the lifestyle journal venezia

60
n° 17 | Agosto 2012 | ve nice cOOL DiARY “Poste italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO-Mi” TUTTI GLI EVENTI: la Biennale di Architettura, l’arte, vicenzaOro TRAME DI MODA: fashion, dive e storia del costume LA 69ª MOSTRA DEL CINEMA E IL LIDO DI IERI E DI OGGI

Upload: giovanna-caprioglio

Post on 23-Mar-2016

241 views

Category:

Documents


13 download

DESCRIPTION

A special issue on Venice, the Biennale Architettura and the Film Festival

TRANSCRIPT

Page 1: The Lifestyle Journal Venezia

n ° 1 7 | A g o s t o 2 0 1 2 | v e n i c e c O O L D i A RY“P

oste

ita

liane

Spa

- Sp

ediz

ione

in A

bbon

amen

to P

osta

le -

70%

- L

O-M

i”

TUTTI GLI EVENTI: la Biennale di Architettura, l’arte, vicenzaOro

TRAME DI MODA: fashion, dive e storia del costume

LA 69ª MOSTRA DEL CINEMA E IL LIDO DI IERI E DI OGGI

Page 2: The Lifestyle Journal Venezia
Page 3: The Lifestyle Journal Venezia
Page 4: The Lifestyle Journal Venezia

venice cOOL DiARY

È trascorso un anno dalla prima edizione di “The Lifestyle Journal Venezia” e dobbiamo ammettere che, ogniqualvolta raccontiamo questa città, non smettiamo di stupirci di quanto essa abbia da offrire, se vissuta nel modo giusto. Invasa dai turisti “della domenica” e dai “crocieristi” a bordo delle enormi navi che al tramonto transitano nel Canale della Giudecca continuando ad alimentare le polemiche, monopolizzata da negozi cinesi tutti uguali, Venezia resta comunque una città incredibile, con un panorama artistico e culturale sempre vivo e, soprattutto, moltissimi luoghi ancora da scoprire… Questo periodo dell’anno, poi, è particolarmente speciale, complici il glamour della Mostra del Cinema al Lido e la vitalità culturale della Biennale di Architettura, con tutte le sue vernici e gli eventi sparsi per la città. Nel numero del magazine che state per sfogliare, abbiamo proprio voluto cogliere e raccontare questo particolare fermento, partendo da Trame di Moda, la meravigliosa mostra che inaugurerà l’1 settembre a Palazzo Mocenigo, per rappresentare lo strettissimo rapporto, tipicamente veneziano, tra moda, cinema e storia del costume. Attraversando l’atmosfera della Mostra del Cinema (29 agosto - 8 settembre), che quest’anno compie i suoi “primi” 80 anni, ci siamo poi concentrati sul Lido: i tempi d’oro della Belle Époque e dei fasti che furono e i luoghi in cui goderselo al meglio ancora oggi, lontano dalle grandi folle. Ma abbiamo passato in rassegna anche la XIII Biennale di Architettura (29 agosto - 25 novembre), con le tante mostre in corso, e la tradizionale Regata Storica (2 settembre). Dalla Laguna, ci siamo poi spostati a Vicenza, città del Palladio e capitale dell’oreficeria, che ospiterà “The Lifestyle Journal” proprio all’interno di VICENZAORO Fall (8 - 12 settembre), importante capitolo della fiera must del settore. Un ultimo giro in burchiello sulla Riviera del Brenta... E, infine, un “arrivederci” al prossimo appuntamento, alla scoperta della Venezia più inedita e dei suoi dintorni.

Page 5: The Lifestyle Journal Venezia

www.cruciani.net | www.braccialetticruciani.it | https://twitter.com/CrucianiC

LSJ.indd 4 31/07/12 17:19

Page 6: The Lifestyle Journal Venezia

09 14 27

n° 17 | Agosto 2012 | venice cOOL DiARY

9MODATrame di Moda: cinema, fashion e costume.

14MODAAlta Moda 2013: belle da Grand Soirée...

18VICENZAOROil Premio Palladio: l’Oscar del gioiello.Babetto: gioielli d’arte.

21WEEKEND FUORI PORTAL’oro vicentino: capolavori palladiani e baccalà.

24 STORIE DI FAMIGLIAPal Zileri: spirito internazionale, radici nel territorio.

27VENEZIA 69Ottanta anni di cinema e costume.

29SPECIALE LIDOL’isola d’Oro: storia e fasti del Lido.La Belle Époque lidense: oggi come allora?

36SPECIALE LIDOindirizzi preziosi per mangiare, dormire, fare l’aperitivo, cenare e godersi la spiaggia...

38ARTEBiennale di Architettura: la Xiii edizione firmata da chipperfield.Biennale e dintorni: appuntamenti da non perdere.

41ARTEeventi tra arte, cinema, eccellenza e tradizione.

44EVENTI La Regata Storica, tra presente e passato.

48WEEKEND FUORI PORTAArte e piacere: in burchiello sulla Riviera del Brenta...

51BOOKSi libri consigliati da Biblioteca della Moda.

52I RACCONTI DI TLJ“C’est la vie” di edoardo navone.

54SPY STORYLa Fondazione Prada inaugura “The Small Utopia”

56INDIRIZZI LIFESTYLERistoranti, hotel, club, negozi, gallerie...

58L’OROSCOPO DELLA GINNY

è registrato presso il Tribunale di Milanoautorizzazione numero 672 del 21 dicembre 2010

NUMERO 17 - Agosto 2012

edito da: BIBLIOTECA DELLA MODAcorso colombo, 9 20144 Milano

THE LIFESTYLE JOURNAL via Alessandria, 8 - 20144 Milano [email protected] www.thelifestylejournal.it

DIRETTORE RESPONSABILE Giovanna caprioglio

EDITORAlessia Giorgia Pagano

SVILUPPO GRAFICO E IMPAGINAZIONESilvia Del vesco

HANNO COLLABORATO chiara viola, Daniela Longo, Diana Barbetta, edoardo navone

PROGETTO CREATIVOSpazio Younique

SERVIZI EDITORIALI capsule srlwww.capsulemilano.it

PUBBLICITÀMilano Fashion Media+39.02.58153201www.milanofashionmedia.it [email protected]

PUBLISHERMarco Poli

STAMPARipack [email protected]

in copertina e a pagina 4: immagini tratte dall’archivio di Biblioteca della Moda, magazine “Grazia” (ottobre 1968)

Page 7: The Lifestyle Journal Venezia
Page 8: The Lifestyle Journal Venezia

OPENING SETTEMBRE 2012VIA DELLA SPIGA,33 – MILANO www.castellodoro.com

Page 9: The Lifestyle Journal Venezia

9

T rame di Moda: questo il nome del progetto espositivo in scena presso le suggestive sale del Museo di Palazzo Mocenigo dal 1 settembre 2012 al 6 gennaio 2013, in concomitanza con l’ottantesimo compleanno della Rassegna cinematografica veneziana (29 agosto - 8 settembre). Una mostra ambiziosa, con l’obiettivo di rintracciare i fili e le “trame” dello speciale rapporto decennale tra venezia, la moda e le grandi attrici che pro-prio in Laguna hanno suggellato il loro mito. Una terra di confine tra passato e presente, fashion e fascinazione cinematografica, storia del costume

ed eccellenza sartoriale italiana, esplorata dai curatori Fabiana Giacomotti, giornalista e docente di Scienze della Moda e del costume all’Università “La Sapienza” di Roma, e Alessandro Lai, costume designer, attraverso lo scenografico allestimento di Sergio Colantuoni. Sono numerose le collaborazioni presti-giose: gli abiti di scena originali di alcuni capolavori cinematografici messi a disposizione dalla Fondazione Tirelli Trappetti, le creazioni delle maggiori co-stumiste mondiali, tra cui Gabriella Pescucci, Ann Roth, Colleen Atwood e Sandy Powell e “un nume tutelare” quale il maestro Piero Tosi, costumista dei più grandi registi italiani. non bisogna, poi, dimenticare il contributo delle principali maison e aziende nostrane di moda e i capi remake degli originali, quali il cappotto di “Anonimo Veneziano” (Max Mara), la mule di “Summertime” (Giuseppe Zanotti) e la pelliccia di leopardo de “Il talento di Mr Ripley”” realizzata tramite stampa dalla pellicceria Elcom per l’AIP (Associazione Italiana Pellicceria). Fil rouge – è proprio il caso di dirlo – del percorso espositivo sarà il celebre red carpet della Mostra del cinema, visivamente evocato anche dal tappeto rosso che accompagnerà il visitatore sin dalla fermata del vaporetto di fronte a Palazzo Mocenigo. Una scelta più che mai appropriata, visto che la passerella, al centro dell’attenzione di media e grande pubblico, rappresenta da oltre 50 anni una delle Hall of Fame più ambite dalle star nostrane e hollywoodiane come pure dai più grandi stilisti.

MODA

di Giulia De Giorgis

Sul red carpet, tra cinema, moda e costumi di sartoria

Una mostra in onore degli 80 anni del Festival del Cinema di Venezia, con gli abiti indossati sul red carpet, i costumi di scena di film-icone e le creazioni dei grandi stilisti ispirate al sogno cinematografico...

Page 10: The Lifestyle Journal Venezia

1 0

L’ALLestimento

Suddivisa in due sezioni, la mostra si prean-nuncia sognante come il mondo che racconta, ma anche di grande impatto: sin dalla hall di Palazzo Mocenigo, si verrà letteralmente pro-iettati “dentro” l’atmosfera da “tappeto ros-so”, con tanto di flash, urla dei fan e applausi. Al centro della scena, lo spettacolare abito di Vionnet indossato da Madonna: un solo ico-nico capo ad accogliere il visitatore. in cima al prestigioso scalone di Palazzo Mocenigo, ecco tutta la magia del red carpet: improvvisamente, in un unico colpo d’occhio, il visitatore si ritro-verà sotto gli occhi gli abiti da sera indossati dalle dive dell’ultimo mezzo secolo sul tappe-to rosso: il Capucci di Valentina Cortese, il Gattinoni di Anna Magnani, lo Schu-berth di Gina Lollobrigida, il Versace di Anne Hathaway... e, ancora, un Dior, un Giambattista Valli, un Valentino. «In tutto – racconta la curatrice Fabiana Giacomotti – saranno in mostra 80 abiti, appartenuti a dive come Sophia Loren, Ingrid Bergman e Suso Cecchi d’Amico oppure indossati da attrici e star contemporanee come Tilda Swinton e Gwyneth Paltrow». con l’ecce-zione dei due modelli protetti da una teca (il vionnet indossato da Madonna e il capucci portato da valentina cortese), tutti gli abiti sa-ranno vestiti dai manichini realizzati ad hoc da ABC, dotati di una speciale testa trasparente per ospitare le immagini delle attrici immorta-late sul red carpet e accompagnati da una dida-scalia scritta da un calligrafo. in questo modo, sarà immediata la correlazione tra attrice, abi-to, maison e relativa edizione della Mostra del cinema. Abiti da star, capi da sogno, modelli dai colori pastello (bianco latte, rosa, oro, avo-rio), in un crescendo di toni studiati per evo-care una suggestiva alba veneziana... e dal red carpet si passerà alle suggestioni del cinema e al colloquio con la moda: nelle sale di Palaz-zo Mocenigo va in scena l’intrigante racconto creato da “molecole” in costante dialogo. Al centro di ognuna, un meraviglioso costume proveniente dalla Fondazione Tirelli Trap-petti: abiti in parte realizzati dalla sartoria Tirelli, in parte provenienti dalla collezio-ne d’archivio, ma comunque protagonisti di grandi capolavori ambientati a venezia e, nel-la maggior parte dei casi, mai esposti in prece-denza. «Ogni film – prosegue la Giacomotti – è rappresentativo di un’epoca, di un momento particolare della storia della moda e del costume e di un diverso tipo di femminilità». Dalla solitaria Katharine Hepburn di “Le ali dell’amore” all’eterea Silvana Mangano di “Morte a Venezia”, dalla provocante Stefania Sandrelli de “La chiave” alla “tragica” Florinda Bolkan di “Anonimo veneziano”, passando per la se-ducente Angelina Jolie di “The Tourist”.

non mancheranno, poi, le realizzazioni di tutte le principali maison e aziende di moda italiane, che proprio a questi costumi e a que-ste atmosfere cinematografiche si sono ispirate per le loro collezioni. Fra i brand presenti, oltre a quelli già citati, vanno sicuramente menzio-nati anche Balenciaga, Fortuny, Alberta Ferretti, Salvatore Ferragamo, Miu Miu, Gucci, Prada, Scognamiglio e Fendi. «Un ringraziamento speciale va poi a Max Mara, per aver riprodotto, su un suo stesso modello e con stoffe originali del 1969, il cappotto che Florinda Bolkan indossa in “Anonimo veneziano”; a Giuseppe Zanotti, che ha ricreato la mule rossa e oro indos-sata da Katharine Hepburn in “Tempo d’estate”; a Elcom per il Centro Studi AIP, a cui si deve la pelliccia inossata dalla Paltrow ne “il talento di Mr. Ripley”», conclude Fabiana Giacomotti. insomma, attraverso le varie sale di Palazzo Mocenigo, si dipaneranno le “trame” che col-legano moda d’epoca, abiti di scena e tenden-ze attuali. Ma non è tutto, perché nella sala da bagno della marchesa Mocenigo sa-ranno proiettate immagini di film girati a ve-nezia, in cui il visitatore potrà letteralmente “immergersi”, grazie anche alle cuffie messe a disposizione. Saranno, inoltre, trasmessi fil-mati d’epoca provenienti degli archivi RAI/Istituto Luce e spezzoni del documentario che verrà realizzato ad hoc da RAI5. Mandato in onda sul digitale terrestre a metà settem-bre, lo speciale affiancherà alle chicche della mostra (il backstage, la preparazione e l’inaugu-razione), un excursus sulla storia del cinema e sulla sua moda, corredato da interviste e inter-venti inediti degli attori, personaggi famosi e stilisti sopraggiunti in Laguna per venezia 69.

PALAzzo mocenigo

Una dimora storica di grande interesse, sia per lo stato di conservazione della struttura e degli originali arredi settecenteschi, sia per la collezione permanente di costumi e materiali moda. Palazzo Mocenigo, infatti, appartie-ne al circuito “Fondazione Musei Civici di Venezia”, una realtà dinamica che conta 11 sedi storiche museali, per un totale di oltre due milioni di visitatori all’anno provenienti da tutto il mondo. All’interno di questo siste-ma, la dimora storica si differenzia, poi, per un’originale vocazione alla Moda. il Palazzo è, infatti, sede della Biblioteca del Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costu-me, dov’è conservato un prezioso archivio di costumi e tessuti storici e dove, a rotazione, sono organizzate mostre tematiche che atti-rano l’attenzione di pubblico ed esperti del settore. i criteri espositivi degli abiti e degli accessori, tutti per lo più di provenienza ve-neziana, sono volti a mettere in correlazione

MODA

Page 11: The Lifestyle Journal Venezia

11

l’evoluzione della moda e i mutamenti di gu-sto avvenuti, per esempio, negli arredi: somi-glianze e analogie attraverso epoche e stili, confezionate con la medesima maestria dalle eccellenze artigiane del territorio.

LA tireLLi costumi

Teatro, opera e, soprattutto, cinema. Una serie innumerevole di pellicole, quattordici Oscar vinti, ventiquattro nomination. Da “Il Gattopardo” a “Marie Antoinette”, pas-sando per “Il nome della rosa” e “La leg-genda del pianista sull’oceano”. Queste poche righe, però, non sono minimamente sufficienti a riassumere una storia come quel-la della sartoria Tirelli di Roma, da quasi mezzo secolo legata alla realizzazione di co-stumi per spettacoli e pellicole famosissime, tra cui la maggior parte degli abiti disegnati da Piero Tosi per Luchino Visconti. Tut-to ebbe inizio con Umberto Tirelli, che aprì la sua sartoria nel novembre del 1964, con due macchine da cucire, cinque sarte, una modista, una segretaria e un autista-ma-gazziniere. il primo spettacolo fu la “Tosca” diretta da Mauro Bolognini per il Teatro dell’Opera di Roma, con i costumi dise-gnati da Anna Anni. Sempre nel ‘64, la sar-toria Tirelli realizzò i costumi per tre grandi spettacoli di prosa: “Tre sorelle”, “Il gioco delle parti” e “Il giardino dei ciliegi” di-retto da Luchino Visconti. Da allora la sar-toria Tirelli non ha fatto che crescere, svilup-pando la propria attività principalmente in due direzioni diverse e complementari: quel-la tracciata dalla carriera di Pier Luigi Piz-zi, costellata di costumi concepiti per il teatro di prosa e d’opera prevalentemente (ma non solo) all’insegna dell’invenzione e della fanta-sia; e quella tracciata dalla carriera di Piero Tosi, che si è dedicato di preferenza (ma non solo) al cinema, specializzandosi nella rico-struzione filologica. il lavoro di Tosi ha, poi, influenzato in modo determinante quello di Gabriella Pescucci, arrivata nel 1994 a vincere un Oscar per “L’età dell’innocen-za” e di Maurizio Millenotti, che può vantare due nomination all’Oscar e numerosi premi italiani. Ma sono numerosissimi i co-stumisti cresciuti nella “Bottega Tirelli”. Tra questi citiamo Giovanna Buzzi, Alberto ver-so, carlo Diappi, carlo Poggioli, Flora Bran-catella, Alberto Spiazzi, Silvia Aymonino, Alessandro Lai, Mariano Tufano e Massimo cantini Parrini. Oltre ai moltissimi costume designer stranieri, come Hugo De Ana, Sandy Powell, claudie Gastine, Ann Roth, Penny Rose, Yvonne Sassinot de nesle, Francoise Tournafond, Olga Berluti, Deborah Scott, Jean Philippe Abril e Janty Yates. Dopo la

MODA

In questa pagina: abito Bambola Meccanica da “Il Casanova di Fellini” ph Fiorenzo Niccoli

Nella pagina accanto, dall’alto: E. Pataky in Roberto Cavalli; A. Rohrwacher in Fendi (ph.SGP)

In apertura: immagine della mostra

Page 12: The Lifestyle Journal Venezia

1 2

Trappetti è sicuramente una delle più impor-tanti collezioni private di abbigliamento del mondo. Un patrimonio che, secondo lo spirito del suo stesso fondatore, viene condiviso anco-ra oggi con la partecipazione o l’organizzazione di numerose mostre dove tornano “in scena” gli abiti antichi come pure i meravigliosi costumi realizzati per il cinema e il grande teatro dalla sartoria nel corso della sua gloriosa storia.

Piero tosi

Fu Piero Tosi, insieme all’amico Franco Zef-firelli, a trovare la prima occupazione romana all’emiliano Umberto Tirelli, che negli anni 50 era “di stanza” a Milano. nato a Sesto Fiorenti-no nel 1927, all’epoca Tosi già disegnava i costu-mi per la Callas de “La sonnambula” diretta da Luchino Visconti. insieme a quest’ultimo, il duo Tosi/Tirelli avrebbe poi dato vita ad al-cuni capolavori assoluti del cinema italiano, da “Senso” a “Rocco e i suoi fratelli”, passan-do per “Il gattopardo” e “Morte a Venezia”. con una carriera lunghissima alle spalle, Piero Tosi ha lavorato anche con Mauro Bologni-ni, Dino Risi, Mario Monicelli, Vittorio

scomparsa di Umberto Tirelli, anche grazie agli amici-eredi, la sartoria ha continuato, e tutt’ora continua, la sua prestigiosa attività sotto la guida di Dino Trappetti.

