the best magazine_#1-11

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La rivista per il blogger fatta dal blogger # uno anno 1 - gennaio/febbraio 201 1 la vera storia di Pelle di rame e Statua di sale vicoli un mare di speranza collana cristalli e alcantara in vacanza con un’amica l’estate del mio primo bacio è verdeazzurro il mare un’estate di tanto tempo fa Vivian Maier la fotografa bambianaia il mare d’inverno verso il mare sposi, mare, foto e parole il mare... mar e i l intervista a... Michele Saponara di SapienzaVela

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La rivista per il blogger, fatta dal blogger

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Page 1: The Best Magazine_#1-11

La rivista per il bloggerfatta dal blogger

# u

no

anno 1

- g

ennaio

/febbra

io 2

011

la vera storia di

Pelle di rame

e Statua di sale

vicoli

un mare di speranza

collana cristalli e alcantara

in vacanza con un’amica

l’estate del mio primo bacio

è verdeazzurro il mare

un’estate di tanto tempo fa

Vivian Maier

la fotografa bambianaia

il mare d’inverno

verso il mare

sposi, mare, foto e parole

il mare...

mareilintervista a...Michele Saponara

di SapienzaVela

Page 2: The Best Magazine_#1-11
Page 3: The Best Magazine_#1-11
Page 4: The Best Magazine_#1-11

Editoriale 20

11

Camminavo sulla sabbia.

Bassa marea.

E giù, oltre, la curva,

scrissi un verso sulla sabbia.

E in quel verso scrissi

quel che la mia mente pensava

e ciò che la mia anima desiderava.

E quando la marea fu alta,

ritornai, ancora, su quel lido,

e di ciò che avevo scritto nulla trovai.

trovai solo i segni del bastone

di uno che aveva lì camminato da cieco.

K. Gibran

Page 5: The Best Magazine_#1-11

Solindue

Il mio rapporto con il mare è intenso a tal punto che nondisdegnerei di poter trascorrere cullata dalle onde unabuona parte del resto della mia vita. Un guscio di noce,una tela e qualche buon libro…e chiaramente l’illusionedi aver lasciato dietro di me tutti i problemi terreni. Neimomenti di difficoltà mi sono comunque semprerifugiata nel mare, forse perché il suo movimento, il suo

essere in ogni attimo diverso da prima e uguale a dopo, mitranquillizza. La sua potenza e la sua forza mi rassicurano; ilsuo profumo, il suo profondo respiro, mi hanno fattoinnamorare.

Sulla Terra l'acqua copre il 70,8% della superficie del pianeta ead essa è riconducibile la stessa origine della vita. Predisporreun intero numero di The Best dedicato al mare è stato quindi ungioco da ragazzi un po’ per tutti, tranne forse per Aracne, che siè lamentata pubblicamente (suvvia avevo solo chiesto unaricettina con il pesce!).

E’ inutile che vi racconti che fra queste pagine troveretefotografie stupende (The Best si sta mutando in una rivistafotografica!) e ogni genere di articolo: dalla poesia carica disperanza ed emozioni, ai ricordi d’infanzia abbracciati allasabbia; pedalate invernali sul lungo mare del Poetto e nonpoteva certo mancare il racconto di un primo bacio sullaspiaggia sotto le stelle. Davvero gioco facile hanno avuto lanostra coppia di ecologisti: il nostro amato mare è spessotalmente mal trattato che seguendo i loro consigli potremmoiniziare ad aiutarlo.

Da mettere in risalto il ritorno dopo due mesi di assenza del“figliol prodigo Luciano” con un racconto dal finale un po’ acerbo(insisto: quel tizio salato mi sta sull’anima in un modo!) e lanuova arrivata: Marta, con il suo sogno di giornalista, cheaccolgo nella mia redazione con estremo gradimento.

Da parte mia ho avuto il piacere di lavorare con dei ragazziincredibilmente dinamici ed energici: i giovani di“SapienzaVela”: intervistarli è stata davvero una scoperta piùche interessante, leggerete.Vi lascio come sempre al vostro divertimento, quale che sia:sfogliare le pagine raggianti su Issuu o godervi gli articoli unoalla volta con la possibilità del commento sul blog.

Vi abbraccio tutti ad uno ad uno.

http://www.solindue.wordpress.com/

Page 6: The Best Magazine_#1-11

#1 11 5|

the contents

La natura...

49 by Franco

Il mare di Aracne

57 by Aracne

Il mare d’inverno

52 by Fabio Melis

La fotografa Bambinaia

69 by Grimilde

L’estate del mio primobacio

53 by Grimilde

Editoriale

by Solindue 3.

La vera storia diPelle di rame e Statua di sale

by Luciano Marcelli 7

La mer

by 13Jaulleixe

Intervista a...Michele Saponara

by Solindue 19

Foto del mese

by Grimilde 27

Un mare di emozioni

by Valentina 31

by Alanford50 11Il Natale di nessuno

Un mare di speranza

by Spaziocorrente 26

Coper

tina

© Solindue

Coper

tina_

retr

o

© Arthur

Il mare

by Marta 29

Blog creativo...Collana mezzi cristallicon alcantara

by Pensierieperline 35

Verso il mare

41 by Riccardo Uccheddu

Sposi, mare, foto e parole

43 by Antonella

In vacanza con un’amica

51 by Folletta

E’ verdeazzurro il mare

68 by Santi

L’opinione...Un’estate di tanto tempo fa

74 by Arthur

2

11

27

31

49

Page 7: The Best Magazine_#1-11

the

ne

est

ma

ga

zib

the

nees

t mag

azi

b

Rubriche e collaborazioni

Elle -

E. Koala

Spaziocorrente

Grimilde

Luciano Marcelli

Riccardo Uccheddu

Stella Luce

Folletta

Fabio Melis

(

Alanford50

Sapienza Vela

OnAir - Godot - BabEle -

Kate - Kocheika -

Cultura e Spettacolo

La foto del mese è di: Grimilde

(www.2elle.wordpress.com)

(www.koalanation.wordpress.com/)

(www.spaziocorrente.wordpress.com)

(www.pensieriscomposti.wordpress.com/)

(www.lucianomarcelli.wordpress.com/)

(www.riccardo-uccheddu.blogspot.com/)

(www.stellasolitaria.wordpress.com)

(www.folletta.blog.kataweb.it/)

)

(www.alanford50.leonardo.it/blog)

(www.sapienzavela.it)

(www.pensieriscomposti

www.blogaventurareporter.blogspot.com/

.wordpress.com)

(e-mail: [email protected])

nel

http://thebestmagae-mail: [email protected]

web:

zine.wordpress.com

...da un’idea di Solindue

Direttore

Art Director

Progetto graficoImpaginazione

Redazione

Solindue

Arthur

Arthur

Solindue

Arthur

Solindue

L’intervista a...

Arthur

L’opinione...

Valentina

Valentina Calzia

Aracne_in cucina con...

(www.solindue.wordpress.com)

(www.ilmondodiarthur.wordpress.com)

(www.solindue.wordpress.com)

(www.ilmondodiarthur.wordpress.com)

(www.aliusetidem.wordpress.com)

(www.tremaredamore.it)

(www.lagriccia.blogspot.com)

(www.pensierieperline.wordpress.com)

(www.godblessmarta.wordpress.com)

Jaulleixe(www.jaulleixe.wordpress.com)

Pensierieperline_Blog creativo

Marta

Antonella(e-mail: [email protected])

Page 8: The Best Magazine_#1-11

La vera storia

elle di rame

tatua di sale

di

eP

S

Page 9: The Best Magazine_#1-11

racconto di mare di un tempo che fu

by Luciano Marcelli

Page 10: The Best Magazine_#1-11

by Luciano Marcelli

#1 11| 9

La vera storia di Pelle di rame e Statua

di sale. Racconto di mare di un

tempo che fu.Due miglia al largo

della costa, esposta a Occidente; il

cielo è quasi sereno; la visibilità è

ottima; da diciotto ore soffia un vento fresco di

Maestrale, con raffiche di vento forte; cavalloni alti,

dalle creste imbiancate di schiuma, vengono incontro

costanti, da una distesa di blu e di schiuma a perdita

d’occhio; gli spruzzi da prua percorrono facilmente i

trentasette piedi che bastano a raggiungere e

superare il pozzetto e ogni spruzzo incrementa il

deposito salmastro.

Il timoniere, sempre più, assomiglia a una

statua di sale. Barra all’orza, mentre lo scafo si inerpica

su per il fianco scosceso di ogni onda, presa al

mascone. Un istante di sospensione, come la pausa

dopo che si è inspirato, e poi giù a capofitto verso il

cavo, poggiando deciso senza eccessi, scivolando

lungo il declivio blu con la fiancata, in una corsa

esilarante e composta; poi una pausa più lunga, come

dopo che si è espirato; attimi di tregua e si riprende, il

governo come il respiro. Sali e scendi, orza e poggia,

disegnando pacatamente un interminabile scia

serpeggiante, lungo la quale si dischiude tutto il

piacere del navigare. Se dalla spiaggia o dalla strada

litoranea o da una casa in riva al mare qualcuno ne

osservasse il procedere, vedrebbe lo scafo scomparire

ogni volta nel cavo tra le onde, lasciando per un po’

soltanto l’albero e la ridotta velatura a tradirne la

presenza: ma c’è solo una spiaggia per molte e molte

miglia, lungo questa costa, e la spiaggia è deserta,

bruciata dal sole, dal vento, dal sale, in quest’ora

meridiana di inizio settembre; nessun nastro asfaltato

ingiuria le colline del Parco, mentre lungo i sentieri non

pare avvistarsi anima viva; si staglia una costruzione

solitaria, sul promontorio: un convento o monastero o

un’abbazia; dopo pranzo, chissà che fanno, se

recitano, se riposano, se osservano la vela bianca sul

mare imbiancato.

-*-

Pelle di rame riposa nella pancia del piccolo

vascello, sprofondata nel miele denso della malinconia

del ritorno.

