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SILA the breath of the world the breath of the world

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Università Iuav di VeneziaFacoltà di Architettura

RelatoreProf. Agostino De Rosa

CorrelatoriJohn Luther AdamsDr. Stefano Guerzoni (CNR - ISMAR)prof. Renato Bocchiprof. Marcello Mamoli

Geografie Parallele: nuove forme di rappresentazione per la Laguna di Venezia

di Elena Scaini

Tesi di laurea specialistica in Architettura per il Paesaggio

SILAthe breath of the worldthe breath of the world

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A chi riesce nell’impresadi rendere ogni mia giornataunica, intensa e speciale,alla mia famiglia e a Simone.

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site

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landform

landform details

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phenomena

phenomena simulations

john luther adams

SILA - fairbanks

SILA - venezia

project drawings

project simulations

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“Musica non è ciò che faccio.Musica è come vivo.

Non è un’espressione di me stesso.È come comprendo il mondo”.

John Luther Adams

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Le moderne tecnologie consentono di rappresentare in modo dinamico anche la dimensione temporaledi un sistema complesso. Condizioni e modificazioni naturali e antropiche hanno contribuito a rendereparticolarmente interessante l’ ecosistema veneziano, caratterizzato da un incessante alternarsi dellemaree e da processi di sedimentazioni dei materiali.

Questa tesi si propone di sviluppare nuovi metodi di rappresentazione che interessano i mutamenti cheavvengono in tempo reale all’interno del complesso ecosistema lagunare veneziano, realizzando in faseconclusiva un'installazione permanente di tipo ambientale-acustica e cromo-luministica che rifletta alsuo interno ciò che accade all’esterno.L’intento è così quello di calibrare l’ambiente interno sulla percezione di un fruitore-tipo controllato dasoftware in grado di rielaborare i dati rilevati e monitorati dagli istituti di ricerca presenti nel territorio,che in questo modo diventano parte attiva del progetto.

Lo spazio vuole essere per il fruitore un'opportunità per rilassarsi e trascorre del tempo in un luogostimolante ed accogliente e nel contempo uno strumento per comprendere più a fondo le complessedinamiche dell'ecosistema lagunare, incluse quelle altrimenti non rilevabili dal nostro sistemasensoriale.

A differenza però di molte altre installazioni ambientali e artistiche che già hanno interessato Venezia,non si tratta qui soltanto di interpretare la città attraverso suggestioni e percezioni sensoriali, poiché puressendo il risultato finale cui si aspira un prodotto artistico “multimediale” e multi sensoriale, essoderiva da processi e dati scientificamente rilevati costruiti.

Introduzione

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La laguna di Venezia è il più ampio esempio di laguna costiera nell'area dell'Alto Mar Adriatico, con unalunghezza di circa 50 chilometri e una larghezza compresa tra i 10 e gli 11 Km. La forma del bacino ricordaquella di fino spicchio di arancia con la convessità rivolta verso NordOvest. La laguna è compresa tra lefoci storiche del Piave a Nord-Est e dell'Adige a Sud-Ovest, più precisamente tra le odierne foci del Sile edel Brenta-Bacchiglione.La sua superficie è di 549 km (,ovvero circa 50 mila ettari), il 67 per cento dei quali è costituito da specchid'acqua, il 25 per cento da barene e l'8 per cento da isole. Il 15 per cento del totale è arginato da valli dapesca, in tutto 24, per una superficie complessiva di 9 km . La profondità degli specchi d'acqua varia tra ipochi centimetri delle paludi interne e qualche decina di metri in corrispondenza dei porti e dei canali dinavigazione.L'ampiezza dell'intero bacino scolante, su cui insistono i confini amministrativi di due province, quelladi Padova e quella di Venezia, è di 1840 kmq. Otto sono i comuni i cui territori sono in parte compresiall'interno della laguna o fanno parte della gronda: Jesolo, Musile di Piave, Quarto d'Altino, Venezia,Mira, Campagna Lupia, Codevigo e Chioggia.Il bacino idraulico dell'entroterra agrario è esteso per 202 mila ettari e scolante in laguna attraverso unaventina di punti di immissione di acque dolci.La laguna è separata dal mare da un cordone litoraneo costituito da 4 lidi sabbiosi, stretti e lunghi:Cavallino, Lido, Pellestrina e Sottomarina.Il ricambio delle acque dovuto alle maree è pari a 800 milioni di metri cubi al giorno, con una dellemaggiori escursioni del bacino Mediterraneo. Lo scambio idrico con il Mare Adriatico avviene attraverso letre bocche di porto del Lido, di Malamocco e di Chioggia, nelle proporzioni del 40 per cento per la prima eper la seconda e del restante 20 per la terza.

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La laguna di VeneziaLa laguna di Venezia

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I principali fattori che condizionano i fenomeni morfologici in laguna sono sia di origine naturale (i processi guidatidall’energia dei fiumi, delle correnti e delle maree, i processi biogeochimici, i processi biologici) sia legati all’azionedell’uomo (principalmente prodotti grazie all’energia dei combustibili fossili). Il peso relativo di questi fattoridetermina l’entità dei fenomeni in modo differente a seconda dei luoghi, delle forme, dei processi presenti nellediverse aree della laguna.I processi e i fattori che contribuiscono ad incremenatre i fenomeni di squilibrio morfologico sono:- i processi di subsidenza ed eustatismo;- il moto ondoso da vento e da natanti;- le correnti di marea;- le attività di pesca sui bassi fondali;- le attività di dragaggio lungo i canali;- le eventuali modifiche del territorio eseguite dall’uomo;quelli invece che contribuiscono a stabilizzare il sistema sono:- la presenza di fanerogame marine;- la presenza di sedimenti ad elevata percentuale di sabbia;- gli apporti di sedimenti provenienti dal bacino scolante e dal mare.

Il maggior effetto di stabilizzazione dei fondali è dato dallo sviluppo di praterie di fanerogame marine; sono piantesuperiori che, grazie allo sviluppo dell’apparato radicale, sono in grado di stabilizzare il sedimento e di attenuare ilmoto ondoso attraverso una maggiore resistenza data dall’insieme di ciuffi fogliari.Il fenomeno dell’acqua alta è una delle cause che aumentano l’instabilità morfologica del sistema velme-barene: lamodifica della soglia di quota che demarca la presenza delle velme (caratterizzate da una struttura sedimentologicanon troppo “compatta” e stabile) e delle barene (caratterizzate da una presenza vegetazionale “stabilizzante” delterreno) ha aumentato la quantità di fondali poco “compatti” (bassi fondali e velme) e più soggetti a processi erosivia scapito di quelli più stabili (le barene).

Batimetrie dei fondaliBatimetrie dei fondali

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I principali fattori che condizionano i fenomeni morfologici in laguna sono sia di origine naturale (i processi guidatidall’energia dei fiumi, delle correnti e delle maree, i processi biogeochimici, i processi biologici) sia legati all’azionedell’uomo (principalmente prodotti grazie all’energia dei combustibili fossili). Il peso relativo di questi fattoridetermina l’entità dei fenomeni in modo differente a seconda dei luoghi, delle forme, dei processi presenti nellediverse aree della laguna.I processi e i fattori che contribuiscono ad incremenatre i fenomeni di squilibrio morfologico sono:- i processi di subsidenza ed eustatismo;- il moto ondoso da vento e da natanti;- le correnti di marea;- le attività di pesca sui bassi fondali;- le attività di dragaggio lungo i canali;- le eventuali modifiche del territorio eseguite dall’uomo;quelli invece che contribuiscono a stabilizzare il sistema sono:- la presenza di fanerogame marine;- la presenza di sedimenti ad elevata percentuale di sabbia;- gli apporti di sedimenti provenienti dal bacino scolante e dal mare.Il maggior effetto di stabilizzazione dei fondali è dato dallo sviluppo di praterie di fanerogame marine; sono piantesuperiori che, grazie allo sviluppo dell’apparato radicale, sono in grado di stabilizzare il sedimento e di attenuare ilmoto ondoso attraverso una maggiore resistenza data dall’insieme di ciuffi fogliari.Il fenomeno dell’acqua alta è una delle cause che aumentano l’instabilità morfologica del sistema velme-barene: lamodifica della soglia di quota che demarca la presenza delle velme (caratterizzate da una struttura sedimentologicanon troppo “compatta” e stabile) e delle barene (caratterizzate da una presenza vegetazionale “stabilizzante” delterreno) ha aumentato la quantità di fondali poco “compatti” (bassi fondali e velme) e più soggetti a processi erosivia scapito di quelli più stabili (le barene).

La morfologia della laguna di Venezia è caratterizzata da acqua poco profonde (profondità media di circa 1 metro)sottoposte ad un doppio ricambio giornaliero ad opera delle ingressioni mareali, che ne favorisconol’ossigenazione.Di solito dal retroterra si ha un afflusso di acque dolci mentre dal mare giungono acque salate, la salinità quindiall'interno del bacino sarà generalmente più bassa che nel mare aperto e si avrà un gradiente negativo di salinità cheandrà dallo sbocco a mare agli afflussi di acqua dolce interni.Con il passare del tempo, a mare progrediscono altre barre sedimentarie che innalzandosi tendono a diminuire laturbolenza nel tratto di costa prospiciente, le bocche si interrano e la laguna “si chiude", diventando un lagoretrodunale, ancora salmastro ma soggetto a progressiva dolcificazione mano a mano che l'afflusso di acque dolciaumenta e la linea di costa si allontana.In questo complesso lagunare” si vengono quindi a formare tra le più importanti forme morfologiche delle zoneumide. A partire dalla terraferma avremo quindi paludi costiere d'acqua dolce; i dossi e le zone di terra emersa verso

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il mare daranno luogo a sistemi di dune parallele più o meno ricoperte da vegetazione e le giovani spiagge siinizieranno a coprire di piante pioniere.I principali fattori che condizionano i fenomeni morfologici in laguna sono:- di origine naturale (i processi guidati dall'energia dei fiumi, delle correnti e delle maree, i processibiogeochimici, i processi biologici)- di origine antropica (ovvero principalmente prodotti grazie all'energia dei combustibili fossili).

Il peso relativo di questi fattori determina:1. Fenomeni di squilibrio morfologico:- i processi di subsidenza ed eustatismo;- il moto ondoso da vento e da natanti;- le correnti di marea;- le attività di pesca sui bassi fondali;- le attività di dragaggio lungo i canali;- le eventuali modifiche del territorio eseguite dall'uomo;

2. Fenomeni di equilibrio morfologico:- la presenza di fanerogame marine;- la presenza di sedimenti ad elevata percentuale di sabbia;- gli apporti di sedimenti provenienti dal bacino scolante e dal mare.

La complessità della morfologia lagunare svolge un ruolo di importanza fondamentale anche nel garantire ladepurazione e la continua circolazione della acque: la riduzione e la graduale scomparsa di velme e barene,l'erosone dei bassifondi, l'appiattimento dei fondali, il degrado della qualità dell'acqua e dei sedimenti sonoquindi importanti indicatori delle trasformazioni in atto.

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La laguna di Venezia ha da qualche tempo assunto le caratteristiche di una laguna deltizia, ma mentre la parte nordconserva queste caratteristiche, nella parte meridionale gli interventi dell’uomo hanno in larga misura isolato lalaguna dal suo bacino fluviale.

La storia della laguna si può far risalire a circa seimila anni fa, diecimila anni dopo la fine della glaciazioneWurmiana. In quei tempi si estendeva una parte dell'antica pianura veneta generata dai depositi alluvionali deinumerosi fiumi che la solcavano scendendo dalle Alpi, come il Brenta e il Piave, o affiorando lungo la linea dellerisorgive come il Dese e il Sile. Lungo la costa, tra le foci dei fiumi, l'apporto di sabbie aveva generato una lunga fasciadi alte dune.Il progressivo abbassamento del suolo (subsidenza) dovuta alla compattazione dei sedimenti alluvionali e amovimenti della crosta terrestre e l'aumento del livello del mare (eustatismo) seguito alla fusione delle calotteglaciali, fecero sì che il livello medio del mare superasse quello delle aree retrostanti le dune. Il mare invase così lapianura penetrando attraverso le foci dei fiumi e rendendo salmastre le paludi.Il cordone delle dune costiere dopo l'ingressione marina venne a formare quelle strette isole parallele alla costa,dette cordoni litoranei, che si trovarono così a separare dal mare uno specchio acqueo interno.Anche la progressiva formazione di scanni sabbiosi ha sicuramente rivestito un importante ruolo nella architetturadei lidi. È questo un processo simile a quello che si può notare ai giorni nostri nel delta del Po, dove le sabbietrasportate dal fiume si depositato ai lati della foce in lunghe barre parallele alla costa, gli scanni appunto, cheaccrescendosi poi vengono a delimitare dei bacini semichiusi.La ricerca scientifica ha contribuito a fare luce sull'origine ed evoluzione di questa laguna: dall'analisi stratigraficadella distribuzione dei sedimenti si possono riconoscere le formazioni lagunari generatesi in epoche distinte.

Il livello dell'antica pianura è ancora riconoscibile in quanto costituito da un'argilla molto compatta, conosciutacome , che si trova sotto uno strato variabile di sedimenti lagunari, che varia da qualche metro verso lagronda ad una decina di metri verso i lidi. È proprio su questo solido suolo antico che i costruttori di Venezia,

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Morfologia storica dalle origini ad oggiMorfologia storica dalle origini ad oggi

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gronda ad una decina di metri verso i lidi. È proprio su questo solido suolo antico che i costruttori di Venezia,superando lo strato più recente e meno compatto, infiggevano i pali destinati a sostenere le costruzioni.La comunicazione tra questo nuovo bacino e il mare avveniva, come tuttora, attraverso le antiche foci dei fiumidivenute bocche di porto, mentre i fiumi si trovarono a sfociare non più direttamente in mare ma nel bacino lagunarealle spalle del cordone litoraneo. L'articolarsi dei rapporti tra fiumi e mare in presenza di un bacino disedimentazione ha via via portato alla strutturazione di forme lagunari simili ad una complessa rete di canali ebassifondi di isole e barene.Le marce, contrastando l'energia delle acque fluviali, influenzarono la deposizione dei solidi sospesi causando lasedimentazione verso la terraferma dei sedimenti più fini come le argille, seguite dai limi ed infine dalle sabbie.Questa sedimentazione differenziata conferisce tuttora ai fondali lagunari una distribuzione a fasce parallele allalinea di costa.

La "prima laguna" era diversa dall'attuale, era meno estesa ed era probabilmente attraversata dagli antichi dossifluviali emergenti.L'antico dosso del Brenta, per esempio, protendendosi in quello che oggi è il bacino centrale, divideva la laguna indue specchi d'acqua distinti che si sono poi uniti circa 4000 anni fa. In tutta la genesi più volte le acque hannoinvaso (fenomeno detto di trasgressione marina) e si sono ritirate (regressione marina) dall'area occupatadall'attuale laguna.

In epoca protostorica e storica questi fenomeni si sono verificati più volte in seguito a variazioni del livello del marecombinate con fenomeni di subsidenza.Nell'età imperiale romana buona parte della laguna era costituita da zone emerse ordinatamente centuriate, comehanno suggerito osservazioni dal satellite e studi storici.Tale analisi è confortata da una moltitudine di ritrovamenti archeologia avvenuti, anche recentemente, soprattuttonell'arca torcellana e in laguna nord.Le trasgressioni marine verificatesi in epoca tardo romana e durante il Medioevo avrebbero ulteriormente ampliato imodesti stagni salati retrodunali, vestigia di lagune più antiche, a scapito dei campi coltivati e delle aree dulcicole,spingendo gli abitanti a ritirarsi sulle isole e conferendo alla laguna un aspetto simile all'attuale.

Trasformazioni dal 1300 ad oggi

Alla fine del XIV secolo, in seguito a ingenti alluvioni, iniziano le operazioni di deviazione del fiume Brenta, ritenuto ilprincipale responsabile dell'interrimento lagunare.Nel XV secolo, continuano i lavori di deviazione della foce del Brenta (1440), le cui acque vengono spostate a sude convogliate nel porto di Malamocco con lo scavo del Canale Maggiore.Nel XVI secolo si verificano problemi per la salvaguardia dell'ambiente lagunare. Allontanamento dal bacino

Trasformazioni dal 1300 ad oggi

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lagunare delle foci dei maggiori fiumi, causa dell’interrimento e delle aree paludose. Deviazione di Brenta e Piavecon creazione del Canale del Cavallino.Nel 1610 terminato il Taglio Novissimo che, congiungendo Mira con il porto di Brondolo, incanala le acque eccedenti aibisogni della navigazione del fiume Brenta. Tracciata la linea di "conterminazione lagunare" che definisce il bacinolagunare. A fine XVII secolo ultimato Taglio del Sile per deviare il fiume nel vecchio alveo del Piave. Decretata ladiversione del Piave al Porto di S. Margherita. Nuova rotta degli argini verso Cortellazzo e fortificazione delle difese.Nel XVIII secolo i principali interventi riguardano le opere di difesa dei litorali con la costruzione dei murazzi. Lavorialle bocche di porto per mantenerle navigabili; scavato il canale Rocchetta che conduce al porto di Malamocco.Nel XIX secolo interventi per valorizzare il porto, il commercio lagunare e Venezia stessa: costruzione del ponte

ferroviario translagunare e della Porta Grande dell’Arsenale.Ultimata la sistemazione del porto di Malamocco, inizia quella del porto di Lido e il Brenta.Nel XX secolo completamento costruzione moli del Lido, la bocca di porto assume la struttura attuale. Lavori allabocca di Chioggia. Creata la prima Zona Industriale e scavati il canale Vittorio Emanuele per la navigazione Marghera-Lido e il Canale dei Petroli tra Marghera e Malamocco.Accesso automobilistico a Venezia, costruzione Tronchetto, arginatura valli da pesca, bonifiche agricole.