LA FondAzione tireLLi trAPPetti

Umberto Tirelli aveva un’immensa passione per gli abiti antichi, che inizialmente ricerca-va e acquistava a scopo di studio nelle soffitte delle famiglie aristocratiche e sulle bancarelle dei mercati delle pulci di mezzo mondo. così facendo, lentamente e pazientemente, arrivò a mettere insieme un’imponente collezione, che cercò sempre di far “vivere”, con prestiti ai costumisti con cui collaborava e numerose donazioni ai più prestigiosi musei del mondo, dal Metropolitan Museum di new York al Tokyo Institute of Costume, dal Kyoto In-stitute of Costume al parigino Musée des Arts décoratifs. La Donazione più conside-revole (circa 300 costumi) costituisce il nucleo fondamentale della Galleria del Costume del Museo degli Argenti presso Palazzo Pitti (Firenze). Oggi, con più di 15.000 capi autentici, quella della Fondazione Tirelli

ARTIGIANI DELLA

FEMMINILITÀ

La pelliccia è un capo fondamentale nella storia della moda come in quella del cinema, in

quanto oggetto più che mai versatile e raffinato, in grado di interpretare molteplici storie

al femminile e differenti stili di donne. La lavorazione del prodotto, inoltre, riassume in sé

tutti gli insostituibili (e sempre più ricercati) valori dell’artigianalità, del “fatto a mano” e

del “made in Italy”, vista anche l’altissima specializzazione, unica al mondo, delle conce-

rie italiane. Per questo Trame di Moda, in collaborazione con AIP, l’Associazione Italiana

Pelliccerie che dal 1949 rappresenta la filiera, ha enfatizzato la pelliccia come espressione

di eleganza e stile, esponendo i capi icona di Roberto Cavalli, Max Mara, Elcom per Cen-

tro Studi Associazione Italiana Pellicceria e, non ultimo, Fendi. Straordinario è, a questo

proposito, proprio l’abito disegnato da Karl Lagerfeld per Fendi: lo stesso modello in-

dossato da Leda Lojodice nel ruolo della Bambola Meccanica de “Il Casanova di Fellini” ,

riprodotto in pelliccia di vaio (v. foto sotto). Realizzato manualmente da artigiani che han-

no saputo letteralmente plasmare la pelliccia, ricostruendo sia un corsetto perfettamente

“fitted” sia il rincorrersi di rouches e volants caratteristici del costume settecentesco, è

un capolavoro di virtuosismo artigianale. Solo la lavorazione d’eccellenza, infatti, ha con-

sentito di ottenere pelli tanto leggere e duttili da far apparire aggraziato e raffinato un

modello che, altrimenti, con quei volumi, sarebbe facilmente risultato pesante.

MODA

In questa pagina, in sen-so orario: abito di Fran-cesco Scognamiglio, ispirato a “Il Casanova di Fellini” ph. Guinda-ni; capo riprodotto da Pellicceria Elcom per Centro Studi Aip da “Il Talento di Mr. Ripley”; Fendi su disegno di Karl Lagerfeld ispirato a “Il Casanova di Fellini”

Page 13: The Lifestyle Journal Venezia

1 3

scegliere stoffe e materiali, lavorare al trucco e all’acconciatura, assistere alle prove degli at-tori e vivere con loro sul set... Un lavoro tanto affascinante quanto faticoso, come confessa candidamente Tosi: «la preparazione durava mesi ed era una vera tortura...Una sorta di facchinaggio che mi procurava un enorme stress!». Suo malgrado, di quel lavoro lui è poi divenuto “il” maestro. Un mestiere fatto di estro, buon gusto e perizia ar-tigianale, tanto quanto di ricerca. Una passione che o si possiede o niente... «Si vede sin da subi-to, dall’attitudine che un ragazzino ha nel guardare un vestito, nell’interessarsi ai colori e alle stoffe...». Oggi Tosi trasmette i trucchi del mestiere a giovani con la medesima passione, insegnando da molti anni al Centro Sperimentale di Cinemato-grafia di Roma.

De Sica, Pier Paolo Pasolini e molti altri grandi registi, non sempre “facili” da gestire, soprattutto agli inizi, quando si è giovanissimi, sconosciuti e alle prime armi... esattamente ciò che accadde al Tosi ventenne, quando ebbe l’opportunità di lavorare per la prima volta con l’autoritario e temutissimo Luchino visconti, dopo essere stato “mandato” dall’amico Zeffi-relli a fare un provino per diventare il “terzo aiuto” di Maria De Matteis, costumista sto-rica del regista. «Era del tutto evidente che Viscon-ti mi avesse accettato solo per fare un favore a Franco Zeffirelli...» racconta lo stesso Tosi in una bella intervista di Gaia Marotta per Treccanilab. «Poi avrei lavorato con lui per 27 anni, ma all’inizio, ovve-ro al tempo di “Bellissima” (1951, ndr), praticamente non gli rivolsi mai la parola». Disegnare i bozzetti,

Look da film

Silvana Mangano

in “MaMbo” (1954)

e in “Morte a Venezia” (1971)

alida valli

in “SenSo” (1954)

Katharine hepburn

in “teMpo d’eState” (1955)

Florinda bolKan

in “anoniMo Veneziano” (1970)

leda lojodice

ne “il CaSanoVa di Fellini” (1976)

SteFania Sandrelli

in “la ChiaVe” (1983)

helena bonhaM carter

in “le ali dell’aMore” (1997)

gwyneth paltrow

ne “il talento di Mr. ripley”(1999)

angelina jolie

in “the touriSt” (2010)

MODA

In questa pagina, in senso orario: cappotto Max Mara ispirato ad “Anonimo Veneziano”; abito Alber-ta Ferretti ispirato a “Morte a Venezia”; cappotto Ro-berto Cavalli “Le ali dell’amore” (ph. Guindani)

Page 14: The Lifestyle Journal Venezia

1 4

MODA

Dilek H

anif - Givenchy - G

eorg

es Ho

beika

Ram

i Al A

li - Elie Saab

- Dany A

trache - Zuhair Murad

di Silvia Del Vesco

Incantidivini

Silhouette stile Impero

La donna diventa una dea dell’antichità; come una dolce e sensuale colata di henné, i corpet-ti ricamati le disegnano il busto e si aprono in gonne morbide. in contrapposizione al “tattoo di ricami”, ecco vite strette in busti-ni d’oro, su abiti dai tratti grafici e tessuti luminosi nei colori più accesi. Le gonne-conchiglia av-volgono le gambe. Seta e bordi di cristalli evocano il ricordo di forme antiche ed essenze lonta-ne...

Silhouette allungate, ricami flore-ali, intagli, decori di strass, appli-cazioni di cristalli e perle, intarsi di organza e chiffon: tutto questo dà vita ai capolavori dell’alta sartoria. Dolcezza, delicatezza, legge-rezza: tutto sembra così etereo e femminile, negli abiti-gioiello proposti per le collezioni di Alta Moda dell’autunno 2013. Una sinfonia magica di tessuti preziosi, con pizzi nascosti fra i broccati...

Le collezioni 2013 sembrano uscite direttamente dal magico mondo delle favole. La donna indossa abiti che sono un incrocio tra fiaba, arte e moda, con un allure antico e re-gale. collezioni scultoree, colte e sofisticate nei tagli, nei mate-riali e nell’uso dei tessuti, lavo-rati con estrema grazia e uniti a forme classiche. La ricchezza dei dettagli e gli inserti in oro evocano atmosfere klimtiane.

Ritorno al New Look

C’era una volta...

Charme classico e punto vita se-gnato, per evidenziare ed enfatiz-zare la figura femminile. Sfilano capi ricercati, colorati, stampati, che mettono in scena un vero e proprio ritorno al New Look. Bu-stier aderenti fino alla vita che poi si aprono come corolle ap-pena sotto il ginocchio oppure in longuette a pagoda. Per la sera, la gonna si fa lunga fino al polpac-cio, sempre ampia e a ruota, ma impreziosita dagli inserti.

Elie Saab

- Valentino - D

ior - Valentino

Dio

r - Dany A

trache - Yulia Yanina - Dio

r

Alta Moda 2013: belle da Grand Soirée...

Page 15: The Lifestyle Journal Venezia

1 5

MODA

Dior - G

eorges Hobeika - Eric Tibusch - C

hanel

Emporio A

rmani - G

iambattista Valli - M

aison Martin M

argiela Em

porio Arm

ani - Eric Tibusch - Maison M

artin Margiela

A volto coperto

Dalla Russia con amore

Protagonista delle collezioni di Alta Moda 2013 è sicuramente il volto coperto: con reti, veli o vere e proprie maschere, il viso tende a nascondersi. c’è chi osa, costringendolo sotto preziosissi-me “gabbie” in Swarovski o chi si mantiene più sul sofisticato, aggiungendo leggere velette a copricapi importanti. Si affida a un dettaglio d’altri tempi chi sceglie di coprire il volto con un velo di tulle trasparente ricamato di paillettes.

Un mix di storia e modernità, estetica sovietica, imperialismo russo, romanticismo e femmini-lità, che si riflette in tessuti gros-si, caldi e pregiati. Queste col-lezioni guardano al passato, ai lunghi abiti dell’antica Russia, con decorazioni maestose, stoffe multistrato e confezioni elabo-rate. non mancano colbacchi di pelo oversize, gonne e giacche trapuntate blu navy.Lunghi mantelli neri, tipici dei paesaggi d’inverno, si avvolgono intorno a preziosi abiti.

Linee molto pulite e sagomate e gonne rigorosamente longuette per le passerelle dell’Alta Moda 2013, dove la fanno da padroni i completi. Lo storico tailleur è ri-visitato in chiave minimal, con il tweed grande protagonista, nella sua eleganza e “semplicità”. È evidente il richiamo al passato, non solo nei tessuti ma anche negli accessori. e, per la sera, naturalmente, non manca un long dress dalla silhouette pulita.

Baci e papillon

Mademoiselletailleur

il trucco è sempre un particolare di grande importanza. Per questa stagione, si passa da occhi dorati a smoky eyes, carichi di polveri grigio metallizzato. Labbra naturali, rouge o “silen-ziose”, su cui vengono adagiate colorate farfalle che danno vita a bellissime ninfe. effetto total vinta-ge per le capigliature, acconciate con graziose ondine anni venti e impreziosite da coroncine d’oro avvolte in cappelli a cloche.

Dilek H

anif - Ulyana Serg

eenko - Zuhair M

urad - Yulia Yanina - D

any Atrache

Jean Paul G

aultier - Chanel - D

ilek Hanif - G

iorg

io A

rmani - G

iamb

attista Valli

Page 16: The Lifestyle Journal Venezia
Page 17: The Lifestyle Journal Venezia
Page 18: The Lifestyle Journal Venezia

1 8

VICENZAORO

Il Premio Palladio: l’Oscar del gioiello

F inisce il Festival del Cinema di Venezia, con il suo red carpet e le dive che indossano abiti dei migliori stilisti mondiali ma anche gioielli delle più

famose maison internazionali, e inizia a vicenza la fiera più importante dell’oreficeria interna-zionale. Dal 8 al 12 settembre, VICENZA-ORO Fall ospiterà gli oltre 1.400 espositori che presenteranno le collezioni di gioielleria e oreficeria più trendy del mondo nei vari segmen-ti di vendita, in un’occasione unica di confronto fra gli addetti ai lavori anche attraverso seminari, workshop e focus su trend, creatività e innovazione. Sempre aggiornata sulle ultimissime tendenze – il tema di questa edizione è, non a caso, “Creati-vità 5.0”– la manifestazione offre alle aziende gli strumenti per essere sempre aggiornate e aprire i propri orizzonti agli altri settori e all’interna-zionalizzazione, con moltissimi spunti e stimoli anche attraverso iniziative collaterali, che vanno dagli appuntamenti in città agli eventi glamour. ne è un esempio principe “About J”, che si svol-gerà quest’anno a Cortina d’Ampezzo dal 5 al 8 settembre: un format innovativo, riser-vato a una selezione di brand esclusivi, leader del gioiello “Made in Italy” o esteri, che incontrano buyer e stampa in un contesto davvero esclusivo. c’è, poi, il Premio Andrea Palladio Inter-national Jewellery Awards, un Oscar del gioiello che, alla sua prima edizione nel maggio del 2012, ha omaggiato proprio il “Red Car-

pet del Gioiello”, ovvero i marchi che meglio rappresentano esclusività, creatività e visibilità a livello mondiale, contribuendo ad affermare il prodotto in tutti i mercati del mondo. La se-conda edizione sarà presentata proprio durante vicenZAORO Fall e prevede sette categorie di premi assegnati da una prestigiosa Giuria gui-data da Gianmaria Buccellati e composta da Silvana Annichiarico, direttore del Triennale Design Museum, Alba Cappellieri, docente di Design del gioiello al Politecnico di Milano, Franco Cologni, amministratore della com-pagnie Financière Richemont international SA, Beatrice Salmon, direttore del Musée des Arts Decoratifs Paris e Patricia Urquiola, designer di fama internazionale.

Page 19: The Lifestyle Journal Venezia

1 9

VICENZAORO

I l vincitore del “Premio Andrea Palladio” come Miglior designer italia-no è stato Giampaolo Babetto, tra i massimi esponenti a livello internazio-nale del mondo dell’oreficeria veneta. il suo curriculum è davvero troppo lungo da citare ma, allo stesso tempo, non esaustivo di quanto il suo straordinario

lavoro rappresenti per l’arte orafa. Babetto si forma al famoso Istituto d’Arte Pie-tro Selvatico di Padova alla fine degli anni 60; da quel momento il suo percorso è un lavoro instancabile sull’uso dei materiali, sulla ricerca delle forme e sulle più particolari lavorazioni. Dai gioielli minimalisti e geometrici degli anni 70 e 80 alle produzioni recenti, ispirate a forme più morbide e ad alcuni affreschi del Pontormo. Sono molte le personali dal 1972 in poi, accanto alle docenze nelle scuole d’arte più importanti d’europa. Parallelamente, Babetto conquista numerosi altri premi internazionali in europa, America e Giappone e prestigiosi riconoscimenti: uno su tutti quello della Collezione “Peggy Guggenheim” di Venezia, che nel 1995 gli dedica la mostra “Gli Ori di Giampaolo Babetto”. Ogni museo di design di livello inter-nazionale che disponga di una sezione sul gioiello, conta almeno una sua opera nella collezione. Gillo Dorfles, estimatore dell’artista, nella prefazione del catalogo “Gli Ori”, riferendosi alle opere del maestro orafo, scrive: «l’aspetto fantastico si incontra inde-rogabilmente con quello funzionale, rendendo più umane le costruzioni micro-architettoniche dell’ar-tista». e, in effetti, Babetto è un artista a tutto tondo, che negli anni sperimenta con successo anche il design e l’arredo. Tutte le sue opere, in qualsiasi campo, propendono per le forme essenziali e misurate dell’architettura rinascimentale, in un dialogo con-tinuo fra linea, superficie, volume e materia. i suoi gioielli sono entità autonome, non per forza “adattate” al loro uso. Basti pensare agli anelli, non rotondi ad avvolgere il dito, bensì quadrati, tanto che Germano Celant nella pubblicazione “Babetto” edita da Skira afferma: «l’alterazione del processo di progettazione del gioiello è evidente, perché l’artefice arriva a esso tramite una visione non più decorativa, ma logico-analitica, indipendente, atta a creare un doppio risultato, quello di una funzione d’uso ornamentale, quanto scultorea e pittorica». vere e proprie opere d’arte, apprezzate già all’interno di una teca, ma che assumono la loro vera dimensione una volta indossate.

Babetto: gioielli d’arte

Page 20: The Lifestyle Journal Venezia

ww

w.st

efan

hafn

er.c

om

info

@lij

grou

p.co

m

+39

0131

973

411

SH 240x330_LifeStyleJour ok.indd 1 06/08/12 12:08

Page 21: The Lifestyle Journal Venezia

2 1

V icenza non è solo la capitale dell’ore-ficeria, ma anche la città del Palla-dio, meta imprescindibile per gli appassionati di arte e architettura

che, negli stessi giorni di VICENZAORO, visi-tano la Biennale di Venezia. vi proponiamo, dunque, un breve itinerario attraverso la città e i suoi dintorni, per visitare ville e palazzi firmati dal grande architetto, ma anche esempi di architettu-ra contemporanea, con qualche piacevole sosta in luoghi tipici del territorio. i palazzi degni di nota a vicenza sono davvero molti, ma indubbiamente le opere più rappresentative di Andrea Palladio, quelle che non si possono non visitare, sono la Ba-silica Palladiana e il Teatro Olimpico. La “Basilica”, così nell’antica Roma veniva chiamato il luogo in cui si gestivano la politica e gli affari più importanti, ha come nucleo centrale proprio il go-tico Palazzo della Ragione, poi rivestito dalle logge realizzate dal Palladio a partire dal 1546. Al piano terra ancora oggi si trovano negozi di ore-ficeria che mantengono viva la vocazione com-merciale locale, mentre una scalinata marmorea porta alla loggia del primo piano e, di qui, al salo-ne dalla caratteristica copertura in rame a carena rovesciata. La Basilica riaprirà dopo cinque anni di restauri il 6 ottobre 2012 con l’inaugurazione della Mostra “Raffaello verso Picasso - Storie

di sguardi, volti e figure”, che darà il via a una serie di iniziative significative per la vita culturale cittadina, come il Museo del Gioiello. A poche centinaia di metri da piazza dei Signori, dove si trova la Basilica, c’è un altro capolavoro dell’ar-chitettura palladiana: il Teatro Olimpico, un gioiello che l’architetto progettò all’età di 72 anni (e che non vide mai realizzato), ispirandosi ai te-atri romani descritti da Vitruvio. Una struttura architettonica maestosa, con il suo colonnato, le statue e un imponente proscenio, aperto da tre arcate e ritmato da semicolonne, all’interno del-le quali si trovano edicole, nicchie con sculture e riquadri con bassorilievi: una meraviglia prospet-tica che toglie il fiato. Prima di lasciare la città, vi consigliamo una sosta alla Fiaschetteria da Renzo, una scelta infinita di tartine da assaporare con il classico spritz, e un pranzo all’Osteria del Cursore, un ambiente informale dove gustare i piatti della cucina tipica vicentina, primo fra tutti il baccalà. Per questa specialità, non perdete poi il self-service “Da Righetti”, davvero unico nel suo genere. Una volta usciti dal centro di vicenza, la prima tappa d’obbligo è Villa Almerico Capra detta anche «La Rotonda» e situata lungo la statale 247 Riviera Berica. Palladio la progettò nel 1566 per il canonico Paolo Almerico, rientrato nella città d’origine dopo una brillante carriera

presso la corte papale. Passeranno poi 40 anni perché la villa venga terminata sotto la proprietà di Odorico e Mario Capra e la supervisione dell’architetto Scamozzi, erede spirituale del Palladio. Al culmine di un poggio, la costruzio-ne è stata pensata con l’uomo come fulcro di un universale sistema geometrico; una villa-tempio in cui un volume cubico contiene una parte circo-lare che si esplicita con la cupola centrale ispirata al Pantheon romano. Ogni lato è uguale, con una scalinata che porta al grande timpano sorretto da colonnati ionici. evidente è la valenza simbolica

In questa pagina, in senso orario: Villa Capra “La Rotonda”; Teatro Olimpico di Vicenza; Villa Angarano Bianchi Michiel; Basilica Palladiana

Nella pagina seguente: “Bolle” di Fuksas per Nardini (ph. Matteo Danesin)

WEEKEND FUORI PORTA

L’oro di Vicenza: capolavori palladiani e baccalàdi Giovanna Caprioglio

ww

w.st

efan

hafn

er.c

om

info

@lij

grou

p.co

m

+39

0131

973

411

SH 240x330_LifeStyleJour ok.indd 1 06/08/12 12:08

Page 22: The Lifestyle Journal Venezia

2 2

della costruzione, combinazione di volumi per-fetti, cubo e sfera, con gli spigoli orientati verso i punti cardinali, secondo una concezione platoni-ca dell’ordine universale. Da qui le strade possono essere molte, proseguendo sulla Riviera Berica o sulla strada verso Treviso; ammirando Villa Valmarana Scagnolari e Villa Emo sulla Po-stumia, Villa Barbaro a Maser o, ancora, la Malcontenta sulla Riviera del Brenta. Oppu-re prendendo la strada verso il Padovano. noi, però, vi proponiamo una deviazione diversa, in direzione di Bassano del Grappa, dove il fa-moso Ponte Vecchio, oggi dedicato agli Alpini, è ancora fedele al progetto originario del Palladio (1569), che lo aveva pensato in pietra a tre arcate, ma poi acconsentì alla scelta impostagli dall’Au-torità comunale di utilizzare il più elastico legno. La particolarità del Ponte sono le strutture alli-neate al flusso dell’acqua e le capriate triangolari che sorreggono un tetto di legno e coppi, insieme a un colonnato tuscanico. All’estremità sud, ver-so il centro cittadino, dal 1779 è aperta la stori-ca Grapperia Nardini, che da allora produce e serve i suoi prodotti: oltre alla famosa grappa, sono la “Tagliatella” e gli aperitivi le specialità più richieste dagli avventori che ogni giorno affollano il locale, rimasto immutato dall’epoca. il successo ha portato la parte produttiva dell’azienda lonta-no dal Ponte, ma il legame con l’architettura e la città è rimasto immutato nella famiglia nardini che, per celebrare i 225 anni dalla fondazione, ha deciso di lasciare un altro segno tangibile di gran valore per la città: un’architettura d’autore dei no-stri tempi. ecco allora che dal 2004, presso gli at-tuali stabilimenti nardini, sono visitabili le “Bolle” progettate dall’architetto Fuksas: due ellissoidi in vetro e acciaio poggiati su leggerissime gambe e sorretti da un’enorme trave in acciaio inclina-to, con all’interno un ascensore in vetro che da questo mondo leggero e luminoso porta alla parte interrata in cemento e legno, sede di un auditorium da 100 posti. Dopo questo itinerario, è d’obbli-go una sosta al Ponte per un aperitivo e magari una piacevole cena presso la vivace osteria “Al Terraglio”, con una cucina davvero raffinata a due passi dal Castello degli Ezzelini, trascor-rendo poi una notte a Villa Brocchi Colonna, situata a pochi metri da Villa Angarano, altro capolavoro palladiano. Per dormire, si può anche scegliere l’Hotel Cà Sette, di modo che, il gior-no dopo, ci si possa dirigere verso la meravigliosa Asolo, le ville palladiane dei dintorni e la Tom-ba Brion, altro capolavoro di architettura con-temporanea a opera di Carlo Scarpa.

