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Tecnologie Top Level –Advanced Technologies for Protection and Insulation- 1 LA SINDROME DELLA “CASA MALATA”. Negli ambienti domestici e produttivi si nascondono moltissimi inquinanti nocivi per la salute. Conosciuto come anche come SBS (SICK BUILDING SYNDROME- Sindrome dell’edificio malato), l’SBS è stato riconosciuto come malattia dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel 1983. Si ritiene che tali inquinanti si originino dall’esposizione acuta e prolungata a sostanze chimiche quali: colle usate per la tappezzeria e mobili, toner di stampanti e fotocopiatrici, prodotti spray, detersivi, disinfettanti e insetticidi (pentaclorofenolo), resine per pavimenti e, non da ultimo, dalle vernici da intonaco usate per decorare soffitti e pareti. Soprattutto in quest’ultima categoria si annidano i pericoli derivanti dai solventi e dai Composti Organici Volatili (VOC), il più famigerato tra i quali vi è la formaldeide, contenuta nelle colle, la quale può provocare pesanti effetti sulla salute tra cui alterazioni gravi e disagi sensoriali. Altri Composti Organici Volatili sono: gli idrocarburi, le aldeidi, i clorurati. Diversificate fonti di inquinamento domestico sono rappresentate da: fumo di sigaretta (compreso il fumo passivo), smog apportato dai ricambi d’aria, scarsa manutenzione e pulizia degli impianti di condizionamento e/o ventilazione, gli inquinanti sugli indumenti, la vicinanza a strade, autostrade e grandi vie di transito, zone industriali e siti produttivi. L’emissione di tossine, inspirate dal nostro organismo provenienti dai materiali sintetici e chimici utilizzati nella moderna edilizia, unitamente al ristagno degli inquinanti dovuti alla scarsa circolazione d’aria in ambienti domestici sempre più “sigillati”, possono produrre, anche in individui sani, i seguenti sintomi: irritazioni delle mucose, lacrimazione, rinorrea, cefalee, difficoltà di concentrazione, capogiri, nausee, problemi respiratori, dermatiti allergiche, secchezze cutanee ed alterazioni dell’umore. Non va assolutamente sottovalutato l’inquinamento indoor prodotto da batteri, muffe, funghi e lieviti, sui quali ci soffermeremo. Questi microrganismi possono essere a volte anche letali in quanto nascono, crescono e si sviluppano molto rapidamente, con meccanismi di riproduzione esponenziali. I microrganismi si riproducono secondo ritmi esponenziali. www.top-level.it e-mail: [email protected] Servizio informazioni tecniche: 340-9572525

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Tecnologie Top Level –Advanced Technologies for Protection and Insulation- 1

LA SINDROME DELLA “CASA MALATA”.

Negli ambienti domestici e produttivi si nascondono moltissimi inquinanti nocivi per la salute. Conosciuto come anche come SBS (SICK BUILDING SYNDROME- Sindrome dell’edificio malato), l’SBS è stato riconosciuto come malattia dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel 1983. Si ritiene che tali inquinanti si originino dall’esposizione acuta e prolungata a sostanze chimiche quali: colle usate per la tappezzeria e mobili, toner di stampanti e fotocopiatrici, prodotti spray, detersivi, disinfettanti e insetticidi (pentaclorofenolo), resine per pavimenti e, non da ultimo, dalle vernici da intonaco usate per decorare soffitti e pareti. Soprattutto in quest’ultima categoria si annidano i pericoli derivanti dai solventi e dai Composti Organici Volatili (VOC), il più famigerato tra i quali vi è la formaldeide, contenuta nelle colle, la quale può provocare pesanti effetti sulla salute tra cui alterazioni gravi e disagi sensoriali. Altri Composti Organici Volatili sono: gli idrocarburi, le aldeidi, i clorurati. Diversificate fonti di inquinamento domestico sono rappresentate da: fumo di sigaretta (compreso il fumo passivo), smog apportato dai ricambi d’aria, scarsa manutenzione e pulizia degli impianti di condizionamento e/o ventilazione, gli inquinanti sugli indumenti, la vicinanza a strade, autostrade e grandi vie di transito, zone industriali e siti produttivi. L’emissione di tossine, inspirate dal nostro organismo provenienti dai materiali sintetici e chimici utilizzati nella moderna edilizia, unitamente al ristagno degli inquinanti dovuti alla scarsa circolazione d’aria in ambienti domestici sempre più “sigillati”, possono produrre, anche in individui sani, i seguenti sintomi: irritazioni delle mucose, lacrimazione, rinorrea, cefalee, difficoltà di concentrazione, capogiri, nausee, problemi respiratori, dermatiti allergiche, secchezze cutanee ed alterazioni dell’umore. Non va assolutamente sottovalutato l’inquinamento indoor prodotto da batteri, muffe, funghi e lieviti, sui quali ci soffermeremo. Questi microrganismi possono essere a volte anche letali in quanto nascono, crescono e si sviluppano molto rapidamente, con meccanismi di riproduzione esponenziali.

I microrganismi si riproducono secondo ritmi esponenziali.

