official made in italy magazine - may 2015

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Moda e tecnologia - Cutecircuit Fashion & technology - Cutecircuit Art & Design Fashion Food & Wine Travel official N°1, may 2015 5,00 € www.officialmadeinitaly.it Carlo Colombo racconta il design Carlo Colombo narrates design EXPO, vetrina del cibo italiano EXPO, showcase of italian food Wine lovers in viaggio - Veneto Wine lovers on tour - Veneto Special Expo 2015 Si comincia! So it begins! POSTE ITALIANE SPA - SPED. IN ABB. POSTALE - 70% - LO/MI

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Fashion, Luxury, Art & Design, Food & Wine, Sport, Travel, Expo 2015, Made in Italy

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Moda e tecnologia - CutecircuitFashion & technology - Cutecircuit

Art & DesignFashion Food & Wine Travel

officialN°1, may 2015 5,00 €www.officialmadeinitaly.it

Carlo Colombo racconta il designCarlo Colombo narrates design

EXPO, vetrina del cibo italianoEXPO, showcase of italian food

Wine lovers in viaggio - VenetoWine lovers on tour - Veneto

Special Expo 2015 Si comincia!So it begins!

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Piquadro Official MadeInItaly Maggio 210x285 Trolley Coleos.indd 1 18/05/15 12:05

OFFICIAL MADE IN ITALY

Pensando a come raccontarci e presentare Official Made in Italy, mi sono subito venute in mente le pa-role di Albert Einstein sul significato della Crisi. ‹‹Non pretendiamo che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose…È nella crisi che sor-ge l’inventiva, le scoperte e le gran-di strategie…Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi, inibisce il proprio talento e dà più valore ai pro-blemi che alle soluzioni. La vera crisi è l’incompetenza…››. E ancora… ‹‹Il più grande inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita ai propri pro-blemi… Senza crisi non ci sono sfide…

È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze…››.

Già… Cambiamento, inventiva, quell’inventiva tutta italiana. Sfide, quelle che ogni giorno gli uomini e le donne di questo Paese affrontano e nonostante tutto, nonostante il peg-gio che sembra non avere mai fine, ci permettiamo di dire che è ancora un paese molto fortunato e poi… Il talen-to, che non appartiene solo a chi fini-sce sulle pagine dei giornali, ma è il meglio di noi, quel meglio che troppo spesso ci dimentichiamo di avere e invece tocca proprio a noi scoprirlo e tirarlo fuori…

Antonella AntonelloGiornalista

Giovanni De FaveriGiornalista

Raffaella TarantolaRedazione

Elena IannoneGiornalista

Donatella ManciniGrafica

Francesco VioliRedazione

EditorialA cura di

Lilli Moggio

/ 3

Federico GiustiGiornalista

Luca GaverinaDirettore Artistico

Alessandro VioliDirettore Editoriale

Progetti, talento e sacrifici…Inventiva e creatività del genio italiano.

Sosteniamo le idee dei giovani e conosciamo il meglio del nostro Paese!

Lilli MoggioDirettore Responsabile

Pietro UngariCommercial Advisor

Paolo DondossolaGiornalista

Antonia SaccoLegal Advisor

Fabrizio De MarcoRedazione

Antonio CataldoRedazione

Projects, talent and sacrifice... Inventive-ness and creativity of the Italian geniusWe support the ideas of young people and let’s know the bestof our country!

Domenico NovellaManager Sport & Tourism

Filippo GalliAdvertising Manager

Eleonora MonzaniCollaboratrice

OFFICIAL MADE IN ITALY4 / OMI 1 - may 2015

EditorialWritten by

Lilli Moggio

Parole sagge e più che mai attua-li quelle del genio tedesco…In queste parole c’è molto dello spirito che ani-ma noi di Official Made in Italy…E così un giovane editore e un gruppo di professionisti hanno accolto la sfi-da di raccontare il meglio della nostra Italia, quel Made in Italy tanto imitato e abusato ma che quando conosci re-almente comprendi perché così esclu-sivo, perché così geniale…

Proveremo a raccontarvi la sto-ria dei nostri imprenditori, di volti e nomi non sempre conosciuti dal gran-de pubblico, ma che rendono onore al nostro Paese e poi vi parleremo delle nostre eccellenze, Moda, Food, Arte e Design e Viaggi tra le meraviglie e le curiosità di questa Italia ancora tanto da scoprire…E in clima di Expo dedicheremo al grande evento tanto spazio nel nostro mensile… Abbiamo deciso di inau-gurare la sezione del primo numero dedicandola alle donne - le donne imprenditrici che con la loro creativi-tà animano e colorano di speranza la nostra terra decidendovi di rimane-re - ma anche alle startup, sempre di più nel nostro Paese, simbolo di chi ha una gran voglia di fare e non fermarsi. Proprio come i giovani determinati e fiduciosi del progetto di Official Made in Italy, che è molto più di un progetto editoriale e come direbbe Einstein non si lasciano avvolgere ‹‹…dalla pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita ai propri problemi››.

E prima di lasciarvi scoprire che cosa abbiamo preparato per voi in questo primo numero, permettetemi di ringraziare Alessandro e Francesco Violi che mi hanno coinvolta nel pro-getto e i collaboratori della redazione, dalla segreteria di redazione ai grafici, da chi si occupa della ricerca di im-magini alla traduzione dei testi fino ai colleghi giornalisti autori dei servizi,

tutti hanno risposto con entusiasmo e curiosità alla chiamata di Official Made in Italy, anche loro espressione di eccellenza tutta italiana.

E allora girate pagina, buona let-tura a tutti e benvenuto Official Made in Italy!

Thinking about how to tell and pre-sent Official Made in Italy, immediately cames to my mind the words of Al-bert Einstein on the significance of the crisis. «We have not to pretend that things will change, if we keep doing the same things… It is in crisis that ri-ses the creativity, the discoveries and the great strategies… Who gives to the crisis its failures and difficulties, inhi-bits his own talent and gives more va-lue to the problems than to solutions. The real crisis is the incompetence…». And yet… «The greatest inconvenience of people and nations is the laziness in finding solutions and ways out of their own problems. ... Without crisis the-re are no challenges ... Is in crisis that emerges the best of each one, because without crisis all the winds are just li-ght breezes…».

Yeah… Change, inventiveness, that inventiveness all Italian. Challenges, ones that every day men and wo-men of this country face and despite everything, despite the worst that ne-ver seems to end, we would like to say that it is still a very lucky country, and then… The talent that does not belong only to those who end up in the new-spapers, but it’s the best of us, the best that too often we forget to have and instead it’s up to us to discover and get it out…

Wise words and more than ever currents those of the German genius…In these words there is a lot of the spi-rit that animates us of Official Made in Italy…

And so a young publisher and a group of professionals have accepted the challenge of telling the best of our Italy, that Made in Italy so much imitated and abused but when you really know it, you realize why it’s so unique, why so brilliant…

We’ll try to tell you the story of our entrepreneurs, faces and names not always known to the mass, but that honor our Country and then we will speak of our excellence, Fashion, Food, Art and Design and Travel through the wonders and curiosities of this Italy still much to discover...And in an atmosphere of Expo we will dedicate much space to the big event in our monthly… We decided to inau-gurate the section of the first issue de-dicating it to women - women entre-preneurs who, through their creativity animate and color of hope our country deciding to stay - but also startups, more and more in our country, a sym-bol of those who have a great desire to do and not to stop. Just like the young talents determined and confident in the project Official Made in Italy, whi-ch is much more of a publishing project and as Einstein would say do not let themselves wrap… «by laziness in fin-ding solutions and ways out of their problems».

Before I leave you to find out what we have prepared for you in this first issue, let me thank Alessandro and Francesco Violi that involved me in this project and the collaborators, from Editorial team to designers, from those involved in the search of images and translation texts to the journalists, authors of the services, all responded with enthusiasm and curiosity to the call of Official Made in Italy, even them expression of Italian excellence.

So turn the page, good reading to everyone and welcome Official Made in Italy!

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official

Fashion

10Abiti interattivi eaccessori socialInteractive clothes and social accessories

16Trends Donna SS 2015Trends Woman SS 2015

20Trends Uomo SS 2015Trends Man SS 2015

Arte & Design

26Carlo Colombo: tutti pazzi per il designCarlo Colombo: Everyone crazy for design

28Il Fascino dell'Italia raccontato da sguardi stranieriThe charm of Italy told by foreign gazes

Special EXPO

32EXPO 2015: Milano apre le sue porteExpo 2015: Milan opens its doors

36Parla italiano la prima carta di latte al mondoSpeaks Italian the first milk-made paper in the world

40Un progetto FICO per il dopo EXPOProject FICO for after EXPO

Food & Wine

44Due Amiche Pugliesi e la community per chi mangia "differente"Two friends from Puglia and the community for for those who eat“different”

48Le filiere del cibo italiano in mostra ad EXPOThe chains of Italian food on display at Expo

Travel

52Minivacanza: i gustosi wine tours Veneti tra arte, bellezza e castelliShort break: tasty wine tours in Veneto between art, beauty and castles

56In viaggio attraverso l'Italia. In biciclettaTraveling through Italy. By bicycle

60Pantelleria: meravi-gliosa perla al centro del mediterraneoPantelleria, wonderful pearl in the center of the Mediterranean Sea

N°1 - may 2015 www.officialmadeinitaly.it

OFFICIAL MADE IN ITALY6 / OMI 1 - may 2015

officialN°1 - may 2015 www.officialmadeinitaly.it

NUMERO 1 – ANNO IMAGGIO 2015

EDITOREO.M.I. – OFFICIAL MADE IN ITALY SRL

Sede legale: via della Moscova 39, 20121 MilanoSede operativa: via Adele Martignoni 25, 20124 Milano

DIREZIONE EDITORIALEAlessandro Violi

[email protected]

DIRETTORE RESPONSABILELilli Moggio

REDAZIONEFrancesco Violi, Fabrizio de Marco, Antonio Cataldo, Raffaella Tarantola

DIREZIONE E REDAZIONE MILANOVia Adele Martignoni 25, 20124 Milano

Tel. 02 6997 211

MANAGER SPORT & TOURISMDomenico Novella (cell. +44 7788255361)

[email protected]

DIRETTORE ARTISTICOLuca Gaverina

GRAFICALuca Gaverina, Donatella Mancini

HANNO COLLABORATO/THANK YOU:Antonella Antonello, Giovanni De Faveri, Paolo Dondossola, Federico Giusti, Elena Iannone, Antonia Sacco, Pietro Ungari, Eleonora Monzani.

PUBBLICITÀFilippo Galli (cell. +39 3471553010) [email protected]

[email protected]

FOTO/ILLUSTRAZIONICAAB, Federalimentare, Fiere di Parma, Susanna Bonati, Cucina Mancina, Cutecircuit, Carlo Colombo Architect, Skira, Luca Gaverina.

INTERNETwww.officialmadeinitaly.it

LOGISTICA EDITORIALESTAFF S.R.L.

Via G.B. Bodoni 24, 20090 Buccinasco (MI)Tel. 02 45702433 [email protected]

STAMPACPZ SPA

Via Landri 37, 24060 Costa di Mezzate (BG)

REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI MILANONumero 30 del 09/02/2015

ABBONAMENTIwww.officialmadeinitaly.it/abbonamenti ; [email protected]

Tariffe: Italia - 11 numeri 40€; Estero – 11 numeri 99€

OFFICIAL MADE IN ITALY8 / OMI 1 - may 2015

Cambiare colore a una gonna con un click. Modificare la fantasia del vestito di un’amica dal proprio smartphone. Gli abiti che porta in passerella Cute-circuit rappresentano il connubio fra moda e tecnologia, un esempio riusci-to di innovazione e ricerca al servizio dell’alta moda. Fra le trame dei tessuti pregiati sono stati inseriti i Led, piccoli punti luminosi che vanno a comporre immagini e fantasie. Possono essere controllati attraverso un App diretta-mente dal telefonino. Si può cambiare motivo, ritmo e colore, per indossare ogni volta un abito nuovo, che sicura-mente non passa inosservato.

È questa l’idea che è diventata business per l’italiana Francesca Ro-sella e l’americano Ryan Genz. Lei ha un passato da stilista, un esordio tra le fila della maison di Valentino. Poi, a un tratto, un’altra strada e un’altra passione. S’iscrive all’Interaction De-sign Institute di Ivrea, che nei 5 anni di attività è stata un’esperienza di eccellenza italiana, e ha visto nasce-re molte fra le novità più interessanti nel panorama tecnologico mondiale. In questo micro universo cosmopoli-ta, dove sono concentrate alcune fra le menti più brillanti del mondo, Fran-cesca incontra Ryan. Era il 2001: «Ab-biamo lavorato con i tipi di tecnologia che non esistevano ancora» racconta lui, ripensando a quell’esperienza. Ryan Genz ha studiato arte e antro-pologia negli Stati Uniti, ma è anche specializzato in grafiche animate ed è un valido programmatore.

L’intuizione non si fa attendere: «Film, tecnologia, medicina, negli ul-timi 100 anni sono stati travolti tutti da grandi rivoluzioni, ma la moda no, ed era proprio arrivato il momento». Detto fatto: nel 2004, da un’ex stilista di Valentino, un giovane artista pro-grammatore e una scuola di eccellen-za tutta italiana nasce a Londra Cute-circuit.

La loro invenzione è la tecnologia indossabile, hanno fatto della moda una nuova forma di comunicazio-ne, veloce, social. E non solo: hanno puntato sulla qualità, sulla produzione di lusso. I loro abiti sono delle vere e proprie creazioni haute couture e sono realizzate interamente in Italia, pro-prio perché le loro collezioni hanno avuto da subito l’ambizione di com-petere con le storiche realtà dell’alta moda mondiale.

Passano 10 anni e la loro fama di-venta virale: gli U2, Katy Perry, Bob Sinclair sono solo alcuni degli affe-zionati clienti che nelle loro perfor-mance scelgono di sfoggiare gli abiti della Maison. Insieme alla fama au-menta anche la fantasia. Nasce il Ga-laxy Dress: un abito e un vero e pro-prio schermo, composto da oltre 24 mila Led. Un pezzo così originale che si trova in esposizione permanente al Museo della Scienza e dell’Industria di Chicago.

Un elegante abito lungo, con metri e metri di chiffon cangiante francese, impreziosito da oltre 2000 elemen-ti Swarovski triangolari a creare un

Abiti interattivi e accessori social

Interactive clothes and social accessoriesThe story of fashion designers who’ve had an idea and have revolutionized the world of high fashion

La storia degli stilisti che hanno avuto un’idea e hanno rivoluzionato il mondo dell’alta moda

OFFICIAL MADE IN ITALY10 / OMI 1 - may 2015

Eiza Dress di Cutecircuit, dalla collezione Haute Couture Pink & Black Collection /Cutecircuit’s Eiza Dress, from the Haute Couture Collection Pink & Black Collection

motivo decorativo tagliente e raffina-to intorno alla scollatura e schiena, è il primo Twitter Dress, un abito nero così speciale che entra dritto dritto nella storia della moda. A indossar-lo per la prima volta nel 2012 è stata Nicole Scherzinger, cantante e attrice americana. Si poteva interagire con il suo abito grazie a un hashtag, e così, mentre lei era sul tappeto rosso in diretta, la sua gonna trasmetteva in tempo reale i tweet dei suoi fan.