-*-

Trascorre il tempo, con i lunghi bordi a risalire;

la barca risulta facile, giustamente orziera pur tenendo

a riva il solo genoa, ridotto; la conduzione è agevole e

per i rari cambi di mure vanno bene due sole braccia.

© p

atr

izia

balle

rini

Page 11: The Best Magazine_#1-11

#1 11| 10

by Luciano Marcelli

Statua di sale la sente quasi viaggiare da sé. Lui e

Pelle di rame e il loro guscio di vetroresina: un’armonia

ispida, che avanza senza fretta verso casa.

-*-

Pelle di rame mette fuori il naso; il capo; si

volge attorno; osserva la distesa di spuma, a Ovest, a

Sud, a Nord; osserva i rilievi, a Est; stima tra sé e sé la

posizione; si lascia abbagliare dalla luce che splende

tutto intorno; si lascia scarmigliare dal vento salato.Si

siede in pozzetto e allora acqua e salsedine la

investono: ha indumenti di cotone sulla pelle di seta,

colore del rame più scuro, sulla carne tenera e robusta,

sui muscoli che fremono animali. Sorride silenziosa a

Statua di sale, che silenzioso ricambia, da sotto la

cerata inzuppata, da dietro la crosta salmastra, da

dentro la maschera di sale.

-*-

La costa ora si protende verso la loro rotta, con

la piana verde e la spiaggia chiara e le acque basse

del Tombolo, che si tingono di smeraldo e di turchese;

ora rientra, più scoscesa, restituendo un blu intenso,

misterioso, sotto la chiglia. Costa e barca e acqua e

cielo e nubi leggere e veloci: tutti gli elementi scorrono

tra loro. Si supera il Canale di Piombino, con il suo

traffico di traghetti carichi di automobili e di

villeggianti che vanno o che tornano; passeggeri che

salutano verso la barca, ogni volta che le rotte si

incrociano; Statua di sale sorride sornione,

compiaciuto del suo destreggiarsi tra uno di quei

giganti e l’altro: poggia, passa di poppa a una nave,

orza e riprende l’andatura; vira per lasciare libera rotta

al traghetto successivo, diretto all’opposto; poi di

nuovo vira e subito poggia, per lasciare acqua; infine

orza sulla poppa del terzo bastimento e riprende il suo

corso. Si fa notte.

-*-

Senza preavviso il genoa si squarcia, già

vecchio e più volte ricucito. Non si lascia ammainare

facilmente. Dopo un certo lottare contro la tela lacera

che garrisce scomposta e le manovre correnti che

guizzano bizzarre e minacciose, mentre Pelle di rame

geme insicura al timone, infine la vela è saldamente

imbrigliata sulle draglie. Tocca adesso alla randa

terzarolata di fare il suo mestiere e il timone diviene

duro; la barca reagisce nervosa; il fruscio del vento si fa

aspro, sulla tela. L’intorno è rischiarato dalla luce di

una luna venuta provvidamente a rassicurare gli animi,

scossi per il cedimento del grande fiocco e per il

trambusto che ne è seguito. Si avvista soltanto una

nave in lontananza, con rotta opposta e divergente;

porta tutte le luci accese, come un paese in festa, che

tutto intero si sposta; senza sonoro.

-*-

Trascorrono poche ore e già albeggia. Il vento

tende adesso a provenire da Occidente, con forza

ridotta. Una baia molto ben protetta è l’occasione per

un riposo, dopo un pasto e un bagno. L’ultimo, lo

sanno. Rimessa la prua a Nord, il viaggio verso la base

non è una pratica da evadere: è ancora il sogno che

continua intenso fino all’ultimo minuto e che terminerà

soltanto quando si avranno i piedi sul cemento del

molo; è ancora l’incanto dell’acqua, del cielo e della

costa. L’incanto sospeso del veleggiare.

-*-

È nuovamente sera ed è lo spiazzo di un

distributore. Addio. Pelle di rame vorrebbe prendere

tra le mani le guance di lui, vorrebbe trattenerlo,

baciarlo, farsi cullare, portarlo sempre con sé. Arriva

soltanto a poggiargli i palmi sul torace, con una

smorfia di amore e di impotenza che la strugge

nell’intimo.

Lui, deciso oramai, impassibile.

Una statua di sale.

http://www.lucianomarcelli.wordpress.com/

Page 12: The Best Magazine_#1-11

© a

rthur

Page 13: The Best Magazine_#1-11

by Alanford50

vico

li

Antiche strade.

Camminare per questeantiche strade.

http://alanford50.leonardo.it/blog

L’immagine è bella, colorata, c’è calore, sa

di amori, di rancori, di gioie e di dolori, sa

di vita e di vite vissute, sa di ricordi e di

amicizie passate e perdute, sa di storie che

ancora devono essere scritte e vissute per

poi essere a loro volta dimenticate come se

non fossero mai accadute.

... amo i particolari, anche quelli più

insignificanti ed allora ecco la voce dei miei

pensieri prendere forma e ragione, quello

che mi ha colpito in questa di per se

stupenda foto è che in tutto questo calore

e colore, manca la cosa principale,

l’essenza che da senso a tutta quell’ipotesi

di vita, manca l’uomo, tutte le finestre sono

chiuse, scure, ermetiche in modo da non

lasciare trapelare ne entrare una parvenza

di umanità condivisibile.

Allora ecco la memoria venirmi in aiuto, mi

ritornano in mente parole che mi erano

scaturite un tempo ormai lontano

nell’attraversare una stradina simile a

questa della foto, in fondo tutte queste

stradine sono uguali, perché costruite e

vissute da anime troppo uguali e dalle

medesime abitudini e paure.

Nel camminare per queste antiche strade,

odo il rumore dei miei passi, nel silenzio

rimbomba sui muri delle case, solo il vento

si insinua, solo il vento osa, la paura delle

genti traspare dalle porte socchiuse, il loro

respiro si ferma sull’umido dei vetri, le

tende avvolgono e nascondono sguardi

impauriti curiosi ed ostili, tutto si muove e

si dà da fare nell’ombra per renderti

straniero, se non fosse per il rumore dei

miei passi che nel silenzio rimbomba sui

muri delle case, forse mi lascerei vincere e

sopraffare e dalla paura.

Page 14: The Best Magazine_#1-11

Vi piacerebbe ritrovarlo ogni estate come lo

cantava Charles Trenet? Allora dobbiamo

at-trez-zar-ci adeguatamente il prima

possibile. No, no, via le pinne, i secchielli… il

boccaglio, poi: siamo a febbraio! Il

mare ve lo preparate al supermercato.

Infatti, nonostante le soluzioni 100% biodegradabili ed

ecosotenibili siano indiscutibilmente l’ a cui

tendere, per la gravità della situazione in cui versano

attualmente i nostri mari (sarebbe proprio il caso di dire

che ) anche un limitato ma

contributo, in compatibilità con le possibilità di

ciascuno, è . Ecco perché questa volta i

vi offriranno alcuni spunti da cui partire per

trovare l’ambito (o gli ambiti!) a cui dedicarsi in attesa del

solleone.

. Molti

riporteranno i seguenti simboli in etichetta:

Il primo significa: “Sostanza che può avere effetto

irritante per pelle, occhi ed apparato respiratorio. Non

respirare i vapori ed evitare il contatto con pelle.” Il

secondo, segnala “Sostanze nocive per l'ambiente

acquatico (organismi acquatici, acque) e per l'ambiente

terrestre (fauna, flora) e l’atmosfera o che a lungo termine

hanno effetto dannoso”. Trovare nei supermercati

detersivi e smacchiatori privi di entrambi è dura. Ma

, beh, . Tenete

presente, mentre scegliete il prodotto, che il famoso

bianco “luminoso” è solo un’illusione di ulteriore pulizia

data dagli sbiancanti ottici (che non garantiscono

maggiore igiene e possono pure comportare allergia) e

che prima di ricorrere a candeggine, additivi vari

supersmacchiatori si possono tentare una miriade di

accortezze che – garantiamo – funzionano, rovinano

meno i tessuti e di solito costano pure poco (per esempio,

non lavare mai le macchie di sangue con l’acqua calda, che

avrebbe su di loro un effetto “indurente”, e versarci sopra,

piuttosto, dell’acqua ossigenata prima del lavaggio;

mettere l’aceto nella vaschetta dell’ammorbidente vi fa

vostro

optimum

si naviga in cattive acque

Jaulleixe

innanzitutto

costante

fondamentale

1 - Guardate i vostri detersivi e smacchiatori

che

non riportino il secondo è fattibile

lamer

by Jaulleixe

#1 11| 13

Page 15: The Best Magazine_#1-11

#1 11| 14

by Jaulleixe

risparmiare su questo e sull’anticalcare; ecc…).

Per comprare un alimento delicato come questo prima o poi si trova un posto che ci ispira fiducia

e da quel momento squadra vincente non si cambia. Vi può tutelare sul piano della salute personale, ma per quanto?

Ricordate infatti che il mare è un ecosistema minore dell’ecosistema Terra, il che vuol dire non solo che la salute o la

malattia di una sua parte si ripercuote sul , ma che ciascun componente è INDISPENSABILE e la sua improvvisa

scomparsa comporterà, prima o poi, una seria minaccia per l’equilibrio del mare (e del pianeta di conseguenza). Sarebbe

quindi opportuno evitare il surgelato e nutrirsi solo di pesce locale (per chi vive nell’entroterra, proveniente dalla località

marittima più vicina possibile), purché NON sia stato pescato con le reti a strascico e NON sia a rischio estinzione. Se

seguire entrambe le regole vi riesce difficile, rispettate almeno la prima. Ed , freschi o congelati, almeno

i seguenti pesci: , , , , , ,

, , , , , , , ,

, . Le alternative provenienti dall’allevamento? Ok, ma con un occhio di riguardo a luogo e modalità

di allevamento (quanti avrebbero il coraggio di cibarsi di pesce che è stato trattato ?)

