presentazione del numero 247 di trekking&outdoor

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LA RIVISTA DEL LA RIVISTA DEL TREKKING 247 CLEMENTI EDITORE &OUTDOOR www.trekking.it ITINERARI E VIAGGI NELLA NATURA ITINERARI E VIAGGI NELLA NATURA 247 Un sentiero lungo Un sentiero lungo anni CLEMENTI EDITORE Euro 4 - Luglio 2011 - Anno XXVIII - Mensile Nr. 6 Clementi Editore s.r.l. - 43100 Parma Sped. in a. p. - 45% - art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - Milano per unire l’Italia

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La presentazione del numero di luglio di TREKKING&Outdoor

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ITINERARI E VIAGGI NELLA NATURA ITINERARI E VIAGGI NELLA NATURA 247

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per unire l’Italia

COP tr 247 150anni copia.qxd 27-06-2011 16:09 Pagina 1

TESTO DI ITALO CLEMENTI, ELISA CANEPA E DOMENICO CACIOPPO / FOTO DI ANDREA PERCIATO,ARCHIVIO TREKKING&OUTDOOR L e tracce della storia sono

da sempre una presenzaimportante sul nostro

territorio e, unitamente allacultura, alla conformazionegeografica e agli aspetti pae-saggistico-ambientali, dise-gnano l’identità dei luoghi de-finendone i tratti distintivi ele caratteristiche. Nelle grandicittà come tra le pietre antichedei piccoli borghi o nei più af-fascinanti contesti naturali, lastoria contribuisce al processodi scoperta del territorio rega-lando un’esperienza di visitapiù consapevole e intensa.

Un sentiero lungo150 anniUn sentiero lungo150 anni

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SPEC

IALE

ABBIAMO IMMAGINATO UN SENTIEROCHE CI RIPORTASSE INDIETRO DI 150 ANNI.E POI ABBIAMO IMMAGINATO CHEIL SENTIERO NON SI FERMASSE SULLASOGLIA DELL’ITALIA UNITA MA PROSEGUISSEIL SUO CAMMINO, A RACCONTARE, SULLEORME DI GARIBALDINI, BRIGANTI E SOLDATI,MOMENTI UNICI DELLA NOSTRA STORIA

o lungoo lungo

Noi che amiamo appropriarci dello spiri-to dei luoghi raggiungendoli a piedi, alritmo lento di un’escursione, ci siamoincamminati sui sentieri storici, queipercorsi che parlano del nostro passato eoggi sono a nostra completa disposizionecome un’insolita biblioteca all’aria aper-ta. Per festeggiare l’Unità d’Italia, cam-miniamo sulle tracce di chi ha fatto lastoria del nostro Paese e scegliamo dimetterci alla ricerca di altre “finestre” sulpassato, altri itinerari che, nel corso diquesti lunghi 150 anni, hanno conserva-to memoria di sviluppi ed eventi succes-sivi, in un susseguirsi incessante, sempreprofondamente interconnesso. Una sto-ria che si rivela “mobile”, non definitasoltanto da avvenimenti strettamenteancorati a un luogo fisico, ma fatta dipercorsi, di movimento, di episodi dina-mici che interessano aree vaste del terri-torio. Gli spostamenti, da un luogo

all’altro, le lunghe marce, le vie di comu-nicazione o le grandi fughe assumonosignificati precisi, e determinano il susse-guirsi degli eventi proprio come avvieneper una feroce battaglia o per la firma diun importante trattato. Riviviamo allora l’emozione di piccoliviaggi a piedi dove la storia è passata

molto prima di noi lasciando in dono lesue tracce ancora ben visibili ma maiinvadenti, a favore di un paesaggio natu-rale ancora integro e selvaggio, comedovette apparire a chi affrontava il per-corso 150 anni fa o nei periodi successi-vi, contribuendo a realizzare l’Italia cosìcome la conosciamo oggi.

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S i chiamava Esperia il sogno segreto deigiovani patrioti che nel lontano 1844partirono alla volta della Calabria. La

parola deriva addirittura dagli antichi Greci,che così indicavano l’Italia e, proprio in no-me dell’ideale di libertà e indipendenza rap-presentato da questo termine antico, com-batterono i Fratelli Bandiera, fautori diun’impresa tanto eroica quanto rischiosa.

Eroi d’altri te mpiEroi d’altri te mpiTESTI DI ELISA CANEPA E GIULIANO BELCASTRO / FOTO DI FRANCESCO BEVILACQUA, ARCHIVIO CAI COSENZA

La notizia della rivolta scoppiata aCosenza contro il governo borbonicoraggiunse i due ex ufficiali della marinaaustriaca, ispirati dal pensiero di Mazzi-ni, mentre erano nascosti nel loro rifugiodi Corfù. Un ritardo nella comunicazione del tem-po impedì ai patrioti di conoscere la real-tà dei fatti nella sua interezza e, mossi daldesiderio di lottare per le loro idee, simisero in viaggio senza sapere che larivolta era già stata sedata e i disordini sierano risolti con la condanna a morte di21 persone. Un noto brigante, esperto conoscitoredel territorio, fu scelto per guidare ilcoraggioso gruppo, sbarcato presso lafoce del Neto e deciso a marciare versoCosenza provocando l’insurrezione dellapopolazione locale. Intenzionati ad arri-vare fino al maestoso massiccio della Sila,i patrioti avanzavano lasciandosi allespalle le località di Pietralonga, Caccuri eBordò. I primi scontri ebbero luogo pro-prio in questo tratto del percorso, com-plice il tradimento di un compagno. Qui Giuseppe Meluso, il brigante cheaccompagnava i Fratelli Bandiera, fuimmediatamente riconosciuto e i conta-dini, a causa della sua presenza, ritenneroche l’intera comitiva fosse composta damalviventi. Un messaggio che segnalava il soprag-giungere dei patrioti venne velocementefatto pervenire a San Giovanni in Fiore,dove il gruppo era diretto. Gli agrari e i baroni, pur essendo a cono-scenza delle reali motivazioni dei giovani,contribuirono ad ostacolarne l’impresapur di preservare l’assetto socio-economi-co della zona e non perdere i loro privile-gi. La cattura avvenne presso la fontanadella Stragola e poco tempo dopo i Fra-telli Bandiera, assieme ai compagni, furo-no giustiziati nel Vallone di Rovito, doveoggi sorge un sacrario. Assieme ai coraggiosi patrioti morivaanche il loro sogno di libertà e indipen-denza ma non il ricordo di un sacrificioeroico e memorabile in un momento

