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presenta un film di David Gelb con Olivia Wilde Mark Duplass UFFICIO STAMPA Maria Falcone [email protected] tel. 0683600710 fax. 0683600711

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Page 1: un film di David Gelb con Olivia Wilde Mark Duplass2007 Un uomo venezuelano, dichiarato morto, si risveglia durante l’autopsia. 2010 Un impresario delle pompe funebri in Colombia

presenta

un film di David Gelb

con

Olivia Wilde Mark Duplass

UFFICIO STAMPA Maria Falcone [email protected] tel. 0683600710 fax. 0683600711

Page 2: un film di David Gelb con Olivia Wilde Mark Duplass2007 Un uomo venezuelano, dichiarato morto, si risveglia durante l’autopsia. 2010 Un impresario delle pompe funebri in Colombia

CAST ARTISTICO

Mark Duplass Frank

Olivia Wilde Zoe

Sarah Bolger Eva

Evan Peters Clay

Donald Glover Niko

Ray Wise Mr. Wallace

CAST TECNICO

Regia David Gelb

Sceneggiatura Luke Dawson

Jeremy Slater

Fotografia Michael Fimognari

Montaggio Michael N. Knue

Musica Sarah Schachner

Prodotto da Jason Blum

Luke Dawson

Matt Kaplan

Jimmy Miller

Cody Zwieg

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SINOSSI BREVE

Un gruppo di ricercatori, capeggiati da Frank e Zoe fanno un'incredibile scoperta: trovano il

modo di riportare in vita i defunti. Dopo aver completato con successo, ma senza

autorizzazione, un esperimento su un animale appena morto, il rettore della loro

Università viene a sapere dei loro esperimenti sotterranei, il progetto viene

improvvisamente sospeso. Tutto il team decide comunque di riprodurre il loro esperimento

ma, a causa di un incidente, Zoe, viene orribilmente uccisa. Frank, pervaso dal terrore e

dal dolore, li convince a fare qualcosa di impensabile: tentare di resuscitare la loro prima

cavia umana. Inizialmente, la procedura si rivela un successo, ma la squadra presto si

rende conto che qualcosa non va in Zoe. L'utilizzo su un essere umano porterà a pericolosi

e inimmaginabili conseguenze per tutti. Il terrore dilaga in questo horror che vede

protagonista la bellissima Olivia Wilde. 

SINOSSI

THE LAZARUS EFFECT segue un gruppo di ricercatori guidati da Frank (Mark Duplass)

e dalla sua fidanzata Zoe (Olivia Wilde), che hanno realizzato l’inimmaginabile: riportare in

vita i defunti. Dopo aver completato con successo, ma senza autorizzazione, un

esperimento su un animale appena morto, il gruppo è pronto a svelare la loro straordinaria

scoperta al mondo. Quando il rettore della loro Università viene a sapere dei loro

esperimenti sotterranei, il loro progetto viene improvvisamente sospeso e i loro materiali

confiscati.

Frank, Zoe e il loro team (Donald Glover, Sarah Bolger e Evan Peters) decidono così

di riprodurre il loro esperimento ma, a causa di un incidente, Zoe, viene orribilmente

uccisa. Frank, pervaso dal terrore e dal dolore, li convince a fare qualcosa di impensabile:

tentare di resuscitare la loro prima cavia umana.

Inizialmente, la procedura si rivela un successo, ma la squadra presto si rende conto

che qualcosa non va in Zoe.

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Mentre si rivela la sua strana, nuova personalità, il gruppo si ritrova intrappolato in

una realtà raccapricciante.

Non si trovano più a dover affrontare il problema di poter o meno riportare in vita

qualcuno, ma piuttosto, la rabbia del suo ritorno.

Relazioni della “Sindrome di Lazzaro” attraverso la Storia:

380 a.C. Platone documenta il viaggio del soldato Er nell’aldilà.

100 d. C. La storia di Gesù che fece risorgere Lazzaro appare nel capitolo 11 del Vangelo

secondo Giovanni.

1977 Il Dottor P.M.H. Atwater muore tre volte e inizia i suoi studi sulle esperienze di

premorte.

1982 Nella letteratura medica negli Stati Uniti, sono riportati, per la prima volta, dei

racconti sul fenomeno della Sindrome di Lazzaro .

1993 Il termine “ Sindrome di Lazzaro” viene coniato dal ricercatore JG Bray nella rivista

medica Anesthesiology.

1996 Una donna morta di overdose nella cittadina di Huntingdon, Regno Unito, e viene

trovata a russare nell’obitorio 34 ore dopo.

2002 Un uomo di 65 anni, sordo di nascita, è dichiarato morto, si sveglia e muore 4 giorni

dopo.

2004 In India, un uomo morto affermato, viene portato in camera mortuaria dove

improvvisamente riprende a vivere. Viene trasferito in sala d’emergenza e muore qualche

ora dopo.

2007 Un uomo venezuelano, dichiarato morto, si risveglia durante l’autopsia.

2010 Un impresario delle pompe funebri in Colombia si accorge che il corpo di una

donna, morta affermata, inizia a muoversi.

2012 Un bambino prematuro in Argentina, dato per morto, viene messo nella cella

frigorifera dell’obitorio e ritrovato vivo 10 ore dopo.

2013 Un uomo in Ohio morto da 45 minuti, resuscita quando il figlio va a dirgli addio.

2014 Un cane in un rifugio in Alabama sopravvive dopo essere stato soppresso due volte,

e venne poi adottato col nome di Lazzaro. �3

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Relativity Media presenta The Lazarus Effect, un film prodotto dalla Blumhouse/Mosaic

production, diretto da David Gelb, e vede come protagonisti Mark Duplass, Olivia Wilde,

Donald Glover, Evan Peters e Sarah Bolger. La sceneggiatura è di Luke Dawson e Jeremy

Slater. I produttori sono Jason Blum, Jimmy Miller e Cody Zwieg, mentre la produzione

esecutiva è affidata a Matt Kaplan, Jeanette Brill, Luke Dawson e Gloria Fan.

PRODUZIONE

“Non hai idea di quello che hai fatto... ma te ne accorgerai”

Fin dall’antichità, gli esseri umani sono andati alla ricerca dell’unico potere che

sfugge al nostro controllo: invertire l’inquietante atto finale della morte. “Quanto può

rivelarsi rischioso stravolgere le fondamentali leggi di natura? A cosa si andrebbe incontro

se si esplorasse il misterioso divario tra vita e morte, aprendo in tal modo la strada al male

nascosto che non abbiamo mai provato? La sorprendente possibilità di stravolgere il ruolo

della morte, potrebbe comportare davvero un patto con gli angoli più oscuri della psiche e

l’apice della paura dell’essere umano?”

Questa è la premessa del nuovo film della Blumhouse Productions, The Lazarus

Effect, dai produttori di generi horror originali e di successo, divenuti dei franchise, come

The Purge (La Notte Del Giudizio), Insidious e Sinister. L’avvincente storia nasce dall’idea

di suscitare emozioni, e ha inizio con un gruppo di ribelli ricercatori medici che credono di

aver scoperto, per caso, una sostanza, una svolta decisiva, che potrebbe un giorno far

risorgere pazienti morti da poco. Tuttavia, quando un incidente di laboratorio fa morire

una di loro, decidono di avventarsi sull’esperimento per riportare la ragazza in vita,

attraverso uno straordinario successo medico, scatenando forze lontane che vanno oltre la

loro comprensione.

Per molto tempo, la rianimazione corporea ha fatto parte della mitologia, dagli

zombie a Frankenstein, ma è stata anche oggetto di una lunga ricerca. La medicina

d’emergenza è andata così lontano tanto che, in alcuni casi, delle persone dal tracciato

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piatto, sono state rianimate anche dopo diverse ore trascorse in uno stato premortale.

Cosa accadrebbe, quindi, se prolungassimo quel periodo di giorni, settimane… e oltre?

Nel film, il Progetto “Lazarus” mette alla prova, per un momento, quell’ardita

questione, con risultati promettenti, quanto meno nei confronti di un cane di nome Rocky.

Il Team, potrebbe trovarsi sul punto di dare una svolta decisiva alla biotecnologia del

secolo. Tuttavia i ricercatori, persino prima di mettere insieme tutte le informazioni

necessarie per procedere, sono costretti a far fronte all’impensabile: sperimentare il loro

siero su un essere umano, per di più una loro cara amica.

In questo momento, sanno di poter riportare in vita un essere umano dalla morte clinica.

Quello che, però, non sanno è da dove lo hanno riportato, e in che modo sopravvivranno

alla sua collera.

Senza mai lasciare il laboratorio, The Lazarus Effect analizza il divario che intercorre

tra la vita che conosciamo e ciò che viene dopo.