E quando le idee funzionano i rico-noscimenti arrivano da tutte le parti: il Time Magazine li ha premiati per la migliore invenzione dell’anno 2006: la Hug Shirt, una maglia interattiva che permette di abbracciare virtualmente una persona lontana. Se ci fossero an-cora dubbi, Francesca Rosella direbbe che: «Creare abiti interattivi dimostra quanto la tecnologia e i social me-

dia non allontanino le persone, anzi, riescano ad avvicinarle e metterle in contatto. Fino a abbracciare amici di-stanti, con un semplice click.»

Change the color of a skirt with a click. Change the fancy dress of a friend from your own smartphone. The clothes on the catwalk that leads CuteCircuit represent the marriage of fashion and technology, a successful example of innovation and research at the service of high fashion. Among the textures of fabrics have been incorpo-rated LEDs, small bright dots that make up images and fantasies. They can be controlled through an app directly from the phone. You can change pattern, rhythm and color, to wear every time a new dress, which certainly does not

go unnoticed.This is the idea that has become bu-

siness for the Italian Francesca Rosella and the American Ryan Genz . She has a past as a stylist, a debut in the ranks of the fashion house of Valentino. Then, suddenly, another path and another passion. He enrolled at the Interaction Design Institute in Ivrea, that in five years of activity was an experience of Italian excellence and was the bir-thplace of many of the most interesting innovations in the global technology landscape. In this micro cosmopolitan universe, where are concentrated some of the brightest minds in the world, Francesca meets Ryan. It was 2001: Thinking back to that experience he says: «We have worked with types of technology that didn’t exist yet». Ryan Genz studied art and anthropology in the United States, but he’s also spe-

OFFICIAL MADE IN ITALY12 / OMI 1 - may 2015

Il Gran Finale della New York Fashion Week Autumn/Winter 2014 / The Gran Finale of the New York Fashion Week AW 2014

cializes in animated graphics and is a valuable programmer.

Intuition does not hesitate: «Film, technology, medicine, the last 100 ye-ars have been overwhelmed by all the great revolutions, but not the Fashion, and it was high time.» Said and done: in 2004, by a former Valentino’s fashion designer, a young artist and program-mer and a school of Italian excellence was born in London CuteCircuit.

Their invention is wearable te-chnology, they made Fashion a new form of communication, fast and so-cial. And more than that they’ve focu-sed on quality and on the production of luxury. Their clothes are real haute couture creations and are made enti-rely in Italy, precisely because their collections have suffered from the am-bition to compete with the historical reality of the high fashion world.

10 years pass and their reputation becomes viral: U2, Katy Perry, Bob Sinclair are just some of the loyal cu-stomers that choose to show off the clothes of the Maison in their perfor-mances . Along with fame also crea-tivity increases . The Galaxy Dress was born, a dress and a real screen, com-posed of over 24,000 LEDs. A piece so original that is on permanent display at the Museum of Science and Industry in Chicago.

An elegant long dress, with meters and meters of French shimmering chif-fon, embellished with over 2000 Swa-rovski triangular elements to create a sharp and refined motif around neck and back, is the first Twitter Dress, a black dress so special that comes strai-ght in the history of fashion. To wear it for the first time in 2012 was Nico-le Scherzinger, American singer and

actress. People could interact with her dress with an hashtag, and while she was on the red carpet live, her skirt transmitted in real time her fans twe-ets.

And when the ideas run the accola-des come from all sides: Time magazine has rewarded them for the best inven-tion of the year 2006: The Hug Shirt, an interactive shirt that allows to embrace virtually a distant person. If there were any doubts, Francesca Rosella would say: «Create interactive outfits shows how technology and social media don’t turn away people, in fact, they are able to approach them and get them in tou-ch. Up to embrace distant friends, with a simple click.»

OFFICIAL MADE IN ITALY FASHION / 13

Scarpe dalla collezione A/W15 e il Galaxy Dress, un abito composto da oltre 24 mila LED /Shoes from A/W15 collection and Galaxy Dress, made with more than 24.000 LEDs

www.monicaalbanese.com

OFFICIAL MADE IN ITALY16 / OMI 1 - may 2015

MARNIAbito in cady di cotone

EUR 900,00

ERMANNO SCERVINOBorsa a mano in nappa

EUR 1220,00

SANTONISandalo con frangia

EUR 430,00

EMPORIO ARMANI Orologio swiss made quarzo

EUR 1150,00

TOD’SOcchiali da solecon lenti colorate

EUR 290,00

TrendsSpring/Summer 2015Woman

MARNICollana in strass

EUR 395,00

OFFICIAL MADE IN ITALY FASHION / 17

EMPORIO ARMANIOcchiale da sole in acetato e metallo

EUR 150,00

EMPORIO ARMANIT-shirt in jersey laminato

EUR 160,00

MARNICamicia manica lunga di

sfilata in toile di seta e cotone EUR 980,00

SALVATORE FERRAGAMOGonna in nappa

EUR 3000,00

SALVATORE FERRAGAMOZeppe “malika” in pelle 80mm

EUR 895,00

EMPORIO ARMANIOrologio swiss made quarzo

EUR 695,00

OFFICIAL MADE IN ITALY18 / OMI 1 - may 2015

GIORGIO ARMANI Tote Borgonuovo bag mini

EUR 850,00

MARNI Top in voile di cotone

EUR 440,00

PRADA Occhiali da sole in acetato

EUR 465,00

VALENTINOBermuda in denim bicolore

EUR 590,00

GIORGIO ARMANI Allacciata di sfilata in seta e nappa

EUR 495,00

OFFICIAL MADE IN ITALY FASHION / 19

AQUAZZURRA FIRENZE Sandalo ‘Linda’

EUR 858,37

DOLCE & GABBANAOcchiale da sole in acetato

n.d.

GUCCIBracciale horsebitin oro giallo 18 kt

EUR 4750,00

VALENTINOCasacca in guipure arabesque

EUR 2490,00

MARNI Suede shoulder bag

EUR 920,00

OFFICIAL MADE IN ITALY20 / OMI 1 - may 2015

TrendsSpring/Summer 2015Man

PIQUADROBorsone week end fatto a mano

EUR 780,00

FAY Polo in cotone con cuciture inside out

EUR 180,00

MAKI SUNGLASSESMaki Torino blue

EUR 129,00

ARMANI COLLEZIONIGiacca slim fit in cotone

line effetto denimEUR 575,00

GUCCIPantalone cavallerizzo in cotone leggero

EUR 420,00

LOCMAN ITALY Montecristo acciaio/titanio crono

EUR 1380,00

TOD’SGommino mocassino in nabuk

EUR 370,00

OFFICIAL MADE IN ITALY FASHION / 21

ARMANI COLLEZIONIGiacca slim fit in lino chevron

EUR 590,00

MAKI SUNGLASSESLemure Havrd

EUR 99,00

THE BRIDGEBorsa lavoro in pelle

EUR 663,00

FAYCamicia a maniche lunghe in lino

EUR 170,00

ARMANI COLLEZIONIPantalone slim fit in stretch gabardine

EUR 245,00

VERSACEV-Metal Icon Oro

EUR 1210,00

PRADASneaker allacciata derby in tessuto tecnico

EUR 430,00

OFFICIAL MADE IN ITALY22 / OMI 1 - may 2015

FAYCamicia a maniche lunghe in cotone

EUR 130,00

EMPORIO ARMANIAbito monopetto in lana stretch

EUR 990,00

GUCCIOrologio collezione g-timeless con diamanti

EUR 1045,00

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EUR 130,00

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ERMANNO SCERVINOCintura in pelle nera

EUR 130,00

TRUSSARDIProfumo uomo Black Extreme

EUR 85,00

OFFICIAL MADE IN ITALY FASHION / 23

JUST CAVALLISneakers in pelle e suola di gomma

EUR 240,00

ETROPochette quadrata in seta

EUR 70,00

GUCCIOrologio in acciaio inossidabile collezione G-timeless

EUR 785,00

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EUR 180,00

BRUNELLO CUCINELLICintura in kudu con passante

EUR 340,00

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EUR 870,00

HARMONT & BLAINECamicia in cotone bianco

EUR 110,00

OFFICIAL MADE IN ITALY24 / OMI 0 - may 2015

http://www.marcoedavide.com

Carlo Colombo: tutti pazzi per il designViaggio dietro le quinte del successo italiano nel mondo insiemeal grande architetto e designer italiano di fama internazionale.

Elegante, discreto e meticoloso. Carlo Colombo è una delle più gran-di firme del made in Italy. Architetto, designer, ha collezionato negli anni centinaia di collaborazioni con i mag-giori marchi italiani. Famoso in tutto il mondo ha vinto decine di premi, ottenendo un grande successo per la sua incredibile versatilità: da comple-menti d’arredo ai grattacieli di Dubai, Colombo è esigente e nutre profondo rispetto per la sua professione, che si tratti di palazzi o delle maniglie delle porte.

Il mondo del design, d’altronde, è in continuo cambiamento: «Evolve, e secondo me è un bene – ci racconta – paradossalmente è anche merito della crisi. L’assenza di budget ha tagliato

i rami secchi, perché non c’erano più soldi per concentrarsi su progetti ef-fimeri. Sono rimasti i prodotti puri».

Le aziende, soprattutto quelle ita-liane, hanno capito che l’aspetto su cui bisognava puntare per rimanere a galla era l’eccellenza. Punto e stop. Hanno affinato la ricerca, e hanno trionfato quelle creazioni pulite che contraddistinguono lo stile italiano tanto amato nel mondo.

«Qui si parla di amore, arte, cultura. Lo stile italiano è il frutto della storia, di secoli di bellezza. Ce l’abbiamo nel DNA, nel sangue. Io rispetto la creati-vità e l’eleganza e soffro quotidiana-mente nel tentativo di dare il meglio. Pensare al profitto, pensare ai soldi, non produce altro che schifezze».

OFFICIAL MADE IN ITALY26 / OMI 1 - may 2015

Meeting with Carlo Colombo: Everyone crazy for designTour behind the scenes of Italian success in the world with the great Italian architect and designer internationally renowned.

Larzia Chairs - Trussardi Design

E c’è dell’altro: oggi il mercato del design non si misura solo in produzio-ni e esportazioni. È diventato un fe-nomeno sociale: programmi tv, eventi come il Fuori Salone di Milano, musei che fanno il pieno di pubblico. «Oggi il design è democratico, ed è una gran cosa. È a disposizione di tutti. Ma va ben oltre: ha letteralmente cambiato la nostra vita. Basti pensare alla Apple, a come certi gesti siano diventati par-te di noi, della nostra quotidianità».

E se la cultura del design si diffon-de allora anche i designers sono de-stinati a essere le nuove star: «Siamo diventati dei brand viventi, soprattut-to all’estero, ad alti livelli i clienti cer-cano espressamente la firma di uno o di un altro, prima invece non contava troppo».

Se il design ci ha rivoluzionato la vita è vero anche il contrario, e cioè che ha raggiunto un ampio consenso

“popolare” proprio perché è stato ca-pace di recepire l’evoluzione del no-stro stile di vita: «La progettazione di un ambiente domestico, ad esempio, è cambiata moltissimo. Non si cer-cano più case definitive. La nostra sta diventando una vita nomade, ci spo-stiamo molto facilmente. E il design si è inevitabilmente adeguato».

Una moda, un fenomeno cultura-le. E questo, soprattutto negli ultimi anni, perché la tecnologia ha fatto passi da gigante, ha permesso incon-tri e scambi che prima sembravano inimmaginabili, anche se non sempre, non per tutti. «Io lavoro a mano, sono ancora legato alla matita, però io ap-partengo a una scuola diversa, che è nata e cresciuta con altri strumenti. Ci pensano i miei collaboratori a tradurre tutto in digitale».

Ma che succederà in futuro? Nes-suno possiede la sfera di cristallo, ma è difficile immaginare che si possa tornare indietro. Sempre di più l’og-getto di design è uno status symbol, e le scuole di aspiranti progettisti fanno il pieno di iscrizioni anno dopo anno.

«Io ricevo un sacco di curricula, ma forse ai giovani designer manca un po’ di senso pratico. Spesso mandano proposte irrealizzabili, poco funzio-

nali. E nel nostro lavoro razionalità e concretezza vengono prima di tutto».

Elegant, discreet and meticulous. Carlo Colombo is one of the biggest names of Made in Italy. Architect, de-signer, has collected over the years hundreds of collaborations with lea-ding Italian brands. Famous all over the world he has won dozens of awards, earning great success for its amazing versatility: from furnishing to the sky-scrapers of Dubai, Colombo is deman-ding and nourishes deep respect for his profession, whether it be buildings or doorknobs.

The world of design, however, is changing: «Evolve, and in my opinion is good - he tells us - paradoxically it is also merit of the crisis. The lack of budget cut dead branches, becau-se there was no more money to focus on ephemeral projects. Remained only pure products».

Companies, especially Italian ones, have realized that the issue on whi-ch you had bet to stay afloat was the excellence. Point and stop. They have refined the research, and triumphed those clean creations which distin-guish the Italian style so loved in the world.

«This is about love, art, culture. The Italian style is the result of history, of centuries of beauty. We have it in the DNA, in the blood. I respect the creati-vity and the elegance and I suffer every

day in an effort to give the best. Think profit, think about the money, produ-ces nothing but junk».

And there’s more: today the design market is measured not only in pro-duction and exports. It has become a social phenomenon: TV shows, events such as the Fuori Salone in Milan, mu-seums that are full of audience. «To-day the design is democratic, and it is a great thing. It is available to all. But it goes much further: it has literally changed our lives. Just think about the Apple, about how certain gestures have become part of us, of our daily lives».

And if the design culture spreads then even the designers are destined to be the new stars: «We have become li-ving brands, especially abroad, at high levels the customers seek expressly the signature of one or another, before instead it did not matter too much».

If the design has revolutionized our life it’s also true that it reached bro-ad consensus “popular” because it has been able to incorporate the evolution of our lifestyle: «designing a home en-vironment, for example, it has changed a lot. People not seeking more perma-nent houses. Our life is becoming no-madic, we move very easily. And the design is inevitably adequate».

A fashion, a cultural phenomenon. And this, especially in recent years, be-cause technology has made great stri-des, allowed meetings and exchanges that previously seemed unimaginable, even if not always, not for everyone.

«I work by hand, I’m still tied to the pencil, but I belong to a different scho-ol, that grew up with other tools. My staff thinks to translate everything in digital».

But what happens in the future? No one has a crystal ball, but it’s hard to imagine that we can go back. More and more the object of design is a status symbol, and schools of aspiring desi-gners make full enrollment year after year. «I receive a lot of resumes, but maybe the young designers lack a little ‘practical sense. Often they send pro-posals unrealistic, impractical. And in our work rationality and practicality come first».

