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N. 705 | SABATO 19 MARZO 2016 Plus24 - Il Sole 24 Ore | 29 professionisti del risparmio art economy24 pagina a cura di Marilena Pirrelli A Londra piattaforma di temporary space per mostre e gallerie Attrarrà operatori non presenti nella City. Nahmad Projects apre a Mayfair Silvia Simoncelli + A Londra un nuovo progetto immo- biliaredestinatoall’artepotrebbeoffrire una soluzione innovativa alle difficoltà che il mercato delle gallerie sta attraver- sandonegliultimianni,acausadellacri- si e dell’alto costo degli affitti. Nell’area di South Kensington, a pochi passi dal Victoria & Albert Museum, una zona centrale con un mercato immobiliare dai prezzi non ancora proibitivi di Fi- tzrovia e Mayfair, il gallerista John Mar- tin ha individuato un complesso di cin- queedifici–perunasuperficiedi35.000 mq – in cui dar vita a un nuovo modello di art district. Costretti a sostenere alte spese per mantenere spazi espositivi sempre meno frequentati o per parteci- pareasvariatefierel’anno,senzagaran- zie di guadagno, diversi galleristi hanno iniziato a considerare di operare senza uno spazio espositivo permanente. E se c’è ancora chi, ben sostenuto – Joseph Nahmad, figlio di Ezra e fratello minore di Helly –, riesce a lavorare a Mayfair e promuovere nuovi spazi co- me Nahmad Projects sul contempora- neo a partire dal 9 giugno, Martin, inve- ce, con Cromwell Place proporrà dal 2018 una piattaforma in cui le gallerie potranno presentare a rotazione nuove mostre ogni due settimane. Il modello è unibridotralafieraelatradizionalemo- stra in galleria: gli spazi potranno essere affittati per un tempo limitato e il co- stante turnover, nelle intenzioni degli organizzatori, favorirà l’attenzione dei collezionisti.Un comitato selezionerà le gallerie partecipanti, e l’accesso al pub- blico sarà regolato in modo tale da riser- vare momenti di visita privilegiati per una clientela selezionata. Cromwell Placeaspiraadiventareunpuntodirife- rimento per dealer e gallerie – inglesi o straniere – che desiderano presentare un progetto espositivo a Londra: un for- mato per cui esiste certamente un inte- resse trasversale, ne dà prova “Condo”, una mostra organizzata in febbraio da ottogalleriedelcircuitopiùsperimenta- le della capitale in collaborazione con 24 gallerie provenienti da Europa e Ameri- ca, ospitate nei loro spazi. Nelle inten- zioni di Martin il piano terreno sarà ri- servato ad uno spazio modulabile per diversi usi, mentre ai piani superiori sa- rannoospitatefinoa30gallerieconspa- zi espositivi individuali con relativi uffi- ci; nell’area del cortile sarà realizzata un magazzino con funzioni di porto franco per evitare l’imposizione di dazi sulle opere in transito. I costi per i soci saran- no molto più contenuti rispetto a quelli di una fiera e sul sito si raccolgono già le espressioni di interesse da parte di po- tenzialipartecipanti.LacapacitàdiLon- dra di attrarre un pubblico internazio- nale è sostenuto anche dal calendario di aste e South Kensington, ancora lonta- na dal glamour, potrebbe diventare un nuovo polo in tutte le stagioni, inaugu- rando un nuovo format per il mercato, da esportare anche in altre città. © RIPRODUZIONE RISERVATA Archivi d’artista, ecco come difenderli e fare business In Germania al via l’Istitute for Artists’ Estates promuoverà i lasciti e sosterrà con prestiti gli eredi Silvia Anna Barrilà + Gli archivi d’artista oggi sono og- getto di interessi sempre più forti, so- prattutto da parte di gallerie che si af- frettano ad accaparrarsi l’esclusiva su lasciti ancora sottovalutati in un mercato sempre più competitivo. Se ne sono accorti Loretta Würtenber- ger, tedesca, classe 1972, ex-giudice, e il marito Daniel Tümpel, già fonda- tori della società Fine Art Partners, che concede prestiti a galleristi e mercanti d’arte per acquistare opere sul mercato secondario, e ora del- l’Istitute for Artists’ Estates, una nuo- va società che nascerà a Berlino a set- tembre e sarà annunciata da un