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Ci sono stati quindi periodi nei quali la laguna ha espanso le sue acque verso terraferma ed altri nei quali sonoprevalsi i fenomeni di interrimento.I principali fattori che fanno evolvere una laguna in una direzione o nell'altra sono quindi: la subsidenza el'eustatismo - agenti su scala regionale o globale - da una parte, e la sedimentazione e i fenomeni erosivi, agenti suscala locale, dall'altra. Sarà il bilancio di questi fattori principali a decidere in che direzione evolverà la laguna.La subsidenza è l'abbassamento del suolo e può essere sia di origine naturale che antropica. La prima è provocataprincipalmente dal compattamento dei depositi alluvionali più recenti, più veloce verso la costa, nonché dalladeformazione tettonica di strati più profondi.Il fenomeno non è costante nello spazio e nel tempo; nella laguna di Venezia aumenta passando dalla terraferma allitorale e da Nord verso Sud, risultando massima a Chioggia.La subsidenza di origine antropica si può imputare allo sfruttamento della acque di falda, soprattutto per usoindustriale. Estraendo ingenti quantità d'acqua dal sottosuolo, la pressione della falda diminuisce e il terrenosoprastante si abbassa quasi come un'automobile a cui vengano sgonfiate le gomme.Per questo motivo l'abbassamento del suolo, che sarebbe stato di meno di due centimetri per le sole cause naturali,dal dopoguerra agli anni del boom economico raggiunse ed in qualche luogo superò la decina di centimetri. Inseguito alla rigida regolamentazione degli emungimenti oggi il fenomeno è drasticamente diminuito.Recenti studi effettuati dal Magistrato delle Acque, con la collaborazione del CNR-ISMAR e di altri consorzi di bonifica,hanno accertato (mediante confronti di livellazione effettuati in periodi diversi) che la zona centrale della Laguna èstabile, mentre sono in forte subsidenza le zone a nord e a sud della laguna stessa: la causa, oltre a quella sopracitata, è anche ascrivibile alla perdita di massa di terreni torbosi presenti in quelle zone.L'eustatismo è la variazione del livello medio del mare dovuta a cause climatiche. Nel caso di un suo aumento si parladi eustatismo positivo mentre nel caso opposto il fenomeno viene indicato come eustatismo negativo.Dall'ultima glaciazione in poi la tendenza generale è stata verso un aumento del livello medio dei mari, anche se cisono state delle oscillazioni più o meno ampie all'origine di trasgressioni e regressioni marine. Durante il nostrosecolo l'entità dell'eustatismo è stata di oltre un millimetro all'anno.

Subsidenza ed eustatismoSubsidenza ed eustatismo

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In un ambiente dinamico quale la laguna, i fenomeni di sedimentazione ed erosione devono essere visti come dueaspetti di uno stesso processo evolutivo; sarà l'alterno prevalere dell'uno o dell'altro a determinare la direzione delcambiamento.L'erosione dei fondali e delle barene ad opera dei venti e delle maree - non più compensata come un tempodall'apporto solido fluviale - è accentuata dalla realizzazione dei grandi canali per la navigazione commerciale chehanno aperto la strada all'onda di marea.L'eccessiva profondità dei varchi portuali e la conseguente aumentata idrodinamica sono anche responsabilidell'impoverimento morfologico della Laguna. Con l'aumento della portata delle bocche la gran massa d'acqua cheentra ed esce dalla Laguna non trova più ostacoli e trascorre con gran forza e rapidità. Assistiamo così a una perditaannuale verso il mare di circa un milione di metri cubi di sedimento e a una tendenza alla omogeneizzazione dellequote dei canali e delle barene.A causa dell'erosione, la superficie delle barene nel corso dell'ultimo secolo si è quasi dimezzata passando dai 90kmq del 1901 ai 47,5 attuali, comprese le casse di colmata. Per risalire ed espandersi o per defluire non necessita più diinalvearsi nei piccoli canali ma trascorre liberamente per i fondali (si espande cioè per 'laminazione'), erodendo elivellando le emergenze e trascinando limi erosi a riempire i canalicoli e i ghebi. Le azioni umane più dirette siconcretizzano però nell'eccessivo moto ondoso generato dai natanti e nell'impatto sul fondale dei recenti attrezzi dapesca come turbosoffianti e rasche utilizzati per la raccolta dei molluschi.La regimentazione dei grandi flumi, come il Piave, hanno drasticamente diminuito l'apporto solido che alimentavale spiagge al punto di far prevalere i fenomeni di erosione su quelli di accumulo.La Laguna sta diventando così un vero braccio di mare, una baia marina, dai fondali profondi, piatti e non articolati.Un bilancio dei sedimenti eseguito dal Consorzio Venezia Nuova nel 2000 individua l’ammontare totale del materialetrasportato in laguna a circa 2.200.000 m /anno. Dei sedimenti rimessi in sospensione, però, solo 300.000 m /annoprovengono dal bacino scolante, mentre 700.000 m /anno si originano dall’erosione delle barene e 1.100.000m /anno dall’erosione dei bassifondi.Di questi sedimenti, 1.100.000 m /anno si depositano in laguna e in parte interrano i canali, mentre altri 700.000m /anno escono dalle bocche di porto.

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Sedimentazione ed erosioneSedimentazione ed erosione

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La conoscenza dei fondali della laguna è importante, non solo per ragioni biologiche, ma anche semplicemente perragioni pratiche di navigazione.Anche se in laguna non esistono secche rocciose e il fondo è generalmente fangoso o sabbioso, la sua consistenzapuò variare molto. Se si eccettua l’eventuale pericolosa presenza di relitti o di rottami abbandonati semisommersi, iltipo di fondo più duro e temuto è la cosiddetta marogna, costituito da incrostazioni madreporiche, che può formarsie scomparire nel giro di qualche anno.In ordine di pericolosità segue la soléra o capégno, fondo molto compatto, sabbioso misto a frammenti taglienti diconchiglie. I fondali sabbiosi generalmente non danneggiano le imbarcazioni e hanno vantaggio di poter esserepercorsi senza sprofondare, cosa che accade invece, in maniera più o meno preoccupante, con i fondali melmosi.Questi ultimi, infatti, non presentano tutti la medesima composizione e, conseguentemente, cedevolezza: in alcunisi sprofonda fino al ginocchio, in altri addirittura fin quasi alla vita.Gli esperti sono in grado di orientarsi saggiando la natura e la consistenza del fondale.I sedimenti della Laguna di Venezia sono rappresentati da

Esse sono definite in relazione alle dimensioni dei granuli che nella sabbia sono compresi tra 2 e 0,062 mm, nel silttra 0,062 e 0,004 mm e nell'argilla sono inferiori a 0,004. Il termine "pelite" infine viene usato per indicarel'insieme del silt e dell'argilla, cioè il materiale fine di dimensione inferiore alla sabbia.Nella Laguna si osserva una prevalenza di rappresentate in particolare dal silt argilloso e, in misura minore, dalsilt sabbioso; il materiale più grossolano, nel quale la sabbia è presente con valori percentuali alti o medi, ha unadiffusione inferiore: la distribuzione del materiale molto fine, rappresentato dall'argilla siltosa, è molto ridotta elocalizzata solo all'estremità NE del bacino settentrionale.La diffusione areale dei sedimenti superficiali nella Laguna ha un comportamento che non differisce in generale daquello tipico di analoghi ambienti lagunari ove si riscontra una diminuzione progressiva della granulometriaprocedendo dalle bocche di porto verso l'interno, passando gradualmente da alte percentuali della frazionesabbiosa a prevalenza di quella peltica. Questo meccanismo di diffusione è legato alla

sabbia, sabbia siltosa, silt sabbioso, silt argilloso ad argillasiltosa.

peliti

velocità delle correnti di

I sedimenti dei fondali:la classificazione granulometrica

I sedimenti dei fondali:la classificazione granulometrica

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marea e quindi della capacità di trasporto del sedimento per trascinamento o sospensione; questa energiadell'ambiente presenta i valori massimi alle bocche di porto e va smorzandosi verso l'interno dei bacini lagunari inconseguenza alla diminuzione della sezione dei canali, alle variazioni della profondità e della morfologia del fondoed in particolare al passaggio dai canali profondi ai ghebi, paludi e zone di bassi fondali.Conseguentemente dove maggiore è la velocità della corrente di marea si verifica l'accumulo dei materiali piùgrossolani (sabbie, sabbie siltose) mentre nelle zone più interne dove la velocità è minima si hanno le condizionifavorevoli alla deposizione dei materiali più fini (silt argilloso, argilla siltosa); la deposisione del silt sabbioso e delsilt avviene in condizioni intermedie a quelle estreme sopra indicate.L'erosione e la risospensione del sedimento di fondo e di quello asportato dai bordi delle barene sono provocatianche dall'azione del moto ondoso generato dai venti predominanti di scirocco e bora; questi fenomeni possonoessere in parte favoriti dal rimaneggiamento dei fondali provocato dagli organismi bentonici e nectonici o perinterventi antropici che riducano la resistenza e coesività dei fondali.Ulteriori indicazioni sulle caratteristiche dei sedimenti sono fornite dalla valutazione della percentuale deicarbonati, della materia organica e dalla quantità, misurata in ppm, dell'idrogeno solforato.I carbonati sono rappresentati essenzialmente dalla calcite e dalla dolmite; quest'ultima prevale nettamente intutta la Laguna sulla calcite, che in alcune aree limitate del bacino meridionale è anzi totalmente assente. Il tenoredei are inoltre si riscontra una diminuzione dei carbonati da N a S con riduzione della loro percentuale da 49% a33%. I carbonati hanno quindi una distribuzione inversa a quella della sabbia la cui quantità nei sedimentiaumenta invece da N a S; inoltre mentre nella parte settentrionale sono associati ad elevati tenori di sabbia nellaparte meridionale le percentuali maggiori si rilevano nei sedimenti scarsamente sabbiosi.La materia organica appare legata alla granulometria del sedimento ed a particolari condizioni idrodinamichelocali.Questa attività dinamica delle acque limita la deposizione e concentrazione organica e impediscel'instaurarsi di condizioni favorevoli ad un ambiente ossido-riducente.Secondo osservazioni condotte nei bacini meridionale e centrale la materia organica appare anche legata ad alcunielementi presenti in traccia nei sedimenti (particolarmente Pb e Cr). La concentrazione della materia organica èsoggetta a variazioni stagionali con valori massimi in corrispondenza al periodo estivo e minimi in quello invernale.Un'analoga dipendenza stagionale e le caratteristiche ambientali condizionano la presenza nei sedimentidell'idrogeno solforato che deriva dalla decomposizione di composti organici solforati e dalla riduzione dei solfatida parte di batteri solforiduttori.L'idrogeno solforato è prevalentemente associato a sedimenti di tipo peltico, il loro colore varia dal grigio scuro alnero, la fauna bentonica è assente o si osservano soltanto frammenti e conchiglie intere, annerite, di molluschi.Oltre che dal punto di vista biologico, la complessità della morfologia lagunare svolge un ruolo di importanzafondamentale anche nel garantire la depurazione e la continua circolazione della acque: la riduzione e la gradualescomparsa di velme e barene, l’erosione dei bassifondi, l’appiattimento dei fondali, il degrado della qualitàdell’acqua e dei sedimenti sono quindi importanti indicatori delle trasformazioni in atto.

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La laguna di Venezia, come tutte le aree costiere, deve il suo aspetto attuale agli apporti solidi (provenienti dai fiumiche vi sfociano) a quelli provenienti dal mare (ad opera delle correnti mareali).Nella sua vastità e complessità, non si presenta come uno specchio d’acqua uniforme, ma si diversifica dal punto divista morfologico in una molteplicità di ambienti caratterizzati da uno spiccato dinamismo, con conseguenti rapideevoluzioni negli aspetti paesaggistici e biologici dei singoli habitat.Fare una distinzione tra aree emerse ed aree sommerse in laguna è un compito arduo se non impossibile in quanto ilcontinuo gioco delle maree crea un rapporto indissolubile tra terra e acqua. Impercettibili differenze di altimetriadanno così vita ad un mosaico di ambienti diversi ma riconoscibili, popolati da piante e animali che si sono ritagliatigomito a gomito il loro spazio vitale.L’area lagunare comprende il (o ) costituito dall’insieme delle terre emerse, di naturaartificiale o naturale (litorali, casse di colmata, isole e argini) rappresenta l’8% di tutta la superficie della laguna; il

(o , il restante 92%), che comprende i canali (12%), i bassifondi, le velme e le barene(80%).Le barene sono considerate parte del sistema acqua, in quanto una delle loro principali funzioni è quella di regolarel’idrodinamica lagunare senza opporsi all’espansione delle maree. In base alla più o meno diretta influenzadell’azione marina attraverso le tre bocche di porto, la laguna può essere anche suddivisa in:

(o ), ovvero lo specchio acqueo aperto all’espansione di marea, comprese le velme e le barene edescluse le isole e le casse di colmata, per una superficie di 420 km ; tali zone comprendono le bocche di porto e learee circostanti, e si estendono all’interno della laguna in modo irregolare, secondo il percorso dei principali canalied in dipendenza della presenza di isole barene, paludi, laghi, fino al confine con la cosiddetta laguna morta.Gli effetti delle maree si manifestano in fondali con alta presenza di componenti sabbiose; inoltre i valori diossigenazione si mantengono buoni in seguito agli scambi con il mare aperto, e la salinità si mantiene elevata erelativamente costante (Torricelli et al., 1997);

fase emersa

fase sommersa

viva

sistema suolo

sistema d’acqua

-laguna aperta2

Aspetti caratteristici dell’ambiente lagunareAspetti caratteristici dell’ambiente lagunare

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-laguna chiusa

-argini

-isole

all’espansione di marea (o ), ovvero l’insieme delle valli da pesca, comprese le loro isoleinterne le velme e le barene, ma esclusi i loro argini di delimitazione, per una superficie di 85 km . Questa partedi laguna è caratterizzata dall’estrema variabilità di alcune proprietà delle acque, in particolare notevoli possonoessere le oscillazioni di temperatura, salinità e concentrazione di ossigeno disciolto. Questa intensa variabilitàdelle condizioni delle acque si unisce a quella della composizione dei fondali, che presenta una maggioreabbondanza delle frazioni sottili nelle zone più interne e confinate, e percentuali maggiori di componentigrossolane, principalmente sabbiose, in prossimità delle bocche di porto, verso l’ambiente marino (Torricelli etal., 1997);

, che occupano una superficie di 7,5 km ;

, escluse Lido, Pellestrina e Treporti e comprese le casse di colmata, per una superficie complessiva di circa 29km .

Procedendo dal mare verso l’interno, gli ambienti che si incontrano sono:1 - le bocche di porto2 - i litorali sabbiosi con le loro dune3 - i canali e i ghebi4 - le barene5 - le velme6 - gli ambienti acquei delle valli da pesca7 - le isole e le aree di bonifica8 - i fiumi e gli ambienti fluviali

morta2

2

2

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bocc

he

di

port

o

bocca del Lidobocca di Malamoccobocca di Chioggia

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Le bocche di porto sono i varchi nel cordone litoraneo attraverso cui le acque della laguna sono in continuorapporto con quelle del mare, sono le luci di flusso e deflusso della marea, ossia del perenne movimentodell'acqua verso mare o dal mare, fenomeni fondamentali per la vita delle lagune.All'interno del bacino la propagazione dell'onda di marea è influenzata principalmente dalla profondità dei canalidi porto e dei canali interni, dalla profondità ed estensione delle zone di basso fondale, dalla natura dei fondalimarini...Tre sono gli accessi alla laguna di Venezia provvisti di moli foranei che mirano ad evitare l'interrimento e quindi atenere attivo il canale di navigazione di accesso alla laguna:

Essi sono segnalati al largo da boe di "atterraggio e di introduzione". Un insieme di fari (Faro del porto di Lido, Faroaeromarittimo di Murano, Faro della Rocchetta, Faro di Chioggia) servono la navigazione al largo.Le tre bocche di porto determinano la presenza di tre bacini idraulici interni, separati da una linea spartiacqueideale, per cui all'interno della laguna le acque si dividono in tre parti indipendenti tra di loro, tre zone che sonorispettivamente in collegamento con ciascuna delle tre bocche di porto.Dalle bocche di porto si irradiano le arterie lagunari, canali che si ramificano progressivamente verso la grondalagunare con una diminuzione della profondità e all'interno delle barene dove prendono il nome di ghebi.Durante i movimenti di marea il volume idrico scambiato è enorme: 310/370 milioni di m . Ciò vuol dire che dei circa850 milioni di m di acqua che la laguna ospita, quando ci sono le grandi basse maree (ad esempio invernali), lalaguna si svuota quasi per metà (ed è per questo che c'è un'elevata escursione di marea), ma questo è fondamentaleper i suoi equilibri biochimici, perché c'è un ricambio e un'ossigenazione, quindi una capacità di autodepurazione.È questo il fenomeno che garantisce la salute biotica della laguna; in assenza di esso ci sarebbe un ristagno e unaconcentrazione di nutrienti inquinanti che determinerebbe un'eutrofia totale.

- bocca di porto di Lido-bocca di porto di Malamocco-bocca di porto di Chioggia

3

3

Le bocche di portoLe bocche di porto

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Ai primi dell'Ottocento la profondità delle tre bocche di porto si attestava tra i -3,5 e i -4,5 m. La costruzione dei moliforanei, cioè delle grandi dighe che dai lidi si protendono in mare, aumentò la profondità delle bocche di porto,necessarie alla navigazione e di conseguenza l'officiosità (cioè lo scambio mare/Laguna). Alla fine dell'Ottocento laprofondità raggiungeva i -7 m al Lido e i -10 m a Malamocco.Nel secolo scorso l'industria portuale in rapida ascesa e l'espansione delle attività industriali necessitavano difondali ancora più profondi; Si diede avvio dunque a campagne di scavo che portarono la bocca di Malamocco a -14,5m e si tracciarono i canali Vittorio Emanuele (-10 m) e Malamocco-Marghera o dei petroli (- 14,5 m) che attraversanola Laguna come una profonda ferita. La gran massa d'acqua che entra ora in Laguna da questi varchi così profondi,com'era prevedibile, ha innescato fenomeni di auto-erosione: nel 1997 la bocca di Malamocco si era portata a -17 m.Sempre a Malamocco, dentro la bocca, si trova ora il punto più profondo dell'Adriatico, -57m.

E' intuitivamente evidente la qualità del dissesto da questa gran massa d'acqua che entra in un bacino ristretto. Lamaggiore ufficiosità delle bocche (cioè l'aumentato scambio mare/Laguna) è anche in gran parte responsabiledell'incremento delle acque alte. Semplificando al massimo i risultati degli studi di Pirazzoli (CNR Francia) e diD'Alpaos (ordinario di idraulica all'Università di Padova) si può dire che prima della costruzione delle dighe foraneel'onda di marea proveniente dal mare subiva un'attenuazione della sua ampiezza nel superare le bocche di porto,poco profonde, ora invece, non trovando ostacoli ma anzi fondali profondi, penetra più facilmente in Laguna.Secondo Pirazzoli le maggiori crescite dei picchi di marea si verificarono negli anni '30, '50 e '60 del secolo scorso,quando si scavarono maggiormente le bocche di porto.

