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FEDERAZIONE ITALIANA GIUOCO CALCIO
Corso di preparatore atletico professionista F.I.G.C.
L’importanza della articolazione sacro-iliaca nel calciatore e il ruolo del preparatore atletico con l’ausilio del biomeccanico all’interno dello staff
13 Gennaio 2017
Draft for discussion
www.pwc.com/it
A cura di William VITERBI
Indice
1 Premessa 3
2 L’articolazione sacro-iliaca 4
3 La disfunzione dell’articolazione sacro-iliaca: cause, conseguenze e rimedi
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4Il ruolo del Preparatore atletico con l’ausilio del biomeccanico all’interno di uno staff calcistico professionistico
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5 Conclusioni e Ringraziamenti 9
6 Riferimenti bibliografici 1o
1. Premessa
Lo sviluppo del presente documento nasce, nell’ambito del corso Preparatori Atletici 2016/2017, a seguito dello stage svoltosi presso il
Centro del FC Bologna a Casteldebole (BO) lo scorso 6 e 7 dicembre 2016. In particolare, durante «la due giorni» ho potuto conoscere
e apprezzare, nel concreto, la figura del Biomeccanico all’interno di uno staff calcistico.
Nello specifico, il presente documento riporta, in breve, un approfondimento effettuato sul contributo del biomeccanico
nell’ambito della funzionalità dell’articolazione sacro-iliaca di un calciatore.
L’articolazione sacro-iliaca (di seguito «S.I.») riveste un ruolo di particolare importanza, in quanto centro nevralgico della
mobilità del calciatore che se trascurato può essere causa di infortunio.
Quanto riportato nelle seguenti pagine è frutto di rielaborazioni (senza modificarne i concetti teorici di fondo) tratte da una selezione di
testi, articoli, paper presenti in letteratura sulle suddette tematiche. Gli stessi sono riportati nella sezione dedicata alla bibliografia del
presente elaborato.
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2.1 L’articolazione sacro-iliaca: cenni di anatomia e fisiologia
L'articolazione sacro-iliaca è l’articolazione tra osso sacro e ileo.
Le superfici articolari sono rivestite da cartilagine ialina e sono racchiuse inuna cavità articolare delimitata da una membrana sinoviale, contenenteliquido sinoviale, rinforzata da una capsula che si inserisce lungotutto il margine delle superfici articolari. La capsula è, a sua volta,rinforzata da:
• legamento sacro-iliaco anteriore, che dalla faccia anteriore del sacrosi estende lateralmente a ventaglio e si inserisce nella fossa iliaca interna;
• legamento sacro-iliaco interosseo, che dalla fossa cribrosa del sacroe dai tubercoli della cresta sacrale si estende sino alla tuberosità ischiatica;
• legamenti sacro-iliaci posteriori, breve e lungo, che si trovanoposteriormente all’interosseo¹.
L’articolazione sacro-iliaca non possiede muscoli propri e si muove inmodo sinergico con i muscoli della colonna e delle anche.Attraverso i legamenti permette un movimento limitato dovuto alloscorrimento delle superfici articolari, per cui la base dell’osso sacro sisposta in basso e in avanti, mentre l’apice si solleva in alto e all’indietro; allostesso modo permette il movimento opposto.
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¹ Cammisa M, Bonetti MG (1993) Diagnostica per immagini delle articolazioni sacro-iliache. In: Bagarini L, Cammina M, Priolo F (eds) Trattato italiano di diagnostica per immagini della colonna
vertebrale, vol 1. SG Editoriali, Padova, pp 331-345. Pensa A, Favaro G, Cattaneo L (1975) Trattato di anatomia umana, vol I, UTET, Torino
² Shibata Y, Shirai Y, Miyamoto M (2002) The aging process in the sacroiliac joint: helical computed tomography analysis. J Orthop Sci 7:12-18
Dal punto di vista funzionale l’articolazione sacro-iliaca, insieme alla sinfisi pubica, costituisce una struttura fondamentale
nella biomeccanica dell’anello pelvico, in quanto porta circa la metà del peso corporeo, distribuendolo agli arti
inferiori. L’articolazione presenta delle caratteristiche anatomiche sfavorevoli che la rendono suscettibile di degenerazione
precoce, con gravi conseguenze sulla stabilità del bacino. Esistono differenze tra le superfici articolari sacrale e iliaca, sia dal
punto di vista anatomico che dal punto di vista funzionale. Studi biomeccanici indicano che le due superfici articolari sono soggette a
forze diverse: la superficie iliaca viene sottoposta a maggiore tensione da parte dell’apparato legamentoso².