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Perché si formano le muffe? Per capire i meccanismi di formazione e proliferazione delle muffe vanno chiariti alcuni concetti e leggi fisiche (termodinamica dei fluidi) responsabili della formazione della condensa (o condensazione). Viene definita “condensazione” il fenomeno fisico per cui il vapor d’acqua passa dallo

stato gassoso a quello liquido. In funzione della temperatura, l’aria può trattenere una certa quantità di vapore, fino ad un valore limite, oltre il quale essa diventa satura e si verifica la “condensazione”. La quantità di vapor d’acqua che l’aria può trattenere nel suo volume aumenta con l’aumentare della temperatura. In condizioni climatiche caratterizzate da temperature esterne più basse di quelle interne, il vapor d’acqua tende a “spostarsi” dall’interno dell’edificio verso l’esterno, cioè a migrare attraverso gli elementi costruttivi. Non essendo adeguate le capacità di smaltimento delle eccessive umidità, i supporti giungono a “saturazione”.

Esempio di condensazione.

La condensazione quindi si produce per il repentino raffreddamento dell’aria, che giunge a saturazione, quando entra a contatto con una superficie fredda.

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Tipica condensazione su infisso.

La condensazione può essere superficiale o interstiziale.

La condensazione superficiale si manifesta in due modi: BAGNA quando incontra superfici impermeabili (metalli, marmo, gradini, pvc, ceramica, intonaci cementizi, vetro,…); è riconoscibile dai visibili gocciolamenti. MACCHIA quando incontra superfici assorbenti (gesso, cartongesso, intonaco di calce, laterizi…); è riconoscibile per la formazione di vistose rosette (muffe e colonie batteriche).

Muffa. Visibile anche ad occhio nudo.

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Perché si forma la condensa? Le leggi della fisica e della psicrometria.

Funziona così: in funzione della temperatura, abbiamo visto che l’aria può trattenere una certa quantità di vapore, fino ad un valore limite, oltre la quale essa diventa satura e si verifica la “condensazione”. La quantità di vapor d’acqua che l’aria può trattenere nel suo volume aumenta con l’aumentare della temperatura.

Esempi pratici di condensazione.Esempi pratici di condensazione.

61655025

191970702525

16,416,460602525

6,216,288020

14,814,870702020

121260602020

88,855020

6640402020

DP t DP t °°C C suppsupp..HR %HR %t t °°C ariaC aria

HR=umidità relativa. DP= Punto di Rugiada del supporto.

Dalla tabella sopra riportata si evincono i valori delle temperature minime che i supporti non devono raggiungere; al di sotto di tali valori si innescano i fenomeni condensativi. Dalla stessa tabella è facile evincere che, per evitare il fenomeno condensativo, si può agire in due modi: a) controllando l’umidità relativa; b) innalzando la temperatura dell’aria e/o dell’involucro abitativo (pareti, soffitti e

pavimenti).

L’aria può contenere una quantità finita di vapor d’acqua!!

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T e r s n i e o te u o i dTabella riassuntiva del contenuto di vapor d’ c u ma imo acqua massimo c n /K d r s c l i e ll contenibile in g/Kg di aria secca al variare della t °°C.

----10010086,286,25050

48,848,84040

27,227,23030

14,714,72020

7,637,6310103,783,7800

1,1,6--1010

0, 30,63--2020g/ gg/KgT a ia n T aria in °C

La tabella sopra riportata indica quanti grammi di vapore può contenere 1 Kg di aria secca. A 10°C ne può contenere al massimo 7,63 grammi; a 20°C ne può contenere 14,7 grammi, e così via. Ogni ulteriore eccesso di vapore, indipendentemente dalla fonte di provenienza, determina una condensazione.

È utile sapere che…

1Kg di aria corrisponde a meno di 1m3

Infatti 1m3 di aria equivale a 1,146 Kg a c.n.

Forse non tutti sanno che…

In una casa di media grandezza, abitata da un nucleo di 4 persone, si producono giornalmente umidità, sotto forma di vapor d’acqua, quantificate tra 50 e 70 litri!

Due persone adulte che permangono per 4 ore in un ambiente, producono 880 g di vapore acqueo e 196 litri di CO2 !!

Le condense sono sempre presenti: sia nella stagione invernale che in quella estiva.

Le formazioni di condensa, e la conseguente comparsa di macchie di muffa su pareti e soffitti, sono tra le manifestazioni più frequenti e diffuse nell’ambito dell’involucro abitativo. Le cause di tali patologie edilizie sono molteplici, concomitanti e/o collaboranti tra loro. Possono creare gravi problemi -igienici e sanitari-, oltre che innescare fenomeni degenerativi e di degrado dell’involucro edilizio. Macchie, muffe, odori, costringono a continue quanto costose manutenzioni e rappresentano spesso l’innesco alla base di contenziosi e battaglie legali.

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ESISTONO TANTI TIPI DI UMIDITÀ.

Umidità da acqua piovana; Umidità da incremento della trasmittanza termica dei materiali;

Umidità accidentale (perdite o essudazioni da impianti, coperture, canali di gronda, da rottura dell’impermeabilizzante, ecc.);

Umidità ascendente (abitazioni al pianterreno); Umidità di controspinta (muri controterra);

Umidità da falda freatica (sotto i pavimenti).

