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la terra ci insegna che il futuro è nelle nostre mani coltiviamo insieme questo nuovo anno 64° anno - n.1 gennaio 2012 Poste Italiane spa - Sped.in a.p.-D.L.353/2003 (conv.in l.27/02/2004 n.46)-art.1 comma 1-DCB Piacenza-Costo abbonamento annuo: euro 11-Pagamento assolto tramite versamento quota associativa-contiene i.p. Periodico di Coldiretti Piacenza

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mensile la voce

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Page 1: la voce-012012

la terra ci insegnache il futuro è nelle nostre mani

coltiviamo insieme questo nuovo anno

64° anno - n.1 gennaio 2012

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i.p.

Periodico di Coldiretti Piacenza

Page 2: la voce-012012
Page 3: la voce-012012

sommario

6

Regione con Coldiretti controi “falsi di Stato”

il cuore è il primo terreno da coltivare

8il valore

reale del cibo

11

Editoriale: “la Voce” cambia tono ........................................................5Riforma PAC ......................................................................................... 10Marini: “il CIBO non è solo grassi e calorie” ......................................... 12la Bottega di Campagna Amica protagonista con l’Agriaperitivo ........ 12Pomodoro: la Cina trasforma, ma non consuma .................................. 14La fuga del Made in Italy: da Parmalat a Gancia .................................. 15CreditAgri ............................................................................................. 15Con il RUC arriva la semplifi cazione per le aziende agricole ................ 17Giovani Impresa: un gesto d’amore per la Casa del Fanciullo .............. 18Incontro alle necessità di chi so� re di intolleranze alimentari ............. 18

Page 4: la voce-012012

Cap

iniziative Coldiretti

eventi dal mondo agricolo

tecnico

l’intervista Monica Maj

20

etichettopoliA Barilla 90.000 tonnellate di grano italiano ......................................22

Varie .....................................................................................................46CapCap

tecnicotecnico

eventi dal mondo agricoloeventi dal mondo agricolo

iniziative Coldirettiiniziative Coldiretti

etichettopolietichettopoli

l’intervista Monica Majl’intervista Monica Maj

Anche i prodotti piacentini nel menù natalizio per i poveri di S.Egidio ..23La Giornata del Ringraziamento nei comuni della nostra provincia .....24

Legambiente: 2° edizione del premio Economia Verde .......................26Università Cattolica: quanto verde per un’agricoltura verde? ..............27La Cattolica si a� da al piacentino Cocconcelli .....................................27

Progetti di fi liera: settore lattiero caseario ..........................................28biogas: mitigazione degli impatti ambientali ......................................33Direttiva nitrati: deroga al limite dei 170 Kg di azoto ...........................36Sicurezza sul lavoro: da INAIL contributi alle imprese per 205 milioni ...36Richiesta assegnazione gasolio agricolo 2012 .....................................39Vitivinicolo: fi nanziamenti per la vendita diretta e siti internet ...........40Richiesta di prelievo vini DOC ..............................................................42Etichettatura dei vini ............................................................................44

Periodico mensiledi COLDIRETTI PIACENZA

Autorizzazione Tribunale di Piacenzan. 71 del 24 Aprile 1953

DirettoreMassimo Albano

Responsabile di redazioneElisabetta Montesissa

Direzione artisticaMarino Galli

RedazioneAntonella Bazzini, Dario Panelli, Elisabetta Montesissa,

Laura Barbieri, Luca Piacenza,Maria Luisa Cassi, Maurizio Ma�

Hanno collaboratoCinzia Pastorelli, Enrica Gobbi,

Ettore Capri, Fabio Lunardini, Fabrizio Masini,Filippo Manvuller, Nadia Marcotti,

Riccardo Piras, Sabrina Cliti

Direzione, redazione e amministrazione:COLDIRETTI PIACENZAPalazzo dell’Agricoltura

29122 Piacenza via Colombo, 35Tel. 0523 596511 | Fax 0523 596596

[email protected]

Progetto grafi co e impaginazione

Fotocomposizione e stampaGrafi che Lama Srl

Strada ai Dossi di Le Mose, 5/7, Piacenza

Il periodico ha una tiratura di 9.500 copie.Viene spedito ai Soci in regola con la quota associativa.

Non è in vendita.

La Voce dei Coltivatori online: ..................................................................................... www.piacenza.coldiretti.it ..................................................................................... .....................................................................................

Questo numero è stato chiuso in redazione il 9 gennaio 2012

Titolare del trattamento dei dati personali nelle banche dati di uso redazionale è Federazione Provinciale Coldiretti di Piacenza. Gli interessati potranno esercitare i diritti previsti dal Dl.Lgs 196/2003 in materia di protezione dei dati personali, telefonando al n.0523 596511, e-mail: [email protected]

© tutti i diritti riservati

La Voce dei Coltivatori è stampato su carta di cellulosa certifi cata FSC con elevato contenuto di fi bre di recupero, completamente biodegradabile e riciclabile.

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Elisabetta MontesissaResponsabile Relazioni Esterne

Coldiretti Piacenza

editoriale

la VOCEcambia TONO... e stile grafico

} Con il mese di gennaio anche il nostro periodico “La Voce dei Coltivatori” si rinnova, modificando il proprio layout, assu-mendo una nuova veste grafica più leggera e dinamica, per restare sempre al passo con i tempi e con i nuovi strumenti di comunicazione, non dimenticando mai le proprie origini e

il mondo che rappresenta… un mondo fatto di cose concrete e reali ma che sempre più frequentemente è “un passo avanti” rispetto agli altri settori.Questi sono i motivi per cui abbiamo deciso di rinnovare La Voce dei Coltivatori, cercando di interpretare, anche attraverso la comu-nicazione, il progetto che Coldiretti, con grande senso di respon-sabilità verso il Paese, sta realizzando.L’obiettivo è quello di avere un giornale esteticamente bello, leg-gibile, innovativo, con contenuti sempre più utili per le imprese e per i cittadini e che al tempo stesso sappia raccontare “la vita” e le strategie della maggiore Organizzazione agricola europea. La “nuova” Voce sarà altresì adeguata alle tecnologie moderne, frui-bile, quindi, anche con i nuovi supporti informatici come i tablet e gli smartphone.La Voce dei Coltivatori ha alle proprie spalle un percorso impor-tante e impegnativo; nasce con autorizzazione del Tribunale di Piacenza n. 71 del 24 aprile 1953 e negli anni è notevolmente cresciuto fino a diventare il giornale di riferimento del mondo agricolo piacentino.In questo ultimo anno abbiamo utilizzato carta riciclata, sacrifican-do l’aspetto estetico a beneficio dell’ambiente, affinché anche il nostro strumento di comunicazione rispettasse le linee dell’Orga-nizzazione, seguendo pertanto un percorso etico che lo ha porta-to ad essere ancora più importante e comunicativo.

Con questo rinnovamento vogliamo proseguire il percorso nell’ot-tica dell’eco-compatibilità: utlizzeremo una carta patinata certifica-ta FSC, vale a dire una carta di cellusosa con elevato contenuto di fibre di recupero che però non sacrifica la qualità delle immagini. Coldiretti Piacenza è “un’Organizzazione in crescita”, e così anche attraverso il nostro strumento principale di comunicazione voglia-mo porci obiettivi ambiziosi e di crescita. L’auspicio è che La Voce dei Coltivatori diventi sempre più protagonista del mondo locale e non solo, proprio come tutte quelle iniziative che ci hanno carat-terizzato quale Forza sociale credibile portatrice di un modello di sviluppo e in grado di apportare benefici al’intero Paese.

Gli obiettivi ambiziosi si raggiungono grazie al confronto e alla condivisione, pertanto siamo certi che tutti i lettori, protagonisti principali della nostra comunicazione, parteciperanno attivamen-te a questo nostro cambiamento attraverso critiche costruttive, suggerimenti e consigli, affinchè la Voce dei Coltivatori possa diventare un punto di riferimento indispensabile... perchè come recita la copertina di questo numero la terra ci insegna che il futuro è nelle nostre mani.

Elisabetta MontesissaResponsabile Relazioni Esterne

Coldiretti Piacenza

5

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6

il CuORE è il primo

terreno dA COLTIVARE

}“Il valore della socialità del cibo, l’eticità dell’agricoltura, con-siderare il cibo come un bene comune non come una merce,

educare a una nuova cultura che trasformi la percezione comune del prodotto agricolo da mercanzia, senza alcun valore intrinseco, a cibo, nel rispetto della natura che lo produce”.Con queste poche e signifi cative parole Gae-tano Rizzuto, direttore di Libertà, dopo l’in-troduzione del direttore di Coldiretti Piacenza Massimo Albano, ha aperto la rifl essione “Il cuore è il primo terreno da coltivare”, che ha visto la partecipazione del Vescovo della città, Mons. Gianni Ambrosio e del Presidente della Provincia Massimo Trespidi, assieme all’assi-stente ecclesiastico don Stefano Segalini. Tutti gli intervenuti hanno approfondito la tematica di una produzione agricola e, più in generale, dell’attività umana portata avanti all’insegna del rispetto per la natura e per le sue risorse.Mons Ambosio ha voluto enfatizzare l’aspetto

conviviale del cibo: “tenendo conto che tutta la nostra vita si gioca sulle relazioni, cibo e cuore diventano es-senziali. Il cuore è il centro di noi stessi, un cuore vitale che pulsa e ci fa vincere, un cuore di carne che genera vita e da cui è scaturito il progetto di Dio per noi. Per questo motivo occorre avere una particolare attenzione per chi ci sta accanto e valorizzare il lavoro degli altri senza metterci su un piedistallo”. Trespidi ha iniziato con un approccio fi losofi co al tema, sottolineando come “malgrado siamo fi gli dell’Illuminismo, è il cuore che ci aiuta a operare con una ragione diversa e a vedere tutta la realtà: cuore e ragione si sostengono vicendevolmente nel cammino dell’uomo verso la verità e la conoscenza della realtà. L’agricoltura, grazie alla sua concretezza, la laboriosità, l’inventiva è naturalmente portatrice di valo-ri positivi: oggi, nella nostra società, manca la dimensio-ne educativa, prerogativa dei genitori e tipica del mondo rurale. L’agricoltore è da sempre consapevole che la terra ci è stata affi data temporaneamente e che la misura del lavoro autentico è quella per cui la tua opera è impor-tante quando assume valore per gli altri”. A questo va aggiunta, spiega Trespidi, “la centralità dell’agricoltura nella gestione e manutenzione del territorio, in particola-re delle zone marginali. In quest’ottica va inquadrata l’i-niziativa Adotta la Terra, promossa dalla Provincia, che prevede per il 2012 l’investimento di risorse economiche in questo ambito.”“L’agricoltore sente il battito della terra” per Don Ste-

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sindacale7

fano Segalini “grazie alla vicinanza alla terra e alle sue meravigliose risorse”. D’altra parte, ricorda Don Stefano “ricordo i miei nonni coltivatori diretti che vedevano ne-gli animali in stalla e nei campi che li circondavano, non una semplice attività lavorativa, ma una vera e propria passione che sapevano trasmettere a tutti noi che stava-mo loro accanto”. L’incontro, promosso in occasione del saluto del Vescovo ai dipendenti, i funzionari e i dirigenti di Coldiretti, ha avuto anche un importante momento di riconoscenza della struttura nei confronti di due ne-opensionati: Roberto Filippini, che ci ha accompagnati per 36 anni come segretario di zona di Bobbio; Maria Milza, che ha coronato il prestigioso traguardo dei 40 anni in Coldiretti. Ai due protagonisti è stato donata una pittura raffi gurante i paesaggi loro più cari, dipinti con la tecnica dei famosi Vinarelli. Al temine dell’incontro, inoltre, è stato fatto dono ai relatori di una spilla d’oro, (la spiga, logo di Coldiretti): “queste persone sono i no-stri ambasciatori” ha precisato il presidente di Coldiretti Luigi Bisi, nell’esprimere loro la gratitudine dell’Orga-nizzazione per il sostegno ai valori e al lavoro che por-tiamo avanti.La mattinata si è conclusa con la visita da parte dei rela-tori e degli intervenuti, alla Bottega di Campagna Ami-ca, occasione per la benedizione del Vescovo al Bambino Gesù, prima di porlo nel Presepe.

gennaio 2012

da sinistra: Massimo Albano, Mons. Gianni Ambrosio, Gaetano Rizzuto, Massimo Trespidi, don Stefano Segalini, Luigi Bisi

da sinistra Roberto Filippini, Maria Milza e Milena Galli

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} “Attraverso questo incontro, ha sottolineato Elisabetta Montesissa Responsabile Relazioni Esterne di Coldiretti Piacenza e coordinatrice della mattinata, vogliamo sottoli-neare il valore sociale del cibo e quindi del sistema che lo produce, proprio perché riteniamo gli ettari coltivati siano

importanti non per l’estensione ma per quello che da quegli et-tari si ricava, nel senso più ampio del termine, considerando non solo il prodotto agricolo, ma il cibo, l’ambiente e la funzione sociale… il “peso sociale” del comparto agricolo. Non a caso in questo periodo di grave crisi per il Paese, il nostro è l’unico set-tore che può raccontare qualche cosa di concreto”. Dopo aver ribadito i valori portanti del lavoro di Coldiretti: qualità, origine, sicurezza alimentare, etica delle produzioni, tutela dell’ambien-te, distintività, legame con il territorio, ma anche innovazione, tecnologia sostenibile, formazione e molto altro, Montesissa ha sottolineato che questi sono i valori dei quali i prodotti agricoli sono portatori rappresentando l’asse portante del significato del cibo, un bene comune che, in quanto tale non può essere spre-cato e nemmeno oggetto di speculazioni. La mattinata ha avuto alcune parole chiave tenacia, coerenza, concretezza, buon senso e senso di responsabilità verso il Paese, che hanno caratterizzato gli interventi di tutti i relatori. è toccato, ovviamente, al Presi-