Il regista David Gelb, che passa dal premiato film documentario Jiro Dreams of Sushi

(Jiro e l’Arte del Sushi), alla paura crescente di questo nuovo film, afferma che The

Lazarus Effect è un horror caratterizzato anche da elementi di thriller medico e di

fantascienza. Gelb, ha dato tutto se stesso, avvalendosi di un abile cast che vede

protagonisti Mark Duplass e Olivia Wilde, e si è addentrato negli ossessivi e agghiaccianti

dubbi suscitati dalla prospettiva di manipolare la più ignota delle realtà umane: la morte.

La storia, si basa su una misteriosa verità medica, emersa in oltre 36 casi

documentati del fenomeno che prende il nome di “Sindrome di Lazzaro”, un richiamo alla

figura Biblica che insorge contro la morte. Tale avvenimento, si manifesta quando un

paziente riprende le proprie funzioni vitali persino nel momento in cui il tentativo di

rianimazione fallisce. Gli incidenti avvenuti sono stati scioccanti e macabri. Nel 2010, un

impresario delle pompe funebri in Colombia scoprì che il corpo di una donna di 45 anni,

dichiarata morta da tempo, iniziò a muoversi, per poco, prima della sepoltura. Nel 2013,

un uomo in Ohio, risultava morto da 45 minuti e i dottori dissero al figlio che se ne era

andato; nel momento in cui, però, il figlio tornò a salutarlo, un segnale debole riapparve

sul monitor della macchina che controlla l’attività cardiaca, e l’uomo si rianimò

all’improvviso. Da non tralasciare, inoltre, un caso recente che vede protagonista un cane �5

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soppresso due volte in un rifugio per animali nell’altopiano d’Ozark, per poi essere

ritrovato la mattina seguente seduto nella sua cuccia (Il cane venne presto adottato… e

chiamato Lazzaro).

Mentre gli scienziati non sanno con esattezza cosa possa portare gli impulsi elettrici

di un cuore fermo a riattivarsi, altri hanno indagato sul fenomeno, chiedendosi se esso

potesse essere controllato dalla tecnologia medica - è da qui che partiranno gli scienziati

nel film The Lazarus Effect, senza considerare le terribili conseguenze a cui sarebbero

andati incontro.

Gelb afferma di essere affascinato dal concetto di essere riportati in vita, e ci fa

riflettere sulle seguenti domande: “ Cosa si prova mentre si muore? Che trasformazione si

subisce una volta tornati indietro? E che esperienza potremmo trarne?” I giovani scienziati

nel film, sostiene Gelb, vogliono dare delle speranze ai pazienti, ai loro cari, ma scoprono

che giocare con il potere della vita può comportare delle terribili conseguenze. Appena gli

eventi iniziano a svolgersi, la storia degenera trasformandosi in un viaggio completamente

spaventoso in cui non si sa ciò che accadrà, chi sarà il prossimo personaggio a morire, e le

paure sono piuttosto forti.

L’essere umano, è stato a lungo affascinato dal concetto di tornare indietro dalla

morte, motivo di ispirazione della mitologia che ha percorso molte strade, risalendo

all’origine di storie tramandate. Uno dei casi più famosi è citato nella Bibbia, nel tempo in

cui Lazzaro di Betania venne riportato in vita nel Vangelo di Giovanni (verso 11) contenuto

nel Nuovo Testamento. Tornando ancora più indietro nella storia dell’Antica Grecia, il

famoso filosofo Platone, documentò il Mito di Er - un soldato greco morto in battaglia, il

cui cadavere, dopo dieci giorni non era ancora decomposto e che, al ventesimo giorno è

resuscitato. L’opera di Platone riproduce il racconto di Er, quello che aveva visto e gli è

accaduto nell’aldilà.

Oggigiorno, affiorano molte testimonianze di persone che ritornano in vita dopo

essere state date per morte. Nel 2007, un uomo venezuelano dichiarato morto, si rianima

proprio nel momento in cui l’autopsia stava per essere eseguita sul suo corpo. Nel 2012, si

ha notizia di un uomo morto nello Yemen, il quale si svegliò di soprassalto per poi risorgere

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durante il suo funerale, proprio mentre lo stavano seppellendo. Più di recente, circolano

dicerie e leggende metropolitane su persone morte di Ebola in Africa, e poi risorte.

Ci si chiede quanto sia frequente questo fenomeno e non c’è nessuna

documentazione che possa confermarlo, ma le storie continuano a diffondersi in tutto il

mondo, attraversando intere generazioni.

TUO PADRE NON È FRANKESTEIN

Per il produttore Jason Blum, la cui Blumhouse Production è specializzata in innovative

opere horror come Paranormal Activity, Sinister, The Purge(La Notte del Giudizio),

Insidious e Oculus (Oculus- Il Riflesso del Male), oltre ai premiati film drammatici Whiplash

e The Normal Heart, il film horror moderno non deve avere regole. Per Blum, il tratto

distintivo è rendere ogni film horror diverso dall’altro.

L’ interesse dei produttori è che, all’interno della storia, non ci siano cose già viste.

Nel caso di The Lazarus Effect, la vicenda si armonizza con il vecchio interesse che

Blum ha avuto nel ribaltare quello che forse è il più classico dei concetti di film horror: la

storia di Frankenstein che racconta di un uomo che torna all’amata vita, ma al terribile

costo di non essere più del tutto umano.

Blum sostiene che The Lazarus Effect sia una ripetizione del mito Frankenstein.

Naturalmente, in questo film il ‘mostro’ è una donna, ed è il ruolo che lo ha più colpito.

Inoltre, Il produttore ritiene molto interessante che il film non si focalizzi, per lo più, sul

problema del modo in cui riportare in vita qualcuno , ma piuttosto nell’affrontare

tematiche più complesse , vale a dire chiedersi cosa succede a Zoe quando muore, quale

viaggio intraprende quando se ne va, e in che modo l’ha cambiata questa esperienza.

Questi argomenti hanno affascinato anche il produttore esecutivo Matt Kaplan, che iniziò

a sviluppare il film alla Lionsgate, dalla stesura del copione di Luke Dawson (Shutter), �7

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prima di fondare la compagnia di produzione Chapter One Films. Dawson ha creato una

squadra di brillanti, seppur anticonformisti, ricercatori medici che hanno lavorato in

segreto per decifrare il codice della vita dopo la morte, un gruppo di sfrontati, esperti di

tecnologia, i maggiori pionieri della biotecnologia del ventunesimo secolo, coinvolti in una

delle ricerche biologiche più antiche e pericolose.

Kaplan nell’affermare che la sua equipe cinematografica si è affezionata a questo

racconto poiché si distingue dall’horror contemporaneo, ribadisce che il loro intento non

era quello di creare un film violento o sui poltergeist, bensì basarsi più su un concetto di

fantascienza, seppur carico di potenziale che suscitasse eccitanti sgomenti; inoltre, ritiene

sia stato molto stimolante analizzare l’argomento su cosa si potrebbe trarre

dall’esperienza di ritornare indietro dalla morte.

È entrato a far parte della troupe anche Cody Zwieg, un veterano dell’horror e

produttore di generi drammatici; tra i suoi film si includono i classici di Wes Craven: The

Hill Have Eyes (Le Colline hanno gli occhi), The Last House on the Left (L’Ultima Casa a

Sinistra) e il thriller di fantascienza Apollo 18. Zwieg sostiene che i migliori film horror non

si basano solo su paura e sangue, ma conducono alle più profonde, primitive questioni all’

origine della paura umana. The Lazarus Effect inizia con un concetto nel quale ci si può

immedesimare perfettamente: nella vita tutti hanno subìto delle perdite, ognuno è

perseguitato dai fantasmi del passato e si pone l’intrigante domanda del voler riportare in

vita qualcuno. Di certo l’argomento potrebbe prendere diverse strade, ma quella scelta dal

gruppo di lavoro, fra tutte, è la più spaventosa e oscura.

Zwieg ha accolto con grande entusiasmo l’idea che il team conducesse una scienziata

nell’aldilà, decisione che ha dato una connotazione contemporanea al mito di

Frankenstein. Il produttore ha gradito l’ipotesi che una donna bellissima e geniale come

Zoe, la quale incarna la coscienza del gruppo dei ricercatori, si sottoponesse ad una

sconvolgente trasformazione.

Lo sceneggiatore Jeremy Slater (I Fantastici Quattro) ha sviluppato simili aspetti

innovativi grazie a Kaplan - anche la scelta del regista David Gelb è stata piuttosto insolita;

Jiro Dreams of Sushi (Jiro e L’Arte del Sushi), film d’esordio di Gelb, si è rivelato un film-

documentario molto acclamato, un’ode alle abilità di un uomo giapponese di 85 anni, un �8

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maestro del sushi. È un film lirico ed emozionante, ma Kaplan era sicuro che Gelb avesse la

versatilità di fare qualcosa del tutto differente - e che ci avrebbe messo del suo.