[ ]

. Ogni anno milioni di pesci, balene, , uccelli

marini e tartarughe muoiono a causa della plastica e dei coloranti (sostanze talora tossiche - quando non cancerogene - che

finiscono con l’accumularsi negli organi interni degli esseri viventi) degli . Dovrebbero essere aboliti, e in questo la

legge è dalla nostra. Ma qualche supermercato fa ancora il furbetto. L’ideale sarebbe dotarsi sempre di borse riutilizzabili in

tessuto robusto. Ma se non ce l’avete (o ve la siete dimenticata: anche a noi purtroppo capita) almeno pretendiamo i

sacchetti biodegradabili. E, se la rivendita ne fosse sprovvista, creiamoci l’alternativa: noi ad esempio

spesso lasciati in giacenza, in attesa di essere

buttati, in piccoli cumuli tra un reparto e l’altro.

Se l’ingrediente (olio d’oliva, di semi, ecc…) che vi permette di dorare

verdure, gamberi, frittate e quant’altro finisce negli scarichi del lavandino o del w.c., e quindi nelle fogne, e da lì nel mare,

contribuirete a creare una pellicola impermeabile che impedisce l’ossigenazione e quindi la vita della flora e della fauna

marina (4 kg di olio creano una patina estesa come un campo da calcio). Se volete quindi continuare a godervi lo o

2 – Il banco del pesce.

evitate SEMPRE

anguilla bianchetto capasanta cernia halibut della Groenlandia merluzzo bianco

nasello occhialone platessa pesce specchio pesce spada rana pescatrice razza squalo tonno

alalunga tonno rosso

3 – STOP al sacchetto di plastica

“usufruiamo” degli

scatoloni con cui le nuove provviste alimentari arrivano nei supermercati

4 – L’unica frittata da non fare è buttare l’olio in mare.

tutto

shoppers

snorkeling

\fs22fs22

http://www.ilcambiamento.it/caccia/pesci_scuoiati_vivi_indagine_mfa.html

http://www.ticinolibero.ch/?p=53442

così

delfini [ ]

http://www.jaulleixe.wordpress.com/

Page 16: The Best Magazine_#1-11

#1 11| 15

by Jaulleixe

l’attività subacquea

. In molte città esistono punti di raccolta settimanale di questi contenitori per

riciclarne il contenuto (almeno all’80%, trasformandolo in lubrificante, bitume e gasolio). Ed è un servizio che

probabilmente già pagate con le tasse. Non usufruirne sarebbe un doppio spreco!

Potremmo scrivere volumi sulla cosmetica insalubre, capitoli su quella che, in particolare,

uccide flora e fauna marina. Comunque, un primo passo comunque significativo può essere

: acquistare shampoo

contenenti ; balsami contenenti PEG o PPG ( ); liscianti o cosmetici per pelle e/o capelli

contenenti , , , , , , , e

tutti gli ingredienti che finiscono in – , - , - . Superfluo aggiungere che questi ingredienti, al grave danno

ambientale, aggiungono quello alla salute umana.

“Questo è davvero troppo”, starete già pensando. Se vi imbarazza immaginare il

confronto meramente igienico tra carta e (tra i quali è fin troppo chiaro chi vince), sappiate almeno che la carta igienica

(così come i fazzolettini e i tovaglioli di carta) complica le operazioni di filtraggio degli scarichi fognari e, per i comuni con

sbocco sul mare dotati di depuratori “difettosi”… beh, è un bel problema che tende a sedimentarsi sui fondali e a restarci per

un po’. (certificata ) E in tutti i casi in cui è possibile

(quante volte ricorriamo a un paio di strappi solo per soffiarci il naso, o per struccarci) !!!!

[ ]

E in attesa che scopriate la vostra “vocazione” salva-mare, i nostri migliori auguri per una rapida integrazione eco

sistemica dei percorsi esistenziali Uomo-Mare… .

prendete una tanichetta o una grande bottiglia di plastica, un imbuto e versateci l’olio di cottura (e

quello di conserva!) man mano che vi avanza

5 – Lavatevi senza sporcare!

trascrivervi queste poche

regole su un foglietto da tenere nel portafoglio per rapida consultazione ASSOLUTAMENTE MAI

EDTA

6 – Sfidate l’ultimo tabù: la carta igienica!

Compriamone quindi poca e usiamola con estrema parsimonia.

buttiamola nel cestino

mai maiPolyquaternium

Paraffin Paraffinum liquidum Petrolatum Cera microcristallina Dimetichone Dimethiconol Amdimetichone

one thicone siloxane

bidet

pour la vie

FSC

http://www.fsc-italia.it/download/materialedivulgativo/Brochure%20FSC%20interno.pdf

http://www.jaulleixe.wordpress.com/

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Page 18: The Best Magazine_#1-11
Page 19: The Best Magazine_#1-11

intervista a...

Michele Saponara

by Solindue

Page 20: The Best Magazine_#1-11

#1 11| 19http://solindue.wordpress.com/

l’intervista by Solindue

i dintervista

Vicepresidente

ichele aponaraa M S

Se provate a digitare su Google, la risposta sarà immediata (0.24 secondi) con 145.000

risultati.

L ’ iniziativa è ovunque: ha un sito ( ); una pagina su facebook

( ) ; t r o v e r e t e u n c a n a l e d e d i c a t o s u y o u t u b e

( ); articoli sui giornali di nautica e quant’altro.

Ad una prima visione del sito “ ” risulta un’associazione di studenti che offre corsi di vela:

iniziazione, perfezionamento e patenti nautiche. Ma dietro nasconde un progetto davvero più vasto: la

progettazione e la realizzazione di prototipi di barche a vela da competizione, concepite e costruite dagli studenti.

Cosa c’è davvero dietro?

Chi o quale facoltà del’Università La Sapienza di Roma

coordina tale progetto e quanti studenti e quali facoltà sono al momento coinvolti?

“ ”

www.sapienzavela.it

w w w . f a c e b o o k . c o m / s a p i e n z a v e l a

www.youtube.com/user/SapienzaVela

SapienzaVela

SapienzaVela

Presentare SapienzaVela come un’associazione che offre corsi di vela penso sia riduttivo: è piuttosto unlaboratorio dove applicare le conoscenze acquisite nei diversi corsi di laurea. Per fare solo qualche esempio ilgruppo sportivo, sotto la guida di Federico Insabato - studente di “Cooperazione e sviluppo internazionale”-, ed exteam manager del Joe Fly Sailing Team, sta sperimentando delle tecniche di apprendimento innovative e di temabuilding. Inoltre uno specializzando di “Medicina dello Sport” sta preparando un piano di allenamento specifico perla vela, in collaborazione con “Mascalzone Latino” e lo sperimenterà proprio con i nostri ragazzi. Per fare un’altroesempio il gruppo di studenti che si occupa di comunicazione sta sfruttando, in modo innovativo per un grupposportivo, le nuove opportunità offerte dal web2.0, come tu giustamente accennavi, facendo scrivere spesso aipartecipanti le notizie che appaiono sul sito e sulla pagine di facebook.

“Mille e una Vela” è probabilmente il progetto chemeglio riassume lo spirito dell’associazione,coniugando sport, studio teorico, innovazione erealizzazione concreta. Il progetto è partito circa unanno fa con l’inizio delle lezioni teoriche difluidodinamica, e l’inizio della progettazione delloscafo, varato a Ottobre.

Il professore di riferimento, al quale va il nostro più sentito ringraziamento, è il Prof. Giorgio Graziani, Direttore delDipartimento di Ingegneria Aeronautica e Meccanica. Personalmente mi occupo di coordinare il gruppo deglistudenti e le varie attività insieme a Chiara Pilloton. Al momento sono coinvolti in maniera diversa circa 20 studentidivisi in base alle capacità ed ai settori di interesse tra le Facoltà di Ingegneria, Architettura, Disegno Tecnico-Industriale, Economia e Sc. della Comunicazione. Speriamo di riuscire a coinvolgere anche studenti diMatematica o della Facoltà di Scienze in generale.

Page 21: The Best Magazine_#1-11

http://sapienzavela.it

L’imbarcazione presentata da pochi mesi è uno skiff* di 4.60 m. Un grande investimento immagino sia di tempo che di

denaro. Avete dei finanziamenti?

Degli sponsor?

Ci sono Cantieri nautici italiani che si sono interessati al progetto?

L’iniziativa fa parte delle Iniziative Culturali degli studenti, con Benedetto Madia e Federico Lo Torto nella funzionedi firmatari; come tale ha avuto un primo stanziamento di fondi da parte dell’Università.

Abbiamo avuto la possibilità di usufruire dei fondi messi a disposizione dal Cus Roma, destinati alle attività velicheda uno sponsor. In oltre le vele sono state costruite dalla 3FL di Francesco Cruciani con la collaborazione delquale abbiamo acquistato solo il materiale usufruendo di una riduzione dei costi notevole.

Grazie all’interesse ed alla passione del Dr. Marco Brinati, senzail quale non avremmo potuto portare a termine la nostraavventura, l’imbarcazione è stata costruita presso i CantieriNavali D’Este, che ci hanno messo a disposizione l’attrezzatura,

#1 11| 20

l’intervista by Solindue

Page 22: The Best Magazine_#1-11

#1 11| 21

l’intervista by Solindue

http://solindue.wordpress.com/

la logistica e i materiali, nonché la supervisione dell’Ing. Maurizio Fissi, responsabile e direttore del cantiere di S.Marinella. Il risultato finale è stato molto apprezzato; ha anche riscosso l’interesse di alcuni possibili acquirentitanto che non si esclude una produzione di piccola serie della barca stessa.

La manifestazione è nata nel 2005 su iniziativa della Facoltà di Architettura di Roma 3: prevede l’impegno deglistudenti nel progettare, costruire e poi far confrontare i propri scafi contro quelli prodotti dalle altre universitàitaliane e non solo, in una regata di fine anno accademico. Le barche devono rispettare delle misure massime eminime (come la lunghezza, la larghezza, la superficie velica massima, il peso, etc.) ma possono avere formecompletamente diverse lasciando grandi margini di sviluppo e ricerca nella fase di disegno dello scafo, per questomotivo “Milla e una Vela” è stata definita “la CoppaAmerica delle Università”.