e mpie mpi

UOMINI CORAGGIOSI E GRANDIIDEALI. ALLA CAMPAGNA CONLE SUE CASCINE ATTORNOAL FIUME NETO FA DA SFONDO ILMAESTOSO PROFILO DELLA SILA.SI È FERMATA QUI L’EROICAIMPRESA DEI FRATELLI BANDIERAMA IL LORO RICORDO CONTINUA AVIVERE IN PROVINCIA DICOSENZA E IN TUTTOIL NOSTRO PAESE

CALA

BRIA

F orme giunoniche e una femminilità prorom-pente. Vittorio Emanuele II se ne infatuò quan-do di ritorno da una battuta di caccia la vide af-

facciata da un balcone di Racconigi. Lui aveva 27anni, lei appena 16. “Gran massa di capelli corvini,occhi scurissimi, carnagione perfetta. Il petto tutt’al-tro che acerbo”.

TESTO DI ENRICO BOTTINO / FOTO ECOMUSEO DELLE ROCCHE DEL ROERO

RoeroIl Grande Sentiero del

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PIEM

ONTE

Un colpo di fulmine che li trascinò in unrapporto passionale, inizialmente furtivo elontano da occhi indiscreti per sottrarsi ascandali di corte, in seguito fu amore vero,familiare e rassicurante. Alla morte di MariaAdelaide, nel 1855, solo le pressioni politi-che e le insistenti e tenaci manovre diCavour frenarono il matrimonio ufficialecon la Bela Rosin. Anni cruciali e travol-genti non impedirono alla mancata regina

di vivere sotto lo stesso tetto del primo red’Italia, al quale diede due figli e la vita inte-ra. Lei, popolana, lo aspettava a casa,paziente e fiduciosa. A Sommariva PernoVittorio Emanuele II fece del castello,acquistato nel 1857, la loro residenza dicaccia, di soggiorno e di contatti con ilCavour. Oggi nell’austero palazzone otto-centesco è possibile visitare le camere delregnante e di Rosina Vercellana, oltre alle

tante sale dove si conservano ritratti eoggetti legati a personaggi di un’epoca cheha visto nascere lo Stato italiano. Soffermiamoci allora a Sommariva Perno enelle terre del denso e caloroso Roero, dovesi sono scritte importanti pagine del Risor-gimento italiano. Scopriamo a piedi o inmountain bike questi paesaggi tutt’altroche monotoni, dove i filari di vite si affan-nano per ripidi pendii fino ai margini divertiginosi calanchi, guglie e pinnacoli disabbia che interrompono la poesia delledolci colline. E dove l’uomo non ha dise-gnato le metodiche geometrie dei vigneti, èil pesco ad arricchire il paesaggio e a sot-trarre terreno al bosco e alle rupi impervie.Non è tutto: per oltre 30 chilometri, nelleterre del Roero si rincorrono torri fortifica-te e mura merlate che sembrano sorvegliarei paesini arroccati e i filari della favorita, delbarbera, dell’arneis e del nebbiolo. E allasinistra del Tanaro gli otto “borghi di som-mità” delle Rocche si trovano sotto lo stes-so “tetto”: quello dell’Ecomuseo delle Roc-che del Roero, un’unica “pinacoteca diMadre Natura” che riunisce Cisterna d’A-sti, Montà, S. Stefano Roero, MontaldoRoero, Monteu Roero, Baldissero, Somma-riva Perno e Pocapaglia. Borghi affascinanti, testimoni di nobili sto-rie di regnanti e di semplici vite contadine,coronati da un rasserenante paesaggio, dascoprire a piedi o in mountain bike lungola rete di Sentieri tematici creati dall’Eco-museo. Sono brevi passeggiate, prive di dif-ficoltà, lungo itinerari provvisti di paline epannelli illustrati che mostrano la veraidentità del Roero: il “Sentiero dell’Apicol-tura” e il “Sentiero Religioso” nel comunedi Montà, il “Sentiero della Castagna Gran-da” e il “Sentiero della Fossa dei Cinghiali”nel comune di Monteu Roero, il “Museod’Arti e Mestieri di un Tempo” nel comunedi Cisterna. A breve saranno disponibilialtri due itinerari su Montà – il Sentiero delTartufo e il Sentiero del Lupo – e il Sentie-ro del Gioco nel comprensorio di S. Stefa-no Roero. Per camminare e pedalare nelleore più fresche, al riparo dalla calura estiva,l’Ecomuseo delle Rocche del Roero orga-nizza anche una rassegna di oltre venti pas-seggiate sotto le stelle, con animazioni tea-trali, approfondimenti botanici e faunistici.Questi percorsi ad anello intersecano ilGrande Sentiero delle Rocche del Roero,30 chilometri di rara spettacolarità attraver-so paesaggi agrari, boschi, rocche e conchi-glie marine che hanno conferito nei secoliuna particolare natura al terreno che siriflette oggi sui livelli di assoluta qualità del-le uve e dei vini.

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C astelli fiabeschi, ricordi di battaglie risorgimentali, territori daesplorare a piedi e in bicicletta, una delle riviere più note almondo, piccoli borghi incantati. Nella provincia di Rimini ce

n’è davvero per tutti i gusti. Grandi e piccini, appassionati di storia earte, cultori dell’artigianato tipico e del mangiar bene e naturalmen-te i nostri amici trekkers potranno trovare, tra l’Adriatico e le dolcicolline dei Malatesta e Montefeltro, sorprese piacevolissime.

