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n° 39 News IRD International Record Distribution • www.ird.it • facebook: www.ird.it/mipiace.htm YAYLA Musiche Ospitali feat. Antonella Ruggero, Thom Chacon, Edoardo Bennato, Ben Glover, Erri de Luca, Saba Anglana, Bocephus King, Neri Marcoré. Michele Gazich, The Gang, Jono Manson, Isaac De Martin, Alaa Arshed, Violante Placido, Sara Jane Ceccarelli, Evelina Meghnagi, Valerio Mastandrea, e tanti altri

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Page 1: News - Appaloosa Records · 2018-07-04 · “Fire” è senza dubbio opera di una costellazione di stelle assolute: lo straordinario sassofonista Dave Liebman, il percussionista

n° 39News

IRD International Record Distribution • www.ird.it • facebook: www.ird.it/mipiace.htm

YAYLA Musiche Ospitali

feat. Antonella Ruggero, Thom Chacon, Edoardo Bennato, Ben Glover, Erri de Luca, Saba Anglana, Bocephus King, Neri Marcoré. Michele Gazich, The Gang, Jono Manson, Isaac De Martin, Alaa Arshed, Violante Placido, Sara Jane Ceccarelli, Evelina Meghnagi, Valerio Mastandrea, e tanti altri

Page 2: News - Appaloosa Records · 2018-07-04 · “Fire” è senza dubbio opera di una costellazione di stelle assolute: lo straordinario sassofonista Dave Liebman, il percussionista

Dall’album “The Matador and the Bull” del 2012, il sassofonista tenore JD Allen ha collaborato regolarmente con l’etichetta Savant. Ora “Love Stone”, con le sue ballate, si preannuncia come una pietra miliare. Si tratta di un disco in pieno stile Allen: un suono scivolato e un’estasi quasi operistica, temi decostruiti quasi privi di linearità e digressioni melodiche che giungono senza preavviso. Come in tutti i dischi di Allen, a tratti traspare un tono alla Chopin dall’atmosfera crepuscolare. Un album di sole ballate richiede una base armonica di prim’ordine e il chitarrista Liberty Ellman dimostra ancora una volta di essere uno degli accompagnatori più sensibili sulla piazza, capace di alternare ricchezza armonica e scatti quasi puntinisti che si limitano ad accennare alle armonie. La profondità del timbro e del fraseggio di Allen è tale che non si sente la mancanza delle tastiere e il quartetto, completato da Gregg August al contrabbasso e Rudy Royston alla batteria, conferma la sua abilità nell’attuale panorama jazz.

JD AllenLove Stone

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“Live in Europe” è il coronamento di un anno straordinario per il pianista Fred Hersch e lo ritrova in forma smagliante, in trio con due collaboratori di lunga data, il contrabbassista John Hébert e il batterista Eric McPherson. Il disco contiene sei brani originali di Hersch e due composizioni ciascuno di Thelonious Monk (“We See” e “Blue Monk”) e Wayne Shorter (“Miyako” e “Black Nile”). Il trio, che ha pubblicato una decina di lavori negli ultimi trent’anni, li esegue con un affiatamento quasi telepatico, in cui ciascun elemento trova spazio senza mai imporsi sugli altri. “Live in Europe” ha immortalato il penultimo appuntamento delle tre settimane di tour a fine 2017, quello al Flagey Studio 4 di Bruxelles: acustica perfetta, grande creatività ed energia e un piano straordinario.

Fred Hersch TrioLive in Europe

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Uscito solo in vinile in occasione del RSD, ora Resonance lo stampa in 2 CD questa prima edizione ufficiale di registrazioni live del leggendario chitarrista jazz Gran Green dopo oltre dieci anni. Il doppio CD propone quanto registrato agli studi della ORTF di Parigi il 26 ottobre 1969 da Green con il bassista Larry Ridley e il batterista Don Lamond, e con il sassofonista Claude Bartee, l’organista Clarence Palmer (entrambi avevano suonato nell’album del 1969 di Green “Carryin’ On”) e il batterista Billy Wilson. La sessione di studio alla ORTF era stata realizzata per una trasmissione radiofonica, la registrazione di Antibes invece precedeva di meno di un mese l’uscita del primo album live di Green per Blue Note, “Alive!”.

Grant GreenFunk in France(From Paris To Antibes – 1969-1970)

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Uscito solo in vinile in occasione del RSD, ora Resonance lo stampa in CD l’inedito album dell’icona della chitarra jazz Grant Green: il CD propone il live del 5 settembre 1975 al popolare Oil Can Harry’s di Vancouver. Sul palco insieme a Green troviamo Emmanuel Riggins al piano elettrico, il bassista Ronnie Ware, Greg “Vibrations” Williams (Lou Donaldson, Jack McDuff) alla batteria e Gerald Izzard alle percussioni. Cuore della performance è un medley di oltre mezz’ora di “Vulcan Princess” di Stanley Clarke, “Skin Tight” degli Ohio Players, “Woman’s Gotta Have It” di Bobby Womack, “Boogie on Reggae Woman” di Stevie Wonder e “For the Love of Money” degli O’Jays. La registrazione proviene dai nastri originali ed offre quindi un’eccellente qualità sonora. “Slick!” è uno degli appena quattro dischi live di un chitarrista jazz-funk che meriterebbe maggiore apprezzamento. Inciso tre anni dopo l’album “Live at the Lighthouse”, “Slick!” esce ora con un ricco booklet contenente foto inedite scattate al club, alcuni saggi e diverse interviste (in inglese).

Grant GreenSlick! (Live at Oil Can Harry’s)

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Uno dei più grandi chitarristi elettrici di tutti i tempi, la sua telecaster e la sua incredibile tecnica continuano ad ispirare molti chitarristi. Real Gone presenta 2 CD dal vivo registrati in due set al Town Hall di New York nel Novembre 1974, 21 brani di cui ben 14 inediti. Ad accompagnare Roy in questo live la sua migliore band: Malcolm Lukens (tastiere), John Harrison (basso) Ronnie “Byrd” Foster (batteria) e Billy Price (lead vocals). Le note di copertina sono del iografo di Buchanan, Phil Carson che era presente al Town Hall, ed è prodotto da Bill Levenson. Un’importante aggiunta alla discografia di questo del “più grande chitarrista sconosciuto al mondo”, un’ulteriore conferma della sua leggenda. 2 cd, 21 brani con ben 14 inediti.

Roy BuchananLive at Town Hall 1974

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“Fire” è senza dubbio opera di una costellazione di stelle assolute: lo straordinario sassofonista Dave Liebman, il percussionista Jack DeJohnette, il bassista Dave Holland ed il pianista Kenny Werner. I quattro sono tutti tra i fautori del jazz moderno, a partire dagli anni ’70 e ’80 fino ai giorni nostri. Per “Fire” i quattro amici si sono ritrovati per una sessione di registrazione agli Avatar Studios di New York. Ne è scaturito un album unico e innovativo, potente e animato da una tangibile gioia di suonare. Concettualmente, questo piccolo capolavoro si inserisce in una quadrilogia sugli elementi, iniziata nei tardi anni ’90 con “Water – Giver of Life” (con Pat Metheny), proseguita con “Air” e giunta ora al suo terzo capitolo. “Fire” ruota così appunto intorno all’elemento del fuoco e al suo dualismo: fonte di luce, calore e sostentamento, ma anche implacabile forza distruttrice in grado di lasciare solo cenere a testimonianza del suo passaggio.

Dave Liebman,Holland, Dejohnette, WernerFire

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Dopo più di cinquant’anni di onorata carriera, Sherman Holmes, cantante e bassista degli Holmes Brothers, pubblica il suo primo lavoro solista, che si prospetta come una pietra miliare. “The Richmond Sessions” è dedicato al fratello Wendell e a Popsy Dixon, i compagni di band scomparsi entrambi nel 2015, e rievoca lo spirito del trio. Ma non c’è niente di funereo in questo disco: il mix di bluegrass, rock grintoso e brioso gospel ricorda i giorni degli Holmes Brothers e la performance vocale di Sherman dimostra che non ha affatto esaurito le sue cartucce. Si tratta di un disco personale anche per la palpabile influenza delle radici di Holmes, affondate nella terra della Virginia. Il produttore Lohman, poi, ne fa un affare di famiglia in pieno stile virginiano, coinvolgendo ospiti come le Ingramettes (gruppo gospel di Richmond) e strumentisti come il maestro del dobro Rob Ickes e l’apprezzato banjista Sammy Shelor.

The Sherman Holmes ProjectThe Richmond Sessions

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Con questo suo 28esimo album, René Aubry presenta 14 performance straordinarie, leggere e sottili, dalle melodie implacabili. Degno dei più grandi successi del maestro francese, “Petits sauts délicats avec grand écart” è ideale per scoprire o riscoprire un artista raro e prezioso. Compositore sempre seducente, Aubry riesce a proporre una musica melodica contemporanea ed accessibile a tutti. Buona parte dei brani proviene da “Paysages Intérieurs”, spettacolo di Philippe Genty di gennaio 2018, ma come ormai sua abitudine, Aubry ha attraversato un periodo di rielaborazione e li ripropone in veste diversa, indipendente da quella scenica. Come sempre, ha registrato chitarre, mandolino, banjo, fisarmonica, violino e percussioni, chiamando poi Benoit Dunoyer de Segonzac per qualche invenzione al contrabbasso, Renaud Gabriel Pion per il clarinetto, quattro attori dello spettacolo per le voci. Ancora una volta, ha ricreato il sortilegio paradossale di una musica che si crede quasi immobile, ma che porta lontano.

René AubryPetits sauts délicats avec grand écart

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Il valore delle cose non sta nel loro freddo valore oggettivo. Questo concetto è al cuore del dipinto “Scorned as Timber, Beloved of the Sky” dell’artista canadese Emily Carr: un albero solitario, ignorato dai tagliaboschi che hanno abbattuto i suoi vicini, che ora si innalza maestoso verso il cielo. Un sentimento agrodolce che ha toccato nel profondo l’anima della pianista e compositrice Renee Rosnes. Il suo nuovo album “Beloved of the Sky” riporta la fonte d’ispirazione nel titolo di una traccia, dell’intero album e nell’immagine di copertina. Renee Rosnes esplora la bellezza e la meraviglia di ritrovarsi nelle gioie più sfuggenti e intangibili della vita. Il disco è inoltre una celebrazione di una band di musicisti in grado di padroneggiare al meglio il proprio strumento e di unire le forze per far fiorire tutte le possibilità offerte dalle composizioni: il sassofonista Chris Potter, il vibrafonista Steve Nelson, il contrabbassista Peter Washington e il batterista Lenny White.

Renee RosnesBeloved of the Sky

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Pochissimi artisti restano in vetta per l’intera durata della loro carriera, eppure lo stile canoro morbido e rilassato di Freddy Cole è lo stesso di quando, nel 1964, ha pubblicato il primo disco. In “My Mood Is You” è accompagnato dai fidati compagni John di Martino (al piano), Elias Bailey (al contrabbasso), Randy Napoleon (alla chitarra) e Quentin Baxter (alla batteria), che rispondono alla sua sensibilità per lo swing con una sicurezza ormai intuitiva. Il sassofonista Joel Frahm, guest musician, mostra un’empatia che suscita paragoni con alcuni suoi illustri predecessori al fianco di Cole, come Houston Person e David “Fathead” Newman. Il tempo è stato clemente con Freddy Cole, che canta ancora con la vitalità frizzante di un uomo della metà dei suoi anni. La sua voce matura è incisiva e delinea alla perfezione l’anatomia espressiva dei brani, ma a valergli un posto tra i maestri del jazz vocale odierno non è la longevità, bensì una maestria inappuntabile.

Freddy Cole My Mood is You

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La missione dichiarata del Black Art Jazz Collective è la celebrazione delle icone politiche e culturali afroamericane. Al cuore di tutto c’è un modernismo che rimanda alle band classiche di Art Blakey e a un Miles Davis acustico. Tuttavia, con i suoi assoli dal sapore soul contemporaneo e i suoi ritmi serrati, la band è più assimilabile a riff in contrappunto o al funk arioso dell’hip hop che alle linee lanciate di un walking bass di stampo tradizionale. Il Black Art Jazz Collective propone alcuni brani originali di grande forza e improvvisazioni determinate che guardano più al futuro che al passato. E guidato dal piacevole contrasto del trombettista Jeremy Pelt (in forma smagliante) e dell’approccio muscolare del sassofonista Wayne Escoffery con la tenerezza del trombone di James Burton III, il disco mantiene una nitidezza risoluta che non viene mai meno.

Black Art Jazz CollectiveArmor of Pride

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L’ultimo album di Luke Winslow-King è un esempio di maestria ai massimi livelli. Irradia calore e un’eleganza senza tempo e fonde con intuizione e abilità country, blues, R&B, rock ‘n’ roll e influenze folk. Luke riesce a trovare un sentimento unificatore in questa moltitudine di fonti e grazie ad esso le fa confluire tutte in un luogo di accettazione e speranza. “Blue Mesa” è sia maestoso che accessibile, competente ma profondamente personale. A distinguere “Blue Mesa” dai lavori precedenti è il modo in cui il cantante e chitarrista vi ha incorporato i doni di un’esistenza vissuta nella musica. Nato e cresciuto nel nord del Michigan, a 19 anni Luke Winslow-King si è trasferito a New Orleans, dove ha trascorso i 15 anni successivi a immergersi nelle correnti musicali che vi fluiscono. Oggi ad affascinarlo sono un mondo più ampio e le persone e i luoghi che vi si trovano: una ricchezza di viaggi e amicizie che si traduce in uno sguardo più profondo e sfumato sulle tradizioni musicali americane di cui si è innamorato da ragazzo.

Luke Winslow-KingBlue Mesa

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Da casa Shanachie presentiamo una vocalist world jazz dallo stile unico, che dopo l’esordio da solista nel 1987 (prima militava nei Matt Bianco) ha venduto milioni di copie in tutto il mondo e messo a segno parecchie hit, tra cui alcune nei generi pop e dance. Come per altri artisti dallo stesso stile pop venato di jazz (due su tutti, Sade e Michael Franks), gli album di Basia sono spesso seguiti a lunghi periodi di pausa, ma hanno comunque suscitato un successo immediato sia per la fedeltà dei fan che per l’elevata qualità artistica. “Butterflies” è il primo album di studio dopo ben nove anni e promette di godere della stessa sorte, grazie all’inimitabile leggerezza della fusione di jazz e sonorità brasiliane e latine, e a una voce seducente, setosa ed esotica, con un’estensione vocale di ben tre ottave. Il disco, al contempo classico e moderno, è una frizzante prova di abilità musicale.

