abceconomics news nr.7 june 2016

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The World of ABC Economics – ABC Economics Magazine – Ideas shape the course of history – No. 7 – June 2016 Page7 FINANCIAL MARKETS / L’ORSO SOFFIA SULLA CANDELINA DEL PRIMO ANNIVERSARIO A cura di Federico Izzi. È un anniversario in chiaroscuro quello dell’S&P500. Esattamente un anno fa (era il 20 maggio 2015) ha segnato il massimo storico sui listini statunitensi. Con la chiusura dell’ultima settimana di maggio, la terza migliore da inizio anno, i prezzi si trovano ad un passo (-1,6%) dai massimi assoluti che analizzando i soli numeri potrebbero ingannare, restituendoci un saldo piatto di un mercato azionario che, invece, in questi ultimi 12 mesi ha visto ampie escursioni dei prezzi, nei periodi di agosto-novembre 2015 e gennaio-aprile 2016. Sono stati registrati prima forti ribassi, seguiti da reazioni rialziste di pari entità con dinamiche raramente rilevate nel passato, a distanza di pochi mesi, mostrando uno spiccato nervosismo degli investitori. Allargando l’orizzonte temporale e tornando al forte ribasso registrato a settembre/ottobre 2014, per la prima volta in questi ultimi cinque anni ha iniziato a suscitare i timori della fine del mercato toro. I prezzi da 20 mesi si trovano all’interno di un range laterale del 18% che se confrontato ai ribassi-rialzi della scorsa estate e di inizio anno (tecnicamente definiti a “V”) indicano il delicato momento umorale degli investitori che si trovano a dimenarsi in un mercato che cambia pelle nell’arco di poche settimane, rendendo estremamente difficile prendere posizione a lungo termine. Periodi così prolungati di lateralità, all’interno un mercato toro, che spegne la prima candelina senza registrare nuovi massimi, raffreddano l’attività degli investitori che preferiscono attendere la definitiva uscita dal canale laterale, al rialzo oppure al ribasso. Analizzando simili periodi di ‘stagnazione dei prezzi’ avvenuti nell’ultimo secolo sull’indice statunitense, un periodo lungo come quello attuale non trova precedenti. Solitamente i periodi di lateralità dell’indice azionario S&P500 alla fine di un ciclo rialzista hanno avuto una durata media di 4-5 mesi, spesso anticipando l’inizio di una recessione economica. Il caso del 1956-1957 è l’esempio più simile ad oggi, quando l’indice oscillò per 11 mesi senza segnare nuovi massimi prima di cadere oltre il -20% ed anticipando una fase di recessione economica che terminò nel 1958. Tali condizioni che non sono favorevoli agli acquisti sui mercati azionari e si riflettono con una timida partecipazione degli investitori che in queste ultime settimane registrano bassi livelli in acquisto sulla media del sentiment dell’ultimo anno, segnando il valore più basso degli ultimi 10 anni. E questo è un segnale che solitamente anticipa l’inizio di un mercato rialzista. Stessa dinamica, però, si registra in misura maggiore anche per il sentiment ribassista che in queste ultime settimane ha accusato un movimento più accentuato. Quello che invece, più preoccupa è il sentiment neutrale degli investitori che conferma l’apatia di sostenere i recenti rialzi, evidenziando sinora poca convinzione e tornando a rivedere i livelli di massimi (area 53.00) che lo scorso anno anticiparono a giugno e poi a dicembre i ‘graffianti’ ribassi che potrebbero nuovamente ripetersi. La bassa liquidità, infatti, favorisce movimenti speculativi aggressivi e profondi, ed è tra l’altro, agevolata dall’incertezza che dominerà le prossime settimane in attesa dell’esito del referendum sulla Brexit. Nel frattempo la Fed si prepara ad alzare nuovamente i tassi d’interesse, proseguendo la fase di normalizzazione iniziata lo scorso dicembre e rimasta assente da oltre nove anni.