libro sulla gestione dei lasciti «The Artist Estate: A Handbook for Artists, Exe- cutors, and Heirs» che sarà presenta- to ad Art Basel a giugno. La loro è un’idea di business innovativa per l’Europa che trova un corrispettivo solo negli Stati Uniti – più avanzati nella gestione dei lasciti d’artista - nel lavoro che il consulente americano Barry Rosen svolge da 20 anni per ar- chivi di artisti come Eva Hesse, Dieter Roth, Allan Kaprow e Lee Lozano. «Il nostro lavoro si dividerà in tre ma- cro-aree» anticipa ad ArtEconomy24 Loretta Würtenberger, che già am- ministra il lascito di Hans Arp, Sophie Täuber Arp, Keith Arnatt e Wolfgang Tümpel, nonno del marito: «la ricer- ca, perseguita attraverso l’elargizio- ne di borse di studio e la pubblicazio- ne di libri; il networking tra gli archi- vi, promosso attraverso incontri e conferenze; e il servizio di consulen- za, che può andare dalla gestione in- tegrale dell’archivio all’assistenza in singoli ambiti quali le strategie di mercato, le questioni legali e fiscali e il catalogo ragionato». Tra le funzioni della nascente so- cietà non ci sarà la vendita delle ope- re, che rimane competenza delle gal- lerie con cui si sceglie di collaborare (è raro, infatti, che queste ultime acqui- siscano i lasciti, quasi sempre sono semplici intermediari che vendono per conto dell’archivio). Ci sarà, invece, un innovativo ser- vizio di concessione di prestiti a eredi che si trovano a dover far fronte alle tasse di successione, per far sì che non debbano vendere il loro patri- monio di opere sotto pressione. «Perché la prima fase di vita del lasci- to, che riguarda i primi tre anni, è un momento delicato, in cui è necessa- rio sviluppare una strategia riguardo al proprio posizionamento» spiega Würtenberger. Per tutti gli archivi, comunque, lo scopo è lo stesso: valo- rizzare la memoria e l’importanza storico-artistica dell’artista e, al tem- po stesso, accrescere il valore econo- mico del lascito. Alla prima fase di posizionamen- to segue una seconda fase che va dal terzo al decimo o quindicesimo an- no, in cui la ricezione postuma del- l’artista va rafforzata attraverso l’azione combinata in tre aree del mondo dell’arte: l’accademia, il mu- seo e il mercato. «L’archivio deve rapportarsi con ognuno di questi tre ambiti in modo attivo, senza aspetta- re che siano gli accademici, i curatori o i collezionisti ad andare a cercarlo, ma proponendo mostre, temi di stu- dio, opere non ancora valorizzate. E la chiave del successo in tutti i casi è il catalogo ragionato, base necessaria per approcciare l’opera dell’artista in modo affidabile». In tutta questa fase, un nodo fon- damentale della vita dell’archivio è quello della sua sostenibilità econo- mica, che si basa sulla vendita delle opere, per cui è necessario studiare i tempi di immissione delle opere sul mercato e integrare una pianificazio- ne finanziaria. Perché la vita del lasci- to si basa su un numero limitato di opere, per cui si arriva ad un certo momento – Würtenberger individua l’inizio della terza fase di vita del la- scito dopo i 15 anni dalla fondazione – in cui è necessario chiedersi quale sia lo scopo della fondazione. «Esem- plare in questo senso è il caso della fondazione di Henry Moore che si de- dica non solo a mantenere viva la me- moria dello scultore, ma a sostenere la scultura inglese in generale, con ri- cadute positive sul lascito stesso». In Italia è un ambito ancora tutto da scoprire, che neanche Würtenber- ger e Tümpel hanno ancora esplora- to, nonostante i nostri artisti del do- poguerra siano sempre più ricercati sul mercato internazionale. E il tema dell’autentica, caldo soprattutto nel nostro paese, la Würtenberger prefe- risce neanche menzionarlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Inaugura FM Centro per il contemporaneo Marianna Agliottone + Il prossimo 7 aprile, in occasione di Miart 2016, a Milano apre FM Centro per l’Arte Contemporanea. Un nuovo polo dedicato all’arte e al collezioni- smo che rappresenta la fase