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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE Paolo Frisi Milano Un maestro in carcere “Manifesto” dei docenti delle classi dell’indirizzo “alberghiero” presso la II^ Casa di Reclusione Milano - Bollate

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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIOREPaolo Frisi

Milano

Un maestro in carcere …

“Manifesto” dei docenti delle classi dell’indirizzo “alberghiero” presso la II^ Casa di Reclusione Milano - Bollate

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SommarioIntroduzione: qualche spunto “ambizioso” per lo sviluppo del Progetto.....................................................1

Dalla programmazione alla progettazione....................................................................................................1

Il nostro contesto lavorativo: il carcere e la scuola.......................................................................................2

“Oltre” il modello tradizionale di programmazione didattica.......................................................................3

La bellezza nonostante: il nostro manifesto.................................................................................................4

La didattica fulminea................................................................................................................................5

L’arte dell’ascolto.....................................................................................................................................6

Credere nella bellezza...............................................................................................................................6

Sostituire la routine con percorsi che sappiano catturare l’attenzione....................................................6

L’apprendimento adulto e la scelta di una progettazione didattica trasversale...........................................7

Uno sguardo al futuro..................................................................................................................................7

I gruppi di studio.......................................................................................................................................8

Percorsi autobiografici..............................................................................................................................9

Allegato 1: progettazione classe prima.......................................................................................................11

Obiettivi comuni.....................................................................................................................................11

Osservazioni...........................................................................................................................................11

Percorsi disciplinari.................................................................................................................................11

Allegato 2: progettazione classe seconda...................................................................................................30

Obiettivi comuni.....................................................................................................................................30

Osservazioni...........................................................................................................................................30

Percorsi disciplinari.................................................................................................................................30

Allegato 3: progettazione classe terza........................................................................................................52

Obiettivi comuni.....................................................................................................................................52

Osservazioni...........................................................................................................................................52

Percorsi disciplinari.................................................................................................................................52

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Introduzione: qualche spunto “ambizioso” per lo sviluppo del Progetto

Abbiamo cercato di “raccogliere” qualche idea come avvio di un percorso di riflessione sull’esperienza di insegnamento in carcere. L’obiettivo potrebbe essere ambizioso: partire dall’esigenza di programmazione dell’attività didattica per sviluppare una profonda riflessione sull’esperienza lavorativa in un contesto carcerario e per finalizzare tale approfondimento a migliorarla e a renderla più efficace. In quest’ottica questo lavoro non viene inteso come “prodotto finito”, traguardo raggiunto, ma come inizio e spunto per una riflessione che, ci auguriamo, possa continuare, crescere e germogliare negli anni a venire.

Dalla programmazione alla progettazione

Alla base del nostro approfondimento c’è l’idea di passare dalla logica della programmazione a quella della progettazione, riprendendo una distinzione che si ritrova nella letteratura pedagogica1 secondo cui la programmazione sarebbe di pertinenza del “committente” di un progetto, frutto di decisioni centralizzate, riguardanti soprattutto l’impianto del percorso formativo, gli insegnamenti, la tempistica. Nel contesto della scuola può essere identificata con le Linee Guida Ministeriali. Di fronte alla programmazione il ruolo dell’insegnante è passivo: recepisce le norme e le applica. Altra cosa è la progettazione, che invece riguarda l’adattamento, la personalizzazione, il modellamento del programma in funzione del contesto in cui si opera. La progettazione vede il coinvolgimento attivo dell’insegnante e chiama in causa, oltre alle competenze specialistiche, competenze di natura pedagogica. Nel suo mestiere di progettista di formazione l’insegnante occupa diversi ruoli. Innanzitutto egli diventa un ricercatore, costantemente impegnato nella comprensione profonda del contesto in cui opera, attento alle caratteristiche dell’ambiente e degli individui, pronto a farne esperienza e a trasformarla in idee per il futuro. In quanto ricercatore, il docente ragiona seguendo la logica della processualità dinamica: il suo lavoro è soggetto a continui aggiustamenti, frutto di una costante e sempre più approfondita osservazione del contesto. L’insegnante progettista è inoltre un mediatore tra la programmazione proposta dalla committenza e le esigenze espresse dal contesto. In questa continua ricerca di equilibrio tra queste due (spesso molto distanti) esigenze, egli non può cedere alla tentazione di spostare completamente la sua attenzione su un solo polo. Se infatti egli scegliesse una interpretazione dell’azione formativa completamente personale e incurante delle indicazioni del committente, andrebbe incontro alle difficoltà legate all’integrazione del “suo” insegnamento con quello dei colleghi, denotando un atteggiamento di scarsa professionalità. D’altra parte, rimanendo un mero esecutore dei dettami ministeriali, egli proporrebbe percorsi formativi vuoti di senso e avulsi dal contesto. Dei due è questo il rischio maggiore che si corre nella scuola italiana ed esso è proporzionale alla complessità del contesto. E’ quindi immediata la deduzione che, vista la notevole complessità del contesto di Bollate il rischio in questione sarebbe altissimo. Forse è proprio questa consapevolezza che ha, tra l’altro, motivato il nostro tentativo di riflessione, finalizzato a realizzare un funambolico equilibrio tra i due poli, in modo da riempire di senso il percorso formativo.

1 Monasta A. (a cura di), Mestiere: progettista di formazione, Carocci, Roma 1997.1

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In questo documento, infine, abbiamo voluto tradurre in forma scritta il lavoro di confronto che c’è stato tra i colleghi che hanno vissuto l’esperienza di Bollate, accogliendo l’invito pedagogico2 alla stesura di un documento che raccolga le diverse rappresentazioni, gli scontri e gli accordi, arrivando all’elaborazione di un significato condiviso. Consapevolmente abbiamo voluto stendere questo documento utilizzando una forma non burocratica e superficiale, ma personale e profonda. Questo documento si presenta, pertanto, come un “manifesto”, denso di pensieri, riflessioni e sentimenti.

Il nostro contesto lavorativo: il carcere e la scuola

L’I.I.S. “Paolo Frisi” - nell’ambito della sua variegata offerta formativa e in particolare in quello dell’Istruzione Professionale e della sua parte destinata ai Corsi per Adulti - annovera un Corso dislocato presso la Casa di Reclusione di Milano Bollate, destinato a studenti ivi ospitati. Il curricolo scolastico è lo stesso di un qualsiasi Istituto Professionale statale con indirizzo alberghiero ma, ciò che fa la differenza, è il contesto ed è sull’osservazione di quest’ultimo che nasce e prende corpo la nostra riflessione.La Casa di Reclusione di Milano Bollate è caratterizzata da un regime di custodia attenuata: le celle sono aperte quasi tutto il giorno, a parte i momenti destinati al controllo e la notte. I detenuti perciò hanno un’ampia libertà di movimento. Viene definito un carcere sperimentale: ai detenuti vengono proposte numerose attività, orientate alla professionalizzazione, all’arricchimento culturale, alla riflessione sull’esperienza umana. Il detenuto gestisce la propria giornata, sceglie le proprie attività guidato dagli educatori, riscoprendosi competente e in grado di fare da regista della propria vita. Un’approfondita descrizione dell’ambiente carcerario a Bollate, si ritrova nel libro Diritti e castighi che vede tra le sue autrici Lucia Castellano, per anni direttrice dell’istituto, nonché artefice e ideatrice della sperimentazione di Bollate. Il concetto cardine su cui poggia l’attività di Bollate è il seguente:

Per muoversi civilmente nel mondo dei liberi, i carcerati devono cominciare a farlo nel mondo dei reclusi. Vivere nel carcere come in una città, decidendo, organizzandosi, autodeterminandosi, nel rispetto reciproco.3

Il Corso gestito dalla nostra scuola si è articolato quest’anno in tre classi: una prima, una seconda e una terza. Non tutti gli studenti delle classi successive alla prima hanno frequentato le classi precedenti nello stesso istituto: alcuni , infatti, sono stati inseriti direttamente in classi successive alla prima avendo già dei titoli di studio o comunque delle esperienze formative che sono state riconosciute e valorizzate. Gli studenti sono tutti di sesso maschile e questo rappresenta, forse, l’unico fattore che li accomuna tutti (oltre, ovviamente, allo status di detenuti). Per il resto, infatti, le classi presentano prepotentemente la caratteristica dell’eterogeneità:

per età: si va da studenti poco più che ventenni ad ultrasessantenni; per formazione scolastica: alcuni allievi hanno studiato fuori dal carcere e hanno anche titoli

di studio di livello di istruzione secondaria o addirittura universitari. Al contrario altri hanno solo la licenza media, per alcuni conseguita in carcere;

2 Infantino A., Progettazione pedagogica e organizzazione del servizio, Guerini Scientifica, Milano 2002.3 Castellano L., Stasio D., Diritti e castighi, Il Saggiatore, Milano 2009, pag.111.

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per nazionalità/regione di provenienza: gli studenti italiani sono più numerosi degli stranieri. Allo stesso modo si può notare una presenza più netta di studenti provenienti da regioni del Sud Italia rispetto a quelli provenienti da regioni settentrionali;

per cultura: l’eterogeneità culturale è un’ovvia conseguenza dell’eterogeneità per formazione scolastica, provenienza geografica, estrazione sociale;

per tipologia di reato/pena: non vi è una selezione per l’ammissione alla scuola in base ai reati commessi o alla pena da scontare. Gli studenti hanno alle spalle storie diverse, reati diversi, esperienze carcerarie diverse, prospettive diverse per il futuro. Da sottolineare che nelle varie classi sono presenti anche detenuti del settimo reparto, ovvero il reparto dei “protetti” (detenuti condannati per reati sessuali e detenuti che appartenevano alle forze dell’ordine). Si tratta di una situazione “insolita” per la maggior parte dei penitenziari italiani, ma perfettamente in linea con l’impostazione dell’istituto di Bollate4 .

“Oltre” il modello tradizionale di programmazione didattica

La descrizione del contesto risulta fondamentale per comprendere l’idea di fondo che ci ha spinto a questa riflessione: l’approccio tradizionale alla programmazione didattica risulta inefficace in un contesto così complesso come quello di Bollate. Osserviamo, infatti, che la tradizionale programmazione didattica si rifà ad un modello di progettazione consolidato (modello sinottico-razionale), che mira a ridurre la complessità dell’ambiente in cui si opera, a stilizzare e semplificare problemi e difficoltà, in modo da poterli affrontare attraverso strumenti della didattica consolidati. Per questo motivo i fattori tipici della programmazione didattica tradizionale sono: obiettivi prestabiliti, un percorso rettilineo per il loro raggiungimento, l’utilizzo di strumenti conosciuti.L’approccio razionale, inoltre, attribuisce notevole importanza alla costruzione di un prodotto finale: la programmazione cartacea, il documento. Per la sua produzione a volte si impiegano ingenti risorse e si corre il rischio di perdere una fase fondamentale: l’attivazione della programmazione. Dopo una progettazione così approfondita, infatti, può succedere di non sospettare nemmeno che nella fase di contatto con l’utente si svilupperanno i “giochi” più significativi ai fini dell’efficacia del progetto. Altro aspetto critico in tale approccio è la valutazione, che viene intesa come semplice confronto tra l’output previsto e l’output ottenuto ed è orientata alla verifica del livello di produttività, attraverso indicatori connessi alle attività prodotte (numero di studenti che hanno frequentato, numero di nuovi iscritti, numero di colloqui, numero di riunioni). Non c’è traccia, però, degli apprendimenti spontanei che si realizzano.L’approccio razionale è consolidato nella nostra cultura scolastica, rimanda all’ordine e alla razionalità. Piace perché è rassicurante, dà l’idea di avere a portata di mano strategie adatte per la risoluzione di ogni problema. Purtroppo l’esperienza (e la ricerca pedagogica5) ci mostrano che tanto più il contesto presenta caratteristiche di complessità, incertezza, imprevedibilità, tanto più questo approccio risulta inadeguato. Esso si basa infatti sull’errata convinzione che l’insegnante sia in grado di individuare i

4 L’istituto propone ai detenuti che accedono al carcere di Bollate di sottoscrivere un documento chiamato “Patto Bollate” in cui essi dichiarano di essere consapevoli e di accettare di partecipare ad attività insieme ai detenuti del settimo reparto. 5 Per approfondimenti si veda Leone L., Prezza M., Costruire e valutare i progetti nel sociale, Franco Angeli, Milano 2014.

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problemi di un contesto scolastico, definire gli obiettivi, vagliare le ipotetiche alternative, scegliere la soluzione più adatta nell’ottica della massimizzazione dei benefici. Ci poniamo a questo punto i seguenti dubbi: i problemi, i disagi, le difficoltà legate alla classe, all’apprendimento, alla vita scolastica in generale, sono sempre così espliciti e facilmente individuabili? Le situazioni in cui lavoriamo sono sempre così “mature” da permettere di comparare le diverse opzioni o strategie e scegliere in base al principio della massimizzazione dei benefici? E’ sempre possibile prevedere come si evolverà un dato fenomeno ed elaborare strategie d’intervento efficaci? Evidentemente no, non in un contesto complesso e articolato come quello di Bollate. Non resta, dunque, che distaccarsi da un approccio così rigido e aprire nuovi spazi alla sperimentazione, al cambiamento, alla verifica e alla riprogettazione realizzati in itinere. Si tratta di creare strumenti di lavoro flessibili, abbandonando l’idea-illusione di poter predire il futuro e permanere rigidamente nelle nostre scelte effettuate a inizio anno. Indubbiamente la realizzazione di un simile cambiamento non è attuabile in maniera celere né indolore: si tratta di stravolgere schemi consolidati, culture che abitano la scuola da decenni e tutto ciò preservando il più possibile gli spazi di apprendimento degli studenti. Per questo il nostro lavoro si pone come inizio di un percorso, di una sperimentazione su cui lavorare, riflettere e ripartire, ciclicamente, più e più volte.

La bellezza nonostante: il nostro manifesto

Spesso accade che ad attivare una riflessione sia una lettura, un film, una storia in cui ci si rispecchia e in cui si ritrovano i propri pensieri, i sentimenti, magari espressi con parole molto belle che noi non avremmo saputo trovare. E’ quello che è accaduto a noi insegnanti impegnati a Bollate, quando ci siamo imbattuti in un brano tratto dal romanzo La bellezza nonostante di Fabio Geda, che narra la storia di un maestro impegnato da trent’anni in un carcere minorile. Lo riportiamo di seguito:

Da un punto di vista didattico la nostra la chiamano didattica breve. Io direi una didattica fulminea. Quasi istantanea. Devi cogliere l’attimo. Negli anni ho messo da parte un sacco di schede, soprattutto di lingua. Se li trovo in una giornata buona, i ragazzi, corro a fare qualche fotocopia e via una scheda via l’altra. Oggi ci sono – domani? Oggi sono nervosi – domani? Oggi è arrivato un rinnovo della pena, domani, forse, una scarcerazione.Un maestro, in carcere, non ha certezze.Allontana la speranza della continuità e la sostituisce con un’osservazione costante, con la fantasia, con la duttilità. Un maestro in carcere deve affinare l’arte dell’ascolto. Un maestro in carcere dev’essere in grado di raggiungere tutti i ragazzi, ma proprio tutti, anche quello più indifferente e sdrucciolevole, quello più spavaldo e arrogante, e persino il provocatore, che sfida, che disturba; e senza ricorrere agli agenti di custodia, ovvio, ma con la fermezza, autorevolezza, empatia. Ciò che deve fare, un maestro in carcere, è sostituire la routine con altri percorsi che sappiano catturare l’attenzione, che facciano sentire i ragazzi in grado di apprendere, e crescere, e mutare. Un maestro, in carcere, deve scovare quelle risorse nascoste che anche i ragazzi più corazzati nascondono nel profondo. Un maestro, in carcere, deve saperle attivare, quelle risorse. Un maestro, in carcere, deve aiutare il ragazzo a capire che quelle risorse sono il suo capitale più prezioso, un capitale che nessuno potrà mai sottrargli. Un maestro, in carcere, deve accogliere rabbia, disagio, dolore. Un maestro, in carcere, deve credere comunque nella bellezza, nella bellezza nonostante tutto. E deve cercarla anche lì, anche tra quelle mura. La bellezza, in carcere, è la solidarietà. E’ l’ultima sigaretta rimasta e passata tra tutti, un tiro ciascuno, e non saltare nessuno. E’ il saluto dei

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ragazzi, la mattina. E’ l’effetto che ha su di loro l’entrare in classe, uscendo dall’area di sicurezza, perché così come l’area di sicurezza li chiude così la classe li libera, svincola i pensieri.La bellezza, in carcere, è un carotaggio dell’anima: reciproco.6

E’ stato proprio in queste righe così profonde e al tempo stesso delicate che abbiamo ritrovato alcuni passaggi fondamentali su cui riflettere.

