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Pietro CafaroDipartimento di Storia moderna e contemporanea

Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano

Skopje UniversityWorkshop

Working for Europe.comBest pratices for European citizenship

29 settembre 2014

Lo schema

Premessa 1913, Luzzatti, quasi una definizione

1.Lo scenario2.Lo strumento3.Le peculiarità e le realizzazioni

nel caso italiano4.Limiti e vantaggi del credito

cooperativo

1913

Un’esortazione... una quasi definizione

Premessa

Alle nostre Banche per il 1913

L’augurio pel nuovo anno alle nostre mutualità di credito è

espresso con parola fida, ma severa : è un augurio di

raccoglimento inteso al fine di una revisione spontanea di tutte

le operazioni finanziarie ed economiche, dominata dalla

coscienza della grande responsabilità morale delle istituzioni

cooperative.

Esse non furono immaginate dai loro iniziatori per procurare ai soci

dividendi straordinari o per concentrare il eredito su poche teste

privilegiate, ma per combattere l’usura nelle città e nelle campagne, per

distribuire equamente i fidi, cominciando dai più miseri, per dare asilo

inviolabile ai risparmi cercanti la sicurezza più che le alte rimunerazioni,

per tenersi pronte a rimborsarli, segnatamente nei tempi difficili.

Non è nella lieta fortuna, ma nei momenti di crisi che si deve provare la

solidità delle nostre Banche popolari; le quali più si tengono fedeli a

questi aurei precetti meglio sanno uscire illese e forti dalle bufere. Gli

uragani colpiscono le cime delle alte foreste, ma rispettano le umili

pianticelle; bisogna saper rimanere umili per divenir grandi davvero !

Questo è l’esame di coscienza che raccomandiamo vivamente e

austeramente, oggi più che nel passato, per le torbidezze della politica

estera che hanno tanta influenza sulle correnti monetarie internazionali.

Un atto o una pa rola imprudente di uno dei potenti della terra può

irradiar la sfiducia nel più modesto istituto del più umile villaggio del

mondo !

Ma il saluto austero, è il saluto della speranza e dell’affetto, poiché, come

diceva un grande poeta latino: l’amore è composto di vigilanti affanni.

LUIGI LUZZATTI (“Credito e cooperazione”, 1 gennaio 1913)

Rivoluzioni economiche

Poor law

Il ruolo del credito

Lo scenario

Lo scenario. Una economia in rapida evoluzione

Rivoluzioni economiche Mobilitazione ingente di risorse Costi sociali

Attività benefiche Provvidenze Filantropia

Autoaiuto La soluzione cooperativa nell’ambito della

distribuzione di beni di prima necessità 1844, Rochedale, i “probi pionieri”: una

società democratica “di persone”, il primato della persona sul capitale versato (mutualismo e/o ristorno)

Il problema delle risorse finanziarie

Una lunga discussione sul ruolo della finanza

Il problema della mobilizzazione delle risorse e della loro distribuzione

Il ruolo del credito Non crea nuova ricchezza (“pecunia pecunia

non parit”) Facilita enormemente la creazione di

ricchezza (alloca al meglio le risorse verso le attività produttive): De Weltz e l’inno al credito

È strumento di previdenza (conserva la ricchezza)

Problema della povertàe auto-aiuto Il risparmio possibile: prime proposte

Le casse-salvadanaio di Hugues Delestre (1611)

Le Frugality banks di Jheremy Bentham e le “poor law”

Le proposte di R.Malthus nell’edizione 1805 dell’Essay

La stagione delle Casse di risparmio 1878 Amburgo e la cassa dei Monti 1818 Parigi e la Caisse “pubblica” 1819 Vienna e la prolifica “Erste” (1823

Milano)

Problema della povertà, crescita economica e credito

Credito al consumo L’esperienza tradizionale dei Monti di pietà Monti frumentari e Monti granari

Il credito alla produzione e l’egemonia dei banchieri-finanzieri (solo impieghi e non raccolta diretta) Le grandi famiglie della Haute banque I banchieri privati, le compagnie dei

banchieri, la religione positiva di Saint Simon Una novità mitteleuropea ottocentesca:

compagnie (società) di “consumatori di credito L’adozione dell’idea cooperativa nell’ambito

creditizio

Radici, genesi consolidamento della “banca di deposito”

Tutto ciò è alla base della costituzione della “banca di deposito”

Nell’Europa continentale

Sistema finanziario è soprattutto

Sistema bancario Sistema economico orientato agli

intermediari

Un’ associazione di consumatori di credito

Lo strumento

La banca cooperativa

Una delle vie di formazione della banca di deposito (“cassa di risparmio perfezionata” Schulze, Luzzatti) Si privilegia l’investimento (mutualistico e non) La raccolta è succedaneo dell’impiego

