il sistema bancario italiano e europeo, un organismo in evoluzione
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Il Sistema Bancario Italiano e Europeo, un organismo in evoluzione
Mazzonetto Simone Chief Audit Executive – Banco delle Tre Venezie
Hired Professor – Ca Foscari University of Venice
Volpago del Montello (TV) – 15.04.2016
COME UNA AZIENDA PUO’ ENTRARE IN CRISI
Toyota ha accettato di pagare 10 milioni di dollari di risarcimento alla famiglia delle vittime di un incidente provocato da una Lexus impazzita nell’agosto 2009 che aveva portato al richiamo di milioni di veicoli. Lo scontro, avvenuto in California, aveva causato la morte di quattro persone: Mark Saylor, un poliziotto di 45 anni, la moglie, la figlia e il cognato. L’ammontare del risarcimento è stato reso pubblico dall’avvocato Larry Willis, che rappresenta il concessionario che aveva venduto l’auto alla famiglia. Toyota, che non ha né ammesso né negato le proprie responsabilità, ha specificato in un comunicato di essere molto delusa che la somma sia stata resa pubblica. "Come sempre in questi casi", ha fatto presente la casa automobilistica giapponese, "le parti si erano accordate per mantenere confidenziale il risarcimento, in parte per proteggere le famiglie e per permettergli di voltare pagina in questo difficile periodo". L’incidente era stato causato da una Lexus fuori controllo che sull’autostrada di San Diego aveva preso velocità raggiungendo i 200 chilometri orari, e dopo aver colpito un Suv si era capovolta diverse volte prima di prendere fuoco. A provocare l’incidente era stato un tappetino fuori misura che si era impigliato nell’acceleratore.
Il caso Toyota
COME UNA AZIENDA PUO’ ENTRARE IN CRISI
Il crollo è cominciato con quattro persone incolpevoli su una
Lexus, morte su una strada della California perché il pedale
dell’acceleratore non è tornato indietro e quello del freno non è
riuscito a bloccare la macchina.
Una tragedia tra le tante che accadono ogni giorno sulle strade, con
la differenza che questa volta non è stato l’uomo a sbagliare ma la
macchina.
Succede. Questa volta è successo a un padre, una madre, una
figlia e un cognato che viaggiavano sulla macchina “più perfetta del
mondo”. Lexus è il marchio di lusso del gruppo Toyota, il numero
uno mondiale dell’automobile, l’azienda che ha trasformato
l’industria manifatturiera mondiale con il “controllo totale di qualità” e
il cui obiettivo conclamato è l’auto con “zero difetti”.
Il caso Toyota
COME UNA AZIENDA PUO’ ENTRARE IN CRISI
Otto milioni di veicoli da ritirare per un difetto ai freni. Un danno economico e
d’immagine. Che fa vacillare il colosso giapponese dell’auto. «Per i giapponesi è
un trauma – dice Sean Yokota, economista alla sede di Tokyo della Ubs – il
fallimento della Japan Air Lines è stato già digerito. La Toyota è un’altra cosa, è il
simbolo della qualità giapponese».
A preoccupare, insomma, più che l’orgoglio nazionale è il crollo del titolo della
prima azienda del Paese: meno 23% negli ultimi quindici giorni, 30 miliardi di
dollari di capitalizzazione bruciati. «Il titolo Toyota ha perso quasi un quarto del
suo valore, ma al momento non c’è contagio né con le altre industrie del settore
né con il sistema in generale – spiega Shogo Maeda, responsabile per il
mercato azionario di Schroders – Un rischio però c’è: le imprese giapponesi
hanno costi elevati di produzione ma contano su un mercato mondiale perché
garantiscono una qualità elevata dei loro prodotti. Questa immagine può essere
danneggiata».
Il caso Toyota
COME UNA AZIENDA PUO’ ENTRARE IN CRISI
La tradizione della casa, che dal 1950 fino al bilancio chiuso il 31 marzo del 2009 non aveva mai chiuso un anno in perdita, vuole che la cassaforte sia sempre ben piena per affrontare le difficoltà, e oggi calcola che le sue riserve ammontino a 30 miliardi di dollari. Il problema non è la finanza, è la credibilità. È quel sinonimo “Toyota-qualità” che oggi non vale più.
Nel 2009, secondo Akio Toyoda Chairman di Toyota le 5 fasi del declina di una azienda sono :1. l’orgoglio del successo, 2. l’inseguimento di un successo maggiore, 3. la sottovalutazione dei rischi, 4. l’affannoso tentativo di salvataggio, 5. la fine.