Qual è la correlazione tra pioggia, condensa e muffe?

Umidità da acqua piovana. I danni che provoca. L’acqua piovana è deleteria quando bagna le superfici esterne degli edifici; se i supporti non sono adeguatamente protetti dalle penetrazioni da pioggia battente, questa può penetrare facilmente attraverso la parete; magari non tanto da attraversarla nel suo intero spessore, ma una bagnatura superficiale di pochi mm è sufficientemente dannosa da provocarne un rapidissimo raffreddamento.

Capillari su muratura non protetta. Sono più evidenti a seguito di piogge battenti.

Vi è mai successo di indossare un indumento umido? Al di là del senso di costante disagio che si prova nell’indossare un indumento umido, questo costituisce una fonte di dispersione energetica molto più repentina rispetto allo

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stesso indumemento perfettamente asciutto. Come è facilmente intuibile, il nostro organismo si attiva producendo un surplus di calorie per cercare di compensare le perdite energetiche; ciò può cagionare, tra l’altro, malesseri e forme varie di raffreddamento fino a provocare casistiche più gravi (bronchiti, polmoniti, …). Una muratura bagnata equivale ad indossare un maglioncino umido.

Una muratura, se bagnata, “conduce” calorie (disperde energia). La stessa muratura, se asciutta, “isola” (trattiene energia).

La bagnatura delle superfici esterne implica, come facilmente si può comprendere, l’alterazione del potere coibente dell’intero involucro abitativo (alterazione della trasmittanza o conduttività), secondo i seguenti parametri:

% di umidità riferita al volume nella muratura 1 2,5 5 10 15 20 25

0,6 0,71 0,81 0,96 1,07 1,17 1,27 Variazione dei coefficienti di conduttività espressi in Kcal/m*h*°C

Tali parametri, come facilmente si può osservare, vanno così interpretati: il valore considerato “normale” o “fisiologico” per una muratura asciutta è un tenore di umidità compreso tra l’1% e il 3%; quindi il relativo coefficiente di conduttività è pari a 0,6-0,71 Kcal/m/h/°C; se la stessa muratura giunge, per qualsiasi causa, a contenere ad esempio il 15% di UR il relativo coefficiente di conduttività passa a 1,07 Kcal/m/h/°C.

Ciò non è affatto poca cosa!

I valori numerici riportati, in pratica, significano questo: la muratura perde CALORE per trasmissione del 50% in più rispetto alla stessa se fosse asciutta.

Se si preferisce, è come se la muratura riducesse lo spessore della metà!

In linea di massima, ogni incremento del contenuto umido nella muratura dell’ordine dell’1% peggiora l’isolamento termico del 5%. Un esempio empirico. Questo fenomeno è dimostrato immediatamente se indossiamo il solito maglione umido: invece che conservarci le calorie ne facilità la dispersione! Vero? Inoltre: se afferriamo una pentola bollente con uno straccio asciutto possiamo reggerla per un tempo indefinito; se lo stesso recipiente lo teniamo con lo stesso straccio –ma umido- ci scottiamo. Giusto? Alla stessa maniera una muratura umida “conduce le calorie” solo che essa…non comunica! Manifesta il suo disagio creando muffe e disperdendo calore. Il peggioramento dell’isolamento termico, lo ribadiamo, determina più frequenti possibilità di condensazioni sia interstiziali che superficiali. Le murature si inumidiscono sempre più e reagiscono saturandosi di acqua allo stato liquido; allorquando i supporti giungono a saturazione la conseguenza è il formarsi di colonie batteriche, muffe, funghi…

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Colonie di muffe e batteri su pareti domestiche.

L’alterazione dei valori di trasmittanza può anche combinarsi con le umidità accidentali, i non frequenti ricambi d’aria, oltre alle molteplici altre fonti di umidità abitative rappresentate da:

o panni stesi ad asciugare; o piante ed animali;

o attività quotidiane di pulizia domestica ed igiene personale; o sudorazione e respirazione;

o vapori di cucina; o utilizzo dei servizi igienici;

o …

Come si può facilmente osservare gli ambienti domestici in cui maggiormente si concentra il vapore acqueo sono il bagno, la cucina e tutti quei posti in cui si soggiorna continuativamente per più ore (ad es. camere da letto). Il continuo soggiornare in ambienti pesantemente contaminati da muffe e batteri può portare a gravi conseguenze per la salute, soprattutto per gli organismi più deboli quali bambini, anziani, immunodepressi e sofferenti di malattie respiratorie (asmatici, allergici, soggetti intolleranti,…). Haseptic contribuisce a rendere più sano l’ambiente domestico e, inibendo permanentemente la proliferazione muffigena grazie al suo potere antibatterico a permanenza attiva, “sterilizza” continuativamente i supporti su cui i microrganismi possono attecchire, nutrirsi, respirare e riprodursi. Prove tampone su pareti trattate con Haseptic hanno rilevato crescita batterica 0 (zero).

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Muffe e funghi in cucina.