2.2 L’articolazione sacro-iliaca: l’importanza della mobilità nel calciatore
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"La qualità dei movimenti del bacino è dovuta alla qualità
strutturale e propriocettiva delle fasce, poiché i muscoli sono
semplici motori"
[L. Busquet] ¹
La mobilità articolare, o flessibilità, è la capacità di eseguire movimenti e gesti con la più ampia escursione articolare
possibile². Tale capacità è indispensabile negli sport in cui si manifestano con una certa frequenza cicli di allungamento -
accorciamento dei muscoli. Esercizi per la mobilizzazione dell’articolazione sacro-iliaca dovrebbero far parte del programma di
allenamento volto alla prevenzione. Infatti, senza un’adeguata mobilità articolare con il tempo possono manifestarsi
disequilibri di carattere posturale, problemi di tipo muscolare e infortuni.
In particolare, nel calciatore la mobilità ha un ruolo fondamentale in quanto può contribuire, attraverso un Range of Motion più
ampio, al miglioramento della sua prestazione.
Inoltre, constatato che la tuberosità ischiatica è la zona di inserzione prossimale di moltissimi muscoli della loggia posteriore della
gamba, un bacino in ordine e mobile può compensare un eccessivo stiramento degli stessi preservandoli da eventuali
infortuni.
¹ Busquet L. (1984) La Pubalgia, Marrapese Editore, Roma.
² Ferretti F. e vari (2012) L’allenamento fisico nel calcio, Edizioni Correre, Milano.
³ Diversi studi dimostrano che prevedere regolarmente esercizi di flessibilità nelle sedute di allenamento riduce l’incidenza di infortuni.
Un bacino in asse, in grado di compensare adeguatamente i movimenti eseguiti con escursioni e intensità maggiori, è uno dei principali obiettivi di un programma di lavoro preventivo per ciascun calciatore³
3. La disfunzione dell’articolazione sacro-iliaca: cause e conseguenze
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Come predetto, il bacino svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento della postura e nella coordinazione motoria.
In genere, la disfunzione sacro-iliaca è un’alterazione che interessa le articolazioni che si trovano tra l'osso sacro e le ossa
iliache (il bacino).
Le cause che provocano una disfunzione sacro-iliaca sono molteplici, tra i principali fattori che alterano la corretta funzionalità
dell’articolazione si evidenziano:
• alterazioni anatomiche - es. asimmetria del bacino e degli arti inferiori, artrosi, artriti e varie patologie della colonna vertebrale
lombare (discopatie, etc.);
• atteggiamenti posturali scorretti - es. iperpronazione, ipercifosi e iperlordosi;
• alterazioni «fisiologiche» - es. squilibrio dei muscoli che interessano il bacino;
• livello di mobilità del bacino - es. ipermobilità, ipomobilità;
• eventi traumatici, che interessano direttamente il bacino o la porzione lombare della colonna.
Con specifico riferimento ai traumi diretti, le lesioni che causano un blocco sacro-iliaco si distinguono in:
lesioni di tipo sacro-iliaco, che derivano da un problema di origine lombare (per esempio, causati da movimento di flessione,
inclinazione laterale e rotazione controlaterale);
lesioni di tipo ileo-sacrali, che sono provocate dall’arto inferiore (per esempio, in caso di caduta a terra su ginocchio flesso o
calcio mancato al pallone).
Il conflitto sacro iliaco determina tutta una serie di conseguenze su:
• zona del piriforme;
• nervo sciatico;
• postura del soggetto;
• mobilità complessiva.
3. La disfunzione dell’articolazione sacro-iliaca: rimedi
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Di estrema rilevanza per determinare un quadro clinico corretto è conoscere il calciatore attraverso un attenta anamnesi clinico-
sportiva così da poter meglio comprendere la sua attuale condizione (non è sempre facile saper discriminare una sacroileite, ovvero
un infiammazione o irritazione dell’articolazione (SI) da un blocco vero e proprio); con l’ausilio di esami specifici di natura medica è
possibile procedere (RMN, TAC, scintigrafia, esami del sangue). Un calciatore che non è in grado di controllare a livello neuro-
muscolare l’area del bacino, che non è sufficientemente forte o che presenta una lassità legamentosa a livello
dell’articolazione (SI) potrebbe avere ripercussioni articolari tali da danneggiare e/o mettere in conflitto l’articolazione (SI). Questo è il
motivo principale per il quale vanno eseguiti esercizi specifici. La situazione anatomo-fisiologica della zona lombo-sacrale dovrebbe
agire su due fronti attraverso esercizi di allungamento e potenziamento, nei quali il movimento deve essere svolto lentamente e
in pieno controllo per :
- Mantenere sempre forti i muscoli che flettono la gabbia toracica sul bacino (Retto dell’addome, Obliquo esterno e interno) e i
muscoli che estendono le cosce sul bacino (Grande gluteo, Bicipite femorale, Semitendinoso, Semimembranoso, Grande adduttore,
Piriforme) in quanto ristabiliscono una sorta di equilibrio tra il comparto posteriore e quello anteriore ma soprattutto il grande gluteo
ha una funzione di stabilizzazione dell'articolazione (SI).