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I litorali costituiscono la zona di confine tra terra e mare. La morfologia di un litorale e le modificazioni cui è soggettonel tempo dipendono da:- l'apporto sedimentario dei fiumi (soprattutto quelli di tipo alpino),-le correnti marine,-il tipo di fondale,-l'azione dei venti,- pressione antropica.In alcune zone i venti e il moto ondoso accumulano la sabbia per cui si ha un ampliamento dell'arenile sul quale sipossono formare più serie di dune, in altre vi è un continuo impoverimento di sabbia e mancano le dune.I materiali solidi trasportati dalle acque, specialmente durante le piene, raggiungono la costa e qui, per ladiminuzione della velocità che si ha nell'incontro con le acque marine, sabbie e fanghi, iniziano a depositarsi sulfondo. Nella fascia a ridosso della costa, la sedimentazione interessa soprattutto i materiali a granulometria nonfinissima e si vengono a depositare sabbie. Il decorso delle correnti che scorrono “lungo costa” distribuisce ilmateriale in lunghe barre pericostali parallele alla linea di costa. Per il continuo accumulo di sedimenti vengono aformarsi lunghe strisce sabbiose che lentamente emergono. È questo un classico fenomeno di avanzamento dellecoste, le barre di foce lentamente verranno stabilizzate e fissate dalla vegetazione pioniera e quindi anche i ventiporteranno altri materiali che contribuiranno alla formazione di dune costiere sopraelevate che avranno alle lorospalle una laguna più o meno salmastra.I litorali che fanno da confine alla Laguna di Venezia rappresentano una sorta di argine naturale della laguna verso ilmare e hanno caratteristiche che li differenziano tra loro: i litorali di Sottomarina e del Cavallino sono collegati allaterraferma, mentre i litorali del Lido e di Pellestrina sono due lunghissime isole, in alcuni tratti poco profondi,formate solo da argini artificiali, i murazzi, che negli ultimi anni sono stati rinforzati con moli a pettine e spiaggettecon sabbia prelevata a largo sul fondale marino (sabbia avente una tipologia simile alla sabbia di ripascimento).L'ecosistema litoraneo non ha una fisionomia omogenea, ma presenta un mosaico di biotopi numerosi e bencaratterizzati con comunità viventi e situazioni ambientali diverse, che si presentano come delle fasce parallele tra diloro e parallele alla linea di battigia.

I litoraliI litorali

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La battigia e la fascia di sabbia nuda

La spiaggia più interna

Le dune

Le dune interne

Il bosco litoraneo

La prima fascia è costituita dalla zona dove si infrangono le onde, la battigia, dove troviamo una grande quantità dimateriale spinto dalla risacca e accumulato lungo la "linea di deriva". Si accumulano numerose conchiglie, foglie dipiante acquatiche e abbondante detrito vegetale, che si trova così ad essere alla base della catena alimentare diquesto ambiente che richiama, in particolare durante le stagioni migratorie, numerose specie di uccelli. Alla battigiasegue una fascia di sabbia nuda, ancora troppo influenzata dalle acque marine per permettere l'insediarsi di specievegetali, dove si insediano i turisti durante la stagione estiva.

Vi è una zona in lieve pendenza, dove la sabbia sciolta e sufficientemente dissalata consente l'instaurarsi dipopolamenti discontinui e molto diradati di piante 'pioniere" che trattenendo la sabbia, permettonol'attecchimento di altre specie (piante “psammofile").

Le dune sono formate dalla deposizione delle particelle di sabbia ad opera dei venti contro ostacoli naturali oppure,più raramente, artificiali. Tra le specie vegetali troviamo una graminacea molto resistente, l'Agropiro che comincia atrattenere in maniera molto più decisa la sabbia durante tutto il periodo dell'anno e l'Ammofila, che può emergerecon i suoi germogli dai depositi di sabbia consentendo alla duna di crescere in altezza.

Oltre le dune vi è una zona dove il dilavamento delle piogge e lo sviluppo della vegetazione hanno arricchito ilterreno di sedimenti più fini e di detrito vegetale. Due sono gli ambienti principali che la caratterizzano: quellocostituito dalle aree più elevate ed asciutte e quello delle umide depressioni retrodunali, dove i sedimenti piùargillosi favoriscono la presenza di giuncheti accompagnati da canneti negli avvallamenti più profondi. Compaionoqui anche arbusti di salici ed altre essenze igrofile.

Laddove la vegetazione si può esprimere più liberamente si nota la fascia a Ginepro oltre alla quale infine si insedia ilbosco litoraneo. Poi vi sono specie arboree tipiche di ambienti più umidi e continentali quali la Roverella, gli Olmi e ilPioppo bianco e il Leccio.

La battigia e la fascia di sabbia nuda

La spiaggia più interna

Le dune

Le dune interne

Il bosco litoraneo

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can

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Dalle bocche di porto si snodano grandi alvei lagunari, dei grandi canali, che in alcuni casi sono collegati sulmargine interno della laguna (la gronda lagunare) con le foci fluviali.Le acque dolci degli immissari che alimentano(e alimentavano) la laguna, si espandono seguendo le vie d'acqua principali, le stesse attraverso cui avviene ildeflusso delle maree o il riflusso delle acque marine.Questi alvei si ramificano progressivamente verso la gronda lagunare con una diminuzione della profondità eall'interno delle barene dove prendono il nome di ghebi. Con il termine dialettale di ghebi si indicano i canali dipiccole dimensioni, aventi alvei serpeggianti, il cui andamento tortuoso è dovuto alla corrente, cioè al flusso eriflusso, quindi ai microfenomeni di accumulo e di erosione.Ad ogni cambio di marea, in corrispondenza di ogni bocca di porto, l'acqua penetra in laguna attraverso un canaleprincipale che man mano si suddivide. Sono i ghebi poi che trasportano, anche negli angoli più nascosti dellalaguna, l'acqua vivificatrice che depura in modo perpetuo l'intera laguna.Esistono due tipi di canali:- canali naturali ad andamento tortuoso,- canali artificiali ad andamento rettilineo.Il Canale dei Petroli (che congiunge la bocca di Porto di Malamocco con le banchine di Porto Marghera) è statorealizzato con lo scopo di permettere l'accesso in laguna a navi di tonnellaggio sempre maggiore e raggiungeredirettamente la zona industriale senza passare per il centro storico di Venezia apportando però notevoli disturbi aldelicato equilibrio dell'ecosistema lagunare come un'erosione delle barene nella zona del bacino di Malamocco e lascomparsa delle ramificazioni che si trovano alla fine dei canali, i ghebi.

Canali e ghebiCanali e ghebi

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La barena rappresenta un territorio piatto che generalmente emerge di pochi centimetri rispetto al livello mediodelle maree e viene sommerso solo durante le maggiori alte maree.In alcune zone centrali leggermente depresse, i chiari di barena, si può verificare un ristagno di acqua salmastra conconseguente concentrazione di cloruri a causa dell'evaporazione e quindi abbassamento del suolo per contrazionedei sedimenti.Molto spesso in ambiente lagunare si possono osservare barene intere popolate da poche specie soltanto. Questasemplificazione è dovuta all'elevato livello di specializzazione della flora lagunare, ossia le specie vegetali adattate avivere in questo ambiente così peculiare e difficile sono relativamente poche.Si tratta di specie , amanti del sale.A causa delle notevoli specializzazioni delle piante, anche piccole variazioni del tasso di umidità e di salinità,dell'altezza rispetto al livello medio di marea, del contenuto in sostanza organica e della compattezza del terreno,influenzano la distribuzione delle specie nei diversi siti ambientali.Dai bassifondi lagunari si innalza tutta una serie di isole e isolotti di altezza variabile sul livello medio del mare, lacui distinzione è basata sul tipo di copertura vegetale presente, che a sua volta riflette le condizioni ambientali localicome le variazioni di salinità e le condizioni del terreno.Questi ambienti spesso si compenetrano rendendo ancora più articolato e dinamico l'ecosistema.Dai bassifondi il terreno si eleva, a volte in maniera netta, a volte in maniera graduale a formare le barene, basse epiatte isole limo-argillose costituite per lo più da sedimenti. Queste formazioni hanno il bordo rialzato e vannodegradando verso il loro interno, spesso occupato da una particolare velma detta , mentre a voltel'area interna è costituita da vere e proprie paludi. Sono solcate da numerosi piccoli ghebi ed ospitano sulla lorosuperficie deboli depressioni ellittiche larghe pochi metri, dette , dove l'acqua è più dolce dopo le piogge epiù salata nei caldi giorni estivi quando il sole fa evaporare l'acqua marina.A seconda della loro elevazione, comunque giocata su pochi centimetri, e delle associazioni vegetali che ospitano,all'interno delle barene si possono individuare almeno tre fasce definibili come barena bassa, barena media ebarena alta.

alofile

chiaro di barena

pàciare

Le bareneLe barene

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- La è in genere costituita da un leggero declivio che sale dalle velme e che vede succedersi allouna associazione pioniera annuale, il , costituito essenzialmente da Salicornia, che inizia a

consolidare i sedimenti su cui si impianterà poi una duratura fascia di che con i suoi rizomiconsoliderà ulteriormente il terreno. La barena bassa viene sommersa almeno una volta al giorno dalla mareatrovandosi attorno al livello medio delle alte maree di quadratura.

-la dove l'associazione caratteristica è il che vede come pianta dominiate il Limonio, la"lavanda di mare" che colora di lilla le barene sul finire dell'estate.

-Ciuffi di Puccinellia inframmezzandosi al Limonio preludono alla , dominata dal puccinellieto, che leconferisce l'aspetto di una prateria. La barena alta viene inondata solo durante le più alte maree.Queste fasce si alternano ogni qual volta vi sia una variazione dell'altimetria del terreno.Le barene costituiscono un ambiente ricco di risorse per gli uccelli acquatici, sia per quanto riguarda l'alimentazionema soprattutto come sede di nidificazione.Laddove il terreno si eleva oltre il limite delle alte maree di sizigie, sia che ci si trovi di fronte ad una recente operadell'uomo come una sacca o un argine sia che ci si trovi di fronte alle vestigia di antiche isole, il terreno è occupatodall'agropireto: sono queste le .

barena bassa

barena media

barena alta

zostereto salicornietoSpartina maritima

Limonieto

motte (mote)

barena bassa

barena media

barena alta

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Quando la bassa marea fa defluire le acque lagunari verso il mare, emergono le velme, un ambientecomplementare alla barena. Questo territorio viene periodicamente sommerso dall'acqua, precisamente duevolte al giorno, in concomitanza con le alte maree.Le velme sono caratterizzate da una quasi totale assenza di vegetazione, ma quando queste superfici fangoseemergono, soprattutto ai loro margini, spesso vediamo delle piante filamentose, simili ad alghe; si tratta di specieidrofite e la più diffusa in laguna è la Zostera ( ), che può sopportare anche lunghi periodi di emersione eriesce a vivere in diverse condizioni di salinità e temperatura e si trova nei fondali lagunari e marini poco profondi,mai in mare aperto e dovunque venga superata la profondità di un metro.Una specie di alga molto interessante è l' , con le fronde ramificate lunghe anche 30 centimetri. Galleggiagrazie alla presenza di numerose vescicolette piene d'aria.Le velme ospitano organismi resistenti a temporanee emersioni, alcuni Anellidi e Crostacei. Gli uccelli chefrequentano questi ambienti appartengono al gruppo dei , chiamati così per il loro continuo frugare nellesabbie e nei limi, alla ricerca degli invertebrati che vi vivono.Tra i Limicoli possiamo ricordare il Cavaliere d'Italia, la Pettegola, l'Airone cenerino, l'Airone bianco maggiore e laGarzetta. Diffuso, come peraltro in tutti gli ambienti lagunari, è il Gabbiano reale.Il regime alimentare dei limicoli è molto vario (Anellidi, Molluschi, Crostacei), ma la dieta di ogni specie è legata allaforma e alla lunghezza del becco; ci sono specie che esplorano lo strato superficiale del fango, altre gli strati piùprofondi.Anche la diversa lunghezza delle zampe garantisce una migliore distribuzione delle specie, poiché ognunaraggiunge zone più o meno profonde. In questo modo le specie non vi è competizione perché ognuna ha una suanicchia ecologica.

Zostera noltii

alga bruna

Limicoli

Le velme

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valli

da

pes

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Le valli da pesca sono delle aziende ittiche arginate che occupano buona parte dei bacini nord e sud della laguna di

Venezia. La vallicoltura è un particolare sistema di allevamento e gestione delle specie ittiche presenti in laguna

basato sul loro regime migratorio e praticato da tempo immemorabile.I primitivi abitanti dei bassi fondali litoranei, praticando la pesca, avevano osservato un processo costante che siverificava in tutte le lagune, nei bassi fondali e nelle foci dei fiumi per cui, in certi mesi dell'anno, alcune specie dipesci allo stato neonato entrano attraverso le bocche di porto ( ), trovano in essa il loro pascolo ottimale e siaccrescono. In altri periodi escono ( ) dalla laguna o per riprodursi, o per sfuggire alle gelate invernali, o adun'acqua troppo calda d'estate. Da queste osservazioni è scaturita l'elaborazione di sistemi di cattura e in seguito direcinzione di vasti tratti salmastri nei quali il pesce restava intrappolato al momento della discesa verso il mare.Nella laguna di Venezia il loro sviluppo complessivo copre un'area di circa 92 Km , che costituisce 1/6 della superficielagunare.Il fatto di essere separate dalla laguna da recinzioni fisse le esclude dal flusso e riflusso della marea: l'introduzionedelle chiusure fisse nelle valli è stata dettata dall'esigenza di sottrarre l'ambiente vallivo dalla variabilitàdell'ambiente lagunare.La valle da pesca è un'area artificializzata, ma che mantiene elevati livelli di naturalità, contribuendo alla protezionedell'ambiente lagunare.

I pesci nell'alto Adriatico si riproducono in mare, nella zona delle , dove i numerosi anfratti delle rocce liproteggono dalle correnti e dai possibili predatori. Durante la fase giovanile invece si spostano all'interno dellalaguna, perché qui trovano cibo e non ci sono predatori. E' proprio questa abitudine dei pesci di spostarsi versol'interno che viene sfruttata dai vallicoltori, che raccolgono il pesce durante la fase di e ne impedisconol'uscita dalla valle sbarrandone l'ingresso. L'unico pesce che viene allevato in valle e che non si riproduce in Adriaticoè l'anguilla.Secondo alcuni studiosi, le valli da pesca probabilmente esistevano in laguna ancora prima della fondazione della

montatacalata

tegnue

montata

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Funzionamento della valle da pesca

Le valli da pescaLe valli da pesca

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città di Venezia e sicuramente questa pratica veniva condotta fin dal Medioevo.Il processo di chiusura delle valli ebbeinizio tra l'Ottocento e il Novecento a seguito di studi e di osservazione compiute da studiosi come l'ing. Bullo, cheideò il canale circondariale e lo applicò alla valle Pierimpié, di sua proprietà. In seguito, verso la metà del Novecento,lo stato italiano fornì contributi per incentivare l'arginatura delle valli.

Le strutture principali sono:1. Strutture che permettono la comunicazione tra l'ambiente vallivo e la laguna da una parte, e tra la valle e i fiumidall'altra: sono costituite dalle , formate da paratie mobili sorrette da strutture in muratura manovrate amano. Il loro manovramento permette di dosare il grado di salinità ottimale per le specie ittiche allevate e dieffettuare il ricambio dell'acqua.2. Strutture per il trasporto dell'acqua, costituite da canali artificiali, dall'andamento rettilineo, e da canali naturali,riconoscibili dal loro andamento sinuoso.3. Strutture per la cattura dei pesci: vengono chiamate , e fanno parte di vasche molto grandi checomunicano direttamente con la chiavica principale, nelle quali vengono intrappolati i pesci della valle durante unafase particolare del loro ciclo di allevamento.4. Strutture per la stabulazione dei pesci: sono le peschiere di sverno, bacini dove i pesci che sono stati introdottiall'inizio della primavera e che non hanno raggiunto ancora la taglia adatta per essere immessi sul mercato vengonotenuti durante l'inverno.5. Strutture di abitazione: il è la sede operativa e direzionale della valle, per lo più in stileottocentesco, che viene adibita ad alloggio del personale che vi risiede per alcuni periodi. Accanto al cason sonocollocati i magazzini delle attrezzature, i magazzini frigorifero e la cavana principale, dove vengono tenute le barchedi servizio. Le edificazioni sono posizionate su terreni emergenti ( ) costruiti dall'uomo accumulando materialeinerte, che non vengono mai sommersi dalla marea.

Strutture dalla valle da pesca

chiaviche

lavorieri

cason di pesca

mote

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Le isole sono terre sempre emerse della laguna e rappresentano circa l'8% della superficie totale. Oltre alle 108 isoleche costituiscono la Città insulare, si contano altre 35 isole di dimensioni variabile, disperse nel bacino lagunare.Considerando i fenomeni che sono stati alla base della formazione delle isole, possiamo distinguere:

:.

In questo caso le isole presentano nella parte verso mare una componente pedologica sabbiosa, presentanoun aspetto allungato e sono situate in prossimità delle bocche di porto (Isole delle Vignole, della Certosa, diSant'Erasmo).

.In questo caso le isole sono resti di antiche mutere alluvionali di tipo fluviale, originatesi quando il mare era inposizione più arretrata rispetto alla linea di costa attuale e i fiumi avevano una notevole capacità di trasporto edi morfogenesi. Isole aventi questa origine sono situate in prossimità della gronda lagunare (Isole di Burano,Torcello, Mazzorbo e le parti più antiche di San Giorgio, della Giudecca e di Venezia).

Localizzate a sud del porto industriale di Marghera e per la costruzione dell'Aeroporto "Marco Polo" di Tessera, sisono formate negli anni '60 con il materiale dello scavo del Canale dei Petroli. Si estendono su una superficiecomplessiva di 11 km , in precedenza occupata da barene in prossimità delle zone di gronda. La costruzionedelle casse di colmata ha provocato una drastica riduzione del ricambio idrico tra “laguna viva” e gli specchid'acqua alle spalle delle casse di colmata stesse, anche se recentemente una serie di interventi ha consentitoil ripristino della circolazione idrica e la rinaturalizzazione di alcune casse.

Dobbiamo però ricordare che, indipendentemente dalla loro origine, l'uomo nel corso dei secoli è comunqueintervenuto in modo massiccio sulle isole rinforzandole con riporti di terra che hanno determinato un cambiamentodella struttura stessa delle isole rendendo alcune volte difficile capire fino a che punto queste siano naturali o

1.

