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This is a reproduction of a library book that was digitized by Google as part of an ongoing effort to preserve the information in books and make it universally accessible. http://books.google.com

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THE LIBRARY

OF

THE UNIVERSITY

OF CALIFORNIA

DAVIS

GIFT OF

MAYNARD A. AMERINE

g“v"

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C.E.RAPPAPURT

LIBRI RARI

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RUSTICI LATINI? VOLGARIZZATI

<_ CATONE nacque 234 anni circa avanti l'Eru volgare,

‘ e scrisse DELLE COSE RUSTICHE, volgarizzate

dal Cav. Compagnoni. Prezzo Ital. tir. 9 004 _

VARBONE nacque aRoma 116 anni avanti l'Era vol- '

gare,c scrisse TRE LIBRI DI AGRICOLTURA, I

' Ùolgarizzati da Gian-Giro]. Pagani. Un vol. » 00

VIRGILIO nacque 70 anni pvnmi lera volgare,

scrisse LE GEORGICHE, volgarizznte da Bene

detto Del Bene, e stanno nel volume delle Opere

di Agricoltura di Del Bene. Un volume. » 5 00

PLINIO nacque nell’anno 23 dell’Era volgare, scrisse

TRE LIBRI DI AGRICOLTURA, volgarizzati V

dell’Abate Placido Bordoni. Un volume. » 5 50 ’

COLUMELLA scrisse nell’anno 422 dell’Era volgare.

UN TRATTA T0 DI AGRICOLTURA , che fu

yolggrizmto (meglio di ogni altro) da Benedetto

Del Bene. Due volumi. a 7 00

AVVISO

Quanto prima verrà pubblicato il Volgarizzamenlo

di PALLADIO, testo di lingua stampato la prima

volta dall'Abatc Paolo lunotto; di cui si trova in

questo Negozio, l' unica edizione di Verona , in A.“al prezzo di,ltal. Iir. 6 00 ‘

ed in carta grande. 'v 6 00

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‘ 41N0 MELL’ISTRIA,

fammnw_pgonîiwó

nx #ugswn fnovmcm;

WW®V® maw®m@

/‘ ECÙNOMICO-PRÀTICD

{PIER FARLO E CONSERVABLOn

QPERA

lilILfgI-NMICO' {PIETRO STIN_GDYIG 11’».

. . > . 00_N p’wusnrrs piatmn.%’

MILANO, TIPOGRAFIA DI GIOVANNI SILVESTRI

Corso di Porta Tosa, N.° 90, èa:-Oana Lorim'

CON LIBRERIA

alla Piazza S. Paolo, N.’ 9“, Casa Tarsia

1855

u.c.D. www

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Quaqt’ Opera è polis mito lxî pÎ-ol'ezióm

delle Leggi, essendosi adempiuto quau\of

è di prescrizione.

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e lì\îoxîweî"mezìfiofittzîmfi ’X Îw ‘/ C'Ì'.‘»" t I‘ ', 'ÎÎ "i! Y» o.’ \

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“P=IIETRSO\‘S mmwomcn’ '.‘f-‘H

Ar"-.lîl\‘fl.is. :: - ‘ r-t.» À V ..

e-fle

Non ricerco Mecenati ‘ al mio libro,‘

né mi lusingano interesse esclusivo, pri

vilegi ed onori. Io lo dirigo a Voi che

mi siete fratello, mentre essendo Voi

simultaneamente e Chimico e Fisico ed

Agronomo, saprete valutarne il merito.

Io lo dirigo a Voi, perché dopo l’edu

cazione ricevuta} in Venezia, in Padova,

in Vienna, non c:iranc|l_of le_ lusinghe

degli onori e della fontana; vi siete

dedicato alle pacifiche cure della vita

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campestre, 'fixèendo‘coltivare con lode

i paterni terreni Îco’ _proprigîkpgiî arideessere, a. detto, di Orazio, beatone fe

lice A voi"lo dirigo, pe'rchè pos

sessore di viti distinte, facendo col

metodo comune un ottimo vino, col

metonbhe vi accenno lo avrete ec

cellente e squisito,___y

Istria. Rarb.mn, 20 luglio, 1825.

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n’ " "*Solutur orinii farmi-è: ‘ Î "' " i -"

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NUOVO METODO ,

ECONOMICO-PRATICO“ Î

Dl FARE IL VINO.

flile suum Baccho diccmus honorem.

Vnm., Georg., lib. u, ver. 393.

1. In tutte le regioni delle viti essendo

il vino una derrata di considerazione, in al

cune provincie, e specialmente nell’Istri-a ,

esso forma il principale e più interessante

prodotto. -

2. L’ Istria , frazione d’ Italia , si stende

com’essa in penisola , avendo a tre lati il

mare, ed al Nord un ramo minore delle basse ‘

Alpi; e per la sua direzione allungandosi dal

Settentrione al Mezzogiorno , essa è per le

viti in una più felice posizione della madre

stessa.

3. 0 si consideri questa naturale direzione,

od il clima, o la natura del suolo, o la- suìperficie delle colline dolcemente inclinate ,

che dal livello del mare si elevano alla mag

giore altezza di 400 pertiche , ove termina

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6 I

di regnare la - vite, _e volendo servirsi del

linguaggio della mitologia, l’Istria dirsi p0

trebbefla sede ed il 'règno di Bacco.

4. celebre il vino Istriano sino dai tempi

antichi, e la storia ne porta il testimonio.

Livio racconta che.Giulia Augusta prolungò

la sua vita oltre gli anni ottantadue , non

servendosi“ di altro vino che del Pucino ( ora

Proseco), di cui se ne raccoglievano poche

anfore, e di cui non v'era alcun altro più atto

alla medicina ; e cdm' ein crede , era lo stesso

di quello: che dai Greci veniva mirabilmente

celebrato col nome di Pj0tanon: e nella cle

scrizione dei luoghi dell’istria } chiama il Ca

stello Pucino, nobile per il suo vino -.

(I) Julia Augusta ocloginta duos annos vi_tm Pucino

retulil acceplas vino; non alt'o usa. Gignitur in sinu Adria

tici maris, non procul a Timzwo fonte saxeo colle, maritimo qfflatu pauc_as coquentes Amphoras, necialiud

aptus medicamenlis putatur. Hoc esse crediderim, quad

Grceci celebrante: miris laudibus PYCTANON appellaverunt

ex Ad:‘iatici sinu. Plin., Hisl. Natur. , lib. il, cap. 6.

Amnis Timavus Castellum nobile vino Pucinum: Ter

gcstinus sinus-, Colo'nià Tergeste, Id., Ilist- Nat., lib. 5.

eap. 18. ‘ H ' _ ‘ . Y

Fucina. vina in saxo coquunlur. Id., lib. 17, cap. 14.

(Rustici volgarizzati: Plinio, lom. I , cap. 4,’Pag. 41.

Venezia, i800; Pasquali, ìrad’. Bordoni ; e nota, ‘pag. 51).

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5. Ai tempi nostri paiimente il vinci ciel

l’Ixitria’ficin"è senza pregio. Esso 'Îpuò" divi

dersi“iix tre classi: vino da bottiglia i"»’vino'

distinto: vino comune di commercio. Tra-i

pochi vini da bottiglia, si contano il Monte

Moro, di cui un tempo si fece grand’uso

alla Corte di Torino; il Picolit e l’Ar‘zioli ,

i quali, a chi non è prevenuto dall’opinione;

si avvicinano al Tokin (I); il S. Tonià; il

S. Petronio, e le moltiplici, varietà‘de’miizi

sforzati. - Alla seconda classe appartengono

il Mamemino ed il Rgfi’òsco, che con un

Poco di diligenza pareggiar possono il Cla

retto ed il Borgogna; il Proseco, il Ciw‘dinoÎ

e la Ribolla; infine il Moscato , ossia Vino’-’î

Rosa , dagli Alemanni detto Rose’n«wein , pre

giatissimo a Vienna , il quale si accosta al

Canarie. -- Della terza classe vi sono mol

tiplicivarietà distinte da luogo a luogo, e di

cui se ne fa lo smercio maggiore (a).

(I) Carli. Anticli. ital. Parte I, pag. 21;.

(2) Quanto stimato sia il vino dell’ Istria, Pini ri

scontrarsi dall’osservazione che da tempo immemorabile

l’ Imperiale Corte di Vienna ne faceva la provvista

per suo uso e consumo dalla città diTrièsle, 'e nell’anno:

1718 a CaPodistria e nell’Istrià Veneta; chefposcia"lil=

reclamo de’ Triesti1ii Per questa preferenza di alieno Stato

in pregiudizio della loro città , e dello sinei‘ció de’lom‘

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R5, Ipo‘_non parlerò che del vino comune,

il, quale, quantunque travagliato coi metodi i

più,ordinarj , resiste alle più lunghe naviga

zioni, colle quali migliora. troppo recente

\la reminiscenza dell’ attivo commercio del

medesimo nel nuovo mondo , in cui era gu

stato e pregiato al pari di quello di Spagna

e di Francia; ed il cui smercio , nel corso

di più anni, aveva presentato all’ Istria il più

bel_raggio di sua prosperità , e la speranza

più lusinglliera della sua futura ricchezza;

ma fatalmente questa prosperità troppo in

breve essendosi arenata per le generali poli

tiche e commerciali vicende , langue questo

prezioso dono della natura, ed ora. ridotto a

vilissimo prezzo, disanima l’ agricola indu

stria, e rendesi pesante all’avvilito possi

dente.

, 7. Non dobbiamo però disanimarci; dob

biamo anzi impiegare- tutte le nostre cure

e le nostre sollecitudini al miglioramento

de’ nostri vini, sia colla fiducia che si ria

pre di nuovo un florido commercio, e tra

n,

il ’

pmdoni,. annui la- Maestà Sua di preferire la città stessa,

3Ua,;eondizione però di un prezzo moderato, che in ogni

caso- sarebbe tassato _ mediante l‘eccelso. Reggimento e

Camera. Ilfainati. Groniclie di Triesie. Tom. iv, pag. 98.

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sporti inostri vini oltre gli .;equinozj , o

si consideri lo smercio nei paesi limitrofi)

o 1’ interno consumo, o finalmente il gusto >

del nostro palato nell’ uso domestico, sara_

sempre un pregio della nostra attività , e ri

dimderà a nostro vantagio ogni grado di per

fezione chela nostra‘ attenziorie saprà som

ministrare ai nostri vini.

8. Egli è tempo ormai di staccarci dalle nostre

ordinarie abitudini nell’elaborazione dei vini, e

d’approfittare de’lumi d’uomini , doltissirni fisici;

chimici, agronomi, enologi, i quali, guidati

dalla teoria e dalla pratica, hanno dato a que

st’arte norme e regole da guidare le nostre

operazioni in questo travaglio con tutta fidu

cia, ed in modo che sarebbe un rinunziare

al buon senso ed al proprio interesse ricu

sando di trarne profitto. Troppo lungo sa

rebbe il catalogo degli onorati Autori che

trattarono questo argomento , ma fra questi

ommetter non si possono di commemorare

i celebri Le Gentil, abate Bozier, e conte

Chaptal , francesi : il Padre Gio. Battista da

S. Martino, Cappuccino, il Fabrom' , e .conte

Dandolo, italiani (I).

(I) Le Genti], Priore di Fontenele. Sul travaso dei vini.

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9. Recentemente madamigella Elisabetta

Gervais, colla inven2ionedella sua macchinetta

per la fermentazione vinosa (1), oltre aver

formata la sua fortuna per Patente privile

giata di M. Luigi XVIII, ha accesa una

scintilla di fuoco la quale ha elettrizzatii

Rozier (Abate Corso completo di Agricoltura teorica,

pratica ed economica. Venezia, 1808.

Chaptal, Conte Gio. Antonio. Trattato chimico ed eco

nomico sopra i vini. Venezia, 180:.

-- L’Arte di fare il vino.

--- Nel Dizionario di Agricoltura dell' Istituto di Fran

cia. Articoli Vino, Fermentazione. Padova, 1825.

Padre Gin. Battista da S. ]|Iartino. Ricerche fisiche so

pra la fermentazione vinosa. Vicenza, 1589.

Fabroni Adamo. L’Arte di fare il vino, premiata dal

l’Accademia de’ Georgoiili di Firenze, 1785 e 1789.

-_ Dell’Arte di fare il vino per la Lombardia Au

striaca e per la Toscana, in risposta alle domande

della Società Patriotica di Milano. Ivi, per Giovanni

Silvestri, 1819, che può servire di seguito alla suddetta

opera. ‘

Dandolo , Conte Vincenza. Enologia, ovvero l’Arte di fare,

conservare, e far navigare i vini del Regno. Milano,

1815. ' '

(I) Opuscolo sulla vinificazione, in cui si tratta de’ di

fetti nelle maniere usitatc per la fabbricazione de’ vini,

e de’ vantaggi del metodo di Madamigella Gervais, paten

tata dal Governo, con ordinanza di S. M. Luigi XVIII,

per tale fabbricazione. Di Gio. Antonio Gervnis. Tradotto

dal francese. Trieste, 1821. '

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. 1 1

più dotti ingegni dei paesi viniferi, ed ha

interessato i Governi stessi. L’eccelso Presidio

Governiale del Littorale, delle Provincie Illi

riclie, scorgendo l’ importanza. di questa in

venzione, fece stampare in Trieste una tra

duzione dell’Opuscolo,-e_-lo diffuse ai Circoli

ed ai Commissariati del suo governo, per

essere passati gratuitamente ai più intelligenti

Agronomi, onde trarne profitto dall’utile sca

perta , e con lettera gentile del Commissa

riato distrettuale a me pure ne fu innoltrato

un esemplare

10. lo mi era occupato in precedenza so

prai moltiplici, scritti enologici pubblicati

nell’argomento, ed aveva istituite dell’espe

rienze , nè mi trovava pienamente contento

del piano econ0mico-pratico che da me si

contemplava. Scosso alla lettura dell’opuscolo

di madamigella Gervais, ho rinnovate le mie

meditazioni , e rinnovato qualche esperimento.Letto il Rapporto critico-storico soprai me-v

todi di vinificazione del sig. Giuseppe Acerbi,

nel fascicolo N.° LXXXIX del mese di maggio,

1823, della Biblioteca Italiana, e fascicoli se

(1) Lettera N.° 2: del giorno r7 settembre 1821. Di

gnauo.

I

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n

guenti ,- il desiderio di occuparmi su di ciò

maggiormente mi si accese , ed in modo che ,

combinando le mie idee con quelle degli un

mini dotti chemi precedettero, ho stabilito

un piano nell’elaborazione de’ vini, il quale,

felicemente essendomi riuscito in pratica nella

decorsa vendemmia 1824 , d’ora innanzi nella

mia cantina non sarà più dimesso; questo

piano poi , combinando l’economia domestica

colla perfezione del vino , mi fa sperare che

ottener possa l’approvazione de’ dotti non solo,

ma che sarà per essere adottato da’ miei com

'provinciali e da tutti i possidenti dei paesi

vinifori, meno che rinunziar non si voglia

alla ragione, all’ evidenza , ed al proprio in«’

teresse. Non avendo io in ciò altro scopo,

che il mio e l’utile pubblico, ho pensato ren

dere di pubblica proprietà questo mio scritto,

che comprende il Nuovo Metodo economico-

pratico di fare il vino, diviso in cinque ar

ticoli , i quali trattano:

I. Della pigiatura delle uve.

II. Dell’economia delle botti.

IIÌ. Della fermentazione vinosa.

IV. Del travaso de’ vini.

V. Di un’/Elattenometro , o conservatore

de’ vini.

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A‘R’T‘I C OLwO P Il IMO.

'It.. . . ,-,;

Della tiu’a delleuve. _ 3,{._,;

““x ifl."È'nótorio chef-per'formare dei ’Ìbuoni,

. vi- vogliono suolo omogeneo alle viti ,_.L

sbelta2 qualità delle medesime, e piena meatu-r

rità’gdelle uve’(r)r e che in relazione alla mag

lr.l; i.“'::'ìe(ns “ » -Îf)v1r"- <

î' i‘i'i’iiàk “’p‘às ’ab‘basfin‘i; siecomsnasrsi ila“lmawritàj

annave,‘ia car‘aipenae’iifi gran-portala boma] de’yvini..

Seésîafistitueiamèmi' quîîîleesbî °Y° ““ Mîàlît‘3p

regola la vendemmia. In "Borgogna s_i_.sorveglial peyclrèr

alcuno nonlvendernmiilprima' del tempo prefisso, e‘c’iò per

conservarel'iliìlcrladito‘ til’ìiuel’viii'ii Questa preàc‘r‘iz'lónd

però deve essere. moderata‘con somma saggezza, po'iqbà ‘

alcune uve esiendb precoci], ed; altre tardive, _s,e.sà,îyofl

lesse fissare la ilV?flil€ltlfnlù _ al_ periodo delle ultime, Id

prime sarebbero già marcite; ed avuto riguardo' solf-’

tanto alle 'priiiie‘ilii"altre sarebbero aberbe , e bfegfiîdic:

chere'bbem ‘il‘tîinofii abbia sempre in mente .di,gg0i

' larsìiin‘eou‘forin'ltilfpifluoghi, allev circostanze egl‘allf‘a’tllz-B

nata, affinché, invece di portar un bene, non si_pregiu

diehi al privató‘î‘p'tîhblico interesse. "-'»"Ifl Ispagna , a

Xeres- (Mitlerpacher, tom.‘ lv,fp, "8, notti ), Si_tt_t}flliflj

eia la vendemmia alla -Îmetà di- settembre, e finisce al

principio di novembre, quàndon'ei colli di Toktzi,,, nel

I'Ungheria(-Id.; tom.-w, Pt.t-I4 , nota ) , vendèmmigsi.

al principio di novembn'e, e. progredendosi a stagione

avanzata , talvolta si sospende per la sopravv.eniengg

delle navi,'le quali, avvizzaudo, 1’ un , rendono il vino_ più.

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i 4

giare o minore combinazione .dî'due‘ste par

ticolarità, il vino riuscir debba più o meno

perfetto ; e siccome molteplici sono le varietà

delle viti, molteplici riuscir deVono le varietàde"vini.v Egli è‘-peiò" certissimo ed. ideontra«

stabile che , qualunqumsiasi la.éqgalità; delle,

uv’é‘,‘in parità‘ ditcircbstanzezii‘ aîznorrna del

m3ttàtld- con imiifè‘- travagliato jil»vino‘, ’.può_

esso più o meno avvicinarsi_o sepstarsi dal

gade..maggiDm-Àîs.slw L,aassîbîl,e ;BF‘E%ΰR%

eî ‘eo'nseguentemente , che" i le nostre. attenzioni,

de'viinòi'ap‘ptfiito “indigeni tutteallit“8tteltaudet ‘

l)t.l_I’lî:'î _ v ,t q};’:(;':i . _ ..fl. H,t,, ' "f, _'

' %lSl.lQlî tnjetio'doî clip)iìcoìrrtsponder p_osSa alf’ n I“ "" “ -'Ù/Îl "ÎH 'vi’.

L’assette; de nei contemplate Ieeéal easte‘ie

pesa che fossedm prescegliersi , non. è di,

‘ È‘ó'clf _‘?on'sideràzioiîegfi anzié ’=io giudicov

_pllai@iiìasirimabiiiiporianza ,' 'îlsinodo di p‘re-‘i

<n,:=n‘.‘t ‘,i-"‘; i - L;"- _ ‘| .

parageie 9rceDellafsgrflflellalera,delle merle

sims,iin se il maspo debba entrare mella ferf,

identaziòiie"‘coi ’ mosto; ‘da»ilòttî‘s'sirxiidìndlogi""":fi"‘ì 1’ -» .t . ..

a .n'ngf:qa; --» 3;’U;r: ’-, r_ À < . .

dibìiflti)fL-Îîlliellllsiiia, provincia intermedia tra i due

dudde'tlifîviestremi'gradi‘deiipaesi’viniferi diEuro'pa, si co

niihbia“‘la‘ vendemmia ai-primi“ di ottobre, e con tutto

rigore'=dall’aulorità 'Mttuioipale siwegliavafiundempq af-»

finchèffnessuno venderqmi*qsse prima del giorno. di S. Mi

' ebei'e;"inehofche dualèlle località non fosse riconosciuta,

p'ee circostanze 'paîtie'olari', esente dalla Îprgscrizione. ‘

"ram......

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{5

il: detto’ e scrihto non poco-vai favore e .;:pn;z

tra, le" cui disparate opinioni ‘gioveràdere-»ià esame. ‘ _ w _. ' f

' Î2. Il »-raci'molo dell’ uva è formato dagii

acini“é g‘riufi‘,lìo_deliraspo propriamente detto,il iqùaie‘ùèiù‘ì’è cheun agg1‘egato- di .pendungoii

parz’iaiipaid 5ghi‘»acino,:. che derivano da',altri

p6diunòòii“iàefifliîianti nel penduncolo princi-"

pa'iè, ‘chg‘s‘i flflfiàÌljlagill tralciò- della. vite. L’» aminoz

o grano-»èìurilcofppostb divarie' sostanze di

sùa'natià‘a it-i1tte ‘tra1m divérse; cioè 11-.°- della:

cort‘ecèia f'esterna o buccia, oààia.fiocine -,’ alla ‘

éi1i"iilterlia Superficie s‘taÌ.ademùte un te_ss_u_tq

vàèèoia're’. cdlulàre ',‘ ciie ' contiene. 1’ estmtti'vo-‘

r€sìni»só"j Ossia via sostanzia; calmante ‘ ed in

I pair'té ‘zi‘m'mtz‘t'ica: 2.° a gllestbî:t,essuto vascoè.

iarè“èùeèedé“urio - strata di um'vsostanzlaivggl-lfl

quantòi“dénsa , ‘doieba‘éidulp ‘,‘ la .qualè ebp-;

tiene il tartara‘r3f- vi. seguita poscia unîa‘ltl'flîé

strato ;’ À pfès‘s'imof fli_o_5egy,ihlfsflfiuva ‘, aè‘ =ia‘;

soStànz:a zuòckerosa =1 lai qaiàle' , ::cóli’aîapasàigsis

deil’:ui;a‘ ,‘)- s'i-Jfaiisolidafi» or'mcno-f‘in-f

tomo' ai“semi si trovaîialtm’fsostam liquida',

un po’-gelatinosa , ohe“si chiama‘lifivitoyo;

fermento.""'75'.>o inoltro vi èk--.\l’fucidó mdlìoog_

che più abbonda nell’uve-.‘ immature ;‘:uf

una quantità agi». acqu&‘yin: cui 1 s0fl-ò'più‘t‘t»

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16

meno -dilute queste sostanze, le quali tutte

vengono unite e legate da un tps5uto retico-_

lato, vascolare, cellulare, detto parenchima.îlr3. Il raspo è una sostanza legnosa; diun

sapore a‘cre,»e priva di ogni principio, alcoo

lico, zuccheròso ed aromatico. «,Rosier Vuole

che l’ uva sia ’sgrane‘llata, e.chetil rasp0 non

debba entrare nella fermentazione-del, mosto,

p‘erchè- comunica al vino un gusto aspro raq.

stirante; e che senzail raspo<fil.vino riesce

più delicato (ix-45‘). Il raspo, die’egli, non

contiene nullw di spirito di vino , né ,di izucq.

chero, e perciò;piegiudit=fi il vino f(;p.;,5_zp,e

57 ): e dopo averzprodotte niente smenofche

quindici ragioni-a favore di quelli che vogliono

che i graspi , uniti agli acini nella;.feruxenta

zi'one, migliorino il vino, ve le abbatte tutte

gagliardamentd corin'ailtrettànte opposte _ ra

gioni, le concl_1iutle che ,in nessun caso si

debba iconser'vàr‘e fili ;gm,ojzolaa; 113 pe-ljcll è\ 00

nìunicaualfvino. tutte le=.sucvtcattive qualità

senza‘c‘nmunicargl‘iene alcuna di.bu'onez a.°.fper«

che-fuori contiene ..uè:il fermento, nè;i prin»

«rbostituenti*il: vino: 3.° perché, si appro

pria= inutilmente molto spiritoso, 'eîmolte parti

techerose: ;4«.Î’f finalmente perché in vece di

arrzkîcfzire il vino l’impover‘isce (p. 68, 245, 25)

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'l7

r4. ll'Padre da S. Martino e del mede

simo sentimento; e dopo le belle esperienze

da esso istituite (r) , colle dimostrazioni le

più luminosesostieue assolutamente (p. 69,

71) che i raspi non servono ad altro che

a jàr deteriorare il vino : poiché essendo la

sostanza de’ raspi di una MATÈRÌA mensa,

canoa, soma , srucnoss, mescolato il ruspa

col mosto della fermentazione deve necessau

riamente COMUNICARGLI LE sue man QUALITA",

ed assorbire invece una porzione non indifA

ferenle della parte spiritosa del vino. In prova

di ciò, egli osserva che i raspi, dopo aver bol

lito col vino, perdono la loro asprezza , re- .

stando impregnati di molta sostanza spiritosa;

in modo che assoggettati alla distillazione dannoa ‘

dello spirito ardente (p. 71), e che perciò sgra-'

nellare l’uva sia assolutamente utile e necessario.

Mitterpacher (2) è della medesima opinione.

15. Di questo parere .non sono però altri

dotti Enologi e Chimici. Klaprotli (3) vuole

J

(1) Ricerche fisiche sopra la fermentazione vinosa.

Vicenza , 1789. "n - .

(2) Elementi di Agricoltura con note relative all’Agri-‘

coltura italiana. Venezia, 1795, tom. -lV, p. ily.’-Nota.

(5) Dizionario di Chimica. Milano, 1814- Articolo Vino,

pag. 469. ' ' . , _. '

Stancovich. Del Vino 2

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18

chewi*vini che hanno un sapor-debolwdiven

tino Îma_ggiormente sapidi col principio astrin

gente dellevinaccie ,.-le quali favoriscono la

fermentazione-,e si forma una maggior quan«i

tità di:alcoòl; -’-- C/zaptal dice (I) Che l’ef:

férveîscenza, -’il' moto ed il calore sono mao

giori quando il mosto fermenta colle pellicole,

gli acini ed 'i racemoli , che quando il sugo

dell’uva è stato separato da tutte:questeina«

tèxie;e che il vino tanto più si colora ,

quanto più fermenta coi raspi. - Dandolo (a)

Nuole Che le sole uve atte a dar vini generosi

possano essere 'sgrauellate , perché la forte

fermentazione di que’ mosti, e il vivai calore

che si eccita ne’ tini, possono trarre da’ graspi

un .po’ più di acerbità o di aspro di quello

si»vorrebbe; ma che ai vini leggieri giova

anzi.:il bollire Coi raspi , e lo provail para

gone’fra-due vini tratti dalla stessa uva ; uno

bollito coi raspi ,ie‘ l’altro disola uva sgra

nhllata; e la. ragione per cui quello riesce mi-v

gliore di questo, si è che il graspo rinforza

(1) Dizionario d’Agricoltura de’ membri dell’Istituto di

Francia. Padova, 1818. Articolo Fermentazione vinosa.

Arte'di_ fare il yino.. a .«.L;

(2') Enologia,govuerqlî arte di fare, conservare, e fm‘

viaggiare i vini del Regno. Milano, 1812.

_i.. .,

'; .'Ìv\l '

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‘9

alquanto il vino leggiero,perchè provenendo

questo da un mosto scarso di materia ZUC‘]

claèrosa, le cui mplecole sono diluite in 'quanr

tità:troppo abbondante d.’ acqua , il raspo av

viva la fermentazione , a fine s’ attacchi con

forza maggiore quella scarsa sostanza zucche

rosa, quantunque inv'iluppata in ogni sua

molecola (la soverchia quantità d’ acqua. In

fatti , dic’cgli, a _ circostanze eguali , si vede

che il mosto bolle più forte coi- raspi che

senza. - Pozzi (I) considera pure il raspo

come un fermento molto utile in tutti quei

casi in cui si potesse temere che la,\fermentazione fosse per essere lenta,eîtardlaiic che

le sostanze solide 100î}, come sono_il

parenchima, il raspo, la corteccia,‘ecc. danno

maggior vigore al lievito, e contribuiscono

perciò alla fermentazione, e quindi alla de-‘

composizione dello zucchero, e sono utili

quando il mosto non sia molto zuccheroso.

- Filippo Re insegna egualmente (2) che si

potranno sgranellare quelle uve a cui, per

(1) Del vino e delle sue malattie. Firenze, 1806; a

Nuova Chimica del gusto e dell' olfatto. Milano, x815,

10m. 1, p. 96.

(1) Elementi di Economia campestre. Milano, 1808,

p. 185.

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no

essere atte a produrre vino generoso , il gra

spo' aggiunge tropp'a forza ; quelle delle quali

si vogliono vini delicati, e quelle finalmente

che non giunsero alla totale maturità. Altri

menti si pigierà l’uva col raspo. - Fabroni(r),

appoggiato all’autorità del Paolètti, vuole

che i raspi entrino nella'fermentazione , e su

qt'iella del Davanzati, che siano anche tagliati;

mentre dice 10‘ ste‘s‘so: taglia i‘ra.gpi beìz‘e,

acciacchè n’esca un- certo zimore asprigno e

radente, che‘il vino fa tinto e risentito; al

qual sentimento è di opinione all‘atto contra

ria lo Spagnuolo Aranguren. - A Cougnet (a),

il quale" suggerisce di spicciolare i grappoli, se

parandoli dai raspi , Giobert risponde che que-'

sto consiglio non è utile presso di noi (nel

Piemonte), se non in certi casi particolari,

sapendosi che il graspo concilia foi‘àa e au

sterità'al vino.

16. I buoni effetti che vengono prodotti

dal raspo nella fermentazione, a senso di

questi aut0ri , si riducono nel dare forza

ed’austerità al vino, maggior fermento alla

massii’, nel produrre maggior quantità d’alcool,

e soprattutto nel rendersi utilissimo ai vini leg

(i) Dell’Arte di fare il vino, capitolo m. Milano, |819.

(e) Biblioteca Italiana, N.° nxxrx, Maggio, 1825, p. o“y.

