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1 ©2016 UNI - Milano TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm, o altro senza il consenso scritto dell’editore. ALL RIGHTS RESERVED No part of this work may be reproduced, stored in a retrieval system or transmitted in any form or by any means electronic, photocopying recording or otherwise, without the written permission from the publisher. Questa pubblicazione non è un documento normativo. La responsabilità dei concetti espressi è unicamente dell’autore. Autore Conforma - Associazione Organismi Certificazione Ispezione Prove Taratura Editore UNI – Ente Nazionale Italiano di Unificazione Via Sannio, 2 – 20137 Milano - Italia Tel. 02 70024.1 – Fax 02 5515256 www.uni.com Gennaio 2016

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©2016 UNI - Milano

TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI

Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi,

fotocopie, microfilm, o altro senza il consenso scritto dell’editore.

ALL RIGHTS RESERVED

No part of this work may be reproduced, stored in a retrieval system or transmitted in any form or by any

means electronic, photocopying recording or otherwise, without the written permission from the publisher.

Questa pubblicazione non è un documento normativo.

La responsabilità dei concetti espressi è unicamente dell’autore.

Autore

Conforma - Associazione Organismi Certificazione Ispezione Prove Taratura

Editore

UNI – Ente Nazionale Italiano di Unificazione

Via Sannio, 2 – 20137 Milano - Italia

Tel. 02 70024.1 – Fax 02 5515256

www.uni.com

Gennaio 2016

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La presente Linea Guida nasce come progetto del Gruppo di Lavoro AMBIENTE di Conforma al quale aderiscono i seguenti Soci:

• ASACERT

• AICQ SICEV

• CERTIQUALITY

• CSI

• CSQA

• DEKRA

• DNV GL

• ICIM

• ICMQ

• IGQ

• Istituto Italiano dei Plastici

• IMQ

• RINA SERVICES

• SGS

• U.L. International

Il documento è il risultato di un tavolo tecnico CONFORMA ISO 14001:2015, al quale hanno partecipato:

Stefano ALDINI Certiquality COORDINATORE

Chiara BERNARDI SGS

Luigi BOTTOS DNV-GL

Massimo CASSINARI ICMQ

Matteo FERRARI CSQA

Cecilia GALIMBERTI AGHION IGQ

Giulia PENSIERO RINA Services

Anna Lisa POLIMENI IMQ

Carlo SCALFI Dekra

Marco SCANAGATTA CSI

Saverio SFORZINI ICIM

Caterina VILLA U.L.

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INDICE

Introduzione ...................................................................................................................................................... 3 4. Contesto dell’Organizzazione ....................................................................................................................... 6 5 Leadership .................................................................................................................................................... 11 6 Pianificazione ............................................................................................................................................... 14 7 Supporto ....................................................................................................................................................... 21 8. Attività operative ........................................................................................................................................ 26 9. Valutazione delle prestazioni ..................................................................................................................... 29 10. Miglioramento .......................................................................................................................................... 32

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“Linea Guida applicativa sulla ISO 14001:2015”

Introduzione

Con la pubblicazione della nuova edizione della ISO 14001 (che di poco ha anticipato

quella della ISO 9001:2015), gli Organismi di Certificazione sono stati i primi, tra gli

operatori interessati, a trovarsi a valutare ed affrontare l’impatto, dal punto di vista

interpretativo e, soprattutto, applicativo della nuova norma.

In attesa di chiarimenti interpretativi “ufficiali” sui nuovi requisiti da parte di UNI

(con la auspicabile revisione del documento UNI TR 11331:2009) e delle indicazioni

Accredia, rilevanti ai fini dell’accreditamento (RT 09), da parte di CONFORMA si è

ritenuto utile e opportuno, sulla scorta di quanto già avvenuto per la ISO 9001:2015,

predisporre la presente guida.

Il documento non ha pertanto alcuna pretesa di interpretazione autentica della

nuova norma ma è finalizzato a fornire sintetiche indicazioni di carattere pratico

applicativo per gli auditor degli Organismi di Certificazione sui principali elementi da

considerare per la verifica dei requisiti previsti dalla ISO 14001:2015 e su quali

evidenze è ragionevole aspettarsi di ritrovare nella verifica della conformità ai

medesimi. Di riflesso, anche le Organizzazioni certificate/certificande potranno

utilizzare queste informazioni per orientarsi nel percorso di adeguamento alla nuova

norma.

Particolare attenzione nella stesura del documento è stata dedicata alle novità

introdotte dalla nuova edizione della ISO 14001: analisi del contesto, approccio

basato sul rischio, prospettiva del ciclo di vita. E’ stata condotta inoltre una rilettura

ragionata dei criteri già presenti nella precedente edizione e riproposti in chiave

migliorativa nell’edizione 2015, alla luce dell’impostazione complessiva del nuovo

standard che richiede un’effettiva integrazione del Sistema di Gestione Ambientale

nei processi di business dell’Organizzazione, con il pieno supporto del top

management.

L’impostazione metodologica seguita per la stesura del presente documento ha

inteso fornire indicazioni sintetiche per gli audit di portata generale, a prescindere

dai settori di appartenenza e dal contesto specifico delle Organizzazioni. Questo

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indubbiamente potrebbe comportare dei limiti sotto il profilo della completezza e

del livello di approfondimento delle informazioni contenute nella Linea Guida, ma è

del tutto coerente con le finalità del documento che non ha pretese di esaustività o,

come già detto, di interpretazione autentica dei requisiti della nuova norma. In

attesa che si consolidi una base significativa di esperienze di audit sulla ISO

14001:2015 e che i soggetti proposti provvedano a fornire indicazioni “ufficiali”

sull’applicazione dei nuovi requisiti, agli Organismi di Certificazione aderenti a

CONFORMA è apparso logico e ragionevole optare per una impostazione quale

quella adottata per la presente Linea Guida.

Nel descrivere gli esempi delle evidenze da raccogliere per rispondere ai requisiti

della ISO 14001:2015, in particolare a quelli che rappresentano novità vere e proprie

rispetto alla precedente edizione, si è privilegiato un approccio orientato alla

“conformità sostanziale”, valorizzando strumenti ed elementi effettivamente a

disposizione dell’Organizzazione e pienamente integrati nei suoi processi e nel suo

sistema, ed evitando formalismi eccessivi, inutili e privi di valore aggiunto, magari

creati appositamente in vista degli audit di certificazione.

Questo, beninteso, non significa che l’Organizzazione, oltre ai casi in cui viene

richiesto obbligatoriamente, non debba documentare o registrare alcunché. In molti

casi sarà invece necessario e inevitabile disporre di informazioni documentate per

tenere sotto controllo in modo efficace un rischio, un aspetto ambientale,

un’attività, un processo, un adempimento, etc. coerentemente con gli obiettivi del

sistema di gestione ambientale. Si richiede che questi strumenti, finalizzati a

descrivere le modalità di un processo o a dare evidenza dello svolgimento di una

certa attività siano in grado di assicurare l’efficace attuazione del sistema in

conformità ai pertinenti requisiti e di migliorare la gestione dell’Organizzazione nel

suo complesso.

Si tratta di un principio generale sottolineato e condiviso da tutte le nuove norme

sui sistemi di gestione, la cui effettiva applicazione, con il contributo di tutti gli

operatori interessati (organizzazioni, consulenti e Organismi di Certificazione)

rappresenta uno dei principali fattori di successo della ISO 14001:2015 e della sua

credibilità.

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Nel testo della Linea Guida viene riportata una sintetica descrizione dei requisiti

(colonna a sinistra), con a fronte l’indicazione delle possibili evidenze a supporto

della conformità (colonna a destra). Come più volte ribadito, mentre per la

descrizione dei requisiti ci si è attenuti a quanto riportato nella testo della UNI EN

ISO 14001:2015 (testo con traduzione italiana), compresi gli importantissimi

approfondimenti riportati nell’appendice A alla norma (“Guida all’uso della presente

norma internazionale”), gli esempi di evidenze riportate in questo documento non

sono comunque da considerarsi esaustivi, ben potendo un’Organizzazione

dimostrare la propria conformità altrimenti.

Per la tabella di confronto e corrispondenza tra la ISO 14001:2004 e la ISO

14001:2015 si rinvia all’appendice B alla norma.

Scopi e finalità della presente Linea Guida sono stati riconosciuti anche da UNI che

ne ha confermato la congruenza terminologica con il corpo normativo dedicato alla

gestione ambientale ed alla valutazione della conformità.

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

4. Contesto dell’Organizzazione

4.1 Comprendere l’Organizzazione ed il suo contesto

Il punto è completamente nuovo rispetto alla precedente ISO 14001:2004.

L’Organizzazione deve individuare ed analizzare i fattori interni ed esterni (positivi e negativi), che sono rilevanti per i suoi obiettivi strategici e che influenzano la sua capacità di ottenere i risultati attesi dal sistema di gestione ambientale.

L’obiettivo è di elevare il livello di visione strategica dell’Organizzazione nel progettare il sistema di gestione ambientale, tenendo conto del contesto in cui la stessa opera.

Identificare i fattori che possono influenzare la capacità dell’Organizzazione di raggiungere i risultati desiderati è fondamentale per ragionare in una ottica di “Risk Based Thinking” (vedi 6.1) e di conseguenza definire e sviluppare opportunamente il sistema di gestione ambientale.

L’analisi dei fattori esterni e interni rilevanti che caratterizzano il contesto dell’Organizzazione potrebbe richiedere il coinvolgimento di funzioni aziendali diverse da quelle più direttamente coinvolte nella gestione ambientale: marketing e vendite, acquisti, amministrazione e finanza, risorse umane, legal & compliance.

I fattori esterni includono le condizioni ambientali (correlate al clima, alla qualità dell'aria, alla qualità dell'acqua, all'utilizzo del terreno, alla contaminazione esistente, alla disponibilità di risorse naturali e alla biodiversità) ma non dovrebbero limitarsi a queste.

L’Organizzazione infatti dovrebbe considerare altri fattori esterni che potrebbero influenzare i risultati attesi del Sistema di gestione ambientale, quali, ad esempio, circostanze culturali, sociali, politiche, legali, normative, finanziarie, tecnologiche, economiche, naturali e competitive, internazionali, nazionali, regionali o locali.