Tenacia, coerenza, concretezza,

buonsenso e senso di

responsabilità verso il Paese

8

dente Luigi Bisi effettuare il quadro generale dell’annata, sotto-lineando la buona tenuta del settore agricolo in una congiuntu-ra complessivamente negativa, come l’attuale in cui vive il Paese. Si sono analizzati, inoltre, alcuni numeri riguardanti l’occupa-zione creata dall’agricoltura, ma anche gli investimenti che nel 2011 hanno visto protagoniste le aziende piacentine, supportate da Creditagri, la società di mediazione creditizia di Coldiretti. Parlando di coerenza e di concretezza Bisi ha citato la Bottega di Campagna Amica inaugurata da poco a Piacenza e risultato vero e tangibile del progetto della Filiera Agricola tutta Italiana. I singoli comparti sono stati illustrati direttamente dai dirigenti delle strutture economiche sempre traducendo in valore sociale i numeri dei rispettivi comparti. Fiore all’occhiello dell’agricoltu-ra e dell’economia piacentina, il Consorzio Agrario Provinciale archivia un 2011 di successo con un bilancio consolidato di 96 milioni di euro: “una crescita, ha spiegato il presidente Pierluigi Scrocchi del 25% rispetto al 2010, che il Cap ha conseguito in-crementando una serie di servizi e introducendo prodotti nuo-vi caratterizzati comunque sempre dal denominatore comune della sostenibilità delle produzioni e della tutela dell’ambiente”. Importante anche il contributo dato alla realizzazione della Bot-tega di Campagna Amica: “questo è solo il primo, ha concluso Scrocchi, ma ce ne saranno altri nella nostra provincia”. Ruolo fondamentale per l’agricoltura piacentina è svolto da Condi-fesa. Il Consorzio di difesa delle produzioni agricole intensive della provincia di Piacenza, offre efficienti modalità di accesso alle coperture assicurative per le colture intensive, con l’obiettivo centrato, ha spiegato il presidente Sergio Saturi di essere riusci-ti a garantire una sistema di copertura assicurativa serio e affi-dabile”. Per il pomodoro, coltura fondamentale per Piacenza, è intervenuto Filippo Arata, presidente di Ainpo: “la nostra è una produzione che, nonostante i numeri non siano altissimi, (quasi 10.000 ettari nel 2011), costituisce un vero caposaldo, con un indotto notevole. Inoltre il nostro pomodoro arriva in tutto il mondo con i prestigiosi trasformati… attraverso i quali noi vendiamo, non solo il marchio Piacenza ma tutto il territorio.”

qual è il VALORE reale

del CIBO... Coldiretti Piacenza presenta il valore sociale

della pROduzIONE AgRICOLA pIACENTINA e l’indotto del comparto

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Agricoltura piacentinaLavoratori occupati in agricoltura - 2011

♦ Operai agricoli a tempo determinato ♦ Operai agricoli a tempo indeterminato ♦ Voucher venduto dall’INPS per il settore agricolo ♦ Infortuni agricoli 2010 ♦ Malattie professionali

Principali realtà produttive piacentinepomodoro

♦ Superficie coltivata 9.900 ha ♦ Produzione 688.050 t

Vitivinicoltura ♦ Superficie coltivata 5.849 ha

lattiero caseario ♦ Produzione totale 2.600.000 q.li ♦ Allevamenti da latte 350

consorzio agrario provinciale ♦ Fatturato consolidato Euro 96.000.000

(+12,5% rispetto al 2010)

numero

5.830 (+8% rispetto al 2010)765 (-1,5% rispetto al 2010)16.520 (+12,5% rispetto al 2010)518 (-12% rispetto al 2010)18 (-26% rispetto al 2010)

Credito (Crediagri 2011) ♦ Totale intermediato Euro 49.364.000 ♦ Totale erogato Euro 46.000.000

Assicurazione (Condifesa 2011) ♦ Garanzia Euro 173.236.130

sindacale9 gennaio 2012

in foto, da sinistra:Roberto Miravalle, Sergio Saturi, Filippo Arata, Elisabetta Montesissa, Luigi Bisi, Marco Crotti, Fabio Minardi, Pierluigi Scrocchi

Marco Crotti, presidente di Cio, ha parlato di comunicazione e innovazione in una commodities come è quella del pomodoro“la nostra esperienza dimostra come attraverso l’innovazione si possa dare valore aggiunto anche ad un prodotto semplice come la passata. Si tratta insomma di coltivare in campo qualche cosa di diverso, che possa essere comunicato al consumatore, riportando al centro il ruolo dell’agricoltura”. La vitivinicoltura piacentina, patrimonio inestimabile, è stato analizzato dal presidente del Consorzio vini Doc colli piacentini, Roberto Miravalle il quale ha sottolineato che dobbiamo prima di tutto essere noi piacentini a valoriz-zare le nostre produzioni. Abbiamo vini eccellenti adatti ad ogni gusto e ad ogni esigenza, che bene si sposano con tutti i tipi di cucina offrendo soluzioni interessanti anche in termini di rapporto qualità prezzo”. Inoltre la nostra viticoltura vanta un primato unico in regione: è completamente collinare, con conseguenze positive per la qualità. Miravalle ha anche sottolineato come la viticoltura piacentina svolga una funzione fondamentale nel man-tenimento del paesaggio e nella gestione del territorio. Fabio Minardi, presi-

dente dell’Apl ha fatto un’analisi dell’importanza del settore latte a Piacenza sia in termini di numeri che di indotto che di produzione di qualità, sotto-lineando inoltre che è necessario un processo di specializzazione molto spinto che richiede adegua-menti veloci, anche in termini di formazione del personale”.

Questa nuova modalità di lettura dell’agricoltura ha permesso a tutti di riflettere sul vero valore del mondo agricolo e di comprendere che non rappre-senta solo il 2% - 3% del Pil ma il cibo ossia la fonte della vita di ogni uomo.

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} Roma, 29 novembre 2011, Palazzo Rospigliosi: “Restano al-cune falle nel sistema corrente” ha sottolineato Dacian Ciolos “che hanno portato un numero limitato di casi molto pubblicizzati di “agricoltori da sofà”, speculatori, aeroporti o campi da golf a benefi ciare delle risorse della

Politica agricola europea (Pac). Di conseguenza stiamo cer-cando una defi nizione più stringente nella riforma che esclude-rà gli agricoltori non attivi. La nostra proposta, ha continuato Ciolos, mira a escludere grandi società che hanno piccoli inte-ressi in agricoltura, ma stiamo anche dando una certa fl essi-bilità agli stati membri di escludere quelli che hanno terra ma non ci fanno nulla”. Una apertura alle proposte della fi liera agricola italiana presentate dal presidente della Coldiretti Ser-gio Marini secondo il quale l’agricoltore attivo, destinatario principale delle risorse comunitarie, deve essere quello profes-sionale, cioè quello che lavora e vive di agricoltura. “L’Italia perde circa 250 milioni di euro all’anno con questa proposta, in tutto fanno 1,4 miliardi. Non è giusto perché siamo il Paese che si è impegnato di più verso un modello agricolo capace di rispondere alle aspettative dei cittadini in termini di sicurezza, qualità, biodiversità, occupati e ricchezza prodotta per ettaro e ci ritroviamo ora paradossalmente ad essere quelli più pe-nalizzati, ha denunciato il presidente Marini. Se usiamo come riferimento solo la superfi cie agricola, senza meccanismi di correzione si favoriscono nuove rendite fondiarie”. “L’Italia è il Paese che versa il 14 per cento del bilancio comunitario e riceve appena il 10 per cento. è uno scarto enorme che non ha giustifi cazioni: sono 5 miliardi l’anno che diamo ad altri Paesi che magari hanno un Pil procapite più alto, ha sottolineato il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania. Questa rifor-ma Pac sembra vecchia di 6-7 anni e cucita a misura di chi non produce, mentre secondo noi il sostegno va a chi fa vera agricoltura”. Come ricordato dall’onorevole De Castro, Presi-dente della commissione agricoltura del Parlamento europeo, c’è anche “preoccupazione sul peso della burocrazia per un “greening” troppo complicato, per la fl essibilità di applicazio-

ne della Pac su territori abitua-ti magari ad aiuti elevati, anche perché l’Italia non ha ancora attuato la regionalizzazione”. Una preoccupazione sollevata dal Presidente della Coldiretti Sergio Marini secondo il quale la proposta di destinare risorse al greening (“rinverdimento”) per favorire una maggiore cura dell’ambiente è in realtà da ri-vedere perché esclude la mag-gior parte delle colture virtuo-se in termini sostenibilità del territorio e di cattura di CO2, ampiamente diffuse nell’agri-coltura italiana come olivo, vite e alberi da frutta, che sono la base della dieta mediterra-nea. In pratica un olivicoltore italiano non prenderebbe i pa-gamenti “verdi”, mentre i prati della regina d’Inghilterra sì. Una considerazione sulla qua-le il Commissario Ue si è di-mostrato sensibile. “Un incon-tro estremamente positivo che dimostra che il nostro Paese quando vuole ha tutte le capa-cità per elaborare una proposta condivisa da sostenere a livello comunitario, ha commentato al termine Marini. Abbiamo raggiunto l’obiettivo di fare in-contrare i tre livelli istituzionali coinvolti e pensiamo che ci sia-no elementi per recuperare al-cune importanti criticità della proposta di riforma. Non è co-mune che Parlamento italiano, Parlamento europeo, Regioni, Ministro e l’intera fi liera si trovi d’accordo nel sostenere unita-riamente e con forza una posi-zione comune. Una assunzione di responsabilità che più spesso il paese dovrebbe seguire”. Cri-tiche alla riforma nel corso del summit Coldiretti sono giunte anche dall’on. La Via: “Per noi è una riforma poco coraggio-sa, alla quale non basta una verniciata di verde. Serve una maggior delega agli Stati e una fl essibilità di applicazione”. Ai lavori ha preso parte anche il coordinatore degli assessori re-gionali all’Agricoltura, Dario Stefano.

Ciolos: “Niente SOLdI agli

AgRICOLTORI dA SALOTTO ”lo ha dichiarato il Commissario Europeo nel corso del 1°Summit sulla riforma della PAC tenutosi a Palazzo Rospigliosi

da sinistra: Paolo De Castro, Dacian Ciolos, Sergio Marini, Mario

Catania

10

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Regione e Coldiretti

contro i FALSI dI STATO

sindacale

dei prodotti agro-alimentari regionali e nazionali e chiede al Governo di introdurre “adeguati criteri per la valutazio-ne dei progetti destinati a sostenere l’internazionalizzazione delle imprese agroalimentari, garantire la piena trasparenza dell’operato di Simest, potenziare le iniziative di contrasto alla contraffazione dei prodotti agroalimentari italiani”. La vicenda dei “falsi di Stato” è stato affrontata anche in un in-contro successivo in cui alcuni dirigenti di Coldiretti tra cui il presidente regionale Mauro Tonello, il direttore regionale Gianluca Lelli e il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi hanno incontrato il presidente dell’assemblea legisla-tiva, Matteo Richetti. “è evidente, ha sottolineato Tonello, il danno che questi falsi prodotti italiani generano per le produzioni tipiche italiane, anche quelle del nostro territo-rio regionale che vanta 34 prodotti Dop e Igp e oltre 200 prodotti iscritti all’albo nazionale dei prodotti tipici. Gli alimenti prodotti all’estero traggono in inganno il consu-matore circa la loro vera origine, danneggiando l’immagine delle produzioni tipiche italiane”. Coldiretti Emilia Roma-gna ricorda che l’italian sounding, come viene defi nita la produzione di falsi alimenti che richiamano nei nomi e nei colori quelli italiani, ruba all’economia nazionale oltre 60 miliardi di euro. Il dato è ancora più eclatante se pensiamo che il valore totale delle esportazioni agroalimentari italia-ne è pari a 28 miliardi di euro. Per queste attività all’estero, Simest nel 2010 ha stanziato 123 milioni di euro, che in Ita-lia potrebbero rappresentare circa 4.000 stipendi di media entità, oppure avrebbero potuto consentire l’avvio di alle-vamenti bovini da 200/250 capi creando 500 nuovi posti di lavoro. Molteplici sono le istituzioni e gli enti pubblici che hanno aderito anche a Piacenza tra cui la Camera di Com-mercio di Piacenza, il Consorzio Salumi Tipici Piacentini, il Consorzio Vini Doc Colli Piacentini, le associazioni dei consumatori: Federconsumatori e Adoc, oltre a numerose amministrazioni comunali che hanno deliberato in favore della iniziativa e che giornalmente continuano ad aumen-tare. “è un’iniziativa che facciamo per il bene del Paese e la trasparenza delle nostre produzioni, conclude Bisi, per questo ci fa piacere che la condivisione dimostrata sia pres-soché totale”