TESTO DI CARLO ROCCA / FOTO ARCHIVIO PROVINCIA DI RIMINI

in viaggio nelle colline rimi nesiin viaggio nelle colline rimi nesi

Malatesta &Montefeltro

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EMILI

A RO

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nesinesi

Dal mare alla montagna,a piedi e in biciclettaPassare in un quarto d’ora dal mare allamontagna. A dirlo sembra un sogno, maa Rimini è proprio così. Il territorio che siaffaccia sull’Adriatico abbonda di sentieriper gli amanti delle camminate e dell’os-servazione degli animali. E non mancano i parchi, in primo luogoquello interregionale del Sasso Simone eSimoncello. Le principali vallate da per-correre a piedi o in bici sono due: la ValMarecchia e la Val Conca, affiancate dacomode piste ciclabili (la prima da Rimi-ni a Novafeltria e oltre, l’altra da SanGiovanni in Marignano a MontefioreConca).I punti di attrazione lungo i percorsi sonoinnumerevoli, naturalistici, storici e cul-turali: le vene del gesso a Torriana, che èanche Oasi faunistica, l’altra Oasi di Ca’Brigida con annesso Centro Ambientale aVerucchio e, salendo, il verde incontami-nato del territorio di Casteldelci e dei dueparchi: 4847 ettari distribuiti tra le pro-vince di Rimini e Pesaro – Urbino, oltreal Museo naturalistico di Pennabilli.Percorrere la Valmarecchia significa com-piere un viaggio nella storia, nell’arte,nelle tradizioni di questa parte d’Italia. Sipossono ammirare monumenti e fortezzeappartenuti ai Malatesta, allo Stato Pon-tificio, ai Montefeltro, assaggiare la cuci-na tipica romagnola, quella marchigianae quella toscana, soggiornare in alta mon-tagna o in collina, senza dimenticare leinnumerevoli sagre: quella del Tartufo,del Formaggio di Fossa, del Prugnolo, percitarne solo alcune.Al confine con la Repubblica di SanMarino scorgiamo la rupe di San Leo,l’immagine della vallata che tutti cono-scono, sulla quale si erge la splendida for-tezza, opera di Francesco di Giorgio Mar-tini. Prigione politica pontificia, venneoccupata il 12 febbraio 1831 dal genera-le Sercognani comandante delle truppedelle Province Unite nei moti liberali delcentro Italia. Un altro ricordo risorgi-mentale, dopo quello di Celle a Rimini,dove un cippo ricorda gli 800 volontaridel generale Zucchi che resistettero consuccesso agli austriaci: il 25 marzo 1831. Ai piedi della Rupe di San Leo si racco-glie il piccolo abitato di origini antichissi-me, al quale ancora oggi è possibile acce-dere da una sola porta d’ingresso, la stes-sa per la quale passò Dante che ricordaSan Leo nella Divina Commedia. A ovestdel borgo si erge la tragica rupe del castel-lo di Maiolo che sprofondò completa-

ALLA SCOPERTA DI RIMINIE DEL SUO ENTROTERRA, TRA STORIA, NATURA E TRADIZIONI

“Q uel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tut-to a seni e a golfi...”. Sembra quasi scontato parlare di Lecco e della sua provincia citando l’incipitdell’opera più importante di Alessandro Manzoni, ma non lo è affatto, tanto più se si fa riferimen-

to all’Unità d’Italia. Il contributo dato da “I Promessi sposi” alla formazione di una comunanza culturale elinguistica, senza la quale si sarebbe andati poco lontano, è stato enorme. Il romanzo, tanto amato o odiatosui banchi di scuola, ha creato quel “sentire” nazionale e ha costituito per molti, soprattutto nei primi de-cenni dalla sua uscita, una base di studio della lingua italiana, in realtà territoriali dominate dai dialetti.

Lecco

terre sospese tra l’acqua e il cieloterre sospese tra l’acqua e il cielo

TESTO DI GIULIA FAVERO / FOTO DI ACHILLE QUARELLO

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LOM

BARD

IA

Lecco e il suo comprensorio, cornice princi-pale dell’opera, assumono le fattezze di unaterra significativa, emblematica della domina-zione spagnola del Seicento, e di quellaaustriaca successiva, che Manzoni vive contanto travaglio, insieme con il problema del-l’esigenza di un’identità comune su una Peni-sola politicamente frammentata. Il patrimonio culturale lasciato dal Manzoni èquindi vasto, ed è possibile avvicinarsi allafigura dell’autore e uomo delle istituzioni (funominato senatore a vita nel 1860) al museoManzoniano a Lecco, allestito nella villa in cuil’intellettuale trascorse l’infanzia. E magari sipuò cogliere l’occasione di una visita in cittàper andare alla scoperta di un territorio affa-scinante: l’intera provincia di Lecco. Qui illago la fa da padrone, contornato dalle paretiripide del monte Legnone, del Gruppo delleGrigne e del Resegone. Le possibilità di escur-sioni sono molte, e differenziate per vari livel-li; così come le scelte di sport-outdoor. Sullago si può praticare il canottaggio, la vela, ilwindsurf che permettono di ammirare dal-l’acqua le vette taglienti delle Alpi lombarde; olo si può fare dall’alto, praticando il parapen-dio. Altrimenti può essere la Storia, sempreunita alla conoscenza del territorio, a guidarei passi del visitatore. Percorrendo i sentieri del-la Valsassina, della bassa Valtellina o della ValBiandino ci si ritrova a camminare sul suolocalpestato oltre 150 anni fa dai Cacciatori del-le Alpi di Garibaldi, accolti trionfalmente aLecco. Oppure si può scegliere di onorare unamemoria più recente, quella della Resistenza,valsa alla città lombarda la medaglia d’argentoal valor militare per il ruolo svolto dai parti-giani proprio su queste montagne, luogo alcontempo di rifugio e di duri scontri contro inazifascisti. Il sacrificio di tanti eroi “scono-sciuti” delle varie formazioni (la banda CarloPisacane e la 55a brigata fratelli Rosselli soloper citarne alcune) ci ha permesso di essere lademocrazia che oggi siamo. L’itinerario cheproponiamo, il sentiero del Viandante, ripri-stinato nel 1992, permette di scoprire piccoliborghi di pescatori dove si respira l’autenticitàdel territorio, e si gode della magia del bino-mio acqua-monti, seguendo le tracce dell’an-tica via commerciale che dalla pianura porta-va alla Valtellina.

e il cieloe il cielo

56 • TREKKING • luglio 2011

I l nostro Paese mette d’accordo tutti quando si parla di sapo-ri. Un’interpretazione dell’Unità d’Italia fuori dagli schemi,dove gesta epiche, vittorie, cospirazioni ed esili di quegli anni

fatidici lasciano spazio per una volta a un comprimario della sto-ria dell’Ottocento, il gusto. Se però curiosiamo “dietro le quin-te” ci accorgiamo che i nostri eroi del Risorgimento non eranosolo semidei ma anche buone forchette. Il primo re d’Italia met-teva in imbarazzo i commensali preferendo a piatti raffinati, ci-bi più rustici da bagnare con barolo e barbaresco.