Inoltre debbono essere prese in considerazione le caratteristiche o condizioni interne dell'organizzazione, come le sue attività, prodotti e servizi, orientamento strategico, culturale e capacità

Il requisito non richiede in modo specifico di dare evidenza dell’analisi del contesto, ma, considerato che tale analisi costituisce la base conoscitiva per pianificare e mantenere il Sistema di gestione e determinare rischi e opportunità per l’Organizzazione e le azioni per affrontarli, è ragionevole aspettarsi che gli esiti siano documentati per non compromettere l’efficacia e la ripercorribilità del processo di pianificazione del Sistema. Il livello di approfondimento delle informazioni documentate dipende, come da previsione della norma, dalle dimensioni, dal tipo e dalla complessità dell’Organizzazione e del suo contesto. Dalla lettura combinata dei requisiti del par. 4 e del par. 5 della norma, la responsabilità circa gli esiti dell’analisi del contesto dipende dall’Alta Direzione dell’Organizzazione (direttamente o tramite un suo delegato) e dovrebbe pertanto essere fornita evidenza del suo coinvolgimento al riguardo. Ad esempio, l’intervista con il top management (o suo delegato) potrebbe fornire indicazioni su come sono stati considerati i fattori che concorrono alla comprensione del contesto in cui si colloca l’Organizzazione. Le informazioni relative all’analisi del contesto devono essere mantenute aggiornate in relazione ai cambiamenti intervenuti che potrebbero influire sul mantenimento del sistema di gestione ambientale con implicazioni per la direzione strategica dell’Organizzazione (vedi 9.3 – Riesame di Direzione). Molte Organizzazioni certificate con la vecchia edizione della norma potrebbero già avere parte delle informazioni sul contesto nel documento di analisi ambientale (verosimilmente riferite alle cosiddette condizioni ambientali), da riesaminare opportunamente per valutare la congruità e l’aggiornamento delle informazioni. Potrebbero essere anche accettabili relazioni specifiche, verbali di meeting, o la valutazione potrebbe essere parte, come detto, del riesame della direzione (vedi 9.3).

L’auditor dovrebbe verificare e valutare:

- la coerenza tra il contesto determinato dall’Organizzazione, l’analisi dei rischi e la pianificazione del sistema di gestione ambientale (vedi 6.1);

- che l’Organizzazione aggiorni regolarmente le informazioni

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

(per esempio conoscenze, processi, sistemi).

Si rimanda all’allegato 1 “Contesto dell’Organizzazione: esempi fattori esterni” e all’allegato 2 ““Contesto dell’Organizzazione: esempi fattori interni”.

sui fattori esterni ed interni.

Nel caso in cui l’analisi appaia incompleta o insufficiente, si dovrebbe valutare se, per effetto di tali carenze, vi possa essere un pericolo concreto ed attuale per la capacità dell’Organizzazione di pianificare e mantenere il sistema di gestione ambientale e di programmare gli interventi necessari ad affrontare i rischi e le opportunità. Laddove l’analisi del contesto dell’Organizzazione abbia omesso di considerare, ad esempio, la situazione di elevata conflittualità a livello locale/territoriale rispetto a determinati impatti ambientali dell’Organizzazione (ovvero le implicazioni derivanti dalla necessità di adeguamento a una nuova normativa ambientale o a una prescrizione imposta da una nuova autorizzazione), e per effetto di tale carenza il sistema di gestione abbia omesso di pianificare le azioni necessarie, rischiando di compromettere la propria efficacia, potrà essere formalizzato un rilievo al riguardo.

4.2 Comprensione delle esigenze e delle aspettative delle parti terze interessate

Il punto è completamente nuovo rispetto alla precedente ISO 14001.2004 e, sebbene il concetto di parti interessate fosse già presente in alcuni punti della vecchia edizione della norma, nella nuova edizione esso risulta più esteso ed esplicito.

L’Organizzazione deve individuare e prendere in considerazione le esigenze e le aspettative delle parti interessate:

1) rilevanti, ovvero che possono influenzare la gestione ambientale in relazione al proprio contesto e che riguardano le performance ambientali;

2) di cui è a conoscenza o rese note dalle parti interessate.

L’Organizzazione deve dimostrare di poter soddisfare queste esigenze e aspettative delle parti interessate traducendole in requisiti del sistema di gestione ambientale. Alcuni lo sono in quanto previsti da fonti «cogenti» (leggi, regolamenti, autorizzazioni, prescrizioni, etc.), altri diventano «obblighi di conformità» (o anche requisiti del sistema) in quanto l’Organizzazione li adotta volontariamente per rispondere a tali bisogni e aspettative.

Come specificato nei successivi paragrafi tutti questi requisiti diventano "obblighi di conformità", un

Non è richiesto esplicitamente di disporre di evidenze documentate di questa analisi, ma potrebbe essere ragionevole aspettarsi, come specificato al punto precedente, che queste informazioni siano raccolte in un documento, riesaminate e aggiornate periodicamente (vedi 4.1).

Il riesame di direzione (documentato) deve includere le considerazioni su eventuali cambiamenti riguardanti le esigenze e le aspettative rilevanti delle parti interessate.

A mero scopo esemplificativo, un rilievo su questo punto potrebbe essere rilasciato, a seconda del livello di criticità, in presenza di due situazioni:

1) l’Organizzazione, per pianificare il sistema di gestione ambientale, ha omesso di considerare e prendersi carico di un’esigenza o aspettativa di una parte interessata rilevante (nel suo contesto territoriale e ambientale) in modo tale che il sistema di gestione non è in grado di rispondere in modo efficace ai requisiti nel suo complesso (rischi/opportunità, pianificazione di azioni opportune, gestione degli obblighi di conformità, comunicazione, controllo operativo e valutazioni delle performance).

2) L’Organizzazione pur avendo individuato l’esigenza o aspettativa della parte interessata, rilevante, nota e conosciuta, non dimostra di averla adeguatamente presa in considerazione quale obbligo di conformità per pianificare il proprio sistema. In questo caso la

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

termine che prende il posto di "requisiti legali e altri requisiti che l'organizzazione sottoscrive".

Esempi di parti interessate possono essere:

- Istituzioni - enti di controllo - organi giurisdizionali - clienti/consumatori - comunità locale - associazioni ambientaliste e comitati - soci e azionisti - investitori - soggetti della filiera upstream/downstream - fornitori - banche e finanziatori - compagnie assicurative - associazioni di categoria - associazioni di consumatorI - gruppo societario - dipendenti e sindacati.

Esigenze e aspettative rilevanti delle parti interessate costituiscono, con le informazioni sul contesto, input per la pianificazione e per il mantenimento del sistema di gestione ambientale (vedi 6.1.1, 6.1.3 e 6.1.4) e del riesame di direzione (vedi 9.3).

valutazione di conformità andrà effettuata in parallelo con quella di altri requisiti che presuppongono la presa in carico da parte del sistema delle esigenze ed aspettative rilevanti delle parti interessate (es. rischi e opportunità, pianificazione, gestione degli obblighi di conformità, controllo operativo, etc.).

Queste considerazioni valgono anche laddove il sistema di gestione ambientale abbia omesso di recepire cambiamenti significativi che riguardano esigenze e aspettative delle parti interessate rilevanti, note o conosciute dall’Organizzazione.

L’auditor dovrebbe verificare e valutare la coerenza delle conoscenze acquisite al punto 4.2 con quanto analizzato al punto 6.1.3.

4.3 Determinare il campo di applicazione del Sistema di gestione ambientale

Il campo di applicazione del sistema di gestione ambientale determina il perimetro entro il quale sono applicati i requisiti della norma.

Il campo di applicazione deve essere documentato e deve essere disponibile alla parti interessate se l’Organizzazione dichiara di essere conforme allo standard.

È ora esplicitato cosa si deve tenere in considerazione per definire il campo di applicazione. Oltre agli elementi previsti dalla precedente edizione della norma quali attività, prodotti e servizi, le funzioni organizzative e i confini fisici, il campo di applicazione deve comprendere i fattori interni ed esterni e gli obblighi di conformità derivanti dalle esigenze delle parti interessate, la capacità di esercitare il controllo e l'influenza su attività, prodotti e servizi in coerenza con la prospettiva di ciclo di vita (vedi paragrafi 6 e 8)

Una volta definito il campo di applicazione, tutte le

Rimane fondamentale l’analisi approfondita della correttezza del campo di applicazione del sistema di gestione ambientale che non dovrebbe essere fuorviante per le parti interessate. È anche richiesto di verificarne la coerenza con il contesto interno ed esterno in cui opera l’Organizzazione, con i requisiti delle parti interessate e con le attività, prodotti e servizi dell’Organizzazione.

Sarebbe opportuno verificare che tutti i prodotti/servizi oggetto del campo di applicazione della certificazione siano coperti dal sistema di gestione ambientale e che una eventuale esclusione di attività, prodotti e/o servizi sia supportata da analisi pertinenti.

In particolare è necessario verificare che l’Organizzazione abbia preso in carico anche i processi in outsourcing secondo quanto indicato nella norma stessa, se rilevanti per il sistema di gestione ambientale (vedi 8.1). A tal fine è necessario quindi che il campo di applicazione consideri anche la capacità di influenza e autorità sui processi affidati all’esterno

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

attività, tutti i prodotti e tutti i servizi (anche raggruppati per tipologia) dell'organizzazione che rientrano in tale campo di applicazione devono essere compresi nel sistema di gestione ambientale.

La definizione dello scopo e campo di applicazione non dovrebbe essere utilizzata per escludere attività, prodotti, servizi o strutture che hanno o possono avere aspetti ambientali significativi o per sfuggire ai propri obblighi di conformità.

Coerentemente con la prospettiva del ciclo di vita, a seconda dell’autorità e la capacità di esercitare il controllo e l'influenza dell’Organizzazione, anche i processi affidati all’esterno (outsourcing) potrebbero rientrare nel campo di applicazione se però rilevanti per il sistema di gestione ambientale.

Per determinare la rilevanza di un processo affidato all’esterno, in questo caso, è fondamentale che l’organizzazione valuti:

- se il processo è percepito dalle parti interessate come se fosse effettuato da parte dell'Organizzazione;

- se la responsabilità di conformarsi ai requisiti resta in capo all’Organizzazione.

in modo da definire il livello di responsabilità dell’Organizzazione verso gli stessi.