2.

Isole di origine naturale

Isole di origine artificiale

Relitti degli antichi cordoni litoranei

Origine sedimentaria fluviale

2

Isole di origine naturale

Isole di origine artificiale

Le isole e le aree di bonificaLe isole e le aree di bonifica

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artificiali.Le isole della laguna erano un tempo intensamente utilizzate per orti, vigneti e per l'allevamento delbestiame; nei canali salmastri era attivo l'allevamento di alcuni tipi di pesci, in particolare vari tipi di Cefalo.L'abbandono degli antichi orti ha portato al predominio della vegetazione infestante con conseguente degradoambientale. A una attenta osservazione si possono scoprire per ogni isola, a seconda della posizione geografica edella superficie, caratteristiche e destinazioni particolari diverse per ognuna.Murano, l'isola delle fornaci e del vetro, Burano, isola colorata conosciuta per i merletti e la pesca, Torcello, isola checonserva con i suoi monumenti la nascita della storia umana in laguna. Alcune sono occupate da costruzioni diinteresse storico e artistico (conventi, lazzaretti, ospedali) o militare (polveriere e ottagoni), altre sono di pregioambientale e naturalistico.La vita della popolazione veneziana si è svolta per secoli all'interno della laguna addentrandosi nell'entroterraattraverso i corsi d'acqua. Le isole costituivano punti di avvicinamento alla città e la loro utilizzazione fu fiorente finoa che l'attività portuale coincise con il bacino di San Marco. Con la modificazione dei sistemi di accesso a Venezia, conla costruzione dei ponti translagunari, ferroviario (1846) ed automobilistico (1931) i trasporti via acquea tra Venezia ela terraferma diminuirono progressivamente e conseguentemente le isole disposte lungo le direttrici dicomunicazione persero le loro funzioni. Dopo un periodo di abbandono e degrado, si stanno recuperano alcuneisole, con opportuni interventi.

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Attualmente sono 29 i luoghi di apporto fluviale all'interno della laguna, anche se solo pochi hanno l'aspetto di focifluviali con veri e propri apparati ecologici originari che testimoniano il cambiamento delle condizioni ambientali,prevalentemente in funzione della variazione del grado di salinità.Già la Serenissima Repubblica nel corso dei secoli aveva provveduto a deviare il corso terminale di alcuni fiumi perevitare sia l'interrimento della laguna, sia per allontanare il pericolo della malaria.I fiumi che ancora si immettono in laguna, come il Dese, lo Zero, il Sile, con il suo alveo naturale del Silone, il CanaleSanta Maria, il Marzenego, sono fiumi che entrano in Laguna Nord e determinano un flusso di acque dolciscarsissimo, solo 6 m al secondo.La portata di tutti gli immissari, tra Laguna Nord e Laguna Sud, è attualmente solo 31 m al secondo di acqua e questoè un fatto assolutamente negativo, perché sottraendo alla laguna acque dolci, per varie ragioni antiche e recenti, hacambiato la natura chimica delle acque e quindi la qualità biotica del popolamento vegetale e animale.Le foci dei fiumi che si immettono in laguna rappresentano dei biotopi di collegamento tra la laguna stessa el'ecosistema delle acque dolci dell'entroterra.Un biotopo singolare che si trova al margine tra laguna e fiumi e quindi caratterizza le situazioni d'ambienterappresentate dallo sbocco dei fiumi in laguna, cioè delle foci fluviali, è rappresentato dal Canneto caratterizzatodalla (Phragmites australis). Questa specie vive in ambiente di acqua dolce o salmastra ed è unatipica alofita, cioè una pianta che predilige vivere con l'apparato radicale e parte del fusto immersi in acqua, anchese può crescere in ambiente non sommerso.Per la fauna, il Canneto costituisce certamente l'ideale habitat per la riproduzione o per la sosta durante lemigrazioni, di numerose specie di uccelli (il Tarabusino, l'Airone rosso, il Falco di palude, il Cigno Reale e altri ancora).Il Canneto non è solo importante per la nidificazione, ma è spesso frequentato dagli uccelli come dormitorio,soprattutto durante il periodo invernale; molte specie infatti, come la Cinciarella e la Passera mattugia lo utilizzanocome luogo in cui trascorrere le ore notturne. Un altro uccello che frequenta il Canneto è il Pendolino, durante lastagione invernale essenzialmente per motivi trofici, cibandosi dei semi della Cannuccia palustre e della Mazzasordamaggiore, e in primavera utilizzando le infiorescenze delle specie vegetali che costituiscono il Canneto, pertappezzare il nido.

3

3

Cannuccia palustre

I fiumi e gli ambienti fluvialiI fiumi e gli ambienti fluviali

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Le acque dolci del bacino scolanteI dodici principali tributari del bacino scolante drenano circa il 90% del territorio di gronda: fiume Dese, canaliSilone, Vela, Scolmatore, Osellino, Lusore, Naviglio Brenta, Taglio Nuovissimo, Lova, Montalbano, Morto, canalenuovo dei Cuori. Essi realizzano circa il 97% del trasferimento di acque dolci alla laguna, che è stato stimato nel 1999in 35,5 m³/s (1.120 milioni di metri cubi l'anno). Si tratta di piccoli corpi idrici, con modeste portate, ma il cuicontributo è importante per la laguna. Infatti, il loro apporto può avere un rilevante impatto, sia idraulico chesoprattutto ambientale, sul delicato equilibrio delle aree a basso fondale della laguna che includono il loro apparatodi foce.I dodici tributari hanno differenti importanza e regime, come conseguenza della variabilità delle caratteristichemorfologiche del bacino scolante, delle proprietà dei suoli, della distribuzione delle piogge, della presenza disorgenti o di immissioni di acque dolci da territori esterni al bacino, ed infine delle pratiche di gestione e controllodelle risorse idriche.Grazie al continuo apporto di acque di risorgiva, i tributari del settore settentrionale del bacino (Vela, Dese, Osellino eLusore) mantengono generalmente un apprezzabile deflusso di base. Il loro regime è più simile a quello di un corsod'acqua naturale, come conseguenza di una minore presenza dei sistemi idraulici per la regolazione del deflusso(idrovore, paratoie, porte vinciane ecc.). Rispetto agli altri tributari, la portata di questi corsi d'acqua è soggetta amaggiori variazioni e i fenomeni di piena sono più frequenti e generalmente più intensi.Il fiume Dese, con una portata media annua di 7,5 m³/s (21% del totale), è il tributario principale del bacino. Il regimedel Silone, alimentato dalle acque del fiume Sile, e quello del sistema formato dal Naviglio Brenta e dal TaglioNuovissimo, alimentati dal fiume Brenta, sono caratterizzati da un andamento uniforme del deflusso. Gli apportiesterni sono sostanzialmente costanti e la portata di questi tributari (idrogramma) è caratterizzata da una minorevariabilità. Per di più, il deflusso nel Naviglio Brenta è soggetto ad una continua regolazione, al fine di assicurare lanavigabilità del suo tracciato. Il contributo di questi tre tributari è fondamentale nel bilancio delle acque dolcirecapitate in laguna attraverso il bacino scolante (14,5 m³/s, pari al 41% degli apporti totali).Il deflusso dei tributari del settore meridionale si realizza parzialmente (Scolmatore, Lova, Montalbano, Morto) ocompletamente (Cuori) attraverso impianti di sollevamento delle acque. A prescindere dal regime delle piogge, ildeflusso è determinato dalle differenti strategie di gestione della risorsa idrica nei rispettivi sottobacini. Fra queste,c'è anche la possibilità di diversione delle acque di piena in altri corpi idrici. Per l'intero settore meridionale delbacino scolante, la corretta gestione degli afflussi meteorici è fondamentale, sia per la conservazione dei volumid'acqua ai fini irrigui, sia per la protezione del territorio da possibili inondazioni. Il contributo di questi cinquetributari al trasferimento di acque dolci in laguna è modesto (5,1 m³/s, 14%). Il deflusso di acque dolci alla laguna èmaggiore nei periodi dell'anno in cui si registrano eventi meteorici più intensi e di maggiore durata (primavera etardo autunno).Nel 1999, ad esempio, le perturbazioni atmosferiche occorse nei mesi di aprile e novembre hanno causato eventi dipiena di rilevante entità. Tali eventi hanno innalzato notevolmente il valore mensile della portata dall'intero bacino(il valore massimo registrato in novembre è pari a 55,5 m³/s). La scarsità degli apporti meteorici che caratterizza ilperiodo invernale ha invece prodotto una sensibile diminuzione del deflusso (il valore minimo registrato in marzo èpari a 26,3 m³/s).

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Le precipitazioni estive hanno generalmente minore estensione, sia spaziale che temporale, e spesso produconoeffetti differenti sul deflusso dei tributari del bacino. Nei mesi caldi, inoltre, l'uso delle acque nell'irrigazione e leperdite per infiltrazione ed evapotraspirazione concorrono nel ridurre il volume d'acqua trasferito alla laguna. Nel1999, il deflusso medio nel periodo estivo è stato pari a 28,8 m³/s.L'analisi del bilancio fra i volumi che affluiscono con le piogge (afflussi) e quelli che defluiscono attraverso i tributari(deflussi), evidenzia alcuni aspetti dell'idrologia del bacino scolante e della gestione delle acque. Su base annua, ildeflusso realizzato dai tributari settentrionali equivale ai volumi affluiti con le piogge nei loro sottobacini. Ilcontributo di acque di risorgiva, infatti, compensa le perdite per infiltrazione nel terreno e per evapotraspirazione.Solamente nel periodo estivo il bilancio è dominato dalle precipitazioni. Il Lusore rappresenta un caso particolare, inquanto le regolazioni idrauliche determinano una riduzione considerevole dei deflussi, che su base annuacorrispondono a circa il 50% degli afflussi. Per i tributari del settore meridionale, invece, la differenza tra afflussi edeflussi è rilevante: su base annua, i secondi corrispondono al 20-30% dei primi. A scala di bacino, la differenza fra ivolumi di pioggia affluiti e quelli trasferiti alla laguna è stata pari a 285 milioni di metri cubi nel 1999.

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Il clima è considerato tradizionalmente come “lo stato medio dell'atmosfera in una determinata località”; esso sigenera dall'interazione fra le componenti geografiche distintive del territorio in esame. Il clima del Veneto, purrientrando nella tipologia mediterranea, presenta peculiarità proprie dovute principalmente al fatto di trovarsi inuna posizione climatologicamente di transizione e quindi di subire varie influenze: l'azione mitigatrice delle acquemediterranee, l'effetto orografico della catena alpina e la continentalità dell'area centro-europea.In ogni caso mancano alcune delle caratteristiche tipicamente mediterranee, quali l'inverno mite e la siccità estiva, acausa dei frequenti temporali di tipo termoconvettivo. Gli inverni infatti sono piuttosto freddi o addirittura rigidi: ingennaio a Venezia e in laguna le temperature medie sono comprese tra 2 e 4 °C . Inoltre il Veneto si trova in quellafascia di latitudine in cui dominano gli effetti dell'Anticiclone delle Azzorre: l'area di alta pressione al centrodell'Oceano Atlantico, quasi alla stessa latitudine del bacino Mediterraneo, determinata dalla presenza di acqueoceaniche più fredde, contornate dalle correnti calde, quali la Corrente del Golfo e la Corrente Equatoriale del Nord.Il litorale adriatico, in particolare, è influenzato dalla vicinanza al mare, i cui venti umidi e le brezze penetrano inprofondità verso l'interno; l'azione mitigatrice delle acque è comunque limitata, da una parte perché si è in presenzadi un mare interno, stretto e poco profondo, dall'altra per la loro posizione, in grado di mitigare solo le masse d'ariaprovenienti dai settori sud-orientale ed orientale.Nell'area del bacino scolante, invece, prevale un notevole grado di continentalità con inverni rigidi ed estati calde. Leprecipitazioni sono distribuite abbastanza uniformemente durante l'anno, ad eccezione dell'inverno che risulta lastagione più secca: nelle stagioni intermedie prevalgono le perturbazioni atlantiche, mentre in estate vi sonotemporali assai frequenti. rilevamento.

La temperaturaLa temperatura

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La variazione di livello di marea nel corso del tempo si può considerare come un fenomeno oscillante risultantedall'interazione di un gran numero di termini periodici semplici (maree parziali), ciascuno con periodi, ampiezze efasi costanti. Volendo conoscere l'effettiva azione della forza di marea su di un punto disposto sulla superficieterrestre bisogna tenere conto dell'angolo tra la congiungente punto - centro della Terra e la congiungente centroTerra - centro astro; è necessario inoltre considerare le variazioni di distanza nel corso del tempo tra il punto inesame, la luna e il Sole. Nella rappresentazione armonica delle maree l'evoluzione di livello è la somma di tanteonde sinusoidali semplici del tipo A cos( t - ), dove A è l'ampiezza, la velocità angolare (o pulsazione) e il ritardodi fase. A questa somma si aggiunge, ovviamente, il livello medio di riferimento (A0 = 23 cm).A Venezia sono sufficienti otto di tali componenti, indicate da una sigla legata all'origine astronomica: M2, S2, N2, K2,K1, O1, P1, S1. L'indice 1 o 2 indica la periodicità (diurna o semidiurna) di ciascuna componente.Note le costanti armoniche è possibile prevedere (previsione armonica delle maree) l'andamento di marea neltempo per ogni luogo. L'aggiunta di ulteriori componenti apporterebbe miglioramenti inferiori a un centimetro,considerato come il limite degli errori di misura.La marea si evolve col sovrapporsi di ritmi soprattutto diurni e semidiurni dovuti agli effetti delle numerosecomponenti che intervengono nel fenomeno. Anche componenti a periodo più elevato possono rivestire una certaimportanza come le semimensili, con periodo medio di 14,16 giorni quella legata all'intervallo tra le maree sizigiali,con periodo di 13,66 giorni quella denominata lunare quindicinale, relativa al tempo occorrente alla Luna percambiare declinazione da zero al massimo e viceversa, la lunare mensile, con periodo di 27,55 giorni (meseanomalistico), legata all'ellitticità dell'orbita lunare, la solare semiannuale, con periodo di 182,6 giorni, legata alladeclinazione variabile del Sole, ecc.La marea complessiva deriva dall'interazione delle suddette componenti (e di numerose altre, ma di minore effetto)che conferiscono alla variazione di livello della superficie marina il caratteristico andamento ritmico con due alte edue basse maree al giorno, di ampiezza variabile con periodo di circa 14 giorni.Secondo l'importanza rivestita dalle molteplici componenti di marea nelle varie parti della superficie terrestre,

l'andamento della marea presenta diverse configurazioni che, per semplicità, possono essere ridotte a tre tipifondamentali:

ω φ ω φ

La mareaLa marea

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- maree diurne, caratterizzate da una sola alta e bassa marea nel corso delle 24 ore;- maree semidiurne, con due alte e due basse maree pressappoco di uguale ampiezza;-maree miste, sempre con due alte e due basse maree ma con ampiezza diversa in base al prevalere della tendenzasemidiurna o diurna.Le maree più frequenti sono quelle a carattere semi - diurno o miste di tipo semidiurno.Le maree possono essere classificate anche in:-maree lunari quando si verificano in direzione della Luna.-maree antilunari in direzione opposta alla Luna.-maree equinoziali: nei periodi di Luna Piena o Nuova.-maree di quadratura: quando la Luna è al primo o ultimo quarto.

I principali aspetti da considerare per calcolare a tavolino l'ampiezza, la frequenza e l'orario delle maree sono:

-la luna: la sua massa, il suo passaggio, la sua distanza, l'inclinazione della sua orbita sul piano equatoriale-il sole: la sua massa, la sua distanza, l'inclinazione della sua orbita sul piano equatoriale-l'asse di rotazione della coppia terra-luna, che non passando per l'asse di rotazione terrestre crea delle forzecentrifughe.

superficie delle acque-differenziale di profondità dei fondali-forma a cuneo delle baie.

(agiscono indipendentemente dalle maree, ma in alcune combinazioni le possonorendere catastrofiche per le attività dell'uomo):-intensità e direzione dei venti-gradiente di pressione atmosferica.

