verita' progressiva
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8/7/2019 VERITA' PROGRESSIVA
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“Apostasia: come sono venuto a conoscenza della Verità tutta intera” Dottore in Economia, con una tesi in sociologia della religione, studioso di problemi
sociologici e teologici, sono stato per anni Segretario del Consiglio Pastorale Diocesano e, quindi,
stretto collaboratore del Vescovo della Diocesi di Pozzuoli, che governa la Napoli Flegrea; il quale,come me, non riusciva a capire come e perché la società e la stessa Chiesa sembravano avessero
imboccato una china che appariva inarrestabile!
Solo quindici anni dopo, a partire dal 2005 e dopo un intenso periodo di studio, hoprogressivamente trovato la risposta a quell’interrogativo, scoprendo una verità terribile, che
spiega alla perfezione perché l’Occidente è sprofondato nel disordine e nella violenza, nella
perversione più sfacciata e, in breve, nella rovina più grande mai registrata in epoca cristiana.
Per un effetto di “trascinamento”, poi, ch’è tipico delle culture dominanti, pur se giunte alla
resa dei conti, l’intera umanità va incontro alla stessa rovina; cosa che il mondo islamico ha ben
compreso da tempo: perciò cerca di scongiurarlo in tutti i modi possibili.
E’ tutto scritto in una mia imponente lettera/dossier del 9 ottobre 2008, di ben 70 fitte
pagine, inviata, a mezzo raccomandata A.R., a Benedetto XVI ed ai più importanti cardinali evescovi italiani. I quali, avendo ben compreso il valore della mia denuncia, ben lungi dal
contraddirmi, non hanno trovato di meglio che nascondersi dietro un rigoroso silenzio, per non
amplificare lo scandalo. La lettera è stata pubblicata integralmente in questo sito….
Come ivi documentato, la Verità scoperta è la seguente.
Nella Chiesa Cattolica vige il principio assoluto, da sempre ritenuto tale, ma poi ancheformalmente dichiarato dal concilio Vaticano I (Cost. Pastor Aeternus – 18.7.1870), che il Magistero
precedente espresso in forma infallibile vincola in modo definitivo quello successivo.
Il mio dossier dimostra, in proposito, che i Papi fino a Pio XII, di fronte all’incalzare del
protestantesimo, prima, e del modernismo anticristiano, poi, hanno “sigillato” la fede cattolica
con quel tipo di Magistero, per ancorarlo saldamente alla Tradizione.Nonostante questa “blindatura”, i papi del concilio Vaticano II hanno forzato quei
“sigilli”, dilapidando il deposito della fede, delegittimando i loro predecessori, incorrendonelle loro scomuniche, producendo frutti di morte, e facendo così piombare la Chiesa e il
mondo intero nelle tenebre più fitte.E siccome Gesù ha promesso l’assistenza divina ai successor i di Pietro, che preserva in
modo assoluto dall’errore in materia di fede e di morale, ne viene che i pontefici dal VaticanoII in poi, che hanno mortalmente contraddetto i loro predecessori in tale materia – cosa mai
avvenuta prima nella storia della Chiesa! – , non sono veri papi, ma impostori e anticristi.
Si sono così spalancate le porte degli ultimi tempi, che passano per una imposturareligiosa (vedi oltre) e per un’apostasia generale (II Ts.), entrambe sicuramente in atto.
Il Papa Paolo IV, nella solenne Bolla “Cum ex apostolatus officio” del 1559, avverte chesolo un falso pontefice dice eresie, che la sua elezione è radicalmente nulla, e che tale falso
pontefice, ritenuto vero pontefice, è proprio quell’”abominio della desolazione” di cui parla Gesù
(Mt. 24, 15), che conduce le anime all’eterna perdizione.