Esempi:

- Si consideri il caso di un processo di lavorazione affidato in conto terzi. E’ ragionevole aspettarsi che in tal caso, dove fra l’altro il processo affidato all’esterno può essere percepito dalle parti interessate come effettuato dall’Organizzazione, vi sia un elevato livello di controllo ed influenza stabilito contrattualmente (es. facoltà di accesso agli impianti, di effettuare ispezioni e audit, obblighi di fornire documenti, di informativa, di reporting, etc.). Se dal processo in questione, secondo una visione estesa all’intero ciclo di vita, derivino aspetti ambientali significativi la cui esclusione potrebbe compromettere la credibilità del sistema, allora questo processo dovrà essere compreso nel campo di applicazione.

- Si consideri il caso diverso in cui la gestione di un impianto di titolarità dell’Organizzazione sia stato affidato a un soggetto esterno. Laddove vi siano, ad esempio, aspetti cogenti (titolarità dell’autorizzazione, dell’impianto, rispetto delle prescrizioni, titolarità dei rifiuti prodotti) per i quali la responsabilità è riconducibile (anche parzialmente) all’Organizzazione, anche in questo caso il processo e il relativo livello di controllo dovrà essere compreso nel campo di applicazione.

4.4 Sistema di gestione ambientale

Il requisito era già presente al punto 4.1. della ISO 14001:2004 (“Requisiti generali”).

Focus sull’obiettivo generale, citato anche al punto 4.1 della edizione 2015, di raggiungimento degli esiti attesi, sull’accrescimento delle prestazioni ambientali e sull’approccio per processi.

Di fatto, nella ISO 14001:2015 si richiede all’Organizzazione di integrare i requisiti del sistema di gestione ambientale nei diversi processi, tenendo conto anche delle interazioni tra di essi.

Si specifica, inoltre, che nello stabilire, attuare e mantenere il sistema di gestione ambientale, l’Organizzazione deve tener conto della conoscenza acquisita nella determinazione del contesto (4.1) e delle parti interessate (4.2), includendo quindi nel sistema di gestione ambientale gli elementi identificati nella fase di comprensione generale, ossia i fattori

Seppur non sia esplicitamente richiesto di disporre di evidenze documentate relative al punto specifico, è necessario che il sistema di gestione ambientale sia integrato nei processi dell’Organizzazione e pertanto nella documentazione aziendale (ad es. piani operativi, procedure interne, documenti di valutazione, programmazioni pluriennali, …).

L’auditor dovrebbe verificare e valutare, mediante l’esame delle informazioni documentate ed interviste al top management e al personale (a diversi livelli e funzioni), la capacità dell’Organizzazione di:

- incorporare il sistema di gestione ambientale nel sistema aziendale, mediante un idoneo controllo dei processi;

- gestire gli aspetti ambientali, adempiere agli obblighi di conformità, valutare rischi e opportunità, coerentemente con quanto analizzato ai punti 6.1,

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

interni ed esterni nonché le esigenze e aspettative delle parti interessate che si tradurranno in requisiti per l’Organizzazione.

Non è più richiesto di “documentare” il sistema di gestione ambientale. Tuttavia, resta il requisito del mantenimento come “informazione documentata” - resa anche disponibile alle parti interessate - in riferimento al campo di applicazione del sistema di gestione ambientale, ora al punto 4.3.

6.2 e 6.3;

- pianificare la revisione del sistema alla luce di potenziali o effettivi cambiamenti.

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

5 Leadership

5.1 Leadership e impegno

Sono state enfatizzate le responsabilità della Direzione ed il ruolo che essa ha, in termini di supporto e motivazione nei confronti delle risorse umane, nell’attuazione del sistema di gestione ambientale.

La nuova norma non parla più di un Rappresentante della Direzione, ma coinvolge esplicitamente l’“alta direzione”.

A riguardo, si nota come la nuova norma introduca il concetto di alta direzione come:

“Persona o gruppo di persone che, dal livello più

elevato, guidano e tengono sotto controllo

un’Organizzazione”.

In primis chi dovrebbe dimostrare la consapevolezza sull’importanza del sistema di gestione ambientale dovrebbe essere proprio l’alta direzione.

Il coinvolgimento della Direzione aziendale è fondamentale per l’efficace attuazione di un sistema di gestione ambientale, ed è richiamato in molti requisiti di norma.

Le prescrizioni riportate ai punti b e c rendono più esplicito il concetto di integrazione tra il sistema di gestione ambientale e i processi di business dell’Organizzazione.

Il rispetto del requisito di norma, dovrebbe essere verificato attraverso modalità diverse:

- colloquio con l’alta direzione per valutarne:

1) l’effettivo impegno e consapevolezza del proprio ruolo e dell’efficacia del proprio sistema di gestione ambientale;

2) l’effettivo coinvolgimento e conoscenza delle principali forme di integrazione del sistema nei processi di business dell’organizzazione;

3) la conoscenza della performance ambientale attesa e di quella conseguita in funzione del miglioramento atteso

- riesame di direzione;

- obiettivi, politiche e strategia Organizzazione;

- interviste al personale;

- comunicazioni dell’alta direzione;

- effettiva disponibilità di risorse adeguate;

- effettivo coinvolgimento del personale.

Dovrebbero essere disponibili definizioni di strategie e obiettivi relativi a:

- business dei prodotti/servizi oggetto del campo di applicazione del sistema;

- aspetti ambientali significativi;

- obblighi di conformità;

- rischi e alle opportunità.

Inoltre dovrebbe essere valutata:

- l’evidenza della declinazione degli obiettivi all’interno dell’organizzazione;

- l’evidenza dell’attività di verifica dello stato di attuazione degli obiettivi definiti.

5.2 Politica ambientale

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

Le novità consistono nel richiamo al contesto in cui opera l’Organizzazione e nella comunicazione dello stesso verso le pertinenti parti interessate.

A fronte della nuova edizione della norma, si può dire che sia definitivamente tramontato il periodo delle politiche ambientali generiche e statiche.

I contenuti della politica devono essere coerenti con i risultati dell’analisi del contesto, con gli impatti delle attività/prodotti/servizi dell’Organizzazione, con gli obiettivi ambientali, con la protezione dell’ambiente, con il soddisfacimento degli obblighi di conformità.

L'impegno di proteggere l'ambiente ha lo scopo non solo di prevenire impatti ambientali negativi attraverso la prevenzione dell'inquinamento, ma di proteggere l'ambiente naturale dal danno e dal degrado derivanti da attività, prodotti e servizi dell'Organizzazione. Gli impegni specifici che un'Organizzazione persegue dovrebbero essere pertinenti al contesto dell'organizzazione, comprese le condizioni ambientali locali o regionali. Questi impegni possono affrontare, per esempio, la qualità dell'acqua, il riciclaggio o la qualità dell'aria e possono comprendere anche impegni correlati alla mitigazione e adattamento del cambiamento climatico, alla protezione della biodiversità e di ecosistemi e al ripristino ambientale.

La politica ambientale deve essere comunicata all’interno dell’Organizzazione, e deve essere resa disponibile alle altre parti interessate, al fine di promuoverne il relativo coinvolgimento.

Le continue mutazioni della Organizzazione e del contesto in cui la stessa opera, impongono una revisione periodica della politica.

Occorrerebbe accertarsi che la politica sia coerente con:

- l’analisi del contesto; - le strategie dell’Organizzazione; - gli impatti ambientali delle attività, prodotti,

servizi dell’Organizzazione.

e contenga i seguenti impegni: - protezione dell’ambiente; - soddisfacimento degli obblighi di conformità

dell’Organizzazione; - miglioramento continuo del sistema di gestione

ambientale al fine di migliorare la prestazione ambientale.

È necessario verificare che la politica sia disponibile come documento, sia stata opportunamente comunicata all’interno dell’Organizzazione e di conseguenza sia conosciuta ed applicata.

Sarebbe opportuno verificare che siano state individuate le parti interessate alle quali può essere resa disponibile la politica, ad esempio: investitori e azionisti, contrattisti, subappaltatori, terzisti, ecc.

Infine occorrerebbe accertarsi che sia revisionata in maniera coerente ai cambiamenti che possono interessare l’Organizzazione e il suo contesto.

5.3 Ruoli, responsabilità e autorità nell’organizzazione

All’Alta Direzione delle Organizzazioni è richiesto di definire le responsabilità e le autorità nell’ambito dei processi e delle attività svolte.

Ancorché il requisito di norma non faccia riferimento ad informazioni documentate, vi possono essere diverse forme di definizione delle responsabilità e autorità che dipendono dalle prassi in atto e comunque dalla complessità organizzativa.

Non è più prevista, a livello di specifico requisito, la

Nella maggior parte dei casi dovrebbero essere disponibili organigrammi, disposizioni organizzative, mansionari. Tuttavia è accettabile, a seconda della complessità delle Organizzazioni e delle relative attività, una definizione delle responsabilità a livello di:

- flussi dei processi; - procedure gestionali; - istruzioni operative; - accessi riservati ai sistemi informative aziendali.

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

figura del “rappresentante della direzione”, ma è pur sempre richiesto che siano assegnate le responsabilità per assicurare la conformità del sistema di gestione ambientale e di riferirne i risultati all’Alta Direzione, siano assegnate. È comunque opportuno che il canale di comunicazione della Direzione con l’interno e l’esterno, per quanto riguarda il sistema di gestione ambientale sia definito in modo chiaro, attraverso l’assegnazione delle relative responsabilità.

Le responsabilità e autorità assegnate, anche a più di una persona, per quanto di loro competenza, devono essere comunicate e note all’interno della Organizzazione.

L’eliminazione del requisito relativo al rappresentante della Direzione non deve necessariamente comportare la cancellazione di tale figura dal sistema di gestione ambientale.

Le responsabilità e autorità assegnate, anche a più di una persona, per quanto di loro competenza, devono essere comunicate e note all’interno dell’Organizzazione.

Sarebbe sempre comunque opportuno accertarsi della effettiva rilevanza dei ruoli cui siano state assegnate le responsabilità ed autorità e della coerenza fra queste ultime e quelle effettivamente riscontrate durante l’audit nell’ambito dei processi aziendali.

In ogni caso dovrebbero essere disponibili evidenze di avvenuta comunicazione all’interno dell’organizzazione dei ruoli e delle responsabilità definite. Sarebbe da valutare altresì, ad esempio mediante interviste con il personale, l’efficacia di dette forme di comunicazione.