I fenomeni condensativi, come abbiamo visto, si originano quando si ha l’incontro di aria calda e carica di umidità che lambisce superfici fredde, come quelle di pareti, soffitti, pavimenti e finestre non adeguatamente isolate. L’aria, raffreddandosi velocemente, “scarica” tutto il contento di vapore acqueo: ciò si manifesta sotto forma di goccioline microscopiche (condensa). La formazione di condensa può favorire l’insorgere delle muffe.

Muffe viste al microscopio.

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Le muffe sono la manifestazione macroscopica di migliaia di colonie di funghi dall’aspetto polverulento ed impalpabile, dalla colorazione quantomai variegata che può andare dal rosso al giallo, al verde, all’azzurro o, come nella maggior parte dei casi, al nero. Le colonie fungine si riproducono rapidamente attecchendo laddove sussistano le seguenti

Tre condizioni essenziali

a) una sufficiente disponibilità di umidità, anche se a fasi alterne; b) cibo per alimentarsi; c) scarsa ventilazione.

Muffe e funghi prediligono aree scarsamente ventilate.

Muffe e funghi sono microrganismi che si riproducono con meccanismo sporigeno, ossia con rilascio di spore. Non visibili ad occhio nudo, la pericolosità delle muffe è dovuta al fatto che alcune di esse sono in grado di produrre sostanze tossiche per l’organismo umano, quali le micotossine. E’ quindi pericoloso inalarne le spore, causa frequente di disturbi respiratori e fenomeni allergici. Di preferenza attaccano soggetti con debolezze immunitarie (bambini, anziani, soggetti in terapia antibiotica).

Spore viste al microscopio. Inalabili.

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Le spore, una volta giunte a maturazione, cercano di conquistare la maggior superficie disponibile e per questo vagano nell’aria finché, grazie alla presenza della condensa, tendono a posarsi sulle superfici più fredde come pareti, soffitti e pavimenti, di preferenza ove si formano i ponti termici, come pilastri, travi, angoli, spigoli o battiscopa.

Muffe e condense in concomitanza di ponte termico. Prediligono gli angoli.

Muffe su angolo tra pareti e soffitto. Si evidenzia un ponte termico.

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Esse possono trovare rapido attecchimento sia superfici naturali (es. legno, pietra,…), che su quelle sintetici come la plastica, il pvc, cemento, intonaco…

Colonie di microrganismi: attecchiscono su substrati organici. Le comuni pitture, essendo a base organica, costituiscono “cibo per muffe”.

Proliferazione di muffe su parquet, del quale si “cibano”.

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Muffe su mobili: traggono nutrimento dalla superficie organica e si moltiplicano esponenzialmente.

Muffe sporigene su supporto organico.

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La scarsa ventilazione, unitamente ad alti tassi di umidità relativa, favorisce la proliferazione di muffe e batteri.

Cosa offre il mercato per evitare la proliferazione di muffe e batteri?

Al di là di quelli che sono i metodi empirici di sanificazione e pulizia dei supporti domestici (disinfezioni con varichina, raschiature e/o applicazioni di prodotti disinfettanti-sanificanti a spruzzo o a pennello), il caso più consueto è quello di manutenzionare le pareti ammuffite con frequenti tinteggiature, nei casi più gravi anche una o due volte l’anno. Con notevoli costi in termini di disagio abitativo ed igienico. Ci si affida a questa o a quell’altra soluzione, consigliata dal ferramenta o dalla rivendita edile, dal decoratore del caso o dal conoscente di turno, con o senza trattamenti preliminari e spesso con misteriosi miscugli sotto forma di additivi, prima o durante l’applicazione, e il risultato è sempre lo stesso: la muffa e le macchie nere si ripresentano alla stagione successiva.

Perché succede questo?

La ragione è semplice: le comuni pitture antimuffa (acriliche o viniliche che NON sono traspiranti) sono fabbricate soventemente a partire da una base organica. Ciò costituisce “cibo per muffe”. Tinteggiare equivale a stendere sulle pareti ammuffite un ulteriore strato “nutritivo” sul quale la muffa facilmente attecchisce, ivi trova alimentazione, cresce, si sviluppa, si riproduce e…rilascia spore. Vi è mai capitato di riaprire una confezione di pittura tenuta in deposito per un po’ di tempo? Essa emana un cattivo odore, dovuto all’imputridimento del contenuto organico.

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L’acqua, essenziale per permettere i processi metabolici e riproduttivi, è grande amica di muffe e batteri: viene attinta dai fenomeni condensativi quotidiani delle attività domestiche.

Condensazioni notturne. Le carcasse di muffe e funghi vengono “demolite” dalla proliferazione batterica. Si assiste, di conseguenza, all’aumento esponenziale di carica batterica nell’aria.

Da qui il classico “odore di muffa” altrimenti percepito e distinguibile come “odore di chiuso”. Un breve accenno merita il fenomeno per cui le muffe, una volta che si insediano in un ambiente, si cibano di tutto quanto c’è di organico in una abitazione: residui di cibo, grassi volatili, desquamazioni, presenza di animali domestici, fibre naturali (lana, cotone, pellame,…) per cui frequentemente, nell’edilizia moderna, non è raro assistere all’ammuffimento di capi di abbigliamento, borse, calzature, divani, tende,

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fenomeni che, di preferenza, avvengono in luoghi chiusi e/o con scarso ricambio d’aria (es. armadi, ripostigli).