Mentre da un’attenta lettura della Bolla “Execrabilis” (1460) del Papa Pio II è d’obbligo
dedurre che qualunque concilio della storia venga convocato per ribaltare la Tradizione dellachiesa è assolutamente nullo. Il Vaticano II, che ha ribaltato questa Tradizione, con parole
false, è dunque nullo!Ogni giorno che passa, tutto è sempre più iniquità che dilaga, che raffredda la carità di
molti (Mt. 24, 12), aumentando, per questa via, l’iniquità, e che contrassegna l’apostasiagenerale predetta nella Scrittura (II TS 2,1-12); dove san Paolo, con parole terribili, dice che si
perdono quanti non hanno avuto amore per la Verità che salva , perché Dio manda ad essi un
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influsso di errore, affinché siano tutti condannati (2,12)!Le eresie proclamate e indotte dal Vaticano II , si possono riassumere: nella libertà
religiosa in foro esterno, quale diritto biblicamente fondato che gli Stati devono riconoscer per
legge, assolutamente contraria al Vangelo ed al magistero infallibile della Chiesa, che apre ed ha
storicamente aperto la strada all’indifferentismo religioso; nel falso ecumenismo, che estende agli
eretici la via della salvezza; nel falso dialogo interreligioso, che intende partire da supposti quantoinsignificanti elementi comuni, per scadere nel sincretismo, nel relativismo, nell’irenismo; nel
rifiuto dell’ammonizione fraterna quale azione evangelica medicinale tesa alla salvezza delle
anime; nella separazione di Cesare da Dio, e nella conseguente accettazione di uno Stato laico
indifferente verso le diverse religioni, tutte considerate aventi la stessa dignità; nello stravolgimento
del rito della Santa Messa, in direzione dell’eresia protestante, e in palese violazione delle norme
del magistero infallibile poste a salvaguardia del rito; nella negazione sostanziale dell’Inferno,
quale logica finale conseguenza del relativismo introdotto, che lo rende del tutto incompatibile con
la nuova concezione dell’uomo e del mondo (!).
L’illustrazione analitica di tutto ciò è riportata nella mia anzidetta lettera/dossier a Benedetto
XVI, alla quale rinvio.In questa sede, ora, mi preme ripercorrere le varie tappe attraverso le quali un figlio
vero della Chiesa, tale essendo chi ha messo al primo posto Gesù Cristo nella persona dei Suoi
augusti e veri vicari in terra, è potuto giungere alla Verità tutta intera.Con la seguente immediata precisazione. Se non vi fossero state, alternativamente o
congiuntamente, miopie, egoismi di bottega, mancanza di amore vero per Cristo, per la Chiesa e per
l’intero consorzio umano, se non proprio, in alcuni casi, malvagità di animi, oggi l’intero universo
dei cattolici tradizionali e integrali (salvo piccole e irrilevanti frange), da me compiutamenteinformato nelle persone stesse dei suoi massimi leader, si ritroverebbe sulla posizioneteologica del “sedevacantismo apocalittico” come da me scoperto e documentato; l’unica che
possa coniugarsi con l’intera escatologia neotestamentaria (II lett. Tess. di san Paolo, cap. 24 di san
Matteo, Apocalisse) e con la fedele osservanza delle rigide e cogenti disposizioni canoniche impartite
dall’augusto romano pontefice Papa Paolo IV, nella sua solennissima Bolla “Cum ex Apostolatus
Officio”, contenente magistero infallibile e, dunque, perenne e irreformabile!
……………………………………………
Quindici anni or sono, lo stato delle mie conoscenze teologiche ed ecclesiali, pursignificative, erano appena trascurabili rispetto a quelle che avrei avuto nel 1997-1999, e
assolutamente irrilevanti rispetto a quelle del successivo periodo 2005-2008.
Nel 1996 avevo già maturato la convinzione che nella Chiesa si registravano una serie distorture pastorali, che riuscivo a spiegare soltanto facendo ricorso alla categoria teologica degli
scribi e farisei e alla categoria puramente storico-sociologica della decadenza di una civiltà, il che
era già tanto.
Nel triennio 1997-1999, ritenuta la situazione generale davvero insostenibile, la mia
corrispondenza epistolare si elevava a livello delle massime autorità ecclesiali (Papa, Prefetto Fede),
con alcune lettere/ dossier che denunciavano una serie nutrita di deficienze e incongruenze, in
contrasto con la fede cattolica, e spesso anche con le stesse direttive dell’autorità della Chiesa,
lettere che, talvolta, ricevevano risposte di pura cortesia.
