alp 287 / extract

30
MENSILE 287 - 2013 - 6.50 287 Spedizione in A.P. - 45% - art. 2, comma 20/B - legge 662/96. Contiene I.P. Filiale di Torino - n.ro 1/13 Vivalda Editori, Torino.

Upload: alp-vivalda-editori

Post on 11-Mar-2016

237 views

Category:

Documents


3 download

DESCRIPTION

The Italian Magazine of Mountain - since 1985

TRANSCRIPT

Page 1: ALP 287 / extract

MEN

SILE

287

- 2

013

- €

6.5

0

287

28

7

20

13

M

on

tag

ne

d’a

uto

re

/ Gra

n P

ara

diso

e A

bru

zzo

/ Mo

nta

gn

ate

ra

pia

/ Alg

eria

- Ta

ssili /

Sped

izio

ne in

A.P

. - 4

5% -

art.

2, c

omm

a 20

/B -

legg

e 66

2/96

. Con

tien

e I.P

. Fili

ale

di T

orin

o - n

.ro

1/13

Viv

alda

Edi

tori

, Tor

ino.

00 ALP 287 cover195.indd 1 25/01/13 12.20

Page 2: ALP 287 / extract

1PAG. / 287

di VALTER GIULIANO

editoriale

I millenari cipressi di Tamrit sono una delle meraviglie dei Tassili

A cavallo del nuovo anno, nel momento del riposo e della riflessione da dedicare prima di tutto a noi stessi, per riprogettare i sogni e le speranze - senza le quali la fatica del vivere sarebbe insopportabilmente pesante - ALP vi offre, ancora di più che nel resto dell’anno, l’opportunità di trovare risposte agli uni e alle altre.D’altra parte, sta negli orizzonti di chi frequenta gli spazi liberi dell’altitudine - la comunità che abbiamo chiamato a raccolta con ALP people - la condivisione di una tensione perenne verso esigenze della vita che non sono ancora di tutti ma che la riempiono di esperienze e di valori utili a darle una connotazione di unicità irripetibile.La stessa che è, nello sguardo prima e nelle parole poi, di chi sa raccontarne squarci tanto insoliti quanto comuni per farne bene condiviso su cui ragionare insieme.Questo numero di fine/inizio anno lo abbiamo voluto confezionare proprio con questi obiettivi. E ci sembra il regalo più consono per i nostri lettori cui partecipiamo, così, tutta l’intensità del nostro progetto editoriale - fatto anche delle collane di libri, a cominciare dagli ormai “storici” Licheni da quest’anno affiancati dai giovani “Licheni 2.0” - che non guarda mai solo agli aspetti ludici e sportivi, ma sceglie sempre le occasioni capaci di trasmettere qualcosa di più profondo. Così il nostro invito alla lettura, costruito con il contributo di autori importanti che ci onorano della loro amichevole collaborazione, piuttosto che il racconto di esperienze di impegno e di solidarietà che hanno come teatro la montagna e le pareti, oppure il ricordo di due momenti eccezionali (i parchi compiono 90 anni) per la conservazione del nostro patrimonio ambientale unico e irripetibile, sono tra loro in cordata per trasmettere, a tutti e a ognuno, il senso forte

di valori su cui progettare la speranza di futuro. La crisi economica ci sta facendo riflettere, senza dubbio, anche sulle cose davvero utili per la nostra vita e per il nostro ben-essere, consentendoci di lasciar andare tutto ciò che ingannevolmente appesantiva la nostra zavorra. È dunque stata, nel disagio che ha comportato, anche un’opportunità che ci consente di salire le nostre vette in stile alpino, con convinzione, determinazione e leggerezza. Nel farlo speriamo continuiate a trovare spazio per la nostra compagnia.Siamo fiduciosi che tra le cose che continuerete a portare con voi, anche nel 2013, non manchino cultura e lettura e dunque ci siano anche le nostre proposte: alleggeriscono la vita, pur non rinunciando al piacere di attivare i pensieri. È il miglior augurio che ci sentiamo di rivolgere a tutti coloro che avranno tra le mani questo numero che apre il nostro 28° anno in edicola. Un anno che affrontiamo con fiducia, certi di quella che i lettori ci vorranno confermare non solo andando in edicola, ma anche cogliendo le offerte dell’abbonamento.Chi frequenta le altitudini sa che dopo i temporali, le bufere, i giorni di maltempo, inevitabilmente il sole torna a scaldarci e a trasmettere l’energia che ci dà la vita. Come l’albero che resiste nel deserto, le nostre foglie torneranno a salire verso il cielo.Se dalle condizioni avverse sapremo trarre insegnamento, ne usciremo più forti e sicuri di prima, consapevoli delle nostre reali e spesso inesplorate possibilità. Anche questa prolungata stagione di crisi vedrà la sua fine e se, come sta accadendo, avremo saputo riprogrammare i nostri comportamenti separando i bisogni e i valori veri da quelli indotti o fittizi, allora ci renderemo conto della sua faccia positiva e sapremo andare, davvero, verso un nuovo inizio.

FOTO

© G

IULI

O IE

LAR

DI

01 ALP 287 Edito.indd 1 14/01/13 12.09

Page 3: ALP 287 / extract

2285 / PAG.

sommario 287ANNO 2013

> IN COPERTINATofane di Rozes, changing conditions; foto © Peter Mathis tratta da Dolomites - Visual Dualism [email protected]

FOTO

KLA

US

KRAN

EBIT

TER-

ARC

H D

YNAF

IT/K

. KR

ANEB

ITTE

R

Sisifo felice

«Grazie per la neve che sta scendendo. Mi è sempre piaciuta, ma adesso mi sembra proprio puntuale. Tempestiva. Porta pulizia. Porta bianco. Costringe all’attenzione. Ai tempi lunghi. Lima rumori e colori. Lima le bave dei sensi. Ce n’è bisogno. Ancora per un po’».

Luciano Ligabue La neve se ne frega, 2004

[email protected]

1 / editoriale

6 / libri Mike e le montagne

ANNIVERSARI 10 / I Parchi fanno 90

12 / Il Gran Paradiso terrestre

Il parco nel pensierodi Mario Rigoni Stern

Diario del Gran Paradisodi Anacleto Verrecchia

16 / scheda giallaCon le ciaspole nel Parco /1 Gran Paradiso piemontese

a cura di Furio Chiaretta

20 / scheda giallaCon le ciaspole nel Parco /2 Gran Paradiso valdostano

a cura di Cesare Re

22 / La prima perla dell’Appennino L’Abruzzo

di Claudio Magris

26 / scheda giallaCon le ciaspole nel Parco d’Abruzzo

a cura di Domenico Vasapollo

30 / classiciGiuseppe Ghedina e la cartolina illustrata

di Giuseppe Garimoldi

MONTAGNE D’AUTORE

34 / Un Natale ai confini del “mundo”di Laura Pariani

40 / La malaerbadi Davide Longo

50 / Slittamentidi Anna Berra

58 / Il giorno giustodi Andrea Nicolussi Golo

64 / Cento fantasmi di neve

di Enrico Camanni

70 / ritratti di AlpThis will destroy you: Emilio Salgari

di Daniela Zangrando

MONTAGNATERAPIA

72 / escursionismoLa montagna nella menteDalle Alpi Marittime all’Etna

di Sebastiano Audisio, Marco Battain, Ornella

Giordana e Mario Piasco

76 / arrampicataClimblabNon è mai lo stesso uomo che parte e ritorna

di Fulvio Bosio e Carlotta Montaldo

80 / viaggiTassìli gioiello di pietraA piedi nel Sahara algerino

di Giulio Ielardi

91 / vetrina

02 ALP 287 Sommario.indd 2 14/01/13 16.35

Page 4: ALP 287 / extract

12-13 ALP 285 JackWolf.indd 12 31/10/12 16.01

Page 5: ALP 287 / extract

12-13 ALP 285 JackWolf.indd 13 31/10/12 16.01

Page 6: ALP 287 / extract

I PARCHI FANNO 90

10-15 ALP 287 Parco.indd 10 11/01/13 12.16

Page 7: ALP 287 / extract

TRA DICEMBRE E GENNAIO L’ANNIVERSARIO DELLE PRIME DUE AREE PROTETTE NAZIONALI,

ISTITUITE A TUTELA DI FETTE DEL TERRITORIO ALPINO E APPENNINICO

TRA LE PIÙ RICCHE DI BIODIVERSITÀ.

UN ANNIVERSARIO IN SORDINA, A CAUSA DI UNA CRISI CHE RISCHIA DI COLPIRE

ANCHE L’ITALIA PIÙ FRAGILE E PREZIOSA.