BasiaButterflies

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In oltre 40 anni di carriera, Michael Franks ha venduto milioni di album e si è affermato come il poeta jazz romantico per eccellenza. La sua voce calda e serena e le melodie appassionate hanno dato vita a classici moderni come “The Lady Wants To Know”, “Popsicle Toes” e “When Sly Calls” e dei suoi pezzi hanno realizzato cover anche superstar come Diana Krall, i Carpenters e Patti LaBelle. Ora, a sette anni dall’ultimo album, arriva “The Music In My Head”, prodotto tra gli altri da Gil Goldstein (Esperanza Spalding, Chris Botti, Jill Scott) e Chuck Loeb (Fourplay) e impreziosito dalla presenza di Loeb e Goldstein stessi, Eric Marienthal, Jimmy Haslip e Bob Mintzer. Il disco non deluderà i fan, che vi ritroveranno la distintiva sensualità di Franks in dieci brani tutti firmati da lui.

Michael FranksThe Music in My Head

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L’icona del jazz britannico Mike Westbrook omaggia il sassofonista Lou Gare, ex membro dello storico gruppo AMM e maestro dell’improvvisazione. “In Memory Of Lou Gare” è un insieme di nove registrazioni dal vivo che presenta un Lou Gare al picco della sua maturità al sax tenore, accompagnato dalla Uncommon Orchestra diretta da Mike Westbrook. Gare conquistò il successo internazionale come membro degli AMM, ma non smise mai di porre al di sopra di tutto la libertà creativa e si tenne lontano dalle luci della ribalta, diventando una leggenda. Dieci anni fa Gare collaborò con Westbrook e la sua big band, l’Uncommon Orchestra. Tornando alle proprie radici musicali, Gare diede vita a improvvisazioni di straordinaria bellezza e originalità. Questo album è una dedica affettuosa a un musicista che ha ispirato i suoi pari.

Mike Westbrookin Memory of Lou Gare

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Da trent’anni, Mike LeDonne è uno dei volti dell’organo Hammond B3. Forgiato da un apprendistato jazz fuori del comune con personaggi come Milt Jackson, George Coleman e Benny Golson, LeDonne discende da una lunga e blasonata stirpe di maestri dello strumento. Da diciott’anni LeDonne è alla guida del Groover Quartet, formazione d’eccezione completata dal sassofonista tenore Eric Alexander, dal chitarrista Peter Bernstein e dal batterista Joe Farnsworth. Per l’occasione si unisce a loro anche il grande batterista Mike Clark. Dopo alcune collaborazioni con Herbie Hancock, Christian McBride, Nicholas Payton e altri, Clark ha influenzato un’intera generazione di percussionisti e il suo stile inconfondibile traspare qui nei brani “From the Heart” e “Here Comes the Doctor”.

Mike LeDonneFrom the Heart

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Tre protagonisti della scena mondiale, la cui carriera musicale è segnata da collaborazioni ai massimi livelli internazionali, fondono le loro esperienze dando vita ad un progetto dove tradizione e modernità si fondono mirabilmente. “Enzirado” è una parola giocosa, una sorta di acronimo dei tre nomi Enzo (Zirilli), Ira (Coleman) e Dado (Moroni), una parola fantasiosa che “suona” festosa, gioiosa, così come il sound del disco che risulta eccitante e coinvolgente in maniera tuttavia suadente e non frenetica. Un mood latin riecheggia come a voler donare un ulteriore senso di rilassatezza e godimento. Un disco che volutamente unisce leggerezza, fruibilità ed allo stesso tempo intensità e potenza. Una operazione di grande qualità artistica ed al medesimo tempo di piacevolezza non comune. Moroni (piano), Coleman (doublebass) e Zirilli (drums).

Dado Moroni, Ira Coleman, Enzo Zirilli Enzirado

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Nel jazz, come in molti altri generi, il talento individuale è spesso rafforzato dalle collaborazioni. Il compositore, arrangiatore e trombonista Mike Gibbs non fa eccezione: nella sua lunga carriera ha collaborato con artisti come John McLaughlin, Gary Burton, Bill Frisell, Michael Mantler e Pat Metheny. Anche nel doppio CD “Symphony Hall, Birmingham 1991”vede in un ruolo di rilievo il chitarrista americano John Scofield ed è impreziosito dalla la crème de la crème del jazz britannico contemporaneo, tra cui Kenny Wheeler, John Taylor, Steve Swallow, Bill Stewart, Tony Coe, Julian Arguelles e Chris Pyne. La registrazione della performance della Mike Gibbs Band all’auditorium sinfonico di Birmingham (durante il tour britannico del 1991) resta un concerto memorabile, in cui Gibbs e Scofield guidano una band di dodici elementi. A oltre un quarto di secolo di distanza, questa musica suona ancora fresca e attuale, ricca di colori e consistenze, vibrante nel ritmo e ispirata negli assoli. Concerto inedito per la prima volta su CD

Mike Gibbs BandSymphony Hall, Birmingham 1991

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Da casa Appaloosa presentiamo un rocker, ma anche songwriter, abbastanza conosciuto dalle nostre parti. Ha dietro di sè una solida discografia che, pur non avendo mai riscosso il successo meritato, dimostra la sua qualità di autore e performer. Questo nuovo lavoro conferma la bontà della sua scrittura e la sua bravura come interprete. Classico rock americano, con Springsteen e Mellencamp nel DNA. “ Questo è un disco che ho sempre voluto fare. Lo volevo più grande, più audace, ed il periodoAmericano mi hanno forzato la mano ad affrontare un po’ della follia abietta dei tempi.” Ci dice McDermott. 11 nuovi brani tutti scritti da Michael McDermott e poi registrati al Pauper Sky Studios di Willow Springs ed è accompagnato da Heather Lynne Horton (vocal, fiddle), Lex Price (bass, bouzouki), Will Kimbrough (guitar, banjo, mandolin), John Deaderick (piano, keys), Steven Gillis (drums) e Rich Parenti (tenor e baritone sax). Non poteva mancare il lavoro certosino, della nostra Fede, di traduzione dei testi che troverete nel libretto.

Michael McDermott Out From Under

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Torna la band rivelazione con un nuovo album dal vivo registrato ad Osimo a Novembre 2017. 11 brani presi da “Heart Of The Cave” e “Soundtrack To A Ghost Story”, i due dischi Appaloosa che hanno lasciato un segno indelebile nel cuore di questa label e di tutti i fans. I brani sono incentrati sulla cittadina di Osimo e sulle antiche grotte che si dipanano nel suo sottosuolo, un tempo popolate dai Templari. Un concerto unico che, messo su CD in occasione del RSD, vuole celebrare questo ormai rodato gruppo, che si esprime al meglio del loro potenziale! Feat. Ben Glover (vocals, guitar, mandolin, drums), Neilson Hubbard (vocals, drums, guitar), Joshua Britt (vocals, mandolin, guitar) e si aggiungono Marco Santini (violi, viola, accordion) e la voce di Laura Matta. Cd digipack in edizione limitata numerata per il Record Store Day.

The Orphan BrigadeHeart of the Cave - Live From Osimo

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Finalmente il nuovo album dell’affermato solista e leader degli Orphan Brigade con il nuovo album titolato “Shorebound”. Fin dall’apertura, con un riff rilassato che si insinua nel ritmo regolare della chitarra principale, “Shorebound” si pone come una deviazione dai lavori precedenti di Ben Glover. Il disco, dal sound più stratificato dei precedenti, riflette un momento di svolta: il decennale dall’uscita del primo album, occasione per Ben Glover di fare il punto di dove è arrivato e celebrare chi gli è stato accanto durante il viaggio. Così le collaborazioni, in particolare con Mary Gauthier, Gretchen Peters, Neilson Hubbard, Ricky Ross, Kim Richey, Angel Snow, Robert Vincent, Amy Speace ed Anthony Toner, segnano dieci dei dodici brani e seguono un fil rouge che ha legato tutta la carriera dell’artista. Ben Glover traccia il quadro di un equilibrio (e una voce artistica) ritrovati a cavallo tra l’Irlanda del nord e Nashville. Senza sottrarsi a ombre e demoni, sottolinea come la luce sia ciò a cui tendiamo e a cui, inevitabilmente, l’animo umano risponde. Contiene le traduzioni dei testi.

Ben Glover Shorebound

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Un doppio album contenente 32 canzoni del leggendario songwriter Townes Van Zandt interpretate per l’occasione da Joe Ely, Terry Allen, Malcolm Holcombe, Sam Baker, The Orphan Brigade, Slaid Cleaves, Thom Chacon, James Maddock, Michael McDermott e moltissimi altri tra cui l’esordio di Jack Trooper, figlio dell’indimenticato Greg Trooper. Si è immediatamente generata un’attesa virale a livello mondiale per quest’opera straordinaria che omaggia uno dei più grandi di sempre. La copertina è stata disegnata appositamente dal cantautore Sam Baker e all’interno ci sono fotografie inedite e un disegno di Ivan Graziani, grande cantautore e chitarrista italiano, anche lui scomparso il 1 gennaio del 1997, lo stesso giorno di Townes. Le sessions di registrazione si sono svolte a Santa Fe, Nashville, Austin e New York e il disco è stato masterizzato in Colorado. Buscadero lo ha accolto con 4 stelle ma di questa nuova produzione Appaloosa non si parlerà solo in Italia.

AAVVWhen The wind Blows - The Songs of Townes Van Zandt

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Francesco Piu, cantante e chitarrista sardo presenta, in occasione del RSD, il suo nuovo lavoro dal vivo edito dall’Appaloosa. Dopo svariati tour che lo hanno visto esibirsi in USA, Canada e nei migliori festival blues d’Europa, e dopo varie ed illustri collaborazioni e dopo una valanga di aperture di prestigio (John Mayall, Johnny Winter, Jimmie Vaughan, Robert Cray, Derek Trucks Band, Joe Bonamassa, Charlie Musselwhite, Robben Ford, Larry Carlton, Albert Lee, Fabulous Thunderbirds, Sonny Landreth...), Francesco torna nella sua terra a registrare questo concerto tenutosi ad Alghero, per la precisione all’azienda Nure situata a Santa Maria La Palma ad Ottobre 2017. Cd digipack in edizione limitata numerata per il Record Store Day.

Francesco Piu Peace & Groove BandThe Cann O’Now Sessions

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Yayla è l’ncontro tra artisti di diverse provenienze e generi, per dar vita ad un viaggio musicale in cui i confini vengono superati dalla bellezza delle parole, delle note. Yayla, in turco, vuol dire transumanza. Una parola che evoca il ricordo di quando migrare era un tempo del vivere, una stagione che tornava ogni anno, il respiro di intere comunità. Ora Yayla diviene un cammino musicale intrapreso da cantanti, musicisti, attori, scrittori, operatori che lavorano nel sociale e da chiunque non crede che il fenomeno delle migrazioni debba essere gestito moltiplicando barriere e muri. Complessivamente sono stati più di 130 i musicisti che hanno preso parte al progetto, portando parole e melodie che raccontano e accostano migrazioni antiche e contemporanee: Ne ricordiamo qui solo alcuni, che rendono l’idea della varietà degli orizzonti musicali toccati: Saba Anglana, Ben Glover, Edoardo Bennato, Isaac De Martin con Alaa Arsheed, Antonella Ruggiero, Michele Gazich, The Gang, Thom Chacon, Violante Placido, Neri Marcorè, Marius Seck… Il CD contiene inoltre quattro brani recitati che danno voce ai rifugiati interpretati da Erri De Luca, Valerio Mastandrea, Donatella Finocchiaro e Evelina Meghnagi. Il ricavato del CD verrà donato per progetti a sostegno dei rifugiati politici gestiti dal Centro Astalli di Roma.

AAVV Yayla, Musiche Ospitali

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Attesa ristampa da anni fuori catalogo ed edito originariamente nel 1994, l’Appaloosa riesuma uno dei capolavori del cantautore originario dell’Indiana, ma californiano di adozione. “Yep!” è considerato l’album più bello di Dirk dopo “Meet Me At The Crux” del 1978. Questa nuova edizione è arricchita da un bonus disc con 13 brani inediti registrati dal vivo in Italia tra il 1994 e 1995 a Sassuolo e a Carpi, dove Dirk ci propone brani anche alcuni brani di “Yep!” in compagnia di David Hayes al basso, Mark Rubinstein alle tastiere, e Champ Hood al violino e chitarra acustica.

Dirk HamiltonYep!

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Annie Keating è una delle più interessanti cantautrici della nuova scena americana e la critica specializzata l’ha accostata a colleghe del calibro di Joan Baez e Mary Gauthier. Echi di blues e jazz, il calore degli strumenti acustici e le sue grandi dote da storyteller sono le sue caratteristiche principali della songwriter che arriva da Brooklyin, luogo sempre in fermento e grande ispirazione per la musica di Annie. Lo si intuisce dalle immagini di copertina di “All the Best”, il nuovo disco pubblicato da Appaloosa Records, che ritrae Annie seduta a Dumbo con Manhattan sullo sfondo come fosse la cartolina di un film di Woody Allen. “All The Best” è il titolo di una delle più belle canzoni di John Prine che chiude splendidamente questo disco ed è anche una dedica speciale e un saluto da Brooklyn ai fan italiani, un po’ come Greeting from Asbury Park di Springsteen. Ma è anche tutto il meglio della sua carriera ovviamente dove emergono canzoni come “Belmont” che racconta di quando imparò a strimpellare la chitarra sul portico di casa del fratello più grande della sua migliore amica ascoltando i vinili degli Stones. Il CD racchiude il nuovo mini album uscito negli USA più i brani più significativi.

Annie Keating All The Best

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APPALOOSA

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“Heart of Brazil” è il nuovo capolavoro del grande clarinettista jazz Eddie Daniels, che in quest’occasione rende omaggio al compositore e polistrumentista brasiliano di fama mondiale Egberto Gismonti. Nel disco suonano un trio di musicisti d’eccezione (il pianista Josh Nelson, il bassista Kevin Axt e il batterista Mauricio Zottarelli) e l’Harlem Quartet, già vincitore di un Grammy. “Heart of Brazil” propone alcuni brani classici di Gismonti, provenienti dagli album incisi negli anni ’70 per Odeon/EMI e qui riarrangiati da Ted Nash, Kuni Schmid e Josh Nelson. Tra i dischi da cui Eddie Daniels ha attinto troviamo “Água e Vinho” del 1972, “Corações Futuristas” del 1976 e “Carmo” del 1977. Un tributo fortemente voluto da Resonance a un maestro il cui lavoro non è apprezzato abbastanza. Nel booklet è anche riportata un’intervista a Gismonti stesso (in inglese).

Eddie DanielsHeart of Brazil (A Tribute To Egberto Gismonti)

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Esordio per la Resonance del giovane virtuoso della chitarra Andeas Varady e rappresenta una sorta di dichiarazione d’intenti artistica. Scoperto nel 2012, ad appena 15 anni, dal leggendario produttore Quincy Jones al Montreux Jazz Festival, Varady è riuscito a stupire non solo i suoi fan, ma vere e proprie icone musicali come George Benson e Marcus Miller. Il suo omonimo primo lavoro è uscito nel 2014 per Verve, suscitando l’entusiasmo della critica. “The Quest” segna un’ulteriore evoluzione rispetto ad allora, riguardo alla quale Varady dichiara: “In questo album ho l’impressione di avervi donato un pezzo di me”. E della sua famiglia, a quanto pare, perché in “The Quest” il padre di Varady suona il basso e il fratello minore Adrian (appena quindicenne) suona la batteria. Completa la band presente nel disco l’impetuoso duo formato dal pianista Benito Gonzales e dal sassofonista Radovan Tariška.