conclusi- va dell’investimento del gruppo pri- vato Bastogi per la ristrutturazione dell’intero complesso dei Frigoriferi Milanesi – con l’impiego di 20 milioni di euro – e la riconversione delle sto- riche attività di custodia in servizi in- tegrati per l’arte (art advisory, gestio- ne e conservazione) con la creazione della società Open Care. «Dal proget- to FM Centro per l’Arte Contempora- nea, ci attendiamo ricavi nell’ordine di 140mila euro annui dagli spazi per le gallerie e 100mila euro annui dagli sponsor» afferma l’amministratore delegato di Open Care Elisabetta Ga- lasso. Il direttore artistico Marco Sco- tini anticipa ad ArtEconomy24 i punti cardine del Polo. FM coinvolge parte dello storico complesso industriale dei Frigori- feri Milanesi ed è promosso dalla società Open Care, con che bugdet vi troverete a operare e da chi è com- posto il board internazionale di esperti del Centro? La programmazione artistica sa- rà sostenuta sia da Open Care che da altri partner privati definiti ogni vol- ta e sarà facilitata dalla presenza in loco di tutti i servizi utili alla realiz- zazione di eventi: la logistica, la con- servazione e l’art advisory. Il nostro board è formato da Vasif Kortun, di- rettore dello spazio SALT di Istan- bul, ponte possibile per la scena del- l’arte e del collezionismo medio- orientale; Charles Esche, direttore del Van Abbemuseum di Eindhoven già nel board dello Schaulager di Ba- silea, un modello di riferimento nel fondere assieme spazio espositivo, deposito aperto e istituto di ricerca; Hou Hanru, direttore artistico del MAXXI di Roma; Grazia Quaroni, re- sponsabile della collezione Cartier e senior curator della Fondazione omonima di Parigi. Last but not le- ast, uno dei più importanti collezio- nisti italiani, Enea Righi. Quali saranno gli step del pro- gramma dedicato alle collezioni che attiverete entro la fine 2016? Il progetto prevede un program- ma articolato in una grande esposi- zione annuale e due mostre che si svi- luppano in parallelo in due spazi con- tigui dedicati alla presentazione di collezioni private. Il 7 aprile inaugu- reremo “L’Inarchiviabile/The Unar- chivable” dedicata alla scena artistica italiana degli Anni Settanta, curata dal sottoscritto in collaborazione con il collezionista Lorenzo Paini, che in- cluderà oltre 200 opere di 60 artisti. Tra le collezioni coinvolte figurano La Gaia, Maramotti, AGI Verona, Consolandi, Paolo e Alessandra Ba- rillari, Enea Righi, Giuliana e Tom- maso Setari, Gino Viliani, Bianca At- tolico, Carlo Palli, Gemma Testa, Emilio e Luisa Marinoni, Erminia De Biase, Luigi Koelliker. Poi, c’è in can- tiere un’altra grande esposizione de- dicata all’Africa. Mentre in autunno presenteremo il Gruppo Gorgona in rapporto a Piero Manzoni attraverso le opere e i documenti di una impor- tante collezione croata. In cosa consiste e quali sono i fini di questa vostra “innovativa” for- mula di deposito visitabile? I caveau sono un aspetto consoli- dato dei Frigoriferi Milanesi ma il de- posito visitabile è un’alternativa pen- sata per i collezionisti che non voglio- no solo custodire le opere ma anche valorizzarle rendendole accessibili al pubblico. Attiveremo il modello a partire dal 2017, s’ispira a esempi in- ternazionali come quello al Museo Boijmans van Beuningen di Rotter- dam che in Italia ancora non esiste. Come sarà gestito, invece, il vo- stro “temporary space per le galle- rie d’arte contemporanea”? Nell’immaginare il Centro, con Eli- sabetta Galasso, abbiamo pensato di inserire degli spazi, temporanei o con- tinuativi, per le gallerie. Ad oggi abbia- mo la presenza stabile di Laura Bulian assieme a P420 di Bologna, Monitor di Roma e SpazioA di Pistoia. La formula nasce per consentire alle gallerie la pre- senza all’interno della piazza di Milano. © RIPRODUZIONE RISERVATA intervista Marco Scotini direttore artistico FM Centro per l’Arte Contemporanea © ROLF ZSCHARNACK Art advisory Daniel Tümpel and Loretta Würtenberger, fondatori dell’Institute for Artists' Estates