Novant’anni di politiche per la tutela dei territori più preziosi della nostra penisola. Cominciate sulle Alpi e sull’Appennino, lo scheletro montano d’Italia.

Proseguite, con alterne fortune e non senza vicissitudini con lo Stelvio e la Calabria di Sila e Aspromonte e poi, in tempi più recenti, con altre terre alte,

le più ricche di biodiversità, ma spesso anche le più povere di umanità a causa di migrazioni e abbandoni dovuti

alla difficoltà nell’abitarle.I parchi e le aree protette hanno difeso

l’integrità di questi territori preservandoli dall’assalto che altrove ha portato forti sconvolgimenti, non solo ambientali. Ma che li pone, oggi, in condizioni di

vantaggio per interpretare il ruolo di laboratori di futuro, capaci di visioni innovative per uno

sviluppo sostenibile e durevole. Spesso hanno arrestato il declino e oggi sono

pronti a riavviare un rinascimento fatto di ritorni mossi non solo da visioni bucoliche

o da suggestioni new age, ma sempre di più sulla base di solidi piani di investimento economico e occupazionale.

La crisi può insegnare a imboccare nuove strade; i parchi sono lì a dimostrare che questo è possibile, a condizione che anche su di essi si investa adeguatamente.

Così ancora non è. E vicende recenti stanno purtroppo a testimoniare che occorre fare ancora tanta

strada per aggiornare radicalmente le politiche per un nuovo modello di sviluppo capace di garantirci un futuro.

Per questo i novant’anni di natura protetta si festeggiano con qualche rammarico e molta insicurezza per il futuro.

Resta l’amaro in bocca per ciò che potrebbe essere e ancora non è stato.Perché i parchi possano ritrovare lo slancio che ne ha animato l’avvio, aiutandoli

a superare le molte difficoltà di allora, c’è bisogno di una rinnovata consapevolezza e di una radicata conoscenza e coscienza del loro ruolo

e dei loro benefici. Con questo spirito vi proponiamo la lettura di alcune delle pagine più belle scritte da alcune delle persone che hanno voluto

e amato i parchi e le nostre montagne.L’augurio è che quello spirito possa permeare nuovamente la nostra classe dirigente e politica, affinché possa raccogliere le sollecitazioni che vengono

dalla collettività, ormai pressoché unanimemente schierata dalla parte della natura protetta. [V.G.]

I primi loghi del Parco d’Abruzzo e del Parco del Gran Paradiso

Nella pagina a fianco, in alto il Gruppo del Gran Paradiso visto dal sentiero che conduce all’Alpe Meyes di Sopra

Sotto, il camoscio e la volpe non temono la neve (foto C. Re)

10-15 ALP 287 Parco.indd 11 11/01/13 12.16

Page 8: ALP 287 / extract

Dolomites Visual Dualismphotographs by Peter Mathis offi [email protected]

Edizioni FenkART Publishing & Peter Mathis 2012, Erlachstrasse 45, 6845 Hohenems

Mario BrunelloPer zaino un violoncelloprefazione in forma di ballata di Paolo Rumiz80 pp. + 16 pp. con foto a coloriVivalda Editori, Torino 2012 - 12,00 €

«Ci sono dei luoghi dove le montagne danno un suono, senza ritmo e senza melodia, un ronzio costante, come le preghiere dei lama. Chissà se hanno preso i loro canti dalle montagne?». (R. MESSNER)

Le sue dita si arrampicano sulle corde del seicente-

sco violoncello “Maggini” lentamente o a ritmi incal-zanti; a volte poi precipitano di colpo come nelle cadute di un’arrampicata in libera. Ma restano appese, si salva-no, ricominciano a salire per inventare nuovi movimenti, arabeschi che producono melodie che calamitano tutti i nostri sensi in un ascolto che non è solo udito.Così ha portato e porta il suo amatissimo Bach in tutte le sale da concerto più blasonate del mondo. Da solo o con l’accompagna-mento delle orchestre e dei direttori più prestigiosi.La sua biografia artistica lo pone ai vertici mondiali, ma la fama non ne ha sna-turato lo spirito e il carat-tere modesto e disponibile. Una star affermata nel

firmamento musicale in-ternazionale che ha saputo mantener fede alle sue ori-gini di ragazzo di provincia, un talento portentoso che non si è lasciato abbagliare dalle luci della ribalta.Se l’ho dovuto inseguire per oltre un anno, è stato solo perché i suoi impegni gli lasciano poco tempo al di fuori della professione. E quel tempo lo dedica, giustamente, agli affetti fa-migliari, immergendosi nel suo paesaggio di sentimen-to racchiuso tra Castelfran-co Veneto e le Dolomiti del Bellunese: le sue montagne.È il personaggio giusto per la collana Sempre più in alto, che «si propone di dare rappresentazione della passione per la montagna di molti personaggi noti in Italia per le più svariate attività; non professionisti

Frutto di una lunga ricer-ca iniziata nel 2009, tra

i tanti libri fotografi ci dedi-cati alle Dolomiti, quello di Peter Mathis – classe 1961, austriaco appassionato di montagna e alpinismo oltre che fotografo autodidatta – si distingue non solo per la potenza evocativa delle foto-grafi e che ricorda la straor-dinaria arte di Ansel Adams, ma anche per l’alternarsi di immagini in cui prevale il bianco ad altre più ricche di

chiaroscuri, tutte realizzate in condizioni di luce straor-dinarie che defi niscono pae-saggi senza orizzonte, primi piani o dettagli. Il tema del libro è il duali-smo creato dalla contrappo-sizione di luce e ombra, che crea contrasti e sfumature dipingendo paesaggi sempre nuovi: la scelta del bianco e nero non è quindi casuale, e nessuna delle fotografi e – tutte inedite – è stata conver-tita dal colore. Per esaltarne al massimo tutte le sfuma-ture, sono state stampate su una carta di pregio e in qua-dricromia, proprio per ren-dere l’intera gamma dei toni del grigio.

dell’arrampicata, né alpi-nisti famosi, ma persone professionalmente affer-mate che hanno fatto della montagna e dei valori che rappresenta un punto di riferimento per la propria vita».E Mario Brunello, nume-ro uno internazionale del violoncello, ci racconta, appunto, il suo rapporto con le terre alte, da quelle dell’infanzia al Monte Fuji, dalla foresta di Paneveggio alle elevazioni nel deser-to, passando attraverso le esperienze di Arte Sella e dei Suoni delle Dolomiti.Impreziosisce questo in-contro della musica con la montagna la bella intro-duzione che, in forma di ballata, Paolo Rumiz, gior-nalista e scrittore di fama, ha voluto offrire al maestro Brunello. GI.VA

Tra i rari scritti che si interval-lano alle immagini di nebbie e vette, da segnalare la pre-fazione della storica dell’arte Christiane Schmieger, segui-ta da testi di Jürgen Winkler, Stefan Fiedler, Neil Warner, dell’alpinista Alex Huber e della dott.ssa Ulrike Tappeiner dell’Università di In–nsbruck.Ha ottenuto il prestigioso riconoscimento del German Photography Book Award 2013. Il libro è disponibile anche in edizione lusso a tiratura limi-tata a 25 copie numerate, ed è acquistabile su www.mathis-photographs.at e su www.amazon.it R.G.

Tel. +43 (0) 5576-75083, 108 pp., 70 fotografi e con testi in tedesco e inglese, 69,90 €

NEWSlibri

9PAG. / 287

06-9 ALP 287 Libri.indd 9 14/01/13 14.16

Page 9: ALP 287 / extract

IL GRAN PARADISO TERRESTRE3 DICEMBRE 1922: SUL TERRITORIO INTORNO AL GRAN PARADISO,

LA VETTA PIÙ ALTA D’ITALIA, IN GRAN PARTE DONATO

DA RE VITTORIO EMANUELE II AL DEMANIO DELLO STATO,

VIENE ISTITUITO IL PRIMO PARCO NAZIONALE DEL NOSTRO PAESE.