La didattica fulminea

In primis ci ha colpito l’idea della “didattica fulminea”. Le nostre classi vedono giorni di frequenza assidua e desiderio di imparare, alternati a giorni in cui in classe sono presenti solo un paio di studenti: gli altri hanno deciso di non venire a scuola. Oppure ci sono tutti e allora tu pensi che sia il momento buono per finire quella lezione che avevi iniziato, per fare un esercizio alla lavagna e invece ti scontri con l’apatia, la depressione, la disperazione. Gran parte dell’andamento delle nostre lezioni è legato al momento personale dello studente (problemi di famiglia, evoluzione della sua storia processuale, buone o cattive notizie provenienti dall’esterno).Davanti a questo scenario l’idea dell’autore, secondo noi, è vincente: approfittare del momento buono. Il giorno in cui una serie di fattori favorevoli riportano ad un gruppo classe attivo … ecco, in quel giorno bisogna fare il più possibile. E l’esperienza ci dice che quando i nostri studenti vogliono, sanno lavorare tanto e bene. In più di un’occasione li abbiamo visti impegnati in lavori di gruppo, sostegno tra pari, richieste di aiuto all’insegnante. In questi giorni ci si sorprende di quanto riescano ad imparare e si torna a casa soddisfatti e orgogliosi. E gli altri giorni? Negli altri riteniamo che sia necessario trasmettere la nostra idea di scuola, intesa come occasione di formazione, sempre e comunque. Non è detto che l’apprendimento sia solo lezione frontale, contenuti, indottrinamento. Una giornata negativa può trasformarsi in un’occasione di dibattito su un tema di attualità, su riflessioni che partano dall’esperienza personale e portino a confrontare le reciproche visioni del mondo. E’ apprendimento anche questo, anche e soprattutto questo. Crediamo che una predisposizione di questo tipo possa inoltre incoraggiare gli studenti alla frequenza: anche nei giorni no, in cui non vorrebbero alzarsi dal letto, potrebbero pensare alla scuola come ad un luogo di sollievo, di riflessione, di interiorità e allo stesso tempo di condivisione. Se sapremo proporre ai nostri studenti questo modello di scuola, probabilmente diminuirà anche il fenomeno della dispersione scolastica che tanto affligge le nostre classi. La ricaduta didattica verrà da sé: uno studente che frequenta volentieri apprende meglio. Ragionando in quest’ottica, ci ritroviamo pienamente nell’affermazione dell’autore:

Un maestro, in carcere, non ha certezze.Allontana la speranza della continuità e la sostituisce con un’osservazione costante, con la fantasia, con la duttilità7

E’ proprio questo il difficile compito a cui è chiamato un insegnante in carcere: lavorare senza certezze, senza la speranza di una continuità e senza il riparo sicuro di una programmazione per obiettivi. Osservazione costante, fantasia e duttilità non sono pratiche facili da realizzare. Richiedono impegno e “allenamento”, nonché il coraggio e la voglia di discostarsi dal modello di insegnante che abbiamo probabilmente impersonato per anni.

6 Geda F., La bellezza nonostante, Transeuropa Edizioni, Massa 2011, pagg.65-677 Ibidem

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L’arte dell’ascolto

A rifletterci bene si tratta proprio di un’arte8: ascoltare non è solo sentire, ma è qualcosa di più profondo e che sappia diventare generativo. Significa per noi cogliere qualsiasi segnale, verbale e non verbale, dello studente. Significa cercare di addentrarsi nel suo mondo, nella sua cultura e nei suoi sentimenti. Significa mettere al centro le emozioni e riconoscere loro la dignità di strumento di conoscenza. Ascoltare i nostri studenti vuol dire ridare un senso alle loro storie, aiutarli a vedere la scuola come luogo di crescita personale in cui etichette e pregiudizi vengono messi da parte in favore di una cura del sé. L’ascolto, inoltre, può diventare anche per noi stessi uno strumento di apprendimento: attraverso il confronto con realtà spesso molto lontane dalla nostra potremo accedere a nuovi mondi, riflettere sul nostro, maturare nuove prospettive.

Credere nella bellezza

Siamo tutti d’accordo nel sostenere che questo è uno dei compiti più difficili di un insegnante in carcere: cercare la bellezza nei luoghi, spesso squallidi e grigi, nelle vite sciupate e usurate degli studenti. La bellezza, però, in certe situazioni ti sorprende proprio perché inaspettata: nell’intervento di quello studente che fino a quel momento non aveva mai partecipato alla vita di classe, nel sorriso di chi vedi sempre triste, nell’aiuto reciproco tra persone completamente diverse, nel complimento verso la lezione di quel giorno. Da questi sprazzi di bellezza l’insegnante in carcere deve saper trarre forza e motivazione. Deve saper guardare con ottimismo ogni attimo, cogliere il bello, anche se piccolissimo e poco evidente. E tutti noi abbiamo sperimentato quanto questa ricerca a volte sia faticosa: non ci si può aspettare grandi entusiasmi, stravolgimenti dei modi di essere e di pensare, conversioni. Scoprire la bellezza, in carcere, vuol dire saper amplificare il piccolo: un sorriso, un quaderno aperto per prendere appunti, una domanda ovvia, la scelta di essere in classe in quel momento.La bellezza in carcere non va, però, solo ricercata. L’insegnante in carcere deve trasmettere bellezza, aiutare gli studenti a ricercare quanto di buono c’è in loro, accompagnarli nel percorso di ricerca delle doti che la vita non ha loro permesso di scoprire. Proprio quelle doti potranno essere il punto di partenza per un futuro diverso. Chi, se non la scuola, ha il compito di trasmettere la fiducia in tutto ciò?

Sostituire la routine con percorsi che sappiano catturare l’attenzione

E’ questo il punto più “operativo” su cui abbiamo focalizzato in particolare la nostra attenzione: quali possono essere i percorsi che sappiano catturare l’attenzione? Ognuno di noi ha le sue strategie che adotta per rendere più interessante e accattivante la propria disciplina. E’possibile, dunque, elaborare una strategia comune? Abbiamo ritenuto che un punto di partenza poteva (può) essere la progettazione di un’unità didattica trasversale, incentrata su un tema scelto per ogni classe. Abbiamo condiviso che doveva trattarsi di una sperimentazione alla fine della quale, attraverso la riflessione sull’esperienza, si possono decidere aggiustamenti e correzioni e tentare un percorso di

8 Uno spunto di riflessione in proposito è rappresentato dal libro: Sclavi M., Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte, Mondadori, Milano 2003.

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miglioramento continuo. Tenendo presente l’indirizzo della scuola, nonché le tematiche più attuali in questo momento storico, abbiamo concordato i seguenti temi:

per la classe prima: lo spreco alimentare per la classe seconda: la globalizzazione alimentare per la classe terza: gli OGM.

Ciascun insegnante ha costruito un piccolo percorso che è stato poi integrato con quello dei colleghi per ricreare un sapere armonico, non segmentato, specchio di una scuola che risulti calata nel mondo reale e vicina alle esigenze dello studente.

L’apprendimento adulto e la scelta di una progettazione didattica trasversale

Perché scegliere una progettazione didattica trasversale come strategia per sostituire la routine e catturare l’attenzione? Nelle riflessioni fatte finora non abbiamo menzionato un fattore fondamentale: i nostri studenti sono adulti. Il target adulto è un fattore imprescindibile di cui tenere conto nell’ideazione di un percorso didattico in carcere. Siamo consapevoli, infatti, che l’apprendimento adulto risponde ad esigenze, bisogni e desideri diversi da quelli che caratterizzano un target adolescenziale.9

Innanzitutto sappiamo che l’adulto apprende quando è motivato, quando sente il bisogno di farlo, trova senso e utilità nel percorso formativo e lo ritiene utile per affrontare la propria esperienza professionale e umana. In questo l’esperienza ha un ruolo fondamentale. L’adulto in formazione va riconosciuto come portatore di esperienza, detentore di un sapere che ha accolto ed elaborato nel corso degli anni. Quest’ultimo costituirà esso stesso fonte di apprendimento, attraverso il confronto con le esperienze altrui. Sarà inoltre un sapere che andrà ad integrarsi e ad arricchirsi con le nuove conoscenze ed esperienze, dando vita ad un processo di crescita. In quest’ottica l’adulto risulta artefice della propria formazione. La ricaduta didattica di tutto ciò sta in un approccio orientato più alla contestualizzazione che all’astrazione, al “partire dall’esperienza” per la costruzione degli apprendimenti. Il processo di apprendimento si trasforma: da accumulo di nozioni a percorso di ricerca e costruzione del sapere, in cui il docente depone il ruolo di trasmettitore di nozioni in favore di quello di facilitatore del processo di apprendimento, accompagnatore e guida.Ovviamente in quest’ottica l’obiettivo finale della progettazione didattica diventa più ambizioso: si passa dalla mera acquisizione di conoscenze alla crescita personale e individuale, all’apprendimento inteso come “trasformazione”. Nei percorsi che abbiamo pensato per i nostri studenti siamo partiti dal concreto, dall’esperienza e abbiamo dato spazio al confronto, al dibattito e allo sviluppo di un senso critico. In Allegato si illustrano i percorsi di programmazione trasversale seguiti nelle varie materie, con l’ulteriore articolazione per le singole classi.

Uno sguardo al futuro

Vogliamo concludere questa nostra riflessione con qualche spunto per il futuro, augurandoci che questo documento rappresenti l’incipit, l’avvio di un percorso di elaborazione di un “nostro” modo di fare scuola, qui e con questi studenti.

9 Si veda per approfondimenti Knowles M., Quando l’adulto impara. Pedagogia e Andragogia., FrancoAngeli, Milano 1997.7

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Lasciamo dunque due tracce di attività: le riprenderemo in futuro, le riprenderà chi ci sarà ancora, chi sfuggirà alla roulette russa del precariato e chi, già di ruolo, sceglierà ancora di fare l’insegnante in carcere. Non senza aver osservato che per essere bravi maestri in carcere c’è bisogno – oltre che di motivazione e di passione – di una specializzazione che non si improvvisa e soprattutto di una riflessione che ha bisogno di sedimentare nel tempo, non può essere richiesta a chi è solo di passaggio. Da qui l’esigenza di una “stabilità” – oltre che di una selezione – di chi insegna in questo contesto.

I gruppi di studio

I nostri studenti vivono in comunità: la dimensione del gruppo è preponderante, esiste e si sente, a volte con insofferenza e rabbia, altre con sollievo e allegria. Pertanto pensiamo che possa essere interessante sottolineare gli aspetti più positivi di questa dimensione, rendendola consolidata e funzionale. Pensiamo, cioè, alla formazione di gruppi di studio tra pari che possano operare anche oltre l’orario scolastico. Perché ciò sia possibile, sarà necessario costituire gruppi a cui appartengano detenuti dello stesso reparto, in modo che si possano incontrare anche dopo la scuola. Sarà possibile creare anche più gruppi in uno stesso reparto, a seconda del numero degli studenti e delle esigenze relazionali. Per ogni gruppo esisterà uno studente tutor per ogni materia di studio, il quale avrà il compito di sostenere i compagni dal punto di vista didattico e motivazionale. La costituzione e formalizzazione dei gruppi di studio porterebbe, a nostro avviso, i seguenti benefici:

mitigare l’eterogeneità: di solito la scelta degli insegnanti di fronte a classi estremamente eterogenee è (ragionevolmente) quella di attestare difficoltà e livelli di approfondimento su un valore medio, in modo da non scoraggiare i più deboli e al contempo non annoiare i più capaci. L’esperienza ci dice che alla lunga questo barcamenarsi stanca: gli studenti in difficoltà tendono a mollare il colpo, mentre i più capaci tendono a demotivarsi e a sentire le loro capacità non riconosciute. La costituzione dei gruppi di studio a nostro avviso porterebbe beneficio ad entrambi. Sarebbe di aiuto agli studenti in difficoltà, in quanto nel sostegno tra pari i concetti vengono presentati con un linguaggio più comprensibile e vicino, cogliendo di ogni argomento gli aspetti più importanti. D’altra parte i più capaci, investiti del ruolo di tutor, si sentirebbero gratificati, prenderebbero a cuore il successo dei compagni, interpretandolo come vittoria personale. In altre parole troverebbero una nuova motivazione al loro status di studenti;

sostegno alla cooperazione: i gruppi di studio rappresenterebbero un’occasione per lavorare insieme ad un progetto comune, introducendo dinamiche relazionali spesso accantonate in un contesto come quello carcerario (collaborazione, aiuto, negoziazione, pazienza, rispetto per l’altro e per le sue difficoltà, riconoscimento del valore dell’altro, autostima);

impiego “fruttuoso” dei tempi morti: per chi vuole, la giornata a Bollate è densa di attività. Tuttavia inevitabilmente esistono dei “tempi morti” che di solito il detenuto trascorre in ozio e che possono essere fonte di depressione e malumore. I gruppi di studio potrebbero essere un’occasione per riempire almeno in parte questi momenti, incontrandosi in reparto per portare avanti piccoli progetti scolastici.

Concludiamo, sul punto, proponendo una riflessione di Wenger10:

10 Wenger E., Comunità di pratica, Raffaello Cortina, Milano 2006, pag. 13.8

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Gli studenti vanno a scuola e, quando si riuniscono per affrontare a loro modo gli impegni imposti da quella istituzione opprimente e i misteri inquietanti della giovinezza, le comunità germogliano dappertutto: in classe come ai giardini, in modo ufficiale o sotterraneo. E nonostante il programma, la disciplina e le esortazioni, l’apprendimento che ha il più alto impatto trasformativo sul piano personale risulta essere quello che nasce dall’appartenenza a queste comunità di pratica.

Percorsi autobiografici

Ricerche, letture11, confronti ci hanno portato ad individuare uno strumento che riteniamo possa aiutarci a realizzare l’idea di scuola in carcere descritta nel nostro manifesto: l’uso dell’autobiografia come strumento formativo. Pensiamo alla possibilità concreta di attuare percorsi in cui lo studente sia accompagnato nella narrazione di alcuni suoi vissuti, su tracce e temi da noi individuati. Riteniamo che l’utilizzo dell’autobiografia in un contesto come quello carcerario possa avere diversi benefici per i detenuti.