Il materiale deve essere il legno o le fibre naturali. La nostra scelta, estremamente innovativa, è stata quella dicostruire la barca con un sandwich a base di fibra di canapa e cedro, che ci ha consentito di usare le modernetecniche di costruzione tipiche delle fibre di vetro o carbonio ma sviluppando un materiale ecologico edecocompatibile come la canapa.

Le imbarcazioni progettate e costruite dagli studenti vengono poi utilizzate per la manifestazione, a cui accennavi

sopra, “Mille e una vela”. Di cosa si tratta?

“SapienzaVela” offre corsi di iniziazione e perfezionamento alla vela. Usate sempre e solo i “vostri” scafi o

Page 23: The Best Magazine_#1-11

partecipate a regate invernali con altre imbarcazioni?

Hanno aderito al progetto anche studenti di altre facoltà o comunque giovani interessati solo ai corsi di vela che non

hanno niente a che vedere con ingegneria architettura o simili?

Un progetto come questo che volge alla pratica e non solo all’apprendimento della teoria, dovrebbe essere una

spinta non indifferente per l’inserimento facilitato dei giovani laureati nel mondo del lavoro. Avete già riscontri in

questo senso? Avete già giovani laureati che hanno discusso “Tesi” di cui parlavi prima?

Nell'immagine accanto, mi spiegano i ragazzi,

Resto

ammutolita, senza ulteriori domande. Cos’altro si può

aggiungere davanti ad un gruppo di giovani così

“professionali” con i quali ho dialogato con grande

dinamicità, puntualità e competenza? Sono felice di

averli “scoperti”.

Invernali e non solo, la nostra attività prosegue tutto l`anno. Grazie alla collaborazione con il Reale CircoloCanottieri Tevere Remo, per i corsi di vela utilizziamo derive (Fiv 555) ed imbarcazioni di mini-altura (Platu 25 –barca di 7.50 m) che sono più adatti ai corsi di iniziazione dato che sono meno estremi dello skiff costruito per laregata. Inoltre con i Platu 25 la nostra Squadra Agonistica sta partecipando al Campionato Invernale di Anzio inpreparazione degli appuntamenti della stagione 2011 che prevedranno la partecipazione ad alcune regatenazionali del circuito Platu 25, a regate di match-race e regate lunghe di altura come la 41° Parallelo e la Tre Golfi.

Ai corsi di vela partecipano studenti di tutte le facoltà da Psicologia a Filosofia, Economia, Giurisprudenza,Antropologia ed altre ancora. Ma anche per il progetto “Mille e una vela” stiamo cercando di allargare alle altrefacoltà il bacino di partecipazione: lo scopo è quello di avere un prodotto finale che rappresenti le capacità e lecompetenze di tutta l’Università. In tal senso stiamo sviluppando dei progetti con Psicologia e Medicina dello Sportper il miglioramento delle performance sia dal punto di vista fisico che mentale, per il controllo dello stress e delledinamiche di gruppo. Con Economia stiamo sviluppando un discorso di studio di un piano di marketing perpensare allo sviluppo del circuito di regate degli skiff universitari e per lo studio di mercato per vedere la fattibilità diuna produzione in serie della barca della Sapienza. Molto altro si può fare e per questo siamo aperti e disponibili aproporre anche titoli di tesi legati ai vari aspetti del progetto.

L’anno scorso il progetto era ancora in una fase embrionale e non sono state svolte tesi. Quest’anno invece sonogià tre gli studenti interessati a produrre tesi sull’argomento e contiamo di coinvolgerne ancora. Il valore aggiuntodel progetto è proprio questo: mettere gli studenti davanti a problemi pratici e concreti che vanno affrontati e risoltiin maniera altrettanto pratica e concreta. Tutto questo utilizzando strumenti classici che vengono normalmenteusati negli studi di progettazione, con il supporto di professori ma anche di professionisti affermati del mondo dellanautica. Nella nostra disastrata università i professori possono finalmente svolgere il loro ruolo di educatori eformatori, con una attività che trova la sua conclusione non in uno sterile esame, ma nella soddisfazione di averrealizzato qualche cosa di concreto, che prende il largo nel mare come nella vita professionale di chi hapartecipato e si ritrova con un bagaglio di esperienze e competenze estremamente arricchito.

“èrappresentata l'analisi bidimensionale del flussointorno allo spigolo dello specchio di poppa conl'approssimazione del pelo libero dell'onda fisso: lefrecce rappresentano direzione e velocità del flusso,mentre la scala cromatica tiene in considerazione ledifferenze del valore della pressione”.

#1 11| 22

l’intervista by Solindue

http://sapienzavela.it

Page 24: The Best Magazine_#1-11

In un momento in cui sembra che niente nel nostro Paese vada per il verso giusto … ecco qualcosa di cui andare fieri:

loro, belli e sorridenti, fanno parte dei giovani che escono dalle nostre università!

*Il termine indica una tipologia di barca a vela (deriva) di origine australiana caratterizzata da pescaggio minimo

e dalle linee d'acqua allungate che permettono di sviluppare grandi velocità. Sono generalmente le derive più veloci.

Le tavole sono piatte ed hanno uno scafo molto sottile e sono progettate per planare e supportare l'equipaggio al

anche in condizioni di vento esiguo. Dispongono di una velatura piuttosto grande che può arrivare ad

includere o .

http://it.wikipedia.org/wiki/Skiff

skiff

trapezio

gennaker spinnaker

l’intervista by Solindue

#1 11| 23

www.sapienzavela.it

www.facebook.com/sapienzavela

www.youtube.com/user/SapienzaVela

http://solindue.wordpress.com/

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Page 26: The Best Magazine_#1-11

by Spaziocorrente

Page 27: The Best Magazine_#1-11

http://www.spaziocorrente.wordpress.com/#1 11| 26

by Spaziocorrente

un mare

speranzadi

25 Gennaio 2011

Come l'onda si alza forte

sospinta dal vento di maestrale,

così il mio grido di speranza

si affida alla frenesia della corrente.

Sulla sporgenza di uno scoglio

guardo verso l'orizzonte libero,

perché il pensiero possa perdersi

confuso nelle imponderabili distanze.

E sotto quel velo di riflesso trasparente

fa paura l'ignoto che nasconde,

imperscrutabile come un animo vagante

che cerca luce dopo oscuri spazi di dolore.

Voli a raso di gabbiani

e voci di lontani pescatori,

fanno parte di un mondo che è al di fuori

o forse inganno di apparenti differenze.

Finalmente sorge il sole

che allunga le sue braccia fino a me;

mi accorgo ora che quello che ho di fronte

è un mare di fiducia e di speranza...

… e quello che mi sorride accanto

è il volto di un amore che cercavo

ed ho trovato in te.

Page 28: The Best Magazine_#1-11
Page 29: The Best Magazine_#1-11

© G

rim

ild

e

photo del mese by Grimildehttp://www.pensieriscomposti.wordpress.com

Page 30: The Best Magazine_#1-11

#1 11| 29

by Marta

Il mare è profondissimo riflesso dell'animo mio , in grado di covare nei più buidei suoi aspetti sorprese inimmaginabili.

Il mare è un pozzo di ricordi , risveglia in me i migliori eventi e i più terribilimomenti.

Il mare è infinita saggezza , dispensa consigli e mi aiuta a sceglierne più d'uno.

Ma il mare è anche dolore in cui affogare i propri pensieri e sopratutto unapotenza da temere

come un grande amico che , avendone il potere , può decidere di toglierti ilsaluto in

qualsiasi momento esso voglia.

http://www.godblessmarta.wordpress.com/

il mr

ae

Page 31: The Best Magazine_#1-11

The Great Wave off Kanagawa - Katsushika Hokusai

Page 32: The Best Magazine_#1-11

un mareemozionidi

by Valentina

Page 33: The Best Magazine_#1-11

Io il mio lo sempre,quando , quando …

mare amo

è calmo è agitato

Page 34: The Best Magazine_#1-11

#1 11| 33http://www.aliusetidem.wordpress.com/

Quando mi è arrivata l’e-mail diSol che ci comunicava il temadell’ottavo numero di The Best,ho letto che si parlava di mare eho pensato “questo sarà facile,

almeno per una come me che vive in un posto dimare”. Poi però i pensieri, le sensazioni e i ricordilegati al mio mare si sono affollati nella mia mente egiuro che ho fatto un po’ di fatica a mettere inordine le idee.

Da quello che so e che ho visto in delle vecchie fotoil mio primo contatto col mare è stato a poco menodi un mese dalla mia nascita: sono nata a fine luglioe già a metà agosto ero in spiaggia conpasseggino, biberon, ciuccio e canottino alseguito. Ovviamente non posso ricordarmi ciò cheprovai quella volta, però so per certo che il mare l’hosempre amato, quindi l’impatto dev’essere statoestremamente positivo.Per me il mare è qualcosa di meraviglioso. C’è chi

quando pensa al mare pensa all’estate, ai lidi, aibagni, al sole cocente e alla fine è anche giustoperché la maggior parte della gente, vuoi per illavoro, vuoi per altri motivi, se lo gusta meglio nellastagione calda. Però io lo preferisco in inverno. Nonriesco a spiegare quanto sia rilassante mettersi lì,sulla spiaggia o su uno scoglio, a guardare le ondee ad ascoltare il dolce rumore della risacca, lontanidal traffico del centro, dalle chiacchiere e dallafrenesia cittadina. In inverno una cosa che facciospesso è andare nella zona di Mondello, la mattina,a prendere un gelato e a gustarlo sulla panchina diun moletto, sotto il sole della mia bellissima terra,guardando estasiata il volo dei gabbiani. E’ unospettacolo incredibile.

