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Atlante Storico 2011

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Ciano Magenta Giallo Nero

AtlanteStorico2011 Atlante

Storico2011

In copertina: Barack Obama e Dmitry Medvedev© Offi cial White House Photo by Chuck Kennedy.Container al porto di Hong Kong© Ben Jeayes/Shutterstock.Cupola della Roccia e Muro del Pianto© Chimponzee/Shutterstock.Centrale termoelettrica a carbone a Prunerov© Zbynek Burival/Shutterstock.

Nato da un progetto che ha coinvolto numerosi geografi e storici che hanno lavorato secondo i più moderni metodi della storiografi a, l’Atlante Storico Zanichelli 2011 rappresenta la storia del mondo dall’evoluzione dell’uomo fi no ai giorni nostri.

L’Atlante Storico Zanichelli 2011 è articolato in due volumi: il primo è dedicato alla storia di tutti i continenti dall’Homo habilis fi no alla svolta epocale del 1989-91, quando con la fi ne della contrapposizione USA-URSS l’intero scenario mondiale è stato stravolto. Il secondo, invece, affronta 15 grandi temi politici, economici e sociali con ricchezza di informazioni, costituendo uno strumento sempre aggiornato di lettura della contemporaneità. Partendo dal crollo del Muro di Berlino, sono descritti e analizzati i grandi confl itti (le “guerre al terrorismo” in Iraq e Afghanistan, il genocidio in Ruanda...), le prospettive dell’Unione europea e delle organizzazioni internazionali, le opportunità offerte dalla globalizzazione (l’ascesa di Cina e India a potenze economiche mondiali), le grandi migrazioni di massa verso i paesi occidentali, lo sviluppo tecnologico e le sue contraddizioni in relazione al futuro e al rispetto della Terra.

Tutti questi avvenimenti sono rappresentati in tavole monografi che ricche di dati e tabelle che fanno dell’Atlante Storico Zanichelli 2011 una preziosa fonte di informazioni.

• 400 carte, diagrammi e rappresentazioni grafi che• oltre 800 illustrazioni• migliaia di avvenimenti nella cronologia• indice analitico di oltre 5000 nomi

L’opera è organizzata per tavole, ciascuna delle quali analizza un periodo storico su diversi piani di lettura:• le carte e i grafi ci danno una dimensione spaziale ai movimenti

politico-militari, culturali, artistici, sociali• i testi forniscono un’agile sintesi delle idee di fondo del periodo

storico studiato• la cronologia individua e ordina nella loro successione temporale

gli eventi fondamentali

Atlante storico Vol II

Ciano Magenta Giallo Nero

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AtlanteAtlanteStorico Dalla preistoria

alla caduta del muro di Berlino

Dalla preistoria alla caduta del

muro di Berlino

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Storico

In copertina:Pitture rupestri in Patagonia © Eduardo Rivero/Shutterstock.Muro di Berlino© compuinfoto/Shutterstock.

Nato da un progetto che ha coinvolto numerosi geografi e storici che hanno lavorato secondo i più moderni metodi della storiografi a, l’Atlante Storico Zanichelli rappresenta la storia del mondo dall’evoluzione dell’uomo fi no ai giorni nostri.

L’Atlante Storico Zanichelli è articolato in due volumi: il primo è dedicato alla storia di tutti i continenti, dalla diffusione dell’Homo habilis fi no alla svolta epocale del 1989-91, quando con la fi ne della contrapposizione USA-URSS l’intero scenario mondiale è stato stravolto. Il secondo, invece, tratta gli avvenimenti più recenti con grande ricchezza di informazioni e di analisi, costituendo uno strumento sempre aggiornato di lettura della contemporaneità.

• 400 carte, diagrammi e rappresentazioni grafi che• oltre 800 illustrazioni• migliaia di avvenimenti nella cronologia• indice analitico di oltre 5000 nomi