A destra, dalla cappellaa quota 2280 si domina

la conca di Nel con il grandioso sfondo

delle Levanne (foto F. Chiaretta)

In alto, alba sulla Becca di Monciair (foto C. Re)

Nella pagina a fi anco, Val Soana: il Piano d’Azaria

è uno splendido pianoro lungo circa 2 km

(foto F. Chiaretta)

10-15 ALP 287 Parco.indd 12 11/01/13 12.16

Page 10: ALP 287 / extract

[

schedaGIALLA a cura di

CESARE RE

ACCESSOIn auto dall’autostrada A5 Torino-Aosta si prende il raccordo autostradale T1 Aosta-Monte Bianco uscendo ad Aosta Ovest-Saint Pierre, da cui si prosegue sulla SS26 in direzione Courmayeur, sino a Villeneuve dove si svolta per Introd. Si seguono le indicazione per Valsavarenche e per la valle omonima che si attraversa sino alle ultime case di Pont.In treno si raggiunge la stazione di Aosta (www.trenitalia.com), ove si prosegue con gli autobus locali. (www.savda.it)

PARCO NAZIONALE DEL GRAN PARADISO• Presidenza, Direzione e Segreteria Generale via Della Rocca 47, Torino tel. +39 011 8606211, www.pngp.it, [email protected]

• Segreteria turistica versante Valle d’Aosta, località Cheriettes, Aymavilles (Ao), tel. +39 0165 902693, [email protected]• Fondazione Grand Paradis gestisce i Centri visitatori del Parco dislocati a Cogne, Rhêmes Notre Dame e Valsavaranche: www.grand-paradis.it/it/orari-e-informazioni

• Servizio Botanico Giardino Botanico Alpino Paradisia frazione Valnontey 44, Cogne (Ao), tel. e fax +39 0165 74147, [email protected]

SITI UTILI• www.lovevda.it è il sito ufficiale del turismo in Val d’Aosta• www.regione.vda.it è il sito della Regione Valle d’Aosta

METEO E NEVE• www.regione.vda.it• www.anivea.it

MANGIARE E DORMIREPont ValsavarencheHotel Gran Paradiso, tel. +39 0165 95454, +39 0165 95318, www.hotelgparadiso.com

Proponiamo due itinerari di grande bellezza

che si snodano sugli opposti versanti della Valsavarenche:

il primo, meno noto, offre però una vista grandiosa

sulla catena del Gran Paradiso, mentre il secondo,

più classico, riporta ai tempi in cui il Parco era riserva di caccia

dei Savoia, con un bellissimo panorama ravvicinato

sul Ciarforon e sulla Becca di Monciair.

CON LE CIASPOLE SUL VERSANTE VALDOSTANO

Gran Paradiso 2

DegiozHotel Parco Nazionale, tel. +39 0165 905706, www.hotelparconazionale.itBed & Breakfast Le Mélèze, a Bien, 23, frazione di Degioz, tel. +39 349 7801409, [email protected]

RiFuGi • Rifugio Federico Chabod, aperto dalla primavera, con locale invernale, tel. +39 0165 95574, www.rifugiochabod.com

• Rifugio Vittorio Emanuele II, aperto dalla primavera, con locale invernale, tel. +39 0165 95920, +39 335 6001921, www.rifugiovittorioemanuele.com

CARTA• Kompass 1:50.000 f. 86 Parco Nazionale Gran Paradiso Valle d’Aosta, Valle Orco• IGC 1:50.000 f. 3 Parco Nazionale del Gran Paradiso• L’Escursionista 1:25.000 f. 9 Valsavarenche• IGC 1:25.000 f. 101 Gran Paradiso La Grivola Cogne, f. 102 Valsavarenche, Val di Rhêmes, Valgrisenche

20287 / PAG.

Il Rifugio Vittorio Emanuele II (foto C. Re)

20-21 ALP 287 ParcoVdAY.indd 20 11/01/13 12.42

Page 11: ALP 287 / extract

[

l’ampia strada innevata. Originariamente la strada, mai ultimata, doveva collegare Pont con il Colle del Nivolet, congiungendosi con la carrozzabile asfaltata che avrebbe consentito di scendere nella piemontese Valle dell’Orco. Si sale agevolmente di quota, guadagnando vista sempre migliore e sempre più ampia sulla piana di Pont, sovrastata dalla Punta Fourà e sul Grand Étret, verso monte, e sulla catena del Gran Paradiso, sul versante opposto, l’orografico destro. Tutto il tragitto dell’escursione è luogo d’elezione per l’avvistamento degli abitanti del Parco: stambecchi, camosci, vari passeriformi, scoiattoli e volpi sono incontri frequenti. Si prosegue sulla strada innevata, prestando attenzione ad alcune piccole vallette dove possono esserci piccole slavine, sino all’imbocco di una galleria a circa 2130 m di quota. Accese le torce e tolte le ciaspole si cammina lungo la galleria (circa 290 m), prestando attenzione all’insidioso verglas che si forma sul suolo e alle numerose stalattiti di ghiaccio che pendono dal soffitto, sino a sbucare all’esterno. Si continua ancora lungo la strada sino a un netto tornante sulla sinistra e, giunti nei pressi di un’altra galleria, si abbandona la strada principale. Si sale ora ripidamente cercando di ricalcare il tragitto

Nei pressi di una lunga casa in pietra, si abbandona il tracciato del fondo (cartello in legno) per proseguire sino a imboccare la mulattiera reale. Si comincia a salire gradualmente con alcuni tornanti, sino a uscire dal bosco. La mulattiera diviene ora meno ripida. L’itinerario, pur non essendo particolarmente soggetto a distacco di valanghe, richiede comunque l’attenzione necessaria per tutti i percorsi di escursionismo invernale, soprattutto fuori dal bosco. Si sale ancora lungo la mulattiera, con la vetta del Ciarforon che diviene sempre più visibile, sino a un ultimo risalto che porta al pianoro morenico su cui si trova la caratteristica costruzione a semibotte del Rifugio Vittorio Emanuele II, con la cappella e la struttura storica già utilizzata dai Savoia come casa di caccia, oggi adibita a locale invernale (sempre aperto, stufa a legna, coperte e letti a castello). Di fronte al rifugio, il laghetto di Montcorvé, gelato in inverno, sovrastato dalla particolarissima forma del Ciarforon (3642 m) e dalla snella ed elegante Becca di Monciair (3544 m). Dal pianoro antistante il rifugio, si notano anche le vette del versante orografico sinistro del Vallone di Seiva, culmine terminale della Valsavarenche. Superando il dosso morenico del laghetto è possibile, con 5 minuti di cammino, avvicinarsi al ghiacciaio di Montcorvé e allargare la visuale, comprendendo anche l’elegante e piramidale vetta della Tresenta (3609 m). La discesa avviene lungo l’itinerario di salita.Volendo, dal rifugio è possibile proseguire sino alla base del ripido ghiacciaio del Gran Paradiso che discende dall’omonima vetta. Lasciando sulla destra il locale invernale e la chiesetta, si prosegue in piano, parallelamente alla catena del Gran Paradiso, che si fiancheggia sulla destra nel senso di marcia, sino alla base del ghiacciaio. Muovendosi in zona morenica, si presti attenzione a non incastrare ciaspole e caviglie tra le pietre nascoste dalla neve!

T = Turistico / E = Escursionisti / EE = Escursionisti Esperti / EEA = Escursionisti Esperti con Attrezzatura

del sentiero estivo n. 4 che con alcune diagonali consente di guadagnare quota. Questo tratto, con la neve, diviene piuttosto faticoso e ripido e richiede molta cautela e una progressione attenta. Superato il pendio si giunge all’alpeggio di Meyes di Sopra (2512 m), con vista superlativa e dilatata sulla catena del Gran Paradiso (4061 m). Volendo si può proseguire lungo il Vallone delle Meyes, delimitato dalla Costa dell’Aouille e dalla Costa della Manteau, salendo senza via obbligata, tenendo presente che al suo culmine si trovano la morena e il Ghiacciaio di Percia, discendenti dall’omonima cima e dalla vetta dell’Entrelor (3430 m), zone d’alta quota che richiedono prudenza ed esperienza.

2 Rifugio Vittorio Emanuele II 2730 m

Tempo di salita: 3 ore con neve portanteDifficoltà: EDislivello: + 775 m Periodo consigliato: da dicembre ad aprileSegnavia: cartelliNote: locale invernale sempre aperto, con stufa a legna. In genere, da Pasqua in poi il rifugio è aperto per la stagione scialpinistica.

Itinerario classico per l’escursionismo invernale allo storico Rifugio Vittorio Emanuele II, oggi base per l’ascensione al Gran Paradiso, nel passato Casa Reale di Caccia. La mulattiera su cui si svolge il percorso fu voluta dai Savoia per agevolare le proprie battute di caccia.

Da Pont (1960 m), ultimo borgo della Valsavarenche, si attraversa il torrente su un comodo ponte. Si cammina lungo la pista di fondo, verso la testata della valle, a ridosso della dorsale montuosa orografica destra. La pista prosegue pianeggiante nel bosco, lambendo alcuni alpeggi e delle baite. È possibile, già da questo punto, scorgere gruppi di stambecchi e camosci, generalmente ben visibili anche lungo il resto del percorso.