Andreas VaradyThe Quest

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Piano trio. Feat. Yuri Goloubev (doublebass) e Mauro Beggio (batteria) L’acclamato album del piemontese Roberto Olzer, che è senza dubbio uno dei pianisti italiani dell’ultima generazione che negli ultimi anni si è segnalato per originalità sia nel tratto pianistico che compositivo. Dotato di un linguaggio moderno e personale che si esprime tendenzialmente in maniera dolce e suadente. Sfumature classicheggianti, padronanza del linguaggio swing  ma al contempo grande tensione verso orizzonti nuovi. Da anni sideman tra i più richiesti del panorama nazionale. In questo disco è supportato magistralmente da una delle ritmiche più affermate: il contrabbassista russo Yuri Goloubev e il batterista Mauro Beggio.

Roberto Olzer TrioSteppin’ Out

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Antonio Zambrini è una figura centrale del panorama compositivo italiano degli ultimi anni, propone questo nuovo lavoro in piano trio riarrangiando parte di questi brani, aggiungendone altri sempre appartenenti al repertorio di Carpi e componendone uno (Giovedì) ispirato alla saga stessa. Si avvale i questa circostanza di due campioni assoluti del jazz nord-europeo, Jesper Bodilsen e Martin Andersen per aggiungere una nota interpretativa estesa alla sensibilità di due non italiani, più libera e magari imprevedibile. Si mischiano così elementi vari fra i quali un suono acustico, mediterraneo ma anche vagamente sincopato e “americano” nei temi per “Pinocchio”, uno stile pastorale nel “Prete bello”, quello intimo e complesso di “Incompreso”, le vestigia di un certo Rock  inglese di fine anni 60 in “Moby Dick”, persino una eco di Choro brasiliano in Notte italiana, stile che per altro nacque da influenze musicali nella Rio de Janeiro del primo 900. Nel complesso un progetto artistico di notevole potenza.

Antonio Zambrini Piano TrioPinocchio e Altri Racconti

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Gli Standards, da più di un secolo, per una serie di motivi ormai rappresentano un passaggio di testimone che unisce ed esalta le peculiarità di stili attraverso generazioni . Quando a reinterpretarli sono dei pesi massimi della scena nazionale e non, il risultato è spesso assicurato. Guido Di Leone, chitarrista tra i più raffinati e significativi del panorama nazionale si avvale qui della collaborazione eccezionali musicisti: Renato Chicco, elegante e finissimo pianista alla ribalta europea da anni; Dario Deidda, probabilmente il bassista che “mette tutti “d’accordo” grazie un talento fuori dall’ordinario e collaborazioni tra le più significative delle ultime dacadi. Intensità espressiva, rispetto della tradizione ed allo stesso tempo eleganza e modernità stilistica. Certamente un disco di grande qualità da ogni punto di vista.

Guido Di LeoneStandards on Guitar (Two Sleepy People)

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Un quintetto italiano composto da giovani artisti con alle spalle già una discografia d’eccellenza: immaginatevi ora un’operazione dove l’espressività artistica si sposa con la tecnica del suono ai massimi livelli, immaginate che a presiedere la registrazioni siano tre campioni assoluti della ripresa sonora: ecco in sintesi il nuovo progetto di Oirquintet. Il repertorio ha voluto principalmente rappresentare un omaggio all’Italia e dunque sono stati scelti brani prevalentemente appartenenti alla canzone d’autore italiana di qualità, riarrangiati e reinterpretati con maestria e soprattutto registrati come se si trattasse di una performance “live” con un attenzione estrema. La registrazione è stata condotta da Al Schmitt presso i celebri studi francesi “Studios La Fabrique”, a Saint Rémy de Provence - France, con la collaborazione di Steve Genewick, all’interno di un seminario tenuto per tecnici e fonici di tutto il mondo. Le fasi di mixing ed editing sono state svolte presso Artesuono recording a cura di Stefano Amerio. Feat. Rita Bincoletto (voce), Giulio Scaramella (piano), Emanuele Graffiti (chitarra), Marco Trabucco (contrabbasso), e Max Trabucco (batteria).

Oir Quintet E Penso a Te

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Feat. Jesper Bodilsen e Martin Andersen.

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Sonia Spinello ha ottenuto risultati e riconoscimenti di pubblico e critica notevoli nel volgere di poco tempo e dopo solo due pubblicazioni discografiche entrambe con Abeat records. Doti canore non indifferenti ed una naturale vocazione da leader le hanno permesso di cogliere sempre nel segno. Con “Cafè Society” Sonia Spinello ci propone una rilettura di celebri standards del songbook americano, supportata da un ritmica che vede nelle sue fila due pesi massimi della scena italiana: il contrabbassista Attilio Zanchi ed il decano della batteria jazz nazionale Gianni Cazzola. Il tratto lirico di Fabio Buonarota e l’elegante fraseggio ed intreccio armonico del chitarrista Lorenzo Cominoli completano un quadro perfetto, misurato, raffinato ed altamente espressivo. Un disco da godere in assoluto relax così come attraverso un meticoloso ascolto per scoprire le numerose sfumature che caratterizzano questa brillante registrazione. Su tutto domina la voce suadente, fortemente espressiva, dal timbro morbido e caldo di Sonia Spinello.

Sonia Spinello QuintetCafé Society

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Maceo Parker è un’icona del funk e del soul. Fin dalla sua collaborazione con James Brown, durante gli anni ’60, lo stile esecutivo di Parker al sassofono lo ha distinto con chiarezza da qualsiasi sonorità mainstream: originale, preciso e senza fronzoli. Oltre alla collaborazione con Brown, meritano di essere ricordate anche quella con George Clinton e quella con Prince, protrattasi per molti anni. Dagli anni ’90, tuttavia, Maceo Parker si è concentrato sulla crescita della propria carriera solista, affermandosi nel percorso come uno degli artisti più apprezzati dal vivo a livello mondiale. Per festeggiare il suo 75° compleanno, che cade il 14 febbraio 2018, Parker pubblica (in CD con una bonus track e in LP che sarà disponibile a breve) “It’s All About Love”, suo primo studio album dal 2004. Il disco non lo ritrova solo nella veste di sassofonista, ma anche in quella di talentuoso cantante. Ad accompagnarlo nel progetto, la WDR Big Band di Colonia, con Michael Abene agli arrangiamenti e alla batteria Cora Coleman, ex musicista di Prince e attualmente nella band di Beyoncé.

Maceo ParkerIt’s All About Love

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Neilson HubbardI’ll be the Tugboat

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Finalmente trovano la distribuzione due album di Neilson Hubbard, membro degli Orphan Brigade che ha iniziato la sua carriera come cantautore a metà degli anni ‘90 pubblicando sei album da solista su etichette come E Pluribus Unun (proprietà di Adam Duritz dei Counting Crows), Parasol e Media Creature. Da quel momento, Hubbard ha prodotto album per molti grandi artisti, tra cui Glen Phillips, Kim Richey, The Farewell Drifters, Apache Relay e Ryan Culwell. Le sue collaborazioni con l’artista di Nashville Matthew Perryman Jones hanno trovato la loro strada nelle colonne sonore di programmi televisivi come “Private Practice”, “One Tree Hill”, “Bones” e “Grey's Anatomy”, oltre a diversi film importanti.

Neilson HubbardDo You Want to Start a Fire?

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Memphis Minnie è forse la più grande chitarrista blues di sempre. Nella prima metà del ‘900 suonò con i musicisti migliori del genere, come Casey Bill Weldon, Kansas Joe McCoy e Little Son Joe, tutti quanti diventati anche suoi mariti, e negli anni ’20 anche con Willie Brown, chitarrista noto anche per aver accompagnato Robert Johnson. Tra le hit di Memphis Minnie, le più note sono “Bumble Bee” e “Me and My Chauffeur Blues”. “Killer Diller Blues” raccoglie le migliori registrazioni dagli anni ’30 agli anni ’50 dell’artista di cui la leggenda del delta blues Bukka White disse: “Era il meglio in circolazione, tra le donne”.

Memphis MinnieKiller Diller Blues (Her Best 24 Songs)

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Ribaltando una Fender Stratocaster, la cantautrice e chitarrista mancina Malina Moye si è affermata come una delle migliori strumentiste della sua generazione, nonché una dei pochi in grado di spaziare tra rock, soul e funk. Malina Moye racchiude in sé bellezza estetica, energia e un talento cui dà voce con uno stile chitarristico non convenzionale, che le è valso l’apprezzamento di leggende della musica e neofiti in egual misura. Impegnata anche socialmente per l’emancipazione femminile grazie a nuove forme di cultura pop, Malina Moye torna con un nuovo album a quattro anni dal precedente “Rock & Roll Baby”. “Bad As I Wanna Be” ripropone il suo inconfondibile marchio di fabbrica: carisma, un entusiasmo focoso ed emozioni forti, in una musica diversa da qualsiasi altra presente sull’odierna scena musicale. Spicca il rifacimento di “If 6 Were 9” di Hendrix.

Malina MoyeBad As I Wanna Be

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Il 19 ottobre 2007 il pubblico sfidò la pioggia per andare ad assistere al concerto di una delle ultime artiste viventi dell’epoca d’oro del gospel, tra il 1940 e il 1960. Una sorta di testamento coerente e tenacemente legato alle radici, in cui Marie Knight attinse al canzoniere di Rosetta Tharpe (forse l’esponente femminile più influente del gospel anni ’40) e del reverendo Gary Davis, che aveva avuto uno straordinario impatto sul movimento folk degli anni ’60. Ora M.C. Records pubblica la serata come album postumo, con il titolo “The Gospel Truth Live”, per ricordare una contralto dalla voce possente e dalla personalità altrettanto forte, tra humour beffardo e fede incrollabile. Ciliegina sulla torta: il vivace accompagnamento di un unico musicista, Dave Keys, cantante e pianista che si era già esibito con artisti assai diversi tra loro, da Chuck Berry a Tanya Tucker.

Marie KnightThe Gospel Truth Live

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Il nuovo progetto discografico di Dan Moretti. Nelle dodici composizioni originali, il sassofonista, flautista, compositore e produttore statunitense è affiancato da Mark Shilansky (piano), Jesse Williams (basso), Steve Langone (batteria), Bengisu Gokce (violino), Dan Lay (viola) e Marta Roma (violoncello). “Questo disco voleva essere di natura melodica, con assoli più brevi di un classico prodotto jazz”, sottolinea Moretti. “L’aggiunta di archi dal vivo come parti essenziali di cinque brani era un desiderio che avevo da molti anni. Per avere l’ispirazione per comporre “Invoke” mi sono appellato alla preghiera (pregando una divinità o uno spirito)", prosegue. “È quello che ho sempre sperato, avere l’opportunità di lasciarmi andare al potere dello spirito per farmi portare in un posto più profondo dove non ci sono confini”.

Dan MorettiInvoke

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Dopo “Maldimè” e “Malìe” prosegue la collaborazione tra la Dodicilune e il duo composto dalla cantante Rachele Andrioli e dal fisarmonicista Rocco Nigro. “Maletiempu” è terzo disco del progetto prodotto da Eraldo Martucci e dalla Dodicilune di Gabriele Rampino e Maurizio Bizzochetti per Fonosfere, collana editoriale dell'etichetta salentina. L’affiatato duo continua a far rivivere con sensibilità moderna i canti della tradizione del Sud Italia, non trascurando però di fornire il proprio personale e originale apporto. Il disco comprende, infatti, tre inediti, sei brani provenienti da varie tradizioni regionali, e tra gli ospiti del disco con Giuseppe Spedicato (basso acustico), Vito De Lorenzi (duff, tabla, daire), Massimiliano De Marco (voce) e Valerio Daniele (chitarra elettrica).

Rachele Andrioli &Rocco Nigro Maletiempu

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La cantante Paola Lorenzi e il musicista, compositore e arrangiatore Pedro Mena Peraza rileggono otto temi dell’immaginifico e meditativo repertorio di Marta Valdès, una delle grandi signore del bolero e della canzone nello stile “filin”. En La imaginaciòn vuole evidenziare la natura fantasiosa, immaginaria a tratti quasi surreale dell’anima della compositrice, cantante e chitarrista cubana. Il progetto nasce dopo l’esperienza dei due artisti al Festival Internacional Boleros de Oro (2003/2005) e al Recital per festeggiare i 70 anni della compositrice a L’Avana e prosegue in Italia per contribuire alla diffusione delle sue bellissime melodie, purtroppo ancora sconosciute nel nostro Paese. Il cd è completato dall’inedito “A Marta, un Bolero”, un sentito omaggio dei due musicisti, proposto in due versioni (bolero classico in quintetto e in duo voce e organo hammond).

Paola Lorenzi,Pedro Mena PerazaEn La Imaginacion (Jazz Tribute To Marta Valdes)

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Prodotto dall’etichetta pugliese Dodicilune nella collana editoriale Controvento esce “Condivisioni”, primo lavoro discografico del pianista e compositore salentino Francesco Maria Mancarella. Otto brani inediti (Eco Sinfonia, Condivisioni, Due, Fissità, Fiori di Campo, Il fantasma del male, One ed Eco) che si muovono tra musica classica contemporanea e jazz. Mancarella, inventore del “pianoforte che dipinge”, è affiancato da  Lorenzo Mancarella (clarinetto) e Filippo Scrimieri (beat box). Il brano che dà il titolo all'album è impreziosito anche dalla presenza di Luca Colombo (chitarra), Giorgio Mancarella (basso) e Massimiliano Ingrosso (batteria). La piacevole sorpresa nel disco si riscontra nei tre brani (Eco Sinfonia, Due e Il Fantasma del Male) eseguiti insieme alla Bulgarian National Radio Symphony Orchestra diretta da Christo Pavlov.

Francesco Maria MancarellaCondivisioni

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Il nuovo lavoro discografico del bassista e compositore veneto Sebastian Piovesan che da vita a sette composizioni originali ispirate dalle esperienze vissute in occasione di alcuni viaggi in Francia, Belgio, Estonia che Piovesan cerca di esprimere attraverso suoni, melodie e armonie. “Note di Viaggio” o “Note in Viaggio”, narrate come storie, brani scritti e suonati mentre il musicista esplorava questi luoghi. Ad accompagnarlo in questo viaggio, quattro musicisti che si sono formati, come Piovesan al Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste: Francesco Ivone alla tromba, Giorgio Giacobbi ai sassofoni, Francesco De Luisa al pianoforte, Camilla Collet alla batteria. Il disco sarà presentato ufficialmente lunedì 9 aprile (ore 19) nel Laboratorio dell'orafo Maurizio Stagni in Via degli Artisti 7 a Trieste e il 28 aprile (ore 20.30) al 27Bflat Jazz & Blues Eetcafé di Brugge in Belgio.