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Page 1: pagina a cura di Archivi d’artista, ecco come€¦ · Estate: A Handbook for Artists, Exe-cutors, and Heirs» che sarà presenta-to ad Art Basel a giugno. La loro è un’idea di

N. 705 | SABATO 19 MARZO 2016 Plus24 - Il Sole 24 Ore | 29

professionisti del risparmioart economy24 pagina a cura di Marilena Pirrelli

A Londrapiattaformadi temporaryspace per mostree gallerie

Attrarrà operatori nonpresenti nella City. NahmadProjects apre a Mayfair

Silvia Simoncelli

+ A Londra un nuovo progetto immo-biliare destinato all’arte potrebbe offrireuna soluzione innovativa alle difficoltà che il mercato delle gallerie sta attraver-sando negli ultimi anni, a causa della cri-si e dell’alto costo degli affitti. Nell’area di South Kensington, a pochi passi dal Victoria & Albert Museum, una zona centrale con un mercato immobiliare dai prezzi non ancora proibitivi di Fi-tzrovia e Mayfair, il gallerista John Mar-tin ha individuato un complesso di cin-que edifici – per una superficie di 35.000mq – in cui dar vita a un nuovo modello di art district. Costretti a sostenere alte spese per mantenere spazi espositivi sempre meno frequentati o per parteci-pare a svariate fiere l’anno, senza garan-zie di guadagno, diversi galleristi hannoiniziato a considerare di operare senza uno spazio espositivo permanente.

E se c’è ancora chi, ben sostenuto –Joseph Nahmad, figlio di Ezra e fratello minore di Helly –, riesce a lavorare a Mayfair e promuovere nuovi spazi co-me Nahmad Projects sul contempora-neo a partire dal 9 giugno, Martin, inve-ce, con Cromwell Place proporrà dal 2018 una piattaforma in cui le gallerie potranno presentare a rotazione nuove mostre ogni due settimane. Il modello è un ibrido tra la fiera e la tradizionale mo-stra in galleria: gli spazi potranno essereaffittati per un tempo limitato e il co-stante turnover, nelle intenzioni degli organizzatori, favorirà l’attenzione dei collezionisti. Un comitato selezionerà legallerie partecipanti, e l’accesso al pub-blico sarà regolato in modo tale da riser-vare momenti di visita privilegiati per una clientela selezionata. Cromwell Place aspira a diventare un punto di rife-rimento per dealer e gallerie – inglesi o straniere – che desiderano presentare un progetto espositivo a Londra: un for-mato per cui esiste certamente un inte-resse trasversale, ne dà prova “Condo”, una mostra organizzata in febbraio da otto gallerie del circuito più sperimenta-le della capitale in collaborazione con 24gallerie provenienti da Europa e Ameri-ca, ospitate nei loro spazi. Nelle inten-zioni di Martin il piano terreno sarà ri-servato ad uno spazio modulabile per diversi usi, mentre ai piani superiori sa-ranno ospitate fino a 30 gallerie con spa-zi espositivi individuali con relativi uffi-ci; nell’area del cortile sarà realizzata un magazzino con funzioni di porto francoper evitare l’imposizione di dazi sulle opere in transito. I costi per i soci saran-no molto più contenuti rispetto a quelli di una fiera e sul sito si raccolgono già le espressioni di interesse da parte di po-tenziali partecipanti. La capacità di Lon-dra di attrarre un pubblico internazio-nale è sostenuto anche dal calendario diaste e South Kensington, ancora lonta-na dal glamour, potrebbe diventare un nuovo polo in tutte le stagioni, inaugu-rando un nuovo format per il mercato, da esportare anche in altre città.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Archivi d’artista, ecco come difenderli e fare businessIn Germania al vial’Istitute for Artists’ Estates promuoverà i lasciti e sosterrà con prestiti gli eredi