I più importanti sono i primi due aspetti, per i quali esistono diversi "tipi" di maree (nonché zone in cui il fenomenodelle maree è praticamente inesistente). Poiché vengono sollecitate, oltre alla superficie marina, la crosta solida(non perfettamente rigida) e l'involucro gassoso atmosferico, si parla anche di maree terrestri e di mareeatmosferiche.Quest’ultima si manifesta con variazioni periodiche della pressione atmosferica. Le maree atmosferiche dipendono,oltre che dall'azione gravitazionale luni-solare, anche dall'effetto del riscaldamento e del raffreddamento dell'aria.Per questo motivo il Sole ha per le maree atmosferiche maggiore importanza. Si hanno due minimi e due massimi dipressione al giorno di entità variabile con la latitudine del luogo. Rispetto alla pressione normale, le variazioni sonodell'ordine di 0,3 mbar ai Poli e di ca. 1,5 mbar nelle fasce tropicali.La massa d'acqua che per forza gravitazionale viene attratta dalla Luna forma un innalzamento dei mari, come unagobba, in direzione della Luna. Poiché Terra e Luna si attraggono a vicenda, il centro di rotazione si trova nel centro di

Le forze in gioco

1. Aspetti astronomici:

2. Aspetti geografici:

3. Aspetti meteorologici

-

Le forze in gioco

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massa del sistema, ovvero a circa 4700 km dal centro della terra. Quindi per forza centrifuga i mari formano una"seconda gobba" dal lato opposto a quella che nasce per effetto gravitazionale.La marea terrestre invece è una conseguenza dell'attrazione luni-solare sulla crosta terrestre che, non essendoperfettamente rigida, risponde alle sollecitazioni con deformazioni elastiche. Le maree terrestri, di piccola entità edi difficile determinazione per l'esistenza della concomitante variazione di livello del mare, si manifestano conperiodiche variazioni della direzione della verticale e dell'accelerazione di gravità.La maggiore differenza tra l'alta e la bassa marea viene spiegata con il : l'attrazione luni-solaresulla massa acquea produce in questa una deformazione periodica e regolare che in generale si manifesta colripetersi nell'arco di 24h 50 minuti, corrispondente al giorno lunare medio, di due innalzamenti (flusso o alta marea)e due abbassamenti (riflusso o bassa marea) del livello marino. I due flussi e i due riflussi si alternano circa ogni seiore generando due correnti di senso opposto (correnti di marea). Le spostate di circa un'ora rispetto al giornoprecedente, per cui ad una data ora in un dato giorno della settimana, la relativa fase di marea sarà spostata al suoopposto rispetto a quella della settimana precedente ( in sintesi se al sabato mattina si è verificata una fase di altamarea, alla stessa ora del sabato successivo ci sarà una fase di bassa marea).L'altezza dell'onda di marea, o ampiezza di marea, é data dal dislivello tra alta e bassa marea e dipende dallereciproche posizioni Terra-Luna-Sole.La seconda componente è legata alle : quando la Terra si avvicina alla Luna i mari vengono attirati daquest'ultima e si ha una alta marea. Un'alta marea si verifica anche al lato opposto della Terra nello stesso istante.Tuttavia, quando la Luna ed il Sole sono allineati, col risultato di far sommare le forze d'attrazione gravitazionale deidue corpi celesti sul nostro pianeta,(sia che la Luna si trovi davanti o dietro la Terra) si hanno le maree sigiziali,caratterizzate dalla massima l'escursione fra l'alta e la bassa marea: le sigiziali si verificano due volte al mese e cioècon Luna piena e con Luna nuova.Una terza componente è legata all' : si hanno le maree delle quadraturequando la Luna si trova perpendicolare (90°) rispetto al Sole, le cui caratteristiche si concretizzano con maree diampiezza minore rispetto alle maree normali: esse si verificano due volte al mese e precisamente durante il primo el'ultimo quarto. Minore è l'inclinazione e maggiore l'ampiezza della marea. Ciò significa che in prossimità degliequinozi le maree sono maggiori, mentre in prossimità dei solstizi invernale e estivo le maree sono minori. Inoltrel'intensità di variazione delle maree diminuisce progressivamente man mano che ci si avvicina all'Equatore.Riassumendo quindi, ad ognuna delle 8 fasi lunari, corrispondono all'incirca 3 giorni e 3/4 di marea propria, e cioè: 2sigiziali, 2 delle quadrature e 4 normali al mese.Ulteriori componenti sono l'

ecc.. Ciò porta in particolare ad un quarto ciclo di circa 4 anni e mezzo.Tenendo conto di queste componenti siottiene che nell'arco di 4 anni e mezzo si osservano verso marzo, aprile, settembre e ottobre, in prossimità delplenilunio e novilunio, due volte in tali giorni, delle maree di notevolissima ampiezza, vicine ai massimi teorici. Se siesclude la quarta componente, si capisce che ogni anno, nei pleniluni e noviluni prossimi agli equinozi si possonoosservare le maree maggiori dell'anno.

passaggio della luna

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inclinazione del sole sul piano equatoriale

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inclinazione della luna sul piano equatoriale, la distanza della luna e la distanza delsole,

inclinazione della luna sul piano equatoriale, la distanza della luna e la distanza delsole,

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Altri importanti fattori coagenti sono: i venti, il tempo atmosferico, l'intensità della luce, la pressione atmosferica, lecorrenti, la disponibilità di cibo.I sono tra gli agenti più determinanti. Infatti, un forte e persistente vento che coagisce con le onde di mareapuò far anticipare di parecchio una fase di alta marea e far risultare così il moto ondoso generale di gran lunga piùintenso e violento del normale. Ovviamente, lo stesso vento, persistendo nella stessa direzione e con la medesimaintensità, provocherà risultati opposti con la corrente di bassa marea, trattenendo le acque del mare al largo.I cambiamenti dei valori di invece, influenzano enormemente lo stato delle acque. Una bassapressione ad esempio, consente alla fascia d'acqua costiera di alzarsi, sviluppando così un moto ondoso piùviolento. A tal proposito basti pensare a ciò che accade nel sottocosta durante un uragano, periodo di estrema bassapressione.Per la pesca sottocosta, da terra come dalla barca, le maree sigiziali risultano le migliori, in quanto le alte acque chesi riversano in tale frangente portano una maggior -e di pesci- nelle acque basse. Per contro, quelledelle quadrature sono più sfavorevoli.In ogni caso, i movimenti delle maree mettono in circolazione le sostanze alimentari che abbondano nelle acquecostiere poco profonde e quindi i pesci diventano solitamente più attivi durante il flusso ed il riflusso delle maree; cisono specie che seguono tale schema con comportamenti regolari, mentre ce ne sono altre che preferiscono di granlunga avvicinarsi al sottocosta con le maree in quadratura.

Per la sua particolare configurazione geografica a catino, il mare Adriatico presenta escursioni di marea molto piùpronunciate rispetto al resto del Mediterraneo, la ragione è da ricercarsi nel fatto che la sua sessa ha un periodo dioscillazione massimo confrontabile con quello della marea astronomica, rendendo in tal modo possibile lasovrapposizione delle due escursioni. La marea astronomica risente poi delle fasi lunari e solari, accentuandosi neiperiodi di novilunio e plenilunio e durante gli equinozi. A questo può andare ad aggiungersi l'azione locale di fortiventi di scirocco, che spirando nell'Adriatico meridionale può frenare il reflusso delle acque dell'intero bacino, o dibora, che spirando attraverso le bocche di porto della laguna può impedire al mare di riceverne l'onda di ritorno.La realizzazione della zona industriale di Porto Marghera ha ulteriormente aggravato il fenomeno dell'acqua alta perdiversi motivi: innanzitutto la maggior parte della zona industriale è stata ricavata bonificando vaste estensioni dilaguna, in secondo luogo lo scavo del profondo Canale dei Petroli ha aumentato considerevolmente la sezione dellabocca di porto aumentando di conseguenza la quantità di acqua che entra in laguna.Tuttavia altre opere realizzate tra l'Ottocento e il Novecento hanno contribuito a variare l'ampiezza media di marea:la costruzione del Ponte Ferroviario (1841/46); l'estromissione dal bacino di Chioggia del fiume Brenta e laconseguente bonificazione di 2363 ettari di zone barenicole; la costruzione di dighe foranee (Porto di Malamocco,1820/72; Porto di S. Nicolò, 1884/97; Porto di Chioggia, 1911/33); la costruzione del Ponte della Libertà (1931/33); lacreazione della Riva dei Sette Martiri (1936/41); la realizzazione dell'isola artificiale del Tronchetto (superficie 17 ettari,1957/61) e il raddoppio del ponte ferroviario (1977).Vi sono infine altre cause naturali, già precedentemente trattate: la subsidenza, ossia lo sprofondamento naturale

venti

pressione atmosferica

quantità di cibo

L’acqua alta

venti

pressione atmosferica

quantità di cibo

L’acqua alta

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del terreno, e l'eustatismo, ovvero l'innalzamento del livello del mare, fenomeni hanno reso la costa maggiormentevulnerabile alla marea.Pertanto, lo scenario meteorologico a larga scala che provoca le inondazioni è caratterizzato dalla presenza di unadepressione sull'alto Mare Tirreno. Tali condizioni si manifestano soprattutto in autunno-inverno. In tali mesi,infatti, si verificano la maggior quantità di eventi di alta marea. Anche le variazioni del livello medio del mareinfluiscono in modo significativo sul fenomeno acqua alta. Le maree vengono così classificate :– marea normale: livelli inferiori a 80 cm l.m.m– marea sostenuta: livelli compresi tra 80 e 110 cm l.m.mm.– marea molto sostenuta: livelli compresi tra 110 e 140 cm l.m.– marea eccezionale: livelli superiori ai 140 cm l.m.m.

L'allagamento causato dall'acqua alta non è omogeneo in tutta la città di Venezia e dipende da vari fattori: ledifferenze altimetriche delle singole zone rispetto allo zero mareografico; la distanza da rii e canali; l'altezza dellerive e delle fondamente; la presenza o meno di parapetti pieni lungo le fondamente; la dislocazione dei tombini discolo, che, essendo collegati direttamente ai canali, agiscono come sorgenti di allagamento.A seconda del livello di marea è comunque possibile valutare la percentuale di allagamento della città:

· +90 cm: 0,29%

· +100 cm: 3,56%

· +110 cm: 11,74%

· +120 cm: 35,18%

· +130 cm: 68,75%

· +140 cm: 90,19%

· +150 cm: 96,33%

· +160 cm: 99,27%

· +170 cm: 99,74%

· +180 cm: 99,86%

· oltre +180 cm: 100%

Il livello idrometrico di riferimento per Venezia è lo zero locale di Punta della Salute (Z.M.P.S.).

La prima testimonianza certa del fenomeno dell'acqua alta è del 782 (anche se c'è un'antichissima cronacaattribuibile al 589 che descrive una notevole e durevole inondazione durante il sesto secolo). Successivi eventi siverificarono nel 840, 885, 1102, 1240 ("l'acqua invase le strade più che ad altezza d'uomo"), 1268, 1280, 1282, il 20dicembre 1283, il 18 gennaio 1286, nel 1297, 1314, il 15 febbraio 1340, il 25 febbraio 1341, il 18 gennaio 1386, il 31 maggio1410, il 10 agosto 1410, nel 1419, 1423, l'11 maggio 1428, il 10 ottobre 1430, il 10 novembre 1442, nel 1444, 1445, il 29maggio 1511, nel 1517, il 16 ottobre 1521, il 3 ottobre 1535, il 20 dicembre 1535, nel 1543, il 21 novembre 1550, il 12 ottobre

Eventi storici

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1559, nel 1599, l'8 dicembre 1600, il 18-19 dicembre 1600, il 21 dicembre 1727, il 31 dicembre 1738, il 7 ottobre 1729, il 5novembre 1742, il 28 novembre 1742, il 31 ottobre 1746, il 4 novembre 1748, il 31 ottobre 1749, il 9 ottobre 1750, il 24dicembre 1702, il 25 dicembre 1794, il 5 dicembre 1839. Infine vi sono gli eventi del 1848 (140 cm) e 1867 (153 cm).

Dalle descrizioni dei cronisti si nota che alcuni di questi eventi non furono meno catastrofici di quello del 4 novembre1966. A commento dell'evento del 20 dicembre 1283 si ritiene Venezia "salva per miracolo". Assai gravi furono glieventi del 1442 ("l'acqua crebbe 4 passi sopra l'ordinarietà") e del 18-19 dicembre 1600, quest'ultimo probabilmentemolto simile a quello del 1966, in quanto oltre ad un'acqua altissima in Venezia, vi fu una mareggiata violentissimache "rotti eziando in più luoghi i lidi, entrò nelle ville di Lido Maggiore, Tre Porti, Malamocco, Chiozza, eccetera". Vatenuto presente che le cronache ricordano quasi sempre solo gli eventi più imponenti ponendo l'enfasi piùsull'impressione destata da qualche particolare che non sull'altezza effettiva della marea, per altro indicata conmisure che appaiono approssimative e spesso poco attendibili, mentre i fenomeni minori, al di sotto dei +120cm,probabilmente non furono considerati degni di menzione.Acque alte eccezionali nel periodo 1923-2007: tutti i dati qui riportati sono stati rilevati dal Centro Mareedel Comunedi Venezia. In ordine decrescente di livello, sono stati raggiunti i seguenti livelli:

+194 cm (4 novembre 1966)

· +166 cm (22 dicembre 1979)

· +158 cm (1 febbraio 1986)

· +151 cm (12 novembre 1951)

· +147 cm (16 aprile 1936 e 16 novembre 2002))

· +145 cm (15 ottobre 1960)

· +144 cm (3 novembre 1968 e 6 novembre 2000)

· +142 cm (8 dicembre 1992)

· +140 cm (17 febbraio 1979)

Dal 1966, anno dell'alluvione, ci sono stati altri eventi che, seppur non hanno raggiunto la stessa drammaticità, sonocomunque stati rilevanti avendo raggiunto e superato il valore di + 140 cm sul livello medio del mare, allagandopertanto oltre il 90% del centro storico veneziano.In base alla legislazione speciale per Venezia, il Magistrato alle Acque, da qualche decennio, ha dato corso ad uncomplesso ed articolato sistema di interventi volti a difendere i centri abitati lagunari dalle inondazioni dovute allealte maree. In linea generale tale sistema è articolato su due livelli di difesa. Il primo, il cosiddetto sistema delledifese locali, viene attuato per singola o più unità urbane ( ) ed ha come obiettivo quello di porre a riparo leabitazioni, i percorsi pedonali, gli esercizi pubblici ed il patrimonio edilizio-architettonico dalle cosiddette mareemedioalte i cui livelli massimi non superano i 110 cm sopra lo ZMPS.Il secondo livello di intervento è invece quello relativo alla difesa dalle maree che superano i 110 cm sopra lo ZMPS, le

Frequenza delle alte maree

insulae

Frequenza delle alte maree

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cosiddette alte maree eccezionali. Per questa tipologia di rischio sono in corso di realizzazione opere finalizzate adotare le tre bocche di porto di appositi sistemi di chiusura mobile tali da consentire la temporanea separazione dellalaguna dal mare durante le fasi più critiche del fenomeno (MOSE). E' infatti previsto che, all'approssimarsi di eventi dialta marea eccezionale nell'arco nord-adriatico, una schiera di paratoie mobili chiuderà, sollevandosi dal fondo,ciascuno dei tre varchi che separano la laguna dal mare. Nei periodi di chiusura, durante i quali viene attuata laseparazione laguna-mare, saranno comunque possibili aumenti del livello dell'acqua all'interno del bacinolagunare in dipendenza dell'entità dei contributi dovuti al deflusso dei fiumi dal bacino scolante, dell'entità degliapporti delle piogge dirette sulla laguna stessa, dalla quantità di acqua marina che comunque penetra attraverso lebocche lagunari durante il transitorio della manovra di chiusura ed attraverso lo spazio tra le paratoie (traferri) nellafase di chiusura.Sempre durante i periodi di chiusura delle bocche, va messa in conto l'azione di vento locale sullo specchio lagunareche può dar luogo a sovralzi differenziati dipendenti dall'intensità e dalla direzione di provenienza. Riveste quindiun significato di particolare utilità l'analisi della frequenza delle alte maree nell'ottica di poter monitorare concontinuità l'efficacia dei provvedimenti che si vanno adottando per la difesa dalle inondazioni.

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< 20

20 - 28

28 - 36

36 - 44

44 - 52

52 - 60

60 - 80

80 - 100

100 - 120

> 120b

a. ritardo di marea (minuti)

Confronto fra le isolineedel ritardo di marea

nella prima metà del1900 (Polli) e nel periodo

2002-2004

min

220

200

180

160

140

120

100

80

60

40

20

0

min

220

200

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0

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Diversi studi sono stati effettuati in questi anni al fine di stimare l'efficacia della capacità di rinnovo delle acquelagunari ad opera dell'azione della marea e dei venti. L'istituto ISMAR-CNR, Sezione di Venezia (ex ISDGM), hasviluppato negli ultimi decenni una notevole capacità nel campo della modellistica numerica degli ambienti dellazona costiera e delle lagune. In particolare è stato sviluppato un modello idrodinamico agli elementi finitiparticolarmente adatto alle caratteristiche morfologiche e idrologiche della Laguna di Venezia. Il dominio di calcolodel modello è costituito da una griglia irregolare con risoluzione variabile che rappresenta l'intero Mare Adriatico e laLaguna di Venezia. Per ogni punto della griglia vengono calcolate dal modello le principali variabili idrodinamichequali: la elevazione mareale e la velocità e direzione della corrente. Tale modello è stato verificato e testatomediante confronti con dati mareografici provenienti da sonde posizionate sia all'interno della Laguna di Veneziache lungo le coste del Mare Adriatico.Mediante simulazioni specifiche è stata riprodotta la circolazione all'interno della Laguna di Venezia enell'antistante tratto di mare indotta sia dalla marea astronomica che dai principali regimi di vento checaratterizzano l'area dell'Alto Adriatico (scirocco e bora). L'estensione del modello al Mare Adriatico ha permesso distimare le portate delle tre bocche di porto durante i diversi scenari meteo marini considerati e di analizzare sia ledinamiche interne alla laguna, sia i processi di interscambio che avvengono tra laguna e mare aperto.Sono stati simulati i processi di trasporto di sostanze disciolte in acqua per mezzo delle correnti e dai risultati

ottenuti sono stati stimati i tempi di residenza delle acque nel bacino lagunare. Il tempo di residenza è definitocome il tempo necessario all'acqua lagunare affinché questa venga sostituita da “nuova” acqua proveniente dalmare. Al fine di stimare i tempi di transitodelle acque lagunari in mare aperto sono stati effettuati studi sul trasporto delle sostanze disperse in acqua.

le principali caratteristiche della circolazione delle acque indotta dalla mareaastronomica in laguna. Le mappe rappresentano lo smorzamento e rallentamento e l’amplificazione che l'onda dimarea subisce a seguito dell'interazione con il basso fondale lagunare.L’onda di marea smorza la sua forza passando dalle bocche di porto all’interno del bacino lagunare; questa capacità

Grazie aidisegni e ai dati raccolti è possibile confrontare il metodo utilizzato da S. Polli, nella prima metà del ‘900, e quelloche si utilizza oggi per stabilire

L’idrodinamica della laguna:l’effetto della marea

L’idrodinamica della laguna:l’effetto della marea

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di diminuzione sembra abbia avuto un’attenzione particolare agli inizi del ‘900.Le figure (scheda a pag. 60) mostrano una maggiore diminuzione nei ritardi di propagazione della marea: peresempio, le linee di 60 minuti di ritardo che all’inizio del secolo scorso erano limitate al Lido, ora entrano all’internodella laguna centrale, toccando anche Porto Marghera, e poi dividendosi in due parti; inoltre si può notare che le dueisolinee di 200 e 220 minuti, che all’inizio del secolo interessavano la laguna Nord, sono ora scomparse. Oggi ilritardo massimo è di 180 minuti, registrato nella laguna più settentrionale.Si può notare come l'onda di marea venga rallentata dall'azione frenante del fondale specialmente nelle aree piùinterne e settentrionali, dove la presenza di bassi fondali e vaste aree caratterizzate dalla presenza di barene neriducono la velocità di propagazione.D'altra parte, l'interazione con i fondali amplifica l'onda di marea nelle zone centrali e meridionali del bacinolagunare, mentre ne smorza l'ampiezza nelle aree settentrionali.Analogamente accade con le isolinee dell’amplificazione di marea. All’estremità della laguna Nord le linee di 18 cmsono state sostituite con delle linee di 26 cm; la parte centrale del bacino lagunare è stata passata da un range di 34-36 cm a un range, non di molto differente, di 38-40 cm. Infine nella laguna Sud, tra Malamocco e Chioggia, si èpassati da un range disomogeneo di 24-36 cm a un range uniforme di 36-38 cm.

