the books we want to read medea knight, fra, noir...

85
Traduzione a cura di The Books We Want To Read Revisione di Medea Knight, Fra, Noir Link pagina: https://www.facebook.com/The-books-we-want-to-read- 258712084286861/ Link sito: http://thebookswewantoread.altervista.org/

Upload: trinhcong

Post on 16-Feb-2019

217 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Traduzione a cura di The Books We Want To Read

Revisione di Medea Knight, Fra, Noir

Link pagina: https://www.facebook.com/The-books-we-want-to-read-

258712084286861/

Link sito: http://thebookswewantoread.altervista.org/

Page 2: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Per Jonah ed Ellie: le luci più piccole ma luminose del mondo

E ai Cheese Sandwhiches della classe della Wheeler School del 2019: la mia prima

classe di dodicenni. Vi avevo promesso che vi avrei dedicato un libro. Portate in alto

il nome della vostra classe e scrivete storie in grado di volare!

Page 3: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

INDICE

CAPITOLO 1 ............................................................................................... 5

CAPITOLO 2 ............................................................................................. 12

CAPITOLO 3 ............................................................................................. 18

CAPITOLO 4 ............................................................................................. 22

CAPITOLO 5 ............................................................................................. 27

CAPITOLO 6 ............................................................................................. 37

CAPITOLO 7 ............................................................................................. 46

CAPITOLO 8 ............................................................................................. 58

CAPITOLO 9 ............................................................................................. 68

CAPITOLO 10 ........................................................................................... 77

Page 4: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Cara Ragazza in Rosso,

Ti ho sognata di nuovo, stanotte. Eri in un campo di lavanda che si estendeva fino

all’orizzonte. Il sole stava tramontando. Dove sono questi mondi che non posso

raggiungere? Perché sei sempre lì? Eri ferma in mezzo a questo campo, con indosso un

vestito rosso. Quando ti ho raggiunta, sei sparita, senza lasciar nulla dietro di te se non

una piuma color cremisi. È un simbolo? Cosa stai cercando di dirmi?

Oggi è l’anniversario del terzo anno. Sono passati tre anni da quando Justin Enos è

scomparso da scuola. Hanno detto che è sparito, che è stato rapito dalla sua stanza nel

cuore della notte. Nessun segno di reato. Nessuna impronta. Solo una camera vuota.

Hanno trovato i bastoni da lacrosse appoggiati contro il muro, le tazze di caffè

rovesciate e i compiti di Inglese incompleti.

Hai qualcosa a che fare con questo non è vero? Ragazza in rosso, vieni da me. Vieni

da me e dimmi il tuo nome. Sei reale?

Dovrei esserti accanto. Lo sento. E lo sai anche tu. La verità è nei tuoi occhi.

Rhode

Page 5: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

CAPITOLO 1

Traduzione: *Haruka*

Revisione: Fra

1418, Hampstead, Inghilterra – la Landa

«Genevieve Beaudonte! Devi esercitarti con l’alfabeto… stasera» dissi accanto ad

una fila d’alberi del frutteto. Dov’era finita?

Raccolsi l’ultimo cesto di mele proprio mentre il rombo di un tuono mi faceva rizzare

i peli sulla nuca. Nuvole grigie fluttuavano nel cielo in una danza perpetua, aprendosi

e chiudendosi tra loro. Ispirai l’odore del terreno e delle mele appese agli alberi sulla

mia testa. Mia sorella di tre anni, con in dosso un vestito lercio, saltò davanti a me. I

suoi corti capelli mossi erano tutti scompigliati.

«Un tuono! Lo hai sentito Lenah? Il mio preferito!» strillò Genevieve.

La presi per mano mentre ci allontanavamo dal frutteto di mio padre e ci dirigevamo

verso casa.

«È il tempo perfetto per esercitarti con l’alfabeto» dissi.

«Ma perché? È difficile» si lamentò Genevieve, scuotendo la testa.

«Un giorno ne avrai bisogno» risposi, e gentilmente la spinsi in avanti, per far sì che

accelerasse il passo.

Un’immagine mi sopraffece: spingevo tranquillamente il mio migliore amico Tony

e lui inciampava. Si voltava verso di me, ridendo a bocca aperta. L’immagine arrivò

dritta come un proiettile: marciapiedi di cemento; vapore che saliva dalle tazze di

caffè; una scuola con una torre di pietra. Degli amici.

Perfino il più piccolo movimento poteva riportare alla mente i ricordi del mio luogo

preferito nel mondo moderno: il liceo Wickham.

«Perché?» chiese Genevieve. La sua voce mi riportò alla conversazione attuale.

«Perché devo imparare a leggere?»

«Te l’ho detto, quando sarai più grande capirai. Ma per il momento…» la tirai con

delicatezza per il vestito, così che si fermasse. Mi chinai per guardarla negli occhi:

erano identici ai miei, di un blu intenso. Aveva le ciglia più lunghe di chiunque in

famiglia.

«Per adesso dobbiamo tenerlo segreto. Nemmeno mamma e papà devono saperlo»

dissi.

«Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della signorina e del suo vero amore»

sussurrò. Si riferiva alla mia storia sulla regina dei vampiri. Quella che le avevo

raccontato nell’oscurità. Quella che parlava di Rhode… e me.

«Il nostro segreto?» chiesi.

Strofinò il nasino contro il mio e lo presi per un sì.

Mi rialzai e ci avviammo verso la casa poco distante. Il fumo del camino vorticava

nel cielo. Genevieve lanciò una mela in aria e, non appena questa rimbalzò sul suo

palmo, il peso della consapevolezza mi colpì allo stomaco.

Page 6: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Mi rialzai e feci un passo indietro, lasciando che Genevieve rincorresse la mela che

rotolava via.

Stava arrivando qualcosa.

Dovevamo scappare.

Ma ce l’avremmo fatta? Le braccia si coprirono di pelle d’oca. Quando una creatura

ultraterrena entra nel mondo umano l’energia cambia e l’aria crepita.

Le mie mani tremavano, così strinsi i pugni e continuammo a dirigerci verso casa.

Filare dopo filare, mi aspettavo che qualcosa o qualcuno si materializzasse tra gli

alberi. Una mano si sarebbe potuta stringere attorno alla corteccia, seguita da un corpo,

e quella persona, chiunque fosse, avrebbe potuto volerci fare del male. Perfino

ucciderci.

Genevieve continuò a saltellare lungo il tragitto.

«Tesoro» dissi. «Vai a casa. Di’ alla mamma che sarò lì tra poco.» La mia voce

tremava, ma speravo non se ne accorgesse.

«No. Voglio che vieni con me» disse, continuando a lanciare la mela su e giù, su e

giù. La fece cadere, la rincorse, l’afferrò e la lanciò di nuovo in aria.

Mi formicolavano le dita. Posai delicatamente il cesto di mele a terra. Se questo

essere soprannaturale aveva intenzione di fare del male a me o a Genevieve, avrei avuto

bisogno di avere le mani libere.

«Avviati» dissi a Genevieve. «Ho dimenticato qualcuno… volevo dire qualcosa» mi

corressi.

«Va bene» rispose con un lamento. Il deitro del vestitino rimbalzava, mentre

saltellava dentro casa. Con un pizzico di fortuna non si sarebbe voltata. Il chiavistello

si chiuse mentre fissavo la porta di legno della casa, aspettando di vedere se sarebbe

uscita di nuovo.

Chiusi nuovamente gli occhi e ispirai l’odore del terreno, dell’umidità opprimente e

della pioggia incombente. Cercai di calmarmi facendo dei respiri profondi. La pelle

d’oca comparve sulle mie braccia e il ronzio si fece sempre più forte, creando degli

schiocchi nell’aria.

Era dietro di me.

«Tre anni» dissi all’entità sconosciuta. «Tre anni e avevo finalmente smesso…» feci

una pausa, voltandomi «di guardarmi le spalle.» Ma la parola “spalle” venne interrotta.

Sussultai. Ci fu un’esplosione di luce rossa, uno scoppio acuto e il cielo si aprì. Mi

afferrai il petto mentre un corpo cadeva dagli alberi.

Suleen colpì il suolo con un colpo sordo. Corsi verso di lui e caddi in ginocchio al

suo fianco. Il suo abito bianco era strappato, ridotto a brandelli. Ferite di morsi erano

disseminate sul collo e sulle braccia. Erano il risultato di un attacco. Era inconfondibile:

dozzine di ferite circolari si espandevano sul suo corpo.

Ferite di vampiro.

Che razza di vampiro ne prosciuga un altro? E perché? Per il sangue? Non avevo

mai sentito niente del genere prima d’ora. Il sangue di un vampiro è inutile per un altro

vampiro. Deve essere bevuto da un essere vivente. È la morte dell’umano ad essere il

sacrificio magico; il sangue mantiene viva la mente in un corpo morto.

Page 7: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Aiutai Suleen a rimettersi in piedi. Il vampiro più antico e potente del mondo rilassò

la sua testa sul mio grembo.

«Justin è…» disse Suleen con voce spezzata.

Justin?

Posai le mani sulle spalle di Suleen e si impregnarono immediatamente del suo

sangue.

«Justin è cosa? É…» dovetti fare un respiro profondo per poterlo dire. «É morto?»

Suleen strinse gli occhi. «La luce del sole. È troppo.»

Mi alzai in piedi per ripararlo dal cielo. Sperai di fare abbastanza ombra.

«C’è una rivoluzione. Cammina nell’alba e torna indietro. Fermalo.»

«Una rivoluzione? Suleen, fermare chi? Chi devo fermare?»

Gli occhi di Suleen si riempirono di terrore; sembrava volesse farmi capire ad ogni

costo. Una linea rossa colò dall’angolo della bocca.

«É ancora un vampiro» ringhiò.

«Justin?» la voce mi tremava mentre parlavo. «Suleen, è impossibile. É stata proprio

Fuoco a dire che… se fossi tornata qui, nel mondo medievale, la storia sarebbe

cambiata. Il mio passato sarebbe stato cancellato.»

«Li ha creati con il tuo sangue» disse.

«Creato chi? Suleen, guardami.» Non aveva senso. Mi serviva più tempo.

Stava perdendo sangue troppo velocemente. Gli porsi il braccio, offrendogli il polso.

Se Suleen si fosse nutrito da me, le sue ferite sarebbero guarite subito. Ormai era ridotto

troppo male perché la rapida guarigione vampiresca potesse salvargli la vita.

Suleen aveva bisogno del mio aiuto e gli serviva il mio sangue.

«Bevi da me. Fallo» gli ordinai. Le sue deboli dita allontanarono la mia mano.

«Devi tornare indietro.» Strinse il mio abito nel pugno. «Justin ha creato…» doveva

fermarsi per trovare la forza per parlare. «Li ha creati dal… tuo…»

Farfugliò qualcosa ma non riuscii a capire. I suoi occhi si spalancarono ancora di più

mentre il sangue sgorgava dai morsi che aveva sul corpo.

«Uccidi Justin» supplicò.

«Suleen, ti prego.» Gli misi il polso sotto il naso.

Non si nutrì.

Un raggio di luce investì la cima dei meli, fino ad arrivare sul terreno del frutteto e

a noi due. Suleen alzò il mento al sole che faceva capolino dalle nuvole. Non riuscivo

a coprirgli tutto il corpo: i raggi di sole erano troppo estesi. Sorrise appena. I lati della

bocca si curvarono all’insù, abbastanza per farmi essere sicura che si stesse

crogiolando al sole.

E poi…

Il vampiro più antico mai esistito si trasformò in cenere.

Suleen era ancora tutto intero, ma sembrava una statua di cenere color avorio.

«No» sussurrai. Avrebbe sbattuto quelle ciglia polverose e mi avrebbe guardata con

i suoi occhi nocciola. Stava bene. Bastava solo avere pazienza.

La statua di cenere non accennava a muoversi.

Le mie dita tremavano mentre si avvicinavano alla sua sagoma. Non appena lo

toccai, si sgretolò in un mucchio di polvere. Sussultai e caddi in ginocchio.

Page 8: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Com’era possibile che qualcuno così indistruttibile fosse diventato cenere tra le mie

mani?

Mi alzai e mi guardai attorno. Come aveva fatto Suleen a tornare nel 1418? L’ultima

volta che lo avevo visto vivevo nel mondo moderno. Suleen, nonostante i suoi

incredibili poteri vampireschi, non poteva manipolare il tempo.

Cercai lungo le ombre grigie calate sul frutteto.

Fuoco poteva. Fuoco poteva viaggiare nel tempo.

Era un membro delle Eridi, uno dei quattro elementi del mondo: Terra, Aria e Acqua

erano gli altri. Era stata capace di cambiare il mio passato da vampira e di farmi tornare

dalla mia famiglia nel Medioevo. Cos’era successo in mia assenza?

Mi vennero in mente le larghe spalle di Justin e il suo sorriso luminoso. Non doveva

rimanere un vampiro. Non volevo pensare ai suoi capelli biondi e al suo tono

disinvolto, perché se era un vampiro voleva dire che ormai era diventato insensibile e

privo di personalità.

«Come?» chiesi ad alta voce al frutteto vuoto. Quando avevo visto Justin per l’ultima

volta Odette lo aveva trasformato in vampiro, ma le cose sarebbero dovute andare

diversamente una volta tornata nel Medioevo. Non lo avevo già detto a Suleen… che

la realtà sarebbe dovuta essere cancellata una volta che fossi tornata indietro?

Strofinai le dita e mi accigliai guardando i resti di Suleen.

Da umano Justin era un pazzo drogato di adrenalina, ma non era mai stato violento.

Non era possibile. Non Justin. Se aveva attaccato Suleen allora qualcuno lo aveva

influenzato, anzi incoraggiato, ad essere così pericoloso. Cosa aveva detto Suleen?

“Il tuo sangue… li ha creati.” La voce di Suleen risuonò nella mia mente.

Cosa aveva creato Justin con il mio sangue? No… più precisamente, come aveva

fatto ad avere il mio sangue se le Eridi avevano cambiato la storia?

Il rombo di un tuono, che risuonò molto vicino a me, mi fece sobbalzare proprio

mentre la prima goccia di pioggia cadeva sul mio naso. Un altro tuono!

E il cielo si aprì.

«No!» urlai, artigliando la terra prima che diventasse fango. Non potevo lasciare che

le ceneri di Suleen venissero spazzate via così; dovevano essere sepolte, con rispetto.

La pioggia si fece più violenta, abbattendosi sul frutteto.

«Lenah!» chiamò Genevieve dalla finestra aperta della casa.

Oh, no… non adesso!

Raschiai la terra, creando una buca in cui le ceneri potessero essere sepolte in

profondità. Le nocche sbattevano contro radici e rocce.

Scavai nel terreno con una sola mano, spostando le ceneri con l’altra. Continuai a

graffiare il suolo, spingendo all’interno i resti argentei. Allontanai le mani doloranti dal

terreno. Le nocche sanguinavano, creando linee rosate sulle dita. Sotto le unghie si era

accumulata la terra, ma non mi interessava. Le ceneri di Suleen erano sepolte al sicuro,

sotto la terra bagnata, e questa era l’unica cosa che contava per me. Lunghe ciocche di

capelli mi si incollavano addosso, facendomi scivolare sulla schiena delle goccioline

d’acqua gelida.

Non meritava di morire. Il suo sangue antico era colato sui miei vestiti dalla sua

bocca e dal suo corpo. Aveva macchiato e bagnato il mio abito da lavoro. «Vai nel…»

Page 9: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

cercai di dire ad alta voce la familiare frase vampirica. Volevo augurare pace alla sua

anima. Perché era così difficile dire addio? Dopotutto, era stato lo stesso Suleen ad

insegnarmi a dirlo tanto tempo fa.

Sentivo la schiena pesante così mi piegai, posando i palmi delle mani sul terreno

fradicio. Non può essere vero. Non è morto, è uno scherzo.

Ma la pioggia continuava a cadere.

Afferrai l’orlo del vestito e strappai una strisciolina di tessuto bagnato. Il pezzo di

stoffa pendeva nella mia mano e cercai di legarlo al polso, come fosse un bracciale. Il

sangue di Suleen era sulla mia pelle e, anche se si fosse seccato, avrei indossato questa

stoffa al polso finché non si fosse strappata. Fino a quel momento avrei pianto Suleen

e la vita che aveva sacrificato.

«Vai» alla fine pronunciai la frase. «Nell’oscurità e nella luce.»

Tirai fuori dalla tasca del vestito un coltello e arrivai all’ultima fila del frutteto.

Afferrai una mela da un cesto lì vicino e tornai dove avevo sepolto le ceneri di Suleen.

Avevo la mela in mano, mentre rivoli di pioggia gocciolavano sulla buccia. La tagliai

nel mezzo, in modo da ottenere un pentacolo. Il torsolo e i semi creavano una perfetta

stella a cinque punte, un simbolo di vita, il simbolo dei quattro elementi: le Eridi.

Rimanemmo in piedi insieme, la stella ed io, sotto la pioggia, sopra le ceneri del mio

defunto mentore.

Fuoco doveva aver mandato Suleen da me; era l’unico modo in cui sarebbe riuscito

a tornare indietro nel tempo. Le avrei lasciato questo simbolo, così che sapesse che

avevo ricevuto il suo messaggio. Il pentacolo era rivolto verso il cielo, il paradiso, dove

speravo andasse lo spirito di Suleen… se esisteva davvero un posto del genere.

Meritava silenzio, pace e un luogo privo di sete di sangue.

Mi tolsi la pioggia dagli occhi con il dorso della mano, guardai il piccolo cumulo di

terra bagnata e scossi la testa. Non poteva essere, pensai di nuovo, ma era tutto vero.

Conoscevo fin troppo bene questo tipo di morte violenta.

«La Regina dei Vampiri», sussurrò una voce nella mia mente e giurai che fosse una

voce malvagia, come di scherno. Non sono una vampira. Non più.

Quando aprii la porta di casa, Genevieve allacciò le braccia contro il mio collo.

«Eccoti!» gridò. L’attirai a me e mi crogiolai nel tocco delle sue dita delicate.

Mentre chiudevo la porta alle mie spalle, lanciai un’ultima occhiata al frutteto, al

sepolcro… la mela era già scomparsa.

La figura di Genevieve era rannicchiata sotto le coperte. Tutto, ogni singolo filo di

lana, era suo stanotte. Invece di lottare con me per un pezzetto di coperta, tutto ciò che

era infilato sotto la lana erano due sporchi piedi nudi. Il mondo medievale non

permetteva il lusso di molte camere da letto, almeno non per la mia famiglia. Una

famiglia di contadini che viveva nel frutteto di un monastero.

Baciai la testa di Genevieve e lei si ficcò sotto le coperte.

«Je t’aime» dissi in francese e chiusi la porta.

La mela era il mio faro; Fuoco sarebbe venuta presto. Sarebbe arrivata all’alba,

proprio come mi aveva detto Suleen.

Page 10: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Scesi le scale e mi fermai alla piccola finestra che permetteva di osservare il frutteto.

Non avevo paura di decifrare il mistero. Ero stata la regina dei vampiri e, con la morte

di Suleen, qualunque cosa fosse successa, era chiaro che ora toccava a me sistemare le

cose.

Le dita corsero lungo il freddo davanzale. Indugiai con lo sguardo sulla sedia

preferita di mio padre e sul bastone con la testa di cavallo di mia sorella. Amava far

finta di cavalcare su e giù per il frutteto; i suoi boccoli rimbalzavano e la sua risata si

sentiva lungo tutti i filari. Chiusi ancora di più il mantello, così da conservare

all’interno il calore, e lanciai uno sguardo alle scale. Potevo andare di sopra a dormire,

facendo finta che non fosse successo nulla. Potevo alzarmi la mattina e lavorare. Scossi

la testa, perché non avrei mai potuto fare una cosa del genere. Non potevo e non volevo

lasciare Rhode, Tracy e il resto dei miei amici a torturarsi al liceo Wickham. La casa

cigolò nella quieta mattinata estiva. Presto le assi del pavimento avrebbero

scricchiolato sotto i passi familiari di mio padre.

La mensola del camino era fredda, il fuoco notturno si era spento. Il focolare aveva

lo stesso odore di mia madre... lavanda e rosmarino. Staccai un ramoscello del fiore

viola essiccato in un contenitore sul caminetto e lo infilai nella tasca del mantello.

Chiusi gli occhi, ispirai l’odore della mia casa: aria fresca, legna e svariate erbe. Nessun

posto, nei miei tanti viaggi, profumava di buono come questo luogo speciale.

«Ritornerò» sussurrai alla casa. «Lo prometto.»

Raggiunsi la porta e mi avviai verso il confine della nostra proprietà, verso il luogo

in cui, una volta, tanto tempo fa, Rhode mi aveva resa una vampira. In lontananza,

all’orizzonte, l’alba colpiva la terra.

Andai verso la luce.

I miei piedi calpestarono la morbida erba del mattino. La rugiada ricopriva le

cortecce degli alberi e i rami. Superai le ceneri sepolte di Suleen e allontanai lo sguardo

da quel luogo. Non sarebbe ritornato mai più.

Continuai a camminare e, quando voltai l’angolo, lì, alla fine del filare, vidi stagliarsi

Fuoco. Indossava un mantello rosso, dello stesso colore intenso dei suoi capelli. Mi

tese una mano e io accelerai il passo. Una volta raggiunta, lei indicò la terra che correva

lungo un’estremità di filari.

«Devo seguire quel sentiero per Wickham?» chiesi. Lei annuì e indicò la strada. Non

c’era bisogno di convenevoli. Non avevamo bisogno di salutarci. Il mantello di Fuoco

strisciava sul terreno mentre camminava. Ondeggiava avanti e indietro, sembrava quasi

perdere il suo colore, trasformando il mio sentiero in una luce brillante, color

mandarino. Gli alberi risplendevano di giallo e rosso. Ogni cosa, perfino le cortecce e

le foglie, ne erano sature. Mentre camminavo i colori tornarono ad essere marroni e del

colore naturale della terra.

Il frutteto era alle mie spalle e davanti a me c’erano alti platani.

Un edificio di mattoni moderno, con finestre di vetro, prese forma all’orizzonte. Un

familiare edificio di mattoni.

«Continua a camminare» disse Fuoco.

Il terreno sotto i miei piedi non era più soffice e friabile, ma duro e nero. Continuai

a seguire Fuoco mentre questa fluttuava davanti a me. Ispirai l’erba tagliata di recente

Page 11: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

e l’inconfondibile odore di benzina. Inciampai in una radice o qualcosa di duro. Il mio

corpo barcollò e gettai le mani in avanti per frenare la caduta. E caddi, atterrando nel

campus del liceo Wickham.

Page 12: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

CAPITOLO 2

Traduzione: Medea Knight, Fra

Giorni nostri

Mi rigirai i polsi; facevano male per l’impatto col suolo. Mi ritrovai carponi con le dita

sprofondate nella terra. Ero atterrata proprio al limitare della foresta di Wickham.

Davanti a me c’era il campus e dietro di me Main Street.

Lovers Bay, in Massachusetts, era una città di Cape Cod. L’odore di salsedine

dell’oceano era più pungente se paragonato agli odori di casa, di terra. I rumori

provenienti dal campus facevano eco intorno a me. Risate fragorose miste al suono di

veicoli commerciali da qualche parte lì vicino.

Veicoli commerciali. Non ne esistevano nel quindicesimo secolo.

Nonostante la morte di Suleen e il vuoto che sentivo nello stomaco, mi venne da

sorridere. Mi trovavo davvero lì, a Wickham… quasi non ci credevo. Mi sfrecciò

davanti una macchina e mi coprii le orecchie con le mani. Feci ancora più pressione

sulle orecchie, mentre arrivò anche un’auto della polizia con le sirene accese. L’era

moderna era inesorabilmente rumorosa.

Durante i tre anni di permanenza a casa, nell’epoca medievale, la colonna sonora

della mia vita erano stati i canti dei monaci e i sussurri con mia sorella sotto le coperte.

La sua risata.

Deglutii con forza. Quel mondo mi sembrava vuoto e metallico. Avrei sentito ancora

la sua risata solo nei miei ricordi, forse, per il resto dei miei giorni.

Lisciai la mia tenuta da lavoro, giusto per fare qualcosa con le mani, ma realizzai

che non stavo più indossando il mio abbigliamento medievale. Indossavo quel che avrei

indossato comunemente in epoca moderna: pantaloni neri, t-shirt e anfibi.

I vestiti di un soldato.

Sollevai il polso. Il fazzoletto intriso del sangue di Suleen era ancora legato lì.

Fuoco aleggiava accanto a me.

«Per le persone intorno a noi siamo invisibili» disse, mentre mi porgeva un gambo

di lavanda che avevo colto vicino la casa dei miei genitori; lo afferrai, senza nemmeno

incontrare i suoi occhi rosso mirtillo.

«Beh…» dissi, dopo essermelo messo in tasca. «Ora veniamo a noi.» Incrociai le

braccia e alzai il mento.

«Hai tutti i motivi per essere arrabbiata» disse lei.

«Suleen è morto» dissi andando dritta al punto e poi «Tu hai punito Rhode e me. Hai

detto che non potevamo stare insieme e per questo sono tornata, Fuoco. Hai detto che

così era più sicuro per quelli che mi lasciavo alle spalle» sbottai.

All’inizio non disse nulla. Bene. Rhode ed io non saremmo stati insieme. Io avrei

fatto ciò che Suleen e Fuoco mi dicevano di fare e poi avrei tentato di tornare nel mio

mondo medievale. Mi trovavo di nuovo lì, nonostante tutto quello che avevo provato a

fare.

Page 13: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Le cose non stanno come si aspettavano le Eridi» disse Fuoco.

Era esitazione quella che percepivo nella sua voce?

«Dopo ciò che è trapelato qui nell’epoca moderna, tu e Rhode siete liberi di fare ciò

che volete» disse Fuoco, «ma non è semplice. Come da te richiesto, le Eridi lo hanno

riportato in vita; non porta con sè i segni della sua vita da vampiro. Non ricorda nulla

del suo passato.»

«Aveva diciannove anni quando è stato trasformato in vampiro. Non sembrerà più

grande rispetto a tutti gli altri studenti?» le chiesi.

«Non invecchierà come un umano finché non avrà compiuto diciannove anni. Ha un

mare di ricordi di Lovers Bay, ricordi da umano.»

«Deve sapere ciò che è accaduto a Suleen, Fuoco. Restituiscigli la memoria.»

«Non posso. Ciò che ho fatto a te e Rhode è…» si interruppe e i suoi occhi scarlatti

si fissarono su di me con un’intensità tale da farmi scorrere in corpo un fremito di

paura. Avrei voluto fare un passo indietro, ma mi trattenni dal farlo. «Non vedi

cos’abbiamo combinato?» continuò «Justin rappresenta un problema insormontabile.»

«Abbiamo? Ciò che veramente vorrei è che qualcuno mi dicesse cosa diavolo è

successo da quando me ne sono andata.»

Fuoco abbassò il capo. Non era umana, ma quel suo gesto indicava un fallimento

così palese, che mi colse di sorpresa. Fuoco non poteva intromettersi negli affari dei

vampiri. Le Eridi erano responsabili solo dei quattro elementi e del mantenimento

dell’equilibro tra gli esseri viventi. Non sarebbe mai stata un essere umano, in qualsiasi

modo si fosse comportata.

«Se non vuoi uccidere Justin» disse piano «al tuo fianco ci sarà qualcun altro,

qualcuno che non si preoccupa per te come faccio io. Qualcuno che ribalterà questa

decisione e continuerà a tenere separati te e Rhode» spiegò.

Feci un respiro molto profondo nel pensare alla spaventosa gerarchia dell’universo.

Fuoco era nei guai, perché il nostro piano era fallito.

«Possono sostituirti?» le chiesi piano.

Non mi rispose, ma poggiò una mano leggera e calda su una spalla.

«Aspetta, aspetta» dissi mentre nella mia mente macchinavo le giuste conclusioni.

Aveva detto che sarebbe stata sostituita da qualcuno che avrebbe separato di nuovo me

e Rhode. Quindi Rhode e io potevamo stare insieme.

«Io e Rhode… non dobbiamo più stare lontani?!»

Annuì.

Avrei voluto saltare in lungo e in largo. Correre per tutto il campus in quel momento

stesso e andare a trovarlo. Avrei voluto anche poggiarmi all’albero più vicino, perché

avevo il fiato corto. Respirai profondamente per ricompormi.

Fuoco esitò prima di parlare e colsi una nota di compassione nei suoi occhi mentre

continuava a parlare.

«Non sarei così eccitata al posto tuo. Non credo ricorderà mai il suo passato» disse

Fuoco. Le sue parole mi fecero subito tornare lucida. Pensa come un soldato, Lenah.

Toccai il tessuto insanguinato al mio polso.

«Rhode dovrà essere protetto» dissi «da Justin.»

Mi sembrava ancora più strano dirlo ad alta voce.

Page 14: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Che facciamo ora?» aggiunsi, pratica.

«Justin è il re dei vampiri. Si è alleato con gli Svuotati.»

Mi stiracchiai. Se mi fossi sentita pronta e forte, avrei potuto venirne a capo. Avrei

pensato a un piano. Non avrei potuto immaginare un mondo in cui Justin fosse più

potente di Suleen. O persino in combutta con gli Svuotati… vampiri che avevano

rinunciato alla propria capacità di amare in cambio di potere e conoscenza: dei mutanti

del mondo sovrannaturale. Demoni.

«Perché è ancora un vampiro? So che non puoi immischiarti nelle faccende dei

vampiri, Fuoco, ma avevi promesso che il mondo sarebbe cambiato.»

«Purtroppo esistono anche cose al di là del controllo delle Eridi.»

Sentii crescere un altro moto di rabbia.

«Siete degli esseri onnipotenti. In grado di manipolare il tempo.» Mi fermai e scossi

la testa.

«Lasciamo stare. Lasciamo stare. Urlare questa cosa non cambierà nulla. Dimmi

solo cosa devo fare.»

Fuoco si slacciò la collana. Aveva un aspetto semplice: una catena d’oro con un

ciondolo rosso a forma di goccia. Fluttuò nell’aria verso di me e mi si appoggiò in

mano. Strinsi le dita attorno a quel gioiello liscio. Aveva un calore innaturale, come se

all’interno della gemma stessa vi fosse racchiuso un fuoco acceso.

«Cos’è?» chiesi.

«L’unica cosa che posso lasciarti: il potere della fiamma. Potrai utilizzarlo una sola

volta. Lancia la collana contro il tuo avversario e si scatenerà una conflagrazione così

mostruosa da incenerire chiunque voglia farti del male. Il fuoco. Niente di più, niente

di meno.» Scandì bene ogni singola parola, avvisandomi, «usala solo quando ne avrai

più bisogno.»

La piccola sfera brillava. Sembrava un’eco delle parole di Fuoco.