Kaplan conferma di aver osservato David a lungo, dal momento in cui si rivelò uno

studente promettente al l corso di studi cinematografici e, quando terminò di lavorare a

Jiro Dreams of Sushi (Jiro e L’Arte del Sushi), i due divennero grandi amici. Secondo

Kaplan, David era più adatto al genere narrativo, per cui non è un caso che il regista arrivò

presto con molte idee e una presentazione del tutto visiva; aveva capito che tipo di film

volessero fare Kaplan e il suo cast tecnico.

Blum, inizialmente restio ad affidare un film horror ad un giovane regista che ha girato

un ottimo film sul sushi, ha dato fiducia a Gelb, e afferma che la scelta di David è merito di

Matt, il quale ha puntato su di lui, sostenendolo. David, oltre ad aver fatto un lavoro

eccezionale ha anche contribuito ad attirare un cast prestigioso che si è avvicinato a lui

come artista nuovo, conosciuto per la sua abilità di lavorare con metodi interessanti.

Per Zwieg, la scelta di Gelb è stata molto avvincente poiché ha mostrato sempre

interesse per registi con una visione penetrante. Jiro Dreams of Sushi (Jiro e L’Arte del

Sushi), non solo è un film geniale sul piano visivo, ma offre anche una narrazione molto

incisiva.

A David potrebbe sembrare una scelta insolita, ma si è presentato con idee talmente

brillanti, da lasciare la sua impronta sulle cose; ha mostrato un grande interesse per la

scienza riguardo il fenomeno che prende il nome di Sindrome di Lazzaro, ma anche per i

personaggi portando degli influssi che vanno oltre il genere, e dando nuova vita riguardo

l’entità di questo film, spingendoci verso qualcosa di più inaspettato.

Dopo essere entrato a far parte del team di lavoro, Gelb si è concentrato sulla storia e ha

lavorato a stretto contatto con Slater, gli ha chiesto di trasformarla dall’interno, per poter

analizzare gli strati fortemente radicati del terrore psicologico che si aggira nella mente

umana, suscitando curiosità per la vita nell’aldilà. Gelb, piuttosto che focalizzarsi sui

fedeli demoni dell’Ade, ha chiesto a Slater di prendere in considerazione il concetto dei

misteriosi e continui ricordi che abitano gli oscuri corridoi della mente umana - gli incubi

interiori - che rappresentano l’Inferno più spaventoso.

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L’intenzione di David, spiega Slater, era scavare nella memoria e nei traumi dell’infanzia,

per scoprire quali siano le conseguenze della morte sulla mente delle persone,

specialmente se queste avevano questioni in sospeso, e infatti i demoni che Zoe riporta

con sé sono quelli della sua infanzia, che ora hanno perso il controllo.

David, aggiunge Slater, ha condotto le azioni verso una direzione psicologica complessa,

che le ha rese più intense.

Gelb e Slater investigano anche sui dilemmi morali di strappare l’anima di un defunto al

suo percorso naturale. Quando Zoe ritorna in vita, tormentata dalla terrificante realtà

nella quale i ricordi più spaventosi continuano a riprodursi e i suoi impulsi sono

irrefrenabili, la squadra si rende conto di aver commesso un terribile errore nell’averla

riportata indietro. Slater ribadisce di aver sollevato la questione del chiedersi se si ha

l’obbligo morale di non trascinare via qualcuno senza permesso dal luogo in cui è andato,

paradiso o inferno, anche se lo si fa per riconciliarsi con le persone che si amano.

Zoe, pur rifiutando l’idea della resurrezione, tuttavia mostra i segni del profondo

cambiamento.

La ragazza, non solo rimane intrappolata in un ciclo di incubi terribilmente realistici, ma

presenta anche gli effetti collaterali della somministrazione di un siero sperimentale che le

ridà la vita: un cervello accelerato che procede ad una velocità incredibile, generando

nuove reti neurali e scatenando poteri telepatici e telecinetici che non riesce a

controllare.

Nel frattempo, sapendo che il loro siero rappresenta una delle conquiste più

straordinarie di tutti i tempi nel campo biotecnologico, i ricercatori si trovano a dover

affrontare minacce terrene e, dopo la rianimazione del cane, ne rivendicano la proprietà,

prima che una grande casa farmaceutica se ne impossessi, per cui, come sottolineato da

Slater, il gruppo si trova ben presto ad affrontare una corsa contro il tempo.

Ogni elemento della storia si mescola e spinge i personaggi verso i loro limiti personali.

Mentre la nuova sceneggiatura procede, Gelb azzera tutto e crea un eclettico e divertente

gruppo di scienziati senza regole: Frank, l’energico e risoluto leader del laboratorio, Zoe,

la sua attenta fidanzata, che diventa vittima di un terribile incidente; Niko, il genio del

computer; Clay, l’accanito fumatore di marijuana e Ava, la video operatrice che riprende �10

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l’esperimento. Accomunati dallo stesso interesse per la ricerca scientifica, ognuno dei

personaggi reagisce al turbamento a modo suo, generando disaccordi nel gruppo.

Gelb afferma che, all’inizio della vicenda, si parteggia per questi ricercatori, affinché

possano avere successo nella loro impresa, ma, non appena le cose iniziano a svelarsi, le

divisioni tra loro si fanno più intense. Frank ha dato il 100% in questo esperimento, a costo

di pagarne le conseguenze morali, mentre Zoe ha una maggiore prospettiva teologica,

elettrizzata dall’idea di aiutare la gente, sebbene abbia dei freni sui confini che si

instaurano tra giusto e sbagliato. Quando la ragazza muore, iniziano tutti a considerare che

le conseguenze dell’infrangere i limiti tra la vita e la morte vanno oltre la conoscenza

scientifica.

Slater sostiene che, malgrado il terrore si riversi sul gruppo, è in grado di capire il

motivo per cui gli scienziati non riescono a resistere alla forte tentazione. A questo

proposito, lo sceneggiatore fa una riflessione sulle persone che ha perso durante la sua

vita, e ribadisce la sua volontà di avvalersi del siero per rimettere in moto il loro battito

cardiaco, anche solo per trascorrere qualche minuto insieme e avere un’altra possibilità

per dire loro addio. Slater aggiunge che tutte le persone che vedranno il film avranno delle

storie incompiute, sperando di avere un’ultima chance per portarle a termine. Tuttavia ci

fa riflettere sulla seguente domanda: “giocare con la morte, ci porterà così lontano?”

Questo interrogativo ha attirato un versatile mix di stelle emergenti in The Lazarus

Effect, poiché0, per rappresentare la “squadra da sogno” di pionieri scientifici

indipendenti, Gelb ha cercato, allo stesso tempo, attori pieni di energia, brillanti,

trovandoli nel quintetto che comprende Mark Duplass, attore comico, scrittore e co-autore

(con il fratello) dell’elogiata serie televisiva statunitense “Togetherness” prodotta per il

network HBO, in cui evidenzia un altro aspetto; Olivia Wilde, la risoluta stella emergente

che ha recitato in Rush, Tron: Legacy e nella serie televisiva “House”(Dr. House – Medical

Division); Donald Glover, che è arrivato a quota 180 con la serie commedia di successo

“Community”; Evan Peters, conosciuta per i suoi ruoli in Kick-Ass, X-Men: Days of Future

Past e l’acclamata serie drammatica per la TV “American Horror Story”; l’attrice irlandese

Sarah Bolger, apparsa in The Moth Diaries, The Spiderwick Chronicles e nella la serie

televisiva “Once Upon a Time”(C’Era Una Volta). �11

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Gelg ribadisce la fortuna di aver potuto contare non solo su un cast di notevole talento,

ma su un gruppo che si è impegnato molto, mostrando un interesse personale per la

scienza. Non è un caso , quindi, che l’equipe, sin dall’inizio, abbia diffuso, insieme agli

autori Luke e Jeremy, articoli medici e di neurologia attingendo alla realtà, ma In seguito

ha lavorato proprio come un gruppo di studio. Ognuno di loro ha avuto una preparazione

talmente eccezionale che, una volta sul set, non hanno sbagliato una battuta.

SULLA DMT: L’”ANIMA”DELLA SOSTANZA CHIMICA

Alla base delle strane esperienze di Zoe, vi sono gli effetti della DMT (Dimeltriptamina),

un composto a base di triptamina, sostanza organica di origine vegetale, presente

intrinsecamente, nel corpo umano. Si tratta di un intenso allucinogeno che alimenta

famose piante che crescono in Ayahuasca le quali, provocando proprio allucinazioni, sono

la causa, secondo alcuni scienziati, di racconti spirituali e surreali degli esseri umani. Non a

caso, Rick Strassman, medico specializzato in psichiatria, teorizzò nel 1990 che un potente

rilascio di DMT da parte del cervello, potrebbe spiegare il fenomeno tipico che prende il

nome di “esperienze di premorte”, manifestazioni caratterizzate da elementi comuni quali

bagliori intensi e visioni beate.