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Un racconto lungo cinque secoli in cui pittori, scultori e fotografi hanno fatto dell’Italia la loro fonte d’ispira-zione e, spesso, la propria casa. Questo è l’ambizioso obiettivo della mostra “Il fascino e il mito dell’Italia dal ‘500 al contemporaneo”. Fra le lussuose sale della Villa Reale di Monza, in quella splendida reggia neoclassica, in mez-zo a così tante opere viene voglia di partire alla scoperta di questo Paese, per scovare i luoghi e i volti che tanti

Il fascino dell’Italia raccontato da sguardi stranieriUna raccolta di opere che artisti europei dedicarono al nostro Paese, in esposizione alla Villa Reale di Monza fino al 6 Settembre

OFFICIAL MADE IN ITALY28 / OMI 1 - may 2015

Gaspar van Wittel - Il Palazzo Ducale di Venezia visto da San Giorgio (1697)

The charm of Italy told by foreign gazesA collection of European pieces of art devoted to our country is now on show at Villa Reale in Monza until September 6th.

artisti hanno reso immortali. A partire dal ‘500 sempre più viag-

giatori, attratti dai reperti di archeo-logia di cui sentivano parlare, accorre-vano da tutta Europa, per apprendere dalle bellezze di un passato comune. Nel ‘700 questa pratica era così diffu-sa che prese il nome di Grand Tour. E così anche gli italiani cominciarono a valorizzare il proprio patrimonio, dopo un lungo letargo che li aveva portati a dimenticare quanto straordinarie fos-sero le testimonianze architettoniche e paesaggistiche che avevano intorno. Quel rinnovato interesse che veniva da lontano contribuì affinché anche gli stessi abitanti vedessero tutto con occhi nuovi.

La locandina della mostra è il Sou-venir d’Italie di Jean-Léon Gérome. Due donne, una giovane e un’anziana e un bambino piccolo, due paesane che il pittore potrebbe aver visto fra il 1844 e il 1845, nell’anno che ha tra-scorso in Italia. È interessante la scelta di quest’immagine, come a dire che il fascino del Paese risiede nelle perso-ne, sia contadini sia grandi personaggi che hanno fatto la storia.

Ma c’è dell’altro. Gérome fu un pittore accademico francese, e si op-pose con fermezza alle spinte impres-sioniste che Manet e Monet avrebbero imposto al mondo. Fu un alto espo-nente dello stile neoclassico, un uomo erudito e rispettato. Mentre i primi impressionisti faticavano a trovare il consenso ufficiale e venivano aperta-mente osteggiati, lui accresceva la sua fama, sia come pittore sia come intel-lettuale, fino a venir eletto membro dell’Istitut de France, ancora oggi la più alta istituzione accademica fran-cese. E perché proprio lui, che si era sempre dedicato a soggetti storici e mitologici, ritraeva due donne, due popolane in abiti tradizionali, cer-tamente prive di qualsiasi connota-to epico? Non c’è una risposta, ma è un’immagine toccante, e non somi-glia granché alle altre opere dell’au-tore. Siamo liberi di pensare che per lui quella semplicità rappresentasse un ideale, così com’era. Uno sguardo nuovo.

La mostra è molto ricca: ci sono oltre 90 opere esposte, per più di 60 enti prestatori fra pubblici e priva-ti. Lo scatto di Candida Höfer che nel 2010 ritrae il Teatro Olimpico di Vi-cenza ne riassume bene il senso: una fotografa tedesca che ha scovato e proposto al grande pubblico gioielli di rara bellezza, proprio come questo te-atro palladiano.

Un genere molto apprezzato anche nei secoli passati era quello dei gran-di paesaggi. La ragione è apparente-mente banale: queste tavole rappre-sentavano per molti l’unica possibilità di guardare e sognare posti incantati e lontani. Ecco perché per un lungo periodo ebbero molto successo le fan-tasiose composizioni ricche di rovine antiche.

Poi accadde che un pittore olan-dese, un tizio di nome Caspar Van Wittel, dipinse nel 1697 una Veduta del bacino di S. Marco a Venezia sugli appunti meticolosissimi di un viaggio veneziano del 1694. La realizzazione di quest’opera esclude ogni improvvi-sazione sul tema e sembra anticipare notevolmente le più celebri vedute del Canaletto. Si potrebbe anche dire che un artista, forse proprio perché prove-niente da lontano, ha avuto la capaci-tà genuina di restituire, per la prima volta, la realtà e la contemporaneità, senza bisogno di aggiungere altro.

Qualche anno prima, nel 1637, uno dei grandi maestri paesaggisti del

‘600, Claude Lorrain, compose il Porto di mare con Villa Medici. Lo sciacquio delle onde sotto la brezza e i gruppi di figure sotto la riva sono dissolti in una poetica visione dal fascio di raggi lu-minosi appena velati dalla bruma.

Secondo il Sandrart: ‹‹Lorrain cer-cava di penetrare il segreto della na-tura con ogni mezzo, stando sdraiato nei campi prima dell’alba e fino a notte fonda per imparare con ogni esattezza a rappresentare l’alba e il tramonto, il dorato cielo mattutino››. Un insieme di vita così irresistibile da colpire cia-scuno dentro di sé. Che sia questo il fascino dell’Italia che è diventato un mito?

The storytelling of a 5 centuries long tradition of painters, sculptors and photographers that have chosen Italy as their source of inspiration and oftentimes as their home. This is the ambitious goal for the exhibition “The charm and the Italian myth since ‘500 until these days”. Throughout the lu-xurious rooms of Villa Reale in Mon-za, a magnificent neoclassical palace, among this number of artworks an itch for travelling and explore this beauti-ful country rises, as to spot the places and faces that have immortalized by so many artists.

Since ‘500, an increasing number of travelers, fascinated by the archaeo-logical findings they had been hearing about, were flocking from all over the Europe in order to learn from the beau-ties of a common past. In the ‘700 this practice became so fashionable that it gained the name of the Grand Tour. Ac-cordingly, Italians began to rebuild on their heritage, after a long hibernation time that had brought them to forget how extraordinary were the archi-tectural and landscape around them. That renewed interest coming from di-stant contributed to the development, even for the locals, of new ways of lo-oking at things.

Interestingly, the exhibition’s po-ster is Jean-Léon Gérome’s Souvenir d’Italie. Two women, a girl, an old lady and a young child, two countrywomen

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Fra le lussuose sale della Villa Reale di Monza, in quella splendida reggia ne-oclassica, in mezzo a così tante opere viene voglia di partire alla scoperta di que-sto Paese, per scovare i luoghi e i volti che tanti artisti hanno reso immortali.

that the painter may have seen betwe-en 1844 and 1845, during the year he had spent in Italy. The choice of this ima-ge is significant, suggesting to a large extent that the charm of this country lies in people, including from humble peasants to great characters who have impacted the history.

Moreover, Gérome was a French academic painter, who had been firmly opposing to the pressures that impres-sionist like Manet and Monet had been trying to convey to the world. Gérome was a senior member of the neoclas-sical style, a cultured and respected man. While the first Impressionist ar-tists struggled to find a shared consen-sus and were openly opposed, he had an increasing fame, both as a painter and as intellectual, earning him the

election as a member of the Istitut de France, the highest academic institu-tion in France up to the present day. Also, why did Gérome, who had always been focusing on historical and mytho-logical subjects, depict two common individuals wearing traditional clothes, lacking of any epical connotation? There is no answer to this question, but a rather moving image highly de-taching from every other creation from this author. It can be easily guessed that, to his eyes, that simplicity sto-od as an ideal in itself. A new angle of sight.

The exhibition is very rich: more than 90 works are on display with more than 60 participants including public and private providers. The shoot of Candida Höfer from 2010, portraying

the Teatro Olimpico in Vicenza, effecti-vely summarizes its sense: a German photographer who has discovered and spread with a large audience jewels of rare beauty, like this Palladian theatre is.

That of landscapes was one of the much appreciated genders in past cen-turies in past centuries. The reason for this is simple: these boards repre-sent the only chance for the majority of people to look at and dream about enchanted exotic faraway places. Also, this is why for a long time the fanci-ful compositions rich in ancient ruins were extremely successful.

Eventually, a Dutch painter, a guy named Caspar Van Wittel, painted in 1697 a beautiful view of the basin of San Marco in Venice that he had been re-cording in his accurate notes of a tra-vel to Venice in 1694. The realization of this artwork leaves no room for impro-visation and it seems to considerably anticipate the highly famous views of Canaletto. One could even say that the artist, just because of his from afar ori-gins, had the genuine ability to depict the reality and the contemporary in it-self, as nobody had done before.

A few years earlier, in 1637, one of the great masters of the ‘600 landscape architects’, Claude Lorrain, had depi-cted The Seaport with the Villa Medici. The lapping of the waves in the breeze and the silhouettes beneath the bank are dissolved in a poetic vision by the light beam slightly veiled in mist.

According to Sandrart: «Lorrain was trying hard to penetrate the secrets of nature, while lying in the fields before sunrise until the whole night, aiming to learn with the best accuracy how to represent the sunrise and sunset, the golden morning sky». A set of life so irresistible to strike everyone in his de-epest self. Is it maybe just this the real charm of Italy, that who has become a myth?

OFFICIAL MADE IN ITALY30 / OMI 1 - may 2015

Claude Lorrain - Porto con Villa Medici (1637)

www.monicaalbanese.com

Sette anni e un mese. Tanto è pas-sato dal 31 marzo del 2008, giorno in cui Milano, bruciata la concorrenza della città turca di Smirne, ottenne dal Bie - il Bureau International des Exposition - l’onore e l’onere di or-ganizzare l’Expo del 2015. Esposizione Universale, che qualora esistesse un ranking dei grandi eventi mondiali, starebbe sul podio, insieme con Olim-piadi e mondiali calcio, nel muovere interessi, soldi, emozioni e masse di visitatori. Oltre 20 milioni sono quelli attesi a Milano, dicono gli organiz-zatori; la realtà è che, a cancelli non ancora aperti, i dati parlavano già di

Expo 2015:Milano apre le sue porteDal 1 Maggio al 31 Ottobre,il viaggio di un’Italia che prova a ripartire

OFFICIAL MADE IN ITALY32 / OMI 1 - may 2015

Expo 2015: Milan opens its doorsFrom May 1 to October 31, the journey of a country which tries to start moving forward

Vietnam, con i suoi fiori di loto, al giardino verticale di Israele, sino alle dune del deserto ricreate dalle architetture ondeggianti del padiglio-ne degli Emirati Arabi. All’interno dei padiglioni, la possibilità di scoprire le diverse tradizioni alimentari ma an-che, va da sé, quella di assaggiare cibo proveniente da ogni parte del mondo.

Fulcro dell’Esposizione nonché tra le poche strutture destinate a restare in piedi anche in un post-Expo ancora

tutto da decifrare, è il Padiglione Italia. Bianchissimo, alto 25 metri, Pa-lazzo Italia cattura sguardi e fotogra-fie con il vertiginoso disegno del suo rivestimento esterno, eco sostenibile ma complicatissimo da realizzare – non a caso è qui che si è accumulata una parte dei ritardi - un incrocio tra un gigantesco albero e il Bird Nest, lo stadio Olimpico visto nel 2008 a Pe-chino.

Expo che, vissuta per anni dai mila-nesi come realtà distante ed effimera, si è concretizzata nel centro di Milano, a 365 giorni dal via, nelle forme, mai del tutto digerite da alcuni in verità, dell’Expo Gate, contemporaneamente segno materiale e portale di ingresso della manifestazione issato davanti al castello Sforzesco. È qui che si trovano tutte le informazioni sulle migliaia di eventi previsti per i sei mesi di Expo, un fitto calendario proposto sotto il nome di Expoincittà. La vita promet-te di farsi ancora più frenetica, in una Milano che negli ultimi cinque anni ha vissuto un profondo rinnovamento urbanistico, le cui più nitide espres-

sioni sono state la riqualificazione dell’antica darsena e l’esplosione dello skyline grazie ai grattacieli sorti nel quartiere di Porta Nuova, e che dovrà ora dovrà dimostrare di essere città efficiente ed accogliente non solo in superficie, ma nel suo respiro quoti-diano. Una dimensione internazionale cui la città non è, di certo, estranea, sfoggiata con successo nella settima-na dell’annuale Salone del mobile, e del contestuale Fuorisalone, ma che dovrà ora reggere l’urto per sei mesi e, auspicabilmente, anche oltre.

Sette anni dall’assegnazione del Bie, sette anni, non si può non ricor-darlo, segnati anche da polemiche e ritardi; così come non si può nascon-dere che una buona fetta di opere legate all’Expo promesse in sede di candidatura non hanno visto la luce (su tutte, nuove linee metropolitane e vie d’acqua). In ultimo, le inchieste e gli arresti per quel male oscuro, pro-fondamente italiano, del malaffare e della corruzione. Expo ora però c’è, è qui, è una realtà concreta che promet-te spettacolo, capacità di sorprendere e gusto della meraviglia, ma è anche una grande occasione economica.

Al di là della retorica, pur vera, di un’Expo come vetrina dell’eccellenza agroalimentare italiana, grande pro-tagonista sarà l’imprenditoria fem-minile, tanto che lo stesso Padiglione Italia prevede di ospitare un’area de-dicata ai progetti presentati da azien-de e imprese guidate da donne. Idee innovative, come la web app Find-MyLost di Elena Bellacicca, un servizio gratuito che permette a chi trova un oggetto smarrito di restituirlo diret-tamente al proprietario; o il progetto Italy for Kids, nato dalla collaborazio-ne tra due imprenditrici, Sara Dania e Donata Piva, che con le loro mappe raccontano l’Italia a misura di bambi-no (e che hanno previsto di realizzare una mappa di Milano personalizzata per i visitatori in occasione di Expo).Expo idealmente dedicata alle donne, come i primi contenuti che inaugura-no questa sezione della nostra testata dedicata all’Esposizione Universale, ma anche all’ingegno e alla creatività

oltre 10 milioni di biglietti venduti. E si spera di proseguire su questa strada, grazie a un tam tam che, auspicabil-mente, settimana in settimana, avrà preso vigore.

Milano che un’Expo l’ha già ospi-tata: era il 1906, quell’anno si aprì il traforo del Sempione, nell’Europa del-le Nazioni ogni Paese ambiva al pal-coscenico, per mostrare agli altri il livello di benessere acquisito, i suoi traguardi, le sue conquiste. 109 anni più tardi è tutto un altro mondo: se c’è un pianeta che ha fame, l’idea forte dell’Expo italiana, sotto il claim Nu-trire il pianeta, energia per la vita, è quella di accendere i riflettori e mo-strare ai milioni di visitatori la diver-sità di tradizioni, soluzioni e tecniche di produzione e consumo alimentare di oltre 140 Paesi. L’afflato ideale si è tradotto in un manifesto di intenti, la Carta di Milano, che raccoglie l’eredità morale e ideale di Expo; più prosaica-mente, ruspe, legno e cemento hanno dato vita a quello che, al visitatore più smaliziato, apparirà come un grande parco a tema dedicato al cibo.Oltre 1 milione di metri quadrati, un’area alla periferia nord occidentale di Milano che è stata completamente trasformata in una cittadella orientata secondo gli assi romani del cardo e del decumano e circondata dall’acqua. Nel solco della tradizione, come in ogni Expo, ci sono i padiglioni nazionali: ogni Paese ha in carico la costruzio-ne del suo e, terminata l’esposizione, lo riporterà a casa; nel segno dell’in-novazione, segno distintivo di Milano saranno invece i cluster, aree temati-che dedicate ad uno specifica tema o ad una particolare filiera alimentare (tra gli altri, quello del riso, del cacao o del sistema bio-mediterraneo).

