woolf - le tre ghinee.pdf

136
Virginia Woolf. LE TRE GHINEE. La Tartaruga, Milano 1975. Titolo originale: "Three Guineas". Traduzione di Adriana Bottini. Copyright 1938 Quentin Bell and Angelica Garnett. INDICE. Le tre ghinee. Una: pagina 3. Due: pagina 66. (Note con l'asterisco a "Due": pagina 143). Tre: pagina 144. (Note con l'asterisco a "Tre": pagina 244). Note e riferimenti bibliografici. Una: pagina 245. Due: pagina 274. Tre: pagina 299. LE TRE GHINEE. UNA. Tre anni sono tanti per rispondere a una lettera, e la Sua giace inevasa da più tempo. Speravo che la risposta sarebbe venuta da sola, o che qualcun altro rispondesse per me; invece, ecco lì la lettera, con la domanda "Cosa, secondo Lei, si deve fare per prevenire la guerra?", che attende ancora una risposta.

Upload: -kya-

Post on 12-Jan-2016

865 views

Category:

Documents


209 download

TRANSCRIPT

Page 1: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

Virginia Woolf. LE TRE GHINEE. La Tartaruga, Milano 1975. Titolo originale: "Three Guineas". Traduzione di Adriana Bottini. Copyright 1938 Quentin Bell and Angelica Garnett. INDICE. Le tre ghinee. Una: pagina 3. Due: pagina 66. (Note con l'asterisco a "Due": pagina 143). Tre: pagina 144. (Note con l'asterisco a "Tre": pagina 244). Note e riferimenti bibliografici. Una: pagina 245. Due: pagina 274. Tre: pagina 299. LE TRE GHINEE. UNA. Tre anni sono tanti per rispondere a una lettera, e la Sua giace inevasa da più tempo. Speravo che la risposta sarebbe venuta da sola, o che qualcun altro rispondesse per me; invece, ecco lì la lettera, con la domanda "Cosa, secondo Lei, si deve fare per prevenire la guerra?", che attende ancora una risposta.

Page 2: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

A dire il vero di risposte me ne sono venute in mente diverse, ma ciascuna andrebbe spiegata, e le spiegazioni richiedono tempo. Nel caso specifico, poi, è particolarmente facile creare equivoci. Si potrebbe riempire un foglio intero di giustificazioni e di scuse: non è il nostro campo, non abbiamo le conoscenze e l'esperienza necessarie... e sarebbero tutte cose vere. Ma, detto questo, rimangono altre difficoltà, così di fondo, che può darsi sia impossibile da parte Sua capire e da parte nostra farci capire. Tuttavia sarebbe un peccato lasciare senza risposta una lettera come la Sua, una lettera che è forse unica nella storia degli scambi epistolari dell'umanità: quando mai, infatti, un uomo colto ha chiesto a una donna come secondo lei si possa prevenire la guerra? Merita davvero di fare un tentativo, anche se sarà destinato a fallire. Ma prima cerchiamo di immaginarci il destinatario della lettera; lo si fa sempre, istintivamente, quando si scrive una lettera. Se dall'altra parte non c'è qualcuno in carne e ossa, non ha senso scrivere. Ecco, Lei che ha posto quella domanda è un uomo di mezza età, con qualche filo grigio sulle tempie e i capelli, sulla fronte, non più folti come un tempo; fa l'avvocato; il suo cammino non è stato del tutto liscio, ma in complesso la vita è stata generosa con Lei: non si notano sul Suo viso segni di durezza, di meschinità o di insoddisfazione. E, senza volerLa adulare, la Sua prosperità - moglie, figli, una casa accogliente - è ben meritata. Lei non si è mai lasciato prendere dal torpore soddisfatto della mezza età, tant'è vero che, ne fa fede questa lettera scritta in uno studio nel cuore di Londra, invece di starsene tranquillo a allevare conigli e a portare i meli nella sua piccola tenuta nel Norfolk, Lei si dà un gran daffare a scrivere lettere, a partecipare a riunioni, a presiedere comitati, a porre interrogativi, e tutto questo con l'eco dei cannoni negli orecchi. Per il resto, Lei ha cominciato gli studi in una delle nostre famose scuole private e li ha terminati in una delle nostre famose università. E' a questo punto che nasce la prima difficoltà di comunicazione: ne indicherò brevemente il motivo. Entrambi proveniamo da quella che, in quest'epoca di compromessi, in cui, anche se i matrimoni sono misti, le divisioni di classe sussistono rigide, possiamo per convenienza chiamare la classe colta. Quando ci incontriamo di persona, parliamo con lo stesso accento, usiamo coltello e forchetta nello stesso modo, sappiamo che tocca alla servitù preparare il pranzo e lavare i piatti, e la nostra conversazione a tavola verte senza eccessive difficoltà su problemi di politica e di rapporti umani, sulla guerra e sulla pace, sulla barbarie e sui valori della civiltà: i temi, appunto, a cui accenna la Sua lettera. Inoltre, entrambi ci guadagnamo da vivere con la nostra professione. Ma... dietro questi puntini si apre un precipizio, un abisso così profondo tra Lei e me, che per tre anni e più me ne sono rimasta ferma dalla mia parte del precipizio, incerta se valesse la pena tentare di farmi sentire da Lei. Proviamo a chiedere a qualcun altro, a Mary Kingsley, di parlare per noi. "Non so se ti ho mai detto che l'unica istruzione a pagamento che mi hanno concessa sono state le lezioni di tedesco. Per l'educazione di mio fratello furono spese duemila sterline, e è da sperare non invano" (1). Mary Kingsley non parla soltanto per sé stessa; le sue parole valgono, ancor oggi, per molte donne, figlie di uomini colti. Non solo, esse mettono in luce una realtà sulla loro condizione che non

Page 3: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

può non influire su tutto il resto: l'esistenza del Fondo per l'educazione di Arthur. Lei, che ha letto "Pendennis", certamente ricorderà di cosa si tratta. Dal tredicesimo secolo in avanti tutte le famiglie inglesi hanno dato il loro contributo a quel fondo, hanno deposto il loro obolo nella bocca vorace di Arthur, e questo, quando si avevano tre figli maschi da far studiare, non era un sacrificio da poco. Perché la vostra educazione non consisteva soltanto nel leggere libri; bisognava educare il corpo con gli sport; e c'erano le amicizie da coltivare, ancora più importanti dei libri e degli sport per allargare gli orizzonti e arricchire la mente; e, nelle vacanze, i viaggi, per imparare a apprezzare l'Arte, per farsi un'esperienza diretta di politica estera; e infine bisognava che vostro padre vi passasse un assegno annuo con cui vivere mentre imparavate la professione di vostra scelta. Tutto questo con il denaro del Fondo per l'educazione di Arthur a cui pagavano il loro contributo, come ci fa sapere Mary Kingsley, le vostre sorelle, regalandovi non solo la loro istruzione, a parte i pochi quattrini che andavano all'insegnante di tedesco, ma anche tutti quei lussi e quegli extra che, dopo tutto, costituiscono una parte essenziale dell'educazione: viaggi, contatti sociali, solitudine, appartamento fuori casa; tutte cose assorbite, divorate dalla realtà molto concreta che è il Fondo per l'educazione di Arthur, tanto concreta da velare con la sua ombra tutto il panorama. Perciò le cose, anche se sono le stesse, appaiono diverse, a noi e a Lei. Cos'è quel corpo di edifici un po' severi, con cappelle, aule e prati tutt'intorno? Per Lei è la scuola a cui andava da ragazzo, Eton o Harrow; è Oxford o Cambridge, la Sua università, fonte inesauribile di ricordi e di tradizioni. Ma per noi, che lo vediamo attraverso il velo di quell'ombra, per noi è un banco di scuola, il viaggio in autobus per andare a lezione; è una donnetta dal naso rosso che ne sa poco più di noi ma ha da mantenere la madre invalida; è un assegno di 50 sterline l'anno con cui comprare di che vestirci, fare i regali a Natale e pagarci il viaggio verso la maturità. Tale è l'effetto che il Fondo per l'educazione di Arthur ha avuto su di noi, al punto che le aristocratiche corti di Oxford e di Cambridge e gli edifici che le circondano agli occhi delle figlie degli uomini colti (2) si trasformano, come per magia, in sottovesti lise, in cene di pane e formaggio consumate in una stanza gelida, nel treno per Dover che parte sempre senza di loro. Il fatto che il Fondo per l'educazione di Arthur modifichi tutto il paesaggio - le aule, i campi da gioco, gli antichi palazzi - riveste grande importanza, ma per il momento non staremo a analizzare in che modo. Quello che vogliamo sottolineare qui è il fatto che, di fronte a una domanda così importante - quale contributo possiamo dare alla prevenzione della guerra - l'avere o no ricevuto un'istruzione è decisivo. E' evidente che per comprendere le cause delle guerre è necessario sapere qualcosa di politica, di rapporti internazionali, avere qualche nozione di economia; anche la filosofia, e persino la teologia possono darci un riferimento. Ma chi non ha ricevuto un'istruzione, chi non ha la mente addestrata, come può affrontare in modo soddisfacente problemi del genere? Una mente non addestrata non è in grado, bisogna ammetterlo, di afferrare il concetto di guerra, intesa come la risultante di forze impersonali. Altra cosa, però, è la guerra in quanto portato dalla natura umana. E se Lei non fosse convinto che è la natura umana, i pensieri e le emozioni di uomini e

Page 4: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

donne comuni, a provocare le guerre, certamente non si sarebbe rivolto a noi. Gli uomini e le donne comuni - questo deve essere stato il Suo ragionamento - sono capaci di intendere e di volere; non sono semplici pedine o burattini manovrati da mani invisibili. Possono agire e pensare con la propria testa; forse possono persino influire sui pensieri e sulle azioni degli altri. E' un ragionamento del genere che deve averLa spinta a rivolgersi a noi; e si capisce come mai. Fortunatamente, infatti, esiste una disciplina in cui si può venire istruiti senza pagare, vale a dire la comprensione degli esseri umani e delle loro motivazioni, quell'insieme di conoscenze che, se si sfronda il termine da ogni connotazione scientifica, potremmo chiamare psicologia. La nostra scuola è stata il matrimonio, l'arte di scegliere la persona giusta con cui dividere la vita, l'unica grande professione aperta alla nostra classe dall'inizio dei tempi fino al 1919. Ma a questo punto sorge una nuova difficoltà. Perché, anche se molti istinti sono ritenuti patrimonio comune dell'uomo e della donna, combattere è sempre stato un'abitudine dell'uomo, non della donna. La legge e l'esercizio hanno sviluppato quella differenza, non importa se innata o accidentale. In tutto il corso della storia si contano sulle dita di una mano gli esseri umani uccisi dal fucile di una donna; e anche la grande maggioranza di uccelli e di animali li avete sempre uccisi voi, non noi; ed è difficile giudicare ciò di cui non si ha esperienza (3). Come possiamo comprendere un problema che è solo vostro, e, quindi, come rispondere alla domanda, in che modo prevenire la guerra? Non avrebbe senso rispondere, basandoci sulla nostra esperienza e sulla nostra psicologia: che bisogno c'è di combattere? E' chiaro che dal combattimento voi traete un'esaltazione, la soddisfazione di un bisogno, che a noi sono sempre rimaste estranee. Una vera e totale comprensione si potrebbe ottenere soltanto con la trasfusione completa del sangue e della memoria, ma la scienza non è ancora giunta a tanto. Eppure, sì , per noi che viviamo oggi esiste qualcosa di simile, un surrogato istantaneo della trasfusione del sangue e della memoria, un meraviglioso, inesauribile e ancora in gran parte inesplorato ausilio alla comprensione della natura umana: le biografie e i diari. E poi ci sono i giornali, la Storia nuda e cruda. Allora, oggi, non c'è più motivo di rimanere confinate nell'ambito angusto dell'esperienza personale, che, per noi, è ancora così ristretto, così circoscritto. A quel che manca possiamo supplire osservando il riflesso della vita degli altri. Si tratta pur sempre, è vero, di un riflesso, ma proviamo a servircene ugualmente. Per prima cosa dunque cercheremo di scoprire cosa significhi la guerra per voi dando un rapido sguardo alle biografie. Ecco uno stralcio della vita di un uomo d'armi: La mia vita è stata delle più felici, sempre al servizio della guerra, e ora, in età ancora giovanile per un militare, ho la fortuna di partecipare alla guerra più grande di tutte. ...Grazie a Dio tra un'ora si parte. Che grande reggimento è il mio, con gli uomini migliori, i cavalli migliori! Tra una decina di giorni al più tardi vedremo in faccia i tedeschi, e Francis e io gli cavalcheremo incontro fianco a fianco (4). Commenta il biografo: Dal primo giorno la sua felicità non conobbe limiti perché aveva scoperto la sua vera missione.

Page 5: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

E ancora: Parlammo della Lega delle Nazioni e delle prospettive di pace e di disarmo. Il suo atteggiamento in proposito era marziale, più che militaristico. Quello che lo rendeva perplesso era il fatto che, se mai si fosse verificata una pace permanente e non fossero più esistiti né eserciti né flotte, sarebbe venuto a mancare uno sbocco per le virili virtù del combattimento, e il fisico e il carattere dell'uomo si sarebbero deteriorati (5). Saltano subito all'occhio tre ragioni che spingono il vostro sesso a combattere: la guerra è un mestiere; è una fonte di felicità e di esaltazione; è uno sbocco per le virtù virili senza le quali l'uomo si deteriorerebbe. Ma non tutti gli appartenenti al vostro sesso condividono questi sentimenti e queste opinioni. Ne è prova il seguente brano, tratto da un'altra biografia, la vita di Wilfred Owen, un poeta ucciso nella prima guerra mondiale: Già ho veduto una luce che non filtrerà mai nei dogmi delle chiese nazionali: che uno dei comandamenti fondamentali di Cristo fu, passività a qualunque prezzo! Soffri le ingiurie e il disonore piuttosto di far ricorso alle armi. Sopporta di essere oppresso, insultato, ucciso, ma non uccidere. ...L'essenza del cristianesimo è in contraddizione con l'essenza del patriottismo. E negli appunti per una poesia che Owen non doveva mai scrivere leggiamo: L'innaturalità delle armi. ...Disumanità della guerra. ...L'insopportabilità della guerra. ...L'orrenda bestialità della guerra. ...Stupidità della guerra (6). E' evidente, come dimostrano i brani citati, che all'interno del medesimo sesso coesistono opinioni diverse sul medesimo argomento. Ma è altrettanto evidente, a quel che si legge sul giornale di oggi, che per numerosi che siano coloro che dissentono, la grande maggioranza del vostro sesso è favorevole alla guerra. Gli intellettuali al convegno di Scarborough e gli operai al convegno di Bournemouth trovarono giusta e necessaria una spesa annua di œ 300.000.000 per gli armamenti. Costoro sono dell'opinione che Wilfred Owen aveva torto, che è meglio uccidere che essere uccisi. Tuttavia, giacché, a giudicare dalle biografie, le opinioni sono diverse, dovrà pur esistere una qualche ragione più forte delle altre che spieghi una tale schiacciante maggioranza. La vogliamo chiamare, per semplicità, "patriottismo"? Ma allora la domanda che dobbiamo porci è la seguente: cos'è dunque questo "patriottismo" che vi spinge a andare in guerra? Ce lo spiega il Presidente della Corte Costituzionale d'Inghilterra: Gli inglesi sono orgogliosi della loro terra. Per chi ha studiato nelle scuole e nelle università inglesi e ha lavorato tutta la vita in Inghilterra, non c'è amore più forte di quello per il proprio paese. Quando guardiamo le altre nazioni, quando giudichiamo i meriti di questo o quel paese, è sempre al nostro che facciamo riferimento. ...La libertà ha scelto l'Inghilterra a sua dimora. L'Inghilterra è la culla della democrazia. ...E' vero che si nascondono tra noi molti nemici della libertà, alcuni, forse, dove meno ce lo aspettiamo. Ma

Page 6: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

noi resisteremo. E' stato detto che la patria del gentiluomo inglese è il suo castello. Ebbene l'Inghilterra è la patria della Libertà, il suo castello, un castello che difenderemo fino all'ultimo. ...Il cielo ci ha favoriti facendoci nascere inglesi (7). E' una definizione abbastanza esauriente di ciò che significa patrimonio per un uomo colto, e dei doveri che ne derivano. Ma, per sua sorella? cosa significa "patriottismo" per lei? Valgono anche per lei gli stessi motivi per essere orgogliosa dell'Inghilterra, per amarla, per difenderla? Si può dire anche di lei che è stata "favorita dal cielo" a nascere in Inghilterra? Se si interrogano la Storia e le biografie si ha l'impressione che la sua posizione nella patria della libertà sia stata diversa da quella di suo fratello e la Storia, come sembra indicarci la psicologia, non è senza effetto sulla mente e sul corpo. E' probabile, dunque, che la sua interpretazione della parola "patriottismo" differisca da quella del fratello, e che tale differenza le renda molto difficile capire la definizione che egli ne dà. Se dunque la nostra risposta alla Sua domanda, "Come secondo Lei si deve fare per prevenire la guerra?", dipendesse dalla nostra comprensione delle ragioni, delle emozioni, dei sentimenti di lealtà che spingono gli uomini a fare la guerra, allora tanto varrebbe stracciare subito questa lettera e buttarla nel cestino. Perché è chiaro che, a causa di queste differenze tra noi, è impossibile capirci. E' chiaro che pensiamo in modo diverso nella misura in cui siamo nati diversi; infatti abbiamo il punto di vista di Grenfell; il punto di vista di Knebworth; il punto di vista di Wilfred Owen; il punto di vista del Presidente della Corte Costituzionale, e infine il punto di vista delle figlie degli uomini colti. Tutti diversi l'uno dall'altro. Possibile che non esista un punto di vista assoluto? Che non stia scritto da qualche parte, a lettere di fuoco o d'oro, "Questo è giusto. Questo è sbagliato."? Che non sia stato dato un giudizio di ordine morale a cui tutti, nonostante le nostre differenze, dobbiamo attenerci? Sarà opportuno allora girare il problema della giustizia o meno della guerra al clero, alla classe che fa della moralità la sua professione. Senza dubbio se rivolgiamo agli ecclesiastici la semplice domanda, "La guerra è una cosa giusta o sbagliata?", essi ci sapranno dare una risposta altrettanto semplice che non potremo smentire. Eppure no..., anche la Chiesa d'Inghilterra, da cui sarebbe logico attendersi che sappia sfrondare il problema morale da tutte le sovrastrutture mondane, è divisa su questo punto. I vescovi stessi sono ai ferri corti. Da un lato c'è il Vescovo di Londra, che ebbe a dichiarare: "il vero pericolo per la pace nel mondo è rappresentato oggi dai pacifisti. Per brutta che sia la guerra, il disonore è di gran lunga peggio" (8). Dall'altro abbiamo il Vescovo di Birmingham, che si è definito un "pacifista" a oltranza. ...Per parte mia non riesco a vedere come la guerra possa accordarsi con lo spirito di Cristo" (9). Persino la Chiesa, dunque, ci dà due responsi contrastanti: in certi casi è giusto combattere; in nessun caso è giusto combattere. Per quanto ci riempia di angoscia, di perplessità, di confusione, bisogna guardare in faccia la realtà: non esistono certezze, né in cielo, né in terra. Anzi, quante più vite si leggono, quanti più discorsi si ascoltano, quante più opinioni si richiedono, tanto più la confusione aumenta, e, dal momento che non siamo in grado di capire né gli impulsi, né le motivazioni, né l'etica che vi spingono a fare la guerra, sempre più remota appare la possibilità di

Page 7: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

fare delle proposte che vi aiutino a prevenirla. Ma non ci sono soltanto le descrizioni della vita e del pensiero degli altri, non ci sono soltanto le biografie e la Storia, esistono anche rappresentazioni di altro tipo, le immagini dei fatti concreti, le fotografie. Le fotografie, è vero, non sono argomentazioni dirette alla ragione, sono semplici dichiarazioni di fatto dirette alla vista. Ma proprio per questa loro semplicità ci possono essere d'aiuto. Vediamo dunque se, guardando le stesse fotografie, proviamo gli stessi sentimenti. Supponiamo di avere qui sul tavolo davanti a noi delle fotografie. Il Governo spagnolo ce ne invia con paziente ostinazione un paio di volte la settimana. [Scritto nell'inverno 1936-37] Non sono piacevoli da guardare; per la maggior parte sono fotografie di cadaveri. Tra quelle arrivate stamani ce n'è una in cui si vede il corpo di un uomo, o forse di una donna, non si capisce bene; è così mutilato che potrebbe benissimo essere anche il corpo di un maiale. Ma non c'è dubbio che quelli laggiù sono corpi di bambini morti, e quella è la sezione di una casa spaccata a metà da una bomba, in quello che doveva essere il salotto sta ancora appesa la gabbia degli uccelli, ma il resto è irriconoscibile: più che a una casa assomiglia a un mazzo di bastoncini di Shangai sospesi a mezz'aria. No, le fotografie non costituiscono dimostrazioni razionali, sono soltanto grossolane dichiarazioni di fatto dirette ai nostri occhi; ma gli occhi sono collegati con il cervello e il cervello con il sistema nervoso. I messaggi che questo invia attraversano come un lampo tutti i ricordi del passato e tutte le sensazioni del presente. Ed ecco che mentre guardiamo quelle fotografie si forma dentro di noi un contatto, e, per diverse che siano la nostra educazione e le nostre tradizioni, le sensazioni che proviamo sono identiche; sono violente. Lei, Signore, le descrive come "orrore e disgusto". Anche noi diciamo "orrore e disgusto". Ci vengono alle labbra parole identiche. La guerra, Lei scrive, è una cosa abominevole, è una barbarie; bisogna impedirla a ogni costo. E noi facciamo eco alle Sue parole. Perché ora, finalmente, il paesaggio che vediamo è identico: gli stessi cadaveri, le stesse macerie. Rinunciamo dunque, per il momento, a prendere in esame i motivi politici patriottici e psicologici che vi spingono a fare la guerra, nel tentativo di rispondere alla Sua domanda, in che modo possiamo prevenirla. Non dobbiamo sciupare questa emozione con un'analisi metodica. Concentriamoci invece sulle proposte concrete che Lei ci sottopone. Le Sue proposte sono tre. La prima è di sottoscrivere una lettera ai giornali; la seconda è di diventare membri della tale associazione; la terza, di dare un contributo in denaro a quell'associazione. Nulla di più semplice. Scarabocchiare un nome su un foglio di carta è facile; altrettanto facile partecipare a una riunione dove vengono più o meno retoricamente ripetute a un pubblico che ne è già convinto idee pacifiste; e firmare un assegno in favore di quelle stesse idee genericamente accettabili anche se un po' meno facile è pur sempre un modo a buon mercato per mettersi a posto la coscienza. E tuttavia esitiamo; sulle ragioni della nostra esitazione ci soffermeremo meno superficialmente più avanti. A questo punto accontentiamoci di dire che, benché le tre misure da Lei suggerite sembrino abbastanza ragionevoli, tuttavia si ha l'impressione che, anche se facessimo quanto Lei ci chiede, ancora non si placherebbe l'emozione suscitata da quelle fotografie. Quell'emozione, così

Page 8: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

precisa, esige qualcosa di più preciso di un nome scritto su un foglio di carta; di un'ora spesa ad ascoltare discorsi; di un assegno per la cifra che riteniamo di poter spendere, diciamo per una ghinea. A noi pare che l'occasione richieda un modo un po' più energico, un po' più attivo di esprimere la nostra convinzione che la guerra è una barbarie, che è disumana, che, come scriveva Wilfred Owen, è insopportabile, orribile, bestiale. Ma, lasciando da parte la retorica, quali possibilità di azione ci sono aperte, a voi e a noi? Voi potreste, per esempio, imbracciare di nuovo le armi - in Spagna come già in Francia - in difesa della pace. Ma probabilmente questo è un metodo che, dopo averlo sperimentato, rifiutate; e comunque non è accessibile al nostro sesso: l'esercito e la marina ci sono preclusi, come del resto la Borsa. Sicché noi non possiamo esercitare né la pressione della forza né quella del denaro. E anche le armi più indirette ma non meno efficaci che i nostri fratelli in quanto uomini colti posseggono, la diplomazia e la Chiesa, a noi sono negate: noi non possiamo parlare dal pulpito né negoziare trattati. E anche se, è vero, possiamo scrivere articoli e inviare lettere alla stampa, il controllo della stampa - la facoltà di decidere cosa vada e cosa non vada pubblicato - è esclusivamente nelle mani del vostro sesso. E' pur vero che negli ultimi vent'anni siamo state ammesse alla Burocrazia statale e al foro, ma la nostra posizione è ancora troppo precaria e il nostro peso è minimo. Dunque, tutte le armi con le quali un uomo colto può dare forza alle proprie idee sono fuori dalla nostra portata o così precariamente in mano nostra che al massimo potremmo infliggere al nemico un piccolo graffio da nulla. Se tutti i Suoi colleghi si mettessero d'accordo su una rivendicazione e dichiarassero: "Se non ci sarà concessa smetteremo di lavorare", in Inghilterra non verrebbe più amministrata la legge. Se la stessa frase la dicessero le Sue colleghe, le leggi inglesi non se ne accorgerebbero neppure. Noi siamo non soltanto incomparabilmente più deboli degli uomini della nostra classe, siamo più deboli anche delle donne della classe operaia. Se un bel momento le operaie di tutto il paese dovessero dichiarare: "Se fate la guerra, noi ci rifiuteremo di fabbricare munizioni, e di lavorare a produrre beni", la difficoltà di continuare la guerra aumenterebbe sensibilmente. Mentre, se tutte le figlie degli uomini colti dovessero deporre domani stesso gli attrezzi del mestiere, nessun punto chiave della vita e dell'attività bellica della comunità ne rimarrebbe colpito. La nostra è la classe più debole tra tutte le classi della nazione. Non possediamo alcuna arma per far valere la nostra volontà (10). L'obiezione che a questo punto ci verrà mossa ci è così familiare che possiamo anticiparla. E' vero, le figlie degli uomini colti non godono di alcuna influenza diretta; ma detengono l'arma più potente di tutte, possono cioè esercitare una grande influenza sugli uomini colti. Se questo è vero, se, cioè, tale influenza è ancor oggi la nostra arma più potente, l'unica di qualche efficacia per aiutarvi a prevenire la guerra, soffermiamoci, prima di firmare il Suo manifesto o di iscriverci alla Sua associazione, a considerare in cosa consiste questa influenza. Deve certamente trattarsi di una cosa di enorme importanza, tale da meritare una profonda e prolungata analisi. La nostra tuttavia non potrà essere né profonda né prolungata; di necessità essa sarà rapida e imperfetta... ma ci proveremo ugualmente. Qual è stata dunque, in passato, la nostra influenza sulla professione

Page 9: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

più direttamente connessa con la guerra, sulla politica? Ecco ci soccorrono di nuovo, innumerevoli e preziose, le biografie; ma anche un alchimista si scoraggerebbe di fronte al compito di estrarre dalla grande massa dei fatti quel tema particolare che è l'influenza esercitata dalle donne sugli uomini politici. Perciò la nostra analisi non potrà essere che frammentaria e superficiale; comunque, se restringiamo l'indagine entro limiti possibili, sfogliando, per esempio, le memorie scritte nell'arco degli ultimi centocinquant'anni, dobbiamo ammettere che sono esistite donne che hanno esercitato un'influenza sulla politica. La famosa Duchessa del Devonshire, Lady Palmerston, Lady Melbourne, Madame de Lieven, Lady Holland, Lady Ashburton - per non citare che i nomi più famosi - esercitarono tutte, innegabilmente, una grande influenza positiva. Le loro case e i personaggi che le frequentavano ricorrono così frequentemente nei memoriali politici del tempo che non si può certo negare che la politica inglese, e forse addirittura le guerre inglesi, sarebbero state diverse ove quelle case non fossero esistite e quei ricevimenti non avessero avuto luogo. C'è però una particolarità che si riscontra in tutti i nostri memoriali: mentre i nomi dei grandi uomini politici - Pitt, Fox, Burke, Sheridan, Peel, Canning, Palmerston, Disraeli, Gladstone - ricorrono a ogni pagina, le figlie degli uomini colti sono completamente assenti; non si trovano né in cima alle scale a ricevere gli invitati, né in nessun altro angolo della casa. Chissà, forse non avevano abbastanza fascino, non erano abbastanza spiritose, o altolocate; o forse non abbastanza eleganti. Comunque fosse, possiamo sfogliare pagina dopo pagina, volume dopo volume, e benché vi si facciano i nomi dei loro fratelli e mariti - Sheridan in casa Devonshire, Macaulay in casa Holland, Matthew Arnold in casa Landsdowne, e persino Carlyle in casa Bath - non c'è traccia di Jane Austen, di Charlotte Bront‰ e di George Eliot; e la signora Carlyle, che invece andava a quei ricevimenti, a suo stesso dire ci si trovava a disagio. Tuttavia, ci farà notare Lei, le figlie degli uomini colti esercitarono un'influenza d'altro genere, che non dipendeva dalla ricchezza e dal rango, dai vini, dai cibi, dai vestiti e dalle altre piacevolezze che fanno tanto apprezzare i ricevimenti delle signore dell'aristocrazia. E qui Lei sembra aver toccato nel segno, perché ci fu indubbiamente una grande causa politica che le figlie degli uomini colti ebbero a cuore negli ultimi centocinquant'anni, quella del suffragio universale. Ma se pensiamo a quanto tempo e a quanta fatica occorsero a quelle donne per vincere la loro causa, non ci resta che concludere che per divenire un'efficace arma politica l'influenza deve essere accompagnata dalla ricchezza, mentre quella esercitata dalle figlie degli uomini colti ha scarso potere, è molto lenta ad agire e molto dolorosa da applicare (11). Una cosa è certa: l'unico suo grande successo politico è costato alla figlia dell'uomo colto oltre un secolo di fatiche estenuanti e di umili lavori; l'ha veduta trascinarsi in cortei, lavorare nel chiuso di un ufficio, tenere comizi agli angoli delle strade; l'ha veduta, quando si è decisa a usare la forza, trascinata in prigione, dove con ogni probabilità ancora si troverebbe se, abbastanza paradossalmente, l'aiuto prestato ai fratelli nella violenza non le avesse valso il diritto a farsi chiamare se non proprio figlia, almeno figliastra del suo paese (12). Alla verifica dei fatti, dunque, l'influenza diviene veramente

Page 10: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

efficace soltanto se accompagnata dalla ricchezza, dal rango e da un salone per i ricevimenti. Le figlie dei nobili sono influenti, non le figlie degli uomini colti. E in quel caso, di che tipo di influenza si tratta? Ecco l'opinione di un Suo onorevole collega, il defunto Sir Ernest Wild: Sosteneva che l'enorme influenza esercitata sugli uomini dalle donne era sempre stata, e sempre sarebbe dovuta essere, di tipo indiretto. All'uomo piace pensare di essere lui a decidere, anche quando in realtà fa esattamente quello che vuole la donna; e se la donna è furba, gli fa credere che sia lui il padrone, anche quando non è vero. La donna che voleva interessarsi di politica aveva molto più potere senza il diritto di voto, perché allora poteva influenzare un gran numero di votanti. A suo avviso non era giusto abbassare le donne al livello degli uomini. Per lui la donna era oggetto di venerazione, e tale sarebbe dovuta rimanere. Avrebbe voluto che l'età della cavalleria non avesse a tramontare perché, diceva, agli uomini piace prendersi cura di una donna e farsi ammirare da lei (13). Eccetera, eccetera. Se tale è la natura della nostra influenza - e noi tutte riconosciamo la verità della descrizione e ne abbiamo osservato gli effetti - allora essa o è troppo irraggiungibile per noi, poiché molte di noi sono brutte, povere e vecchie; o troppo degradante, e molte di noi, piuttosto che usarla, preferirebbero farsi chiamare senza metafore prostitute e passeggiare a viso scoperto sotto i lampioni di Piccadilly Circus. Se tale è la vera natura della nostra tanto decantata arma, se la sua essenza è indiretta, allora dobbiamo farne a meno. Meglio allora sommare il nostro minuscolo peso alle vostre più consistenti forze e, secondo il Suo suggerimento, firmare lettere, iscriverci ad associazioni, inviare di tanto in tanto un modesto assegno. Questa sembra essere l'inevitabile anche se deprimente conclusione della nostra indagine sulla natura dell'influenza femminile. O meglio lo sarebbe, non fosse che, per ragioni che sfuggono a una spiegazione veramente convincente, il diritto di voto (14), in se stesso una conquista nient'affatto trascurabile, si accompagnò misteriosamente a un altro diritto di così enorme valore per le figlie degli uomini colti da modificare il senso di quasi tutte le parole del vocabolario, compresa la parola "influenza". Quando Le dirò che mi riferisco al diritto di guadagnarci da vivere, le mie parole non Le parranno esagerate. Questo diritto ci venne conferito, Signore, nell'anno 1919, meno di vent'anni fa, con una legge che ci aprì l'accesso alle libere professioni. Le pareti domestiche finalmente si aprivano; in ogni borsellino brillava, o avrebbe potuto brillare, una bella moneta da sei penny alla cui luce ogni pensiero, ogni oggetto, ogni azione apparivano diversi. Vent'anni non sono molti e una moneta da sei penny non rappresenta una cifra cospicua; è troppo presto per trovare nelle biografie l'immagine della vita e dei pensieri di questa donna ora in possesso di una moneta da sei penny tutta sua. Possiamo però cercare di vederla con la fantasia, mentre esce dall'ombra delle pareti domestiche e, ritta sul ponte che unisce il vecchio con il nuovo mondo, si chiede rigirando tra le mani la sacra moneta: "Cosa ne farò? Cosa ci vedrò?" Alla sua luce possiamo immaginare che tutto le

Page 11: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

apparisse diverso: gli uomini, le donne, le automobili, le chiese. Persino la luna, ferita da antichi crateri dimenticati, era ai suoi occhi una lucida moneta, una moneta casta, un altare sul quale giurare solennemente di mai unirsi ai servili, a chi si vende al potere, perché ora era sua, la sacra moneta guadagnata con le sue mani, e poteva farne quello che voleva. E se Lei, frenando il volo della fantasia con prosaico buon senso, obietta che dipendere da una professione non è che un'altra forma di schiavitù, vorrà ammettere tuttavia, ricordando la Sua personale esperienza, che si tratta di una forma di schiavitù meno odiosa che dipendere dal proprio padre. Ricorda che felicità, quando ricevette la prima ghinea per la prima arringa, e come si sentì libero e leggero quando si rese conto che ora non doveva più dipendere per vivere dal Fondo per l'educazione di Arthur? Da quella prima ghinea, come da uno di quei petardi con cui giocano i bambini, dai quali, ad accenderli, sbocciano un fiore o un albero, è nato tutto ciò che più le sta a cuore, sua moglie, i suoi figli, la sua casa e, soprattutto, l'influenza che ora le consente di influire su altre persone. A cosa si ridurrebbe quell'influenza se Lei fosse ancor oggi costretto a prelevare 40 sterline all'anno dalle finanze familiari, e per ogni spesa che superasse tale cifra dovesse dipendere sia pure dal più benevolo dei padri? Ma è inutile dilungarsi tanto. Quale ne fosse il motivo, orgoglio, o amore della libertà o odio dell'ipocrisia, Lei comprenderà l'esaltazione delle Sue sorelle quando, nell'anno 1919, cominciarono a guadagnare non una ghinea, ma una moneta da sei penny, e non si sentirà di schernire quell'orgoglio o di negare che era giusto perché da quel momento esse non avrebbero più avuto bisogno di usare l'influenza descritta da Sir Ernest Wild. Da quel momento la parola influenza ha cambiato significato. La figlia dell'uomo colto dispone ora di un'influenza nuova, diversa da qualunque tipo di influenza posseduta prima. Non è l'influenza che esercita la gran dama, la Sirena; e non è l'influenza che essa stessa possedeva prima di avere diritto al voto; e neppure è l'influenza che possedeva quando, pur avendo diritto di voto, le era negato il diritto di guadagnarsi da vivere. E' diversa perché ne è stata tolta la componente fascino; è diversa perché ne è stata tolta la componente denaro. Non ha più bisogno di esercitare il suo fascino per ottenere quattrini dal padre o dal fratello. Poiché la famiglia non ha più il potere di imporle sanzioni economiche, essa può esprimere le proprie idee. In luogo dell'ammirazione o dell'avversione, spesso inconsciamente dettate dal bisogno di denaro, ora può dichiarare le proprie autentiche simpatie e antipatie. Insomma, non deve più dire di sì ; può discutere. Possiede finalmente un'influenza che non è dettata dall'interesse. Tale, a grandi linee, è la natura della nostra nuova arma, dell'influenza che la figlia dell'uomo colto può esercitare ora che è in grado di guadagnarsi da vivere. La domanda che dobbiamo porci ora, pertanto, è in che modo essa può usare questa nuova arma per aiutarvi a prevenire la guerra. Ed è chiaro fin d'ora che, se non si trova nessuna differenza tra gli uomini e le donne che si guadagnano da vivere con le libere professioni, questa lettera non ha motivo di continuare; infatti, se il nostro punto di vista è identico al vostro, allora dobbiamo sommare i nostri sei penny alla vostra ghinea; dobbiamo seguire i vostri metodi e ripetere le vostre parole. Ma, fortunatamente o sfortunatamente, non è così . Tra le due classi

Page 12: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

esistono ancora enormi differenze. E per dimostrarlo non è necessario fare ricorso alle pericolose e incerte teorie di psicologi e biologi; basta appellarsi ai fatti. L'educazione è un fatto. La vostra classe viene educata in scuole private e nelle università da cinque o seicento anni, la nostra da sessanta. Un altro fatto è la proprietà privata (15). La vostra classe possiede, di diritto e non attraverso il matrimonio, praticamente tutto il capitale, tutta la terra, tutte le risorse e tutto il potere clientelare d'Inghilterra. La nostra di diritto e non attraverso il matrimonio non possiede alcuna parte del capitale, della terra, delle risorse e del potere clientelare d'Inghilterra. Che tali differenze determinano a loro volta differenze notevolissime nella mente e nel corpo, nessuno psicologo o biologo vorrà negarlo. Da tutto ciò sembra si debba dedurre un fatto indisputabile: che "noi" - intendendo con "noi" l'intero organismo costituito da corpo, cervello e spirito, memoria e tradizione - dobbiamo necessariamente differire per qualche fondamentale aspetto da "voi", il cui corpo, cervello e spirito hanno ricevuto un tirocinio tanto diverso e sono influenzati in modo tanto diverso dalla memoria e dalla tradizione. Pur vedendo il medesimo mondo, lo vediamo con occhi diversi. L'aiuto che vi possiamo dare sarà diverso e forse appunto per la sua diversità potrà avere qualche valore. Pertanto, prima di decidere di sottoscrivere al Suo manifesto, o di farci membri della Sua associazione, può valere la pena di scoprire in cosa esattamente consista tale diversità, perché allora può darsi che si scopra in cosa consiste l'aiuto che vi possiamo dare. Lasci che Le mostri, per cominciare, una fotografia senza mezze tinte del vostro mondo quale appare a noi che lo vediamo dalla soglia della casa paterna; attraverso il velo che ancora San Paolo ci tiene steso sugli occhi; dal ponte che unisce la casa paterna con il mondo della vita pubblica. Bisogna ammettere che, visto da quest'angolo, il vostro mondo, il mondo del lavoro, della vita pubblica, appare strano. A prima vista fa una grande impressione. Entro una area limitata si affollano la cattedrale di St Paul, la Banca d'Inghilterra, il Municipio, gli imponenti seppure funerei bastioni del Palazzo di Giustizia e, più in là, l'Abbazia di Westminster e il Parlamento. E' lì , pensiamo sostando un attimo sul ponte in questo momento di transizione, è lì che nostro padre e i nostri fratelli hanno passato la vita. Da centinaia di anni salgono quelle scalinate, entrano e escono da quelle porte, ascendono a quei pulpiti a tenere discorsi, a fare quattrini, ad amministrare la giustizia. Da quel mondo la nostra casa ha tratto il suo credo, le sue leggi, i vestiti, i tappeti e l'arrosto. Quindi, poiché ora ci è concesso, spingendo con grande cautela il portale di uno di quei templi, entriamo in punta di piedi a osservare la scena più da vicino. La prima impressione di colossali dimensioni, di maestose architetture si frantuma in mille momenti di stupore. Gli abiti, innanzitutto, ci lasciano a bocca aperta dalla meraviglia (16). Come sono vari e sontuosi e ricchi di ornamenti gli abiti indossati dagli uomini colti nella loro funzione di uomini pubblici! Ora siete vestiti di viola e una croce tempestata di gemme vi ciondola sul petto, sulle spalle portate ora una sciarpa di pizzo ora una stola di ermellino, ora festoni di catene intrecciate, incastonate di pietre preziose. A volte portate la parrucca, e file di boccoli sempre più fitti vi scendono sino al collo. A volte calzate la feluca o il tricorno; altre volte dal vostro copricapo si elevano coni di pelliccia nera; a volte esso è

Page 13: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

fatto di bronzo e ha la forma di un secchio; a volte lo sormontano pennacchi di crini ora rossi ora azzurri. Talvolta le gambe sono nascoste dalla toga; tal'altra sono modellate da ghette. Cotte ricamate con leoni e unicorni vi scendono dalle spalle e sul petto vi luccicano ornamenti di metallo a forma di stella o di cerchio. Nastri variopinti - blu, porpora, cremisi - sono drappeggiati da una spalla all'altra. A paragone con la relativa semplicità con cui vestite a casa, lo splendore delle vostre uniformi pubbliche ci abbaglia. Di gran lunga più strani ancora sono due altri fatti di cui ci rendiamo conto via via che i nostri occhi si abituano a tanto fulgore. Non solo intere categorie di uomini vestono allo stesso modo d'estate come d'inverno - caratteristica ben strana per un sesso che afferma di mutare d'abito a seconda della stagione e per motivi di gusto e di comodità personali - ma ogni bottone, ogni fiocco, ogni nastro sembra possedere un significato simbolico. Alcuni hanno diritto a indossare soltanto bottoni lisci; altri dei fiocchi; alcuni possono fregiarsi di un solo nastro, altri di tre, quattro, cinque o sei, e ogni alamaro o barretta è cucito esattamente alla distanza dovuta; per uno sarà di un centimetro, per l'altro di un centimetro e mezzo. Pure le spalline, le trecce lungo i pantaloni, le coccarde sul cappello ubbidiscono a regole precise, anche se nessun occhio mortale potrebbe discernere tutte queste distinzioni di grado, e tanto meno dare conto di ciascuna. E ancora più strane dello splendore simbolico delle vostre uniformi sono le cerimonie nel corso delle quali le indossate. A un certo punto vi inginocchiate; poi fate un inchino; ora invece incedete al seguito di un uomo che reca in mano una mazza d'argento; ora ascendete a uno scranno intagliato; ora sembra che rendiate omaggio a un pezzo di legno dipinto; ora vi prostrate dinnanzi a tavole ricoperte di arazzi preziosi. E, quale che sia il senso di queste cerimonie, voi le eseguite sempre coralmente, sempre a tempo, sempre indossando l'uniforme adatta alla persona e all'occasione. Anche a parte le cerimonie, tali decorativi paludamenti ci paiono a prima vista di una bizzarria estrema. L'abito, come lo usiamo noi, è una cosa relativamente semplice. Oltre al suo compito primario, quello di ricoprire il corpo, svolge altre due funzioni: dare piacere all'occhio con la bellezza che crea, e suscitare l'ammirazione del vostro sesso. Poiché, fino all'anno 1919 - meno di vent'anni fa - l'unica professione che ci fosse aperta era il matrimonio, non si corre certo il rischio di sopravvalutare l'importanza dell'abito per la donna. Rappresentava per lei quello che la clientela è per voi: l'unico modo per diventare Lord Cancelliere. Ma è evidente che il vostro abito, così enormemente elaborato, ha un'altra funzione ancora. Non solo nasconde le nudità, gratifica la vanità e dà piacere agli occhi; serve anche a dare pubblicità alla posizione sociale, professionale o intellettuale di chi lo indossa. Chiedo scusa per l'umile esempio, ma l'abito per voi svolge la medesima funzione dei cartellini nella vetrina del lattaio. Solo che, anziché dire "Questa è margarina; questo è burro finissimo; questo è il burro migliore sul mercato", i vostri vestiti significano: "Quest'uomo è intelligente, è Dottore in Lettere; questo è molto intelligente, è Dottore in Filosofia quest'altro è il più intelligente di tutti, è membro dell'Ordine al Merito di Sua Maestà". E' questa funzione - la funzione pubblicitaria - che a noi pare la più curiosa. Secondo San Paolo tale

Page 14: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

uso dell'abito era sconveniente e impudico, per il nostro sesso almeno; tant'è che fino a pochi anni fa ci era negato. E ancor oggi sopravvive la tradizione, o la credenza, che esprimere il valore, sia esso intellettuale o morale, mettendosi addosso pezzettini di metallo, nastri, cappucci o mantelli colorati sia una barbarie degna del ridicolo che riserviamo ai riti dei selvaggi. Una donna che per fare pubblicità alla sua condizione di madre si mettesse un ciuffo di crini di cavallo sulla spalla sinistra non susciterebbe, Lei ne converrà, nessun senso di venerazione. Ma in che senso la differenza tra voi e noi su questo punto può far luce sul problema che stiamo esaminando? Che rapporto c'è tra l'"haute couture" dell'uomo colto e le macerie e i cadaveri della fotografia? Non occorre andare troppo lontano per trovare la connessione tra l'abito e la guerra; gli abiti più splendidi sono quelli che indossano i soldati. Ma, poiché il rosso e l'oro, gli ottoni e le piume vengono messi da parte quando siete in servizio attivo, è chiaro che il loro costoso e presumibilmente non troppo igienico splendore è stato inventato in parte per imprimere nello spettatore il senso della maestà della funzione militare, in parte per indurre i giovani, facendo leva sulla loro vanità a fare i soldati. Ecco un punto, dunque, su cui la nostra influenza e la nostra differenza potrebbero avere qualche effetto; noi, a cui è proibito indossare abiti del genere, potremmo esprimere l'opinione che ai nostri occhi chi veste in quel modo non offre uno spettacolo né piacevole né impressionante. Al contrario, lo troviamo ridicolo, barbaro, sgradevole. Ma in quanto figlie di uomini colti, potremmo più efficacemente usare la nostra influenza in un'altra direzione, sulla nostra stessa classe, sulla classe degli uomini colti. Anche qui, nei tribunali e nelle università, troviamo la stessa passione per i vestiti. Anche qui si vedono velluti e sete, pellicce e ermellini. Possiamo dire che per gli uomini colti indossare un abito diverso, o premettere o aggiungere al proprio nome titoli e sigle onorifiche per sottolineare la propria superiorità, di nascita o intellettuale, sono gesti che suscitano competitività e invidia, emozioni che (non c'è bisogno di ricorrere alle biografie o alla psicologia per dimostrarlo) contribuiscono la loro parte a incoraggiare la tendenza a fare la guerra. Se dunque noi esprimessimo l'opinione che tali distinzioni di grado coprono di ridicolo chi le indossa e sminuiscono la cultura, indirettamente contribuiremo a scoraggiare i sentimenti che portano a fare la guerra. E fortunatamente ora possiamo fare qualcosa di più che esprimere una opinione; possiamo rifiutare noi stesse tutte queste distinzioni e tutte queste uniformi. E questo sarebbe un contributo, esiguo ma preciso, al problema che stiamo esaminando, come prevenire la guerra; un contributo che, per la diversa educazione ricevuta e la diversa tradizione che abbiamo alle spalle, a noi viene più facile offrire che non a voi (17). Il rapido sguardo che abbiamo gettato sulla superficie delle cose non ha dato risultati molto incoraggianti. La fotografia a colori che abbiamo avuto sotto gli occhi ha messo in luce, è vero, aspetti interessanti; ma è servita a rammentarci che esistono tante stanze segrete a cui ci è negato l'accesso. E che effettiva influenza possiamo esercitare sulla legge o sul mondo degli affari, sulla religione o sulla politica, noi che troviamo ancora tante porte sprangate o appena socchiuse, noi che non abbiamo alle spalle né capitale né potere? Si direbbe che la nostra influenza si debba

Page 15: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

esaurire tutta in superficie. Una volta espressa la nostra opinione su di essa, abbiamo fatto quello che è in nostro potere fare. E' vero che la superficie può essere collegata con le profondità, ma se dobbiamo esservi d'aiuto nel prevenire la guerra, bisogna che cerchiamo di penetrare un po' più a fondo, sotto l'epidermide. Proviamo a guardare in un'altra direzione, una direzione naturale per le figlie degli uomini colti, la cultura, l'istruzione. Qui per fortuna l'anno 1919, il sacro anno 1919, ci viene in aiuto. Da quando quell'anno diede loro la facoltà di guadagnarsi da vivere, le figlie degli uomini colti finalmente posseggono una qualche reale influenza sulla cultura. Hanno quattrini, i quattrini per sostenere le Cause. I tesorieri onorari invocano il loro aiuto. Ecco qui a dimostrarlo, proprio accanto alla Sua, la lettera di una di questi che chiede denaro per ricostruire un college femminile. E quando un tesoriere onorario chiede denaro a qualcuno significa che si può contrattare. Che abbiamo il diritto di dire a quella signora: "Avrà la nostra ghinea per ricostruire il Suo college a condizione che Lei aiuti questo signore, la cui lettera giace pure sul nostro tavolo, a prevenire la guerra". Significa che possiamo dirLe: "Dovrà educare la gioventù a odiare la guerra. Dovrà insegnargli a sentire la disumanità, la bestialità, l'insopportabilità della guerra". Ma che tipo di educazione, esattamente, vogliamo in cambio della nostra ghinea? Qual è il tipo di università che può insegnare alla gioventù a odiare la guerra? Ecco una domanda abbastanza difficile in se stessa, a cui potrà sembrare addirittura impossibile che sappiano rispondere le sorelle di Mary Kingsley, che all'università non sono mai andate. Tuttavia il ruolo che l'istruzione svolge nella vita umana è così importante, e così notevole è quello che potrebbe avere nel dare una risposta alla Sua domanda, che non cercare neppure di capire in che modo, attraverso di essa, potremmo instillare nella gioventù l'odio per la guerra sarebbe una viltà. Abbandoniamo pertanto il nostro posto d'osservazione sopra il ponte sul Tamigi e sostiamo invece su un altro ponte sopra un altro fiume, in una delle nostre grandi università. Entrambe infatti sono attraversate da un fiume e da un ponte, sul quale possiamo sostare. Di nuovo, come appare strano questo mondo di cupole e pinnacoli, di aule e laboratori, visto da dove stiamo noi! E come è diverso da come lo dovete vedere voi! A chi lo contempla dal punto di osservazione di Mary Kingsley ("l'unica istruzione a pagamento che mi hanno concesso sono state le lezioni di tedesco") può sembrare così remoto, così imponente, così intricato con tutte le sue cerimonie e tradizioni, da far ritenere futile qualunque giudizio o commento. Anche qui rimaniamo stupite di fronte allo splendore dei vostri abiti; anche qui vediamo levarsi mazze d'argento e snodarsi processioni, e notiamo, con occhi abbagliati per registrare le differenze e tanto meno spiegarle, le sottili distinzioni tra berrette e cappucci, tra porpore e carminii, tra velluti e panni, tra tocchi e toghe. E' uno spettacolo solenne. Ci salgono alle labbra le parole della canzone di Arthur Pendennis: Anche se io non entro, Mi aggiro a volte lì attorno, E ai sacri cancelli

Page 16: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

Con occhi colmi di desiderio aspetto sperando... Non entrerò lì dentro A contaminare la vostra pura preghiera con disordinate emozioni. Lasciate tuttavia che io mi aggiri Attorno al luogo proibito, sostando un attimo, Come gli angeli scacciati Che aspettano di vedere Oltre i cancelli del Paradiso gli angeli che vi abitano. Ma poiché Lei e la signora che fa il tesoriere onorario del fondo per la ricostruzione del college femminile state ancora aspettando una risposta alle vostre lettere, non possiamo continuare a spostarci da un vecchio ponte all'altro canticchiando vecchie canzoni; conviene metterci d'impegno e affrontare, sia pure in modo imperfetto, il problema dell'istruzione. In cosa consiste dunque questa "istruzione universitaria" di cui le sorelle di Mary Kingsley hanno tanto sentito parlare e a cui hanno contribuito con tanti sacrifici? In cosa consiste questo misterioso processo che si compie in tre anni, costa una bella somma di denaro sonante, e trasforma materiale umano greggio nel prodotto finito, in uomini o donne colti? Innanzitutto è qualcosa sul cui sublime valore non possono sussistere dubbi. Su questo punto la testimonianza delle biografie - ed è lì , sugli scaffali di qualsiasi biblioteca pubblica, alla portata di chiunque sappia leggere - è unanime; l'istruzione universitaria è annoverata tra i più alti valori dell'umanità. E le biografie lo dimostrano in due modi. Primo, con il fatto che la grande maggioranza degli uomini che hanno governato l'Inghilterra negli ultimi cinquecento anni e che ora la governano dal Parlamento e dalla pubblica amministrazione ha ricevuto un'istruzione universitaria. In secondo luogo c'è il fatto, ancora più impressionante se si considera quante fatiche, quanti sacrifici è costato (e anche questo è ampiamente documentato dalle biografie), il fatto dell'enorme somma di denaro che negli ultimi cinquecento anni è stata spesa per tale istruzione. Le rendite dell'Università di Oxford ammontano a œ 435.656 (1933-34), quelle dell'Università di Cambridge a œ 212.000 (1930). Oltre a quelle dell'Università, ciascun college dispone di una rendita autonoma che, a giudicare soltanto dalle donazioni e dai lasciti di cui si ha notizia sui giornali, deve raggiungere in alcuni casi entità favolose. Se aggiungiamo poi le rendite di cui godono le grandi scuole private - Eton, Harrow, Winchester, Rugby, per non citare che le più famose - arriviamo a una cifra tale che non è in alcun modo possibile dubitare dell'enorme valore attribuito dall'umanità all'istruzione universitaria. E lo studio delle biografie - delle vite dei poveri, degli oscuri, degli incolti - dimostra che essi sono disposti a qualunque fatica, a qualunque sacrificio, pur di potersi istruire in una delle nostre grandi università (19). Ma forse la più decisiva testimonianza del valore dell'istruzione universitaria che possiamo trovare nelle biografie è data dal fatto che le sorelle degli uomini colti non solo sacrificarono comodità e

Page 17: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

piaceri personali per dare ai fratelli la possibilità di studiare, ma desiderarono ricevere esse stesse quell'istruzione. Se pensiamo ai dettami della Chiesa in proposito - ancora in vigore, come apprendiamo dalle biografie, solo pochi anni or sono: "...mi dicevano che in una donna il desiderio di studiare andava contro la volontà di Dio,..." (20) - dobbiamo riconoscere che quel desiderio doveva essere molto forte. E se riflettiamo che tutte le professioni a cui l'istruzione universitaria preparava i loro fratelli a quelle donne erano precluse, ancora più forte ci deve apparire la loro fede nel suo valore, perché allora vuol dire che esse l'apprezzavano per se stessa. E se riflettiamo, infine, che per l'unica professione aperta alle donne, il matrimonio, la cultura non era considerata affatto necessaria, anzi, per la natura stessa di quella professione, rendeva la donna inadatta al suo ruolo, non ci stupiremo se avessero rinunciato a ogni desiderio e a ogni tentativo di istruirsi e si fossero accontentate di mandare all'università i loro fratelli: la grande maggioranza delle donne, quelle povere, senza nome, facendo economia sulle spese di casa, e la piccolissima minoranza delle donne, le ricche, le titolate, fondando o sostenendo con donazioni i colleges maschili. E così di fatto è stato. Ma il desiderio di imparare è così connaturato negli esseri umani che, nonostante tutti gli ostacoli frapposti dalla tradizione, dalla povertà e dallo scherno degli altri, come ci raccontano le biografie, esso rimase anche tra le donne. A dimostrarlo basti esaminare la vita di una di queste, Mary Astell (21). Si sa poco di lei, abbastanza tuttavia per capire quanto fosse vivo in lei, quasi duecentocinquant'anni fa, questo ostinato e forse empio desiderio; Mary Astell si proponeva addirittura di fondare un college per le donne. E, cosa quasi altrettanto eccezionale, la Principessa Anna era disposta a offrirle œ 10.000, una somma considerevole a quei tempi, e anche oggi, per una donna. Ma poi... poi accadde un fatto di estremo interesse sia storico sia psicologico: intervenne la Chiesa. Il vescovo Burnet era dell'opinione che dare una cultura alle sorelle degli uomini colti sarebbe equivalso a rafforzare il ramo sbagliato della religione cristiana, vale a dire il ramo cattolico romano. Quel denaro fu destinato a altri scopi, e il college per le donne non venne mai fondato. Ma questi fatti, come sovente accade, hanno un doppio risvolto; mentre affermano il valore dell'istruzione, dimostrano anche che essa non è affatto un valore assoluto; che non è un bene per tutti e in qualunque situazione; che è un bene solo per alcuni e per certi scopi. E' un bene se dà come risultato la fede nella Chiesa d'Inghilterra; è un male se dà come risultato la fede nella Chiesa di Roma; è un bene per un sesso e per talune professioni; ma è un male per un altro sesso e per un'altra professione. Tale almeno sembra essere la risposta delle biografie: l'oracolo ha parlato; ma la sua risposta è ambigua. Siccome, tuttavia, è della massima importanza che noi si usi la nostra influenza per educare la gioventù a odiare la guerra, non dobbiamo lasciarci confondere dall'evasività delle biografie, né lasciarci sedurre dal loro fascino. Dobbiamo cercare di capire che tipo di istruzione riceve attualmente la sorella degli uomini colti, così da poter fare del nostro meglio per applicare la nostra influenza nelle università, dove essa è più pertinente e dove avrà le maggiori probabilità di penetrare sotto la superficie. Ora fortunatamente non dobbiamo più basarci sulle

