massimi sistemi del mondo

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libro del orden tolomeico al copernico, escrito por galileo galilei

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Page 1: massimi sistemi del mondo
Page 2: massimi sistemi del mondo

The Dibner Library

of the History of

Science and Tecìmology

SMITHSONIAN INSTITUTION LIBRARIES

^M '5§*Cr^Plr^/""^

^iiiS yy^*^

splÉSIPSsilfe^

44

Page 3: massimi sistemi del mondo

£ 3 Smithsonian Institution Libraries

Giàv

Gail Enfmjian

in honor of the Enfiajian

Family Grandchildren

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Page 9: massimi sistemi del mondo

DI AL O GD I

GALILEO GALILEI LINCEOMATEMATICO SOPRAORDINARIO

DELLO STVDIO DI PISA.

E Filofofo , e Matematico primario del

SERENISSIMO

GR.DVCA DITOSCANA.Doue ne i congreflìdi quattro giornate fi difcorre

foprai due

MASSIMI SISTEMI DEL MONDOTOLEMAICO, E COPERNICANO^

"Proponendo indeterminatamente le ragioni Filofifiche, e NaturaletMitoper l'vna > quanto per l'altra parte .

CON PRI B VILEGL

IN FIORENZA, Per Gìo.Batifh Landini MDCXXXII.

CON LICENZA DM' SVPEì{lQRI*

Page 10: massimi sistemi del mondo

Imprimatur fi videbitur Reuexendifs. P. MagiftroSacri

falatij Apoftolici.'

A. Epifcopus BelUcaftenfis Vicesgerensi

Imprimatur

Fr. Nicolaus Riccardius

Sacri-Palatij Apoftolici Magifter»

Imprimatur Fiorenti* ordimbus confutitifcrmta»li.Septembris 1630.

Petrus fltiaolinusnc. Gmet. Fiorenti^

Imprimatur àie 1 1, Septcmbrififj*.

Fr. CkmsmEgidimlnqHk G&mt* Fiorentini

$t&mptfì*$ 12. iì Settembre zÓjoj,

ì

Page 11: massimi sistemi del mondo

' SERENISSIMO

GRANDVCA%

|3A differenza clie è tra gli Imomirii, e gli altri

animali , per grandifftma che ella fiacchi di-

ceffe poter darfi poco diffimile tra gli flellì

fS^El^Sì!! huomini, forfè non pallerebbe fuor di ragio-

ne.Qual proporzione ha da vno amille?e pu-

re è prouerbio vulgato,ehe vn iolo huomo vagliaper mil-

le^oue mille non vagliano per vn folo. Tal differenza de-

pende dalle abilità diuerfe degl'intelletti; il che io ridu-

co alfeflere , ò non effer filofofò : poiché la filofbfia,come

alimento proprio di quelli, chi può nutrirfene,ilfepara in

effetto dal comune effer dei volgo ', in più, e men degnogrado , come che ila vario tal nutrimento . Chi mira piti

alto, li diiìerenzia più altamente; e'l volgerli al gran libro

delia Natura, che è'1 proprio oggetto della filofofia., è il

modo per alzar gli occhi: nel qual libro,benehè tutto quel

che fi legge,come fattura d*Artefice Onnipotente, fia per

ciò proporziona tillimoj quello nientedimeno è più fjpe-

dito,e più degno,oue maggiore ai noftro vedere apparifee

l'opera , e l'artifizio , La Coftituzione dell'Vniuerfo, tra

i naturali apprenfibili, per mio credere , può metterli nel

primo luogo: che fé quella come vniuerfal contenente,

in grandezza tutt altri auanza; come regola, e manteni-

mento

Page 12: massimi sistemi del mondo

mento di tutto, cfebbe anche auanzarli di nobiltà. Però l

fé a niuno toccò mai in ecceffa^differenziarfi nell'intellet-

to fopra gli altri hiiomini, Tolomeo, e'1 Copernico furon

quelli, che fi altamente lenero, s'affisarono, e filofofarono

nella mondana Coftituzione . Intorno all'opere de i quali

rigirandoli principalmente quefti miei Dialoghi , nonpa-reua doueriì quei dedicare ad altroché a Voftra Altezza

.

Perchè pofandoiila lor dottrina fu quefti due , ch'io ftimo

i maggiori ingegni ,, che in limili fpeculazioni cihabbiàn

lafciateloi'o opere-jper non far difcapito di maggioranza >.

conueniua appoggiarli al fauore di Quello appo di me il

Maggiore, onde pofian riceuere, e gloria, e patrocinio» Efé queixlue hanno dato tanto lume al mio intendere, chequefta mia opera può diri! loro in gran parte , ben potrà

anche dirli di Voftr Altezza, perla cui liberal. Magnifi-

cenza non folo mi s'è dato ozio, e quiete dà potere ferine-

re; ma permezo difuo efficace aiuto , non mai fiancatoli

in onorarmi , s'èinvltimo data in luce. Accettila dunqueTA. V. con la fua lolita benignità :y e fé citrouerrà cofa ai-

curia, onde gli amatori del vero poflan trar frutto di mag-gior cognizione,e di giouamento; riconofealà , come pro-

pria di Se medefima , auuezza tanto a giouare, che perà

nelfuo felice Dominio non ha niuno, che dell'vniuerfali

anguille, che fon nel Mondo, ne fenta alcuna che lo di-

flurbi: con che pregandole profferita, per crefcerfefnpre:

in quella fua pia , e magnanima vfanza ,Je fo vmilifnm&i

Eexierenza.

Dell'Altezza VoftraSerenifsima<

VmitijJtmQy ^.^suotijpmo Seruo, e Vajf/alló.

Galileo Galilei*.

Page 13: massimi sistemi del mondo

AL DISCRETOLETTORE.

I promulgò a gli anni paflati in Roma vn falliti-

fero Editto, che per ouuiare a'pericolofi fcan-

doli dell'età prefente,imponeua opportuno file-

zio all'opinione Pittagorica della mobilità della.

Terra. Non mancò chi temerariamente atteri

quel decreto eifere (tato parto, non di giudiziofo elàme, madi paffione troppo poco informatale fi vdirono qucrele,che

Confultori totalmente inefperti delle ofleruazioni Aftrono-michenò doueuano con proibizione repentina tarpar l'ale

a gl'intelletti (peculatiui . Non.potè tacer'il mio zelo in

vdir la temerità di si fatti lamenti. Giudicai, come piena-

mente inftrutto di quella prudentifiìma determinazione,

comparir pubicamente nel Teatro del Mondo, come tefti-

monio di fincera verità. Mi trouai allora preferite in Roma?hebbi non folo vdienze , ma ancora applaufide'i più emi-

néti Prelati di quella Cortemè sézaqualche mia anteceden-

te informazione leguipoilapublicazionedi quel Decreto.

Per tanto è mio configlio nella prelente fatica inoltrare alle

Nazioni foreftiere, che di quella materia fé ne sa tanto in

Iralia; e particolarmente in Roma, quanto polla mai hauer-

ne imaginato la diligenza Oltramontana; e raccogliendo in-

fittile tutte le fpec illazioni' proprie intorno al Siftema Co-pernicano, far fapere, che precedette la notizia eli tutte, alla

cenfura Romana ; e che efeono daquefto Clima , non iòlo i

Dogmi per la fallite dell'anima, ma ancora gl'ingegno!! tro-

uati per delizie degl'ingegni .

A quello fine ho prefa nel difeorfo la parte Copernicana,procedendo in pura Ipotefi Matematica,cercando per ogniftrada artifiziofa di rapprcfentarla fuperiorc,nò a quella della

fermezza della Terra aìlolutamente» ma fecondo, che Ci di-

fende da alcuni;che di profellione IJeripatctici,ric ritengono

folo

Page 14: massimi sistemi del mondo

folo il nome, contenti fenzapafieggìodi adorarì'Omtyfc; nòfilofofando con l'aiiuerienza propria ; macoli foto la me-moria di quattro principi; marinici!

.

Tre capi principal ili tratteranno . Prima cere ; ero di mo-ftfare tutte le (periéze fattibili nella Terrai fers-mezi .niuifì-

cientia concluder la fua mobiliti ^ ma inaidèrei emerite

poterli adattare còsi alla Terra mobile, come anc^ .juicicé-

te; e ipero, che in quello calo li paleferanno rnol .e o tenta-zioni ignote all'antichità-. Secondariamente li etamineran-

no li fenomeni celem,rinforzàdo l'ipoteli Copernicana^o-me fé aiiòlutamente detiene rimaner vittorioia/aggiungen-

do nuoue Ipeculazioni , le quali però /crucino per facilità

dyAftronomia,non per necci] irà di na tura . Nel terzo luogoproporrò vna rantafia ingegnoia . Mi trouauo hauer detto

molti anni fona, che l'ignoto Problema del ftuffò del Mare,potrebbe riceuer qualche luce, ammeilb ilmoto terr-eftre-

Quello mio detto, volando per le bocche degli huomini,ha-uetia tremato padri cadtatiui , che fé l'adottauano per prole

di proprio ingegno. Bora, perchè non polla mai comparirealcuno ftraniero ,-che fortificandoli con l'armi nonre^ci rin-

facci la poca auuertenza in vno accidente cosi principale»

ho giudicato palefare quelle probabilità , che lo rendereb-

bero pcrfuaìibile , dato che la Terra li moueflè. Spero, cheda quelle conflderazioni il Mondo conciterà , che fé altre

nazioni hanno nauigato più , noi non habbiamo fpeculato

meno , e che il rimetterli ad afferà la feimezza della Terra,

e prender il contrario folamenteper capriccio Matematiconon nafte da non hauer contezza di quant'alrrieiliabbia

penfatcr, ma quando altro non fui'è da quelle ragioni , chela Pictà,la Religione, il conofeimento della Diuina Onnipo-tenza, eia coièienza della debolezza dell'ingegno humanoci lònirniniirrano*

Ho poi pelato tornare molto a propofito lo {piegare que-lli concerei in forma di Dialogo , che per non ei^er riftretto

alla rigorofa ofeuanza delle leggi Matematiche , porgecampo ancora a digreinoni tal'hoia non meno curiofe delprincipale argomento-

Ali trouai molt anni fono più Tolte nella marauigliofaCittà di Venezia in conuerlazione col Signor GiouanFran-cefeo iagredo IUuftrifsimo di nafrita,atutifsirno d'ingegno*

Venne

Page 15: massimi sistemi del mondo

Venne 1A di Firenze il Signor Filippo Saltuari , nel quale il

minore ipiendore era la chiarezza del Sangue , e la magnifi-cenza delie ricchezze ; fublime intelletto , che di ninnadelizia più acidamente il nutriua> che di (pecolazioni eiqui-

fite.CoiT quelli due mi trouai ipelìò àdiicorrer di quelle ma-terie con l'interuento di vn Filosofo Peripatetico , al qualepareua,che niuna colà oftaffe maggiormente per l'intelli-

genza del vero , che la fama accmiìtata nell'interpretazioni

Ariftoteliche

.

Hora, poiché morte acerbifsima ha nerpiù bel (erenodegli anni loro priuato di quei due gran lumi Venezia , e Fi-

renze,ho rifoluto prolnngar,per quanto vagliono le mie de-

bili forze, la vita alla fama loro fopra quelle mie carte,intro-

ducendoli per interlocutori della prefentecontrcuerfla . Némancherà il fuo luogho al buon Peripatetico , al quale , pel

iòuerchio affetto verfo i conienti di Simplicio , è parfo de-cente lenza esprimerne il nome lafciarli quello del reuerito

fcrittore . Gradinano quelle due grand'anime, al cuor miofèmpre venerabili , quefto publico monumento del mio nomai morto amore ; e con la memoria della loro eloquenzaini aiutino a (piegare alia Pofterità lepromeiTe ipeculazioni.

Erano carnalmente occorfì (comeinteruiene) varij di-

fcorli alla fpezzata tra quefti.Signori , i quali hauenano più

tolto ne i loro ingegni accela, che confolata la fete dellim-

parare; però fecero faggia rifoluzione di trouariì alcunegiornate infieme, nelle quah, bandito ogni altro negozio,

fi attenderle a vagheggiare con più ordinate fpeculazionilc

marauigliedi Dione! Cielo, e nella Terra: fatta la radunan-za nel Palazzo deirilluirrifsimo Sagredo, dopo i debiti , maperò breui complimenti, il Signor, dàlmati in. quefta maniera

jafiomiociòi

Page 16: massimi sistemi del mondo
Page 17: massimi sistemi del mondo

GIORNATA PRIMArInterlocutori

,

SALVI ATI, SAGREDO, ESIMPLICIO.

*&&*&&>&¥$.&#$)

SALV. 43&^tì&>&'eJh^&2à V la conclufione, e l'appuntamento

di ieri , che noi douefiìmo in quefio

l giorno di/correre, quanto più di-

6)^\ feS^^v^OT fintamente , eparticolarmenteper

noifi potejfe , intorno alle ragioni

naturali , e loro efficacia , che perl'vna parte , e per Valtra fin qui

fonofiateprodotte da ifautori del-

la pofizione lArifìotelica , e Tole-

maica, e da ifeguaci del Sifitma Copernicano . Eperche col-

locando ti Copernico la Terra trai corpi mobili del Ciclo,

viene afarla ejfa ancora vn Globofimile a vn Pianeta,faràbene, che ti principio delle nofìre confiderazionifia l'andare

efaminando quale , e quanta fa la forza , e l'energia de i

progrejfi peripatetici nel dimoftrare , come tale ajfuntofict—*

del tutto impofiìbile;attefochefia necejfario introdurre in na-

tura fufianze diuerfe tra di loro, cioè la Celefie,e la Elemen-tare; quella impajjibile , & immortale

, quefia alterabile , e

caduca . Il quale argomento tratta egli ne i libri del Cielo ,

injinviandoloprima con difcorfi deptndenti da alcuni afun-iigenerali, e co?ìfermandolo poi con efptrienze , e con dimo-

A firazioni

Copernico re

puta la Terraeffer vn Glo-bo fimile advn Pianeta.

Suflanze cele

Ri inalterabi-

li, & elemen-tari, alterabi-

li necefìarie.-'

in natura di

mente d'Arif.

Page 18: massimi sistemi del mondo

Ariftotile fa

il mondo per-

fetto, perchèha la trina di-

menfìone.

Dimoftrazìo-nid'Arift.per

prouare le di-

menfìoni effe-

re tre , e no»più.

Numero ter-

nario celebre

appretto i Pi-tagorici»

x Dialogo primofirazìoniparticolari. Iofeguendo l'ìfleffo ordine, proporro, e

poi liberamente diro il mioparere ; efponendomi alla cenfura

di voi , j£r inparticolare del Signor Simplicio , tanto flrenuoCampione , e mantenitore della dottrina lAriftotclico-j -

E ilprimopajfo del progreffo peripatetico quello doue Ariflotile

prona la integrità!-, e perfezione del Mondo , coliadditar-

ci, com'ei noti e vnafemplice linea, ni vnafuperficiepura-*,ma vn corpo adornato di lunghezza , di larghezza, e di pro-

fondità ; eperche le dimenjioni nonfon più che qziefle irt^ ;

auendole egli, le ha tutte , & auendo il tutto èperfetto . Chepoi venendo dallafemplice lunghezza cojiituiia quella ma-gnitudine, che jichiama linea, aggiunta la larghezzafi cojìi-

tuifialafuperficìe, efopragìunta l'altezza , òprofondità, ne

rifiliti il corpo , e che doppo quejle tre dimenjioni non fi dia

pajfaggio ad altrayfiche in quefie trefole fi termini Vintegri-

tà, eper così dire, la totalità. , auerei ben defiderato , che da—*

Arifi. mi fujfefiato dimojirato con neceffità,e majjìmepoten-

do/i ciò efequire affai chiaro , efpeditamente

.

SIMP. tJMancano le dimojlrazioni bellifjìme nel 2.3. e 4. teJlot

doppo la definizione del Continuo: non auete primieramen~

tey che oltre alle tre dimenjioni non ven'e altra,perche il tre ì

ognicofa } il tre eper tutte le bande fé ciò non vien'egli con'

fermato con l'autorità, e dottrina de i Pittagorici,che dicono,

che tutte le cofefon determinate da tre,principio,mezo, efine ,

che e il numero del tutto? E doue lafciate voi l'altra ragione,

cioè,che quafiper legge naturale cotal numerofivfa nefacri-

fizj degli \DeiÌE che, dettantepur così la natura , alle cofe ,

chefon tre,enon a meno,attribuì)'cono iltitolo di tutte{perchè

di duefi diceamendue , e nonfidice tutte , ma di tre fi bene:

e tutta quefia dottrina l'hauete nel te/I. 2. Nel 3. poi adplcniorem feientiam fi legge , chel'ogni cofa , il tutto , e'I

perfettoformalmentefon l'ijlejjò ; echeperòfolo il corpo tra

legrandezze e perfetto , perche ejfo foiose determinato da 3,

cherè il tutto ; & ejfendo diuifibile ih tre modi, è diuifibileper

tutti i verfi: ma dell'altre, chi e diuifibile in vn modo , e chi in

dua,perche fecondo il numero , chegli e toccato , così hanno

. la diui/ione, e la continuità; e così quella e continuaper vnsvtrfo, qnefiaper due., ma quello, ciò} il Corpo ,per tutti . Dipiù nel Tejio 4. doppo alcune altre dottrine , nonprou'egli

l'iftaj/o sor* vn'altra dimofir'azione, dot, sbe non fifacendotra*

Page 19: massimi sistemi del mondo

Del Galileo: jf

trapaffofe nonfecondo qualche mancamento (e così dalla li-

neajipaffa alla fuperficie,perche la linea e manchevole di lar-

ghezza) & ejfendo imponìbile, che ilperfetto manchi, ejfendo

egliper tutte le bande , però nonjìpuòpaffare dal Corpo ad

altra magnitudine , Or da tutti quejìi luoghi non vipar'egli

afujfcienzaprouato,com'oltre alle tre dimenjioni lunghez-

za, larghezza, eprofondità , nonfi dà tranfito ad altra , e-»

chepero il Corpo, che le ha tutte eperfetto .

SAL V. Io per dire il vero in tutti qtnJH difcorji non mifonfeti'

titojìrignere a concedere altro,fénon che queUo,che haprin-

cipio, mezo, efinepojfa, edeu* dir/iperfetto :tna chepoiper-

she principio , mezo, efinefon j. Unum. $.Jìa numeroper-

fetto , &babbiaad hauerfacilità di conferir perfezione a

chi Ihauerà, nonfento io cofa, che mi muoua a concederlo : e

non intendo, e non credo, che v.g.per legambe il num^.Jia\

più perfetto, che'l^.. òil 2. ne sò,che'l num.4. Jia d'imperfe-

zione a gli Ekmenti;e chepiùperfettofujfe,ch'efujfer 3.Me-glio dunque era lafciar quefie vaghezze a i l{etori , eprouar

ilfuo intento con dimojìrazione neceffaria , che così conuien

fare nellefaenze dimofiratiue .

STMP. Par che voipigliaieper ifcberzo quefie ragioni,epure e tut-

ta dottrina de i Pittagorici,i quali tanto attribuiuano a t nu-merile voi,chefete Matematico,e credo anco in molte opinioni

Tilofofo Pittagorico ,pare che ora di/prezziate i lor mijieri,

SAL V. Che i Pitagorici bauejfero infommafìima la feienza dei numeri, e che 'Platonefieffo ammirale l'intelletto bumano, intelletto r-e lo fìimajfepartecipe di Diuinità,foloper l'intender'egli la—> mano parteci

natura de' numeri , io benijfimo lo so , ne farei lontano dal pe di diuinità

farn e Vijiejfogiudizio : Ma che i mijìerj, per i quali Pitta- Per(

rne inten-

gora, e laJuafetta , haueuano in tanta venerazione lafiien- opp^nion^diza de' numeri,fieno lefciocchezze, che vannoper le bocche , e piatone.per le carte del volgo, non credo io in veruna maniera : anzi Mifterj de nu

perche so, che ejfi, accio le cofe mirabili nonfuffero efpofie alle me.

n_ Pifag°-

contumelie^ al di/pregio dellaplebe, dannauano, comefacri-ncl ™U0*QÌU

legio ilpublicar lepiù reconditeproprietà de' numeri , e delle

quantità incommenfurabili,& irrazionali da loro inuefiiga-

te, e predicauano, che quello , che le hauejfe manifejiate era—*tormentato nell'altro mondo ipenfo , chetal'vno di loroperdar paflo alla plebe, e liberarfi dallefue domande, gli diceffe i

miftery loro numerali ejfer quelle leggerezze,chepoijifpar-

A 2 fera

Page 20: massimi sistemi del mondo

Dimallrazio-

tie geometri-

ca della trina

dimeniione

.

4 Dialogo primofero tra il vulgo; e quejìo con ajiuzia, fa' accorgimtntojìmile

armilo delfagacegioitane, cheper torjì dattorno l'importu-

nità, non so,fi della Madre, o della curio/a Moglie,che Vaffe-

diaua , acciò le conferire i fegreti del Senato , compofe quella

fauola,onde ejfa con molle altre donne rima/ero dipoi, con~~>

gran rifa del medefimo Senatofchernite

,

SIMP. Io non voglio ejfer nel numero de' troppo curiofì de'mi-

Jlerij de'Pitagorici , ma Jìandò nelpropojìto nojìro, replico,

che le ragioniprodotte da Ari/i.perprouare le dimenjìoni no

ejfer, nepoter ejferpia di tre,mi paiono concludenti; e credo

,

che quando cifujfe fiata dimoflrazionepiù necejfaria , Arjì.

nonVhaurebhelafciata in dietro

.

SAGR. lAggiugneteui almancofé l'hauejfe Caputa, afe la glifujfe

fouuenuta . Ma voi Sig.Saluiati mifarete bengranpiacere

di arrecarmene qualche euidente ragione ,fé alcuna ne haue-

te cosi chiara, chepojfa ejfer compre/a da me

.

SALV» Anzi, e da voi, e dal Sig.Simp. ancora; e nonpur compre-

fa, ma digià anchefaputa,fé benforfè non auuertita . Eperpiùfacile intelligenrapiglieremo carta, epenna, chegià veg-

gio quiperjimili occorrente apparecchiate, e nefaremo vyl->

poco di figura . Eprimanoteremo quefli duepun-

ti A. B. e tirate dall'vnoall'altro le linee curuc A •

C.B. A.D.B. e la retta

A.B.vi domando qual di

ejfe nella mente vojlra è

quella,cbe determina la dijlan^a tra i termini AJB. e perche.

SAGR* Io direi la retta, e non le curue ; sìperche la retta e la più

hreue, sìperche l'è vna,fola, e determinata,doue le altrefono

infinite, ineguali,epiù lunghe ; e la determinazione mipare

,

chefideuaprendere da quel che e vno , e certo .

SALV. Noi dunque hauiamo la linea retta per determinaticidella lunghezza tra due ter

mini ; aggiungiamo adejfo

vn'altra linea retta, eparai

tela alla A*B. la quale fìa

C.D.fchetraefère/iifrap: pojìa vna fuperjzcie , della

At

quale io vorrei , che voi mi qjj "" Vafegnajìe

D

Page 21: massimi sistemi del mondo

Del Galileo : fsfegnafte la larghezza;peropartendovi dal termine A. dite»

mi doue, e come voi volete andare a terminare nella lineai

CfD.per augnarmi la larghezza tra effe linee ccmpr e/a^di-

co fé voi la determineretefecondo la quantità della cuimL-»

A.E. opur della retta A.F. òpure

SIMP. Secondo la retta A.F. e non fecondo la curzia , ejfendofi

già efclufe le curue da fimiVvfo

.

SAGR. Ma io non miferuiret, ne dell'vna, ni dell'altra,vedendo

la retta A.F.andare obliquamete;Ma vorrei tirarevna linea,

chefujfe afquadrafopra la CD.perche quejia mipar chefa-

relbe la breuifjìma , & vnica delle infinite maggiori , e tra di

loro ineguali, che dal termine A.fiipoffonoprodurre ad altri,

ed altri punti della linea oppojìa CD.SALV. Farmi la vofira elezione^la ragione, che n'adduceteper*

feitiffima ; talchéfin qui noihabbiamo , che la prima dimen-

fonefi determina con vna linea retta; lafcor, da, cioè la lar-

ghezza,con vn'altra lineapur retta3e nonfolamète retta,ma

dipiù ad angoli rettifopra l'altra, che determino lalunghez*

za;e così habbiamo definitele due dimenfioni dellafuperficie »

cioè la lunghezza, e la larghezza . Ma quando voi bauejleà

determinare vn'altezza^ cerne per eftmpio quantofa alta

quefto palco dalpauimento, che noihabbiamofiotto ipiedi; effendo, che da qualfiuogliapuntodelpalcofipojfiono tirare in»

finite linee , e curue , e rette , e tutte di diuerje lunghezze adinfiniti punti delfottopoflo pauimento , di quale di colali li"

nee vifruireHe voi i

SAGR. Io attaccherei vn fio alpalco , e con vnpiombino , cht^

pendeffe da quello, li lafcerei liberamente difenderefino , che

arriuajfeprofifìmo alpauimento, e la lunghezza di talfio ef-

fondo la retta, e breuyfiima di quante lineefpotejfero dalme-

defmopunto tirare alpauimento , direi, chefujjè la vera al-

tezza di queflajlanza .

SALV. BeniJJimo . E quando dal jjunto notato nel pavimentoda queftofiopendente (pofio ilpauimentoà liuello, e ncn~*inclinato) voifacefepartire due altrelinee rette , vnaper la

lunghezza , e l'altra per la larghezza dellefuperfrie di effio

pauimento , che angoli conterrebbero lleno con ejjo filaiSAGR. Conterrebberofeuramente ahgoh retn

}cadendo effoflo

apiombo , iy ejfiendo ilpauimento ben piano, t ben liuti/alo*

SALV. lAdunqueje voifabilirete alcunpuntoper capo, e turni-

A $ m

Page 22: massimi sistemi del mondo

4 Dialogo primone delle mifure, e da efi farete partire vna retta linea , comedeterminatrice dellaprima mifura, cioè della lunghezza , bi~

fogneràper necejfità , che quella , che dee definir la la.gber-

za,fiparta ad angolo rattofopra laprima, e che quella, cb^>bada notar l'alte £za,che è la terza dimenfione,partendo dai

medefimopuntoformipur con le altre due, angoli non obli-

qui, ma retti : e cosi dalle treperpendicolari haurete , come da

tre linee vne, e certe,e brem/fime,determinate le tre dimenfio-

niA.B. lunghezza A.G. larghezza A.D. altezza ; eperchg

chiara cofa e che al medefimopunto nonpuò concorrere altra

linea , che con quellefaccia angoli retti , e le dimmJÌQui dalla

fole linee rette, che tra di loro

fanno angoli retti, deono ef- 1>far determinate , adunque la

dimenfioni nofonopiù che 3 .

echi ha le 3. le ha tutte , e chi

le ha tutte è diuifibileper tut ^s^ti i verfi, e chi e tale eperfet^ J^ "~Bto,&c,

$IMP. E chi lo dice, che nùnfipofian tirare altre linee l eperchè

nonpofs'iofar venir difitto vn'altra lineafino alpunto A,chefia afquadra con l'altre i

SALV. Voi non potete ficuramenta ad vn'iftejfi punto far con-

correre altro , che tre linee rattefole , chefra di loro coftitui-

fcano angoli retti »

SAGR. Sìperche quella,che vuol dire ilSig.Simpliciopar'a me,che-

farebbe l'iJlejfaD.A.prolungata ingiù,& in quello modofipotrebbe tirarne altre due,mafarebbero le medefimeprime ire

no differenti in altroché doue borafi toccanofolameie,all''ora-

fifegherebbero , ma non apporterebbero.nuoue dimenfioni .

$|elfe fto\ie$iJM[:p t j nodirò,chequeJìa vojìra ragione nopoffa ejfer conclu-«acurali

,non

dente, ma dirò bene con Arifiotile,che nelle cofa naturali nofi

«arl'efattezzà deue fempre ricercare vna necejfitàdi dimoftraziun Mat.e-

geoBietrica. matica.

SAGR^ Siforfè doue la nonfipuò hauere ,ma,fe qui ella eie,per

chi non la volete voi vfare ì cMaJarà bene non i[pender

più parole in quefìoparticolare,perche io credo , che il Signor

. Salutatiad Ar.ijìotile,<§' a voi,Jenza altre dimoflrazioni^à-

urebbe conceduto il Mondo ejfer corpo,& ejferperfetto,eper-

fettiffimoj come opera majfima di Dio .

Salu. Cesi

Page 23: massimi sistemi del mondo

De! Galileo: 7&ALV. Cosi e veramente. Però lafciata lageneral contemplazio*

ne del tutto, veghiamj alla confiderazione delleparti, le qua-

li .Arili, nellaprima diuifionefa due, e tra di loro diuerfijji- Parti del M6%

me, <*T in cerio modo contrarie ; dico la Cele/le , e la Elemen- do?" JP

er ^r*

tare: quella ingenerabde, incorruttibile , inalterabile , impaf- \^^xz tra

JlbiUj ù'c E quefta efpojìa ad vna continua alterazione,mu- & ioro con,

tazione,&c. La qual differenza caua egli , come dafuoprin- trarie

.

oipto originario, dalla diuerfità de i moti locali : e camina con Moti locali di

ialprogrefo. to^SartVfcendoper cosi dire, delMondofenfìbile,e ritirando/tal Mon - £ fìo

.

*

do Ideale, comincia architettonicamente a confederare, che ef- Moti retto ,«

fendo la naturaprincipio di moto, conuiene,cbe i corpi natu- circolare fem

rali fiano mobili di moto locale . Dichiarapoi i mouimenti l} lc* > Ferc"®

locali ejjer di tregeneri; aoè circolare, retto,e mifìo del retto ,l *

?i2plki*

e del circolare: e li duoiprimi chiamafemplici ,perche,di tutte

le linee, la circolare, e la rettafolefonfemplici . E di qui,rif-

tringendofi alquanto,di nuouo definifce de i mouimentifem-plici 'uno ejfer il circolare, cioè quello , chefifa intorno al me-zo, <&T il retto all'ima, & ali'ingiù, àoe all'insù quello , chefiparte dal mezo , all'ingiù quello , che va verfò il mezo . E di

qui inferifce , come necejfariamente conuiene, che tutti i mo- •

uimentifemplicifi rifìringano a quefle trefpezie, cioe,al me-zo, dal mezo , & intorno al mezo , il che rijponde , dice egli ,

con certa bellaproporzione a quel che fi e detto di fopra del

corpo , che effo ancora è perfezionato in tre cofe , e così ilfuomoto . Stabiliti quejìi mouimenti,fegue, dicendo, che effendi

de i corpi naturali altrifemplici ,<& altri compofìi di quelli ( e

chiama corpifemplici quelli , che hanno da ?taiura principi*

di moto, come il / uoco, e la Terra) conuiene, chei mouimen-tifemplicifieno de i corpifemplici , <& i mifìide' compofìi, in

fyiodoperu , che i compojlifeguano il moto della parte predo-minante nella compofizione.

fAGR. Digrazia Sig.Saluiatifermateui alquantoperche io mi se-

ta in quefo progrejfopullular da tante bande tanti di.Lb) , che

mifaràforza,o dirgli s'io vorròfentir con attenzione le cofe,

the voifoggiugnereie , o rimuouer l'attenzione dalle cofe dadirfi, fé vorrò conferuare la memoria de' diibbj

.

ZALV. lo molto volentieri mifermerà ,ptrch'e corro ancor'io fì-mil fortuna , efìo dipunto inpunto -yerperdermi mentre miemuiene veleggiar trafogli } & onae cosi rotte , che mifan*

i-A 4 no,

Page 24: massimi sistemi del mondo

T)efinizicm

della natura

,

òdifettofa, òfuor di tempoindotta da A-

Elica incorno;

s^l Cilindropuò dirli lin«;

aXeraplice..

Arìftot.acGo»

moda i pre-

cetti d'archi-

tettura alla__j>

fabbrica del

Mondo,enonla fabbrica a,"

precetti,.

t Dialogo primono, come fidice, perder la buffila: peroprima,chefar maggiorcumulo propo netek -vojlre dijficultà

.

SAJR. Voi infieme con Arijìotik daprincipio mìfieparafie alquatodal Mondofenfib'ieper additarmi. Varchiteitura,con la qua-le egli doueuaejfierfabbricato, e con miogujìo mi comincia/le adire, che ileorpo.naturak eper natzira mobile , ejfendo chef}dijfinito altroue la natura ejferprincipio di moto.Qui mi nac-

que vnpoco di dubbiosefuper qual cagione Arijiotile no diffe,

che de' corpi naturali alcunifono mobiliper natzira , & altri

immobili , auuengache nella definizione vien detto la natura

ejferprincipio dimoio, e di quiete; chefé i corpi naturali han-

no.tuttiprincipio di mouimento , o non occorreua metter la—>

quiete, nefla definizione della natura , ò non occorrezia indur

tal definizione in quefìo luogo. Quantopoi al dichiararmi

quali egli intenda ejfer i mouimentifemplici , e come ei gli de-

terminala gliJpazj, chiamandoJ'empiici quelli , cheffanno

per lineefiemplici,che talifióno la circolarle la rettafidamente,.

lo riceuo quietamente,ne mi curo di fiottilirargli Vinflanzà—*

della Elica intorno al.Czlindro, che per ejfer in ognifua parte.

