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Page 1: Copia 4. Storia radio anni 30 (2019)ok...La radio, come l’automobile, è associata ai concetti di modernità e benessere sociale. La passione per la tecnica dei possessori di auto
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1929-35 - Crisi economica internazionale (in Italia, politica economica di autarchia, pesante carico di imposte indirette, forti squilibri Nord/Sud e città/campagna

1935-36 - Guerra d’Etiopia e mobilitazione propagandistica della radio (politica imperialista e ruralista di Mussolini)

1936 - Sostegno dell’Italia in guerra civile spagnola (a fianco Generale Franco) e prime radio “clandestine” di propaganda politica (Radio Milano, comunista, dalla Spagna; Radio Verdad, fascista, da Roma)

1938-39 - settembre/giugno: promulgazione leggi razziali contro ebrei

1939 - aprile: occupazione italiana in Albania - 22 maggio: Patto d’acciaio Italia-Germania (alleanza politico-militare) - 1 Settembre: invasione tedesca in Polonia e scoppio II guerra mondiale (Italia dichiara non belligeranza)

Il contesto politico-sociale

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1930 - Il Radiorario diventa Radiocorriere - In funzione stazione di Roma-Santa Palomba - 15 giugno: da Milano e Torino, primi notiziari del Giornale Radio - In funzione Roma-Prato Smeraldo, prima stazione a onda corta per l’estero

1931 - 12 febbraio: inaugurazione Radio Vaticana - 14 giugno: in funzione stazione di Palermo

1932 - Inaugurazione Palazzo Eiar di Via Asiago a Roma - In funzione le stazioni di Firenze e Bari

1933 - 23 marzo: la SIP (Società Idroelettrica Piemonte) è principale azionista Eiar - 15 giugno: Ente Radio Rurale (ERR)

- Nasce il Centro Radiofonico Sperimentale (formazione professionisti della radio)

1934 - Giancarlo Vallauri nuovo presidente Eiar

1936 - Si completa il collegamento via cavo tra tutte le stazioni radiofoniche 1936-39 - Restrizioni a trasmissione musica straniera e su testi canzoni italiane

1938 - 27 Marzo: sdoppiamento meridiano dei programmi (Primo e Secondo)

Il contesto comunicativo (a)

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* Gli abbonati, al 1934, sono circa 350.000 in Italia (1.500.00 in Francia; 5.000.000 in Germania; 6.000.000 in Inghilterra); al 1939, sono oltre 1.000.000 in Italia (13.000.000 in Germania; 9.000.000 in Inghilterra).

Il contesto comunicativo (b)

* Il costo di un apparecchio, tra il 1930 e il 1934, va da un minimo di 1.900 lire a un massimo di 2.850. In questi anni, la Radiomarelli mette in vendita un mobile radio, il Musagete, che costa quasi 3.000 lire. Costi ancora troppo elevati per un reddito nazionale pro capite che negli anni di crisi è addirittura diminuito rispetto agli anni precedenti.

* I modelli di radio diffusi in questa fase sono: la “galena” costruita in casa, le "coribande” e i “mobili radio” nei primi anni ’30; successivamente, “Radiorurale” (1933) e “Radiobalilla” (1937, costo 430 lire).

Un mobile radio della «Voce del Padrone» (1939) pubblicizzato dai cantanti di punta

della nota casa discografica

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Abbiamo a nostra disposizione il mezzo più potente di cultura,

di moralizzazione, di diletto, che esista; mancheremmo in pieno alla nostra missione

se non usassimo tutti i nostri sforzi per utilizzarlo nel modo migliore e più vasto.

Ma contemporaneamente occorre creare una coscienza radiofonica in Italia…

(R. Chiodelli, Direttore Generale EIAR, Annuario 1929, 1930, p. 35)

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Obiettivo potere politico: costruire la società fascista

1 Rapporti potere politico/azienda (a)

✔ Perseguire l’unificazione sociale del paese, ovvero creare un’identità nazionale intorno ai principi dell’ideologia fascista

✔ Politiche di ruralizzazione del fascismo, contro le tendenze ritenute disgreganti dello sviluppo

urbano-industriale (i valori della civiltà contadina quale argine contro gli eccessi di manodopera industriale e l’urbanizzazione)

Andare verso il popolo per educarlo, elevarlo, renderlo fisicamente migliore; per fargli amare la sua terra, il suo paese, la sua famiglia e la sua casa.