Page 18: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

biografie, che inevitabilmente, poiché riguardano la vita privata, sono irte di tutte le contraddizioni delle opinioni personali. Ora possiamo servirci dei documenti della vita pubblica, della Storia. Anche il profano può consultare gli annali degli organismi pubblici, che registrano non già le opinioni frammentarie di individui singoli, bensì trasmettono con più vasta risonanza, per bocca di Parlamentari e di Senati, le opinioni ponderate di intere categorie di uomini colti. La prima cosa che la Storia ci rende nota è che esistono oggi, e sono esistiti dal 1870 circa, colleges femminili a Oxford e a Cambridge. Essa ci rende noti anche, intorno a quei colleges, certi fatti che ci dovrebbero convincere a abbandonare ogni speranza di influire sulla gioventù, attraverso l'istruzione che colà viene impartita, affinché odi la guerra. Di fronte a simili dati di fatto sarebbero tempo e fiato sprecati parlare di "influire sulle nuove generazioni"; sarebbe futile stabilire delle condizioni prima di concedere alla signora tesoriere onorario la sua ghinea; molto meglio sarebbe prendere il primo treno per Londra invece di aggirarci attorno ai sacri cancelli. Di che fatti si tratta, chiederà Lei; quali sono questi storici ma deplorevoli dati di fatto? Glieli esporremo subito, con l'avvertimento che sono tratti da documentazioni a cui possono accedere anche i profani e dagli annali dell'Università di Cambridge, non, quindi, dalla Sua. Il Suo giudizio, pertanto, non sarà distorto dal dovere di fedeltà verso l'istituzione a cui è appartenuto o da sensi di gratitudine per i favori ricevuti, ma rimarrà imparziale e disinteressato. Per riprendere la nostra storia: la regina Anna morì , morì il vescovo Burnet, e anche Mary Astell morì , ma il desiderio di fondare un college per le donne non si estinse con lei. Anzi, si fece sempre più intenso. Verso la metà del diciannovesimo secolo era divenuto così forte che fu acquistata una casa a Cambridge per ospitarvi le studentesse. Non era una bella casa, non aveva giardino, dava su una via rumorosa. Perciò più avanti fu presa una seconda casa, migliore della prima, anche se quando pioveva si allagava la sala da pranzo e non c'erano campi da gioco. Ma neppure quella casa fu più sufficiente; il desiderio di studiare era così pressante che occorrevano altre stanze, un giardino per passeggiare, un campo per le attività sportive. Occorreva insomma un'altra casa. Ma, come ci insegna la Storia, per costruire una casa ci vogliono quattrini. E fin qui, nulla di strano; quello che invece La meraviglierà è sapere che quel denaro fu dato in prestito. A Lei sembrerà più probabile che l'avessero ricevuto in regalo. Gli altri colleges erano ricchi e tutti derivavano le loro rendite, direttamente o indirettamente, dalle loro sorelle. Lo dice Gray nella sua "Ode": e qui Lei citerà i versi in cui il poeta rende omaggio ai benefattori: la Contessa di Pembroke, che fondò Pembroke; la Contessa di Clare, che fondò Clare; Margherita d'Angiò, fondatrice di Queens' College; la Contessa di Richmond e Derby, che fondò St John's College e Christ's College. Che è grandezza, che è potere? Fatiche più dure, pene più sublimi. E quale splendido premio ci attende? Il grato ricordo dei buoni. Dolce è l'alito delle piogge di primavera, Dolce il tesoro ammassato dall'ape,

Page 19: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

E dolce è l'eco della musica che si spenge, Ma più dolce ancora La ferma voce sottile della gratitudine (22). Ecco giunta l'occasione, dirà Lei con parole più dimesse, per ripagare il debito. Qual era infatti la somma occorrente? Diecimila misere sterline, la stessa somma intercettata dal vescovo circa due secoli prima. Dunque, dirà Lei, fu la Chiesa a restituire quello che si era intascata? Ma è difficile che le Chiese restituiscano ciò che intascano. Furono i colleges, allora, che si erano goduti quei quattrini: saranno stati contenti, dirà Lei, di farne dono ora, ricordo della loro nobile benefattrice. Cosa rappresentavano del resto diecimila sterline per St John's, o Clare, o Christ's? Inoltre, il terreno era di proprietà di St John's. Il terreno, però, dice la Storia, fu dato in affitto; e le diecimila sterline non furono offerte dai colleges di Cambridge; vennero racimolate una per una dalla borsa di privati. Tra i quali merita di essere ricordata in eterno una signora che diede œ 1.000; mentre all'Anonima Donatrice vanno tutti i ringraziamenti che le Anonime Donatrici ritengono di accettare, per aver dato somme varianti dalle venti alle cento sterline. E ci fu un'altra signora che, grazie all'eredità lasciatale dalla madre, poté offrire i suoi servigi come direttrice senza stipendio. Anche le studentesse parteciparono a loro modo alla sottoscrizione, rifacendosi i letti e lavando i piatti, rinunciando a piaceri e comodità e accontentandosi di un vitto semplice e modesto. Diecimila sterline non sono affatto una misera somma, quando vengono estratte dalle borse dei poveri, dal lavoro dei giovani. Occorrono tempo, energia, intelligenza per raccoglierle; sacrifici per offrirle. Bisogna dire che parecchi uomini colti si dimostrarono veramente gentili; si offrirono di tenere lezioni alle loro sorelle; altri lo furono meno, e si rifiutarono di tenere lezioni alle loro sorelle. Alcuni uomini colti furono così gentili da dare il loro incoraggiamento alle sorelle; altri lo furono meno e cercarono di scoraggiarle (23). Comunque, bene o male, giunse finalmente, come ci fa sapere la Storia, il giorno degli esami. Allora le direttrici, o le presidi, o come si facevano chiamare - di che titolo debba fregiarsi una donna che non si fa pagare lo stipendio rimane una questione controversa - chiesero ai vari Rettori e Presidi, sul cui titolo non sussistono dubbi, almeno per quel che riguarda lo stipendio, se le ragazze che avevano superato gli esami potessero rendere pubblico il fatto aggiungendo un titolo al proprio nome, come facevano quegli stessi signori. La richiesta era giustificata, perché, come ci informa l'attuale Rettore di Trinity College, Sir J. J. Thomson, Cavaliere dell'Ordine al Merito, Membro della Royal Society, non senza prima aver fatto della bonaria e giustificata ironia sulla "perdonabile vanità" di quanti si fregiano di titoli onorifici, "la massa della gente sprovvista di titoli accademici attribuisce al 'dott.' un'importanza molto maggiore di chi tale titolo ha conseguito. Di conseguenza nelle scuole viene data la preferenza ai candidati provvisti di titoli, tant'è vero che le ragazze che avevano studiato a Newnham e a Girton, non potendo premettere un 'dott.' al proprio nome, si trovarono svantaggiate quando si trattò di trovare lavoro". Ma, in nome del cielo, esclameremo entrambi, quale ragione può avere impedito a quelle ragazze di premettere un "dott." al proprio nome, se questo poteva aiutarle a trovare lavoro? Ma a questa domanda la Storia non

Page 20: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

fornisce risposta; la risposta dobbiamo cercarla nella psicologia, nelle biografie; tuttavia la Storia ci fornisce dei fatti, questo per esempio: "La proposta", continua il Rettore di Trinity College (vale a dire la proposta di concedere alle ragazze che avevano superato gli esami di farsi chiamare "dott".), "incontrò la più decisa opposizione. ...Il giorno della votazione si presentarono in massa anche i consiglieri che non erano direttamente legati all'Università, e la proposta venne respinta con la schiacciante maggioranza di 1707 voti contro 661. Credo non sia stato mai raggiunto un numero così alto di votanti. ...Il comportamento degli studenti quando il risultato della votazione venne reso pubblico dal Senato Accademico fu deplorevole e vergognoso oltre ogni dire. Un folta squadra si diresse a Newham dove danneggiò i cancelli di bronzo installati in memoria di Miss Clough, la prima Direttrice di quel college" (24). Non basta questo? Occorre cercare altri fatti, nella Storia e nelle biografie, a riprova di quanto si è detto, che è meglio rinunciare a ogni tentativo di influire sulla gioventù attraverso l'istruzione universitaria, perché odi la guerra? I fatti riportati non dimostrano forse a sufficienza che l'istruzione, la migliore del mondo, non insegna a odiare la violenza, bensì a farne uso? Che, ben lungi dall'insegnare la generosità e la magnanimità, essa rende la gente così ansiosa di tenersi stretti i propri privilegi, la "grandezza e il potere" di cui parla il poeta, da essere disposta a usare sistemi ben più subdoli della violenza quando le si chiede di farne partecipi altri? E non sono forse la violenza e il senso del possesso due sentimenti connessi molto da vicino con la guerra? Che ce ne facciamo dunque dell'istruzione universitaria, per prevenire la guerra? La Storia, tuttavia, non si ferma. Un anno succede all'altro. E con gli anni le cose cambiano; sottilmente, impercettibilmente si modificano. E la Storia ci fa sapere che alla fine, dopo aver speso tempo e energie il cui valore non è misurabile nel sollecitare ripetutamente le autorità con l'umiltà che ci si attende dal nostro sesso e che si conviene ai supplici, venne concesso il diritto a far colpo sulle direttrici di scuola con un "dott." prima del nome. Si trattava però, ce lo dice la Storia, di un diritto puramente nominale. A Cambridge, nel 1937 - Lei stenterà a crederci, Signore, ma ancora una volta è la voce dei fatti che parla, non la fantasia di un romanziere - i colleges femminili non sono membri dell'Università (25); e il numero delle figlie di uomini colti cui è concesso di ricevere un'istruzione universitaria è tuttora rigidamente limitato, anche se ai fondi dell'Università contribuiscono, beninteso, entrambi i sessi (26). Quanto alla povertà, le cifre ce le fornisce il "Times", e un righello lo possiamo trovare in qualunque negozio di cancelleria. Basta misurare il denaro destinato alle borse di studio nei colleges maschili accanto a quello per le borse di studio dei colleges femminili, e avremo evitato la fatica di fare i conti per giungere alla conclusione che i colleges per le sorelle degli uomini colti sono, a paragone di quelli dei loro fratelli, di una incredibile e vergognosa povertà (27). La riprova di quest'ultimo fatto la troviamo qui, nella lettera della signora tesoriere onorario, che chiede quattrini per ricostruire il suo college. Ha cominciato la sottoscrizione parecchio tempo fa e, a quanto pare, non l'ha ancora terminata. Dopo quanto si è detto, non sono la sua povertà, né il fatto che il suo college abbia bisogno di

Page 21: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

essere ricostruito che ci rendono perplessi. Quello che ci riempie di perplessità, tenuto conto dei fatti riportati sopra, è la risposta da darle quando ci chiede di aiutarla a ricostruire il college. La Storia, le biografie, i giornali messi insieme rendono problematico sia rispondere alla sua lettera, sia dettare delle condizioni. Infatti, Storia, biografie e giornali hanno fatto sorgere molti interrogativi. Innanzitutto, cosa ci fa credere che l'istruzione che viene impartita all'università faccia odiare la guerra a coloro che la ricevono? Anzi, se aiutiamo le figlie degli uomini colti a andare a Cambridge, non le spingeremo di fatto a pensare non già a istruirsi, bensì a fare la guerra? a preoccuparsi non già di imparare bensì di lottare per conquistarsi i medesimi privilegi dei loro fratelli? Inoltre, non essendo membri dell'Università di Cambridge, le figlie degli uomini colti non hanno voce in capitolo sull'istruzione che vi viene impartita; come potrebbero dunque modificarla, anche se chiedessimo loro di farlo? E poi ci sono altri problemi, problemi di natura pratica che un uomo occupato come Lei - Lei pure è tesoriere onorario - non avrà difficoltà a comprendere. Sarà Lei il primo a convenire che chiedere a una persona che ha già tanto da fare a raccogliere fondi per la ricostruzione di un college di fermarsi a riflettere sulla natura dell'istruzione da impartire e sugli effetti che essa può avere sulla guerra sarebbe come aggiungere un altro ramo a una fascina già troppo pesante. Da parte di una profana, che non ha il diritto di parlare, una richiesta del genere meriterebbe una risposta troppo vivace per poterla pubblicare. Ma abbiamo promesso solennemente di fare il possibile per aiutarla a prevenire la guerra usando la nostra influenza, l'influenza che ci viene dal denaro che guadagnamo. E il modo più ovvio di farlo è pur sempre attraverso l'istruzione. E visto che la signora tesoriere onorario è povera, visto che ci chiede quattrini, e visto che chi sborsa quattrini ha il diritto di imporre condizioni, assumiamoci il rischio e proviamoci a stendere un abbozzo di lettera a quella signora, in cui precisiamo le condizioni alle quali potrà avere il nostro denaro per ricostruire il suo college. "La Sua lettera, Gentile Signora, è rimasta senza risposta per parecchio tempo. Il fatto è che sono sorti alcuni dubbi e problemi. Se Lei permette, Glieli esporremo, da profane quali siamo, certe che Lei vorrà scusare la nostra ignoranza e anche la nostra franchezza. Lei afferma che vuole raccogliere œ 100.000 per la ricostruzione del Suo college. Ma come può essere così sciocca? O bisogna supporre che Lei viva tra gli usignoli e i salici, così isolata dal mondo o tanto immersa in profondi problemi di tocchi e di toghe e in importanti questioni di etichetta (a chi va data la precedenza nel salotto del Rettore, al mastino del Preside o al volpino della Direttrice?), da non avere il tempo di leggere i giornali? Oppure il problema di chiedere il più signorilmente possibile a un pubblico indifferente di sborsare œ 100.000 La angustia a tal punto che riesce solo a pensare ad appelli e a comitati, a pesche di beneficienza e a rinfreschi, o ai pasticcini da servire con il tè? "Allora lasci che La informiamo: si spendono ogni anno centinaia di milioni per l'esercito e la marina; infatti, a quanto si legge nella lettera che abbiamo qui accanto alla Sua, siamo in grave pericolo di guerra. Come può dunque avere il coraggio di chiederci dei quattrini per ricostruire il Suo college? Sì , certo, il college è stato

Page 22: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

costruito in economia e ora ha bisogno di essere ricostruito. Ma quando afferma che il pubblico è generoso e disposto a sborsare grosse somme per la ricostruzione di un college, ci consenta di richiamare la sua attenzione sul seguente brano altamente istruttivo, tratto dalle memorie del Rettore di Trinity College. 'Fortunatamente, però, agli inizi di questo secolo l'Università cominciò a ricevere una serie di cospicui lasciti e donazioni che, in aggiunta a un generoso finanziamento da parte del Governo, hanno conferito una tale solidità alle sue finanze che è risultato superfluo aumentare la quota dei contributi dei vari colleges. Le rendite complessive dell'Università sono passate da circa œ 60.000 nel 1900 a œ 212.000 nel 1930. E' ragionevole attribuire questo stato di cose alle notevoli e altamente interessanti scoperte scientifiche compiute presso questa università. Cambridge costituisce un chiaro esempio degli ottimi risultati pratici che si possono conseguire facendo della ricerca pura'. "Prenda l'ultima frase soltanto, '...Cambridge costituisce un chiaro esempio degli ottimi risultati che si possono conseguire facendo della ricerca pura'. Cos'ha fatto il Suo college per sollecitare la grande industria a sovvenzionarlo? Ha avuto una parte di rilievo nell'inventare apparecchiature belliche? Le vostre allieve sono diventate donne di affari e capitaliste di successo? Come può allora aspettarsi che Le arrivino 'cospicui lasciti e donazioni'? E poi, il Suo college è membro dell'Università di Cambridge? No. Allora come può pretendere di partecipare alla decisione su come vanno ripartite le rendite? E' chiaro quindi, Gentile Signora, che non Le rimane altro da fare che organizzare rinfreschi e starsene sulla soglia con il cappello in mano, consumando tempo e energie a chiedere contributi alla gente. Su questo non ci sono dubbi. Ma è altrettanto chiaro che il profano che La vede darsi da fare in quel modo, di fronte alla richiesta di dare un contributo per la ricostruzione del Suo college ha il dovere di chiedersi: 'Devo mandargli questi quattrini oppure no? E se glieli mando, quali condizioni devo porre? Devo dirgli di ricostruire il college tale quale era? o di ricostruirlo su basi diverse? Oppure è giusto che gli dica di comperarsi stracci e benzina e una scatola di fiammiferi svedesi e di dar fuoco una volta per tutte all'intero edificio?' "Sono state queste domande, Gentile Signora, a farci rimandare così a lungo la risposta alla Sua lettera. Sono domande molto difficili e forse anche inutili. Ma Le pare possibile non porsele, di fronte alle richieste di questo signore. Vuole sapere come lo possiamo aiutare a prevenire la guerra. Vuole sapere come lo possiamo aiutare a difendere la libertà; a difendere la cultura. E poi, guardi queste fotografie: ritraggono cadaveri e macerie. Ammetterà che di fronte a queste richieste e di fronte a queste fotografie, Lei deve riflettere molto attentamente prima di mettersi a ricostruire il Suo college; deve chiedersi quale è lo scopo dell'istruzione universitaria, quale tipo di società, di esseri umani deve proporsi di produrre. E comunque io Le invierò una ghinea per ricostruire il Suo college soltanto se Lei saprà dimostrarmi che la userà per produrre il tipo di società, il tipo di persone che possano contribuire a prevenire la guerra. "Analizziamo quindi il più brevemente possibile il tipo di istruzione che occorre. Dato che la Storia e le biografie - le uniche prove accessibili al profano - sembrano dimostrare che la vecchia istruzione impartita nei vecchi colleges non genera né particolare rispetto per

Page 23: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

la libertà, né particolare odio per la guerra, è chiaro che il Suo college va ricostruito su basi diverse. E' un college giovane e povero: che tragga dunque vantaggio da queste qualità e sia fondato sulla povertà e sulla gioventù. Di conseguenza dovrà essere un college sperimentale, un college avventuroso. Diverso da tutti. Dovrà essere costruito non di pietra scolpita e di vetri istoriati, bensì di un materiale economico, infiammabile, che non sia ricettacolo di polvere e culla di tradizioni. Non metteteci cappelle (28). Non metteteci musei e biblioteche con libri alla catena e prime edizioni in bacheche di vetro. Che libri e quadri siano nuovi e sempre diversi. Che sia affrescato di bel nuovo dalle nuove generazioni, con le loro stesse mani; con poca spesa. Il lavoro dei vivi costa poco; spesso essi non chiedono altro in cambio di poterlo fare. E poi, cosa si dovrà insegnare nel college nuovo, nel college povero? Certo non l'arte di dominare sugli altri; non l'arte di governare, di uccidere, di accumulare terra e capitale. Queste arti richiedono spese generali troppo elevate: stipendi, uniformi, cerimonie. Nel college povero si dovranno insegnare solo le arti che si possono insegnare con poca spesa e che possono essere esercitate da gente povera: la medicina, la matematica, la musica, la pittura, la letteratura. E l'arte dei rapporti umani; l'arte di comprendere la vita e la mente degli altri, insieme alle arti minori che le completano: l'arte di conversare, di vestire, di cucinare. Lo scopo del nuovo college, del college povero, dovrebbe essere non di segregare e di specializzare, ma di integrare. Dovrà inventare dei modi per far lavorare insieme la mente e il corpo; scoprire da quali nuove combinazioni possono nascere unità che rendono buona la vita umana. E gli insegnanti saranno scelti tra coloro che sono bravi a vivere oltre che a pensare. Non dovrebbe essere difficile attirarli. Perché nel nuovo college non esisteranno le barriere di ricchezza e di etichetta, di esibizionismo e di competitività che rendono le vecchie e ricche università dei luoghi in cui non è bello vivere: città ostili e faticose, città dove ciò che non è chiuso a chiave è fissato con una catena; dove nessuno può passeggiare liberamente e parlare liberamente per timore di oltrepassare la riga di gesso, di scontentare qualche dignitario. Ma se il college fosse povero, non avrebbe nulla da offrire; la competitività sarebbe abolita. La vita sarebbe libera e facile. Coloro che amano imparare sarebbero contenti di venirci. Musicisti, pittori, scrittori verrebbero volentieri a insegnare, certi di poter imparare. Cosa può esserci di più utile per uno scrittore se non discutere intorno all'arte di scrivere con persone che non pensano agli esami o ai diplomi o alla fama o al profitto che potrebbero trarre dalla letteratura, ma hanno a cuore quell'arte per se stessa? "Lo stesso vale per le altre arti e per chi le pratica. Questi verrebbero a insegnare nel college povero perché lì troverebbero una società libera; una società che non è impacchettata in tristi ordini di ricchi e poveri, di intelligenti e stupidi; ma dove tutti i diversi gradi e tipi di valore della mente del corpo e dell'anima possono esprimersi e integrarsi. Fondiamolo dunque questo college nuovo; questo college povero; dove si impara perché è bello imparare; dove l'esibizionismo è abolito; dove non ci sono diplomi; dove non si tengono conferenze né prediche, dove le vecchie avvelenate vanità e le parate che generano competitività e invidia...". A questo punto la lettera si è interrotta. E non per mancanza di cose

Page 24: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

da dire; anzi, la perorazione era appena cominciata. Ma perché ci è sembrato che il viso che ci stava davanti - il viso che chi scrive una lettera vede sempre dinnanzi a sé - fissasse con una certa mestizia il brano di un libro che avevamo citato. "Nelle scuole viene data la preferenza ai candidati provvisti di titoli, tant'è vero che le ragazze che avevano studiato a Newnham e a Girton, non potendo premettere un 'dott.' al proprio nome, si trovarono svantaggiate quando si trattò di trovare lavoro". La signora tesoriere onorario del fondo per la ricostruzione del college aveva gli occhi fissi su quella frase. "A che serve stare a pensare a come potrebbe essere diverso un college", sembrava dire, "se deve essere un posto dove si insegna a trovare lavoro?" "Lei continui pure a sognare", parve aggiungere poi, volgendosi con un sospiro alla tavola apparecchiata per qualche pesca di beneficenza a favore del Fondo, "noi dobbiamo fare i conti con la realtà". Questa era dunque la "realtà" su cui aveva fisso lo sguardo: alle ragazze bisogna insegnare a guadagnarsi da vivere. E siccome quella realtà significa ricostruire il college sulle stesse basi degli altri, di conseguenza anche il college per le figlie degli uomini colti dovrà fare in modo che la Ricerca dia risultati pratici per meritarsi lasciti e donazioni da parte dei capitalisti; dovrà incoraggiare la competitività; accettare titoli accademici e toghe variopinte; accumulare grandi ricchezze da cui escludere tutti gli altri; e quindi, di qui a cinquecento anni, anche quel college dovrà rivolgere la stessa domanda che Lei, Signore, ci sta rivolgendo oggi: "Come, secondo Lei, si deve fare per prevenire la guerra?" E' un risultato poco desiderabile. Perché spendere una ghinea per conseguirlo? A ogni buon conto a questa domanda la risposta l'abbiamo trovata. Neppure una ghinea del denaro guadagnato con il nostro lavoro sarà destinata alla ricostruzione del college sulle stesse basi di prima; alla stessa stregua è escluso che se ne possa spendere una per ricostruirlo su basi nuove. Di conseguenza la nostra ghinea verrà annotata sotto la voce "Stracci. Benzina. Fiammiferi". E Le verrà spedita accompagnata dal seguente biglietto: "Prenda questa ghinea e la usi per radere al suolo l'intera costruzione. Dia fuoco alle vecchie ipocrisie. Che il bagliore dell'edificio in fiamme faccia fuggire gli usignoli atterriti e invermigli i salici. E le figlie degli uomini colti danzino attorno al grande falò, gettando di continuo bracciate di foglie morte sulle fiamme, mentre le loro madri sporgendosi dalle finestre più alte, gridano, 'Che bruci! Che bruci! Non sappiamo che farcene di questa "istruzione"'!" Queste parole, Signore, non sono vuota retorica, perché si basano sulla rispettabile opinione del Decano di Durham, già direttore di Eton (29). E tuttavia hanno un che di astratto, a causa di una piccola contraddizione. Si è detto che l'unica influenza che le figlie degli uomini colti sono attualmente in grado di esercitare contro la guerra è quella disinteressata che deriva loro dal fatto di guadagnarsi da vivere. Se non esistessero gli strumenti per addestrarle a guadagnarsi da vivere sarebbe la fine di tale influenza. Non potrebbero trovare lavoro. E se non potessero trovare lavoro, ritornerebbero a dipendere dai loro padri e fratelli; e se tornassero a dipendere dai loro padri e fratelli, finirebbero per essere di nuovo, consciamente e inconsciamente, in favore della guerra. La Storia sembra affermarlo al di là di ogni dubbio. Perciò è giusto inviare una ghinea alla signora tesoriere onorario del fondo per la ricostruzione del college

Page 25: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

femminile, perché la usi come meglio può. E' inutile, stando così le cose, porre delle condizioni sul modo in cui dovrà essere spesa la nostra ghinea. Questa è dunque la risposta rinunciataria e deprimente alla domanda se convenga chiedere alle autorità dei colleges per le figlie degli uomini colti di usare la loro influenza, attraverso l'istruzione, per prevenire la guerra. A quanto pare non possiamo chiedere che facciano nulla; bisogna che seguano la vecchia strada sino alla fine di sempre; la nostra influenza, in quanto siamo fuori dalle istituzioni, può essere solo di tipo molto indiretto. Se ci chiamano a insegnare, dopo aver analizzato attentamente e a fondo le finalità di tale insegnamento, possiamo rifiutarci di insegnare qualunque arte o scienza che incoraggi la guerra. Inoltre possiamo riversare il nostro non molto corrosivo disprezzo sulle pratiche religiose, sui titoli accademici e sugli esami. Possiamo suggerire l'idea che dei versi che hanno vinto un premio possono essere validi nonostante il premio che hanno vinto; e affermare che può valere la pena di leggere un libro anche se l'autore si è laureato con il massimo dei voti e la lode. Se ci chiedono di tenere una lezione-conferenza, possiamo opporci a questo assurdo e immorale sistema rifiutandoci di tenerla (30). E, beninteso, se ci vogliono conferire cariche e onorificenze possiamo rifiutarle (e come, considerati i fatti, potremmo fare altrimenti?). Ma tutto questo non ci deve far dimenticare che, nell'attuale stato di cose, la maniera più efficace per prevenire la guerra, attraverso l'istruzione, è di contribuire il più generosamente possibile ai colleges per le figlie degli uomini colti. Perché, ripetiamo, se queste donne non riceveranno un'istruzione universitaria, non potranno guadagnarsi da vivere; se non saranno in grado di guadagnarsi da vivere, torneranno a essere educate entro i confini angusti della casa paterna e finiranno quindi, ancora una volta, per esercitare tutta la loro influenza, consciamente e inconsciamente, in favore della guerra. Su questo non possono esistere dubbi. Se Lei ne avesse, e esigesse delle prove, La rimandiamo ancora una volta alle biografie. La loro testimonianza è talmente conclusiva, ma anche così voluminosa, che siamo costrette a condensare volumi interi in un'unica storia. Ecco dunque il racconto della vita della figlia di un uomo colto che dipendeva dal padre e dal fratello in una famiglia del diciannovesimo secolo. Era una bella giornata, ma la ragazza non poteva uscire. "Quante interminabili, monotone giornate d'estate ho trascorso sepolta in casa perché non c'era posto per me in carrozza e nessuna delle domestiche aveva tempo di accompagnarmi a fare una passeggiata". Viene la sera, e finalmente la ragazza esce di casa, vestita meglio che può con le 40- 100 sterline all'anno che le passa il padre (31). Ma "dovunque andasse doveva essere accompagnata dal padre, dalla madre o da qualche donna sposata". E chi incontrava in quei luoghi di svago, lei vestita in quel modo, con quella scorta? Uomini che avevano studiato a Oxford o a Cambridge: "ministri, ambasciatori, famosi uomini d'arme, tutti splendidamente vestiti, coperti di decorazioni". Di che cosa si parlava? Di qualunque cosa potesse svagare la mente di quegli uomini importanti che volevano dimenticare il loro lavoro; "i pettegolezzi sul mondo del teatro" servivano ottimamente allo scopo. Passarono i giorni. Venne il sabato. Di sabato "ministri e altri uomini importanti si dedicavano ai piaceri della società"; venivano a prendere il tè,

Page 26: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

erano invitati a pranzo. Il giorno dopo era domenica. Di domenica, "la mattina era di prammatica andare in chiesa". Passarono le stagioni. Venne l'estate. D'estate bisognava intrattenere gli ospiti, "per lo più parenti". Venne l'inverno. D'inverno, "studiavamo storia, letteratura e musica; e prendevamo lezioni di disegno e di pittura. Anche se i risultati non erano eccezionali, s'imparavano tuttavia cose interessanti". Così , tra le visite ai malati e la scuola ai poveri, passavano gli anni. E qual era il finale grandioso e lo scopo di tutti quegli anni, di quell'istruzione? Il matrimonio, naturalmente. "...non era questione se sposarsi o meno, ma semplicemente chi avremmo dovuto sposare", dice una di queste ragazze. Era in vista del matrimonio che veniva formata la sua mente. Era in vista del matrimonio che strimpellava il pianoforte ma non aveva il permesso di suonare in un'orchestra; che ritraeva innocenti scene domestiche ad acquarello ma non aveva il permesso di studiare dal nudo; che poteva leggere un libro ma non l'altro; che intratteneva, accattivava, affascinava. Era in vista del matrimonio che veniva educato il suo corpo; le veniva fornita una cameriera; le venivano precluse le pubbliche vie e i prati; le veniva negata la solitudine: tutto questo perché potesse conservare intatto il suo corpo per il marito. In breve, l'idea del matrimonio influenzava le sue parole, i suoi pensieri, i suoi gesti. E come avrebbe potuto essere altrimenti? Il matrimonio era l'unica professione che le fosse aperta (32). Il quadro è così interessante per quel che ci dice sull'uomo colto oltre che su sua figlia, che si è tentati di soffermarvicisi. L'importanza del fagiano nell'amore, per esempio, meriterebbe, da sola, un capitolo intero (33). Ma per il momento non ci domanderemo che effetto ebbe sulla razza umana quel tipo di educazione. Ci chiediamo soltanto perché quell'educazione facesse sì che chi la riceveva fosse consciamente e inconsciamente in favore della guerra. Consciamente, perché, è ovvio, era obbligata a usare tutta la sua influenza per tenere in piedi il sistema che le forniva servitù, carrozze, bei vestiti, ricevimenti: che erano i mezzi per arrivare al matrimonio. Consciamente, doveva usare tutta la sua bellezza e le sue attrattive per adulare e blandire l'uomo d'affari, l'uomo d'armi, l'uomo di legge, l'ambasciatore, il ministro che volevano ricrearsi dopo le fatiche della giornata. Consciamente doveva accettare i loro punti di vista e assecondare i loro dettami perché solo così poteva indurli a concederle i mezzi per sposarsi o a sposarla (34). Insomma, ogni suo sforzo cosciente non poteva che essere in favore di quello che Lady Lovelace ebbe a definire "il nostro glorioso Impero" ..."il cui prezzo", aggiunge, "viene pagato principalmente dalle donne". E chi può smentirla, o dubitare che fosse un prezzo molto alto? Ma ancora più decisamente in favore della guerra era forse la sua influenza inconscia. Come possiamo spiegare altrimenti l'assurda agitazione dell'agosto del 1914, quando si videro le figlie degli uomini colti che avevano ricevuto questo tipo di educazione precipitarsi negli ospedali, alcune accompagnate dalla cameriera, guidare autocarri, lavorare nei campi e nelle fabbriche di munizioni, e usare le loro inesauribili riserve di fascino e di simpatia per convincere i giovani che combattere era eroico, e che i feriti sul campo di battaglia erano degni di tutte le loro cure e di tutto il loro encomio? La spiegazione va cercata, ancora una volta, in quel tipo di educazione. Così profondo era il disgusto della figlia

Page 27: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

dell'uomo colto per la casa paterna, con la sua crudeltà, la sua grettezza, la sua ipocrisia, la sua immoralità, la sua vacuità, che era disposta a intraprendere qualunque lavoro, per servile che fosse, a esercitare qualunque fascino, per fatale che fosse, pur di sfuggirvi. Perciò consciamente voleva "il nostro glorioso Impero"; perciò inconsciamente voleva la nostra gloriosa guerra. Dunque, Signore, se vuole che La aiutiamo a prevenire la guerra, la conclusione è una sola; dobbiamo dare un contributo per la ricostruzione del college che, con tutte le sue carenze, costituisce l'unica alternativa alla casa paterna. Non ci resta che sperare che col tempo quell'educazione cambierà. Quella ghinea va data per prima, prima di darne una a Lei per la Sua associazione. Ma è un contributo per il medesimo fine, la prevenzione della guerra. Le ghinee sono rare, sono preziose; ma ne invieremo una, senza porre condizioni, alla signora tesoriere onorario del fondo per la ricostruzione del college per le figlie degli uomini colti, perché sappiamo, così facendo, di dare un contributo concreto alla prevenzione della guerra. LE TRE GHINEE. DUE. Ora che abbiamo dato una ghinea per la ricostruzione di un college, dobbiamo riflettere se non vi sia altro che possiamo fare per aiutarvi a prevenire la guerra. E subito appare evidente che è alle libere professioni, se è vero quanto si è detto circa la nostra influenza, che dobbiamo guardare; infatti, se riuscissimo a persuadere le donne che sono in grado di guadagnarsi da vivere e pertanto hanno di fatto in mano questa nuova arma, la nostra unica arma, l'arma dell'indipendenza di pensiero frutto dell'indipendenza economica, se riuscissimo a persuaderle a usare quell'arma contro la guerra, vi saremmo più utili che non chiedendo aiuto alle donne che devono insegnare a guadagnarsi da vivere alle giovani, o aggirandoci all'infinito attorno ai luoghi proibiti e ai sacri cancelli delle università dove questo appunto si insegna. Ci consenta dunque di sottoporre la Sua lettera, in cui ci chiede di aiutarla a prevenire la guerra, a chi possiede indipendenza e maturità, alle donne che si guadagnano da vivere con le libere professioni. Non ci sarà bisogno di retorica né, si deve presumere, di argomentazioni. "Ecco qui un uomo", basterà dire, "che tutte abbiamo ragione di rispettare, che ci dice che la guerra è vicina; forse imminente; che ci chiede, a noi che ci guadagnamo da vivere, di fare il possibile per aiutarlo a prevenire la guerra". Basterà questo, ne siamo certi, per provocare una risposta, e una risposta che Le fornirà, Signore, l'aiuto di cui ha bisogno. Non sarà neppure necessario mostrare le fotografie che intanto si ammucchiano sulla scrivania, fotografie di nuovi cadaveri, di nuove macerie. Ma... si avverte una leggera esitazione, un dubbio forse: non già il dubbio che la guerra non sia orribile, bestiale, insopportabile, disumana, come

Page 28: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

scrisse Wilfred Owen, né che non desideriamo di fare tutto il possibile per aiutarvi a prevenirla. No, però il dubbio e l'esitazione ci sono; e il modo migliore per spiegarli è di mostrarLe una lettera, autentica come la Sua, che per caso si trova accanto alla Sua qui sul mio tavolo (1). Ce l'ha inviata una signora, lei pure tesoriere onorario, e contiene essa pure una richiesta di denaro. "Vuole essere così gentile", ci scrive, "da mandare un contributo (a una associazione che aiuta la figlie degli uomini colti a trovare lavoro nelle libere professioni) per aiutarci a guadagnarci da vivere? In mancanza di denaro", continua la lettera, "accettiamo qualunque cosa - libri, frutta, abiti smessi - che possa essere venduta in una pesca di beneficenza". Ebbene, questa lettera ha talmente a che fare con i dubbi e l'esitazione di cui dicevamo prima, e anche con il tipo di aiuto da darvi, che non sembra possibile inviare una ghinea a quella signora, e neppure inviarne una a Lei, prima di aver preso in esame gli interrogativi che essa solleva. Il primo interrogativo, com'è ovvio, è il seguente: Perché chiede quattrini? Perché è così povera, questa rappresentante delle donne libere professioniste, da essere costretta a mendicare abiti smessi per una vendita di beneficenza? Questo è il primo punto da chiarire, perché, se quella signora è così povera come sembra indicare la sua lettera, allora l'arma dell'indipendenza di pensiero su cui contavamo per aiutarvi a prevenire la guerra è a dir poco non molto potente. D'altra parte la povertà ha i suoi vantaggi, perché se quella signora è povera, allora possiamo contrattare, come già abbiamo fatto con la sua sorella di Cambridge; possiamo esercitare il diritto di tutti i potenziali donatori di imporre delle condizioni. Ma prima di darle una ghinea o di definire le nostre condizioni, chiediamole di spiegarci la sua situazione finanziaria e taluni altri fatti. Ecco un abbozzo della nostra lettera: "Gentile Signora, voglia scusare il ritardo con cui rispondiamo alla Sua lettera. Il fatto è che sono sorti dei dubbi sui quali desideriamo ricevere chiarimenti prima di inviarLe la nostra ghinea. Innanzitutto, Lei chiede dei quattrini, i quattrini per pagare l'affitto del Suo ufficio. Ma come può essere, com'è possibile, Gentile Signora, che Lei sia così incredibilmente povera? Sono quasi vent'anni che le libere professioni sono aperte alle figlie degli uomini colti. Come può essere che Lei, la loro rappresentante, se ne stia lì con il cappello in mano, come Sua sorella a Cambridge, a chieder quattrini o, in mancanza di questi, frutta, libri, abiti smessi da vendere in una pesca di beneficenza? Come può essere, ripetiamo. Sicuramente deve esserci qualche gravissima carenza, vuoi di semplice umanità, o di semplice giustizia, o di semplice buon senso. O non sarà per caso che Lei fa la faccia triste e racconta bugie, come la mendicante all'angolo della via che tiene al sicuro sotto il materasso una calza piena di ghinee? Comunque sia, questo continuo chieder quattrini e accusare povertà La espone a gravi critiche, non solo da parte di profani indolenti per i quali il doversi occupare di problemi pratici è quasi altrettanto irritante che firmare assegni, ma anche da parte degli uomini colti. Lei si sta attirando il biasimo e il disprezzo di uomini di chiara fama come filosofi e romanzieri, di uomini come il signor Joad e il signor Wells. Essi non solo non credono alla Sua povertà, La accusano anzi di apatia e indifferenza. Mi consenta di

Page 29: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

sottoporre alla Sua attenzione le imputazioni che Le muovono questi signori. Stia a sentire innanzitutto quello che ha da dirLe C.E.M. Joad: "Credo che mai, negli ultimi cinquant'anni, le giovani abbiamo mostrato tanta apatia riguardo ai problemi politici e tanta indifferenza di fronte alle questioni sociali come accade oggi". Questo è l'inizio. Quindi il signor Joad continua dicendo, molto giustamente, che non sta a lui dirvi quello che dovreste fare; ma poi aggiunge, molto gentilmente, che vi porterà un esempio di quello che potreste fare. Potreste imitare le vostre sorelle d'America. Fondare "un'associazione per propagandare la pace". E porta un esempio. La loro associazione ha reso noto, "non so con quanta parte di verità, che il numero di sterline spese nel mondo per gli armamenti è uguale al numero di minuti (o erano secondi?) trascorsi dalla morte di Cristo, che predicava che la guerra è contraria allo spirito del cristianesimo...." Orbene, perché non seguite anche voi il loro esempio fondando un'associazione analoga in Inghilterra? Richiederebbe quattrini, è vero; ma - e questo è il punto che desideriamo particolarmente sottolineare - non c'è dubbio che i quattrini li avete. La prova ce la fornisce il signor Joad. "Prima della guerra nelle casse della W.S.P.U. (*1) è stato versato denaro a fiumi per fare ottenere il voto alle donne affinché potessero por fine per sempre alle guerre. Il voto l'avete ottenuto", continua il signor Joad, "ma le guerre esistono ancora". E' vero, lo posso confermare personalmente, prova ne siano la lettera di questo signore che ci chiede di aiutarlo a prevenire la guerra, e certe fotografie che mostrano cadaveri e macerie... ma lasciamo continuare il signor Joad. "E' così irragionevole", prosegue, "chiedere alle donne di oggi di essere disposte a sacrificare tempo e denaro, a subire offese e insulti per la causa della pace, come fecero le loro madri per la causa dell'uguaglianza?" Ancora una volta non posso che far eco alle parole del signor Joad: è così irragionevole chiedere alle donne di continuare, di generazione in generazione, a subire offese e insulti, prima da parte dei loro fratelli e ora in favore dei loro fratelli? Non è forse questa una pretesa ragionevole, ottima, inoltre, per il loro benessere fisico, morale e spirituale? Ma non interrompiamo il signor Joad. "Se è irragionevole, allora prima la smettono di far finta di trastullarsi con gli affari pubblici e ritornano alla vita domestica, meglio è. Se non sono capaci di combinare nulla alla Camera dei Comuni, che cerchino almeno di combinare qualcosa a casa loro. Se non sono capaci di salvare gli uomini dalla distruzione sicura che l'incurabile perversità maschile farà abbattere su di essi, che almeno imparino a nutrirli prima che si autodistruggano" (2). Non perdiamo tempo a domandarci in che modo, sia pure con il voto, le donne potrebbero curare un male che, a detta dello stesso signor Joad, è incurabile, perché il punto è un altro; il punto è come può Lei, di fronte a una dichiarazione del genere, avere l'impudenza di chiedermi una ghinea per pagare l'affitto? Secondo il signor Joad, Lei non solo è eccezionalmente ricca; è anche eccezionalmente pigra e se ne sta tutto il giorno a sgranocchiare noccioline e a mangiare gelati; tanto che non è neppure capace di cucinargli un pranzo prima che si autodistrugga, e tanto meno di impedire il gesto fatale. Ma ci sono imputazioni ancora più gravi. La Sua apatia è tale che non è disposta a lottare neppure in difesa della libertà che Sua madre ha conquistato per Lei. Questa accusa Gliela muove il più famoso dei romanzieri

Page 30: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

inglesi viventi, H. G. Wells. Il quale afferma: "Non si è assistito al formarsi di alcun movimento femminile degno di nota diretto a contrastare il virtuale annullamento della libertà delle donne da parte del fascismo e del nazismo" (3). Ricca, pigra, golosa e apatica qual è, come può avere l'impudenza di chiedermi di dare un contributo a un'associazione che aiuta le figlie degli uomini colti a guadagnarsi da vivere con le libere professioni? Infatti, come dimostrano questi signori, nonostante il voto e la ricchezza che il voto avrà certamente portato con sé, Lei non ha posto fine alle guerre; nonostante il voto e il potere che esso avrà certamente portato con sé, Lei non ha contrastato il virtuale annullamento della Sua libertà, da parte del fascismo e del nazismo. Cos'altro possiamo concludere se non che il cosiddetto "movimento femminile" nella sua totalità si è dimostrato un fallimento? La ghinea che Le allego deve essere destinata pertanto non già a pagare l'affitto, ma a dar fuoco all'intero edificio. E, fatto questo, Gentile Signora, si ritiri di nuovo in cucina, e impari, se Le riesce, a cucinare un pranzo da cui Lei sarà probabilmente esclusa..." (4). A questo punto la lettera si è interrotta; infatti, sul viso che ci stava davanti - il viso che chi scrive una lettera vede sempre dinnanzi a sé - si era dipinta, così ci pareva, un'espressione di noia, o era forse stanchezza? Lo sguardo della signora tesoriere onorario dell'associazione era fisso su un pezzetto di carta, sul quale erano riportati due banalissimi fatti che, giacché riguardano il problema in discussione - in che modo le figlie di uomini colti che si guadagnano da vivere con le libere professioni possono prevenire la guerra - vale la pena di trascrivere. Primo fatto: le entrate della W.S.P.U., sulle quali il signor Joad ha basato le sue illazioni circa la ricchezza delle donne, ammontarono (nell'anno 1912, l'anno di massima attività) a œ 42.000 (5). Il secondo fatto è il seguente: "Guadagnare œ 250 all'anno è un'impresa notevole anche per una donna altamente qualificata, con anni di esperienza alle spalle" (6). La data di questa affermazione è il 1934. Entrambi i fatti sono interessanti; e giacché entrambi riguardano direttamente il problema che ci interessa, proviamo a analizzarli più da vicino. Il primo fatto, dunque: è molto interessante perché dimostra come uno dei più grandi mutamenti politici dei nostri tempi sia stato conseguito con la somma incredibilmente minuscola di œ 42.000 all'anno. "Incredibilmente minuscola" è, s'intende, un'espressione relativa; vale a dire che è incredibilmente minuscola a paragone con le cifre che il Partito Conservatore o il Partito Liberale - i partiti a cui appartenevano i fratelli della donna colta - avevano a disposizione per le proprie cause. E' inoltre considerevolmente inferiore alla somma che ha a disposizione il Partito Laburista - il partito a cui appartengono i fratelli della donna proletaria (7). E' incredibilmente minuscola a paragone delle somme che un'associazione come quella per l'Abolizione della Schiavitù, per esempio, ebbe a disposizione per abolire quella schiavitù. Ed è incredibilmente minuscola a paragone delle cifre che l'uomo colto spende annualmente non per cause politiche, bensì per gli sport e i divertimenti. Ma la nostra meraviglia, vuoi per la povertà delle figlie degli uomini colti, vuoi per la loro parsimonia, è una sensazione decisamente scomoda in questo caso, perché ci obbliga a sospettare che la signora tesoriere onorario stia dicendo la pura

Page 31: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

verità: è povera; e perché ci obbliga a porci una volta di più la domanda in che modo, se œ 42.000 sono tutto quello che le figlie degli uomini colti riuscirono a racimolare, dopo anni di lavoro indefesso, per la loro causa, in che modo possono aiutare voi a vincere la vostra? Quanta pace riusciranno a comperare œ 42.000 all'anno, oggi che se ne spendono trecento milioni per gli armamenti? Ma il secondo fatto è dei due il più sorprendente e il più deprimente, il fatto che oggi, quasi vent'anni dopo che le donne sono state ammesse alle professioni redditizie "guadagnare œ 250 all'anno è un'impresa notevole anche per una donna altamente qualificata e con anni di esperienza alle spalle". Questo fatto, se è vero, è talmente sorprendente e riguarda così da vicino il nostro problema che dobbiamo assolutamente soffermarci un attimo a esaminarlo. E' così importante che va esaminato, inoltre, alla luce neutra dei fatti, e non alla luce colorata delle biografie. Conviene dunque fare ricorso a qualche autorità impersonale e imparziale, che si erga al di sopra di tutte le fazioni, come l'Obelisco di Cleopatra; l'Almanacco di Whitaker, per esempio. Whitaker, è inutile dirlo, è non soltanto uno degli autori più imparziali, è anche uno dei più sistematici. Ha raccolto nel suo Almanacco tutti i fatti riguardanti tutte, o quasi tutte, le professioni che sono state aperte alle figlie degli uomini colti. Nella sezione intitolata "Pubblico impiego e carriere statali" ci fornisce senza commenti l'elenco dei funzionari dello Stato e le cifre che lo Stato paga ai suoi funzionari. Il sistema adottato nell'Almanacco è quello alfabetico; seguiamo anche noi Whitaker e prendiamo in esame le prime sei lettere dell'alfabeto. Sotto la A troviamo Admiralty (Ammiragliato), Air Ministry (Ministero dell'aeronautica), e Ministry of Agriculture (Ministero dell'agricoltura). Sotto la B troviamo British Broadcasting Corporation (Radiotelevisione); sotto la C il Colonial Office (Ufficio per le colonie) e Charity Commissioners (Commissione per l'Assistenza); sotto la D, Dominion Office (Ufficio per i Dominions) e Development Commission (Commissione per lo sviluppo); sotto la E abbiamo Ecclesiastical Commissioners (Commissione per la Chiesa) e Board of Education (Commissione istruzione e cultura); si arriva così alla lettera F sotto la quale troviamo Ministry of Fisheries (Ministero della Pesca), Foreign Office (Ministero degli esteri), Friendly Societies (Società di mutuo soccorso) e Fine Arts (Sovrintendenza alle belle arti). Queste sono alcune delle professioni che oggi, come ci viene ripetuto sovente, sono aperte a uomini e donne alla pari. E gli stipendi di coloro che vi lavorano vengono pagati con il denaro pubblico, fornito da entrambi i sessi, alla pari. E la tassa sul reddito con cui vengono pagati (tra le altre cose) quegli stipendi è oggi in ragione di 5 scellini per ogni sterlina. Siamo dunque tutti direttamente interessati a sapere come viene speso quel denaro, e per chi. Consultiamo l'elenco delle retribuzioni per l'istruzione e la cultura, giacché quella è la classe a cui sia Lei che io, pur in grado molto diverso, abbiamo l'onore di appartenere. Il Presidente della Commissione, ci informa Whitaker, guadagna œ 2.000; il suo Primo segretario personale guadagna da œ 847 a œ 1.058; il Segretario personale aggiunto da œ 277 a œ 634. C'è poi il Segretario permanente della Commissione, che guadagna œ 3.000; il suo Segretario personale guadagna da œ 277 a œ 634. Il Segretario parlamentare riceve œ 1.200;

Page 32: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

il suo Segretario personale da œ 277 a œ 634. Il Sottosegretario guadagna œ 2.200. Il Segretario permanente per il Galles guadagna œ 1.650. Ci sono poi Primi segretari aggiunti e Segretari aggiunti; ci sono Direttori di Divisione, Ragionieri di Stato, Capi Ufficio amministrativo, Consulenti legali, Consulenti legali aggiunti: tutti questi signori e signore, ci riferisce l'impeccabile e imparziale Whitaker, hanno un reddito con tre zeri o più. Bisogna ammettere che un reddito intorno o oltre le mille sterline è una bella somma quando la si riceve tutti gli anni e la si riceve puntualmente; se però teniamo presente che si tratta di un lavoro a pieno tempo e di un lavoro qualificato, non invidieremo a questi signori e signore il loro stipendio, anche se per ogni sterlina che guadagnamo dobbiamo pagare cinque scellini di tasse, e anche se le nostre entrate non ci arrivano tutti gli anni e non ci arrivano sempre puntualmente. Uomini e donne che passano tutto il giorno in ufficio, tutti i giorni della loro vita, dall'età di 23 all'età di 60, il loro pane se lo guadagnano. Solo che, la riflessione è inevitabile, se quelle signore guadagnano œ 1.000, œ 2.000, œ 3.000 all'anno, non solo nella Commissione per l'istruzione e la cultura ma in tutte le altre commissioni, in tutti gli altri uffici, dallo Ammiragliato all'inizio dell'alfabeto, fino al Ministero del Tesoro alla fine, l'affermazione "guadagnare œ 250 è una impresa anche per una donna altamente qualificata e con anni di esperienza alle spalle" deve essere, per dirla schietta, una bugia bella e buona. Basta percorrere Whitehall (*2) basta pensare a quante Commissioni, Divisioni e uffici hanno sede in quei palazzi; basta riflettere che ciascuno di essi è servito e diretto da uno stuolo di segretari e sottosegretari, così numerosi e così finemente differenziati che i loro nomi da soli ci fanno girare la testa; basta ricordare che ciascuno o ciascuna ha il suo adeguato stipendio, per farci esclamare che quell'affermazione è inverosimile, inesplicabile. Come ce la possiamo spiegare? Inforcando un paio di occhiali più potenti. Leggiamo tutta la lista, più giù, più giù, più giù ancora. Alla fine arriviamo a un nome preceduto dall'appellativo "Signorina". Possibile che tutti i nomi prima del suo, tutti i nomi accompagnati dagli stipendi alti, siano nomi di uomini? Parrebbe di sì . Dunque non sono gli stipendi che mancano; mancano le figlie degli uomini colti. Tre ottime ragioni di questa assenza o disparità le si possono trovare in superficie. Il dott. Robson ci fornisce la prima: "La classe della burocrazia statale, che occupa tutte le posizioni chiave nella pubblica amministrazione, è formata nella quasi totalità dei pochi eletti che riescono a entrare a Oxford e a Cambridge; e l'esame di ammissione a quelle università è sempre stato strutturato espressamente per quello scopo" (8). Le poche elette nella nostra classe, la classe delle figlie degli uomini colti sono molto poche, pochissime. Oxford e Cambridge, come si è visto, limitano rigidamente il numero di figlie di uomini colti che hanno diritto a ricevere un'istruzione universitaria. In secondo luogo sono molto più numerose le figlie che rimangono in casa a accudire alle vecchie madri che non i figli che rimangono in casa a accudire ai vecchi padri. La famiglia patriarcale, non dimentichiamolo, e un'azienda ancora fiorente. Perciò agli esami per le Pubbliche carriere si presentano meno figlie che figli. In terzo luogo, è ragionevole supporre che sessant'anni di abitudine agli esami non siano altrettanto efficaci quanto cinquecento anni. L'esame di ammissione alle Pubbliche carriere è piuttosto duro;

Page 33: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

è logico che siano più numerosi i figli che lo superano che non le figlie. Rimane nondimeno da spiegare il fatto curioso che, benché un certo numero di figlie affrontino e superino quell'esame, i candidati il cui nome è preceduto da un "signorina" non entrano nell'area delle cifre con tre zeri. Quella qualifica sessuale sembra stranamente possedere, a quel che si legge nel Whitaker, un che di plumbeo, per cui i nomi a cui è conferita tendono a roteare sempre nelle sfere inferiori. E' chiaro che la ragione di questo strano fatto non deve stare in superficie, bensì in profondità. Può darsi che le figlie siano, per dirla senza mezzi termini, costituzionalmente carenti; che si siano dimostrate indegne di fiducia; che abbiano un rendimento insoddisfacente; che difettino a tal punto delle capacità necessarie che è nell'interesse di tutti mantenerle sui gradini più bassi dove, se pure sono pagate meno, hanno meno occasione di ostacolare la transazione dei pubblici affari. Questa sarebbe una soluzione semplice e plausibile, ma purtroppo ci è negata. E ci è negata dal Primo Ministro in persona. Le donne impiegate nella Pubblica amministrazione non sono indegne di fiducia, ci ha spiegato l'altro giorno il signor Baldwin (*3): "Molte di esse", ha detto, "hanno la possibilità durante lo svolgimento del loro quotidiano lavoro di entrare in possesso di informazioni segrete. Le informazioni segrete hanno una spiccata tendenza a trapelare, come sappiamo a nostre spese noi politici. Ebbene, non sono mai venuto a conoscenza di un solo caso di simili fughe di notizie dovuto a una donna mentre so di casi del genere da parte di uomini da cui ci si sarebbe aspettato maggiore discernimento". Allora le donne non sono chiacchierone e pettegole come le dipinge la tradizione? Ecco un utile contributo, a suo modo, alla psicologia e un buon suggerimento per gli scrittori di romanzi; tuttavia possono esservi altre ragioni che sconsigliano il loro impiego nella pubblica amministrazione. Forse dal punto di vista intellettuale sono meno capaci dei loro fratelli. Ma anche su questo punto il Primo Ministro si rifiuta di venirci incontro. "Non poteva affermare che si fosse giunti - ammesso che fosse necessario - a una risposta conclusiva circa il problema se le donne valessero quanto o più degli uomini, ma a suo parere le donne avevano prestato servizio nella pubblica amministrazione con piena soddisfazione propria e di chiunque aveva avuto contatti con loro". Per finire, quasi a integrare quella dichiarazione necessariamente generica con un'opinione personale che poteva essere più decisamente positiva, il Primo Ministro aggiunse: "Desidero esprimere il mio personale elogio per lo zelo, la competenza, l'abilità e la lealtà delle donne con cui ho avuto a che fare nella pubblica amministrazione". Espresse quindi la speranza che gli uomini d'affari volessero in futuro utilizzare in misura maggiore quelle preziosissime qualità (9). Ora, se c'è qualcuno che ha la possibilità di conoscere i fatti, questi è il Primo Ministro; e se c'è qualcuno che ha la facoltà di dire come stanno le cose, questi è sempre il Primo Ministro. E tuttavia il signor Baldwin dice una cosa; il signor Whitaker ne dice un'altra. Se il signor Baldwin è ben informato, altrettanto si può dire del signor Whitaker. Eppure si contraddicono l'un l'altro. Si accende la disputa; il signor Baldwin dice che le donne sono funzionarie di prima classe; il signor Whitaker che sono funzionarie di terza classe. Baldwin contro Whitaker, insomma, e siccome si tratta