Il 15 novembre 1999, in particolare, scrivevo una lunga lettera/ dossier di oltre 40 paginea Giovanni Paolo II, nella quale, ancora ignaro di quanto effettivamente accaduto nella Chiesa, già
stigmatizzavo, analiticamente e per materia, l’intera pastorale di colui che, ritenendo ancora ilPapa in carica, mi costringeva a una serie di precisazioni e scuse contestuali.
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Nel 2001, poi, andato anticipatamente in pensione, per una favorevole risoluzione contrattuale
dei dirigenti pubblici, fui ben felice di potermi dedicare, a tempo quasi pieno, ai miei studi.
Appartengono al periodo 2001-2005 alcune mie lettere a Giovanni Paolo II, al cardinale
Ratzinger, alla C.E.I., che continuavano a denunciare vistose incongruenze tra le stesse direttive
della Santa Sede su tematiche etiche rilevanti (per esempio, l’attività politica dei cattolici e lafecondazione artificiale) e la considerazione in cui venivano tenute dai vescovi italiani. In altri
termini, quando non vi era un evidente e stridente contrasto con la stessa Scrittura, come sempre più
spesso accadeva, si rinveniva almeno una specifica violazione del magistero della Chiesa, che mi
sembrava, a dir poco, scandalosa, perché ne minava la credibilità
Va da sé che una critica organica e centrata in tali materie può essere iniziata e sostenuta
soltanto se la preparazione nel campo è davvero notevole, perché basata sulla buona conoscenza
della Sacra Scrittura, Vangelo in primis, dei documenti conciliari e delle direttive portanti della
Sede Apostolica, come contenute nelle numerose encicliche ed esortazioni emanate.
Poi, alla fine del pontificato di Giovanni Paolo II (aprile 2005), una prima svolta decisiva
nello stato delle mie conoscenze.
Navigando in Internet , infatti, la mia attenzione fu catturata dall’articolo di un noto
settimanale italiano che titolava: “Un filosofo, un mistico, un teologo suonano l’allarme alla
Chiesa”. Il teologo era mons. Inos Biffi, (che a lungo aveva scritto sulle colonne di “Avvenire”),
il quale proponeva il libro “Verità cristiane nella nebbia della fede” (2005), di cui veniva operata
una incisiva recensione.
Dallo stesso sito, e nello stesso giorno, apprendevo, inoltre, che, nel 2003, il prof. Enrico
Maria Radaelli aveva pubblicato il suo libro critico “Il mistero della sinagoga bendata”, che
veniva illustrato con cura.
Colpito da una visibile sintonia, studiai entrambi i testi, scrivendo e telefonando, dopo, ai loro
autori. Dirò subito che gli studi di mons. Biffi e, ancor più, il libro del prof. Radaelli, che oggiconsidero ampiamente superati dallo stato avanzatissimo delle mie conoscenze e dall’assoluta
coerenza delle mie deduzioni, sono stati la cosa più pregevole che mi sia capitata di leggere
fino al 2005 sullo stato della Chiesa; perché hanno arricchito in modo decisivo le mieconoscenze, elevandole di colpo dal 40 al 70% (oggi credo siano al 98%).
Da molti anni, invero, avevo compreso che le storture pastorali denunciate erano
conseguenza diretta o indiretta del concilio Vaticano II, che ha dilatato a dismisura la via della
salvezza, inducendo uno smarrimento generale e, con esso, un crollo della motivazione missionaria
senza precedenti.
Registravo, quindi, una forte crisi di fede. Ma non avevo compreso che la crisi era così gravee persistente perché investiva ormai direttamente la comprensione dei due sommi misteridella fede cristiana, quello della SS. Trinità e quello dell’Incarnazione, barattati, per esigenze di
carattere puramente sociologico, con un idolatrico monoteismo di stampo ebraico e islamico (!).
