidiana deve garantirne un apporto sufficiente a soddisfare le esigenze del nostro organismo.Nello specifico, il pane contiene vitamina B1 o tiamina, vita-mina B2 o riboflavina, vitamina B3 o niacina, Vitamina B6 o

la ricettamerende doLci:

pane piacentino... burro e zucchero pane piacentino... e marmeLLata con ciLiegie di viLLanova pane piacentino... e frutta fresca

merende saLate:

pane piacentino... oLio e saLepane piacentino... e nocipane piacentino... e coppa

Alimentazione

Fonte   tabelle   di   composizione   INN  

2012  

Pane  gr.  100  

Proteine   8.6  g  

Grassi   0.4  g  

Carboidrati   66.9  g  

Acqua   29  g  

Fibra     3.2  g  

Calorie   289  Kcal  

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28

Lo spazio che “La Voce dei Coltivatori”, normal-mente, dedica a personaggi autorevoli del mondo agricolo, nel mese di giugno è riservato ad un amico e collega che non è più con noi… Medoro Rebecchi

Quando squilla il telefono e all’altro capo ti danno una notizia non bella, si rimane senza parole, quella che però ci ha annun-ciato la scomparsa di Medoro ci ha lasciato attoniti, sbigottiti, ci siamo sentito il mondo crollare addosso... il giorno dopo sem-brava proprio che ci mancasse qualcosa, era Medoro.Sono passati 40 anni da quando, baldi giovanotti, ci siamo in-contrati per la prima volta e insieme abbiamo incominciato a ragionare su come impostare il lavoro e su come fare grande la nostra Coldiretti. Da allora è stato un crescendo di successi che

ci ha sempre visti coinvolti con il classico motto “tutti per uno, uno per tutti”. Quante battaglie, quante manifestazioni, quanti convegni, è li dove è nata la squadra, la grande famiglia, oggi siamo orgogliosi di quanto abbiamo costruito... vero Medoro?“Caro Medoro te lo abbiamo sempre riconosciuto, oggi ancora di più, il tuo importantissimo ruolo in Coldiretti, il tuo attacca-mento ai soci e anche alla gente comune, la tua fermezza nel portare avanti le giuste istanze del mondo agricolo presso le istituzioni, ma anche la straordinaria capacità di mediazione che portava sempre al risultato sperato. Quante persone ti dovranno ringraziare… Dio solo lo sa”.Quando ci si incontrava o ci sentivamo per telefono ci salutava-mo sempre con “ciao caro” queste due parole lasciavano traspa-rire tutta l’intelligenza, la cordialità, la sincerità dell’AMICO vero. Medoro voleva poi essere informato di come andava il lavoro e

MedoroRebecchi

ricordiamo

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"la Voce" in ricordo di un amicogiugno 201229

Rebecchiricordiamo

soprattutto voleva sapere della famiglia e dei figli in particolare. Se avevamo dei problemi era sempre disponibile ad ascoltarci e a darci dei consigli, quando eravamo tristi era il primo a confor-tarci e a farci sorridere e tornare sereni.La gente della Val Nure e non solo, deve tantissimo a Medoro prima come tecnico poi come responsabile della formazione per chiudere alla guida di un importante settore come quello vitivinicolo che lo ha visto impegnato fino a pochi mesi fa.Non spetta certo a noi fare dei discorsi alla memoria, tutti, in casa Coldiretti, devono riconoscere che Medoro è stato un grande per l’organizzazione; ha lasciato un segno che nessuno potrà mai cancellare. A noi rimarrà sempre l’amicizia sincera che è il bene più prezioso, siamo certi che dal cielo ci osserverà continuamente e vigilerà su ogni nostra azione per indicarci la strada giusta.

Ciao Medorociao grande amiconon ti dimenticheremo mai.

I tuoi amici

Roberto FilippiniLuigi Lusardi

Page 30: la voce-062012

a cura diAttilio Barbieri

etichettopoli.com

30

Impressioni da Cibus alla ricerca del made in Italy Cibus, il più importate salone dell'alimentazione made in Italy, si è chiuso da poco. Quattro giorni (dal 7 al 10 maggio) sono volati, visto il numero degli espositori e la profondità dell'offerta messa in mostra a Parma. In realtà sono riuscito a rubare solo due giornate al mio solito lavoro di redazione. Lunedì, il giorno d'apertura - con i ministri Catania e Passera che hanno atti-rato l'attenzione soprattutto di autorità locali e alcune decine fra poliziotti e carabinieri in servizio, per il resto il salone li ha quasi ignorati - e martedì. Ho visitato decine di stand, come sempre sulle tracce del made in Italy. Quello vero. In realtà alla più importante vetrina dell'alimentare della Penisola il «fatto in Italia» non emerge per nulla. A guardare da qui pare che i 60 miliardi fra pasta, salumi e formaggi spudoratamente imitati in mezzo mondo, non esistano. Il settore va bene, le esportazioni tirano: perché rischiare di rompere il giocattolo per distinguere i prodotti interamente italiani dagli altri (e non sono pochi) in cui la materia prima nostrana si limita alla carta o al cartone dell'imballo? Salumi, latticini, pasta, riso: i nomi e i marchi sono italianissimi. Quel che sta dietro chissà. Consapevole di fare la domanda sbagliata ho percorso in lungo e in largo i padiglioni di Cibus, proprio per cercare di distinguere fra le migliaia di prodot-ti quali potrebbero portare davvero il tricolore. Il solito «gioco» che faccio fra i banconi dei supermercati. Solo che a Parma non mi limito solo a leggere l'etichetta, chiedo pure al produttore: da dove arriva la materia prima? Il risultato è stato complessiva-mente sconsolante. Anche se non mancano i casi di produttori che rivendicano (a ragione) l'italianità della loro offerta, in oltre 8 casi su 10 non si capisce se gli ingredienti impiegati arrivino dallo Stivale oppure da Oltreoceano. Per brevità riassumo il mio viaggio nell'universo alimentare in mostra a Cibus in tre tappe. Tre fermate ad altrettanti stand. Il primo è quello della pasta Rummo dove assaggio delle penne rigate a dir poco strepitose cucinate da uno chef stellato. Buone, buonissime... Merito della lenta lavorazione, mi spiegano i Rummo, giunti a Parma con il look delle confezioni completamente ridisegnato. Il grano? E' canadese e ucraino, mi dicono, «per fare una pasta così ci vo-gliono delle farine con caratteristiche speciali e noi, in Italia, non ne produciamo a sufficienza». Resta il fatto che la pasta dell'a-