Le due forme prevalenti H.Schulze e la Banca popolare di Delitzche

(Lipsia) F.Raiffeisen e la Cassa di prestiti di Neuwied

(Bonn) L’idea “pubblicista” abortita di F.Lassalle

Le caratteristiche del credito cooperativo Principi cooperativi (una testa un voto,

nessun scopo di lucro) Responsabilità illimitata e solidale dei soci

verso terzi Schulze: il merito di credito misurato dalla

capacità di risparmio (capitale “dedicato” come primo livello di garanzia) operai cittadini

Raiffeisen: onore dei soci e responsabilità illimitata come unica garanzia (nessun capitale dedicato) agricoltori piccoli proprietari

Banche popolari

Casse rurali

Le peculiarità e le realizzazioni nel caso italiano

Il caso italiano La popolare di Luigi Luzzatti come via italiana alla

banca di deposito Le polemiche sul modello e la prevalenza della

versione compromissoria luzzattiana (cooperativa anonima a responsabilità limitata, Codice di

Commercio del 1884) espansione sul territorio

Le caratteristiche del modello luzzattiano Strumento imprenditoria media dimensione Diffusione in città, ma filiali in campagna Formazione tendenziale di un network Struttura sistemica (Popolare di Milano come istituto

centrale) Attività simbiotica (al posto dei banchieri privati) con Casse

risparmio

Evoluzione costituzione banche popolari(1870-1908)

0

100

200

300

400

500

600

700

800

anno

Variazione %

-10,0

-5,0

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

650

660

670

680

690

700

710

720

730

740

1893 1894 1895 1896 1897 1898 1902 1908

banche in esercizio/banche costituite(1893-1908)

costituite

in esercizio

Ripartizione banche popolari

0

50

100

150

200

250

300

350

1870 1875 1880 1885 1890 1895 1898 1902 1908

nord

centro

sud

Sviluppo numerico e distribuzione geografica dello banche popolari dal 1870 al 1908.

  1870 1875 1880 1885 1890 1895 1898 1902 1908

Piemonte 6 1 12 25 39 35 34 32 32

Liguria 1 4 4 6 6 7 7 7 7

Lombardia « 12 26 25 46 59 58 61 73 73

Veneto 9 16 29 35 51 62 65 69 69

Emilia 6 13 15 38 55 57 58 61 71

Toscana 11 12 10 25 32 46 46 44 44

Marche 3 9 12 17 38 52 51 57 62

Umbria . 1 2 3 13 15 17 18 21 17

Lazio .   2 3 7 22 21 25 25 29

Abruzzi e Molise   1 5 33 52 48 48 49 45

Campania 1 4 7 54 118 137 128 133 104

Puglie   1 6 54 83 57 54 56 56

Basilicata   .. 1 19 43 25 20 15 15

Calabrie   1 1 7 13 28 29 30 29

Sicilia   6 7 27 59 47 47 58 72

Sardegna       1 4 5 5 6 6

REGNO. 50 98 140 407 689 702 696 736 731

% ammontare delle attività di alcune tipologie bancarie (1890-1920)

1890 1895 1900 1905 1910 1915 1920

banche popolari 19,44 18,49 18,13 17,57 21,89 19,74 12,97società di credito ordinario 35,17 28,34 29,41 38,72 35,52 40,29 65,64casse di risparmio 43,52 50,65 47,04 38,94 38,15 36,62 19,72

altri istituti 1,88 2,52 5,42 4,77 4,43 3,34 1,67

totale sistema bancario 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00

fonte: elab.di dati Banca d'Italia

Confronto tra tipologie di impieghi nel sistema bancario italiano in milioni di lire (1890-1920)Milioni di lire

1890 1895 1900 1905 1910 1915 1920

a breve banche popolari 390,0 333,8 439,1 669,8 1.171,1 1.029,0 3.139,1 società di credito ordinario 430,0 404,5 683,6 1.640,7 1.938,7 2.366,8 19.942,0 casse di risparmio 257,7 248,7 249,7 378,0 706,5 710,3 1.869,7

mutui banche popolari 15,1 12,1 14,7 23,9 34,3 48,7 65,2 società di credito ordinario 53,0 31,4 20,3 21,6 27,3 16,1 16,5 casse di risparmio 431,3 419,8 401,9 513,2 824,1 1.012,0 1.389,6

titoli di stato banche popolari 73,5 85,6 96,3 117,9 162,3 272,6 767,4 società di credito ordinario 92,2 55,1 64,9 80,4 113,1 179,2 635,4

  casse di risparmio 438,7 592,9 820,7 993,7 1.023,6 1.106,4 2.412,6

fonte: elab.di dati Banca d'Italia

Ammontare dei depositi di alcune tipologie bancarie (1890-1920)

(valori percentuali)

