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1
THE LIBRARY
OF
THE UNIVERSITY
OF CALIFORNIA
DAVIS
GIFT OF
MAYNARD A. AMERINE
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C.E.RAPPAPURT
LIBRI RARI
RUSTICI LATINI? VOLGARIZZATI
<_ CATONE nacque 234 anni circa avanti l'Eru volgare,
‘ e scrisse DELLE COSE RUSTICHE, volgarizzate
dal Cav. Compagnoni. Prezzo Ital. tir. 9 004 _
VARBONE nacque aRoma 116 anni avanti l'Era vol- '
gare,c scrisse TRE LIBRI DI AGRICOLTURA, I
' Ùolgarizzati da Gian-Giro]. Pagani. Un vol. » 00
VIRGILIO nacque 70 anni pvnmi lera volgare,
scrisse LE GEORGICHE, volgarizznte da Bene
detto Del Bene, e stanno nel volume delle Opere
di Agricoltura di Del Bene. Un volume. » 5 00
PLINIO nacque nell’anno 23 dell’Era volgare, scrisse
TRE LIBRI DI AGRICOLTURA, volgarizzati V
dell’Abate Placido Bordoni. Un volume. » 5 50 ’
COLUMELLA scrisse nell’anno 422 dell’Era volgare.
UN TRATTA T0 DI AGRICOLTURA , che fu
yolggrizmto (meglio di ogni altro) da Benedetto
Del Bene. Due volumi. a 7 00
AVVISO
Quanto prima verrà pubblicato il Volgarizzamenlo
di PALLADIO, testo di lingua stampato la prima
volta dall'Abatc Paolo lunotto; di cui si trova in
questo Negozio, l' unica edizione di Verona , in A.“al prezzo di,ltal. Iir. 6 00 ‘
ed in carta grande. 'v 6 00
‘ 41N0 MELL’ISTRIA,
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WW®V® maw®m@
/‘ ECÙNOMICO-PRÀTICD
{PIER FARLO E CONSERVABLOn
QPERA
lilILfgI-NMICO' {PIETRO STIN_GDYIG 11’».
. . > . 00_N p’wusnrrs piatmn.%’
MILANO, TIPOGRAFIA DI GIOVANNI SILVESTRI
Corso di Porta Tosa, N.° 90, èa:-Oana Lorim'
CON LIBRERIA
alla Piazza S. Paolo, N.’ 9“, Casa Tarsia
1855
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Quaqt’ Opera è polis mito lxî pÎ-ol'ezióm
delle Leggi, essendosi adempiuto quau\of
è di prescrizione.
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Ar"-.lîl\‘fl.is. :: - ‘ r-t.» À V ..
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Non ricerco Mecenati ‘ al mio libro,‘
né mi lusingano interesse esclusivo, pri
vilegi ed onori. Io lo dirigo a Voi che
mi siete fratello, mentre essendo Voi
simultaneamente e Chimico e Fisico ed
Agronomo, saprete valutarne il merito.
Io lo dirigo a Voi, perché dopo l’edu
cazione ricevuta} in Venezia, in Padova,
in Vienna, non c:iranc|l_of le_ lusinghe
degli onori e della fontana; vi siete
dedicato alle pacifiche cure della vita
campestre, 'fixèendo‘coltivare con lode
i paterni terreni Îco’ _proprigîkpgiî arideessere, a. detto, di Orazio, beatone fe
lice A voi"lo dirigo, pe'rchè pos
sessore di viti distinte, facendo col
metodo comune un ottimo vino, col
metonbhe vi accenno lo avrete ec
cellente e squisito,___y
Istria. Rarb.mn, 20 luglio, 1825.
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NUOVO METODO ,
ECONOMICO-PRATICO“ Î
Dl FARE IL VINO.
flile suum Baccho diccmus honorem.
Vnm., Georg., lib. u, ver. 393.
1. In tutte le regioni delle viti essendo
il vino una derrata di considerazione, in al
cune provincie, e specialmente nell’Istri-a ,
esso forma il principale e più interessante
prodotto. -
2. L’ Istria , frazione d’ Italia , si stende
com’essa in penisola , avendo a tre lati il
mare, ed al Nord un ramo minore delle basse ‘
Alpi; e per la sua direzione allungandosi dal
Settentrione al Mezzogiorno , essa è per le
viti in una più felice posizione della madre
stessa.
3. 0 si consideri questa naturale direzione,
od il clima, o la natura del suolo, o la- suìperficie delle colline dolcemente inclinate ,
che dal livello del mare si elevano alla mag
giore altezza di 400 pertiche , ove termina
6 I
di regnare la - vite, _e volendo servirsi del
linguaggio della mitologia, l’Istria dirsi p0
trebbefla sede ed il 'règno di Bacco.
4. celebre il vino Istriano sino dai tempi
antichi, e la storia ne porta il testimonio.
Livio racconta che.Giulia Augusta prolungò
la sua vita oltre gli anni ottantadue , non
servendosi“ di altro vino che del Pucino ( ora
Proseco), di cui se ne raccoglievano poche
anfore, e di cui non v'era alcun altro più atto
alla medicina ; e cdm' ein crede , era lo stesso
di quello: che dai Greci veniva mirabilmente
celebrato col nome di Pj0tanon: e nella cle
scrizione dei luoghi dell’istria } chiama il Ca
stello Pucino, nobile per il suo vino -.
(I) Julia Augusta ocloginta duos annos vi_tm Pucino
retulil acceplas vino; non alt'o usa. Gignitur in sinu Adria
tici maris, non procul a Timzwo fonte saxeo colle, maritimo qfflatu pauc_as coquentes Amphoras, necialiud
aptus medicamenlis putatur. Hoc esse crediderim, quad
Grceci celebrante: miris laudibus PYCTANON appellaverunt
ex Ad:‘iatici sinu. Plin., Hisl. Natur. , lib. il, cap. 6.
Amnis Timavus Castellum nobile vino Pucinum: Ter
gcstinus sinus-, Colo'nià Tergeste, Id., Ilist- Nat., lib. 5.
eap. 18. ‘ H ' _ ‘ . Y
Fucina. vina in saxo coquunlur. Id., lib. 17, cap. 14.
(Rustici volgarizzati: Plinio, lom. I , cap. 4,’Pag. 41.
Venezia, i800; Pasquali, ìrad’. Bordoni ; e nota, ‘pag. 51).
5. Ai tempi nostri paiimente il vinci ciel
l’Ixitria’ficin"è senza pregio. Esso 'Îpuò" divi
dersi“iix tre classi: vino da bottiglia i"»’vino'
distinto: vino comune di commercio. Tra-i
pochi vini da bottiglia, si contano il Monte
Moro, di cui un tempo si fece grand’uso
alla Corte di Torino; il Picolit e l’Ar‘zioli ,
i quali, a chi non è prevenuto dall’opinione;
si avvicinano al Tokin (I); il S. Tonià; il
S. Petronio, e le moltiplici, varietà‘de’miizi
sforzati. - Alla seconda classe appartengono
il Mamemino ed il Rgfi’òsco, che con un
Poco di diligenza pareggiar possono il Cla
retto ed il Borgogna; il Proseco, il Ciw‘dinoÎ
e la Ribolla; infine il Moscato , ossia Vino’-’î
Rosa , dagli Alemanni detto Rose’n«wein , pre
giatissimo a Vienna , il quale si accosta al
Canarie. -- Della terza classe vi sono mol
tiplicivarietà distinte da luogo a luogo, e di
cui se ne fa lo smercio maggiore (a).
(I) Carli. Anticli. ital. Parte I, pag. 21;.
(2) Quanto stimato sia il vino dell’ Istria, Pini ri
scontrarsi dall’osservazione che da tempo immemorabile
l’ Imperiale Corte di Vienna ne faceva la provvista
per suo uso e consumo dalla città diTrièsle, 'e nell’anno:
1718 a CaPodistria e nell’Istrià Veneta; chefposcia"lil=
reclamo de’ Triesti1ii Per questa preferenza di alieno Stato
in pregiudizio della loro città , e dello sinei‘ció de’lom‘
8
R5, Ipo‘_non parlerò che del vino comune,
il, quale, quantunque travagliato coi metodi i
più,ordinarj , resiste alle più lunghe naviga
zioni, colle quali migliora. troppo recente
\la reminiscenza dell’ attivo commercio del
medesimo nel nuovo mondo , in cui era gu
stato e pregiato al pari di quello di Spagna
e di Francia; ed il cui smercio , nel corso
di più anni, aveva presentato all’ Istria il più
bel_raggio di sua prosperità , e la speranza
più lusinglliera della sua futura ricchezza;
ma fatalmente questa prosperità troppo in
breve essendosi arenata per le generali poli
tiche e commerciali vicende , langue questo
prezioso dono della natura, ed ora. ridotto a
vilissimo prezzo, disanima l’ agricola indu
stria, e rendesi pesante all’avvilito possi
dente.
, 7. Non dobbiamo però disanimarci; dob
biamo anzi impiegare- tutte le nostre cure
e le nostre sollecitudini al miglioramento
de’ nostri vini, sia colla fiducia che si ria
pre di nuovo un florido commercio, e tra
n,
il ’
pmdoni,. annui la- Maestà Sua di preferire la città stessa,
3Ua,;eondizione però di un prezzo moderato, che in ogni
caso- sarebbe tassato _ mediante l‘eccelso. Reggimento e
Camera. Ilfainati. Groniclie di Triesie. Tom. iv, pag. 98.
9
sporti inostri vini oltre gli .;equinozj , o
si consideri lo smercio nei paesi limitrofi)
o 1’ interno consumo, o finalmente il gusto >
del nostro palato nell’ uso domestico, sara_
sempre un pregio della nostra attività , e ri
dimderà a nostro vantagio ogni grado di per
fezione chela nostra‘ attenziorie saprà som
ministrare ai nostri vini.
8. Egli è tempo ormai di staccarci dalle nostre
ordinarie abitudini nell’elaborazione dei vini, e
d’approfittare de’lumi d’uomini , doltissirni fisici;
chimici, agronomi, enologi, i quali, guidati
dalla teoria e dalla pratica, hanno dato a que
st’arte norme e regole da guidare le nostre
operazioni in questo travaglio con tutta fidu
cia, ed in modo che sarebbe un rinunziare
al buon senso ed al proprio interesse ricu
sando di trarne profitto. Troppo lungo sa
rebbe il catalogo degli onorati Autori che
trattarono questo argomento , ma fra questi
ommetter non si possono di commemorare
i celebri Le Gentil, abate Bozier, e conte
Chaptal , francesi : il Padre Gio. Battista da
S. Martino, Cappuccino, il Fabrom' , e .conte
Dandolo, italiani (I).
(I) Le Genti], Priore di Fontenele. Sul travaso dei vini.
10
9. Recentemente madamigella Elisabetta
Gervais, colla inven2ionedella sua macchinetta
per la fermentazione vinosa (1), oltre aver
formata la sua fortuna per Patente privile
giata di M. Luigi XVIII, ha accesa una
scintilla di fuoco la quale ha elettrizzatii
Rozier (Abate Corso completo di Agricoltura teorica,
pratica ed economica. Venezia, 1808.
Chaptal, Conte Gio. Antonio. Trattato chimico ed eco
nomico sopra i vini. Venezia, 180:.
-- L’Arte di fare il vino.
--- Nel Dizionario di Agricoltura dell' Istituto di Fran
cia. Articoli Vino, Fermentazione. Padova, 1825.
Padre Gin. Battista da S. ]|Iartino. Ricerche fisiche so
pra la fermentazione vinosa. Vicenza, 1589.
Fabroni Adamo. L’Arte di fare il vino, premiata dal
l’Accademia de’ Georgoiili di Firenze, 1785 e 1789.
-_ Dell’Arte di fare il vino per la Lombardia Au
striaca e per la Toscana, in risposta alle domande
della Società Patriotica di Milano. Ivi, per Giovanni
Silvestri, 1819, che può servire di seguito alla suddetta
opera. ‘
Dandolo , Conte Vincenza. Enologia, ovvero l’Arte di fare,
conservare, e far navigare i vini del Regno. Milano,
1815. ' '
(I) Opuscolo sulla vinificazione, in cui si tratta de’ di
fetti nelle maniere usitatc per la fabbricazione de’ vini,
e de’ vantaggi del metodo di Madamigella Gervais, paten
tata dal Governo, con ordinanza di S. M. Luigi XVIII,
per tale fabbricazione. Di Gio. Antonio Gervnis. Tradotto
dal francese. Trieste, 1821. '
. 1 1
più dotti ingegni dei paesi viniferi, ed ha
interessato i Governi stessi. L’eccelso Presidio
Governiale del Littorale, delle Provincie Illi
riclie, scorgendo l’ importanza. di questa in
venzione, fece stampare in Trieste una tra
duzione dell’Opuscolo,-e_-lo diffuse ai Circoli
ed ai Commissariati del suo governo, per
essere passati gratuitamente ai più intelligenti
Agronomi, onde trarne profitto dall’utile sca
perta , e con lettera gentile del Commissa
riato distrettuale a me pure ne fu innoltrato
un esemplare
10. lo mi era occupato in precedenza so
prai moltiplici, scritti enologici pubblicati
nell’argomento, ed aveva istituite dell’espe
rienze , nè mi trovava pienamente contento
del piano econ0mico-pratico che da me si
contemplava. Scosso alla lettura dell’opuscolo
di madamigella Gervais, ho rinnovate le mie
meditazioni , e rinnovato qualche esperimento.Letto il Rapporto critico-storico soprai me-v
todi di vinificazione del sig. Giuseppe Acerbi,
nel fascicolo N.° LXXXIX del mese di maggio,
1823, della Biblioteca Italiana, e fascicoli se
(1) Lettera N.° 2: del giorno r7 settembre 1821. Di
gnauo.
I
n
guenti ,- il desiderio di occuparmi su di ciò
maggiormente mi si accese , ed in modo che ,
combinando le mie idee con quelle degli un
mini dotti chemi precedettero, ho stabilito
un piano nell’elaborazione de’ vini, il quale,
felicemente essendomi riuscito in pratica nella
decorsa vendemmia 1824 , d’ora innanzi nella
mia cantina non sarà più dimesso; questo
piano poi , combinando l’economia domestica
colla perfezione del vino , mi fa sperare che
ottener possa l’approvazione de’ dotti non solo,
ma che sarà per essere adottato da’ miei com
'provinciali e da tutti i possidenti dei paesi
vinifori, meno che rinunziar non si voglia
alla ragione, all’ evidenza , ed al proprio in«’
teresse. Non avendo io in ciò altro scopo,
che il mio e l’utile pubblico, ho pensato ren
dere di pubblica proprietà questo mio scritto,
che comprende il Nuovo Metodo economico-
pratico di fare il vino, diviso in cinque ar
ticoli , i quali trattano:
I. Della pigiatura delle uve.
II. Dell’economia delle botti.
IIÌ. Della fermentazione vinosa.
IV. Del travaso de’ vini.
V. Di un’/Elattenometro , o conservatore
de’ vini.
A‘R’T‘I C OLwO P Il IMO.
'It.. . . ,-,;
Della tiu’a delleuve. _ 3,{._,;
““x ifl."È'nótorio chef-per'formare dei ’Ìbuoni,
. vi- vogliono suolo omogeneo alle viti ,_.L
sbelta2 qualità delle medesime, e piena meatu-r
rità’gdelle uve’(r)r e che in relazione alla mag
lr.l; i.“'::'ìe(ns “ » -Îf)v1r"- <
î' i‘i'i’iiàk “’p‘às ’ab‘basfin‘i; siecomsnasrsi ila“lmawritàj
annave,‘ia car‘aipenae’iifi gran-portala boma] de’yvini..
Seésîafistitueiamèmi' quîîîleesbî °Y° ““ Mîàlît‘3p
regola la vendemmia. In "Borgogna s_i_.sorveglial peyclrèr
alcuno nonlvendernmiilprima' del tempo prefisso, e‘c’iò per
conservarel'iliìlcrladito‘ til’ìiuel’viii'ii Questa preàc‘r‘iz'lónd
però deve essere. moderata‘con somma saggezza, po'iqbà ‘
alcune uve esiendb precoci], ed; altre tardive, _s,e.sà,îyofl
lesse fissare la ilV?flil€ltlfnlù _ al_ periodo delle ultime, Id
prime sarebbero già marcite; ed avuto riguardo' solf-’
tanto alle 'priiiie‘ilii"altre sarebbero aberbe , e bfegfiîdic:
chere'bbem ‘il‘tîinofii abbia sempre in mente .di,gg0i
' larsìiin‘eou‘forin'ltilfpifluoghi, allev circostanze egl‘allf‘a’tllz-B
nata, affinché, invece di portar un bene, non si_pregiu
diehi al privató‘î‘p'tîhblico interesse. "-'»"Ifl Ispagna , a
Xeres- (Mitlerpacher, tom.‘ lv,fp, "8, notti ), Si_tt_t}flliflj
eia la vendemmia alla -Îmetà di- settembre, e finisce al
principio di novembre, quàndon'ei colli di Toktzi,,, nel
I'Ungheria(-Id.; tom.-w, Pt.t-I4 , nota ) , vendèmmigsi.
al principio di novembn'e, e. progredendosi a stagione
avanzata , talvolta si sospende per la sopravv.eniengg
delle navi,'le quali, avvizzaudo, 1’ un , rendono il vino_ più.
i 4
giare o minore combinazione .dî'due‘ste par
ticolarità, il vino riuscir debba più o meno
perfetto ; e siccome molteplici sono le varietà
delle viti, molteplici riuscir deVono le varietàde"vini.v Egli è‘-peiò" certissimo ed. ideontra«
stabile che , qualunqumsiasi la.éqgalità; delle,
uv’é‘,‘in parità‘ ditcircbstanzezii‘ aîznorrna del
m3ttàtld- con imiifè‘- travagliato jil»vino‘, ’.può_
esso più o meno avvicinarsi_o sepstarsi dal
gade..maggiDm-Àîs.slw L,aassîbîl,e ;BF‘E%ΰR%
eî ‘eo'nseguentemente , che" i le nostre. attenzioni,
de'viinòi'ap‘ptfiito “indigeni tutteallit“8tteltaudet ‘
l)t.l_I’lî:'î _ v ,t q};’:(;':i . _ ..fl. H,t,, ' "f, _'
' %lSl.lQlî tnjetio'doî clip)iìcoìrrtsponder p_osSa alf’ n I“ "" “ -'Ù/Îl "ÎH 'vi’.
L’assette; de nei contemplate Ieeéal easte‘ie
pesa che fossedm prescegliersi , non. è di,
‘ È‘ó'clf _‘?on'sideràzioiîegfi anzié ’=io giudicov
_pllai@iiìasirimabiiiiporianza ,' 'îlsinodo di p‘re-‘i
<n,:=n‘.‘t ‘,i-"‘; i - L;"- _ ‘| .
parageie 9rceDellafsgrflflellalera,delle merle
sims,iin se il maspo debba entrare mella ferf,
identaziòiie"‘coi ’ mosto; ‘da»ilòttî‘s'sirxiidìndlogi""":fi"‘ì 1’ -» .t . ..
a .n'ngf:qa; --» 3;’U;r: ’-, r_ À < . .
dibìiflti)fL-Îîlliellllsiiia, provincia intermedia tra i due
dudde'tlifîviestremi'gradi‘deiipaesi’viniferi diEuro'pa, si co
niihbia“‘la‘ vendemmia ai-primi“ di ottobre, e con tutto
rigore'=dall’aulorità 'Mttuioipale siwegliavafiundempq af-»
finchèffnessuno venderqmi*qsse prima del giorno. di S. Mi
' ebei'e;"inehofche dualèlle località non fosse riconosciuta,
p'ee circostanze 'paîtie'olari', esente dalla Îprgscrizione. ‘
"ram......
{5
il: detto’ e scrihto non poco-vai favore e .;:pn;z
tra, le" cui disparate opinioni ‘gioveràdere-»ià esame. ‘ _ w _. ' f
' Î2. Il »-raci'molo dell’ uva è formato dagii
acini“é g‘riufi‘,lìo_deliraspo propriamente detto,il iqùaie‘ùèiù‘ì’è cheun agg1‘egato- di .pendungoii
parz’iaiipaid 5ghi‘»acino,:. che derivano da',altri
p6diunòòii“iàefifliîianti nel penduncolo princi-"
pa'iè, ‘chg‘s‘i flflfiàÌljlagill tralciò- della. vite. L’» aminoz
o grano-»èìurilcofppostb divarie' sostanze di
sùa'natià‘a it-i1tte ‘tra1m divérse; cioè 11-.°- della:
cort‘ecèia f'esterna o buccia, oààia.fiocine -,’ alla ‘
éi1i"iilterlia Superficie s‘taÌ.ademùte un te_ss_u_tq
vàèèoia're’. cdlulàre ',‘ ciie ' contiene. 1’ estmtti'vo-‘
r€sìni»só"j Ossia via sostanzia; calmante ‘ ed in
I pair'té ‘zi‘m'mtz‘t'ica: 2.° a gllestbî:t,essuto vascoè.
iarè“èùeèedé“urio - strata di um'vsostanzlaivggl-lfl
quantòi“dénsa , ‘doieba‘éidulp ‘,‘ la .qualè ebp-;
tiene il tartara‘r3f- vi. seguita poscia unîa‘ltl'flîé
strato ;’ À pfès‘s'imof fli_o_5egy,ihlfsflfiuva ‘, aè‘ =ia‘;
soStànz:a zuòckerosa =1 lai qaiàle' , ::cóli’aîapasàigsis
deil’:ui;a‘ ,‘)- s'i-Jfaiisolidafi» or'mcno-f‘in-f
tomo' ai“semi si trovaîialtm’fsostam liquida',
un po’-gelatinosa , ohe“si chiama‘lifivitoyo;
fermento.""'75'.>o inoltro vi èk--.\l’fucidó mdlìoog_
che più abbonda nell’uve-.‘ immature ;‘:uf
una quantità agi». acqu&‘yin: cui 1 s0fl-ò'più‘t‘t»
16
meno -dilute queste sostanze, le quali tutte
vengono unite e legate da un tps5uto retico-_
lato, vascolare, cellulare, detto parenchima.îlr3. Il raspo è una sostanza legnosa; diun
sapore a‘cre,»e priva di ogni principio, alcoo
lico, zuccheròso ed aromatico. «,Rosier Vuole
che l’ uva sia ’sgrane‘llata, e.chetil rasp0 non
debba entrare nella fermentazione-del, mosto,
p‘erchè- comunica al vino un gusto aspro raq.
stirante; e che senzail raspo<fil.vino riesce
più delicato (ix-45‘). Il raspo, die’egli, non
contiene nullw di spirito di vino , né ,di izucq.
chero, e perciò;piegiudit=fi il vino f(;p.;,5_zp,e
57 ): e dopo averzprodotte niente smenofche
quindici ragioni-a favore di quelli che vogliono
che i graspi , uniti agli acini nella;.feruxenta
zi'one, migliorino il vino, ve le abbatte tutte
gagliardamentd corin'ailtrettànte opposte _ ra
gioni, le concl_1iutle che ,in nessun caso si
debba iconser'vàr‘e fili ;gm,ojzolaa; 113 pe-ljcll è\ 00
nìunicaualfvino. tutte le=.sucvtcattive qualità
senza‘c‘nmunicargl‘iene alcuna di.bu'onez a.°.fper«
che-fuori contiene ..uè:il fermento, nè;i prin»
«rbostituenti*il: vino: 3.° perché, si appro
pria= inutilmente molto spiritoso, 'eîmolte parti
techerose: ;4«.Î’f finalmente perché in vece di
arrzkîcfzire il vino l’impover‘isce (p. 68, 245, 25)
'l7
r4. ll'Padre da S. Martino e del mede
simo sentimento; e dopo le belle esperienze
da esso istituite (r) , colle dimostrazioni le
più luminosesostieue assolutamente (p. 69,
71) che i raspi non servono ad altro che
a jàr deteriorare il vino : poiché essendo la
sostanza de’ raspi di una MATÈRÌA mensa,
canoa, soma , srucnoss, mescolato il ruspa
col mosto della fermentazione deve necessau
riamente COMUNICARGLI LE sue man QUALITA",
ed assorbire invece una porzione non indifA
ferenle della parte spiritosa del vino. In prova
di ciò, egli osserva che i raspi, dopo aver bol
lito col vino, perdono la loro asprezza , re- .
stando impregnati di molta sostanza spiritosa;
in modo che assoggettati alla distillazione dannoa ‘
dello spirito ardente (p. 71), e che perciò sgra-'
nellare l’uva sia assolutamente utile e necessario.
Mitterpacher (2) è della medesima opinione.
15. Di questo parere .non sono però altri
dotti Enologi e Chimici. Klaprotli (3) vuole
J
(1) Ricerche fisiche sopra la fermentazione vinosa.
Vicenza , 1789. "n - .
(2) Elementi di Agricoltura con note relative all’Agri-‘
coltura italiana. Venezia, 1795, tom. -lV, p. ily.’-Nota.
(5) Dizionario di Chimica. Milano, 1814- Articolo Vino,
pag. 469. ' ' . , _. '
Stancovich. Del Vino 2
18
chewi*vini che hanno un sapor-debolwdiven
tino Îma_ggiormente sapidi col principio astrin
gente dellevinaccie ,.-le quali favoriscono la
fermentazione-,e si forma una maggior quan«i
tità di:alcoòl; -’-- C/zaptal dice (I) Che l’ef:
férveîscenza, -’il' moto ed il calore sono mao
giori quando il mosto fermenta colle pellicole,
gli acini ed 'i racemoli , che quando il sugo
dell’uva è stato separato da tutte:questeina«
tèxie;e che il vino tanto più si colora ,
quanto più fermenta coi raspi. - Dandolo (a)
Nuole Che le sole uve atte a dar vini generosi
possano essere 'sgrauellate , perché la forte
fermentazione di que’ mosti, e il vivai calore
che si eccita ne’ tini, possono trarre da’ graspi
un .po’ più di acerbità o di aspro di quello
si»vorrebbe; ma che ai vini leggieri giova
anzi.:il bollire Coi raspi , e lo provail para
gone’fra-due vini tratti dalla stessa uva ; uno
bollito coi raspi ,ie‘ l’altro disola uva sgra
nhllata; e la. ragione per cui quello riesce mi-v
gliore di questo, si è che il graspo rinforza
(1) Dizionario d’Agricoltura de’ membri dell’Istituto di
Francia. Padova, 1818. Articolo Fermentazione vinosa.
Arte'di_ fare il yino.. a .«.L;
(2') Enologia,govuerqlî arte di fare, conservare, e fm‘
viaggiare i vini del Regno. Milano, 1812.
_i.. .,
'; .'Ìv\l '
‘9
alquanto il vino leggiero,perchè provenendo
questo da un mosto scarso di materia ZUC‘]
claèrosa, le cui mplecole sono diluite in 'quanr
tità:troppo abbondante d.’ acqua , il raspo av
viva la fermentazione , a fine s’ attacchi con
forza maggiore quella scarsa sostanza zucche
rosa, quantunque inv'iluppata in ogni sua
molecola (la soverchia quantità d’ acqua. In
fatti , dic’cgli, a _ circostanze eguali , si vede
che il mosto bolle più forte coi- raspi che
senza. - Pozzi (I) considera pure il raspo
come un fermento molto utile in tutti quei
casi in cui si potesse temere che la,\fermentazione fosse per essere lenta,eîtardlaiic che
le sostanze solide 100î}, come sono_il
parenchima, il raspo, la corteccia,‘ecc. danno
maggior vigore al lievito, e contribuiscono
perciò alla fermentazione, e quindi alla de-‘
composizione dello zucchero, e sono utili
quando il mosto non sia molto zuccheroso.
- Filippo Re insegna egualmente (2) che si
potranno sgranellare quelle uve a cui, per
(1) Del vino e delle sue malattie. Firenze, 1806; a
Nuova Chimica del gusto e dell' olfatto. Milano, x815,
10m. 1, p. 96.
(1) Elementi di Economia campestre. Milano, 1808,
p. 185.
no
essere atte a produrre vino generoso , il gra
spo' aggiunge tropp'a forza ; quelle delle quali
si vogliono vini delicati, e quelle finalmente
che non giunsero alla totale maturità. Altri
menti si pigierà l’uva col raspo. - Fabroni(r),
appoggiato all’autorità del Paolètti, vuole
che i raspi entrino nella'fermentazione , e su
qt'iella del Davanzati, che siano anche tagliati;
mentre dice 10‘ ste‘s‘so: taglia i‘ra.gpi beìz‘e,
acciacchè n’esca un- certo zimore asprigno e
radente, che‘il vino fa tinto e risentito; al
qual sentimento è di opinione all‘atto contra
ria lo Spagnuolo Aranguren. - A Cougnet (a),
il quale" suggerisce di spicciolare i grappoli, se
parandoli dai raspi , Giobert risponde che que-'
sto consiglio non è utile presso di noi (nel
Piemonte), se non in certi casi particolari,
sapendosi che il graspo concilia foi‘àa e au
sterità'al vino.
16. I buoni effetti che vengono prodotti
dal raspo nella fermentazione, a senso di
questi aut0ri , si riducono nel dare forza
ed’austerità al vino, maggior fermento alla
massii’, nel produrre maggior quantità d’alcool,
e soprattutto nel rendersi utilissimo ai vini leg
(i) Dell’Arte di fare il vino, capitolo m. Milano, |819.