Questa mia lacuna veniva colmata dai due lavori anzidetti. Radaelli, in particolare,
documentava ampiamente non solo l’origine prima della crisi, ma anche il retroterra culturale sul
quale essa aveva potuto mettere radici e svilupparsi come una gramigna: quel personalismo cristiano che ha ispirato e sostenuto il Vaticano II, consentendogli di nascere su basi equivoche (al
bando i profeti di sventura; il mondo ha bisogno di misericordia: la severità non è misericordia; nel dialogo
religioso, partiamo da quello che ci unisce). E con una pretesa di verità totale e definitiva che non
poteva essere accampata, perché “rifiutando la forma dogmatica portatrice del carisma infallibile
… la conduzione soprannaturale (del concilio) fu esplicitamente rifiutata” (ibid., p. 203). Pretesa
che nondimeno è stata attuata, conducendo a conseguenze devastanti.
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L’umanesimo ateo rinascimentale e illuminista, attraverso la mediazione di quello integrale di
Maritain e degli altri personalisti cattolici come Guitton, aveva condizionato culturalmente la
Chiesa del Concilio, indirizzandola verso l’uomo e allontanandola, nei fatti, da Dio. Un’analisi
attenta degli avvenimenti socio-politici e socio-religiosi degli ultimi quarantatre anni dà, infatti,
ragione a Radaelli, secondo il quale il personalismo divide Cesare da Dio, lega il cristiano a
Cesare e annienta l’Inferno, perché non si fida della bontà di Dio (!).
Fatta questa scoperta di fondo, e per la miniera di altre documentate informazionifornite da Radaelli, si ricomponevano, davanti ai miei occhi, i pezzi di un impressionante
puzzle; dal quale veniva già fuori che gli scenari apocalittici da fine dei tempi, indubbiamentepresenti nel magistero di Giovanni Paolo II (come riportati nella mia lettera dossier del 9.10.08 a
Benedetto XVI), e quelli evocati dal cardinale Ratzinger, nel suo libro/intervista “Sale della
Terra” (pp. 18, 250, 313, ecc, studiato in dettaglio e ampiamente criticato in una mia lettera/saggio di ben
28 pagine allo stesso autore), avevano sicura consistenza. E questo, però, non tanto perché lasocietà Occidentale era gravemente ammalata, e non voleva più saperne della dottrina della
Chiesa, ma perché il male aveva infettato la stessa Chiesa, che non lo riconosceva più, per
combatterlo e vincerlo.
Non era solo il “mondo”, infatti, a pullulare di falsi profeti, ma la stessa Chiesa; e nelle
sue guide supreme! Le quali, peraltro, si trovavano in una falsissima posizione: da un lato, infatti,
sembravano essere consapevoli, dal Concilio in poi, e massimamente in Benedetto XVI, che molti
segni inducono a credere veramente prossima la fine. Ma dall’altro – ed è questa la cosa più grave e
sconcertante – esse non si rendevono per niente conto che il fatto li coinvolge di persona, perché
tanto il loro atteggiamento di fede quanto l’azione pastorale che ne derivava, avendo
determinato, al di là di ogni diversa apparenza e affermazione, una frattura oggettiva einsanabile con la Tradizione bimillenaria della Chiesa, erano causa efficiente e, quindi,
componente fondamentale di questa fine esistenziale dei tempi (in quella essenziale vi siamo già daduemila anni), che passa per una “impostura religiosa” e per un’”apostasia generale” degli
ultimi tempi preconizzata da san Paolo, nella sua Seconda Lettera ai Tessalonicesi!
Proprio come scrive, peraltro, lo stesso (falso) “Catechismo della Chiesa Cattolica”: "Prima
della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di
molti credenti… il mistero dell'iniquità si svelerà sotto la forma di una impostura religiosa che
offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell'apostasia dalla verità.
La massima impostura religiosa è quella dell'anticristo" (n. 676).