Ma al di là del tema, l’Expo è prima di tutto anche una grande, probabil-mente la più grande e spettacolare, rassegna di architettura. I cinesi, in questo senso, non si sono risparmiati, con la loro immensa pagoda in legno circondata da un mare di fiori. In ge-nerale, la competizione tra i Paesi si è tradotta in una gara allo stupore, cheattraversa i continenti e spazia dal

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Fulcro dell’Espo-sizione è il Padiglione Ita-lia. Bianchissimo, alto 25 metri, cattura sguardi e fotografie con il vertigino-so disegno del suo rivesti-mento esterno

italiana, non solo in rosa. In un’Italia provata da anni di crisi, e che prova a ripartire. Non a caso, di questa Expo per filosofia priva di landmark impo-nenti, il simbolo scelto è un albero. L’Albero della Vita.

Seven years and one month. So much has passed since March 31, 2008, the day when Milan, burned the com-petition of the Turkish city of Izmir, obtained by Bie - the Bureau Interna-tional des Exposition - the honor and the burden of organizing the Expo 2015 World Exhibition that if there were a ranking of the major world events, it would be on the podium, along with the Olympics and World Football Cup, in moving interest, money, emotions and masses of visitors. More than 20 million are those expected in Milan, say the organizers; the reality is that,

even before the gates are opened, the data are already talking about more than 10 million tickets sold. Others will be sold at event began thanks to the rumors that hopefully will have taken place.

But it’s not the first time for Mi-lan which has already hosted an Expo: it was 1906, in that year the Simplon Tunnel was opened, in the Europe of Nations every country aspired to the stage, to show others the level of well-being acquired, its goals, his conquests. More than 109 years’ later is a whole other world: if there is a planet that is hungry, the thrust of the Expo Italian, under the slogan Feeding the Planet, energy for life, is to turn the spotlight and show to the mil-lions of visitors the diversity of tra-ditions, solutions and techniques of food production and consumption of more than 140 countries. The ideal in-spiration has resulted in a statement

of intent, the Charter of Milan, that reflects the heritage and the moral ideal of Expo; prosaically, bulldozers, wood and concrete have given birth to what will appear as a big theme park dedicated to food.Over 1 million square meters, an area to the north western outskirts of Milan, which has been comple-tely transformed into a citadel orien-ted along the Roman axes of Cardo and the Decumanus and surrounded by water. Following the tradition, as in any Expo, there are national pa-vilions: each Country is in charge of the construction of his own pavilions and, once finished the exposure, will bring him back home; in the name of innovation, distinctive mark of Milan will be the clusters, areas dedicated to a specific theme or a particular food chain (among others, that of rice, co-coa or system bio-Mediterranean)

But beyond the theme, the Expo is above all also a large, probably the largest and most spectacular, archi-tectural review. The Chinese, in this sense, weren’t spared themselves, with their immense wooden pago-da surrounded by a sea of flowers. In general, the competition between the countries has led to a race to the wonder, that crosses continents and ranging from Vietnam, with its lotus flowers, the vertical garden of Israel, up to the dunes of the desert recreated by swaying architectures of the UAE pavilion. Inside the halls, there’s the opportunity to discover the different food traditions but also, of course, to taste food from all over the world.

Exposure hub and one of the few facilities intended to remain standing even in a post-Expo yet to decipher, is the Italian Pavilion. White, 25 meters high, Palazzo Italia catching looks and photos with the stunning design of its outer coat, environmentally sustai-nable but very complicated to accom-plish, a cross between a giant tree and Bird Nest, the Olympic stadium saw in 2008 in Beijing.

Expo, which was lived for ye-

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L’Albero della Vita, visto dal Cardo / The Tree of Life, as seen from the Cardo axis.

ars by the Milanese as a distant and ephemeral reality, took shape in the center of Milan, 365 days before the beginning, in the forms, never fully digested by some in truth, of the Expo Gate, simultaneously material sign and front portal of the event hoisted in front of Castello Sforzesco. This is where you find all the information on the thousands of events planned for the six-month Expo, a busy schedu-le proposed under the name Expoin-città. Life promises to be even more hectic, in a Milan that in the last five years has experienced a profound ur-ban renewal, whose sharper expres-sions have been the redevelopment of the old dock and the explosion of the skyline with skyscrapers sprung up in Porta Nuova’s district, and who will now have to prove that they are efficient and welcoming city not only on the surface, but in his daily life. An international dimension which

the city is certainly no alien, raised successfully in the week of the an-nual Salone del Mobile and contextual Fuorisalone, but that will now have to bear the brunt for six months and, ho-pefully, beyond.

Beyond the rhetoric of an Expo as a showcase of Italian food, great pro-tagonist is female entrepreneurship, so that the Italian Pavilion expects to host an area dedicated to projects submitted by companies and business guided by women. Innovative ideas, such as web app FindMyLost by Elena Bellacicca, a free service that allows anyone who finds a lost item to return it directly to the owner; or Italy for Kids project, a collaboration between two businesswomen, Sara Dania and Donata Piva, who with their maps tell about an Italy suitable for children (and who planned to carry a map of Milan customized for visitors during Expo).

Expo ideally dedicated to women, as the first content to inaugurate this section of our magazine dedicated to the Universal Exhibition, but also Ita-lian ingenuity and creativity, not only in pink. In an Italy proven by years of crisis and trying to start again. Not surprisingly, in this Expo with a phi-losophy without imposing landmark, the chosen symbol is a tree. The Tree of Life.

http://www.expo2015.orghttp://it.expoincitta.comhttp://www.tavoliexpo.it/Imprendi-toria-Femminile/

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Oltre 1 milione di metri quadrati, l’equivalente di duecento campi da calcio / More than 1 million square meters, the equivalent of two hundred football fields

Da creativa qual è, Susanna Bona-ti (www.susannabonati.it ) non ce la poteva proprio fare a pensare che la moda avesse il proprio tessuto a base di fibre di latte e che per la comunica-zione, invece, non esistesse un sup-porto con caratteristiche simili. Per lei, milanese classe 1971 (e «dell’ac-

Parla italiano la prima carta di latte al mondoHa un nome inglese - Papermilk - ma è stata ideata da una creativa milanese e viene prodotta in Friuli

Speaks Italian the first milk-made paper in the worldIt has an English name - Papermilk - but was conceived by a creative in Milanand is produced in Friuli

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quario», ci tiene a precisare), era come un tarlo. E da questa, che a molti può sembrare soltanto una fissazione, alla fine dell’anno scorso è nata Pa-permilk: la prima carta al mondo... al latte, appunto.

Un materiale che ha visto la luce nella cartiera del Gruppo Cordenons (http://www.gruppocordenons.com), in Friuli-Venezia Giulia. «Han-no creduto in un’intuizione dentro a una bolla di emozione. Avere ideato la prima carta di questo genere al mondo è una gioia inenarrabile: oggi c’è una carta in più, la “mia”!», – spiega Su-sanna, che oltre a essere una creativa (a suo dire «una maledetta benedizio-ne con cui sono nata mio malgrado»), dirige la rivista “Comunicando”.

In sua compagnia abbiamo visita-to l’azienda friulana e abbiamo potuto seguire passo dopo passo il processo attraverso il quale le fibre di latte ri-cavate dalla caseina (dei batuffoli leg-gerissimi!), mescolate a fibre di pura cellulosa vergine e linters di cotone, partendo da uno stato acquoso e pas-sando attraverso una serie di mac-chinari, diventano una carta molto morbida e piacevole al tatto. Una car-ta disponibile oggi in tre grammature (140, 250 e 350 grammi) e destinata al mercato del lusso, al quale l’azienda friulana strizza l’occhio da sempre. «Le nostre carte sono fini e hanno su-perfici e tatti particolari», spiega Ka-tia Tedeschi, dell’ufficio marketing del Gruppo Cordenons. Non a caso, Paper-milk è stata lanciata alla fine del 2014 durante il Luxe Pack di Montecarlo, fiera di riferimento per il packaging di lusso (http://www.luxepack.com). Dove molti visitatori l’hanno potu-ta apprezzare (definendola «densa di senso») e dove Susanna, tra l’altro, ha vinto il “Luxury Packaging Award” grazie alla shopping bag realizzata per la casa vinicola della Franciacorta “La Montina”.

Il bianco latte sarà quindi il nuovo colore del lusso? Staremo a vedere. Certo è che Papermilk nasce a pochi mesi da Expo Milano 2015, e ne anti-cipa in un certo senso la tematica, che come ormai la gran parte di noi sa è

“nutrire il pianeta, energia per la vita”. «È il supporto perfetto attraverso il quale veicolare una nutrizione giusta, pulita, responsabile e ricca di benefici. Papermilk è un immediato rimando alla primordiale necessità vitale del latte materno che, come nessun’altra cosa, ci ha protetto e nutrito – spie-ga la sua ideatrice –. La “mia” nuova

carta potrà fare lo stesso con i prodotti contenuti nei packaging con lei rea-lizzati, grazie al suo morbido abbrac-cio». Il latte, insomma, sta al nutri-mento del neonato come Papermilk sta al nutrimento della creatività.

Susanna sostiene di aver sempre considerato la carta come «la stof-fa della comunicazione: nessun abito sarebbe tale senza un tessuto, esatta-mente come nessun prodotto comu-nicativo senza un supporto». Da qui l’idea che ha cominciato a frullarle in testa ormai più di un anno e mezzo fa,

dopo una ricerca sui tessuti a base di latte che si stanno ricavando uno spa-zio importante nel mondo della moda, anche perché a quanto pare rilasciano sulla pelle sostanze lenitive e ammor-bidenti. «Allo stesso modo, Papermilk vuole essere l’angolo della tenerezza: coccole sotto forma di latte», aggiun-ge Susanna.

E ai critici che già urlano all’inutile spreco, risponde: «È una carta ecolo-gica: le fibre di latte provengono dal-la sovrapproduzione alimentare, così come i linters di cotone sono in realtà scarti della produzione di questa fi-bra».

From her creativity, Susanna Bona-ti (www.susannabonati.it) just could not stand to think that fashion had its own tissue made from fibres of milk and that for communication, however, did not exist a support with similar characteristics. For her, born in 1971 in Milan (and “aquarium”, she emphasi-zes it), it was like a woodworm. And from this, that to many may seem only a fixation, at the end of last year was born Papermilk: the first paper in the world ... the milk, exactly.

A material that has seen the light in the mill Group Cordenons (http://www.gruppocordenons.com), in Friu-li-Venezia Giulia. “They believed in an intuition inside a bubble of emotion. Having created the first card of its kind in the world is an unspeakable joy: to-day there is an extra card, “mine”! - Says Susanna, who in addition to being a creative (he said “a cursed blessing in which I was born in spite of myself”), directs the magazine “Comunicando”.

With him we visited the Friulian company and we have been able to fol-low step by step the process through which the fibres obtained from milk casein (the lightweight cotton balls!), Mixed with fibres of pure virgin cellu-lose and cotton linters, starting from a aqueous state and going through a se-ries of machines, they become a very soft paper, pleasant to the touch. A

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Bianco latte, il nuovo colore del lusso /Milk white, the new color of luxury

card available today in three weights (140, 250 and 350 grams) and desti-ned to the luxury market, to which the Friulian company has always winks. “Our papers are thin and have surfaces and specific contacts,” Says Katia Te-deschi, the marketing department of the Cordenons Group. Not surprisingly, Papermilk was launched at the end of 2014 during the Luxe Pack Montecarlo, fair for luxury packaging (http://www.luxepack.com). Where many visitors have been able to appreciate (calling it “full of sense”) and Susanna where, by the way, won the “Luxury Packaging Award” thanks to the shopping bag re-alized for the Franciacorta wine district “La Montina”.

The white milk will then be the new color of luxury? We’ll see. Cer-

tainly Papermilk born a few months from Expo Milano 2015, and it anticipa-tes in a way the theme, which as now most of us know is “Feeding the Planet, Energy for Life”. “It’s the perfect me-dium through which convey a proper nutrition, clean, responsible and full of benefits. Papermilk is an immediate re-turn to the primordial vital need of bre-ast milk which, like anything else, has protected and nurtured - explains his creator -. The “mine” new card can do the same with the products contained in the packaging made by it, thanks to its soft embrace. “The milk, at the end, is the nourishment of the new born as Paper milk is to nurture the creativity.

Susanna claims that always con-sidered the paper as “the fabric of communication: no outfit would be

complete without a tissue, just like any communicative product without support.” Hence the idea that began to blend them in the head by now more than a year and a half ago, after resear-ch on fabrics made from milk that are being obtaining an important place in the fashion world, because apparent-ly release on the skin its soothing and softening. “Similarly, Papermilk wants to be the angle of tenderness: pampe-ring in the form of milk,” adds Susanna.

And to critics who already shou-ting the needless waste, he replies: “It’s environmentally friendly paper: the fi-bres come from the overproduction of milk food, as well as cotton linters are actually waste from the production of this fibre.”

OFFICIAL MADE IN ITALY38 / OMI 1 - may 2015

Susanna Bonati e Papermilk :un rimando alla primordiale necessità del latte materno /Susanna Bonati and Papermilk: a reference to the primordial need of breast milk

C H A M P A G N E P R I E U R

IMPORTATO IN ESCLUSIVA

DA CASCINA LA BARBATELLA

Se a Milano aleggia più di qualche nube sul dopo Expo, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo dell’a-rea espositiva e la “seconda vita” di alcuni dei padiglioni, a Bologna sem-brano avere le idee un po’ più chiare: al termine dell’Esposizione universa-le aprirà FICO (www.eatalyworld.it). Quattro lettere come Expo, ma sulle quali si può anche sorridere senza il timore di essere scambiati per perso-ne troppo ottimiste. Acronimo di Fab-brica italiana contadina, è il progetto del Caab, il Centro agroalimentare di Bologna (www.caab.it), che con la

Un progetto FICO per il dopo ExpoA Bologna a fine anno sorgerà il primo parco dell’agroalimentare: la fabbrica italiana contadina

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Project FICO for after ExpoIn Bologna later this year will rise the first agro park: the Italian Factory Farming (Fabbrica Italiana COntadina)

regia di Oscar Farinetti (presidente di Eataly, per chi non lo sapesse) e di Coop porterà alla costruzione del pri-mo parco dell’agroalimentare italiano. Che, secondo la tabella di marcia fi-nora rispettata, verrà inaugurato entro la fine del 2015. Una fattoria didattica che, ancor prima di essere ultimata, è stata inserita dal National Geographic tra le 50 mete imperdibili per il 2015.