(e) Biblioteca Italiana, N.° nxxrx, Maggio, 1825, p. o“y.
i n
gìeri col rifli‘orzaiilifl =ma«accordano. tutti;
che nel‘.‘mosbo provvisto <diiparti.,zuudhegoàe
e‘gli Puòuès'serga levato}, îefclie senza il raspo'j
si ‘hafuirrvino«delicatm =IQ>:HOU saprei a.ifill.ii
posÈa dinpi‘acere-iun'miuó, delioata ,per'mpgp;
tentar ' ogni 1 ;vi'a' ' di ‘ renderlpl :l’«ng:i Tutti iil.vì_giî
prelibati da jbqttigliii,î‘ffiîplefiilflù tutti - senza:
il raìspoig=wqilfitj stano ?i:;fvìùîeîgeneral nwphc».
stimati: ;è;=pregiati appunto <f>er\ la; loro - dalia
catelzza.’ v;emeghe 'v‘arjfison? ii guSti-Vg L5,u_,
di Ciòu non Iv;îliaiiqumstèioneîa essendo? trito,
1’ adagio che da guStibus llflm‘.tfi.-îigdum , e x;pf.il‘<>iuì.; .eiapelyedauo= K, saprà i._dirigersi I
secondo il ;()Eropribi - g);flfi%f,»,ggì gusto
paese‘ " doke i?VTài daf -emerciaresil BUG !7Ì9_0m19
per:';mh E conside‘ro’ , Che 2-:unlln'1edplicatez'za delt
viiuoì consiste: -. v l’- eccellenza. del .mdèsimo;Per-le- ‘uve;sbiadate , :èhphdpuunîunî mosto
_scipito, {acquoso ,‘.>il; quale \Profluòs MDLVÎDfl
che appena ‘Può' diasi«iale;;è «hnm naturale
essere lutile 011‘, figli . abbia : i elmiwa; ‘ il gusto
aspro del ras_po , -e.lche;90nfiqliflili a-SPIÉM
:sia se1ìsìbile;.ah ;palato ; éina;»difiueSti miserg1
bili vini ‘uotrè prezzo .ilrîhrnefdiscorfioflfiiflyì
io credo pi1re' she.;il.iielfip0;ilàvpflfifll‘3qu
sia: per, qflèlle uve.le.qualiiscouteîîgpnouieneph
cesso. la parte;zucbherosa, mentre,.ìn.qlàfiitq
\
23
caso-f; essa 'è- temperata diill’ austerità del ra«
spa ; dando al vino corpo al robustez’za. Per
' il' mosto di media ed ottima qualità, zio ri-»
tengo inutile il ‘t'asp'o nella fièrmetitazione 'per
ottenere un "vino: distintoe delicato. ‘Una
regola generale‘iquintli su di’ciò finora-può sta
bilirsi; tua" dietro ‘que'sti‘ principi ;,: ìciasche
dritto ‘, secondo - i" casi ’e‘ le Particolari- «eirc0<
stante del proprio paese; 0‘ della qualità delle
uve ’sap‘rà con prudenza dirigersi ; come pUre
secondo‘iìl metod'oîdi’ Iffei‘men'tazionew che da
esso‘ sarir Praticato‘» '«“ '»fl-}'- -'i'» |_‘:‘ ;
“ ’17i 130pra' gquali> p»lueipjflpuò aver appoggio
l“elpinîsóne «te Ì:Qrfigihlîydeli "’raspo,hche d’al
t'ì'imdb‘ -sofi0 lioniiù‘i'in superior- graditi distinti
per talenti 8 perdi)ttirina?‘Essi‘ non; ci diedero
l’analisi chimica del raspo, onde Perfidadercimbe
àa’ suoi principi intrinseci ‘h'edb’rivi ‘l’ utilità‘.’
llflPadle ‘Mam'no anzi dimostrò eviden
te‘msnte,cdnflie acceùnàmmo abn.f <u4yphe niel
ras'po xiullwsi“émxtièhè- nè di îarornaflf, nè“di
zucchero, ‘nè‘;di' tartaro , nè di lievito, 50
stîtnze ‘ so'ld ';leiîquuli « concmr'ono afiormare
l6"fh'o_prietà îdel‘Wihb. Donde pertanto derivar
p’ossono questi buoni efiètti ? 'IQ credo di
darne una ragione con-vincente. -ll raspo non
prodtice questi ottimi risultameuti per i suoi
. , 23
pi-iucìpj chimici , ma- '210; fa'fiserilpliccniènte
come Corpo mcccanicn (parlando deil'a fer
mentazione a recipienti aperti ;v della iqùla'ief
sempve»inleserd di dire gli aqtoni su-ddetliy)î
mebtre egli è certo eeonveùirto,«chè qu'anhu
è Ìpiùf gvànde; la‘maàsa dei:àappelio}tantmmis
nereiîè l’evap'o'razioiie,‘ cioè- ‘la‘ perdila uìél
g‘as'» acido-òurhonicofi e:'bon Lessot dijim’aiiPaftq
di‘alooolfrflil raspo;unito alf‘îqestò.xdeila 'wiîi
miccia; immen‘la ‘notabilmente..il cappelli) ,IIE:
qùindì impedisce in. gmiia»parfie Jii’eaiapmuli
zione, per cui restano nel vino più gasaeng'qì;
spirito; quindi ..meijcanicàmentef Soilé’nlfò: il
raspò‘ influièiéez' ‘af‘ .rendeibn alquanitov ;niiglione
ilrv’iiioîgi erîiieé quèsbò’:stmso:moiivo dei-'bagi}
Peilo' 1 più forte-Q '2laé fermentazione stè’ssa'è ii)iù
altÎVa. Inoltre esseudn: ilzraspo,«cngîéuiìi :pe«
doricoli in filamenti est”ési;’unitu«gillà::viriao:»
da ;-les__s'o; lega’ tutta [a fmasexî’flci'î- cappèilb>g
la” ‘k‘èÎldé’Ì più Ì‘imita; = risier (e furrqqun‘più'îfsoiidó‘<, 'il quale _preselitaiÎmàfggion I rèsik
stanza Éàli’flei1‘aporazione Î edf.all v,passaggio'gdsl
ga‘s‘ aoido«davhoniw, il '(Ìuale5"passàndo ;>for+’
zatainefite pifi* -'questafmassa i‘istr‘etta , unita,”
cómpre'ssà', viene, in certo modo, deterso|
dall’alcool,fe contribuisce-imsecorido graiìo
meccani‘camentèm migliorare alciuanto il vino.
Ì.x\ -«.' \- \V-\»\\ - \' "
24
-»+“Ora Però che la fermentazione" vinosa» in
vasi chiusi è dimostrata incontrastahilmente
utilissima, per essere colla medesima frenata
l_’ et:cedente evaporazione, ed impedita -la;co«
mlxnicazio'ne coll‘aria esterna , il» raspo deve
essere as30]utamente' eliminato per la mede
éiina circostanza della qualità dell’ uva diso
pra “ indicata. ,« '1e perciò ila sgranellatuia. del
l’uvaf'è-‘utile 9PGI‘ÎL ottenere un. vinoî. ecélto;
ma [diviene essa ancor più necessaria per
l’user-importantissimo che sarò pan dire in
appresso; «w{ ouìv l":r _- ‘ E ‘.“‘ k .
lì n8.»Vtarj sono=“i\“rnodi che. vengono. ac
cennati» EPCI‘ flo- sgi‘anella'mento dell’uva. Bozier
(-p. 69) indicanuna grati0eia di filo di ferro,
0’ ‘cordicella a maglie; larghe , o fatta di
esse di legno,hsu. cui; con“: un rastrello p'as
sandò;e- ripam'amdo . l’uva , cade‘r sgranellata
nelltiuo,.-sottn'posimj el;poscia' viene pigiata» coi
piedi; ;; oppure pigiami li uve ,sulla'- grata stessa
a9«beccatìelli:"dii;liegnoi, '.\da,-»cui .si Elevano i
iabpi ; ma .iqorlimenda ' ' soprattutto . il il}on
usato nella :I,inguadoea ,(‘Pm7 1-f)i,..bve; una
femmina , avendo fra le ginonchie -tnnfîrecif
piente allungato ed inclinato, con un tridente
ali'legno rimenandn l’uva, restano;i raspi facil
mente sgram_llàti -,’ «e- l" operazione è talmente
25
spedita ( dic’ egli), che: una femmina sgranella,
quantoio a 12 vendemmiatrici hanno rac
-. colto/in un giorno. Il:Padre da S. [Martino
( pag. ‘72 ) assegna pure una;graticcia, e vuole
che si passi il raspo 'colla «mano,..,il quale
resta; sgranellato; questa'operazioù'e può. aver:
luogo quando si tratti di una piccola quantità
di «ma, ma in una.grande azienda, il.‘passare
colla m'ano' grappolo pertgi‘ap‘po'lo sarebbe un
lavorowhe richiederebbe‘tropp0 jtempo, si
bpporrehbe al celere compimento della jenH
demmiii ,._e_ soprattutto all’economia. {Il metodo
di ‘sziqr-èfipiù‘-speclito, tuafinon“ ètuttgviq
economicogxequuello delluLinguadoca diffigile, -
ad: eseguirsi, perchè’è difficile .il (-trovnregguna
femmina di: tanta abilità; la quale essendb colà
pagata alibondantemente'oon soldi _dieoijka‘«
rantaùh‘w) i.-alla giornata}, senza nemmeno
esserlewomxixinistrato il cibo p. 71').,-;.nè
qÎui‘ nè‘ altrove îsi troverebbe una .- manoî &opera
tanto abile-ipse; così tenue -mercede.* " =j;»s'i
19. Gli antichi Bo'mani4pi'giai1an03 ’-uva
col torchio, come c’ istruiscono Columella e
gli altri Bti'stÎCi':(_'tj';“cosi‘Îpi‘aticasî in}Francia
ed in qu-a'lolie“parte d’Italia, ‘metodo che è
f ‘ .
’ “ .x"":°‘-‘ '/
(I) Catone; cap.an e xm. . n
26
sconosciuto nel resto della medesima, e mel
l’Istria: 005ì Pure costuniasi ucll’UngheriaIo non parlerò di questo metodo, avendo
esso 'i‘.suoi‘ ìantaggi ed i suoi inconvenienti,
fa‘r‘ò‘ce'nno‘ soltanto della pigialura _a piedi.
In /dué'fmo‘di essa si escguisce ol.si; pigia
l’uv'a îtosto arrivata dalla vigna,‘ e '.f»i pone'
nei-recipienti: a-i'ermèntare, ed. in questo.casò
l‘o‘pei'ai è‘ giudiziosîssim&, e secondo.le .prc
écriziofli di tutti -gli’ Enoio‘gi-, "mentcm l’uva’
d‘éve' ‘éssiare‘ tipósl'a a fermentare ini'nua-z-spl
vòkà î -’, ossia»’ Idebiiiesséi‘vi‘ una} scia: firmlli‘
tiiz’i'óixe, affinchè‘fii V‘Ìfió‘ n_omîi ges'li‘apìregiudii
èiitó;iîe del fmeòî sii Ìgùasti -; =, -deriyw iperònda
quesw-‘metodb 'cluénil‘v ìinó se3rsegàiawii»dm
liii‘è.@Sisendo'iil _colòrito un caratièm:p'mgiaé
tìs4iùió'» nel CMmercio; pcr‘ottenei‘lb' amgdr
disfmione, altri riPongon’o 1’ i1va fil) tiliizpiflllî
giornàquente,con uu'à perticààiurmaovdm ai
rongpé-la massa per " rendere la .hnicciml’acino franta, tagliatay'e, come 0011111'
nenièntel, la=là;ciànuin tal‘ forma :zizìzrc_ire ,
\
's\-" ‘ ‘ .»
_n .|i. ,.
(I) ;Pankl., Compeqdiuni OFconorpia 'rui:giis. Badge ,
1797’ P- 99
(2) Chaptal. Fermcnl., p. 298. -lìozier , 1» no. -Re.
Econ. camp., p. 185. ’
»-, »/»”
:
27
colla qual operazione, ritrovandosiiil mosto
in" contatto 'di'più parti della corteccia, nella
quale risiede la parte colorante , ottiensi v,con,
ciò un vino coloratissimo;matalvolta questo
buon effetto è fatale, mentre ,_egli è compro;
vato, col consenso di tutti ,gli autori, che
dove seguono varie ed interrotte fermentae
zîoni , come accade in‘ questa circostanza ,
il vino porta ecco i principi. di? suo depe
rimento. .. Sappiamo,- infatti 5, ,perfìe’speriepzai,
che moltfl:diàquesti .;vini,‘.alladfipe Idellf,anno
acquistano un sapore di acetp,,per;_cuiiqomiiî
nomente si dice,- che,._qîuel vino.Pzt,nrquel
piimoeaso, ,noi abbian up,yjpo [sanigisirqog
ma Scolarite‘, 6’ nel‘ S=spndoi,ei altie‘ne_ bensì
Colorito‘, mayfacile a,ègpastarsi. i; ' ,_.\_H., I;
20.. Per ovviare i due; ,ena,cqennati ipogei:
venienti ,* ed- : Ì aPprofittare; i ,gtilrpente due
buoni effetti ,, ecco _.il.- metodo,che da ;meìsiintrodotto, ;'Arri'va'ta .tlîuva;.all'abitazionîe,j viene
Pi‘glat3160,‘PÌedl nel tino del/capro, quindi si
travasa “ihmosto, ‘chewsiyripqne, un reci
piente ai parte. All,’ ingresso. della cantina,.|._0
nella p-cantina stessa,vi .è preparata una tina
sopraicui è .ripostoil' telaio, fig.“ I, fornito
di due, graticcie (ramàde) 14 B. di filo di
ramey,e che può essere egualmente di ferro,
28
o di cordicella: La grata superiore A porta
i lori 5 ossia le maglie di una larghezza quanto
è sufficiente" alla libera uscita del grano del
1’ uva. S'óttoî'qhesta »graticcia ve n’è posta una
seddficlat' .B“o0i"fóri della grandezza conve
niente a‘dar EII)_as-Blliggi0'al semi dell"uva , ed
è“=‘pròluligata“'corilî'uria scafa C , la quale
esce dal/tino”) edial‘la quale; vi è sottoposto
altro piceolò" tiiiti situato in D per ricevere
lé“bù'ccie' Ì-‘o‘S‘sia -leîeorteeciedell’uva. Questa
giaiîééia è m’óbtlé fa i’pièdi del Ì'telajo F M.
'Si)tto’lix*scafiafi0 vi e un tappo" unitofi:plla
‘iàtés_sàf“è‘ posto presso traversa dei piedi»M“ ‘," ‘ qfiare impedisce I che nell‘inle
'nà’rlà ; colla semsa”e1i‘€îlefiverràf data, non
si muova da pflnt0‘5iî'hîfiì-‘SÌ tenga al
Suo posto. lflt’r‘o recipiente è riposto al lato N
inei‘ iiceve’rè‘i raSpiìî'-'qul)perejd porta'fl'del
'tin’o del ‘carro'> uîia» ’hreut-à di -\uva' 1p’îgiaitaîy. =è
flèil"’latb' ’0 , ' elie" rigua‘tda -'-\fl’- ingiessd’ ‘dùl‘zloè
cale;;îîla getta‘"xiella"graticeia A;|;‘0in:<hllon
ì1tt"altt‘ó opefr'2ijóf‘situato in (By-colle“. mani
menu 'e rimenix per la graticcia 1A fl’iuva'pi-f
giat'a; e mediante": questa; semplice e spedita
_ operazione “cadono ‘le' biiceiè nella’ settopqstar ‘g’l‘nt‘iè‘cia’ B; il im‘oSto‘:ed ir-seini passan0'
nella; tinaÎ-pei Tori. della graticcih stessa:, e
29.
restano i raspi spogli sopra la graticcia su‘-v
periore'A, da dove l’operaio li getta nel'ti-_
nello situato in N; e poscia innalzando colla_
mano 1’ inferiore graticcia E dal lato P , vi
dà con essa una forte scossa nella traversa
superiore dei piedi F F, col mezzo del qual
scuotimento, e dell’ inclinazione della mede-_
sinia, sdrucciolano le buccia per questo piano
inclinato, e per la scaffa G cadono nel tino '
sottoposto situato in D: se a questa scossa
non obbedissero le corteccie, s-pingansi colla
schiena di un rastrello di legno verso la scaffa,
e vi cadranno nel recipiente; con questo scuo
timento, i semi che fossero rimasti uniti alle
bucce viemmeglio si separeranno , e ca
dranno nella tina. In questo modo si pro
gredirà successivamente, e l’operatore al telaio Iesaurirà adequatamente e con prontezza
quanto gli verrà somministrato dall’operajo
portatore, mentre il tempo impiegato all’an
data , ritorno , e riempimento della brenta.
sarà sufficiente al tempo che sarà impiegato
dall’altro operaio nel lavoro alla graticcia.
Cosi noi facciamo contemporaneamente ,‘ e
con tutta speditezza,‘un’importaritissima ope
razione, vale a dire , di separare le quattro
sostanze meccaniche che compongono l’uva,
30
cioè i raspi, i quali vengono posti nel ti
n'ello in N, le buccia che passano nel tino
in D, il mosto che cade nella tina in 0, ed
isemi ossia vinacciuoli , i quali cadono nella
tan stessa , e raccolgonsi dopo il travasodel
mosto ; e se si volesse averli nel tempo stesso
separati, basterà appendere una reticella di
fina maglia alla graticcia E, nella quale tutti
saranno raccolti. Questi semi, nella fermen
tazione, o sono un corpo morto, che per
nulla influisce alla medesima , rimanendo
essi per la loro specifica gravità nel fondo del
vaso fermentante , o se contribuiscono qual
che qualità al vino, non può essere che in
discapito, avendo essi un sapore acre-legnoso:
sarà perciò conveniente la loro separazione
per questo fine,-e potrebbe esser utile per
impiegarli al nutrimento de’ volatili della bassa
corte, di cui sono avidi, e molto più utili
si rendono nei paesi ne’ quali l’olivo non
regna, potendosi da essi estrarre dell’olio,
come costumasi-v nel Parmigiano (I) , locchè
(I) Il sig. Acerbi (Biblioteca Italiana ,7 N-° 107, mese
(li novembre, 1824, p. 282 ), parlando della Memoria sulla
renditaprurale del sig. prof. di Cattania Scudieri, stampe
di ‘Palermo dell’anno stesso, contro il viaggiatore francese
sig«Sayve, dice, che in Sicilia non si è mai sospettata
3x
ridonda sempre in vantaggio della domestica
economia. Per separare le buccie dai raspi
I’esislqnzadz'umi materia oleosa nei vinaccîchli,fie_ che
Pesperipnge_ fatte_ in Napoli per ricavarne l'olio pop prq
dusserqalc_un effetto. Come si4l‘acessero l’esperienza: a
Napoli io lo So, ma posso assiciifàre essere questoluni'ertior‘éì; mentre dai semi dell’uva Îsi può benissimo
estrarre îdell’olio,‘ come l'esperienza mi ha dimostrato.
Nella sgorsa vendemmia, r824, ho posti a parte de’ vi
nacciuoli, e fatti asciugare per qualche mese,e, mandati,
li feci fmacinare nell’ aprile 1825 , e preparare rilal'inodo
che darà in appresso; quindi , posti al torchio, da once
woydi'farina di, essi ne trassi once 5 di olio; e_:se
avessi prestata maggior attenzione, ne avrei forse ri
tratto;di più ancora. - L’arte pertanto con lcîiiid'incon
ladini del'Parmigiano estraggan quest’ olio è ’14 seg‘ricnte,
indicata dell’abate Rozier (tom. xv, pag. 50. Trattato
di Agricoltura. stampe Vitarglli di Venezia,4r808 n Si
« seccano i semi all’ombra od al sole, quando sono sec
e cali, si passano per un crivello, indi si fanno tritare
“ sotto la macina e grano; si ripete questa operazione
«. (che io nel suddetto esperimento non feci) collama
“ cima in piedi , come per la canapa, il cavolo di rapa,\ec.;
C dippoi si mette questa farina, ch'è ben tritata, in una
". caldaia con un poco d’acqua, e se ne fa una pasta
v. morbidissima che si fa’cuocere'nello stesso vaso sopra
Co il fuoco. Questa materia si muove , durante lo spazio
u. della cottura , con una spatola di legno, finché la su
‘,‘ perficie comparisca risplendente: indi la pasta cotta
« si pone allo strettojo, e se ne spreme un olio che ga
« leggia sopra l’acqua. Quest’olio si adopera (lai conta
“ dini del Parmigiano, che qualche volta ne mangiano;
32
si potrebbe servirsi di un mezzo ancor più
semplice e più spedito , cioè di un buratto
a maglie convenienti, come nella 1g.“ II ,
quadrato sia ein o rotondo; il quale, posto
sopra la tina, ed aperta la porticella a b c
d ,’ gettata/vi entro 1’ uva franta, e chiusa po-‘
scia; col moto di due o tre giri le buccie
tutte-cadono nella tina, e restano iraspi
spogli, i quali, estratti, si gettano nell’oppor
turno e vicino recipiente. Ne aveva ideato
un altro a doppio crivello , e con tramog
’gia, che, per essere treppo complicato , fu
dimesso.
21. Tutta questa operazione tende all’ uso
speciale ed importante da farsi della buccia
ossia fiocine. Abbiamo Veduto al n.“ 12 che
alla‘superlicie interna della buccia sta ade-'
l‘ente un tessuto vascolare reticolato, il quale
contiene la parte resinosa colorante ed.aro
matica. Tutti gli Enologi hanno detto, e
tutti lo sanno, che questa corteccia dà il
colorito al vino, ed in parte 1’ aroma. Tutti
sanno che queste due ‘particolarità e carat
teri sono generalmente voluti, ed estimati
l
“ ma.se ne servono più comunemente per la lucerna,
_u tanto. più che, ardeudo, non tramanda alcun odore. n.
\' ,
V . » 1 . . ee
in».aemmessîai Qflazfll9 S»W?SElQÉÀ fi9i°liithoiiil
aroma \ S%Fitb\dîlli’f al. -<vîa°,.iitaflta.ejùeaaii eri
Sq‘lìfiilfliufi.»clìîi amenti =.iadieem»fi meaai,
conveniqlatî s, ‘I%ll° . film.Wîeiatgerà
un .serrigip timmieafissîlaas‘ altie%_elsllg
vinificazione‘aesl. 21 tmieliwefltsute sl-fitî,u‘(iftis
Qllefitilîrtè .P?Îta,nt0; 119.21. 'r‘îll‘leî‘îtil
fiodua in .;mievtissime pattis, affinché ‘ quarte
particelle Î,Wtatsizltrsvieo al -P,iù‘xpossiliîleiju
comalteslwl' mesta durantesla' ferimtaaiae‘a
°ad’ssseeseiegliflv '13u995335" @dtepnwmiarsi
tutti fi‘s Principi «resinqsi,flfielvranti‘i‘edear0eeafl
tici del tessuto cellulare riattaccato: alìewllv’ese
cìe.>qle fquali ;_fnel',mcdotveolpifnmdelle pigiaî
teref.soîpiedìmireataae ‘da‘ .du_e lati
opposti-pani: quali n il» mesta , e =presgessoltanta,‘ ed: «in, -,p-Qciiìf luagl’iiuanerta ,
tante; dopo ;la E“Pig,iflliklftt 1, ;come.=»ldnrautc la
fermentazione; pan letali?!» 998%90n «1195.89139
pmflentsae mtteffle,_nantifelel ÌGSWÈO1;VHÀQQÌHEQ
alîdowtiocîflel_mosmi manq>ul1e 1.191), stalla"!
sciatseso‘ masfiire,î comaqabbieme indicatesal.‘
B=?m;9;q cosa f‘estremmegnte ')Ii€fòf :dibkkflsat>
1i0îieol(s)s avete detto nfilì‘iin il »gmnellafloaq
essere bene schiacciato , acciacchè la polpa
.(.\ _,ÀI,‘.‘î .f \ - . ‘ :, : ‘ 'l‘ll (i)
I Corso eom leto di A ricoltura, tomi xv, l.,?;lu;hr.P S P
Stancovich. Del Vino À 3
3‘4 .
Ma? te iiìi'gran' veic'olò. n Pad:‘e"da"S. ‘Mah
ima disse "'ptnfé“( p. ‘73’ ) e Gli 'hcir‘zi ‘de'vor'zo
èlt3‘èì‘é miniit'arfrente ‘i'riturati. Uri lestltlv trim
iridìzî:e una"muggior dissoÌùzîzine dei
fii‘iìlbifif,‘ “ed” uhà ‘ ; “ódm'piuta ‘se;iar‘aziante
Jz‘iyuè‘zle piun'îtefre‘aano ' indischidté ‘ ww:
iioltè”ira "la" mucilaggine,’ e da ‘qztesto‘ péfife:td
discioglimento deriva l' impulso - fazzf=îmnéwae
leggi: 'd€lla fei‘nieritaiiàize: »èdl ‘alt'î‘ò’tfie ' ’69:
NUta): Enna? alld ipeuicoza‘ dene‘aacelè‘ w»
inninrawz materiavw«nm‘me i“ > Ùiì€sttì"ìid’ ae
vt‘1‘ztfi"Urzei"‘tiizi9à-î'pîu'îtcdi'lcd, e 3 là" tardi tam
p'rinbiè fièt‘îcom'met’eîoîfl‘în ‘seòondo"llìoàgoj
ffd-‘lld clr'll'ule id! ‘q'uGrtt: ; buócie' ‘sè àlzfià'da india
ma ‘_»fiisa‘-’( ga’s"acidoJcerbóniedl)‘fî'la"Qutilèi
sprigionanclosi' nei ’ teh‘ìPò dèllà 'fir'fiìîilztlt‘àìoîzg;
ld‘réfide‘plùÌ-ólgo’i‘o'saf-‘è p'ìù attiva;iEostpum ‘
al tùtti“i’mòdefhi annega-i si, l)óth.léfld‘bllé
fionffso'lo il coloritófmaiuna' parte“îane‘ora
èell’aroma " viene ‘ somministrata 'alE vinòfluatte
buccia (r‘-)‘f mar questo trituramento‘perèk’lelle
ama-sui è‘Jstatìy‘ aprisse» in "2 considerazione‘,ì >nè" di;corisegneflzavi è stato p'exfàu‘cb
preposta meno“ alètitìo wii‘ec'cani'eo ‘
‘ I < ' . , n , \ »
\1\,\v\J" i., ‘ \ ‘0‘ ". l \ |)|1\ÌI.ÌÌJI ÌL N,.'J- J\.".
(1) Biblioteca intimîa‘;’îgfîzî idfiîirticoli mm:
t.‘nziliizedi 'if ,.;imiomgf _ ..l.-‘ , i.. .i,., \’.
. “ ',t\ -
(....'\. “ .t ‘. w: .\.
\
35‘opporiua'o‘aimleislta opÀixazión‘e’. Il solo "Pà’cli’è'
dd-‘S."Mdrìihólaveva liettlii‘ ri'él ’178'g'fpaè. Î3);
ché uiiàî‘îfiùzzrzi “di ' Ìegìid, “itri'igrdsso‘ ‘fièà‘léllòi‘ '
uri" cilirzdm,“a'"t;udlóhe «mai îinaccmn'a 9m'rt
dìfllèilé’ad "ìdciirsi e=aa= féàega‘if’s'i,‘ » porre è‘5‘361‘é'
0a5tàggiòsàiiz'éfite sbxfauitèi aìraî pigîàitdià"'edi‘
‘pîain; un una ‘m'aizà’dì legnlo,î-’ìm “pesiellou
_unf=alîaaro‘, ‘sófio‘ cosel<fhttiéî‘flahfariie netti al»
hiaeetd, e- pereei'a‘f “troppe travaglio e‘tiil“ ‘
spendiógz‘i'ìèlfiîtilé ai? uaaivenàeiumîa‘ per‘pîoceî
dhdl celesti ';"'1'iè Ìmaechina"“alcima‘ iecòhol-i
xiiiè'àiifiàl n’èk’surib'fino “,iid‘bi‘a ‘fu"Proposta'z ’i’
L" 'saa-‘remiaî'nèl pe'r'xs’ierdÌ’sopriiîia’lmàssiiiia"
iînperéàaz‘s’flritiìtuiaièIiiéîautamènw‘laflbiic'fi
giae‘flnirî 'Sàluià'ri iaa i i eoi_0firqî {afasia
l’a‘x‘Bmti-‘Ì‘Qiri “ ‘sobo' ’ océ’ó‘p‘atii ‘ àî i‘rinveàire’niti‘
niett’6‘diè' ‘slìetliioî‘fosée'gî-éd ‘ii: Uparif’tem'p’oi
etioiibriiicé‘.’ ‘ ipertaia'to’ ìchèio ho" idétit6;
e che ho pusto" felicementcîfinlpiiatiCa,îsi èse‘gqèrité- ;Î ‘seghàtb nella figa ’9ÌI'; "Egli 'è’ mi:
men;ui ’aeui ' grdàiièzià”’di ‘-“un2 saeaf
abbóndtiiitte,'h b è’ d; ’neil’iufeiiar’pàaeama
quaiegflefipéi» in; ldh'gliez’2a ai"a"a;e di"fleii'e
incassaia"uria lama tagliente "di" acéiiilo,“‘ia
quale‘îSorniòiità la‘ Suola ' ‘ifi‘ 'al’tèzzaz di 'oùce‘ a- ;
altre'dne consimili lame, Ossia coltelli ’aiii-'
lati ,“ di eguale altezza , traversano’ il“precelf
36 ‘
dente\_e la sqola in _ Nasli,;angqli far
mati da, questi .colwlliîi ‘;la.-.flnolsièîysmuwta
in dqòlivîo., onde le _bqecîe:=5dyucciplgppqg
sapo -(1wnce.il 1w'0, uè PCSQT.‘COIàTSQ'QW
P'°SSG ed, affollata, .Quma. web...e ì,f<.>rm.w,ei.
qppoflqm; striscia di “pelle ,-;y_C_GIII_IC-J'-{If;-îkf
per=fessere pdql;tqtq Q)cinta a iciasngdgllîpperajq Armato egli di q,ue5i’ istmmeptî,
entra nel tino ove sono_ ripp,s,te le t1;_u;y:.,ie
in quella, quantità cqnyenîente';ad 'QSSQ@‘Q fil'i-.
tur_ata.,in, Una volta,’ ve .pigiando qo’qu‘gdifla.
vicenda, chlkmezzodi questi,s,ei, t,gglîgnti
coltelli Prontamente e _con facilità .tgitprgrà
le;bycpie stesse: riducendole in.ymiuuti)s_sirm_e
p;rt,îcglle somiglianti ' ad unq, plollaj,[8 Cppirgfi
ngyoleîsarà che il, tino abbia _un;{pqdqu,q
bile,,_;si_tuyato in ‘ altezza _del;p;qpripf,wp
piedew,;sopm il quale. si ,pigierflnflfl lfith*via 5 pflj.nch_è _ilhliquido Iscorr_ef _p?qsq infe
ri9nmgflte,; ;fl.è impfidiscai h gtrìturazîpnfi.delle.
bn‘ss=ie ‘sfl f.le ;qualé.faQe-; I,°bbsdirebbersa :viwàf.
19.9399 m1-f‘taslio‘ idei. L.cqh.elli , quàpdq,uîofi
sm ff?!DWÌSPG-,>CW .qflalehfl.fl awtpj.diqngqato- =
vaniw.»queata opemîqfìé 1 g9&ténfihbuc
fidmw .in- , mltislîé zfl‘ell'avr botte; “Quindi
50% dile.fifiq s%sî, '1P“Feiîgam9fiow-.le se
cveyfnisflg, ‘.flmdn. 1?lcf“.“° moxasse; utile»
\
ripo'nganSi’pure al di sopra rospi, ’pèii'llà
ferrhe'nla2ibne; peròio‘t:chè posti superiormente
a tutte le altre sostanze , possono essere, nella"
fer‘nicn'taziòne chiusa , utili,{ a ÌmotiVo‘i'cliè
EtCCI‘JSCGÌ‘ possono il vino" in quantità ,‘cèd'éiidó
quéllh/Î’porzione‘ ;di ‘mosto ad essi rimasto
aderente , nèÎ somminî’strerebbei‘o al 'Vino 'l‘aè
sprezzà nella sua totalità"; come lo farebbero
nell’essere col mosto ecolle buccie commisti.
In..questo modo si otterrà un: vino‘colorw
tissimo, ed insieme‘ior‘nito di parti bal‘sarni-‘
clîe,‘îàlromatiche, come l’esperienza’nellla de
corsa vendemmia _mi halfidimo'strato‘i "Eacciasi
bollire il mosto coi ',isaapi o<l,senîza,'fnecesg
seria però sempre si rende l’operazione delle
graticcie , o del buratto,i‘pertseparare e’ buccia
dai raspi, men’t’r’è‘g ngttàfidóéî ,‘e' ta‘t‘liî-àn‘tó'éiiraspi in unione alle, vbucclts,..,neì risulterebf,
boro due inconvenienti, vale'a' direfl;lflclse'la
parte ‘legnosa dei!"‘raspi ’i'mpedir’ebbc" ’àî“c‘òl-'
telli la piena ltrituraziolrie' delle. buccie (sesi arrivasse a tagliare. minutamfitlte;ljafnclieraspi;,. questi,-nella fermentazione, darebbero
al vino un tale eccesso di asprezze, che,*itlf- ,
vece dii miglidrìirlo,ve lo deteriorerebbemamente (1).. Un’ ingegnosissimai macellinzi,.per
(I) Nel Fascicolo I del mese di géiiùàjo del Giornale
38 ‘
pigiare le, uve, diede =,qugast’.anno' il‘Îg' v1.‘9.f"““1!ilîi. 1?iltlillfleîaallsimilflîlfue. vidi in
Drescia, dal, sig.,,Feniqii.;flQueste macchine
Può“ .eantprpdumnp che. gli efîeundslla- pi,
giat_n_lja ,cogaune,_ 1,1011 avendo di mira‘kl’uim
' portantissimo scopo della triturazione Îdell .
cim,î,ssnza di.;.cui none-si ottiene la. tinta
bramata, _nè L’aumento di; aroma nel.virm.
v
Lir‘i
di Agricoltma,’ Ante Commercio del dottor”Giddanni
Finazzi-, Milano ,’ 1824,; vi-,è descritta e disegnatm una
flfng/tipg\c{tgà}l|riflffìa' le sostanze molli, .come_ pie canni
destinate,alla fabbricàzg'ana de’ salami, le piante impie:gntc nelliz tiizturiz, llé ràiiic’il destinate al ' nutrimerito del
besliànie ,1 il gra550"adoi1ei'iilo ')nr fabbricare candele e
Sllìlili. w, )l f’i)t1':ìi i« ‘ ;' |« , ‘. -
"QuestaJ_macchina,ldipe .il_dpf}ogfiyrngz_zi, procac
‘eiato al suo inventore,, il, sig. Tommq;o_Newton, la me,
dagliii d'argento dalla Sbriiiatàd’incoraggiamentci (11‘le
dra;fed" il cui pregio‘ consiste" ‘nel pdt‘eiii’còn Essa -ùna
‘ sola-piansona fare tanto’ lavoro in un giorno, qua'nto cin
' que'uoinini possono fare,coi metodi_comunemente. usati.