Le mappe seguenti rappresentano i tempi di residenza delle acque all'interno del bacino lagunare e i tempi ditransito delle acque lagunari verso il mare aperto, rispettivamente. I valori sono espressi in giorni. Le duerappresentazioni sono molto diverse in quanto i processi indagati differiscono notevolmente l'uno dall'altro.Dalla mappa “c” risulta che i tempi di residenza sono elevati per tutto il bacino (valore medio per la laguna pari a 45giorni) con valori molto alti anche in vicinanza delle bocche di porto (valori alla bocca di porto di Lido superiori ai 20giorni). Questo è dovuto all'effetto del flusso di ritorno che la marea esercita sulle acque lagunari. Infatti le massed'acqua lagunari, rilasciate in mare aperto durante la fase di marea decrescente, vengono reimmesse in lagunadurante la successiva fase crescente, con conseguente aumento dei loro tempi di residenza nel bacino.Per quanto riguarda i tempi di transito della mappa “d” (valore medio per la laguna pari a 47 giorni) è evidente comele aree in vicinanza delle bocche di porto siano caratterizzate da tempi inferiori alle 6 ore. Le particelle d'acqua inqueste zone raggiungono il mare aperto durante un solo semiciclo mareale (6 ore). Più ci si allontana dalle bocche diporto più aumentano i tempi di transito, raggiungendo valori superiori anche agli 80 giorni. Pure in questo casosono le caratteristiche oscillatorie delle correnti di marea a rendere elevati i valori di tale scala temporale.Infatti, durante un intero ciclo mareale (12 ore), lo spostamento netto delle masse d'acqua può essere dell'ordine dipoche decine di metri soprattutto nelle zone interne della laguna. La velocità che ne deriva, detta velocità residua,governa i processi di trasporto a scale temporali superiori al ciclo mareale. La bassa intensità di tale moto residuo,pochi centimetri al secondo, è quindi la causa degli alti valori dei tempi di transito nella Laguna di Venezia.Oggi in alcuni punti perimetrali della laguna centro-settentrionale, il picco più alto di marea viene raggiunto inmeno di 60 minuti, diversamente dal passato in cui Porto Marghera (laguna centrale) veniva raggiunto in almeno 80minuti.

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< 0,8

0,8 - 0,9

0,9 - 0,925

0,925 - 0,95

0,95 - 0,975

0,975 - 1

1 - 1,025

1,025 - 1,05

1,05 - 1,075

> 1,075

b. amplificazione di marea

Confronto fra le isolineedell’amplificazione dimarea nella prima metàdel 1900 (Polli) e nelperiodo 2002-2004

cm

40383634323028262422201816

cm

40383634323028262422201816

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Dalla mappa “c” risulta che i tempi di residenza sono elevati per tutto il bacino (valore medio per la laguna pari a 45giorni) con valori molto alti anche in vicinanza delle bocche di porto (valori alla bocca di porto di Lido superiori ai 20giorni). Questo è dovuto all'effetto del flusso di ritorno che la marea esercita sulle acque lagunari. Infatti le massed'acqua lagunari, rilasciate in mare aperto durante la fase di marea decrescente, vengono reimmesse in lagunadurante la successiva fase crescente, con conseguente aumento dei loro tempi di residenza nel bacino.

Per quanto riguarda i tempi di transito della mappa “d” (valore medio per la laguna pari a 47 giorni) è evidente comele aree in vicinanza delle bocche di porto siano caratterizzate da tempi inferiori alle 6 ore. Le particelle d'acqua inqueste zone raggiungono il mare aperto durante un solo semiciclo mareale (6 ore). Più ci si allontana dalle bocche diporto più aumentano i tempi di transito, raggiungendo valori superiori anche agli 80 giorni. Pure in questo casosono le caratteristiche oscillatorie delle correnti di marea a rendere elevati i valori di tale scala temporale.Infatti, durante un intero ciclo mareale (12 ore), lo spostamento netto delle masse d'acqua può essere dell'ordine dipoche decine di metri soprattutto nelle zone interne della laguna. La velocità che ne deriva, detta velocità residua,governa i processi di trasporto a scale temporali superiori al ciclo mareale. La bassa intensità di tale moto residuo,pochi centimetri al secondo, è quindi la causa degli alti valori dei tempi di transito nella Laguna di Venezia.Oggi in alcuni punti perimetrali della laguna centro-settentrionale, il picco più alto di marea viene raggiunto inmeno di 60 minuti, diversamente dal passato in cui Porto Marghera (laguna centrale) veniva raggiunto in almeno 80minuti.

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Ad alterare la regolarità della marea astronomica in modo a volte notevole, intervengono fattori meteorologici e traessi soprattutto . Nel caso del Mare Adriatico, bacino lungo e stretto, chiuso nel lato superiore eaperto in quello inferiore, un forte vento soffiante da sud-est (scirocco), lungo l'asse longitudinale, produce unaccumulo d'acqua verso l'estremità chiusa. Il fenomeno viene favorito dalla lunga zona d'azione disponibile per ilvento ("fetch") ed è ulteriormente amplificato a causa dei bassi fondali della parte settentrionale dell'Adriatico.Il contributo dovuto al vento può superare anche il metro e provocare da solo fenomeni di inondazione.Anche la bora, che spira da nord-est con intensità spesso superiore allo scirocco, tende ad accumulare acqua verso lalaguna, pur se in misura minore a causa del fetch ridotto. Quando alla bora sull'alto Adriatico si associa lo scirocco sulbasso e medio Adriatico, si verifica la cosiddetta "scontraura", cioè la convergenza di correnti marine provocate daventi da nord-est sud-est.Il fenomeno, noto fin dai tempi antichi, ha fatto registrare numerosi eventi di marea eccezionale.La pressione atmosferica altera il livello del mare con "effetto barometrico inverso": ad una diminuzione dellapressione corrisponde un aumento del livello e viceversa.Di conseguenza, il passaggio di una perturbazione caratterizzata da un'area di bassa pressione sul Nord Adriatico euna di alta al Sud provoca uno spostamento della massa d'acqua verso l'area di pressione più bassa, con unavariazione che può arrivare anche a 20 cm.

Nel loro passaggio le perturbazioni agiscono sulla marea con una sorta di stimolo impulsivo, lo "storm surge", inseguito al quale l'Adriatico, a causa della forma del bacino, si comporta come una cavità risonante: al cessaredell'impulso rimane una situazione perturbata del livello marino, che si manifesta con una serie di oscillazionilongitudinali e trasversali, le "sesse", la cui ampiezza si smorza nel tempo. L'oscillazione fondamentale,longitudinale, ha un periodo di 22 ore circa.Di quest'ultima componente bisogna tener conto nella previsione di marea: accade infatti abbastanza spesso chenei giorni successivi ad uno "storm surge", grazie allo sfasamento di quasi 2 ore tra la periodicità della mareaastronomica (circa 24 ore) e la sessa (circa 22 ore), l'oscillazione possa trovarsi in fase con il massimo di mareaastronomica e provocare acqua alta.

il vento e la pressione

Le sesse

Il contributo metereologicoIl contributo metereologico

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Il vento è il moto quasi orizzontale che l'aria compie rispetto alla superficie terrestre.È generato dalla differenza di pressione atmosferica tra zone diverse della terra.L'atmosfera presenta caratteristiche differenti di temperatura, di densità e di composizione man mano che siprocede dal suolo fino a livelli più alti. A partire da queste i meteorologi suddividono l'atmosfera terrestre in diversistrati.La troposfera è la zona più vicina al suolo, e si estende fino ad una quota media di circa 15 km. Al suo interno latemperatura diminuisce con l'altezza di circa 0,65 gradi per ogni 100 metri. Segue un piccolo strato, la tropopausa,nel quale la temperatura rimane costante (isoterma) per poi riprendere ad aumentare successivamente.Il tempo meteorologico si svolge tutto nella troposfera, che comprende addirittura i 3/4 della massa dell'interaatmosfera terrestre. Qui, a causa del riscaldamento dal basso, si generano i moti convettivi, che operando unrimescolamento di tutta l'aria di questo strato, generano correnti orizzontali, i venti, e correnti verticali, chechiudono le celle.I venti sono uno dei segni caratterizzanti il clima e si possono quindi definire come movimenti di masse d'aria nellatroposfera.Di solito il vento è caratterizzato dal succedersi di pulsazioni di diversa intensità e direzione, e soltanto nelle altequote queste due caratteristiche dell'aria in movimento conservano una notevole regolarità. Il vento viene definitodalla sua direzione di provenienza e dalla sua velocità. Una classica stazione meteorologica è infatti dotata dianemoscopio, banderuola metallica che tende ad orientarsi secondo la direzione del vento, e di anemometro, checonsiste essenzialmente in un mulinello a palette la cui velocità di rotazione è proporzionale alla velocità del ventoche lo investe. Nello studio climatologico del vento si fa uso di dati che riportano i valori medi della frequenza perotto (o sedici) direzioni fondamentali, e che possono essere rappresentati graficamente nella “rosa dei venti”.

La forza del vento, ovvero la velocità di spostamento della massa d'aria, si misura in metri al secondo (m/s). Tuttavia,in meteorologia, per ragioni legate alla navigazione aerea e marittima, è in uso, come unità ufficiale, il nodo (kt),corrispondente a un miglio nautico/ora.

I venti

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Per quello che riguarda Venezia (Lido e aeroporto), una serie storica di circa 40 anni mostra che la direzione piùfrequente è il Nord-est (NE), seguito da Sud, Est, Nord e Sud-est.Sono invece poco frequenti i venti dal terzo e dal quarto quadrante (da Sud-ovest, SW e da Nord-ovest, NW). I ventiche provengono dal primo quadrante (NE) sono dominanti per 7-8 mesi l'anno, da ottobre fino a tarda primavera, ilprincipale è la .I venti che soffiano dal secondo quadrante (SE) dominano durante l'estate e portano un aumento di umidità: tra essiil principale è lo . Quando venti spiranti da questo quadrante soffiano in autunno, aumenta il pericolo di altemaree. Nel periodo che intercorre tra queste due “stagioni di vento”, cioè durante i mesi di settembre, marzo eaprile, la direzione dei venti è più equilibrata. Un vento proveniente dal terzo quadrante (SW), chiamato(Libeccio) – probabilmente dall'arabo Garbi = Ovest – soffia meno frequentemente nei diversi mesi dell'anno. Lamedia annua dei giorni di calma (quando il vento è inferiore a 1 nodo) o di bonaccia (giorni senza vento) è del 30%,cioè circa 100 giorni l'anno.Le piogge autunnali sono portate soprattutto dallo Scirocco, mentre la Bora, vento freddo e secco di Nord-est, esplicaun'azione importante nell'erosione dei litorali e favorisce l'insediamento di specie vegetali microterme.Un interessante studio, relativo al periodo dal 1970 al 1990, ha mostrato che le nebbie sono nella quasi totalità deicasi legate alla calma di vento, oppure a venti deboli da Ovest o intorno Nord-est, venti di terra, escludendo quindi laformazione di nebbia per avvezione dal mare.Il vento che soffia direttamente in laguna interviene anche nel fenomeno del rialzo meteorologico lagunare, che puòessere anche di ±30 cm.Questo è uno dei tre meccanismi che concorrono a determinare il livello dell'acqua all'interno della laguna. Deglialtri due, il livello del Mare Adriatico alle bocche di porto è di gran lunga il più importante, mentre la pressioneatmosferica locale è trascurabile.

In generale, anche per le caratteristiche del vento, la Laguna di Venezia mostra una certa variabilità tra una zona el'altra, che contribuisce a complicare molte delle previsioni modellistiche. Rispetto al quadro generale descrittoprima, due aspetti sono molto evidenti tra il periodo primavera- estate e quello autunno-inverno. Il periodo daaprile a settembre (a - primavera; b - estate) vede la componente dei venti meridionali (SE-S) molto più significativadel restante periodo dell'anno (c - autunno; d - inverno).In questo secondo periodo prevale invece la componente NE-N e diventa significativa il SW. Anche tra le stazioni“lagunari” e quelle industriali-urbane esiste una differenza significativa. Le velocità medie del vento risultanoinfatti inferiori nelle stazioni in laguna nord (Ca' Zane) e sud (Canale Allacciante) rispetto alle altre due stazioni(Centro Storico e EZI). Sicuramente questa differenza riguarda sia la posizione delle stazioni che la collocazione deisensori ad altezze diverse. Altre differenze, come ad esempio la componente da Est della stazione Canale Allacciantesono invece dovute ad effetti locali (ad es. brezze).Il vento in laguna, non avendo fetch elevato, non riesce a sollevare onde particolarmente grandi, ma, dal momentoche il fondale basso fa sì che siano corte e ripide, non devono essere sottovalutate dalle imbarcazioni più piccole.

Bora

Scirocco

Garbìn

La stagionalità e le differenze tra i diversi siti

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In presenza di vento le caratteristiche idrodinamiche del bacino lagunare mutano drasticamente. I regimi ventosiche caratterizzano i bassi strati atmosferici dell'area del Nord Adriatico sono lo scirocco proveniente da sud-est e labora proveniente da nord-est.Dalle analisi del campo di , durante un evento di , risulta che le masse d'acqua, dal mareaperto, entrano in laguna attraverso la bocca di porto di Chioggia generando correnti residue anche superiori ai 20cm/s sia all'interno del canale di porto, che nei vicini canali lagunari. Successivamente fluiscono verso la lagunacentrale da dove una parte (il 32% del volume che attraversa la bocca di Chioggia), si dirige verso il mare apertoattraverso il canale di porto di Malamocco, mentre la rimanente (il 68%) si riversa in laguna nord attraverso i canalilagunari. Le masse d'acqua sospinte nelle aree più a nord o fluiscono direttamente in mare attraverso la bocca diporto di Lido, oppure alimentano la vasta e lenta circolazione anticiclonica (oraria) che interessa il sottobacinosettentrionale, successivamente fuoriuscendo in mare attraverso il canale di Treporti e quindi la bocca di porto diLido. I tempi di residenza variano da poche ore in vicinanza della bocca di porto di Chioggia fino a valori superiori ai60 giorni registrati nelle aree più settentrionali della laguna. Il valore medio per tutto il bacino è pari a 15 giorni.Dalla distribuzione dei è evidente come, in presenza di scirocco, il bacino possa suddividersi in unsottobacino settentrionale delimitato a sud dalla città di Venezia, caratterizzato da tempi di residenza elevati (valoremedio pari a 30 giorni), e in un sottobacino centro-meridionale comprendente il resto della laguna, caratterizzatoda valori bassi del tempo di residenza (tempo di residenza medio pari a 5 giorni).Quando il bacino è forzato dal vento di scirocco le masse d'acqua lagunari sono velocemente rinnovate nelle areecentro-meridionali, mentre sono intrappolate nelle aree più settentrionali, da dove molto lentamente fluisconoverso il mare. Per quanto riguarda la bocca di porto di Lido, si può notare come, a differenza delle altre due bocche diporto, si registrino valori elevati del tempo di residenza anche in prossimità dello sbocco a mare. Questo è dovutoall'effetto del flusso di ritorno indotto dall'azione combinata della marea e della circolazione lungo costa indotta dalvento. Le acque lagunari infatti, fluendo in mare aperto attraverso questo canale durante la fase decrescente dellamarea, sono soggette ad un riflusso indotto sia dalla marea che dall'azione dello scirocco che aumentano il lorotempo di residenza all'interno del bacino. Per quanto riguarda le bocche di porto di Malamocco e Chioggia, gli effetti

moto residuo scirocco

tempi di residenza

L’idrodinamica della laguna:l’effetto dei ventiL’idrodinamica della laguna:l’effetto dei venti

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del flusso di ritorno sono del tutto trascurabili in quanto la circolazione costiera indotta dallo scirocco trasporta lemasse d'acqua, fuoriuscite dalle due bocche, verso nord allontanandole dall'area di influenza delle stesse e quindiprevenendo possibili flussi di ritorno.Quando un vento di di 12 m/s e la marea astronomica forzano la circolazione delle acque in laguna, la velocitàdella corrente, all'interno delle 3 bocche di porto, può raggiungere valori anche superiori ad 1,1 m/s. La presenza delvento di bora cambia radicalmente la circolazione delle acque rispetto ai due precedenti casi. Valori della velocitàresidua anche superiori ai 50 cm/s sono individuati nelle zone interne della laguna.Le masse d'acqua, entrando nel bacino attraverso la bocca di porto di Lido, proseguono in due diverse direzioni. Unaparte (il 35% del volume entrato attraverso la bocca di porto di Lido) fluisce verso le aree settentrionali della lagunaattraverso il canale di Treporti, mentre la rimanente (il 65%) prosegue in direzione sud verso la laguna centrale emeridionale. Le aree più settentrionali sono interessate da un'intensa caratterizzata da un motociclonico (antiorario) che trasporta le masse d'acqua verso sud lambendo la gronda lagunare ad ovest e entrando inlaguna centrale.

bora

circolazione residua

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1. Diga Sud Lido (DSL)

3. Punta della Salute (PdS)

5. Chioggia Vigo (CV)

Collocazione delle stazioni di misurazione meteo-

mareografiche utilizzate per il lavoro di tesi.