NovareseNovarese

Diplomatico abilissimo, anche CamilloBenso Conte di Cavour era appassionatodi buona tavola oltre che di buona politi-ca: scriveva il padre Michele alla moglie“Tuo figlio è un curioso originale (...). Hapranzato onorevolmente: grossa scodella dizuppa, due belle e buone cotolette, bollito,(...), riso di Leri, patate, fagioli, uvaabbondante (...)”. Scendendo nell’ordinesociale scopriamo che ogni camicia rossa

militante nelle truppe guidate da Giusep-pe Garibaldi, o ispirate ai suoi ideali, nondisdegnava un sorso di vino, rosso natu-ralmente. Lo stesso eroe dei due mondi è stato ilpiù importante testimonial del Ghemme,oggi meglio conosciuto come Vino delRisorgimento. Bottiglie della vendemmiadel 1861, anno della proclamazione del-l’Unità d’Italia, sono state ritrovate inte-

TESTO DI ENRICO BOTTINOFOTO ATL DELLA PROVINCIA DI NOVARA,ENTE PARCO NATURALE DEL MONTEFENERA, ASSOCIAZIONE CULTURALEBORGOLAVEZZARO BURCHVIF

PIEM

ONTE

nella terra tra due fiumi

A lla fine di tutto sono tornato qui. Zaino in spalla epiedi affaticati, forse perché è passato un po’ troppotempo dall’ultima volta che ho indossato queste

scarpe, ma comunque felice ed emozionato. Sono arriva-to in Val Graveglia, nel paesino di Iscioli, perché cercavonotizie su mio nonno. Tante volte mi hanno raccontatodella Resistenza.

La terra dei La terra dei

LIGUR

IA La strage della Benedicta, l’eccidio delTurchino, la famosa Banda Chichero, mavolevo vedere con i miei occhi. Qui, dovesi è contribuito a riconquistare la libertà ea dare un futuro all’Italia, anche e soprat-tutto col sangue, ho scoperto quasi percaso, che probabilmente tutto era natoancora prima.Quale personaggio, meglio di GiuseppeGaribaldi, può simboleggiare lo spirito disacrificio e il patriottismo che ha ispiratotutti gli uomini che, nel tempo, hannolottato per ideali che oggi sembrano quasidimenticati e anacronistici?E proprio qui, nell’entroterra della provin-cia di Genova, dove la gente è di pocheparole, abituata al duro lavoro, apparente-mente burbera e schiva, ma pronta ad aiu-tare il prossimo in qualunque momento,che si ritrovano le origini di uno dei piùgrandi eroi della nostra storia.

Alle originiIl cognome Garibaldi pare abbia originiliguri, e derivi dal nome longobardo Gari-baldus, dal germanico Haribald, il cuisignificato dovrebbe essere uomo audacecon la lancia. Questo termine è stato poiitalianizzato in diversi modi: Garibaldo,Garibaldi, Gariboldo. Le tracce delle origini del grande condot-tiero sono state scoperte negli archivi del-la parrocchia Garibaldo, nel comune diNe, dove risulta l’atto di battesimo diAngelo Maria Garibaldo, figlio dei coniu-gi Domenico Garibaldo e Giulia Riceto,nato in località Chiesanuova il 9 gennaio1741.Nel 1766 nasce a Chiavari Domenico chein tenera età, nel 1770, si trasferisce con lafamiglia a Nizza. Dal suo matrimonio con

TESTO DI DAVIDE BATTAGLIAFOTO DI DAVIDE BATTAGLIA,ENRICO BOTTINO, MUSEO DEL RISORGIMENTO ISTITUTO MAZZINIANO

UNA TERRA STRETTA TRA IL MAREE I RIPIDI PENDII DELL’APPENNINO,POPOLATA DA GENTE SCHIVA ETANTE VOLTE DEFINITA AVARA ECHIUSA, LA LIGURIA NASCONDEANGOLI INCANTEVOLI E MOLTEPLICISTORIE DA RACCONTARE. QUELLE DI UOMINI CHE, CON LEIMMANCABILI CAMICIE ROSSE, HANNO CONTRIBUITO A COSTRUIREIL NOSTRO PAESE

TREKKING • luglio 2011 • 61

Mille

L e testimonianze storiche, profondamente radicate nel tessuto culturale della Provincia di Parma, offrono un’e-sperienza conoscitiva completa e un viaggio lento che arricchisce e seduce. Con lo spirito dei pellegrini di untempo ci incamminiamo nel Medioevo seguendo il tracciato dell’antica Via Francigena che, proprio in terra

parmense, regala splendide testimonianze del romanico mediopadano. Partendo da Fidenza o da San Pancrazio èpossibile raggiungere il piccolo e affascinante centro di Fornovo di Taro per poi superare il valico appenninico del-la Cisa e arrivare, lungo sentieri e strade bianche, sulla costa tirrenica. Tutto il percorso è arricchito dai segnaviache l’amministrazione provinciale ha espressamente dedicato ai tratti da percorrere a piedi o a cavallo.