WEEKEND FUORI PORTA

ArchitetturaBasilica Palladiana

Piazza dei Signori - Vicenza

TeaTro olimPico

Piazza Matteotti , 11 - Vicenza

www.teatrolimpicovicenza.it

Villa caPra - la roTonda

Via della Rotonda, 45 - Vicenza

www.villalarotonda.it

Villa Valmarana scagnolari

Via Ponte, 1 (loc. Lisiera) - Bolzano Vicentino

Villa emo

Via Stazione, 5 - Vedelago (TV)

www.villaemo.org

Villa BarBaro

Via Cornuda, 7 - Maser (TV)

www.villadimaser.it

Villa Foscari - la malconTenTa

Via dei Turisti, 9 - Mira (VE)

www.lamalcontenta.com

Villa angarano Bianchi michiel

Via Corte, 15 - Bassano del Grappa (VI)

Bolle nardini

Via Madonna Monte Berico, 7

Bassano del Grappa (VI)

www.nardini.it/bolle.htm

TomBa Brion

Cimitero di San Vito di Altivole - Treviso

Soste goloseFiascheTTeria da renzo

Contrà Frasche del Gambero, 36

Vicenza

+39.0444.321356

osTeria del cursore

Stradella Pozzetto, 10

Vicenza

+39. 0444.323504

da righeTTi

Piazza Duomo, 3 - Vicenza

www.selfrighetti.it

graPPeria nardini

Ponte Vecchio, 2

Bassano del Grappa (VI)

www.nardini.it

osTeria Terraglio

Piazza Terraglio, 28

Bassano del Grappa (VI)

+39.0424.526158

Villa Brocchi colonna

Contrà San Giorgio, 98

Bassano del Grappa (VI)

www.villabrocchicolonna.it

hoTel ca’ seTTe

Via Cunizza da Romano, 4

Bassano del Grappa - Vicenza

www.ca-sette.it

www.robertodemeglio.it

The New Spring Jewels

2008 - 2012, Roberto Demeglio: five years of International Awards

www.fattoamanoinitalia.it

VicenzaOro – Pav. G – stand 1834

Page 23: The Lifestyle Journal Venezia

www.robertodemeglio.it

The New Spring Jewels

2008 - 2012, Roberto Demeglio: five years of International Awards

www.fattoamanoinitalia.it

VicenzaOro – Pav. G – stand 1834

Page 24: The Lifestyle Journal Venezia

2 4

Pal Zileri: spirito internazionale, radici nel territorio

di Giovanna Caprioglio

FORALL CONFEZIONI S.P.A.Via Fabio Filzi, 34 Quinto Vicentino (VI) +39.0444.356096 www.palzileri.com

N ell’immaginario comune succede spesso che l’imprenditore veneto venga dipinto come un perso-naggio un po’ naif, che si è fatto da sé e pensa soltanto a “far schei”, senza troppa sensibilità. il veneto, invece, è ricco di piccole, medie e anche grandi aziende leader nel mondo, non solo per produzione e fatturato, ma anche perché in grado di contribuire alla crescita di un intero territorio. Quando

Gianfranco Barizza e Aronne Miola, insieme ad altri soci, fondarono la Forall nel 1970, forse nemmeno loro si aspettavano che avrebbero fatto tanto per la zona in cui decisero di aprire gli stabilimenti... Quinto Vicentino era allora un’area rurale e anche per questo i soci pensarono sarebbe stato facile trovare giovani che preferissero il lavoro in fabbrica piuttosto che quello nei campi, ma non fu esattamente così... iniziarono, quindi, a ingegnarsi, studiando nuove attività per “attrarre” la manodopera. innanzitutto, venne organizzato un servizio di trasporti, per agevolare gli operai che venivano dalla zona di Valdagno, sede di una buona scuola per periti tessili, oppu-re da quella di Noventa Vicentina, altra area ricca di realtà inserite nel settore tessile e manifatturiero. in un secondo tempo, fu persino costruito un villaggio per ospitare dipendenti che, altrimenti, avrebbero visto troppo poco la propria famiglia. Ma non è tutto: non passò molto che venne predisposta una nursery, dove i figli delle operaie, ormai specializzate, potessero essere seguiti, facendo lavorare le mamme più serenamente. Tutte cose

STORIE DI FAMIGLIA

Page 25: The Lifestyle Journal Venezia

2 5

In apertura: lavorazione di una giacca Pal ZileriIn questa pagina, dall’alto in senso orario: stabili-mento Forall; rifinitura di una giacca; scatto dall’ul-tima campagna

che (forse) ai giorni nostri possono risultare nor-mali, ma che a quei tempi sicuramente appariva-no come un’assoluta rarità. Del resto, l’attenzione verso i propri dipendenti è stata fondamentale per la grande crescita dell’azienda, che negli anni 80 ha sentito il bisogno di creare un proprio marchio. era il periodo in cui iniziavano a esplodere i gran-di stilisti italiani, da Giorgio Armani a Gianni Versace. La Forall, però, non aveva un designer di riferimento, così decise di utilizzare un cognome veneto importante come “Zileri” e un nome cui, in realtà, non corrispondeva un preciso significa-to, ma che suonava bene: “pal”, “amico”, in in-glese. erano gli anni degli eccessi e la Pal Zileri entrò sul mercato cavalcando quest’onda... chi non ricorda le giacche coloratissime che in quel decennio furono quasi il “marchio di fabbrica” del brand?! Seguirono poi gli anni 90, un periodo dal gusto più “serio”, che vide anche il marchio co-stretto a fermarsi per rivedere la propria identità. Fu un momento di grandi cambiamenti pure ai vertici dell’azienda, in cui iniziò a farsi strada la seconda generazione, quella di Marco Barizza, attuale amministratore delegato, e di Manuela Miola, oggi a capo del dipartimento di Marketing e comunicazione. È proprio lei a raccontarci que-sta storia, con la passione e la pacatezza tipiche di chi ha alle spalle basi solide. La Pal Zileri, infatti, forse anche grazie alla nuova energia apportata in azienda dai giovani, riuscì a ripensare se stessa, ri-portando alla luce il proprio DnA: quello dell’ar-tigianalità nella produzione del capospalla, desti-

nato a un uomo raffinato, attento alla moda, ma amante del classico. La produzione del capospalla Pal Zileri è ancora oggi a Quinto vicentino, dove si pone estrema cura nella scelta dei tessuti e nella artigianalità delle lavorazioni; e per la linea LAB, anche se non completamente prodotta in italia, i punti cardine restano quelli della qualità e della massima attenzione a linee e materiali. Pal Zileri ha un’identità forte, portata avanti da una stra-tegia di comunicazione coerente e da una brand identity rafforzata dai 250 negozi distribuiti in tutto il mondo, una cifra in continuo aumento, a par-tire, per esempio, dal prossimo autunno, quando apriranno due nuovi store in Russia (Mosca e San Pietroburgo) e a Lima, in Perù. Proprio nel paese sudamericano, è nato il nuovo progetto dell’azien-da: una produzione equosolidale di sciarpe in Alpaca. Manufatti pregiatissimi realizzati in un villaggio peruviano, dove si sono riuniti piccoli artigiani che, con i loro telai in legno, lavorano questa particolare lana, utilizzando i guadagni per mantenere la loro piccola comunità indipendente e trasmettere la propria arte ai giovani figli. Un progetto ancora in divenire, ma che già ricorda un po’ ciò che la prima generazione fece per il territo-rio con la Forall: visione globale, attenzione locale. e alla domanda «qual è l’attore che vorrebbe vestisse Pal Zileri?», Manuela Miola risponde senza il minimo dubbio: “mi interessa che chiunque vesta Pal Zileri lo fac-cia perché ama il nostro brand, non perché sotto contratto». Una risposta molto corporate. Secondo noi, però, se colin Firth passasse per il Lido in questi giorni…

STORIE DI FAMIGLIA

Page 26: The Lifestyle Journal Venezia

AIRMAN BASE 22 GMT VERSIONREF.3887, ETA 2893-2, AUTOMATIC, 42MM, SAPPHIRE GLASS, 20 ATM

GLYCINE WATCH SA Eckweg 8 P.O. Box CH-2500 Biel 6 Phone: ++41 32 341 22 13 [email protected] esclusivo per l’Italia srl Telefono: 059 454019 [email protected]

continuous fine swiss watch makingsince 1914

Page 27: The Lifestyle Journal Venezia

2 7

La Mostra del Cinema di Venezia compie 80 anni e lo fa dimostrando un rinnovato fervore...

di Giovanna Caprioglio

Lo ha ribadito in occasione della conferenza stampa anche Alberto Barbera, direttore artistico del Festival, che ha posto l’accento sul processo di rinnova-mento degli ultimi anni. Un cambiamento che avrebbe coinvolto la Mostra, fino a toccarne “l’involucro”, ossia le strutture interne. nonostante le polemiche e gli intoppi, intanto, il progetto di restyling del Palazzo della Mostra, cominciato con il rinnovo della Sala Grande, procede con le sale Pasinetti e Zorzi e il ripristino del foyer di fronte alla Sala Grande, visto che la Sala Volpi è stata spostata al primo piano del Palazzo del Casinò. Lì di fronte, il famoso “buco” in cui sarebbero dovuti iniziare i lavori del Nuovo Palazzo del Cinema è stato per il momento ricoperto, ridando respiro all’area e – a quanto pare – anche al casinò, che verrà rinnovato per ospitare nuovi spazi. non è, però, solo la “logistica” a presentare novità per questa edizione: molto impor-tante è anche la nascita del Film Market, allestito dal 30 agosto al 3 settembre presso l’Hotel Excelsior. Un’iniziativa che va ad affiancarsi a quella dell’industry Office, portando una ventata di modernità e permettendo alla Mostra di allinearsi con gli altri grandi festival cinematografici del mondo, già da tempo capaci di abbinare spirito commerciale e anima artistica. interessante è anche il progetto del Biennale College, un laboratorio destinato ai più giovani filmmaker internazionali per produzioni a basso costo, successivamente distribuite online. Ma non è tutto, perché per celebrare questi “primi” 80 anni di Mostra del cinema, è stata organizzata anche la splendida retrospettiva “80!”: dieci film presentati nel corso della storia del Festival e qui riproposti per la loro rarità, trattandosi per lo più di copie uniche di pellicole considerate perdute o di versioni che differiscono da quelle poi distribuite in commercio, restaurate grazie all’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale.

© Foto archivio perale

AIRMAN BASE 22 GMT VERSIONREF.3887, ETA 2893-2, AUTOMATIC, 42MM, SAPPHIRE GLASS, 20 ATM

GLYCINE WATCH SA Eckweg 8 P.O. Box CH-2500 Biel 6 Phone: ++41 32 341 22 13 [email protected] esclusivo per l’Italia srl Telefono: 059 454019 [email protected]

continuous fine swiss watch makingsince 1914

VENEZIA 69

Ottanta anni di cinema e costume

Page 28: The Lifestyle Journal Venezia

2 8

A latere, è stata ideata anche “Venezia Classi-ci”, altra retrospettiva con tantissimi titoli fa-mosi restaurati e proiettati durante i giorni del Festival, tra cui “Heaven’s Gate” (“I cancelli del cielo”, 1980). A presiedere la proiezione del ca-polavoro, nella nuovissima copia restaurata di-gitalmente da criterion, sarà proprio il grande regista statunitense Michael Cimino. Passate in rassegna le novità “strutturali” della 69ma edizione, andiamo a scoprire quelle più legate alla kermesse. Madrina della Manifesta-zione sarà Kasia Smutniak, che il 29 ago-sto terrà a battesimo la Mostra con la classica Cerimonia d’inaugurazione, cui seguirà la proiezione di “The Reluctant Fundamenta-list” di Mira Nair, scelto come film di apertu-ra. L’origine polacca della madrina (comunque naturalizzata italiana) ha suscitato qualche ti-mida polemica, smorzata grazie alle simpatia dell’opinione pubblica nei confronti dell’attrice, che è ricordata non solo per la sua bravura ma anche per essere stata la moglie del compianto Pietro Taricone. Sarà sempre la Smutniak a condurre la Cerimonia di chiusura l’8 set-tembre in piazza San Marco, dove saranno consegnati i Leoni e gli altri premi stabiliti dalla Giuria. il Leone d’oro alla carriera, inve-ce, sarà conferito il 31 agosto a Francesco Rosi, contestualmente alla proiezione della copia restaurata del suo capolavoro “Il Caso Mattei”, Palma d’oro a Cannes nel 1972 nonché simbolo dell’importanza del regista nel cinema italiano di impegno civile. Rosi si affer-ma proprio a venezia nel 1958 con “La sfi-da”. Seguiranno poi altri film importanti come “Salvatore Giuliano” (Orso d’argento a Ber-lino nel 1961), “Lucky Luciano” e “Le mani sulla città” (Leone d’oro a venezia nel 1963). il direttore della Mostra Alberto Barbera ha di-chiarato in proposito: «con una lunga benché non troppo prolifica carriera, Rosi ha lasciato un segno in-delebile nella storia del cinema italiano del dopoguerra. La sua opera ha influenzato generazioni di cineasti in tutto il mondo per il metodo, lo stile, il rigore morale e la capacità di fare spettacolo su temi sociali di stringente attualità». Quanto ai “Film in concorso”, le pellicole saranno esaminate dalla Giuria pre-sieduta da Michael Mann, grande regista, produttore e sceneggiatore americano, affian-cato da Matteo Garrone e da altri nomi im-portanti del cinema internazionale, ma anche dall’arti-star Marina Abramovic, solitamente protagonista delle Biennali d’arte veneziane. il presidente della Giuria di “Orizzonti” sarà, invece, Pierfrancesco Favino, tra gli attori più affermati della nuova generazione del cine-ma italiano. Appuntamento dunque a venezia, dal 29 agosto al 8 settembre 2012.

Per info: www.labiennale.org/it/cinema.

VENEZIA 69

Olivier Assayas“Après Mai” (“Something in the Air”)

Ramin Bahrani“At Any Price”

Marco Bellocchio“Bella addormentata”

Peter Brosens e Jessica Woodworth “La Cinquième Saison”

Rama Burshtein“Lemale Et Ha’chalal” (“Fill the void”)

Daniele ciprì“È stato il figlio”

Francesca comencini“Un giorno speciale”

Brian De Palma“Passion”

Xavier Giannoli“Superstar”

Ki-Duk Kim“Pieta”

Takeshi Kitano“Outrage Beyond”

Harmony Korine“Spring Breakers”

Terrence Malick“To the Wonder”

Brillante Mendoza“Sinapupunan” (“Thy Womb”)

valeria Sarmiento“Linhas De Wellington”

Ulrich Seidl“Paradies: Glaube” (“Paradise: Faith”)

Kirill Serebrennikov“Izmena” (“Betrayal”)

Venezia 69 I FIlm In ConCorso

© Foto aSac © Foto aSac

Page 29: The Lifestyle Journal Venezia

2 9

SPECIALE LIDO

quindi la “Società dei Bagni”, incaricata di promuovere un turismo d’élite , fatto di vacanze, cure marine, sport all’aria aperta e mondanità. Tra il 1900 e il 1930, il Lido subì un’enorme trasformazione, con la nascita di grandi alberghi quali l’Excelsior, il Des Bains e l’Hungaria. Ma anche con il Padiglione delle Esposi-zioni, l’Aeroporto Nicelli, il Golf Club Al-beroni, numerose ville in stile Liberty e, non ultimo, il Palazzo del Cinema, dove nel 1937 fu ospitata l’Esposizione Internazio-nale d’Arte Cinematografica nata nel 1932, grazie soprattutto alla passione del conte Giu-seppe Volpi di Misurata, allora presidente della Biennale. Una figura tanto importante per venezia che il decennio della sua presidenza in Biennale sarà soprannominato “l’era volpi”. Sempre a lui si deve anche la fondazione di Por-

to Marghera, in un momento di rapida indu-strializzazione, diffusione della cultura su larga scala e grande impulso turistico, mirabilmente orchestrati proprio dalla Biennale d’Arte e dalla Compagnia Grandi Alberghi Italiani (ciGA).

grAnd HoteL e ViLLe Liberty

Già alla fine dell’800 si iniziò a pensare al Lido non solo come stazione balneare “per pendo-lari”, ma anche come elegante luogo di villeg-giatura residenziale. i più significativi esempi di questo sviluppo furono indubbiamente i due primi grandi alberghi dell’isola: l’Hotel Lido, vicino all’attracco dei piroscafi in arrivo da ve-nezia (oggi demolito) e il Grand Hotel Des Bains, scenario dei turbamenti di Gustav von Aschenbach in “Morte a Venezia”. Disegnato

LA storiA

Se fino alla fine del ‘800 il Lido era terra di pe-scatori e ortolani, nonché avamposto veneziano per eccellenza, principalmente militare, dai pri-mi anni del XiX secolo in poi, iniziò a essere pensato come luogo ideale per sviluppare un tu-rismo balneare, inizialmente legato alla talasso-terapia. Un progetto articolato per sviluppare il turismo termale a venezia era già nato nel 1852 e prevedeva anche uno stabilimento climatico-balneare al Lido. Per motivi di sicurezza mili-tare, però, venne ridimensionato al solo Lido. Qui, nel 1856, nacquero il primo stabilimento balneare e la prima struttura di accoglienza: un’osteria con alloggi nella zona delle “Quattro Fontane”, dove ancora oggi esiste un albergo di grande charme, tutto in legno, circondato da uno dei giardini più particolari dell’isola. Si costituì

L’Isola d’Oro: storia e fasti del Lido

© Foto archivio perale

di Giovanna Caprioglio

In occasione dell’Ottantesimo anno dalla fondazione della “Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica”, ripercorriamo la storia del Lido di Venezia, che proprio nel secolo scorso ha vissuto un periodo di splendore tale da essere soprannominato “l’Isola d’Oro”.