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Il punto di partenza del progetto prevede la compilazione di un catalogo dei dati resi disponibili dagli istituti diricerca e dalle aziende che monitorano in tempo reale le condizioni dell'ambiente lagunare. Collaborano il C.N.R.-I.S.M.A.R. (Istituto di Scienze Marine, sezione di Venezia), l'APAT (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per iServizi Tecnici) e il Comune di Venezia (Istituzione Centro Previsioni e Segnalazioni Maree).Nell'ambito del presente lavoro vengono analizzati i livelli marini e meteorologici registrati in occasione di giornateparticolari o di eventi straordinari di marea.Il mese di novembre 2002 è stato caratterizzato da una serie di frequenti alte maree: dal ,quasi ogni giorno, sono state registrate maree superiori a +0,90 metri, anche due in 24 ore.Per quanto riguarda casi di bassa marea eccezionale non ci sono da tempo rilevazioni significative, eccetto il 17 e 18febbraio 2008 (-0,80 m), periodo del quale, però, non sono stati resi pubblici tutti i dati. Pertanto è stato studiato ilperiodo dal , in cui si è raggiunto un valore di marea di- 0,72 metri.Inoltre sono stati analizzati i dati nei solstizi (inverno 2006, estate 2007) e negli equinozi (primavera e autunno 2007).Per i livelli idrometrici sono stati analizzati i dati rilevati da 3 mareografi installati all interno della Laguna di Venezia,scelti appositamente distanti per cercare di avere a disposizione una gamma quanto più possibile omogenea di datiTutte queste stazioni sono dotate di mereometri e mareografi in grado di trasmettere i dati in tempo reale allacentrale operativaI dati del livello marino e meteorologici sono stati forniti dalla rete del Centro Previsione e Segnalazioni Maree delComune di Venezia e dal CNR Consiglio Nazionale di Ricerca

Con la supervisione dell'artista, questi sono i parametri selezionati:-le condizioni di illuminazione e posizione del sole (ciclo giorno-notte), calcolabili in anticipo di molti anni-andamento delle maree (a sua volta in relazione al diagramma del ciclo lunare e alle condizioni atmosferiche emeteorologiche),-direzione e intensità del vento, fattore determinante per provocare accumuli di masse d'acqua,-la pressione atmosferica,

14 al 26 novembre 2002

20 al 24 gennaio 2004

14 al 26 novembre 2002

20 al 24 gennaio 2004

Phenomena simulations:dati e stazioni di rilevamento

Phenomena simulations:dati e stazioni di rilevamento

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-la velocità delle correnti (N.D.),-il moto ondoso (N.D.),-la temperatura dell'aria e dell'acqua,-la quantità di ossigeno (N.D.),-la presenza e concentrazione di microrganismi e di agenti inquinanti significativi e il trasporto di sedimenti (N.D.).Per questo lavoro le categorie contrassegnate con N.D. (non disponibile) non sono state fornite dai centrispecializzati.Il complesso network di informazioni viene contestualizzato in un modello info-grafico digitale dellaLaguna veneta, al fine di comprenderne i meccanismi e le possibilità.

Inoltre l’ Osservatorio Meteorologico Cavanis, situato a Dorsoduro (Stazione meteorologica n° 252 dell’ARPAV), è

dotato di una completa gamma di strumenti per la misurazione dei parametri meteorologici:

Umidità relativa % - valore istantaneo

Precipitazione (mm ) - quantità cumulata nell'ora precedente

Temperatura (C°) - valore istantaneo

Radiazione solare incidente (W/m2) - valore istantaneo

Vento: direzione (gradi) - valore istantaneo

Vento: velocità (m/s) - valore istantaneoPer i sensori di umidità relativa e temperatura aria, viene rilevato il valore allo scadere del 15° minuto.Per velocità vento, direzione vento, radiazione solare, viene calcolata la media dal campionamento in continuo(2 sec.) del sensore.Per la precipitazione atmosferica, la misura si intende come la quantità d’acqua accumulata nell’unità di tempo.

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Il progetto artistico fa capo al compositore e ambientalista statunitense John Luther Adams (1953, Mississippi),attualmente residente a Fairbanks, nella regione centrale dell'Alaska. Allievo di Leonard Stein, James Tenney e LouHarrison, e profondamente influenzato da Henry Cowell, John Cage e Morton Feldman, egli intende la musica comelinguaggio fatto di 'immagini acustiche', anziché discorsivo; che si tratti di musica elettronica, orchestrale,cameristica, o per ensemble di percussioni, il punto di partenza risiede sempre nell'impegno dedicato al trasformarein musica i patterns derivanti dall'osservazione – non soltanto visiva e acustica – del paesaggio artico in cui ha sceltodi risiedere a partire dagli anni '70. Simmetrie, rapporti dinamici e armonici, micro- e macro-strutture, intonazionidettate da logiche diverse da quelle del temperamento equabile, raccontano tutti in via astratta dei processi dellanatura. L'installazione veneziana potrebbe essere la prima del progetto , che “trasformai dati delle condizioni climatiche e atmosferiche da tutta la Terra in musica e luce”.Il modello di riferimento, unico esemplare al mondo finora realizzato e dunque prototipo per SILA, è la suainstallazione , presso il Museum of the North di Fairbanks, in cui dati relativiall'ambiente naturale circostante vengono processati in real time da un software – costruito dal compositorenewyorkese Jim Altieri – che li trasforma in un sistema acustico (musica elettronica e acustica, diffusa da 14altoparlanti opportunamente installati) e cromo-lumistico (led colorati che illuminano uno schermo composto dipannelli in vetro temperato), paragonabile alle opere dell'artista James Turrell per quanto riguarda l'attenzione agliaspetti percettivi.In questo caso specifico, tra i fattori ambientali associati alle trasformazioni dell'installazione vi sono: movimentisismici (associati a frequenze molto basse, dunque percepibili soprattutto con il senso del tatto); campo magneticoterrestre/aurore boreali (che attivano suoni di campanelli e ne controllano l'intonazione, basata su armoniciproporzionali ai numeri primi da 2 a 31); ciclo giorno/notte (un Day Choir e un Night Choir basati su un diverso utilizzodelle serie di armonici; la pressione acustica del primo inoltre 'segue' il reale andamento del sole all'esternodell'edificio, in modo tale che si possa 'ascoltare il sole' dall'esatta direzione in cui esso si trova); il ciclo lunare (unglissando ciclico della durata di un mese). Lo spettro complessivo è di oltre 10 ottave, e a distanza di mesi è possibileesperire una variazione del centro tonale medio di circa 4 ottave.

SILA: The Breath of The World

The Place Where You Go To Listen

John Luter AdamsJohn Luter Adams

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The Place Where You Go To ListenThe Place Where You Go To Listen è un luogo in cui possiamo intonare i nostri orecchi con le inascoltate risonanze diterra e cielo. Questo lavoro è creato in diretta risposta alla sua ambientazione geografica e architettonica, che èunica.I cicli di luce solare e buio nella parte interna dell'Alaska rivelano condizioni estreme. In estate c'è una luce costante.In inverno le notti sono lunghe. A quest'alta latitudine il campo magnetico terrestre è molto attivo, creando unavivida esposizione di aurore boreali. Questa è inoltre una delle regioni sismiche più attive sulla Terra. Questecondizioni-limite di luce, geomagnetismo e attività sismica sono il fondamento geografico e geofisico di The PlaceWhere You Go To Listen.The Place è collocato in uno spazio di 250 piedi quadrati sopra l'ingresso principale del Museum of the North, pressol'Università dell'Alaska a Fairbanks. La camera principale è grande all'incirca 10' x 20'. Il soffitto digrada dolcementeda 15', nell'angolo nord-ovest della stanza, a 13', a sud-est. Una piccola anticamera ospita un'introduzione a ThePlace. Questa stanza contiene anche piccole sedute morbide trasportabili, per i visitatori che intendono trascorreremolto tempo in compagnia dell'installazione. Nella stanza principale, ci sono altoparlanti nascosti nei muri e nelsoffitto. A parte per una singola panca, la stanza è spoglia di oggetti. Ma è riempita di suono e di luce.

La caratteristica architettonica dominante di The Place è il muro a sud, una striscia di vetro larga 20 piedi e alta 9piedi. L'abbondante luce naturale che penetra da queste finestre è un elemento centrale dell'installazione.Le finestre sono rivestite con un velo di materiale traslucente, che le trasforma in un campo di luce e colorecostantemente cangiante. Luci artificiali nascoste e una pellicola atta a manipolare la luce modulano ulteriormenteil colore e l'intensità della luce naturale, riempiendo lo spazio con una ricca atmosfera di luce e colore.Proprio come la luce bianca contiene tutte le lunghezze d'onda visibili, il rumore bianco contiene tutte le frequenzeudibili. E come la luce colorata proveniente dalle finestre è filtrata mediante un velo materico, un lento flusso dirumore colorato è filtrato mediante due veli armonici – batterie [file] di filtri di banda passante intonati allefrequenze di risonanza naturali della stanza. Uno di questi veli armonici è associato al giorno, l'altro alla notte. Al

Ascoltare la luce

The Place Where You Go To Listen

Ascoltare la luce

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SILA - fairbanksSILA - fairbanks

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passaggio del rumore attraverso i veli, dei toni discreti emergono, e l'intero spazio si trasforma in una vibrantecamera di risonanza.Il flusso di rumore è controllato dal movimento del sole. Come il sole sale e scende, la fondamentale e l'ampiezza dibanda del rumore variano di conseguenza. Al di sotto dell'orizzonte, altezza [della fondamentale] e ampiezza [dibanda] sono basse. Al di sopra dell'orizzonte, altezza e ampiezza crescono. Il suono si muove nell'ambienteassecondando i movimenti del sole sopra, sotto e attorno l'orizzonte.

In aggiunta alle armonie di giorno e notte, The Place incorpora “tamburi della terra” a basse frequenze e “campanedel cielo” ad alta frequenza, controllate da flussi di dati provenienti dall'attività sismica e dai cambiamenti nelcampo magnetico terrestre, che sono associati al fenomeno dell'aurora boreale.L'Alaska Earthquake Information Center fornisce flussi di dati sismici in tempo reale, da stazioni disposte attraversola zona interna dell'Alaska (dall'Alaska Range al Brooks Range). In risposta ai movimenti della terra, un set ditamburi virtuali fa risuonare il pavimento e i muri di The Place. Durante terremoti, dai più modesti ai più estesi, lebasse frequenze producono suoni che rimbombano ed echeggiano attraverso l'ambiente, quando diverse stazioniricevono le vibrazioni sismiche in tempi e con magnitudini diversi.L'Istituto di geofisica all'University of Alaska fornisce dati in tempo reale da magnetometri siti in diversi luoghidell'Alaska del nord. Anche i suoni derivati da questi flussi di dati si ascoltano in The Place, e somigliano a quelli dipiccole campane o triangoli, intonati agli armonici alti di risonanza della stanza. Come i tamburi celesti, questecampane celesti cambiano costantemente in altezza. Quando è in corso l'aurora boreale, scintillanti veli di suonofluttuano attraverso il soffitto e attorno alla stanza.Gli strumenti virtuali di The Place non esistono sul piano fisico, ma in termini molto reali sono “suonati” dalle forzedella natura, risuonando in tempo reale con le onde sismiche, il tempo geomagnetico e la luce cangiante del sole.Lavorando con strumenti che non sono tangibili nella comune esperienza, l'affermazione di Kirk Varnedoe suidipinti sgocciolati di Jackson Pollock è divenuta un punto di riferimento per John Luther Adams, che è giunto apensare a The Place come “…un'orchestrazione di materiale intatto…”

The Place non ha inizio, intermezzo o fine. E non si ripete mai, in senso letterale tanto da aver modificato il modo dilavorare dell’artista.Come compositore, generalmente lavora procedendo da un'immagine sonora globale a una concezione formale aidettagli sul suono momento-per-momento. La maggior parte del tempo viene impiegata per comporre la partitura.Seguono prove, esecuzione e registrazione. Ma The Place richiede un nuovo modo di lavorare – un processo basatosull'osservazione diretta, ascoltando e riascoltando direttamente lo spazio fisico dell'installazione.La specificità di quest'opera deriva dalla specificità della regolazione: tutto deve essere messo a punto. Può esserecreata solo nello spazio, in risposta diretta alle sfide e alle possibilità dello spazio. Quando la costruzione di questospazio sarà completata, esso diverrà lo studio dell’artista. Buona parte della creazione dell'opera, infatti, avverrà

Tamburi Terrestri e Campane Celesti

Il luogo

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all'interno dell'opera stessa.The Place non è una sequenza narrativa o lineare di eventi programmati. Non è la dimostrazione di fenomeninaturali: è un ecosistema. L'essenza di quest'opera sta nella ricca e complessa interrelazione di forze, che sidispiegano nello spazio e nel tempo.Proprio come un processo di composizione, il lavoro di John Luther Adams su The Place è un processo di design.The Place è creato con media elettronici. Ma il fatto che abbracci luce naturale e risonanza acustica conferiscericchezza e raffinatezza alle condizioni visive e acustiche. La sua risonanza in tempo reale con gli eventigeomagnetici e sismici aggiunge all'installazione le dimensioni dei ritmi e delle dinamiche della natura.Anche al visitatore occasionale, che comprende poco delle connessioni tra l'installazione e il mondo che la circonda,The Place apparirà naturale secondo le sue qualità visive, acustiche e tattili.

The Place Where You Go To Listen è profondamente radicata in una geografia specifica. Ma l’intento dell’artista è difar sì che quest'opera possa risuonare anche oltre i confini del luogo da cui proviene.

Un libro e un sito web renderanno l'opera accessibile a visitatori che si trovano oltre i confini della sua collocazionefisica. John Luther Adams si aspetta che dall’installazione scaturiscano registrazioni e nuove composizioni pensateper essere eseguite.

The Place è un nesso tra lo spazio architettonico in cui ascoltiamo e il più ampio spazio geografico con cui essorisuona. Quest'opera ha origine nella luce del sole e nell'oscurità, nelle condizioni elettromagnetiche e neimovimenti della terra – forze potentissime nel mondo che sta sotto, sopra e tutto attorno a noi. Possiamo percepirequesti fenomeni dentro e attraverso lo spazio visivo e acustico dell'installazione. Eppure i confini di quest'operatrascendono i confini fisici dello spazio in cui ne facciamo esperienza.The Place risuona con il mondo esterno. In cambio, si riverbera nel mondo. Entriamo con le nostre percezioniquotidiane del mondo che ci circonda. Dentro a The Place ascoltiamo e vediamo le cose in modo differente. Quandousciamo portiamo con noi queste nuove percezioni.

Per gestire un sistema di informazioni così complesso, John Luther Adams ha potuto contare sulla collaborazione diun'equipe di esperti, tra i quali, ad esempio, il fisico Curt Szuberla, che ha realizzato un programma che calcolacontinuamente la posizione del sole e della luna, ed il sismologo Roger Hansen, che si è occupato dei dati sismici checonfluiscono da cinque stazioni attorno a Fairbanks, in tempo reale.

Outside In/Inside Out : fuori l'Interno/Dentro l'EsternoOutside In/Inside Out : fuori l'Interno/Dentro l'Esterno

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Winter Solstice at Noon

Solstizio d’Estate: mezzogiorno (sinistra) e mezzanotte (destra)

Solstizio d’Estate: mezzogiorno (sinistra) e mezzanotte (destra)

Solstizio d’Estate: mezzogiorno (sinistra) e mezzanotte (destra)

Solstizio d’Estate: mezzogiorno (sinistra) e mezzanotte (destra)

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SILA - venezia

Le nuove tecnologie consentono di rappresentare in modo dinamico anche la dimensione temporale di un sistemacomplesso. Condizioni e modificazioni naturali e antropiche hanno contribuito a rendere particolarmenteinteressante l'ecosistema veneziano, considerato in senso lato. Il progetto si propone di comunicare l'accadimentodelle trasformazioni che lo interessano, su scale temporali e dimensionali micro- e macro-scopiche, in tempo reale,attraverso un'installazione ambientale acustica e cromo-luministica 'intonata' all'ambiente di cui costituisce unmodello, calibrata sulla percezione di un fruitore-tipo, e controllata da un software in grado di rielaborare i datirilevati e monitorati dagli istituti di ricerca.Il prodotto finale è dunque un'opera d'arte sotto forma di ambiente visitabile, informato da (e informante di) queimutamenti ambientali che interessano tanto gli istituti di ricerca, monitoraggio e salvaguardia, quanto la stessapopolazione veneziana, e quella turistica. La frequentazione di questo spazio, sia occasionale che assidua, puòessere per il fruitore un'opportunità per rilassarsi e trascorre del tempo in un luogo stimolante ed accogliente, edinsieme uno strumento per comprendere più a fondo le complesse dinamiche dell'ecosistema lagunare veneziano,incluse quelle altrimenti non rilevabili attraverso il sistema sensoriale di cui siamo dotati. I frequentatori più attentie interessati potranno ricercare il sistema di relazioni intessute tra Venezia e questo suo modello, fonte di sorpreseinesauribili quanto la natura è imprevedibile.

La realizzazione di questo sistema comunicativo (interattivo nella misura in cui l'uomo interagisce con l'ambientelagunare, che si rispecchia nell'ambiente dell'installazione) potrebbe a sua volta costituire il modello di un analogo'prodotto' adatto ai protocolli web, e che quindi, in una forma semplificata e adattata ai Computers domestici,potrebbe implementare siti web esistenti e dedicati al monitoraggio e alla salvaguardia dell'ambiente lagunare. Adifferenza di molte altre installazioni ambientali e artistiche che già hanno interessato Venezia, non si tratta quisoltanto di interpretare la città attraverso suggestioni e percezioni sensoriali, poiché, pur essendo il risultato finalecui si aspira un prodotto artistico 'multimediale e multisensoriale', esso deriva da processi e dati scientificamenterilevati e costruiti.

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È stata individuata una sede adatta ad ospitare l'installazione, ovvero il giardino della Thetis Spa, presso l'Arsenaledi Venezia, del quale si è provveduto al rilievo e alla costruzione di un modello digitale tridimensionale. Su talemodello sono state effettuate delle simulazioni che consentono di comunicare, ma specialmente di verificare, laforma, il funzionamento e le variazioni cromo-lumistiche – e, per quanto possibile, anche quelle acustiche –dell'installazione.Sono state contattate diverse aziende locali e non, che si sono dimostrate entusiaste del progetto. La tecnologia e imateriali illuminotecnici necessari saranno messi a disposizione da aziende all'avanguardia nel settore.Altoparlanti e subwoofer, infatti, saranno forniti dall’azienda finlandese Genelec, mentre i LED’s e tutte le luciutilizzate sono di Zumtobel.L'intonazione definitiva dei sistemi acustico e cromo-luministico dovrà necessariamente avvenire nell'ambientecostruito, data l'impossibilità di verificarne le esatte qualità percettive (acustiche, visive e tattili) in un modellodigitale, tuttavia è lecito formulare previsioni e approssimazioni attraverso gli strumenti che provengono da ambitidisciplinari quali architettura, scienze dell'informazione, psicologia e fenomenologia della percezione, acustica epsicoacustica, scienze della visione.L'Arsenale di Venezia è un complesso monumentale di eccezionale valore storico, grande e sconosciuto: occupainfatti circa il 6% della superficie della città ma non è ancora accessibile al pubblico. Cantiere di Stato sorto nel XIIsecolo, si è sviluppato fino a diventare per secoli la maggiore fabbrica navale del mondo e centro di un grandeconfronto sul “ dominio delle tecniche del mare” fra Venezia e Istanbul. Lo sviluppo e l'organizzazione ebberobisogno di uno sforzo continuo in tecnologia e risorse: l'Arsenale nel XVI secolo occupava circa 3000 persone e, primadella battaglia di Lepanto contro l'impero ottomano, produceva in serie ben 7 navi da guerra al mese.