} “La Regione Emilia Romagna è a fi anco di Coldiretti nella mobilitazione per la difesa dei prodotti emiliano romagno-li dalla concorrenza sleale dei “falsi di Stato”, gli alimenti che con marchi e colori richiamano l’italianità, ma che in realtà vengono prodotti all’estero. è quanto emerso in un

incontro promosso in Regione da Coldiretti, dopo che l’asses-sore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, aveva risposto ad una interrogazione di consiglieri di maggioranza (primo fi r-matario, Damiano Zoffoli) che chiedeva alla giunta regionale un intervento presso il Governo per tutelare il made in Italy. All’incontro era presente anche una delegazione di Coldi-retti Piacenza con il Presidente Luigi Bisi insieme al presi-dente del Consorzio Salumi Tipici Piacentini Roberto Belli, che ha fatto l’intervento “rappresentando simbolicamente” tutti i consorzi di tutela dell’Emilia Romagna. “L’interro-gazione, ricorda Bisi, prende le mosse dal caso Simest, la società partecipata dal ministero dello Sviluppo economico, che fi nanzia la produzione in Romania di formaggi di pe-cora da latte rumeno, commercializzati con marchi che ri-chiamano il made in Italy, come “Dolce Vita” e “Pecorino”, e che ha fi rmato un accordo con una grossa ditta italiana per fi nanziare negli Stati Uniti la commercializzazione di prodotti della salumeria italiana, con nomi che evocano i prodotti tipici della gastronomia nazionale e delle specialità regionali, come culatello, bresaola, fi nocchiona, soppressa-ta, ottenuti però con ingredienti, materie prime e manodo-pera esteri”. “è un caso che grida vendetta, ha dichiarato il Roberto Belli durante il suo intervento, noi che siamo la regione principe della salumeria italiana non possiamo permettere che vengano “spacciati” per italiani prodotti che non hanno nessun legame con il territorio d’origine, ma anzi creano concorrenza sleale e danni a tutte le nostre ec-cellenze. Proprio in questo periodo in cui le risorse destina-te alla promozione continuano a diminuire non è possibile che soldi pubblici vengano utilizzati per produrre “italian sounding”. La risposta dell’assessore Rabboni, che defi ni-sce i fi nanziamenti della Simest “in palese contraddizione con le molteplici iniziative fi nalizzate alla tutela ed alla va-lorizzazione delle nostre produzioni di qualità” esprimono il parere della Giunta regionale e costituiscono di fatto un indirizzo per la Regione per contrastare la contraffazione

da sinistra Luigi Bisi, Mauro Tonello, Tiberio Rabboni, Damiano Zoffoli

Presente una delegazione di Coldiretti Piacenza con il presidente Luigi Bisi.Roberto Belli, presidente del Consorzio Salumi Tipici Piacentini è intervenuto rappresentando simbolicamente tutti i consorzi di tutela dell’Emilia Romagna

11 gennaio 2012

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12

} Il cibo non rappresenta soltanto il sapore, il prezzo e le calorie, ma è an-che sostenibilità ambientale e sociale, equità, territorio, storia, cultura. è quanto ha affermato il residente della Coldiretti Sergio Marini nel suo intervento al Forum del Barilla Center for Food and Nutrition (Bcfn) presso Università Bocconi di Milano. Se il cittadino riesce a riconoscere

tutto questo nel cibo, ritengo che, ha sottolineato Marini, non abbiamo fatto soltanto l’interesse del mondo della produzione agricola ma ritengo che fac-ciamo anche un passo in avanti per un modello di consumo e di produzione più sostenibile che va nella direzione giusta per tutti. L’errore di considerare il cibo come un bene qualunque legittima le speculazioni sulle materie prime che provocano fame e morte ma anche gli enormi sprechi delle società più ricche dove ci si sente autorizzati a buttare ciò che si paga. Il cibo non è un bene qualunque e pertanto è necessario che la società, la politica e l’impresa si adoperino affi nché il processo produttivo sia il più sostenibile possibile e il prodotto più accessibile a tutti. Il rapporto che abbiamo intrapreso tra mondo della produzione e cittadino, ha concluso Marini va in questa direzione, una forte sensibilizzazione nel valore intrinseco e anche immateriale del cibo.

Marini: “il CIBO non è solo grassi e calorie”

la bottega di Campagna Amica protagonista con

l’AgRIApERITIVO

} Ogni sabato appuntamento con l’a-griaperitivo alla Bottega di Cam-pagna Amica. Sono direttamente i produttori insieme ai sommelier della Fisar a presentare le degusta-

zioni guidate. Un vero e proprio agri-aperitivo che a disposizione di tutti i clienti della Bottega.“Riteniamo importante, commenta il direttore di Coldiretti Piacenza Mas-simo Albano che le nostre eccellenze vengano presentate direttamente da coloro che le producono e che con passione e professionalità ogni giorno ci garantiscono il cibo. Anche attra-verso questo appuntamento vogliamo fare entrare il cliente all’interno delle aziende agricole, facendogli toccare con mano la qualità dei prodotti della fi liera italiana. “Come abbiamo riba-dito spesso, sottolinea il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, con la rete delle Botteghe abbiamo raggiunto un ulteriore risultato del nostro pro-getto della fi liera agricola tutta italia-na lanciato da Coldiretti. Un percorso iniziato tanti anni fa e raggiunto anche grazie al sostegno dei numerosi consu-matori, che hanno sempre scelto e cer-cato i prodotti di Campagna Amica, e alla tenacia con cui i nostri produttori agricoli hanno costantemente messo al primo posto la qualità delle proprie produzioni; una qualità che i clienti della Bottega potranno degustare di-rettamente con l’Agriaperitivo”. A fare da corollario all’agriaperitivo, durante il periodo natalizio, gli addobbi rurali salvacrisi; decorazioni natalizie effet-tuate utilizzando rami spogli, zucche ornamentali, ricci di castagne, attrezzi antichi, bacche e cespugli del nostro territorio che per l’occasione si sono “magicamente” trasformati in splen-didi addobbi. Anche attraverso questo allestimento vogliamo trasmettere ai clienti della Bottega quell’emozione e quel calore che provano quando “tor-nano” in campagna con i ritmi lenti e le tradizioni che appaiono lontane anni luce dalla vita frenetica di ogni giorno”. “Invitiamo pertanto tutti i consumatori alle degustazioni guida-te che presenteremo ogni sabato. Sarà anche l’occasione, conclude Bisi, per conoscere meglio le nostre produzio-ni e prepararsi alle feste natalizie, che quest’anno saranno caratterizzate dal rilancio del made in Italy”

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I dati presentati nel corso di

un convegno organizzato

da Coldiretti Piacenza

Costantino Vaia (direttore delConsorzio interregionale ortofrutticoli)

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pomodoro: la CINA Trasforma ma non

CONSuMA pomodoro: la CINA Trasforma ma non

CONSuMA

I dati presentati nel corso di

un convegno organizzato

da Coldiretti Piacenza

dato molto basso rispetto a quanto con-sumato in Nord America (il 34%) e in Europa (il 29%), considerando che in queste due aree si trova solo, rispettiva-mente, il 6% e il 17% della popolazione mondiale. In questi territori è concen-trata, oltre alla maggior parte dei con-sumi mondiali, anche la parte prepon-derante della produzione: il 35% nel Nord America e il 30% in Europa. Non si può quindi non rifl ettere sulle enor-me potenzialità di consumo del mercato cinese e sul fatto che l’equilibrio di mer-cato dei derivati del pomodoro passa anche attraverso un auspicabile aumen-to dei consumi asiatici. Non si può poi non rimarcare il paradosso che almeno 50.000 ettari di superfi cie siano desti-nati ad un prodotto da esportare, salvo poi andare a “cercare” terreni coltiva-bili (si parla di land grabbing, ovvero di accaparramento della terra) in altri continenti, avendo paura di non riuscire a produrre abbastanza per i fabbisogni della propria popolazione.

}}I dati relativi alla produzione mondiale di pomodoro da industria – recentemente presentati da Costantino Vaia (direttore del Consorzio interregionale ortofrutti-

coli) ad un convegno organizzato da Coldiretti Piacenza – mostrano come sia cresciuta dal punto di vista pro-duttivo l’area asiatica, rimanendo però ancora lontana dai consumi medi delle altre aree di produzione. In Asia vive il 56% della popolazione mondiale e viene prodotto il 15% del totale dei trasformati di pomodoro. In quella stessa area i consumi dei derivati ottenuti dalle bacche rosse sono attestati solo al 3% per totale mondiale; un rosse sono attestati solo al 3% per totale mondiale; un

I dati presentati I dati presentati nel corso di

un convegno un convegno organizzato

da Coldiretti

Costantino Vaia (direttore delConsorzio interregionale ortofrutticoli)

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la FugA del MAdEIN ITALY: da Parmalat a Gancia SEgNALAzIONE

degli SCONFINAMENTI (past due): le nuove regole in vigore dal 1 Gennaio 2012

abbattimento tasso

di interesse sulla CAMBIALE AgRARIA

Dal 1° Gennaio 2012 prende ef� cacia la nuova regola in tema di segnalazione in Centrale Rischi degli scon� namenti; le banche dovranno segnalare i crediti scaduti o scon� nati da più di 90 giorni, anziché da più di 180 giorni secondo quanto stabilito da Basilea 2, quest’accordo è avvenuto fra le banche centrali dei paesi del G 10 relativo ai requisiti patrimoniali delle banche. La regola ha l’obbiettivo di migliorare i processi creditizi in modo da orientare le scelte di merito nell’erogazione di credito, però pone un problema che Basilea 2 quali� ca lo scon� namento oltre 90 giorni, comunque, come default, con gravi ricadute successive sulla possibilità di accedere al � nanziamento e sulle relative condizioni che in molti casi risulteranno sproporzionate rispetto ad una situazione di scon� -no da sempre percepita e trattata come “tecnica”. Tuttavia la novità giunge anche nel momento meno appropriato, oggi,che tra i tanti effetti della crisi economica globale,certamente vi è quello della maggiore dif� coltà delle imprese ad acce-dere ad adeguati strumenti di credito. Da parte di CreditAgri Emilia Romagna c’è l’impegno, per coloro che lo richiederanno, di fare un attento esame della situazione che mirerà a valutare le effettive necessità � nanziarie delle imprese agricole ed il rapporto fra le linee di credito accordate e gli utilizzi, nonchè ad evidenziare gli scon� namenti sopra la soglia di rilevanza, focalizzando l’attenzione sull’entità e la durata dei medesimi.

Il 21 dicembre 2011 è stato pubblicato sul Bollettino Re-gionale il regime di De minimis per l’annata 2012, la Re-gione Emilia Romagna concederà un abbattimento massimo dell’1,70%, del tasso di interesse sulle cambiali agrarie. (Es. su una cambiale agraria di € 100.000,00 la Regione ritorna tramite Agri� di Emilia l’importo massimo di € 1700,00). Per questa agevolazione a fondo perduto la Regione ha stanzia-to una determinata cifra, pertanto sarà indispensabile predi-sporre velocemente l’istanza per essere inseriti in graduatoria con tempestività. Si tratta di un’opportunità da prendere in considerazione, soprattutto se nei prossimi mesi le aziende agricole dovranno far fronte ad impegni � nanziari con l’utiliz-zo, magari, di un � do di cassa che prevede il pagamento di interessi ben più alti rispetto alla cambiale agraria. Si ricorda che a Piacenza l’organo autorizzato a gestire i contributi re-gionali in oggetto è AGRIFIDI EMILIA, per cui la domanda deve essere predisposta dagli uf� ci di Coldiretti Piacenza, per poi essere presentate agli Istituti di Credito. Le Banche convenzionate per tale operazione sono Cariparma, Banca di Piacenza, Unicredit, Carisbo, Banca Monte Parma, Banca Popolare dell’Emilia.

} Apertosi con la Parmalat fi nita nelle mani della francese Lactalis, il 2011 si chiude con un altro storico marchio del made in Italy a tavola che parlerà straniero. Dopo le indiscrezioni del-

la scorsa settimana, è stata uffi cializzata l’acquisizione del settanta per cento delle azioni di Gancia, la casa vitivinicola nota per lo spumante, da parte della Russian Standard Corporation, società russa le-ader nella produzione di vodka. Il caso delle bollicine piemontesi fi nite nelle mani dell’uomo d’affari tartaro Rustam Tariko è solo l’ultimo segnale di un interesse cre-scente dei grandi gruppi esteri per il Made in Italy, con il suo patrimonio d’immagine e credibilità conquistato sui mercati. Negli anni scorsi, ricorda la Coldiretti, erano fi -niti fuori dai confi ni altri importanti mar-chi della dieta mediterranea come Bertol-li, Carapelli e Sasso nell’olio di oliva, che sono ora di proprietà degli Spagnoli del gruppo Sos. Andando ancora indietro nel tempo, hanno cambiato di mano anche la pasta Buitoni e i cioccolatini Perugina, ora entrambi targati Nestlè, ma anche i for-maggi Galbani, Cademartori e Locatelli diventati di proprietà della francese Lac-talis. Non mancano però segnali in positi-vo come il ritorno in Italia dei dolci della Motta, acquisiti dalla Bauli, o dell’olio Dante “riscattato” dall’italiana Mataluni. A fronte di questi ultimi due casi, resta la preoccupazione per una tendenza che, ha ribadito Coldiretti, “fa temere per la delocalizzazione in un settore dove la qua-lità e il valore aggiun-to della produzione agricola italiana ha consentito ai gran-di marchi di rag-giungere traguardi prestigiosi”.

sindacale

info:CreditAgri Emilia Romagna CreditAgri Emilia RomagnaVia Rizzoli 9 • 40125 Bologna (BO) Sportello di PiacenzaTel. 051/2758811 • fax 051/2960627 Via Colombo 35 • 29122 Piacenzae-mail: [email protected] Tel. 0523/596566 • fax 0523/596596www.creditagri.com Referente: Fabrizio Masini [email protected]

15 gennaio 2012

preoccupazione per una tendenza che, ha ribadito Coldiretti, “fa temere per la delocalizzazione in un settore dove la qua-lità e il valore aggiun-to della produzione agricola italiana ha consentito ai gran-di marchi di rag-giungere traguardi prestigiosi”.