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

6 Pianificazione

La pianificazione rappresenta il corpo dei requisiti “core” della norma, i quali ricoprono nel loro complesso un ruolo apicale nella gerarchia dei vari punti norma. L’impostazione ed i risultati della fase di pianificazione del sistema di gestione ambientale si ripercuotono e producono effetti in modo trasversale sull’implementazione dei rimanenti requisiti della norma. Nella fase di pianificazione trovano attuazione e si connettono tra loro i tre principali concetti innovativi introdotti dalla norma, ossia: - l’analisi del contesto trattata al p.to 4; - l’approccio basato sul rischio (Risk-based

thinking); - la prospettiva di “Ciclo di vita”. Al contempo la norma conferma l’importanza di attività consolidate come la determinazione degli aspetti ambientali significativi e degli obblighi di conformità (cogenti e volontari); è richiesto tuttavia che tali attività siano rivisitate alla luce degli elementi di novità sopra elencati.

6.1 Azioni per affrontare rischi e opportunità 6.1.1 Generalità

Il concetto di rischio è un aspetto innovativo comune a tutte le revisionate norme di sistemi di gestione. L’intento, impostando una fase pianificatoria che sia frutto di un approccio basato sul rischio (Risk Based

Thinking), è di integrare e rendere il sistema di gestione ambientale funzionale alle strategie di business dell’Organizzazione, facendo parlare al sistema lo stesso linguaggio degli “strateghi” che detengono il potere decisionale.

Va sottolineato che in ambito HLS il rischio è definito come un effetto dell’incertezza, ossia uno “scostamento/deviazione” (in più o in meno) rispetto ai risultati attesi che, nella fattispecie della ISO14001:2015, includono come minimo:

- il miglioramento delle prestazioni ambientali; - il soddisfacimento degli obblighi di conformità; - il raggiungimento degli obiettivi ambientali.

Il concetto di rischio assume quindi in linea generale una connotazione di “neutralità” rispetto al potenziale risultato e può avere un’accezione sia positiva che negativa.

L’attenzione dell’auditor dovrebbe concentrarsi sulla verifica del/i processo/i di pianificazione nel suo complesso. In particolare dovrebbe essere possibile all’auditor, partendo dai principali esiti della fase di pianificazione che devono essere documentati (ossia obiettivi del sistema (6.2.2) e rischi ed opportunità (6.1.1) da trattare), ripercorrere a ritroso le attività svolte per giungere a tali risultati e verificare che queste:

- rispondano ai dettami della norma (analisi di significatività degli aspetti ambientali, individuazione degli obblighi di conformità);

- siano allineate al processo documentato; - consentano di stabilire un filo conduttore che connetta

in modo coerente gli elementi rilevanti del contesto (4.1) e delle parti interessate agli esiti documentati (4.2).

Dovrebbe essere verificato se l’Organizzazione applica tecniche di analisi dei rischi, come ad esempio FMEA di progetto, processo, prodotto.

Nell’ambito delle attività di analisi dei rischi è auspicabile che le Organizzazioni individuino opportune metodologie

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

Allo stesso tempo la norma ritiene opportuno introdurre anche l’ulteriore definizione di “rischi ed opportunità” (vedi 3.2.11), chiarendo il significato da attribuire ai due termini, quando utilizzati in modo “accoppiato” nel corpo normativo. In tal caso, in base all’aggiuntiva definizione, si deve interpretare il termine “rischi” come i “potenziali effetti negativi (minacce/rischi negativi)” e il termine “opportunità” come “potenziali effetti positivi” (rischi positivi). “Rischi” e “opportunità” vanno pertanto intesi come due concetti speculari.

Infine, dalla norma traspare chiaramente che il concetto di rischio può comportare conseguenze positive o negative sia nei confronti dell’ambiente esterno, inteso in senso fisico-naturale, sia nei confronti dell’Organizzazione stessa.

Esempi di rischi verso l’ambiente possono includere: - inquinamento della falda acquifera dovuto a

perdite di sostanze pericolose da serbatoi interrati non rimossi o non provvisti di sistemi di controllo (rischio negativo);

- progettazione, sviluppo ed implementazione nel processo di tecnologie per la produzione energia termica e elettrica da recuperi di calore, con conseguente riduzione dei consumi di risorse (rischio positivo/opportunità).

Esempi di rischi verso l’Organizzazione possono invece includere:

- aumento del rischio di piena e di inondazioni con ripercussioni sulle strutture dell’Organizzazione (rischi negativo);

- sviluppo di un prodotto che risponda a determinati requisiti ambientali comportando una maggiore competitività sul mercato dell’Organizzazione (rischio positivo/opportunità).

Si rimanda all’allegato 3 – Esempi di rischi per maggiori dettagli

I rischi e le opportunità sono di fatto un risultato “intermedio” del/i processo/i di pianificazione e rappresentano il punto di partenza fondamentale per la definizione degli obiettivi ambientali e delle azioni da intraprendere nell’ambito dei processi del sistema di gestione ambientale o di altri processi dell’Organizzazione.

Un’efficace determinazione dei “rischi ed opportunità” che è necessario trattare e gestire è

per assegnare delle priorità ai rischi come ad esempio indici basati sulla gravità (delle conseguenze) e sulla probabilità di accadimento di eventi.

Dovrebbe essere verificato, inoltre, se l’Organizzazione ha identificato/pianificato le esigenze per la revisione dei propri rischi ed opportunità e delle relative azioni.

Dovrebbe essere verificato se il personale dell’Organizzazione è consapevole che l’approccio del sistema di gestione per l’ambiente e sui processi è basato sul rischio (Risk-based Thinking). Ciò potrebbe essere fatto tramite interviste del personale a diversi livelli e funzioni, (Vedi 7.3) andando ad indagare le motivazioni delle scelte operative individuali e/o dei comportamenti adottati nell’ambito dei processi a cui contribuiscono (vedi 5.1).

Di particolare importanza nella verifica di questo punto si ritiene il confronto con l’Alta Direzione, per comprendere il livello di integrazione e l’effettivo contributo del sistema di gestione ambientale agli indirizzi strategici dell’Organizzazione.

L’analisi dei rischi dovrebbe considerare anche il quadro delle responsabilità previste dal D.Lgs 231/2001 per i reati ambientali ivi previsti. Questa tematica ha assunto particolare rilevanza a seguito della recente introduzione di nuovi delitti ambientali (disastro e inquinamento) puniti anche a titolo di colpa. Se da tale analisi dovessero emergere rischi rilevanti per l’Organizzazione (che potrebbero essere valutati con apposito risk assessment), l’Organizzazione dovrà dimostrare di aver preso in considerazione anche questi rischi per pianificare e mantenere il proprio sistema di gestione ambientale, attuando, se del caso, tutte le sinergie e le integrazioni con il sistema di controllo richiesto dal modello organizzativo per la prevenzione dei reati ambientali ai sensi del D.Lgs. 231/2001.

La norma non richiede espressamente un’”analisi dei rischi” formale o un processo documentato di gestione del rischio. È infatti facoltà delle Organizzazioni individuare il metodo più appropriato per determinare i propri rischi ed opportunità, in funzione delle caratteristiche dell’Organizzazione stessa (complessità, tipo di processi, settore di attività, natura, contesto, ecc.). Ciò può comportare diversi livelli di dettaglio dell’approccio metodologico adottato, che possono variare da una semplice analisi qualitativa sino ad un formale processo di analisi quantitativa dei rischi. Parimenti, l'Organizzazione può scegliere di condurre l'analisi integrando le diverse

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

infatti riconosciuta dalla norma come la premessa per assicurare non solo che il sistema raggiunga i propri risultati attesi, ma anche che sia a tutti gli effetti uno strumento di prevenzione, in grado di evitare e/o mitigare potenziali effetti e conseguenze indesiderati sull’Organizzazione.

La fase di pianificazione del sistema di gestione ambientale consta di processi che hanno come elementi in ingresso l’analisi del contesto (interno ed esterno) in cui opera l’Organizzazione (4.1), la valutazione delle esigenze e delle aspettative delle pertinenti parti interessate (4.2) ed i limiti definiti dell’ambito di applicazione del sistema di gestione ambientale (4.3). In tale fase l’Organizzazione è chiamata a determinare:

- gli aspetti ambientali e la loro significatività (6.1.2);

- gli obblighi di conformità (6.1.3); - i rischi e le opportunità legati agli elementi

precedenti o derivanti dall’analisi del contesto.

La fase di pianificazione ha inoltre il compito di identificare gli scenari emergenziali ambientali che possono avere impatti sull’ambiente o comportare effetti negativi per l’Organizzazione.

In particolare, tenendo conto degli elementi sopra indicati ed applicando una logica di Risk-based

thinking, l’Organizzazione deve identificare i rischi e le opportunità legati al raggiungimento dei risultati attesi individuando i fattori che possono interferire con il raggiungimento degli obiettivi, o che al contrario costituiscono potenziali opportunità di miglioramento.

La valutazione dei rischi e delle opportunità dovrebbe essere riesaminata, aggiornata o ripetuta nel tempo, ed in ogni caso quando ritenuto necessario.

Necessità di una nuova valutazione o della revisione dei rischi e delle opportunità possono emergere a fronte di:

- risultati dell’analisi del contesto; - risultati dell’analisi delle esigenze e delle

aspettative delle pertinenti parti interessate; - risultati dell’analisi del rispetto degli obblighi di

conformità (cogenti e volontari); - cambiamenti all’interno dell’Organizzazione che

possano avere un impatto sulle prestazioni ambientali (gestionali, organizzativi, di processo, operativi, ecc.).

attività richieste nella fase di pianificazione (ad es. adottando criteri di significatività degli aspetti ambientali che siano Risk-based) oppure mantenendole separate e quindi procedendo alla determinazione degli aspetti ambientali significativi, degli obblighi di conformità e dei conseguenti rischi ed opportunità in step successivi.

In base alla norma, l’Organizzazione è tuttavia tenuta a mantenere informazioni documentate di:

- rischi e delle opportunità che devono essere trattati/gestiti

- il/i processo/i di pianificazione in misura tale da avere confidenza che vengano attuati come previsto.

Nella valutazione dei rischi può essere utile riferirsi a metodologie già riconosciute a livello internazionale (esempio: ISO 31000 - 31010, od altre) e citate in allegato, ma, come già detto, non obbligatorie.