L’opera è organizzata per tavole tematiche, ciascuna delle quali analizza un periodo storico su diversi piani di lettura:• le carte e i grafi ci danno una dimensione spaziale ai movimenti

politico-militari, culturali, artistici, sociali• i testi forniscono un’agile sintesi delle idee di fondo del periodo

storico studiato• la cronologia individua e ordina nella loro successione temporale

gli eventi fondamentali

Atlante storico Vol I

4 SOMMARIO

PREFAZIONE

L’UNIONE EUROPEA 6-7UNA DIFFICILE FASE DI CRESCITA

LA LUNGA TRANSIZIONE DEI BALCANI 8-9LA TRAGEDIA DEI NUOVI NAZIONALISMI

BRIC: BRASILE E SUDAMERICA 10

BRIC: RUSSIA 11

BRIC: CINA ED ESTREMO ORIENTE 12

BRIC: INDIA 13

SCIENZA E SVILUPPO TECNOLOGICO 14-15ITER, LHC, SSI

PETROLIO E MATERIE PRIME 16-17UN MERCATO INSTABILE

LE TRANSIZIONI DEMOGRAFICHE 18-19NUOVI EQUILIBRI, NUOVI SQUILIBRI

MEGALOPOLI E PERIFERIE 20-21LA POLARIZZAZIONE SOCIALE

Trattato di Lisbona, 3 dicembre 2007.

Il presidente brasiliano Lula da Silva in visita a Cuba, 2008.

Manifestanti e soldati in piazza Tian’anmen a Pechino, giugno 1989.

Raffineria di Grangemouth, Scozia.

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SOMMARIO 5

LO SVILUPPO DELL’ECONOMIA MONDIALE 22-23LA GRANDE TRASFORMAZIONE

LO SVILUPPO DELL’ECONOMIA MONDIALE 24-25UNA CRISI GLOBALE

IL CONFLITTO ISRAELO-PALESTINESE 26-27LA PACE IMPOSSIBILE

ZONE CALDE E CONFLITTI DIMENTICATI 28-29LA GUERRA MONDIALE SILENZIOSA

IL CAUCASO 30

LA «GRANDE GUERRA AFRICANA» 31

DEMOCRAZIA E DIRITTI UMANI 32-33DIRITTI CIVILI E LIBERTÀ DI STAMPA

LA «GUERRA AL TERRORISMO»AFGHANISTAN 34-35

LA «GUERRA AL TERRORISMO»IRAQ 36-37

GLI STATI DEL MONDO 38

INDICE DEI NOMI 54

Donne che indossano il burqa (Kabul, 2008).

Proteste in Islanda al manifestarsi della crisifinanziaria (settembre 2008).

Distruzione di una statua di Saddam Hussein (Baghdad, 2003).

Gruppi armati nel Darfur (Sudan occidentale, 2009).

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14 SCIENZA E SVILUPPO TECNOLOGICO

rapporti tra scienza e stato si fanno stretti dall’inizio del XX seco-lo, quando il progresso tecnologico, soprattutto in ambito militare,è visto come una risorsa di primario interesse nazionale; alcuni deipiù grandi sforzi scientifico-tecnologici sono condotti proprio per

esigenze politiche e militari, basti pensare al progetto Manhattan (1942),che dota gli Stati Uniti della bomba atomica, o alla corsa allo spazio traStati Uniti e Unione Sovietica negli anni Cinquanta e Sessanta.Gli avanzamenti nella conoscenza scientifica possono a loro volta porrenuovi quesiti alla politica. Accade sovente a proposito dei danni arrecatidalle attività umane all’ambiente; negli anni Ottanta la scoperta della ri-duzione progressiva dello strato di ozono atmosferico porta al divietodell’impiego delle sostanze ritenute le principali responsabili del feno-meno. All’inizio del XXI secolo il tema più dibattuto in cui scienza estato si confrontano è quello del riscaldamento globale; quanto sia graveil problema e come intervenire sono interrogativi che coinvolgono diffi-cili scelte politiche internazionali.La globalizzazione dei rapporti internazionali è una realtà per la comu-nità scientifica, e rende possibili progetti troppo onerosi perché sia unsingolo paese a farsene carico. Questo è vero in particolar modo per laricerca di base, che fa affidamento quasi esclusivamente su fondi pubbli-ci poiché non fornisce un rapido ritorno economico. Riportiamo treesempi attuali di grandi progetti internazionali, indicativi della sempremaggiore globalizzazione della ricerca scientifica.1. Mentre l’uso dell’energia atomica da fissione per produrre elettricitàinizia pochi anni dopo il suo impiego bellico, le potenzialità della fusio-