Ridare dignità alla propria esistenza: sentendosi ascoltati senza giudizio, vedendo le loro storie accolte, i detenuti potranno soddisfare un loro primo, fondamentale bisogno, ovvero quello di sentirsi riconosciuti come persone;

Ri-eleborare e ri-significare le proprie esperienze: attraverso la rievocazione di ricordi ed episodi, viene messo in atto un processo di ri-elaborazione e riappropriazione di parti della propria esistenza, spesso abbandonate o frammentarie;

Riconoscere se stessi come persone e non solo come devianti: l’etichetta del reato pesa sul detenuto al punto da portarlo spesso ad identificarsi con essa. Il riaffiorare di esperienze di vita diverse e lontane porta alla rappresentazione di sé come persona nella sua interezza e complessità;

Diventare protagonisti attivi della propria formazione: partire dall’esperienza significa riconoscere allo studente delle competenze, renderlo protagonista del proprio processo di apprendimento e non mero fruitore. Questo sentirsi coinvolti in prima persona, come già detto, è alla base del successo nei processi di apprendimento in età adulta;

Alleviare le tensioni e tentare di dare un senso all’esperienza carceraria: riteniamo che questi momenti di riflessione e interiorità, attraverso la riemersione di ricordi anche piacevoli, possano alleviare la pressione e lo stress che spesso sono protagonisti della vita del detenuto. Inoltre, attraverso una ricostruzione delle proprie esperienze di vita, il detenuto potrebbe imparare a collocare l’esperienza carceraria nella propria esistenza, pur con difficoltà, assegnandole una precisa dimensione;

Scoprire nuovi modelli relazionali e un nuovo modo di stare insieme: la vita in carcere è caratterizzata da modelli comunicativi e relazionali spesso aridi, intrisi di atteggiamenti di indifferenza o impermeabilità o al contrario di aggressione, con comportamenti orientati alla difesa e alla sopravvivenza. La sperimentazione di un percorso autobiografico permetterebbe ai detenuti di sperimentarsi in modelli relazionali diversi, basati sull’ascolto senza giudizio, sulla condivisione, sulla scoperta dell’altro nel suo sé più intimo, sul racconto di storie che non siano solo di delinquenza e criminalità;

11 Ricordiamo in particolare i contributi di Caterina Benelli e Loredana Gambuzzi sull’utilizzo del metodo autobiografico in carcere contenuti nel testo Formenti L. (a cura di), Attraversare la cura, Erickson, Trento 2009.

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Sostenere le cosiddette strategie di sopravvivenza e resistenza: il carcere è uno di quei luoghi in cui l’identità viene fortemente messa a rischio. La scrittura autobiografica diventa dunque un modo per riscoprire se stessi, fissare e preservare la propria identità;

Elaborare speranze per il futuro: scrivere di sé può significare andare oltre le sbarre, riassaporare il mondo là fuori e cominciare ad elaborare un percorso di rinascita. La moltitudine di storie, il confronto con vite diverse ed ugualmente segnate dalla sofferenza rappresenterebbero un ottimo bagaglio a cui attingere per elaborare la propria idea di una vita nuova, dopo la detenzione.

Riteniamo che i temi proposti ai nostri studenti debbano il più possibile cercare di rievocare ricordi positivi. A tal fine le tracce andranno pensate e studiate a fondo. Allo stesso tempo andrà effettuata un’approfondita analisi per la progettazione del percorso: costituzione dei gruppi, definizione dei tempi, predisposizione dei materiali, confronto con il personale educativo dell’istituto. Probabilmente, poi, i temi su cui sviluppare questi percorsi autobiografici non potranno essere a largo raggio (come avviene per gli studenti fuori dal contesto carcerario). Si deve porre attenzione, infatti, al rischio di toccare corde troppo sensibili e delicate. Bisogna far percepire ancora più marcatamente (di quanto i modelli ordinari già prescrivono per le applicazioni standard) la libertà di narrare ciò che si vuole e ciò che si ritiene. I temi di riflessione più adatti potrebbero essere, in questa prospettiva, proprio le precedenti esperienze scolastiche, formative, lavorative, il rapporto con la scuola, con la cultura, con la formazione.

Infine lo sbocco naturale (ed ulteriore) di questi percorsi potrebbe essere un più efficace percorso di accompagnamento all’esperienza scolastica che, partendo dall’attività di tutoring già svolta e sedimentata durante gli anni passati, compia un salto di qualità verso un concetto ancora più marcato e approfondito di counseling (si intende sempre formativo, didattico, culturale).

Conclusione

In questo documento abbiamo voluto esplicitare la nostra visione della scuola in carcere e dell’essere un insegnante in carcere. Tante parole, forse, potrebbero tradursi in una sola frase di Victor Hugo: “Chi apre la porta di una scuola chiude una prigione”.

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Allegato 1: progettazione classe prima

LO SPRECO ALIMENTARE

Obiettivi comuniCon questa unità didattica si intende portare in primo piano un fenomeno di scottante attualità, quale quello dello spreco alimentare. Si tratta di una problematica che coinvolge ogni cittadino e che assume dimensioni imponenti nell’ambito delle comunità, compresa quella carceraria. L’idea è di fornire agli studenti una presentazione del fenomeno da varie angolazioni, sostenendo lo sviluppo di una visione critica e personale. Si intende inoltre riflettere sulle possibili soluzioni del problema, presentando diverse possibilità e discutendone l’efficacia nonché la scelta ideologica.

OsservazioniLa scelta effettuata dal Consiglio di Classe è stata quella di “fondere” le progettazioni didattiche delle singole discipline mantenendo le diversità e la caratteristiche peculiari di ciascuna. Pertanto si è deciso di non creare un formato comune per la stesura di ciascun progetto didattico, lasciando al singolo docente la libertà di scegliere le informazioni da indicare, i punti da sottolineare maggiormente, gli allegati da includere, il formato grafico. L’idea è stata quella di creare un percorso comune che fosse generativo e non risultasse uno sterile appiattimento ad un modello imposto.

Percorsi disciplinari

ITALIANO: Lo spreco alimentareProf. Leonardo Mazzoni

Obiettivi: sensibilizzazione su uno dei temi più attuali e discussi all’interno delle società contemporanee

Fase operativa.Lettura e analisi di testi inerenti l’argomento in oggetto.Analisi e presa di coscienza della situazione, partendo da dati numerici e di controllo degli sprechiStoria d’Italia: il Boom economicoStoria della GDO in Italia. Il fenomeno Esselunga

ApprofondimentiLo spreco alimentare a BollateAnalisi di articoli tratti dal mensile Carte BollateNon solo spreco - il cibo come socializzazione e solidarietà: progettazione e organizzazione dell’evento “Si cena in classe”, in cui gli studenti hanno preparato e servito una cena ad un pubblico di circa 70 persone. Il ricavato è stato devoluto al Centro Clinico Nemo di Milano, specializzato in malattie neuromuscolari. Di seguito l’invito all’evento, realizzato dagli studenti stessi:

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Questo l’articolo pubblicato sul sito dell’associazione:

17/03/2015

DIETRO LE SBARRE O IN CARROZZINA MA SEMPRE OLTRE LE BARRIERE

La cena di raccolta fondi per Nemo organizzata sabato 14 marzo dagli studenti dell’I.I.S. “Paolo Frisi” presso il carcere di

Bollate a cui ha partecipato il nostro direttore clinico, la dott.ssa Valeria Sansone, è stato un momento commuovente per il

valore di profonda solidarietà che è stato condiviso.

I detenuti si sono detti «fieri» per  aver contribuito alla causa del Nemo, cucinando per i 67 ospiti presenti una cena

speciale. I loro docenti hanno poi sottolineato come da subito abbiano tutti sentito sintonia con la realtà del Centro,

perché in entrambi i casi si sperimenta la privazione dell’autonomia e l’affidamento della propria persona nelle mani di

qualcun altro. Ma anche la volontà di superare le difficoltà oltre le barriere.

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In occasione della serata sono stati raccolti oltre 1.300 euro.

Il Centro Nemo tutto ringrazia di cuore!

#solidalioltrelebarriere

#amicidiNemo

#sroconNemo

INGLESE: Food wasteProf.ssa Anna Montino

The material provided is meant to develop the four language skills.

READING: skinning and scanning, understanding scientific vocabulary, looking for specific information, identifying key words.The teacher says to students to read the comprehension passage at least two times using skimming and scanning techniques that is a first reading to get a general idea of what the passage says and a second reading paying careful attention to details or points that seem difficult. The teacher underlines that time spent reading slowly and carefully is saved later, because you can answer the questions more quickly and accurately. The teacher helps them not to overlook an important small word (for instance a conjunction, a negation, a modal verb) in order not to get misunderstanding. The teacher helps students not to be “imaginative readers” that is not to interpret the text in the light of their own experience and ideas but to separate what the writer says from what they feel themselves. Understanding scientific vocabulary: select a limited number of words and expressions from the text, and when these have been explained and practiced students do writing work related to the text. Identifying key words.WRITING: true/false exercises, matching exercises, language study, asking/answering questions, summarising, writing simple texts, reporting personal experiences, translating from English.LISTENING: understanding specific information.SPEAKING: reporting about personal experiences, guided discussions in groups or in pairs, reporting and discussing results, expressing opinions.

Methodology: The lessons are being taught in a relaxed atmosphere and all elements were made as enjoyably interactive as possible. Activities are being group-oriented (teamwork) rather than individually oriented.

Assessment: Formal assessment in the form of an oral presentation of their personal experiences or opinions about the topic.

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MATEMATICA: le cifre dello spreco alimentareprof.ssa Annaletizia La Fortuna

Descrizione del percorso:Il fenomeno dello spreco alimentare è impressionante per le cifre che lo caratterizzano e proprio su questo verrà incentrata la riflessione disciplinare di Matematica. Attraverso il concetto di ordine di grandezza e notazione scientifica, si vuole fornire agli studenti strumenti utili per comprendere e rappresentare quantità molto grandi e/o molto piccole, utilizzando i concetti algebrici appresi nel primo quadrimestre.Lo studio del fenomeno avverrà attraverso l’analisi di un documento prodotto da Slow Food e intitolato “Il nostro spreco quotidiano”. Prima di tutto però si ritiene opportuno presentare il movimento di Slow Food attraverso il film-documentario “Slow Food Story” che narra la nascita e l’affermazione di questo movimento culturale. Le due attività proposte mirano alla sensibilizzazione dello studente verso la “cultura del cibo”, nonché all’approccio critico verso tematiche tanto scottanti ed attuali.

Sottobiettivi disciplinari:Dal punto di vista matematico, si intende approfondire i concetti di “Notazione scientifica e ordini di grandezza”. Gli obiettivi proposti sono:

saper interpretare correttamente un testo contenente riferimenti quantitativi e grafici saper scrivere correttamente un numero riconoscendo i prefissi nelle misure (Sistema

Internazionale) saper utilizzare le potenze di 10 saper scrivere un numero in notazione scientifica saper individuare l’ordine di grandezza

Articolazione delle attivitàL’attività didattica sarà condotta in cinque fasi, come descritto di seguito:FASE 1 – Notazione scientifica e ordini di grandezza: potenze di 10, notazione scientifica, ordini di grandezza, prefissi del Sistema InternazionaleFASE 2 - Presentazione di Slow Food: visione del film documentario “Slow Food Story”, riflessioni e impressioni personali sulla cultura alimentare promossa dal movimento Slow FoodFASE 3 – Lettura della guida allo spreco alimentare: lettura della guida “Il nostro spreco quotidiano”, analisi del contenuto, commenti e riflessioni.FASE 4 – Analisi “quantitativa” della guida allo spreco alimentare: riflessione su cifre e ordini di grandezza relativi al fenomeno dello spreco alimentare. Scheda di esercizi di interpretazione e “manipolazione” dei dati numerici presenti nella guida.FASE 5 - Riflessione finale: compilazione di un documento finale di riflessione sull’intero percorso in cui ciascuno studente possa ripensare l’intera unità didattica ed elaborare riflessioni critiche personali.

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Strumenti: Film : “Slow Food Story”

Un film di Stefano Sardo. Con Carlo Petrini Durata: 74 min. - Italia 2013.

La trama del film:Nel 1986 in Italia, Carlìn fonda l’associazione gastronomica ArciGola, e tre anni dopo lancia a Parigi lo Slow Food, un movimento internazionale che nasce come Resistenza al fast food. Senza mai lasciare Bra, la sua cittadina di 27mila abitanti, Petrini crea un movimento che oggi esiste in 150 paesi e che trasforma per sempre la gastronomia. Slow Food Story è la storia di un gruppo di amici di provincia: una storia di bischerate, di passioni politiche, di ristoranti, di riti contadini riesumati, di vino e di viaggi, di scommesse vinte o perse ma vissute sempre con la stessa inaffondabile, burbera, ironia. Una storia che ci dimostra come anche le più importanti avventure culturali possono nascere da un approccio divertito alla vita. Slow Food Story è la piccola storia di poche persone e della loro grande scommessa culturale, ma lascia intravedere dietro di sé la big picture dei cambiamenti del sistema cibo negli ultimi 60 anni: quelle dinamiche globali dell’agroalimentare che sono tra i temi ambientali più scottanti del nostro tempo.

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Documento “Il nostro spreco quotidiano”: scaricabile all’indirizzo http://cdn.slowfood.it/wp-content/uploads/blu_facebook_uploads/2014/09/sprechi_dp_1_.pdf

Scheda di esercizi sui dati quantitativi contenuti nel precedente documento Scheda proposta agli studenti per l’elaborazione della riflessione finale.

CHIMICA/FISICA: metodi di conservazione per la riduzione dello spreco alimentare

prof. Antonino Giuseppe Como

Descrizione del percorso:Combattere lo spreco alimentare è un dovere morale e ambientale in un mondo sempre più affollato in cui le risorse alimentari vanno gestite con coscienza sociale ed equità. Gettare via il cibo, in tempi in cui ancora milioni di persone soffrono la fame, è intollerabile dal punto di vista etico, ma rappresenta anche uno sfregio per l’ambiente, perché rappresenta un consumo di risorse naturali inutile e quindi dannoso12.L’attuale dibattito europeo sullo spreco alimentare ruota prevalentemente intorno al cibo scartato a livello di trasformazione, ristorazione, vendita e consumo. Basta considerare che nel mondo ogni anno quantità di cibo pari a circa 1,3 miliardi di tonnellate vengono sprecate, quindi circa un terzo del cibo prodotto non verrà mai consumato.Fra le misure proposte in questo dibattito si parla anche di:

Ingredienti alimentari speciali : riduzione delle perdite alimentari tramite l’estensione della durata dei prodotti, grazie all’utilizzo di ingredienti tipicamente usati per conservare, migliorare la consistenza, emulsionare, colorare o migliorare il profilo nutrizionale dei prodotti trasformati. Per esempio, la durata del pane può essere raddoppiata utilizzando enzimi e emulsionanti.

Bioenergia : trasformazione degli sprechi alimentari in bioenergia. Da un punto di vista etico, questa soluzione è problematica tanto quanto la trasformazione in mangime.

12 Gian Luca Galletti • Ministro dell’Ambiente – anno 201416

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Analizzando le soluzioni proposte per ridurre lo spreco alimentare sarebbe interessante, per il percorso di Chimica e di Fisica, approfondire l’aspetto chimico/fisico dell’estensione della durata di conservazione dei prodotti alimentari, oltre a curare il valore energetico per il nostro organismo.Attraverso il concetto di Trasformazione Fisica e di Trasformazione Chimica, appreso durante il primo Quadrimestre, si fornirà agli studenti utili strumenti per chiarire i metodi di conservazione e trasformazione dei prodotti alimentari, facendo riferimento, qual’ora fosse possibile, del pesce azzurro che per il suo alto valore nutrizionale e per la sua abbondanza in determinati periodi dell’anno, nei secoli si è dovuto ricorrere a sistemi e metodi di conservazione per garantire il consumo in tutti i periodi dell’anno.

Premessa Obiettivi e CompetenzeVengono indicati dei livelli affianco gli obiettivi e alle competenze, indicando con 0,1,2 livelli crescenti sia come obiettivi che come competenza, intendendo il livello 0 le minime competenze e gli obiettivi minimi.

Sottobiettivi disciplinari:Alla fine dell’unità didattica gli studenti saranno in grado di: Conoscere le cause di alterazioni biologiche, chimiche e fisiche di un alimento (Liv 0, liv. 1 ); Descrivere e classificare le tipologie di conservazione (liv.0) e i mezzi chimici e chimico-fisici

di conservazione ( liv. 1, liv. 2 ); Descrivere i principali metodi di conservazione con metodi fisici, chimici e chimico-fisici ( liv.