Nei casi di Organizzazioni che applicano già tecniche di analisi dei rischi, come ad esempio FMEA di progetto, processo, prodotto, le stesse potranno essere prese in considerazione, fermo restando la necessità di applicarle alle tematiche proprie del sistema di gestione ambientale.

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

6.1.2 Aspetti ambientali

L’individuazione degli aspetti ambientali e la valutazione della loro significatività è confermata come un’attività basilare della fase di pianificazione del sistema di gestione ambientale.

Nei requisiti della norma è esplicitata la necessità di considerare una prospettiva di Ciclo di Vita nell’identificazione, valutazione e gestione dei propri aspetti ambientali, siano essi associati alle attività, prodotti o servizi.

Gli aspetti ambientali ed i relativi impatti devono pertanto essere il frutto di un’analisi che oltrepassa il perimetro produttivo dell’Organizzazione ed investe tutta la catena del valore considerandone i processi upstream (es. approvvigionamento, progettazione) e downstream (es. vendita, uso, smaltimento a fine vita) indipendentemente dal luogo fisico ove hanno luogo e dai rispettivi owner, che possono essere entità diverse dall’Organizzazione.

Il dettaglio dell’analisi sarà funzionale al livello di controllo detenuto dall’Organizzazione sul singolo processo o all’influenza esercitabile sui soggetti della filiera.

Oltre agli aspetti ed impatti ambientali e agli aspetti ambientali significativi, all’Organizzazione è richiesto di documentare anche i criteri di significatività adottati.

Gli aspetti ambientali significativi devono essere comunicati ai vari livelli e funzioni rilevanti all’interno dell’Organizzazione.

Gli aspetti ambientali significativi possono comportare rischi ed opportunità l’Organizzazione è chiamata a gestire.

Gli aspetti ambientali e la valutazione della loro significatività dovrebbero essere verificati in concomitanza alla verifica del processo di pianificazione nel suo complesso (6.1.1), avendo riguardo di ottenere evidenza delle informazioni documentate richieste per questo punto di norma, ossia:

- aspetti ambientali significativi; - criteri utilizzati per determinare la significatività.

6.1.3 Obblighi di conformità

Gli obblighi di conformità derivano dall’analisi dei bisogni e delle aspettative dei portatori di interesse, sia interni che esterni all’Organizzazione.

In particolare sono obblighi di conformità i bisogni e le aspettative a cui l’Organizzazione deve o sceglie di essere conforme. Negli obblighi di conformità cogenti sono inclusi i requisiti legali, in quanto espressione delle aspettative del legislatore o di altre autorità che hanno potere prescrittivo nei confronti

Gli obblighi di conformità dovrebbero essere verificati in concomitanza alla verifica del processo di pianificazione nel suo complesso (vedi 6.1.1), avendo riguardo di ottenere evidenza delle informazioni documentate richieste per questo punto di norma.

Esempi di informazioni documentate di obblighi di conformità potrebbero essere:

- Registri adempimenti - Clausole contrattuali

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

dell’Organizzazione.

Gli obblighi di conformità devono essere presenti in forma documentata.

Gli obblighi di conformità possono comportare rischi ed opportunità che è necessario gestire da parte dell’Organizzazione.

- Convenzioni - Accordi di filiera

Particolare attenzione dovrebbe essere prestata ai criteri utilizzati per individuare gli obblighi di conformità a partire dall’analisi delle parti interessate (4.2) e se questi siano coerenti con gli esiti ottenuti da tale analisi.

6.1.4 Attività di pianificazione

Gli esiti del processo di pianificazione devono essere utilizzati per l’impostazione del sistema di gestione per l’ambiente, in tutte le sue fasi. In particolare l’output del processo deve portare all’identificazione delle azioni da intraprendere per trattare:

- gli aspetti ambientali significativi; - gli obblighi di conformità; - i rischi e le opportunità.

Le azioni possono essere sia attività da integrare in processi già esistenti ed implementati del sistema gestione ambientale (es. la revisione delle modalità di comunicazione interna all’Organizzazione) sia elementi di un piano predisposto per il raggiungimento di uno specifico obiettivo ambientale (6.2.2), sia azioni specifiche finalizzate al controllo dei rischi.

Con l’individuazione di azioni efficaci mirate a gestire gli aspetti critici del sistema gestione ambientale si sostanzia di fatto il carattere di strumento preventivo del sistema. Nell’attuale norma scompaiono pertanto i requisiti puntuali sulle “azioni preventive”, in quanto è il sistema stesso, con il suo approccio basato sul rischio, a prevenire l’accadimento di eventi che possano inficiare le prestazioni e gli obiettivi ambientali dell’Organizzazione.

Per le evidenze si rimanda la punto 6.2.2 e al capitolo 8.

6.2 Obiettivi ambientali e pianificazione per il loro raggiungimento

Come parte integrante del processo di pianificazione, l’Alta Direzione, nel fissare gli obiettivi ambientali, deve considerare l’esito derivante dall’analisi dei rischi e delle opportunità e perseguire il miglioramento continuo non solo in termini di riduzione degli impatti generati dalle proprie attività / processi, ma anche dal saper cogliere le opportunità offerte dal contesto in cui opera.

L’Alta Direzione può definire obiettivi ambientali a diversi livelli, ad es. strategico, tattico, operativo. A seconda del livello l’auditor dovrebbe verificare che le azioni individuate per ciascun obiettivo e le risorse assegnate dall’Organizzazione siano coerenti con le finalità da essa perseguite per garantirne, almeno in tale fase e a parità di variabili, un positivo raggiungimento.

6.2.1 Obiettivi ambientali

A seguito del processo di pianificazione e al fine di perseguire il miglioramento continuo ed una gestione

L’attenzione dell’auditor dovrebbe focalizzarsi prioritariamente nel verificare se gli obiettivi identificati

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

efficace dei rischi e delle opportunità, l’Organizzazione deve definire degli obiettivi di carattere ambientale che siano coerenti con:

- la Politica ambientale; - gli aspetti ambientali significativi da essa

individuati; - l’output dell’analisi dei rischi e delle opportunità;

ed assicurare che gli stessi siano strutturati in modo tale di essere misurabili (ove applicabile – “praticabile”), monitorati, comunicati e periodicamente aggiornati. In particolare dovrebbero essere comunicati a coloro che, sotto il controllo dell’Organizzazione, sono coinvolti nel processo e a diversi livelli lo possono influenzare. L’Alta Direzione può definire obiettivi ambientali di tipo strategico (applicabili alla generalità dell’organizzazione: es. riconversione impianti a fonti energia rinnovabile), tattico e operativo (ottimizzazione curva di cottura del forno).

dall’Organizzazione sono coerenti con la realtà organizzativa nel suo complesso e con i processi / le attività dell’Organizzazione.

L’Organizzazione dovrebbe rendere disponibili informazioni documentate a tale scopo (es. piano degli obiettivi, programmi ambientali, riesame della direzione, etc.).

In merito alla coerenza tra gli obiettivi e la politica ambientale è necessario che l’auditor verifichi che gli stessi siano coerenti ed allineati con gli impegni assunti dall’Alta Direzione.

Per ogni aspetto ambientale significativo non deve essere obbligatoriamente definito un obiettivo ambientale.

L’auditor dovrebbe verificare le modalità di comunicazione degli obiettivi al personale coinvolto (7.4.2).

6.2.2 Azioni di pianificazione per raggiungere gli obiettivi ambientali Definiti gli obiettivi ambientali l’Organizzazione deve stabilire le azioni necessarie al loro raggiungimento per consentire un controllo sistematico del loro stato di avanzamento ed eventualmente apportare i necessari correttivi / aggiustamenti. A tal scopo devono essere definiti: - gli interventi; - le risorse impiegate; - le responsabilità; - le scadenze.

Lo stato di attuazione degli obiettivi deve essere periodicamente e sistematicamente monitorato attraverso l’individuazione di opportuni indicatori, anche per valutare i risultati conseguiti. Gli obiettivi debbono essere compatibili con le linee strategiche generali dell’Organizzazione, in modo da assicurare l’integrazione con i processi aziendali.

L’auditor dovrebbe verificare che : - gli obiettivi siano compatibili con le strategie di

business dell’Organizzazione; - per ogni obiettivo siano definiti gli interventi, le risorse

impiegate, le responsabilità, le scadenze; - gli indicatori individuati siano appropriati per

monitorare lo stato di avanzamento delle azioni definite.

Per ulteriori approfondimenti sugli indicatori ambientali l’auditor può fare riferimento a vari strumenti tra cui la norma ISO 14031.

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

7 Supporto

7.1 Risorse

L’Organizzazione deve definire e fornire tutte le risorse (es. umane, economiche, infrastrutturali, etc.) interne ed esterne, necessarie per consentire l’attuazione, il mantenimento e il miglioramento nel tempo, del sistema di gestione ambientale.

Il sistema di gestione ambientale dovrebbe includere (es. nell’analisi del contesto, nel riesame della direzione, negli obiettivi di miglioramento, nei budegt aziendali, etc.) considerazioni e/o evidenze di un’analisi delle risorse necessarie e delle relative azioni da intraprendere, per colmare eventuali carenze.

Dovrebbe poter essere verificato se siano state destinate risorse umane e infrastrutturali, interne ed esterne, adeguate in congruenza con gli obiettivi stabiliti mediante:

• sopralluoghi presso i reparti/uffici e aree aziendali;

• interviste con il personale;

• valutazione della capacità di gestione, mantenimento e miglioramento delle attività/impianti, infrastrutture aziendali e delle sue performance;

• analisi dello stato di conformità alla normativa cogente/volontaria sottoscritta.

7.2 Competenza

Il concetto espresso dalla norma è che devono essere determinate le competenze necessarie per ogni persona (interna ed esterna) che svolge per l’Organizzazione attività sotto il suo controllo e che possono influenzano le prestazioni ambientali dell’organizzazione e la capacità di adempiere agli obblighi di conformità.

La competenza può essere acquisita in molti modi e non è strettamente legata alla formazione che rappresenta solo uno degli elementi da considerare.