Page 34: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

di una causa molto importante, perché da essa dipende la risposta a tanti interrogativi che ci lasciano perplesse, non solo circa la povertà delle figlie degli uomini colti ma anche circa la psicologia dei figli degli uomini colti, proviamoci a discuterla. Lei, Signore, è particolarmente qualificato a giudicare il caso; come avvocato Lei ha conoscenza diretta di una professione, e come uomo colto ha conoscenza indiretta di molte altre. E le sorelle di Mary Kingsley, se è vero che non hanno esperienza diretta di alcuna professione, pure, attraverso padri e zii, attraverso cugini e fratelli, possono vantare una certa conoscenza indiretta della vita professionale - è una fotografia che hanno avuto sovente sotto gli occhi - e se posseggono un minimo d'intelligenza, possono allargare le loro conoscenze sbirciando dalle porte prendendo appunti, interrogando con discrezione. Se per discutere l'importante causa Baldwin contro Whitaker sommiamo insieme tutte le nostre conoscenze, di prima e seconda mano, dirette e indirette, sulle libere professioni, saremo d'accordo fin dal principio nel dire che esse sono una una cosa alquanto misteriosa. Per esempio non è detto che gli intelligenti arrivino in alto e gli stupidi rimangano in basso. Ascesa e caduta non costituiscono affatto un processo razionale, prevedibile e lineare, su questo anche Lei sarà d'accordo. Dopotutto, come entrambi sappiamo, i Giudici sono padri, e i Segretari permanenti hanno figli. I Giudici hanno bisogno di consiglieri e i Segretari permanenti di segretari personali. Nulla di più naturale che un nipote diventi consigliere o che il figlio di un vecchio compagno di scuola diventi segretario personale. Sono gratifiche che spettano per consuetudine al funzionario pubblico, né più né meno del sigaro di tanto in tanto o del vestito smesso che si regalano al maggiordomo. Ma l'attribuzione di tali gratifiche, l'esercizio di tale influenza rendono misteriose le libere professioni. Il successo è più facile per alcuni, più difficile per altri, anche a parità di valore intellettuale, sicché alcuni si elevano inaspettatamente, altri inaspettatamente precipitano; altri ancora rimangono inspiegabilmente stazionari, con il risultato che le professioni hanno un che di misterioso. Spesso, bisogna ammetterlo, questo è un bene per la nazione. Dal momento che nessuno, a cominciare dal Rettore di Trinity (fatta eccezione, forse, per alcune direttrici di colleges femminili), crede all'infallibilità delle commissioni di esame, una certa misura di elasticità è un bene per la nazione; dal momento che l'impersonale è fallibile, è bene che venga integrato dal personale. Fortunatamente per tutti noi, quindi, anche le commissioni hanno un cuore, e le divisioni dei ministeri non sono sempre corazzate. Trasmettono simpatie umane e riflettono umane antipatie, sicché le imperfezioni del sistema degli esami vengono corrette; l'interesse pubblico viene servito; e i legami di sangue e di amicizia ottengono il giusto riconoscimento. Può darsi benissimo che la parola "signorina" trasmetta alla commissione o alla divisione vibrazioni che nell'aula d'esame non vengono registrate. La parola "signorina" trasmette una vibrazione sessuale; e può darsi che il sesso porti con sé un aroma speciale. La parola "signorina" suggerisce forse un fruscio di sottovesti, lascia una scia di profumo, o emana qualche altro effluvio percettibile alle narici al di là della parete divisoria e ad esse odioso. Ciò che delizia e consola tra le pareti domestiche può darsi che distragga o esasperi in un ufficio pubblico. La Commissione episcopale ci assicura che così accade sul pulpito

Page 35: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

(10). Potrebbe darsi che Whitehall sia altrettanto sensibile. E comunque, essendo una donna, la Signorina non ha studiato a Eton o a Christ Church. Essendo una donna, la Signorina non è un figlio o un nipote. Qui ci avventuriamo tra gli imponderabili. Attenzione, dobbiamo camminare in punta di piedi. Vogliamo scoprire, non dimentichiamolo, che odore emana il sesso in un ufficio pubblico; non di fatti si tratta, ma di effluvi appena percettibili. Converrà dunque non affidarci al fiuto del nostro naso, ma chiamare testimoni dal di fuori. Rivolgiamoci alla stampa per vedere se tra le opinioni ventilate riusciamo a scoprire qualche accenno che ci possa orientare nel tentativo di risolvere il delicato e difficile problema dell'aroma, della atmosfera che circonda la parola "signorina" a Whitehall. Consultiamo i giornali. Dunque: A mio avviso il lettore... riassume correttamente la discussione quando osserva che la donna gode di troppa libertà. Probabilmente questa cosiddetta libertà le è stata concessa in seguito alla guerra, quando le donne si assunsero responsabilità fino a quel momento loro ignote. E fecero un ottimo lavoro in quell'occasione. Purtroppo però vennero lodate e coccolate in misura del tutto sproporzionata alle loro prestazioni (11). Non c'è male come inizio. Ma proseguiamo: Sono dell'idea che gran parte del disagio che si avverte in questo settore della comunità (quello impiegatizio) verrebbe alleviato applicando la politica di assumere uomini invece di donne ovunque possibile. Negli uffici governativi, alle Poste, nelle compagnie di assicurazione, nelle banche e in altri uffici sono occupate oggi migliaia di donne che svolgono il lavoro che potrebbero fare gli uomini. Al tempo stesso ci sono migliaia di uomini qualificati, giovani e di mezza età, che non trovano lavoro. Nelle arti domestiche, d'altro canto, vi è forte richiesta di mano d'opera femminile; nel processo di ristrutturazione il grande numero di donne passate al settore impiegatizio sarebbe quindi disponibile come mano d'opera domestica (12). L'aroma si fa più acuto, lo ammetterete. E ancora: Sono sicuro di esprimere l'opinione di migliaia di giovani dicendo che se fossero gli uomini a occupare i posti occupati oggi da migliaia di giovani donne, essi sarebbero in grado di mantenere in modo onorevole quelle stesse donne. Il posto della donna è in casa, mentre oggi essa obbliga l'uomo all'ozio forzato. Sarebbe ora che il Governo facesse pressioni sui datori di lavoro perché assumessero più uomini, dando a questi la possibilità di sposare le donne che ora non sono in grado di avvicinare (13). Finalmente! Non ci possono essere più dubbi su quell'odore ora. Ecco svelato l'arcano; ed è di genere maschile. In base alle testimonianze rese dai tre brani citati, vorrà ammettere che esistono buoni motivi per ritenere che la parola "signorina", per delizioso che sia il suo profumo tra le pareti domestiche, a Whitehall emana un particolare

Page 36: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

odore che riesce sgradito alle narici di là dalla parete divisoria; e che se un nome è preceduto dalla parola "signorina", con ogni probabilità, a causa dell'odore che essa emana, continuerà a aggirarsi nelle sfere inferiori, dove gli stipendi sono più bassi, invece di ascendere alle sfere superiori dove gli stipendi sono alti. Quanto al prefisso "signora", è una parola infetta, una parolaccia. Meno se ne parla meglio è. Emana una puzza, sa talmente di rancido alle narici di Whitehall, che Whitehall la esclude nel modo più assoluto. A Whitehall come in paradiso non si sposa né si dà in sposa. L'odore dunque - o la vogliamo chiamare "atmosfera"? - è un elemento importantissimo della vita professionale, anche se, al pari di altri importanti elementi, è impalpabile. Può sfuggire al fiuto degli esaminatori nell'aula degli esami, e tuttavia penetrare in Commissioni e Divisioni e fare effetto su chi vi lavora. La sua pertinenza alla causa che siamo chiamati a giudicare è innegabile. Perché ci permette di stabilire che nella causa Baldwin contro Whitaker sia il Primo Ministro sia l'Almanacco dicono il vero. E' vero che le donne che lavorano nella pubblica amministrazione meritano di essere pagate tanto quanto gli uomini; ma è anche vero che non vengono pagate altrettanto. La disparità è dovuta all'atmosfera. L'atmosfera evidentemente è qualcosa di molto potente. Non solo ha la facoltà di cambiare forma e dimensioni alle cose; influisce anche su sostanze solide come gli stipendi, che si sarebbero creduti insensibili alle atmosfere. Sulla atmosfera si potrebbe scrivere un poema epico, o un romanzo in dieci o quindici volumi. Ma dal momento che questa è una semplice lettera, e che Lei è tanto occupato, limitiamoci alla semplice constatazione che l'atmosfera è uno dei nemici più potenti, in parte perché è così impalpabile, contro i quali le figlie degli uomini colti devono combattere. Se la nostra affermazione le sembra esagerata, prenda in esame ancora una volta i campioni di atmosfera contenuti in quelle tre citazioni. Vi troverà non solo la ragione per cui gli stipendi delle donne sono tuttora così bassi, ma anche qualcosa di ben più pericoloso, qualcosa che, se si diffondesse, potrebbe infettare allo stesso modo entrambi i sessi. Là dentro, in quelle citazioni, troviamo in embrione l'insetto che riconosciamo sotto altri nomi in altri paesi. Là sta racchiuso allo stato embrionale l'essere che, quando è italiano o tedesco, chiamiamo Dittatore, un essere che è convinto di avere il diritto, se derivato da Dio, dalla Natura, dal sesso o dalla razza non ha la minima importanza, di imporre a altri esseri umani come devono vivere, quello che devono fare. Rileggiamo uno dei passi citati. "Il posto della donna è in casa, mentre oggi essa obbliga l'uomo all'ozio forzato. Sarebbe ora che il Governo facesse pressioni sui datori di lavoro perché assumessero più uomini, dando a questi la possibilità di sposare le donne che ora non sono in grado di avvicinare". E, subito dopo, leggiamo quest'altro brano: "Esistono due mondi nella vita di una nazione, il mondo degli uomini e il mondo delle donne. E' stata saggia la Natura a affidare la protezione della famiglia e della nazione all'uomo. Il mondo della donna è la famiglia, il marito, i figli, la casa". L'uno è scritto in inglese, l'altro in tedesco. Ma che differenza c'è? Non dicono la stessa cosa? Non sono, l'uno e l'altro, le voci di due dittatori, anche se l'uno parla la lingua inglese e l'altro la tedesca, e non ci troviamo tutti d'accordo nel ritenere che i Dittatori, quando li si incontrano all'estero, sono

Page 37: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

animali pericolosissimi, oltre che molto brutti? Eccone qui uno, in mezzo a noi, che alza la testa ripugnante a sputar veleno; è ancora piccolo, arrotolato su se stesso come un bruco su una foglia, ma è qui, nel cuore dell'Inghilterra. Non è forse da questo embrione che, per citare di nuovo H. G. Wells, nascerà "il virtuale annullamento della (nostra) libertà da parte del fascismo e del nazismo"? E, dunque, la donna che deve respirare quel veleno e combattere quel verme silenziosamente e senza armi, nel chiuso di un ufficio, non combatte forse contro il fascismo e il nazismo esattamente come chi lo combatte con le armi in pugno, con tanta fanfara e sotto gli occhi di tutti? Non è forse quella della donna una lotta che consuma tutte le sue forze e esaurisce il suo spirito? Non sarebbe giusto aiutarla a schiacciare quel verme qui nel nostro paese, prima di chiederle di aiutarci a schiacciarlo all'estero? E che diritto abbiamo noi, Signore, di predicare a altri paesi i nostri ideali di libertà e di giustizia, quando ogni giorno della settimana dai nostri giornali più influenti sbucano fuori insetti come questo? A questo punto Lei, molto giustamente, porrà un freno a questa che dà tutti i segni di volersi trasformare in una perorazione retorica facendo notare che le opinioni espresse in quelle lettere, anche se non concordano del tutto con la nostra immagine nazionale, nondimeno sono l'espressione di una paura e di una gelosia che meritano la nostra comprensione prima che la nostra condanna. E' vero, osserverà, che questi signori sembrano preoccuparsi un pochino troppo del loro stipendio e della loro sicurezza, ma questo è comprensibile, date le tradizioni del loro sesso, e non è incompatibile con un sincero amore per la libertà e un odio sincero per la dittatura. Questi signori, infatti, sono, o desiderano diventare, mariti e padri, e in tal caso il mantenimento della famiglia dipenderà da loro. In altre parole, Signore, Lei sta dicendo che il mondo qual è oggi è diviso in due funzioni, l'una pubblica e l'altra privata. Da un lato c'è il mondo dove i figli degli uomini colti lavorano come funzionari statali, come giudici, come soldati e vengono retribuiti per il lavoro che svolgono; dall'altro il mondo dove le figlie degli uomini colti lavorano come mogli, madri, figlie ma... vengono retribuite per il lavoro che svolgono? Il lavoro di una madre, di una moglie, di una figlia, non ha dunque alcun valore in moneta sonante per la nazione? Questo fatto, se fosse vero, sarebbe così sorprendente che dobbiamo accertarcene subito ricorrendo una volta di più all'impeccabile Whitaker. Sfogliamo dunque le sue pagine. Possiamo sfogliarle una volta, due, tre. Sembra incredibile, e tuttavia non lo si può negare. Tra tutte quelle funzioni non esiste la funzione di madre; tra tutti quegli stipendi non esiste lo stipendio delle madri. Il lavoro di un vescovo vale œ 15.000 all'anno per lo Stato; il lavoro di un giudice vale œ 5.000 all'anno; il lavoro di un segretario permanente œ 3.000; il lavoro di un capitano dell'esercito o della marina, di un sergente dei dragoni, di un poliziotto, di un postino... il lavoro di tutte queste persone vale abbastanza da imporre tasse per pagarlo, ma mogli madri e figlie che lavorano tutto il giorno tutti i giorni, senza il cui lavoro lo Stato cadrebbe a pezzi, senza il cui lavoro i Suoi figli, Signore, cesserebbero di esistere, non ricevono un quattrino. Sarà vero? O abbiamo colto in fallo l'infallibile Whitaker? Ah, esclamerà Lei, qui c'è un equivoco. Marito e moglie non soltanto sono una carne sola; sono anche una borsa sola. Lo stipendio della

Page 38: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

moglie è metà dei guadagni del marito. L'uomo viene pagato di più della donna proprio per questa ragione: che ha da mantenere la moglie. Ma allora lo scapolo è pagato come la donna nubile? Si direbbe di no... un altro degli strani effetti dell'atmosfera, senza dubbio; ma lasciamo perdere. La Sua affermazione che lo stipendio della moglie è la metà dei guadagni del marito sembra un compromesso equo e senza dubbio, essendo equo, sarà confermato dalla legge. Meno soddisfacente è la Sua risposta che la legge lascia al privato di decidere su queste questioni private, perché significa che la metà dei guadagni comuni che spetta alla moglie non viene per legge versata in mano sua, bensì del marito. Tuttavia un diritto morale può essere altrettanto vincolante quanto un diritto legale; e se la moglie dell'uomo colto ha il diritto morale a metà dei guadagni del marito, possiamo dedurne che alla moglie dell'uomo colto rimarrà, una volta pagate le normali spese di casa, altrettanto denaro quanto ne ha il marito da spendere per la cause che la interessano. Ebbene suo marito, lo testimonia Whitaker, lo testimoniano i testamenti di cui abbiamo notizia quotidianamente sul giornale, sovente non solo è ben pagato come professionista, dispone anche di capitali personali notevolissimi. Pertanto la signora che afferma che œ 250 all'anno è il massimo che può guadagnare oggi una donna nelle libere professioni in realtà evade il problema; infatti la professione di moglie nella classe colta è molto ben pagata, dal momento che la moglie ha diritto, un diritto morale, a metà dei guadagni del marito. La perplessità aumenta, il mistero si infittisce. Perché, se le mogli degli uomini ricchi sono ricche esse stesse, come mai le entrate della W.S.P.U. ammontavano soltanto a œ 42.000 all'anno; come mai la signora tesoriere onorario del fondo per la ricostruzione del college continua a chiedere quelle œ 100.000; come mai la signora tesoriere onorario dell'associazione per aiutare le donne professioniste a trovare lavoro non solo chiede quattrini per pagare l'affitto, ma sarebbe contenta persino di ricevere libri, frutta o abiti smessi? Se la moglie ha il diritto morale alla metà dei guadagni del marito, dato che il suo personale lavoro di moglie non viene retribuito, è ragionevole supporre che disponga di altrettanto denaro quanto ne ha il marito da devolvere a quelle cause che suscitano il suo interesse. E poiché le cause che abbiamo nominato prima sono sempre lì con il cappello in mano a chiedere la carità dobbiamo necessariamente concludere che si tratta di cause che non colpiscono la fantasia delle mogli degli uomini colti. I capi d'accusa in questo caso sono gravi. Pensi un po': il denaro non manca, quello che rimane dopo aver pagato le spese di casa e può essere devoluto a fini educativi, ai divertimenti, ad attività filantropiche; la moglie può spendere la sua parte liberamente, come fa il marito con la sua. La può spendere per le cause che vuole; e tuttavia non la spende per le cause che stanno a cuore al suo proprio sesso. Eccole lì , quelle cause, con il cappello in mano a chiedere la carità. E' un'accusa terribile che muoviamo alla moglie dell'uomo colto. Ma fermiamoci un attimo prima di pronunciare il nostro verdetto. Chiediamoci quali sono le cause, i divertimenti, le attività filantropiche a cui di fatto la moglie dell'uomo colto devolve la sua parte di quello che avanza del denaro comune. E qui ci troviamo davanti certe realtà che, ci piaccia o no, dobbiamo guardare in viso. Il fatto è che i gusti della donna sposata della nostra classe sono

Page 39: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

marcatamente virili. Essa spende ogni anno larghe somme per i partiti politici; per gli sport; per le riserve di caccia; per il cricket e il calcio. Profonde quattrini per circoli, come Brooks', White's, The Travellers, The Reform, The Athenaeum, per non citare che i più noti. Le somme che spende per queste cause, divertimenti e attività filantropiche devono ammontare ogni anno a parecchi milioni. E in più, la parte di gran lunga maggiore di questa somma la spende per divertimenti a cui non partecipa. Sborsa migliaia e migliaia di sterline per circoli nei quali il suo sesso non è ammesso (15); per ippodromi nei quali non potrà correre; per colleges dai quali il suo sesso è escluso. Paga annualmente un conto altissimo per vini che non beve e per sigari che non fuma. Insomma, due sole sono le conclusioni a cui possiamo giungere a proposito della moglie dell'uomo colto: una, che è il più altruista degli esseri umani e preferisce spendere la sua parte del denaro comune per i divertimenti e le cause del marito; l'altra, più probabile se pure meno edificante, che essa non è già il più altruista degli esseri, bensì che il suo diritto morale alla metà dei guadagni del marito si riduce in pratica al diritto a vitto e alloggio e a un modesto assegno per le piccole spese personali e per il vestiario. L'una o l'altra di queste conclusioni può essere vera, e tutte le altre, come testimoniano le pubbliche istituzioni e gli elenchi dei donatori, sono fuori discussione. Si pensi alla generosità con cui l'uomo colto sostiene la sua scuola, il suo college; alla larghezza con cui finanzia il suo partito; alla munificenza con cui contribuisce a tutte le istituzioni e gli sport con cui lui e suo figlio educano la mente e il corpo: quotidianamente i giornali confermano questi inconfutabili fatti. Ma l'assenza del nome di lei dagli elenchi dei donatori e la povertà delle istituzioni che educano la sua mente e il suo corpo sembrano dimostrare che c'è qualcosa nell'atmosfera tra le pareti domestiche che deflette impercettibilmente ma irresistibilmente verso le cause che il marito approva e verso i divertimenti che lui pratica la parte del denaro comune a cui lei ha un diritto morale. Edificante o meno, questa è la realtà. Ed è anche la ragione per cui le cause che dicevamo prima sono sempre lì a chiedere la carità. Con la lettura di Whitaker e degli elenchi dei donatori siamo arrivati ad avere in mano tre dati di fatto inconfutabili, di cui bisogna tenere conto nella nostra ricerca dei mezzi per aiutarvi a prevenire la guerra. Il primo fatto è che le figlie degli uomini colti sono pagate ben poco con il denaro pubblico per i servizi che rendono al pubblico; il secondo è che non vengono pagate per nulla con il denaro pubblico per i servizi che rendono in privato; e il terzo è che la parte loro spettante dei guadagni del marito non è qualcosa che si può vedere o toccare, è un diritto morale o nominale, il che significa che, quando entrambi sono vestiti e nutriti, quello che avanza e che può essere destinato alle cause, ai divertimenti o alle attività filantropiche gravita misteriosamente ma inconfutabilmente verso quelle cause, quei divertimenti, quelle attività filantropiche che pratica il marito e che il marito approva. Si direbbe che è la persona a cui viene versato di fatto lo stipendio a esercitare di fatto il diritto di decidere come lo stipendio sarà speso. Questi fatti ci riportano, con uno stato d'animo più disincantato e con idee un po' diverse da prima, al punto di partenza. Se ben ricorda, stavamo per sottoporre il Suo appello per la prevenzione

Page 40: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

della guerra alle donne che si guadagnano da vivere con le libere professioni. A loro, dicevamo, bisogna appellarsi, perché sono loro che hanno in mano una nuova arma, l'influenza che deriva dall'indipendenza di pensiero basata sull'indipendenza economica. Ma i fatti ancora una volta sono deprimenti. Dimostrano innanzitutto che bisogna escludere dal numero di coloro che ci potrebbero aiutare il vasto gruppo di donne che fanno di professione le mogli, perché la loro è una professione non retribuita e perché il diritto morale alla metà dei guadagni del marito non è, come sembrano dimostrare i fatti, un diritto effettivo. Perciò la loro influenza disinteressata basata sull'indipendenza economica è nulla. Se lui è favorevole alla violenza, anche lei sarà favorevole alla violenza. In secondo luogo, i fatti sembrano dimostrare che l'affermazione "guadagnare œ 250 all'anno è un'impresa anche per donne altamente qualificate con anni di esperienza alle spalle" non è una sfacciata menzogna, ma una verità fortemente plausibile. Pertanto, l'influenza che posseggono oggi le figlie degli uomini colti grazie al loro potere economico non può essere tenuta in grande conto. Tuttavia, poiché è più che mai evidente che è a loro che dobbiamo chiedere aiuto, perché solo loro ci possono dare l'aiuto che cerchiamo, a loro dovremo appellarci. Questa conclusione ci riporta alla lettera citata prima, la lettera della signora tesoriere onorario, la lettera che ci chiede di dare un contributo all'associazione che aiuta le figlie degli uomini colti a trovare lavoro nelle libere professioni, Lei converrà che abbiamo forti motivi personali per volerla aiutare. Infatti, aiutare le donne a guadagnarsi da vivere con le libere professioni equivale a aiutarle a ottenere l'arma dell'indipendenza di pensiero, che rimane pur sempre la nostra arma più potente. Equivale a aiutarle a usare la facoltà di intendere e di volere con cui aiutare voi a prevenire la guerra. Ma... ancora una volta i puntini nascondono dubbi e esitazione: è giusto, tenuto conto dei fatti esposti sopra, inviare la nostra ghinea a quella signora senza dettare condizioni molto precise circa il modo in cui essa dovrà essere spesa? Perché i fatti che abbiamo scoperto verificando le affermazioni di quella signora riguardo alla sua situazione economica hanno sollevato problemi che ci fanno dubitare della saggezza di incoraggiare la gente a intraprendere le professioni se quello che vogliamo è prevenire la guerra. Come Lei ci ricorderà, stiamo cercando di usare la nostra intuizione psicologica (è l'unica qualifica che possediamo) per stabilire quali caratteristiche della natura umana tendono a provocare le guerre. E i fatti su esposti sono tali che ci obbligano a domandarci, prima di firmare l'assegno, se incoraggiando le figlie degli uomini colti a intraprendere le libere professioni non incoraggeremo proprio le qualità che vogliamo estinguere. Anzi, non metteremmo meglio a frutto la nostra ghinea garantendoci contro la possibilità che nel giro di due o tre secoli non solo gli uomini colti, ma anche le donne colte abbiano a porre - oh, a chi? come dice il poeta - la stessa domanda che Lei pone oggi a noi: in che modo possiamo prevenire la guerra? Se incoraggiamo le figlie a intraprendere le libere professioni senza porre alcuna condizione circa il modo in cui esse vanno esercitate, il risultato non sarà forse di imprimere a caratteri indelebili il vecchio ritornello che la natura umana, come un grammofono rotto, va gracidando con tanta catastrofica coralità? "Giro girotondo, gira intorno al mondo; lo voglio tutto io, è mio, è mio, è mio. Trecento milioni spesi per la

Page 41: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

guerra". Con questa cantilena negli orecchi non possiamo inviare la nostra ghinea alla signora tesoriere onorario senza avvertirla che la potrà avere solo a condizione che ci giuri solennemente che in futuro le libere professioni verranno esercitate in modo da cambiare la canzone, da portare una conclusione diversa. La potrà avere soltanto se ci saprà dimostrare che la nostra ghinea verrà spesa per la causa della pace. E' difficile formulare condizioni del genere, forse impossibile, data la nostra attuale ignoranza della psicologia. Ma la faccenda è talmente grave, la guerra è così insopportabile, orribile, disumana, che bisogna fare il tentativo. Ecco la bozza di una nuova lettera alla stessa signora. "Gentile Signora, la Sua lettera è rimasta a lungo in attesa di risposta, ma abbiamo dovuto verificare certe accuse che Le erano state mosse, e chiarire certe questioni. L'abbiamo assolta, sarà felice di apprenderlo, dall'accusa di essere una bugiarda. Sembra sia vero che Lei è povera. L'abbiamo inoltre assolta dall'accusa di essere pigra, apatica e golosa. Il numero di cause per cui Lei ha combattuto, anche se in segreto e in maniera inefficace, gioca a suo favore. Se preferisce i gelati e le noccioline all'arrosto e alla birra sembra che sia per motivi economici più che di gusti. E' verosimile che non abbia molto denaro da spendere per il pranzo né molto tempo libero per consumarlo, date le circolari e gli opuscoli che pubblica, le riunioni che indice, le vendite di beneficenza che organizza. Anzi si direbbe che Lei lavori, e senza paga, più ore di quante ne consenta il Ministero del Lavoro. Tuttavia, pur deplorando la sua povertà e encomiando la sua buona volontà, non siamo disposte a inviarLe una ghinea per aiutare le donne a intraprendere le libere professioni se Lei non ci garantisce che esse le eserciteranno in modo tale da prevenire le guerre. Questa, dirà Lei, è una frase troppo vaga, una condizione inattuabile. Tuttavia, poiché le ghinee sono rare e sono preziose, Lei è disposta a ascoltare di quali condizioni si tratta, purché siano espresse molto succintamente. Ebbene, Signora, dal momento che Lei non ha molto tempo a disposizione, con la legge sulle pensioni al voto tra breve alla Camera dei Lord e tutti quei Pari d'Inghilterra da guidare accortamente perché votino come da Sue intenzioni; con la lettura dell'Hansard (*4) e dei giornali (anche se questo è presto fatto: le Sue iniziative non vengono riportate; su queste cose è sempre esistita una congiura del silenzio) (16); e l'impegno di ottenere l'equiparazione salariale per le donne negli impieghi pubblici, mentre contemporaneamente deve disporre in bell'ordine sui banchi di vendita pernici e vecchie caffettiere per indurre la gente a pagarle più di quanto valgano... dal momento che, in una parola, è evidente che Lei ha molto da fare, saremo brevi; qualche osservazione generale, un rapido commento su qualche passo dei libri che ha in biblioteca e dei giornali che ha sul tavolo, quindi cercheremo di rendere meno vaga la nostra frase, più chiare le nostre condizioni. "Cominciamo col dare uno sguardo al lato esteriore delle cose, al loro aspetto generale. Nelle cose, non dimentichiamolo, c'è sempre anche un lato esteriore. Poco distante c'è uno dei ponti sul Tamigi, in posizione perfetta per vedere quello che vogliamo vedere. Sotto di noi scorre il fiume, passano le chiatte cariche di legname, stracolme di grano; laggiù si vedono le cupole e le guglie della 'city'; dall'altra parte, Westminster e il Parlamento. Potremmo rimanere per ore su

Page 42: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

questo ponte, a sognare. Ma non adesso. Adesso non c'è il tempo. Siamo qui per considerare i fatti; dobbiamo fissare lo sguardo sul corteo, il corteo dei figli degli uomini colti. "Eccoli, i nostri fratelli che sono stati educati nelle scuole private e nelle due università; salgono quelle scalinate, entrano e escono da quelle porte, ascendono a quei pulpiti, pronunciano orazioni, impartiscono lezioni, amministrano la giustizia, praticano la medicina, concludono affari, fanno quattrini. E' sempre uno spettacolo solenne, un corteo come la carovana del Sultano che attraversa il deserto. Bisnonni, nonni, padri, zii, tutti hanno percorso quelle strade, con la toga indosso, con la parrucca in testa, alcuni con fasce e nastri sul petto, altri senza. Uno era vescovo. Un altro giudice. Uno era ammiraglio. Un altro generale. Uno era professore all'Università. Un altro era medico. Alcuni uscirono dal corteo, e alla fine si seppe che stavano in Tasmania a far nulla; o li si videro male in arnese che vendevano giornali a Charing Cross. Ma i più tennero il passo, marciarono in riga, e di riffa o di raffa riuscirono a mantenere la dimora degli avi, laggiù nel West End, a portare a casa l'arrosto per tutti e a mandare Arthur all'università. E' uno spettacolo solenne, questo corteo, e più di una volta, osservandolo di nascosto da una finestra dell'ultimo piano, dovemmo porci certe domande. Ma ora, da circa vent'anni, non è più soltanto uno spettacolo, una fotografia, un affresco dipinto sulle pareti del tempo, che ci fa provare, quando lo contempliamo, semplicemente un'emozione estetica. E basta questo perché tutto cambi. Noi che per tanto tempo abbiamo ammirato il solenne corteo sui libri, o abbiamo osservato da dietro i tendaggi della finestra gli uomini colti uscire di casa verso le nove e trenta per andare in ufficio o in studio, e ritornare a casa verso le sei e trenta dall'ufficio o dallo studio, ora non dobbiamo più accontentarci di guardare passivamente. Ora possiamo noi pure uscire di casa, salire quelle scalinate, entrare e uscire da quelle porte, indossare la toga e la parrucca, fare quattrini, amministrare la giustizia. Pensate: uno di questi giorni potreste portare la parrucca di giudice, mettervi sulle spalle una cappa di ermellino; sedere sotto il leone e l'unicorno; ricevere uno stipendio di cinquemila sterline l'anno e avere la pensione. Noi che ora agitiamo futilmente quest'umile penna potremmo parlare dal pulpito. Nessuno oserà contraddirci, allora; saremo le portavoci dello spirito divino... che visione grandiosa, non è vero? E chi può dire che, in un tempo a venire, non porteremo l'uniforme dei soldati, con alamari dorati sul petto, la spada al fianco e in testa qualcosa che assomiglia al vecchio secchio per il carbone che avevamo in casa, tranne che quel venerando utensile non è mai stato decorato con un pennacchio di bianchi crini di cavallo. Voi ridete: è vero, l'ombra delle pareti domestiche ci fa ancora sembrare un po' ridicole quelle uniformi. Siamo così abituate a portare vestiti normali, a portare il velo che San Paolo ci impose. Ma non siamo qui per ridere o per parlare di moda, maschile o femminile. Ci troviamo qui su questo ponte per porci delle domande. E sono domande molto importanti; e abbiamo pochissimo tempo per trovare la risposta. Le domande che dobbiamo porci intorno a quel corteo e a cui dobbiamo trovare una risposta in questo momento di transizione sono così importanti da cambiare forse, la vita di tutti gli uomini e di tutte le donne, per sempre. Questo infatti dobbiamo domandarci senza indugi: abbiamo voglia di unirci a

Page 43: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

quel corteo, oppure no? A quali condizioni ci uniremo ad esso? E, soprattutto, dove ci conduce il corteo degli uomini colti? C'è poco tempo; cinque anni, dieci, o forse può essere questione di pochi mesi ancora. Ma bisogna trovare una risposta a quelle domande; e sono domande così importanti che se tutte le figlie degli uomini colti non dovessero far altro, da mattina a sera, che osservare quel corteo da ogni angolatura, se non dovessero far altro che meditare su di esso e analizzarlo, e riflettere e leggere e mettere in comune le loro riflessioni e le loro letture, e quello che vedono e quello che immaginano, il loro tempo sarebbe speso meglio che non svolgendo qualunque altra delle attività oggi aperte. Ma, obietterà Lei, Gentile Signora, Lei non ha tempo di pensare; ha le Sue battaglie da combattere, i Suoi affitti da pagare, le Sue vendite di beneficenza da organizzare. Ma questa non è una giustificazione sufficiente, Gentile Signora. Come Lei sa per esperienza personale e come dimostrano i fatti, le figlie degli uomini colti hanno sempre pensato i loro pensieri così alla buona; non a tavolino, nel proprio studio, nella solitudine tranquilla di un chiostro d'università. Hanno pensato mentre rimestavano la minestra, mentre dondolavano la culla. In questo modo ci hanno conquistato il diritto a possedere la nostra lucente moneta da sei penny. E' nostro dovere, ora, continuare a pensare; come la spenderemo quella moneta? Pensare, pensare, dobbiamo. In ufficio; sull'autobus; mentre tra la folla osserviamo l'Incoronazione e l'investitura del sindaco di Londra; mentre passiamo accanto al Monumento ai Caduti; mentre percorriamo Whitehall; mentre sediamo nella tribuna riservata al pubblico della Camera dei Comuni; nei tribunali; ai battesimi, ai matrimoni, ai funerali. Non dobbiamo mai smettere di pensare: che 'civiltà' è questa in cui ci troviamo a vivere? Cosa significano queste cerimonie, e perché dovremmo prendervi parte? Cosa sono queste professioni, e perché dovremmo diventare ricche esercitandole? Dove, in breve, ci conduce il corteo dei figli degli uomini colti? "Ma Lei ha tanto da fare; torniamo ai fatti. Rientriamo nel Suo ufficio, e sfogliamo i libri della Sua biblioteca. Perché Lei possiede una biblioteca, e buona, per giunta; una biblioteca dove i libri non sono fissati con catene, non sono chiusi a chiave; una biblioteca dove il canto del poeta si leva con naturalezza dalla vita dell'uomo. Ci sono libri di poesia, ci sono biografie. In che luce ci mostrano le libere professioni, queste biografie? Fino a che punto ci incoraggiano a pensare che aiutando le figlie a intraprendere le libere professioni eviteremo le guerre? La risposta a questa domanda è sparsa qua e là in tutti questi volumi; è accessibile a chiunque sappia leggere. E la risposta, bisogna ammetterlo, è molto curiosa. Infatti quasi tutte le biografie degli uomini che hanno esercitato quelle professioni nel diciannovesimo secolo, per limitarci a un'epoca non troppo distante da noi e ben documentata, parlano di guerra. Amavano combattere, si direbbe, i professionisti dell'età della Regina Vittoria. Ci fu la battaglia di Westminster (*5). Ci fu la battaglia delle università. La battaglia di Whitehall. La battaglia di Harley Street (*6). La battaglia della Royal Academy. Alcune di queste battaglie, come Lei può testimoniare, sono tuttora in corso. Anzi, l'unica professione in cui non pare si sia combattuta un'aspra battaglia nel diciannovesimo secolo è quella degli scrittori. Tutte le altre, a giudicare dalla testimonianza delle biografie, sembrano assetate di sangue non meno

Page 44: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

della professione delle armi. E' vero che i contendenti non si infliggevano ferite corporali (17); il senso di cavalleria lo vietava; ma Lei converrà che una battaglia che fa sprecare inutilmente il tempo è altrettanto mortale di una battaglia che fa versare inutilmente del sangue. Lei converrà che una battaglia che costa quattrini è altrettanto mortale di una battaglia che costa la perdita di un braccio o di una gamba. Lei converrà che una battaglia che obbliga le giovani a spendere le proprie energie a mercanteggiare in seno a comitati, a sollecitare favori, a indossare la maschera della venerazione per coprire il disprezzo infligge allo spirito umano ferite che nessuna chirurgia potrà guarire. Persino la battaglia per l'equiparazione salariale non è senza sprechi, di tempo, di integrità: Lei stessa, se non fosse così inspiegabilmente reticente su certe questioni, ne converrebbe. Ebbene, i libri della Sua biblioteca registrano così tante di queste battaglie che è impossibile studiarle tutte; ma poiché la strategia sembra in tutte molto simile e i contendenti gli stessi, vale a dire gli uomini che esercitano le libere professioni contro le loro sorelle e figlie, scegliamo, giacché il tempo stringe, una sola di queste campagne, prendiamo in esame la battaglia di Harley Street, per cercare di capire che effetto hanno le libere professioni su coloro che le esercitano. "La campagna ebbe inizio nel 1869 sotto la guida di Sophia Jex-Blake. Il suo caso è un esempio così tipico della gloriosa lotta condotta nell'età vittoriana delle vittime del sistema patriarcale contro i patriarchi, dalle figlie contro i padri, che merita di soffermarvicisi un momento. Il padre di Sophia era un ammirevole esemplare di uomo colto vittoriano, amabile, raffinato e ricco. Era Procuratore dell'Ordine dei Medici. Poteva permettersi di tenere sei servitori, cavalli e carrozze, e alla figlia forniva non solo vitto e alloggio, ma una camera con 'bei mobili' e un 'allegro caminetto'. Come stipendio, 'per il vestiario e per le spese personali' le passava œ 40 all'anno. Ma a lei quella cifra sembrava insufficiente. Nel 1859, essendole rimasti solo nove scellini e nove penny e mancando tre mesi ancora alla fine dell'anno, pensò di mettersi a lavorare. E le vennero offerte lezioni private a cinque scellini l'ora. Parlò al padre dell'offerta. Il padre rispose: 'Mia cara, ho capito solo ora che intendi FARTI PAGARE quelle lezioni. Ti abbasseresti troppo, bambina mia, NON POSSO DARTI IL PERMESSO'. 'Perché non dovrei farmi pagare?' obiettò Sophia. 'Tu che sei un uomo fai il tuo lavoro e vieni pagato, e a nessuno viene in mente di considerarlo degradante, bensì un giusto scambio. ...E Tom fa su larga scala quello che io farei in piccolo'. Rispose il padre: 'I casi che citi, bambina mia, non sono pertinenti. ...T. W. ...ha il dovere, COME UOMO, ...di mantenere la moglie e i figli, e la sua è una posizione molto elevata che solo un uomo di eccezionali qualità può occupare e che gli frutta una somma annua più vicina alle duemila sterline che alle mille. ...La mia bambina è in una situazione completamente diversa! A te non manca nulla, e sai bene che (nei limiti delle possibilità umane) non ti verrà mai a mancare nulla. Ti dovessi sposare domani, con qualcuno di mio gradimento - e sono sicuro che non potrebbe essere altrimenti - io ti darò una dote più che adeguata'. Questo fu il commento di Sophia sul suo diario: 'Come una stupida ho accettato di rinunciare a farmi pagare, per questo trimestre, anche se sono in miseria. E' stato un gesto stupido. Non fa che rimandare lo

Page 45: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

scontro' (18). "Su questo punto aveva ragione. Lo scontro con suo padre era finito. Ma lo scontro con i padri in generale, con il patriarcato come tale, venne rimandato a un altro luogo e a un altro momento. La seconda battaglia ebbe luogo a Edimburgo nel 1869. Sophia aveva chiesto di essere ammessa alla Reale Scuola di Chirurgia. Ecco come riportarono i giornali la prima scaramuccia: 'Ieri pomeriggio, davanti alla Reale Scuola di Chirurgia si è verificato un episodio molto disdicevole. ...Poco prima delle quattro, ...circa duecento studentesse si radunarono davanti ai cancelli dell'edificio, ...'mentre gli studenti di medicina schiamazzavano e intonavano ritornelli. 'I cancelli vennero chiusi in faccia alle ragazze. ...Il dottor Handyside non riuscì neppure a cominciare la lezione... venne introdotta in aula una pecora' e così via. Erano pressappoco gli stessi metodi usati a Cambridge durante la battaglia per le lauree. E ancora una volta le autorità deplorarono quei metodi schietti e ne usarono altri di loro preferenza, più astuti e più efficaci. Nulla poté indurre le autorità asserragliate entro i sacri cancelli a lasciarvi entrare le donne. Dicevano che Dio era con loro, che la Natura era dalla loro parte, e la Proprietà privata. Quella Scuola era stata fondata per gli uomini soltanto; e soltanto gli uomini avevano diritto per legge a godere delle sue ricchezze. Si formarono i soliti comitati. Si sottoscrissero le solite petizioni. Si rivolsero le solite suppliche con la solita umiltà. Si tennero le solite vendite di beneficenza. Si dibatterono i soliti problemi di tattica e di strategia. Come al solito, ci si chiese, dobbiamo attaccare subito o è meglio aspettare? Chi sono i nostri alleati, e chi i nostri nemici? Sorsero le solite divergenze d'opinione, e si formarono le solite divisioni tra i membri dei comitati. Ma a che serve scendere nei dettagli? Tutta la procedura ci è così familiare che la battaglia di Harley Street del 1869 potrebbe benissimo essere la battaglia dell'università di Cambridge dei giorni nostri. In entrambi i casi si nota il medesimo spreco di energie, di serenità, di tempo e di denaro. Quasi le stesse figlie chiedono quasi gli stessi privilegi a fratelli che sono quasi gli stessi. Quasi gli stessi signori intonano quasi le stesse parole di rifiuto per ragioni che sono quasi le stesse. E' come se non esistesse progresso nella razza umana, ma solo ripetizione. Sembra quasi di udirli, se tendiamo gli orecchi, ripetere il vecchio ritornello di sempre: 'Giro girotondo, giro intorno al mondo; lo voglio tutto io, è mio, è mio, è mio'. "Ma non siamo qui per cantare vecchie filastrocche. Siamo qui per considerare i fatti. E i fatti che abbiamo or ora dedotto dalle biografie sembrano dimostrare che le libere professioni esercitano innegabilmente un effetto particolare su coloro che le esercitano. Diventano possessivi, gelosi di qualunque violazione dei loro privilegi, e fortemente aggressivi nei confronti di chi osa metterli in discussione. Non abbiamo dunque ragione di pensare che se anche noi eserciteremo le stesse professioni acquisteremo le stesse qualità? E non sono proprio queste qualità a provocare le guerre? Tra un paio di secoli, se eserciteremo le professioni allo stesso modo, non saremo anche noi possessive, gelose, aggressive, sicure di noi e del giudizio immutabile di Dio, della Natura e della Proprietà, come sono oggi questi signori? Perciò questa ghinea, che deve servire ad aiutare le donne a intraprendere le libere professioni, è legata alla seguente

Page 46: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

condizione preliminare: Lei deve giurare solennemente che farà tutto quanto è in suo potere affinché nessuna donna che eserciti una di tali professioni impedisca in alcun modo a un altro essere umano, sia esso uomo o donna, bianco o nero, purché in possesso delle necessarie qualifiche, di intraprendere la professione prescelta; ma anzi che ciascuna faccia il possibile per aiutarlo. "Su questo punto Lei ci assicura che è pronta a mettere la mano sul fuoco immediatamente, e nello stesso tempo allunga quella stessa mano per prendere la ghinea. Ma, aspetti. Ci sono altre condizioni da rispettare, prima di poterla avere. Torni a riflettere sul corteo dei figli degli uomini colti; torni a chiedersi dove conduce. Una risposta che viene subito in mente è questa: conduce a guadagni che, per lo meno a noi, sembrano molto elevati. Whitaker ce lo dimostra al di là di ogni dubbio. E oltre alla testimonianza di Whitaker, abbiamo, come si è visto, quella dei quotidiani, dei testamenti e degli elenchi dei donatori. In un numero di un giornale, per esempio, è annunciata la morte di tre uomini colti; uno ha lasciato œ 1.193.251; l'altro œ 1.010.288; il terzo œ 1.404.132. Non sono somme da poco per essere state accumulate da semplici privati, lo ammetterà. E perché non potremmo accumularle anche noi, col tempo? Ora che abbiamo accesso alle pubbliche carriere potremo guadagnare facilmente dalle mille alle tremila sterline l'anno; ora che abbiamo accesso al fòro potremo guadagnare facilmente œ 5.000 all'anno come giudici, e anche quaranta o cinquantamila sterline l'anno come avvocati. Quando ci sarà aperta la Chiesa potremo ricevere stipendi di quindicimila, cinquemila, tremila sterline l'anno, con l'aggiunta di palazzi e canoniche. Quando ci sarà aperta la Borsa, alla nostra morte potremo valere milioni, come Pierpont Morgan o come Rockefeller. Come medici potremo guadagnare dalle duemila alle cinquantamila sterline l'anno. Come direttrici di riviste e di case editrici, i nostri stipendi saranno tutt'altro che disprezzabili: c'è chi guadagna mille sterline l'anno; chi ne guadagna duemila; si mormora che il direttore di un quotidiano a grande tiratura abbia uno stipendio di cinquemila sterline l'anno. Tutta questa ricchezza potrebbe un giorno toccare anche a noi, se intraprendiamo le libere professioni. Insomma, potremmo rovesciare la nostra situazione, e da vittime del sistema patriarcale, pagate in natura con l'aggiunta di œ 30 o œ 40 in moneta spicciola più vitto e alloggio, diventare esponenti del sistema capitalistico, con un reddito annuo di parecchie migliaia di sterline che, investite giudiziosamente, ammonteranno, alla nostra morte, a un capitale di molti e molti milioni, più di quanti ne possiamo contare. "L'idea non è priva di fascino. Pensi a quel che significherebbe avere tra noi oggi una donna capitano d'industria con una fabbrica di automobili, che con un tratto di penna potesse fare ai colleges femminili una donazione di due o trecentomila sterline ciascuno. Le pene della signora tesoriere onorario del fondo per la ricostruzione del colleges, la Sua sorella di Cambridge, verrebbero sensibilmente alleviate. Non ci sarebbe più bisogno di appelli e di comitati, di tè con i biscotti, di vendite di beneficenza. E supponiamo che non ci fosse soltanto una donna ricca, ma che le donne ricche fossero diffuse come gli uomini ricchi. Non ci sarebbero più limiti a quello che Lei potrebbe fare. Potrebbe chiudere immediatamente il Suo ufficio. Finanziare un partito delle donne alla Camera dei Comuni. Pubblicare un quotidiano impegnato nella congiura non già del silenzio, bensì

Page 47: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

della parola. Ottenere la pensione per le zitelle, le grandi vittime del sistema patriarcale la cui rendita è insufficiente e che non hanno più neppure vitto e alloggio assicurati. Potrebbe ottenere che a parità di mansione corrispondesse parità di retribuzione. Assicurare a tutte le madri il cloroformio quando partoriscono (19), ridurre il tasso di mortalità dal quattro per mille a zero, forse. In una sola seduta del Parlamento riuscirebbe a far approvare leggi che ora richiedono forse cent'anni di duro e incessante lavoro per essere discusse. Non c'è nulla, si direbbe, che Lei non potrebbe fare se avesse a Sua disposizione il capitale di cui dispongono i suoi fratelli. Perché allora non ci aiuta a fare il primo passo, esclamerà Lei. Le libere professioni rappresentano l'unico modo per avere del denaro. E il denaro è l'unico mezzo per ottenere cose che sono immensamente desiderabili. E invece, ci sembra di sentirla protestare, Lei indugia a contrattare sul prezzo, vuole imporre condizioni. Sì , ma... guardi questa lettera di un professionista, che ci chiede di aiutarlo a prevenire la guerra. E guardi queste fotografie di cadaveri e di macerie che il Governo spagnolo ci invia quasi settimanalmente. Ecco perché è necessario contrattare sul prezzo e porre condizioni. "La testimonianza della lettera e delle fotografie, in aggiunta ai fatti che sulle libere professioni ci forniscono la Storia e le biografie, sembrano tutti insieme gettare su di esse una luce particolare, una luce rossa, si potrebbe dire. Esercitando una professione si fanno quattrini, questo è vero; ma fino a che punto il denaro, tenuto conto di quei fatti, è in se stesso un bene desiderabile? Oltre duemila anni fa una grande autorità in fatto di vita umana sostenne che possedere ricchezze non è desiderabile. Al che Lei risponde, con un certo calore, come se sospettasse che cerchiamo una scusa di più per non allentare i cordoni della borsa, Lei risponde che le parole di Cristo sui ricchi e il Regno dei Cieli non sono più valide per chi si trova davanti una realtà diversa in un mondo diverso. Lei obietta che nella situazione attuale, in Inghilterra, la povertà estrema è meno desiderabile dell'estrema ricchezza. La povertà del cristiano, che dovrebbe regalare tutti i suoi beni, produce, come possiamo constatare quotidianamente, corpi deformi e cervelli deboli. I disoccupati, per fare l'esempio più ovvio, non costituiscono certo una fonte di ricchezza morale o intellettuale per il Paese. Le Sue argomentazioni hanno grande forza; tuttavia, prenda la vita di Pierpont Morgan. Non converrà anche Lei, di fronte a una prova del genere, che l'estrema ricchezza è ugualmente indesiderabile, e per le medesime ragioni? Se l'estrema ricchezza è indesiderabile, e l'estrema povertà è indesiderabile, si potrebbe sostenere che ci deve essere un giusto mezzo tra le due che è desiderabile. Qual è il giusto mezzo: quanto denaro occorre per vivere, oggi in Inghilterra? Come dovrebbe essere speso quel denaro? Quale tipo di vita, quale tipo di essere umano è il Suo obiettivo, una volta ottenuta questa ghinea? Questi, Gentile Signora, sono gli interrogativi su cui Le chiedo di riflettere, e Lei non potrà negare che si tratta di questioni della massima importanza. Ma, ahimé, sono questioni che ci porterebbero troppo oltre il solido mondo di fatti concreti al quale dobbiamo qui limitarci. Chiudiamo dunque il Nuovo Testamento; e Shakespeare, Shelley, Tolstoy e tutti gli altri, e affrontiamo la realtà che abbiamo dinnanzi agli occhi ora, in questo momento di transizione: la realtà del corteo; la realtà di arrancare dietro agli altri in coda al

Page 48: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

corteo; dobbiamo considerare questa realtà, prima di poter fissare lo sguardo sulla visione lontana. "Ecco dunque, davanti ai nostri occhi, il corteo dei figli degli uomini colti; ascendono a quei pulpiti, salgono quelle scalinate, entrano e escono da quelle porte, pronunciano orazioni, impartiscono lezioni, amministrano la giustizia, praticano la medicina, fanno quattrini. E' evidente che se Lei vuole guadagnare gli stessi quattrini che guadagnano loro con le stesse professioni, dovrà accettare le stesse condizioni che accettano loro. Quali siano queste condizioni lo possiamo capire o immaginare anche dalla finestra dell'ultimo piano o sui libri. Dovrà uscire di casa alle nove e tornare alle sei. Perciò i padri hanno poco tempo per conoscere i figli. E lo dovrà fare ogni giorno dall'età di ventun anni circa all'età di circa sessantacinque anni. In questo modo non rimane molto tempo per l'amicizia, per i viaggi, per l'arte. Dovrà assolvere a compiti che a volte saranno molto ardui, altre volte molto barbari. Dovrà indossare certe uniformi, professare la Sua lealtà verso certe cose. Se avrà successo nella Sua professione, attorno al collo dovrà probabilmente portare la scritta: "Per Dio e per l'Impero", come l'indirizzo sul collare di un cane (20). E se le parole hanno un significato, come forse sarebbe giusto che avessero, Lei dovrà accettare quel significato e fare il possibile per farlo rispettare. Insomma, dovrà vivere la stessa vita e professare lealtà per le stesse cose per cui l'hanno per tanti secoli professata gli uomini. Su questo non ci sono dubbi. Se Lei di rimando ci obietta: ebbene che male c'è? perché dovremmo esitare a fare quello che i nostri padri e i nostri nonni hanno fatto prima di noi? allora sarà bene scendere nei particolari, consultare i fatti oggi accessibili all'esame di chiunque sappia leggere, consultare le biografie. Eccole, quelle opere innumerevoli e inestimabili, sugli scaffali della Sua biblioteca. Diamo un ultimo rapido sguardo alla vita degli uomini che hanno fatto una buona riuscita nella loro professione. Ecco un estratto dalla vita di un un grande avvocato. Saliva nel suo studio verso le nove e mezzo. Si portava a casa la documentazione delle cause... sicché era fortunato se riusciva a andare a letto verso la una o le due di notte (21). Ecco perché di solito è così noioso avere per vicino di tavola un penalista di grido: non fa che sbadigliare. E ora una citazione da un discorso di un famoso uomo politico: '...dal 1914 non ho più assistito alla sagra delle stagioni, dal primo bocciolo sui susini all'ultimo frutto dei meli... non una volta ho guardato quello spettacolo nel Worcestershire dopo il 1914, e se questo non è un sacrificio, non so come lo si possa chiamare' (22). E che sacrificio! Ecco spiegata la millenaria indifferenza dei Governi per l'arte: quei signori devono essere ciechi come talpe. Prendiamo ora la professione ecclesiastica. Ecco una citazione dalla vita di un grande vescovo. 'E' una vita orribile, che distrugge l'anima e il corpo. Davvero non so come faccio a viverla. Gli arretrati di lavoro importante si accumulano e mi schiacciano' (23). Questo conferma ciò che si dice oggi da parte di molti sulla Chiesa e sulla nazione. I nostri vescovi e decani non hanno più un'anima con cui pregare né una mente con cui scrivere. Basta ascoltare il sermone in una qualunque chiesa, o leggere gli articoli del Decano Alington o del Decano Inge su qualunque giornale. Prendiamo la professione dei medici. 'Quest'anno ho guadagnato

Page 49: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

parecchio di più di œ 13.000, ma non è pensabile di mantenere questo livello, e finché dura è una schiavitù. Quello che più mi fa soffrire è di non poter stare con Eliza e i bambini la domenica e neppure a Natale' (24). Così si lamenta un grande medico; e i suoi pazienti potrebbero fargli eco, perché quale specialista di Harley Street ha il tempo di capire il corpo, per non parlare della mente o della combinazione dell'uno e dell'altra, se è schiavo di tredicimila sterline l'anno? Ma forse che la vita di uno scrittore di professione è meglio? Eccone uno stralcio, tratto dalla biografia di un giornalista di successo. "Un altro giorno a quest'ora aveva scritto un articolo di 1.600 parole su Nietzsche, un fondo di uguale lunghezza sullo sciopero delle ferrovie per lo 'Standard', 600 parole per il 'Tribune', mentre la sera era dedicata ai vicoli del romanzo d'appendice' (25). Questo spiega tra le altre cose, perché la gente è così scettica nei confronti della politica e dei giornali, e perché gli scrittori leggono le proprie recensioni armati di centimetro; è la pubblicità che conta; la lode e il biasimo hanno cessato di avere alcun significato. Un ultimo sguardo ancora alla vita dell'uomo politico, dopotutto la sua professione è la più importante sul piano pratico, e abbiamo finito. 'Lord Hugh SI AGGIRò QUA E LA' PER I CORRIDOI... e con questo la legge che doveva consentire a un vedovo di sposare la sorella della moglie fu affossata e il futuro della causa relegato alle alterne vicende di un anno a venire' (25). Questo non solo serve a spiegare una certa prevalente diffidenza per i politici, ci rammenta anche che, visto che Lei ha da manovrare la Legge sulle pensioni per i corridoi di un'istituzione così giusta e umana qual è la Camera dei Comuni, noi stesse faremmo meglio a non aggirarci troppo a lungo tra queste piacevolissime biografie, per cercare invece di ricapitolare le informazioni che ne abbiamo ricavato. "Cosa dimostrano dunque, Lei ci domanda, queste citazioni dalla vita di professionisti di successo? Non dimostrano nulla, non nel senso in cui Whitaker dimostra le cose. Se Whitaker, per esempio, dice che un vescovo viene pagato cinquemila sterline l'anno, questo è un fatto; lo possiamo controllare e verificare. Ma se il vescovo Gore dice che la vita di un vescovo è 'una vita orribile, che distrugge l'anima e il corpo', questa è soltanto la sua opinione; il prossimo vescovo che viene insediato lo potrebbe contraddire in pieno. Queste citazioni non provano nulla che possa essere controllato e verificato; si limitano a delle opinioni. E queste opinioni ci fanno dubitare e criticare e mettere in discussione il valore della vita professionale... non il suo valore pecuniario; quello è notevole; ma il suo valore spirituale, il suo valore morale, intellettuale. Ci fanno ritenere che se una persona ottiene molto successo nella sua professione, perde ogni sensibilità. La vista si atrofizza. Non ha tempo di guardare i quadri. L'udito si atrofizza. Non ha tempo di ascoltare la musica. Il linguaggio si atrofizza. Non ha tempo da dedicare alla conversazione. Si atrofizza anche il senso delle proporzioni, dei rapporti tra le cose. E il senso dell'umano. Far quattrini diventa così importante che quella persona deve lavorare notte e giorno. E perde la salute. E diventa così competitiva che non cederebbe il suo lavoro a nessun altro anche se ne ha più di quanto ne possa svolgere personalmente. Cosa resta di un essere umano che ha perduto la vista e l'udito, e il senso delle proporzioni? Solo un povero storpio in una caverna. Questa naturalmente è solo un'immagine, e un'immagine fantasiosa; ma