(C. Goldoni, Cultura e Propaganda nell’Italia fascista, 1974, pp. 109-110)

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Obiettivo azienda: creare una coscienza radiofonica

Promuovere la diffusione del mezzo nei vari strati della popolazione e utilizzarne le potenzialità quale veicolo di “cultura, moralizzazione e diletto”

Noi siamo persuasi che la radiodiffusione, questa nuova cattedra che si inserisce tra la scuola e il giornale, può dare dei risultati di alto valore ai fini della cultura,

tendenti ad educare, ad istruire, ad elevare in ogni modo la vita dell’intelletto e dello spirito.

(A. Mussolini, ciclo di conferenze Condottieri e Maestri, 1930)

1 Rapporti potere politico/azienda (b)

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Controllo politico sul mezzo: Ministero Stampa e Propaganda (1935), poi Ministero Cultura Popolare (Ispettorato per la radiodiffusione, 1937)

Ente Radio Rurale (1933): portare la radiofonia nelle campagne e nelle scuole (trasmissioni per alunni in orario scolastico e per contadini la domenica)

Promozione del mezzo radiofonico: campagne per aumento abbonati (i “Pionieri”, concorsi e lotterie, mostre sulla radio), messa a punto ricevitori più economici (il “Balilla”), sondaggi tra radioascoltatori

1 Rapporti potere politico/azienda (c)

Il progetto politico-educativo

Nuovi orientamenti programmazione Eiar: i programmi assumono una più chiara impronta culturale e ideologica

Capillare diffusione degli apparecchi nei luoghi di ascolto pubblico: scuole, locali pubblici, fabbriche, organizzazioni parallele, piazze (la folla di radioascoltatori che si riunisce intorno alla “voce del regime” dà corpo al senso di appartenenza nazionale e di identificazione con il progetto di “società fascista”)

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Obiettivi: •  Educare la nuova generazione fin dalla più tenera infanzia secondo i dettami della dottrina fascista, completare e illustrare le lezioni impartite dall’insegnante e fare partecipare i fanciulli, anche quelli dei più remoti villaggi, alla vita della Nazione. •  Comunicare ai cittadini notizie e consigli utili, istruendoli e dilettandoli allo stesso tempo. •  Favorire in qualsiasi modo la diffusione della radiofonia nelle campagne per apportare un’arma di più nella lotta contro l’urbanesimo.

(EIAR, La radiofonia per la scuola e per gli agricoltori, in Annuario dell’Anno XIII. 10 anni di radio in Italia, 1935, pp. 340-342)

1 Rapporti potere politico/azienda (d)

Ente Radio Rurale

Creato con L. 15 giugno 1933, anno XI, n. 791 Ente statale che opera in seno al Ministero delle Comunicazioni, alle dirette dipendenze del segretario del Partito e con la stretta collaborazione dei Ministeri dell’Educazione Nazionale e dell’Agricoltura e Foreste.

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Lettera dei bimbi della scuola rurale di Vidiana-Parma

Siamo pochi alunni di una scuoletta rurale sulle colline dell’Emilia. A noi quassù non giunge nulla delle cose belle e vive che allietano i fanciulli d’Italia e dobbiamo accontentarci di quello che ci racconta la signora maestra. Ieri però abbiamo avuto una fortuna: all’insaputa di te, che neppure immagini la nostra esistenza, siamo accorsi anche noi all’invito che hai fatto a tutti i bimbi d’Italia, ad ascoltare dalla tua voce meravigliosa tutti gli inni più belli e più cari. Non puoi immaginare con quanta meraviglia e quanta gioia ti abbiamo sentito per la prima volta… (Radiocorriere, 9/1933, n. 11, pag. 14)

Consensi alla prima trasmissione per le scuole (1)

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Lettera del balilla Bruno Guenzani di Arnate-Varese