GANCIA

BUITONI

PERUGINA

PARMALAT

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16CRESCIDEPOSITO PIÙ

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un’importante novità nella direzione della

sburocratizzazione dei rapporti tra imprese agricole e pubblica

amministrazione

con il RUC arriva

la SEMpLIFICAzIONE per le aziende agricole

} “Finalmente arriviamo ad una razionalizzazione e a una semplifi cazione dei controlli sulle imprese agricole”. è quanto ha dichiarato il direttore del Centro autorizzato di Assistenza Agricola (Caa) di Coldiretti Emilia Romagna, Alessandro Visotti, in merito all’approvazione della legge

anti-burocrazia da parte dell’assemblea legislativa della Regio-ne Emilia Romagna. Tra i provvedimenti della legge, ricorda Coldiretti regionale, c’è l’istituzione del Registro Unico dei Controlli (Ruc) che costituirà un unico archivio informati-co in cui registrare i controlli svolti e quelli da svolgere in modo da evitare inutili duplicazioni e dispersione di risor-se tra le attività di Regione, Province, Comunità Montane, Unioni di Comuni, Agenzia per i Pagamenti in Agricoltura, Servizi Veterinari e Arpa. “Con l’istituzione del registro sotto-linea la responsabile Caa di Coldiretti Piacenza Laura Barbieri si arriverà ad una razionalizzazione dei controlli che consenti-rà all’imprenditore agricolo di non dover sempre far fronte ad

una duplicazione degli stessi controlli da parte di enti diversi, con una perdita di tempo in questioni bu-rocratiche che fi niscono con il pesare sull’economia aziendale. In più il registro unico correttamente ap-plicato consentirà sicuramente una maggiore traspa-renza dei controlli stessi”. “La semplifi cazione, sot-tolinea il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, è sicuramente un risultato raggiunto grazie anche all’azione che come Organizzazione sin-dacale abbiamo sempre perseguito, convinti che un imprenditore debba dedicare la maggior parte del tempo allo sviluppo economico dell’azienda e dell’agricoltura e non alla burocrazia”. Secondo una stima di Coldiretti ben il 45% delle imprese ha sempre considerato la burocrazia il principale impedimento allo sviluppo. Le pastoie burocratiche risultano in particolare essere uno degli ostacoli principali per un giovane che voglia avviare l’attività agricola, come evidenzia anche una indagine Coldiretti-Swg dalla quale emerge che quattro giovani su dieci indicano le lungag-gini nell’esame e nella predisposizione delle do-mande e documenti come il principale problema della libertà d’impresa.

sindacale17 gennaio 201217

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} I giovani imprenditori di Coldiretti Piacenza accompa-gnati dal delegato Jonatha Risoli, dal direttore Massimo Albano e dal Consigliere Ecclesiastico don Stefano Sega-lini hanno consegnato i fondi raccolti durante gli eventi organizzati da Giovani Impresa. La Casa del Fanciullo

vive solo di solidarietà e accoglie minori che per vari moti-vi non possono vivere nella loro famiglia. All’interno, della struttura inoltre c’è una scuola Primaria Paritaria frequen-tata da 95 alunni ed un centro educativo con 35 ragazzi”. “è un atto di amore molto importante ha sottolineato Paolo Ri-pamonti responsabile della Casa del Fanciullo, non tanto e non solo per il fondamentale contributo economico, ma per il signifi cato del gesto: quello che i giovani di Coldiretti han-no deciso di fare rappresenta un legame forte che in questi anni si è concretizzato attraverso questa amicizia. Per noi è la linfa che ci fa capire la vicinanza e la condivisione alle nostre iniziative durante il cammino”. “Quest’anno ha proseguito Ripamonti abbiamo “messo in piedi” diverse attività per ri-cordare la morte del fondatore della Casa del Fanciullo Pa-dre Gherardo. Ciò che lui ha lasciato non è solo la struttura in muratura, ma uno spirito cristiano e questi gesti sono la testimonianza attiva che il suo spirito e i suoi insegnamenti sono presenti sul territorio”. “Queste sono cose importanti che fanno bene al cuore, ha sottolineato il direttore di Col-diretti Piacenza Massimo Albano, e come forza sociale rite-niamo sia doveroso essere attenti alla solidarietà; pertanto siamo orgogliosi che siano proprio i nostri giovani a “col-

tivare” questa amicizia, perché così come questi bambini, anche loro sono il nostro futuro. Un futuro in cui i valori dell’amicizia e della solidarietà saranno una risorsa e un va-lore inestimabile”. “Ci impegneremo perché questo legame continui a crescere, ha commentato il delegato Risoli, per-ché la consideriamo una struttura molto vicina e che sta facendo tanto per il territorio. Coldiretti ha lanciato una battaglia per la tutela dei nostri prodotti di qualità, frutto della professionalità degli imprenditori agricoli e della sto-ria culturale di un territorio, con il progetto di governare una fi liera tutta italiana. Noi giovani siamo i protagonisti di questo progetto perché ad esso è legato il futuro delle nostre aziende, ma anche dell’intero territorio e come forza socia-le che ha nel proprio Statuto i valori della dottrina sociale cristiana, vogliamo coltivarli in modo tangibile attraverso questi piccoli ma signifi cativi gesti”. “Molto toccante l’in-tervento del consigliere ecclesiastico di Coldiretti don Ste-fano Segalini, accolto da un grande abbraccio da parte di molti bambini dell’istituto che lui accompagna nel percorso cristiano: “una delle cose più importanti nell’amicizia è la costanza. Il fatto che siamo tornati dimostra la costanza nell’esserci. Questi bambini che spesso vivono situazioni diffi cili devono sentire di avere persone che li considerano e stanno loro vicino. Ed è fondamentale che questa strada e questo legame lo mantengano i nostri giovani. Abbiamo negli anni scorsi messo un piccolo seme… adesso vogliamo coltivarlo ed irrigarlo per farlo crescere”.

Giovani Impresa:un gesto d’amore per la CASA dEL FANCIuLLO

agriturismo: incontro alle necessità di chi soffre di

INTOLLERANzE ALIMENTARI

} l’incontro di formazione per ope-ratori agrituristici organizzato da Coldiretti e Terranostra è stato un successo. Durante il corso, tenuto da Monica Maj, nutrizionista esper-

ta in sicurezza alimentare e Giuseppe Losi, biologo, sono state spiegate le

procedure principali che gli operatori agrituristici devono seguire nel caso di preparazione di pasti per soggetti allergici e intolleranti. Attraverso questo incontro, commenta Carlo Pontini presidente di Terranostra, abbiamo voluto mettere in rilievo la professionalità dei nostri agritu-rismi offrendo uno stimolo positivo

per la tutela delle tradizioni locali, dando al consumatore la possibilità

di avere una maggiore consapevolezza

circa l’origine dei prodotti. Numerose le domande dei par-tecipanti che spesso si trovano a dover coniugare la prepara-zione di piatti della nostra tradizione, con allergie e intolle-ranze alimentari. Recenti sondaggi, commentano i relatori, dimostrano che circa il 20% della popolazione adulta ritiene di avere allergie alimentari ma, quando si compiono valuta-zioni approfondite, si evidenzia che solo nell’1-2% dei casi la diagnosi sia corretta. Studi condotti fi nora documentano un’incidenza di allergia alimentare pari all’1-2% nell’adulto e al 2-8% nel bambino. “Il nostro obiettivo, prosegue Ponti-ni, è fornire ancora maggiore sicurezza ai nostri clienti che, così, potranno trovare non solo la qualità e l’origine di piat-ti e prodotti tipici, ma avere la possibilità di gustare i tesori enogastronomici anche nel caso di intolleranze e allergie ali-mentari; le persone con questo problema, infatti, sono tante, aumentano costantemente e le reazioni che possono creare variano di caso in caso; per tale motivo è fondamentale indi-viduare personale qualifi cato”.

}l’incontro di formazione per ope-ratori agrituristici organizzato da Coldiretti e Terranostra successo. Durante il corso, tenuto da Monica Maj, nutrizionista esper-

ta in sicurezza alimentare e Giuseppe Losi, biologo, sono state spiegate le

procedure principali che gli operatori agrituristici devono seguire nel caso di preparazione di pasti per soggetti allergici e intolleranti. Attraverso questo incontro, commenta Carlo Pontini presidente di Terranostra, abbiamo voluto mettere in rilievo la professionalità dei nostri agritu-rismi offrendo uno stimolo positivo

per la tutela delle tradizioni locali, dando al consumatore la possibilità

di avere una maggiore consapevolezza

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attento non puoi non condividere queste problematiche. Inoltre il nostro territorio è ricco di prodotti ortofrutticoli ed è giusto conoscerli meglio anche da un punto di vista nutrizionale. Ecco perché è nata l’idea di questa rubrica.

A questo punto iniziamo a conoscerli, partendo dalla stagionalità. Quali sono i vantaggi di consumare prodot-ti di stagione... non solo da un punto di vista nutritivo. La domanda richiederebbe una lunga disamina, ma proverò ad es-sere sintetica elencando gli aspetti principali. Consumare prodotti di stagione signifi ca prediligere alimenti che hanno raggiunto il massimo delle loro qualità nutritive e che presentano ottimi livelli di freschezza, fragranza e appetibilità. Numerosi sono i vantaggi conseguibili scegliendo un’alimentazione corretta che sia in linea con la stagionalità e la provenienza geografi ca di frutta e verdura. Conviene innanzitutto mangiare i prodotti ortofrutticoli freschi di stagione perché sono migliori da un punto di vista organolettico: un frutto coltivato fuori stagione non avrà mai il profumo e il sapore di uno maturato naturalmente. Inoltre frutta e verdura coltivate e gustate nel periodo giusto sono più ricche di vitamine, sali minerali e sostanze antiossidanti. Acquistare un prodotto fuori

Monica Maj laureata in dietistica, master in sicurezza, igiene e qualità degli alimenti. Consulente per la qualità delle mense sco-lastiche del Comune di Piacenza e assistente del prof. Giorgio Calabrese. Docente in corsi di formazione sulle allergie e le intol-leranze è anche consulente nutrizionale per l’Oreal Garnier.

Dal prossimo numero, ogni mese la Voce dei Coltivatori ospiterà una rubrica sulle qualità nutrizionali dei prodot-ti del territorio. Com’è nata questa idea?

Ho conosciuto la Coldiretti anni fa quando lavoravo per l’Istituto degli alimenti e della Nutrizione della Facoltà di Agraria di Pia-cenza e ho subito condiviso la loro mission: le lotte a favore dell’obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza dei prodotti, la realizzazione di una fi liera agricola tutta italiana, i loro sforzi nell’educare i ragazzi in età scolare ad un consumo consapevole fi no alla nascita del consorzio Biopiace. È sempre stato un mio desiderio poter collaborare con loro e se sei un consumatore

MonicaMonicaMonicala rubrica de “La Voce dei Coltivatori” dedicata ai protagonisti dell’agricoltura moderna, incontra la nutrizionista Monica Maj. Professionista con cui Coldiretti ha instaurato una profi cua sinergia per migliorare la conoscenza delle peculiarità salutistiche dei nostri prodotti agricoli

Maj

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stagione comporta una spesa maggiore perché la sua presenza sul mercato richiede l’utilizzo di tecniche artifi ciali o importazio-ni. È importante ricordare che assumendo prodotti stagionali e seguendo un’alimentazione corretta si può ridurre di un terzo il rischio di insorgenza di malattie metaboliche e di patologie cardio-vascolari. Inoltre promuovendo il consumo dei prodotti di stagione e del nostro territorio diminuiscono i trasporti su gomma e si inquina di meno, con la fi liera corta si risparmia, perché non si pagano i costi del trasferimento delle merci da regioni o paesi lontani Mi piace ricordare che anche il pesce segue i suoi ritmi stagionali, così come i prodotti legati alla terra. Per via delle fasi del ciclo vitale o delle migrazioni, infatti, la disponibilità di pesce varia a seconda del periodo dell’anno, e le nostre scelte alimentari dovrebbero tener conto di queste variazioni cicliche. Per alcune specie ittiche la pesca è addirittura vietata per consentirne la riproduzione, e in molti casi nei quali il pesce “selvatico” non è disponibile, l’acquacoltura entra in gioco approvvigionando il mer-cato di prodotti di allevamento.

Il segreto per un’alimentazione corretta?

Il segreto è la dieta mediterranea, diventata lo scorso anno patri-monio immateriale dell’Unesco. La Dieta Mediterranea è carat-terizzata da un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo, costituito principalmente da olio di oliva, cereali, legumi, frutta fresca o secca, verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino. Si tratta di un modello alimentare legato al territorio e a quello che la natura ci offre.

In momenti di crisi anche l’alimentazione subisce dei cambiamenti, qual è il rischio che corrono oggi i con-sumatori?

Sicuramente le classi sociali meno abbienti ripiegano su scelte alimentari che saziano e costano poco. La dieta mediterranea vie-ne abbandonata a favore di regimi alimentari più poveri a base di cereali e patate con l’esclusione di pesce, carne, frutta e verdura. Gli effetti di un regime alimentare di questo tipo si vedranno nel medio-lungo periodo, si tratta infatti di carenze nutrizionali dovute alla mancanza di vitamine e sali minerali. Il primo problema sarà una diminuzione della funzione immunitaria.

Ma allora come fare per risparmiare e alimentarsi in modo corretto?

Un semplice decalogo può aiutarci: ♦ è importante andare a fare la spesa con un elenco ben preciso di prodotti da comprare ricordandoci le linee giuda di una sana alimentazione che consigliano di consumare pesce 2-3 volte

alla settimana, le uova 1 volta, i salumi 1 volta, il formaggio 1-2 volte, la carne 3 volte e i legumi almeno 2 volte alla settimana;

♦ se possibile acquistare prodotti nei formati famiglia; ♦ nei reparti ortofrutta acquistare sempre prodotti di stagione facendo attenzione a scegliere i frutti con il giusto grado di maturazione, non appassiti, con aspetto turgido e non ecces-sivamente necrotizzati nei punti di taglio. È indispensabile veri-fi care l’etichettatura e preferire le produzioni e le varietà locali che non essendo soggette a lunghi tempi di trasporto garan-tiscono maggiore freschezza. Da un punto di vista nutrizionale frutta e verdura devono essere presenti sulle nostre tavole almeno 5 volte al giorno;

♦ diversifi care gli acquisti tra il mercato, supermercati e hard-discount. Informarsi dove sono i Mercati di Campagna Amica, le bottega di Campagna Amica o le aziende Campagna Amica che propongono prodotti della zona a km zero, direttamente dal produttore al consumatore;

♦ il latte può essere acquistato direttamente nei distributori col-locati ormai in tutta Italia;

♦ approfi ttare delle offerte promozionali ma controllare sempre il prezzo al chilo e fare confronti anche con prodotti non in offerta;

♦ prima di acquistare un prodotto in offerta controllare sempre la data di scadenza, portare a casa un prodotto vicino alla scadenza crea il rischio di doverlo successivamente buttare;

♦ leggere sempre con attenzione le etichette: un’etichetta nutri-zionale completa e facilmente comprensibile aiuta il consuma-tore ad alimentarsi in maniera equilibrata;

♦ il pane tradizione può costare fi no al 30% in meno dei cosid-detti pani speciali con olive o noci o ai 4 cereali e da un punto di vista nutrizionale non c’è differenza. È possibile poi acquista-re direttamente dai panifi ci quando posseggono un forno con vendita diretta;

♦ acquistare anche tagli di carne provenienti dal quarto anteriore dell’animale (sono nutrienti allo stesso modo ma più economici dei tagli più “nobili”).