Io il mio mare lo amo sempre, quando è calmo,quando è agitato… In ogni momento dellagiornata. In estate dato che villeggio in una zona piùvicina alla spiaggia, amo andarci la mattina presto,quando non c’è ancora nessuno ed è tuttotranquillo. Poi arriva la confusione, e non c’è più lapossibilità di goderne al meglio fino al tramonto,

«La vita più intensa è raccontata in sintesi

dal suono più rudimentale: quello dell’onda

del mare che da quando si forma muta ad

ogni istante.»

Italo Svevo, da La coscienza di Zeno

Page 35: The Best Magazine_#1-11

by Valentina

#1 11| 34http://www.aliusetidem.wordpress.com/

quando la gente comincia a tornare acasa, il cielo si tinge di rosso e il solecomincia a tuffarsi nell’acqua cristallina.Per non parlare della notte, quando tuttoè buio e riesci a vedere le i movimentidell’acqua grazie al riflesso che la luna viproietta, quando guardi le stelleaccompagnato dallo sciabordio delleonde. Mi è capitato diverse volte, inoccasione della notte di San Lorenzo, diandare in spiaggia a guardare il cielo,com’è consuetudine, nella speranza divedere una stella cadente ed esprimereun desiderio, e devo dire che è una cosadavvero speciale stare lì, distesa insilenzio o con qualche amico, in quelpaesaggio che a causa del buio nonvedi bene, ma che percepisci con tuttote stesso, forse perché ci sei nato e loconosci alla perfezione, o forse perché tipervade completamente e ti rapisce.Il mare però non significa solo guardarloe apprezzarne la bellezza, significaanche viverlo. Io, come ho già detto, inestate vado in spiaggia molto presto,quando ancora devono aprire i cancellidel lido, e amo fare le mie nuotate allargo in tutta tranquillità, scivolarenell’acqua e allontanarmi dalla riva. Unadelle cose più belle di queste lunghenuotate è che arrivati ad una certadistanza dalla battigia non si sente piùnulla di ciò che accade lì, dove stannogli ombrelloni e le persone che prendonoil sole, ma si sente solo il rumoredell’acqua e il verso dei gabbiani chevolano e poi si fermano sulle boe.Questi sono alcuni dei motivi per cui sonodavvero felice di essere nata e vivere qui.La mia speranza è quella di restarcisempre e tuffarmi in questo idillio ognivolta che posso e che voglio.

foto © Valentina

un mareemozionidi

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Collanamezzi crista i

a cantaracon

lll

by Pensierieperline ©

Page 37: The Best Magazine_#1-11

#1 11| 36http://www.pensierieperline.wordpress.com/

by Pensierieperline

Perline di conteria argento, mezzi cristalli nerie crystal e poi ALCANTARA!!

questo materiale è la per

questa nuovissima creazione.

new entry

“Alcantara è un materiale composito, ottenuto dalla particolare combinazione di un processo di

filatura e di numerosi processi di produzione tessili e chimici, che lo rendono un materiale

estremamente resistente ma anche morbido, adatto a molteplici impieghi.

Alcantara viene utilizzata in numerosi settori applicativi per rivestire molteplici superfici e forme:

nel mondo dell’auto (interni), nell’arredamento (principalmente per sedute e complementi), nello

yachting, nell'abbigliamento ed accessori, nel settore hi-tech.

Alcantara presenta elevate proprietà funzionali e caratteristiche tecniche differenziate a seconda

del settore e della specifica applicazione. Il suo aspetto superficiale può essere modificato

attraverso svariate lavorazioni.”

Fonte Wikipedia

Mi sono ritrovata a voler creare qualcosa di diverso dal solito, qualcosa che impreziosisse e allo

stesso tempo valorizzasse rendendo la mia creazione raffinata, così in una delle mie “spedizioni”

perlinifere (alias shopping perlinoso) mi sono ritrovata tra le mani questo morbidissimo

materiale, molto delicato al tatto e ho deciso che l'avrei impiegato nella mia nuova creazione.

Quello che propongo in questo numero nuovissimo del The Best Magazine è una collana; ma non

voglio svelarvi subito tutti i dettagli di come è fatta perciò iniziamo come sempre dal materiale

che vi serve per crearla anche voi da casa.

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by Pensierieperline

#1 11| 37http://www.pensierieperline.wordpress.com/

Materiale

1 mezzo cristallo nero da 12mm

4 mezzi cristalli crystal AB 10mm

2 mezzi cristalli nero 10mm

6 mezzi cristalli crystal AB 8 mm

6 mezzi cristalli nero 8 mm

4 mezzi cristalli neri 6 mm

4 mezzi cristalli crystal AB 6mm

18 coppette argento da 8 mm

8 coppette argento 6 mm

2 copri corda argento

50 cm di alcantara nero

2 anellini

cavetto d'acciaio 50 cm

4 schiaccini

forbici

pinze a coni piatti

conteria argento

Iniziamo col creare la combinazione di mezzi cristalli e conteria che assumerà la nostra collana in modo tale

da rende poi più facile l'infilatura del materiale sul cavetto d'acciaio senza incorrere in errori (che posso sempre

succedere) di successione delle perline.

In questo caso il mezzo cristallo nero da 12 mm sarà il centrale della nostra collana, i mezzi cristalli neri saranno

racchiusi in entrambi i lati da due coppette argento che accoglieranno il cristallo; la collana è formata da un

alternarsi di mezzi cristalli neri e di mezzi cristalli color crystal AB intervallati ciascuno da 2 perline di conteria color

argento che danno ulteriori punti luce alla nostra collana spezzando anche un po' il susseguirsi dei mezzi cristalli.

In pratica partendo dal mezzo cristallo nero da 12 mm andiamo a scalare di misura inserendo il mezzo cristallo da

10 mm crystal per poi farlo seguire da due perline di conteria, una coppetta argento 8 mm, un mezzo cristallo nero

da 10mm, una coppetta argento da 8 mm, due perline di conteria argento e poi ripartiamo con la misura più

piccola ovvero il mezzo cristallo da 10mm color crystal e continuiamo così fino ad ottenere sulla carta uno schema

di partenza uguale a quello della foto nella pagina principale.

In pratica metà collana sarà composta da: il mezzo cristallo nero centrale da 12 mm, mezzo cristallo 10mm crystal,

mezzo cristallo 10mm nero, mezzo cristallo 10mm crystal, mezzo cristallo 8mm nero, mezzo cristallo 8mm crystal,

mezzo cristallo 8mm nero, mezzo cristallo 8mm crystal, mezzo cristallo 8mm nero, mezzo cristallo 8mm crystal,

mezzo cristallo 6mm nero, mezzo cristallo 6mm crystal, mezzo cristallo 6mm nero e mezzo cristallo 6mm crystal;

ricordandoci di racchiudere i mezzi cristalli neri dalle coppette argento

quelle da 6 mm saranno impiegate per gli ultimi mezzi cristalli neri da

6mm.

Ora possiamo procedere all'infilatura; come detto in

precedenza le coppette saranno impiegate solo per i mezzi cristalli

neri e si utilizzano infilandole in questo modo:

Procedimento:

Step1:

Step2:

Page 39: The Best Magazine_#1-11

#1 11| 38

by Pensierieperline

continuando a infilare i nostri mezzi cristalli intervallati dalla conteria

seguendo lo schema esposto nel primo passaggio per entrambi i lati

della collana inizieremo ad ottenere un risultato molti simile a questo:

(Io l'ho amabilmente definita una specie di “biscia” preziosa.)

Una volta che abbiamo finito di infilare tutti i nostri mezzi

cristalli nell'ordine giusto possiamo procedere creando la chiusura

della nostra collana. Prendiamo uno schiaccino e infiliamolo sul

cavetto d'acciaio, con il capo libero, lo facciamo ripassare all'interno

dello schiaccino in modo da formare un asola, tiriamo affinché l'asola

diventi piccola e una volta raggiunta la dimensione desiderata con le

pinze a punte piatte schiacciamo lo schiaccino. Questa operazione

farà in modo che il cavetto rimanga fermo e che i mezzi cristalli infilati

risultino fermati da questo schiaccino.

Ripetiamo l'operazione anche per l'altro capo della collana ottenendo in fine questo risultato. Siamo a metà

dell'opera manca ancora un ultimo passaggio, l'utilizzo dell'alcantara!

Prendiamo i nostri due copri corda a l'alcantara nero, facciamo in modo che un capo dell'alcatara nero si

inserisca all'interno del copri corda (o anche chiamata chiusura a libro) con un dito teniamo ferma l'alcantara

mentre con la pinza a punte piatte andiamo a chiudere prima un aletta della chiusura a libro e poi l'altra aletta

ottenendo questo risultato:

Ripetiamo il passaggio anche per l'altro capo dell'alcantara.

Step3:

Step4:

Page 40: The Best Magazine_#1-11

Step5:

l'idea alternativa

B L

Con l'ausilio degli anellini andiamo a collegare l'alcantara con il filo di mezzi cristalli fatto prima. Apriamo

l'anellino aiutandoci con le due pinze (una a punte piatte e l'altra a punte coniche questo passaggio è stato

spiegato anche in altri tutorial presentati nei numeri precedenti del The Best Megazine) facciamo un movimento

rotatorio aprendo così un capo dell'anellino inseriamo al suo interno il copri corda e l'asola fatta con il cavetto

e andiamo sempre con l'ausilio delle pinze a ripetere il movimento rotatorio, stavolta nel verso opposto,

chiudendo così l'anellino.

Ripetiamo questa operazione anche per l'altro capo della collana.

Abbiamo così realizzato la nostra collana (foto pagina seguente), può essere quella di tagliare

in due l'alcantara e decidere di legarla dietro al collo con un nodo o un fiocco così facendo potremo decidere la

lunghezza della collana riuscendo così ad abbinarla a diverse maglie o vestiti a seconda dei loro scolli oppure

possiamo decidere di applicare un moschettone tagliando l'alcantara alla lunghezza desiderata chiudendo i due

capi con i copri corda come per il passaggio precedente e sempre con l'ausilio di due anellini applicare la chiusura

con il moschettone.

foto9

Come sempre vi auguro un uon avoro!

by Pensierieperline

#1 11| 39http://www.pensierieperline.wordpress.com/

Page 41: The Best Magazine_#1-11

by Pensierieperline ©

Page 42: The Best Magazine_#1-11

#1 11| 41

by Riccardo

http://www.riccardo-uccheddu.blogspot.com/

Odio l’inverno.