Siamo 183 scolari di Arnate, piccola frazione rurale del comune di Gallarate. Nella sala del Dopolavoro, gentilmente concessa dai dirigenti locali, la maggioranza di noi ha udito per la prima volta una trasmissione radiofonica e la nostra gioia era al colmo. Gli ingenui si alzavano per vedere i canti, volevano anche vedere; non pareva lor vero che bastasse sentire. A stento le nostre buone insegnanti frenavano i nostri entusiasmi: volevamo cantare anche noi e unire le nostre voci a quella delle Giovani Fasciste e dei Balilla di Milano. I canti uditi hanno portato nei cuori di numerosi fanciulli un senso di patriottismo e di amore grande per la Patria nostra. (…)

Consensi alla prima trasmissione per le scuole (2)

Siamo piccoli noi, ma il cuore nostro è capace, non sappiamo esprimerci, ma sentiamo fortemente e, più fortemente ancora, amiamo la nostra cara Patria e sentiamo vibrare in noi entusiasmi forti e sublimi. Grazie ancora a tutti, a nome di tutti i miei compagni. Speriamo di ritrovarci ancora una volta e presto davanti a un apparecchio di trasmissione e ringraziamo già fin d’ora in anticipo.

(Radiocorriere, 9/1933, n. 11, pag. 14)

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Lettera del direttore didattico di Vigevano

Da un’ora gli alunni e le alunne della mia scuola (…) hanno lasciato le palestre, dove avevo fatto collocare degli apparecchi radio e dove abbiamo udito la trasmissione per le scuole, e ancora la commozione ci domina. Non so: mi sono sentito le lacrime agli occhi e ho visto pure alcuni miei maestri che tentavano di nascondere una commozione più forte della loro volontà. L’esperimento è riuscito e noi uomini di scuola chiediamo che non resti isolato. La radio nelle scuole ha molte possibilità e molto cammino da percorrere. In quest’ora i nostri bimbi hanno sentito più palpitante il sentimento della Patria, hanno sentito presso di sé i fratelli, le sorelle delle altre scuole, delle piccole scuole sperdute dei monti e della campagna: si sono sentiti uniti su uno stesso cammino, quasi in una stessa famiglia e si sono commossi… Grazie per loro: ma noi che viviamo per essi e scrutiamo e tentiamo ogni via per arrivare al loro cuore, alla loro anima, non vi diciamo soltanto “grazie!”, ma avanti!.

(Radiocorriere, 9/1933, n. 11, pag. 14)

Consensi alla prima trasmissione per le scuole (3)

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Intrattenimento ✓ Musica (lirica, classica, ballabile, canzonette) e Radiodrammi ✓ Rivista radiofonica (Avventure di Topolino, I 4 moschettieri) e rubriche comiche (Terziglio, con Fellini e Masina) ✓ Rubriche femminili (Casa, mamma e bambini, Il costume femminile, Consigli ad una giovane sposa, Consigli pratici alle madri italiane, Consigli alle giovinette, L’ora della signora) ✓ Programmi per bambini: giochi, favole, concorsi, temi e musiche patriottiche (Il Cantuccio dei bambini, Il giornale radiofonico dei fanciulli Nonno Radio, Zia Radio, Nonnina della radio, ecc.; nipoterie, cantuccini, balilla, pulcini, piccoli, giovanissimi, ecc.) ✓ Radiocronache sportive (calcio, automobilismo, ciclismo)"

2 Caratteri della programmazione (a) (popolare, educativo, ideologico)

I protagonisti de «I Quattro Moschettieri» (Radiocorriere n.10,1935)

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Informazione e educazione

✓Notiziari e bollettini informativi (Giornale radio, Segnale orario, ecc.)