Parmastorie da camminarestorie da camminare

TESTO DI ELISA CANEPA / FOTO TIZIANA AZZOLINI, M. REBESCHINI,ANTONIO RINALDI, ARCHIVI PROVINCIA DI PARMA E PARMA TURISMI

IL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI PARMASI RACCONTA ATTRAVERSO UNA STORIAAFFASCINANTE, ARTICOLATA E COMPLESSA, CHE COESISTE IN PERFETTO EQUILIBRIOCON L’AMBIENTE NATURALEE CON LE NUMEROSE OPPORTUNITÀ OUTDOOR

EMILI

A RO

MAG

NA

Altro itinerario storico e religioso è il traccia-to che gli abati del monastero di San Colom-bano di Bobbio percorrevano per raggiungereRoma, dopo ben 125 chilometri di camminonell’Appennino Tosco-Emiliano, quattro pas-si montani e antichi borghi di pietra. Oggi, laVia degli Abati è un vero e proprio museoall’aria aperta che propone visite a castelli,musei, pinacoteche e biblioteche storiche,l’interessante osservatorio astronomico diBedonia e l’oasi del WWF di Borgo Val diTaro. La vocazione outdoor della provincia diParma si esprime inoltre attraverso i numero-si itinerari percorribili in bicicletta, come labucolica “Bici Parma Po”, per scoprire l’animadel grande fiume pedalando lungo l’arginenella pianura parmense, tra pioppeti e golene,rocche e borghi. Chi ama il fascino degli anti-chi manieri può scegliere l’itinerario dei “TreCastelli” e arrivare in bici al cospetto dellemura spesse di Fontanellato, San SecondoParmense e Soragna. La pedalata nella storiacontinua sulle tracce del grande compositoreGiuseppe Verdi, nato a Roncole di Bussetonel 1813, sostenitore dei moti risorgimentalie membro del primo Parlamento del Regnod’Italia (1861–1865). Lo straordinario succes-so della sua musica ha contribuito a risveglia-re quel desiderio di libertà nascosto nell’ani-mo del popolo italiano: sulla traccia delle suesplendide note, oggi patrimonio culturale delnostro Paese, si riscoprono le “Terre Verdiane”al ritmo lento della bicicletta, su strade bian-che di campagna, canali e ponticelli, fino aglieleganti castelli che caratterizzano il territorio.Non mancano le aree protette per praticareattività all’aria aperta lungo una estesa retesentieristica, alla scoperta di laghi glaciali esuggestivi crinali, come nel Parco nazionaledell’Appennino Tosco Emiliano. I biker alla ricerca di grandi emozioni e peda-late più impegnative hanno a disposizione il“Grande Giro” del comprensorio AppenninoParma Est in mountain bike, progetto natonel 2004, che consente di fruire del patrimo-nio storico e naturalistico grazie alle tappe dis-tribuite su 18 anelli per un totale di 683 chi-lometri. Un passato più recente è quello rac-contato dal sentiero escursionistico “La Viadegli Scalpellini”, che comprende i maestosiSalti del Diavolo in Val Baganza e ripercorre iltracciato seguito fino agli anni Cinquanta delsecolo scorso dagli scalpellini in cerca dellapietra, preziosa materia prima locale. Naturaincontaminata per l’affascinante Val Cenocon i suoi itinerari, pensati per trekker, biker ecavalieri, cui la Provincia di Parma ha dedica-to la dettagliata carta escursionistica “dalMonte Penna al Monte Barigazzo”, completadi mappatura dei percorsi, informazioni sulledistanze, punti informativi e di ristoro.

TREKKING • luglio 2011 • 65

Due eroi controDue eroi contro

LA LUNGA DORSALE

DELL’APPENNINO

CENTRALE E

MERIDIONALE FU

TEATRO DI EVENTI

FORTEMENTE LEGATI ALLA

STORIA RISORGIMENTALE.IN QUESTO SERVIZIO

RICOSTRUIAMO UN PASSATO

MAI SCRITTO IN VIA UFFICIALE

SUI DUE PROTAGONISTI:CARLO PISACANE

E GIUSEPPE TARDIO

68 • TREKKING • luglio 2011

TESTO E FOTO DI ANDREA PERCIATO E PIERO D’ORSI

L iberisti e legittimisti scelsero que-ste terre per dare una svolta all’u-nificazione di un regno, quello

Sabaudo, che all’epoca stentava ad in-serirsi – militarmente, socialmente,economicamente e culturalmente –nella grande scacchiera europea di re-gni e imperi determinati dalla SantaAlleanza post-napoleonica.

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Sulla doppia pagina da sinistra: le incontaminate gole del fiume Calore,attrattiva principale del comune di Felitto;i ritratti del patriota Carlo Pisacane e del brigante Giuseppe Tardio; un tratto dello splendido ciottolato tra le strade di Padula

TESTO DI MICHELE DALLA PALMA / FOTO CONSORZIO TURISTICO MADDALENE

Maddale neMaddale nenon solo trekking

U n mondo lontano dai grandi flussi turistici dellaValle dell’Adige e delle celebri Dolomiti di Bren-ta che occupano l’orizzonte verso sud.

TREKKING • luglio 2011 • 75

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CapitaliSui sentieri delle

AL COSPETTO DELLE CAPITALISTORICHE DEL NOSTRO PAESE,DOVE IL VERDE DI PARCHI ECOLLINE, TRA ANTICHE VILLEE SPLENDIDI GIARDINI, REGALA UN’AFFASCINANTECAMMINATA NEL TEMPO

80 • TREKKING • luglio 2011

Firenze con il suo Ponte Vecchio è uno dei simboli più prestigiosi dell'Italia nel mondo. A lato: veduta della residenza reale di Racconigi, prediletta dalramo dei Savoia-Carignano e dal re Carlo Alberto.

TESTO DI PAOLO PALUMBO E ALDO FREZZA / FOTO DI ALDO FREZZA, ALESSANDRA LONGO ARCHIVIO FOTOGRAFICO RACCONIGI, ARCHIVIO DELLA CITTÀ DI TORINO, ARCHIVIO DI TURISMO TORINO E PROVINCIA,PROPRIETÀ PROGETTO LA VENARIA REALE

A gli albori dell’Italia unita c’è una storiaarticolata e complessa, una fase di pro-fonda transizione in cui città impor-

tanti si alternano alla guida del giovanissi-mo Stato alla ricerca della propria identità.Dapprima Torino, punto di riferimento peril Paese durante i delicati anni compresi trail 1861 e il 1865, poi Firenze investita delprestigioso ruolo di capitale fino al 1871 einfine Roma.