Page 50: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

non è inverosimile che abbia qualche relazione con un'altra immagine, evocata dalle statistiche questa volta e non dalla fantasia, con l'impegno di un apparato bellico per il valore di trecento milioni. Tale ad ogni modo sembra essere l'opinione di certi osservatori disinteressati la cui posizione offre loro ogni opportunità per dare un giudizio globale, un giudizio equanime. Limitiamoci a citare due sole di tali opinioni. Il marchese di Londonderry ha detto: Siamo frastornati da una babele di voci senza senso e senza guida, mentre il mondo sembra segnare il passo... Durante tutto il secolo scorso si è avuta un'esplosione incontrollata di scoperte tecnologiche senza che si notasse un progresso corrispondente nella letteratura e nelle scienze. ...La domanda che ci poniamo è la seguente: è in grado l'uomo di godere di questi nuovi frutti della conoscenza e delle scoperte scientifiche o ne farà cattivo uso provocando la distruzione di se stesso e dell'intero edificio della civiltà? (27). Winston Churchill ha detto: Una cosa è certa: mentre le conoscenze e la potenza dell'uomo aumentano con incommensurabile e sempre crescente rapidità, le sue virtù e la sua saggezza non si sono visibilmente sviluppate nel corso dei secoli. Il cervello dell'uomo moderno non è sostanzialmente diverso da quello dell'umanità che ha combattuto e amato su questa terra milioni di anni fa. La natura dell'uomo è rimasta praticamente immutata. In condizioni di tensione sufficientemente acuta - per la fame, la paura, lo scatenamento degli istinti guerreschi, o persino per un freddo delirio intellettuale - l'uomo moderno che conosciamo così bene commetterà gli atti più terribili, e la sua donna lo spalleggerà (25). "Non sono che due tra i molti brani che avremmo potuto citare. Ad essi vorremmo aggiungere un terzo, da una fonte più modesta ma non meno degna di essere letta, perché riguarda da vicino il nostro problema. Ecco cosa pensa il signor Cyril Chaventry, di North Wembley. Il sistema di valori della donna è inconfutabilmente diverso da quello dell'uomo. E' logico quindi che la donna si trovi svantaggiata e appaia sospetta quando entra in competizione in una sfera di attività creata dall'uomo. Oggi come non mai le donne hanno l'occasione di costruire un mondo nuovo e migliore, ma se cercano di imitare pedissequamente gli uomini, non faranno che gettare al vento questa possibilità (29). Anche l'opinione del signor Chaventry è rappresentativa delle molte analoghe forniteci quotidianamente dai giornali. E le tre citazioni, nel loro insieme, sono altamente istruttive. Le prime due sembrano dimostrare come l'enorme sapere specialistico dell'uomo colto abbia dato luogo a uno stato di cose non molto desiderabile nel mondo civile; e l'ultima, che invita le donne libere professioniste a fare uso del loro 'diverso sistema di valori' per 'costruire un mondo nuovo e migliore' non solo sottintende che coloro che hanno costruito il mondo attuale non sono soddisfatti del risultato ottenuto, ma, facendo appello all'altro sesso perché ponga rimedio al male fatto, impone ad

Page 51: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

esso una grave responsabilità mentre implicitamente gli rivolge un grande complimento. Giacché, se il signor Chaventry e gli altri signori che condividono la sua opinione sono convinti che 'svantaggiata e sospetta' qual è, priva di esperienza politica o professionale e con uno stipendio annuo di œ 250, la donna che esercita le libere professioni sia tuttavia in grado di 'costruire un mondo nuovo e migliore', vuol dire che le attribuiscono poteri a dir poco divini. Devono, come Goethe, pensare che: Ogni cosa che passa è solo una figura. Quello che è inattingibile qui diviene evidenza. Quello che è indicibile qui si è adempiuto. L'eterno Elemento Femminile ci trae verso l'alto (30). un altro grandissimo complimento, e da parte di un grandissimo poeta, ne converrà. "Ma Lei non vuole complimenti; sta soppesando citazioni. E giacché la Sua espressione è decisamente abbattuta, si direbbe che queste citazioni sulla natura della vita professionale L'abbiano fatta giungere a qualche malinconica conclusione. Cosa sta pensando? Semplicemente, ci risponde, che noi, le figlie degli uomini colti, ci troviamo tra Scilla e Cariddi. Dietro di noi sta il sistema patriarcale; le pareti domestiche, con il loro nulla, la loro immoralità, la loro ipocrisia, il loro servilismo. Dinnanzi a noi si apre il mondo della vita pubblica, con la sua possessività, la sua invidia, la sua aggressività, la sua avidità. L'uno ci tiene prigioniere come schiave nell'harem; l'altro ci obbliga, come bruchi l'uno in fila all'altro, a fare il girotondo attorno all'albero sacro della proprietà privata. La nostra è una scelta tra due mali. L'uno peggiore dell'altro. Non faremmo meglio a buttarci da questo ponte giù nel fiume; a rinunciare alla partita; a dichiarare che la vita umana è un errore, e a farla finita? "Ma prima di compiere questo passo, un passo così decisivo, Gentile Signora, a meno che Lei non condivida l'opinione dei Dottori della Chiesa d'Inghilterra che la morte è la soglia della vita - "Mors Janua Vitae", come sta scritto su un arco nella cattedrale di St. Paul - nel qual caso, si intende, sarebbe desiderabile, prima di compiere questo passo vediamo di trovare un'altra alternativa. "Forse una risposta diversa l'abbiamo sotto gli occhi, lì sugli scaffali della Sua biblioteca, ancora una volta nelle biografie. Forse, studiando gli esperimenti che i morti hanno fatto con la propria vita in passato, potremo trovare l'aiuto che cerchiamo per rispondere alla difficilissima domanda a cui dobbiamo rispondere. Ad ogni buon conto possiamo provare. La domanda che rivolgeremo ora alle biografie è la seguente: per i motivi esposti sopra conveniamo che dobbiamo guadagnare quattrini con le libere professioni; per i motivi esposti sopra tali professioni ci sembrano assolutamente indesiderabili. La domanda che vi poniamo, vite dei morti, è questa: come potremo intraprendere quelle professioni e tuttavia rimanere esseri umani civili; esseri umani, cioè, che vogliono evitare le

Page 52: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

guerre? "Questa volta rivolgiamoci alle vite non degli uomini bensì delle donne del diciannovesimo secolo, alle vite delle donne che hanno esercitato le libere professioni. Ma, ci deve essere una lacuna nella Sua biblioteca, Gentile Signora. Non si trova nessuna vita di donne che hanno esercitato le professioni nel diciannovesimo secolo. Una certa signora Tomlinson, moglie di un tal signor Tomlinson, membro della Royal Society, Membro dell'Ordine dei Medici, ce ne spiega il motivo. Questa signora, che pubblicò un libro, 'in favore dell'impiego delle giovani donne come governanti per i bambini', scrive: '...a quanto pare una donna nubile non aveva altro modo di guadagnarsi da vivere che fare la governante, lavoro per il quale, per natura e per educazione, o per mancanza di educazione, sovente non era adatta' (31). Queste parole furono scritte nel 1859, meno di cent'anni fa. Ecco spiegata la lacuna della Sua biblioteca. Non esistevano donne che esercitassero una professione, a parte le governanti, di cui scrivere la vita. E anche le vite, le vite scritte, delle governanti, si possono contare sulle dita di una mano. E che cosa possiamo imparare sulla vita delle donne che esercitano una professione leggendo le vite delle governanti? Per fortuna i vecchi bauli cominciano a svelare i loro annosi segreti. Solo l'altro giorno ne è saltato fuori uno, un documento scritto intorno all'anno 1811. Ci fu, a quanto pare, un'oscura signorina, a nome signorina Weeton, che quando i suoi allievi erano a letto, aveva l'abitudine di segnare su un diario i suoi pensieri sulla sua vita professionale, oltre che su altre cose. Ecco uno di quei pensieri. 'Oh, come ardevo dal desiderio di imparare il latino, il francese, le lettere e le arti, qualunque cosa piuttosto che la noia di cucire, far lezione, copiare in bella scrittura, lavare i piatti, tutti i giorni. ...Perché alle ragazze non permettono di studiare fisica, teologia, astronomia, eccetera, eccetera e le scienze ancelle, la chimica, la botanica, la logica, la matematica, eccetera?' (32). Dall'oscurità ci arriva a chiarire tante cose, questo commento sulla vita delle governanti, questa domanda formulata dalle labbra di una governante. Ma continuiamo la nostra ricerca, tentoni, un accenno qua, un indizio là; vediamo come erano le professioni esercitate dalle donne nel diciannovesimo secolo. Ecco Anne Clough, sorella di Arthur Clough, allievo del dottor Arnold (*7) e "fellow" di Oriel, la quale, anche se non veniva pagata, fu la prima direttrice di Newnham, e in questo senso può essere definita una professionista in embrione. La troviamo che fa il suo tirocinio professionale 'sbrigando da sola gran parte delle pulizie di casa' ... 'cercando di guadagnare quattrini per restituire il denaro avuto in prestito dalle sostenitrici', 'sollecitando la autorizzazione a fondare una piccola scuola', leggendo libri imprestatile dal fratello; e la sentiamo esclamare: 'Se fossi un uomo non lavorerei per arricchire, per farmi un nome o per lasciare dopo di me una famiglia ricca. No, credo che lavorerei per il mio Paese, e alla sua gente lascerei la mia eredità' (33). Non si può dire che le donne del diciannovesimo secolo fossero prive di ambizione. Abbiamo poi Josephine Butler che, pur non essendo una professionista in senso stretto, fu colei che condusse e vinse la battaglia contro la Legge sulle malattie infettive e più tardi la campagna contro il commercio dei bambini 'per fini scellerati'. Scopriamo che Josephine Butler si oppose a che venisse scritta la sua biografia, mentre delle donne che l'avevano aiutata a combattere le

Page 53: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

sue battaglie diceva: 'E' degna di nota in loro la assenza più totale di ogni desiderio di riconoscimento, di ogni traccia di egoismo in qualunque forma. Nella purezza delle loro motivazioni esse risplendono "limpide come il cristallo"' (34). Questa dunque era una delle virtù che la donna vittoriana apprezzava e praticava; una virtù al negativo, è vero: non cercare riconoscimenti; non essere egoista; fare le cose perché è bello e giusto farle (35). A suo modo è un interessante contributo alla psicologia. Ed eccoci più vicine ai tempi nostri; ecco Gertrude Bell che, benché il Servizio Diplomatico fosse e sia tuttora chiuso alle donne, occupò in Oriente una posizione tale da meritarle il titolo di quasi-diplomatica: ebbene con nostra sorpresa scopriamo che 'Gertrude a Londra non poteva uscire se non in compagnia di una amica o, in mancanza di questa, di una cameriera (36) ...se non le era possibile evitare, recandosi da un ricevimento all'altro, di salire in carrozza con un giovanotto, si sentiva in dovere di confessarlo a mia madre' (37). Erano dunque così caste le donne quasi-diplomatiche dell'età vittoriana? (38). E non soltanto nel corpo; anche nella mente. 'A Gertrude era proibito leggere "Il discepolo" di Bourget', per timore che la malattia, quale che fosse, di cui era infetto quel libro potesse contagiarla. Insoddisfatte ma ambiziose, ambiziose ma austere, caste e tuttavia avventurose: ecco alcune delle qualità che abbiamo scoperto. Ma continuiamo a leggere se non le righe tra le righe delle biografie. E tra le righe delle biografie dei loro mariti troviamo moltissime donne che esercitavano... ma come possiamo chiamarla la professione che consiste nel mettere al mondo nove o dieci figli, la professione che consiste nel dirigere la casa, nel curare un invalido, nel visitare i poveri e i malati, nell'accudire ora a un vecchio padre ora a una madre anziana? E' una professione che non ha un nome, né uno stipendio; ma sono così numerose le madri, le sorelle, le figlie degli uomini colti che nel diciannovesimo secolo esercitavano quella professione che siamo costrette a fare un unico fascio di tutte quelle donne e delle loro vite che si intravvedono dietro le vite dei mariti e dei fratelli, lasciando il compito di raccogliere il loro messaggio a chi ha il tempo per districarlo e l'immaginazione per decifrarlo. Quanto a noi che, come lei ci fa capire, di tempo a disposizione ne abbiamo poco, ci limiteremo a riassumere tutti gli accenti e le riflessioni sparse qua e là sulla vita professionale delle donne del diciannovesimo secolo citando una volta ancora le parole altamente significative di una donna che, se non fu una professionista nell'esatto senso del termine, raggiunse tuttavia una certa indefinibile fama con i suoi viaggi: Mary Kingsley. Non so se ti ho mai detto che L'UNICA istruzione a pagamento che mi hanno concesso sono state le lezioni di tedesco. Per l'educazione di mio fratello vennero spese œ 2.000, e è da sperare non invano. "Questa frase è talmente ricca di spunti che possiamo risparmiarci la fatica di cercare tentoni tra le righe delle vite degli uomini che esercitarono le libere professioni le vite delle loro sorelle. Se sviluppiamo gli spunti contenuti in quella dichiarazione e se la mettiamo in relazione con gli altri accenni e frammenti che abbiamo trovato, forse giungeremo a costruire un'ipotesi, per rispondere alla difficile domanda a cui ci troviamo di fronte. Perché, quando Mary Kingsley dice, 'le lezioni di tedesco furono l'unica istruzione a

Page 54: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

pagamento che mi hanno concesso', implicitamente ci fa sapere di aver ricevuto un'istruzione che non era a pagamento. E le vite delle altre donne che abbiamo preso in esame confermano la nostra deduzione. In cosa consisteva dunque questa 'istruzione gratuita' che, per il bene o per il male, ha caratterizzato la nostra vita per tanti secoli? Se sommiamo le vite di tutte le donne oscure alle quattro vite che sono uscite dall'oscurità e anzi hanno avuto successo al punto di essere affidate alla pagine scritta, le vite di Florence Nightingale, di Anne Clough, di Mary Kingsley e di Gertrude Bell, dobbiamo concludere che esse furono educate tutte alla medesima scuola. Loro maestre, come obliquamente e indirettamente ma non per questo meno enfaticamente e inconfutabilmente ci indicano le biografie, furono la povertà, la castità, la derisione e... ma quale parola esiste per indicare la 'mancanza di diritti e di privilegi?'. Dovremo ricorrere una volta di più alla solita vecchia parola, 'libertà?'. La 'libertà da fittizi legami di fedeltà' fu dunque la quarta maestra; dalla fedeltà alla propria scuola, alla propria università, alla propria Chiesa, ai riti della propria casta, al proprio paese; la libertà di cui tutte quelle donne hanno goduto e di cui noi pure, in larga misura, ancora godiamo grazie alle leggi e alle usanze inglesi. Non abbiamo tempo di coniare nuove parole. Sia dunque la 'libertà da fittizi legami di fedeltà', la quarta grande maestra delle figlie degli uomini colti. "Le biografie ci insegnano che le figlie degli uomini colti ricevettero un'istruzione gratuita e che loro maestre furono la povertà, la castità, la derisione e la libertà da fittizi legami di fedeltà. Fu questa istruzione non pagata, ci informano le biografie, che le rese, molto appropriatamente, adatte a esercitare professioni non pagate. E, ci informano ancora le biografie, le professioni non pagate avevano le loro leggi, le loro tradizioni e difficoltà, non meno delle professioni retribuite. Inoltre, lo studioso di biografie non può certo mettere in dubbio la testimonianza delle biografie stesse circa gli orribili risultati di quelle professioni, sia per chi le svolgeva gratuitamente, che per la loro discendenza. L'incessante mettere al mondo figli della moglie non retribuita, l'incessante far quattrini del ben retribuito marito ebbero fuor di ogni dubbio conseguenze terribili sulle menti e sui corpi dell'epoca presente. A dimostrarlo non occorre citare ancora una volta il passo famoso in cui Florence Nightingale denuncia quell'educazione e i suoi risultati; né occorre sottolineare la comprensibile gioia con cui accolse la guerra di Crimea; né illustrare con esempi tratti da altre fonti - e sono, ahimé, innumerevoli - la vacuità, la meschinità, il rancore, la tirannia, l'ipocrisia, l'immoralità a cui quell'educazione dette origine, come testimoniano tanto copiosamente le vite di entrambi i sessi. La prova conclusiva della sua crudeltà, almeno nei riguardi di un sesso, la si può trovare negli annali della 'Grande guerra', quando ospedali, campi e fabbriche di munizioni si riempirono di profughe che fuggivano dai suoi orrori, a paragone dei quali ospedali, campi e fabbriche parevano oasi di gioia. "Ma il genere biografico è multiforme e complesso, non restituisce mai una risposta univoca alle domande che gli vengono rivolte. Perciò le biografie di coloro di cui è stata scritta la biografia - Florence Nightingale, Anne Clough, Charlotte Bront‰, Christina Rossetti, Mary Kingsley, per esempio - dimostrano al di là di ogni dubbio che quella medesima educazione, l'educazione non pagata, deve aver avuto grandi virtù, oltre che gravi difetti, perché non si può negare che quelle

Page 55: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

donne, se pure non erano istruite, erano tuttavia donne civili. Non possiamo, quando prendiamo in esame la vita delle nostre incolte madri e nonne, giudicare la loro educazione semplicemente in base alla capacità di ottenere un impegno, di conseguire onori, o di fare quattrini. Dobbiamo, se siamo oneste, ammettere che alcune donne che non ricevettero alcuna istruzione a pagamento, alcuno stipendio, alcun impiego, furono esseri umani civili (se le si possano a buon diritto definire 'inglesi' resta una questione controversa); e dobbiamo pertanto ammettere che sarebbe molto sciocco da parte nostra buttar via i risultati di quell'educazione o rinunciare, quale che sia il premio in denaro o in onori che ci viene promesso in cambio, al sapere che in tal modo abbiamo accumulato. Così dunque sembrano rispondere le biografie alla domanda che abbiamo rivolto loro - come possiamo intraprendere le libere professioni e tuttavia rimanere esseri umani civili, esseri umani che cercano di impedire le guerre: se non rinnegherete le quattro grandi maestre delle figlie degli uomini colti - la povertà, la castità, la derisione e la libertà da fittizi legami di fedeltà - ma riuscirete a unire ad esse un po' di ricchezza, un po' di sapere e un po' di dedizione a cause reali, allora potrete intraprendere le professioni evitando i pericoli che le rendono indesiderabili. "Poiché tale è la risposta dell'oracolo, tali sono le condizioni a cui è legata la nostra ghinea. La potrete avere, cioè, a condizione che aiutiate a trovare lavoro nella vostra professione le persone in possesso dei requisiti necessari, di qualunque sesso, classe o colore esse siano, e a condizione inoltre che nell'esercizio della vostra professione rifiutate di abbandonare la povertà, la castità, la derisione altrui, e la libertà da fittizi legami di fedeltà. E' più precisa ora la nostra frase, sono più chiare le condizioni poste, pensa di poterle accettare? Lei esita ancora. Le sembra che alcune delle nostre condizioni vadano spiegate meglio. Va bene, esaminiamole una per una. Per povertà s'intende denaro sufficiente per vivere. Cioè, guadagnare abbastanza da non dipendere da nessun altro essere umano e da poter comperare quel minimo di salute, di tempo, di sapere e così via che occorre per sviluppare appieno il corpo e la mente. Ma nulla di più. Non un centesimo di più. "Per castità s'intende che quando con il vostro lavoro vi sarete assicurate quanto basta per vivere, dovrete rifiutarvi di vendere il vostro cervello per denaro. Cioè dovrete rifiutarvi di lavorare, oppure farlo solo per amore della ricerca e della sperimentazione; o per amore dell'arte, se siete artiste, oppure gratuitamente per fornire a chi ne ha bisogno le conoscenze da voi acquisite professionalmente. Ma non appena vi sentite attirare nel vortice del girotondo, smettete subito. Spezzate il cerchio con una risata. "Per derisione - brutta parola, ma, ancora una volta, la lingua inglese è così povera, occorrerebbero nuove parole - s'intende che dovrete rifiutare tutto ciò che serve a far pubblicità al merito, e tener per fermo che il ridicolo, l'oscurità e la disapprovazione sono preferibili, per ragioni psicologiche, alla fama e alla lode. Non appena vi offrono insegne, onorificenze o titoli, sbatteteli subito in viso a chi ve li offre. "Per libertà da fittizi legami di fedeltà s'intende che dovrete liberarvi in primo luogo dell'orgoglio per la vostra patria; e anche dell'orgoglio per la vostra religione, per la vostra università,

Page 56: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

scuola, famiglia, sesso, e da tutti i fittizi legami di fedeltà che queste forme di orgoglio creano. Non appena i tentatori si presentano per sedurvi, stracciate le pergamene; rifiutatevi di compilare i moduli. "E se ancora Lei trova che queste definizioni sono arbitrarie e insieme troppo generiche, e mi chiede come si fa a decidere quanto denaro e quanto sapere occorrono per sviluppare appieno il corpo e la mente, e come si fa a distinguere quando la nostra lealtà è diretta a oggetti reali che dobbiamo servire e quando a oggetti fittizi che dobbiamo disprezzare, non posso che rimandarLa - il tempo stringe - a due autorità. Una la conosciamo tutte. E' lo psicometro che portiamo al polso, quel piccolo congegno a cui facciamo riferimento in tutti i rapporti personali. Se fosse visibile, assomiglierebbe un po' a un termometro. Ha dentro una vena di mercurio che si dilata o si contrae in presenza di qualunque corpo o anima, ambiente privato o pubblico, a cui viene esposto. Se vuole sapere quanta ricchezza è desiderabile, provi a esporlo alla presenza di un ricco; se vuole scoprire quanto sapere è desiderabile, provi a esporlo alla presenza di un sapiente. Lo stesso per il patriottismo, la religione e tutto il resto. Non occorre interrompere la conversazione per consultarlo, né turbarne il piacere. Ma se Lei ribatte che si tratta di un sistema troppo soggettivo e fallibile per applicarlo senza rischio d'errore, prova ne siano i molti matrimoni infelici e le amicizie bruscamente troncate a cui ha condotto lo psicometro privato, allora rimane pur sempre l'altra autorità oggi facilmente accessibile anche alla più povera delle figlie degli uomini colti. Vada in una pinacoteca e guardi i quadri che vi sono esposti; accenda la radio e catturi la musica trasmessa sull'aria; entri in una qualunque delle biblioteche pubbliche che oggi sono aperte a tutti. Avrà modo così di consultare personalmente lo psicometro pubblico. Un esempio solo, giacché il tempo stringe. L'"Antigone" di Sofocle. Ne esistono numerose tradizioni in prosa e in versi (39). Prenda il personaggio di Creonte. In esso troviamo la più profonda analisi condotta da un poeta, uno psicologo in azione, degli effetti del potere e della ricchezza sull'anima umana. Prenda la pretesa di Creonte al dominio assoluto sui suoi sudditi. E' un'analisi della tirannide di gran lunga più istruttiva di tutti i discorsi dei politici del nostro tempo. Lei vuole sapere quali sono i fittizi legami di fedeltà che dobbiamo disprezzare e quali invece quelli veri, che dobbiamo onorare? Pensi alla distinzione che fa Antigone tra le leggi e la Legge. E' una formulazione dei doveri dell'individuo verso la società di gran lunga più profonda di qualunque definizione ci viene offerta dai sociologi del nostro tempo. Per quanto pallida possa essere la traduzione, quelle cinque parole di Antigone valgono tutti i sermoni di tutti i vescovi del mondo (40). Ma fare altri commenti sarebbe impertinente. Il giudizio individuale è ancora libero nella sfera personale, e questa libertà è l'essenza della libertà. Per il resto, anche se le condizioni possono sembrare tante e la ghinea, ahimé, è una sola, non si tratta allo stato attuale delle cose di condizioni troppo difficili da soddisfare. Ad eccezione della prima - guadagnare quanto basta per vivere - essi ci vengono garantite dalle leggi inglesi. La legge inglese fa in modo che non ereditiamo grandi ricchezze; la legge inglese ci nega, e speriamo che continui a farlo ancora per molto tempo, il marchio della piena cittadinanza. Né

Page 57: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

abbiamo motivo di dubitare che i nostri fratelli continueranno a fornirci per molti secoli a venire, come hanno fatto per molti secoli passati, quell'elemento tanto indispensabile per la salute mentale, così prezioso per prevenire i peccati capitali della nostra epoca, la vanità, l'egoismo e la megalomania: voglio dire il ridicolo, la disapprovazione e il disprezzo (41). E finché la Chiesa d'Inghilterra rifiuterà i nostri servigi - voglia il cielo che continui a farlo! - e finché le antiche scuole e università si rifiuteranno di ammetterci a partecipare delle loro donazioni e dei loro privilegi, noi rimarremo immuni senza troppi sforzi dal dovere di fedeltà e dal vassallaggio che quelle donazioni e quei privilegi portano con sé. Inoltre, Gentile Signora, Le verranno in aiuto le tradizioni della casa paterna, la memoria ancestrale che sta dietro ogni attimo del presente. Abbiamo visto nelle citazioni riportate sopra quanto sia stato importante il ruolo della castità, la castità del corpo, nell'educazione non pagata del nostro sesso. Non dovrebbe essere difficile trasformare il vecchio ideale della castità del corpo nel nuovo ideale della castità della mente, sostenere che se era peccato vendere il corpo per denaro, è un peccato ancora più grave vendere la mente per denaro, giacché la mente, lo dicono tutti, è più nobile del corpo. Non costituisce dunque una forza nel resistere alle tentazioni del più grande tentatore, il denaro, l'avere dietro di noi simili tradizioni? Per quanti secoli abbiamo esercitato il diritto di lavorare tutto il giorno tutti i giorni per œ 40 all'anno più vitto e alloggio? E non è forse vero, come attesta Whitaker, che metà del lavoro delle figlie degli uomini colti è tuttora lavoro non retribuito? E onori, fama, importanza... non è forse facile per noi resistere anche a questa tentazione, noi che per secoli abbiamo lavorato senz'altro onore che quello che ci viene riflesso dalle medaglie e dai diademi che adornano la fronte e il petto dei nostri padri o mariti? "Con la legge dalla nostra parte, e la proprietà dalla nostra parte e la memoria ancestrale a farci da guida, non occorrono altre prove; riconoscerà che le condizioni alle quali questa ghinea potrà essere Sua sono, a eccezione della prima, relativamente facili da soddisfare. Le impongono semplicemente di sviluppare, modificare e orientare con l'aiuto dei due psicometri le tradizioni e l'educazione della casa paterna che esistono da duemila anni. Se Lei accetta di farlo, la nostra contrattazione può dirsi terminata. E la ghinea per pagare l'affitto è Sua... e fossero mille ghinee, non una! Perché se Lei accetterà le nostre condizioni, potrà intraprendere le libere professioni senza lasciarsi contaminare; potrà liberarle dalla possessività, dall'invidia, dalla aggressività, dalla avidità che le caratterizzano. Potrà usarle per avere una mente autonoma, una volontà autonoma. E potrà usare quella mente e quella volontà per cancellare la disumanità, la bestialità, l'orrore, la follia della guerra. Prenda dunque questa ghinea, e la usi non per bruciare l'intero edificio, ma per una grande luminaria. Risplendano tutte le sue finestre. Che le figlie delle donne incolte intreccino una danza intorno alla nuova casa, la casa povera, la casa che dà su un vicolo dove passa l'autobus e si sente il grido dei venditori ambulanti; che cantino tutte insieme: 'Basta con le guerre! Basta con la tirannide!' E le loro madri rideranno felici nella tomba: 'Per questo abbiamo sopportato insulti e disprezzo! Illuminate le finestre della nuova casa, figlie! Che risplendano!'

Page 58: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

"Queste dunque sono le condizioni alle quali Le invio una ghinea per aiutare le figlie delle donne incolte a intraprendere le libere professioni. E speriamo, ponendo fine alla perorazione, che Le rimanga il tempo per dare il tocco finale alla Sua vendita di beneficenza, per sistemare la lepre e la caffettiera e accogliere l'Onorevolissimo Sir Sampson Legend, insignito dell'Ordine al Merito, Cavaliere dell'Ordine di Bath, Dottore in Legge, Dottore in Diritto Canonico, Ex-capitano di fregata, eccetera, con quell'aria di sorridente deferenza che si conviene alla figlia di un uomo colto alla presenza del fratello". Tale, Signore, fu la versione definitiva della lettera inviata alla signora tesoriere onorario dell'associazione che aiuta le figlie degli uomini colti a intraprendere le libere professioni. Tali le condizioni alle quali riceverà la ghinea. Sono state formulate, nei limiti del possibile, in modo da garantire che la signora farà quanto potrà fare con una ghinea per aiutarvi a prevenire la guerra. Se le nostre condizioni sono state espresse nel modo giusto, chi lo può dire? Ma Lei capisce che, prima di rispondere alla Sua lettera, era necessario rispondere alla lettera di questa signora e a quella della signora tesoriere onorario del fondo per la ricostruzione del college, e inviare a ciascuna di loro una ghinea; perché, se non vengono aiutate prima di tutto a ricevere un'istruzione e quindi a guadagnarsi da vivere, le figlie degli uomini colti non potranno disporre dell'influenza autonoma e disinteressata con cui aiutare voi a prevenire la guerra. E', si direbbe, una catena di cause interdipendenti. Dopo aver dimostrato come meglio sapevamo questa interdipendenza, possiamo ora tornare alla Sua lettera e alla Sua richiesta di dare un contributo alla Sua associazione. Note con l'asterisco a "Le tre ghinee - Due". *1. Women's Social Political Union, fondata nel 1903 da Emmeline Pankhurst. (n.d.t.) *2. La via dei Ministeri a Londra. (n.d.t.) *3. Nel frattempo il signor Baldwin ha smesso di fare il Primo Ministro e è divenuto Conte. *4. I verbali delle sedute del Parlamento, dal nome del primo editore che li pubblicò. (n.d.t.) *5. Il Parlamento inglese: la battaglia per il diritto di voto. *6. Via centrale di Londra, dove hanno il gabinetto medico gli specialisti meglio pagati, quindi la battaglia per essere ammesse alla professione medica. (n.d.t.) *7. Thomas Arnold, direttore della scuola di Rugby da lui elevata al

Page 59: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

rango di grande "public school". (n.d.t.) LE TRE GHINEE. TRE. Ed eccoci alla Sua lettera. In cui, come si è visto, dopo aver richiesto la nostra opinione su come prevenire la guerra, Lei propone alcune misure pratiche per prevenirla. Le Sue proposte sono: che firmiamo un manifesto impegnandoci a "difendere la cultura e la libertà di pensiero'' (1); che entriamo a far parte di una certa associazione che farà certe cose il cui scopo è di salvaguardare la pace; e, da ultimo, che inviamo un contributo a quell'associazione che, al pari delle altre, ha bisogno di denaro. Per prima cosa vediamo come, difendendo la cultura e la libertà di pensiero, vi possiamo aiutare a prevenire la guerra, dal momento che Lei ci assicura che esiste un legame tra quelle parole piuttosto astratte e queste fotografie molto concrete: fotografie di cadaveri e di macerie. Ma se ci era parso sorprendente sentirci richiedere il nostro parere su come prevenire la guerra, ancora di più lo è sentirci chiedere di aiutarla nei termini alquanto astratti del Suo manifesto a difendere la cultura e la libertà di pensiero. Si rende conto, alla luce dei fatti sin qui esposti, di cosa significa questa Sua richiesta? Significa che nell'anno 1938 i figli degli uomini colti chiedono alle figlie degli uomini colti di aiutarli a difendere la cultura e la libertà di pensiero. E perché, domanderà Lei, questo vi sorprende tanto? Ebbene, provi a immaginare che il Duca del Devonshire, con le sue medaglie al merito e la sua giarrettiera, scenda in cucina e dica alla servetta che sta sbucciando le patate e ha un baffo di unto sulla guancia: "Smetti di pelar patate, Mary, e vieni a aiutarmi nella costruzione di questo difficile passo di Pindaro". Non crede che Mary rimarrebbe sorpresa e correrebbe da Louise, la cuoca, urlando: "Gesù, Louise, il Padrone dev'essere impazzito!"? E questo, o un altro molto simile, è il grido che ci sale alle labbra quando i figli degli uomini colti chiedono a noi, le loro sorelle, di aiutarli a difendere la libertà di pensiero e la cultura. Ma cerchiamo di tradurre l'esclamazione della servetta nella lingua delle persone colte. Ancora una volta dobbiamo pregarLa, Signore, di guardare dalla nostra prospettiva, dal nostro punto di vista, il Fondo per l'Educazione di Arthur. Si sforzi un'ultima volta, anche se è scomodo per lei girare il capo in quella direzione, di capire cosa ha significato per noi mantenere sempre colma quell'urna per tutti questi secoli, in modo che una decina di migliaia dei nostri fratelli potessero ogni anno andare a Oxford e a Cambridge a ricevere un'istruzione. Significa, Signore, che noi abbiamo già contribuito alla causa della cultura e della libertà di pensiero più di qualunque altra classe della collettività. Infatti, non è forse vero che le figlie degli uomini colti hanno versato nella cassa del Fondo per l'Educazione di Arthur dall'anno

Page 60: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

1262 all'anno 1870 tutto il denaro che sarebbe occorso per la loro educazione, sottraendone soltanto i pochi spiccioli che servivano a pagare la governante, l'insegnante di tedesco e il maestro di ballo? Non è forse vero che hanno finanziato sacrificando la propria istruzione Eton e Harrow, Oxford e Cambridge, e tutte le grandi scuole e università d'Europa: la Sorbona e Heidelberg, e Salamanca, Padova e Roma? Non è forse vero che il loro contributo è stato così generoso, prodigo, pur se così indiretto, che quando finalmente, nel diciannovesimo secolo, si conquistarono il diritto a un po' di istruzione a pagamento, non trovarono una sola donna che avesse ricevuto abbastanza istruzione a pagamento da essere in grado di far loro da insegnante? (2) E ora, di punto in bianco, proprio quando cominciavano a pensare di poter assaggiare non solo un pochino della stessa istruzione universitaria, ma anche un po' di contorno - viaggi, piaceri, libertà - arriva la Sua lettera a informarle che tutta quella enorme, favolosa somma - perché a contarla sia direttamente in moneta sonante, sia indirettamente in sacrifici e rinunzie, si tratta di una somma enorme - è stata sperperata o usata per le cose sbagliate. A quale altro scopo furono fondate le università di Oxford e di Cambridge, se non per difendere la cultura e la libertà di pensiero? Per quale altro fine le vostre sorelle hanno rinunciato a scuole, viaggi, lussi, se non per mandare a scuola e all'università, con il denaro in tal modo risparmiato, i loro fratelli perché imparassero a difendere la cultura e la libertà di pensiero? Ma ora, dal momento che Lei le dichiara in pericolo e ci chiede di unire la nostra voce alla Sua, e la nostra moneta da sei penny alla Sua ghinea, dobbiamo dedurne che quel denaro è stato sprecato e che quelle associazioni hanno fallito lo scopo. Se è vero che le grandi scuole private e le due università, con il loro complicato meccanismo per l'addestramento della mente e del corpo, hanno fallito lo scopo, sorge spontanea la domanda: che motivi abbiamo per pensare che la Sua associazione, anche se conta tra i promotori nomi illustri, riuscirà nel suo scopo, o che il Suo manifesto, anche se tra i firmatari si leggono nomi ancora più illustri, riuscirà a fare proseliti? Non sarebbe meglio prima di affittare una sede, assumere una segretaria, eleggere un comitato e iniziare sottoscrizioni che Lei riflettesse sulle ragioni per cui quelle scuole e quelle università hanno fallito? Ma a questa domanda sta a Lei rispondere. Il problema che tocca noi direttamente riguarda invece il tipo di aiuto che vi possiamo dare noi in difesa della cultura e della libertà di pensiero: noi che così tante volte siamo state chiuse fuori dalle due università e che solo ora con così tante restrizioni vi siamo ammesse; noi che non abbiamo ricevuto nessuna istruzione a pagamento, o così poca che sappiamo appena leggere e scrivere la nostra lingua; noi che di fatto facciamo parte non dell'"intellighenzia", ma dell'"ignoranzia". A conferma della scarsa stima che abbiamo della nostra cultura, e a dimostrazione che voi stessi la condividete, ecco qui Whitaker con i suoi dati di fatto. Non una delle figlie degli uomini colti, dice Whitaker, è ritenuta capace di insegnare la letteratura della propria lingua in nessuna delle due università. E quando si tratta di acquistare un quadro per la National Gallery, un ritratto per la Portrait Gallery, o una mummia per il British Museum, ci informa ancora Whitaker, non mette conto di chiedere la sua opinione. Di che utilità Le può essere allora chiederci di difendere la cultura e la libertà di pensiero se,

Page 61: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

lo dimostra Whitaker con i suoi freddi dati di fatto, voi stessi non credete che il nostro consiglio abbia valore quando si tratta di spendere denaro che è anche nostro per acquistare cultura e libertà di pensiero per lo Stato? La meraviglia ancora che l'inatteso complimento ci colga di sorpresa? D'altra parte, ecco qui la Sua lettera. Anch'essa contiene dei dati di fatto. In questa lettera Lei dice che la guerra è imminente; e poi aggiunge in più d'una lingua - questa la versione francese (3): "Seule la culture désintéressée peut garder le monde de sa ruine" - aggiunge che difendendo la libertà di pensiero e la nostra eredità culturale vi possiamo aiutare a prevenire la guerra. E giacché la prima affermazione è sicuramente inconfutabile e qualunque servetta, anche se il suo francese lascia a desiderare, sa leggere e capire le parole: "Allarme: incursioni aeree" quando stanno scritte ben in grande sui muri, noi non possiamo trascurare la Sua richiesta con il pretesto dell'ignoranza, né rimanere in silenzio con il pretesto della modestia. E come qualunque servetta cercherebbe di tradurre un passo di Pindaro se le dicessero che da ciò dipende la sua vita, così le figlie degli uomini colti, per poco che siano qualificate a farlo per preparazione culturale, devono riflettere su ciò che sono in grado di fare in difesa della cultura e della libertà di pensiero, se in tal modo vi possono aiutare a prevenire la guerra. Esaminiamo dunque, come meglio sappiamo, anche se aderire alla Sua associazione, se ci sarà possibile firmare questo manifesto in favore della cultura e della libertà di pensiero con una certa sicurezza di poter mantenere l'impegno. Cosa significano quelle parole alquanto astratte? Se dobbiamo aiutarvi a difenderle, sarebbe bene cominciare col definirle. Ma al pari di tutti i tesorieri onorari, Lei ha pochissimo tempo, e sfogliare la letteratura inglese alla ricerca di una definizione, se pure a suo modo è un passatempo delizioso, potrebbe condurci troppo lontano. Diciamo dunque, per il momento, che entrambi sappiamo di cosa si tratta, e concentriamoci sulla questione pratica di come aiutarvi a difenderle. Abbiamo sul tavolo il giornale, con la sua riserva di fatti; può darsi che vi troviamo una citazione che ci farà risparmiare tempo limitando i termini della nostra ricerca. "Ieri a un convegno di direttori di scuola venne stabilito che le donne non sono adatte a insegnare ai ragazzi oltre i quattordici anni". Questo dato ci è utilissimo perché dimostra che certi tipi di aiuto non sono alla nostra portata. Tentare una riforma delle scuole e delle università dei nostri fratelli equivarrebbe ad attirarci una gragnuola di gatti morti, uova marce e cancelli infranti di cui solo i frugaimmondizie e i robivecchi si avvantaggerebbero, mentre le autorità, ce lo conferma la Storia, starebbero a guardare impassibili il tumulto dalla finestra del loro studio senza neppure togliersi il sigaro di bocca o senza smettere di centellinare, lentamente, per gustarne tutto il "bouquet" come si conviene, il loro prezioso Bordeaux (4). La lezione della Storia, confermata dalla lezione dei giornali, ci confina in uno spazio più limitato. L'unico modo in cui possiamo aiutarvi a difendere la cultura e la libertà di pensiero è difendendo la nostra cultura e la nostra libertà di pensiero. Vale a dire che, quando da un college femminile ci scrivono chiedendoci quattrini, possiamo far presente la possibilità che qualcosa cambi in quell'istituzione satellite quando essa cessi di essere satellite; oppure, se da un'associazione che

Page 62: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

aiuta le donne a trovare un impiego ci scrivono chiedendoci quattrini, possiamo far presente che nell'interesse della cultura e della libertà di pensiero sarebbe auspicabile qualche cambiamento nel modo di esercitare le libere professioni. Ma poiché l'istruzione a pagamento è ancora troppo giovane e acerba, e poiché il numero delle donne cui è concesso di gustarla a Oxford e a Cambridge è ancora rigidamente limitato, per la grande maggioranza delle figlie degli uomini colti la cultura rimane ancora quella che si può acquisire fuori dai sacri cancelli, nelle biblioteche pubbliche o private, i cui battenti per qualche inspiegabile distrazione sono stati lasciati aperti. Consiste ancora, oggi, nell'anno 1938, nel leggere e scrivere la nostra lingua. In questi termini il problema assume proporzioni affrontabili. Spogliato del suo alone glorioso è più facile trattarlo. Quel che dobbiamo fare, Signore, è di sottoporre la Sua richiesta alle figlie degli uomini colti chiedendo loro di aiutarvi a prevenire la guerra non con consigli ai fratelli su come difendere la cultura e la libertà di pensiero, ma semplicemente leggendo e scrivendo la propria lingua in modo tale da difendere direttamente quelle divinità così astratte. Una cosa semplicissima, a prima vista, che non richiede né dialettica né retorica. Ma subito incontriamo una difficoltà. Abbiamo già osservato che la professione della letteratura, per chiamarla con un nome semplice, è l'unica professione che non sia stata teatro di battaglia nel diciannovesimo secolo. Non si è avuta una battaglia di Grub Street (*1). Quella professione non fu mai chiusa alle figlie degli uomini colti. Questo era dovuto naturalmente alla grande povertà delle attrezzature necessarie. Libri, carta e penne costano così poco, saper leggere e scrivere era cosa così diffusa nella nostra classe, che era impossibile che alcuna corporazione di uomini si accaparrasse l'esclusiva sulle conoscenze necessarie e rifiutasse di ammettervi chiunque desiderasse leggere o scrivere libri. Ma la conseguenza è che, dal momento che la professione della letteratura è aperta alle figlie degli uomini colti, non ci sono signore tesoriere onorarie così bisognose di ghinee per continuare la lotta da essere disposte a ascoltare le nostre condizioni e a promettere di osservarle. Questo, lo ammetterà, ci pone in una posizione di svantaggio. Come possiamo far pressioni su di loro; cosa possiamo fare per convincerle a aiutarci? La professione della letteratura è diversa, a quanto pare, da tutte le altre. Non ha un capo; non esiste un Lord Cancelliere, come nel Suo caso: non esiste alcun organo ufficiale con il potere di definire delle regole e di farle rispettare (5). Non possiamo interdire alle donne l'uso delle pubbliche biblioteche (6); o proibire loro di comperare carta e calamaio; o stabilire che le metafore possono essere usate solo da un sesso, come succedeva nelle Accademie di Belle Arti, dove soltanto i maschi potevano studiare il nudo; e non possiamo decretare che la rima può essere usata solamente da un sesso, come accadeva nei Conservatori di Musica, dove soltanto i maschi potevano suonare nelle orchestre. Tale è l'inaudita licenza della professione letteraria, che la figlia di un uomo colto può usare un nome maschile - George Eliot, o George Sand, per esempio - con il risultato che l'editore, a differenza delle autorità di Whitehall, non può cogliere alcuna differenza di odore o di sapore nei manoscritti, e neppure sapere per certo se l'autrice è sposata oppure no. Perciò, poiché non abbiamo alcun potere sulle donne che si guadagnano da vivere leggendo e scrivendo, dobbiamo rivolgerci a loro umilmente,

Page 63: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

senza imporre ricatti o minacciare sanzioni. Dobbiamo presentarci con il cappello in mano come questuanti, pregandole di essere così gentili da prestare orecchio alla nostra richiesta di esercitare la professione del leggere e scrivere nell'interesse della cultura e della libertà di pensiero. A questo punto sarà utile definire un po' meglio le parole "cultura e libertà di pensiero". Fortunatamente ai nostri fini non occorre una definizione completa o molto raffinata. Non occorre consultare Milton, Goethe o Matthew Arnold; le loro definizioni riguarderebbero la cultura a pagamento, quella che, nelle parole della signorina Weeton, comprende la fisica, la teologia, l'astronomia, la chimica, la botanica, la logica e la matematica, nonché il latino, il greco e il francese. Noi invece ci rivolgiamo a persone la cui cultura è del tipo che non costa nulla, quella che consiste nel sapere leggere e scrivere la propria lingua. Per fortuna c'è il Suo manifesto ad aiutarci a precisare meglio i termini: "disinteressata" è la parola che Lei usa. Pertanto ai nostri fini possiamo definire la cultura come quell'attività disinteressata che consiste nel leggere e scrivere la lingua inglese. E la libertà di pensiero può essere definita ai nostri fini come il diritto di dire o di scrivere con le proprie parole e a modo proprio quello che si pensa. Sono definizioni molto approssimative, ma dobbiamo accontentarcene. Il nostro appello dunque potrebbe cominciare così : "O figlie degli uomini colti, questo signore, che noi tutte rispettiamo, afferma che la guerra è imminente; difendendo la cultura e la libertà di pensiero questo signore dice che lo possiamo aiutare a prevenire la guerra. Noi pertanto vi supplichiamo, voi che vi guadagnate da vivere leggendo e scrivendo...". Ma a questo punto le parole ci muoiono sulle labbra e della preghiera che avevamo in mente non vengono fuori che quei tre puntini; è di nuovo colpa dei fatti che troviamo nei libri, nelle biografie; fatti che ci rendono difficile, forse impossibile, proseguire. Di quali fatti si tratta? Anche questa volta dobbiamo interrompere il nostro appello per esaminare i fatti. Non è difficile trovarne. Ecco per esempio un illuminante documento, una testimonianza molto autentica, quasi commovente, l'autobiografia della signora Oliphant; è molto densa di fatti. La signora Oliphant era la figlia di un uomo colto e si guadagnava da vivere leggendo e scrivendo. Scrisse libri d'ogni genere. Romanzi, biografie, libri di storia, guide turistiche di Firenze e di Roma, recensioni, articoli per i giornali. Con il ricavato manteneva se stessa e mandava a scuola i figli. Ma fino a che punto difendeva la cultura e la libertà di pensiero? Lo potrà giudicare Lei stesso leggendo innanzitutto qualcuno dei suoi romanzi: "La figlia del duca", "Diana Trelawny", "Harry Joscelyn", per esempio; quindi le sue vite di Sheridan e di Cervantes; poi "Gli artefici di Firenze e di Roma"; infine potrà tuffarsi nella massa di sbiaditi articoli, recensioni, quadretti di genere che pubblicava sulle riviste letterarie. Fatto questo, analizzi la Sua mente, Signore, si chieda se quelle letture hanno aumentato il Suo rispetto per la cultura disinteressata e la libertà di pensiero. Non trova che, al contrario, quelle letture hanno lasciato un che di sporco nella Sua mente, hanno avvilito la Sua fantasia, e Le hanno fatto deplorare che la Signora Oliphant abbia venduto la sua intelligenza, che era ammirevole, prostituita la sua cultura, resa schiava la sua libertà di pensiero

Page 64: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

per guadagnarsi da vivere e mandare i figli a scuola? (7) Se pensiamo ai mali che la povertà infligge alla mente e al corpo, all'ineluttabilità per chi ha figli di doverli vestire, nutrire e educare, non possiamo che approvare la sua scelta e ammirare il suo coraggio. Ma se approviamo la scelta e ammiriamo il coraggio di quante hanno fatto quello che ha fatto lei, possiamo risparmiarci la fatica di rivolgere il nostro appello a quelle donne, perché esse non saranno certo più libere di lei di difendere la cultura disinteressata e la libertà di pensiero. Chiedere a queste donne di firmare il Suo manifesto sarebbe come chiedere a un oste di sottoscrivere a un manifesto contro il consumo di alcoolici. Personalmente potrà essere completamente astemio; ma poiché sua moglie e i suoi figli dipendono per vivere dalla vendita di alcoolici, l'oste dovrà continuare a venderne e la sua firma sotto il manifesto contro l'alcoolismo non significa nulla, perché, appena firmato, deve correre dietro il bancone a convincere i clienti a bere altro vino. Allo stesso modo chiedere alle figlie degli uomini colti che si guadagnano da vivere leggendo e scrivendo di firmare il suo manifesto non serve alla causa della cultura disinteressata e della libertà di pensiero perché, appena firmato, esse devono mettersi al tavolino a scrivere libri recensioni articoli con i quali la cultura viene prostituita e la libertà di pensiero venduta come schiava. Come espressione di un'opinione, può avere qualche valore; ma se non è di questo che avete bisogno, bensì di un aiuto concreto, allora dovrete formulare diversamente la vostra richiesta. Allora dovrete chiedere che si impegnino solennemente a non scrivere nulla che corrompa la cultura, a non firmare alcun contratto che violi la libertà di pensiero. E a questa richiesta la risposta delle biografie sarà laconica ma sufficiente: e come facciamo a guadagnarci da vivere? Si è chiarito dunque, Signore, che dovremo rivolgere il nostro appello soltanto a quelle delle figlie degli uomini colti che posseggono denaro sufficiente per vivere. Ad esse ci rivolgeremo con queste parole: "Figlie degli uomini colti che avete denaro sufficiente per vivere...". Ma di nuovo la voce ci viene meno; di nuovo la preghiera si arresta e si congela in quei tre puntini. Quante sono? Abbiamo il coraggio di presumere, nonostante Whitaker, nonostante le leggi sulla proprietà, nonostante i testamenti pubblicati sul giornale, nonostante i fatti insomma, che a tale appello risponderanno in 1000, in 500, o anche solo in 250? Comunque sia, manteniamo pure il plurale e proseguiamo: "Figlie degli uomini colti che avete denaro sufficiente per vivere e leggete e scrivete la vostra lingua per diletto, possiamo molto umilmente pregarvi di sottoscrivere al manifesto di questo signore con l'intenzione di tradurre in pratica la vostra promessa? A questo punto, ammesso che acconsentano a darci udienza, potrebbero a buon diritto chiederci di essere più espliciti - non tanto di definire i termini cultura e libertà di pensiero, perché hanno libri e tempo a disposizione e possono trovare da sole le definizioni delle parole. Bensì cosa intende Lei, Signore, per cultura "disinteressata", e in che modo, in pratica, dovranno difendere tale cultura e la libertà di pensiero. Ecco, poiché sono figlie e non figli, si potrebbe cominciare citando il complimento che rivolse loro una volta un grande storico. "La condotta di Mary", dice Macaulay, "era davvero un purissimo esempio della dedizione disinteressata di cui l'uomo sembra essere incapace, ma che si riscontra talvolta nelle donne" (8). I

Page 65: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

complimenti, quando si deve chiedere un favore, non sono mai di troppo. Quindi potremmo ricordare loro la tradizione per tanto tempo tenuta in onore tra le pareti domestiche, la tradizione della castità. "Come per tanti secoli, gentile signora", potremmo dire, "fu ritenuto peccato per la donna vendere il proprio corpo senza amore, e giusto donarlo al marito che amava, così è male, lo ammetterà, vendere la Sua mente senza amore, mentre è giusto donarla all'arte che ama". "Ma cosa s'intende", chiederà forse la signora "con la frase 'vendere la Sua mente senza amore'?". "Scrivere", risponderemo, "per ordine di un altro e per denaro cose che Lei non vorrebbe scrivere. Ma vendere il cervello è peggio che vendere il corpo, perché quando la venditrice del corpo ha venduto il suo momentaneo piacere fa in modo che la cosa finisca lì . Ma quando la venditrice dei cervello ha venduto il proprio cervello, la sua anemica, maligna, appestata progenie invade il mondo a contagiare, a corrompere, a seminare il morbo negli altri. Perciò La preghiamo, gentile Signora, di impegnarsi a non commettere mai l'adulterio del cervello, perché si tratta di un crimine molto più grave di quell'altro adulterio". "Adulterio del cervello significa dunque scrivere per denaro cose che non si vorrebbero scrivere. Allora lei mi chiede di dire di no a tutti gli editori, direttori di riviste, organizzatori di conferenze e così via, che vorrebbero farmi scrivere o dire col ricatto del denaro cose che non vorrei scrivere o dire? ". Proprio così , Signora; e in più Le chiediamo, qualora dovesse ricevere proposte del genere, di indignarsi e di denunciarle, così come si indignerebbe e denuncerebbe le proposte di vendere il Suo corpo, e questo per il bene Suo e degli altri. Ma vorremmo farle notare che il verbo 'adulterare' significa anche, secondo il dizionario, 'falsificare con l'aggiunta di ingredienti più vili'. Il denaro non è l'unico ingrediente più vile. La pubblicità e la ricerca della notorietà sono pure agenti adulteratori. Perciò, la cultura mescolata al fascino personale, o la cultura mescolata alla pubblicità e alla notorietà sono pure forme adulterine di cultura. E noi Le chiediamo di rinnegarle; di non presentarsi alla ribalta, di non tenere conferenze; di non permettere la pubblicazione della Sua immagine privata o di particolari della Sua vita intima, di non usare, in breve, nessuna delle forme di prostituzione del cervello così insidiosamente suggerite dai protettori e dai ruffiani della tratta dei cervelli; di non accettare i sonagli e le etichette con i quali si pubblicizza e si certifica il merito intellettuale - medaglie, premi, diplomi - Le chiediamo di rifiutarli nel modo più assoluto, perché son tutti segni che la cultura è stata prostituita e la libertà di pensiero ridotta schiava". Forse, all'udire questa definizione, pur così blanda e imperfetta, di cosa significhi non soltanto firmare il Suo manifesto in favore della cultura e della libertà di pensiero, ma tradurre in pratica quell'idea, persino le figlie degli uomini colti che posseggono denaro sufficiente per vivere obietteranno che le condizioni sono troppo dure. Perché implicherebbero perdita di denaro, e il denaro è cosa desiderabile, perdita di fama, e la fama è universalmente considerata cosa apprezzabile, e comporterebbero inoltre critiche e ridicolo, cose nient'affatto trascurabili. Esse diventerebbero lo zimbello di quanti hanno interesse al commercio dei cervelli. E cosa ne avrebbero in cambio? La magra soddisfazione di avere, nei termini alquanto astratti del Suo manifesto, "difeso la cultura e la libertà di pensiero" non in

Page 66: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

teoria ma nel modo di vivere. Se queste condizioni sono troppo dure e non esiste alcun organismo ufficiale alle cui decisioni queste figlie di uomini colti debbono sottostare, vediamo quale altro mezzo di persuasione ci resta. Soltanto, si direbbe, le fotografie: quelle fotografie di cadaveri e di macerie. Riusciremo a mettere in luce la relazione esistente tra quelle immagini o la prostituzione della cultura, la schiavitù del pensiero? Riusciremo a rendere così chiaro che le une implicano le altre, da far sì che le figlie degli uomini colti preferiscano rifiutare il denaro e la fama, e essere oggetto di disprezzo e di ridicolo piuttosto che pagare, o lasciare che paghino, il prezzo tradotto in immagini in quelle fotografie? E' difficile, nel così breve tempo a nostra disposizione e con ]e fragili armi in nostro possesso, chiarire quella relazione; ma se ciò che Lei afferma, Signore, è vero, e il legame esiste ed è molto reale, dobbiamo sforzarci di dimostrarlo. Evochiamo, sia pure soltanto nel mondo della fantasia, la figlia di un uomo colto che abbia denaro sufficiente per vivere e possa leggere e scrivere per diletto, e, assumendola a rappresentante della sua classe, che forse in realtà non è neppure una classe, chiediamole di analizzare i prodotti di quel suo leggere e scrivere che ha lì dinnanzi a sé. "Vedo che ha dei giornali sul tavolo, signora"; le diciamo, "Perché compera tre quotidiani e tre settimanali?" "Perché mi interessa la politica e desidero conoscere i fatti". "Un desiderio encomiabile, signora. Ma perché tre? Esistono dunque divergenze sui fatti, e, in tal caso, come si spiegano?" Risponde la signora con leggera ironia: "Lei si definisce figlia di un uomo colto e pretende di non conoscere i fatti; i fatti sono, schematicamente, che ogni giornale è finanziato da un consiglio di amministrazione; che ogni consiglio di amministrazione persegue una sua linea politica; che a tale scopo paga degli scrittori; e che, se gli scrittori non condividono quella linea politica, si trovano, come capirà se ci riflette un momento, sul lastrico senza lavoro. Perciò, se vuole conoscere i fatti, in politica, deve comperare almeno tre diversi giornali, mettere a confronto almeno tre diverse versioni del medesimo fatto, per giungere alla fine alla sua personale conclusione. Ecco il perché dei tre quotidiani sul mio tavolo". Dopo avere sommariamente discusso quella che potremmo chiamare la lettura dei fatti, passiamo a quella che potremmo definire la letteratura delle idee. "Esistono cose come i quadri, gli spettacoli di prosa, la musica, i libri, anche per queste cose", domandiamo, "segue la stravagante prassi di dare un'occhiata a tre quotidiani e a tre settimanali quando vuole conoscere i fatti riguardanti i quadri, la prosa, la musica, i libri, dato che chi scrive d'arte è pagato da un direttore, che è pagato da un consiglio di amministrazione, che ha una linea politica da perseguire, sicché ciascun giornale ha un punto di vista diverso e solo confrontando tre diversi punti di vista Lei può giungere alla Sua personale conclusione: quali quadri vedere, a quale spettacolo o concerto andare, quale libro comperare?" Questa la risposta della signora: "Poiché io sono la figlia di un uomo colto, con un'infarinatura di conoscenze raccolte qua e là nelle mie letture, non mi sognerei neppure lontanamente, data l'attuale situazione del giornalismo, di trarre le mie opinioni sui quadri, sugli spettacoli, sulla musica o i libri dai giornali, così come non mi sogno di formare