FICO Eataly World – questo il nome per intero – sorgerà su un’area di 80mila metri quadrati all’interno del Caab. I lavori sono già incomin-ciati, a gennaio di quest’anno, con lo spostamento dell’area del mercato e il trasferimento degli operatori. Il pro-getto era stato presentato a fine 2012, e in poco più di due anni la quota di fundraising per la costruzione, con capitale interamente privato, ha rag-giunto una cifra di tutto rispetto: oltre 50 milioni di euro. «Quello che pochi mesi fa era soltanto un bellissimo so-gno, oggi è reale – dice il sindaco di Bologna, Virginio Merola - FICO sarà la prima grande realtà per lo studio e la diffusione delle eccellenze del cibo italiano, dal campo alla tavola, e avrà una grande attrattiva per i turisti, in particolare giovani e famiglie».

All’interno del parco tematico sa-ranno ricostruite le principali filiere produttive, organizzate per settori: coltivazione, produzione, ristorazio-ne, studio-ricerca-didattica e com-mercializzazione. Nel pieno rispetto della natura, funzionerà grazie all’e-nergia prodotta dal più grande im-pianto fotovoltaico d’Europa: quello installato sui tetti del CAAB. All’inter-no di FICO, oltre ai classici ristoranti e negozi, un percorso di educazione alimentare intergenerazionale com-posto da una sequenza di orti e campi, stalle e acquari, officine di produzio-ne e laboratori (la cui progettazione è stata ultimata da tempo), per far ve-dere e toccare con mano ai visitatori da dove arriva l’eccellenza dell’eno-gastronomia italiana. «Valorizziamo uno spazio pubblico grazie a investi-menti privati – spiega il presidente del Caab, Andrea Segrè – Bologna sarà la sede permanente di una vetrina uni-

ca e originale per restituire al cibo il valore che merita. Insomma, possia-mo dire che FICO è il biglietto che la città emiliana offre al nostro Paese per il viaggio dell’agroalimentare made in Italy nel mondo».

Biglietto che è piaciuto molto al National Geographic, che ha messo

il “Pasta Park” (così lo chiama il ma-gazine internazionale di viaggi, am-biente e turismo) in trentacinquesima posizione nella classifica dei 50 iti-nerari mondiali da non perdere, dopo Amsterdam e prima di Dubai (http://travel.nationalgeographic.com/tra-vel/special-features/traveler-50). Bologna è pronta quindi a raccogliere il testimone della mobilitazione pla-netaria sulle tematiche del cibo, della biodiversità e della sostenibilità, pro-ponendosi come “Expo” permanente dell’eccellenza agroalimentare italia-na. Una staffetta che porterà a un mi-gliaio di assunzioni dirette (dati EY) e a 3.500 ulteriori posti per l’indotto: dall’accoglienza alla filiera agricola, dai trasporti alla logistica, fino ad ar-rivare ai settori del commercio e dei servizi.

If in Milan hovers over some doubt after Expo, in particular as regards the use of the exhibition area and the “se-cond life“ of some of the pavilions, in

Bologna seem to have the ideas a bit clearer: at the end of World’s Fair opens FICO (Italian Factory Farming - www.eatalyworld.it). Four letters as Expo, but on which you can even smile wi-thout fear of being mistaken for peo-ple too optimistic. Acronym for Fab-brica Italiana Contadina, is the Caab’s project, the agribusiness center of Bologna (www.caab.it), directed by Oscar Farinetti (President of Eataly , for the uninitiated) and by Coop that will lead to the construction of first Italian agri-food park that, according to the schedule so far observed , will be inau-gurated by the end of 2015. An edu-cational farm that, even before being completed, has been included by Na-tional Geographic among the 50 must-see destinations for 2015 .

FICO Eataly World – the full project name - will be built on an area of 80.000 square meters inside the Caab. Work has already begun, in January this year, with the movement of the market and the transfer of the opera-tors. The project was presented at the end of 2012, and in just over two years the share of fundraising for the con-struction, with entirely private capital, reached a figure of respect: more than 50 million euros. “What few months ago was only a beautiful dream today is real - says the mayor of Bologna, Virgi-nio Merola - FICO will be the first great reality for the study and dissemination of the excellence of Italian food, from farm to table, and it will have a great attraction for tourists, especially young people and families.“

Inside the theme park will be rebu-ilt the main production fields, organi-zed by sectors: cultivation, production, catering, study-research-teaching and marketing. In full respect of nature, it will work with the energy produced by the largest photovoltaic plant in Eu-rope: the one installed on the roofs of the Caab. Within FICO, in addition to traditional restaurants and shops, the-re’s a food education intergenerational path consists of a sequence of fields and orchards, stables and aquariums, production workshops and laboratories (whose design has been completed for

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Quello che pochi mesi fa era soltanto un bellissimo sogno, oggi è reale: FICO sarà la prima grande realtà per lo studio e la diffusione delle eccel-lenze del cibo italiano, dal campo alla tavola, e avrà una grande attrattiva per i turisti, in particolare giova-ni e famiglie

FICO, il primo parco dell’agroalimentare italiano, inserita dal National Geographic tra le 50 mete imperdibili per il 2015 /FICO, the first italian agricolture and food theme park, added by National Geographic among the 50 must-see destinations for 2015

some time), to see and touch visitors from where comes the excellence of Italian food. “We value a public space thanks to private investment - says the president of Caab, Andrea Segre - Bologna will be the permanent home of a unique showcase to return to food the value it deserves. In short, we can say that FICO is the ticket that the Emilian City offers to our country for the made in Italy agribusiness journey in the world.“

Ticket really appreciated by Natio-nal Geographic , which put the “Pasta Park“ (so named by the internatio-nal travel magazine, environment and tourism) in thirty-fifth position in the ranking of the world’s 50 routes not to be missed , after Amsterdam and be-fore Dubai (http://travel.nationalgeo-graphic.com/travel/special-features/traveler-50). Bologna is therefore rea-dy to take over the baton of global mo-bilization on the issues of food , biodi-

versity and sustainability , presenting itself as “ Expo “ permanent excellence Italian food . A relay that will lead to a thousand direct recruitment (EY data) and 3,500 additional seats for the ar-mature: from openness to agricultural chain , from transportation to logistics, right up to the areas of trade and ser-vices .

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LA MADRE DELLEARANCE ROSSE

Un celiaco, una vegetariana e un’intollerante al lattosio sono se-duti a tavola. Sembra l’incipit di una barzelletta, e invece è l’inizio dell’av-ventura che ha portato Flavia Gior-dano e Lorenza Dadduzio a fondare CucinaMancina (www.cucinaman-cina.com), la prima food community per chi mangia differente. Per scelta o per necessità. Una piattaforma online dove queste persone possono trovare e condividere ricette, informazioni e i luoghi dedicati ai diversi stili alimen-tari. E all’interno della quale, grazie al crowdfunding, sta per aprire anche un mercato virtuale.Estate 2012, Flavia e Lorenza – project manager in materia di startup, turi-smo, cultura e agroalimentare l’una, mentre l’altra coordina attività di co-municazione e valorizzazione integra-ta di cibo e territorio – si conoscono a Bari durante un corso per lo sviluppo di app. Tra le due, poco più che tren-tenni, scoppia l’amore (professionale): punto di partenza, la passione per la sana alimentazione e il food design. Ed è proprio una cena in compagnia di alcuni amici con problemi alimentari a far accendere la lampadina alle ra-gazze pugliesi: perché non creare un luogo di aggregazione che renda più

facile la vita a queste persone? Anzi-tutto, riunendole sotto la stessa cam-pana, quella delle mancinità alimen-tari. Ecco dunque “nascere” i mancini, i discriminati a tavola. «Discrimina-zione, però, è un termine negativo – spiegano Flavia e Lorenza – ma è vero, si tratta in un certo senso di discrimi-nazione. E capita ogni volta in cui ci si sente un pesce fuor d’acqua: situa-zioni con cui pure noi ci confrontiamo ogni giorno». Anche Flavia e Lorenza, infatti, si de-finiscono “mancine alimentari doc”: la prima segue una dieta flexitaria-na, che prevede una flessibilità in ciò che si mangia, l’altra è una curiosa alimentare. CucinaMancina si rivol-ge proprio a queste persone, oltre a quelle vegetariane o vegane, allergi-che, intolleranti e celiache, a chi ha il colesterolo alto e a chi mangia con poco sodio. «Sono una tribù che sta crescendo – sostiene Flavia – a no-stro parere riguarda ormai almeno il 50 per cento degli italiani». Una tribù di “diversamente onnivori”, come ama anche chiamarli Lorenza, che spiega: «Il nostro portale aggrega foodlovers e foodmakers come blogger, fotografi e chef, e foodbrands come aziende, ri-storanti e negozi attenti alle diversità

Due amiche pugliesi e la community per chi mangia “differente”

CucinaMancina è il portale dove le persone che hanno problemi legati all’alimentazione possono trovare ricette e indirizzi

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Two friends from Puglia and the community for for those who eat “different” CucinaMancina is the portal where people who have nutrition problems can find recipes and addresses

Quenelle di pere e tofu, ricetta di Gualtiero Villa per CucinaMancina / Quenelle of pears and tofu, recipe byWalter Villa for CucinaMancina

alimentari». Nel sito si possono trovare ricette or-ganizzate a seconda della mancinità e del singolo alimento (anche det-to “ricettario creativo multifiltro”) e un elenco degli esercizi commerciali dove è possibile comprare o mangiare cibo adatto ai diversi stili alimentari: è lo “store locator georeferenziato”, che viene implementato grazie al con-tributo degli utenti. Il tutto condito da servizi di social fooding che con-sentono di declinare le ricette per le singole mancinità, di personalizzare il proprio ricettario, di segnalare i locali mancini e condividere i problemi e le soluzioni agli stessi. Crescendo i con-tenuti, anche il team che sta dietro le quinte di cucinaMancina è stato via via implementato. Oggi oltre a Flavia (che ricopre il ruolo di direttore edi-toriale e social) e Lorenza (direttore creativo e marketing), ci collaborano il web engineer Francesco La Notte, la biologa nutrizionista Elvira Greco, Giorgio Bertolini, advisor del team ed esperto di internazionalizzazione, e Marco Valerio Izzo, di supporto al pia-no di business e sviluppo.

Tanti i traguardi («molti inaspettati», dice senza falsa modestia Lorenza) ta-gliati negli ultimi due anni: già nell’an-no della fondazione, cucinaMancina è stata finalista del premio StartCup 2012 (http://www.startcup.puglia.it), mentre a gennaio 2013 ha vinto il ban-do Valore Assoluto ottenendo 70mila euro dalla Camera di Commercio di Bari. A giugno dello stesso anno è ar-rivata la borsa di studio di Mind the Bridge (http://mindthebridge.org) per frequentare una startup school a San Francisco. StartupItalia! ha in-serito l’idea di Flavia e Lorenza, che ormai aveva preso forma, tra le top 100 startup del panorama italiano del 2014, e a giugno Vanity Fair ha messo il portale tra i primi dieci siti di food a livello internazionale. Due i ricettari già pubblicati: “Eat different” (Gribau-do-Feltrinelli, 2014) e “La Puglia che mangia differente”, in collaborazione con Unioncamere Puglia. Ultima tappa, per ora, il mercato mancino, che nascerà grazie a una raccolta fondi online lanciata sul sito di Eppela (https://www.eppela.com/ita/projects/3012/cucinamancina-e-

at-different), che ha permesso alle due inarrestabili mancine di racco-gliere diecimila euro per questo pro-getto. «Offriremo a negozi e aziende – concludono Flavia e Lorenza – la possibilità di noleggiare su cucina-Mancina delle “vetrine parlanti” de-dicate ai propri prodotti, testati e raccontati da chef e blogger della communuty all’interno delle proprie ricette, e acquistabili anche su ab-bonamento sulla piattaforma online, all’interno di cestini». Neanche a dir-lo, mancini pure quelli. Il 7 maggio scorso, infine, le man-cine sono state ospiti della Camera dei deputati per il Wwworkers Camp (http://www.wwworkers.it/wwwor-kerscamp), appuntamento della pic-cola imprenditoria che ha scelto di abbracciare le nuove tecnologie or-ganizzato in collaborazione con l’In-tergruppo Parlamentare per la Sus-sidiarietà della Camera dei Deputati. «Sogniamo che il mondo diventi un po’ più mancino – hanno detto nei tre minuti a loro disposizione – vorrem-mo poter stare tutti seduti attorno alla stessa tavola senza sentirci diversi». Importante, poi, l’appello alle Istitu-zioni. Flavia e Lorenza, infatti, hanno chiesto alla politica «nuovi modelli di contratti di lavoro, più flessibili e con meno vincoli».

A celiac, a vegetarian and lactose in-tolerant are sitting at the table. It seems the beginning of a joke, and instead is the beginning of the adventure that led Flavia Giordano and Lorenza Dadduzio to found CucinaMancina (www.cuci-namancina.com), the first foodcom-munity for those who eat different. By choice or by necessity. An online pla-tform where these people can find and share recipes, information and sites dedicated to the various dietary habits. And in which, thanks to crowdfunding, is about to open a virtual market.

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Summer 2012, Flavia and Lorenza - project manager in the field of startups, tourism, culture and food the first, and the other coordinate communication activities and enhancement of integra-ted food and territory - are known in Bari during a course for app develop-ment. Between the two, in their early thirties, bursts love (professionally): starting point, a passion for healthy eating and food design. And it is a din-ner with some friends with eating pro-blems to turn on the bulb to the girls from Puglia: why not create a gathe-ring place that will make life easier for these people? First of all, assembling them under the same bell, that of man-cinità food. Here is “born” the Mancini (lefties), the discriminated at the table. «Discrimination, however, is a negati-ve term - explains Flavia and Loren-za - but it is true, it is in a sense of discrimination. It happens every time that you feel like a fish out of water: situations that we face every day.»

Flavia also Lorenza and, in fact, call themselves “mancine food doc”: the first follows a diet flexitariana, which provides flexibility in what you eat, the other is a curious food. CucinaMancina is addressing these people, in addition to the vegetarian or vegan, allergic, in-tolerant and celiac disease, those who have high cholesterol and those who eat low sodium. «They are a tribe that is growing - says Flavia - in our opi-nion now covers at least 50 percent of Italians.» A tribe of “differently omni-vores” as Lorenza likes to call them, which explains: «our portal joins foo-dlovers and foodmakers like bloggers, photographers and chefs, and food-brands as businesses, restaurants and food shops conscious food diversity.»

On the site you can find recipes organized according to mancinità and single food (also called “creative mul-tifilter cookbook”) and a list of shops where you can buy or eat food suitable to the different eating habits is the “geo-referenced store locator” , whi-

ch it is implemented with the help of users. All this is topped by fooding so-cial services that allow you to decline the recipes for individual mancinità, to customize your own cookbook, to report local lefties and share problems and solutions to them. Growing the content, also a team behind the scenes of cucinaMancina has been gradual-ly implemented. Today in addition to Flavia (who plays the role of social me-dia and editorial director) and Lorenza (creative director and marketing), we work with web engineer Francesco La Notte, the biologist nutritionist Elvira Greek, Giorgio Bertolini, team advisor and international expert, and Marco Valerio Izzo, supporting business plan and development.