ne nucleare sono rimaste confinate alle bombe H. I tentativi fatti per ar-rivare a un suo uso pacifico si sono infatti scontrati con grandi difficoltàtecniche. I vantaggi derivanti da una fonte energetica più sicura della fis-sione, rinnovabile (il combustibile sarebbe composto principalmente daelementi presenti in abbondanza, come l’idrogeno) e a basso impattoambientale (nessuna emissione, quantità modeste di rifiuti radioattivi)hanno tenuto vive le speranze di riuscire a costruire un prototipo funzio-nante di reattore a fusione. Il progetto ITER (International Thermonu-clear Experimental Reactor) nasce proprio con lo scopo di dimostrare lapossibilità di produrre con la fusione energia per uso commerciale, an-che se per conoscere i risultati bisognerà attendere a lungo, probabil-mente fino al quarto decennio del secolo. Ottenuto il sostegno di tutte lemaggiori potenze mondiali (Cina, Corea del Sud, Giappone, India, Rus-sia, Stati Uniti, Unione europea), attualmente il sito sperimentale è in fa-se di costruzione a Cadarache, nella Francia meridionale.2. Tra i 50 e i 175 m di profondità, tra Francia e Svizzera, a fine 2008inizia la sua attività il più potente acceleratore di particelle mai costrui-to, LHC (Large Hadron Collider), che mira a indagare alcune questioniirrisolte della fisica delle alte energie. Diversamente da ITER, i risultatiraggiunti in questi esperimenti non avranno un’immediata applicazionetecnologica, ma aumenteranno la conoscenza umana dell’universo, po-nendo le basi per lo sviluppo della scienza nei decenni futuri.LHC è finanziato in buona parte dal CERN, che rappresenta uno dei piùimportanti esempi di cooperazione internazionale in ambito scientifico,ma in totale sono decine i paesi che contribuiscono al progetto e le na-zionalità dei ricercatori attivi nei laboratori.3. Dopo il tramonto dell’epoca pionieristica della corsa allo spazio, igrandi progetti spaziali subiscono un forte ridimensionamento, dovutoagli alti costi e al calo di interesse politico. Ecco quindi che la possibi-lità di condividere con altri paesi il costo dei piani più ambiziosi si im-pone alle agenzie spaziali nazionali. La realizzazione attualmente piùrilevante in questo ambito è senza dubbio la Stazione Spaziale Interna-zionale, abitata permanentemente dal 2000 da equipaggi di molti diver-si paesi che si danno il cambio. In questo caso la collaborazione tra leagenzie spaziali di Canada, Giappone, Russia, Stati Uniti e Unione eu-ropea è efficace.Nonostante l’impegno dell’amministrazione USA di non voler perdere ilprimato in campo spaziale, la crisi economica apertasi nel 2008 e laconseguente riduzione del budget del settore stanno allontanando la pos-sibilità di un rapido ritorno sulla Luna e, in prospettiva, di realizzare unamissione umana su Marte.

1942 � Negli Stati Uniti, nei laboratori di Los Alamos, un’équipe diretta da Robert Julius Oppenheimer avvia il progetto di studio e realizzazione delle arminucleari denominato «progetto Manhattan»:viene realizzata la prima pila atomica a uranio e grafite (quest’ultima usata per rallentare i neutroni e renderli più efficaciper la fissione atomica); si ottiene in tal modola prima reazione controllata a catena di fissione nucleare (E. Fermi, Chicago, 2 dicembre 1942). 1945 � Il progetto si concretizzanell’esplosione sperimentale di Alamogordo (16 luglio 1945) e nell’impiegobellico della bomba atomica a Hiroshima e Nagasaki.1946 � Prima generazione di elaboratori di tubi elettronici sul modello dell’ENIAC.1952 � Esplosione della prima bombatermonucleare (bomba H) statunitense che si basa sulla fusione dei nuclei leggeri. 1952 � Con la Convenzione di Parigi viene istituito da dodici stati europei,

tra cui l’Italia, il CERN (Consiglio europeo per la ricerca nucleare). 1957 � 4 ottobre: l’URSS mette in orbita lo Sputnik, il primo satellite artificiale.1959 � Seconda generazione di elaboratori a transistor sul modello dell’IBM 1401.1960 � Invenzione del laser, un dispositivoper la generazione e l’amplificazione di radiazioni con frequenza nella banda ottica,il cui funzionamento è basato sul fenomenodell’emissione stimolata. Il fascio luminoso risulta quindi estremamente coerente, monocromatico,direzionale e caratterizzato da alta potenza per unità di superficie; troverà largo impiego in telemetria, in metalmeccanica,nella registrazione e riproduzione di compactdisc, in medicina (interventi sulla retina,microchirurgia, chirurgia oncologica), nel raggiungimento delle temperaturenecessarie per i processi di fusione nucleare.1961 � 12 aprile: a bordo della navicellaVostok 1, Jurij Gagarin compie la primamissione orbitale.

I

Prima pila atomica negli Stati Uniti Invenzione del laser

1942 1960

La Stazione Spaziale Internazionale in una rappresentazione artistica.