Il rispetto del requisito potrebbe essere verificato attraverso:

- l’identificazione e l’analisi delle competenze necessarie (profili di competenza), anche nel caso di modifiche;

- il Riesame di Direzione (identificazione, conferma, aggiornamento delle competenze, richiesta di nuove competenze per nuovi business);

- la verifica di eventuali piani di sviluppo del personale e relativi obiettivi;

- la verifica di eventuali piani di sviluppo delle competenze;

- la verifica di eventuali piani di monitoraggio delle competenze;

- le azioni correttive; - l’esame dei risultati degli audit interni per la

valutazione di competenze nuove o da aggiornare; - l’esame dei risultati degli audit di verifica dello

stato di conformità alla normativa applicabile; - le valutazioni in campo (es, mediante interviste

e/o osservazione) della capacità di agire delle persone nell’ambito dell’espletamento delle proprie mansioni.

Particolare attenzione deve essere dedicata alla

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

valutazione delle modalità attraverso le quali l’Organizzazione valuta l’efficacia delle azioni intraprese per garantire un livello di competenza adeguato.

7.3 Consapevolezza

Il requisito della “consapevolezza” viene confermato ed è focalizzato sulla politica ambientale, sugli aspetti e impatti ambientali significativi associati all’attività lavorativa di ogni persona, sul contributo di ciascuna persona (non solo al personale dell’Organizzazione ma anche dei fornitori e del personale esterno) all’efficacia del sistema di gestione e ai benefici collegati al miglioramento delle prestazioni e alle implicazioni/ricadute di situazioni non conformi relative al sistema di gestione.

La consapevolezza del personale dovrebbe essere valutata dall’auditor durante la conduzione dell’intero audit principalmente attraverso interviste al personale e anche attraverso evidenze che possono comprendere:

- comunicazioni dirette; - riunioni; - audit sul sistema di gestione; - formazione specifica; - condivisione di obiettivi/risultati; - condivisione non conformità riscontrate; - condivisione dei contenuti della politica

ambientale; - eventuali istruzioni / procedure.

7.4 Comunicazione

7.4.1 Generalità

E’ uno dei requisiti di norma che ha subito le maggiori modifiche in quanto prevede:

- la definizione di un processo di comunicazione (interno ed esterno) articolato in una serie di punti chiave per definire i quali, risulta necessario aver condotto un’adeguata Analisi del Contesto comprendente l’ identificazione delle parti interessate (ad esempio la comunicazione ambientale dovrebbe essere funzionale alla comprensione del contesto, alla consapevolezza ambientale delle parti interessate, all’immagine aziendale rispetto ad un tema specifico, al ruolo e all’influenza degli opinion leader su determinate questioni, etc.);

- la pianificazione degli strumenti più opportuni, mediante i quali deve avvenire la comunicazione che dovrebbe comprendere, ad esempio:

- questioni rilevanti su cui è necessario comunicare;

- questioni rilevanti su cui è strategico comunicare;

- fabbisogni informativi e aspettative delle parti interessate.

É richiesto che il processo di comunicazione sia in grado di rispondere alle richieste derivanti da obblighi di conformità e da quanto previsto dal proprio processo di comunicazione. É inoltre richiesta la coerenza delle informazioni

Il rispetto del requisito potrebbe essere verificato attraverso:

- un Piano/strategia di comunicazione ambientale all’interno e all’esterno dell’organizzazione;

- registrazioni documentate delle forme di comunicazione ambientale effettuate (esempi di comunicazioni esterne possono essere la Dichiarazione Ambientale prevista dal Regolamento 1221/2009/CE - EMAS, ovvero la Dichiarazione Ambientale di prodotto - EPD);

- reclami, segnalazioni e/o richieste dalle parti interessate;

- obblighi cogenti/volontari applicabili;

- verifica di comunicazioni ambientali a organi di controllo e/o autorità preposte (qualora vi siano prescrizioni in tale senso) ai sensi della normativa ambientale applicabile (es. autorizzazioni, decreti, ecc.);

- procedure per la comunicazione stabilite dall’Organizzazione;

- presenza di ruoli, responsabilità e risorse allocate per la comunicazione ambientale;

- situazioni emerse nell’ambito dell’analisi del contesto e dell’identificazione delle esigenze e

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

ambientali comunicate con le informazioni fornite dal sistema di gestione ambientale (es. mediante gli indicatori di performance) e la correttezza/affidabilità di tali informazioni.

aspettative della parti interessate.

7.4.2 Comunicazione interna

Il requisito non è cambiato in modo significativo rispetto all’edizione precedente della norma, se non per l’introduzione del concetto per cui la comunicazione interna deve garantire una adeguata conoscenza a tutti i livelli dei cambiamenti interni e delle modalità di gestione degli stessi.

Il rispetto del requisito potrebbe essere verificato oltre che mediante interviste finalizzate a valutare l’efficacia della comunicazione interna, attraverso:

- evidenza di comunicazioni ambientali effettuate (es. mail, fax, circolari interne, ordini di servizio, etc.);

- proposte migliorative (es. cassetta delle idee); - obiettivi di miglioramento e politica; - verbali di riunioni. -

7.4.3 Comunicazione esterna

Come nel caso del requisito precedente anche nel presente non sono stati introdotti concetti differenti rispetto a quanto già caratterizzante l’edizione precedente della norma.

E’ richiamata la necessità di prevedere opportune forme di comunicazione se richiesto da prescrizioni normative applicabili all’Organizzazione e/o se e quando previsto dai processi di comunicazione dell’Organizzazione.

La conformità a tale requisiti di norma potrebbe già esser stata verificata nell’ambito delle attività di controllo effettuate in risposta ai requisiti del punto 7.4.1 della presente norma.

7.5 Informazioni documentate

7.5.1 Generalità

L’espressione “informazione documentata” sostituisce i termini registrazione e procedura documentata, presenti nelle edizioni precedenti della norma.

Tale concetto costituisce una delle principali innovazioni della nuova edizione della norma, contribuendo in maniera determinante ad una semplificazione dei requisiti documentali.

L’Organizzazione deve determinare quali documenti sono necessari per la gestione ed efficacia del sistema, e come questi devono essere gestiti.

E’ chiaramente indicato che il dimensionamento dell’apparato documentale del sistema di gestione ambientale dell’Organizzazione è variabile in funzione degli elementi espressamente indicati dalla norma di cui

Le informazioni documentate esplicitamente richieste dalla norma sono le seguenti:

- Campo di applicazione (4.3) - Politica ambientale (5.2) - Rischi e opportunità che è necessario affrontare

(6.1.1) - Processo(i) richiesto(i) nei punti da 6.1.1 a 6.1.4 - Aspetti ambientali e impatti associati (6.1.2) - Criteri utilizzati per determinare gli aspetti

ambientali significativi (6.1.2) - Aspetti ambientali significativi (6.1.2) - Obblighi di conformità (6.1.3) - Obiettivi ambientali (vedi 6.2.1) - Evidenze della competenza (vedi 7.2) - Comunicazioni ambientali (7.4.1)

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

è necessario tener conto anche nell’ambito delle attività di audit.

Nella norma si chiarisce che le espressioni:

- “conservare informazioni documentate” è riferita a quei documenti che la precedente versione della norma indicava come “registrazioni”;

- “mantenere informazioni documentate” è riferita a quei documenti che la precedente versione della norma indicava come ad esempio procedura documentata, ecc. per i quali è prevista una gestione controllata e servono per la gestione del sistema.

La norma indica puntualmente per quali requisiti è necessario conservare una registrazione (conservare informazioni documentate) o mantenere attivo un documento gestionale (mantenere informazioni documentate).

- Dimostrazione della conformità del processo come pianificato (vedi 8.1)

- Dimostrazione della conformità del processo di preparazione e risposta alle emergenze come pianificato (vedi 8.2)

- Documentazione circa le attività di valutazione, analisi, misurazione e monitoraggio delle proprie prestazioni (vedi 9.1.1)

- Evidenze della propria valutazione di conformità (9.1.2)

- Evidenze della applicazione ed effettuazione del programma di audit interni e i relativi risultati (vedi 9.2.2)

- Risultati del riesame di direzione (9.3) - Natura delle non conformità, correzioni ed azioni

correttive (10.2.).

Dovrebbe essere verificato se l’Organizzazione ha determinato come necessaria la documentazione di origine esterna (7.5.3).

7.5.2 Creazione e aggiornamento

Sostanzialmente non ci sono differenze rispetto alla precedente edizione della norma.

L’Organizzazione, nel creare ed aggiornare l’informazione documentata, dovrà stabilire le modalità di identificazione e descrizione, il formato ed assicurarne l’adeguatezza attraverso opportuno riesame ed approvazione.

Il rispetto del requisito potrebbe essere verificato nel corso dell’intera attività di audit attraverso l’esame dello stato delle varie tipologie di informazioni documentate applicate dall’organizzazione, della loro gestione compreso lo stato di aggiornamento.

7.5.3 Controllo delle informazioni documentate

Sostanzialmente non ci sono differenze con la precedente edizione della norma.

Le informazioni documentate richieste dal sistema di gestione ambientale dovranno essere correttamente gestite per garantire la loro disponibilità e idoneità all’utilizzo, dove e quando necessario, e adeguatamente protette (es: dalla perdita di riservatezza, uso improprio, o perdita di integrità).

Per il controllo dell’informazione documentata l’Organizzazione dovrà tenere conto della distribuzione, accesso, recupero e utilizzo, archiviazione e conservazione - inclusa quella per la lettura e il controllo delle modifiche (stato di revisione del documento) - e destinazione.

Il rispetto del requisito potrebbe essere valutato attraverso l’esame delle modalità di gestione delle informazioni documentate e verificato attraverso l’esame:

- dell’applicazione delle modalità di gestione, controllo e protezione delle informazioni documentate;

- delle modalità di identificazione ed aggiornamento della documentazione di origine esterna;

- di un eventuale elenco di informazioni documentate riportante lo stato di aggiornamento;

- della disponibilità della documentazione appropriata ove necessario;

- delle forme di protezione della documentazione adottate anche in conformità a politiche di

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

Salvo quanto previsto dagli obblighi di conformità a riguardo, non c’è un riferimento diretto al tempo di conservazione.

La documentazione di origine esterna necessaria per la pianificazione e operatività del sistema di gestione ambientale dovrà essere appropriata e tenuta sotto controllo.

privacy.