Many goals («many unexpected» says Lorenza without false modesty) achieved in the last two years: as early as the foundation, cucinaMancina was finalist StartCup 2012 (http://www.startcup.puglia.it) while in January 2013 won the tender Absolute Value getting 70 thousand euro by the Cham-ber of Commerce of Bari. in June of that year came the scholarship of Mind the Bridge (http://mindthebridge.org) to attend a startup school in San Franci-sco. StartupItalia! has added the idea _ Flavia and Lorenza, which had now taken shape, among the top 100 star-tups of the Italian scene in 2014, and in June Vanity Fair has put the portal in the top ten international food sites _ _ _. Two recipe books already published: “Eat different” (Gribaudo-Feltrinelli, 2014) and “The Puglia eating different”, in collaboration with Puglia Union-chamber.

Last stop, for now, the mancino market, which will be born thanks to a fundraiser launched online on the Eppela website (https://www.eppela.com/ita/projects/3012/cucinaman-cina-eat-different), which allowed the two unstoppable mancine to col-lect ten thousand euro for this project. «We will offer to shops and companies

- conclude Flavia and Lorenza - the option of renting out on cucinaMancina a “speaking windows”dedicated to its products, tested and recounting by the chef and blogger communuty within their recipes, and can also be purcha-sed on a online platform subscription, in baskets.» Needless to say, Mancini as well.

On May 7, finally, the mancine have been guests of the Chamber of Deputies for a Wwworkers Camp (http://www.wwworkers.it/wwworkerscamp), ap-pointment of the small businesses which chose to embrace new techno-logies organized in collaboration with the Parliamentary Intergroup for Sub-sidiarity of the Chamber of Deputies. «We dream that the world becomes a little more mancino - they said in the three minutes available to them - wish we could all be sitting around the same table without feeling different.» Im-portant, then, to appeal to the institu-tions. Flavia and Lorenza, in fact, have requested to the policy «new models of employment contracts, more flexible and less constraints.»

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Flavia & Lorenza, le mancineFlavia & Lorenza, the lefties

Una volta che l’Esposizione univer-sale di Milano avrà chiuso i battenti, sarà smantellato per essere portato in Emilia e diventare il nuovo ingres-so Ovest di Fiere di Parma. Anche in questo, oltre che nel suo essere a im-patto zero, rispetta appieno la filoso-fia di Expo il padiglione CIBUSèITALIA (http://www.cibusexpo2015.it), che per sei mesi ambisce a essere la vetri-na mondiale per l’industria alimentare del nostro Paese. Industria alimen-

tare che dà segnali positivi: nel 2014, l’export di questo settore è cresciuto del 2,7 per cento rispetto all’anno pre-cedente. Il padiglione, voluto da Fede-ralimentare e Fiere di Parma (http://www.fiereparma.it) in collaborazione con il Ministero delle Politiche agri-cole e forestali (https://www.poli-ticheagricole.it), è anche l’unico tra i 90 presenti nell’area espositiva la cui facciata cambierà in continuazione, grazie al progetto artistico “Cibus in

Fabula”. Andiamo dunque a scoprirlo insieme.

CIBUSèITALIA si trova nella parte est del sito, a poca distanza dal cuore dell’esposizione rappresentato dal Pa-diglione Italia e dalla Lake Arena, e si presenta all’esterno come una sorta di monolite le cui pareti, ideate dall’ar-chitetto Francesco Di Gregorio, sono in grado di giocare con la luce creando riflessi e bagliori cangianti. All’interno della struttura progettata dallo studio

Le filiere del ciboitaliano in mostra a ExpoAl Padiglione di Federalimentare e Fiere di Parma, che cambierà volto ogni due settimane

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The chains of Italian food on

display at ExpoThe Pavilion of

Federalimentare and Fair of Parma, whichwill change the face every

two weeks

Miglio – 5mila metri quadrati su due livelli e una terrazza che, all’ultimo piano, ospiterà incontri, degustazio-ni e workshop – i visitatori possono trovare un vero e proprio racconto di quelle che sono le filiere alimentari italiane. «Questo padiglione è il frut-to di un’operazione di successo – dice Antonio Cellie, CEO di Fiere di Parma – che, grazie al supporto del ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, ha raccolto in pochi mesi quindici milio-ni di euro per investirli nel supporto al Made in Italy alimentare».

Il percorso si snoda attraverso quindici sezioni: dalla pasta al riso, dalle carni ai prodotti ittici ai latti-cini, passando per dolci, bevande e condimenti, giusto per citarne al-cune. Circa 500 le aziende (http://www.cibusexpo2015.it/aziende) che da questo palcoscenico privilegiato si presentano a tutti i visitatori stranie-ri interessati a conoscere i segreti del nostro patrimonio enogastronomico, e in particolare alle migliaia di ope-ratori provenienti da almeno 35 Pae-si che si prevede trascorreranno una settimana tra Milano e una visita alle imprese delle diverse regioni. «Con-tando anche quelle rappresentate da consorzi e territori, arriveremo oltre il migliaio di aziende – spiega Paolo Za-netti, vicepresidente di Federalimen-tare – è un’occasione unica per tessere

una fitta rete di relazioni di business». Numeri che di fatto fanno di CIBU-SèITALIA la prima fiera al mondo del settore per numero di espositori no-strani.

La stessa Federazione dell’indu-stria alimentare (www.federalimen-tare.it), di recente, ha presentato l’At-lante geografico del food made in Italy nel mondo: una mappa che svela ap-punto dove sia finito il cibo esportato dall’Italia lo scorso anno. Germania e Francia restano i principali importa-tori ma gli Usa preparano il sorpas-so. Si trova proprio tra Europa e Stati Uniti la maggior parte del miliardo e 200mila persone che consumano i no-stri prodotti agroalimentari. Tra i più esportati, naturalmente, c’è il vino; e poi i dolci, i formaggi, la pasta e gli ortaggi trasformati. Sempre riguardo l’export, va a gonfie vele pure il mer-cato asiatico, (Taiwan fa registrare una crescita del 25 per cento e la Cina sfio-ra il 10), per un settore che nel 2014 ha raggiunto i 34,3 miliardi di euro (+2,7 per cento annuo), tornando ai livelli occupazionali del periodo precedente la crisi. E che, grazie a un piano stra-tegico condiviso a livello governativo, punta a raggiungere i 50 miliardi entro il 2020. L’Atlante non illustra però sol-tanto gli aspetti positivi: fotografa an-che il fenomeno dell’Italian sounding e della contraffazione, calcolando che

sia pari a 60 miliardi, quasi la metà del fatturato totale del comparto, che è di 132.

Su questa nota stonata torniamo però al padiglione, sulle cui facciate esterne, per tutta la durata di Expo e a cadenza quindicinale, si alterneran-no dal vivo artisti dei graffiti di fama internazionale (tra i quali il brasiliano L7m dal Brasile, i giapponesi Masaru Ishiura e Kinuko Esther Asano, i bri-tannici Destrukt dal Regno Unito e il nostro Agostino Iacurci): è il proget-to “Cibus in Fabula”, nato da un’idea di Felice Limosani. Tredici murales monumentali che saranno abbinati a una video-installazione di sette me-tri per dieci con animazioni digitali. «La relazione tra arte e cibo sarà uno dei grandi temi trattati da Expo Mila-no 2015 – spiega Limosani – la nostra performance sarà un modo per riflet-tere, sensibilizzare e rappresentare la cultura del cibo attraverso la creativi-tà». Le opere realizzate tra maggio e ottobre diventeranno poi una mostra collettiva che sarà allestita in occasio-ne di Cibus, il Salone dell’alimenta-zione a Parma dal 9 al 12 maggio 2016. CIBUSèITALIA avrà anche un canale di e-commerce, attivo durante i sei mesi dell’esposizione, dove si potrà creare un carrello della spesa virtuale. Cari-co, ovviamente di prodotti alimentari made in Italy.

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Padiglione CIBUSèITALIA, rendering / CIBUSèITALIA pavillion, rendering

Once the Universal Exhibition in Mi-lan has closed its doors, it will be di-smantled in order to be carried in Emi-lia and become the new West entrance of Fair of Parma. Again, not only in its being zero impact, fully respect the philosophy of the Expo pavilion CIBU-SèITALIA (CIBUSisITALY) (http://www.cibusexpo2015.it), which for six mon-ths aspires to be the world showcase for the food industry of our country. Food industry that gives positive signs: in 2014, exports of this sector grew by 2.7 per cent over the previous year. The pavilion, built by Federalimentare and Fair of Parma (http://www.fiereparma.it) in collaboration with the Ministry of Agriculture and Forestry (https://www.politicheagricole.it), is also the only one of the 90 present in the exhi-bition whose facade will change con-stantly, thanks to the artistic project “Cibus in Fabula”. So, let’s find out to-gether.

CIBUSèITALIA is located in the east of the site, not far from the heart of the exhibition represented by the Italian Pavilion and the Arena Lake, and lo-oks as a kind of monolith outside the walls, designed by the architect Fran-cesco Di Gregorio, are able to play with light creating reflections and iridescent glow. Inside the structure designed by the Miglio studio - 5 thousand squa-re meters on two floors and a terrace on the top floor, will host meetings, tastings and workshops - visitors can find a real story of what is Italian food chains. «This pavilion is the result of a successful operation - says Antonio Cellie, CEO of Fair of Parma - which, thanks to the support of the Agricul-ture Minister Maurizio Martina, has collected in few months fifteen million Euros to invest in support Italian food.»

The trail leads through fifteen sections: from pasta to rice, from meat to seafood to dairy products, through cakes, drinks and condiments, to name

a few. About 500 companies (http://www.cibusexpo2015.it/aziende) whi-ch appear from this privileged stage to all international visitors interested in learning the secrets of our gastronomic heritage, and in particular the thou-sands of players from at least 35 coun-tries that are expected spend a week between Milan and visiting companies in different regions. «Counting also those represented by consortia and territories, we get more than thousand companies - explains Paolo Zanetti, vice president of Federalimentare - is a unique opportunity to weave a network of business relationships.» Numbers that actually make CIBUSèITALIA the first fair in the world in the sector for the number of exhibitors from our own.

The same federation of the food industry (www.federalimentare.it), recently presented the Geographical Atlas of food made in Italy in the world: a map that reveals precisely where is finite the food exported from Italy last year. Germany and France are the main importers but the US are preparing the overtake. It is located right between Europe and the United States most of the one billion and 200 thousand pe-ople who consume our food products.

One of the most exported, of course, there is wine; and then the desserts, cheeses, pasta and processed vege-tables. Still on exports, is booming as well the Asian market, (Taiwan regi-stered a growth of 25 per cent and Chi-na is close to 10), for an industry that in 2014 reached 34.3 billion euro (+ 2.7 percept per year), returning to the le-vels of employment before the crisis. And that, thanks to a strategic plan agreed at government level, it aims to reach 50 billion by 2020. The Atlas does not show, however, only the po-sitive aspects: photographing the phe-nomenon of counterfeiting and Italian sounding, calculating that is equal 60 billion, almost half of the total turnover of the sector, which is 132.

About this discordant note, howe-ver, let us return to the pavilion, on whose exterior facades, for the whole duration of Expo and fortnightly, will alternate live graffiti artists of interna-tional renown (including the Brazilian L7M from Brazil, the Japanese Masaru Ishiura and Kinuko Esther Asano, the British Destrukt from the UK and our Agostino Iacurci): is the project “Cibus in Fabula”, the brainchild of Felice Li-mosani. Thirteen monumental murals that will be paired with a video-in-stallation of seven to ten meters with digital animation. «The relationship between art and food will be one of the major topics covered by Expo Mi-lano 2015 - explains Limosani - our performance will be a way to reflect, sensitize and represent the food cul-ture through creativity.» The works produced between May and October will then become a collective exhibi-tion that will be held on the occasion of Cibus, the salon supply to Parma from 9 to 12 May 2016. CIBUSèITALIA will also e-commerce channel, active during the six months of ‘exhibition, where you can create a virtual shopping cart. Load, of course, made in Italy food pro-

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The trail le-ads through fifteen sections: from pasta to rice, from meat to sea-food to dairy products, through cakes, drinks and condiments, to name a few

Castello San Salvatore dei Conti Collalto a Susegana, Treviso / Castle San Salvatore dei Conti Collalto in Susegana, Treviso

La primavera, in Veneto, è una sta-gione ricca di appuntamenti: molte fiere del vino (tante piccole manife-stazioni locali a far da cornice, e fer-tile terreno alla grande esposizione internazionale del Vinitaly, da sempre appuntamento-clou della stagione a Verona), ma anche Feste dei Fio-ri, della Fragola, dell’Asparago, delle Erbe Spontanee. Un mix fantastico e una grande varietà di scelta, per chi vuole passare una mini-vacanza inte-ressante, gustosa e fuori dagli schemi. Con l’avvio dell’Expo, il Veneto è un florilegio di iniziative, molte del-le quali dedicate al vino, soprattutto nelle due province-simbolo per i wi-

Minivacanza: i gustosi wine toursin Veneto tra arte, bellezza e castelli

Non solo Venezia: alla scoperta di una regione che eccelle nell’eno-gastronomia. Per scoprire gli appuntamenti: www.expoveneto.it

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ne-lovers: Verona e Treviso.E andiamo a vedere cosa c’è in

programma già per il weekend del Primo maggio; a Verona i Wine Tours per andare a scoprire la terra e i sapori di Valpolicella, Soave e Custoza sono molteplici: possono durare mezza giornata, partendo dalla città di Giu-lietta, oppure anche due giorni. Pre-vedono visite alle cantine con assaggi di Valpolicella Classico DOC, Valpo-licella Classico Superiore e Ripasso (tipica lavorazione di queste parti), e poi del rinomato Amarone Doc e del Recioto, accompagnati da assaggi di prelibatezze quali l’ottimo formaggio Monte Veronese D.O.P., la “soppressa”

Short break: tasty wine tours in Veneto between art, beauty and castlesNot only Venice: the disco-very of a region that excels in enogastronomy.To find appointments:www.expoveneto.it

(tipico insaccato veneto) e l’olio ex-tra-vergine di Oliva del Garda che sta guadagnando consensi tra i gourmet. Nella visita alle cantine, i produttori spiegheranno i processi di vinifica-zione e guideranno all’assaggio dei vini. C’è anche un tour che prevede il pranzo in trattorie tipiche della zona, con le prelibate tagliatelle fatte in casa (dicono le migliori d’Italia, sembrano un velo!) e la visita al bellissimo bor-go medievale di San Giorgio Inganna-poltron, dalla cui piazza si gode una magnifica vista del Lago di Garda (per informazioni: www.veronawinetours.com).

Per chi volesse andare per i fatti propri, ci sono in quella zona cantine eccellenti, come la Cavalchina a Som-macampagna, cui si deve l’invenzio-ne e la messa a punto del Custoza, il vino più noto del luogo ottenuto dai vitigni di Fernanda, Trebbiano e Gar-ganega: all’interno della tenuta, che fu teatro di battaglia nella prima e seconda guerra d’Indipendenza, a te-stimonianza rimane un obelisco di ardesia del 1866, ricordo del ferimento del principe Amedeo di Savoia (www.cavalchina.it).