zienda beneventana è gustosa, mai scotta e ben strutturata. E prende i sughi magnificamente. Altra tappa altro stand: Pomì. In questo caso l'allestimento è tutto giocato sulla tracciabilità della materia prima. Filiera trasparente, origine certa, con la possibilità di individuare addirittura il campo da cui provengono i pomodori utilizzati per quella determinata confezione. Tutto attorno al perimetro espositivo della Pomì una fila di piantine di pomodoro, vere, verissime, che assomigliano a sentinelle in mi-niatura. Affogate nelle luci e nei rumori di una kermesse, quella parmigiana, poco incline a parlarti di campi e coltivazioni. Pomì era un marchio della Parmalat, ceduto dall'allora commissario straordinario Enrico Bondi per far rientrare un po' di soldi nelle esangui casse della società, depauperate da scelte finanziarie dissennate. A rilevarlo è stato il Consorzio Casalasco che ha trasformato un brand di fantasia in una enclave di vero made in Italy. Infine - terza tappa - la Levoni di Mantova, per la pre-cisione di Castellucchio. Vi arrivo accaldato e un po' rintronato da una indigestione di luci e rumori. A differenza di altri salu-mieri i Levoni utilizzano quasi esclusivamente carni italiane per confezionare salami, prosciutti e insaccati. Il 93% arriva da una filiera rigorosamente made in Italy. Peccato che non sia chiaro a leggere le loro etichette. Ma è un paradosso di cui ho capito tempo fa il senso: se identifichi come «fatto in Italia» un salume, gli altri (in questo caso quelli di molti concorrenti) non si vende-rebbero più se non a costi molto bassi. E' lo stesso motivo per il quale neppure i prosciutti dei consorzi - Parma, San Daniele ecc - non si dichiarano esplicitamente italici, nonostante il loro disciplinare di produzione escluda tassativamente l'impiego di carni straniere.Ecco, il mio diario da Cibus finisce qui, anche se potrei raccon-tare decine di visite ad altrettanti espositori. Questi tre, Rummo, Pomì e Levoni, riassumono però compiutamente le strade per-corse dall'alimentare italiano. E si tratta di percorsi diversi ma tutti ugualmente rispettabili. Ometto volutamente di riferirvi i casi di falsi clamorosi che ho trovato a Parma, nell'olio extraver-gine, per esempio, e fra i formaggi.

L’irrigazione in Val TidoneIn Val Tidone l’irrigazione interessa un’area di cir-ca 13.000 ettari.La Diga del Molato consente di accumulare ac-qua nel bacino artificiale con una capacità mas-sima di invaso di circa 9 milioni di mc. L’acquaprima di essere restituita al torrente Tidone at-traversa turbine che generano energia elettrica.L’acqua rilasciata dalla Diga e dal torrente Tidon-cello confluisce alla traversa Lentino per esseredistribuita nel comprensorio irriguo.

Nei comuni di Pianello, Borgonovo e Agazzanol’irrigazione è in pressione, ovvero l’acqua vieneimmessa in condotte sotterranee e indirizzata aisingoli agricoltori che ne fanno uso, per mitigarele perdite di acqua e avere una maggiore effi-cienza. L’acqua del Fiume Po viene utilizzata perl’irrigazione della bassa Val Tidone tramite l’im-pianto di sollevamento portata di 1mc/sec, e inseguito distribuita da altre stazioni di rilancio perirrigare le zone agricole di Castel San Giovanni,Borgonovo e Sarmato.

Strada Val Nure, 3 - Piacenza - 0523 [email protected] - www.cbpiacenza.it

siamo anche su

Diga del Molato

Condotta Agazzano-Battibò Traversa Lentino Impianto di Pievetta

Stazione Caramello

Stazione RDB

Stazione Bruso

pagina coldiretti irrigazione 19x23_Layout 1 18/05/12 17:52 Pagina 1

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L’irrigazione in Val TidoneIn Val Tidone l’irrigazione interessa un’area di cir-ca 13.000 ettari.La Diga del Molato consente di accumulare ac-qua nel bacino artificiale con una capacità mas-sima di invaso di circa 9 milioni di mc. L’acquaprima di essere restituita al torrente Tidone at-traversa turbine che generano energia elettrica.L’acqua rilasciata dalla Diga e dal torrente Tidon-cello confluisce alla traversa Lentino per esseredistribuita nel comprensorio irriguo.

Nei comuni di Pianello, Borgonovo e Agazzanol’irrigazione è in pressione, ovvero l’acqua vieneimmessa in condotte sotterranee e indirizzata aisingoli agricoltori che ne fanno uso, per mitigarele perdite di acqua e avere una maggiore effi-cienza. L’acqua del Fiume Po viene utilizzata perl’irrigazione della bassa Val Tidone tramite l’im-pianto di sollevamento portata di 1mc/sec, e inseguito distribuita da altre stazioni di rilancio perirrigare le zone agricole di Castel San Giovanni,Borgonovo e Sarmato.

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Coldiretti e strutture economiche in sinergia

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Notizie tecnicheN essun rialzo di prezzo in vista per il Grana Padano dopo il terremoto che ha colpito l'Emilia. è lo stesso Consorzio di Tutela ad assicurarlo in una nota in cui fa riferimento ai danni causati dal sisma. Nonostante gli ingenti danni

e la distruzione di migliaia di tonnellate di formaggio, le forniture alla distribuzione continueranno regolarmente, né vi saranno rialzi di prezzo. Il Consorzio chiede inoltre ai consumatori di segnalare eventuali situazioni speculative circa la mancanza di prodotto o in-giustificati rialzi di prezzo. Il bilancio è significativo e molto critico, le stime oscillano tra le 200 e le 300 mila forme andate perdute, diverse migliaia di tonnellate del nostro “fiore all' occhiello” che verranno mandate in fusione, un danno pesantissimo.