Sembrandomi questa macchina vutile in fvarj usi do
mestici , e specialmente adattabile , con qualche modifi
cazlone', al triturainéntò delle buccie, ho creduto bene
diflqniaccennarla.,;aiiine,laichi piacesse, possa preva
_lersi di essa, _ _ ,., .,, w. 4,. , =
(1) Macchina per la pigiatura delle uve, o Pigialore,
dél"'il'ottor Ignazio fLàiizeni, premiata cdn medaglia d’ari
gmto dall’ I. R: Governo di Milanogl'per Giovanni Sil
_vestri, 1825, prezzo aust. li:_‘. 2. 64. '
. 39Se i 'sî'gppg‘ióLompn‘ife FeÙ‘ifpî) gnflifigfasserop
in modo le loro macchine da ottenere econo
inîcamentg la .,sgparaziope x‘de‘l..Sxfy‘o’cine, e la
trîturazione-del medesimo, essi avrebbero un
diritgo: : 3113 p95“; f ripopggoenz‘a,’ pfley‘sqb
W5°._.i1., MI? di mm. bflnfi,1fissifi4t°;è°11’.a‘t°“Hand;
. o
$931.3"(¢~~‘.;,-.,-,:e;m, a! 'Iiul imm'r-ÉÎ 3119ian
Y
u: ‘ I . o " o l e 4 a! a N ‘
a .’D'\I "j it "‘:p .‘l|.) (II,'.I,[ l"‘)" I"A‘l~l‘"
lI- . "- ".v a :.: ° 9"“ t ’ l . t '
. ,11) m . . -, . fill-'1 I (Ull._\!"f:;imlii :) 1mm»
I l' Iv " l I n“ .1 ; . .\ , ‘
f. 'ì‘iÎJ li 1"" ' - )",p"r!) Shy-a.) gui- U) (yon
I O ' i V . I I
‘ ' ‘ 7 ' I . ’ ' ‘ ' v 'I I
'fî “Al 4- \ ccî Àl'i' .):.“ 1 ")‘3.:'(!
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'. . ‘T‘, ’ { I: .‘ . I ' ;'\Ì " J I. a! 1- ,-\Ì R 5-. '. o.) \,"“‘J':Cliu\0' la (10"
Va ‘
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(PNL-11 um - - - m'. mt 12:21; mm'flnuu\)
i .0 | a. c‘ g . " ì
O ‘ i l u I , ‘- 0» ' o |l|
' " “Utah ' v -' ' fu'flìfl'i UK)“ Ugh)“
ì | ‘ I, I II I"|.“O‘\ I. ‘ . . . I
- - 1- H ‘ ~~ - 'v: m-’ -="':w . l "1":
I i n ‘ ' ,.
' ' ' I ’ ‘ v4 . o ‘.. , ' \ ’" ‘lllkv/ \ I ;l\./n- I'A, :.\~I'_: I) QÎIO;“.,'\L_|l‘,Ì“.J ‘
‘î H I ‘ ' ' r‘ f ‘., ‘ y ’ u \ . ‘_‘ . '\ a I i 4} I'll. I“ _\ v : : aylf' L:
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‘ -' ‘ .J ' . , -. f . Ij'.li I l I II. ,I ;J .! ,f, I‘ I
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’(‘UOI_."J _’:‘lf:t!t‘i.lU bit ’uHri I ‘.-.“r' "‘i '
<1 ° '““Î Déu’ècbnomia delle bdiii.‘
mi t.iî,tl'.l'f:’.. .- i) ,01“. - i
"‘sà‘i’îa‘ fida 'psriaa‘ se usate; atee acnenata i“'isfnmatflsî quali ti stiatatp"gii'
antichi Romani per la vinificazione, "ihkrede'
delle botti di legno che usavansi nelle Gallia,
come c’ insegnano i Rustici antichi (r); nè
farò cenno delle cisterne, formate a muro di
pietra, immaginate dai moderni, perché tutto
1“" t ' In
I v
ciò non corrisponde al nostro oggetto, ed è
contrario agli usi comuni. lo farò discorso
delle botti formate di doghe, e munite di
cerchi , come vasi generalmente usati nel
l’elaborazione e conservazione de’ vini. fi In
_tre modi si adoperano le stesse Nella fefmen
tazione vinosa. r.° Si hanno dei tini nei
quali ripone l’uva pigiata a fermentare, e
poscia si travasa il vino e riponesi nelle botti:
2.” Alle botti che conservano il vino si estrae
uno de’ fondi, si pongono verticali, vi si
getta l’uva pigiata , quindi, compita la fer
mentazione, si travasa il vino, si estrae la
(i) Catone, Varrone, Columella, Virgilio, Plinio. Edi-_
zione di Venezia, Pasquali, 1792.
41
vinac<:ia , vi si rimette il fondo, e di-npov‘o’
collocan‘si orizzontalmente sul cantiere',-" è*
riempionsîidil‘vinoîì: 3'."‘La botte" Stessa che
riténne"'ilî‘vinòi'èh fornita. di portlcelltt"(‘tf);
levata la quale , erigesî' n îi>ieai,îquiuai î‘p’e’r‘
ha" 'p'oi‘ti'cellaîvi si getta v1’ uva’pigiatà', "e'co’m-l
Piilsf la ‘ fermentazione ‘,: si estrae' il 'vino’, mi.»
stia" la"‘vihdmial', e rimeSso il portello-W3i
adatta sul caniiere orizzontalmente, ed entro
vî"s’inioiide il viiio."L--Prendendo in“esamétulitii‘qìièsti’tre"metodi , osserveremo ch’eàsi‘
iión" sono economici; Nel primo, ciascun‘
‘vè&é esservi un doppio inutile dispendio deitinii’e‘idelle botti' dall’una ,‘ e della doppia
cantîffaatu’lartra. Nel secondo,îabbiamoî l‘eco-ì
iromia iiél‘rîs’iiàfiifió' de’iìni e -dellaîlocalità}
ma" sià_lii0 ’llfid655îlîflti "di levare ciascun ‘annoV‘iÌ
foiìdbfjè’pb'scîa rimetterlo, ed une i1‘ dìs't‘urhoe
Iii spesa’deli’art‘efice ;Ja‘bòttè Stessa saipfe de
tè'iitii‘il, ipoicl‘i‘é,‘nèl'1’etiàre"ériliièttètèil’ibndb;
Tilélfiien‘tèxnén‘tè' ‘èalspeziàl 1a‘ * eàpfagg'iaepósèia
r|uinaee=ené andina-ronda ‘nelref iatgael;
per cui ‘ lai îbotte-f ‘n‘oh ha "lunga 'durata'; îed
1‘ ',-"fu :.' ’:
;'l) 1,33111i'; ’- "1:... "i. , w» .. .’m;'»-'1 c ‘\ I I n ' ' ‘ I.
"(a)" ps1 %ualclile:iluplglu; della _Brgscmgi,
come dice Il Sig. Ateriii. Biblioteca ltahaua_, 1825. Art:
'&ìlof‘%fllàicdzîóhtéil' 1, yin..np .i,.c .t. voi
=.' n .nl'Aniaa. Il
42
oltre di ciò vi vò,l’;im:omodo, [ex disggndio
(1’ incerchiarla annualm%z,te, ,rpugggrlq419.1?93p
tiere orizzontale , pqua;;sqL,vggtigglgm,qun;r
vamtnte riporla sull’91jì7fwnfglg,‘:.plf;re., Îvqrgìe
altfe ;operal\zî_oni ,qaapQ d’opera ., nqp pgco
indifferenti. Nel terzo’împdo, la ;cogg;,pey,ygrp_
dìnq, ,è'pîù economica, 6 laptqll>fìîhflfifificîî "ÉÈ9
quapd'x) le,bobti som;gerqhigtpg.{lî ,fCîrq4 Q|5i
nom;si fa _che .cthrbîgrgj anngglmpn@q,il _ p,ngvtiér<_e pgizzontaìe,, , ‘q-igere _ (19; ,b qtte; . ‘;s_,l(xél_,z ye;t|i:
cale , e mimettfirla :-posci.flf supra. .l’qîiwm:alfls
ma - questo mfiWd°hP“W;i-PIÙFQ la %Pfisé 4%
nmnu».d’opera .:mmssawia 348l?114‘;1'6 a, t9n;a
Qrizmntalmente ques|t;thftte_ , mtgbt,cqnî
fieflel-i sfafipii. °fld’estmli .P@f«.hffl?îàifffilifh
è Lffwilflv Iîfl‘ quesdla.‘ °PfiÉ9ZÎQQ°.ÈPWZMÉ lePWEEÎH-Î' del «v fondo. inflefìp.fifi.é JPQWQ- 421.
peso ;egque_uteqdella botte lcayx;iqa di villpccjg,»
1;;24. Hex; qndar ippopgg a tqtti‘;qugst,i' ipcopr
'vefliém'î ,‘ ed utilizzare di Wà ilvwl?ssi 99à99:
mici,cpxjrispondentì alla _mìgliore[,elabqyzgzipllc
dgii‘vini , ecco il_metoglo me immqginatq ;
posto, felicemente in pratica“ Mi venne in
pensiere , che se la botte situata orizzontal
mente, senza che fosse giarinùìai "rimossa dal
suo‘Pos_to, sqyiyipql;esèe tanto~aIlé ÎÎQÌ‘IÉÉP
tazione vinosa, quantò a fîpèxjgiflgl_,vx_no,
3
compita.la,hollitura , sarebbe questo ;ìlg_cgÈq
d’opera rdellî economia di vVuncaucautina.‘ ;Per
molti; anni vi ho meditato , nè ;trovava._un
modo _giudizio,so da sortirue eombuon effetto,
Finalmente, l’anno decorso 1824, l’ho ideato,ed anche ridotto a Pratica. - Facile] e ina
tural cosa era il pensare , .che ,pec,l’ anteriore
poeticellaldella botte estflar. si .,pqtessg,,la vif
nadcialdopo ,-il- travaso del Vino_;;-îma< la;diff\
fiooltà si affacciava del modo con, cui intan
duan la; vinaccia nella botte. Ber- il '-solite
cocchiumedi due once di diametro era, im
POSSÌ_bÌlQ_-Q economicamente parlando) di ese
guirlo. Facile veniva al; pensieres il formare
un cocchiume di un diametro maggioremma
più facile ancora si presentava la difficoltà
di chiudere ermeticamente questo foro, dac
chè riposto' si fosse il vino, mentre conveniva
tagliare tre o quattro dOgl18 convesse, e colà
più. sottili che altrove per la loro convessità;
per la qual qosal,facilmente dovevansi slogare,
nè giammai presentare solidità , sicurezza ed
ermeticità. Con questo pensiere nel capo, mi
cadde l’occhio sopra alcuni_fiaschi di legno,
usati. qui comunemente dai contadinihfpei'
portap,gcqoqlqrg il, vino necessmio alla ,gioi
natanei,lavori,campeshi , “ed-r. o.sscmi aver
\).‘
’44
Sé’s'i"il”lorb picciolo cocchiume in un pezzo
diillegno’ elevato, e fermato dallaî'dega' stessa,
il”quale' dài bottai si chiami ‘fia’s‘0? -= Pensai
ifo'st'o che questo ’ stesso' meccanismo adattai‘
si potrebbe alle'botti in<fgrandezza propor
zionata, e isopra- il in1ale for‘mar si potesse
un cocchinme' dî‘im diametro conveniente per
far entrar'îla‘tfinac'cia ,' e chiudersi poscia;eon
un“ g‘rinl turaó'cìo‘lof'è Feci‘ pertanto costruire
un pezzo“ di tarolone, della gro-ssezza di tre
Pjtv’c'il‘licij‘lmiéo un piede ed egual-mente largo;
nel centro di questo quadrato ‘feci praticare un
foro circolare di pollici 7 di diametroyia quindi
costruire‘al tornio un ’turacciolo’corrispona>
dente, il quale restasse più elevato di questo
naso un pollice e mezzo, e nella ’>parteiiiiiie
rioieavessea una Cavità concentrici "oscena
dente al centro, perl’ uso che all’articolo V
sarò per dire: nel centro di questo gran tu
a‘acciolo feci‘p’ra'tica're un piccolo coo‘chiutn‘é
del ._diametro ordinario, e poscia Icostruire il
suo adattato -tura’cciolo. --’- T'La‘ convessità
della botte che Circonda il cocchiùme fii 'piab
Ilat'a,,-îed il quadrato tavolone suddetto; ossia
questo na'so; fu inca‘vàto'ini'eribrmerité, ed in
modo’da-combaciare perfettamente colla cor1’
vessit’à ‘dèlla> bòue... Fatta‘pe’8cia'niiia îc‘ólta’ di
\
\
. 45calqa e--=fomhag’gib,. fu incolhlp qusuo plastqî
in» 1‘nodofloheil Cocchîume; della: ,lbqlltep.ì fgggsgg
centro«àlìgrjan cocchìumq dal àflin3
chè esattarh‘ente rimgq'qssgt.attacpqtp,move&e , dal » suo. posto' , ,cu_n, u;_1..qerc_h_ip ,ghq
abbracciava la:_bptte;tuttg;edjl n_qso, fQ f9r-Q
zaro-î‘e compresso ;cqnzsw,r;fqufs lap_cî,afpf_a
far presa;: Non" Contento ._d;;.àqg,esto seg;glice
incollamento, i'ccîientfare _pgr,îill 'p0rtellpudell_abotbe.nn. artefice,;leîglyjptllte_ ;1eg quattrq- do_
ghé , che .cwrispondeqano al, n\gs,‘g, ,,I_Îeci fqgî
mareìdazambfidlle lq,fpavt.i.,;un _for0; co,mpgî
teùt&.fibn una vite l_'ggyiq1_ilnaf, e..119sgiajrgtxp-_
dotto ed ; im'mm il;lmasphiw frijm.fl.flf= il: WQ
suddth f tenase%e.nfifl .e_ ielîmînì‘îflt_e unito alla
bottea;fiàflt°npeff l’efietw=dellfl @011a’ ,-fiîia.9té
Pen,lle.otto-»Qayfcchie.ldi legqqhg, vite; , eglniodo».che diwqhne‘uuîtuttg solido col’la.botte
stessa. Dppq' ciò, Ingllg' pitgpnfqrngg, del, _ggau
cocchiumfi del na?o,-Ifurono ;tagliate,_ le d_0ghà
6ófl‘isp9ndeuti , e rimase hg, _foratazt,conr,
uh.»-_ cacchiume solidissîmo di A_once gg}fiejl.di
dia:netrq,, per ,cpi, pan gppqsitq, i‘ngbutló‘;ìgpn
Somma .facilî;à.fi h, gemfiafnqllfl, bmw. 1?.fvî:
nag!ciaî. ;.y . ,\ Uh,“ ‘F: ,,.__ q ;;.|
"‘f2-5'5 ,Pgr intendere; pìù miaràmenw-tntnq pi’ò,
M ùn’occhiata:alle fig;.‘ 1%; 1/3 VI ‘? mg
46
Il naso suddetto è indicato dalle lettere a,-’a,
d,’ d ," Il"èr‘arì turaeeiolo dalle lettere d, d,
€,'iiIfig-‘ IV, 7' e*VIE il ’picciblo coc
éhifim, dallh'létteraj, fig.‘ IV: il vuoto ma
'ì5i'ah‘eocél'iìu’me della b0tte è»seghàto»in .m.,
fig‘.“ Inoltr'e “fuîfat'to 'a questa-botte un
fiax‘cf nella èoniesSi'tà‘ilfferiore ,‘1'a'piombo: del
bocòliîùtne snP'érioi‘e , adattàtìdovii utt'trurao
èìoliì, "come nella g.““V, ‘n.‘ Questo ‘forofierve
a‘ il'ettarè" la Bòttèdalla' feccia colla lavaturada
uscendo" ‘esso la 'steSs'a "col Îliquidb
îii‘ îafip‘osìto "recipiente da“ esservi sottoposto:
‘Pèg '-ii ’fiiiglior _‘fiaeróaa; ’e I lal‘fmiglionldi
hlèù‘sîóné ’dl“costfùii‘b e chiudere la pbtti’eèlla
g ;- i ;fi‘fig.h V1; Vflè XIV, amache un uòfno
fi_c‘ié_s‘à‘ {ien’trarè ’ecmodamente" ‘nella’ ' botte‘,‘- e
èl’1iddersi ‘il pmehó senz‘a' iscuo'tereî î‘la '-’l)otte
‘có’rt lcolpi‘; tacciasi ila ’ poi‘ticella‘ lll allezza’ fidi!
fiolliei 1_5*, in‘larghezia-îpollici'g,'ìolfita«
'gllfi"à ròmlidide‘all"'interno, e nel 'cliitiderla
qswa- esser 'tiìéa“ dàll’ înterrio‘ al Zar xiimrifî’sm
' Îira“ questa p’orti‘cella, dalla‘parte' interna; sarà
àl?fùafìt‘o incassata ‘ per " traver50“nne’ làmina
dl'fefro ’ijiuttosto'grossa; dillargliezza un‘an
cia e mezzo, alquanto \più corta della lar
glie2ia della particella nella meni di questa
lamina" vi sarà_un foro rotondo , pei‘:‘cui
. - ‘ , a'p’1is5ei'a'ignn’a" vite maschio; ibrnita interna
meiite"'di‘iuna {testa , ‘ extr'afòr‘erà- imitando la
porticèllà stessa} fra i ,‘ ; eî‘sporgerà iii fuori
dèllaÎinédesiinà ’ once "a : f un’altra lamina;"zth1
quali-te più”hitiìga che uón_èfîla larghezza della
p‘ò‘fticeila‘f‘s’ailà. t1‘aforata”nellà“nietà ;'»é Ma
più” î8gtosttità"? ‘Ch'e* 1‘ièll”èsti‘éflìità ‘ 'riel"<jùirl
forza “'eii’tre‘rii'ià ‘sxiclrlèttà“vitb’ ’iira9iòiii0‘ ‘,-" ’À'lld
qualèl p’olscia 'sli'a‘pplichet‘a- lantd femmiiia‘forL
iiiaia’det'pic’ciolo qu'a‘di‘ato dî‘iè’r'rò'g, É,=e'ebllfa
chiai?e "5'" iiivli‘ei‘à , l -’ed"«"in 'hr'ò'tlo” ’che - girando
la'"vit‘é’ ,"ia" particellgi"ffsàrà’ tîfiità’ all" in futit‘i' ;
preanè'fla'e mi} Toixd_’ò_ trattenne- ‘- una Man
72‘,‘ fif’fe'=tluàjraojpîù "-“s'î‘ ‘is'tiinge‘rà là” ate,
’iiii‘i ‘ìa pó’rticella' chiuderà" 'c'Om'bdéiaii'db
'eb‘l ”fdiiilo.' Î’S‘e :quést’o ‘c‘emtaé’iàméarbi non
fótÈè"'esîttm‘»"pèi" -aw'éwe diali'aflbfiqè ,îlaI-aa
‘ pi6‘s’eîtggamèh-‘rofflaèl "lleg‘fid‘fl’ vì”"ii"'Îioriài mi
f€_é8 't_ii"’tègà ’niaue' a-n’ medmdyea annessi:
s‘t‘iéQ ’,’Î é “iiél' Ghinde'r‘1i‘ ‘pói-‘tic’élla; eL-1sd'frodi
tùt’tii"lep‘ieéèii’fébliè \vifîfosserofiiellîfia' gòécia
di"iinò ' 'i1Scii‘à" dallla“lîiottèì Questo “ziaodo“dì
eliiudere'îl‘portlellîo Éòllà"vité e iîicbrit‘i‘tiètà-î
bilint=h te ‘il' ‘Mîglibr'è ',‘ "fflentre‘ ; do*glt altri; ’ lati
trova iii‘sdti, 1fa‘-ii’u'opò"dare‘tiei colpi. al*éò‘nti
di legno che "éiórza "la‘i‘porti‘cell'a nel chini
dersi,- ili’lualfifi’eolpi scuotono la botte, nè
cosa utile riesce alla medesima,
8
îfgfi.i Dopo, tali modificazioni fat}è.gllzy ho_t_te,
pev,renderfi la cpp,a più solida, Lpp_yfgj;_tg g
comoda, si,.qepclliefà la’ stessa; cpn, per_cbj di
feprq, e potranno‘ anche ,qu_esti flgv_ere lef_due
es;x1emità. juni.te la; vita; maschi9; {8 _',. femmng ,
?flificthè mflîinfifiîld°fiii essa = 9428?ng
5.}eîsu suo _ppgtq, seng smuoygglggo,pggsîrpo
5tringc:rsi_i cercl:j,col;,ngezzo L4eLle; .jigi.lFi'
mlmente, per fmaggif9rs 90mpîmenlq.fi, perfe
pinne, si cememepà 1g botte cohterra; glio
diqu ,. o ,resip,a,p peceydi 'colof9'nig 501.01;
trame , non tema °pp.me con - pece,,nf_flrapf ,col
gu:aL .pemeutq ; ‘investifiai la‘ botte ',î ,3B'rài : Igqn
|_sqlp, riparatgi,îdqll’qmidilà_. e .tqglo,f_ ma
@iùfim.il.fl f.iuèsirà per impedire. lîqvpvqàqigàe,‘ FGF; ierlii‘deîl.jfigvp inufiio.’ 'élle.f.Pfilritìi'ùiù
mJatili, del' -\v,ia°if,ls qslflli;.sorisiiîninaxàgteaan9
le: pireziiose, d@l-,m@deeimomllfi WÈW?Î
zîmqid.ell.e ;qnali dmm eîfi?fle_ disfiàie;ip 50%%;
42% ìgfîid'0‘ ÌF!BHQÈÉÈPWWÌWÌ 2% sèile°it?fliîlfî>
»f 27; Cpsfif9iifl-Ai'iiseflqflpfita.‘ ,f0am? la ,bQ}uu
s#wsàw.dmmazgò I‘iSQONIIFW, e f-l.e;lstilîààa 9h.”
‘Wdfi‘îiYfi% s laz-.faqilièà di" 9WIF-«BÎPWÈ‘
laib9ttef.,sopm il,msii@m fariaz°àtaiiefimnîsi
èi=lascesfiitati <,di.apiùh: .mu9v.enla. :d91 391991 URO!”
' Swizper éemprfz: a}>biflflio. A9nn JWI 9°°
P.Qmîa. di mwi ,‘l’9pera 99naidm:elgika 5er
- ' =- ' . 1:. , .
"" ’<i "-.f‘“: -1
€49
chiandola di ferro, un’altra economia “(211’an
nuale dispendio de’cercllj di legno,-. di: Mi:
mini, e di mercedc al bottajm spalmata fpof
spia concemento, altra pur economia nella
durata più lunga della botte; e-.-nella cons,en
vazione al vino della sua parte volatile, che le
la più preziosa, da aversiyinaoosidemziong.
-- L’ uso di questa botte nella vendemmia è di
tutta facilità, mentre levato il gran turaccioloJ
mediante due piccole leve di legno,‘ le punte
delle quali entrano lateralmente in due in
tacchi praticati nello stesso verso d, d, fig.‘e colle quali premendo contemporaneamente
sopra la super’fieiedel naso a:, a,‘fig.‘i..V,
esce prontamente, il gran turacciolo. Aperto
in .tal modo il gran cocchiunie , vi.si ap-.
plica_ un apposito imbuto , ossia pif‘ia,, per
cui si getta“ l’ uva ' pigiata nella. botte, e
si chiude.col gran turacciolo,’ cementanflolo
all’ intorno. Compita la fermentazione, si::traf_
vasa il vino per la solita spina; si« sturti
quindi il piccolo turacciolo inferiore ‘ n ,
fig.‘flIV;‘ ed esce per quelufór0q la' residua
poca quantità di vino' ‘rima’sta ;mesc01ata. alla
fe'ccia; si apre;îposcia'la porticella, spingem
dola nelli interno , 1 e -.si estrae: di . seguito,
copuna;zappetta , o rastrello, la vinaccia,
Stancavich. Del Vino - 4 f
\
‘5b
dop'ó ‘la"quai’ operazione entra nella botte
u'a uomo, e colla scopa pulisce la stessa;
e’sne quilidiy; e‘isi'ripone la particella, chiu
den'dola': depo di ciò, al piccolo coccbiuine
del ’gran‘ turacciolo si applica l"inibuto del
vino ,’ e dehtro'vi si versa il' medesimo,
‘I‘fien'o’cl’ie'n'òn"Îsi"volesse farlo col mezzo
ilegl"istmmenti' che saranno indicati all’ Ar
ticolo IV. -Riempita la botte, si chiude alsolito ‘cbl' suol apposito turacciolo,‘ ed in
questa-breve, spedita'yed economica maniera
'l"‘operazione è ‘compita. 10'1ionÌposso'ab4
’bastanza raccomandare di riflettere a questo
modo di costruire le betti , come comodo,
economico , ed estremamente utilissimo,v men
tre i vantaggi vi sono incalcol'a'bili’. -Neli’ahn0
decorso , ho ridotte due botti in . questa
forma; e ,=‘per esperienza, rimasi contentis
simo, di maniera che nella vendemmia pros
sinial'ventu-ra tutte le ’ mie reàiduebotti sa
ranho i modificate ‘su questa stessa forma di
costruzione. ’ 7' ‘ É
58.. A,' qualéurio potrebbe imporre ' la 'spesa,
e forse} la difficoltà vdi»questa ecstruzicme;
ma con poca attenzione che vi Si presti",
15 cosa rietscemdìifv = somma facilità. In quanto
alla prima , io posso assictu‘are’ chiunque
\ .
«m __ l. .5\_)'!
.. 5»ries‘ser‘é “q‘fnèsto’ì‘îirn‘î"érròéé "‘cÎec'is'ò‘Î hi'étflféî
sîa‘ ' si 'èàlcblà’i‘ ia‘ "' èpesa ‘ Aiih’ù‘aleiî ’délle” ’1‘ù‘àhî’
d“ap‘eia iélmî efllw'iene‘ dà re'- fiél' 'vii‘ri0 "é“ìfioi°a
Eipli%àlfffiùfleggìó‘flella ‘bdttè2fi'ùel: met‘oa6 ’èiw
màme‘;fe .‘ queilà“ael . ‘bdttajd‘f'pe'fl ekt’farfd '. .e‘f
fîmèìtefé“ ìl»fon‘do , e c‘er‘chìare'f la -i>btbè,*
lifiitî'itlîènte’ ‘ dl“ "Îir'aloré ‘ ‘dé"‘bércfij “ di 'lègn‘ò’ ‘è‘
de’ viviehafl,îîicoiné- Isafe =an %àló*"-del, vmwg’
e» suo'fi'flègtàd'zitn'e‘iit‘o" - di 435% ;" le "àhnfià'lfi
spese mcmitfawhflel' mam’do‘ éòihlîliey,lîpeì‘ 'ii’
periaiîó"fliQ diiùi‘; fècceà‘ò’tiò Ì‘o Sbo‘rso' flil
tfllfia da" Àf1estfl-kthe 1‘-f>er‘ im‘à" volta" édltàfiió!
s”ihdàhita-flèl“îhid %mdb îîlf‘èluaiefsbayèuf
eqùiValè'îadò alÎ"òoiìidné’ giîffui'1 Îjìiir'1'ciùefirîi'îifii
giîfispa‘v'mia “cdi! 'ciòî'_ùn" dispendìò‘ "ché" ’S‘à’4“
rebbeî necessari5 Îad‘ incbxiti‘à'rsi“ îa‘hmualmèmé’
per -i!‘èorso «fil-‘50: ànni’;?Îdal Èhé"riéùlflài
mi; gomma'f “faggnàfdevfii’kîîè’l‘rìiàî _ ‘Yd‘lanraxr;o
e°ó‘f5mîmt°f A .-f1‘?‘îîw..,ti“?ssi9nèîàésiùnf
gaSî _, la ,.maggiorc«."d'flrata.,della.., bme , ‘- 09“
soia per- "essorawestita ‘difl'óexr'ienfldî‘f‘aà‘oiìQT
m-g’ aq‘ò1àc‘î’ perché nonflîsî‘fòjm ‘ l=é es':'»
v)" ]ZI’H:;, ;. fuI‘Jfl; . ,‘;:‘..z:. . .v.‘,"; 'I'
Prussflu., ,ddlem.‘î,°fihaaiqu. 1,2.Yîf‘lzw i.flm.e_tr
tare il fondo nèl' modamcomgnemente fino
àd" Dia" 'ii'èîiszoi“’2èfffóbhìinègpgì; ngqggiéy-F
niente‘ di“que’sta iméorfiànlìiS-îîlà'la Utilità)" “8'
giungerà qui in i1_n ìèaÎcolo coinparativo del
52
l’animo disPendio per una botte;-c01_ ,metodo.
comune, e di quello che s’incontra. per una
sol volta .col mio metodo. ;L,e botti clielqui
nell’ Istria si COStIUIÙUIO,’ fsono formate"di
legno volgarmente detto , ,Zapino , secondoLinneo, Pinusi picca, detto in italiano Abete
rosso uso,,veramente difettoso per la
t_rqppo eccedente porosità e: fragilità del le-"
gnoj,i@ando costruitedi quercia , I o
castagno,iper, la;lorovdurata e bontà sono
preferibili, ad ;_. riguardo, ,qucoleremo
patente Senna. quelle che v,fi.i<.>lflo di. uso ,co
mane; Una_pbqtte di questagnatura, della ca
pacità barile venete (2), quali-' sono
quelle delle'quali’ io ne fo uso nella mia
cantina,_ costa, fiorini 12., Di questa botte
pertanto, si pafleràl._în ambedue i-, calcoli.
. ' ;f. '(r)_ Targioni_v T9z|zclli Ol_tdv_iano. Istituzioni Botani
che. Firenze, r80i'ap‘t'oîm. in, pag. 522. ' l '
\(a') La ‘banila’ veneta -di‘ secc"hj sei corrisponde ad un
emer‘p', ibòcca’l‘iotj1diîYiennai‘cd- a misura metrica, mine '6,’
4Î,É coggliolîl:‘fsieclxeala {botte suddetta, di):b‘a_rile ve
nete‘ ’, corriî _ I n‘derà Èd"e\mer‘i €28 , boccali 50 di |Vienna;
ed"niétrichg îs'óiriniè r ;" r'n_inè -ifi-À,_'pintev 9, coppi 6. '
’\.'taf _I‘f:':xfinirf :Bi Mi}@no,i.ll_ ,',.'; _. ì ; J "'1':.‘
:di,,Yienna, emeri r, boccali50, mil-p
1.4
Uiiiî”s’ohinia nób’v'à limétri_yoò. '
Îgl 'di'Udi‘ifirnenzi r;,*bocc_ali"ró, :mil
V À lupetr_j 7‘oo. .