Jìmile a fé flejfa, par chefipotejfie annouerar tra le lineefem-plici.. Ma mi rifiento bene, alquanto , nelfientirlo riftrignere

(mentrepar che con altreparolevoglia.replicar le medefimts

definizioni ) a chiamare quello mouimento intorno al mezo ,

e quefìo furfum>& deorfuni, cioè in su, e ingiù) li quali ter-

mini, nonfi vfiano fuori del Mondofabbricato , ma lofiup-

pongono nonpurfabbricato,ma digià habitato da noi . Che

fé il moto retto efempliceper lafemplicità della linea retta,efie

ilmotofiemplice e naturale,fiapur egli fattoper qualfìuogìia

ver/ò, dicoin su, ingiù, innanzi, in dietro,adejira, ixafini-

Jiraj efie altra differenzafipub immaginare, purché fia retto,

dourà conuenire a qualche corpo naturakfiemplicc; òfie no, la

fuppofizione d'Arifiotik e mancheuok . Vedefi.in olire, che

Arijìotik accenna,<unfolo ejfer al Mondo il moto circolare,^

inconfieguenza vn fiolo centro , al quale fiolo fi riferifeano i

mouimenti retti in su, e in già . . Tutti indizj, che egli ha mi-

ra di cambiarci le carte in mano , e di volere accomodar l'ar-

chitettura alla fabbrica, e nonxoftruire la fabbrica conforme

a iprecetti defì"architettura: chefé io diro , che neWvnizierfità.

della natura ci pojfin' ejfere.mille mouimenti circolari , & in

GOnfiegueramilk eentravifarano. ancora milk moti.in.sà,em.

già.

Page 25: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

?'

giù. In oltre eipone, come è detto, moti/empiici, e moto inifiol

chiamandofempuci il Circolare, X? il retto , e miBo il compojio

di quejii ; de i corpi naturali chiama altri/empiici ( cioè quel-

li , che hanno principio naturale al moto femplice, ) & altri

il mtjìo di relto,e circolare, ehepub ejfere al Mondo; maintrO'

duce vn moto mijto tanto imp tffibile ,quanto è imponibile a

mefcolare mouimenti oppofìi fatti nella medejìma Imea retta,

sì che da e/fi r.e nafea vn moto , cheJìaparte in su , eparte in

giù;e,per moderare vna tatafconueneuolezza,eimpqfJibilità,

Ji riduce a dire, che tali corpi miftijt muouonofecondo lapar'

te femplicepredominante: che finalmente neceffita altrui a di-i i , r 2J / ]r t » ^ iì i Motorette

ve, che anco il motofattoper la medefimalinea retta e alle voi-taj yo| fem_

tefemplice, e tal'ora anche compojio -.fiche lafemplicità del pliche tal voi

moto nonfiattendepia dallafemplicità della lineaJolamente.u miilo jpci-

SJMP. Oh non vi par'ella differenza bafleuole,fe il mouimento Arift.

femplice, ir ajfolutofaràpiù veloce affai di quello, che vitn •

dalpredominio i e quanto vien più velocemente alVingiù vnpezzo di Terrapura, che vnpezzuol di legno ?

SAGR. BeneSig. Simplicio,mafé la femplicità fi ha da mutar perqufìo y oltre che cifaranno centomila moti mijìi , voi non mifaprete determinare ilfemplice-; anzi dipiù ,fe la maggiore , e

minor velocitàpojfono alterar la femplicità del moto , nejfuncorpo femplicefi mouerà mai di motofemplice ; auuengachein tutti i moti retti naturali la velocitàfivafempreagumen*tando,& in confeguenzafempre mutando la seplicità, la qua- ,

leper efferfemplicità, conuiene, chefìa immutabile ; e quel che

più importa voigrauerete iArifiorile d'vna nuoua nota, comequello , che nella definizione del moto compojio non hafattomenzione di tardità, ne di velocità , la quale bora voiponeteper articolo necefario , & efienziale: aggiugnefi, che ne ancopotrete da cotal regola trarfrutto veruno, imperocché cifaro-nò de'mifti, e non pochi , de' quali altrifi moueranno più.

lentamente, &. altri più velocemente del femplice , comeperefempio il Piombo, e'I legno in camparazione della Terra : e—»

ptro tra quejii mouimenti, quale chiamerete voi il femplice , e

quale il compojio i

ZIMP. Chiamerajfifemplice quello, che vienfatto dal corpofem-plice, e mijlo quel del corpo compojio

Sagr, Benìf-

Page 26: massimi sistemi del mondo

linea circo-

lare peneetà

fecondo Ar.ela retta imperìélC3j€ perche

to' Diàlogo primoSAGR. Beni/limo veramente ; e che dite voi Sig. Simplicio ? poco

fa vokui j che il moto femplice , e il compojto m'infegnajfero

qualiJìano i corpifemplici, e quali i mijii , <b" bora volete , che

da i corpifemplici,e da i mijii io vega in cognizione di qualjia

il motofemplicey e quale il compoHo; regola eccellenteper nonfaper mai conofeer ne i moti, né i corpi. Oltre, chegià venite adichiararui, come non vi bajlapiu la maggior velocità,ma ri-

cercate vna terza condizione per definire il mouimento fem-plice,per il quale Arijlotileji cotento d'vnafola,cioè dellafem-plicità dellofpazio;Ma ora,fecondo voi,il motofemplicefari,quello , che vienfatto fopra vna lineafemplice, con certa de-

terminata velocità da vn corpo mobile femplice. Orfìa, come

a voipiace, e torniamo ad AriJlotile,il qual: mi definì il motomi/lo ejfer quello , cheJicompone del retto, e del circolare;

ma non mi troub poi corpo alcuno t che fujìe naturalmente

mobile di tal moto .

SALV. T'orno dunque ad Arìjlotile, il quale bauedo molto bene,e

metodicamente cominciato ilfuo difeorfo , ma hauendopiù la

mira di andare a terminare, e colpire in vnofeopoprima nel-

la metiiefua flabilitoji , che doue dirittamente ilprogrejfo lo

conduceua, interrompendo ilfilo ciefee trauerfalmente apor-

tar, come cofa nota , e manifefìa, che qzianto a i moti retti in

sa, e in giu,quefli naturalmente conuengono al Fuoco, {? al-

la 'ferra; e cheperò è necejfario, che oltre a quefli eorpi,chefo-

no apprejfo di noi, ne Jta va'altro in natura, al quale con-

tenga il mouimento circolare, ilqtiale Jìa ancora tanto piùeccellente, quanto il moto circolare epiùperfetto del moto ret-

to; quantopoi quelloJiapiùperfetto di que/io lo determina**

dallaperfezion della linea circolarefopra la retta,chiamando

quellaperfetta , & imperfetta quejla ; imperfetta,perche fé e

infinita, manca difine, e di termine;fé efinita , fuori diìei ci

e alcura cofa doue ellajìpubprolungare . Quejla e la prima,

pietra, bafe, efondamento di tuttala fabbrica del MondoArijlotelico,fopra la qualeJiappoggiano tutte Valtreproprie-

tà di nongraue, ni leggiero, d'ingenerabile, incorruttibile,^

efente da ogni mutazi jne,fuori della locale,&c* E tutte que-

Jìepa'Jioni afferma egli e/ìerproprie del corpofemplice , emo-

b le di moto circolare: e le condizioni contrarie digrauità,leg-

gere-^za, corruttibilità, &c. Isa/legna a corpi mobili natu-

falm^nte di mjuimenti retti . La onde qualunque volta nel-

lo

Page 27: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

, x r

lo Fiabilitofin quififcuopra mancamento ,fipotrà ragione*

uolmente dubitar dì tutto il refio,chefopragli vkn cojlrutto*

Io non nego,che queJìo,chefin qui Arijtotik ha introdotto con

difcorfo generale dependente daprincipi vniuerfali,eprimi,

non venga poi ?ielprogrejfo riconfermato con ragioni parti"

colari,e con efperienze; le quali tutte e necefiarìo , che venga"

no diftìntamente confederate, eponderate; magià,che nel det*

tofin quìfi rapprefentano molte, enonpicciole dijficultà,(<L~»

pur conuerrebbe, che i primi principi , e fondamenti fujferO'

ficuri,fermi, eslabili, acciocchépiù ripetutamentefi poteJJLj*

fopra di quellifabbricare)nonfaràforfè,fé non henfatto,pri*

ma chefiaccrefca il cumulo de i dubbi , vedereféper auuen-

tura ( si come iofimo ) incamminandoci per altraJìrada ci

indrizzafiìmo apiù diritto , eficuro cammino , e co??precetti

d'architettura meglio confiderai poieffìmojlabilire i primi-

fondamenti.Peròfojpendedoper ora ilprogrejfo d'Aristotile,

il quale afuo tempo ripiglieremo , epatitamente efaminere-

mo , dico , che delle cofe da elfo dettefin qui conuengo feco,.

& ammetto, che il Mondofia corpo d tato di tutte le dìmen- yi^fo e. r;&fioni, eperòperfetti/fimo; & aggiungo, che come taleeifiane- pone dall'au-

cefariamente ordinati/fimo , cioè diparti con fommo , eper- toreefler per-

fettijjìmo ordine tra di loro dìfpojle; il quale afiunto no credo dettamente or

chefiaper ejfer negato ne. da voi , ne da altri .

amato

.

SIMP. E chi volete voi,che lo neghi? laprima cofa egli è d'Arifl.

fiejfo; epoi lafua denominazione non par ehefa prefa d'ai"

fronde, che dall'ordine, che egli perfettamente contiene

.

%ALV. Stabilito dunque cotal principio ,fipuò immediatamente.

concludere, che,fé i corpi integrali del Mondo deuono ejfer di ]tyfoto retwr

lor natura mobilile impojfibàe,cbeimouìmentìlorofiano ret- -Émpoflìbilcéf

ti, b altri, che circolari; e la ragione e affaifacile , e manifefìa ; ^er Hel Mon-.

imperocché quello , chefimuoue dimoto retto , muta luogo , eJ*°

benorck-,

eoniinuar.do di muouerfifi va più, epiufempre allontanado

dal termine, ond'eifipartì, e da tutti i luoghi,per i qualifuc-

teffuamente ei vapafiando; efé tal moto naturalmentefé gli

conuiene , adunque egli da principio noti era nel luogo fuonaturale , epero non erano le parti del Mondo con ordirne

perfetto difpofìe : <SMa noifupponghiamo quelle ejfer perfet-

tamente ordinate,adunque,come tali, e impofjibile,che habbia- Mot© retto dìno da natura, di mutar luogo,& in confeguenza di muouer- fua natura in-

Jidi moto retto . In oltre ejfendo il moto retto difua natura finito.,

infinito.) .

Page 28: massimi sistemi del mondo

Moto retto

imponìbilejf>

natura

.

Natura nonintrapende à

fare quello ,

che èimpofiì

bileàederfaeco.

Moto retto

forfè nel pri-

mo Gaos*

Moto retto

accomodato à

ordinar 1 cor-

pi mal 'ordinaCi.

<Corpi mondaai motti da_»principio di

moto retto , e

poi circolar-

mente fecóio

alatone.

Il mobile po-llo in quiete

non fi molle-

rà quando nohabbia incli-

nazione àqualche luogo parScolare

.

li Dialogo primoinfinito,perche infinita,e indeterminata e la linea retta, eim-po/Jìbile,che mobile alcunohabbia da naturaprincipio di muouerjìper linea retta, cioè verfo doue e imponibile di arriuare

,

non vi effendi termineprejìnito; e la natura, come ben dic<L~>

Arifìotik medefmo,no intraprende afare quello,cbe non pubejferfatto, ne intraprende a muouere doueì impojfibile aper-

uenire . Efépur alcuno dicefle , chefé bene la linea retta , &in confeguenza il motoper ejfa eproducibile in infinito , ciol

interminato , tuttauiaperò la natura ,per così dire , arbitra-

riamentegli ha ajfegnatì alcuni termini , e dato ?2aturali in-

fanti a'fuoi corpi naturali di muouerjià quelli,io ri/ponderò,

che ciòper auuenturafipotrebbefauoleggiare, chefujfe auue-

nuto delprimo Caos,doue confufamente,& inordmatamentoandauano indistinte materie vagando , per le quali ordinare

la natura molto acconciamentejifujleferuita de imouimentìretti, i quali,fi come mouendoicorpiben cojìituiti gli difor-

dinano, cosìfono acconci à ben'ordinare iprauamente difpo-

Jii; ma,dopo l'ottima difiribuzione e collocazione , è imponì-

bile, che in loro refìì naturale inclinazione dipiù muoutrji di

moto retto, dal quale orafoto neftguirebbe il rimuouerjìdal

proprio, e naturai luogo, cioè ildifordinarsipojfiamo dunquedire il moto rettofruire a condur le materieperfabbricar l'o-

pera, mafabbricata, ctìell'ì, à reTiare immobile, b ,fé mobile,

muouersifolo circolarmente . Se però noi non volejjimo dir

con Platone, che anco i corpi mondani dopo Tejferejlatifab-

bricati, e del tutto fiabiliti,furonper alcun tempo dalfuofat-tore mejfìper moto retto, ma che dopo Fejferptruenutiin cer-

ti, e determinati luoghi , furon nuoltià vno à vno ingiro t

pajfandodal moto retto al circolare,douepoi sifon mantenu-

ti, e tuttauia si eonftruano: Pensiero alti/fimo, e degno ben di

Platone: intorno al quale mifouuienehauerfentito decorre-

re il nofìro comune amico ^Accademico Linceo] efé ben mi ri-

corda il difcorfofù tale . Ogni corpo costituitoper qualsivo-

glia caufa in ì'/lato di quiete, ma cheperfua natura sia mobilef

poHo in libertà si mouera, , tutta voltaperò , ch'egli habbia da>

natura inclinazione a qualche luogoparticolare , che quandi

e'fujft indifferente à tutti, resterebbe nellafiua quiete , non—»

hauendo maggior ragione di muouersi a quefìo, che à quello.

Dall'hauer queHa inclinazione ne najce necejfariamente,che

egli nelfuo moto sianderà continuamente accelerando ; e co-

minciando

Page 29: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 13Ilmobilcai

minciando con mito tardifsimo , no acquifieragrado alcunoce jera ^ mo2

di velocità, cheprima e nonjiapajlatoper tutti igradi di ve- t0 andàdo ver

locità minori, o vogliamo dire di tardità maggiori : perchè , fo il luogo da

partendifi dallo fiato della quiete (che è ilgrado di infinita-* ue na inclina-

tardità di moto) non ci è ragione niffuna,per la quale é deb-j^^bile par

ba entrare in vn tal determinatogrado di velocità,prima,che tena fi dalla

entrare in vn minore, & in vn altro ancor minore,prima, quiete parta-»

che in quello; anzipar molto ben ragioneuolepafiarprima-> per tutti i gra

per istradipiù Ticini a quello donde ci fiparte , e da quelli ai^± djA"r^" *'

* •>&

1 1 ii 1 71 • i- /»> Quelle il erapiù remoti ; ma ilgrado di doueil mobile piglia a muouerji e ^Q ^- cartgt|quello della fomma tardità , cioè della quiete . Hora—> infinita

.

quejìa acceltrazion di moto nonfifaràfe non quando il mo- Mobile non fi

bile nel muouersi acquifta,ne altro e Vacquifìofuo,fe no Xau- accelera le no

uicinarsi al luogo dtsiderato,cioe,doue Vinclinazion naturale \ v ic inicà allo tira; e là fi condurrà egliper la più breue, cioè, per linea—' termina

.

retta . Paffiamo dunque ragioneuolmente dire, che la natu-

ra,per conferire in vn mobile,prima cofìituito in quiete vnadeterminata velocità,Jiferua delfarlo muouerper alcu tem- ^atura per ift

pò, eper qualchefpazio di moto retto . Stante quejlo difcor- dur nel mobi

fo,figuriamoci bauer'Iddio creato il corpo, v. g. di Giòue, al le_-> qualche

quale babbia determinato di voler conferire vna-tal velocità, Sras

*», velcs

la quale egli poi debba conferuar perpetuamente vniforme ; j*^ °,-aJl^L

potremo co Platone dire, chegli dejf di muouerjidaprincipio retco t

di moto retto,& accelerato , e chepoi giunto a quel tal grado Velocità vni-

di velocità, conutriiffe ilfuo moto retto in circolare, del qua- forme conuie

lepei la velocità naturalmente conuien''effer' vniforme.ne moto ree

SA JR. lofento con gran gufio quejlo difcorfo, e maggiore credo,

chefarà doppi,che mi babbiate rimojfa vna dipcultà,la quale

tx che io non rtfio ben capace, come di necejjiià conuenga , che

vn mobile.partendojìdalla quiete,^ entrando in vn moto al

quale egli babbia inclinazion naturale,puffiper tutti igradi

Trala5meJe>

di tarditàprecedenti, chefono tra qualjiuogliafegnaiogrado ^q di velocitàdi velocitai e lo flato di quiete , li quali gradifono infiniti , fi mediano infi-

che non babbiapotuto la natura contribuire al corpo di Gio- niti gradi dì

ueflibito creato ilfuo moto circolare,con tak,e tanta velocità.velocità mmo

SALV. lo non ho detto, ne ardirei di direbbe alla naturala Dio j»jatura nonfuffe imponibile il conferir quella velocità , che voi dite imme- conferifce ini

alatamente , ma diro bene , che de facìo la natura non lofa ; mediatamen -

talché il farlo verrebbe ad effe/operazione fuora del corfo na- te vn d^rmi

aU,epé* mracolofa? 'Xftttbl

Sagr. <Adun- potrebbe

.

Page 30: massimi sistemi del mondo

14 Dialogo primoSAGR* ^Adunque voi credete

f che vnfaffopartendofi dalla quie-

te- te, & entrando nelfuo moto naturale ver/o il centro della-*

Terra-, paffiper tutti igradi di tardità inferiori a qualfiuo-

gliagrado di velocità i

SALV. Credolo,anzi nefonfìcuro,eficuro con tanta certezza,che

pojfo renderneJicuro voi ancora .

SAGR. Quando in tutto il ragionamento d'oggi io non guada-gnaci altro, che vna tal cognizione, me lo reputereiper vn—>gran capitale

.

SALV» Per quanto mi par di comprendere dal voftro ragionare,

granparte della voffra dijfìcultà confi(le in quel douerpaffa-re in vn tempo, & anco breuiffimo ,

per quelli infiniti gradi

di tarditàprecedenti a qualfifia velocità aquijìatatadal mo-bile in quel tal tempo: epero,prima , che venire ad altro , cer-

cherò di rimouerui queffo fcrupolo , che douerà ejjer ageuolIl flj°j? 1k P*r cofa, mentre io vi replico, che il mobilepajfaper i detti gradi

,

quiete paflk-»ma ilpajfaggio efattofenza dimorare in veruno; talché, non

per tutti i gra ricercando ilpajfaggiopiù di vnfolo inalante di tempo, e con-

dì di velocità tenendo qualfìuogliapiccol tempo infiniti infìanti , non ce nefenza dimora mancherannoper ajfegnare ilfuo a ciafeheduno de gl'infinitire in alcuno .

gradi di tardità3 efia il tempo quantofi voglia breue

.

SAGR. Sin qui refio capace; tuttauia mipargran coja , che quel-

la palla d'artiglieria ( che tal mifiguro ejfer' il mobile caden-

te ) chepurft vedefendere con tantoprecipizio , che in man-to di dieci battute dipolso ,pajferà più di dugento braccia di

altezza;fifia nelfuo moto trottata congiunta cofipicciolgra-

do di velocità,cbe,fi hauejfe continuato di muouerficon quel-

lofenzapiù accelerar/i t non l'hauerebbepajfata in tutto vngiorno .

SALV. 'Ditepure in tutto vn'anno, ni in dieci , ne in mille,fi co-

me io m'ingegnerò diperfuaderui, & ancoforfèfenza voflra

contradizione ad alcune affaifemplici interrogazioni, ch'io,

vifarò . Però ditemi,fé voi hauete difficultà nejfuna in con-

cedere, che quellapalla,nellofendere vadiafempre aquijìan-dò maggior impeto, e velocità

.

SAGR. Sonodiquefioficuriffimo.

SALV. Efé io dirò, che l'impeto aquijlato in qualfiuoglia luogo

delfuo moto,fa tanto, che baflerebbe a ricondurla a quell'al-

tezza dondefipartì ,melo concedere/le ?

SAGR, C'incederziofenza cotradizione, tuttauolta,che la potejjè

applicar

Page 31: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. ifapplicarfenz'ejfer impedita tutto il fuo impeto in quellafola

operazione di ricondurfe medefima,b altro-eguale afe-, a quel-

la mede/ima altezza; comefarebbefé la Terreafujfeperforata II mobile gri

per il centro , e che lontano da ejfo cento, o mille braccia fila- ue fendendo

fciajfe cadérlapalla-, credojìcuramente, che ellapafferebbeol- J* lattante 3tre al centro,falendo altrettanto, quantofefe ; e cosimi mo- r jCondurfi ia

jìra l'ejperienra accadere d'vnpefopendente da vna corda , altrettanta al

che rimofo dalperpendicolo , che e ilfuo fiato di quiete , e la- tezza.t

fiatopoi in libertà, cala verf dettoperpendicolo, e lo trapaf

faper altrettantofpazio ; òfolamente tanto meno, quanto il

contrafto dell'aria, e della corda , ò di altri accidenti l'impedi-

fono . AIofframi l'ijìejfo l'^Acqua,chefendendoper vn sifo-

ne, rimonta altrettanto, quantofu lafuafcefa .

SALV. Voiperfettamente di/correte . Eperch'io so, che non ba-

uete dubbio in conceder, che lacquijio dell'impeto Jia median-

te Vallontanammo dal termine donde il mobilefiparte , e l'au-

uicinamento al centro,doue tende ilfuo moto , barete voi dif-

Jìcultà nel concedere, che due mobili eguali, ancorchéfenden-tiper diuerfe linee , fen^a veruno impedimento

,facciano ac-

quifio d'impeti eguali , tuttauolta,che l'auuicinamento al cen-

trofa eguale i

SAGR. Non intendo bene il quefìto .

SALV. Ali dichiarcr b meglio colfegname vnpoco difgura;per§noterò quejìali

nea <-A. B. pa- ^St-ralicia all'ori-

zonte,efopra il

punto B. driz-

zerò laperpen-

dicolare B.C. e

poi congiugne-

rò qrafìa incli-

nata C. A. In-

tendendo bora la linea Q.iA. ejfer'vn piano inclinato efqui-fllamenzepulito, e duro, [opra il qualefenda vna pallapev-fettammte rotonda , e di materia durijjìma , & vnafìmilv^fenderne liberamenteper laperpendicolare C.B. domandofévoi concederefte, che l impeto dellafendenteper il

]piano C.A.giunta

, che lafufle al termine lA.potelfe effere eguale all'im-peto acquiftato dall'altra nelpUtQ Bdoppo lafcefaper laper-pendicolare C.,3, Sagralo

Page 32: massimi sistemi del mondo

1 6 Dialogo primoSAGR. Io eredo rifolutamente di sì : perche in effetto amenduefi

Impeti fono jòno auuicinate al centro egualmente^ per quello, chepur ho-

bfli eiualmé- ra ^° conceduto gl'impeti lorofarebbero egualmente bafianti

te auuicinatifi a rieondur loro fìefie alla medefima altezza.

al centro. SALV. Ditemi hora quello, che voi credete , chefacejfe quella me-Sopra il mo- defimapallapofatafuipiano orizontale <A. B.

le fi mobUe^ SAGR. Starebbeferma,no hauedo effopiano veruna inclinazione.

ftà-fermo. SALV. Mafuipiano inclinato C.^A.fenderebbe , ma con motopiù lento, cheper laperpendicolare C.B.

SAGR. Sonofiatoper rifponder rifolutamente di sì , parendomipur necejfario , che ihnotoper la perpendicolare C. \B. debba

ejfer più veloce , che per l'inclinata C. <-A. tuttauia , JL~j

quejloe, comepotrà il cadenteper £inclinata,giunto alpunto^A. hauer tanto impeto , cioè talgrado di velocità

, quale , e_/

quanto il cadente per la perpendicolare haurà nelpunto BiqueHe dueproporzioni,par chefi contradicano

.

SALV. ^Adunque moltopia viparràfalfo ,fe io dirò , che afiolu-

Velocità Der' tamente le velocità de' cadentiper laperpendicolare,eper l'in-

il piauo indi clinatafiano eguali: epur quejìa eproporzione verijfìma ,finato eguale^ come vera è quefia ancora, che dice , che il cadentefi muouz_jalla velocità

,

pfò Velocemen- ^

moto per 1 a.^ > dicolare, eheper

perpendicol3 la inclinata.

re più veloce, $AG. Quelle al mioche perincli-

orecchio Tuonanata. J n .

no proporzio-

ni contraditto-

rie,<& alvo/ir'o -

ffSig. Simplicio? -"-

SIMP. Et a mepar l'iftejfo •

SALV. Credo, che voi mi burliate,fingendo di non capire quel

,

che voi intendete meglio di me {pero ditemi Sig. Simpl. quan-

do voi v'immaginate vn mobile efier più veloce a"vn altro,

che concetto vifigurate voi nella mente i

SIMP. Figuromi l'vnopajfar neliifieffo tempo maggiorefpazio

dell'altro; b veropafiarefpazio eguale, ma in minor tempo.

SALV. Benijìmo; eper mobili egualmente veloci , che concetto vi

figurate I

SIMP.. Figurami, chepajjtnofpazj eguali in tempi eguali.

%alu.Enon

Page 33: massimi sistemi del mondo

Del Galileo • 17SALV. E non altro concetto, che quefio i

SIMP. Quefio mi par , che fia la propria definizione de moti c-

guali .

SAGR. Aggiungiamoci pure quefialtra di più ; cioè chiamarji

ancora le velocità ejfer' eguali, quando gliJpazj pajfati han- Velocità dicono la medejìmaproporzione, chei tempi, ne'qualifonpajfati, fi eguali qua*

efarà definizionepili vniuerfle . do gli Ipazj

SALV. Cosi e,perche comprende gliJpazj eguali pajfati in tempi Pal^aa fon Fro.

eguali, egl'ineguali ancorapafsati in tempi inegualitàprò-£e°np°

n*tiai

porzionali a efsiJpazj.Ripigliate bora la medefimafigura, &applìcadoui il concetto,che vifigurate del motopiù veloce.di*

temiperche vipare, che la velocità del cadenteper C. 'B.fia-*

maggiore della velocità dellofcendenteper la C. A.

SIMP. Farmi,perche nel tempo, che'l cadentepajferà tutta la C.eB. lofcendentepajferà nella C. <A. vnaparte minor della—*

C. B.

SALV. Cosìfià; e cosìfi verifica , il mobile muouerfi più veloce*

menteper laperpendicolare, cheper Vinclinata . Con/iderate

oraje in quefta medefimafigurafipotefie in qualche modo verificarc l'altro concetto,e trouare , che i mobili fujfero egual*

mente veloci in amendue le linee C.A. C.B.

SIMP. Io non ci so veder coja tale , anzi pur mi par contradì*

zione algià detto .

SALV. E voi , che dite Sig. Sagr. Io non vorrei già infegnarut

quel, che voi medefimifapete , e quello di chepur bora mi ha*

uete arrecato la definizione .

SAGR. La defizione, che io ho addotta e fiata f che i mobilifipò

f

fan chiamare egualmente velocitandogliJpazjpajfati da—

*

loro hanno la medefima proporzione, che i tempi, ne qualigli

pafano:però a voler, che la definizione hauejfe luogo nelpre-

fente cafo, bifognerebbe , che il tempo della Jcefa per C. A. al

tempo della caduta per C.B.h&uejfe la mede/ima propor-

zione , che lafiefìa linea C.%A. alla C.B. ma ciò non so io in-

tender, chepojfa ejfere , tuttauolta che il motoper la C. lì.fiapiù veloce, cheper la C.A.

SALV. Epur Sforza, che voi Vintendiate. Ditemi vnpoco;quefiimoti nonji vann'eglino continuamente accelerando i

SAGR. Vannofi accelerando : mapia nella perpen dicolare , ch^>nell'inclinata.

SALV. Ma quefia accelerazione nellaperpendicolare e ella pero

B tale

Page 34: massimi sistemi del mondo

18 Dialogo primotalein comparazione di quella dell'inclinata , cheprefedueparti eguali in qualfìuoglia luogùdi effe linee,perpendicolare,

e inclinata, il moto nellaparte della perpendicolare Jia fem-prepiu veloce, che nellaparte dellinclinata »

SAGR* Signor no : anzi potrò io pigliare vno fpazio nell'inclina-

ta , nel quale la velocitàjìa maggiore affai , che in altrettanto

fpazio pref nellaperpendicolare , e quejìofarà-, fé lofpazio

nellaperpendicolarefaràprefo vicino al termine C, e nellin-

clinata, molto lontano ,

SALV. Vedete dunque, che laproposizione, che dice, il motoper la

perpendicolare epiù veloce , cheper linclinata,nonfiverificavniuerfalmente , fé non de i moti, che cominciano dalprimotermine, cioè dalla quiete ;fenza la qual condizione lapropo-

rzionefarebbe tanto difettofa, che anco lafua contradittoria

potrebbe ejfer vera; cioè, che il moto nell'inclinata, epiù velo-

ce, che nellaperpendicolare:perche e vero, che nell'inclinata—*

pojjiamo pigliare vno, fpazio pajfato dal mobile, in mancotempo, che altrettantofpazio pajfato nella perpendicolare

Hora,perche il moto nell'inclinata è in alcuni luoghipiù ve-

loce , & in altri meno , che nellaperpendicolare , \adunque in

alcuni luoghi dell'inclinata il tempo, del moto del mobile , al

tempo del moto del mobile,per alcuni luoghi dellaperpendico-

lare, haurà maggior proporzione che lo fpaziopajfato , allo

fpaziopaffato', & in altri luoghi laproporzione del tempo, al

tempofarà minore di quella dello fpazio, allofpazio . Come.

per efempiopartendoji due mobili dalla quiete , cioìdalpuntd

C.vno perlaperpe-

dicolare C..B. e l'ai- ^Ctro per linclinata—

»

C*A. nel tempo, che

nella perpendicolare

il mobile haurà paf-

fata.tutta la C E.lai

tro haurà paflata la

C.T. minore.Epero **%£- ^[ £

il tempoper C. T.aìtempo per C:B. (che gli è eguale) harà maggiorproporzione,chela linea T.C. alla C.B,eJ/endo , che la medefima alla mi-nore ha maggiorproporzione, che alla maggiore . Eper lop-

pùfiiOi quando nella Q%^4. prolungata quanto bifognaffe.,fi

prendejfe

Page 35: massimi sistemi del mondo

Del Galileo 7 19prendejfe vnaparte eguale alla C.B. mapajfata in tempopia

breue , il tempo nell'inclinata al tempo nella perpendicolare

barebbeproporzione minore, che lofpazio , allofpazio . Si—»

dunque nell'inclinata , e nellaperpendicolarepojfiamo inten-

derefpazj, e velocità tali , che leproporzioni tra efiifpazjfia-

noj e minori) € maggiori delleproporzioni de* tempi;pojjiamo

ben ragioneuolmente concedere , che vifieno ancofpazj per i

quali i tempi de i mouimenti ritengano la medejìma propor-

zione, cbcglifpazj

.

SAGR. Già mi[enfio leuato lo fcrvpolo maggiore , e comprendo

ejfer nonfilopofibile , ma dirò necejfario , quello , che mipa-

reua vn contraddittorio: ma nonperà intendoper ancora , che

<vno di quejìi cafipoj/ìbili, ò necefiarjfia queJlo,del quale hab*

biamo bifogno diprefente; sì che verofia , che il tempo della—*

fcefaper C.<-A. al tempo della caduta per C.B. habbia la me-

desimaproporzione,cbe la linea C.<A.alla C.B. ondee'fipof

fafenza contradizione dire , che le velocitàper la inclinata—*

C.A. eper laperpendicolare C. B.Jìeno eguali

.