Page 30: The Lifestyle Journal Venezia

3 0

del Cinema e dei “rifiutati” della Biennale dell’Arte nel decennio 1914-1924, l’hotel era, come è tuttora, il punto di riferimento di tutto l’indotto del Festival. Ma fu l’intero Lido a vi-vere un periodo di incredibile fervore negli anni 30, che trasformò anche la fisionomia archi-tettonica dell’isola, facendo nascere moltissime ville nel cosiddetto stile “Liberty lidense”, una libera interpretazione dei gusti dell’epoca, senza i vincoli imposti dalla municipalità veneziana. Porte-finestre, maioliche sulla facciata, finissi-me lavorazioni in ferro battuto per i decori e i cancelli: tutto seguiva alla lettera la fantasia di committenti e progettisti. Firmate da architetti come Sullam o Torres, molte di queste vil-le sono ancora praticamente intatte: da Villa Mon Plaisir in Gran viale, spesso definita uno dei più significativi edifici italiani in stile Liberty all’Hotel Villa Otello in via Lepanto.

iL Fermento Artistico di inizio ‘900 nei primi decenni del novecento, il Lido fu for-temente interconnesso anche con le vicende ar-tistiche di venezia. come abbiamo visto, l’Hotel excelsior per ben dieci anni ospitò l’esposizione dei “rifiutati” dalla Biennale d’Arte, che assun-se un’importanza sempre maggiore nel tempo, poiché vi prendevano parte gli artisti più avan-guardisti del panorama veneziano: Gino Ros-si, Arturo Martini, Springolo, Zecchin e molti altri. Senza dimenticare il Boccioni, allievo illustre dell’Accademia di venezia e tan-to habitué del Lido da “citarlo” sullo sfondo di diversi quadri. Sarà proprio lui uno degli artisti più ammirati alla prima mostra lidense (1925) del Padiglione delle Esposizioni, costruito per ampliare la proposta di Cà Pesaro e dare una sede “artistica” anche al Lido, vista la sua popolarità internazionale. Particolare attenzio-ne fu posta agli allestimenti del Padiglione, con mobili, vetri decorati, broccati di Fortuny e grandi lampadari di Murano.

iL PALAzzo deL cinemA

Data l’importanza crescente dell’Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica, a soli cinque anni dalla sua nascita divenne neces-saria una struttura dedicata. Oltre al Palazzo del Cinema, il progetto originario prevede-va anche un grande Casinò (ve n’era già uno ospitato all’interno dell’Hotel excelsior), e un terzo edificio gemello, con un’enorme piscina coperta: una perfetta simmetria con un palaz-zo centrale e due “ali” laterali, pensata in pieno stile razionalista dall’ingegnere del comune di venezia Eugenio Miozzi. L’area interessata si trovava a pochi metri dall’excelsior, nella zona del Forte austriaco delle Quattro Fontane. il Palazzo del cinema firmato dall’ingegner Qua-gliata fu il primo a essere inaugurato, in occa-sione della Mostra del 1937, ad appena sei mesi

ra dalle maioliche che la rivestono, nei colori che vanno dall’ocra della terra all’azzurro del cielo, passando per i verdi dell’acqua nei basso-rilievi dai motivi vegetali. Solo un anno dopo, fu la volta del grandioso Hotel Excelsior, pro-gettato da Giovanni Sardi, il più conosciuto architetto dell’epoca. Un’enorme struttura in stile moresco adagiata sulla riva del mare, con cupole in mosaico, merlature, finestre, fontane e sfingi, che richiamano il legame di venezia con la cultura araba. il Grand Hotel rappresentò da subito il punto nevralgico della vita lidense, tan-to che nel 1909 la ciGA attivò al suo interno un centro per cure idroterapiche e chinesitera-pia all’avanguardia, con apparecchi provenienti persino dalla norvegia... non trascorse molto tempo che l’excelsior si trasformò nell’albergo del jet-set internazionale, ormai abitudinario del Lido. Sede della prima edizione della Mostra

dai fratelli Marsich al di là del lungomare, il Des Bains fu inaugurato nel luglio del 1900: una struttura imponente, con grandi colonne dallo stile classicheggiante, rimaneggiata nel 1926 a seguito di un grave incendio scoppiato nell’ala sud. Fortunatamente ne uscì illesa la Sala Vi-sconti, la più famosa e affascinante dell’hotel, completamente rivestita in legno, con un parti-colare ballatoio in ferro battuto e sfere di vetro colorato di Murano. La bellezza del Des Bains, però, stava anche nel grande parco, molto movi-mentato e arricchito da villini, campi da tennis e, dal 1968, dopo l’intervento di Porcinai, anche da due piscine. A sei anni dall’inaugurazione, un altro hotel d’eccezione sorse nel Gran Viale Santa Maria Elisabetta: il Grande Alber-go Ausonia & Hungaria, che rappresenta a tutt’oggi uno dei più begli esempi di Art Dèco dell’isola. Una struttura imponente, resa legge-

SPECIALE LIDO

Page 31: The Lifestyle Journal Venezia

3 1

dio 5+1 e dall’architetto Rudy Ricciotti, con un progetto che avrebbe dovuto essere finito l’anno scorso per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’italia ma che risulta, ancora oggi, in fase di realizzazione, fra infinite polemiche.

L’AeroPorto niceLLi

La storia dell’Aeroporto Nicelli è strettamen-te legata a quella della Grande Guerra, quando si individuò nella zona del Forte di San Nic-colò al Lido la posizione ideale per intercettare gli aerei austriaci in missione contro venezia. La storia dell’aviazione veneziana, però, ha radici più antiche: già nel 1874 un primo aerostato si alzò dal Bacino San Marco, e nel 1912, proprio dalla spianata dell’Hotel excelsior al Lido un “caproni 9” prese il volo per un giro turistico su venezia. A seguito delle importanti vicende belliche che lo videro protagonista, incluso l’im-piego della prima “squadriglia di aerosiluran-ti aeree” ai comandi del maggiore Gabriele

d’Annunzio, l’aeroporto fu dedicato alla me-moria di Giovanni Nicelli, grande pilota pia-centino che si distinse nei combattimenti aerei, per poi soccombere in un conflitto nel maggio del 1918. Anche finita la guerra, l’aeroporto mantenne un avamposto del Regio esercito, che gli permise di gettare le basi per lo sviluppo dell’aviazione civile e di diventare, nel 1926, il primo scalo aereo per il traffico commerciale in italia, in un’epoca in cui erano molto più utiliz-zati gli idroscali. con la nascita della Società Anonima Transadriatica, invece, il Lido fu all’avanguardia nello sviluppo di linee aeree con scali a terra: il primo collegamento fu proprio quello con vienna, ex capitale nemica. Fu a quel punto che, visto il sempre crescente interes-se turistico internazionale per il Lido, si decise di progettare una vera e propria aerostazione per i passeggeri, inaugurata nel 1935 e divenu-ta presto uno degli scali più importanti d’italia, subito dopo Roma. L’aeroporto continuò la sua

dall’inizio dei lavori: una struttura in perfetto stile razionalista, ma con alcuni accorgimenti (i lati arrotondati e finestrati, il gioco di striature del piano terra) che la rendevano più equilibra-ta e leggera. Seguì a ruota il casinò, mentre il terzo edificio non fu mai costruito, soprattutto a causa della Seconda Guerra mondiale. Fu lo stesso ingegner Quagliata, nel 1952, ad amplia-re il Palazzo del cinema, fino a stravolgerne del tutto la prima versione, con l’aggiunta di una parte frontale in cui trovava spazio un foyer, di due scaloni curvilinei che portavano agli uffici del primo piano, della biglietteria e della Sala Volpi. nel corso degli anni, però, sono stati molti gli interventi di restauro; alla Biennale di Architettura del 1991 sono stati esposti ben dieci progetti di architetti di fama internaziona-le, tra cui quello di Rafael Moneo, vincitore del contestuale concorso, che però non hanno mai avuto un seguito. nel 2004 la Biennale ha indetto un secondo concorso, vinto dallo Stu-

SPECIALE LIDO

Page 32: The Lifestyle Journal Venezia

3 2

nel 1543 sull’omonimo isolotto. La fortificazione era collegata a quella di San niccolò per mezzo di una lunga catena e costituiva, insieme a essa, un’im-portante sistema di difesa dell’ingresso settentriona-le alla Laguna. Giacomo Casanova, che venne rinchiuso a Sant’Andrea nel 1743, ne lasciò una preziosa descrizione. Dal 1996 il Forte è inserito in un progetto della Provincia per il recupero e la va-lorizzazione degli avamposti militari presenti in la-guna, ma appare ancora oggi come una struttura in totale stato di abbandono da anni ed è raggiungibile solamente con imbarcazioni private, se si escludono le visite su prenotazione organizzate dal Comitato Certosa e Sant’Andrea. i trasferimenti vengono effettuati dall’imbarcadero AcTv di San Pietro di Castello a venezia o dalla fermata AcTv delle Vignole. Sempre nella zona di San niccolò, si tro-va poi un luogo conosciuto da pochi: il Cimitero Ebraico. Fu fondato nel 1300 per evitare la sepol-tura in territorio urbano degli ebrei, poi cacciati da venezia nel 1516, con la chiusura forzata del ghetto. La prima lapide conservata, quella di Samuel Den Shinshon, è datata 1389 (o 5150, nel calendario ebraico). il cimitero continuò a espandersi fino alla metà del ’600, quando, per difendersi dai Turchi, la Repubblica di venezia dovette ampliare il Forte. caduto lentamente in degrado, fu definitivamente abbandonato nel 1938, con la promulgazione del-le leggi razziali. Fortunatamente, però, verso la fine degli anni 80, il Comitato per il Centro Storico Ebraico di Venezia presieduto dal professor Ce-sare Vivante, si pose il problema del restauro di questo luogo della memoria, preziosa testimonianza di secoli di storia ebraica.

crescita anche dopo il secondo dopoguerra, grazie soprattutto alle Officine Aeronavali, che arrivarono a contare fino a 600 dipenden-ti. negli anni Sessanta, però, tutto fu spostato a Tessera, dove sorse l’Aeroporto Marco Polo che determinò il declino del nicelli. nel 2007 l’aerostazione è stata completamente restaurata, mantenendo la sua impronta Art Dèco e la sua pista d’atterraggio in erba, con l’aspirazione di diventare un aeroporto turistico d’èlite per elicot-teri e aerei privati. visto il suo innegabile char-me e il raffinato ristorante che ospita, il nicelli è oggi spesso utilizzato come sede di eventi privati.

iL goLF cLub ALberoni

La “leggenda” vuole che il magnate americano Henry Ford, giunto al Lido nel 1928 con sacca e mazze da golf, si fosse lamentato con l’amico conte volpi della mancanza di un campo con buche nel così mondano Lido. Fu così che, nello stesso anno della Mostra del cinema, nacque il Circolo Golf Venezia, ancora oggi uno dei campi più antichi e apprezzati d’italia. L’area dove sorge fu individuata proprio da Ford e vol-pi nella zona degli Alberoni, ovvero la parte più a sud del Lido, dove il vento e la sabbia erano molto simili a quelli dei links scozzesi e quin-di ideali. così, intorno a vecchi edifici militari austriaci le cui scuderie costituiscono a tutt’og-gi la struttura del Club House, su progetto dell’architetto scozzese Cruikshank, nacque il primo campo a 9 buche, che si trasformò in un 18 buche nel secondo dopoguerra, grazie all’in-tervento dell’architetto C. K. Cotton. Sempre

migliorato negli anni, il campo si trova all’inter-no degli Alberoni, Oasi protetta dal WWF caratterizzata da una flora e, soprattutto, da una fauna ricchissime. Per le sue caratteristiche mor-fologiche, il fascino paesaggistico che esercita e la sua vicinanza a venezia, il circolo Golf degli Alberoni resta uno dei club più prestigiosi ed ele-ganti d’italia.

i Forti e iL cimitero

Di interesse storico sono i forti di origine difen-siva, posti uno di fronte all’altro nella zona nord del Lido: il Forte di San Niccolò e quello di Sant’Andrea. Quello centrale, chiamato an-che Forte delle Quattro Fontane, è l’area in cui oggi sorgono il Palazzo del Cinema, il Casinò e l’Hotel Quattro Fontane, appunto. Principale punto d’accesso alla città per navi e traghetti, San niccolò rappresenta il principa-le avamposto della città di venezia. Ha quindi sempre avuto un’importanza strategica, dal-la minaccia turca del 1400 alla Prima Guerra Mondiale, quando divenne sede del comando del Fronte a mare. Prende il nome dalla Chie-sa del 1000 costruita lì vicino, per conservare le spoglie di San niccolò, patrono dei naviganti. Proprio nelle acque di fronte alla chiesa, pe-raltro, era tipica la tradizionale cerimonia del-lo Sposalizio del Mare, durante la Festa della Sensa. Oggi il Forte, incluso nel complesso della Caserma Guglielmo Pepe e adibito a usi mi-litari, conserva della struttura antica solo pochi muri visibili dall’esterno. Proprio dalla parte op-posta, si trova il Forte di Sant’Andrea, innalzato

SPECIALE LIDO

Page 33: The Lifestyle Journal Venezia

3 3

lavori per il sistema MOSE, che hanno compor-tato interventi strutturali per Malamocco, come l’innalzamento delle rive urbane, la creazione di paratie nei rii che attraversano il centro abitato e ulteriori interventi dalla parte del mare. così, dal 1998, Malamocco è rimasta sempre “all’asciut-to”, assistendo, grazie al naturale charme e alla vi-cinanza con gli Alberoni, a un’interessante riqua-lificazione. Discorso a parte meritano anche gli Alberoni che, come abbiamo ricordato, non solo ospitano l’elegante Circolo Golf Venezia, ma costituiscono anche una meravigliosa oasi natura-le, dove flora e fauna si mescolano con le grandi dune sabbiose e il mare. Molti degli animali che vi abitano sono specie rare e in via d’estinzione, come il fratino, la beccaccia di mare, il gruccione e, ancora, falchi, poiane e cardellini. Ma anche molte varietà marine tipiche della laguna vivono nelle pozze d’acqua dolce della zona, sempre più

affollata di bagnanti, proprio per la sua bellezza selvaggia, che viene comunque tutelata dal co-mitato dell’oasi. Provenendo dal centro del Lido, prima di Malamocco e degli Alberoni, si trova la zona dei Murazzi, così chiamata perché in tempi antichi era una sorta di argine atto a pro-teggere dalle mareggiate causate soprattutto dai fiumi deviati per rendere più fluida la viabilità dei porti. Molti sono stati gli interventi nel corso dei secoli e oggi la zona, particolarmente frequenta-ta dai veneziani, che amano sole e tranquillità, si presenta come una distesa di massi costeggiata da una lunga passeggiata. c’è chi usa i rami degli alberi che affiorano dal mare per costruire delle capanne-ombrellone e chi li usa per alimentare succulente grigliate di pesce. Un ambiente davve-ro originale e del tutto distante da quello tipico del litorale lidense, fatto di sabbia e di eleganti cabine sul mare...

“L’ALtro” Lido

Oltre ai progetti di riqualificazione del Lido, l’iso-la è bella da scoprire anche nelle sue parti anco-ra “genuine”, fra bellezze naturalistiche e angoli nascosti. Metamauco, ovvero il primo nome del Lido, trae origine dalla sua zona più antica, Ma-lamocco, che rappresenta uno dei primi insedia-menti stabili del territorio lagunare fin dall’epoca preromanica. Situato nella zona in cui l’isola si stringe, poco lontano dagli Alberoni, questo pic-colo centro fu persino sede vescovile nel viii se-colo. Sempre sottoposta a problemi di mareggiate e acqua alte, la Malamocco di oggi presenta un impianto settecentesco e il tipico stile urbano “ve-neziano” con calli e campielli. Anche per questo è il centro storico più suggestivo del Lido. Proprio negli ultimi anni, per gestire le problematiche legate alle maree, poco lontano di qui e preci-samente alle bocche di porto, sono cominciati i

SPECIALE LIDO

Page 34: The Lifestyle Journal Venezia

3 4

Da qualche anno EstCapital, gestore di fondi immobiliari con un forte legame con Venezia, sta cercando di far tor-nare il Lido agli splendori della Belle

Époque, con un ampio piano di riqualificazione comprendente l’Hotel Excelsior, l’Hotel Des Bains e altre zone, che dovrebbe riportare “L’isola d’Oro” a essere una meta del turismo internazionale di lusso, proprio come negli anni 30. il primo pro-getto a prendere il via da settembre sarà il restauro completo dell’Hotel Des Bains, set del film “Morte a Venezia”, che ruoterà proprio intorno alla famosa Sala Visconti, mantenuta nello stile dell’epoca, ma trasformata in una lussuosa lobby. Sarà il cuo-re della struttura, da cui si accederà ai 58 appar-tamenti extra lusso di varie metrature e a 4 vil-le nel parco che godranno di altrettanti servizi a cinque stelle. Concierge, security, valet parking e persino room service e catering offerti dal Boutique Hotel, che all’interno della struttura gestirà, inoltre, 23 suite e tutti gli spazi comuni. Ogni dettaglio sarà studiato per offrire agli ospiti il massimo del relax in struttu-re di estremo lusso: area wellness, piscina coperta e palestra all’interno; piscina scoperta, campi da ten-nis e beach club all’esterno. Al Beach club Des Bains, ovvero la spiaggia di fronte all’hotel allestita con le classiche capanne, si potrà accedere anche attraver-so un tunnel privato interno all’albergo (il program-ma di membership sarà comunque dedicato a soci sia interni che esterni). il progetto di restauro è seguito da R&S Engineering e, per gli interiors, dal londi-nese Brighton Hughes Design Studio, mentre i lavori sono stati assegnati alla ditta ECIS S.C.C. di Ravenna. Tempo previsto: meno di due anni. Sarà l’inizio della rinascita dell’isola d’Oro?

La Belle Époque lidense: oggi come allora?

SPECIALE LIDO

Page 35: The Lifestyle Journal Venezia

TLJ_agosto 2012.indd 35 24/08/12 11.27

Page 36: The Lifestyle Journal Venezia

3 6

DORMIRE

Cà del Borgo Un palazzetto del Xv secolo nel cen-tro di Malamocco, storica residenza dei nobili veneziani e oggi albergo di charme con sei camere arredate in stile, mobili e tappezzerie d’epoca. ci si può rilassare nella bella corte interna o percorrere un breve sen-tiero sterrato per poi ritrovarsi sulla spiaggia dei Murazzi. Per i fortunati

FARE L’APERITIVO

Villa LagunaUna residenza asburgica di inizio ‘900, situata a due passi dall’attracco del vaporetto di Santa Maria elisa-betta, proprio di fronte a venezia. Dalla sua terrazza è possibile godere di un magnifico tramonto sulla La-guna, con vista su piazza San Mar-co, in un’oasi di relax ed eleganza. Per chi si voglia trattenere anche dopo, il ristorante offre piatti molto curati, serviti nella veranda sempre “fronte Laguna”; le camere dell’al-bergo sono 19 suite bilocali con vista mozzafiato.