1 Alpe Meyes di Sopra 2512 m

Tempo di salita: 2 ore, con neve portante Dislivello: + 552 m Difficoltà: E il tratto lungo la strada del Nivolet, EE quello che, ripido e scosceso, si stacca dalla strada per salire verso il Vallone delle Meyes Periodo consigliato: da dicembre a marzo Segnavia: cartelli Note: da percorrere solo con innevamento stabilizzato. Utile una torcia o una frontale per il tratto in galleria.

Il panorama dagli alpeggi di Meyes, però, è grandioso, un vero e proprio balcone panoramico su tutto il versante orografico destro della Valsavarenche, su cui svetta la catena del Gran Paradiso col suo spaventoso scivolo glaciale, liscio e scosceso. La Valsavarenche è la valle che consente la miglior vista sulla vetta regina del parco, anche senza salire molto di quota.

Dall’ampio parcheggio di Pont Valsavarenche (1960 m), ultimo luogo abitato della zona, si scende verso valle lungo la strada asfaltata sino a una deviazione, sulla sinistra, nei pressi di alcune case e dell’Albergo Genzianella. Si cammina sulla strada sino a una sbarra nei pressi di alcuni capanni in lamiera. Calzate le ciaspole, si cammina lungo

20-21 ALP 287 ParcoVdAY.indd 21 11/01/13 12.42

Page 12: ALP 287 / extract

22287 / PAG.

Nelle pagine che seguono riprendiamo alcune rifl essioni svolte da uno dei propugnatori del parco, Erminio Sipari, deputato abruzzese cugino di Benedetto Croce. Sono tratte da quella che è conosciuta come “Relazione Sipari”, agli Atti parlamentari come “Relazione del Presidente del Direttorio provvisorio dell’Ente Autonomo del Parco Nazionale d’Abruzzo alla commissione Amministratrice dell’Ente stesso, nominata con Regio Decreto 25 marzo 1923” e dalla relazione al Disegno di legge il 17 giugno del 1922.

LA PRIMA PERLADELL’APPENNINOIL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO SORTO PER LA PROTEZIONE DELLE SILVANE BELLEZZE E DEI TESORI DELLA NATURA QUI INAUGURATO IL IX SETT. MCMXXII

Si legge ancora oggi così, nell’iscrizione incisa nel vivo della roccia a lato della fontana detta di San Rocco che sta a uno degli ingresso del parco - oggi diventato Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise - nei pressi delle prime case di Pescasseroli, in direzione di Gioia.Da quel nucleo originario realizzato come parco nazionale privato si passò poi, l’11 gennaio del 1923 alla istituzione formale di quello che sarà, in ordine di tempo la seconda area protetta del paese, fondamentale per la salvaguardia degli ultimi esemplari della specie endemica del camoscio d’Abruzzo e dell’orso bruno marsicano tuttora a rischio estinzione.

Lungo l’altopiano di Le Prata

(foto M. Moratti / Arch. Natura Avventura)

22-25 ALP 287 Parco.indd 22 11/01/13 14.32

Page 13: ALP 287 / extract

Un Natale ai conf i ni del

"mundo"

e l’antivigilia di Natale quando arriviamo a San José de Vinchina,

nell’Argentina settentrionale, a 1500 metri di altitudine. Fa caldo, come sempre a dicembre nell’emisfero australe; tanto più che questa zona preandi-na è desertica. Difficile spiegare cosa ci abbia spinti fino a questo strano paese, che per noi che veniamo dall’Europa ha un aspetto quasi alieno: le case sono disposte in un’unica fila indiana lungo una strada di sei chilometri che punta dritta verso le Ande; tra capre che allungano il muso da dietro le tende di plastica, che fanno le veci delle porte, e vecchi seduti sul marciapiedi sotto il ritratto dell’ex presidente Menem. Eravamo senz’altro curiosi di vedere le misteriose tre “stelle diaguitas” a dieci punte, disegnate secoli fa dagli aborigeni nella sabbia del deserto con pietre bianche (per i contorni) e rosse o nere (per l’interno del disegno): hanno circa tren-ta metri di diametro e solo da un’altura sono visibili appieno nella complessità e bellezza del disegno. Spettacolo emozionante che pone domande: Chi le disegnò nel deserto? e a quale scopo?

Più tardi, seduti alla tavola del nostro affittacamere, che tutti chiamano el Tur-co – barbetta brizzolata, occhi vivaci, lontane origini libanesi come molti abitanti della provincia di La Rioja – ci viene suggerita un’escursione in alta montagna: «Mañana» dice el Turco «è la vigilia di Natale: se salite in auto fino alla frontiera col Chile, a 5500 metri, i cantieri che stanno costruendo la strada internazionale saranno fermi per la festività e i camion non vi causeranno rallentamenti. Eppoi le previsioni meteorologiche danno tempo bellissimo in alta quota. Non potreste de-siderare di meglio. La sera, al ritorno, se siete stanchi, potete fermarvi a Alto Jagué, a 2500 metri: ho un amico che vi potrà ospitare».

All’alba del 24 dicembre ci mettiamo dunque in strada con una vecchia auto che ha sul groppone già diciassette anni. Augurandoci che il nostro catorcio regga almeno fino alla fine del viaggio, el Turco ci fa le ultime raccomandazioni: soprat-tutto di non perdere tempo per strada a fotografare le impronte dei dinosauri che sono visibili su molte rocce, ma di tirare avanti fino al primo rifugio, a 3600 metri, per non arrivare troppo tardi sulla puna.

«Verso le undici del mattino» spiega «lassù comincia a soffiare un vento così gelido che non riuscireste a sopportare...».

Entriamo nel canyon del fiume Troya. E nonostante gli avvertimenti del Turco,

Eravamo senz’altro curiosi di vedere le misteriose tre “stelle diaguitas”

a dieci punte, disegnate secoli fa dagli aborigeni nella sabbia del deserto con pietre

bianche (per i contorni) e rosse o nere (per l’interno del disegno)...

testo e foto di laura pariani

35PAG. / 287

'

Una casa di Alto Jagué

Nella pagina a fianco la gola del fiume Troya

34-69 ALP 287 racconti.indd 35 25/01/13 11.50

Page 14: ALP 287 / extract

50287 / PAG. 50287 / PAG.

Slittamentianna Berrafoto tratte da Dolomites - Visual Dualism di peter Mathis

San Pellegrino below zero Passo San Pellegrino

34-69 ALP 287 racconti.indd 50 14/01/13 11.54

Page 15: ALP 287 / extract

51PAG. / 28751PAG. / 51PAG. / 51 287PAG. / PAG. / PAG. /

Mi sono fermato davanti al blocco di ghiaccio, sedotto. Mai vista una poe-sia simile abbracciata a un tubo di grondaia nel centro di Torino. Un’esplosio-ne di merletto bianco e argento fi ssa nell’aria, senza più caduta. Che sia un regalo natalizio fatto dall’inverno alla città? «Il Natale ci arriverà presto alla gola» dice saggiamente Wodehouse, e mancano solo due giorni. Punto gli oc-chi dentro il ghiaccio, vicino vicino: concrezioni magiche, aghi soffi ci, bolle, anfratti, e laghi dove nuotano esseri lattescenti dalla capigliatura fl uida, e all’interno la materia sacrifi cata, la sofferenza del rame strangolato dall’acqua.

L’enorme grumo di cristallo mi sembra uno dei pochi simboli sinceri del Natale, una brillante scultura che le mani del freddo plasmano in omaggio a questi giorni. Mentre è più di un anno che, nonostante i successi del passato, le mie non riescono a creare nulla che possa defi nirsi scultura.

34-69 ALP 287 racconti.indd 51 14/01/13 11.54

Page 16: ALP 287 / extract

40287 / PAG.

Finito che ebbe di mungere la vacca, Pricot guardò il latte nel fondo del secchio. Era così misero e senza sostanza che poteva vederci attraverso. - Bagascia - disse.

La vacca mosse uno degli zoccoli, poi bevve dalla sua tazza di metallo. Nel silenzio lo schioccare della lingua parve un frastuono. La stalla era calda di odori. Il chiaro dalla piccola finestra strappava al buio una stagiera, due rastrelli da fieno, le scope e un basto coperto di muffe. L’unico sfarzo era una vecchia macchina da trebbiare a ridosso del muro. Pricot prese a massaggiare le mammelle della bestia seguendo lo stesso giro che fa il sole, come gli aveva insegnato suo nonno. Quello che aveva perso la gamba in Libia nell’11. - Ohi, bagascia - fece dopo un po’ sentendo che non ricavava niente.