Sebastian PiovesanTravelling Notes

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Il nuovo album di brani originali del pianista e compositore Marcello Claudio Cassanelli con Blake C.S. Franchetto al basso elettrico e contrabbasso, Bruno Farinelli alla batteria. In due brani anche il sax di Cristiano Arcelli e la voce di Giulia Barozzi. “Un viaggio attraverso composizioni caratterizzate da elementi ritmici mediterranei e da influenze timbriche tipiche del periodo degli anni ‘70. Una scrittura che tiene fortemente coese melodia ed improvvisazione e si sviluppa con formazioni varie dal piano-trio fino all’interazione con sassofono, flauto e voce. L’uso di tastiere elettriche, piano rhodes e synth, oltre al pianoforte, conferisce ai brani un proprio sapore stilistisco che si allontana dal mainstream in una direzione di ricerca sonora propria e originale”.

Marcello Claudio CassanelliOvertour

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Da casa Dodicilune presentiamo il nuovo album del pianista e compositore campano Lello Petrarca. Il progetto, vera e propria continuazione del primo fortunato disco “Musical Stories” uscito nel 2016, contiene rivisitazioni di temi della musica classica (Bach, Debussy, Beethoven, Mozart) e brani originali con la stessa formazione dell'album precedente, il classico "piano trio" con Vincenzo Faraldo al contrabbasso e Aldo Fucile alla batteria.

Lello Petrarca TrioReflections

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Prodotto dall'etichetta pugliese Dodicilune, presentiamo “Song For Joni” del Giulia Galliani Mag Collective. Il disco nasce dall’idea della trentenne cantante toscana di ripercorre e sviluppare la vicinanza della cantautrice canadese Joni Mitchell al jazz. Una rilettura che enfatizza il significato intrinseco dei testi, attraverso la libertà propria del linguaggio jazzistico. Nove brani della Mitchell (Blue, Woodstock, The Jungle Line, Song To A Seagull, A Case Of You, Black Crow, Shadows And Light, My Old Man e All I Want) e “Goodbye Pork Pie Hat” di Charles Mingus, riletti ed eseguiti da Matteo Addabbo (pianoforte, organo hammond), Andrea Mucciarelli (chitarra), Giovanni Benvenuti (sax), Marco Benedetti (basso e contrabbasso), e Andrea Beninati (batteria, percussioni, violoncello). Ospiti in alcuni brani le voci di Camilla Battaglia, Sara Battaglini, Luca Latini e Olivia Rovai e le corde di Katia Moling, Rachele Odescalchi e Samuele Sapienza con l’arrangiamento di Giovanni Mancini.

Giulia Galliani Mag CollectiveSong For Joni

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Prodotto dall’etichetta pugliese Dodicilune, presentiamo il nuovo progetto discografico del pianista e compositore campano Gino Giovannelli alla guida del quartetto composto da Luigi Di Nunzio al sassofono, Marcello Giannini alla chitarra, Umberto Lepore al contrabbasso e Salvatore Rainone alla batteria. Il progetto, che comprende 8 brani originali firmati dello stesso leader, sarà presentato ufficialmente in concerto lo stesso 25 marzo a Napoli all'interno della “Rassegna PianoCity Napoli” in due differenti performance, la prima alle ore 12.00 presso lo studio di registrazione Little Green House (Piazza Quattro Giornate 64) con set elettrico con piano rhodes, synth ed effetti, la seconda alle ore 16,00 in piano-solo presso la Casina Pompeiana sita in Villa Comunale

Gino GiovannelliOverwhelmed

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Da casa Music Center presentiamo il nuovo album di Carlo Uboldi e Felice Clemente, e lasciamo a loro il compito di descrivere questo nuovo progetto per piano e soprano sax. “La musica è condivisione d’intenti, visioni e sentimenti. Il jazz ne è l’esaltazione e in “Introspective” siamo convinti che tutti questi elementi siano integralmente confluiti. Abbiamo lasciato spazio all’estemporaneità ed alle emozioni scaturite da ogni singolo momento ed il risultato non poteva essere che un racconto sincero, onesto e del tutto personale, come nelle migliori tradizioni: la perfetta intesa tra le note acute di un cristallino sax soprano ed i profondi bassi di un maestoso “gran coda”. Creata la sintonia tra ottone, corde e legno si è concretizzata l’idea di aggiungere a standard jazz e composizioni originali una famosissima canzone italiana e, per le nuove generazioni (perchè no?), un brano portato al successo da Bruno Mars”.

Carlo Uboldi& Felice Clemente Introspective

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Nel corso dell’oltre mezzo secolo della sua carriera, il pianista Champion Jack Dupree ha mescolato con uno stile assolutamente inedito R&B di New Orleans e blues newyorchese. Ora con questa compilation Bear Family recupera alcuni vivaci classici del rock pubblicati nel secondo dopoguerra da Dupree per svariate etichette: Red Robin, Groove, Apollo, Vik e Atlantic. Tra i sidemen che vi figurano, spiccano i chitarristi Brownie McGhee, suo fratello “Stick” McGhee e Larry Dale, oltre a sassofonisti Sam “The Man” Taylor, King Curtis e Pete Brown. Tra i brani, “Shake Baby Shake”, “Shim Sham Shammy” e “Nasty Boogie”.

Champion Jack DupreeRocks

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Fats Domino non ha bisogno di grandi presentazioni: negli anni ’50 ha scritto la storia del primo rock con il suo Rhythm and Blues creolo dalla tipica vivacità di New Orleans e una band d’eccellenza che comprendeva Herbert Hardesty, Lee Allen, Earl Palmer e il suo partner musicale, trombettista, band leader e produttore Dave Bartholomew. Ma c’è un altro lato di lui, meno conosciuto e più blues, più riflessivo, che emerge in questa raccolta di 32 brani, scelti tra quelli usciti per Imperial Records tra il 1952 e il 1961. Vi si possono ritrovare alcune delle sue massime hit, come per esempio “Blueberry Hill” e “Blue Monday”, ma anche perle pregiatissime ma molto meno note. Il ritmo sarà sicuramente più lento e la voce più calda e morbida, ma Fats Domino resta riconoscibile, fedele a se stesso e gioiosamente accattivante come sempre.

Fats DominoThe Ballads of Fats Domino

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Questo cofanetto da 4 CD racconta la storia musicale della Guerra di Corea, accompagnata da un ricco libretto illustrato con fotografie (anche quelle della visita di Marilyn Monroe alle truppe), pubblicità d’epoca, interviste, copertine dei dischi, volantini e spiegazioni storiche (in inglese). All’interno dei CD, oltre cento titoli di genere country, blues, pop e gospel, che coprono tutte le sfaccettature della guerra tramite la voci di Louvin Brother, Fats Domino, Jean Shephard, B. B. King, Gene Autry e decine di altri artisti. Non manca neppure un breve intervento dell’anziano generale Douglas MacArthur, figura di spicco nel conflitto. Tra i rari materiali audio, anche annunci patriottici di servizio pubblico, notiziari dal campo e perfino un appello governativo per la donazione di sangue.

AAVVBattleground Korea(Songs and Sounds of America’s Forgotten War)

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BOX 4CD

Siamo di fronte ad un trio davvero paritetico, perfettamente coeso ed equilibrato, anche se metà delle dieci composizioni originali sono del pianista e l’altra metà se la spartiscono Emanuele Maniscalco e Giulio Corini. Non è un caso che il gruppo bresciano, nato dalla combinazione di tre inclinazioni musicali simili ma allo stesso tempo personali, abbia preferito chiamarsi Soon anziché Roberto Soggetti Trio. Le tre differenti personalità convergono in strutture compositive che confermano la comune passione per la ricerca nell’ambito della musica improvvisata, ma anche un profondo legame con la tradizione jazzistica. Il cuore e le orecchie ci indirizzano più verso la penisola scandinava che al di là dell’oceano. Feat. Roberto Soggetti (piano), Giulio Corini (double bass) e Emanuele Maniscalco (drums).

SoonSomething Out of Nothing

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Ha da poco compiuto 21 anni Luca Zennaro, di Chioggia, e sta ancora frequentando il Dipartimento Jazz del Conservatorio di Rovigo, dove ha avuto modo di farsi apprezzare nel suo ultimo anno di insegnamento da Marco Tamburini. Il suo primo disco da leader sembra fotografare un musicista già maturo, forte di una precisa idea musicale. I brani, composti dal chitarrista in questi anni, alternano episodi dal forte impatto ritmico ad altri più eterei e riflessivi, ma colpiscono tutti per la loro freschezza e capacità di catturare l’attenzione sin dal primo ascolto. Oltre a sette composizioni originali - fra cui ci piace ricordare “Ritorno a Baker Street” ma anche le più movimentate “Can’t wait for Enrico” e “Sounds like a lie” - Zennaro propone un’accorata rilettura di Giochi di luci, dolcissima ballad di Marco Tamburini, indimenticato maestro che aveva subito intuito il suo talento. In questo, così come nel brano che lo precede, si aggiunge con efficacia al quartetto il ventottenne trombonista bolognese Federico Pierantoni, cui va dato merito di essere entrato senza problemi nello spirito del disco.

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Il titolo potrebbe trarre in inganno. Non siamo di fronte ad un’operazione che guarda con nostalgia al passato, nella fattispecie alla stagione d’oro del rock progressivo. D’altro canto tre musicisti lucidi e creativi come Maurizio Brunod, Giorgio Li Calzi e Boris Savoldelli non potevano accontentarsi di toccare solo queste corde. I 10 brani selezionati vengono riletti con i mezzi offerti dalle nuove tecnologie ma soprattutto con la consapevolezza che i 40 anni che ci separano da quelle storiche registrazioni non sono passati invano. E’ il jazz, condito da un sapiente uso dell’elettronica, a guidare il trio in questa personale rilettura di un repertorio che non è poi tutto e solo “progressivo”. C’è il jazz-rock dei Nucleus di Ian Carr e dei Soft Machine di Robert Wyatt, c’è Elvis Costello, ci sono i Beatles più onirici a rendere ancor più cangianti le atmosfere musicali. Se i King Crimson fanno la parte del leone, vanno ricordate anche le riletture dei Kraftwerk e delle Orme. Tutto è stato fatto in un sol giorno, quasi in presa diretta, alla vecchia maniera.

Brunod, Li Calzi, SavoldelliNostalgia Progressiva

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Il quarto disco pubblicato per Caligola dal flautista friulano, protagonista ormai consolidato del jazz contemporaneo europeo, proviene, come il precedente, da una riuscita registrazione “live”, a dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che talvolta i concerti sono i migliori studi di registrazione per un gruppo, se affiatato e con un forte progetto alle spalle. In questo caso il disco è l’integrale riproposizione di una riuscita performance tenutasi al festival “Udin&Jazz 2017”, di cui si era già parlato un gran bene. Feat. Massimo De Mattia (alto, bass flute), Luigi Vitale (vibraphone, balano, electronics), Giorgio Pacorig (fender Rhodes) e Zlatko Kaucic (drums, percussion, electronics).

Massimo De Mattia SuonomadreEthnoshock!

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A tre anni da “Crazeology” Marcello Tonolo torna a far parlare di sé con un nuovo interessante lavoro basato su una rilettura in chiave jazzistica di dieci opere pianistiche del compositore russo Alexander Skrjabin. Metà dei brani sono eseguiti dal solo trio, l’altra metà da un sestetto completato ancora da Polga, da David Boato alla tromba e Federico Pierantoni al trombone. Spiega nelle note di copertina Tonolo: “Nel 2015, per il centenario della morte di Alexander Skrjabin, mi è stato chiesto di reinterpretarne qualche brano  in chiave jazzistica. Dopo una ponderata riflessione sul senso e sui rischi che l’operazione comportava… mi sono messo al lavoro. Ho preso in esame alcuni preludi, studi e sonate scritte per pianoforte dal grande compositore a cavallo fra l’‘800 ed il ‘900. Doveva essere un progetto limitato ad un paio di pezzi; in realtà la musica di Skrjabin, che non conoscevo in tutte le sue sfaccettature, si è rivelata estremamente stimolante e così, brano dopo brano, sono arrivato a costruire un repertorio sufficientemente ampio da farne un Cd”.

Marcello TonoloSkrjabin in Jazz

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Sessant’anni in due, i friulani Luca Dal Sacco e Matteo Mosolo hanno costituito l’Humpty Duo nel 2010 e la formula, oltre che originale, s’è rivelata vincente se è vero che li ha condotti, dopo molti concerti, sino al terzo disco, il primo senza brani di propria composizione. Un duo quanto mai affiatato quindi che, diversamente da quanto ci si potrebbe aspettare scorrendo i titoli del nuovo lavoro, solo apparentemente semplice e commerciale, porta avanti ancor oggi con coerenza e caparbietà un progetto musicale personale ed interessante. Ascoltando “Synchronicities” si comprende l’importanza del lavoro di arrangiamento, che ha cambiato forma, ritmo e metrica a brani spesso molto famosi, arricchendoli con assolo ispirati, mai fine a sé stessi. Feat. Luca Dal Sacco (acoustic guitar) e Matteo Mosolo (double bass).

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“Sister Orchid” rievoca immagini di un furgone solitario fermo nella notte lungo una statale californiana. Perso nella nebbia che arriva strisciando lungo il bagnasciuga. È un album che parla della notte, di outsider, del grido lamentoso di chi è disperso in mare. “Sister Orchid” è stato concepito in solitudine, eseguito nell’oscurità. Viene da un luogo silenzioso, un mondo dalle luci basse e dai drink freschi. Nellie McKay ha già pubblicato sei album apprezzati, si è costruita una carriera di tutto rispetto nel mondo del musical e si è distinta per il suo impegno per i diritti degli animali e contro la guerra, il capitalismo e il sistema bipartitico che lo sostiene. Arrangiato ed eseguito da Nelly Mckay.

Nellie McKaySister Orchid

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Un cd assolutamente consigliato per chi ama i live che ha il pregio di unire la violoncellista brasiliana Marlise Goidanich e l’armonicista e fisarmonicista italiano Max De Aloe. Mutamenti è registrato in presa diretta in una ex miniera di talco della Valmalenco, nel Nord Italia, in un luogo con un’acustica senza eguali. Un concerto unico nel cuore di una montagna dove c’è sempre una temperatura costante, estate ed inverno, di 6 gradi. Nella tracklist musica che spazia dal Brasile di Pixinguinha, Hermeto Pascoal e Baden Powel fino a composizioni di Bjork e Max De Aloe. Feat. Max De Aloe (chromatic harmonica, accordion, live electronics) Marlise Goidanich (cello).

Max De Aloe,Marlise GoidanichMutamenti (Live in Miniera)

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Un progetto musicale affascinante che vede famose arie d’opera di Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Ruggero Leoncavallo rivisitate in chiave jazz dal vivo dal quartetto di Max De Aloe, tra i più attivi armonicisti jazz in Europa. Una musica che spiazza e nello stesso tempo affascina cercando un personale punto di vista sull’interpretazione delle grandi melodie di Puccini, Verdi e Leoncavallo. Un progetto di commistione che potrebbe lasciare perplessi sia i melomani più radicali, sia gli appassionati di jazz “tout court” ma che in realtà affronta la musica operistica con una miscela di modernità e passione che affascina e incanta grazie anche a un originale stile musicale che da anni contraddistingue i progetti di Max De Aloe che spesso riescono ad avvicinare e coinvolgere anche un pubblico di non appassionati. Feat. Max De Aloe (chromatic harmonica) Roberto Olzer (piano), Marco Mistrangelo (double-bass), Nicola Stranieri (drums).