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Page 1: ABCEconomics NEWS nr.7 June 2016

The World of ABC Economics – ABC Economics Magazine – Ideas shape the course of history – No. 7 – June 2016

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FINANCIAL MARKETS / L’ORSO SOFFIA SULLA CANDELINA DEL PRIMO ANNIVERSARIO

A cura di Federico Izzi.

È un anniversario in chiaroscuro quello dell’S&P500. Esattamente un anno fa (era il 20 maggio 2015) ha segnato il massimo storico sui listini statunitensi. Con la chiusura dell’ultima settimana di maggio, la terza migliore da inizio anno, i prezzi si trovano ad un passo (-1,6%) dai massimi assoluti che analizzando i soli numeri potrebbero ingannare, restituendoci un saldo piatto di un mercato azionario che, invece, in questi ultimi 12 mesi ha visto ampie escursioni dei prezzi, nei periodi di agosto-novembre 2015 e gennaio-aprile 2016. Sono stati registrati prima forti ribassi, seguiti da reazioni rialziste di pari entità con dinamiche raramente rilevate nel passato, a distanza di pochi mesi, mostrando uno spiccato nervosismo degli investitori.

Allargando l’orizzonte temporale e tornando al forte ribasso registrato a settembre/ottobre 2014, per la prima volta in questi ultimi cinque anni ha iniziato a suscitare i timori della fine del mercato toro. I prezzi da 20 mesi si trovano all’interno di un range laterale del 18% che se confrontato ai ribassi-rialzi della scorsa estate e di inizio anno (tecnicamente definiti a “V”) indicano il delicato momento umorale degli investitori che si trovano a dimenarsi in un mercato che cambia pelle nell’arco di poche settimane, rendendo estremamente difficile prendere posizione a lungo termine.

Periodi così prolungati di lateralità, all’interno un mercato toro, che spegne la prima candelina senza registrare nuovi massimi, raffreddano l’attività degli investitori che preferiscono attendere la definitiva uscita dal canale laterale, al rialzo oppure al ribasso. Analizzando simili periodi di ‘stagnazione dei prezzi’ avvenuti nell’ultimo secolo sull’indice statunitense, un periodo lungo come quello attuale non trova precedenti.

Solitamente i periodi di lateralità dell’indice azionario S&P500 alla fine di un ciclo rialzista hanno avuto una durata media di 4-5 mesi, spesso anticipando l’inizio di una recessione economica. Il caso del 1956-1957 è l’esempio più simile ad oggi, quando l’indice oscillò per 11 mesi senza segnare nuovi massimi prima di cadere oltre il -20% ed anticipando una fase di recessione economica che terminò nel 1958.

Tali condizioni che non sono favorevoli agli acquisti sui mercati azionari e si riflettono con una timida partecipazione degli investitori che in queste ultime settimane registrano bassi livelli in acquisto sulla media del sentiment dell’ultimo anno, segnando il valore più basso degli ultimi 10 anni. E questo è un segnale che solitamente anticipa l’inizio di un mercato rialzista. Stessa dinamica, però, si registra in misura maggiore anche per il sentiment ribassista che in queste ultime settimane ha accusato un movimento più accentuato. Quello che invece, più preoccupa è il sentiment neutrale degli investitori che conferma l’apatia di sostenere i recenti rialzi, evidenziando sinora poca convinzione e tornando a rivedere i livelli di massimi (area 53.00) che lo scorso anno anticiparono a giugno e poi a dicembre i ‘graffianti’ ribassi che potrebbero nuovamente ripetersi. La bassa liquidità, infatti, favorisce movimenti speculativi aggressivi e profondi, ed è tra l’altro, agevolata dall’incertezza che dominerà le prossime settimane in attesa dell’esito del referendum sulla Brexit. Nel frattempo la Fed si prepara ad alzare nuovamente i tassi d’interesse, proseguendo la fase di normalizzazione iniziata lo scorso dicembre e rimasta assente da oltre nove anni.