Alcune considerazioni sul settore Le considerazioni che si possono fare è che ad un “buon 2010” è seguito un “ottimo 2011”, ma cosa dovranno attendersi ca-seifici e produttori di latte quest' anno? La situazione reggerà, perché, nonostante i prezzi e i dividendi delle cooperative non saranno quelli eccellenti del 2010 e del 2011, il 2012 garantirà comunque ai caseifici un reddito adeguato. Gli auspici potranno realizzarsi solo ad una condizione: alla base del piano produttivo ci deve essere una netta inversione di tendenza all' eccessiva spinta produttiva, situazione che si è già riscontrata nella pro-duzione di aprile, con una diminuzione del 3-4 per cento. Prezzi troppo alti generano entusiasmo e possono anche indurre scelte imprenditoriali sbagliate, prezzi troppo bassi minano la qualità e la necessaria serenità delle imprese. Stabilità significa avere la certezza di remunerare adeguatamente i costi produttivi, dalla stalla al caseificio sino alla commercializzazione finale. Il prezzo del latte spot in questa prima fase di inizio campagna segnala, anche se minimo, un aumento del prezzo, che supera i 30 centesimi al litro. è un segnale positivo, ma che riscontra ancora malconten-to tra i produttori a causa dell' instabilità del prezzo pagato all' allevatore. Si parla di 37 centesimi per litro di latte: è un prezzo assurdo proposto dagli industriali, ben 4 in meno rispetto al prez-zo di riferimento pagato fino al 31 marzo scorso. L'auspicio come Associazione per la tutela dei nostri soci è che questa sia solo una realtà momentanea e di passaggio, perché se cosi non fosse anziché valorizzare il formaggio Dop più consumato al mondo, si rischierebbe di svilirne il valore .

Rilevazione prezzi del latte e prodotti caseari - fonte Camera di Commercio di Lodi

Periodo 1 – 14 maggio 2012

LATTE SPOT

Latte nazionale crudo Euro/1000Kg

min max media

Franco arrivo in latteria pagamento 60 giorniIVA esclusa

300,00 315,00 307,50

PRODOTTI LATTIERO CASEARI

Formaggi - Da produttore a grossista franco caseificio - per forme intere MERCE NUDA - IVA esclusa

Euro/Kg

min max media

Grana padano (scelta 01) stagionatura 15 mesi e oltre

8,4 9 8,7

Grana padano (scelta 01) stagionatura 9 mesi e oltre

7,15 7,35 7,24

Per approfondimenti e ulteriori informazioni sul sistema lat-tiero–caseario l'ufficio Apl è a completa disposizione.

ASSOCIAZIONE PIACENTINA LATTEVia Colombo 35 – 29122 PiacenzaTel. 0523/578489Fax. 0523/607375e-mail: [email protected]

Orari d’ufficio:lun. - giov. 8.30 - 13.00 e 14.00 - 17.30 ven. 8.30 - 13.00 e 14.00 - 16.30

Terremoto: danni alla produzione di Grana Padano

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Terremoto: danni alla produzione di Grana Padano

Pomì va in scena

Un vero successo allo stand verde di Pomì: food blogger provenienti da tutta Italia hanno anima-to il divertente show cooking condotto dalla bellissima chef creativa Monica Bianchessi e dal

giovane ed estroverso Mattia Poggi. Una giornata spe-ciale quella dell’8 maggio: l’azienda ha ospitato i food blogger nella propria sede e li ha poi condotti a Cibus, dove i due chef hanno creato istantaneamente gusto-sissime ricette davanti agli occhi incuriositi e ghiotti dei fortunati ospiti. Al posto della torta per i 30 anni di Pomì, sono stati così serviti piatti a base di polpa, passata e pomodoro a cubetti. Un pomodoro 100% italiano, buono e rispettoso dell’ambiente, come nella migliore tradizione Pomì.“Organizzare questo incontro con i veri protagonisti del web mi ha sorpreso e coinvolto. - interviene Costanti-no Vaia, direttore generale del Consorzio Casalasco del

Pomodoro - Sono contento dell’ottima riuscita dell’e-vento e i commenti raccolti sono tutti molto positivi. è importante per noi riscontrare la soddisfazione diretta del consumatore che è sempre più attento ed esigente. Per questo motivo continuiamo a puntare sull’eccellen-za del gusto senza mai dimenticare però l’importanza dei nostri valori che vogliamo arrivino altrettanto diret-tamente. Scegliere Pomì significa non solo scegliere la bontà e la tradizione, ma significa anche stare dalla parte dell’ambiente. Noi lo facciamo con azioni concrete e risultati tangibili, ne sono un esempio l’ETICHETTA PER IL CLIMA di Legambiente, con cui dichiariamo l’e-missione di CO2 e Pomì Trace, il sistema informatico - www.pomitrace.it - che consente al consumatore di verificare la tracciabilità del prodotto che porta in tavola con un solo click.”

1982 - 2012 il marchio 100% italiano, che ha fatto la storia della passata e della polpa di pomodoro, ha festeggiato i suoi 30 anni a Cibus e lo ha fatto con “Pomì d’autore”, un’iniziativa dedicata al piacere della cucina e ai sapori della buona tavola

CIBUS 2012

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la Voce di UNI Cattolica

34

provenienti da alcune delle più prestigiose facoltà di Agraria italiane. La squadra della Cattolica, composta da una rappresentanza di 10 studenti del corso di laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari e dell’Alta Scuola in Economia agro-alimentare SMEA, capitanata dal prof. Sebastiano Porretta, ha presentato “LA SALSA ECO” ottenuta integralmente dal pomodoro e dai suoi sottoprodotti di lavorazione. L’ottimo lavoro svolto dai ragazzi sia in fase di realizzazione che di presentazione alla giuria del prodotto ha permesso alla squadra di conseguire il 2° posto nella classifica finale e di vincere i 3.000 euro in palio.

Hanno trasformato uno scarto industriale come i semi di pomodo-ro in olio e in combustibile, da utilizzare per la creazione di una salsa di pomodoro innovativa e ecocompatibile. è così che gli studenti della facoltà di Agraria si sono aggiudicati a CIBUS 2012 il secon-do posto a EcoTrophelia Italia (www.ecotrophelia.eu), il concorso che premia la ricerca eco-innovativa applicata ai prodotti alimentari. La manifestazione, promossa in Italia da Federalimentare, è rivolta a squadre di giovani studenti universitari che operano nel campo della ricerca alimentare. Oggetto della gara è l’ideazione e la realizzazione di un prodotto alimentare eco-innovativo con un potenziale com-merciale misurabile e significativo. A sfidarsi quest’anno 8 squadre

Cibus: 2°posto di ecotropheliaper gli studenti della facoltà di agrariaDELLA CATTOLICAIl concorso premia la ricerca eco-innovativa applicata ai prodotti alimentari. Agli studenti un premio di 3.000 euro

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Condizionalità 2012

rinnovabilidella gestione del verde e forestale:

♦ effluenti zootecnici ♦ paglia ♦ stocchi ♦ residui di campo

potature, ramaglie e altri residui della gestione delle aree verdi3. Sottoprodotti provenienti da attività alimentari ed agroindustriali:Sottoprodotti della trasformazione del pomodoro, dell’uva, della frutta, delle barbabietole da zucchero, dei cereali;Disponibilità incentivi: il costo indicativo cumulato di tutte le tipo-logie di impianto a fonte rinnovabile (eolico, idrico, geotermica, gas di discarica, biogas, biomassa, bioliquidi) non potrà superare i 5,5 miliardi di euro annui.Per il periodo 2013/2015 siìono fissati i se-guenti contingenti annuali: (espressi in MW)

Accesso ai meccanismi di incentivazione: per poter acce-dere agli incentivi occorre effettuare l’iscrizione dell’impianto negli appositi registri. Gli impianti con potenza superiore alla soglia (5 MW per tutti gli impianti ad esclusione delle fonti idroelettriche e geotermiche) pos-sono accedere agli incentivi a seguito di partecipazione ad aste al ribasso. Possono accedere direttamente ai meccanismi di incenti-vazione gli impianti:

♦ aventi potenza nominale fino a 50 kW ♦ previsti dai progetti di ristrutturazione del settore bieticolo-saccarifero.

La vita media degli impianti e dei meccanismi di incentivazione è stabilità in anni 20 per eolico, biogas, biomassa.

Definizioni:Data di entrata in esercizio di un impianto: è la data in cui si effettua il primo funzionamento dell’impianto in parallelo cin il siste-ma elettrico, comunicata dal gestore di rete e registrata in GAUDI’Data di entrata in esercizio commerciale di un impianto: è la data, comunicata dal produttore al GSE, a decorrere dalla quale ha inizio il periodo di incentivazione.Periodo di avviamento e collaudo commerciale di un im-pianto: è il periodo, comunque non superiore ai 18 mesi, inter-corrente tra la data di entrata in esercizio e la data di entrata in esercizio commerciale.Bioliquidi sostenibili da filiera, biomassa da filiera e bio-gas da filiera: prodotti nell’ambito di intese di filiera o contratti quadro ovvero da filiera corta, vale a dire prodotti entro un raggio di 70 km dall’impianto di produzione di energia elettrica.Prodotti ottenuti da coltivazioni dedicate non alimentari: prodotti di origine biologica, ottenuti da coltivazioni non impiega-te per alimentazione umana e animale, come ad esempio: loiessa, erba medica, sorgo, arundo donax, kenaf, mischanthus e poliennali arboree.Sottoprodotti utilizzabili negli impianti a biomasse e bio-gas: (sintesi tab1.A)1. Materiali sottoprodotti di origine animale non destinati al con-sumo umano:

♦ Classificati Cat.3: carcasse e pari di animale, rifiuti di cucina e ristorazione, sottoprodotti derivanti dalla fabbricazione di pro-dotti destinati al consumo umano, prodotti alimentari non più commercializzabili; ♦ Classificati Cat.2: stallattico

2. Sottoprodotti provenienti dall’attività agricola, di allevamento,

la bozza del decreto

  2013   2014   2015  Eolico   50   50   50  Biomasse  da  prodotti  di  origine  biologiche  o  sottoprodotti   145   145   145  

 

Le tariffe incentivanti previste per i nuovi impianti che entrano in funzione nel 2013 sono (sintesi

tabella decreto)

Fonte   Tipologia   Potenza  kW  

Base  tariffa  €/MWh  

Incremento  CHP  €/MWh  

Eolico   In-­‐shore  

1  <  P  ≤  20   291    20  <  P  ≤  200   268    200  <  P  ≤  1000   149    1000  <  P  ≤  5000   135    P  >  5000   127    

Biogas  

prodotti  origine  biologica  

1  <  P  ≤  300   180   40  300  <  P  ≤  600   160   40  600  <  P  ≤  1000   140   40  1000  <  P  ≤  5000   104   40  P  >  5000   91   40  

Sottoprodotti  di  origine  biologica  di  cui  alla  Tab.1A,  e  rifiuti  diversi  da  quelli  ci  cui  alla  lett.c)  

1  <  P  ≤  300   236   10  300  <  P  ≤  600   206   10  600  <  P  ≤  1000   178   10  1000  <  P  ≤  5000   125   10  P  >  5000   101   10  

Biomasse   prodotti  origine  biologica  

1  <  P  ≤  300   229   40  300  <  P  ≤  1000   180   40  1000  <  P  ≤  5000   133   40  P  >  5000   122   40  

Bioliquidi  sostenibili   1<  P  ≤  5000   121   40  P  >  5000   110   40  

 

Page 37: la voce-062012

tecnicogiugno 201237

Per gli anni successivi il valore delle tariffe e decurtato del 2%.Per gli impianti di potenza fino ad un 1 MW, il GSE, provvede, ove richiesto, al ritiro dell’energia elettrica netta immessa in rete, ero-gando una tariffa incentivante onnicomprensiva dell’incentivo e del prezzo zonale orario dell’energia.Ulteriori incentivi previsti:

♦ impianto dà luogo ad una riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra rispetto ai valori obiettivo: 10€/MWh ♦ impianti alimentati da biomasse, da coltivazioni dedicate non alimentari, da filiera: 20€/MWh

♦ Impianti che rispettano determinati requisiti di emissione in atmosfera: 30€/MWh. ♦ Impianti di biogas operanti in regime di cogenerazione ad alto rendimento che prevedano il recupero dell’azoto con la finalità di produrre concimi : fino ad un massimo di 30 €/MWh.

I soggetti che richiedono l’accesso ai meccanismi di incentivazione devono corrispondere al GSE un contributo per le spese di istrut-toria di € 150 più una quota in funzione della potenza dell’impianto pari a:

♦ € 80 per impianti di potenza da 20 kW a 200 kW ♦ 495 per impianti di potenza da 200 kW a 1 MW ♦ 1.320 per impianti di potenza da 1 MW a 6 MW ♦ 2.200 per impianti di potenza oltre 6 MW

Inoltre per coprire i costi di gestione, verifica e controllo in capo al GSE a decorrere dal 1/01/2013 i titolari degli impianti dovranno versare 0,2 c€ per ogni kW di energia incentivata.