L’abilità della DMT di plasmare la realtà fantastica ed allungare le nostre percezioni del

tempo, dà ai ricercatori in The Lazarus Effect una possibile spiegazione del motivo per cui

Zoe si risveglia dal suo stato di morte passeggera, credendo di rimanere intrappolata per

anni all’interno di una memoria agghiacciante.

Gelb spiega che il concetto che vuole trasmettere il film è quella di mostrare che la DMT

pervada il cervello, mettendone in moto l’immaginazione, per cui, quando ci si trova sul

punto di morte, è come andare incontro ad un viaggio turbolento in cui si vive tutta la

propria vita o le paure ed emozioni più oscure.

Lo sceneggiatore Jeremy Slater aggiunge di essere stato a lungo ossessionato dall’idea

della presenza di DMT nel cervello dell’uomo e dall’ipotesi che, al momento della morte, il

corpo sia pervaso da questa sostanza, provocando alle persone visioni intense. A questo

punto è molto intrigante, secondo Slater, sapere cosa accade quando si muore.

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Le visioni di Zoe, tuttavia, non sono solo frutto della sua immaginazione ma provengono

da un passato autentico e minaccioso, una vita precedente fondata su ardore e peccato,

che sembra averla gettata in un travolgente abisso mentale. Questo processo diventa

l’elemento peculiare del film che ci conduce verso la dannazione eterna.

Gelb ci fa riflettere sul fatto che quando si muore, non solo si vede tutta la vita passare

davanti ai propri occhi, ma si viene trasportati in un preciso ricordo, il peggiore della

propria esistenza, per cui il regista e tutti il suo cast tecnico hanno iniziato a considerare

questo concetto una visione personale dell’Inferno. Gelb si chiede, inoltre, se l’aldilà sia

qualcosa che ognuno di noi si crea, un luogo in cui si rimane intrappolati per sempre.

Slater porta avanti questo pensiero, confessando che, a suo avviso, l’idea dell’Inferno

quale momento reale, un ciclo infinito che si ripete per 24 ore, è molto più spaventosa e

inquietante dell’immagine del lago di fuoco.

Mentre la giuria è ancora fuori strada per quanto riguarda il ruolo che gioca la DMT sulla

morte - e il motivo - in The Lazarus Effect, la sostanza chimica prende parte ai i tentativi

dei ricercatori di capire cosa sia accaduto alla loro amica quando se ne è andata. Tuttavia,

nemmeno la DMT riesce a dare una spiegazione sul perché Zoe ritorna in vita in uno stato

alterato, disturbato, che li spinge a soccorrerla.

L’INCONTRO CON IL TEAM DI THE LAZARUS

L’impertinente ma geniale capo del team di The Lazarus è Frank, il quale lascia

prevalere le sue emozioni sulle facoltà di raziocinio nel momento in cui la sua fidanzata

muore all’ improvviso in un incidente, spingendolo a rianimarla senza pensare alle

conseguenze che il gesto avrebbe avuto su di lei, sul gruppo e sull’umanità.

È un ruolo al quale l’attore, autore e regista Mark Duplass non può resistere, malgrado si

tratti di qualcosa di diverso rispetto a ciò che ha fatto in precedenza, e in generale non si

definisce un gran fan dell’horror. Confessa di essere stato alquanto scettico prima di

leggere il copione, e sottolinea di essere stato attratto dal fatto che il testo fosse una

versione basata sulla realtà, sul modo in cui tutto sarebbe potuto accadere. Duplass parla

anche del suo incontro con David Gelb, che ha diretto uno dei suoi documentari preferiti �13

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dallo scorso anno, ed ha trovato fantastico sia che il regista stesse lavorando a questo

genere di film, sia al modo n cui ha portato il suo tocco umanitario al thriller.

Duplass vede in Frank la versione del ventunesimo secolo dell’ossessivo medico

rivoluzionario Dottor Frankenstein, sostenendo che la storia di quest’ultimo sia incentrata

sulla creazione del mostro, che lui amava ma che lo avrebbe distrutto. Duplass si chiede,

quindi, in che modo affrontare la situazione, riflettendo sul fatto che Frank, il suo

personaggio, si trovi in una circostanza molto simile. Da un lato, cerca di fare andare bene

le cose con Zoe, e dall’altro si rende sempre più conto di mettere a repentaglio la vita

della ragazza, la sua e quella del suo team.

Frank è molto intelligente e può essere un ottimo leader, ma è anche accecato dalla

propria ambizione. Il regista confessa di aver trovato molto divertente giocare sul fatto che

un maniaco del controllo come Frank diventi sfrenato.

Lavorare con molti dottori veri, oltre a spingere Duplass ad immergersi nella ricerca e nel

linguaggio medico, lo ha portato ad evidenziare l’abilità di Frank riguardo diverse

procedure mediche, dalla RCP (rianimazione cardiopolmonare) alle iniezioni di adrenalina

per usare il defibrillatore, e far sì che tutto sembrasse vero.

Duplass ribadisce che, per quanto Frank possa essere intelligente, non appena Zoe crea

scompiglio in laboratorio, non riesce a capire cosa le sia accaduto, e quale sia l’entità del

pericolo. Frank crede nella ricerca scientifica e, quando sperimenta qualcosa nel film che

va oltre la scienza, non sa proprio come cavarsela. Di certo Frank intuisce che gli eventi

che fanno parte del passato di Zoe, hanno a che fare con il mondo terreno, malgrado non

ci sia una spiegazione scientifica a tutto ciò. Non ci crede, ma inizia a pagarne le

conseguenze.

I produttori erano entusiasti dell’ampio spazio che Duplass dà a questo personaggio, e la

sua abilità sta nel trasformare battute spiritose in pene travolgenti fino a portare un uomo

al crollo delle certezze. David Gelb sottolinea che, all’inizio del film, Mark è molto

affascinante e divertente, persino quando lo colpisce la tragedia della morte di Zoe.

Duplass , con la sua grande esperienza di sceneggiatore, ha intensificato il film con questa

performance, rivelatasi di grande aiuto per Gelb.

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Kaplan aggiunge che lo scenario della commedia di Mark è stato molto utile nei momenti

di leggerezza per alleviare la tensione, ed ha portato molta allegria sul set. È anche un

fantastico attore teatrale, per cui ci si commuove molto nel vedere Frank steso sulla sua

amata in uno stato di angoscia, per poi radunare le sue truppe ed ottenere un supporto alla

sua decisione di riportarla in vita.

Cody Zwieg ritiene che Mark , rivelatosi una grande sorpresa nell’interpretare questo

ruolo, ha attirato l’attenzione di tutti gli altri attori e che, con Mark e David Gelb insieme,

il film è diventato un banchetto al quale tutti vorrebbero partecipare.

La cassa di risonanza scientifica di Frank è la fidanzata Zoe, la sua controparte

intelligente e complessa la quale, involontariamente, si chiede se gli esseri umani debbano

avere delle barriere morali che interferiscano con la morte, mentre il tutto si trasforma in

un contenitore in cui vengono raccolte memorie terrificanti, influenze diaboliche e poteri

soprannaturali.

Olivia Wilde è stata subito attratta dalla preziosa occasione di esaminare la mentalità di

una scienziata, e ha trovato divertente interpretare il ruolo di una dottoressa e ricercatrice

medica con idee e obiettivi grandiosi.

Zoe, secondo Wilde, è un personaggio davvero inebriante e intellettuale, sebbene non lo

dia molto a vedere.

Poi c’è l’altro lato di lei, una sfida elettrizzante per l’attrice. Una volta che la ragazza

viene riportata in vita, si manifestano tutte le sue paure più oscure. Rimane bloccata nel

mondo da incubo del suo subconscio, colta di sorpresa dalle sue memorie traumatiche e

incapace di capire cosa sia reale o meno. Wilde lo definisce un posto terrificante da

esplorare, e aggiunge che la cosa più emozionante per lei sia stata l’ interpretazione di Zoe

in diversi stati mentali, paragonabile alla rappresentazione di personaggi differenti.

Secondo Wilde, The Lazarus Effect ha simboleggiato, inoltre, una grande opportunità

per esplorare i confini della ricerca mentale, un ambito che l’ha incuriosita per tutta la

vita. Si definisce una specie di nerd della neurologia, rivendica il suo interesse verso questo

campo, ama leggere i libri di Oliver Sack, ed è affascinata dal fatto che sappiamo così poco

della mente. È stata attratta dall’idea del siero chiamato “ Lazarus”, che ha fatto

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esplodere un enorme quantità di reti neurali in Zoe, permettendole di entrare nella sua

mente più di quanto possa fare qualsiasi persona.

Generalmente usiamo solo il 10% del nostro cervello, per cui cosa succederebbe, se allo

stesso tempo lo usassimo al 100% ? A cosa assomiglieremmo?

Le altre persone sul set furono sorprese non solo dal fatto che Wilde fosse molto istruita

in materia, ma da quanto fosse spaventosa nel momento in cui attinge alla ormai svelata

celere mente illuminata di Zoe. Kaplan ribadisce che Olivia si spaventa nel rivedere la

scena; è così dolce, ma dopo la morte di Zoe, perde il controllo.