Proliferazione di muffe su abiti sintetici custoditi in armadio.

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Gli additivi antimuffa. La maggior parte delle pitture antimuffa commerciali, di solito pitture acriliche e viniliche, utilizzano additivi disinfettanti liquidi dispersi in sospensione. Tali pitture, sebbene garantiscano un alto potere coprente, non sono traspiranti (anche se pubblicizzate e vendute come “traspiranti”), consentendo alle muffe di proliferare, sopra e sotto il rivestimento. Quanto traspiranti?? Il valore della traspirabilità deve essere espresso in grammi/mq/giorno.

I limiti delle pitture antimuffa commerciali.

Nella formulazione della pittura antimuffa abbiamo visto che viene aggiunto un “liquido disinfettante” il quale dovrebbe assolvere alla funzione di prevenire e/o distruggere le muffe. Il limite di questa tecnologia sta nel fatto che il liquido disinfettante, una volta “steso” sui supporti, perde rapidamente l’effetto sterilizzante, in quanto l’additivo viene a trovarsi su una grande superficie (quella tinteggiata) per cui “evapora” molto rapidamente. Muffe e batteri vengono inibiti solo qualora ne vengano a diretto contatto. L’azione diluente da parte dell’aria di contatto viene ulteriormente accelerata in quegli ambienti ad alta umidità relativa e a rapido ricambio (es. bagni, cucine, …); difatti il vapore acqueo contribuisce ad accelerare il processo di diluizione del disinfettante. Le conseguenze di questo fenomeno sono molteplici:

• La pittura antimuffa si impoverisce del disinfettante; • Il disinfettante viene catturato dal vapore e disseminato nell’ambiente (respirato);

• Le muffe possono attecchire sul substrato rimasto privo di disinfettante; • Ricompaiono le muffe sui supporti;

• Gli ambienti ridivengono impresentabili; • Si assiste ad un aumento della carica batterica ambientale;

• Ricomparsa di “odori di chiuso”; • Si rende necessaria una nuova tinteggiatura;

• Nuovo disagio da fronteggiare; • Una ulteriore spesa economica da affrontare.

Come mai il fenomeno muffigeno si ripresenta a distanza di così poco tempo??

Campione di pittura antimuffa in capsula nutritiva.

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Al fine di testare la durata del protettivo antimuffa è stato condotto il seguente esperimento: un dischetto di comune pittura antimuffa è stato posto in una capsula nutritiva contenente agar, successivamente inoculata con muffe e batteri. Sono stati osservati i seguenti risultati: a) A 10 giorni di distanza si osserva una estesa zona di inibizione attorno al dischetto,

segno evidente che la pittura antimuffa “rilascia” il protettivo antimicrobico. Il dischetto di pittura rimane bianco e non viene attaccato dai microrganismi.

b) A 20 giorni la zona di inibizione è massima; vi è il più alto grado di rilascio di additivo antimuffa,

c) A 30 giorni si osserva un regresso della zona inibita; ciò indica che la pittura antimuffa sta esaurendo la sua carica antimicrobica.

d) A 40 giorni muffe e batteri non sono più contrastati dall’azione di rilascio dell’additivo antimuffa; la zona di inibizione è ridotta al minimo.

A sinistra: pittura aggredita da microrganismi.

A destra Haseptic, inattaccabile da muffe e batteri.

e) Dopo 2 mesi la pittura antimuffa è completamente aggredita da muffe e batteri; essi si ciberanno della “pittura”, proliferandovi in quanto questa funge da “terreno di coltura”.

f) Nella foto a destra la pellicola di Haseptic inattaccabile da muffe e batteri.

Quali muffe e quali batteri? Quando cerchiamo una soluzione ai nostri problemi di igiene e manutenzione antimuffa è facile rivolgersi a ferramenta, brico center, decoratori o imbianchini. Tutti, indistintamente, propongono una soluzione, più o meno collaudata, più o meno conosciuta, più o meno efficace. Tutti garantiscono (teoricamente) una certa durata, puntualmente disattesa, e se si desidera approfondire il discorso sui meccanismi di inibizione di muffe, batteri, funghi o lieviti, sui meccanismi di rilascio del componente disinfettante, alla domanda specifica su QUALI muffe o batteri il rivestimento è stato testato o validato, le risposte si fanno ardue e piuttosto imprecise. Stessa cosa se si cerca di capire di più sulla traspirabilità del rivestimento; tutte le vernici sono vendute per traspiranti, così come descritto, a caratteri cubitali, sulle confezioni di vendita; in compenso tale dato non viene riportato sulla documentazione tecnica che dovrebbe accompagnare ogni prima fornitura di materiale.

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Se un dato tecnico non viene riportato cosa può significare?

La soluzione definitiva a muffe, batteri, funghi e lieviti.