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giugno 201239 tecnico

fitofarmacial via il nuovo registro dei trattamenti

Finalmente sono entrate in vigore le nuove norme relative all’immis-sione in commercio dei fitofarmaci che recepiscono le novità della legislazione comunitaria in materia. Il dlgs 55/2012, che sostitui-sce il Dpr 290/2001, semplifica e chiarisce alcuni obblighi relativi alla tenuta e compilazione del registro dei trattamenti effettuati con prodotti fitosanitari, che è obbligatoriamente richiesto alle imprese agricole, nell’ambito del regime di condizionalità degli aiuti comu-nitari. Le nuove disposizioni stabiliscono che la conservazione di tale documento, persegue finalità di verifica nell’ambito dei piani di monitoraggio e di controllo ufficiale realizzati sul territorio. Esso va conservato almeno per i tre anni successivi a quello a cui si riferiscono gli interventi annotati. Il registro dei trattamenti può, inoltre, essere compilato anche dall’utilizzatore dei prodotti fitosani-tari diverso dal titolare dell’azienda e, in questo caso, il titolare deve sottoscriverlo al termine dell’anno solare. Gli utilizzatori di prodotti fitosanitari possono avvalersi, per la compilazione del registro dei trattamenti, dei CAA, n. 165, previa notifica alla Asl di competenza. Il registro può essere compilato e sottoscritto anche da persona diversa, qualora l’utilizzatore dei prodotti fitosanitari non coincida con il titolare dell’azienda o con l’acquirente dei prodotti stessi. In questo caso dovrà essere presente in azienda, unitamente al registro dei trattamenti, relativa delega scritta da parte del titolare. Nel caso in cui i trattamenti siano realizzati da contoterzisti, il regi-

stro dei trattamenti deve essere compilato dal titolare dell’azienda sulla base del modulo indicato al paragrafo 6 della circolare 30 ottobre 2002 del Ministero delle politiche agricole alimentarie fore-stali, per ogni singolo trattamento dal contoterzista. In alternativa il contoterzista potrà annotare i singoli trattamenti direttamente sul registro dell’azienda controfirmando ogni intervento fitosanitario effettuato. Nel caso di cooperative di produttori che acquistano prodotti fitosanitari con i quali effettuano trattamenti per conto dei loro soci, il registro dei trattamenti può essere conservato presso la sede sociale dell’associazione e deve essere compilato e sotto-scritto dal legale rappresentante previa delega rilasciatagli dai soci. Il registro dei trattamenti deve essere compilato anche quando gli interventi fitosanitari vengono eseguiti per la difesa delle derrate alimentari immagazzinate. Il registro deve essere utilizzato, infine, per gli impieghi effettuati in ambito extra-agricolo. Sono esentati dalla compilazione del registro dei trattamenti i soggetti che utiliz-zano prodotti fitosanitari esclusivamente in orti e giardini familiari il cui raccolto è destinato al consumo proprio. Il titolare dell’azienda deve conservare in modo idoneo, per il periodo di tre anni, le fatture di acquisto dei prodotti fitosanitari nonché la copia dei moduli di acquisto, dei prodotti con classificazione di pericolo di molto tossici, tossici e nocivi.

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poiché sarebbe necessario abrogare il regolamento 1266/2010 che ha definito tale disposizione. Saranno sottoposti a tale obbligo i vini elaborati, totalmente o parzialmente, con uve vendemmiate dal 2012 in poi e a quelli messi in commercio dopo il 30 giugno 2012.Per quanto riguarda l'obbligo di etichettatura, esso scatta nei vini che presentino un residuo in derivati dell'uovo o del latte superiore a 0,25 mg/litro. Resta confermata l'opzione facoltativa dei pittogram-mi (Fig.1), in associazione comunque alla scritta "latte" o "uovo".Il testo verrà adottato, con molta probabilità, in occasione del pros-simo Comitato di gestione vino, e verrà pubblicato entro fine giu-gno.

Nei giorni scorsi la Commissione europea ha elaborato una bozza di regolamento per l’applicazione della normativa sull’etichettatura degli allergeni. Il testo del regolamento è stato sensibilmente mo-dificato rispetto a quello presentato nel Comitato di gestione vino del 17 aprile in fase di consultazione (interna alla Commissione) e a seguito delle osservazioni dell’ufficio giuridico della Commissione stessa. La novità più sostanziale è che è stata respinta la proposta sostenuta anche da Coldiretti, di far partire il regolamento, e quindi l'obbligo di etichettatura, il primo gennaio 2013, mentre si partirà il primo luglio di quest'anno. La motivazione è di natura squisitamente giuridica: l’attuale bozza non può prevedere un’ulteriore proroga,

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nuovi allergeni nel vinoconfermato il primo luglio 2012

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Fig.1

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I veicoli totalmente esclusi (e per quali strade) l'autorizzazione prefettizia alla circolazione Il calendario dei divieti, i permessi di circolazione per macchine agricole eccezionali.

Le disposizioni regolamentari contenute nel decreto del ministero dei Lavori pubblici recante "Direttive e calendario per la limitazione alla circolazione stradale fuori dai centri abitati per i veicoli ed i complessi di veicoli, per il trasporto di cose, di massa complessiva massima autorizzata superiore a 7,5 tonn nell'anno 2012" confermano quanto previsto dal decreto in vigore per il 2011, e prevedono una disciplina diversa per:

I veicoli esclusi totalmente dal divieto

Il divieto di circolazione, fuori dai centri abitati, , nei giorni festivi e negli altri giorni particolari indicati nel decreto , non trova applicazione, per quanto di interesse agricolo, per i veicoli e per i complessi di veicoli di seguito elencati anche se circolano scarichi:

♦ adibiti esclusivamente al trasporto di latte, escluso quello a lun-ga conservazione, purché muniti di cartelli indicatori di colore verde delle dimensioni di 0,50 m di base e 0,40 m di altezza, con impressa in nero la lettera "d" minuscola di altezza pari a 0,20 m, fissati in modo ben visibile su ciascuna delle fiancate e sul retro;

♦ adibiti al trasporto di prodotti deperibili quali: frutta e ortaggi freschi, carni e pesci freschi, fiori recisi, animali vivi destinati alla macellazione o provenienti dall'estero, latticini freschi, deri-vati del latte freschi. Tali veicoli devono essere muniti di cartelli indicatori di colore verde, delle dimensioni di 0,50 m di base e 0,40 m d’altezza, con impressa in nero la lettera "d" minuscola d’altezza pari a 0,20 m, fissati in modo ben visibile su ciascuna delle fiancate e sul retro;

♦ classificati macchine agricole, adibiti al trasporto di cose, che circolano su strade non statali;

♦ classificati macchine agricole “eccezionali”, adibiti al trasporto di cose, che circolano su strade non statali;

♦ adibiti al trasporto esclusivamente di animali destinati a gareg-giare in manifestazioni agonistiche autorizzate, da effettuarsi od effettuate nelle quarantotto ore.