«Troverai pronta la tua storia una volta arrivata a Wickham. Per quelli che sono qui,

sei una nuova studentessa all’ultimo anno.»

Chiusi la mano intorno al gioiello caldo.

«Cosa sarebbe successo se avessi rifiutato questo compito?»

Fuoco tacque e alla fine disse «Temo si sarebbe stravolto l’ordine naturale del

mondo.»

Rabbrividii. Qualunque cosa avesse fatto rimanere Justin un vampiro aveva

sconvolto il naturale equilibrio delle cose. Doveva essere stato qualcosa di catastrofico

per convincere Fuoco e Suleen a riportarmi indietro.

«Dimmi una cosa» dissi, «i miei amici… non si ricorderanno di me?»

«Non ci vorrà molto perché lo facciano. L’anima riesce sempre a ricordare chi si è

amato.» La sua luce iniziava a sbiadire dal rosso acceso all’arancione.

La collana nel mio palmo roteava e risplendeva. Volevo chiederle come mai

avessimo fallito la prima volta, ma tutto quello che mi venne in mente fu: «E se avessi

bisogno di te?»

Ma la luce di Fuoco passò al giallo prima che riuscissi a finire di parlare e, in un

batter d’occhio, scomparve.

Page 15: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Fissai la collana, ma quando feci per tirarla su per controllare fosse messa bene… la

chiusura era scomparsa.

Mi girai verso il campus. Pochi passi e sarei arrivata sul sentiero di Wickham. Non

sapevo cosa mi aspettasse, ma sapevo di dover lasciare il bosco per iniziare quel nuovo

viaggio.

Prima di morire, nel frutteto, Suleen aveva spiegato tutto. Mi aveva riportato a

Wickham per portare a termine un compito al posto suo.

Uccidere Justin.

Mi azzardai a fare un passo verso il limitare del bosco. C’era gente che parlava al

cellulare e portava scatoloni nei propri dormitori. Genitori che restavano davanti le loro

grandi auto di lusso in attesa di portare piumoni e mini-frigo. Fuoco mi aveva

rimandata al collegio Wickham proprio il giorno del trasferimento degli studenti, in

modo che potessi cominciare l’anno con il resto del corpo studentesco. La sicurezza

camminava avanti e indietro per il sentiero e un grosso camion di cibo si fermò poco

prima dello studentato.

Cibo! Oh mio dio. Cibo. Migliaia di tipi di cibi deliziosi e che avrei potuto comprare

a tonnellate. Non avrei più dovuto cucinare. Avrei smesso di desiderare il caffè. Lì

avrei potuto averne uno in pochi secondi. Oh, mondo moderno, quanto mi eri mancato.

Sembrava non fosse cambiato nulla in tre anni. Perlomeno all’esterno. L’aspetto e

le nuove suonerie dei cellulari mi divertivano.

Una ragazza varcò il cancello, indossava un paio di jeans e degli stivali alti fino al

ginocchio. Se solo mia madre potesse vederla, pensai. Avrebbe pensato che quella

ragazza fosse un diavolo, non sapendo come avesse fatto a far cambiare colore alla

pelle di vacca. E che dire dell’innaturale colore della sua di pelle?

Feci un altro passo verso l’erba che si estendeva dalla biblioteca al cortile principale.

Il collegio Wickham.

Quelle due parole mi erano rimaste in testa negli ultimi tre anni. Come un sonetto.

O come il nome di una persona amata intensamente.

Toccai il gioiello appeso al mio collo.

Solo quando ne avrai più bisogno.

Dovevo trovare Rhode.

Il bisogno di rivederlo mi attraversava il corpo e mi faceva provare paura. Era un

mondo privo delle leggi delle Eridi, ma un mondo in cui Rhode non si ricordava di me.

Concentrati, Lenah. Bene. Cosa fare per prima cosa? In fondo, vicino lo studentato,

c’era un tavolo di benvenuto con dei palloncini dorati e viola… i colori della scuola

Wickham. Perfetto. Lì trovai quale camera mi era stata assegnata nel dormitorio e gli

orari delle lezioni.

Orari delle lezioni. Assurdo. Avrei dovuto andarci, no? Soprattutto se dovevo

fingermi una studentessa. Sbuffando cominciai a camminare di nuovo, ma un ragazzo

per poco non mi rovinò addosso. Con un berretto da baseball messo l contrario, alzò lo

sguardo verso di me, distogliendolo dai disegni che portava in mano.

«Wow, scusami» disse, «non ti avevo vista.»

Occhi a mandorla, zigomi alti.

Page 16: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Un bel viso.

Mi allontanai, portando una mano al petto.

Gli occhi di Tony Sasaki si spalancarono.

«Stai bene?» chiese.

Euforia, shock, felicità, euforia, felicità… shock.

Tony era vivo! Era davvero vivo e vegeto! Feci un passo verso di lui e gli misi la

mano sul petto. Il suo corpo si irrigidì al mio tocco.

Era caldo.

«Che stai…?» disse.

Mi sfuggì una risata e mi allontanai, lasciando ricadere la mano. Mi portai la mano

alla bocca e ricacciai indietro le lacrime.

«Sembra che tu stia per vomitare,» disse Tony.

«Tu,» sussurrai.

«Io…?» replicò.

Mi gettai su di lui, abbracciandolo. Mi sembrava di non riuscire a stringerlo

abbastanza. Mi diede un paio di pacche sulla schiena.

«Ciao, pazza…» disse.

Lo strinsi a me ancora una volta. Era lì. Era vivo.

Mi allontanai da lui. «Mi dispiace,» dissi.

«È di sicuro il più strano saluto che abbia mai ricevuto,» disse.

Fece una pausa, il suo volto divenne serio per un momento. «Quindi ho un attacco

di amnesia e mi sono dimenticato che ci conosciamo già, giusto?» disse. «Ci siamo già

visti?»

«No. Non ci conosciamo. O meglio, non ancora. Sono Lenah,» risposi goffamente.

«Oh!» esclamò lui. Un barlume di riconoscimento gli attraversò il viso, il che mi

fece trasalire. Mi indicò con la mano che reggeva i fogli. «Sei la ragazza nuova.»

«La ragazza nuova?»

«Una mia amica mi ha detto che la ragazza nuova sarebbe capitata in stanza con lei.

Ti darò una mano con la roba» disse, sembrando davvero lieto di aver trovato qualcosa

da fare. «Wow, è pesante.»

Mi voltai. Cosa era pesante?

C’era un baule rosso vicino ai miei piedi. Prima non c’era. Mi chiedevo quante altre

cose “rosse” sarebbero apparse.

«Quindi tu sei Tony,» dissi.

«Perché non mi sorprende che tu conosca il mio nome, ragazza misteriosa?»

Tony mi passò i suoi disegni e sollevò il mio baule.

«Sono davvero belli,» dissi. Mi aspettavo di vedere dei ritratti, visto che di solito

dipingeva quelli. Invece vidi delle raffigurazioni del cielo notturno, in tutte le tecniche

possibili: colori acrilici, pastelli, acquerelli. Mostravano costellazioni incredibili:

l’Orsa Maggiore, Cassiopea e Pegaso. La mia preferita. Aveva dipinto il cielo di blu

scuro e piccole pennellate bianche ricreavano la costellazione del cavallo. «Li adoro»

dissi, aggiungendo poi, «hai talento.»

«Oh, continua» rispose, fingendo modestia.

Page 17: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Tony mi indicò tutti i posti in cui sarei dovuta andare per completare tutte le

scartoffie burocratiche per la scuola. Ovviamente ciò significava che avremmo dovuto

fermarci all’edificio della Hopper a prendere la chiave della mia stanza. Mentre ci

avvicinavamo a quel posto così familiare, mi imposi di non guardare la grigia torre in

pietra dove, in un’altra vita, Tony era morto. Continuai a tenere lo sguardo fisso su di

lui e sul sole che risplendeva sul suo viso.

«Quindi… abbracci e salti sempre addosso alle persone quando le incontri per la

prima volta?» mi chiese.

Mi misi a ridere. «Solo con te, penso,» risposi, mentre apriva la porta.

Stupita dall’immagine del nostro riflesso, tenni lo sguardo incollato sulla porta a

vetri. Tony ed io entrammo.

Page 18: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

CAPITOLO 3

Traduzione: Veru

Revisione: Fra

Tony aveva lasciato il mio baule vicino all’entrata della caffetteria per farmi prendere

un caffelatte con cacao estremamente delizioso. Una volta prese le chiavi e il mio plico

di benvenuto, uscimmo. Mentre sorseggiavo la mia bibita, finsi di leggere un foglietto

orientativo sui dormitori di Wickham. In realtà mi stavo inventando domande di cui

sapevo già la risposta per poter continuare a guardare Tony.

Raggiungemmo una bacheca accanto al sentiero vicino alla caffetteria. C’erano due

manifesti appesi. Ciascuno dei quali conteneva la foto di uno studente scomparso. Uno

era Justin. Era la sua foto per la scuola, quindi indossava una camicia elegante, blu con

i bottoni al colletto, ma nel manifesto era di un grigio chiaro. Il bel volto di Justin era

lo stesso – lo stesso naso sottile e la bocca imbronciata – ma in quella foto vedevo il

suo amore per la vita, il suo atteggiamento positivo e il suo bisogno di vivere al

massimo.

«Quella è Jackie Simms» disse Tony, indicando con un cenno del capo la foto del

secondo studente scomparso. Appoggiò il mio baule a terra e si asciugò il sudore dalla

fronte. «È scomparsa a marzo.» Senza dubbio la sua scomparsa era legata a Justin. Gli

occhi di Tony indugiarono un attimo di troppo sul manifesto di Justin.

«E?» Indicai la foto di Justin per vedere cosa sarebbe successo.

«Era un mio amico» disse mangiandosi un po’ le parole. «È scomparso da due anni.

Questo è il terzo.»

La voce di Tony si zittì e mi pentii di avergli chiesto di Justin.

«Mi dispiace» dissi e riprendemmo a camminare.

Tony mi accompagnò al mio dormitorio dall’altro lato del cortile, superando studenti

e insegnanti che stavano organizzando il primo giorno di scuola per l’indomani. Volevo

chiedergli di tornare in caffetteria, di fare una passeggiata sulla spiaggia, di andare a

prendere i miei libri come facevamo un tempo, ma dovevo tenere a freno il mio

entusiasmo. Non avrebbe ricordato quella vita. Per Tony, non era esistita.

«E io starò al…» controllai di nuovo il foglietto orientativo. «Starò al Turner?»

chiesi. Ah, giusto, non si ricordava che non ero mai stata a Turner come quasi tutte le

ragazze dell’ultimo anno. «Non sono nel dormitorio Seeker?»

«Vuoi vivere al Seeker? Lì ci vivono gli insegnanti. E la squadra di dibattito. Non ti

conviene vivere con loro.»

«No?»

«Il Turner è collegato al Quartz, il dormitorio dei ragazzi, da un corridoio. Perciò

possiamo fare avanti e indietro.»

«Ma mi hai appena conosciuta» dissi, piegando la testa. Dovetti strizzare gli occhi a

causa del sole. «Vuoi già vedere la mia camera?»

Page 19: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Beh, in pratica hai pianto quando mi hai visto. Il che significa che sono un figo,

perciò ovviamente faremo avanti e indietro.»

Un figo. Si mangiava le sillabe. Sì, ero tornata nel mondo moderno.

«Vero…» dissi. «Sembra fantastico.»

Tony mi portò dentro Turner e lungo il corridoio. Avevo l’olfatto sovraccarico:

profumi, detersivo e prodotti per la pulizia. La lista era infinita. I tanti odori e il suono

della musica mi facevano ronzare la testa. Non ne ero affascinata come lo ero stata anni

prima, appena arrivata a Wickham. Era come tornare a casa, solo con un po’ più

rumore.

Il dormitorio Turner era fatto quasi solo di finestre sul lato destro. Vedevo benissimo

il bosco e la spiaggia di Wickham. I raggi del sole cadevano tra gli alberi formando

lunghi angoli dorati. L’inclinazione della luce indicava che erano le dieci del mattino.

Mia madre e mio padre erano già a metà giornata lavorativa. Mi chiesi se Fuoco avesse

organizzato il tutto in modo che non sentissero la mia mancanza e non si

preoccupassero della mia scomparsa. Mi toccai la tasca in cui era nascosta la lavanda

di mia madre.

«Questa è la stanza 102. Le lezioni iniziano domani. Ma la tua compagna di stanza

ti spiegherà tutto. È stata una fortuna che stessi tornando dalla città. Magari non ci

saremmo nemmeno visti.»

«Devo farlo un’ultima volta» dissi e riabbracciai Tony. Questa volta non si limitò a

darmi una pacca, ma mi strinse a sua volta.

Portò il baule nella mia stanza e lo poggiò accanto al letto ancora vuoto.

«Ok, ora torno in camera mia» disse.

Gli consegnai i suoi disegni, ma non resistetti e lo guardai allontanarsi. Avevo decine

di motivi per richiamarlo. Avremmo potuto prendere un caffè, chiacchierare sulla

scuola, oppure avrebbe potuto mostrarmi il suo spazio artistico nella torre.

No. Dovevo rientrare da sola in questo mondo e guadagnarmi la sua amicizia.

Dovevo anche trovare Rhode il prima possibile.

La mia stanza del dormitorio era abbastanza grande, con un letto singolo su ciascun

lato. C’era anche un’enorme libreria, una finestra a golfo e, al di là di un’altra porta,

un bagno. Una ragazza bionda uscì da lì con in mano uno spazzolino.

Beh, che io sia dannata.

Tracy Sutton.

«Ciao» disse sorridendomi. Si asciugò una mano bagnata sui pantaloni rosa del

pigiama. «Sei Lenah? L’ho pronunciato bene? Io sono Tracy.»

Ci stringemmo la mano e questa volta lottai contro l’impulso di gettarle le braccia al

collo. Trecy aveva provato a sconfiggere Odette, una feroce vampira. Era stata disposta

a battersi con una stanza piena di vampiri per Rhode, Vicken e me.

«Ho preso il lato sinistro. Spero vada bene?» chiese Trecy.

Annuii. Per Tracy qualsiasi cosa.

«Sì, va benissimo» dissi. Non potevo fare la compagna di stanza strana e muta.

Sul suo letto c’era un piumone blu scuro con delle conchiglie. Aveva appeso delle

foto in bianco e nero di coppie che si baciavano e dei suoi amici… il respiro mi si

mozzò nel petto. In alcune foto c’era Justin.

Page 20: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Andai allo specchio sopra il suo cassettone. Tracy e Justin avevano posato per la

foto di un ballo invernale. Dei fiocchi di neve finta cadevano su uno sfondo fatto di

stoffa blu scadente. Le guance di Tracy erano più piene in queste foto. Secondo una

stima, erano state scattate durante il suo primo anno.

«Questo è…» chiesi, indicando la foto. Nascondilo, Lenah. Sii più furba. «… il tuo

ragazzo?»

Il suo sorriso svanì immediatamente. Non va bene, Lenah. Non va bene.

«Beh, sì. Cioè, ci siamo lasciati prima che… non più.»

«Prima che…?»

«È scomparso. Da quasi tre anni. Ti capiterà di vedere la sua foto in giro per il

campus.»

Mi diede un attimo le spalle e posò lo spazzolino sul cassettone.

«Allora, sei inglese?» Si girò di nuovo verso di me, con un enorme sorriso finto.

«Ah, ehm, sì» dissi. Riprenditi. Avevo degli affari da sbrigare. C’era un motivo se

Fuoco mi aveva lasciato il baule. Lo aprii.

«Come Rhode Lewin» disse. «È l’altro inglese del campus.»

A sentire il suo nome sentii contorcersi le budella.

«Studente in scambio?» chiesi facendo la finta tonta. Spostai un paio di maglioni e

la luce illuminò il manico di un pugnale riccamente ornato. C’erano almeno altri

quattro pugnali dentro, perciò chiusi il baule e mi ci sedetti sopra.

«Sì. Tutte le ragazze del campus sono innamorate di lui. Ma forse tu avrai più

fortuna, visto che avete qualcosa in comune. La vostra provenienza.» Tracy si era

cambiata e aveva preso un cardigan rosa. «Vorrei restare, ma…» Si fermò e abbassò

un po’ la testa. Le sue guance diventarono rosse. «Ho il provino per il coro.»

«Coro?» Non riuscii a nascondere la traccia di entusiasmo nella mia voce.

«Sì, canto…» Cantò la parola canto, ed anche piuttosto bene.

«Davvero?»

Scosse la testa e i capelli color miele le ricaddero sul viso spigoloso. Quando sorrise

restai colpita dal bianco dei suoi denti. I denti scintillanti come la porcellana erano un

segno del mondo moderno. Mia madre se n’era accorta quando ero tornata e avevo

impiegato settimane a creare uno spazzolino come si deve. Nel mondo medievale non

c’erano spazzolini. E di certo non c’era il fluoruro.

Tracy si tolse i capelli dagli occhi.

«Se non faccio adesso l’audizione, non la faccio più.» Fece spallucce.

Cercava di fingere che non le importasse, ma era ovvio il contrario.

«Beh, io non ho alcun talento musicale, perciò sono colpita» risposi.

«Bene, almeno so che ci sarà una faccia amica tra il pubblico.»

Si mise lo zaino in spalla.

«Vuoi che venga?» le chiesi.

«No, no. Credimi. Due ore di assoli imbarazzanti? Se cerchi qualcosa da fare, c’è la

caffetteria – ci sono delle TV lì dentro – o la spiaggia, ma la squadra di vela farà delle

dimostrazioni. Hanno costruito una fattoria enorme quest’estate, se ti piace questo

genere di cose. La vita sostenibile, o quel che è.»

La sostenibile che?

Page 21: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«È vicino al fienile, dietro il campo di lacrosse. Al limitare del campus. Quando

torno possiamo pranzare insieme? Dovrei tornare per mezzogiorno, circa.»

«La fattoria» risposi. «Perfetto.»

A dire il vero, avevo capito solo la metà di quello che aveva detto.

Anche se la fattoria era proprio quello che mi serviva. Mi avrebbe confortata la

vicinanza degli odori di casa.

Quando Tracy se ne fu andata, mi misi subito in ginocchio e ispezionai il baule di

Fuoco.

Vestiti.

Una lattina piena di soldi.

Spostai i maglioni da un lato. Sotto c’era un pugnale. Lo strinsi piano nel palmo

della mano. Serrai le dita intorno all’impugnatura rosso sangue e questa si riscaldò al

mio tocco. Girai la lama e il rosso scuro, il rosa e il rosso granato si riflessero sul

pavimento, creando dei giochi di luce color sangue. L’impugnatura era fatta di rubini.

C’era anche una spada lunga. Non era l’arma che era appartenuta a Rhode quando

faceva ancora parte dell’Ordine della Giarrettiera. Quella vita non esisteva più. Quando

estrassi la spada dal fodero, nell’argento brillò un rosso cremisi, come se i capelli di

Fuoco avessero attraversato velocemente la lama. La cercai lì dentro.

«Fuoco?»

Aspettai, sperando che comparisse il suo viso e mi parlasse, ma il metallo restò

d’argento.

Misi a poso le armi, feci scattare il lucchetto e infilai la chiave del baule nello stivale.

Controllai l’orologio.

Rhode.

Il suo nome mi attraversò la mente come una preghiera. E sentii anche le parole di

Fuoco.

Credo che non ricorderà mai il suo passato.

Era ora di cercarlo.

Page 22: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

CAPITOLO 4

Traduzione: *Haruka*

Revisione: Medea Knight

Tracy aveva ragione. Ora, sul retro del campo principale di lacrosse, si stagliava un

fienile. Parallelamente a questo c’erano degli appezzamenti di terra separati da una

staccionata di legno. L’assoluta familiarità del verde che cresceva e l’inconfondibile

soffice pianta di menta mi fecero sorridere, solo per un istante. Sembrava quasi casa

mia… beh, se non fosse stato per il piccolo trattore a motore fermo alla fine della

fattoria. Oh, e per l’elettricità. Mi fermai accanto al fienile, incrociai le braccia e godetti

della vista delle verdi piante di pomodori e delle tante piccole zucche che crescevano

lì attorno. I miei genitori sarebbero corsi da una pianta all’altra, felicissimi

dell’assortimento. Toccai il pendente che avevo al collo; si era riscaldato al sole

mattutino.

Qualcuno sta venendo verso di me. No, stanno saltando verso di me. Mi stanno

attaccando! Alza le mani! Proteggiti la faccia! Il mio corpo cercava di dare seguito ai

miei pensieri.

Uomo. Maglietta nera, capelli neri.

Avvertii una spinta al petto e caddi all’indietro. La mia testa batté contro il terreno

e una miriade di luci bianche esplose davanti ai miei occhi. Ebbi a malapena il tempo

di alzare le mani verso il mio aggressore.

Inalai un profumo come di resina e di notti colme dello sgocciolio della cera delle

candele.

Rhode.

Dovunque andrai, io verrò con te.

Le parole che Rhode mi aveva rivolto risuonarono nella mia mente. Era davanti a

me ed irradiava la stessa aura protettiva che avevo amato per così tanto tempo. Mi

parlava, ma in realtà stava controllando la parete del fienile.

«Ti saresti potuta fare male. Stanno diventando sempre più imprudenti.» Rimase in

silenzio. «Arcieri» aggiunse con un ringhio.

Drizzai le orecchie. Avevo sognato la voce di Rhode e come sarebbe stata se l’avessi

sentita di nuovo. Era così familiare e profonda, eppure l’inflessione e l’enfasi su certe

sillabe erano diverse rispetto a prima. Dovetti ricordare a me stessa che quello era il

Rhode del mondo moderno, senza ricordi della sua vita da vampiro.

Dal punto in cui mi trovavo sul terreno, seguii la lunghezza del suo braccio teso.

Una freccia con una piuma rossa alla fine, o sulla coda, se così si poteva definire,

era conficcata nel legno del fienile. Ma non riuscivo a concentrarmi sulla freccia. La

bellezza di Rhode mi aveva lasciata senza parole. I suoi capelli erano corti, aveva un

taglio moderno. Si muoveva in modo così agile. Di sicuro ero seduta lì a fissarlo da

parecchio, ma non mi importava.

Page 23: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Rhode si avvicinò, controllando l’asta di legno della freccia. Il sangue gli pulsava

nelle vene e dei peli crescevano sulle sue braccia. Per centinaia di anni Rhode era stato

costretto a non esporsi al sole. E adesso… era abbronzato. Seguii la pelle dorata del

suo braccio fino alla punta delle dita, che ora stavano tirando l’estremità della freccia.

Con il cuore sul punto di esplodere, rimasi a terra aspettando che mi guardasse. Ero

quasi svenuta aspettando che succedesse. I suoi occhi blu erano completamente

concentrati sulla freccia e io deglutii. Si era conficcata proprio nella parete dov’era

stata la mia testa poco prima.

«Un momento…» disse prendendo la freccia. «Questa non è una freccia di

Wickham» biascicò. «Chi userebbe la testina di un rasoio? Pazzi.»

Abbassò lo sguardo verso di me. Rimase a bocca aperta e indietreggiò.

«Tu» disse. Abbassò la voce. «La ragazza in rosso.»

Una sensazione di eccitazione mi attraversò.

«Io?»

Le sue labbra si schiusero mentre mi osservava. Scosse la testa e riprese a parlare

come se non si fosse fermato nel bel mezzo della frase “la ragazza in rosso”, qualunque

cosa volesse dire.

«Volevo dire, stai… stai bene?» balbettò. Si chinò verso di me e la sua mano afferrò

la mia. Dopo avermi aiutata ad alzarmi, le nostre mani non si staccarono.

«Credo di sì» risposi. La sua presa era forte, confortante.

Rhode abbassò lo sguardo. «Mi fa piacere.»

«Come hai fatto a vederla volare così velocemente?» Continuavamo a tenerci per

mano. «Mi hai spinta via in tempo, non è vero?»

«Sono un arciere» disse e mi lasciò la mano.

Volevo osservare la freccia per vedere se potevo capirne l’origine. La mia vecchia

vita mi aveva preparata. Riuscivo a fare un centro perfetto da sessanta metri quando

avevo la mia vista da vampiro.

Rhode teneva la freccia in modo strano, quasi come se stesse cercando di

nasconderla dietro di se. Continuò a tenerla così quando incrociò di nuovo il mio

sguardo. Quel blu familiare mi colpì al cuore. Avevo cercato quel blu in ogni cielo

medievale, nei fiori che crescevano sulla terra ma mai, nemmeno una volta, lo avevo

trovato. Fino ad allora.

Tre anni. Erano passati tre lunghi anni da quando avevo visto per l’ultima volta

quello sguardo.

«Il tuo accento. Non sei del sud dell’Inghilterra» disse.

«Ho vissuto nel Derbyshire per la maggior parte della mia…»

Oh, cavolo. Come avrei dovuto definire 592 anni? Vita? In mancanza di

un’espressione migliore, usai quella.

«Ho vissuto nel Derbyshire per la maggior parte della mia vita. In un piccolo

villaggio chiamato Hathersage.» Aspettai per vedere se il nome avrebbe innescato una

qualche reazione.

Rhode aprì la bocca per dire qualcosa, ma non emise un suono. Non riuscivo a

capirlo. Senza dire altro si diresse verso l’edificio principale del campus.

Page 24: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Aspetta» lo chiamai. Rhode si voltò a guardarmi, ma scosse la testa incredulo.

Qualcosa di me lo preoccupava. «Grazie» dissi. «Sarei potuta morire. Sarebbe stata una

causa bella grossa per la squadra di tiro con l’arco della scuola.» Risi. Ma quando non

ricambiò la risata mi schiarii la gola. «Sono Lenah.»

«Rhode» rispose lui. Non potei non ignorare, ancora una volta, l’esitazione nella sua

voce. Prima che potessi aggiungere altro, mi voltò le spalle, di nuovo, e se ne andò.

Volevo seguirlo. Feci anche un passo, ma una folata d’aria fredda sferzò le foglie e

le piante. I rami si agitavano contro vento. La natura aveva sempre il suo modo di

avvertire in caso di presenze magiche. Di qualcosa di non umano. Cerca gli indizi, mi

aveva insegnato Rhode. E saprai quando un vampiro è vicino.

Ma dove?

Osservai con attenzione tutta la fattoria di Wickham. Il bosco si dispiegava

parallelamente a quest’ultima, seguito dalla spiaggia. Le piante di pomodori erano in

piena fioritura e i pomodori rossi e rotondi mi ricordavano le mele appese nel frutteto

di casa. Ispirai profondamente, inalando il profumo della menta e della terra.

Avrei potuto quasi rilassarmi. Quasi…

Passai la mano sul delicato tessuto avvolto attorno al polso e lo tenni tra il pollice e

l’indice.

Al di là della fattoria, nel bosco, un paio di occhi scuri mi fissavano da dietro delle

sopracciglia cespugliose.

Occhi di vampiro. Erano come vetro. Anche se era abbastanza lontano da me, sapevo

che il vampiro non era Justin, ma un ragazzo che non riuscivo a riconoscere.

Spuntò fuori dal bosco e la luce del sole lo illuminò. Balbettai qualcosa. Allungai

perfino le mani per afferrarlo. Volevo allontanarlo dai raggi solari, ma lui continuava

a camminare, fermandosi poi a mezzo metro da me.

«Come a fai a stare al sole?» chiesi quando mi raggiunse. «Quanti anni hai?»

«Lenah Beaudonte» disse in risposta. La sua voce era profonda e aveva un accento

italiano. Al collo aveva un pendente: una R d’argento all’interno di un cerchio.

«Aspettavo questo momento.»

Forse si ricordava di me?

«Devi prepararti» disse. Doveva essere un effetto della luce perché, anche dopo aver

sbattuto le palpebre più volte, il colore dei suoi occhi era davvero strano. Erano

argentati?

«Lenah!» chiamò Tony dietro di me. Veniva dallo studentato. La testa del vampiro

scattò verso Tony. Poi si voltò e scavalcò la recinzione della fattoria. Si muoveva con

grazia e agilità. La gravità contava poco per lui… saltò dall’altro lato con un balzo e in

pochi passi fu nel bosco, nascosto nell’ombra.

«Aspetta!» urlai, seguendolo, ma la staccionata mi impediva di raggiungerlo.

«Prepararmi per cosa?» gridai, ma non ricevetti risposta.

Maledizione.

L’odore del mare arrivò fino al campus con una calda brezza.

Chiunque fosse, il vampiro se n’era andato.

«Deve essere uno che va in giro per il Paese» disse Tony. Mi si avvicinò.

«Hai riconosciuto quel…» scelsi le parole attentamente, «tipo?» chiesi a Tony.

Page 25: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«No. Era veloce però. Di che stavate parlando?» Raccolse un pomodoro e lo strofinò

contro la maglietta, come fosse una mela. Lo morse e si pulì la guancia dal succo con

il dorso della mano.

«Non mi ha detto niente. Era davvero strano.»

«Dimenticalo… c’è il chili per pranzo e il primo dell’anno è sempre il migliore.»

Mentre Tony ed io camminavamo, mi tornarono in mente le ultime parole di Suleen:

C’è una rivoluzione. Vai verso l’alba e torna indietro. Guardai nuovamente il punto in

cui si trovava il vampiro prima. Possibile che la rivoluzione di cui parlava Suleen fosse

una rivoluzione di vampiri?

«Sei stranamente silenziosa» disse Tony aprendo la porta dello studentato.

«Nervosismo da primo giorno» mentii. Avrei voluto che Vicken fosse qui.

Vicken. Il pensiero di lui mi fece quasi fermare, ma non volevo destare altre

attenzioni non necessarie verso di me mentre ero con Tony. Vicken era il mio amico

scozzese. Una volta era stato membro della mia congrega. Le Eridi avevano cambiato

il suo destino e così era riuscito a vivere liberamente la sua vita, come avrebbe dovuto,

negli anni quaranta dell’Ottocento, senza perdere la sua anima nel mondo dei vampiri.

Speravo fosse morto di vecchiaia. Non avrebbe voluto morire in altro modo.

Avrei onorato la memoria di Vicken non appena ne avessi avuto l’occasione. Avrei

svolto un vecchio rituale vampirico, uno legato al rispetto. «Oh, è solo una freccia»

avrebbe detto. Ma quella non era solo una freccia. Ero stata quasi colpita! Rhode mi

aveva spinto via! Questo voleva dire che mi teneva d’occhio. Poteva anche non avermi

riconosciuta finché non si era avvicinato, ma forse Rhode era affascinato da me. Forse

gli sembravo familiare. Non potevo permettermi di farmi fare fuori per via dei miei

sentimenti per Rhode.

Ero di nuovo nel campus da nemmeno dodici ore e già qualcuno mi aveva lanciato

contro una freccia e un vampiro che non conoscevo mi aveva detto di prepararmi.