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22 LO SVILUPPO DELL’ECONOMIA MONDIALE

el ventennio 1990-2010 su scala globale il PIL pro capite èaumentato del 40% in termini reali pur con un sensibile in-cremento (28%) della popolazione. In questo periodo la strut-tura del sistema economico si è anche modificata profonda-

mente, in un contesto finanziario turbolento che ha inciso sul processodi trasformazione e sulle prospettive di sviluppo, già fortemente condi-zionate dalla scarsità di materie prime e dalle esigenze di tutela ambien-tale (si pensi al fenomeno del riscaldamento climatico) che pongono unserio problema di distribuzione degli oneri e delle opportunità, dovendoconsiderare che l’azione di un singolo soggetto può imporre costi ad al-tri soggetti (le cosiddette esternalità negative, come nel caso dell’inqui-namento atmosferico, ma anche nello sfruttamento delle risorse ittichee, più in generale, in un’ottica inter-generazionale, nello sfruttamentodelle risorse naturali non rinnovabili).

UNA TRASFORMAZIONE STRUTTURALE DEL SISTEMA ECONOMICOLa trasformazione è stata motivata principalmente dalla ricerca di unamaggiore efficienza economica e di un maggiore rendimento del capitale,ed è avvenuta con la ristrutturazione, da parte delle imprese, dei processiproduttivi e distributivi. Tale ristrutturazione ha seguito principalmente lo-giche di abbattimento dei costi attraverso la delocalizzazione, la specia-lizzazione, la riorganizzazione logistica e le fusioni/acquisizioni societarieche si sono attuate su vasta scala, prima regionale e poi globale. Nel più ampio orizzonte delle relazioni macroeconomiche si è andata at-tuando progressivamente la liberalizzazione del commercio internazio-nale (che tra il 1990 e il 2010 è aumentato di due volte e mezzo, pur dopoil calo di oltre il 20% registrato nel 2009), resa possibile da sviluppi tec-nologici (miglioramento dei trasporti e delle comunicazioni, riduzione deicosti) e politici, specialmente con l’adozione in molti paesi in via di svi-luppo di politiche di apertura agli investimenti dall’estero per perseguireuno sviluppo basato sulle esportazioni, e con l’abbandono della politicaeconomica di autarchia, nonché con l’istituzione della WTO. Ne è conseguita una maggiore concorrenza fra i sistemi-paese a livellomondiale che si gioca specialmente sulla dotazione infrastrutturale esulla qualità dei servizi e dell’amministrazione, decisivi, insieme al co-sto del lavoro e alla disponibilità di manodopera adeguata, nell’attrarregli investimenti dall’estero in attività produttive (nel periodo, tali inve-stimenti sono aumentati di sette volte, su scala globale). La trasforma-zione strutturale appena descritta, solitamente indicata con il termine«globalizzazione», o «mondializzazione», ha comportato il superamentodella tradizionale tripartizione fra il sistema dei paesi industrializzati aeconomia di mercato, quello dei paesi industrializzati a economia piani-ficata (del blocco comunista), e il cosiddetto «Terzo Mondo», compostoda paesi non industrializzati; si trattava di tre sistemi economici non deltutto separati gli uni dagli altri, ma con interscambi fortemente limitatinelle quantità e nelle qualità da barriere doganali (per esempio, i daziimposti all’importazione di prodotti agricoli dalla CEE), da remore geo-politiche (per esempio quelle riguardanti l’importazione in Europa occi-dentale di idrocarburi dall’Unione Sovietica o l’esportazione di tecnolo-gie) e dalle persistenti disparità di dotazione infrastrutturale (il TerzoMondo esportava principalmente materie prime e importava attrezzatureminerarie e agricole, armi e taluni beni di consumo).Anche per effetto della dissoluzione del blocco comunista e del venir menodelle contrapposizioni dovute alla guerra fredda, questa artificiosa ripar-tizione è ormai in gran parte superata e nel mondo si muovono senza

1990 � La Cina si apre all’economia di mercato; istituzione di sei zoneeconomiche speciali.1991 � Avvio delle riforme economiche in India; inizia a operare il World Wide Web.Giugno: scioglimento del COMECON(Consiglio per la Mutua AssistenzaEconomica), l’area di cooperazioneeconomica del blocco comunista.1992 � 7 febbraio: i Dodici firmano a Maastricht il trattato sull’Unione europea,noto più comunemente come Trattato di Maastricht.16 settembre: la sterlina britannica,sottoposta ad attacchi speculativi, esce dal sistema monetario europeo.1994 � 1 gennaio: entra in vigore, tra USA,Canada e Messico, il NAFTA, Accordonordamericano di libero scambio.6 maggio: inaugurazione dell’Eurotunnel (il tunnel sotto la Manica), il più grandeinvestimento mondiale in project financing,realizzato però con costi doppi (9,4 miliardi di sterline) rispetto a quelli preventivati.