Quando serve l’ autorizzazione prefettizia

In analogia al quadro normativo descritto è soggetta ad autorizzazione pre-fettizia unicamente la circolazione, nei giorni indicati dal decreto:

♦ Dei veicoli e complessi di veicoli, classificati macchine agricole, destinati al trasporto di cose che circolano su strade statali, (art.4, comma 1, punto b, del decreto);

♦ Dei veicoli o complessi di veicoli considerati macchine agricole "eccezionali" che circolano su strade statali.

♦ Dei veicoli in genere adibiti al trasporto di prodotti, diversi da frutta e ortaggi freschi (definiti deperibili )che per loro intrin-seca natura o per fattori climatici o stagionali, sono soggetti ad un rapido deperimento e che pertanto necessitano di un tempestivo trasferimento dai luoghi di produzione a quelli di deposito o vendita ( es. cereali, mais ecc. ). Tali veicoli devono essere muniti di cartelli indicatori di colore verde, delle dimen-sioni di 0,50 m di base e 0,40 m di altezza, con impressa in nero la lettera "a" minuscola di altezza pari a 0,20 m, fissati in modo ben visibile su ciascuna delle fiancate e sul retro.

Permessi di circolazione macchine agricole eccezionali

In relazione alle macchine agricole eccezionali, è opportuno ricordare infine che per circolare sulle strade pubbliche (statali ,provinciali e comunali) devono comunque essere munite delle autorizzazioni concesse dagli Enti proprietari delle strade; A.N.A.S e Amministrazione Prov.le, autorizzazioni ulteriori rispet-to a quelle sopra. Sono considerate Macchine Agricole eccezionali quelle che eccedono i limiti di sagoma stabiliti Codice della Strada e cioè : larghezza massima non ecce-dente M. 2,55 ; altezza massima non eccedente M. 4,00; lunghezza totale, compresi gli organi di traino non eccedente M.12,00 nonché i limiti di peso.

Gli uffici Coldiretti sono a disposizione per tutte le infor-mazioni in merito.

Circolazione macchine agricole

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Macchine agricole: Limiti alla circolazione nei giorni festivi e prefestivi, se sono eccezionali servono specifici permessi

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1. tutte le domeniche dei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, ottobre, novembre e dicembre, dalle ore 8,00 alle ore 22,002. tutte le domeniche dei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre, dalle ore 7,00 alle ore 24,003. dalle ore 8,00 alle ore 22,00 del 6 gennaio4. dalle ore 14,00 alle ore 22,00 del 6 aprile5. dalle ore 8,00 alle ore 16,00 del 7 aprile6. dalle ore 8,00 alle ore 22,00 del 9 aprile 7. dalle ore 8,00 alle ore 14,00 del 10 aprile 8. dalle ore 8,00 alle ore 22,00 del 25 aprile 9. dalle ore 8,00 alle ore 22,00 del 1° maggio 10. dalle ore 7,00 alle ore 23,00 del 2 giugno11. dalle ore 16,00 alle ore 23,00 del 6 luglio 12. dalle ore 7,00 alle ore 23,00 del 7 luglio13. dalle ore 16,00 alle ore 23,00 del 13 luglio14. dalle ore 7,00 alle ore 23,00 del 14 luglio15. dalle ore 16,00 alle ore 23,00 del 20 luglio16. dalle ore 7,00 alle ore 23,00 del 21 luglio17. dalle ore 14,00 alle ore 23,00 del 27 luglio

18. dalle ore 7,00 alle ore 23,00 del 28 luglio19. dalle ore 16,00 del 3 agosto alle ore 23,00 del 4 agosto20. dalle ore 14,00 alle ore 23,00 del 10 agosto21. dalle ore 7,00 alle ore 23,00 del 11 agosto22. dalle ore 7,00 alle ore 23,00 del 15 agosto23. dalle ore 7,00 alle ore 23,00 del 18 agosto24. dalle ore 16,00 alle ore 23,00 del 24 agosto25. dalle ore 7,00 alle ore 23,00 del 25 agosto26. dalle ore 7,00 alle ore 22,00 del 1° settembre27. dalle ore 16,00 alle ore 22,00 del 31 ottobre28. dalle ore 8,00 alle ore 22,00 del 1° novembre29. dalle ore 16,00 alle ore 22,00 del 7 dicembre30. dalle ore 8,00 alle ore 22,00 dell'8 dicembre31. dalle ore 16,00 alle ore 22,00 del 21 dicembre32. dalle ore 8,00 alle ore 22,00 del 22 dicembre33. dalle ore 8,00 alle ore 22,00 del 25 dicembre34. dalle ore 8,00 alle ore 22,00 del 26 dicembre

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Calendario dei divieti di circolazione per l’anno 2012

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Con sentenza n. 3263 del 02 marzo 2012, la Corte di Cassazio-ne torna a pronunciarsi in materia di accertamento fiscale basato sulle movimentazioni bancarie, disciplinato dal disposto degli ar-ticoli 32, comma 1, n. 2, D.P.R. 600/1973, e 51, comma 2, n. 2, D.P.R. 633/1972, ribadendo che i dati e gli elementi risultanti dai conti correnti sono posti a base delle rettifiche e degli accer-tamenti “se il contribuente non dimostra che ne ha tenuto conto per la determinazione del reddito soggetto ad imposta”.

♦ Sentenza emessa a seguito di ricorso proposto nei confronti di Agenzia Entrate e del Ministero dell’Economia e delle Finan-ze avverso la sentenza della Commissione tributaria regionale della Lombardia n. 230/67/05; ♦ L’infondatezza del ricorso si regge su diversi punti molto inte-ressanti.