Un ultimo consiglio per smaltire i chili di troppo accu-mulati durante le feste natalizie

Per rimettersi in forma è consigliabile adottare un regime alimen-tare a base di cibi cucinati senza l’aggiunta di grassi e ricco di frutta e verdura. Tra la frutta da non dimenticare ci sono arance, mele, pere e kiwi mentre per quanto riguarda le verdure quelle particolarmente indicate sono spinaci, cicoria, radicchio, zucche e zucchine, insalata, fi nocchi e carote. Nessun alimento va eliminato dalle nostre tavole, occorre solo limitarne le quantitàÈ importante poi riprendere l’attività fi sica sospesa durante il pe-riodo di festa. Anche passeggiare almeno 30 minuti al giorno può portare molti giovamenti al nostro fi sico.

l’intervistagennaio 201221

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Due notizie in arrivo dall’Emilia Romagna fanno ben sperare per il futuro del vero Made in Italy alimentare. In settimana la Regio-ne ha riconosciuto il “Distretto del pomodoro da industria Nord Italia” come organizzazione interprofessionale e interregionale. L’accordo dovrebbe consentire di valorizzare l’intera fi liera che conduce dai campi all’industria di trasformazione fi no alla tavola, limitando le importazione massicce di concentrato di pomodoro da Paesi come la Cina, protagonista con i propri prodotti di innu-merevoli episodi di agropirateria. L’altra notizia risale alla metà di dicembre: la Barilla ha siglato un’intesa con i produttori di grano duro emiliano romagnoli. Per la campagna 2012-2013 la corazza-ta degli spaghetti e dei tortiglioni acquisterà dagli agricoltori locali 90.000 tonnellate di grano duro di alta qualità. L’accordo prevede tre meccanismi per la fi ssazione del prezzo d’acquisto. Il primo calcola il prezzo a partire della quotazione della Borsa merci di Bologna con l’aggiunta di premi per la qualità del prodotto e può arrivare fi no a 32 euro la tonnellata. Il secondo meccanismo si basa sui costi di produzione: gli agricoltori potranno vendere fi no al 40% del totale prodotto a un prezzo concordato in partenza e tale da garantire un margine di profi tto sui costi di coltivazione. Il terzo meccanismo, invece, si basa sul prezzo dei contratti futures del grano tenero scambiati alla borsa merci di Parigi, aggiustato dal differenziale dei prezzi tra il grano duro e quello tenero sulla borsa merci di Bologna. Sembrano complicati ma in realtà non lo

sono. La vera missione impossibile, invece, è rintracciare sui ban-coni dei supermercati la pasta prodotta con il grano Made in Italy o i sughi fatti con i pomodori del Nord Italia. «Tutti questi sforzi rischiano di essere vani», afferma il consigliere regionale emiliano della Lega Nord Stefano Cavalli, «se non si introdurrà l’obbligo per i produttori di pasta di specifi care la provenienza delle semole. Che fi ne farà la pasta prodotta con questo grano di qualità?», si domanda Cavalli, «fi nirà forse negli scaffali dei supermercati mischiata con quella ottenuta da grano kazako o messicano?».Già, che fi ne farà? L’interrogativo è destinato a rimanere senza risposta, fi n quando non dovesse diventare obbligatorio introdurre in etichetta l’origine delle materie prime anche per le paste e i prodotti da forno, ugualmente derivati dal grano.Da ultimo ecco cosa scrive in un comunicato la Legacoop Agroali-mentare Nord Italia sull’intesa per valorizzare la produzione italiana di pomodori: «Siamo certi che il distretto del pomodoro verrà utilizzato bene e con competenza per valorizzare il lavoro degli operatori della fi liera e migliorare il reddito degli agricoltori, non in contrapposizione, ma in collaborazione con l’industria agroalimen-tare». Peccato che a scegliere la strada della contrapposizione non siano i produttori agricoli ma l’industria di trasformazione, da sempre contrarissima all’etichettatura d’origine. A volte il buo-nismo di ritorno di certe organizzazioni fi nisce per produrre dei paradossi.

a cura diAttilio Barbieri

etichettopoli.com

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A Barilla 90mila tonnellate di grano italiano. Ma come riconoscerlo una volta trasformato in pasta?

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iniziative Coldirettiiniziative Coldirettiiniziative Coldiretti

Campagna Amica ha fi rmato il menù di qualità che Coldiretti, anche quest’anno, ha preparato per la tradizionale tavola del Natale dei poveri invitati dalla Comunità di Sant’Egidio di Roma. E tra gli ingredienti principali c’era anche la passata Pomì prove-niente dal nostro territorio. “Siamo orgogliosi di aver partecipato a questa iniziativa, com-menta il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi. La nostra è una forza sociale e in questi momenti vogliamo riaffermare il valore della solidarietà nei confronti dei meno fortunati. Lo fac-ciamo verso strutture del territorio, come la Casa del Fanciullo, per esempio, e altrettanto riteniamo indispensabile collaborare a questo “gesto” importante che la nostra Confederazione ogni anno compie”.“E sono altresì soddisfatto, prosegue Bisi, della piena disponi-bilità e collaborazione con cui le nostre strutture economiche ogni anno raccolgono l’invito a offrire il meglio delle proprie produzioni. Lo scorso Natale avevamo mandato la passata di pomodoro dell’Arp e quest’anno il Pomì della Boschi Food &

Beverage; ringrazio quindi entrambe le aziende per questi gesti, attraverso i quali emerge, ancora una volta lo spirito di squadra che sempre contraddistingue il nostro territorio”.Un menù tutto agricolo e tutto italiano quello del Natale della Comunità di Sant’Egidio proveniente direttamente dalla rete di Campagna Amica: mercati, botteghe, agriturismi... che hanno donato centinaia di chili di prodotti tra burro, latte, uova, olio extravergine, passata di pomodoro, lenticchie, mandarini e intere forme di Grana Padano o Parmigiano Reggiano. “Riprendo esattamente le parole del presidente nazionale Ser-gio Marini, ha concluso Bisi, il quale ha affermato che “In un momento di grande diffi coltà economica in cui agli agricoltori italiani vengono chiesti con la manovra pesanti sacrifi ci vogliamo riaffermare il valore della solidarietà ai meno fortunati, anche per rianimare la speranza in un futuro migliore”.

La nostra passata di pomodoro per il secondo anno è stata protagonista di un momento importante di solidarietà

gennaio 201223

Anche i prodotti piacentini nel

menù natalizio per i poveri di

S. Egidio

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La Giornata del RingraziamentoLa Giornata del RingraziamentoLa Giornata del Ringraziamentonei comuni della nostra provinciaDopo la celebrazione della Giornata Provinciale, ci teniamo particolarmente a ripetere l’esperienza anche nelle sezioni territoriali, proprio per condividere con tutta la base sociale un momento importante che deve spingerci a rifl ettere sul signifi cato del cibo e del mondo rurale

la Giornata Provinciale del Ringraziamento a PIEVETTA

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2° edizione del Premio Economia Verde2° edizione del Premio Economia Verdeedizione del Premio Economia VerdeDopo il successo della prima edizione, Legambiente Emilia-Roma-gna rilancia per il secondo anno consecutivo il “Premio Economia Verde Emilia-Romagna”, rivolto alle aziende della regione promotrici di politiche imprenditoriali a favore dell’ambiente. L’iniziativa, organiz-zata col contributo di Coldiretti Emilia-Romagna e della Regione, e con i patrocini di Aster, Anit, CNA Emilia-Romagna è stata lanciata oggi con l’apertura del bando 2011. In questa seconda edizione del Premio, le aziende partecipanti verranno suddivise in tre differenti categorie, agricoltura, industria e servizi per permettere un confron-to più adeguato delle migliorie e delle buone pratiche che ognuna di esse ha attuato in riferimento al proprio settore di appartenenza.Le iniziative verranno valutate sulla base di tre criteri: ambientale, sociale ed economico. Nel primo parametro si terrà conto del be-nefi cio ambientale derivante dal progetto o dall’attività presentata; il secondo criterio terrà conto degli elementi di carattere sociale (posti di lavoro creati, produzione di indotto, coinvolgimento delle comunità locali ecc.); riguardo agli aspetti economici, infi ne, si con-sidereranno i risultati legati all’attività in termini di risparmi ottenuti, aumento di vendite, crescita dell’azienda ecc. Dalla combinazione dei risultati verranno individuati i progetti esemplari, le soluzioni più innovative e le buone pratiche facilmente replicabili. “Uno degli obiet-tivi che l’associazione vuole raggiungere attraverso il Premio - affer-ma Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia Romagna - è accendere i rifl ettori su un nuovo tipo di modello economico e di sviluppo basato su lungimiranti politiche energetiche, di mobilità,

di uso del territorio, di riduzione di consumi e risorse. Un modello che, specialmente in questi delicati momenti di crisi economica e fi nanziaria, offre grandi opportunità per la creazione di nuovi posti di lavoro. Lo straordinario successo della prima edizione, che ha visto la partecipazione di circa 50 aziende della regione, rappresenta un segnale concreto lanciato da buona parte del mondo imprendito-riale, già sensibile ai temi della sostenibilità e della green economy”.Le iniziative dovranno essere state avviate negli ultimi 3 anni. Sono ammesse imprese con sede in Emilia-Romagna o la cui attività candidata al premio venga effettuata in regione. La richiesta di partecipazione dovrà essere inviata entro e non oltre il 31 gennaio 2012 via mail a [email protected], oppure consegnate a mano o inviate per posta alla sede regionale dell’associazione ambientalista: Legambiente Emilia-Romagna piaz-za XX Settembre, 7 - 40121 Bologna.

Per partecipare al Premio Economia Verde le organizzazioni dovran-no presentare la propria candidatura, corredata di ogni documenta-zione ritenuta utile, compilando l’apposito modulo di iscrizione e la liberatoria sulla privacy.Il bando e la modulistica del Premio possono essere sca-ricati dal sito www.premioeconomiaverde.it. La consegna del premio avverrà nella primavera 2012, in una cerimonia pubblica che si terrà a Bologna.

10 Piacenza agricola n. 4 Dicembre 2010

Sindacale

Refresh e attività istruttorie: rallentamenti sulle correttivecoNfagricoLtura scrive aD agrea

Confagricoltura Emilia-Romagna, facendosi portavoce delle istanze provenienti dalle varie sedi locali, ha scritto nei giorni scorsi ad Agrea chiedendo l’adozione immediata di procedure snelle per la risoluzione di quelle situazioni che bloccano indebitamente i pagamenti alle aziende. Pur essendo stati avviati i pagamenti degli anticipi sui premi PAC restano, infatti, irrisolte rilevanti problematiche quali il refresh delle superfici e le correttive delle domande, che

determinano recuperi importanti e spesso non dovuti alle aziende. In questo contesto è stata richiesta, e ritenuta inderogabile, l’attivazione dello sportello per la risoluzione dei contenziosi. Ad oggi, pur avendo concluso, come CAA, entro il 17 settembre la presentazione delle domande di riesame dei debiti refresh, AGREA non ha ancora avviato le attività istruttorie. Stesso discorso, con tempi diversi, per le correttive sugli anni pregressi. Ciò comporta un danno economico

per le imprese coinvolte. Il CAA, nella lettera inviata, si è reso disponibile a codificare, anche con un atto formale, un percorso impegnativo tra le parti col quale definire il calendario dei lavori e ha ribadito la propria volontà di prestare collaborazione, anche operativamente, per superare il momento di criticità e rimettere, così, in circolo le risorse indispensabili alle imprese.

sempre più DifficiLe avviare uN’impresa agricoLa“Futuro Fertile”: proposte importanti per incentivare i giovaniConfagricoltura ha sempre sottolineato la centralità dell’agricoltura, settore portante su cui sviluppare le filiere, in primis quella alimentare, ma non solo. Il comparto agroalimentare rappresenta il 15-16% del Pil, senza considerare le positive ricadute socio-ambientali e culturali generate a favore della collettività. E poi c’è il contributo importantissimo, in termini occupazionali, di oltre un milione di dipendenti agricoli. “Il problema – sottolinea Luca Segalini Presidente Provinciale di ANGA – è che il settore primario sta invecchiando sempre più, con un ricambio generazionale, come abbiamo più volte denunciato, molto al disotto della media degli altri settori. Se, da un lato, solo il 6 % delle imprese italiane è gestita da giovani imprenditori, dall’altro, nel settore agricolo questa cifra praticamente si dimezza (3,3%)”. Tutti i giovani aspiranti imprenditori rimarcano analoghe ‘barriere d’ingresso’: burocrazia, accesso al credito e, per il settore agricolo, difficoltà di acquisire la terra. Avviare un’impresa in agricoltura e poi gestirla, è una fatica titanica: un’azienda agricola media ha un carico burocratico che Confagricoltura ha quantificato in due giorni di lavoro a settimana e oltre 100 in un anno, che sono sottratti all’attività imprenditoriale vera e propria. “Le imprese condotte da giovani agricoltori – ricorda Segalini – sono quelle con una maggiore vitalità, che innovano, si collocano

in nicchie di mercato remunerative e puntano su politiche commerciali evolute. Ma proprio perché queste imprese hanno maggiori prospettive di medio e lungo termine serve un quadro legislativo stabile con politiche mirate, che diano sostegni e certezze almeno quinquennali. Confagricoltura ha ben presente queste priorità e all’interno del progetto Futuro Fertile ha previsto indicazioni specifiche dedicate ai giovani agricoltori come l’introduzione di una norma che riconosca riduzioni contributive ai datori di lavoro agricolo sino al compimento

del 40° anno indipendentemente dalla collocazione dell’azienda. Personalmente - conclude Segalini – ritengo importante anche la proposta di istituire, a favore dei giovani agricoltori, un credito d’imposta per gli investimenti in ricerca ed innovazione tecnologica. La nostra associazione, da sempre, si impegna per diffondere l’informazione scientifica ed il progresso tecnologico in agricoltura; poter contare sugli adeguati strumenti finanziari è, però, la condizione imprescindibile per poter attuare la progettualità.”