Oggi l Arsenale, che in molte sue parti versa in stato di degrado, è oggetto di un fondamentale dibattito nellacomunità locale, perché può costituire il complesso da dove rilanciare lo sviluppo nella città storica un luogo dovelocalizzare le nuove e compatibili attività produttive di alta tecnologiaVenezia infatti ha bisogno di ospitare attività diversificate rispetto al turismo e soprattutto di invertire la perdita di

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L’area di Thetis all’ArsenaleL’area di Thetis all’Arsenale

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residenti, puntando ad attrarre capacità professionali di alto livello che operino in città e quindi possanoriqualificarne il tessuto urbanoNella direzione di questo obiettivo strategico si inserisce la realizzazione di Thetis, un centro tecnologicospecializzato in tecnologie marine e costiere.l Consorzio Thetis, costituito nel 1991 da aziende industriali e istituti di ricerca, da una parte si è inserito nel mercatoattraverso lo sviluppo di tecnologie e la fornitura di progetti nel settore marino e costiero, mentre dall altra cura losviluppo del progetto realizzativo del Centro tecnologico.

Thetis si sviluppa in un area di circa 4500 mq coperti e 6500 mq scoperti. Il nucleo centrale occupa una coppia di sheddi mattoni, comunicanti tramite una parete ad archi. Uno dei due shed è stato attrezzato ad area officina e prove sulfondo della quale è stata ricavata una vasca prove interrata da 10 x 4 m e profonda 4 m con impianto di trattamentoNell altro shed è stata costruita una struttura a tre piani, l ultimo dei quali si insinua fra le capriate del tetto. A pianoterra sono stati realizzati ed equipaggiati vari laboratori, alcuni dei quali comunicano direttamente con l officinaattraverso la parete ad archi, mentre nei due piani superiori si trovano gli uffici. Accanto al nucleo centrale è statarecuperata una costruzione di mattoni più piccola attrezzata per le attività di formazione erigendo un soppalcatoper una sala conferenze a gradoni realizzato in modo che visto da di sotto si mostra come una specie di carena dinave a ricordare le antiche attività di costruzione A piano terra sono state ricavate salette didattiche e la bibliotecaIl quarto capannone, che si affaccia sulla darsena dell antico Arsenale, è stato infrastrutturato e dedicato almomento a magazzino e rimessaggio, in vista delle future espansioni del centro.Le nuove strutture sono state realizzate combinando materiali e soluzioni particolari, e utilizzando colori vivaci econtrastanti, che contribuiscono a conferire all ambiente un atmosfera vivace e innovativa.

L intervento rispetta un criterio di reversibilità utile nel recupero di edifici storici importanti quando infatti nonfossero più necessarie le nuove strutture potrebbero essere smantellate lasciando gli antichi capannoni nello statooriginario Anche se Thetis occupa una parte modesta dell Arsenale, che è un complesso molto grande dimostra comequesto possa essere non solo restaurato ma anche rispettato e riusato per le attività per cui è stato costruito laproduzione tecnologica In questo senso Thetis costituisce il primo nucleo di un progetto più ampio di riqualificazionedell area, importante per il futuro della città.

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Per questo lavoro a Venezia, John Luther Adams concepisce inizialmente un padiglione circolare del diametro di circa10 metri con una copertura a cupola ad un'altezza di 5 metri. Situato tra gli alberi, in un posizione isolata, lasuperficie deve essere in grado di riflettere completamente i colori e le strutture in divenire della terra e del cielocircostanti.Nascosta dietro ad una parete monolitica riflettente, il visitatore scorge la porta d'ingresso; una volta giunto sullasoglia può percorrere un vestibolo circolare, attorno alla stanza interna, largo 1,40 metri, nel quale il colore e il suonosi fanno sempre più intensi. Dopo aver percorso 180° il visitatore entra, attraverso un'altra apertura, nella stanzainterna, dove viene immerso dalla luce e dal suono.Il diametro del nucleo centrale è di circa 6,7 metri e l'altezza massima del soffitto è di 3,60 metri circa.Al centro della stanza troviamo una panca circolare, che consente ad alcune persone di sedersi stando immersenell'installazione: sia la panca che il pavimento sono in cemento bianco.Nascosto all'interno della panca, in uno spazio circolare centrale opportunamente coperto, verranno collocati ancheil computer e gli altri hardware per il controllo acustico e luminoso.Tutti i muri sono in vetro temperato, in grado di elevare la saturazione della luce colorata proiettata dall'interno chefiltra le luci e i continui cambiamenti grazie ad un hardware opportunamente creato (Active Light) e a un software(Vivaldi) di Zumtobel. Sul soffitto viene teso un telo Barrisol, costituito da uno strato in PVC, capace di diffondere laluce al pari del vetro ma di essere più leggero, maneggevole ed economico.Per non creare dei fori sulle pareti vetrate, si è deciso di collocare i quattro altoparlanti sul soffitto, sorretti da unastruttura metallica che supporta anche i LED's; i due subwoofer sono invece inglobati nel pavimento galleggiante.Per far si che il padiglione sia fruibile in ogni periodo dell'anno, è stato previsto un pavimento radiante lungo lerampe di accesso e una soluzione con pavimento galleggiante nella stanza interna, sotto al quale vengono fattipassare tutti gli impianti, con l'intento di creare un clima che favorisca un'immersione totale nello spazio,incoraggiando il visitatore a godersi l'opera seduto a terra.

Il progettoIl progetto

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Fotomontaggio del padiglioneall’interno del giardino di Thetis

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primi schizzi di progettodi John Luther Adams

22 febbraio 2004

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Rivestimento esterno in zinco-titanio

rivestimento in zinco titanioseparatore a filamenti plastici (antirombo e anticondensa)compensato marino 2 mmmorali 60x60mmguaina 4mmcompensato marino 22mmlana di roccia 60 + 60mm (alte e basse frequenze)intonaco sbiancato

profilo metallico calandrato

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Struttura metallica in piatti d’acciaio accoppiati e pantografati

gronda di acciaio con coperturapozzetto collettore acque meteoricheghiaia di grossa pezzaturaghiaia di piccola pezzatura (minimo 4 mm)tessuto geotessileterreno

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Interno: vestibolo circolare

rivestimento del cilindro centrale in pannelli scorrevolio removibili per consentire l'ispezione internadell'impianto di illuminazione

RAMPA pendenza 3%:pavimento in resina biancamassetto di pendenza di sabbia e cemento, spessoreminimo mm 40guaina 4mmmassetto alleggerito con impianti 60mmguaina bituminosa 8mmvespaio ventilato costituito da "igloo" in plastica 26 cmfondazione continua in cls 30 cmmagrone 10 cm

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Stanza interna: il pavimento galleggiante e la parete colorata

pavimento galleggiante con rivestimento in linoleum biancoseduta circolare con spazio centrale incassato per il posizionamentodi computer e di materiale tecnico

parete in vetro temperato

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Impianto di illuminazione

struttura portante in tubi metallici saldatisistema di illuminazione con fasce di led's RGB disposti a fasce verticalivetro temperato

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Impianto acustico

cappa di ventilazione in zinco-titanio

casse genelec aiw26 (dim. 54,5x33,4x8,8)

subwoofer genelec 7060a (dim. 52,7x46,2x36)griglia metallica di protezione

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Di seguito verranno presentate brevemente alcune delle soluzioni applicate nello sviluppo del progetto. Particolareattenzione verrà posta nella descrizione dei principali materiali adottati, in quanto si vuol sottolineare perché lascelta sia caduta su questi.

Al fine di integrare l'intera struttura con l'ambiente circostante, si è voluto rivestire con un materiale semi-riflettentel'intero padiglione. In questo modo, il visitatore che si avvicina al padiglione vede riflessa su di esso la natura che locirconda, traendone un senso di continuità.

Per ottenere l'effetto desiderato si è scelto di utilizzare un rivestimento metallico in zinco-titanio. Questo materialeè costituito da una lega di zinco, titanio e rame; le principali proprietà sono:- resistenza alla deformazione nel tempo- resistenza alla trazione- ridotto coefficiente di dilatazione- alta resistenza all'azione atmosferica (garantito in ambiente marittimo per 40-60 anni)- possibilità di totale riciclo- assenza di manutenzione

L'aspetto naturale è di colore grigio lucido da laminazione, omogeneo e brillante. Sotto l'azione degli agentiatmosferici la superficie si ricopre di uno strato autoprotettivo che rimane stabile nel tempo e conferisce un naturaleinvecchiamento con un gradevole aspetto estetico color grigio ardesia semi-riflettente.Per la posa del rivestimento è necessario applicare sopra la struttura portante uno strato di isolante, sopra al qualevengono a loro volta applicati dei listelli in legno di abete. Di seguito viene appoggiato un tavolato in legno grezzo,posato in modo opportuno per garantire la ventilazione. È proprio su questo tavolato che le linguette dello zinco-titanio si fissano al padiglione.

Rivestimento in zinco-titanio

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Scelta dei materialiScelta dei materiali

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Per collegare tra loro le lastre a doppia curvatura del rivestimento garantendo l'isolamento del tavolato di legnodagli agenti atmosferici, esse vengono aggraffate sia orizzontalmente che verticalmente. Sfruttando le geometriecreate dalle due linee di aggraffatura, si è deciso di richiamare la struttura interna del padiglione, utilizzando il fattoche la aggraffatura orizzontale e quella verticale hanno due altezze diverse e creano sul padiglione un gioco di luci diconseguenza diverso.Così facendo, le linee di aggraffatura vanno a formare delle linee orizzontali che richiamano i paralleli (utilizzando laaggraffatura orizzontale di altezza 38 mm) mentre le linee verticali richiamano i meridiani (utilizzando laaggraffatura trasversale).Questa doppia soluzione consente di ottenere un effetto di luci e ombre diversamente accentuate a sottolineare lagerarchia dei diversi elementi del padiglione.·

Vista la struttura ellissoidale del padiglione e gli spazi ridotti, per quanto riguarda la scelta della porta di ingresso, èstato necessario utilizzare una soluzione rototraslante. Essa infatti consente di avere un ingresso comodo e a normapur con un ridotto ingombro nell'apertura, grazie a un effetto basculante orizzontale. Per l'apertura opposta,dovendo prevedere un'uscita di sicurezza, non si è potuta adottare la stessa soluzione dell'ingresso principale bensìuna porta opportunamente rivestita sul lato esterno, in modo che sia quasi impercettibile da chi guarda il padiglionedal giardino.

Per la pavimentazione nel corridoio la scelta è caduta su un materiale che:- garantisse una ottima resistenza all'usura- fosse perfettamente liscio e privo di elementi di discontinuitàDal momento che la pavimentazione doveva essere bianca (come i muri) e non isolante dal punto di vista termico(vista la necessità di inserire il riscaldamento a pavimento), si è scelta una speciale resina epossidica.Questa resina bicomponente è autolivellante e di facile posa, di uno spessore di 3-4 mm, completamenteimpermeabile e studiata per le pavimentazioni di tipo commerciale (dunque di altissima resistenza all'usura).I problemi riscontrati con questo tipo di materiale sono i segni provocati dalla caduta accidentale di oggetti ed imicro graffi provocati dal calpestio con il passare degli anni, soprattutto se il colore della resina è chiaro. Comesoluzione a questo, per ottenere un maggiore grado di protezione del pavimento si è deciso di applicarvi uno stratofinale di cera metallizzante, che non richiede lucidatura e satura i pori superficiali.Inoltre, la resina epossidica scelta risulta essere totalmente inodore e atossica.

Il pavimento galleggiante della stanza interna consente di far passare tutte le parti degli impianti (elettrico,idraulico) al di sotto di esso, garantendo una ottima impermealizzazione contro l'umidità e una ottima pedonabilitàa secco. Inoltre grazie al pavimento galleggiante è possibile avere l'impianto di riscaldamento e raffreddamento apavimento.

Ingresso con porta rototraslante

Pavimentazione del corridoio

Pavimento galleggiante

Ingresso con porta rototraslante

Pavimentazione del corridoio

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Tuttavia non si è potuto adottare una soluzione di continuità con la resina del corridoio di accesso, ma si è cercato dimantenere un colore e una consistenza simili grazie a un pannello in sughero fonoassorbente, quindi un pannello disupporto HDF-E1 con speciale trattamento antirigonfiamento (aquaResist ®) e infine il rivestimento di linoleumsbiancato.In totale, lo spessore della pavimentazione non supera i 10 millimetri, mentre la sola guaina superiore è di soli 2millimetri. Il linoleum è ottenuto da materie prime naturali come olio di lino, resine di alberi, polveri di legno o disughero e pigmenti. Grazie alla sua particolare resistenza all'usura, il linoleum è il materiale ideale per lapavimentazione di ambienti ad alta densità di traffico.

Entrambi gli impianti sono installati a pavimento.Per quanto riguarda il riscaldamento, esso ha notevoli vantaggi:- Consente un notevole risparmio energetico (40-50% per quanto riguarda le strutture di notevole altezza rispettoagli impianti tradizionali)- E' totalmente invisibile, in quanto il pavimento radiante elimina i radiatori, le relative nicchie o gli antiesteticiingombri.- Necessitando di una temperatura dell'acqua molto più bassa rispetto agli impianti tradizionali, il tempo di vitamedio di un impianto a pavimento è di gran lunga superiore.

Per quanto riguarda il raffreddamento, questo si ottiene veicolando acqua a bassa temperatura all'interno deicircuiti. Così facendo si può raffreddare il pavimento e di conseguenza l'ambiente. Il limite alle potenzialità di questosistema è dato dall'umidità contenuta nell'aria. Quando l'aria umida viene a contatto con una superficie fredda puòverificarsi la condensazione delle particelle di acqua in essa contenuta.Per questo motivo è importante utilizzare l'impianto a pavimento in condizioni di sicurezza, veicolando nei circuitiacqua con temperature non troppo fredde (18-20°C) anche a scapito della resa dell'impianto (20-30 W/m2).

È il materiale che si è pensato di utilizzare per il controsoffitto del padiglione.Esso è costituito da un telo speciale a base di PVC. La scelta di utilizzare questo telo rispetto al vetro è dovutaprincipalmente alle proprietà del materiale; esso infatti ha le stesse proprietà del vetro traslucido per quantoriguarda la propagazione di luce e suoni, avendo rispetto ad esso diversi vantaggi:- Peso: essendo molto più leggero (180 g/mq), il telo necessita di una struttura molto più snella per la posa- Costo: la soluzione del telo risulta più economica, soprattutto considerato il minor tempo necessarioall'installazione e al fatto che il costo del trasporto risulta decisamente più basso rispetto a un controsoffittotradizionale.Inoltre, il telo Barrisol è di facile e rapida posa, riciclabile, completamente atossico, ininfiammabile (Classe 1),antipolvere e non necessità di alcuna manutenzione per almeno 20 anni (contro i 10-15 anni dei tradizionalicontrosoffitti).

Impianto di riscaldamento e raffreddamento

Telo Barrisol

Impianto di riscaldamento e raffreddamento

Telo Barrisol

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Illuminazione

Impianto acustico

I due protagonisti principali sono però l'impianto ottico e l'impianto acustico.I dettagli di illuminotecnica vengono studiati da Zumtobel, azienda tedesca con numerose sedi nel mondo, che èanche partner nella realizzazione dell'opera.I colori giungono agli occhi del visitatore filtrati dall'effetto traslucido del vetro temperato sulle pareti e del teloBarrisol sul soffitto.Volgendo lo sguardo al di sopra del controsoffitto, si vede come è stato realizzato l'impianto di illuminazione: fissatiad una struttura metallica, lungo l'intero perimetro della parete, ci sono gruppi di LED RGB disposti verticalmente, atutta altezza dal pavimento al soffitto. Le colonne di LED sono disposte a trenta centimetri l'una dall'altra, sfalsaterispetto al piano orizzontale di quindici centimetri, in modo da avere su una stessa linea alternativamente prima ilLED rosso, poi quello giallo ed infine il blu. In questo modo, l'effetto ottenuto è quello di avere una distribuzioneuniforme delle tre frequenze luminose. Tutti questi gruppi di luci vengono azionati con una determinata intensità eun determinato colore in base all'intensità luminosa all'esterno. Ci saranno quindi associazioni luminose per ilgiorno e quelle per la notte, con sfumature diverse a seconda della radiazione del sole e della copertura del cieloregistrate dai centri di ricerca.

Particolare attenzione è stata posta sulla scelta dei componenti dell'impianto acustico, fornito dall'aziendafinlandese Genelec.Esso risulta diviso in due parti distinte: a terra, incassati nel pavimento e collocati specularmente, troviamo isubwoofer, che emettono le basse frequenze che rimbombano e riecheggiano nell'ambiente; sulla strutturasuperiore, invece, oltre alla struttura di LED, sono posizionati quattro altoparlanti (loudspeakers), che risuonanodegli armonici più alti.La scelta suggerita dall'artista John Luther Adams è di quattro casse modello Genelec AIW 26 Loudspeaker Unit, chegarantiscono una ottima qualità del suono e una notevole intensità sonora: pesano 10,7 kg l'una e misurano cm 54,5x 33,4 x 8,8.Per quanto riguarda i due subwoofers, che saranno inseriti sotto al pavimento e rivestititi da una griglia metallica disezione circolare, è stato scelto il modello Active Subwoofer 7060A: pesa 26 kg e misura cm 52,7 x 46,2 x 36.

Illuminazione

Impianto acustico

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Indice

9 - Introduzione

11 - La laguna di Venezia

13 - Batimetrie dei fondali

17 - Morfologia storica dalle origini ad oggi

21 - Subsidenza ed eustatismo

23 - Sedimentazione ed erosione

25 - I sedimenti dei fondali: la classificazionegranulometrica

28 - Aspetti caratteristici dell’ambientelagunare

31 - Le bocche di porto

33 - I litorali

37 - Canali e ghebi

39 - Le barene

41 - Le vele e le barene interne

43 - Le valli da pesca

45 - Le isole e le aree di bonifica

48 - I fiumi e gli ambienti fluviali

52 - La temperatura

53 - La marea

61 - L’idrodinamica della laguna: l’effettodella marea

65 - Il contributo meteorologico

66 - I venti

68 - L’idrodinamica della laguna: l’effetto deiventi

71 - Phenomena simulations: dati e stazioni dirilevamento

80 - John Luther Adams

81 - SILA: Fairbanks

85 - SILA: Venezia

86 - L’area di Thetis all’Arsenale

87 - Il progetto

99 - Scelta dei materiali

103 - Simulazioni cromatiche del padiglione