- Allungare e mantenere elastici i muscoli che estendono la gabbia toracica sul bacino (Sacrospinale, Quadrato dei lombi,
Spinali, Interspinali, Multifido, Intertrasversari, Gran dorsale, Dentato posteriore inferiore) ed i muscoli che flettono le cosce sul bacino
(Ileo Psoas, Retto femorale, Sartorio, Tensore della fascia lata, Pettineo, Adduttore lungo e breve, Gracile) in quanto contrastano la
retroversione del bacino.
Alcuni esempi di esercizi relativi a quanto detto sinora:
4. Il ruolo del Preparatore atletico con l’ausilio del biomeccanico all’interno di uno staff calcistico professionistico
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Il biomeccanico si colloca in un contesto di equipe di lavoro dove sono presenti allenatore, preparatore atletico, medico fisiatra,
medico sportivo e ortopedico, fisioterapista, nutrizionista, psicologo dello sport e osteopata. Partecipa attivamente con tutte le figure
sopra riportate, in modo più specifico con il preparatore atletico per la scelta dei mezzi e i metodi di lavoro, fornendo allo
stesso preparatore atletico informazioni utili al conseguimento degli obiettivi da perseguire.
Gli strumenti utilizzati dal biomeccanico per la valutazione del calciatore sono:
- Il software di video tracking analysis, sensori che ricostruiscono in 3D il movimento del calciatore, una pedana barodopometrica
in grado di valutare la qualità degli appoggi e la gestione dell'equilibrio (per l’analisi statica, ovvero una rilevazione delle pressioni
effettuata su soggetti in stazione eretta, in appoggio bipodalico, l’analisi posturografica ossia la valutazione del CoP, il coefficiente
di prestazione con rappresentazione in 2D durante lo sforzo per mantenere l’equilibrio e l’analisi dinamica, ovvero lo studio delle
pressioni del piede in movimento valutando in sequenza le pressioni plantari, in appoggio monopodalico) e infine l'elettromiografia
utilizzando dei pantaloncini speciali dotati di particolari sensori in grado di valutare il lavoro muscolare.
5. Conclusioni e Ringraziamenti
In definitiva, ricorrere all’intervento del biomeccanico è di valore aggiunto nel calcio, perché permette al preparatore atletico di ricevere informazioni che altrimenti non avrebbe e attraverso le quali è possibile raggiungere un livello di precisione e accuratezza nell’intervento professionale finalizzato a realizzare, mantenere e/o migliorare la performance del calciatore.Inoltre, è stato acclarato che il gioco del calcio conta molti più infortuni di quanti se ne possono riscontrare in qualsiasi altro sport ( ad es. hockey, pallavolo, basket, judo, rugby): la loro incidenza durante una partita di calciatori professionisti è tra i 13 e i 35 ogni 1000 ore di gioco, un livello che corrisponde ad uno stop ogni 0.8-2 partite¹.Come dimostrano i numeri, il problema è piuttosto rilevante nelle società calcistiche professionistiche, questo significa non soltanto in riferimento alla performance della squadra, ma anche e sopratutto per i costi che gravano sui loro bilanci.
Infine, ritengo opportuno citare l’evoluzione negli anni della figura professionale del preparatore atletico , oggi riconosciuta e valorizzata.
Carissimi Docenti,vorrei ringraziare Tutti Voi per aver partecipato in maniera attiva e con tanta passione al mio percorso formativo nonché umano e un ringraziamento particolare al Professor Ferretto Ferretti per aver creato i presupposti di un’idea insieme al biomeccanico Mauro Testa dell’ F.C. Bologna.Infine una dedica speciale va a me e alla mia famiglia per averci creduto sempre.
¹ Giza E., Fuller C., Junge A., Dvorak J., Mechanisms of Foot and Ankle Injuries in Soccer, Am. J. Sports Med. 9
6. Riferimenti bibliografici
- Cammisa M, Bonetti MG (1993) Diagnostica per immagini delle articolazioni sacro-iliache. In: Bagarini L, Cammina M, Priolo F (eds) Trattato italiano di diagnostica per immagini della colonna vertebrale, vol.1. SG Editoriali, Padova, pp 331-345. Pensa A, Favaro G, Cattaneo L (1975) Trattato di anatomia umana, vol. I, UTET, Torino
- Shibata Y, Shirai Y, Miyamoto M (2002) The aging process in the sacroiliac joint: helical computed tomography analysis. J OrthopSci 7:12-18
- Busquet L. (1984) La Pubalgia, Marrapese Editore, Roma.
- Ferretti F. e vari (2012) L’allenamento fisico nel calcio, Edizioni Correre, Milano.
- Giza E., Fuller C., Junge A., Dvorak J., (2003) Mechanisms of Foot and Ankle Injuries in Soccer, Am. J. Sports Med
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Grazie per l’attenzione
“Il calcio non è una scienza,
ma la scienza può migliorare
il livello del calcio”
[Jens Bangsbo]