Per porre definitivamente fine ai problemi igienici e di manutenzione è oggi disponibile la nuova linea Haseptic di rivestimenti ad alta tecnologia, specificamente progettati e costruiti per esercitare un controllo definitivo al fastidioso problema delle infestazioni da muffe e batteri. Appositamente formulati per ambienti ad elevato standard igienico come sale operatorie, sale sterili, ospedali, industrie agroalimentari e abitazioni private…oggi sono disponibili al grande pubblico.

Come si presentano i rivestimenti della linea Haseptic? Essi sono disponibili in diverse finiture:

• Lucide; • Semilucide; • Satinate o opache; • Ampia gamma di colori disponibili; • In confezioni da 15 litri.

La linea HASEPTIC.

I VANTAGGI: • A base acqua; • Monocomponenti; • Permeabili al vapore: lasciano “respirare” il supporto permettendo il passaggio del

vapor d’acqua; nessuno sbollamento o perdita di adesione; • Impermeabili all'acqua ed ai gas: si comportano come la “pelle” traspiranti ma

impermeabili; • Resistenti agli urti; • Resistenza a cicli termici (da -50°C a +100°C); • Facili da pulire, anche con detergenti abrasivi, pulizie a vapore o getti ad alta

pressione; • Eccellente resistenza agli agenti chimici; • Senza giunzioni o punti di fissaggio, continui da parete a parete; • Elasticità permanente: per prevenire cricche e fessurazioni; • Non infragiliscono con il passare del tempo o con l’esposizione ai raggi UV; • Incorporano dei sistemi antimicrobici permanenti contro una ampia gamma di

batteri, muffe, funghi e lieviti; • Il sistema antibatterico non viene rilasciato, non è volatile, non degrada ed è

permanentemente attivo; • Caratteristiche inalterabili nel tempo; • Disponibili in un'ampia gamma di colori e finiture (lucide, semilucide, satinate); • Garantiti per una durata minima di 10 anni; • Tecnologie sicure e comprovate da oltre 30 anni di esperienze ed applicazioni

pratiche in Italia e nel mondo; • Ampio spettro antimuffa ed antibatterico: Haseptic è attivo contro Pseudomonas,

Staphilococcus, E. Coli, Meningococcus, Lysteria, Salmonella, Streptococcus, Aspergillus, Penicillium, Candida,…e tanti altri ancora.

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Esempi di applicazione della linea HASEPTIC.

Di seguito sono riportati alcuni casi tipici di applicazione in ambienti fortemente contaminati da muffe, batteri, funghi e lieviti. Le applicazioni sono state effettuate nel 2003. A tutt’oggi (2009) nessuna manutenzione si è resa necessaria, né alcuna contaminazione si è verificata negli ambienti produttivi. Gli ambienti si presentano bianchi e puliti come appena ultimati. Nell’industria agroalimentare questo è un aspetto fondamentale al fine di evitare resi, contaminazioni, contestazioni, tossicosi, sanzioni o sospensioni delle attività produttive.

Supporti pesantemente contaminati da proliferazioni muffigene.

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La proliferazione batterica trova facile attecchimento su supporti umidi e ricchi di sostanza organica. Sono evidenti ampie zone contaminate da muffe.

La linea antibatterica HASEPTIC, contenente principi antimuffa a permanenza attiva, rappresenta oggi “la soluzione” più tecnologicamente avanzata per il

“controllo” di muffe e batteri in ambienti industriali e domestici.

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ZONA CAMPIONATA

Questa foto testimonia lo stado dei luoghi oggetti di risanamento antimuffa ed antibatterico avvenuto nel 2003, agosto. A fianco della zona pesantemente contaminata si nota la campionatura effettuata 7 anni prima su un’area di circa 200 mq, al fine di testare l’efficacia e l’efficienza permanente della linea HASEPTIC.

Alcune fasi di lavorazione.

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Particolare: è stata scelta la versione semilucida della linea HASEPTIC

Un’ala dello stabilimento a lavori terminati. Agosto 2003.

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I vantaggi per l’utente.

Alimenti lavorati in ambiente asettico: maggior sicurezza per addetti e consumatori; Ambiente pulito ed ordinato ha significato meno resi e meno contaminazioni; Azzeramento dei fermi produttivi per contestazioni degli organi di vigilanza; Immagine aziendale salvaguardata; Minori costi di esercizio e manutenzione (disinfettanti); Maggiori risorse finanziarie a disposizione; Maggior profitto.

Nel Giugno 2009 è stato effettuato un sopralluogo tecnico per verificare l’efficienza del potere antimuffa ed antibatterico a permanenza attiva del sistema Haseptic applicato nella struttura industriale. Il rivestimento antimuffa e antibatterico a permanenza attiva è rimasto integro e perfettamente bianco, come appena ultimato. Nessuna ulteriore manutenzione è stata effettuata negli ultimi 6 anni. Prove tampone effettuate sulle superfici hanno rilevato crescita batterica=0 (zero).

La prova documentale.