Molta della storia del Veneto pas-sa per i castelli e a questo proposito se decidete di andare in Provincia di Treviso, potete fare una capatina al Castello di San Salvatore a Susegana (Treviso), appartenente alla famiglia dei Conti di Collalto che, oltre a pro-durre ottimi vini ( come per esempio il Prosecco D.O.C. G. Superiore, o l’In-crocio Manzoni, e anche il Wildbacher originario della Boemia come la fami-

glia proprietaria della Tenuta e tra-piantato qui con ottimi risultati), ha anche creato un favoloso alloggio con Suite imperiale, adatto ai matrimoni di gran classe, e Borgoluce, un agritu-rismo diffuso, immerso nel verde, tra le viti e i boschi di queste splendide colline, con tanto di piscina naturale. Inoltre c’è la fattoria che vende carne a chilometro zero e una serie di preliba-tezze tutte rigorosamente create nel-la Tenuta di Collalto. (per info: [email protected] e www.castellosansalva-tore.it oppure www.agriturismo.bor-goluce.it)

Per imparare ad assaggiare i vini, a pochi chilometri, avete l’imperdibile Scuola Enologica di Conegliano (TV), la più antica del mondo, numero uno in Italia e tra le migliori del pianeta: ci si può prenotare durante tutto il periodo dell’Expo per assaggi e Wor-kshop dedicati al vino ogni venerdì

e sabato, nell’aula degustazione, con tour e visita guidata a tutte le fasi di produzione del Prosecco e non solo. La “Enjoy Prosecco Land” è un’esperienza tutta da vivere, non solo per il vino ma anche per la bellezza dei luoghi e l’alta gastronomia che la zona offre (per info e prenotazioni: www.scuolaenologica.unipd.it).

Per chiudere in bellezza, un pas-saggio sul Piave, per andare a sco-prire un vitigno strano, particolare e davvero unico: il Raboso, autoctono del territorio, eppure incredibilmente rosso, tannico e forte, pur crescendo in un territorio povero e sassoso come le Grave del Piave. Esiste la Confra-ternita del Raboso (http://www.ra-bosopiave.com/il-territorio/confra-ternita-del-raboso-piave/), ma oltre alle famose cantine Cecchetto e Casa Roma, se volete assaggiare un Rabo-so tutto biologico potete andare alla cantina Galileo di Tezze di Vazzola, il cui fondatore, Galileo Zaninotto già oltre 20 anni fa ha scelto per i pro-pri vini la strada bio e che ora spo-pola con il motto “Quel che è Bio è Tuo”, inventato dall’estroso direttore commerciale, l’enologo e cantautore Stefano Dall’Armellina. (info: www.galileo-vini.com). Winelovers, buon viaggio!

E ricordate che potrete trova-re tutti gli appuntamenti su: www.expoveneto.it.

The spring, in Veneto, is a season full of events: many wine fairs (many small local events as a backdrop, and breeding ground for the great Vinitaly

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Tenuta Cavalchina a Sommacampagna; i proprietari: I fratelli Luciano e Franco Piona /Cavalchina estate in Sommacampagna; the owners: brothers Luciano and Franco Piona

international exhibition , always the season’s event-highlight in Verona), but also Flowers, Strawberry, Aspara-gus, Spontaneous Herb’s Festival/Ce-lebration . A fantastic mix and a wide variety of choice for those who want to spend an interessino, tasty and uncon-ventional mini-vacation.

With the start of Expo, Veneto be-comes a cradle of initiatives, many of which are dedicated to wine, especially in the two provinces-symbol for wi-ne-lovers: Verona and Treviso.

And let’s see what’s already sche-duled for the weekend of May Day; in Verona the Wine Tours to discover the land and the tastes of Valpolicella, So-ave and Custoza are many: they can last half a day, starting from the city of Juliet, or even two days. They in-clude visits to wineries with tasting of Valpolicella Classico DOC, Valpolicella Classico Superiore and Ripasso ( made with local’s typical processing), and then the renowned Amarone and Re-cioto DOC, accompanied by the excel-lent taste of delicacies such as cheese Monte Veronese DOP, the “ soppressa “(typical Venetian sausage) and the Garda extra-virgin olive oil which is gaining support among gourmets. In the visit to the cellars, the producers explain the winemaking process and guide you to taste the wines. There is also a tour that includes lunch in typi-cal restaurants of the area, with the delicious homemade noodles (they say the best in Italy, seem a veil!) and a visit to the wonderful medieval villa-ge of San Giorgio Ingannapoltron, from which Square offers a magnificent view of Lake Garda (for information:

www.veronawinetours.com).For those who wishing to do thin-

gs their own way, there are excellent wineries in that area, as the Cavalchi-na Sommacampagna, which was re-sponsible for the invention and deve-lopment of Custoza, the most famous local wine obtained from grapes of Fernanda, Trebbiano and Garganega: within the estate, which was the scene of battles in the First and Second War of Independence, stands as witness a slate obelisk of 1866, in memory of the wounding of Prince Amedeo of Savoy (www.cavalchina.it).

Much of the history of Veneto goes for the castles and if you decide to go to the Province of Treviso, you can pay a visit to the Castle of San Salvatore in Susegana (Treviso), belonging to the Counts of Collalto family that, in ad-dition to producing fine wines (such as the Prosecco Superiore DOCG, or the Incrocio Manzoni, and even the origi-nal Bohemian Wildbacher as the family owners of the estate and planted here with great results), also created a fa-bulous accommodation with the Impe-rial Suite, suitable for weddings classy, and Borgoluce, a widespread farm, in the countryside, among the vines and forests of these hills, complete with a natural pool. In addition there is the farm that sells meat with zero food miles and a range of delicacies all ri-gorously created in Tenuta di Collalto. (Info: [email protected] and www.ca-stellosansalvatore.it or www.agrituri-smo.borgoluce.it)

To learn how to taste wine, a few kilometers away , you have the un-missable Wine School of Conegliano

(TV), the oldest in the world, number one in Italy and among the best in the world: there you can be booked throu-ghout the period of Expo for tastin-gs and workshops dedicated to wine every Friday and Saturday, in the ta-sting classroom, with guided tour at all stages of production of Prosecco and beyond. The “Enjoy Prosecco Land” is an experience to live, not only for wine but also for the beauty of the area and the high cuisine offered by the area (for info and reservations:www.scuolaenologica.unipd.it).

To round off, a step on the Piave, to discover a strange vine, particular and unique: the Raboso, native of the area, yet incredibly red, tannic and strong, despite growing up in a poor and stony area as the Grave Piave. There is the Confraternity of Raboso (http://www.rabosopiave.com/il-territorio/confra-ternita-del-raboso-piave/), but in ad-dition to the famous cellars Cecchetto and Casa Roma, if you want to taste a biological Raboso you can go to cellar Galileo Tezze di Vazzola, whose foun-der, Galileo Zaninotto already over 20 years ago chose for their wines the bio way and now depopulated with the motto “Quel che è Bio è Tuo”( wordplay that means “What is Bio is Yours”), in-vented by the creative commercial di-rector, the winemaker and songwriter Stephen Dall’Armellina. (Info: www.galileo-vini.com). Winelovers, bon voyage!

And remember that you can find all the appointments at: www.expoveneto.it.

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Agriturismo Borgoluce, immerso nel verde delle colline Trevisane / Agriturismo Borgoluce, nestled in the green hills of Treviso

Lo scrittore e dramma-turgo statunitense William Saroyan sosteneva che «la bicicletta è la più nobile invenzione dell’umanità». E Herbert George Wells, autore di memorabili ro-manzi di fantascienza, non era da meno: «Ogni volta che vedo un adulto in bi-cicletta, penso che per la razza umana ci sia ancora speranza».

Tra tutti i mezzi di trasporto, la bicicletta è l’unico che non incide sull’ecosistema. Non alte-ra l’ambiente e i paesaggi – ma, anzi, si adatta a essi –, non inquina ed è silen-ziosa. In pratica, non ha difetti.

Nondimeno, la biciclet-ta non è mai stata conside-rata il mezzo con cui viag-giare per fare una vacanza. Troppa fatica, troppi pro-blemi negli spostamenti, troppe variabili da consi-

derare, tra cui le condizio-ni meteorologiche, troppi problemi logistici e, in ap-parenza, nessun confort.

Negli ultimi anni, però, c’è stato un deciso cambio di rotta per quanto riguar-da il turismo sostenibile e responsabile. L’Italia, sep-pur lentamente, si è adat-tata alla crescente richiesta di dotarsi di una rete di ciclovie che metta i cicli-sti al riparo dai numerosi pericoli delle strade urbane ed extraurbane. Lo scor-so anno è nata Bicitalia, la prima grande mappa delle rete cicloturistica d’Italia, realizzata grazie alla FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta – e al Mini-stero dell’Ambiente.A livello nazionale, al mo-mento la rete ciclabile ita-liana rilevata da Bicitalia è di 18.000 chilometri, attra-verso i quali, in sostanza, è possibile viaggiare lungo

tutto lo Stivale, visitando le città d’arte e i luoghi na-turali più incantevoli che il nostro Paese offre.

Non è un caso che l’i-dea del “green travel” stia prendendo sempre più piede anche in Italia. Sono sempre più i turisti, infatti, che ogni estate si attrez-zano per visitare le mera-viglie nazionali utilizzando soltanto la bicicletta, gra-zie anche all’aumento degli alberghi e delle strutture in grado di ospitare i ciclotu-risti.

Tra gli itinerari ciclabili più belli e suggestivi d’Ita-lia, ricordiamo la Ciclovia dell’Alpe Adria Radweg, che collega Grado (in provincia di Gorizia) a Salisburgo, in Austria; la Ciclovia dei Borboni, che collega Napoli a Bari; la Riviera dei Fiori, 20 chilometri di tracciato costiero lungo la vecchia ferrovia a binario unico tra

In viaggio attraverso l’Italia.In bicicletta

È possibile visitare i monumenti e ammirare i più bei paesaggi naturali del nostro Paese con un unico mezzo di trasporto? Sì, basta pedalare

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Traveling through Italy. By bike.Can you visit the monu-ments and admire the most beautiful landscapes of our country with a uni-que means of transport? Yes, just pedaling

Ospedaletti e San Loren-zo al Mare, in provincia di Imperia; la Ciclabile delle Dolomiti, tra Dobbiaco e Calalzo di Cadore, immersa in paesaggi incantevoli; il Corridoio Verde Adriatico, che attraversa sette regio-ni – Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia – anche se, al mo-mento, non tutto il tratto è esclusivamente ciclabile; la Ciclovia dell’Unesco, da Mantova a Sabbioneta; la Ciclovia della Versilia, da Viareggio a Marina di Mas-sa; la Ciclovia del Volturno che, dal Molise, arriva fino a Capua, in provincia di Caserta.

Milano, dove tra il pri-mo maggio e il 31 ottobre si tiene Expo2015, rien-tra in uno dei progetti più interessanti di percorsi ciclabili mai realizzati in Europa: VenTo – ideata dal

Politecnico di Milano – è una ciclovia di 679 chilo-metri, lungo la dorsale del fiume Po, che collega Ve-nezia a Torino, passando per Milano e le altre città che costeggiano il fiume più lungo d’Italia, in parte utilizzando percorsi esi-stenti, in parte adeguando alcune strutture, in parte realizzando nuovi traccia-ti. È un progetto ambizio-so che crea un connubio perfetto tra natura e città, agricoltura e cultura, par-chi e arte, con paesaggi, stili architettonici, località e tradizioni molto diversi tra loro. Per portare a ter-mine VenTo servirebbe un investimento complessivo di circa 80 milioni di euro, ma l’indotto potrebbe cre-are almeno duemila nuovi posti di lavoro e 100 mi-lioni di euro generati dal cicloturismo. VenTo, inol-tre, si collegherebbe ad al-tre grandi ciclovie come la Brennero-Peschiera-Man-tova e la Mantova- Ferra-ra-Adriatico.

Uno degli aspetti da non sottovalutare, in effet-ti, è quello della ricchezza che il cicloturismo può of-frire al Paese. In Germania, per esempio, dove ci sono 40.000 chilometri di piste ciclabili, il cicloturismo genera un indotto pari a 3,9 miliardi di euro all’anno. In Francia gli occupati in que-sto settore sono 16.500, in Austria 7.500.

L’arrivo della bella sta-gione, quindi, è un ottimo pretesto per tirare fuori la vostra bicicletta dal box. Datele una bella spolverata, controllate i freni, gonfiate le gomme, regolate il sel-lino e partite alla scoperta delle meraviglie d’Italia. Rigorosamente su due ruo-te.

Del resto, come diceva Ernest Hemingway, «è an-dando in bicicletta che im-pari meglio i contorni di un Paese, perché devi sudare sulle colline e andare giù a ruota libera nelle discese. In questo modo te le ricor-di come sono veramente,

mentre in automobile ti restano impresse solo le colline più alte, e non hai un ricordo tanto accurato del Paese che hai attraver-sato in macchina come ce l’hai passandoci in bici-cletta».

The writer and playwri-ght William Saroyan US ar-gued that "the bicycle is the noblest invention of man-kind." And Herbert George Wells, author of memorable fiction novels, was not out-done: "Every time I see an adult on a bicycle, I no lon-ger despair for the future of the human race"

Among all the means of transport, the bicycle is the only one that does not affect the ecosystem. It do-esn’t alter the environment and landscapes - but, ra-ther, it adapts to them -, it doesn’t pollute and is silent. In practice, it has flaws.

Nevertheless, the bi-cycle has never been consi-dered the means by which

to travel for a holiday. Too much work, too many pro-blems in moving, too many variables to consider, inclu-ding the weather, too many logistical problems and, ap-parently, no comfort.

In recent years, howe-ver, there was a decided change of direction regar-ding sustainable and re-sponsible tourism. Italy, albeit slowly, has adapted to the growing demand to acquire a network of bycicle path that put cyclists away from the numerous dan-gers of urban and suburban roads. Last year was born Bicitalia, the first great map of cycling network in Italy, made possible thanks to the FIAB - Italian Federation of Friends of the Bicycle - and the Ministry of Environ-ment.

At national level, at the moment the cycle network taken over by Italian Bicita-lia is 18,000 kilometers long, through which you can tra-vel throughout the Country, visiting the cities of art and

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the most beautiful natural places that our country of-fers.

It is no coincidence that the idea of "green travel" is becoming increasingly popular in Italy. More and more tourists, in fact, that every summer equip them-selves to visit the national wonders using only the bi-cycle, thanks to the incre-ase of facilities able to ac-commodate cyclists in the hotels.

