francesco cuna - supersimmetry (anteprima)

16
francesco cuna

Upload: francesco-cuna

Post on 28-Mar-2016

225 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

Anteprima del catalogo che uscirà a fine ottobre 2012 per Edizioni Kurumuny

TRANSCRIPT

Page 1: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)

francesco cuna

Page 2: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)

FRANCESCO CUNANasce nel 1978 a Galatina (LE), dove si diploma all’ Istituto

d’Arte in gra�ca pubblicitaria e fotogra�a nel 1997. Nel 1998

si trasferisce a Bologna per frequentare l’Accademia di Belle

Arti arrivando ad esporre alla Galleria d’Arte Moderna di

Bologna prima di diplomarsi in pittura nel 2005.

Successivamente (2006) è a Marseille in Francia dove entra in

contatto con l’attività artistica locale esponendo i propri

lavori presso l’Ecole des Beaux Arts. Nel 2007 è chiamato

negli Stati Uniti d’America a realizzare un a�resco di grandi

dimensioni all’ interno del The Prizery Museum Art Center of

South Boston (VA) per celebrare il 400esimo anniversario dei

primi insediamenti Europei nell’ambito del progetto

“Virginia 2007 Italy rediscover America” commissionato dal

Virginia Museum and Virginia Commission by Art di

Richmond. Rientra in Salento e �gura tra gli organizzatori

del “Locomotive Jazz Festival” di Sogliano Cavour (LE)

curandone, con Luigi Cesari, il progetto Arti Visive, realizza i

concept della comunicazione e performance pittoriche

durante i concerti nelle edizioni che vanno dal 2007 al 2010.

Si è così esibito sul palco insieme a molti musicisti tra i quali

Paolo Fresu, Antonello Salis, Furio Di Castri, Philipe

Catherine, Giovanni Imparato, Pierpaolo Bisogno, Gianluca

Petrella, Ra�aele Casarano, Luca Aquino, Franco Califano,

Trovesi e altri. Nel 2011 dà vita con Alessandro Sicuro a B22

p ro g e t t o g r a � c o d i n a t u r a i m p re c i s a t a , e n e l 2 0 1 2

a d e r i s c e a l g r u p p o O Z I O c o n u n a p r i m a c o l l e t t i v a

curata da Lorenzo Madaro.

contatti:[email protected] (facebook)www.ozioart.blog spot.it

In copertina: Self-portrait from the past (particolare)

Page 3: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)

a mio padre Fedelee alle sue pietre

Page 4: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)
Page 5: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)

francesco cuna

Page 6: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)

Catalogo a cura diB22Edizioni Kurumuny

TestoGiovanni Matteo

Progetto gra�coB22.it

Riproduzione opereFrancesco Cuna

Stampato daEditrice salentina, Galatina (LE), ottobre 2012

© Francesco Cuna 2012© Edizioni Kurumuny 2012

Il presente volume è stato pubblicato grazie allo speciale contributo di Sturni, nella persona di Paolo Sturni e ARTandARS Gallery nella persona di Gigi Rigliaco.Ringrazio Alessandro Sicuro (D11) per l’indispensabile collaborazione.Un particolare ringraziamento va a Giovanni Matteo per la puntuale e umanissima analisi critica del mio lavoro e a Giovanni Chiriatti per lo spirito editoriale.

Edizioni KurumunySede legaleVia Palermo 13-73021 Calimera (Le)Sede operativaVia San Pantaleo 12-73020 Martignano (Le)Tel e Fax 0832 [email protected]

Page 7: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)