La vacca si batté i fianchi con la coda a cacciare le mosche e riprese a ruminare. Pricot la squadrò: era stata una frisona gagliarda e aveva figliato sette volte. Adesso sembrava aver dentro soltanto del filo attorcigliato. E dire che vecchia non era.La colpì con un pugno nel costato. Quella scartò di lato, ma non emise alcun suono, come fosse abituata a quelle maniere, poi riprese a masticare tranquilla.Nel portico fuori della stalla Pricot trovò un vento freddo che prima non c’era. Gli alberi attorno piegavano la testa alla nuova stagione e le foglie avevano già preso il colore dell’inverno. Solo le montagne alte bruciavano di luce, ma così lontane davano più rimpianto che consolazione.Si toccò la gamba che sempre gli doleva, poi scese i due gradini che mettevano all’orto e si chinò a raccogliere l’ultima insalata. Dalla

davide Longo

La m

alae

rba

Swelling clouds Rifugio Al Brentei

foto tratte da Dolomites - Visual Dualism

di peter Mathis

34-69 ALP 287 racconti.indd 40 14/01/13 11.54

Page 17: ALP 287 / extract

58287 / PAG.

andrea niCoLussi goLo

foto tratte da Dolomites - Visual Dualism di peter Mathis

34-69 ALP 287 racconti.indd 58 14/01/13 11.54

Page 18: ALP 287 / extract

59PAG. / 287

Fossi poeta Mio Dio, chissà con quali meraviglio-se parole riuscirei a cantare il tuo Natale, o ma-

gari solo l’inverno, la tua stagione più amata, ma non hai voluto che avessi questa grazia. Allora come una gazza rubo un po’qua un po’ là le parole dei poeti veri, e invento storie senza capo né coda, ma tu lo sai, sono come le preghiere in latino, mandate a memo-ria dai miei vecchi senza comprenderne il signifi cato eppure non per questo di fede minore. Spero vorrai continuare a perdonarmi e a perdonarli.

Le notti di dicembre sulla montagna si vestono di bianco e nero. Il nero del bosco e il bianco della neve. Bianche sono la luna e la Galassia che si stira indolente verso nord, neri sono i profi li delle case e i pali del telefono. Bianco è il mio respiro che si con-densa nel gelo della notte.

Bianco è il fumo buono di legna che sale dai ca-mini, dritto verso il cielo, a ricordarmi che là sotto c’è calore e umanità. Nero, il letame gelato, scavato di fresco per creare il mio nascondiglio. Bianco è il colo-re del silenzio, quello della solitudine è nero. Per una intera notte ho atteso la volpe, colmo di rancore e vo-glia di vendetta, non una sola gallina mi ha risparmia-to la grande predatrice, ma io non so uccidere, non esiste al mondo causa giusta per farlo, e lei lo sa bene; cosi bene, da girarmi attorno per più di un’ora scher-nendomi. Alla fi ne sono così ridicolo nei panni del crudele vendicatore che scoppio a ridere, è una risata che ha il potere della redenzione; mentre lei, la Rossa, se ne va per la propria strada, caracollando e scrollan-do beffarda la testa, commiserando certo la mia debo-lezza, io sono felice che sia fi nita così. E questa notte nella buca dello stabbio dove ho atteso per ore, lun-ghe e inutili, come a volte è la vita, ricordo altre notti bianche e nere, prima che il fasto della modernità le inquinasse di luce, e ricordo giorni di bianco e celeste. Sono storie semplici, ma che andrebbero raccontate

Ma quando facevo il pastoreAllora ero certo del tuo Natale. I campi bianchi di brina, I campi rotti al gracidio dei corvi […]

I tronchi degli alberi parevano Creature piene di ferite;mia madre era parente della vergine,tutta in faccendefi nalmente serena.Io portavo le pecore fi no al sagratoE sapevo d’essere uomo veroDel tuo regale presepio.

DAVID MARIA TUROLDO

il GIORNO GIUSTO

Changing conditions Tofane di Rozes

34-69 ALP 287 racconti.indd 59 14/01/13 11.54

Page 19: ALP 287 / extract

65PAG. / 287

E così si faceva anche quando insegnavo alla Scuola nazionale di scialpinismo della Sucai di Torino, tra i settanta e gli ottanta, ed era normale partire in pieno inverno dalla città con quattro pullman carichi di allievi e istruttori, salendo e scendendo montagne con strategie semimilitari, e tornando a casa quasi sempre tutti interi, con alti, anzi altissimi margini di sicurezza.Chi non l’ha provato inorridisce di fronte allo scialpinismo di massa, perché la dimensione collettiva uccide l’avventura – si pensa, si dice – e diseduca le persone rendendole passive. Il concetto è giusto, ma esistono molti tipi di avventura. Uno dei meno spettacolari consiste nell’adattarsi alle esigenze del più debole e nel calibrare le capacità personali su quelle del gruppo: quando il più debole

arriva in cima è comunque un successo, se ci riescono solo i bravi è un fallimento. Forse non è scialpinismo nel senso tradizionale (ma cosa sarà mai il “vero” scialpinismo?), ma è certamente un’esperienza umana intensa, a volte generosa, a volte esibizionista, comunque provocatoria perché rovescia i canoni individualistici della montagna e impone di confrontare le proprie (in)sicurezze con quelle degli altri.Per dieci anni ho preso molto sul serio l’avventura della Sucai, barando sull’età per poter essere ammesso come allievo a quindici anni, diventando al più presto “distintivato”, poi istruttore e infi ne direttore a ventun anni appena compiuti, nell’autunno del 1978. Iniziavo il terzo anno di università.Oggi che guardo al ragazzo

che ero come a un combattente di epoche lontane, ma per fortuna gli assomiglio ancora, mi pare che dirigere un esercito come la Sucai a ventun anni sia un’impresa sospesa tra la follia e l’onnipotenza. Eppure non ero affatto incosciente, da ragazzo; sapevo gestire la responsabilità e occultare la passione anche meglio di quanto sappia fare oggi con l’esperienza e la moderazione dell’età. Alla fi ne la pagai con un esaurimento nervoso, ma questa è un’altra storia.Il corso di scialpinismo dell’inverno 1978-79 non fu né particolarmente facile né particolarmente fortunato. Cominciammo bene con una classica Pitre de l’Aigle in alta Val Chisone, poi ci arenammo in un impasto di neve-cemento sotto la Croix de Chaligne, nella valle del Gran San Bernardo, e

enriCo CaManni

CENTO FANTASMI DI NEVELa montagna selvaggia – mountain wilderness per chi parla inglese – non sopporta i grandi numeri, ma ci sono delle eccezioni. In tempo di guerra le truppe alpine sono state costrette a colonizzare i severi territori delle cime, imparando a convivere in cento, mille soldati con un ambiente ostile dove il freddo e le valanghe facevano più vittime delle armi del nemico. Durante la guerra all’eresia mille valdesi guidati da Enrico Arnaud scavalcarono le Alpi occidentali per riprendersi le loro valli. In tempo di pace preti, boy-scout ed educatori vari hanno spesso popolato colli e montagne, protetti dal loro dio misericordioso.

Fluid curtain Cascata di Fanes

foto tratte da Dolomites - Visual Dualism di peter Mathis

34-69 ALP 287 racconti.indd 65 14/01/13 11.54

Page 20: ALP 287 / extract

testo di SEBASTIANO AUDISIO, MARCO BATTAIN, ORNELLA GIORDANA e MARIO PIASCO

foto di SEBASTIANO AUDISIO

la MONTAGNA nella mente dalle Alpi Marittime all’Etna

Momenti del trekking ad anello sulla pista

Altomontana dell’Etna

72-75 ALP 287 TerapiaEtna.indd 72 14/01/13 12.37

Page 21: ALP 287 / extract

La montagna può aiutare ad affrontare meglio la

realtà del disagio psichico, perché frequentare la mon-tagna non è solo misurarsi con le proprie capacità fi-siche ma anche un percorso verso la salute e il miglioramento del proprio funziona-mento: un cammino al di fuori delle mura istituzionali, sperimentando nuovi modi di relazionarsi in gruppo e con se stessi. La montagna diventa così un luogo te-rapeutico che coniuga le dimensioni corpo-mente-am-biente, individuo-gruppo, lavoro clinico e psicosociale.Questo è il racconto di un’esperienza di un gruppo di ragazzi che va inquadrata all’interno dei percorsi riabi-litativi che vengono seguiti dai Servizi di Psichiatria Territoriale ASL CN (Cuneo)1.Un Gruppo è un ambito in cui si sperimentano espe-rienze e dinamiche relazionali, si condivide una attività (fare insieme) con un obiettivo/percorso/“senso” nella continuità.Quindi non è un momento per occupare il tempo, o solo ricreativo, o solo sportivo, ma ha una finalità di cura che si associa agli altri interventi terapeutici (far-macologici, medico-sanitari, psicologici, sostegno alla domiciliarità, al lavoro ecc). L’obiettivo di questo insie-me di pratiche è il miglioramento della qualità della vita della persona e della sua salute in senso globale: clinico, aumento del livello di autonomia, rinforzo dell’autostima (enpowerment: ce l’ho fatta, posso farce-la anch’io e di nuovo anche in altre circostanze).Le uscite settimanali di preparazione al progetto “Etna 2012” sono state escursioni su sentieri e attività di sci di fondo e racchette da neve nella stagione invernale, in collaborazione con varie realtà territoriali come i Centri sci di fondo di Aisone e Festiona in Valle Stura (Cn) che ci ospitano sulle loro straordinarie piste, i Parchi regionali delle Alpi Marittime e Valle Pesio e il Corpo Forestale, distaccamento di Demonte.Molto importante è stato “l’appoggio logistico”, e non solo, da parte del Comune di Aisone.Nei mesi prima della partenza, la preparazione, oltre