Silvia Anna Barrilà

+ Gli archivi d’artista oggi sono og-getto di interessi sempre più forti, so-prattutto da parte di gallerie che si af-frettano ad accaparrarsi l’esclusiva su lasciti ancora sottovalutati in un mercato sempre più competitivo. Se ne sono accorti Loretta Würtenber-ger, tedesca, classe 1972, ex-giudice,e il marito Daniel Tümpel, già fonda-tori della società Fine Art Partners, che concede prestiti a galleristi emercanti d’arte per acquistare opere sul mercato secondario, e ora del-l’Istitute for Artists’ Estates, una nuo-va società che nascerà a Berlino a set-tembre e sarà annunciata da un librosulla gestione dei lasciti «The Artist Estate: A Handbook for Artists, Exe-cutors, and Heirs» che sarà presenta-to ad Art Basel a giugno. La loro è un’idea di business innovativa perl’Europa che trova un corrispettivo solo negli Stati Uniti – più avanzati nella gestione dei lasciti d’artista - nellavoro che il consulente americanoBarry Rosen svolge da 20 anni per ar-chivi di artisti come Eva Hesse, DieterRoth, Allan Kaprow e Lee Lozano. «Ilnostro lavoro si dividerà in tre ma-cro-aree» anticipa ad ArtEconomy24 Loretta Würtenberger, che già am-ministra il lascito di Hans Arp, Sophie

Täuber Arp, Keith Arnatt e WolfgangTümpel, nonno del marito: «la ricer-ca, perseguita attraverso l’elargizio-ne di borse di studio e la pubblicazio-ne di libri; il networking tra gli archi-vi, promosso attraverso incontri e conferenze; e il servizio di consulen-za, che può andare dalla gestione in-tegrale dell’archivio all’assistenza insingoli ambiti quali le strategie di mercato, le questioni legali e fiscali e il catalogo ragionato».

Tra le funzioni della nascente so-cietà non ci sarà la vendita delle ope-re, che rimane competenza delle gal-lerie con cui si sceglie di collaborare (èraro, infatti, che queste ultime acqui-siscano i lasciti, quasi sempre sonosemplici intermediari che vendono per conto dell’archivio).

Ci sarà, invece, un innovativo ser-vizio di concessione di prestiti a erediche si trovano a dover far fronte alle tasse di successione, per far sì che non debbano vendere il loro patri-monio di opere sotto pressione.«Perché la prima fase di vita del lasci-to, che riguarda i primi tre anni, è un momento delicato, in cui è necessa-rio sviluppare una strategia riguardoal proprio posizionamento» spiegaWürtenberger. Per tutti gli archivi, comunque, lo scopo è lo stesso: valo-rizzare la memoria e l’importanza storico-artistica dell’artista e, al tem-po stesso, accrescere il valore econo-mico del lascito.

Alla prima fase di posizionamen-to segue una seconda fase che va dalterzo al decimo o quindicesimo an-no, in cui la ricezione postuma del-l’artista va rafforzata attraverso l’azione combinata in tre aree delmondo dell’arte: l’accademia, il mu-

seo e il mercato. «L’archivio deverapportarsi con ognuno di questi treambiti in modo attivo, senza aspetta-re che siano gli accademici, i curatorio i collezionisti ad andare a cercarlo,ma proponendo mostre, temi di stu-dio, opere non ancora valorizzate. Ela chiave del successo in tutti i casi è ilcatalogo ragionato, base necessariaper approcciare l’opera dell’artista inmodo affidabile».

In tutta questa fase, un nodo fon-damentale della vita dell’archivio è quello della sua sostenibilità econo-mica, che si basa sulla vendita delleopere, per cui è necessario studiare itempi di immissione delle opere sulmercato e integrare una pianificazio-ne finanziaria. Perché la vita del lasci-to si basa su un numero limitato diopere, per cui si arriva ad un certo

momento – Würtenberger individual’inizio della terza fase di vita del la-scito dopo i 15 anni dalla fondazione –in cui è necessario chiedersi quale sialo scopo della fondazione. «Esem-plare in questo senso è il caso della fondazione di Henry Moore che si de-dica non solo a mantenere viva la me-moria dello scultore, ma a sostenerela scultura inglese in generale, con ri-cadute positive sul lascito stesso».

In Italia è un ambito ancora tuttoda scoprire, che neanche Würtenber-ger e Tümpel hanno ancora esplora-to, nonostante i nostri artisti del do-poguerra siano sempre più ricercatisul mercato internazionale. E il temadell’autentica, caldo soprattutto nelnostro paese, la Würtenberger prefe-risce neanche menzionarlo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Inaugura FM Centro per il contemporaneo