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eventi dal mondo agricolo

In queste settimane tutte le parti interessate stanno partecipando atti-vamente alla formazione della nuova PAC, evidenziando l’importanza del processo. In questo contesto, l’idea di rendere più ecologico il processo (“greening”) è uno dei temi più discussi nel corso delle consultazioni. Mi viene spontaneo ironizzare “quanto verde per un’agricoltura verde?” e tanti amici mi hanno risposto “... per essere al verde!”. La stessa ironia portata in parlamento europeo lo scorso ottobre dove ho presentato il documento di rifl essione elaborato dal centro di ricerca che dirigo (vedi www.opera-indicators.eu). È chiaro che le tematiche ambientali sono sempre state un fattore chiave nella politica agricola dell’Unione Europea e continueranno ad esserlo in futuro. L’attuale tema del dibattito pubblico riguarda il comprendere quanto sia necessario approfondire gli interventi riguardanti le norma ambientali e di come questi condurranno alla soste-nibilità o, in altre parole, ad un equilibrio socio-economico e ambientale. Le precedenti riforme hanno enfatizzato i temi della sicurezza alimentare, la protezione dell’ambiente e il benessere degli animali, dando l’impressio-ne di trascurare gli aspetti economici del settore agricolo. Purtroppo la competitività del settore agricolo europeo è ancora gravemente in ritardo e la liberalizzazione del commercio mondiale mette in posizione di diffi -coltà i prodotti europei nel mercato interno, e soprattutto sul mercato globale. Gli agricoltori europei stanno soffrendo la crisi economica, resa ancora più dura dalle recenti crisi di mercato registrate ultimamente (es. le crisi nei mercati del latte, maiale e verdura) e, nonostante l’aumento globale dei prezzi prodotti agricoli, secondo gli ultimi rapporti, il reddito degli agricoltori è in continua diminuzione, considerando che erano già in una situazione di diffi coltà rispetto altri settori (in media il reddito degli agricoltori è solo il 60% se confrontato con quello di altri settori). Allo stesso tempo devono essere affrontate pressioni ambientali: disponibilità di acqua, biodiversità, il benessere degli animali, il cambiamento climatico, le emissioni di gas serra e vari aspetti di inquinamento, sono argomenti di grande interesse per la società, in gradi diversi a seconda del paese e della situazione specifi ca. A parte le modifi che allo studio e necessarie per non penalizzare le economie agricole dei singoli Paesi Membi la PAC dovrebbe trovare strumenti utile a misurare i progressi nel campo della sostenibilità e a comunicare tali progressi alla società e sulla base di que-sti raccogliere incentivi alla sviluppo e trasformazione strutturale rurale locale. Un sistema per misurare la sostenibilità che si basi sul confronto tra l’utilizzo delle risorse e l’impatto che l’agricoltura ha sulle stesse, giudicato dal punto di vista economico, ambientale e sociale è il desiderio per rendere tangibile il benefi cio valoriale e sociale dell’agricoltura all’in-tera società che oggi deve affrontare sfi de locali e globali estremamente complesse.

Ettore Capridocete di Chimica Agraria

Università Cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di Agraria

Si tratta di un ulteriore riconoscimento per il prof. Coc-concelli, che il Rettore Lorenzo Ornaghi, ora Ministro per i Beni e le Attività Culturali, aveva già nominato direttore del centro di Ateneo Expolab e al quale adesso ha affi dato la gestione di un tema strategico su cui l’ateneo cattolico sta investendo fortemente in questi ultimi anni. “È un grande onore per me rivestire un ruolo che ritengo determinante per il futuro e l’evoluzione dell’Università Cattolica” sotto-linea il prof. Cocconcelli. “Bastano pochi dati per capire in che direzione sta andando la nostra università: sono 1.585 gli studenti della Cattolica che nel 2011 hanno fatto un’e-sperienza all’estero grazie ai percorsi internazionali. Ma quel che è ancora più signifi cativo è l’aumento del grado di inter-nazionalizzazione in entrata: la Cattolica ha attratto 2.381 studenti provenienti dall’estero per programmi di studio, di cui 1.446 iscritti ai corsi di laurea e ai master. Ad oggi quindi il 10% circa della popolazione studentesca della Cat-tolica vive un’esperienza oltre confi ne”. Con 579 università straniere coinvolte dalla Cattolica in programmi internazio-nali, le attività di ricerca e di formazione sviluppate in un contesto sempre più globale sono in continua crescita, con grande vantaggio per gli studenti “ che possono respirare nella “loro” università questa dimensione globale, che pos-sono confrontarsi con esperienze diverse, modi differenti di studiare e approfondire, di vedere ed interpretare il mon-do” prosegue Cocconcelli. Dimensione “glocale” che trova un’espressione importante anche nella sede di Piacenza della Cattolica. “Con la nuova residenza Gasparini e con la chiusura della strada dell’Anselma, il campus di Piacenza diventa una realtà sempre più allineata ai migliori campus internazionali”

il prof. Pier Sandro Cocconcelli, docente di microbiologia presso la

facoltà di Agraria della Cattolica, è stato nominato delegato per il coordinamento

dei progetti di internazionalizzazione dell’Università Cattolica

La riforma della Politica Agricola Comune, come tutte le riforme attuate fi no ad oggi, segnerà profondamente il settore agricolo. Inoltre, questa riforma infl uenzerà anche la capacità dell’Unione Europea di raggiungere i suoi obiettivi in settori come la biodiversità, bio-combustibili e la costruzione di una bio-economia

internazionalizzazione:

la cattolicasi affida alpiacentino Cocconcelli

quanto verde perun’agricoltura verde?

gennaio 201227

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progetti di filiera:progetti di filiera:progetti di filiera:

ziamento del progetto di fi liera a condizione che tale prerogativa sia espressa-mente prevista nell’accordo stesso. Elementi obbligatori del progetto di fi liera Il progetto di fi liera - ferme restando le ulteriori disposizioni individuate nei successivi paragrafi - deve:

♦ svilupparsi nell’ambito della fi liera lattiero - casearia, latte bovino distinta nei seguenti comparti produttivi:

Settore lattiero-caseario (latte bovino) - Comparto formaggi stagionati a Denominazione d’Origine Protetta (Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Provolone)

Settore lattiero-caseario (latte bovino) - Comparto latte alimentare e latticini freschi ♦ essere fi nalizzato al raggiungimento di uno o più dei fabbisogni specifi ci individuati a livello di P.S.R., nell’ambito della sfi da Health Check “Ristruttu-razione del settore lattiero - caseario”;

♦ dimostrare l’integrazione fra i differenti soggetti in termini di miglioramen-to del grado di relazione organizzativa, logistica e commerciale ed in termi-ni di distribuzione del reddito;

♦ prevedere il coinvolgimento di più fasi fra loro direttamente connesse che implicano la partecipazione di differenti soggetti economici;

♦ quantifi care il ritorno economico per le imprese agricole di produzione coinvolte;

♦ prevedere una quota minima di benefi ci diretti a favore delle imprese agricole di produzione, intesa come aiuti diretti fruibili dalle imprese stesse in funzione della loro adesione a una o più Misure/Azioni e quantifi cata at-traverso il calcolo della quota percentuale di spesa ammissibile in relazione alla spesa ammissibile complessiva del progetto di fi liera;

♦ avere una dimensione di spesa complessiva superiore ad una soglia mini-ma quale di seguito defi nita.

Misure attivate Il progetto di fi liera può utilizzare le seguenti Misure/Azioni dell’Asse 1 del P.S.R.:111,114,121,123,124 è escluso l’utilizzo di qualsiasi altra Misura/Azione dell’Asse. Soggetto promotore/capofi la Il promotore/capofi la di un progetto di fi liera è un soggetto economico che rappresenta o raggruppa più operatori della fi liera e detiene il prodotto in almeno una delle differenti fasi.

Dotazione fi nanziaria La dotazione fi nanziaria ammonta a €19.686.299.Defi nizioni Il “progetto di fi liera” presuppone la sottoscrizione di un apposito accordo cui partecipano una pluralità di soggetti collegati tra loro da vincoli di carattere contrattuale e nel quale vengono regolati obblighi e responsabilità reciproche. Si defi nisce benefi ciario diretto un soggetto impegnato nella realizzazione di specifi che operazioni/interventi e che conseguentemente aderisce ad una o più Misure dell’Asse. Si defi nisce benefi ciario indiretto un soggetto che usufruisce di una positiva ricaduta dei vantaggi derivanti dalla realizzazione del “progetto di fi liera” pur non aderendo a nessuna Misura/Azione dell’Asse. L’approccio operativo di fi liera presuppone pertanto:

♦ un accordo sottoscritto fra soggetti operanti nell’ambito della fi liera (“benefi ciari diretti” e “benefi ciari indiretti”), che individua il soggetto pro-motore/capofi la, le fi nalità che si intendono raggiungere, gli obblighi e le responsabilità reciproche;

♦ un progetto fi nalizzato al raggiungimento di obiettivi specifi ci e misurabili - costituito da un insieme di operazioni/interventi, in cui sono individuati i “benefi ciari diretti” e le azioni che ciascuno di essi intende realizzare.

Elementi dell’accordo L’accordo costituisce, a tutti gli effetti, un legame contrattuale fra i vari sog-getti che vi partecipano e si traduce in una scrittura privata debitamente sottoscritta da tutte le parti. L’accordo è stipulato fra imprese che agiscono in successivi anelli della fi liera e deve essere obbligatoriamente sottoscritto da soggetti che operano nella fase di produzione primaria (imprese agricole) e da soggetti che operano nella connessa fase della trasformazione e/o com-mercializzazione dei prodotti lattiero - caseari, quali indicati nell’Allegato 1 del Trattato. La materia prima quantifi cata nell’accordo di fi liera deve essere repe-rita per almeno il 75% annuo del quantitativo totale, dalle imprese agricole di produzione partecipanti, attraverso conferimenti o acquisti/cessioni risultanti dal medesimo accordo. Le imprese agricole di produzione partecipanti devono impegnarsi a conferire ovvero a cedere almeno il 20% della propria produzione media annua di materia prima (latte) considerata nell’accordo. Nel caso di imprese agricole di base che effettuano la trasformazione della materia prima quale attività connessa detto quantitativo è riferito al prodotto fi nito ceduto ai fi ni della successiva commercializzazione. L’effi cacia dell’accordo e di tutte le clausole in esso contenute decorre dalla data di sottoscrizione; resta ferma la facoltà di recedere unilateralmente dall’accordo in caso di mancato fi nan-

settore lattiero caseario

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tecnico

obiettivi: ♦ favorire/rafforzare l’integrazione fra i diversi soggetti operanti nell’am-bito della fi liera;

♦ rafforzare l’aggregazione fra i produttori di base; ♦ migliorare concretamente le relazioni di mercato.

Si specifi ca inoltre che il sostegno attivato nell’ambito della sfi da Health Check “Ristrutturazione del settore lattiero caseario” individua - a livello di PSR - i seguenti fabbisogni prioritari:

♦ investimenti afferenti la fase di allevamento e raccolta fi nalizzati alla razionalizzazione dei cicli produttivi ed all’abbattimento dei costi;

♦ investimenti fi nalizzati ad aumentare la quota di valore aggiunto delle produzioni;

♦ investimenti destinati ad aumentare gli standard qualitativi del latte e dei suoi derivati.

Tipologia degli interventi e spese ammissibili Misura 121 investimenti ammissibili:

♦ interventi per la realizzazione, il miglioramento/potenziamento delle strutture zootecniche (stalle);

♦ interventi per la realizzazione/potenziamento di strutture e l’acquisi-zione di tecnologie fi nalizzate alla trasformazione del prodotto azien-dale (in imprese di produzione di base che trasformino direttamente quale “attività connessa” almeno 10.000 q.li latte/anno);

♦ interventi per il miglioramento delle produzioni foraggere o di altre colture a destinazione zootecnica, purché connesse ad un totale reimpiego aziendale (es. macchine per fi enagione, essiccatoi, struttu-re specifi che dedicate alla conservazione del prodotto, ecc.).

