the best magazine_#1-11
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La rivista per il blogger, fatta dal bloggerTRANSCRIPT
La rivista per il bloggerfatta dal blogger
# u
no
anno 1
- g
ennaio
/febbra
io 2
011
la vera storia di
Pelle di rame
e Statua di sale
vicoli
un mare di speranza
collana cristalli e alcantara
in vacanza con un’amica
l’estate del mio primo bacio
è verdeazzurro il mare
un’estate di tanto tempo fa
Vivian Maier
la fotografa bambianaia
il mare d’inverno
verso il mare
sposi, mare, foto e parole
il mare...
mareilintervista a...Michele Saponara
di SapienzaVela
Editoriale 20
11
Camminavo sulla sabbia.
Bassa marea.
E giù, oltre, la curva,
scrissi un verso sulla sabbia.
E in quel verso scrissi
quel che la mia mente pensava
e ciò che la mia anima desiderava.
E quando la marea fu alta,
ritornai, ancora, su quel lido,
e di ciò che avevo scritto nulla trovai.
trovai solo i segni del bastone
di uno che aveva lì camminato da cieco.
K. Gibran
Solindue
Il mio rapporto con il mare è intenso a tal punto che nondisdegnerei di poter trascorrere cullata dalle onde unabuona parte del resto della mia vita. Un guscio di noce,una tela e qualche buon libro…e chiaramente l’illusionedi aver lasciato dietro di me tutti i problemi terreni. Neimomenti di difficoltà mi sono comunque semprerifugiata nel mare, forse perché il suo movimento, il suo
essere in ogni attimo diverso da prima e uguale a dopo, mitranquillizza. La sua potenza e la sua forza mi rassicurano; ilsuo profumo, il suo profondo respiro, mi hanno fattoinnamorare.
Sulla Terra l'acqua copre il 70,8% della superficie del pianeta ead essa è riconducibile la stessa origine della vita. Predisporreun intero numero di The Best dedicato al mare è stato quindi ungioco da ragazzi un po’ per tutti, tranne forse per Aracne, che siè lamentata pubblicamente (suvvia avevo solo chiesto unaricettina con il pesce!).
E’ inutile che vi racconti che fra queste pagine troveretefotografie stupende (The Best si sta mutando in una rivistafotografica!) e ogni genere di articolo: dalla poesia carica disperanza ed emozioni, ai ricordi d’infanzia abbracciati allasabbia; pedalate invernali sul lungo mare del Poetto e nonpoteva certo mancare il racconto di un primo bacio sullaspiaggia sotto le stelle. Davvero gioco facile hanno avuto lanostra coppia di ecologisti: il nostro amato mare è spessotalmente mal trattato che seguendo i loro consigli potremmoiniziare ad aiutarlo.
Da mettere in risalto il ritorno dopo due mesi di assenza del“figliol prodigo Luciano” con un racconto dal finale un po’ acerbo(insisto: quel tizio salato mi sta sull’anima in un modo!) e lanuova arrivata: Marta, con il suo sogno di giornalista, cheaccolgo nella mia redazione con estremo gradimento.
Da parte mia ho avuto il piacere di lavorare con dei ragazziincredibilmente dinamici ed energici: i giovani di“SapienzaVela”: intervistarli è stata davvero una scoperta piùche interessante, leggerete.Vi lascio come sempre al vostro divertimento, quale che sia:sfogliare le pagine raggianti su Issuu o godervi gli articoli unoalla volta con la possibilità del commento sul blog.
Vi abbraccio tutti ad uno ad uno.
http://www.solindue.wordpress.com/
#1 11 5|
the contents
La natura...
49 by Franco
Il mare di Aracne
57 by Aracne
Il mare d’inverno
52 by Fabio Melis
La fotografa Bambinaia
69 by Grimilde
L’estate del mio primobacio
53 by Grimilde
Editoriale
by Solindue 3.
La vera storia diPelle di rame e Statua di sale
by Luciano Marcelli 7
La mer
by 13Jaulleixe
Intervista a...Michele Saponara
by Solindue 19
Foto del mese
by Grimilde 27
Un mare di emozioni
by Valentina 31
by Alanford50 11Il Natale di nessuno
Un mare di speranza
by Spaziocorrente 26
Coper
tina
© Solindue
Coper
tina_
retr
o
© Arthur
Il mare
by Marta 29
Blog creativo...Collana mezzi cristallicon alcantara
by Pensierieperline 35
Verso il mare
41 by Riccardo Uccheddu
Sposi, mare, foto e parole
43 by Antonella
In vacanza con un’amica
51 by Folletta
E’ verdeazzurro il mare
68 by Santi
L’opinione...Un’estate di tanto tempo fa
74 by Arthur
2
11
27
31
49
the
ne
est
ma
ga
zib
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t mag
azi
b
Rubriche e collaborazioni
Elle -
E. Koala
Spaziocorrente
Grimilde
Luciano Marcelli
Riccardo Uccheddu
Stella Luce
Folletta
Fabio Melis
(
Alanford50
Sapienza Vela
OnAir - Godot - BabEle -
Kate - Kocheika -
Cultura e Spettacolo
La foto del mese è di: Grimilde
(www.2elle.wordpress.com)
(www.koalanation.wordpress.com/)
(www.spaziocorrente.wordpress.com)
(www.pensieriscomposti.wordpress.com/)
(www.lucianomarcelli.wordpress.com/)
(www.riccardo-uccheddu.blogspot.com/)
(www.stellasolitaria.wordpress.com)
(www.folletta.blog.kataweb.it/)
)
(www.alanford50.leonardo.it/blog)
(www.sapienzavela.it)
(www.pensieriscomposti
www.blogaventurareporter.blogspot.com/
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(e-mail: [email protected])
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...da un’idea di Solindue
Direttore
Art Director
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Redazione
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Arthur
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L’intervista a...
Arthur
L’opinione...
Valentina
Valentina Calzia
Aracne_in cucina con...
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Pensierieperline_Blog creativo
Marta
Antonella(e-mail: [email protected])
La vera storia
elle di rame
tatua di sale
di
eP
S
racconto di mare di un tempo che fu
by Luciano Marcelli
by Luciano Marcelli
#1 11| 9
La vera storia di Pelle di rame e Statua
di sale. Racconto di mare di un
tempo che fu.Due miglia al largo
della costa, esposta a Occidente; il
cielo è quasi sereno; la visibilità è
ottima; da diciotto ore soffia un vento fresco di
Maestrale, con raffiche di vento forte; cavalloni alti,
dalle creste imbiancate di schiuma, vengono incontro
costanti, da una distesa di blu e di schiuma a perdita
d’occhio; gli spruzzi da prua percorrono facilmente i
trentasette piedi che bastano a raggiungere e
superare il pozzetto e ogni spruzzo incrementa il
deposito salmastro.
Il timoniere, sempre più, assomiglia a una
statua di sale. Barra all’orza, mentre lo scafo si inerpica
su per il fianco scosceso di ogni onda, presa al
mascone. Un istante di sospensione, come la pausa
dopo che si è inspirato, e poi giù a capofitto verso il
cavo, poggiando deciso senza eccessi, scivolando
lungo il declivio blu con la fiancata, in una corsa
esilarante e composta; poi una pausa più lunga, come
dopo che si è espirato; attimi di tregua e si riprende, il
governo come il respiro. Sali e scendi, orza e poggia,
disegnando pacatamente un interminabile scia
serpeggiante, lungo la quale si dischiude tutto il
piacere del navigare. Se dalla spiaggia o dalla strada
litoranea o da una casa in riva al mare qualcuno ne
osservasse il procedere, vedrebbe lo scafo scomparire
ogni volta nel cavo tra le onde, lasciando per un po’
soltanto l’albero e la ridotta velatura a tradirne la
presenza: ma c’è solo una spiaggia per molte e molte
miglia, lungo questa costa, e la spiaggia è deserta,
bruciata dal sole, dal vento, dal sale, in quest’ora
meridiana di inizio settembre; nessun nastro asfaltato
ingiuria le colline del Parco, mentre lungo i sentieri non
pare avvistarsi anima viva; si staglia una costruzione
solitaria, sul promontorio: un convento o monastero o
un’abbazia; dopo pranzo, chissà che fanno, se
recitano, se riposano, se osservano la vela bianca sul
mare imbiancato.
-*-
Pelle di rame riposa nella pancia del piccolo
vascello, sprofondata nel miele denso della malinconia
del ritorno.
-*-
Trascorre il tempo, con i lunghi bordi a risalire;
la barca risulta facile, giustamente orziera pur tenendo
a riva il solo genoa, ridotto; la conduzione è agevole e
per i rari cambi di mure vanno bene due sole braccia.
© p
atr
izia
balle
rini
#1 11| 10
by Luciano Marcelli
Statua di sale la sente quasi viaggiare da sé. Lui e
Pelle di rame e il loro guscio di vetroresina: un’armonia
ispida, che avanza senza fretta verso casa.
-*-
Pelle di rame mette fuori il naso; il capo; si
volge attorno; osserva la distesa di spuma, a Ovest, a
Sud, a Nord; osserva i rilievi, a Est; stima tra sé e sé la
posizione; si lascia abbagliare dalla luce che splende
tutto intorno; si lascia scarmigliare dal vento salato.Si
siede in pozzetto e allora acqua e salsedine la
investono: ha indumenti di cotone sulla pelle di seta,
colore del rame più scuro, sulla carne tenera e robusta,
sui muscoli che fremono animali. Sorride silenziosa a
Statua di sale, che silenzioso ricambia, da sotto la
cerata inzuppata, da dietro la crosta salmastra, da
dentro la maschera di sale.