Ex Pescherianell’area dell’ex Pescheria di via Le-panto, proprio sotto il colonnato, da qualche anno questa trattoria è sem-pre molto affollata per l’aperitivo, soprattutto di ritorno dalla spiaggia. Bancone esterno, spritz e “cicheti” per finire la giornata in allegria, in un ambiente rustico e rilassato. non male anche la cucina di pesce e spe-cialità veneziane.

CENARE

Le GarzetteUna tipica casa colonica nel verde, con l’aria marina che bacia gli orti, i cui prodotti stagionali (pomodori, asparagi, peperoni, melanzane, zuc-chine e, soprattutto, i famosi carciofi di Malamocco) diventano la base per ricette tradizionali della cuci-na veneta. L’ambiente è semplice e rilassato; si pranza e si cena in una veranda nel giardino. Le Garzette si trova giusto a pochi minuti dal cen-tro di Malamocco, ma per i più “pi-gri” ci sono anche 5 stanze arredate in stile ‘800: una pausa rilassante tra campagna e mare.

che possiedono una piccola barca, di fronte all’albergo è stata ripristinata un’antica darsena, da cui un tempo partivano le barche a remi colme di verdure e pescato per i veneziani. A poca distanza, nella piazza della chiesa, si trova anche Cà Alberti, altra residenza di charme, sempre ap-partenente al complesso di cà del Borgo.

Quattro FontaneMantenuto ancora come un tempo, con l’impianto di una casa di cam-pagna, i balconi in legno e un me-raviglioso giardino, è il più antico albergo del Lido. Lo stile è un misto tra il classico veneziano e il rustico, con tocchi anni 50; l’atmosfera che si respira ha comunque un sapore “antico”, con uno charme tutto par-ticolare. nel 1966 fu costruita una “barchessa”, anche questa in uno stile simile, che i proprietari allesti-rono con la loro particolarissima collezione di arredi. La posizione del Quattro Fontane è strategica, giusto a fianco del casinò e a pochi metri dal Palazzo del cinema.

IndirizzidorMire

cà del Borgo e cà alBerTi

Piazza delle Erbe , 8 - Malamocco

+39.041.770749

www.cadelborgo.com

QuaTTro FonTane

Via Quattro Fontane, 16

+39.041.5260726

www.quattrofontane.com

Fare l’aperitivo

Villa laguna

Via Sandro Gallo, 6

+39.0415261316

www.hotelvillalaguna.it

ex Pescheria

Via Lepanto

cenare

le garzeTTe

Lungomare Alberoni, 32

+39.041731078

www.legarzette.it

al PonTe di Borgo

Calle Mercerie - Malamocco

+39.041770090

SPECIALE LIDO

iL Lido Più Autenticoindirizzi preziosi per mangiare, dormire, fare l’aperitivo, cenare (anche in costume!) e godersi la spiaggia...

Page 37: The Lifestyle Journal Venezia

3 7

Al Ponte di BorgoPer la cena, ma anche per una piace-vole pausa diurna nel vostro itinera-rio in bici da Santa Maria elisabetta agli Alberoni, la Trattoria al Ponte è una vera sorpresa. Tra le calli di Malamocco, ti accoglie in una stan-za scura in stile anni 50, che poi però sbuca in un delizioso giardino con pergolato. La cucina è specializzata in sarde in saor, ma ci sono anche ottime seppioline fritte o alla griglia, alici arrostite e gamberoni ai ferri.

AlberoniAll’interno dell’Oasi naturale pro-tetta dal WWF, all’estremità del Lido, la spiaggia si raggiunge solo a piedi o in bicicletta. La natura sel-vaggia è “mitigata” da un ciringuito sulla spiaggia, dove gustare cibi sani spesso anche vegetariani, tra musica soft e lunghe panche per rilassarsi in compagnia.

B.eachTra le eleganti capanne del Lido, c’è una “zona franca” Molto amato dai giovani, il B.each è uno spazio di relax sempre attivo, dalle colazio-ni (anche salate) ai piatti freschi del brunch, passando per i lunghi aperiti-vi a base di frutta e le serate, con una programmazione sempre diversa. novità del 2012 è il progetto wellness, con massaggi e lezioni di yoga.

CENARE ANCORA IN COSTUME

Ai Bagni Alberoniin uno stabilimento anni 50, molto curato, con capanne e ombrelloni, il ristorante è il luogo perfetto dove gu-stare specialità di carne e pesce, ma anche una buona pizza, di fronte al mare, dopo un ultimo bagno al tra-monto. il fascino del passato.

Trattoria Ai MurazziProprio di fronte alla passeggiata dei Murazzi, a 100 metri dal mare, questo casone in legno, che all’inter-no ricorda un po’ una taverna dei pirati, propone pizza e, soprattutto, carne. Durante la Mostra del cine-ma allunga gli orari di apertura della cucina e resta aperto tutti i giorni.

IN SPIAGGIA

Ai Murazziil mare più selvaggio del Lido, vissu-to tra gli scogli di questa zona nata per proteggere l’isola dalle mareg-giate. in molti si inventano vere e proprie “cabanas” costruite con i le-gni lasciati dal mare e i parei; i più attrezzati hanno persino un piccolo orto.

cenare ancora in coStuMe

ai Bagni alBeroni

Strada nuova dei Bagni, 26

Alberoni

+39.041731029

www.bagnialberoni.com

TraTToria ai murazzi

Via Kirchmayer, 16

+33.0415267278

in Spiaggia

ai murazzi

alBeroni

B.each

Lungomare Gabriele d’Annunzio, 20

+39.349.6731182

SPECIALE LIDO

Page 38: The Lifestyle Journal Venezia

3 8

Biennale di Architettura: l’edizione di Chipperfield

ARTE

«David Chipperfield è una personalità che coltiva una vi-sione molto intensa dell’architettura come prassi». Questo il commento del presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta sul nuovo diretto-re artistico della Biennale di Architettura. Una scelta che, appunto, ha come principale vo-lontà quella di ritornare a guardare all’architet-tura come a una disciplina a tutto tondo. non a caso Sir David Chipperfield ha deciso di in-titolare questa Tredicesima edizione “Common Ground”, allo scopo di evidenziare e valorizza-

re le idee comuni che vanno al di là delle singole personalità degli architetti, spesso valutati come star. Dal 29 agosto al 25 novembre 2012 sa-ranno esposti 65 progetti provenienti da ben 55 nazioni, chiamate a porre l’attenzione sul ter-reno comune e condiviso della professione, sen-za tralasciare comunque di mostrarne le grandi differenze interne, nate dal contesto in cui l’ar-chitettura opera, dalla cultura, dalle tradizioni e da storie molto diverse tra loro. La disciplina, d’altronde, è per natura necessariamente vincola-

ta dalla relazione con la società in cui si inserisce. insomma, è una Biennale che punta a ricordare quanto l’architettura sia «lo strumento per realizzare quella res publica che è luogo dei singoli e che appartiene a tutti», per citare sempre le parole di Baratta. il che, tradotto nell’ottica di chipperfield, signifi-ca spazi pubblici e residenze abitative. i progetti saranno presentati nelle tradizionali location dei Giardini e dell’Arsenale, ma la Biennale animerà anche molti altri luoghi della città, con una ricca programmazione di eventi collaterali...

ph: Giulio Squillacciotti

Schizzo di Aldo Rossi per l’allestimento “Archi” della 3° Biennale di Architettura del ‘85

Page 39: The Lifestyle Journal Venezia

3 9

Fondazione Querini Stampalia e Medicina-Mentis presentano la retrospet-tiva “Viagem sem programa”, per celebrare Alvaro Siza, Leone d’oro alla Biennale di quest’an-no, presentandone il lato più intimo e meno conosciuto. Un percorso che parte dai taccuini d’appunti, da cui i curatori Raul Betti e Greta Ruffino, insieme all’autore stesso,

della città lagunare e del suo entro-terra. “Progetto venezia” ricevette un altissimo numero di adesioni: furono circa 1.500 i partecipanti al concorso indetto per l’assegnazione del “Leone di pietra”. Di ciascun progetto selezionato da Rossi fu re-alizzato un manifesto con le tavole che meglio lo identificavano. i ma-nifesti andarono, poi, a rivestire gli “archi” sistemati all’ingresso dei Giardini della Biennale, da cui prende il nome l’interessante inizia-tiva di ca’ Giustinian.

Tanto sta facendo parlare di sé il

Palais Lumière, l’origina-le palazzo immaginato dal coutourier Pierre Cardin a Porto Marghera. enorme torre che prende ispira-zione da tre fiori tenuti insieme da un nastro, l’edificio rappresenta un concreto esempio di “scultura utili-taria”, in cui poter abitare, lavorare e divertirsi: una struttura da vivere 24 ore al giorno, insomma. L’inedi-ta mostra è, per l’appunto, volta a illustrare nel dettaglio questo straor-dinario progetto architettonico, pro-prio nel luogo in cui dovrebbe esser costruito.

Organizzata dal FAI Fondo Ambiente Italiano, la mostra

“Programmare l’ar-te. Olivetti e le Neoa-vanguardie cinetiche” riprende l’esposizione del 1962, per cui furono coinvolti gli artisti del Gruppo T (Anceschi, Boriani, co-lombo, De vecchi, varisco) e quelli del Gruppo Enne (Biasi, chiggio, costa, Landi, Massironi), oltre a Bruno Munari, Enzo Mari e Ge-tulio Alviani. verranno esposti il materiale pubblicitario prodotto da Olivetti, le fotografie di Dondero, il film prodotto per l’occasione e in-terviste ad artisti e intellettuali.

hanno selezionato immagini della famiglia e dei molti viaggi, disegni e ritratti, commenti e note personali, per raccontare la parte più intima dell’architetto e mostrare la pro-fonda interconnessione tra questa componente e quella progettuale. il risultato sono 53 opere, oltre a stampe autenticate dall’autore e a un’interessante video-intervista, che raccontano frammenti di vita, poi tradotti in segni tangibili.

Già inaugurata lo scorso 11 giu-gno a Ca’ Giustinian, l’esposi-

zione “Gli Archi di Aldo Rossi per la Terza Mostra Internaziona-le di Architettura del 1985” espone manifesti, progetti e carte d’archivio dalle collezioni dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee. era intitolata «Progetto Venezia» la iii Mostra di Architettura, diretta proprio da Aldo Rossi, che invitò architetti già affermati, ma anche giovani meno famosi, a presentare idee e disegni innovativi per la riqualificazione e la trasformazione di specifiche zone

Indirizzi

Fondazione

Querini StaMpalia

Santa Maria Formosa - Castello, 5252

www.querinistampalia.it

dal 29 agosto al 11 novembre

ca’ giuStinian

San Marco 1364/a

www.labiennale.org

dal 29 agosto al 25 novembre

palaiS luMière

Via delle Industrie - Marghera (VE)

www.ccipierrecardin.com

www.palaislumiere.eu/biennalevene-

zia2012

dal 29 agosto al 25 novembre

negozio olivetti

Piazza San Marco, 101

www.fondoambiente.it

www.negoziolivetti.it

dal 30 agosto al 14 ottobre

biennALe e dintorniappuntaMenti da non perdere

ARTE

Page 40: The Lifestyle Journal Venezia

TLJ_agosto 2012.indd 40 24/08/12 16.17

Page 41: The Lifestyle Journal Venezia

4 1

Eventi tra arte, cinema, eccellenza e tradizione

Palazzo Grassi François Pinault Foundation “La voce delle immagini” inaugura il 30 agosto “La voce delle imma-gini”, la prima mostra di Palazzo Grassi-François Pinault Foundation dedicata alle immagini in movimento della Collezione Pi-nault. L’esposizione metterà in risalto il forte lega-me tra la città lagunare e il cinema, inaugurando non a caso durante la 69ª Mostra internazio-nale d’arte cinematografica. Già curatrice di “Madame Fisscher” e de “Il mondo vi appartiene” a Palazzo Grassi, nonché di “Elogio del dubbio” a Punta della Dogana, Caroline Bourgeois ha riunito circa 30 opere di 25 artisti, tra film, vi-deo e installazioni. il percorso espositivo mette in luce la grande diversità esistente tra i vari media, i dispositivi di proiezione e le loro differenti moda-lità di relazionarsi allo spazio e al tempo. Tra gli artisti presenti in mostra: Adel Abdessemed, Peter Aerschmann, Yael Bartana, Mohamed Bourou-issa, Mircea cantor, Paul chan, Liu Da Hong, Yang Fudong, cao Fei, Peter Fischli e David Weiss, Michel François, Abdulnasser Gharem, Johan Grimonprez, Hassan Khan, Taro izumi, cameron Jamie, Zoe Leonard, Bruce nauman, Shirin neshat, William Pope L., Anri Sala, Javier Tellez, Bill viola e Mark Wallinger. L’esposizione sarà, inoltre, l’occasione per realizzare un nuovo ciclo di incontri aperti al pubblico con gli artisti presentati in mostra e la proiezione di una serie di film all’interno delle due sale cinematografiche situate nell’ammezzato di Palazzo Grassi. Sempre nello stesso periodo e fino al 31 dicembre, sarà visitabile anche la mostra «Elogio del dubbio» presso Punta della Dogana-François Pi-nault Foundation che, attraverso le opere di 20 artisti, indaga la sfera del turbamento e la messa in discussione delle certezze in tema di identità, tra la dimensione personale e quella dell’opera.

Fondazione Prada Ca’ Corner della Regina“The Small Utopia”inaugurata alla Fondazione Prada il 5 luglio “The Small Utopia. Ars Multiplicata” fa ri-ferimento al sogno, trasmesso dalle Avanguardie storiche agli artisti di oggi, di arrivare alla diffusio-ne democratica dell’arte, praticando una moltipli-cazione dell’oggetto o dell’opera, per favorire una sua diversa fruizione estetica e sociale. La mostra documenta il periodo che va dai primi del ‘900 al 1975 con oltre seicento edizioni, multipli e prototi-pi. La trasformazione dell’idea dell’unicità dell’arte e della sua percezione, rappresentata non solo at-traverso la moltiplicazione degli oggetti, ma anche attraverso i diversi linguaggi del novecento: dai li-bri d’artista e dalle riviste, dal cinema sperimentale e dalla radio. ma anche dai tentativi di costrutti-visti e produttivisti russi di intervenire su oggetti di uso popolare, come le ceramiche, e dall’ambi-zione più individualista di Marcel Duchamp, passando attraverso tutti i principali movimenti artistici del periodo: Futurismo italiano, Bau-haus, Neoplasticismo, Dadaismo, Surrea-lismo, senza dimenticare Nouveau Réalisme, Optical e Fluxus. Fino all’esplosione di arte moltiplicata indotta dalla Pop Art, promotrice di un vero “supermarket” dell’oggetto artistico, tradot-to ora in libro, ora in rivista o scatola di cibo, film, vestito, disco, piatto, mobile d’arredo, giocattolo e molto altro ancora... Una contaminazione tra aspi-razione democratica e business che anticipa la messa in circolazione dei gadget d’arte, oggi attuata anche dalle istituzioni museali. «Il multiplo si fa pregevole come l’originale e, di fatto, raro, al punto tale che, per sottolinearne il destino ultimo, “The Small Utopia” è strutturata come un museo archeologico, dove i reperti sono esposti in vetrine chiuse, quasi fossero tracce di una civiltà oramai giunta a termine», parola di Germano Celant, curatore dell’espo-sizione.

© Bill Viola Studio“Hall of Whispers”, video/sound installation (1995)

Yang

Fud

ong

-Liu

Lan

, 200

3

© A

ttili

o M

aran

zano

- “T

he S

mal

l Uto

pia

© Attilio Maranzano - “The Small Utopia”

ARTE

Palazzo GrassiCampo San Samuele, 3231

www.palazzograssi.it

dal 30 agosto 2012 al 13 gennaio 2013

PUNTa DElla DoGaNaCampo de Salute, Dorsoduro, 2

www.palazzograssi.it

fino al 31 dicembre

FoNDazioNE PraDaCalle de Ca’ Corner - Santa Croce, 2215

www.prada.com/it/fondazione/cacorner

dal 5 luglio al 25 novembre

Indirizzi

Page 42: The Lifestyle Journal Venezia

4 2

Fondazione Cini “Carlo Scarpa. Venini 1932 -1947”il 29 agosto, con la mostra “Carlo Scarpa. Venini 1932-1947” a cura di Marino Baro-vier, si inaugura un nuovo spazio espositivo permanente all’interno della Fondazione Giorgio Cini, dedicato alle attività del pro-getto “Le Stanze del Vetro”. Realizzata nelle sale restaurate dall’architetto newyorchese An-nabelle Selldorf, l’esposizione ricostruisce il percorso creativo di Carlo Scarpa, attraverso più di 300 opere realizzate negli anni in cui operò come direttore artistico per la Vetreria Venini. i lavori sono suddivisi in una trentina di tipologie che si differenziano per tecnica di esecuzione e tessuto vitreo (dai vetri sommer-si alle murrine romane, dai corrosi ai vetri a pennellate). il materiale esposto comprende anche prototipi e pezzi unici, disegni e bozzetti originali, insieme a foto storiche e documenti d’archivio, e propone anche un interessante confronto tra l’attività di Scarpa-designer e quel-la di Scarpa-architetto. Una mostra di grande spessore, ideale per inaugurare “Le Stanze del vetro”, il progetto culturale pluriennale avviato dalla Fondazione Giorgio cini in collaborazio-ne con Pentagram Stiftung, per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria veneziana del novecento. L’obiettivo è mostrare le innume-revoli potenzialità di questa materia, riportan-do il vetro al centro del dibattito e della scena artistica internazionale. L’edificio destinato alle esposizioni de “Le Stanze del vetro” è situato nell’ala ovest dell’ex Convitto dell’Isola di San Giorgio Maggiore e dispone di ben 650 metri quadrati di superficie espositiva. Oltre alle mostre, lo spazio sarà un vero e proprio centro studi, che ospiterà convegni, laboratori didattici, eventi e una biblioteca dedicata (in fase di realizzazione).

Fondazione Vedova Magazzini del Sale “Plurimi/Binari ’77 / ’78”Allestita nell’ex squero cinquecentesco dei Magaz-zini del Sale dove Emilio Vedova lavorava e aveva realizzato, tra l’altro, il ciclo “Lacerazione”, questa mostra offre un’occasione straordinaria per un ulteriore approfondimento sul lavoro dell’artista veneziano. Oggi lo spazio è stato magistralmente restaurato su un progetto dell’amico Renzo Piano, visto e condiviso personalmente dallo stesso vedova prima della morte. il punto di forza dello studio ar-chitettonico è il binario al centro dello spazio, lungo il quale si muovono le opere, che possono così es-sere osservante con una visione bifrontale. curata da Fabrizio Gazzarri, la mostra presenta per la prima volta insieme tre cicli completi (il ii, il iii e il iv, inedito) e alcuni “Plurimi/Binari” singoli. La scelta del titolo, come d’abitudine per emilio ve-dova, era un’operazione importante e spesso assai laboriosa, perché dava per prima la traccia di un’in-dicazione di poetica e del suo nucleo problematico ed emozionale. “Lacerazione” esprime, infatti, tutta la passione e l’intensità di un disagio esistenziale testi-moniato con distacco e lontananza. Per vedova il richiamo verso una vita umanamente autentica era diventato fortissimo, tanto che si rinchiudeva spesso nella solitudine dello studio e in silenzi intensamente vissuti. i “Plurimi/Binari” esprimono una condizione di particolare raffreddamento interiore: graffiti di alfabeti indecifrabili, spaccati di luce bianca su “vuo-ti insostenibili”, presenze e tracce di umano in un camminare senza meta e gravità. e, ancora, scrittu-re “bianco su nero” in automatico, poi dilavate, can-cellate e negate. Sono dipinti su pannelli asimmetrici in legno, scorrevoli su binari in gruppi di due o tre che, sovrapponendosi, creano collage in movimento. Alla fine degli anni 70, vedova ne realizzò cinque cicli, ognuno composto da dieci forme in quattro inquadrature.