Il caso Toyota
IMPATTO SUL SISTEMA BANCARIO
Sistema Bancario
Capitale
Liquidità
Organizzazione
Antiriciclaggio
Vigilanza unica
BRRD
IFRS 9
AQR
L’ATTUALE CONTESTO ECONOMICO
•
•
•
Una crisi non dura così tanto.I modelli usano serie storiche a 5 anni (e quindi prendono i dati dal 2010…)I parametri economici sono globali e interconnessi: fisco, debito, costo del credito,
Le conseguenze della crisi economica sulle imprese
Siamo in crisi?
NO, NON SIAMO IN CRISI.
Ci siamo «semplicemente» e duramente (molto) tutti riposizionati¹.
IMPATTO SUL SISTEMA BANCARIO
««
Non ci sono alchimie né pozioni magiche. Il credito è come un antibiotico, in dosi saltuariecura, in dosi massicce i virus diventano resistenti e non serve più a nulla (e può anchearrivare a uccidere).
La crisi è stata innescata dall’eccesso di credito a basso costo ed ora neppure tassi dirifinanziamento prossimi allo zero aiutano molto. I bassi tassi servono per limitare i danni.Provate ad immaginare che aumentino di 200 bps (tornare al livello 2009) e vediamol’impatto sui deterioramenti (tant’è vero che 200 bps sono oggi la soglia di stress test…).
Può sembrare un buon segnale (che prosegue) ma non è detto che lo sia:può essere «dumping», ovvero anche gli europei competono sul prezzo.Competere sul prezzo (solo) e non sulla qualità è molto rischioso.
SI ABBATTONO I MARGINI
IMPATTO SUL SISTEMA BANCARIO
2008
Svalutazione dei crediti
Erosione dei patrimoni delle banche
Normative più stringenti che bloccano risorse
- credito alle imprese (ma il concesso rimane)
- investimenti, contrazione delle spese
impatto sui salari
aumento pressione fiscale e costi incomprimibili
impatto sul potere di acquisto
aumento dei deterioramenti (+ rischio posizione)OGGI
DOTAZIONE PATRIMONIALE
RISCHIO DI CREDITO
RISCHIO DI MERCATO
RISCHIO
DI TASSO DI INTERESSE
SUL BANKING BOOK
RISCHIO OPERATIVO
RISCHI DEL PRIMO PILASTRO
ALTRI RISCHI
RISCHIO DILIQUIDITA’
RISCHIO
CONCENTRAZIONE
RISCHIO
STRATEGICO
RISCHIO DERIVANTE
DA CARTOLARIZZ
AZIONE
RISCHIO RESIDUO
RISCHIO
DI
REPUTAZIONE
DOTAZIONE PATRIMONIALE
Core
(common equity)
Non Core
Tier 2
4,5%
6%
8%
Tie
r 2
ca
pit
al
2%
1,5%
Go
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ital
Basilea3/CRRRequisiti di copertura dei RWA a livello di CET1 e T1TIER 2
AQR
L’adeguatezza del CET1 è valutata rispetto a un requisitodell’8,0 per cento, più elevato sia rispetto al minimoregolamentare (4,5 per cento) sia rispetto al minimoaumentato del margine di conservazione del capitale (7,0per cento).
Il Comprehensive Assessment/AQR include anche duesimulazioni relative a scenari ipotetici per il triennio 2014-16 (cosiddette “prove di resistenza”, stress tests). Lo stresstest ipotizza per ciascun paese due scenari: uno “di base”(baseline), con un’adeguatezza del capitale delle banchedell’8%, e uno “avverso” (adverse), con un requisito del5,5%.
NUOVA CLASSIFICAZIONE CREDITI
Passati criteri di classificazione Nuovi criteri di classificazione (circ.272
Sofferenze Sofferenze
Crediti ristrutturati
Incagli soggettivi
Incagli oggettiviIncagli
Crediti scaduti/sconfinati
Crediti in bonis
Inadempienze probabili
(unlikely to pay)
Crediti scaduti/sconfinati
Crediti in bonis
Non
Performing
Exposures
(credito
deteriorato)
Performing
Exposures
(credito
deteriorato)
FORBORNE
NON
PERFORMING
FORBORNE
PERFORMING
Revisione criteri di classificazione e
Introduzione concetto di esposizioni Forborne