" ì"--fllfîî- fidi-Venezia. ‘ .., .‘ - .";"'U
\'/
Clî;îéitfàirz ;;r‘
,’
53
CALCOLO conrAumvou ’*‘ "fili-l'
Q_f)(t ' l<'"ÎH (te r;l‘;‘"“l
Spesauuic_ap'crridurremm bolle Spgfa {mutua per una botte
secondo il mio metodo. in ’. Sec‘dudo,l’uso comune..utî
';lin'_igx . a).L_1 , “
(il i il'rraJ‘e fa“‘ un iuli o<“‘ ti '5 »5) ‘a -- J J ' -g g . 11 . ‘ >.. ‘ ÎÈ E
_ lo‘ ma .. ‘ i'j eaqa :#»‘ ma É: i
Naso fornito del grande - Al bottajo- per levare il _,. F.
e piccolo turaccwlo, e fondo della botte, n- I
suaapplicaziune alla bot- . battere la stessa,.e p ._.,. '
te. . . . . . . . . . . . . 2 30 scia rimettervi il fondo. 20
Vite e lamine‘di ferro Avendo ;l_a,hutte ao,ceréi - _‘
per la particella. . . . - I - chi di legno,e supposto
Cerchi di ferro n.0 4 che annqalmente'se ne W. :i
d’applicarsi alla botte rimetta la Metà, sareb
senza essere forniti di bere n.°. IO; . . . . . . "i {0
viti, ma semplicemente Vinchi mazzi due per le
uniti a‘chiodi‘di ferro. 6 ’- legature . . . . . . . . . è-- 4
Cemento o colorito ad Spesa di mano d’opera _ ».
olio di lino e terra. . . 2 - per levare la botte dal Mcantiere orizzontale, for- w b
mare il "cantiere verti4
.a -:m) it>h - - -‘î“'°’ i’!P-°*"è “9‘”? !° n i.. ' stesso, e quindi rimet-_
}f‘.i_fi’, _u.‘.ir _. w 7terlaorizzontalmente,ri1 U 4;!
' facendo il cantiere oriz
.j“: .i.f ‘ (40 ‘zontaler._fì.j,...tlawf 20
"‘lzi'l' Unica spCsu l:l30 ' ‘ Annua spesa a 24
f Da questo fcalc0locompara'tivo si -st!flrèè
l’annua‘ spesaîessere ffioiiniiizf, Garantan’il‘fln i;
i quali ,Ìlrnoltiplicati’Per mini cinque,fdanhd
fiorini »12',‘.che superano‘fl’îunica spesa del
mio metodo di fiorini l‘1.»3o; ma‘îìgiui
dièandola anche pari resta evidentemente
provato che in un quinquennio le spese 1del
metodo "comuni: pareggiaifo-,'l’uitica speimwlel
mio. ‘Progveclendo nel calcolo -,"_g lahot-te-Éol
54
struita nel modo. da me indicato avrà una
duia‘ta di 50 anni; ora ’si moltipliqhino i
fiori.ui n. Ìm4»dell’apmuo voluto' dispendio
Pluflgli anni 50, avÌrgino un prodotto di“fiiripi no, dai quialil sottratti i fiorini
i r"! 30 di spesa rithes|ta una sol volta
1» f 21a ‘ miàmmifir.fiîièsgafió; l‘fildifìflfi ‘,'L‘Iò.81.;î>b ;
pi c ;-_èjflg ,‘pfilf‘lfilqlt'tèàfqeli pei'i'ódli' ‘ di=‘àniiî-_ 5o,
Ìiîkarmià; t%îwfifldip' di .fi.°.fwizl.°.8f 4.392
‘ s 'I-"Idella‘vvaiff’j‘jgltîg: natalii-le'1i'mpgfrtfiglza.
.a ‘iiàmòbimané’o‘ra'îlbel 0:110912-3i He .l‘ai sor
pi'es’a': kilvèfriii lal.ri.nual clin
ti a iài‘.sbh'éiffieéèéàfi ..btqò" dî2qùe'sle..'liotîi ,
d a eîollto botti col suc
c n|_:lt_qni P’r‘3itzlófitgf'2d risparmio dell’unica
b tt _:,‘l-u‘friisiil_tq|îèîf;_lgiîjàcìmmà di fiorini 868 ,
a tutti, nel'fperìa'0‘o‘Idi ampi 50 pel
e necessario allà"iniir cantina, ridotto
al ,mio metoda. .,.1.sonoyrisparmìahif1Diilidansi
qpfisîiiiipen gli _anui.-..5m, -io attem‘gf unflan-’
Ilnùiirisparémìo nella mia;.cantin& di .fiax;ini
by, ,karantaniii 2_-1:‘[, , i quali: Sargi‘ ,ahmillal’
Mgtebebligato.di sborsare. .--i Oltrm qua?
st%éimnm , ne deriva un; Sfigond0)îlcifiè
0.119 ;le ; QUO «_ betti: ' m,etodo camuna, _a,t1€lxdo
Dm.dufata nonll)iù..dilamiiizS, che ,vuql..direlih fli-V.’qnellh, dfilleîihotti. gggquglojil mio
metodbp’sàréi, Obbligato all'a maà|fideliptmioda
anni ‘ rinnovare" t’aequìsttrfdelleh‘o'ttà
b°fff; le ‘qflairini .1 2 aperti ciaschedtlna I.!--f,mi‘liipo.lîìfiffimîefllîìr
uno» Sboi‘sofl diH fioriui'góìi,qiw quali nell‘aria,
rfléttìdb"èiiixd’ tutti utilizzati. Ma un» terzo -
i..;5o mani; ,1 mi; nestaîda... tmtm:«lilltllQlifiaitillé
dat ferro"'cliei'mi'lrimane dalle botti per 1’. età
loro inservib‘ili, ’éosà"tìb€ n'ou“si=fha col me-1
todo èi3ftìnîn‘e.“fl_;‘ 0’1‘ta; ‘_ti_ijasîèia mi’ ultil‘ii‘zàf
finalmente 1’, importantissimooggettoglior conservazione del vino, tanto in bontà
che in quantità, non e‘vaporando dalla mia
botte con tanta facilità le parti gasose volatili,
per essere la stessa cementata (r).
(1) Nel giorno 25 corrente luglio _1825, vidi a De
seuzauo una botte costruita per eccellenza, la quale si
destina tanto per la fermentazione dell’uva, come per
infondervi il ivino, fornita anteriormente e superiormente
di porticella; metodo che vien detto usarsi peranco in
Piemonte. La superiore quadrata porticella non comba
cia, nèpuò' combaciare esattamente colle doghe tagliate:
per la qual cosa, e per la convessità locale, rendesi
difficile una perfetta ermeticità ; loccbè dimostra con tutta
evidenza quanto sia preferibile la mia costruzione a naso.
Osservai inoltre che il fondo è sopraccaricato di ferro,
il quale deve essere scrupolosamente eliminato dal con
i
56 _
liàlllu:ilelyilml:poichè viéne corroso dall’acido del me
dqi_rpo, 'e perché 'comunica allo stesso delle proprietà non
faygreyoli. Quindi, a inaggiore utilità epromozione dell'arte,àègiilpgerò che, per impedire che il lfomlo della botte
non'ÎS'i' curvi od 'all’intcrno od all’esterno; invece di spran
ghe di ferro, si ponga per. traverso una tavola di legno,
e si unisca fondo, non già con chiodi di femo,o cavie
ehio semplici di legno, poiché la testa di queste all'esterno
in forma cori1Ì;arsa,"ed hll’internó le lord Lestremità
Proininenti si rendono incomode nel pulire li: botte dalle
feccia e dal tartaro; ma invece l'acciansidl legno a vite,
come io costume con piena_ mia soddisfazione; ed in questo
modo la‘ tayola combacierà esattamente col fondo, sarà
irremoVibile , non pregiudicherà al vino, e, tanto all’esterno
&1é“all’ixiterìi0',‘ ilfondo stesso resterà piano e pulito.
4'|_
' ARTICOLO TERZO.
\ - w , '.
' “‘" "Della fennen'tazi0ne minosa. .' 4
.‘.f ' ‘ ’ 1’u!l‘q.ì
'30. DA mezzo secolo a qìleSta parte la
fermentazione del vino a vasi chiusi è stata
indulcata’ da tutti gli'En0103i. I Ìiirincipali
inotiói s0'pra‘ i q'ùali 's'i fondarono ,. sono
diiélti 'ad‘ impedire‘ la ‘dièsipazioiie del gas
adido-carbonico‘, detto nella Vecchia nomen
clatù'ra ‘chimica aria fissa, qual" conservatore
del‘vino in supremo grado, e ad eliminare
il contatto dell’aiia atmosferica, come gra
vemente pregiudicialc al medesimo. '_ Il Pa
’ dre da S. Jl’lartino' è stato il primo; come
esso dice, a fissare le sue osservazioni sopra
questo gas , e dichiarò (i) che il gas vinoso
( acido-carbonico) è il corroborante perfitto,
il sovrano rimedio , e- l’0 acacissimo preser
vativo per la conservazione del vino. Sicché
noi possiamo riguardare da qui innanzi came
un teorema dimostrato della verità dei jalti,
che quando il ‘vino è abbondante di spirito
ardente , ed è insieme saturato di aria fissa
(1) Ricerche fisiche sopra la fermentazione finosm_
Edizione seconda. Vicenza, 178;, pag. 8’.
58
(gas acido-cat’liàiildù ; ci si Ir_crzde sicura
mente abile al trasporto, e capace di lunga
conservazionehed=.aî questo efi'etto'kinculca la
fermentazione chiusa, come atta ad impedire il
contdfloldell’alrigl cstefl’na, la ‘léîsipezpfàîle 559116
paziti #spiritóse ed'arvmfléiclregenliee, ,ciiehdla
questa fermentaZlonéî risulta un», Piùî'bfil yEQÉQHÎ;
piùyamabilitù :nfll iliqlloz‘e , piùf,fplîl'ilpvgjglfî
dente :, ed'.unalfpiù\lzmga diwataj (fpagf._8_tii).
RoziendiCe pure '(r) (glie, la, fermentazione
“chiusa -.impedi806 l’624P‘01‘45i0’46f ;F#Èfl‘ii%f ‘
gìon quantità di aria/isso, e Wil‘itgsq.queste Sentîmfifimwè:Mitwmaóbw tal=sals=9@r
ciglio! di Magpiiz .:p, ed egualmente, pensavil
conte Chaplal (3),,dicend‘o cheil .-jvigro fer
’mentaéo in-vàsi chiusi è più generoso e grato
(Il gusto, perché: Jm’ ritenuto l’abbocqzlo e
e l’alcool, i quali si perdono in parte nella ’
fermentazione all’aria libera. Pozzi vi ag
giunge (4) , che il tino deve essere. coperto,
_ perché la fiarmentetzione .procedaîregolare \, e
(1) Corso di Agricoltura, tom. xv, Pag. 127.
(2) Elementi di Agricoltura , tom. xv“, pag. 152.
' (5) Dizionario di Agricoltura dell’ Istituto di Francia.
Padova , 1818, tom. ix. Articolo Fermentazione vinosa,
pag. 504. v _
(4) Tomo 1, pag. gy-e '98.; '
‘ 513
vi sia meno perdita possibile all’alcool e\d’g-;
roma, ‘che-accaderebbe se il morto fossa-‘41..
libero contatto dell’aria,la quale, cedendo;él
suo «ossigeno, contribuirebbe alla di lui; acidi/iv
paziane ,« egli inoltre impedisce l’entfa_ta ._a._
- gliajà le migliaja dimoschefini-ed q’llr'i insetti che.
verrebbero .a contaminare il moslm Aldamo;Eaî
-bror;i, il. più classi-cofragli‘, Enblogi italiani,
citato anche dagli, esteri, sino-da '4o;auniîfa
aveva pure pgodamàta la fermenlazione chiusa;
ed aveva:lperànco proposto un tubo ricurvoriparo- dell’esplosione , ed ora di nuovo tratta
‘il'zmerlesìmo- soggetto con dottrina. e! sodi
ragionamenti“ Ei dice (1)‘, Che. al vizio- del
riscaldamento della vinac'cia èi‘rip.ara tenendo
chiusm il tino; loda poscia i Persiani, iquali,
nel 1fiire=ilucelèbre loro Sciras:,: ripongonp il
morto in. oasi di terra ;. in -..-es»sj ripartiscono
la-‘ùinaccia, e non solo coprono il vaso, ma
chiudono quanto più passano la stanza, onde
impedire il rinov€llamento'e l’azione dell’aria; e
a »pagi65zfnon vedo nell’a'ria agente essem
Ziale‘ alla fermentazione Qgiacchè allarmi an;,
(I) Dell'Arte di fare il vino iper"la Lombardia e To
scan__a. Milano, 1819', pag. 55....Di seguito all’Arte di far;
il vino premiata,11785,_dei4Georgolìli di Firenze.
60
ch'io firmentdzio'ne nel _vuoto ), ma anzi un
principio insinuahte di distruzione e guasto nel
liquore vinosò, e consiglia la fermentazione
chiusa; quindi pag."’67z Il vino chiuso e si
gillato ‘quasi perfettamente nel suo tino;
Circondato da questa stessa aria fissa che si
produsse nella sua fermentazione . . . non
verrà a perdere il suo flogisto, nè le; Sue" parti
più tenuie spiritose '. . . e sarà/sicuramente
più generoso, più scintillante, e più durevole
Le cose medesime sono state ripetute anche
dai ‘moderni e recenti autori , in_culcandotutti
la" fermentazione a vasi Chiusi. come oggetto
di» massima e «l’interessante importanzm .y
‘ f-'Br-. Gliyantid1i Greci e B0mani- -=ndn-solo
al vasi chiusi formavano la fermentazione; ma
di\ più ancora questi vasi di»terra=:èràno
spalmati di pece , che i Rustici. chiamano
pece, greca} forse la nostra colofonim ‘».Così
pure in Italia} in lspagna, ‘-in Franciay.in
'Geimania‘, a‘ vasi chiusi si fermentano i- vini
da bottiglia; cosi 'il Tokai nell’ Ungheria ,
e»coaì i vini sfi2rzati nell’Istria. Ma gli autori
suaccennati_gon solo intendono di parlare di
questa pratica.pep,,i _yinida bottiglia, che in
piccoli recipienti si=-fanno fermentare, la qual
cosa facilita e re'nde‘sidura l’operazione; ma
\
(i;
estendono la pratica" per la generalità. d6’;Vlf_tì
comuni», ai qualiîappunto sonolclirette-ale
presenti osservazioni. -Asfronte. però di tutto
1’ interesse vivissimo' da questi Enologi.preso
ed inculcato , la" fermentazione chiusa, non
haperancopreso piede , nè. si estese come
si.rzeredeva, limitandosi appena ‘a qualche
esperimento invece di una pratica generale,
Egli:.è incoritrastabile che l" operazione è
della.Più alta importanza , e della massima
utilità. Quali dunque Saranno, stati i motivi
che ne hanno ritardata , anzi dirò meglio,
impedita la Pratica? Se io non onda in er
róre‘, 'mi sembra di seorgerli.evidentemente.
Due' cose _si esigono; in:questà operazione:
ermeticità e sicurezza“al pericolo dell’esplo
sione.lde’ vasi ‘.fernientanti. Al.{primo tutti
hanno indicato un tiin ricoperto con unfondo,
e cementata :. al secondo vari mezzi furono
proposti; i'qualijtutti prenderemo in esame.
l,.Îia..,.Ll: tino con coperchio lutato«a gesso
o colla ,di;farina; od altrq,presenta di;px:into
slancio Îa tuttalevidenza «degli ostacoli;consi+
derahili- ;:E‘aso» esige ‘gffiYlfifiiléllî0gfdlfipelldààcdl.
doppio vasellameîsesvale- adire 2421 lin0t- per
lafffsrlmentazione» e Idelle. botti“ per fripotxs.
it;riao,f unitamentea .l duplice-_tlecale‘s quindi
62
la Spe'sa‘del coperchio c‘onÎ quella? della-“ce-
ifientaz-ione ‘,“tanto perla mano .d’:opera
qiiaùtò per la'limaìeria; e‘finalmente‘dx’hite‘
‘ressante difli'coltàdi apPlicarè il latte in modo
che qùesto coperchio chiuda il tino'm-nieli
'camen‘te. Per un’ tino soltanto, e \ per‘un :qemi
'plióefesperimento', póstavi Però dellaÎ.gmnde
a'ftenzio'î1e,‘ la 'cosar'» non sarebbe di "grande
iiniarco: -matlattainlosi di un’operazione; in
grande , ove convengono dieci, 'ven’big, «em:
l}tffllìlîa tini, ciasohedun vede' chev le-diffi-a
coltà,“ gl’incoin’odi eîle spese sono molti»
p'lîcatè ', oltre cllefnoîiî vi ha piena>sidiireqzai
Pèr' i luoglii poi ove noti sifa uso; di -tinì“j
‘ma delle botiî’; “tanto per-là fermentaziorié
qùa-nt'o per '1‘itei‘iere il“vli)òî"'0titfl€ "si ' coètuma
fielt’ Istria ;‘ . la -ipra-ticai ‘èI-assoluitamenitze inati-*
tè'ndil)ile. Io" giudicó-‘-sul-'fmib »'ca'3ii 1,-'mènltrl
‘qne'sta medesimia» ‘dlificoltàî fu dessà che mi
tmtt’ehne appunto di far oso della fermentaè
azione Chiusa? coniè io desiderava dà più-anni;
ed‘è quéstadiflicoltà ètessa, idì'og'lidcrédere,‘
clic-haÌ-posto/ obide alla-'gme'r‘àl’é 'inîlîi‘odu‘
zione,; della medesima ;’ la '2quale’lfdilliociltll’ ‘h‘b
ib‘tentatb’di Ù‘siipe’rare- fcolla' îbiitte ’a"Portie
Cell'a‘îed a ùafid;-fcoùilcili ’fxerven_tii felicemente
al‘mib intenti» miantie ‘c‘ol mezzo di essa 'nóì
» -<\.v’ -..q,w w,‘ Wy-f”'N __V/..-_Wz-___
363
rabbia-dio: con“tutta facilità ed economia ;uuh
piena éì‘inétîtiità. ‘-Nell”articolò precedente.
ho" fiarlat‘o a’suflicienza' di=quasta botte':for'
«mi di'-u'n'nasb: ora ,1 Per" intender '-meglio
questa îÉ:rm’eticità , si "consideri che questo
nasdî'll‘a «In cocclliume :di:7' once di diamo,
tra, ' =pei» «mi s‘ introduce '>comodamente la 2Yl
naécîay‘la‘qualé introdotta che sia, è chiuso
'col suo gran coccliiume.ÎA ciascuno è noto che
i fori rotondi con rotondo ;tu'rap'ciolo .son0
quelli clie chiudono -» eollzt‘ maggiore, fa'cilih‘à
ed esattezza; _ma per ottenere.in questo caso
un’erineticità’ perfetta , ecco il, modo da;me
praticato. Il«foró in cui è postotil gran-tu
racciolo, per tre linee in lunghezza e prof
for‘xdità tuttol _all’ intorno èfl'sc‘orniciat0î, in
queSta- ‘Iscornicia'tu va, ossia . ca-rialetlo,‘ 'si, versa
del {cemento} ' che 'si squaglia in un, pigmttino,
fatto metà-di ‘sego e metà dicolofpnia, ;ossig
fiegoiaSpagna (come sipuò an'clie'far 1150
di pace nera, od altro.mastice resinoso ),'.B
questo cemento unisce il gran coccliiume ;al
turacciolo rifln,_;'iun’ermeticità tutto all’interno
così ; esatta ;nda ’ ;non . ,.desideranneola migliore.
C9.sì .PM@ .è' Î?ΰÎÉÌÎÎCÎÎÈW jil,”àî,fîe”rîìîcielo .°.9°'
chiome ,( ed in, questakforma si cementa, pe
ranco il suo turacciolo, e la“bolte thai‘tut'ta
.v‘..
54
daftpiù perfetta ‘e desiderabile ermeticità.., ed
in modo ch’ esSa è tarata come lo è una
bottiglia. Allo sturamento della botte, ma
stice si leva , e si riserva. all’uso medesimo.
Con questa botte 'è levato pertanto il grande
ostacolo fino' ad ora frapposto alla generale
introduzione della chiusa fermentazione per
«l’ernieticitìi ; e con questa botte si economizza
‘laîmetà della spesa in quei paesi ove; si fa
uso de’ tini, i quali divengono superflui ed
inutili, comeffall.’ incontro fino ad ora ne
Cessarj si rendono colà per riporvi l’uva in
fermento, non levandosi il fondo. alle botti:
per la qual cosa è sperabile che chiunque
ha un poco di senno saprà approfittai‘sene._
i 33. Per il riparoallo scoppio de’ vasi fer
menta'nti, e 1’ impedimento dicomunicazione
coll’aria atmosferica , da più dotti furono pro
posti vari mezzi. La fermentazione vinosa
essendo un’operazione chimica, conveniv'a. che
'la’stessàne somministrasse agl’indagatO-ri gli
opportuni istrumenti per applicarli a questo
dav0roi Il; signor Acerbi, nellaliBilalioteea Ita«
'liafla.,fl)i -1Ìe fha. data bdevolmdntè una piena
..;y--; _,Îî“:; .,“'.J'|H . -’ ’(i) Numero Lxxxrit del mese di maggio, 1825 , pag.
_noo e seg.;‘ numero îbiv,’uttolire',fpagi 795numei'o'xcivn
‘.chfimbfe” [NE-555.; ‘J . . i(.i." 1'ì t.-.ftt 1. ‘:"1'
\ . o
> A. -._.__..._ A. 77 MIA ‘M
- 165
notizia ,' dorredandola clifî._oppolrtnnle qfig,t_llîgv
e'con» essa un amplissimog ej .gi_tidiziols,o,,criî
tico”eSame.v Colla scorta gli.\qnels_to,jiri’scogk
triàmo:rihe‘, siti dal 1600, un Il}€fl‘lanù,flL
nome: Signora} applicàiialcîtino un cappello
da w-lainhict:o , ed estras,s,e flall’iaaquavilo ;,iîe
qu‘esho -:fu un ,prìnip I-plassof che «segnò À,la (via
ad altre applicazioni ; .mqtfl;fij nel 1,7:60Q',,1n991
siewr- Goyonfidef la, Plomberie,_ per Ealloiltaipalre
1’ abetificài-ioney-ddlg viIiacce a_,v,aso aperto}
incqlcò laifqt’mîîhlà82ifinfi FÌÌNS?,;€GÌ applicò,;al
tino Chiuso ilpa‘ppello, suddetto dagarnhiqco,
facendovi rientrare ,nel ‘Ltino, ; stessa l_ìes_tr_e,xpiià
del 'Caiinellòad‘ìl.‘ medes’iilno. -.qug,1788‘,q 1_n_on;
sièun. . Carboisfi propose HM} Whmriwrvo :,,» una
delld‘;ciui;sfialfgmilà si apPlicazalî'foro del tino,
saldapdoeif€bqfilubbo; e 1’ altra festrernità Àvione
.irnm'ersa Fin-p n;n fva50'di,îachta,,î:lîe chiama.
questo tubo l‘oup’ape- 'Ìljdrayliqye>,fi_ ;cioè val»
vula idraulica : in (lucano-tubo <ric-urrofio
n’nllî;altm 'ritrovo che il' tubo.fricurvo; del
chimico apparato di Wolf. Questo stesso tubo
ricurvo ifùlP roposto intorno il; medesimo tem
po, e dal Padre dz_le. Martino (1), e dal
(i) 'Milter‘p'acher. Elementi di Agricoltura , tom. xv,
pag. 185. Nota. ' ’ " ‘
Stancovich. Del Vino 5
66
Fabmni (i), nè Sappiamo a quale dei tre at
tribuire debbasi il merito di quest’applica
zione. Lo stesso: tubo fu pure annunziato da
m'onsieur Dupin, professore di chimicaaTo
_lòsa nel 1817,‘m0nsieur Laoocal propose
‘unî tubo"dopriiamente ricurvo, nel cui. brac
‘"ció Superiore, ‘fa’tto ad'imbuto, si versa:del.
lflequa'cli‘e’ si livella nell’altro“ braccio, ed
iiiijile'disce la comunicazione dell’aria esterna,
dando uscita all’eccesso del gas acido-barbo
nico, preserVandd il tino dall’esplosioizeÌ;.' in
questo‘tubl) io"jiuré' non jritrovo "un’inven
zio'n'e- ‘, non essendo tagli-che il-‘tùbo di sicu
'rezza di Walter dell’apParato chimico di Wolf;
né“ al sig. ’Larwcat compete altro merito: che
di averlo applicato alla vinosa fermentazione.
Nel 1819, madamigella Gervais; dietrol‘queste
Predisposiziofii',"eonhbinò il cappello refrige
rà'nte del la’nìbiéeo, rdetto Tamburlanb, unen
dovi‘il‘tubo ricurvo di Casbois ,»'e' con que
sta macchinetta Madamigella formò in Fca'ricia
un entusiasmoed una fortuna." Di q11estaflmac
chinèttu suo ‘=*fratsllo‘ Antonio pubtìlicò« un
f=îv 1- .’.Î ‘; ’. » :.;.
\
(i) Dell’At'te‘di fare il“vino.‘ ‘ I
« (a) Giornale di Agricoltura , Arti e Commercio,tom. _flh
pag. 25. Milano, 1822. . V ’ _.“-..
60
dotto ed interessanteîopuscolotf( r )," l'll quale?
difl'ondcndosif per; tutti i lqnesi "viniferi ,. vi:
produsse - :1a ’ stesso ‘ entusiasmo 3 francese ,,. ' in
guisa che i- Governi ‘stessi-ne 'preserolunfiuz
teresse , _-rendendolo a- contano-intelligenzey ‘ led
inculca1iolone la praticarlo), A questa. novità
norv istettero gl’I-taliàui’îafbalzsrd: in arri'nga.
Nel “rSan,-ilsig. Grisetli a'Salò, e contempo;
raneàmehté , D»l0PSG prima, il; sig. Bur?ll in
Piemonte ,fted il -sig.î FEIZI‘ÌHÌ.’3 Brescia, vi si
applicarODo‘;f ma sia':dngjtto .-con “loro. pater,
nessuno di essi ci diede icosa-«clre moritaseé;
le Î nostre considerazioni ' per - 'averea idd; il mar
rattere di economia, od;ill merito :di‘ novità;
La: macchina Gii'setti=:èu totalmente .='simiieîfu
quella -’di 'Gewaisè "quelle di BurelveìlalioFer-t
rir'zi , basta oSServarlc,,_iper-chèî levirio >ldf;bena
chè-ininii'naWoglià 'di Èservinsene lin‘Îp'refiafi'
renza'Αdel s’emplicissimwtubò 'di; Casbois.,edi.
cui non sono che lievi«:complicate modifica-i
zioniu-ll sig. Burel ,®collîacqua acidulatia che
si attiene nel-suo metodo,potevli «uri. poco;
lusingare,Ìma Su questoimappm'toîdisSe quanto
convenue: il,-.sig. -Acanbri ,iied.‘ io “stesso odori
. J CfLw’ "r: i.-kfil un î‘î'îî’ì'ì «a, vi'n:'t
(I) Opuscolo ‘3111'1à ‘vrlattazi‘óìi’eî‘lrrièsiè‘, ’ a si’l3° ""
(avvia; a.°\giael pre'mtéfl }-' h "-'="‘-’ -‘i
68
esPerimenti Conohbi+ essere. la _cosa'da non
farne un utile copto'. Diremo adunque che le
cliimicheap‘plicazio‘ni d’ istrumenti 'meccanici,
saprai qualifissariposisiam0 le nostre con
iiderazioni , sono le tre valvule idrauliche.
proposte per impedire-"lo scoppio ‘de.’Vasi,.
el‘l"iptroduzi‘oné-ndell’îaria atmosferica .,E cioè
quelle di Casboii,di Lav‘oCat, e della Gervais.
Hî34'.- Tutte tre queste macchinette tendono
al inedesimo'f scopo,» .'e‘ felicemente. tutte tre
VB'îl'0f adenipiono. chiale pertanto di qu‘egte
dovrà resserei‘cla‘. noi fpre'scelta'? Il senso..coe
munél e‘ l’interesse«particolare ci additano che
preferire si debba la più economica, ed in pari
tempo più: comoda: e) semplice. Sotto questo
pufltoî‘diwista',‘ séerg‘ési Achiarame'nto' Cll'e-fla
coniplibazione' elàons;gurànte- dispendio‘ della
macchina Gerwais "ci Lòbbliga'di-dimetterne
Pusp,‘e che) per la l‘oro semplicità. quelle. di
Casboise Lavocatr.souo preferibili. Ora rc;«‘
stéràd‘a'scélta .frao..q'ùesti due; rima =Per- un
pocoî diuriilesSioperéhe si ponga; -essaei. pre
da'sè; medesima;Al tubo di Casbois,
fatto .di latta i, e' «di. uha - tenue" spesa , . neces
sario si reng__ggVga‘so,‘recipienìe_per l’acqua
ad ogpi] tinomro .‘bottegmnelà quale (va immerso
il braccio di esso mho,..lngquellvogegualtnplite
6
fatto di latta con tenue fspesa -di'Lavoaatî
ossia di ‘Walter, noi-mori abbiamo d’uopo di
Vasi per l’acqua , "mentre la «stessa è nelle
braccia-del tubo, ìquindi 'meno dispendio e
minore disturbo. Da tutto ciò apparisce al
l’ultima» evidenza che il tubo di Lavocat ,
ossia ' il chimico tubo "di sicurezza di 'Walter,‘
èil tubo che si deve prescègliere; Nessù‘nb
fece caso di questo tubo, ed il Î'sig. Acerbi'(r)
e=tutti gli altri che trattarorio questo-J argo;
fnéntó fiià-o“ad ora,‘_liannoidata la'p‘referenaa
alf‘tubo Ciièbois: lad’io,l lguidato dalla rifles
sione’e’ dalla pratica; ìlìn‘fpreferito quèll‘odi.