Max De Aloe QuartetRoad Movie (Live at Sonvico in Jazz)

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A dieci anni dalla scomparsa di Brecker, la Monday Orchestra ha deciso di celebrarne la musica attraverso la registrazione di un disco composto da arrangiamenti originali per Big Band di alcune sue composizioni. L’album raccoglie brani tratti dai dischi da solista dello stesso Brecker, nonché dal repertorio degli Steps Ahead, di cui era leader insieme al vibrafonista Mike Mainieri, e da quello dei Brecker Brothers, band in cui suonava con Randy Brecker, suo fratello e grande trombettista. Mike Mainieri e Randy Brecker sono tra i musicisti che hanno preso parte alla registrazione; insieme a loro, il grande sassofonista americano Bob Mintzer e alcuni tra i migliori solisti italiani, quali Emanuele Cisi, Maurizio Giammarco, Daniele Scannapieco e Giulio Visibelli. Il disco vede inoltre la partecipazione di musicisti come Dario Faiella, Alberto Tafuri, Marco Ricci e Maxx Furian e Tony Arco, oltre ovviamente a Daniele Comoglio, Daniele Moretto, Andrea Andreoli, Rudi Manzoli, Tullio Ricci e Marco Vaggi, che fanno parte stabilmente dell’organico dell’orchestra.

Monday OrchestraNever Alone (The Music of Michael Brecker)

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17 muscisti per 17 brani in questo progetto discografico dal titolo “17” . Un allettante doppio CD proposto dalla Barnum al prezzo di CD singolo. Intorno al musicista piemontese Lorenzo Cominoli, tra i più apprezzati chitarristi jazz degli ultimi anni, una serie di importanti star del nostro jazz tra i quali spiccano Emanule Cisi, Tino Tracanna, Attilio Zanchi, Paolo Birro, Max De Aloe, Gianni Cazzola e alcune star di oltreoceano come Isabella Du Graf e Steve Herberman. Un disco ben realizzato, vario, coinvolgente, autentico, che viaggia tra standards della grande tradizione jazz e brani orginali.

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BACK•INSTOCK

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Se Carole King e Sade avessero una figlia, sarebbe Lindsey Webster. La sua rapida ascesa ha portato la vocalist in cima alle classifiche radiofoniche di smooth jazz, fino a farla assurgere nel 2017 ad artista dell’anno nel suo genere. “Love Inside” promette di essere per lei l’album della svolta. Tra i brani più interessanti il singolo omonimo, la sensuale “Walk Away” (con Rick Braun) e l’appassionata “Free To Be Me” (con Norman Brown). Un album che mette in luce tutte le qualità di una performer straordinaria anche dal vivo.

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Con il suono morbido del suo sassofono, il jazzista Marion Meadows si è conquistato la fiducia di una schiera di fan e collaborazioni con artisti molto diversi tra loro, tra cui The Temptations, Michael Bolton e Will Downing. “Soul City”, ad oggi il suo album più intimo e appassionato, propone di nuovo collaborazioni con diversi musicisti di alto livello (tra cui Will Downing, Norman Brown, Peter White, Peabo Bryson e Maysa). Questo viaggio sensoriale accompagna l’ascoltatore attraverso un paesaggio sonoro in cui si avvicendano composizioni originali e abili improvvisazioni. Tra i punti più interessanti, la funky “Soul City” con Norman Brown, la sensualissima ballata “Be With You”, impreziosita dalla straordinaria voce di Will Downing, e “Merry Go Round”, con l’icona dello smooth jazz Peter White.

Marion MeadowsSoul City

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Lindsey WebsterLove Inside

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Il sassofonista Vincent Ingala è la stella nascente più interessante dell’attuale panorama smooth jazz. Ancora poco più che ventenne, ha già piazzato 15 singoli radiofonici nella Top 10 americana di smooth jazz, cinque dei quali giunti in vetta alle classifiche. Ha inoltre condiviso il palco con il gotha del genere, da Dave Koz a Boney James, e dimostrato uno stile dinamo e dalla sensualità ruvida. “Personal Touch” comprende alcune sue rivisitazioni appassionate del classico anni ’80 di Billy Ocean “Love Zone” e della sexy “If You Were Here Tonight” di Alexander O’Neal, oltre ad alcuni brani originali come la funky “Snap, Crackle, Pop” e la sensuale “Dreamgirl”.

Vincent IngalaPersonal Touch

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L’omonimo album d’esordio del supergruppo jazz degli Spirit Fingers riunisce quattro dei giovani leoni della scena jazz odierna, guidati da Greg Spero. Con all’attivo esibizioni da tutto esaurito da New York a Los Angeles e 300.000 visioni su YouTube, l’energia strabordante e il virtuosismo spettacolare degli Spirit Fingers mettono d’accordo ascoltatori di ogni genere, dai fedelissimi del jazz agli amanti delle jam band. Gli Spirit Fingers sono il pianista Greg Spero (vincitore del premio come Best Jazz Entertainer ai Chicago Music Awards e direttore musicale della star dell’elettropop Halsey), il bassista parigino Hadrien Feraud (John McLaughlin, Kamasi Washington, Chick Corea), il prodigio della batteria Mike Mitchell (Stanley Clark, Christian McBride, Chrisette Michelle) e il chitarrista italiano Dario Chiazzolino (Dave Liebman, Buika, Taylor Eigsti).

Spirit FingersSpirit Fingers

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Negli ultimi due decenni Keith “Wonderboy” Johnson è stato uno degli artisti gospel più amati grazie al mix di sound classico e produzione moderna. Tra i suoi brani più apprezzati, le hit “Let Go And Let God”, “I Wouldn’t Know You”, “True Love” e “Send A Revival”. È stato nominato tre volte ai Grammy, ha vinto tre Stellar Awards (a fronte di ben dodici nomination) ed è stato nominato per un GMA Dove Award e due Soul Train award, giungendo a vendere nell’intero corso della sua carriera oltre mezzo milione di album. Il nuovo album di questo artista dalle radici senza tempo, “Keep Pushin’”, sarà apprezzato dai fan del gospel classico: sonorità tradizionali e una produzione che sembra pensata per i palinsesti radiofonici.

Keith “Wonderboy” JohnsonKeep Pushin’

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YAYLA Musiche OspitaliYayla. Musiche ospitali è un progetto musicale, terminato in un doppio cd, che ha alle spalle un ampio periodo di osservazione, di riflessione e di esperien-ze di vita sul mondo della migrazione forzata. Abbiamo pensato al passato glorioso del Mar Mediterraneo, crocevia di culture e religioni, teatro di scontri e incontri di civiltà; attorno a questo mare è stata concepita l'Europa, ma è proprio l’attuale richiudersi dell'Europa su se stessa che chiede al Mediterraneo di farsi muro di cinta, spazio in cui persino il soccorso, gesto istintivo di umanità, diventa intercettazione e respingimento. Abbiamo incontrato diversi musicisti che hanno sperimentato la guerra nella propria vita e hanno deciso di rischiare il tutto per tutto con la fuga: dalla Siria, dall’Africa, dal Kurdistan, lasciandosi dietro alla spalle morte e dolore. Pensando alle vite delle tante persone incontrate, conosciute e ascoltate che abbiamo così pensato di denominare questo progetto musicale “Yayla”, il cui termine indica la transumanza, la migrazione stagionale dei pastori dell'Anatolia con le loro greggi verso i pascoli montani. La migrazione era parte del ciclo delle stagioni, il distacco e il ritorno scandivano la vita delle comunità. Fin dalle epoche più antiche le vie delle transumanza erano luoghi di canti e di memoria, di legami e di incontri. La transumanza, il camminare, definisce profondamente la storia e l'identità di molti popoli. Ora Yayla diviene un cammino musicale intrapreso da musicisti, attori, scrittori,

o p e r a t o r i che lavorano nel sociale, e da chi non si acconten-ta di risolvere il fenomeno della migrazi-one costruendo barriere e muri. Yayla sono parole e canzoni che hanno sapore di terra e di mare, suoni di dolore, nostal-gia, rabbia e speranza. Yayla è un’espe-rienza umana fondata sull’incontro culturale, attraversando il confine della diffidenza, che si svela in una musica che si perde tra geografie infinite. Yayla è un saper stare sulla frontiera, che può essere luogo di paura, per timore dello straniero, o terra di incontro, quando si volge lo sguardo verso lo stesso cielo stellato, sentendosi riscaldati dagli stessi raggi di sole, sferzati dallo stesso vento.L’uomo resta migrante. Migrare è nella sua natura, sia quando il viaggio è scelta e scoperta, sia quando il dolore e l’esilio lacerano l’anima.Forse ancor più che le parole, la musica è una delle principali vie di comunicazione e di dialogo tra i popoli. Ritmi, scale musicali, melodie che si perdono nei tempi e nei luoghi, si amalgamano, si armonizzano, si incontrano, si riconos-cono; ciascun elemento musicale, pur mantenendo la propria identità, è capace di accogliere aspetti specifici della cultura incontrata. Se i popoli si scontrano, la musica si incontra. Il blues, il jazz, il flamenco, la world music sono solo alcuni esempi di generi musicali che si sono sviluppati dall’incontro di culture differenti.

E così tantissimi musicisti, circa 130, confluiscono in questo doppio album, ognuno offrendo il proprio modo di sentire la musica; numerosi anche gli incontri generati per costruire questo cammino dalle geografie labili: Sara Jane Ceccarelli, cantante italo-canadese incontra Paul-Jones Kokou, rifugiato del Togo, per cantare insieme “Deportee” di Woody Guthrie, celebre canzone che racconta il disastro aereo in California del 1948, in cui morirono dei lavoratori messicani che stavano venendo rimpatria-ti. Alaa Arsheed, violinista siriano incon-tra il violino di Michele Gazich, in “Itaca o Milano”, e come egli stesso afferma: “Non si capisce più chi sono io e chi è lui: totale fusione. I nostri strumenti e i nostri libri sono la nostra casa, la casa dei violini erranti; ognuno ha offerto ospitalità all’altro”. Jono Manson, propone una personale lettura dell’Isola che non c’è - “Never Never Land”, suonata insieme al pachistano Saif Samejo ed Edoardo Bennato. Ellade Bandini, Mario Arcari, Ashti Abdo accompagnano Neri Marcorè e Giua nel brano “Perché ci hai messo tanto”, scritto da Andrea Parodi. Bocephus King insieme a Saba Anglana si incontrano nella toccante e incalzante “By Foot, by Boat, by Train”. James Maddock accoglie nella stupenda canzone “Mathema-tician” il camerunense Tatè Nsongan… ma le canzoni sono veramente tante ed è impossibile elencare tutte le partecipazioni. Le musiche, legate da un sottile filo rosso, si dipanano attraverso quattro brani recitati

da Valerio Mastandrea, Erri De Luca, Evelina Meghnagi e Donatella Finocchia-ro, che raccontano momenti di cammino di alcuni ragazzi/e rifugiati che hanno attraversato il deserto, il mare e i monti per riuscire a trovare una terra - Promised Land, citando Springsteen - dove poter ridare senso alla propria storia. Yayla è infine l’incontro dell’etichetta discografica Appaloosa Records, con il Centro Astalli di Roma, associazione che si occupa sul campo di accompagnare, servire, difendere i diritti dei rifugiati e dei migranti forzati. I proventi derivanti dalla vendita di Yayla contribuiranno a sostenere i progetti (Finestre e Incontri) che il Centro Astalli ha nelle scuole, e che ogni anno danno l’opportunità a migliaia di studenti in tutta Italia di fare un’espe-rienza diretta di incontro con un rifugiato e un testimone di un’altra religione nella propria classe: il modo più efficace di combattere pregiudizi e xenofobia.

Claudio Zonta

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Yayla. Musiche ospitali è un progetto musicale, terminato in un doppio cd, che ha alle spalle un ampio periodo di osservazione, di riflessione e di esperien-ze di vita sul mondo della migrazione forzata. Abbiamo pensato al passato glorioso del Mar Mediterraneo, crocevia di culture e religioni, teatro di scontri e incontri di civiltà; attorno a questo mare è stata concepita l'Europa, ma è proprio l’attuale richiudersi dell'Europa su se stessa che chiede al Mediterraneo di farsi muro di cinta, spazio in cui persino il soccorso, gesto istintivo di umanità, diventa intercettazione e respingimento. Abbiamo incontrato diversi musicisti che hanno sperimentato la guerra nella propria vita e hanno deciso di rischiare il tutto per tutto con la fuga: dalla Siria, dall’Africa, dal Kurdistan, lasciandosi dietro alla spalle morte e dolore. Pensando alle vite delle tante persone incontrate, conosciute e ascoltate che abbiamo così pensato di denominare questo progetto musicale “Yayla”, il cui termine indica la transumanza, la migrazione stagionale dei pastori dell'Anatolia con le loro greggi verso i pascoli montani. La migrazione era parte del ciclo delle stagioni, il distacco e il ritorno scandivano la vita delle comunità. Fin dalle epoche più antiche le vie delle transumanza erano luoghi di canti e di memoria, di legami e di incontri. La transumanza, il camminare, definisce profondamente la storia e l'identità di molti popoli. Ora Yayla diviene un cammino musicale intrapreso da musicisti, attori, scrittori,

o p e r a t o r i che lavorano nel sociale, e da chi non si acconten-ta di risolvere il fenomeno della migrazi-one costruendo barriere e muri. Yayla sono parole e canzoni che hanno sapore di terra e di mare, suoni di dolore, nostal-gia, rabbia e speranza. Yayla è un’espe-rienza umana fondata sull’incontro culturale, attraversando il confine della diffidenza, che si svela in una musica che si perde tra geografie infinite. Yayla è un saper stare sulla frontiera, che può essere luogo di paura, per timore dello straniero, o terra di incontro, quando si volge lo sguardo verso lo stesso cielo stellato, sentendosi riscaldati dagli stessi raggi di sole, sferzati dallo stesso vento.L’uomo resta migrante. Migrare è nella sua natura, sia quando il viaggio è scelta e scoperta, sia quando il dolore e l’esilio lacerano l’anima.Forse ancor più che le parole, la musica è una delle principali vie di comunicazione e di dialogo tra i popoli. Ritmi, scale musicali, melodie che si perdono nei tempi e nei luoghi, si amalgamano, si armonizzano, si incontrano, si riconos-cono; ciascun elemento musicale, pur mantenendo la propria identità, è capace di accogliere aspetti specifici della cultura incontrata. Se i popoli si scontrano, la musica si incontra. Il blues, il jazz, il flamenco, la world music sono solo alcuni esempi di generi musicali che si sono sviluppati dall’incontro di culture differenti.