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

8. Attività operative

8.1 Pianificazione e controllo operativi

L'Organizzazione deve stabilire, attuare, tenere sotto controllo e mantenere i processi necessari per soddisfare i requisiti del sistema di gestione ambientale e per attuare le azioni identificate nelle fasi di determinazione dei rischi /opportunità correlati agli aspetti ambientali, considerando il ciclo di vita (6.1.2), agli obblighi di conformità e agli altri fattori stabiliti nel corso della analisi del contesto. L’Organizzazione dovrebbe stabilire i criteri operativi per i processi ed attuare i controlli relativi ai processi stessi. Il livello di intensità ed approfondimento di tale requisito è funzionale alle caratteristiche dell’Organizzazione e del campo di applicazione del suo sistema di gestione, tenendo conto di quanto è stato pianificato per assicurare il raggiungimento degli obiettivi e prevenire, o ridurre, i rischi. In questo capitolo della norma si prende anche in considerazione la gestione dei processi affidati a soggetti esterni e la norma chiede che tali processi risultino tenuti sotto controllo o influenzati.

Dovrebbe essere verificato come l’Organizzazione ha identificato i processi operativi, come ne ha pianificato il controllo e la gestione dei cambiamenti. Per la gestione operativa sarebbe opportuno verificare la presenza, ad esempio, di:

- Prassi, procedure, istruzioni sulla gestione operativa degli aspetti ambientali connessi ai processi dell’Organizzazione. Ad esempio:

o Procedure – istruzioni gestione rifiuti, gestione impianto depurazione, gestione impianti trattamento emissioni, ecc)

- Attività di gestione e controllo volte ad

assicurare che gli aspetti ambientali e i relativi requisiti applicabili siano considerati nell’ambito dei processi di progettazione e sviluppo di prodotti e servizi tenendo conto delle varie fasi del ciclo di vita. Ad esempio

o Protocolli da seguire per la progettazione che tengano conto di aspetti e impatti ambientali.

o Definizione di requisiti ambientali da tenere in considerazione per le funzioni che curano il marketing dell’organizzazione.

o Piani di sviluppo – progetto di prodotti e servizi che definiscano per ogni tappa del progetto i requisiti ambientali.

- Documenti nei quali l’Organizzazione abbia

determinato i propri requisiti ambientali per l’approvvigionamento di prodotti – servizi. Ad esempio:

o capitolati - contratti di acquisto di prodotti che contengano specifici requisiti ambientali per l’approvvigionamento (es. prodotti ecolabel, prodotti a minor impatto ambientale, risorse energetiche prodotte da fonti rinnovabili, materiali a maggiore riciclabilità a fine vita, ecc)

o capitolati – contratti per l’acquisto-

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

appalto di servizi, nell’ambito dei quali risultino stabiliti anche dei requisiti di tipo ambientale (es. utilizzo di prodotti a basso impatto ambientale, modalità di gestione dei rifiuti generati, riduzione dei consumi di risorse energetiche, ecc)

- Comunicazioni rivolte a fornitori esterni, ivi

compresi gli appaltatori, relative ai propri requisiti ambientali. Ad esempio:

o contratti di appalto o informative o prassi – procedure condivise tra

organizzazione e appaltatore

- Informazioni su impatti ambientali associati a trasporto o consegna, utilizzo, trattamento di fine vita e smaltimento finale dei propri prodotti e servizi. Ad esempio:

o schede informative relative ai prodotti della Organizzazione

o documenti contrattuali con le aziende che curano i trasporti dei prodotti presso i clienti

o identificazione su informative che accompagnino il prodotto in relazione alla gestione del materiale al termine del suo utilizzo

In relazione a quelle attività / processi affidati a soggetti esterni, l’auditor dovrebbe verificare presso l’Organizzazione i seguenti elementi:

- accordi contrattuali con i soggetti esterni ai quali vengono affidati in outsourcing dei processi, con specifico riferimento a requisiti di tipo ambientale e a regole di gestione degli stessi;

- attività di controllo sulla gestione degli aspetti ambientali connessi alle attività affidate a soggetti esterni;

- definizione di specifiche contrattuali contenenti requisiti di tipo ambientale anche in reazione a soggetti esterni che non si configurano come outsourcer ma fornitori di servizi (es. servizi di pulizie, servizi di manutenzione, ecc);

- definizione di attività di controllo e valutazione / qualificazione dei fornitori in relazione al rispetto dei requisiti ambientali inseriti nei contratti / accordi di cui sopra.

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

Dovrebbe essere verificata la presenza di informazioni documentate, sia relativamente a documenti di programmazione che a registrazioni, che diano evidenza di quanto definito sopra.

8.2 Preparazione e risposta alle emergenze

L’Organizzazione deve stabilire, attuare e mantenere attivi i processi necessari per prepararsi a come dovrà affrontare e rispondere alle potenziali situazioni di emergenza che possano causare: - effetti indesiderati, compresa la possibilità che le

condizioni ambientali esterne possano influenzare l’Organizzazione;

- un impatto ambientale.

L’Organizzazione deve: - pianificare azioni per prevenire o mitigare gli impatti

ambientali negativi; - rispondere a situazioni di emergenza reali; - intraprendere azioni per prevenire o mitigare le

conseguenze di situazioni di emergenza e i potenziali impatti;

- provare periodicamente le azioni di risposta; - riesaminare e aggiornare periodicamente processi e

azioni di risposta pianificate, in particolare dopo che si sono verificate situazioni di emergenza o di prova;

- fornire alle parti interessate, incluse persone che svolgono attività sotto il suo controllo, informazioni e formazione pertinente.

La nuova norma esplicita che gli effetti indesiderati possono essere causati da situazioni di emergenza derivanti da condizioni ambientali esterne.

L’auditor dovrebbe verificare la presenza di: - prassi/istruzioni/procedure/piani che

definiscano le operazioni da eseguire per gestire situazioni di emergenza;

- registrazioni di eventuali situazioni di emergenza verificatesi e delle azioni intraprese per mitigarne/eliminarne gli effetti/impatti negativi;

- registrazioni di simulazioni di situazioni di emergenza, delle azioni intraprese e dei risultati ottenuti;

- registrazioni di riesami periodici delle situazioni di emergenza verificatesi e/o simulate e della conferma di validità o necessità di aggiornamento delle prassi/istruzioni/procedure previste;

- registrazioni della formazione effettuata.

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

In generale, in tutti i paragrafi, non si parla più di “conservare le registrazioni”, ma piuttosto di “conservare

informazioni documentate”

9. Valutazione delle prestazioni

9.1 Monitoraggio, misurazione, analisi e valutazione

9.1.1 Generalità

Il requisito dettaglia meglio il 4.5.1. della versione 2004 ma, di fatto, non chiede nulla di nuovo. Sono richieste informazioni documentate sulle attività di monitoraggio.

Il requisito esplicita la necessità di pianificare le attività di monitoraggio sul processo produttivo, in modo da controllare la propria prestazione ambientale, dettagliando i punti che l’Organizzazione dovrebbe seguire.

Accanto alla valutazione della prestazione ambientale viene ribadito che le attività di monitoraggio, misurazione, analisi dovrebbero servire a stimare anche l’efficacia del sistema di gestione ambientale e, quindi, il costante soddisfacimento dei requisiti/obiettivi che l’Organizzazione stessa ha stabilito.

L’Organizzazione dovrebbe quindi individuare cosa monitorare e come, le tecniche e le frequenze di controllo più idonee per lo svolgimento di queste attività e dovrebbe assicurare che queste siano effettuate. Dovrebbe, inoltre, conservare delle informazioni documentate quale evidenza dei risultati.

Viene qui esplicitata e sottolineata l’importanza della comunicazione interna ed esterna delle prestazioni ambientali, che dovrebbe essere effettuata dall’Organizzazione in linea con il processo di comunicazione definito e come richiesto dagli obblighi di conformità.

La conformità al requisito dovrebbe essere valutata attraverso la verifica dei seguenti strumenti: - piano di monitoraggio ambientale che deve

contenere i monitoraggi previsti dalle autorizzazioni in essere (scarichi idrici, emissioni in atmosfera ecc…), nonché quelli finalizzati ad assicurare il controllo sugli aspetti ambientali significativi;

- evidenza dei monitoraggi eseguiti in conformità al piano (rapporti di analisi). L’Organizzazione deve garantire che i risultati delle analisi vengano esaminati mettendo in evidenza eventuali situazioni critiche (avvicinamento o superamento dei limiti autorizzati);

- evidenze di taratura della strumentazione usata per misurare valori significativi dal punto di vista ambientale (fonometro, sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni ecc…);

- nel caso l’Organizzazione utilizzi fornitori esterni per le analisi ambientali, deve accertarsi che questi tengano sotto controllo la propria strumentazione (accreditamento, certificazione ISO 9001 o richiesta dei certificati di taratura degli strumenti utilizzati);

- modalità di comunicazione dei risultati del monitoraggio alle autorità di controllo (Arpa, Comune, Provincia, ove richiesto) e alle altre parti interessate, ove previsto.

9.1.2 Valutazione della conformità

Rispetto al p.to 4.5.2 della precedente edizione della norma, scompare la richiesta di una procedura, sostituita con il riferimento invece all’istituzione di un processo per la valutazione della conformità, inserito nella normale attività operativa dell’Organizzazione e che preveda chiaramente le eventuali azioni da intraprendere. Tale processo deve garantire che l’Organizzazione mantenga conoscenza e consapevolezza circa il proprio stato di conformità. La periodicità con cui si fanno le verifiche potrebbe variare nel caso in cui cambiassero l’operatività e/o gli obblighi di conformità. La norma chiarisce che “Una mancanza di conformità non

La conformità al requisito dovrebbe essere valutata attraverso la verifica dei seguenti strumenti: - pianificazione della valutazione della conformità e

suo inserimento nell’operatività dell’Organizzazione in coerenza con il quadro delle responsabilità aziendali al riguardo;

- documentazione degli esiti della valutazione della conformità;

- eventuali azioni messe in atto a seguito di mancata conformità nell’applicazione del piano di monitoraggio;

- eventuali azioni messe in atto a seguito a mancata

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

è necessariamente elevata a non conformità se, per

esempio, è identificata e corretta mediante i processi del

sistema di gestione ambientale”.

analisi e/o risposta agli eventuali esiti negativi del monitoraggio.