Fantastico.

Entrammo nello studentato e fui nuovamente sopraffatta da quanto quel posto mi

fosse familiare. Ma, più di tutto, ero felicissima per il cibo. Oddio. Pizza. Cibo cinese.

Zuppa. Insalate. Soda.

«Lenah! Tony!» Tracy ci chiamò dall’altra parte della sala. Ci fece segno e, una

volta preso da mangiare, Tony ed io la raggiungemmo al suo tavolo. Mentre ci

avvicinavamo, strinsi con forza il vassoio.

Erano lì, Claudia e Kate… vive. Il sole le aveva fatte abbronzare e l’estate aveva

schiarito i capelli di Claudia, rendendo delle ciocche quasi bianche.

Nessuno era stato ucciso. Nessuna morte orribile. Claudia e Kate si spostarono per

farmi spazio.

Guardai i posti a sedere cercando Rhode, sperando che stesse mangiando nello

studentato come un qualsiasi studente di Wickham. Non lo vedevo da nessuna parte,

anche se c’erano dozzine di tavoli affollati.

Tony si sedette di fronte a me e iniziò a divorare il suo chili al tacchino così

velocemente che gli colava sul mento. Passò la tortilla sulla pelle per raccogliere i

rimasugli di cibo.

«È disgustoso» disse Claudia ridendo.

Page 26: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Cosa?» chiese lui con un’alzata di spalle.

Il mio affetto per Tony crebbe parecchio.

«Allora, queste sono Claudia e Kate. E vedo che hai conosciuto il nostro amico di

gran classe, Tony» disse Tracy.

«Deve essere buonissimo questo chili» dissi scherzando.

«Lo è» replicò Tony e altro sugo gli schizzò fuori dalla bocca.

«Oh, adoro il tuo accento. C’è un ragazzo inglese qui» disse Kate.

«Il famigerato Rhode» disse Tracy roteando gli occhi.

«Allora» chiesi a Tracy, «sei riuscita a entrare?»

«Certo che c’è riuscita» rispose Claudia. «Come progetto dell’ultimo anno, canterà

per tutto il liceo.»

Stavo per chiedere a quale progetto dell’ultimo anno si riferisse, quando una ragazza

passò fuori dalla finestra. Mentre camminava, mi guardò di sottecchi. Mi si mozzò il

respiro. Aveva dei morbidi boccoli biondi, proprio come Odette. No. Odette è morta.

Quella vita non c’è mai stata. È stata cambiata. La luce rifletteva qualcosa di argenteo

al suo collo. Un ciondolo! Forse era lo stesso che indossava il vampiro della fattoria!

La ragazza continuò a camminare. Mi costrinsi a prendere un respiro profondo.

Comportati normalmente. Non saltare a conclusioni affrettate. Sia Claudia che Tracy

avevano dei ciondoli argentati. Non avevo osservato attentamente quello della ragazza

bionda. Stavo esagerando.

Claudia rideva così forte per qualcosa che uno di loro aveva detto, che era in lacrime.

Sì asciugò le guance e indicò Tracy.

«Sei stata tu a farci cantare al karaoke!» urlò. Si teneva lo stomaco per quanto rideva.

Cercai di concentrarmi sulla conversazione, ma mi chiedevo se Claudia fosse ancora

interessata ai dipinti come prima. In questo mondo Tony e le Tre Grazie erano amici,

cosa che non era successa in passato.

Fuoco non credeva che avrei dovuto dire a nessuno del mio passato, ma io avrei fatto

ciò che era necessario fare. E poi, non volevo coinvolgere accidentalmente altre

persone. Avrebbero potuto farsi del male. L’ultima volta che avevo tagliato fuori di

proposito Tony dalla mia vita, era stato ucciso.

Tony ruttò sonoramente e portò un altro boccone di chili al tacchino alla bocca.

«Che schifo!» dissero Kate e Claudia all’unisono.

Il mio alleato sarebbe stato un incasinato artista giapponese che era morto per me

una volta, tanto tempo fa. Ma non avrei permesso che morisse ancora. Gli avrei detto

la verità in modo diretto, senza che la venisse a sapere da altri.

Avevo bisogno di avere Tony dalla mia parte.

Page 27: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

CAPITOLO 5

Traduzione: Fu

Revisione: Medea Knight

Quella notte, un'ora dopo il coprifuoco, infilai il pugnale con l'elsa di rubino nella mia

cintura e sgattaiolai fuori dalla finestra della lavanderia alla fine del corridoio.

Camminai dall’edificio Turner fino al Quartz, il dormitorio dei ragazzi. Prima di tutto

volevo onorare Vicken fuori, sulla spiaggia, con un semplice rituale e poi bussare alla

finestra di Tony. Ma quando girai l'angolo per scendere in spiaggia, Tony era lì con un

telescopio puntato verso il cielo.

Appena mi mossi, un adetto alla sicurezza si avvicinò a lui. Restai appiccicata al

muro di mattoni dell'edificio per restare nell'ombra. La guardia guardò attraverso il

telescopio di Tony e gli dette una pacca sulla spalla prima di andarsene.

Controllai nuovamente il perimetro. Quando non ci fu più alcun segno della guardia,

avanzai sull’erba. Mi assicurai di farlo rumorosamente, così da non spaventare Tony.

«Oh, ehilà, trasgressiva!» disse, «Ti sei appena persa Lenny, la guardia serale.

Scommetto che gli avrebbe fatto tanto piacere vederti. Finalmente gli avresti dato

qualcosa da fare.»

«Il coprifuoco è passato anche per te» risposi io. Indicai il cielo; non avevo bisogno

del telescopio «Quella è l'orsa maggiore» dissi.

Affondò le mani nelle tasche «Lo sapevo già. Sto studiando le stelle: ho un permesso

speciale.»

Mi fece vedere un permesso di estensione del coprifuoco, sul quale vi era scritto che

Tony Sasaki avrebbe potuto rimanere fuori fino a mezzanotte.

Aggiustò nuovamente il telescopio «Hai visto i miei temi celestiali. Non riesco a

ottenere i bianchi giusti.»

«A me sembrano molto buoni.»

Lui sbirciò nel mirino del telescopio. «Solitamente più sono vicino alla baia, più le

stelle sono brillanti» disse. «L'oceano le riflette, dà al bianco un bagliore pungente.

Maledetti lampioni e cabine telefoniche di emergenza che sovrastano la luce. Ehi! Hai

voglia di andare alla spiaggia della città?» suggerì. «Ho bisogno di un compagno di

viaggio. Stasera la baia non rende giustizia al cielo notturno.»

Sollevai le sopracciglia notando il suo nervosismo. «Non credo che il tuo permesso

sarà valido là.» Lui rise rumorosamente, gettando all'indietro la testa. Dio, quanto mi

era mancata quella scena.

«Sei simpatica» disse.

«Ci provo» risposi, ma io ero tutt’altro che simpatica.

Le telecamere di sicurezza erano state installate nel campus dopo la sparizione di

Justin da Wickham. Tony me le aveva fatte notare.

Page 28: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

La spiaggia della città era un no assoluto per me in ogni caso. Era decisamente troppo

all’aperto: chiunque avrebbe potuto attaccarmi là. Se avessi voluto una conversazione

privata con Tony, avrei dovuto restare proprio lì al campus, dove c'erano persone.

«Sii una ribelle» disse Tony, percependo la mia esitazione. «Se ce la faccio, Claudia

morirà di invidia nello studio. Darei qualsiasi cosa per vedere la sua espressione stupida

al sentire dire dalla professoressa Joseph che io sono un visionario. Lei pensa che gli

autoritratti di Claudia siano visionari. Sono io quello che ha talento, Lenah. Io.»

Il suo entusiasmo era contagioso ed io volevo disperatamente piacergli come una

volta.

«Vuoi distruggere la povera Claudia Hawthorne?» chiesi.

Abbassò la testa. «È solo che è così dannatamente brava.»

Avrei potuto parlare con Tony su Main Street e se fossimo andati verso la città,

probabilmente avremmo trovato ristoranti e pub ancora aperti. Passava spesso gente da

lì. Tony avrebbe potuto correre di nuovo all'università, o andare lontano da me…

qualunque cosa avrebbe scelto di fare, a seconda di quale sarebbe stata la sua reazione

alla verità.

Come quando gli dissi che un tempo ero stata Regina dei vampiri e avevo ucciso

migliaia di persone.

«Bene» dissi. «Portami via dal campus e fammi espellere.»

«Perfetto, Len!»

Sussultai, ma cercai di non sembrare troppo entusiasta. Tony mi aveva chiamata

usando il mio soprannome. Lo adoravo e speravo lo usasse sempre come aveva fatto

un tempo.

La via più veloce per uscire dal campus era camminare parallelamente alla serra e

passare attraverso un breve tratto di bosco che dava su Main Street. Seguii Tony, ma

dopo il Turner mi fermai a controllare non ci fosse qualcuno appostato nell’ombra.

«Che c’è?» disse Tony «Oh...» annuì. «So cosa sta succedendo.» Continuò ad

annuire come se conoscesse tutti i segreti del mondo e io fossi l’essere umano più

stupido che esisteva. «È la prima volta che sgattaioli fuori dal campus?»

«Ehm...»

Non era la risposta più brillante, lo ammetto. Mi bloccai e continuai a perlustrare il

bosco, non alla ricerca di Justin, ma di chiunque avesse voluto impalarmi con una

freccia. Forse l’arciere misterioso pensava che non sarei mai stata così folle da lasciare

il campus. Ma con Tony che mi sorrideva al chiaro di luna, non avrei mai avrei potuto

dire di no.

«Allora è così?» chiese di nuovo. «È la tua prima assenza ingiustificata? Prima di

venire qui stavi in un collegio? Claudia ha detto che gira voce che tu andassi in

Inghilterra, in un...»

«Questo è il mio primo collegio» dissi, fermandolo prima che usasse altri acronimi

e espressioni che non capivo. «Non posso farmi cacciare fuori durante la mia prima

settimana.»

«Oh, non succederà. Ci beccano sempre, fa parte dell’iniziazione ufficiosa di

Wickham.»

Page 29: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Avanzammo di nascosto sul sentiero, rivolgendo le spalle alla sera e ci fermammo

alla fine dell’edificio.

I lampioni su Main Street emanavano un bagliore perlaceo, che passava attraverso i

folti rami del bosco di Wickham. Eravamo vicini al muro di pietra che circondava il

campus. Toccai il pugnale infilato nella mia cintura.

Sulla bocca di Tony notai un sorriso, mentre camminava in punta di piedi verso il

muro di pietra. Io restai indietro per coprirlo, voltandomi per controllare se qualcuno

ci stesse seguendo, sebbene il bosco sembrasse veramente vuoto e ci fosse poco vento.

Desiderai riavere la mia vista da vampiro, che mi permetteva di vedere i più piccoli

dettagli. L’estremità della costellazione di Pegaso s’intravedeva tra le foglie su di noi.

Pegaso mi aveva sempre mostrato la via più sicura, sia da vampira che da umana.

Scavalcai il muro alto quasi due metri e mi lanciai su Main Street, accanto a Tony.

Eravamo abbastanza vicini al cimitero di Lovers Bay, che era a metà strada su Main

Street. Respirai l’aria di salsedine dell’oceano.

«Congratulazioni! Sei ufficialmente uno studente di Wickham. Berrei una birra con

te sulla spiaggia della città, ma tutto ciò che ho portato con me è la mia matita.»

«Odio la birra. E in realtà» dissi, spostandomi i capelli dietro le orecchie, «stasera

sono uscita per parlare con te.»

Eravamo a circa cinquanta metri dal cancello di Wickham. Se ne avessimo avuto la

necessità, probabilmente avremmo potuto tornare al campus senza arrampicarci di

nuovo sul muro.

«Ti calmi? Se avessi saputo che ti saresti innervosita così tanto, non ti avrei portata

fuori dal campus. Prendo nota: Lenah Beaudonte è una compagna di viaggio schifosa.»

Controllai il muro di pietra fino in fondo, per vedere se c’era qualcuno in agguato.

«Tutto bene?»

«Devo dirti una cosa.»

«Devi parlarmi?» disse Tony, «Nel bel mezzo della notte? Oh...» strisciò i piedi sul

marciapiede. «Perché io sto con … in un certo senso, intendo che non è ufficiale o cose

del genere, ma io sto con Tracy.»

«No, scemo. Non voglio uscire con te.»

«Diavolo, perché no?»

«Dai, compagno di viaggio» dissi, e lo condussi via dalla spiaggia e indietro verso

il cancello di Wickham. Mi fermò toccandomi una spalla.

«La spiaggia è dall’altra parte» disse.

Dannazione. Restare vicini al Wickham era più importante che andare vicino a

quella spiaggia. Avrei dovuto arrivare subito al punto. Tony credeva nel

sovrannaturale. Me l’aveva detto la prima volta che ci eravamo incontrati. Ma era una

vita fa.

«Allora… mi parlerai mai o pensi di star qui a guardarmi come se stessi risolvendo

un problema di matematica?»

Gli gettai il mio sguardo da “Tony, sei un’idiota”, ma lui non lo riconobbe. Non ero

stata capace di lanciargli quello sguardo da davvero tanto tempo.

Page 30: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Va bene. Te lo dirò. Potrebbe sembrarti strano» dissi, «ma hai mai pensato che

forse nel mondo esistono anche altre cose? Tipo i vampiri o i lupi mannari?» iniziai

con la domanda più facile che riuscii a trovare.

Tony appoggiò una mano al muro di pietra. «Me lo chiedi perché sto studiando le

stelle? Perché io non credo davvero nell’astrologia.»

Un vento innaturalmente freddo fece frusciare i rami sopra di noi, facendo cadere

alcune foglie a terra.

Come al solito, il cappello di Tony era all’indietro. Dovette aver visto quanto fossi

seria, perché si accigliò e disse, «Cosa intendi? Fantasmi o lupi mannari? Sii più

specifica.»

«Beh, entrambi veramente. Forse ci sono, ehm...» cercai qualcosa di plausibile da

dire, che potesse dare il via alla conversazione che intendevo fare davvero.

«Fantasmi, muta-forma, vampiri, sai, cose così. Creature soprannaturali.»

«Sì, credo. Non ci ho davvero mai pensato.»

«Però credi sia possibile.»

«Certo» disse, accigliandosi nuovamente. «È davvero questo ciò di cui volevi

parlarmi?»

Il vento sferzava di nuovo, più ghiacciato stavolta. Oh no. Un improvviso gelo o calo

di temperatura di solito indicavano che nei paraggi c’era una magia molto potente in

atto. Eravamo nel mezzo di Main Street, a Lovers Bay. In fondo all’estremità opposta,

lontano dai negozi e dai bar, la spiaggia incrociava un piccolo parcheggio.

Il vento soffiò nuovamente e si spezzò un ramo. Spostai Tony verso di me appena in

tempo; il ramo cadde proprio dove si trovava lui poco prima. Dei grandi alberi

fiancheggiavano i lati di Main Street e i loro immensi rami creavano un tunnel di foglie.

Avremmo dovuto stare nel centro della strada. Tornai a guardare il pub di Lovers Bay

e le piccole figure che stavano in piedi là fuori. Riuscivo a malapena a distinguerne i

profili.

Eravamo soli.

«Ma che diavolo!» disse Tony, guardando incredulo l’albero. «Bei riflessi, Lenah.»

Qualcosa si mosse giù vicino alla spiaggia. Strizzai gli occhi. Era ...nebbia?

Sussultai. Odiavo aver ragione.

«Che c’è?» chiese Tony.

Delle nubi color liquirizia si aprivano sul terreno. Le nubi strisciavano come se

avessero una coscienza. Nel muoversi, la luce di un lampione si spense.

E poi un’altra.

Tutte le luci si spegnavano mentre le nubi avanzavano verso me e Tony.

Afferrai Tony dalla maglietta. «Arrampicati sul muro di pietra» dissi, «Vai. Ora.»

«Cosa?»

«Ho detto vai!» Tony non si mosse.

«Cos’è quello?» chiese, guardando di sbieco in fondo alla strada buia. La mia mano

stava ancora stringendo la sua maglia.

«Corri» spinsi Tony con forza. «Corri!» urlai.

Le nubi vorticavano ripetutamente, come un’onda che tornava indietro. Stavano

proteggendo qualcosa, facendo scudo ad un oggetto al loro centro.

Page 31: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

La strana nuvola nera crebbe ancora di più fino a raggiungere, in pochi secondi, la

grandezza di una macchina moderna. Stava spingendo fuori qualcuno, qualcuno che

era rimasto all’interno di quelle fibre di nubi notturne.

«Sì...» disse Tony. Finalmente si accorse di quanto fosse seria la situazione. «Sì,

corriamo.»

Afferrò la mia mano e fuggimmo. Dovevamo raggiungere la gente. La folla.

Riuscimmo a fare solamente pochi metri prima di doverci fermare di colpo.

Due vampiri maschi saltarono dal muro di pietra su Main Street. Ci circondarono

immediatamente, bloccandoci la strada. Ancora mano nella mano, Tony ed io

cercammo di aggirarli, ma quei vampiri erano veloci, allenati.

Ci voltammo e proprio dietro di noi ci trovammo davanti alla nube nera. Ruotava su

se stessa, ripetutamente. Un soffio di vento ghiacciato mi fece volare i capelli e il

cappello di Tony volò via. Lui non cercò di correre o andare a prenderlo. Le nuvole

nebbiose si dissiparono come una nebbia a bassa quota.

I vortici color carbone delle nubi si spiegarono ed evaporarono. Justin uscì dal centro

dell’oscurità. Allargò le dita e le tenne tese: i suoi occhi si fissarono sui miei. L’ultima

nube nera lo portò a terra e poi sparì.

«Justin?» disse Tony, incredulo.

Io rimasi semplicemente dov’ero, sbattendo le palpebre stupidamente. La pelle color

porcellana di Justin era innaturalmente liscia e pallida. Inclinò la testa e persino quel

movimento aveva un che di felino, di manipolativo. «Sei ancora bellissima» mormorò,

cercando di attirarmi con la sua voce. «Proprio come speravo. Il mondo medievale non

ha rovinato del tutto il tuo aspetto.»

I suoi lineamenti erano così simmetrici da renderlo inquietante. Il suo bell’aspetto,

che mi aveva inebriata da umana, ora sembrava surreale.

«Justin, cos’è successo? Dove sei stato?» Tony fece un passo in avanti. La testa di

Justin si voltò verso di lui con uno scatto da automa, le sue labbra si schiusero e

uscirono le zanne.

«Cosa sei?» chiese Tony. Due vampiri, suoi seguaci, lo afferrarono dalle braccia.

«Ehi, smettetela!» Tony si dimenava, ma i vampiri erano troppo forti. Lo bloccarono

con forza a terra con una presa di sottomissione.

Dovevo fare qualcosa. Qualunque cosa. Afferrai il pugnale, nonostante non avessi

alcun vantaggio.

«Dacci un taglio» disse Justin.

Con un movimento casuale della sua mano, il mio pugnale volò in aria e atterrò sulla

strada. Sollevai il mento; ancora non ero abbastanza spaventata.

«Tony Sasaki» disse Justin, ma stava guardando verso di me. «È patetico che tu lo

abbia cercato di nuovo. Sappiamo tutti cos’è successo l’ultima volta, Lenah.»

Non avrei lasciato che accadesse ancora. Non un’altra volta. Avrei dato la vita per

impedire che qualcuno lo ferisse, o peggio, lo trasformasse in vampiro.

Justin fece un passo verso di me ed io indietreggiai. La collana di Fuoco sembrava

scaldarsi sulla mia gola, ricordandomi il mio potere segreto. Lo avrei lanciato appena

mi fossi accorta che Tony era in pericolo di vita.

Page 32: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Lasciami andare!» urlò Tony. Uno dei vampiri di Justin aveva uno stivale premuto

sulla schiena di Tony.

Justin si voltò verso di me e anziché abbracciarmi, come aveva fatto centinaia di

volte, mi afferrò con forza il polso con le sue dita fredde.

«Non fargli del male; lui non ha fatto nulla» dissi. Cercai di nuovo di sfuggire alla

sua presa, ma le dita di Justin erano come una morsa.

Tony urlò dal dolore.

«Di’ a questi teppisti di non ferirlo!» urlai.

Justin mi strattonò verso di lui. Valutai il suo viso e scrollai la testa un po’ incredula.

Le sue zanne si erano ritratte, ma non aveva un aspetto umano. Gli occhi di Justin erano

stati verdi, ma da vampiro quel colore sembrava artefatto. La sua pelle, un tempo

morbida, era ghiacciata e lucida. Anche la piccola cicatrice sul mento era sparita. Se

l’era procurata quando suo fratello gli aveva lanciato contro una forchetta a otto anni.

La sua umanità era stata spazzata via dopo che il suo lato da vampiro aveva assunto il

controllo. Le lentiggini erano sparite. Persino i tre buchi all’orecchio si erano richiusi.

«Perché mi guardi così? Non sei felice di vedermi?» chiese ed io indietreggiai al

vedere i suoi nuovi lineamenti.

«Hai ucciso Suleen» dissi. Il suo sangue macchiava il mio braccialetto e io non avrei

mai dimenticato il motivo per il quale indossavo quel talismano.

«Dai, Lenah. Suleen? Quella vecchia pazza?» rise con gli occhi al cielo.

Quella vecchia pazza? Spinsi la mano sul petto di Justin, dimenandomi per

liberarmi. Volevo prenderlo a calci e buttarlo a terra. Le braccia mi bruciavano per lo

sforzo di divincolarmi.

«Sono troppo forte...» disse con una risata vuota. Smisi di lottare. Justin mi guardava

con quel misterioso piacere che i vampiri provavano quando sapevano di avere la

meglio.

«Hai annientato Suleen. È morta tra le mie braccia» dissi. Il dolore era ancora troppo

vivo.

Non riuscii a voltarmi in tempo. Justin mi baciò, premendo le labbra sulle mie. La

sua bocca aveva un sapore metallico e putrido. Aveva bevuto sangue, peraltro

recentemente.

Mi gettò a terra e la fitta di dolore della caduta si diffuse dalla schiena su fino al

collo. Ma che diavolo? Voleva baciarmi o attaccarmi? Mi rifiutai di gridare: non avrei

dato a Justin quella soddisfazione.

Le sue sopracciglia si unirono e sogghignò. «Come osi essere disgustata da me?

Riesco a leggere i tuoi sentimenti. Che diavolo c’è di sbagliato in te? Un solo morso e

potremo stare insieme proprio come avrebbe dovuto essere prima che Rhode tornasse.

Questo è quello che tu volevi.»

«Non ho mai voluto questo per te. Sei pazzo.»

Tony si alzò un po’ da terra, ma uno dei vampiri lo riportò giù con il piede.

«Come hai fatto a restare così?» chiesi.

«Pensavo potessi rispondermi tu» disse e incrociò le braccia al petto.

Sembrava in qualche modo più alto di quanto non fosse da umano.

Page 33: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Ne so quanto te. Ok. Sono qui. Convocata dal mondo medievale proprio come da

copione. Ora che vuoi da me?» chiesi.

Il sorriso di Justin sparì e mi tirò in piedi con uno strattone.

«Cosa voglio da te? Sono diventato così, ho imparato a manipolare gli elementi e

costruito una congrega, per te.»

«Ma sono stata mandata indietro, Justin. Sono stata mandata indietro da qui. Non

avrei mai pensato di tornare ai giorni moderni. Di certo non sarei mai più tornata

vampira.»

Mi afferrò il braccio e mi portò sotto la luce artificiale del lampione stradale.

Una volta avevo amato la smorfia delle sue labbra e quella sua spolverata di

lentiggini sul naso. Di sicuro doveva ancora esserci qualche brandello della sua

personalità dentro di lui. Da qualche parte. Non poteva essere diventato privo di

emozioni così rapidamente. Solitamente ci volevano anni affinché un vampiro

impazzisse in quel modo. Il senno calava col passare del tempo, non subito.

Cercai di farlo ragionare. «Perché pensi che io voglia diventare di nuovo un vampiro

dopo tutto quello che mi hai vista sopportare?» chiesi. «La vita da vampiro mi ha quasi

distrutta.»

Si prese un po’ di tempo prima di rispondere.

«Perché io lo sono» disse gentilmente.

Non sapevo cosa dire. Non sapevo che parole scegliere.

Cercò qualcosa sul mio viso. Disse molto lentamente «Tu...» le sue parole erano

calme, «non mi ami, vero?»

Considerai le mie possibilità. Se avessi mentito, ko avrebbe capito grazie alla sua

percezione extrasensoriale, proprio come aveva fatto quando mi aveva baciata. Chiusi

gli occhi.

«Ti amerò sempre» dissi, «In un certo senso.»

Mi fece cadere e le mie nocche già ferite graffiarono nuovamente sull’asfalto.

Incontrai gli occhi di Tony; uno dei vampiri gli premeva una mano sul volto,

schiacciandolo a terra. Tony non osava proferire parola, ma i suoi occhi erano

spalancati.

Justin sogghignò. «Tutte le donne mentono? Cos’è, un gioco? Tu mi amavi! Me l’ha

detto Odette. Ha detto che se fossi diventato un vampire mentre eri innamorata di me,

allora saresti stata forzata ad amarmi per sempre.»

Improvvisamente capii. Era sotto il controllo di una runa della conoscenza, quando

Odette gli aveva detto quella cosa. Non sapeva che l’avrei amato per sempre solo se

fossimo stati entrambi vampiri e innamorati nello stesso momento. Ma amavo Rhode

quando Justin si era stato trasformato e per di più ero umana. Sarebbe stato impossibile.

Lui non capiva questa differenza, perché non capiva le leggi dei vampiri.

«Credevi che sarei tornata indietro e mi sarei innamorata di te? Nessuno in questi tre

anni si è preoccupato di dirti la verità nascosta in questa legge dei vampiri?»

Justin si chinò scoprendo le zanne. Indietreggiai per istinto. Le sue zanne erano

lunghe e sottili, molto affilate. Un dolore caldo si estese giù, sul fianco sul quale mi

aveva fatta cadere, ma digrignai i denti e mantenni il contatto visivo.

«Quale legge dei vampiri?» disse.

Page 34: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Mi sollevò nuovamente, tenendomi vicina. La sua presa era così forte da

comprimermi i polmoni.

«Non riesco a respirare» dissi tossendo.

«Lasciala andare» grugnì Tony, con voce smorzata.

«Non mi distrarrai con la logistica, Lenah. Ne ho abbastanza dei giochi. Fuori il

rospo» chiese Justin scuotendo la testa.

Voleva disperatamente credere che lo amassi. Non poteva accettare di aver costruito

quei piani, persino di aver ucciso Suleen per farmi tornare e di averlo fatto per nulla:

io non lo amavo. Justin mi schiacciò di nuovo contro di lui. Riuscivo a inalare solo

piccoli sbuffi d’aria.

«Dimmelo!» urlò, scuotendomi. «Dimmi che mi ami!»

«Non posso» quasi mi strozzai.

Smise di scuotermi e nei suoi occhi riusci a leggere vari pensieri: mi dispiace. Non

ho smesso di amarti. Sono spaventato da questo potere. Oh si, capisco questa tortura.

Scosse la testa e indietreggiò dopo avermi liberata. Mi allontanai, prendendo fiato.

L’amore dei vampiri era come una tregua, come un giorno assolato di cui non si poteva

godere. Metteva a tacere i tic dell’orologio.

Amore.

Amore.

Amore.

Era libertà. E lui non poteva averla da me. Un vampiro chi raggiunge il suo cuore

incondizionatamente. Non può smettere. È per sempre. L’amore era l’unica tregua di

un vampiro. Il dolore e il cordoglio potevano essere opprimenti. Se un vampiro

s’innamorava, quell’amore sarebbe durato fino alla fine dei suoi giorni. Era l’unica

libertà dalla loro brama di sangue, l’unico modo per zittire l’infinito ticchettio

dell’orologio.

Ed era successo a Justin Enos.

Mi squadrò dalla testa ai piedi. Suleen aveva ragione; Justin doveva essere

controllato. Aveva un potere straordinario e ora la sua amarezza non avrebbe

conosciuto limiti. Non sapevo come fermarlo, figuriamoci ucciderlo, come Suleen e

Fuoco mi avevano espressamente detto di fare. Si avvicinò di nuovo a me ed io mi

allontanai, arrivando quasi fino al muro di pietra.

«Ne ho abbastanza» disse.

Justin mi afferrò nuovamente. Le sue zanne scoperte erano taglienti come un rasoio,

pericolose come erano state le mie.

«Non farlo» sussurrai con un brivido. Le sue narici si dilatarono, tirò indietro le

spalle… sapevo cosa stava per succedere. I vampiri nascevano con un morso, seguito

da un sacrificio umano. Il rituale fatto alla luce della luna era il pezzo finale e più

importante. Justin mi avrebbe morso. Avrebbe cercato di dissanguarmi completamente.

Solo con la mia morte sarebbe iniziata la mia trasformazione.

Afferrò così brutalmente il mio bicipite da farmi sussultare. Sentivo il suo alito

rancido sulla nuca e le sue zanne che mi graffiavano il collo. Era giunto il momento.

Si prepare. Cercò di mordermi con uno scatto della testa, ma Justin incespicò, come se

qualcuno l’avesse via da me colpendolo sulla fronte.

Page 35: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Ma che...» disse Justin.

Trattenni il respiro, pronta per il pizzico delle sue zanne e la ferita sulla pelle. Provò

di nuovo, ogni volta veniva rispedito indietro. Per qualche ragione, le sue zanne non

potevano ferirmi.

«Che stai facendo?» urlò, e mi portò di fronte a lui. Io inciampai e portai subito la

mano al collo. Non c’erano né buchi né ferite. «Come fai a bloccarmi?»

Justin mi portò una mano attorno al collo e lo schiacciò. Mentre l’afflusso di sangue

mi saliva alle orecchie, mi lasciò con un sibilo.

Justin si guardò il palmo.

«Fredda» sussurrò, guardando dal mio collo alla sua mano. «Sei fredda come il

ghiaccio.»

Il vampiro che teneva Tony raggiunse Justin. «Tutto bene?» gli chiese.

«Sto bene. Sta’ lontano da me» sbottò.

Nonostante fosse libero, Tony rimase immobile.

Mi toccai nuovamente il collo. Aveva tentato di mordermi il collo, non per nutrirsi,

ma per trasformarmi.

«Perché è fredda?» chiese Justin al vampiro. «Perché?»

Il vampiro borbottò una risposta, tentando disperatamente di aiutare il suo nuovo

leader.

Ma io lo sapevo.

«Lui non può dirtelo.» dissi. Le ghiandole mi facevano male quando parlavo; presto

mi sarebbero usciti dei lividi. «Non può avere più di diciassette anni o cosa?»