Jason Blum aggiunge che una delle cose più divertenti nella performance di Olivia è che,

quando non interpreta il male, sembra sia un po’ giù di corda. Sapeva sin dal primo

momento di avere l’attrice giusta poiché era contenta di interpretare la parte della

cattiva, e questo è molto importante. Se un’interpretazione è cupa e grigia, vedere il film

non è affatto divertente ma Olivia rende credibile e piacevole la discesa di Zoe.

Cody Zwieg afferma che l’interpretazione di Olivia rende forte il personaggio di Zoe, e la

considera un’attrice eccezionale, che prende molto sul serio il suo lavoro, ma sa anche

divertirsi.

Gelb si ispira alla loro collaborazione e ritiene che Olivia si sia dedicata fortemente a

questo ruolo. L’attrice ama l’horror, la fantascienza, e ha dato il massimo, persino quando

delle fiamme vere esplodono intorno a lei sul set.

Niko, il genio del computer, è molto depresso dopo l’improvvisa scomparsa di Zoe; si era

preso una cotta per lei. L’attore, comico, e cantante rap Donald Glover, descrive Niko

come il tipo di ragazzo che, grazie alla sua abilità informatica, riesce ad accedere

illegalmente a qualunque cosa. È, senz’altro, molto più timido di un genio sfacciato come

Frank, ma è altrettanto intelligente.

Per Glover, il ruolo si è rivelato subito affascinante. Ribadisce il suo interesse per film

come The Abyss o Alien o The Thing (La Cosa), i cui protagonisti sono un gruppo di

scienziati che lavorano insieme per qualcosa di veramente incredibile, e perdono il

controllo della situazione a causa della loro arroganza di spingersi oltre.

Zwieg dice che Glover fin dal primo momento ha convinto i produttori, i quali sono

rimasti colpiti dal suo modo di interpretare il personaggio di Niko. �16

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A Glover è piaciuto lavorare soprattutto con Wilde, perché, secondo lui , Olivia ha

portato molta moralità in questo ruolo e, a prescindere dalla scena, cercava sempre il

modo più autentico e originale per interpretarlo, lavorando sodo al personaggio intenso di

Zoe, anche quando subisce una trasformazione.

Clay, il biologo spigliato, libero, che si ribella all’autorità, è senz’altro l’esatto contrario

di Niko ma i due sono grandi amici. Evan Peters dice del suo personaggio che è il ribelle del

gruppo, un po’più eccentrico e non così pignolo, e secondo lui, ogni cosa accade per

natura.

È il tipo di persona che pensa sempre alla biologia, è la sua ossessione, ed è un suo modo di

pensare innato. In alcune occasioni è un po’ più stravagante e distratto.

Peters aggiunge che a volte Clay si scontra con Zoe, molto più scrupolosa e precisa di lui,

per cui non a caso , tra di loro, si instaura una giocosa ostilità.

Clay potrebbe sembrare a primo impatto un personaggio tranquillo, ma le sue

preoccupazioni sul siero “Lazarus” aumentano quando Rocky, il cane, si rianima, e mostra

senz’altro segni di una personalità instabile. Clay si rende subito conto che nel cervello di

Rocky si sta sviluppando un’enorme quantità di reti neurali, che vanno oltre i limiti della

specie. Peter ritiene spaventoso vedere un cane, su cui non si ha nessun controllo, ed

essere consapevole che il suo cervello si sta sviluppando bene, per cui Clay sa che questo

processo potrebbe avere terribili conseguenze.

La paura cresce in maniera esponenziale quando Zoe mostra gli stessi inquietanti segni di

cambiamento. La posta in gioco aumenta, dal momento che il cervello di un uomo è molto

più grande e potente di quello di un cane, sempre secondo Peters, per cui si può

immaginare quanto sia più spaventoso il fatto che questo si evolva in pochi minuti invece

che in milioni di anni. Clay trova raccapricciante che sia successo alla sua amica e sapere

che … siano stati loro la causa di tutto ciò.

Per Peters, gran parte del divertimento è stato lavorare con altri quattro attori

importanti, ognuno dei quali ci ha messo del suo ed ha ritenuto fantastico creare un gruppo

affiatato con un’atmosfera familiare. L’intento della troupe cinematografica, secondo

l’attore, era quello di fare un film eccezionale e spaventoso su dei ricercatori che hanno

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lavorato insieme per anni, hanno condiviso gli stessi obiettivi e cercato di salvare i pazienti

con il loro siero.

Peters afferma che Cody Zwieg ha avuto una grande influenza sul gruppo, e che tutti i

personaggi abbiano qualcosa di recondito da portare a galla. Il personaggio di Evan, ad

esempio, potrebbe sembrare il drogato e il buffone del gruppo ma, quando iniziano ad

accadere cose strane, il suo ruolo subisce una brusca rottura.

Il quinto personaggio che prende parte al Progetto Lazzaro è Ava, interpretata da Sarah

Bolger, la quale è stata sempre attratta da film horror che fanno riflettere. L’elemento del

film che più colpisce l’attrice è la mescolanza tra scienza e thriller psicologico, con un

elemento horror spaventoso, entrando nel vivo della questione sulle conseguenze che si

hanno quando l’uomo vuole sostituirsi a Dio.

Bolger sostiene che il ruolo di Ava è quello che le si addice di più all’interno del team di

“Lazarus”, dal momento che lei ha l’enorme potenziale di aiutare le persone disperate e

vuole prendere parte in questa stupenda scoperta nella storia della scienza. La Bolger

aggiunge che, secondo lei, ognuno dei ricercatori si è dedicato a questo progetto, per le

proprie ragioni. Ava, per esempio, ha disperatamente bisogno di sapere, di nascosto, cosa

vede Zoe quando muore.

Quando questa ritorna in vita in uno stato scioccante, spiega Bolger, Ava inizia a

realizzare quanto sia davvero pericolosa la donna che ha ammirato a lungo. Ava è una

persona libera, molto sensibile, e diventa quindi una sorta di ripostiglio dei pensieri e delle

visioni di Zoe quando questa ritorna. Inizia a vedere quello che vede Zoe, e viene immersa

nel suo passato oscuro.

Ava si rende ben presto conto che qualcosa è andato male, ma non è sicura che i suoi

colleghi le crederanno.

Fanno tutti finta che Zoe stia bene, rendendo la cosa persino più preoccupante.

A Bolger piace soprattutto seguire i consigli di David Gelb, e sostiene che egli abbia

sempre una risposta a tutto. L’attrice definisce il regista una specie di Enciclopedia

vivente, e adora il suo stile del rendere le scene spaventose, pur mostrandone poco gli

effetti.

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IN LABORATORIO

The Lazarus Effect prende vita interamente all’interno del Laboratorio dove avviene il

Progetto “Lazarus”, malgrado vada oltre il mondo mortale.

Per i produttori, è stato molto stimolante lavorare interamente agli effetti sonori con

pochi ed essenziali set, allestiti con cura. Il produttore Matt Kaplan sostiene che trovarsi

nel laboratorio, ci permette di viaggiare nella mente di Zoe e conoscere i suoi incubi. È

stato un modo divertente per riprodurre la storia. In un certo senso, il laboratorio svolge la

stessa funzione di una casa infestata dagli spiriti, un luogo pieno di sorprese in cui si

rimane intrappolati.

David Gelb ha lavorato con una equipe che include il direttore di fotografia Michael

Fimognari (Oculus, Jessabelle), Melanie Paizis-Jones (Whiplash, The Purge), progettista di

produzione, il tecnico del montaggio Michael N. Knue (serie televisiva “Sleepy Hollow”), il

direttore di effetti speciali Zak Night (Whiplash), l’artista di effetti visivi Joel LeLievre

(Tron: Legacy, X-Men Origins: Wolverine), e il truccatore di effetti speciali Michael Ezell

(Insidious: Chapter 2, Apocalypto) per creare un vero laboratorio in cui la realtà viene

messa in discussione.

Il regista ha voluto tutti gli effetti, sia digitali che pratici, per far sembrare tutto molto

naturale. La sua intenzione era quella di non far notare al pubblico né gli effetti concreti

né tanto meno quelli prodotti dalla Computer Grafica, vale a dire la generazione di

immagini per mezzo del computer. Generalmente si utilizzano un po’ tutti e due gli effetti,

dal momento che quelli pratici sono più tangibili e permettono agli attori di reagire in

modo istintivo sul momento.

Inoltre il regista afferma che molti incubi di Zoe sono stati creati attraverso effetti

pratici, dovuti al collegamento di varie parti del set. In questo modo, è cambiato

completamente lo spazio in maniera invisibile, cosa che non si può fare con il computer.