SALV. Contentateuiper bora , ch'io v'habbia rimoffa l'increduli-

tà; ma la faenza afpettatela vn'altra volta, cioè quando ve-

drete le cofe dimojìrate dal nofiro accademico intorno a i moti

locali: doue trotterete dimofìrato , che nel tempo , che'l mobile

cade per tutta la C.B. Valtro fcendeper la C.^A.fino alpun-to T . nel quale cade laperpendicolare tirataui dal punto B*eper trottare doue il mede/imo cadente per la perpendicolare

fi trouerebbe , quando l'altro arriua alpunto *A. tirate da—»e/so <A. laperpendicolare/opra la C.^A.prolungando e/sa, e

la C.B.fino alconcorfi:e quellofarà ilpunto cercato. Intan-

to vedete , come e vero , che il moto per la C.B. epiù veloce ,

cheper l'inclinata C.kA. (ponendo il tei mine C'. perprincipio

de' moti , de' qualifacciamo comparazione ) perche la linea—*

C. B. e maggiore della C.T. e l'altra da C. fino al cuncorjò

dellaperpendicolare tirata da Afopa la C.A. e maggiore del-

la C.A. epero il motoper efsa epiù veloce, cheper la C.A. maquando noiparagoniamo il motofattoper tutta la C.A. noncon tutto'l moto fatto nel medefimo tempoper la perpendico-lareprolungata, ma eolfatto inparte del tempo per lafola—

*

parte C.B. non repugna, che il mobileper C. o4. cotinuandodi fendere oltre al T.pojfa in tal tempo arriuare in <A. che

qualproporzionefitroua tra le linee C.utf. CB. talefia tra)

B 2 effi

Page 36: massimi sistemi del mondo

2,0 Dialogo primoe^fi tempi . lìora ripigliando il nojìroprimopropofito, cht~>

era ài moftrare, come il mobile grane partendofi dalla quiete

pajfafcendendoper tutti igradi di tarditàprecedenti a qualfi-

uogliagrado di vdocità , eh . egli acquiììi , ripigliando la me-

dejìma figura ricordiamoci, cije eramo conuenuti, che il ca-

denteper laperpendicolare G.H. & il defeendenteper l'incli-

nata C. A. nei termini B.A.fitrouaJfro hauere acquijìati

egualigradi divelocità: horafeguitando più auanti. non cre-

do, che voi habbiate diffìcultà veruna, in concedere , che/opra

un'altropiano meno eleuatodi A.C. qual farebbe v.g. D.A.il moto del de/tendenteJàrebbe ancora più tardo, che nelpia-

no C. A. Talché, non e da dzibitarpunto r chejipojjano notar

giani tantopocoeleuatifopra l'orizonte A.\B. ehe'l mobile ,

cioè la, medefima patta in qualjìuoglia lunghijjìmo tempo ficondurrebbe al termine, A.giaccheper conduruifiper ilpiano

B,A.non hafia

tempo infinito: ^a£& il moto fifa,

femprepiù len-

to, quanto la~»

decliuità e mi-

nore .. infognadunque necefi

fariamente co-

fefiare poterfi

fopra il termi-

ne E. pigliare vnpunto tanto ad ejfo B. vicino , che tirando

da ejfo alpunto A. vnpiano , lapalla non lo pafiaffe ne anco

in vn'anno . Bifogna bora, che voifappiate,che limpetojcioì

ilgrado di velocità^he lapallafi troua hauere acqui/iato qua-do arriua alpunto A. e tale , che quando ella continuaff di

muouerft con. queflo medefimo grado vniformemente } cioè

fenza accelerar/i, o ritardar/i; in altrettanto tempor in quan-to e venutaper ilpiano. inclinato.

}pajferehbe vn.ojpazio lun-

go il doppio delpiano inclinato ; cioè (per efempio )fé lapal-

la haueflepajfato ilpiano. 'D.A. in vn bora r continuando di

muouerfivniformemente con quelgrado di velocità , che ella

fitroua hauere nelgiugnere al. termine A.pajferebbe in vn~~>

ora vnofpazio doppio della lunghezza D.A. eperchè (comedicemmo) igradi di velocità acqufiati,m i punti B.A.da ì

mobilù

Page 37: massimi sistemi del mondo

Del Galileo; ai

theJipartono da quaIfiuogliapunto prefo nella perpendico*

lare C.B. e chefendono, l'vno per ilpiano inclinatoci'altro

per e/laperpendicolarefonfempre eguali: adunque il cadente

per laperpendicolarepubpartirfi da vn termine tanto vicino

al B. che lgrado di velocità acqui/iato in B. nonfujfe baflan-

te ( conferuandofifempre l'ifiejfo) a condurre ti mobile per

vno fpazio doppio della lunghezza delpiano inclinato in vn'

anno, ne in dieci , ne in cento . Pojfiamo dunque conclude-

re , chefé e vero, chefecondo il corfo ordinario di natura vnmobile, rimo/fi tutti gl'impedimenti efierni , & accidentarif,

fi' muouafoprapiani inclinati con maggiore , e maggior tar-

dità,fecondo, che ìinclinazionefarà minore, sì chefinalmen-

te la tarditàfi conduca a efere infinita, che e quandofifinifetl'inclinazione, e s'arriua alpiano orizontale; efé è veropari-

mente,che algrado di velocità acquiftato in qualchepunto del

piano inclinato sia eguale quelgrado di velocità , chefitroua

hauereil cadeteper laperpendicolare nelpuntofegato da vnaparallela all'orizonte, chepajfaper quelpunto delpiano incli-

71ato,bifogna di necejfità confeffare , che il cadentepartendofi

dalla quiete,pafaper tuttigl'infinitigradi di tardità, e che in

confeguenza, per acquifiar'vn determinatogrado di velocità,

bifogna,cb'efi muouaiprimaper linea retta, defeendendoperbreue,o lungofpazio,fecondo,che la velocità da acquifiarfido-

urà e/fere minorerò maggiore,efecodo,chelpiano,jul qualefifcédefaràpoco,o molto inclinato; talchépuò darfivn piano co

fipoca inclinazione, che,per acquifìarui quel talgrado di ve-

locità,bifognaffeprima muouerfiper lunghifiimofpazio,& in

Itrngbijjìmo ttmpo;sì che ndpiano orizontale qualfifia velo-

cita non s'acquisterà naturalmente mai , auuenga, che il mo-bilegià mai vifi muouerà: ma, l moto per la linea orinzunta-

le ,cùe non e decime , ne eleuaja , e moto circolare intorno al Mote circola*

centro, adunque il moto circolare non s acquifera mai naiu- re ncni

ll° a®

talmente fenza il moto retto precedente ; ma bene acqzafiaio Ci aic niat

, • rJ r i- i

natia rr.tnteche e sijiaji continuerà egliperpetuamente con velocita vi.i- lcn?a ,j motoforme, lo potrei dichiararui, <& anco dimojh a? ui con altri reuo {recede

difeorfi, qutfìt medefimt verità , ma non voglio intet rimper ^ •

configran cl.grej/.oniilprincjpalnofiroragiOhùminto, e pi, Moto circolar

tolto ci ritornerò con altra occafione ; e ma/j, me , che Lciaji ìfì-^

G vnuor"

venuto in qi.efio propofito,non perftnuirjeneper vna dimo-

ftrazion muffarla, maper adornare vn concetto Platonico:

B 3 al

Page 38: massimi sistemi del mondo

Grandezze degliorbi,e velo

cica dei moti

dei Pianeti rif

poniono pro-porzioiutamé

te all'è Ter di-

Ite fi dal mede

z z Dialogo primoal quale voglio aggiugnere vr?altra particolare offeruaziont

pur del nojìro accademico , che ha del mirabile . figuriamocitra i decreti dd diurno architetto , ejferefiatopenfiero di crear

nel Mondo quefiiglobi , che noi veggiamo continuamentemuouerjì in giro, ir hauere fìabilito il centro delle lor conuer-

Jìoni , & in ejf> collocato il Sole immobile , £r bauer poifab-bricati tuttii dettighbì nel medefimo luogo , e di lì datali in-

clinazione di muouerjì , discendendo ver/o il centro , finche

acquijlajfero queigradi di velocità-, chepareua alla [medefima

mente diuina: li quali acquifiatifujfero volti in giro, ciafche-

duno nelfuo cerchio , mantenendo la già concepita velocità :

fi cerca in quale altezza , e lontananza dal Sole era il luogo

doueprimamentefurono effiglobi creati: efépuh ejfer 3 ch<L->

lacreazion di tuttifuffefiata nellifiejfo luogo . Perfar que-

Jla inuejì>gazìone,hijogna pigliare da ipiùperiti Afironomi-,

legrandezze de i cerchi, ne i qualii Pianetifi riuolgono, epa-

rimente i tempi delle loro reuoluzìoni : dalle quali due cogni-

zionifiraccoglie quanto v.g. il moto di Gioue è più velocedel moto di Saturno ; etrouato ( come in effetto e ) che Gioue

fimuoue pia velocemente, conuiene, chejendofipartiti dalla

medefima altezza, Giouefiafeefopiù, che Saturno ,ficomepurefappiamj ejfere veramente , ejfendo VQrbefuo inferiore

a quel di Saturno .. Ma venendopiu auanti , dalla propor-

zione, che hanno le due velocità di Gioue-, e di Saturno, e dal-

la difianza,che e tra gli Orbiloro,e dallaproporzione dell'ac-

celerazion del mota naturale >fipuò ritrouare in quanta al-

tezz%,e hntanaza dal centro delle lor reuoluzjonifujfe il luo-

go donde é>

fipartirono.Ritrouato,efiabilito quefiojì cercaféMartefendendo di làfino alfuo Orbe,fitroua,che lagran-dezza dell'Orbe, e la velocità del moto cóuengono con quello

,

che dal calcolo ci vien dato » & il fimilefifa della Terra , di

Venere, e di Mercurio, de i quali legrandezze de i cerchi , e le

velocità de i moti faccofiano tanto projjìmamente a quel , che

ne danno i computi, che è coja marauiglioja .

SAG R. Ho con e/Iremogufìofentito quejlopenfiero, efé non,ch'io

credoyche ilfar quei calcoliprecifamentefarebbe imprefa lun-

ga, e laboriofa, eforfè troppo difficile da ejfer comprefa da me-,

io ve ne vorreifare infìanza »

SALV- L'operazione e veramente lunga , e diffìcile , £? anco non

m ajjtcurereidi ritrouarla cast prontamente , ppro l<% riferbe-

vemo

Page 39: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

23remo ad vrìaltra volta; eper bora ritorneremo alnoBroprUrnopropn/ito, ripigliando li,di doue digredimmo , che ,fé beri

mi ricorda, eramofui determinare , cime il motoper linea-*

retta nonpub effer di zfo alcuno nelleparti del Alondo bene

ordi/late; efeguitauamo di direbbe no7i cgsì auuiene de imo-

tomenti circolari; de i quali quello, che efatto dal mobile infe

fiefib,già lo ritienfempre nel mede/imo luogo, e quello che co-

duce il mobile per la circonferenza d'vn cerchio intorno al

' fuo centrofiabile, ejìffo, non mette in difordine ne se, ne i cir- ., ... .

conuicini;imperoccb'è tal motoprimieramente efinito,e termi-ri1^ ••

e ter,

nato, anzi nonpurfinito, e terminatola non epuntoalcu- minati non di

no nella circonferenza, che nonfiaprimo, & vltimo termine fordinanole^

della circolazione ; e continuandoji nella circonferenza affé- Partl^ ^°"

gnatagli, laficia tutto il refio,dentro , efuori di quella , libero j*j^j moto c-

rper i bifogni d'altri,fenz'impedirgli, b difordinargligià mai . colare-» ogni

Quefio ejfendo vn mouimento , chefa, che il mobilefempre fi punto della-»

parte, efempre arriua al termine,puòprimieramente effofolo circonferézae

effere vniforme , imperocché l'accelerazione del motofi fa nel PnnclP10>e «~

mobile quando e'va verfo il termine,doue egli ha inclinazio- Moto circola

ne, & il riiardamento accadeper la repugnanza,cb'egli ha di re folo vnifor

partirfi, & allontanarsi dal medesimo termine, eperche nel me

.

moto circolare il mobilefempre siparte da termine naturale, e

fempre si muoue verfo il medesimo , adunque in lui la repu-

gnanza , e linclinazionefonfempre di egualiforze , dalla—*

quale egualità ne rifinita vna non ritardatale accelerata ve- Moto circola

locità, cioè Vvniformità del moto . Da quefia vniformità , e re può conti-

daWeffir terminato , nepub feguire la continuazion perpe- nuarfi perpe-

tua ccl reiterarfempre le circolazioni,la quale in vna linea—»tuameHte «

in terminata , & in vn moto continuamente ritardata ,b ac-

celerato non sipub naturalmente ritrouare; e dico naturai-M°to retton

._

mente, perche il moto retto, che si ritarda e il violento,che non menfe eflèr ppuò efierperpetuo,e l accelerato arriua neceffariamtnte al ter- petuo.

mine, fi vi e ;efé non vi e, non vi può ne anco eJfèrmoto }

pache la natura non muoue doue è imponibile ad arriuare .

Concludo per tanto ilfolo mouimento circolare poter i»atu- Moto retto af

ralmente conuenireai corpi naturali integranti l'vnimrfo, e fegnato a icor

:ituiti nell'ottima di[posizione;^ il retto al pia, che sipoffa Pinat i'iraljFei

"

a t? * j fi * r • J \ . j-n- ridurli all'or-aire ejlere ajsegnato dalla natura a ijuoi corpi , e parti diejfi ^- ne perfettoqualunque volta si ritrouaj]erofuori de' luoghi loro cofiitui- quando ne ria

te aipraua deposizione, epero bifiognofic di ridursiper lapiù no nmoffi

.

B 4 breue*

Page 40: massimi sistemi del mondo

La quiete fo-

la , e il motocircolare atti

alla coferua-zion dell'or*

dine.

Xe fenfateef-

perienze fide

ìxoao ancepor

re a i difcorfi

vniani.

Chi nega il se

fo,merita d'ef

ferne prillato.

II fenfo ma-lira i granì

muoueru al

«nero, e i leg-

gieri al con-cane.

1 grani defcl-

denti è dtib-j

biofe fi m -to-

nano di motorecto*

24. Dialogò primobreueallo flato naturale . Di qui mi par , che affai ragione-

uolmente sipoffa concluder^, cheper mantenimento dell'ordi-

ne perfetto tra le parti del Mondo bifogni dire , che le mobili

sieno mobilifolo circolarmente, efé alcune ve nefono, che cir-

colarmente non si muouano,quejie di neceffità sieno immo-

bili: non effendo altro ,fatuo , chela quiete , e'I moto circolare

atto alla conferuazione dell'ordine . Et io non poco mi ma-rauiglio, che Arijloiile, il qualepureJìimò , che lglobo terre-

Jirefuffe collocato nel centro del mondo , e che quiui immobil-

mente si rimaneffe , non diceffe , che de corpi naturali altri

erano mobiliper natura,& altri immobili;e mafjime hauen-

dogià definito la natura efierprincipio di moto, e di quiete,

SIMP. lArtJiotile, come quello,che non siprometteuadelfuo in-

gegno, ancorchéperfpicajfimo >più di quello , che si conuienet

JUmo nelfuojilofofare , chele fenfate efperienze sidouefsero-

anteporre a qualsiuoglia difcorfo , fabbricato da ingegno li-

mano, e di/se, che quelli, che hauefsero negato ilfenfo, merita-

uano di efser gafiigati , col leuargli quel talfenfo ; bora , chi è

quello così cieco, che non vegga leparti della Terra, e dell'Ac-

qua muouersi,comegraui, naturalmente all'ingià;cioìverfo

il centra dell'vniuerfò,aJsegnato dall'ijiefsa naturaperJìne,e

termine del moto retto deorso>e no vegga parhnete muouersi

UFuoco,e l'Aria all'insù rettamente verfo ilconcauo dell'Or-

be litnare,come a termine naturale del moto furfum/e veden-

dosi tanto manifejlamente quefìo ,&" efsendo noi sicuri, che}

cadem eli ratio totius,& partiurn, come nojideue egli dire

efserpropofìzion verar e manifefìa,che il mouimeto naturale

della Terra e il retto ad mediti,? del Fuoco il retto a medio.

SALV* In virtù di quefìo voflro difcorfo alpiù , alpiù , che voi

potefiepretenderebbe vifufse conceduto, è che,fi come lepar-

ti della Terra rimofse dal fuo tutto ,. cioè dal luogo doue effe

naturalmente dimorano , cioèfinalmente ridotte inpraua^

e difordinata di/posizione, tornano al luogo loro fponta-

neam'ente > epero naturalmente con mutamento retto , così

(conceduto , che eadem fìt ratio totius, & partium.) sipo-

trebbe inferire, che rimofsoper violenza il globi) terre/ire dal

luogo a/segnatogli dalia natura, egli vi intornerebbeper linea

retta . Quefìo,come ho detto e quanto alpiu vi sipotefse con-

cedere, fattaui ancora ogniforte d'ageuoìezza; ma chi volefse

fiusder con rigore quejiepartite,prima vi negherebbe, che le

parti

Page 41: massimi sistemi del mondo

Del Galileo." Mparti della Terra, nel ritornare alfuo tuttot

$ìmottefseroper

linea t etta, e nonper circolare, ò altra misia , e voifcurame-

te bau enfìe, che fare affai a dimq/ìrare il con trario , consta

apertam en te in ten derete nelle rifpofte alle ragioni,^7 zfperien-

zeparticolari addotte da Tolomeo , e da Arifictile . Seconda-

riamente, fé altri vidiceffe, che leparti della Tetrafimuouo-no,nonper andar'al centro d.el Mondo, maper andare a riwnirficol [no tutto , e cheper ciò hanno naturale incili, azione

verfo il centro delglobo terrejìre,per la quale inclinaziows

tonfpirano aformarlo, e emferuarlo, qual'altro tutto,e qual1

altro centro trcuerejìe voi al Mondo , al quale Unteròglobo Terra sferica

terreno , ejfendone rimojfo , cereaffé di ritornare , onde la ra- per la cofpira

gion del tuttofufffimile a quella dellepartii Aggiugnete,che z.

10" <!elle Pa*

ni Ariilotile, ne voi, proueretegià mai, che la Terra defaóio'

Jìa nel centro dell'vniuerfo; ma,féfipuò ajfegnare centro al- s ie più pro*

cuno all'vniuerfo , iroueremo in quello ejferpiù prejìo collo- babilmétenel

cato il Sole, come nelprogrejfo intenderete .centro dell'y-

Hora,ficome dal cofpirare concordemente tutte le parti della**"iuei

^»c^*8

Terra aformare ilfuo tutto, nefegue,che effe da tutte leparti

con eguale inclinazione vi concorrano, epervnirfialpiù,cht

fiapojjìbile infìeme , sfericamente vifiadattano ^perche nondoniamo noi crederebbe la Luna, il Solergli altri corpi mon»dani jjiano e(fi ancora difigura rotonda , nonper altro , che

per vn concorde inftinto , e concorfo naturale di tutte le loro

parti componenti? delle quali ,fé tal'ora alcuna per qualche"Nattìtàffij In»

violenzafujfe dalfuo tutto feparata , non e egli ragioneuole clonazione del

// credere, chefpontaneamente , eper naturale infinto ella vi *| Partl, .

tu£

ritornerebbe f & in quefio modo concludere , che'l moto retto "J

| andare acompeta egualmente a tutti i corpi mondani l

j jor centri»

SIMP. E'non e dubbio alcuno,cbe come voi volete negarenonfo-llmente iprinapj nellefeienze, ma efperienze manifefìe, & i

fnfiftefji, voi non potretegià mai ejfer conuinto , ò rimojfo

da veruna oppinione concetta; & io pia lofio mi quieterò

,

(perche con tra negantes principia no eftdifpiuandnm)tbe perfuafo in virtù delle voflre ragioni . Eflandofu le có-

fe da voi pur bora pronunziate (già, che mettete in dubbio

infino nel moto de igrani fefia retto, ò no) come potete voi

mai ragioneuolmente negare, che leparti della Terra,cioe,che Moto retta di

le materiegrauiffìme dejcendano verfo il centro,con moto ret- l graui , com-

to,fe lafciate da vna altiffima Torre } le cuiparetefono dirti- ?le*° da *

*

en"

tifjime^

Page 42: massimi sistemi del mondo

±6 Dialogo primotìffìme, e fabbricate apiombo , effe gli vengono , per così direi

lambendo , epenocendo in terra in quel medejtmo punto cu*capello-, doue verrebbe a terminare ilpiombo , chependeffe davnofpago legato in alto miper l'appunto,ondefilafciò cadere

ilfaffo ì non e queflo argomentopiù , che euidente cotal [moto

ejfer retto , e verfo il centro ? Nelfecondo luogo voi reuocate

in dubbio, fé leparti della Terrafi muouanoper andar,come

afferma Ari/iotile , al centro del Mondo , qua/i che egli nonVioabbia concludentemente dimoflratoper i mouimenti con-

trarj,mentre in coiaigufa argomentaci mouimento de igra-

ni e contrario a quello de i leggieri , ma il moto dei leggierifivede effer dirittamente alVmsu, cioè verfo la circonferenza—*

del Mondo , adunque il molo deigraui è rettamente verfo il

centro del Mondo: & accade per accidens, che efìa verfo il

centro dellaTerratotele queflofi abbatte ad ejfcre vnito co

quello . Il cercarpoi quello 3 che faceffe vna parte delglobo

Lunare, b del Sole, quandofuffefeparata dalfuo tutto,è va-

nità;percheficerca quello, chefeguirebbe i'n confegueza d'vn3

impojfibile; attefo che, comepur dimofìra Arifìoiile i corpi ce-

lèfìifono impajfìbili, impeneirabilh infrangibili; sì che nonfipub dare il cafoie quandopure ej?deffè,e che lapartefeparata

ritornaffealfuo tutto , ella non vi tornerebbe comegraue, ò

leggiera, chepur il medefìmo Arifibotileprona , che i corpi cele-

fti nonfono negraui, ne leggieri

.

ui 3 ne *?SQe~ SALV. Quanto ragioneuolmente io dubiti ,fe igrauifi muouanoper linea retta, eperpendicolare, lofentirete , comepufora ho

detto, quando efaminero queflo argomento particolare. Circa

ilfecondopunto, io mi merauiglio , che voi habbiate bifogno ,

che3

1 Paralogifmo d'Ariflotile vi[fa/coperto , effendo per/L->

fieffo tanto manifeflo; e che voi non vi accorgiate , che Arifto-

filefuppone quello, che è in quiflione:pero notate

.

SIMP. Digrazia Sig. Salutatiparlate conpiù ri[petto d'Arifloti-

le .Et a chipotrete voiperfuadergià mai,ehe quello, che e (ia-

to ilprimo, vnico, & ammirabile efplicator dellaforma Silo-

gijlica, della dimoflrazione, degli Elenchi, de i modi di cono-

fere i Sofismi, i Paralogismi, '& infomma, di tutta la Logica,

equiuocaffepoifigrauemente infupporper noto-, quello , che

e in quiflione! Signori bifogna prima intenderlo perfetta-

mente , epoiprouarji a volerlo impugnare .

SAL V> 'Signor Simplicio noijiamo qui ira noi difeo rrendo fami-Uar-

Argomentod'Ariftot. per

prouar , che i

graia fi muo-uono per an-dare al centro

deH'vniuerfo.

I graui fi muonono al cen-

tro della Ter-ra per accidés

Cercar quel-

lo che fegui-

rebbe doppovn' imponibi-

le è vanità.

Corpi celelti

116 fon ne gra

Arifr.nonpuòequiuocare ef

fendo inuen-tor della Lo-gica

.

Page 43: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 2.7

Ilarmenteper ìnueBìgar qualche verità ;io notrharò maiper

malerbe voi mipalejiate i miei errali,e quando io non lauro

confeguita la mente d'AriJlotile.riprendettmipur liberamen-

te, che io ve ne baro buon grado . Concedetemi in tanto , che

io efponga le mie dijficultà,e ch'io rifponda ancora alcuna co-

fa a le voflre vltimeparole, dicenàoui, che la Lcg.ca coirne be-

nifimofapete, ì l'organo col qualejj lojofa ;n,afì cernepuò

effer, che vn'arteficefa eccellente mflbncare crgani,ma in-

dotto nelfaperglifonare, cosìpuò ejlr'vngran logico,mapo-

co e (perìo neljaperfifet tur della Logica;Ji come cifon molti ,

che fanno per loforno a mente tutta lapoetica-, efon poi in-

felici nel eompor quattro verjifolamète : altripojfeggono tut-

ti i precetti dd Vinci , e nonfaprdberpoi dipignere vnofgOrbello . Ilfonar l'Organo n on s'impara da quelli , che fannofar'Organi, ma da ctAgL safonai e: la Foefia s'impara dalla)

contmua lettura de' "Poeti : il dipignere s'apprende col conti-

nuo difegnare , e dipignere : il dimofirare dalla lettura de i

libripieni di dimojhazioni, che fono iMalematicifoli,e noni Logici . Ora tornando alpropqfto dico, che quello , che ve-

de CÀriftotile del moto de i corpi leggieri e ilpartirfì il Fuocoda qualun que luogo dellafuperjicie delglobo terrejlre,e dirit-

tamente dìfcojìarjene,falcndo in alto; e queflo e veramentemuouerfi verfo vna circonferenza, maggiore di quella della

Terra ; anzi il mide/imo Arijlotile lofa muouere al concaùo

della Luna; ma,che tal circonferenzafapoi quella del Mon-do, concentrica a quella ,fì che il muouerfi verfo quefla ,fia

vn muouerfianco verfo quella del Mondo; ciò nonfipuò af-

fermare,féprima nonfifuppone , che'l centro della 1 erra~->> ParaWfmodal quale noi vediamo difcoflarfìi leggieri afcendenti , fia il d'Anftoc. nelmedefìmo, che'l centro del Mondo,che è quanto dire, che'Iglò- prouar la Terho terreftrefia cofìituito nel centro dd Mondoiche epoi quel- ™ el^r nel ce

lo , di che noi dubitiamo , e che Ariflotile intende diprouare .tr0^ Mocto.

E queflo direte, che nonfia vn manifflo Paralogifmo l

SAGR. Queflo argomento d'ariflotile mi eraparfo anco per vn'altro ri/petto mancheuole, e non concludente, quando benefégli concedeffe , che quella circonferenza , alla qualefimuouerettamente il Fuoco ,fujfe quella , che racchiude il ^Mondo .

Imperocché, prefo dentro a vn cerchio nonfolamete il centro,

ma qualfiuoglia altropunto , ogni mobile , chepartendofi daquello cammmeràper linea retta , e verfo qualfiuoglia parte >

fenza

Page 44: massimi sistemi del mondo

Sciioprefi il

Paralogifmod'Ariftoc. per

vn'altro ver-

fon

J>rouafi piùjagioneuol-

mece dirli cheigraui tendo-

no a) cenerò

delia Terra ,

che a quel del

i'vnwerfo

.

à8 Dialogo primofenz'alcun dubbio andrà ver/o la circonferenza, e cotìnuatt»

do il moto vi arriuerà ancora;fi che ver'i/fimofarà il direbbeegli verfo la circonferenzafimuoua: ma non farà già vero

,

che quellOfCbeper le medefime lineefi moueffe con mouimentocontrario,vadia verfo il centro,fé no quado ilpUtoprefofujfefijìejfo centroj) chél motofujfefattoper quellafola linea,cae,

prodotta dalpunto affegnato fpajfa per lo centro . Talchi il

dire: il Fuoco mouendofi rettamente va verfo la circonferen-

za del Mondo, adunque leparti della Terra , le quali ,per le

medefime lineefi muouono di moto contrario, vanno verfo'l

eentro del Mondo, non conclude altrimenti ,fe nonfuppofloprima, che le linee del Fuocoprolungate ,paffinoper il centro

del Mondo; eperche di effe noi fappìamo certo , che lepaffanoperii centro delglobo terre/ire {effendo aperpendicolo JbpralaJuafuperficie, e non inclinate) adunqueper concludere bi-

fognafupporre,che il centroÀelìa Terra sia Viftejfo, che il cen-

tro del jAlondo, ò almeno, che leparti del Fuoco, e della Ter-

ra non afeendano, edefcendano,fe nonper vna lineafola,che

paffiper il centro del Mondo;il che epoifaljb, erepugna all'ef-

perienza,la qual ci moJìra,che leparti del Fuoco,nonper vnalineafola, maper le infinite,prodotte dal centro della Terra,

verfo tutte leparti del Mondo , afeendonofempreper linet->

perperdicolari alla fuperficie delglobo terrejlre

.

$AVL, Voi Signor Sagredo molto ingegnofamente conducete Ari-

Jlotile al medesimo incjnueniente, mojlrando Vequiuoco ma-nifejlo; ma aggiugnete vn altrafconueneuolezza . Noi veg-

giamo la Terra ejfere sferica, eperò siamo sicuri , che ella ha il

fuo centro : a quello veggiamo , che si muouono tutte lefuz^j

parti , che così e necejfario dire , mentre i mouimenii loro fontuttiperpendicolari allafuperficie terrejlre; intendiamo,come

mouendosi al centro della Terra, si muouono alfuo tutto, &allafua madre vniuerfale : e siamo poi tanto buoni,che ci vo-

gliam lafciarperfuadere , che Vinfinito loro naturale non e di

andar' verfo il centro della Terra,ma verfo quel\d'dVVniuer-

fo, il quale nonfappiamo doue sia, ni fé sia; e che quandopursia, non è altro, ctivnpuntoimaginario , £r vn nientefenzaveruna facultà . AWvltimo detto poi del Signor Simplicio

,

che il contendere,fé le parti del Sole , ò della Luna , ò di altro

corpo cele/le,feparate dalfuo tutto, ritornajfero naturalmen-

te, a quello,sia vna vanità,per ejfere il cafo impoJJibiìe,effendo

manifefto

Page 45: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

19manifefioper dimofìrazioni di Ariflotìle,che i corpi celeflìfo- , ^

no impaffibili, impenetrabili , impattiteli , à'c. iti/pondo ni-^j"* 1*®- 1

}

. una delle enndizioni ,per le quali Ariflotilefa difftrite t cor- £" ^ ^elefti

picekfli dagli Elementari, hauere altrafujfiflenza , che quel- difieriiccno:

la, cb'ei deduce dalla diuerjìtà de i moti naturali di quelli, e di da gli cJcmé-

quejìi; in modo , che negato , che il moto circolare flafclo de i c?"?v^ e^:corpi Celefliy ir affermato, ch'ei ccnuenga a tutti i corpi natii- ^«natiglirali mobili , bifogna per neceflaria conseguenza dire , ches ii ^ ^tiÀ»attributi digenerabile , o ingenerabile , alterabile , o inaltera-

bile ,partitelc,ò impartitele, à'c. egualmente t e comunemente

conuengano a tutti i corpi mondani, cioè tanto ai Cele/li ,

quanto a gli Elementari , o che malamente^ con errore hab-

bia Arifìotile dedotti dal moto circolare quelli , che ha afle-

gnati a i corpi CelefiL

SIMP. Queflo modo di fllofnfare tende alla fouuerjìon di tutta

lafdofojìa naturale, à al di/ordinare, e mettere in conquajfb

il Cielo, e la Terra, e tutto l'Vniuerfo; ma io credo, che ifon-damenti de i Peripatetici fien tali, che non cijìa da temerebbecon la rouina loroflpojfano conjìruire nuouefeienze.

SALV. Non vipigliategiàpenfìero del Cielo , ne della Terra, ne

temiate la lorfouuerfione, come ni anco dellajilofojìa, perche

quanto al Cielo in vano e , che voi temiate di quello , che voi

mede/imo reputate inalterabile , e imponìbile ; quanto alla—*

Terra, noi cerchiamo di nobilitarla, eperfezionarla > mentre

proccuriamo di farla Jimile a i corpi Celefli , e in certo modometterla quafiin Cielo , di doue i vojlri filofbfi l'hanno ban- T -, r r

dita. Lajìlojojiamedejima non può ,Je noti riceuer beneji- vnceuer*

zio dalle no/Ire difpute;perchefé i nojlripenjìerifaranno ve- accrefeiméto

ti, nuoui acquifliflfarannofatti;ftfalfl,col ributtargliynag» dalle difpute,

giormente verran o confermate leprime dottrine . Jriglìateui e ?ont?^z}°~

più tolìo penfiero di alcunifilofofij e vedete di aiutargli, efa-m l

flettergli; ctie quanto alla fcienzaflejfa , ella nonpuò ,fe non,

auanzaifì . E ritornando al noflro propojìto, producete li-

beramente quello y che vifouuiene per mantenimento della—*

fomma deferenza , che Ariflotilepone tra i corpi Celefìi, e la

parte Elementare, nelfar quelli ingenerabili , incorruttibili ,mailerabili, à'c. e quefla corruttibile, alterabile, à'c.

SIMp. io non veggoper ancora , che Anfìotile Jìa bifognofo di

flocco/fo, rflandj egli in piedesfaldo, eforte ; anzi non eflen-

doper ancora pureflato ajjalito j non che abbattuto da voi

E qual

Page 46: massimi sistemi del mondo

Dffcorfo d'Arift. per prò-

uarl 'incorrile

tibilicàdelcie

lo.

Generazione,C corruzione

è folamente-»

tra i contrarj

per Arili.

Al moto cir-

colare, niun'

altro moto ècontrario.

Cielo abita-

lo ,p gli Deiimmortali.

Immutabilitàdel cielo coni

prefa per il se

lo.