-*-
La costa ora si protende verso la loro rotta, con
la piana verde e la spiaggia chiara e le acque basse
del Tombolo, che si tingono di smeraldo e di turchese;
ora rientra, più scoscesa, restituendo un blu intenso,
misterioso, sotto la chiglia. Costa e barca e acqua e
cielo e nubi leggere e veloci: tutti gli elementi scorrono
tra loro. Si supera il Canale di Piombino, con il suo
traffico di traghetti carichi di automobili e di
villeggianti che vanno o che tornano; passeggeri che
salutano verso la barca, ogni volta che le rotte si
incrociano; Statua di sale sorride sornione,
compiaciuto del suo destreggiarsi tra uno di quei
giganti e l’altro: poggia, passa di poppa a una nave,
orza e riprende l’andatura; vira per lasciare libera rotta
al traghetto successivo, diretto all’opposto; poi di
nuovo vira e subito poggia, per lasciare acqua; infine
orza sulla poppa del terzo bastimento e riprende il suo
corso. Si fa notte.
-*-
Senza preavviso il genoa si squarcia, già
vecchio e più volte ricucito. Non si lascia ammainare
facilmente. Dopo un certo lottare contro la tela lacera
che garrisce scomposta e le manovre correnti che
guizzano bizzarre e minacciose, mentre Pelle di rame
geme insicura al timone, infine la vela è saldamente
imbrigliata sulle draglie. Tocca adesso alla randa
terzarolata di fare il suo mestiere e il timone diviene
duro; la barca reagisce nervosa; il fruscio del vento si fa
aspro, sulla tela. L’intorno è rischiarato dalla luce di
una luna venuta provvidamente a rassicurare gli animi,
scossi per il cedimento del grande fiocco e per il
trambusto che ne è seguito. Si avvista soltanto una
nave in lontananza, con rotta opposta e divergente;
porta tutte le luci accese, come un paese in festa, che
tutto intero si sposta; senza sonoro.
-*-
Trascorrono poche ore e già albeggia. Il vento
tende adesso a provenire da Occidente, con forza
ridotta. Una baia molto ben protetta è l’occasione per
un riposo, dopo un pasto e un bagno. L’ultimo, lo
sanno. Rimessa la prua a Nord, il viaggio verso la base
non è una pratica da evadere: è ancora il sogno che
continua intenso fino all’ultimo minuto e che terminerà
soltanto quando si avranno i piedi sul cemento del
molo; è ancora l’incanto dell’acqua, del cielo e della
costa. L’incanto sospeso del veleggiare.
-*-
È nuovamente sera ed è lo spiazzo di un
distributore. Addio. Pelle di rame vorrebbe prendere
tra le mani le guance di lui, vorrebbe trattenerlo,
baciarlo, farsi cullare, portarlo sempre con sé. Arriva
soltanto a poggiargli i palmi sul torace, con una
smorfia di amore e di impotenza che la strugge
nell’intimo.
Lui, deciso oramai, impassibile.
Una statua di sale.
http://www.lucianomarcelli.wordpress.com/
© a
rthur
by Alanford50
vico
li
Antiche strade.
Camminare per questeantiche strade.
http://alanford50.leonardo.it/blog
L’immagine è bella, colorata, c’è calore, sa
di amori, di rancori, di gioie e di dolori, sa
di vita e di vite vissute, sa di ricordi e di
amicizie passate e perdute, sa di storie che
ancora devono essere scritte e vissute per
poi essere a loro volta dimenticate come se
non fossero mai accadute.
... amo i particolari, anche quelli più
insignificanti ed allora ecco la voce dei miei
pensieri prendere forma e ragione, quello
che mi ha colpito in questa di per se
stupenda foto è che in tutto questo calore
e colore, manca la cosa principale,
l’essenza che da senso a tutta quell’ipotesi
di vita, manca l’uomo, tutte le finestre sono
chiuse, scure, ermetiche in modo da non
lasciare trapelare ne entrare una parvenza
di umanità condivisibile.
Allora ecco la memoria venirmi in aiuto, mi
ritornano in mente parole che mi erano
scaturite un tempo ormai lontano
nell’attraversare una stradina simile a
questa della foto, in fondo tutte queste
stradine sono uguali, perché costruite e
vissute da anime troppo uguali e dalle
medesime abitudini e paure.
Nel camminare per queste antiche strade,
odo il rumore dei miei passi, nel silenzio
rimbomba sui muri delle case, solo il vento
si insinua, solo il vento osa, la paura delle
genti traspare dalle porte socchiuse, il loro
respiro si ferma sull’umido dei vetri, le
tende avvolgono e nascondono sguardi
impauriti curiosi ed ostili, tutto si muove e
si dà da fare nell’ombra per renderti
straniero, se non fosse per il rumore dei
miei passi che nel silenzio rimbomba sui
muri delle case, forse mi lascerei vincere e
sopraffare e dalla paura.
Vi piacerebbe ritrovarlo ogni estate come lo
cantava Charles Trenet? Allora dobbiamo
at-trez-zar-ci adeguatamente il prima
possibile. No, no, via le pinne, i secchielli… il
boccaglio, poi: siamo a febbraio! Il
mare ve lo preparate al supermercato.
Infatti, nonostante le soluzioni 100% biodegradabili ed
ecosotenibili siano indiscutibilmente l’ a cui
tendere, per la gravità della situazione in cui versano
attualmente i nostri mari (sarebbe proprio il caso di dire
che ) anche un limitato ma
contributo, in compatibilità con le possibilità di
ciascuno, è . Ecco perché questa volta i
vi offriranno alcuni spunti da cui partire per
trovare l’ambito (o gli ambiti!) a cui dedicarsi in attesa del
solleone.
. Molti
riporteranno i seguenti simboli in etichetta:
Il primo significa: “Sostanza che può avere effetto
irritante per pelle, occhi ed apparato respiratorio. Non
respirare i vapori ed evitare il contatto con pelle.” Il
secondo, segnala “Sostanze nocive per l'ambiente
acquatico (organismi acquatici, acque) e per l'ambiente
terrestre (fauna, flora) e l’atmosfera o che a lungo termine
hanno effetto dannoso”. Trovare nei supermercati
detersivi e smacchiatori privi di entrambi è dura. Ma
, beh, . Tenete
presente, mentre scegliete il prodotto, che il famoso
bianco “luminoso” è solo un’illusione di ulteriore pulizia
data dagli sbiancanti ottici (che non garantiscono
maggiore igiene e possono pure comportare allergia) e
che prima di ricorrere a candeggine, additivi vari
supersmacchiatori si possono tentare una miriade di
accortezze che – garantiamo – funzionano, rovinano
meno i tessuti e di solito costano pure poco (per esempio,
non lavare mai le macchie di sangue con l’acqua calda, che
avrebbe su di loro un effetto “indurente”, e versarci sopra,
piuttosto, dell’acqua ossigenata prima del lavaggio;
mettere l’aceto nella vaschetta dell’ammorbidente vi fa
vostro
optimum
si naviga in cattive acque
Jaulleixe
innanzitutto
costante
fondamentale
1 - Guardate i vostri detersivi e smacchiatori
che
non riportino il secondo è fattibile
lamer
by Jaulleixe
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#1 11| 14
by Jaulleixe
risparmiare su questo e sull’anticalcare; ecc…).
Per comprare un alimento delicato come questo prima o poi si trova un posto che ci ispira fiducia
e da quel momento squadra vincente non si cambia. Vi può tutelare sul piano della salute personale, ma per quanto?
Ricordate infatti che il mare è un ecosistema minore dell’ecosistema Terra, il che vuol dire non solo che la salute o la
malattia di una sua parte si ripercuote sul , ma che ciascun componente è INDISPENSABILE e la sua improvvisa
scomparsa comporterà, prima o poi, una seria minaccia per l’equilibrio del mare (e del pianeta di conseguenza). Sarebbe
quindi opportuno evitare il surgelato e nutrirsi solo di pesce locale (per chi vive nell’entroterra, proveniente dalla località
marittima più vicina possibile), purché NON sia stato pescato con le reti a strascico e NON sia a rischio estinzione. Se
seguire entrambe le regole vi riesce difficile, rispettate almeno la prima. Ed , freschi o congelati, almeno
i seguenti pesci: , , , , , ,
, , , , , , , ,
, . Le alternative provenienti dall’allevamento? Ok, ma con un occhio di riguardo a luogo e modalità
di allevamento (quanti avrebbero il coraggio di cibarsi di pesce che è stato trattato ?)
[ ]
. Ogni anno milioni di pesci, balene, , uccelli
marini e tartarughe muoiono a causa della plastica e dei coloranti (sostanze talora tossiche - quando non cancerogene - che
finiscono con l’accumularsi negli organi interni degli esseri viventi) degli . Dovrebbero essere aboliti, e in questo la
legge è dalla nostra. Ma qualche supermercato fa ancora il furbetto. L’ideale sarebbe dotarsi sempre di borse riutilizzabili in
tessuto robusto. Ma se non ce l’avete (o ve la siete dimenticata: anche a noi purtroppo capita) almeno pretendiamo i
sacchetti biodegradabili. E, se la rivendita ne fosse sprovvista, creiamoci l’alternativa: noi ad esempio
spesso lasciati in giacenza, in attesa di essere
buttati, in piccoli cumuli tra un reparto e l’altro.