Sono state, inoltre, usate la scenografia, il gioco di luci, e il make-up in modo

entusiasmante. Le condizioni fisiche di Zoe peggiorano durante il film, di conseguenza

anche il suo trucco e il suo aspetto iniziano a cambiare in modo graduale. A trasformarsi

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non è solo lei ma anche l’illuminazione all’interno del laboratorio. Piano piano comincia a

diventare tutto più scuro e sempre più spaventoso.

Cody Zwieg afferma che la progettazione è la chiave di tutto il concetto e sostiene che

una storia come questa debba basarsi sull’autenticità. Il team di produzione ha fatto un

lavoro incredibile, impegnandosi duramente per mettere insieme i vari tasselli della trama

e mostrare tutto, da ogni angolo. Sono presenti elementi di alta tecnologia, di

fantascienza, e ci si trova in un comune laboratorio della Facoltà di Scienze. L’uso dello

spazio da parte di David è stato molto inventivo. Lui e la sua squadra hanno creato questo

piccolo mondo, che è proprio una seconda casa per i personaggi, e lo hanno capovolto.

Mark Duplass è rimasto colpito dalla progettazione del laboratorio poiché ha subito

immerso il cast nell’esaltante mondo dei ricercatori. Secondo il regista è importante

conferire un aspetto intenso ed elevato ad un film come questo, ed ha trovato stupendo

lavorare in un contesto di personaggi d’avanguardia nel campo tecnologico.

Evan Peters è rimasto colpito dal modo in cui la produzione ha reso le cose reali, e

sostiene che non ci siano stati molti scherzi o battute fuori luogo nel film. Il laboratorio è

diventato un po’più spento, freddo e spaventoso, e questo è dovuto al fatto che la

struttura sembra talmente reale da far credere che le cose accadano veramente .

A riportare il pubblico alla realtà, con tutte le sue preoccupazioni, traumi e rivelazioni

terribili, è stata un’esplosione che ha coinvolto tutti. Sfruttare, inoltre, il cast e le menti

del gruppo è stato molto inquietante tanto che l’idea di interferire con il potere della vita

e della morte, non è più così distante dalla capacità umana.

Lo sceneggiatore Slater conclude dicendo che quest’ultimo concetto potrebbe

rappresentare l’ultima frontiera della ricerca scientifica e conferma che nella vita di tutti i

giorni esistono gruppi di persone che stanno cercando di inventare il loro siero

sperimentale “Lazarus”, consapevoli delle conseguenze che tale atto potrebbe

comportare.

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CAST

MARK DUPLASS (Frank) è un premiato regista, produttore e attore che irrompe nello

scenario del cinema indie con il film The Puffy Chair (scritto e diretto con il fratello Jay),

candidato agli Indipendent Spirit Award. Tra gli altri film acclamati, scritti, diretti e

prodotti dai fratelli, ricordiamo Cyrus e Jeff, Who Lives at Home. Sono , inoltre, gli autori

della serie TV “ Togetherness” in onda su HBO, nella quale Mark recita anche.

Quest’ultimo ha anche prodotto nuovi film indipendenti, o indie, della Duplass Brothers

Productions: basti pensare a considerevoli titoli quali Safety Not Guaranteed (nel quale è

uno dei protagonisti), The Skelton Twins (interpreti Bill Hader e Kristen Wiig), The

Overnight (con Taylor Schilling, Adam Scott e Jason Schwartzman) e Adult Beginners (tra i

protagonisti Nick Kroll e Ros Byrne).

Mark ha interpretato molti film tra cui Your Sister’s Sister (per il quale ha vinto il premio

Gotham Award), The One I Love e Creep, in prossima uscita e mostrato in anteprima al

festival musicale South by Southwest (SXSW) nel 2014. Ha recitato anche in Tammy

(insieme a Melissa McCarthy) e Humpday (diretto da Lynn Shelton). Mark è un attore che

appare molto in una serie in onda su canale FOX, “The Mind Project”, e “The League”,

serie TV di FXX.

Come attrice e attivista, OLIVIA WILDE (Zoe) è una donna rinascimentale al giorno

d’oggi. È un’attrice versatile e riesce con facilità ad effettuare cambiamenti, condividendo

lo schermo con attori famosi e ripaga sempre il pubblico con il suo talento. Sia come

produttrice che regista, riesce a lavorare sia nel mondo dello spettacolo che nel campo di

beneficienza.

Di recente, Wilde ha prodotto il thriller psicologico Meadowland. Il film, in cui Wilde non

solo è produttrice ma anche attrice, racconta la storia di una madre il cui figlio è

scomparso, uno shock che la porta a fare un patto inaspettato e pericoloso con la

rassegnazione, quando cerca di instaurare una relazione con un ragazzo sbandato e si

rende conto che la cosa prende una piega inaspettata.

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Per di più, Wilde farà il suo ritorno in TV quest’anno con la serie TV drammatica Untitled

Rock ‘N’Roll , in onda su HBO. Ambientata a New York nel 1970, esplora il mondo del

business della musica, alimentato dal sesso e dalla droga, nel momento in cui scoppiano la

musica punk e la disco music; il tutto viene raccontato attraverso gli occhi di un produttore

discografico che cerca di far rinascere la sua casa discografica con una nuova canzone di

successo . Wilde recita insieme a Bobby Canavale nella serie drammatica, prodotta da

Martin Scorsese, Mick Jagger, Terence Winter e George Mastras.

Lo scorso anno, il pubblico ha visto Wilde recitare nel film Her, vincitore del premio

Oscar Spike Jonze. È la storia di un uomo solo che si innamora della voce del suo computer.

Scritto e diretto da Jonze, il film è stato mostrato in anteprima come film- serata di

chiusura del New York Film Festival nel 2013, ricevendo clamorose recensioni da critici di

film in cima alle classifiche. Il film, della Warner Bros., presenta un cast completo che

include anche Joaquin Phoenix, Amy Adams, Rooney Mara, e Samantha Morton, e si è

aggiudicato il premio di film favorito della stagione, ha ricevuto, tra gli altri, cinque Premi

Oscar e tre candidature Golden Globe. Inoltre, Wilde ha preso parte in Third Person di Paul

Haggi, il cui esordio è avvenuto al Toronto International Film Festival. È stato girato a

Roma, l’attrice interpreta il ruolo di una scrittrice e il suo rapporto con il teatro.

Completano il cast Liam Neeson, Mila Kunis, James Franco, e Adrien Brody. Inoltre, Wilde

ha interpretato Suzy Miller nel film di Ron Howard, Rush, tanto acclamato dalla critica. Il

dramma della Formula Uno, sulla rivalità tra i piloti Niki Lauda (Daniel Bruhl) e James Hunt

(Chris Hemsworth), mostrato in anteprima al Toronto International Film Festival. La

pellicola ha ottenuto tantissime recensioni positive ed ha ricevuto anche diverse

nomination durante la stagione degli Award.

Nel campo della commedia, Wilde ha prodotto e recitato accanto a Jake Johnson in

Drinking Buddies, diretto da Joe Swanberg. Il film, approfondisce cosa accade quando due

mondi, quello della vita domestica e quello del cameratismo tra soci di lavoro, si

scontrano. Drinking Buddies fu acquistato dalla Magnolia Pictures dopo essere stato

trasmesso in anteprima al festival South By Southwest, ed ha ottenuto, ovunque,

vantaggiose recensioni da parte di un eclettico mix di critici. Wilde è stata anche una delle

protagoniste di Better Living Through Chemistry, ed ha avuto come partner Sam Rockwell �22

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e Michelle Monaghan in un film che mostra la storia di uno schietto farmacista, la cui vita

monotona viene stravolta quando inizia una relazione con la donna-trofeo di un cliente. Tra

l’altro, Wilde è apparsa nella commedia della Warner Bros., The Incredibile Burt

Wonderstone, in cui interpreta una donna modello, ed ha recitato a fianco di Steve Carell,

Steve Buscemi e Jim Carrey. Il film è basato sulla vicenda di un duetto storico di maghi che

ebbero successo a Las Vegas e, dopo molto tempo, si riuniscono per sfidare un fanatico ed

emergente mago “di strada”.

In precedenza Wilde è apparsa in film quali People Like Us, The Words, di Alex Kurtzman,

in cui ha recitato insieme a Dennis Quaid, Bradley Cooper, e Zoe Saldana, Butter, un film

della Wenstein Company, Deadfall (Legami di sangue), di Stefan Ruzowitzky, The longest

Week, in cui ha recitato insieme a Jason Bateman, Cowboys & Aliens, un film di Jon

Favreau, la commedia The Change Up, e Tron: Legacy, in cui il suo partner è Jeff Bridges.

Nell’estate del 2011, Wilde ha debuttato alla regia ed è stata anche autrice di una serie

di film-documentario, Free Hugs, per la Glamour Magazine, ed ha ricevuto approvazione in

molti festival di film in America.