Certo, pensavo allora, chi crede alla Vita in questa vita e oltre questa vita, e “persevererà sino
alla fine, sarà salvato” (Mt 24,13). Ma per l’umanità e per la stessa Chiesa nel suo complesso saranno
dolori; perché, come annuncia Gesù, vi sarà “una tribolazione grande, quale mai avvenne
dall’inizio del mondo … , né mai più ci sarà” (Mt 24,21); il che, naturalmente, non induceva a
coltivare pericolose illusioni.
Per tentare di aprire gli occhi su questa terribile evenienza, di cui, ogni giorno che passava, i
fatti mi fornivano nuove conferme, senza minimamente immaginare cosa in seguito avrei
scoperto e, quindi, diversamente dedotto, scrivevo l’allarmante lettera/ dossier del 27 ottobre2005 a “papa” Ratzinger. Il dossier, che aveva ricevuto l’adesione telefonica di mons. Biffi, al
quale l’avevo fatto pervenire in bozza, è rimasto privo di qualsiasi riscontro, nonostante un mio
minaccioso avvertimento di divulgazione ai massimi esponenti della Santa Sede e dell’Episcopato
italiano, e pressanti solleciti alla Segreteria di Stato vaticana.Già in quella sede, nel delineare chiaramente la crisi gravissima, le sue origini e le sue
conseguenze, chiedevo l’arresto immediato del processo di beatificazione del defunto “papa”
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Giovanni Paolo II, per assoluta mancanza di presupposti (come ti riferisco meglio su diverso file in
data odierna).E poiché la richiesta necessitava di un approfondimento e di una formalizzazione, l’uno e
l’altra seguivano con l’ampia lettera/denuncia del successivo 23 novembre alla Commissioneper la beatificazione del defunto “pontefice”, nelle persone dei singoli membri; lettera
raccomandata A.R. inviata anche, per conoscenza, alle massime autorità vaticane.Nel dossier illustravo ampiamente, non solo che Giovanni Paolo II non è santo, ma anche
che egli è stato il più organico e sovversivo liquidatore della fede cristiana, come espressa neiVangeli e come fedelmente riportata dalla Tradizione bimillenaria e unanime della Chiesa
Cattolica!Tale dossier ebbe poi un aggiornamento, in data 8 maggio 2007, allorché, cessato il
processo diocesano, la causa fu trasferita a Roma per l’ulteriore corso.
Sebbene, per effetto delle successive scoperte, la materia abbia mutato radicalmente volto,
mancando di qualsivoglia legittimità morale e canonica, e ciò mi sconsiglia d’intraprendere ulteriori
passi in quella direzione, ho fondato motivo di ritenere che le mie denunce abbiano comunquerallentato non poco la causa di beatificazione, che era partita sparata, come riferirò tra qualche
giorno in altra parte di questo stesso sito, pubblicando i sopra citati miei scritti.
Comunque sia, il 13 marzo 2006, scrivevo a Vittorio Messori, che avevo messo alcorrente di quanto avevo fino allora scoperto, le parole che seguono:
“Certo, la Chiesa, nel suo lungo cammino, ha spesso conosciuto mali gravissimi! E se
questi, qualche volta, hanno generato santi; più spesso, purtroppo, hanno partorito mostri e,insieme ad essi, gravi disastri, che hanno reso la sua storia piena di nodi.
Nodi che sono ormai venuti tutti al pettine; e proprio quando meno lo si aspettava, ecioè dopo il concilio Vaticano II , che, nelle intenzioni dei promotori, avrebbe dovuto sistemareogni cosa; ma che, a causa della sua equivoca impostazione e, ancor peggio, della suadissennata applicazione, ha finito per far precipitare la crisi: a dispetto di alcune situazioni di pura facciata, la Chiesa Cattolica non ha mai conosciuto nella sua storia un periododi maggiore, reale, inconsistenza e dissolvimento, con conseguente perdita di credibilità e relativa forte scristianizzazione a tutti i livelli!