Lavtîcat.; Esso 'però: :nom E devo essere costruito
a braccia disPoste <ig:lihea getta, ’ma c'omefè _
disegnatol in; M .0 P, ’figlfiîwfflll,fmeutre
lnon controbbilà'ncerebbe nella gravità, perciò
fideveu‘ave're-wleî braccia.. ordinate atrian-golo
-l:ólnefin rBf,-peréhè iin questa‘maniera,esso
più rég'olarpxente .2 gravit_a "sopra? il' principale
enti: piede Giulisso nel foro ‘della‘îbotteifiîl’alb
mio 110 :l'eei; leostruìreyaed uso-qe >fe_ciîi ‘>':î::-=i:r
f:ÌI'B5.’1A;ltri.pin,-r mezzi sono»? stati Lingeritati:,
come, nel_rvfiiwéì_in_èlilano , u_n__certo Ferri
ideò un cono rovesciato di metallo, e_ fatto al
_c,;‘ il . ,i .. ' l'9‘?l(lll‘il.l. t_î|
:‘__3._\‘.4L i;
(1) Biblioteca Italiana , VN:° 891 p; 0_487N-_0H9\6Î, “(‘513
o
lite, che: si aegra fortemente .nell’ apertura
del cocchiume, e che viene spinto in su dalla
fòrza del gas acido-carbonica, il quale sbufià
fuori :,' e ritorna il c‘0no al suo po'sto;.Ainvecr»
zione che ottenne il premio dall’I. B,- Istituto
di Brera (x):«cosl il sig. Giuseppe Leonardi
vi 'àppliGò la val-vula della pentola paPiuiaua,
debta poscia dei Frapces-i marmitte autocla“ve ,
a cuì‘si apPlicaùo d‘ìmrsi pesi relativ,i»alla
-V&I'i€làwdell€ circostanze .div maggiòrefo+ynb
note Voluta‘ pn'e5sione (-2').»Nel 1825, ilwd9%
tare Agostino = Bingi ,f-Idil-Lodi (3.) , pr'opose
ùn-tnhq, posto-yertu'balmehtz sdpta -il vaso
ffénna'entanlze , delffliaxnetm'y" di sali punti del
-bmccio milanese, z‘flr'ingò etre: hnàccià, ladcui
estremità eta‘ìch‘iu'sa d"a ‘ùn ‘.Luraóciolo.dì su
éhem; coperta da un pezzo di"v*esmica;-bovina
t»éugvlsi aderenteu al 41th medesimo «ah «un» filo
di<refe in giro, per cdi ’eg‘ii T“VOIB’VQ 'Ol‘l8‘flîal“
siwqondensassefipev hunpexùtù’ra {dif
fefè'ntehiell’dtùosfeoa j=-e ricadesse ‘nelilino,
mentre ili gas -per«ecdess9u5ì aprivà .=là strada
piani: pari ìdel; tuuacciolo,e Ìw pàrdià esterna
fi""" V"J““’Î’ Î""' f.;'-H‘V‘À:.W ‘;È .:::'»1 ha -;nfl m
.;v 12‘; ‘;_, , . w _ “ “ UUÙÙ un \'(i) B|bhoteca Ilahana , N_o 89’ P. 2m.
(2) Idem, me‘fiZ:’ -« i. -. _ ' I
.:(5)1 Idem’i’N‘o' 941 pag. 84.._ :H.'màl;tf .:‘,;;ejw"ì ’ ‘
7x
del tubo, e.l’interna della membrana ani'-_I
male.,'Becentemeute lopstes.,so.sostenne la su_-
perflu-ità di ogni valvola, od altro istrumento,
di precauzione , chiudendo col suo turacciolo.
direttamente il tino , dicendo che l’eccesso ,
del gas si apre la via alla uscita per i pori
del legno stesso della botte , com’ egli_ebbe
da riscontrare coll’espericnza. _ _ ‘
36. Da tutti gli esperimenti fatti con qua
lunque di questi mezzi di precauzione all’esplo
sione dé’ vasi , e d’impedirhcnto all’ introdu
zione dell’aria esterna, risulta dal generale
consenso che il vino aumenta in quantità e
migliora in bontà, avendo più l'0rza,spirito,
aroma ,’ e riesce più abboccato;,ma sopraìun,
punto però viè qualche discrepanza, V‘p
gliono alcuni che il vino, acquistiìpiù colp
rilo nella chiusa fermentazione ,paltri’ nqn_.yi,
trovano difl'erenza alcuna , come osserva il
sig. Bassi (I) , ed altri in ,fine: vogliono èche _
riesca più languido di-colqre (e). .-.-_ Nella
scorsa vendemmia io feci‘gualcbe esperimento..f
In una botte.chiusa., idellgbcgpgeitz‘g'di. Otto
barile venete ,. epriJv.a;.dj {%nifl,valvula 0613
I.|
un 1‘ ,|,
(iîlBibliióiecà IiÀtiauf,îN_fl 96-,*Pas_ 555?
M ““"‘= mere-jw .‘1.î.îîV,.l
72
altro mezzo di precauzione, vi posi a fermen
tare dell’uva scelta, nè mi succedette al
cun inconveniente, e mi sorti il vino di
ottima e delibata qualità. In altre'due botti
di 25 barile l’una ,costruite nella forma suin
dicata a naso, ho applicato a ciascheduna il
tubo doppiamente ri'cnrvo di Lawcat,fìg. VII,
dopo avervi riposta l’uva in egual quantità,
mista però di buona ed intima qualità, cioè
parte di narae partt3sbiadata. In una botte,
la"riposi pigiata al Solito e mista coi raspi;
nell'altra senza raspi, e col fioccine ossia
buccia triturata coi zoccoli, 1g.“ III, ed a
ciascheduno lasciando internamente un vacuo
dl“un sesto dellaloro capacità. La fermen
ta'zione‘durò per venti giorni, e spillato il
vino, quello colle buccia tritate fu di un co
lorito carico, di una delicatezza distinta, e
papi al vino c‘avato dalle migliori delle mie
u‘ve; quando l’altro era ' sbiadato' di colore,
e di"i1n’aspitezlza'ri‘marcabilei 'Da‘ questa espe«
rienza si ;scorge7 l’importanza di già »indi
c'aià" delld"’tiitiii’azldflè del"'fipcine 's'l‘ per
l’aroma, ’eemef‘p-el dolore ;;e'd in questa pra
tica si trovapure la ragione. di. .quell’oste ,
indicato dal sig»Acerbi' (I), il, quale, ,dopo
(1) Biblioteca Italiana , N-° xévi, pag. 356.
'73
il ses’tO "g'iól‘no dalla fermentazione, levò le
vinaccc, l’é.‘ fece ripigiar'e ben 'bene a segno
ch‘e‘Pàre’sseîu una pòltiglia;poi:le riposa net,
tino, iii"p'rima rimestdndole quanto‘ più seppe
é‘fi3tè”c‘d mosto , e" poi richiadendo il tino
il"laàdiò fermentare a suo ‘agio , ed’:egli in
‘ tàl guisa, con uve tr'isti e'dè mediocre cólore,n’ebbè mi bvin0 assai l»più\colorito di qùelli
fatti da 'altri con uve scelte-7a nefissime.
AVevi insinuato Da0arzzati, che per ottenere
il colorito ,‘ ed impedìre;alle vinacce l’ aceti-.
ficazione nella fermentazione a vaso aperto,
Conveniva' tuffarle piùvolte nel ‘mosto stesso,
opinione (a mio parere) pericolosissima per,
l"isîtes’sb pericolo appunto: da cui si ‘crede
d‘i‘preservare il vino , ed inoltre operazione
dànno'si'ssi'ma ' per la ‘maggiore promossa eva
porazione del medesimo; ai quali pericoli e
dis'ci'Pàti si fa 'ft“onfle col metodo da me usato,
ottonen‘dosìî fin vino“’il,.,quîailex ha tutte le pusa
s'il'oili‘bflimé rióhies’fie‘lpàlùà dirette alla" mi
Èlìòi‘e ‘é' Ì ’più bei: -=intesai vinificazione, otteriw;
86silîsifiit‘îtoî , " aroma“*e ’éoldne"borxìgnntùn--faf
cilità e somma economìaî’4’“ - '
375 La mia' b‘ótie‘j» ‘c6mîéiî8htle“’sncoràîfad'
“km °gse-Lto [email protected]ò"’ per. i » . . 2L 1i.‘:|e.flu\lìi- i j; _h.:_î_h.h i;
e! - ‘I'.IV./L
(vi
e_rle
w: e,
.o';_: .fl 1, 1
74
zione del vino" Ferini (i) propose per il
suo tino una gràticcia_ interna per ritenere
abbassate ed immerse nel mosto le vinacce,y
onde meglio comuniohino le lorodi colore‘ cdl-atoma al _vino , ‘riflessioneltlgipf
stissima‘ in quanto alla massima, -quantun’
que impropriamente. contraddetta. da Baiopip
da Brescia ,'»'e da1\Bassi da Lodi Questa
graticcia fu pure proposta dal ‘ Pl9m,bgri, e
questa stessa graticcia, ossia un ,;fondo,.in-;
terno pertugiato,‘si pratica pure nella Sciam
pagna peri vini rossi, come abbiamo da
Sonini (3). Egli è incontrastabile, che quanto
più sono immerseple buccie nel mosto, tanto
più comunicano le loro pr0prietà di pro
iumo.e colore al vino, quantunque nel vaso
chiuso siano esse ‘umettate dal vapore, ma
altrettanto è però vero che questo metodo,
a vaso aperto ,’ sarebbe pernicipso, come a
vaso chiuso questa" graticcia \è ineomdda.e
dispendiose. La mia-ibotte, j-_da , s_è,,»medcsjma
perfettamente. levaitgl-’ incomodi ,' nd'pfi're,tutti
iWant‘aggi; ”Postaala Iviuaccjaf, col.;mfistq,in
' ..,Î-h I. :vw< "J .":J. ;.
l"_f=('r‘Biblioecsfîlalieeè‘hN-f’ una» ma» 2?.°« 2.4?
ad,N.°x_i.8.‘ _ ‘.I Î3Î’iifîi'oteaîc‘ii;àîi:rissrpa"’ner se:
N.” 1x, 1 settembre, pag. 17o. ‘
75
fermento a cinque parti della sua capacità ,
risulta‘che il sesto della stessa Testa vacuo,
il quale, essendo la parte più ristretta della
botte ,. Presenterin all’ innalzamento sdell'e vis
nacce una superficie elilt'ica progressivamente
sempre più minore, e che si riduce in fine
ad un’area. piccolissima , quindi nella fermen
tazione spingendo il mosto la vinaccia in
alto,‘ e ritrovando questamel suo cammino un
vacuo sempre maggiormente.» minore e l'i#
stretto,‘ necessariamente "questaf vinaccia re
sterà piùimmersa nel mosto, e con ciò 60m
1ribuìrà vie meglio ad assimilare con esso tutte
le sue particelle balsamiche e colorànti, md;
riuscirà il vino più nero e più-'profumabo,‘
384 Cliiuderò questo articolo coll’avvertire
chi leggesse il mio scritto, che far agire la
fermentazione» vinosa in uua botte di grande
tenuta, senza qualche mezzo "di precauzione
all’ esplosione ’della' stessi, sarebbe UX}-‘flk
zardo%roypo spiptol Io non -eònsiglio qii:indi
’àlcunli‘ ‘& ’eihlenliarsi‘.g‘f ‘men‘tre‘f’potrebbe «visetm
'tirne i" funesti Dîefl'etliflîìlelilal;aprcÎpr‘ifi ‘ impru
den‘za’,î‘è“ilioito"più s’è Iel'so'tti fossero," come
le mîé ;« Îspailn‘a’te' tutte. di: \resinoso’ . cemento,
colle ,quali..si_oitieneluii1m.quasiperfetta er
.lmetiei_tàz ,-.; a fronte _ché p1Lrjn; spsLepga',‘ e che
»-1\."lz' .'î_‘_ _..-s_:i.oz
‘ 6
i70 stesso aperimentail, con una botte però
di minore tenuta , come già dissi; riuScire
senza pericolo la ferinentazionèiu vasi chiusi
bencliè non premuniti di valvula idraulica,
od altro apposito istrumento di sicurezza.
Il miglior‘tnbo' idraulico pertanto',‘ che io
consiglio come 'piùicornodo edl economico,
è il tubo doppiamente ricu'rwo di Lavocat,
fig.“ VII , e dopo di questo potrebbesi far
uso o del-cono d-nvers‘o del Ferri, 0 della
valvula delLeomzrdi; oppure, per terminarla
ooll’oggetto dell’economia la più 'ri'stretta e
della massima semplicità, e come cosa a
portata di tinti , sarà sufficiente una tavo
letta alla quale sia sottoposto un pez'zo di
pelle , col quale si copre il foro della. botte
o del tino, ponendovi sulla stessa un pezzo
di pietra più o meno pesante ,‘ ma, relativo
alla richiesta' compressione; _ e con , questo
semplice lmezzo si«am'à una-;;valvula simile a
iè]uèllia delflLeonlarrdi‘,‘ lauquale. "produrrà. lo
Messo effetto wisenzaf.- produrre» i dispendio al;
cono. -. Aggiupgedò finalmente bnîinfifirbssanìb
notizia tratta ;.dallaif GdZW:; ;toscaea,fei-_fi
pnrtata dal Fofiro‘fli (13), 'Dicîegli,_,.clie l’agente
(I) Dell'Afle di4faà‘E’fl Nino per-‘là Lo;hlzlìikkliu e‘la
Toscana. Milano, 1819, pag. 62.. ‘
77
del cavaliere Brunaccini avendo anche prese
delle zivei‘infei'iori di ‘qualurirjrie Îviziato, bene
asciutte e spicciolate, si sono poi gettate in.
un tino di qualunque «tenuta }wquando il me
desimo è stato pieno, si è chiuso con un co
perchio‘di ilegno inbastmtó nell’ interim della
sua 'circofifte’reóza,‘ di »poi si è impedita ogni
comunimziiofiwdell’arid e.‘rterna alle uve rac
chiuse , «coiné- si costùmd nelle bottiglie ;'e
lasciatelo-stare in questa forma nel tino. pel
Mq’di univ ar,zno circa, abbiamo separata
di painl’izimidlo. delle vinagqid,;- e ‘trapassato
in altri picm'oli vasi, come di carattelli,battj
ekimili , si sonolotten’utà vini squisiti ,>.82 agì
paciidilbastare per. più anni.‘,:Questoqàgil
»1hetodoidi-oùi ci siamo- sérrviti.,f pe,.,ahe.ha
sempre corrisposto alle n‘nstre ni!itenjzioni
n0n‘h0 su di ciò cosa da.di,re di affermativo
o tnegativo.;‘ ‘ ma riflettendo “che non . :si dà
acidità Senza il concorsoo‘dell" ossigeno ,,;'?_il
quale. si! comunica" pel bontatto idell’ elmo?
sfera, ' ‘edîies'sendo il ’mòsto. fermamente-“2'
riparo dalla ’stessa ,.è -ragionevolie»il credere
ché-questa lunga fermentazione colle burgcie
huocer‘ non possa al vino)>e forîse possenti
lizzarln. Merita -l' argomento obese ne faccia
qualche -esperienza':,«ialla quale; mi riservi)
nella prossima vendemmia.
78
‘ -' - ' .': ‘Î..':z.‘: Î
__ \ARTIGOLO QUART«Ou_," .r _ ' . i.\.
' \ ‘-\ .Del travaso de’ vini I:
. ‘-f"'\.'.“ . . i" ' "» «211'.
'39. [joggetto- di questo articoloflno‘n'è’di
trattare del momento della spilla“qu del,vin0,
compita la fermentazione. Di-;ciò.Si-.sono_oof
cupati altri dotti Enologi, e,'. diciamlq franca-v
-‘rnenle, con troppo inutile sottigliezza,:ide'ando
per-aneo qual‘clx‘e apparato apposito etquesto
fine; in: i quali; Fabmni ( pag.-:GGQ xn'mpro:I-pose ‘uno "così ‘Cofnplicato, chebaslq leggerne
la descrizione per escluderlog«e semb'ra'dif
‘ficile‘il‘credere che un _dottg suo;pairilîl’abbig
proposto, potendo esso convenire adim si.
‘s’teiha di mio studioso al tavolino, non già
adΑuna Pratica generale , per la sua compli
el1zi0ne-‘edispendio.;Abbiàsi sempre in mente,
lilla qualimqriérluom introduzione deve avere
‘lh"firasslma semPlicità‘ collegàta colla massima
economiaffl-Vil‘sono degl’ ingeg‘nosi ritrovamenti,
i"q'ua:li prodixomo‘l’efl‘etto (contemplato, ma
che “ridueendolfi. 'a’ pratica, superando lessi- le
viste‘economiche, restano ammirati, ed impari
tempo dimenticati. -‘«- Se necessario si’1‘ren
desse il conoscere Vandameuto:dplla fehùem
f"-ih" .‘ 'r _: "24"C'51' Li“ '
‘79
tazîon‘è’ del vino nei nasifcliiusi , indicherà
io- un istru'mento lacile'ed economico con cui
-'sì ottiene l’intento, ‘e col quale nella.lscorsa
vendemmia nell’esperiinent'o delle due beni
a “naso, indiòato all’articolo precedente,“io .ini
islòno servito. Egli è un”tubo di vetro, "lungo
un piede e mezzo G H, fig.“ VIII, del dia
metro di tre linee, il quale in G è ehidso
«ermeticamente a fuoco, oppure-a cera lancia:
in 'quésto tubo entràìlunaf.‘ B'acclxettaho verga
’I O di diainetro ‘minore,.ilafiquale' meli" infe
riore sua estremità ’ha‘Ì un pe'zzo‘diì sovero
pianofK ',1’ e nell’estremita"buperiore è attac
'cato'un filo direfe‘L con uno-de’ suoi estremi,
îa'ttaeCand0si l’altro all’ interna I estrenhit‘m del
tuh‘o=’in-Gs Questo tubo-esternamente èîègra
duatoa- pollici. Al cbcdhiu1he‘della bottecdn
mastice ’siladatta il turacciolodi latta
‘chie “quifsi.dà nella giusta sua grandezza,#su_l
cuifpiand‘euperioi‘ezE‘ vi- sono i‘ due fori F D,
infimo de'hl1u'a‘liD'è saldatox a"stagno il tubo
eìo’urezzà d0ppiarivénte ricurvo di Lavocaì,
‘gl‘C,’-‘COI mio piedi? 6"; il“ qual -tubo è qui
disegnato “minore metà “della sua grafi
‘dez‘z'a‘ naturale ,"'ed il-cui giusto diametro è
segnato in D; così in F si-salda a cemento
‘il tubo 'di vetro G H coll‘e‘s‘tremità v=H:-=ll
.80
pezzo"di sovero Kicala già neììa botte, e si
ferma sulla supcnfit;îe della. vinagxpìa1 assicu
rato dal' refe,‘ o:_1dè la -,v_erga non U.e,sca«dd_al
‘tubo nefl’applicar10-3fla- botte. Elevan_dqsi_ la
Ìvinabciaudurante la. fermentazione ,1 si alzerà
4il 'SOVEI‘O K, 'évc’on- -esso la bacqhgtta ossia
indic'è I O, e 'le]fl_"5flà estremità vI iin_di
«cher’à 1’- elevazione Ìnlerha dell’a' vìnaccia,ue si
îrìscohtfreranno nella scala di gradazione ad; ogni
'momentoI-i gradiî o.-polLìci dellà amedesìma ,
e con ciò tutto;l’andamîento della" fer'meutq
viene la quale-f, arrivata al massimo di sua
elevate'zza, si; qudràfquesto indice staziqqarîq,
,e quindi. cess‘ato»il fermento, il principiq del
isllO mbhassamento.: ‘ Il tuba-di Lajvabqt,iq, 1:31
modó è stato da: me-posto in‘prafica, fogflitp
;di questb galleggiante, .Indicat0r€,»fl°llufilhtfe
.Iîr'bd.ifipàzioni ancora ychîè superflub digfimac
;parola, come; di una lap_in;;r all’angolq‘Nesame dell’acqua, p .di ;ufi _gallfiggiygteunqìl ,bqac
\cîo v ad imbuto: S: ìPBÌ'.;OS’BGTV&TB. ;1’ andamènto,
(la- forza'e la ustita.x:del-gas a'cido-.capbonìpo
ippr-Îeccesso.- Tutto ciò sta bene_pex‘ uno stu
dioso indagato'fe, ma tutto.ciòw nulla serve
-’per la pratica comune. -- Il Wof;,punto.fdî
spillare il vino aarà' quando cessata la 5erncgem
tazì0_ne tumultuósa , che anche àfl’ udite) si
81
sente ',5 e '.spillalioz;uuvpdoo idi: ivino:dalla pio-f ‘
cdla "spina m;.fig.fiî VI,-;VIII (da me.pm
stafespressamepte.f nel 'centro, 7del: ifondo.adellé
botte j<fe‘ che 1 io ohiamo‘ «spina1dijvassagiulg
lai-quale: serheîìpe'u'lzcombdso, si inequestq cùo;
udine nella:;ciroostanzaîclel;la vendita: del ;viho
da ‘1darsi a (gustare all’acquirentei) , si»-tto«i
ver‘a= il ivino trasparente 'e presenterà ' al E Pfl-I
lato sàpoi‘ee ':forza.s-;Dirò dipiù; ancora»;
che per il Vino ‘fermentato in vasi apen
ti ,sa_rà Imeglio anticipare alquanto , piot-.;
tosto',che posticipare-il travas'o , mentrefll'pori
tnebbe: appropriarsi i principi 1 s. dell’àòidanfem
mentazionîe del cappello della vinauc'ia, quando
che, anticipatala._spillatura,- compirà essoî a
perfezionarsi. colla inséi:sibile::e lentàfei‘mzenhaa
zione<ehe pe'r:più mesi‘progre'disice nella blatte": î
così} all"incontrolmi::pottà piuttosto pos‘biòiè
pareail imomeutn‘i‘clélsztràvaso fdel‘ vinoi nella;
fermentazione. ehiusa;uhon- essendovi colà peri; _
colo di acetificazione ',--essendo oil Zviho:mllà
massa i‘etmentante- libera' dall’i-m mediato ’ cgn-‘
tattoi'd’ell’ aria‘eshernaysupremo agente del4‘
l’--aoiditàn ., 1.. ».m i‘. mie: fÌ-5 l-"1f,î]"" m»
4 40.; A In: questo - articblo’: fai" parlerà del tra
vaso izdel:,.vino di già formato, e 'che“clm
‘Staneovioh. Del Vino - 'f"f’v' ?6 fI" -
82
viene passare da una botte nell’altra. Il me
todpusato è di aprire la spina e ripeverlo
iallwlma-brenta, in Cui esso vi passa ventilato,
sbattuto, spumeggiante, scintillante; così ‘SUC?
mdw pure nel Verez’nzloi'nell’imbuto,v e.{poscia
nel-passaggio da quinto, gorgoglhndò,- nella
botte.’ In questa operazione, esso sofi‘re‘ und
ventilazione eccedente, per ,cui' scappaf.da
es:ouna porzione di" particelle volatili, ga-«
sose: ,- alcoolicheg, aromatiche , le quali van-no
a pura perdita delle sue migliori. pròprietà'.
Inutile ‘sii'rend/ezognil-e qualunque ragiona’
mehtoì di.‘persuasiva su di ciò: il-senso'coa
nhme, l’odoratò stesso lo paleSa ad ognuno;
e loconviqce quando si ritrova - «p’réSente al
momento obesi travaso il_vino in questa forma,
che è la generale in pratièn, venendo ‘ ili nostro
_ olfatto colpitoda sostaneeieodorosohbalsamieke
olàpàritosé» Cdsì, ogni qual ivolhr succedéià;- un_
tnavqso del vino,».suooederà una deleiiorazione‘
9u1 medesimo =nella‘parte più essenziale, cioè
dingas., di alcool e-di-nfiòtnfl; e eicè:ome il
vino. in feommereio; deve» necessariamente es
sere soggetto più volte a questa ventilazione,
. Coaìt 6830 (dimeeessitàrîdeVe' sempnp minor-are
îlh\b0ntà'wedi iabhoccato asino alllaxlt'ixii0 suo
destino ili consumo nella città ov’î'è‘pa58àto
v . ‘83
alla vendita. -“ Siippiihiamb"fhiàiîi {Vendlu
il mio vind‘à'd 1in padrròhé 'di bàrca, il .qdaiq
deve tfadùrld a Trieste ad Îa'V’en'èzia "per imerl’ .
ciàx‘lo 'èolà. Dacchè’ il mio vino ffl;1|a‘ www
di 'lèi‘mèn'îò èl stiàt‘o éstratèo, 1sofi'rl’fltre'iventil
làilòhî ',; òmche io lo vendo neflsófi'm ultrà
sei’alla stessa mia abitaiionèw Î ""I‘7- 'f!
’ x. Trava'so Balla bo@iie"fiellà brenta:
2. Ùalla“bi‘enta nel bai‘ile' di misurà. ‘ 1’.3. Dal Barile nella v‘se’cchîzt che lo estrae‘. 1 _
4.”Dàllapeèehia néllà'brenta. .‘
' 52j Dàl.la bienta nèll’ îinbutd sopra il carro._
6. mar imbuto nella. bbtticelh‘ ciel 'Carrol -+
Arrivatò il: éarro "dricó‘dii questb’fiînbiall'
‘mare' presso la barca ,' éòlà vil‘succ‘edoh'ó ‘a'lîf
tre‘tre ventilazioni, 'cióè dalla”boùlicelléflèlhll
brenta , da questa néll'imb'utò_, è dall‘iinàfl
b‘ut'd nella' botte cli'è si" trova ‘àhella‘bm‘ca'g;
e sino a qui il ‘nf'xió‘ Vind'solfrì 12' ventlilàéi
zìohi e’ sbafilimenti. Arriva-lai barca‘ a _Trlèste'
od a Venezià, ed il viriò si ‘coflti‘atta coll’òs‘lze;il quàle viene a prenderlov e? misurarlo; c’dlàg
n’roammte' si" fanno altre’ sei ‘evapotilzibrii'f
sicché ‘ il‘ "mio. vino; dal punto del ‘compîmnro’"
della fermentaziohe“èéguita nella mià éà'titilîî}
sino al momehto che si vende dall"óste"îùi
Trieste 0 Venezia , ha sofl'erto niente ineno
84' -alie-xS-Iventilazioui, {nelle quali chi nqn.yede
qualqîe'îquauta quantità lha dovutq.neglilperi_
dare.di -gap «idi-Spiriti), disamina 4’.,9,1.19;?090,
le:pat‘ti,i;fliù nessenziali ,j; interessanti, le pro-4
ziixsm del. medesimo? < Se io -. mi- .'p0r.to, ,a,,;l‘ijieî
ste1îod.aîuYenegiù ’ pressoî qymall’qstq,f e begqjun'
bi00hiere ’ del mio, V.ÎIIO',’ certamente ch#.;“ia '
me non, sarà.ric0nosciuto, e ,dmenterei‘ogni "
cosa nel sostenere [che quello non mio
vino‘ Questa appunto èia ragione ;cbequelle città, bevendo vini dell’Istria, ,nq‘nìsono
riconoscibili nel carattere loro primitivo; el-se
assimilati fiche. sono tali , ‘ sempre-si;accagicna
algmarinaro la falsificazione del medesimo.
Ppò_ interveniwi qualche volta la defraudazione
questa parte, ,ma quando si farà conside
razian ai tanti colpi-diaria , a tante A, eva
ppp_aziphi q.sbattimenti che dovette soffrire
qugstp.,yino,, troveremo una ragione sufficien-.
tissiqaa; per. non imputarne_‘una dolosaigope
r?!i0he_al ,medesimoa Qltrepoi alla perdita
delle,sostanze le più preziose, che ' costitui
ssmm.l’ottimo :«vin°,:î con tante: Y-entilazi01fi
essg|,fiifievflî.all€0ra dallfapiei- altrettanti perni
°ìasìamrincìpi; .szha al.<.>f1>redîsp°nsofle al suo
daresiesenfiq,iflsacidîtà 0 putrefazione H
fili'jlii î'Î-Mi'tt ."%‘ii:'_‘ i -' _‘ I. 1" i
‘ î'2fif.“frmu gu- Enòlogii hanno Ein‘eùlcatoî‘eflì
pl‘à’ qliesto"pnnfio dl 'eonseriìazinne delf'v'ino,
lia’céìldbtìt: ‘osservalréî evidenit6rùentè - le’ dannose
;censegnenze\dellof “sbattimentofdel medesimo:
nel 'ti‘a-Vaso‘ hómuno",î ed" alliue' se ne riuja ilga
più convinti ,’ coll’antoritàt-di‘fquestif celebri e
dotti personaggi ‘ porterò"le 10r6 stesse espres
sioni. =Ràià{r)ivfondàtò sugli esperimenti‘1di
Mdob‘ridè Îeldiflpringle; dico"? «(La perdi;ta
« dell’flià lisàh genere la putrefazione-re l’asi
« ‘sorbil'inento-‘dell'aria' atmosferica è lalcuusa
n" della Conversione ih'àièel.ol‘ L’À’tia'îfissai gas'
« ‘acido-Cal‘borfi’ico) "è il" légaine LIl'fl‘loetn;alto
(i che unisce le '-partifcoetliuehti‘Î-l* uneîqolle
« altre, le-a'rpalgama ," dà loro‘î‘eons’is'teiiza ,’
'u 'e le conserve;- » leonsigliaj‘aîi‘lpli‘rbîdiiquel
sta perdita; travasare il"iin‘o‘coii un budello
di cuoio, o coi soflietti. ‘-‘-- Il Padre dav San
Martino -( pag. 89) vuole che si servir di
un sifone; ossia tubo ricurvo, giagchè,‘dic’6gli,
col farlo passare per «Diodi un getto gagi_iar
do, e' poi con secchj e con ‘maàte’lli infon
darlo nelle botti“,î’eiiviene a perdere il ‘o4-s‘;
quel principio corroborante che Con tanta.
diligenza si è pervenuti [ad introdurvi. --1 Qgsì
......... 1,
(1) Tom. xv, pag.‘ 162.
86
MMWher-(Q: « Quando vogliamo imbot
.,gi«llre‘ il vino;;;fmaiam°lo passare dal..ti,no
e nellaLhòtte , .ae è possibile , per mezzo. di
i: ;un sifone, detto volgarmente tromba, .col
r-lîajuto di tubi di cuoio, anziché vuotarlo
a con tazze-o mastelli, poiché quanto più
a ni;c@mzmall'aria,‘ tanto più‘perde della sua
di îfòmam mGliignnotatori del ‘nmdesimo Qpag.
|7à.,fnota), dietro gli Iscritti, del Padre da
S‘iMar'ti‘no, del. padre7Laudi, e del Fabmni,
inninuano:mi che se;:per avventura la botte
«fosse più alla del tino, quando questo’ sia
«l'han: chiuso; il ;._vifim6 si adopra egualmente,
u? laiaplimndof‘fil fino. un fòfle»manticc , onde
e ,Qvi;.s' introduce ‘ tal, quap,tiEà . d’ aria che ne
«_,espella il vino, facendol salire p;al.sifòne. »
vilî'i_lippo B6 ».soggiuuge (a): « Imperfettis
a.=simo è. il modo di cavar il .vipo. _Alla_ma
«y-niera ordinaria esce dalla tina cop assai di
trì;yîiolegza,,fispumaute \e bollente,{.oode } dis
« =sipasi il slam gas; lo che nuoce alla sua.
«..qu_alità e durata :. >3 poscia. consiglia un tubo
che. dimttam‘ente conduce; il vinoln;ella botte. -,-.
'“ “ .1 .. - “i ‘ \.
Elementi di Agricoltura. Venezia , i794, tom. IV,
pag. 159 e 140. _
(2) Elementi di Agricoltura , tom. 1:! , P‘*S- 74‘
I ;
327
Di egual sentimento-è Adamo Fabmni ,,dicen«
u. _.do (I): Essere al’viflflnîlfllmfldi) lo»:sciagwta-;
« mento che nella svinatura ,e irxtbettathraiegli
« soffre . . .;f si» Su, che se-si'i‘las'eia- unìfiascof
« o bottiglia-stomia, o QÎISIÎÉ‘).SQÎÎIPMQÉÌIIQIÌÈG‘
« imanomesm o, malscoperta, il vino si rende,
«aspro , e" considerahilm'ente, adeteriorag,r q
« .- perché esala iprincipj dello spirito, o perché.
«- diariàf gli ruba del suo-flpgisto ,»\:t. ‘.g dunque.