E così tantissimi musicisti, circa 130, confluiscono in questo doppio album, ognuno offrendo il proprio modo di sentire la musica; numerosi anche gli incontri generati per costruire questo cammino dalle geografie labili: Sara Jane Ceccarelli, cantante italo-canadese incontra Paul-Jones Kokou, rifugiato del Togo, per cantare insieme “Deportee” di Woody Guthrie, celebre canzone che racconta il disastro aereo in California del 1948, in cui morirono dei lavoratori messicani che stavano venendo rimpatria-ti. Alaa Arsheed, violinista siriano incon-tra il violino di Michele Gazich, in “Itaca o Milano”, e come egli stesso afferma: “Non si capisce più chi sono io e chi è lui: totale fusione. I nostri strumenti e i nostri libri sono la nostra casa, la casa dei violini erranti; ognuno ha offerto ospitalità all’altro”. Jono Manson, propone una personale lettura dell’Isola che non c’è - “Never Never Land”, suonata insieme al pachistano Saif Samejo ed Edoardo Bennato. Ellade Bandini, Mario Arcari, Ashti Abdo accompagnano Neri Marcorè e Giua nel brano “Perché ci hai messo tanto”, scritto da Andrea Parodi. Bocephus King insieme a Saba Anglana si incontrano nella toccante e incalzante “By Foot, by Boat, by Train”. James Maddock accoglie nella stupenda canzone “Mathema-tician” il camerunense Tatè Nsongan… ma le canzoni sono veramente tante ed è impossibile elencare tutte le partecipazioni. Le musiche, legate da un sottile filo rosso, si dipanano attraverso quattro brani recitati

da Valerio Mastandrea, Erri De Luca, Evelina Meghnagi e Donatella Finocchia-ro, che raccontano momenti di cammino di alcuni ragazzi/e rifugiati che hanno attraversato il deserto, il mare e i monti per riuscire a trovare una terra - Promised Land, citando Springsteen - dove poter ridare senso alla propria storia. Yayla è infine l’incontro dell’etichetta discografica Appaloosa Records, con il Centro Astalli di Roma, associazione che si occupa sul campo di accompagnare, servire, difendere i diritti dei rifugiati e dei migranti forzati. I proventi derivanti dalla vendita di Yayla contribuiranno a sostenere i progetti (Finestre e Incontri) che il Centro Astalli ha nelle scuole, e che ogni anno danno l’opportunità a migliaia di studenti in tutta Italia di fare un’espe-rienza diretta di incontro con un rifugiato e un testimone di un’altra religione nella propria classe: il modo più efficace di combattere pregiudizi e xenofobia.

Claudio Zonta

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Torna questo gruppo di Chicago con questo nuovo album prodotto da Alison Brown, dove brillano un insieme ben curato di canzoni bluegrass. Il gruppo è formato da Greg Cahill (banjo, voce), Rick Faris (chitarra, voce), Nick Dumas (mandolino, voce) e Dan Eubanks (basso, voce) con special guest: Bobby Osborne, Molly Tuttle, Becky Buller, i 10 String Symphony, Justin Moses, Mark Schatz e Josh Williams. Nel corso degli ultimi 40 anni i veterani dei Special Consensus hanno portato le loro sonorità in giro per il mondo, ed il loro impegno ed il loro talento è stato premiato con una nomination al Grammy e tre IBMA Awards. Special Guest: Bobby Osborne, Molly Tuttle e prodotto da Alison Brown.

Special ConsensusRivers and Roads

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Stacie Collins piace a Dan Baird, il rocker che negli anni ’80 ha portato i Georgia Satellites in cima alle classifiche americane. Piace anche a Warner E. Hodges e Jason Ringerberg dei Jason & the Scorchers, gli inventori del country-punk. Oggi il marito, coautore e produttore Al Collins suona il basso per gli Scorchers, ma non è per quello che Warner e Jason la amano. La amano perché è una tipa tosta. Il passaggio da country girl a rocker è avvenuto tra il suo omonimo album d’esordio del 2000 e il successivo “Lucky Spot”del 2007, e a contribuire al passaggio è stato in buona parte Dan Baird, produttore tanto di “Lucky Spot” quanto di “Sometimes Ya Gotta”, del 2010. Sull’album di esordio, scritto a quattro mani con il marito, aleggia lo spirito di una giovane Emmylou Harris. Divenuto ben presto un pezzo da collezione, viene ora riproposto con i brani originali e sette versioni alternative finora inedite. Ristampa del 2000 con ben 7 inediti.

Stacie CollinsStacie Collins (Re-Issue + 7 Bonus Tracks)

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Nato e cresciuto in Idaho, da ormai dieci anni Jeff Crosby ci offre la sua visione di uno spaccato fatto di difficoltà e bellezza: dalla quotidianità nella provincia americana ai cinque anni trascorsi in un minuscolo appartamento a Los Angeles, fino alla vita on the road di un musicista che tiene 250 concerti l’anno. Dopo due anni a dividersi tra la collaborazione come chitarrista per Jerry Joseph (autore per i Widespread Panic) e le esibizioni con la sua band, i Refugees, Jeff è entrato in studio per registrare il suo quarto album full length, “Postcards From Magdalena”. I nuovi brani in esso contenuti sono stati ispirati dai luoghi e dalle culture che Crosby ha incontrato nei suoi viaggi e nei suoi tour tra Stati Uniti, Islanda, Regno Unito, Messico, Colombia, Nicaragua e Alaska. R

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Ad appena tre anni dal loro sorprendente ritorno dopo una pausa di ben 18 anni, gli High Line Riders propongono “Walking Home”. Si tratta di un mix senza tempo di rock artigianale, dinamico country rock e radici folk che entusiasmerà tanto i fan del rétro anni ’70 quanto gli amanti dell’Americana. Dietro al progetto c’è chiaramente la mano del poliedrico frontman Ed Pettersen, che a una cinquantina d’anni ha già sfornato una quantità incredibile di lavori, tutti molto diversi tra loro. I brani di “Walking Home” sono stati scritti da lui, che li ha anche registrati e prodotti a Nashville con noti musicisti e ospiti di spessore. La line up attuale degli High Line Riders comprende Pettersen (chitarra, tastiere, voce), Gary Goodlow (chitarre), Atom Schmitt (pedal steel, lap steel), Kevin Hornback (basso) e Mike Bailey (batteria), ma alcune delle tracce più vecchie sono state incise con Pete Abbott alla batteria e il leggendario David Hungate (ex Toto) al basso.

The High Line RidersWalking Home

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La sensibilità fa spesso parte del bagaglio dei grandi artisti e così è anche nel caso di Nora Jane Struthers, che con “Champion” mette a nudo la propria anima. I tredici brani seguono l’album del 2015 “Wake” e l’artista ha scritto e registrato l’album (prodotto a Nashville da Neilson Hubbard) insieme ai Party Line, band con cui negli anni ha costruito una sintonia palpabile. Una finissima abilità musicale e arrangiamenti sorprendenti che sfumano i confini tra folk, roots e rock, per un album in cui Struthers, dopo un esordio che parlava di amori appena nati e nuovi inizi, racconta gioie e dolori della vita adulta. Esalta il legame di una coppia di lunga data, ma deplora anche la presenza sempre più invadente della tecnologia ed espone la sofferenza di una giovane donna alle prese con l’infertilità. “Champion” è una straordinaria vetrina per una voce e un dono narrativo fuori del comune.

Nora Jane Struthers & Party LineChampion

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Jeff CrosbyPostcards From Magdalena

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Gli Aparticle sono: Cristiano Arcelli (alto sax), Michele Bonifati (guitar), Giulio Stermieri (Rhodes, Hammond), Ermanno Baron (drums). Tutte le composizioni sono di Michele Bonifati e Giulio Stermieri. Anche se potrebbe non essere possibile prevedere quali effetti positivi produrrebbe un particolare accoppiamento, potrebbe tuttavia essere possibile determinare il potenziale generativo di una relazione: ecco alcune condizioni preliminari essenziali per la generatività: i partecipanti alla relazione devono orientare l’attività in una direzione comune La combinazione di competenze diverse può generare nuovi tipi di competenza che risiedono quindi nella relazione stessa, che può portare gli agenti a ponte a contatto con fonti in precedenza non sfruttate di attribuzioni e competenze. Questi sono gli Aparticle.

AparticleBulbs

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Fabio Della Cuna (tenor e soprano sax e composition), Jorge Ro (trumpet, flugelhorn), Giuseppe Lubatti (double bass) e Luca Di Battista (drums). Se il Novecento ha posto come priorità estetica il processo a scapito del prodotto, oggi tutte le innovazioni formali del secolo scorso sono da utilizzarsi come mezzo in funzione del Bello ritrovato. Cuneman Quartet parte dall’esperienza di Ornette Coleman negli anni 60’, riprendendone la tipologia di organico e l’idea che non sia più il metodo universale (be bop) ad essere applicato alle forme che ne derivano, ma che siano le composizioni stesse ad introdurre nuove modalità linguistiche.

Cuneman 4tetCuneman 4tet

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Il nuovo album del chitarrista siciliano Claudio Quartarone, pubblicato dall’’etichetta discografica Workin’ Label. “Changes” è il punto di congiunzione tra due mondi, la musica classica e il Jazz, un ritratto intimo della visione musicale dell’Artista, un viaggio sonoro affrontato in undici brani, tra composizioni originali e interpretazioni di standard Jazz, unicamente in chitarra classica sola. Il lavoro ripercorre la formazione di Quartarone, tra influenze classiche, e personale visione dell’Arte di interpretare gli standard che ricalca il contemporaneo mondo musicale senza dimenticare l’importanza della più pura improvvisazione, manifesto della poetica dell’Autore. Claudio Quartarone è considerato uno dei più grandi chitarristi italiani della sua generazione, musicalmente versatile ma strettamente ancorato alla tradizione classica di cui ha esteso i confini.

Claudio QuartaroneChanges

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In questo nuovo lavoro discografico Francesco Del Prete, mette a frutto tutte le sue esperienze e ricerche in ambito jazzistico. Come un colibrì il violino di Francesco del Prete si esprime agilmente facendo emergere tutte le sue varietà ritmiche, armoniche e melodiche, lungo una tracklist composta da brani originali e standard jazz di Charlie Parker, Sonny Rollins e la celebre “Take Five” di Paul Desmond. Gli arrangiamenti sono composti per organici differenti, spaziando dal quintetto al trio d'archi fino al violino solo. La varietà compositiva del disco consente al violino di essere sia strumento solista che accompagnatore, come ad esempio nella cover “Sunny” interpretata dalla voce di Lara Ingrosso. Hanno partecipato alle registrazioni e agli arrangiamenti del disco alcune eccellenze musicisti di calibro nazionale ed internazionale: il giovane pianista Filippo Bubbico, anche curatore delle riprese e del mix del disco, il sassofonista Emanuele Coluccia, il contrabbassista Giampaolo Laurentaci, il batterista Dario Congedo e i “Choppers” Alexandros Goulas, Michele Wilde, gruppo di violinisti curato dallo stesso Del Prete.

Francesco Del Prete Jazz EnsambleColibrì

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Da casa UR, presentiamo un quartetto di tutto rispetto. Peter Bernstein li descrive cosi: “Un’ottima registrazione di quattro musicisti eccezionali, un repertorio unico e vario, splendidamente reso da questo special group. Favolose le chitarre suonate da Rob Luft e Alessandro Chiappetta, splendidi i groove di Misha Mullov-Abbado al basso, e dal leader Enzo Zirilli alla batteria. Tutti quanti suonano a grandi livelli, una registrazione che mostra la maturità e l’avventurosità di tutti i soggetti coinvolti.”

Enzo Zirilli’s ZirobopTen To Late!

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Edito del 1974, il Canzoniere Del Lazio è stato uno tra i più importanti gruppi folk italiani degli anni ’70, ricordato soprattutto per le ricerche nel patrimonio folkloristico prima laziale, poi italiano e quindi mediterraneo. Il percorso del gruppo e dei suoi membri si incrocia più volte con alcuni tra i personaggi più impegnati del panorama del cosidetto folk revival, tra i quali Mauro Pagani e Demetrio Stratos. La masterizzazione del SuperAudio è stata effettuata come al solito da Giulio Cesare Ricci utilizzando il sistema SignorRicci interamente analogico e valvolare.

Canzoniere del LazioLassa Stà La Me Creatura

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Ristampa in SACD dell’album del 2014, con Raiz, una delle voci più belle, calde, intense e personali della musica italiana, voce degli Almamegretta, ha intrapreso un cammino di ricerca personale, che tra dischi solisti e collaborazioni varie, l’ha portato all’incontro con Fausto Mesolella (scomparso di recente), già chitarrista degli Avion Travel, nonché collaboratore e produttore di un gran numero di musicisti italiani. Chitarrista altrettanto personale ed eclettico, capace di passare dalla canzone tradizionale napoletana al rock, attraversando tutte le contaminazioni possibili, mantenendo però una sua specificità ed un suo tocco originale. Era quasi destino quindi che i due musicisti del sud dovessero alla fine incontrarsi, e l'hanno fatto nel migliore dei modi, in questo “Dago Red”, che arriva a suggello di un cammino iniziato sui palchi italiani.

Raiz & Fausto MesolellaDago Red

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Edizione in SACD dell’album edito nel 1999. Nel 1998, in occasione del decimo anniversario della morte di Chet Baker, Enrico Rava e Paolo Fresu concepiscono il progetto di una tournée di concerti dedicati a Chet Baker. L’omaggio al grande trombettista, con il quale al tempo tre componenti del gruppo (Rava, Pietropaoli e Gatto) suonarono a lungo e incisero, viene subito inteso non nel senso del tributo bensì nel senso della rievocazione: nello stile dei leader, entrambi così vicini alla poetica di Baker, nella scelta dei brani nella ricreazione insomma di un’atmosfera, cristallizzata in quei dorati anni Cinquanta, gli anni della travagliata giovinezza di Baker, ai quali la maggior parte dei brani si riconducono. A seguito della fortunatissima tournée, esce in Cd il progetto conosciuto come “Omaggio a Chet Baker” del quintetto di Enrico Rava e Paolo Fresu, con Stefano Bollani (pianoforte), Enzo Pietropaoli (contrabbasso), Roberto Gatto (batteria).

Rava, Fresu, Bollani,Pietropaoli, Gatto Shades of Chet

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Ristampa dell’album edito nel 1970 per la Ode Records. Ritroviamo il leggendario singer-songwriter Barry McGuire (membro dei New Christy Minstrels) e Eric Hord (The Doctor) chitarrista dei Mamas And The Papas. Al loro album di debutto si sono uniti dei pionieri del country-rock: Chris Hillman (Byrds), Bernie Leadon (Eagles), Sneaky Pete (FBB), Michael Clarke, Billy Mundy e Byron Berline (Dillard e Clark). Country-rockin’ jams con lati di blues e psichedelia.