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i n

gìeri col rifli‘orzaiilifl =ma«accordano. tutti;

che nel‘.‘mosbo provvisto <diiparti.,zuudhegoàe

e‘gli Puòuès'serga levato}, îefclie senza il raspo'j

si ‘hafuirrvino«delicatm =IQ>:HOU saprei a.ifill.ii

posÈa dinpi‘acere-iun'miuó, delioata ,per'mpgp;

tentar ' ogni 1 ;vi'a' ' di ‘ renderlpl :l’«ng:i Tutti iil.vì_giî

prelibati da jbqttigliii,î‘ffiîplefiilflù tutti - senza:

il raìspoig=wqilfitj stano ?i:;fvìùîeîgeneral nwphc».

stimati: ;è;=pregiati appunto <f>er\ la; loro - dalia

catelzza.’ v;emeghe 'v‘arjfison? ii guSti-Vg L5,u_,

di Ciòu non Iv;îliaiiqumstèioneîa essendo? trito,

1’ adagio che da guStibus llflm‘.tfi.-îigdum , e x;pf.il‘<>iuì.; .eiapelyedauo= K, saprà i._dirigersi I

secondo il ;()Eropribi - g);flfi%f,»,ggì gusto

paese‘ " doke i?VTài daf -emerciaresil BUG !7Ì9_0m19

per:';mh E conside‘ro’ , Che 2-:unlln'1edplicatez'za delt

viiuoì consiste: -. v l’- eccellenza. del .mdèsimo;Per-le- ‘uve;sbiadate , :èhphdpuunîunî mosto

_scipito, {acquoso ,‘.>il; quale \Profluòs MDLVÎDfl

che appena ‘Può' diasi«iale;;è «hnm naturale

essere lutile 011‘, figli . abbia : i elmiwa; ‘ il gusto

aspro del ras_po , -e.lche;90nfiqliflili a-SPIÉM

:sia se1ìsìbile;.ah ;palato ; éina;»difiueSti miserg1

bili vini ‘uotrè prezzo .ilrîhrnefdiscorfioflfiiflyì

io credo pi1re' she.;il.iielfip0;ilàvpflfifll‘3qu

sia: per, qflèlle uve.le.qualiiscouteîîgpnouieneph

cesso. la parte;zucbherosa, mentre,.ìn.qlàfiitq

\

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23

caso-f; essa 'è- temperata diill’ austerità del ra«

spa ; dando al vino corpo al robustez’za. Per

' il' mosto di media ed ottima qualità, zio ri-»

tengo inutile il ‘t'asp'o nella fièrmetitazione 'per

ottenere un "vino: distintoe delicato. ‘Una

regola generale‘iquintli su di’ciò finora-può sta

bilirsi; tua" dietro ‘que'sti‘ principi ;,: ìciasche

dritto ‘, secondo - i" casi ’e‘ le Particolari- «eirc0<

stante del proprio paese; 0‘ della qualità delle

uve ’sap‘rà con prudenza dirigersi ; come pUre

secondo‘iìl metod'oîdi’ Iffei‘men'tazionew che da

esso‘ sarir Praticato‘» '«“ '»fl-}'- -'i'» |_‘:‘ ;

“ ’17i 130pra' gquali> p»lueipjflpuò aver appoggio

l“elpinîsóne «te Ì:Qrfigihlîydeli "’raspo,hche d’al

t'ì'imdb‘ -sofi0 lioniiù‘i'in superior- graditi distinti

per talenti 8 perdi)ttirina?‘Essi‘ non; ci diedero

l’analisi chimica del raspo, onde Perfidadercimbe

àa’ suoi principi intrinseci ‘h'edb’rivi ‘l’ utilità‘.’

llflPadle ‘Mam'no anzi dimostrò eviden

te‘msnte,cdnflie acceùnàmmo abn.f <u4yphe niel

ras'po xiullwsi“émxtièhè- nè di îarornaflf, nè“di

zucchero, ‘nè‘;di' tartaro , nè di lievito, 50

stîtnze ‘ so'ld ';leiîquuli « concmr'ono afiormare

l6"fh'o_prietà îdel‘Wihb. Donde pertanto derivar

p’ossono questi buoni efiètti ? 'IQ credo di

darne una ragione con-vincente. -ll raspo non

prodtice questi ottimi risultameuti per i suoi

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. , 23

pi-iucìpj chimici , ma- '210; fa'fiserilpliccniènte

come Corpo mcccanicn (parlando deil'a fer

mentazione a recipienti aperti ;v della iqùla'ief

sempve»inleserd di dire gli aqtoni su-ddetliy)î

mebtre egli è certo eeonveùirto,«chè qu'anhu

è Ìpiùf gvànde; la‘maàsa dei:àappelio}tantmmis

nereiîè l’evap'o'razioiie,‘ cioè- ‘la‘ perdila uìél

g‘as'» acido-òurhonicofi e:'bon Lessot dijim’aiiPaftq

di‘alooolfrflil raspo;unito alf‘îqestò.xdeila 'wiîi

miccia; immen‘la ‘notabilmente..il cappelli) ,IIE:

qùindì impedisce in. gmiia»parfie Jii’eaiapmuli

zione, per cui restano nel vino più gasaeng'qì;

spirito; quindi ..meijcanicàmentef Soilé’nlfò: il

raspò‘ influièiéez' ‘af‘ .rendeibn alquanitov ;niiglione

ilrv’iiioîgi erîiieé quèsbò’:stmso:moiivo dei-'bagi}

Peilo' 1 più forte-Q '2laé fermentazione stè’ssa'è ii)iù

altÎVa. Inoltre esseudn: ilzraspo,«cngîéuiìi :pe«

doricoli in filamenti est”ési;’unitu«gillà::viriao:»

da ;-les__s'o; lega’ tutta [a fmasexî’flci'î- cappèilb>g

la” ‘k‘èÎldé’Ì più Ì‘imita; = risier (e furrqqun‘più'îfsoiidó‘<, 'il quale _preselitaiÎmàfggion I rèsik

stanza Éàli’flei1‘aporazione Î edf.all v,passaggio'gdsl

ga‘s‘ aoido«davhoniw, il '(Ìuale5"passàndo ;>for+’

zatainefite pifi* -'questafmassa i‘istr‘etta , unita,”

cómpre'ssà', viene, in certo modo, deterso|

dall’alcool,fe contribuisce-imsecorido graiìo

meccani‘camentèm migliorare alciuanto il vino.

Ì.x\ -«.' \- \V-\»\\ - \' "

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-»+“Ora Però che la fermentazione" vinosa» in

vasi chiusi è dimostrata incontrastahilmente

utilissima, per essere colla medesima frenata

l_’ et:cedente evaporazione, ed impedita -la;co«

mlxnicazio'ne coll‘aria esterna , il» raspo deve

essere as30]utamente' eliminato per la mede

éiina circostanza della qualità dell’ uva diso

pra “ indicata. ,« '1e perciò ila sgranellatuia. del

l’uvaf'è-‘utile 9PGI‘ÎL ottenere un. vinoî. ecélto;

ma [diviene essa ancor più necessaria per

l’user-importantissimo che sarò pan dire in

appresso; «w{ ouìv l":r _- ‘ E ‘.“‘ k .

lì n8.»Vtarj sono=“i\“rnodi che. vengono. ac

cennati» EPCI‘ flo- sgi‘anella'mento dell’uva. Bozier

(-p. 69) indicanuna grati0eia di filo di ferro,

0’ ‘cordicella a maglie; larghe , o fatta di

esse di legno,hsu. cui; con“: un rastrello p'as

sandò;e- ripam'amdo . l’uva , cade‘r sgranellata

nelltiuo,.-sottn'posimj el;poscia' viene pigiata» coi

piedi; ;; oppure pigiami li uve ,sulla'- grata stessa

a9«beccatìelli:"dii;liegnoi, '.\da,-»cui .si Elevano i

iabpi ; ma .iqorlimenda ' ' soprattutto . il il}on

usato nella :I,inguadoea ,(‘Pm7 1-f)i,..bve; una

femmina , avendo fra le ginonchie -tnnfîrecif

piente allungato ed inclinato, con un tridente

ali'legno rimenandn l’uva, restano;i raspi facil

mente sgram_llàti -,’ «e- l" operazione è talmente

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spedita ( dic’ egli), che: una femmina sgranella,

quantoio a 12 vendemmiatrici hanno rac

-. colto/in un giorno. Il:Padre da S. [Martino

( pag. ‘72 ) assegna pure una;graticcia, e vuole

che si passi il raspo 'colla «mano,..,il quale

resta; sgranellato; questa'operazioù'e può. aver:

luogo quando si tratti di una piccola quantità

di «ma, ma in una.grande azienda, il.‘passare

colla m'ano' grappolo pertgi‘ap‘po'lo sarebbe un

lavorowhe richiederebbe‘tropp0 jtempo, si

bpporrehbe al celere compimento della jenH

demmiii ,._e_ soprattutto all’economia. {Il metodo

di ‘sziqr-èfipiù‘-speclito, tuafinon“ ètuttgviq

economicogxequuello delluLinguadoca diffigile, -

ad: eseguirsi, perchè’è difficile .il (-trovnregguna

femmina di: tanta abilità; la quale essendb colà

pagata alibondantemente'oon soldi _dieoijka‘«

rantaùh‘w) i.-alla giornata}, senza nemmeno

esserlewomxixinistrato il cibo p. 71').,-;.nè

qÎui‘ nè‘ altrove îsi troverebbe una .- manoî &opera

tanto abile-ipse; così tenue -mercede.* " =j;»s'i

19. Gli antichi Bo'mani4pi'giai1an03 ’-uva

col torchio, come c’ istruiscono Columella e

gli altri Bti'stÎCi':(_'tj';“cosi‘Îpi‘aticasî in}Francia

ed in qu-a'lolie“parte d’Italia, ‘metodo che è

f ‘ .

’ “ .x"":°‘-‘ '/

(I) Catone; cap.an e xm. . n

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26

sconosciuto nel resto della medesima, e mel

l’Istria: 005ì Pure costuniasi ucll’UngheriaIo non parlerò di questo metodo, avendo

esso 'i‘.suoi‘ ìantaggi ed i suoi inconvenienti,

fa‘r‘ò‘ce'nno‘ soltanto della pigialura _a piedi.

In /dué'fmo‘di essa si escguisce ol.si; pigia

l’uv'a îtosto arrivata dalla vigna,‘ e '.f»i pone'

nei-recipienti: a-i'ermèntare, ed. in questo.casò

l‘o‘pei'ai è‘ giudiziosîssim&, e secondo.le .prc

écriziofli di tutti -gli’ Enoio‘gi-, "mentcm l’uva’

d‘éve' ‘éssiare‘ tipósl'a a fermentare ini'nua-z-spl

vòkà î -’, ossia»’ Idebiiiesséi‘vi‘ una} scia: firmlli‘

tiiz’i'óixe, affinchè‘fii V‘Ìfió‘ n_omîi ges'li‘apìregiudii

èiitó;iîe del fmeòî sii Ìgùasti -; =, -deriyw iperònda

quesw-‘metodb 'cluénil‘v ìinó se3rsegàiawii»dm

liii‘è.@Sisendo'iil _colòrito un caratièm:p'mgiaé

tìs4iùió'» nel CMmercio; pcr‘ottenei‘lb' amgdr

disfmione, altri riPongon’o 1’ i1va fil) tiliizpiflllî

giornàquente,con uu'à perticààiurmaovdm ai

rongpé-la massa per " rendere la .hnicciml’acino franta, tagliatay'e, come 0011111'

nenièntel, la=là;ciànuin tal‘ forma :zizìzrc_ire ,

\

's\-" ‘ ‘ .»

_n .|i. ,.

(I) ;Pankl., Compeqdiuni OFconorpia 'rui:giis. Badge ,

1797’ P- 99

(2) Chaptal. Fermcnl., p. 298. -lìozier , 1» no. -Re.

Econ. camp., p. 185. ’

»-, »/»”

:

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27

colla qual operazione, ritrovandosiiil mosto

in" contatto 'di'più parti della corteccia, nella

quale risiede la parte colorante , ottiensi v,con,

ciò un vino coloratissimo;matalvolta questo

buon effetto è fatale, mentre ,_egli è compro;

vato, col consenso di tutti ,gli autori, che

dove seguono varie ed interrotte fermentae

zîoni , come accade in‘ questa circostanza ,

il vino porta ecco i principi. di? suo depe

rimento. .. Sappiamo,- infatti 5, ,perfìe’speriepzai,

che moltfl:diàquesti .;vini,‘.alladfipe Idellf,anno

acquistano un sapore di acetp,,per;_cuiiqomiiî

nomente si dice,- che,._qîuel vino.Pzt,nrquel

piimoeaso, ,noi abbian up,yjpo [sanigisirqog

ma Scolarite‘, 6’ nel‘ S=spndoi,ei altie‘ne_ bensì

Colorito‘, mayfacile a,ègpastarsi. i; ' ,_.\_H., I;

20.. Per ovviare i due; ,ena,cqennati ipogei:

venienti ,* ed- : Ì aPprofittare; i ,gtilrpente due

buoni effetti ,, ecco _.il.- metodo,che da ;meìsiintrodotto, ;'Arri'va'ta .tlîuva;.all'abitazionîe,j viene

Pi‘glat3160,‘PÌedl nel tino del/capro, quindi si

travasa “ihmosto, ‘chewsiyripqne, un reci

piente ai parte. All,’ ingresso. della cantina,.|._0

nella p-cantina stessa,vi .è preparata una tina

sopraicui è .ripostoil' telaio, fig.“ I, fornito

di due, graticcie (ramàde) 14 B. di filo di

ramey,e che può essere egualmente di ferro,

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28

o di cordicella: La grata superiore A porta

i lori 5 ossia le maglie di una larghezza quanto

è sufficiente" alla libera uscita del grano del

1’ uva. S'óttoî'qhesta »graticcia ve n’è posta una

seddficlat' .B“o0i"fóri della grandezza conve

niente a‘dar EII)_as-Blliggi0'al semi dell"uva , ed

è“=‘pròluligata“'corilî'uria scafa C , la quale

esce dal/tino”) edial‘la quale; vi è sottoposto

altro piceolò" tiiiti situato in D per ricevere

lé“bù'ccie' Ì-‘o‘S‘sia -leîeorteeciedell’uva. Questa

giaiîééia è m’óbtlé fa i’pièdi del Ì'telajo F M.

'Si)tto’lix*scafiafi0 vi e un tappo" unitofi:plla

‘iàtés_sàf“è‘ posto presso traversa dei piedi»M“ ‘," ‘ qfiare impedisce I che nell‘inle

'nà’rlà ; colla semsa”e1i‘€îlefiverràf data, non

si muova da pflnt0‘5iî'hîfiì-‘SÌ tenga al

Suo posto. lflt’r‘o recipiente è riposto al lato N

inei‘ iiceve’rè‘i raSpiìî'-'qul)perejd porta'fl'del

'tin’o del ‘carro'> uîia» ’hreut-à di -\uva' 1p’îgiaitaîy. =è

flèil"’latb' ’0 , ' elie" rigua‘tda -'-\fl’- ingiessd’ ‘dùl‘zloè

cale;;îîla getta‘"xiella"graticeia A;|;‘0in:<hllon

ì1tt"altt‘ó opefr'2ijóf‘situato in (By-colle“. mani

menu 'e rimenix per la graticcia 1A fl’iuva'pi-f

giat'a; e mediante": questa; semplice e spedita

_ operazione “cadono ‘le' biiceiè nella’ settopqstar ‘g’l‘nt‘iè‘cia’ B; il im‘oSto‘:ed ir-seini passan0'

nella; tinaÎ-pei Tori. della graticcih stessa:, e

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29.

restano i raspi spogli sopra la graticcia su‘-v

periore'A, da dove l’operaio li getta nel'ti-_

nello situato in N; e poscia innalzando colla_

mano 1’ inferiore graticcia E dal lato P , vi

dà con essa una forte scossa nella traversa

superiore dei piedi F F, col mezzo del qual

scuotimento, e dell’ inclinazione della mede-_

sinia, sdrucciolano le buccia per questo piano

inclinato, e per la scaffa G cadono nel tino '

sottoposto situato in D: se a questa scossa

non obbedissero le corteccie, s-pingansi colla

schiena di un rastrello di legno verso la scaffa,

e vi cadranno nel recipiente; con questo scuo

timento, i semi che fossero rimasti uniti alle

bucce viemmeglio si separeranno , e ca

dranno nella tina. In questo modo si pro

gredirà successivamente, e l’operatore al telaio Iesaurirà adequatamente e con prontezza

quanto gli verrà somministrato dall’operajo

portatore, mentre il tempo impiegato all’an

data , ritorno , e riempimento della brenta.

sarà sufficiente al tempo che sarà impiegato

dall’altro operaio nel lavoro alla graticcia.

Cosi noi facciamo contemporaneamente ,‘ e

con tutta speditezza,‘un’importaritissima ope

razione, vale a dire , di separare le quattro

sostanze meccaniche che compongono l’uva,

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30

cioè i raspi, i quali vengono posti nel ti

n'ello in N, le buccia che passano nel tino

in D, il mosto che cade nella tina in 0, ed

isemi ossia vinacciuoli , i quali cadono nella

tan stessa , e raccolgonsi dopo il travasodel

mosto ; e se si volesse averli nel tempo stesso

separati, basterà appendere una reticella di

fina maglia alla graticcia E, nella quale tutti

saranno raccolti. Questi semi, nella fermen

tazione, o sono un corpo morto, che per

nulla influisce alla medesima , rimanendo

essi per la loro specifica gravità nel fondo del

vaso fermentante , o se contribuiscono qual

che qualità al vino, non può essere che in

discapito, avendo essi un sapore acre-legnoso:

sarà perciò conveniente la loro separazione

per questo fine,-e potrebbe esser utile per

impiegarli al nutrimento de’ volatili della bassa

corte, di cui sono avidi, e molto più utili

si rendono nei paesi ne’ quali l’olivo non

regna, potendosi da essi estrarre dell’olio,

come costumasi-v nel Parmigiano (I) , locchè

(I) Il sig. Acerbi (Biblioteca Italiana ,7 N-° 107, mese

(li novembre, 1824, p. 282 ), parlando della Memoria sulla

renditaprurale del sig. prof. di Cattania Scudieri, stampe

di ‘Palermo dell’anno stesso, contro il viaggiatore francese

sig«Sayve, dice, che in Sicilia non si è mai sospettata

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3x

ridonda sempre in vantaggio della domestica

economia. Per separare le buccie dai raspi

I’esislqnzadz'umi materia oleosa nei vinaccîchli,fie_ che

Pesperipnge_ fatte_ in Napoli per ricavarne l'olio pop prq

dusserqalc_un effetto. Come si4l‘acessero l’esperienza: a

Napoli io lo So, ma posso assiciifàre essere questoluni'ertior‘éì; mentre dai semi dell’uva Îsi può benissimo

estrarre îdell’olio,‘ come l'esperienza mi ha dimostrato.

Nella sgorsa vendemmia, r824, ho posti a parte de’ vi

nacciuoli, e fatti asciugare per qualche mese,e, mandati,

li feci fmacinare nell’ aprile 1825 , e preparare rilal'inodo

che darà in appresso; quindi , posti al torchio, da once

woydi'farina di, essi ne trassi once 5 di olio; e_:se

avessi prestata maggior attenzione, ne avrei forse ri

tratto;di più ancora. - L’arte pertanto con lcîiiid'incon

ladini del'Parmigiano estraggan quest’ olio è ’14 seg‘ricnte,

indicata dell’abate Rozier (tom. xv, pag. 50. Trattato

di Agricoltura. stampe Vitarglli di Venezia,4r808 n Si

« seccano i semi all’ombra od al sole, quando sono sec

e cali, si passano per un crivello, indi si fanno tritare

“ sotto la macina e grano; si ripete questa operazione

«. (che io nel suddetto esperimento non feci) collama

“ cima in piedi , come per la canapa, il cavolo di rapa,\ec.;

C dippoi si mette questa farina, ch'è ben tritata, in una

". caldaia con un poco d’acqua, e se ne fa una pasta

v. morbidissima che si fa’cuocere'nello stesso vaso sopra

Co il fuoco. Questa materia si muove , durante lo spazio

u. della cottura , con una spatola di legno, finché la su

‘,‘ perficie comparisca risplendente: indi la pasta cotta

« si pone allo strettojo, e se ne spreme un olio che ga

« leggia sopra l’acqua. Quest’olio si adopera (lai conta

“ dini del Parmigiano, che qualche volta ne mangiano;

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32

si potrebbe servirsi di un mezzo ancor più

semplice e più spedito , cioè di un buratto

a maglie convenienti, come nella 1g.“ II ,

quadrato sia ein o rotondo; il quale, posto

sopra la tina, ed aperta la porticella a b c

d ,’ gettata/vi entro 1’ uva franta, e chiusa po-‘

scia; col moto di due o tre giri le buccie

tutte-cadono nella tina, e restano iraspi

spogli, i quali, estratti, si gettano nell’oppor

turno e vicino recipiente. Ne aveva ideato

un altro a doppio crivello , e con tramog

’gia, che, per essere treppo complicato , fu

dimesso.

21. Tutta questa operazione tende all’ uso

speciale ed importante da farsi della buccia

ossia fiocine. Abbiamo Veduto al n.“ 12 che

alla‘superlicie interna della buccia sta ade-'

l‘ente un tessuto vascolare reticolato, il quale

contiene la parte resinosa colorante ed.aro

matica. Tutti gli Enologi hanno detto, e

tutti lo sanno, che questa corteccia dà il

colorito al vino, ed in parte 1’ aroma. Tutti

sanno che queste due ‘particolarità e carat

teri sono generalmente voluti, ed estimati

l

“ ma.se ne servono più comunemente per la lucerna,

_u tanto. più che, ardeudo, non tramanda alcun odore. n.

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\' ,

V . » 1 . . ee

in».aemmessîai Qflazfll9 S»W?SElQÉÀ fi9i°liithoiiil

aroma \ S%Fitb\dîlli’f al. -<vîa°,.iitaflta.ejùeaaii eri

Sq‘lìfiilfliufi.»clìîi amenti =.iadieem»fi meaai,

conveniqlatî s, ‘I%ll° . film.Wîeiatgerà

un .serrigip timmieafissîlaas‘ altie%_elsllg

vinificazione‘aesl. 21 tmieliwefltsute sl-fitî,u‘(iftis

Qllefitilîrtè .P?Îta,nt0; 119.21. 'r‘îll‘leî‘îtil

fiodua in .;mievtissime pattis, affinché ‘ quarte

particelle Î,Wtatsizltrsvieo al -P,iù‘xpossiliîleiju

comalteslwl' mesta durantesla' ferimtaaiae‘a

°ad’ssseeseiegliflv '13u995335" @dtepnwmiarsi

tutti fi‘s Principi «resinqsi,flfielvranti‘i‘edear0eeafl

tici del tessuto cellulare riattaccato: alìewllv’ese

cìe.>qle fquali ;_fnel',mcdotveolpifnmdelle pigiaî

teref.soîpiedìmireataae ‘da‘ .du_e lati

opposti-pani: quali n il» mesta , e =presgessoltanta,‘ ed: «in, -,p-Qciiìf luagl’iiuanerta ,

tante; dopo ;la E“Pig,iflliklftt 1, ;come.=»ldnrautc la

fermentazione; pan letali?!» 998%90n «1195.89139

pmflentsae mtteffle,_nantifelel ÌGSWÈO1;VHÀQQÌHEQ

alîdowtiocîflel_mosmi manq>ul1e 1.191), stalla"!

sciatseso‘ masfiire,î comaqabbieme indicatesal.‘

B=?m;9;q cosa f‘estremmegnte ')Ii€fòf :dibkkflsat>

1i0îieol(s)s avete detto nfilì‘iin il »gmnellafloaq

essere bene schiacciato , acciacchè la polpa

.(.\ _,ÀI,‘.‘î .f \ - . ‘ :, : ‘ 'l‘ll (i)

I Corso eom leto di A ricoltura, tomi xv, l.,?;lu;hr.P S P

Stancovich. Del Vino À 3

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3‘4 .

Ma? te iiìi'gran' veic'olò. n Pad:‘e"da"S. ‘Mah

ima disse "'ptnfé“( p. ‘73’ ) e Gli 'hcir‘zi ‘de'vor'zo

èlt3‘èì‘é miniit'arfrente ‘i'riturati. Uri lestltlv trim

iridìzî:e una"muggior dissoÌùzîzine dei

fii‘iìlbifif,‘ “ed” uhà ‘ ; “ódm'piuta ‘se;iar‘aziante

Jz‘iyuè‘zle piun'îtefre‘aano ' indischidté ‘ ww:

iioltè”ira "la" mucilaggine,’ e da ‘qztesto‘ péfife:td

discioglimento deriva l' impulso - fazzf=îmnéwae

leggi: 'd€lla fei‘nieritaiiàize: »èdl ‘alt'î‘ò’tfie ' ’69:

NUta): Enna? alld ipeuicoza‘ dene‘aacelè‘ w»

inninrawz materiavw«nm‘me i“ > Ùiì€sttì"ìid’ ae

vt‘1‘ztfi"Urzei"‘tiizi9à-î'pîu'îtcdi'lcd, e 3 là" tardi tam

p'rinbiè fièt‘îcom'met’eîoîfl‘în ‘seòondo"llìoàgoj

ffd-‘lld clr'll'ule id! ‘q'uGrtt: ; buócie' ‘sè àlzfià'da india

ma ‘_»fiisa‘-’( ga’s"acidoJcerbóniedl)‘fî'la"Qutilèi

sprigionanclosi' nei ’ teh‘ìPò dèllà 'fir'fiìîilztlt‘àìoîzg;

ld‘réfide‘plùÌ-ólgo’i‘o'saf-‘è p'ìù attiva;iEostpum ‘

al tùtti“i’mòdefhi annega-i si, l)óth.léfld‘bllé

fionffso'lo il coloritófmaiuna' parte“îane‘ora

èell’aroma " viene ‘ somministrata 'alE vinòfluatte

buccia (r‘-)‘f mar questo trituramento‘perèk’lelle

ama-sui è‘Jstatìy‘ aprisse» in "2 considerazione‘,ì >nè" di;corisegneflzavi è stato p'exfàu‘cb

preposta meno“ alètitìo wii‘ec'cani'eo ‘

‘ I < ' . , n , \ »

\1\,\v\J" i., ‘ \ ‘0‘ ". l \ |)|1\ÌI.ÌÌJI ÌL N,.'J- J\.".

(1) Biblioteca intimîa‘;’îgfîzî idfiîirticoli mm:

t.‘nziliizedi 'if ,.;imiomgf _ ..l.-‘ , i.. .i,., \’.

. “ ',t\ -

(....'\. “ .t ‘. w: .\.

\

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35‘opporiua'o‘aimleislta opÀixazión‘e’. Il solo "Pà’cli’è'

dd-‘S."Mdrìihólaveva liettlii‘ ri'él ’178'g'fpaè. Î3);

ché uiiàî‘îfiùzzrzi “di ' Ìegìid, “itri'igrdsso‘ ‘fièà‘léllòi‘ '

uri" cilirzdm,“a'"t;udlóhe «mai îinaccmn'a 9m'rt

dìfllèilé’ad "ìdciirsi e=aa= féàega‘if’s'i,‘ » porre è‘5‘361‘é'

0a5tàggiòsàiiz'éfite sbxfauitèi aìraî pigîàitdià"'edi‘

‘pîain; un una ‘m'aizà’dì legnlo,î-’ìm “pesiellou

_unf=alîaaro‘, ‘sófio‘ cosel<fhttiéî‘flahfariie netti al»

hiaeetd, e- pereei'a‘f “troppe travaglio e‘tiil“ ‘

spendiógz‘i'ìèlfiîtilé ai? uaaivenàeiumîa‘ per‘pîoceî

dhdl celesti ';"'1'iè Ìmaechina"“alcima‘ iecòhol-i

xiiiè'àiifiàl n’èk’surib'fino “,iid‘bi‘a ‘fu"Proposta'z ’i’

L" 'saa-‘remiaî'nèl pe'r'xs’ierdÌ’sopriiîia’lmàssiiiia"

iînperéàaz‘s’flritiìtuiaièIiiéîautamènw‘laflbiic'fi

giae‘flnirî 'Sàluià'ri iaa i i eoi_0firqî {afasia

l’a‘x‘Bmti-‘Ì‘Qiri “ ‘sobo' ’ océ’ó‘p‘atii ‘ àî i‘rinveàire’niti‘

niett’6‘diè' ‘slìetliioî‘fosée'gî-éd ‘ii: Uparif’tem'p’oi

etioiibriiicé‘.’ ‘ ipertaia'to’ ìchèio ho" idétit6;

e che ho pusto" felicementcîfinlpiiatiCa,îsi èse‘gqèrité- ;Î ‘seghàtb nella figa ’9ÌI'; "Egli 'è’ mi:

men;ui ’aeui ' grdàiièzià”’di ‘-“un2 saeaf

abbóndtiiitte,'h b è’ d; ’neil’iufeiiar’pàaeama

quaiegflefipéi» in; ldh'gliez’2a ai"a"a;e di"fleii'e

incassaia"uria lama tagliente "di" acéiiilo,“‘ia

quale‘îSorniòiità la‘ Suola ' ‘ifi‘ 'al’tèzzaz di 'oùce‘ a- ;

altre'dne consimili lame, Ossia coltelli ’aiii-'

lati ,“ di eguale altezza , traversano’ il“precelf

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36 ‘

dente\_e la sqola in _ Nasli,;angqli far

mati da, questi .colwlliîi ‘;la.-.flnolsièîysmuwta

in dqòlivîo., onde le _bqecîe:=5dyucciplgppqg

sapo -(1wnce.il 1w'0, uè PCSQT.‘COIàTSQ'QW

P'°SSG ed, affollata, .Quma. web...e ì,f<.>rm.w,ei.

qppoflqm; striscia di “pelle ,-;y_C_GIII_IC-J'-{If;-îkf

per=fessere pdql;tqtq Q)cinta a iciasngdgllîpperajq Armato egli di q,ue5i’ istmmeptî,

entra nel tino ove sono_ ripp,s,te le t1;_u;y:.,ie

in quella, quantità cqnyenîente';ad 'QSSQ@‘Q fil'i-.

tur_ata.,in, Una volta,’ ve .pigiando qo’qu‘gdifla.

vicenda, chlkmezzodi questi,s,ei, t,gglîgnti

coltelli Prontamente e _con facilità .tgitprgrà

le;bycpie stesse: riducendole in.ymiuuti)s_sirm_e

p;rt,îcglle somiglianti ' ad unq, plollaj,[8 Cppirgfi

ngyoleîsarà che il, tino abbia _un;{pqdqu,q

bile,,_;si_tuyato in ‘ altezza _del;p;qpripf,wp

piedew,;sopm il quale. si ,pigierflnflfl lfith*via 5 pflj.nch_è _ilhliquido Iscorr_ef _p?qsq infe

ri9nmgflte,; ;fl.è impfidiscai h gtrìturazîpnfi.delle.

bn‘ss=ie ‘sfl f.le ;qualé.faQe-; I,°bbsdirebbersa :viwàf.

19.9399 m1-f‘taslio‘ idei. L.cqh.elli , quàpdq,uîofi

sm ff?!DWÌSPG-,>CW .qflalehfl.fl awtpj.diqngqato- =

vaniw.»queata opemîqfìé 1 g9&ténfihbuc

fidmw .in- , mltislîé zfl‘ell'avr botte; “Quindi

50% dile.fifiq s%sî, '1P“Feiîgam9fiow-.le se

cveyfnisflg, ‘.flmdn. 1?lcf“.“° moxasse; utile»

\

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ripo'nganSi’pure al di sopra rospi, ’pèii'llà

ferrhe'nla2ibne; peròio‘t:chè posti superiormente

a tutte le altre sostanze , possono essere, nella"

fer‘nicn'taziòne chiusa , utili,{ a ÌmotiVo‘i'cliè

EtCCI‘JSCGÌ‘ possono il vino" in quantità ,‘cèd'éiidó

quéllh/Î’porzione‘ ;di ‘mosto ad essi rimasto

aderente , nèÎ somminî’strerebbei‘o al 'Vino 'l‘aè

sprezzà nella sua totalità"; come lo farebbero

nell’essere col mosto ecolle buccie commisti.