Per quanto concerne l’ordinaria movimentazione, in base all’art. 32 del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600” , i singoli dati ed ele-menti risultanti dai conti son posti a base delle rettifiche e degli accertamenti previsti, se il contribuente non dimostra che ne ha tenuto conto per la determinazione del reddito soggetto ad impo-sta, ed alle stesse condizioni sono altresì posti come ricavi a base delle stesse rettifiche ed accertamenti, se il contribuente non ne indica il beneficiario, i prelevamenti annotati negli stessi conti e non risultanti dalle scritture contabili: quando il contribuente non fornisce informazioni delle movimentazioni risultanti dai conti cor-renti, l’onere della prova è a suo carico”.Come pure per quanto concerne i titoli di credito, la direzione è la medesima, ovvero spetta sempre al contribuente l’onere della prova, nel senso di dar conto del rapporto causale che di ciascuno di essi pone alla base. Neppure il richiamo alla mancanza di prova dello svolgimento di attività di impresa coglie nel segno, ove si consideri che , secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione, ai fini dell’accertamen-to delle imposte sui redditi, “i dati e gli elementi risultanti dai conti correnti bancari vanno ritenuti rilevanti ai fini della ricostruzione del reddito imponibile, ai sensi dell’arti.32 del D.P.R. 29 settembre

1973, n. 600, se il titolare del conto non fornisca adeguata giu-stificazione, a prescindere della prova preventiva che il contribuen-te eserciti una determinata attività e dalla natura lecita e illecita della stessa”. Da ciò consegue che il riferimento dell’articolo 32 a “ricavi” e “scritture contabili” non inibisce il potere dell’ufficio di qualificare i versamenti privi di adeguata giustificazione come reddito imponibile: tale attività accertativa è consentita e pure ra-gionevole, in quanto i richiamati riferimenti ai ricavi e alle scritture contabili sono limitativi “unicamente della possibilità per l’ufficio di desumere reddito da prelevamenti, non potendosi certamente in via generale e per qualsiasi contribuente presumere la produ-zione di un reddito da una spesa e potendo viceversa una simile presunzione trovare giustificazione per imprenditori o lavoratori autonomi, per i quali le spese non giustificate possono infatti ragionevolmente ritenersi costitutive di investimenti (Cassazione, sent. 19692/2011 e 10578/2011). Diversamente la Corte ha ribadito l’applicabilità di alcuni principi in tema di imposta sul valo-re aggiunto (la disciplina dell’imposta non consente la detrazione dell’IVA per le fatture relative ad operazioni inesistenti). Infatti l'u-tilizzazione dei dati acquisiti presso le aziende di credito, ai sensi dell'art. 51, secondo comma, n. 2, del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, non è subordinata alla prova che il contribuente eserciti attività d'impresa: infatti, se non viene contestata la legittimità dell'acquisizione dei dati risultanti dai conti correnti bancari, i medesimi possono essere utilizzati sia per dimostrare l'esistenza di un'eventuale attività occulta (impresa, arte o professione), sia per quantificare il reddito ricavato da tale attività, incombendo al contribuente l'onere di dimostrare che i movimenti bancari che non trovano giustificazione sulla base delle sue dichiarazioni non sono fiscalmente rilevanti; in applicazione di tale principio, la S.C. ha così cassato la sentenza impugnata, la quale aveva annullato l’avviso di accertamento emesso sulla base dei dati risultanti da un conto corrente bancario, escludendo, senza tener conto dei medesimi dati, che il contribuente esercitasse attività imprendito-riale (Cass. n. 9573 del 2007, n. 2435 del 2001)”.

Accertamenti finanziarie onere della prova

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Accertamenti finanziarie onere della prova

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Convegno Interregionale

Poter beneficiare dell’esperienza dei nostri e nonni è un patrimonio che va trasmesso ai nostri giovani visto che ha costituito le basi per il corretto funzionamento ed il raggiungimento di obiettivi all’interno delle aziende agricole ma anche di strutture cooperative di trasfor-mazione che oggi costituiscono esempi d’eccellenza.Occorre sfruttare questi valori mettendo in atto strumenti e azioni che consentano ai giovani di confrontarsi con l’innovazione e con diverse realtà in Italia e nel mondo Si è ricordato con nostalgia il periodo 3 p confermando la forza di Coldiretti che ha sempre fornito strutture che hanno dato la possibilità di conoscere innovazione non solo agricola ma anche in altri settori commercio trasformazione sperimentazione e giovani agricoltori di tutta Europa e diverse regioni italiane.

Si è svolto ad Olbia il Convegno dell’associazione Federpensionati Coldiretti per le regioni di Emilia Romagna, Abruzzo e MoliseLa provincia di Piacenza era rappresentata dal Presidente Giorgio Rossi con la moglie Baldini Rina e dal consigliere Fanzola Luigi con la moglie Carini Rosanna.Il convegno ha trattato il tema “Invecchiamento attivo e solidarietà tra le generazioni”.Sono intervenuti il direttore Coldiretti Sardegna Luca Saba che ha presentato la Coldiretti sarda in tutte le sue peculiarità e il signor Conte funzionario Epaca che è ha illustrato i servizi alla persona alla luce della riforma Monti-ForneroIl presidente Rossi nel suo intervento ha illustrato come il valore della solidarietà sia universale e che nelle famiglie del mondo agri-colo si apprende all’interno del nucleo familiare cd. All’interno di una famiglia del mondo agricolo si realizza un esempio di solidarietà tra generazioni. Infatti nelle famiglie agricole i bambini crescono con i genitori ed in presenza dei nonni.

Federpensionati ColdirettiPresenti anche i pensionati di Piacenza con i colleghi dell’Emilia Romagna, Abruzzo e Molise

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epacagiugno 201247

Convegno Interregionale

Magnifica e sfavillante: preparatevi a salire a bordo sulla nave da crociera più lussuosa di qualunque altra. MSC Magnifica è l’ultima nave da crociera di lusso della Classe Musica di MSC Crociere. Presto verra’ varata la DIVINA, sulla quale speriamo di poter viaggiare il prossimo anno. entrata in servizio nel marzo 2010, MSC Magnifica unisce comfort straordinario, de-sign innovativo e tecnologie sofisticate, per offrire un'eccezionale efficienza energetica e non intaccare in alcun modo l'ecosistema marino. Un equipaggio di 1000 persone si prenderà cura di voi, in modo da consentirvi di godere del meglio dello stile italiano durante il viaggio. Al centro di MSC Magnifica si trova una meravigliosa oasi di tran-quillità e benessere, la MSC Aurea Spa, che offre svariate possibilità di relax: saune, bagni turchi, centro fitness, salone di bellezza, sala di talassoterapia, area relax e sala massaggi. Siete pronti a provare l'esperienza di un autentico massaggio balinese fatto da una mas-saggiatrice professionista? Le possibilità di divertimento a bordo di MSC Magnifica sono infinite. Potrete rilassarvi il sole nel solarium e scegliere fra 3 piscine, tra cui il Magrodome, una piscina in cui vi sembrerà di essere in estate tutto l'anno grazie all’ingegnoso tetto retrattile, perfetto per le crociere d'inverno. Inoltre potrete giocare