Il segno finale più sovversivo? E’ quello secondario alla perduta coscienza del Cristo Salvatore e della Santissima Trinità, ed è rappresentato dal rifiuto pressochégeneralizzato della verità sull’Inferno in seno alla Chiesa docente e, per diffusione, inquasi tutta la comunità dei credenti, che, non potendosi autoassolvere, tenta almenodi esorcizzare una definitiva condanna: se l’Inferno, infatti, non esiste più o, meglio,esiste ma è vuoto, e se il Purgatorio è solo una marcia un po’ faticosa verso la visionebeatifica di Dio, nessuno, a partire dagli uomini di Chiesa, ha più nulla da temere dal vivere in peccato mortale.
Con il che si trasforma il Signore Gesù in un mentitore, e duemila anni di
cristianesimo in una parabola farsesca giunta al suo epilogo (!)”.
Credevo, allora, di essere giunto alla fine della conoscenza; mentre, al contrario, ne ero
solo all’inizio! Curiosamente, da quanto avevo appreso, ero pervenuto direttamente al concetto di
“apostasia” dalla fede cattolica, senza passare per quello di’”eresia” : questo termine, infatti,
non l’ho ancora utilizzato in questo scritto; proprio come non l’avevo utilizzato allora, perché?
Perché ero ancora convinto di trovarmi di fronte a delle “semplici” storture pastorali, dalle
quali, a dispetto di tutto, si sarebbe potuto uscire solo che si fosse fatto ricorso alla sana dottrina. In
altri termini, mancandomi una serie di elementi fondamentali e decisivi, non avevo ancora
compreso che le storture pastorali erano proprio la conseguenza di una nuova, falsa, e cioèeretica, dottrina!
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Dopo quel periodo, nel secondo semestre del 2006, ho voluto capire come era potuto
accadere che si fosse precipitati in quel burrone senza fondo. E, per dare una risposta ai miei
interrogativi, ho studiato, con limpida coscienza e senza paralizzanti intenti accademici, la
situazione della Chiesa dalla rivoluzione francese fino ai nostri giorni, esaminando l’operato dei
Papi anteriori a Giovanni XXIII, le “nuove dottrine” introdotte dal Vaticano II, le applicazioni
fattene dai papi, quanto altro necessario per giungere a ragionate conclusioni.Facendo, inoltre, ricorso ai siti Internet, sono andato ad analizzare criticamente le
posizioni di un variegato mondo cattolico tradizionale e integrale, ricavandone preziosielementi di valutazione, che andavo man mano sistemando in una nuova e complessiva visionedegli eventi, sempre meglio puntualizzata e definita.
Ho integrato, in tal modo, le mie cognizioni con documenti importantissimi, ben noti inpassato, ma oggi per lo più sconosciuti, che, sulla base di sicuri parametri di discernimento,
operano una perfetta “messa a fuoco” degli eventi, consentendo di distinguerli con assoluta
chiarezza e di chiamarli, quindi, con il loro vero nome.
Ed è così che sono pervenuto alla Verità completa e sconvolgente sull’intera materia.
Verità che ho inizialmente documentato nella mia lettera/ dossier del 4 ottobre 2007 inviata, in forma raccomandata A.R., a Benedetto XVI, ad alcuni cardinali di curia e ai cardinali-
arcivescovi italiani; dossier , che scrivevo più a “futura memoria” e per fare secondo Dio la mia
parte, nel tentativo di trasmettere la Verità che sola salva, che nella velleità di mutare il corso degli
eventi, la cui irreversibilità già mi appariva e, adesso più che mai, mi appare certa.
Non ancora soddisfatto dello stato delle mie conoscenze, un’ispirazione m’induceva a studiare
l’Apocalisse di san Giovanni. Da essa mi ero tenuto lontano per il falso timore, tutto umano, di
essere scambiato per un millenarista, dal quale sono lontano mille miglia.
E quale la mia sorpresa nel veder che il “libro” tratteggiava la situazione attuale conuna chiarezza impressionante, dando a ciascuno il suo, con parole di fuoco!Ne seguì, in data 19 febbraio dell’anno successivo, una seconda lettera sullo specifico
argomento a Benedetto XVI, cardinali di curia, conferenza episcopale italiana e cardinali-
arcivescovi italiani.