Se alla fine di questa vita dovessi finireall ’Inferno, andrei sicuramente asbattere la mia sontuosissima panciacontro degli enormi ed ottusi pezzi dighiaccio.Insomma, il mio Enfer rischierà d’essereun luogo non solo (perci tare quel l ’ant ico cantautoref i o r e n t i n o ) m a a n c h e d imaledettissimo freddo!Vi prego poi di notare come ed

facciano rima…

Bene, proprio in inverno io pensomolto all’estate ed al , il suo donomigliore.In estate mi piace molto dinuotare e correre sulle varie spiagge,col sole che (vecchio ed espertobatterista) mi picchia sulla pelle unsimpatico tempo di boogie-blues.Mi piace perfino fare i castelli disabbia!Amo cantare esuonare… una chitarra che arpeggia oanche che accompagna la mia voce(beh, per quella pazienza!) chebofonch ia qua lche canzone,l’armonica che si arrampica come ungabbiano sciancato ma esaltato nelblu dipinto di blues, dei bongos sullosfondo…

In estate si alla grande…le auto che sudano su per le salite oche scivolano giù per le discese, ilmare da una parte e le dolci roccestrapiombanti dall’altra, i Rolling Stonesche cantano

. Come si può fare a meno ditutto ciò?!E ci sono dei momenti in cui fisso ilmare ed i riflessi del sole laggiù, versol’orizzonte… è così vivo, enello stesso tempo ; che siaquella ?Forse in quei momenti vorrei trovarmi abordo di una barca che mi portilontano, non solo sul mare ma oltre

… verso dove, non so.In quei momenti sono solo con mestesso ma solo. So che lamia famiglia ed i miei amici e diquesto sono felice, ma io sono .Ho bisogno d’assentarmi per quelli chea volte sono soltanto pochi istanti, persentirmi in armonia con me stesso econ la natura.

Spesso cammino sugli scogli oesploro le dune… chissà, forse ungiorno incontrerò il fantasma diqualche antico marinaio spagnolo omagari, fenicio; il flamenco loconosco, la musica dei fenici, no.

Ma mi immagino appunto i fenicicome dei brav’uomini: sono sicuro chese dovessi stonare un po’, non cibaderanno più di tanto.

d’eterno dolore

invernoInferno

mare

fingere

verso il tramonto

gitizza

You can’t always get whatyou want

tutto pulsanteimmobile

l’eternità

l’orizzonte

non mi sentoci sono

altrove

vmare

ersoil

vm

are

ers

oil

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by Antonella

#1 11| 43

e-mail: [email protected]/

La donna se ne stava seduta

proprio lì, a poca distanza da me, sul bordo di

una delle tante, tipiche rocce di quel luogo

arcaico, arroventate dal sole, erose dal vento,

dall'acqua e dalla salsedine.

Se ne stava lì, a pochi passi dagli ombrelloni

bianchi, con un lieve accenno di sorriso sulle

labbra, totalmente assorta nei suoi pensieri più

che affascinata dal luogo. Alle sue spalle uno

stretto sentiero di terra battuta, coperta da aghi

di pino, conduceva al boschetto delle piante di

aloe, sotto.

L'ombra e il profumo delle conifere .

Mentre preparavo la macchina fotografica

all'ennesimo scatto, capii cosa stava

osservando. Non lontano da noi, sulla sponda

opposta, una piccola nave galleggiante

accoglieva gli invitati a bordo. Amici, cugini,

parenti e finalmente loro: la sposa

accompagnata dal padre. Avanzavano verso

l'instabile ponte sospeso sull'acqua, alla fine

del quale lo sposo attendeva, tra i gridolini

entusiasti, l'arrivo di sua moglie. L'insolita

scenografia aveva solleticato tutta la sua

curiosità.

Quale sorpresa per me, a distanza di qualche

giorno, ritrovare in un altro luogo la stessa

donna in atteggiamento simile. Il lieve sorriso,

lo sguardo fisso, tutto il suo essere catturato

ancora dalla scena. Di nuovo un matrimonio.

Questa volta loro sono giovanissimi, teneri,

sorridenti.

Il posto, nel suo insieme, sembra quasi surreale.

L'armonia delle curve della struttura interna

contrasta con le selvagge forme naturali scolpite

dagli elementi all'esterno.

Mi guardo un po' in giro, affascinata dal

chiaroscuro del pavimento, dal

bianco delle mura, dal contrasto dell'azzurro del

mare che, in lontananza, fa capolino attraverso

gli archi. Mi soffermo ancora a scattare foto,

incantata dal luogo. Un gatto sembra assorto.

Ne approfitto per un ritratto spontaneo.

All'interno pochi visitatori, una mostra

fotografica e la cerimonia in corso.

Nelle sale bianche riecheggiano il pianto di un

neonato e le voci agitate di un gruppetto di

bimbi che scorrazzano liberamente. Gli adulti,

eleganti, sono assorti. I loro sguardi sono rivolti

verso il piccolo altare al centro

della sala. Fiori ovunque.

Ci sono momenti, in cui – per analogia – il

pensiero vola verso situazioni che sfiorano le

nostre vite quotidiane. Quella donna, ed in

particolare la sua espressione, mi riportano

spesso il viso e le parole di una mia amica.

Mi sono sempre chiesta se fosse un suo sogno.

Se desiderasse un marito, un figlio, una famiglia

calorosa. E mi sono sempre domandata quale

fosse il limite.

Un’amica dovrebbe essere sincera e condividere

i propri pensieri, ma qual’è il confine?

E soprattutto, se la mia idea fosse giusta, se

riuscissi a vedere chiaramente che la sua vita ha

bisogno di una svolta, prima che il tempo

sfugga via verso il punto di non ritorno, come

dovrei comunicarlo, senza ferirla? Quali le

parole, i discorsi e il contesto ?

Se un giorno, scaricando le foto dal reflex al

computer, mi apparisse l'immagine di una donna

sola, senza sorriso, con lo sguardo spento e le

rughe sul viso, riuscirei a sopportare l'idea di

non aver saputo trovare le parole?

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sposifo o e paro e, ,maret l

© Antonella

Page 46: The Best Magazine_#1-11

L'armonia delle curve della

struttura interna contrasta con le selvagge forme natu

elementi all'esterno.

Mi guardo un po' in giro, affascinata dal chiaroscuro d

bianco delle mura, dal contrasto dell'azzurro del mare

capolino attraverso gli archi. Mi soffermo ancora a sca

dal luogo. Un gatto sembra assorto...

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del pavimento, dal

che, in lontananza, fa

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tra realtà e fantasian ura a...t

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by Folletta

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#1 11| 52

by Folletta

http://www.folletta.kataweb.it/

omenica d'inverno, non c'è sveglia che suona, dalle tapparelle filtra una luce

biancastra che promette una giornata uggiosa.Mi rigiro nel lettone, il piumotto caldo e il cuscino di traverso, no proprio non mi va di alzarmi, decido dirimanere ancora un po' a poltrire in questo limbo tiepido, dalla cucina arriva il fischio della moka elettrica, ilprofumo del caffè si spande fino in camera da letto e mi fa stare bene.Decido, ormai è ora di alzarsi, guardo pigramente l'ora, sono le 8.30 del mattino e due occhietti neri mistanno spiando dalla soglia, non hai il coraggio di entrare eppure mi chiami, non hai il coraggio di entrareperché sai che non devi, eppure sbadigli e sbuffi.

Un ammasso peloso bianco si sta stiracchiando vicino ai miei piedi mentre prendo il caffè, guaisci e dimenila coda, ti metto un po' di latte nella ciotola e tu mi guardi come se ti avessi fatto chissà quale regalo.Bene mia cara, guardo fuori dalla finestra e vedo che quella cosa lattiginosa si sta pian piano alzando, eranebbia ma non porta sole, una cosa stranissima ma il cielo è leggermente velato. Quasi quasi lo sai che tidico? Ci facciamo una scappatina al mare?Doccia veloce, un paio di jeans e le scarpe da ginnastica, un maglione e un giaccone pesanti, prendo ilguinzaglio ma so che non te lo metterò, tu sei una brava cana, le chiavi della 600 e via. Tu accovacciatasul sedile di dietro ti rigiri a darmi piccole spinte, poi metti il muso fuori del finestrino che tengo leggermenteaperto, chiudi gli occhi e assapori il vento.

Arriviamo tranquillamente sulla costa, non c'è nessuno sulla Pontina, è troppo presto e troppo freddo, ma ilsole si sta facendo spazio a fatica e presto riuscirà a spuntarla, il miracolo del mare, anche d'inverno non èmai brutto tempo (quasi mai).Entro in un bar, tu docile mi aspetti seduta fuori, sai che poi avrai il tuo premio, insieme al mio caffè ti hopreso un "ventaglio", si lo so che i dolci non li dovresti mangiare, ma oggi è una giornata speciale, siamosole noi due come due vecchie amiche e possiamo permetterci anche qualche trasgressione.La battigia è tranquilla, solo qualche pescatore che decide di riparare le reti, le onde si infrangono piano efanno una leggera spuma, non c'è troppo vento ed io respiro quest'aria salmastra insieme al fumo dellamia sigaretta.Tu corri, ti scateni, sei felice quando mi porti un pezzo di legno rubato alle onde, e io seduta sul tronco di unalbero che viene chissà da quali mondi lontani, lasciato chissà da quale mareggiata ad aspettare propriome sulla costa laziale, ti guardo e rido delle tue capriole e dei tuoi tuffi mentre mi domando perché nonsenti freddo, misteri canini.