9.2 Audit interno

9.2.1 Generalità

Gli obiettivi dell’audit sono invariati rispetto al p.to 4.5.5 della precedente edizione della norma. La norma esplicita modalità e requisiti da tenere in considerazione nella preparazione del programma degli audit interni. Per la conduzione degli audit si fa sempre riferimento alla norma ISO 19011.

La conformità al presente requisito dovrebbe essere valutata attraverso la verifica dei rapporti di audit interno.

9.2.2 Programma di audit Interno

Dove prima si parlava di fornire i risultati degli audit alla direzione, adesso si estende il concetto parlando di “pertinente livello direzionale”. Viene aggiunto il fatto di tener conto, oltre che degli audit precedenti e dell’importanza ambientale dei processi, anche dei cambiamenti che influenzano l’Organizzazione.

La conformità al requisito dovrebbe essere valutata attraverso la verifica dei seguenti strumenti: - pianificazione degli audit; - criteri per la selezione degli auditors (competenza,

indipendenza dall’attività sottoposta ad audit e imparzialità);

- coerenza tra le qualifiche del personale che ha effettuato gli audit e i criteri definiti;

- rapporti di audit interno inclusa la verifica della risoluzione non conformità e/o valutazione dell’efficacia della delle azioni intraprese a seguito dei precedenti audit;

- comunicazione dei risultati degli audit al “pertinente livello direzionale”.

9.3 Riesame di direzione

I dati di input del riesame sono meglio dettagliati e comprendono alcune novità, tra cui:

- i risultati dalle attività precedenti di riesame, audit, monitoraggio e di andamento delle azioni intraprese (correttive e/o per non conformità e di soddisfacimento degli obblighi di conformità)

- i cambiamenti: o nel contesto (fattori interni ed esterni rilevanti

per il sistema di gestione ambientale); o nelle esigenze e aspettative delle parti

interessate; o nei rischi e nelle opportunità.

- La valutazione dell’adeguatezza delle risorse Anche il tema “parti interessate” trattato al 4.2 non richiede informazioni documentate, qui è necessaria una registrazione, almeno delle variazioni. Anche gli elementi in uscita sono meglio dettagliati e comprendono: - decisioni sulle opportunità di miglioramento continuo;

La conformità al requisito dovrebbe essere valutata attraverso la verifica dei seguenti strumenti: - pianificazione del/i riesame/i; - verbale di riesame. Gli argomenti possono essere affrontati anche in momenti distinti, effettuando il riesame in un più riunioni ad hoc, avvero svolgendolo nell’ambito di altre occasioni previste dalla normale operatività aziendale (ad esempio riunioni, incontri, ecc.). In tale ultimo caso devono comunque essere presenti e verificati tutti i requisiti previsti nella norma per il riesame di direzione.

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

- di decisioni riguardanti le modifiche necessarie al sistema di gestione ambientale, inclusa la necessità di risorse;

- azioni da intraprendere in caso non siano raggiunti gli obiettivi ambientali;

- opportunità di migliorare l’integrazione del sistema di gestione con gli altri processi aziendali e tutte le implicazioni sulla direzione strategica dell’Organizzazione.

Di fatto si chiede all’Alta Direzione di prendere posizione definendo e/o rivedendo le strategie.

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DESCRIZIONE DEL REQUISITO E RELATIVE CONSIDERAZIONI

POSSIBILI EVIDENZE A SUPPORTO DELLA CONFORMITÀ

10. Miglioramento

10.1 Generalità

Capitolo dedicato al miglioramento in generale, che riprende i punti precedenti (9.1, 9.2, 9.3) in cui si individuano le opportunità di miglioramento e le azioni da poter intraprendere. Per miglioramento non si intende solo miglioramento della prestazione ambientale, ma anche miglioramento del sistema di gestione in sé.

La conformità al requisito dovrebbe essere valutata attraverso la verifica dell’efficacia delle azioni intraprese a seguito delle valutazioni delle prestazioni, della conformità, degli audit, del riesame di direzione.

Le evidenze delle azioni da intraprendere, potrebbero essere riscontrate come:

- elementi in uscita agli audit e al riesame di direzione;

- conseguenza dell’applicazione di un’azione correttiva;

- conseguenza di riorganizzazioni aziendali o di cambiamenti processuali o di significatività degli aspetti ambientali.

10.2 Non conformità e azioni correttive

Nella sostanza non ci sono modifiche significative al requisito. Scompaiono le azioni preventive. Come strumento di prevenzione si fa riferimento nei punti 4.1 e 6.1. Scompare la richiesta di una procedura. Viene aggiunta la necessità di tenere sotto controllo, oltre che correggere, le non conformità. Viene chiarito che l’Organizzazione deve “affrontare le conseguenze” delle non conformità. Viene specificato di valutare se possono verificarsi non conformità simili e di valutare l’efficacia delle azioni correttive.

La conformità al requisito dovrebbe essere valutata attraverso la verifica dei seguenti registrazioni relative alla gestione di: - non conformità, inclusa l’analisi delle cause; - eventuali reclami; - di azioni correttive, inclusa la verifica dell’efficacia.

10.3 Miglioramento continuo

Il miglioramento deve essere vissuto come un’attività continua, ogni volta che un’opportunità di miglioramento dell’idoneità, dell’adeguatezza, dell’efficacia del sistema gestione ambientale e della prestazione ambientale viene identificata. Le azioni per migliorare il sistema di gestione potrebbero nascere dal riesame di direzione, da azioni correttive o dalla identificazioni di opportunità per il miglioramento.

La conformità al requisito dovrebbe essere valutata attraverso: - l’esame delle modifiche apportate al sistema di

gestione: motivi che hanno portato alla modifica, modalità di gestione della stessa (continuando a garantire la conformità) e verifica dell’efficacia;

- l’esame delle eventuali strategie e politiche per il miglioramento.

Gli elementi da verificare con riferimento a questo requisito si ritrovano anche in riferimento ad altri punti della norma (ad esempio riesame di direzione, audit interni, monitoraggio delle prestazioni ambientali, ecc.)

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ALLEGATO 1 Contesto dell’Organizzazione: ESEMPI FATTORI ESTERNI

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ALLEGATO 2

Contesto dell’Organizzazione: ESEMPI FATTORI INTERNI

• Indirizzi e linee strategiche aziendali

• Livelli di condivisione interna dei valori aziendali

• Governance, assetti proprietari e management

• Sistema contrattuale

• Assets, risorse tecnologiche, know how, competenze

• Fatturato aziendale e indici di redditività

• Investimenti ambientali

• Linee guida, codici volontari, best practices ambientali

• Attività di comunicazione e marketing ambientale

• Formazione ambientale

• Sistemi di controllo interno

• Clima aziendale interno e sensibilità su questioni ambientali

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ALLEGATO 3

ESEMPI RISCHI

Esempi di rischi che potrebbero compromettere i risultati attesi del SGA:

• Rischi di danni materiali alla proprietà dell’impresa

• Rischi di danni materiali alle proprietà altrui che si ripercuotono sull’impresa

• Rischi di danni ambientali (irreversibili o con costi di ripristino elevatissimi)

• Rischi dall’applicazione di sanzioni (personali o a carico dell’impresa)

• Rischi di danni all’integrità fisica delle persone (dipendenti e non)

• Rischi di mercato (scarso sviluppo rispetto ad una crescente domanda «green»;

accessibilità a bandi di gara; carenza di fornitori in grado di garantire determinati requisiti

ambientali; aumento dei costi delle risorse naturali impiegate nei processi)

• Rischi finanziari (performance commerciali negative di prodotti/servizi sui quali sono stati

effettuati significativi investimenti ambientali; accessibilità al credito o disponibilità di

prodotti assicurativi idonei)

• Rischi reputazionali (attacchi negativi mediatici a seguito di fatti di cronaca, azioni e

provvedimenti giudiziari, pubblicazione di ricerche e studi, messa in commercio di prodotti

non conformi, alterazione dolosa da parte di terzi di prodotti/servizi, revoca di

autorizzazioni e permessi, incidenti che coinvolgono fornitori/appaltatori)

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• Rischi che compromettono la Business Continuity (incidenti ambientali anche presso

fornitori, distributori e terzi; mancanza di fornitori con determinati requisiti ambientali;

revoca di autorizzazioni/permessi; eventi negativi che interessano la

fornitura/distribuzione con ricadute sulla filiera; sistema contrattuale inadeguato)

• Rischi da cambiamenti politici e da rapporti istituzionali

• Rischi di innovazione (tecnologie e processi obsoleti anche a fronte di richieste di legge o

altri provvedimenti «restrittivi»; carenza di know how e reperibilità di risorse esterne)

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CONFORMA – Associazione Organismi Certificazione Ispezione Prova e Taratura, opera nel settore TIC (Testing, Inspection, Certification), ovvero nel settore della Valutazione della Conformità intesa come l’insieme delle attività, generalmente svolte in regime di accreditamento e/o su autorizzazione dei Ministeri competenti, in ambito volontario o cogente, di attività di certificazione di sistemi di gestione, prodotto, personale e servizi, ispezioni, marcatura CE e prove di laboratorio e taratura.

Costituita nel 2012 da alcune fra le più importanti Organizzazioni a livello nazionale ed internazionale nel settore della Valutazione della Conformità di parte terza indipendente, ha sede nel centro di Milano ed è strutturata in 4 settori tecnici: Certificazione, Ispezione, Prove e Taratura

UNI - Ente Nazionale Italiano di Unificazione - è un’associazione privata senza scopo di lucro riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea, che da quasi 100 anni elabora e pubblica norme tecniche volontarie – le norme UNI – in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario.

Sono soci UNI le imprese, i professionisti, le associazioni, gli enti pubblici, i centri di ricerca, gli istituti scolastici e accademici, le rappresentanze dei consumatori e dei lavoratori, il terzo settore e le organizzazione non governative, che insieme costituiscono una piattaforma multi-stakeholder di confronto tecnico unica a livello nazionale.

UNI rappresenta l’Italia presso le organizzazioni di normazione europea (CEN) e mondiale (ISO) e organizza la partecipazione delle delegazioni nazionali ai lavori di normazione sovranazionale, con lo scopo di:

- promuovere l’armonizzazione delle norme necessaria al funzionamento del mercato unico,

- sostenere e trasporre le peculiarità del modo di produrre italiano in specifiche tecniche che valorizzino l’esperienza e la tradizione produttiva nazionale.