Simmetrie del caosGiovanni Matteo

Ti accolgono in silenzio. Sono abituati al silenzio, quello della campagna sulla quale si a�accia lo studio di Francesco Cuna. La scimmia nella grande cornice bianca modanata sembra reduce da un movimento fulmineo, che ha prodotto un debole fruscio sulla tela, ma ora è ferma e non ha niente da dire. Tutto quello che c’è da dire è chiuso nel libro che ha scelto come trono. È un grande volume che non lascia trapelare nulla del suo contenuto: la copertina è bianca, il libro è chiuso, anche se la scimmia usa la sua coda come un segnalibro, lasciando intuire il particolare peso di quella pagina del testo misterioso. L’arte non deve dire, non deve comunicare.I personaggi di Cuna ti accolgono in silenzio e ti chiedono di sostenere quel silenzio mentre li osservi. Un silenzio fatto di simmetrie bizantine, prospettive inattese, canoni proporzionali aggirati, deformità sfuggenti, volti imperscrutabili e poi ocra, sabbia, terre, grigi, sovrapposizioni di materiale pittorico che invece di dare un opprimente senso di strati�cazione, lascia intuire quello dell’immaterialità. Tra ciò che resta del lavorio dei pennelli e lo sguardo dello spettatore si frappongono patine, che non imitano l’antico e non cercano di evocarlo: sono semplicemente il peso dell’antico che, invece di depositarsi sul fondo dell’opera, emerge sulla super�cie. Cuna non fa niente per essere contemporaneo: respira nel contemporaneo camminando sulle acque dell’antico e, se scoprisse come gli riesce il miracolo, probabilmente a�ogherebbe o dovrebbe nuotare a riva per salvarsi.Quello che l’artista intrattiene con la Pittura è un rapporto viscerale, che non smette di riservare sorprese, ma è fatto anche di certezze e familiarità, dovute alla padronanza conquistata attraverso un’ininterrotta esplorazione del mezzo. Al contrario la relazione di Cuna con la Storia dell’Arte si rivela complessa, intricata, ricca di apparenti contraddizioni. Lo sguardo inquieto dell’artista si rivolge in direzioni diverse, come se scorgesse ad ogni angolo l’ombra di un grande maestro del passato e volesse a�errarla e trattenerla nel suo presente. Non dobbiamo scambiare questo atteggiamento con una sorta di citazionismo schizofrenico, paradossalmente l’opera che meglio può illuminarci su questo aspetto della personalità dell’artista non è un dipinto, ma uno dei suoi rari ready made: un volume economico sulla pittura italiana, tra le cui pagine – proprio come la coda / segnalibro della scimmia – si inserisce un coltello piegato, parte della lama in�lata tra due delle pagine e l’impugnatura verticale rispetto al libro, chiuso e poggiato sul piano, quasi lo stesse con�ccando. Una manciata di euro basta ad accedere allo scrigno della Storia dell’Arte, ma per chi vuole andare in fondo il mistero cresce man mano che ci si addentra, �no a s�orare il dramma.In Self-portrait from the past: un bambino si staglia sulla grande tela, malinconico e aggraziato come un principino in un aristocratico ritratto di famiglia del Seicento; qualche lunga frazione di secondo ci separa dal realizzare che il pallido corpo acerbo è nudo e coperto di tatuaggi da galeotto che, lungi dal cozzare con l’aria ingenua del protagonista, �niscono per restituire integro il DNA dell’artista.Cuna percorre il cammino della pittura come se da Goya a Borremans non vi fosse stata cesura alcuna. In Under the dog, un elmo da gladiatore in metallo brunito - magistralmente reso con le armi della pittura - piuttosto che da una minacciosa �era, è sormontato da un barboncino che, fuggito da una mostra di sculture kitsch di Je� Koons, è stato assorbito e nobilitato dal bronzo immortale.L’intento non è mai banalmente dissacratorio: la provocazione è parte del corredo dell’artista; è un dispositivo ben studiato per innescare una reazione che permetta allo spettatore di spogliarsi per un attimo degli ordinari processi della mente, funzionali alla vita quotidiana, per confrontarsi, nudo, con l’opera. Un violinista che suona mezzo a�ondato nella neve, un uomo con un costume da orso che si toglie la maschera per farsi una sigaretta, due cercatori di equilibrio - uno di spalle e l’altro frontale - che si sforzano di rendere simmetrica la composizione e bilanciano le loro altezze diseguali salendo in cima a due sgabelli di altezza inversamente proporzionale alla loro, un ragazzo ridotto a fare il raccoglitore di pioggia, con una sorta di vasca a cingergli la vita, un Mandrake in mutande, dipinto con una sensibilità e un’austera semplicità che sollevano eco della Scuola Romana.

Page 8: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)