Prona , che il

moto circola-

re non ha conerario.

io Dialogo primoE qualfarà il voBrofchermo in quejloprimo ajfalto ? Scritte

xAriflotile. Quello,ehefigenerafifa da vn contrario in quaUchefubietto], eparimente ficorrompe in qualche fubietto , davn contrariojin vn contrario;fi che (notate bene) la corruz-zione , egenerazione non efé non ne i contrarj ; ma de i con-

trarj i mouimentifon contrarj ;fe dunque al corpo Celejle n&Jtpuò affegnar contrario , imperocché al moto circolare niun*altro mouimento e contrario , adunque benifiimo hafatto la

natura afare efente da i contrarjquello, che doueua ejfere in-

generabile , <& incorruttibile . Stabilito quejloprimo fonda-mento,fpeditamentefi eaua in confeguenza,ch'eifia inaugu-

mentabile , inalterabile , impajfibile , e finalmente eterno, &abitazioneproporzionata agli Dei immortali,conforme alla

opinione ancora di tutti gli huomini , che de gli Dei hannoconcetto . Confermapoi Vijlejfo ancorper ilftnfo ; auuenga,che in tutto il tempopaffato,fecondo le tradizioni, e memorie

nijjunacofafivedeejferfitrafmutata, nefecondo tutto Vvl-

timo Cielo, nefecondo alcunafua propria parte . Chepoi al

moto circolare niuno altrofia contrario, loproua AriJlotil<Lj>

in molte maniere; mafenza replicarle tutte ajfai apertamente

rejla dimojlrato , mentre , che i motifemplìci non fono altri »

che tre, al mezo, dal mezo, e intorno al mezo, de i quali i duaretti furfum , & deoriiim/ò#o manifijlamenté contrarj , e

perchè vnfoto ha vn foloper contrario , adunque non reffa

altro mouimento , chepojfa effer contrario al circolare . Ecco-

ni il difeorfo di Arijlotìle argutijfimo, e concludentiffìmo, per

il qualefiproua l'incorruttibilità del Cielo .

SALV. Quejlo non* niente di più , che il puro progrejfo d'Ari-

Jlotile,già da me accennato, nel quale tuttauolta, che io vi ne-

ghi , che il moto , che voi attribuite a i corpi Celefìi, non con-

-tenga ancora alla Terra, lafua illazione refìa nulla . Dicoui

per tanto , [che quel moto circolare , che voi ajfegnate a i corpi

Celefii, eonuiene ancora alla Terra: dal che,poJlo, che il refio

del vojlro difeorfofia concludente ,feguirà vna di qucjle tre

cofe; comepocofàfiè detto, & or vi replico, cioè, ò che la Tèr-

rafia ejfa ancora ingenerabile , e incorruttibile , come i corpi

Cele/li, ò che i corpi Celeflifieno , come gli Elementarigene-

rabili, alterabili, &c. ò che quefia differenza di moti non hab-

bia, chefar con lagenerazione , e corruzione . Il difeorfo di

vArtfiatile f e vojlro contiene moltepropofizioni da non effer

di

Page 47: massimi sistemi del mondo

Del Galilea £|Hi leggiero ammejfe, eperpoterlo meglio e/ammare >Jàrd bene

ridurlo più al netto, fa' al dijìinto , ebefia pofiìbile ; efcufimt

il Sig. Sagredo , féforfè con qualche tedio fente replicarpiù,

volte le medefime cofe, e faccia conto difentir ripigliargli ar-

gomenti nei publici circoli de i dìfputanti . Voi dite la gene-

razione) e corruzione nonfifa,fé non doue fono i contrari

,

i contrarj nonfono,fé non tra i corpifimplici naturali, mo-

bili di mouimenti contrari; mouimenti contrarifonofolamj-

te quelli , chefifAnnoper linee rette tra termini contrari , e^quejìi fono folamente dua , cioè dal mezo , & al mezo ; e tali

mouimenti nonfono di altri corpi naturali , che della Terrat

del Fuoco, e degli altri due Elementi; adunque lagenerazio-

ne , e corruzione non è fé non tra gli Elementi . Eperche il

terzo mouimentofemplice y cioè il circolare intorno al mezo >

non ha contrario (perche contrarifono gli altri.dua ,e vn—

»

folo ha vnfolo per contrario ) però quel corpo naturale , al

quale tal moto compete , manca di contrario , e non hauendocontrario, rejìa ingenerabile, e incorruttibile, &c.perchè do-

tte non è contrarietà, non ègenerazione , ne corruzione, &c.ma tal moto competefolamente a i corpi Cele/li: adunquefoliquejìifono ingenerabili, incorruttibili, &PV.. Eprima a mejìrapprefenta affai più ageuol cofa il poterjìafjìcurare ,fe la—>

Terra corpo vajìifjìmo , eper vicinità a. noi trattabili/fimofimucua di vn mouimento majfimo ,

qual farebbe per bora il Più facile è

riuolgerfi infefiejfa in ventiquattro ore, che non è l'intende- accorgerli fé

re, à" ajficurarfi ,fé lagenerazione , e corruzione fifacciano muoua^chefeda i contrari; anzipure fé la corruzione, e lagenerazione,^1

ja corruzione

i contrarifieno in natura . Efé voi Sig. Simplicio mifapefìe fi faccia da i

ajfegnare qualfia il modo di operare della natura , nelgene- contrarj.

rare in breuijfìmo tempo , centomila mofcioni da vn poco di

fumo di mofìo, mofirandomi qualifieno quiui i contrarj,qual

cofafi corrompa, e come, io vi reputerei ancorapia di quello,

eh'iofo;perche io nejfuna dì quejie cofe comprendo . In oltre

barei molto caro d'intendere, come , e perchè quejìi contrari

corruttiuifieno così benigni verfo le cornacchie, e cosi fieri

verfo i colombi , così tolleranti verfo i cerni, & impazienticontro a i caualli, che a quelli concedanopiù anni di vita,cioè

d'incorruttibilità , cbefittimane a quejìi . / Pefebi ,gli Vliui

hanno pur radice ne ì medefimi terreni , fono efpofii a i mt-defimifreddi) a i medefimicaldi, alle medefimepwggie, e ven~

thù;*

Page 48: massimi sistemi del mondo

3 % Dialogo primoti, Ò* infomma alle medefime contrarietà,epur quelli vengo»no deflrutti inbreue tempo , e quefli viuono m die centinaia

d'anni .eDipià, io nonfon mairejlato ben capace di quefìa

tra/mutazionefufìanziale ( reHandofempre dentro a i puritermini naturali) per la quale v?ia materia venga talmente

trasformatalefideuaper necefjità dire quella tffèr/idtl tut-

to deflrutta,fi che nulla delfuoprimo ejfere vi rimanga , c->

eh'vn'altro corpo dìuerjìffimo da quella,fé nefiaprodotto;^il rapprefentarmifivn corpofotta vn aJpetto,e di li apocofot-

Semplìce traf to vn'altro differente affai, non hoper imponìbile, chepoffa—*pofìziò di par feguìreper vnafemplìce trafpo/ìzione dipartifenza corrom-pi può rappre- pere, ògenerar nulla di nuouo : perchè dijimili Metamorfoft

re?,!?

r\r ,?Ì5: ne vediamo noi tutto il giorno . Si che tornou replicarui,che

lotto duierli . . .,

••'.£„, , , .-^

r n mafpecti. nome voi mi vorrete perjuader , che la Term non fi poffa—»

muouer circolarmenteper via di corruttibilità,egenerabilità,

bauerete , chefare affaipiù di me , che con argomenti ben pia.

difficili, ma non men concludenti, vijtrouerò .il contrario.

SAGR. Sign. Saluiatiperdonatemi,fé io interrompo il voflro ra-

gionamentoftl quale,ficome mi diletta affai,perche io ancora

mi trouo inuolto nelle medefime dijffcultà, così dubito , chefaimpojjibile ilpoterne venire a, capo ,/ènza deporre in tutto , e

per tutto la no/iraprincipal materia ;però quandofipoteffLstirare auanti ilprimo difeorfo , giudicherei , chefuffe bene ri-

mettere ad vn altrofeparato , & intero ragionamento quejia

quijlione dellagenerazione,e corruzione^fi come anco,quan-

do ciòpiaccia a voi, & al Sign. Simplicio,fipotràfare di altre

quiflioniparticolari , che il corfo de'ragionamenti ci porgeffe

auanti; delle quali io terra memoria aparte, perproporle vn*

altrogiorno,e minutamente efaminarle . Hor quanto alla—*

prefente,già che voi dite, che negato ad Aristotile , che il moto

circolare nonfìa della Terra,come degli altri corpi Cekfti, ne

feguìrà, che quello , che accade della Terra , circa ìeffèr gene-

rabile, alterabile , ifXc.fìa ancora del Cielo , laffiamofarfé la

generazione, e corruzione sieno, o non sieno in naturale tor-

niamo a veder d'inuejiigare,quelchefaccia ilglobo terrefìre .

SIMP. Io non pòfo accomodar l'orecchie,a fentir mettere in—*

dubbio,fé lagenerazione, e corruzione sieno in natura^ffen-

do vna cofa , che noi continuamente hauiamo innanzi a gli

occhj , e della quale Arijìotile hafritto due libri interi . Maquando si babbiano a negare iprincipi/ nelle fcienjze , e met-

tere

Page 49: massimi sistemi del mondo

Del Galileo T 33fere in dubbio le cofe manifejlijfime , chi non sa, che Jìpotrà

prouare, quel che altri vuole,e'foRener qualfiuogliaparadof- Neganclorf i

Jb l E fé voi non vedete tutto ti giorno generarfi, e corrom- Pn^c.iP^

=

liei *

ferfi erbe, piante, animali, che altra co/a vedete voi* come no pu^

fofienere

vedeteperpetuamente giojirarjtin contro le contrarietà , e la qUal fi voglia

Terra mutarjiin Acqua, l'Acqua conuertirjìin Aria-, VAria paradello

.

in Fuoco, e di ìiuouq l'Aria condenfarjiin nuuole,inpiogge ,

grandini, e tempelìe /

$AGR. Anzi veggiamopur tutte quejle cofe , eperò vogliamo co-

cederui il dtjcorfo d' Arijlotile, quanto a quejlaparte dellage-

nerazione , e corruzionefatta da i contrarj ; mafé io vi con-

cluderò in virtù delle medejìme proporzioni concedute ad<

Arifiotile, chei corpi Celeftijleno effìancora-, non meno , che

gli Elementari generabili, e corruttibili , che cofa direte voi (

SIMP. Diro,che voi habbiatefatto quello^che e impojjìbi le afar/i.

SAGR. Ditemi vnpoco Sign. Simplicio, nonfono quejle affezio-

ni contrarie tra di loro i

SIMP. Quali!

SAGR. Eccouele . Alterabile, inalterabile , pajfìbile , impajpbilepgenerabile, ingenerabile, corruttibile, incorruttibile /

SIMP. Sono contrarissime

.

SAGR. Come quejloJìa, efìa vero ancora, chei corpi Celejlifieno

ingeneragli, e incorruttibi, io viprono , che di necejjità bifo-

gna, cheitorpi Cele/liJìen generabili, e corruttibili

SIMP. Quejlo nonpotrà effer'altro, che vn Sojjìsma

.

SAGR. Sentite l'argomento, epoi nominatelo, efoluetelo. I cor- . upi CeleRiyperchifono ingeneratoli , <& incorruttibili , hanno

:ge J?aSf- ein natura dei contrarj, chefono i corpi generabili, ecorrutti- xrorrutib. per~

. bili ; ma doue è contrarietà , quiui egenerazione , e corruzio- che fonoinge

ne, adunque itorpi Celejlifon generabili, e corruttibili. nerabili, e in-

SIMP. Non vi difsio, che nonpoteua eJfer'altro,ch'vn SoffismaìcorrLlttlblil •

Quejlo e vn di quelliargomenti cornuti, cheji chiamano So-

rtii: come quello del Candiotto,chedmua,che tutti i Candiot-Al'gurn

^nco

ti erano bugiardi,pero ejfendo egli Candiotto veniuaadir la altrimenti Sobugia, mentre diceua,cbe i Candiotti erano bugiardi;bifovna rite .

adunque, che i Can diottifujfero veridici,^ in conJcgmjnzaf

ejfo, come Candiotto veniua ad effer verìdico; eperò, nel dir,

chei Candiotti erano bugiardi, diceua il vero yc comprenden-dofe}-come Candiotto, bifgnaua, che efujfi, bugiardo. E così

in quefla forte di Sojjìsmi ,fi durerebbe va eterno arigirarjl

fenza concluder mai niente , C Sagr. Voi

Page 50: massimi sistemi del mondo

|4 Dialogo primoSAGR. Voifin qui Vbauete nominato, rejla bora,che lofcìoglìatt,

mq/irando lafallacia .

SIMP. Quanto alfoluerlo, e moHrarlafua fallacia , non vedete

voiprima la contradizion manifejìa i I corpi Celefifono in"

Tra i corpi generabili, e incorruttibili , adunque i corpi Celejìifon gene-

« lefti non è rabili,e corruttibili?Epoi la contrarietà non e tra i corpi Ce-•n gmietà. lejii; ma e tragli Elementi, li quali hanno la contrarietà de ì

moti furfum,& deorfum; e della leggerezza, egrauità; mai Cieli , cbejìmuouono circolarmente , al qual moto murial-tro è contrario, mancano di contrarietà , eperofono incor-

ruttibili, &cSAGR. 'Piano Sign. Simplicio: quefta contrarietà ,per la qualz^

voi dite alcuni corpifempiici efter corruttibili , rified'ella nel-

liffejfo corpo , chefi corrompe , apure ba relazione ad vn'al-

tro i dicofé tvmidità,per efempio, per la quale ficorrompavnaparte di Terra, rifìede neirifiejfa Terra, opure in vn'al-

tro corpo, qualfarebbe VAria , ò l'Acqua . Io credopur , che

voi direte, cheficome i mouimenti in su ,e ingiù, e lagrauità,

I cStrari che e ^a ^g?erezzaJ c^ ^oifate iprimi contrari, nonpojfòn'ejfen

fon cauli di nelmcdfimofuggetto,cosìne ancol'vmido,elfecco, ilcaldo*

corruzione n6 rifreddo: bifogna dunque, che voi diciate, che quando il cor-j/k£§.cno nel pòfi corrompe, ciò auuengaper la qualità, chefi troua in vn'

che fi corroraaltro, contraria allafua propriaiperoperfar , che'l corpo Ce-

pC tlefìefia corruttibile, bafia , che in natura cifieno corpi , cht^

babbiano contrarietà al corpo Celefìe;e talifonogli Elementi»

fé e vero,che la corruttibilitàJia contraria altincorruttibilità*

SIMP. Non bafia quefio Sign. mio , Gli Elementifialterano , e

.'

_. Jt corrompono,perchéfi toccano, efi mefcolano tra di loro ,e

toccanoC€

ma cosìpojfono efercitare le lor contrarietà ; ma i corpi Celefiifo-

*on fon tocca noJeparati dagli Elementi , da i quali nonfon ne anco tocchi^

ti da gl'Eie- fé ben effi toccanogli Elementi . Bifogna,fé voi volete prò-

mzm1° $iar lagenerazione,e corruzione nei corpi Celejii,che voi mo-

firiate, che tra loto rifuggano le contrarietà .

SAGR. Ecco, ch'io ve le trouo tra di loro . Il primo fonte, dal

quale voi cauate le contrarietà degli Elementi,} la contrarie-

tà de' moti loro in su, e ingiù: adunque ìforza , che contrari

fienoparimente tra di loro queiprincipi/, da i quali dependo-

no tali mouimenti : eperché quello ì mobile in super la legge*

rezza, e quefio ingiùper lagrauità,} necejfario, che leggerezr

tAi egranitacene tra di loro contrarie ini menofìdeue ere*

Page 51: massimi sistemi del mondo

Del Galileo: |fdere, chefon contrarj quegli altriprincìpi) , chefon cagioni

,

the queslofagraue, e leggiero quello:maper voi medejimi la Grattiti, e ley

leggerezza,e lagrauità vengono in confeguenza della rarit à, f^eafo'^foae denfità, adunque contrariefaranno la denfità, eia rarità* le

qUaUcà cótr*-

quali condizioni tanto ampiamentefirìtrouano nei corpi Ce ne.

ie/ìi, che voifimate le Stelle non ejfer*altro, chepartipiù den-

fe del lor Cielo ; e quando ciòfa, bifogna , che la denfità delle

Stelle fuperi quafi d'infinito interuallo ,quella del refto del

Stelle f^P^Cielo: il che è manifefìo dall'ejfere il Cielofommamente traf-

ja fufl^nza del

parente, eie Stellefommamente opache , edalnonftrouare refto del cielo

lafsù altre qualità, che'lpiù, él meno denfi, ò raro, che della ianniuméw •

maggiore, e minor trafparenzapofano ejferprincipi) : Effen-

do dunque tali contrarietà irà i corpi Celejti , è necejlario , che

tjjiancorafengenerabili,e corruttibili, in quel medefìmo mo-do,cbefon tali i corpi Elementari^ vero,cbe no la contrarietà

fa caufa delia corruttibilità, &c.$IMP. Non e necejfario ni l'vn, ni l'altro,perche la densità , «_*»

rarità ne i corpi Celefti nonfon contrarie tra loro , come neicorpi Elementari ; imperocché no dependono dalleprime qua-

J>*nca

J* *\liti caldo, efreddo, chefono contrarie; ma dalla molta, opò- ceìeùidiaeri*ea materia in proporzione alla quantità: bora il molto, elpo- <ia quelle d«co diconofolamente vna opposizione relatiua,chee la minor, gì* Elementi*

the sia, e non ha, chefare con lagenerazione, e corruzione .Crera.

SrfGR. Talché a voler, che il dehfo , e'I raro , che tragli Elementi

deue ejfer cagione digrauità,e leggerezza, le qualipojfanejjep

taufe di moti contrarj furfum,& dcox(\im,dai quali depen-

danopoi le contrarietàper lagenerazione, e corruzione, nonbafla , che sieno di quei densi , e rari , chefitto la medesima^*quantità, o vogliam dir mole, contengono molta , ò poca ma-teria, ma e neceJfario,che e siano densi, e rari, merce delle pri-

me qualitàfreddo, e caldo, altramente non si farebbe niente ;

ma,/equefio e, ^Arifìotile ci ha ingannati, perchè doueua dir-

celo da principio , e lafciarefritto , chefin generabili , e cor- Ariftot.fi ino*

ruttibili quei corpiJempiici, chefon mobili di mouimentifirn-**ra

.

diminiit*

plici in su, e in giù, dependenti da leggerezza,egrauità,caufa-|e caiifedel'F-

teda rarità,e densità,fatta da molta,epoca materia, merce del eifer gli Eie-caldo,e delfreddo; e non sifermarefuifemplice moto furfum, menti genera-

le deorlum: perche io vi ajficuro , che quanto alfare i corpi b.|M».

e co^uc-

. graui,e leggieri,onde € sien poi mobili di mouimenti contrarj,tlt>lii*

qualsiuoglia densità, e rarità bafla , venga ellaper caldo , <l*>

C 2, freddo,

\

Page 52: massimi sistemi del mondo

3<£ Dialogo primofreddo , òper quel chepiù vipiace ; perche il caldo , él freddonon hanno, chefar niente in quejla operazione : e voi vedre-

te, che vnferro infocato, chepur sipuò chiamar caldo ,pefa il

medesimo, e si muoue nel medesimo modo , chefreddo . cMalafiiato ancor quejio; chefapete voi, che il denfo,e'l raro Cele-

He non dependano dalfreddo , e dal caldo i

SIMP. Solio,perche tali qualità nofono.tra i corpi Celejliyli qua,'

li nonfon caldi , n\freddi .

SALV. Io veggo,che noi torniamo di nuouo a ingolfarci in vnpe-lago in-finito da non ne vfcir mai,perche queflo e vn nauigar

fe?iza buffala,fenza Stellefenza remi,fenza timone;onde co-

zdenper neceffità, opaffare difoglio, infoglio , ò dare infic-co, ò nauigarfempreperperduti . Però,fi conforme al vofìro

consiglio noi vogliamo tendere auanti nella nojìra principal

materia, hifogna, che.lafciataper bora quefìageneral consi-

derazione,fi il moto retto sia neceffario in natura , e conuen-

ga ad alcuni corpi, venghiamoalJe dimojìrazioni,ofiferuazio*ni, & efperienzeparticolari :proponendoprima tutte quelle,

che da lAriflotile , da Tolomeo , e da altri fon!)*fiate sin quiaddotteperproua dellaJìabilità della. 'T^yva, cercando fecon-

dariamente difoluerle : e.portando in vltimo quelle,per 1<lj>

quali altripoffa refìàrperfuafo, chela Terra sianon men,cbe

la Luna , o altro Tianeta da connumerarsitrài corpi natu-

ralimobili circolarmente,- *

SAGR. Io tantopia volentieri mi atterrò a quejìo,quanto io reflo?

affaipiù fodisfatto del vofìro difiorfo architettonico , egene-

rale, che di quello d'iAriflotikjperche il voflrofinza intoppo

veruno mi quieta , e l'altro ad ognipaffo mi attrauerfaqual-

che inciampo; e nonfio, come il Sign. Simplicio non sia re/lata

fubitoperfuafo dalla ragione.arrecata da voiperproua, che ili

motoper linea retta nonpub hauer luogo in natura,tuttauol-

tachesifupponga , che leparti deWVniuerfo sieno difpqfte in

ottima coflituzione, eperfettamente ordinate\.

SALV. Fermate digrazia Sign. Sagredo, chepur'horamifouuie-

ne il modo dipoter dar fodisfazione anco al Sign. Simplicio,

tutiauolta però-, che e' non voglia refiar talmente legato ad

ogni detto dJ\Ariftoti le, che egli habbia perfacrilegio il difeofi

tarfineda alcuno .. E none dubbio , cheper mantener rotti-

ma difposizione , e lordineperfetto delleparti deWVniuerfo,.

• manto alla locaisituazione^ non ci e. altro, che il mouimentù,

circolare^

Page 53: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 37circolare t e la quiete, ma quanto al motoper lìnea retta, nonveggo, che poffàfruire ad altro , che al ridurre nella fua na-

turai coflituzione, qualche particella dì alcuno de' corpi inte-

grali, cheper qualche accidentefujfefiata rimofia , efeparata

dalfuo tutto, come di/òpra dicemmo . Consideriamo bora—*

tutto ilglobo terrefìre,e veggiamo quelchepuo effer dì lui,tut-

tauoltache, £T ejfo, egli altri corpi mondani si deuano confer-

mare nell'ottima, e naturai di/posizione . Egli e necejfario,di-

re , ò che egli refii , e si conferiti perpetuamente immobile nel

luogofuo,ò che refiandopurftmpre nellifiejfo luogo, si riuol-

ga m fefieffo , o che vadui intorno ad vn centro , mouendosi

per la circonferenza di vn cerchio . De i quali accidenti ,Ò*

<Arif}otUe, e Tolomeo, e tutti ilorfeguaci diconpure, che egli . .. -, .:

ha ojferuatofempre , & eper mantenere in eterno il primo , m"

co.'

otlp0nocioè vna perpetua quiete nel medesimo luogo . Hor, perche il globo 'terre

dunque in buon bora non si deuegli dire , cbefua naturala &« immobile

affezione e il refiare immobile , più tojlo , chefarfuo naturale

il moto all'ingiù , delqual moto egli già mai non fi e mojfo ,

ned'e per tnuouerfi[i e quanto al mouimento per lìnea retta Naturale de!

iafeifi, che la naturafé neferuaper ridur alfuo tutto lepar- globo terref-

tkelle della Terra, dell'Acquaceli Aria, e del tuoco,e di ogni tre (iei,e<|ir"

altro corpo integrale mondano , quando alcuna di loro ,per ™,j cce c y,c ^qualche cafo ,fene trouajfefeparata , epero in luogo difordi- moto retto ai-

nato trajpofia;fépure anco, perfar quefìa refìituzione, non l 'ingiù.

fi trouajfe, che qualche moto circolarefujfepiù accomodato „

Parmi, che quefìaprimaria pojizione rijponda molto meglio,

dico anco in via d'Ariflotìle mede/imo, a tutte le altre confe-

guenze, che l'attribuire, come intrinfoco , e naturaiprincipia

degli Elementi i mouimenti retti . 1 1 che è manifeflo ,peì eoe

$io domanderò alperipatetico,fé, tenendo egli, che i corpi Ce-

lejhfieno incorruttibili, & eterni, ei crede, che'lglobo terref

tre nonfia tale, ma corruttìbile, e mortale,fi che egli habbia a ^otl* retti eoa

venir tempo , che continuando fuo ejfere , efue operazioni tiaJfr jf^VaUe

Sole, e la Luna, e le altre Stellerà Terra nonfiritrouipiu al parti,che a ^li

Mondo, mafia con tutto il reiìo de gli Elementi defirutta , e metri Llenìe-

andata in niente, fonficuro, che egli rifponderà di no: adun- n »

que la corruzione, egenerazione e nelleparti,e non nel tutto,

e -nellepay ti ben mimme,efuperjìciali, le qualifon,come inse-

J.bdi in, cóparazion di tutta la mole; eperche Arifi. argumètala generazione, e corruzione dalla contrarietà de' mouimenti

C 3 retti,

Page 54: massimi sistemi del mondo

Peripatetici

iffegnano , co.

poca ragione;

per naturali

quei moti a

gli Elementi,

de' quali non,

fi muouó mai,.

t per preter-

naturali quel-

li de' quali fi;

xnuouoa fem-pre..

Efperienze sé

fate deuono atepori! ai dif-

ferii vmani..

38 Dialogo primoretti, lafcinjl tali mouimenti allegarti , chefolefi alterano , e

corrompono, & all'interoglobo > e sfera degli Elementi attri-

buifcajì, il moto, circolare , 'una perpetua confluenza nei

proprio luogo:, affezioni,chefolefono atte allaperpetuazione,

& al. mantenimento dell'ordineperfetto . QueJÌQ r chefidice

della Terra,può dirjìconjìmil ragion del Fuoco,e della mag-giorparte dell'Ariana ì quali ElementiJifon ridotti i Peripa-

tetici ad ajfegnareper loro intrinfeco3 e naturai moto,vno del

quale mai nonJìfono mojji, nefonoper muouerfi, e chiamar

fuor della natura loro quel mouimento , del qualefi muouo-no,fifon morti, efonper muouerjìperpetuamente: quejlo di-

co, perche afjegnano alVAria, & al Fuocojl moto all'insà,del

quale già maiji e mojfo alcuno dei detti Elementi , ma folo

qualche lor particella , e quejia non per altro x che per ridurfi

allaperfetta cojlituzione,metrefi trouauafuori del luogofuonaturale ^ Ò" all'incontro, chiamano a lor preternaturale il

moto, circolare, delquale incejfabilmentejimuouono ifcorda-

tifi in certo, modo di quella , chepiù volte ha detto %Arifiotiley

che nejfun violentopuò durar lungo tempo ..

SIMP. A tutte quefie cofe habbiamo noi le rifpofìe accomodatif

/ime, le quali per bora lafceSFÒ daparteper venire alle ragioni

piùparticolari,& efperienzefenfate , le qualifinalmente de-

uono anteporfi,come ben diceAriJlotile a quanto pojfa ejferci

fomminifìrato dall'humano difcorfo ..

SAG.R.. Seruanci dunque le. cofe dettefin quiper hauercìmejfo in

confìderazione qual de' due generali difcorfì habbìa più del

probabile , dico quello di Aristotileperperfuaderci la natura

de i corpifullunari ejfergenerabile, e corruttibile ,. &c..eperb

diuerftfjima dall'effenza de i corpi Celefli,per ejfer loro impaf-

Jibili , ingenerabili , incorruttibili f, &c. tirato dalla diuerjità

de i mouimentifemplici; bpur quefie del Sign. Salutati ,cbz^

fifppon.en.do leparti integrali delMondo efìere dijpojle in ot-

tima cojiituzione. efcludeper neceftaria confeguenza da i cor-

pifemplici naturali imouimenti retti , come di nìunovfo in

natura, e slima la Terra ejfer'effa ancora vnode. i corpi Ce-

le/li adornato di tutte leprerogative, che anquellÌconu:engono,

Il qual difcorfofin quìa me confuona ajfaipìu , che quell'al-

tro .. Sia dunque contmtoil Sign., Simplicio produr tutte le

particolari ragioni-, efperienze,& ojferuazioni tanto, natura-

Ux qumtQ agronomiche , per le quali altripojfa rejlar per-

fuafi.

Page 55: massimi sistemi del mondo

Del Gali/eo

.

3 9fuafo la Terra efier diuerfa da i corpi Celejìì, immobile, collo-

cata nel centro del Mondo,efe altro vi e, che l'efcluda dall'ef-

ferejfa ancora mobile, come vìi Pianeta,come Gioue,b la Lu-na y Ìjc. Et il Sign. Saluiatiperfua cortejia Jicontenterà di

rifpondere aparte, aparte .

SIMP. Eccoui per la prima due potentijjlme dimofirazioniper

proua, chela Terra e dijferentifitma da i corpi CelefiLPrima,

I corpi, che fonogenerabili , corruttibili ^alterabili , à'c.fon

diuerfifiimi da quelli , chefino ingenerabili , incorruttibili

,

inalterabili, &c. la Terra ìgenerabile , corruttibile , alterabi-

le, <£?c. e i corpi Celefii ingenerabili , incorruttibili , inaltera-

bili, &c. adunque la Terra e diuerfijpma da icorpi Celejli .

SAGR. Per ilprimo argomento voi riconducetein tauola,quelh9che ci efiato lutioggi, &apenafi e leuatopur* ora .

SIMP, Piano Signore,jentite il refio, e vedrete quanto e'fia dif-

ferente da quello: nell'altrofiproué la minore a priori,& bo-

ra vela voglioprouare à pofteriori;guardatefé quefio è efie-

re il medefimo:prouo dunquela minore {ejfendo la maggiore

tnanifefiifiìma ) lafenfata efperienza ci mofira,come in Ter'

rafifanno cótinuegenerazioni, corruzioni, alterazioni, &c. j. *,. . ,

delle quali neperfenfo nofiro, neper tradizioni, ò memoriti nuitabil^jfchede' nofiri antichi ,fe n'e veduta veruna in Cielo , adunque il non fi è vedu-

Gielo e inalterabile, face la Terra alterabile,&e.epero diuer- ta mutazione

fa dal Cielo , Ilfecondo argomento cauo io da vnprindoale, * e"° S,a ma,#

& efienziale accidente, <& e quefto . Quel corpo, che eperfuanatura ofeuro , epriuo di luce e diuerfo da i corpi luminqfi, e

rifplendenti, la Terra e tenebrofa, efenza luce ,& i corpi Ce- Corpi Incidi

lejii fpUndidi, epieni di luce, adunque,^e. rifpondafi a ^e- per^

ia,

tura

/liper nonfar troppo cumulo , epoi ne addurrò altri

.

j,rofì t

SALV. Quanto alprimo , laforza del quale voi cauate dall'efpe-

rienza , defidero , che voipiù di/Untamente mi produciate le

alterazioni, che voi vedetefarfi nella Terra, e non in Cielo ,

per le quali voi chiamate la Terra alterabile, £T il del) no.

SIMP- Veggo in Terra continuamente generarfi , e corromperfi

berbz, piante, animali,fufcitarfi venti, pioggie, tempefiepro-

celle, & infimma ejfer quefio a/petto della Terra in vnaper-petua Metamorfofi,niuna delle quali mutazionififorge ne*

corpi Celefii, la coflituzione,efigurazione de' quali epuntua-li/fimamente conforme a quelle di tutte le memorie , fenza cf-

feruifi generato cofa alcuna di nuouo , ne corrotto* delle an-tiche, C 4 Salu.Ma

Page 56: massimi sistemi del mondo

40 Dialogo primoSALV. Madorne voi vi habbiate a quietare su quefie vifihil'hòper

dir meglio 3 vedute efperienze , èforza , che voi reputiate la

China > e l'America ejfer corpi Celejii , percheficuramente in

efiìnon hauete vedute mai quefie alterazioni , che voi vedete

qui in Italia , e chepero quanto alla vofira apprenfione e'fie*

no inalterabili \

$IMP. Ancorché io non hahbia vedute quefie alterazionifenja-

tamente in quei luoghi-, ce nefonpero le relazionificurpoltre

che, cum eadem fit ratio totius > & partium , ejjendo quei

paefiparti della Terrai, come i nofiri , eforzai che e'fieno al*

terabili, come quefii *

SALV. Eperche non l hauete voi ,fenza ridurui a douer credere

all'altrui relazioni oJ/eruate,e vifie daper voi con i vofiri oc-

cbiproprj i

SIMP. Perche queipaefi, oltre al non ejfer'efpoBi agli occhi naftri,fon tanto remoti,che la vifia nqfira non potrebbe arriua'

re. a comprendercifimili mutazioni .

SALV. Hor vedete, come daper voi medefimo hauete castalmen-

tefeoperta lafallacia del voslro argomento ; imperocché,JL*voi dite , che le alterazioni , chefi veggono- in Terra apprejfb

di noi non lepotrefieper la troppa dfianzafeorgerfatte in—+

^America, molta meno lepotrefie vedere nella Luna , tariti

centinaia di voltepiù lontana', Efé voi credete le alterazione

Mefiteanea gli auuifi'venuti di la , quai rapporti vifon ve-

nuti dalla Luna afignificaruì,ehe in lei non vi e alterazione!

adunque dal non veder voi le alterazioni in Cielo,doue qua"

do vifujferanonpotrefie vederleper la troppa difianza,e dal

non ne bauer relazione, mentre, chehauer nonfipojfa, nonpotete arguir, che elle non vifieno, come dal vederle, e inten-

derle in Terra bene arguite, che le cifono .