Sono ore che stiamo così, tu che corri ed io seduta a guardarti, tu che mi vieni vicino e aspetti le miecoccole, tu che mi abbai e io che ti strapazzo, il sole si è fatto basso all'orizzonte, è ora di tornare, ancorauna passeggiatina sulla rena bagnata, tu che mi guardi felice e mi slinguazzi per mostrarmi tutto il tuoamore, la giornata è finita, una giornata veramente speciale.

E chi lo dice che il mare d'inverno con una cara amica non è caldocome quello di agosto?

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by Grimilde

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Ogni anno era sempre la

solita storia. Finiva la

scuola e venivo portata

alla casa al mare. Quasi

3 mesi nella villetta

immersa nella pineta, a 50 mt dal mare, e

con le solite facce di sempre: i tedeschi della

casa con l'ingresso direttamente sulla

spiaggia, il "dottore" con la pipa

perennemente in bocca, la famiglia di San

Casciano e le sorelle di Pisa. Qualcuno della

mia età c'era, ma a 15 anni ormai era

passato il periodo dei giochi sfrenati sotto

l'ombra dei maestosi pini. I giorni passavano

pigri, fino a che una nuova famiglia prese

possesso della casa di fronte alla mia.

Milanesi, si sentiva subito dall'accento. Un

bambino piccolissimo fu il primo che venne

ad esplorare la lingua di spiaggia

dove stavo facendo passare il

pomeriggio. Ad inseguirlo un ragazzo

alto e moro.

Il mio scopo diventò conoscerlo. Non faticai

nell'impresa, non eravamo ancora troppo

grandi per vergognarci a chiedere ad un

ragazzo nuovo di giocare a pallone in acqua

con noi. La spiaggia diventò un luogo

magico, passavamo le serate a guardare le

stelle sdraiati sulla sabbia ormai fresca e a

raccontarci tutto di noi. Per la prima volta

feci il bagno di notte. Poi però, la brutta

notizia. Lui giocava a basket, e doveva

tornare a Milano per una partita. E dopo

avrebbe raggiunto i nonni in Versilia.

Mi sentii persa. I pomeriggi tornarono ad

essere interminabili ed i giochi in acqua

noiosi. Così quando sentii il piccolino della

casa di fronte che con gioia chiamava il

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fratello, pensai solo ad uno scherzo delle mie

orecchie. Ed invece per una volta la Versilia

aveva perso! Non potrò mai scordare il

pomeriggio passato sulla spiaggia a

prendere il sole con le nostre braccia che si

sfioravano, i dispetti che mi faceva

sott'acqua, e lo spettacolo di quel gran

comico, non ancora famoso, in paese, che

noi due guardammo tenendoci di nascosto la

mano sotto le sedie, per non farci vedere dai

genitori. Fu proprio quella sera che tornati

verso casa, cercando un pretesto per restare

fuori altri 5 minuti, sentimmo un rumore in

lontananza, come di spari…

ra il 18 agosto 1996, e nel borgo

arroccato sul margine del golfo

c'erano i fuochi d'artificio. Già senza

fiato ci precipitammo in spiaggia. Il paesino

luccicava alla nostra sinistra e i fuochi

coloravano di riflessi rossi e bianchi il mare.

Non poteva non succedere in quel momento.

Le nostre labbra non ebbero più il coraggio

di staccarsi, e dei fuochi d'artificio sentimmo

solo gli scoppi.

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in cucina con... by Aracne

IlAracnericetta:

maredi

Seppie con gli spinaci

evo confessareD che per i miei pochi contributi a ‘The best’ sono stata

lasciata pienamente libera di scegliere l’argomento che più mi piacesse (tranne naturalmente il numero

di Natale).

Quando la nostra capa Sol ci ha chiamati al lavoro, quasi mi aspettavo un post scriptum che mi

esonerasse dallo scrivere sul tema proposto: ‘Tu, Aracne, puoi scrivere quello che ti pare’. Come al solito,

in virtù di una lunga amicizia . Invece no, anzi mi è stata esplicitamente richiesta una ricetta marinara.

Panico.

Come mai? Perché dai tempi del liceo non ho più scritto su un soggetto suggerito od imposto? Oh, quei

temi dai titoli lunghissimi e devastanti, a volte poco chiari, con uso di parole terrificanti come lirica,

narrativa, voce interiore (del poeta), connubio, eroe cristiano-romantico.

Come si fa a 18 anni a scrivere su: ‘La sagace mediazione di Mecenate tra la politica di Ottaviano e la

pleiade dei letterati e dei poeti del tempo....’ ed anche ‘ Si disegni a rapidi tratti il quadro delle

circostanze storiche e dei valori socio-culturali che indussero gli "intellettuali" dell'epoca ad aderire

attivamente alle direttive della politica statale...’ .

Almeno, io no ci riuscivo, la sola lettura del titolo talora mi paralizzava la mente e il braccio. Tanto che

uscendo dalla prova scritta di italiano all’esame di maturità, con un gran sospiro di sollievo mi ripromisi

che ‘mai più’ avrei svolto un tema.

E’ proprio vero che prima o poi dobbiamo affrontare i fantasmi del nostro passato che spuntano

impietosi da quegli armadi in cui li avevamo premurosamente e vigliaccamente rinchiusi insieme a

qualche scheletro. La legge del contrappasso?

Dunque, con coraggio: il mare.

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http://www.lagriccia.blogspot.com/#1 11| 58

l mare per me è la Versilia. Ne ho visti altri di mari, in giro per il mondo. Forse più puliti, più

turchesi, più salati, più esotici. Ma per me: Versilia = mon amour. Ci andavo da bambina, i miei nonni

vi si erano trasferiti quando il nonno si era ritirato dagli affari, pensate un po’ nel 1957. Ci ho passato

delle estati lunghissime, ne ricordo la luce accecante, la passeggiata di Viareggio, poco la spiaggia,

perché i nonni non ci andavano.

Il Forte dei Marmi era un luogo sconosciuto, ne sentivo parlare dalla sorella di mia madre che ci andava

col marito. Erano amici di Sergio (Bernardini), frequentavano la Bussola dei tempi d’oro, ma erano anche

amici di una coppia che aveva un celebre ristorante a Viareggio. La signora mi fece vivere attimi di vero

imbarazzo, era strabica ed io non lo sapevo. Sicché un giorno mi parlò guardando da un’altra parte e

siccome io non rispondevo mi trattò anche duramente: che ne sapevo che secondo lei mi stava

guardando fissa? La mamma ottenne da loro la ricetta del famoso caciucco ed era davvero squisito. Se

l’avessi, ve la proporrei.

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Invece vi suggerisco un’altra ricetta di famiglia:

circa 700 g di seppie pulite e tagliate a listarelle

un cipolla piccola

due denti d’aglio

4-5 acciughe sott’olio

un pizzico di peperoncino, sale, olio

500 g di spinaci surgelati

Scaldate un paio di cucchiai d’olio in una padella, aggiungete le acciughe e mescolate finché non siano

disfatte. Unire la cipolla tritata, e far cuocere per 7-8 minuti; aggiungere l’aglio tritato e un bel pizzico di

peperoncino continuando la cottura per altri 3-4 minuti.

Versare nella padella le seppie, mescolando vigorosamente, abbassare la fiamma e cuocere per circa

mezz’ora. A questo punto unire gli spinaci scongelati e tagliuzzati grossolanamente, mescolare il tutto e

continuare la cottura per un’altra mezzoretta. Se necessario aggiungere un pochino di acqua. Non

scordate di assaggiare per verificare sia la cottura delle seppie che la salatura.

A mia mamma piace la cucina ‘in bianco’ ma se gradito si può aggiungere del pomodoro.

Se avete la fortuna che ne avanzi un pochettino, buttateci un poco di pomodoro e del riso, non ve ne

pentirete (i miei figli mi dicono: ‘Mamma, sei la regina degli avanzi’).

(x 4)Seppie con gli spinaci

Buon appetito!

in cucina con... by Aracne

http://www.lagriccia.blogspot.com/#1 11| 59

foto © Aracne

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i mare’

ld inverno

by Fabio Melis

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Da un buon BICCHIERE di e...poco che siano appena le diecidel mattino.

vermentino

importa

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http://www.blogaventurareporter.blogspot.com/

by Fabio Melis

Non so dirvi quantevol te penso aquesta canzonementre percorro inbici il lungomaredel Poetto o mi

addentro nel Porticciolo di Marina Piccola. IlMaestrale gonfia le vele bianche governate daesperti navigatori. Spezza il fiato e le gambe achi corre sul viale. Non ci sono alberghi chiusi,né manifesti pubblicitari sbiaditi. Perché ilPoetto non muore, ma si assopisce appena colfinire dell'estate. Resiste alle mareggiate, ai duricolpi del vento d'Africa che, talvolta, ammantadi rosso la nostra città. Che piova o tiri vento iCagliaritani non abbandonano mai la lorospiaggia.

C'è sempre qualcuno che passeggia,porta i bimbi a scorrazzare nei giardinetti. C'èchi pesca con lunghe canne, chi fa jogging,chi spinge duramente sui pedali di unabicicletta. Qualcuno, nel piccolo approdoriassetta le barche, sperando in giorni migliori.Altri si incontrano. Parlano del Cagliari, diDonadoni, Matri e Nenè. Maledicono lapolitica, il governo e... quel lavoro precario cheproprio non va. Si preoccupano per il futuro deifigli. A volte “cràstulano” (spettegolano). Maquesto è normale in una città di provincia. Pergente tutto sommato allegra, ironica ebeffarda . Pedalo con prudenza sulla ciclabilesempre invasa dai pedoni. Vado piano e migodo il sole che brilla sul mare azzurro. La gente

fa capannello attorno ai chioschi perassaporare la polpa dei ricci di mare.Raschiano voluttuosamente col cucchiaino ilfondo dell'involucro spinoso. Perché ha tutto unaltro sapore la polpa di riccio gustata in riva almare, accompagnata dal profumo dellealghe depositate dai flutti sull'arenile...