Among the most be-autiful and evocative bike routes of Italy, we remem-ber the Alpe Adria Radweg Cycle Path, which connects Grado (Gorizia) to Salzburg, Austria; Cycle Route of the Bourbons, which connects Naples to Bari; the Riviera dei Fiori, 20 km of coastal route along the old sin-gle railway track between Ospedaletti and San Loren-zo al Mare, in the province of Imperia; Bike Path in the Dolomites, between Dob-biaco and Calalzo di Cado-re, surrounded by beautiful

landscapes; Green Corridor Adriatic, which crosses se-ven regions - Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Ro-magna, Marche, Abruzzo, Molise and Puglia - even if, at the moment, the entire section isn’t only path; the

Ciclovia Unesco, from Man-tova Sabbioneta; Cycle Rou-te of the Versilia, from Via-reggio to Marina di Massa; Cycle Route of the Volturno from Molise to Capua, in the province of Caserta.

Milan, where between May 1 and October 31 is held Expo2015, is part of one of the most interesting bycicle path project ever made in Europe: VenTo - designed

by the Politecnico di Mila-no - is a cycle route of 679 kilometers along the ridge of the river Po, which links Venice to Turin, via Milan and other cities bordering the longest river in Italy, partly using existing routes, partly by adapting some structures, in part through new paths. It is an ambi-tious project that creates a perfect combination of na-ture and cities, agriculture and culture, parks and art, landscapes, architectural styles, locations and tra-ditions very different from each other. To complete Vento would need a to-tal investment of about 80 million euro, but the arma-ture could create at least two thousand new jobs and 100 million euro genera-ted by cycling. VenTo also would connect to other major cycle path as the Brenner-Peschiera-Manto-va and Mantua and the Fer-rara-Adriatico.

One of the aspects to be reckoned with is the we-

alth that cycling can offer the Country. In Germany, for example, where there are 40,000 kilometers of bi-cycle paths, bicycle tourism generates an induced of 3.9 billion euro a year. In Fran-ce people employed in this sector are 16,500, in Austria 7,500.

The arrival of summer, then, is a great excuse to pull out your bike from box. Give it a good sprinkling, check the brakes, swollen gums, adjust the seat and discover the wonders of Italy. On two wheels.Moreover, as of Ernest He-mingway said «It is by ri-ding a bicycle that you learn the contours of a coun-try best, since you have to sweat up the hills and can coast down them.... Thus you remember them as they actually are, while in a mo-torcar only a high hill im-presses you, and you have no such accurate remem-brance of country you have driven through as you gain by riding a bicycle.»

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It is by riding a bicycle that you le-arn the contours of a country best, since you have to sweat up the hills and coast down them.

Pantelleria, meravigliosa perla al centro del Mediterraneo

L’isola prima protagonista dell’Expo con la sua vite ad alberello, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco

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Pantelleria, wonderful pearl in the center of the Mediterranean SeaThe island first protagonist of the Expo with its grapevine sapling, Unesco World Heritage site

È stata una delle prime protagoniste di Expo 2015, inaugurando il 1° maggio il Cluster Bio-Mediterraneo che ospi-ta, all’interno della grande kermesse internazionale, 11 paesi del Bacino del Mediterraneo: San Marino, Tunisia, Grecia, Libia, Malta, Albania, Algeria, Montenegro, Serbia, Libano, Egitto. Lei è Pantelleria, piccola grande isola al centro del Mediterraneo, 70 miglia dalla Tunisia e 120 dalla Sicilia, che si presenta al mondo con la sua eccel-lenza, appena proclamata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco e conside-rata un’opera di ingegno e di bellezza: la vite ad alberello, coltivazione tipica dell’isola per l’uva Zibibbo, da cui de-riva il Passito, nettare dorato di que-sta terra nera di origine vulcanica che galleggia sul mare più blu d’Italia.

La coltivazione della vite ad albe-rello è geniale: per difendere la pianta e i suoi grappoli dal forte vento si crea una piccola conca scavata sul terreno, che ha anche la particolarità di con-vogliare verso le radici la poca acqua che cade in estate o la rugiada nottur-na. Lo Zibibbo è un Moscato d’Ales-sandria, portato sull’isola da uno dei tanti popoli che a Pantelleria hanno fatto tappa nel corso dei millenni e poi coltivato con amore e fatica dai panteschi – che a dispetto della po-sizione sono sempre stati agricoltori più che pescatori – con la costruzione dei tipici e bellissimi terrazzamenti, e i muretti a secco, creati con pietre naturali di origine vulcanica. La col-tivazione della vite ad alberello oggi riconosciuta patrimonio dell’umanità è diventata il simbolo dell’agricoltu-ra in zone difficili, dove l’uomo lotta da secoli con una natura non propi-zia. I panteschi hanno decisamen-te vinto: oggi il Passito di Pantelleria è uno dei più noti e rinomati vini da dessert nel mondo, grazie soprattutto ad un gruppo di agricoltori illumina-ti, come il Conte Salvatore Casano e Marco De Bartoli, che si sono battuti per metterne a punto la lavorazione, ottenere la DOC e far conoscere questo meraviglioso nettare nel mondo. Oggi a Pantelleria, isola amata da Giorgio Armani (che ha magnifica dimora sul

golfo di Gadir ed è da più di vent’anni uno dei maggiori testimonial dell’iso-la) e da molti altri personaggi - come Carole Bouquet, Fabio Capello e Luca Zingaretti, ma anche Madonna e Sting sono stati qui - le cantine che produ-cono Passito vanno aumentando: c’è Donna Fugata, Costa Ghirlanda e Ral-lo, sta arrivando Farinetti (Eataly), ad affiancare le storiche cantine Pellegri-

no, Murana, Basile e Marco De Bartoli, quest’ultima la più nota, oggi guidata da Sebastiano, figlio del fondatore. Oltre al Passito, alla Cantina De Bartoli in contrada Bukkuram (www.mar-codebartoli.com), non potete assolu-tamente perdervi il Pietra Nera, uno Zibibbo in purezza, vino elegantissi-mo ed equilibrato, grazie alla geniale vendemmia anticipata.Pantelleria è capofila dello spazio Bio-Mediterraneo dove è stata sco-perta all’inaugurazione una scultura dedicata proprio alla vite ad alberello, opera di Michele Cossyro, il suo arti-sta, scultore e pittore, più famoso nel mondo, che della pietra lavica ha fatto materia d’arte. Apprezzatissimo poi il cooking-show con prodotti panteschi (i capperi grandi protagonisti) curato dai due grandi chef siciliani, Peppe Giuffrè e Natale Giunta, che sarà se-

guito per tutta la durata dell’Expo da una serie di appuntamenti a cura del Consorzio DOC e IGP di Pantelleria, per far scoprire ai visitatori tutte le eccellenze di una cucina sapiente, che vede il pesto pantesco e il cous-cous di pesce vicino ai Baci, meraviglio-si dolci a base di ricotta e molte altre delizie.

Allo Stand si può assistere anche alla proiezione di un cartone animato realizzato da un gruppo di ragazzi di-ciottenni, imperniato con simpatia su un percorso naturalistico e culinario attraverso i prodotti tipici dell’isola, e con incontri dedicati alle tematiche della biodiversità e della geotermia, di cui Pantelleria è sede naturale con le sue acque calde di origine vulcanica, le Favare, la sauna naturale sul Mon-te Sibà e il magnifico Lago di Venere, nato da un vulcano collassato e famo-so per i suoi fanghi naturali che do-nano bellezza e benessere e che l’isola ha voluto mantenere assolutamente naturali e gratuiti per tutti.Pantelleria sarà ancora in primissi-mo piano all’Expo in luglio e agosto, quando sono previsti anche collega-menti diretti con l’isola, paradiso dei sub ma anche sede di un Parco Ar-cheologico che sta restituendo teso-ri di epoca romana e fenicia, e va ad accompagnare la già nota valle dei Sesi (sepolcri a cupola in pietra lavica risalenti a 5000 anni fa) in Contrada Mursia.

C’è un sito per sapere tutto sugli eventi dedicati a Pantelleria all’Expo: wwwpantelleriaexperience.com/.E mentre Milano la celebra, l’isola apre la stagione: già da maggio i voli diretti dal Nord Italia (anche Bergamo, Bologna, Venezia accanto a Milano, soprattutto Volotea, poi ci sono voli giornalieri da Roma, Palermo e Trapa-ni, oltre all’aliscafo e al traghetto dalla stessa Trapani), che la rendono subito più vicina e raggiungibile. E ne vale la pena: sull’isola c’è tutto un mondo da scoprire, fatto di mare, ma anche di imprevedibili montagne (Cuddie, in pantesco), che arrivano fin quasi a mille metri (in soli 50 chilometri di perimetro dell’isola), regalando a chi

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L’eccellenza dell’i-sola, appena proclama-ta Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco e considerata un’opera di ingegno e di bellezza: la vite ad alberello, coltivazione tipica di Pan-telleria per l’uva Zibibbo, da cui deriva il Passito, nettare dorato di questa terra nera di origine vulcanica che gal-leggia sul mare più blu d’I-talia.

vi sale panorami mozzafiato su diste-se verdissime coltivate a vite dove oc-chieggia il fucsia e il viola delle bugan-villee, (come la valle di Monastero o Pian di Ghirlanda) e sbucano i bianchi tetti dei dammusi (tipica costruzione di Pantelleria), con i tetti a cupoletta e tutto intorno un mare blu e azzurro da K.O. con naturali creazioni in pietra come il magnifico Arco dell’Elefante.La sistemazione è facile, potete sce-gliere l’albergo: il più comodo è l’Hotel Mursia & Cossyra, a pochi chilometri da aeroporto e centro: piscina di acqua di mare, discesa a mare privata, cen-tro benessere e un ristorante rinomato (www.mursiahotel.it), a trovarvi l’a-ereo ci pensano loro! Oppure potete scegliere la sistemazione in dammu-so: ci sono agenzie come la Cossira (www.lacossira.it) o anche organizza-zioni che vi possono offrire pacchetti vacanze completi di tutto: se siete dei sub, per esempio, c’è il Green Divers di Antonello d’Aietti, una delle guide sub più note ed esperte dell’isola che con il pacchetto immersioni vi offre anche la sistemazione in dammuso (www.greendivers-sub.com).

Per conoscere gli eventi a Pantel-leria nel periodo che scegliete per la vostra vacanza, c’è il sito dell’asso-ciazione dei giovani dell’isola: www.manio.it. E buona vacanza!

It 'was one of the first protagoni-sts of Expo 2015, opening on May 1, the Cluster Organic-Mediterranean hosting, within the great internatio-nal event, 11 countries of the Medi-terranean basin: San Marino, Tunisia, Greece, Libya, Malta, Albania, Algeria, Montenegro, Serbia, Lebanon, Egypt. it is Pantelleria, great little island in the middle of the Mediterranean Sea, 70 miles from Tunisia and 120 from Sicily, which is presented to the world with its excellence, just proclaimed World Heritage Site by UNESCO and conside-red a work of genius and beauty : the vine sapling, typical cultivation of the island for Zibibbo grapes, from which it derives Passito, golden nectar of this black volcanic earth floating on the sea the most blue in Italy.

The cultivation of the grapevine

sapling is brilliant: to defend the plant and its grapes from the strong wind, it creates a small hollow dug on the ground, which also has the distinction of conveying to the roots the little wa-ter that falls in the summer or the night dew . Zibibbo is a Muscat of Alexan-dria, brought to the island from one of the many people who have made stops in Pantelleria over thousands of years and then presented with passion and effort from Pantelleria - that in spite of the position have always been farmers than fishermen - with the construction of the typical and beautiful terraces and stone walls, created with natural sto-nes of volcanic origin. The cultivation of the grapevine sapling today recogni-zed World Heritage Site has become a symbol of agriculture in difficult areas, where man struggles for centuries with a non favorable nature.

The panteschi have definitely won: today Passito of Pantelleria is one of the most famous and renowned dessert wines in the world, thanks to a group of farmers illuminated, as Count Salva-tore Casano and Marco De Bartoli, who fought to put in point processing, the DOC and get to know this wonderful nectar in the world. Today in Pantel-leria, island beloved by Giorgio Arma-ni (who magnificent residence on the Gulf of Gadir and for more than two decades a major spokesperson of the island) and many other characters - such as Carole Bouquet, Fabio Capello and Luca Zingaretti, but Madonna and Sting were here - the wineries produ-cing Passito are increasing: Donna Fu-gata, Costa Ghirlanda and Rallo, is co-ming Farinetti (Eataly), to support the historic wine cellars Pellegrino, Mu-rana, Basile and Marco De Bartoli, the latter best known, today headed by Se-bastian, son of the founder. Besides the Passito, the Cantina De Bartoli in the district Bukkuram (www.marcodebar-toli.com), you can not miss the Black Stone, a purity of Zibibbo, elegant and balanced wine, thanks to the ingenious early harvest.

At the stand you can also attend the screening of cartoon made by a group of young teens, focuses sympatheti-

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Lavorazione uve passite all’interno della Tenuta De Bartoli / Processing dried grapes in De Bartoli estate

cally on a nature trail through the culi-nary and typical products of the island, and meetings devoted to the issues of biodiversity and geothermal energy, of which Pantelleria is a natural home with its warm waters of volcanic ori-gin, the Favare, the natural sauna on Mount Sibà and the magnificent Lake of Venus, born of a volcano collapsed and famous for its mud baths that give beauty and well-being and that 'island wanted to remain absolutely natural and free for everyone.

Pantelleria is still in the foreground at the Expo in July and August, when they are also provided direct links with the island, divers paradise, but also the site of an archaeological park that is returning from the Roman and Phoe-nician treasures, and goes to accom-pany the already known valley of Sesi (dome tombs of lava stone dating back to 5000 years ago) in Contrada Mursia.There is a website to know everything about the events dedicated to Pantel-leria Expo: wwwpantelleriaexperience.com/.

And while Milan celebrates, the island opens the season: since May, di-rect flights from North Italy (also Ber-

gamo, Bologna, Venice next to Milan, especially Volotea, then there are daily flights from Rome, Palermo and Trapa-ni, in addition to 'hydrofoil boat and ferry boat from Trapani itself), making it closer and immediately accessible. And it's worth it: on the island there is a whole world to discover, made of sea, but also unpredictable mountains (Cuddie, in pantesco), coming almost to a thousand meters (in only 50 km of the island perimeter ), giving to tho-se who climbs breathtaking views of lush green expanses covered with vi-neyards area at the fuchsia and purple bougainvillea, (like the valley of Pian di Monastero or Ghirlanda) and emer-ge the white roofs of dammusi (typical construction of Pantelleria) with the roof dome and all around a blue sea and blue by KO with natural creations in stone like the magnificent Elephant Arch.

Accommodation is easy, you can choose the hotel: the most comfor-table is the Hotel Mursia & Cossyra, a few kilometers from the airport and the center:: sea water swimming pool, pri-vate access to the sea, wellness center and a popular restaurant (www.mur-

siahotel .com), they will find for you a plane! Or you can choose accommo-dation in dammuso: there are agencies like the Cossira (www.lacossira.it) or organizations that can offer vacation packages complete with everything: if you are a diver, for example, there is the Green Divers of Antonello d' Aiet-ti, one of the most famous dive guides and island expert with the dive packa-ge also offers accommodation in dam-muso (www.greendivers-sub.com).

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