In..questo modo si otterrà un: vino‘colorw

tissimo, ed insieme‘ior‘nito di parti bal‘sarni-‘

clîe,‘îàlromatiche, come l’esperienza’nellla de

corsa vendemmia _mi halfidimo'strato‘i "Eacciasi

bollire il mosto coi ',isaapi o<l,senîza,'fnecesg

seria però sempre si rende l’operazione delle

graticcie , o del buratto,i‘pertseparare e’ buccia

dai raspi, men’t’r’è‘g ngttàfidóéî ,‘e' ta‘t‘liî-àn‘tó'éiiraspi in unione alle, vbucclts,..,neì risulterebf,

boro due inconvenienti, vale'a' direfl;lflclse'la

parte ‘legnosa dei!"‘raspi ’i'mpedir’ebbc" ’àî“c‘òl-'

telli la piena ltrituraziolrie' delle. buccie (sesi arrivasse a tagliare. minutamfitlte;ljafnclieraspi;,. questi,-nella fermentazione, darebbero

al vino un tale eccesso di asprezze, che,*itlf- ,

vece dii miglidrìirlo,ve lo deteriorerebbemamente (1).. Un’ ingegnosissimai macellinzi,.per

(I) Nel Fascicolo I del mese di géiiùàjo del Giornale

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38 ‘

pigiare le, uve, diede =,qugast’.anno' il‘Îg' v1.‘9.f"““1!ilîi. 1?iltlillfleîaallsimilflîlfue. vidi in

Drescia, dal, sig.,,Feniqii.;flQueste macchine

Può“ .eantprpdumnp che. gli efîeundslla- pi,

giat_n_lja ,cogaune,_ 1,1011 avendo di mira‘kl’uim

' portantissimo scopo della triturazione Îdell .

cim,î,ssnza di.;.cui none-si ottiene la. tinta

bramata, _nè L’aumento di; aroma nel.virm.

v

Lir‘i

di Agricoltma,’ Ante Commercio del dottor”Giddanni

Finazzi-, Milano ,’ 1824,; vi-,è descritta e disegnatm una

flfng/tipg\c{tgà}l|riflffìa' le sostanze molli, .come_ pie canni

destinate,alla fabbricàzg'ana de’ salami, le piante impie:gntc nelliz tiizturiz, llé ràiiic’il destinate al ' nutrimerito del

besliànie ,1 il gra550"adoi1ei'iilo ')nr fabbricare candele e

Sllìlili. w, )l f’i)t1':ìi i« ‘ ;' |« , ‘. -

"QuestaJ_macchina,ldipe .il_dpf}ogfiyrngz_zi, procac

‘eiato al suo inventore,, il, sig. Tommq;o_Newton, la me,

dagliii d'argento dalla Sbriiiatàd’incoraggiamentci (11‘le

dra;fed" il cui pregio‘ consiste" ‘nel pdt‘eiii’còn Essa -ùna

‘ sola-piansona fare tanto’ lavoro in un giorno, qua'nto cin

' que'uoinini possono fare,coi metodi_comunemente. usati.

Sembrandomi questa macchina vutile in fvarj usi do

mestici , e specialmente adattabile , con qualche modifi

cazlone', al triturainéntò delle buccie, ho creduto bene

diflqniaccennarla.,;aiiine,laichi piacesse, possa preva

_lersi di essa, _ _ ,., .,, w. 4,. , =

(1) Macchina per la pigiatura delle uve, o Pigialore,

dél"'il'ottor Ignazio fLàiizeni, premiata cdn medaglia d’ari

gmto dall’ I. R: Governo di Milanogl'per Giovanni Sil

_vestri, 1825, prezzo aust. li:_‘. 2. 64. '

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. 39Se i 'sî'gppg‘ióLompn‘ife FeÙ‘ifpî) gnflifigfasserop

in modo le loro macchine da ottenere econo

inîcamentg la .,sgparaziope x‘de‘l..Sxfy‘o’cine, e la

trîturazione-del medesimo, essi avrebbero un

diritgo: : 3113 p95“; f ripopggoenz‘a,’ pfley‘sqb

W5°._.i1., MI? di mm. bflnfi,1fissifi4t°;è°11’.a‘t°“Hand;

. o

$931.3"(¢~~‘.;,-.,-,:e;m, a! 'Iiul imm'r-ÉÎ 3119ian

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’46 ‘ '‘A'B‘ T’I no L-ò 5 se O'N’D‘O.‘ '

’(‘UOI_."J _’:‘lf:t!t‘i.lU bit ’uHri I ‘.-.“r' "‘i '

<1 ° '““Î Déu’ècbnomia delle bdiii.‘

mi t.iî,tl'.l'f:’.. .- i) ,01“. - i

"‘sà‘i’îa‘ fida 'psriaa‘ se usate; atee acnenata i“'isfnmatflsî quali ti stiatatp"gii'

antichi Romani per la vinificazione, "ihkrede'

delle botti di legno che usavansi nelle Gallia,

come c’ insegnano i Rustici antichi (r); nè

farò cenno delle cisterne, formate a muro di

pietra, immaginate dai moderni, perché tutto

1“" t ' In

I v

ciò non corrisponde al nostro oggetto, ed è

contrario agli usi comuni. lo farò discorso

delle botti formate di doghe, e munite di

cerchi , come vasi generalmente usati nel

l’elaborazione e conservazione de’ vini. fi In

_tre modi si adoperano le stesse Nella fefmen

tazione vinosa. r.° Si hanno dei tini nei

quali ripone l’uva pigiata a fermentare, e

poscia si travasa il vino e riponesi nelle botti:

2.” Alle botti che conservano il vino si estrae

uno de’ fondi, si pongono verticali, vi si

getta l’uva pigiata , quindi, compita la fer

mentazione, si travasa il vino, si estrae la

(i) Catone, Varrone, Columella, Virgilio, Plinio. Edi-_

zione di Venezia, Pasquali, 1792.

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vinac<:ia , vi si rimette il fondo, e di-npov‘o’

collocan‘si orizzontalmente sul cantiere',-" è*

riempionsîidil‘vinoîì: 3'."‘La botte" Stessa che

riténne"'ilî‘vinòi'èh fornita. di portlcelltt"(‘tf);

levata la quale , erigesî' n îi>ieai,îquiuai î‘p’e’r‘

ha" 'p'oi‘ti'cellaîvi si getta v1’ uva’pigiatà', "e'co’m-l

Piilsf la ‘ fermentazione ‘,: si estrae' il 'vino’, mi.»

stia" la"‘vihdmial', e rimeSso il portello-W3i

adatta sul caniiere orizzontalmente, ed entro

vî"s’inioiide il viiio."L--Prendendo in“esamétulitii‘qìièsti’tre"metodi , osserveremo ch’eàsi‘

iión" sono economici; Nel primo, ciascun‘

‘vè&é esservi un doppio inutile dispendio deitinii’e‘idelle botti' dall’una ,‘ e della doppia

cantîffaatu’lartra. Nel secondo,îabbiamoî l‘eco-ì

iromia iiél‘rîs’iiàfiifió' de’iìni e -dellaîlocalità}

ma" sià_lii0 ’llfid655îlîflti "di levare ciascun ‘annoV‘iÌ

foiìdbfjè’pb'scîa rimetterlo, ed une i1‘ dìs't‘urhoe

Iii spesa’deli’art‘efice ;Ja‘bòttè Stessa saipfe de

tè'iitii‘il, ipoicl‘i‘é,‘nèl'1’etiàre"ériliièttètèil’ibndb;

Tilélfiien‘tèxnén‘tè' ‘èalspeziàl 1a‘ * eàpfagg'iaepósèia

r|uinaee=ené andina-ronda ‘nelref iatgael;

per cui ‘ lai îbotte-f ‘n‘oh ha "lunga 'durata'; îed

1‘ ',-"fu :.' ’:

;'l) 1,33111i'; ’- "1:... "i. , w» .. .’m;'»-'1 c ‘\ I I n ' ' ‘ I.

"(a)" ps1 %ualclile:iluplglu; della _Brgscmgi,

come dice Il Sig. Ateriii. Biblioteca ltahaua_, 1825. Art:

'&ìlof‘%fllàicdzîóhtéil' 1, yin..np .i,.c .t. voi

=.' n .nl'Aniaa. Il

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oltre di ciò vi vò,l’;im:omodo, [ex disggndio

(1’ incerchiarla annualm%z,te, ,rpugggrlq419.1?93p

tiere orizzontale , pqua;;sqL,vggtigglgm,qun;r

vamtnte riporla sull’91jì7fwnfglg,‘:.plf;re., Îvqrgìe

altfe ;operal\zî_oni ,qaapQ d’opera ., nqp pgco

indifferenti. Nel terzo’împdo, la ;cogg;,pey,ygrp_

dìnq, ,è'pîù economica, 6 laptqll>fìîhflfifificîî "ÉÈ9

quapd'x) le,bobti som;gerqhigtpg.{lî ,fCîrq4 Q|5i

nom;si fa _che .cthrbîgrgj anngglmpn@q,il _ p,ngvtiér<_e pgizzontaìe,, , ‘q-igere _ (19; ,b qtte; . ‘;s_,l(xél_,z ye;t|i:

cale , e mimettfirla :-posci.flf supra. .l’qîiwm:alfls

ma - questo mfiWd°hP“W;i-PIÙFQ la %Pfisé 4%

nmnu».d’opera .:mmssawia 348l?114‘;1'6 a, t9n;a

Qrizmntalmente ques|t;thftte_ , mtgbt,cqnî

fieflel-i sfafipii. °fld’estmli .P@f«.hffl?îàifffilifh

è Lffwilflv Iîfl‘ quesdla.‘ °PfiÉ9ZÎQQ°.ÈPWZMÉ lePWEEÎH-Î' del «v fondo. inflefìp.fifi.é JPQWQ- 421.

peso ;egque_uteqdella botte lcayx;iqa di villpccjg,»

1;;24. Hex; qndar ippopgg a tqtti‘;qugst,i' ipcopr

'vefliém'î ,‘ ed utilizzare di Wà ilvwl?ssi 99à99:

mici,cpxjrispondentì alla _mìgliore[,elabqyzgzipllc

dgii‘vini , ecco il_metoglo me immqginatq ;

posto, felicemente in pratica“ Mi venne in

pensiere , che se la botte situata orizzontal

mente, senza che fosse giarinùìai "rimossa dal

suo‘Pos_to, sqyiyipql;esèe tanto~aIlé ÎÎQÌ‘IÉÉP

tazione vinosa, quantò a fîpèxjgiflgl_,vx_no,

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3

compita.la,hollitura , sarebbe questo ;ìlg_cgÈq

d’opera rdellî economia di vVuncaucautina.‘ ;Per

molti; anni vi ho meditato , nè ;trovava._un

modo _giudizio,so da sortirue eombuon effetto,

Finalmente, l’anno decorso 1824, l’ho ideato,ed anche ridotto a Pratica. - Facile] e ina

tural cosa era il pensare , .che ,pec,l’ anteriore

poeticellaldella botte estflar. si .,pqtessg,,la vif

nadcialdopo ,-il- travaso del Vino_;;-îma< la;diff\

fiooltà si affacciava del modo con, cui intan

duan la; vinaccia nella botte. Ber- il '-solite

cocchiumedi due once di diametro era, im

POSSÌ_bÌlQ_-Q economicamente parlando) di ese

guirlo. Facile veniva al; pensieres il formare

un cocchiume di un diametro maggioremma

più facile ancora si presentava la difficoltà

di chiudere ermeticamente questo foro, dac

chè riposto' si fosse il vino, mentre conveniva

tagliare tre o quattro dOgl18 convesse, e colà

più. sottili che altrove per la loro convessità;

per la qual qosal,facilmente dovevansi slogare,

nè giammai presentare solidità , sicurezza ed

ermeticità. Con questo pensiere nel capo, mi

cadde l’occhio sopra alcuni_fiaschi di legno,

usati. qui comunemente dai contadinihfpei'

portap,gcqoqlqrg il, vino necessmio alla ,gioi

natanei,lavori,campeshi , “ed-r. o.sscmi aver

\).‘

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Sé’s'i"il”lorb picciolo cocchiume in un pezzo

diillegno’ elevato, e fermato dallaî'dega' stessa,

il”quale' dài bottai si chiami ‘fia’s‘0? -= Pensai

ifo'st'o che questo ’ stesso' meccanismo adattai‘

si potrebbe alle'botti in<fgrandezza propor

zionata, e isopra- il in1ale for‘mar si potesse

un cocchinme' dî‘im diametro conveniente per

far entrar'îla‘tfinac'cia ,' e chiudersi poscia;eon

un“ g‘rinl turaó'cìo‘lof'è Feci‘ pertanto costruire

un pezzo“ di tarolone, della gro-ssezza di tre

Pjtv’c'il‘licij‘lmiéo un piede ed egual-mente largo;

nel centro di questo quadrato ‘feci praticare un

foro circolare di pollici 7 di diametroyia quindi

costruire‘al tornio un ’turacciolo’corrispona>

dente, il quale restasse più elevato di questo

naso un pollice e mezzo, e nella ’>parteiiiiiie

rioieavessea una Cavità concentrici "oscena

dente al centro, perl’ uso che all’articolo V

sarò per dire: nel centro di questo gran tu

a‘acciolo feci‘p’ra'tica're un piccolo coo‘chiutn‘é

del ._diametro ordinario, e poscia Icostruire il

suo adattato -tura’cciolo. --’- T'La‘ convessità

della botte che Circonda il cocchiùme fii 'piab

Ilat'a,,-îed il quadrato tavolone suddetto; ossia

questo na'so; fu inca‘vàto'ini'eribrmerité, ed in

modo’da-combaciare perfettamente colla cor1’

vessit’à ‘dèlla> bòue... Fatta‘pe’8cia'niiia îc‘ólta’ di

\

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. 45calqa e--=fomhag’gib,. fu incolhlp qusuo plastqî

in» 1‘nodofloheil Cocchîume; della: ,lbqlltep.ì fgggsgg

centro«àlìgrjan cocchìumq dal àflin3

chè esattarh‘ente rimgq'qssgt.attacpqtp,move&e , dal » suo. posto' , ,cu_n, u;_1..qerc_h_ip ,ghq

abbracciava la:_bptte;tuttg;edjl n_qso, fQ f9r-Q

zaro-î‘e compresso ;cqnzsw,r;fqufs lap_cî,afpf_a

far presa;: Non" Contento ._d;;.àqg,esto seg;glice

incollamento, i'ccîientfare _pgr,îill 'p0rtellpudell_abotbe.nn. artefice,;leîglyjptllte_ ;1eg quattrq- do_

ghé , che .cwrispondeqano al, n\gs,‘g, ,,I_Îeci fqgî

mareìdazambfidlle lq,fpavt.i.,;un _for0; co,mpgî

teùt&.fibn una vite l_'ggyiq1_ilnaf, e..119sgiajrgtxp-_

dotto ed ; im'mm il;lmasphiw frijm.fl.flf= il: WQ

suddth f tenase%e.nfifl .e_ ielîmînì‘îflt_e unito alla

bottea;fiàflt°npeff l’efietw=dellfl @011a’ ,-fiîia.9té

Pen,lle.otto-»Qayfcchie.ldi legqqhg, vite; , eglniodo».che diwqhne‘uuîtuttg solido col’la.botte

stessa. Dppq' ciò, Ingllg' pitgpnfqrngg, del, _ggau

cocchiumfi del na?o,-Ifurono ;tagliate,_ le d_0ghà

6ófl‘isp9ndeuti , e rimase hg, _foratazt,conr,

uh.»-_ cacchiume solidissîmo di A_once gg}fiejl.di

dia:netrq,, per ,cpi, pan gppqsitq, i‘ngbutló‘;ìgpn

Somma .facilî;à.fi h, gemfiafnqllfl, bmw. 1?.fvî:

nag!ciaî. ;.y . ,\ Uh,“ ‘F: ,,.__ q ;;.|

"‘f2-5'5 ,Pgr intendere; pìù miaràmenw-tntnq pi’ò,

M ùn’occhiata:alle fig;.‘ 1%; 1/3 VI ‘? mg

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Il naso suddetto è indicato dalle lettere a,-’a,

d,’ d ," Il"èr‘arì turaeeiolo dalle lettere d, d,

€,'iiIfig-‘ IV, 7' e*VIE il ’picciblo coc

éhifim, dallh'létteraj, fig.‘ IV: il vuoto ma

'ì5i'ah‘eocél'iìu’me della b0tte è»seghàto»in .m.,

fig‘.“ Inoltr'e “fuîfat'to 'a questa-botte un

fiax‘cf nella èoniesSi'tà‘ilfferiore ,‘1'a'piombo: del

bocòliîùtne snP'érioi‘e , adattàtìdovii utt'trurao

èìoliì, "come nella g.““V, ‘n.‘ Questo ‘forofierve

a‘ il'ettarè" la Bòttèdalla' feccia colla lavaturada

uscendo" ‘esso la 'steSs'a "col Îliquidb

îii‘ îafip‘osìto "recipiente da“ esservi sottoposto:

‘Pèg '-ii ’fiiiglior _‘fiaeróaa; ’e I lal‘fmiglionldi

hlèù‘sîóné ’dl“costfùii‘b e chiudere la pbtti’eèlla

g ;- i ;fi‘fig.h V1; Vflè XIV, amache un uòfno

fi_c‘ié_s‘à‘ {ien’trarè ’ecmodamente" ‘nella’ ' botte‘,‘- e

èl’1iddersi ‘il pmehó senz‘a' iscuo'tereî î‘la '-’l)otte

‘có’rt lcolpi‘; tacciasi ila ’ poi‘ticella‘ lll allezza’ fidi!

fiolliei 1_5*, in‘larghezia-îpollici'g,'ìolfita«

'gllfi"à ròmlidide‘all"'interno, e nel 'cliitiderla

qswa- esser 'tiìéa“ dàll’ înterrio‘ al Zar xiimrifî’sm

' Îira“ questa p’orti‘cella, dalla‘parte' interna; sarà

àl?fùafìt‘o incassata ‘ per " traver50“nne’ làmina

dl'fefro ’ijiuttosto'grossa; dillargliezza un‘an

cia e mezzo, alquanto \più corta della lar

glie2ia della particella nella meni di questa

lamina" vi sarà_un foro rotondo , pei‘:‘cui

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. - ‘ , a'p’1is5ei'a'ignn’a" vite maschio; ibrnita interna

meiite"'di‘iuna {testa , ‘ extr'afòr‘erà- imitando la

porticèllà stessa} fra i ,‘ ; eî‘sporgerà iii fuori

dèllaÎinédesiinà ’ once "a : f un’altra lamina;"zth1

quali-te più”hitiìga che uón_èfîla larghezza della

p‘ò‘fticeila‘f‘s’ailà. t1‘aforata”nellà“nietà ;'»é Ma

più” î8gtosttità"? ‘Ch'e* 1‘ièll”èsti‘éflìità ‘ 'riel"<jùirl

forza “'eii’tre‘rii'ià ‘sxiclrlèttà“vitb’ ’iira9iòiii0‘ ‘,-" ’À'lld

qualèl p’olscia 'sli'a‘pplichet‘a- lantd femmiiia‘forL

iiiaia’det'pic’ciolo qu'a‘di‘ato dî‘iè’r'rò'g, É,=e'ebllfa

chiai?e "5'" iiivli‘ei‘à , l -’ed"«"in 'hr'ò'tlo” ’che - girando

la'"vit‘é’ ,"ia" particellgi"ffsàrà’ tîfiità’ all" in futit‘i' ;

preanè'fla'e mi} Toixd_’ò_ trattenne- ‘- una Man

72‘,‘ fif’fe'=tluàjraojpîù "-“s'î‘ ‘is'tiinge‘rà là” ate,

’iiii‘i ‘ìa pó’rticella' chiuderà" 'c'Om'bdéiaii'db

'eb‘l ”fdiiilo.' Î’S‘e :quést’o ‘c‘emtaé’iàméarbi non

fótÈè"'esîttm‘»"pèi" -aw'éwe diali'aflbfiqè ,îlaI-aa

‘ pi6‘s’eîtggamèh-‘rofflaèl "lleg‘fid‘fl’ vì”"ii"'Îioriài mi

f€_é8 't_ii"’tègà ’niaue' a-n’ medmdyea annessi:

s‘t‘iéQ ’,’Î é “iiél' Ghinde'r‘1i‘ ‘pói-‘tic’élla; eL-1sd'frodi

tùt’tii"lep‘ieéèii’fébliè \vifîfosserofiiellîfia' gòécia

di"iinò ' 'i1Scii‘à" dallla“lîiottèì Questo “ziaodo“dì

eliiudere'îl‘portlellîo Éòllà"vité e iîicbrit‘i‘tiètà-î

bilint=h te ‘il' ‘Mîglibr'è ',‘ "fflentre‘ ; do*glt altri; ’ lati

trova iii‘sdti, 1fa‘-ii’u'opò"dare‘tiei colpi. al*éò‘nti

di legno che "éiórza "la‘i‘porti‘cell'a nel chini

dersi,- ili’lualfifi’eolpi scuotono la botte, nè

cosa utile riesce alla medesima,

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îfgfi.i Dopo, tali modificazioni fat}è.gllzy ho_t_te,

pev,renderfi la cpp,a più solida, Lpp_yfgj;_tg g

comoda, si,.qepclliefà la’ stessa; cpn, per_cbj di

feprq, e potranno‘ anche ,qu_esti flgv_ere lef_due

es;x1emità. juni.te la; vita; maschi9; {8 _',. femmng ,

?flificthè mflîinfifiîld°fiii essa = 9428?ng

5.}eîsu suo _ppgtq, seng smuoygglggo,pggsîrpo

5tringc:rsi_i cercl:j,col;,ngezzo L4eLle; .jigi.lFi'

mlmente, per fmaggif9rs 90mpîmenlq.fi, perfe

pinne, si cememepà 1g botte cohterra; glio

diqu ,. o ,resip,a,p peceydi 'colof9'nig 501.01;

trame , non tema °pp.me con - pece,,nf_flrapf ,col

gu:aL .pemeutq ; ‘investifiai la‘ botte ',î ,3B'rài : Igqn

|_sqlp, riparatgi,îdqll’qmidilà_. e .tqglo,f_ ma

@iùfim.il.fl f.iuèsirà per impedire. lîqvpvqàqigàe,‘ FGF; ierlii‘deîl.jfigvp inufiio.’ 'élle.f.Pfilritìi'ùiù

mJatili, del' -\v,ia°if,ls qslflli;.sorisiiîninaxàgteaan9

le: pireziiose, d@l-,m@deeimomllfi WÈW?Î

zîmqid.ell.e ;qnali dmm eîfi?fle_ disfiàie;ip 50%%;

42% ìgfîid'0‘ ÌF!BHQÈÉÈPWWÌWÌ 2% sèile°it?fliîlfî>

»f 27; Cpsfif9iifl-Ai'iiseflqflpfita.‘ ,f0am? la ,bQ}uu

s#wsàw.dmmazgò I‘iSQONIIFW, e f-l.e;lstilîààa 9h.”

‘Wdfi‘îiYfi% s laz-.faqilièà di" 9WIF-«BÎPWÈ‘

laib9ttef.,sopm il,msii@m fariaz°àtaiiefimnîsi

èi=lascesfiitati <,di.apiùh: .mu9v.enla. :d91 391991 URO!”

' Swizper éemprfz: a}>biflflio. A9nn JWI 9°°

P.Qmîa. di mwi ,‘l’9pera 99naidm:elgika 5er

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€49

chiandola di ferro, un’altra economia “(211’an

nuale dispendio de’cercllj di legno,-. di: Mi:

mini, e di mercedc al bottajm spalmata fpof

spia concemento, altra pur economia nella

durata più lunga della botte; e-.-nella cons,en

vazione al vino della sua parte volatile, che le

la più preziosa, da aversiyinaoosidemziong.

-- L’ uso di questa botte nella vendemmia è di

tutta facilità, mentre levato il gran turaccioloJ

mediante due piccole leve di legno,‘ le punte

delle quali entrano lateralmente in due in

tacchi praticati nello stesso verso d, d, fig.‘e colle quali premendo contemporaneamente

sopra la super’fieiedel naso a:, a,‘fig.‘i..V,

esce prontamente, il gran turacciolo. Aperto

in .tal modo il gran cocchiunie , vi.si ap-.

plica_ un apposito imbuto , ossia pif‘ia,, per

cui si getta“ l’ uva ' pigiata nella. botte, e

si chiude.col gran turacciolo,’ cementanflolo

all’ intorno. Compita la fermentazione, si::traf_

vasa il vino per la solita spina; si« sturti

quindi il piccolo turacciolo inferiore ‘ n ,

fig.‘flIV;‘ ed esce per quelufór0q la' residua

poca quantità di vino' ‘rima’sta ;mesc01ata. alla

fe'ccia; si apre;îposcia'la porticella, spingem

dola nelli interno , 1 e -.si estrae: di . seguito,

copuna;zappetta , o rastrello, la vinaccia,

Stancavich. Del Vino - 4 f

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‘5b

dop'ó ‘la"quai’ operazione entra nella botte

u'a uomo, e colla scopa pulisce la stessa;

e’sne quilidiy; e‘isi'ripone la particella, chiu

den'dola': depo di ciò, al piccolo coccbiuine

del ’gran‘ turacciolo si applica l"inibuto del

vino ,’ e dehtro'vi si versa il' medesimo,

‘I‘fien'o’cl’ie'n'òn"Îsi"volesse farlo col mezzo

ilegl"istmmenti' che saranno indicati all’ Ar

ticolo IV. -Riempita la botte, si chiude alsolito ‘cbl' suol apposito turacciolo,‘ ed in

questa-breve, spedita'yed economica maniera

'l"‘operazione è ‘compita. 10'1ionÌposso'ab4

’bastanza raccomandare di riflettere a questo

modo di costruire le betti , come comodo,

economico , ed estremamente utilissimo,v men

tre i vantaggi vi sono incalcol'a'bili’. -Neli’ahn0

decorso , ho ridotte due botti in . questa

forma; e ,=‘per esperienza, rimasi contentis

simo, di maniera che nella vendemmia pros

sinial'ventu-ra tutte le ’ mie reàiduebotti sa

ranho i modificate ‘su questa stessa forma di

costruzione. ’ 7' ‘ É

58.. A,' qualéurio potrebbe imporre ' la 'spesa,

e forse} la difficoltà vdi»questa ecstruzicme;

ma con poca attenzione che vi Si presti",

15 cosa rietscemdìifv = somma facilità. In quanto

alla prima , io posso assictu‘are’ chiunque

\ .

«m __ l. .5\_)'!

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.. 5»ries‘ser‘é “q‘fnèsto’ì‘îirn‘î"érròéé "‘cÎec'is'ò‘Î hi'étflféî

sîa‘ ' si 'èàlcblà’i‘ ia‘ "' èpesa ‘ Aiih’ù‘aleiî ’délle” ’1‘ù‘àhî’

d“ap‘eia iélmî efllw'iene‘ dà re'- fiél' 'vii‘ri0 "é“ìfioi°a

Eipli%àlfffiùfleggìó‘flella ‘bdttè2fi'ùel: met‘oa6 ’èiw

màme‘;fe .‘ queilà“ael . ‘bdttajd‘f'pe'fl ekt’farfd '. .e‘f

fîmèìtefé“ ìl»fon‘do , e c‘er‘chìare'f la -i>btbè,*

lifiitî'itlîènte’ ‘ dl“ "Îir'aloré ‘ ‘dé"‘bércfij “ di 'lègn‘ò’ ‘è‘

de’ viviehafl,îîicoiné- Isafe =an %àló*"-del, vmwg’

e» suo'fi'flègtàd'zitn'e‘iit‘o" - di 435% ;" le "àhnfià'lfi

spese mcmitfawhflel' mam’do‘ éòihlîliey,lîpeì‘ 'ii’

periaiîó"fliQ diiùi‘; fècceà‘ò’tiò Ì‘o Sbo‘rso' flil

tfllfia da" Àf1estfl-kthe 1‘-f>er‘ im‘à" volta" édltàfiió!

s”ihdàhita-flèl“îhid %mdb îîlf‘èluaiefsbayèuf

eqùiValè'îadò alÎ"òoiìidné’ giîffui'1 Îjìiir'1'ciùefirîi'îifii

giîfispa‘v'mia “cdi! 'ciòî'_ùn" dispendìò‘ "ché" ’S‘à’4“

rebbeî necessari5 Îad‘ incbxiti‘à'rsi“ îa‘hmualmèmé’

per -i!‘èorso «fil-‘50: ànni’;?Îdal Èhé"riéùlflài

mi; gomma'f “faggnàfdevfii’kîîè’l‘rìiàî _ ‘Yd‘lanraxr;o

e°ó‘f5mîmt°f A .-f1‘?‘îîw..,ti“?ssi9nèîàésiùnf

gaSî _, la ,.maggiorc«."d'flrata.,della.., bme , ‘- 09“

soia per- "essorawestita ‘difl'óexr'ienfldî‘f‘aà‘oiìQT

m-g’ aq‘ò1àc‘î’ perché nonflîsî‘fòjm ‘ l=é es':'»

v)" ]ZI’H:;, ;. fuI‘Jfl; . ,‘;:‘..z:. . .v.‘,"; 'I'

Prussflu., ,ddlem.‘î,°fihaaiqu. 1,2.Yîf‘lzw i.flm.e_tr

tare il fondo nèl' modamcomgnemente fino

àd" Dia" 'ii'èîiszoi“’2èfffóbhìinègpgì; ngqggiéy-F

niente‘ di“que’sta iméorfiànlìiS-îîlà'la Utilità)" “8'

giungerà qui in i1_n ìèaÎcolo coinparativo del

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l’animo disPendio per una botte;-c01_ ,metodo.

comune, e di quello che s’incontra. per una

sol volta .col mio metodo. ;L,e botti clielqui

nell’ Istria si COStIUIÙUIO,’ fsono formate"di

legno volgarmente detto , ,Zapino , secondoLinneo, Pinusi picca, detto in italiano Abete

rosso uso,,veramente difettoso per la

t_rqppo eccedente porosità e: fragilità del le-"

gnoj,i@ando costruitedi quercia , I o

castagno,iper, la;lorovdurata e bontà sono

preferibili, ad ;_. riguardo, ,qucoleremo

patente Senna. quelle che v,fi.i<.>lflo di. uso ,co

mane; Una_pbqtte di questagnatura, della ca

pacità barile venete (2), quali-' sono

quelle delle'quali’ io ne fo uso nella mia

cantina,_ costa, fiorini 12., Di questa botte

pertanto, si pafleràl._în ambedue i-, calcoli.

. ' ;f. '(r)_ Targioni_v T9z|zclli Ol_tdv_iano. Istituzioni Botani

che. Firenze, r80i'ap‘t'oîm. in, pag. 522. ' l '

\(a') La ‘banila’ veneta -di‘ secc"hj sei corrisponde ad un

emer‘p', ibòcca’l‘iotj1diîYiennai‘cd- a misura metrica, mine '6,’

4Î,É coggliolîl:‘fsieclxeala {botte suddetta, di):b‘a_rile ve

nete‘ ’, corriî _ I n‘derà Èd"e\mer‘i €28 , boccali 50 di |Vienna;

ed"niétrichg îs'óiriniè r ;" r'n_inè -ifi-À,_'pintev 9, coppi 6. '

’\.'taf _I‘f:':xfinirf :Bi Mi}@no,i.ll_ ,',.'; _. ì ; J "'1':.‘

:di,,Yienna, emeri r, boccali50, mil-p

1.4

Uiiiî”s’ohinia nób’v'à limétri_yoò. '

Îgl 'di'Udi‘ifirnenzi r;,*bocc_ali"ró, :mil

V À lupetr_j 7‘oo. .