I medesimi ambienti a distanza di 6 anni. Nessuna manutenzione si è resa necessaria nel tempo; le superfici trattate non presentano alcuna traccia di muffa, nessun accumulo di nerume o contaminazioni potenzialmente pericolose per alimenti ed operatori. A conti fatti, il cliente è rientrato dell’intero investimento nel giro di 3 anni.

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I supporti così trattati hanno consentito all’utente risparmi notevoli in manutenzioni e tinteggiature, fino ad allora effettuati con cadenza semestrale. Si evince, dalle date sovraimpresse, la perfetta bianchezza delle superfici come se fossero appena ultimate. Esso contiene principi antimuffa ed antibatterici autodisinfettanti e a permanenza attiva che non vengono rilasciati nell’ambiente ed agiscono 24h/24h: finchè permane il rivestimento, perdura il principio antimuffa che “sterilizza” continuatuivamente i supporti sul quale è applicato impedendo qualsiasi proliferazione batterica o fungina.

Bianchezza assoluta, resistenza permanente alle crescite organiche, lavabile con getti di acqua a pressione senza distacchi, autoestinguenza, impermeabilità ed atossicità certificate, con operatività da -40°C a +80°C rappresenta la soluzione ideale per tenere sotto controllo ogni contaminazione di muffe e batteri. Permanentemente.

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La verifica dopo 9 anni.

Abbiamo deciso di documentare questa particolare applicazione con una ulteriore verifica visiva. Nel Marzo 2012, come si evince dalle date in sovraimpressione, il sopralluogo ha permesso di confermare l’efficienza e l’efficacia a lungo termine del rivestimento antibatterico, nonostante l’ambiente sia giornalmente sottoposto ad altissimi tenori di umidità ambientali legate alle lavorazioni casearie. Vapori, condense, grassi, sostanze organiche e nutritive non hanno minimamente intaccato le superfici rivestite, né creato contaminazioni batteriche, permettendo in tal modo di produrre alimenti in piena sicurezza.

Prelievi tampone sulle superfici trattate hanno evidenziato crescita batterica 0 (zero). Il risparmio in termini di fermo impianto e manodopera per ritinteggiamenti periodici ha

consentito notevoli economie di risorse finanziarie. Tempi di shelf–life prodotto maggiori, meno resi da clienti e maggiore conservabilità di

materie prime, semilavorati e prodotti finiti.

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Supporti con pesanti contaminazioni da muffe e batteri: rilascio di spore.

Gli stessi ambienti durante l’applicazione della linea Haseptic.

Vivere in un ambiente malsano: EFFETTI SULLA SALUTE.

Un ambiente umido e pesantemente contaminato da muffe risulta anche malsano in conseguenza di fenomeni derivati che si distinguono in “controllabili” ed “incontrollabili”.

Le conseguenze controllabili: sono quei fenomeni che si possono “vedere e toccare”. Esse sono, ad esempio: distacchi, sfaldamento, distruzione superficiale di intonaci, rivestimenti e pitture. Macchie, muffe, odori. Alta umidità relativa negli ambienti. Condense su infissi, piastrelle, pavimenti. Necessità di manutenzioni continue. Impresentabilità degli spazi abitativi. Riduzione del valore locativo. Generalmente si risolvono con una ricorrente manutenzione (tinteggiature) ed una costante ventilazione ambientale.

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Le conseguenze incontrollabili: sono quei fenomeni che generalmente non si possono “vedere” in quanto agiscono più subdolamente. I loro sono effetti latenti, agiscono e si manifestano a distanza di tempo con dannosissimi esiti sulla salute manifestandosi con artriti, allergie, dermatiti, affezioni bronchiali, debilitazioni immunitarie,...

Le debolezze immunitarie espongono i soggetti a rischio (soprattutto bambini ed anziani), a maggiori esposizioni critiche ed una più facile vulnerabilità all’attacco da VIRUS.

Le conseguenze sulla salute possono essere devastanti.

Asme, bronchiti, allergie inspiegabili e fenomeni legati a debolezze immunitarie possono essere la conseguenza del vivere un ambiente malsano.

Il ricorso a specialità medicinali può risultare più costoso di un’operazione di risanamento correttamente diagnosticata ed affrontata.

Microrganismi sulla punta di uno spillo. Visibili al microscopio.

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TEMPISTICA DI RIPRODUZIONE DEI BATTERI.

Un microrganismo si riproduce ogni 10’. Diventano 1.000.000 in 3 ore. Diventano 1 miliardo in 5 ore.

DI COSA HANNO BISOGNO BATTERI E MUFFE PER RIPRODURSI?

Sostanze nutritive

Calore Umidità Tempo

Questi semplici ingredienti -presenti in ogni abitazione- sono sufficienti per determinare patologie alquanto preoccupanti, talvolta gravi e, in minor misura, mortali. Allergie, affezioni bronchiali, debolezze immunitarie, asme, bronchiti, malesseri inspiegabili: di preferenza colpiscono soggetti a rischio quali bambini, anziani e convalescenti. Le debilitazioni immunitarie espongono i soggetti a rischio a maggiori esposizioni critiche ed una più facile vulnerabilità all’attacco da VIRUS.

Meccanismi di proliferazione delle muffe.