Page 67: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

le mie opinioni politiche sui giornali. Mettere a confronto i punti di vista, calcolare il margine di distorsione, e poi giudicare da sola: è l'unico modo. Ecco il perché di tutti questi giornali" (9). Dunque la letteratura dei fatti e la letteratura delle idee, per operare una grossolana distinzione, non forniscono puri fatti, o pure idee, ma fatti adulterati e idee adulterate, vale a dire fatti e idee "falsificati con l'aggiunta di ingredienti più vili", come dice il dizionario. In altre parole, Lei deve spogliare ciascuna affermazione della motivazione del denaro, della motivazione del potere, della motivazione della pubblicità, della vanità, per non parlare di tutte le altre motivazioni che, come figlia di un uomo colto, Lei ben conosce, prima di decidere a quali fatti credere, in politica, e addirittura a quali idee credere, nelle arti. "Proprio così ", assente la signora. Ma se una persona che non ha nessuna di queste motivazioni per camuffare la verità Le dicesse che a suo parere i fatti sono questi e questi, Lei le crederebbe, tenuto conto, s'intende, della fallibilità del giudizio umano certo non trascurabile quando si tratta di opere d'arte? "Naturalmente" risponde la signora. Se una persona del genere dicesse che la guerra è una brutta cosa, Lei dunque le crederebbe? e crederebbe a una persona del genere se dicesse che un certo quadro, o una certa sinfonia, commedia, o poesia sono belle? "Tenuto conto della fallibilità umana, sì ". Supponga allora, gentile Signora, che esistano al mondo 250, o 50, o 25 persone del genere, persone che si sono impegnate a non commettere l'adulterio del cervello, sicché per arrivare al granello di verità non occorre spogliare quello che dicono della motivazione del denaro, della motivazione del potere, della pubblicità, della vanità, e così via; non crede che si verificherebbero due straordinarie conseguenze? Non crede che, se conoscessimo la verità sulla guerra, l'alone di gloria che la circonda ne verrebbe ammaccato e giacerebbe schiacciato e contorto al suo posto, tra le putride foglie di cavolo dei nostri prostituti fornitori di fatti? E che, se conoscessimo la verità sull'arte, invece di vagolare annaspando tra le pagine imbrattate e deprimenti di coloro che devono sopravvivere prostituendo ]a cultura, allora godere l'arte e fare l'arte diventerebbero cose così desiderabili che al confronto la guerra apparirebbe come un gioco tedioso per dilettanti attempati bisognosi di un passatempo per tenere a bada gli acciacchi: un lancio di bombe anziché di palline sopra le frontiere invece che sopra la rete? Insomma, se i giornali fossero scritti da persone il cui solo scopo nello scrivere fosse quello di dire la verità sulla politica e la verità sull'arte, noi non crederemmo nella guerra e crederemmo nell'arte. Dunque esiste un legame preciso tra cultura e libertà di pensiero e quelle fotografie di cadaveri e di macerie. E chiedere alle figlie degli uomini colti che posseggono denaro sufficiente per vivere di non commettere l'adulterio del cervello equivale a chiedere loro di aiutarvi a prevenire la guerra nel modo più concreto loro accessibile oggi - giacché la professione della letteratura è pur sempre per loro la più accessibile. Così parleremmo a quella signora, in modo approssimativo, affrettato, è vero; ma il tempo stringe e non possiamo dare definizioni più precise. E al nostro appello la signora, se pure esiste, potrebbe rispondere: "Quello che Lei dice è evidente; così evidente che ogni figlia di uomo colto già lo sa, o, se non lo sa, basta che legga il

Page 68: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

giornale per convincersene. Supponiamo che ci sia una figlia di uomo colto abbastanza agiata non solo da firmare questo manifesto in favore della cultura disinteressata e della libertà di pensiero, ma da poter tradurre in pratica la sua idea, da che parte potrebbe cominciare? E badi bene di non sognare mondi ideali lassù tra le stelle; consideri i fatti concreti del mondo concreto". E' vero, il mondo concreto è molto più difficile da fronteggiare del mondo dei sogni. Tuttavia, Signora, la tipografia privata è un fatto concreto, e alla portata di chi disponga di una modesta rendita. La macchina da scrivere e il ciclostile sono fatti concreti, e costano ancor meno. Usando questi modesti e fino ad oggi non proibiti strumenti, Lei potrà liberarsi istantaneamente dalle pressioni di consigli di amministrazione, linee politiche, direttori. Essi esprimeranno il Suo pensiero, con le Sue parole, con i suoi ritmi, su ordine Suo. E questa, se ben ricorda, è la nostra definizione di libertà di pensiero. "Ma, 'il pubblico'? Come lo posso raggiungere senza far passare la mia mente nel tritatutto e ridurla a una polpetta?" "'Il pubblico', Signora", la rassicureremo, "è proprio come noi; vive in una casa; passeggia per le strade, e in più si dice che sia stanco di polpette. Distribuisca volantini negli scantinati; li affigga sui muri; li esponga per le strade su un carrettino e li venda per pochi spiccioli o li regali. Inventi nuovi modi di avvicinare 'il pubblico'; lo suddivida in individui invece di impastarlo in un unico mostro dal corpo grosso e dalla mente debole. E poi rifletta: dal momento che Lei ha di che vivere, possiede certamente una stanza, non necessariamente accogliente o elegante, ma pur silenziosa e tutta per sé; una stanza dove, al riparo dalla pubblicità e dai suoi veleni, Lei potrebbe, facendosi magari pagare una somma ragionevole, parlare agli artisti e dire la verità sui quadri, sulla musica, sui libri, senza timore di compromettere le loro vendite, che sono esigue, o di ferire la loro vanità, che è prodigiosa (10). In questo modo, al Mermaid, Ben Jonson criticava Shakespeare, e nulla lascia supporre, a giudicare dall'"Amleto", che la letteratura ne abbia sofferto. I critici migliori non sono forse le persone che non lo fanno per mestiere, e le uniche critiche di cui valga la pena tener conto quelle che ci vengono rivolte a tu per tu? Ecco alcuni dei modi attivi in cui Lei, come scrittrice della Sua lingua, può tradurre in pratica le Sue idee. Ma se Lei è passiva, una lettrice non una scrittrice, allora dovrà adottare metodi non attivi, bensì passivi per difendere la cultura e la libertà di pensiero. "E quali sono?" chiederà la signora. L'astensione, naturalmente. Non abbonarsi a giornali che incoraggiano la schiavitù intellettuale; non assistere a conferenze che prostituiscono la cultura; si è convenuto, infatti, che scrivere per ordine di altri cose che non si vorrebbero scrivere equivale a essere schiavi, e mescolare la cultura con il fascino personale o con la pubblicità equivale a prostituire la cultura. Con queste misure attive e passive lei farà quanto è in Suo potere fare per spezzare il cerchio, il circolo vizioso, il girotondo ipnotico intorno alla pianta velenosa della prostituzione intellettuale. Spezzato che sia il cerchio, gli schiavi fuggiranno. Chi può dubitare che gli scrittori, gustata una volta la possibilità di scrivere ciò che gli piace scrivere, non lo trovino tanto più piacevole da rifiutarsi di scrivere a qualunque altra condizione? O che i lettori, gustata una volta la possibilità di leggere ciò che agli scrittori è piaciuto scrivere non lo trovino tanto più nutriente di ciò che viene

Page 69: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

scritto per denaro da rifiutarsi di ingoiare più a lungo stantii surrogati? Gli schiavi condannati a ammucchiare parole su parole per produrre libri, parole su parole per produrre articoli, come gli antichi schiavi ammucchiavano pietre su pietre per costruire le piramidi, scrolleranno le catene dai polsi, smetteranno l'odiosa fatica. E la 'cultura', quel groviglio amorfo, fasciato d'insincerità che emette mezze verità da pavide labbra, che addolcisce o diluisce il suo messaggio con qualunque zucchero o acqua serva a gonfiare la fama dello scrittore o il borsellino del suo padrone, riacquisterà forma e tornerà ad essere, come Milton, Keats e altri grandi scrittori ci assicurano sia per sua natura, vigorosa, avventurosa, libera. Mentre oggi, Signora, al solo udirne il nome la testa duole, le palpebre si appesantiscono, si chiudono le porte, l'aria si fa spessa; siamo in una sala, tra le esalazioni maleodoranti di fogli stantii, ad ascoltare la conferenza di un signore obbligato ogni mercoledì , ogni domenica, a parlare in pubblico o a scrivere di Milton, di Keats, mentre in giardino il lillà scuote i rami, libero, e i gabbiani volteggiano e s'impennano, e suggeriscono con la loro libera risata che un pesce così vecchio meglio sarebbe gettarlo in pasto a loro. Questa è la supplica che Le rivolgiamo, gentile Signora; e queste le ragioni della nostra insistenza. Non si limiti a firmare questo manifesto in favore della cultura e della libertà di pensiero; Si sforzi, almeno, di tradurre in pratica la sua promessa". Se le figlie degli uomini colti che posseggono denaro sufficiente per vivere e leggono e scrivono la loro lingua per diletto presteranno ascolto alla nostra richiesta, non sappiamo dire. Ma se la cultura e la libertà di pensiero vanno difese, e non con le idee soltanto, ma con il modo di vivere, questo sembra l'unico metodo. Non è un metodo facile, è vero. Tuttavia abbiamo buoni motivi per ritenere che ad esse riuscirà più facile seguirlo che non ai loro fratelli. Le figlie sono immuni, e non per loro merito, da certe costrizioni. Difendere con i fatti la cultura e la libertà di pensiero significa ridicolo e castità, oscurità e povertà. Ma queste, si è visto, sono sempre state le loro maestre e compagne. E poi ad aiutarle c'è Whitaker con i suoi fatti; poiché, come egli dimostra, i frutti della cultura professionale - la direzione delle gallerie d'arte e dei musei, le cattedre all'università, la direzione di riviste e case editrici - ancora non li possono cogliere, esse dovrebbero essere in grado di avere una visione più disinteressata della cultura che non i loro fratelli, senza avere la pretesa di ritenersi, come asserisce Macaulay, per natura più disinteressate. Favorite dalla tradizione e dai fatti quali esse sono, non solo abbiamo qualche diritto di chiedere loro di aiutarci a spezzare il cerchio, il circolo vizioso della prostituzione della cultura, possiamo nutrire qualche speranza che persone del genere, se esistono, ci verranno in aiuto. Ma torniamo al Suo manifesto: lo firmeremo se potremo rispettare quelle condizioni; se non potremo rispettarle, non lo firmeremo. Ora che abbiamo cercato di capire come possiamo aiutarvi a prevenire la guerra tentando una definizione di quel che s'intende per difesa della cultura e della libertà di pensiero, prendiamo in esame la successiva e inevitabile proposta: che si dia un contributo in denaro alla Sua associazione. Perché Lei pure è tesoriere onorario e, come tutti i tesorieri onorari, ha bisogno di quattrini. Poiché anche Lei ci chiede quattrini, si potrebbe domandare anche a Lei di definire i

Page 70: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

Suoi obiettivi, e contrattare, e imporre condizioni, come abbiamo fatto con le due signore che l'hanno preceduto. Quali scopi si prefigge la Sua associazione? Prevenire la guerra, naturalmente, Ma in che modo? In generale, difendendo i diritti dell'individuo; opponendosi alla dittatura; garantendo l'ideale democratico dell'uguaglianza di tutti i cittadini. Questi sono i principali mezzi per "garantire? - come dice Lei - una pace duratura nel mondo". Allora Signore, non c'è bisogno di contrattare e mercanteggiare. Se quelli sono gli scopi che si prefigge, e se Lei, ed è impossibile dubitarne, intende fare quanto è in Suo potere fare per realizzarli, la ghinea è Sua... e fosse un milione! La ghinea è sua; un regalo, dato in piena libertà, da utilizzarsi in piena libertà. Ma la parola "libertà" viene usata così di sovente e, come tutte le parole molto usate, ha finito per significare così poco, che può essere utile spiegare esattamente, pedantemente, che significato le diamo in questo contesto. Significa che non chiediamo in cambio alcun diritto o privilegio. La donatrice non Le chiede di essere ammessa agli ordini sacri; alla Borsa, e neppure al Servizio diplomatico. La donatrice non desidera essere "inglese" nel senso in cui Lei è "inglese". La donatrice non pretende in cambio il favore di essere ammessa ad alcuna professione; non pretende in cambio onorificenze, titoli o medaglie; né cattedre né incarichi universitari; né alcuna carica in associazioni, commissioni o comitati. Il dono è libero da qualsivoglia condizione perché l'unico diritto di supremo valore per tutti gli esseri umani è già stato conquistato. Il diritto a guadagnarsi da vivere non glielo potete più sottrarre. Oggi, per la prima volta nella storia d'Inghilterra, la figlia di un uomo colto ha la possibilità di dare al fratello, dietro sua richiesta, una ghinea guadagnata con il proprio lavoro, per gli scopi descritti sopra, senza chiedere nulla in cambio. E' un regalo, dato senza paura, senza adulazione, senza condizioni. Si tratta di un evento di tale importanza per la storia della civiltà che va celebrato. Ma non ricorriamo alle solite vecchie cerimonie: il Sindaco di Londra, col suo seguito di colombe e di sceriffi, che batte nove volte su una pietra con la mazza, mentre l'arcivescovo di Canterbury in pompa magna impartisce la benedizione. Inventiamo una nuova cerimonia per questa nuova occasione. La celebrazione più adatta è di distruggere una vecchia parola, una parola infetta e corrotta che ha fatto tanto male ai suoi tempi e ormai è superata. Intendiamo la parola "femminista". Secondo il dizionario indica "una persona che si batte per i diritti delle donne". Poiché l'unico diritto, il diritto di guadagnarsi da vivere, è stato conquistato, quella parola non ha più senso. E una parola senza senso è una parola morta, una parola corrotta. Celebriamo dunque l'occasione bruciandone il cadavere. Scriviamola a grandi lettere nere su un foglio protocollo; quindi con gesto solenne appicchiamo il fuoco. Guardate come brucia! Lingue di luce danzano sulla terra! E ora frantumiamone le ceneri nel mortaio con una penna d'oca, cantando all'unisono che chi la userà ancora è come il moccioso che suona alla porta e poi si nasconde (11), un seminatore di zizzania, un ladro di tombe, che porta scritta sul viso lordato di fango la prova del suo crimine. Ecco, il fumo si è diradato, la parola è distrutta. Osservi, Signore, il risultato della nostra cerimonia. La parola "femminista" è distrutta; l'aria è ritornata pura, e cosa vediamo attraverso quest'aria chiara? Uomini e donne che lavorano

Page 71: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

insieme per la medesima causa. Si è diradata anche la nube che velava il passato. Per che cosa lottavano nel diciannovesimo secolo quelle buffe donnine con cappellino e mantella? Per la stessa causa per cui lottiamo oggi. "La nostra lotta non era soltanto per i diritti delle donne"; - è Josephine Butler che parla - "era più vasta e più profonda; era la lotta per il diritto di tutti - di tutti gli uomini e di tutte le donne - a vedere rispettati nella propria persona i grandi principi della Giustizia, dell'Uguaglianza e della Libertà". Sono le stesse parole che usa Lei; è la stessa lotta che conduce Lei. Le figlie degli uomini colti che venivano chiamate - e la parola le offendeva - "femministe" in realtà furono le antesignane del Suo stesso movimento. Combattevano il medesimo nemico per i medesimi motivi. Combattevano contro l'oppressione dello stato patriarcale come voi combattete contro l'oppressione dello stato fascista. Noi non facciamo che portare avanti la lotta iniziata dalle nostre madri e dalle nostre nonne; lo dimostrano le loro parole; lo dimostrano le vostre. Ma ora, la Sua lettera ci garantisce che oggi voi combattete al nostro fianco, non contro di noi. E' una circostanza così straordinaria da giustificare un'altra celebrazione. E quale cerimonia può essere più adatta dello scrivere altre parole morte, altre parole corrotte su altrettanti fogli per poi distruggerle col fuoco: le parole Tiranno, Dittatore, per esempio. Ma ahimé, quelle parole non sono ancora cadute in disuso. Dai giornali escono ancora le uova di quegli insetti; Whitehall e Westminster esalano ancora quell'odore tipico e inconfondibile. E all'estero il mostro si è fatto più audace. Non ci si può sbagliare. Ha ampliato il suo raggio d'azione. Ostacola ora la vostra libertà; vi impone come dovete vivere; opera distinzioni non solo tra i sessi, ma tra le razze. Ora voi provate sulla vostra persona quello che hanno provato le vostre madri quando furono escluse, quando furono imprigionate perché erano donne. Ora voi siete esclusi, ora voi siete imprigionati, perché siete ebrei, perché siete democratici, per ragioni razziali, per ragioni religiose. Non è una fotografia quella che vi sta davanti; siete voi stessi, che arrancate in fila. Allora tutto cambia. Ora vi appare evidente in tutto il suo orrore l'iniquità della dittatura, non importa dove, se a Oxford o a Cambridge, a Whitehall o a Downing Street, in Inghilterra o in Germania, in Italia o in Spagna; non importa contro chi, se contro gli ebrei o contro le donne. Ma oggi lottiamo fianco a fianco. Le figlie e i figli degli uomini colti oggi lottano uniti. Si tratta di un fatto così esaltante, benché ancora non sia giunto il momento di celebrarlo solennemente, che se questa ghinea potesse essere moltiplicata un milione di volte, il milione di ghinee sarebbe tutto per voi, senz'altra condizione che quelle che vi siete voi stessi imposti. Prenda questa ghinea, dunque, e la usi per affermare "il diritto di tutti - di tutti gli uomini e di tutte le donne - a veder rispettati nella propria persona i grandi principi della Giustizia, dell'Uguaglianza e della Libertà". Accenda questa candela alla finestra della Sua nuova associazione: dio voglia che si viva fino a vedere il giorno che le parole tiranno e dittatore verranno ridotte in cenere, perché le parole tiranno e dittatore saranno cadute in disuso. Accordata la ghinea e firmato l'assegno, non resta ora da considerare che l'ultima richiesta: che compiliamo il modulo e diveniamo membri della Sua associazione. A prima vista sembra una richiesta semplice, facile da soddisfare. Cosa può esservi di più semplice di entrare a

Page 72: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

far parte della associazione a favore della quale abbiamo appena versato una ghinea? In superficie è facilissimo, semplicissimo; ma nel profondo, com'è difficile, com'è complesso. ...Quale nuova esitazione, quali nuovi dubbi possono nascondersi dietro quei tre puntini? Quale pensiero, o quale emozione ci può far esitare a divenire membri di un'associazione i cui scopi approviamo, ai cui fondi abbiamo contribuito? Forse non si tratta né di un pensiero né di un'emozione, ma di qualcosa di più profondo, di più fondamentale. Di una differenza, forse. E diversi lo siamo, come hanno dimostrato i fatti, per sesso e per educazione. E' da quella differenza, ancora una volta, che può venirvi l'aiuto, se aiutarvi possiamo, per difendere la libertà, per prevenire la guerra. Ma se firmiamo il modulo che ci impegna a diventare membri attivi della Sua associazione, sarebbe come perdere quella differenza e quindi sacrificare la possibilità di aiutarvi. Non è facile spiegare perché, anche se l'avervi regalato una ghinea ci ha dato (così ci siamo vantate) la libertà di parlare senza paura, senza adulazione. Lasciamo in bianco il modulo per un momento, mentre esaminiamo, come meglio sappiamo, le ragioni e le emozioni che ci fanno esitare ad apporre la nostra firma. Perché quelle ragioni e quelle emozioni affondano le radici lontano, nel buio della memoria ancestrale; si sono intrecciate crescendo, ed è molto difficile districarle ora, alla luce. Cominciamo col fare una prima elementare distinzione: un'associazione, una società, è un insieme di persone che si uniscono per raggiungere certi scopi; mentre Lei, che scrive in prima persona, di Sua mano, è un individuo. Lei, l'individuo, è un uomo che abbiamo motivo di rispettare un fratello che sentiamo vicino, come altri lo sono stati, e lo dimostrano le biografie. Per esempio, Anne Clough, parlando del fratello, dice: "Arthur è il mio migliore amico e consigliere. ...Arthur è il conforto e la gioia della mia vita; per lui e da lui sono spinta a cercare quanto esiste di bello e di buono al mondo". E William Wordsworth, parlando della sorella ma rispondendo a Anne Clough, come se gli usignoli si chiamassero l'un l'altro nelle foreste del passato, le dice: La Benedizione dei miei anni tardi Era con me quand'ero ragazzo: Lei mi diede occhi, Lei mi diede orecchi; E umili cure, e delicate paure; Un cuore, fonte di dolci lacrime; E l'amore, il pensiero, e la gioia (12). Tale era, e forse è tuttora, il rapporto di molti fratelli e sorelle in privato, come individui. Si rispettano l'un l'altra e si aiutano l'un l'altra, e hanno scopi in comune. Perché dunque, se tale può essere il loro rapporto privato, come dimostrano le biografie e la poesia, il loro rapporto pubblico, come dimostrano la legge e la storia, deve essere così diverso? Giacché Lei è un uomo di legge e ha una memoria giuridica, non è necessario rammentarle certe leggi del diritto inglese dagli inizi al 1919 per dimostrare che il rapporto pubblico, il rapporto sociale tra fratello e sorella è stato ben diverso da quello privato. La parola "sociale", da sola, fa risuonare nella memoria i cupi rintocchi di una musica crudele: non devi, non devi, non devi. Non devi imparare non devi guadagnare; non devi

Page 73: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

possedere, non devi... Questo è stato il rapporto sociale del fratello con la sorella per tanti secoli. E anche se è possibile, e per l'ottimista probabile, che un giorno una nuova società - e la Sua lettera l'annuncia - intonerà con festoso scampanio una splendida armonia, quel giorno è ancora lontano. Oggi non possiamo non pensare che deve esserci qualcosa nel riunirsi degli individui in società che fa scattare quanto di più egoistico e violento, di meno razionale e umano esiste in ciascuno. Non possiamo non pensare che la società, così benevola con voi, così dura con noi, è una forma sconnessa che distorce la verità; che deforma la mente; che impaccia la volontà. Non possiamo non pensare che le società sono congiure che soffocano il fratello privato che molte di noi hanno motivo di rispettare, e generano al suo posto un maschio mostruoso, dalla voce prepotente, dal pugno duro, puerilmente intento a tracciare cerchi di gesso sulla superficie della terra entro i quali vengono ammassati gli esseri umani, rigidamente, separatamente, artificialmente; dove dipinto di rosso e di oro, adorno come un selvaggio di piume, nostro fratello consuma mistici riti e assapora il dubbio piacere del potere e del dominio, mentre noi, le "sue" donne, siamo chiuse a chiave tra le pareti domestiche, senza spazio alcuno nelle molte società di cui la società si compone. Per queste ragioni, così dense di memorie e di emozioni - e chi può analizzare la complessità di una mente che contiene in sé una così profonda riserva di passato - ci sembra sbagliato razionalmente e impossibile emotivamente compilare il Suo modulo e unirci alla Sua associazione. Perché così facendo annegheremo la nostra identità nella vostra; entreremo, riproducendoli e rendendoli ancora più profondi, dentro i vecchi slabbrati solchi lungo i quali la società, come un grammofono rotto, va gracidando con insopportabile coralità: "trecento milioni spesi per gli armamenti". Cancelleremmo la visione che la nostra esperienza della società ci ha aiutate a intravedere. Perciò, Signore, mentre La rispettiamo come persona, e Glielo dimostriamo regalandoLe una ghinea da spendere come vuole, siamo convinte di aiutarLa più efficacemente rifiutandoci di entrare nella Sua associazione; continuando a lavorare per i nostri fini comuni - la giustizia e l'uguaglianza e la libertà per tutti gli uomini e per tutte le donne - al di fuori della Sua associazione, non all'interno. Ma questo, dirà Lei, può solo voler dire che voi, le figlie degli uomini colti che ci avete promesso un aiuto concreto, vi rifiutate di entrare a far parte della nostra associazione perché ne volete fondare un'altra tutta per voi. E quale associazione vi proponete di fondare, separata dalla nostra ma in collaborazione con quella, così da poter entrambi lavorare insieme per i fini comuni? E' una domanda che Lei ha tutto il diritto di porre, alla quale dobbiamo cercare di rispondere per giustificare il nostro rifiuto di compilare il Suo modulo. Cercheremo di delineare brevemente il tipo di associazione che le figlie degli uomini colti potrebbero fondare al di fuori della vostra ma al suo fianco con gli stessi fini. In primo luogo, questa nuova associazione, sarà per Lei un sollievo apprenderlo, non avrà alcun tesoriere onorario, perché non avrà bisogno di fondi. Non avrà alcuna sede, alcun comitato, alcuna segreteria; non convocherà riunioni, non organizzerà convegni. Se un nome dovrà avere, la si potrà chiamare la Società delle Estranee. Non è un nome altisonante, ma presenta il vantaggio di essere coerente con i fatti - i fatti della Storia, della

Page 74: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

legge, delle biografie; e perfino, forse, con i fatti ancora indecifrati della nostra ancora oscura psicologia. Sarà formata di figlie di uomini colti che lavorano all'interno della propria classe (e come potrebbero lavorare in qualunque altra?) (13) e con i propri metodi per la causa della libertà, dell'uguaglianza e per la pace. Il loro primo dovere, che si impegneranno ad adempiere senza giuramenti, perché giuramenti e cerimonie non hanno posto in una società che deve sopra ogni altra cosa essere anonima e flessibile, sarà di non combattere mai con le armi. Questa regola sarà facile da rispettare perché, come ci informa il giornale, "il Consiglio Superiore della Difesa non ha alcuna intenzione di istituire corpi armati femminili" (14). E' il Paese a garantirlo. Inoltre si rifiuteranno, in caso di guerra, di fabbricare munizioni o di fare le infermiere. Poiché nell'ultima guerra entrambe queste attività furono svolte principalmente dalle figlie dei proletari, anche in questo caso le pressioni non saranno pesanti, anche se con ogni probabilità sgradevoli. Il terzo dovere che le Estranee si impegneranno ad adempiere presenta invece grandi difficoltà e richiede non solo coraggio e spirito d'iniziativa, ma le conoscenze specifiche della figlia di un uomo colto. Si tratta, in breve, non di incitare i fratelli a combattere, e neppure di cercare di dissuaderli, bensì di mantenere un atteggiamento di totale indifferenza. Ma l'atteggiamento espresso dalla parola "indifferenza" è così complesso e talmente importante che persino in un discorso come il nostro va definito meglio. Innanzitutto, all'indifferenza va data una solida base nei fatti. Ed è un fatto che la donna non è in grado di capire l'istinto che spinge il fratello a combattere, la gloria, l'interesse, la virile soddisfazione che il combattimento gli offre - "senza la guerra verrebbe a mancare lo sbocco per le virili virtù che si sviluppano combattendo"; è un fatto che l'istinto del combattimento è una caratteristica sessuale che lei non può condividere, il corrispettivo, dicono alcuni, dell'istinto materno che lui non può condividere; dunque è un istinto che lei non è in grado di giudicare. L'estranea quindi deve lasciare libero il fratello di gestire da solo questo istinto, perché la libertà di opinione va sempre rispettata, soprattutto quando si basa su un istinto completamente estraneo a lei, tanto estraneo quanto sono riusciti a renderlo secoli di tradizione e di educazione (15). Questa è una distinzione fondamentale e istintiva su cui può poggiare l'indifferenza. Ma l'estranea si deve sforzare di basare la propria indifferenza non sull'istinto soltanto, ma sulla ragione. Quando lui dice, come la Storia dimostra che ha detto e potrà dire ancora, "Combatto per difendere il nostro Paese", nel tentativo di risvegliare l'emozione patriottica di lei, essa si chiederà: "Cosa significa per me, un'estranea, l'espressione 'il nostro Paese'?" Per rispondersi analizzerà il significato che il patriottismo ha per lei personalmente. Si informerà sul posto che hanno avuto il suo sesso e la sua classe in passato. Si informerà sulla quantità di ricchezza, di terre e di proprietà in possesso del suo sesso e della sua classe nel presente: quanta "Inghilterra" le appartiene di fatto? Si informerà sulla protezione giuridica che le ha accordato la legge in passato e che le accorda ora. E se lui aggiunge che combatte per proteggere il corpo di lei, lei rifletterà sul grado di protezione fisica che le viene offerto oggi, quando sui muri stanno scritte a grandi lettere le parole: "Allarme: incursioni aeree". E se lui dice di combattere per

Page 75: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

proteggere l'Inghilterra dal dominio straniero, lei rifletterà che per lei non esistono "stranieri", giacché per legge diviene essa stessa straniera se sposa uno straniero. E farà del suo meglio per far divenire una realtà questa riflessione, e non per un forzato senso di fratellanza, ma per autentica simpatia umana. Tutti questi fatti convinceranno la sua ragione che il suo sesso e la sua classe hanno avuto ben poco di cui ringraziare l'Inghilterra nel passato; e non molto di cui ringraziare l'Inghilterra nel presente; mentre l'incolumità della sua persona nel futuro è quantomeno dubbia. Ma probabilmente avrà assorbito in qualche misura, chissà, dalla balia, la romantica idea che gli inglesi, i cui padri e nonni vede marciare nell'affresco della Storia, siano "superiori" agli uomini degli altri paesi. Sarà dunque suo dovere verificare quest'idea mettendo a confronto gli storici francesi con quelli inglesi; gli storici tedeschi con quelli francesi; la testimonianza di chi è sottoposto al dominio - gli indiani, gli irlandesi, per esempio - con i vanti di chi esercita il dominio. Ma ancora può rimanerle qualche emozione "patriottica", qualche scheggia di fede nella superiorità del suo Paese rispetto agli altri Paesi. Allora metterà a confronto la pittura inglese con quella francese; la musica inglese con quella tedesca; la letteratura inglese con quella greca, ché non mancano le traduzioni. Una volta fatti diligentemente con la logica questi raffronti, l'estranea si troverà in possesso di ottime ragioni per assumere un atteggiamento di indifferenza. Scoprirà di non avere, per contro, alcuna ragione per chiedere al fratello di combattere per lei in difesa della "nostra" patria. "La 'nostra patria'", dirà, "durante tutta la Storia mi ha trattata da schiava, mi ha negato l'istruzione e qualunque partecipazione alle sue ricchezze. La 'nostra' patria cessa di essere mia se sposo uno straniero. La 'nostra' patria mi nega i mezzi per difendermi, mi obbliga a pagare annualmente grosse somme per farmi proteggere, e riesce così poco, ciò nonostante, a proteggermi, che su tutti i muri stanno scritte le parole "Allarme: incursioni aeree". Perciò, se tu insisti nel voler combattere per proteggere me o la 'nostra patria', mettiamo bene in chiaro, a tu per tu, lucidamente e razionalmente, che tu stai combattendo per gratificare un istinto sessuale che io non condivido; per conquistare vantaggi che io non ho mai condiviso e probabilmente mai condividerò; e non per gratificare i miei istinti o per proteggere la mia persona o la mia patria. Perché, dirà l'estranea, "io in quanto donna non ho patria. In quanto donna, la mia patria è il mondo intero". E se, quando la ragione ha detto quello che aveva da dire, ancora rimane qualche ostinata emozione, qualche po' di amore per l'Inghilterra lasciato cadere nel suo orecchio di bambina dallo zirlare di un merlo sull'olmo, dal mormorio dell'onda sulla battigia, o da voci inglesi recitanti una filastrocca infantile, di questa goccia di pura, se irrazionale, emozione essa userà per regalare all'Inghilterra prima che ad altri il proprio desiderio di pace e di libertà per il mondo intero. Tale sarà dunque la natura della sua "indifferenza", e da quell'indifferenza dovranno scaturire certe azioni. L'estranea si impegnerà a non prendere parte a manifestazioni patriottiche, a non dare il suo avvallo ad alcuna forma di orgoglio nazionale; ad essere assente da qualunque parata militare, torneo, carosello, premiazione o altre cerimonie che rinforzano il desiderio di imporre la "nostra" civiltà o il "nostro" dominio ad altri popoli. E la psicologia della vita quotidiana giustifica la

Page 76: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

convinzione che un simile uso dell'indifferenza da parte delle figlie degli uomini colti vi sarà materialmente di aiuto per prevenire la guerra. La psicologia infatti sembra dimostrare che agli esseri umani riesce molto più difficile agire quando chi li circonda rimane indifferente e permette loro completa libertà di azione che non quando le loro azioni diventano il centro di intese emozioni. Provate a supplicare un ragazzino che marcia e strombetta fuori dalla finestra di smettere; continuerà a far chiasso; non dite nulla e la smetterà. A non dare ai fratelli né la bianca piuma della codardia né la rossa piuma del coraggio, a non dargli nessuna piuma; a chiudere quegli occhi vivaci che irradiano influenza o a fissarli altrove quando si parla di guerra: a questo dovere le estranee si addestreranno in tempo di pace, prima che inevitabilmente la minaccia della morte renda impotente la ragione. Questi dunque alcuni metodi con i quali l'associazione, l'anonima e segreta Società delle Estranee, vi aiuterà, Signore, a prevenire la guerra e a garantire la libertà. Comunque Lei li valuti, vorrà convenire che si tratta di doveri più difficili da assolvere per il Suo sesso che per il nostro; doveri inoltre specificatamente appropriati alle figlie degli uomini colti. Perché richiedono qualche conoscenza della psicologia degli uomini colti, e la mente degli uomini colti è meglio addestrata, e le loro parole sono più sottili della mente e delle parole degli uomini della classe proletaria (16). Vi sono altri doveri, naturalmente - molti li abbiamo già delineati nelle lettere alle due signore che l'hanno preceduta. Ma anche a rischio di ripeterci, vogliamo sommariamente e rapidamente passarli di nuovo in rassegna, perché possano costituire la piattaforma su cui costituire una società di estranee. Innanzitutto, le estranee si impegneranno a guadagnarsi da vivere. L'importanza di questo fatto come metodo per por fine alla guerra è evidente; già abbiamo sottolineato abbastanza quanto sia maggiore la forza di persuasione di un'opinione che si basa sull'indipendenza economica rispetto a un'opinione basata su una rendita inesistente o sul diritto morale a una rendita. Ne consegue che l'estranea riterrà suo compito fare pressioni perché tutte le professioni oggi aperte al suo sesso vengano retribuite con salari sufficienti per vivere; e farà inoltre in modo di creare nuove professioni che le consentano di guadagnarsi il diritto all'indipendenza di pensiero. Dovrà pertanto impegnarsi a far ottenere uno stipendio in denaro alle lavoratrici non retribuite della sua classe: le figlie e le sorelle degli uomini colti che, come ci hanno dimostrato le biografie, vengono ora pagate in natura, con vitto, alloggio e un'elemosina di œ 40 all'anno. Ma soprattutto dovrà fare pressioni perché venga pagato uno stipendio dallo Stato, per legge, alle madri degli uomini colti. Sarebbe una conquista di importanza incommensurabile per la nostra lotta comune; perché rappresenta il sistema più efficace per garantire che la numerosa e onorevolissima classe delle donne sposate possegga una mente e una volontà autonome con le quali sostenere il marito, se a giudizio della moglie la mente e la volontà del marito sono buone, e per resistergli se sono cattive, e comunque per smettere di essere "la sua donna" e essere invece se stessa. Lei converrà, senza voler fare illazioni sulla signora che porta il Suo nome, che dipendere economicamente da lei provocherebbe nella Sua psicologia un sottile e poco desiderabile cambiamento. Ma a parte questo, quella misura riveste una tale importanza diretta per tutti voi, per la vostra lotta per la libertà e

Page 77: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

l'uguaglianza e la pace, che se si dovesse formulare una condizione all'uso di questa ghinea essa sarebbe la seguente: che otteniate dallo Stato uno stipendio per le donne che fanno di professione le mogli e le madri. Rifletta, anche se Le sembrerà una digressione, sull'effetto che questo avrebbe sul tasso di natalità nella classe dove esso sta calando e dove le nascite sono più desiderabili, nella classe colta. Come l'aumento delle paghe dei soldati ha fatto aumentare le reclute nelle forze armate, lo dicono i giornali, così il medesimo incentivo servirebbe a aumentare le forze riproduttive, un esercito non meno necessario e onorevole che, a causa della sua povertà e faticosità, non riesce più a attirare nuove reclute. Può darsi che questo sistema riesca là dove quello in uso attualmente - gli insulti e il ridicolo - ha fallito. Ma il punto sul quale alle estranee più sta a cuore insistere è un punto che tocca direttamente la vostra vita personale di uomini colti e l'onore e l'efficacia del vostro lavoro. Perché, se Sua moglie ricevesse uno stipendio, un vero stipendio in denaro, per il lavoro che svolge, il lavoro di fare figli e di allevarli, in modo che quella di moglie e madre diventasse una professione ambita invece di una professione senza paga e senza pensione e quindi precaria e disonorevole, come è ora, anche la Sua schiavitù ne verrebbe alleggerita (17). Lei non dovrebbe più andare in ufficio alle nove del mattino e rimanervi fino alle sei di sera. Il lavoro potrebbe essere distribuito equamente. I pazienti verrebbero inviati a chi non ha pazienti; le cause legali a chi non ha cause. Non occorrerebbe più scrivere certi articoli. E la cultura ne verrebbe stimolata. Lei avrebbe la possibilità di vedere le gemme aprirsi sugli alberi da frutta in primavera. Di partecipare alla primavera dei Suoi figli. E, dopo, Lei non verrebbe più espulso dall'ingranaggio e gettato nel mucchio dei rifiuti senza più vita né interessi, condannato a percorrere su e giù la passeggiata di Bath o di Cheltenham, affidato alle cure di qualche sfortunato schiavo. Lei non sarebbe più il visitatore del sabato, l'albatros appollaiato sul collo della società, il drogato dall'altrui pietà, lo schiavo dal lavoro che ha bisogno di riempire un vuoto; o, come dice Hitler, l'eroe bisognoso di svago, o, come dice Mussolini, il guerriero bisognoso di schiave che gli fascino le ferite (18). Se lo Stato retribuisse il lavoro di Sua moglie, un lavoro sacro, ma non più sacro di quello del sacerdote che pure viene retribuito senza che questo lo svilisca; se si compisse questo passo ancora più vitale per la Sua libertà che per quella di Sua moglie, il vecchio mulino in cui il professionista macina oggi la propria vita, così stancamente il più delle volte, con così poco piacere per se stesso e così poco vantaggio per la professione, crollerebbe; Lei potrebbe varcare la soglia della libertà; avrebbe fine la più degradante di tutte le schiavitù, la schiavitù intellettuale; l'uomo a metà diverrebbe intero. Ma, poiché si devono spendere trecento milioni per le forze armate, un investimento del genere è ovviamente, per usare un termine molto comodo in grande uso presso i politici, "impraticabile"; torniamo quindi a progetti più attuabili. Le estranee dunque si impegneranno non solo a guadagnarsi da vivere, ma a farlo con tanta competenza che un loro rifiuto sarebbe motivo di preoccupazione per il padrone. Si impegneranno a conoscere a fondo tutti i meccanismi della loro professione, e a denunciare ogni prevaricazione o abuso attuali al suo interno. E, raggiunta la cifra che consente loro di vivere, si impegneranno non a cercare di

Page 78: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

guadagnare di più, ma a ritirarsi dalla competizione e a praticare la loro professione a fini sperimentali, nell'interesse della ricerca e per pura passione. Si impegneranno inoltre a rimanere fuori da qualunque professione nemica della libertà, come quelle in cui si inventano o si perfezionano gli strumenti di guerra. E si impegneranno a rifiutare incarichi e onori da qualunque associazione che, professando di rispettare la libertà invece la limita, come le università di Oxford e di Cambridge. E riterranno loro dovere verificare le affermazioni di tutte le associazioni pubbliche, come la Chiesa e le università, che sono obbligate a finanziare come contribuenti, minuziosamente e senza paure, come farebbero le associazioni private che finanziano volontariamente. Controlleranno le donazioni delle scuole e delle università e gli scopi per cui viene speso quel denaro. Lo stesso faranno con la professione ecclesiastica. Leggeranno il Nuovo Testamento, in primo luogo, e poi i teologi e gli storici, le cui opere sono facilmente accessibili alle figlie degli uomini colti, in modo da avere qualche conoscenza della religione cristiana e della sua storia. Quindi si informeranno sul modo in cui la religione viene praticata presenziando alle funzioni religiose, analizzando il valore spirituale e intellettuale dei sermoni; esprimendo il proprio giudizio sulle idee degli uomini che fanno della religione la loro professione con la stessa libertà con cui si esprimerebbero circa le idee di qualunque altro gruppo di uomini. In questo modo la loro attività sarà creativa, non puramente critica. Esprimendo le loro critiche sulla scuola contribuiranno a creare una società civile che difende la cultura e la libertà di pensiero. Esprimendo le loro critiche alla religione cercheranno di liberare lo spirito religioso dall'attuale stato di servitù, e contribuiranno, se sarà il caso, a creare una nuova religione fondata, forse, sui Vangeli, ma forse molto diversa da quella che è stata eretta finora su di essi. E in tutte queste attività, come in molte altre che non abbiamo tempo di specificare, sarà loro di aiuto la loro posizione di estranee, quella libertà da fittizi legami di fedeltà, quella libertà da motivi di interesse, attualmente garantita loro dallo Stato. Definire in numero maggiore e con maggior precisione i doveri delle appartenenti alla Società delle Estranee sarebbe facile ma non vantaggioso. Per la loro associazione è essenziale la flessibilità, e ancor più essenziale, come dimostreremo più avanti, un certo grado di segretezza. Ma la descrizione vaga e imperfetta che Le abbiamo dato è sufficiente a dimostrarLe, Signore, che la Società delle Estranee persegue i vostri stessi fini: la libertà, l'uguaglianza, la pace; ma anche che cerca di raggiungerli con i mezzi che un sesso diverso, una tradizione diversa, un'educazione diversa e i diversi valori che derivano da tutte queste diversità hanno messo a nostra disposizione. In generale possiamo dire che la principale differenza tra noi che siamo fuori dalla società e voi che siete dentro la società consiste in questo: che voi utilizzerete i mezzi che la vostra posizione vi offre: leghe, convegni, campagne, grossi nomi e tutte le misure pubbliche che la ricchezza e il potere politico vi mettono a disposizione, mentre noi, restandocene fuori, faremo degli esperimenti non con strumenti pubblici in pubblico, ma con strumenti privati in privato. E i nostri esperimenti non saranno soltanto critici, ma creativi. Per esempio, le estranee faranno a meno delle cerimonie, ma non per un puritano disprezzo della bellezza. Al contrario, uno dei loro scopi sarà di aumentare l'esperienza della bellezza: la bellezza

Page 79: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

della primavera, dell'estate, dell'autunno; la bellezza dei fiori, delle sete, dei vestiti; la bellezza che riempie non solo ogni prato, ogni bosco, ma ogni bancarella di Oxford Street; i frammenti di bellezza che sono ovunque e aspettano solo che un artista li componga per divenire visibili. Ma faranno a meno della bellezza imposta, irreggimentata, ufficiale delle cerimonie in cui un solo sesso prende parte attiva: quelle, per esempio, che traggono ispirazione dalla morte dei re o dalla loro incoronazione. E faranno a meno dei segni di distinzione personale - medaglie, nastrini, distintivi, cappucci, toghe - non per antipatia verso gli ornamenti personali, ma perché tali distinzioni finiscono per costringere, stereotipare, distruggere. Su questo punto, come su tanti altri, abbiamo vicino l'esempio istruttivo degli Stati fascisti: se non esiste un modello di ciò che desideriamo essere, abbiamo però, ed è forse altrettanto prezioso, il modello quotidiano e illuminante di ciò che non desideriamo essere. Con l'esempio che essi ci forniscono del potere ipnotico sulla mente umana di medaglie, simboli, decorazioni, e persino di calamai scolpiti (19), il nostro scopo deve essere di sottrarci a tale potere. Dobbiamo estinguere le luci volgari della pubblicità e della notorietà, non soltanto perché tali luci sono di solito manovrate da mani incompetenti, ma per l'effetto psicologico che esse esercitano su coloro che ne sono illuminati. Provi a pensare, la prossima volta che percorrerà in macchina una strada di campagna, all'atteggiamento di un leprotto colto nel fascio di luce dei fari: gli occhi vitrei, le zampe rigide. Non Le sembra logico pensare, senza uscire dai nostri confini, che gli "atteggiamenti", le false e irreali posizioni assunte dalla forma umana in Inghilterra come in Germania, sono dovuti alle luci della ribalta che paralizzano le facoltà dell'uomo e inibiscono la sua capacità di cambiare e di creare nuove unità, esattamente come la luce dei fari paralizza gli animaletti che piombano dall'oscurità dentro il cono dei suoi raggi? E' solo una congettura, e le congetture sono pericolose; tuttavia abbiamo dei punti fermi a guidarci nella nostra idea che spontaneità e libertà, la capacità di cambiare e di crescere, si difendono solo con l'oscurità; e che, se vogliamo aiutare la mente umana a creare qualcosa di nuovo invece di percorrere eternamente, inevitabilmente la stessa carreggiata, dobbiamo fare il possibile per tenerla avvolta nell'oscurità. Ma basta con le congetture. Torniamo ai fatti: che probabilità ci sono, Lei ci chiederà, che questa Società delle Estranee, senza una sede, senza riunioni, senza capi né gerarchie, senza nessun modulo da compilare, o una segretaria da stipendiare, possa non diciamo realizzare qualcosa, ma semplicemente nascere? Certo avremmo sprecato inutilmente il nostro tempo se la nostra pur sommaria definizione della Società delle Estranee fosse solo un seguito di parole dirette a cantare le lodi di un sesso o di una classe, una bolla di sapone che serve solo, come spesso accade, a dare sfogo all'emozione di chi scrive, ad addossare la colpa ad altri, e poi scoppia. Ma per fortuna esiste un modello vivente, a cui ci siamo ispirate per il nostro ritratto, quasi rubandogli l'immagine, perché il nostro modello, lungi dal stare immobile in posa, si muove continuamente e scompare. Il modello, la prova che quel corpo, forse senza nome, esiste e agisce, non ha ancora trovato posto nella Storia e nelle biografie, perché le estranee sono nate da soli venti anni: da quando alle figlie degli uomini colti sono state aperte le professioni. Ma la prova della loro esistenza ce fornisce la storia allo stato grezzo, il giornale: a

Page 80: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

volte esplicitamente, a volte tra le righe. E sul giornale chi voglia verificare l'esistenza di quel corpo trova prove a non finire. Molte, è vero, sono di dubbia validità. Per esempio, il fatto che le figlie degli uomini colti svolgano un'enorme quantità di lavoro gratuitamente o con una minima retribuzione non dimostra necessariamente che stiano liberamente facendo un esperimento sul valore psicologico della povertà. Così come il fatto che molte figlie degli uomini colti non "mangino a sufficienza" (20) non è una prova che esse stiano facendo un esperimento sul valore fisiologico della denutrizione. E neppure il fatto che solo una piccola percentuale di donne, rispetto agli uomini, accetti onorificenze costituisce necessariamente la dimostrazione che le donne vogliano sperimentare le virtù dell'oscurità. Molti di questi esperimenti sono forzati e pertanto di nessun valore dimostrativo. Ma altri molto più positivi ne emergono quotidianamente sulla stampa. Prendiamone in esame tre soltanto, per dimostrare che la Società delle Estranee esiste già. Il primo è abbastanza lineare. In un discorso pronunciato a una festa di beneficenza della Chiesa Battista di Plumstead Common, la signora Kathleen Rance, sindaco di Woolwich, disse: "...Personalmente mi rifiuterei persino di rammendare una calza in favore della guerra". Le sue parole hanno provocato irritazione nella maggioranza dei presenti che ritengono il loro sindaco a dir poco privo di tatto. L'elettorato di Woolwich lavora in gran parte nelle fabbriche di munizioni dell'Arsenale (21). Non occorre commentare l'inopportunità di una dichiarazione del genere resa pubblicamente in quelle circostanze; e tuttavia non si può non ammirarne il coraggio; se altre donne sindaco in altre città e in altre nazioni dove l'elettorato lavora nell'industria bellica seguissero il suo esempio, il valore dell'esperimento sarebbe incommensurabile. E comunque dobbiamo convenire che la signora Kathleen Rance, sindaco di Woolwich, ha compiuto un coraggioso e efficace esperimento di prevenzione della guerra astenendosi dal fare le calze per i soldati. Come seconda prova della attività delle estranee scegliamo un altro esempio tratto dal giornale; è un esempio meno ovvio, ma rappresenta indiscutibilmente l'esperimento di un'estranea, un esperimento molto originale che potrebbe rivestire grande valore per la causa della pace. In un discorso sull'opera educativa delle grandi società sportive, la signorina Clarke (E. R. Clarke, del Ministero della pubblica istruzione) ricordò le società femminili di hockey, lacrosse, palla a volo, e cricket, soffermandosi sul fatto che secondo i loro regolamenti le squadre vincenti non avevano diritto a coppe né a premi. Le misure dei loro campi erano forse inferiori a quelle dei campi sportivi maschili, ma le giocatrici giocavano per il gusto di giocare, dimostrando che coppe e premi non sono indispensabili per stimolare l'interesse per lo sport: infatti ogni anno si registra un aumento del numero delle iscritte (22). Si tratta, lo ammetterà, di un esperimento interessantissimo, che potrebbe provocare nella natura umana un cambiamento psicologico di alto valore, un cambiamento che potrebbe concretamente contribuire a prevenire le guerre. E' interessante anche perché si tratta di un

Page 81: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

esperimento che alle estranee, grazie alla loro relativa libertà da certe costrizioni e da certi preconcetti, riesce molto più facile compiere che non a coloro che, stando all'interno, sono necessariamente esposti a simili influenze. Questa ipotesi è confermata da un'interessante notizia riportata dai giornali: Nei circoli calcistici ufficiali di Wellingborough, Northants, si guarda con preoccupazione alla crescente popolarità del calcio femminile. La notte scorsa si tenne una riunione segreta del comitato consultivo della Northants Football Association, per discutere l'incontro in programma tra due squadre femminili sul campo di Peterborough. I membri del comitato sono reticenti. Uno di essi, tuttavia, ha ammesso: "La nostra società proibirà il calcio femminile. La sua popolarità tra le ragazze giunge in un momento in cui molte società calcistiche maschili versano in uno stato di precarietà a causa dello scarso interesse del pubblico. Un altro aspetto da tenere presente è il pericolo di gravi infortuni fisici alle giocatrici" (23). Abbiamo qui una prova delle inibizioni e dei pregiudizi che rendono più difficile al vostro sesso che al nostro fare esperimenti di capovolgimento dei valori correnti; e, senza bisogno di perderci nelle sottigliezze dell'analisi psicologica, basta un'occhiata ai motivi portati dalla società calcistica a giustificazione della sua decisione, per capire i motivi che spingono altre e anche più importanti società a prendere le decisioni che prendono. Ma torniamo agli esperimenti delle estranee. Come terzo esempio ne sceglieremo uno che potremmo definire un esperimento di passività. Ieri sera, a Oxford, il Canonico F. R. Barry, vicario di St. Mary the Virgin (la chiesa dell'Università), parlò dell'impressionante cambiamento rilevabile nell'atteggiamento delle giovani verso la Chiesa. ...Il compito che si pone oggi alla chiesa, disse, è quello imponente di moralizzare la civiltà, un compito che richiede la collaborazione e l'impegno di tutti i fedeli. Non può essere svolto dai soli uomini. Negli ultimi uno o due secoli le donne hanno sempre predominato tra i fedeli nella proporzione di circa il 75 per cento contro il 25 per cento di uomini. La situazione si va oggi modificando radicalmente, e la cosa che più colpisce l'osservatore attento in quasi tutte le chiese d'Inghilterra è la scarsità delle giovani. ...Tra la popolazione studentesca le ragazze sono nel complesso più lontane dalla Chiesa e dalla fede cristiana dei loro coetanei (24). Anche questo è un esperimento di grande interesse. Un esperimento, come si è detto, di passività. Perché, mentre il primo esempio illustrava l'esplicito rifiuto di fare le calze per i soldati allo scopo di scoraggiare la guerra, e il secondo era un tentativo di verificare se coppe e premi siano davvero necessari per stimolare l'interesse sportivo, il terzo rappresenta il tentativo di scoprire cosa succede quando le figlie degli uomini colti sono assenti dalla Chiesa. Senza essere in sé più valido degli altri due, questo esperimento riveste maggiore interesse pratico perché è il tipo di esperimento che può essere attuato senza particolari difficoltà o pericoli da un grande numero di estranee. Essere assenti: questo è più facile che tenere discorsi alle feste di beneficenza o inventare

Page 82: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

regole di gioco originali. Vale dunque la pena di analizzare attentamente quali effetti abbia avuti - se ne ha avuti - l'esperimento di essere assenti. I risultati sono positivi e incoraggianti. Non c'è dubbio che nelle Università la Chiesa incomincia a preoccuparsi dello atteggiamento delle figlie degli uomini colti verso la religione. La relazione della Commissione Episcopale sul sacerdozio delle donne lo dimostra. Questo documento, che costa uno scellino soltanto e dovrebbe essere in mano a tutte le figlie degli uomini colti, fa notare che "una differenza notevole tra i colleges maschili e quelli femminili è l'assenza in questi ultimi del cappellano". Osserva che "è naturale che in questa fase della loro vita gli studenti esercitino al massimo le proprie capacità critiche". Deplora che "pochissime giovani che frequentano le università si possano oggi permettere di svolgere in modo continuativo un servizio volontario di tipo sociale o direttamente religioso" E conclude che "sono molte le specifiche sfere in cui si sente particolare bisogno di tale servizio, ed è ormai giunto il momento di definire nuovamente le funzioni e la posizione della donna in seno alla Chiesa" (25). Che questa preoccupazione sia dovuta alle chiese vuote di Oxford, o al fatto che la voce delle ex-alunne di Isleworth che esprimono "gravissima insoddisfazione per il modo in cui viene praticata la religione istituzionalizzata" (26) sia non si sa come penetrata fino alle auguste sfere dove il loro sesso non ha diritto di parola, oppure al fatto che il nostro sesso, sempre così incorreggibilmente idealista stia finalmente tenendo conto dell'avvertimento del vescovo Gore, "Gli uomini non danno valore a un ministero gratuito" (27) e cominci a esprimere l'opinione che œ 150 all'anno - il massimo stipendio che la Chiesa concede alle sue figlie diaconesse - non sono sufficienti, o a qualunque altro motivo, è innegabile che l'atteggiamento delle figlie degli uomini colti provoca un notevole disagio; e questo esperimento di passività, qualunque cosa pensiamo della Chiesa anglicana in quanto portatrice di valori spirituali, è molto incoraggiante per noi estranee. Perché dimostra che essere passive vuol dire essere attive; che anche chi rimane al di fuori è utile. Facendo sentire la loro assenza, le estranee rendono desiderabile la loro presenza. Che proporzioni assuma in questa luce il potere delle estranee di abolire o modificare altre istituzioni che esse disapprovano; se i banchetti e i discorsi ufficiali, i ricevimenti del sindaco di Londra e altre antiquate cerimonie possano o meno essere intaccati dall'indifferenza e cedere di fronte alla sua forza, son tutti problemi frivoli, buoni a riempire le ore d'ozio o a solleticare la nostra curiosità. Ma non è questo il nostro scopo. Abbiamo cercato di dimostrarLe, Signore, con tre diversi esempi di tre diversi tipi di esperimenti, che la Società delle Estranee esiste e funziona. Se Lei riflette che questi tre esempi sono quelli venuti in superficie sulle pagine del giornale, dovrà ammettere che sono rappresentativi di un numero di gran lunga superiore di esperimenti privati, segreti, della cui esistenza non abbiamo una prova pubblica. Dovrà ammettere inoltre che essi confermano il modello di società descritto sopra e dimostrano che non si trattava di un'immagine visionaria tracciata a caso, bensì di un ritratto, ispirato da un corpo reale che lavora con mezzi diversi per i medesimi fini che Lei ci ha proposto con la Sua associazione. Un osservatore attento, come il canonico Barry, potrebbe se volesse scoprire tante altre prove di esperimenti in corso, e non soltanto