«Zitta!» urlò Justin.

«Non puoi ferirmi, Justin» dissi. Sapevo che lo stavo schernendo, ma avevo bisogno

di portarmi in vantaggio e volevo che lo sapesse. I suoi occhi si alzarono per incontrare

i miei. «Forse quando indossavi la collana con la runa di Odette potevi ferirmi perché

la quella potente runa ti dava forza. Ma anche quella si sarebbe affievolita col tempo.

Quando sei un vampiro non puoi ferire in modo fatale o uccidere chi ami. È la legge.

È questo il motivo per il quale non puoi trasformarmi in un vampiro. Le leggi valgono

anche per te, Justin.»

Justin sobbalzò e urlò. All’inizio pensavo stesse reagendo a ciò che avevo detto, ma

poi vidi una freccia sporgere dal suo braccio.

«Dannazione!» la strappò e la gettò a terra.

Cercai l’arciere nell’oscurità. Un’altra freccia volò in cielo dalla direzione del

campus Wickham. Andò a finire nel petto del vampiro che faceva la guardia a Tony.

Urlò, liberando Tony.

Chiunque l’avesse colpito aveva mancato il cuore, forse di proposito.

«Vai. Ora.» disse Justin al vampiro più vicino a lui.

Aiutai Tony ad alzarsi. Stava tremando.

I vampiri non esitarono ad obbedire al comando di Justin e il suono dei loro passi

sull’asfalto fece eco nella strada silenziosa.

Più velocemente di qualunque altro vampiro avessi mai visto, Justin si voltò e

rincorse il suo uomo. Odette aveva usato le rune e la magia per rendersi più veloce

rispetto agli altri vampiri. Justin era anche più veloce.

Page 36: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Dovremmo rientrare» dissi, prendendo la freccia buttata ai miei piedi. La sua

estremità era di un rosso brillante e la punta gocciolava del sangue di Justin. Era

difficile per me vedere nel buio, ma sembrava fosse fatta di una specie di pietra nera.

Avrei avuto bisogno di vederla alla luce del giorno, ma sembrava… onice? Sarebbe

stata una pietra veramente assurda da usare. Strano.

Era la seconda freccia con piume rosse all’estremità che vedevo in dodici ore. Feci

scorrere le dita delle piume. Le frecce, perlomeno quando le scoccavo io, erano fatte

con piume vere. Quella era modera e sintetica. Tony zoppicava mentre camminavamo,

ma non disse nulla. Trovai il suo cappello da baseball vicino al mio pugnale sul

marciapiede. Indossò il cappello all’indietro e ci dirigemmo verso il campus. Ci volle

un po’ più tempo per via della caviglia di Tony, ma ci arrampicammo sul muro di pietra

e ci ritrovammo nel campus senza essere visti. Restò muto mentre sgattaiolavamo nei

nostri dormitori.

Non appena afferrai la freccia, sentii pulsare una ferita sul dito medio. Sollevai la

mia mano… c’era un taglio dall’unghia fin quasi al polso. Mi riscossi e dissi a me

stessa di ignorare anche il fianco che pulsava. Avevo le nocche dolenti per la caduta su

Main Street e perché il giorno prima avevo seppellito Suleen.

Non potevo farmi abbattere dalle ferite fisiche. Troppe domande importanti

m’inondavano la mente. Chi aveva scoccato quella freccia? Cosa cercava di ottenere

Justin riportandomi indietro?

Tony continuò a tenere lo sguardo fisso a terra e la bocca ferma in una linea dritta.

La prima volta che ci eravamo incontrati, Tony aveva cercato in modo implacabile di

scoprire la verità sul mio passato. Non era il tipo che lasciava perdere una cosa quando

gli interessava. Nessuno era più testardo di lui. In passato, la mia congrega l’aveva

ucciso mordendolo centinaia di volte.

Ora gli dovevo la verità sin dall’inizio. Questo inizio.

Gli dovevo rispetto.

E gli dovevo la mia vita.

Camminammo fino al retro del Turner, dove Tony rimise il suo telescopio nella

confezione. Zoppicò fino alla sua finestra e sgattaiolammo dentro più silenziosamente

che potemmo. Tony non aveva ancora detto nulla, quando chiuse la finestra dietro di

noi. Le risposte di quella notte per lui sarebbero state difficili da ascoltare. Ad alcune

delle domande che mi avrebbe posto, non sarei stata in grado di dare una risposta.

Sapevo per certo solo una cosa… Justin Enos non poteva ferirmi.

Perché mi amava ancora.

Page 37: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

CAPITOLO 6

Traduzione: *Haruka*

Pre-Revisione: Medea-Knight

Vicken Clough riusciva a ripulire le ferite solo con un coltellino. Riusciva a ridisegnare

le mappe di interi edifici a memoria. Se fosse stato lì, in quel momento, mi avrebbe

aiutata a combattere contro Justin; mi avrebbe aiutata a ideare un piano. Invece ero

seduta sul letto di Tony e ripulivo il taglio con dell’alcool e dell’antisettico.

Avrei dovuto trovare un altro momento per il mio rituale di addio a Vicken.

Tony camminava avanti e indietro e continuava ad agitare le mani come se si stesse

preparando per una lotta. L’aria pungente che arrivava dalla finestra rotta portava via

l’odore dell’antisettico. «Per prima cosa, sapevi che sarebbe successo quando siamo

andati a Main Street stasera?» chiese lui.

«No, compagno di strada» dissi, assicurandomi di sottolineare l’espressione.

«Giusto, sì, la passeggiata è stata una mia idea. Andiamo avanti.»

«Sospettavo che potesse succedere qualcosa, ma pensavo che valesse la pena

rischiare» confessai.

«Pensavi ne valesse la pena?»

«Avrei passato del tempo con te. Ti avrei detto la verità.»

«Su Justin?» chiese Tony.

«Una cosa alla volta» risposi gentilmente.

«Sai…» Tony scelse con attenzione le parole, «cos’è?»

Dopo qualche minuto Tony smise di zoppicare, ma il graffio sul suo volto era ancora

coperto di sangue fresco. Afferrò un pennello dalla scrivania e lo tenne a mo’ di

coltello. «Devi dirmi che diavolo è successo a Justin. E perché è così veloce. E perché

ha delle zanne. La gente non ha le zanne.»

«Dovresti posarlo» dissi, indicando il pennello. «Fammi ripulire il taglio che hai sul

viso.»

«Mi fa stare meglio lasciarlo così» rispose. Con le dita toccò il taglio. Posai la freccia

sulla sua scrivania, con l’intento di ripulirla ed esaminarne le fattezze quando ne avessi

avuto l’occasione.

«Inizia a parlare, Lenah» disse Tony. «Per favore.»

«Non so da dove iniziare» dissi lentamente.

«Che ne dici di iniziare da quello che sai?» Tony si accasciò sul letto. «No… di come

lo sai.»

Abbassai lo sguardo, sperando di trovare il modo giusto per raccontare quella storia

tremenda. Dovevo iniziare dai primi anni del 1400, quando Rhode mi aveva

trasformata in una vampira? Tony doveva sapere di Rhode? Dovevo dirgli della prima

volta che ero stata a Whickham?

«Aveva le zanne» sospirò Tony. «Come nei film. Come un…» cercò la parola.

«Come un… vampiro.»

Page 38: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Sì…» fu tutto quello che riuscii a dire. Ero contenta che Tony avesse fatto parte del

lavoro al posto mio. «Sì, è un vampiro.»

Si prese la testa tra le mani, tenendo il pennello tra le dita.

«Non esistono cose come i vampiri. Ma l’ho visto. L’ho visto, vero?» disse Tony

rivolto al pavimento.

Annuii e iniziai lentamente: «Cosa diresti se ti dicessi che sono già stata qui una

volta? In un altro tempo, ma uguale a questo. Una versione alternativa di questo

mondo.»

Tony alzò la testa di colpo.

«Cosa diresti?» chiesi con più insistenza.

«Come un universo parallelo? Ti direi che devi andare in infermeria. Ma continua a

parlare.»

Gli raccontai la mia storia. Gli dissi che una volta ero una potente e violenta regina

dei vampiri, che aveva vissuto per più di cinquecento anni e regnava su tutti i vampiri,

uccidendo migliaia di esseri umani. Dopo il tempo trascorso come regina, Rhode mi

aveva fatto il regalo più bello in assoluto… mi aveva ridato la mia vita, la mia anima.

Mi era stato concesso di venire a Whickham e di vivere ancora una volta come

un’umana.

«Rhode!» urlò Tony. «Anche Rhode?»

«Rhode non può ricordare» dissi piano. «È complicato.»

Camminavo avanti e indietro mentre gli spiegavo il rituale che Rhode aveva fatto

per me. Fui vaga nel raccontare a Tony il suo ruolo originario nella storia, perché non

volevo che sapesse come era morto. Non c’era bisogno che lo sapesse e quel passato

violento era stato cancellato.

Gli spiegai il resto: ero tornata nel mondo medievale, perché Fuoco mi aveva

permesso di cambiare ogni cosa. Anche Justin, che era stato trasformato in vampiro da

Odette, sarebbe dovuto tornare umano, ma per qualche ragione sconosciuta… non era

successo.

«Si è legato in qualche modo a questa nuova realtà da quella vecchia.»

Finii la mia spiegazione dicendo che ero tornata perché Suleen, il mio più grande

protettore a parte Rhode, era morto.

Alzai il polso e gli indicai il tessuto legato ad esso.

«È il sangue di Suleen. Nel mondo dei vampiri indossiamo il tessuto impregnato del

sangue dei nostri caduti.»

Tony si spostò un po’ per farmi spazio. Toccò il tessuto del braccialetto con le dita.

«Perché?»

«Finché non è fatta giustizia. Per alcuni vampiri può volerci parecchio.»

Tony allontanò la mano dal mio braccialetto insanguinato ed espirò pesantemente

dal naso.

«Questa Fuoco… non ti ha detto perché Justin è diventato il re degli psicopatici?»

disse dopo un lungo silenzio.

Scossi la testa. «Ci sono solo poche cose di cui sono certa. C’è una rivoluzione di

qualche tipo nel mondo dei vampiri, qualunque cosa volesse dire Suleen con questa

Page 39: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

affermazione. Justin è coinvolto, anche se non sono sicura del come. In ogni caso, devo

fermarlo. Una volta che lo avrò fatto, potrò tornare a casa.»

«A casa?» Tony si scostò da me.

«Sì.»

«Nel Medioevo.»

Annuii.

Tony aveva di nuovo quell’espressione pensosa sul volto. All’improvviso sollevò il

pennello in aria.

«Lenah, qui stai parlando di cose strane e intergalattiche alla Star Trek: The Next

Generation. Stai parlando di mondi paralleli!»

«Lo so» risposi, anche se non avevo idea di cosa stesse parlando. Mi alzai. «Oggi

pomeriggio, circa due ore dopo essere arrivata al campus, qualcuno mi ha lanciato

contro una freccia. Hai presente quell’uomo che hai visto oggi, che scappava da me

alla fattoria? È un vampiro anche lui.»

«Ok. Quindi Justin non può venire a prenderti stasera perché…»

«Quando un vampiro si innamora di qualcuno, è legato a quel qualcuno per sempre.»

dissi. «Ora che sono tornata, Rhode è il bersaglio principale di Justin. Il secondo saresti

tu. Anzi, se Justin non fosse stato colpito da quella freccia, probabilmente sarebbe

venuto a prendere te stanotte.»

«Me?» la voce di Tony si spezzò.

«Un tempo eri il mio migliore amico. Justin se lo ricorda.»

Tony si mise di nuovo a camminare, con il pennello stretto nel pugno. «Questo

spiega l’abbraccio che mi hai dato quando ci siamo visti.»

«Lo so, sono parecchie le cose da digerire» replicai.

Ci fu un leggero rumore quando finalmente posò il pennello sulla cassettiera. Forse

non mi aveva creduto. Forse mi avrebbe cacciata via e spedita nella mia stanza. No.

Aveva visto Justin e non c’era modo di negare quello che avevamo vissuto su Main

Street.

«Questo spiega anche perché io…»

«Cosa?»

«Perché io mi senta…» le guance gli si arrossarono… «così vicino a te. Come se

fossimo grandi amici.»

«Perché lo siamo» dissi. Tony sollevò le labbra in un piccolo sorriso.

Si schiarì la gola. «Tre anni fa Rhode si è presentato qui come uno studente, lo

ricordo perché impazzirono tutte le ragazze. Quella stessa settimana, Justin scomparve.

Se c’è davvero uno strappo nel tempo, se quello che stai dicendo tu è vero, allora il

tempismo qui avrebbe senso.» Annuì a se stesso. «Combacia tutto.» Il suo tono era

severo, di accettazione. Si sedette sul letto accanto a me. «Quindi ora che succede?»

«Non lo so. Justin ha ucciso Suleen per attirarmi nel mondo moderno. Suleen mi ha

chiamata perché uccidessi Justin. Non ho idea di come fare.» Appoggiai la schiena al

muro e incrociai le gambe. «Ora che sa che non lo amo, il suo piano cambierà. In che

modo non lo so.»

«Chi pensi abbia scoccato la freccia stasera?» chiese Tony.

Page 40: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Sono abbastanza sicura che sia lo stesso tipo di freccia che mi hanno scoccato

contro stamattina. Ovviamente non appartengono a Justin e alla sua congrega. Ma non

credo nemmeno che siano miei amici. Ti ho già detto quanto è sfrecciata vicina alla

mia testa?»

«Oddio. Qualcun altro ti vuole morta» scosse la testa incredulo.

«Mi prometti una cosa?» chiesi.

«Intendi oltre a non rivelare a nessuno la tua identità segreta o che Justin Enos non

è scomparso ma che è un vampiro pazzo? Oh, e che anche Rhode è un vampiro? Certo.

Che altro dobbiamo aggiungere alla lista?»

Gli diedi un colpetto con la spalla.

«Davvero» disse. «Che cosa?»

«Promettimi che non andrai a cercare Justin.»

Tony si ritrasse sorpreso.

«Ma se potessimo…» iniziò.

«No» risposi decisa, alzandomi. «Stai lontano da lui finché non sappiamo come

stanno le cose. Fidati di me. Fidati del fatto che farò di tutto per scoprirlo e che non ti

terrò all’oscuro di niente. Per favore? Promettimi che non andrai a cercarlo.»

«Lo prometto. Ma… credi che possa essere… come te? Che possa tornare umano?»

Volevo più di ogni altra cosa riportare indietro Justin e non ucciderlo come aveva

chiesto Suleen. Ma sarebbe stato impossibile trasformarlo in un umano. Il rituale che

Rhode ed io avevamo fatto era più antico di qualsiasi vampiro avessi mai conosciuto

ed era davvero complicato. Eppure…

Mi balenò in mente un pensiero.

«Che c’è? A che stai pensando?» chiese Tony. «Hai uno sguardo strano. Come se

stessi per colpire qualcosa.»

«Justin non sarebbe dovuto rimanere un vampiro. Tutto, incluso lui, sarebbe dovuto

cambiare una volta tornata alla mia vita originaria. Forse c’è un modo per renderlo di

nuovo umano, oltre al rituale o al potere delle Eridi. Forse c’è un modo per spezzare,

in un certo senso, le catene del vampirismo.» Mi stiracchiai e allungai le mani in alto.

«Non so come, non so nemmeno se è possibile. Sto solo pensando ad alta voce.»

«Mi piace. Positiva, ottimista. Niente destino tragico o depressione.»

Speravo di avere ragione. Speravo anche che sarebbe bastato a impedire a Tony di

cercare Justin, così sarebbe rimasto nel campus dove potevo tenerlo sotto controllo.

«Posso controllare Rhode» disse. «Sai, se Justin lo sta pedinando.»

«Devo ammettere che è esattamente quello che speravo.»

«Allora chiariamo le cose. Sei sicura che Justin non possa farti del male?» si accertò

Tony. Mi sedetti sul pavimento davanti al suo letto.

«No, non può. O comunque non può uccidermi.»

Era la legge dei vampiri: Justin non poteva farmi del male, perché mi amava. Ma io

non lo amavo e i vampiri rancorosi erano imprevedibili e furiosi. Gli piaceva

distruggere per divertimento; alleviava il loro dolore. La mia vita come sovrana dei

vampiri mi aveva fatto conoscere quell’aspetto.

Alla fine, Tony si ripulì il taglio con una salvietta imbevuta di antisettico.

Page 41: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Ecco, lascia che ti aiuti» dissi. Mentre picchiettavo la pelle di Tony, ebbi una

certezza. Anche se l’amore di Justin verso di me mi proteggeva, lui avrebbe fatto di

tutto pur di uccidere le persone che amavo di più.

Mi svegliai con il bagliore dell’alba, molto prima che il resto del campus si alzasse.

Mentre mi crogiolavo nel tepore delle coperte nella mia stanza, sollevai le mani e

tracciai con le dita i segni dei calli che correvano lungo il palmo. Lavorare nel frutteto

aveva rinforzato il mio corpo. Anche se stavo viaggiando nel tempo, il mio corpo

portava su di sé il peso delle mie scelte. I calli sono una cosa buona. In caso dovessi

riprendere le spade prima del previsto.

Il ricordo degli occhi morenti di Suleen, spalancati dal terrore, mi tornò alla mente.

Sospirai e mi alzai, andando verso la finestra che dava sulla baia. Gli alberi del campus

oscillavano nella brezza del vento ma, a differenza degli alberi di casa, quelli non erano

carichi di mele. Mi mancava mia sorella e speravo che Fuoco avesse ragione, che

quando tutto questo fosse finito mi avrebbe riportata indietro nell’esatto momento in

cui me n’ero andata. Mi venne la pelle d’oca ad immaginare Genevieve che mi

chiamava più e più volte nel frutteto vuoto. Ricordati perché sei qui. Sei qui per

proteggere i tuoi amici. Per proteggere Rhode. Toccai il punto morbido del collo dove

Justin mi aveva quasi morsa.

Inaspettatamente, mi tornarono alla mente vari ricordi di Justin da umano.

Eravamo fuori dal dormitorio Quartz; la pioggia colpiva l’erba.

«Sembri davvero triste» disse lui.

«Davvero?»

Justin sollevò il mento così che la pioggia gli colpisse il viso in modo ancora più

diretto. «Lo sei?» chiese, guardando ancora in alto.

Annuii una volta. «Un po’.»

Justin si era preso cura di me. Era stato così gentile. Le complessità della mia vita

da vampira non erano un problema per lui; voleva solo conoscermi.

«Ti sei svegliata presto» disse Tracy, interrompendo il ricordo. Si alzò dal letto,

scompigliò i capelli e poi li raccolse in una lunga coda di cavallo.

«Non riuscivo a dormire» spiegai.

Si diresse verso il bagno con la roba per la doccia.

«Non c’è motivo di essere nervosa. È solo scuola.»

«No» dissi con un sorrisino. «Non c’è nessuna ragione.» Prima della riunione

mattutina percorsi la lunga distanza tra la fattoria di Wickham e il fienile. Avevo

nascosto la freccia della sera precedente nello zaino. Seguii la strada, superai le zucche

enormi, i pomodori e mi fermai nel punto in cui Rhode mi aveva spinta a terra. Speravo

solo che nessuno mi scoccasse contro una freccia quel giorno.

Una Jeep della manutenzione si trovava nell’ultimo lotto di terreno della fattoria;

non c’era nessun altro. Raggiunsi il punto del fienile in cui la freccia del giorno prima

aveva lasciato un buco. Presi la freccia e ne ficcai la punta nel foro. Combaciava

perfettamente. Togliendola, esaminai con attenzione la pietra nera della punta. Era

inconfondibile… onice.

Page 42: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Sapevo per esperienza che avrei potuto seppellire l’onice nel terreno, ma che avrebbe

maledetto il posto a contatto con essa. L’onice era pericolosa fino a quel punto.

Risucchiava la linfa vitale, tratteneva il potere magico di qualsiasi sangue che toccava.

Tutti gli incantesimi che aveva lanciato Justin erano racchiusi in quella pietra, perché

il suo sangue era filtrato in essa. Chiunque avesse scoccato quella freccia lo sapeva.

Quella pietra avrebbe dato a chiunque l’avesse presa un’idea delle magie che lanciava

Justin.

Avrei dovuto bruciare la pietra; era l’unico modo per spezzare gli incantesimi e

l’energia negativa racchiusi al suo interno. Più tardi, pensai. Non fuori in un posto così

esposto. La infilai nello zaino e mi diressi alla caffetteria per un caffè. Per prima cosa,

durante l’assemblea avrei chiesto a Rhode informazioni sulla freccia.

«Hai di nuovo quello sguardo» disse Tony, seduto accanto a me durante l’assemblea.

«Che?»

«Come se stessi per mordere qualcuno da un momento all’altro.»

«Interessante scelta di parole.»

Feci attenzione ad addolcire la mia espressione e cercai di sorridere mentre la

direttrice radunava tutti i professori di fronte all’auditorium. Il giorno prima, Rhode

aveva detto chiaramente che la freccia non era di Whickham, il che aveva fatto nascere

la domanda che mi aveva tormentata tutta la notte… chi era quel dannato arciere?

Anche da vampiro Justin era furbo. Aveva imparato o aveva trovato qualcuno che

gli spiegasse come manipolare gli elementi. Era chiaro dalla facilità con cui

maneggiava quelle nuvole nere. La sicurezza di Justin, che una volta mi aveva attratta,

si era accentuata dopo la sua trasformazione. Il carisma arrivava se avevi un lato oscuro

e, nel mondo dei vampiri, quel lato oscuro diventava l’unico lato.

Tu… non mi ami, vero?

Cercai di non pensare alle parole di Justin. Non volevo quella versione di Justin nei

miei pensieri; avrei dovuto confrontarlo molto presto. Dove diavolo era Rhode?

Mi fece un favore… ed entrò.

Si sedette in prima fila, accanto a dei ragazzi del liceo che non conoscevo.

Gesticolava con le mani e sorrideva allegramente. Mi sedetti al mio posto. Cadde quasi

dalla sedia per le troppe risate. Wow. Nessuna smorfia di tristezza o sopracciglia

accigliate come un tempo. Un giovane ragazzo spensierato, con tutto il futuro davanti

a sé.

Un futuro che in quel momento era in pericolo.

«Ecco Rhode» sussurrò Tracy. Si era seduta accanto a me. «Ridicolo, vero?»

«Sono più fico di lui» disse Tony, sedendosi accanto a me dall’altro lato. Tracy gli

diede un colpetto sulla mano.

«Certo che sì, Artista.» Intravedendo il suo viso, ebbe una reazione a scoppio

ritardato. «Ehi…» disse, appoggiandosi su di me e prendendo il viso di Tony tra le dita.

Gli voltò la testa da entrambi i lati.

«Come ti sei fatto quel graffio?»

Page 43: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Sono caduto» rispose scrollando le spalle. «Avevo la cartella in mano. Ho

inciampato.»

Bella bugia.

Tracy scosse la testa con un sorriso confuso. La goffaggine di Tony le faceva

chiaramente tenerezza.

«Tipico» replicò.

La direttrice Williams si sistemò dietro il podio e iniziò il suo discorso da “primo

giorno di scuola”. Rhode teneva le spalle dritte, ascoltando le sue parole, senza volgere

nemmeno una volta lo sguardo verso di me. Che strano vivere in un universo nel quale

la mia anima gemella non si ricordava di me.

Una volta conclusa l’assemblea, l’esodo di studenti che lasciava l’aula magna

permise a me e Tony di parlare in privato. Più avanti, accanto alla porta, un paio di

ragazze parlavano con Rhode, toccandosi in modo provocante i capelli. Non mi sarebbe

dispiaciuto strapparglieli dalla testa.

«Stai facendo di nuovo lo sguardo alla “voglio morderti”» disse Tony. Lanciò

un’occhiata a Tracy che si era avvicinata a Kate e Claudia. Uscirono dall’assemblea e

andarono nel cortile.

«Sono qui per proteggerlo» dissi. Non mi piacevano davvero le ragazze che stavano

parlando con Rhode. Specialmente la mora dalle gambe lunghe. Toccò la spalla di

Rhode, lasciandoci la mano un po’ troppo a lungo.

«OK, Pazza» disse Tony. «Come ti pare. Ma promettimi che non ci saranno più

sguardi assassini, Ok? Vado in biblioteca.»

«Per fare cosa?»

«Voglio saperne di più sulle persone che sono in grado di usare gli elementi.

Manipolare l’acqua, il fuoco, sai.»

«Dubito davvero che troverai qualcosa nella biblioteca» replicai, ancora concentrata

sulla mora che ora stava facendo scorrere le dita dalla spalla di Rhode al suo polso.

«Justin ha detto che quel Sully usava gli elementi.»

«C’è una differenza. Suleen era il vampiro più antico al mondo.»

«Hai detto che anche quegli Svuotati sono antichi.»

Sentire Tony nominare gli Svuotati mi distrasse dalla mia futile gelosia. Non

sembrava naturale sentirlo pronunciare quel nome. Lo avevo coinvolto, proprio come

volevo, ma avevo anche paura che questo lo avrebbe messo in pericolo.

Uscimmo dall’auditorium e infilai gli occhiali per difendermi dal sole che batteva

forte. Tony continuò a tenere d’occhio Tracy, che era fuori nel cortile con Kate e

Claudia.

«Da qualche parte deve pur esserci qualcosa sui vampiri che scelgono di manipolare

gli elementi» proseguì Tony.

«Lo fanno per sentirsi più vicini alla natura. Molti imparano a farlo dopo aver vissuto

per tanto tempo lontani dal ciclo di rotazione della terra. Immagina la sensazione di

controllo che provano quando riescono a piegare il vento al loro volere. Li fa sentire

padroni delle loro vite.»

Tony sbatté le ciglia. «OK… beh, immagino che sia così.» Scosse la testa, cercando

di ritrovare l’entusiasmo. «Comunque, un po’ di ricerca… non può fare male, no?»

Page 44: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

All’improvviso, Tony alzò la voce di circa trenta decibel. «E in quel momento ho detto:

“Cavolo, no. Non uscirò con te. Mi piace un’altra, ok?”»

Tracy spuntò accanto a me.

«Sì, beh, l’hai rifiutata in modo amichevole» dissi, continuando la farsa.

«Qualcuno ti ha chiesto di uscire?» chiese Tracy mentre camminavamo.

«Non essere così sorpresa. Mi succede sempre» protestò Tony.

Percorremmo il cortile dieci minuti prima della nostra prima lezione. Cercai Rhode.

Restai quasi a bocca aperta nel vederlo da solo, all’ombra di un albero. Alzò lo sguardo

dalle sue mani e mi fissò intensamente. Come sempre, la bellezza dei suoi occhi blu mi

lasciò di stucco. Fece un passo verso di me.

«Ehm» fu tutto quello che riuscì a dire.

«Rhode sta venendo a parlare con te?» chiese Tracy, afferrandomi per un braccio.

Trasalii per il dolore che provavo ancora nel punto in cui Justin aveva stretto la presa

la sera prima. «Vi lasciamo un po’ soli» continuò Tracy, trascinando via Tony per un

braccio.

«Ehi!» replicò lui, che chiaramente voleva rimanere.

«Buongiorno» mi disse Rhode.

Quella era una sintesi di Rhode, il Rhode oscuro, misterioso, che ne sapeva sempre

più di me. Lì era un ragazzo moderno in jeans e polo. Volevo urlargli contro: «Non sai

che un tempo eri un cavaliere?! Rimettiti la tua camicia!»

«Tutto OK? Dopo la tua esperienza ravvicinata con la morte» chiese.

Se solo avesse saputo…

E OK? Quando mai Rhode aveva detto “OK”?

Rise, cercando di alleggerire l’atmosfera. Mi crogiolai nella sorpresa di vederlo

sorridere davanti a me.

«Non succede tutti i giorni che la freccia di un cacciatore mi arrivi in testa» me ne

uscii con questa risposta.

Rhode sollevò le sopracciglia. «La freccia di un cacciatore? Impressionante.»

Rhode stava flirtando con me.

«Beh, non le afferro al volo… non come altre persone che conosco.»

«L’ho presa a malapena mentre era a mezz’aria. Ha colpito prima l’edificio» disse.

Dovevo rimanere concentrata. Mi servivano i dettagli della freccia. «Ieri hai detto

che la freccia non era della squadra di tiro dell’arco di Whickham.»

Rhode si irrigidì. «Ho detto così?» chiese, incrociando le braccia.

«Sì. Hai detto che…»

«Lascia perdere. Era un commento davvero stupido. È ovvio che è una freccia di

Whickham. Qualcuno probabilmente ha sbagliato tiro, tutto qui. Qual è la tua prima

lezione?» chiese.

«Francese» risposi, concedendogli di cambiare argomento.

«Non è strano? Ho la stessa lezione. Che ti è successo al dito?» domandò, indicando

il mio scadente rattoppo di cerotti.

«Non ne sono sicura. Ho colpito qualcosa.» Oppure mi sono fatta male in una lotta

con un pazzo assassino.

«Immagino di dover badare a te.»

Page 45: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Le guance mi si arrossarono e pregai che non se ne accorgesse. Non dovevo farmi

scoprire così facilmente.

«Allora, se sai così tanto sul tiro con l’arco significa che sei un arciere?» Camminò

accanto a me, tenendo il mio passo.

«No. Assolutamente no.» risposi. «Non ho mai scoccato una freccia in vita mia.»

«Vuoi che ti insegni? Domani. Al campo di tiro con l’arco.»

Hathersage, in Inghilterra: esercitazioni di tiro al bersaglio.

Le mani di Rhode sulle mie, la mia schiena premuta contro il suo stomaco mentre

un tramonto scarlatto si stendeva sulle colline ondeggianti. Teneva le mie mani ferme,

l’arco che vibrava ed eravamo pronti a scoccare la freccia…

«Assolutamente sì» risposi.

Arrivammo alla lezione di francese, ma Rhode esitò sulla porta.

«Prego, madame» disse.

Page 46: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

CAPITOLO 7

Traduzione: Medea Knight

Pre-Revisione: Fra

Quando viene creato un nuovo vampiro, parte il conto alla rovescia verso la follia.

L’unica cosa che resta attiva nel corpo di un vampiro è la sua mente. I sensi

scompaiono, così come la capacità di provare gioia e felicità. Nessuno sa se l’anima

resta, nascosta nel profondo.

La mente svanisce lentamente.

Come il lucido argento che si ossida.

Anche la cosa più brillante con tempo si oscura.