all’allenamento fisico, ha visto coinvolti i ragazzi nel reperi-mento delle attrezzature e dei materiali necessari allo scopo. L’allestimento dello zaino, va-lutando le cose effettivamente da portare, è stato un momen-

to importante sul cammino dell’autonomia e del recu-pero di competenze personali.

Le collaborazioni | Fondamentale nella realizzazione dell’avventura è stata la partecipazione attiva in ogni fase di studio, di organizzazione logistica e di supporto sul “campo” del Cai Torino. «Collaborare alla realizzazione del trek all’Etna è stato per il Cai Torino» commenta il Presidente Osvaldo Marengo «una grande occasione di crescita. All’inizio confesso che eravamo un po’ esitanti: il progetto sem-brava fuori dalla nostra portata e dal nostro modo abi-tuale di andare in montagna accompagnando i nostri soci».Quando si parla di disabilità psichica la nostra cultura, che si basa esclusivamente su stereotipi e su modelli di riferimento che premiano il bello, il migliore, piuttosto che chi ha successo, si viene presi in contropiede.«Poi, c’è stato l’incontro. Per me era la prima volta. Mi salutavano come ci fossimo lasciati la sera prima, allegri e sorridenti. Abbiamo passeggiato nel bosco tutti insie-me, chiacchierando amabilmente o in assoluto silenzio. In quei momenti, guardando il viso di questi nostri nuovi amici, ho avuto la sensazione di essere davvero io l’unico “diverso”».Dopo è stato un susseguirsi di incontri tra Ornella Giordana e Marco Battain, accompagnatori escursioni-stici del Cai Torino, e il gruppo di infermieri, Mario Piasco e Sebastiano Audisio, con i responsabili del Servizio e del Dipartimento di salute mentale di Cuneo i dottori Ugo Palomba e Francesco Risso, persone sen-za le quali questo sogno non si sarebbe realizzato.In questo quadro abbiamo altresì ottenuto la fattiva collaborazione, per gli aspetti sportivi, dell’Unione Sportiva Acli Cuneo e Piemonte. Il loro appoggio è

73PAG. / 287

Un gruppo di ragazzi in viaggio lungo le pendici del grande vulcano, “a muntagna” siciliana per una esperienza di “montagna terapia”

72-75 ALP 287 TerapiaEtna.indd 73 14/01/13 12.37

Page 22: ALP 287 / extract

testo e foto di FULVIO BOSIO

e CARLOTTA MONTALDO CL I M B lab

«Ho conosciuto l’arrampicata quando sono stato ospite di una comunità

terapeutica, esperienza durata quasi tre anni. Grazie all’istruttore che mi ha dato

l’opportunità di arrampicare anche altre volte, oltre gli incontri di Climblab,

ho unito la ripresa fisica a quella mentale e adesso sto molto meglio.

Se dovessi descrivere con un’immagine l’arrampicata, direi che per me

è sporcarsi le mani con un altro tipo di polvere: la magnesite».

76-79 ALP 287_TerapiaClimb.indd 76 14/01/13 13.56

Page 23: ALP 287 / extract

Ho conosciuto l’arrampicata quando sono stato ospite di una comunità terapeutica, esperienza durata qua-

si tre anni. È dal 2000, infatti, che cerco di continuare questa esperienza ma non sempre ci sono riuscito. Ero arrivato anche a comprarmi l’attrezzatura ma mi è sta-ta rubata in occasione di un’altra esperienza in comu-nità. Sono riuscito a praticare questo nuovo sport solo quando sono stato lontano dalle droghe, ma lo scorso anno, mentre ero in piena ricaduta mi è stato proposto di riprendere la pratica dell’arrampicata.All’inizio l’idea di riprendere ad arrampicare mi spa-ventava perché mi sentivo fisicamente e moralmente piuttosto giù, poi parlandone con chi mi segue mi sono convinto, mi sono fatto prendere e sono nuovamente riuscito ad arrampicare. Grazie all’istruttore che mi ha dato l’opportunità di arrampicare anche altre volte, ol-tre gli incontri di Climblab, ho unito la ripresa fisica a quella mentale e adesso sto molto meglio.L’arrampicata inoltre mi ha allontanato dalla depres-sione in cui stavo nuovamente cadendo.A volte faccio fatica a farmi fare sicura: so che se si fan-no le cose con attenzione è quasi impossibile farsi male; ma è proprio lì la mia paura, perché so l’attenzione che ci metto io ma non quella degli altri. Trovo quindi im-portante la regola di non arrampicare “fusi”, cioè sotto effetto di droghe. Quando arrampico sono concentrato su dove mettere piedi e mani; così la fiducia in me stesso viene messa alla prova e noto miglioramenti continui. Non ho tempo di pensare ad altro e mi sento caricato dalla fiducia che il mio compagno di cordata pone su di me. Anche la paura di cadere viene vinta accrescendo la forza d’ani-mo e la determinazione con cui faccio le cose.Se dovessi descrivere con un’immagine l’arrampicata, direi che per me è sporcarsi le mani con un altro tipo di polvere: la magnesite.

Riesce anche a sorridere Marco, mentre raccon-ta la sua esperienza di montagnaterapia attra-verso l’arrampicata.Un’esperienza che vi vogliamo raccontare.

La montagnaterapia è un originale approccio

metodologico a carattere terapeutico-riabilitativo

e/o socio-educativo, finalizzato alla prevenzione

secondaria, alla cura e alla riabilitazione

degli individui portatori di differenti problematiche,

patologie o disabilità; è progettato per essere svolto,

attraverso il lavoro sulle dinamiche

di gruppo, nell’ambiente culturale,

naturale e artificiale della montagna.

Nella montagnaterapia, per raggiungere gli obiettivi prefissati, gli interventi socio-sanitari si articolano e si integrano con le conoscenze culturali e le attività tecni-che proprie delle discipline della montagna, per tempi brevi o per periodi della durata di alcuni giorni, nel cor-so dell’intero anno. Il lavoro si integra con gli eventua-li trattamenti medici, psicologici e/o socio-educativi già in atto. L’Arrampicata Terapeutica, è parte di questo più generale approccio metodologico, ed è l’unica atti-vità sportiva che si svolge in verticale, sospesi nel vuo-to. L’eccezionalità della situazione permette di speri-mentare il “fallire” senza vergogna e di scherzare sulle proprie incapacità, di ridefinire i ruoli all’interno del gruppo e la stima di sé.L’arrampicata incrementa l’autoefficacia, l’autostima, il lo-cus of control interno, la fiducia e la responsabilità nell’al-tro, la consapevolezza corporea, rappresenta un grande stimolo a condurre stili di vita sana. La “via” nell’arrampi-cata sportiva rappresenta un esperimento, un confronto con il rischio e la paura: una paura irrazionale legata al ti-more del vuoto, alla difficol-tà nel lasciarsi andare, alla fi-ducia nel compagno e nel-l’attrezzatura, elementi fon-damentali nella relazione con obiettivi terapeutici.L’atleta si pone in uno spa-zio inusuale da cui emergo-no degli aspetti emotivi molto intensi e inibenti quali l’ansia e la paura, che rappresenta una delle prin-cipali componenti su cui occorre lavorare quando si propone l’attività dell’ar-rampicata a soggetti in te-rapia. La scalata diventa un

CL IM B lab

77PAG. / 287

«Non è mai lo stesso uomo che parte e ritorna»

dal film La Trace, 1984

76-79 ALP 287_TerapiaClimb.indd 77 14/01/13 13.56

Page 24: ALP 287 / extract

I millenari cipressi di Tamrit sono una delle meraviglie del Tassili

Nella foto piccola, la terrazza dell’eremo

di Padre Foucauld

Sahara algerinoTASSÌLI gioiello di pietra

80-87 ALP 287 Tassili.indd 81 14/01/13 14.26

Page 25: ALP 287 / extract

83PAG. / 287

«In effetti quello che abbiamo visto nel dedalo di rocce del Tassili supera ogni immaginazione».