SIMP. Io vi trouerò delle mutazionifeguite in Terra cosìgran*di; chefedi tali,fé nefacejfero nella Luna , benijjìmo potreb-

bero ejfer ojferuatedi quagiù . Noi hauiamo per antichijjì-

Mediterraneo me memorie, chegià allofiretto di Gibilterra, Abile, e Calpishttp per la di erano continuati infieme, con altre minorimontamele quali

Wl10

" Calpeteneuano l'Oceano rifpinto ; ma ejfendofi, qualfe nefujfe lai

3" caujàjfeparati i detti monti, & aperto Vadito all'acque maru

ne,, quefiefeorfero talmente in dentro,kbe neformarono tutto

il Mare Mediterraneo : del quale ,fe noi confedereremo la-*

grandezza9

e la diuerfiti detfaffretto 5 che deuon fare tra de

kro

Page 57: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 4*loro la fuperficie dell' Acqua , e quella della T'erta , vedute dì

lontano^ non ba dubbio , che vna tale mutazione poteua be-

ni/fimo ejfer comprefa da chifufie fiato nella Luna,fi com<L*>

da noi abitatori della Terra fimili alterazioni dourebbero

fcorgerjìnella Luna ; ma non ci è memoria , che maififia ve-

duta co/a tale, adunque non ci rejìa attacco dapoter dire , cbe

alcuno de i corpi Celefìifia alterabile, &c.SALV. Cbe mutazioni così vaflefienofeguite nella Luna , io non

ardirei di dirlo, ma nonfono ancoficuro , cbe non ve nepof-

fano ejferfeguite; e perche vnafimil mutazionenonpotrebberapprefentarci altro , cbe qualche variazione tra le parti piùchiare, e lepiù ofcure di ejfa Luna, io non so, cbe cifienofiatiin Terra Selinografi curiofi, cheper lunghifima ferie dianni

ti habbiano tenutiprouuijli di Selinografie così efatte, che ci

pojfano renderficuri nijfuna tal mutazione ejfer già maife-

guita nellafaccia della Luna; dellafigurazione della quale

,

non trouopiù minuta defcrizione, che il dire alcuno, chela—*

rapprefenta vn volto vmano, altri , cbe l'efimile a vn ceffo di

Leone, & altri, cbe le Caino con vnfafcio dipruni injpalla:

adunque il dire il Cielo e inalterabile,perchi nella Luna, ò in

altro corpo CeleRc nonfi veggono le alterazioni , cbefifior-gonoin Terra, non haforza di concluder cofa alcuna

.

SAGR. Et a me refia non so che altrofcrupolo in quefioprimo ar-

gomento del Sign. Simplicio, il quale defidero, che mifia leua-

to :pero iogli domandole la Terra auanti Vinnondaziom—»Mediterranea eragenerabile, e corrutibile,òpur comincio al-

lora ad ejfer tale

.

SIMP. Erafenza dubbiogenerabile, e corruttibile ancora auan-ti, ma quellafu vna mutazione tanto vafia , cbe anche nella

Lunafifarebbepotuta ojferuare

.

SAGR. Ohfé la Terrafupure auanti tale alluuionegenerabile, e

corruttibile,perche nonpub ejfer tale la Lunaparimentefen-za vnafimile mutazione i perche e neceffario nella Luna~»quello, cbe non importaua nulla nella Terra ì

SALV. Argutijpma infìanza . Ma io vo dubitando, cbe il Sign»

Simplicio alteri vn poco Vintelligenza de i tefii dIArifiotile , e

degli altriperipatetici , li quali dicano di tenere il Cielo inal-

terabile,perche in efio nonfi e vedutogenerare, ne corromper

mai alcuna Stella, cbeforfè e del Cieloparte minore, che vnaCitta della 7jrrafepuf mnumerabiU di quejìefifon defirut-

Page 58: massimi sistemi del mondo

E non menoimpofiìbile_->

corrompers'vria Stella, chetutto il globotenebre.

Ariftot.mute-

rebbe opinio-

ne vedendo le

nouità del noAro fecole

41 Dialogo primote in modo, che ne anco i vesligij ci fon rimaslì .

SAGR. lo certo (ìimaua altramente, e credeua, che il Sign. Simpl.

dijfimulajfe quefta efpofizione di tejlo, per non granare il

Jdaefiro, & ifuoicondifcepoli di vna nota ajjai più deformedellaltra <. E qual vanità e il dire,laparte Ctlejte è inaltera-

bile,perche in ejfa non fi generano , e corrompono Sitile icie

forfè akuno , ebehabbia veduto corrompirfivn globo terref-

tre,e rigeneracene vn'altroh non è egli riceuuto da tutti ifi-

losofi, cbepocbifiìme Stellejìeno in Cielo minori della Terrat

ma bene ajfaijfime molto ', e molto maggiori? il corrapersi du-

que vna Stella in Cielo non e minor cofa,cbedefìruggersi tut-

to ilglobo terreHre ; però quandoperpoter con verità intro-

dur nelTVniuerfo lagenerazione, e corruzione sia necefiario,

che si corrópano, e rigenerino corpi così vaili , come vna Stel-

la, toglietelopur via del tutto,perche viajficuro, che mai nonsi vedrà corrompere ilglobo terreHre ,0 altro corpo integrale

del Mondo : sì che, ejfendocisi vedutoper molti Jecoli decorsi,

ei si diffolua in maniera, che difé non lafci vefìigio alcuno .

SALV. Maper darfoprabbondantefoddisfazione al Sig.Simpl,

e torlo,Je epo/fibile, di errore,dico che noi hauiamo nel nolìro

fecolo, accidenti, & ojferuazioni nuoue , e tali , ch'io non du-bitopunto, chefé Aristotilefufiealietà nojlra, muterebbe op-

pimone; il che manifefìamente si raccoglie dalfuofìeffo mododijilofofare : imperocché, mentre eglifcriue di\Rimare i Cieli

inalterabili, &c. perche nijfuna cofa nuoua si e vedutagene-

raruisi , o diffoluersi delle vecchie , viene implicitamentea la-

feiarsi intendere , che quando egli haueffe veduto vno di tali

accidenti, hauerebbe filmato il contrario , dr antepojlo , comeconuiene, la fenfata efperienza al naturai difeorfo ; perche

quando è non haueffe volutofare Rima de'fenfi, no baureb-

be,almeno dal nonfi vederefenfatamente mutazione alcuna,

argumentata l'immutabilità .

$JMP. <AriJìotilefece ilprincipaljuofondamentofui difeorfo apriori, mofirando la necejfità dellinalterabilità del Cielo,per

ifuoiprincipi) naturali, manifejli , e chiari ,• e la medefima—*

flabili doppo àpofteriori,/er tifenfio , epter le tradizionidz^gli antichi .

SALV. Cotefio, che voi dite e il ^Metodo , tal quale egli baferitta

lafua dottrina, ma non credogià, che èjia quellotcolqual^»

egli la inueRigoiperche io tengoperfermo, eh'èpiroccurafficiprima

Page 59: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 45primaper via defenfi, dell'efperienze, e delle offeruazìom > dì

ajjìcurarfi quantofujfepojjìbile della conclufione,e che doppo

andajje ricercando ì mezi dapoterla dimoftrare ; perche così La certezza-»

fifaper Lopiù nellefaenze dimofiratiue ;e quefiaauuienzs, j!

e^a conclu-

percbe quando la conclusone e vera ,feruendofi del Metodorj; (:roliai

.

1

coi

refolutiuo ageuolmentefiincontra qualche proporzionegià Metodo refo-

dimofirata ,' ofiarriua a qualcheprincipioperfé noto : mafé lutino la di-*

la concltifionefiafalfafi puòprocedere in infinito,fenza in- moftrazione .

contrar mai verità alcuna conofciuta ;fégià altri non incon-

trajfealcurìimpojjìbile, o ajfurdo mamfejìo . E non habbiate

dubbio , che Pitagoragran tempo atlanti , che- e ritrouajfe la,

dimofirazione,per la qualefece l'Ecatumherfi era aJJìcurato> Pitagora fé*

ihél quadrato del lato oppojlo all'angolo retto nel triangolo ce l'Ecatùbe

rettangolo, era eguale a i quadrati degli altri due lati ; e la.~> Per Xnadimo

certezza della conclusone aiuta non poco al ritrouamento JS°? r!tr«*della dimojlrazione , intendendofempre nelle faenze demo- uata 4

Jlratiue . Mafuffe ilprogrejjo di AriJìotile in qual/ìuogUa—*

modo,ficheildijcorfok^xìon,precedeffeilfenfoì. pofterio

Xì, oper Voppofito; affai ì che il mcdefimo ^AriBotile antepone

( comepiù volte s'è detto ) lefperienze fenfate a tutti i difcor-

Jì;oltre , cbequato a idifcorfiX priori giàfi e efaminato qua-

tafia laforza loro .Or tornando alla materia, dico , che 1<l~>

cofefcoperte ne i Cieli a i tempi nofìrifono ,, efono fiate tali ,,

the poffon dare interafoddisfazione a tutti ifilofofi;imperoc-

che , enei corpi particolari , e nell'vniuerfale efpanfione del

Cielofifon vifii,efiveggono tuttauiaaccidentiJìmili a. quel'

li, che tra di noi chiamiamo generazioni, e corruzioni , effon-

do, che da AJlronomi eccellentifonofiate ojferuate molte Co-metegenerate, e disfattelapartipia alte dellOrbe lunare , ol-

tre alle due Stelle nuoue dellanno 1 572. e del 1604* fenza Stelle nuoue

veruna contradizione altiffimefopra tutti i Pianeti;& ìyl-jaPPante 1 Cie

faccia dell'ifìejfo Solefi. veggono, merce delTelefcopio>•, prò- Macchie, chedurre, e dijfoluere materie denfe, Ò" ofcure ,,infemhianzi-> fi generano, e

moltoJìmili alle nugole intorno alla Terra,, e molte di quefie diffoluono ia

fono così vafie, chefuperano digran lunga,, nonfolo il Sino|

acGJa "ei ^°"

^Mediterraneo, ma tutta l'affrica, e l'CAfiaancora .. Hora Macchie So-quandt ^Arijìotile vedejfe quejle cofe,, che credete voi Signor iarj maggiori

Simplicio, eh'e' dicejfe, efacejìe i di tutta l'A-

&1MP. Io non so quello,, che sìfacejfe, nedicejfe Arìjlotile,eheera »$»& Affrica,

padrone dellefetenze^ ma so bene inparte quello, chefanno, e

dicono^

Page 60: massimi sistemi del mondo

Agronomicornanti dal-

i'Anuticone.

L'Antiticoneaccomoda le

oiTeruazioni

aftronomichea i fuoi dile-

gui.

44 Dialogo primodicono,e che eonuiene, chefacciano, e dicano ifuoifeguaeì,pepnon rimanerJv.. 'za guida,fenza/corta, e.fenza capo ndlafi-

lofifa . Quanto alle Comete nonfon eglino restati cohumtiquei moderni Astronomiche le voltuanofar Celesti dall'An-titicone, e conuinti con le loro medesime armi , dicoper via dì

'Paralajì, e di Calcoli rigirati in cento modi , concludendofi-nalmenteafauor dAristotile, che tuttefono Elementari i e-*

/piantato questo, che era quanto fondamento haueuano ife-guaci delle nouità, che altro più resta loroperfastenersi iti—*

piedi t

SALV. Conflemma Sign. Simplicio; cotesto moderno autore , che

cofa dice egli delle òtelle nuoue del 72, e del 604-. e delle mac-chiefilari ?perchè quanto alle Comete, io quant'a mepoca-*difflcultàfarei nelporlegeneratefitto, òfopra la Luna,nì hamaifattogranfondamentofopra la loquacità di Iicone , n è

finto repugnanza alcuna nelpoter credere , che la materia h'ro sia h lamentare, e che lepojjanofubhmarsi quantopiacelo-ro,fenza trouare oftacoli neWimpenetrabilità del Cielo / eri-

patetico, ilquale io stimopiù tenue,piu cedente , epiùfittile^*ajfai della nostra aria 5 e quanto a i calcoli delle taralaffì,pri-

ma il dubbio ,fe le Comete sianfoggette a taleaccidente, epoi

Vimonstanza delle ojferuazion ifopra le qualifinfatti 1 com-

puti, mi rendono egualmente fofpette queste opinioni, e quel-

le; e maffime, che mipare, che VlAntiticone taluoka accomodi

afuo modo, hmeitaperfallaci quelle ojferuazioni t che repu-

gnano alfuo difegno .

SIMP. Quanto alle Stelle nuoue V^Antìtìconefe ne sbriga benif-

simo injpuattroparole, dicendo , che tali moderne Stelle nuo-ue nonfonparti certe de i corpi Celesti, e che bifogna , che gli

auuerjàrjjfi voglionprouare lafsùefser'alterazione , egene-

razione , dimostrino mutazionifatte nelle Stelle deferitte già

tanto tempo, delle quali nijfuno dubita, che sieno cofe Celesti)

il che non pofonofar mai in veruna maniera: Circapoi alle

materie, che alcuni diconogenerarsi, e dijfiluersi infaccia dei

Sole, ei non nefa menzione alcuna; ond'io argomento, eh'e*

l'habèiaper vnafauola, òper illusioni del Cannocchiale , al

piùper ajfizionceUefatteper aria , & infirnma per ogni al-

tra cofa, cheper maiene Celesti .

SALV. C/VLavoi, Sign. Simplicio , che cofa vìfete immaginato dì

nfponden all'opposizione di queste macchie importune , ve-

nute

Page 61: massimi sistemi del mondo

Del Galileo.' 45mite a intorbidare il Cielo, epiù laperipateticafilofofia ! egU

eforza, che come intrepido difenfor di quella3vi habbiate tro-

ttato ripiego^foluzio'nc, della quale non douete defraudarci,

SIMP. lo ho mtefe diuerfe opinioni,intomo a quefio particolare.^

„ Chi dice , che lefono Sielle,che ne' loro proprj orbi , aguifa di

» Venere,e diMerc.fi'volgono intorno al Solere nelpaffarglifot- Q p ;n joni- ^„

„ tofi mojìrano a noi ofcure; eper ejfer moltiffìmefpefio accade, uerfe t c jj ca ]e

„ chepane di loro fiaggreghino infieme , e-che poififepar ino ; macchie fola-

10 altri le credono tfier 'vmpreffìo?iiper aria; altri illufioni de'cri- ri •

„ Halli; éT altri altre cojc; ma io inclino affai a credere,anzi te-

„ goperfirmo , che lefieno vn'aggregato di molti, evarjcorpi

„ opachi,quafi cafualmete concorrenti tra di loro, eperò veggia-

„ mofpeffi,che in vna macchiafipojfon numerare dieci,epiu di

„ tali corpicelli minuti, chefono difigure irregolari, e cifi rap-

„ presentano , comefiocchi di neue, b di lana, ò di mofche volan-

3, ti: varianofito tra di loro, è? horfi difgregano, ir borafi co-

,, gregano, e mafiìmame-niefiotto il Sole, intorno al quale, come

}) intorno afuo centrofi vanno mouendo . <SMa nonpero e di

„ necejfità dire, che lefigenerino, efi corrompanola che alcu-

„ ne voltefi occultano doppo il corpo del Sole, & altre voltis>

„ benché allontanate da quello,nonfiveggonoper la vicinanza

„ dellafmifurata luce del Sole: imperoccJje nell'Orbe eccentrico

„ del Sole vi e costituita vna quafi cipolla campofia dimoiti

„ grojfezze, vna dentro all'altra, ciafcheduna delle quali ejfin-

„ do tempefiata di alcune piccole macchiefi muouc ; e benché il

„ mouimento loro daprincipiofia parfo inconfiante, & irrego-

3) lare, nulla dimenofi dice efferfi vltimamente cffèruato,ch<L^

i} detro a tempi determinati ritornano le medefime macchieper

Vappunto . Queflo pare a me ilpiù. accomodato ripiego, chz~>

fin quififia ritrouaio per render ragione di cotale apparen-

za, ir infieme mantenere la incorruttibilità,^ ingenerabilità

del Cielo;e quando queflo non bafìajfi,non mancheranno in-

gegnipiù eleuati,che ne troueranno degli altri migliori.

SALV, Se queflo di chefi dijputafuffi qualchepunta di legge, o di.

altri flud) vmani, nei quali non e ne verità, nefalfità,fipo-

trebbe confidare ajfai nellafottigliezza dell'ingegno, e nella.-* -^ i , *• -

prontezza del dire , e nella maggior pratica ne glifinitori , e naturali è ine*

fperare, che quello,che eccede(fé in quefle co

fi,fu/fi'perfar'ap- ficace l'arte-v

parire,egiudicar la ragionfua fup.eriore;ma nellefcicnze na- oratoria

.

turali; le conclufioni delle qualifan yen, e necejfar.k. , ne vi

Page 62: massimi sistemi del mondo

Agométo3cheiKceffariamé-

tc prona le-»

macchie fola-

ri generarli, e

clinoluern" .

Dimoftrazio-ne concludetele macchie ef-

fer contigue—»

al corpo fola-

re

Moto delle-»

macchie ver-

fo la circonfe-

renza del So-le appanfce-*

cardo.

Figura delle

macchie ftret-

ta verfo lacir

conferéza del

duco folare, eperchè appa-cifeataie.

4<£ Dialogo primoha chefar nulla Varbitrio hamano, bifignaguardar/i dì non

Jìporre alla difefa delfalfo , perche mule Demofieni, e milkAristoteli remerebbero a piede contro ad ogni mediocre inge-

gno, che babbia hauto ventura di apprender/i al vero .c^trè

Sìgn. Simplicio toglieteuipurgiù dalpenJìero,e dallafperan-za, che voi hauete, chepojfano ejfr huomini tanto più dotti

,

eruditi, e verfati ne i libri, che nonfìamo noi altri , che al dif-

petto della natura fienopjrfar diuenir vero quello, càcèfal-

fo . E già, che tra tutte le opinioni , chefonofiate prodotti^*

fin qui intorno aUejfenza di quelle macchie filari, quefìa—»

efplicatapur'bora da voi vi par la vera , rejjta (Je queiìo e )

che raltre tutteJìenfal re,& io per liberarui ancora eia quejia^

chepure èfaljìjjima chimera , lafciando milialtre imptcàabi-

lità , che vifono , duefole efperienze vi arreco in contrario :

l'vna è, che molte di tali macchieJì veggono nafeere nel mezodel difeo filare f e molte parimente dijfoluerjì , efuanirepurlontane dalla circonferenza del Sole : argumento necefjario 9

che leJìgenerano, ejìdijfoluono ; cbefejenzagenerarji,e cor»

romper/ì, compariffero quiuiperfilo mouimento locale,tutte

Jì vedrebbero entrare , e vfeireper la efìrema circonferenza •

Laltra ojferuazione a quelli ì che nonfon co/situiti nell'imfi-

mogrado dignoranza diprojhettiua , dalla mutazione del"

rapparentiJìgure j e dall'apparente mutazion di velocità di

moto,Jìconclude necejfari&mente, che le macchiefon contigui

al corpofilare, e che toccando lafuafuperficie con ej/a , ufi»pra di ejfajìmuouono, e che in cerchi da quello remoti in ve*

run modo non Jì raggirano . Concludelo ti moto > che verfo

la circonferenza del difcofolare apparifee tardij/ìmo , e verfail mezopiù veloce; concludonlo leJìgure delle macchie,le qua-

li verfo la circonferenza appari/conoJìrettijJìrne in compara-

zione di quello , chejìmojtrano nelleparti dì mezo , e queiìo,

perchè nelleparti di mezoJìveggono in maejtà , e quali t//e-*

veramentefono, e verfo la circonfetenza,mediante lo sfuggi-

mento dellafuperficieglobofa,Jì mojlrano in iscorciotf l'vna,

e l'altra diminuzione diJìgura,e di moto', a chi diligentemen-

te l'hajapute ojferuare , e calculare , rifponde preejamented

quello y che apparir deue, quando le macchieJien contigzie al

Sole,e di/corda inefcufabilmente dal muouerjìin cerchi remo-

ti, benchéperpiccoli interualli, dal corpofilare; come dìjfufa-

mente èjlato dtmojìrato dall'amico nqjlro nelle lettere àtli<u*

macchie

Page 63: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 47macchiefilari al Sign. Marco Velferi. Baccoglìefìdalla me-

àefima mutazion ai figura, che niffuna ài effe e Stella, o altro Macchie fola.

il /*'' J&

• »" .r t '£ ri i~ ri nonionodiro/^o difgura sferica ; imperocché tra tutte lepgure ,Jola la ^„ura sfenca^sfera nonji vede mai in iscorciot

nìpub rapprejèntarsi mai,fé nia diftefe,co«

r.onperfettamente rotonda; e così quando alcuna delle mac- me falde ibi»

ehieparticolarifufse vn corpo rotordo.quali fifilmano ejfer li •

tutte le Stelle, della medefima rotondità fi mojlrertbbe tanto

nelmezo del dijcofilare, quanto verfo Veilrtmità: doue , che

lo/cornare tanto , e mo/it arfi cosìfittili verfo tale ejlremitàt

£ all'incontrofpaziofe,e larghe, verfo il mezo ci rendejicuri

quelle ejferfalde dipocaprofondità , b grojfizza, ri/petto alla

lunghezza, e larghezza loro . Chepoijisia ojferuato vltima-

vnente,che le maccoie doppofuoi determinatiperiodi ritornino

le medesimeper Vappunto , non lo crediate Sign. Simplicio , e

chi ve l'ha detto vi vuole ingannare ; e che ciò sia , guardate 9

che ei vi ha taciuto quelle, chefgenerano, e quelle , che si dif-

foluono nellafaccia del Sole lontano dalla circonferenza , ni

vi ha anco detto parola di quello feorciare , che e argomento

neceffario dell'ejfer contigue al Sole . Quello, che ci e del ritor-

no delle medesime macchie, non e altro, che quel,chepur si leg"

gè nellefipraddette lettere,cioe,che alcune di ejfepuo ejfer tal-

uolia , cnefìano di così lunga durata , che non 'fi disfacciano

per vnajòla conuerjìone storno al Sole , la quale Jifpedifce

in rmno di vn mefe .

IIMP. loper dire il vero non hofatto nefilunghe, né fidiligen-

ti oferuazioni , che mipojfano bajlare a ejfer ben padrone del

quodeft di quella materia , ma voglio in ogni modo farle , «

poiprouarmi io ancora , fé mifuccedejfe concordare quel che

etporge l'tfperienza, con quel, che ci dimojìra Ariflot.perche

chiara coja è, che due veri non sipojfon contrariare .

ZALV* Tuttauolta, che voi vogliate accordar quel che vimojìre-

r* ilfenfi, con lepiùfalde dottrine d'Arifl. non cihaueretn^ j)ci Cl*

ci pervnafatica al mondo, e che ciò sia vero, Arifi. non dicegli,che la gran lonta-

delle coje del Cielo , mediante la gran lontananza , nonfi ne nanza non fi

può molto refolutamente trattare i Può re*°liua-

S1M#. D^h apertamente. ^"aiSL$ALV. Il medesimo non affermagli,che quello, che Xefperìenza , e

ilfinfo a dtmoflra, si deue anteporread ogni dijcorfo,ancor-jj fenfQ pr^

the ne parefie affai benfondato i e quello non lo die'egli refi' naie al difcor»

lutamvtte, ejenzapunto titubare i fo per Ari*.'

Simp. 'Dicelo,

Page 64: massimi sistemi del mondo

4 8 Dialogo primoS1MP. Dicolo .

SALF. Adunque di queBe duepropofizioni, chefono ambedue»dottrina d'Arisi . quefl'afeconda, 'che dice, che bijogna ante-

Ciclo può dii porre ilfenfo al difeorfi, è dottrina moltopiùfirma,e rifilu*h alterabile.-» ta,cbe ì'altra,chefiima il Cielo inalterabile; eperopiù Arifio'

più conformeturcamente filofiferete , dicendo il Cielo è alterabile , pei etiè

ad Ariiìot. di XOÌl m^ mojìra ilfenfo, che fé direte il Cielo e inalxerabiU,per-

quella , nella thè cosìperfuadc il difeorfi ad Arijlotile . Aggiugnete, cbz^*quale fi fa i- noipojjìamo molto meglio di Arifiot. difeorrer delle cofe delna Lei a ile .

Cielo ,perche confettando e?li cotal cognizione elfer'a lui dif-

ce del Tele- paleper La lontananza da ijenji, viene a concedere, che quei'

fcòpio difeor lo, a chi ifenjlmeglio lopotefiero rapprefentare , con ficurezarer meglio ài maggiorepotrebbe intorno ad ejfojilofofare. H ora noi merce

feiir i

C° ^? ^ftop? ce lofiamfatto vicino trenta, e quaranta volte

più, che vicino non era ad Anfi.fi'chepojjìamojcorgere in—

*

efio cento cofe, che egli nonpotette vedere, e tra le altre quefie

mac;hie nel Sole, che alfolutamente ad efio furono inufibili ,

adunque del del) , e del Sol:più ficuramente pojjìamo noi

trattare che uirifioùle.

SAGR. Iofono nel cuore al Sign. Simpliciote veggo,chve

y

fifintemuouere affai dalla forza di quefiepur troppo concludenti

ragioni; ma dall'altra banda il vedereiagrande autorità, che

fi è acquifiata Arifiot. appreffo Vvniuerfale , il confiderai il

numero degli interpretifamofi , chefi fono affaticati per efi

plicare ifuoifinfi; il vedere altrefcienze, tanto vtili, e necefi

fariealpublicofondargran parte deUafiima,e reputazione»

lorofopra il credito d' Arifi. lo confonde,?,fpauenta affai\e meloparfentir dire.E a chifi ha da ricorrereper definire le nofitre controuerfie,ìe.uaio chefujfe difeggìo Arifi. quaValtro au-

jy . , torefiha dafeguitare nellefcuoky nelle accademie,nellifiud)l

•ne di Smipl. Qualfilofifo ha fritto tutte leparti della naturaijilojofia , e

tanto ordinatamente, fenza lafciar indietropur vnapartico-

lar conclufione?adunquefi deue defilar quellafabbrica,fotta

la qualefiricuoprono tanti viatori ifi deue dtfirugger quel-

l'Jdfilo, quel Pritaneo, doue tanto agiatamente fi ncouera-

notantijìudiofi, douefenza efporfi all'ingiurie dell'aria , col

filo riuoltarpoche cariefiacquijiano tutte le cognizioni della

natura? Si ha dafpiantar quelpropugnacolo, doue contro ad

ogni nimico ajfalto inficurezzafidimora f logli compatì]co

noumeno, che a quelSignore , che congran tempo , co-nfpefa

immen-

Page 65: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

4Pimmenfa, con ì'operai di cento ,\e cento artefici fabbricò nohi-

li/Jìmopalazzo, epoi lo veggaper ejferfiato malfondato mi-

nacciar rovina , e cheper non vedere con tanto cordoglio dis-

fatte le muraci tante vaghepitture adornateleadute le colon-

ne,fi/Ugni dellefuperbe logge, caduti ipalchi doraii,rorina-

tiglifiipith ifrontefpizì,e le cornici marmoree con tantafpe-

fa condotte,cerchi con catene,puntelli contraffort^barbacani,

efirgozzoni di riparare alla rouina .

£ALV, Eh non temagià USign. Simplicio dìfiniicadute ; io con

fua affai minorefpefa torreiad ajficurario del-danno ;non ci

spericolo , che vna moltitudinefigrande difilofofi accorti, t

fagacifi tafcifopraffare da vno, o dua,chefaccino vnpoco di Pii £bfìa Pe«Jlrepito ; anzi nonpure col voltargli contro lepunte d Ile lor ripacetica in-

penne, ma colfilofilenzio,gli metteranno in di/prezzo, e de- alterabile,

rifione apprejfi l'vniuerfale. VaniJJÌmo èilpenfierodichicre*

deJJe introdur nuoua filofofia col reprouar auejio , ò quello

autoreibifognaprima impararea rifer'ì ceruelli degli huomi-ni, e rendergli atti adijìmguere il vero dalfalfi: cofa chefiloDio la puòfare . M-ad'vn ragionamento in vny

altro, doue

Jìamo noi trafcorfììio nonfaprei ritornare infu la traccia-*

fenza lafiorUt della vojìra memoria

.

SIMP. Me ne ricordo io beni/fimo . Eramo intorno alle rìfpofie

dell'Antiticone all'obbiezioni cotro aliimmutabilità, del Cie-

lo,trà le quali voi inferifle quefia delle macchiefilari non toc-

cata da lui , e credo, che voi volefie conjiderar lafua rijpofia

aWinflanza delle Stelle nuoue ,

SALV. fior mifouuiene il rejiante; efeguitando la materia,par»mi, che nella rifpoHa dell'Antiticonefieno alcune cofe degnedi riprenjione . Eprima ;fe le due Stelle nuoue, le quali e' nopuòfar di manco di nonpor nelleparti altiffime del Cielo , e

chefurono dilunga durata, efinalmente fuanirono, non gli

dannofa/lidio nel mantener l'ine 'terabilità del Cielo,per noejfer loro parti certe di quello, ne mutazionifatte nelle Stelle

-antiche^ chepropofito metterfi con tanta anfìetà, <& affannocontro le Comete , per bandirle in ogni maniera dalle regio-

ni Celtfìi ? non ballatiegli il poter dir di loro quel medejimo,che delle Stelle nuouei cioè, chepernò ejfirparti certe del Cie-

lo , ne mutazionifatte in alcuna delle fue Stelle, nejfunpro-giudizio portano , ne al Cielo, ne alla dottrina d'Arijìotile i

fecondatamente , io non reflo ben capace dell'interno della-

D nim&

Page 66: massimi sistemi del mondo

i q Dialogo primawmofup, mentre, che e

y

confeffa,.chele alterazioni'., chefi'fa-

eeffero nelle Stelle farcbber deflruttrici delle prerogative del

Cielo ) cioè dell'incorruttibilità , &c. e queflo, perche le Stelle

fon cofe Celefli, comeper il concorde confenfo di tutti e mani-

fefìo;& all'incontro niente loperturba , quando le medfimealterazionififacefierofuori delle Stelle nel re/io della Celefle

efpanfione . Stim egliforfè, che il Cielo nonfìa cofa. Celejìe i

io per me credeua, else le Stellefi chiamajfero cofe Celefli , me"diante l'ejfir nel Cielo, b Vejferfatte della materia del Cielo: €

chepero il Cielofuffipiù Celejìe di loro, in quellaguifa, chz^>

nonftpub dire alcuna cofa ejìerpià terrefìrej òpm ignea del-

la Terra, b del Fuocojlejfo . Il non bauerpoifatto menzio-

ne delle macchiefalari, delle quali e flato dimoflrato conclu-

dentementeprodurle' diffoluerjìh & efferprof/ime al corpo

folare,e con. efiòyò intorno ad effo raggirar/i, mi dàgrand3m-

dizioychepoffa ej/er3 cheque/lo\ Autore.firiuapiàjq/lo a com-

piaceza di altri, che afoddisfazionpropriaie quefìo dico,per"

eh} dimoflrandofi egli intelligente delle. Matematiche , e im-

pojfìhile, ctìei non refìiperfuafo dalle dimoftrazioni > che tali

materiefono neceffarìamente contigue al corpofilare } efonogenerazioni,? corruzioni tantograndi,che niffuna cosìgran*

de,fi ne,fa mai in terrai efé tali, e tante , ejifrequentifi ne

fanno nelViflejfoglobo del;Sole , che ragioneuolmentepuofli-

tnarfidellepiù nobiliparti del Cielo ,qual ragione refieràpo-

tente a. dijjuadercip che altre neponffao accadere negli altri,

globi ì:

r°. $AGR. Io nonpojfbfinzagrande ammirazione 3 e dirògran re^

liti* e altera-;pugnanza al mìo. intelletto,fintir attribuirpergran. nobiltà%

zioneè perfe- eperfezione ai\ corpi.naturali,^ integrati deU>euniuerfoque-

zion. maggio- fio ejfir'impaffihile,immutabile, inalterabile,&c& alVJncon-re-> ne corpi tyoflimargrande imperfezione l'efter

1

'alterabile, generabile

,

mondani che.mutabile , Ò"c ioper me reputo la Terra nobilifjima , <&am-

dìzio ni.*

mirabile,per le tate, efì diuerfi alterazioni,muta.zìonj,gene-

Terra nobilik- razioni,ÌXc che in lei ineejfabilmentefifanno; e quandofin-fima p ci le ta - za ejfirfuggetta ad alcuna mutazione ellafujfe tutta vna—>teu-> mutazioni

vafìafoUtudine d'arena, b. vna. mafia di diafpro, b che al tem-

fanno1

.*

P° del Diluuio, diacciando/i Vacque, che la copriuano,fUftt*>

Terra inutile^ refiata vn globo immenfidi criflallo, doue mainon nafiefie,

e piena di o- nefi alterajfiy bfimutajficofa veruna , io laflimerei vn cor-no ìeuate i.^ pMQÌQ inutile al Mondo,pimo di ozio, eper dirla in breuz^%stazioni. * *

fuper»

Page 67: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 1

1

fuperfluo , e come fé nonfujfe in natura , e quella Beffa dif-

ferenza cifarei, che e tra l'animai viuo , e il morto , & il me-

defimo dico della Lunari Gioue,e di tuttigli altri globi mon-

dani » Ma quanto più m'interno in conjìdemr la vanità de

i difcorsipopolari, tantopiagli trouo leggieri , ejiolti : e qual

maggiorfciocchezza sipuò immaginar di quella , che chiama

cofepreziofe legemme, l'argento , e l'oro, e vilijjlmela Terra,

e ilfango? e come nonfouuiene a quejli tali, che quandofujfetanta fcarsità della Terra , quanta e dellegioie ,ò dei metalli T<

f

rraP«J

n°-

.sJ

• r ni '*. 1 7 1 * bile dell oro,piùpregiati, nonfarebbeprincipe alcuno, che volentierinon

e jejje--^

ifpendejfe vnafoma di Diamanti,e di Rubini , e quattro car-

rate di Oro, per hauerfolamente tanta Terra, quanta bajlaf

feperpiantare in vnpicciol vafo vngelfomino , bfeminarui

vri'arancino della Cina,per vederlo nafeere, crefeere, epro-

durre si beilefrondi,fiori così odorosi , e sì gentilfrutti? è du-

que lapenuria ,e l'abbondanza quella, che mette inprezzo, Penun"a,& ab

iy auuilifce le cofe apprejfo il volgo , il quale dirà poi quello°n

n?n

za

r

mct"

e/ìer'vn belliJ/ìmo diamante ,perchè ajjìmiglia l'acquapura , & auuilficono

epoi non lo cambierebbe con dieci botti d'acqua . Que/ii ,che le cofe .

ejaltano ta nto l'incorruttibità,Vinalterabilità,^X^credojChe]sì

riduchino a dir quejie cofe ,per il desideriograde di capare af- Incorruttibi-

fai,eper il terr ore, che hanno della mortele noconsiderano,che Htà celebrata

quandogli huomini fujfero immortali a loro non toccauaa—> .

vulS° Per

venire al Mondo . Quejìi meriterebbero d'incontrarsi in vn morte ,

capo di Medufa , chegli trafmutajfe in iftatue di diafpro, o di I detrattori

diamante ,per ditte ntarpiù perfetti,ch e nonfono . della corrut-

SALV. Eforfè anco vna tal Metamorfosi nonfarebbe,fé no con 11^ 1^ m,

e,

nr

~

qualche lor va ntaggio ; che meglio credo io , che siati non diffeJ cangiarila

correre, che di/co rrere a rouefeio . fìatiie .