Se l’ingrediente (olio d’oliva, di semi, ecc…) che vi permette di dorare
verdure, gamberi, frittate e quant’altro finisce negli scarichi del lavandino o del w.c., e quindi nelle fogne, e da lì nel mare,
contribuirete a creare una pellicola impermeabile che impedisce l’ossigenazione e quindi la vita della flora e della fauna
marina (4 kg di olio creano una patina estesa come un campo da calcio). Se volete quindi continuare a godervi lo o
2 – Il banco del pesce.
evitate SEMPRE
anguilla bianchetto capasanta cernia halibut della Groenlandia merluzzo bianco
nasello occhialone platessa pesce specchio pesce spada rana pescatrice razza squalo tonno
alalunga tonno rosso
3 – STOP al sacchetto di plastica
“usufruiamo” degli
scatoloni con cui le nuove provviste alimentari arrivano nei supermercati
4 – L’unica frittata da non fare è buttare l’olio in mare.
tutto
shoppers
snorkeling
\fs22fs22
http://www.ilcambiamento.it/caccia/pesci_scuoiati_vivi_indagine_mfa.html
http://www.ticinolibero.ch/?p=53442
così
delfini [ ]
http://www.jaulleixe.wordpress.com/
#1 11| 15
by Jaulleixe
l’attività subacquea
. In molte città esistono punti di raccolta settimanale di questi contenitori per
riciclarne il contenuto (almeno all’80%, trasformandolo in lubrificante, bitume e gasolio). Ed è un servizio che
probabilmente già pagate con le tasse. Non usufruirne sarebbe un doppio spreco!
Potremmo scrivere volumi sulla cosmetica insalubre, capitoli su quella che, in particolare,
uccide flora e fauna marina. Comunque, un primo passo comunque significativo può essere
: acquistare shampoo
contenenti ; balsami contenenti PEG o PPG ( ); liscianti o cosmetici per pelle e/o capelli
contenenti , , , , , , , e
tutti gli ingredienti che finiscono in – , - , - . Superfluo aggiungere che questi ingredienti, al grave danno
ambientale, aggiungono quello alla salute umana.
“Questo è davvero troppo”, starete già pensando. Se vi imbarazza immaginare il
confronto meramente igienico tra carta e (tra i quali è fin troppo chiaro chi vince), sappiate almeno che la carta igienica
(così come i fazzolettini e i tovaglioli di carta) complica le operazioni di filtraggio degli scarichi fognari e, per i comuni con
sbocco sul mare dotati di depuratori “difettosi”… beh, è un bel problema che tende a sedimentarsi sui fondali e a restarci per
un po’. (certificata ) E in tutti i casi in cui è possibile
(quante volte ricorriamo a un paio di strappi solo per soffiarci il naso, o per struccarci) !!!!
[ ]
E in attesa che scopriate la vostra “vocazione” salva-mare, i nostri migliori auguri per una rapida integrazione eco
sistemica dei percorsi esistenziali Uomo-Mare… .
prendete una tanichetta o una grande bottiglia di plastica, un imbuto e versateci l’olio di cottura (e
quello di conserva!) man mano che vi avanza
5 – Lavatevi senza sporcare!
trascrivervi queste poche
regole su un foglietto da tenere nel portafoglio per rapida consultazione ASSOLUTAMENTE MAI
EDTA
6 – Sfidate l’ultimo tabù: la carta igienica!
Compriamone quindi poca e usiamola con estrema parsimonia.
buttiamola nel cestino
mai maiPolyquaternium
Paraffin Paraffinum liquidum Petrolatum Cera microcristallina Dimetichone Dimethiconol Amdimetichone
one thicone siloxane
bidet
pour la vie
FSC
http://www.fsc-italia.it/download/materialedivulgativo/Brochure%20FSC%20interno.pdf
http://www.jaulleixe.wordpress.com/
intervista a...
Michele Saponara
by Solindue
#1 11| 19http://solindue.wordpress.com/
l’intervista by Solindue
i dintervista
Vicepresidente
ichele aponaraa M S
Se provate a digitare su Google, la risposta sarà immediata (0.24 secondi) con 145.000
risultati.
L ’ iniziativa è ovunque: ha un sito ( ); una pagina su facebook
( ) ; t r o v e r e t e u n c a n a l e d e d i c a t o s u y o u t u b e
( ); articoli sui giornali di nautica e quant’altro.
Ad una prima visione del sito “ ” risulta un’associazione di studenti che offre corsi di vela:
iniziazione, perfezionamento e patenti nautiche. Ma dietro nasconde un progetto davvero più vasto: la
progettazione e la realizzazione di prototipi di barche a vela da competizione, concepite e costruite dagli studenti.
Cosa c’è davvero dietro?
Chi o quale facoltà del’Università La Sapienza di Roma
coordina tale progetto e quanti studenti e quali facoltà sono al momento coinvolti?
“ ”
www.sapienzavela.it
w w w . f a c e b o o k . c o m / s a p i e n z a v e l a
www.youtube.com/user/SapienzaVela
SapienzaVela
SapienzaVela
Presentare SapienzaVela come un’associazione che offre corsi di vela penso sia riduttivo: è piuttosto unlaboratorio dove applicare le conoscenze acquisite nei diversi corsi di laurea. Per fare solo qualche esempio ilgruppo sportivo, sotto la guida di Federico Insabato - studente di “Cooperazione e sviluppo internazionale”-, ed exteam manager del Joe Fly Sailing Team, sta sperimentando delle tecniche di apprendimento innovative e di temabuilding. Inoltre uno specializzando di “Medicina dello Sport” sta preparando un piano di allenamento specifico perla vela, in collaborazione con “Mascalzone Latino” e lo sperimenterà proprio con i nostri ragazzi. Per fare un’altroesempio il gruppo di studenti che si occupa di comunicazione sta sfruttando, in modo innovativo per un grupposportivo, le nuove opportunità offerte dal web2.0, come tu giustamente accennavi, facendo scrivere spesso aipartecipanti le notizie che appaiono sul sito e sulla pagine di facebook.
“Mille e una Vela” è probabilmente il progetto chemeglio riassume lo spirito dell’associazione,coniugando sport, studio teorico, innovazione erealizzazione concreta. Il progetto è partito circa unanno fa con l’inizio delle lezioni teoriche difluidodinamica, e l’inizio della progettazione delloscafo, varato a Ottobre.
Il professore di riferimento, al quale va il nostro più sentito ringraziamento, è il Prof. Giorgio Graziani, Direttore delDipartimento di Ingegneria Aeronautica e Meccanica. Personalmente mi occupo di coordinare il gruppo deglistudenti e le varie attività insieme a Chiara Pilloton. Al momento sono coinvolti in maniera diversa circa 20 studentidivisi in base alle capacità ed ai settori di interesse tra le Facoltà di Ingegneria, Architettura, Disegno Tecnico-Industriale, Economia e Sc. della Comunicazione. Speriamo di riuscire a coinvolgere anche studenti diMatematica o della Facoltà di Scienze in generale.
http://sapienzavela.it
L’imbarcazione presentata da pochi mesi è uno skiff* di 4.60 m. Un grande investimento immagino sia di tempo che di
denaro. Avete dei finanziamenti?
Degli sponsor?
Ci sono Cantieri nautici italiani che si sono interessati al progetto?
L’iniziativa fa parte delle Iniziative Culturali degli studenti, con Benedetto Madia e Federico Lo Torto nella funzionedi firmatari; come tale ha avuto un primo stanziamento di fondi da parte dell’Università.
Abbiamo avuto la possibilità di usufruire dei fondi messi a disposizione dal Cus Roma, destinati alle attività velicheda uno sponsor. In oltre le vele sono state costruite dalla 3FL di Francesco Cruciani con la collaborazione delquale abbiamo acquistato solo il materiale usufruendo di una riduzione dei costi notevole.
Grazie all’interesse ed alla passione del Dr. Marco Brinati, senzail quale non avremmo potuto portare a termine la nostraavventura, l’imbarcazione è stata costruita presso i CantieriNavali D’Este, che ci hanno messo a disposizione l’attrezzatura,
#1 11| 20
l’intervista by Solindue
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l’intervista by Solindue
http://solindue.wordpress.com/
la logistica e i materiali, nonché la supervisione dell’Ing. Maurizio Fissi, responsabile e direttore del cantiere di S.Marinella. Il risultato finale è stato molto apprezzato; ha anche riscosso l’interesse di alcuni possibili acquirentitanto che non si esclude una produzione di piccola serie della barca stessa.
La manifestazione è nata nel 2005 su iniziativa della Facoltà di Architettura di Roma 3: prevede l’impegno deglistudenti nel progettare, costruire e poi far confrontare i propri scafi contro quelli prodotti dalle altre universitàitaliane e non solo, in una regata di fine anno accademico. Le barche devono rispettare delle misure massime eminime (come la lunghezza, la larghezza, la superficie velica massima, il peso, etc.) ma possono avere formecompletamente diverse lasciando grandi margini di sviluppo e ricerca nella fase di disegno dello scafo, per questomotivo “Milla e una Vela” è stata definita “la CoppaAmerica delle Università”.
Il materiale deve essere il legno o le fibre naturali. La nostra scelta, estremamente innovativa, è stata quella dicostruire la barca con un sandwich a base di fibra di canapa e cedro, che ci ha consentito di usare le modernetecniche di costruzione tipiche delle fibre di vetro o carbonio ma sviluppando un materiale ecologico edecocompatibile come la canapa.
Le imbarcazioni progettate e costruite dagli studenti vengono poi utilizzate per la manifestazione, a cui accennavi
sopra, “Mille e una vela”. Di cosa si tratta?
“SapienzaVela” offre corsi di iniziazione e perfezionamento alla vela. Usate sempre e solo i “vostri” scafi o
partecipate a regate invernali con altre imbarcazioni?
Hanno aderito al progetto anche studenti di altre facoltà o comunque giovani interessati solo ai corsi di vela che non
hanno niente a che vedere con ingegneria architettura o simili?