88 • TREKKING • luglio 2011

Re Caccia toreTESTO DI GIULIA FAVERO FOTO DI CESARE RE, ENRICO BOTTINO,GIORGIO E GIULIA FAVERO, PARCO REGIONALE DELLE ALPI MARITTIME

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L a luna ancora alta in cielo, le stelle luccicanti, l’aria tersa e fredda dell’alba in-cipiente... probabilmente era questo lo scenario in cui si immergeva VittorioEmanuele II.

Padre della Patria, valido condottiero, grande amatore, uomo rude e poco avvez-zo alle formalità, fu anche e soprattutto un grandissimo cacciatore. Particolar-mente legato all’alta montagna e alle possibilità che essa poteva offrire, VittorioEmanuele era solito trascorrere lunghi periodi di villeggiatura in quota, dedican-dosi soprattutto all’arte venatoria. PI

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Lessinia92 • TREKKING • luglio 2011

un’avventura tra natura e preistoria

I l Parco Naturale della Lessinia è un vasto al-topiano di boschi e pascoli che si estende per10.000 ettari, un territorio di eccezionale in-

teresse naturalistico, geologico e paleontologi-co che permette innumerevoli possibilitàescursionistiche, sia per gli appassionati ditrekking, che per chi intende ripercorrere i sen-tieri della nostra storia, avventurandosi sulletracce dell’uomo primitivo che abitò questa zo-na fin dall’antichità, o scoprendo la bellezza deinumerosi fossili risalenti a 50 milioni di annifa, che ancora oggi impreziosiscono le rocce diquesto affascinante territorio.

GROTTE E ANFRATTI SCAVATI NELLAROCCIA, DOVE LA PREISTORIA HALASCIATO LE SUE INDELEBILI TRACCE,SITI GEOLOGICI E PALEONTOLOGICICELEBRI IN TUTTO IL MONDO, SPETTACOLARI FENOMENI CARSICI,CANYON E PONTI NATURALI SOSPESINEL VUOTO, LUSSUREGGIANTI CASCATEINCASTONATE TRA LA NATURARIGOGLIOSA, MISTERIOSE VALLI DIPIETRA E ANTICHE CONTRADE DOVEVIVE ANCORA LA FIERA ANIMA CIMBRA:QUESTA È LA LESSINIA, UNA TERRA DASCOPRIRE A POCHI PASSI DA VERONA.

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TESTO DI SILVIA DELLA ROCCAFOTO DI MICHELE DALLA PALMA

28 • TREKKING • luglio 2011

Tra il Cile e l’Argentina, laPatagonia. Terra in cuiqualcuno venuto da

molto lontano credette di avertrovato giganti, mentre nonerano che uomini. In questoluogo baciato dal tempo siimpongono spazi infiniti, silen-zi e solitudini profondi dove lasola protagonista è la Natura.L’uomo, ben poca cosa. Sulleazzurre acque dei laghi gal-leggiano iceberg dai coloricangianti. La Pampa, domina-ta dal giallo e dal verde, èricoperta da una vegetazioneispida dove però spiccanoesemplari di una fauna unicanel suo genere: guanachi,nandù, lepri, volpi, aquile econdor, che volteggiano mae-stosi, dalla Meseta alle vettepiù alte.Un forte vento scende dallaCordigliera anche a 100 chilo-metri orari. Presenza costantecon cui il viandante deve fare iconti e a cui deve abituarsi.Un saggio messaggero di unanatura amica, ma pur sempreselvaggia e a tratti inquieta eautoritaria.Il viaggio inizia da BuenosAires dove la Ruta 40 in dire-zione Sud conduce a ElCalafate e, con un po' dipazienza e poco traffico, pro-cede tranquilla fino a ElChalten dove domina pacificoil Fitz Roy dai suoi 3405 metri.D’obbligo il trek all’interno delParco Nazionale LosGlaciares al cui interno si tro-vano ben 365 ghiacciai inun’area di 600 mila ettari tral’Argentina e il Cile.Un cammino impegnativo,reso però più dolce dallavista di una foresta di faggiaustrali, una vegetazioneinsolita ad occhi europei,tronchi che sono pezzi unici,ognuno con una storia silen-ziosa che dura da secoli,

scritta attraverso il vento e icambiamenti climatici.A ripagare ogni goccia disudore versata in ore di cam-mino e di fatica è la Lagunade Los Tres, dove la vistadella “montagna che fuma”, ilFitz Roy, toglie il fiato rimasto.Imponente e minaccioso èinvece il Cerro Torre, la cuiaspra vetta pare sfidare i piùcoraggiosi a risalire 800 metridi parete granitica.Scommessa drammatica cheha fatto molte vittime tra gliscalatori.Se il Fitz Roy è un’apparenzaregale e pacifica, accerchiatocom’è da una piccola corte dialtre vette come il Poincenot,Rafael e Saint Exupery, alcontrario il Cerro Torre incutetimoroso rispetto, crea disagio, chiede sottomissione

agli occhi di chi guarda.Proprio come disse WernerHerzog “ha qualità che ingenere, hanno solo gli esseriumani, ha qualcosa di cattivo,di misterioso e di impressio-nante”.I laghi hanno insenature pro-fonde, degli iceberg affascina-no lo strano melange di colo-re: bianco, cobalto, ceruleo,dono delle stratificazioni delghiaccio, che assume leforme più strane. Piccoligioielli galleggianti, non pos-sono che pretendere attenzio-ne.Sul ponte del catamarano, ilfreddo è intenso e tagliente. Ilvento che aggredisce il voltoe la rigida temperatura del-l’ambiente sono una garanziadi sopravvivenza necessariaper il Lago Argentino e i suoi

ghiacciai. Come l’Upsala,l’Onelli, lo Spegazzini per poigiungere al cospetto delPerito Moreno, fiero e impo-nente.Una muraglia di ghiaccio cheemerge dalle acque lattigino-se del lago, e che si estendeper cinque chilometri e 60metri sopra il livello delleacque. Uno spettacolo chenon può non ritagliarsi unposto nella memoria, soprat-tutto quando si assiste al distaccarsi di enormi blocchidi ghiaccio che si infrangonocon forza nelle acque calmedel lago in un potente frastuo-no, voce di una Natura padro-na e regina di quei luoghi.A Sud del Perito Moreno e dellago Argentino il ParcoNazionale Torres del Paine,una tra le undici aree protette