« Id sciìzgìcatamento, cioè Wh5‘GCGÙSI'VOQCÎQIL-w
a itatto.ld’aria j,.‘8i deve assolutamentò\ evitare,
av per, mautenerà,ahfino tuttqil_su_o spirito ,
« =tutta sua fragrmza.,.tuttewinfine le v“sul;
«- doti migliori: conseguentemente, __bqriLi , n;a,,
« istallfi; ;eochj e;pevem si dovrebbero bau«
«.;dinefldal numero degli.istruuqenti;,_della,_svi.ì
«1 ' Mt'll‘fibîquèfld9f mm. siano reglduti;nenessari.
gt,»,dalle_ , circostanze > locali ; 1» ;:€.d 7 insinua; ser.,
virsi di .una,grombai‘aspivranteîfe premeqqtg; o
semplicemente aspirante ;ed,,; pag. 575; e 36,,
aggiunge a uu_sifine, quale,pqs.qi derma.
« botte_all’altm, èji_l metodq migliore, per “tra”
« -vasar_.e il vin0,Lfienza esserle al Goalflttv..delfl, .
s<\ Parigi.eitemaf =qnefit0 espediente 41019 è
,1, . .,_.4‘, .r ' i)..._ i“ ”
I
Dell‘Arte‘tli 'fai‘e il vino: nella" làóinba‘l‘dh e-To
scena. Milano,aSrg ,pag, 7| e seg..;, ;;_,__7 ' 4;_.g .)
88
' « ‘eiBCace,’-se nòn allora qua‘n’do‘ si tratta di
« -farpamré -'il viuo'da una più alta ad una
«ljpiù‘fliaddu'lbotte.‘Qu'ando leibotti sono-1 ad
« ’u.n“istessolivéllo, il vino vi si livellaaltresi,
«dmcdiaxihuil‘ffslfiìneh, e non ‘è “possibile ‘ con
«‘î tale ‘Stfutikirto'ò‘è divotare all'atto nè di em
«> piere'afl’fltio una botte in questo caso. Ciò non(6‘ ' ostante eW‘i -Iun' coinPenso per ottenere l’in
n""tbfltót il sifone Sifill‘à di‘ cuoio}. ed alle due
« Àopposte estremità vi saranno fissati due luin
«’-'glii cannèlli“di”legho ; lunghi tanllopcioè ‘_.’,
« «elle ascenddno nella -baué sino a - un‘ palmo
«f’circà di=‘llietanzaldal»‘fondo.f La parte che
«entra nella ‘hotte’piena debb"eàsère ‘foi’te
u":fl%ritè“'siiltlàtlb ad îuu' tappo o‘turaeciolo
« - ‘clie‘fèal'zi ‘ giusto ‘nieli‘cocchîuaie; e' ’èia‘flai‘go
d"abba'st‘a1i2ti per‘ ricevere-inì ’un "alt‘rd v‘bueo
« -'la bocca diHm «bub‘n montice; e 'ben‘j‘6fle.
.R Bèri's‘i comprende: che facendo «aprire il
«'"maptîc‘efl'é’riaiî‘spinta da“lixi entro la
<i ‘='botte premerà‘ Senza agitazione la su'perfi
a»bie'dèl”Viiio“e' lo 'forzeià*ad‘ ascendere su
d" pel sifone, e discendere quieto qùietdnella
«’Ì‘ botte Vota",”“sin chesia 'tutto‘iiSèitbg‘5edza
« patire il menomo .sciaguatamento, nè aVer.e
u, troppo contatto dfaria. Anche di questi)
« strumento se nefvede una sufficiente, benché
89
« roiza'fig'ur‘a, nellibro fare il aihzo-,
« già“ altre voltd'citato. »‘=-‘_ Il Redattore
della Biblioteca Italiàna ‘dicè pure: « fln
«f’;fatti’; fiche vale usare vtante'îpx‘ecauzio'ni 'per
« 'eliiiiclere erifiétieainente‘la' botte durante il
«1'temp'o’ della Ternientazione“? a'-che serveno
(«C‘taiitiistràîîa'gemm-i per impedire ogni=oòn+
«5 tatto “dell’aria atmosferica ‘ col vizio, \ quando
urìnella Svinatwra ex nel"travaso‘tutto il" vino
«"àbbiai‘da essere, non: diremo tutto in masSa
e=eapo’sló‘ all’aria,- maiutto Sfiltrato‘atgra
' tl’Wè'rsb6 dell’atmosfera medesima ’mediante
tèl"qheite‘- "due ‘ operazioni ? il; celebre" come
‘6 ° Clìaììtàb} pènétratW>dà-gl’ inconvenienti-che
(li/Emergono; ' da 'que's'todis'fordine, conscio che
u”’il*« viho“deîqoesto contatto non solo perde
k('“dd"àùò"iamma, deli suo‘ ‘spirito, della sua
“ccifiàgr‘ànàd,lma ‘contme anche una disposi»
'2îòne ùilà’firnie‘ntaiiafid a0étîca, penso alle
‘u" ‘àpetli'eùt'efii .efi'ettuare il tra’Vaso‘al coperto
«fcon‘una operazione fisica e natliralissiiiia,
'« 1ciòè Îcolla' pressione pneumatica esercitata
'«"'tièlla superficie superi0re del fluido,'appli
«li-cando al foro del cocchiume un wfiiètta
“ .; Y" \. - ““.'\ .
. -. 4 v \ _ < ‘ I \ v i
' ' , « , \ ‘ 4 S . . Î’.‘ .. ‘. ‘ ‘
(1) Numero avi del mese di d1ccmhre, 1820,‘pag.540
e 54|. " "i‘fi ‘1 . ‘ : . ’ . ’ "'
o
9 di cuoio. Appella siHatto suggerimento-fu
eseguito in Francia e fatto noto in, Italia,
il nostro Leanardi fu il primo a _intrm.
darlo fra noi, e lo annunziò.-Qon unirla
nifesto inserito 'nella Gazzetta di Milano
‘ del 6 settembre 1816. Ma l’esperienza con
‘ tinuata.di quasi due anni avendogliidimo«
€atrato che il succenuato soffietto non va
lava ad elevare il; liquido oltre quattro
braccia milanesi ad di sopra del,li_Véllo,
perché la pressione era limitata dalla _con
«1 siàtenza de" fianchi del mfietto,ifiwzli
u facilmente ch‘delmno e sCoppiavan0f quando
« che si voleva 'fomzm; al di! là, del Suo.
a cennato livello,il Leonardi cerpà_d’-imgxa.
« ginare altro mezzo più solido ,j non , agia
a mente per ottenere lo stesso intentq,gma
‘« anche - per accrescere gli effetti @.\g.h{\llfii
a" della macchina .medesima., Pensò quindi
u- valersi a tale quo diana specie ditmp_zba
« a doppio gfi‘ètto- assorbente e premente ),
'.«' la quale, essendo tutta di metallo, è capace
condensare l’aria nella botte con forza
« tre volte maggiore del soflietto, e quindi
« può innalzare il vino sino a 12 braccia
e al di sopra ’del primitivo livello. Questa
« 'maechina fu premiata con medaglia d’alr;
àfiiflfiî/fiflfiîfi
g:
« gento dall’I. R. Istituto di Milano: ’n edicc
il sig. Acerbi di esser‘s’ené pro‘vueduto, averla
sperimentata, e che corrisponde all’oggetto
preposto; quindi ne dà la descrizione e la
figura..,cavvertendo ( pa«n 345) che la botte,
sia senza difetti, e che nell’aperaubne biso
gna tener pmnto un po’ di catrame liquefiztt0,
oppwe*msllcecomposto di sego e calce viva,
con che.luttare e otturare tutti que’ forellini
e fessure ad altri difietti che ;ManÙ‘estar.si
potésseronella bottoche si sottopone al__com
densamento, e che si_ vuol scaricare: inoltre
dice di aver felicemente anche operato :n,ella
svinatura, facendo passare il vino, dalla botte
fermentante nell’ altra preparata a riceverlo ,,
senza che per la pressione dell’ aria seguisse
alcun. intorbidamento. -- Sonini (1), dopo
aver data la maniera di fare i vini spumegÀ
giunti di Sciampagna , dice che un tempo
si. t'mvasavano con dei tubi di cuoio o pelle,
senza che prendessero l’aria o, evaporassero,ma cheìal presente si servono di una grossa
fontana di rame, che si adatta alla botte ,
e con questa utile invenzione impediscono alle
parti spiritose e balsamiche l’evaporazione.
i!
' ;(l) Bibliothèquei Physico-Economique. Paris, 1808
9
. I
N.° 15:, 1 septembre, pag. 168 e 169.
92
42. Da tuitb’ Ti1uesto lungo e Borse noioso
periodo , benchè;di tutto 1’ interesse, ap'pa
risce primieramente' il generale consenw so
pra" la perdita delle inigliori proprietà. del
vino nell’ordinar‘i'a'maniera di travaso.» e la
necessità quindi di un rimedio ’xiell’mdottare
mi metodo più opportuno a" conservare al
‘ . fiiii'ò le‘parti più preziose del medesimo:‘ in
secondo luogo, che i ’mezzi a q‘uesto fine
ideati sono due, vale al‘di're“, una 'tromba ,
secondo Mitter'paclier ’0 ‘lròm5a aspirante e
1prèm'ente di Fabf‘oni , ' o fimtana', » come si
‘piatica in Sciarnpa‘gna', e la pressioneî'pneuè
matica; sia che'si adoperi il= soflietto ,‘ o‘la
macchina Leonardi. In tuiti’l'questi modi si
ottiene l’intento , ed è laudabile quindi di
“prevalersene, poiché il fine al -quale:tenè
dono queste operazioni è della più alta im
portanza. L’ uso però del sofietiò porta
una "resistenza "considerabile, egli perciòdeve
essere costruito con tutta l’ esattezza, mu-.
nito di forte pelle ed adattato mastice
nelle giunture od unioni della pelle col le
gno (i), affinché non vi scappi l’aria, avendo
(I) Il migliore mauticc che io vidi, si è quello col
'tt_ruuo in Udi.1e da Giuseppe L'arte, falegname , ed assi
3
inoltre il maqico:.s'uperilorema yîgÎr X, Lunga,
quanto .il corpo-f del .manmea,ands forcgi
una leva Îpiù’ cognoda.î ‘l;._facile‘travaglio;
abbia all’ unito. turacciolo. ,5h 01 del cocchiume\forato nel cebiìro,» il 1forol mmuuigante.fiall’ìeifi
sterno , ; non già nella , direzione. in, c ,g.,ma; '
sibbene lateralmentelin d‘;df,;,flilîlq0ltè- l’aria; .
spinta nella. botte sia gdiretta ai ,lati'in,,direî
zione della Sua ‘ lunghezza , e non verticale
mente diretta verso la superficie del vino,
neliquale , solfiandopon forza, lo fa muo:
vere , scuotere , spruzzare, come io .ebbiflda
riscontrare coll’ esperienza. Si avverta ancora
che Î:quèst0 faro farsi debba del diametro
eguale banche maggiore del ' foro dalla botte ,
e del tubo. conduttore , perché ,l’ aria possa
‘pa'ssare facilmente,essendm postor'iu attività
ibmantice: al quale _in-Ù_ny m, Saranno adat_- ‘
_tati due piedi di ferro‘ uniti,,e mobili in: due
occhietti fissati alla tavola ,cleltmantice, i: quali;
servono per ‘5ritenere fermo il mantice stesso;
i I ‘ “ A ‘ zi , ._
stento al gabinetio di fisica del Liceo di Quella-dittà,.geqe«
guit,q,sopra uno simile,‘fattp; espressamente veni_r_e da garigi;
=.“1Pîlî R“? ‘°;Yî i°dî°aî ‘lîllfi e?flifiîaiîîflî 'P‘glîfî". °“-°’
stessoyCorte‘ nel periodo'presehteIliiehiaì-ateî Sul mîb’dî-’
fl%’vîeólé‘ purèbfecstrli'îf'ò iuf Ven'eisia‘dàl‘ m-î-Jèllàaora
8L:Prà:olmj ',' \_ ._|:,. (.-; ' ,H . - l ..u,‘,
u
94
all‘altezza desiderata, Facendo a - piacere avan
zare o retrocederel’ estremità di detti piedi.._
-- Un ottimo consiglio a queito riguardo vi
àggiungerò, cioè di avere un mantice di rriag
giore grandezza, col-locato stabilmente inlvun
aogolo elevato delle cantina, e fornito di un
\\lungo tubo-flessibile, avente all’/estremitàùn
tiîraccioio da ‘applicarsi al ‘ cocchiume deiie
botti, e costruito come ’quello dellafig.‘ X,
la c ;' il qual man‘tice munito fosse di una
leva ‘a pendolo , cori cui senza iaticà sarebbe
posto nella massima attività. j ‘ . ‘r:
‘ 43. In queàte operazioni si rendono ne
cessari de’“ tubi. Questi furono indicati di
cuoj'o‘, e recéfitemente furono costruiti di ca
riapeinizi facendovi un poco di riflessione, la
cosa non’ è'Puuto economica, avuto riguardo
ài suo prezzo" di costo. SicCome da me sem
pre iii‘ ‘Presa di guida 1’ economia ,'" cosi i
tîih‘iî‘de’ qùali io; mi servo nella 'mia cantina
fin-odo da me fàtti costruire di latta, resi
però flessibiii7*cma di tutta- comodità ed
ecohorr'ria"; in quale Corrisponde nell’ effetto
a‘.ièé‘f.îîmegsfiîwiW, .di‘ @@°i°>‘ ed. a quel"
dîscfmai>e 2,29114. PY€ÎQFQU.Z? P-îgòfiqdèfii‘i.î‘ilìmiît.
n1mione..marca.lissima. del dispendio,“ RQI1'f
gasi 1’ occhio alla fig.° IX. Questoî»à’run
. ’ 95
tubo 'di latta, il» ‘qu‘àlé 'in' Îa"b’*d fl’gî', ec.‘, è
flessibile,‘ e serve per‘tuttfé lii‘operaz'ionildella
mila‘cantiqg; Esso "pertanto îè composto*di
sèî itîubî’uifllsz‘ta, sammrdi -4 pie-ii 1’ suoi,
e dei 7diariietii: di otto linee m r s t‘1i‘ÎZI,‘
figqe IX,’H“qualì in a“b’=b' d ef g sodo'uniti
con !una‘f’fspiràle ‘iîi filo*‘î‘diîî ottone, coperta
cdn'1nnî‘pe'zzci di pelle doppiamente involto
all’iùt'oinó'f’ùl entri; spa‘linata“ con" in co
lore ad olio di ‘lino,’ oPpur‘e colla di farina,
e‘per sicurezza legata spiralmeute’all’es'temo,‘
come Portano le spirali 'dibttone, con spagd
os'sia- avètdîîi‘incerata, operazione che 'forma
tuttà’l’errixetleità, e rende questo sifone con;
'tiliriatóf’flessibile, da potersi piegare.- ‘e ’ri‘-‘
durre a fascio con tutta"icomìoditàal Questo
di”sèi" pezzi serve pèr’"t1ittàfià'tnia
cantina diritti) botti ,> e può accorciarsi'ed
allungarsi a piacere, mentre servendo Per
due ho‘ttl’vicine, si prendè'il pezzo a' 17 sino
’àlla‘-'giunturafo, si unisce 'a‘l’là"giuiiturà‘ fi’,'“e
si. salda con un Pace di mastice '-reàinoÈd,-Îo
di pece', ed anche seihplic'e‘cera' gialla i per
la distanza di"due botti“siraggiunge ii“pg’z‘zd
mftil.'fîptérli’la"léerza ’il‘ piano o i;' e 13el“1€
Quarta' il P‘ez‘zb‘lii‘n ,'* saldari’d’oli"eol 'masticei’
.‘. | _ _ .
\ ‘1\g; _|‘)||nlî i": I l»Hl“ "‘:. H».
, 44-= Nella circostanza. far passare ; îil vitro
da una botta nell’altra mola mezzo » del; imm
tice./ fa slîuap° nPerre. .in.Fomuitîcaaiemale due
lutti non.nn,.wbo'ermrtieo, i.&inoiîche.il ‘li
qgidp nelle due».hqtti arriva a livello, l’opera
zione .è, facile\ e, spontanea; ma.,,uel,faa pas
sareil. vino. dal livello‘irifeìiogg;‘lai ,5i;pgfiqfiga
comiche premere-cnl-maatici: lîa_wiax nell‘iin- _
terno della bottfide-Xlldlfil‘fiìa ;arerafiioag: fa
tico‘sa,, (la quale p9rtàin_fatto unajresilst‘enza'
Considerabile: da vincersi. lo so che la quanf.tità‘ìdelrpeso Lda vincetsi xè, proporzionatalîal
diametrofldell foro. di sqrtita coll’._altezzajdel
liquido,» la quale; calcolata , è. della minieìa
entità,qeppure ;,in' pratica si riscoptrauua
resistenza eminentemente -maggiore di quella
che dfiigag.potliebbe pgrtepdoda guasto principi'n .incpncirssqi,i fil {mi assisi9tefl î.dil‘îfiete-.ÎÌ .
ma|t1caf idraulica-f Mi; SO,H°«, inafsealez flî_;ftenf .
tare. a\ vinsereîqeeshfl.-;sfsve, resistenza»! spe
str<lmnllof ippigsl‘òne‘i'viblz‘lide I-! .CÎQ.èfil il.“ 585)?“
che.fasseeermrtisa »;,9 ma.- wnetìco fa . .pîà"
i quale appunto è.il sifo;;é.s_upe,riormente
imiiaftr‘. 1: ehe,.appariacfl nellasî;flgfaqlàî, il
qrale<inqh. ha un piqcolp fowllîno.rditum linea
dì"(lifltnfitflfl,‘ flil<%‘tfilfi« Va, saldate: 18.1 bocca di
una spina-chiave ( robinetto dei Francesi ), la
» 97
Ioni estremità è fornita di un imbuto di latta
'h saldato. alla stessa, I- Quando io voglio
Vuotarel. una botte, ecco l’Operazione da farsi.
Prendo il mio sifone,che d’ora innanzi chia-.»
mer'ò sifin‘zjbride, ed applico alla spina-chiave
B della botte piena, 1g.“ VI, l’estremità dello
stesso g, fig.p‘ IX , e- 11’ altra estremitàv a ,
la quale ‘p0rta l’ imbuto, alla botte vuota,
fig.“ VII. Colla chiave x dell’imbuto, chiudo
la spina-chiave , ed in tal forma il mio sg'fo
nibridé è chiusoermeticamente: lo calo giù
come in , apro le chiavi B Bdelle spine
delle due botti , ed il yino della botte piena
fig.« VI, passa nell’altra, fig.° VÎII_, sino che
arriva a riempirla per la,metà ,,ed in_allora
il vino si’ritrova a li6elloi fatto ciò, alzo il
mio séfonibry’ide,«Ìe lo colloco-rerticale‘, come
x_C, fig.f,Vllp, apro la chiave x dell’im«
‘huto, ed‘gllora il mio 1‘ sifonibr‘ide,.hainter
cetta,l’ermeticità per un filo-dii garia-che’li
yella. coll’altezza della botte. ‘ Rrppdm-il man1tice, fig.“ X-, e lo applicqflal, cocchiuxhe, ossia I
foro della bottegpd,a ’ynotarsi», figfl VI, lo
pongo in attività, e l’ aria premendo sopra
_il vino l’obbliga a trasferirsi nell’altra botte,
fig.° Vll,;.per la yia, del sifonibride: il vino
che' avrà)jpi,f1to' non potrà. retrpocedere, né
Stancovich. Del Vino 7
8
Înemere di conseguenza sopra 1' aria della
botte che si vuota, perché ne è intercetta la
continuità, non essendo il sifimibride un sifone
ermetico, per ciò, per quanto io ptemerò nella
botte da Vuotarsi, ossia quant’ aria io v’ in
trodurrà, altrettanto vino passerà nell’altra
botte, fig.‘ VII, nè potendo questo retroce
dere, non farà resistenza alla mia forza mo-‘
trice , ed arriverò quindi facilmente, col mezzo
del soffietto e di questo sifonibride, a Vuo
‘tare tutto il vino della botte piena , e pas
sarla nella botte vuota. -» Alla spina-chiave
ho posto un imbuto, come dissi, il quale
io chiamo Imbuto di osservazione , mentre,
se per una troppo forte pressione l’aria
spingesse una quantità di vino che fosse mag
giore della capacità del sifonibride, esso len
temente uscirà per il piccolo forellino della
spina-chiave“ , ed arriverà nell’ imbuto, nel
qual caso si avrà una norma e direzione‘ per
rallentare l’azione troppo attiva del mantice. -‘
Col mezzo di questo sifonibride, la macchina
'del Leonardi agirà non solo con tutta faci
lità, ma eziandio eleverà il fluido a qualunque
desiderabile altezza che si trovasse la botte ,
facendolo passare nella stessa , non< essendovi
altra resistenza che il peso del fluidó"conte
nut'o' nei tubi del sifonibridà ‘, vnè 'farà'alciin
contrasto il fluido ripassato nella botte ele*
vata , non essendovi la forza di retrocessione.
Cosi’si potrebbe servirsi di questo sifonibride
anche in altra forma , ponendolo, cioè, ‘Come
si“vede in ' D E, fig.‘ VI e VII, e rel
golandosi nel modo indicato, si otterrà l’in
tento; Devo avvertire, che tanto il sifoni-bridb
quanto il mantice, come pure la botte, riteni
gano‘ l’aria, ed il soffietto in ispecialità , al
quale, nelle giunture della pelle col legno, ed
in tutte le altre, sarà di necessità riporyi del
mastice, o colla, affinché non lasci scappare.
l’aria, nel qual caso l’operazione non-pr6-j
durrebbè il suo efi'ettoî“'® - ‘ ‘
45. Fin qui abbiamo parlato'del modo] di
far passare il vino da una botte nell’altra
senza ventilazione, e sino al giorno Presente
tutti gli autori non si estesero oltre questo
limite. Non basta però questa sola operai
zione per conservare al vino le sue preziose
qualità , conviene riparare peranco alle per
dite che-esso risente nel momento ' che si
Vende il vino, essendo costretti per necessità
e costume di misurarlo minutamente, come
per quelle che si fa dall’acquirente nella ven
dita nella città di suo destino; le thali veni
zoo ..
tilaiioui e sbattimenti arrivando almeno al
numero di sedici, si scorge evidentemente
’ che'produr debbono un’ assai, considerabile
deleriorazione.y A riparo pertanto -;.di ;queste
perdite, il. metodo da me ideato-_e praticato
ha tutto l’interesse, metodo 'che_‘dovrebbe
adottarsi parzialmente da ogni commercian
te, bareajuolo , o conduttore di lvino game-_
todo. preferibile ad .ogni altro, opp0tt99f>
ad ogni cantina, servendo _esso tanto,per
travasare il vino da una botte nell’ altra’ quanto per misuraregjlaritenutaiidellebotti,I,
come perîimpedire le moltiplici ventilazigni
al-vino ,Î nella circostanza di vendita,al ma-*
rinaro , in cui conviene misurarlo barile
per barile. Si ponga l’occhio alla ,fig.°__Xl.
EsSa è un caratello o bariletto della;..capa
cità di. un barile, o di un emem, odi
qualunque altra misura ,. o più misure a
piacere, il quale, per l’ effetto 6h? produ-v
ce, velendo .grecizzare, chiamarsi potrebbe
Mamggenometm, dal greco metaggizo travaso,
e,da_ ,en_o vino,,, e metro misuca,._ che si
gnifica misuraE travasodel vino. Questo,
in opposizione; al suo foro A, ed g‘lpelr‘pen
dipdo,;è..lbrni,to.di _un‘ altro foro, consimi-le ,
[Bi il quale comunica. cgl foro orizzontale C
\
’ ΑDI’
D fatto inno pezzo 'di tavoloire F G, il
qu'ale' f0r'ten'1ehte è attaccato "al’caratellocod
uii'a“cavità corrispondente alla”fcbnvessità del.
mEdesinio,f come facilmente =‘è5 visibile nella1
dafàfi‘ifigis'îx In c su in D s'bnó- applicate
dne‘l‘spina-ch’iavi , ed a. HÎ I 2-vi ’ seno due
anblli’"diiferro fissati ai ceroh'j pu'r di,féi'to,'
co’quali (sarà bene che sia incerchiato, iquàli
anelli", per intendersi, sono posti in fianco;
mirî‘vann'o Ìmsti superiormente'alle‘ due estreè»
niità 'del'hariletto. iA" questi anelli seno ‘at-"
tticcalé’due Corde, 'lel'quali ‘passànoÎ per due
carru'colei‘ stabilmente poste nella sommità:
del s'tiflitt0 della. cantina" _-‘ Ora“, supposto;
che 'ici voglia vendere e misurare il mio vino,i
oE passato "in" altra' Lbottel senza che‘asofi‘rà
sbattimentoî'e gran ventilazione, misurato il
botticelloî della data giusta misura, lesse staf
ritto sopra il’su0 gran piede F G nel mezzo
della. cantina", "ed alla_' s'pina-dhiave C applicol’estreîiii’lddi un tubo,'sia' egli di cuojo'y'o'i'diX
canapeidi, usb corrente,_(i),,,oppure latttva,
‘- " ‘l ,, ..., P,\_ __ 1 W .\ ’_ .,.,, .,,;_.,,,i
i") l ‘ I f . ;< y ." (iÎ"I' tubi di.cauape divirnoderna- invenzione simoktati'v
_e'sèguiti felicemente, e si fabbricano in Udine «daacerto.
AntoniayDnrio, ilnqqale, nel 1825“, ottenne dall’Iàiitnto:di
Milano il premio della medaglia d’argento, e sonowen:-;
[02'
fatto nel modo succennato per il sifimibr‘ide,
chev,èl il più economico; e l’altra estremità
alla spina-chiave della botte piena di vino:
così un altro tubo adatto alla spina-chiaveD
con un’estremità, e coll’altra alla spina- chiave
della botte da riempirsi, oppure _ nella bot
ticellà posta, sopra il carro dell’acquirente del
Vim,.facendola passare per una delle fine
stre;.della cantina. ,- Ciò disposto, apro la
chia1ve della Spina C, ed essendo il Carattello
ad- un livello inferiore del piano della botte ,
scorrerà il vino nel carattello, e quando lo
veggo ripieno , chiudo la. spina-chiave C,
apro-la chiave D, e_ coll’ indicata corda in
nalao il‘-cai‘attell_o , ossia barile di misura ,
sinbal soffitto della cantina. Trovandosi egli
a'd un’elevatezza superiore alle botti della can
tina ,,e alla botticella\ del carro , pasSerà da
lî\\_\2;|îl0...; l,“ , un. lir. 4 allbracc'io veneto della
- Î -“- ‘ ' - ' circonferenza di pollici 2 rf4
dii)illlual.,,pre?zo dl { Itala lir. 5 al braccio veneto della
' circonferenza di pollici 5.
‘Àîieìidd'isempre'iin pensiere l’economia , i' tubi , a qua
lunque uso della vinificazione, possono essere fatti di
canna montanà,iiiieiidd liuvarji-pezzi'con qualche pollice
di tubo di pelle levata dai,picdi di capra o pecora e
tanata;:nella qual forma sono flessibili, e si rendono a
portata di tutti senza incontrare dispendj e difficoltà di
promrarli. .‘b n.1,‘hl i ‘
‘.
‘ . 103
sè “stesso ohella botte della cantina , od in
quella del carro, Conforme sarà Statodispo
sto, e con questa spedita ed.econonjxica ope
razione non soffrirà il, vino le sei ventila-‘
zioni e sbattimenti che avrebbe dovuto soli
frire nel metodo comune, nè si; perderà al
cuna quantità di vino, come sempre s’ incon
tra nella maniera ordinaria, {Cosi di seguito
si operi sino al richiesto bisogno. .Ma se l’ac-.
quirente dubitasse che il vino del Metaggeno
metro non entrasse tutto nella botte di sua
proprietà posta sopra il carro, per certifi
carlo di ciò, e levargli il timore , applichisi
alla spina-chiave della botte del vino un
tubo divetro coperto di latta fuorché da un
lato, e» segnato da una scala graduata , in
cui -esso potrà conoscere che , alzando il
metaggenometro, il vino in esso contenuto
non retrocede nella botte minimamente", e
con ciò si tranquillizza il di lui, timore. Vedi
fig.“ V, t 34‘ m. Per far passare il vino da:
una botte nell’ altra senza sbattimento e senza
il contatto dell’ aria , invece di tante mac
chine dispendiose, già indicate, ed anche
del Metaggenometrp , si potrà servirsi di un
otre di pelle , sia esso di capra o di pe
cora, chiudendo con legame la parte aperta
,
104
di dietro ;- eia parte anteriore la quale cir
conda il‘ collo ‘ dell’ animale; ed applicando
ai due piedi anteriori dell’ otre due tubi, i
quali corrispondano 1’ uno alla chiave-spina
della botte vuota, ‘ e l’ altro a -quella della
botte piena: aprendo poscia la chiave di que
sta , pas5erà il vino nell’ otre privo di aria ,
il quale , rièm;iito si eleverà colle corde al
soffitto della cantina, come si disse del Me
taggenometr‘o ‘,- ed aperta la chiave della botte
vuota, passerà il vino dell’otrè nellà-‘mede
sima. In‘ questa guisa operando sino alla to
talità del travaso del vinoyritenuto nella botte
da vuotarsi, si otterrà 1’ intento con somma
facilità, e con un mezzo:che è a portata di
tutti, ed in pari‘ tempo sominamente econoIhico: oggetto vche sopra ogni cosa deve es
sere scrupolosamente preso di mira da tutti
quelli che trattano questo argomento, af
finché possa essere adottato in generale; men
tre dove non v’entra' l’economia , ogni dot
trina diventa- frustranea. ' ‘
46. Trattandosi del travaso dei vini , mi
sembra opportuno unire qui i vari modi
ideatiper riempire o vuolare una bottiglia,
od un caratello di liquore. Sonini (i) riferisce
(i) Bibliotèque Pliysico-Economique, n.” vin , I ago‘
105
che monsieur Iulien , mercadante di vino in .
grosso a Parigi, facendo,uàd della pressione;
dell’aria, presentò,_nela 808, al Senatore conte»
di Chaptal , un mezzo di tr'avàsare tuttiquidi anche sPUIheggianti=bd i‘più eterei‘,
senza: 'clie spargano' l’odore nell’atmosfera,
ponendo le bottiglie orizzontali uninclinate; ritenendole con una“ vite di» prese
siime, ecco un Cannella, ch’egli chiama nei
f;'firog introdotto per un foro del tura'ccio'lo,
vi spinge entro l"ària‘ ,' ’ed--’il Ivino esce -’per
altro cannello. Esso vende'quest’àppaqub,’il
cui prezzo determinato'è‘limlicatof nel giòrfi
fiale sless0.- - L’ingegnoàissimo Leonardi-di
Milano (i), approfittando _di=questoìpensiere
della-pressione dell’aria, invece] dell’assorbù
mento, immaginòe' costruivarj comòdiistru
menti,- tutti egualmente tatti}? all‘oggetto prof
p_oSto.‘ Per levare il vino da’ un'recipiente, e
riP0'r'lo in -un altro, senza-il cohtattodell‘ari-a,
‘.-. .
“ a- l.;..‘,
slo 1808, pag. xig; xu, I jdicembre, pag. 408',
410 e 411. 4 ‘ ’mw" i
Di più. Vedi Mànuel du- Sommelier par 1» Julien.
Paris, 1822. Ottimo, pratico, interessante libro, non però
senza difetto. _ ; ’ .