Un progetto come questo che volge alla pratica e non solo all’apprendimento della teoria, dovrebbe essere una
spinta non indifferente per l’inserimento facilitato dei giovani laureati nel mondo del lavoro. Avete già riscontri in
questo senso? Avete già giovani laureati che hanno discusso “Tesi” di cui parlavi prima?
Nell'immagine accanto, mi spiegano i ragazzi,
Resto
ammutolita, senza ulteriori domande. Cos’altro si può
aggiungere davanti ad un gruppo di giovani così
“professionali” con i quali ho dialogato con grande
dinamicità, puntualità e competenza? Sono felice di
averli “scoperti”.
Invernali e non solo, la nostra attività prosegue tutto l`anno. Grazie alla collaborazione con il Reale CircoloCanottieri Tevere Remo, per i corsi di vela utilizziamo derive (Fiv 555) ed imbarcazioni di mini-altura (Platu 25 –barca di 7.50 m) che sono più adatti ai corsi di iniziazione dato che sono meno estremi dello skiff costruito per laregata. Inoltre con i Platu 25 la nostra Squadra Agonistica sta partecipando al Campionato Invernale di Anzio inpreparazione degli appuntamenti della stagione 2011 che prevedranno la partecipazione ad alcune regatenazionali del circuito Platu 25, a regate di match-race e regate lunghe di altura come la 41° Parallelo e la Tre Golfi.
Ai corsi di vela partecipano studenti di tutte le facoltà da Psicologia a Filosofia, Economia, Giurisprudenza,Antropologia ed altre ancora. Ma anche per il progetto “Mille e una vela” stiamo cercando di allargare alle altrefacoltà il bacino di partecipazione: lo scopo è quello di avere un prodotto finale che rappresenti le capacità e lecompetenze di tutta l’Università. In tal senso stiamo sviluppando dei progetti con Psicologia e Medicina dello Sportper il miglioramento delle performance sia dal punto di vista fisico che mentale, per il controllo dello stress e delledinamiche di gruppo. Con Economia stiamo sviluppando un discorso di studio di un piano di marketing perpensare allo sviluppo del circuito di regate degli skiff universitari e per lo studio di mercato per vedere la fattibilità diuna produzione in serie della barca della Sapienza. Molto altro si può fare e per questo siamo aperti e disponibili aproporre anche titoli di tesi legati ai vari aspetti del progetto.
L’anno scorso il progetto era ancora in una fase embrionale e non sono state svolte tesi. Quest’anno invece sonogià tre gli studenti interessati a produrre tesi sull’argomento e contiamo di coinvolgerne ancora. Il valore aggiuntodel progetto è proprio questo: mettere gli studenti davanti a problemi pratici e concreti che vanno affrontati e risoltiin maniera altrettanto pratica e concreta. Tutto questo utilizzando strumenti classici che vengono normalmenteusati negli studi di progettazione, con il supporto di professori ma anche di professionisti affermati del mondo dellanautica. Nella nostra disastrata università i professori possono finalmente svolgere il loro ruolo di educatori eformatori, con una attività che trova la sua conclusione non in uno sterile esame, ma nella soddisfazione di averrealizzato qualche cosa di concreto, che prende il largo nel mare come nella vita professionale di chi hapartecipato e si ritrova con un bagaglio di esperienze e competenze estremamente arricchito.
“èrappresentata l'analisi bidimensionale del flussointorno allo spigolo dello specchio di poppa conl'approssimazione del pelo libero dell'onda fisso: lefrecce rappresentano direzione e velocità del flusso,mentre la scala cromatica tiene in considerazione ledifferenze del valore della pressione”.
#1 11| 22
l’intervista by Solindue
http://sapienzavela.it
In un momento in cui sembra che niente nel nostro Paese vada per il verso giusto … ecco qualcosa di cui andare fieri:
loro, belli e sorridenti, fanno parte dei giovani che escono dalle nostre università!
*Il termine indica una tipologia di barca a vela (deriva) di origine australiana caratterizzata da pescaggio minimo
e dalle linee d'acqua allungate che permettono di sviluppare grandi velocità. Sono generalmente le derive più veloci.
Le tavole sono piatte ed hanno uno scafo molto sottile e sono progettate per planare e supportare l'equipaggio al
anche in condizioni di vento esiguo. Dispongono di una velatura piuttosto grande che può arrivare ad
includere o .
http://it.wikipedia.org/wiki/Skiff
skiff
trapezio
gennaker spinnaker
l’intervista by Solindue
#1 11| 23
www.sapienzavela.it
www.facebook.com/sapienzavela
www.youtube.com/user/SapienzaVela
http://solindue.wordpress.com/
by Spaziocorrente
http://www.spaziocorrente.wordpress.com/#1 11| 26
by Spaziocorrente
un mare
speranzadi
25 Gennaio 2011
Come l'onda si alza forte
sospinta dal vento di maestrale,
così il mio grido di speranza
si affida alla frenesia della corrente.
Sulla sporgenza di uno scoglio
guardo verso l'orizzonte libero,
perché il pensiero possa perdersi
confuso nelle imponderabili distanze.
E sotto quel velo di riflesso trasparente
fa paura l'ignoto che nasconde,
imperscrutabile come un animo vagante
che cerca luce dopo oscuri spazi di dolore.
Voli a raso di gabbiani
e voci di lontani pescatori,
fanno parte di un mondo che è al di fuori
o forse inganno di apparenti differenze.
Finalmente sorge il sole
che allunga le sue braccia fino a me;
mi accorgo ora che quello che ho di fronte
è un mare di fiducia e di speranza...
… e quello che mi sorride accanto
è il volto di un amore che cercavo
ed ho trovato in te.
© G
rim
ild
e
photo del mese by Grimildehttp://www.pensieriscomposti.wordpress.com
#1 11| 29
by Marta
Il mare è profondissimo riflesso dell'animo mio , in grado di covare nei più buidei suoi aspetti sorprese inimmaginabili.
Il mare è un pozzo di ricordi , risveglia in me i migliori eventi e i più terribilimomenti.
Il mare è infinita saggezza , dispensa consigli e mi aiuta a sceglierne più d'uno.
Ma il mare è anche dolore in cui affogare i propri pensieri e sopratutto unapotenza da temere
come un grande amico che , avendone il potere , può decidere di toglierti ilsaluto in
qualsiasi momento esso voglia.
http://www.godblessmarta.wordpress.com/
il mr
ae
The Great Wave off Kanagawa - Katsushika Hokusai
un mareemozionidi
by Valentina
Io il mio lo sempre,quando , quando …
mare amo
è calmo è agitato
#1 11| 33http://www.aliusetidem.wordpress.com/
Quando mi è arrivata l’e-mail diSol che ci comunicava il temadell’ottavo numero di The Best,ho letto che si parlava di mare eho pensato “questo sarà facile,
almeno per una come me che vive in un posto dimare”. Poi però i pensieri, le sensazioni e i ricordilegati al mio mare si sono affollati nella mia mente egiuro che ho fatto un po’ di fatica a mettere inordine le idee.
Da quello che so e che ho visto in delle vecchie fotoil mio primo contatto col mare è stato a poco menodi un mese dalla mia nascita: sono nata a fine luglioe già a metà agosto ero in spiaggia conpasseggino, biberon, ciuccio e canottino alseguito. Ovviamente non posso ricordarmi ciò cheprovai quella volta, però so per certo che il mare l’hosempre amato, quindi l’impatto dev’essere statoestremamente positivo.Per me il mare è qualcosa di meraviglioso. C’è chi
quando pensa al mare pensa all’estate, ai lidi, aibagni, al sole cocente e alla fine è anche giustoperché la maggior parte della gente, vuoi per illavoro, vuoi per altri motivi, se lo gusta meglio nellastagione calda. Però io lo preferisco in inverno. Nonriesco a spiegare quanto sia rilassante mettersi lì,sulla spiaggia o su uno scoglio, a guardare le ondee ad ascoltare il dolce rumore della risacca, lontanidal traffico del centro, dalle chiacchiere e dallafrenesia cittadina. In inverno una cosa che facciospesso è andare nella zona di Mondello, la mattina,a prendere un gelato e a gustarlo sulla panchina diun moletto, sotto il sole della mia bellissima terra,guardando estasiata il volo dei gabbiani. E’ unospettacolo incredibile.
Io il mio mare lo amo sempre, quando è calmo,quando è agitato… In ogni momento dellagiornata. In estate dato che villeggio in una zona piùvicina alla spiaggia, amo andarci la mattina presto,quando non c’è ancora nessuno ed è tuttotranquillo. Poi arriva la confusione, e non c’è più lapossibilità di goderne al meglio fino al tramonto,
«La vita più intensa è raccontata in sintesi
dal suono più rudimentale: quello dell’onda
del mare che da quando si forma muta ad
ogni istante.»