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Pensionati: scadenze e adempimenti

Agricoltori in piazza con studenti, pensionati e casalinghe

Certificazione telematica di malattia

Assunzione di parenti e affini

Lavoratori extracomunitari: rapporto irregolare con il clandestino e sanzioni

Responsabilità del datore di lavoro nella verifica del permesso di soggiorno

notizie in brevegiugno 201249

Come ogni anno l’INPS ha inviato le buste che contengono diversi modelli che dovran-no essere compilati e ritornati all’Inps:

♦ MODELLI OBIS M: gli operatori del patronato verificheranno la correttezza dei trattamenti pensionistici presentando eventuali pratiche per aggiornare l’importo

♦ MODELLI RED devono essere trasmessi all’Epaca al più presto, infatti entro il 30 giugno il CAF COLDIRETTI dovrà inviare i dati reddituali telematicamente all’INPS

♦ MODELLI ICRIC gli operatori del patronato entro il 30 giugno dovranno racco-gliere le dichiarazioni dei pensionati titolari di INVALIDITÀ CIVILE E ACCOMPA-GNAMENTO e tramite il CAF COLDIRETTI dovranno trasmettere i dati telemati-camente a INPS.

Per la consulenze i pensionati devono recarsi presso gli uffici del patronato Epaca dove riceveranno la giusta assistenza.

Il datore di lavoro che occupa irregolarmente un lavoratore straniero clandestino viene punito non solo con sanzioni amministrative, ma anche di natura penale.La legge 125/2008 ha inasprito il regime sanzionatorio per il datore di lavoro che assume un lavoratore privo di permesso di soggiorno o con un permesso scaduto, per il quale non sia stato richiesto il rinnovo nei termini di legge. Per ogni lavoratore assunto privo di permesso di soggiorno è prevista la reclusione da 6 mesi a 3 anni e la sanzione pecuniaria di 5.000 euro per ogni lavoratore impiegato. Non si può assolutamente omettere di precisare come, nei casi di maggiore gravità, l’utilizzo di un lavoratore straniero che sia privo di un regolare permesso di soggiorno può integrare gli estremi del reato di sfruttamento dell’immigrazione clandestina espressamente punito dall’art. 12 del testo Unico in materia di immigrazione. La norma prevede che venga punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a 15.000,00 euro, per ogni persona entrata illegalmente, chiunque ponga in essere atti diretti a procurare l’ingresso di uno straniero nel territorio dello Stato in violazione delle norme del Testo unico. Alla stessa pena soggiace chi favorisce, in qualsiasi modo, l’ingresso illegale di una persona in un altro Stato, del quale essa non sia cittadina e nel quale non abbia titolo per la permanenza.

Con sentenza n. 32934 del 31 agosto 2011, la I Sezione Penale della Cassazione ha affermato la responsabilità penale del datore di lavoro che, in buona fede, assume un lavoratore extracomunitario non in regola con il permesso di soggiorno.A detta della Suprema Corte, il datore di lavoro deve sempre verificare la regolarità del documento e non "fidarsi" di ciò che gli viene detto dal lavoratore, in quanto non potrà invocazione a sua discolpa la buona fede in caso di inesattezza o insussistenza delle affermazioni del cittadino extracomunitario.

Attiva dalle ore 8.00 del 20 aprile 2012 la procedura per l’inoltro telematico delle domande. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 92 del 19 aprile 2012 il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 marzo 2012 concernente la programma-zione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori non comunitari stagionali e di altre categorie nel territorio dello Stato per l’anno 2012.

La sola comunicazione effettuata entro le ore 24 del giorno antecedente al primo accesso ispettivo è in grado di escludere il provvedimento sanzionatorio (maxi san-zione per lavoro nero ex art.4 n. 183/2010) a dimostrazione della volontà datoriale

Scendono in piazza con gli agricoltori i tanti studenti, le casalinghe e i pensionati che occasionalmente sono impe-gnati nella raccolta di frutta e ortaggi o nella vendemmia grazie ai voucher che rischiano di essere di fatto aboliti con la riforma del lavoro. Sono Coldiretti, Cia e Confagricoltura ad annunciare il primo giorno di manifestazione di impre-se agricole, studenti, casalinghe e pensionati in occasione della ripresa della discussione sulla riforma in commissione lavoro del Senato (approfondimenti all’interno del giornale).

di non occultare il rapporto di lavoro. In caso di impiego di lavoratori subordinati senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro privato, co la sola esclusione del datore di lavoro domestico, è applicata la sanzione amministrativa da euro 1.500 a euro 12.000 per ciascun lavoratore irregolare, maggiorata di euro 150 per ciascuna giornata di lavoro effettivo. L’importo delle sanzioni civili connesse all’evasio-ne dei contributi riferiti a ciascun lavoratore irregolare è aumentato del 50%.

Per la generalità dei datori di lavoro decorre l’obbligo di ricevere solo in via telematica i certificati di malattia dei la-voratori. Non è più possibile richiedere ai lavoratori la copia cartacea del certificato di malattia, salvo le eccezioni previ-ste. Il datore di lavoro deve recuperare la certificazione on line o tramite mail (approfondimenti all’interno del giornale).

ulteriormente allargato l’ambito di operatività dell’art.74 del d.lgs., in particolare possono rendere prestazioni occasio-nali o ricorrenti di breve periodo nell’ambito delle attività agricole anche i parenti ed affini fino al quarto grado (cu-gini, prozii, e pronipoti) del titolare, senza per questo che si instauri un rapporto di lavoro subordinato o autonomo. Queste prestazioni presentano le seguenti caratteristiche:

♦ devono essere svolte in modo meramente occasionali o ricorrenti di breve periodo cioè l’attività è resa senza carattere di abitualità, in via eccezionale e straordinaria, anche ripetutamente nel corso dell’anno , ma sempre per brevi intervalli di tempo

♦ devono essere svolte esclusivamente a titolo di aiuto, mutuo aiuto, obbligazione morale,

♦ devono essere gratuite, ovvero senza corresponsione di compensi

Se il parente o l’ affine che lavora in azienda percepisce una retribuzione anche in natura , rispetta un determinato orario di lavoro e sottostà alle direttive del datore di lavoro il rapporto di lavoro è esattamente come un qualsiasi altro rapporto di lavoro e deve sottostare alle normali ordinarie regole ( assunzione, busta paga ecc).

Flussi di lavoratori non comunitari stagionali nel territorio dello stato per l’anno 2012

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