Cresciuta da genitori quali premiati giornalisti e sceneggiatori di documentari, Wilde è

stata ispirata ad investigare il campo del documentario da sola. Nel 2013, lavorò come

produttrice esecutiva al film The Rider and The Storm, che quest’anno concorre al Tribeca

Film Festival. Si racconta la vicenda di Timmy Brennan, un operaio che lavorava il ferro, il

quale evade dalla routine della città attraverso il surf, la sua vera passione. Ma, quando

l’uragano Sandy distrugge la sua casa a Breezy Point, Timmy perde tutto, anche la sua

tavola; scava tra le rovine della sua casa, giorno dopo giorno, cercando di recuperare tutto

quello che aveva perso, scopre la gentilezza degli sconosciuti e trova conforto ancora una

volta nell’oceano.

Nel 2012, è la produttrice esecutiva del film- documentario Baseball in the Time of

Cholera , che è stato presentato in anteprima al Tribeca Film Festival ed ha ricevuto una

citazione speciale da parte della critica durante le premiazioni. Il film affronta il tema

attuale dell’epidemia di Colera ad Haiti. Nel 2011, fa il suo debutto come sceneggiatrice al

Tribeca Film festival e, contemporaneamente, lavora alla produzione esecutiva

dell’esemplare e straziante documentario, Sun City Picture House, che segue una �23

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comunità ad Haiti la quale si riunisce per costruire un cinema, dopo il disastro del

terremoto nel 2010. Il film ha ricevuto il premio del pubblico al Maui Film Festival ed è

stato anche incluso nella Docuweeks, quale serie adattata per lo schermo.

Continuando nell’ambito del documentario, Wilde è apparsa nella serie della PBS “Half the

Sky: Turning Oppressiomn into Opportunity for Women Worldwide”, ispirata al romanzo di

Nicholas Kristof e Sheryl WuDunn, dallo stesso titolo, Half The Sky, è stata trasmessa in

anteprima ad Ottobre dello scorso anno , ha ricevuto critiche entusiastiche e acclamata da

più di 5 milioni di telespettatori. Nella serie, Wilde viene a conoscenza dei sacrifici che

devono affrontare le donne a Nairobi, Kenya, dalla prostituzione alla mutilazione degli

organi genitali. Un altro argomento che viene trattato riguarda la costruzione di un rifugio

in un villaggio di sole donne, il cui obiettivo è quello di raccogliere dei piccoli fondi per

conquistare un’indipendenza economica e renderle libere dall’oppressione.

In aggiunta al suo lavoro sul grande schermo, Wilde ha interpretato uno dei personaggi

più straordinari, la Dott.ssa Thirteen, nella serie televisiva più guardata al mondo, ovvero

“House”(Dr House - Medical Division). È stata inserita nella serie nel 2007 ed ha preso parte

in molti racconti umanitari. “House” ha vinto quattro Emmy Award e due premi Golden

Globe.

I precedenti film di Wilde,che risalgono ai suoi primi anni di carriera, includono delle

brevi apparizioni (cameo) a fianco di Russel Crowe nel film drammatico di Paul Haggis ,The

Next Three Days; ha recitato insieme a Jack Black in Year One, e tra gli altri interpreti con

cui ha lavorato, ricordiamo: Bruce Willis e Emile Hirsch nel film della Universal, Alpha Dog.

Vince il premio come miglior attrice nell’Aspen Film Festival, per il film Bickford

Schmeckler’s Cool Ideas, e, in Conversations with Other Women, recita insieme a Helena

Bonham Carter e Aaron Eckhart.

I suoi precedenti ruoli televisivi includono un’altra interpretazione nella serie TV “The

Black Donnellys”, creata da Paul Haggis, “Skin”, prodotta da Jerry Bruckheimer e un

ricorrente ruolo nella serie “The O.C”, in onda su canale FOX, e molto acclamata dalla

critica. Wilde è protagonista, sul palco, dell’opera Beauty On The Vine al teatro Epic

Theatre Center’s di produzione Off-Broadway.

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È anche membro del progetto Artists For Peace and Justice, ha partecipato alla

fondazione ACLU (American Civil Liberties Union) nella California del Sud e, più di recente,

ha lanciato la caritevole associazione Conscious Commerce. Ideata con la sua socia in

affari, Barbara Burchfield, l’obiettivo della Conscious Commerce è quello di creare una

guida per le persone con disagi, attraverso la promozione di oggetti, per incrementare uno

stile sano e un nuovo modello di vita.

Più di recente, DONALD GLOVER (Niko) è apparso nella commedia di Miguel Arteta,

Alexander and the Terrible, Horrible, No Good, Very Bad Day con Steve Carrell, Jennifer

Garner, e Megan Mullally. Donald, ha da poco terminato di lavorare al film di Ridley Scott,

The Martian, in cui ha recitato accanto a Jessica Chastain e Matt Damon; ha inoltre preso

parte in Magic Mike XXL, diretto da Gregory Jacobs, con Channing Tatum e Matt Bomer. Tra

gli altri suoi meriti, vanno ricordati: The To Do List in cui ha recitato a fianco di Aubrey

Plaza, Bill Hader e Andy Samberg, scritto e diretto da Maggie Carey, e il film di James

Bobin The Muppets (I Muppets).

Donald ha fatto anche la sua apparizione in “Girls”, in onda sul canale HBO, “Ultimate

Spider Man” della Disney XD, ha dato la voce a “Miles Morales”, ed ha avuto una

partecipazione straordinaria nella serie di animazione in cima alle classifiche e in onda su

Cartoon Network , vale a dire “Adventure Time”.

Ha iniziato nel mondo del business della scrittura con la serie “ 30 Rock”, vincitrice del

Premio Emmy, e il suo mentore è stata Tina Fey. Nel 2009, Donald è rientrato tra i 10 attori

comici al Variety’s Top 10 Comics to Watch ed ha girato degli speciali di mezz’ora per

Comedy Central (2010 e 2011). In particolare, Donald ha recitato nella serie TV di

mezz’ora, approvata dalla critica e in onda su NBC, ossia “Community”.

EVAN PETERS (Clay) è uno degli attori più versatili di Hollywood e tanto apprezzato dalla

critica, sia per i ruoli interpretati per la televisione che per il cinema.

Peters, recentemente, è apparso nella quarta stagione della serie “American Horror

Story”, in onda su FX e candidata agli Emmy Award. Creato e prodotto da Ryan Murphy, il �25

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programma ha visto Peters interpretare diversi ruoli, tra cui quello di Tate Langdon, uno

psicotico adolescente omicida, che appare nella prima stagione, nell’episodio “Murder

House”. La serie è stata approvata per la quinta stagione, che verrà mostrata in anteprima

ad Ottobre 2015.

In seguito, Peters inizia a produrre Apocalypse su Fox, il prossimo film della serie di X-

Men,

e riprende il suo ruolo di Quicksilver, personaggio di fumetti. È anche apparso in X_Men:

Days of Fututre Past ed ha lavorato insieme a Hugh Jackman, James McAvoy e Jennifer

Lawrence. Apocalypse uscirà il 27 Maggio del 2016.

Peters ha da poco terminato la produzione di Elvis and Nixon, una commedia politica,

basata su eventi storici, che racconta la vicenda dell’incontro, nel 1970, tra il Presidente

Nixon ed Elvis Presley.

L’attore interpreta Dwight Chapin, il maggiordomo della Casa Bianca, il quale aiuta ad

organizzare l’incontro. Il cast include Kevin Spacey nel ruolo del Presidente Nixon, e

Michael Shannon nel ruolo di Elvis, ed è diretto da Liza Johnson.

Nel 2010, ha recitato in Kick Ass, diretto da Matthew Vaughn e che vede tra gli attori

protagonisti Nicolas Cage, Chloe Grace Moretz e Aaron Taylor-Johnson. Il film segue degli

adolescenti e i loro tentativi amatoriali di diventare supereroi, ed è distribuito dalla

Lionsgate.

Peters si è guadagnato la stima del pubblico per il suo esordio nel ruolo di Adam

Sheppard nel film di Michael Picchiottion, Clipping Adam. Il film, grazie al quale Peters si è

aggiudicato il premio di Miglior Performance nel 2004 al Phoneix Film Festival , e racconta

la vicenda di un adolescente irrequieto.

Tra gli altri suoi film di successo, vanno inclusi: Never Back Down (2008), Never Back

Down 2 (2011), Gardens of the Night (2008), Remarkable Power (2008); e An American

Crime (2007).

Peters ha recitato nella serie di ABC “Invasion” con jesse Varon, ed è apparso nella

premiata serie del network CW , “One Tree Hill”, “Phil of the Future” in onda su Disney

Channel, e la serie della ABC “The Days”. Inoltre, tra i successi televisivi si annoverano:

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Page 28: un film di David Gelb con Olivia Wilde Mark Duplass2007 Un uomo venezuelano, dichiarato morto, si risveglia durante l’autopsia. 2010 Un impresario delle pompe funebri in Colombia

“Dirt”, “House M.D.(Dr House-Medical Division),” “Parenthood”, “Criminal Minds,” “The

Mentalist”, e “The Office”.