Avventure dei lettoriPatagonia: la maestosità della Natura sopra ogni cosa

TESTO E FOTO DI GABRIELE FERRARI

Diventa anche tu “corrispondente”, pubblica il tuo itinerario outdoor su www.trekking.it, uno spazio aperto a tuttii nostri lettori. Il tuo racconto sarà il benvenuto, assicurati solo che sia scritto in italiano corretto, chiaro e sempli-ce. La nostra redazione valuterà il tuo lavoro e, a suo insindacabile giudizio, deciderà la pubblicazione dell’articoloanche sulla rivista TREKKING&Outdoor.Invia il tuo racconto a [email protected] allegando il testo e una dozzina di immagini fotografiche.

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TREKKING • luglio 2011 • 29

nella Regione delle Magellanee dell’Antartide Cilena edichiarato riserva della biosfe-ra dall’Unesco. Al suo internola meraviglia è uno stato a cuici si abitua. Laghi, ghiacciai,monti, vallate: ogni cosa è insé perfetta e bellissima cosìda contribuire a creare unequilibrio impeccabile e para-disiaco. Anche i pinguini diMagellano, nella loro unicitàne sono l’espressione.Faccio il loro incontro vicino aPunta Arenas, nellaPinguinera di Seno Otway,dove sostano da dicembre adaprile per la riproduzione. Trale colline basse, cosparse diuna vegetazione tra il giallo e ilverde, si distinguono numerosii nidi dei pinguini. Colonianumerosissima, la varietàgenerazionale la rende comeuna grande famiglia: pinguinidi tutte le età si aggirano fierinel loro habitat. Chi ai primipassi e chi invece forte dellapropria esperienza appollaiatonelle posizioni più strane tra laterra e il mare. Nella regionedella Patagonia si ritrovano

emozioni che si credevanoperdute. L’equilibrio qui èreale, un equilibrio custoditogelosamente dalla Natura, eche l’uomo può solo intuire.Ma anche se in modo inco-stante e non sempre coerente,gli uomini hanno tentato diesserne all’altezza. Nelle pol-verose e interminabili stradeche attraversano la pampa,s'incontrano piccoli altarini dicolore rosso dedicati ad eroileggendari che la storia vollerendere immortali. Come Correa, la giovanedonna che durante la guerra ametà dell’800 morì di stentidonando la vita al propriobambino che le trovaronoancora attaccato al seno. Lebottiglie d’acqua tutt’intorno aquelle strane cappelle votivesono perciò un messaggio disperanza ed un gesto di com-passione nei confronti deiviandanti, affinché non muoia-no di sete.Il passo che conduce alla con-templazione è breve e duraalmeno il tempo di un viaggionella magica Patagonia.

sopra ogni cosa

…UN TETTO DI STELLE!Per quanto riguarda la “casa del trekker”, leggerezza, resi-stenza, funzionalità, ventilazione, impermeabilità, traspirazione ebuona circolazione dell’aria interna sono i requisiti indispensabili,ma anche la velocità di montaggio e smontaggio ha un valoreimportante. La struttura geodetica ha ormai monopolizzato le tende da escursionismo, per facilità di montaggio e resistenza alvento; le due sagome più utilizzate sono l’igloo, autoportante conuna struttura resa stabile dagli incroci della paleria, e la tenda atunnel, un po’ più laboriosa da stabilizzare poiché necessita diessere controventata con cordini.A parità di peso, preferire sempre il maggior volume, che nell’usoequivale a comfort; utili le absidi, che offrono una migliore vivibili-tà potendo stivare materiale anche all’esterno della camera.Un piccolo lusso anche la doppia apertura, con zanzariera; nelle notti calde è un piacere farsi accarezzare solo dal vento enon da tutti gli insetti del circondario!Le tende tecniche si distinguono fondamentalmente in due tipi: da alta quota (4 stagioni) con un maggior isolamento termico; da escursionismo (3 stagioni), più traspiranti e ideali per l’estate. Queste ultime si dividono ulteriormente in single wall (monote-lo), molto leggere, e doppio telo, più affidabili, in grado di assicurare una migliore tenuta all’acqua.I materiali migliori per il telo esterno sono i poliesteri con spal-mature poliuretaniche e/o alluminate, con trattamenti al siliconeper incrementare la resistenza ai raggi UV. La camera internadovrebbe consentire lo scambio dell’aria per limitare la conden-sa interna: è consigliata in nylon ripstop leggero per le 4 stagio-ni e in cotone per le 3 stagioni, però sempre con trattamenti“water repellent”. Anche il pavimento deve essere in robustopoliestere, con spalmatura poliuretanica alluminata.Cuciture: obbligatoriamente nastrate e termosaldate sul teloesterno e sul pavimento, per aumentare la resistenza all’acqua

anche in queste parti delicate. Paleria: la migliore è in dural-luminio, una lega di derivazio-ne aeronautica molto leggera,elastica e resistente; nelle trestagioni spesso vengonoimpiegati anche materiali divetroresina. Anche i dettagli sono importan-ti: seguite con le dita lo scivolamento di una cerniera,controllando che non si intoppi,e pensate di dover compierequell’operazione con una manosola nella bufera... la scelta viverrà molto facile; utili, ma nonnecessarie, tasche, asole eganci interni per stivare piccolioggetti (la pila che non si trovamai quando serve).

Alcune tende hanno un sistema di tensionamento regolabile deltelo esterno e la falda a terra rialzabile per migliorare la circolazione interna dell’aria; tutti plus utili, non necessari.