Scriveva così nel 1958 Henry Lothe, l’esplo-ratore francese che, negli anni Cinquanta

del secolo scorso, scoprì nel cuore del deserto più grande del mondo una concentrazione di pitture rupestri mai conosciuta fino ad allora. Fu la mostra organizzata in seguito da Lothe al Musée de l’Homme di Parigi con le riprodu-zioni di quei dipinti a consacrare l’altopiano del Tassili n’Ajjer come il sito di arte rupestre più importante del pianeta. Nasceva un mito.

Oltre mezzo secolo più tardi, apparente-mente al riparo dalla rivoluzione dei gio-

vani che ha scosso società, assetti politici e na-turalmente anche appeal turistico di altri Paesi del Maghreb come Tunisia e Libia, l’Algeria, seppur con alterne vicende, prosegue il suo processo verso la piena integrazione nel gran-de catalogo planetario del turismo. A tenervela lontano per circa un decennio, infatti, era stata una sanguinosa guerra civile innescata negli anni Novanta del secolo scorso che ha tutt’al-tro che risolto i numerosi problemi in campo. Questo è un Paese enorme, in Africa secondo solo al Sudan, con una superficie di 2,38 milio-ni di kmq pari a quella di Germania, Francia, Spagna, Italia, Polonia, Regno Unito e Porto-gallo messe assieme (la popolazione è di 33 milioni di abitanti) e occupato per il 90 % dal-le immense e inospitali distese del Sahara.

Roccia e sabbia, sabbia e roccia. Note da tempo ai viaggiatori occidentali per la lo-

ro bellezza, le regioni del sud-est sono quelle dove la morfologia del territorio e i segni di una remota frequentazione umana producono le combinazioni più esaltanti. È qui che si estende l’altopiano del Tassili (si pronuncia Tassìli, NdR), distinto tra Tassili dell’Hoggar a occidente e Tassili n’Ajjer a oriente, presso il confine libico. Qui sconfinati orizzonti sono stati disegnati da antiche attività vulcaniche e dall’erosione generata dal vento e dai fiumi che in passato vi scorrevano (la più recente fa-se di inaridimento, che interessa tuttora il Sa-hara, è iniziata circa 10.000 anni fa). Qui, du-rante il progressivo riscaldamento climatico, il

Un’acacia lungo l’oued Egharghar

In basso, la sabbia e la roccia disegnano gli orizzonti dell’Hoggar

Nella pagina a fianco, in alto dalla terrazza dell’eremo di Padre Foucauld si gode di una splendida vista sulle vette dell’Assekrem

sotto a sinistra, salendo al Colle dell’Assekrem e, a destra la guelta di Affilal

In basso, le curiose formazioni rocciose della valle di sabbia di Tagrera

80-87 ALP 287 Tassili.indd 83 14/01/13 14.26

Page 26: ALP 287 / extract

90287 / PAG.

ALP

vet

rina

CASSIN X-All Mountain

Per la scalata su ghiaccio e l’alpinismo, un attrezzo di alta qualità perfettamente bilanciato e curato nei minimi dettagli. Angolatura della lama e configurazione dei denti ottimizzate per ghiaccio di qualsiasi inclinazione. Testa modulare per cambiare rapidamente la configurazione paletta o martello e per sostituire facilmente le lame. 3 impugnature intercambiabili. Puntale adatto alla progressione su inclinazioni moderate, con foro per il moschettone della longe. Lunghezza 50 cm. Peso 628 g.www.camp.it

THE NORTH FACEMen’s Verto S6K Glacier GTX

Scarpone da ghiaccio compatibile con ramponi, è provvisto di membrana in Gore-Tex®. Leggero e robusto, è caratterizzato da telaio esclusivo con configurazione a X che offre precisione e libertà di movimento su terreni tecnici misti. La tecnologia Cradle™ è integrata nell’intersuola per garantire la massima stabilizzazione e ammortizzazione del tallone. Progettato e prodotto in Europa. Un paio pesa 1780 g. Misure 7-13, 14.www.thenorthface.com

The North Face® presenta Jacket Finder, uno strumento web interattivo supportato anche dai dispositivi mobili che

aiuta a individuare la giacca giusta per le proprie esigenze. La piattaforma è intuitiva e studiata

per agevolare gli appassionati nella scelta del prodotto più adatto, tenendo conto di fattori quali

sicurezza e comfort. Un negoziante virtuale pronto a fornire assistenza e consigli basati sul tipo

d’imbottitura preferita e l’attività sportiva che si intende praticare.

Seguendo lo spirito “Never Stop Exploring”, The North Face ® tracking è invece una nuova mobile app

di registrazione delle prestazioni che permette di monitorare la corsa e le escursioni, creare una libreria

di percorsi unici da condividere con gli amici di Facebook, nonché sfidare la community partecipando

a gare settimanali per guadagnare i premi speciali che TNF mette in palio. E.C.

www.thenorthface.com

The North Face | Jacket finder e tracking app

ALP vetrina

LAFUMAPeak Neo Jacket Polartec® NeoShell®

Realizzata con Polartec® NeoShell®, il tessuto impermeabile più traspirante sul mercato, permette il trasporto dell’umidità sotto forma di vapore persino con livelli di pressione estremamente bassi, mantenendo il comfort durante le attività con sforzo fisico importante. La superficie esterna con lavorazione “stretch woven” garantisce massima libertà di movimento. Cappuccio fisso regolabile; gomiti articolati; tasca Napoleone con zip; tasche scaldamani con zip; bordo e polsini regolabili.www.lafuma.com

ADIDASTerrex™ Gore-Tex® active shell jacket

Giacca minimalista in Gore-Tex® leggera, comprimibile e traspirante con massima protezione antivento e antipioggia. Realizzata con la tecnologia FORMOTION™, si adatta a qualsiasi condizione climatica, in particolare per le attività sportive in montagna in cui peso e traspirabilità sono fondamentali. Cappuccio regolabile compatibile con casco, elementi riflettenti per migliore visibilità. Pesa 360 g (taglia M) ed è disponibile nei colori blaze green, black, vivid red. www.adidas.it

90-92 ALP 287 Vetrina.indd 90 14/01/13 14.57

Page 27: ALP 287 / extract

91PAG. / 287

ALP

vetrina

CASIOPro Trek Prw-5000

Colpisce per il look sportivo e la versatilità. È il compagno ideale per le condizioni estreme grazie alle molteplici funzioni outdoor-oriented: bussola, barometro, altimetro, termometro. Tutto il necessario per chi fa trekking. All’interno della cassa è nascosto un cuore tecnologico: ricarica solare, ricezione segnale radio (Multiband 6), regolazione automatica delle lancette.www.youtube.com/watch?v=CLbLHWF4_-s&feature=plcpwww.casio-europe.com/it

Sono arrivati i tanto attesi contenuti del brand californiano anche in italiano. Sul nuovo

sito di Patagonia è possibile trovare – oltre a un nuovo store online e la descrizione

delle innovative tecnologie produttive – anche una serie di interessanti contenuti di

approfondimento, prima disponibili solo in inglese. Da non perdere la nuova grafica con

le storie degli ambassador e i tantissimi contenuti ambientalisti legati alle campagne in

difesa della natura. L’azienda fondata da Yvon Chouinard nel 1973, infatti, si è sempre

distinta nel campo della protezione dell’ambiente diventando leader tra i brand green del

mondo outdoor. Sul nuovo sito è disponibile anche una mappa interattiva della filiera

mondiale dei prodotti Patagonia che guida l’utente fino al fornitore delle materie prime,

catapultandolo nelle Footprint Chronicles. E.C. www.patagonia.com/eu/itIT/home

Patagonia | Ora un sito web anche in italiano

ALP vetrina

DYNAFITBroad Peak

L’abbinamento tra la nuova costruzione dei fianchi e un’anima in legno di alta qualità lo rendono ultraleggero permettendo massima pressione sugli spigoli. Il side cut e la spatola leggermente più larga garantiscono agilità e facilità di sterzata anche su terreni veramente ripidi e su tutti i tipi di neve. La protezione per la coda in 3D con scanalatura per le pelli di foca e la punta brevettata in metallo con accoppiamento di forma, stabiliscono nuovi standard nella realizzazione di sci per ski touring. www.dynafit.it