" ì"--fllfîî- fidi-Venezia. ‘ .., .‘ - .";"'U

\'/

Clî;îéitfàirz ;;r‘

,’

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53

CALCOLO conrAumvou ’*‘ "fili-l'

Q_f)(t ' l<'"ÎH (te r;l‘;‘"“l

Spesauuic_ap'crridurremm bolle Spgfa {mutua per una botte

secondo il mio metodo. in ’. Sec‘dudo,l’uso comune..utî

';lin'_igx . a).L_1 , “

(il i il'rraJ‘e fa“‘ un iuli o<“‘ ti '5 »5) ‘a -- J J ' -g g . 11 . ‘ >.. ‘ ÎÈ E

_ lo‘ ma .. ‘ i'j eaqa :#»‘ ma É: i

Naso fornito del grande - Al bottajo- per levare il _,. F.

e piccolo turaccwlo, e fondo della botte, n- I

suaapplicaziune alla bot- . battere la stessa,.e p ._.,. '

te. . . . . . . . . . . . . 2 30 scia rimettervi il fondo. 20

Vite e lamine‘di ferro Avendo ;l_a,hutte ao,ceréi - _‘

per la particella. . . . - I - chi di legno,e supposto

Cerchi di ferro n.0 4 che annqalmente'se ne W. :i

d’applicarsi alla botte rimetta la Metà, sareb

senza essere forniti di bere n.°. IO; . . . . . . "i {0

viti, ma semplicemente Vinchi mazzi due per le

uniti a‘chiodi‘di ferro. 6 ’- legature . . . . . . . . . è-- 4

Cemento o colorito ad Spesa di mano d’opera _ ».

olio di lino e terra. . . 2 - per levare la botte dal Mcantiere orizzontale, for- w b

mare il "cantiere verti4

.a -:m) it>h - - -‘î“'°’ i’!P-°*"è “9‘”? !° n i.. ' stesso, e quindi rimet-_

}f‘.i_fi’, _u.‘.ir _. w 7terlaorizzontalmente,ri1 U 4;!

' facendo il cantiere oriz

.j“: .i.f ‘ (40 ‘zontaler._fì.j,...tlawf 20

"‘lzi'l' Unica spCsu l:l30 ' ‘ Annua spesa a 24

f Da questo fcalc0locompara'tivo si -st!flrèè

l’annua‘ spesaîessere ffioiiniiizf, Garantan’il‘fln i;

i quali ,Ìlrnoltiplicati’Per mini cinque,fdanhd

fiorini »12',‘.che superano‘fl’îunica spesa del

mio metodo di fiorini l‘1.»3o; ma‘îìgiui

dièandola anche pari resta evidentemente

provato che in un quinquennio le spese 1del

metodo "comuni: pareggiaifo-,'l’uitica speimwlel

mio. ‘Progveclendo nel calcolo -,"_g lahot-te-Éol

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struita nel modo. da me indicato avrà una

duia‘ta di 50 anni; ora ’si moltipliqhino i

fiori.ui n. Ìm4»dell’apmuo voluto' dispendio

Pluflgli anni 50, avÌrgino un prodotto di“fiiripi no, dai quialil sottratti i fiorini

i r"! 30 di spesa rithes|ta una sol volta

1» f 21a ‘ miàmmifir.fiîièsgafió; l‘fildifìflfi ‘,'L‘Iò.81.;î>b ;

pi c ;-_èjflg ,‘pfilf‘lfilqlt'tèàfqeli pei'i'ódli' ‘ di=‘àniiî-_ 5o,

Ìiîkarmià; t%îwfifldip' di .fi.°.fwizl.°.8f 4.392

‘ s 'I-"Idella‘vvaiff’j‘jgltîg: natalii-le'1i'mpgfrtfiglza.

.a ‘iiàmòbimané’o‘ra'îlbel 0:110912-3i He .l‘ai sor

pi'es’a': kilvèfriii lal.ri.nual clin

ti a iài‘.sbh'éiffieéèéàfi ..btqò" dî2qùe'sle..'liotîi ,

d a eîollto botti col suc

c n|_:lt_qni P’r‘3itzlófitgf'2d risparmio dell’unica

b tt _:,‘l-u‘friisiil_tq|îèîf;_lgiîjàcìmmà di fiorini 868 ,

a tutti, nel'fperìa'0‘o‘Idi ampi 50 pel

e necessario allà"iniir cantina, ridotto

al ,mio metoda. .,.1.sonoyrisparmìahif1Diilidansi

qpfisîiiiipen gli _anui.-..5m, -io attem‘gf unflan-’

Ilnùiirisparémìo nella mia;.cantin& di .fiax;ini

by, ,karantaniii 2_-1:‘[, , i quali: Sargi‘ ,ahmillal’

Mgtebebligato.di sborsare. .--i Oltrm qua?

st%éimnm , ne deriva un; Sfigond0)îlcifiè

0.119 ;le ; QUO «_ betti: ' m,etodo camuna, _a,t1€lxdo

Dm.dufata nonll)iù..dilamiiizS, che ,vuql..direlih fli-V.’qnellh, dfilleîihotti. gggquglojil mio

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metodbp’sàréi, Obbligato all'a maà|fideliptmioda

anni ‘ rinnovare" t’aequìsttrfdelleh‘o'ttà

b°fff; le ‘qflairini .1 2 aperti ciaschedtlna I.!--f,mi‘liipo.lîìfiffimîefllîìr

uno» Sboi‘sofl diH fioriui'góìi,qiw quali nell‘aria,

rfléttìdb"èiiixd’ tutti utilizzati. Ma un» terzo -

i..;5o mani; ,1 mi; nestaîda... tmtm:«lilltllQlifiaitillé

dat ferro"'cliei'mi'lrimane dalle botti per 1’. età

loro inservib‘ili, ’éosà"tìb€ n'ou“si=fha col me-1

todo èi3ftìnîn‘e.“fl_;‘ 0’1‘ta; ‘_ti_ijasîèia mi’ ultil‘ii‘zàf

finalmente 1’, importantissimooggettoglior conservazione del vino, tanto in bontà

che in quantità, non e‘vaporando dalla mia

botte con tanta facilità le parti gasose volatili,

per essere la stessa cementata (r).

(1) Nel giorno 25 corrente luglio _1825, vidi a De

seuzauo una botte costruita per eccellenza, la quale si

destina tanto per la fermentazione dell’uva, come per

infondervi il ivino, fornita anteriormente e superiormente

di porticella; metodo che vien detto usarsi peranco in

Piemonte. La superiore quadrata porticella non comba

cia, nèpuò' combaciare esattamente colle doghe tagliate:

per la qual cosa, e per la convessità locale, rendesi

difficile una perfetta ermeticità ; loccbè dimostra con tutta

evidenza quanto sia preferibile la mia costruzione a naso.

Osservai inoltre che il fondo è sopraccaricato di ferro,

il quale deve essere scrupolosamente eliminato dal con

i

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56 _

liàlllu:ilelyilml:poichè viéne corroso dall’acido del me

dqi_rpo, 'e perché 'comunica allo stesso delle proprietà non

faygreyoli. Quindi, a inaggiore utilità epromozione dell'arte,àègiilpgerò che, per impedire che il lfomlo della botte

non'ÎS'i' curvi od 'all’intcrno od all’esterno; invece di spran

ghe di ferro, si ponga per. traverso una tavola di legno,

e si unisca fondo, non già con chiodi di femo,o cavie

ehio semplici di legno, poiché la testa di queste all'esterno

in forma cori1Ì;arsa,"ed hll’internó le lord Lestremità

Proininenti si rendono incomode nel pulire li: botte dalle

feccia e dal tartaro; ma invece l'acciansidl legno a vite,

come io costume con piena_ mia soddisfazione; ed in questo

modo la‘ tayola combacierà esattamente col fondo, sarà

irremoVibile , non pregiudicherà al vino, e, tanto all’esterno

&1é“all’ixiterìi0',‘ ilfondo stesso resterà piano e pulito.

4'|_

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' ARTICOLO TERZO.

\ - w , '.

' “‘" "Della fennen'tazi0ne minosa. .' 4

.‘.f ' ‘ ’ 1’u!l‘q.ì

'30. DA mezzo secolo a qìleSta parte la

fermentazione del vino a vasi chiusi è stata

indulcata’ da tutti gli'En0103i. I Ìiirincipali

inotiói s0'pra‘ i q'ùali 's'i fondarono ,. sono

diiélti 'ad‘ impedire‘ la ‘dièsipazioiie del gas

adido-carbonico‘, detto nella Vecchia nomen

clatù'ra ‘chimica aria fissa, qual" conservatore

del‘vino in supremo grado, e ad eliminare

il contatto dell’aiia atmosferica, come gra

vemente pregiudicialc al medesimo. '_ Il Pa

’ dre da S. Jl’lartino' è stato il primo; come

esso dice, a fissare le sue osservazioni sopra

questo gas , e dichiarò (i) che il gas vinoso

( acido-carbonico) è il corroborante perfitto,

il sovrano rimedio , e- l’0 acacissimo preser

vativo per la conservazione del vino. Sicché

noi possiamo riguardare da qui innanzi came

un teorema dimostrato della verità dei jalti,

che quando il ‘vino è abbondante di spirito

ardente , ed è insieme saturato di aria fissa

(1) Ricerche fisiche sopra la fermentazione finosm_

Edizione seconda. Vicenza, 178;, pag. 8’.

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(gas acido-cat’liàiildù ; ci si Ir_crzde sicura

mente abile al trasporto, e capace di lunga

conservazionehed=.aî questo efi'etto'kinculca la

fermentazione chiusa, come atta ad impedire il

contdfloldell’alrigl cstefl’na, la ‘léîsipezpfàîle 559116

paziti #spiritóse ed'arvmfléiclregenliee, ,ciiehdla

questa fermentaZlonéî risulta un», Piùî'bfil yEQÉQHÎ;

piùyamabilitù :nfll iliqlloz‘e , piùf,fplîl'ilpvgjglfî

dente :, ed'.unalfpiù\lzmga diwataj (fpagf._8_tii).

RoziendiCe pure '(r) (glie, la, fermentazione

“chiusa -.impedi806 l’624P‘01‘45i0’46f ;F#Èfl‘ii%f ‘

gìon quantità di aria/isso, e Wil‘itgsq.queste Sentîmfifimwè:Mitwmaóbw tal=sals=9@r

ciglio! di Magpiiz .:p, ed egualmente, pensavil

conte Chaplal (3),,dicend‘o cheil .-jvigro fer

’mentaéo in-vàsi chiusi è più generoso e grato

(Il gusto, perché: Jm’ ritenuto l’abbocqzlo e

e l’alcool, i quali si perdono in parte nella ’

fermentazione all’aria libera. Pozzi vi ag

giunge (4) , che il tino deve essere. coperto,

_ perché la fiarmentetzione .procedaîregolare \, e

(1) Corso di Agricoltura, tom. xv, Pag. 127.

(2) Elementi di Agricoltura , tom. xv“, pag. 152.

' (5) Dizionario di Agricoltura dell’ Istituto di Francia.

Padova , 1818, tom. ix. Articolo Fermentazione vinosa,

pag. 504. v _

(4) Tomo 1, pag. gy-e '98.; '

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‘ 513

vi sia meno perdita possibile all’alcool e\d’g-;

roma, ‘che-accaderebbe se il morto fossa-‘41..

libero contatto dell’aria,la quale, cedendo;él

suo «ossigeno, contribuirebbe alla di lui; acidi/iv

paziane ,« egli inoltre impedisce l’entfa_ta ._a._

- gliajà le migliaja dimoschefini-ed q’llr'i insetti che.

verrebbero .a contaminare il moslm Aldamo;Eaî

-bror;i, il. più classi-cofragli‘, Enblogi italiani,

citato anche dagli, esteri, sino-da '4o;auniîfa

aveva pure pgodamàta la fermenlazione chiusa;

ed aveva:lperànco proposto un tubo ricurvoriparo- dell’esplosione , ed ora di nuovo tratta

‘il'zmerlesìmo- soggetto con dottrina. e! sodi

ragionamenti“ Ei dice (1)‘, Che. al vizio- del

riscaldamento della vinac'cia èi‘rip.ara tenendo

chiusm il tino; loda poscia i Persiani, iquali,

nel 1fiire=ilucelèbre loro Sciras:,: ripongonp il

morto in. oasi di terra ;. in -..-es»sj ripartiscono

la-‘ùinaccia, e non solo coprono il vaso, ma

chiudono quanto più passano la stanza, onde

impedire il rinov€llamento'e l’azione dell’aria; e

a »pagi65zfnon vedo nell’a'ria agente essem

Ziale‘ alla fermentazione Qgiacchè allarmi an;,

(I) Dell'Arte di fare il vino iper"la Lombardia e To

scan__a. Milano, 1819', pag. 55....Di seguito all’Arte di far;

il vino premiata,11785,_dei4Georgolìli di Firenze.

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ch'io firmentdzio'ne nel _vuoto ), ma anzi un

principio insinuahte di distruzione e guasto nel

liquore vinosò, e consiglia la fermentazione

chiusa; quindi pag."’67z Il vino chiuso e si

gillato ‘quasi perfettamente nel suo tino;

Circondato da questa stessa aria fissa che si

produsse nella sua fermentazione . . . non

verrà a perdere il suo flogisto, nè le; Sue" parti

più tenuie spiritose '. . . e sarà/sicuramente

più generoso, più scintillante, e più durevole

Le cose medesime sono state ripetute anche

dai ‘moderni e recenti autori , in_culcandotutti

la" fermentazione a vasi Chiusi. come oggetto

di» massima e «l’interessante importanzm .y

‘ f-'Br-. Gliyantid1i Greci e B0mani- -=ndn-solo

al vasi chiusi formavano la fermentazione; ma

di\ più ancora questi vasi di»terra=:èràno

spalmati di pece , che i Rustici. chiamano

pece, greca} forse la nostra colofonim ‘».Così

pure in Italia} in lspagna, ‘-in Franciay.in

'Geimania‘, a‘ vasi chiusi si fermentano i- vini

da bottiglia; cosi 'il Tokai nell’ Ungheria ,

e»coaì i vini sfi2rzati nell’Istria. Ma gli autori

suaccennati_gon solo intendono di parlare di

questa pratica.pep,,i _yinida bottiglia, che in

piccoli recipienti si=-fanno fermentare, la qual

cosa facilita e re'nde‘sidura l’operazione; ma

\

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(i;

estendono la pratica" per la generalità. d6’;Vlf_tì

comuni», ai qualiîappunto sonolclirette-ale

presenti osservazioni. -Asfronte. però di tutto

1’ interesse vivissimo' da questi Enologi.preso

ed inculcato , la" fermentazione chiusa, non

haperancopreso piede , nè. si estese come

si.rzeredeva, limitandosi appena ‘a qualche

esperimento invece di una pratica generale,

Egli:.è incoritrastabile che l" operazione è

della.Più alta importanza , e della massima

utilità. Quali dunque Saranno, stati i motivi

che ne hanno ritardata , anzi dirò meglio,

impedita la Pratica? Se io non onda in er

róre‘, 'mi sembra di seorgerli.evidentemente.

Due' cose _si esigono; in:questà operazione:

ermeticità e sicurezza“al pericolo dell’esplo

sione.lde’ vasi ‘.fernientanti. Al.{primo tutti

hanno indicato un tiin ricoperto con unfondo,

e cementata :. al secondo vari mezzi furono

proposti; i'qualijtutti prenderemo in esame.

l,.Îia..,.Ll: tino con coperchio lutato«a gesso

o colla ,di;farina; od altrq,presenta di;px:into

slancio Îa tuttalevidenza «degli ostacoli;consi+

derahili- ;:E‘aso» esige ‘gffiYlfifiiléllî0gfdlfipelldààcdl.

doppio vasellameîsesvale- adire 2421 lin0t- per

lafffsrlmentazione» e Idelle. botti“ per fripotxs.

it;riao,f unitamentea .l duplice-_tlecale‘s quindi

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la Spe'sa‘del coperchio c‘onÎ quella? della-“ce-

ifientaz-ione ‘,“tanto perla mano .d’:opera

qiiaùtò per la'limaìeria; e‘finalmente‘dx’hite‘

‘ressante difli'coltàdi apPlicarè il latte in modo

che qùesto coperchio chiuda il tino'm-nieli

'camen‘te. Per un’ tino soltanto, e \ per‘un :qemi

'plióefesperimento', póstavi Però dellaÎ.gmnde

a'ftenzio'î1e,‘ la 'cosar'» non sarebbe di "grande

iiniarco: -matlattainlosi di un’operazione; in

grande , ove convengono dieci, 'ven’big, «em:

l}tffllìlîa tini, ciasohedun vede' chev le-diffi-a

coltà,“ gl’incoin’odi eîle spese sono molti»

p'lîcatè ', oltre cllefnoîiî vi ha piena>sidiireqzai

Pèr' i luoglii poi ove noti sifa uso; di -tinì“j

‘ma delle botiî’; “tanto per-là fermentaziorié

qùa-nt'o per '1‘itei‘iere il“vli)òî"'0titfl€ "si ' coètuma

fielt’ Istria ;‘ . la -ipra-ticai ‘èI-assoluitamenitze inati-*

tè'ndil)ile. Io" giudicó-‘-sul-'fmib »'ca'3ii 1,-'mènltrl

‘qne'sta medesimia» ‘dlificoltàî fu dessà che mi

tmtt’ehne appunto di far oso della fermentaè

azione Chiusa? coniè io desiderava dà più-anni;

ed‘è quéstadiflicoltà ètessa, idì'og'lidcrédere,‘

clic-haÌ-posto/ obide alla-'gme'r‘àl’é 'inîlîi‘odu‘

zione,; della medesima ;’ la '2quale’lfdilliociltll’ ‘h‘b

ib‘tentatb’di Ù‘siipe’rare- fcolla' îbiitte ’a"Portie

Cell'a‘îed a ùafid;-fcoùilcili ’fxerven_tii felicemente

al‘mib intenti» miantie ‘c‘ol mezzo di essa 'nóì

» -<\.v’ -..q,w w,‘ Wy-f”'N __V/..-_Wz-___

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363

rabbia-dio: con“tutta facilità ed economia ;uuh

piena éì‘inétîtiità. ‘-Nell”articolò precedente.

ho" fiarlat‘o a’suflicienza' di=quasta botte':for'

«mi di'-u'n'nasb: ora ,1 Per" intender '-meglio

questa îÉ:rm’eticità , si "consideri che questo

nasdî'll‘a «In cocclliume :di:7' once di diamo,

tra, ' =pei» «mi s‘ introduce '>comodamente la 2Yl

naécîay‘la‘qualé introdotta che sia, è chiuso

'col suo gran coccliiume.ÎA ciascuno è noto che

i fori rotondi con rotondo ;tu'rap'ciolo .son0

quelli clie chiudono -» eollzt‘ maggiore, fa'cilih‘à

ed esattezza; _ma per ottenere.in questo caso

un’erineticità’ perfetta , ecco il, modo da;me

praticato. Il«foró in cui è postotil gran-tu

racciolo, per tre linee in lunghezza e prof

for‘xdità tuttol _all’ intorno èfl'sc‘orniciat0î, in

queSta- ‘Iscornicia'tu va, ossia . ca-rialetlo,‘ 'si, versa

del {cemento} ' che 'si squaglia in un, pigmttino,

fatto metà-di ‘sego e metà dicolofpnia, ;ossig

fiegoiaSpagna (come sipuò an'clie'far 1150

di pace nera, od altro.mastice resinoso ),'.B

questo cemento unisce il gran coccliiume ;al

turacciolo rifln,_;'iun’ermeticità tutto all’interno

così ; esatta ;nda ’ ;non . ,.desideranneola migliore.

C9.sì .PM@ .è' Î?ΰÎÉÌÎÎCÎÎÈW jil,”àî,fîe”rîìîcielo .°.9°'

chiome ,( ed in, questakforma si cementa, pe

ranco il suo turacciolo, e la“bolte thai‘tut'ta

.v‘..

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daftpiù perfetta ‘e desiderabile ermeticità.., ed

in modo ch’ esSa è tarata come lo è una

bottiglia. Allo sturamento della botte, ma

stice si leva , e si riserva. all’uso medesimo.

Con questa botte 'è levato pertanto il grande

ostacolo fino' ad ora frapposto alla generale

introduzione della chiusa fermentazione per

«l’ernieticitìi ; e con questa botte si economizza

‘laîmetà della spesa in quei paesi ove; si fa

uso de’ tini, i quali divengono superflui ed

inutili, comeffall.’ incontro fino ad ora ne

Cessarj si rendono colà per riporvi l’uva in

fermento, non levandosi il fondo. alle botti:

per la qual cosa è sperabile che chiunque

ha un poco di senno saprà approfittai‘sene._

i 33. Per il riparoallo scoppio de’ vasi fer

menta'nti, e 1’ impedimento dicomunicazione

coll’aria atmosferica , da più dotti furono pro

posti vari mezzi. La fermentazione vinosa

essendo un’operazione chimica, conveniv'a. che

'la’stessàne somministrasse agl’indagatO-ri gli

opportuni istrumenti per applicarli a questo

dav0roi Il; signor Acerbi, nellaliBilalioteea Ita«

'liafla.,fl)i -1Ìe fha. data bdevolmdntè una piena

..;y--; _,Îî“:; .,“'.J'|H . -’ ’(i) Numero Lxxxrit del mese di maggio, 1825 , pag.

_noo e seg.;‘ numero îbiv,’uttolire',fpagi 795numei'o'xcivn

‘.chfimbfe” [NE-555.; ‘J . . i(.i." 1'ì t.-.ftt 1. ‘:"1'

\ . o

> A. -._.__..._ A. 77 MIA ‘M

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- 165

notizia ,' dorredandola clifî._oppolrtnnle qfig,t_llîgv

e'con» essa un amplissimog ej .gi_tidiziols,o,,criî

tico”eSame.v Colla scorta gli.\qnels_to,jiri’scogk

triàmo:rihe‘, siti dal 1600, un Il}€fl‘lanù,flL

nome: Signora} applicàiialcîtino un cappello

da w-lainhict:o , ed estras,s,e flall’iaaquavilo ;,iîe

qu‘esho -:fu un ,prìnip I-plassof che «segnò À,la (via

ad altre applicazioni ; .mqtfl;fij nel 1,7:60Q',,1n991

siewr- Goyonfidef la, Plomberie,_ per Ealloiltaipalre

1’ abetificài-ioney-ddlg viIiacce a_,v,aso aperto}

incqlcò laifqt’mîîhlà82ifinfi FÌÌNS?,;€GÌ applicò,;al

tino Chiuso ilpa‘ppello, suddetto dagarnhiqco,

facendovi rientrare ,nel ‘Ltino, ; stessa l_ìes_tr_e,xpiià

del 'Caiinellòad‘ìl.‘ medes’iilno. -.qug,1788‘,q 1_n_on;

sièun. . Carboisfi propose HM} Whmriwrvo :,,» una

delld‘;ciui;sfialfgmilà si apPlicazalî'foro del tino,

saldapdoeif€bqfilubbo; e 1’ altra festrernità Àvione

.irnm'ersa Fin-p n;n fva50'di,îachta,,î:lîe chiama.

questo tubo l‘oup’ape- 'Ìljdrayliqye>,fi_ ;cioè val»

vula idraulica : in (lucano-tubo <ric-urrofio

n’nllî;altm 'ritrovo che il' tubo.fricurvo; del

chimico apparato di Wolf. Questo stesso tubo

ricurvo ifùlP roposto intorno il; medesimo tem

po, e dal Padre dz_le. Martino (1), e dal

(i) 'Milter‘p'acher. Elementi di Agricoltura , tom. xv,

pag. 185. Nota. ' ’ " ‘

Stancovich. Del Vino 5

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66

Fabmni (i), nè Sappiamo a quale dei tre at

tribuire debbasi il merito di quest’applica

zione. Lo stesso: tubo fu pure annunziato da

m'onsieur Dupin, professore di chimicaaTo

_lòsa nel 1817,‘m0nsieur Laoocal propose

‘unî tubo"dopriiamente ricurvo, nel cui. brac

‘"ció Superiore, ‘fa’tto ad'imbuto, si versa:del.

lflequa'cli‘e’ si livella nell’altro“ braccio, ed

iiiijile'disce la comunicazione dell’aria esterna,

dando uscita all’eccesso del gas acido-barbo

nico, preserVandd il tino dall’esplosioizeÌ;.' in

questo‘tubl) io"jiuré' non jritrovo "un’inven

zio'n'e- ‘, non essendo tagli-che il-‘tùbo di sicu

'rezza di Walter dell’apParato chimico di Wolf;

né“ al sig. ’Larwcat compete altro merito: che

di averlo applicato alla vinosa fermentazione.

Nel 1819, madamigella Gervais; dietrol‘queste

Predisposiziofii',"eonhbinò il cappello refrige

rà'nte del la’nìbiéeo, rdetto Tamburlanb, unen

dovi‘il‘tubo ricurvo di Casbois ,»'e' con que

sta macchinetta Madamigella formò in Fca'ricia

un entusiasmoed una fortuna." Di q11estaflmac

chinèttu suo ‘=*fratsllo‘ Antonio pubtìlicò« un

f=îv 1- .’.Î ‘; ’. » :.;.

\

(i) Dell’At'te‘di fare il“vino.‘ ‘ I

« (a) Giornale di Agricoltura , Arti e Commercio,tom. _flh

pag. 25. Milano, 1822. . V ’ _.“-..

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60

dotto ed interessanteîopuscolotf( r )," l'll quale?

difl'ondcndosif per; tutti i lqnesi "viniferi ,. vi:

produsse - :1a ’ stesso ‘ entusiasmo 3 francese ,,. ' in

guisa che i- Governi ‘stessi-ne 'preserolunfiuz

teresse , _-rendendolo a- contano-intelligenzey ‘ led

inculca1iolone la praticarlo), A questa. novità

norv istettero gl’I-taliàui’îafbalzsrd: in arri'nga.

Nel “rSan,-ilsig. Grisetli a'Salò, e contempo;

raneàmehté , D»l0PSG prima, il; sig. Bur?ll in

Piemonte ,fted il -sig.î FEIZI‘ÌHÌ.’3 Brescia, vi si

applicarODo‘;f ma sia':dngjtto .-con “loro. pater,

nessuno di essi ci diede icosa-«clre moritaseé;

le Î nostre considerazioni ' per - 'averea idd; il mar

rattere di economia, od;ill merito :di‘ novità;

La: macchina Gii'setti=:èu totalmente .='simiieîfu

quella -’di 'Gewaisè "quelle di BurelveìlalioFer-t

rir'zi , basta oSServarlc,,_iper-chèî levirio >ldf;bena

chè-ininii'naWoglià 'di Èservinsene lin‘Îp'refiafi'

renza'Αdel s’emplicissimwtubò 'di; Casbois.,edi.

cui non sono che lievi«:complicate modifica-i

zioniu-ll sig. Burel ,®collîacqua acidulatia che

si attiene nel-suo metodo,potevli «uri. poco;

lusingare,Ìma Su questoimappm'toîdisSe quanto

convenue: il,-.sig. -Acanbri ,iied.‘ io “stesso odori

. J CfLw’ "r: i.-kfil un î‘î'îî’ì'ì «a, vi'n:'t

(I) Opuscolo ‘3111'1à ‘vrlattazi‘óìi’eî‘lrrièsiè‘, ’ a si’l3° ""

(avvia; a.°\giael pre'mtéfl }-' h "-'="‘-’ -‘i

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esPerimenti Conohbi+ essere. la _cosa'da non

farne un utile copto'. Diremo adunque che le

cliimicheap‘plicazio‘ni d’ istrumenti 'meccanici,

saprai qualifissariposisiam0 le nostre con

iiderazioni , sono le tre valvule idrauliche.

proposte per impedire-"lo scoppio ‘de.’Vasi,.

el‘l"iptroduzi‘oné-ndell’îaria atmosferica .,E cioè

quelle di Casboii,di Lav‘oCat, e della Gervais.

Hî34'.- Tutte tre queste macchinette tendono

al inedesimo'f scopo,» .'e‘ felicemente. tutte tre

VB'îl'0f adenipiono. chiale pertanto di qu‘egte

dovrà resserei‘cla‘. noi fpre'scelta'? Il senso..coe

munél e‘ l’interesse«particolare ci additano che

preferire si debba la più economica, ed in pari

tempo più: comoda: e) semplice. Sotto questo

pufltoî‘diwista',‘ séerg‘ési Achiarame'nto' Cll'e-fla

coniplibazione' elàons;gurànte- dispendio‘ della

macchina Gerwais "ci Lòbbliga'di-dimetterne

Pusp,‘e che) per la l‘oro semplicità. quelle. di

Casboise Lavocatr.souo preferibili. Ora rc;«‘

stéràd‘a'scélta .frao..q'ùesti due; rima =Per- un

pocoî diuriilesSioperéhe si ponga; -essaei. pre

da'sè; medesima;Al tubo di Casbois,

fatto .di latta i, e' «di. uha - tenue" spesa , . neces

sario si reng__ggVga‘so,‘recipienìe_per l’acqua

ad ogpi] tinomro .‘bottegmnelà quale (va immerso

il braccio di esso mho,..lngquellvogegualtnplite

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6

fatto di latta con tenue fspesa -di'Lavoaatî

ossia di ‘Walter, noi-mori abbiamo d’uopo di

Vasi per l’acqua , "mentre la «stessa è nelle

braccia-del tubo, ìquindi 'meno dispendio e

minore disturbo. Da tutto ciò apparisce al

l’ultima» evidenza che il tubo di Lavocat ,

ossia ' il chimico tubo "di sicurezza di 'Walter,‘

èil tubo che si deve prescègliere; Nessù‘nb

fece caso di questo tubo, ed il Î'sig. Acerbi'(r)

e=tutti gli altri che trattarorio questo-J argo;

fnéntó fiià-o“ad ora,‘_liannoidata la'p‘referenaa

alf‘tubo Ciièbois: lad’io,l lguidato dalla rifles

sione’e’ dalla pratica; ìlìn‘fpreferito quèll‘odi.

Lavtîcat.; Esso 'però: :nom E devo essere costruito

a braccia disPoste <ig:lihea getta, ’ma c'omefè _

disegnatol in; M .0 P, ’figlfiîwfflll,fmeutre

lnon controbbilà'ncerebbe nella gravità, perciò

fideveu‘ave're-wleî braccia.. ordinate atrian-golo

-l:ólnefin rBf,-peréhè iin questa‘maniera,esso

più rég'olarpxente .2 gravit_a "sopra? il' principale

enti: piede Giulisso nel foro ‘della‘îbotteifiîl’alb

mio 110 :l'eei; leostruìreyaed uso-qe >fe_ciîi ‘>':î::-=i:r

f:ÌI'B5.’1A;ltri.pin,-r mezzi sono»? stati Lingeritati:,

come, nel_rvfiiwéì_in_èlilano , u_n__certo Ferri

ideò un cono rovesciato di metallo, e_ fatto al

_c,;‘ il . ,i .. ' l'9‘?l(lll‘il.l. t_î|

:‘__3._\‘.4L i;

(1) Biblioteca Italiana , VN:° 891 p; 0_487N-_0H9\6Î, “(‘513

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o

lite, che: si aegra fortemente .nell’ apertura

del cocchiume, e che viene spinto in su dalla

fòrza del gas acido-carbonica, il quale sbufià

fuori :,' e ritorna il c‘0no al suo po'sto;.Ainvecr»

zione che ottenne il premio dall’I. B,- Istituto

di Brera (x):«cosl il sig. Giuseppe Leonardi

vi 'àppliGò la val-vula della pentola paPiuiaua,

debta poscia dei Frapces-i marmitte autocla“ve ,

a cuì‘si apPlicaùo d‘ìmrsi pesi relativ,i»alla

-V&I'i€làwdell€ circostanze .div maggiòrefo+ynb

note Voluta‘ pn'e5sione (-2').»Nel 1825, ilwd9%

tare Agostino = Bingi ,f-Idil-Lodi (3.) , pr'opose

ùn-tnhq, posto-yertu'balmehtz sdpta -il vaso

ffénna'entanlze , delffliaxnetm'y" di sali punti del

-bmccio milanese, z‘flr'ingò etre: hnàccià, ladcui

estremità eta‘ìch‘iu'sa d"a ‘ùn ‘.Luraóciolo.dì su

éhem; coperta da un pezzo di"v*esmica;-bovina

t»éugvlsi aderenteu al 41th medesimo «ah «un» filo

di<refe in giro, per cdi ’eg‘ii T“VOIB’VQ 'Ol‘l8‘flîal“

siwqondensassefipev hunpexùtù’ra {dif

fefè'ntehiell’dtùosfeoa j=-e ricadesse ‘nelilino,

mentre ili gas -per«ecdess9u5ì aprivà .=là strada

piani: pari ìdel; tuuacciolo,e Ìw pàrdià esterna

fi""" V"J““’Î’ Î""' f.;'-H‘V‘À:.W ‘;È .:::'»1 ha -;nfl m

.;v 12‘; ‘;_, , . w _ “ “ UUÙÙ un \'(i) B|bhoteca Ilahana , N_o 89’ P. 2m.