0, liv.1, liv.2);

Competenze: Saper osservare (liv.0) e analizzare (liv.1) i fenomeni chimico-fisici legati alla

conservazione e trasformazione dell’alimento; Saper raccogliere dati (liv.0) e interpretarli (liv.1); Saper cercare ( liv. 0) e controllare ( liv.1) le informazioni riguardanti le proprietà e le

qualità dell’alimento; Formulare ipotesi sugli stati di conservazione e freschezza dei prodotti alimentari ( liv.1,

liv.2) ; Disporre di una base di interpretazione della chimica per comprenderne l’importanza dei

valori nutrizionali ed energetici dei prodotti alimentari nella vita quotidiana di ciascun individuo (liv.1, liv.2).

Prerequisiti: Di seguito vengono elencate le conoscenze iniziali prima di intraprendere l’unità didattica proposta.Le grandezze e gli strumenti di misura, le trasformazioni chimiche e le trasformazioni fisiche, i passaggi di stato, miscugli, temperatura energia e calore, le proteine, grassi e gli enzimi, vitamine e sali minerali.

Articolazione delle lezioni e livelli di approfondimento:In ogni fase verrà indicato il livello di approfondimento, indicando con 0 il livello minimo.Il docente dovrà quindi selezionare il materiale didattico da presentare alla classe ed in sede di valutazione, presentare dei compiti composti sia da domande strutturate e da esercizi ad un livello essenziale, sia da prove semi-strutturate, ad esempio formulando delle domande strutturate e da esercizi sia di livello essenziale che gli altri livelli.

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FASE 0 (liv.0) : Introduzione tematica dello spreco alimentareIntroduzione sullo spreco alimentare, leggendo e riassumendo parti di due articoli, scaricati da internet e stampati:

“No allo spreco, un dovere morale e ambientale” di Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente – anno 2014

“Documento di posizione sulle perdite e gli sprechi alimentari” di Ursula Hudson, Marta Messa di Slow Food

FASE 1 (liv.0) catturare l’attenzione dei discentiUna fase importante ed alquanto delicata, perché costituirà la premessa dell’intera lezione, verranno presentate alcune immagini recuperate da articoli di giornali o riviste, oppure scaricate da internet e stampate, quindi si propone la visione per circa 5 minuti di una serie di immagini : La pesca, pesce fresco e pesce congelato, la salatura del pesce, alcuni prodotti da banco

contenente del pesce, l’utilizzo come ingrediente.

Figura 1 : La pesca

Figura 2 : Pesce fresco

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Figura 3 : pesce surgelato

Figura 4 : Pesce durante la fase di salatura

Figura 5 : Pesce salato e confezionato

Figura 6 : Prodotto finito

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Figura 7 : Utilizzo come ingrediente

Rappresentano, in linea di massima, un esempio di percorso del prodotto ittico prima che giunga nelle nostre tavole, dal pescato ad prodotto trasformato (alimento che ha subito un processo di trasformazione ) all’utilizzo come ingrediente e quindi prodotto consumato.Step 1 (liv.0) = attività di brainstorming su come capire se il prodotto che noi consumiamo è fresco e sulla conservazione degli alimenti Alle domande del tipo : Sapete come si riconosce un alimento fresco dal conservato? Oppure se voglio sapere come conservare un alimento, come lo conserverei? Perché l’esigenza di conservarlo? A turno tutti gli alunni dovranno fornire una risposta al fine di conoscere i prerequisiti del gruppo classe.Step 2 (liv.0) = Stato di conservazione e deperibilitàVerrà letto un articolo con il seguente titolo “Pesce fresco? No, al cafodos. Attenti al trucco ma senza allarmismi” pubblicato sul web il 22/11/2013; la notizia riguarda il ritrovamento, in un locale di Mazara del Vallo, provincia di Trapani, di una partita di gambero, di provenienza estera scaduto da parte della Guardia Costiera della città, in seguito ad un’attività di controllo a tutela dei consumatori, nello stesso articolo si parla dell’utilizzo di un additivo “cafodos”, capace di far sembrare fresco, luccicante ed attraente, il pesce che fresco non è .Step 3 (liv.0) = Le Cause dell’alterazione dell’alimentoSi classificheranno le cause dell’alterazione dell’alimento (biologiche, chimiche e fisiche)Step 4 (liv.0) = Classificazione dei principi nutritivi dell’alimento Classificare i principi nutritivi presenti in un alimento, distinguendo quelli che apportano energia e da quelli che non ne apportano;

FASE 2 ( Liv. 0, liv.1 ) = I valori nutrizionali degli alimenti, con riferimento i prodotti ittici Step1 ( Liv. 0, liv.1 ) : Le caratteristiche dei valori nutrizionali degli alimenti e del pesce azzurro I valori nutrizionali del pesce azzurro sono legati agli acidi grassi della serie Omega-3, grassi simili a quelli vegetali, importanti per lo sviluppo cerebrale e protettore per cuore e arterie, oltre a essere una delle importanti fonti proteiche della dieta umana. Se consumato fresco fornisce anche un buono apporto di vitamine E e B e sali minerali, oltre ad avere proprietà anti-ossidanti.Visione di un video “Mare Nostro” del Consorzio per il Ripopolamento ittico Golfo di Castellammare.FASE 5 Metodi e tecniche di conservazione degli alimentiStep1 (Liv.0, liv.1): Con metodi fisiciUtilizzo della fisica per la conservazione di un alimento significa trattarlo senza aggiunta di alcuna sostanza, ma significa far variare una grandezza fisica, come energia o pressione, determinando appunto una trasformazione fisica tale da conservarlo; ad esempio variando la temperatura, diminuendola, rispetto alla temperatura ambiente, abbassando le temperature (refrigerazione, congelamento e surgelazione); oppure operando a temperature elevate (pastorizzazione e sterilizzazione).

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Si può anche operate riducendo il contenuto idrico o umidità dell’alimento stesso (concentrazione, essiccamento e liofilizzazione), o attraverso la modificazione dell’atmosfera (sottovuoto o atmosfera controllata e/o modificata).Step2 (Liv.0, liv.1): Con metodi chimici e chimico-fisiciL’utilizzo adeguato di sostanze chimiche sugli alimenti in grado di inibire le alterazioni dell’alimento stesso sia dal punto di vista nutrizionale che organolettico, questo è alla base della conservazione degli alimenti con metodi chimici; si distinguono metodi naturali che artificiali.L’abbinamento di principi chimici e principi fisici, permette di conservare l’alimento con metodo chimico-fisico, come ad esempio la tecnica dell’affumicamento. Step3 ( Liv. 0, liv.1 ) = Trasformazione e conservazione di un prodotto alimentare, ad esempio ittico Se viene provocata una modificazione sostanziale attraverso un trattamento del prodotto finale , allora il prodotto viene definito trasformato, cioè ha subito una trasformazione.Le tecnologie in grado di cambiare o modificare le caratteristiche chimico-fisiche e le proprietà organolettiche vengono considerate tecnologie di trasformazione dei prodotti ittici; in particolare, per i prodotti della pesca le principali tecniche di trasformazione sono: inscatolamento sott’olio; affumicatura; salagione; essiccazione; marinatura.L’utilizzo delle basse temperature ha azione di rallentamento (refrigerazione) fino ad un blocco totale (congelamento e surgelazione) dell’attività degli enzimi presenti in un alimento, sia quelli presenti nel prodotto che quelli prodotti dai microrganismi.L’applicazione del freddo può essere condotta con modalità di tempo e di temperatura ben precise e diversificate. In base ad esse si possono distinguere: la refrigerazione, la glassatura, il congelamento e la surgelazione.

Strumenti:

L’argomento proposto comporta un coinvolgimento dei discenti sia in classe che in aula video; all’interno della classe, oltre all’utilizzo della lavagna, per rendere appassionante gli argomenti trattati, si utilizzeranno delle immagini recuperate da articoli di giornali o riviste, oppure scaricate da internet e stampate, con l’obiettivo di aumentare il potere comunicativo ed informativo della lezione stessa.

Valutazione

La prova di profitto verrà effettuata attraverso una verifica di apprendimenti articolata, composta sia da domande a risposta multipla che strutturate.La scelta di una verifica articolata è giustificata dal fatto che le domande a risposta multipla permette di rilevare conoscenze/abilità/competenze attivate attraverso la memoria riconoscitiva, mentre le domande strutturate permettono di rilevare le conoscenze/abilità/competenze degli alunni, attivabili con la memoria rievocativa e dunque la verifica dei processi intellettivi superiori.

SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE-BIOLOGIA: Lo spreco alimentareprof. Cammarota Antonio

Descrizione del percorso:

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Sottobiettivi disciplinari: Conoscere le principali fonti alimentari. Comprendere l’importanza nutrizionale. Saper catalogare gli alimenti in base alla composizione chimica e alla funzione prevalente

Articolazione del percorso:1. L’energia degli alimenti

Macroelementi e microelementi Aspetti chimici generali dei principi nutritivi Fabbisogno energetico Evoluzione delle abitudini alimentari

2. Lo spreco alimentare: cause, impatti e proposte Ambiente Cambiamento climatico Biodiversità Resilienza

3. Come minimizzare lo spreco alimentare4. Perdite e sprechi alimentari

Food losses Food waste

5. I numeri del fenomeno6. Lo spreco di cibo nel mondo in Europa e in Italia7. Trasformare lo spreco in risorse

Spreco + Eco

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Rifiuti + Responsabilità sociali Rifiuti + Risorse da investire per le comunità

8. Rapporto 2014 Waste Watcher - Knowledge for Expo Milano Come prevenire gli sprechi Il cibo sprecato e la fame ne l mondo Regole per evitare lo spreco alimentare

Strumenti: Schemi rappresentativi a supporto dei contenuti. Lezione riassuntiva discussa. Discussione in aula Visione cd Mappe concettuali

Riferimenti per la verifica Prove scritte e orali

DIRITTO ED ECONOMIA: Sviluppo economico e spreco alimentareprof. Massimo Giannelli

Descrizione del percorsoPer quanto riguarda l’aspetto economico, si vuole porre l’attenzione sulle cause e sulle conseguenze economiche concernenti l’utilizzo improprio delle risorse alimentari.

Sottobiettivi disciplinari:Gli obiettivi sono:

Conoscere l’evoluzione storica del problema inerente lo spreco di risorse alimentari, con riferimento ai cambiamenti avvenuti nella società dei consumi dal secondo dopoguerra ad oggi;

Saper comprendere le problematiche economiche, sociali ed ambientali inerenti la cattiva distribuzione delle risorse tra Nord e Sud del mondo;

Conoscere i principali indicatori di crescita economica: PIL, tasso di occupazione, tasso di crescita demografica, bilancia commerciale, tasso di sviluppo agricolo ed industriale;

Comprendere il problema delle coltivazioni monocolturali nei paesi sottosviluppati ad opera delle multinazionali americane, europee ed asiatiche;

Conoscere modelli di svuluppo sostenibili alternativi a quelli attuali;

Articolazione delle attivitàL’attività didattica sarà articolata in tre fasi:FASE 1 – La storia dello sviluppo industriale ed agricolo nel secondo dopoguerra: Evoluzione della società dei consumi nel secondo dopoguerra dagli Stati Uniti all’Europa e successivamente all’Asia;

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FASE 2 - Analisi del grado di benessere mondiale sulla base degli indicatori economici : Quali sono gli indicatori economici tradizionali e quali sono i loro limiti nell’analisi dell’economia del benessere (i costi e ricavi socio-economici);FASE 3 – Riflessione finale: riflessione sull’intero percorso economico affrontato in materia di spreco di risorse alimentari, con spunti di riflessione critica personali.

Strumenti utilizzati:Articoli di giornale, Wikipedia, materiale internet su economia dello sviluppo sostenibile.

Fonti e links: La società dei consumi (A. Gauthier, L’economia mondiale dal 1945 ad oggi, Bologna, Il

Mulino, 1998, pp.84-86)

Il rapporto FAO 11 settembre 2013: Food Wastage Footprint: Impacts on Natural Resources (L'impronta ecologica degli sprechi alimentari: l'impatto sulle risorse naturali).

http://www.misuredelbenessere.it/index.php?id=26#link2

CUCINA: In cucina non si “spreca” nienteprof. Matteo Bulgarello

Descrizione del percorso:Il fenomeno dello spreco alimentare è sempre più presente nella nostra realtà quotidana. Attraverso le lezoni pratiche in laboratorio e la visione di parti del film-documentario Food Inc. si vuole sensibilizzare gli studenti ad un uso consapevole e responsabile della materia prima cibo, evitando o annullando, la dove possibile lo spreco degli alimenti, riuscendo a trasformare uno scarto in una risorsa. L’attività proposta punta anche alla sensibilizzazione dello studente verso un problema globale come quello dello spreco alimentare anche in considerazione del percorso di studi intrapreso.

Obiettivi disciplinari:Dal punto di vista della materia, si intende analizzare l’unità didattica “Scarti come risorse inaspettate”. Gli obiettivi proposti sono:

Saper riconoscere ed utilizzare nel modo più corretto le materie prime di origine vegetale. Saper mondare le materie prime vegetali creando meno scarto possibile e saperlo

trasformare in una risorsa. Saper utilizzare gli strumenti coretti per raggiungere gli obiettivi precedenti.

Articolazione delle attivitàL’attività didattica sarà condotta in tre fasi, come descritto di seguito:FASE 1 – Descrizione e Dimostrazione di cosa si intenda per spreco alimentare all’interno di un’azienda ristorativa: descrizione ortaggi, sistemi di pulizia e mondatura, tagli e cotture degli stessi.

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FASE 2 - Presentazione del Film-Documentario Food Inc. e successiva visone FASE 3 – Dibattito sul documentarioFASE 3 – Riflessione finale: come è cambiato il modo di approcciarsi alle materie prime rispetto allo spreco alimentare in una az.ristorativa.

Strumenti utilizzati: Schede merciologiche sugli ortaggi Il documentario “Food Inc.”

Food, Inc.

Titolo originale Food, Inc.

Paese di produzione

USA

Anno 2008

Durata 94 min

Genere documentario

Regia Robert Kenner

Sceneggiatura Robert Kenner, Elise Pearlstein, Kim Roberts

Produttore Robert Kenner, Elise Pearlstein, Eric Schlosser (coproduttore), Richard Pearce (coproduttore), Melissa Robledo (coproduttore), Sascha Goldhor (produttore associato), Jay Redmond (produttore associato)

Produttore esecutivo

William Pohlad, Jeff Skoll, Robin Schorr, Diane Weyermann

Casa di produzione

Participant Media, River Road Entertainment

Fotografia Richard Pearce

Montaggio Kim Roberts

Musiche Mark Adler

Premi • Gotham Awards 2009: miglior documentario• Southeastern Film Critics Association Awards 2009: miglior documentario-Washington DC Area Film Critics Association Awards 2009: miglior documentario

Food, Inc. è un film documentario statunitense del 2008 diretto da Robert Kenner e candidato al premio Oscar nel 2010 come miglior documentario.

Trama

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Il film tratta il tema della produzione e del mercato alimentare, principalmente quella su grande scala, che esiste negli Stati Uniti. Nel primo segmento del film si esamina la produzione industriale di carne (pollo, manzo e maiale), definita disumana, crudele con gli animali, economicamente ed ambientalmente insostenibile. Il secondo segmento guarda alla produzione industriale di cereali e verdure (soprattutto mais e fagioli di soia). Il terzo segmento descrive una realtà possibile e sostenibile, indagando e descrivendo le aziende che producono carni e ortaggi senza nuocere ad animali e ambiente. Il quarto ed ultimo segmento del film parla del potere economico e giuridico, come ad esempio le leggi alimentari sulla diffamazione delle aziende alimentari più importanti, i profitti sulle quali sono basati sulla fornitura di cibo a buon mercato, ma contaminato, l'uso massiccio di sostanze chimiche derivate dal petrolio e la promozione di abitudini malsane di consumo alimentare negli USA.