Italo Svevo, da La coscienza di Zeno
by Valentina
#1 11| 34http://www.aliusetidem.wordpress.com/
quando la gente comincia a tornare acasa, il cielo si tinge di rosso e il solecomincia a tuffarsi nell’acqua cristallina.Per non parlare della notte, quando tuttoè buio e riesci a vedere le i movimentidell’acqua grazie al riflesso che la luna viproietta, quando guardi le stelleaccompagnato dallo sciabordio delleonde. Mi è capitato diverse volte, inoccasione della notte di San Lorenzo, diandare in spiaggia a guardare il cielo,com’è consuetudine, nella speranza divedere una stella cadente ed esprimereun desiderio, e devo dire che è una cosadavvero speciale stare lì, distesa insilenzio o con qualche amico, in quelpaesaggio che a causa del buio nonvedi bene, ma che percepisci con tuttote stesso, forse perché ci sei nato e loconosci alla perfezione, o forse perché tipervade completamente e ti rapisce.Il mare però non significa solo guardarloe apprezzarne la bellezza, significaanche viverlo. Io, come ho già detto, inestate vado in spiaggia molto presto,quando ancora devono aprire i cancellidel lido, e amo fare le mie nuotate allargo in tutta tranquillità, scivolarenell’acqua e allontanarmi dalla riva. Unadelle cose più belle di queste lunghenuotate è che arrivati ad una certadistanza dalla battigia non si sente piùnulla di ciò che accade lì, dove stannogli ombrelloni e le persone che prendonoil sole, ma si sente solo il rumoredell’acqua e il verso dei gabbiani chevolano e poi si fermano sulle boe.Questi sono alcuni dei motivi per cui sonodavvero felice di essere nata e vivere qui.La mia speranza è quella di restarcisempre e tuffarmi in questo idillio ognivolta che posso e che voglio.
foto © Valentina
un mareemozionidi
Collanamezzi crista i
a cantaracon
lll
by Pensierieperline ©
#1 11| 36http://www.pensierieperline.wordpress.com/
by Pensierieperline
Perline di conteria argento, mezzi cristalli nerie crystal e poi ALCANTARA!!
questo materiale è la per
questa nuovissima creazione.
new entry
“Alcantara è un materiale composito, ottenuto dalla particolare combinazione di un processo di
filatura e di numerosi processi di produzione tessili e chimici, che lo rendono un materiale
estremamente resistente ma anche morbido, adatto a molteplici impieghi.
Alcantara viene utilizzata in numerosi settori applicativi per rivestire molteplici superfici e forme:
nel mondo dell’auto (interni), nell’arredamento (principalmente per sedute e complementi), nello
yachting, nell'abbigliamento ed accessori, nel settore hi-tech.
Alcantara presenta elevate proprietà funzionali e caratteristiche tecniche differenziate a seconda
del settore e della specifica applicazione. Il suo aspetto superficiale può essere modificato
attraverso svariate lavorazioni.”
Fonte Wikipedia
Mi sono ritrovata a voler creare qualcosa di diverso dal solito, qualcosa che impreziosisse e allo
stesso tempo valorizzasse rendendo la mia creazione raffinata, così in una delle mie “spedizioni”
perlinifere (alias shopping perlinoso) mi sono ritrovata tra le mani questo morbidissimo
materiale, molto delicato al tatto e ho deciso che l'avrei impiegato nella mia nuova creazione.
Quello che propongo in questo numero nuovissimo del The Best Magazine è una collana; ma non
voglio svelarvi subito tutti i dettagli di come è fatta perciò iniziamo come sempre dal materiale
che vi serve per crearla anche voi da casa.
by Pensierieperline
#1 11| 37http://www.pensierieperline.wordpress.com/
Materiale
1 mezzo cristallo nero da 12mm
4 mezzi cristalli crystal AB 10mm
2 mezzi cristalli nero 10mm
6 mezzi cristalli crystal AB 8 mm
6 mezzi cristalli nero 8 mm
4 mezzi cristalli neri 6 mm
4 mezzi cristalli crystal AB 6mm
18 coppette argento da 8 mm
8 coppette argento 6 mm
2 copri corda argento
50 cm di alcantara nero
2 anellini
cavetto d'acciaio 50 cm
4 schiaccini
forbici
pinze a coni piatti
conteria argento
Iniziamo col creare la combinazione di mezzi cristalli e conteria che assumerà la nostra collana in modo tale
da rende poi più facile l'infilatura del materiale sul cavetto d'acciaio senza incorrere in errori (che posso sempre
succedere) di successione delle perline.
In questo caso il mezzo cristallo nero da 12 mm sarà il centrale della nostra collana, i mezzi cristalli neri saranno
racchiusi in entrambi i lati da due coppette argento che accoglieranno il cristallo; la collana è formata da un
alternarsi di mezzi cristalli neri e di mezzi cristalli color crystal AB intervallati ciascuno da 2 perline di conteria color
argento che danno ulteriori punti luce alla nostra collana spezzando anche un po' il susseguirsi dei mezzi cristalli.
In pratica partendo dal mezzo cristallo nero da 12 mm andiamo a scalare di misura inserendo il mezzo cristallo da
10 mm crystal per poi farlo seguire da due perline di conteria, una coppetta argento 8 mm, un mezzo cristallo nero
da 10mm, una coppetta argento da 8 mm, due perline di conteria argento e poi ripartiamo con la misura più
piccola ovvero il mezzo cristallo da 10mm color crystal e continuiamo così fino ad ottenere sulla carta uno schema
di partenza uguale a quello della foto nella pagina principale.
In pratica metà collana sarà composta da: il mezzo cristallo nero centrale da 12 mm, mezzo cristallo 10mm crystal,
mezzo cristallo 10mm nero, mezzo cristallo 10mm crystal, mezzo cristallo 8mm nero, mezzo cristallo 8mm crystal,
mezzo cristallo 8mm nero, mezzo cristallo 8mm crystal, mezzo cristallo 8mm nero, mezzo cristallo 8mm crystal,
mezzo cristallo 6mm nero, mezzo cristallo 6mm crystal, mezzo cristallo 6mm nero e mezzo cristallo 6mm crystal;
ricordandoci di racchiudere i mezzi cristalli neri dalle coppette argento
quelle da 6 mm saranno impiegate per gli ultimi mezzi cristalli neri da
6mm.
Ora possiamo procedere all'infilatura; come detto in
precedenza le coppette saranno impiegate solo per i mezzi cristalli
neri e si utilizzano infilandole in questo modo:
Procedimento:
Step1:
Step2:
#1 11| 38
by Pensierieperline
continuando a infilare i nostri mezzi cristalli intervallati dalla conteria
seguendo lo schema esposto nel primo passaggio per entrambi i lati
della collana inizieremo ad ottenere un risultato molti simile a questo:
(Io l'ho amabilmente definita una specie di “biscia” preziosa.)
Una volta che abbiamo finito di infilare tutti i nostri mezzi
cristalli nell'ordine giusto possiamo procedere creando la chiusura
della nostra collana. Prendiamo uno schiaccino e infiliamolo sul
cavetto d'acciaio, con il capo libero, lo facciamo ripassare all'interno
dello schiaccino in modo da formare un asola, tiriamo affinché l'asola
diventi piccola e una volta raggiunta la dimensione desiderata con le
pinze a punte piatte schiacciamo lo schiaccino. Questa operazione
farà in modo che il cavetto rimanga fermo e che i mezzi cristalli infilati
risultino fermati da questo schiaccino.
Ripetiamo l'operazione anche per l'altro capo della collana ottenendo in fine questo risultato. Siamo a metà
dell'opera manca ancora un ultimo passaggio, l'utilizzo dell'alcantara!
Prendiamo i nostri due copri corda a l'alcantara nero, facciamo in modo che un capo dell'alcatara nero si
inserisca all'interno del copri corda (o anche chiamata chiusura a libro) con un dito teniamo ferma l'alcantara
mentre con la pinza a punte piatte andiamo a chiudere prima un aletta della chiusura a libro e poi l'altra aletta
ottenendo questo risultato:
Ripetiamo il passaggio anche per l'altro capo dell'alcantara.
Step3:
Step4:
Step5:
l'idea alternativa
B L
Con l'ausilio degli anellini andiamo a collegare l'alcantara con il filo di mezzi cristalli fatto prima. Apriamo
l'anellino aiutandoci con le due pinze (una a punte piatte e l'altra a punte coniche questo passaggio è stato
spiegato anche in altri tutorial presentati nei numeri precedenti del The Best Megazine) facciamo un movimento
rotatorio aprendo così un capo dell'anellino inseriamo al suo interno il copri corda e l'asola fatta con il cavetto
e andiamo sempre con l'ausilio delle pinze a ripetere il movimento rotatorio, stavolta nel verso opposto,
chiudendo così l'anellino.
Ripetiamo questa operazione anche per l'altro capo della collana.
Abbiamo così realizzato la nostra collana (foto pagina seguente), può essere quella di tagliare
in due l'alcantara e decidere di legarla dietro al collo con un nodo o un fiocco così facendo potremo decidere la
lunghezza della collana riuscendo così ad abbinarla a diverse maglie o vestiti a seconda dei loro scolli oppure
possiamo decidere di applicare un moschettone tagliando l'alcantara alla lunghezza desiderata chiudendo i due
capi con i copri corda come per il passaggio precedente e sempre con l'ausilio di due anellini applicare la chiusura
con il moschettone.
foto9
Come sempre vi auguro un uon avoro!
by Pensierieperline
#1 11| 39http://www.pensierieperline.wordpress.com/
by Pensierieperline ©
#1 11| 41
by Riccardo
http://www.riccardo-uccheddu.blogspot.com/
Odio l’inverno.
Se alla fine di questa vita dovessi finireall ’Inferno, andrei sicuramente asbattere la mia sontuosissima panciacontro degli enormi ed ottusi pezzi dighiaccio.Insomma, il mio Enfer rischierà d’essereun luogo non solo (perci tare quel l ’ant ico cantautoref i o r e n t i n o ) m a a n c h e d imaledettissimo freddo!Vi prego poi di notare come ed
facciano rima…
Bene, proprio in inverno io pensomolto all’estate ed al , il suo donomigliore.In estate mi piace molto dinuotare e correre sulle varie spiagge,col sole che (vecchio ed espertobatterista) mi picchia sulla pelle unsimpatico tempo di boogie-blues.Mi piace perfino fare i castelli disabbia!Amo cantare esuonare… una chitarra che arpeggia oanche che accompagna la mia voce(beh, per quella pazienza!) chebofonch ia qua lche canzone,l’armonica che si arrampica come ungabbiano sciancato ma esaltato nelblu dipinto di blues, dei bongos sullosfondo…
In estate si alla grande…le auto che sudano su per le salite oche scivolano giù per le discese, ilmare da una parte e le dolci roccestrapiombanti dall’altra, i Rolling Stonesche cantano
. Come si può fare a meno ditutto ciò?!E ci sono dei momenti in cui fisso ilmare ed i riflessi del sole laggiù, versol’orizzonte… è così vivo, enello stesso tempo ; che siaquella ?Forse in quei momenti vorrei trovarmi abordo di una barca che mi portilontano, non solo sul mare ma oltre
… verso dove, non so.In quei momenti sono solo con mestesso ma solo. So che lamia famiglia ed i miei amici e diquesto sono felice, ma io sono .Ho bisogno d’assentarmi per quelli chea volte sono soltanto pochi istanti, persentirmi in armonia con me stesso econ la natura.