Attualmente Peters vive a Los Angeles.

SARAH BOLGER (Eva) ha fatto il suo esordio all’età di 11 anni, grazie al memorabile e

premiato film In America, di Jim Sheridan. Dopo aver lavorato a questa pellicola, Sarah è

salita in cima alle classifiche con Spiderwick Chronicles per la Paramount, The Moth Diaries

di Mary Harron, As Cool As I am, in cui ha recitato accanto a James Marsden, e Claire

Danes, Kiss Me, che tra gli altri interpreti vede Emily Osment e Jenna Fisher, ed ha

completato la produzione con il film My All American, della Anthem Productions, in cui ha

lavorato insieme a Aaron Eckhart e Robin Tunney. Nel campo televisivo, Sarah ha

continuato a collaborare con registi eccezionali, interpretando vari ruoli, tra cui quello di

un’adolescente in lutto per la morte del padre, nella serie horror di Mark Romanek “Locke

& Key”(Le Chiavi del Regno); Mary Tudor nella serie TV “The Tudors”(I Tudors - Scandali a

Corte), uno straordinario debutto nella serie di Brian Kirk “The Gilded Lilys”, e nel ruolo

preferito dal pubblico, vale a dire quello della Bella Addormentata ‘Aurora’ nella serie di

ABC “Once Upon A Time”( C’era Una Volta).

CAST TECNICO

Nato a Manhattan, DAVID GELB (Regista) iniziò ad addentrarsi nel mondo cinematografico

all’epoca degli spettacoli di Broadway, delle rappresentazioni nel teatro dell’opera

Metropolitan Opera, del genere di avventura nell’universo della Marvel e della prima

ondata di fumetti giapponesi tradotti in inglese. Dopo essersi laureato alla University of

Southern California (USC) ed aver intrapreso un corso di studi sul cinema nel 2006, Gelb ha

seguito questo percorso ed ha lavorato, come regista, a progetti nel campo della fiction e

della saggistica, in particolare al film-documentario Jiro Dreams of Sushi (Jiro e l’Arte del

Sushi), tanto apprezzato dalla critica. Ora sta lavorando in A Faster Horse , un film sulla

creazione della mitica Ford Mustang, in aggiunta all’originale serie - documentario della

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Netflix “Chef’s Table”, in cui vengono presentati sei chef di fama internazionale, tra i più

conosciuti al mondo, che uscirà nel 2015.

Il produttore JASON BLUM, vincitore dell’ Emmy Award, è il fondatore e Amministratore

delegato della Blumhouse Productions, una casa di produzione multimediale che ha aperto

la strada ad un nuovo modello di produzione cinematografica di alta qualità, producendo

film a basso costo. La Blumhouse ha fatto un accordo con la Universal Pictures ed ha

prodotto film di maggiore incasso, quali: Paranormal Activity, The Purge (La Notte del

Giudizio), Insidious, e Sinister ,diventati dei potenziali franchise, che hanno ottenuto più

di 1,2 bilioni di dollari in tutto il mondo, su dei budget complessivi al di sotto dei 40 milioni

di dollari. Il modello della Blumhouse è iniziato con l’innovativo film Paranormal Activity,

prodotto con un budget di 15.000 dollari e che ha incassato intorno ai 200 milioni di dollari

in tutto il mondo, rendendolo il film più redditizio della storia di Hollywood.

Tra i progetti della premiata casa di produzione Blumhouse si includono: “The Normal

Heart” e Whiplash. BH TILT è un nuovo marchio a cui la Blumhouse ha dedicato alcuni film,

e che altri sceneggiatori metteranno in scena traendo vantaggio dalle strategie della nuova

distribuzione.

Nell’ambito della televisione, Blum ha vinto un Emmy Award per il film televisivo di HBO

“The Normal Heart”, premiato quale miglior film TV. I programmi televisivi della

Blumhouse includono “Ascension”(Syfy), “Eye Candy” (MTV), e “South of Hell” (Wetv) e la

suddivisione dell’elenco in crescita comprende “Sharp Objects” di Gillian Flynn, con eOne

e uno show improvvisato con Mike Darnell. Oltre a “The Normal Heart”, la Blumhouse ha

condotto la produzione esecutiva di “Stranded” per Syfy e “The River” per ABC.

Alla produzione Blumhouse appartengono una varietà di filmati amatoriali “ The

Blumhouse of Horror”, una casa infestata dagli spiriti nel cuore di Los Angeles, “The Purge:

Fear the Night”, ispirato all’antefatto del film e “The Purge: Breakout”, in cui si è immersi

in un gioco di evasione.

Prima di lavorare alla Blumhouse, Blum è stato il co-dirigente del dipartimento di

Acquisti e Co-Produzione della Miramax Films a New York. Alla Miramax, il suo contributo è

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stato decisivo, tanto da fargli aggiudicare 50 film, tra cui The Others, Smoke Signals, A

Walk on the Moon, e The House of Yes.

Blum ha prodotto più di 75 milioni di film e serie TV in tutta la sua carriera. Tra gli altri

suoi lavori meritevoli vanno aggiunti: The Reader, per il quale l’attrice Kate Winslet ha

vinto il premio Academy Award; Histerical Blindness, trasmesso su HBO, che vede Uma

Thurman tra gli interpreti principali e vincitrice del Golden Globe, e Hamlet, con un cast

composto da Ethan Hawke, Bill Murray, Sam Shepard e Kyle MacLachlan.

Blum ha iniziato la sua carriera come responsabile di produzione della compagnia del

teatro Malaparte, fondato da Ethan Hawke.

JIMMY MILLER (Produttore) è il proprietario di Mosaic (un società di gestione/

produzione), e dirige uno degli show business di talento, più richiesti al giorno d’oggi. La

sua lista di clienti vanta nomi più famosi nel genere della commedia , e include attori

come Will Ferrell oltre allo scrittore/ regista Judd Apatow (“Girls” di HBO, This is 40, The

40 Year-Old Virgin, e un cult Freaks and Greeks), Adam McKay ( il franchise Anchorma, The

Other Guys, Talladega Nights: The Ballad of Rocky Bobby, e Step Brothers), e Jay Roach

( The Compaign, Meet the Fockers, Meet the Parents, e il franchise Austin Powers).

Tra gli altri film, il cui merito di produzione va a Miller, ricordiamo: Bad Teacher, The

Other Guys, Talladega Nights: The Ballad of Ricky Bobby, e Elf.

CODY ZWIEG (Produttore) ha lavorato a fianco all’autore-regista Wes Craven in diversi

film: è stato il co-Produttore del remake di Craven The last House on the Left (L’ultima

Casa a Sinistra), produttore associato del film The Hills Have Eyes (Le Colline Hanno gli

Occhi) e co-produttore del suo sequel The Hill Have Eyes 2 (Le Colline Hanno gli Occhi2 ).

Zwieg ha preso anche parte alla VP of Production and Development alla società di Craven

Midnight Entertainment. Seguendo il suo lungo mandato con Craven, Zwieg è stato il

produttore esecutivo in Apollo 18 per la Dimension Films.

Zwieg si è laureato alla USC School of Cinematic Arts. È nato e cresciuto a Watertown,

Sud Dakota.

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LUKE DAWSON (Co-sceneggiatore) è nato a Boston, Massachusetts e, ad eccezione di un

breve e movimentato periodo alla Tulane University, New Orleans, ha frequentato

università pubbliche.

Da allora, ha lavorato come barista, buttafuori, vigilante notturno in un hotel, meccanico

di auto, tecnico informatico, cuoco ed esperto in demolizione (antidetonante). I suoi amici

inglesi lo chiamavano stagnino ambulante.

Infine, seguendo le orme dei suoi antenati, Luke Dawson si è dato alla scrittura; in un

primo momento ha lavorato per riviste emergenti, giornali gratuiti, per un venditore di un

olio di serpente commercializzato, per varie agenzie pubblicitarie e per finire come Capo

Redattore della rivista Gear Magazine , durante la sua implosione drammatica nel 2002.

Da allora (escludendo il periodo in cui si è costruito un appartamento a Brooklyn con sua

moglie), ha scritto e prodotto film, quali: Shutter per Fox & New Regency, che vede come

attori Joshua Jackson e diretto da Masayuki Ochiai, e Lone Wolf and Cub per la Paramount

e Darren Aronofsky.

Mister Dawson ora vive in una ricca fattoria a nord dello Stato di New York con la

summenzionata moglie, due figli e molti polli sgradevoli.

JEREMY SLATER (Co-sceneggiatore) è il co-autore dei Fantastici Quattro ( Fantastic Four),

in post-produzione per la 20th Century Fox. La regia è di Josh Trank e vede come

protagonisti Miles Teller, Kate, Mara, e Michael B Jordan. Al momento sta scrivendo Death

Note e Fables per la Warner Bros.

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