Barry McGuire & The DoctorBarry McGuire & The Doctor

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Edizione in SACD del nuovo album di Enzo Pietropaoli. Un crescendo di brani che testimoniano alcune fra le tante passioni musicali di una vita: da John Lennon a Bob Dylan, da Cole Porter a Peter Gabriel, da Neil Young ai Pearl Jam, per finire con i Beach Boys, il tutto intervallato da alcune composizioni originali di Pietropaoli. La formazione è il “piano trio”, una delle più amate da Enzo Pietropaoli che, al contrabbasso, è affiancato da due straordinari musicisti: Julian Oliver Mazzariello al piano  e Alessandro Paternesi alla batteria, che hanno contribuito a realizzare un clima denso, profondo e lieve allo stesso tempo.

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Autrice di inni come “What the World Needs Now is Love” e “Put a Little Love In Your Heart”, Jackie DeShannon è tra le massime cantautrici della sua generazione. “Stone Cold Soul” ne presenta in versione rimasterizzata i lavori usciti dal 1971 per Capitol. Tra di essi, i brani incisi in una session in cui mescolava Southern Soul, country, gospel e pop: cover di titoli come “Isn’t It a Pity” di George Harrison, “And It Stoned Me”di Van Morisson, “Live till You Die” di Ermitt Rhodes e originali di DeShannon come “West Virginia Mine” e “Now That the Desert Is Blooming”. E inoltre l’album “Songs”, con cover di Bob Dylan (“Lay, Baby, Lay”) e Hoyt Axton (“Ease Your Pain”), e tre splendidi brani di DeShannon (“Salinas”, “Bad Water” e un rifacimento di “West Virginia Mine”). + 5 bonus tracks

Jackie DeshannonStone Cold Soul (The Complete Capitol Recordings)

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Eric Andersen è uno dei migliori cantautori folk usciti dalla fucina del Greenwich Village degli anni ’60. Il doppio CD (rimasterizzato) “The Essential Eric Andersen” si propone come una retrospettiva esauriente e copre tutte le fasi della sua sfaccettata carriera grazie alla presenza di 33 tracce provenienti da 18 album pubblicati da diverse etichette nel corso di 45 anni. Tra di esse, una rivisitazione inedita di “Mama Tried” di Merle Haggard, in cui Andersen è affiancato da David Bromberg; quattro brani dell’album classico “Blue River” e cinque di “Stages”, i nastri dei quali erano stati perduti per due decenni; collaborazioni con Joni Mitchell, Lou Reed, Rick Danko, Richard Thompson, Dan Fogelberg, Joan Baez e Leon Russell; e la prima registrazione in assoluto di Andersen, un duetto con Phil Ochs su “Plains of Nebraska-O”.

Eric AndersenThe Essential

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Real Gone propone per la prima volta su CD (in versione rimasterizzata) gli album di Johnny Mathis usciti negli anni ’70 per Columbia. Saranno pubblicate nel tempo dieci uscite, per presentare una fase fondamentale di uno dei massimi vocalist pop di sempre, la cui carriera è ancora florida dopo ben 60 anni. Si parte da “Raindrops Keep Fallin’ on My Head”, qui in una versione ampliata che accosta alle interpretazioni di hit dell’epoca (“Something” di George Harrison, “Bridge over Troubled Water” di Paul Simon e l’omonimo brano di Bacharach e David) cinque singoli non da LP. “Sings Bacharach and Kaempfert” invece mette in luce l’attitudine di Mathis alla scelta delle perle provenienti dal repertorio di grandissimi cantautori. Questo disco vanta gli arrangiamenti di Herbert Rehbeln, collaboratore storico di Kaempfert, ed è completato da cinque bonus track.

Johnny MathisSings The Music of Bacharach & Kaempfert

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Johnny MathisSings The Musicof Bacharach & Kaempfert

GirlschoolThe Singles 1979 - 84

Lp vinile arancione per questo gruppo tutto al femminile associate alle leggende British metal Motorhead con cui hanno condiviso una Hits “Please Don’t Touch” presente in questo LP. 700 copie limitate.R

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Gli Oak Ridge Boys hanno avviato la loro lunga carriera discografica negli anni ’40 e sono diventati uno dei gruppi vocali country più amati di sempre. Di questa lunga carriera, i dischi di due periodi distinti sono rimasti a lungo impossibili da trovare: gli anni tra il 1973 e il 1976 alla Columbia, quando hanno pubblicato tre album mai usciti in CD, una serie di singoli non da LP e alcuni brani per le compilation dell’etichetta, e gli anni dal 1990 al 1993, quando hanno inciso nove single side per RCA. Questo doppio CD raccoglie tra i 49 brani questi materiali e come bonus track un singolo di Johnny Cash “Praise the Lord and Pass the Soup”, cantato con la Carter Family e diventato il loro primo brano in classifica.

The Oak Ridge BoysWhen I Song For Him (The Complete Columbia Recordings And RCA Singles)

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Nuovo album per l’alto sassofonista Toni Germani, il suo nono come leader, il primo per l’etichetta inglese SLAM e presenta tutte composizioni originali registrate da un trio di musicisti molto sensibili con sede a Parigi! Scrive Germani: “Conferma il mio amore per la melodia con l’accompagnamento, considerato come il modo principale per esprimere una relazione intima tra l’esperienza della vita e l’esperienza della musica. In realtà, l’approccio è fondamentalmente “espressionista” e narrativo, perché l’improvvisazione è concepita come una variazione e uno sviluppo dell’umore espressivo affermato dal tema. Ma l’eruzione del canto deve essere fermata, ad un certo punto, la canzone deve finire e la forma recita la sua parte: quindi le canzoni sono chiuse ... in una scatola.” Feat. Toni Germani (alto saxophone and vocal), Giovanni Ceccarelli (piano), Mauro Gargano (double bass), Patrick Goraguer (drums)

Toni Germani QuartetCanzoni in Scatola (Songs in a Box)

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Da casa Philology presentiamo l’alto e soprano sax, vincitore del “premio Urbani” 2017, Federico Milone, che in questo suo album d’esordio è accompagnato da Alessio Busanca (piano), Francesco Galatro (double bass), Luca Mignano (drums) e da Pasquale Di Lascio (percussion). Lasciamo descrivere a Fabrizio Bosso quest’artista: “Ho sentito suonare Federico per la prima volta al Premio Massimo Urbani, dove ero stato invitato come presidente di giuria per l’edizione 2017. Come sono uscite le prime note dal suo strumento ho pensato tra me e me “sarà difficile che possa vincere qualcun altro”. E cosi è andata. A colpirmi è stata subito la sua lucidità nel suonare e la sua sicurezza con cui si è presentato sul palco. Mi sono accorto immediatamente del suo altissimo livello tecnico e se a questo si aggiunge un’innata musicalità e un tocco di estro ecco che abbiamo un musicista, seppur molto giovane, dotato e completo su tutti i fronti.” Con questo disco d’esordio Federico Milone dimostra di essere anche un bravo compositore.

Federico MiloneRight Now

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Progetto musicale nato dalla collaborazione di musicisti professionisti già uniti da “Vacanze in Musica”, un’attività didattica nata nel 2008. Maturando negli anni esperienza e complicità tra loro, ripropongono brani del passato di diversi generi, rivisitati in chiave lounge/jazz, trasformando in emozioni i ricordi legati a canzoni immortali come “Imagine”, “Every breath you take”, “The best” etc… Gli arrangiamenti curati da Mario Zara, esplorano sonorità moderne e audaci per farci apprezzare i grandi classici da un’altra prospettiva, rispettando tuttavia la tradizione e l’integrità dei brani originali. Feat. Mario Zara (piano), Debora Lombardo (voce), Giacomo Lampugnani (basso), Alessandro Sugamelli (chitarra) e Gianluca Fuiano (batteria).

Aldo Mella (electric & double bass), Luisa Cottifogli (voice), Massimo Serra (percussion, ukulele) grandi artisti del suono in equilibrio fra i generi musicali, firmano questo secondo lavoro discografico a nome Youlook, un divertimento fatto di brani originali e di una particolare rilettura di due grandi classici: “My Favourite Things” e “Com’è Profondo il Mare”. Youlook è, fin dalla sua nascita, un terreno di libera sperimentazione e stratificazione di stili, un gioco che parte dall’improvvisazione per poi trovare forme di composizione più definite. Il trio si avvale del prezioso apporto compositivo ed educativo di Massimo Serra, costruttore di strumenti e raffinato ricercatore di suoni percussivi. Al basso, contrabbasso, arrangiamenti e missaggio Aldo Mella, motore del trio, jazzista acclamato e sperimentatore di linguaggi musicali a 360 gradi. Completa il trio Luisa Cottifogli, con le alchimie vocali che la contraddistinguono in tutte le sue performance, sia da interprete che da compositrice. In questo Capitolo II Youlook sceglie di aprire le porte ad altri musicisti, graditi ospiti che hanno contribuito con i loro suoni al mondo Youlook: Maurizio Piancastelli alla tromba, Cheikh Fall dal Senegal con voce e Kora, Sergio Caputo al violino, il Duo Bottasso (Simone all’organetto e Nicolò al violino).

Youlook Trio Capitolo II

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Debora Lombardo 5tet

Daydreams

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Classe 1972, scrive canzoni dall’età di sedici anni, canzoni che sembrano riassumere le contraddizioni della sua terra d’origine - la Riviera Apuana - da sempre luogo di passaggio. Legato alla musica d’autore italiana e al folk/rock americano, comincia la sua attività di musicista come chitarrista e successivamente come cantante dei “Suoni”, band di Massa degli anni 90’. Poco dopo inizia il suo percorso di songwriter, proponendo i suoi brani in chiave acustica nei piccoli locali della sua zona. Il nuovo album autoprodotto dal cantautore Stefano Barotti, ha voluto dedicare il suo ultimo lavoro al vino, non per dimenticare ma per ritrovare il gusto del bello. Special guest: Jono Manson, Stefano Marelli, Joe Pisapia e John Egenes.

Stefano BarottiSettembre

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La fatidica “prova” del terzo album viene superata dalla cantautrice bresciana a pieni voti, anzi pienissimi. La scelta di affidare la produzione ad Antonio Gramentieri e di reclutare un manipolo di eccezionali musicisti ha infatti permesso a “Lalla” di valorizzare al meglio le sue nuove composizioni, confezionando un album all’atto pratico esente da difetti. Apprezzabili i brani “Beside” e “Typewriter” per il loro richiamare gustosissimi echi anni ’80, ma la scelta del pezzo migliore risulta impossibile in una tracklist di alti livelli, fra blues elettronici, liquide ballate, volteggi onirici, richiami cantautorati, esperimenti mercuryani ad episodi più leggeri. La speranza, ora, è che l’atrofizzata industria musicale tricolore si renda conto che esistono antidoti alla sua inarrestabile decadenza, uno dei quali è questo “Lullabies”. Feat. Denis Valentini (drums, percussion), Antonio Gramentieri (guitar, bass, keys), Andrea Costa (violino) e Gionata Costa (cello).

Laura DomeneghiniLallabies

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Mora & Bronski, power duo musicale in bilico tra folk, blues e cantautorato italiano, propongono un viaggio tra le Americhe attraverso classici del Blues, Country, Folk e Rock’n’Roll, unitamente a brani originali di propria composizione. Fabio Mora e Fabio Ferraboschi, rispettivamente voce e chitarra acustica, sondano le più intime sfumature tra il bianco e il nero, arrivando così all’essenza e alla radice dell’American Music – aspetto essenziale del loro nutrito bagaglio musicale – che era, solo in attesa di essere espresso nel momento giusto. La loro prima produzione musicale, ad oggi disponibile solo sugli stores digitali, vede la luce il 20 novembre 2014 con il cd “Naïf“, anticipato dal singolo “Caterina della Neve“. L’album “Naïf”, ottiene un notevole riscontro di pubblico classificandosi tra le prime posizioni della classifica di iTunes nella Chart dedicata alla musica Blues. Nei due anni successivi Mora & Bronski portano la loro musica lungo tutta la penisola. Da sentire!

Mora & Bronski 50/50

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Una band che, in Italia, arriva a compiere vent’anni di “non-carriera” percorrendo nel modo più genuinamente indipendente i sentieri impervi del rock più “rugginoso”, libera da condizionamenti di genere, lingua e/o leggi di mercato è un caso più unico che raro. Se pensate che questo sia un traguardo di cui andare orgogliosi, allora provate a chiederlo ai Rusties: di storie da raccontare ne hanno parecchie e molte le hanno già disseminate nell’arco di un multiforme percorso discografico (otto gli album fin qui pubblicati) a cui ora si aggiunge il doppio CD. Il percorso offerto da “Queste Tracce… Live: Rare & Lost Recordings 2008-2018” è una sorta di viaggio alternativo a ritroso nel tempo a testimonianza di alcuni tra i momenti più meritevoli di essere ricordati tra quelli espressi da questa band nel corso del suo secondo decennio di attività (il primo, cospicuamente dedicato alla rivisitazione del repertorio younghiano, già era stato documentato da Last Rust… The Best & The Rest, CD pubblicato nel 2008).

RustiesQueste Tracce... Live (Rare & Lost Recordings 2008 – 2018)

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Dalle note di copertina di Michele Gazich: “dopo tanti anni di amicizia e di vero schietto scambio culturale con l’accademia dei Cantautori di Recanati, ci siamo trovati infine a collaborare ad un progetto comune. Sono stato invitato da Lucia Brandoni, che ne è fondatrice e cuore sempre pulsante, a produrre artisticamente l’album “Sambene”, gruppo musicale nato nelle aule dell’Accademia per esprimersi poi con un’intensa attività live nelle Marche e non solo. Ho dunque ascoltato come suonavano i Sambene, li ho incontrati, perché la musica è innanzitutto “arte dell’incontro”. Ho conosciuto il suono scabro e vero della chitarra di Marco e il suo cantato sempre percorso da una vibrazione emotiva, specchio della sua sincerità. Ho incontrato le voci antitetiche e per questo complementari di Roberta e di Veronica: fieramente popolare quella di Veronica; interiore e introspettiva quella di Roberta. Ho seguito il passo della fisarmonica di Emanuele, passo danza, capace di declinarsi in note d’accompagnamento essenziali ed efficaci. C’era già dunque un suono definito e costruito concerto dopo concerto, ho scelto di rispettarlo e ho aggiunto solo il mio violino…” un consiglio è quello di leggervi l’ampio libretto. Feat. Michele Gazich (violino, voce e testi), Roberta Sforza e Veronica Viviani (voce), Marco Sonaglia (voce, chitarra acustica), Emanuele Storti (fisarmonica).

Sambene Sentieri Partigiani

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Il primo album solista di Gilberto Paloma, autore, compositore, cantante e chitarrista nato in Brianza, ed esordisce con questo primo album a suo nome dopo varie esperienze sulla scena locale prima come fondatore e leader di numerose band rock, poi come cantante e chitarrista dell’incontenibile band Los Picios, uno spericolato ensemble di mariachi all’italiana con cui si diverte a movimentare feste, calpestare tovaglie e rovinare matrimoni! “50 All’ora” è un invito alla ricerca della velocità propria e all’utilizzo del tempo per trovare il proprio passo. “50 All’ora” è uno scudo che ti permette di essere te stesso, nonostante ti venga sempre chiesto di essere qualcun altro” dice Gilberto. Le 11 canzoni del’album si aggrappano a questa speranza, a volte sostenuta a volte tradita, a volte trasformata in realtà consapevole e corroborante, altre volte lontanissima dal realizzarsi. Come dice Paloma: “Si canta d’amore, ma anche di cibo e di compromessi. Insomma si canta della vita”.