(2) Idem, me‘fiZ:’ -« i. -. _ ' I

.:(5)1 Idem’i’N‘o' 941 pag. 84.._ :H.'màl;tf .:‘,;;ejw"ì ’ ‘

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7x

del tubo, e.l’interna della membrana ani'-_I

male.,'Becentemeute lopstes.,so.sostenne la su_-

perflu-ità di ogni valvola, od altro istrumento,

di precauzione , chiudendo col suo turacciolo.

direttamente il tino , dicendo che l’eccesso ,

del gas si apre la via alla uscita per i pori

del legno stesso della botte , com’ egli_ebbe

da riscontrare coll’espericnza. _ _ ‘

36. Da tutti gli esperimenti fatti con qua

lunque di questi mezzi di precauzione all’esplo

sione dé’ vasi , e d’impedirhcnto all’ introdu

zione dell’aria esterna, risulta dal generale

consenso che il vino aumenta in quantità e

migliora in bontà, avendo più l'0rza,spirito,

aroma ,’ e riesce più abboccato;,ma sopraìun,

punto però viè qualche discrepanza, V‘p

gliono alcuni che il vino, acquistiìpiù colp

rilo nella chiusa fermentazione ,paltri’ nqn_.yi,

trovano difl'erenza alcuna , come osserva il

sig. Bassi (I) , ed altri in ,fine: vogliono èche _

riesca più languido di-colqre (e). .-.-_ Nella

scorsa vendemmia io feci‘gualcbe esperimento..f

In una botte.chiusa., idellgbcgpgeitz‘g'di. Otto

barile venete ,. epriJv.a;.dj {%nifl,valvula 0613

I.|

un 1‘ ,|,

(iîlBibliióiecà IiÀtiauf,îN_fl 96-,*Pas_ 555?

M ““"‘= mere-jw .‘1.î.îîV,.l

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altro mezzo di precauzione, vi posi a fermen

tare dell’uva scelta, nè mi succedette al

cun inconveniente, e mi sorti il vino di

ottima e delibata qualità. In altre'due botti

di 25 barile l’una ,costruite nella forma suin

dicata a naso, ho applicato a ciascheduna il

tubo doppiamente ri'cnrvo di Lawcat,fìg. VII,

dopo avervi riposta l’uva in egual quantità,

mista però di buona ed intima qualità, cioè

parte di narae partt3sbiadata. In una botte,

la"riposi pigiata al Solito e mista coi raspi;

nell'altra senza raspi, e col fioccine ossia

buccia triturata coi zoccoli, 1g.“ III, ed a

ciascheduno lasciando internamente un vacuo

dl“un sesto dellaloro capacità. La fermen

ta'zione‘durò per venti giorni, e spillato il

vino, quello colle buccia tritate fu di un co

lorito carico, di una delicatezza distinta, e

papi al vino c‘avato dalle migliori delle mie

u‘ve; quando l’altro era ' sbiadato' di colore,

e di"i1n’aspitezlza'ri‘marcabilei 'Da‘ questa espe«

rienza si ;scorge7 l’importanza di già »indi

c'aià" delld"’tiitiii’azldflè del"'fipcine 's'l‘ per

l’aroma, ’eemef‘p-el dolore ;;e'd in questa pra

tica si trovapure la ragione. di. .quell’oste ,

indicato dal sig»Acerbi' (I), il, quale, ,dopo

(1) Biblioteca Italiana , N-° xévi, pag. 356.

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il ses’tO "g'iól‘no dalla fermentazione, levò le

vinaccc, l’é.‘ fece ripigiar'e ben 'bene a segno

ch‘e‘Pàre’sseîu una pòltiglia;poi:le riposa net,

tino, iii"p'rima rimestdndole quanto‘ più seppe

é‘fi3tè”c‘d mosto , e" poi richiadendo il tino

il"laàdiò fermentare a suo ‘agio , ed’:egli in

‘ tàl guisa, con uve tr'isti e'dè mediocre cólore,n’ebbè mi bvin0 assai l»più\colorito di qùelli

fatti da 'altri con uve scelte-7a nefissime.

AVevi insinuato Da0arzzati, che per ottenere

il colorito ,‘ ed impedìre;alle vinacce l’ aceti-.

ficazione nella fermentazione a vaso aperto,

Conveniva' tuffarle piùvolte nel ‘mosto stesso,

opinione (a mio parere) pericolosissima per,

l"isîtes’sb pericolo appunto: da cui si ‘crede

d‘i‘preservare il vino , ed inoltre operazione

dànno'si'ssi'ma ' per la ‘maggiore promossa eva

porazione del medesimo; ai quali pericoli e

dis'ci'Pàti si fa 'ft“onfle col metodo da me usato,

ottonen‘dosìî fin vino“’il,.,quîailex ha tutte le pusa

s'il'oili‘bflimé rióhies’fie‘lpàlùà dirette alla" mi

Èlìòi‘e ‘é' Ì ’più bei: -=intesai vinificazione, otteriw;

86silîsifiit‘îtoî , " aroma“*e ’éoldne"borxìgnntùn--faf

cilità e somma economìaî’4’“ - '

375 La mia' b‘ótie‘j» ‘c6mîéiî8htle“’sncoràîfad'

“km °gse-Lto [email protected]ò"’ per. i » . . 2L 1i.‘:|e.flu\lìi- i j; _h.:_î_h.h i;

e! - ‘I'.IV./L

(vi

e_rle

w: e,

.o';_: .fl 1, 1

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zione del vino" Ferini (i) propose per il

suo tino una gràticcia_ interna per ritenere

abbassate ed immerse nel mosto le vinacce,y

onde meglio comuniohino le lorodi colore‘ cdl-atoma al _vino , ‘riflessioneltlgipf

stissima‘ in quanto alla massima, -quantun’

que impropriamente. contraddetta. da Baiopip

da Brescia ,'»'e da1\Bassi da Lodi Questa

graticcia fu pure proposta dal ‘ Pl9m,bgri, e

questa stessa graticcia, ossia un ,;fondo,.in-;

terno pertugiato,‘si pratica pure nella Sciam

pagna peri vini rossi, come abbiamo da

Sonini (3). Egli è incontrastabile, che quanto

più sono immerseple buccie nel mosto, tanto

più comunicano le loro pr0prietà di pro

iumo.e colore al vino, quantunque nel vaso

chiuso siano esse ‘umettate dal vapore, ma

altrettanto è però vero che questo metodo,

a vaso aperto ,’ sarebbe pernicipso, come a

vaso chiuso questa" graticcia \è ineomdda.e

dispendiose. La mia-ibotte, j-_da , s_è,,»medcsjma

perfettamente. levaitgl-’ incomodi ,' nd'pfi're,tutti

iWant‘aggi; ”Postaala Iviuaccjaf, col.;mfistq,in

' ..,Î-h I. :vw< "J .":J. ;.

l"_f=('r‘Biblioecsfîlalieeè‘hN-f’ una» ma» 2?.°« 2.4?

ad,N.°x_i.8.‘ _ ‘.I Î3Î’iifîi'oteaîc‘ii;àîi:rissrpa"’ner se:

N.” 1x, 1 settembre, pag. 17o. ‘

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fermento a cinque parti della sua capacità ,

risulta‘che il sesto della stessa Testa vacuo,

il quale, essendo la parte più ristretta della

botte ,. Presenterin all’ innalzamento sdell'e vis

nacce una superficie elilt'ica progressivamente

sempre più minore, e che si riduce in fine

ad un’area. piccolissima , quindi nella fermen

tazione spingendo il mosto la vinaccia in

alto,‘ e ritrovando questamel suo cammino un

vacuo sempre maggiormente.» minore e l'i#

stretto,‘ necessariamente "questaf vinaccia re

sterà piùimmersa nel mosto, e con ciò 60m

1ribuìrà vie meglio ad assimilare con esso tutte

le sue particelle balsamiche e colorànti, md;

riuscirà il vino più nero e più-'profumabo,‘

384 Cliiuderò questo articolo coll’avvertire

chi leggesse il mio scritto, che far agire la

fermentazione» vinosa in uua botte di grande

tenuta, senza qualche mezzo "di precauzione

all’ esplosione ’della' stessi, sarebbe UX}-‘flk

zardo%roypo spiptol Io non -eònsiglio qii:indi

’àlcunli‘ ‘& ’eihlenliarsi‘.g‘f ‘men‘tre‘f’potrebbe «visetm

'tirne i" funesti Dîefl'etliflîìlelilal;aprcÎpr‘ifi ‘ impru

den‘za’,î‘è“ilioito"più s’è Iel'so'tti fossero," come

le mîé ;« Îspailn‘a’te' tutte. di: \resinoso’ . cemento,

colle ,quali..si_oitieneluii1m.quasiperfetta er

.lmetiei_tàz ,-.; a fronte _ché p1Lrjn; spsLepga',‘ e che

»-1\."lz' .'î_‘_ _..-s_:i.oz

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‘ 6

i70 stesso aperimentail, con una botte però

di minore tenuta , come già dissi; riuScire

senza pericolo la ferinentazionèiu vasi chiusi

bencliè non premuniti di valvula idraulica,

od altro apposito istrumento di sicurezza.

Il miglior‘tnbo' idraulico pertanto',‘ che io

consiglio come 'piùicornodo edl economico,

è il tubo doppiamente ricu'rwo di Lavocat,

fig.“ VII , e dopo di questo potrebbesi far

uso o del-cono d-nvers‘o del Ferri, 0 della

valvula delLeomzrdi; oppure, per terminarla

ooll’oggetto dell’economia la più 'ri'stretta e

della massima semplicità, e come cosa a

portata di tinti , sarà sufficiente una tavo

letta alla quale sia sottoposto un pez'zo di

pelle , col quale si copre il foro della. botte

o del tino, ponendovi sulla stessa un pezzo

di pietra più o meno pesante ,‘ ma, relativo

alla richiesta' compressione; _ e con , questo

semplice lmezzo si«am'à una-;;valvula simile a

iè]uèllia delflLeonlarrdi‘,‘ lauquale. "produrrà. lo

Messo effetto wisenzaf.- produrre» i dispendio al;

cono. -. Aggiupgedò finalmente bnîinfifirbssanìb

notizia tratta ;.dallaif GdZW:; ;toscaea,fei-_fi

pnrtata dal Fofiro‘fli (13), 'Dicîegli,_,.clie l’agente

(I) Dell'Afle di4faà‘E’fl Nino per-‘là Lo;hlzlìikkliu e‘la

Toscana. Milano, 1819, pag. 62.. ‘

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77

del cavaliere Brunaccini avendo anche prese

delle zivei‘infei'iori di ‘qualurirjrie Îviziato, bene

asciutte e spicciolate, si sono poi gettate in.

un tino di qualunque «tenuta }wquando il me

desimo è stato pieno, si è chiuso con un co

perchio‘di ilegno inbastmtó nell’ interim della

sua 'circofifte’reóza,‘ di »poi si è impedita ogni

comunimziiofiwdell’arid e.‘rterna alle uve rac

chiuse , «coiné- si costùmd nelle bottiglie ;'e

lasciatelo-stare in questa forma nel tino. pel

Mq’di univ ar,zno circa, abbiamo separata

di painl’izimidlo. delle vinagqid,;- e ‘trapassato

in altri picm'oli vasi, come di carattelli,battj

ekimili , si sonolotten’utà vini squisiti ,>.82 agì

paciidilbastare per. più anni.‘,:Questoqàgil

»1hetodoidi-oùi ci siamo- sérrviti.,f pe,.,ahe.ha

sempre corrisposto alle n‘nstre ni!itenjzioni

n0n‘h0 su di ciò cosa da.di,re di affermativo

o tnegativo.;‘ ‘ ma riflettendo “che non . :si dà

acidità Senza il concorsoo‘dell" ossigeno ,,;'?_il

quale. si! comunica" pel bontatto idell’ elmo?

sfera, ' ‘edîies'sendo il ’mòsto. fermamente-“2'

riparo dalla ’stessa ,.è -ragionevolie»il credere

ché-questa lunga fermentazione colle burgcie

huocer‘ non possa al vino)>e forîse possenti

lizzarln. Merita -l' argomento obese ne faccia

qualche -esperienza':,«ialla quale; mi riservi)

nella prossima vendemmia.

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78

‘ -' - ' .': ‘Î..':z.‘: Î

__ \ARTIGOLO QUART«Ou_," .r _ ' . i.\.

' \ ‘-\ .Del travaso de’ vini I:

. ‘-f"'\.'.“ . . i" ' "» «211'.

'39. [joggetto- di questo articoloflno‘n'è’di

trattare del momento della spilla“qu del,vin0,

compita la fermentazione. Di-;ciò.Si-.sono_oof

cupati altri dotti Enologi, e,'. diciamlq franca-v

-‘rnenle, con troppo inutile sottigliezza,:ide'ando

per-aneo qual‘clx‘e apparato apposito etquesto

fine; in: i quali; Fabmni ( pag.-:GGQ xn'mpro:I-pose ‘uno "così ‘Cofnplicato, chebaslq leggerne

la descrizione per escluderlog«e semb'ra'dif

‘ficile‘il‘credere che un _dottg suo;pairilîl’abbig

proposto, potendo esso convenire adim si.

‘s’teiha di mio studioso al tavolino, non già

adΑuna Pratica generale , per la sua compli

el1zi0ne-‘edispendio.;Abbiàsi sempre in mente,

lilla qualimqriérluom introduzione deve avere

‘lh"firasslma semPlicità‘ collegàta colla massima

economiaffl-Vil‘sono degl’ ingeg‘nosi ritrovamenti,

i"q'ua:li prodixomo‘l’efl‘etto (contemplato, ma

che “ridueendolfi. 'a’ pratica, superando lessi- le

viste‘economiche, restano ammirati, ed impari

tempo dimenticati. -‘«- Se necessario si’1‘ren

desse il conoscere Vandameuto:dplla fehùem

f"-ih" .‘ 'r _: "24"C'51' Li“ '

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‘79

tazîon‘è’ del vino nei nasifcliiusi , indicherà

io- un istru'mento lacile'ed economico con cui

-'sì ottiene l’intento, ‘e col quale nella.lscorsa

vendemmia nell’esperiinent'o delle due beni

a “naso, indiòato all’articolo precedente,“io .ini

islòno servito. Egli è un”tubo di vetro, "lungo

un piede e mezzo G H, fig.“ VIII, del dia

metro di tre linee, il quale in G è ehidso

«ermeticamente a fuoco, oppure-a cera lancia:

in 'quésto tubo entràìlunaf.‘ B'acclxettaho verga

’I O di diainetro ‘minore,.ilafiquale' meli" infe

riore sua estremità ’ha‘Ì un pe'zzo‘diì sovero

pianofK ',1’ e nell’estremita"buperiore è attac

'cato'un filo direfe‘L con uno-de’ suoi estremi,

îa'ttaeCand0si l’altro all’ interna I estrenhit‘m del

tuh‘o=’in-Gs Questo tubo-esternamente èîègra

duatoa- pollici. Al cbcdhiu1he‘della bottecdn

mastice ’siladatta il turacciolodi latta

‘chie “quifsi.dà nella giusta sua grandezza,#su_l

cuifpiand‘euperioi‘ezE‘ vi- sono i‘ due fori F D,

infimo de'hl1u'a‘liD'è saldatox a"stagno il tubo

eìo’urezzà d0ppiarivénte ricurvo di Lavocaì,

‘gl‘C,’-‘COI mio piedi? 6"; il“ qual -tubo è qui

disegnato “minore metà “della sua grafi

‘dez‘z'a‘ naturale ,"'ed il-cui giusto diametro è

segnato in D; così in F si-salda a cemento

‘il tubo 'di vetro G H coll‘e‘s‘tremità v=H:-=ll

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.80

pezzo"di sovero Kicala già neììa botte, e si

ferma sulla supcnfit;îe della. vinagxpìa1 assicu

rato dal' refe,‘ o:_1dè la -,v_erga non U.e,sca«dd_al

‘tubo nefl’applicar10-3fla- botte. Elevan_dqsi_ la

Ìvinabciaudurante la. fermentazione ,1 si alzerà

4il 'SOVEI‘O K, 'évc’on- -esso la bacqhgtta ossia

indic'è I O, e 'le]fl_"5flà estremità vI iin_di

«cher’à 1’- elevazione Ìnlerha dell’a' vìnaccia,ue si

îrìscohtfreranno nella scala di gradazione ad; ogni

'momentoI-i gradiî o.-polLìci dellà amedesìma ,

e con ciò tutto;l’andamîento della" fer'meutq

viene la quale-f, arrivata al massimo di sua

elevate'zza, si; qudràfquesto indice staziqqarîq,

,e quindi. cess‘ato»il fermento, il principiq del

isllO mbhassamento.: ‘ Il tuba-di Lajvabqt,iq, 1:31

modó è stato da: me-posto in‘prafica, fogflitp

;di questb galleggiante, .Indicat0r€,»fl°llufilhtfe

.Iîr'bd.ifipàzioni ancora ychîè superflub digfimac

;parola, come; di una lap_in;;r all’angolq‘Nesame dell’acqua, p .di ;ufi _gallfiggiygteunqìl ,bqac

\cîo v ad imbuto: S: ìPBÌ'.;OS’BGTV&TB. ;1’ andamènto,

(la- forza'e la ustita.x:del-gas a'cido-.capbonìpo

ippr-Îeccesso.- Tutto ciò sta bene_pex‘ uno stu

dioso indagato'fe, ma tutto.ciòw nulla serve

-’per la pratica comune. -- Il Wof;,punto.fdî

spillare il vino aarà' quando cessata la 5erncgem

tazì0_ne tumultuósa , che anche àfl’ udite) si

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81

sente ',5 e '.spillalioz;uuvpdoo idi: ivino:dalla pio-f ‘

cdla "spina m;.fig.fiî VI,-;VIII (da me.pm

stafespressamepte.f nel 'centro, 7del: ifondo.adellé

botte j<fe‘ che 1 io ohiamo‘ «spina1dijvassagiulg

lai-quale: serheîìpe'u'lzcombdso, si inequestq cùo;

udine nella:;ciroostanzaîclel;la vendita: del ;viho

da ‘1darsi a (gustare all’acquirentei) , si»-tto«i

ver‘a= il ivino trasparente 'e presenterà ' al E Pfl-I

lato sàpoi‘ee ':forza.s-;Dirò dipiù; ancora»;

che per il Vino ‘fermentato in vasi apen

ti ,sa_rà Imeglio anticipare alquanto , piot-.;

tosto',che posticipare-il travas'o , mentrefll'pori

tnebbe: appropriarsi i principi 1 s. dell’àòidanfem

mentazionîe del cappello della vinauc'ia, quando

che, anticipatala._spillatura,- compirà essoî a

perfezionarsi. colla inséi:sibile::e lentàfei‘mzenhaa

zione<ehe pe'r:più mesi‘progre'disice nella blatte": î

così} all"incontrolmi::pottà piuttosto pos‘biòiè

pareail imomeutn‘i‘clélsztràvaso fdel‘ vinoi nella;

fermentazione. ehiusa;uhon- essendovi colà peri; _

colo di acetificazione ',--essendo oil Zviho:mllà

massa i‘etmentante- libera' dall’i-m mediato ’ cgn-‘

tattoi'd’ell’ aria‘eshernaysupremo agente del4‘

l’--aoiditàn ., 1.. ».m i‘. mie: fÌ-5 l-"1f,î]"" m»

4 40.; A In: questo - articblo’: fai" parlerà del tra

vaso izdel:,.vino di già formato, e 'che“clm

‘Staneovioh. Del Vino - 'f"f’v' ?6 fI" -

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82

viene passare da una botte nell’altra. Il me

todpusato è di aprire la spina e ripeverlo

iallwlma-brenta, in Cui esso vi passa ventilato,

sbattuto, spumeggiante, scintillante; così ‘SUC?

mdw pure nel Verez’nzloi'nell’imbuto,v e.{poscia

nel-passaggio da quinto, gorgoglhndò,- nella

botte.’ In questa operazione, esso sofi‘re‘ und

ventilazione eccedente, per ,cui' scappaf.da

es:ouna porzione di" particelle volatili, ga-«

sose: ,- alcoolicheg, aromatiche , le quali van-no

a pura perdita delle sue migliori. pròprietà'.

Inutile ‘sii'rend/ezognil-e qualunque ragiona’

mehtoì di.‘persuasiva su di ciò: il-senso'coa

nhme, l’odoratò stesso lo paleSa ad ognuno;

e loconviqce quando si ritrova - «p’réSente al

momento obesi travaso il_vino in questa forma,

che è la generale in pratièn, venendo ‘ ili nostro

_ olfatto colpitoda sostaneeieodorosohbalsamieke

olàpàritosé» Cdsì, ogni qual ivolhr succedéià;- un_

tnavqso del vino,».suooederà una deleiiorazione‘

9u1 medesimo =nella‘parte più essenziale, cioè

dingas., di alcool e-di-nfiòtnfl; e eicè:ome il

vino. in feommereio; deve» necessariamente es

sere soggetto più volte a questa ventilazione,

. Coaìt 6830 (dimeeessitàrîdeVe' sempnp minor-are

îlh\b0ntà'wedi iabhoccato asino alllaxlt'ixii0 suo

destino ili consumo nella città ov’î'è‘pa58àto

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v . ‘83

alla vendita. -“ Siippiihiamb"fhiàiîi {Vendlu

il mio vind‘à'd 1in padrròhé 'di bàrca, il .qdaiq

deve tfadùrld a Trieste ad Îa'V’en'èzia "per imerl’ .

ciàx‘lo 'èolà. Dacchè’ il mio vino ffl;1|a‘ www

di 'lèi‘mèn'îò èl stiàt‘o éstratèo, 1sofi'rl’fltre'iventil

làilòhî ',; òmche io lo vendo neflsófi'm ultrà

sei’alla stessa mia abitaiionèw Î ""I‘7- 'f!

’ x. Trava'so Balla bo@iie"fiellà brenta:

2. Ùalla“bi‘enta nel bai‘ile' di misurà. ‘ 1’.3. Dal Barile nella v‘se’cchîzt che lo estrae‘. 1 _

4.”Dàllapeèehia néllà'brenta. .‘

' 52j Dàl.la bienta nèll’ îinbutd sopra il carro._

6. mar imbuto nella. bbtticelh‘ ciel 'Carrol -+

Arrivatò il: éarro "dricó‘dii questb’fiînbiall'

‘mare' presso la barca ,' éòlà vil‘succ‘edoh'ó ‘a'lîf

tre‘tre ventilazioni, 'cióè dalla”boùlicelléflèlhll

brenta , da questa néll'imb'utò_, è dall‘iinàfl

b‘ut'd nella' botte cli'è si" trova ‘àhella‘bm‘ca'g;

e sino a qui il ‘nf'xió‘ Vind'solfrì 12' ventlilàéi

zìohi e’ sbafilimenti. Arriva-lai barca‘ a _Trlèste'

od a Venezià, ed il viriò si ‘coflti‘atta coll’òs‘lze;il quàle viene a prenderlov e? misurarlo; c’dlàg

n’roammte' si" fanno altre’ sei ‘evapotilzibrii'f

sicché ‘ il‘ "mio. vino; dal punto del ‘compîmnro’"

della fermentaziohe“èéguita nella mià éà'titilîî}

sino al momehto che si vende dall"óste"îùi

Trieste 0 Venezia , ha sofl'erto niente ineno

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84' -alie-xS-Iventilazioui, {nelle quali chi nqn.yede

qualqîe'îquauta quantità lha dovutq.neglilperi_

dare.di -gap «idi-Spiriti), disamina 4’.,9,1.19;?090,

le:pat‘ti,i;fliù nessenziali ,j; interessanti, le pro-4

ziixsm del. medesimo? < Se io -. mi- .'p0r.to, ,a,,;l‘ijieî

ste1îod.aîuYenegiù ’ pressoî qymall’qstq,f e begqjun'

bi00hiere ’ del mio, V.ÎIIO',’ certamente ch#.;“ia '

me non, sarà.ric0nosciuto, e ,dmenterei‘ogni "

cosa nel sostenere [che quello non mio

vino‘ Questa appunto èia ragione ;cbequelle città, bevendo vini dell’Istria, ,nq‘nìsono

riconoscibili nel carattere loro primitivo; el-se

assimilati fiche. sono tali , ‘ sempre-si;accagicna

algmarinaro la falsificazione del medesimo.

Ppò_ interveniwi qualche volta la defraudazione

questa parte, ,ma quando si farà conside

razian ai tanti colpi-diaria , a tante A, eva

ppp_aziphi q.sbattimenti che dovette soffrire

qugstp.,yino,, troveremo una ragione sufficien-.

tissiqaa; per. non imputarne_‘una dolosaigope

r?!i0he_al ,medesimoa Qltrepoi alla perdita

delle,sostanze le più preziose, che ' costitui

ssmm.l’ottimo :«vin°,:î con tante: Y-entilazi01fi

essg|,fiifievflî.all€0ra dallfapiei- altrettanti perni

°ìasìamrincìpi; .szha al.<.>f1>redîsp°nsofle al suo

daresiesenfiq,iflsacidîtà 0 putrefazione H

fili'jlii î'Î-Mi'tt ."%‘ii:'_‘ i -' _‘ I. 1" i

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‘ î'2fif.“frmu gu- Enòlogii hanno Ein‘eùlcatoî‘eflì

pl‘à’ qliesto"pnnfio dl 'eonseriìazinne delf'v'ino,

lia’céìldbtìt: ‘osservalréî evidenit6rùentè - le’ dannose

;censegnenze\dellof “sbattimentofdel medesimo:

nel 'ti‘a-Vaso‘ hómuno",î ed" alliue' se ne riuja ilga

più convinti ,’ coll’antoritàt-di‘fquestif celebri e

dotti personaggi ‘ porterò"le 10r6 stesse espres

sioni. =Ràià{r)ivfondàtò sugli esperimenti‘1di

Mdob‘ridè Îeldiflpringle; dico"? «(La perdi;ta

« dell’flià lisàh genere la putrefazione-re l’asi

« ‘sorbil'inento-‘dell'aria' atmosferica è lalcuusa

n" della Conversione ih'àièel.ol‘ L’À’tia'îfissai gas'

« ‘acido-Cal‘borfi’ico) "è il" légaine LIl'fl‘loetn;alto

(i che unisce le '-partifcoetliuehti‘Î-l* uneîqolle

« altre, le-a'rpalgama ," dà loro‘î‘eons’is'teiiza ,’

'u 'e le conserve;- » leonsigliaj‘aîi‘lpli‘rbîdiiquel

sta perdita; travasare il"iin‘o‘coii un budello

di cuoio, o coi soflietti. ‘-‘-- Il Padre dav San

Martino -( pag. 89) vuole che si servir di

un sifone; ossia tubo ricurvo, giagchè,‘dic’6gli,

col farlo passare per «Diodi un getto gagi_iar

do, e' poi con secchj e con ‘maàte’lli infon

darlo nelle botti“,î’eiiviene a perdere il ‘o4-s‘;

quel principio corroborante che Con tanta.

diligenza si è pervenuti [ad introdurvi. --1 Qgsì

......... 1,

(1) Tom. xv, pag.‘ 162.

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86

MMWher-(Q: « Quando vogliamo imbot

.,gi«llre‘ il vino;;;fmaiam°lo passare dal..ti,no

e nellaLhòtte , .ae è possibile , per mezzo. di

i: ;un sifone, detto volgarmente tromba, .col

r-lîajuto di tubi di cuoio, anziché vuotarlo

a con tazze-o mastelli, poiché quanto più

a ni;c@mzmall'aria,‘ tanto più‘perde della sua

di îfòmam mGliignnotatori del ‘nmdesimo Qpag.

|7à.,fnota), dietro gli Iscritti, del Padre da

S‘iMar'ti‘no, del. padre7Laudi, e del Fabmni,

inninuano:mi che se;:per avventura la botte

«fosse più alla del tino, quando questo’ sia

«l'han: chiuso; il ;._vifim6 si adopra egualmente,

u? laiaplimndof‘fil fino. un fòfle»manticc , onde

e ,Qvi;.s' introduce ‘ tal, quap,tiEà . d’ aria che ne

«_,espella il vino, facendol salire p;al.sifòne. »

vilî'i_lippo B6 ».soggiuuge (a): « Imperfettis

a.=simo è. il modo di cavar il .vipo. _Alla_ma

«y-niera ordinaria esce dalla tina cop assai di

trì;yîiolegza,,fispumaute \e bollente,{.oode } dis

« =sipasi il slam gas; lo che nuoce alla sua.

«..qu_alità e durata :. >3 poscia. consiglia un tubo

che. dimttam‘ente conduce; il vinoln;ella botte. -,-.

'“ “ .1 .. - “i ‘ \.

Elementi di Agricoltura. Venezia , i794, tom. IV,

pag. 159 e 140. _

(2) Elementi di Agricoltura , tom. 1:! , P‘*S- 74‘

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I ;

327

Di egual sentimento-è Adamo Fabmni ,,dicen«

u. _.do (I): Essere al’viflflnîlfllmfldi) lo»:sciagwta-;

« mento che nella svinatura ,e irxtbettathraiegli

« soffre . . .;f si» Su, che se-si'i‘las'eia- unìfiascof

« o bottiglia-stomia, o QÎISIÎÉ‘).SQÎÎIPMQÉÌIIQIÌÈG‘

« imanomesm o, malscoperta, il vino si rende,

«aspro , e" considerahilm'ente, adeteriorag,r q

« .- perché esala iprincipj dello spirito, o perché.

«- diariàf gli ruba del suo-flpgisto ,»\:t. ‘.g dunque.

« Id sciìzgìcatamento, cioè Wh5‘GCGÙSI'VOQCÎQIL-w

a itatto.ld’aria j,.‘8i deve assolutamentò\ evitare,

av per, mautenerà,ahfino tuttqil_su_o spirito ,

« =tutta sua fragrmza.,.tuttewinfine le v“sul;

«- doti migliori: conseguentemente, __bqriLi , n;a,,

« istallfi; ;eochj e;pevem si dovrebbero bau«

«.;dinefldal numero degli.istruuqenti;,_della,_svi.ì

«1 ' Mt'll‘fibîquèfld9f mm. siano reglduti;nenessari.

gt,»,dalle_ , circostanze > locali ; 1» ;:€.d 7 insinua; ser.,

virsi di .una,grombai‘aspivranteîfe premeqqtg; o

semplicemente aspirante ;ed,,; pag. 575; e 36,,

aggiunge a uu_sifine, quale,pqs.qi derma.