Gli interventi per il miglioramento delle produzioni foraggere o di altre colture a destinazione zootecnica possono essere attuati anche da aziende agricole di base - prive di attività zootecnica diretta - che conferiscono totalmente detti prodotti a stalle sociali cui sono associate. Specifi ca esclusione per interventi generici (es. trattori, magazzini macchine ed attrezzi ecc.) e/o non funzionali ad un processo innovativo aziendale;Misura 123 sono ammissibili investimenti specifi ci in impianti di trasforma-zione, stagionatura, confezionamento, con specifi ca esclusione di interventi generici non funzionali ad un processo innovativo aziendale e/o riferiti a sottoprodotti. Misure 111 Azione 1 e 124 sono ammissibili operazioni che - in funzione della valutazione di merito - risultino coerenti con i fabbisogni riportati al punto 11. L’eleggibilità delle spese relative alle singole operazioni/

Il ruolo di promotore/capofi la può essere riconosciuto in capo ad un sogget-to rientrante in una delle seguenti tipologie:a) al rappresentante legale di un soggetto giuridico. Ci si riferisce, ad esem-pio, alle organizzazioni di produttori, alle società cooperative agricole e loro consorzi, alle società consortili, nonché ad altre forme giuridiche societarie con i predetti requisiti;b) al rappresentante legale di un soggetto economico individuato quale man-datario di un raggruppamento temporaneo di imprese individuali e/o collet-tive. Nell’ambito del presente Programma Operativo un singolo soggetto può svolgere il ruolo di promotore/capofi la per un unico progetto di fi liera. Il promotore/capofi la - che può non essere “benefi ciario diretto” di una speci-fi ca Misura/Azione - provvede alla predisposizione dello schema di accordo di fi liera, alla raccolta delle sottoscrizioni da parte dei “benefi ciari diretti” e dei “benefi ciari indiretti”, alla predisposizione, sottoscrizione e presentazione del progetto di fi liera, della domanda e dei relativi allegati in nome e per conto dei “benefi ciari diretti” partecipanti all’accordo, al coordinamento generale delle attività ed all’interlocuzione con l’Amministrazione per le diverse fasi dell’iter istruttorio fi no all’accertamento fi nale di avvenuta realizzazione del progetto, nonché agli adempimenti formali connessi. Il ruolo di soggetto promotore/capofi la del “progetto di fi liera”, ai fi ni del presente Programma Operativo, è conferito attraverso uno specifi co contratto di mandato con rappresentanza con diverso contenuto in relazione alle due diverse tipologie sopra indicate.Soggetti benefi ciari Possono essere “benefi ciari diretti” di Misure/Azioni rientranti in un “proget-to di fi liera” soggetti che possiedano al momento della domanda individuale i requisiti d’accesso e le condizioni di ammissibilità previsti per le singole Misure/Azioni per le quali è richiesto l’aiuto. Un singolo soggetto in qualità di “benefi ciario diretto” può partecipare ad un unico “progetto di fi liera” e può presentare una sola domanda con riferimento a ciascuna Misura/Azione.Natura degli aiuti e suddivisione delle risorse Gli aiuti sono corrisposti quali contributi a copertura parziale dei costi soste-nuti per la realizzazione delle singole operazioni/interventi che costituiscono il progetto di fi liera.Importi minimi e massimi I limiti minimi e massimi di spesa ammissibile ad aiuto del progetto di fi liera sono rispettivamente in 500.000 Euro e 6 milioni di Euro. Finalità dei progetti di fi liera Il progetto di fi liera dovrà essere fi nalizzato al raggiungimento dei seguenti

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gennaio 201229

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interventi inserite in un progetto di fi liera decorre dalla data di presentazio-ne dell’istanza individuale riferita a ciascuna Misura/Azione. Le medesime operazioni/interventi non possono essere contemporaneamente oggetto di domande presentate nell’ambito di avvisi pubblici di competenza territoriale, legati alla modalità operativa “approccio individuale” e nell’ambito del presen-te Programma Operativo in modalità “fi liera”, pena la decadenza delle istanze presentate a valere su entrambe le modalità. Requisiti e condizioni di ammissibilità del progetto di fi lieraIl numero minimo di imprese agricole di produzione di base “benefi ciari di-retti”, quale risulta per ciascun comparto dalla tabella di seguito riportata:

COMPARTI PRODUTTIVI n.imprese

in alterna-tiva potrà essere dimostrata l’ammis-sibilità conside-rando i parametri

n.imprese ULU

Settore lattiero-caseario (latte bovino) - Comparto formaggi stagionati a Denominazione d’Origine Protetta (Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Provolone)

4 3 15

Settore lattiero-caseario (latte bovino) - Comparto latte alimentare e latticini freschi

8 4 24

♦ peso percentuale della spesa ammissibile per investimenti relativa alle operazioni/interventi afferenti la Misura 121 rispetto alla spesa ammissibile complessiva del progetto di fi liera pari almeno al 40%:

♦ peso percentuale della spesa ammissibile per investimenti relativa alle operazioni/interventi afferenti la Misura 123 - Azione 1 - non superio-re al 50% della spesa ammissibile complessiva del progetto di fi liera;

♦ utilizzo - attraverso specifi che domande di aiuto - di almeno due diverse Misure/Azioni fra quelle indicate.

Oltre ai predetti requisiti e condizioni, è obbligatorio, pena l’esclusione del progetto, che la materia prima quantifi cata nel progetto di fi liera sia reperita, attraverso conferimenti o acquisti/cessioni quali risultano dall’accordo di fi -liera, per almeno il 75% annuo del quantitativo totale, dalle imprese agricole

di produzione partecipanti all’accordo medesimo.Criteri di priorità

CRITERI GENERALI - (PESO TOTALE 40 PUNTI)

a.1) Priorità territoriale Massimo 20 punti

a.2) Caratteristiche dei soggetti benefi ciari Massimo 15 punti

a.3) Attività formativa specifi ca Massimo 5 punti

CRITERI SPECIFICI - (PESO TOTALE 30 PUNTI)

b.1) Vantaggio per le imprese agricole di produzione parte-cipanti all’accordo

Massimo 10 punti

b.2) N° di imprese agricole partecipanti quali “benefi ciari diretti” di una o più Misure/Azioni

Massimo 5 punti

b.3) Quantitativi di materia prima cui il progetto è dedicato Massimo 3 punti

b.4) Accordi che prevedono la fase di distribuzione - anche attraverso la partecipazione di benefi ciario/i indiretto/i

Massimo 1 punti

b.5) Vantaggi per l’occupazione Massimo 2 punti

b.6) Produzioni biologiche Massimo 3 punti

b.7) Produzioni a denominazione d’origine Massimo 3 punti

b.8) Produzioni di qualità Massimo 3 punti

ULTERIORI CRITERI - (PESO TOTALE 8 PUNTI)

c.1) Nuove aggregazioni Massimo 5 punti

c.2) Certifi cazioni Massimo 1 punti

c.3) Prodotto fi nito esportato Massimo 2 punti

Modalità e tempi di presentazione della domanda di aiuto sul “progetto di fi liera”Il termine di scadenza delle presentazione delle istanze è fi ssato perentoria-mente al 16 marzo 2012.Tempi di esecuzione dei lavori/realizzazione delle attivitàIn relazione alle diverse tempistiche e possibilità di proroga fi ssate per ciascu-na Misura/Azione, il progetto di fi liera complessivo deve essere comunque completato entro 24 mesi dalla data dell’atto di concessione del contributo.

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Misure per la riduzione delle emissioniMisure strutturaliTra le misure strutturali particolare attenzione deve essere riservata a:

♦ stoccaggio dei materiali da inviare al digestore anaerobico; ♦ stoccaggio ed eventuali trattamenti del digestato.

Lo stoccaggio di biomasse palabili dovrà essere effettuato in con-tenitori coperti per evitare dispersioni sia di COV sia di particolato. Qualora il tenore di sostanza secca dei suddetti materiali sia inferio-re al 60% lo stoccaggio deve avvenire in contenitori chiusi a tenuta, salvo apertura minima per gli sfiati che dovranno essere adeguate manti trattati. Per le biomasse non palabili, ad esclusione dei li-quami zootecnici di origine aziendale inviati direttamente alla fase di digestione, la conservazione dovrà essere effettuata in vasche/contenitori chiusi a tenuta. Lo stoccaggio del digestato e di even-tuali frazioni derivanti dal trattamento del digestato dovrà garantire il contenimento delle emissioni di odori, ammoniaca e gas serra. La capacita dei contenitori dovrà essere calcolata considerando il volume del digestato tal quale prodotto in 180 giorni (120 per le zone ordinarie). Eventuali frazioni palabili dovranno essere stoccati per almeno 90 giorni. La progettazione dei contenitori, ad esclusio-ne di aziende esistenti già dotate di contenitori di stoccaggio che impiegano per l’80% del totale azoto zootecnico di origine aziendale,

La regione Romagna Emilia Romagna ha definito i criteri tecnici per la mitigazione dell’impatto

ambientale degli impianti a Biogas.

In particolare gli impianti di digestione anaerobica dovranno posse-dere i seguenti requisiti:

Requisiti progettuali e gestione degli impiantiRequisiti costruttivi e di utilizzoIl dispositivo di sicurezza dovrà essere dimensionato per consentire l’eventuale svuotamento rapido di tutti gli stoccaggi (5-6-ore). In fase di avviamento dell’impianto a biogas, per evitare l’immissione in atmosfera del biogas, il dispositivo di sicurezza dovrà essere in-tegrato o un sistema a combustibili supplementare o un sistema di trattamento. L’impianto quando utilizza non solo gli effluenti zoo-tecnici prodotti dall’azienda dovrà essere fisicamente separato dalla stalla e dai depositi di mangime.Provenienza e trasporto materiali in ingressoL’autorizzazione alla realizzazione all’impianto deve stabilire un piano di monitoraggio delle emissioni odorigene per un periodo sufficientemente prolungato nel tempo, che interessi anche la fase di entrata a regime degli impianti.

impianti a Biogascriteri tecnici per la mitigazione degli impatti ambientali

gennaio 201233

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dovrà prevedere: ♦ stoccaggio del digestato tal quale o della frazione chiarifi cata in una o più vasche/contenitori coperti con eventuale trattamen-to dell’aria esausta o captazione del biogas;

♦ stoccaggio del digestato tal quale o della frazione chiarifi cata ripartito in almeno tre vasche/contenitori, caricati in serie, che consenta un periodo di stati della biomassa senza aggiunta di biomassa fresca per un adeguato periodo e copertura del pri-mo contenitore con trattamento dell’aria esausta o captazione del biogas.

Il volume massimo di ogni singolo contenitore per materiale non palabili non potrà essere superiore a 6.000 mc. Per la frazione palabile è obbligatoria la copertura dell’area di stoccaggio e tampo-nature laterali. In caso di presenza di impianto per il trattamento di separazione dei digestati in due frazioni si dovrà ricorre ad am-bienti completamenti chiusi e in depressione, con aspirazione e trattamento dell’aria esausta. Per verifi care l’entità delle emissioni odorigine, in presenza di centrifughe, si dovranno prevedere almeno 3 autocontrolli all’anno.Misura gestionaliIl trasporto e il carico dell’insilato deve avvenire con mezzi chiusi e a tenuta. Nel caso di autobotti il liquido deve essere immesso nel contenitore sotto pelo libero oppure utilizzando un circuito chiuso. Lo stoccaggio dei materiali in arrivo, ad esclusione del trinciato di mais, con tenore in sostanza secca < 60% dovrà avere breve du-rata (non oltre 72 ore). Lo stoccaggio del digestato separato solido dovrà avvenire in cumuli di dimensioni contenute e periodicamente rivoltati.Monitoraggio emissioni odorigeneOccorrerà prevedere una campagna di rilevamento delle emissioni odorigene per la durata di 2 anni dall’entrata in funzione dell’impian-

to mediante due prelievi all’anno.Emissioni in atmosferaIl camino di emissione dei cogeneratori dovrà essere dotato di pre-se di misura. In funzione della potenza dell’impianto i gruppi di co-generazione sono assoggettati ai diversi regimi autorizzativi previsti dalla parte V del D.Lgs.152/06

Monitoraggio impiantoLa data, l’orario, i risultati dei controlli sulle caratteristiche di funzio-namento dell’impianto dovranno essere registrate, ed a disposizione degli organi di controllo competenti. Dovranno essere registrate le date e l’orario di conferimento delle biomasse.

Sistemi raccolta acqueGli impianti di trattamento/raccolta delle acque dovranno essere sottoposti annualmente ad operazioni di verifi ca, controllo e manu-tenzione e di tali interventi dovrà essere conservata idonea docu-mentazione.Regime transitorioPer gli impianti esistenti, in sede di rinnovo delle prime autorizza-zioni, l’adeguamento alle prescrizioni potrà essere oggetto di un programma che ne fi ssi i relativi termini di attuazione.I contenitori/vasche di stoccaggio, ad esclusione dei casi in cui la percentuale di azoto zootecnico di origine aziendale è uguale o superiore all’80% del totale, dovranno essere adeguati mediante:

♦ realizzazione copertura con trattamento aria esausta o capta-zione biogas;

♦ realizzazione ulteriore vasca di stoccaggio avente capacità pari a 30 giorni coperta con trattamento aria esausta o captazione biogas

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Le domande possono essere inoltrate online fi no al 7 marzo 2012

Approvato il bando 2011, previsto un contributo in conto capitale nell’ordine del 50% dei costi del progetto. Fino al 7 marzo 2012 possono essere inoltrate on-line le domande per accedere al nuovo bando dell’Inail che fi nanzia gli interventi delle imprese volti a migliorare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, offrendo un importante sostegno a progetti di investimento per migliorare la sicurezza

sul lavoro in azienda. Si possono ottenere contributi a fondo perduto, che assicureranno una copertura fi no al 50% dell’investimento.Per maggiori informazioni e l’espletamento delle pratiche, i nostri Uffi ci centrali e periferici sono a disposizione delle aziende.Sul prossimo numero verrà trattato l’argomento in modo più approfondito.

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direttiva nitratidirettiva nitratidirettiva nitrati

di stoccaggio; ♦ calcolo dell’azoto e del fosforo da effl uente zootecnico prodot-to nell’azienda

♦ descrizione del trattamento dell’effl uente zootecnico; ♦ rese previste per ciascuna coltura praticata, secondo la dispo-nibilità di nutrienti e acqua, nonché le condizioni locali, quali clima , tipo di suolo ecc..;

♦ fabbisogno stimato di azoto e fosforo delle colture per ciascu-na particella;

♦ calcolo dell’azoto e del fosforo fa effl uente da applicare su ciascuna particella;

♦ calcolo dell’azoto da fertilizzanti chimici da applicare su ogni particella;

♦ stima del quantitativo di acqua necessario all’irrigazione e indi-cazione esatta della fonte di approvvigionamento idrico e rela-tiva autorizzazione al prelievo.