Dicembre: crisi finanziaria e valutaria in Messico.1995 � 1 gennaio: istituzionedell’Organizzazione mondiale del commercio(WTO), a conclusione dell’Uruguay Round del GATT (1986-1994).1996 � Eurotunnel, la società che ha fattocostruire e che gestisce il tunnel sotto la Manica, oberata da debiti per 9 miliardi di sterline verso le banche, rischia l’insolvenzae sospende il rimborso.1997 � Agosto: crisi valutaria in Thailandia,Malaysia, Filippine e Indonesia.1998 � Agosto: la Repubblica Russadichiara l’insolvenza sul suo debito sovrano.23 settembre: il fondo d’investimento LTCM, in grave crisi di liquidità per oltre 3 miliardi di dollari, viene salvato da un consorzio di banche organizzato dallaFederal Reserve Bank di New York.1999 � 1 gennaio: entra in vigore l’Unione monetaria fra 11 paesi aderenti alla UE (fra cui l’Italia).Gennaio: in Cina viene riconosciuto nellacostituzione il diritto alla proprietà privata,

N

Valore in dollari di 1 euro

0,0

0,3

0,6

0,9

1,2

1,5

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Tasso di disoccupazione

Italia Stati Uniti Eurozona

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32 DEMOCRAZIA E DIRITTI UMANI

a libertà e il rispetto dei diritti umani fondamentali sono for-malmente alla base degli stati moderni, essendo sanciti dallaDichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948. In re-altà, i paesi in cui tali diritti sono sostanzialmente rispettati

non sono ancora la maggioranza. In queste pagine si prendono in esamela situazione riguardante le libertà politiche e i diritti civili nel mondo, lalibertà di stampa e la diffusione della pena di morte, tema di particolarerilevanza in quanto le posizioni a riguardo divergono anche tra stati disolida tradizione democratica.

LIBERTÀ POLITICHE E DIRITTI CIVILILa carta nella pagina a fianco, in alto, basata sui dati riferiti al 2008 ela-borati dall’associazione indipendente statunitense Freedom House, mo-stra gli stati del mondo suddivisi in tre categorie: quelli liberi garanti-scono un confronto politico aperto in un clima di sostanziale rispettodella libertà di voto e di associazione e tutelano l’autonomia individualee le libertà di pensiero e di espressione; quelli semiliberi sono caratteriz-zati da alcune restrizioni delle libertà politiche e civili, spesso legate adebolezza delle istituzioni, limitazioni all’autonomia della magistratura,gravi tensioni interne, conflitti etnici o situazioni di guerra; quelli non li-

beri negano sistematicamente ai propri cittadini i diritti politici e civili eimpediscono lo svolgimento di una vita civile libera e sicura. Si può notare come i paesi democratici si concentrino soprattutto in Eu-ropa e America, mentre Africa e Asia ospitano principalmente regimi il-liberali. Notevoli sono comunque alcune eccezioni, come l’India, partedell’Estremo Oriente (Corea del Sud, Giappone e Taiwan) o alcuni statiafricani (Repubblica Sudafricana, Botswana, Namibia), che rivestonoparticolare importanza come esempi di democrazie liberali instauratesisu un sostrato culturale diverso da quello della tradizione occidentale.

LIBERTÀ DI STAMPALa libertà di stampa è strettamente collegata con le libertà fondamentalidei cittadini, e per questo può essere considerata una spia del buon fun-zionamento democratico di uno stato. La classificazione della carta nellapagina a fianco, in basso, prende in considerazione numerosi criteri, tra iquali la varietà delle notizie accessibili da parte dei cittadini, le pressionipolitiche o economiche sugli organi di informazione, le violenze e le in-timidazioni a carico dei giornalisti, il grado di controllo politico suimezzi di comunicazione ecc. Anche in questo caso la carta rispecchia irisultati di uno studio della Freedom House riferito al 2008.