ARTE

FoNDazioNE vEDovaMagazzini del Sale - Zattere, 50 (VE)

www.fondazionevedova.org

dal 30 giugno al 25 novembre

FoNDazioNE GiorGio CiNiIsola di San Giorgio Maggiore (VE)

www.lestanzedelvetro.it

dal 29 agosto al 29 novembre

In questa foto e in basso a sinistra, installazioni da “Lacerazione” e “Plurimi/Binari ‘77/’78” di Emilio Vedova

Carlo Scarpa per Venini“Incisi” (disegno 1940)

Carlo Scarpa per Venini - “Rigati e tessuti“(disegno 1938-40)

Indirizzi

Page 43: The Lifestyle Journal Venezia

HA

APERTO

Page 44: The Lifestyle Journal Venezia

4 4

La Regata Storica tra presente e passatodi Daniela Longo

“dipinta”, sia in realtà un falso storico, visto che l’ingresso della Sovrana in San Marco avvenne, in realtà, a bordo del Bucintoro. Seguono poi le gondole, simbolo di venezia ma anche frutto di un’evoluzione durata secoli, che le ha porta-te a essere le imbarcazioni a remi più complesse mai concepite. Per finire, ecco le bissone, bar-che agili e veloci a otto remi (quattro per lato), che fendono l’acqua in sincrono, com’è tipico di tutte le imbarcazioni civiche veneziane. il loro nome deriva probabilmente dalla parola “bissa” (“biscia”), quasi sicuramente riferita alla forma lunga e sottile della barca. Ogni bissona è caratterizzata da una particolare decorazio-ne con il nome dell’allegoria che rappresenta: veneziana, Querini, Rezzonico, Floreale, ci-nese, cavalli, nettuno, naviglio e Geografia. Un tempo veniva eretta in volta de canal, di fronte a ca’ Foscari, la cosiddetta “Machina”, una struttura con meccanismi in grado di pro-durre movimenti, giochi d’acqua e suoni, per la cui realizzazione erano impiegati i migliori architetti e artigiani. era la postazione in cui sedevano gli ospiti illustri e venivano consegna-ti i premi. Oggi, invece, la Machina è soltanto un palco coperto, che ricorda vagamente la pe-scheria di Rialto, con ai lati alcune tribune per gli spettatori.

dALLA benedizione ALLo “strAPPo”«Gavè remi? Gavè forcole? Voghè!»: con questa frase un tempo si dava il via alla regata.

La Regata Storica è un evento tanto importante, vissuto e sentito per ve-nezia da riuscire a mobilitare gran parte della città, come accade anche

nel caso degli appuntamenti del Redentore e della Madonna della Salute. È nel 1841 che la Regata assume l’aspetto e le caratteri-stiche che vediamo ancora oggi: non più una competizione indetta in occasioni straordinarie a uso e consumo di ospiti eccellenti, ma un ap-puntamento annuale rivolto ai veneziani e a un pubblico di appassionati provenienti da tutto il mondo. certo, il fasto e la magnificenza del passato sono soltanto un lontano ricordo, ma la Regata mantiene comunque un suo momento spettacolare nella sfilata di barche preziose che precede le gare vere e proprie.

iL corteo

Ad aprire il cosiddetto Corteo Storico è La Serenissima (spesso erroneamente scam-biata per il Bucintoro) sulla quale prendono posto dieci suonatori. La segue una gondola a quattro remi con un ferro dorato di fog-gia antica, che ospita al suo interno le figure del Doge, della Dogaressa (da cui il nome dell’imbarcazione) e di Caterina Cornaro. Una rappresentazione volta a rievocare il ritor-no della Regina di cipro a venezia dopo la sua forzata abdicazione, sebbene la vicenda, così

In queste pagine: immagini delle passate edizioni della Regata Storica di Venezia

EVENTI

Page 45: The Lifestyle Journal Venezia

4 5

e, dopo un “sì” urlato tutti in coro, i regatanti co-minciavano a remare. Attualmente il program-ma di gara prevede la “Regata dei Giovanis-simi su pupparini a due remi”, la “Regata delle Donne su mascarete a due remi”, la “Regata delle caorline a sei remi”. Ma la gara in cui si sfidano i grandi campioni resta quella dei “gondolini”, sorta di fratelli minori delle gondole, agili e velocissimi. nel 1843, per individuarli meglio, si decise di dipingerli con colori differenti. Questi, però, rimasero inva-riati solamente a partire dalla Regata del 1892: bianco, marròn, rosa, celeste, verde, vio-la, canarín (giallo), rosso e arancio. Ancora oggi, ogni anno i colori vengono riassegnati e i gondolini ridipinti, in modo che non vi possano essere né tinte “favorite” né tinte che portino male. La “benedizione” e il “disnàr” erano altre due fasi assai importanti del pre-gara: di carattere religioso la prima (anche se con una buona dose di superstizione); di carattere so-ciale la seconda. Agli inizi del secolo scorso, la benedizione dei gondolini avveniva durante la messa domenicale nella Basilica della Salu-te, mentre negli anni cinquanta fu spostata al sabato antecedente la gara, con il parroco che si

recava di casa in casa e le immagini dei santini a cui chiedere protezione appese sulle gondole. Oggi si fa un rito collettivo con le barche riunite tutte insieme davanti alla Basilica della Salute, nei giorni che precedono la Regata. il disnàr, let-teralmente “il cenare”, è, invece, una tradizione ormai del tutto perduta. consisteva in una cena collettiva offerta ai regatanti dall’Amministra-zione comunale, che si effettuava solitamente il giovedì della settimana precedente la gara. Uffi-cialmente era solo un momento conviviale, ma in realtà funzionava anche come una specie di mercato sotterraneo per stringere accordi tra i regatanti. Da quanto ci riportano le cronache, i partecipanti erano di robusto appetito: ecco il menu di un disnàr pubblicato su un giornale da-tato 31 luglio 1890: “Manzo guarnito, Fegato e cervelle, vitello brasato con patate, Mezzo pollo arrosto, Torta di mandorle, Frutta, Formaggio, caffè”. Più un litro e mezzo di vino a testa!Sono rimasti gli stessi di un tempo i simboli della vittoria nella regata, ovvero le bandiere di forma triangolare, che all’epoca venivano attac-cate alla Machina, per poi essere letteralmente strappate dai regatanti, insieme al sacchettino contenente il premio in denaro a esse legato. ciascuna bandiera aveva un colore differente, che determinava la sequenza di arrivo per le prime quattro imbarcazioni: una “tavolozza” simbolica variata molto a seconda delle epoche storiche. Dopo l’Unità d’italia, per esempio, vi-sto che la prima bandiera era rossa, si ritenne opportuno metterne una bianca come secon-da e una verde come terza, riprendendo così le tinte del Tricolore. L’animato e folcloristico rito dello “strappo” delle bandiere, però, fu so-stituito con una più sobria (e meno pericolosa) consegna da parte delle Autorità, a partire dagli anni Trenta del secolo scorso.

unA sFidA ALL’uLtimo sAngue

il percorso della Regata Storica dei gondolini, tra le più famose del mondo, comprende 8 chi-lometri di bellezza e spettacolo. Subito prima della partenza, tra i nove poppieri partecipanti, vengono estratte le “balote” o numeri d’acqua, a indicare le corsie che dovranno essere rispet-tate per i primi 500 metri. Si tratta di un’ope-razione fondamentale, che può influenzare la gara, dando una mano o addirittura compro-mettendone lo svolgimento. Questo perché le corsie non sono tutte uguali: i numeri miglio-ri risultano senz’altro quelli centrali (5 e 6) ed esterni (7 e 8), mentre i peggiori sono quelli sot-to riva (dal 1 al 3). La Regata parte tradizional-mente dai Giardini di Castello, situati pro-prio davanti alla Biennale, prima dell’imbocco del canal Grande, in Punta della Salute. i gondolini sfilano, appunto, sotto la Salute con la cupola del Longhena e il Ponte dell’Acca-demia, effettuando il primo passaggio davanti

EVENTI

Page 46: The Lifestyle Journal Venezia

4 6

alla Machina, dove prendono posto le Au-torità. in Volta de’ Canal, di fronte a ca’ Foscari, i campioni sono tradizionalmente accolti dagli applausi. È in prossimità della Stazione di Santa Lucia, subito prima del Ponte di Calatrava, che viene posto il “pa-leto”. il gondolino in testa ha diritto di girare per primo, mentre agli altri tocca accodarsi o tentare di “doppiare” il paletto da esterni, senza però danneggiare gli avversari. È il momento più delicato della gara: tra possi-bili scorrettezze, abbordaggi e squalifiche, il rischio è sempre in agguato. e poi c’è il rush finale, con l’ultimo tratto che va da Rialto alla linea d’arrivo, in Ca’ Foscari. Un trion-fo per i campioni che, dopo oltre 8.000 metri di regata si godono applausi, barche in tripu-dio e festa ovunque.

i ProtAgonisti

Attraverso i nomi dei vincitori della Regata Storica, si possono ripercorrere secoli di tradi-zione e cultura legate al remo. Si tratta di uo-mini simbolo, che a loro modo hanno segnato le epoche e i costumi; eroi locali immortalati da ritratti che ancora oggi fanno bella mostra di sé nelle trattorie dove, a fine regata, si usava celebrare le loro epiche gesta. Tra i grandi cam-pioni del passato, vanno sicuramente ricordati i mitici Albino Dei Rossi, in arte “Strigheta”, e Sergio Tagliapietra, detto “ciaci”, il qua-le a tutt’oggi detiene il record assoluto di vittorie nella Regata dei gondolini: ben quattordici! na-turalmente a ogni campione corrispondono un “quartiere” di provenienza e una tifoseria loca-le. Fino agli anni Quaranta, per esempio, è stata fortissima la rivalità fra gli equipaggi della Giu-decca e di Burano; oggi, invece, è acerrima la competizione tra le isole di Burano e Murano e quella di Sant’Erasmo. Tifoserie che, tan-to per usare un eufemismo, non “si piacciono” affatto, come testimoniano le urla rivali al pas-saggio delle barche in canal Grande. Rudi e Igor Vignotto, cugini di Sant’erasmo, sono

gli ultimi rampolli di una famiglia di grandi tradizioni remiere. non a caso soprannominati “veleno”, infatti, hanno dato molto al mondo della voga, vincendo ben dieci regate. Dal can-to suo Giampaolo D’Este, gigante buranello dal fisico possente, ha affinato negli ultimi anni una grande tecnica, grazie anche alla sintonia quasi perfetta con il gondoliere muranese Ivo Redolfi Tezzat, suo fido poppiere. nel 2010 la Regata Storica è stata vinta dai veleno, l’anno scorso da D’este e Tezzat. Ma l’appassionante sfida sta per ripetersi il 2 settembre: a chi toc-cherà quest’anno?

Per info: www.regatastoricavenezia.it.

Questo articolo è curato da Daniela di Joyfulit, che organizza corsi di lingua italiana per stranieri adulti, brillanti e [email protected] Don Bosco, 9 - Mogliano Veneto (TV)

EVENTI

Page 47: The Lifestyle Journal Venezia

Movies & Stars

Dal 1903

Page 48: The Lifestyle Journal Venezia

4 8

Arte e piacere: in burchiello sulla Riviera del Brenta...di Giovanna Caprioglio

commedianti e artisti che si trasferivano a bor-do dei burchielli di villa in villa, di festa in fe-sta. il momento di massimo splendore dell’area lungo le rive del Brenta fu proprio nel 1700, quando le ville della Riviera ospitarono per-sonaggi del calibro di Goethe e Napoleone. Quest’ultimo ne rimase talmente affascinato da volere per sé la Villa Pisani di Stra.Partendo da venezia, vogliamo portarvi ideal-mente di nuovo a bordo di quelle imbarcazioni, che ancora oggi seguono il medesimo itinera-rio fluviale, e accompagnarvi alla scoperta di questi luoghi incantati. Dopo aver navigato nella Laguna, si raggiungono le Chiuse di Maranzani, esempio mirabile dell’abilità in-gegneristica veneziana; da qui ha inizio il fiume Brenta. Pochi minuti e l’occhio viene catturato dall’imponente bellezza di Villa Foscari - La Malcontenta, progettata nel 1500 da Andrea Palladio e ancora oggi perfettamente conser-vata. La villa, che quasi si specchia nelle acque calme del fiume bordate dai salici, rappresenta forse il migliore esempio dell’idea palladiana di armonia tra uomo e natura: il rigore assoluto della forma come unico modo per esprimere un concetto di totale libertà poetica ed estetica. Al momento della sua realizzazione, l’edificio rappresentò una vera e propria rivoluzione per l’epoca e, soprattutto, per i veneziani, decisa-mente non abituati a questo “ordine”, come avremo modo di scoprire continuando la na-vigazione.

Immaginate di tornare indietro di oltre trecento anni, all’epoca di Carlo Goldo-ni, e di imbarcarvi su un burchiello alla scoperta delle meravigliose ville adagiate

sulle sponde del fiume Brenta, che ancora oggi collega Venezia a Padova...«Musa, cantiam del Padovan Burchiello la deliziosa, comoda vettura, in cui per Brenta viaggiasi bel bello dal gel difesi e dall’estiva arsura» diceva proprio il fa-moso commediografo veneziano in un suo po-emetto del 1760. e, in effetti, i burchielli erano imbarcazioni dotate di tutti i comfort, con legni finemente lavorati, intagliati e colorati, spinti a remi nella Laguna da venezia a Fusina e trai-nati poi da buoi e cavalli lungo la Riviera, con un clima festoso fatto di musiche e piaceri che si respirava già a bordo e che poi si riversava nelle fastose ville. nel quindicesimo secolo, infatti, i patrizi veneziani iniziarono a trasferire parte dei loro interessi nell’entroterra e lungo le rive del Brenta e, quindi, a costruire in questa zona le proprie residenze di campagna. Gli edifici si trasformarono ben presto in luoghi di “villeg-giatura”, dimore estive che, con il loro sfarzo, simboleggiavano l’importanza della famiglia proprietaria e facevano a gara nell’ospitare ar-tisti, intellettuali e musicisti, in un susseguirsi di cene, feste da ballo, giochi e spettacoli.ecco perché, nei mesi estivi, l’espressione “an-dar per ville” era molto frequente tra i gruppi di dame e cicisbei come tra le compagnie di

WEEKEND FUORI PORTA

Page 49: The Lifestyle Journal Venezia

4 9

Proseguendo tra le anse silenziose e i salici pian-genti, si raggiunge poi Valmarana, della cui omonima villa rimangono oggi solo le barches-se, fino alla fine del ‘600 impiegate al servizio dell’agricoltura e poi, nel diciottesimo secolo, trasformate in accoglienti foresterie per i nume-rosi ospiti e, quindi, completamente decorate a fresco per essere rese più sfarzose. All’ingresso di Villa Valmarana, si viene accolti da uno splendido giardino all’italiana, che, adagiato sulle rive del fiume, accompagna alle due mae-stose strutture, rese monumentali dal porticato a doppie colonne. All’interno, si possono ancora ammirare alcuni elementi degli originali arredi settecenteschi e, soprattutto, gli affreschi opera di un allievo del Tiepolo, che ornano tutte le pareti e, specialmente nel Salone delle Feste, tol-gono il fiato, tanto che sembra ancora di sentire la musica e il vociare allegro degli ospiti... Quasi di fronte, anch’essa attorniata da uno splendido parco, appare alla vista Villa Widmann-Fo-scari, da poco magistralmente restaurata dalla Provincia di venezia, con lavori che hanno per-messo di portare alla luce gli stucchi e i colori degli affreschi della metà del Settecento e, in particolare, quelli a opera di Giuseppe Angeli nel Salone delle Feste, di tale fascino da lascia-re incantati gli ospiti più illustri, come lo stesso Goldoni prima e D’Annunzio e Stravinsky poi. Prendendosi una pausa da questo viaggio nel tempo, senza per forza uscirne del tutto, si può decidere di sostare a Villa Nani Moceni-go, che combina il fascino di una villa veneta con un piacevole ristorante, alla scoperta dei tipici sapori della zona. Lì vicino, si trova anche

l’antico “casino venier”, ovvero Villa Goet-zen, oggi completamente restaurata, che offre una cucina di grande qualità. Ma è il momen-to di proseguire alla scoperta della “versailles veneziana”: Villa Pisani di Stra, edificata in occasione della nomina a 114° Doge di venezia di Alvise Pisani. il progetto iniziale di Gero-lamo Frigimelica e Francesco Maria Pre-ti (1721) contemplava infatti 114 stanze, di cui oggi sono visitabili le trenta sale del piano nobi-le, con splendidi arredi e famosissimi affreschi, come quello di Giambattista Tiepolo nel Salone da Ballo, che rappresenta la gloria della famiglia Pisani. La villa e il parco sono così ma-estosi da essere stati residenza e sede d’incontri per molti monarchi e capi di stato o di governo, da Napoleone agli Asburgo, che nel 1814 ne diventarono proprietari, fino a Mussolini e Hitler, che qui si incontrarono per la prima volta. Ancora ammaliati dal fascino imponente di questa villa, proseguiamo verso l’ultima tap-pa del viaggio, ovvero Villa Foscarini Rossi, un edificio di impianto palladiano, terminato però nel 1700, in occasione dello sposalizio di Giovan Battista Foscarini. Oggi è di pro-prietà dei Rossi, la famiglia di famosi calzatu-rieri della Riviera che l’ha restaurata e aperta al pubblico per eventi e convegni ma, soprattutto, per valorizzare il distretto d’importantissima tradizione nella zona, attraverso il Museo del-la Calzatura. Qui sono raccolti più di 1.700 esemplari prodotti dal calzaturificio Rossi per grandi marchi di moda, oltre a una piccola ma preziosa collezione di calzature veneziane del ’700 e dell’800 realizzate dai famosi “ca-

legheri”. È ormai sera e il nostro burchiello ci sbarca... Ma è difficile tornare alla realtà: am-miriamo il tramonto dalla riva del fiume e, in un attimo, ci troviamo di nuovo tra le nuvole rosa che solo il Tiepolo sapeva affrescare così magistralmente.