Spesso cammino sugli scogli oesploro le dune… chissà, forse ungiorno incontrerò il fantasma diqualche antico marinaio spagnolo omagari, fenicio; il flamenco loconosco, la musica dei fenici, no.
Ma mi immagino appunto i fenicicome dei brav’uomini: sono sicuro chese dovessi stonare un po’, non cibaderanno più di tanto.
d’eterno dolore
invernoInferno
mare
fingere
verso il tramonto
gitizza
You can’t always get whatyou want
tutto pulsanteimmobile
l’eternità
l’orizzonte
non mi sentoci sono
altrove
vmare
ersoil
vm
are
ers
oil
by Antonella
#1 11| 43
e-mail: [email protected]/
La donna se ne stava seduta
proprio lì, a poca distanza da me, sul bordo di
una delle tante, tipiche rocce di quel luogo
arcaico, arroventate dal sole, erose dal vento,
dall'acqua e dalla salsedine.
Se ne stava lì, a pochi passi dagli ombrelloni
bianchi, con un lieve accenno di sorriso sulle
labbra, totalmente assorta nei suoi pensieri più
che affascinata dal luogo. Alle sue spalle uno
stretto sentiero di terra battuta, coperta da aghi
di pino, conduceva al boschetto delle piante di
aloe, sotto.
L'ombra e il profumo delle conifere .
Mentre preparavo la macchina fotografica
all'ennesimo scatto, capii cosa stava
osservando. Non lontano da noi, sulla sponda
opposta, una piccola nave galleggiante
accoglieva gli invitati a bordo. Amici, cugini,
parenti e finalmente loro: la sposa
accompagnata dal padre. Avanzavano verso
l'instabile ponte sospeso sull'acqua, alla fine
del quale lo sposo attendeva, tra i gridolini
entusiasti, l'arrivo di sua moglie. L'insolita
scenografia aveva solleticato tutta la sua
curiosità.
Quale sorpresa per me, a distanza di qualche
giorno, ritrovare in un altro luogo la stessa
donna in atteggiamento simile. Il lieve sorriso,
lo sguardo fisso, tutto il suo essere catturato
ancora dalla scena. Di nuovo un matrimonio.
Questa volta loro sono giovanissimi, teneri,
sorridenti.
Il posto, nel suo insieme, sembra quasi surreale.
L'armonia delle curve della struttura interna
contrasta con le selvagge forme naturali scolpite
dagli elementi all'esterno.
Mi guardo un po' in giro, affascinata dal
chiaroscuro del pavimento, dal
bianco delle mura, dal contrasto dell'azzurro del
mare che, in lontananza, fa capolino attraverso
gli archi. Mi soffermo ancora a scattare foto,
incantata dal luogo. Un gatto sembra assorto.
Ne approfitto per un ritratto spontaneo.
All'interno pochi visitatori, una mostra
fotografica e la cerimonia in corso.
Nelle sale bianche riecheggiano il pianto di un
neonato e le voci agitate di un gruppetto di
bimbi che scorrazzano liberamente. Gli adulti,
eleganti, sono assorti. I loro sguardi sono rivolti
verso il piccolo altare al centro
della sala. Fiori ovunque.
Ci sono momenti, in cui – per analogia – il
pensiero vola verso situazioni che sfiorano le
nostre vite quotidiane. Quella donna, ed in
particolare la sua espressione, mi riportano
spesso il viso e le parole di una mia amica.
Mi sono sempre chiesta se fosse un suo sogno.
Se desiderasse un marito, un figlio, una famiglia
calorosa. E mi sono sempre domandata quale
fosse il limite.
Un’amica dovrebbe essere sincera e condividere
i propri pensieri, ma qual’è il confine?
E soprattutto, se la mia idea fosse giusta, se
riuscissi a vedere chiaramente che la sua vita ha
bisogno di una svolta, prima che il tempo
sfugga via verso il punto di non ritorno, come
dovrei comunicarlo, senza ferirla? Quali le
parole, i discorsi e il contesto ?
Se un giorno, scaricando le foto dal reflex al
computer, mi apparisse l'immagine di una donna
sola, senza sorriso, con lo sguardo spento e le
rughe sul viso, riuscirei a sopportare l'idea di
non aver saputo trovare le parole?
sposifo o e paro e, ,maret l
© Antonella
L'armonia delle curve della
struttura interna contrasta con le selvagge forme natu
elementi all'esterno.
Mi guardo un po' in giro, affascinata dal chiaroscuro d
bianco delle mura, dal contrasto dell'azzurro del mare
capolino attraverso gli archi. Mi soffermo ancora a sca
dal luogo. Un gatto sembra assorto...
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un’am cacon
by Folletta
#1 11| 52
by Folletta
http://www.folletta.kataweb.it/
omenica d'inverno, non c'è sveglia che suona, dalle tapparelle filtra una luce
biancastra che promette una giornata uggiosa.Mi rigiro nel lettone, il piumotto caldo e il cuscino di traverso, no proprio non mi va di alzarmi, decido dirimanere ancora un po' a poltrire in questo limbo tiepido, dalla cucina arriva il fischio della moka elettrica, ilprofumo del caffè si spande fino in camera da letto e mi fa stare bene.Decido, ormai è ora di alzarsi, guardo pigramente l'ora, sono le 8.30 del mattino e due occhietti neri mistanno spiando dalla soglia, non hai il coraggio di entrare eppure mi chiami, non hai il coraggio di entrareperché sai che non devi, eppure sbadigli e sbuffi.
Un ammasso peloso bianco si sta stiracchiando vicino ai miei piedi mentre prendo il caffè, guaisci e dimenila coda, ti metto un po' di latte nella ciotola e tu mi guardi come se ti avessi fatto chissà quale regalo.Bene mia cara, guardo fuori dalla finestra e vedo che quella cosa lattiginosa si sta pian piano alzando, eranebbia ma non porta sole, una cosa stranissima ma il cielo è leggermente velato. Quasi quasi lo sai che tidico? Ci facciamo una scappatina al mare?Doccia veloce, un paio di jeans e le scarpe da ginnastica, un maglione e un giaccone pesanti, prendo ilguinzaglio ma so che non te lo metterò, tu sei una brava cana, le chiavi della 600 e via. Tu accovacciatasul sedile di dietro ti rigiri a darmi piccole spinte, poi metti il muso fuori del finestrino che tengo leggermenteaperto, chiudi gli occhi e assapori il vento.
Arriviamo tranquillamente sulla costa, non c'è nessuno sulla Pontina, è troppo presto e troppo freddo, ma ilsole si sta facendo spazio a fatica e presto riuscirà a spuntarla, il miracolo del mare, anche d'inverno non èmai brutto tempo (quasi mai).Entro in un bar, tu docile mi aspetti seduta fuori, sai che poi avrai il tuo premio, insieme al mio caffè ti hopreso un "ventaglio", si lo so che i dolci non li dovresti mangiare, ma oggi è una giornata speciale, siamosole noi due come due vecchie amiche e possiamo permetterci anche qualche trasgressione.La battigia è tranquilla, solo qualche pescatore che decide di riparare le reti, le onde si infrangono piano efanno una leggera spuma, non c'è troppo vento ed io respiro quest'aria salmastra insieme al fumo dellamia sigaretta.Tu corri, ti scateni, sei felice quando mi porti un pezzo di legno rubato alle onde, e io seduta sul tronco di unalbero che viene chissà da quali mondi lontani, lasciato chissà da quale mareggiata ad aspettare propriome sulla costa laziale, ti guardo e rido delle tue capriole e dei tuoi tuffi mentre mi domando perché nonsenti freddo, misteri canini.
Sono ore che stiamo così, tu che corri ed io seduta a guardarti, tu che mi vieni vicino e aspetti le miecoccole, tu che mi abbai e io che ti strapazzo, il sole si è fatto basso all'orizzonte, è ora di tornare, ancorauna passeggiatina sulla rena bagnata, tu che mi guardi felice e mi slinguazzi per mostrarmi tutto il tuoamore, la giornata è finita, una giornata veramente speciale.
E chi lo dice che il mare d'inverno con una cara amica non è caldocome quello di agosto?
D
#1 11| 53
by Grimilde
http://www.pensieriscomposti.wordpress.com
l
bac o
’estatemio
primo
del
i
Ogni anno era sempre la
solita storia. Finiva la
scuola e venivo portata
alla casa al mare. Quasi
3 mesi nella villetta
immersa nella pineta, a 50 mt dal mare, e
con le solite facce di sempre: i tedeschi della
casa con l'ingresso direttamente sulla
spiaggia, il "dottore" con la pipa
perennemente in bocca, la famiglia di San
Casciano e le sorelle di Pisa. Qualcuno della
mia età c'era, ma a 15 anni ormai era
passato il periodo dei giochi sfrenati sotto
l'ombra dei maestosi pini. I giorni passavano
pigri, fino a che una nuova famiglia prese
possesso della casa di fronte alla mia.