Figure umane relegate in ruoli assurdi, in contrasto con le leggi della �sica e del buonsenso, che provocano un senso di irrealtà, di sospensione. Ma la sospensione non è l’obiettivo, piuttosto una condizione necessaria per intraprendere il viaggio. Un paradosso prospettico ci fa vedere i piedi del protagonista di un’opera sproporzionatamente grandi, ma al pittore non basta questo tilt percettivo e aumenta il senso di smarrimento spaziale girando di novanta gradi l’immagine, suggerendo l’idea che l’uomo stia per essere schiacciato tra pavimento e so�tto. In un altro dipinto il corpo di un ragazzo, capovolto e rigidamente puntato tra muro e pavimento, disegna una diagonale perfetta. La �gura del protagonista di Maestrino corre lungo lo spigolo di una stanza disadorna, per tutta l’altezza dell’edi�cio, innaturalmente allungata come quella del bambino de Le bugie hanno le gambe corte. Orecchie d’asino e lunghi nasi appuntiti ci rimandano alla storia del burattino di Collodi e spuntano sulle �gure dei due dipinti intitolati La classe e sui volti dei protagonisti di varie opere: in un ra�nato ritratto maschile di tre quarti il naso di legno spunta dal mento del protagonista, forse a rassicurarci che non siamo di fronte a un Antonello da Messina sfuggito alla catalogazione.Non si tratta di deformazioni di matrice espressionista. Non è lo sguardo dell’artista a essere annebbiato dall’urgenza di mettersi a nudo. Non c’è un �ltro tra la realtà e le opere di Cuna: non credo che i processi che egli attua debbano essere intesi come una manipolazione di quello che ci appare, ma come una ricerca di verità, in quello che ci appare. Verità che l’artista riesce a cogliere proprio negli strappi, nelle maglie della realtà, materializzati nelle incongruenze da lui messe in evidenza e nelle deformazioni e ibridazioni da lui messe in atto. La pittura come processo di estrazione di verità: della miniatura di un animale in plastica con il suo piccolo piedistallo, attraverso una visuale imprevedibile e un tocco quasi ottocentesco, il pittore ci restituisce la dignità e l’imponenza della bestia da soma. Il cono si ripete ossessivamente in molti dipinti. Poche pennellate che de�niscono un puro volume, quasi scorporato dalla complessa pittura di Cuna, dalle sue inquiete �gure, dalle sue stanze sgombre o quasi vuote, non si sa se ad additare o a confutare la lezione di Cézanne. Forse il cono è un sintomo della continua ri�essione dell’artista sulla pittura, un’e�gie del tragicomico destino del pittore pensante, palleggiato tra realtà e rappresentazione. In molte occasioni la pittura ri�ette su sé stessa, quasi priva di soggetto: lastre di pietra impilate, una cassetta per colori vuota, una vecchia lavagna intonsa, una culla vuota, una rete tesa da due polverosi giocatori in anacronistica tenuta da tennis, che si stringono ai bordi opposti del campo, lasciando la ribalta ai lacci neri che si intersecano ortogonalmente sul fondo sabbioso del dipinto, proprio come la trama e l’ordito della tela. Non è pittura dell’assenza, è pittura della Pittura.Si potrebbe leggere come una moderna allegoria della Pittura la sibillina �gura de La terza interlocutrice. Avvolta in un’improbabile burqa che ne nasconde le fattezze, bugiarda come testimonia il naso pinocchiesco, perché propone una verità che non aderisce alle istanze della realtà fuori dal quadro, seduttiva nel gesto della mano guantata che sostiene con eleganza una sigaretta accesa, è un’interlocutrice misteriosa e, soprattutto, silenziosa e chiede silenzio. Perché l’arte non deve dire, non deve comunicare. Cosa, allora? Forse indicare duchampianamente senza enunciare, come fa la scimmia con la sua coda tra le pagine del libro e il coltello nel volume sulla Pittura. Forse contenere l’assurdo, come fa la geniale Scatriosca con il suo scomodo abitante sempre più rannicchiato sulla sedia man mano che il formato del dipinto si riduce nelle cornici concentriche.Forse incorniciare quello che sfugge, come nel dipinto in cui l’artista ritrae un prete in estasi davanti a un disco sospeso in aria: un’apparizione eucaristica o una moneta lanciata in aria?Forse presentare l’impresentabile, situazioni assurde che pure risuonano archetipicamente nel nostro profondo, come nel dipinto in cui un uomo inquadrato dal mento in giù, dispone il suo membro inerte su un piatto tra coltello e forchetta.Forse deve ricercare impensabili simmetrie nel caos, come nel ready made in cui un cavallino di plastica si rispecchia nella sua ricostruzione in mattoncini lego, un’altra preziosa ri�essione sull’arte e la realtà, la rappresentazione e l’intima verità che Cuna desidera proporci.

Page 9: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)

opere

Page 10: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)

supersimmetry (2011)plastica e lego15,5x12 cm

Page 11: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)

self-portraitfrom the past (2011)mista su tela82,5x160 cm

Page 12: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)

untitled (2011)olio su tela50x60 cm

Page 13: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)

mento (non è veronon sono sincero) (2011)olio su tela50x70 cm

Page 14: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)

questa è solo una piccola anteprima

il catalogo sarà disponibileda �ne ottobre sul sito www.kurumuny.it

Page 15: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)

Via Di Campo Marzio 81-82-83 Romawww.antichitasturni.it

via Orsini 10 Galatina (LE)www.artandarsgallery.it

www.b22.it

Page 16: Francesco Cuna - Supersimmetry (anteprima)

Cuna non fa niente per essere contemporaneo: respira nel contemporaneo camminando sulle acque dell’antico e, se scoprisse come gli riesce il miracolo, probabilmente a�ogherebbe o dovrebbe nuotare a riva per salvarsi. Giovanni Matteo

15,00 euro