Biblioteca Italiana, n." xcin Dicembre, 1825,pnîgi
544, 56» 546. ‘ ’ '
l06
«ideò egli un imbuto ,C , fig.‘ XII ,' dove so
pra .a si pone la spina della botte; b ac
cenna <l’ indice '. natantc che avvisa essere
piena la bottiglia t,‘- e la chiavetta che si chiude
aloenno dell' indice natante ; d il tubo al
lungato dell’ imbuto, che toccando quasi il
fondo della bottiglia, la riempie senza sbat
timcrilo" del miao; < sptto'.e, rappres_entasiwi
piccolo:.:tubo perl<;dove esce, l’aria contenuta
nelldbnfliglid; .»pér «la 'bopw‘îdellaf qu_ale f,
solliando,;sifa inoltre ,_mîon’tare ilvino della
bottiglia pell’imbutd,::e con esso trasportarlo
nell'altra ,' ed avendo nel collo una vite ,',si
Può):-.alzare ed: ' abbassage f,‘_‘;adatt_andold alle
difl'emqtialtezze. delle ' bottiglie; )Ber ‘f‘ar
paSsare il liquore:.da una Ebottiglia.nell' altra,
ideò Iegli,;il sifone' G , fig.“ XII; Soffiando
pel ztuhctto a;,, ili . fluido - della bottiglia ;, b-b
ascende'rà pel tubo c,'e lungo il sifizne d-d,
passerà nella bottiglia superiore ;Ied-..esi
scudo la bottiglia più alta , basterà sof
fiare un poco pel tubetto e, ed il liquido
passerà :da sè nell’altra bottiglia. -- Il fluido
contenuto nella bottiglia g-g, sifone N, fig.“ XII,
qualora sofliando pel tubetto 11 si generasse
il fvaoto entro il sifone i-i , mediante una mo
mentanea apertura della Chiavetta n si potrà
107
raccoglierpir‘; detta bottiglia.,, senga l’azione
dell’operatore; come, al contrario, è ne
Cessauio' volendolo estrarre per la chiavetta
superiore m. Ideò parimenti una ganascia
per preparare turaccioli, come pure un’altra
per cacciare, con gran forzale prestezza il tu-v
racciolo nelle bottiglie, la quale può ancheì
servire di torchietto per lettere, avendo unfap-_.
posita giunta. - Per far uso di questi
sifoni convenendo coll’aria dei polmoni alitare
in certo modo, sofiiando nella bottiglia, mi:
sembra. perciò -cosa non propria; ed _incomodi
essendo ‘. questi sifoni perché uniti solidamente
nelle loro parti, come in generale sono tutti
i sifoni, perché non flessibili, cosi io fo uso
di un sifone‘ assorbente,che nomino sifone _g
spir_za,da me costruito, fig.“} XIII, il quale
1
(I) Il prezzo fissato dal Leonardi a questi istrumenti
è il seguente, tratto dal n.° xcvr , pag. 350, della Biblio
teca Italiane , come sono tratte egualmente le figure. Abita
esso a S. Vittore, n.° 5457. I
Imbuto C,fzg.‘Xll. . . . . ..i‘. . . . Franchi 15
SifoneG.ldem........4,....»r2
Sifonc N.Idem.‘............nxS
Ganascia per impiccolire e_ preparare i turqccioli. n 10
Macchine Per mettere il turacciolo alle bottiglie . n 40
Giunta alla macchina suddetta per servire:di torchietlo i
dilcltere..............uro
108
mie tutta comodità. Esso è=fattò,nello
stesso modo" come îil SÌfO*CUILÈÌLLUÙVB",X ig.é
Ì’ÎÌÎÎ, ed‘ 'Iha tre tubi ‘di' Ilatta'Îù'b-‘Ù‘f‘ed
due più corto g i,funiti in ‘die-g‘, noir-filo
spirale di ottone , ‘ coperto «di pelìeîeementata
e'leg’ata , Come il: -'detto al Precedente m” 45;
presso g eî saldata“ una spina-chiave, io. ro
biù‘etto' 2 'h.“ Quesxo sifone? Îèîîiuîntre" luoghi
fle's‘éibille , cioè sii d e -g,- pei‘*èui='siI-puòfpie
ganà, inspòmilb ’ con _‘combdo‘, ed= agiata
Iiie'nte‘ fain’e"hs'tii‘ “Volendo -iof-’vuotare. una
bottiglia ‘ ’o'r un’al" daMigianag» o‘uri‘foaravello, e
passare il" liquore ’ in , altrettante bottiglie ,
p's’eaiao il mio sifone, e nel‘reci‘p'iente da vuo
tàrsi ripongo‘ il braccio a, il 'quale1no'n deve
toccare, il"fdndo" per -non' as'sorbirei‘la' feccia;
allora io ' sta‘ndo’in' piedi 7 cd ini altraPiù
comoda positura‘,"‘come mi piace, perché
il sifone è"flcssibile, prendo in 'bocczn l’estre
iiiità "apro'llaiî'ehiàvètta ’i 1,' éd"a'ésórb‘óf‘ l’aria
sino che sento illvi‘no, cliiudowalloral'a chiave,
ed applico un tubetto _un poco-più, lungo
della bottiglia all’estremità h ,- facendolo en
trare alquanto in essa , ‘e forme un"t1itto colsifone,- allora'abbassoli sotto il livello del li
quore da .vuotarsi l’estremità li del si
fone,.poscia introduco il Cannella nella bot
ro
tiglia, ‘apm‘la chiavetta ,. ed illiqpore, -sen_zî
sbattimento‘ nè spumeggio ; tampie la stessa;
quando la veggo, piena ,,.chiudo,1a chiavetta,
prendo un’altra Vuota bottiglia, e riempita,
chiudb«la chiavetta , e così opero in pro
gresso.a piacere. H » _47. Avendo-indicate varie maniere. di far
passare il vino da uiia'bottiglia »‘ nell’altra ,
affinché nulla manchi a questo argomento,
dirò ancora di__un’altraoperazione necessaria
e di uso. I più diligenti Usano. di coprirenil
liquore nel collo della bottiglia con uno strato
di olio ,(per 'garantirl‘o dal,qontatto dell’aria
e dall’evaporazione, allinchè non ,si guasti,
ed al caso di far..uso del vino,h_con un {pez
zetto _‘di spugna e di tela levano l’olio,
del quale esser s’ inzuppano ,| cosa. incomvolda
per la ristrettezzqdel collo;della'î,bottiglia,
e per dover;pgscia spremere ques'h’olio dalla
spugna. _‘Io ‘;’mi 1servo’ di un _istrpmento a
ciò opportuno,iida me ideato; __. clicchiamo
catapino, dal'grecof‘ assorbine.‘ La fig.°_inf
lo indica , ed è una specie di ’sgfòne assor
bente, icostruitof di vetro; e fornito di un
palloncino u-a«a munito di un tubo: ascen
dente b,-c ,5 e.di un altro ricprvo discendente
d e m ,_ambiduelinclinati alquanto all’esterno.
110
Prendo il si/òne, applico la bocca all’ estre
mità b, e pongo l’estremità m nel collo della
bottiglia , tenendola immersa nell’olio che
sopra vi nuota; aspirol l’aria contenuta nel
pallone a-a , ed in allora l’olio ascende per
il tubo m e, discende per 11 nel ballone
stesso; cosi agisco sino che tutto l’olio del
collo della bottiglia si troverà nel pallone a-a-a;
quindi estrago il sifone, lo inclino dalla parte
del cannello ricurvo, ed allora l’olio uscirà
dal pallone per d e m. In questa forma vuo
'terò 1’ istru'mento, e dalla bottiglia l’olio so
prànnotante sarà comodamente levato. Questo
istrumehto può servire a molti usi della chi
mica e farmacia, e specialmente per estrarre,
ossia assorbire gli acidi, assai meglio che col
l’uso della pipaa stantuffo, o ad aspirazione, che
vidi costruire dal Barometrajo Antonio Fasoli
ai Carmini, n.° 1646. Un altro istrumento in
feci costruire, segnato nella fig." "XVI. Quando
labotte di vino è al suo fine, la parte di
esso, che è inferiore alla spina, non può
uscire , e ciò viene annunziato dai fiori che
escono da essa. In questo caso, si alza la
botte da dietro, si puntella, ed il vino passa
verso la spina. Questa operazione‘ è 'inCorrroda
per l’innalzamento della ‘ botte , impropria
’x‘x‘r
per l’intorbida‘mento del vino, nè soddisfa-’
cente per l’ uscita dei fiori. A levare tutti
questi inconvenienti, io uso un sifone co
struito come si scorge in‘in e d o,fig. XVI,
fornito della spina»chiave do, la quale, aP- .
plicato il sifone alla botte ‘,“'deve trovarsi in
posizione alquanto inferiore" al basso ventre
b c della botte, e lo chiamo Spina-Stf0.
Supponiamo che si ponga in vendita una
botte a spina, oppure ad altri usi, tosto
vi si applichi la Spina-sifo n o d e m;
oppure , quando il vino sarà all’incirca al
livello r s della botte a b c: in allora,
senza far uso dell’ assorbimento dell’aria , e
senzapche si alzi la botte , il vino tutto
in una,sol volta , od a riprese, a proprio
piacere e comodo uscirà dalla stessa per
la chiave n , netto e chiaro sino al livello
m. Con questo metodo, oltre la comodità,
si utilizza anche nella vendita, mentre i be
vitori , quando vedono uscire i fiori , o la
botta innalzata , non vi sono propensi per
quel vino. Colla mia Spina-sifo nulla di ciò
si effettua, poiché quando escono i fiori,
vuol‘dire che non vi è più vino nella botte.
-' Aggiungerò di più, che non volendo fare
uso dei mezzi indicati in questo scritto,
112
ih
per seguire il vecchio stile nel travaso dei
vini, abbiasi- almeno un semplice tab.o,.jìfl.fl
XVII, flessibile in a a a, costruito nel modo
di già indicato , ,diÌcui io mi sono _servito
utilmente. Il capo .Lb.,alql_lanto curvato, que‘
sto; tubo si fa entrare nella botte; e l’ altro,
.ch’ è dritto 01,. nella brenta destinataa rice
vere il vino , nella quale esso passa Isenza
,sbattimento o spumeggio , operazione facile
nel maneggio, per la flessibilità del tubo.
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;- .u. ! l-: :»I.- . .Ì:Înq 1:i :Uwhlam.
mmDi rin.Elattenamptìd:b ObIÌS'BIQUÌOIRÉh: in
in. a orna.th w.d6l;mitwti‘ .“-‘rî»iggfil "|Îq al
.. . . . .' " -H"utî‘ i....v iliIli‘ l-l""i‘....’î.
' .Z48.fD'mo-. tahte:solleoitxidiniprestate a Îri’fl’
durre'il\vino_ al suo \COIÎIIÌIIIIIBIIÌO» di un’otir
tlfll elaborazione , é un' eiroréroii‘sider'abilb
il,,,traacurafilo. dopo che .mt deposto. \nella\4
botte ;\czmcntre-. in questo stato ancora eàlgla
esso . le nostre atténzioni ,‘n‘per- mancanza delle
quali talvolta proviamorla "disptaoenza' didenlo .-guaStato, e con eiò.:wè_sedhutili le cure
anterionhdi pigiatura ,- di.'uniglxionxcostruzionè’
delle \botti ,. di frammentazione e1dir.travaso.\ Ri-*t
PO&ÈQ3ÌIfVIDQ“/XIGIL? botte ,\ dopo "compita\ lai
fermentatioflé,tumttltuosà , ‘ Per più mesisuccede una;seuonda; vale-fa dire, la‘lenta,‘î'infi
cui‘ 'compis'ce a meglioî schiari'rsi, purificarsi‘.
e. migliorarsi , î.splogliandosi delle .partiflso=î
pmbbondanti ,' di alcuneisostanze- grossolane:
che in esso si tr0vano:-Îper Ìeccesso,\e"clief
gli tolgono que’ gradi di bontà che acquista dopo che” se ne ispoîglia’iîdim’esse. - In
questa placida fermentazioneponendo al basso la feccia, cliè’èilappagltquiù .
pesante, l’estrattiva e colorante‘deleiiflà ;
Stancovich. Del Vino _8
114
alle pareti della botte, una .pdrzi6ne della
suddetta in pellicole unitamente al tartaro;
ed alla superficie deldîquido‘île' Parti impura
le più leggiere. Tutte queste sostanze sono
al vinonocive , a senso de’ più dotti Eno
lqgi , -i» sentimentifiìdei qualimconviéne.fi;he
siano;=conosciulèsìfllazier dice (11): la idnvmutav
dè;’<'uìni dipende»dalla sbarazzailzî*:dàlla Mii
feticia ,' -cià’si fili traòasandóli ,(4’e14'iaaneiànîi
Halif’con la»callaîdi=p6sce: ed? alla pag; 2355
Alohni.credanmwfie. îil leva'r‘e ’la‘<fidòid*àb
w _; ?sia.:. ;miff ne'cananiz'a ’,-4. iminaèihdìqu
chiami glih‘dia' jbrzii; la ‘ fecoià ’èuigza ’s‘oi
stenta, nonoa;:s'ùffisiehza, eortcògiq, Îierideî'sem
pro-alla fermie'ntazzbnka, e-Itra'è Ì&> sélla‘îîpa’rtèf
la: più | spiritosa; - del. «vino 2; ‘perciò ‘ il I v'ina- che
sto Sopra .‘Zà"f feccia .è‘ sempre ‘ debole, ’e'la
feccia; tanto" più disimtarz.'spiritasafi ‘ qiuantà
Ritirata saprai ìlim’nira Lo stesso dicono-Mia"
’tewfldben, eri,in imriotatori di, esse-(arpa
gran!Qiziopacio:siellè1stituto di Fràneiaîall’far-i
tinblo:» Pil'n0s“,ail Equni:(<3)3 Rom M) ed'
. . _ _ I '
-|x:r-nc mio nir1ml 11: ‘ w;, f-": w 'Ì2t" '
"I _" .'ìe>‘& l"’ i“ "'.’ V” """ Sir) urlrlî’; ”
Tam. xv 188 ‘ 'i”; 4:: risa.v «« \' om.'lv,'piag. '177. , Hg, , ., .
-Heo rib-i52’etm’ L ‘“ ""‘ “ “
;Mi?ag.lralod.atnmg.h.. ’_-‘. fi';ilir.‘lîîîfll ,_‘|ÎHI-' ‘{
H " .“.«'vwa“ Pc/
- ’s.‘.
'115.
altri. 0ltre laàfeec'ia ,il '»ta rtar0'fpnré e “pre
giudiciale a1 "vino=.periîseutimento del Padre -
Stm “Martino , degli estensori delle note"di '
Mittefpache‘r (pag. 177 1), \e di Fulmini?
( pag.‘:81:9:'.'+L+if.zlniq.uanto '-poi alle» ‘parti
leggiere’; cioè aiejìori ,‘ che sopi*an’notand _y
abvino‘, ecco come :ragiona Klaproth (1)". I ’
fiortdel vino sono un’altra malattiaî‘diflesso,‘
che quast.serflpre prende l’acidijìcazione. Que
si manifestano in quasi tutti i liquidi Ifer
m'éntati, e la loro quantità è in proporzione.
colle; materia estrattiva; sembra ch’esrt‘àtkì’ìz‘à
ùnaflegetazione , cioè un vena bisso "(YB‘ISSUÈ
2qum)a.‘-1 Per i'spógliare ‘adunqueî‘il'j‘rlno
da' queste sostanze wperniciose ,'. idiotifitì'fluttl
che:oomiiene trava‘saflo d0po boinpitii‘ lastra: I -,
placida : fermentazione-,Αe:heE siiiidède } \
brajo, e ripassarlo in altra“bàlite;dibètdhdòlb‘
in \tal "modo-f da queste -impùîri‘tàt\ed in “q’uà‘ritd
al ‘taftaró, levarne "inCrièffàl'liîjîèlàllefip’àl'éti-‘g
quando fo‘sslero" eccedentiî-Qdésto‘tràv‘dio î'pè‘tò',‘
quandoòli‘on“ foSstè'îfiagto_ifilàQunnnîòdo‘ atto°hd
impedire ogni "sbàttiuìàntdî'eitl"ì.evaporat‘iiiiié:
del vino, sarebbe che utile,
e perciò converrebbethastenerscnc.) . , y . .' »' 'n \i ,t u 4A’l H H ‘\.-,nl;)-h
\'t‘
. . . . . . .|‘!..-"‘-‘"‘H .-‘.‘-""' "“-‘* .(1) Dizionario di Chimica. Milano, ‘811 , articola l’îno
\_"-‘ 2"; ,""<“jlfl"\ I«|v»...ii.».. . ""' ‘ ‘-.‘
r=s- 475; .
x'16
4g.’ La cosav però che sopra '0gni 'aîà‘.“
tra tende a guastàm..-il . vino , è 'iì doht'àltd
dell’ aria atlfloàferica , qùal 'massin‘m agente
dell’icidificazìone. Pe_r-_lìberare il vin‘oda que
st’aria ,. gli Englogi.. tutti.ihculcanb Idi rie1_n-‘
PÎI‘C51QOIIÈÌHIIBIDCDU‘J la’ -h0tté, ohde giam‘maì:
resti .gcema, affinché la superficie di èssó
‘siavesente da questo contatto. Mitterpaóhel‘
dice (I): Bisogna supplir sempre nuavonpùio
a quello ch’è svaporato, perché la botte '-re.s‘ti-.
perfittamente "piena , e, non dia luogo alla
fimentazione acetosa e putrida. A principio,
‘bisogne1ù ciò \-fare ogni I giorno; indi ogni
settimana» pol‘fi‘ia ogni due, e- quindi-. ogni
Sei.-settimarìe,z ed='alla pag. 183 ,- per senti"
ment0’ del Padre 'S. Martino, relativamenb'e
all’azioneldellîariag'saul vino} aggiunge: Risul
ùlfl0.idtéd;îóîbmcguenzez 1.? convien_eî tenere_' le
bo;ti egattàmeîile. chiuse,- n.°.comieneftenerle
‘;eyrbureî perfettaygqgtg. piene; ecosî dice: Boziefi,
‘g.cgoqìtFilippo-\Bo (2): 14 botta si. rincàlzerà
gigo.ÌS.- Mafi?zq;îfogninjgigrmp g: pqè;oghi; ì5_».
gîfll%-MQ,-fl lf‘bémlh'mximli EWga udita-tal
(ìfiîfl n _'" ‘_»‘nnm;h Qj3.,-fj 42,. H ,= \ «._., .
‘ ' "f‘-f - ‘ ‘:-" "E" "-:‘.‘1;;“ ;':Î'-î:;'!.ì(I) EBamenti'dî' Agrîà‘oîxufh,‘llom. IV , pa‘è. {5, ed:
""°"’«‘= "ffiîfifif‘î 1 ”c.'.. ’ ,. _‘ '-‘» y 4;, 4. ; “;A
(i) Elemeutf di Èc'onomxa campestre, pag. x8è,h _m:',
‘1 1
mese'; ed altrove ripete lo stesso ,“loî
dando Cadet d’e-‘Vaux, il quale dice, "che bi
sogna rinca‘lmre ’la' v batte.“ tutti i giorni nel
primo mese , ogni quattro nel secondo ,‘ ed
ogni fott‘a sino al traoamm'emo; alla pag. '77:1
L’ azione troppa immediata dell’ aria sul'vino.
_n'uoce essenzialmente alla sua durata ;' ma
meglio alla pag. 78-: » Una-delle ragioni per
lai-‘qùalerilv vino , quando’scema la batte, «va
a' male, si «è perché, rimanendo tanto vuota
en’tmlalld‘i medesimi: {all’atto di estrarre il
v'inoiis’ intpoduce l’asszcmvo, la che non av
verrebbe se la botte fòsse sempre piena. Fa
‘ bruni poi raccomanda, pag; 75, di non esporre
all’aria la superfiòie- del vino, e alla pag.‘ 79:che per. fizraceto conviene esporre il vaso I
all’aria' ,'e. conviene che sia scemo... I vasi
di legna sono quasi un ,crivella per -l’ aria?
il liquore li penetra dalla superficie interna
all’ esterna, eil’aria, altre il promuovere l’e
vapa'raziane dellliquore, la dgflagistica: alla
pag.; 80 aggiuuge ancora ,.4 che nella città di
Y3pes‘;foltreé alle botti impeciate, usano per
tapo L’alioî di oliva ,î ch’è ilmiglior6‘ tape
passibile» , perché egregiamente sigillo , ,perohè
» Il.;s.l_ . ‘,,,; , . _ r . ..1 .«
W
" 4 ‘(iflil‘eiriè'nli’di’Agricolt’urii, toin.“nr , pag. 75.
118
'cede‘ all’ elaterip del vino ,Y e perché infine
non solo non lascia penetTa'rvi l’aria, ma im
pedisce l’ evaporamento- della parte più spiri
tot*aÌdel liquore, e.che perciò , sempre che
succeda di tróvar la; botta scema per tale eva
poram-ento, conviene riempirlo. .-: ..w;_\.. è.
’ 59, Dal consenso adunque di tutti questi
autori appariscefifl conclusione, - I .° che in bfeb.’
brajo il vino devefiripas‘sarsi danna botte
nell’altra per liberarlo dalle sostanze impura
che ha deposto durante la“ sîum. 1placida’fer
merita-zione ;- 2° che conviene- sempre 'riunal
zare il vino affinché la botte non resti scema,
per liberarlo dal contatto dell’aria, onde:mm
gli comunichi l’ossigeno e lodi_sponga:.all’a-.
cidità. -- In Francia, in Ispagna‘, in Italia ,
ed altrove ancora , queste due. pratiche sono
di generale costume, come. pure lo zolfòra
mento delle botti e la chiarificazione arti
ficiale del vino; ma nessuna di queste p’ra
tiche è posta in uso nell’.lSti‘ia ;.>anzi, al
contrario, si ritiene che .non conviene rompe)?
la madre, cioè.quello strato: d’im‘phrità che
galleggia sul vino , mentre questo lofi'conserva,
Come pure la feccia 4 inferiore‘;_edjùlouni ,
inoltre, nel momento stesso del travaso, la
sciano un vacuo nella fblotte,’ ,‘ dall’f‘unaj ;est11e
I l a 9
mità all’ altra' del-fondo della:ìteàsa,' ' dicendo
che quel vacuo'.deve e‘sQervi;perc hè‘ il vino
lo esige , da.sè llivellauzloisi àe’mp'i‘e a quel
‘puntò , e =perciò\nè si tra'vasano 'di nuovo,
‘nè'.si riempiono :giammai’fleflbobli scemo.i -‘-;
A. frontedi tutto ciò, il vino dé11’ Is,t_ria non
3010 si conserva: sano e:'bu'ouo' , ma- di 'più
ancora 1esso è. atto: alle. più.» lontanehmii‘gaa
zioni 's'enza guastarsi. Questa 'eccelleuza di
proprietà. non Può attribuirsi che' ‘alla 'fe-.
;licitài,dél clima, ed‘alla ‘ natura del suolo
hmogeueo alle vitiì mafse si prestassero ad
essuqueste cure ed attenzioni, qual maggior
grado di perfezione nou' acquisterebbe 6in
in ogni rapporto per farlo , se non prim'eg
giare ,fialmeno pareggiare a tutti i vini?
Tutti gli autori dicono che si rincalzi
il vino, e que'sto rincalza’mento si fa col ver
sare nella botte , mediaynte un imbuto , per
il ;bondone della stessa, tanto vino che suf
ficiente sia;a' riempirla.‘ In. questa operazione
jo'rimarco‘più Cose:'1f'La.frequenmdi fare
questo lavoro è incomoda-,y tra'tt'andbsi di
'una. cantina che abbia molte botti: n.° Cori
.questaèopqraziope il _vino niella botte si scom
volge, quantunque .sL-premuuisca il tubo
dell’ imbuto ’(piria), di. ,unv.,tub_ovu luogo che
"12°
' ai‘-niviiîalla metà:della botte ,‘2Î'chiu'so‘liiell e
strîem'il‘a‘ ,î e -‘con varia-forelli’ni; apertd lateral
ìmpte affinché il ,Αv-ino vi zampilli ' legger
mente-in linea‘orizz’outale , “in modochedi
molto noiiiiSconvblg'a il vino-1: 3."- Nel fare
quest’operazi0ne,‘ non può non succedere che
filop isi mescqlicol vino quella:pellicola , o q‘uei
fiori - che 'nUotano', Îsulla superficie “del »mede
'simo, cosa che non può essere utile allo
stesso: 4.° Le.tante'volteÎ-clpe'îîsiî è necessi
tàti: di far quest’ operazione, i»sono altrettanti
inezzi di comunicare =al vino il contatto del
l’aria esterna, la quale-è più- attiva ancora
nel. di lui. movimento, e lo predispone per
conseguenza ad appr0priarsi; l'ossigeno, che
con ‘.tutta l’attenzione più scrupolosadeve da
Esso allontanarsi.- Per rimediare a tutti questi
pericolosi inconvenienti, ho ideato e posto
in pratica‘quantofisegue. - ‘» f' 'Î Il
32‘ 52."Feci e costruire nella’«scorsa vendemmia,
nella -vetriera Gipshnitz, nella Garniolm;due
bottiglionùdinetro (I):'della f capacità di" 4
iboccali di 3Vienna ,«uno de’quali si osserva
in.A .B, fig.° V , aventi superiormente in‘C
un breve collop,l.in D.una spina, ed in G
I‘|f'î w r.'v"1"'-H-i I m ,Ll' »
1 . I,
.,,.
f ” l . I I '.-‘ ' \
'3“(1) Ogru bott:glxouecost0 un fiormo., ,
mx
un-altro'collo, ossia bocchino, della periferia
corrispondente al foro della botte , ed. in e-e
fornito di una scala graduata di due bocbali, .
ognuno de’ quali è diviso in decimi. Questo
ist’rdmento' io lo chiamo elattenom'etro, dal
greco élatton, diminuzione‘o calo,‘ enos vino”; è
metros misura, cioè misura delcalo del vino,
che può-anche dirsi, per l’effetto che-pro
duce in altro senso , conservatore del vino.
-Àpplicò adunque l’elattenometro al foro del
gran-‘cocchìume della botte piena di vino,
’G', fig.“<'V,‘ col suo adattato bocchino, e lo
cemento col ‘mastice resinoso di già indicato;
allora per il bocchino C infondo il vino sino_
che arriva alla sommità della scala graduata
e-e ;‘ -Àv-i pongo sopra la superficie di esso
un“pókm:di olio per. liberarlo dal contatto
dell’aria, e con un severo chiudo il foro del
bocchino. -- In questo ’modo pos5iamldire
che il ‘vino della lbotte- sia ermeticamente
chiuso, e libero inogni senso dallo scemo
e dal contatto dell’ aria ,“poichè il vino della
botte e in continuità con quello dellîelatte
nontetro,elof scemamento" succede in esso.
Opera il”vino nella l'botte la’isu‘a ‘lenta fer
mentazione, ed in questo caso‘- gli-escrementi
leg'gieri, ossia fiori,ché rimanda- alla supera
ma
__ficie -, I tendendo alla maggiore sommità, a'scen-.
deranno in gran parte inell’elattenometrfo, po«
Shudnsi' sulla superficie del vino in quello
contenuto: ciò muc'cederàcomodamènte. perché
llfgrflflg-ÌJH‘BCCÌOÌO è largo once.sette, ed in-'
feriormente è incanto all’interno diagonal
mente con" linea' ascendente verso il centro
' del l'oro-minore ,. in cui è fissato l’elattenb»
metro; come indicai in precedenza' parlando
di esso, e come si può osservare iu'm,fig.‘ IK.