Milanesi, si sentiva subito dall'accento. Un
bambino piccolissimo fu il primo che venne
ad esplorare la lingua di spiaggia
dove stavo facendo passare il
pomeriggio. Ad inseguirlo un ragazzo
alto e moro.
Il mio scopo diventò conoscerlo. Non faticai
nell'impresa, non eravamo ancora troppo
grandi per vergognarci a chiedere ad un
ragazzo nuovo di giocare a pallone in acqua
con noi. La spiaggia diventò un luogo
magico, passavamo le serate a guardare le
stelle sdraiati sulla sabbia ormai fresca e a
raccontarci tutto di noi. Per la prima volta
feci il bagno di notte. Poi però, la brutta
notizia. Lui giocava a basket, e doveva
tornare a Milano per una partita. E dopo
avrebbe raggiunto i nonni in Versilia.
Mi sentii persa. I pomeriggi tornarono ad
essere interminabili ed i giochi in acqua
noiosi. Così quando sentii il piccolino della
casa di fronte che con gioia chiamava il
fratello, pensai solo ad uno scherzo delle mie
orecchie. Ed invece per una volta la Versilia
aveva perso! Non potrò mai scordare il
pomeriggio passato sulla spiaggia a
prendere il sole con le nostre braccia che si
sfioravano, i dispetti che mi faceva
sott'acqua, e lo spettacolo di quel gran
comico, non ancora famoso, in paese, che
noi due guardammo tenendoci di nascosto la
mano sotto le sedie, per non farci vedere dai
genitori. Fu proprio quella sera che tornati
verso casa, cercando un pretesto per restare
fuori altri 5 minuti, sentimmo un rumore in
lontananza, come di spari…
ra il 18 agosto 1996, e nel borgo
arroccato sul margine del golfo
c'erano i fuochi d'artificio. Già senza
fiato ci precipitammo in spiaggia. Il paesino
luccicava alla nostra sinistra e i fuochi
coloravano di riflessi rossi e bianchi il mare.
Non poteva non succedere in quel momento.
Le nostre labbra non ebbero più il coraggio
di staccarsi, e dei fuochi d'artificio sentimmo
solo gli scoppi.
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)
#1 11| 57
in cucina con... by Aracne
IlAracnericetta:
maredi
Seppie con gli spinaci
evo confessareD che per i miei pochi contributi a ‘The best’ sono stata
lasciata pienamente libera di scegliere l’argomento che più mi piacesse (tranne naturalmente il numero
di Natale).
Quando la nostra capa Sol ci ha chiamati al lavoro, quasi mi aspettavo un post scriptum che mi
esonerasse dallo scrivere sul tema proposto: ‘Tu, Aracne, puoi scrivere quello che ti pare’. Come al solito,
in virtù di una lunga amicizia . Invece no, anzi mi è stata esplicitamente richiesta una ricetta marinara.
Panico.
Come mai? Perché dai tempi del liceo non ho più scritto su un soggetto suggerito od imposto? Oh, quei
temi dai titoli lunghissimi e devastanti, a volte poco chiari, con uso di parole terrificanti come lirica,
narrativa, voce interiore (del poeta), connubio, eroe cristiano-romantico.
Come si fa a 18 anni a scrivere su: ‘La sagace mediazione di Mecenate tra la politica di Ottaviano e la
pleiade dei letterati e dei poeti del tempo....’ ed anche ‘ Si disegni a rapidi tratti il quadro delle
circostanze storiche e dei valori socio-culturali che indussero gli "intellettuali" dell'epoca ad aderire
attivamente alle direttive della politica statale...’ .
Almeno, io no ci riuscivo, la sola lettura del titolo talora mi paralizzava la mente e il braccio. Tanto che
uscendo dalla prova scritta di italiano all’esame di maturità, con un gran sospiro di sollievo mi ripromisi
che ‘mai più’ avrei svolto un tema.
E’ proprio vero che prima o poi dobbiamo affrontare i fantasmi del nostro passato che spuntano
impietosi da quegli armadi in cui li avevamo premurosamente e vigliaccamente rinchiusi insieme a
qualche scheletro. La legge del contrappasso?
Dunque, con coraggio: il mare.
http://www.lagriccia.blogspot.com/#1 11| 58
l mare per me è la Versilia. Ne ho visti altri di mari, in giro per il mondo. Forse più puliti, più
turchesi, più salati, più esotici. Ma per me: Versilia = mon amour. Ci andavo da bambina, i miei nonni
vi si erano trasferiti quando il nonno si era ritirato dagli affari, pensate un po’ nel 1957. Ci ho passato
delle estati lunghissime, ne ricordo la luce accecante, la passeggiata di Viareggio, poco la spiaggia,
perché i nonni non ci andavano.
Il Forte dei Marmi era un luogo sconosciuto, ne sentivo parlare dalla sorella di mia madre che ci andava
col marito. Erano amici di Sergio (Bernardini), frequentavano la Bussola dei tempi d’oro, ma erano anche
amici di una coppia che aveva un celebre ristorante a Viareggio. La signora mi fece vivere attimi di vero
imbarazzo, era strabica ed io non lo sapevo. Sicché un giorno mi parlò guardando da un’altra parte e
siccome io non rispondevo mi trattò anche duramente: che ne sapevo che secondo lei mi stava
guardando fissa? La mamma ottenne da loro la ricetta del famoso caciucco ed era davvero squisito. Se
l’avessi, ve la proporrei.
I
Invece vi suggerisco un’altra ricetta di famiglia:
circa 700 g di seppie pulite e tagliate a listarelle
un cipolla piccola
due denti d’aglio
4-5 acciughe sott’olio
un pizzico di peperoncino, sale, olio
500 g di spinaci surgelati
Scaldate un paio di cucchiai d’olio in una padella, aggiungete le acciughe e mescolate finché non siano
disfatte. Unire la cipolla tritata, e far cuocere per 7-8 minuti; aggiungere l’aglio tritato e un bel pizzico di
peperoncino continuando la cottura per altri 3-4 minuti.
Versare nella padella le seppie, mescolando vigorosamente, abbassare la fiamma e cuocere per circa
mezz’ora. A questo punto unire gli spinaci scongelati e tagliuzzati grossolanamente, mescolare il tutto e
continuare la cottura per un’altra mezzoretta. Se necessario aggiungere un pochino di acqua. Non
scordate di assaggiare per verificare sia la cottura delle seppie che la salatura.
A mia mamma piace la cucina ‘in bianco’ ma se gradito si può aggiungere del pomodoro.
Se avete la fortuna che ne avanzi un pochettino, buttateci un poco di pomodoro e del riso, non ve ne
pentirete (i miei figli mi dicono: ‘Mamma, sei la regina degli avanzi’).
(x 4)Seppie con gli spinaci
Buon appetito!
in cucina con... by Aracne
http://www.lagriccia.blogspot.com/#1 11| 59
foto © Aracne
i mare’
ld inverno
by Fabio Melis
Da un buon BICCHIERE di e...poco che siano appena le diecidel mattino.
vermentino
importa
#1 11| 62
http://www.blogaventurareporter.blogspot.com/
by Fabio Melis
Non so dirvi quantevol te penso aquesta canzonementre percorro inbici il lungomaredel Poetto o mi
addentro nel Porticciolo di Marina Piccola. IlMaestrale gonfia le vele bianche governate daesperti navigatori. Spezza il fiato e le gambe achi corre sul viale. Non ci sono alberghi chiusi,né manifesti pubblicitari sbiaditi. Perché ilPoetto non muore, ma si assopisce appena colfinire dell'estate. Resiste alle mareggiate, ai duricolpi del vento d'Africa che, talvolta, ammantadi rosso la nostra città. Che piova o tiri vento iCagliaritani non abbandonano mai la lorospiaggia.
C'è sempre qualcuno che passeggia,porta i bimbi a scorrazzare nei giardinetti. C'èchi pesca con lunghe canne, chi fa jogging,chi spinge duramente sui pedali di unabicicletta. Qualcuno, nel piccolo approdoriassetta le barche, sperando in giorni migliori.Altri si incontrano. Parlano del Cagliari, diDonadoni, Matri e Nenè. Maledicono lapolitica, il governo e... quel lavoro precario cheproprio non va. Si preoccupano per il futuro deifigli. A volte “cràstulano” (spettegolano). Maquesto è normale in una città di provincia. Pergente tutto sommato allegra, ironica ebeffarda . Pedalo con prudenza sulla ciclabilesempre invasa dai pedoni. Vado piano e migodo il sole che brilla sul mare azzurro. La gente
fa capannello attorno ai chioschi perassaporare la polpa dei ricci di mare.Raschiano voluttuosamente col cucchiaino ilfondo dell'involucro spinoso. Perché ha tutto unaltro sapore la polpa di riccio gustata in riva almare, accompagnata dal profumo dellealghe depositate dai flutti sull'arenile...
Da un buon bicchiere di vermentino e... pocoimporta che siano appena le dieci del mattino.Talvolta il cielo è grigio. Pedalo a fatica. Lapioggia traccia righe sottili sui miei occhiali. Ilsilenzio è rotto dal lamento dei gabbiani e daltremore delle alberature metalliche scosse dalvento. Allora mi fermo a osservare la spumadelle onde e un peschereccio che a faticarientra nel porto... “quel concetto che ilpensiero non considera ... quel qualcosa chenessuno mai desidera...” Il maestrale spira fortee diretto. Un vento deciso, intransigente chetrascina ogni cosa verso il largo... Agitaciascuno di noi nel più profondo. Però la gentedice che fra qualche mese passerà il freddo.