&

SIMP. E non e dubbio alcuno,'che la Terra e moltopiù perfetta,

eJfendo,come ella e, alterabile,mutabile,&e. chefé lafujfe vnamaffk dipietra, quando ben anco fujfe vrìintero diamantedurijjìmo , & impaffibile . Ma quanto quejie condizioniar-

recano di nob iltà alla Terra, altrettanto renderebbero i corpi Corry [ CeleftìCeleslipiù imperfetti,ne i quali ejfefarebberofuperfiue;efsen- ordinaci perdo, che i corpi Celejii, cioè il Sole, la Luna , e l'altre Stelle , che feruizio della

nonfono ordinati ad altro vfo, che alferuizio della Terra ,Terra "on-»

non hanno bifogno d'altro per confeguire il lorfine , che del ^n°

t^ rno

moto, e del lume

.

def mòtò fteSAGR. ^Adunque la natura haprodotti^ indrizzati tanti vaf- del lume

.

D z tijjìmi

Page 68: massimi sistemi del mondo

ti Dialogo primotijfim^perféttifjìmi, e nobili/fimi corpi CetesiiJmpa/pbMJm-mortali, diurni, non ad altro vfo , che al feruizio dèlia Terrapajjìbile, caduca,e mortale? alferuizio di qudlo, che voi chia-mate lafeccia del Mondo , lafintino: di tutte le immondizie f

ea chepropositofar"i corpi Celejìi immortalile, perfiruirsa>vno]caduco,ò'c. Tolto via quejio vfo difiruire alla Terral'innumerabilefcbiera di tutti i Celejìi corpi rejla del tutto i-

nziiile,efuperjlua,già che no hanno,nepòfionuhauere alcunafiambieuole operazionefra di lvro,poicbe tuttifono inakera-

Tl/K biti,immzitabili,impaJ/ibili:cbefev.g.laLunaeimpa,/;b:lc,che

mancano di o-volete, che il Sole , o altra Stella open in lei l fari fenz'alcun

perazione fca-~ dubbio operazione minore afsai , che quella, di chi co la vijìa9

bieuole tra d^ v col pensiero, volefie liquefare vnagran mafia d'oro . In—*Jpr.Q..,. oltreamepare, chementre, cheicorpi Cele/li concorrano alle

generazioni, '& alterazioni della Terra, siafirza,che ejfian-cora sienoalterakiU>altramente non so intendere, che l'appli-

cazione della Luna > ò del Sole alla Terraper far le genera-

zionifiùfie altro,, che mettere acanto allafpofa vna fìatua di.

marmo, e datalcongiug-nimento Bare attendendo prole

.

SIJMP. La corruttibilità,l'alterazionerà mutazione,^ e.nonfon,

xnell'interoglobo terrefire, il quale, quanto-allafua integrità^

*' alterabilità, nQn m&nQ^tevno,cheilSole,ò,la-Luna, ma egenerabile, e cor-

tem Globo ter fattibile, quanto alle [uèparti efìèrne, ma e ben vero , che in

reih-e, mi 5 in effe lagenerazione, e corruzionefonperpetue , e come tali ri-

alcune parti. cercano l'operazioni Celejìi eterne.}; e però ìnecefiario > che p.

corpi Celejìi sieno eterni *

SAGR. Tutto camminatene; mafie aireternità dell'intero gioirò

terre/irej no epuntoprogiudiziale Ha corruttibilità delleparti

Corpi CeìeiM fiuperficiali, anzi quejìoefsergenerabile, corruttibile, altera-

alcerabil i nel- bile, &c>. gli arrecagrand'ornamento^perfezione, perche nonle parti efter— potete,e douete voiammetter

y

alterazioni}generazioni,&c.pa-B<Lv • rimente nelleparti efìerne de ìglobi Celejìi, aggiugnendo loro

ornamento fenza\diminuirgliperfezione, o Ituargli l'azioni}

anzi atcrefcendoglkle , colfar , che non filo[opra la Terra ,

ma, cheficambieuolmentefra di loro tutte operino ,ela Ter-

ra ancor&verfo di loro t'

SIM'P.. QueHonon pub ejfere,perche legenerazioni, mutazione,

&& chefifacejfer v. g. nella Lunafiarebber' inutili , evane^

& natura nihil fruftrA facit.

&A&R, Eperchefarebbero, elleno mutilif evane i

3

Simp*Terehk

Page 69: massimi sistemi del mondo

Del Galileo 5 j

tIMP. Perche noi chiaramente veggiamo,e tocchiamo con mano,

the tutte legenerazioni mutazioni,^c. cheJìfanno in Ter- Generazioni »

ra tutte, b mediatamente,ò immediatamente fono indriz-zate ^^n'' Terrasll'vfo , al comodo , & al benefìzio àeìThuomo ; per comodo \0Vi Clltce pcr

degli huomini nafeono i cauaUi ,per nutrimento de' cauaUi, benifizio deiU

produce la Terra iljieno, e le nugole Vadacquano ;per -corno- 1' huomo .

do , e nutrimento degli huomini nafeono le herbe , le hiade , ì

frutti, lefere,gii vccelli, ipefei; ^T infomma ,fe noi andere-

mo diligentemente efaminando , e rifoluendo tutte queRe co-

fé, trvaeremo ilfine, ài quale tuttefono indrizzate,ejferil bi-

fogno, l'vtile , il comodo , e il diletto degli huomini . Hor di

quale vfo potrebbe/ej/er mai algenere humano legenerazio-

ni, chejìfaceffero nella Luna , ò in altro Pianeta i fégià voi

non volejle dire, che nella Luna ancorafujfero huomini, che

godejfer de fuoifrutti;penjìero, bfauolofo, v empio

.

SAGR. Che nella Lama, , b in altro PianetaJìgenerino , ò erbe , òpiante, ò animaliJìmili a i noJìri,ò viJìfaccianopioggie,ven- £ una mancati, tuoni, come intorno alla Terra, io non lo so , e non lo ere- di generazìo-

do; e molto meno, che ellajìa abitata da huomini:ma non in- n * ™M* a^5r>

tendo già, cornei tuttauoltacbe non viJt'generino cofefìmMnthhatad

'

alle noRre tjìdeuadi necejjìtà concludere., che niuna altera- huomini

.

zione viJìfacciaci vipofsano efere altre cofe, chejì mutino, Nella Luna

Jìgenerino, eJìdiJfoluano,nonpiamente diuerfe dalle nojlre, poflbno efler

ma lontani/lime dalla noRra immaginazione , & in Comma generazioni di.

o ^ ' j cote u.iiicri(L-^>

del tutto a noi inefcogitabili . EJìeomeiofonJìcuro, che <*—> ^a||e noftre %

vno nato, e nutrito m vnafelua immenfa trafiere, &vccd-li,e che non hauejfe cognizione alcuna dell'Elemento dell'Ac- ^y nianCaf?equa , mai nonglipotrebbe cadere nell'immaginazione ejfeH della coeniz ;6in natura vn altro mondo diuerfo dalla Terra,pieno di ani- dell' Elemcn-

mali, li qualifenzagambe;efenza alevelocemmte cammina- t0 "' acS"*

no, e nonfopra lafuperjìcie folamente , come le fierefopra la beimaSar leTerra, maper entro tuttala profondità ; e nonfolamente ca-«aui,ne i felci

minano , ma douunque piace loro immobilmenteJìfermano,cofa, che nonpojfon faregì''veceIliper aria ; e che quiui dipiùhabitano ancora huomini, evifabbricanopalazzi, e Citià,<kj

hanno tanta comodità nel viaggiare , chefenza niuna fatica

vanno con tutta lafamiglia, e con la cafa, eeon le Città infe-

re in lontanijfmi patjì,jì come dico iojonjìcuro , che vn tale,

ancorché diperfpicacijjìma immaginazione non Jìpotrebbe^già maifigurare i Pefci, l'Qceano

}le Naui, le Flotte, eleAr-

D 3 mate

Page 70: massimi sistemi del mondo

5 4- Dialogo primomate di Mare; così,e molto più,può accadere, che nella Lnnttper tanto internatio remota da noi , e di materia per autisti»

tura molto dimrfa dalla Terra,fienofkfìanze , efifacciane

operaziwhnAnffolamente lontane , ma del tuttofuori d'ogni

no/ira immaginazione, come quelle, che non babbuino /imiti»

tud'me alcuna con le no/ire>eperciò del tutto inefcagitabili,au»

uengacb'è quello'\, chenoi ci immaginiamo, bifogna, chefia , ò

vna delle co/ègià vedute, o vn campojìa di e o/è, òdiparti del»

le co/e altra volta vedute; che tatifono le Sfingi , le Sirene , UChimere} i Centauri, &v „.

; SALV-. lafon molte volte andatofantaflicanda ,/opra quefle co»

fé, efinalmentemi pare dipoter ritrouar bene alcune delizi

cofe, che nonfieno , nepofiarìeffer nella Luna ; ma non giàveruna, di quelle, che io creda, che vifieno, epoffano e/fere ,fc

non con vna larghiffìma generalità , ciò}, co/è ,, che l'adorni»

noopSTcandQi e.m.ouendo, eviuenda ; eforfè con modo diuer»

Nella Luna fi/fimo dal noflro, veggendo , <& ammirando lagrandezza , e

poflbno effer bellezza del Mondo. x e del/uo Facitore, e Rettore, e con eneo»

f d ile noi my coritini*ì cantando lafuagloria;& infomma. ( che è quel»

ftrc,"- lo, che io intenda)facendo quello tantofrequentemente dz—*

glifcrittorfiacri affermato, cioè vnaperpetua occupazione di

tutte le creature in laudare Iddio*.

$A3R: Que/iefono delle cofe , chegeneralijjìmamenteparlando %

vipoffanoejfere; ma, io/èntirei volentieri ricordar di quelle,,

che elU crede,che non vifieno,nepoJfano. e/fere, le quali ìfor-za, chepiuparticolarmentefipoJa.no nominare. «.

S.ALV. <Auuertite Sig. Sagredo y che quejlafarà la terza volta *(

. che noi cosi dìpajfoinpa(fa, non ce riancorgedo., cifaremo de»

uiati dalno/iroprincipale inflituti , e che tardi verremo a ca»

pò de' nofìri ragionamenti , facendo digrèjfioni ; perofé va»

gliamo differir quejìo difeorfo tragli altri,cheftam conuenuti

mmjsttére ad vnaparticolar/è/sione,faràforfè benfatto, «.

SAJ-R. Digraziagià,chefiamo nella Luna , /fediamoci dalle co»

fe,che appartengano alei,per non hauere a/are vn*altra voi»

tavnfi lunga cammino ., '*

SALV* Sia come vi.piace . JBper cominciar dalle co/èpiù genera»

li, iocredo, che il[globo lunarefia differente'a/sai dal terrefiret

ancorché in alcune cofefi veggano delle conformità; diro II-*

conformità, epoi le diuerfità. Confórme eficuramente la Lu»K

uà alla Te.rra.ndlafigura 3, la quale indubitabilmente è sferi»

tadorne

Page 71: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

5 5

eaf come di neceffitàficonclude\dal vederfi ilfuO difcoperfet- fatà^tt^Ttamente circolare,e dalla maniera del riceuere il lume dei So- £ una c ja jec

le, dal quale,fé lafuperficiefuafujfepiana , verrebbe tuttiL** ra: che è c^uel-

nell'iftejfo tempo vefiita , eparimentepoi tutta,pur in Vti-j la della hgu-

iBe/To momento fpoeliata di luce, e nonprima leparti, che ri-** ' .,e "

" , r*i e i r irL f t r f +• r l proua dal moguardano ver/o il Sole, ejuccejjiuamente lejegutnU ,Jich<u> £D del |. ei

|-crcgiunta all'oppofìzione ,[e nonprima refia tutto £apparente illuminata dal

difio iUufirato ; di che all'incontro accaderebbe tutto l'oppofi- Sole .

to, quando lafua vifibilfuperficiefujfe concaua ; cioè la Mu-minazione comincierebbe dalle parti auuerfe al Sole . Secon- Seconda Có-

dariamente ella e come la Terra,perféjlejfa ofcura,& opaca,^or?li^

è *'""

per la quale opacità è atta a riceuere , & a ripercuotere il lu-ftYbrofr corhc

me del Sole;ilcbe,quando ella nofu[fetale,far nonpotrebbe. ja Terra.

Terzo io tego lafua materia denfifiima,efolidifsima no meno Terza.La ma-

della Terra,di che mi e argometo affai chiaro ìejfer lafua fu- teri^ della I u

perfideper la maggiorparte ineguale, per le molte eminenze,tta

ia

e

Terra°ce cauità , che vijifcorgono merce del Telefcopio, delle quali e- montuofa.

minenze ve nefon molte in tutto,eper tuttofimili alle no/ire

più afprej efcofcefe montagne^ vifé nefcorgono alcune tira-

te, e continuazioni lunghe di centinaia di miglia; altrefonoingruppipiii raccolti ; efonui ancora moltifogli fiaccati , e

folitarj, ripidi affai, e dirupati; ma quello, di che vi e maggior

frequenza ,fono alcuni argini ( vferò quefìo nome , per nonme nefouuenir'altro, chepiagli rapprefenti ) affai rikuati, li

quali racchiudono, e circondanopianure dì diuetfégrandez-

ze, eformano varie figure , ma la maggior parte circolari

,

"molte delle quali hanno nel mezo vn monte rileuato ajfai , &alcunepochefon ripiene di materia alquanto ofcura , cioefi-

milea quella dellegran macchie, chefiveggon con Vocchio li-

bero; e queflefono delle maggiori piazze ; il numero poi delle

minori, e minoriìgrandiffimo , epur quafi tutte circolari .

Quarto,fi come lafuperficie del nofìroglobo e difiinta in due Quarta. Luna

majfime parti, cioè nella terreftre, e nell'acquatica, coù'nel di- dininta in dna

fico lunare veggiamo vna difiinzion magna di alcuni gran Pai£ldltfeien -

eampipiìi rifplendenti , e dì altri meno ; all'afpetto de i quali za e fcurità

credo , che farebbe quello della Terra ajfai fimìglìante a chi come il Glo-

dalla Luna , o da altrafimile lontananza lapotejfe vedere il- ho terrelt. nel

luflrata dal Sole , & apparirebbe lafuperficie del Marepiù ™are>e

.

tìe11*

ofcura, epiù chiara quella della Terra . Quinto ,fi come noire^a .

.dalla Terra veggiamo la Luna or tutta luminofa , or mezat

D 4 or

Page 72: massimi sistemi del mondo

$6 DìafogoprìmDSHpcrHcie del orpiù , or meno, taforfatata , e taluolta ci rejfa del tutto in*

rèbbe da lon- wfibile, cioè quando e/otto i raggifilari; fi ebe la parte, e£e—

»

uno più ofeu- riguarda la ferra , re/la tenebrofa ; così appuntoJi vedi <. Li e

radi quella-* dalla Luna colii/lejfòperiodo a capello , ejottoU mtdejim<_*

r? -

1 C\£

a " mutazioni di figure , l'Illuminazione fatta dal òolejoo, a Iti

noni di figure fama della jerra . S0®«nella Terra-i &4fèiti &ianovnpoco Sign «Salutati* Chefilluminazione della

fimiii à quelle Terra, quanto alle diuerfefigure Ji'rapprefentajfe a cbtfujfedella Luna

, e nella LunaJimile in tutto a quello , ebe noi feorgiamo milt

io periodo° Luna-, lintendo io benijfimo , ma non refìo già. capace ,

come ella Ji mojìraffefatta coliiBeJfo periodo ; auuengaco^»quello, chefa l'illuminaziondelSole nellafuperjicie lunaria*

in vnmefe, lofanello- terraflre in ventiquattr'borei.

$ALV. E vero>, chel'effetto delÌSole- , circa- l'illuminar quejli dutcorpi, e ricercar colfuofplendore tutta la lorfuperficie,fifpe*

difee nella Terrain vngiorno naturale , e nella Luna in vi»

rnefe3ma non da queftofolo depende la variazione dellefigu-re,fitto le quali dalla LunaJi vedrebbero leparti illuminate

della terrefìreJuperficìe, ma da i dìuerjiafpetti, chela Lunava mutando col Sole ,fichequando v.g. la Luna feguitajse

puntualmente il moto del Sole, e flejfe,per cafo,fempre linear*

mente tra ejjo, elaTèrrain cmeWafpetto , che noi diciamo di

congiunzione, vedendo ellafèmpreilmedejimoemtsfèrio del*

la Terra? che vedrebbe il Sole,h vedrebbeperpetuamente tut*

to lucido ; comeper VoppojitOy quando-eUa refiajfèfèmpre al*

VoppofizÀone del Sole, non vedrebbe mai la Terrafdella quale

farebbe continuamente voltaverfo la Luna laparte tenebro*

fa , eperciò inuijibile . Ma quando la Luna. \ aliaquadratu*

ra del Sole, dell'emisfero terre/Ire^ efpoBo alla vifìa della Lu-na quelìaxmstà, che e verfojfSole , e luminofa, e l'altra verfo*

l-oppojló. del Sole e oftura; eperà laparte della Terra illumi*

naia ,JÌ,rapprefenterekbe allaLunafiottofigura di mezQ ccr*

cbio «

$A3;R*. Refìo cabacìfjtmodeltuttoì &".intendogià benijjtmo , che:

partendofi la Luna dall'oppojizione del Sole , di douè. ella noveddua.nte.nte dell'illuminato della terre/ire.fuperficie, ève*nendo digiorno, in giorno verfi.il Sole, incomincia apoco, apoco a/coprir qualche particella della faccia della Terra illu-

minata; e quefla vede ella infiguradifottìifalce ,pereffer lai

T&rarQtQndatà' acquifìandopur la Luna colfuo mouimé*

Page 73: massimi sistemi del mondo

Del Galileo l $7to di dì in di maggior vicinità al Sole , viene'Jcoprendopiù , f

piufempre ddìimisftr&ierrejèrè illuminato ,ji che alla qua-

dratiti a >;efcuopi e la mitàgiufìo,Ji cjme noi di hi veggiamo

altrettanto : continuando poi di venir ver/o la congiunzio-

n e,fcuoprefuceejj-uamen teparte maggiore dellafuperjìcie il*

lumina.a , ejìr almenie nella cogiunzionevedt l'intero emis*

fino tutto Inmmofo . Et mfomma comprendo benijjimo,che

quello y che accade agli abitatori de'la Terrat n el veder le va-

rietà, della Luna-, accoderebbe a chifufé nella Luna nel veder

la Terra, ma con ordine contrario, cioè, che quando la Lunaì a noipiena,Ì5 all'oppofzion del Sole,a loro la Terra fareb-

be alla congiunzion col Sole, e del tutto o/cura , & wuifibile;

all'incontro quello fiato, che a noi e congiunzion della Lunacol Sole, epero Luna/riente ,enon veduta , làfarebbe oppoji-

zion della 2 erra al Sole, eper così dire, Terrapiena,cioè tut-

ta luminofa . Ejinalgente quantaparte a not di tempo in—*

tempoJì mojìra dtlla fuperjìcie lunare illuminata, tato dalla

Luna Jì vedrebbe ej/èrneH'iJhffo tempo la parte della Terra

efeura, e quauto a noi refia della Luaapriuo di lume, tanto

alla Luna e l'illuminato delia Terra; fiche: folo nelle qua-

drature quefìi veggono mezo cerchio della Luna lumino/o, f

e quelli altrettanto della ferra » In v>-a cofa mipar,che dif-

ferivano quejij fcambkuiìv operazioni; @? è che dato, e noneoncejp>, che nella Lunafujfe chi di l ìpotejfe rimirarla Ter-ra, vedrebbe ognigiorno tutta, la. fuperjìcie terrejire,mediante

il moto di efa Luna intorno alla Terra in ventiquattro , ò

venticinque bore, ma noi non veggiamo mai altro, che la me*

tà della Luna,poictiì ella nonji riuolge infé fìejfa , come bi-

fognerebbe, perpoterctfi tutta mofirare.

$ALV. rurctìe quejìo non accaggiaper il contrario , cioè , che il

rigirar/iella in fé fieffa^fìa cagione , ebe noi non veggiamomai l'altra metà, che cosìfarebbe necefario, ebefuffe, quandotllahauejfe V Epiciclo . Ma doue la/ciate voi vn'altra diffe-

renza in contraccambio di quefia auuertita da voi ? Tutta la Ter-SAGR. E qual' e i che altraper bora non mi Viene in mente \ ra vede la me»&ALV. E t chefé la Terra [come bene bautte notato) non vedi^* tà folamence_>

altro, che la metà della Luna > doue, che dallaLuna vien vi- ^ella M'"a > c

(la tutta la Terra, all'incontro, tutta la Terra vede la Luna, JJL!«?Ì.u,a"

• j a t r ì i i V f —

»

i « i- i ,mente aeiix--

ma della Luna, foto la. meta vede la U erra ;perchegli babita- Luna vede tustoriper cost dire, dell e.nisfcrofuperiore della Luna,cbe a noi u la 1 erra.

Page 74: massimi sistemi del mondo

nare

58 Dialogoprimovinuifibìk,fonprlui della vi/la della Terra, e qucfiìfonfof»

fégli Antictoni » <SMa qui mi fcuuien 'bora a vnparticolareaccidente, nuouamente offerziato dal nofìro accademico nella

Luna,per il qualefi'raccolgono due confeguenze neceflarie,

l'vna e , che noi veggiamo qualche co/a di.più della metà della

*-j », -r. Luna , e l'altra è , che il moto della Luna ha giufiamente re-

ti, vedete più lazione al centro della Terra: e l'accidente , el'ojferuazione è

che la metà tale . Quando la Luna habbia vna corrifpondenza,e naturaidel Globo lu- • fimpatia con la Teiera, verfo la quale , [con vna ialfua àeter-

minataparte ella riguardi, e necejfario , che la linea retta, che

congiugne ilor centri,paffìfempreper ViJleJJopunto dellafu-

perfide della Luna; tal che quello,che dal centro della Terra la

rimirajfe, vedrebbefempre l'ifiejfo di/co della Lunapuntual-mente terminato da vna medefima cirtQnfer£za;Madivnò,

pojlituitòfipra lafuperficie terrefire , il raggio, che dall'occhio

fuo andajfefino al centro delglobo limare,nonpajferebbeper

Viflefìopunto dellafuperficie di quella ,per il qualepajfa la li"

nea tirata dal centro della Terra a quel della Luna , fé nonquando ellaglifujft verticale : mapojla la Luna in oriente, ò

in occidente, ilpunto dell'incidenza del raggio vifuale , reBa

Juperiore a quel della linea , che congiugne i centri, eperofifcuopre qualcheparte dell'emisferio lunare verfo la circonfe-

renza di/opra, efi nafconde altrettanto dallaparte difitto ;

fifcuopre dico, efinafcode ri/petto all'emisfero, chefi vedreb-

be dal vero centro della Terra : e perchè la parte della cireon-

ferenza della Luna,che efuperìore nel no/cere, e inferiore nel

tramontare,però affai notabile douràfarfila differenza del-

Vajpetto di effepartiJuperiore, e inferiore ,fcoprendofi bora ,

^yìjoraafcondendofidelle macchie , ò altre cofe notabili di ejfi

.

parti. Vnafimil variazionedourebbefcorgerfiancora verfo

l'ejlremità boreale,& auftrale del mede/imo dlfco,fecondo,che

la Lunafitroua in queBo, b in quel ventre delfuo Dragone;

perche quàdo ella efettentrionale , alcuna dellefucparti ver-

fofettentrione cifinafconde yefifiuopre delle aufimli , eper

l'oppofito . Hora, che queBe confeguenzefi verifichino in—* _

fattofi Telefcopio ce ne rende certi; imperocchéfono nella Lu-na due macchieparticolari, vna delle qualì,quando la Lunae nel meridianoguarda verfo MaeJlro,e l'altragli è quafidia-

metralmente oppojla; elaprimaevifibile, ancofenzail'Te-

lejcopio fma nongià l'altra: e la MaeBrak vna macchietta^*

ouata,

Page 75: massimi sistemi del mondo

Del Galileo • 5 9cuata, diuifa dall'altre grandi[Jìme% Voppojìa è minore, epa-

jjjjp Luna!^rimente Jeparata dalle grandijjìme , ejìiuata in campo, affai per je qUajj gchiaro; in amendue quejlefiofferuano molto manifeftamente oflerua lei ha-

le variazioni già dette , e veggonfi contrariamente l'vna dal- «er riguardo

l'altra, ora -vicine al limbo del di/co lunare, fa' bora allonta- ^centro dcl-

nate, con differenza tale, che l'interuallo tra la maejirale, e lajUQ mow m

circonferenza del difco epiù, che il doppio maggiore vna vol-

ta, che l'altra : e quanto all'altra maccbia (perche l'ipiù vici-

na alla circonferenza) tal mutazione importapiù , che il tri-

plo da vna volta all'altra . Di qui e manifejìo la Luna , co-

me allettata da virtù magneiicayConjiantemente riguardare

con vna fua faccia il globo ierrejire , ne da quello diuertif

mai .

SAGR. E quandofi ha apor termine alle nuoue ojferuazioni, e-*

fcoprimen ti di quejìo ammirabileJlrumentoi

SALJS* Se iprogrefsi di quefìa fonper andarfecondo quelli di al-

tre inuenzioaigrandi, e dafperare, che colprogrejfo del tem-

pofifìaper arrtuar a veder co/è a noiper bòra inimmagina-

bili . Ma tornando al nojlroprimo difcorfo , dicoper lafejìa Sefta.La Ter.

congruenza tra la Luna,e la Terra,cheficome la Lunagran l?J, ? , "?]

parte del tempofupplifce al mancamento del lume del Sole,e ci te ^ iiiumina-rende con la refefsione delfuo le notti afiai chiare , così Icl~> no

.

Terra ad ejja in ricompenfa rende quando ella n'è pia bifo-

gnofa\, col refletterle i raggifolari vna molto gagliarda illu-

minazione , e tanto per mioparere, maggior di quella , che anoi vien da lei, quanto lafuperficie della Terra epiù grandedi quella della Luna *

SAGR. Nonpiù, non più Sig. Saluiatt, lafciatemi ilgufìo dimo-Jirarui , come a quejìo primo cenno hopenetrato , la caufa yii

vn accidente, al quale mille volte ho penfato , ne mai l'ho pò,- Lume reflcflò

tutopenetrare . Voi volete dire, che certa luce abbagliata, che da !j

a Terra-»

fi vede nella Luna , mafimamente quando lefalcata , viene

dal rejkfsadel lume del Sole nellafuperficie della Terra, e del

%5Mare;epiùJìvede tal lume chiara, quanto lafalce epiùfìt-tile, perche allora maggiore e la parte luminofa della Terra ,

che dalla Luna e veduta, conforme a quello,chepocofafi con-

clufe ; cioè , chefémpre tanta è laparte luminofa della Terra ,

chefi mo[l*a alla Luna,quanta lo/cura della Luna,cbeguar-da verfo la Terra; onde quando la Luna èfottilmente falca-

t#} & ivconfeguenzagrande è lafuaparte tenebroja ,grandeeia

Page 76: massimi sistemi del mondo

éo Dialogo primoe làparte illuminata dtlla ferra , veduta dalla Luna,e tanto

piùpotente larejìejsion dtl lume

.

SALV. Queflo epuntualmente quello, eh"io voleua dire . Infom-magran dolcezza e ilparlar conpe>fontgiudiziofe, e di tuo-

na apprenjìu-a; e majsime quando nitri vàpaJ]eggiart do,e aifi

correndo tra i viri , io mifonpiù volte in con Uato in ceruelli

tanto duri,clwper mille volte,che io babbea loro replicato que-

Jlo, che voi hauetefubitoper voi mede/imopenetrato,mai noneflato pofsibile, che e l'apprendano.

SIMI3. Se voi volete dire di non bau erlo potutoperfuadere loro,

fiche e' l'intendine, io molto me nemarauigho , efonfìcuro ,

che ?ion Vintendendo dalla vojìra ejplicazione , non ^inten-

derannoforfèper quella di altri ,parendomi la vojìra ejpref

fìua molte chiara ; ma fé voi intendete di nongli bauer per-

fuafì,fi che e' lo credanoci que/Io ncn mi mat auigliopunto,perche ioflejfo confefso diefser vn di quelli , che intendono i

vojiri difcorfirma non viji 'quietano,anzi mi rejìano in que-

Jla,e inparte dell'altrefei congruenze molte dijj.cultà,le quali

promouero,quandohauretefinite di raccontarle tutte *

$ALV. Il defiderio, che ho di ritrouar qualche verità , nel qualt^acquiflo,afsai mipofaono aiutare k obbiezioni di buomini in-

telligenti, qualfete voi,ymifarà efser breuifsimo nelloJpedir-

mi da quel, che ci refla-. Sia dunque la fèttima congruenzail rifponderfi'reciprocamente non mzno alle ojfefi , chea ifl-uori, onde la Luna , chehene Jpefso nel colmo della fuà illu-

minazione,perl'interpofizi&n della Terra trafe,e il Sole vieti

Settima. Ter- priuata di luce, & ecclifsata > €Osì e/sa ancoraper fuo njcattora,e Luna Ica-

Jiinterpone traìa Terra, e il Soie, econ Vombrajua ofeura la

«elidano .

'

Terra; efi ben la vendetta non epari all'ojfefa , perehi bene

Jpefso la Luna rimane,^'ancoper a/sai lun^o tempo,immer*

fa totalmente nell'ombra della Terra, ma non già mai tutta

la Terra , neper Uingofpazio di tempo reità ojcurata dalla

Luna, tuttauia hauendqfìriguardo allapicciolezza del corpo

di quefla,in comparaziondellagrandezza di quello , nonfipuò dir, fé non che il valore, in vn certo modo, dell'animofìagrandifsimo . Quello è quanto alle congruenze . Seguirebbe

bora il difeorrer circa ledi/parità; ma perche il Sign. Simpli-

cio ci vuolfauorire de idubbj contro di quelle , farà benefen-

tirgli, eponderargliprima, chepafsare auanti

.

8AGR* Siperche e credibile, che il Sign. Simplicio non Jìa J?er ba-

uer

Page 77: massimi sistemi del mondo

Del Galileo: €titer ripugnanze intorno alle di/parità; e differenze tra la Tcfra, e la Luua, già che eglifiima le lorfufianze diuerfij/ìme .