Scemando la botte per la fermentazione : pla
ic.ida ,, questo' scemamento seguirà tutto nel
;mio. elaltenoinetro, .e colà vedrò il quantita
._tivb segnato dalla scala , di cui nefarò nota,
’eaîlafrivato al, fine.della scala,lîò riempirò di
nuovo, servendomi, per meglio operare, di
un imbuto che, abbia il_;tubo chiùlsoall’qstre
‘ niit‘a, e fornito di piccoli forellini onde passi
iljviao lateralmente, ne sconvolga il vino
ddl’elattenometm: Così facendo, con questo
-istrumento ioavrò molti vantaggi: 1.° Il: mio
vino sarà intieramente ,libero»,dal contatto
dell’aria per l’olio sovrapposto; 2.°= Nelrin
calzo del vino per nulla si -.disturba quello
della botte nellafsua.’placida fermentazione,
ìnon; 1incalzgndoai. che l’dattefzomgtro ';. :5;"-. lo »
saprò giornalmente il» calo ‘o s'cen'1amente della
V "Xà3
botte, e- saprò regolarmi» nel calcolare la,’to'-.
italità'per giorni, mesi, anno e stagioni, onde
utilizzare nel tempo più opportuno per la
vendita del=îmid.vinoz 4.“ Tutta la:botte»noix
avendo.altra.auPerficie al contatto dell’aria,
che il diametro dell’elattenohzetro’ di once 9,
avrà. il vinominor motivo di tollerare la ve'
getazione del bisso, se i fiori del vino posè
sono!attribdirsiya questa piantahcrittogamar
5.9 Questi fidrinecessariamentè non saranno
più-nella botte , ma ascenderanno alla su
perficie clell’elatt6nometro, e sarà in mio po
tere , ogni qualvolta ne vedrò una sufficiente
quantità, di estrarli, mentre aprendo la spina
D il vino -useirà per essa ,' ed arrivata la
superficie del vino alla spina , usciranno con
esso i fiori , -e lo renderò >»libero da essi;
quindi, chiusa la spina, riempirà l’elattenoms
tro»di vino, ed otterrà pienamente in tutti 1
rapporti 1’ intento, cioè di non cpnturbare
il vino nella botte, nè di mescolarne-‘iion
esso i fiori , ma bensì liberarlo dal contatto
dell’aria, privarlo del bisso, e conoscere l’arr
dar_nento e la quantità del calo. ‘ Ì‘53. A qualcuno potrebbe forse imporre
quest’elatt6nnm@trb, in. quianto‘ che, ' essendo di
vetio;puòlîfacilmente -spezzarsi nel maneggia,
124
e con ciò non corrispondere all’economia;
come anche perché volendouè uno per,botte,
la spesa è aumentata; di più ancora , che
questo metodo-non è esente dall’incom0do‘di
rincalzare il vino. Î Dirò primierariaentèche
senza qualche dispendio non si fa nulla, ed
in secondo luogo, che, paragonato questo colle
utili conseguenze che ne derivano, con quello
altrove praticato 'nel rincalzare ad ogni-tratto
la botte, si è convenientemente ricompen
sati. _ Ciouuonostante un altro elattenométro
ho ideato, il quale ci libera da questo ripe,
tuto e frequente incomodo di rincalzamento,
come della spesa del vetro, quantunque non
corrisponda cosìbene all’oggetto come il
primo. Veggasi la figfi XIV. Siano in una
cantina 'quante botti ’si vogliono, 'sch'ierate a
piacere, e supponiamo da aiubidne i‘lati,
dei quali qui ne diamo uno solo per imba
razzo. della figura colle botti A B.‘ Nel lato
dellacantina più opportuno, ed intermedio
fra la linea delle botti, si pongano nel muro
saldati due modiglioncini di travè F F ad.un
livello superiore alle botti A B, e sopra
questi si ponga verticale un caratello D C
dellà.tenuta di due barili circa,..piùnd meno
a3 piacere: abbia questo caratello ad ogni«lato
125
una spina-chiave n-n ', ed _ernpiasi di vino, e
sopra. di,ess,o _vi; si p.0ngafialquantp di oliq
per il motivo già indicato- ’di liberarlo dal
contatto dellîar‘ia. ?Fatto; ciò, abbiasi un ecc»,
èhiume. di legno; o meglio;fdifletro, il quale
può|essere dellayfigura »-G.1oppure E, ed avrà
ad ambi i lati îopposti _uqa‘s_pina_zm-mfm-m
Orizzontale, oppure un sempli‘ceffqro, supposto,
il turacciolo di legno, la, quale. COmunicllgt'à
con un foro posto nel turaccioloye. che scenda ‘
al basso; e se fosse di;vetrojîsarà vuoto ver;
ticalmente sino 'a11’ estremitàîì;superiore ,.ov_e
-sarà chiuso ermeticamente ,',.ÌOPPUIGI Econ.;un
tu‘raociplO. Prendausi poscia dei, tubi. di. legna
[I della lunghesz conveniente 1;'al-unfll 949
economicamente potranno servire .dei ,pgqgi
di-canpam'onta'fla (Aranda ‘donax. Liana.)Ti
i quali. saranno anche‘cementatifdi :pece 6'qu
nementer fac.ciansi.combaciare colle spine__ m
man ,- «ed f #fiìlidllè-"non 1&SQÌBOWSG&PP&Wa il
vinoîv;dia quelle :giunturè, .saranpoi_gopertebed
unite: icon;jqualvche Polliqe. ;di1Mb0adi 13611?
espressamente preparato ,A e ,levato ydad piedi
di1‘lifitl‘02 di:qualolie capra 0 pecora,,f-_m:kz
gatq« dallÎ “11316001 .tuho_,î e dall? altra
spina,__-+ Già preparatose. ;fdisposte .ifl..qflfl:
Asta forma per ambidue le file delle botti,
12_6_
aprami le chiavi n-w del earat‘ello D C, ed
essendo il vino“imessd contenuto ad u‘mli- ‘vello superioreiîdel‘le botti A B; egli è evi‘ ,
dentissimo che per i\ condotti l’1 scenderà
in‘esse", c‘ 'le-‘-rièmpirà;- ‘_ In questo modo
tutte le Botti , se' ‘fdàsero anclie' cento, sa
ranno Sempre pienti“, nè l' aria' esterna avrà
Contatto eolî‘vìno ;in esse contenuto, perché
non vi sarà‘vacdo aléuno nelle stesse ;‘ e di
Conseguenza“il‘ vino si conserverà nel suo stato
di perfezione, liberò dal pericolo di Nidifica
zione o putrefazióiie.fScorgesi da Éciò-,rche la
sola'su'pe‘rfi’cìe. delcàratello, fra tanta quantità
di vino, è la solalaicontattodell’aria,v e che
questa"î-stéss:x f ristretta superficie e puran'co
ilife‘sp dall"olid' "soprannotante ‘che vi . fu" -iffla
p6stoìxL-Qu'ando' il caratel’lo sarà rseemo,
potl’à' ednpscerSi‘ ‘ap‘ponendovi un“galleg'gia_n
te ,' eonî eùî‘ad‘îognì‘fmoméncaîwai' ennescerà
il sito abbassamento;Îoppuré'si-ricbnósceràieon
lino"’s::andaglio; edr al-oasdùppmtiàno; si riem
‘p‘îvà; nuovamente di‘vino‘; col‘gqual metodo
opèfiaxidb,‘ sifiarfh am Clatterid‘ffijefi'ò economico,
crfmodissimo,t il Quale presér‘verà" ilff-‘nostro
vita: da quellè pericolose ca’lanìlth' dalle quali
nel : metodo ‘qrdinario'îdi "continue è -- minac-‘
,ro.- F , ;. . ‘crete» "--‘--. 'î-’ al .f...zîfiî.::n . 131' h.um.i
. ‘121
f1';54;“"Aggiungerò per fine il metodo‘di“aolî "
forate-_ilavî‘ncf», “di chiarificaslo,î e di 4iberm‘a -
lelbotti dalla' muffa“ e dall’odòre , a comodo "
‘sli'1-‘chi .sii trovassei nella" eircé0sti:int‘à“Î di 'do‘è
Verme far uso.iKlaproth dicé‘(a), cheizolfaram
i'n'ini è utile: _e ‘Mitterpab'her (2)’,"-clieffiiîa
virtù-dellsî zolfo‘ I rintuzna l’elasticità -dèil’aiiàl
ed impedisce-“che esi,fl'fspîrîgioni ila1';"vino , è
nello svilupparsi si alteri,“*-e Che 'în""Francia
è; molto famigliare: \Filéppo Effe (3),‘Î-clie a -
tolfòmm >twini 'p'fleviene‘fl'aaasif'tatte variata
malattie, ‘Je‘fîparticolannente S‘l‘acic'tità ,33 'cib‘ îri>
pate'f'Fàbranl pag.* 'Î5' éî-\Róaw ne dà"?!
metodofl Seguente. "Per-saltavamìle bonificata“
(iene far, uso"*diflain 'oa'iumîneiió ilbqiralt"î,‘ ‘ '
fi»ànflofifiitrehdellibbsrte;adpezzo iii carto'n’è ’
«su-«md» 'zolfata‘- soéasaoiino'iiwifif tramanflafl‘iii
essa‘r‘ch'e il vapore-Yii"tiùl "deve riempirsi ' 'prima di TÎPO‘IWÙ'îRM il"èègno ‘del“riem‘ì ' I
pimento ‘è; 1 il" «rigurgiiarv’i '< dèl‘".’ìàìm di‘é‘f‘s'bpii’à
l'estrema: ’fimiima, edf>astîngilefla Atlórà si
leva" 6alla‘botté - il Îtubî‘i'del’va’p'orè, le si c1ii'ùdé
c‘ol coccliiumezfì--1Klnp%ffpl 456‘)"diceì
.. ,., ’ .. i ,., Me... .! , ,,ri‘) Q"P’""°%ÎYHPBK'ÈÙ’H i ‘>""e"e i‘1»u »
(a) _itteîparcher} ‘torn. Ifl,Èfpa'gfijgî;
Nola. ' ’ r _ ' ’ ’
L“ Eléliiflfigfié.(lóinfi ìix'ì’p'dg.‘ 577?“ i"-"’
-» - fu.,.. l Y»cu>
I
..,\
128
L?dcpol garantisce il vino dalla fermenta
zione Il ‘ ivino che ‘ contiene .poco alcool
e molta mqterid . estrattiva passa facilmente
alla fermentazione apida ;. e. pag.. 47.73' che
talvoltaJa-Amateria coloraniefksì.. depone -Sulle
gare,tiudel vaso in piccole pellicole,“ oppure
leî.pellieole nuotano nel 'vino. edxilìllorbidan‘o
la suaî‘trasparenza»; insegna quindigpagi473:
SL_chiqri/îpa il, vine-con la scena pesce,“
o di: chiara d’uovo; o :col gettar? nel coc
ekinme diverse , pieire focaje ‘amoeentatg ,-.\e
doch 6‘6i( settimane «.\îi' favrùnil'» vìw »0fiidmy
oltre, di. ciò è :più spiritoso, ed ha -il‘-Galonejdi
un vino; che haî,yniiaunp di'_pàgi;l;-icommenf
}fllbfipdii Miflfiiî‘filflfih6' Git0m‘bm, apag.ì rgo..l)
‘ R%è;fii :dwnajlmmfiednf '{i«qumtîòpcfazioefl
gpn,;pi,u,_ precisione, (dicendo? Le khstamw: latte
’qf.,cleiggificarefil‘ pino;',mno. la;colla di pesce,
leifi'qm’ml ereàéca‘. leohiam dfuawogiilfomò
dÈyCÉW9G ras/24th; e eh'g;.«, Etole‘ndo servir'si
a. della fi,°llafldi.gesca,>seinfi prendano dueionce
S?! PBP: 9gflî . botte di .Ivino, iilldi‘ s gtoeàatnente
e comma 1;, facciasig'bollîre in» unàîpinta'di
« acqua,laquale,maffreddatarima-ne come
«1 una specie di“'Éelatina.’lnallora‘vi versa
ci "una "sdflicienle’ 'qiiaiitità'“diî vììió‘,‘“àîì%fli a
« lungo con miÎnra;poî di v verghejîfinehè: Wa
12
« la gelatina si risolve in ischiùma. In/5se9fi
’« guito ‘cav:a-si dalla botte un secchio’di-qu’él
«- -vino"steSso che si Vuol chia’rificare, , enti’d
’ o\‘a=.€cni siversa la sebiùma, diménando ala)
aliquantrof‘ib miscuglio affinché“ il tutt‘e-s‘ins
corpori'.; - e’r gettando questa »biètcolafllui ‘èn’-\f
m» la botte, si va smovendo ‘il vinbîfi’con
un bastone fesso, ma che non arriviîse
noti alla metà. Allora, riempiuta la botte,
e benchiusa , si lascia inyquiete per quat
‘ tro 0 Sei Settimane, "dopo il qual tempo
'il-‘vino sitrova bello" e chiarito. » _-'« Per
pui‘gare‘le botti di muffa , che è una vege
tazione, dice il Padre da S. Martino '(‘pàg.
90'), il-rimedio più effica0e e sicuro,‘ espe
R’42:2RR2
> rimentato con" felice successo e suggerito dal
sig. D. Andrea Carli, si è di lavare più
volte le botti con acqua bollente, ed infon
dervi poscia dieci o dodici libbre di calce
viva e recente per ogni botte, versandovi
dell’acqua in proporzione: chiuder quindi
la botte , agitarla e rimoverla; e dopo uno o
due giorni, estratta la calce, lavata con acqua
la botte, indi con vino bollente, rimane essa
libera dalla muffa. » - Ripete Filippo Re
la cosa stessa, ed aggiunge di più un altro
rimedio per levare l’odore di botte : si prenda
Stancovich. Del Vino 9
130
una libbra di acido solforico, e si versi en
tro nove libbre di acqua. Con questa lavasi
per cinque o sei minuti la botte. Senon‘ba
sta la prima lavanda, si replicherà il giorno
seguente; lavandola bene e spesso ‘ogrtà "110124
pgr levarle l’odore dell’a'cìdo solforico.
_, Approfittando dei mezii indicati, e delle
sollecitudini e cure convenienti ad una ben
intesa elaborazione de’ vini indicate nel pre
sente scritto, noi ne avremo di eccellenti ,
squisiti, con piena nostra soddisfazione, e li
Vedremo dotati di tutte le buone qualità
corrispondenti all’adagio della Scuola Saler
nitana : ‘
_Vina probantur odore, sapore, nitore, calore.
APPENDICqu
-.
Avm-:r amato di unire qui una tabella com
parativa della quantità di alcool contenuta
nei vari vini dell’Istria, col metodo di Brande,
sapendosi ormai che l’alcool è undedotto,
e non un prodotto del vino. Essendpmi però
mancato il tempo materiale per eseguirlo, e
più ancora impedito dalle mie occupazioni,
ne darò qui il metodo da usarsi in questa
operazione , tratto letteralmente dall’opera di
Federico Accum (i), unitamente ad una Ta
vola comparativa dei vini e liquori più co
gniti , estesa da Brande, allinchè se qualche
Istrian‘o, fra i molti dotati -(lî’_ ingegno e sa
pere ,‘ amasse di dare questo saggio del suo
buon volere verso la patria, possa eseguirlo,
avendone qui il metodo senza cercarlO‘ n.
trove Questo lavoro io lo credo necessario
(i) Trattato pratico per l'uso ed applicazione dei Rea
îenti Chimici, di Federico Aci:uin‘, traduzione di Giovanni;
Pozzi. Milano,îi8|g, tom. 1, pag. 157. ‘ """
133
da eseguirsi per, tutte le province d’Italia ,
e poscia da queste provinciali tabelle co
struirue una generale, la quale, senza con
trasto , potrebbe offrire dei lumi e presen
tare delle viste interessanti per questa bella
regione.
,_. ,., i
i'.-,
.,i,'.' ,,, .M ,,,,|, J.., .‘ _,,
M,,__,,ÎÙ , _SPEBI'ENZA CHI.
.,’.\‘..‘ "f”- il; r" 2-. . ' ,
.c(tAggìuugi ad ott01pal‘ti , una misura,.dgl
vino_ che,ltmoi esaminare, una parte di.,so-:
lozione- co_ncentrata di sub-acetato di piombo;
ige..seguirà ‘.un'z precipitato denso ed insolu
hile; esso-I è{.la combinazione del saggio colla
materia icolorante estrattiVa ed acida del vino.
Agitaue la mescolanza per alcuni . minuti,
getta il tutto su di un feltro, e raccogline il
fluido feltrato.‘ Esso conterrà 1’ acquavite o
spirib0,weîlîacqua ;del.vino insieme, con una
porzione di sub-acetato di piombo ;:: purché
questlultimo- non .vi sia aggiunto in: eccesso,
nel qual-naso una parte (come naturalmente)
ritmata, indecomposta. f-1Aggiungi, in_,.pic
cola quantità per ciascuna volta, a questo
fluido,del sub-carbonato di potassa, caldo,l
secco I e. puro'( non” il I sale di .._tartaro ci"ilsub-carbonato di potàssa del_fcoiumercioi) ,
433
il quale sia precedentemefltei stato liberato
dall’acqua per mezzo del calore , fino a che
d?ultima porzione aggiuptarjn:auga indisciolta.
fL’aciquavite o spirito contenuto nel fluido ne
sarà in questo modo separato; imperciocchè
il sub-acetato di potassa attrae da esso“ il
tutto dell’acqua, colla quale era combinato;
mentre l’ac'quavite o spiiiib'dèl vino“ formera
uno strato distinto, il quale ‘galleggerà sulla
soluzione acquosa del sale alcalino. Se lo
:sperimento sia fatto in_un »tub9fdifîmìi
5del» diametro di un pollice e mamo-aduia’
" pollici , e graduato ‘ in 100; parti" eguali il
Eper'cen'to'dello spirito in una 'data' 'Eiiî’àiiti'tà’,
idi’gvinolpOtrà esserne'rilevato colla seifiptîchi
iiîispez.ì0mi' l’Îy . _. _ ii....l . (i ';,.. i 'Ji:
_, « Brandy, op,eranclocsullcîmescolapge.aiftiii
ificihli idell’alcpol; e dell’af:qda,_ trovò,_che quahdò’
fl’alfcopl. .no.n è.meno,dd sedici per ».ceut.o,ila‘vqiiantità indicata, dall.’subflcarhonatoî -di
Totassa secco e caldo, dopo che la Ìmateria’
Ecolorante ed acida ne sia stata separata iper;
imezzo: del sub-acetato di Piombo, fd"s‘eiîipreî
7 fdi una parte in me della porzionef‘fivreale,
Ìcoht_eiiuta nella ,nièscolan'za. » " “b” ’ i I
‘ _. WA..--:
..f.a ;_ ....._ ..--,.s.. .. - --A.‘
Stancovich. Del Vino 9 "
i134
-“î""i T’AVO-LA
_ . .; w 9 - » ‘ _
Rappi‘es'éntiante il prospetto comparativo della
R quàritiì‘à di alcool (gravità specifica 825’)
" ottenuta da Brande da diversi vini e li«
: quori spiritosi. '
( Jonr‘nal qfsciences, ami Arts., N.° vm, pag.ago ).
I, vPROPORZIONII DELLO SPIRITO PER CENTO
..ì ' - . IN MISURA.
Acquavite . . . . 58 59 |6 Borgogna. . . . . . '-«
2 VhiskeyScozzesc 54 50 17 Siracusa-. . . . . .
_3i Rhumi . . . . . 55 68 18 Nizza . . . . . . . .
I 4 Giri. '. . . . . . . 51 60 [9 Salerno . . . . . . .
5 Lis‘sa . . . . . . . 26 47 20 Champagnespuiucg
6 VÌUO d’uva passa '16 40521 Fronlignan . . . . .
'j Matietà. ‘. . . . . 24 42 22 Vino di uva spina.
8 G'e’g'i‘o'Madera . . 22 94 25 Vino di melarancia.
g? Vùm di Ribes. . 20 35 24 Tokay. . . . . . . .
Tanariffiurm.‘ . . 19 79 25 Vino di Sambuco.
f Lacrima' Chi‘isli. 19 79-26 Sidro il più forte.A_I_.
J
fi-‘n H»O
'Lisbona. . . . . . 18 9452; Vino di pere. . .
,lrìflllalagajq‘a. . ,. . 18 9428 Meadlgr. . . .
4 Capa ’Moscato. . 18 , ‘ Birra‘ hruna.- . .
..4 . î_|g « _ '. u'
15 Clarei. . . . . . . l7k\l _ v_ ’Porter Londra .y
.LITTEIÀ DEDICATORIA. . - . . .‘ p’ i, .
‘bm5‘mma-uu
(.
IÙ.
nîn
INDICE”
bitte MATERIE SECONDO IL NUMERO
DEI PERIÙDI.
, pag,
PRELIMINARE.‘
>- Vino principale prodotto dell’Istria. . . . n
.- Posizione dell’ Istria. . . . . . . . . ,. n
. Istria sede di Bacco. . . . . . . . .
. Vino Istriano anticamente celebre. . . . - »
. Varie specie di vini dell’Istria. . . . . . u
. Vino Istriano migliora colla navigazione. . . u
Motivi di migliorarlo. . . . . . . . . u
. DeVesi prevalere dei lumi de' dotti. ': . . u ,
. Maechinetta- Gervais promossa dal Presidio Go
vernialeldell‘lstri-a. . . . . . . . . » _
Motivi e piano dell' Opera presente. . . . n
ivi
ivi
w“
ivi
[0
Il
n.
a.15.
14.
15.
16.
ARTICOLO f.
. ’.n-’
Della pigialura delle uve.
Devesi scegliere il metodo migliore. . .
Analisi del raspo e dell’acino. . . . .
Opinioni che il raspo pregiudica il vino. . .' n
Conferma di questa opinione. . . . ‘. . . »
Opinioni che il raspo migliora il vino.
Esame di queste opinioni. . . ., . .
r5
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17. Il raspo meccanicamente e utile palla fermenta.
zione aperta, e nella fermentazione chiusa
deve elimiparsi, »| . ., ., ,.| . pag. 112
18. Vari modi 'praticiper îsgranellare l’uva. . v 24
19. Vari modi di pigiare l’uva. . . . . . . 25
20. Modo di pigiare 1’ uva usato dall’Autore, e se
parazione delle quattro sostanze meccaniche
componenti 1’ uva, ed istrnmenti opportuni, con
_ ligure. ._ .; .' ._ .‘ ._ ., _. . .,,. _.,î.__u:;7
21- Oggetto interessante del fiocine, o buccia del
l’uva, in cui si contiene la parte colorante,
e porzione di aroma. . . . . . . » 52
,‘_22. Tritur_azione_del fiocine essenzialissima, e mac.I china opportuna, con figure . . . . u 55
'i-- . . . ‘_ Vi. I’| .
ARTICOLO, n. 4 ..
. - Îi«i\oifiie‘... \
;, _.. L _ Dell’economia delle Bolli. ‘
. Ahil""‘
,25. Varie qualità;di,reqipigauti per la fermentazione
.,,VlQQÉQ,,Q.;Q, . . . .,\.'t..|.. ,. f.i'0 _‘0
,34. Botte _a naso ideata dall’Autore per la! vinifica»
-, zione.'. À. . . . . . . .v.v..n_42
25. Descrizione di questa botte; e figure. . n 45
26. Cementazione della medesima, . . . . u 48
27. Essa è irrcmovibile sua vita durante, e serve
tanto per il fermento, come per ricevere il
vino di travaso, ed ha tutta l’ermeticità. . ” ivi
38. Utilità economica di questa botte , e calcolo com
_ parativo._.fi. . . . . . . . . . . n _50
29. Risultanze del calcolo relativa alle utilità. 1’ 55
ARTICOLO III. .. -v ' ‘il ..‘
' i
Della. fermentazione vinosa. ‘ "
So. Utilità.della fermentazione chiusa. . . . pag. -
51. Tutti i-liqnori fermentano a vaso chiuso. . n
’32. Mezzi a ciò impiegati, e preferenza della botte
v .- anaso. _. ,. .. r. .‘ _.1 .
55. Vàrj- istrumegiti idqatii per impedire l'esplosione
. alle‘ botti mlla‘ifermentazionewbiusn. . ti n
;.-n. '; . . i)
54. Tubo doppiamente ricurvo preferibile, e se ne
'dàlafigura; . . . . . .. . .'.u.
55. Altri mezzi proposti per l’ermeticità, e riparo
e. all’esplosione. . .ì . . ‘. . ’. . . .- n
56. Esperienze dell’Autore: sulla fermentazione chiusa,
ne vantaggi ottenuti. ;. ‘:.: . .' .' . . .‘ n
‘37. Ira botte _a mago utilizza il c'olorito,tenendo im
| u mersa la viuaccia. . . . . . . u
38. Economici mezzi per 1' ermeticità, impedimento
all’esplosione , e. di una Ìfermentazione annua
colla vinaccia, e suoi ottimi effetti. . . n
. _ ‘ 4v -' (1
ARTICOLO IV.
’lfi""îfilt. in. A mi. - ' l.1 . I .mr'l'Jr ,. .j
-r ‘ UH--'U-.oez travhsodei-vjmf.- 1», .‘.-u
II |\ . .Uz:.'Jt’ '>lî. . '
5g. Istrumento per conoscerc'llîlanflai'nento della"fei‘g -
mentazione , e vero momento del travaso. u
40.: Dannose conseguenze del travaso-del 'vin‘0 m'efl -'
l metodo ordinario, per i‘moltiplici sbattimentid
‘ '- evaporazioni e ventilazioui.‘ '. . ‘.>ui1 n
41. Consenso ‘di tutti gli Autori a :ri'passare il vinca '
da un‘a‘= botte . nell’ altra i cui îrnezw V;dcl- ‘ .rg'}ìma
per impedire l' evaporazione cdìl contatto del
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71
75
‘138
l‘ aria wmmamento pregiudicievoli allo stesso;
e mezzi indicati a questo fine. . . pag.
42. Mantice usato a questo fine. . . . . . . u
U45. sifone flessibile a quest’uso. . . . . .
“- Sf/‘onibride dell’Autore, con figura. . f. . . . . u
45 Melaggenometro dell’Autore, con cui si travasa
e misura il vino senza gran I ventilazione e
sbatiimento,eon figura. . .. ..
‘5. Vari mezzi da 'a‘ltri propostihpèr itipassare il li
« quore da una bottiglia néll‘nilm, e sifbne a
. spina flessibile dell’Autore, con figura: . n
I)n ' o .
47. Gatapino,.istrumento dell’Autore per levare l’olio
sovrapposto al liquore nelle bottiglie, con
figura: come pure di una spina’sij"o per estrarre
; dalla botte tutto il vino senza chinarla', :cou'
figura ; edinoltre un tubo'flessibilé per estrarre
il vino (senza sbattimento e spumeggio, con
figura............‘.n
'1'_
, v - 4 ARTICOLO V.
Di un Elatlenometro, o conservatore del vino.
48 Travaso del vino d0po la placida fermentazione,
utile per ispogliarlo de' suoi escrementi clan»
Dosi allo stesso. . . . . . . . . . »
49. Rincal‘zar'nento dellediòtti sceme necessario; ra
?Î*_ -‘ gioni di‘ciò., l,in‘in"nl, . . . . . . . u
50. Pregiudiej accreditati su di ciò nell’Istria. . n
51. hconwenienze nel? modo comunemente usitato di
v rincalzare le botti» > -. . -. . . . . u
52. Eldtte'nometra dell‘Autore, con cui le botti sono
sempre piene, libere dal contatto dell'aria , si
' ipoglit'mo delle parti impure galleggianti, e Si
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go
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99
104
[09
115
116
118
mg
139
cenone la quantità del calo ad ogni momento,
con figura. . . . . . . . . . . pag. no
55. Altro Elatlenometra più comodo per un numero
qualsivoglia di botti in una cantina, il quale
libera il vino dal contatto dell’aria, le ri
tiene tutte sempre piene, e se ne calcola il
calo, con figura. . - . . . . . . . n 125
5‘. Metodi per zolforare e chiarificare il vino, come
pure di levare la muffa e l’odor di botte
alle botti stesse. . . . . . . . . . » 127
Appendice in cui si dà il metodo di Brande
per conoscere quanto alcool si trova nel vino,
ed eccitamento agl’Istriani ed Italiani per
eseguirlo in tutte le province; ed infine una
Tavola comparativa di Brando del quanto per
cento hanno di spirito i vini e i liquori i più
cogniti.............oilr
' VOLUMI DELLA BIBLIOTECA SCELTA
Pubblicattdalla. Tipografia di Giowzmzi Stlèestrl
da Gennajo ad Agosto 1825.
57 NOTTI Romane, del Conte Alessandro Verri. Terza
58' ediz. della Biblioteca Scelta , 2 vol. fig. » 4 50
J55 GARGALLO. Poesie, riviste dell’Autore. ” 2. 75
159 POLIZIANO. Poesie: prima ediz. eseguita giusta la Pro.
’ pasta:del Cav.Monti. Col Ritr. dell’Autoch 2 50
160 PALMIERI. Della .Vita Civile, Ritr.dellledtorex 2 61
161 CERA. Il Cittadino di Repubblica.î - ,12, i» 2 61
162 SAMMARCO. Delle Mutazioni de’Regni. à 1 90
, 165 FRlSI. Operettemo‘elte, colle Memorie scritte dal Conte
Pietro -Vèrri, e col Ritratto dell’Autore. ” 4 60
164 MAGALOTTI. Operette varie, con giunta di Otto
’ Lettere su le terre odorose, dette Buccheri. Col
Ritratto dellfAutore.. . ‘ es 4 40
114 BOTTABI. Lettere pittoriche, con aggiunta di 504
lettere inedite; volume ottavo ed ultimo: Opera
completa. a, 52. 00
167 PASSAVANTI. Lo Specchio della Vera Penitenzia;
coll’0melia di Origene, e col Parlamento fra Sci
pione e Annibale, tratto da Tito Livio, volgari2zato
dal medesimo, col Ritratto. ‘ ” 5 80
168 CORTICELLI. Regole ed Osservazioni della lingua
toscana ridotte a metodo ed in tre Libri distri
buite, col Ritratto. ’ a: 5 50
118 FOSCOLO. Prose e Versi. Seconda edizione della
Biblioteca Scelta; col Ritratto dell’Autore.» 4 00
/\
-- l Sepolcri, separatamente. ” I 15
-- La Tragedia; il Tieste. ” - 75
-- L’ Orazione dell’ Origine e dell’Ufficio della
Letteratura. Milano 1815 , in 8. n I 50
169 CARO. Lettere scelte. ea 5 50
170 CANOVA. Vita sua, col Ritr. e Medaglie. » 4 50
orarie SULLA COLTIVAZIONE DE’BIGATTI
ABBATE, Aut. Della Coltivazione dei Bigatti, o sia metodo
pratico per farli nascere, coltivarli nei varj periodi della
oro vita, e fabbricarue la semente. III. odia. Il. li'r. 2 6|.
IACHI DA SETA. Nuovo Prospetto generale di coltiva
zione giustai migliori ed infallibili- precetti, ecc. Monza
4847, in foglio. Il -- 87
BIFFXGNANDI,‘A. Discorso critico sulle Bigattaie Domini
’ cali, o Damlolz‘ere, restituite alla pristina istituzione.
In 8. , u 1 50
BUNAFOUS e SPREAFlCO. Trattato e Serit-ti varii intorno
all’educazione dei Baclfi da Seta ed alla coltivazione dei
Gelsi. in 12. ‘ _ . H 2 00
BORNA'I‘I, Gio. Maria. Sul modo e con quale sosttmza il .
Buco da Seta, durante il torpore forma la nuova sua
pelle, come fargli superar bene il torpore, come preve
nire quei guasti che in tali periodi pur troppo succe
dono; nell’aggiuIita di altre utili nozioni pel coltivatore
dei Bacini. u »- 87 ; > ,
DOTTARI, Gio. L’Accoppiamento delle’Viti ai Gelsi senza Î
’clie scambievolmentc si nuocano, Memoria preceduta da ‘ ‘
alcuni cenni intorno all’Autore. Terza cdiz. In 8. n l 00
_: CANTONI, Gaetano. Osservazioni critiche intorno ad alcune
‘ pratiche comunemente seguite nell’educazione del Baco
da Seta. In 8. , , n ’4- 87
DEI-CAPITANI , Carlantonio. Regole pratiche per l’ educa
zione dc’Bachi da seta, compilate a comodo de’Bigattieri.
Seconda edizione. In 8. 7 n '- '40
DE-FILIPPI, G. B. La _Bigattologia cpilogata o sia Com- ‘
pendio di regole concernenti le cure dovute ai Filugclli ,
e Pensieretti sui Registri ad esse relativi. In 8. u‘ 4 50
FRESCHI, Gherardo.Guida per allevare i Bachi da Seta,
dietroi propri esperimenti. Quinta edizione, corretta
e rifusa colle posteriori aggiunte delle altre edizioni,
col Ritratto dell’Autore. . - ‘ n i 50
QUADRO SINO'I‘TICO eretto dietro la suddetta Guida,
per condurre calcolatamente qualiasi partita di Filugclli,
sul Modello di una Bìgattiera mediocre di 56 a 40 gra
ticci, del prodotto di Libbre 500 di Bozzoli, _con once 5
di semente. Un foglio gr.‘ in litog. allurninato.- n 5 50
Lo stesso quadro in nero. o 2 61
_V_ -. I. , .ALTRE OPERE SUI VINI
ACERBI, Giuseppe. Delle Viti italiane , o sia Mate
riali per ervire alla classificazione, monografia e
sinonimia, preceduti dal Tentativo di una classifica
zione geoponica delle viti. In 8. Ital. Iir. 4 35 . . ‘
LOMENI, Ignazio. Considerazioni analitiche stillè'_ ""
cause dello scoloramento dei Vini fabbricati in vasi ‘#
chiusi e sui mezzi proposti a rimedio, con la de
scrizione di un nuovo meccanismo che pcrir_ziona la
vinificazi0ne ecohka iVinì eseguendo la t'ollntura
delle uve fermentanti senza alterare la chiusura
dei lini. In 8. » 4 74
--- Macchina per la Pigîatnra dclle Uva o Pigia
tore , premiata dall’I. R. Gov€rno di Milano nel
corso (l'Industria dell'anno 48% , ecc. In 8 con
5 tavole in rame. _ ‘ n 2 30
--- Sulla Macchina per la Pigiatura delle Uve.
Lettera che contiene alcuni cenni pratici intorno
all’uso della medesima. In 8. _ n -50
FABRONI, Adamo. Dell'Arte di Fare il Vino per la
Lombardia Austriaco, emetodi pratici per farci
Vini toscani. In 8, con tavole in rame. r 4 50
SESTINI, Dom. Delle Viti, dei Vini di Borgogna e
dell’Acquavite; Memoria tradotta sopra un Mano
scritto fraucese, e corredata di brevi Note del
I' Autore dell’Anno Rustico. In 8. n {I 45
VERI“, C. Manuale per la fabbricazione del Vino,
considerato ne’ suoi rapporti con il suolo, il clima,
le stagioni, la coltivazione e maniera di governarlo
nelle botti. : E 1' Autore dei Saggi di Agricoltura
pratica sulla Coltivazione dei Gelsi delle Viti. n 3 00
SOTTO AI TURCHI À
POZZI , 610. Del Vino , delle sue malattie , de'suoi
rimedj e dei mezzi per iscqprirne le falsificazioni: ; n
dei vini artificiali e della fabbricazione dell' aceto. k .
Quinta edi:ione, arricchita di nuova osservazioni
e di quattro tavole in rame.
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Stancovich,Pietro.
Vinodeìì'Istria,principaìeprodottodi
questaprovincia;nuovometodoeconomico-prapticoperfarìoeconservarìo.OperadeiCanonicoPietroStancovich.Condiciasettefigure.Miìano,TipografiadiGiovanniSilvestri,1853.
139p.2foìd.piates.“1.Wineandwinemaking-Istria.v/î.Titìe.
smì/cxl9/74