Marianna Agliottone

+ Il prossimo 7 aprile, in occasione diMiart 2016, a Milano apre FM Centroper l’Arte Contemporanea. Un nuovopolo dedicato all’arte e al collezioni-smo che rappresenta la fase conclusi-va dell’investimento del gruppo pri-vato Bastogi per la ristrutturazionedell’intero complesso dei FrigoriferiMilanesi – con l’impiego di 20 milionidi euro – e la riconversione delle sto-riche attività di custodia in servizi in-tegrati per l’arte (art advisory, gestio-ne e conservazione) con la creazione della società Open Care. «Dal proget-to FM Centro per l’Arte Contempora-nea, ci attendiamo ricavi nell’ordine di 140mila euro annui dagli spazi per le gallerie e 100mila euro annui dagli sponsor» afferma l’amministratoredelegato di Open Care Elisabetta Ga-

lasso. Il direttore artistico Marco Sco-tini anticipa ad ArtEconomy24 i punti cardine del Polo.

FM coinvolge parte dello storicocomplesso industriale dei Frigori-feri Milanesi ed è promosso dallasocietà Open Care, con che bugdetvi troverete a operare e da chi è com-posto il board internazionale diesperti del Centro?

La programmazione artistica sa-rà sostenuta sia da Open Care che daaltri partner privati definiti ogni vol-ta e sarà facilitata dalla presenza inloco di tutti i servizi utili alla realiz-zazione di eventi: la logistica, la con-servazione e l’art advisory. Il nostroboard è formato da Vasif Kortun, di-rettore dello spazio SALT di Istan-bul, ponte possibile per la scena del-l’arte e del collezionismo medio-orientale; Charles Esche, direttoredel Van Abbemuseum di Eindhovengià nel board dello Schaulager di Ba-silea, un modello di riferimento nelfondere assieme spazio espositivo, deposito aperto e istituto di ricerca;Hou Hanru, direttore artistico delMAXXI di Roma; Grazia Quaroni, re-sponsabile della collezione Cartier e

senior curator della Fondazioneomonima di Parigi. Last but not le-ast, uno dei più importanti collezio-nisti italiani, Enea Righi.

Quali saranno gli step del pro-gramma dedicato alle collezioniche attiverete entro la fine 2016?

Il progetto prevede un program-ma articolato in una grande esposi-zione annuale e due mostre che si svi-luppano in parallelo in due spazi con-tigui dedicati alla presentazione dicollezioni private. Il 7 aprile inaugu-reremo “L’Inarchiviabile/The Unar-chivable” dedicata alla scena artisticaitaliana degli Anni Settanta, curatadal sottoscritto in collaborazione conil collezionista Lorenzo Paini, che in-cluderà oltre 200 opere di 60 artisti. Tra le collezioni coinvolte figurano La Gaia, Maramotti, AGI Verona, Consolandi, Paolo e Alessandra Ba-rillari, Enea Righi, Giuliana e Tom-maso Setari, Gino Viliani, Bianca At-tolico, Carlo Palli, Gemma Testa,Emilio e Luisa Marinoni, Erminia De Biase, Luigi Koelliker. Poi, c’è in can-tiere un’altra grande esposizione de-dicata all’Africa. Mentre in autunno presenteremo il Gruppo Gorgona in

rapporto a Piero Manzoni attraverso le opere e i documenti di una impor-tante collezione croata.

In cosa consiste e quali sono i finidi questa vostra “innovativa” for-mula di deposito visitabile?

I caveau sono un aspetto consoli-dato dei Frigoriferi Milanesi ma il de-posito visitabile è un’alternativa pen-sata per i collezionisti che non voglio-no solo custodire le opere ma anche valorizzarle rendendole accessibili alpubblico. Attiveremo il modello apartire dal 2017, s’ispira a esempi in-ternazionali come quello al Museo Boijmans van Beuningen di Rotter-dam che in Italia ancora non esiste.

Come sarà gestito, invece, il vo-stro “temporary space per le galle-rie d’arte contemporanea”?

Nell’immaginare il Centro, con Eli-sabetta Galasso, abbiamo pensato di inserire degli spazi, temporanei o con-tinuativi, per le gallerie. Ad oggi abbia-mo la presenza stabile di Laura Bulian assieme a P420 di Bologna, Monitor di Roma e SpazioA di Pistoia. La formula nasce per consentire alle gallerie la pre-senza all’interno della piazza di Milano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

intervista

Marco Scotinidirettore artistico FM Centro per l’Arte Contemporanea

© ROLF ZSCHARNACK

Art advisory Daniel Tümpel and Loretta Würtenberger, fondatori dell’Institute for Artists' Estates