SIMP. Delle congruenze recitate da voi nelfarparallelo tra Ut

Terra , e la Luna non fento di poter ammetterfenza repu-

gnanza, 'è non laprima% e due altre ;.ammetto laprima—>%cioè lifigura sferica,fé bene anco in qutfia vi e non so cbe,fil-

mando io quella della Luna eJfep$uliti{fima,eterfa,QQme vnofpecchio, doue, cheque/la dtlla Y erra tocchiamo con mano ef-

Jerfcabrofijìma , <$ afpra ; ma quejia attenente all'inegua-

lità dellafuperficie va confiderata in vn''altra delle congruen-

ze arrecate da volperò mi riferbo a dirne quanto mi occorre

nella cotifiderazione di quella. Che la Lunajìapoi , come voi

dite ntllafeconda congruenza, opaca-, & ofcuraper féfieffà*come la T'erralo non ammetto,fé non ilprimo attributo del-

la opacità, del che miajficurano gli ecliffifilari',che quando lot

Lunafujfe trasparente,}'aria nella toi ale ofcurazione del So-

le non refierebbe cosi tentbrofa,come ella refia,maper la trafi

parenza del corpo lunare trapalerebbe vna luce refratta , co^

me veggiamofarfiper lepiù denfi nugole . Ma quanto aliof-curità, io non eredo, che 'la Lunafia del tuttopriua diluce,co-

me la Terra, anzi quella chiarezza, chefforge nel rejio del _ rfuo di/co, oltre alL

•fittili corna illujiratedal Sole,reputo , ^^djrJ^ftiinaciLJtafuoproprio, e naturai lume, e non vn reflejfi della Terra, propria deiia

la quale iofimo impotente ,per la fuafomma afprezza , & Luna ..

ofeurità, a rejietterei raggi dtlSole . Nel terzoparallelo con- Terra, impo-

uengo con voi in vna parte, e nell'altra dijfento ; conuengotente a •"".•

meigiudicar il corpo della Luna folidijjìmo , e duro , come la del Sole.

Terra, anzipiù affai, perche)fé da Ari/i., noi cauiamo , che il Suftanza Ce-

Cielofa di durezza impenetrabile , eie Stelleparti più denfe^e^c .

impene-»

del ^ielo , e ben ntcejfa, io , che lefilanofaldifime , ^ impene- T^/l^ ^er

ti abili,,ime

.

SAGR. Che bella materia farebbe quella del Cielo perfabbricar 1

palazzi, chi nepo*efft hauere , così dura, e tanto trasparente .

SALV. <^dnzipej'ima, perchefendoper lafimma trafparenza deltutto inuifbile, nonfipotrebbe ,fenzagranpericolo divrtarneglifiipiti, e fpezzarfiil capo, camminarper le/lonze.

SAGfr. Cotefiopericolo nonficorrerebbe egli,fé e vero , come dia-

cono alcuni Peripatetici, che la fia intangibile; efé lawfipuQMzmAZ. Cele-toecare, molto menofipotrebbe vrtare . fte imagibile

.

SALV* Diniuno. folltuamentofarebbe cotefio ;cociofiachefé ben

ti

Page 78: massimi sistemi del mondo

6i Dialogo primoben la materia celefiz nonpub efer toccata, perche manca del*

le tangibili qualità, puì) beriella toccare i corpi elementari ;e

per offènderci tanto e , che dia vrti in noi , & ancor peggio ,

chefé noi vrtajfimo in lei . Ma lafciamojìar quejìipalazzi,b

per dir meglio, cafieUiin aria , e non impediamo il Sign. Sim*plicio »

SIMP* La quìfiione, che voi hauete così incidentementepromof-

fa e delle difficili, cheftrattino injilofofia, <& io ci ho intorno

di bellijjtmipenfierì di vn gran cattedrante di Padoua , manon e tempo di entrami adejfo ipero tornando al nojìro pro-

pqfìto replico, cheBimo la Lawafolidiffima pia della Terra

,

ma non l'argomento già, comefate voi,dalla ajprevza , efca*

„ rc ,, brofìtàdeUafua fuperficie, anzi dal contrario, cioè dall'effereSuperficie <ael Ja<.;r »

J,J r J

k ,, ^- Mjla Luna terfa

aitaanceuere ( come veggiamo tra noi nellegemmepiù du*

più d'vno fpec re ) vnpulimento , e lufirofuperiore a qualfifiafpecchiopiù-

chio

.

terfo; che tale e necejfario, chefa lafuajuperficie ,perpoterci

fare fi viua reflefsione de' raggi del Sole . Quelle apparen-

zepoi, che voi dite, di monti, difogli, di argini, di valli, &c.

fon tutte ìllufioni j $ io mifono ritrouato afentire in publi-

che difputefofienergagliardamente contro a quefìi introdut-

tori di nouità , che tali apparenze non da altro prouengono

,

che dapartiinegualmente opache, eperfpicue, delle quali inte-

Eminenze , e riormente , & Seriormente è compofia la Luna , comefpeffocauità nella-» veggiamo accadere nel crijlallo, nell'ambra,^ in moltepietre

lufioni (tiopa-preziofeperfettamente lufimte; doueper la opacità di alcune

co,e di perfpi- parti, eper la trasparenza dizdtre,apparifcono in quelle varie

cuo

.

concauità, eprominenze , Nella quarta congruenza conce*

do, che lafuperficie delglobo ierreBre veduto di lontano fa-rebbe due dìuerfe apparenze;cioe vnapià chiara , e l'altra più

ofeura, majìimo , che tali diuerfità accaderebbono al contra-

rio di quel che dite voi; cioè, credo, che lafuperficie dell'acqua

apparirebbelucida,perche ì lifcia,e trafparente, z quella della

Terra remerebbe ofeuraper lafua opacità^fcabrofità male ac-

comodata a riuerberare il lume del Sole . Circa il quinto ri-

feontro lo ammetto tutto, e retto capace, che quando la Terra

rifpìendejfe, come la Luna,fimofirerebbe,a chi di lafsù la ri-

mirafiefittofigure conformi a quelle , che noi veggiamo nel-

la Luna\comprendo anco,come ilperìodo dellafua illumina-

zione^ variazione difigure,farebbe di vn me/è, benché il So*

lei* ricerchi tutta in ventiquattr'bore ; efinalmente non ho

dijfi-

Page 79: massimi sistemi del mondo

Del Galileo • 6$affienita nel?ammetter e , che la metà fola della Luna vede**

tutta la Terra, e che tutta la Terra vedefilo la metà dell&~>

Luna . Nel reflo reputa faljìfsimo , che la Luna pojfa rice-

ver lume dalla Terra, che è ofcurifsima, opaca, & inetti/sima

a reflettere il lume del Sole,comeben lo rejiettela Luna a noi;

€ come ho dettofórno, che quel lume! ehefi vede nel reflo della

faccia della Luna , oltre alle corna fplendidifsime ,per Villu-

minazion del Sole,Jìaproprio, e naturale della Luna, egran

cofa ci vorebbe afarmi credere altrimenti . Jlfettimo degli

eclifsifeambieuoli fipub anco ammettere,fé benpropriamen-

teficofturna chiamare Ecliffe del Sole,queJìo che voi voletechiamare Eclijfe della 2'erra . E quejìo e quantoper bora mioccorre dirui in contradizione allefette congruenze;alle qua-

li infianze, fé vi piacerà di replicare alcuna cofa > l'afcolterb

volentieri

.

SALV. Se io ho bene apprefo quanto hauete rifp^Jlo, parmi, chz^>

tra voi , e noi refimo ancora controuerfe alcune condizioni

,

le quali iofaceua comuni alla Luna & alla Terra,efon qui-

tte . Voijiimate la Luna terfa, e lifeia, comvnofpecchij , q~j

come tale atta a re/ietterei il lume del Sole ; & all'incontro la

Terraper lafua afprezza nonpotente a far fimile reflefsio-

ne . Concedete la, Lunafolida,e dura,e ciò argumentate dal-

l'ejfer'ellapulita, e terfa, e non dall'ejfer montuofa ; e dell'ap-

parir montuofa ne ajfegnateper caufa Vefiere di partipiù , e

meno opache, eperfpicue . Efinalmente lìimate quella Iuc<l~»

fecondaria ejferpropria della Luna,e nonper rejiefsion della

Terra;fé benpar che al Mare , per ejfer difuperficie pulita

,

voi non neghiate qualche reflefsione . Quanto al torui di er-

rore, che la rejiefsion della Luna non fifaccia , come da vnofpeccbio,ci bopocafperanza, mentre veggo, che quello , che in

talpropofitoji legge nel Saggiatore,e nelle letterefilari del no-

Jìro amico comune, non haprofittato nulla nel vqfiro concet-

to,fé pero voi hauete attentamente letto quanto vi efritto in

tal materia .

S1MP. loihotrafcorfo così Juperfcialmente , conforme aìpoco

tempo, che mi vien lafciato oziofo dafìud)piùfidi,però ,f<L~>

col replicare alcune di quelle ragioni t a colVaddurne altre voi

penfate rifiluermi le difficultà , le afcolteròpiù attentamente.

SALV. lo dirà quello, che mi viene in mente alprefente,epotreb-

b'ejere, cbefujfe vnamijiionedi cocetti mieiproprj, e di quel-

li j

Page 80: massimi sistemi del mondo

^4 Dialogo primo//', chegià tèfsì ne i detti libri , da i quali mi'fouuknèent^pch'io reBaimteramcnteperfuafo, ancorché le concktfioni nel

primo a/petto miparejfergran paradofsi. Noi cerchiamo Sig.

Simplicio,féperfare vnarefiefion di lumefimìlc a quello ,chc

ci vien dalla Luna,Jta necefSarno•> che lafuperjicie da cui vieti

la reflefsioneJìa così terfa, e li/cìa, come di vnofpecchio,opurfìapiù accomodata vnafupcrfìcìe non terfa, e non lifcia , ma,afpra, e malpulita . H ora quando a noi veniffer due reflef-

Jioni, vnapiù lucida, e Valtra meno > da duefuperfidc oppo-

Jieci, io vi domando qual delle duefupcrjlcie voi credetetcbejt

rapprefentafìe agli occhi nq/iripiù chiara, e qualpiù o/tura,

SIMP. Credofenza dubbio , che quella , che più viuamente mireflettejfe illumemijìmojlrerebbe in.affettopiù chiara,e Pol-

tra più ofcura •»

SALV. Pigliate bora in cortejìa quello Jpecchìo , che e attaccato aquel muro, & vfciamo qua nella corte » Venite Sìg.Sagredo*

Prouafi a luti Attaccate loJpecchìo là a quel muro doue batte il Sole ; difco-

f° ir rna S

a"fiiamocii e ritiriamoci qua all'ombra . Ecco làdue fuperficit

cS afpM percoffe dal Sole, cioè il muro, e lofpecchio . Ditemi bora qual

vìjirapprefentapiù chiara, quella delmuro , ò quella dello

fpecchio / voi non ùfpondete ì

SAGR. Io lafcio rispondere al Sig-. Simplicio , che ha la difficoltà

,

che io quanto a me, da queflopocoprincipio di efperienzafon.

perfuafo, che bifogniper neceffìtày cheia Lunajia difuperfi-

cie molto malpulita .

SALV. Dite Sign. Simplicio,fé voi hauejle a ritrar quel murOjCS

quellofpecchio attaccatoui , doue adoprerefìe voi coloripiùofcurJ,nel dipignere il muro, bpur nel dipigner lofpecchio t

&IMP-. AJfaipiùfcuri nel dìpignerlofpecchio *

SALV. Horjb dallafuperficie, chejìrapprefentapiuchìara,vien

la refltjjion dellumepiù.,potente , più viuamente ci refletterà

i raggi del Sole il muro, che lofpecchio .

$IMP. BeniJJÌmo Signor mìo ; hauete voi migliori ejperienze di

quefle ? voi ci hauetepofìi in luogo doue non batte il reuerbe-

ro dellofpecchio; ma venite meco vnpocopiù in qua; nòge-nitepure .

SAGR. Cercate voi forfè il luogo della refezione 3 che fi lofpec-

chio i

SIMP. Signorsì.

SAGR, Oh vedetela là nel muro Qppofto?gra®degiufto quanto lo

Jpecchìo,

Page 81: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 6fJpeccbio i e chiarapoco meno , cbc fé vi hattcffe ti Sole -diretta'

mente .

SIMP. Venite dunque qua , eguardate di ii la fuperficie dello

Jpeccbio, e/oppiatemi dire,fé Tèpiujcura di quella del muro*

SAGR. Guardatelapur voi, che ioper -ancora non voglio acceca*

re ; e so beni/fimofenzaguardarla , che lafimo/Ira viuace , e

chiara quanto il Sole iFtejfo, opoco meno .

SIMP. Che dite voi dunque,cbe la refilejfiion di vno fpeccbhfia

menpotente di quella di vn muro t io veggo , che in quefto

muropppofìojdoue arriua il rejleffo dell'altra parete illumi*

nata, infieme con quel dellofpeccbio,quefio delloJpeccbio e af-

faipiù chiaro; e veggioparimente,cbe di qui loJpeccbio mede-

fimo mi appari/cepiù chiaro affai, che il muro .

SALV. Voi con la voffra accortezza mi bauetepreuenuto ,perchè

di quejla medejìma ojferuazione baueuo bifogno per dichia-

rar quelcbe refia . Voi vedetedunque la differenza, che cade

tra le due reflejfioni,fatte dalle duefuperficie del muro,e del-

loJpeccbio ,percoffe nell'iBeffo modoper l'appunto dai raggi

filari; e vedete , come la refilejpon, che vien dalmuro , fidif-

fonde verfo tutte leparti oppofìeli , ma quella dello Jpeccbio

va verfo vnaparte fola , nonpunto maggiore delloJpeccbio

medefimo •> vedeteparimente, come lafuperficie del muro , ri-

guardata da qualfiuoglia luogo ,fimo/Ira chiara sepre egual-

mente afeJìejfa; eper tutto affaipia chiara , che quella dello

Jpeccbio, eccettuatone quelpiccolo luogofidamente doue batte

il refileffo dello Jpeccbio , che di li appari/ce lo Jpeccbio molto

più chiaro del muro . Da quefte coùfenfate, epalpabili efpe-

rienze, mi par che moltofpeditamente fi poffa venire in co-

gnizione,fé la refi lefsione,che ci vien dalla Luna, v)ga,come

da vnoJpeccbio, o pur, come da vn muro , che ,Je da vnafu-perficie lifcia, òpure afpra .

SAGR. Se iofufsi nella Lunafteffa, non credo , che iopotefsi con

mano toccarpiù chiaramente Vafprezza della fua fuperficie

di quel ch'io me lafcorga ora con l'apprenfione del difeorfo .

La Luna veduta in qualfiuogliapofitura, ri/petto al Sole, e anoi , ci mojira la fua fuperficie tocca dal Sole fempre egual-

mente chiara; effetto , che rifponde a capello a quel del muro f

che riguardato da qualfiuoglia luogo apparifee egualmentechiaro,e difeorda dalloJpecchio,cbe da vn luogofolofi mofiraluminofo, e da tuttigli altri ofeuro . In oltre , la luce,che mi

E vien

Page 82: massimi sistemi del mondo

Specchi Pia-

ni mSdano la

refleffione in

vn luogo folo,

magli sferici

per tutto

.

Sfera di attl-

nitane i corpi

Celeiri mag-giore che ne-

gl'elemétari

.

66 Dialogo primovie» dalla refilefsion del muro e tollerabile, e debile in campa'razìon di quella dellofpecchiogaglìardifsima , & ojfenjìua—»

alla vi/lapoco meno dellaprimaria , e diretta del Sole.. E così

confuauttà riguardiamo lafaccia della, Luna, che quando él-

lafuJJe,come vnofpecchio, mofìrandoci/t ancoper la vicinità

grande quanto Vtjìejfo Sole , farebbe il fuo fulgore, affoluta-

mente intollerabile , e ciparrebbe di riguardare quajt vn'al-tra Sole .

SALV* Non attribuite digrazia Sig. Sagr. alla mia dimojlrazio-

nepiù dì quello, chele Jìperuiene. Io voglio muouerui con-

tro vn'injlanza, che non so quantofia diageuolefcioglimeto.

Voiportatepergran diuerjìtà tra la Luna , e lofpecchio , che

ella rimandi la refllefsione verfo tutte leparti egualmente,co-

mefa il muroj doue, che lojpeccbiala manda in vn luogofolodeterminato; e di qui concludete la Luna ejferjìmile al mit-

ro, e non allojpecchio . Ma io vidico,che quellofpecchio ma-da la rejllefsione in vn luogo folo , perchè lafua fuperjìcie e

piana t e douendo i raggi reflefsi partirjiad angoli eguali aquelli de* raggi incidenti , eforza, che da vnafuperjìciepiana,

Jìpartano vnitamente verfo ill mede/imo luogo : ma effèndo,

che lafuperjìcie della Luna e, nonpiana, ma sferica% & i rag-

gi incidenti,/òpra vna talfuperjìcie trouano da refietterfi adangoli eguali a quelli dellincidenza verfo tutte leparti, me-dtante lainfinità delle inclinazioni, che compongono la~*

fuperjìcie sferica , adunque la Lunapuò mandar la refleffio-

neper tutto* e non e necefsitata a mandarla in vn luogoJòlot

some quellofpecchio, che èpiano .

SIMP. Quella e appunto vna delle obbiezioni, che io voleuofar-gli contro .

SAGR. Se quejla e vna, eforza,[che voi ne habbiate delle altreipc-

rò ditekjche quanto a quejlaprima mipar,che ellajìaper riu-

feirepm contro dì voi, che infauore .

SIMP. Voi hauetepronunziato, come cofa manifefla, che la re-

filefsionfatta da quel murojìa così cbiara,& illuminante,co-

me quella, che ci vien dalla Luna, & io la /limo , come nulla

in comparazion di quella ; imperocchejn queflo negozio del-

„ lilluminazione, hifogna bauer riguardose dijlìnguere la sfe-

„ ra di attiuità;e chi dubita,cbei corpi Celejli habbiano maggio-

„ re sfera di attiuità,che quelli noslri Elementari, caduchi > e-»

, , mortali?e quelmurofinalmente,che è egli altro,che vnpoco di

w Terra ofeura, & inetta all'illuminare i Sagr. E qui

Page 83: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. €jSAGR. E qui ancora credo , che voi vi inganniate di affai . Ma

vengo allaprima inftanza mojfa dal Sign. Salutasi . E confi-

derò, cheperfar, che vii oggetto ci apparifca tuminofb)kohÈ»

bafìa,cbefopra ejb cafcbino i raggi del corpo illuminante,mati bifogna, che i raggi refilefsi vengano all'occhio noftro ; co-

me apertamente fi vede nelle/èmpio di quello fpecchio , /opra

il quale non ha dubbio , che vengono i raggi luminofidel So-

le, con tutto ciò ei non cifimofira chiaro, & illujlrato,fé nonquando noi mettiamo l'occhio in quel luogoparticulare, doue

va la refllefsione . Conjideriamo adeffo quelcbe accaderebbe

quando lofpecchiofujfe difuperficie sferica ; che fenz''altro

noi troueremo,cbe della refilefsione,cbefifà da tutta lafuper-

ficie illuminata , piccolifsima parte e quella , cheperuiene al-

l'occhio di vnparticolar riguardante, per effèr* vna minimif-

fimaparticella di tutta la fuperficie sferica quella , l'inclina-

zion della quale ripercuote il raggio al luogoparticolare del-

Vocchio: onde minima conuien chejia laparte dellafuperficie

sferica , che all'occhiofimoftra splendente ; rapprefentandofi

tutto il rimanente o/curo . Quando dunque la Lunafuffh** La Luna fé

terJà,come vnofpecchio,pìccolijfimapartefi mofirerebbe agli u e'f

01*^occhi di vnparticulare illufirata dal Sole , ancorché tutto vn' v?°. ^P 00"^tmisferiofujfe efpojìo a raggifilari;& il refio rimarrebbe al- beinuifibik.

¥occhio del riguardante, come non illuminato, eperciò inuifi-

bile; efinalmente inuìfibile ancora del tutto la Luna, auuen-gache quella particella, onde venijfe la riflefsioneper lafua—*piccolezza , egran lontananzafiperderebbe + E fi come al-

l'occhio ella refierebbe inuifibile , così lafua illuminazione

refierebbe nulla; che bene e impofsibile, che vn corpo luminofotogliejfe via le no/ire tenebre colfuo fplendore , e che noi nonlo vedefsimo

.

SALV. Fermate ingrazia Sign. Sagredo, perchè io veggo alcuni

mouimenti nel vifo, e nellaperfona del Sign. Simpltcio,che mifono indizj, efreinon refìi, ò ben capacelofoddisfatto di que-

fio, che voi confomma euidenza , ijy afsoluta verità hauett^detto . Epur bora mi efouuenuto dipotergli con altra espe-

rienza rimuouere ognifcrupolo . Io ho veduto in vna came-

ra difopra vngrandefpecchio sferico:facciamoloportar quàt

e mentre, chefi conduce, torniti Sign. Simplicio a confederare

quanta egrade la chiarezza, che vien nellaparete quifiotto laloggia dal refilejfo dellofpecchiopiano .

E 2 Simp.Io

Page 84: massimi sistemi del mondo

68 Dialogo primo$IMP* Io veggo, che Ve chiarapoto meno > thefi VipercoteJJe di*

rettamente il Sole ,

$ALV* Cosi e veramente . Hor ditemi,fé leuando via quelpicco»

lo/pecchie)piano metteremo neUisleJfo luogo quelgrande sfe-

rico, quar effetto credete voi, chefiaperfar lafua refiefsiont

nella mede/zmaparete i

S1MP. Credo , che gli arrecherà lume molto maggiore , e moltapiù ampio .

SALV* Mafé lilluminazionefarà nulla, ò cosìpiccola^ che appe*

na ve ne accorgiate , che direte allora t

SJMP+ Quando baurh vifio Veffetto, penferò alla rijpofia.

SAJLV. Ecco lofpecchio,ilquale voglio,cbefiapojìo accanto alVal-

tro; maprima andiamo là vicino al reflefjo di quélpiano,e ri-

mirateattentavente lafua cbiarezza;vedete come è chiaro qui

doue e batte, e come dtfiintamentefi veggono tutte quefie mi»

nuziedél muro .

SIMP* Ho vislo, e offeruato benifsimo ?fate metter Patirò fpec-chio a canto alprimo .

SALV. Eccolo là. Vìfu meffoJubito,cbe cominciafìt*aguardarele minuzie , enon ve nefete accorto >figrande efiato l'accre-

feimento del lume, nel reslo della parete . Hor tolgafiviah>fpecchio piano .. Ectouìleuata via ogni refiefsione , ancorché

vifia rima/lo ilgrande fpecchio conueffb » T\imuouafi' quefio

ancora, epoi vifi riponga quanto vipiace , voi non vedrete

mutazione alcuna di luce in tutto il muro . Eecoui dunquemoflratoalfenfo,come la refilejsione del Solefatta in ifpecchìo

sferico conueffo non illuminafenfibilmente i luoghi circonut>

cini . Hora, che rifpondetete voi a quefia ejperienra l

SIMP. Io bopaura> che qui non entri qualchegiuoco dimano; io

veggopure nel riguardar quellofpecchio vfeire vngrandefplmàore, che quafimi toglie la vtjia ; [e quel chepiù import-a,

ve lo veggofempre da qualfiuoglia luogo, ch'io lo rimiri ; e-»

veggoloandar mutandofito,fopra lafuperficie dellofpecchio^

fecondo, ch'io impongo a rimirarlo in quejio,ò in quel luogo;

argomento necejfario > che il lume fi reflette viuo. affai verjò

tutte te bande, & in confeguenza cosìpotentefiopra tuttau»

quella parete, comefopra il mio occhio .

SALV, Hor vedete quanto bifogni andar cauto , e riferuato nel

prefiare affènfo a quello , che il fola difeorfo ci rapprefenta *

Non ha dubbiotfhe quefio , the voi dite ha affai dellapparerà

Page 85: massimi sistemi del mondo

Del Galileo» d>ìe, ìuitauìapotete vedere , come lafenfata cjpericnza mijirA

incontrario .

SIMP* Come dunque cammina queflo negozio ì

5ALV. Io vi dirò quel che ne finto , che non so quanto vìjìa per

appagare . Eprima; quellofplendore così viuo , che voi ve-

dete[opra lofpecchio, e che vipar, che ne occupi ajfai buona-»

parte, non e. cosìgrandeagranpezzo, anzilepiccolo afflai, af-

fai; ma lafua viziezza cagiona nell'occhio vofìro , mediante

la refiefsionefatta nell'vmido degli orli dellepalpebrala qua-

leJì dijlendefopra lapupilla vna irradiazione auuentizia—>t

Jtmile a quel capillizio, che cipar di vedere intorno allafiam-mella di vna candelapofia alquanto lontana ; ò vogliate affi-

migliarla allo fplendore auuentizio di vna Stella; che fé voi

paragonerete ilpiccolo corpiccUo v.g. della Canicola , veduto

digiorno col Tele/copio,quandoJì vedefenza irradiazione

,

col mtdejìmo veduto di notte coli'occhio libero , voi fuor di Carpiceli©

orni dubbio comprenderete , che lirraggiato fi mo/ira più di rc*le Stelle-*

mille volte maggiore del nudo, e real corpicello;^X vnjìmile, ò parj£e mi$emaggior ricredimelofa Vimmagine del Sole,che voi vedete in volte maggio-quellofpecchio,dico maggiore,per ejfer'ellapiù viua della Stel- re, che nudo

.

tadorne e manifefto dalpoter/i rimirar la Stellalo afflai minor

offefa alla vijla,cbe quejìa refiefsion dellofpecchio . Il reuer-

bero dunque, chejìba da participarefopra tutta queffla pare-

te, viene da piccolaparte di quellofpecchio , e quello, chepur*bora veniua da tutto lofpecchiopiano,fi'participaua , e rijlri-

gneua apiccolijfìmaparte della mede/imaparete. Qual mera-ziiglia e dunque, che la refleffioneprima illumini molto viua-mente, e che quefìaltra refi quafi impercettibile (

SIMP. Io mi trouopiu inuiiuppato, che mai, e mi fopraggiugneValtra difjcultà , comepoffla ejfire , che quel muro , ejfendo di

materia così ofcura, e dijuperjkie cosi malpulita, habbia a~~»

ripercuoter maggior lume , che vnofpecchio ben terfo , epu-lito .

SALV. Maggior lume nò, ma benpiù vniuerfale,che quanto alla

viuezza,voi vedetele la rejiefsione di quellofpecchiettopia-

no,doue ellaferifce làfotto la loggia, illuminagagliardamen-

te; & il rejfante dellaparete, che riceue la rejiefsion del muro,doue e attaccato lofptcchio;non è agranfegno illuminato,co-

me lapiccolaparte doue arriua il rejiejfo dello fpecchio . Efévoi dejìderate intender l'intero di queflo negozio, conJideratet

E 3 come

Page 86: massimi sistemi del mondo

I.urre reflcffo

dei corpi afpe

ri più vniuer-

fale che quel-

lo de i reriì ; q.

perchè.

Xtjna. ,, Te futfe.

terfa,elifcja_»,

farebbe inui-

fibile ..

7 q Dialogo primoeomel'efier lafuperjìcie di quel.muroafpra, e l'iftejfo-, cbefefi

fer compofìa di innumerabilifuperjìcie. piccoltjjìme , dìfpoìle

fecondo innumerabili diuèrjità. di inclinazhni;trà le quali di

necejfità decade, cheMefieno molte dijpofle a mandare i raggi

reflejfida loroyin vn tal luogo}molte altre in altro; & infom-

ma non e luogo alcuno,al quale non arriuino moUijfimi.rag-

gi reflejfida moltijjime fuperficiette [parféper tutta l'intera

fuperjìcie del corpofcabrofo,fopra il quale eafeano. i raggi lu-

minoji . Dal chefegue di necefiìtà, chefopra qualjìuogliapar-

te di qualunquefuperjìcie oppojla a quella, che riceue i raggi

prìmarij incidati,peruengano raggi refiejfi;,& in confeguen-

za Villuminazione .. Seguene ancora , che ilmedejìmo corpo

,

fui quale vengono i raggi illuminanti , rimirato da. qualjiuo-

. glia luogofi mojìri'tutto illuminato, e chiaro: eperò la Luna,

per ejfer difuperjìcie ajpra , e non terfa. , rimanda la luce del

Sole verfix tutte le bande, & a tutti i riguardantifimojlra—*

egualmente lucida ._ Chefé lafuperjìciefua , efendo,sferica ,

jujfèancora lifeia, comevnofpecchio , rejlerebbe del tutto in-

uifibile, attefo che quellapieeolijfimaparte , dalla qualepotejfc

venir reflejfa Vimmagine del Sole , all'occhio di vnparticola-

re, per lagran lontananza.refierebbeinuifibile,comegià hak-

hiam detto. s

$IMP.. Re/lo afiai ben capace del.vojtro difcorfo;tuttauia mipardipoter r.tfoluerlo con,pochijfimafatica; e. mantener bmifsi-

mOychela Lunafio, rotonda) epulitifsima, e che re/lètta il lu -

me del Sole a noi al modo, di vnofpecchio: neperciò £immagi-ne del Solefideue veder nelfuo mezo , auuetigache ,_ nonper

lefpezie dell'i/ìejfo Solepoffa vederfi infigran dijìaza 7 lapic-

colafigura del. Sole, mafia compre/a da noi per il lume prò*dotto dalSole l'illuminazione di tutto il corpo lunare; vn_a~*

talcofapofsiamo noi vedere in, vnapia/Ira dorata,e ben kru-

„ niia y che percofia da vn corpo luminofo. ,fi moflya. a chi /#_-»

3 , guarda da. lontano tutta rifplendente; efolo da. vicinofifeor-

„ gè nel mezo di ejfit. lapiccola immagine del corpo luminofo. ,,

§ALV. ConfeJ/ando ingenuamente la mia mcapacità,di.co, che n5

intendo,di quejìo vofìro difeorfo altro , che: di quella piatirà,

dorata; efé voi mi concedete ilparlar liberamentey ho grandeopinione, che voi ancora non l'intendiate^ ma habbjate impa-

rate a mente quelleparole fritte da qualcuno ,per desiderio

di contraddire 3 gmojìrfisfipiù intelligente dell'auuerfario ;

moftrarfi

37

ì)

Page 87: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 71inoslrarfiperàa quelli , cheper apparir eglino ancora intelli-

genti applaudono a quello , the e' non intendono, e maggiorconcettofi'formano delleperfine ,fecondo , che da lorofin—>manco intefe; epur, che lofinitore Biffò nonfa ( come molti

cene fono) di quelli , che Ccriuono quel che non intendono, e *. . r, •,

Jv ' ,/ / -', , ~. ?• . _, . , ,~ . , Alcuni icriuo

chepero non s intende quel che ejsiJcrtuono » \Pero;la,jciando no quel che_>

il rejio, vi ri/pondo , quanto allapiaflrà dorata , che quando non intendo-

ellafiapiana, e non moltogrande ,potrà apparir da lontano "o , e però nò

tutta rifplendente,mentrefiaferita da vn lumegagliardo,ma "on.* intende

peròfi -vedrà tale/quando VocchioJia in Vna linea determina-,{c l-ilK)no#

ta , cioè in quella de i raggi refilefisi : e vedrafsipiù fiammeg-giante, cbefefuffè v.g. d'argento , mediante l'ejfer colorata

,

& attaper lafomma denfità del metallo a riceuere brunime-

toperfettifsimo . E quando lafuafuperficie, ejfendo benifi

fìmoluflrata, nonfujfipoi efattamentepiana,mahauejfe va- '''".'*

rie inclinazioni , all'ora anco dapiù luoghifi vedrebbe ilfio Dia mant1' »

fplendore; cioè da tanti a quantiperuenijfero le varie rejilef-aUUQf?CCe~t

fonifatte dalle diuerfifuperficie '; cheperòfi lauoràno i dia- perchè.manti a molteficee, acciò il lor diletteuolfulgorefifiofga damolti luoghi . Ma quando lapiafìrafuffe moltogrande,nonpero da lontano , ancorché ellafuffe tuttapiana

,fi vedrebbe

tutta rifplendente : eper meglio dichiararmi . Intendafìvna

piaflra doratapiana,egrandifiima efpofìaal Sole; moflreraf-fi a vn

1

occhio lontano ,l'immagine del Sole,occupare vnapar-te di talpiafirafilamente ; cioè quella , donde viene la refief-

fione dei raggifilari incidenti; ma è vero, cheperla viuacitì

del lume, taVimmagine apparirà inghirlandata di molti rag-

gi, eperòfiembrerà occupare maggiorparte affai dellapia/Ira,

che veramente ella non occuperà : e che ciòfia vero , notato il

luogoparticolare dellapiatirà, donde viene la reflefsione, efi-

gurato parimente quanto grande mifirapprefenta lofpazio

rifplendente, cuoprafi di efiofpaziola maggiorparte,lafilan-

dòfolamenteJcoptrto intorno al mezo: non peròfi diminui-

ràpunto lagrandezza dell'apparentefplendore a quello , che

di lontano lo rimira; anzifivedrà egli largamentefiarfifi-pra ilpanno, ò altro , con chef, ricoperfe . Se dunque alcuno

col vedere vnapiccolapiaR-ra dorata da lontano tutta rifple-

dente 7 fifarà immaginato , che l'iflefio douefie accadere ancodipiajlre grandi quanto la Luna ,fiè ingannato non meno,chefi credtjfe la Luna non ejftr maggiore di vnfondo di ti-

E 4 no*

Page 88: massimi sistemi del mondo

Argento Bru-nito apparifce

più ofcuroche.

il non bruni-

to, e perchè..