La scheda proposta agli studenti per l’elaborazione della riflessione finale.

SALA/BAR: lo spreco alimentareProf. Varone Ivano

Descrizione del percorso1. L’ambito internazionale della ristorazione sostenibile2. Come ridurre gli impatti ambientali della ristorazione “ Energia, Acqua, Prodotti ecologici e

Rifiuti”3. Progetti e iniziative in Italia 4. Adottare politiche di acquisto green

Sottobiettivi disciplinari:Gli obiettivi proposti sono:

Conoscere e saper valutare una serie di problematiche, traendo adeguate conclusioni Saper interagire con altre persone, utilizando l’informazioni per sensibilizzare “l’ipotetica

clientela del ristorante” Saper adottare strategie di miglioramento all’interno di una struttura ristorativa

Articolazione delle attivitàL’attività didattica sarà condotta in fasi, come descritto di seguito:FASE 1 – Analisi di una dispena (ristorazione sostenibile) articolo in pdf acquistiverdi.it FASE 2 - Discussioni creative sulla problematicaFASE 3 – Creare un elaborato sull’argomento

Strumenti utilizzati:Vengono proposti:

Dispensa pdf acquistiverdi.it

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TSPO: il turismo eco-sostenibile e la valorizzazione delle tradizioni e dei prodotti culinari

prof. Sciro Christian

Descrizione del percorso:- Il turismo sostenibile : aspetti generali.- Le strutture eco turistiche: struttura e organizzazione.- Itinerari enogastronomici

Sottobiettivi disciplinari:- Conoscere gli impatti del turismo sull’ ambiente e sulle popolazioni.- Conoscere le attività e le imprese di ecoturismo esistenti in Italia.- Conoscere i prodotti alimentari tipici a km 0 di un determinato territorio.

Competenze:- Saper promuovere l’ immagine turistica del territorio in Italia , valorizzando i prodotti

alimentari a km 0.- Saper individuare le principali caratteristiche delle strutture eco turistiche.- Essere capace di progettare itinerari enogastronomici in Italia , valorizzando i prodotti

alimentari a km 0 e promuovendo aree e luoghi poco noti.

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La visita durerà circa 1h30’ con:• introduzione alla storia della famiglia;• visita agli alambicchi della distilleria, alla sala di imbottigliamento e alle cantine di invecchiamento;• degustazione grappa;• visita al negozio con possibilità di acquistare i prodotti in vendita. Alle ore 17.00: tempo libero per visitare Bassano del Grappa. Ore 18.30: ritorno a Piazzale Roma. (Arrivo stimato: ore 20.00).

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Allegato 2: progettazione classe seconda

LA GLOBALIZZAZIONE ALIMENTARE

Obiettivi comuniCon questa unità didattica si intende riflettere insieme agli studenti sul fenomeno della globalizzazione, in particolare quella alimentare. Ciascuna disciplina fornirà una propria visione e interpretazione del fenomeno, contribuendo a costruire un punto di vista critico e personale per lo studente. Attraverso il dibattito in classe verrà favorito il confronto e la costruzione di una propria posizione nei confronti del fenomeno della globalizzazione.

OsservazioniLa scelta effettuata dal Consiglio di Classe è stata quella di “fondere” le progettazioni didattiche delle singole discipline mantenendo le diversità e la caratteristiche peculiari di ciascuna. Pertanto si è deciso di non creare un formato comune per la stesura di ciascun progetto didattico, lasciando al singolo docente la libertà di scegliere le informazioni da indicare, i punti da sottolineare maggiormente, gli allegati da includere, il formato grafico. L’idea è stata quella di creare un percorso comune che fosse generativo e non risultasse uno sterile appiattimento ad un modello imposto.

Percorsi disciplinari

ITALIANO: “Noi siamo ciò che mangiamo? “ Un sano ed equilibrato rapporto tra cultura e alimentazione.

Prof. Paolo Gibilisco

Conoscenze:La cultura alimentare e la globalizzazione.Milano e l’Expo 2015.I cibi della tradizione lombarda.Lo stretto rapporto tra cultura e alimentazione nel 900.

Lettura, analisi e comprensione di brani scelti: da “Buddenbrook” (1901) di Thomas Mann”…”La cena sontuosa”;

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“Omelette alle erbe” dal romanzo “Sostiene Pereira” (1994) di Antonio Tabucchi“La cena del Principe di Salina” dal romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi da LampedusaLettura integrale del racconto “Il pranzo di Babette” (1952), della scrittrice danese Karen Blixen “I Cibi avariati” dalla “Metamorfosi “ di Franz Kafka.

Ricette tipiche della tradizione lombarda:“Casoeula”

“Minestrone alla milanese”

“Insalata ai nervetti”

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“Asparagi allo zafferano”

Competenze: Leggere, comprendere ed interpretare testi scritti di vario tipo riguardanti la cultura alimentare del 900.Produrre testi di vario tipo in relazione al rapporto tra cultura alimentare e globalizzazione.

Abilità: Nell’ambito della produzione scritta, ideare e strutturare testi di varia tipologia riguardanti la cultura e l’alimentazione utilizzando correttamente il lessico e le regole sintattiche e grammaticali.Ascoltare e comprendere, globalmente e nelle parti costitutive, testi di vario genere, articolati e complessi; utilizzare metodi e strumenti per fissare i concetti fondamentali ad esempio appunti, scalette, mappe.

Leggere e commentare testi significativi in prosa e poesia

Tempi: tutta la durata dell’intero anno scolastico

Verifiche e Valutazione: le verifiche si svolgono in itinere ma sono previste due verifiche sommative, una per quadrimestre.

STORIA: Storia della cultura alimentare dalla Repubblica Romana all’ImperoProf. Paolo Gibilisco

Conoscenze:La cultura alimentare di Roma antica.Cibi tradizionali dei romani. Ricette tradizionali dell’antica Roma

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La triade alimentare mediterranea nella cultura alimentare romana: Vite, Grano e Ulivo.

Il Garum e altre prelibatezze a base di miele e fichi secchi.

La cultura alimentare e i banchetti della Roma Imperiale.

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Lettura de “La Cena di Trimalcione” dal “Satyricon” di Petronio.L’importanza del vino nella cultura romana.Da “I tre Giorni di Pompei” di Alberto Angela, lettura dei brani “Il Banchetto”; “ Vino per tutto l’Impero”;

Sintetizzare e schematizzare un testo espositivo

Tempi: l’intero anno scolastico

Verifiche e Valutazione: verifiche in itinere e due verifiche sommative per quadrimestre.

INGLESE: GlobalisationProf.ssa Anna Montino

The material provided is meant to develop the four language skills.

READING: skinning and scanning, understanding scientific vocabulary, looking for specific information, identifying key words.The teacher says to students to read the comprehension passage at least two times using skimming and scanning techniques that is a first reading to get a general idea of what the passage says and a second reading paying careful attention to details or points that seem difficult. The teacher underlines that time spent reading slowly and carefully is saved later, because you can answer the questions more quickly and accurately. The teacher helps them not to overlook an important small word (for instance a conjunction, a negation, a modal verb) in order not to get misunderstanding. The teacher helps students not to be “imaginative readers” that is not to interpret the text in the light

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Competenze:

Discutere e confrontare diverse interpretazioni di fatti o fenomeni storici, sociali ed economici anche in riferimento alla realtà contemporanea.

Utilizzare semplici strumenti della ricerca storica a partire dalle fonti e dai documenti accessibili agli studenti con riferimento al periodo e alle tematiche studiate nel primo biennio.

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of their own experience and ideas but to separate what the writer says from what they feel themselves. Understanding scientific vocabulary: select a limited number of words and expressions from the text, and when these have been explained and practiced students do writing work related to the text. Identifying key words.WRITING: true/false exercises, matching exercises, language study, asking/answering questions, summarizing, writing simple texts, reporting personal experiences, translating from English.LISTENING: understanding specific information.SPEAKING: reporting about personal experiences, guided discussions in groups or in pairs, reporting and discussing results, expressing opinions.

Methodology: The lessons are being taught in a relaxed atmosphere and all elements were made as enjoyably interactive as possible. Activities are being group-oriented (teamwork) rather than individually oriented.

Assessment: Formal assessment in the form of an oral presentation of their personal experiences or opinions about the topic.

FRANCESE: La mondialisation: les règles de la consommation responsableprof.ssa Rosaria Sava

Obiettivi generali: permettere agli studenti di approfondire e/o rafforzare le loro opinioni riguardo ciò che significa consumatori responsabili in una realtà che, da tante parti, invita spesso a uniformarsi a discapito di una individualità costruttiva,

Obiettivi disciplinari: viene fornita agli studenti una fotocopia in lingua originale tratta da un testo scolastico relativo alla “civilisation: écologie” a proposito di “les règles de la consommation responsable”, in modo tale da dare spunti di riflessione attraverso testi di documenti originali come lista di regole, brevi articoli di giornale e informazioni generali sulle abitudini dei francesi in riferimento al consumo responsabile. Si intende sviluppare e approfondire le abilità relative all'ambito linguistico: comprensione orale e scritta, produzione orale e scritta.

Prerequisiti: gli studenti sono in grado di comprendere globalmente brevi e semplici testi scritti e orali in francese corrente a velocità normale.

Metodologia: comunicativa, gli studenti sono invitati a scoprire gli elementi comunicativi, linguistici specifici dell'argomento proposto, per riutilizzarli in simili contesti situazionali.

Attività: esercizi di completamento, di lettura e di traduzione, di comprensione scritta e orale, produzione scritta.

Materiale: fotocopia in lingua originale, lettore cd.

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Prima fase: si distribuisce agli studenti una fotocopia che contiene le tipologie di testi brevi citati sopra, si propone la lettura per una comprensione globale. Quindi si invitano gli studenti alla traduzione sia sulla base di conoscenze pregresse che con l'aiuto di un dizionario bilingue.Seconda fase: si propone il completamento degli esercizi collegati al testo con relativo impiego delle abilità richiesteTerza fase: si propone agli studenti di formulare oralmente delle domande guida a cui rispondere sempre oralmente per utilizzare il lessico specifico con la formulazione di semplici frasi.Fase finale di reinvestimento: gli studenti producono un testo scritto in lingua di riflessione sul quesito: "Et vous, êtes-vous un consommateur responsable?"

MATEMATICA: la McDonaldizzazioneprof.ssa Annaletizia La Fortuna

Descrizione del percorso:Il tema della globalizzazione alimentare trova forti intrecci con la cultura matematica a causa delle numerose analisi statistiche esistenti in merito. Il percorso pensato per la classe seconda è incentrato dal punto di vista disciplinare sul tema dell’indagine statistica, ma trova ampi spazi di “evasione” verso altre discipline. L’idea di fondo è quella di fornire gli strumenti per un approccio critico alla lettura dei dati statistici e per un’elaborazione di un proprio personale pensiero su un fenomeno di attualità. Il punto di partenza dello studio del fenomeno sarà il termine “Mcdonaldizzazione”, spesso utilizzato come sinonimo di globalizzazione alimentare, in riferimento alla famosa catena presente in tutto il mondo. Si cercherà quindi di guardare questo fenomeno da più angolazioni, individuandone aspetti positivi e negativi. A tal fine si analizzerà un documento di analisi statistica sull’impatto occupazionale di Mc Donald’s in Italia, redatto dallo stesso Mac Donald’s in collaborazione con SDA Bocconi, evidenziando appunto la ricaduta occupazionale creata dal colosso del panino in Italia. D’altra parte la visione del film-documentario “Super Size me” permetterà di riflettere sulle conseguenze dell’assunzione del cosiddetto “cibo spazzatura” per la nostra salute. Il percorso si concluderà con una domanda a cui i cittadini del mondo sono chiamati a rispondere: esiste un’alternativa alla globalizzazione alimentare? Il film “Focaccia Blues” mostrerà un caso esemplare in cui il locale ha vinto sul globale e rappresenterà lo spunto per una riflessione finale critica e personale.

Sottobiettivi disciplinari:Dal punto di vista matematico, si intende analizzare l’unità didattica “Statistica per variabili qualitative”. Gli obiettivi proposti sono:

Conoscere il concetto di analisi statistica e la terminologia associata Conoscere le fasi di un’indagine statistica Saper elaborare i dati raccolti in un’indagine statistica attraverso il calcolo delle frequenze Conoscere, saper utilizzare e saper interpretare vari tipi di grafici per la rappresentazione di

variabili qualitative Conoscere e saper interpretare una serie storica Comprendere e interpretare articoli contenenti semplici analisi statistiche

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Articolazione delle attivitàL’attività didattica sarà condotta in sei fasi, come descritto di seguito:FASE 1 - Introduzione alla statistica: l’analisi statistica, fasi dell’analisi, metodi di raccolta dei dati, tipologia di rappresentazioni grafiche, concetto di serie storica, esercizi di elaborazione di dati statistici e interpretazione di testi contenenti dati statisticiFASE 2 - Il fenomeno della Mcdonaldizzazione: il fenomeno della globalizzazione alimentare, analisi del termine “Mcdonaldizzazione”FASE 3 – La Mcdonaldizzazione e l’impatto occupazionale in Italia: analisi del documento “Mac Donald’s e l’Italia” – ricerca condotta da Mac Donald’s in collaborazione con SDA Bocconi sulla diffusione e sull’impatto occupazionale di Mac Donald’s in ItaliaFASE 4 – L’impatto della Mcdonaldizzazione sulla nostra salute: visione del film documentario “Super Size me” e riflessioni sulla corretta alimentazione e sugli stili di vita sostenibiliFASE 5 – La ricerca di un’alternativa: globale vs locale: visione del film “Focaccia Blues” e riflessioni sulla possibilità e/o opportunità di modificare le proprie scelte alimentari e i propri stili di vita. FASE 6 – Riflessione finale: compilazione di un documento finale di riflessione sull’intero percorso in cui ciascuno studente possa ripensare l’intera unità didattica ed elaborare riflessioni critiche personali.

Strumenti: Film “Super Size me”

Un film di Morgan Spurlock. Con Morgan Spurlock, Daryl M. Isaacs, Lisa Ganjhu, Steven Siege, Bridget Bennett Durata 98 min. - USA 2004.

La trama del film37

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Sareste così coraggiosi da mangiare un mese intero solo all’interno della catena di fast food McDonald’s per tre pasti al giorno?Una persona c’è riuscita: Morgan Spurlock, regista e interprete di quest’interessante quanto educativo documentario sugli effetti collaterali dell’alimentazione, tutt’altro che sana, dei fast food.Questo coraggioso regista si immola alla causa comune mangiando per un mese nel suddetto fast food (solo ed esclusivamente in quello!) con risultati disastrosi.Prima di iniziare la sua avventura Morgan si reca da tre dottori con competenze diverse, per eseguire un check-up completo. Il parere dei tre esperti è che Morgan è un individuo sano e tutti si meravigliano della sua folle idea di questo esperimento.La sola regola che si impone durante “il mese più lungo” è di prendere la misura Supersize (ovvero la taglia massima del menù in un fast food), qualora gli venisse proposto; con sua grande felicità ha constatato che due volte su tre gli veniva proposta questa taglia enorme che si compone di un panino gigante con annessa porzione di patatine e una Coca Cola che sfiora i due litri!