Page 83: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

nelle vuote chiese di Oxford. Persino H. G. Wells, se si mettesse in ascolto con l'orecchio a terra, si potrebbe convincere che c'è un movimento che avanza, e non del tutto impercettibilmente, tra le figlie degli uomini colti contro il nazismo e il fascismo. Ma è essenziale che il movimento passi inosservato, anche a osservatori attenti e a romanzieri famosi. La clandestinità è essenziale. Dobbiamo tenere nascosto quello che facciamo e pensiamo, anche se quello che facciamo e pensiamo è per la causa comune. E' necessario; e non è difficile capirne il perché, date le circostanze. Quando, come dimostra Whitaker, gli stipendi sono bassi, e quando, come tutti sanno, è difficile trovare e conservare un lavoro, sarebbe "a dir poco privo di tatto", come dice il giornale, criticare il padrone. Nelle campagne, come Lei saprà, i lavoratori non votano per il partito dei lavoratori. Dal punto di vista economico le figlie degli uomini colti sono come i braccianti delle campagne. E non occorre cercare troppo lontano per trovare il motivo della loro come della nostra clandestinità. La paura è un motivo molto forte; chi è economicamente dipendente ha buoni motivi per avere paura. Non occorre cercare oltre. Ma a questo punto Lei ci rammenterà una certa ghinea e l'orgoglio con cui ci siamo vantate che il nostro dono, pur così modesto, non solo era servito a bruciare una certa parola corrotta, ma ci consentiva di parlare liberamente, senza paura e senza adulazione. Ebbene, in quel nostro vantarci c'era troppa baldanza. Un po' di paura, qualche presagio ancestrale di guerra, è rimasta. Ci sono ancora argomenti che le persone colte, anche quando hanno l'indipendenza economica, se appartengono a sessi diversi preferiscono sorvolare o accennare appena per passare subito ad altro. Avrà forse notato questo fenomeno nella vita reale; l'avrà riscontrato nelle biografie. Anche quando ci si trova a tu per tu e si parla, come ci siamo vantate, "di politica e di rapporti umani, di guerra e di pace, di barbarie e dei valori della civiltà", ci si mantiene nel vago, si tacciono molte cose. Ma è così importante abituarci ai doveri della libertà di parola, giacché non si è liberi nella società se non si è liberi nei rapporti personali, che dobbiamo fare ogni sforzo per mettere a nudo questa paura e affrontarla. Cos'è dunque questa paura che ancora, tra due persone colte, rende necessario nascondersi, e riduce la nostra vantata libertà a una farsa? ... Di nuovo tre puntini; di nuovo essi rappresentano l'abisso che si apre tra noi; l'abisso del silenzio, questa volta, del silenzio ispirato dalla paura. E poiché a entrambi manca il coraggio e la capacità di spiegarlo, stendiamo tra noi due il velo di San Paolo, ripariamoci, insomma, dietro un interprete. Per fortuna ne abbiamo qui uno le cui credenziali sono al di sopra di ogni sospetto. E' l'opuscolo che già abbiamo citato, il rapporto della Commissione episcopale sul sacerdozio delle donne, un documento per tante ragioni del più alto interesse. Perché non soltanto getta una luce razionale e scientifica su questa paura, ci offre anche l'occasione di analizzare la professione religiosa che, essendo la più nobile, può essere presa a modello di tutte le altre, e sulla quale finora di proposito poco o nulla è stato detto. E poiché è il modello di tutte le professioni, potrà far luce sulle altre di cui qualcosa si è detto. Lei ci vorrà scusare pertanto, se ci soffermeremo un momento a esaminare nei particolari la relazione dei vescovi. La Commissione fu nominata dagli Arcivescovi di Canterbury e di York "allo scopo di esaminare tutti i

Page 84: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

principali teologi o di altro tipo che hanno governato o dovrebbero governare la Chiesa in relazione al sacerdozio delle donne" (28). Orbene, la professione religiosa, ai nostri fini la Chiesa anglicana, pur assomigliando in superficie alle altre professioni - nel senso che, come dice Whitaker, gode di una grossa rendita, possiede molte terre, comprende una gerarchia di funzionari che guadagnano alti stipendi e hanno la precedenza l'uno sull'altro - tuttavia sta al primo posto rispetto a tutte le altre. L'Arcivescovo di Canterbury ha la precedenza sul Lord Cancelliere; l'Arcivescovo di York sul Primo Ministro. Ed è la più nobile perché è la professione della religione. Ma cos'è la "religione"? Cosa sia la religione cristiana è stato stabilito una volta per tutte dal suo fondatore con parole che tutti possono leggere in una traduzione di straordinaria bellezza; e, che accettiamo o no la interpretazione che ne è stata data, non possiamo negare che quelle parole hanno un significato molto profondo. Possiamo quindi tranquillamente affermare che, mentre pochi sanno cosa sia la medicina, o cosa sia il diritto, chiunque possegga una copia dei Vangeli sa cosa voleva dire la religione nella mente del suo fondatore. Perciò quando nel 1935 le figlie degli uomini colti dissero che volevano avere accesso alla professione religiosa, i sacerdoti di quella religione, che corrispondono grosso modo ai medici e agli avvocati delle altre due, furono obbligati a consultare non semplicemente uno statuto o una costituzione che riservassero il diritto di praticarla professionalmente al sesso maschile; furono obbligati a consultare i Vangeli. Così fecero, e quello che trovarono fu, come sottolinea la Commissione, che i "Vangeli ci indicano che nostro Signore considerava gli uomini e le donne senza distinzione membri del medesimo regno dello spirito, figli della famiglia di Dio, in possesso delle medesime facoltà spirituali...". E a riprova di ciò portano questa citazione: "Non si dà né maschio né femmina: perché siete tutt'uno in Cristo Gesù" (Gal. III, 28). Si direbbe che il fondatore di questa religione credesse che per questa professione non occorressero né una particolare preparazione né un sesso particolare. I suoi discepoli li scelse tra la classe proletaria, da cui egli stesso proveniva. La qualifica principale consisteva in un raro dono che a quei tempi veniva concesso arbitrariamente a falegnami e a pescatori, e anche alle donne. Come fa notare la Commissione, non vi è dubbio che a quei tempi esistessero le profetesse, donne sulle quali era disceso il dono divino. Che avevano il permesso di predicare. Per esempio San Paolo si preoccupò di precisare che le donne, quando pregavano in pubblico, dovevano portare il velo. "E' implicito che la donna, purché velata, poteva far profezie (cioè predicare) e intonare le preghiere". Come possono dunque essere escluse dal sacerdozio se il fondatore di quella religione e uno dei suoi apostoli le ritenevano atte a predicare? Quello era il problema, e la Commissione lo risolse appellandosi non al pensiero del fondatore, bensì al pensiero della Chiesa. Questo naturalmente comportava di operare una distinzione. Perché il pensiero della Chiesa andava interpretato mediante un altro pensiero, e il pensiero prescelto fu quello di San Paolo; e San Paolo nell'interpretare quel pensiero mutò pensiero. Infatti, dopo aver evocato dagli abissi del passato certe venerabili se pur misteriose figure - Lidia e Cloe, Euodia e Sintiche, Trifena e Trifosa e Persi; dopo averne discusso il prestigio; dopo aver stabilito quale fosse la differenza tra una profetessa e una sacerdotessa, e quale la posizione

Page 85: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

di una diaconessa nella Chiesa prima e dopo il Concilio di Nicea, la Commissione, rifacendosi ancora una volta a San Paolo, conclude: "In ogni caso è evidente che l'autore delle Epistole Pastorali, sia esso San Paolo o altri, riteneva che la donna fosse da escludersi, a causa del suo sesso, dalla funzione dell''insegnamento' in seno alla Chiesa, e da qualunque carica che comportasse l'esercizio dell'autorità sopra un uomo (1 Tim. II, 12)". Ma, in tutta franchezza, la risposta non è completamente convincente: Perché non ci riesce di conciliare le decisioni di San Paolo con le decisioni di Cristo che "considerava gli uomini e le donne senza distinzione membri del medesimo regno dello spirito, ...in possesso delle medesime facoltà spirituali". Qualunque cosa intendessero dire Cristo e San Paolo, il fatto è che nel quarto o quinto secolo la professione religiosa aveva raggiunto un'organizzazione così articolata che "il diacono (a differenza della diaconessa) 'dopo aver portato a buon fine il ministero affidatogli' poteva aspirare alla nomina a più alti incarichi in seno alla Chiesa; mentre per la diaconessa la Chiesa si limita a pregare che Iddio 'faccia scendere su di lei lo Spirito Santo... acciocché possa degnamente compiere il lavoro affidatole'". Nel giro di tre o quattro secoli dunque il profeta e la profetessa, il cui messaggio era spontaneo e istintivo, scomparvero e il loro posto venne preso dai tre ordini sacri, i vescovi, i preti e i diaconi, che sono invariabilmente uomini e invariabilmente, come ci informa Whitaker, uomini stipendiati giacché, quando la Chiesa divenne una professione, i suoi professori ricevettero uno stipendio. Dunque in origine la professione religiosa deve essere stata molto simile a quella che è ora la professione letteraria (29). Alle origini era aperta a chiunque avesse ricevuto il dono di far profezie. Non occorreva una preparazione tecnica; i requisiti professionali erano della massima semplicità: la voce, una piazza del mercato, carta e penna. Emily Bront‰, per esempio, che scrisse: Non è anima di codarda la mia Non trema nella sfera della terra turbata da tempeste; Vedo splendere le glorie celesti, Serena splendere la fede, e mi arma contro la paura. Dio che stai dentro il mio petto, Onnipotente, onnipotente Divinità! Vita - che in me trova riposo, Quale forza ho io - Vita immortale - in Te! anche se indegna del sacerdozio nella Chiesa anglicana, è l'erede spirituale di qualche antica profetessa, che operava quando far profezie era un'occupazione volontaria e non retribuita. Ma quando la Chiesa divenne una professione e pretese dai suoi profeti conoscenze specialistiche e li pagò perché le impartissero, un sesso vi rimase dentro; l'altro ne fu escluso. "I diaconi crebbero in prestigio - in parte senza dubbio per gli stretti contatti che avevano con i vescovi - e divennero ministri secondari della fede e dei sacramenti; mentre per le diaconesse questa evoluzione si arrestò a uno stadio elementare". Quanto sia stata elementare quell'evoluzione è dimostrato dal fatto che in Inghilterra nel 1938 lo stipendio di un arcivescovo ammonta a œ 15.000; quello di vescovo a œ 10.000 e quello di un diacono a œ 3.000. Ma lo stipendio di una diaconessa è di œ 150;

Page 86: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

quanto alla "coadiutrice di parrocchia" il cui "lavoro è stremante e spesso solitario", riceve da œ 120 a œ 150 all'anno; non c'è da stupirsi se, come afferma la Commissione, "la preghiera deve essere il centro propulsore della sua attività". Ci si potrebbe spingere più in là e dichiarare che l'evoluzione della diaconessa non è semplicemente "elementare", è decisamente atrofizzata; benché abbia ricevuto gli ordini - e "l'ordinazione conferisce... un carattere indelebile e comporta l'obbligo di servire per tutta la vita" - deve rimanere fuori della Chiesa e stare al di sotto del più umile curato. Tale è la decisione della Chiesa. Infatti la Commissione, dopo aver consultato il pensiero e la tradizione della Chiesa, giunge alla seguente conclusione: "Mentre la Commissione è restia a dare il suo assenso alla opinione che, considerando la donna per natura incapace di accogliere la grazia sacramentale dell'Ordine, la giudica di conseguenza inammissibile ad alcuno dei tre ordini sacri tuttavia è convinta che il pensiero generale della Chiesa coincida tuttora con l'ininterrotta tradizione del sacerdozio maschile". Dimostrandoci che la più nobile delle professioni ha molti punti in comune con le altre, il nostro interprete ha anche chiarito ulteriormente lo spirito, l'essenza di tali professioni. Ci rimane da chiedergli di aiutarci a analizzare il carattere di quella che ancora, come abbiamo ammesso, ci impedisce di parlare liberamente, come si conviene a delle persone libere. E anche in questo il nostro interprete ci è di valido aiuto. Pur essendo per molti aspetti identica alle altre, la professione religiosa se ne differenzia in un senso molto profondo: la Chiesa essendo una professione spirituale, deve giustificare le proprie azioni con ragioni spirituali, e non semplicemente storiche; deve consultare lo spirito, non la legge. Perciò, quando le figlie degli uomini colti chiesero di essere ammesse alla professione ecclesiastica, la Commissione ritenne opportuno portare ragioni psicologiche e non semplicemente storiche a giustificazione del suo rifiuto di ammetterle. Chiamarono allora in causa il Professor Grensted, Dottore in teologia, e Professore di filosofia del cristianesimo presso l'università di Oxford, perché "riassumesse il materiale psicologico e fisiologico pertinente" e indicasse "le basi delle opinioni e delle raccomandazioni espresse dalla Commissione". Sappiamo bene che una cosa è la psicologia e una cosa è la teologia; e la psicologia dei sessi, come ribadì il Professore, "con la sua influenza sulla condotta umana è di competenza degli specialisti ... mentre ... la sua interpretazione rimane controversa e per molti aspetti oscura". Il Professore portò tuttavia la sua testimonianza, per quel che poteva valere, e si tratta di una testimonianza così chiarificatrice nei riguardi di quella paura che abbiamo confessato e deplorato che sarà opportuno riportare esattamente le Parole del Professore. "E' stato posto in evidenza di fronte alla Commissione che l'uomo ha una naturale priorità sulla donna. Questa opinione, nel senso che le è stato dato, non può essere suffragata dalla psicologia. Gli psicologi ammettono la esistenza di fatto della supremazia maschile, ma questa non va confusa con una superiorità del maschio, e ancor meno con qualunque tipo di superiorità che possa influire sul problema dell'ammissibilità agli ordini sacri di un sesso piuttosto che dell'altro".

Page 87: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

Gli psicologi dunque possono gettar luce soltanto su certi fatti. Ecco il primo: E' evidentemente della massima importanza pratica il fatto che di fronte a qualunque proposta di ammettere le donne alla dignità e alle funzioni dei tre ordini sacri vengano risvegliate emozioni così intense. E le testimonianze presentate alla Commissione stanno a indicare che si tratta di emozioni prevalentemente ostili a tali proposte. ...L'intensità di tali emozioni, razionalizzate di volta in volta con le più diverse giustificazioni, costituisce prova evidente della presenza di potenti e diffuse motivazioni inconscie. Anche in assenza di materiale psicoanalitico dettagliato, di cui non si ha traccia a questo proposito, è tuttavia chiaro che la fissazione infantile svolge una parte predominante nel determinare l'intensa emotività con la quale viene comunemente affrontato questo argomento. L'esatta natura di questa fissazione differisce necessariamente da individuo a individuo, e le ipotesi che qui possiamo avanzare sulla sua origine possono solo essere di carattere generale. Ma, quali che siano il valore preciso e l'interpretazione esatta del materiale su cui sono state fondate le teorie del "complesso di Edipo" e del "complesso di castrazione", è evidente che la generale accettazione della supremazia maschile, e ancor più dell'inferiorità femminile, basata sull'idea della donna come "uomo mancato", nasce su uno sfondo di concezioni infantili di questo tipo. Nonostante la loro irrazionalità, tali concezioni sopravvivono di solito nell'adulto anche normale e tradiscono la loro presenza, sotto il livello del pensiero cosciente, con la forza stessa delle emozioni che suscitano. Il fatto che l'ammissione delle donne agli ordini sacri, e soprattutto al contatto con il tabernacolo, sia tanto comunemente considerata qualcosa di vergognoso, costituisce una conferma di questa interpretazione. Tale senso di vergogna non può essere visto in nessun'altra luce che come un irrazionale tabù sessuale. A questo punto crediamo sulla parola al Professore quando ci assicura di aver cercato, e trovato, "numerose prove dell'esistenza di tali forze inconscie" sia nelle religioni pagane sia nel Vecchio Testamento, e possiamo dunque seguirlo fino alla sua conclusione: Al tempo stesso non dobbiamo dimenticare che la concezione cristiana del sacerdozio riposa non su questi fattori emotivi subconsci, bensì sull'istituzione di Cristo. In questo senso esso completa e supera il sacerdozio del paganesimo e del Vecchio Testamento. Per quel che riguarda la psicologia non esistono basi teoretiche perché il sacerdozio cristiano non possa essere esercitato dalle donne come dagli uomini e precisamente nel medesimo senso. Le difficoltà che lo psicologo prevede sono esclusivamente di ordine emotivo e pratico (30). E su questa previsione abbandoniamo il Professore. La Commissione, come Lei stesso ammetterà, ha portato a termine il delicato e difficile compito che le avevamo affidato. Ci ha fatto da interprete. Ci ha portato un ammirevole esempio di professione allo

Page 88: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

stato più puro; ci ha dimostrato come una professione si basi sul pensiero e sulla tradizione. Ci ha anche spiegato come mai le persone colte, quando appartengono a due sessi diversi, non parlano apertamente di certi argomenti. Ci ha dimostrato perché le estranee, anche quando non c'è un problema di dipendenza economica, possono ugualmente avere paura di parlare liberamente o di fare esperimenti alla luce del sole. Ci ha, infine, con termini di una precisione scientifica, rivelato l'essenza di quella paura. Mentre il Professor Grensted portava la sua testimonianza, a noi figlie degli uomini colti sembrava di assistere all'intervento di un chirurgo, di un tecnico imparziale e scientifico che, mentre sezionava la mente umana con strumenti umani, esponeva alla vista di tutti la causa, la radice della nostra paura. E' una larva. Il suo nome scientifico è "fissazione infantile". Noi, che siamo ascientifiche, l'avevamo chiamata impropriamente. Larva, l'abbiamo chiamata; insetto. Ne avevamo sentito l'odore nell'atmosfera; ne avevamo individuata la presenza a Whitehall, nelle università, nella Chiesa. Ora il professore l'ha definito e descritto così esattamente che nessuna figlia di uomo colto, per incolta che sia, potrà più sbagliare a chiamarlo o a interpretarlo. Ascolti come è stato descritto. "Di fronte alla proposta di ammettere le donne - non importa a quale sacerdozio: della medicina, della scienza o della chiesa - vengono risvegliate emozioni molto intense". Ed emozioni intense, la figlia dell'uomo colto lo può confermare, vengono indubbiamente risvegliate ogni volta che chiede di essere ammessa. "L'intensità di tali emozioni costituisce prova evidente della presenza di potenti motivazioni inconscie". Su questo punto alla figlia di un uomo colto basta la parola del Professore, che può anzi suffragare suggerendo alcune motivazioni che al Professore sono sfuggite. Fermiamo l'attenzione su due soltanto. Per escluderla, se vogliamo parlar schietto, c'è la motivazione del denaro. Lo stipendio non è forse una motivazione, oggi, qualunque cosa fosse ai tempi di Cristo? L'arcivescovo prende œ 15.000; la diaconessa œ 150; e la Chiesa, così afferma la Commissione, è povera. Pagare di più le donne significherebbe pagare di meno gli uomini. E nascosta dietro quella che la Commissione definisce una "considerazione di ordine pratico", non s'indovina forse un'altra motivazione per escluderla, una motivazione psicologica? "Oggi", spiega la Commissione, "un prete sposato è in grado di adempiere all'obbligo del suo ministero di 'abbandonare e mettere in secondo piano ogni cura e occupazione mondana' soprattutto perché è la moglie a occuparsi dell'andamento della casa e della famiglia,..." (31) La possibilità di mettere in secondo piano, addossandole a una altra persona, ogni cura e occupazione mondana è una motivazione per alcuni molto potente. Perché alcuni certamente desiderano ritirarsi dal mondo e dedicarsi agli studi, come dimostrano le raffinatezze della teologia e le sottigliezze dell'esegesi; per altri, è vero, si tratta invece di una motivazione brutta, maligna, che è la causa della separazione tra la Chiesa e la gente; tra la letteratura e la gente, tra il marito e la moglie; e ha concorso non poco a deteriorare la cosa pubblica. Ma quali che siano le potenti motivazioni inconscie che stanno dietro l'esclusione della donna da tutti i sacerdozi - e in questa sede non è possibile enumerarle tutte e tanto meno scavare fino alle loro radici - la figlia dell'uomo colto può testimoniare per esperienza personale che esse "sopravvivono di solito nell'adulto anche normale e

Page 89: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

tradiscono la loro presenza, sotto il livello del pensiero cosciente, con la forza stessa delle emozioni che suscitano". Lei converrà che per opporsi a una forte emozione occorre del coraggio; quando il coraggio viene meno si osservano silenzio e evasività. Ma ora che il nostro interprete ha svolto la sua funzione, è tempo che solleviamo il velo di San Paolo per tentare, viso a viso, un'analisi, anche approssimativa e maldestra, di quella paura e della rabbia che la provoca; può darsi infatti che quella rabbia e quella paura abbiano a che fare con la domanda che Lei ci ha rivolto: come possiamo aiutarLa a prevenire la guerra. Supponiamo dunque che nel corso di quella famosa conversazione bisessuale intorno a problemi di politica e di rapporti umani, di guerra e di pace, di barbarie e valori della civiltà, sia venuta fuori la questione, per esempio, dell'ammissione delle figlie degli uomini colti alla Chiesa, o alla Borsa o al Servizio diplomatico. La questione è solo accennata; tuttavia noi, dalla nostra parte del tavolo, avvertiamo subito la presenza, dalla parte opposta, di un'"intensa emozione" "che nasce da qualche motivazione sotto il livello del pensiero cosciente"; ce ne accorgiamo perché dentro di noi squilla un campanello d'allarme che ripete confusamente ma insistentemente: Non devi, non devi, non devi... I sintomi fisici sono inconfondibili. I nervi si tendono; le dita si irrigidiscono automaticamente sul cucchiaio o la sigaretta; uno sguardo allo psicometro privato indica che la temperatura emotiva è salita da dieci a venti gradi sopra la norma. Intellettualmente, sentiamo il forte desiderio di stare in silenzio o di cambiare argomento; di metterci a parlare, per esempio, del vecchio e fedele domestico, a nome Crosby, il cui cane, Rover, è morto... per evadere il problema e abbassare la temperatura. Ma come possiamo analizzare le emozioni dalla vostra parte del tavolo? Spesso, per essere sincere, mentre parliamo del vecchio Crosby, ci poniamo delle domande su di voi - di qui la poca vivacità del dialogo. Quali sono le potenti motivazioni inconscie che vi fanno drizzare il pelo, lì dalla parte opposta del tavolo? Forse il vecchio cavernicolo che ha ucciso un bisonte vuole che la compagna ammiri il suo coraggio? O il professionista stanco cerca simpatia e teme la competizione? O il patriarca sta chiamando la sua sirena? O la supremazia ha bisogno della sottomissione? E poi - è la domanda più insistente e più difficile che il nostro silenzio ricopre - che soddisfazione potrà mai dare il dominio al dominatore? (32) Ora, poiché il Professor Grensted ha detto che la psicologia dei sessi è "di competenza degli specialisti" mentre "la sua interpretazione rimane controversa e per molti aspetti oscura", sarebbe più saggio lasciare che a quelle domande rispondano gli specialisti. D'altro canto, se le donne e gli uomini qualunque devono liberarsi, bisogna che imparino a parlare liberamente; non possiamo quindi continuare a lasciare la psicologia dei sessi in mano agli specialisti. Esistono due buone ragioni per cercare di analizzare la nostra paura e la vostra rabbia; primo perché quella paura e quella rabbia impediscono una vera libertà tra le pareti domestiche; secondo, perché quella paura e quella rabbia possono impedire una vera libertà nel mondo della vita pubblica: possono contribuire concretamente a provocare le guerre. Facciamoci dunque strada a tentoni, da dilettanti, tra queste antichissime e oscure emozioni, che conosciamo fin dal tempo di Antigone e Ismene e Creonte; che San Paolo stesso sembra aver provato; ma che i Professori

Page 90: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

solo di recente hanno portato alla superficie chiamandole "fissazione infantile", "complesso di Edipo" e così via. E' nostro dovere cercare di analizzare sia pure approssimativamente quelle emozioni, perché Lei ci ha chiesto di aiutarla in ogni modo a difendere la libertà e a prevenire la guerra. Prendiamo allora in esame questa "fissazione infantile", giacché questo sembra essere il suo nome scientifico, per poi metterla in relazione con la domanda che Lei ci ha posto. Ancora una volta, poiché noi siamo generaliste e non specialiste, dobbiamo basarci sulle testimonianze che possiamo raccogliere dalla Storia, dalle biografie e dal giornale: le uniche testimonianze accessibili alle figlie degli uomini colti. Prenderemo il primo esempio di fissazione infantile dalle biografie, e anche questa volta faremo ricorso alle biografie dell'Età vittoriana, perché solo in quell'epoca il genere biografico si fa ricco e rappresentativo. Nelle biografie vittoriane i casi di fissazione infantile sono così numerosi che non sappiamo quali scegliere. Il caso del signor Barrett di Wimpole Street è forse il più famoso e il meglio autenticato. Così famoso che è quasi superfluo ripetere i fatti. Conosciamo tutti la storia di questo padre che non voleva che i figli, né maschi né femmine, si sposassero; conosciamo tutti nei minimi particolari come la figlia Elizabeth fu obbligata a nascondere al padre l'uomo che amava; a fuggire con l'innamorato da quella casa di Wimpole Street; e sappiamo che il padre non le perdonò mai quell'atto di disubbidienza. Dobbiamo convenire che le emozioni del signor Barrett erano intense al massimo; e la loro intensità ci fa capire che traevano origine da qualche oscura lontananza sotto il livello del pensiero cosciente. Un tipico, classico caso di fissazione infantile. Ma ce ne sono altri, meno famosi, che con qualche ricerca potremmo portare alla luce e che si rivelerebbero della stessa natura. Uno è il caso del Rev. Patrick Bront‰. Il Rev. Arthur Nicholls si era innamorato di sua figlia Charlotte; "Quali furono le sue parole", scrisse Charlotte quando il Rev. Nicholls le chiese la mano, "te lo puoi figurare; il suo tono non lo puoi immaginare, e io non riesco a dimenticarlo. ...Gli chiesi se aveva parlato con il Babbo. Rispose che non ne aveva il coraggio". Perché gli mancava il coraggio? Era giovane, forte, innamorato; il padre era un vecchio. Il perché si capisce subito. "Il Rev. Patrick Bront‰ disapprovava tutti quelli che si sposavano e parlava sempre male del matrimonio. Ma questa volta non si limitava a disapprovare; l'idea dell'attaccamento del Rev. Nicholls per sua figlia gli era intollerabile. Per paura di quello che sarebbe potuto accadere, Charlotte si affrettò a promettere al padre che, l'indomani, avrebbe respinto definitivamente l'offerta del Rev. Nicholls" (33). Il Rev. Nicholls lasciò Haworth, e Charlotte rimase con il padre. La sua vita matrimoniale - che doveva essere molto breve - fu resa ancor più breve dal desiderio di suo padre. Come terzo esempio di fissazione infantile sceglieremo un caso meno semplice, ma appunto per questo più illuminante. E' il caso del signor Jex-Blake. Qui ci troviamo davanti a un padre che viene messo di fronte non al matrimonio della figlia, bensì al suo desiderio di guadagnarsi da vivere. Si direbbe che anche questo desiderio abbia suscitato nel padre un'emozione molto intensa che sembra anch'essa nascere negli strati sotto il livello del pensiero cosciente. Avevano offerto alla figlia, Sophia, una modesta somma in cambio di alcune lezioni di matematica; Sophia chiese al padre il permesso di

Page 91: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

accettare. Il permesso fu immantinente e concitatamente negato. "Mia cara, ho capito solo ora che intendi FARTI PAGARE quelle lezioni. Ti abbasseresti troppo, bambina mia, NON POSSO DARTI IL PERMESSO". Il corsivo è del padre. "Accetta il posto per farti onore e renderti utile e ne sarò lieto. ...Ma farsi PAGARE il lavoro svolto equivarrebbe a CAPOVOLGERE l'intera faccenda e ti farebbe scadere agli occhi di tutti". Ecco un'affermazione molto interessante. Sophia però non si accontentò di questa spiegazione. Perché era una cosa indegna di lei, volle sapere, perché doveva farla scadere agli occhi di tutti? Accettare denaro in cambio del lavoro non faceva scadere Tom agli occhi di nessuno. Ma quello, le spiegò il padre, era un caso ben diverso; Tom era un uomo; Tom "ha il dovere, COME UOMO, ... di mantenere la moglie e i figli"; Tom pertanto non faceva che seguire "il RETTO CAMMINO del dovere". Ma ancora Sophia non era soddisfatta. Insistette: non solo era povera e aveva bisogno di quel denaro; sentiva anche profondamente "l'onesto e ai miei occhi perfettamente giustificabile orgoglio di guadagnarmi da vivere". Alla fine il signor Jex-Blake lasciò capire, con molti giri di frase, la vera ragione per cui era contrario a che la figlia si facesse pagare. Si offerse di darle lui stesso quella somma, se Sophia avesse promesso di non farsi pagare dalla scuola. Era chiaro dunque che non era contrario a che la figlia ricevesse dei soldi; era contrario a che li ricevesse da un altro uomo. La stranezza della proposta non sfuggì a Sophia: "In tal caso", disse, "dovrò dire al Direttore non già 'Sono disposta a lavorare senza paga', bensì 'Mio padre preferisce che io venga pagata DA LUI invece che dalla scuola', e credo che il Direttore ci troverà ridicoli entrambi, o quanto meno stupidi". Qualunque cosa avrebbe pensato il Direttore del comportamento del signor Jex-Blake, non ci sono dubbi sull'emozione che lo determinava. Voleva mantenere in suo potere la figlia. Se Sophia riceveva denaro da lui, rimaneva in suo potere; se lo accettava da un altro uomo non solo si rendeva indipendente da lui, ma diventava dipendente da un altro uomo. Che desiderasse la dipendenza della figlia e avvertisse oscuramente che essa poteva essere garantita soltanto dalla dipendenza economica è indirettamente dimostrato da un'altra delle sue velate dichiarazioni. "Ti dovessi sposare domani, con qualcuno di mio gradimento - e sono sicuro che non potrebbe essere altrimenti - io ti darò una dote più che adeguata" (34). Se Sophia avesse avuto uno stipendio su cui contare, avrebbe potuto fare a meno della dote e sposare chi voleva. Il caso del signor Jex-Blake è facile diagnosi, ma è molto significativo perché è un caso normale, tipico. Il signor Jex-Blake non era il mostro di Wimpole Street, era un padre normale; faceva quello che migliaia di padri vittoriani le cui storie rimangono anonime facevano quotidianamente. E' un caso dunque che spiega molte delle cose che stanno alle radici della psicologia vittoriana - quella psicologia dei sessi che rimane ancora, come ci dice il Professor Grensted, in gran parte oscura. Il caso del signor Jex-Blake dimostra che a nessun costo le figlie devono potersi guadagnare da vivere, perché così facendo si renderebbero indipendenti dal padre e potrebbero sposare chi vogliono. Il desiderio della figlia di guadagnarsi da vivere fa nascere dunque due distinte forme di gelosia. E se separatamente esse sono forti, insieme diventano fortissime. E' poi significativo che, per giustificare questa fortissima emozione che nasce sotto il livello del pensiero cosciente, il signor Jex-Blake

Page 92: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

abbia fatto ricorso a una delle scappatoie più comuni; a un'argomentazione che non è un'argomentazione bensì un appello alle emozioni. Fece appello a quella profondissima, antica e complessa emozione che noi che siamo dilettanti potremmo chiamare l'emozione della femminilità. Accettare denaro era indegno di lei; l'avrebbe fatta scadere agli occhi di tutti. Tom, essendo un uomo, non si abbassava; era dunque il suo sesso a determinare la differenza. Il signor Jex-Blake fece appello alla femminilità di Sophia. Ogni volta che un uomo fa appello alla femminilità di una donna, suscita in lei un conflitto di emozioni molto profondo e primitivo che per lei è difficile analizzare o riconciliare. Per comunicare questo sentimento si potrebbe forse fare un paragone con il confuso conflitto di emozioni relative alla virilità che viene risvegliata in voi, Signore, quando una donna vi conferisce la bianca piuma del codardo (35). Ma è interessante vedere in che modo, nell'anno 1859, Sophia abbia cercato di far fronte a questa emozione. Il suo primo istinto fu di attaccare la forma più evidente di femminilità, quella che stava più in superficie nella sua consapevolezza e sembrava responsabile dell'atteggiamento del padre: la sua signorilità. Al pari di altre figlie di uomini colti, Sophia era quel che si diceva "una signora". Era la Signora che non poteva guadagnarsi da vivere; bisognava, dunque, uccidere la Signora. "Pensate davvero, Babbo", chiese, "che una signora valga di meno per il solo fatto che riceve del denaro? La signora Teed è forse scaduta ai vostri occhi per il fatto che la pagavate?" Ma subito, quasi rendendosi conto che la signora Teed, essendo una governante, non era al suo stesso livello, perché lei proveniva da una famiglia dell'alta borghesia "il cui albero genealogico era riportato nel 'Burke's Landed Gentry'", si affrettò a chiamare in aiuto, per uccidere la Signora, "Mary Jane Evans... una delle più nobili famiglie tra le nostre conoscenze", e poi la signorina Wodehouse, "la cui famiglia è più antica della nostra": entrambe ritenevano giusto il suo desiderio di guadagnarsi da vivere. Anzi, la signorina Wodehouse "dimostra di condividere le mie idee con le sue stesse azioni. Non trova nulla di meschino nel guadagnarsi da vivere, la meschinità la vede in quelli che lo giudicano tale. Nell'accettare quel posto presso la scuola di Maurice, disse, con grande nobiltà, a mio avviso, 'Se Le sembra giusto che io venga retribuita, accetterò lo stipendio che riterrà conveniente; in caso contrario, sono disposta a lavorare gratuitamente'". A volte la Signora era d'animo nobile, e allora era duro ucciderla; ma Sophia doveva farlo, lo sentiva, se voleva entrare in quel Paradiso in cui "migliaia di ragazze passeggiano per Londra quando e dove vogliono", in quei "Campi Elisi in terra" che sono (o erano) Queen's College, Harley Street, dove le figlie degli uomini colti avrebbero assaporato la felicità non di una signora, "ma di una regina: il lavoro e l'indipendenza!" (36). Il primo istinto di Sophia fu dunque di uccidere la Signora (37); ma quando la Signora fu uccisa, rimaneva sempre la Donna. Vediamo la Donna nascondere e scusare la malattia della fissazione infantile più chiaramente negli altri due casi. Fu la Donna, l'essere umano il cui sesso le impone come sacro dovere di sacrificarsi al padre, che Charlotte Bront‰ e Elizabeth Barrett dovettero uccidere. E se era difficile uccidere la Signora, ancor più difficile era uccidere la Donna. Charlotte lo trovò, all'inizio, quasi impossibile. Respinse l'innamorato. "...così , sollecita verso il padre

Page 93: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

e dimentica di sé stessa, non volle neppure pensare ad altra risposta che non fosse quella desiderata dal padre". Amava Arthur Nicholls; eppure lo respinse. "...nelle parole e nei gesti si limitò a non reagire, ma dentro le forti espressioni che suo padre usava parlando del Rev. Nicholls le causavano un dolore acuto". Attese; sofferse; finché "il Tempo che tutto vince", come dice la signora Gaskell, "ebbe la meglio sui pregiudizi e l'ostinazione umana". Suo padre diede il consenso. Il Tempo, tuttavia, aveva trovato nel signor Barrett un avversario suo pari; Elizabeth attese; sofferse; alla fine dovette fuggire. Questi tre casi comprovano la straordinaria forza delle emozioni cui dà luogo la fissazione infantile. E' una forza che riuscì a schiacciare non solo Charlotte Bront‰, ma anche Arthur Nicholls; non solo Elizabeth Barrett, ma anche Robert Browning. Una forza che poté sfidare la più forte delle passioni umane: l'amore tra l'uomo e la donna; che fece indietreggiare i più intelligenti e i più audaci tra i figli e le figlie dell'età vittoriana; che li costrinse a ingannare il padre, a mentire, a fuggire da lui. Ma a cosa era dovuta questa forza straordinaria? In parte, come dimostrano questi tre casi, al fatto che la fissazione infantile era protetta dalla società. La natura la legge la proprietà erano lì , pronte a giustificarla e a nasconderla. Era facile per il signor Barrett, per il signor Jex-Blake e per il Rev. Patrick Bront‰ nascondere a se stessi la vera natura delle proprie emozioni. Se volevano che le figlie rimanessero in casa, la società dava loro ragione. Se le figlie si ribellavano, accorreva in aiuto la natura. Una figlia che abbandonasse il padre era una figlia snaturata; la sua femminilità era sospetta. Se la figlia si ostinava, veniva in aiuto dei padri la legge. La figlia che abbandonava il padre non aveva mezzi per mantenersi. Le professioni dentro la legge le erano vietate. Se alla fine ripiegava sull'unica professione retribuita che le fosse aperta, la più antica professione del mondo, doveva rinnegare il proprio sesso. Non c'è dubbio: la fissazione infantile è sempre virulenta, anche quando ne è infetta la madre. Ma se il malato è il padre, la sua virulenza è triplicata; perché c'è la natura a proteggerlo, e la legge, e la proprietà. Con queste protezioni, il Rev. Patrick Bront‰ poté tranquillamente infliggere un "dolore acuto" alla figlia Charlotte per parecchi mesi e rubare parecchi mesi alla sua breve felicità matrimoniale senza incorrere nella disapprovazione della società in cui esercitava la professione di ministro della Chiesa anglicana; mentre, se avesse maltrattato un cane o rubato un orologio, quella stessa società lo avrebbe spretato e ripudiato. A quanto pare la società era un padre, e un padre malato di fissazione infantile. Dal momento che nel diciannovesimo secolo la società proteggeva e anzi giustificava le vittime della fissazione infantile, non ci sorprende che il morbo, anche se privo di nome, infuriasse. Qualunque biografia si sfogli, troviamo quasi sempre i noti sintomi: il padre si oppone al matrimonio della figlia; il padre si oppone al desiderio della figlia di guadagnarsi da vivere. Il suo desiderio di sposarsi o di guadagnarsi da vivere suscita in lui una forte emozione; e per giustificarla egli porta sempre le medesime scuse: la signorilità della Signora ne verrà degradata; la femminilità della figlia ne verrà offesa. Di tanto in tanto, però, troviamo qualche padre completamente immune dalla malattia. I risultati sono allora estremamente

Page 94: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

interessanti. Come nel caso del signor Leigh-Smith (38). Questo signore era un coetaneo del signor Jex-Blake e apparteneva alla stessa casta sociale. Aveva anch'egli possedimenti nel Sussex; disponeva anch'egli di cavalli e carrozze; e anch'egli aveva dei figli. Ma la rassomiglianza finisce qui. Il signor Leigh-Smith amava i suoi figli, era contrario alle scuole; e li teneva a casa. Sarebbe interessante discutere i metodi educativi del signor Leigh-Smith; come scegliesse i maestri per farli istruire; come si portasse i figli in giro per l'Inghilterra tutti gli anni in una carrozza che sembrava un omnibus. Ma al pari di tanti sperimentatori, il Signor Leigh-Smith rimane nella oscurità; e noi dobbiamo accontentarci di sapere che "sosteneva la poco comune idea che le figlie andassero trattate come i figli". Ed era così totalmente immune dalla fissazione infantile, che "non seguiva la prassi normale di pagare i conti delle figlie dando loro di tanto in tanto qualche regalo, ma quando nel 1848 Barbara raggiunse la maggiore età le assegnò una rendita annua di œ 300". I risultati di quella immunità dalla fissazione infantile furono degni di nota. Infatti, "considerando il denaro come un mezzo per fare del bene, Barbara utilizzò subito la sua rendita per fini educativi". Fondò una scuola; una scuola aperta non solo a entrambi i sessi e a tutte le classi, ma anche a tutte le fedi religiose; vi furono accolti cattolici romani, ebrei e figli e figlie di liberi pensatori e di radicali. Fu una scuola del tutto fuori dal comune, la scuola delle estranee. Ma non fece solo questo con quelle trecento sterline l'anno. Da cosa nasce cosa; con il suo aiuto un'amica aprì una scuola serale femminile in forma cooperativa "per disegnare dal nudo". Nel 1858 a Londra esisteva una sola sezione di studio dal vero aperta alle donne. Barbara inviò allora una petizione alla Royal Academy in seguito alla quale nel 1861 le scuole dell'Accademia vennero aperte alle donne, anche se, come tanto spesso accade, solo nominalmente (39); quindi Barbara si occupò della legislazione riguardante la donna; e nel 1871 le donne sposate ottennero il diritto di proprietà; per ultimo aiutò la signorina Davies a fondare il College di Girton. Se riflettiamo su cosa riuscì a far succedere un solo padre immune da fissazione infantile assegnando œ 300 a una figlia, non ci sorprende che la maggior parte dei padri si rifiutassero fermamente di concedere alle figlie altro che œ 40 più vitto e alloggio. La fissazione infantile dei padri rappresentò dunque una forza potente, tanto più potente in quanto era nascosta. Ma con il volgere del diciannovesimo secolo i padri si dovettero scontrare con un'altra forza divenuta così potente a sua volta, che è auspicabile che gli psicologi le trovino un nome. I vecchi nomi sono, come abbiamo visto, vuoti e falsi. "Femminismo" l'abbiamo dovuto distruggere. "Emancipazione della donna" è altrettanto inespressivo e corrotto. Dire che le figlie si ispirano ante-litteram ai principi dell'antifascismo equivale a riprodurre l'odioso gergo di moda. Chiamarle campioni della libertà di pensiero e della cultura fa venire in mente l'aria stantia delle sale per conferenze e lo squallore umidiccio delle assemblee. Inoltre nessuna di queste etichette esprime le vere emozioni che ispirano la rivolta delle figlie contro la fissazione infantile dei padri: quella forza, come dimostrano le biografie, aveva dietro di sé molte e svariate emozioni, spesso contraddittorie. Dietro quella forza c'erano lacrime, naturalmente, le lacrime cocenti di quelle figlie che venivano frustrate nel loro

Page 95: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

desiderio di imparare. C'era una ragazza che voleva imparare la chimica; ma dai libri che trovava in casa poteva imparare solo l'alchimia. "Pianse amaramente perché non le lasciavano studiare nulla". C'era anche il desiderio di un amore aperto e razionale, dietro quella forza. E, anche qui, lacrime, lacrime di rabbia. "Si gettò sul letto piangendo. ...'Oh', disse, 'Harry è sul tetto'. 'Chi è Harry?' le chiesi, 'quale tetto? Perché?' 'Oh, non fare la stupida', rispose; 'è dovuto scappare'" (40). E poi c'era il desiderio di non amare, di condurre un'esistenza razionale senza amore. "Devo umilmente confessare... che personalmente non so cosa sia l'amore", scrisse una di quelle figlie (41). Strana confessione da parte di una figlia della classe la cui unica professione per tanti secoli era consistita nel matrimonio. Altre volevano viaggiare; esplorare l'Africa; fare scavi in Grecia e in Palestina. Alcune volevano imparare la musica, non per strimpellare canzoncine, ma per comporre opere, sinfonie, quartetti. Altre volevano dipingere, non casette ricoperte di edera, ma corpi umani nudi. Tutte volevano... ma quale parola può, da sola, riassumere tutte le cose che volevano, e avevano sempre voluto, consciamente o inconsciamente, per tanto tempo? La formula di Josephine Butler - Giustizia, Uguaglianza, Libertà - è buona; ma è pur sempre una formula, e in quest'epoca di formule abbiamo imparato a diffidarne; le formule imprigionano, uccidono. Neppure la vecchia parola "libertà" serve, perché non era la libertà nel senso della licenza, che quelle figlie volevano; volevano, come Antigone, non violare le leggi, ma trovare la Legge (42). Con la nostra ignoranza delle motivazioni umane e con la scarsità di vocaboli a disposizione, dobbiamo ammettere che nessuna parola esprime, da sola, la forza che nel diciannovesimo secolo si contrappose alla forza dei padri. Tutto quello che si può dire di quella forza è che aveva un vigore straordinario. Riuscì a spalancare le porte della casa paterna. Ad aprire Bond Street e Piccadilly, i cancelli dei campi di cricket e dei campi di calcio; a lacerare falpalà e corsetti; a rendere poco proficua la più antica professione del mondo (ma su questo Whitaker non fornisce cifre). Nell'arco di cinquant'anni, insomma, quella forza rese invisibile e quasi inconcepibile la vita vissuta da Lady Lovelace, da Gertrude Bell. I padri, che avevano trionfato sulla più forte emozione di uomini forti, dovettero arrendersi. Se questa fosse la conclusione della storia, la parola fine, il chiudersi definitivo della porta alle spalle delle figlie degli uomini colti, ci potremmo finalmente occupare della Sua lettera, Signore, e del modulo che Lei ci chiede di compilare. Ma non fu la fine; fu l'inizio. E se finora abbiamo usato il passato remoto, ben presto dovremo usare il presente. In privato i padri, è vero, si arresero, ma in pubblico i padri, riuniti in associazioni, in corporazioni erano ancora più colpiti dal morbo fatale che non i padri in privato. La malattia aveva acquisito una motivazione, si era collegata a un diritto, a un concetto, che la rendeva ancora più virulenta fuori di casa che dentro. Il desiderio di mantenere la moglie e i figli... quale motivazione poteva essere più potente, più radicata? Perché era connessa con la virilità: l'uomo che non era in grado di mantenere la famiglia era, ai propri occhi, un uomo fallito. E il concetto di virilità era profondamente radicato in lui, quanto il concetto di femminilità in lei. Ed erano quelle motivazioni, quei diritti, quei concetti cui ora veniva rivolta una sfida. Il bisogno di difenderli,

Page 96: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

di difenderli dalle donne, produsse, e produce un'emozione forse al di sotto del pensiero cosciente, ma certamente molto violenta. Non appena viene sfidato il diritto del sacerdote a esercitare la sua professione, la fissazione infantile cresce sproporzionatamente e diventa una emozione esasperata, esacerbata, il cui nome scientifico è tabù sessuale. Prendiamone due esempi, uno privato e uno pubblico. Un Professore deve "sottolineare la propria disapprovazione per l'ammissione delle donne alla sua beneamata università rifiutandosi di mettervi più piede" (43). Un ospedale deve rifiutare l'offerta di una borsa di studio perché la donatrice è una donna che la vuole destinare alle donne (44). Possiamo dubitare che questi due gesti siano ispirati dal senso di vergogna che, come dice il Professor Grensted, "non può essere visto in nessun'altra luce che come un irrazionale tabù sessuale"? Ma, poiché quell'emozione era divenuta più forte, fu necessario invocare l'aiuto di più forti alleati per giustificare e negarla. Ci si appellò alla Natura; la Natura, si sostenne, è non solo cosciente, è immutabile, e ha creato il cervello della donna della forma e delle dimensioni sbagliate. Scrive Bertrand Russell: "Chiunque abbia voglia di divertirsi può andare a leggere le acrobazie logiche di eminenti craniologi che cercano di dimostrare con misurazioni del cervello che le donne sono più stupide degli uomini" (45). La scienza, a quanto pare, non è asessuata; è un uomo; un padre, affetto da quel morbo. E la scienza, malata, fornì su ordinazione le misurazioni richieste: il cervello della donna era troppo piccolo perché lo si potesse sottoporre a esame. Per anni si dovette attendere davanti ai sacri cancelli di università e di ospedali prima di ottenere il permesso di sottoporre ad esame quei cervelli che i professori sostenevano essere per natura non suscettibili d'esame. Ma quando finalmente fu accordato il permesso, quei cervelli superarono tutti gli esami. Esistono probabilmente negli archivi delle università lunghissimi e desolanti elenchi di simili sterili ma necessari trionfi, che le direttrici dei colleges femminili tuttora consultano angustiate quando vogliono un attestato ufficiale di impeccabile mediocrità. Ma la Natura non si dette per vinta. Il cervello capace di superare gli esami non era un cervello creativo, capace di assumersi responsabilità, e di guadagnare alti stipendi. Era un cervello di tipo pratico, buono a occuparsi di piccinerie, a svolgere lavori di routine agli ordini di un superiore. E poiché le libere professioni erano inaccessibili, non era possibile dimostrare il contrario: le figlie degli uomini colti non avevano retto Imperi, guidato flotte, condotto eserciti alla vittoria; a testimonianza delle loro capacità professionali non avevano che pochi banali libri, giacché la letteratura era l'unica professione loro aperta. E poi, qualunque cosa potesse fare il cervello una volta ottenuto l'accesso alle professioni, rimaneva sempre il corpo. Nella sua infinita saggezza la Natura, dicevano i grandi sacerdoti, aveva stabilito come legge immutabile la creatività dell'uomo. Lui gode; lei si limita a sopportare passivamente. E al corpo che sopporta è più affine il dolore che il piacere. "Fino a poco tempo fa", scrive Bertrand Russell, "le idee dei medici sulla gravidanza, il parto e l'allattamento erano improntate al sadismo. Fu più difficile, per esempio, convincerli con prove scientifiche che si potevano usare gli anestetici durante il parto di quanto lo sarebbe stato persuaderli del contrario". Così argomentava la scienza, e i professori assentivano. E

Page 97: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

quando alla fine le figlie obiettarono: ma il corpo e il cervello non vengono forse modificati dai condizionamenti ambientali? Il coniglio selvatico non è forse diverso dal coniglio che sta in gabbia? Non dobbiamo dunque modificare, come del resto facciamo, questa immutabile natura? Basta avvicinare un fiammifero acceso agli sterpi e il ghiaccio si scioglie, il verdetto di morte della Natura è ritardato. E l'uovo che mangiate a colazione, incalzavano le figlie, è tutto opera del gallo? Senza tuorlo, senza albume, sarebbe fecondo, o sacerdoti e professori, il vostro pasto? Allora sacerdoti e professori intonarono all'unisono: tuttavia il parto, un fardello che non potete negare, quello tocca soltanto alla donna. E loro non lo potevano negare, né volevano rinunciarvi. Tuttavia, sostenevano consultando le statistiche, il tempo occupato dalla donna a far figli, nelle condizioni attuali (siamo nel ventesimo secolo, ora, non lo dimenticate) non è che una frazione della sua vita (47). Ci ha forse impedito, quella frazione, di lavorare nei Ministeri, nei campi e nelle fabbriche, quando la patria era in pericolo? Al che i padri risposero: la guerra è finita, siamo in Inghilterra, ora. Ebbene, restiamo in Inghilterra, Signore, e sintonizziamoci sull'onda della stampa quotidiana: sentiremo la risposta che danno oggi a quelle domande i padri colpiti oggi dal morbo della fissazione infantile. "Il posto della donna è in casa. ...Che le donne ritornino tra le pareti domestiche... Il Governo dovrebbe dare lavoro agli uomini. ...Il Ministero del lavoro avanzerà una decisa protesta. ...le donne non devono comandare gli uomini... Esistono due mondi, quello delle donne e quello degli uomini. ...Che imparino a cucinare il pranzo. ...Le donne non sono capaci. ...Non sono capaci. ...Non sono capaci. ...". Perfino oggi, perfino oggi, il clamore, il fracasso che fa la fissazione infantile è tale che a malapena udiamo le nostre parole; ci toglie le parole di bocca; ci fa dire cose che non abbiamo detto. Mentre ascoltiamo ci sembra di udir piangere un bambino nella notte, la notte nera che copre oggi l'Europa; è un pianto senza parole, Uh-è, uh-è ...Ma non è un pianto nuovo, è antichissimo. Spegniamo la radio, ascoltiamo il passato. Siamo in Grecia, ora; Cristo non è ancora nato, e neppure San Paolo. Ascoltiamo: "Colui che lo Stato ha scelto per suo capo, a costui bisogna ubbidire, nelle questioni piccole come nelle grandi, nelle cose giuste come nelle ingiuste... la disubbidienza è il male più grande che ci sia. ...Bisogna difendere l'ordine; mai, in nessun modo lasciarsi vincere da una donna. ...Servi, riportatele in casa: d'ora in poi dovranno essere donne, non essere libere". E' la voce del tiranno Creonte. Così gli risponde Antigone, che sarebbe dovuta diventare sua figlia: "Non sono queste le leggi sancite tra gli uomini da Giustizia, colei che abita con gli dei degli inferi". Ma Antigone non aveva alle spalle né capitale né potere, e Creonte può decidere: "La farò condurre dove è più deserto il sentiero e in una fossa di pietra, viva, la chiuderò". E la rinchiuse non a Holloway o in un campo di concentramento, ma in una tomba. E Creonte, si legge, attirò la rovina sulla sua casa e seminò di cadaveri la terra. Ascoltando le voci del passato, Signore, è come se avessimo di nuovo sotto gli occhi le fotografie di cadaveri e di macerie che il governo spagnolo ci invia quasi settimanalmente. Le cose si ripetono. Immagini e voci sono le stesse oggi come duemila anni fa. Questa la conclusione cui ci ha portato la nostra analisi della paura,

Page 98: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

la paura che impedisce la libertà nella casa paterna. Quella paura, così piccola, insignificante, privata, ha a che fare con quell'altra paura, tutt'altro che piccola e insignificante, la paura pubblica che ha spinto Lei a chiederci di aiutarLa a prevenire la guerra. Se così non fosse non avremmo sotto gli occhi di nuovo quella fotografia. Eppure non si tratta della stessa immagine che all'inizio di questa lettera ci ha fatto provare le medesime emozioni: Lei le ha chiamate "orrore e disgusto"; orrore e disgusto le abbiamo chiamate noi. Via via che la lettera proseguiva accumulando dati di fatto, si è sovrapposta in primo piano un'altra immagine. E' l'immagine di un uomo; secondo alcuni, anche se altri lo negano, si tratta dell'Uomo per eccellenza (48), la quintessenza della virilità, l'idea perfetta di cui tutti gli altri sono solo l'ombra imperfetta. Di sicuro si tratta di un uomo. Ha gli occhi vitrei: feroci. Il corpo, irrigidito in una posa innaturale, è inguainato nell'uniforme. Sul petto sono cucite diverse medaglie e altri simboli mistici. La mano poggia sull'elsa della spada. In tedesco e in italiano si chiama F hrer o Duce; nella nostra lingua, tiranno o dittatore. Dietro di lui si vedono macerie e cadaveri: uomini, donne, bambini. Non le mostriamo questa fotografia per suscitare una volta di più la sterile emozione dell'odio. Al contrario vogliamo che vengano fuori le altre emozioni, quelle che la figura umana, sia pure in fotografia, suscita in noi che siamo esseri umani. Perché ci suggerisce un collegamento che per noi è molto importante. Ci suggerisce che il mondo pubblico e il mondo privato sono inseparabilmente collegati; che le tirannie e i servilismi dell'uno sono le tirannie e i servilismi dell'altro. Ma la figura umana, anche in fotografia, evoca altre e più complesse emozioni. Ci fa capire che non possiamo dissociarci da quell'immagine, ma siamo noi stessi quell'immagine. Ci fa capire che non siamo spettatori passivi condannati all'ubbidienza, ma possiamo con i nostri pensieri e con i nostri gesti modificare quell'immagine. Ci unisce un interesse comune; è un unico mondo, un'unica vita. E' indispensabile renderci conto dell'unità che cadaveri e macerie ci dimostrano. Perché cadaveri e macerie saranno il nostro destino se voi, nell'immensità delle vostre astrazioni pubbliche, dimenticherete l'immagine privata, e se noi, nell'intensità delle nostre emozioni private dimenticheremo il mondo pubblico. Entrambe le case, quella pubblica e quella privata, quella materiale e quella spirituale, verranno distrutte, perché sono inseparabilmente collegate. Ma la Sua lettera ci dà motivo di sperare. Perché, chiedendo il nostro aiuto, voi riconoscete il legame; e leggendo le vostre parole noi riconosciamo altri legami, che stanno sotto la superficie dei fatti. Perfino qui, perfino ora, la Sua lettera ci fa venire la tentazione di tapparci le orecchie, di non ascoltare questi piccoli fatti, questi dettagli triviali, l'abbaiare dei fucili e il gracidare del grammofono; ci fa venire la tentazione di prestare orecchio soltanto alla voce dei poeti, che si rispondono l'un l'altra, confermandoci un'unità che cancella le divisioni come fossero semplici righe tracciate con il gesso; ci viene voglia di discutere con Lei della capacità dello spirito umano di espandersi oltre i confini, e di creare l'unità dalla molteplicità. Ma questo sarebbe sognare, sognare il sogno ricorrente che ha ossessionato la mente umana dall'inizio del tempo; il sogno della pace, il sogno della libertà. Ma, con il rombo dei cannoni negli orecchi, voi non ci avete chiesto di sognare. Non ci avete chiesto di definire cosa sia la pace;

Page 99: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

ci avete chiesto di aiutarvi a prevenire la guerra. Lasciamo dunque ai poeti di descrivere il sogno: noi fissiamo lo sguardo su quella fotografia: il dato di fatto. Qualunque cosa pensino gli altri dell'uomo in uniforme - e le opinioni sono diverse - la Sua lettera dimostra che per Lei quell'immagine è l'immagine del male. E, anche se guardiamo da angolature diverse, la nostra conclusione è uguale alla Sua: è il male. Entrambi siamo decisi a fare il possibile per distruggere il male che quell'immagine rappresenta: voi con i vostri metodi, noi con i nostri. E poiché siamo diversi, i nostri metodi saranno diversi. Quali potrebbero essere i nostri, abbiamo cercato di dimostrarlo, sia pure imperfettamente, superficialmente (49). Ma è chiaro che la risposta alla vostra richiesta non può essere che una: il modo migliore per aiutarvi a prevenire la guerra non è di ripetere le vostre parole e seguire i vostri metodi, ma di trovare nuove parole e inventare nuovi metodi. Non è di entrare nella vostra associazione, ma di rimanere fuori pur condividendone il fine. E il fine è il medesimo: affermare "il diritto di tutti - di tutti gli uomini e di tutte le donne - a vedere rispettati nella propria persona i grandi principi della Giustizia, dell'Uguaglianza e della Libertà". Non occorre spiegare altro, perché abbiamo la certezza che voi interpreterete queste parole nel nostro stesso modo. E non occorre che ci scusiamo, perché abbiamo fiducia che non ci deriderete per le manchevolezze che vi abbiamo anticipato e che questa lettera testimonia. Torniamo al modulo che ci avete chiesto di compilare: per le ragioni spiegate non lo firmeremo. Ma per dimostrarvi il più concretamente possibile che i nostri fini coincidono con i vostri, eccovi la ghinea, un regalo dato liberamente senza condizioni. E' la nostra terza ghinea; ma anche se inviate a tre diversi tesorieri onorari, tutte e tre sono destinate alla medesima causa, giacché le tre cause sono identiche e inseparabili. E ora, poiché avete fretta, mi affretterò a concludere, chiedendo tre volte scusa a tutti e tre; primo, per la lunghezza della lettera, secondo, per l'esiguità del contributo, terzo, per essermi permessa di scrivere. Ma la colpa è vostra, perché questa lettera non sarebbe mai stata scritta, se voi non aveste scritto per primi, sollecitando una risposta. Note con l'asterisco a "Le tre ghinee - Tre". *1. Ora Milton Street, via di Londra dove abitavano pennaioli e scrittori squattrinati. (n.d.t.)