PENA DI MORTESecondo l’organizzazione Amnesty International, attiva nella difesa deidiritti umani, nel 2009 non applicavano la pena di morte 139 stati e terri-tori su 197, considerando sia quelli che l’hanno abolita del tutto siaquelli che la mantengono formalmente, ma non eseguono condanne daalmeno 10 anni. Considerando che nel 1977 i paesi abolizionisti eranosolamente 19, è indubbio che negli ultimi decenni la scelta di rinunciarealla pena capitale si sia fatta strada nella comunità internazionale, tantoche l’ONU nel 2007 ha approvato a maggioranza una risoluzione a favo-re di una moratoria globale delle esecuzioni. In realtà si è ancora molto lontani da questo obiettivo; è sufficiente con-siderare come gli stati più popolosi del pianeta – Cina, India, Stati Uniti(ma non in tutti gli stati), Indonesia – mantengano ancora in vigore lapena di morte; di fatto la maggioranza della popolazione mondiale vivein uno di questi paesi.Più del 90% delle esecuzioni capitali è portato a termine da sei stati: Cina (oltre due terzi del totale), Iran, Arabia Saudita, Stati Uniti, Paki-stan e Iraq. Nel complesso, l’Asia è il continente in cui la pena di morteè applicata più spesso, mentre è caduta in disuso totalmente in Oceania;in Europa l’unico paese a farvi ancora ricorso è la Bielorussia.

AfghanistanAntigua e BarbudaArabia SauditaBahamasBahrainBangladeshBarbadosBielorussiaBelizeBotswanaCiadCinaComoreRepubblica

Democratica del Congo

Corea del NordCubaDominicaEgittoEmirati Arabi UnitiEtiopiaGiamaicaGiapponeGiordaniaGuatemalaGuineaGuinea EquatorialeGuyanaIndiaIndonesiaIran

IraqKuwaitLibanoLesothoLibiaMalaysiaMongoliaNigeriaOmanPakistanAutorità PalestineseQatarSaint Kitts e NevisSaint LuciaSaint Vincent

e Grenadine

Sierra LeoneSingaporeSomaliaSudanSiriaTaiwanThailandiaTrinidad e TobagoUgandaUSAVietnamYemenZimbabwexxx

Cina 1718Iran 346Arabia Saudita 102Stati Uniti 37Pakistan 36Iraq 34Vietnam 19

Afghanistan 17Corea

del Nord 15Giappone 15Yemen 13Indonesia 10Libia 8

Bangladesh 5Bielorussia 4Egitto 2Bahrain 1Botswana 1Emirati

Arabi Uniti 1

Malaysia 1Mongolia 1Saint Kitts

e Nevis 1Singapore 1Sudan 1Siria 1

L

PAESI IN CUI È IN VIGORE LA PENA DI MORTE

PAESI IN CUI SONO STATE ESEGUITE CONDANNE CAPITALI NEL 2008

Elettori in coda al seggio a Dimapur (India, 2008).

Manifestazione contro la pena di morte a Seul (Corea del Sud, 2010).

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opo la guerra del 1991, l’ONU istituisce due zone nelle qualisono interdette all’Iraq attività militari (a N del 36° paralleloper proteggere i curdi, a S del 32° parallelo per proteggere lapopolazione sciita, invisa al regime di Saddam Hussein) e di-

spone controlli sulle installazioni militari irachene per impedire lo svilup-po di armi di distruzione di massa (nucleari, chimiche e batteriologiche).L’ostruzionismo dell’Iraq contro queste ispezioni motiva un duro embargoeconomico e ripetute azioni dell’aviazione britannica e statunitense.Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 l’amministrazione degli StatiUniti inserisce l’Iraq nella lista dei paesi da colpire nell’ambito dellaguerra al terrorismo. Fin dall’ottobre 2002 si delineano tuttavia posizio-ni diverse tra i paesi che compongono il Consiglio di Sicurezza del-l’ONU, l’Unione europea e la NATO. La nuova dottrina militare USAabbandona il principio del contenimento e della deterrenza, affermandola possibilità di guerra per «difesa preventiva», un’opzione che lo statutodelle Nazioni Unite non contempla. La macchina militare USA è co-munque pronta e Bush preme perché l’ONU ponga la questione in ter-mini ultimativi. Solo il Regno Unito appoggia gli Stati Uniti incondizio-natamente in questo passaggio; l’Europa e i paesi arabi moderati premo-no invece per una risoluzione dell’ONU che imponga nuovamente leispezioni; in questa fase Saddam Hussein afferma di accettare nuova-mente le ispezioni senza porre condizioni. Fra gli alleati occidentali nonc’è comunque unità di vedute: la Germania si dice da subito contrariacomunque alla guerra e la Francia intende mantenere la centralità delleNazioni Unite nella questione. Anche la Cina e la Russia vorrebbero da-