Sostanze nutritive: la presenza di sostanze nutritive negli ambienti domestici è inevitabile. Cibi cotti male o non idoneamente conservati, scarsa igiene di piani di lavoro, suppellettili mal sterilizzate, mani lavate frettolosamente, presenza di animali domestici, desquamazioni, …sono solo alcune delle possibili fonti che forniscono il substrato ideale ove acari, muffe, funghi, lieviti e batteri possono annidarsi e riprodursi indisturbati.

Calore: anche questo elemento è inevitabile in un ambiente abitativo. Prodotto naturalmente dal corpo umano, la produzione di calore, costituisce uno dei più importanti fattori di adattamento umano. Altre fonti di produzione di calore sono costituiti da impianti di riscaldamento e climatizzazione, dalla cottura dei cibi (da cui si sprigionano anche sostanze nutritive), dal calore sprigionato da elettrodomestici ed apparecchiature elettriche.

Umidità: è elemento indispensabile alla vita umana, come anche alla proliferazione muffigena, l’umidità è originata da molteplici fattori indipendenti ma collaboranti tra loro. L’umidità prodotta dal corpo umano, attraverso l’atto della respirazione, è indispensabile nei meccanismi di termoregolazione corporea e fondamentale per il nostro benessere.

Quali sono le caratteristiche richieste ad un sistema ANTIMUFFA ED ANTIBATTERICO PERMANENTE perché sia efficiente?

• Efficacia nel tempo • Facilità di applicazione • Resistenza al degrado • Interventi non demolitivi • Velocità di intervento • Benefici immediati

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• Efficienza comprovata • Inalterabilità nel tempo • Economico • Esteticamente gradevole/decorativo • Economia di esercizio • Efficacia contro qualsiasi tipo di muffa, batterio, fungo, lievito. • Non richieda maestranze specializzate • Assenza di macchie, muffe, alghe, odori • Senza giunzioni • Piena aderenza al supporto • Non deve ridurre gli spazi abitativi • Rivalutazione commerciale ed abitativa • Atossicità • Ecologia e rispetto per l’ambiente • Non rilascio di sostanze nocive nell’ambiente • Assenza di composti organici volatili (VOC) • Garanzia • Prezzo • Referenze

PRIMA DI RISTRUTTURARE, PENSATECI.

I sistemi della linea HASEPTIC sono disponibili in base alle specifiche esigenze estetiche e funzionali della clientela: ospedali, sale asettiche, camere bianche, sale di controllo, ambienti sia produttivi che domestici…

Chiamaci ora per sottoporre il tuo caso specifico!

Potremo mostrarti ulteriori referenze di casi concreti risolti con successo.

È nostro preciso impegno chiarire qualunque dubbio e fornirti i chiarimenti necessari. Possiamo parlarne e, senza impegno, ascolteremo con attenzione ogni Vostro commento,

perché sentiamo che potremo esserVi utili.

Se riuscite ad immaginare tutti i vantaggi, noi Vi sorprenderemo ancora di più!

Certi di essere stati utili nel chiarire tanti aspetti di un problema ritenuto, dai più, di “difficile soluzione”, ostico da affrontare e gravoso da risolvere in modo definitivo, ci piace

concludere questa breve panoramica sull’umidità e le muffe, con una massima che, si spera, possa condurre ad una serena riflessione e spassionata valutazione.

Grazie per l’attenzione e buon lavoro.

Il team di Tecnologie Top Level.

Potete liberamente inoltrare questo report a tutti coloro che, secondo Voi, potrebbero essere interessati ai nostri consigli.

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“ l’offerta più bassa…”

E’ imprudente pagare troppo, ma peggio ancora è pagare troppo poco. Quando paghi troppo, perdi (forse) un po’ di soldi, è vero, ma è tutto qui.

Quando invece paghi troppo poco, rischi di perdere tutto, perché ciò che hai comperato non è in grado di fare il lavoro per cui l’avevi acquistato.

La legge comune degli affari nega la possibilità di pagare poco ed ottenere molto: ciò non può accadere.

Se tratti con l’offerente meno caro è bene che tu preveda una certa riserva per coprirti dal rischio che corri.

Ma se puoi fare ciò, avrai certamente abbastanza denaro per comprare qualcosa di meglio.

JOHN RUSKIN (1819-1900)

Fonti bibliografiche e fotografiche: Paolo Gasparoli, Le superfici esterne degli edifici. Alinea editrice. Gianfranco Caruso, Fisica dell’edificio. Aracne editrice. Carlo Pizzetti, Condizionamento dell’aria e refrigerazione, vol. 1 e 2. Casa Editrice Ambrosiana. Daniele Bosia, Risanamento igienico edilizio. EPC libri. Isabella Mundula, Norberto Tubi, Umidità e risanamento negli edifici in muratura. Maggioli editore. Giovanni e Ippolito Massari, Risanamento igienico dei locali umidi. Hoepli. Mario Collepardi, Luigi Coppola, Enco Journal, Enco, Engineering Concrete, Spresiano (Tv). G. Nervetti, F. Soma, La verifica termoigrometrica delle pareti. Hoepli. Tutti i diritti riservati. Copyright 2012.