Nella pagina accanto: Riviera Fiorita, il corteo; affresco di Giambattista Tiepolo (1762) nel Salone da ballo di Villa PisaniIn questa pagina, in senso orario: interno di Villa Widman; facciata di Villa Malcontenta; interno di Villa Barchessa Valmarana

WEEKEND FUORI PORTA

Page 50: The Lifestyle Journal Venezia

VAMPIRO E GENTILUOMO

Sono i �lm che in�uen-zano la moda o viceversa? Fatto sta che l’abito di Gucci indossato da Ro-bert Pattinson nel thriller Cosmopolis presentato a Cannes diventerà la di-visa di lavoro dei giovani manager rampanti. Poco importa se non sono belli e a�ascinanti come l’ex vampiro adolescente di Twilight. Quello che conta è essere impeccabili in un completo nero a due bottoni (quello di Gucci è il modello Signoria), con

taglio sartoriale, da abbi-nare alla più classica delle camicie bianche e da ac-cessoriare con una cravat-ta sottile, una cintura in pelle con �bbia argento e stringate rigorosamen-te nere. Niente di più tradizionale e scontato forse per i business men che frequentano Wall Street o Piazza A�ari, ma che regala fascino ai giovani arrampicatori sociali. Poco importa se quando si toglie la divisa da lavoro l’uomo predi-

Sarà sempre più casual, ma un ca-sual elegante, l’uomo delle pros-sime stagioni. E dove va il gusto segue il business. Ma quali sono le reali prospettive per questa fet-ta importante di made in Italy che deve fare i conti con una crisi che dura da anni e non dà segnali ras-sicuranti? Prima uno sguardo ai numeri. Se-condo Claudia D’Arpizio, partner della multinazionale della consu-lenza Bain, nel 2011 il mercato “uomo” – inteso non solo come ab-bigliamento, ma anche “hard luxu-ry” (gioielleria, orologeria), acces-sori in pelle, calzature, cosmetici, fragranze e altri accessori – valeva 72 miliardi di euro a livello mon-diale. Nel periodo 2011-14 questo mercato è previsto in crescita del 9-11%; il solo segmento abbiglia-mento nel 2011 valeva 24 miliardi, il 33% del mercato, e le previsioni sono di un’espansione dell’8-10% entro i prossimi tre anni. La cresci-ta maggiore verrà dagli accessori in pelle (+17-19% entro il 2014), che partono però da una base più mo-desta (7 miliardi nel 2011, pari al 9% del totale del mercato uomo).(segue a pagina 12)

Una babele di marchi, una giungla di eventi, un intrecciarsi di presenta-zioni, s�late, chilometri e chilometri macinati nei corridoi dei saloni e per saltare da una location all’altra. Un totale di circa 1300 marchi di abbigliamento e accessori non solo da uomo, poiché anche le precol-lezioni donna giocano sempre più d’anticipo. Il tour delle �ere italiane parte da Firenze con un calendario ricco di appuntamenti e guest sem-pre più quali�cati, da Carven a Va-lentino, da Andrea Pompilio a Peter Pilotto. Per arrivare a Milano con le passerelle degli stilisti e le presenta-zioni, facendo tappa a White con tante new entry fra cui Daniel An-dresen, Fagassent, Isabel Benenato, Cat’s by Tsumori Chisato. (pag. 15)

Le �ere delle vanità (maschili)

Va' dove ti porta il business

di Gordon Sorlini

Trend

Il nuovo formale sceglie, invece, forme destrutturate e

più morbide Pag. 18

Focus

Più che saturo è un mercato maturo. Le nuove città da

conquistare. Pag.3

Produzione

Per battere la crisi un mix di eccellenza e idee nuove da

tramutare in business. Pag. 31

Retail Come il negozio deve interagire con i social

network, fondendo luogo �sico e digitale. Pag.41

lige giacche morbide e destrutturate, giubbot-ti realizzati in materiali tecnici e performanti, mocassini e stringate dai trattamenti used, comode borse al posto delle rigi-de 24ore o gri�ati porta iPad. Perchè è in questa direzione che ha virato nelle ultime stagioni la moda maschile, come di-mostra il crescente spazio riservato al casualwear nella quasi totalità delle collezioni. Ma come ha detto Umberto Angeloni,

ceo di Caruso, nell’arti-colo a pagina 12 “dopo anni in cui l’uomo si è riempito il guardaroba di capi informali, a poco a poco ritornerà a inve-stire nel formale. E’ una questione di cicli”. Deve averlo pensato anche la costumista di Cosmopo-lis, Denise Cronenberg, quando ha cucito addosso a Eric Parker/Pattinson quell’abito elegante e co-stoso, trovando in Gucci il partner ideale per que-sta scelta.

Abito a due bottoni, camicia bianca e cravatta sottile:la divisa del giovane manager è �rmata Gucci.

Come quella per Robert Pattinson in Cosmopolis.

&

Page 51: The Lifestyle Journal Venezia

5 1

Potete trovare i volumi recensiti presso Biblioteca della Moda, un grande archivio nel cuore di Milano, dove sono disponibili magazine, libri e quaderni di tendenza, dal 1860 a oggi.

Biblioteca della Moda

Via Alessandria, 8Milano+39.02. 83311200 www.bibliotecadellamoda.it

Per essere recensiti all’interno della nostra rubrica “Books” scrivete a:Diana Barbetta [email protected]

Biblioteca della Moda ha inaugurato un nuovo spazio interamente dedicato alla vendita di riviste vintage dal 1950 ai giorni nostri. Un luogo dove non solo è possibile trovare pezzi unici della storia dell’editoria di moda e acquistare oltre 300 titoli di magazine di tendenza internazionali, ma anche ospitare eventi e presentazioni.

Libreria della ModaVia Alessandria, 6/8Milano+39.02.83311200www.libreriadellamoda.it

I libri consigliati da Biblioteca della Moda

di Diana Barbetta

Antonioni e LA musicA

Roberto CalabrettoMarsilio editore; pp. 208; 20 euro

cHiArA sAmugHeo.PHotos For cinemA.Fuori dAL set.catalogo della Mostra (Torino, 7 giugno-23 settembre 2012)Curatore Mauro RaffiniSilvana editoriale; pp. 144; 28 euro

Jerry goLdsmitH e LA musicA neL cinemA AmericAno

Mauricio DupuisRobin edizioni; pp. 288; 15 euro

«Un film è sia immagine che suonoQual è più importante? Io li metto entrambi sullo stesso piano» Michelangelo Antonioni

negli anni del cinema neorealista, Michelangelo Antonioni rompe gli schemi, riuscendo a svincolarsi dai temi ricorrenti, attraverso uno sguardo laico, privo di toni moralistici, e met-tendo in scena la “malattia dei senti-menti”, rivelatrice di una profonda crisi sociale. Dichiara le sue perplessità nei confronti del canonico commento sonoro del cinema a lui contempora-neo. il suo è, piuttosto, un lavoro per “sottrazione”, dettato da un’esigen-za di rigore stilistico. Un approccio confermato dalla stessa dichiarazio-ne di Herbie Hancock, strabiliato dalla decurtazione della partitura in “Blow-up”. il suo mettere in scena la vita contempla l’uso del rumore, del silenzio e anche di incursioni musi-cali alternate alla voce dell’ambien-te. La musica è «un amor perduto», che a tratti riemerge da lontane frequen-ze radiofoniche, dalle scorribande di musicisti ambulanti o dall’implosio-ne di leggendari live.

icona del fotogiornalismo, la sua figu-ra si colloca a cavallo di un decennio che vede la grande trasformazione del panorama editoriale italiano. Dall’in-teresse verso tematiche sociali alle nascente editoria d’intrattenimento, di cui lo star stystem è linfa vitale. «Ec-coli quindi diventare trainanti divi e divismo, principi e reali, papi e suore, maghi e scioc-chi». Ma chiara Samugheo detta le sue leggi, reiventa il ritratto e l’icono-grafia femminile fino a riscattarla dal ruolo di “oggetto-donna”. Attraverso un’inventiva priva di artificio, dai toni naturali, dai colori pastosi e saturi, dal contrasto dei complementari, ri-dona magia all’elemento femminile, restituendo quel «qualcosa che riguarda il suo interno». Uno sguardo che cattu-ra la parte introspettiva del soggetto ritratto e che emerge anche dai suoi innumerevoli servizi fotografici di moda, il repertorio “su ordinazione” come lei stessa lo definisce. L’irrive-rente trasparenza del fotogiornalismo e la narrazione visiva del reportage sono tratti distintivi della sua poetica. Una sensibilità in grado di captare lo spi-rito di un particolare periodo storico, tradotto in meravigliosi fotogrammi che andranno a comporre la costante immagine in movimento della nostra storia.

Dall’avvento del sonoro, l’elemento musicale e quello visivo si sono indis-solubilmente legati, generando capo-lavori indiscussi. Produzioni cinema-tografiche come “King Kong” (1933) o “Eva contro Eva” (1950) musicate rispet-tivamente da Rudolf Steiner e Al-fred Newman, ovvero i compositori della “Golden Age”, una leggendaria stagione che, cavalcando l’onda del so-noro sincronizzato e del Technicolor, è stata capostipite del cinema mondiale. Dalla metà degli anni cinquanta, i mutamenti socio-culturali impongono un nuovo modello cinematografico in-tercomunicante con il media televisivo: si parla di “Silver Age” della musica nata per le produzioni hollywoodiane. Jerry Goldsmith, insieme a John Williams, sarà tra gli esponenti di punta di questo movimento. Musicista di solida tradizione classica, riuscirà a unire sperimentalismi cari alle Avan-guardie, ricerca timbrica ed elementi della composizione orchestrale e co-rale. Dalla direzione della London Symphony Orchestra a collabo-razioni con giganti del cinema quali John Huston, Franklin James Schaffner, John Frankenheimer, Roman Polanski e altri. innume-revoli colonne sonore portano la sua firma: “Alien” e la saga di “Star Trek”, “Il pianeta delle scimmie” e “L. A. Confi-dential”. Temi celebri che hanno reso grande il cinema.

Roberto Calabretto

Antonioni e la musica

sagg

i Mar

silio

Interrogato da Mario Verdone sulla funzione della musica nel proprio cinema, Michelangelo Antonioni aveva risposto con molto humour invitando Giovanni Fusco ad uscire dalla sala, perché forse gli sarebbe dispiaciuto ascoltare quello che egli avrebbe detto. Il regista, infatti, più volte ha dichiarato di non amare la musica per film muovendo delle critiche all’utilizzo del commento sonoro da parte del cinema italiano a lui coevo e di quello americano in genere. In realtà, nel cinema di Antonioni la musica si pone come presenza di grande interesse, a partire dai documentari fino a giungere agli ultimi film. È però una «musica realistica», che utilizza anche i rumori e le sonorità elettroniche, lontana dagli stereotipi che allora imperversavano nel cinema italiano e che riducevano la sua funzione ad un banale e scontato accompagnamento allo scorrimento delle immagini. Questo volume attraversa l’universo sonoro della filmografia antonioniana a partire dalla collaborazione con Giovanni Fusco, vero e proprio alter-ego musicale del regista, che ha portato ai risultati straordinari di Cronaca di un amore, L’avventura e L’eclisse; un seguito di film in cui il nuovo manifesto di poetica è già dichiarato. Ecco allora i suoni astratti, le cadenze e le melodie sospese, i percorsi melodici frammentari e i lunghi silenzi che rendono questa musica “oggettiva”, privata di qualsiasi forza persuasiva e di ogni strumento della normale retorica per essere invece arricchita da ogni genere di rumore ambientale. Dopo l’esperienza di Deserto rosso, affidato alla musica elettronica di Gelmetti, con Blow-up Antonioni abbandona definitivamente la musica cinematografica d’impianto tradizionale e si serve della musica del consumo giovanile di quegli anni, spaziando da Herbie Hancock ai Pink Floyd per giungere a Lucio Dalla. Rimane sempre la costante attenzione nei confronti del rumore, la «miglior musica cinematografica», autentico tratto distintivo del suo cinema.

roberto calabretto è professore associato al dams dell’Università degli Studi di Udine, dove insegna Musica per film, e collabora con l’Università degli Studi di Padova. Le sue ricerche sono orientate sulla musica contemporanea e, in particolar modo, sulle funzioni del linguaggio sonoro negli audiovisivi. Ha pubblicato monografie e articoli sulla musica nel cinema di Pier Paolo Pasolini, Michelangelo Antonioni, Robert Bresson, Alain Resnais, Luchino Visconti, Andrej Tarkovskij e altri registi. Nel 2010, per Marsilio, ha pubblicato Lo schermo sonoro, premio speciale «miglior libro di cinema» nell’ambito del Premio Internazionale Efebo d’Oro promosso dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici. Lavora come critico musicale per la Società dei concerti della Scuola Normale Superiore di Pisa.

Rob

erto Calab

retto Antonioni e la m

usica

e 2

0,00

CalabrettoANTONIONIcop.indd 1 28/05/12 11:37

VAMPIRO E GENTILUOMO

Sono i �lm che in�uen-zano la moda o viceversa? Fatto sta che l’abito di Gucci indossato da Ro-bert Pattinson nel thriller Cosmopolis presentato a Cannes diventerà la di-visa di lavoro dei giovani manager rampanti. Poco importa se non sono belli e a�ascinanti come l’ex vampiro adolescente di Twilight. Quello che conta è essere impeccabili in un completo nero a due bottoni (quello di Gucci è il modello Signoria), con

taglio sartoriale, da abbi-nare alla più classica delle camicie bianche e da ac-cessoriare con una cravat-ta sottile, una cintura in pelle con �bbia argento e stringate rigorosamen-te nere. Niente di più tradizionale e scontato forse per i business men che frequentano Wall Street o Piazza A�ari, ma che regala fascino ai giovani arrampicatori sociali. Poco importa se quando si toglie la divisa da lavoro l’uomo predi-

Sarà sempre più casual, ma un ca-sual elegante, l’uomo delle pros-sime stagioni. E dove va il gusto segue il business. Ma quali sono le reali prospettive per questa fet-ta importante di made in Italy che deve fare i conti con una crisi che dura da anni e non dà segnali ras-sicuranti? Prima uno sguardo ai numeri. Se-condo Claudia D’Arpizio, partner della multinazionale della consu-lenza Bain, nel 2011 il mercato “uomo” – inteso non solo come ab-bigliamento, ma anche “hard luxu-ry” (gioielleria, orologeria), acces-sori in pelle, calzature, cosmetici, fragranze e altri accessori – valeva 72 miliardi di euro a livello mon-diale. Nel periodo 2011-14 questo mercato è previsto in crescita del 9-11%; il solo segmento abbiglia-mento nel 2011 valeva 24 miliardi, il 33% del mercato, e le previsioni sono di un’espansione dell’8-10% entro i prossimi tre anni. La cresci-ta maggiore verrà dagli accessori in pelle (+17-19% entro il 2014), che partono però da una base più mo-desta (7 miliardi nel 2011, pari al 9% del totale del mercato uomo).(segue a pagina 12)

Una babele di marchi, una giungla di eventi, un intrecciarsi di presenta-zioni, s�late, chilometri e chilometri macinati nei corridoi dei saloni e per saltare da una location all’altra. Un totale di circa 1300 marchi di abbigliamento e accessori non solo da uomo, poiché anche le precol-lezioni donna giocano sempre più d’anticipo. Il tour delle �ere italiane parte da Firenze con un calendario ricco di appuntamenti e guest sem-pre più quali�cati, da Carven a Va-lentino, da Andrea Pompilio a Peter Pilotto. Per arrivare a Milano con le passerelle degli stilisti e le presenta-zioni, facendo tappa a White con tante new entry fra cui Daniel An-dresen, Fagassent, Isabel Benenato, Cat’s by Tsumori Chisato. (pag. 15)

Le �ere delle vanità (maschili)

Va' dove ti porta il business

di Gordon Sorlini

Trend

Il nuovo formale sceglie, invece, forme destrutturate e

più morbide Pag. 18

Focus

Più che saturo è un mercato maturo. Le nuove città da

conquistare. Pag.3

Produzione

Per battere la crisi un mix di eccellenza e idee nuove da

tramutare in business. Pag. 31

Retail Come il negozio deve interagire con i social

network, fondendo luogo �sico e digitale. Pag.41

lige giacche morbide e destrutturate, giubbot-ti realizzati in materiali tecnici e performanti, mocassini e stringate dai trattamenti used, comode borse al posto delle rigi-de 24ore o gri�ati porta iPad. Perchè è in questa direzione che ha virato nelle ultime stagioni la moda maschile, come di-mostra il crescente spazio riservato al casualwear nella quasi totalità delle collezioni. Ma come ha detto Umberto Angeloni,

ceo di Caruso, nell’arti-colo a pagina 12 “dopo anni in cui l’uomo si è riempito il guardaroba di capi informali, a poco a poco ritornerà a inve-stire nel formale. E’ una questione di cicli”. Deve averlo pensato anche la costumista di Cosmopo-lis, Denise Cronenberg, quando ha cucito addosso a Eric Parker/Pattinson quell’abito elegante e co-stoso, trovando in Gucci il partner ideale per que-sta scelta.

Abito a due bottoni, camicia bianca e cravatta sottile:la divisa del giovane manager è �rmata Gucci.

Come quella per Robert Pattinson in Cosmopolis.

&

BOOKS

Page 52: The Lifestyle Journal Venezia

5 2

“Così sono venuto qui, a mangiare la polvere e a passeggiare coi cani, a guardare una pietra o un cactus e a capire che sono la prima persona al mondo a vedere quel cactus o quella pietra. E a cercare di leggere la lettera che ho dentro.”(Douglas Coupland – Generazione X)

Un bel giorno, tre triliardi di anni luce fa, Dio s’è fatto una gran risata ed ha creato l’universo intero: il cielo e la terra, l’amore e l’infedeltà, il crimine e i cani poliziotto e mille altre cose ancora.

E tu che semplicemente cominci a essere un corpo, con i calzini spaiati, ti ritrovi tra le porte automatiche dell’aereoporto e i passeggeri che sfilano con le loro valigie al guinzaglio e nono-stante tutta quella gente, nel trolley, porti i tuoi chiari sin-tomi di sindrome d’abbandono. Ti hanno cacciato in questo luogo che è una scatola di luce gialla, un’acquario d’acqua sporca, senza chiederti se ti andava.

Fuori ci sta il cielo dei fili elettrici del tram, le api che vengono, le api che vanno e la luce assordante e farinosa di agosto. Te ne vai con le nuvole in testa, in una città spia, te ne vai nella casa che ti hanno assegnato, se sei fortunato, al-trimenti te la devi cercare. Ci trovi una libreria istantanea, il freezer in cantina dove congelare i segreti e sei piccole signorine in abiti di vetro: Vodka, Gin, Cointreau; Cognac, Whi-skey e Tequila.

Nel salotto caldo ti annoi e non c’hai testa di uscire, accen-di la tv e ti buttano in faccia la sindrome da Velina, pensi al tuo complesso di Edipo e alle donne, ai corpi di tutte le donne:

C’est la vie

Edoardo Navone Nota biografica maschio di razza bianca. predilige la stagione calda e gli ambienti marini. Dotato di coraggio e curiosità, spesso si avventura in spedizioni solitarie, ma nei periodi di riposo ama stare con i propri simili. Apprezza gli spazi aperti e raramente nidifica. Vive in continua agitazione nella ricerca spasmodica di qualche cosa.

I RACCONTI DI TLJI RACCONTI DI TLJ

Page 53: The Lifestyle Journal Venezia

5 3

di Edoardo Navone

giovani, vecchi, armoniosi o brutti. Pensi alla fanatica ricerca del principe azzurrro, alle pieghe rovinate dall’umidità e la visibile ricrescita sulle tempie.

Ci sono portatori sani di cachemire color pastello sul monitor che blaterano di analisi sociologiche, anonimi personaggi in passamontagna che incendiano i bidoni della spazzatura, la pri-gione e catene senza fine di cuori, quadri, fiori e picche.

Questo è il mondo che ti hanno dato e non puoi mica dire: no gra-zie io scendo. C’est la vie del cazzo e te la tieni e ti tieni pure lo sguardo di un padre alla finestra e il volto antico di una madre, occhi latte e menta e occhi nocciola, consapevoli dello sbagliato accostamento. Ti lasciano lì nel vuoto stagno del tuo shock, a chiederti perché non ci sono padri e nemmeno madri a Topolinia e a Paperopoli, ma solo zii e nonni.

Poi i ricordi saltano su come coniglietti bianchi dal cappello di un illusionista sadico e vorresti dimenticarli, ma non ti mollano: mani tozze, gonfie e sudaticce ti scivolano come lumache nelle mutandine, nonostante la pedagogia.