re tempo agli ispettori. D’altra parte i legami di Saddam Hussein con ilterrorismo fondamentalista di al Qaida non sembrano facilmente dimo-strabili (il partito Baath, al potere dal 1963, è di ispirazione socialista enazionalista), mentre le accuse rivolte all’Iraq di detenere o voler svilup-pare armi di distruzione di massa rimangono non provate; nel contemposi delineano con chiarezza gli imponenti interessi geopolitici ed econo-mici legati a un eventuale cambio di regime in Iraq.La marcia verso la guerra accelera nei primi mesi del 2003, nonostantel’opposizione di buona parte dell’opinione pubblica, e si accentuano le divisioni nelle organizzazioni internazionali. Se l’obiettivo generale(il disarmo effettivo dell’Iraq) è condiviso, la controversia è invece asprasul modo per raggiungerlo: ispezioni, sanzioni o guerra aperta. Evidenteè la spaccatura all’interno della UE, dove Germania e Francia neganoqualsiasi appoggio alla guerra. Pur in assenza di una nuova risoluzionedelle Nazioni Unite, le forze armate di Stati Uniti e Regno Unito, conl’appoggio di contingenti minori, attaccano l’Iraq il 20 marzo 2003. La rapida vittoria contro le truppe irachene segna solo l’inizio di un con-flitto che assume rapidamente i caratteri di una guerra civile alimentatadalle rivalità tra sciiti, sunniti e curdi, che il regime di Saddam Husseinaveva represso. A rendere più complicata la situazione si aggiungono ilcoinvolgimento di gruppi terroristici legati al fondamentalismo islami-co, il sostegno dell’Iran alle fazioni sciite, la reazione turca, anche arma-ta, contro le milizie curde nella zona di confine con l’Iraq.In questo contesto, l’insediamento in Iraq di un governo civile e lo svolgi-mento di libere elezioni non sono sufficienti a fermare le violenze, mentre

il montare della protesta dell’opi-nione pubblica per l’alto numero divittime tra i civili e tra i militari dellacoalizione internazionale porta al ri-tiro delle truppe di molti paesi.Con la vittoria del democratico Ba-rack Obama alle elezioni presiden-ziali del novembre 2008, anche la po-litica USA cambia e viene pro-grammato un disimpegno gradualedal paese. Anche se, contrariamen-te a quanto accade in Afghanistan, levittime diminuiscono dal 2008, la si-tuazione è lontana da aver raggiun-to la stabilità e il paese avanza ancorasu un percorso dalla meta incerta.

36 LA «GUERRA AL TERRORISMO»

2002 � Ottobre: il senato americanoautorizza il presidente G.W. Bush a interveniremilitarmente in Iraq.8 novembre: il Consiglio di Sicurezzadell’ONU approva all’unanimità la risoluzione1441 sul disarmo iracheno. Il testo intimaall’Iraq di riammettere gli ispettori dell’ONU e di documentare il disarmo; prevede la possibilità di ricorso alla forza in caso di mancata collaborazione, ma non in modoautomatico, bensì solo con eventuale ulteriore delibera del Consiglio. Le ispezioni iniziano il 23 dicembre e proseguono in maniera poco fluida.2003 � 20 marzo: inizia, senza ulteriorerisoluzione dell’ONU, l’attacco delle forzeanglo-americane contro l’Iraq.6 aprile: conquista di Bassora.9 aprile: le truppe statunitensi occupanoBaghdad. Nei giorni successivi, con l’aiuto delle milizie curde, vieneconquistato anche il nord del paese. Nei mesi seguenti, anche dopo l’insediamento,il 3 settembre, di un governo provvisorio,

DEG

ITTO

IRAN

KURDISTANIRACHENO

IRAQ

Le forze dispiegate all’inizio del conflitto

Stati Uniti Regno Unito Iraq

SIRIA

TURCHIA

GIORDANIA

KUWAITARABIA

SAUDITA

LIBANO

ISRAELE

BAGHDAD

AMMAN

Bassora

Nassiriya

Karbala

225 000 soldati165 000 della riserva1200 carri armati5 gruppi di battaglia navali5 portaerei500 caccia ed elicotteri

25 000 soldati20 000 della riserva260 carri armati1 gruppo di battaglia navale1 portaerei130 caccia ed elicotteri

350 000 soldati50 000 soldati della Guardia repubblicana2200 carri armati300 aerei da combattimento

Fallujah

Kirkuk

DAMASCO

Tikrit

Najaf

Al Kut

Umm Qasr

Mosul

Tigri

Eufrate

Mar R

osso

Golfo Persico

Mar Caspio

Mar

Med

iterra

neo

Abadan

Diyarbakir

Risoluzione 1441 dell’ONU

8 novembre 2002

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AtlanteAtlanteStorico Dalla preistoria

alla caduta del muro di Berlino

Dalla preistoria alla caduta del

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Storico

In copertina:Pitture rupestri in Patagonia © Eduardo Rivero/Shutterstock.Muro di Berlino© compuinfoto/Shutterstock.