12 gennaio 1725, Hathersage, Inghilterra – durante il regno della Regina dei Vampiri

Era presto… il sole era appena tramontato. Da regina dei vampiri qual ero passavo le

mie nottate a letto, a riflettere sugli episodi più felici della mia vita. L’incontro con

Rhode, l’innamoramento, i momenti con la mia famiglia e i tanti balli fatti alle feste

con Rhode. Ero seduta a letto. Fuori dalla finestra svolazzavano dei piccoli fiocchi di

neve. La casa era completamente silenziosa. Una casa di morti. Ascoltavo quel

malinconico silenzio mentre camminavo scalza e in punta di piedi lungo il buio

corridoio.

Una volta uscita dal resto, indifferente alle fredde pietre del terrazzo, oltrepassai il

piccolo cimitero, dove le sommità delle pietre tombali erano già coperte da uno strato

di neve. Percorsi la ripida discesa della collina vicino casa mia. Avevo una meta ben

precisa. Il sentiero portava verso destra e lo seguii. La mia vestaglia strisciava sull’erba

ghiacciata.

Camminai finché non raggiunsi un fiumiciattolo ai piedi di un’altra collina. L’acqua

vorticava e le onde si spandevano tra le valli buie di Hathersage. Il fiume avanzava e

la luna illuminava fiocamente le rocce e i rami degli alberi, come fossero annebbiati.

Oltrepassai l’argine e i miei piedi sguazzarono nel fango. La sua consistenza

appiccicosa mi fece affondare lentamente nel terreno. Mi diressi verso l’acqua corrente.

Devo ricordare questa data. Mossi le dita nell’acqua. Avanzando, l’acqua mi

raggiunse le caviglie e poi le ginocchia. Oltrepassai più volte il fiume, da una sponda

all’altra. Avanti e indietro, avanti e indietro. I ciottoli e le rocce mi si conficcavano nei

piedi, ma no, ne ero certa:

Il mio senso del tatto era svanito.

Lasciai che la vestaglia ricadesse giù e l’acqua la bagnasse agli orli. I ghiaccioli sugli

alberi erano lance appuntite, colme di rugiada. Smisi di percorrere il fiume e mi distesi

in quella corrente d’acqua poco profonda. Non c’era abbastanza acqua da poter

galleggiare, ma inarcai la schiena provandoci comunque. Immersi il volto fino al naso.

Lastre di ghiaccio galleggiavano davanti i miei occhi. Ore…

Trascorsero ore.

Page 47: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

La corrente d’acqua non avrebbe più morso la mia pelle. La densità del limo non mi

avrebbe più ricoperto le dita, né lo scorrere, gli spruzzi o il gorgoglio dell’acqua.

Era finita.

Tra i rami degli alberi scorgevo le stelle affievolirsi… si avvicinava l’alba. Uscii

dall’acqua e mi diressi a casa salendo la collina.

Il cielo era di un colore viola chiaro. A distanza, in cima alla collina, c’era casa mia.

Mi fermai. Accanto a me, alla fine del lungo sentiero che portava a casa, c’erano gli

archi lunghi di Rhode, impilati l’uno sull’altro.

Pur non avendolo mai fatto, presi un arco e incoccai una freccia. Mirai al bersaglio

nero a distanza e mi concentrai. I capelli, che ormai sembravano fili di ghiaccio, mi

stavano ritti sulle spalle. Avevo visto Rhode farlo tantissime volte. Alza il gomito

destro, cerca il bersaglio, tira e colpisci, diceva. Con uno scatto, scoccai la freccia. Lo

feci ancora e ancora. Zaphf, zaphf, zaphf… le frecce volteggiavano in aria.

Mi ci vollero centinaia di tentativi per riuscire a centrare il bersaglio. Dopo il primo

colpo esatto, tutte le altre frecce andavano a segno. Le stelle si spostavano in cielo,

finché quest’ultimo non passò da viola a rosa. Non uscivo all’alba da tanto tempo; era

più pericoloso del sole di mezzogiorno. La luce dell’alba poteva portare alla morte i

vampiri inesperti. Centrai nuovamente il bersaglio, mentre le colline ondeggianti si

tingevano di giallo.

«Era qui chi ti eri cacciata?» chiese Rhode alle mie spalle.

Scoccai un’altra freccia. Zac… proprio al centro.

«Lenah, sta per arrivare l’alba.»

Mi chinai a prendere un’altra freccia. Rhode mi afferrò per un polso e fissò la punta

delle mie dita, l’indice e il medio. C’erano dei tagli rossi sulla pelle; colavano di

sangue.

«Lenah, smettila.»

Mi strappò di mano la freccia e io mi ritrassi di scatto.

«Non lascerò che mi controlli!» urlai. «Non sarai tu il padrone della mia vita!»

Negli occhi di Rhode comparve un lampo di preoccupazione.

No, non volevo trattarlo in quel modo. Lo abbracciai subito, poggiando il suo volto

contro il mio. Sentii le guance riscaldarsi leggermente… un piccolo calore che

aumentava, fino a dissiparsi lasciando un brivido gelido e familiare.

«Mi dispiace tanto» dissi allontanandomi con un cenno del capo. «Sono scesa al

fiume. E non riuscivo a sentire niente. Ho perso, perso…»

«Il senso del tatto» concluse Rhode al posto mio.

Rimisi a terra l’arco; il mio sangue ne aveva ricoperto la corda. Mi prese la mano.

«Ho temuto a lungo accadesse. E ora è successo» dissi.

«Io ci sarò sempre» disse Rhode, mentre cominciavamo a risalire verso la villa di

pietra. «Spero ti sia di conforto saperlo.»

Se fossi stata umana, la ferita sulle dita avrebbe pulsato e mi avrebbe portato dolore

per settimane. Ancor prima di valutare l’entità della ferita, era guarita.

«Smetterò mai di sentire il tuo calore?» chiesi.

Rhode non rispose.

Page 48: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Succederà?» chiesi di nuovo, sapendo che i vampiri innamorati potevano sentire

ancora il calore dell’altro, anche se il resto del loro corpo era freddo.

Quando raggiungemmo la casa, Rhode mi condusse nell’atro buio e mi rispose con

un bacio. Un bacio che non potevo assaporare, ma che mi riscaldò il petto… un bacio

che mi diceva con un gesto delicato ciò che lui non riusciva a dirmi a parole: un giorno

non sarei più riuscita a sentire i suoi abbracci.

Presente – Wickham

«Vieni o no?» chiese Rhode. Era davanti alla mia scrivania. «Non vorrai davvero

startene qui? A meno che, ovviamente, tu non voglia disegnare altre nubi tempestose.»

Avevo scarabocchiato centinaia di nuvolette tonde anziché prendere appunti.

Raccolsi le mie cose e lo seguii nel corridoio. Mi camminava affianco mentre

uscivamo.

«Stai bene?» mi chiese.

«Sì!» dissi velocemente, tentando di mandare via il ricordo di Hathersage. «Ho una

domanda, però» dissi. «Non mi hai mai detto di quale zona dell’Inghilterra sei di

preciso.» Gli feci questa domanda per vedere quando quel Rhode fosse simile al Rhode

del passato.

«Devon» rispose Rhode.

Anche il vecchio Rhode era del Devon. Fui pervasa da un lampo di speranza. Forse

se ricordava quella cosa avrebbe potuto ricordare anche il nostro passato! Uscimmo

dalla Hopper e attraversammo il cortile arrivando al Turner, il dormitorio delle ragazze.

«E spero che mi perdonerai se te lo chiedo, ma ho sentito dire che…» iniziai a dire,

ma Rhode mi interruppe prima.

«Che non ho famiglia. Sì, è vero.»

Mostrammo i nostri documenti all’addetto alla sicurezza ed entrammo nel

dormitorio.

Alcune ragazze si zittirono di botto al vedere me e Rhode dirigerci verso la mia

stanza. Di certo non erano interessate a guardare me.

«Niente famiglia. È brutto, vero?» disse con un sorriso sardonico. «I miei genitori

sono morti quand’ero piccolo. Ho solo qualche ricordo della mia vita a Lovers Bay.

Ma ho accettato la cosa, davvero.» Poggiò una spalla al muro vicino la porta della mia

stanza.

«Ehi, Rhode» disse una ragazza che non riconobbi. Lui la salutò con un piccolo

cenno del capo.

«Allora ci vieni a tirare con l’arco?» mi chiese Rhode.

«Davvero ti stai offrendo di insegnarmi come si fa?»

«Sì, Lenah.» Mi sentii elettrizzata al sentirlo pronunciare il mio nome e non riuscii

a scollare il mio sguardo dal suo.

«Oh, voi due» disse Tracy arrivando nel corridoio, «cercatevi un albergo.» Lo disse

ridendo mentre andava ad aprire la porta della nostra stanza. Le caddero le chiavi a

terra e Tracy strillò così forte da perforarmi i timpani.

Rhode posò una mano sulla spalla di Tracy. «Non muoverti» le ordinò.

«Che è successo?» chiesi. Tracy si era coperta la bocca con una mano.

Page 49: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Rhode disse con un tono serio «Chiamate il consulente dell’edificio.»

«Rane?» chiese Tracy, la voce ovattata dalla mano. «Stai scherzando?»

Rane? Che cosa?

Entrai nella stanza e mi bloccai. Aveva ragione… c’erano delle rane. Decine di rane

morte sparse in tutta la stanza. Penzolavano dallo specchio, ricoprivano i letti e stavano

persino sulle plafoniere. Alcune sembravano semplicemente addormentate. Altre erano

squarciate a metà, carcasse… dissezionate.

«È una cosa disgustosa!» urlò Tracy. «Che diavolo di scherzo è questo?»

Urlò di nuovo dopo aver trovato altre rane nel bagno.

Mi tornò alla mente un ricordo, senza nemmeno averci pensato. In passato. Alla

lezione di biologia. «Squarci i gatti a mani nude e non riesci a dissezionare una rana?»

mi aveva chiesto Justin dolcemente.

«Non ce l’ho fatta a tagliare la rana» avevo risposto.

Continuai a pensare a quel ricordo. Ero arrivata per la prima volta a Wickham e non

riuscivo a dissezionare le rane durante quella lezione di biologia. Avevo ucciso così

tanti umani da regina dei vampiri che, dopo essere ritornata umana, quelle piccole rane

indifese sarebbero state troppo. Quello fu anche il giorno in cui il rapporto tra me e

Justin cambiò, quando mi innamorai del ragazzo moderno del ventunesimo secolo,

lasciandomi alle spalle il mio brutale passato.

Rhode cominciò a raccattare le piccole carcasse.

Una rana saltò sullo stivale di Rhode. «Attento!» urlai. «Quella è ancora viva!»

Avrei voluto stringerla a me e ringraziarla per essere sopravvissuta. Invece, la presi,

aprii la finestra e la posai a terra con delicatezza, sotto dei rami rigogliosi.

«Perché state urlando così tanto?» la voce della consulente dell’edificio, Tina, mi

fece girare su me stessa. «Wow» disse mentre ispezionava la stanza, «questa è una…

follia.»

Rhode stava ancora raccogliendo le carcasse. Tracy tentava di abbracciarsi da sola.

«Tina» disse Tracy con un filo di voce, «le abbiamo trovate qui e basta.»

«È uno scherzo da pazzi» disse Tina. «Sapete chi è stato?»

Justin, pensai, ma non lo dissi ad alta voce.

Tina scosse la testa con disgusto e tirò fuori il cellulare. «Rimettile a terra, Rhode e

va’ a lavarti le mani.» Aspettò che qualcuno rispondesse dall’altro capo della linea.

«Ehi, Bob? Sono nel dormitorio Turner, nella doppia 102.»

Tina chiese di mandare degli addetti alle pulizie e ci disse che avremmo dovuto

lasciare la stanza per qualche ora, così da permettere ai tecnici di fare il proprio lavoro.

«Chiamo Williams» disse.

«Ehi, ragazzi» disse Tony sulla soglia. Guardò lo stanza. «Cazzarola.»

«Tony, fermo lì. Ragazzi, dovete andarvene tutti» disse Tina, accompagnandoci

fuori.

«Quelle erano… rane?» chiese Tony.

«Circa un centinaio» rispose Rhode.

«Che avete fatto per ritrovarvele?» chiese Tony.

«Oh, certo, di sicuro è colpa nostra» disse Tracy. «Sei tu quello che dice di no alle

ragazze che gli chiedono di uscire. Di solito contro di me non si vendica nessuno.»

Page 50: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Rhode prese il mio piumone e Tony quello di Tracy. Annusò il tessuto. «Non puzza

di rane.»

Deglutii, tentando di fermarmi dal dire qualcosa di troppo specifico. «Credo che

questa sia l’idea che qualcuno si è fatto di “scherzo di pessimo gusto”» dissi.

«E dire che il termine “pessimo” è la parola chiave» rispose Tony.

Tornammo nel corridoio per andare in lavanderia con i piumoni in mano. Senza

dubbio, quello era l’inizio della vendetta di Justin… il cambiamento dei suoi piani.

Dopo aver avviato il lavaggio, Rhode, Tracy e Tony sedettero a un tavolo della

lavanderia per parlare di chi poteva essere il responsabile del macabro scherzo. Mi

poggiai contro la finestra ascoltando il ronzio ritmico delle lavatrici.

Non erano le rane a preoccuparmi. Ciò a cui pensavo con tormento erano due cose:

primo, che quello era il nuovo piano di Justin e che da quel momento in poi le cose

sarebbero potute solo peggiorare. Secondo, che Rhode ancora non sapeva nulla. Come

Tony, anche Rhode doveva sapere la verità, per il suo stesso bene.

«Allora qual è il piano?» chiese Tony.

«Che vuoi dire?» rispose Rhode.

«Come farai a scoprire chi è stato? Ti conosco, Rhode. Il tuo cervello da sapientone

sta mettendo insieme i pezzi di un qualche piano stravagante.»

«Ma smettila» disse Rhode, togliendogli di testa quell’idea con un sorriso.

Tony si voltò verso Tracy. «Ricordi quando aveva pensato che la votazione per la

reginetta del ballo studentesco fosse stata truccata?»

Quando Rhode tentò di spiegare l’episodio, risero tutti. Aveva davvero costruito una

vita lì. Aveva una reputazione. Un passato. Sorrisi un po’, nonostante le circostanze.

Le loro voci mi riportarono alla realtà e il braccialetto di stoffa attorno al polso era

ancora ben stretto. Per un brevissimo momento la ricerca di Suleen non mi sembrò più

così impossibile con loro al mio fianco.

Fuori la finestra, il sole splendeva tra gli alberi proiettandosi a terra. Seguii le scie

di luce dalle basi degli alberi fino alla spiaggia di Wickham. La baia brillava tra le

piante e…

C’era un uomo sulla battigia. Mi raddrizzai quando lo riconobbi. Non ne ero sicura,

ma aveva la stessa statura del vampiro della fattoria. Quello che mi aveva avvertita. Se

ne stava lì a braccia conserte e guardava in direzione della scuola.

Fa’ finta di niente.

«Dovremmo dirlo a Claudia e Kate. Di sicuro riusciranno a risalire al colpevole»

diceva Tracy. «Loro sanno tutto e conoscono tutti.»

«Pensavo che quella a sapere tutto fossi tu» rispondeva allora Tony.

Strizzai gli occhi per cercare di vedere meglio chi fosse quell’uomo; dannazione, mi

mancava la vista da vampiro. Aveva capelli corti e scuri, appiattiti sulla testa e portava

una collana d’argento che catturava i raggi del sole.

Sì, era decisamente il vampiro della fattoria! Che diavolo ci faceva di nuovo alla

luce del sole?

Piano d’azione… piano d’azione… dovevo andare da lui, subito.

«Qualcuno ha fame? Magari possiamo andare a comprare qualcosa. E mangiarla

qui» proposi con un lieve tremito nella voce. Dovevo far uscire tutti dalla lavanderia.

Page 51: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Cercai lo sguardo di Tony e tentai di fargli capire che avevo bisogno che mi reggesse

il gioco. Con la bocca mimò un “oh” dopo aver capito che stavo tramando qualcosa.

«Cara matricola, fosse in te non lascerei mai incustodito il bucato» disse Tony

alzandosi. «Se li lasci nella lavatrice per più di due secondi dalla fine del lavaggio,

degli idioti potrebbero levare i tuoi vestiti umidi. Per cui tu resta qui… noi ti porteremo

da mangiare.»

«Per me un taco!» disse Tracy.

Dannazione. Ecco svanita la mia occasione di restare sola.

«Andiamo, Rhode. Voglio un panino. No! Un hot dog. Sì! Un hot dog.» disse Tony.

«Sei sicura di non voler venire con noi, Tracy?» tentò un’ultima volta, ma lei scosse la

testa.

Rhode attendeva nel corridoio. «Ti porto qualcosa?» mi chiese.

«Solo del caffè» dissi.

«Questa ragazza va matta per il caffè» disse Tony con una risata da maniaco. Una

volta chiusa la porta, andai subito al davanzale della finestra e tentai freneticamente di

aprirla, ma senza risultati.

«Dannazione!» urlai.

«Ma cha diavolo…» disse Tracy alle mie spalle, «stai facendo?»

Quel vampiro era ancora lì! Avrei potuto raggiungerlo se solo fossi riuscita ad aprire

quella dannata finestra.

Con un’anca premuta contro l’infisso, tentai di nuovo con la maniglia. Cigolò mentre

la giravo da sinistra a destra e premevo in avanti il vetro. I cardini erano in alto, quindi

appoggiai una gamba sul davanzale e saltai giù da lì, atterrando sull’erba.

Me ne andai.

Tracy mi chiamò dalla finestra ma proseguii e basta. Più tardi avrei dovuto

inventarmi qualche scusa.

Scansando i tronchi, seguii i fasci di luce tra i rami degli alberi. Non appena vidi la

battigia avvicinarsi, uscii dal bosco e giunsi sulla spiaggia.

Vuota. Non c’era un’anima, né di vampiro né di altra specie.

Mi girai su me stessa.

«Dove sei?» urlai. «Perché mi tieni d’occhio?» urlai alle ombre della spiaggia vuota.

Sospirai portandomi le mani ai fianchi e dandomi dei colpetti sulle anche con le dita.

Mi accovacciai… c’erano delle impronte di passi. Portavano nel bosco. Indossava degli

stivali e dovevano essere pesanti, visto che le orme sulla sabbia erano profonde. Seguii

le tracce fino al limitare del bosco, perdendone la scia su un letto di aghi di pino. Ero

inginocchiata quando un paio di ballerine entrarono nel mio campo visivo. Chi

indossava le ballerine aveva un paio di jeans, una cintura e poi la faccia confusa di

Tracy Sutton.

«Allora» disse, «chi sei corsa a vedere qui? La persona che ha lasciato le rane nella

stanza?»

Ciò che mi sorprese non furono tanto le sue domande, quanto la sua voce per nulla

intimorita.

Sospirai tornando a guardare la spiaggia ancora una volta. Chiunque fosse, era molto

bravo a nascondersi. Ero stata addestrata a scoprire ciò che si muoveva nelle ombre o

Page 52: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

a trovare una persona che mi osservava poco al di fuori del mio campo visivo. Era

rimasto per troppo tempo fermo nello stesso posto.

Tracy se ne stava a braccia conserte e mi tornò in mente un tempo, in un mondo che

non esisteva più, in cui la sua tenacia mi aveva colta di sorpresa. Tracy non era soltanto

una persona leale, ma anche grintosa. Aveva vendicato gli omicidi di Claudia e Kate

con una foga pari a quella che avevo io quando ero un potente vampiro. Ed era stata

sempre solo un’umana! Una volta andò in un cimitero armata di coltello da cucina,

pronta a combattere la feroce Odette. Sarei stata per sempre legata a Tracy.

«Chi era, Lenah?» piegò la testa, le braccia ancora conserte.

Le sedie vuote dei bagnini a poche centinaia di metri da lì indicavano quanto poco

fossimo distanti dal confine con la città. La spiaggia era vuota.

«Ora se n’è andato» dissi.

«Siamo al sicuro?» chiese Tracy. «Perché dopo questa storia delle rane, non mi sento

molto al sicuro.» La sua voce però non tremò. Era ben ferma e le sue parole altrettanto.

La seguii e ci dirigemmo di nuovo verso il Turner.

«No» dissi, mentre mi facevo strada tra i rami e le foglie. Uscimmo dal bosco

arrivando di nuovo sull’erba. «No, non siamo al sicuro.»

Era palesemente arrivato il momento di dire tutto a Tracy.

Tracy, Tony e io restammo seduti in lavanderia anche dopo aver finito con i piumoni.

Rhode era andato a parlare con la direttrice riguardo un discorso speciale sui pericoli

degli scherzi da fare in assemblea. A quanto sembrava, e la cosa non mi sorprese

affatto, Rhode era il rappresentante degli studenti.

Tracy saltò giù dalla lavatrice sulla quale si era seduta. Con le mani sul tavolo, disse

con voce tremante. «Quindi mi stai raccontando e dicendo che Justin non solo è un

vampiro, ma che voi due vi conoscevate già, in un’altra specie di realtà alternativa.»

«Sì, in pratica ti sto dicendo questo.»

«Lo sai che sembra una follia.»

Tony non osò tentare di chiedermi fino a che punto io e Justin ci conoscessimo

prima.

Tracy si appoggiò ad una lavatrice e prese a mangiarsi le unghie. «E per un qualche

motivo mistico, non può farti del male? Ma può fare del male a noi? Che fortuna» disse

con sarcasmo e la sua acidità aveva perfettamente senso. Il bisogno di negare

l’esistenza del mondo sovrannaturale era una cosa da umani.

«Perché sei così arrabbiata?» chiese Tony a Tracy.

«Non sono arrabbiata» disse Tracy, ma stava tremando ed era evidente che fosse

alterata. Espirò e si portò le mani ai fianchi. «Non lo so. Forse sono arrabbiata davvero.

Ho avuto la strana sensazione di averti già vista la prima volta che ti ho incontrata qui.»

Spostò lo sguardo su di me dopo averlo detto. «E ogni volta che parli con Tony, divento

molto gelosa.»

Dovrei dirle di Justin.

«Gelosa di me?» disse Tony sollevandosi di scatto.

«Spiegami come vi siete conosciuti… tu e Justin» disse Tracy.

Page 53: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Avrei dovuto procedere con cautela in quel momento. Tracy e Justin stavano insieme

quando ero arrivata al campus qualche anno prima. Col tempo, le avrei raccontato la

versione completa. Era la cosa giusta da fare, ma in quel momento aveva già molto a

cui pensare.

«Siamo usciti insieme. Prima.»

«Ok.» Tracy abbassò la testa e non vedevo la sua espressione. «Facciamo finta che

ti credo. Tu vuoi che io accetti il fatto che in una realtà alternativa tu conoscevi Justin.

Cioè, che lo conoscevi intimamente. Ho bisogno di prove.» Sollevò lo sguardo verso

il controsoffitto. «Ok… come si è procurato la cicatrice che ha sul mento?»

«Tracy…» gemette Tony.

«Voglio solo sentirglielo dire! Se Lenah esisteva e ci conosceva in una realtà

alternativa, saprà la risposta. Come ha fatto Justin a procurarsi quella cicatrice? Io sono

l’unica alla quale ha raccontato la storia.»

«Quale cicatrice?» chiese Tony. «Non ho gli mai visto cicatrici sul mento.»

«Si vede solo da vicino.» Tracy disse la frase in modo vago, ma riuscii a percepire

una nota più dolce, perché rivolta a Tony.

Tony si sistemò sulla sedia imbarazzato. «Oh» fu tutto ciò che rispose.

Sospirai. «Quando erano piccoli, Roy, il suo fratellino, si arrabbiò con lui perché

aveva mangiato tutte le sue patatine. Perciò fece per colpirlo in viso con una forchetta,

ma, siccome Justin era più alto di lui, la forchetta arrivò fino al mento.»

Tracy restò a bocca aperta e si abbandonò sulla sedia di fronte a noi. Si coprì il volto

con le mani.

«Ha ragione» disse tirando su col naso.

«Non è una cosa buona?» chiese Tony.

«Sì!» disse Tracy soffiandosi il naso chiuso. «Vuol dire che non è una persona falsa.

Ma vuol dire anche che Justin è un dannato “Diosacosa”.»

«Un vampiro» dissi.

«Non ci credo.» Scosse la testa. «Universi paralleli? No. No, no, no, no, no, no.» Si

alzò di nuovo e cominciò a fare avanti e indietro per la stanza, con la coda di cavallo

che sballonzolava di qua e di là.

E meno male che Fuoco mi aveva detto che avrebbe ricordato tutto.

Tony si voltò verso di me. «Ok» disse con un gran sospiro, «concentriamoci su un

piano per non morire. Direi di preoccuparci per la tortura che ha pensato per noi.»

«È un’interessante scelta di parole.»

«Rane?»

«No. Tortura vera e propria…» riflettei. Incrociai le braccia fissando il tavolo di

linoleum bianco. «Sì…» dissi, mentre la mia mente andava oltre il tavolo e le mura

della stanza. Mentre parlavo si affollavano dei ricordi nella mia mente. «Quand’ero

Regina dei vampiri, i vampiri che mi tenevano nascoste informazioni li appendevo per

i polsi. Li lasciavo appesi finché avevano sete di sangue, da morire. Gliene davo un po’

quando iniziavano a rinsecchirsi, solo per soddisfare il loro bisogno e quando si

sentivano meglio ripetevo la procedura. Riuscivo sempre a ottenere le informazioni che

volevo. Questa si chiama tortura.»

Mi scrollai di dosso quel ricordo e li guardai.

Page 54: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Tracy e Tony mi fissavano a bocca aperta.

«Comunque…» continuai, «tornando a Justin e alle torture. Non ci torturerà.

Perlomeno non nel senso tradizionale vampiresco. Mettere centinaia di rane morte nella

mia stanza… non è piacevole, ma non è letale.»

«Non dimentichiamoci» aggiunse Tracy, «che era anche la mia stanza.»

«Ma i vampiri in genere non si comportano così.» Continuai. «Quando venni qui a

Wickham per la seconda volta, Odette…»

«La vampira bionda?» mi interruppe Tony. «Quella ha trasformato Justin in

vampiro?»

«Sì» dissi con ansia. «Odette è quella spietata. Anzi, lo sono tutti i vampiri. Ma Justin

non si sta comportando così o almeno non ancora, sempre che sia lui il responsabile.

Non ci sta propriamente torturando» dissi, cercando di proposito lo sguardo di Tracy,

«e non ci ucciderà.»

«Allora come lo ritrasformiamo in umano?» chiese. «Come hai fatto tu.»

«Non so se possiamo» ammisi.

«Dev’esserci un modo. Non possiamo lasciarlo così» disse Tracy. «Dobbiamo farlo

tornare umano. Tu l’hai fatto; saprai come fare.»

«Non è così semplice. Nessuno aveva eseguito quel rituale prima di me e Rhode.»

Colpì il tavolo con le mani. «Rhode!? Ma che diavolo, Lenah? Anche lui era un

vampiro?» sputò un po’ mentre parlava e si fece rossa in viso. Ops. Avrei voluto

dirglielo in un modo più delicato.

Una volta spiegata la situazione a Tracy, e dopo essere riuscita a farla riaccomodare

con calma, dissi «Odette ha trasformato Justin in vampiro per far soffrire me.»

«E anche me» disse Tracy mentre si asciugava le lacrime con le dita. «Era mio

amico.»

«E allora che facciamo ora?» chiese Tony e riuscii a percepire che il suo intento era

quello di allarmarci. «Che facciamo col tizio che ti tiene d’occhio?»

Mi alzai e poggiai le mani sul ripiano della finestra. La spiaggia era ancora vuota e

si era alzato il vento.

«La prima volta che questo vampiro mi vede, alla fattoria, mi dice di prepararmi. E

ora, dopo che Justin fa questo scherzo, lo stesso vampiro mi osserva dal bosco. È una

coincidenza troppo strana.»

«Vorrei sapere dov’era ieri quando siamo stati attaccati su Main Street» disse Tony.

«Devo dirvelo, tutto questo mi sembra stranamente familiare» commentò calma

Tracy.

«Forse è stato lui a colpire Justin con la freccia?» proposi.

«Molto familiare» aggiunse Tracy.

Creste spumose si arricciavano di nuovo nell’acqua.

«Ad ogni modo» dissi, «l’unico modo per poter sapere tutto con sicurezza è di

attirare il vampiro verso di me. Scoprire chi è.» Avevo la sensazione che fosse in

qualche modo legato a Suleen, ma non avevo prove.

«Sei pazza» disse Tracy. «Vorresti far avvicinare a te un tizio che spara frecce in

fronte alla gente?» si tamponò gli occhi con un fazzoletto strappato.

«Non sappiamo chi sia stato a lanciare quelle frecce» le feci notare.

Page 55: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Credo tu debba scoprire cosa vuole Justin» disse Tracy.

«Non possiamo competere con lui. È troppo forte. Forse questo vampiro potrebbe

aiutarci» dissi.

Ci voleva un luogo pubblico. Un luogo in cui un vampiro avrebbe potuto passare

inosservato tra la folla. Non avrei avuto la sicurezza che sarebbe venuto, ma dovevo

fare un tentativo.

«Qual è la discoteca più famosa della città?» chiesi. «Un posto in cui possiamo

entrare anche noi.»

«Siamo nel Capo» disse Tony, «non credo troveremo posti adatti.»

«Magari il Bolt a Orleans. È proprio fuori Lovers Bay. È la discoteca più grande.

Fanno entrare gente di tutte le età di venerdì» propose Tracy.

«Perfetto. Domani. Andremo. Invita Rhode» dissi a Tony. «Glielo dirò anch’io

domani. Mi porta a tirare con l’arco.»

«È un appuntamento?» chiese Tracy.

Non avevo tempo per spiegazioni sugli appuntamenti moderni. «Credo di sì» dissi,

ma tentai di far scemare subito il discorso per tornare a concentrarci. Anche se Rhode

non ricordava nulla del suo passato, forse vedendo quel vampiro in discoteca avrebbe

ricordato qualcosa.

«Andiamo, Trace» disse Tony e la cinse con un braccio. «Andiamo in caffetteria. Ti

compro dei favolosi nacho con panna acida extra.»

«Perché la panna acida?» chiese.

«Facilita la sbornia da “cambiamento totale dell’universo” che stiamo subendo.»

«Allora ok» disse tirando di nuovo su col naso.

Riprendemmo i piumoni e tornammo alla nostra stanza pulita e senza rane.

Quella notte sognai Justin:

Si avvicina verso di me, l’acqua della baia di Wickham gli arriva fino al tronco. È

tutto inzuppato quando arriva sulla sabbia. È come la prima volta che l’ho visto: un

giovane uomo con un favoloso futuro. L’acqua gli sgocciola sull’addome, fino al

girovita dei pantaloncini. Lì, dove di solito mi aspetterei orde di studenti, non c’è

nessuno, siamo soli. Anche in questo mondo onirico non posso fare a meno di sentirmi

innamorata del suo spirito. Ha una tale sicurezza e ama la vita.