Film “Focaccia Blues”

Un film di Nico Cirasola.Con Dante Marmone, Luca Cirasola, Tiziana Schiavarelli, Renzo Arbore, Lino Banfi, Durata: 88 min – Italia 2009

La trama del filmAttorno alla vera storia della "focaccia che si mangiò l'hamburger", ovvero l'impresa di un forno di

Altamura che nel 2002 fece chiudere un McDonald's a suon di pizza, pane e focacce, lievitano tante

vicende parallele. In costante disequilibrio tra finzione e realtà, assistiamo al resoconto delle tante

anime altamurane protagoniste e testimoni della vicenda, al viaggio in America del giornalista

Onofrio Pepe, intento ad esportare la focaccia pugliese nella culla del fast food, alla fiaba romantica

di un fruttivendolo innamorato e della bella del paese sedotta da uno straniero alla guida di una

sgargiante Corvette gialla. All'interno di queste cornici si innestano vari siparietti comico-nostalgici

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animati da Renzo Arbore e Lino Banfi o da ospiti d'eccezione come Nichi Vendola e Michele

Placido. Documento “Mac Donald’s e l’Italia”: scaricabile da

http://www.mcdonalds.it/sites/default/files/mcdonalds_italia_sdabocconi.pdf

Scheda proposta agli studenti per l’elaborazione della riflessione finale.

CHIMICA: L’arte per cucinare diventa moda…diventa scienzaprof. Antonino Giuseppe Como

Descrizione del percorso:Il mondo del cibo, inteso nella sua globalità di espressioni, non possiede contorni ben definiti, ma è fatto di tendenze che cambiano o spariscono per ricomparire periodicamente; spesso si sente parlare di tradizione, di cose fatte come una volta; sembrerebbe, quindi che i valori di un tempo abbiano un significato così importante da rendere resistente il mondo della cucina ai repentini cambiamenti di tendenza tipici della moda.Negli ultimi anni si sta verificando una vera e propria rivoluzione, il mondo del cibo o l’arte del cucinare è sempre più sentito come fenomeno di massa, anche per l’effetto mediato degli ultimi anni, basta considerare i diversi programmi televisivi dedicati al mondo della cucina sia amatoriale

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che non, con conseguente aumento di appassionati. Le influenze della globalizzazione si fanno sentire sempre più ed in modo decisivo, anche la cucina italiana diventa cucina internazionale.Questo cambiamento sta facendo mettere da parte la tradizione, perché ormai la maggior parte degli chef stellati propongono piatti innovativi ed originali, a volte lontani da quelli tradizionali sempre più legati alla scienza, infatti negli ultimi tempi si parla di cucina molecolare, sembrerebbe che conoscere la chimica in cucina è diventata fondamentale e quindi moda.Non perché prima non si applicava la chimica, ma adesso che l’arte del cucinare è divenuta scienza, nasce l’esigenza, non solo conoscere l’aspetto nutritivo dell’alimento stesso, ma anche prevedere i meccanismi e quindi giustificarli sia dal punto di vista fisico che chimico. Attraverso la stechiometria delle reazioni chimiche e dei legami chimici, si fornirà agli studenti utili strumenti per spiegare, anche dal punto di vista chimico, una delle tecniche ampiamente discusse nella cucina molecolare, la sferificazione di sostanze liquide alimentari come ad esempio la sferificazione dei succhi di frutta, quindi la preparazione del caviale alla frutta.

Premessa Obiettivi e CompetenzeVengono indicati dei livelli affianco gli obiettivi e alle competenze, indicando con 0,1,2 livelli crescenti sia come obiettivi che come competenza, intendendo il livello 0 le minime competenze e gli obiettivi minimi.

Sottobiettivi disciplinari:Alla fine dell’unità didattica gli studenti saranno in grado di: Bilanciare reazioni chimiche (Liv 0, liv. 1 ); Effettuare calcoli stechiometrici ( liv. 1, liv. 2 ) e leggere un’equazione chimica bilanciata sotto

l’aspetto quantitativo(Liv 0, liv. 1, liv.2 ); Spiegare la struttura delle sostanze che presentano legame ionici e covalenti ( liv. 0, liv.1); Descrivere (liv. 0) e riprodurre praticamente la tecnica di sferificazione (liv.1, liv.2) per la

preparazione del caviale a base di succo di frutta.Competenze:

Saper bilanciare (liv.0, liv.1) descrivere le reazioni chimiche sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo (liv.0, liv.1, liv.2) analizzando i fenomeni chimico-fisici legati al processo;

Saper raccogliere dati (liv.0) e interpretarli (liv.1); Saper distinguere i legami ionici da quelli covalenti (liv.0, liv.1); Saper cercare ( liv. 0) e controllare ( liv.1) le informazioni riguardanti le proprietà e le

qualità delle sostanze oggetto di studi, in particolare degli alimenti; Disporre di una base di interpretazione chimica per comprenderne l’importanza dei legami

che si vengo a costituire fra gli ingredienti per la formazione di prodotti alimentari (liv.1, liv.2).

Prerequisiti:

Di seguito vengono elencate le conoscenze iniziali prima di intraprendere l’unità didattica proposta.Le grandezze e gli strumenti di misura, le trasformazioni chimiche e le trasformazioni fisiche, i passaggi di stato, miscugli e soluzioni, le leggi ponderali della chimica (Legge di Lavoisier, Legge di Proust e Legge di Dalton), concetto di mole, la struttura atomica e la regola dell’ottetto, elettronegatività, temperatura energia e calore, le proteine, grassi e gli enzimi, vitamine e sali minerali.

Articolazione delle lezioni e livelli di approfondimento:40

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In ogni fase verrà indicato il livello di approfondimento, indicando con 0 il livello minimo.Il docente dovrà quindi selezionare il materiale didattico da presentare alla classe ed in sede di valutazione, presentare dei compiti composti sia da domande strutturate e da esercizi ad un livello essenziale, sia da prove semi-strutturate, ad esempio formulando delle domande strutturate e da esercizi sia di livello essenziale che gli altri livelli. FASE 0 (liv.0) : Introduzione tematica “Globalizzazione alimentare”Introduzione sulla globalizzazione alimentare, leggendo e riassumendo parti di due articoli, scaricati da internet e stampati:

“Globalizzazione alimentare13” di Agnese Codignola - Il fatto alimentare – marzo 2014 “La cucina è una moda?” 14

“La ricetta senza ingredienti: qui c’è un chimico15 in cucina” di Federico Bono - Focus – dicembre 2014

FASE 1 (liv.0) catturare l’attenzione dei discentiUna fase importante ed alquanto delicata, perché costituirà la premessa dell’intera lezione, verranno presentate alcune immagini recuperate da articoli di giornali o riviste, oppure scaricate da internet e stampate, quindi si propone la visione per circa 5 minuti di una serie di immagini : Il Caviale di fragola, l’uovo cubico, pesca sciroppata con sferette di yogurt, esempio di cucina e

cocktail molecolare.

Figura 1 : Caviale di Fragola

Figura 2 : Uovo Cubico

13 Link http://www.ilfattoalimentare.it/globalizzazione-alimentare-rischi.html 14 Link http://www.cibo360.it/cucina/mondo/moda.htm 15 Chimico Francese Hervé This, padre della cucina note à note

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Figura 3 : Pesca sciroppata con sferette di yogurt

Figura 4 : Cucina Molecolare

Figura 5 : Cocktail molecolariRappresentano, in linea di massima, esempi di applicazioni della chimica e fisica nella cucina molecolare.Step 1 (liv.0) = attività di brainstorming su come capire se sono a conoscenza del concetto di globalizzazione alimentare Alle domande del tipo : Sapete cosa significa globalizzazione? Oppure cosa significa globalizzazione alimentare? La globalizzazione alimentare ha solo effetti negativi? Che cosa significa e di che cosa si occupa la cucina molecolare? A turno tutti gli alunni dovranno fornire una risposta al fine di conoscere i prerequisiti del gruppo classe.Step 2 (liv.0) = La cucina alimentareVerranno visionati una serie di video, reperibili in rete e scaricati, in modo da far valutare agli alunni stessi l’effetto mediatico e l’interesse per l’argomento stesso.FASE 2 (liv.0, liv.1) = Bilanciamenti e stechiometria delle reazioni chimiche Step 1 (liv.0, liv.1) : I bilanciamenti di semplici reazioni chimiche

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Gli alunni affineranno le tecniche per bilanciare le reazioni della chimica Step 2 (liv.0, liv.1) : Stechiometria Attraverso il concetto di mole, si avrà il passaggio dal microscopico (atomi e molecole) al macroscopico (grammi e chilogrammi), mentre Il calcolo stechiometrico darà la possibilità di determinare matematicamente le quantità di reagenti e prodotti coinvolti in una reazione chimica.FASE 3 (Liv. 0, liv.1 ) = i legami chimiciStep1 (Liv.0, liv.1) : Il legame covalenteOltre a definire le varie tipologie di legami covalenti, si cercherà di evidenziare l’enorme importanza che ha tale legame per la formazione delle molecole.Verranno fatti diversi esempi, legati anche al mondo dell’alimentazione.Step2 (Liv.0, liv.1) : Il legame ionicoOltre alla definizione di legame ionico, si darà importanza per la formazione dei sali minerali, presenti anche nelle nostre cucine; ma sono anche protagonisti nella tecnica di sferificazione e quindi nella preparazione del caviale al succo di frutta.Step3 (Liv.0, liv.1, liv.3) : La sferificazione e il legame ionicoSi procede alla discussione in classe sulla tecnica di sferificazione e l’utilizzo di alcuni sali che permettono la formazione del caviale al succo di frutta. Qualora fosse possibile si riprodurrà praticamente, anche in aula (i sali utilizzati non sono nocivi ne alla salute, ne alla persona) la tecnica di sferificazione.FASE 4 (liv.1, liv.2 ) = La chimica nella cucina tradizionaleIn realtà la chimica è sempre stata applicata anche per la produzione di alimenti, basta considerare la fermentazione del mosto per la produzione del vino, oppure il processo di caseificazione del latte per la produzione di formaggi. Agli alunni sarà dato spazio di scoprire se in realtà il cuoco o lo chef non sono altro che esempi piccolo chimico, in grado di ripetere rigorosamente le sue esperienze o meglio le sue ricette per i suoi commensali.

Strumenti:

L’argomento proposto comporta un coinvolgimento dei discenti sia in classe che in aula video; all’interno della classe, oltre all’utilizzo della lavagna, per rendere appassionante gli argomenti trattati, si utilizzeranno delle immagini recuperate da articoli di giornali o riviste, oppure scaricate da internet e stampate, con l’obiettivo di aumentare il potere comunicativo ed informativo della lezione stessa; in un secondo momento, sempre in classe si potrebbe realizzare semplici sferificazioni di succhi alimentari.

Valutazione

La prova di profitto verrà effettuata attraverso una verifica di apprendimenti articolata, composta sia da domande a risposta multipla che strutturate.La scelta di una verifica articolata è giustificata dal fatto che le domande a risposta multipla permette di rilevare conoscenze/abilità/competenze attivate attraverso la memoria riconoscitiva, mentre le domande strutturate permettono di rilevare le conoscenze/abilità/competenze degli alunni, attivabili con la memoria rievocativa e dunque la verifica dei processi intellettivi superiori.

SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE-BIOLOGIA: la globalizzazione alimentare

Prof. Antonio Cammarota

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Descrizione del percorso:1. Principi di Alimentazione – Nutrizione

Composizione degli alimenti; I macronutrienti e i micronutrienti.

2. Geopolitica del cibo: sicurezza alimentare, globalizzazione e sostenibilità Evoluzione delle abitudini alimentari

3. Aspetti positivi e negativi della Globalizzazione Nuove tecnologie; Sviluppo dei mezzi di trasporto; Sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa; La delocalizzazione; Sfruttamento del lavoro minorile;  Diffusione di grandi catene di cibo-spazzatura;  Aumento della quantità di cibo consumata; Scomparsa delle malattie legate alla malnutrizione; Aumento delle malattie legate alla ipernutrizione (la gente mangia troppo e male)

4. Globalizzazione del cibo e rischi alimentari Introduzione di malattie trasmissibili agli animali (es. influenza aviaria); Introduzione di malattie trasmissibili ai vegetali; Introduzione di pericoli chimici, fisici, biologici per la salute umana, noti ed emergent; Malattie – disturbi dovute al comportamento alimentare( malattie del benessere)

o Obesitào Anoressia, Bulimiao Diabete o Ipertensione

5. Come migliorare la sicurezza alimentare in un sistema globalizzato Linee guida per una sana alimentazione e per un corretto stille di vita; Valori nutrizionali degli alimenti dalla A alla Z.

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Sottobiettivi disciplinari:

Acquisire informazioni sulla globalizzazione; Conoscere le principali caratteristiche della globalizzazione e i suoi effetti; Comprendere l’importanza e il ruolo delle nuove tecnologie, dell’informazione e della

comunicazione nello sviluppo della globalizzazione; Saper mettere in relazione determinate patologia con gli abusi alimentar; Conoscere gli aspetti caratteristici dei disturbi del comportamento alimentar; elencare alcune regole dietetiche utili per prevenire le malattie.

Strumenti

Schemi rappresentativi a supporto dei contenuti; Lezione riassuntiva discussa; Discussione in aula- lavoro di gruppo; Visione cd; Mappe concettuali. Utilizzo tabelle LARN

Riferimenti per la verifica: Prove scritte e orali

Fase 1 Obiettivo: Pre-conoscenze degli allievi circa il concetto di globalizzazione .

Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunno Pone una serie di domande stimolo del tipo:

Che cosa vi fa venire in mente la Ascolta e poi risponde alle domande parola globalizzazione?

Cosa è la globalizzazione? stimolo Quando è iniziata? Come si è formata? Quali settori comprende? Che effetti provoca?

Fase 2 Obiettivo: Conoscere la globalizzazione economica oggi: merci da tutto il mondoCosa fa l’insegnante Cosa fa l’alunnoConsegna un planisfero e invita gli allievi aa prendere nota della provenienza di ogni singolo oggetto, vestito, cibo che stanno utilizzando o utilizzano quotidianamente.Pone delle domande di riflessione:

come mai il tuo oggetto proviene da… cosa vuol dire questo per te

Prendono nota del luogo di provenienza di oggetti, vestiti, cibi di uso. Risponde, ascolta e socializza le sue conoscenze con quelle dei compagni.Osserva il planisfero con le merci e scrivono un testo sulla base delle consegne dell’insegnante.

Fase 3. Obiettivo: Cogliere i vantaggi e gli svantaggi della globalizzazione

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Vantaggi Svantaggi-sviluppo di paesi “ nuovi - lavoro minorile-crescita di Cina e India - inquinamento ambientale-maggior accesso ai consumi e ai servizi soprattutto per alcune aree del Sud

- disoccupazione, salari bassi, licenziamenti - mancata equità sociale

-prezzo più basso dei beni di consumo - scomparsa di piccole unità produttive rurali e di-prolungamento della vita piccole attività economiche-diffusione di Internet sviluppo di tecnologie sviluppo dei trasporti

CUCINA: Tradizioni globali prof. Matteo Bulgarello

Descrizione del percorso:Il tema della globalizzazione trova forti legami con la materia di cucina a causa dell’utilizzo più o meno intensivo di pordotti e materie prime “globalizzate” che stanno, per facilità di utilizzo, riconoscibilità e prezzo, surclassando le materie prime ed i prodotti nazionali, che sempre di più vengono relegati ad un utilizzo di nicchia e spesso identificati solo come quelli a Km 0.Il punto di partenza di questo studio sarà un approfondimento su alcuni prodotti tipici nazionali e successivamete la visione di parte del documentario Food-Inc.Il percorso si concluderà con una riflessione sulla possibile alternativa all’utilizzo di prodotti “globalizzati” che se pur meno riconoscibili hanno dalla loro parte un prezzo spesso concorrenziale e caratteristiche organolettiche superiori.

Obiettivi disciplinari:Dal punto di vista della materia, si intendono confrontare l’utilizzo di materie prime e prodotti alimentari “globalizzati” con quelli tipici nazionali.Successivamenti verranno analizzati vantaggi e svantaggi. Gli obiettivi proposti sono:

Conoscere i principali prodotti tipici nazionali Conoscere i principali prodotti “globalizzati” Saper scegliere quali prodotti utilizzare in base alle richeste aziendali.