Subito dopo, infine, nel mese di aprile, il terzo e ultimo tassello, con un importante corollario,
chiudevano lo stato essenziale delle mie conoscenze.
Il “terzo tassello” era costituito dalla solenne Bolla del Papa tridentino Paolo IV “Cum
ex Apostolatus Officio” (1559) diretta a preservare il magistero della Chiesa dall’eresia, Bolla
che, fuorviato da una cattiva interpretazione dei cattolici tradizionali, che l’avevano fortemente
sottovalutata, avevo superficialmente citato nella mia precedente lettera del 7 ottobre a BenedettoXVI, ma senza ricavarne indicazioni vincolanti e conclusive (perché, per la verità, non l’avevo mai
studiata).
L’ottimo commento di Arai Daniele, trovato sul WEB (“Quando Roma rischiò di svegliarsi
protestante” in Effedieffe), m’induceva allora a studiarla seriamente e direttamente, ricavandone
indicazioni canoniche estremamente attuali e determinanti nell’intera valutazione dell’ incredibile crisi, che qualificava e condannava con pene severissime.
Il “corollario” è stato, invece, una rassegna sintetica dello svolgimento del Vaticano II, con
relative prolusioni iniziali, intermedie e finali, dall’esame della quale mi rendevo pienamente conto,
senza la benché minima ombra di dubbio, che non era stato il concilio in sé a determinare il
deragliamento dalla fede cattolica, perchè questo era stato sfacciatamente ispirato, sostenuto e
confermato proprio dagli uomini seduti sul seggio di Pietro!
Ne ricavavo materia abbondantissima per una terza, definitiva e conclusiva
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lettera/denuncia a Benedetto XVI e agli stessi altri esponenti innanzi indicati di ben 70 paginecomplessive, che, come riferito in apertura, recava la data del 9 ottobre 2008, cinquantesimo
anniversario della morte del Papa Pio XII, la cui figura segna lo spartiacque tra il “durante” e
la “fine”; lettera che si ritrova integralmente in escogitur, e che costituisce la base della mia
collaborazione.
Io non so quando verrà questa “fine”, se fra qualche mese o fra dieci anni, perché la Scrittura
non stabilisce date, ma eventi. Gli elementi in mio possesso, però, mi dicono che questi eventi si
sono ormai tutti prodotti, e che manca solo l’evento finale: la Parusìa di Gesù Cristo per i l giudizio
universale. Quando, come dice il Vangelo, invano “si batteranno il petto tutte le tribù della terra”
(san Matteo 24, 30) per il terrore che l’incredulità e la coscienza sporca danno agli uomini.
Con la più totale certezza teologica, ritengo che quando si vedranno i primi segni nelcielo, l’umanità sarà virtualmente morta, e ciò significa che nessuno potrà più pentirsi di non
aver creduto in Cristo e nella Sua Chiesa, e di aver tenuto una condotta contraria ai dieci
comandamenti!La falsa chiesa di oggi, manipolando le Scritture, estrapola le schiere numerose dei santi dal
libro dell’Apocalisse di san Giovanni Apostolo, per lasciare ereticamente intendere che sarannomoltissimi i salvati, e questo è vero. Ma chi conosce la vera fede della Chiesa Cattolica, che è
quella degli Apostoli, e legge le Scritture secondo la stessa fede, si rende subito conto che molti di
più saranno i dannati, per quanto affermato da Cristo stesso (“molti sono i chiamati, pochi gli
eletti)” in san Matteo 7,13, dallo stesso libro dell’Apocalisse che parla di interi popoli che si
perdono, da grandi santi, quali santa Caterina da Siena , che induce a ritenere sterminato
l’esercito dei dannati, e, infine, dal più elementare buon senso, che vede ogni giorno folle
innumerevoli di gente sporca, malvagia, violenta, rapace, prepotente e senza Dio morire senza
essersi pentita dell’incredulità e del male fatto, perché di morte improvvisa o con gesti che
escludono nei fatti un avvenuto pentimento!
Antonio Coroniti