« botte_all’altm, èji_l metodq migliore, per “tra”

« -vasar_.e il vin0,Lfienza esserle al Goalflttv..delfl, .

s<\ Parigi.eitemaf =qnefit0 espediente 41019 è

,1, . .,_.4‘, .r ' i)..._ i“ ”

I

Dell‘Arte‘tli 'fai‘e il vino: nella" làóinba‘l‘dh e-To

scena. Milano,aSrg ,pag, 7| e seg..;, ;;_,__7 ' 4;_.g .)

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88

' « ‘eiBCace,’-se nòn allora qua‘n’do‘ si tratta di

« -farpamré -'il viuo'da una più alta ad una

«ljpiù‘fliaddu'lbotte.‘Qu'ando leibotti sono-1 ad

« ’u.n“istessolivéllo, il vino vi si livellaaltresi,

«dmcdiaxihuil‘ffslfiìneh, e non ‘è “possibile ‘ con

«‘î tale ‘Stfutikirto'ò‘è divotare all'atto nè di em

«> piere'afl’fltio una botte in questo caso. Ciò non(6‘ ' ostante eW‘i -Iun' coinPenso per ottenere l’in

n""tbfltót il sifone Sifill‘à di‘ cuoio}. ed alle due

« Àopposte estremità vi saranno fissati due luin

«’-'glii cannèlli“di”legho ; lunghi tanllopcioè ‘_.’,

« «elle ascenddno nella -baué sino a - un‘ palmo

«f’circà di=‘llietanzaldal»‘fondo.f La parte che

«entra nella ‘hotte’piena debb"eàsère ‘foi’te

u":fl%ritè“'siiltlàtlb ad îuu' tappo o‘turaeciolo

« - ‘clie‘fèal'zi ‘ giusto ‘nieli‘cocchîuaie; e' ’èia‘flai‘go

d"abba'st‘a1i2ti per‘ ricevere-inì ’un "alt‘rd v‘bueo

« -'la bocca diHm «bub‘n montice; e 'ben‘j‘6fle.

.R Bèri's‘i comprende: che facendo «aprire il

«'"maptîc‘efl'é’riaiî‘spinta da“lixi entro la

<i ‘='botte premerà‘ Senza agitazione la su'perfi

a»bie'dèl”Viiio“e' lo 'forzeià*ad‘ ascendere su

d" pel sifone, e discendere quieto qùietdnella

«’Ì‘ botte Vota",”“sin chesia 'tutto‘iiSèitbg‘5edza

« patire il menomo .sciaguatamento, nè aVer.e

u, troppo contatto dfaria. Anche di questi)

« strumento se nefvede una sufficiente, benché

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89

« roiza'fig'ur‘a, nellibro fare il aihzo-,

« già“ altre voltd'citato. »‘=-‘_ Il Redattore

della Biblioteca Italiàna ‘dicè pure: « fln

«f’;fatti’; fiche vale usare vtante'îpx‘ecauzio'ni 'per

« 'eliiiiclere erifiétieainente‘la' botte durante il

«1'temp'o’ della Ternientazione“? a'-che serveno

(«C‘taiitiistràîîa'gemm-i per impedire ogni=oòn+

«5 tatto “dell’aria atmosferica ‘ col vizio, \ quando

urìnella Svinatwra ex nel"travaso‘tutto il" vino

«"àbbiai‘da essere, non: diremo tutto in masSa

e=eapo’sló‘ all’aria,- maiutto Sfiltrato‘atgra

' tl’Wè'rsb6 dell’atmosfera medesima ’mediante

tèl"qheite‘- "due ‘ operazioni ? il; celebre" come

‘6 ° Clìaììtàb} pènétratW>dà-gl’ inconvenienti-che

(li/Emergono; ' da 'que's'todis'fordine, conscio che

u”’il*« viho“deîqoesto contatto non solo perde

k('“dd"àùò"iamma, deli suo‘ ‘spirito, della sua

“ccifiàgr‘ànàd,lma ‘contme anche una disposi»

'2îòne ùilà’firnie‘ntaiiafid a0étîca, penso alle

‘u" ‘àpetli'eùt'efii .efi'ettuare il tra’Vaso‘al coperto

«fcon‘una operazione fisica e natliralissiiiia,

'« 1ciòè Îcolla' pressione pneumatica esercitata

'«"'tièlla superficie superi0re del fluido,'appli

«li-cando al foro del cocchiume un wfiiètta

“ .; Y" \. - ““.'\ .

. -. 4 v \ _ < ‘ I \ v i

' ' , « , \ ‘ 4 S . . Î’.‘ .. ‘. ‘ ‘

(1) Numero avi del mese di d1ccmhre, 1820,‘pag.540

e 54|. " "i‘fi ‘1 . ‘ : . ’ . ’ "'

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o

9 di cuoio. Appella siHatto suggerimento-fu

eseguito in Francia e fatto noto in, Italia,

il nostro Leanardi fu il primo a _intrm.

darlo fra noi, e lo annunziò.-Qon unirla

nifesto inserito 'nella Gazzetta di Milano

‘ del 6 settembre 1816. Ma l’esperienza con

‘ tinuata.di quasi due anni avendogliidimo«

€atrato che il succenuato soffietto non va

lava ad elevare il; liquido oltre quattro

braccia milanesi ad di sopra del,li_Véllo,

perché la pressione era limitata dalla _con

«1 siàtenza de" fianchi del mfietto,ifiwzli

u facilmente ch‘delmno e sCoppiavan0f quando

« che si voleva 'fomzm; al di! là, del Suo.

a cennato livello,il Leonardi cerpà_d’-imgxa.

« ginare altro mezzo più solido ,j non , agia

a mente per ottenere lo stesso intentq,gma

‘« anche - per accrescere gli effetti @.\g.h{\llfii

a" della macchina .medesima., Pensò quindi

u- valersi a tale quo diana specie ditmp_zba

« a doppio gfi‘ètto- assorbente e premente ),

'.«' la quale, essendo tutta di metallo, è capace

condensare l’aria nella botte con forza

« tre volte maggiore del soflietto, e quindi

« può innalzare il vino sino a 12 braccia

e al di sopra ’del primitivo livello. Questa

« 'maechina fu premiata con medaglia d’alr;

àfiiflfiî/fiflfiîfi

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g:

« gento dall’I. R. Istituto di Milano: ’n edicc

il sig. Acerbi di esser‘s’ené pro‘vueduto, averla

sperimentata, e che corrisponde all’oggetto

preposto; quindi ne dà la descrizione e la

figura..,cavvertendo ( pa«n 345) che la botte,

sia senza difetti, e che nell’aperaubne biso

gna tener pmnto un po’ di catrame liquefiztt0,

oppwe*msllcecomposto di sego e calce viva,

con che.luttare e otturare tutti que’ forellini

e fessure ad altri difietti che ;ManÙ‘estar.si

potésseronella bottoche si sottopone al__com

densamento, e che si_ vuol scaricare: inoltre

dice di aver felicemente anche operato :n,ella

svinatura, facendo passare il vino, dalla botte

fermentante nell’ altra preparata a riceverlo ,,

senza che per la pressione dell’ aria seguisse

alcun. intorbidamento. -- Sonini (1), dopo

aver data la maniera di fare i vini spumegÀ

giunti di Sciampagna , dice che un tempo

si. t'mvasavano con dei tubi di cuoio o pelle,

senza che prendessero l’aria o, evaporassero,ma cheìal presente si servono di una grossa

fontana di rame, che si adatta alla botte ,

e con questa utile invenzione impediscono alle

parti spiritose e balsamiche l’evaporazione.

i!

' ;(l) Bibliothèquei Physico-Economique. Paris, 1808

9

. I

N.° 15:, 1 septembre, pag. 168 e 169.

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92

42. Da tuitb’ Ti1uesto lungo e Borse noioso

periodo , benchè;di tutto 1’ interesse, ap'pa

risce primieramente' il generale consenw so

pra" la perdita delle inigliori proprietà. del

vino nell’ordinar‘i'a'maniera di travaso.» e la

necessità quindi di un rimedio ’xiell’mdottare

mi metodo più opportuno a" conservare al

‘ . fiiii'ò le‘parti più preziose del medesimo:‘ in

secondo luogo, che i ’mezzi a q‘uesto fine

ideati sono due, vale al‘di're“, una 'tromba ,

secondo Mitter'paclier ’0 ‘lròm5a aspirante e

1prèm'ente di Fabf‘oni , ' o fimtana', » come si

‘piatica in Sciarnpa‘gna', e la pressioneî'pneuè

matica; sia che'si adoperi il= soflietto ,‘ o‘la

macchina Leonardi. In tuiti’l'questi modi si

ottiene l’intento , ed è laudabile quindi di

“prevalersene, poiché il fine al -quale:tenè

dono queste operazioni è della più alta im

portanza. L’ uso però del sofietiò porta

una "resistenza "considerabile, egli perciòdeve

essere costruito con tutta l’ esattezza, mu-.

nito di forte pelle ed adattato mastice

nelle giunture od unioni della pelle col le

gno (i), affinché non vi scappi l’aria, avendo

(I) Il migliore mauticc che io vidi, si è quello col

'tt_ruuo in Udi.1e da Giuseppe L'arte, falegname , ed assi

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3

inoltre il maqico:.s'uperilorema yîgÎr X, Lunga,

quanto .il corpo-f del .manmea,ands forcgi

una leva Îpiù’ cognoda.î ‘l;._facile‘travaglio;

abbia all’ unito. turacciolo. ,5h 01 del cocchiume\forato nel cebiìro,» il 1forol mmuuigante.fiall’ìeifi

sterno , ; non già nella , direzione. in, c ,g.,ma; '

sibbene lateralmentelin d‘;df,;,flilîlq0ltè- l’aria; .

spinta nella. botte sia gdiretta ai ,lati'in,,direî

zione della Sua ‘ lunghezza , e non verticale

mente diretta verso la superficie del vino,

neliquale , solfiandopon forza, lo fa muo:

vere , scuotere , spruzzare, come io .ebbiflda

riscontrare coll’ esperienza. Si avverta ancora

che Î:quèst0 faro farsi debba del diametro

eguale banche maggiore del ' foro dalla botte ,

e del tubo. conduttore , perché ,l’ aria possa

‘pa'ssare facilmente,essendm postor'iu attività

ibmantice: al quale _in-Ù_ny m, Saranno adat_- ‘

_tati due piedi di ferro‘ uniti,,e mobili in: due

occhietti fissati alla tavola ,cleltmantice, i: quali;

servono per ‘5ritenere fermo il mantice stesso;

i I ‘ “ A ‘ zi , ._

stento al gabinetio di fisica del Liceo di Quella-dittà,.geqe«

guit,q,sopra uno simile,‘fattp; espressamente veni_r_e da garigi;

=.“1Pîlî R“? ‘°;Yî i°dî°aî ‘lîllfi e?flifiîaiîîflî 'P‘glîfî". °“-°’

stessoyCorte‘ nel periodo'presehteIliiehiaì-ateî Sul mîb’dî-’

fl%’vîeólé‘ purèbfecstrli'îf'ò iuf Ven'eisia‘dàl‘ m-î-Jèllàaora

8L:Prà:olmj ',' \_ ._|:,. (.-; ' ,H . - l ..u,‘,

u

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94

all‘altezza desiderata, Facendo a - piacere avan

zare o retrocederel’ estremità di detti piedi.._

-- Un ottimo consiglio a queito riguardo vi

àggiungerò, cioè di avere un mantice di rriag

giore grandezza, col-locato stabilmente inlvun

aogolo elevato delle cantina, e fornito di un

\\lungo tubo-flessibile, avente all’/estremitàùn

tiîraccioio da ‘applicarsi al ‘ cocchiume deiie

botti, e costruito come ’quello dellafig.‘ X,

la c ;' il qual man‘tice munito fosse di una

leva ‘a pendolo , cori cui senza iaticà sarebbe

posto nella massima attività. j ‘ . ‘r:

‘ 43. In queàte operazioni si rendono ne

cessari de’“ tubi. Questi furono indicati di

cuoj'o‘, e recéfitemente furono costruiti di ca

riapeinizi facendovi un poco di riflessione, la

cosa non’ è'Puuto economica, avuto riguardo

ài suo prezzo" di costo. SicCome da me sem

pre iii‘ ‘Presa di guida 1’ economia ,'" cosi i

tîih‘iî‘de’ qùali io; mi servo nella 'mia cantina

fin-odo da me fàtti costruire di latta, resi

però flessibiii7*cma di tutta- comodità ed

ecohorr'ria"; in quale Corrisponde nell’ effetto

a‘.ièé‘f.îîmegsfiîwiW, .di‘ @@°i°>‘ ed. a quel"

dîscfmai>e 2,29114. PY€ÎQFQU.Z? P-îgòfiqdèfii‘i.î‘ilìmiît.

n1mione..marca.lissima. del dispendio,“ RQI1'f

gasi 1’ occhio alla fig.° IX. Questoî»à’run

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. ’ 95

tubo 'di latta, il» ‘qu‘àlé 'in' Îa"b’*d fl’gî', ec.‘, è

flessibile,‘ e serve per‘tuttfé lii‘operaz'ionildella

mila‘cantiqg; Esso "pertanto îè composto*di

sèî itîubî’uifllsz‘ta, sammrdi -4 pie-ii 1’ suoi,

e dei 7diariietii: di otto linee m r s t‘1i‘ÎZI,‘

figqe IX,’H“qualì in a“b’=b' d ef g sodo'uniti

con !una‘f’fspiràle ‘iîi filo*‘î‘diîî ottone, coperta

cdn'1nnî‘pe'zzci di pelle doppiamente involto

all’iùt'oinó'f’ùl entri; spa‘linata“ con" in co

lore ad olio di ‘lino,’ oPpur‘e colla di farina,

e‘per sicurezza legata spiralmeute’all’es'temo,‘

come Portano le spirali 'dibttone, con spagd

os'sia- avètdîîi‘incerata, operazione che 'forma

tuttà’l’errixetleità, e rende questo sifone con;

'tiliriatóf’flessibile, da potersi piegare.- ‘e ’ri‘-‘

durre a fascio con tutta"icomìoditàal Questo

di”sèi" pezzi serve pèr’"t1ittàfià'tnia

cantina diritti) botti ,> e può accorciarsi'ed

allungarsi a piacere, mentre servendo Per

due ho‘ttl’vicine, si prendè'il pezzo a' 17 sino

’àlla‘-'giunturafo, si unisce 'a‘l’là"giuiiturà‘ fi’,'“e

si. salda con un Pace di mastice '-reàinoÈd,-Îo

di pece', ed anche seihplic'e‘cera' gialla i per

la distanza di"due botti“siraggiunge ii“pg’z‘zd

mftil.'fîptérli’la"léerza ’il‘ piano o i;' e 13el“1€

Quarta' il P‘ez‘zb‘lii‘n ,'* saldari’d’oli"eol 'masticei’

.‘. | _ _ .

\ ‘1\g; _|‘)||nlî i": I l»Hl“ "‘:. H».

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, 44-= Nella circostanza. far passare ; îil vitro

da una botta nell’altra mola mezzo » del; imm

tice./ fa slîuap° nPerre. .in.Fomuitîcaaiemale due

lutti non.nn,.wbo'ermrtieo, i.&inoiîche.il ‘li

qgidp nelle due».hqtti arriva a livello, l’opera

zione .è, facile\ e, spontanea; ma.,,uel,faa pas

sareil. vino. dal livello‘irifeìiogg;‘lai ,5i;pgfiqfiga

comiche premere-cnl-maatici: lîa_wiax nell‘iin- _

terno della bottfide-Xlldlfil‘fiìa ;arerafiioag: fa

tico‘sa,, (la quale p9rtàin_fatto unajresilst‘enza'

Considerabile: da vincersi. lo so che la quanf.tità‘ìdelrpeso Lda vincetsi xè, proporzionatalîal

diametrofldell foro. di sqrtita coll’._altezzajdel

liquido,» la quale; calcolata , è. della minieìa

entità,qeppure ;,in' pratica si riscoptrauua

resistenza eminentemente -maggiore di quella

che dfiigag.potliebbe pgrtepdoda guasto principi'n .incpncirssqi,i fil {mi assisi9tefl î.dil‘îfiete-.ÎÌ .

ma|t1caf idraulica-f Mi; SO,H°«, inafsealez flî_;ftenf .

tare. a\ vinsereîqeeshfl.-;sfsve, resistenza»! spe

str<lmnllof ippigsl‘òne‘i'viblz‘lide I-! .CÎQ.èfil il.“ 585)?“

che.fasseeermrtisa »;,9 ma.- wnetìco fa . .pîà"

i quale appunto è.il sifo;;é.s_upe,riormente

imiiaftr‘. 1: ehe,.appariacfl nellasî;flgfaqlàî, il

qrale<inqh. ha un piqcolp fowllîno.rditum linea

dì"(lifltnfitflfl,‘ flil<%‘tfilfi« Va, saldate: 18.1 bocca di

una spina-chiave ( robinetto dei Francesi ), la

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» 97

Ioni estremità è fornita di un imbuto di latta

'h saldato. alla stessa, I- Quando io voglio

Vuotarel. una botte, ecco l’Operazione da farsi.

Prendo il mio sifone,che d’ora innanzi chia-.»

mer'ò sifin‘zjbride, ed applico alla spina-chiave

B della botte piena, 1g.“ VI, l’estremità dello

stesso g, fig.p‘ IX , e- 11’ altra estremitàv a ,

la quale ‘p0rta l’ imbuto, alla botte vuota,

fig.“ VII. Colla chiave x dell’imbuto, chiudo

la spina-chiave , ed in tal forma il mio sg'fo

nibridé è chiusoermeticamente: lo calo giù

come in , apro le chiavi B Bdelle spine

delle due botti , ed il yino della botte piena

fig.« VI, passa nell’altra, fig.° VÎII_, sino che

arriva a riempirla per la,metà ,,ed in_allora

il vino si’ritrova a li6elloi fatto ciò, alzo il

mio séfonibry’ide,«Ìe lo colloco-rerticale‘, come

x_C, fig.f,Vllp, apro la chiave x dell’im«

‘huto, ed‘gllora il mio 1‘ sifonibr‘ide,.hainter

cetta,l’ermeticità per un filo-dii garia-che’li

yella. coll’altezza della botte. ‘ Rrppdm-il man1tice, fig.“ X-, e lo applicqflal, cocchiuxhe, ossia I

foro della bottegpd,a ’ynotarsi», figfl VI, lo

pongo in attività, e l’ aria premendo sopra

_il vino l’obbliga a trasferirsi nell’altra botte,

fig.° Vll,;.per la yia, del sifonibride: il vino

che' avrà)jpi,f1to' non potrà. retrpocedere, né

Stancovich. Del Vino 7

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8

Înemere di conseguenza sopra 1' aria della

botte che si vuota, perché ne è intercetta la

continuità, non essendo il sifimibride un sifone

ermetico, per ciò, per quanto io ptemerò nella

botte da Vuotarsi, ossia quant’ aria io v’ in

trodurrà, altrettanto vino passerà nell’altra

botte, fig.‘ VII, nè potendo questo retroce

dere, non farà resistenza alla mia forza mo-‘

trice , ed arriverò quindi facilmente, col mezzo

del soffietto e di questo sifonibride, a Vuo

‘tare tutto il vino della botte piena , e pas

sarla nella botte vuota. -» Alla spina-chiave

ho posto un imbuto, come dissi, il quale

io chiamo Imbuto di osservazione , mentre,

se per una troppo forte pressione l’aria

spingesse una quantità di vino che fosse mag

giore della capacità del sifonibride, esso len

temente uscirà per il piccolo forellino della

spina-chiave“ , ed arriverà nell’ imbuto, nel

qual caso si avrà una norma e direzione‘ per

rallentare l’azione troppo attiva del mantice. -‘

Col mezzo di questo sifonibride, la macchina

'del Leonardi agirà non solo con tutta faci

lità, ma eziandio eleverà il fluido a qualunque

desiderabile altezza che si trovasse la botte ,

facendolo passare nella stessa , non< essendovi

altra resistenza che il peso del fluidó"conte

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nut'o' nei tubi del sifonibridà ‘, vnè 'farà'alciin

contrasto il fluido ripassato nella botte ele*

vata , non essendovi la forza di retrocessione.

Cosi’si potrebbe servirsi di questo sifonibride

anche in altra forma , ponendolo, cioè, ‘Come

si“vede in ' D E, fig.‘ VI e VII, e rel

golandosi nel modo indicato, si otterrà l’in

tento; Devo avvertire, che tanto il sifoni-bridb

quanto il mantice, come pure la botte, riteni

gano‘ l’aria, ed il soffietto in ispecialità , al

quale, nelle giunture della pelle col legno, ed

in tutte le altre, sarà di necessità riporyi del

mastice, o colla, affinché non lasci scappare.

l’aria, nel qual caso l’operazione non-pr6-j

durrebbè il suo efi'ettoî“'® - ‘ ‘

45. Fin qui abbiamo parlato'del modo] di

far passare il vino da una botte nell’altra

senza ventilazione, e sino al giorno Presente

tutti gli autori non si estesero oltre questo

limite. Non basta però questa sola operai

zione per conservare al vino le sue preziose

qualità , conviene riparare peranco alle per

dite che-esso risente nel momento ' che si

Vende il vino, essendo costretti per necessità

e costume di misurarlo minutamente, come

per quelle che si fa dall’acquirente nella ven

dita nella città di suo destino; le thali veni

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zoo ..

tilaiioui e sbattimenti arrivando almeno al

numero di sedici, si scorge evidentemente

’ che'produr debbono un’ assai, considerabile

deleriorazione.y A riparo pertanto -;.di ;queste

perdite, il. metodo da me ideato-_e praticato

ha tutto l’interesse, metodo 'che_‘dovrebbe

adottarsi parzialmente da ogni commercian

te, bareajuolo , o conduttore di lvino game-_

todo. preferibile ad .ogni altro, opp0tt99f>

ad ogni cantina, servendo _esso tanto,per

travasare il vino da una botte nell’ altra’ quanto per misuraregjlaritenutaiidellebotti,I,

come perîimpedire le moltiplici ventilazigni

al-vino ,Î nella circostanza di vendita,al ma-*

rinaro , in cui conviene misurarlo barile

per barile. Si ponga l’occhio alla ,fig.°__Xl.

EsSa è un caratello o bariletto della;..capa

cità di. un barile, o di un emem, odi

qualunque altra misura ,. o più misure a

piacere, il quale, per l’ effetto 6h? produ-v

ce, velendo .grecizzare, chiamarsi potrebbe

Mamggenometm, dal greco metaggizo travaso,

e,da_ ,en_o vino,,, e metro misuca,._ che si

gnifica misuraE travasodel vino. Questo,

in opposizione; al suo foro A, ed g‘lpelr‘pen

dipdo,;è..lbrni,to.di _un‘ altro foro, consimi-le ,

[Bi il quale comunica. cgl foro orizzontale C

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\

’ ΑDI’

D fatto inno pezzo 'di tavoloire F G, il

qu'ale' f0r'ten'1ehte è attaccato "al’caratellocod

uii'a“cavità corrispondente alla”fcbnvessità del.

mEdesinio,f come facilmente =‘è5 visibile nella1

dafàfi‘ifigis'îx In c su in D s'bnó- applicate

dne‘l‘spina-ch’iavi , ed a. HÎ I 2-vi ’ seno due

anblli’"diiferro fissati ai ceroh'j pu'r di,féi'to,'

co’quali (sarà bene che sia incerchiato, iquàli

anelli", per intendersi, sono posti in fianco;

mirî‘vann'o Ìmsti superiormente'alle‘ due estreè»

niità 'del'hariletto. iA" questi anelli seno ‘at-"

tticcalé’due Corde, 'lel'quali ‘passànoÎ per due

carru'colei‘ stabilmente poste nella sommità:

del s'tiflitt0 della. cantina" _-‘ Ora“, supposto;

che 'ici voglia vendere e misurare il mio vino,i

oE passato "in" altra' Lbottel senza che‘asofi‘rà

sbattimentoî'e gran ventilazione, misurato il

botticelloî della data giusta misura, lesse staf

ritto sopra il’su0 gran piede F G nel mezzo

della. cantina", "ed alla_' s'pina-dhiave C applicol’estreîiii’lddi un tubo,'sia' egli di cuojo'y'o'i'diX

canapeidi, usb corrente,_(i),,,oppure latttva,

‘- " ‘l ,, ..., P,\_ __ 1 W .\ ’_ .,.,, .,,;_.,,,i

i") l ‘ I f . ;< y ." (iÎ"I' tubi di.cauape divirnoderna- invenzione simoktati'v

_e'sèguiti felicemente, e si fabbricano in Udine «daacerto.

AntoniayDnrio, ilnqqale, nel 1825“, ottenne dall’Iàiitnto:di

Milano il premio della medaglia d’argento, e sonowen:-;

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[02'

fatto nel modo succennato per il sifimibr‘ide,

chev,èl il più economico; e l’altra estremità

alla spina-chiave della botte piena di vino:

così un altro tubo adatto alla spina-chiaveD

con un’estremità, e coll’altra alla spina- chiave

della botte da riempirsi, oppure _ nella bot

ticellà posta, sopra il carro dell’acquirente del

Vim,.facendola passare per una delle fine

stre;.della cantina. ,- Ciò disposto, apro la

chia1ve della Spina C, ed essendo il Carattello

ad- un livello inferiore del piano della botte ,

scorrerà il vino nel carattello, e quando lo

veggo ripieno , chiudo la. spina-chiave C,

apro-la chiave D, e_ coll’ indicata corda in

nalao il‘-cai‘attell_o , ossia barile di misura ,

sinbal soffitto della cantina. Trovandosi egli

a'd un’elevatezza superiore alle botti della can

tina ,,e alla botticella\ del carro , pasSerà da

lî\\_\2;|îl0...; l,“ , un. lir. 4 allbracc'io veneto della

- Î -“- ‘ ' - ' circonferenza di pollici 2 rf4

dii)illlual.,,pre?zo dl { Itala lir. 5 al braccio veneto della

' circonferenza di pollici 5.

‘Àîieìidd'isempre'iin pensiere l’economia , i' tubi , a qua

lunque uso della vinificazione, possono essere fatti di

canna montanà,iiiieiidd liuvarji-pezzi'con qualche pollice

di tubo di pelle levata dai,picdi di capra o pecora e

tanata;:nella qual forma sono flessibili, e si rendono a

portata di tutti senza incontrare dispendj e difficoltà di

promrarli. .‘b n.1,‘hl i ‘

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‘.

‘ . 103

sè “stesso ohella botte della cantina , od in

quella del carro, Conforme sarà Statodispo

sto, e con questa spedita ed.econonjxica ope

razione non soffrirà il, vino le sei ventila-‘

zioni e sbattimenti che avrebbe dovuto soli

frire nel metodo comune, nè si; perderà al

cuna quantità di vino, come sempre s’ incon

tra nella maniera ordinaria, {Cosi di seguito

si operi sino al richiesto bisogno. .Ma se l’ac-.

quirente dubitasse che il vino del Metaggeno

metro non entrasse tutto nella botte di sua

proprietà posta sopra il carro, per certifi

carlo di ciò, e levargli il timore , applichisi

alla spina-chiave della botte del vino un

tubo divetro coperto di latta fuorché da un

lato, e» segnato da una scala graduata , in

cui -esso potrà conoscere che , alzando il

metaggenometro, il vino in esso contenuto

non retrocede nella botte minimamente", e

con ciò si tranquillizza il di lui, timore. Vedi

fig.“ V, t 34‘ m. Per far passare il vino da:

una botte nell’ altra senza sbattimento e senza

il contatto dell’ aria , invece di tante mac

chine dispendiose, già indicate, ed anche

del Metaggenometrp , si potrà servirsi di un

otre di pelle , sia esso di capra o di pe

cora, chiudendo con legame la parte aperta

,

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104

di dietro ;- eia parte anteriore la quale cir

conda il‘ collo ‘ dell’ animale; ed applicando

ai due piedi anteriori dell’ otre due tubi, i

quali corrispondano 1’ uno alla chiave-spina

della botte vuota, ‘ e l’ altro a -quella della

botte piena: aprendo poscia la chiave di que

sta , pas5erà il vino nell’ otre privo di aria ,

il quale , rièm;iito si eleverà colle corde al

soffitto della cantina, come si disse del Me

taggenometr‘o ‘,- ed aperta la chiave della botte

vuota, passerà il vino dell’otrè nellà-‘mede

sima. In‘ questa guisa operando sino alla to

talità del travaso del vinoyritenuto nella botte

da vuotarsi, si otterrà 1’ intento con somma

facilità, e con un mezzo:che è a portata di

tutti, ed in pari‘ tempo sominamente econoIhico: oggetto vche sopra ogni cosa deve es

sere scrupolosamente preso di mira da tutti

quelli che trattano questo argomento, af

finché possa essere adottato in generale; men

tre dove non v’entra' l’economia , ogni dot

trina diventa- frustranea. ' ‘

46. Trattandosi del travaso dei vini , mi

sembra opportuno unire qui i vari modi

ideatiper riempire o vuolare una bottiglia,

od un caratello di liquore. Sonini (i) riferisce

(i) Bibliotèque Pliysico-Economique, n.” vin , I ago‘

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105

che monsieur Iulien , mercadante di vino in .

grosso a Parigi, facendo,uàd della pressione;

dell’aria, presentò,_nela 808, al Senatore conte»

di Chaptal , un mezzo di tr'avàsare tuttiquidi anche sPUIheggianti=bd i‘più eterei‘,

senza: 'clie spargano' l’odore nell’atmosfera,

ponendo le bottiglie orizzontali uninclinate; ritenendole con una“ vite di» prese

siime, ecco un Cannella, ch’egli chiama nei

f;'firog introdotto per un foro del tura'ccio'lo,

vi spinge entro l"ària‘ ,' ’ed--’il Ivino esce -’per

altro cannello. Esso vende'quest’àppaqub,’il

cui prezzo determinato'è‘limlicatof nel giòrfi

fiale sless0.- - L’ingegnoàissimo Leonardi-di

Milano (i), approfittando _di=questoìpensiere

della-pressione dell’aria, invece] dell’assorbù

mento, immaginòe' costruivarj comòdiistru

menti,- tutti egualmente tatti}? all‘oggetto prof

p_oSto.‘ Per levare il vino da’ un'recipiente, e

riP0'r'lo in -un altro, senza-il cohtattodell‘ari-a,

‘.-. .

“ a- l.;..‘,

slo 1808, pag. xig; xu, I jdicembre, pag. 408',

410 e 411. 4 ‘ ’mw" i

Di più. Vedi Mànuel du- Sommelier par 1» Julien.

Paris, 1822. Ottimo, pratico, interessante libro, non però

senza difetto. _ ; ’ .