1890 1895 1900 1905 1910 1915 1920

banche popolari 20,2 17,5 18,9 20,8 23,4 23,7 20,8società di credito ordinario 19,0 17,3 14,7 16,9 19,4 17,8 35,9casse di risparmio 58,3 62,4 62,9 57,3 52,8 53,8 40,2

altri istituti 2,5 2,8 3,5 5,1 4,4 4,7 3,1

totale sistema bancario 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

fonte: elab.di dati Banca d'Italia          

Ammontare dei depositi di alcune tipologie bancarie in milioni di lire (1890-1920)

1890 1895 1900 1905 1910 1915 1920

banche popolari 417,1 392,0 459,7 686,1 1.100,1 1.243,0 3.480,7 società di credito ordinario 394,0 388,1 357,3 556,5 913,0 931,0 5.999,6 casse di risparmio 1.206,0 1.395,6 1.532,8 1.890,7 2.487,3 2.817,8 6.704,8

altri istituti 51,4 62,0 86,1 168,2 209,2 247,8 512,1

totale sistema bancario 2.068,5 2.237,7 2.435,9 3.301,5 4.709,6 5.239,6 16.697,2

fonte: elab.di dati Banca d'Italia            

Ammontare delle attività di alcune tipologie bancarie in milioni di lire (1890-1920)

1890 1895 1900 1905 1910 1915 1920

banche popolari 614,2 582,4 685,9 1.010,0 1.692,4 1.833,1 5.299,4 società di credito ordinario 1.111,2 892,7 1.112,4 2.225,5 2.746,0 3.740,8 26.812,5 casse di risparmio 1.375,0 1.595,3 1.779,2 2.238,5 2.949,3 3.399,9 8.054,3

altri istituti 59,3 79,4 205,2 274,1 342,1 310,5 680,4

totale sistema bancario 3.159,7 3.149,8 3.782,7 5.748,1 7.729,8 9.284,3 40.846,6

fonte: elab. di dati Banca d'Italia            

Numero banche popolarinumero soci, media soci per banca

(1876=100)

anni   banche soci soci/banca

1876 100 100 1001877 99 104 1051878 118 115 971879 118 117 991880 150 132 881881 151 136 901882 170 147 871883 238 181 761886 502 335 671887 660 412 631893 807 524 651897 724 493 681908 841 648 77

         

Fonte: elab da Statistica delle banche popolari 1908, p.XXVI.

Uno spazio residuo: microcredito nella campagne La profezia di Francesco Viganò: “verrà il

tempo!” Le preferenze della Lega delle

cooperative Le prime realizzazioni pratiche

1883 L.Wollemborg e la cassa di Loreggia 1890; 1892 L.Cerutti : Gambarare di Mira

La necessità di un istituto superiore di riferimento (Case di risparmio e banche popolari)

La “grande controversia” e la creazione dei piccoli crediti diocesani (struttura compromissoria)

Cassa “neutre” e casse cattoliche: evoluzione numerica

anno casse neutre Casse cattoliche % neutre % cattoliche totale

           

1883 1   100 0 1

1884 6  100 0 6

1885 8  100 0 8

1886 11  100 0 11

1887 8  100 0 8

1888 10  100 0 10

1889 0      0

1890 4  100 0 4

1891 9  100 0 9

1892 17 30 36 64 47

1893 8 36 18 82 44

1894 7 104 6 94 111

1895 8 209 4 96 217

1896 16 240 6 94 256

1897 12 160 7 93 172

           

somma 125 779 14 86 904

Evoluzione numerica delle casse rurali italiane

anno numero % cattoliche % federate %

complessivo cattoliche

1897 904 - 779 86 - -

1905 1386 53 - - - -

1910 1763 27 942 53 - -

1915 2594 47 2002 77 - -

1920 3347 29 - - 1011 30

1922 3441 3 - - 866 25

1930 2164 -37 - - - -

1936 1202 -44 - - - -

Evoluzione della distribuzione territoriale delle banche cattoliche

regione1908 1911 1925

N % N % N %Piemonte 7 7 7 9 3 6Liguria 0 0 0 0 2 2Lombardia 18 19 19 24 9 17Veneto 10 11 10 13 8 15Emilia 9 9 14 18 8 15Toscana 4 4 4 5 3 6Marche 12 12 13 16 10 18Umbria 1 1 0 0 0 0Lazio 5 5 4 5 2 4Abruzzi e Molise 1 1 0 0 1 2Campania 4 4 2 2 1 2Puglie 4 4 2 2 5 9Basilicata 1 1 0 0 0 0Calabria 3 3 1 1 1 2Sicilia 18 19 4 5 1 2Sardegna 0 0 0 0 0 0Totale 97 100 80 100 54 100

Limiti e vantaggi competitivi (ragioni di successo) Il network necessario (struttura a sistema)

Solidarietà tra imprese e rischi dell’eccesso di concorrenza (un “quasi-gruppo”)

Solidarietà tra soci (inversamente proporzionale alle dimensioni) Superamento di asimmetrie informative Limitazioni nella selezione avversa Limitazioni dei rischi di opportunismo

Il controllo automatico esercitato dalla comunità (il successo delle casse rurali cattoliche)

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