Come al solito tornerà la canicola el'odore nauseante delle creme solari.Torneranno i bagnini, i croceristi, i petulanti vicinidi ombrellone, i palloni, i tamburelli ecoccobello...
“Mi tuffo perplesso in momenti vissuti di già...”
© F
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io M
elis
© F
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io M
elis
Libri:
Fabio Melis
Il Signor Blogaventura
Il cuore oltre l’Ostacolo
La Casa dei Ricordi
http://ilmiolibro.kataweb.it/community.asp?id=10065
© arthur
#1 11| 68
poesia by Santi
http://www.ilmondodiarthur.wordpress.com/
E’ verdeazzurro il mare, fiotta l’ondae sull’areniledilaga morbida schiuma.Soffia da ponente un venticello,le chiome sciolte ad una fanciulla brunamentre che ella sta con gli occhi chiusie al sogno inclina.Più lontano, la carraia si perdenella foschia, pareun battello alla deriva,dissipa il tempo,come chi del suo tempo mal si cura.E il sole brilla sul maree sulle sponde, sui passi montanie sui declivi; nei sentieri franaove digrada l’ulivoche sulle fratte domina sovrano.Ora mi siedo sopra quel murettoad ascoltare un merloche, nel fogliame, spensierato trilla:delirio al cor mi adduce, mentre attendodi vedere un bel tramontoad inebriarmi ancora a quell’incanto.
Eil
mare
’verdeazzurro
#1 11| 69http://www.pensieriscomposti.wordpress.com
Alla morte della sorellaEmily, Lavinia Dickinsonscopre in camera sua un“tesoro” di 1775 poesiescritte su foglietti cuciti
insieme ed ordinati in raccoglitori.Emily non usciva di casa da decenni,vestiva sempre di bianco e non avevaamicizie.Questa scoperta ha rivelato una dellepiù rappresentative poetesseamericane.
Grazie ad un cartello “Vendesi”, RajaKhara si avvicina ad una casa nellaprovincia di Biella e ha trovato al suointerno 500 opere di un artista che per18 anni aveva vissuto in totale evolontaria clausura: Pordenone Americo
Montanari. I dipinti,sottoposti ad esamicritici, hannorivoluzionato la storiadella pittura italianadel dopoguerra.
Andando ad un'asta dimerce pignorata, JohnMaloof, giovaneagente immobiliare diChicago, acquista unarmadio contente unoscatolone di fotografiee pellicole.Guardando quellefoto, si accorge diessere di fronte ad un
vero e proprio “caso” fotografico.Migliaia di immagini in bianco e neroraccontano ai suoi occhi la vita, lepersone e i fatti di una Chicago ormaiquasi del tutto perduta.
A scattarle, come John scoprì grazie aduna busta dello studio fotografico dovevenivano stampate le foto, una donnadi nome Vivian Maier.Francese, emigrata negli Stati Unitinegli anni '30, ha lavorato 40 annicome bambinaia.Femminista, appassionata di fotografiae di cinema, anti-cattolica, socialista.Imparò la lingua inglese nei teatri escattava fotografie con una Rolleiflexdoppia lente.La sua produzione ammonta a qualcosacome 100.000 scatti, di cui solo unaminima parte furono stampati.
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fotografia... by Grimilde
http://www.pensieriscomposti.wordpress.com
Dopo aver finalmente saputo chi era l'autrice di una così importante testimonianza, Maloof cercòVivian su Google, per scoprire che era morta 2 giorni prima.
Da quel momento, John si interroga su come utilizzare l'immenso patrimonio di cui si ritrova adessere responsabile. Così decide di aprire un blog dove postare tutte le foto già stampate, edaggiungere quelle che man mano sviluppa. Questa a mio avviso è la cosa più affascinante dellavicenda: moltissime delle sue pellicole sono ancora da rivelare.È quindi un'opera che ancora non conosce fine...
Vivian racconta ciò che vede, ciò che le passa davanti agli occhi mentre cammina per la città.I suoi scatti quindi si possono definire di “street photography”, ovvero il genere proprio degliscatti candid, dove gli esseri umani sono soggetti e coreografia insieme.Sicuramente Vivian lo faceva per se', altrimenti non avrebbe mantenuto le sue foto segrete eaddirittura su pellicola, ma in ogni caso doveva avere delle buone conoscenze di tecnica ecomposizione, perché i suoi scatti sono decisamente ben fatti, armonici ed emozionanti.
Queste sono solo alcune delle centinaia di foto presenti sul blog di John Mallof, dove le parolesono quasi assenti. Sono le immagini, che parlano.
Vivian Maier
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http://vivianmaier.blogspot.com/
fotografia... by Grimilde
© arthur
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l’opinione by Arthur
http://www.ilmondodiarthur.wordpress.com/
Mura
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© A
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La jeep, otto posti a sedere, a vederla non promettevagranché di buono. Un po’ vecchia, malandata e con lavernice a tratti scrostata, sembrava la protagonista di unvecchio film in bianco e nero.
L’autista era venuto a prenderci un po’ prima dell’alba e, caricati i bagagli, ciha fatto cenno di salire a bordo perché il viaggio era lungo e le cose davedere tante. Io, con la mia inseparabile telecamera, mi sono seduto dietrovicino al finestrino, così mi sarebbe stato più facile filmare.
Eravamo ancora tutti addormentati, il cielo a tratti ancora scuro,incominciava a far intravedere bagliori che si perdevano dietro a piccolecolline ed alberi secolari.
La jeep correva indisturbata sulla strada sterrata e sul ciglio, come deifantasmi, ogni tanto spuntavano le sagome di donne che con delle enormiceste sopra la testa, camminavano al buio incuranti di qualsiasi altra cosa.Era come se il tempo si fosse improvvisamente fermato, cielo scuro, terraasciutta, strane ombre che ci venivano incontro illuminate dai fari dellamacchina che prendevano forma ora di un albero, di mucchi di sterpaglia, di
Il cammino che porta al mare è un cammino verso l’ignoto, verso qualcosa che tisembra di avere a portata di mano, ma che invece più ti avvicini e più lo vedilontano, impossibile da toccare.
E forse è questo che mi affascina del mare, sapere che c’è, ma allo stesso temponon riuscire a toccarlo tutto, a sentirlo, perché ogni onda è una nuova carezza,perché ogni metro guadagnato, è un piccolo tragitto in un mare che non finiscemai.
Ed anche se lo guardi dalla spiaggia, c’è un’onda uguale all’altra?
No, ogni piega, ogni rigagnolo di schiuma, persino ogni gorgoglio che si infrangenon è uguale all’altro. E continua così per ore, giorni, mesi, anni, per sempre.Il cammino che porta al mare… è un’emozione diversa, mai uguale all’altra.
un’
ditempo fa
estatetanto
occhi di animali incuriositi e spaventati, di un vuoto che non aveva mai fine.
Avevo letto dell’Africa e dell’emozione che lasciava dentro, ma quel senso del nullaera ancora più forte, che quasi stento a descriverlo, malgrado l’abbia ancora dentronelle ossa, come se parole e sensazioni non andassero più d’accordo.
Ormai era quasi giorno e quella bellezza fatta di arsura e di colori sbiaditi al sole eratutta lì da vedere. Nessuno di noi parlava. Ogni tanto ci fermavamo per lasciarepassare un branco di animali ed era l’occasione per filmare e fare fotografie comedei forsennati, manco fossimo bambini nel paese dei balocchi.
Arriviamo in un centro abitato, poche capanne rabberciate alla meglio, e superatauna piccolissima moschea, improvvisamente davanti ai nostri occhi, il mare. La jeeplascia la strada e si dirige sulla spiaggia. Deserto tutt’intorno, da un lato il mare chegiocava a nascondino con il sole mentre saliva verso il cielo, e dall’altro sabbia,tanta, solo ed esclusivamente sabbia, tonalità dell’ambra con delle leggeresfumature color del rame e in lontananza a fare da barriera, terra accatastata efango e davanti l’immensità, nient’altro che l’immensità.
Facendomi tenere ben saldo per le gambe, mi sono letteralmente buttato fuori dalfinestrino; il vento sulla faccia, l’occhio incollato nel mirino, le dita aggrappate,strette alla telecamera, il rumore attutito sulla sabbia delle ruote che lasciavano unsegno e man mano che si asciugava al sole, spariva come per miracolo… eraimpossibile distogliere lo sguardo da quella distesa di cielo, di terra e di mare chescorreva velocemente davanti ai miei occhi senza cambiare mai, l’emozione era cosìforte che ho incominciato ad urlare, di gioia.
Ci siamo fermati per le foto ricordo. Sazio e quasi stanco per l’emozione, mi sonoseduto sulla sabbia a guardare il mare. Lì, in quei posti, se guardi l’orizzonte,sembra che quel mare non finisce mai, una sensazione strana, quasi irreale.
E poi, dal nulla, ecco arrivare due bambini che si mettono a giocare sulla riva. Vestitidi stracci, ridono, saltellano nell’acqua, mi guardano, li guardo e sorrido. Faccio intempo a riprendere in mano la telecamera che scappano via. Scavalcano ad una aduna le piccole onde e uno dei due, il più grandicello, barcolla e come una scena alrallentatore, un passo dopo l’altro, sparisce, con al piede una pinna da sub, che afatica solleva e poi va giù, una, soltanto una… ho fatto in tempo a filmarlo.
Poi siamo ripartiti, altro spettacolo, altre emozioni, le mangrovie… dimenticavo,eravamo in Kenia, un’estate di tanto tempo fa.
(…)
l’opinione by Arthur
#1 11| 75http://www.ilmondodiarthur.wordpress.com/
http://www.issuu.com/ilmondodiarthur/docs/parole_immagini
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