Gilberto Paoloma50 All’Ora

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Ristampa remastered registrato nel 1980 con Massimo Urbani al sax, Luigi Bonafede al piano, Furio Di Castri al basso e Paolo Pellegatti alla batteria. Storico album

Massimo UrbaniDedications

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Ristampa dell’album del 2001 e vincitore del referendum di Musica Jazz. Feat. Salvatore Bonafede (piano), Fabrizio Bosso (trumpet & flugelhorn), Rosario Giuliani (alto e soprano sax), Pietro Ciancaglini (bass) e Roberto Gatto (drums).

Salvatore BonafedeOrtodoxa

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Ristampa in CD dell’album del 1985, da parecchio tempo fuori catalogo. Questo best seller della Red records vedeva Bobby Watson al sax in compagnia di Piero Bassini (piano), Attilio Zanchi (basso) e Giampiero Prina (drums).

Bobby WatsonRound Trip

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Ristampa remastered dell’album del 1990 che vede Steve Nelson (vibes), Bobby Watson (alto sax), Donald Brown (piano), Curtis Lundy (bass) e Victor Lewis (drums).

Steve Nelson& Bobby Watson 5tet

Live Session One

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Ristampa remastered dell’album del 1986 registrato ad Umbria Jazz. La formazione degli Sphere sono: Kenny Barron (piano), Charlie Rouse (tenor sax), Buster Williams (bass) e Ben Riley (drums).

SpherePumpkins Delight

(Live at Umbria Jazz)

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Ristampa remastered dell’album del 1991 per questo splendid quartetto. Feat. Jim Snidero (alto sax), Benny Green (piano), Peter Washington (bass) e Tony Reedus (drums).

Jim Snidero 4tet

While Your Here

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Ristampa dell’album del 2009 per questa “giovane” scoperta! Feat. Vittorio Gennari (alto sax), Roberto Bachi (piano),

Massimiliano Tonelli (bass) e Joe Pagnoni (drums)

Vittorio GennariMelodies

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A T T E S E R I S T A M P E

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Hum!Live at Club St-Germain-DesPres & Two Radio BroadcastStereo e Mono, registrazioni del 1960 e al RTF studio a Parigi nel 1960 e 1961. Feat. Daniel Humair, Rene Urtreger e Pierre Michelot appunto gli HUM

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Bill Hitz & Greig McRitcheWest Coast series(JAZZ SWING ORCHESTRA) 2 Lp in 1 Cd che comprende gli album “Music For This Swingin’ Age” di Bill Hitz e “Easy Jazz On A Fish Beat Bass” di Greig McRitchie entrambi editi nel 1956 e registrati ad Hollywood.

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June Tabor An Introduction ToEsaustiva raccolta di 15 brani presi dal catalogo Topic. Una splendida introduzione al magico mondo di June Tabor che copre un vasto periodo che va dal 1976 al 2011. “La grande voce della musica popolare inglese”. CD

Anne Briggs An Introduction To Altra esaustiva raccolta di 15 brani per questa folk singer inglese. I brani fanno parte degli album degli anni ’60 e ’70 e comprendono anche le collaborazioni con Bert Lloyd, Ewan McColl e Frankie Armstrong. CDF

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Rene UrtregerEarly TriosRegistrazioni a Parigi all’Apollo Theatre nel 1954, al Pathe-Magellan 1955 e 1957. Feat. Benoit Quersin, Jean-louis Viale, Paul Rovere e Al Levitt.

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Hubert Foland his Be-Bop Ministrels2 Cd mono 24 BIT. Varie registrazioni e varie formazioni a Parigi nel 1947 - 1948 - 1949 - 1950 - 1954 - 1956. Feat. Dick Collins, Alan Jeffreys, Renè Urtreger, Andre Persiany, Bernard Peiffer, Kenny Clark, Nat Peck

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Sam Trippe&Bob Rogers

West Coast Series(JAZZ SWING ORCHESTRA)

Due LP in un CD che comprende “Explosion!” di Sam Trippe edito nel 1959, e “All That And This Too” di Bob Rogers edito nel 1961 entrambi registrati ad Hollywood.

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Richie HavensSomething Else Again

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Little FeatLive at Neon Park

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About AphroditeMembran Music + Polaris

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Los Super SevenLos Super Seven + Canto

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David AcklesFive & Dime

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Lonnie MackRoadhouses and Dance Halls

The Edwin Hawkins Singers

The Buddah Collection

The Great SocietyLive at the Matrix 1966

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Nuovo album per il duo Tedesco che segue la grande tradizione del “krautrock”, mesolando melodie ed improvvisazioni ipnotiche con atomosfere delicate e paesaggi sonori cinematografici. Gilda Razani ai saxs e Hans Wanning al pianoforte e sintetizzatore, gli About Aphrodite ti portano in un viaggio sonoro euforico ed energico, ispirato alla grande sinfonia del mondo. Il duo ha anche composto e prodotto numerose colonne sonore per la WDR (West German Broadcasting Cologne).

Finalmente vengono ristampati I primi due album di questo supergruppo prevalentemnente latino Americano. Il primo album del 1998 con un cast stellare: Joe Ely, Freddy Fender, David Hidalgo, Flaco Jimenez, Cesar Rosas e molti altri, il secondo nel 2001 con Susana Baca, David Hidalgo, raul Malo, Cesar Rosas, Caetano Veloso, Steve berlin. Finalmente tornano disponibili.

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Jim & JesseDiesel on my Tail

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Flaco JimenezFlaco Jimenez / Bueno Suerte, Senorita

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Pure Prairire LeagueFirin’ Up

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New Riders of the Purple SageThe Best Of

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Barefoot JerryWatchin’ TV + You Can‘t Get Off

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OutlawsLady in Waiting

Sweetheartsof the Rodeo

Sweethearts of the Rodeo + One Time, One Night

Buster PoindexterBuster Poindexter

+ Buster Goes Bersek

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Paul Kantner & Grace Slick

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L’album d’esordio del senegalese Cheikh Lô, ormai assurto allo status di classico, esce finalmente in vinile da 180g, con booklet a colori di 16 pagine. Prodotto a Dakar da Youssou N’Dour e uscito nel 1995, a oltre vent’anni di distanza è stato rimasterizzato per la prima volta dal leggendario mixaggio della cassetta originale, a lungo perduto. Il disco propone l’inconfondibile mix di Cheikh Lô di stili africani (soprattutto Mande, Wolof e congolese), venato della musica cubana tanto popolare durante la gioventù dell’artista. Una musica che scaturisce dalla devozione islamica senegalese, registrata dal vivo con musicisti in grado di comprenderla (i migliori del Senegal, tra cui membri della band Super Etoile di Youssou N’Dour) e mixata in appena 9 giorni, per ottenere la freschezza di un live.

Cheikh Ndiguël LôNé La Thiass

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Nel 1997 il grande cantante e chitarrista maliano, padre del desert blues, è temporaneamente tornato in attività per un’elettrizzante performance live al festival francese di Angouleme. Da quell’esperienza è nato l’album “The Source”, ora disponibile in edizione speciale in vinile da 180g con booklet a colori da 28 pagine e una traccia aggiuntiva. Vi ritroviamo il tipico sound della chitarra acustica ed elettrica di Touré (e del suo violino njarka), che esegue alcune delle sue composizioni più amate con gli Asco. La band, con il vocalist Afel Bocoum e i vocalist e percussionisti Hamma Sankare (calabash) e Oumar Touré (conga), si eleva dallo status di gruppo tradizionale maliano: dalla lentezza di un blues incandescente (con l’ospite Taj Mahal) a un funk acustico alla James Brown, fino a intimi inni d’amore.

Ali Farka TouréThe Source (Special Edition)

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Edito nel 2001, era il debutto dello straordinario Orlando “Cachaito” Lopez, universalmente riconosciuto come il bassista di Cuba per eccellenza. Maestro del “groove”, battito del cuore di tutti i progetti legati a BVSC, Cachaito si cimenta in un progetto che si allontana dal nostalgico sound della serie in questione per guardare avanti, trovare nuovi approcci ritmici e strumentali, in poche parole guardare verso i “nuovi suoni”. Feat. Miguel “Anga” Diaz, congas, Amadito Valdes, timbales, Carlito Gonzalez, bongos, Manuel Galvan (dalla band doo woop cubana Los Zafiros), chitarra, Demetrio Muniz, arrangiamenti, Bigga Morrison, ‘Polo’ Tamayo, flauto, Jimmy Jenks, sax, Jesus “Aguaje” Ramos, trombone, Ibrahim Ferrer, Juan De Marco Gonzalez, + ospiti internazionali: Hugh Masekela Flelhorn, Pee Wee Ellis, sax tenore, e il tocco di DJ Dee Nasty (leggendario pioniere Hip Hop).

Orlando “Cachaito” LopezCachaito

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Edizione in vinile 180 gr. “Sospiri Sospesi” è un disco unico perché ha l’ardire di unire i tre strumenti principali della famiglia delle ance libere: la fisarmonica, l’armonica e il bandoneon. E ancora di più perché i tre matti di questo inusuale trio sono degli assoluti fuoriclasse del loro strumento: Gianni Coscia (fisarmonica), Max De Aloe (armonica cromatica) e Daniele Di Bonaventura (bandoneon). Tre artisti, il termini di semplice strumentisti sembra essere riduttivo in questo caso, nella loro maturità espressiva e compositiva che si sono messi insieme un po’ per gioco, un po’ per sfida, per omaggiare quel suono caldo e vellutato dei loro strumenti ad ancia libera. In “Sospiri Sospesi” si trovano brani originali scritti dai tre ma anche omaggi alla musica popolare del Sud America, tra tango e candombe, e della stessa nostra penisola. Il tutto rimescolato e riarrangiato tra gioco, follia e autenticità con la partecipazione in tre brani della meravigliosa voce di Manuela Loddo.

Coscia, De Aloe, Di Bonaventura trioSospiri Sospesi

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LP o CD

LP o CD

LP o CD

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Edizione in vinile 180 gr. per il nuovo attesissimo album di Kekko Fornarelli, “perla nera” del jazz italiano ed artista che, con il suo stile unico e sempre più inconfondibile, ha saputo conquistare, negli ultimi anni, pubblico e critica di mezzo mondo. Un lavoro molto intenso, fuori dagli schemi. Un’idea visionaria al di là dei generi, al di là della forma, al di là della musica stessa ma fedele all’animo intenso di Kekko e alla sua vocazione innata nell’esprimerlo e comunicarlo. Un disco incredibilmente personale ed introspettivo, che grazie alla genialità del moto armonico di Kekko riesce a toccare il cuore e ad infuocare il corpo, spesso nello stesso momento. Uno stile accattivante dalle radici classiche, con influenze che spaziano dal rock, al pop al trip-hop e al gospel pur restando intimamente legato alla libertà espressiva tipica del jazz. “Abaton” è il numero primo della neonata etichetta ESKAPE, ma é anche “capofila” di una nuova corrente estetica nel panorama musicale italiano ed internazionale: il New Crossover Jazz. Feat. Kekko Fornarelli (piano, Synthetizers), Federico Pecoraro (electric bass), Dario Congedo (drums) e in due brani Leo Gadaleta (strings).

Kekko Fornarelli Abaton

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Ray Bryan TrioPiano, Piano, PianoRistampa 180 gr. dell’album edito del 1957 e registrato al Van Gelder Studios, New Jersey. Originariamente uscito per la New Jazz records. Ad accompagnare questo formidabile pianista troviamo Ike Isaac al basso e Specs Wright alla batteria.

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Paul Horn QuintetSomething BlueRistampa dell’album HIFI Jazz records del 1959 registrato a Los Angeles. In compagnia di Paul Horn (flute, clarinet e alto sax) troviamo Emil Richards al vibrafono, Paul Moer al piano, Jimmy Bond al basso e Billy Higgins alla batteria.

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Lenny McBrowneAnd The 4 SoulsRistampa dell’album del 1960 registrato a Los Angeles. Feat. Donald Sleet (trumpet), Daniel Jackson (alto sax), Terry Trotter (piano) e Herbie Lewis (drums).

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George Russell 6tetEzz-TheticsRistampa dell’album del 1961 registrato a New York. Feat. Don Ellis (trumpet), Dave Baker (trombone), Eric Dolphy (saxs), George Russell (piano), Stephen Swallow (bass) e Joe Hunt (drums).

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MJT +3Same

Ristampa dell’album del 1960 registrato a Chicago. Feat. Willie Thomas (trumpet), Frank Strozier (alto sax), Harold Mabern (piano), Bob

Cranshaw (bass) e Walter Perkins (drums).

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Bud ShankPlays Tenor

PLAYS TENOR Ristampa dell’album del 1957 su Pacific e registrato a Los Angeles. In compagnia di questo tenor sax troviamo: Claude Williamson al

piano, Don Prell al basso e Chuck Flores alla batteria.

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ZErnie Henry Quartet

Seven Standards and a Blue Ristampa dell’album del 1957 registrato a New York. Feat. Ernie Henry (alto

sax), Wynton Kelly (piano), Wilbur Ware (bass) e Philly Joe Jones (drums).

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Joe Harriott QuintetFree Form

Ristampa dell’album del 1960 registrato a Londra. Feat. Shake Kean (trumpet), Joe Harriott (alto sax), Pat Smythe (piano), Coleridge Goode

(bass) e Phil Seamen (drums). JAZ

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Ramsey LewisFunky Serenity / Golden Hits / Solar Wind / Sun Goddes

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Charlie McCoyThe Real McCoy / Charlie McCoy / Good Time Charlie / The Fastest Harp in the South

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Jim ReevesMy Friend / Missing You / Am I That Easy to forget / I’d Fight the World

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Randy MeisnerOne More Song / Randy Meisner

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Arthur BlytheDa-Da / Basic Blythe

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Gary WrightThe Dream Weaver / The Light of Smiles / Touch and Gone Headin’

Home

Antonio Carlos Jobim

Tide / Stone Flower

Wendy WaldmanLove Has Got Me / Gypsy

Symphony / Wendy Waldman

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Andy WilliamsAndy Williams Show / Love Story

/ A Song for You / Alone Again CO

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Narada Michael Walden

Looking at You, Looking at Me / The Nature of Things / Divine Emotion R

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Gordon LightfootEast of Midnight / Waiting For You / A Painter Passing Through

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Dr. JohnRemedies / Desitively Bonnaroo

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Ramsey LewisLegacy / Ramsey / Live at the Savoy / Chance Encounter

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Johnny RiversNot a Through Street

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The RoutersLet’s Go / Play 1936’s Instrumental Hits / Charge! / Play Chuck Berry Song Book

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Billy CobhamMagic / Alivemutherfoya

Gene PageHot City / Lovelock!

STYXCaught in the Act (live)

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Steve KhanPublic Access / Headline /

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ROY BUCHANANLIVE AT TOWN HALL 1974