✓Trasmissioni per gli agricoltori (L’ora dell’agricoltore)

✓Trasmissioni scolastiche (canzoni popolari e regionali, storia della patria, religione, storia naturale, igiene, letteratura, sport, ecc.) ✓Trasmissioni per gli operai (Radio sociale) e i degenti negli ospedali (Radio Igea)

2 Caratteri della programmazione (b) (popolare, educativo, ideologico)

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Educazione e orientamento politico

✓ Conferenze culturali (su temi dottrina fascista) ✓ Rubriche di commento politico (Cronache del regime, I commenti ai fatti del giorno) ✓ Manifestazioni politiche al microfono (discorsi del duce, manifestazioni e ricorrenze patriottiche) ✓ Trasmissioni “educative” di vario genere (tra cui quelle dedicate alle organizzazioni per la gestione del tempo libero, come il Dopolavoro, I giovani Balilla, Le Piccole Italiane)

2 Caratteri della programmazione (c) (popolare, educativo, ideologico)

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✔ Ceti elevati e medi - l’intrattenimento privato e familiare - il rapporto con la modernità

La radio, come l’automobile, è associata ai concetti di modernità e benessere sociale. La passione per la tecnica dei possessori di auto e radio alimenta ingegnosi esperimenti di “autoradio”, dando vita al fenomeno dei Radio-Raduni automobilistici (“gite” in campagna con prove tecniche d’ascolto).

✔ Ceti popolari - lo strumento di educazione - il legame con il mondo sociale

La radio è un mezzo di elevazione sociale e culturale, strumento per stabilire un legame con le “forme più progredite di civiltà”.

3 Il pubblico (a)

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Nella prospettiva del potere politico, alla percezione di un pubblico potenzialmente vasto e differenziato (le elités culturali, le donne e i bambini, gli scolari e i contadini) si unisce, e gradualmente si sovrappone, l’immagine del “pubblico massa” (i gruppi e le folle nelle scuole, i locali pubblici, le piazze), che occorre educare e conquistare (al ruolo di formazione del mezzo e/o all’ideologia del fascismo).

3 Il pubblico (b)

✔ La folla nelle piazze e negli esercizi pubblici: la ricerca del consenso

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La radio, magico strumento dal fascino irresistibile, diviene la voce ufficiale dello Stato, amplificando le risonanze della voce del duce, ampliandone il rapporto carismatico col

pubblico; mezzo di svago e di totale asservimento al regime. (C. Goldoni, Cultura e Propaganda nell’Italia fascista, 1974, p.87)

✔ Consenso politico

La radio, unico mezzo di comunicazione che consente la diffusione simultanea del messaggio sull’intero territorio nazionale, diventa strumento di propaganda e di manipolazione dell’opinione pubblica (la svolta con la Guerra d’Etiopia).

4 Ruoli sociali (a) - Consenso politico - Unificazione sociale e culturale - Informazione e svago nella vita quotidiana

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La voce che esce dall’altoparlante unisce in un unico collegamento ideale tutti quelli che la odono. Poveri e ricchi, abitanti delle città e delle campagne, persone istruite e incolte, tutti si lasciano vincere in quel momento dal fascino della stessa parola, o trasportare dalla melodia

della stessa musica. (Direttore EIAR, Raoul Chiodelli, 1932)

4 Ruoli sociali (b)

✓ Unificazione sociale e culturale

La radio è mezzo di comunicazione tra Governo e Paese, città e campagna, categorie sociali (ricchi e poveri, giovani e adulti, istruiti e incolti). È in grado di superare le differenze sociali e di stabilire un legame tra “i paesi più isolati” e “le forme più progredite di civiltà”…

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✓ Informazione e svago nella vita quotidiana

Nella vita quotidiana, la radio è ancora e soprattutto uno strumento di modernità cui affidare i momenti di svago e di informazione. È l’appuntamento con il Giornale Radio, il piacere dell’opera lirica o delle canzonette, la passione per le cronache calcistiche, la caccia alle figurine de I Quattro Moschettieri…

4 Ruoli sociali (c)

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✔ La diffusione sociale e territoriale del mezzo è incompiuta - Molte zone del Paese non ricevono il segnale - Gli abbonati sono ancora troppo pochi rispetto agli altri Paesi - Buona parte delle scuole è sprovvista di apparecchi e i contadini si

rivelano poco sensibili alla propaganda politica

✔ La dimensione privata e familiare dell’ascolto resta prevalente sull’ “ascolto pubblico” perseguito dal regime

✔ Segnali di scontento verso la qualità della programmazione educativo-culturale e la credibilità dell’informazione (Referendum 1939)

✔ Graduale diffusione dell’ “ascolto clandestino” (radio estere)

La radio e il suo pubblico alla fine degli anni ’30 Il “pubblico massa”?