FERRINO NEMESI 23 Stagioni superleg-gera con struttura induralluminio solidariz-zata, facile da monta-re e con ottima vivibi-lità interna

FERRINO SVALBARDUna classica 4 Stagionicon doppio ingresso eabsidi, una garanzia dicomfort in ogni situazione

SALEWASIERRA LEONE IIIDa 25 anni il bestsel-ler del marchio dell'a-quila, offre ampi spaziinterni e resiste a tut-to! La nuova strutturaRapid Setup velociz-za il montaggio.

FJÄLLRÄVENAKKA DOME 24 Stagioni con due cupo-le a tre tubi di alluminio,con ottima tenuta al vento. Ottimi spazi internianche per persone alte.

FJÄLLRÄVEN AKKA ENDURANCE 4Vero e proprio “appartamento” per 4 persone; la solida costruzione a tunnel ne permette l'uso anche in condizioni estreme.

Se è vero che, per gran parte degli escursionisti, il concetto di “trekking” ha una valenza giornaliera, con finale davanti allagastronomia tipica che ormai fa parte dei menù di rifugi, alberghi e ristoranti a qualsiasi quota, è altrettanto vero che la tenda e il saccoletto incarnano ancora l’immaginario del viaggio e dell’avventura.In realtà, anche se meno “estremizzata”, la vacanza in tenda, magari itinerante, è ancora uno dei modi più entusiasmanti divivere la natura. Grande merito, anche in questo settore, ha avuto la tecnologia che ha permesso la realizzazione di attrezzidalle performances superlative – soprattutto in termini di protezione dagli agenti atmosferici – abbassando al tempo stesso,a volte in maniera drastica, il peso di tende e sacchiletto.

A CURA DI MICHELE DALLA PALMA

Provati per voiTende e sacchiletto, la casa del trekker

DORMIRE “DENTRO” LA NATURAAmmirare le stelle che sembrano avvolgerti come un’immensacoperta luminosa, l’orecchio appoggiato al terreno a percepire irumori della natura, respirando gli aromi di un universo che dinotte, liberato dalla presenza di qualsiasi intrusione, si esalta eritorna padrone dello spazio e del tempo…è questa la veraessenza dell’avventura.Ovviamente, molto meglio se rannicchiati dentro un saccoletto diultima generazione! Leggeri, accoglienti, finalmente “comodi” conla possibilità di muovere gambe e braccia senza quella sgradevo-le sensazione di essere “intrappolati” dentro un sacco.Un saccoletto tecnico estivo dell’ultima generazione non occupa,nello zaino, un volume superiore a una ventina di centimetri dilunghezza per 15 di larghezza, e si parla ormai sempre piùspesso di pesi inferiori al chilo. Al tempo stesso, se proprio latemperatura non scende sotto lo zero, il comfort è una piacevo-le sorpresa quando, dopo una giornata di cammino, ci si infilanella “tana”.Anche per questo importante "compagno di viaggio" leggerez-za, termicità e minimo ingombro sono oggi le caratteristicheprincipali. L’evoluzione dei tessuti e la ricerca di imbottituresempre più performanti e leggere permette di bivaccare in sicu-rezza anche nelle situazioni e climi più estremi. La costruzioneinterna a scomparti separati e sovrapposti e cuciture sfalsateimpedisce all’imbottitura di “ammucchiarsi” solo in qualche partedel sacco. Importante l'imbottitura che copre la zip, il collareimbottito tra la testa e le spalle e il cappuccio sagomato, che limi-tano la dispersione del calore interno.Non esiste, per quanto concerne le imbottiture, un materialecapace di “creare” calore, e il miglior isolante è... l'aria! I prodottipiù pregiati sono quelli che creando una sorta di "bolla d'aria"attorno al corpo, riescono a trattenere il calore corporeo impedendone la dispersione all’esterno.La piuma d’oca, se di alta qualità, (la migliore è considerata quel-la con sigla 90/10, dove la prima cifra indica la percentuale di piu-ma e la seconda quella di piumino), è ancora oggi il termoisolan-te con il miglior rapporto peso/tenuta termica/comprimibilità. I limiti di questo straordinario prodotto naturale stanno nei tempidi asciugatura, nel caso si bagni, e nelle difficoltà relative allavaggio: infatti la piuma sottoposta a lavaggi ripetuti perde coltempo le sue qualità, perciò i sacchiletto in questo materiale van-no lavati solo quando questa operazione è veramente…improro-gabile, con molta delicatezza e con prodotti specifici. Inoltresarebbe una buona regola comprimerli negli appositi contenitorisoltanto durante l’utilizzo, mantenendoli stesi per il resto del tem-po, in modo che i filamenti della piuma non si deteriorino; non tut-ti hanno però mezzo armadio dove riporre il prezioso saccolettoin piumino. Il mercato propone anche sacchiletto tecnici imbottiti conmateriali sintetici a fibra cava, che si avvicinano per prestazio-ni e leggerezza alla piuma, con l’innegabile vantaggio che nonmodificano le proprie caratteristiche nel tempo, neppure sesottoposti a ripetuti lavaggi o a compressione prolungata negliappositi contenitori.

COMFORT SENZA COMPROMESSI, LA SFIDA DI CAMPDue nuove tecnologie sviluppate dal marchio lecchese rivolu-zionano comfort e benessere dei sacchiletto. La tecnologiasenza cuciture Seamless della linea Titanium, perfettamenteimpermeabile, è la nuova frontiera per tutte le situazioni sulterreno. Il nuovo design Stretch Line aumenta del 20% lospazio interno per un comfort ottimale.

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SALEWA PHANTOMSALEWA insieme a Schoeller Technologies ha sviluppato il primo trattamento al mondo a base di argento per il sacco letto,che riduce del 98,5% la produzione di batteri e cattivi odori. Ilnuovo sistema 3D-Flex fornisce una maggiore elasticità graziea un’area elastica che si espande del 20% intorno a spalle e ginocchia.

FERRINOLIGHTECH 550Peso piuma(550 grammi difibra sintetica) e dimensioniestremamente ridotte, ottime performances per trekking estivi

FERRINO LIGHTECH 750 DUVETMassime prestazioni in ogni condizione climatica; ottima termicitàgarantita dal perfetto abbinamento tra piuma e fibre sintetiche

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consentono disporgere le braccia.

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