Articolazione delle attivitàL’attività didattica sarà condotta in cinque fasi, come descritto di seguito:FASE 1 - Introduzione: Descrizione e definizione di prodotti “gobalizzati”, tipici e a Km0 FASE 2 - Visione del documentario Food Ink.FASE 3 – Realizzazione menu: Realizzazione di due menu, uno tipico e l’altro “globalizzato”FASE 4 – Confronto: confronto e dibattito sui due menu realizzati, analisi dei punti di forza e di debolezza di entrambe.FASE 5 – Riflessione finale: compilazione di un documento finale di riflessione sull’intero percorso in cui ciascuno studente possa ripensare l’intera unità didattica ed elaborare riflessioni critiche personali.

Strumenti utilizzati: Schede descrittive sui prodotti tipici e cucine regionali

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Il documentario “Food Inc.” La scheda proposta agli studenti per l’elaborazione della riflessione finale.

SALA/BAR: la globalizzazione alimentareProf. Ivano Varone

Descrizione del percorso:1. La globalizzazione come fenomeno d’intensificazione delle relazioni e degli scambi a

livello mondiale che interessa molti settori, tra cui quello dell’alimentazione.2. La globalizzazione dei mercati alimentari, che ha favorito il consumo di cibi poco

conosciuti3.4. La diffusione di nuove abitudini alimentari può nascondere alcune insidie a discapito della

salute5. La globalizzazione è in continua espansione e, anche se ha vari aspetti positivi, nasconde

anche molte insidie, non sempre evidenti.

Sottobiettivi disciplinari:Gli obiettivi proposti sono:

Conoscere e saper valutare una serie di innovazioni e di problematiche, traendo adeguate conclusioni

Saper interagire con altre persone, utilizando l’informazioni per sensibilizare “l’ipotetica clientela del ristorante”

Saper interpretare il fenomeno delle nuove tendenze ed adottare nuove strategie di vendita all’interno di una struttura ristorativa

Articolazione delle attivitàL’attività didattica sarà condotta in fasi, come descritto di seguito:FASE 1 – Analisi di alcuni articoli e forum sulla globalizzazione FASE 2 - Discussioni creative su aspetti positivi e negativi del fenomeno (globalizzazione)FASE 3 – Creare un elaborato sull’argomento

Strumenti:Vengono proposti:

Dispense elaborate da forum ed articoli publicati su internet

TSPO: itinerario enogastronomico internazionale e globalizzazione alimentare Prof. Christian Sciro

Descrizione del percorso:- Il turismo sostenibile: aspetti generali.- Le strutture eco turistiche : struttura e organizzazione.- Itinerari enogastronomici in Italia e nel resto del mondo.

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Competenze: - Essere in grado di individuare e soddisfare i bisogni di questo particolare target group.- Essere in grado di individuare quali sono le caratteristiche delle strutture eco-turistiche- Essere in grado di realizzare itinerari enogastronomici in Italia, in Europa e nei diversi continenti extraeuropei, promuovendo i prodotti alimentari a km 0 di un particolare territorio, valorizzando alcune aree e luoghi poco noti.

Sottobiettivi disciplinari:- Comprendere il significato di turismo responsabile.- Conoscere le attività e le imprese di ecoturismo esistenti in Italia e all’ estero.- Conoscere le attività di un ecotour operator .- Conoscere l’ importanza e la qualità dei prodotti alimentari a km 0 in Italia e all’ estero.

L’IMPORTANZA DEL TURISMO E GLI IMPATTI ECONOMICI

non esiste Paese al mondo che non abbia un potenziale turistico. Com’è ben noto il turismo può essere di tipo culturale, enogastronomico, sportivo, di divertimento, naturale, congressuale e via dicendo. Inoltre può essere ulteriormente promosso anche da eventi, festival, spettacoli, fiere…; insomma vi sono tanti motivi per fare turismo e tanti modi per promuoverlo. PERCHÈ IL TURISMO GENERA BENEFICI?I TURISTI, SPENDONO IL LORO DENARO IN UNA GRANDE VARIETÀ DI BENI E SERVIZI E QUINDI PER TRASPORTI, ALLOGGI, DIVERTIMENTI, MUSEI, VITTO E ALTRI ANCORA: SI TRATTA DI ENTRATE CHE, SE NON VI FOSSE IL TURISMO, NON SI VERIFICHEREBBERO. VI SONO DIVERSE ANALISI PER VALUTARE IL TURISMO IN QUESTI TERMINI:

ANALSISI DI IMPATTO FISCALE:METTE IN RELAZIONE LE ENTRATE GOVERNATIVE, SOTTO FORMA DI TASSE, IMPOSTE DIRETTE E ALTRE FORME LEGATE AL TURISMO, E I COSTI NECESSARI AL

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SOSTENTAMENTO DI SERVIZI E INFRASTRUTTURE E LE STIME DEI RICAVI E DEI COSTI DEGLI ENTI LOCALI CHE ESPLICANO QUESTI SERVIZI.

ANALISI DELLA DOMANDASERVE PER AVERE UNA STIMA SUL TIPO E SUL NUMERO DEI VISITATORI.

ANALISI DEI COSTI-BENEFICI:QUESTO MODELLO SERVE PER INDICARE LE POLITICA PIÙ CORRETTA DA SEGUIRE, O MEGLIO, LA PIÙ EFFICIENTE IN PROSPETTIVA DI UN AUMENTO DEL BENESSERE SOCIALE, TENENDO CONTO SIA DEI VALORI MONETARI CHE QUELLI NON-MONETARI. CIÒ STA A SIGNIFICARE CHE NON SI VALUTANO SOLO I FLUSSI FINANZIARI, MA I COSTI E I BENEFICI IN SENSO LATO, RELATIVI A TUTTA LA COLLETTIVITÀ. IN TALE SITUAZIONE SI CERCA DI VALUTARE IN TERMINI MONETARI TUTTI GLI SVANTAGGI (COSTI) E TUTTI I VANTAGGI (BENEFICI) CHE L’INVESTIMENTO ARRECA ALLA POPOLAZIONE INTERESSATA.

VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE:UN VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE CERCA DI PREVEDERE L’IMPATTO DI UNA DETERMINATA AZIONE SULL’AMBIENTE, COMPRESI I CAMBIAMENTI SOCIALI, CULTURALI,

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Cena alle ore 20:00 Kebapci è un piatto, a base di carne, tipico della cucina turca, Kokorec prodotto con gli intestini dell’agnello arrostito Balik Il pesce lo si gusta a fette al forno, sulla brace o fritto

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Allegato 3: progettazione classe terza

GLI OGM

Obiettivi comuniL’idea di fondo di questa unità didattica è quella di accompagnare gli studenti nell’esplorazione dei vari aspetti che caratterizzano il dibattito sugli OGM. Fornendo contributi provenienti dalle singole discipline, i docenti aiuteranno gli studenti nella costruzione di un proprio personale punto di vista. Si cercherà di favorire il superamento di atteggiamenti pregiudiziali, spesso legati ad informazioni scarse o scorrette. Allo stesso tempo si sensibilizzerà lo studente alla responsabilità insita nel ruolo di consumatore e alla possibilità di effettuare scelte etiche.

OsservazioniLa scelta effettuata dal Consiglio di Classe è stata quella di “fondere” le progettazioni didattiche delle singole discipline mantenendo le diversità e la caratteristiche peculiari di ciascuna. Pertanto si è deciso di non creare un formato comune per la stesura di ciascun progetto didattico, lasciando al singolo docente la libertà di scegliere le informazioni da indicare, i punti da sottolineare maggiormente, gli allegati da includere, il formato grafico. L’idea è stata quella di creare un percorso comune che fosse generativo e non risultasse uno sterile appiattimento ad un modello imposto.

Percorsi disciplinari

ITALIANO : gli OGMProf. Leonardo Mazzoni

Obiettivi: sensibilizzazione su uno dei temi più attuali e discussi all’interno delle società contemporanee

Fase operativa.Storia dello sviluppo degli OGM nel mondoLettura e analisi di articoli relativi al problema Discussione in classeStoria d’Italia: il Boom economico

Produzione scrittaPreparazione di un testo di tipologia BSomministrazione di una traccia proposta agli esami di statoCorrezione e confronto in classeSiamo quello che mangiamo - il cibo come socializzazione e solidarietà: progettazione e organizzazione dell’evento “Si cena in classe”, in cui gli studenti hanno preparato e servito una cena

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ad un pubblico di circa 70 persone. Il ricavato è stato devoluto al Centro Clinico Nemo di Milano, specializzato in malattie neuromuscolari. Di seguito l’invito all’evento, realizzato dagli studenti stessi:

Questo l’articolo pubblicato sul sito dell’associazione:

17/03/2015

DIETRO LE SBARRE O IN CARROZZINA MA SEMPRE OLTRE LE BARRIERE

La cena di raccolta fondi per Nemo organizzata sabato 14 marzo dagli studenti dell’I.I.S. “Paolo Frisi” presso il carcere di

Bollate a cui ha partecipato il nostro direttore clinico, la dott.ssa Valeria Sansone, è stato un momento commuovente per il

valore di profonda solidarietà che è stato condiviso.

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I detenuti si sono detti «fieri» per  aver contribuito alla causa del Nemo, cucinando per i 67 ospiti presenti una cena

speciale. I loro docenti hanno poi sottolineato come da subito abbiano tutti sentito sintonia con la realtà del Centro,

perché in entrambi i casi si sperimenta la privazione dell’autonomia e l’affidamento della propria persona nelle mani di

qualcun altro. Ma anche la volontà di superare le difficoltà oltre le barriere.

In occasione della serata sono stati raccolti oltre 1.300 euro.

Il Centro Nemo tutto ringrazia di cuore!

#solidalioltrelebarriere

#amicidiNemo

#sroconNemo

INGLESE: Genetically modified foodProf.ssa Anna Montino

The material provided is meant to develop the four language skills.

READING: skinning and scanning, understanding scientific vocabulary, looking for specific information, identifying key words.The teacher says to students to read the comprehension passage at least two times using skimming and scanning techniques that is a first reading to get a general idea of what the passage says and a second reading paying careful attention to details or points that seem difficult. The teacher underlines that time spent reading slowly and carefully is saved later, because you can answer the questions more quickly and accurately. The teacher helps them not to overlook an important small word (for instance a conjunction, a negation, a modal verb) in order not to get misunderstanding. The teacher helps students not to be “imaginative readers” that is not to interpret the text in the light of their own experience and ideas but to separate what the writer says from what they feel themselves. Understanding scientific vocabulary: select a limited number of words and expressions from the text, and when these have been explained and practiced students do writing work related to the text. Identifying key words.WRITING: summarizing, asking/answering questions, writing simple texts, reporting personal experiences, translating from English.LISTENING: understanding specific information.SPEAKING: reporting about personal experiences, guided discussions in groups or in pairs, reporting and discussing results, expressing opinions.

Methodology: The lessons are being taught in a relaxed atmosphere and all elements are being made as enjoyably interactive as possible. Activities are being group-oriented (teamwork) rather than individually oriented.

Assessment: Formal assessment in the form of an oral presentation of their personal experiences or opinions about the topic.

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FRANCESE: “Le monde selon Monsanto”prof.ssa Rosaria Sava

Obiettivi generali: permettere agli studenti di approfondire le loro conoscenze sugli organismi geneticamente modificati (OGM) e sul modo in cui le multinazionali esercitano un controllo sulla distribuzione dei semi transgenici su scala locale, nazionale e internazionale. In particolare, gli studenti saranno invitati a porsi delle domande sul quasi-monopolio della compagnia Monsanto che detiene già il 90% degli OGM coltivati nel mondo.

Obiettivi disciplinari: attraverso la visione, in lingua originale, della sequenza video relativa al capitolo sugli OGM in agricoltura (della durata di circa 20 minuti), si intende sviluppare e approfondire le abilità relative all'ambito linguistico: comprensione orale e scritta, produzione orale e scritta.

Prerequisiti: gli studenti sono in grado di comprendere globalmente brevi testi orali in francese corrente a velocità normale e semplici testi scritti.

Metodologia: comunicativa, gli studenti sono invitati a scoprire gli elementi comunicativi, linguistici specifici dell'argomento proposto, per riutilizzarli in simili contesti situazionali.

Attività: esercizi di ascolto, di lettura e di traduzione.

Materiale: dvd per visionare la sequenza video in lingua originale, computer.

Prima fase: si distribuisce agli studenti una fotocopia che contiene un elenco delle parole, in lingua italiana, del linguaggio specifico relativo al lessico dell'argomento in questione. Quindi si invitano gli studenti alla traduzione sia sulla base di conoscenze pregresse che con l'aiuto di un dizionario bilingue.Seconda fase: si propone agli studenti la visione della sequenza video suggerendo loro di rileggere prima la scheda del lessico specifico tradotto precedentemente, per cui durante l'ascolto saranno in grado di individuare la lista delle parole presenti nei dialoghi del filmato Terza fase: si propone agli studenti di formulare oralmente delle domande guida a cui rispondere sempre oralmente per utilizzare il lessico specifico con la formulazione di semplici frasi.Fase finale di reinvestimento: acquisizione degli elementi linguistico-lessicali relativamente all’argomento “OGM”

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MATEMATICA: statistica e OGMprof.ssa Annaletizia La Fortuna

Descrizione del percorso:L’idea di fondo della presente unità didattica è di approcciare in maniera critica al dibattitto sugli OGM, arricchendo le convinzioni e opinioni personali con dati che abbiano una fondatezza scientifica.In particolare si analizzeranno due posizioni contrastanti: quella dell’ISAAA a favore degli OGM e quella di Greenpeace, nettamente contraria.Il punto di partenza sarà il dibattitto sugli OGM attraverso la conoscenza delle due associazioni. Si passerà quindi alla lettura di due articoli. Il primo, scritto da Dario Bressanini, docente di Scienze Chimiche e Ambientali, intitolato “Come mentire con le statistiche” analizza il rapporto annuale dell’ISAAA sull’utilizzo degli OGM e spiega come sia possibile manipolare la lettura dei dati statistici, orientandoli verso una posizione predefinita. L’analisi dell’articolo prevede l’impiego di competenze matematiche quali la lettura e interpretazione di una serie storica e il calcolo di percentuali e proporzioni. Il secondo articolo, intitolato “Greenpeace contesta i dati ISAAA sugli OGM”, evidenzia le critiche di Greenpeace nei confronti delle statistiche condotte da ISAAA.

Sottobiettivi disciplinari:Dal punto di vista matematico, si intende approfondire il calcolo di proporzioni e percentuali, nonché il concetto di serie storica. Gli obiettivi proposti sono:

Conoscere e saper rappresentare una serie storica nel piano cartesiano Saper interpretare il grafico di una serie storica, traendo adeguate conclusioni Saper calcolare proporzioni e percentuali Saper utilizzare il calcolo di proporzioni e percentuali per l’elaborazione di dati Comprendere e interpretare articoli contenenti semplici analisi statistiche.

Articolazione delle attivitàL’attività didattica sarà condotta in sei fasi, come descritto di seguito:FASE 1 – Proporzioni e percentuali: concetto di proporzione, concetto di percentuali, calcolo di proporzioni e percentuali e loro utilizzo nella risoluzione di problemi FASE 2 - Serie storiche: concetto di serie storica, rappresentazione di una serie storica nel piano cartesiano, esempi di serie storiche, lettura e interpretazione del grafico di una seria storicaFASE 3 – La posizione di ISAAA: chi è ISAAA, lettura di documenti estratti da Wikipedia e dal sito ISAAAFASE 4 – La posizione di Greenpeace: chi è Greenpeace, lettura di documenti estratti da Wikipedia e dal sito di Greenpeace FASE 5 – Analisi degli articoli “Come mentire con le statistiche” e “Greenpeace contesta i dati ISAAA sugli OGM”: lettura degli articoli, analisi dei grafici, calcolo di proporzioni e percentuali utilizzando i dati contenuti, dibattito sul contenutoFASE 6 – Riflessione finale: compilazione di un documento finale di riflessione sull’intero percorso in cui ciascuno studente possa ripensare l’intera unità didattica ed elaborare riflessioni critiche personali.