«È una bellissima giornata» dice Justin accanto a me. Sorride al sole e io vorrei

abbracciarlo. «Hai poco tempo, come al solito» dice, mentre l’acqua gli sgocciola

dalla mascella. Ancora una volta devo resistere alla voglia di toccarlo.

«Perché sei ancora un vampiro? Perché non ti hanno liberato?» sospiro. Ho così

tante domande, ma questa è la più urgente.

«Devi usare il tuo cuore per capire» spiega Justin. Finalmente si volta a guardarmi

dritto negli occhi. Lo sguardo è gentile come lo ricordavo. «Il tuo cuore, Lenah.»

Si allontana sulla spiaggia.

«Usare il mio cuore? Come?»

Sale i gradini che dalla spiaggia portano al campus di Wickham. La luce del

tramonto mi acceca e devo coprirmi il volto con la mano. Voglio seguirlo.

«Justin!» lo chiamo di nuovo. «Justin!»

Page 56: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Feci un balzo nel letto.

«Justin!» urlai.

Mi portai le ginocchia al petto e sentii il cuore battere contro le gambe. Volevo urlare

di nuovo il suo nome, ma avevo la gola secca.

«Hai pronunciato il suo nome tre volte» disse Tracy, mettendosi a sedere. La luce

della luna illuminava il pavimento tra i nostri due letti, creando una foschia perlacea.

Tracy poggiò la schiena al muro e portò anche lei le braccia al petto.

«Lo amavi?» mi chiese con voce a malapena udibile. «In passato, intendo.» Ci

eravamo arrivate alla fine: la verità.

«Sì, lo amavo.»

«Non mi stai raccontando tutto. Lo so. Me lo sento. Se mi vuoi dalla tua parte, dovrai

dirmi tutta la verità.»

Era più semplice confessare tutto al buio. Tracy non aveva detto nulla all’inizio. Se

non l’avessi guardata in viso sarebbe stato più semplice ammettere quant’ero stata

cattiva.

«Noi…» sospirai. «Tu eri la sua ragazza. Sono venuta a Wickham e mi sono

comportata da egoista. Non avevo mai avuto amiche, quindi non ho pensato molto a

come potessi sentirti. Mi dispiace.»

«Sì, beh» disse dopo qualche momento, «sono certa di essere stata uno zuccherino

con te» scherzò. «Anche prima che vi metteste insieme.»

La guardai negli occhi; non potei farne a meno. Tentai di fingere di non sentirmi

sorpresa per ciò che aveva detto, ma era troppo tardi.

«Oh, non essere così sorpresa. Fino all’anno scorso ero acida con tutti, a parte

Claudia e Kate. Non so… mi sono stancata di fare la stronza. È sfiancante.»

Non sapevo come dirglielo, per cui non le dissi nulla. Perché una volta ero stata una

persona orribile anch’io.

«Comunque non fu vero amore… almeno non per me» dissi. «Esistono varie forme

d’amore. Ho imparato che è così. Ma niente arriverà mai a somigliare a ciò che provo

per Rhode.»

«Davvero sei…» si fermò. «Davvero sei viva da seicento anni?»

«Più o meno. Ma ora invecchio normalmente. Sono umana.»

«Qual è la cosa più bella che hai mai visto?»

Fatta eccezione per i cento anni passati in ibernazione, avevo avuto una lunga vita

di sangue. Non riuscii ad ammettere che camminare nel campus e vedere Rhode umano

e in salute fosse la risposta da darle. Vedere Tony vivo poteva essere un ottimo secondo

posto. Invece scelsi «Il carnevale di Venezia del 1605. Il doge indossava un vestito di

velluto blu. La gente portava maschere tempestate di diamanti e rubini. Non avevo mai

visto vestiti più belli. Le commedie a teatro facevano ridere centinaia di persone.

C’erano tavolate di cibi e vino dolce. Si ballava tutta la notte. I cortigiani si baciavano

negli angoli e facevano brindisi con i bicchieri alzati…» quel ricordo mi trasportò via

per un attimo. «Rhode e io ci sentivamo quasi a nostro agio!» il mio sorriso svanì.

«Finché non uccidemmo il doge.»

Tracy fece un respiro profondo e io dovetti ricordarmi che non era abituata a vedermi

in veste di assassina. Dopo qualche momento mi disse piano «Non sono mai stata

Page 57: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

innamorata. Però vorrei. Non ero innamorata di Justin, solo dell’idea che mi ero fatta

di lui. Riusciva a comandare una stanza piena di gente… sai, quando si dice così di una

persona, no?»

Mi ritrovai a fare una pausa prima di continuare a parlare con Tracy. Non ricordavo

nemmeno di aver mai raccontato ad un’altra ragazza i miei problemi. Per Tracy era

stato odio a prima vista, al nostro primo incontro, in passato. Non potevo biasimarla;

ero completamente innamorata del suo ragazzo.

Ma poi eccoci lì, pronte a combattere insieme.

«Cosa stavi sognando?» disse Tracy.

Mi poggiai su un gomito. «Ho visto Justin sulla spiaggia di Wickham e mi ha detto

di usare il mio cuore.»

«Usare il tuo cuore?»

«Esatto.»

Tracy si mosse tra le lenzuola mentre entrambe cercavamo di decifrare ciò che

potesse significare quella frase.

Il cuore. Il battito del cuore? Dovevo amare? Non aveva alcun senso!

La domanda che mi aveva assillata in lavanderia tornò a tormentarmi: perché non

faceva del male alle persone intorno a me? Il suo comportamento era così difficile da

capire. Ovviamente, attaccare le persone più vicine a me era stata la tattica di Odette.

Diavolo, era stata la mia stessa tattica. Nessuno era stato più rapito dal campus dopo

quella ragazza all’inizio dell’anno. Jackie qualcosa. Non la conoscevo. Doveva essere

stato Justin. Ma era così imprevedibile e non avrei potuto immaginare i suoi piani.

Lessi sull’orologio che erano le 4.19. Avevo bisogno di caffè, perciò mi levai di

dosso le coperte.

«Ci alziamo? Perché sicuramente non riuscirò a dormire ora» disse Tracy.

«Sì, ci alziamo.»

«Sgattaioliamo in caffetteria a prendere per prime i bagel?» suggerì.

«Mi hai letto nel pensiero» dissi afferrando la felpa. Tracy raccolse le pantofole.

Sgusciammo via e chiudendo la porta osservai il mio letto tutto scompigliato, specchio

di quella notte tormentata.

Page 58: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

CAPITOLO 8

Traduzione: Angela

Pre-Revisione: Noir

Non riuscimmo a trovare una ragione o una soluzione al messaggio criptico di Justin

nel mio sogno. Quindi Tracy si concentrò invece su cosa avrei indossato per il mio

appuntamento di tiro con l'arco con Rhode quel pomeriggio. Dopo colazione impiegò

quindici minuti a scegliere un outfit da farmi indossare e alla fine optò per dei jeans

con una sua canotta blu. «Ti vesti solo di nero» disse Tracy. «Hai bisogno di un po' di

colore per questo appuntamento. E stasera al club? Neanche lì lo potrai indossare.»

«Oh certo, vestita con un colore acceso sarò un bersaglio più facile.»

«Rimani un bersaglio indossando qualsiasi cosa» replicò, e mi spinse verso la

porta. Non aveva tutti i torti.

Aspettai ai piedi della collina dove si praticava tiro con l'arco, ricordando il giorno

in cui Fuoco e altri tre membri delle Eridi avevano aspettato me e Rhode in cima alla

collina per dirci che non potevamo stare insieme. Era la nostra punizione per la

manipolazione degli elementi.

Ok, Fuoco non si trova qui, ma Rhode si. Rhode non ha memoria e non ti può

giudicare per aver perso la tua nel 1740. Questo è un vantaggio. Si, un vantaggio!

Questo appuntamento non sarà difficile. Perché sto aspettando qua sotto?

Potevo farcela di sicuro. Strinsi e riaprii le mani mentre mi arrampicavo lungo la

collina. Potevo trascorrere del tempo con Rhode e fingere che non avessimo

condiviso cinquecento anni insieme. Presi un profondo respiro e raggiunsi la cima

della collina.

Rhode era lì, immerso nella luce del tardo pomeriggio. Il respiro mi si bloccò in

gola.

Stava preparando le frecce per la nostra lezione e teneva il mento alzato verso il

cielo, godendosi il calore del sole. Stendendo le braccia verso l'alto, teneva gli occhi

chiusi.

Non ero a conoscenza dell'esistenza di un paradiso o di una coscienza dopo la

morte. Ogni volta che avevo ceduto alla fine della mia vita, Rhode mi aveva salvata.

Che fosse dipeso dal suo amore, o del potere del mondo soprannaturale, non ero

mai effettivamente morta. Ma se mai mi fosse toccato morire, sperai che fosse così,

con Rhode ad attendermi.

Dovrei salutare invece di stare ferma e fissarlo come una specie di stalker.

Feci un passo in avanti e mi assicurai di schiarirmi la gola così da non cogliere

Rhode di sorpresa. Si girò verso di me e sorrise.

«Altre rane?» Chiese.

«No.»

«Ho chiesto alla squadra di tiro con l'arco se avessero sentito qualcosa. Nessuno ha

confessato, ma arriveremo fino in fondo all questione.»

Page 59: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Dopo il tuo discorso minaccioso all'assemblea mattutina... cos'è che hai detto? Oh

si, ci saranno conseguenze non solo per la crudeltà inflitta agli animali ma anche per

sfacciataggine. Ben detto. Mi piace la parte sulla sfacciataggine.»

«Ti stai prendendo gioco di me.»

«Mai.»

Sollevò una freccia dalla pila che aveva messo insieme. Le sue piume erano viola

scuro, uno dei colori della scuola. Era una freccia fatta per esercitarsi sul bersaglio,

con una punta smussata per ragioni di sicurezza.

«Allora sei pronta?» Chiese.

«Più che mai.»

La lezione di Rhode fu abbastanza buona. Nonostante fossi più o meno al suo

livello, finsi di ascoltare e di non avere idea di quali fossero le parti di un arco e di

una freccia. Non mi piaceva fingere, ma volevo essere a stretto contatto con lui.

Forse, se avessimo rimesso in scena un momento della nostra storia insieme, avrebbe

ricordato un brandello del suo passato. Inoltre, volevo stargli vicina e basta.

«Vedi?» Dimostrò, e la freccia emise un suono metallico e volò in aria. Con un

tonfo centrò il bersaglio.

«Tocca a te, novellina» disse. Si mise dietro di me e io mi appoggiai a lui. Il calore

del suo petto fluì in tutto il mio corpo. Il suo calore non solo mi avvolse, ma fu di

conforto anche alla mia anima. Quest'amore umano era magnanimo; mi faceva

formicolare le dita. Rhode guidò la mia mano indietro e mi sussurrò contro l'orecchio,

«Va bene se ti sto così vicino?»

«Si» bisbigliai appena.

Insieme lasciammo andare l'arco. Volevo impressionarlo e l'arco colpì il centro del

bersaglio.

Perfettamente.

«Wow, tiro fortunato» commentai, alzando le spalle.

Rhode fece un passo indietro.

«Si. Decisamente. Tiro fortunato.» Inclinò la testa. «Lenah...»

«Cosa?» Continuai a fissare il centro del bersaglio, l'arco, qualsiasi parte che non

fossero i suoi occhi blu.

«Perché ho la sensazione che tu lo sappia già fare?»

Scossi la testa. «Non ne ho idea.»

Indicò in direzione del bersaglio... in attesa.

Dannazione. Non riuscivo a mentire a Rhode.

«Questo dovrebbe essere interessante» disse, ma c'era una punta di fastidio nella

giocosità del suo tono.

Alzai l'arco, tirai indietro la corda e la lasciai andare. La freccia centrò il bersaglio,

proprio accanto alla freccia che avevamo tirato insieme.

«OK, adesso mi sento stupido» disse. «Sei formidabile.»

«No, non sentirti stupido.»

«Sei un'arciera bravissima.»

«Fortuna del principiante» risposi, in un patetico tentativo di produrre una risatina.

«Lenah...»

Page 60: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Si piegò per prendere un'altra freccia, ma esitò. Indicò la mia spalla sinistra.

«Aspetta un attimo...» disse, rialzandosi lentamente. Continuò a indicare la mia

schiena. Oh cavolo. Stupida Tracy e stupido top, che si era spostato durante la

lezione.

«Voltati» disse, calmo.

Gli mostrai la mia schiena. Fui attraversata da un brivido quando mi scostò i

capelli. Fece scorrere le dita sulle parole tatuate.

«Malvagio è chi agisce nel male» dissi senza fiato, recitando il tatuaggio sulla mia

spalla. Il suo tocco era così gentile e le sue dita delicate.

«Perché hai questo tatuaggio?» Sussurrò. «Questa esatta espressione.»

«Un motto di famiglia.»

Odiavo quella situazione. Odiavo mentire. Odiavo il fatto che fosse stato proprio

lui a farmi quel tatuaggio e poi a baciarmi per ore. Entrambi lo credevamo essere il

nostro motto, un tempo. Se pensavo di essere cattiva, le mie intenzioni lo avrebbero

rispecchiato. Potevo essere tanto cattiva quanto lo desideravo, a patto che ciò

rispecchiasse quello che ero. Tante, tantissime volte, mentre attingevo alle gole delle

persone, mi dicevo, 'È nella mia natura.'

Non sapevo che per me ci fosse molto più che semplice dolore. Non lo sapevo

finché non ero ritornata umana.

Rhode lasciò cadere la mano e aggrottò le sopracciglia.

«Cosa? Non ti piacciono i tatuaggi?» Dissi, tentando di di scherzare.

Evidentemente, Rhode non era in vena.

«Che cosa vuoi?» Chiese. «Perché sei venuta qui?»

«Per la scuola.»

«Perché hai mentito sul fatto di non saper tirare con l'arco?»

«Se sapevi che stavo mentendo, perché hai accettato di insegnarmi?» Ci fissammo

l'un l'altra, e non volevo altro che dirgli la verità. Anch'io ero nervosa. Non sapevo

come iniziare. Avevo creato tutta quella farsa e Fuoco l'aveva reso così semplice.

«Cosa? Dillo!» disse Rhode.

Espirai bruscamente. «Non so come.»

«Lascia perdere. È quasi ora di pranzo» rispose, distogliendo lo sguardo e

mettendosi la faretra sulla spalla. Non volevo continuare a mentirgli ulteriormente,

perciò mentre se ne stava andando, gli dissi dei nostri piani per la sera. Forse avrei

potuto trovare un modo per dirgli la verità stasera. Magari una volta visto un vampiro

o qualcosa del genere? Forse sarebbe stato più facile in quel modo.

«Questa sera usciamo» dissi. «Al Bolt a Orleans.»

Esitò e la sua rabbia sembrò dissolversi un po' nel rispondere: «Tony me l'ha detto.

I club non sono proprio il mio...»

«Genere?» Suggerii.

«Esatto» concordò. « Torni al campus?» Chiese. Accettai l'invito anche se stava

solo tentando di essere educato.

Camminammo insieme giù per la collina, e fui grata per il cambio di argomento.

«Oh, dai, britannico. Non puoi venire? Solo per una volta? Alle nove e mezza» lo

stuzzicai.

Page 61: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Vuoi sapere la verità?», chiese. Le mie battute erano chiaramente ancora non

apprezzate.

Spostò la faretra così che stesse più aderente contro la sua spalla.

«Non mi fido di te. Rane nella tua stanza, bugie sul tiro con l'arco, frecce tirate a

pochi centimetri dalla tua testa. E il tuo tatuaggio con quell'esatto proverbio.»

«Ti ricordi... Volevo dire, conosci questa frase?» Chiesi.

«Non riesco a capirti. Ti presenti qui proprio quando qualcosa non va. E tu...» la

sua voce si affievolì.

«Cosa?» Chiesi gentilmente.

«Tu mi guardi.»

«In che modo ti guardo?»

Non rispose, ma sembrò soppesare cosa intendesse. Non mi diede tempo per

spiegare.

Si allontanò a gradi passi, lasciandomi ai piedi della collina di tiro con l'arco, da

sola.

Alle nove e mezza andai verso il Turner, per aspettare Tracy nel parcheggio.

Quando girai l'angolo, di fronte l'entrata del dormitorio Seeker si trovava una

familiare panchina di ferro battuto. Passai le dita lungo le volute del motivo. Vicken

si era seduto lì tante volte. Dovevo ancora dirgli addio alla maniera dei vampiri, con

un rituale. Ma non ne avevo avuto possibilità. Adesso Vicken era morto. L'unico lato

positivo in tutto questo caos era che la sua anima era in pace e la sua storia

completata.

Tracy si fermò di fronte all'edificio con un SUV argentato. Suonò il clacson due

volte proprio mentre Tony spuntava dal sentiero e si fermava accanto a me. Mise un

braccio attorno la mia spalla.

«Lenah, Lenah, Lenah. Sei sicura di essere pronta per questi passi di danza?»

«Li ho già viste. Credimi, lasciano molto a desiderare.»

«Molto a desiderare?» Replicò, in un falso accento britannico.

Ci ammassammo dentro la macchina con Claudia, Kate e Tracy.

«Lenah!» Esclamò Claudia dal sedile posteriore. «Stai benissimo!»

«Grazie» dissi.

Il mio top rosso mostrava un po' più scollatura di quanto volessi. Mentre lo stavo

provando,Tracy mi aveva rassicurata che copriva l'impugnatura del pugnale che

usciva un po' dalla cintura. «Questo è l'importante, no?» Aveva detto.

«No, veramente, il rosso ti sta meglio» continuò Claudia. «Ti ho sempre solo vista

in nero.»

Non mi ero dimenticata dei morbidi capelli di Claudia mentre si sparpagliavano sul

pavimento della torre di arte. Era morta in modo doloroso, ma veloce, nelle grinfie di

Odette. Non mi ero dimenticata della sua determinazione a combattere. Non lo avrei

mai dimenticato.

«Ho bisogno di cambiarlo» dissi, schiarendomi la gola. Era meglio continuare con

l'argomento del momento, dato che non potevo dirle di essere felice di vederla viva.

Page 62: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Ero lieta che non si fosse accorta che avevo deciso di indossare anfibi. Non potevo

correre o potenzialmente inseguire qualcuno con scarpe con il tacco alto.

«Stiamo aspettando qualcun altro?» Chiesi, dato che la macchina non si muoveva.

Proprio mentre pronunciavo quelle parole, Rhode emerse dal sentiero buio.

Immediatamente rovistai nella mia cintura, attenta a non mettere in mostra l'elsa

incastonata con un rubino del pugnale che avevo nascosto. Rhode si sedette nel posto

accanto al mio, aveva un profumo fresco come di dopobarba.

La lozione moderna copriva l'antico odore di legno a cui ero abituata.

«Non pensavo saresti venuto» dissi a bassa voce.

Rhode si mise la cintura di sicurezza.

« Due ore, Tony, poi me ne vado» disse.

«Vivi un po', Lewin» rispose Tony, girandosi dal sedile anteriore.

«Nessun gruppo di dibattito? Nessuna preparazione per l'assemblea?» Chiese Katy.

«Nessun discorso per il consiglio studentesco?» Aggiunse.

«Oh, a proposito, era un bel discorso sui scherzi quello di questa mattina. Hai

spaventato tutti a morte.»

«L'ira di Rhode» aggiunse Claudia.

«Il film!» disse Tony, e tutti iniziarono a ridere, compresa me.

«Considerando che prima è scomparso Justin e adesso anche Jackie Simms, credo

sia alquanto stupido lasciare il campus» disse Rhode. Jackie Simms... Questo era il

suo nome. Jackie era stata rapita dalla scuola a marzo e probabilmente Justin ne era il

responsabile. La coincidenza era troppo grande.

Svoltammo su Main Street e incontrai gli occhi di Tracy nello specchietto

retrovisore.

«A Rhode piace parlare difficile» disse Claudia con un risatina.

«Ah sì?» Chiesi, trovando il coraggio di guardarlo. Mi chiesi come avrei fatto ad

abbattere il muro di sfiducia. Lo aveva detto chiaro e tondo. Non mi fido di te.

«Quel gioiello» disse Rhode. Fece cenno alla collana che mi aveva dato Fuoco.

«Lo avevo notato prima, ma pensavo fosse il riflesso del sole. È decisamente unico.

Cambia colore?»

«È un oggetto di poco valore» dissi, portando le dita alla collana.

Interessante!Rhode sentiva che la gemma non era naturale. Forse era un piccolo

indizio che avrebbe potuto ricordarsi qualcosa della nostra vita insieme.

I suoi occhi indugiarono sulle mie dita che coprivano il pendente, ma rapidamente

tornò a guardare di fronte a sé, la mascella serrata. Dannazione. Non capivo se sapeva

che stavo mentendo.

Non riesco a capirti. Ti presenti qui proprio quando qualcosa non va.

Mentre le parole di Rhode mi risuonavano in mente, il mio buon umore scomparve.

Non mi fido di te, aveva detto.

Serrò la mascella e seppi che era per colpa mia.

Il Bolt Club si elevava su due piani, ed era il più grande club su Cape. Trovammo

un solo tavolo libero vicino alla pista da ballo al piano terra. Rhode andò a prendere

Page 63: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

da bere e Tracy si occupò di ordinare degli antipastini. Claudia e Kate la seguirono, e

ciò rese più facile per Tony e me restare da soli.

« Ci potrebbe essere un tavolo al piano di sopra...» disse Tony, trovando una scusa

che ci permettesse di andare in ricognizione per il club. I tavoli di sopra erano posti

migliori, e ciò rese più credibile la bugia.

Tony e io salimmo al primo piano per cercare il vampiro, quello con la collana

d'argento e gli occhi strani. Arrivammo al . Non c'era il bar, solo svariati tavoli pieni

di studenti della Wickham. Alcune persone tentarono di convincere me e Tony a

sederci con loro e parlare, ma non potevo permettermi di farmi distrarre. Se il

vampiro ci stava guardando adesso, avrebbe avuto moltissime persone dietro cui

nascondersi. C'erano moltissime persone ad affollare il Bolt.

Un'altra rampa di scale conduceva giù al parcheggio. Una donna barcollò giù da

un'altra rampa in scarpe con la zeppa altissima. Una ragazza della mia classe di

francese si curvò in avanti per baciare un ragazzo che riconobbi.

«Qualche segno di lui?» Chiese Tony.

«Non ancora. Si starà tenendo in disparte» dissi. Dopo aver controllato le persone

nella pedana del primo piano, entrammo all'interno.

Trovammo un angolo in cui potevamo appoggiarci contro una balconata che

correva lungo tutto il perimetro. La maggior parte delle superfici era smaltata di nero,

risultando scivolose alla vista. Tony mosse la testa al ritmo della musica e osservò la

pista da ballo del piano di sotto. Sentii odori sconosciuti, ancora sorpresa dalla

differenza percepibile tra gli odori del mondo antico e moderno.

Drink zuccherini e olio emanato dai corpi deodorati con cipria e profumi. Mentre

le persone passavano, non riuscii a impedirmi dall'applaudire il look che Tracy aveva

scelto per me. La maggior parte delle ragazze indossavano vestiti e scarpe con il

tacco altissime. Aderente era una eufemismo.

Una ragazza ci oltrepassò. Indossava un vestito nero con le bretelle sottili e scarpe

con il tacco nere che avrebbero potuto trafiggere a morte una bestia.

«Ciao...» disse Tony. Si voltò per seguire la ragazza mentre raggiungeva un tavolo

con altre persone.

Lo colpii scherzosamente. «Hai una ragazza.»

«Che è più sexy di quella ragazza» sorrise a trentadue denti in risposta.

Immersi nella danza delle luci, ci dirigemmo verso le scale del piano terra.

Immaginai per un breve momento mia madre e mio padre a un tavolo. Qualcosa in

questo club avrebbe ricordato loro del mondo in cui vivevano e respiravano? L'unica

cosa che restava la stessa? Le persone. Parlavano e ridevano insieme; questo non era

cambiato. Immaginavo che gli uomini avrebbero sempre amato conversare con

qualcun altro, indipendentemente dall'età. Eppure tante cose di questo mondo erano

diverso dal mio in Inghilterra. Non solo i vestiti, ma anche il modo superficiale nel

quale le persone vivevano la propria vita. Avevano semplicemente a disposizione

molto più tempo di quanto ne avessi io nel quindicesimo secolo. Nel mondo

medievale, se arrivavi ai trent'anni, eri considerato anziano.

In cima alle scale, un uomo con la pelle chiara mescolò il ghiaccio dentro il suo

drink. Il Whiskey strabordò e scivolò lungo le pareti del bicchiere, come il sangue

Page 64: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

che una volta bevevo da calici stracolmi. L'uomo si diresse verso di me come se

volesse ballare, e io mi allarmai e mi strinsi a Tony.

«Quell'uomo sarebbe stato un pasto delizioso nella mia vita precedente» gli

mormorai contro l'orecchio.

Tony mi trascinò per le scale. Mi fermai, facendo finta di sistemare qualcosa nella

scarpa, mentre spostavo il pugnale dalla vita allo stivale. In questo modo avrei

comunque potuto prenderlo facilmente, ma non sarebbe stato notato da chiunque si

fosse trovato nelle vicinanze nella pista da ballo.

«Quando avrai finito di sistemare i tuoi accessori, possiamo ballare?» Chiese

Tony, inclinando leggermente la testa.

Mi trascinò con sé fino alla pista da ballo. Quando ero venuta in quel club per la

prima volta, Tony non era con me. Non capiva la mia amicizia con Justin. Tony

ancheggiò per per farmi ridere. Avrebbe dovuto esserci già quella prima volta. Non

avrei dovuto lasciarlo all'oscuro. A quel tempo, pensavo fosse la cosa migliore da

fare. Aveva sentimenti per me e io non potevo ricambiarli. Ero stata egoista a non

essere più onesta con lui sin dall'inizio.

«Allora, Regina dei Vampiri» disse Tony, «hai mai visto qualcuno ballare così?»

Sventolò le mani su e giù, accidentalmente colpendo il sedere di una ragazza.

Quest'ultima si girò verso di noi.

«Oh mio...» disse Tony, immobilizzandosi.

«Che stai facendo?» Sbraitò la ragazza.

«Incidente. Un assoluto incidente.»

Scoppiai a ridere e lasciai Tony a caversela da solo, il che equivalse a darsela a

gambe dalla pista da ballo. Oltrepassò Rhode, che stava all'inizio delle scale che

portavano alla pista. Proprio in quel momento, la canzone cambiò in un un lento. Le

luci divennero rosse, poi blu mentre Rhode si dirigeva verso di me. Non potei fare a

meno di guardarlo; volevo passare le dita sul suo petto ampio e muscoloso. Il grigio

acciaio della sua maglia con i bottoni rendeva i suoi occhi blu più luminosi.

Quindi io e Rhode eravamo così da umani.

«Balliamo?» Chiese a voce bassa, vicino al mio orecchio.

«Sicuro che vuoi?» Chiesi, per via di come ci eravamo separati sulla collina dedita

al tiro con l'arco. Persino in macchina non era stato proprio amichevole.

«Hai mai ballato prima?» Chiese.

«Sì» risposi, pensando che fosse una domanda strana.

«Bene. Vedi? La verità. Stiamo già andando d'accordo.»

Dovetti distogliere lo sguardo; le guance mi si colorirono.

Rhode intrecciò le mani alle mie...

Rhode mi prende la mano. Sono i primi anni del 1700 e siamo in una sala da ballo

grandissima. Palmo contro palmo, ci muoviamo con passi calcolati, creando calore

ogni volta che ci tocchiamo. Ci amiamo così profondamente che, quando la nostra

pelle si incontra, un caldo fremito passa per tutto il mio freddo, morto corpo da

vampira.

In quel ricordo ci voltammo verso destra e poi verso sinistra, palmo contro palmo.

Danzammo con le mani intrecciate di fronte a una sala piena di umani che non

Page 65: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

avevano idea di quanto fosse importante per noi amare. Amare così profondamente

che quando il tuo cuore morto avesse smesso di battere, l'amore del tuo amato ti

avrebbe riportato indietro da dentro.

Il pulsare degli altoparlanti mi fece ritornare sulla pista da ballo del Bolt. Sbattei le

palpebre per far scomparire la sala da ballo della mia memoria, ma il giovane uomo

di fronte a me era sempre lo stesso.

Rhode mi mise una mano intorno alla vita. Ero grata di aver spostato il pugnale

nello stivale.

«Più vicini» sussurrò. «Così.» Non c'era più spazio tra noi, i nostri corpi incollati.

Inspirai il suo distinto odore umano: dopobarba e qualcosa di dolce che non riuscivo

a identificare. Era lo stesso confortevole odore che aveva sul campo di tiro con l'arco.

«Rhode» sussurrai. «Mi dispiace per oggi.»

«Perché mi fai questo?» Chiese. La musica diminuì intorno a noi. «Mi confondi.

Del tutto. Non riesco a capirti. Il tuo comportamento, come mi guardi. Come mi sento

nei tuoi confronti.» I suoi occhi mi scrutarono il volto come se avesse capito qualcosa

di me per la prima volta. «Affascinante» disse. «E bellissima.»

Era così feroce nella sua passione. La sua intensità mi bloccò le parole in gola.

«Perché io?» Chiese.

«Non lo so» balbettai, perché non volevo mentire. «Perché dev'esserci una

risposta?»

«” Malvagio è chi agisce nel male”» continuò gentilmente. «Tu ci credi?»

Rhode spostò la mano sulla mia nuca. Stava per baciarmi.

«Credo nell'intento» dissi. «Credo che se tu voglia far del male agli altri, porterai

rovina su di te.»

«E cosa accadrebbe se tu amassi qualcuno così tanto da evocarla dal nulla?»

chiese.

La sua bocca era vicino alla mia. Potevo quasi assaporarlo. Avvicinai la mia bocca

alla sua.

Sussurrò piano e il suo respiro mi toccò le labbra. «Forse volevo amarti così tanto

che ti ho immaginata. E adesso sei qui. Che balli con me.»

Avremmo potuto essere da soli in quella stanza; saremmo dovuto essere soli. Stavo

per baciare Rhode. Qui. Adesso.

«Tu … mi ami?» Sussurrai.

Le sue labbra si schiusero per rispondere. Era proprio sul punto di dire qualcosa

quando un'ombra sopra di lui si mosse verso la luce. Sul balcone, proprio dietro la

testa di Rhode, c'era il vampiro.

Questa volta non sarebbe scappato. Gli occhi di Rhode seguirono i miei.

«Ritorno subito. Dannazione. Scusa» dissi.

Una volta che mi ebbe individuato, il vampiro scappò. Scansando più persone che

potevo, spinsi gli avventori via dalla mia strada mentre la musica ritornava quella da

discoteca.