Ogni azienda dovrà: ♦ tenere il registro delle applicazioni dei fertilizzanti; ♦ effettuare le analisi del terreno per fosforo e azoto almeno una volta ogni 4 anni e almeno 1 ogni 5 ettari di suolo agricolo.

L’apporto complessivo di azoto e fosforo non deve superare la do-manda di nutrienti prevedibile per la coltura in questione. Le aziende in deroga non potranno utilizzare fosforo sotto forma di fertilizzanti chimici. Il trasporto di effl uente di allevamento deve essere registrato mediante sistemi di posizionamento geografi co (obbligatorio per distanze > a 30 km) o per mezzo di documenti di accompagnamento nei quali vengono indicati luogo di origine e destinazione.La domanda dovrà essere, infi ne, corredata da un impegno scritto a rispettare le condizioni che saranno riportate nel piano di fertiliz-zazione.

L’uffi cio tecnico provinciale e gli uffi ci periferici di Coldi-retti Piacenza sono a disposizione per chiarimenti e ap-profondimenti relativi alle istanze e alle procedure sopra illustrate.

A novembre 2011, è stata defi nitivamente approvata dalla Com-missione Europea la Deroga alla Direttiva Nitrati nelle Zone Vulne-rabili delle regioni del bacino padano-veneto: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto. La deroga potrà essere concessa su base individuale alle aziende agricole che ne faranno richiesta entro il 15 febbraio di ogni anno e permetterà la distribuzione fi no a 250 kg di azoto, per ettaro per anno, proveniente da effl uenti bovini e suini.Per benefi ciare del regime di deroga le aziende dovranno adottare misure addizionali ai programmi d’azione regionali e quindi:

♦ almeno il 70% della sau aziendale (terreni in concessione com-presi) dovrà essere coltivato con colture a stagione di crescita prolungata e con grado elevato di asportazione dell’azoto.

Le colture sono: ♦ prati permanenti o temporanei con non più del 50% di legumi-nose o di altre colture in grado di fi ssare l’azoto atmosferico;

♦ mais a maturazione tardiva: il mais di classe FAO 600/700, seminato da metà marzo all’inizio di aprile, con un ciclo di crescita di almeno 145-150 giorni. La raccolta e l’asportazione dal campo dovranno riguardare l’intera pianta, vale a dire sia la granella, sia gli stocchi;

♦ mais o sorgo seguito da erbaio invernale: il mais medio tar-divo o il mais precoce o il sorgo seguiti da erbaio invernale , quale loglio, orzo, triticale o segale invernale. L’erbaio invernale deve essere seminato entro le due settimane dalla raccolta del mais/sorgo e raccolto non prima di due settimane dalla semina del mais/sorgo;

♦ cereale vernino seguito da erbaio estivo: il frumento, l’orzo o il triticale, seguiti da erbaio estivo, quale mais, sorgo, setaria o panico. L’erbaio estivo deve essere seminato entro due setti-mane dalla raccolta del cereale vernino, e raccolto non prima di una settimane dalla semina dei cereali vernini.

Ogni azienda dovrà redigere, entro il 15 febbraio, un piano di ferti-lizzazione per la sua superfi cie disponibile , specifi cando le rotazioni colturali nonché le applicazioni previste di effl uenti e di fertilizzanti minerali. Il piano dovrà contenere inoltre:

♦ numero dei capi di bestiame, sistema di stabulazione e volumi

deroghe al limite dei 170 Kg di azoto in area vulnerabile

sicurezza sul lavoro da INAIL contributi

alle impreseper 205 milioni

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richiesta assegnazioni

L’agevolazione fi scale sui carburanti, rappresenta per il mondo agricolo una delle misure più importanti per

l’abbattimento dei costi di produzione

Si ricorda a tutti gli associati che la richiesta di assegnazione può essere presentata dal 2 gennaio al 30 giugno 2012 presso i nostri Uffi ci unitamente ai seguenti documenti:1. documento di riconoscimento in corso di validità2. libretto di controllo carburanti anno 2011 con tutti i prelievi

scaricati 3. situazione aggiornata di possesso dei terreni (Anagrafe azienda-

le aggiornata), colture praticate e lavorazioni da eseguire Le assegnazioni di carburante agricolo spettano solamente alle aziende iscritte al Registro delle Imprese presso la Camera di Com-mercio, per i lavori preventivamente dichiarati ed effettivamente eseguiti; ogni variazione dei dati dichiarati nella richiesta (cessioni di terreni, scadenze di affi tti, affi damento a terzi di lavorazioni pre-ventivate in proprio, ripartizioni colturali diverse, ecc) deve essere comunicata ai nostri uffi ci entro 30 giorni dal verifi carsi della va-

riazione, sia per l’aggiornamento del fascicolo aziendale che per la comunicazione all’UMA. Le aziende che nel corso del 2011 hanno avuto una assegnazione di carburante agricolo, sono tenute in ogni caso a presentare la dichiarazione di avvenuto impiego entro il 30/06/2012, presen-tando il libretto di controllo con annotati i consumi per le lavorazioni eseguite, anche se per l’anno in corso non intendono richiedere nessuna assegnazione. In mancanza di tale dichiarazione le aziende inadempienti sono passibili di sanzioni.

Si raccomanda di concordare preventivamente l’appunta-mento con l’uffi cio zona Coldiretti

gasolio agricolo 2012

tecnicogennaio 201239

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finanziamentiper la vendita diretta e siti internet per le aziende vitivinicole

Gli investimenti proposti dovranno avere una dimensio-ne minima di Euro 30.000,00 ed una dimensione massi-ma di Euro 300.000,00.L’entità dell’aiuto è pari al 40% della spesa ammissibile per le imprese di trasformazione e commercializzazione classifi cate come micro, piccole e medie.Ai sensi della normativa comunitaria e nazionale:

♦ la microimpresa è defi nita come un’impresa il cui organico sia inferiore a 10 persone e il cui fatturato o il totale di bilancio annuale non superi 2 milioni di euro;

♦ la piccola impresa ha organico inferiore a 50 persone e fattu-rato, o totale del bilancio annuale, che non supera i 10 milioni di euro;

♦ la media impresa ha organico inferiore a 250 persone e fat-turato non superiore a 50 milioni di euro o totale di bilancio annuale non superiore a 43 milioni di euro.

L’entità dell’aiuto scende, infi ne, al 20% per le aziende intermedie, che occupano meno di 750 persone o il cui fatturato non supera i 200 milioni di euro.Sono escluse dalla misura le imprese aventi organico superiore alle 750 persone o fatturato superiore a 200 milioni di euro.

Gli uffi ci di Coldiretti sono a disposizione per ulteriori chiarimenti e per la compilazione delle domande.

Nei giorni scorsi la Giunta regionale ha approvato la Deliberazione 1923/2011 avente ad oggetto: “Reg. (CE) 1234/2007 - Pro-gramma nazionale di sostegno al settore vitivinicolo. Approvazione programma operativo con valenza di avviso pubblico misura 7 investimenti”.Il bando, di prossima pubblicazione nel Bollettino Uffi ciale della Regione, fi ssa, all’allegato 1 i criteri per la presentazione delle domande di contributo in conto capitale per interventi fi nalizzati:

♦ all’allestimento di punti per la vendita diretta di prodotti viti-vinicoli

♦ nonché la creazione o implementazione di siti internet fi nalizza-ti al commercio elettronico.

Per queste fi nalità, per l’anno 2012, la Regione Emilia-Romagna colloca complessivamente oltre 3 milioni e 400 mila euro. L’aiuto viene accordato alle imprese che svolgono attività di trasfor-mazione e/o commercializzazione di prodotti vitivinicoli con Sede legale in Emilia Romagna ed impianti di trasformazione e/o com-mercializzazione sul territorio regionale. La compilazione e presenta-zione delle domande dovrà essere effettuata utilizzando il Sistema Operativo Pratiche (SOP) secondo le modalità procedurali e la spe-cifi ca modulistica che saranno approvate da AGREA.Il termine di scadenza della presentazione delle istanze è fi ssato al 31 gennaio 2012.I progetti approvati dovranno essere realizzati entro il 15 luglio 2012.

finanziamentifinanziamentifinanziamentiper la vendita diretta e siti

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È stato pubblicato nei giorni scorsi in Gazzetta Uffi ciale il Decreto 11 novembre 2011 - Disciplina degli esami analitici per i vini DOP e IGP, degli esami organolettici e dell’attività’ delle commissioni di degustazione per i vini DOP e del relativo fi nanziamento.Tale decreto in vigore dal 1 gennaio 2012 stabilisce che tutte le attività inerenti le richieste di prelievo gli esami analitici ed orga-nolettici, nonché le commissioni di degustazione saranno gestite dall’ Organismo di Controllo. Sicuramente, con la pubblicazione di questo decreto, si va verso una semplifi cazione voluta da Coldiretti, in quanto tutta l’attività di prelievo fi no al rilascio dell’idoneità dei vini DOC sarà gestita in toto dall’Organismo di Controllo e non più da tre Enti. Questo Decreto porterà ad una riduzione dei costi, infatti il costo per campione passa dai 19,00 a 15,00 euro e il costo per ettolitro di vino certifi cato passa da 0,15 a 0,10/Hl.Ancora più rilevante sarà la semplifi cazione burocratica, per le no-stre aziende vitivinicole, infatti le richieste di prelievo verranno inviate direttamente a Valoritalia senza dover pagare preventivamente il bollettino postale, con gli ovvi disagi che fi no ad oggi le nostre aziende dovevo rispettare.

Per le nostre aziende vitivinicole, è prevista, inoltre, una riduzione delle tempistiche di evasione dell’idoneità dei vini, nonostante il decreto preveda ancora tempistiche troppo elevate (20 giorni lavorativi). Coldiretti, infatti, ha concordato con il responsabile di Valoritalia di ridurre comunque i tempi previste dal Decreto: 7 giorni lavora-tivi dalla richiesta di prelievo, fi ssando un giorno della settimana entro il quale dovranno pervenire le richieste. Ovviamente sarà necessario attendere che il sistema vada a regime, ma la nostra Organizzazione monitorerà affi nchè in un paio di mesi tutto si sistemi.

Quest’ultimo aspetto è di primaria importanza per le aziende vitivi-nicole per poter commercializzare i nostri vini DOC con tempistiche sensibilmente ridotte rispetto alle attuali; considerando anche la pesante crisi dei consumi che sta colpendo questo settore non potremo più accettare i tempi attuali.

Azienda Agricola ERIDANO di ZERMANI F.lli s.s. Società Agricola Sede legale: Strada Sparavera n° 50, Roncaglia Piacenza (PC) Tel: 0523-505344 Fax: 0523-605568 mail: [email protected] web: www.eridano.net Centro Produttivo: Via Ponchielli n° 21, Podenzano (PC) Tel e Fax: 0523-550336

Produzione e vendita di: Piantine di Pomodoro

Piantine di Ortaggi Stelle di Natale

richiesta di prelievo vini DOCrichiesta di prelievo vini DOCrichiesta di prelievo vini DOC accolte le richieste di Coldiretti per la semplificazione e riduzione dei costi e delle tempistiche

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Si raccomanda di verifi care che sia presente l’indicazione “prodotto in Italia” o una scritta equivalente come Vino d’Italia o simile. Tale scritta va intesa come aggiuntiva rispetto all’indicazione “Italia” che completa l’indirizzo dell’imbottigliatore. Quindi, per esempio, l’eti-chetta dovrà riportare “imbottigliato da... indirizzo... - Italia” e “pro-dotto in Italia”. La prima indicazione indica il luogo in cui è avvenuto il confezionamento del vino, la seconda precisa il paese d’origine delle uve, che potrebbero anche non corrispondere.Ogni indicazione che si intende riportare, sempre che non sia vieta-ta espressamente, deve rispettare tre regole fondamentali: essere veritiera, non ingannevole e dimostrabile. Sulle prime due non aggiungiamo nulla, ci mancherebbe altro che le indicazioni fossero false o ingannevoli. Per la terza regola, quella del

etichettatura

alcune precisazioni in merito all’etichettatura

dei vini. A seguito delle verifi che effettuate in sede

di applicazione dei piani di Controllo sono emerse

diverse imperfezioni sulle etichette

dei vini

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sempre essere riportati secondo le note regole. È in corso di completamento il risultato degli studi che dovrebbero stabilire l’assenza di residui tali da generare allergie dopo il tratta-mento dei vini con i suddetti chiarifi canti. Se così sarà, potrebbe decadere defi nitivamente l’obbligo di indicazione in etichetta, ma per ora accontentiamoci della suddetta deroga fi no al 30 giugno 2012.

L’uffi cio Vitivinicolo Provinciale di Coldiretti e gli uffi ci periferici sono a disposizione per la predisposizione delle etichette o per eventuali dubbi e chiarimenti relativi alla semplifi cazione delle procedure

“dimostrabile” abbiamo da tempo imparato che ogni menzione ag-giuntiva, vigna, tipologia, particolarità leggibile nell’etichetta deve tro-varsi a ritroso (rintracciabilità), sui registri e sui documenti di vendita del prodotto. Ma potrebbe tuttavia sfuggire che anche una semplice e banale scritta aggiuntiva come “affi nato in botte di legno” deve trovare riscontro nei suddetti documenti e registri, affi nché attenti e meticolosi controllori non possano mettere in dubbio il suddetto principio della dimostrabilità.In merito agli allergeni derivati da uova e latte la Commissione Ue ha stabilito una proroga al 30 giugno 2012 della deroga all’obbli-go di indicazione nelle etichette del vino delle sostanze allergeni derivanti dal latte e dalle uova (Caseina e Albumina). Per chiarezza si informa che la deroga non riguarda i solfi ti, che invece devono

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