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Strumenti:In allegato vengono proposti:

Articolo: “Come mentire con le statistiche”

Come mentire con le statistiche (sugli Ogm) di Dario Bressanini (Docente di Scienze chimiche e ambientali) | 25 febbraio 2011

How to lie with statistics è un delizioso libriccino pubblicato per la prima volta in lingua inglese nel 1954 e tradotto in italiano nel 2007 con il titolo Mentire con le statistiche. È una sorta di compendio dei metodi utilizzati per mentire o comunque per “tirare acqua al proprio mulino” utilizzando le statistiche. La sola edizione in lingua inglese ha venduto più di un milione e mezzo di copie, e dovrebbe essere una lettura obbligatoria a scuola, bombardati come siamo ogni giorno da sondaggi e statistiche forniti da politici, industrie, associazioni, giornali e così via.

Mi è venuto in mente quel piccolo libro leggendo in questi giorni le reazioni al rapporto annuale dell’Isaaa sullo stato della coltivazione degli Ogm nel mondo. Nel riassunto si può trovare chi coltiva cosa, dove e quanto.

La maggior parte dei media stranieri, e chi è favorevole agli Ogm, commentando il rapporto tende a mettere in evidenza come gli Ogm nel mondo siano in continua crescita e come nel 2010 abbiano avuto un aumento del 10% delle superfici coltivate rispetto all’anno precedente. Chi invece è contrario agli Ogm, in Europa, tende a mettere in evidenza come nel nostro continente ci sia stata una diminuzione delle superfici coltivate (gli unici due Ogm coltivabili in Europa sono un tipo di mais Bt e la patata Amflora). Coldiretti ad esempio gongola citando la riduzione del 3% delle superfici coltivate nella Ue.

In realtà trovo che sia molto sciocco parlare in questi termini di percentuali aumentate o diminuite in Europa perché queste statistiche non mostrano certo le reali preferenze degli agricoltori europei, visto che in moltissimi paesi è vietato coltivare Ogm (mentre è legale importarli e utilizzarli, anche in Italia, ma questa è un’altra storia). Mi chiedevo quindi che significato dare a quella riduzione, che indubbiamente c’è stata. Ma come insegna il libro Mentire con le statistiche, si possono suggerire al lettore cose false anche citando dati veri.

In Europa l’unico paese ad avere coltivazioni significative di mais Ogm è la Spagna. Negli altri paesi Ue dove si coltivano (Portogallo, Romania, Germania, Svezia, Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia) non si superano i 5.000 ettari. Non a caso in Italia chi è favorevole alla coltivazione del mais Bt cita sempre il caso spagnolo, perché è l’unico realmente significativo. Greenpeace, una organizzazione che si oppone duramente agli Ogm, ci fornisce i dati dei coltivatori di mais Bt paese per paese. Nel 2009 in Spagna si coltivavano 76.057 ettari, scesi a 67.726 nel 2010. l’11% in meno, “strilla” Greenpeace! Segno di un disamoramento degli agricoltori spagnoli per il mais Ogm?

Il documento citato nella nota 2 fornisce, dal 1998, le superfici spagnole coltivate a mais Bt. I dati sono del ministero dell’ambiente spagnolo. Scopriamo che nel 2008 le superfici erano ancora maggiori: 79.269 ettari. Una conferma del declino?

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Come nel caso del famoso pollo di Trilussa (io e te mangiamo un pollo a testa in media) manca qualche informazione per dare pieno significato alla statistica (io però ne mangio due ogni giorno, e tu rimani a digiuno!).

I numeri che mancano in questo caso sono gli ettari totali coltivati a mais in Spagna. Dati che troviamo sempre sul sito del Ministero dell’Agricoltura spagnolo, ma che Greenpeace non si è mica sognata di segnalare. A pagina 7 leggiamo che nel 2008 sono stati seminati 371.900 ettari a mais, nel 2009 erano 347.600 e nel 2010 sono stati 320.400. Perbacco, ma c’è un declino generale delle coltivazioni di mais! Quindi forse la diminuzione non ha nulla a che fare con gli Ogm. Per verificare questa ipotesi andiamo quindi a calcolare la proporzione di mais Ogm su quello totale nei tre anni:

2008: 21,3%2009: 21,8%2010: 21,1%

Voilà, pare che la percentuale di mais Bt rispetto a quello convenzionale in Spagna sia rimasta sostanzialmente costante. Questo però Greenpeace non l’ha scritto. E un recente sondaggio tra i coltivatori spagnoli di mais Ogm conferma infatti la loro soddisfazione nella coltivazione di questa pianta: per la buona salute della pannocchia, per i vantaggi economici, per la facilità di gestione e per le maggiori rese (parole loro).

Se volete qualche informazione in più sulla situazione spagnola vi posso consigliare questa presentazione del Ministero dell’Ambiente spagnolo. Vedrete come in Spagna sono commercializzate 263 varietà di mais Bt vendute da 12 società diverse (lo dico perché molti sono convinti, parlando di mais Bt, che ne esista solo una varietà!). L’adozione del mais Bt è più elevata in alcune regioni, superando anche il 50% in quelle più soggette all’infestazione della piralide.

Mentire con le statistiche. Soldi ben spesi.

Articolo: “Greenpeace contesta i dati ISAAA sugli OGM”

Greenpeace contesta i dati Isaaa sugli ogmMartedì, 26 Febbraio 2013 | Consumi

Secondo l'International Service for the Acquisition of Agri-Biotech Applications, la superficie coltivata a Ogm è cresciuta del 6 per cento rispetto allo scorso anno. Legambiente: "La verità è che le colture Ogm sono ancora un esperimento in gran parte limitato al continente americano"

L'Isaaa (International Service for the Acquisition of Agri-Biotech Applications) segnala, nel

suo ultimo rapporto annuale, che la superficie coltivata a Ogm è cresciuta del 6% rispetto allo

scorso anno, arrivando a 170,3 milioni di ettari. Nel rapporto si afferma inoltre che la tecnologia

inizia a diffondersi anche nei Paesi in via di sviluppo. Secondo Greenpeace, però, la situazione non

sarebbe affatto quella descritta dall'Isaaa. "La relazione omette di ricordare che circa l'80% delle

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colture Ogm è ancora limitata a quattro Paesi del continente americano - Stati Uniti, Brasile,

Argentina e Canada - e che anche in questi Paesi le colture geneticamente modificate rappresentano

una minoranza - spiega Greenpeace in una comunicazione - non solo, le percentuali delle colture

transgeniche continuano a scendere in Europa, ad eccezione della Spagna, mentre l'agricoltura

biologica è in costante aumento. In una corposa relazione pubblicata a gennaio, l'Eea (Agenzia

Europea per l'Ambiente) ha stimato che le colture Ogm corrispondono ad appena il 3% a livello

globale.

“Questo opuscolo di propaganda del biotech raggiunge i media ogni anno, nonostante le evidenti

esagerazioni e omissioni. La verità è che le colture Ogm sono ancora un esperimento in gran parte

limitato al continente americano. Asia e Africa sono in gran parte prive di coltivazioni Ogm.

Nell'UE, le colture Ogm non riescono a farsi strada, ma i rischi e i problemi ad esse legati

rimangono inquietanti - ha commentato Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di

Greenpeace - ci aspettiamo che il prossimo governo metta al sicuro la produzione agricola nazionale

dal rischio degli OGM, adottando la clausola di salvaguardia, per vietarli in via definitiva su tutto il

territorio italiano”.

Lo scorso anno la multinazionale chimica e biotech Basf, ha annunciato che avrebbe interrotto lo

sviluppo e la commercializzazione di colture Ogm in Europa, a causa della "mancata accettazione di

questa tecnologia in molte parti d'Europa – da parte della maggior parte dei consumatori, degli

agricoltori e dei politici". L'unico Ogm coltivato in alcune zone di Cina e India è il controverso

cotone Ogm. I recenti tentativi di introdurre riso Ogm in Cina e una melanzana Ogm in India sono

falliti.

Scheda proposta agli studenti per l’elaborazione della riflessione finale.

DIRITTO: Il diritto alla salute e gli OGMprof. Massimo Giannelli

Descrizione del percorso:Per quanto riguarda l’aspetto giuridico, si vuole porre l’attenzione sulla normativa europea ed italiana che concerne la coltivazione e la commercializzazione degli organismi geneticamente modificati.

Sottobiettivi disciplinari:Gli obiettivi sono:

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Conoscere l’evoluzione storica della normativa europea ed in particolare di quella italiana prima e dopo il 1998, con attenzione al dibattito politico che ha caratterizzato il periodo in esame;

Saper comprendere le problematiche giuridiche riguardanti gli OGM, in particolare per quanto riguarda gli aspetti inerenti la salute dell’uomo, la tutela dell’ambiente e delle specie animali e vegetali autoctone;

Conoscere i regolamenti dell’U.E. 1829 e 1830 del 2003 concernenti l’autorizzazione e l’etichettatura degli alimenti e dei mangimi derivati da OGM;

Conoscere la Direttiva 2001/18/CE recepita dall’Italia nel 2003 concernente l'emissione nell'ambiente di OGM;

Comprendere il problema della coesistenza tra coltivazioni convenzionali, biologiche e OGM.

Modelli biogiuridici: il ruolo del diritto in bioetica; Istituzioni preposte a regolamentare gli sviluppi di biotecnologie e OGM Come e perché è nata l’EFSA ( European Food Safety Authority )……pag. 82 4.2 OGM, WTO ( World Trade Organization ) e FAO ( Food and Agricolture Organization )

Articolazione delle attivitàL’attività didattica sarà articolata in quattro fasi:FASE 1 – La normativa italiana ed europea antecedente il 1998: la normativa italiana vigente fino ai primi anni ‘90, la normativa europea in vigore alla fine degli anni ’90;FASE 2 - I regolamenti dell’U.E. e la direttiva 2001/18/CE: il regolamento 1829/2003 e il regolamento 1830/2003, la direttiva 2001/18/CE recepita in Italia nel 2003; FASE 4 – Le istituzioni che regolamentano le biotecnologie: Cos’è l’EFSA ( European Food Safety Authority ), il WTO ( World Trade Organization ) e la FAO ( Food and Agricolture Organization ); FASE 3 – Riflessione finale: riflessione sull’intero percorso giuridico affrontato in materia di OGM, biosicurezza e biodiversità con spunti di riflessione critica personali.

Strumenti utilizzati:Articoli di giornale, Wikipedia, materiale internet su giurisprudenza e bioetica.

Fonti e links: it.wikipedia.org/wiki/Normativa_sugli_OGM www.efsa.europa.eu › Home “Anche gli scienziati divisi sugli Ogm”,

www.repubblica.it/.../anche_gli_scienziati_divisi_ sugli _ ogm _ecco_perch

SCIENZA E CULTURA DELL’ALIMENTAZIONE: gli OGMprof.ssa Carmela Buono

Descrizione del percorso:Nella programmazione del terzo anno degli istituti alberghieri, articolazione enogastronomia si studia la merceologia e le tecnologie di produzione degli alimenti. La discussione sugli OGM è

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iniziata a partire dai cereali che rappresentano i vegetali più coltivati al mondo. Essi sono stati i primi prodotti agricoli che l’uomo ha imparato a sfruttare: nel Neolitico, nel Vicino e Medio Oriente si coltivavano frumento, segale e orzo. I loro semi essiccati venivano frantumati, impastati con acqua e cotti su pietre sul fuoco. Da allora i cereali, insieme ai legumi, rappresentano l’alimento basilare di quasi tutte le popolazioni.La coltivazione dei cereali ha guidato l’evoluzione culturale di civiltà diverse e distanti e ha consentito loro di prevalere sulle altre. Oggi il mais (Zea mays) è tra le piante ad interesse agronomico più coltivate al mondo. Il suo utilizzo spazia dall’uso negli insilati per animali da allevamento all’utilizzo nella dieta umana fino alla produzione di materie plastiche biodegradabili e all’utilizzo in biofermentatori per la produzione di biogas.

Sottobiettivi disciplinari:

La classe dovrà essere in grado di conoscere le nozioni di base riguardo i cereali e gli ogm, di

apprendere i concetti relativi al profilo culturale e comprendere la realtà in cui vivono.

Conoscere cosa studia l’ignegneria genetica e cosa sono gli OGM Conoscere i campi di applicazione delle biotecnologie Conoscere le differenze tra le diverse tipologie di agricoltura Il valore nutrizionale delle colture OGM I vantaggi e gli svantaggi degli OGM OGM in Europa Esprimere un giudizio più critico e consapevole sul dibattito OGM Riconoscere i prodotti geneticamente modificati leggendo etichette alimentari

Articolazione delle attivitàAttraverso un brain storming iniziale, si creato un conflitto cognitivo tra sapere ingenuo ed esperto:

1. Accertamento del sapere ingenuo attraverso brain storming2. Lezioni espositivo-partecipativa su:

i) il DNA ii) biotecnologie e ogmiii) biodiversità in agricoltura e agricoltura biologicaiv) l’uso delle relazioni cooperative naturali in agricoltuav) valore nutrizionale delle colturevi) OGM e salute umanavii)Bioetica

3. Discussione finale e questionario

Strumenti:Articoli di giornale Video “i mostri nel piatto di Bressanini”Libro divulgazione scientifica “Il caso OGM” di Defez – Carocci 2014Alcuni miti da sfatare sugli OGM tratto da “OGM tra leggende e realtà” di Dario Bressanini – Zanichelli 2009Bioetica- tratto da “Dal carbonio agli OGM” di Valitutti, Taddei - ZanichelliValutazione: Strumenti di verifica

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Page 64: Web viewDeve saper guardare con ... The teacher helps them not to overlook an important small word ... Prima di tutto però si ritiene opportuno presentare il movimento di

Relazione scritta e questionario

Valutazione

L’azione valutativa avviene attraverso l’analisi di: assiduità delle presenze partecipazione e interesse manifestato qualità di interazione tra studenti e tra studenti e docenti livello di apprendimento livello di soddisfazione partecipanti per migliorare l’organizzazione nel futuro

CUCINA: OGM vs DOCprof. Matteo Bulgarello

Descrizione del percorso:L’idea di fondo della presente unità didattica è di approcciare in maniera critica al dibattitto sugli OGM, arricchendo le convinzioni e opinioni personali con dati che abbiano una fondatezza scientifica.In particolare si analizzeranno dopo la visione integrale del film-documentario Food Inc. qule posizione debbano prendere le aziende ristorative rispetto all’utilizzo o meno di materie prime OGM, prendendo in considerazioni criteri come l’adoperabilità delle stesse e quali ripercussioni possano avere dal punto d vista organolettico e commerciale.

Obiettivi disciplinari:Dal punto di vista della materia, si intendono approfondire le differenze organolettiche e di adoperabilità tra le materie prime OGM e quelle non OGM. Gli obiettivi proposti sono:

Conoscere l’offerta delle materie prime in particolar modo quelle OGM. Saper segliere quali materie prime utilizzare in base alle preparazioni da effettuare ed alla

richiesta aziendale, anche in base al carattere OGM delle stesse.

Articolazione delle attivitàL’attività didattica sarà condotta in tre fasi, come descritto di seguito:FASE 1 – OGM: concetto di OGM dal punto di vista gastronomico, svantaggi e vantaggi. FASE 2 - Visione documentario: visione integrale del film-Documentario Food Inc. FASE 3 – Riflessione finale: compilazione di un documento finale di riflessione sull’intero percorso in cui ciascuno studente possa ripensare l’intera unità didattica ed elaborare riflessioni critiche personali.

Strumenti utilizzati:

Il film-documentario “food-inc.” La scheda proposta agli studenti per l’elaborazione della riflessione finale.

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