Da un buon bicchiere di vermentino e... pocoimporta che siano appena le dieci del mattino.Talvolta il cielo è grigio. Pedalo a fatica. Lapioggia traccia righe sottili sui miei occhiali. Ilsilenzio è rotto dal lamento dei gabbiani e daltremore delle alberature metalliche scosse dalvento. Allora mi fermo a osservare la spumadelle onde e un peschereccio che a faticarientra nel porto... “quel concetto che ilpensiero non considera ... quel qualcosa chenessuno mai desidera...” Il maestrale spira fortee diretto. Un vento deciso, intransigente chetrascina ogni cosa verso il largo... Agitaciascuno di noi nel più profondo. Però la gentedice che fra qualche mese passerà il freddo.

Come al solito tornerà la canicola el'odore nauseante delle creme solari.Torneranno i bagnini, i croceristi, i petulanti vicinidi ombrellone, i palloni, i tamburelli ecoccobello...

“Mi tuffo perplesso in momenti vissuti di già...”

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Libri:

Fabio Melis

Il Signor Blogaventura

Il cuore oltre l’Ostacolo

La Casa dei Ricordi

http://ilmiolibro.kataweb.it/community.asp?id=10065

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poesia by Santi

http://www.ilmondodiarthur.wordpress.com/

E’ verdeazzurro il mare, fiotta l’ondae sull’areniledilaga morbida schiuma.Soffia da ponente un venticello,le chiome sciolte ad una fanciulla brunamentre che ella sta con gli occhi chiusie al sogno inclina.Più lontano, la carraia si perdenella foschia, pareun battello alla deriva,dissipa il tempo,come chi del suo tempo mal si cura.E il sole brilla sul maree sulle sponde, sui passi montanie sui declivi; nei sentieri franaove digrada l’ulivoche sulle fratte domina sovrano.Ora mi siedo sopra quel murettoad ascoltare un merloche, nel fogliame, spensierato trilla:delirio al cor mi adduce, mentre attendodi vedere un bel tramontoad inebriarmi ancora a quell’incanto.

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Alla morte della sorellaEmily, Lavinia Dickinsonscopre in camera sua un“tesoro” di 1775 poesiescritte su foglietti cuciti

insieme ed ordinati in raccoglitori.Emily non usciva di casa da decenni,vestiva sempre di bianco e non avevaamicizie.Questa scoperta ha rivelato una dellepiù rappresentative poetesseamericane.

Grazie ad un cartello “Vendesi”, RajaKhara si avvicina ad una casa nellaprovincia di Biella e ha trovato al suointerno 500 opere di un artista che per18 anni aveva vissuto in totale evolontaria clausura: Pordenone Americo

Montanari. I dipinti,sottoposti ad esamicritici, hannorivoluzionato la storiadella pittura italianadel dopoguerra.

Andando ad un'asta dimerce pignorata, JohnMaloof, giovaneagente immobiliare diChicago, acquista unarmadio contente unoscatolone di fotografiee pellicole.Guardando quellefoto, si accorge diessere di fronte ad un

vero e proprio “caso” fotografico.Migliaia di immagini in bianco e neroraccontano ai suoi occhi la vita, lepersone e i fatti di una Chicago ormaiquasi del tutto perduta.

A scattarle, come John scoprì grazie aduna busta dello studio fotografico dovevenivano stampate le foto, una donnadi nome Vivian Maier.Francese, emigrata negli Stati Unitinegli anni '30, ha lavorato 40 annicome bambinaia.Femminista, appassionata di fotografiae di cinema, anti-cattolica, socialista.Imparò la lingua inglese nei teatri escattava fotografie con una Rolleiflexdoppia lente.La sua produzione ammonta a qualcosacome 100.000 scatti, di cui solo unaminima parte furono stampati.

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fotografia... by Grimilde

http://www.pensieriscomposti.wordpress.com

Dopo aver finalmente saputo chi era l'autrice di una così importante testimonianza, Maloof cercòVivian su Google, per scoprire che era morta 2 giorni prima.

Da quel momento, John si interroga su come utilizzare l'immenso patrimonio di cui si ritrova adessere responsabile. Così decide di aprire un blog dove postare tutte le foto già stampate, edaggiungere quelle che man mano sviluppa. Questa a mio avviso è la cosa più affascinante dellavicenda: moltissime delle sue pellicole sono ancora da rivelare.È quindi un'opera che ancora non conosce fine...

Vivian racconta ciò che vede, ciò che le passa davanti agli occhi mentre cammina per la città.I suoi scatti quindi si possono definire di “street photography”, ovvero il genere proprio degliscatti candid, dove gli esseri umani sono soggetti e coreografia insieme.Sicuramente Vivian lo faceva per se', altrimenti non avrebbe mantenuto le sue foto segrete eaddirittura su pellicola, ma in ogni caso doveva avere delle buone conoscenze di tecnica ecomposizione, perché i suoi scatti sono decisamente ben fatti, armonici ed emozionanti.

Queste sono solo alcune delle centinaia di foto presenti sul blog di John Mallof, dove le parolesono quasi assenti. Sono le immagini, che parlano.

Vivian Maier

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http://vivianmaier.blogspot.com/

fotografia... by Grimilde

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l’opinione by Arthur

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La jeep, otto posti a sedere, a vederla non promettevagranché di buono. Un po’ vecchia, malandata e con lavernice a tratti scrostata, sembrava la protagonista di unvecchio film in bianco e nero.

L’autista era venuto a prenderci un po’ prima dell’alba e, caricati i bagagli, ciha fatto cenno di salire a bordo perché il viaggio era lungo e le cose davedere tante. Io, con la mia inseparabile telecamera, mi sono seduto dietrovicino al finestrino, così mi sarebbe stato più facile filmare.

Eravamo ancora tutti addormentati, il cielo a tratti ancora scuro,incominciava a far intravedere bagliori che si perdevano dietro a piccolecolline ed alberi secolari.

La jeep correva indisturbata sulla strada sterrata e sul ciglio, come deifantasmi, ogni tanto spuntavano le sagome di donne che con delle enormiceste sopra la testa, camminavano al buio incuranti di qualsiasi altra cosa.Era come se il tempo si fosse improvvisamente fermato, cielo scuro, terraasciutta, strane ombre che ci venivano incontro illuminate dai fari dellamacchina che prendevano forma ora di un albero, di mucchi di sterpaglia, di

Il cammino che porta al mare è un cammino verso l’ignoto, verso qualcosa che tisembra di avere a portata di mano, ma che invece più ti avvicini e più lo vedilontano, impossibile da toccare.

E forse è questo che mi affascina del mare, sapere che c’è, ma allo stesso temponon riuscire a toccarlo tutto, a sentirlo, perché ogni onda è una nuova carezza,perché ogni metro guadagnato, è un piccolo tragitto in un mare che non finiscemai.

Ed anche se lo guardi dalla spiaggia, c’è un’onda uguale all’altra?

No, ogni piega, ogni rigagnolo di schiuma, persino ogni gorgoglio che si infrangenon è uguale all’altro. E continua così per ore, giorni, mesi, anni, per sempre.Il cammino che porta al mare… è un’emozione diversa, mai uguale all’altra.

un’

ditempo fa

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occhi di animali incuriositi e spaventati, di un vuoto che non aveva mai fine.

Avevo letto dell’Africa e dell’emozione che lasciava dentro, ma quel senso del nullaera ancora più forte, che quasi stento a descriverlo, malgrado l’abbia ancora dentronelle ossa, come se parole e sensazioni non andassero più d’accordo.

Ormai era quasi giorno e quella bellezza fatta di arsura e di colori sbiaditi al sole eratutta lì da vedere. Nessuno di noi parlava. Ogni tanto ci fermavamo per lasciarepassare un branco di animali ed era l’occasione per filmare e fare fotografie comedei forsennati, manco fossimo bambini nel paese dei balocchi.

Arriviamo in un centro abitato, poche capanne rabberciate alla meglio, e superatauna piccolissima moschea, improvvisamente davanti ai nostri occhi, il mare. La jeeplascia la strada e si dirige sulla spiaggia. Deserto tutt’intorno, da un lato il mare chegiocava a nascondino con il sole mentre saliva verso il cielo, e dall’altro sabbia,tanta, solo ed esclusivamente sabbia, tonalità dell’ambra con delle leggeresfumature color del rame e in lontananza a fare da barriera, terra accatastata efango e davanti l’immensità, nient’altro che l’immensità.

Facendomi tenere ben saldo per le gambe, mi sono letteralmente buttato fuori dalfinestrino; il vento sulla faccia, l’occhio incollato nel mirino, le dita aggrappate,strette alla telecamera, il rumore attutito sulla sabbia delle ruote che lasciavano unsegno e man mano che si asciugava al sole, spariva come per miracolo… eraimpossibile distogliere lo sguardo da quella distesa di cielo, di terra e di mare chescorreva velocemente davanti ai miei occhi senza cambiare mai, l’emozione era cosìforte che ho incominciato ad urlare, di gioia.

Ci siamo fermati per le foto ricordo. Sazio e quasi stanco per l’emozione, mi sonoseduto sulla sabbia a guardare il mare. Lì, in quei posti, se guardi l’orizzonte,sembra che quel mare non finisce mai, una sensazione strana, quasi irreale.

E poi, dal nulla, ecco arrivare due bambini che si mettono a giocare sulla riva. Vestitidi stracci, ridono, saltellano nell’acqua, mi guardano, li guardo e sorrido. Faccio intempo a riprendere in mano la telecamera che scappano via. Scavalcano ad una aduna le piccole onde e uno dei due, il più grandicello, barcolla e come una scena alrallentatore, un passo dopo l’altro, sparisce, con al piede una pinna da sub, che afatica solleva e poi va giù, una, soltanto una… ho fatto in tempo a filmarlo.

Poi siamo ripartiti, altro spettacolo, altre emozioni, le mangrovie… dimenticavo,eravamo in Kenia, un’estate di tanto tempo fa.

(…)

l’opinione by Arthur

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http://www.issuu.com/ilmondodiarthur/docs/parole_immagini

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