Page 100: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

NOTE E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI. UNA. 1 - "The Life of Mary Kingsley", di Stephen Gwynn, p. 15. E' difficile calcolare esattamente la cifra spesa per l'istruzione delle figlie degli uomini colti. Si deve presumere che per coprire l'intero costo dell'educazione di Mary Kingsley (1862-1900) siano bastate œ 20 o œ 30. La media nel diciannovesimo secolo e anche più tardi si può calcolare intorno alle cento sterline annue. Spesso le donne a cui toccava questo tipo di istruzione ne avvertivano acutamente l'insufficienza. "Le carenze della mia educazione si fanno sentire in modo particolarmente doloroso quando mi trovo in pubblico", scriveva Anne J. Clough, la prima direttrice di Newnham. ("Life of Anne J. Clough", di B. A. Clough, p. 60). Elizabeth Haldane, che proveniva come la Clough da una famiglia di intellettuali e aveva ricevuto pressappoco lo stesso tipo di istruzione, dice che, divenuta adulta, "la prima cosa di cui mi resi conto fu che non avevo la minima cultura; subito mi chiesi cosa potevo fare per rimediarvi. Avrei tanto voluto andare all'università, ma a quei tempi era raro per una ragazza andare all'università, e l'idea non venne incoraggiata. Inoltre era costoso. E poi non era concepibile che l'unica figlia lasciasse sola la madre vedova, così non ci fu nessuno che mi aiutasse a realizzare il mio progetto. A quei tempi si stava diffondendo una nuova iniziativa, i corsi per corrispondenza..." ("From One Century to Another", di Elizabeth Haldane, p. 73). Quelle donne facevano spesso sforzi immani per nascondere la propria ignoranza, ma non sempre ci riuscivano. "Sapevano conversare piacevolmente dei fatti del giorno, ma evitavano con cura ogni argomento controverso. Quello che mi faceva impressione era la loro ignoranza e indifferenza per tutto ciò che avveniva al di fuori della loro cerchia di conoscenze... una personalità in vista come la madre del Presidente della Camera dei Comuni era convinta che la California facesse parte del nostro Impero!" ("Distant Fields", di H. A. Vachell, p. 109). Che nel diciannovesimo secolo l'ignoranza fosse anche sovente simulata per la diffusa convinzione che agli uomini colti piacessero le donne ignoranti è dimostrato dalla forza con cui Thomas Gisborne nel suo "On the Duties of Women", una lettura quanto mai istruttiva, biasima coloro che raccomandano alle donne "di evitare accuratamente di lasciar intravedere al marito tutte le loro abilità e cognizioni". "Questo non è riserbo ma artificio. E' simulazione, è deliberato inganno... E alla lunga viene sempre scoperto". Ma ancor più che dei libri, la donna del diciannovesimo secolo era

Page 101: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

ignorante della vita. Uno dei motivi di tale ignoranza ce lo suggerisce il passo seguente: "Si riteneva che la maggior parte degli uomini non fossero 'virtuosi', vale a dire che quasi tutti avrebbero tentato di avvicinare e importunare - o peggio - qualunque ragazza sola incontrassero". ("Society and the Season", di Mary contessa di Lovelace, in "Fifty Years", 1882-1932, p. 37). Perciò la tenevano confinata entro una cerchia ristretta; la sua "ignoranza e indifferenza" per tutto ciò che avveniva al di fuori di essa era dunque giustificata. Che esistesse un legame tra quell'ignoranza e il concetto di virilità del diciannovesimo secolo che - ne è prova il protagonista dei romanzi vittoriani - considerava incompatibili "virtù" e virilità, è evidente. In un passo famoso di un suo romanzo Thackeray lamenta le limitazioni che l'una e l'altra impongono alla sua arte. 2 - La nostra ideologia è ancora così inveteratamente antropocentrica che si è reso necessario coniare questa goffa espressione, figlie di uomini colti ("educated men's daughters"), per designare la categoria di donne i cui padri hanno studiato nelle famose "public schools" e in una delle due università di Oxford e Cambridge. E' evidente che sarebbe vistosamente scorretto applicare il termine "borghese", adatto forse per descrivere i suoi fratelli, a chi è così profondamente estranea alle due principali caratteristiche della borghesia, il capitale e le opportunità sociali. 3 - Il numero di animali uccisi per sport in Inghilterra nello scorso secolo deve essere incalcolabile. 1212 capi di selvaggina sono dati come il risultato medio di una giornata di caccia a Chatsworth nel 1909. ("Men, Women and Things", del duca di Portland, p. 251). Nelle memorie sportive non si fa quasi mai menzione di donne brave a maneggiare il fucile; e la loro apparizione nelle partite di caccia provoca sarcasmi corrosivi. "Skittles", la famosa cavallerizza del diciannovesimo secolo, era una signora di facili costumi. Molto probabilmente si riteneva esistesse una qualche relazione, per le donne, tra sport e licenziosità. 4 - "Francis and Riversdale Grenfell", di John Buchan, p.p. 189,105. 5 - "Antony (Viscount Knebworth)", del Conte di Lytton, p. 355. 6 - "The Poems of Wilfred Owen", a cura di Edmund Blunden, p.p. 25, 41. 7 - Lord Hewart, nel proporre un brindisi in onore dell'"Inghilterra", al banchetto annuale della Society of St. George, a Cardiff. 8 e 9 - "The Daily Telegraph", 5 febbraio 1937. 10 - C'è naturalmente una merce di prima necessità che la donna colta è in grado di fornire: i figli. E un sistema per contribuire a prevenire le guerre sarebbe rifiutarsi di fare figli. Di questa opinione è la signora Helena Normanton: "L'unica cosa che le donne di qualunque paese del mondo possono fare è di smettere di rifornire la nazione di 'carne da cannone'". (Report of the Annual Council for

Page 102: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

Equal Citizenship, "Daily Telegraph", 5 marzo 1937). Spesso nelle lettere ai giornali si leggono opinioni analoghe. "Posso spiegare io al signor Harry Campbell perché le donne oggi si rifiutano di avere figli. Quando gli uomini avranno imparato a governare lo Stato in modo che le guerre colpiscano solo quelli che hanno interesse a litigare, invece di falciare quelli che non c'entrano, allora forse le donne si decideranno a avere di nuovo famiglie numerose. Perché una donna dovrebbe mettere al mondo dei figli, visto come è il mondo oggi?" (Edith Maturin-Porch, nel "Daily Telegraph" del 6 settembre 1937). La caduta del tasso di natalità nella classe colta sembra indicare che le donne di questa classe seguono il consiglio della signora Normanton. E' lo stesso consiglio offerto loro in circostanze molto simili oltre duemila anni or sono da Lisistrata. 11 - Esistono, s'intende, innumerevoli altri tipi di influenza, oltre a quelli descritti nel testo. Da quella molto semplice di cui si parla nel passo seguente, "Tre anni più tardi... quando lui fu divenuto Ministro, la vediamo scrivergli per sollecitare il suo interessamento in favore di un parroco a lei vicino, per fargli ottenere la pensione della Corona." ("Henry Chaplin, a Memoir", di Lady Londonderry, p. 57), a quella più subdola esercitata da Lady Macbeth sul marito. A metà strada tra le due sta l'influenza descritta da D. H. Lawrence: "E' inutile che cerchi di combinare qualcosa se non ho una donna alle spalle... Non ho il coraggio di affrontare il mondo, se non ho una donna dietro di me. ...Ma se sono innamorato di una donna, è come se lei mi mantenesse in comunicazione con l'ignoto, in cui altrimenti mi sentirei un po' smarrito". ("Letters of D. H. Lawrence", p.p. 93-94). Si confronti, anche se l'accostamento può sembrare strano, la famosa e quasi identica definizione data dall'ex-re Edoardo Ottavo il giorno dell'abdicazione. All'estero la situazione politica sembra favorevole a un ritorno all'uso dell'influenza interessata. Per esempio: "La storia seguente serve bene a illustrare il grado di influenza delle donne nella Vienna di oggi. Lo scorso autunno si stava varando un progetto di legge per ridurre ulteriormente gli sbocchi professionali delle donne. Alla fine, per disperazione, un gruppo di signore dell'alta società viennese... si riunì per concertare un piano. Per tutti i quindici giorni successivi, per un certo numero di ore al giorno, le signore telefonarono ai Ministri con cui erano in rapporti di amicizia con il pretesto di invitarli a pranzo, e, usando tutto il fascino di cui le viennesi sono capaci, li tennero a lungo al telefono parlando del più e del meno e solo alla fine accennando alla questione che tanto le angustiava. Quando i Ministri ebbero ricevute parecchie di queste telefonate da parte di signore che conveniva non offendere, perdendo così tempo prezioso per lo Stato, decisero di venire a un compromesso,... e il progetto fu per il momento accantonato". ("Women Must Choose", di Hilary Newitt, p. 129). Un uso analogo dell'influenza femminile fu più volte adottato come tattica durante la lotta per il suffragio universale. Eppure si dice che il diritto di voto abbia diminuito l'influenza della donna. Il Maresciallo von Bieberstein, per esempio, era dell'opinione che "le donne comandassero gli uomini comunque... ma non augurava loro di avere il voto". ("From One Century to Another", di Elizabeth Haldane, p. 258). 12 - Le donne inglesi furono molto criticate per aver fatto ricorso

Page 103: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

alla violenza durante la lotta per il suffragio. Nel 1910, quando le suffragette, dopo aver preso a calci nelle caviglie l'onorevole Birrell, gli "ridussero in poltiglia il cappello", Sir Almeric Fitzroy commentò: "Un attacco del genere a un povero vecchio indifeso da parte di una banda organizzata di 'giannizzeri' convincerà tutti, si spera, del folle e anarchico spirito che anima il movimento". ("Memoirs of Sir Almeric Fitzroy", vol. 2, p. 425). Lo stesso giudizio non valeva, a quanto pare, per la violenza usata nella prima guerra mondiale. Anzi il diritto di voto alle donne inglesi fu concesso essenzialmente per l'aiuto prestato agli uomini inglesi che usavano la violenza in quella guerra. "Il 14 agosto (1916) anche Asquith rinunciò alla sua opposizione (al suffragio alle donne). 'E' vero', disse, '(che le donne) non possono combattere nel senso di scendere in campo con il fucile in mano, tuttavia... hanno saputo dare un aiuto molto concreto per la prosecuzione della guerra'". ("The Cause", di Ray Strachey, p. 354). Questo fa sorgere il difficile problema se sia giusto che quelle che non diedero il loro aiuto per la prosecuzione della guerra, ma fecero il possibile per ostacolarla, usino del diritto di voto concesso loro essenzialmente per i meriti di altre donne. Che le donne siano figliastre e non vere e proprie figlie d'Inghilterra è dimostrato dal fatto che cambiano nazionalità con il matrimonio. Una donna, indipendentemente dal fatto che abbia contribuito a sconfiggere la Germania, diventa tedesca se sposa un tedesco. Da quel momento deve capovolgere tutte le sue opinioni politiche e cambiare l'oggetto della sua devozione filiale. 13 - "Sir Ernest Wild, K. C.", di Robert J. Blackburn, p.p. 174-75. 14 - Che il diritto di voto non sia stato una conquista di poco conto è dimostrato dai dati pubblicati regolarmente dall'Unione nazionale delle associazioni per i diritti civili. "Questa pubblicazione ('What the Vote Has Done') era inizialmente un volantino di un solo foglio; ora (1927) si è trasformato in un opuscolo di sei pagine e deve essere continuamente ampliato". ("Josephine Butler", di M. G. Fawcett e E. M. Turner, p. 101). 15 - Noi disponiamo di dati quantitativi a verifica di fatti che pure devono avere un'enorme influenza sulla biologia e sulla psicologia dei sessi. Si potrebbe cominciare a colmare una lacuna di questa ricerca preliminare indispensabile ma inspiegabilmente trascurata, contrassegnando con matite colorate su una carta dell'Inghilterra a grande scala tutte le proprietà terriere; rosse quelle degli uomini, blu quelle delle donne. Bisognerebbe poi paragonare la quantità di ovini e bovini consumata dai due sessi, le botti di vino e di birra, le balle di tabacco; dopo di ché si dovrebbero analizzare dettagliatamente le rispettive attività atletiche e sportive; le mansioni domestiche per cui vengono assunti i due sessi; le occasioni di rapporti sessuali, eccetera. Gli storiografi si occupano invece principalmente di guerre e di politica; a volte tuttavia riescono a illuminarci sulla natura umana. Per esempio Macaulay, quando parla del gentiluomo di campagna nell'Inghilterra del diciassettesimo secolo, dice: "Sua moglie e sua figlia per gusti e cognizioni erano inferiori a una massaia o a una cameriera dei giorni nostri. Tessevano e filavano, preparavano il vino d'uva spina, facevano tinture di calendula e stendevano la pasta per il pasticcio di selvaggina". E

Page 104: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

ancora: "Le signore di casa, a cui di solito toccava preparare il pranzo, si ritiravano non appena questo era stato divorato, lasciando i signori alla loro birra e al loro tabacco". (Macaulay, "History of England", cap. 3). Ma i signori continuarono a bere la loro birra, le signore si ritiravano, ancora molto tempo dopo. "Quando mia madre era ragazza, l'usanza, per gli uomini, di bere forte diffusasi sotto la Reggenza e nel diciottesimo secolo era ancora viva. A Woburn Abbey era costume che il vecchio e fidato maggiordomo facesse ogni sera la sua relazione a mia nonna, che si era ritirata in salotto. 'I signori hanno bevuto parecchio, stasera; tanto vale che le signorine salgano in camera loro', oppure, 'I signori stasera hanno bevuto poco', era l'annuncio del fedele servitore, a seconda delle circostanze. Se venivano spedite in camera loro, le 'signorine' amavano trattenersi sul pianerottolo dell'ultimo piano a guardare la vociante e licenziosa compagnia che usciva dalla sala da pranzo". ("The Days Before Yesterday", di Lord F. Hamilton, p. 322). Lasciamo agli scienziati del futuro il compito di dirci quale effetto hanno avuto sui cromosomi umani il bere e la proprietà privata. 16 - Il fatto che entrambi i sessi posseggano una pronunciata anche se molto dissimile passione per i vestiti sembra essere sfuggito all'attenzione del sesso dominante, a causa soprattutto, si deve supporre, dell'effetto ipnotico che il dominio produce. Per esempio, il giudice MacCardie, riassumendo il caso della signora Frankau, commentò: "Non si può pretendere che una donna rinunci a una delle caratteristiche della femminilità o si privi di una delle consolazioni che la natura concede per compensare una menomazione fisica permanente e insuperabile. ...L'abito, dopo tutto, è uno dei principali mezzi di autoespressione della donna. ...In fatto di vestiti a volte le donne rimangono eterne bambine. L'aspetto psicologico della questione non va trascurato. Tuttavia, pur tenendo presenti tutte le considerazioni su accennate, la legge ha giustamente stabilito di rispettare la norma della prudenza e della misura". Il giudice che così legiferava indossava in quel momento una toga scarlatta, una cappa di ermellino e un'imponente parrucca di boccoli artificiali. Se stesse godendo di "una delle consolazioni che la natura concede per compensare una menomazione fisica permanente e insuperabile" o stesse invece rispettando "la norma della prudenza e della misura" non sta a noi giudicare. Ma, "l'aspetto psicologico della questione non va trascurato", e il fatto che la stranezza del suo proprio aspetto, nonché di quello di Ammiragli, Generali, Consiglieri Araldici, Guardie della Regina, Pari del regno, Guardie della Torre di Londra, eccetera, passasse del tutto inosservata ai suoi occhi, permettendogli di fare la predica a quella signora senza la minima coscienza di essere partecipe della medesima debolezza, fa sorgere due interrogativi: quante volte deve essere ripetuto un gesto prima di divenire tradizionale e perciò stesso venerabile? e a quale grado di prestigio sociale si comincia a essere ciechi di fronte alla stranezza del proprio abbigliamento? La stravaganza nel vestire, quando non è associata a una carica, raramente sfugge al ridicolo. 17 - Secondo l'elenco annuale delle onorificenze per il 1937, hanno accettato il titolo 147 uomini contro 7 donne. Per evidente motivi queste cifre non possono essere considerate una misura del rispettivo

Page 105: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

desiderio di distinzione ufficiale. Ma che per una donna debba essere più facile, psicologicamente, rifiutare le onorificenze sembra inconfutabile. Il fatto che l'intelletto (in generale) sia la principale qualifica professionale dell'uomo, e che stelle e nastrini siano il mezzo principale per fare pubblicità all'intelletto fa pensare che stelle e nastrini equivalgano a cipria e belletto, il principale mezzo a disposizione della donna per fare pubblicità alla sua precipua qualifica professionale: la bellezza. Chiedere a lui di rifiutare il titolo di cavaliere sarebbe altrettanto assurdo che chiedere a lei di rifiutare un bel vestito. E bisogna dire che la somma spesa nel 1901 per un cavalierato avrebbe consentito di comperare un numero più che sufficiente di vestiti: "21 aprile, domenica. Sono stato da Meynell, che come sempre era al corrente di tutti i pettegolezzi. Si dice che i debiti del Re siano stati regolati privatamente dai suoi amici, uno dei quali pare gli abbia prestato œ 100.000, accontentandosi di riaverne indietro venticinquemila più il titolo di cavaliere". ("My Diaries", di Wilfred Scawen Blunt, Parte seconda, p. 8). 18 - E' difficile per un profano riuscire a conoscere le cifre esatte. Che si tratti di rendite cospicue lo si può dedurre dalla spiritosa recensione di una storia del Clare College di Cambridge, apparsa alcuni anni fa su "The Nation" a firma di J. M. Keynes. Il libro, "si dice, è costato seimila sterline". Si racconta anche che, pressappoco nello stesso periodo, alcuni studenti che tornavano all'alba da una festa videro in cielo una nuvola che assunse davanti ai loro occhi stupiti le sembianze di una donna; richiesta di dare un segno, la nuvola lasciò cadere, tra una pioggia di grandine incandescente, quest'unica parola: "Ratti". Il prodigio fu interpretato come la rappresentazione di uno stato di cose che, a quanto si legge in un altro articolo dello stesso numero di "The Nation", doveva essere molto reale. Le studentesse di uno dei colleges femminili erano costrette a dormire "nel seminterrato, in stanze fredde, umide e buie, in cui i topi la facevano da padroni". L'apparizione si era riferita a questo fatto per suggerire ai signori di Clare che, se volevano renderle onore, un assegno di œ 6.000 pagabile alla Direttrice di avrebbe rappresentato un modo migliore di celebrarla che non un libro, pur se "confezionato con carta finissima e rilegato in elegante tela nera...". Meno mitico è il fatto riferito nel medesimo numero di "The Nation" che "Somerville College ricevette con patetica gratitudine le œ 7.000 che ad esso erano dovute l'anno scorso come dono per il Giubileo e come lascito di privati". 19 - Così ha descritto un grande storico l'origine e il carattere delle due Università, in una delle quali aveva egli stesso studiato. "Le università di Oxford e di Cambridge vennero fondate in un'epoca oscura di falsa e barbarica scienza; e ancora risentono dei vizi della loro origine. ...La costituzione in enti giuridici di queste associazioni attraverso la concessione di statuti da parte di papi e sovrani ha dato loro il monopolio dell'istruzione pubblica; e lo spirito dei monopoli è sempre ristretto, pigro e autoritario. Le loro prestazioni sono più costose e meno produttive di quelle di enti autonomi; e le novità e i miglioramenti, così prontamente accolti nel clima di libera emulazione, vengono ammessi con lenta e accigliata

Page 106: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

riluttanza in quelle orgogliose corporazioni, che sono al di sopra della paura di un rivale, e al di sotto della confessione di un errore. Non c'è da sperare che le riforme siano per loro un atto volontario; esse hanno radici così salde nella legge e nel pregiudizio che persino l'onnipotenza del Parlamento indietreggerebbe all'idea di un'inchiesta sulla situazione e gli abusi delle due università". (Edward Gibbon, "Memoirs of My Life and Writings"). Verso la metà del diciannovesimo secolo, tuttavia, "l'onnipotenza del Parlamento" si decise a istruire un'inchiesta "sulla situazione dell'Università di Oxford, i suoi regolamenti, l'attività scientifica e le sue rendite. Ma gli inquirenti incontrarono una così tenace resistenza passiva da parte dei Colleges che l'ultima voce fu lasciata perdere. Venne accertato tuttavia che dei 542 posti di "Fellow" di tutti i Colleges di Oxford, solo 22 erano veramente aperti a tutti i candidati senza restrizioni di clientelato, di luogo o parentela. ...I Commissari... conclusero che le imputazioni di Gibbon erano fondate...". ("Herbert Warren of Magdalene", di Laurie Magnus, p.p. 47-19). Nondimeno il prestigio dell'istruzione in quelle università non ne rimase scosso, e il titolo di "Fellow" continuò a essere considerato un privilegio molto ambito. Quando Pusey divenne "Fellow" di Oriel, "le campane della sua chiesa diedero voce alla soddisfazione di suo padre e della sua famiglia". Così pure, quando Newman fu nominato "Fellow" "tutte le campane delle tre torri vennero fatte suonare a festa... a spese di Newman". ("Oxford Apostles", di Geoffrey Faber, p.p. 131, 69). Eppure sia Pusey sia Newman erano indubbiamente persone ascetiche. 20 - "The Crystal Cabinet", di Mary Butts, p. 138. La frase completa è: "Così come mi dicevano che in una donna il desiderio di studiare andava contro la volontà di Dio, lo stesso valeva per tante innocenti libertà, tanti innocenti piaceri, tutti negati in nome della stessa Divinità". Sarebbe interessante leggere una biografia, scritta dalla figlia di un uomo colto, di questa Divinità nel cui nome sono state commesse simili atrocità. E' difficile sopravvalutare la multiforme influenza della religione nell'educazione delle donne. "Se, per esempio", scrive Thomas Gisborne, "si parla delle applicazioni della musica, non si trascuri di sottolinearne la capacità di accrescere la devozione. Se si tratta di pittura, si inculchi nell'allieva l'abitudine a contemplare nelle cose del creato la potenza, la sapienza e la bontà del Creatore". ("The Duties of the Female Sex", di Thomas Gisborne, p. 85). Il fatto che il signor Gisborne e compagnia - e sono numerosi - fondino le loro teorie educative sull'insegnamento di San Paolo fa nascere il sospetto che nel sesso femminile vada inculcata "l'abitudine a contemplare nelle cose del creato la potenza, la sapienza e la bontà" non tanto della Divinità quanto del signor Gisborne. Da questo possiamo concludere che la biografia della Divinità si ridurrebbe a un Dizionario di vite di ecclesiastici. 21 - "Mary Astell", di Florence M. Smith. "Purtroppo l'opposizione a un'idea così nuova (un college per le donne) fu più forte dell'interesse che suscitava, e non proveniva soltanto dagli scrittori satirici allora in voga, i quali, al pari dei begli spiriti di tutti i tempi, trovavano comica la donna emancipata e fecero oggetto Mary Astell del solito repertorio di battute di commedie sul tipo delle "Femmes Savantes"; l'opposizione veniva anche dalle autorità

Page 107: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

ecclesiastiche, che vedevano nel suo progetto un tentativo di riproporre il papismo. L'avversario più accanito fu un eminente vescovo che, come sostiene Ballard, impedì a una dama molto in vista di fare a Mary Astell una donazione di œ 10.000. Interrogata da Ballard in proposito, Elizabeth Elstob fece il nome dell'eminente vescovo. 'A detta di Elizabeth Elstob fu il vescovo Burnet che fece naufragare l'ottimo progetto dissuadendo quella signora dall'appoggiarlo'". (Op. cit., p.p. 21-22). "Quella signora" potrebbe essere stata la Principessa Anna oppure Lady Elizabeth Hastings, ma vi è ragione di ritenere che fosse la Principessa. Che la Chiesa si sia intascato il denaro è solo una supposizione, giustificata peraltro dalla sua storia. 22 - "Ode for Music", presentata presso il Senato Accademico di Cambridge l'1 luglio 1769. 23 - "Vi assicuro che non sono un nemico delle donne. Sono molto favorevole al loro impiego come operaie o in altre mansioni subalterne. Nutro tuttavia seri dubbi circa le loro possibilità di riuscita nel mondo degli affari come capitaliste. Sono sicuro che nella maggior parte dei casi i loro nervi non reggerebbero alla tensione; e poi le donne nella grande maggioranza mancano nel modo più assoluto dell'autodisciplina e del riserbo indispensabili per qualunque tipo di lavoro in collaborazione. Di qui a duemila anni può darsi che sarete diverse, ma la donna di oggi non farebbe che civettare con gli uomini e bisticciare con le altre donne". Estratto di una lettera di Walter Bagehot a Emily Davies che gli aveva chiesto la sua collaborazione per fondare Girton. 24 - "Recollections and Reflections", di Sir J. J. Thomson, p.p. 86- 87-88, 296-7. 25 - "L'Università di Cambridge rifiuta tuttora di ammettere le donne come membri con pieni diritti; i titoli che concede loro sono puramente nominali e non danno il diritto di partecipare alla conduzione dell'Università". ("Memorandum on the Position of English Women in Relation to that of English Men", di Philippa Strachey, p. 26, 1935). Ciò nonostante, il governo concede un "generoso finanziamento", con il denaro di tutti i cittadini, all'Università di Cambridge. 26 - "Il numero complessivo delle studentesse residenti presso gli Istituti Femminili di Istruzione Superiore legalmente riconosciuti che frequentano l'Università o lavorano presso i laboratori o i musei dell'Università non dovrà superare un totale di cinquecento allieve". ("The Student Handbook to Cambridge", 1934-35, p. 616). Whitaker ci informa che il numero degli studenti maschi residenti a Cambridge nell'ottobre 1935 era 5328. Né sembrano esistere limitazioni di sorta. 27 - L'elenco delle borse di studio maschili a Cambridge, pubblicato su "The Times" del 20 dicembre 1937 misura all'incirca settantasette centimetri; quello delle borse di studio femminili a Cambridge misura circa dodici centimetri. I colleges maschili sono però diciassette, mentre l'elenco qui misurato ne include solo undici. I settantasette

Page 108: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

centimetri andrebbero dunque aumentati. I colleges femminili sono solo due, entrambi compresi nella misurazione. 28 - Finché visse Lady Stanley di Alderley, a Girton non ci fu la cappella. "Quando le proposero di costruire una cappella, lei si oppose, dicendo che tutti i fondi disponibili dovevano essere spesi per l'istruzione. 'Finché sono viva io non ci saranno cappelle a Girton', era solita dire. L'attuale cappella fu costruita immediatamente dopo la sua morte". ("The Amberley Papers", Patricia e Bertrand Russell, vol., p. 17). Almeno il suo spirito avesse avuto altrettanta influenza del suo corpo! Ma gli spiriti, come è noto, non hanno il libretto degli assegni. 29 - "Ho l'impressione che le scuole femminili si sono accontentate, in complesso, di riprodurre gli orientamenti educativi delle istituzioni da più tempo affermate, destinate all'educazione del mio sesso, il sesso debole. Personalmente sono convinto che il problema dovrebbe essere affrontato da qualche mente geniale e originale su basi completamente diverse...". ("Things Ancient and Modern", di C. A. Alington, p.p. 216-17). Non occorre essere dei gèni per capire che gli "orientamenti" devono essere, innanzitutto, più economici. Ma sarebbe interessante sapere in che senso è usata la parola "debole" in questo contesto. Il dottor Alington, essendo stato direttore di Eton, dovrebbe sapere che il suo sesso non solo ha ricevuto ma detiene tuttora le cospicue rendite di quell'antica fondazione, prova questa, si sarebbe portati a supporre, non già di debolezza bensì di potenza sessuale. Che Eton non sia "debole", almeno da un punto di vista materiale, lo dimostra la seguente citazione del medesimo dottor Alington: "In esecuzione della proposta di una delle Commissioni governative per l'istruzione, il Sovrintendente e il corpo accademico di Eton decisero, ai tempi miei, che tutte le nostre borse di studio avessero un valore minimo fisso, da aumentarsi a discrezione in caso di bisogno. Gli aumenti furono così discreti che ora abbiamo diversi studenti che non devono pagare nulla né per il mantenimento né per gli studi". Uno dei benefattori di Eton fu il defunto Lord Rosebery. "Fu molto generoso con la nostra scuola", ci informa il dottor Alington, "istituendo una borsa di studio per ]a storia, in relazione alla quale accadde un episodio caratteristico. Mi chiese se la donazione fosse sufficiente e io suggerii di aggiungere œ 200 per coprire anche il pagamento della commissione d'esame. Lord Rosebery ci spedì un assegno di œ 2.000; quando gli fu fatta notare la differenza in eccesso, rispose - e conservo ancora la sua lettera - che gli era sembrato meglio fare cifra tonda". (Op. cit., p.p. 163, 186). La somma totale spesa al Cheltenham College for Girls nel 1854, per stipendi e commissioni d'esame, ammontava a œ 1.300; "e in dicembre risultò un deficit di œ 400". ("Dorothea Beale of Cheltenham", di Elizabeth Raikes, p. 91). 30 - L'uso degli aggettivi "assurdo e immorale" richiede una precisazione. Sarebbe sciocco sostenere che tutte le lezioni di questo tipo e tutti coloro che le tengono sono "assurdi e immorali"; ci sono molte materie che si possono insegnare solo con grafici e dimostrazioni dirette. Nel testo i due aggettivi sono riferiti esclusivamente ai figli e alle figlie di uomini colti che insegnano in

Page 109: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

questo modo ai loro fratelli e sorelle la letteratura inglese; il sistema è definito "assurdo e immorale" perché si tratta di un arcaismo risalente al medioevo, quando i libri erano rari; perché deve la sua sopravvivenza a motivi pecuniari; o a una superficiale curiosità; perché la pubblicazione sotto forma di dispense è prova sufficiente dell'effetto negativo che il pubblico ha sul conferenziere dal punto di vista intellettuale, perché dal punto di vista psicologico l'eminenza ottenuta con l'aiuto di una pedana coltiva la vanità e l'autoritarismo. Inoltre la riduzione della letteratura inglese a materia d'esame va guardata con sospetto da tutti coloro che hanno conoscenza diretta della difficoltà di quest'arte e quindi della assoluta superficialità del giudizio positivo o negativo di un esaminatore; e con profondo rammarico da quanti vorrebbero che almeno una delle arti evitasse di cadere nelle mani di mediatori e intermediari e si mantenesse libera da ogni sia pur minima associazione con la competitività e il desiderio di guadagno. E anche la violenza con cui oggi le varie correnti letterarie si combattono e la rapidità con cui i gusti cambiano possono con qualche ragione essere fatte risalire al potere che una mente matura che predica a menti immature può avere di infettarle con opinioni rigide seppur passeggere e di colorire quelle opinioni di pregiudizi personali. Né si può dire che il livello della critica o della letteratura creativa si sia elevato. Una deplorevole prova della docilità mentale a cui è stata ridotta la gioventù è data (come ogni scrittore può testimoniare) dal costante aumento delle richieste di simili conferenze sulla letteratura inglese, e questo da parte della classe che dovrebbe aver imparato a leggere a casa propria, la classe colta. Se è vera la giustificazione che viene portata a volte, che quello a cui tendono le associazioni letterarie universitarie non è tanto la conoscenza della letteratura, quanto un'occasione d'incontro con gli scrittori, ebbene per questo ci sono i cocktails e c'è lo sherry, entrambi molto migliori senza l'aggiunta di Proust. Il discorso non vale, s'intende, per coloro che non hanno libri in casa. Se la classe operaia trova più facile assimilare la letteratura inglese per trasmissione orale, ha tutto il diritto di chiedere alla classe colta di aiutarla con questo sistema. Ma per i figli e le figlie della classe colta continuare anche dopo i diciotto anni d'età a sorseggiare la letteratura inglese un goccio per volta con la cannuccia è un'abitudine che merita di essere definita assurda e immorale; definizione che può giustamente applicarsi, con enfasi maggiore, a coloro che fanno da mezzani. 31 - E' difficile conoscere l'ammontare esatto delle somme assegnate dalla famiglia alle figlie degli uomini colti prima del matrimonio. Sophia Jex-Blake riceveva dalle trenta alle quaranta sterline l'anno; e suo padre apparteneva all'alta borghesia. Lady M. Lascelles, figlia di un conte, nel 1860 ricevette, pare, œ 100; il signor Barrett, un ricco commerciante, passava alla figlia Elizabeth "dalle quaranta alle quarantacinque sterline... ogni tre mesi, dopo averne dedotto la tassa sul reddito". Ma quella cifra rappresentava l'interesse delle œ 8.000, "poco più o poco meno, ...è difficile farselo dire", che Elizabeth possedeva "in titoli di stato", "con tassi diversi", ma che, evidentemente, pur appartenendo alla figlia, erano controllate dal signor Barrett. Ma queste erano donne non sposate. Le donne sposate non ebbero diritto a possedere beni fino all'approvazione del Married

Page 110: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

Woman's Property Act, nel 1870. Lady St Helier scrive che, poiché il suo contratto matrimoniale era stato steso in conformità alla legge di prima, "i miei beni dotali vennero intestati a mio marito, e io non potevo usarne personalmente ...non possedevo neppure un libretto degli assegni, né potevo in alcun modo procurarmi del denaro, altro che chiedendone a mio marito. Lui era buono e generoso, ma condivideva l'idea vigente allora che i beni della donna appartengono al marito... pagava lui tutti i miei conti, teneva lui il mio libretto bancario, e mi passava una piccola somma per le mie spese personali". ("Memories of Fifty Years", di Lady St Helier, p. 341). Però non ci dice a quanto ammontasse. Le somme assegnate ai figli maschi erano notevolmente più alte. œ 200 all'anno erano considerate appena sufficienti, intorno al 1880, per uno studente di Balliol, un college "tradizionalmente frugale". Con quella somma "non potevano andare a caccia né giocare d'azzardo... Ma con un po' di attenzione, e una famiglia a cui appoggiarsi durante le vacanze, riuscivano a farla bastare". ("Anthony Hope and His Books", di Sir C. Mallet, p. 38). Oggi la somma necessaria è molto più alta. Gino Watkins "non spendeva mai di più delle œ 400 del suo assegno annuo, con cui si pagava tutte le spese del college e anche le vacanze". ("Gino Watkins", di J. M. Scott, p. 59). Questo a Cambridge pochi anni fa. 32 - Quale inesauribile oggetto di scherno e di ridicolo abbiano rappresentato per tutto il diciannovesimo secolo le donne per i loro tentativi di accedere a quell'unica professione i lettori di romanzi lo sanno bene, giacché tali sforzi costituiscono una buona metà del repertorio fisso di situazioni della narrativa. Ma le biografie ci mostrano quanto anche nel nostro secolo sia naturale, persino per gli uomini più illuminati, considerare le donne come zitelle tutte senza eccezioni aspiranti al matrimonio. Per esempio: "'Dio mio, che ne sarà di loro?' mormorò tristemente (G. L. Dickinson) nell'osservare la processione di coraggiose ma scoraggianti zitelle che si affollavano nella corte principale di King's College; 'Io non lo so, e neppure loro lo sanno'. Quindi, abbassando la voce per timore forse che i libri sugli scaffali lo potessero udire, concluse: 'Mio Dio, quello di cui hanno bisogno è un marito! '" ("Goldsworthy Lowes Dickinson", di E. M. Forster, p. 106). "Quello di cui avevano bisogno" avrebbe potuto essere il fòro, la Borsa, o delle stanze nel Gibbs's Building, se avessero avuto facoltà di scelta. Ma non l'avevano; perciò il commento di G. L. Dickinson era più che naturale. 33 - "Di tanto in tanto, almeno nelle grandi case, era consuetudine dare un banchetto, i cui partecipanti venivano scelti e invitati con grande anticipo, e nel quale il vero festeggiato e santo patrono era lui, il fagiano. L'occasione e la ragion d'essere del banchetto, era la caccia. Allora il capofamiglia poteva imporsi. Se la sua casa doveva riempirsi fino a scoppiare, se dovevano essere stappate le migliori bottiglie del suo vino, se doveva essere sacrificata la sua selvaggina migliore, allora per quella partita voleva i fucili migliori. Immaginate che disperazione per una madre che aveva figlie da maritare sentirsi dire che proprio quello tra tutti i loro conoscenti che più avrebbe desiderato invitare era un pessimo tiratore e quindi assolutamente inammissibile al banchetto!" ("Society and the Season", di Mary, contessa di Lovelace, in "Fifty Years, 1882-1932", p. 29).

Page 111: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

34 - Un'idea di quello che gli uomini avrebbero voluto che le loro mogli dicessero e facessero, almeno nel diciannovesimo secolo, la possiamo dedurre dalle allusioni contenute nella seguente lettera di John Bowdler, "indirizzata a una giovane donna da lui molto stimata, poco tempo prima delle nozze di lei". "E, soprattutto, evita tutto quello che è SIA PUR LONTANAMENTE indelicato o sconveniente. Le donne NON SI IMMAGINANO NEPPURE quanto disgusto susciti in un uomo il minimo segno di indelicatezza in un'appartenente al sesso femminile, soprattutto in una a lui vicina. Nell'accudire ai bambini e nel curare gli ammalati, le donne troppo facilmente tendono a acquistare l'abitudine di conversare di simili argomenti con un linguaggio che scandalizza gli uomini d'animo delicato". ("Life of John Bowdler", p. 123). Ma, pur essendo una dote così indispensabile in una donna, una volta sposati, la delicatezza poteva all'occasione essere accantonata. "Intorno agli anni '70 del nostro secolo Sophia Jex-Blake e le sue compagne combattevano con grande vigore la battaglia per l'accesso delle donne alla professione medica, mentre i medici con vigore ancora maggiore si opponevano alla loro ammissione, con il pretesto che per una donna sarebbe stato sconveniente e depravante dover studiare e affrontare problemi di medicina molto delicati e intimi. A quell'epoca, Ernest Hart, direttore del 'British Medical Journal', mi disse che la maggior parte degli articoli che riceveva per la pubblicazione, e che trattavano di problemi di medicina molto delicati e intimi, erano scritti con grafia femminile; dalle mogli dei medici, evidentemente, a cui i mariti li avevano dettati. A quei tempi non esistevano macchine da scrivere né stenografi". ("The Doctor's Second Thoughts", di Sir J. Crichton-Browne, p.p. 73, 74) L'ipocrisia della delicatezza, tuttavia, era già stata notata molto tempo fa. Nella "Fable of the Bees" (1714), Mandeville scrive: "...vorrei per prima cosa far notare che la Modestia delle Donne è il risultato del Costume e dell'Educazione, per cui Denudarsi quando non si conviene e il Parlar sporco sono resi paurosi e abominevoli ad esse; e ciò nonostante la più Virtuosa delle Giovani di questa terra, malgrado suo, sentirà nascere nella sua Fantasia Pensieri e Immagini confuse di Cose che non rivelerebbe a certe Persone per Nulla al Mondo". DUE. 1 - Queste le parole precise di uno di tali appelli: "Con la presente

Page 112: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

Le chiediamo di mettere da parte per noi indumenti che non usa più... Saranno ben accette anche calze di ogni tipo, non importa in quali condizioni di usura. Il Comitato rileva che offrendo tali indumenti a basso prezzo... si rende un utilissimo servizio a tutte le donne la cui professione richiede che indossino abiti presentabili ma che non possono acquistarli ai prezzi correnti". (Estratto da una lettera della London and National Society for Women's Service, 1938) . 2 - "The Testament of Joad", di C. E. M. Joad, p.p. 201-11. Poiché le associazioni direttamente o indirettamente organizzate da donne inglesi sono talmente numerose che sarebbe troppo lungo citarle tutte, è evidente che la critica del signor Joad non va presa sul serio, anche se dal punto di vista psicologico è molto illuminante. Per un elenco delle iniziative pacifiste delle donne d'affari, libere professioniste e operaie, vedi "The Story of the Disarmament Declaration", p. 15. 3 - "Experiment in Autobiography", di H. G. Wells, p. 486. Può darsi che il movimento maschile "diretto a contrastare il virtuale annullamento della libertà degli uomini da parte del fascismo e del nazismo" sia stato più degno di nota. Ma che abbia ottenuto risultati migliori rimane dubbio. "I nazisti hanno ora il controllo sull'intero territorio austriaco" (dai giornali del 12 marzo 1938). 4 - "Le donne, secondo me, non dovrebbero sedere a tavola con gli uomini; la loro presenza rovina la conversazione perché tende a farla diventare banale e formale o nella migliore delle ipotesi volutamente intellettuale". ("Under the Fifth Rib", di C.E.M. Joad, p. 58). La franchezza del signor Joad è davvero ammirevole, e se tutti coloro che condividono i suoi sentimenti fossero capaci di esprimerli altrettanto apertamente il problema della padrona di casa - chi invitare e chi no - ne risulterebbe alleggerito e le verrebbe risparmiata tanta inutile fatica. Se coloro che a pranzo preferiscono la compagnia del proprio sesso segnalassero il fatto appuntandosi una coccarda sull'abito, che so, rossa per gli uomini e bianca per le donne, mentre coloro che gradiscono una compagnia mista portassero all'occhiello un bottone bicolore, rosso e bianco, non solo si eviterebbero imbarazzo e equivoci, ma la sincerità del bottone riuscirebbe forse a spazzar via una certa forma di ipocrisia sociale ora troppo diffusa. In attesa che questo avvenga, il candore del signor Joad merita il più alto encomio, e i suoi desideri la più esplicita osservanza. 5 - Secondo la signora H. M. Swanwinck, la W.S.P.U. ricevette "nell'anno 1912 donazioni per un totale di œ 42.000". ("I Have Been Young", di H. M. Swanwick, p. 189). Le spese complessive della Women's Freedom League nello stesso anno ammontarono a œ 26.772 12 s. 9 d. Ma le due associazioni erano, naturalmente, in concorrenza. 6 - "Ma, tranne casi eccezionali, la media dei guadagni delle donne è generalmente bassa, e guadagnare œ 250 all'anno è un'impresa anche per una donna altamente qualificata con anni di esperienza alle spalle". ("Careers and Openings for Women", di Ray Strachey, p. 70). Ciò nonostante, "negli ultimi vent'anni, il numero delle donne che svolgono attività professionali ha subito un rapidissimo incremento, arrivando a circa 400.000 nel 1931, a cui vanno aggiunte le donne

Page 113: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

occupate come segretarie o impiegate nella Pubblica Amministrazione". (Op. cit., p. 44). 7 - Le entrate del Partito Laburista nel 1936 furono di œ 50.153. ("Daily Telegraph", settembre 1937). 8 - "The British Civil Service. The Public Service", di William A. Robson, p. 16. Il professor Ernest Barker propone l'istituzione di un esame alternativo di ammissione alle Pubbliche Carriere per "uomini e donne di una generazione precedente" che hanno alcuni anni di esperienza lavorativa nel campo dell'assistenza e del servizio sociale. "Le donne, in particolare, ne verrebbero facilitate. Nell'attuale forma di aperta competizione solo una piccolissima percentuale di candidati donne superano l'esame; in realtà sono pochissime le donne che presentano la loro candidatura. Con il sistema alternativo che proponiamo è possibile, e anzi probabile, che si presenti una percentuale molto più alta di donne. Le donne posseggono talento e doti innate per l'assistenza e il servizio sociale e l'esame alternativo offrirebbe loro la possibilità di dimostrare quel talento e quelle doti. Potrebbe anche rappresentare un nuovo incentivo a intraprendere le carriere amministrative dello Stato, in cui si sente il bisogno delle loro doti e della loro presenza". ("The British Civil Servant". "The Home Civil Service", del prof. Enest Barker, p. 41). Ma finché il servizio domestico continuerà a essere così impegnativo, è difficile immaginare come qualsiasi incentivo possa rendere le donne libere di offrire "le doti e la loro presenza" allo Stato, a meno che lo Stato stesso si assuma la cura dei genitori anziani, o stabilisca che è un reato penalmente perseguibile, da parte delle persone anziane di entrambi i sessi, pretendere i servigi delle figlie in casa. 9 - Da un discorso del signor Baldwin a Downing Street in occasione di un ricevimento a beneficio del Newnham College Building Fund, il 31 marzo 1936. 10 - L'effetto che fa una donna sul pulpito viene così definito in "Women and the Ministry, Some Consideration on the Report of the Archibishops' Commission on the Ministry of-Women", 1936, p 24. "Noi sosteniamo tuttavia che la celebrazione degli uffici divini da parte delle donne... tenderebbe a abbassare il tono generale del culto cristiano, cosa che non si verifica nel caso di celebranti uomini quando la comunità dei fedeli è prevalentemente o anche esclusivamente femminile. E' un alto omaggio alla nobiltà della femminilità cristiana che si possa esprimere questa conclusione; d'altro canto non facciamo che rilevare un dato di fatto quando affermiamo che nei pensieri e nei desideri del sesso femminile il naturale si assoggetta al soprannaturale e il carnale allo spirituale più facilmente di quanto avvenga nell'uomo; e che la celebrazione dei riti divini da parte di sacerdoti maschi non risveglia di norma quella parte della natura femminile che durante il culto di Dio onnipotente è bene che rimanga sopita. Siamo altresì convinti che riuscirebbe impossibile ai componenti maschili di una normale comunità anglicana assistere a funzioni officiate da una donna senza avere indebitamente presente il sesso del celebrante".

Page 114: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

A giudizio della commissione episcopale, dunque, le donne cristiane sono più spirituali degli uomini cristiani: un motivo un po' strano, forse, ma senza dubbio sufficiente per escluderle dal sacerdozio. 11 - "Daily Telegraph", 20 gennaio 1936. 12 - "Daily Telegraph", 1936. 13 - "Daily Telegraph", 22 gennaio 1936. 14 - "Non esistono, per quanto ne so, norme universalmente valide su questo punto (i rapporti sessuali tra funzionari statali); ma non c'è dubbio che dai funzionari degli enti statali o locali di entrambi i sessi ci si attende che osservino certe convenzioni e evitino qualunque comportamento che possa ricevere pubblicità sui giornali e trovare spazio sulle pagine definite 'scandalistiche'. Fino a poco tempo fa i rapporti sessuali tra funzionari delle Poste venivano puniti con il licenziamento in tronco di entrambi gli interessati. ...Il problema di evitare la pubblicità degli organi di stampa è di abbastanza facile soluzione per quel che riguarda i procedimenti giudiziari, ma le restrizioni alla condotta dei funzionari pubblici arrivano al punto d'impedire alle donne (che di norma devono perciò ripiegare sul matrimonio) di coabitare pubblicamente con un uomo. La questione assume quindi un colore ben diverso". ("The British Civil Servant. The Public Service", di William A. Robson, p.p. 14, 15). 15 - Nella maggior parte dei club maschili le donne sono confinate in una saletta apposita e escluse dalle altre sale non si sa in onore a quale principio, se a quello osservato in S. Sofia che la donna è impura, o a quello osservato a Pompei, che è troppo pura. 16 - Il potere degli organi di stampa di affossare qualunque discussione su argomenti scomodi era ed è tuttora enorme. Fu uno degli "eccezionali ostacoli" che Josephine Butler dovette superare nella sua campagna contro la legge sulle malattie infettive. "Agli inizi del 1870 gli organi di stampa londinesi cominciarono a adottare quella politica del silenzio che durò molti anni e che provocò da parte della Ladies' Association la famosa 'Protesta contro la congiura del silenzio' a firma di Harriet Martineau e Josephine E. Butler, che si chiudeva con le seguenti parole: 'E' certo che, finché può esistere una simile congiura del silenzio in cui sono coinvolti i più autorevoli giornalisti, noi inglesi esageriamo di molto nel considerarci un popolo libero che incoraggia la libertà di stampa e si vanta di godere del diritto di sentire entrambe le parti in una così grave questione morale e legislativa'". ("Personal Reminiscences of a Great Crusade", di Josephine E. Butler, p. 49). Anche in occasione della battaglia per il voto la stampa ha fatto efficacemente ricorso al boicottaggio. E ancora molto recentemente, nel luglio 1937, Philippa Strachey, in una lettera intitolata "La congiura del silenzio", pubblicata (va detto a suo onore) dallo "Spectator", ebbe a scrivere, ripetendo quasi le stesse parole di Josephine Butler: "Centinaia di migliaia di uomini e donne hanno preso parte a ripetute iniziative volte a indurre il governo a eliminare dal progetto di legge sulle pensioni per i ceti impiegatizi la disposizione che per la

Page 115: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

prima volta introduce limiti di reddito differenziati per gli uomini e per le donne aventi diritto alla pensione... Per tutto lo scorso mese il progetto di legge è stato discusso alla Camera dei Lord, dove questa disposizione ha incontrato forte e decisa opposizione da parte di tutti gli schieramenti politici... Si tratta di avvenimenti che rivestono interesse sufficiente da essere riportati sulla stampa quotidiana. Eppure sono stati fatti passare sotto il silenzio più totale dai quotidiani, dal "Times" al "Daily Herald"... Il trattamento discriminatorio nei confronti delle donne ha suscitato in loro un fortissimo risentimento, quale non si era più registrato dal tempo della battaglia per il voto... Come si spiega che la stampa non ne abbia mai dato notizia?" 17 - Durante la battaglia di Westminster vennero inflitte anche, s'intende, ferite corporali. Anzi la lotta per il diritto di voto fu probabilmente più violenta di quanto ora si voglia ammettere. Per esempio, Flora Drummond dice: "Sia che abbiamo ottenuto il voto con la nostra militanza, come credo io, sia che ce l'abbiano concesso per altre ragioni, come sostengono alcuni, non credo che la nuova generazione possa riuscire a immaginare la furia e la brutalità risvegliate dalla nostra rivendicazione del voto per le donne, meno di trent'anni fa". (Flora Drummond sul "Listener", 25 agosto 1937). Probabilmente la nuova generazione è talmente abituata alla furia e alla brutalità che la rivendicazione di ogni forma di libertà provoca, che non le rimangono emozioni da spendere per questo caso particolare. Inoltre quella lotta non è ancora stata fatta rientrare nel numero delle lotte che hanno reso l'Inghilterra la patria della libertà, e gli inglesi i suoi paladini. Ancor oggi della battaglia per il voto si parla di solito in termini di stizzosa disapprovazione: "...e le donne... non avevano ancora dato inizio alla serie sistematica di incendi, violenze e distruzioni di quadri che doveva alla fine dimostrare ai pezzi grossi di entrambi i partiti la loro idoneità a far parte dell'elettorato". ("Reflections and Memories", di Sir John Squire, p. 10). La nuova generazione va dunque scusata se crede che non ci sia stato nulla di eroico in una lotta che si è risolta con qualche vetro infranto, qualche gamba rotta e uno sfregio, peraltro non irreparabile, al ritratto di Henry James dipinto da Sargent. A quanto pare incendi violenze e distruzioni di quadri diventano eroici soltanto quando a compierli sono uomini armati di mitragliatrici. 18 - "The Life of Sophia Jex-Blake", di Margaret Todd, p. 72. 19 - "Si è parlato e scritto molto in questi ultimi tempi delle opere e dei meriti di Sir Stanley Baldwin durante il suo mandato di Primo Ministro, e molto resta da dire. Mi si consenta tuttavia di richiamare l'attenzione su ciò che ha fatto Lady Baldwin. Nel 1929, quando fui chiamato a far parte della direzione di questo ospedale, l'uso di analgesici (per alleviare il dolore) nei normali casi di maternità in corsia era pressocché sconosciuto, mentre ora è di ordinaria amministrazione praticamente nella totalità dei casi; e ciò che vale per questo ospedale vale anche per tutti gli altri dello stesso tipo. Un cambiamento così importante in così breve tempo fu dovuto all'iniziativa, all'interessamento e all'infaticabile attività della allora signora Baldwin..." (da una lettera al "Times", di C. S.

Page 116: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

Wentworth Stanley, Presidente del Consiglio di Amministrazione del City of London Maternity Hospital, 1937). Da quando venne usato per la prima volta il cloroformio, per la regina Vittoria alla nascita del principe Leopoldo nell'aprile 1853, "i normali casi di maternità in corsia" hanno dovuto attendere settantasei anni perché le loro sofferenze venissero alleviate. 20 - Secondo il "Debrett", i Cavalieri e le Dame dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico portano un distintivo fatto di "una croce di Gerusalemme di madreperla e smalto, frangiata e sormontata da un medaglione d'oro su cui è riprodotta Britannia seduta entro un cerchio rosso sul quale è inciso il motto 'Per Dio e per l'Impero'". Questo è uno dei pochi ordini aperti alle donne, in cui peraltro la loro posizione subalterna è sottolineata dal fatto che nel loro caso il nastro è largo solo due pollici e un quarto, mentre quello dei Cavalieri è largo tre pollici e tre quarti. Anche la croce è di misura diversa. Il motto tuttavia è uguale per i due sessi e deve quindi significare che coloro che si mettono quel cartellino al collo vedono una qualche relazione tra la Divinità e l'Impero e si dichiarano pronti a difendere l'una e l'altro. Cosa accadrà se Britannia seduta nel suo cerchio rosso dovesse trovarsi in contrasto (cosa affatto inconcepibile) con quell'altra autorità il cui trono non appare nel medaglione, "Debrett" non ce lo dice, e i Cavalieri e le Dame dovranno prendere da soli una decisione. 21 - "Life of Sir Ernest Wild", Consigliere della Corona, di R. J. Rackham, p. 91. 22 - Da un discorso di Lord Baldwin riportato sul "Times" del 20 aprile 1936. 23 - "Life of Charles Gore", di G. L. Prestige, p.p. 240-1. 24 - "Life of Sir William Broadbent", Cavaliere dell'ordine della Regina Vittoria, Membro della Royal Society, a cura della figlia M. E. Broadbent, p. 242. 25 - "The Lost Historian, a Memoir of Sir Sidney Low", di Desmond Chapman-Huston, p. 198. 26 - "Thoughts and Adventures", del Molto Onorevole Winston Churchill, p. 57. 27 - Da un discorso tenuto a Belfast da Lord Londonderry riportato sul "Times" dell'11 luglio 1936. 28 - "Thoughts and Adventures", cit., p. 279. 29 - "Daily Herald", 13 febbraio 1935. 30 - "Faust", di Goethe, nella traduzione a cura di Franco Fortini. 31 - "The Life of Charles Tomlinson", scritta dalla nipote Mary Tomlinson, p. 30.