Vengono le notti dalle note tristi e infine viene la morte a dir-ti che sei stato nominato. Il trolley non l’hai mai disfatto, è pronto, lo prendi e torni al terminal, sotto un cielo che annega nell’arancione del tramonto. In aria a diecimila metri sopra il mare, pensi agli sguardi aspettando le parole l’uno dell’altro, alle parole che non hai detto. Estrai, dalla tasca della giacca che sembra rubata a Don Johnson, un Aquattro piegato in quat-tro, dove hai imbustato il tuo sentimento. Lo apri, lo leggi e pensi che se qualcuno lo avesse valutato un pessimo incipit gli avresti risposto che però sarebbe stato un’ottimo finale: ti amo.

Edoardo Navone ha impa-

rato a raccontare storie con

noi. La Macchina dei

Sogni insegna l’arte dello

storytelling da quindici anni.

Oggi partecipe del

cambiamento, accosta

all’esperienza l’innovazione in

atto attraverso nuovi

strumenti narrativi. Dalla

penna alla camera-stylo del

presente futuro: il

mobile.Scegliamo di essere

connessi, gli uni agli altri,

per esprimere

storie e identità singole in

contesti collettivi. Alziamo gli

occhi eguardiamo ava

nti, anticipia-

mo i cambiamenti.

Macchina dei Sogni

via G.C. Passeroni 6, Milano

tel: 0236584543

[email protected]

www.macchinadeisogni.org

I RACCONTI DI TLJI RACCONTI DI TLJ

Page 54: The Lifestyle Journal Venezia

5 4

Fondazione Prada inaugura “The Small Utopia”

ph Attilio Maranzano

Inaugurata il 5 luglio nella meravi-gliosa Ca’ Corner della Regina, sede veneziana della Fondazione Prada, e curata da Germano Celant, la mo-stra “The Small Utopia” ha visto alla sua vernice un pubblico di in-tenditori e appassionati da tutto il mondo. Niente sfarzo e ricevimen-ti, ma un’esposizione di altissima qualità. La mostra sarà visitabile fino al 25 novembre (v. pag 41).

Germano Celant - Patrizio Bertelli - Miuccia Prada - Giorgio Orsoni

Vista di un’installazione, con opere di Man Ray, Meret Oppenheim, Max Ernst e Maurice Henry

Corice Arman, Rosa e Aaron EsmanBianca e Gilberto Arrivabene Gonzaga Francesca Bortolotto e la figlia

SPY STORY

Page 55: The Lifestyle Journal Venezia

oltre 25 anni di comunicazione in business classt +39 045 2080000 / 01 • f +39 045 986705 • [email protected]

cont

iene c

ontr

ibut

i esc

lusiv

i deg

li sp

ecial

even

ts cr

owne

plaz

a ver

ona e

redb

ull

scarica l’app gratuita per il tuo telefono suhttp://gettag.mobi

fatevi un' idea,ve ne daremo tante altre

Agenzia Perdonà, con la solita voglia di sorprendere.

PERDONA_ADV_TLJ_2012.indd 1 08/08/12 15.23

Page 56: The Lifestyle Journal Venezia

5 6

RISTORANTI a beccaFico - San Marco, 2801 - +39.041.527879 - www.abeccafico.com - acQua pazza - San Marco, 3808 - +39.041.2770688 - www.veniceacquapazza.com - ai bagni alberoni @LIDO - Strada nuova dei Bagni, 26 - Alberoni, Lido (VE) - +39.041731029 - www.bagnialberoni.com - algiubagiÒ - Fondamenta Nuove, Cannareggio, 5039 - +39.041.5236084 - www.algiubagio.net - al ponte di borgo @LIDO - Calle Mercerie - Malamocco, Lido (VE) - +39.041.770090 - alle antiche caraMpane - San Polo, 1911 - +39.041.5240165 - www.antichecarampane.com - al reFolo - Campo San Giacomo dell’Orio, 1459 - +39.041.5240016 - al reMer - Campiello del Remer, 5701/5702 - +39.041.5228789 - bancogiro - Campo San Giacometto, 122 - +39.041.5232061 - www.oste-riabancogiro.it - caFFÉ Florian - Piazza San Marco - +39.041.5205641 - www.caffeflorian.com - centrale lounge - San Marco, 1659/b - +39.041.2960664 - www.centrale-lounge.com - harry’S bar - Calle Vallaresso, 1323 +39.041.5285777 - www.harrysbarvenezia.com - harry’S dolci - Sestiere Giudecca, 773 - +39.041.5224844 - la zucca - Sestiere Santa Croce, 1762 - +39.041.5241570 - www.lazucca.it - le garzette @LIDO - Lungomare Alberoni, 32 - Lido (VE) - +39.041.731078 - www.legarzette.it - linea d’oMbra - Dorsoduro, 19 - +39.041.2411881 - www.ristorantelineadombra.com - Met - Riva degli Schiavoni, 4149 - +39.041.5205044 - www.hotelmetropole.com - Mirai creative SuShi - Sestiere Cannaregio, 225 - +39.041.5244098 - www.miraivenice.com - Muro vino e cucina - Sestiere San Polo, 125 (Ponte di Rialto) - +39.041.2412339 - www.murovinoecucina.it - oSteria da Fiore - Calle del Scaleter - San Polo, 2002 - +39.041.721308 - www.dafiore.net - oSteria Santa Marina - Campo Santa Marina - Castello, 5911 - +39.041.5285239 - riStorante do Forni - Sestiere San Marco, 457 - +39.041.5232148 - www.doforni.it - trattoria ai Murazzi @LIDO - Via Kirchmayer, 16, Lido (VE) - +33.041.5267278

HOTELbauer hotel - San Marco, 1459 - +39.0415207022 - www.bauervenezia.com - boScolo grand hotel dei dogi - Fondamenta Madonna dell’Orto, 3500 - +39.041.2208111 - www.deidogi.boscolohotels.com - boScolo hotel bellini - Sestiere Cannaregio, 116 - +39.041.5242488 - www.bellini.boscolohotels.com - ca’ del borgo e ca’ alberti @lido - Piazza delle Erbe , 8 - Malamocco, Lido (VE) - +39.041.770749 - www.cadelborgo.com - ca’ Maria adele - Sestiere Dorsoduro, 111 - +39.041.5203078 - www.camariaadele.it - ca’ piSani - Dorsoduro, 979/a - +39.041.2401411 - www.capisanihotel.it - cipriani - Giu-decca, 10 - +39.041.5207744 - www.hotelcipriani.it - danieli - Riva degli Schiavoni, 4196 - +39.041.5226480 - www.danielihotelvenice.com - grand hotel deS bainS @lido - Lungomare Marconi, 17 - Lido (VE) - +39.041.5265921 - www.desbains.hotelinvenice.com - gritti palace - Campo Santa Maria del Gi-glio, 2467 - +39.041.794611 - www.hotelgrittipalacevenice.com - hotel bonvecchiati palace - San Marco, Calle Goldoni, 4488 - +39.041.5285017 - www.hotelbonvecchiati.it - hotel bucintoro - Castello, 2135/a - +39.041.5289909 - www.hotelbucintoro.com - hotel europa & regina - Calle Barozzi, 2159 - +39.041.5231533 - www.westineuropareginavenice.com - hotel hilton Molino StucKy - Giudecca, 810 - +39.041.2723311 - www.molinostuckyhilton.com - hotel Quattro Fontane @lido - Via delle Quattro Fontane, 16 - Lido (VE) - +39.041.5260227 - www.quattrofontane.com - hotel Metropole - Riva degli Schiavoni, 4149 - +39.041.5205044 - www.hotelmetropole.com - hotel Monaco & gran canal - San Marco, 1332 - +39.041.5200211 - www.hotelmonaco.it - hotel Savoia & jolanda - Riva degli Schiavoni, 4187 - +39.041.5206644 - www.hotelsavoiajolanda.it - luna baglioni - San Marco, 1243 - +39.041.5289840 - www.baglionihotels.com - oltre il giardino b&b - San Polo, 2542 - +39.041.2750015 - www.oltreilgiardino-venezia.com - palazzina graSSi - Sestiere di San Marco, 3247 - +39.041.5284644 - www.palazzinagrassi.com - San cleMente palace - Isola di San Clemente, 1 - +39.041.2445001 - www.sanclementepalacevenice.it - the weStin eXcelSior @lido - Lungomare Guglielmo Marconi, 41 - Lido (VE) - +39.041.5260201 - www.hotelexcelsior-venezia.com

GLI INDIRIZZI LIFESTYLE

Page 57: The Lifestyle Journal Venezia

5 7

LOCALI 947 club - +39.041.5285686 - www.947club.com - al bocon divino - Sestiere Dorsoduro, 2978 - +39.041.2440272 - b bar lounge - Sestiere San Marco, 1459 - +39.041.5207022 - SKyline rooFtop bar - Giudecca, 810 - +39.041.2723311 - www.molinostuckyhilton.com - villa laguna @lido - Via Sandro Gallo, 6 - Lido (VE) - +39.0415261316 - www.hotelvillalaguna.it

SHOPPING antichitÀ pietro Scarpa - Dorsoduro, 123 - +39.041.5285348 - www.scarpa1953.com - archiMede SeguSo - San Marco, 143 - +39.041.739234 - www.aseguso.com - arnoldo battoiS boutiQue - Calle dei Fuseri, 4217 - San Marco - +39.041.5285944 - www.arnoldoebattois.com - aStolFo - San Marco, 738 - +39.041.5233443 - blacK watch - San Marco, 4594 - +39.041.2447392 - www.blackwatchtwo.com - caMicieria San Marco - Campo Sant’Angelo, 3627 (Codognato) - San Marco, 1295 - +39.041.5221432 - www.shirtvenice.com - criStina linaSSi - San Marco, 3537 - +39.041.5230578 - www.cristinalinassi.it - Fabio gatto - San Marco , 3799 - +39 0422.911607 - www.fabiogatto.com - hibiScuS - San Polo, 1060- +39.041.520898 - KiriKÙ - San Polo, 1463 - +39.041.2960619 - le zoie venezia di Michele dal Bon - Calle dei Boteri, 1566 - +39.041.2758694 - www.lezoie.com - libreria toletta - Dorsoduro, 1213 - +39.041.5232034 - www.libreriatoletta.it - l’iSola di Moretti giovanni - San Marco, 1468 - +39.041.5231973 - www.lisola.com - MicroMega ottica - Campo S. Maria Del Giglio , 24/36 - +39.041.2960765 - www.micromegaottica.com - nina - San Polo, 3130 - Campiello San Rocco - +39.041.8221085; Campo Manin, 4231 - San Marco - +39.041.2411263 - oFFicine 904 - Calle Seconda dei Saoneri - San Polo, 2671 - +39.041.8223227 - www.officine904.it - ottica borgheSe - San Marco, 4373 - ottico Fabbricatore - San Marco, 4773 - +39.041.5225263 - www.otticofabbricatore.com - pot-pourri - San Marco, 1810-1811 - +39.041.5221332 - www.potpourri.it - Segalin a venezia - Via San Pio X, 30 - +39.041.984401 - www.segalin.it - SeMenzato pelliceria di luiSa SeMenzato - San Marco, 732 - +39.041.5231412 - www.luisasemenzato.com

ARTE bac art Studio - Rio Terà San Vio, 862 - +39.041.5228171 - www.bacart.com - ca’ giuStiniani - San Marco,1364/a - www.labiennale.org - contini - Via S. Marco, 2765 - +39.041.2410433 - www.continiarte.com - galleria internazionale d’arte Moderna ca’ peSaro - Santa Croce, 2076 - +39.041.721127- www.museiciviciveneziani.it - gallerie dell’accadeMia - Campo Della Carità - +39.041.5200345 - www.gallerieaccademia.org - jarach gallery - San Marco Campo San Fantin, 1997 - +39.041 5221938 - www.jarachgallery.com - Fondazione buziol -Palazzo Mangilli - Valmarana Cannaregio, 4392 - +39.041.5237467 - www.fondazioneclaudiobuziol.org - Fondazione guggenheiM - Dorsoduro, 704 +39 041 2405411- www.guggenheim-venice.it - Fondazione prada - Calle de Ca’ Corner, 2215 - +39.0418109161 - www.fondazioneprada.org - Fondazione Querini StaMpalia - Sestiere Ca-stello, 5252 - +39.041.2711411 - www.querinistampalia.it - Fondazione vedova - Magazzini del Sale - Zattere, 50 - www.fondazionevedova.org - palazzo graSSi FrançoiS pinault Foundation - Campo San Samuele, 3231 - +39.041.5231680 - www.palazzograssi.it - palazzo Mocenigo - Santa Croce, 1992 - +39.041.721798 - mocenigo.visitmuve.it - punta della dogana FrançoiS pinault Foundation - Dorsoduro, 2 - +39.041.523168 - www.palaz-zograssi.it - venice deSign - San Marco, 3146 - +39.041.5207915 - www.venicedesignartgallery.com

YOUR GATEWAY INTO THE RUSSIAN JEWELLERY MARKET

Media-Holding RESTEC JUNWEX | www.junwex.com

For space reservation please call +7 812 303 98 60 or e-mail: [email protected] To attend please call +7 812 235 83 83, +7 812 320 93 11 or e-mail: [email protected]

EVENTS CALENDAR

VIII Jewellery Wholesale Trade Fair

Junwex Moscow Junwex wATCH15–19 September, 2012

All-Russian Exhibition Centre, Moscow

XXI International Jewellery Forum

Junwex St. Petersburg6–10 February, 2013

LENEXPO, St. Petersburg

XII International Jewellery Show

Junwex new Russian Style29 May – 2 June, 2013

All-Russian Exhibition Centre, Moscow

GLI INDIRIZZI LIFESTYLE

Page 58: The Lifestyle Journal Venezia

5 8

Oroscopo post-olimpico: chi salirà sul podio?!

ARIETEun roVescio dA PAurA!

Mai e poi mai farei quelle scelte”pensavate granitiche a braccia conserte,

sicure che ciò che siete solite faresia l’unico e solo modo di amare

ed invece quel giorno che Marte è oppostoil sesso può perdere il suo primo posto

ze tu da brava tennista in difesaraccogli la palla dov’era inattesa:

in un attimo il cuore ti viene rapitonon da bicipiti ma da un cervello scolpito!

TORO ottimA mirA dA tiro AL VoLo!Fingendo indifferenti di sonnecchiareattendete che lui possa farsi beccarea posare lo sguardo sul bel sederedi una che ha sedic’anni se va bene!e in meno di un attimo imbracciato il fucilegli fate capir che potrebbe moriresparando al pallone di quei ragazziniche stan disturbando i tuoi pisolini!Perchè tutto questo ti scivoli addossosorridere è il metodo miglior che conosco!perde peso ciò che hai intorno…

LEONEVoLteggi come unA ginnAstA

L’ equilibrio è la forza più forte delle altreè il punto d’incontro

tra il corpo e la mente,è il tempo in cui testa comanda le gambeegli occhi ti guardan da dentro la mente.

con questo equilibrio tra te e ciò che è fuori

sai far impazzire i tuoi grandi amorie come ginnasta con semplicità

sfiderai saltando anche la gravità…così tra passione e dolcezza infinita

farai ben piùdolce a chi t’ama la vita!

VERGINEcAnottiere in Pensione! il 4 di luglio tieniti prontoche Marte abbandona il tuo segno al tramonto,ti troverai solo là in mezzo al marecon poca o nessuna voglia di remare:ciò che imparerai se vuoi viver beneè che sempre l’oro non puoi certo averema chi è canottiere lo è per la vitache remi nel lago per la donna amatao che con la stessa passione infinitaconquisti con forza un’altra partita!

GEMELLIsALto con L’AstA Fino AL cieLo

Di un bacio ha lo stesso suonoquando si appoggia sul tuo uomoe di un bocciolo lo stesso profumo

quando esplode senza dirlo a nessunodi giallo intenso ha il colore del sole

che sorge ogni giorno col nostro stupore:è una sorpresa che aspetta all’ingresso

non chiama, non suona, non chiede permesso.Tienti pronta che sarà un’alluvione:di belle notizie e di grande passione!

CANCROcAmPione di soLLeVAmento Pesi

Due pesi massimi da ambo i latie per tua fortuna sono equilibrati:da un lato l’amor non ci vuole sentirefischietta distratto e non ha nulla da dire,dall’altro in ufficio saranno impegnatia trovarti difetti e problemi mai nati…ma tu con la voglia che hai di riusciredovrai solo fingere di non sentiree grazie al coraggio che trovi nel cuorepuoi diventar ercole con un po di sudore!

SAGITTARIObeAcH VoLLey boLLente!

Se giochi a beach volley col sole d’agostosi scottano i piedi ed il viso è un arrosto

così questo mese sarà il tuo amore:un flirt sulla spiaggia può bruciarti il cuore

perchè quest’estate la vita sorridema ti vuole pronta a raccoglier le sfide:

per prender la palla stai pronto a scattareil buon giocatore sa anche volare

e rispondere al volo a quella battutadel tutto in attesa ma che cambia la vita!

CAPRICORNOtuFFi geLAti

viver con voi questo mese di luglioè come tuffarsi da un altissimo scoglioin un pomeriggio caldo e assolatofinir nel tuo cuore freddo gelatoe l’altro, che sia il vostro amore oppure un collegaresta sott’acqua fintanto che annegaperchè da là sotto del tuo brontolarevede la faccia ma non sente il rumore!e’ ora di farsi scaldare dal sole,un cocktail estivo e relax per ore!

BILANCIAtAgLi iL nAstro su due ruote!

La gioia di andar più veloce del ventodi fendere l’aria che è il tuo elemento

lo swing che ti muove una gamba e poi l’altra

è più forte la voglia del sudore che sfiancasorpassi veloce l’invidiosa marmaglia

e arrivi per primo perchè tua è la medaglia!Salite, discese e accidenti passati

con gli occhi che brillano son già scordatic’è un bacio d’amore che ti aspetta in fondoper te che sei ora campione del mondo!

SCORPIONEPugiLe Per conVenienzA

Sinistro, sinistro e un destro fendentea chi si avvicina non resta più un dente,aggressiva ancor più se c’è una medagliasei pronta a sconfiggere tutti in battagliae con questa storia dei pugni per giocovi togliete sfizi che pesano un poco…Soltanto a chi amate tanto davveroperdonate tutto con cuore sinceroe a loro suonate raffiche a ondatema di baci e carezze e non di mazzate!

ACQUARIOA gonFie VeLe!

Se gli abitanti del mondo riunitosoffiassero insieme per un buon minuto

la tua barca a vela potrebbe arrivareda Genova ad Olbia volando sul mare:

tanto è potente la forzadel ventoda smuover da dentro ogni tuo sentimento,

e tu che sei libero per tua naturastavolta ricerchi una meta sicura,

potresti persino rischiare un pochinoe mettere un’ancora al tuo cuoricino!

PESCIAL gALoPPo

Basta uno schiocco di lingua sfuggitoche il tuo cavallo galoppa impazzitoed ora che Marte si è tolto di tornonessuno scongiuro può tenerlo fermo:la voglia d’amor e di sesso arretratilo farà correr per monti e per prati!Tra te ed il traguardo c’è ancora un murettoma a questo cavalo basta uno zompetto:il salto dal quale ricadi in piediti vuol ricordar d’inseguir quel che credi!

www.unaparolabuonapertutti.it

L’OROSCOPO DELLA GINNY

Page 59: The Lifestyle Journal Venezia

VicenzaSePTeMBeR8 - 12, 2012

InternatIonal exhIbItIon of gold, jewellery,

sIlverware, watches and gemstones.

Page 60: The Lifestyle Journal Venezia

ACC_COLL_JAN_2012:Layout 1 10-07-2012 11:52 Pagina 1