Biblioteca Italiana, n." xcin Dicembre, 1825,pnîgi

544, 56» 546. ‘ ’ '

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l06

«ideò egli un imbuto ,C , fig.‘ XII ,' dove so

pra .a si pone la spina della botte; b ac

cenna <l’ indice '. natantc che avvisa essere

piena la bottiglia t,‘- e la chiavetta che si chiude

aloenno dell' indice natante ; d il tubo al

lungato dell’ imbuto, che toccando quasi il

fondo della bottiglia, la riempie senza sbat

timcrilo" del miao; < sptto'.e, rappres_entasiwi

piccolo:.:tubo perl<;dove esce, l’aria contenuta

nelldbnfliglid; .»pér «la 'bopw‘îdellaf qu_ale f,

solliando,;sifa inoltre ,_mîon’tare ilvino della

bottiglia pell’imbutd,::e con esso trasportarlo

nell'altra ,' ed avendo nel collo una vite ,',si

Può):-.alzare ed: ' abbassage f,‘_‘;adatt_andold alle

difl'emqtialtezze. delle ' bottiglie; )Ber ‘f‘ar

paSsare il liquore:.da una Ebottiglia.nell' altra,

ideò Iegli,;il sifone' G , fig.“ XII; Soffiando

pel ztuhctto a;,, ili . fluido - della bottiglia ;, b-b

ascende'rà pel tubo c,'e lungo il sifizne d-d,

passerà nella bottiglia superiore ;Ied-..esi

scudo la bottiglia più alta , basterà sof

fiare un poco pel tubetto e, ed il liquido

passerà :da sè nell’altra bottiglia. -- Il fluido

contenuto nella bottiglia g-g, sifone N, fig.“ XII,

qualora sofliando pel tubetto 11 si generasse

il fvaoto entro il sifone i-i , mediante una mo

mentanea apertura della Chiavetta n si potrà

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107

raccoglierpir‘; detta bottiglia.,, senga l’azione

dell’operatore; come, al contrario, è ne

Cessauio' volendolo estrarre per la chiavetta

superiore m. Ideò parimenti una ganascia

per preparare turaccioli, come pure un’altra

per cacciare, con gran forzale prestezza il tu-v

racciolo nelle bottiglie, la quale può ancheì

servire di torchietto per lettere, avendo unfap-_.

posita giunta. - Per far uso di questi

sifoni convenendo coll’aria dei polmoni alitare

in certo modo, sofiiando nella bottiglia, mi:

sembra. perciò -cosa non propria; ed _incomodi

essendo ‘. questi sifoni perché uniti solidamente

nelle loro parti, come in generale sono tutti

i sifoni, perché non flessibili, cosi io fo uso

di un sifone‘ assorbente,che nomino sifone _g

spir_za,da me costruito, fig.“} XIII, il quale

1

(I) Il prezzo fissato dal Leonardi a questi istrumenti

è il seguente, tratto dal n.° xcvr , pag. 350, della Biblio

teca Italiane , come sono tratte egualmente le figure. Abita

esso a S. Vittore, n.° 5457. I

Imbuto C,fzg.‘Xll. . . . . ..i‘. . . . Franchi 15

SifoneG.ldem........4,....»r2

Sifonc N.Idem.‘............nxS

Ganascia per impiccolire e_ preparare i turqccioli. n 10

Macchine Per mettere il turacciolo alle bottiglie . n 40

Giunta alla macchina suddetta per servire:di torchietlo i

dilcltere..............uro

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108

mie tutta comodità. Esso è=fattò,nello

stesso modo" come îil SÌfO*CUILÈÌLLUÙVB",X ig.é

Ì’ÎÌÎÎ, ed‘ 'Iha tre tubi ‘di' Ilatta'Îù'b-‘Ù‘f‘ed

due più corto g i,funiti in ‘die-g‘, noir-filo

spirale di ottone , ‘ coperto «di pelìeîeementata

e'leg’ata , Come il: -'detto al Precedente m” 45;

presso g eî saldata“ una spina-chiave, io. ro

biù‘etto' 2 'h.“ Quesxo sifone? Îèîîiuîntre" luoghi

fle's‘éibille , cioè sii d e -g,- pei‘*èui='siI-puòfpie

ganà, inspòmilb ’ con _‘combdo‘, ed= agiata

Iiie'nte‘ fain’e"hs'tii‘ “Volendo -iof-’vuotare. una

bottiglia ‘ ’o'r un’al" daMigianag» o‘uri‘foaravello, e

passare il" liquore ’ in , altrettante bottiglie ,

p's’eaiao il mio sifone, e nel‘reci‘p'iente da vuo

tàrsi ripongo‘ il braccio a, il 'quale1no'n deve

toccare, il"fdndo" per -non' as'sorbirei‘la' feccia;

allora io ' sta‘ndo’in' piedi 7 cd ini altraPiù

comoda positura‘,"‘come mi piace, perché

il sifone è"flcssibile, prendo in 'bocczn l’estre

iiiità "apro'llaiî'ehiàvètta ’i 1,' éd"a'ésórb‘óf‘ l’aria

sino che sento illvi‘no, cliiudowalloral'a chiave,

ed applico un tubetto _un poco-più, lungo

della bottiglia all’estremità h ,- facendolo en

trare alquanto in essa , ‘e forme un"t1itto colsifone,- allora'abbassoli sotto il livello del li

quore da .vuotarsi l’estremità li del si

fone,.poscia introduco il Cannella nella bot

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ro

tiglia, ‘apm‘la chiavetta ,. ed illiqpore, -sen_zî

sbattimento‘ nè spumeggio ; tampie la stessa;

quando la veggo, piena ,,.chiudo,1a chiavetta,

prendo un’altra Vuota bottiglia, e riempita,

chiudb«la chiavetta , e così opero in pro

gresso.a piacere. H » _47. Avendo-indicate varie maniere. di far

passare il vino da uiia'bottiglia »‘ nell’altra ,

affinché nulla manchi a questo argomento,

dirò ancora di__un’altraoperazione necessaria

e di uso. I più diligenti Usano. di coprirenil

liquore nel collo della bottiglia con uno strato

di olio ,(per 'garantirl‘o dal,qontatto dell’aria

e dall’evaporazione, allinchè non ,si guasti,

ed al caso di far..uso del vino,h_con un {pez

zetto _‘di spugna e di tela levano l’olio,

del quale esser s’ inzuppano ,| cosa. incomvolda

per la ristrettezzqdel collo;della'î,bottiglia,

e per dover;pgscia spremere ques'h’olio dalla

spugna. _‘Io ‘;’mi 1servo’ di un _istrpmento a

ciò opportuno,iida me ideato; __. clicchiamo

catapino, dal'grecof‘ assorbine.‘ La fig.°_inf

lo indica , ed è una specie di ’sgfòne assor

bente, icostruitof di vetro; e fornito di un

palloncino u-a«a munito di un tubo: ascen

dente b,-c ,5 e.di un altro ricprvo discendente

d e m ,_ambiduelinclinati alquanto all’esterno.

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Prendo il si/òne, applico la bocca all’ estre

mità b, e pongo l’estremità m nel collo della

bottiglia , tenendola immersa nell’olio che

sopra vi nuota; aspirol l’aria contenuta nel

pallone a-a , ed in allora l’olio ascende per

il tubo m e, discende per 11 nel ballone

stesso; cosi agisco sino che tutto l’olio del

collo della bottiglia si troverà nel pallone a-a-a;

quindi estrago il sifone, lo inclino dalla parte

del cannello ricurvo, ed allora l’olio uscirà

dal pallone per d e m. In questa forma vuo

'terò 1’ istru'mento, e dalla bottiglia l’olio so

prànnotante sarà comodamente levato. Questo

istrumehto può servire a molti usi della chi

mica e farmacia, e specialmente per estrarre,

ossia assorbire gli acidi, assai meglio che col

l’uso della pipaa stantuffo, o ad aspirazione, che

vidi costruire dal Barometrajo Antonio Fasoli

ai Carmini, n.° 1646. Un altro istrumento in

feci costruire, segnato nella fig." "XVI. Quando

labotte di vino è al suo fine, la parte di

esso, che è inferiore alla spina, non può

uscire , e ciò viene annunziato dai fiori che

escono da essa. In questo caso, si alza la

botte da dietro, si puntella, ed il vino passa

verso la spina. Questa operazione‘ è 'inCorrroda

per l’innalzamento della ‘ botte , impropria

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’x‘x‘r

per l’intorbida‘mento del vino, nè soddisfa-’

cente per l’ uscita dei fiori. A levare tutti

questi inconvenienti, io uso un sifone co

struito come si scorge in‘in e d o,fig. XVI,

fornito della spina»chiave do, la quale, aP- .

plicato il sifone alla botte ‘,“'deve trovarsi in

posizione alquanto inferiore" al basso ventre

b c della botte, e lo chiamo Spina-Stf0.

Supponiamo che si ponga in vendita una

botte a spina, oppure ad altri usi, tosto

vi si applichi la Spina-sifo n o d e m;

oppure , quando il vino sarà all’incirca al

livello r s della botte a b c: in allora,

senza far uso dell’ assorbimento dell’aria , e

senzapche si alzi la botte , il vino tutto

in una,sol volta , od a riprese, a proprio

piacere e comodo uscirà dalla stessa per

la chiave n , netto e chiaro sino al livello

m. Con questo metodo, oltre la comodità,

si utilizza anche nella vendita, mentre i be

vitori , quando vedono uscire i fiori , o la

botta innalzata , non vi sono propensi per

quel vino. Colla mia Spina-sifo nulla di ciò

si effettua, poiché quando escono i fiori,

vuol‘dire che non vi è più vino nella botte.

-' Aggiungerò di più, che non volendo fare

uso dei mezzi indicati in questo scritto,

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112

ih

per seguire il vecchio stile nel travaso dei

vini, abbiasi- almeno un semplice tab.o,.jìfl.fl

XVII, flessibile in a a a, costruito nel modo

di già indicato , ,diÌcui io mi sono _servito

utilmente. Il capo .Lb.,alql_lanto curvato, que‘

sto; tubo si fa entrare nella botte; e l’ altro,

.ch’ è dritto 01,. nella brenta destinataa rice

vere il vino , nella quale esso passa Isenza

,sbattimento o spumeggio , operazione facile

nel maneggio, per la flessibilità del tubo.

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Ì13

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;- .u. ! l-: :»I.- . .Ì:Înq 1:i :Uwhlam.

mmDi rin.Elattenamptìd:b ObIÌS'BIQUÌOIRÉh: in

in. a orna.th w.d6l;mitwti‘ .“-‘rî»iggfil "|Îq al

.. . . . .' " -H"utî‘ i....v iliIli‘ l-l""i‘....’î.

' .Z48.fD'mo-. tahte:solleoitxidiniprestate a Îri’fl’

durre'il\vino_ al suo \COIÎIIÌIIIIIBIIÌO» di un’otir

tlfll elaborazione , é un' eiroréroii‘sider'abilb

il,,,traacurafilo. dopo che .mt deposto. \nella\4

botte ;\czmcntre-. in questo stato ancora eàlgla

esso . le nostre atténzioni ,‘n‘per- mancanza delle

quali talvolta proviamorla "disptaoenza' didenlo .-guaStato, e con eiò.:wè_sedhutili le cure

anterionhdi pigiatura ,- di.'uniglxionxcostruzionè’

delle \botti ,. di frammentazione e1dir.travaso.\ Ri-*t

PO&ÈQ3ÌIfVIDQ“/XIGIL? botte ,\ dopo "compita\ lai

fermentatioflé,tumttltuosà , ‘ Per più mesisuccede una;seuonda; vale-fa dire, la‘lenta,‘î'infi

cui‘ 'compis'ce a meglioî schiari'rsi, purificarsi‘.

e. migliorarsi , î.splogliandosi delle .partiflso=î

pmbbondanti ,' di alcuneisostanze- grossolane:

che in esso si tr0vano:-Îper Ìeccesso,\e"clief

gli tolgono que’ gradi di bontà che acquista dopo che” se ne ispoîglia’iîdim’esse. - In

questa placida fermentazioneponendo al basso la feccia, cliè’èilappagltquiù .

pesante, l’estrattiva e colorante‘deleiiflà ;

Stancovich. Del Vino _8

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114

alle pareti della botte, una .pdrzi6ne della

suddetta in pellicole unitamente al tartaro;

ed alla superficie deldîquido‘île' Parti impura

le più leggiere. Tutte queste sostanze sono

al vinonocive , a senso de’ più dotti Eno

lqgi , -i» sentimentifiìdei qualimconviéne.fi;he

siano;=conosciulèsìfllazier dice (11): la idnvmutav

dè;’<'uìni dipende»dalla sbarazzailzî*:dàlla Mii

feticia ,' -cià’si fili traòasandóli ,(4’e14'iaaneiànîi

Halif’con la»callaîdi=p6sce: ed? alla pag; 2355

Alohni.credanmwfie. îil leva'r‘e ’la‘<fidòid*àb

w _; ?sia.:. ;miff ne'cananiz'a ’,-4. iminaèihdìqu

chiami glih‘dia' jbrzii; la ‘ fecoià ’èuigza ’s‘oi

stenta, nonoa;:s'ùffisiehza, eortcògiq, Îierideî'sem

pro-alla fermie'ntazzbnka, e-Itra'è Ì&> sélla‘îîpa’rtèf

la: più | spiritosa; - del. «vino 2; ‘perciò ‘ il I v'ina- che

sto Sopra .‘Zà"f feccia .è‘ sempre ‘ debole, ’e'la

feccia; tanto" più disimtarz.'spiritasafi ‘ qiuantà

Ritirata saprai ìlim’nira Lo stesso dicono-Mia"

’tewfldben, eri,in imriotatori di, esse-(arpa

gran!Qiziopacio:siellè1stituto di Fràneiaîall’far-i

tinblo:» Pil'n0s“,ail Equni:(<3)3 Rom M) ed'

. . _ _ I '

-|x:r-nc mio nir1ml 11: ‘ w;, f-": w 'Ì2t" '

"I _" .'ìe>‘& l"’ i“ "'.’ V” """ Sir) urlrlî’; ”

Tam. xv 188 ‘ 'i”; 4:: risa.v «« \' om.'lv,'piag. '177. , Hg, , ., .

-Heo rib-i52’etm’ L ‘“ ""‘ “ “

;Mi?ag.lralod.atnmg.h.. ’_-‘. fi';ilir.‘lîîîfll ,_‘|ÎHI-' ‘{

H " .“.«'vwa“ Pc/

- ’s.‘.

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'115.

altri. 0ltre laàfeec'ia ,il '»ta rtar0'fpnré e “pre

giudiciale a1 "vino=.periîseutimento del Padre -

Stm “Martino , degli estensori delle note"di '

Mittefpache‘r (pag. 177 1), \e di Fulmini?

( pag.‘:81:9:'.'+L+if.zlniq.uanto '-poi alle» ‘parti

leggiere’; cioè aiejìori ,‘ che sopi*an’notand _y

abvino‘, ecco come :ragiona Klaproth (1)". I ’

fiortdel vino sono un’altra malattiaî‘diflesso,‘

che quast.serflpre prende l’acidijìcazione. Que

si manifestano in quasi tutti i liquidi Ifer

m'éntati, e la loro quantità è in proporzione.

colle; materia estrattiva; sembra ch’esrt‘àtkì’ìz‘à

ùnaflegetazione , cioè un vena bisso "(YB‘ISSUÈ

2qum)a.‘-1 Per i'spógliare ‘adunqueî‘il'j‘rlno

da' queste sostanze wperniciose ,'. idiotifitì'fluttl

che:oomiiene trava‘saflo d0po boinpitii‘ lastra: I -,

placida : fermentazione-,Αe:heE siiiidède } \

brajo, e ripassarlo in altra“bàlite;dibètdhdòlb‘

in \tal "modo-f da queste -impùîri‘tàt\ed in “q’uà‘ritd

al ‘taftaró, levarne "inCrièffàl'liîjîèlàllefip’àl'éti-‘g

quando fo‘sslero" eccedentiî-Qdésto‘tràv‘dio î'pè‘tò',‘

quandoòli‘on“ foSstè'îfiagto_ifilàQunnnîòdo‘ atto°hd

impedire ogni "sbàttiuìàntdî'eitl"ì.evaporat‘iiiiié:

del vino, sarebbe che utile,

e perciò converrebbethastenerscnc.) . , y . .' »' 'n \i ,t u 4A’l H H ‘\.-,nl;)-h

\'t‘

. . . . . . .|‘!..-"‘-‘"‘H .-‘.‘-""' "“-‘* .(1) Dizionario di Chimica. Milano, ‘811 , articola l’îno

\_"-‘ 2"; ,""<“jlfl"\ I«|v»...ii.».. . ""' ‘ ‘-.‘

r=s- 475; .

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x'16

4g.’ La cosav però che sopra '0gni 'aîà‘.“

tra tende a guastàm..-il . vino , è 'iì doht'àltd

dell’ aria atlfloàferica , qùal 'massin‘m agente

dell’icidificazìone. Pe_r-_lìberare il vin‘oda que

st’aria ,. gli Englogi.. tutti.ihculcanb Idi rie1_n-‘

PÎI‘C51QOIIÈÌHIIBIDCDU‘J la’ -h0tté, ohde giam‘maì:

resti .gcema, affinché la superficie di èssó

‘siavesente da questo contatto. Mitterpaóhel‘

dice (I): Bisogna supplir sempre nuavonpùio

a quello ch’è svaporato, perché la botte '-re.s‘ti-.

perfittamente "piena , e, non dia luogo alla

fimentazione acetosa e putrida. A principio,

‘bisogne1ù ciò \-fare ogni I giorno; indi ogni

settimana» pol‘fi‘ia ogni due, e- quindi-. ogni

Sei.-settimarìe,z ed='alla pag. 183 ,- per senti"

ment0’ del Padre 'S. Martino, relativamenb'e

all’azioneldellîariag'saul vino} aggiunge: Risul

ùlfl0.idtéd;îóîbmcguenzez 1.? convien_eî tenere_' le

bo;ti egattàmeîile. chiuse,- n.°.comieneftenerle

‘;eyrbureî perfettaygqgtg. piene; ecosî dice: Boziefi,

‘g.cgoqìtFilippo-\Bo (2): 14 botta si. rincàlzerà

gigo.ÌS.- Mafi?zq;îfogninjgigrmp g: pqè;oghi; ì5_».

gîfll%-MQ,-fl lf‘bémlh'mximli EWga udita-tal

(ìfiîfl n _'" ‘_»‘nnm;h Qj3.,-fj 42,. H ,= \ «._., .

‘ ' "f‘-f - ‘ ‘:-" "E" "-:‘.‘1;;“ ;':Î'-î:;'!.ì(I) EBamenti'dî' Agrîà‘oîxufh,‘llom. IV , pa‘è. {5, ed:

""°"’«‘= "ffiîfifif‘î 1 ”c.'.. ’ ,. _‘ '-‘» y 4;, 4. ; “;A

(i) Elemeutf di Èc'onomxa campestre, pag. x8è,h _m:',

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‘1 1

mese'; ed altrove ripete lo stesso ,“loî

dando Cadet d’e-‘Vaux, il quale dice, "che bi

sogna rinca‘lmre ’la' v batte.“ tutti i giorni nel

primo mese , ogni quattro nel secondo ,‘ ed

ogni fott‘a sino al traoamm'emo; alla pag. '77:1

L’ azione troppa immediata dell’ aria sul'vino.

_n'uoce essenzialmente alla sua durata ;' ma

meglio alla pag. 78-: » Una-delle ragioni per

lai-‘qùalerilv vino , quando’scema la batte, «va

a' male, si «è perché, rimanendo tanto vuota

en’tmlalld‘i medesimi: {all’atto di estrarre il

v'inoiis’ intpoduce l’asszcmvo, la che non av

verrebbe se la botte fòsse sempre piena. Fa

‘ bruni poi raccomanda, pag; 75, di non esporre

all’aria la superfiòie- del vino, e alla pag.‘ 79:che per. fizraceto conviene esporre il vaso I

all’aria' ,'e. conviene che sia scemo... I vasi

di legna sono quasi un ,crivella per -l’ aria?

il liquore li penetra dalla superficie interna

all’ esterna, eil’aria, altre il promuovere l’e

vapa'raziane dellliquore, la dgflagistica: alla

pag.; 80 aggiuuge ancora ,.4 che nella città di

Y3pes‘;foltreé alle botti impeciate, usano per

tapo L’alioî di oliva ,î ch’è ilmiglior6‘ tape

passibile» , perché egregiamente sigillo , ,perohè

» Il.;s.l_ . ‘,,,; , . _ r . ..1 .«

W

" 4 ‘(iflil‘eiriè'nli’di’Agricolt’urii, toin.“nr , pag. 75.

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118

'cede‘ all’ elaterip del vino ,Y e perché infine

non solo non lascia penetTa'rvi l’aria, ma im

pedisce l’ evaporamento- della parte più spiri

tot*aÌdel liquore, e.che perciò , sempre che

succeda di tróvar la; botta scema per tale eva

poram-ento, conviene riempirlo. .-: ..w;_\.. è.

’ 59, Dal consenso adunque di tutti questi

autori appariscefifl conclusione, - I .° che in bfeb.’

brajo il vino devefiripas‘sarsi danna botte

nell’altra per liberarlo dalle sostanze impura

che ha deposto durante la“ sîum. 1placida’fer

merita-zione ;- 2° che conviene- sempre 'riunal

zare il vino affinché la botte non resti scema,

per liberarlo dal contatto dell’aria, onde:mm

gli comunichi l’ossigeno e lodi_sponga:.all’a-.

cidità. -- In Francia, in Ispagna‘, in Italia ,

ed altrove ancora , queste due. pratiche sono

di generale costume, come. pure lo zolfòra

mento delle botti e la chiarificazione arti

ficiale del vino; ma nessuna di queste p’ra

tiche è posta in uso nell’.lSti‘ia ;.>anzi, al

contrario, si ritiene che .non conviene rompe)?

la madre, cioè.quello strato: d’im‘phrità che

galleggia sul vino , mentre questo lofi'conserva,

Come pure la feccia 4 inferiore‘;_edjùlouni ,

inoltre, nel momento stesso del travaso, la

sciano un vacuo nella fblotte,’ ,‘ dall’f‘unaj ;est11e

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I l a 9

mità all’ altra' del-fondo della:ìteàsa,' ' dicendo

che quel vacuo'.deve e‘sQervi;perc hè‘ il vino

lo esige , da.sè llivellauzloisi àe’mp'i‘e a quel

‘puntò , e =perciò\nè si tra'vasano 'di nuovo,

‘nè'.si riempiono :giammai’fleflbobli scemo.i -‘-;

A. frontedi tutto ciò, il vino dé11’ Is,t_ria non

3010 si conserva: sano e:'bu'ouo' , ma- di 'più

ancora 1esso è. atto: alle. più.» lontanehmii‘gaa

zioni 's'enza guastarsi. Questa 'eccelleuza di

proprietà. non Può attribuirsi che' ‘alla 'fe-.

;licitài,dél clima, ed‘alla ‘ natura del suolo

hmogeueo alle vitiì mafse si prestassero ad

essuqueste cure ed attenzioni, qual maggior

grado di perfezione nou' acquisterebbe 6in

in ogni rapporto per farlo , se non prim'eg

giare ,fialmeno pareggiare a tutti i vini?

Tutti gli autori dicono che si rincalzi

il vino, e que'sto rincalza’mento si fa col ver

sare nella botte , mediaynte un imbuto , per

il ;bondone della stessa, tanto vino che suf

ficiente sia;a' riempirla.‘ In. questa operazione

jo'rimarco‘più Cose:'1f'La.frequenmdi fare

questo lavoro è incomoda-,y tra'tt'andbsi di

'una. cantina che abbia molte botti: n.° Cori

.questaèopqraziope il _vino niella botte si scom

volge, quantunque .sL-premuuisca il tubo

dell’ imbuto ’(piria), di. ,unv.,tub_ovu luogo che

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"12°

' ai‘-niviiîalla metà:della botte ,‘2Î'chiu'so‘liiell e

strîem'il‘a‘ ,î e -‘con varia-forelli’ni; apertd lateral

ìmpte affinché il ,Αv-ino vi zampilli ' legger

mente-in linea‘orizz’outale , “in modochedi

molto noiiiiSconvblg'a il vino-1: 3."- Nel fare

quest’operazi0ne,‘ non può non succedere che

filop isi mescqlicol vino quella:pellicola , o q‘uei

fiori - che 'nUotano', Îsulla superficie “del »mede

'simo, cosa che non può essere utile allo

stesso: 4.° Le.tante'volteÎ-clpe'îîsiî è necessi

tàti: di far quest’ operazione, i»sono altrettanti

inezzi di comunicare =al vino il contatto del

l’aria esterna, la quale-è più- attiva ancora

nel. di lui. movimento, e lo predispone per

conseguenza ad appr0priarsi; l'ossigeno, che

con ‘.tutta l’attenzione più scrupolosadeve da

Esso allontanarsi.- Per rimediare a tutti questi

pericolosi inconvenienti, ho ideato e posto

in pratica‘quantofisegue. - ‘» f' 'Î Il

32‘ 52."Feci e costruire nella’«scorsa vendemmia,

nella -vetriera Gipshnitz, nella Garniolm;due

bottiglionùdinetro (I):'della f capacità di" 4

iboccali di 3Vienna ,«uno de’quali si osserva

in.A .B, fig.° V , aventi superiormente in‘C

un breve collop,l.in D.una spina, ed in G

I‘|f'î w r.'v"1"'-H-i I m ,Ll' »

1 . I,

.,,.

f ” l . I I '.-‘ ' \

'3“(1) Ogru bott:glxouecost0 un fiormo., ,

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mx

un-altro'collo, ossia bocchino, della periferia

corrispondente al foro della botte , ed. in e-e

fornito di una scala graduata di due bocbali, .

ognuno de’ quali è diviso in decimi. Questo

ist’rdmento' io lo chiamo elattenom'etro, dal

greco élatton, diminuzione‘o calo,‘ enos vino”; è

metros misura, cioè misura delcalo del vino,

che può-anche dirsi, per l’effetto che-pro

duce in altro senso , conservatore del vino.

-Àpplicò adunque l’elattenometro al foro del

gran-‘cocchìume della botte piena di vino,

’G', fig.“<'V,‘ col suo adattato bocchino, e lo

cemento col ‘mastice resinoso di già indicato;

allora per il bocchino C infondo il vino sino_

che arriva alla sommità della scala graduata

e-e ;‘ -Àv-i pongo sopra la superficie di esso

un“pókm:di olio per. liberarlo dal contatto

dell’aria, e con un severo chiudo il foro del

bocchino. -- In questo ’modo pos5iamldire

che il ‘vino della lbotte- sia ermeticamente

chiuso, e libero inogni senso dallo scemo

e dal contatto dell’ aria ,“poichè il vino della

botte e in continuità con quello dellîelatte

nontetro,elof scemamento" succede in esso.

Opera il”vino nella l'botte la’isu‘a ‘lenta fer

mentazione, ed in questo caso‘- gli-escrementi

leg'gieri, ossia fiori,ché rimanda- alla supera

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ma

__ficie -, I tendendo alla maggiore sommità, a'scen-.

deranno in gran parte inell’elattenometrfo, po«

Shudnsi' sulla superficie del vino in quello

contenuto: ciò muc'cederàcomodamènte. perché

llfgrflflg-ÌJH‘BCCÌOÌO è largo once.sette, ed in-'

feriormente è incanto all’interno diagonal

mente con" linea' ascendente verso il centro

' del l'oro-minore ,. in cui è fissato l’elattenb»

metro; come indicai in precedenza' parlando

di esso, e come si può osservare iu'm,fig.‘ IK.