PATAGONIAM’ & W’s Troposphere Jacket

Nuova leggera hard shell in nylon elasticizzato a 2.5 strati con ottima vestibilità, perfetta traspirabilità e generosa elasticità per massima mobilità nelle attività sportive sulla neve o durante l’arrampicata. Due tasche sul petto con pieghe pressate per offrire maggiore spazio; due tasche scaldamani con zip e posizionate sopra la linea di imbragatura; cerniere di aerazione sottomanica spalmate e a prova d’acqua. Cappuccio regolabile in 2 punti indossabile col casco.www.patagonia.it

JACK WOLFSKIN Powder force Pants men

Pantalone da sci ideale per la polvere, caldo, impermeabile all’acqua, altamente traspirante.Le cerniere di aerazione sui lati e l’eccellente traspirabilità dei due materiali di superficie Texapore 02 resistenti agli strappi e all’abrasione riescono a evacuare rapidamente il sudore, mentre l’imbottitura in Polyfiber Fill e la morbida fodera termica proteggono dal freddo. Due tasche sul davanti con zip idrofughe. Bretelle elastiche rimovibili. Fondo regolabile con ghetta integrata.www.jack-wolfskin.com

90-92 ALP 287 Vetrina.indd 91 14/01/13 14.57

Page 28: ALP 287 / extract

Se ti abboni ad ALP, ne fai subito parte

P E R S O N A L C A R D

Torino SALEWA Store Via XX Settembre 66/B, TorinoRegina Di Liddo Wenzel +39 011 538087 [email protected]

Milano SALEWA Store Corso Garibaldi 59, Milano+39 02 40707173 [email protected]

Bergamo SALEWA Store Via Tiraboschi 52, Bergamoangolo Passaggio Limonta, 8 Pierpaolo Emma +39 0351 9965600 [email protected]

Bolzano SALEWA World Via Waltraud Gebert Deeg 4, BolzanoMichael Vonmetz +39 0471 1881432 [email protected]

Sondrio SALEWA Store Via Stelvio 84/B, Chiuro (SO) Pierangela Amonini +39 342016330 [email protected]

Aosta SALEWA Store Via De Tillier 21, AostaRoberta Puliti +39 0165 1825500 [email protected]

Genova Mountain shop Via Galata 97, GenovaMaria Bianconcini +39 010 5536948 [email protected]

Arco SALEWA Store Via Segantini 10, Arco di Trento (TN) Franca Bassoli +39 0464 514239 [email protected]

Cervinia Mountain shop Via Carrel 22, Cervinia (AO) Mauro Podda +39 0166 940108 [email protected]

Palmanova SALEWA StorePalmanova Outlet VillageS.P. 125, km 1,6 Ioannis Aiella del Friuli, 33041 Udine

Finale Ligure Mountain shop Via Nicotera 6, Finale Ligure (SV) Paola Minuto +39 019 6816230 [email protected]

Arco Mountain kids Via Segantini 28, Arco di Trento (TN) Katia Righi +39 0464 14842 [email protected]

Mantova Salewa OutletVia Marco Biagi, Bagnolo San Vito (MN) Barbara Anvarypour +39 0376 253259 [email protected]

Valmontone Salewa Outlet Via della Pace, Valmontone (Roma) Lucia Rossi +39 069 5995070 [email protected]

Serravalle Salewa Outlet Via della Moda 1, Serravalle (AL) Simona Talpo +39 014 3340240 [email protected]

Bussolengo Salewa OutletVia 1° Maggio 26, Bussolengo (VR) Barbara Pepe +39 0456 717781 [email protected]

Montebelluna Salewa Outlet Vicolo Boccacavalla 6, Montebelluna (TV) Andrea Favarato +39 0423 604167 [email protected]

Castel Guelfo Salewa OutletVia del Commercio, 20/C - Loc.Poggio piccolo, Castel Guelfo (BO) Monica Gandolfi +39 054 2488003 [email protected]

SALEWA Mini Max ILeggerissimo marsupio

porta borraccia in Nylon Ripstop, ideale per

escursioni veloci in montagna.

Piccolo taschino laterale con cerniera,

borraccia da mezzo litro.Dimensioni: 18 x 8 x 8 cm

Peso: 200 gVolume borraccia: 0,5 l

SALEWA Stores, SALEWA Mountain Shops e SALEWA Outlet

94-95 ALP 287 Abbona 2013.indd 94 14/01/13 14.33

Page 29: ALP 287 / extract

2013 FORMULA BASE

45,00 €COMPRENDE

•10 numeri di ALP•15%discontosulle pubblicazioniVivaldaEditori•ALPPeoplePersonalCard validaperleconvenzioni previstepressogliALPPoints

ABBONAMENTO WEB 2013ACQUISTABILE DIRETTAMENTE SUwww.ezpress.it

LapossibilitàdiscaricareeleggereinanticipoilnuovonumerodiALP appenachiusoinredazione.

€25,00download 10 numeri di ALP in pdfACQUISTALO SUwww.ezpress.it

2013 FORMULA A55,00 €COMPRENDE

• 10 numeri di ALP• 15%discontosulle pubblicazioniVivaldaEditori• ALPPeoplePersonalCard validaperleconvenzioni previstepressogliALPPoints• borraccia Salewa prezzodilistino18,00€

2013 FORMULA B55,00 €COMPRENDE

• 10 numeri di ALP• 15%discontosulle pubblicazioniVivaldaEditori• ALPPeoplePersonalCard validaperleconvenzioni previstepressogliALPPoints• 2 Licheni pocket prezzolistino17,80€

Offertevalidesinoaesaurimentoscorte.

Enrico CamanniLa Guerra di Joseph

• PAGG. 198 • 2011• COD. ECO0237

Emilio ComiciAlpinismo eroico

• PAGG. 276 • 2012• COD. ECO0217

SOLO PER GLI ABBONATIn prezzo bloccato per tutto il periodo prescelton garanzia di non perdere neanche un numero delle riviste scelten un servizio clienti a vostra disposizione

n 15% di sconto su tutte le altre pubblicazioni della casa editrice

Orario uff. abbonamenti: 9:00 - 12:00 tel. 011 77 20 462/477MAIL [email protected] - [email protected] anticipato: assegno bancario oppure C/C postale 29718103 intestato a VIVALDA EDITORI. Abbonamenti in corso dal primo numero raggiungibile. Gli importi sono validi solo per il territorio nazionale.

via Invorio 24/a 10146 TORINO

* Riceverai in omaggio un Dvd della collana I Capolavori del cinema di montagna, oppure una guidaa tua scelta tra le collane Guide di ALP, Sui sentieri..., Escursionismo in Valtellina

PER GLI ORDINI

n compila e spedisci la presente cedola d’ordine in una busta affrancata

n invia un fax al n.ro 011 77 32 170

n manda una mail all’indirizzo [email protected]

PER INFORMAZIONI tel. 011 77 20 462/477 (orario 9:00 - 12:00)

IL TUO ORDINE MERITA UN PREMIO...

Acquisto superiore

ai 50 eurospese di

spedizione GRATIS

Acquisto superiore

ai 80 euroOMAGGIO

DvD o Guida

*

COGNOME

NOME

DATA DI NASCITA

INDIRIZZO

MAIL

LOCALITà

CAP _ _ _ _ _

PROV _ _ _

TEL _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

Modalità di pagamentoPAGAMENTO ANTICIPATOn allego assegno intestato a VIVALDA EDITORI srln anticipato su c/c postale 29718103 a VIVALDA EDITORI srlPAGAMENTO IN CONTRASSEGNOn in contanti alla consegna dei volumi(non utilizzare per pagamento abbonamenti)

n In riferimento alla legge sulla privacy, art. 10 della legge 31/12/96 n. 675, vi autorizzo a inviarmi gratuitamente i vostri cataloghi ed eventuali offerte promozionali inerenti le edizioni della VIVALDA Editori.Firma _______________________________________

ESTENSIONE WEB 2013ACQUISTABILE DIRETTAMENTE SUwww.vivaldaeditori.it

+10,00 €[DA AGGIUNGERE ALLA FORMULA bAsE O A O B]download 10 numeri di ALP in pdfPerinformazionitecniche:www.ezpress.it

94-95 ALP 287 Abbona 2013.indd 95 14/01/13 14.33

Page 30: ALP 287 / extract

SKItoclImb

Camp 201322.-24. 04

TM

In cooperation:

Gle

n Pl

ake,

Eva

Wal

kner

, alp

ineX

trem

Tea

m

Pic:

Han

si H

eckm

air

Vuoi trascorrere delle giornate indimenticabili a Chamonix insieme Glen plake e al SaLEWa alpineXtrem team? facebook.com/Salewateam

salewa.com

Iscriviti subito