Corsi oltre Tony e Tracy. «Lenah, aspetta!» Disse Tony.

«Non mi aspettare! Vai!» Gridò Tracy da dietro di noi. Credo che stesse parlando

con Tony, ma non potevo aspettare. Non potevo perdere tempo.

Page 66: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Sul balcone, il vampiro tentò di schivare tutte le persone, di uscire, ma non ci

riuscì. Dovette fermarsi e farsi strada tra la folla.

I miei piedi si muovevano sule piastrelle appiccicose. Ero quasi arrivata alla fine

della pista da ballo, dove avrei potuto salire le scale e fermarlo.

«Dov'è?» Gridò Tony. Era accanto a me, tentando starmi dietro. «Scusate, scusate»

disse mentre ci facevamo strada tra la gente. Feci le scale due gradini alla volta e mi

fermai in cima. Sia il vampiro che io ci trovavamo alla stessa distanza dalla porta. Se

fosse stato più veloce di me sarebbe scappato e io avrei perso la mia possibilità di

prenderlo da sola.

Si trovava sotto una luce nera, una di quelle che rendeva tutto viola. Gli occhi dei

vampiri di solito rimanevano dello stesso colore di quando erano vivi. I suoi erano

sicuramente argentei.

«Dove diavolo...» ansimò Tony.

Il vampiro e io aspettammo entrambi che l'altro facesse il primo passo.

«... È quel tizio?» Finì Tony.

Continuò ad ansimare accanto a me. «Lo vedi?» Balbettò.

Aspetta.Per lo scatto in avanti. Un singolo movimento del corpo. Sai quando

scappare.

«Adesso!» Urlai.

«Sono dietro di te!» Gridò Tony.

Percorsi il balcone mentre Tony gridava dietro di me. Non avevo mai chiesto a

questo corpo umano di correre così veloce.

Lo avrei battuto!

Pompai le braccia. Le gambe bruciavano per via dello sforzo. Sarei arrivata prima

io a lui. Lo avrei fatto.

Le mani protese in avanti, mi gettai sul vampiro.

Mi schiantai contro la sua schiena e cadde in avanti contro il muro.

Si lanciò verso di me all'ultimo secondo. Buttai tutto il mio peso su di lui e lo

immobilizzai ad altezza del collo. Non aveva bisogno di respirare, ma sperai che la

mia forza lo avrebbe fermato lo stesso. I suoi occhi argentei si muovevano come

pozze di mercurio. Trasalii anche se stavo tentando di risultare formidabile. Non

potei fare a meno di lasciarmi incantare dal colore cangiante delle sue pupille.

«Renoiera» disse, con un accento che sembrava italiano. Cosa? Non capivo la

parola.

«Cosa vuoi da me?» Chiesi. «Niente più misteri.» Premetti il gomito più forte sul

suo collo. Grandioso, il pugnale è nel mio stivale proprio quando ne ho bisogno.

Tony puntò al vampiro e disse. «Si! Faresti meglio a dirle tutto quello che sai,

teppista.»

«Non stai aiutando, Tony» dissi a mezza bocca. Il vampiro non mi stava

combattendo. «Dimmi, perché mi stai seguendo?» Ripetei.

Silenzio.

Rimossi il gomito dalla sua gola e presi il ciondolo che portava al collo tra il

pollice e l'indice. Era la stessa collana che avevo notato l'altro giorno alla fattoria. Un

Page 67: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

piccolo cerchio con una R nel centro. Era fatto di argento fuso e meno largo di una

moneta. Lo lasciai cadere e si posò piatto sulla sua pelle.

«Sembra che tu abbia più bisogno di aiuto di quanto pensassi» disse, e notai

nuovamente il suo accento italiano. «Incontriamoci alla cappella di Wickham domani

sera. A mezzanotte.»

«La cappella?» Chiesi. «Non metterò quei studenti in pericolo.»

«Sono in pericolo dall'esatto momento in cui sei ritornata a Lovers Bay.»

Quella verità mi fece male e mi zittì all'istante..

«Volevo programmare il nostro incontro in un altro modo, ma sembra che non sia

più possibile. Dato che hai tanto aggraziatamente reso pubbliche le tue

preoccupazioni su di me, è più sicuro per loro se ci facciamo una lunga

chiacchierata» disse. Sembrava che stesse dicendo la verità, ma non potevo esserne

certa. Avrebbe potuto lavorare per Justin. Ero stata ingannata molte volte dalle facce

più innocenti e belle.

«Ti prometto che ti dirò ciò che hai bisogno di sapere» disse, mettendosi dritto.

«Cosa intendi con che ho bisogno di sapere?» Chiesi, anche se questa volta il mio

tono di voce era molto più gentile.

Inclinò la testa a mo' di saluto e si diresse verso la porta.

Decisi di provare un'altra tattica.

«Perché non si fida di me? Perché dovrei crederti?» Chiesi in italiano. Si girò, la

mano sulla maniglia. La traccia di un sorriso all'angolo della bocca.

«Non hai altra scelta se non fidarti di me, Renoiera» disse. Di nuovo quella parola.

Era strano, ma non sentivo alcuna ostilità da parte sua. Aveva quell'aspetto

traslucido tipico di tutti i vampiri, ma qualcosa in lui era diverso. A parte gli occhi,

non riuscivo a capire cosa.

Sentii il delicato tocco di una mano sulla mia. Lanciai un'occhiata a Tracy, che si

era unita al gruppo di spettatori. Pensai che avrei trovato Rhode tra i vari volti, ma

non era lì.

Il vampiro sistemò la propria maglia e soltanto una volta raggiunta la fine del

corridoio si girò verso di me.

«Stai attenta stasera. Altri stanno guardando» disse, e aprì la porta. Questa volta il

suo strano sguardo puntò verso Tony e Tracy. «E domani, vieni da sola.»

Con ciò scomparve nella notte.

Page 68: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

CAPITOLO 9

Traduzione: redtulip87

Pre-Revisione: Medea_Knight

«Perché devi andare da sola?» Tony mormorò nella mia direzione, ma abbastanza forte

da farsi sentire da Tracy. «Perché è più facile farsi uccidere se si è soli» concluse. Tony

e Tracy mi seguirono verso la ringhiera che si affacciava sulla pista da ballo principale.

Ormai non mi interessava più quello che pensava Fuoco. Avrei detto a Rhode quello

che stava succedendo e l’avrei fatto quella notte. Aveva bisogno di proteggersi.

«E i suoi occhi» disse Tony.

«Già, che faceva con gli occhi?» chiese Tracy.

«E cosa intendeva con “gli altri stanno guardando”… decisamente troppo criptico»

disse Tony.

La musica rombava tutt’intorno e mentre stavamo sulla balconata non desideravo

altro che andare via. Nei miei seicento anni di vita non avevo mai visto un vampiro con

quegli occhi. Anche il suo atteggiamento era strano. Mi aveva seguito e osservato da

lontano, eppure non mi attaccava.

Tony mi tirò gentilmente per un braccio, lo misi intorno al suo e Tracy prese

posizione vicino a lui. «Andiamocene da qui» disse, accompagnandoci al piano terra.

«Gli Altri ci stanno guardando.»

Una volta tornati in macchina, Kate si sedette fra me e Rhode. Rhode aveva aspettato

di sedersi per ultimo in macchina così da non sedersi vicino a me. Non potevo

biasimarlo, non dopo essere scappata dalla pista da ballo. Gli altri chiacchieravano

intorno a me durante il tragitto verso casa. Rimasi concentrata sul panorama fuori dal

finestrino. Avevo evitato la cosa per troppo tempo, ma sapevo ciò che dovevo fare.

Avrei detto la verità a Rhode. Quella sera.

Tornammo al campus solo quindici minuti prima del coprifuoco. «Vi raggiungo

dopo» dissi a Tracy mentre uscivamo dalla macchina e lei e Tony andavano dal

parcheggio al vialetto. Lui circondò Tracy con un braccio e sperai che, una volta rimasti

soli, lui le raccontasse tutto quello che era accaduto quella sera.

Rhode era già a metà del vialetto che portava alla biblioteca. Non lo stavo aiutando

a tenersi fuori pericolo. C’erano così tanti modi in cui avrebbe potuto essere attaccato.

«Rhode!» lo chiamai, ma non mi riconobbe. Lo rincorsi dicendo «Puoi aspettarmi?»

Si girò verso di me e mi disse «No. Parlare con te è inutile. Scappi appena ti tocco.»

Gli tesi la mano, per stringere la sua. «Non scapperò» dissi. Lui sospirò. Un attimo

dopo incontrò il mio sguardo e scosse leggermente la testa. Invece di prendermi la

mano, mi spostò delle ciocche di capelli dagli occhi. Il mio stomaco si contrasse.

Ci spostammo dal sentiero al cortile.

«Fra poco scatta il coprifuoco» disse, oltrepassando la biblioteca.

«Sì. Certo.» Da una finestra del secondo piano, qualcuno suonava una chitarra

acustica e si sentivano delle note delicate.

Page 69: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Rhode mi prese per mano. Mi aspettavo che la tenesse e che continuassimo a

camminare, invece mi fece roteare come se fossimo in una sala da ballo. Mi tirò a sé e

ascoltando il suono del nostro musicista invisibile, mi accompagnò in un casquet.

Istintivamente, avrei voluto vedere se il nostro contatto sarebbe stato caldo come ci

accadeva quando eravamo vampiri. Ma non era necessario, dato che eravamo già molto

accaldati.

Rhode mi appoggiò le mani sulla schiena e scoppia in una risata. Spostò una mano

dalla schiena alla base del mio collo. Il suo tocco era gentile. Eravamo insieme nel

nostro campus. Non era forse nostro? Non ci era stata negata la gioventù? Non

meritavamo semplicemente di essere degli adolescenti, anche se per un minuto

soltanto? Mi stava fissando le labbra. Non avrei potuto baciarlo senza prima dirgli la

verità. Non era giusto.

«Devo dirti una cosa» mormorai. Rhode, ancora concentrato sulle mie labbra, si

avvicinò in un lampo. Mi bloccai; avevo desiderato talmente tanto di baciarlo che era

quasi troppo da sopportare. Rhode si tirò indietro e l’espressione che aveva nei suoi

occhi blu mi sconvolse… mi amava veramente.

«Allora dimmela.» mi disse, ma quelle due parole suonavano come un ti amo.

Avrebbe dovuto dirmi quelle.

Mentre camminavamo, una sinfonia di conversazioni proveniva dalle stanze del

dormitorio. La colonna sonora di Wickham era composta dalle risate e dalle voci degli

studenti, i nostri amici. Lì potevamo essere quello che eravamo realmente, dei

diciassettenni e diciottenni, non dei multi centenari. Ma mi chiedevo se avremmo

potuto essere chi eravamo realmente. Fuoco, perché darci un tale peso?

“Se non vuoi uccidere Justin, al tuo fianco ci sarà qualcun altro, qualcuno che non

si preoccupa per te come faccio io.”

«Sei silenziosa» disse Rhode, «per essere una che cerca di dirmi qualcosa.»

«Sto cercando le parole giuste.»

Prendemmo il sentiero verso la torre delle stelle. O, per lo meno, pensavo che mi

stesse portando lì. O forse alla serra. No, il Rhode di prima l’avrebbe fatto. Mi avrebbe

mostrato le piante, le erbe e i fiori. Mi avrebbe spiegato i poteri medicinali e i significati

simbolici delle piante, tipo la lavanda, la pianta della libertà. Quel Rhode mi stava

portando… sulla spiaggia?

Stavo quasi per dirgli «Non dovremmo uscire dal campus», quando Rhode disse

«Sei una brava ballerina.»

Scoppiai a ridere forte.

«È così divertente?»

«Beh, ecco, no, non lo è. Grazie.»

Cominciammo a parlare del club e di quanto fosse ridicola la gente che lo

frequentava. Era quasi una conversazione normale. Attraversammo il vialetto

principale e Rhode scese le scale che portavano alla spiaggia di Wickham. Non

saremmo andati così lontano. Gli altri ci stavano guardando.

«Stasera ero venuto solo per ballare con te» mormorò Rhodes.

«Mi dispiace di essere scappata. Ho visto un vecchio amico» risposi, cercando di

portare la conversazione nella giusta direzione.

Page 70: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Un ex fidanzato?»

«No, solo un amico. Prima che io ti dica quello che devo dirti… voglio che tu ti fidi

di me. Prima mi hai detto che non ti fidi.»

Mi fermai al confine tra la spiaggia privata e quella di Wickham. Pensavo non fosse

saggio andare più lontano. Rhode mi teneva ancora per mano.

«Hai detto che mi ami…» cominciai a dire, ma non mi fece finire.

«Lo sai che è così, e non so neanch’io il perché» disse tutto d’un fiato. Rhode mi

avvicinò al suo corpo. I nostri petti si toccarono. Non disse niente, ma il bisogno che

avevo di lui scorreva dentro di me.

Le sue labbra incontrarono le mie, il mio corpo era percorso dai brividi. Le sue mani

si muovevano sulla mia schiena. Andai incontro al suo bacio, premendo ancora di più

il mio corpo al suo. Mi piacevano le sue braccia su di me, mi stavo abituando a quel

calore fra di noi. Per un attimo sentii che era GIUSTO godersi quel momento.

Parole dal passato. Mi tornarono in mente delle parole che Rhode mi aveva detto un

tempo, in un teatro dell’opera nella prima metà del Settecento.

Ovunque tu andrai, io verrò con te.

Scosse un po’ la testa per la seconda volta.

«Lenah, dimmi… perché mi sembra tutto così familiare…»

«È proprio per questo che volevo parlarti. Ci conosciamo molto di più di quanto ti

abbia detto. Molto meglio, direi.»

Rhode mi baciò il naso e abbassò la testa per stuzzicare le mie labbra con le sue.

Portami ovunque. Vola via con me. Ovunque tu andrai, io verrò con te. Sì, quello era

uno dei motivi del mio ritorno, anche se non era la mia motivazione iniziale. Proteggere

Rhode, amare Rhode, assicurarmi che non gli accadesse niente di male. Era stupendo

vederlo lì, così alto, vestito di nero, così vicino a me.

«Ti ho amato per tanto tempo» dissi, ma le mie parole si persero nell’aria. Lo

sguardo di Rhode si era focalizzato su qualcosa alle mie spalle. Andò verso la spiaggia

erbosa che portava al bosco di Wickham. «Rhode?» chiesi, seguendolo.

Ebbi un sussulto. Una mano sbucava dall’erba e stava penzoloni sulla sabbia. «Santo

cielo!» disse, quasi sussurando. «È morta. Non ti avvicinare» mi ordinò, alzando una

mano per indicarmi di stare lontana. «Qualcuno l’ha pugnalata. C’è un coltello», disse

indicandolo.

«I cadaveri non mi spaventano» risposi.

Rhode alzò un sopracciglio. «Perché la cosa non mi sorprende?»

«Beh, mi pare che nemmeno tu te la stia dando a gambe» dissi camminando sull’erba

per avvicinarmi il corpo.

Feci un passo indietro. Si trattava della ragazza che avevo visto il mio primo giorno

al campus, mentre mangiavo nella caffetteria. Ne ero sicura; la ragazza con i lunghi

capelli biondi, con la collanina d’argento. In quel momento riuscii a notare che il

ciondolo che indossava era una medaglietta circolare con una R all’interno. Il ciondolo

era identico a quello che indossava il vampiro nel club. Era un vampiro anche lei; si

capiva dalla pelle traslucida. Aveva un pugnale conficcato nel petto, dritto al cuore. I

suoi biondi capelli ricci erano sparsi intorno alla testa e ricadevano sull’erba come dei

nastri. Al suo fianco c’erano un arco e una faretra. Tirai fuori una delle frecce. C’era

Page 71: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

una piccola R intagliata nel legno. La coda era rossa, come quella delle frecce scoccate

nel fienile e su Main Street.

Rhode si accovacciò e i suoi occhi squadrarono il corpo. «La sua pelle è così strana»

sospirò profondamente. «Dovremmo dirlo a qualcuno» aggiunse.

«Quel simbolo» dissi, indicando la collana. «Hai mai…»

Rhode sospirò, sfregandosi le braccia. «Fa così freddo» mi interruppe. Si sfregò

ancora le braccia. Dopo averlo detto, notai che effettivamente si sentiva un freddo

innaturale. Pensai che fosse per lo shock di trovarmi al cospetto di un vampiro. «Hai la

pelle d’oca anche tu» disse indicando il mio braccio.

«Vieni» dissi, prendendogli la mano. «Veloce.»

Improvvisamente sentii la collana riscaldarsi sul mio petto. Il calore era

destabilizzante, considerando l’aria fredda intorno; la collana si stava riscaldando da

sola? Avrei potuto toccarla se le mie mani non fossero state occupate a tenere la mano

di Rhode. Mi sembrava, però, che il calore della collana fosse familiare; sicuramente

mi aveva già riscaldato il petto prima di quella sera.

«Non possiamo lasciare qua questa povera ragazza» disse, mentre lo facevo tornare

sulla sabbia.

«Non lo faremo» dissi, solo per convincere Rhode a venire con me. Alle nostre

spalle, la spiaggia era vuota. «Dai.»

Corremmo nell’area principale della spiaggia. Si sentiva un chiaro rumore

proveniente dai boschi paralleli alla spiaggia. Mi concentrai sul suono. Erano forse dei

passi? Non potevo esserne sicura.

Wickham. Torna al vialetto. Dov’era quel vampiro italiano che amava così tanto

spiarmi? Davanti a noi, a meno di cinque metri, c’erano gli scalini del campus.

«Lenah, qualcuno ci sta seguendo!» urlò Rhodes. Indicò la bassa diga che

costeggiava la spiaggia.

Dietro di essa, nel profondo del bosco, delle ombre saltavano da un albero all’altro.

La ringhiera delle scale rifletteva la luce della luna come se fosse un segnalatore

luminoso.

Eravamo quasi arrivati.

Justin sbucò fuori dai cespugli sulla spiaggia e ci tagliò la strada. Puntammo i piedi

nella sabbia. Rhode usò il suo braccio come scudo, per proteggermi.

«Pensavo fossi più intelligente di così» disse Justin.

Rhode fece un passo avanti. «Tu non sei Justin? Quelle nelle foto del campus? Justin,

vieni con noi, non è sicuro stare qua fuori... c’è una ragazza morta.»

«Non avrei saputo spiegarlo così bene neanch’io» rispose Justin.

Rhode aveva proteso una mano verso Justin, ma l’abbassò poco dopo.

Il colorito pallido di Justin contrastava nettamente con il nero del suo completo

curato. Dietro di lui, un furgone della sicurezza di Wickham attraversava il campus.

Con Justin lì, cos’avrebbe potuto fare esattamente una sola guardia contro di lui?

«Che ti succede agli occhi?» chiese Rhode. «E alla pelle?»

«Non è in sè, Rhode» dissi. «Giusto, Justin?»

Justin camminò con fare vago verso di noi. Io e Rhode indietreggiammo finché i

nostri stivali non toccarono l’acqua.

Page 72: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Lenah, sta’ dietro di me» disse Rhode. Stavo per dirgli di fare la stessa cosa.

«Se indietreggiate ancora un po’ dovrete nuotare. E, al contrario di voi, io non ho

bisogno di trattenere il fiato» disse Justin.

«Cosa ti è successo?» chiese Rhode. Come Tony su Main Street prima di lui, anche

Rhode realizzò tutto in un attimo. «Cosa... sei?»

Justin non era solo. Altri due vampiri uscirono dal bosco e saltarono sulla sabbia.

Erano gli stessi vampiri di qualche sera prima con Tony. Si posizionarono a fianco di

Justin.

«Possiamo aiutarti» disse Rhode. «Cosa vuoi?»

«Mmm. Cosa voglio? La pace nel mondo. Sangue 0 negativo. Un letto.» Justin mi

fece l’occhiolino.

Sussultai disgustata.

«Quale che sia la follia che cerchi di attuare, non ci riuscirai» dissi. «Specialmente

se ci uccidi.»

«Ucciderci?» Rhode disse, sorpreso.

Mi misi davanti a Rhode, facendogli da scudo con il mio corpo. Infilai una mano nel

mio stivale ed estrassi il pugnale. Non sarebbe servito contro Justin; era troppo potente.

«Rhode non ricorda niente. Qualsiasi cosa tu voglia, puoi vedertela con me» provai a

trattare.

Rhode si girò verso di me con uno sguardo confuso.

«Volevo parlartene» dissi, guardando dritto negli occhi di Rhode. «Era questo che

ero venuta a dirti stasera.»

«Non capisco...» disse Rhode, bloccandosi pian piano mentre Justin si avvicinò

sfiorandomi col suo dito gelido dalla guancia alla mascella. Voleva accarezzarmi, ma

il freddo delle sue dita mi faceva rabbrividire.

«Non toccarla!» urlò Rhode, avventandosi contro Justin. Dalla familiare mano di

Justin fuoriuscì una raffica d’aria che fece volare Rhode due metri più indietro, sulla

sabbia, dove si raggomitolò con un gemito. Si alzò in fretta, pur inciampando sui suoi

stessi piedi.

«Ti aspettavamo nella tua stanza, al dormitorio.»

Il mio stomaco si contorse. Tracy.

«Ma poi abbiamo visto che stavi facendo una dolce, romantica passeggiata, così ho

pensato di raggiungervi.»

«Cos’hai fatto a Tracy?»

«Tracy?» ghignò con accondiscendenza. «No. No. Ho bisogno dell’aiuto del tuo

amico» disse Justin, indicando Rhode con un cenno. Non gli credevo. Pregai che Tracy

e Tony fossero ancora in giro per il campus, vivi.

«Non ho paura di te» disse Rhode. Gli uomini di Justin accerchiarono Rhode, come

degli avvoltoi. Rhode cercò di proteggersi dall’impatto indietreggiando di qualche

passo e aumentando le distanze. Il suo sguardo vagava tra Justin e i vampiri e viceversa

e appena furono a pochi passi da lui, tentò di sferrare un pugno. Gli uomini di Justin si

precipitarono a trattenergli le braccia. Proprio come aveva fatto Tony su Main Strett,

anche lui cercò di liberarsi dalla loro presa.

Page 73: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«No!» urlai. Feci per correre verso Rhode, ma Justin mi fermò afferrandomi

saldamente una mano. Provai a divincolarmi per arrivare a Rhode, ma senza riuscirci.

«Cosa vuoi? Non capisco. Lui non sa niente!»

«Sistemeremo alcune cose, tutto qui» disse Justin.

«Va bene, è vero che ti amo. Stavo mentendo» dissi disperata. «Lo sai che verrò con

te.»

Ci guardammo e per un secondo pensai che Justin mi avresse creduto.

«Sei una pessima bugiarda» mormorò. Con uno scatto, Justin avvolse le sue dita

fredde attorno alla mia nuca, avvicinandomi a lui. Avvicinò le sue labbra gelide alle

mie. La sua lingua ghiacciata si insinuò nella mia bocca, facendomi contorcere lo

stomaco. Mosse la testa per cercare di andare ancora più a fondo con la lingua, ma era

freddo e putrido.

Mi lanciò nell’acqua bassa e il sale mi fece bruciare il taglio sul dito medio. Doveva

essersi riaperto. Leccai il sangue, prima che l’odore potesse attirare Justin o gli altri

vampiri. Il sapore, che una volta amavo così tanto, in quel momento era metallico e

amaro.

«Non mi ami, ma sei bellissima» disse. «Ti sono piaciute le nuove decorazioni nella

tua stanza? La pelle di rana sta andando alla grande ultimamente.» Era compiaciuto di

sé stesso.

Rhode si contorse per liberarsi dalla morsa dei vampiri. Pestò il piede di uno dei

vampiri, facendolo saltare, per poi usare la sua mano libera per tirare un pugno in faccia

a un altro. Il suo corpo ricordava come difendersi nonostante la sua mente non lo

sapesse.

«Vai!» urlai a Rhode. «Corri! Torna al campus!» Urlai così tanto che la mia voce si

spezzò. Cercai di uscire dall’acqua, ma Justin mi spingeva giù.

Rhode non andò via. Continuò a cercare di battere i due vampiri di Justin. Un terzo

vampiro sbucò dal bosco dietro la spiaggia. Lanciai il pugnale fuori dall’acqua mirando

al vampiro che usciva dal bosco. Colpire un bersaglio in movimento era difficile e il

pugnale non era di certo la freccia lanciata da un arco. Tenendo il pugnale dall’elsa,

mirai dritto al cuore del vampiro che si stava avvicinando. Ti prego colpiscilo o almeno

rallentalo un po’.

«Non ti avevo detto di stare giù?» sbottò Justin, spingendomi giù dalla spalla proprio

mentre lanciavo il pugnale.

A causa della pressione esercitata da Justin mancai il mio bersaglio e il pugnale andò

miseramente a finire sulla sabbia.

«Dannazione!» urlai, come se qualcosa mi stesse strozzando la voce in gola. Il

ciondolo al mio collo era così caldo da ustionarmi la pelle. Lo sollevai dal mio petto,

ma mi bruciò le dita. L’acqua salata lo raffreddò, ma non molto.

Il terzo vampiro teneva la testa di Rhode fra le sue enormi mani. Avrebbe potuto

tranquillamente spezzare il collo di Rhode.

Sguazzai cercando di uscire dall’acqua per aiutare Rhode. Justin rovesciò gli occhi

all’indietro e con un colpo del braccio mi bloccò. Un colpo d’aria mi colpì allo stomaco

e mi lanciò all’indietro come una mano invisibile. Puntai i talloni per contrastare la

corrente, fermandomi solo dopo che l’acqua mi stava raggiungendo alla vita.

Page 74: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Non volevo ancora dirti di questo talento particolare, ma visto che sei un rompipalle

totale…»

Ci fu un pop molto familiare. Un disco rotante di acqua ruotò nell’aria e separò me

e Rhode. Avevo visto solo un altro vampiro creare una barriera d’acqua… Suleen. Le

mie labbra si schiusero e respirai piano dalla bocca. Significava che Justin non riusciva

a manipolare solo l’aria, ma anche l’acqua. Ma come…? Come poteva avere quel tipo

di potere?

La barriera d’acqua continuava a crescere sotto il comando di Justin. I vampiri

continuavano a tenere fermo Rhode, che digrignava i denti da dietro le onde. Ma

quando i suoi occhi incontrarono i miei, la rabbia nella sua espressione si placò.

«Ti amo» dissi, «ti ho sempre amato.»

«Per sempre» rispose. Nonostante non potessi sentirlo, riuscivo a leggere il labiale

delle sue labbra. I canini di Justin erano ancora allungati, quasi a toccare il suo labbro

inferiore. «Te l’ho detto» gli dissi, «qualsiasi cosa tu voglia da me, puoi averla. Rhode

non si ricorderà niente, a prescindere da quello che gli fai.» ribadii. «Va oltre il tuo

potere. Non so quante volte devo dirtelo per convincerti.»

«Il mio potere» disse Justin, raggiungendomi nell’acqua, «va oltre ogni tua più

fervida immaginazione.»

«Uccidere Suleen non ti rende un maestro. Sei un assassino. E il rituale della

mortalità è inutile» dissi. «Rhode non se lo ricorda, e tu dovresti avere cinquecento

anni per essere in grado di eseguirlo. Non tornerai mai più umano.»

Justin rise sonoramente tanto che la sua testa cadde all’indietro. Il mio ciondolo

pulsò di calore e io serrai la mascella sia per la bruciatura che per la rabbia.

«Mi hai detto tutto del tuo prezioso rituale. Pensi che io voglia tornare umano?»

chiese con quella risata beffeggiante. Lo scudo d’acqua continuava a roteare ancora e

ancora come un mulinello nell’aria, alla luce della luna, alle spalle di Justin. Non

riuscivo più a scorgere Rhode, vedevo solo delle figure di corpi distorti dall’acqua.

«Tutti i vampiri vogliono tornare umani» dissi, distogliendo lo sguardo dallo scudo

d’acqua.

«Non tutti i vampiri hanno il mio potere» disse Justin.

Mosse la mano e l’acqua si mosse allargandosi ancora di più.

«Non ho bisogno di un pubblico per fare questo» disse.

Justin annusò l’aria. Il taglio sul mio dito si era aperto un po’ di più ed era diventato

più profondo. Il sangue mi scorreva lungo la mano. Si portò la mia mano al naso e

leccò il sangue dal dito. Mi voltai; dei brividi mi scossero in tutto il corpo.

«Ricordi quando dicevi che dovevo rispettare le stupide leggi dei vampiri? Vuoi

vedere di cosa sono capace ora?»

La mano di Justin tornò a scorrermi dietro il collo. Pensavo volesse raggiungere la

mia collana, ma mi tirò indietro il capo per guardarmi negli occhi. Mi avrebbe baciata

di nuovo? Rabbrividii per l’orrore.

«Cosa stai...»

Appena i nostri sguardi si incontrarono, non riuscii più a guardare altrove. Volevo,

ma non ci riuscivo. La luce della luna evidenziava le sue minuscole pupille. Un senso

Page 75: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

di cedimento si insinuò nella mente. Era come se stessi guardando un film ad alta

velocità.

La spiaggia, la luna, il bosco e il cielo che si oscura. Il mio corpo sembra cadere

oltrepassando la sabbia, la terra e arrivando sino al centro del mondo, nell’oscurità.

Non ho forma. Non ho un corpo. Solo la mia mente. È abbastanza bello qui. Anzi, è

molto tranquillo.

Vorrei fluttuare in questa oscurità. Ero sulla spiaggia? Oh, non importa, giusto? Le

spiagge, il mondo e la vita... non contano, se io posso stare in questo posto, senza

porte, senza muri e senza un corpo che possa considerare mio.

«Dannazione!» urlò Justin. Presi un grosso respiro e caddi nell’acqua schizzando

ovunque. Sale. Sangue. I muscoli delle gambe e delle braccia si contraevano.

Con un sogghigno Justin barcollò fuori dalla baia, raggiungendo la sabbia. Si voltò

a guardarmi. Un senso di rivelazione gli attraversò il viso. Non sapevo cosa fosse, ma

era chiaro che Justin aveva capito qualcosa.

Volevo muovermi più velocemente di quanto la mia mente potesse consentirmi.

Scossi la testa per schiarirmi le idee. Mi sentivo più lenta di quanto volessi.

«Cosa mi hai fatto?» urlai, tastandomi il petto e le braccia. «Cos’era quel posto?»

«Portate Rhode via da qui» ordinò Justin ai vampiri, togliendosi la sabbia dai

pantaloni.

«No!» gridai, e la parola mi si conficcò in gola. Incespicai, ero confusa e non avevo

coordinazione nei movimenti.

«Lenah!» l’urlo di Rhode viaggiò attraverso la spiaggia. «Lenah! Scappa!»