Scemando la botte per la fermentazione : pla

ic.ida ,, questo' scemamento seguirà tutto nel

;mio. elaltenoinetro, .e colà vedrò il quantita

._tivb segnato dalla scala , di cui nefarò nota,

’eaîlafrivato al, fine.della scala,lîò riempirò di

nuovo, servendomi, per meglio operare, di

un imbuto che, abbia il_;tubo chiùlsoall’qstre

‘ niit‘a, e fornito di piccoli forellini onde passi

iljviao lateralmente, ne sconvolga il vino

ddl’elattenometm: Così facendo, con questo

-istrumento ioavrò molti vantaggi: 1.° Il: mio

vino sarà intieramente ,libero»,dal contatto

dell’aria per l’olio sovrapposto; 2.°= Nelrin

calzo del vino per nulla si -.disturba quello

della botte nellafsua.’placida fermentazione,

ìnon; 1incalzgndoai. che l’dattefzomgtro ';. :5;"-. lo »

saprò giornalmente il» calo ‘o s'cen'1amente della

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V "Xà3

botte, e- saprò regolarmi» nel calcolare la,’to'-.

italità'per giorni, mesi, anno e stagioni, onde

utilizzare nel tempo più opportuno per la

vendita del=îmid.vinoz 4.“ Tutta la:botte»noix

avendo.altra.auPerficie al contatto dell’aria,

che il diametro dell’elattenohzetro’ di once 9,

avrà. il vinominor motivo di tollerare la ve'

getazione del bisso, se i fiori del vino posè

sono!attribdirsiya questa piantahcrittogamar

5.9 Questi fidrinecessariamentè non saranno

più-nella botte , ma ascenderanno alla su

perficie clell’elatt6nometro, e sarà in mio po

tere , ogni qualvolta ne vedrò una sufficiente

quantità, di estrarli, mentre aprendo la spina

D il vino -useirà per essa ,' ed arrivata la

superficie del vino alla spina , usciranno con

esso i fiori , -e lo renderò >»libero da essi;

quindi, chiusa la spina, riempirà l’elattenoms

tro»di vino, ed otterrà pienamente in tutti 1

rapporti 1’ intento, cioè di non cpnturbare

il vino nella botte, nè di mescolarne-‘iion

esso i fiori , ma bensì liberarlo dal contatto

dell’aria, privarlo del bisso, e conoscere l’arr

dar_nento e la quantità del calo. ‘ Ì‘53. A qualcuno potrebbe forse imporre

quest’elatt6nnm@trb, in. quianto‘ che, ' essendo di

vetio;puòlîfacilmente -spezzarsi nel maneggia,

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124

e con ciò non corrispondere all’economia;

come anche perché volendouè uno per,botte,

la spesa è aumentata; di più ancora , che

questo metodo-non è esente dall’incom0do‘di

rincalzare il vino. Î Dirò primierariaentèche

senza qualche dispendio non si fa nulla, ed

in secondo luogo, che, paragonato questo colle

utili conseguenze che ne derivano, con quello

altrove praticato 'nel rincalzare ad ogni-tratto

la botte, si è convenientemente ricompen

sati. _ Ciouuonostante un altro elattenométro

ho ideato, il quale ci libera da questo ripe,

tuto e frequente incomodo di rincalzamento,

come della spesa del vetro, quantunque non

corrisponda cosìbene all’oggetto come il

primo. Veggasi la figfi XIV. Siano in una

cantina 'quante botti ’si vogliono, 'sch'ierate a

piacere, e supponiamo da aiubidne i‘lati,

dei quali qui ne diamo uno solo per imba

razzo. della figura colle botti A B.‘ Nel lato

dellacantina più opportuno, ed intermedio

fra la linea delle botti, si pongano nel muro

saldati due modiglioncini di travè F F ad.un

livello superiore alle botti A B, e sopra

questi si ponga verticale un caratello D C

dellà.tenuta di due barili circa,..piùnd meno

a3 piacere: abbia questo caratello ad ogni«lato

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125

una spina-chiave n-n ', ed _ernpiasi di vino, e

sopra. di,ess,o _vi; si p.0ngafialquantp di oliq

per il motivo già indicato- ’di liberarlo dal

contatto dellîar‘ia. ?Fatto; ciò, abbiasi un ecc»,

èhiume. di legno; o meglio;fdifletro, il quale

può|essere dellayfigura »-G.1oppure E, ed avrà

ad ambi i lati îopposti _uqa‘s_pina_zm-mfm-m

Orizzontale, oppure un sempli‘ceffqro, supposto,

il turacciolo di legno, la, quale. COmunicllgt'à

con un foro posto nel turaccioloye. che scenda ‘

al basso; e se fosse di;vetrojîsarà vuoto ver;

ticalmente sino 'a11’ estremitàîì;superiore ,.ov_e

-sarà chiuso ermeticamente ,',.ÌOPPUIGI Econ.;un

tu‘raociplO. Prendausi poscia dei, tubi. di. legna

[I della lunghesz conveniente 1;'al-unfll 949

economicamente potranno servire .dei ,pgqgi

di-canpam'onta'fla (Aranda ‘donax. Liana.)Ti

i quali. saranno anche‘cementatifdi :pece 6'qu

nementer fac.ciansi.combaciare colle spine__ m

man ,- «ed f #fiìlidllè-"non 1&SQÌBOWSG&PP&Wa il

vinoîv;dia quelle :giunturè, .saranpoi_gopertebed

unite: icon;jqualvche Polliqe. ;di1Mb0adi 13611?

espressamente preparato ,A e ,levato ydad piedi

di1‘lifitl‘02 di:qualolie capra 0 pecora,,f-_m:kz

gatq« dallÎ “11316001 .tuho_,î e dall? altra

spina,__-+ Già preparatose. ;fdisposte .ifl..qflfl:

Asta forma per ambidue le file delle botti,

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12_6_

aprami le chiavi n-w del earat‘ello D C, ed

essendo il vino“imessd contenuto ad u‘mli- ‘vello superioreiîdel‘le botti A B; egli è evi‘ ,

dentissimo che per i\ condotti l’1 scenderà

in‘esse", c‘ 'le-‘-rièmpirà;- ‘_ In questo modo

tutte le Botti , se' ‘fdàsero anclie' cento, sa

ranno Sempre pienti“, nè l' aria' esterna avrà

Contatto eolî‘vìno ;in esse contenuto, perché

non vi sarà‘vacdo aléuno nelle stesse ;‘ e di

Conseguenza“il‘ vino si conserverà nel suo stato

di perfezione, liberò dal pericolo di Nidifica

zione o putrefazióiie.fScorgesi da Éciò-,rche la

sola'su'pe‘rfi’cìe. delcàratello, fra tanta quantità

di vino, è la solalaicontattodell’aria,v e che

questa"î-stéss:x f ristretta superficie e puran'co

ilife‘sp dall"olid' "soprannotante ‘che vi . fu" -iffla

p6stoìxL-Qu'ando' il caratel’lo sarà rseemo,

potl’à' ednpscerSi‘ ‘ap‘ponendovi un“galleg'gia_n

te ,' eonî eùî‘ad‘îognì‘fmoméncaîwai' ennescerà

il sito abbassamento;Îoppuré'si-ricbnósceràieon

lino"’s::andaglio; edr al-oasdùppmtiàno; si riem

‘p‘îvà; nuovamente di‘vino‘; col‘gqual metodo

opèfiaxidb,‘ sifiarfh am Clatterid‘ffijefi'ò economico,

crfmodissimo,t il Quale presér‘verà" ilff-‘nostro

vita: da quellè pericolose ca’lanìlth' dalle quali

nel : metodo ‘qrdinario'îdi "continue è -- minac-‘

,ro.- F , ;. . ‘crete» "--‘--. 'î-’ al .f...zîfiî.::n . 131' h.um.i

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. ‘121

f1';54;“"Aggiungerò per fine il metodo‘di“aolî "

forate-_ilavî‘ncf», “di chiarificaslo,î e di 4iberm‘a -

lelbotti dalla' muffa“ e dall’odòre , a comodo "

‘sli'1-‘chi .sii trovassei nella" eircé0sti:int‘à“Î di 'do‘è

Verme far uso.iKlaproth dicé‘(a), cheizolfaram

i'n'ini è utile: _e ‘Mitterpab'her (2)’,"-clieffiiîa

virtù-dellsî zolfo‘ I rintuzna l’elasticità -dèil’aiiàl

ed impedisce-“che esi,fl'fspîrîgioni ila1';"vino , è

nello svilupparsi si alteri,“*-e Che 'în""Francia

è; molto famigliare: \Filéppo Effe (3),‘Î-clie a -

tolfòmm >twini 'p'fleviene‘fl'aaasif'tatte variata

malattie, ‘Je‘fîparticolannente S‘l‘acic'tità ,33 'cib‘ îri>

pate'f'Fàbranl pag.* 'Î5' éî-\Róaw ne dà"?!

metodofl Seguente. "Per-saltavamìle bonificata“

(iene far, uso"*diflain 'oa'iumîneiió ilbqiralt"î,‘ ‘ '

fi»ànflofifiitrehdellibbsrte;adpezzo iii carto'n’è ’

«su-«md» 'zolfata‘- soéasaoiino'iiwifif tramanflafl‘iii

essa‘r‘ch'e il vapore-Yii"tiùl "deve riempirsi ' 'prima di TÎPO‘IWÙ'îRM il"èègno ‘del“riem‘ì ' I

pimento ‘è; 1 il" «rigurgiiarv’i '< dèl‘".’ìàìm di‘é‘f‘s'bpii’à

l'estrema: ’fimiima, edf>astîngilefla Atlórà si

leva" 6alla‘botté - il Îtubî‘i'del’va’p'orè, le si c1ii'ùdé

c‘ol coccliiumezfì--1Klnp%ffpl 456‘)"diceì

.. ,., ’ .. i ,., Me... .! , ,,ri‘) Q"P’""°%ÎYHPBK'ÈÙ’H i ‘>""e"e i‘1»u »

(a) _itteîparcher} ‘torn. Ifl,Èfpa'gfijgî;

Nola. ' ’ r _ ' ’ ’

L“ Eléliiflfigfié.(lóinfi ìix'ì’p'dg.‘ 577?“ i"-"’

-» - fu.,.. l Y»cu>

I

..,\

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128

L?dcpol garantisce il vino dalla fermenta

zione Il ‘ ivino che ‘ contiene .poco alcool

e molta mqterid . estrattiva passa facilmente

alla fermentazione apida ;. e. pag.. 47.73' che

talvoltaJa-Amateria coloraniefksì.. depone -Sulle

gare,tiudel vaso in piccole pellicole,“ oppure

leî.pellieole nuotano nel 'vino. edxilìllorbidan‘o

la suaî‘trasparenza»; insegna quindigpagi473:

SL_chiqri/îpa il, vine-con la scena pesce,“

o di: chiara d’uovo; o :col gettar? nel coc

ekinme diverse , pieire focaje ‘amoeentatg ,-.\e

doch 6‘6i( settimane «.\îi' favrùnil'» vìw »0fiidmy

oltre, di. ciò è :più spiritoso, ed ha -il‘-Galonejdi

un vino; che haî,yniiaunp di'_pàgi;l;-icommenf

}fllbfipdii Miflfiiî‘filflfih6' Git0m‘bm, apag.ì rgo..l)

‘ R%è;fii :dwnajlmmfiednf '{i«qumtîòpcfazioefl

gpn,;pi,u,_ precisione, (dicendo? Le khstamw: latte

’qf.,cleiggificarefil‘ pino;',mno. la;colla di pesce,

leifi'qm’ml ereàéca‘. leohiam dfuawogiilfomò

dÈyCÉW9G ras/24th; e eh'g;.«, Etole‘ndo servir'si

a. della fi,°llafldi.gesca,>seinfi prendano dueionce

S?! PBP: 9gflî . botte di .Ivino, iilldi‘ s gtoeàatnente

e comma 1;, facciasig'bollîre in» unàîpinta'di

« acqua,laquale,maffreddatarima-ne come

«1 una specie di“'Éelatina.’lnallora‘vi versa

ci "una "sdflicienle’ 'qiiaiitità'“diî vììió‘,‘“àîì%fli a

« lungo con miÎnra;poî di v verghejîfinehè: Wa

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12

« la gelatina si risolve in ischiùma. In/5se9fi

’« guito ‘cav:a-si dalla botte un secchio’di-qu’él

«- -vino"steSso che si Vuol chia’rificare, , enti’d

’ o\‘a=.€cni siversa la sebiùma, diménando ala)

aliquantrof‘ib miscuglio affinché“ il tutt‘e-s‘ins

corpori'.; - e’r gettando questa »biètcolafllui ‘èn’-\f

m» la botte, si va smovendo ‘il vinbîfi’con

un bastone fesso, ma che non arriviîse

noti alla metà. Allora, riempiuta la botte,

e benchiusa , si lascia inyquiete per quat

‘ tro 0 Sei Settimane, "dopo il qual tempo

'il-‘vino sitrova bello" e chiarito. » _-'« Per

pui‘gare‘le botti di muffa , che è una vege

tazione, dice il Padre da S. Martino '(‘pàg.

90'), il-rimedio più effica0e e sicuro,‘ espe

R’42:2RR2

> rimentato con" felice successo e suggerito dal

sig. D. Andrea Carli, si è di lavare più

volte le botti con acqua bollente, ed infon

dervi poscia dieci o dodici libbre di calce

viva e recente per ogni botte, versandovi

dell’acqua in proporzione: chiuder quindi

la botte , agitarla e rimoverla; e dopo uno o

due giorni, estratta la calce, lavata con acqua

la botte, indi con vino bollente, rimane essa

libera dalla muffa. » - Ripete Filippo Re

la cosa stessa, ed aggiunge di più un altro

rimedio per levare l’odore di botte : si prenda

Stancovich. Del Vino 9

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130

una libbra di acido solforico, e si versi en

tro nove libbre di acqua. Con questa lavasi

per cinque o sei minuti la botte. Senon‘ba

sta la prima lavanda, si replicherà il giorno

seguente; lavandola bene e spesso ‘ogrtà "110124

pgr levarle l’odore dell’a'cìdo solforico.

_, Approfittando dei mezii indicati, e delle

sollecitudini e cure convenienti ad una ben

intesa elaborazione de’ vini indicate nel pre

sente scritto, noi ne avremo di eccellenti ,

squisiti, con piena nostra soddisfazione, e li

Vedremo dotati di tutte le buone qualità

corrispondenti all’adagio della Scuola Saler

nitana : ‘

_Vina probantur odore, sapore, nitore, calore.

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APPENDICqu

-.

Avm-:r amato di unire qui una tabella com

parativa della quantità di alcool contenuta

nei vari vini dell’Istria, col metodo di Brande,

sapendosi ormai che l’alcool è undedotto,

e non un prodotto del vino. Essendpmi però

mancato il tempo materiale per eseguirlo, e

più ancora impedito dalle mie occupazioni,

ne darò qui il metodo da usarsi in questa

operazione , tratto letteralmente dall’opera di

Federico Accum (i), unitamente ad una Ta

vola comparativa dei vini e liquori più co

gniti , estesa da Brande, allinchè se qualche

Istrian‘o, fra i molti dotati -(lî’_ ingegno e sa

pere ,‘ amasse di dare questo saggio del suo

buon volere verso la patria, possa eseguirlo,

avendone qui il metodo senza cercarlO‘ n.

trove Questo lavoro io lo credo necessario

(i) Trattato pratico per l'uso ed applicazione dei Rea

îenti Chimici, di Federico Aci:uin‘, traduzione di Giovanni;

Pozzi. Milano,îi8|g, tom. 1, pag. 157. ‘ """

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133

da eseguirsi per, tutte le province d’Italia ,

e poscia da queste provinciali tabelle co

struirue una generale, la quale, senza con

trasto , potrebbe offrire dei lumi e presen

tare delle viste interessanti per questa bella

regione.

,_. ,., i

i'.-,

.,i,'.' ,,, .M ,,,,|, J.., .‘ _,,

M,,__,,ÎÙ , _SPEBI'ENZA CHI.

.,’.\‘..‘ "f”- il; r" 2-. . ' ,

.c(tAggìuugi ad ott01pal‘ti , una misura,.dgl

vino_ che,ltmoi esaminare, una parte di.,so-:

lozione- co_ncentrata di sub-acetato di piombo;

ige..seguirà ‘.un'z precipitato denso ed insolu

hile; esso-I è{.la combinazione del saggio colla

materia icolorante estrattiVa ed acida del vino.

Agitaue la mescolanza per alcuni . minuti,

getta il tutto su di un feltro, e raccogline il

fluido feltrato.‘ Esso conterrà 1’ acquavite o

spirib0,weîlîacqua ;del.vino insieme, con una

porzione di sub-acetato di piombo ;:: purché

questlultimo- non .vi sia aggiunto in: eccesso,

nel qual-naso una parte (come naturalmente)

ritmata, indecomposta. f-1Aggiungi, in_,.pic

cola quantità per ciascuna volta, a questo

fluido,del sub-carbonato di potassa, caldo,l

secco I e. puro'( non” il I sale di .._tartaro ci"ilsub-carbonato di potàssa del_fcoiumercioi) ,

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433

il quale sia precedentemefltei stato liberato

dall’acqua per mezzo del calore , fino a che

d?ultima porzione aggiuptarjn:auga indisciolta.

fL’aciquavite o spirito contenuto nel fluido ne

sarà in questo modo separato; imperciocchè

il sub-acetato di potassa attrae da esso“ il

tutto dell’acqua, colla quale era combinato;

mentre l’ac'quavite o spiiiib'dèl vino“ formera

uno strato distinto, il quale ‘galleggerà sulla

soluzione acquosa del sale alcalino. Se lo

:sperimento sia fatto in_un »tub9fdifîmìi

5del» diametro di un pollice e mamo-aduia’

" pollici , e graduato ‘ in 100; parti" eguali il

Eper'cen'to'dello spirito in una 'data' 'Eiiî’àiiti'tà’,

idi’gvinolpOtrà esserne'rilevato colla seifiptîchi

iiîispez.ì0mi' l’Îy . _. _ ii....l . (i ';,.. i 'Ji:

_, « Brandy, op,eranclocsullcîmescolapge.aiftiii

ificihli idell’alcpol; e dell’af:qda,_ trovò,_che quahdò’

fl’alfcopl. .no.n è.meno,dd sedici per ».ceut.o,ila‘vqiiantità indicata, dall.’subflcarhonatoî -di

Totassa secco e caldo, dopo che la Ìmateria’

Ecolorante ed acida ne sia stata separata iper;

imezzo: del sub-acetato di Piombo, fd"s‘eiîipreî

7 fdi una parte in me della porzionef‘fivreale,

Ìcoht_eiiuta nella ,nièscolan'za. » " “b” ’ i I

‘ _. WA..--:

..f.a ;_ ....._ ..--,.s.. .. - --A.‘

Stancovich. Del Vino 9 "

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i134

-“î""i T’AVO-LA

_ . .; w 9 - » ‘ _

Rappi‘es'éntiante il prospetto comparativo della

R quàritiì‘à di alcool (gravità specifica 825’)

" ottenuta da Brande da diversi vini e li«

: quori spiritosi. '

( Jonr‘nal qfsciences, ami Arts., N.° vm, pag.ago ).

I, vPROPORZIONII DELLO SPIRITO PER CENTO

..ì ' - . IN MISURA.

Acquavite . . . . 58 59 |6 Borgogna. . . . . . '-«

2 VhiskeyScozzesc 54 50 17 Siracusa-. . . . . .

_3i Rhumi . . . . . 55 68 18 Nizza . . . . . . . .

I 4 Giri. '. . . . . . . 51 60 [9 Salerno . . . . . . .

5 Lis‘sa . . . . . . . 26 47 20 Champagnespuiucg

6 VÌUO d’uva passa '16 40521 Fronlignan . . . . .

'j Matietà. ‘. . . . . 24 42 22 Vino di uva spina.

8 G'e’g'i‘o'Madera . . 22 94 25 Vino di melarancia.

g? Vùm di Ribes. . 20 35 24 Tokay. . . . . . . .

Tanariffiurm.‘ . . 19 79 25 Vino di Sambuco.

f Lacrima' Chi‘isli. 19 79-26 Sidro il più forte.A_I_.

J

fi-‘n H»O

'Lisbona. . . . . . 18 9452; Vino di pere. . .

,lrìflllalagajq‘a. . ,. . 18 9428 Meadlgr. . . .

4 Capa ’Moscato. . 18 , ‘ Birra‘ hruna.- . .

..4 . î_|g « _ '. u'

15 Clarei. . . . . . . l7k\l _ v_ ’Porter Londra .y

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.LITTEIÀ DEDICATORIA. . - . . .‘ p’ i, .

‘bm5‘mma-uu

(.

IÙ.

nîn

INDICE”

bitte MATERIE SECONDO IL NUMERO

DEI PERIÙDI.

, pag,

PRELIMINARE.‘

>- Vino principale prodotto dell’Istria. . . . n

.- Posizione dell’ Istria. . . . . . . . . ,. n

. Istria sede di Bacco. . . . . . . . .

. Vino Istriano anticamente celebre. . . . - »

. Varie specie di vini dell’Istria. . . . . . u

. Vino Istriano migliora colla navigazione. . . u

Motivi di migliorarlo. . . . . . . . . u

. DeVesi prevalere dei lumi de' dotti. ': . . u ,

. Maechinetta- Gervais promossa dal Presidio Go

vernialeldell‘lstri-a. . . . . . . . . » _

Motivi e piano dell' Opera presente. . . . n

ivi

ivi

w“

ivi

[0

Il

n.

a.15.

14.

15.

16.

ARTICOLO f.

. ’.n-’

Della pigialura delle uve.

Devesi scegliere il metodo migliore. . .

Analisi del raspo e dell’acino. . . . .

Opinioni che il raspo pregiudica il vino. . .' n

Conferma di questa opinione. . . . ‘. . . »

Opinioni che il raspo migliora il vino.

Esame di queste opinioni. . . ., . .

r5

15

16

I7

ivi\

ao

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136

\

17. Il raspo meccanicamente e utile palla fermenta.

zione aperta, e nella fermentazione chiusa

deve elimiparsi, »| . ., ., ,.| . pag. 112

18. Vari modi 'praticiper îsgranellare l’uva. . v 24

19. Vari modi di pigiare l’uva. . . . . . . 25

20. Modo di pigiare 1’ uva usato dall’Autore, e se

parazione delle quattro sostanze meccaniche

componenti 1’ uva, ed istrnmenti opportuni, con

_ ligure. ._ .; .' ._ .‘ ._ ., _. . .,,. _.,î.__u:;7

21- Oggetto interessante del fiocine, o buccia del

l’uva, in cui si contiene la parte colorante,

e porzione di aroma. . . . . . . » 52

,‘_22. Tritur_azione_del fiocine essenzialissima, e mac.I china opportuna, con figure . . . . u 55

'i-- . . . ‘_ Vi. I’| .

ARTICOLO, n. 4 ..

. - Îi«i\oifiie‘... \

;, _.. L _ Dell’economia delle Bolli. ‘

. Ahil""‘

,25. Varie qualità;di,reqipigauti per la fermentazione

.,,VlQQÉQ,,Q.;Q, . . . .,\.'t..|.. ,. f.i'0 _‘0

,34. Botte _a naso ideata dall’Autore per la! vinifica»

-, zione.'. À. . . . . . . .v.v..n_42

25. Descrizione di questa botte; e figure. . n 45

26. Cementazione della medesima, . . . . u 48

27. Essa è irrcmovibile sua vita durante, e serve

tanto per il fermento, come per ricevere il

vino di travaso, ed ha tutta l’ermeticità. . ” ivi

38. Utilità economica di questa botte , e calcolo com

_ parativo._.fi. . . . . . . . . . . n _50

29. Risultanze del calcolo relativa alle utilità. 1’ 55

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ARTICOLO III. .. -v ' ‘il ..‘

' i

Della. fermentazione vinosa. ‘ "

So. Utilità.della fermentazione chiusa. . . . pag. -

51. Tutti i-liqnori fermentano a vaso chiuso. . n

’32. Mezzi a ciò impiegati, e preferenza della botte

v .- anaso. _. ,. .. r. .‘ _.1 .

55. Vàrj- istrumegiti idqatii per impedire l'esplosione

. alle‘ botti mlla‘ifermentazionewbiusn. . ti n

;.-n. '; . . i)

54. Tubo doppiamente ricurvo preferibile, e se ne

'dàlafigura; . . . . . .. . .'.u.

55. Altri mezzi proposti per l’ermeticità, e riparo

e. all’esplosione. . .ì . . ‘. . ’. . . .- n

56. Esperienze dell’Autore: sulla fermentazione chiusa,

ne vantaggi ottenuti. ;. ‘:.: . .' .' . . .‘ n

‘37. Ira botte _a mago utilizza il c'olorito,tenendo im

| u mersa la viuaccia. . . . . . . u

38. Economici mezzi per 1' ermeticità, impedimento

all’esplosione , e. di una Ìfermentazione annua

colla vinaccia, e suoi ottimi effetti. . . n

. _ ‘ 4v -' (1

ARTICOLO IV.

’lfi""îfilt. in. A mi. - ' l.1 . I .mr'l'Jr ,. .j

-r ‘ UH--'U-.oez travhsodei-vjmf.- 1», .‘.-u

II |\ . .Uz:.'Jt’ '>lî. . '

5g. Istrumento per conoscerc'llîlanflai'nento della"fei‘g -

mentazione , e vero momento del travaso. u

40.: Dannose conseguenze del travaso-del 'vin‘0 m'efl -'

l metodo ordinario, per i‘moltiplici sbattimentid

‘ '- evaporazioni e ventilazioui.‘ '. . ‘.>ui1 n

41. Consenso ‘di tutti gli Autori a :ri'passare il vinca '

da un‘a‘= botte . nell’ altra i cui îrnezw V;dcl- ‘ .rg'}ìma

per impedire l' evaporazione cdìl contatto del

69

71

75

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‘138

l‘ aria wmmamento pregiudicievoli allo stesso;

e mezzi indicati a questo fine. . . pag.

42. Mantice usato a questo fine. . . . . . . u

U45. sifone flessibile a quest’uso. . . . . .

“- Sf/‘onibride dell’Autore, con figura. . f. . . . . u

45 Melaggenometro dell’Autore, con cui si travasa

e misura il vino senza gran I ventilazione e

sbatiimento,eon figura. . .. ..

‘5. Vari mezzi da 'a‘ltri propostihpèr itipassare il li

« quore da una bottiglia néll‘nilm, e sifbne a

. spina flessibile dell’Autore, con figura: . n

I)n ' o .

47. Gatapino,.istrumento dell’Autore per levare l’olio

sovrapposto al liquore nelle bottiglie, con

figura: come pure di una spina’sij"o per estrarre

; dalla botte tutto il vino senza chinarla', :cou'

figura ; edinoltre un tubo'flessibilé per estrarre

il vino (senza sbattimento e spumeggio, con

figura............‘.n

'1'_

, v - 4 ARTICOLO V.

Di un Elatlenometro, o conservatore del vino.

48 Travaso del vino d0po la placida fermentazione,

utile per ispogliarlo de' suoi escrementi clan»

Dosi allo stesso. . . . . . . . . . »

49. Rincal‘zar'nento dellediòtti sceme necessario; ra

?Î*_ -‘ gioni di‘ciò., l,in‘in"nl, . . . . . . . u

50. Pregiudiej accreditati su di ciò nell’Istria. . n

51. hconwenienze nel? modo comunemente usitato di

v rincalzare le botti» > -. . -. . . . . u

52. Eldtte'nometra dell‘Autore, con cui le botti sono

sempre piene, libere dal contatto dell'aria , si

' ipoglit'mo delle parti impure galleggianti, e Si

85

go

94

99

104

[09

115

116

118

mg

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139

cenone la quantità del calo ad ogni momento,

con figura. . . . . . . . . . . pag. no

55. Altro Elatlenometra più comodo per un numero

qualsivoglia di botti in una cantina, il quale

libera il vino dal contatto dell’aria, le ri

tiene tutte sempre piene, e se ne calcola il

calo, con figura. . - . . . . . . . n 125

5‘. Metodi per zolforare e chiarificare il vino, come

pure di levare la muffa e l’odor di botte

alle botti stesse. . . . . . . . . . » 127

Appendice in cui si dà il metodo di Brande

per conoscere quanto alcool si trova nel vino,

ed eccitamento agl’Istriani ed Italiani per

eseguirlo in tutte le province; ed infine una

Tavola comparativa di Brando del quanto per

cento hanno di spirito i vini e i liquori i più

cogniti.............oilr

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' VOLUMI DELLA BIBLIOTECA SCELTA

Pubblicattdalla. Tipografia di Giowzmzi Stlèestrl

da Gennajo ad Agosto 1825.

57 NOTTI Romane, del Conte Alessandro Verri. Terza

58' ediz. della Biblioteca Scelta , 2 vol. fig. » 4 50

J55 GARGALLO. Poesie, riviste dell’Autore. ” 2. 75

159 POLIZIANO. Poesie: prima ediz. eseguita giusta la Pro.

’ pasta:del Cav.Monti. Col Ritr. dell’Autoch 2 50

160 PALMIERI. Della .Vita Civile, Ritr.dellledtorex 2 61

161 CERA. Il Cittadino di Repubblica.î - ,12, i» 2 61

162 SAMMARCO. Delle Mutazioni de’Regni. à 1 90

, 165 FRlSI. Operettemo‘elte, colle Memorie scritte dal Conte

Pietro -Vèrri, e col Ritratto dell’Autore. ” 4 60

164 MAGALOTTI. Operette varie, con giunta di Otto

’ Lettere su le terre odorose, dette Buccheri. Col

Ritratto dellfAutore.. . ‘ es 4 40

114 BOTTABI. Lettere pittoriche, con aggiunta di 504

lettere inedite; volume ottavo ed ultimo: Opera

completa. a, 52. 00

167 PASSAVANTI. Lo Specchio della Vera Penitenzia;

coll’0melia di Origene, e col Parlamento fra Sci

pione e Annibale, tratto da Tito Livio, volgari2zato

dal medesimo, col Ritratto. ‘ ” 5 80

168 CORTICELLI. Regole ed Osservazioni della lingua

toscana ridotte a metodo ed in tre Libri distri

buite, col Ritratto. ’ a: 5 50

118 FOSCOLO. Prose e Versi. Seconda edizione della

Biblioteca Scelta; col Ritratto dell’Autore.» 4 00

/\

-- l Sepolcri, separatamente. ” I 15

-- La Tragedia; il Tieste. ” - 75

-- L’ Orazione dell’ Origine e dell’Ufficio della

Letteratura. Milano 1815 , in 8. n I 50

169 CARO. Lettere scelte. ea 5 50

170 CANOVA. Vita sua, col Ritr. e Medaglie. » 4 50

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orarie SULLA COLTIVAZIONE DE’BIGATTI

ABBATE, Aut. Della Coltivazione dei Bigatti, o sia metodo

pratico per farli nascere, coltivarli nei varj periodi della

oro vita, e fabbricarue la semente. III. odia. Il. li'r. 2 6|.

IACHI DA SETA. Nuovo Prospetto generale di coltiva

zione giustai migliori ed infallibili- precetti, ecc. Monza

4847, in foglio. Il -- 87

BIFFXGNANDI,‘A. Discorso critico sulle Bigattaie Domini

’ cali, o Damlolz‘ere, restituite alla pristina istituzione.

In 8. , u 1 50

BUNAFOUS e SPREAFlCO. Trattato e Serit-ti varii intorno

all’educazione dei Baclfi da Seta ed alla coltivazione dei

Gelsi. in 12. ‘ _ . H 2 00

BORNA'I‘I, Gio. Maria. Sul modo e con quale sosttmza il .

Buco da Seta, durante il torpore forma la nuova sua

pelle, come fargli superar bene il torpore, come preve

nire quei guasti che in tali periodi pur troppo succe

dono; nell’aggiuIita di altre utili nozioni pel coltivatore

dei Bacini. u »- 87 ; > ,

DOTTARI, Gio. L’Accoppiamento delle’Viti ai Gelsi senza Î

’clie scambievolmentc si nuocano, Memoria preceduta da ‘ ‘

alcuni cenni intorno all’Autore. Terza cdiz. In 8. n l 00

_: CANTONI, Gaetano. Osservazioni critiche intorno ad alcune

‘ pratiche comunemente seguite nell’educazione del Baco

da Seta. In 8. , , n ’4- 87

DEI-CAPITANI , Carlantonio. Regole pratiche per l’ educa

zione dc’Bachi da seta, compilate a comodo de’Bigattieri.

Seconda edizione. In 8. 7 n '- '40

DE-FILIPPI, G. B. La _Bigattologia cpilogata o sia Com- ‘

pendio di regole concernenti le cure dovute ai Filugclli ,

e Pensieretti sui Registri ad esse relativi. In 8. u‘ 4 50

FRESCHI, Gherardo.Guida per allevare i Bachi da Seta,

dietroi propri esperimenti. Quinta edizione, corretta

e rifusa colle posteriori aggiunte delle altre edizioni,

col Ritratto dell’Autore. . - ‘ n i 50

QUADRO SINO'I‘TICO eretto dietro la suddetta Guida,

per condurre calcolatamente qualiasi partita di Filugclli,

sul Modello di una Bìgattiera mediocre di 56 a 40 gra

ticci, del prodotto di Libbre 500 di Bozzoli, _con once 5

di semente. Un foglio gr.‘ in litog. allurninato.- n 5 50

Lo stesso quadro in nero. o 2 61

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_V_ -. I. , .ALTRE OPERE SUI VINI

ACERBI, Giuseppe. Delle Viti italiane , o sia Mate

riali per ervire alla classificazione, monografia e

sinonimia, preceduti dal Tentativo di una classifica

zione geoponica delle viti. In 8. Ital. Iir. 4 35 . . ‘

LOMENI, Ignazio. Considerazioni analitiche stillè'_ ""

cause dello scoloramento dei Vini fabbricati in vasi ‘#

chiusi e sui mezzi proposti a rimedio, con la de

scrizione di un nuovo meccanismo che pcrir_ziona la

vinificazi0ne ecohka iVinì eseguendo la t'ollntura

delle uve fermentanti senza alterare la chiusura

dei lini. In 8. » 4 74

--- Macchina per la Pigîatnra dclle Uva o Pigia

tore , premiata dall’I. R. Gov€rno di Milano nel

corso (l'Industria dell'anno 48% , ecc. In 8 con

5 tavole in rame. _ ‘ n 2 30

--- Sulla Macchina per la Pigiatura delle Uve.

Lettera che contiene alcuni cenni pratici intorno

all’uso della medesima. In 8. _ n -50

FABRONI, Adamo. Dell'Arte di Fare il Vino per la

Lombardia Austriaco, emetodi pratici per farci

Vini toscani. In 8, con tavole in rame. r 4 50

SESTINI, Dom. Delle Viti, dei Vini di Borgogna e

dell’Acquavite; Memoria tradotta sopra un Mano

scritto fraucese, e corredata di brevi Note del

I' Autore dell’Anno Rustico. In 8. n {I 45

VERI“, C. Manuale per la fabbricazione del Vino,

considerato ne’ suoi rapporti con il suolo, il clima,

le stagioni, la coltivazione e maniera di governarlo

nelle botti. : E 1' Autore dei Saggi di Agricoltura

pratica sulla Coltivazione dei Gelsi delle Viti. n 3 00

SOTTO AI TURCHI À

POZZI , 610. Del Vino , delle sue malattie , de'suoi

rimedj e dei mezzi per iscqprirne le falsificazioni: ; n

dei vini artificiali e della fabbricazione dell' aceto. k .

Quinta edi:ione, arricchita di nuova osservazioni

e di quattro tavole in rame.

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1048608

Stancovich,Pietro.

Vinodeìì'Istria,principaìeprodottodi

questaprovincia;nuovometodoeconomico-prapticoperfarìoeconservarìo.OperadeiCanonicoPietroStancovich.Condiciasettefigure.Miìano,TipografiadiGiovanniSilvestri,1853.

139p.2foìd.piates.“1.Wineandwinemaking-Istria.v/î.Titìe.

smì/cxl9/74

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