Page 117: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

32 - "Miss Weeton, Journal of a Governess, 1807-1811", a cura di Edward Hall, p.p. 14, XVII. 33 - "A Memoir of Anne Jemina Clough", di B. A. Clough, p. 32. 34 - "Personal Reminiscences of a Great Crusade", di Josephine Butler, p. 189. 35 - "Tu ed io sappiamo che poco importa se il nostro destino è di essere i piloni invisibili conficcati nel fondo melmoso su cui poggiano le arcate che reggono il ponte. Non c'importa se, dopo, la gente si dimentica persino che esistono; se alcuni verranno consumati per fare degli esperimenti, prima che si scopra il modo migliore di costruire il ponte. Siamo contente di far parte di questi piloni. Ci sta a cuore il ponte, non quale parte ne siamo; e siamo convinte che fino all'ultimo tutte terranno presente che questo deve essere il nostro unico fine". (Lettera di Octavia Hill alla signora N. Senior, 20 settembre 1874. "The Life of Octavia Hill", di C. Edmund Maurice, p.p. 307-8). Octavia Hill fu l'iniziatrice del movimento per "garantire alloggi più decenti ai poveri e spazi verdi per tutti... In tutti i nuovi quartieri popolari di Amsterdam è stato adottato il 'sistema di Octavia Hill'. Nel gennaio del 1928 erano stati costruiti non meno di 28.648 alloggi". (Octavia Hill, dalle lettere pubblicate da Emily S. Maurice, p.p. 10-11). 36 - Nel 1914 la Nobildonna Monica Grenfell si presentò all'ospedale a curare i feriti accompagnata dalla cameriera. La cameriera personale ha sempre svolto una parte così importante nella vita dell'alta borghesia inglese, che sembra giusto offrirle un qualche riconoscimento. Aveva dei doveri molto particolari. Per esempio doveva accompagnare la sua padrona se questa si recava a Piccadilly "dove gli uomini avrebbero potuto guardarla dalle finestre del loro club", mentre la sua presenza non era necessaria a Whitechapel, "dove potevano esserci malfattori in agguato dietro a ogni angolo". Il suo compito era certamente dei più ardui. Chi ha letto il famoso epistolario sa bene quale ruolo giocò Wilson nella vita privata di Elizabeth Barrett. Più tardi (verso il 1889-92) troviamo Gertrude Bell che "andava con Lizzie, la sua cameriera, alle mostre d'arte; Lizzie la veniva a prendere ai ricevimenti; con Lizzie andò a visitare la Comunità di Whitechapel dove lavorava Mary Talbot...". ("Earlier Letters of Gertrude Bell", a cura di Lady Richmond). Basta pensare alle ore che passava in attesa nei guardaroba, agli ettari che copriva nelle gallerie d'arte, ai chilometri che percorreva per le vie del West End, per concludere che, se ai giorni nostri l'epoca di Lizzie è ormai vicina alla fine, le sue giornate, allora, non finivano mai. Non ci resta che sperare che l'idea di mettere in pratica i comandamenti di San Paolo nelle sue lettere a Tito e ai Corinzi le fosse di sostegno; e che la consapevolezza di fare del suo meglio per consegnare intatto nelle mani del padrone il corpo della sua padrona le fosse di consolazione. Tuttavia, poiché la carne è debole e il seminterrato infestato di scarafaggi, essa deve avere più volte deprecato la castità di San Paolo da un lato e la sensualità dei signori di Piccadilly dall'altro. E' motivo di grande rammarico dover

Page 118: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

rilevare che nel "Dictionary of National Biography" non sono riportate vite di cameriere su cui basare una descrizione più documentata. 37 - "The Earlier Letters of Gertrude Bell", raccolte e pubblicate da Elsa Richmond, p.p. 217-18. 38 - Il problema della castità, della mente e del corpo, è un problema di grande interesse e complessità. Il concetto di castità vigente nelle età vittoriana, edoardiana e per gran parte del regno di Giorgio Quinto si fondava, per non risalire troppo indietro, sulle parole di San Paolo. Per comprendere il significato delle quali bisognerebbe capire la sua psicologia e il suo ambiente, compito tutt'altro che facile, data la sua frequente oscurità e la mancanza di materiale biografico. Possiamo tuttavia inferire che San Paolo indubbiamente era un poeta e un profeta, ma mancava di capacità logiche ed era sprovvisto di quell'abitudine all'introspezione che spinge anche l'individuo meno poetico e meno profetico di oggigiorno a analizzare le proprie emozioni. Pertanto, la sua famosa presa di posizione sul problema del velo, su cui sembra fondarsi la teoria della castità delle donne, offre il fianco a molteplici critiche. Nella lettera ai Corinzi egli basa la sua dimostrazione che la donna deve avere la testa velata quando prega o fa profezie sull'assunto che non portare il velo "è la stessa medesima cosa che avere il capo rasato". Ammesso questo, dobbiamo chiederci: che c'è di vergognoso nell'avere il capo rasato? Invece di rispondere, San Paolo fa un'altra affermazione assoluta: "L'uomo infatti non deve velarsi perché egli è l'immagine e la gloria di Dio"; dal che sembrerebbe che non è radersi il capo che è male; è male essere donna e radersi il capo. Ed è male, per la donna, perché "la donna è la gloria dell'uomo". Se San Paolo avesse detto esplicitamente che gli piacevano i lunghi capelli delle donne, molte di noi gli avrebbero dato ragione e l'avrebbero stimato di più per averlo ammesso. Ma a San Paolo dovettero sembrare preferibili altre ragioni, perché subito dopo aggiunge: "Perché l'uomo non appartiene alla donna, ma la donna all'uomo; né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo: a causa di ciò dovrebbe la donna portare in capo un segno di autorità, a causa degli angeli". Non ci è dato di sapere cosa pensassero gli angeli dei capelli lunghi; San Paolo stesso non deve essere stato troppo sicuro del loro appoggio, altrimenti non avrebbe sentito la necessità di ricorrere alla solita complice, la Natura. "Non è forse la natura stessa a insegnarci che se un uomo porta i capelli lunghi, ciò è disonorevole per lui? Ma se una donna porta i capelli lunghi, ciò è una gloria per lei: infatti le sono stati dati i capelli per coprirsi. Tranne che per i ribelli, noi uomini non seguiamo tale costume, e neppure le chiese di Dio". L'argomentazione basata sulla natura a noi sembra che lasci un po' a desiderare; la natura, quando si allea al privilegio economico, raramente è di origine divina; ma, se le premesse sono un po' vacillanti, la conclusione è ferma e sicura: "Che le donne stiano in silenzio in chiesa: ché a loro non è permesso parlare; e che siano sottomesse, come afferma inoltre la legge". Dopo aver così invocata la complicità della ben collaudata ma sempre sospetta trinità, gli angeli, la natura, la legge, a sostegno della propria opinione personale, San Paolo giunge alfine alla conclusione di cui avevamo avuto sentore fin dall'inizio: "E se v'è qualcosa che vogliono sapere,

Page 119: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

lo chiedano al marito a casa: ché è vergognoso per una donna parlare in chiesa". La natura di quella "vergogna" intimamente legata alla castità, viene, via via che la lettera procede, notevolmente contaminata. E' evidente, infatti, che vi sono mescolati pregiudizi sessuali e personali. San Paolo non era soltanto, ovviamente, uno scapolo (per il rapporto con Lydia si veda Renan, "Saint Paul", p. 149. "Est-il cependant absolument impossibile que Paul ait contracté avec cette soeur une union plus intime? On ne aurait l'affirmer"), e, al pari di tanti scapoli, piuttosto sospettoso nei confronti dell'altro sesso; era anche un poeta e, al pari di tanti poeti, preferiva far profezie lui stesso piuttosto che ascoltare le profezie degli altri. Apparteneva inoltre al tipo d'uomo virile o dominante, così diffuso oggi in Germania, per la cui gratificazione è indispensabile avere a disposizione una razza o un sesso sottomessi. La castità quale la definisce San Paolo risulta dunque essere un concetto complesso, fondato sull'amore dei capelli lunghi; sull'amore del dominio; sul desiderio di avere un pubblico; sul desiderio di dettar legge, e, a livello inconscio, su un fortissimo e naturale desiderio che la donna, il suo corpo e la sua mente, siano riservati all'uso di un solo e unico uomo. Una simile concezione, appoggiata dagli angeli, dalla natura, dalla legge, dal costume e dalla Chiesa, e imposta da un sesso che aveva un forte interesse personale a imporla, e i mezzi per farlo, ebbe indubbiamente una forza enorme. La stretta delle sue candide ancorché scheletriche dita è riconoscibile in ogni pagina della Storia, da San Paolo a Gertrude Bell. Si fece appello alla castità per impedire alla donna di studiare medicina; dipingere dal nudo; leggere Shakespeare; suonare nelle orchestre; passeggiare da sola per Bond Street. Nel 1848 era "un'imperdonabile scorrettezza" da parte delle figlie di un giardiniere passare per Regent Street in carrozza ("Paxton and the Bachelor Duke" di Violet Markham, p. 288); scorrettezza che diventava peccato, di quale entità sta ai teologi decidere, se si dimenticavano di tirare le tendine. Agli inizi del nostro secolo la figlia di Sir Hugh Bell, il padrone delle ferriere (dobbiamo tenere nel debito conto le distinzioni che oggi si dicono di primaria importanza), era "arrivata all'età di 27 anni e si era sposata senza aver mai percorso da sola Piccadilly. ...E Gertrude, s'intende, non si sarebbe mai sognata di farlo...". Il West End era la zona infetta. "Era la propria classe che veniva considerata tabù..."; ("The Earlier Letters of Gertrude Bell", raccolte e pubblicate da Elsa Richmond, p.p. 217-18). Ma la complessità e le contraddizioni della castità erano tali che la stessa ragazza che doveva andare velata, vale a dire accompagnata da un uomo o dalla cameriera, a Piccadilly, poteva recarsi a Whitechapel o a Seven Dials, a quei tempi covi del vizio e delle malattie, da sola e con l'approvazione dei genitori. Questa incongruenza non passò del tutto inosservata. Per esempio, quand'era ragazzo, Charles Kingsley un giorno esclamò: "... e le ragazze hanno la testa piena di scuole popolari e quartieri poveri e elemosine. Al diavolo; e vanno in giro tra le più abominevoli scene di sporcizia, miseria e indecenza a visitare i poveri e a leggere loro la Bibbia. Mia madre stessa dice che i posti in cui vanno non sono fatti per gli occhi di una ragazza, anzi una ragazza non dovrebbe nemmeno sapere che esistono cose del genere". ("Charles Kingsley", di Margaret Ferrard Thorpe, p. 12). Ma la signora Kingsley era un'eccezione. Quasi tutte le figlie degli uomini colti avevano veduto quelle "abominevoli

Page 120: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

scene" e sapevano che "cose del genere" esistevano. E' probabile che tenessero nascosto il fatto di sapere; quali effetti avesse sulla loro psiche lo sforzo di nasconderlo non è possibile analizzarlo qui. Ma che quella castità, reale o imposta, possedesse una forza enorme non è possibile dubitarlo. E' probabile che ancor oggi, prima di decidersi ad avere rapporti sessuali con un uomo che non sia il marito, la donna debba combattere una battaglia psicologica non indifferente con il fantasma di San Paolo. Non soltanto la società sosteneva la castità con la forza del suo marchio infamante, c'era anche la legge a imporla con la forza della pressione economica. Fino a quando, nel 1918, le donne non ottennero il voto, "la 'legge sui figli bastardi' del 1872 fissava a un massimo di cinque scellini la settimana la somma che si poteva pretendere, indipendentemente dalle sue possibilità economiche, dal padre del bambino per il suo mantenimento". ("Josephine Butler", di M. G. Fawcett e E. M. Turner, p. 101 n.). Oggi che la scienza ha a sua volta strappato il velo a San Paolo e a molti dei suoi seguaci, il concetto di castità è stato notevolmente riveduto. Tuttavia sembra si stia affermando un movimento per il ripristino della castità per entrambi i sessi. In parte ciò è dovuto a cause economiche: affidare la protezione della castità alla cameriera rappresenta una spesa non indifferente per il bilancio della famiglia borghese. I motivi di ordine psicologico per un ritorno alla castità sono ben espressi da Upton Sinclair: "Oggi si fa un gran parlare dei disturbi mentali provocati dalla repressione sessuale; è lo stato d'animo del momento. Dei complessi che possono nascere dalla permissività sessuale, invece, non si parla mai. Ma io ho constatato che coloro che cercano di soddisfare tutti gli impulsi sessuali sono altrettanto infelici di coloro che tutti i propri impulsi sessuali li reprimono. Ricordo un compagno di corso all'università a cui dissi: 'Non ti viene mai voglia di fermarti a guardarti dentro? Tutto quello che ti circonda si trasforma immediatamente in sesso'. Il mio amico sembrò sorpreso; si vedeva che era un'idea del tutto nuova per lui; dopo averci pensato un po', mi disse: 'Sì ; forse hai ragione' ". ("Candid Reminiscences", di Upton Sinclair, p. 63). Un altro esempio è dato dal seguente aneddoto: "Nella stupenda biblioteca della Columbia University sono racchiusi tesori di bellezza, costosi volumi di incisioni, e io mi buttai su di essi con la consueta avidità, con l'intenzione di imparare tutto sull'arte del Rinascimento in capo a un paio di settimane. Ma rimasi sopraffatto da tutte quelle nudità; i miei sensi impazzivano, e dovetti rinunciare". (Op. cit., p.p. 62-3). 39 - E' impossibile giudicare un libro dalla traduzione. Eppure, anche tradotta, l'"Antigone" ci appare uno dei massimi capolavori della letteratura drammatica. Si presta inoltre, se necessario, a essere usata come strumento di propaganda antifascista. Antigone stessa potrebbe personificare Emmeline Pankhurst, che fu gettata in prigione per aver rotto il vetro di una finestra; oppure quella Frau Pommer moglie di un prussiano, funzionario delle miniere di Essen, che per aver detto: "'La spina dell'odio è già stata conficcata abbastanza a fondo nelle carni del popolo dai conflitti religiosi, ed è ora che gli uomini di oggi scompaiano dalla faccia della terra'. ...E' stata arrestata e processata per vilipendio dello Stato e oltraggio al nazismo". ("The Times", 12 agosto 1935). Il delitto di Antigone era della stessa natura e fu punito in modo analogo. Le sue parole,

Page 121: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

"Guardate cosa devo soffrire, e da quale gente, per aver onorato la pietà!... Quale legge divina ho mai violato? Perché io, disgraziata, dovrei levare lo sguardo al cielo? Quali alleati dovrei invocare, quando con la pietà il nome di empia ho acquistato?", avrebbero potuto essere pronunciate dalla signora Pankhurst o dalla signora Pommer, e sono certamente molto attuali. E Creonte, che aveva "uno dei vivi spinto sottoterra e spietatamente chiusa un'anima ad abitare nella tomba", che sosteneva che "la disubbidienza è il male più grande che ci sia", e che "colui che lo Stato ha scelto per suo capo, a costui bisogna ubbidire nelle questioni piccole come nelle grandi, nelle cose giuste come nelle ingiuste", assomiglia a certi uomini politici del passato, a Hitler e a Mussolini, oggi. Ma se è facile costringere questi personaggi in abiti moderni, è difficile mantenerveli a lungo. Sono troppo complessi; quando cala la tela proviamo simpatia persino per Creonte. Questo risultato, che non può piacere a chi ha come scopo la propaganda ideologica, è dovuta al fatto che Sofocle usa liberamente di tutte le facoltà dello scrittore e ci fa capire, persino in traduzione, che se si vuole usare l'arte per diffondere opinioni politiche, si costringe l'artista a mutilare e a imprigionare i suoi doni per renderci uno scadente ed effimero servizio. La letteratura subirà la medesima mutilazione che è stata inferta al mulo. E non nasceranno più cavalli. 40 - Le cinque parole di Antigone sono: "Outoi synechthein alla symphilein ephyn". "Non compagna dell'odio ma compagna nell'amore io nacqui" (Antigone, v. 523). A cui Creonte risponde: "Vattene dunque nel mondo dei morti e, se devi amare, ama quelli. Finché avrò vita, non sarà una donna a comandarmi". 41 - E' significativo come anche oggi, in un periodo di gravissima crisi politica, le donne ricevano tanta ostile attenzione. Nei bollettini delle case editrici viene annunciata in media tre volte l'anno "un'analisi maliziosa, penetrante e provocatoria della donna moderna". L'autore appartiene invariabilmente al sesso maschile; e si tratta di "un libro - si legge sulla fascetta di copertina - che aprirà gli occhi a tutti noi. ("Times Lit. Sup.", 12 marzo 1938).

Page 122: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

TRE. 1 - E' da sperare che qualche persona sistematica si sia presa la pena di raccogliere i vari manifesti e questionari fatti circolare negli anni 1936-37. Individui privati sprovvisti di preparazione politica venivano invitati a firmare appelli al proprio e all'altrui governo perché modificassero la loro linea politica; gli artisti venivano sollecitati a compilare questionari dai quali risultasse quale doveva essere il corretto rapporto tra l'artista e lo Stato, la religione, la morale; agli scrittori veniva chiesto di impegnarsi a rispettare la grammatica e a evitare espressioni volgari; e i sognatori venivano invitati a analizzare i propri sogni. Come allettamento si prometteva di solito di pubblicare i risultati sui quotidiani o settimanali. Che effetti abbia avuto questa indagine sui governi tocca ai politici stabilirlo. Sulla letteratura, visto che la produzione di libri non ha subito arresti e la grammatica non è né migliorata né peggiorata, i risultati rimangono dubbi. Ma dal punto di vista psicologico e sociologico, il fenomeno riveste grande interesse. Probabilmente esso trasse origine dallo stato d'animo descritto dal Decano Inge ("The Rickman Godlee Lecture", riportate sul "Times" del 23 novembre 1937) - "ci si chiedeva se si stesse andando nella direzione giusta. L'uomo del futuro sarebbe stato superiore a noi oppure no? ...Le persone più responsabili cominciarono a rendersi conto che prima di congratularci con noi stessi per la velocità con cui ci muovevamo, occorreva avere un'idea di dove si stesse andando: uno stato d'animo di diffusa insoddisfazione e un generico desiderio di "vivere in modo diverso". Indirettamente esso è anche un'indicazione della morte della Sirena, un personaggio spesso ridicolo, di solito una signora dell'alta borghesia che, tenendo salotto per l'aristocrazia, la plutocrazia, l'intellighenzia, l'ignoranzia, eccetera, offriva a tutte le classi una palestra di discussione, o comunque uno spazio in cui tutti potevano esercitare la mente, e aggiornare le maniere e i costumi più privatamente e forse altrettanto utilmente. La parte svolta nel diciottesimo secolo dalla Sirena nel diffondere la cultura e nel promuovere la libertà di pensiero è considerata dagli storici non priva d'importanza. Anche ai giorni nostri la Sirena ha avuto la sua funzione. Vedi W. B. Yeats: "Quante volte gli ho augurato (a Synge) di vivere abbastanza da godere quella comunione con donne disponibili, affascinanti e raffinate che Balzac in una delle sue dediche definisce 'la principale consolazione del genio'!" ("Dramatis Personae", W. B. Yeats, p. 127). Lady St Helier, continuatrice della tradizione del diciottesimo secolo, ci informa tuttavia che "uova di pavone a due scellini e mezzo l'uno, fragole di serra, punte d'asparagi, 'petits poussins'... sono ormai considerati indispensabili in un pranzo che si rispetti" (1909); la sua osservazione che il giorno di ricevimento "era stato faticosissimo... alle sette e mezzo ero esausta; che gioia quando alle otto mi sono potuta sedere a tavola con mio marito, noi due soli! " ("Memories of Fifty Years", di Lady St Helier, p.p. 3, 5, 182), ci spiega come mai oggi quei salotti sono chiusi, le Sirene non esistono più e l'aristocrazia, la burocrazia, la borghesia, eccetera sono costrette (se qualcuno non riproporrà quella tradizione a un

Page 123: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

livello più economico) a far conversazione in pubblico. Ma i manifesti e i questionari oggi in circolazione sono già così numerosi da sconsigliare di redigerne un altro che indaghi sulla mente e le intenzioni dei loro autori. 2 - "Il 13 marzo (1844) tuttavia diede inizio presso Queen's College al corso organizzato da Maurice e da altri docenti di King's College per la formazione delle istitutrici. Kingsley si sobbarcò a questo incarico impopolare perché credeva nell'istruzione delle donne". ("Charles Kingsley", di Margaret Farrand Thorp, p. 65). 3 - I francesi, come dimostra la presente citazione, sono altrettanto attivi degli inglesi nel pubblicare manifesti. Tuttavia, che i francesi, i quali tuttora negano alle donne il diritto di voto e impongono loro una legislazione la cui crudeltà di stampo medievale può essere verificata leggendo "The Position of Women in Contemporary France", di Frances Clark, facciano appello alle donne inglesi perché li aiutino a difendere la libertà e la cultura, è cosa che non può non lasciare stupefatti. 4 - A voler essere precisi, con lieve scapito del ritmo e dell'eufonia, bisognerebbe dire Porto. C'è una fotografia sul giornale che ritrae i "Professori nella Sala Comune dopo pranzo" e mostra un "carrello su rotaie che trasporta la caraffa del porto passando vicino ai commensali seduti intorno al camino e facendo ininterrottamente il giro senza mai trovarsi contro il sole". Un'altra fotografia mostra il boccale in uso per la "penitenza". "Secondo un'antica tradizione ancora viva a Oxford, chi menziona certi argomenti a tavola viene condannato a bere tre pinte di birra in un sol fiato...". Esempi del genere bastano da soli a dimostrare come sia impossibile per la penna di una donna descrivere la vita in un college maschile senza cadere in qualche imperdonabile imprecisione. Ma i signori uomini, le cui usanze sovente sono, ahinoi, delle buffonate, saranno così indulgenti da tener conto che le scrittrici, pur con le più rispettose intenzioni, operano sovente in condizioni fisiche molto svantaggiose. La donna che volesse descrivere, per esempio, la Festa di Trinity College, a Cambridge sarebbe costretta "a origliare dal buco della serratura nella stanza della moglie del Rettore per sentire quello che si dice alla Festa". Ci si provò Elizabeth Handane nel 1907; quello che vide dal suo punto di osservazione le ispirò il seguente commento: "Tutta la scena aveva un'aria medievale". ("From One Century to Another", di E. Haldane, p. 235). 5 - Secondo Whitaker esistono una Royal Society of Literature e anche una British Academy, entrambe, è da supporre, visto che posseggono una sede e dei funzionari, organi ufficiali. Quali siano i loro poteri, tuttavia, è impossibile dire, giacché se Whitaker non si fosse fatto garante della loro esistenza, nessuno l'avrebbe mai sospettata. 6 - Nel diciottesimo secolo, tuttavia, le donne dovevano essere escluse dalla Sala di lettura del British Museum. Infatti: "Miss Chudleigh chiede il permesso di essere ammessa alla sala di lettura. L'unica altra donna che ci abbia finora onorati della sue presenza fu la signora Macaulay; e come Vossignoria ricorderà si verificò in

Page 124: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

quell'occasione un increscioso incidente che offese il senso di delicatezza della signora". (Daniel Wray a Lord Harwicke, 22 ottobre 1768. Nichols, "Literary Anecdotes of the Eighteen Century", vol. 1, p. 137). Il curatore aggiunge in nota: "Si allude all'indelicatezza di uno dei signori presenti di fronte alla signora Macaulay, di cui sarebbe sconveniente riportare i dettagli". 7 - "The Autobiography and Letters of Mrs. M.O.W. Oliphant", a cura di Mrs. Harry Coghill. La signora Oliphant (1825-1897) "fu afflitta per tutta la vita da preoccupazioni economiche dovute all'essersi accollata l'educazione e il mantenimento oltre che dei due propri figli anche di quelli del fratello rimasto vedovo..." ("Dictionary of National Biography") . 8 - Macaulay, "History of England", Vol. 3, p. 278 (standard edition). 9 - Così descrisse Littlewood, già critico teatrale del "Morning Post", le condizioni attuali del giornalismo, a un pranzo dato in suo onore il 6 dicembre 1937: egli "si era sempre battuto, durante la stagione e fuori stagione, per ottenere più largo spazio per il teatro sulle pagine dei quotidiani londinesi. Fleet Street era il luogo dove, tra le undici e mezzanotte e mezza, per tacere del prima e del dopo, venivano sistematicamente massacrate migliaia di bellissime parole e idee. Per vent'anni buoni gli era toccato ritornare ogni sera in quel pubblico macello con la matematica certezza di sentirsi dire che il giornale era già pieno di notizie importanti e non c'era posto per i suoi pezzi sanguigni sul teatro; per poi ritrovarsi la mattina successiva con il proprio nome in calce ai resti mutilati di quella che era stata una buona recensione. ...La colpa non era dei redattori. Alcuni di essi avevano le lacrime agli occhi quando dovevano tirar righi con la matita blu. Il vero colpevole era la massa del pubblico, che non sapeva nulla di teatro e nulla voleva saperne". ("The Times", 6 dicembre 1937). Così descrive Douglas Jerrold il rapporto tra la politica e la stampa: "In quel breve arco di tempo (1928-1933) la verità era scomparsa da Fleet Street. Neppure prima, naturalmente, si poteva dire tutto il tempo tutta la verità; questo non sarà mai possibile. Ma si poteva se non altro dire la verità sugli altri Paesi. Nel 1933, ormai, chi lo faceva lo faceva a proprio rischio e pericolo. Nel 1928 non c'erano pressioni dirette da parte degli inserzionisti. Oggi, le pressioni sono non solo dirette, ma anche efficaci". La critica letteraria sembra trovarsi nelle stesse condizioni, e per gli stessi motivi. "Non esistono più critici in cui il pubblico abbia fiducia. Al massimo esso si fida dei vari Club del Libro, e della scelta di certi quotidiani, e tutto considerato fa bene. ...I Club del Libro sono dichiaratamente delle società fatte per vendere libri e i quotidiani a grande tiratura non possono permettersi di turbare le menti dei loro lettori. Devono tutti scegliere libri che promettano, al livello corrente del gusto del pubblico, buone vendite". ("Georgian Adventure", di Douglas Jerrold, p.p. 282, 283, 298). 10 - Se è evidente che, date le attuali condizioni del giornalismo, la

Page 125: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

critica letteraria non può che essere insoddisfacente, è altrettanto evidente che non si avrà alcun cambiamento se non si cambiano la struttura economica della società e la struttura psicologica dell'artista. Dal punto di vista economico, è oggi indispensabile che il critico letterario annunci la pubblicazione di un libro con il grido del banditore: "Venite gente, è stato pubblicato il libro tale; tratta di questo e questo argomento". Dal punto di vista psicologico, la vanità e il desiderio di "riconoscimento" sono ancora così forti tra gli scrittori che togliergli il pane della pubblicità e negargli le scosse frequenti e alternate della lode e della condanna tutto d'un tratto sarebbe avventato come l'introduzione dei conigli in Australia: l'equilibrio naturale ne verrebbe turbato con conseguenze disastrose. Quello che vogliamo suggerire non è di abolire la critica pubblica; bensì di integrarla con un nuovo servizio sul modello della pratica medica. Per esempio costituendo gruppi di critici (scelti tra coloro che scrivono le recensioni sui giornali, che sovente dimostrano di possedere ottime capacità critiche e gusto e cultura autentici) che eserciteranno la professione garantendo la massima riservatezza, come i medici con le loro pratiche private. Eliminata la pubblicità, saranno di conseguenza abolite molte delle occasioni di distrazione e di corruzione che inevitabilmente tolgono ogni validità, per lo scrittore, alla critica contemporanea; verranno a mancare gli stimoli per plausi e stroncature per ragioni personali; la vanità e le vendite rimarranno indenni; lo scrittore potrà riflettere sulle critiche rivoltegli senza preoccuparsi del loro effetto su amici e lettori, mentre il critico potrà criticare senza preoccuparsi della matita blu del redattore o dei gusti del pubblico. Dal momento che le critiche sono richieste e desiderate dagli scrittori viventi; e che libri freschi sono essenziali per la mente del critico quanto lo è la carne fresca per il suo corpo, tutti ne trarrebbero vantaggio; perfino la letteratura. I vantaggi dell'attuale sistema sono principalmente economici, mentre i suoi cattivi effetti psicologici si possono vedere nel caso di due famose recensioni di Keats e di Tennyson. Keats ne rimase profondamente ferito, mentre "su Tennyson l'effetto fu profondo e prolungato. Il suo primo atto fu di ritirare immediatamente dalla circolazione 'The Lover's Tale'. ...Lo troviamo che medita di espatriare e di stabilirsi all'estero". ("Tennyson", di Harold Nicolson, p. 118). Analogo fu l'effetto che ebbe Churton Collins su Edmund Gosse: "La sua fiducia in se stesso ne fu minata, la sua personalità impoverita... gli sembrava di avere addosso gli occhi di tutti, di essere condannato dal destino. ...Lui stesso descrive le sue sensazioni dicendo che era come se lo avessero spellato vivo". ("The Life and Letters of Sir Edmund Gosse", di Evan Charteris, p. 196). 11 - L'espressione è stata coniata per indicare quelle persone che usano le parole per fare del male e al tempo stesso per non scoprirsi. In quest'epoca di transizione, in cui il valore di molti attributi si va modificando, si sente il bisogno di nuove parole che esprimano nuovi valori. La vanità, per esempio, che, a giudicare da quanto si può vedere all'estero, sembra portare con sé gravi complicazioni di crudeltà e dittatura, si maschera ancora dietro a un nome che suggerisce associazioni banali e leggere. Occorrerebbe un supplemento al dizionario.

Page 126: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

12 - "Memoir of Anne J. Clough", di B. A. Clough, p.p. 38, 67. 13 - "The Sparrow's Nest", di Williams Wordsworth. 14 - Nel diciannovesimo secolo le figlie degli uomini colti svolsero un'opera preziosa a favore del proletariato nell'unico modo ad esse possibile. Ma oggi che alcune di esse hanno ricevuto un'educazione costosa, si può sostenere che la loro opera risulterà molto più efficace se rimarranno nella propria classe e useranno i metodi propri di quella classe per migliorarla: e di migliorare essa ha certamente bisogno. Gli appartenenti alla classe colta che (e sono molti) rinunciano alle qualità stesse che la cultura avrebbe dovuto fargli acquisire - raziocinio, tolleranza, comprensione - e giocano a fare i proletari sposandone la causa, non fanno che esporre quella causa al ridicolo, senza far nulla per migliorare la propria classe. Ma la quantità di libri scritti dalla classe colta intorno al proletariato sembra dimostrare che il suo fascino e le gratificazioni emotive che l'adottarne la causa garantisce sono per la borghesia di oggi altrettanto irresistibili del fascino dell'aristocrazia vent'anni fa (vedi "A La Recherche du Temps Perdu"). Nel frattempo sarebbe interessante sapere cosa pensano i veri proletari dei signorini e delle signorine della borghesia che adottano la causa del proletariato senza sacrificare il capitale borghese, o senza condividere l'esperienza proletaria. "La casalinga media" secondo la signora Murphy, Direttrice dei Servizi Sociali della British Commercial Gas Association, "lava 4.000 metri quadrati di piatti sporchi, un chilometro e mezzo di bicchieri, quattro chilometri e mezzo di panni, e sette chilometri di pavimenti all'anno". ("Daily Telegraph", 29 settembre 1937). Per una descrizione più dettagliata della vita nella classe proletaria, si veda "Life as We have Known It", della Cooperativa donne proletarie, a cura di Margaret Llewelyn Davies. Anche "The Life of Joseph Wright" offre un ammirevole resoconto della vita del proletariato, di prima mano e non attraverso lenti rosa. 14 - "Il Ministero della Difesa ha reso noto ieri che il Consiglio Superiore della Difesa non ha alcuna intenzione di istituire corpi armati femminili". ("The Times", 22 ottobre 1937). Questo segna una fondamentale distinzione tra i sessi. Il pacifismo è obbligatorio per le donne. Agli uomini è concessa ancora libertà di scelta. 15 - La seguente citazione dimostra tuttavia che l'istinto del combattimento, quando riceve approvazione ufficiale, si sviluppa facilmente. "Gli occhi infossati, i lineamenti tesi, l'amazzone si regge ritta in sella alla testa del suo squadrone. ...Cinque parlamentari inglesi guardano questa donna con la rispettosa e un po' inquieta ammirazione che si prova per un animale selvatico di qualche specie sconosciuta... - Avvicinati, Amalia - ordina il comandante. La donna sprona il cavallo verso di noi e saluta il suo superiore con la spada. - Sergente Amalia Bonilla - continua il comandante dello squadrone - Quanti anni hai? - Trentasei - Dove sei nata? - A Granada - Perché ti sei arruolata? - Le mie due figlie erano miliziane. La più giovane fu uccisa sull'Alto de Leon. Pensai che dovevo prendere il suo posto e vendicarla - E quanti nemici hai ucciso per vendicarla? - Lei lo sa, comandante, cinque. Il sesto non è sicuro. - No, ma gli hai preso il cavallo. Infatti l'amazzone Amalia cavalca uno stupendo

Page 127: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

animale grigio pomellato, dal portamento di un cavallo da parata... Questa donna che ha ucciso cinque uomini - ma non è sicura del sesto - rappresentò per gli inviati della Camera dei Comuni una perfetta introduzione alla guerra di Spagna". ("The Martyrdom of Madrid", Testimonianze inedite, di Louis Delaprée, p.p. 34, 35, 36. Madrid, 1937). 16 - Lo dimostrano le ragioni portate dai vari ministri dei governi succedutisi dal 1870 al 1918 per bocciare il progetto di legge sul suffragio alle donne. Un'acuta analisi di tali ragioni è stata condotta da Ray Strachey (vedi il capitolo "Gli inganni della politica" nel suo libro "The Cause"). 17 - "Il problema dei diritti politici e civili delle donne è stato preso in considerazione dalla Lega soltanto nel 1935". Dalle relazioni inviate alla Lega sulla posizione della donna come moglie madre e custode della famiglia, "venne in luce il deplorevole fatto che la sua situazione economica è in molti paesi (compresa la Gran Bretagna) estremamente precaria. Non ha diritto a stipendio né ad alcuna forma di retribuzione pur avendo mansioni precise da svolgere. In Inghilterra, anche se ha dedicato l'intera vita al marito e ai figli, può essere lasciata in miseria alla morte del marito, anche se questi era ricco, e non ha modo di adire a vie legali. Dobbiamo cambiare stato di cose, con una nuova legislazione...". (Linda P. Littlejohn, citata sul "Listener", 10 novembre 1937). 18 - Questa particolare definizione delle funzioni della donna è di fonte tedesca, non italiana. Ne esistono versioni così numerose e tutte così somiglianti che non vale la pena di controllarle una per una. La cosa curiosa è quanto sia facile continuare la canzone con materiale di fonte inglese. William Gerhardi, per esempio, scrive: "Non sono mai caduto nell'errore di considerare le scrittrici alla stregua di colleghe in arte. Il piacere che esse mi danno è piuttosto quello che si trae da una compagna spirituale che, con la sua sensibilità e il suo apprezzamento, può aiutare quelli di noi che hanno la malattia del genio a sopportare con buona grazia la nostra croce. Il loro vero ruolo, quindi, è quello di porgerci la spugna, di asciugarci la fronte mentre noi sanguiniamo. E se la loro simpatia umana e la loro comprensione possono avere sbocchi più romantici, quanto gliene siamo grati!" ("Memoirs of a Polyglot", di William Gerhardi, p.p. 320, 321) . Questa concezione del ruolo della donna si inquadra perfettamente con quelle citate nel testo. 19 - Più precisamente: "il Presidente Hindenburg fece fondare una grande piastra d'argento nella forma dell'aquila del Reich... come onorificenza da assegnare agli scienziati e ad altri eminenti cittadini. ...Non la si porta indosso. La si tiene di solito sullo scrittoio". (dal giornale del 21 aprile 1936). 20 - "E' uno spettacolo diffuso vedere le ragazze degli uffici accontentarsi nell'intervallo di mezzogiorno di una focaccia o di un panino: e anche se c'è chi dice che lo fanno per scelta... la verità è che il più delle volte non si possono permettere di mangiare a sufficienza". ("Careers and Openings for Women", di Ray Strachey, p.

Page 128: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

74). Si confronti inoltre E. Turner: "...in molti uffici si è notato un calo di rendimento e si è scoperto che le dattilografe il pomeriggio erano sfinite perché a colazione potevano permettersi soltanto un panino e una mela. I datori di lavoro dovrebbero venire incontro all'aumentato costo della vita aumentando gli stipendi". ("The Times", 28 marzo 1938). 21 - La signora Kathleen Rance, sindaco di Woolwich, in un discorso riportato sull'"Evening Standard", 20 dicembre 1937. 22 - E. R. Clarke, discorso riportato sul "Times" del 24 settembre 1937. 23 - "Daily Herald", 15 agosto 1936. 24 - Il canonico R. F. Barry, al convegno organizzato dal Gruppo anglicano di Oxford; riportato sul "Times" del 10 gennaio 1933 . 25 - "The Ministry of Women. Report of the Archbishops' Commission", VII, Secondary Schools and Universities, p. 65. 26 - "La signorina D. Carruthers, Direttrice della Green School di Isleworth, disse che tra le allieve più grandi era diffusa una 'gravissima insoddisfazione' per il modo in cui veniva praticata la religione istituzionalizzata. 'La Chiesa non riesce a soddisfare i bisogni spirituali dei giovani', osservò la signorina Carruthers. 'E si tratta di una carenza comune a tutte le Chiese". ("Sunday Times", 21 novembre 1937). 27 - "Life of Charlie Gore", di G. L. Prestige, dott. in teologia, p. 353. 28 - "The Ministry of Women. Report of the Archbishops' Commission", passim. 29 - Benché con ogni probabilità in origine il dono della profezia e il dono della poesia coincidessero, in seguito i due doni e le relative professioni furono mantenuti distinti. Ma è sempre rimasta una certa confusione, come dimostra il fatto che il Cantico dei Cantici, opera di un poeta, è compreso tra i libri sacri, mentre versi e romanzi di propaganda politica o morale, opera di profeti, vengono inclusi nella letteratura secolare. Chi ama la letteratura inglese non ringrazierà mai abbastanza il caso che ha fatto nascere Shakespeare troppo tardi per essere canonizzato dalla Chiesa. Se le sue opere fossero state annoverate tra i testi sacri, avrebbero ricevuto lo stesso trattamento del Vecchio e Nuovo Testamento: ci sarebbero state somministrate a spizzichi e bocconi la domenica dalle labbra dei preti, ora un soliloquio dall'"Amleto", ora un passo corrotto dalla penna di qualche assonnato scrivano; ora una canzone oscena; ora una mezza paginetta dell'"Antonio e Cleopatra", così come il Vecchio e il Nuovo Testamento vengono tagliuzzati e intercalati con inni durante il servizio divino nella Chiesa anglicana; e Shakespeare sarebbe divenuto illeggibile come la Bibbia. Eppure quanti non sono stati obbligati sin dalla infanzia a sorbirla così smembrata assicurano che la Bibbia è

Page 129: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

un'opera del più alto interesse, bellissima e profonda. 30 - "The Ministry of Women", Appendix I, "Alcune considerazioni psicologiche e fisiologiche", del Professor Grensted, dott. in teologia, p.p. 79-87. 31 - "The Ministry of Women", p. 32. La Commissione afferma e appoggia qui un principio affermato sovente e appoggiato dalle dittature. Hitler e Mussolini hanno entrambi più volte e con parole molto simili espresso l'opinione che "esistono due mondi nella vita di una nazione, il mondo degli uomini e il mondo delle donne", definendone in termini molto simili le rispettive funzioni. Gli effetti che questa divisione ha avuto sulla donna; la circoscritta e personale natura dei suoi interessi; la sua immersione nella sfera del pratico; la sua apparente incapacità a sollevarsi alle sfere dell'avventuroso e del poetico, sono tutti aspetti divenuti repertorio fisso di troppi romanzi, bersaglio di troppe satire, che hanno confermato a troppi teorici la teoria che la donna è per legge di natura meno spirituale dell'uomo che non occorre aggiungere altro per dimostrare come essa, lo volesse o no, abbia adempiuto alla sua parte del contratto. Scarsa attenzione tuttavia si è prestata agli affetti intellettuali e spirituali di questa divisione dei compiti su coloro cui essa ha consentito di "abbandonare ogni cura e occupazione mondana". Eppure non c'è dubbio che dobbiamo a questa stessa segregazione l'enorme sviluppo attuale di strumenti e tattiche di guerra; le straordinarie sottigliezze della teologia; le vaste riserve di note in calce ai testi greci, latini e perfino inglesi; gli intagli, i ceselli e tutte le superflue decorazioni del mobilio e del vasellame domestico; le infinite distinzioni del "Debrett" e del "Burke"; e tutte quelle acrobazie e contorsioni ingegnose ma prive di senso in cui si perde la mente umana quando è sgombra dalle preoccupazioni "della casa e della famiglia". La forza con cui preti e dittatori sottolineano la necessità dei due mondi dimostra a sufficienza che tale distinzione è indispensabile perché essi continuino a dominare. 32 - Che le gratificazioni del dominio siano molte e complesse lo dimostra la seguente citazione: "Mio marito vuole che lo chiami 'Signore'", dichiarò ieri una donna al Commissariato di polizia di Bristol, in appoggio alla sua richiesta di separazione. "Per quieto vivere ho ubbidito; inoltre devo lucidargli gli stivali, porgergli il rasoio quando si fa la barba, e rispondere immediatamente quando mi chiama". Nel medesimo numero del medesimo quotidiano si legge che Sir E. F. Fletcher ha "insistito presso la Camera dei Comuni perché prenda posizione contro le dittature". ("Daily Herald", 1 agosto 1936). Se ne può dedurre che la coscienza collettiva, che comprende marito, moglie e Camera dei Comuni, senta contemporaneamente il desiderio di dominare, il bisogno di ubbidire per quieto vivere, e la necessità di dominare il desiderio di dominare: un conflitto psicologico che spiega molte delle incoerenze e delle inquietudini rilevabili oggi nell'atteggiamento della gente. Il piacere del dominio è ulteriormente complicato, beninteso, dal fatto che esso è tuttora strettamente connesso, nella classe colta, con i piaceri della ricchezza e del prestigio sociale e professionale. Che sia diverso dai piaceri relativamente più semplici - per esempio il piacere di una passeggiata

Page 130: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

in campagna - è dimostrato dalla paura del ridicolo che i grandi psicologi, come Sofocle, individuano nel dominatore, il quale è, inoltre, particolarmente suscettibile, secondo la medesima fonte, al ridicolo e alla sfida da parte del sesso femminile. Una componente sostanziale di tale piacere, dunque, sembra derivare non dal sentimento in sé ma dal riflesso dei sentimenti degli altri; ne consegue che essa potrebbe venire modificata da un cambiamento di quei sentimenti. Forse un antidoto indicato contro il piacere del dominio potrebbe essere la risata. 33 - "The Life of Charlotte Bront‰", di Mrs Gaskell. 34 - "The Life of Sophia Jex-Blake", di Margaret Todd, p.p. 67-9, 70- 1, 72. 35 - Si direbbe che ancor oggi l'uomo viva come un grave insulto l'accusa di vigliaccheria da parte di una donna, così come la donna vive come grave ingiuria l'accusa di immoralità da parte dell'uomo. La citazione seguente conferma questa impressione. Scrive Bernard Shaw: "Non bisogna dimenticare la gratificazione che la guerra offre all'istinto bellicoso e alla tendenza ad ammirare il coraggio tanto pronunciati nelle donne. ...In Inghilterra allo scoppiare della guerra si vedono giovani donne del tutto civilizzate che vanno in giro ad appuntare piume bianche a tutti i giovanotti che non indossano l'uniforme. Questo, come altri residui di barbarie, è perfettamente naturale, ...nei tempi antichi la vita di una donna e dei suoi figli dipendeva dal coraggio e dalla capacità di uccidere del suo compagno". Dal momento che grandi masse di giovanotti continuarono per tutta la durata della guerra a lavorare negli uffici senza ricevere un simile ornamento, e dal momento che il numero di "giovani donne del tutto civilizzate" che appuntarono piume bianche sulla giacca dei giovanotti fu infinitesimale rispetto a quelle che non fecero nulla del genere, l'esagerazione del signor Shaw dimostra a sufficienza l'enorme impressione psicologica che una cinquantina di piume (non esistono statistiche in merito) può ancora fare sull'uomo. Il maschio sembra dunque possedere ancor oggi un'abnorme suscettibilità a simili accuse; ciò significa logicamente che il coraggio e la bellicosità sono tuttora tra i principali attributi della mascolinità; che il maschio desidera tuttora essere ammirato per tali attributi; e che il metterli in ridicolo otterrebbe un effetto direttamente proporzionale. Sembra anche probabile che l'"emozione della virilità" sia legata all'indipendenza economica. "Non ho mai conosciuto un uomo che non fosse, apertamente o segretamente, orgoglioso di essere capace di mantenere delle donne, fossero le sorelle o le amanti. Non ho mai conosciuto una donna che non considerasse un'onorevole promozione il passaggio dall'indipendenza economica nei riguardi del datore di lavoro alla dipendenza economica nei riguardi di un uomo. A che serve mentirci l'un l'altro, uomini e donne, su queste cose? Non siamo stati noi a inventarle". ("A. H. Orage", di Philip Mairet, VII).: interessante dichiarazione attribuita a A. H. Orage da G. K. Chesterton. 36 - Fino agli inizi degli anni ottanta, una vera signora, a quanto dice Elizabeth, sorella di R. B. Haldane, non poteva lavorare.

Page 131: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

"Naturalmente mi sarebbe piaciuto studiare per prepararmi a una professione, ma era un'idea inconcepibile se non ci si trovava nella triste situazione di 'dover lavorare per vivere', cosa di per sé orribile. Perfino un fratello rilevò questa triste circostanza dopo aver visto recitare la Langtry: 'è una vera signora, e recita come una vera signora, ma che tristezza pensare che è costretta a farlo!'" ("From One Century to Another", di Elizabeth Haldane, p.p. 73-4). Harriet Martineau, anni prima, fu felice quando la sua famiglia cadde in miseria, perché in tal modo lei perdette la sua "signorilità" e ottenne il permesso di lavorare. 37 - "Life of Sophia Jex-Blake", di Margaret Todd, p.p. 69, 70. 38 - Del signor Leigh-Smith si parla in "The Life of Emily Davies", di Barbara Stephen. Barbara Leigh-Smith divenne in seguito Madame Bodichon. 39 - Quanto fosse nominale l'ammissione delle donne è dimostrato dal seguente racconto delle condizioni effettive in cui si trovavano a studiare le donne nelle scuole della Royal Academy intorno al 1900. "Perché alle femmine della specie non vengano mai offerti i medesimi vantaggi dei maschi non si riesce a capirlo. Noi ragazze alle scuole della Royal Academy dovevamo competere con i maschi per tutti i premi e le medaglie assegnati ogni anno, però potevamo seguire solo metà delle lezioni e usufruire di meno della metà delle loro facilitazioni per studiare. ...Nelle scuole di pittura per le donne non potevano posare modelli nudi. ...Gli studenti maschi non solo disegnavano dal nudo, sia maschile che femminile, durante la giornata, potevano seguire anche lezioni serali in cui sotto la guida di qualche docente avevano la possibilità di fare studi di figura". Questo alle ragazze sembrava "una vera ingiustizia"; Margaret Collyer ebbe il coraggio e il prestigio sociale necessari per affrontare dapprima Frank Dicksee, il quale tuttavia ribatté che, visto che le ragazze si sposano, il denaro speso per istruirle è denaro sprecato; e quindi Lord Leighton; e alla fine la grande concessione fu fatta. Ma "i vantaggi delle lezioni serali non riuscimmo mai a ottenerli...". Le ragazze perciò si unirono e noleggiarono lo studio di un fotografo di Baker Street. "La necessità di trovare il denaro necessario ridusse i nostri pasti a una dieta da fame". ("Life of an Artist", di Margaret Collyer, p.p. 79-81, 82). Lo stesso regolamento vigeva alla Scuola di Belle Arti di Nottingham, nel ventesimo secolo. "Le donne non avevano il permesso di disegnare del nudo. Se i ragazzi dovevano fare studi dal nudo, io ero costretta a ritirarmi nell'Aula delle Antichità... a tutt'oggi provo un odio intenso per quelle figure di gesso. Non ho mai imparato nulla studiandole". ("Oil Paint and Grease Paint", di Laura Knight, p. 47). Ma le Belle Arti non rappresentano l'unica professione aperta solo nominalmente alle donne. La professione medica è "aperta", ma "...quasi tutte le Scuole di specializzazione presso gli ospedali di Londra sono chiuse alle donne, che possono fare tirocinio quasi esclusivamente presso la Facoltà di Medicina". ("Memorandum on the Position of English Women in Relation to that of English Men", di Philippa Strachey, 1935, p. 26). "Alcune delle studentesse di medicina a Cambridge si sono costituite in gruppo per rendere pubblica la loro protesta". ("Evening News", 25 marzo 1937). Nel 1922 furono ammesse le donne alla Scuola di Veterinaria di Camden Town: "...da allora la

Page 132: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

professione ha attirato così tante donne che il numero delle iscritte è stato di recente limitato a 50". ("Daily Telegraph", 1 ottobre 1937). 40 e 41 - "The Life of Mary Kingsley", di Stephen Gwyn, p.p. 18, 26. In un frammento di lettera si legge: "Di tanto in tanto ho modo di rendermi utile, come quando, alcuni mesi fa, un'amica che ero andata a trovare mi chiese di salire in camera sua a vedere il suo nuovo cappellino: una richiesta che mi lasciò di stucco, ben conoscendo la sua opinione sulle mie opinioni su queste cose". "Nella lettera" scrive Stephen Gwyn, "non si racconta la conclusione dell'avventura di quel fidanzato illecito, ma sono sicuro che Mary lo aiutò a scendere dal tetto e si divertì immensamente". 42 - Per Antigone esistono due tipi di legge, la legge scritta e la legge non scritta, e, come sostiene la signora Drummond, per migliorare la legge scritta può essere necessario infrangerla. Ma chiaramente le molte e svariate attività della figlia dell'uomo colto nel diciannovesimo secolo non erano semplicemente e neppure principalmente volte a infrangere la legge. Si trattava al contrario di tentativi sperimentali di scoprire le leggi non scritte; ossia le leggi personali che dovrebbero regolare certi istinti, certe passioni, certi desideri fisici e intellettuali. Che tali leggi esistano e siano rispettate dai popoli civili è generalmente concesso; e ormai si comincia ad ammettere che esse non furono stabilite da "Dio", un concetto, come oggi si ritiene, di origine patriarcale, valido solo per certe razze in determinati momenti storici; e neppure dalla Natura, i cui dettami si è scoperto non vanno soggetti a variazioni molto ampie e che è in grande misura possibile controllare; si tratta invece di leggi che vanno scoperte ogni volta da ogni nuova generazione con uno sforzo della ragione e dalla fantasia. Tuttavia, poiché ragione e fantasia sono in qualche misura il prodotto del nostro corpo, ed esistono due tipi di corpi, il maschile e il femminile, e poiché questi due corpi, come è stato dimostrato in questi ultimi decenni, presentano differenze sostanziali, ne consegue che le leggi che essi percepiscono e rispettano devono essere interpretate in modo diverso. Il Professor Julian Huxley, per esempio, scrive: "...dal momento della fertilizzazione dell'ovulo, l'uomo e la donna differiscono in ogni cellula del corpo rispetto al numero dei cromosomi, i corpuscoli che le più recenti ricerche hanno dimostrato essere i portatori della nostra eredità, i determinanti del nostro carattere e delle nostre qualità". Benché, dunque, "la sovrastruttura della vita intellettuale e pratica sia potenzialmente la stessa per entrambi i sessi", e benché "l'ultimo rapporto ministeriale sulla differenziazione delle materie d'insegnamento per ragazzi e ragazze delle scuole secondarie (Londra, 1923) abbia stabilito che le differenze intellettuali tra i due sessi sono molto più insignificanti di quanto comunemente si creda" ("Essays in Popular Science", di Julian Huxley, p.p. 62-3), è evidente che i due sessi sono diversi oggi e sempre lo saranno. Se però fosse possibile a ciascun sesso non solo scoprire le proprie leggi e rispettare quelle dell'altro, ma anche condividere con l'altro i risultati delle proprie scoperte, ecco che ciascun sesso potrebbe svilupparsi appieno e migliorare qualitativamente senza rinunciare alle proprie specifiche

Page 133: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

caratteristiche. Il vecchio concetto che un sesso deve "dominare" l'altro risulterebbe non solo antiquato, ma così odioso che quando si rendesse necessario per motivi pratici imporre certe decisioni, il repellente compito della coercizione e del dominio verrebbe affidato a qualche gruppo inferiore e segreto, pressappoco come le impiccagioni dei criminali sono oggi eseguite da individui incappucciati immersi nell'oscurità. Ma tutto questo è prematuro. 43 - Dal necrologio di H. W. Green, "fellow", di Magdalene College, Oxford, sul "Times" del 6 fabbrico 1933. 44 - "Nel 1747 l'Ospedale del Middlesex stabilì di destinare alle partorienti alcuni dei letti, a condizione che venisse interdetto a qualunque donna di fare da levatrice. L'esclusione delle donne è rimasta per tradizione la tendenza prevalente. Nel 1861 la signorina Garrett, in seguito dottor Garrett Anderson, ottenne il permesso di seguire le lezioni ...e di visitare le corsie al seguito dei medici di reparto, ma gli studenti protestarono e le autorità dell'Ospedale cedettero. La direzione dell'Ospedale ha rifiutato poi la sua offerta di finanziare una borsa di studio per studentesse di medicina". ("The Times", 17 maggio, 1935). 45 - "Esiste nel mondo moderno un vasto corpo di conoscenze comprovate ...ma non appena interviene a deformarne il giudizio qualche forte passione, lo scienziato diventa inattendibile, quali che siano gli strumenti di conoscenza in suo possesso". ("The Scientific Outlook", di Bertrand Russell, p. 17). 46 - Una delle trionfatrici, tuttavia, diede di tali trionfi una giustificazione che non può che ispirare rispetto: "E poi io ero sicura che di quando in quando le donne devono fare in prima persona le cose che gli uomini hanno già fatto (e anche, a volte, le cose che gli uomini non hanno fatto), perché in tal modo ci si afferma come persone ai propri occhi e forse si incoraggiano altre donne a dimostrare una maggiore indipendenza di pensiero e di azione. ...Quando una donna fallisce, il suo fallimento deve rappresentare una sfida per le altre". ("The Last Flight", di Amelia Earhart, p.p. 21, 65). 47 - "Di fatto questo processo (la nascita dei figli) rende inabili le donne per una minima frazione della loro vita: anche la donna che facesse sei figli sarebbe costretta a letto per dodici mesi soltanto in tutto l'arco della sua vita". ("Careers and Openings for Women", di Ray Strachey, p.p. 47-8). In realtà essa è occupata per un periodo molto più lungo. C'è però chi ha fatto notare che quell'"occupazione" non è esclusivamente materna, e che potrebbe essere condivisa da entrambi i genitori con vantaggio di tutti. 48 - I dittatori italiano e tedesco si preoccupano spesso di definire la natura della virilità e quella della femminilità. Entrambi ripetutamente ribadiscono che combattere fa parte della natura dell'uomo, anzi è l'essenza stessa della virilità. Hitler, per esempio, opera la distinzione tra "una nazione di pacifisti e una nazione di uomini". Entrambi ripetutamente ribadiscono che fa parte

Page 134: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

della natura della donna curare le ferite del guerriero. Tuttavia si sta affermando tra gli uomini una forte tendenza verso l'emancipazione della vecchia "legge naturale ed eterna" secondo la quale è essenzialmente guerriero; lo testimonia il diffondersi del pacifismo tra i giovani d'oggi. Si confronti inoltre la preoccupazione di Lord Knebworth che "se mai si fosse realizzata una pace permanente e non fossero più esistiti né eserciti né flotte sarebbe venuto a mancare uno sbocco per le virili virtù che si sviluppano combattendo", con la dichiarazione resa alcuni mesi or sono da un giovane della medesima casta sociale: "...non è vero che ogni bambino in cuor suo aspiri a fare la guerra. Sono gli altri che ce lo insegnano dandoci spade e fucili, uniformi e soldatini per giocare". ("Conquest of the Past", del Principe Hubertus, p. 215). Può darsi che gli Stati fascisti, facendo scoprire alle giovani generazioni se non altro il bisogno di emanciparsi dalla vecchia concezione di virilità, svolgano per gli uomini la medesima funzione che ebbero per le loro sorelle la guerra di Crimea e la guerra mondiale. Il professor Huxley ci avverte tuttavia che "qualunque rilevante modificazione della costituzione ereditaria è questione di millenni, non di decine di anni". D'altro canto, poiché la scienza ci assicura che anche la nostra vita sulla terra è "questione di millenni e non di decine d'anni", può valere la pena di tentare qualche modificazione della costituzione ereditaria. 49 - Coleridge esprime invece con una certa precisione le idee e gli scopi delle estranee nel passo seguente: "L'Uomo deve essere libero; a che scopo altrimenti fu creato Spirito della Ragione invece che Macchina dell'Istinto? L'Uomo deve ubbidire; a che scopo altrimenti possiede una coscienza? Le facoltà che creano questa contraddizione contengono altresì la sua soluzione; servire quelle infatti è perfetta libertà. E qualunque legge o sistema di leggi ci obblighi a servire altro che quelle toglie nobiltà alla nostra natura, fa lega con il ferino contro il divino, uccide in noi il principio stesso dell'agire rettamente, che è fonte di gioia, e va contro l'umanità... Un governo legittimo, capace di imporre a Esseri razionali un reale obbligo morale all'ubbidienza, dovrà dunque reggersi su principi tali che ciascun individuo segua la propria ragione mentre ubbidisce alle leggi dello Stato ed esegua la volontà dello Stato mentre segue gli imperativi della propria Ragione. Questo concetto è espresso esplicitamente da Rousseau, che parlando della perfetta forma di governo così definisce i termini del problema: "Trouver une forme d'Association - par laquelle chacun s'unisant à tous, n'obéisse pourtant qu'à lui mˆme, et reste aussi libre qu'auparavant, cioè trovare una forma di società per la quale ciascuno pur unendosi con tutti gli altri non ubbidisca che a se stesso e rimanga libero come prima". ("The Friend", di S. T. Coleridge, Vol. 1, p.p. 333, 334, 335, edizione del 1818). A cui si può far seguire una citazione di Walt Whitman: "L'Uguaglianza: come se mi nuocesse dare agli altri le stesse possibilità e diritti che vengono dati a me! come se non fosse indispensabile ai miei stessi diritti che anche gli altri li posseggano". E, per finire, vale la pena di riflettere su queste parole di una scrittrice troppo presto dimenticata, George Sand: "Toutes les existences sont solidaires les unes des autres e tout ˆtre

Page 135: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf

humain qui présenterait la sienne isolément, sans la rattacher à celle de ses semblables, n'offrirait qu'une énigme à débrouiller... Cette individualité n'a par elle seule ni signification ni importance aucune. Elle ne prend un sens quelconque qu'en devenant une parcelle de la vie générale, en se fondant avec l'individualité de chacun de mes semblables, et c'est par là qu'elle devient de l'histoire". ("Histoire de ma Vie", di George Sand, p.p. 240-1).

Page 136: Woolf - Le Tre Ghinee.pdf