Trascinarono Rhode sull’erba. Appena mi spostai, lo scudo mi seguì, trattenendomi

dal raggiungere il mio Rhode.

«Non farle del male!» strillò Rhode.

Una conflagrazione devastante, aveva detto Fuoco. Potevo farcela. Sarei riuscita a

lanciare la collana.

Barcollai sulla sabbia e mi strappai la collana dal collo. Il metallo si sollevò dalla

mia pelle e scricchiolò a causa della mia solida presa.

Justin rise nuovamente. «Cosa diavolo stai facendo?»

Il piccolo ciondolo nelle mie mani era come un fuoco che non desiderava altro che

essere liberato. Aprii la mano e la collana volò in aria raggiungendo Justin. Si spostò

di lato mentre il ciondolo si trasformava in una palla di fuoco.

Colpì la barriera d’acqua con un’esplosione, sprigionando scintille rosse in aria. Lo

scudo d’acqua inghiottì il fuoco. Mi coprii la faccia con il braccio, aspettando che il

fuoco implodesse. Dopodiché, sarei andata a salvare Rhode. Il fuoco avrebbe tenuto

lontani i vampiri da Wickham, lontani da noi e avrei potuto passare il resto della mia

vita a spiegare a Rhode che non l’avrei mai più deluso.

Sbirciai da sopra il braccio.

Il ciondolo rosso misurava ormai quanto una palla da basket, all’interno del

mulinello d’acqua. Lo scudo d’acqua pulsava al ritmo del battito di un cuore. Si

contrasse e poi le sue dimensioni raddoppiarono. Si contrasse nuovamente…

continuando a crescere. Dov’era l’esplosione? Dov’era il potere di Fuoco?

Page 76: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Con gli occhi spalancati, Justin indietreggiò verso l’erba della spiaggia. «Cos’è

quello?» chiese, mentre l’arancione diveniva color corallo e la sfera continuava ad

allargarsi.

Non volli nemmeno respirare. Nessuno si mosse. Il terreno brontolò e la sfera iniziò

a tremare. Ci siamo... Dai! Pregai.

La bolla scoppiò. Un’enorme raffica d’aria mi sollevò dalla riva e mi lanciò di nuovo

in aria. Raggiunsi il fondo, ero completamente sommersa e scalciai per tornare in

superficie. Una volta su, annaspai per respirare. Piccole braci scoppiettavano in ogni

direzione come fuochi d’artificio. Delle scie rosse dovute alla combustione caddero a

terra in grandi archi. Un concerto di sibili mentre le fiamme divampano nella baia,

andando poi a spegnersi.

Cos’era successo?

Non c’era neanche una brace rossa o una piccola fiamma a illuminare la notte

stellata.

Lo scudo d’acqua aveva inghiottito il ciondolo ed era esploso, non lasciando altro

che un segno nero sulla sabbia. Non aveva causato l’inferno che Fuoco aveva

promesso.

Era stato un fallimento. Avevo usato il mio unico potere e avevo miseramente fallito.

L’esplosione doveva aver fatto balzare all’indietro anche Justin. Mentre si alzava, le

sue labbra erano sollevate in un sorriso.

«Lui non sa niente» dissi, ma la mia voce tremò, diventando rauca.

Justin si inchinò e fece finta di togliersi il cappello verso di me. Saltò la diga con

l’agilità di un gatto e mi lasciò a sanguinare nella baia, da sola.

«Rhode?» urlai nell’oscurità, anche se sapevo che ormai non aveva senso farlo.

Sguazzai fuori dall’acqua, inciampando e cadendo sulla sabbia. I miei palmi si

posarono su una serie di impronte sovrapposte. Avrei potuto seguirle, come mi aveva

insegnato Vicken, ma scomparivano al di là della diga.

«Rhode?» lo chiamai di nuovo e la mia voce si spezzò.

Mi arrampicai fin sulla diga, ma il bosco era troppo buio per riuscire a vedere

qualcosa. Mi girai nuovamente. La spiaggia era deserta, eccezion fatta per la vampira

morta, qualche centinaio di metri più in là.

Rhode non c’era più.

Feci l’unica cosa che potevo fare… scappai.

Page 77: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

CAPITOLO 10

Traduzione: Medea Knight

Pre-Revisione: Noir

Ritrovai il mio pugnale di rubini tra l’erba sulla spiaggia e lo riposi nel fodero. La

sabbia fine mi impediva di procedere speditamente, ma continuai a camminare fino alla

spiaggia. Mi bruciavano le cosce e mi dolevano i polpacci, ma il dolore fisico non

importava in quel momento.

Tony. Trova Tony.

Caddi in ginocchio mentre il furgone blindato di Wickham mi oltrepassava e

arrivava alla spiaggia. Inalai l’odore umido della sabbia.

Tony. Avrebbe potuto dare un senso a tutto.

Non appena le luci posteriori si spensero, corsi su per le scale fino al retro del Quartz.

Mi fermai davanti la finestra di Tony e bussai tre volte. Si sentì un rumore, seguito da

una serie di imprecazioni. Si affacciò alla finestra, brandendo un pennello come fosse

stato un pugnale. Avvicinai il volto al vetro. Balzò dallo spavento e scosse la testa

dopo avermi riconosciuta.

«Mi vuoi vivo o morto, Lenah?» Mi chiese, aprendo la finestra. «Perché un altro

spavento del genere e mi farai fuori.» Si accovacciò e mi guardò dall’alto in basso.

«Che diavolo ti è successo? Stai tremando. Entra dentro.»

«Ho bisogno dei miei coltelli» dissi, i denti che battevano. «Coltelli» dissi di nuovo.

«Certo, certo. Coltelli. OK. Roba da pazzi» commentò mentre mi sedevo a terra sotto

la finestra.

«Devo arrivare nella mia stanza. I coltelli sono nella mia stanza» dissi.

Tutto ciò che riuscivo a vedere erano gli occhi di Rhode attraverso lo scudo d’acqua.

Aveva mimato le parole “per sempre”.

Anche dopo avergli mentito, Rhode voleva che sapessi che mi avrebbe amata per

sempre. Il suo istinto gli diceva che eravamo nati dalla stessa stella. Anche se non

riusciva a capirlo bene, anche se non riusciva a ricordarsi di me, sapeva che eravamo

fatti l’uno per l’altra.

La mano di Tony mi toccò il braccio. «Hai un bel taglio qui.» Mi fece alzare da terra.

«E sei zuppa.» Mi annusò. «Hai nuotato nella baia?»

«I miei coltelli.»

«Prenderemo i tuoi bei coltelli tra un minuto» disse. «Prima dobbiamo dire a Tina

che sei caduta e farti dare un pass per il ritardo. Altrimenti ti metteranno in punizione.

Wow, hai davvero bisogno di darti una ripulita. Col sapone.»

Tony si sedette a terra ai piedi del letto.

«Sai» disse, «sarebbe carino se potessimo fare una conversazione senza dover dire

“Porca puttana e ora che facciamo?”»

Stump.

Page 78: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Lanciai di nuovo il pugnale con l’elsa di rubini di Fuoco contro un muro che non era

collegato a nessun altro. Percorsi la distanza fino alla fine della stanza e lo ripresi per

fare un altro lancio.

Tony aveva in mano un messaggio di Tracy. Diceva che stava andando a prendere

Kate in infermeria. A quanto pareva, Kate era inciampata e caduta, battendo la testa

mentre tornava dal club. Il Bolt e l'incontro con il vampiro italiano sembravano risalire

a un secolo prima.

Lanciai di nuovo il coltello.

«Quelli saranno stati tre metri. Sei molto precisa.» disse Tony. «Fai paura.»

«Non c'è nulla che possiamo fare» dissi. «Non so dove sia Justin. Non conosco i

vampiri di qui.»

«Beh, in un certo senso invece sì» osservò Tony mentre sfilavo il coltello dal foro

che avevo fatto nel muro. Tornai in posizione all’estremità del letto, e strinsi ancora di

più il pugnale. Il calore della mia pelle contro l’elsa mi consentii di fare un bel respiro,

forse per la prima volta dopo che Rhode mi aveva baciata sulla spiaggia. «Sai, tipo,

quel tizio che dobbiamo incontrare domani sera alla cappella?» Proseguì Tony, «Il

brav’uomo che hai attaccato al club?»

«Dobbiamo? Noi non dobbiamo incontrare nessuno.»

Lanciai di nuovo il coltello. Dopo che centrai l'obiettivo, Tony disse: «Vengo con

te.» La sua mascella era contratta. «Non entrerai in quel posto da sola.»

«Quel posto? La cappella?»

«Ora è la cappella dei vampiri, mi piace chiamarla così.»

Se avessi tentato di impedire a Tony di venire con me, sapevo che avrebbe trovato

il modo di immischiarsi in ogni caso.

«Ehi, il tuo collo sembra bruciato. Lo sapevi? Dov’è la tua collana?» Chiese Tony.

Portai le mani al collo, laddove c’era stato il ciondolo. Mi mancò il respiro quando

le dita toccarono un punto in rilievo. Andai davanti allo specchio; sulla pelle era stato

marchiato a fuoco un piccolo segno a forma di lacrima.

Tony era dietro di me e insieme guardammo il mio riflesso. Allontanai la mano. Ora

che lo notavo, anche il palmo della mia mano aveva dei segni rossi. Dovevano risalire

a quando avevo afferrato il gioiello rovente.

«Il ciondolo si surriscaldava quando ero nelle vicinanze di Justin. Si è riscaldato più

volte anche nelle vicinanze di vampiri. Mi ha bruciato anche i palmi delle mani.»

Mostrai a Tony le mani.

«Come un dispositivo di sicurezza?» Chiese.

«Non ci avevo pensato. Ma sì, credo di sì. L’ho usato per tentare di fermare Justin.»

Non riuscivo a guardarmi allo specchio mentre lo ammettevo, «Ma il suo scudo

d’acqua lo ha sovraccaricato.»

Tony tornò a sedersi sul pavimento con la testa sulle ginocchia. «Cosa diavolo è uno

scudo d’acqua?» Domandò quasi sussurrando.

Stump.

Colpii di nuovo l’obiettivo.

«Quel ciondolo non te lo ha dato Fuoco? Lei non è, tipo, l’onnipotente?»

Page 79: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Lei è Fuoco. Un elemento. Così come lo è l’Acqua. Queste non sono armi

fabbricate. Sono solo elementi che, se lasciati nei propri contenitori, hanno potere. Ma

l’acqua di Justin ha fatto spegnere il fuoco.»

Esaminai gli sfregi sulle mie scarpe e mormorai: «come ho detto, ho fallito.»

Tony alzò la testa di scatto. «Non hai fallito. Ci hai provato e magari domani sera

potremo chiedere aiuto a quel vampiro.»

Mirai di nuovo al foro nel muro e il pugnale vi affondò perfettamente. Non avrei più

mancato il vampiro di Justin sulla spiaggia. Avrei potuto aiutare Rhode.

Il chiavistello della porta scattò. Non ebbi il tempo di recuperare il coltello. Tracy

entrò nella stanza. Spalancò la bocca nel vedere il pugnale conficcato nel muro.

«Che stai facendo?»

Esitai, scegliendo con cura le parole. Decisi di andare per il letterale. «Mi esercito.»

«Allora, fammi capire» disse Tracy. «Cosa pensi che voglia?»

«Non lo so neanch’io. Non vuole fare il rituale che abbiamo fatto io e Rhode. Non

so perché, visto che è tutto ciò che ogni vampiro desidera da secoli.» Non avevo

risposte. Mi colpii le cosce con le mani e passeggiai avanti e indietro rispetto Tracy e

Tony. Erano entrambi seduti sul letto di Tony. Non mi ero mai fatta prendere alla

sprovvista dal comportamento di un vampiro prima di allora. Ero sempre stata io

l’esperta.

Il rituale per ritrasformare un vampiro in essere umano avrebbe richiesto un enorme

potere alla persona che lo avesse eseguito, anche se non avesse voluto sacrificarsi di

sua spontanea volontà. Riversare intenzioni negative in un incantesimo così potente

avrebbe costituito una minaccia vera e propria e forse trasformato il rituale in

qualcos’altro, qualcosa di pericoloso. Erano sempre le intenzioni quelle che contavano

di più.

«Forse non vuole tornare umano per davvero» disse Tony, parlando sempre di Justin.

«Ricordi quando mi dicesti che dovevo ubbidire alle stupide leggi dei vampiri? Vuoi

vedere di cosa sono capace adesso?»

Justin non aveva provato a convincere me a fare il rituale; il suo obiettivo era stato

Rhode. OK, quali erano gli altri fatti? Aveva lasciato quelle rane a tormentarmi. Aveva

rapito Rhode. Non c’era uno schema preciso. Io ero l’unico denominatore comune.

Smisi di camminare e strinsi le mani contro il telaio della finestra.

Altri fatti: Justin non poteva trasformarmi in un vampiro; non poteva nemmeno farmi

del male. Scossi la testa… qual era il pezzo mancante? Il pugnale ora si trovava di

nuovo al suo posto nella cassa, per cui non potevo lanciarlo per ritrovare la

concentrazione. Fuori era buio, perciò la luminosità della stanza rifletteva il mio volto

nella finestra. I miei capelli erano appiattiti sulla fronte e i vestiti zuppi. Mi toccai dietro

la testa con le dita e sussultai; era ancora dolorante; da lì Justin mi aveva afferrata per

guardarmi negli occhi.

Il ricordo delle ombre oscure che si impadronivano del mondo mi tornò in mente. Il

mio corpo era quasi scomparso; dal momento in cui i nostri occhi si erano incontrati,

non avevo più avuto l'impressione di trovarmi sulla spiaggia. Justin mi aveva fatto

inclinare la testa e fatto perdere il controllo della realtà.

Page 80: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Sulla spiaggia, avevo guardato nei suoi freddi e vuoti occhi verdi e la mia coscienza

era volata via.

Sobbalzai sul posto.

Questo faceva parte del pezzo mancante.

«I suoi occhi» dissi ad alta voce, girandomi verso Tracy e Tony. «Stasera. Stava

facendo qualcosa mentre mi guardava negli occhi.»

«Chi?» Chiese Tony.

Raccontai ciò che era accaduto sulla spiaggia, nel modo più dettagliato possibile.

«… e poi siamo ritornati a Wickham. Sono caduta in acqua e lui sulla sabbia» finii

il mio racconto.

«Quindi è come se ti facesse andare in qualche posto» commentò Tony, cercando di

capire.

«Non con tutto il corpo. Non ci muoviamo fisicamente» spiegai.

«Come in Star Trek» disse.

«Star Trek?» Chiesi, non capendo la frase.

«Lascia stare. Quindi non vi spostate fisicamente» continuò Tony.

«Solo con la mente» chiarii.

Quel che Justin faceva era molto pericoloso. Poter guardare nella mia mente e farmi

andare chissà dove? In seicento anni non avevo mai sentito una cosa del genere. Dei

poteri così erano sorprendenti, specie in un vampiro così giovane.

Arretrai, allontanandomi dalla finestra, finché i miei piedi non urtarono la base del

letto.

«Che c’è?» Chiese Tony. «Qual è il problema?»

L’alba inondò di luce rossa il verde dell’erba così come le teste di Tony e Tracy. Era

quel tipo di rosso che mi sarebbe piaciuto, se solo in quel momento non mi fosse parso

quasi canzonatorio. Mi toccai la ferita sul petto e sussultai.

«Hai di nuovo quello sguardo» disse Tony. «Sai, lo sguardo che dice “andiamo ad

azzannare qualcuno”?»

In qualunque cosa Justin fosse immischiato, di certo era al di fuori della mia portata

e ben oltre quella di Tracy e Tony.

«Devo darvi un’arma» dissi, e mi calai nuovamente nella parte del soldato Lenah.

Mi inginocchiai davanti alla cassa che mi aveva lasciato Fuoco e aprii silenziosamente

le serrature. I cardini cigolarono un po’ e mi misi a sedere sui talloni. Di certo un tempo

c’erano stati molti più pugnali nella cassa.

Per cercare i pugnali dovetti spostare un po’ di cose, la spada a due mani che avevo

usato per salvare Rhode, qualche libro, la mia bisaccia con i soldi e…

Una scatola.

Una piccola scatola di legno con uno strano decoro a vortici inciso sul coperchio.

Sul legno vi era una pietra lunare, intrecciata come una vite.

«Questa non l’avevo mai notata» dissi ad alta voce.

«Che cos’è?» Chiese Tracy.

«Vieni qui» dissi. Tony e un'assonnata Tracy, si inginocchiarono accanto a me

davanti alla cassa.

Aprii il coperchio.

Page 81: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Dentro c’erano due anelli d’argento e un braccialetto. Ognuno di essi era adornato

da una gemma. Il motivo a vite copriva anche il braccialetto; al centro c’era uno zaffiro

blu scuro a forma di lacrima.

«Acqua…» sussurrò una voce. Fece eco nella stanza e si dileguò subito.

Tracy mi afferrò un braccio, raggelandosi. Mi guardai intorno. La stanza non era

cambiata; nessuno scintillio di rosso o cremisi. Mi aspettavo forse che Fuoco sarebbe

comparsa davanti a me come una visione?

«Chi c’è?» Attesi, con il cuore in gola.

Nessuna risposta.

«Non le sento solo io le voci, vero?» Chiese Tony.

«No, l’abbiamo sentita tutti» dissi.

Uno degli anelli aveva incastonato un opale bianchissimo al centro e l’altro una

pietra d’ambra. Era una delle pietre dal colore più vivace che avessi mai visto.

Aspetta… una pietra d’oro, una bianca, una marrone e una blu. Ah. Tutto finalmente

quadrava. Questi erano gli elementi rimasti: terra, aria e acqua.

La luce dell’alba si riversò nella stanza e colpì la scatola. Mi riscaldò le dita. Che

quella scatola si fosse trovata o meno nella cassa prima di allora, poco importava, anzi

non poteva importare. Adesso li avevamo… i tre elementi rimasti… e perdere tempo a

chiedermi perché Fuoco si fosse comportata in quel modo sarebbe stato come chiedere

all’universo di spiegare i propri meccanismi, e in quel momento non rientrava nel mio

elenco di priorità.

«Queste sono armi. Proprio come il mio ciondolo, potrebbero sembrare dei gioielli

normali, ma non lo sono. Come potete vedere qui…» mostrai loro di nuovo la ferita

che avevo sul petto… «quando si riscaldano, ti avvisano della presenza di un vampiro.

Se si riscaldano fino a bruciarti, ti trovi in pericolo di vita.»

Tracy alzò le sopracciglia e Tony si tirò su a sedere sulle ginocchia. Il loro

entusiasmo mi fece salire il panico. Forse stavo raccontando loro troppo in fretta di

queste armi. Adagiai la scatola sul mio grembo.

«Cosa c’è?» Chiese Tracy.

«Forse mi sto sbagliando su tutto questo. Forse sono troppo impulsiva. Queste non

sono tipiche armi umane. Sono state fatte in un altro regno da creature estremamente

potenti. Devo pensarci bene ancora» dissi, chiudendo il coperchio della scatola con le

gemme. Non riuscii più a dire niente riguardo i miei dubbi, perché Tracy di colpo prese

tutte le foto che aveva davanti lo specchio dello scrittoio. Aprì un cassetto della

scrivania e tirò fuori un album di foto. Quando si risedette, mi lanciò addosso le foto

di Justin e dei suoi amici e aprì l’album. Scorreva con veemenza tra le foto.

Justin e Tracy in spiaggia.

Justin e Kate che facevano sci d’acqua.

Justin e i fratelli sulla barca del padre.

Aspetta… dov’erano finiti i fratelli di Justin? Perché c’erano solo foto di Kate e

Claudia?

Anche i fratelli di Justin, Roy e Curtis, frequentavano anche loro la Wickham.

«Cos’è successo a Roy e Curtis?» Chiesi.

«Quando Justin fu dato per disperso, la madre li fece ritirare da scuola.»

Page 82: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

Aveva senso. Perché continuare a mandare i propri figli in una scuola dalla quale era

scomparso il suo secondo figlio e dove nessuno riusciva a trovare risposte? Avevo

incontrato la madre di Justin e amava suo figlio proprio come mia madre amava me.

Girai l’ultima pagina dell’album.

Era la foto di una gita per fare snorkelling su una barca molto familiare. Quella di

Justin.

«Se non lascerai che ti aiuti a riprendermi il mio amico, Lenah, andrò io stesso in

quella cappella domani sera.»

«Quel vampiro potrebbe essere ben peggiore di Justin» dissi.

«Avrebbe potuto ucciderti alla fattoria o al club, ma non l’ha fatto» replicò Tony.

Affondai il mento nel collo. «Senti, è solo che non posso…»

«Rischiare che ci accada qualcosa?» Chiese Tracy.

«Ho visto quel che è successo le altre volte. E una volta all’opera, fallivo. Stasera ho

deluso Rhode.»

«Forse non avresti fallito, se noi fossimo stati lì, Lenah. Justin era mio amico. Anche

i suoi fratelli lo erano. E tu dici che è un mostro che ha rapito Rhode e che anche Tony

è a rischio. Voglio fare anch’io la mia parte. Ne ho bisogno.» disse Tracy, scuotendo

la testa mentre continuava a fissare le foto. «Penso che forse… forse in questi ultimi

tre anni abbiamo atteso che arrivassi tu ad aiutarci.»

Justin mi sorrideva dal delirio di foto sul pavimento. Era solito alzare il mento e

inclinare la testa verso il sole. Quando faceva più caldo, gli si vedevano anche un po’

di lentiggini sul naso. Avevamo percorso insieme le strade di quella scuola, con lui che

mi circondava le spalle con un braccio.

Senza dire altro, passai l’anello d’argento con la pietra d’ambra a Tony.

Aprì il palmo della mano.

«I coltelli non serviranno contro Justin. Con questi, sarete armati di un potere reale,

in grado di aiutarvi. Salvarvi. Non potete mai sapere quando e se i vampiri verranno da

voi per aggiungervi tra le loro fila per il solo fatto che conoscete me.»

Diedi il braccialetto con lo zaffiro a Tracy. Il colore dei suoi occhi faceva pendant

con la pietra.

«Lanciate queste armi in aria contro il vostro nemico» dissi loro. «Nel momento in

cui si allontaneranno dal vostro corpo, diventeranno l’elemento che rappresentano.

Assicuratevi che nella traiettoria non ci sia nient’altro, specialmente se sono altri

elementi. È proprio questo quel che mi è successo stasera. Lo scudo d’acqua di Justin

ha bloccato il mio fuoco. Il tuo elemento» dissi rivolgendomi a Tony, «è la terra.»

«Ma com’è possibile?» Chiese, rivolgendo la domanda direttamente all’anello

d’argento apparentemente innocuo nella sua mano.

Toccai il punto sensibile in cui si trovava la gemma, alla base del mio collo. Mi era

sembrata la cosa più giusta da fare. Rhode era stato rapito… portato via. Era quello il

momento in cui mi serviva di più.

«Il mio elemento era il fuoco, il tuo è la terra e quello di Tracy è l’acqua.»

Tracy girò il polso per guardare meglio il braccialetto. Sfiorò lievemente la pietra

con le dita,

«E l’aria?» chiese.

Page 83: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Una volta tornato, sarà di Rhode.»

Non alzai lo sguardo dall’anello che stava riposto nella scatola. Le facce di Tony e

Tracy mi avrebbero detto che non sapevano se Rhode sarebbe mai tornato. Chiusi il

coperchio e riposi la scatola nella cassa. Dovevo aggiustare le cose.

«Ricordate» dissi, «potete usarli solo una volta. Poi scompariranno.» Mi sentii in

preda a un lieve rimorso. Se avessi saputo che si trovava lì, avrei potuto dare

quell’anello a Rhode. Tracy aveva ragione. Forse insieme avremmo potuto fermare

Justin.

L’indomani sera avrei chiesto delle risposte al vampiro con l’accento italiano e gli

occhi strani. Gli avrei raccontato del vampiro morto mentre indossava una collana con

lo stesso simbolo. Della donna sulla spiaggia, che alla luce dell’alba si era tramutata in

polvere.

Il mattino successivo, dopo l’assemblea, entrai nello studentato. Nessuno aveva

ancora menzionato il fatto che Rhode fosse scomparso. La signora Williams presto

avrebbe dovuto dire qualcosa. La gente se ne sarebbe accorta presto.

Quando io e Rhode eravamo vampiri, potevamo percepire i nostri pensieri e sogni.

Persino l’ultima volta che ci eravamo trovati insieme da umani a Wickham, a volte

potevo leggere le sue emozioni e persino i suoi pensieri! Eravamo Anam Cara, anime

gemelle, e questa non era una cosa del tutto inusuale. Ma fino ad allora, anche prima

che venisse rapito, non ero riuscita a raggiungere la mente di Rhode.

Lo avrei trovato… ce l’avrei fatta.

Oltrepassai degli alberi tappezzati di volantini recanti la dicitura “Scomparso” di

Jackie Simms. I poster di Justin si stavano arrotolando ai bordi. Tenendo la pelle a

contatto con le tracce di sangue di Suleen, riuscii a tenere a bada l’agonia abbastanza a

lungo da concentrarmi.

Non potevo uscire dal campus, lasciando Tony e Tracy così scoperti. Il fatto che ora

avessero delle armi non bastava.

Entrai nello studentato per farmi un caffè e pensare un po’. Da lì avrei avuto anche

una buona visuale della cappella. Il vampiro aveva dimostrato di poter girare alla luce

del giorno e volevo tenerlo d’occhio.

Forse era la mia unica speranza di ritrovare Rhode.

«Forse è in Inghilterra» disse qualcuno ad uno dei tavoli vicini. «Lo diceva sempre

che voleva tornarci.» Com’era prevedibile, la gente stava già parlando della scomparsa

di Rhode.

«Per via di una ragazza, scommetto» rispose qualcun altro.

«La signora Tate ha detto che le ha chiesto il permesso di andarsene.»

Mentre ascoltavo quei pettegolezzi, girai lo zucchero nella mia tazza da caffè.

Prima che potessi origliare altre notizie, Tony si gettò sulla sedia di fronte alla mia.

Si guardò alle spalle e ai lati del tavolo.

«Bene, siamo soli» disse.

«Sì… abbastanza» risposi. «E hai della vernice sul naso.» Non rispose nemmeno a

quell’affermazione. Mi passò, invece, un piccolo libro con la copertina di pelle.

«Che cos’è?» Posai la mano sulla copertina morbida.

Page 84: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Non l’ho propriamente studiato ancora, ma se è ciò che penso che sia, mi

ringrazierai.»

Aprii il libro e mi mancò il respiro. Girai qualche pagina. Era la scrittura di Rhode.

Era una specie di diario.

«Hai fatto irruzione nella sua stanza?» Mi chiesi come avesse decorato le pareti e

quali libri tenesse sugli scaffali.

«Beh, hai detto che volevi risposte. Ho pensato, perché non ottenerne qualcuna? Non

guardarmi così, Lenah. C’era una guardia fuori la porta, perciò mi sono intrufolato

dalla finestra. Questo era sulla scrivania.»

Si udì una fragorosa risata dal club di astronomia ad uno dei tavoli lì vicino.

«Non dovremmo proprio leggerlo» dissi.

«Sono io che non dovrei leggerlo» disse Tony, bevendo un sorso del mio caffè senza

chiedermi il permesso. «Tu invece dovresti.»

Lasciai la mano sopra il libro chiuso. Era possibile che Rhode avesse ricordato una

cosa qualsiasi e l'avesse scritta sul diario. Ma vi aveva anche trascritto i suoi pensieri

intimi. E quelli ero certa che non volesse farli leggere a nessuno, specialmente a me.

«So a cosa stai pensando» disse Tony. Mi puntò contro le sue dita nere di carboncino.

«Che non dovresti leggerlo. Ma lascia che ti dica che se io venissi rapito da Mister

Follia e la mia anima gemella avesse il mio diario, vorrei che lo leggesse. Specialmente

se io fossi privo di ricordi.»

Era vero; avrebbe potuto scrivere degli indizi nel diario, ricordi della sua vita da

vampiro. Volevo sapere quanto esattamente ricordava. Non solo per una questione di

curiosità, ma anche per scoprire se esisteva un modo qualsiasi con cui potesse

difendersi. Pur non conoscendo i suoi piani, ero certa che Justin avrebbe costretto

Rhode a dargli delle informazioni.

«Che c’è?» Domandò Tony, bevendo un altro sorso. «A cosa stai pensando?»

«Alle possibilità che ha Rhode» risposi. Avevo ancora la mano sul diario. Tony si

alzò per prendere qualcosa da mangiare. Rimasi sola per meno di un secondo, perché

Tracy si sedette immediatamente accanto a me con un vassoio di minestra e insalata.

«Ho visto che ti ha dato il diario.»

«Per torturarmi» risposi, infilandolo nella borsa. L’avrei letto una volta sola. Per il

momento dovevo concentrarmi sulla serata e sull’incontro con il vampiro.

«Dovremmo incontrarci nella stanza di Tony. È quella che dista di meno dalla

cappella» dissi.

Quando Tony tornò a sedersi, vidi che si era servito forse la porzione di hamburger

e patatine fritte più enorme della storia.

«Hai bisogno di aiuto» gli disse Tracy.

«E quindi pensi che Justin tornerà?» Chiese Tony, masticando un boccone di carne.

Ignorò completamente Tracy.

«Stasera?»

«Se tutto va bene, non tornerà per un po’» disse Tracy, guardando pero' verso l’altra

parte dello studentato. Claudia stava parlando fitto con le altre ragazze al suo tavolo.

Non si era truccata e si era fatta una coda di cavallo scarmigliata. Indossava i pantaloni

del pigiama di Wickham.

Page 85: The Books We Want To Read Medea Knight, Fra, Noir ...thebookswewantoread.altervista.org/wp-content/.../01/EternalDawn.pdf · «Raccontami di nuovo la storia stasera. Quella della

«Sembra proprio che Claudia abbia scoperto che Kate esce con il suo ex» disse

Tracy. «Le avevo detto di stare alla larga da Alex». Scosse la testa.

Avrei dato qualsiasi cosa per dovermi unicamente preoccupare per la scuola e per i

nuovi pettegolezzi che giravano al Wickham.

«Forse aspetterà che sia tu ad andare da lui?» Disse Tony, parlando sempre di Justin.

I nostri tentativi di essere ottimisti erano patetici.

Mi alzai e raccolsi le mie cose. «Lascia perdere Kate e Claudia, Tracy. Sono qui e

hanno tante cose da fare per la scuola. Ciò significa che sono al sicuro. Sospetto che

Justin arriverà stasera.» Mi misi la borsa in spalla. «Ci vediamo nella stanza di Tony,

a

l

l

e

u

n

d

i

c

i

e

m

e

z

z

o

.

P

r

e

p

a

r

a

t

e

v

i

.

E

i

n

d