Nato da un progetto che ha coinvolto numerosi geografi e storici che hanno lavorato secondo i più moderni metodi della storiografi a, l’Atlante Storico Zanichelli rappresenta la storia del mondo dall’evoluzione dell’uomo fi no ai giorni nostri.

L’Atlante Storico Zanichelli è articolato in due volumi: il primo è dedicato alla storia di tutti i continenti, dalla diffusione dell’Homo habilis fi no alla svolta epocale del 1989-91, quando con la fi ne della contrapposizione USA-URSS l’intero scenario mondiale è stato stravolto. Il secondo, invece, tratta gli avvenimenti più recenti con grande ricchezza di informazioni e di analisi, costituendo uno strumento sempre aggiornato di lettura della contemporaneità.

• 400 carte, diagrammi e rappresentazioni grafi che• oltre 800 illustrazioni• migliaia di avvenimenti nella cronologia• indice analitico di oltre 5000 nomi

L’opera è organizzata per tavole tematiche, ciascuna delle quali analizza un periodo storico su diversi piani di lettura:• le carte e i grafi ci danno una dimensione spaziale ai movimenti

politico-militari, culturali, artistici, sociali• i testi forniscono un’agile sintesi delle idee di fondo del periodo

storico studiato• la cronologia individua e ordina nella loro successione temporale

gli eventi fondamentali

Atlante storico Vol I

Ciano Magenta Giallo Nero

AtlanteStorico2011 Atlante

Storico2011

In copertina: Barack Obama e Dmitry Medvedev© Offi cial White House Photo by Chuck Kennedy.Container al porto di Hong Kong© Ben Jeayes/Shutterstock.Cupola della Roccia e Muro del Pianto© Chimponzee/Shutterstock.Centrale termoelettrica a carbone a Prunerov© Zbynek Burival/Shutterstock.

Nato da un progetto che ha coinvolto numerosi geografi e storici che hanno lavorato secondo i più moderni metodi della storiografi a, l’Atlante Storico Zanichelli 2011 rappresenta la storia del mondo dall’evoluzione dell’uomo fi no ai giorni nostri.

L’Atlante Storico Zanichelli 2011 è articolato in due volumi: il primo è dedicato alla storia di tutti i continenti dall’Homo habilis fi no alla svolta epocale del 1989-91, quando con la fi ne della contrapposizione USA-URSS l’intero scenario mondiale è stato stravolto. Il secondo, invece, affronta 15 grandi temi politici, economici e sociali con ricchezza di informazioni, costituendo uno strumento sempre aggiornato di lettura della contemporaneità. Partendo dal crollo del Muro di Berlino, sono descritti e analizzati i grandi confl itti (le “guerre al terrorismo” in Iraq e Afghanistan, il genocidio in Ruanda...), le prospettive dell’Unione europea e delle organizzazioni internazionali, le opportunità offerte dalla globalizzazione (l’ascesa di Cina e India a potenze economiche mondiali), le grandi migrazioni di massa verso i paesi occidentali, lo sviluppo tecnologico e le sue contraddizioni in relazione al futuro e al rispetto della Terra.

Tutti questi avvenimenti sono rappresentati in tavole monografi che ricche di dati e tabelle che fanno dell’Atlante Storico Zanichelli 2011 una preziosa fonte di informazioni.

• 400 carte, diagrammi e rappresentazioni grafi che• oltre 800 illustrazioni• migliaia di avvenimenti nella cronologia• indice analitico di oltre 5000 nomi

L’opera è organizzata per tavole, ciascuna delle quali analizza un periodo storico su diversi piani di lettura:• le carte e i grafi ci danno una dimensione spaziale ai movimenti

politico-militari, culturali, artistici, sociali• i testi forniscono un’agile sintesi delle idee di fondo del periodo

storico studiato• la cronologia individua e ordina nella loro successione temporale

gli eventi fondamentali

Atlante storico Vol II