Aeciaiòbru-aito da: alcu-

ne vedute ap-par chiarim-mo, e da altre:

gfciiriffimo .

7 1 Dialogo primono . Quandopoilapìajlrafuffedifuperficìe sferica f vedreB-

hefiin vnafola fuaparticella il rejiejfo gagliardo-; ma ben—*•mediante la viuezza fi mofìrerebbe inghirlandato di mol-

ti raggì affa* vibranti :. il re/lo dellapallajì vedrebbe ,\comz_s

colorato; e quejlo ancofolamente quando e' nofyfuj/e in.fum-mo gradopulito,, che quando e'fujfe brunitoperfettamenteapparirebbe ofcuro » Efempio di quejlo bauiamo giornalmen-

te auanti gli occhi ne i vajt d'argento ,,li quali ,. mentre, fonofollmente bolliti nel bianchimento ,fon tutti candidi come la

neue r.ne punto rendono Vimmagini;, mafé in alcuna parte

fi bruni/cono , in quella fubito diuentano ofcuri , e di lì ren-

dono l'immagini ,.comeJpecchi *- E quel diuenireoJcu.ro non.

procede da altro , che dall'efferfifpianata vna finisfimagra-

na, chefaceua la fup.erficie dell'argento fcabrofa, eperò tale,

che rifletteua il lume verfo tutte le parti3per lo che da tutti i

luoghi fi mofiraua egualmente illuminata:: quandopoi col

brunirlafi /pianano efquifitamente quelle minime inegua-

lità yfi che la reflesfione da i raggi incidentifi drizza tutta in

luogo determinatoxallor.a^da quel talluogofi mojìra la parte

brunita affai pih chiara,e lucida del restante, che e.filamentibianchito; ma da tuttigli altri luoghifi vede molto ofeura* Bnoto,che la diuerfità delle vedute3nej.rijnirarjuperficie bruni-

te,cagiona diffèmm tali di apparenze^chepsr imitare,erapprt

feniare inpittura. v°g.,vna£orazza brunita , bifogna accop-

piare nerijchietti,e bianchi, l'vn.&a canto all'altro in parti Uè

effa arme,doue iUume cade egualmente.*

SAGR. adunquequando quefii Signori filojofi si contentale ro-'

di conceder, che la Luna,Venere , egli altri pianetifufero dtfuperficie noncosìlufira,e terfa, come vnofpecchio} ma vn—*capello manco, cioè., quale e. , vnapiatita diargento bianchi-

tafolamente,ma non brunita, quejlo batterebbe apoterlafarvisibile,& accomodata a ripercuoterci illume del Sole?

SALV. Bajlerebbe inparie ;,manon renderebbe vn lume cosìpò*tente, comefà,effendomontuofa, ^X infommapiena di emi*

nenze, e cauitàgrandi . Ma quefii Signori filofofi non la—>

wncederanno maipulita meno di vnofpecchio;ma bene affai

pù,fepiùsipuo immaginare ; perchéfilmando eglino, che diorpiperfettifsimisiconuenganofigurej?erfettifsime}bifognaythe la sfericità di queiglobi celefii sia afsolutifsima; oltre,ch<L*»

quando e' mi somedejero qualche inegualità } ancorché mini*-

Page 89: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

71ma,io me neprendereifenzafcrupolo alcuno altra afiai mag-giore,perche consi/lendo talperfezione in indiuisibili,tantO l&

guafia vn capello^ quanto vna montagna .

SAGR. Qui mi nafcono due dubbj , l'vno è l'intendere,perchè l&

voglian quefla efattafiguraSALV. Alprima rifpondero io;^X al Sign* Simplicio lafcerb lai-*

cura di rispondere alfecondo . Deuefi dunque auuertiret cheSuperficiepi*

le medefimefuperficie vengono dal mede/imo lumepiùr e me- magm rc flef-

no illuminate ,fecondochì i raggi illuminanti vi cofano fo- fj ne di lume,

prapiù, ameno obliquamente-,fiche la majfima illuminazio- chela—» mena

ne e doue i raggifonperpendicolari * Et ecco , ch'io ve lo mo~ fobrofa;

firo alfenfo . Io piego quellofoglio, tanto , che vnaparti-*dicofar^iflu™

faccia angolofopra Valtra; £r e/ponendole alla refiefsion del m jnano n ìùlume di quel muro oppoflo, vedete , come queflafaccia ,. cho~> che gl'obbli-»

riceue i raggi obliquamente, e manco chiara di quefi'altra,do- qui.» e perchè».

ne la refitjjione viene ad angoli retti ; e notate, come fecondoche logli va riceuendopiùx epiù obliquamente l'illumwaziQ*

nefi fa più debole „

SAGR. Veggo l'effetto^ ma non comprendo lacaufa

.

SALV. Se voi cipenfajle vn centefimo d'hora la trouereflc;maper

non confumare il tempo, ecco-

uene vnpoco di dimofirazi^-^. Cne in queflafigura. ,

.

SAGR. Lafola vijla della figurami ha chiarito, il tutto,perofé-guiu Q

SJMP. 'Dite in grazia il rcfio* a

me j che non fono di si veloce

apprenfiua . j^SALV. Fate canta, che tutte le lì- &

n ee parallele, che voi vedetepartirfi da i termini A. B.fieno #

raggi, cbejopra la linea CD. vengono ad angoli retti : indi- llP^'-P*mate bora la medefima CD.fi chependa, come D.O. non ve- mina™»" jJJ^dete voi, che buonaparte di quei raggi, chefermano la C. D. n0j c perchè ipajfanofenza tocar la D.O. ? adunque.felaD.O* e illumina-

ta da manco raggi, e ben ragionevole, che il lumerkeuuto daìeifiapiù debole . Torniamo bora alla Luna, la quale, effen-

do difigura sferka?quando lafuafuperficiefuffipulita,qu&

/

Page 90: massimi sistemi del mondo

74- -Dialogo primoto quefia carta , leparti delfuo emisferio illuminato dal Sole,chefon® Verfo Vejìremità , ricetterebbero minor lume affaijfì-mo j che leparti di mezo , cadendo /opra quelle i raggi obli-

qui/fimi , efopraqueBe ad angoli retti ; per lo the nel Pieni-lunio, quando noi reggiamo quafìtutto Vemisferio illumina'to, leparti ver/o il mezo,cifidourebbero mo/irarepiu rifplen-

denti, che l'altre verfo la circonferenza : il che nonfi vede^j •

Figuratemi bora lafaccia della Limapienadi montagne benalte, non vedete voi, come ìepiagge , e i dorjiloro , eleuando-

Argentp bru- Jìfopra la conueffità dellaperfettafuperfieie sferica,vengono

piùofcuo"che eJfi°ft*atta vijia del Sole

, C accomodati a riceuere i raggi af-

il non bruni- fai meno obliquamente, eperciò a mojìrarfi illuminati quan-to* e perchè, to il rejio l _

SÀGR. Tuttobene:mafé vifono tali montagne, evero,che il So*

le leferirà affai più direttamente , che non farebbe l'inclina*

zione di vna fuperfieie pulita : ma è anco vero , che tra effL~>

montagne remerebbero tutte le valli ofeure, mediante l'ombre

grandijjime, chein quel tempo verrebberda i monti, doue che

leparti di mezo, benchépiene di valli,e monti , mediante l'ha-

uereil Sole éleuato rimarrebbero fenz'ombre , eperopia luci"

de affai, cheleparti ejireme, fparfe non men di ombre, che di

lume; epur tuttauia nonfi vede tal differenza .

SIMP. Vnafimil diffuultà mi si andaua auuolgendo per lafan»tasia*

SALV. Quanto epiùpronto il Sign. Simplicio a penetrar le dif-

ficultà,chefauorifcono le opinioni d'AriJi.che lefoluzionilmà

io ho qualchefofpetto, che a bellofiudio è voglia anco taluol-

ta tacerle ; e nelprefe-nteparticulare ,hauendo daperfépotu-

to veder l'obbiezione, chepure e affai ingegnofa,non poffò cre-

dere , che t non habbia ancora auuertitala rifpofta , ond'hvoglio tentar di cauargliela (comesi dice ) di bocca .Pero di-

temi Sign. Simplicio: Credete voi , chepoffa effere ombra doue

fericono i raggi del Sole ì

SIMP. Credo,anzi fonficuro, che no, perche efendo egli il maf-

fimo luminare, chefaccia conifuoi raggile tenebre, e impòf-

Aeciaio bru- Jìbile , che doue egli arriua refìi tenebro/o ; e poi hauiamo la

futodaalcune definizione;che Tenebrie flint priuàtio luminis .

Vl •

u^ aPPar SALV* Adunque II Sole rimirando la Terra , ò la Luna , o altro

da altre ofeu- corpo opaco , non 'vedemai alcuna delle jueparti ombroje >

riflìmo

.

non bauzndo altri ocùi da vidi?e , che i fuoi raggi apporta-

tori

Page 91: massimi sistemi del mondo

Del Galileo •. 75tori del lume: ifX in conseguenza vno>% chefuffe nel Sole nowvedrtbbemai niente'*di adombrato,imperocché i raggifuoi vi'

fini andrebberofempre in compagnia de i Solari illuminanti..

SIMT*. Quejtaì verijìmo. fnza contradizione alcuna

.

§ALV. Ma quando la Luna è all'oppofizìon del Sole, qual defe-

renza è. tra il viaggio, che fanno i raggi della vojira vifìa ., e

quello, che fanno i raggi dd Sole .<

SIMi1. Ora ho iniefo; voi volete dire, che caminando i raggi del-

la vìfla,e quelli dJ Sokper le mede/ime linee, noi nonpolia-mo J'coprir alcuna delle valli ombrefe della Luna *. Digrazia

toglietelagiù di quejla opinione , cì/io Jia fìmulatore, o dif-

Jìmulatore;e vigiuro dagentilhuomo, che non haueuopene-

trata cotal rifpojta , ne forfè Ibaurei ritrouata. fenza l'aiuta

voflro, ò fenza lungopenfami ..

SAGR. La foluzione , chefra tutti due hauete addotta, circa que-

B'vltima dijfcultà ha veramente]od'disfatto a me ancora;manel medefìmo. tempo, quejìa. confiderazione del camminare i

raggi della vifìa con quelli del Sole mi ha defato vn altro

fcrupolo circa Valtraparte,ma non sofé io. lo faprò Jpiegare;

perche ejfendomi nato di prefente. , non l'hoper ancora ordi-

nato a modo mio ; ma vedremo fra tutti di ridurlo a chia-

rezza. E non e dubbio alcuno , che leparti verfo la circonfe-

renza dellEmisferiopulito,ma non hrunito,chefa illumina-

to dal Sole, riceuendo i raggi obliquamente ne rieeuono affai

meno, che leparti di mezo,le quali direttamentegli riceuono;

epuò ejfere , che vna firifeia larga v.g. venti gradi , chefaverfo lefremita dell'Emisf rio , non riceua più raggi , che

vn'altra verfo leparti di mezo,larga non più di quattrogra-

di;onde quella veramente farà afaipiu ofeura di quefa^e ta-

le apparirà a chiunque le » imirajfe amendue in faccia , o vo-gliam dire in maeftà . cMa quando l'occhio del riguardante

fujfe cofiituito in luogo tale, che la larghezza de i ventigradì

dellaftrifeia ofeurafégli rapprefentajfe nonpiù lunga d'unadi quattrogradipofa fui mezo dellemisfeno , io non ho perimpossibile , chefeglipotejfe mofirare egualmente chiara, t^>

luminofa, come laltra, perchefinalmente dentro a due ango-li eguali, cioè di quattrogradi l'uno, uengono aliocchio le re-

fezioni di due eguali, moltitudini di. raggi ; di quelli ciocche

fi reflettono dalla firifeia di mezo, largagradi quattro ,edeireflejfi dall'altra di uentigradi; ma ueduta in ifcorciòfatto la

quantità

Page 92: massimi sistemi del mondo

y€ Dialogo-primoquantità, digradi quattro ; & vn Jtto tale otterrà "Cocchio ,

1 quando e' fia collocato trai detto emisfero , el corpo, che Vil-

lumina;perche allora la vifta,ei raggi vannoper le mede/imelinee . Par dunque, che nonjia impofJìbile,che la Lunapoffaeffer difuperficie affai bene eguale , e che non dimeno nel Pie-

niluniofimoBrinQnmenluminofanell'eJlremità, che nelle

partidi mezo .

SALV. La dubitazione e ingegnofa, e degna d'ejjer confiderata: t

comeebe ella vi è natapur bora improui/amente, ioparimen-te ri/ponderò quello che improui/amente mi cade in mente , e

forfèpotrebb'effere, che colpenfaruipiù mifouuenijfe miglior

rifpojìa . Maprima , che ioproduca altro in mezo ,farà be-

nebbe noi ci affìcurìamo con tefperienza,fe la vofira oppofi-

xÀone rifponde così infatto, comepar che concluda in appa-

renza ; eperò ripigliando la mede/ima carta , inclinandone ,

colpiegarla , vnapiccolapartefopra il rimanente,prouiamo,

fé efponendola al lume,fichefòpra la minorparte cafehino i

raggi del lume direttamente, e/òpra l'altra obliquamente,

quefia che riceuei raggi diretti,fi mofiripiù chiara; & ecco

già l'efperienza manifesta, cheTe notabilmentepiù luminofa:

bora quando la vofira oppofizionefia concludenteMfbgneràyche abbaffando noi Xocchio tanto , che rimirando l'altra mag-giorparte, meno illuminata, in ifcorcio,ella ci apparifea nonpiù larga dell'altrapiù illuminata, e che in confegueza nofia

vedutafotto maggior angolo,cbe quella ; bifogntrà dico,che il

fùo lumefiaccrefca,fi che ci sebri così lucida,come l'altra. Ec-co, cheiolaguardo,e la veggo sì obliquamete, che la mi appa-

ri/cepiùfiretta dell'altra,ma con tutto ciò lafuaofcurità nonmifirifebiarapunto. Guardate borafé l'iftefio accadea voi.

SAGR. Ho vi/ìo,neperche io abboffi l'occhio veggopunto illumi-

nar^, ò rìfcbiararfì dauuantaggìo la dettaJùperficie;anzi miparpiù tofio, che eUafiimbrunifca

.

SALV. Siamo dunque fin'bora ficuri dell'inefficacia dell'oppofi-

zione; Quantopoi allafoluzione, credo,cbeper efier lafuper-

Jìciedi quefia carta,poco meno, che terfa ,pochifieno i raggi v

cbèfireflettano verfo gì'incidentijn comparazione della mol-

titudine, ebefi reflette verfo leparti oppofiéj e che di queipo-

chifé neperdanofemprepiù , quantopiùfiaccojìano i raggi

vifiui a effi'raggi luminofi incidenti : eperche, non i raggi in-

cidenti, ma quelli, ebefirefettorio all'occhio ,fanno, apparir

? oggetto .

Page 93: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

77ìoggetto lumìnofo,perb, nell'abbafiarVoccbh,pìùequello,cbt

fi[perde, eòe quello, chefi acquifia , come anco voifiefiàditts

apparirui nel vedere il fogliopiù ofeura .

SAGR. Io dell'efperienza , e della ragione mi appago . Refia bora

ihe'l Sign. Simplicio rifponda all'altro mio quefito,dicbiaran~

dcmi,quali cojt muovano i Peripatetici a, voler quefia roton~

dita ne i corpi Cele/li tanto efatta .

SJMP. L ejfere i corpi Celefli ingenerabili ,incorruttibiU,inaltt-

rabili, impajj.bili, immortalile*fa che e'fieno affolutamente Sfericità per»

perfttti;e l efiere ajfolutamenteperfettifi tira in confeguenza, pJSguIe cor-ebe m lorofa ognigenere diperfezione; epero, che lafigura—* pj (jekfti da i

ancorafaperfetta , cioè sferica , e ajfolutamente , eperfetta- Peripatetici.

mente sferica-, e non afpera,& irregolare .

SALV. E quefia incorruttibilità da chi la cauate voi t

SIMP. Dal mancar di contrari immediatamente,e mediatamen-

te dal motoftmphce circolare

.

SALV. Talcbt,per quanto io raccolgo dal vojlro difeorfo , nel co-T fi

Jlituir Vejfenza de i corpi Celefli incorruttibile , inalterabile, - j^ dell'-&c. non v'entra, come caufa, b requifito necefario la roton- incorruttibili-

dita; che quando quefia cagionale l'inalterabilità , noipotre- tà , ma di più

mo ad arbitrio nojìro far incorruttibile il legno , la cera, ed l»nga-» dura»

altre materie Elementari, col ridurle infigura sferica .zione

.

SIMP. E none egli manifeflo , che vnapalla di legno , meglio , e

più lungo tempofi conferuerà, che vnaguglia , ò altraformaangolarefatta di altrettanto del mede/imo legno .

SALV» Cotefloe verifjìmo , ma nonpero di corruttibile diuerrà

ella incorruttibile, anzi rejìeràpur corruttibile,ma ben dipiùiunffa durata . Pero è da notarfi, che il corruttibile e capace T . „ _MM «t :,.^v ,. i-7- /in r II corruttibi-dipm, e di meno tale, potendo noi dire quejto e men corruttt- i^, r iceuc il

bile di quello , comeperèfempio , il diafproè men corruttibile più , e'1 me-dellapietra S rena ; ma l'incorruttibile non riceue ilpiù , el no » ma non-»

meno,fichefipojfa dire quefto 'epiù incorruttibile di quell'ai- {*«rcorruttt-

tro ,fe amendué'Jono incorruttibili > à" eterni . La diuerfità £ *perfezioi*

dunque difigura, non può operare,fé non nelle materie , che di figura ope-

fon capaci delpiù, o del meno durare; ma nelle eterne , che no ra nei corpi

pojfon'ejferefe non egualmente eterne,cejfa l'operazione della corruttibili »

figura . E per tanto,già che la materia Celefie,nonper lafi- JjjJ-jj JJSJjJj,gura e incorruttibile, maper altro , non occorre ejfer così an- 5

fiofo di queflaperfetta sfericità; perchè , quando la materia—»

farà incorruttibile , babbiapur chefigura si voglia , ellafaràfempre tale. Sagr. Ma

Page 94: massimi sistemi del mondo

7 8 .Dialogo primoSAGR.

\Ma io vò considerando qualche cofa dipiù; e dico, che, cti-

tedtito,xhe lafigura sferica baueffefacuità di conferire l'in-

Se la figura corruttibilità ftutti i corpi di qualsiuoglia figura farebberosferica confe-

eternit incorruttibili: imperocché ejfendo il corpo rotondo in-

tutti i corpi'* corruttibile , la corruttibilità verrebbe a consifiere in quelli^»

farebbero e- parti, che alterano laperfetta rotondità ; comeper efempio insemi

.

<vn dado vi e dentro vnapallaperfettamente rotondai cometale incorruttibile ; rejìa dunque , che corruttibili sieno quelli

angolifCbe ricuoprono,& afcondono la rotondità; alpiù dun-que, chepotejfe accadere ,farebbe , che tali angoli , e (per così

dire) efcrefcenze si corrompefiero . xSMafepiù internamente

andremo considerando,in quelleparti ancora verfo gli ango-

li vifon dentro altre minoripalle della medesima materia , e

però effe ancora,per ejfer rotonde, incorruttibili ; e così ne1re-

sidui, che circondano quefie otto minori sferette , vifé nepof-

fono intendere altre; talchéfinalmente rifoluendo tutto il da-

do inpalle innumerabili, btfognerà confejfarlo incorruttibile,

E quejlo medesimo difeorfo, & vna simile refoluzione sipubfar di tutte le altrefigure »

SALVI Ilprogrejfo cammina bmìJfimo,sì che quando v.g. vn crì-

Jlallo sferico baueffe dallafigura Vejfer'ineorruttibile,cioe lafacultà ai resijiere a tutte le alterazioni interne, & ejlerne,njn

si vede, che Vaggiugnerli altro criJìallo,e ridurlo v.g. in cubo,

Vbaueffe ad alterar dentrotne anco difuori, si che ne diuenif

fe meno atto a resifìereal nuouo ambiente,fatto dell'ijlejfa-*

materia, che non era all'altro di materia diuerfa;e majjìmefe

e vero,cbe la corruzione sifaccia da i cotrarj, come dice Arijl.

e diqual cofa sipuò circondare quellapalla di crijlallo, chegli

sia manco contraria del crijlallo medesimo ? Ma noi non ci

accorgiamo delfuggir delVhore, e tardi verremo a capo de'no-

Jtri ragionamenti,féfopra ogniparticulare si hanno dafare

si lunghi di/corsi, oltre che la memoria si confonde talmente

nella multiplicità delle cofe , che difficilmentepofio ricordarmi

délleproposizioni , che ordinatamente haueua propojleM Sig.

Simplicio da considerarsi .

SIMP* Io me ne ricordo beniffìmo , e circa quejloparticulare del-

la montuosità della Luna , rejla ancora inpiede la ^aufiz , che

io addu/Jìdi tale apparenza, potendosi beni/fimojaluare con

dir ch'ella sia vrìillusione procedente dall'ejfer leparti della

Luna inegualmente opache feperjpicue .

Sagr, Poco

Page 95: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 79SAGR. Pocofa quando il Sign. Simplicio attribuiua le àppartn*

ti inegualità della Luna,conforme aUopinione di certo Peri'

patetico amicofuo , alleparti di efia Luna diuerfamente opa-

che y eperfpicue , conformea chefimili Muflonifiveggono in Madreperle

crijladt, egtmme dipiùforti, mifouuennevna materiamol- atte a imitai*

topiu accomodataper rapprefentar cotali effetti , e tale , <hz^>|n2ESSdeI

credo certo, che quelfilo]ofo lapagherebbe qualfiuogliaprezo;ja foperfick-*

e quefìefono le madreperle , le qualifi lauorano in varie fi- della Luna.

gure, e benché ridotte ad vna eflrema lifeezza ,fembrano al-

l'occhio tar. to variamente in dìuerfe parti cane , e colme , che

appena al !attoJìeJfoJÌpuò darfede della loro egualità .

.

SALV. Belli/fimo e veramente queflopenferò;e quel che non e[fla-

tofatto"fin bora,potrebbe effer fatto vn'altra volta; eféfono

fateprodotte altregemme,e criHalli,cbenon han chefare con

l'illufìoni delle madreperle,faran benprodotte quejleancora:

intanto,per non tagliar Voccafione ad alcuno tacerò la rifpo-

Jla, che ci andrebbe, efolo proctireròper ora difodisfareallt^

obbiezioniportate dal Sign. Simplicio . Dicoper tanto , chi^»

quefìa vojlra e vna ragion troppogenerale,e come voi non~~»

l'applicate a tutte le apparenze ad vna, ad vna ,cbefiveggo-

no nella Luna, eper le quali io , & altrififon nmffi a tenerla

montuofa, non credofcbe voifiateper trouare chifìfoddisfac-

cia di tal dottrina; ne credo,cbe voifieffo, ne l'autor medefimotroui in ejfa maggior quiete, che in qualjluoglia altra cofa re-

o.

mota dalpropqfito . Delle molte,e molte apparenze' varie,che jn^Jf^S^clJtfcorgono difera, infera, in vn corfo lunare, voipur vna—> ja £una nonfola nonne potrete imitare colfabbricare vnapalla a voflro fi poilòno i-

urbitrio dipartipiù, e meno opache, eperfpicue,ech&fia.difu- mjta

.

r>Per v *a

perfidepulita ; doue che all'incentro di qudjìuoglià materia PIU 'e me~

folida, e non trajparentefifabbricheranno palle, l? qualifolo per fpicud

.

con eminenze, e cauità , e col rireutre variamente fillumina- Vedute varie

zione, rapprefenteranno lifieffe vifé , e mutazioni a capello , della Luna i-

ehe d'bora in borafi'

feorgono nella Luna . In effe uedrete i"mobili con-

dorfi dell'eminenze efpofle al lume del Sole chiari affaire doppo dateria Gpa-di loro leproiezioni dellambre ofcuriffime;Vedretele maggio- Ca_*

.

ri , e minori,fecondo , che effe etninenzefitrouerannopiù , o Apparenze

meno diftanti dal confine, che diftingue laparte della Luna-* varie.

dalle-*

illuminata dalla tenebrofa . Vedrete l'i/lefso termine,e confi- 5L"

a' }- «5ST

i ì n /* e» 1 t fi r /*» i •rocnL4 *** moli

ne, non egualmente diftefo, qual farebbefé lapallajujsepult- tuoficanelhusta, ma anfrattuojò, e merlato . Vedrete oltre al detto termine Luna

.

nella

Page 96: massimi sistemi del mondo

r.>

$ó Dialogo primonellaparte tenebro/a moltefommità illuminate , efiaccate dal

refiogià lumino/o, uedrete l'ombre fopradette , fecondocbc. j l'illuminazionefiuà alzado, andàrfielleno diminuendo,fin-

che del tuttofuanifiono,nepiù veder/ine alcuna quando tut-

to l'emisferiofia illuminato . ^All'incontro poi , nel pafsare il

... lume verfo l'altro, emisfero lunare riconojcerete ViBefse emi-

nenze ofseruateprima, e uedrete leproiezioni dell'ombre loro

-

, farfial contrario, & andar crefcendo; delle quali cofe, torno

a replicarui , che uoipur'una nonpotrete rapprejentarmi col

uojlro opaco, eperfpicuo

.

SAGR. Anzi pur fé ne imiterà vna ,cioè quella del plenilunio, f

quando per effer il tutto illuminato nonfiforgepiù né om-bre, ne altro, che dalle eminenze , e cauità riceua alcuna va-

riazione . %3tta digrazia S. Salu. nonperdetepiù tempo in

quefioparticolare,perche vno che hauejfe hauuto pazienza di

far Vojferuazioni di vna,b due lunazioni, e non reHajfe capa-

ce di quefia fenfatijfima verità ,fipotrebbe ben fentenziarc

per priuo del tutto digiudizio ; e con fimili, a che confumattempo , eparole indarno ?

SIMP, Io veramente non ho fatte tali ojferuazioni , perchè nonho hauuta quefia curiofità , ne menofirumento alto a poterle

fare; ma voglio per ogni modo farle : e intanto pojfiamo la-

feiar quefia quefiione in pendente ; e pajfarea quel punto 9

che fegue,producendo i motiui,per i quali voi Rimate , cbzs

la Terra pojfa reflettere il lume del Sole non men gagliarda-

mente , che la Luna , perche a me parcella tanto ofeura ,Ò*

opaca, che vn tale effetto mi fi rapprefenta del tutto impof-

fibilz-j .

SALV. La caufa ,per la quale voi reputate la Terra inetta all'il-

luminazione, non è altramente coteFìa S. Simp. e nonfareb-be bella cojà, che io penetrafsii volìri difeorfi meglio , che voi

medefimo l

SIMP. Se io midi/corra bene, ò male potrebtieffer, che voi meglio

dime lo conofeefie ; mah bene , o mal ch'io mi difcorra,che

voi pofitate meglio dime 'penetrarli mio difeorfo , queBo non

crederò io mai .

SALV* Anzi velfarò io crederpur'bora . Ditemi vnpoco: quan-

do la Luna èjtrejfo chepiena,fiche ella fi pub veder digior-

no, & anco a meza notte f quando vipar ella piufplendente

il giorno, q la. notte t

Simp, La

Page 97: massimi sistemi del mondo

DelGaltieo. StSIAfP. La nottefcnza comparazione, eparmt, che la Luna imi-

ti quella colonna dì nugok,e difuoco, che fu /corèa, a i figli-^un

.

A *FF-*"*

&oli dì Ifdraele , che alla prefetiza del Solefi mojìraua , come ^e P 1V otte

vna fiugoletta,ma la nottepoi era [pledidi/fitna. Così ho io of- c^\ e iorno .

feruato alcune volte digiorno tra certe nugoìètte la Luna , luna veduta

non altramente ', che vna di efie biancheggiante , ma la notte di. giorno fi-

poifi mojlrafplendenti/fima .m^e a v na-f

SALV. Talché quando voinon vi fofte mai abbattuto a vederlanagoictta »

Luna,fé non di giorno , voi non l'haurejle giudicata- più

fplendidadi vna di quelle nuvolette .

SIMP. Cosi credo fermamente .

SALV. Ditemi bora ì credete voi che la Lunafia realmente più.

lucente la notte , che'lgiorno ,vpur che per qualche accidente

ella fimofiritale ì

%IMP. Credo, che realmente ella rifplenda infifiefia tanto di

giorno, quanto di notte, ma che'l fuo lume fimofiri maggio"

redi notte, perche noi la vediamo nel campo ofeuro del Cielot

& ilgiorno ,per ejfer tutto Vambiente affai chiaro , fiche ella

dipoco lo auanzadi luce, cifirapprefenta affai men lucida.

SALV. Hor ditemi ; hauete voi veduto mai in su la meza notte il

globo terre/ire illuminato dal Sole?

SIMP. Quefia mi pare vna domanda da non farfi,fe non perburla , ò vero a qualcheperfona conofeiutaper infenfatx-*

affatto .

SALV. Nò,no~iovhoper huomo fenfaùjfìmo, efola domandafulfaldo; eperà rifpondetepure, epoifé viparrà, che io parli

afpropofito , mi contento d'ejfer'io l'injènfato ; che bene epiù

fiocco quello che interrogafeioccamente , che quello a chififal'interrogazione

.

SIMP. Se dunque voi non mi haueteperfemplice affatto , fett^fconto, ch'io v'habbia rifpofto,e detto,che e impoJfibile,che vnot

chefia in terra, comefiamo noi, vegga di notte quellapartiidtlla Terra doue egiorno, cioè, che epercoffa dal Sole . .

SALV. (Adunque non vi e toccato mai a veder la Terra illumi-

nata ,ft non digiorno , ma la Luna la vedete anco nellapiùprofonda notte rifplendere in Cielo . E quefta Sig. Simplicio,

e la cagione, che vifa credere, che la Terra non rifplenda,co-

me la Luna;chefe voipztefle veder la Terra dlumir.ata,men-trecbè voi fujie in luogo ientbrof) , come la noflra not:e, la

vedrefiefpkt. dicia più chi. la Luna . Horafé voi volt tJ -che

F la

Page 98: massimi sistemi del mondo

8

1

Dialogo primola comparazioneproceda bene, bifignafarparallelo del lumedella Terra, con quel della Luna veduta digiorno^ non con

la Luna notturna '.poiché non ci tocca a veder da Terra illu-

minata,fé non digiorno * Nonflà così /

SIMP. Così è douere «

SALV. Eperche voi medefimo hauete già confejfato d'hauer ve-

-_ duta la Luna digiorno tra nugolette biancheggianti, ejimi-

ad effer/iflu- Uffima, quanto allaJpetto,ad vna di effe ,giàprimamente ve-

minate dal So ' n^e a confefareiche quelle nugqlette,chepurfon materie Ele-

le non meno mentari ,fon 'atte a riceuer l'illuminazione quanto la Luna,«he la Luna» fò ancorpiù ,fi voi vi ridurrete infantafìa d'hauer vedute

taluolta alcune nugolegrandifsime , e candìdìJJime,come Icl~*

neue :. e nonfipuò dubitare , chefé vna talefipotejfe confer-

mar così luminofa nellapiùprofonda notte,, ella illuminereb-

be ì luoghi circonuicinipiù, che cento Lune* Quando dunque

Muro illumì-noifuffìmofìcurì, che la Terrafiilluminajfe dal Sole, alpari

nato dal Sole» M vna dì quelle nugolette, non rejierebbe dubbio,che ellafuf-

e paragonato fi-non meno rìfplendente della Luna . %5/ttadiquefiQeejfa~*con la Luna , Qgni dubbio?mentre noi veggiamo le mede/ime nugole nelTaf-

meno d '"oueU ftnza del Sole refiar la notte così ofcure, come la Terra;e quel

\3_mi .che epiùx non e alcuno dinoi,al quale nonfìa accaduto di ve-

derpiù volte alcune tali nugole bajfe , e lontane, ejlare in-**

dubbiofé lefujfero nugole, ò montagne:fegno euidente le m$~tagne non effer men luminofe di quelle nugole .

SAGR. Ma chepiù altri difeorfi ? eccouì la su la Luna,cbe epiù dì

meza; eccoui là quel muro altodoue batte il Sole; ritirateui in

qua,fi che la Lunafi vegga accanto al muro,guardate bora;

che viparpiù chiaro l non vedete voi % che fi vantaggio vi è

l'ha ilmuroìllSolepercuote in quellaparete;di lìfireuerbera

Illumina più nellepareti dellafola, da quellefi reflette in quella camera ,fi

la terza refief- ^che in ejfa arriua con la terza reflejfione ;e ad ogni modofon**10n

h^'ì

Vn mi1Jicuro, che vi epiù lume, chefi direttamente uiarriuajfe il lu*

modella Lu- me ^e^a ^-una *

na_»

.

SIMP. O quefio non credo io,perche quel della Luna, e majjìme,

quando eli'epiena e vn grande illuminare

.

SAGR. Pargrandeper Tofcurità de i luoghi circonuicini ombroji;

Lume dellama aJf°^ul!amente non * molto, & e minore , che quel del cre-

Luna più de- pufcolo di mezbora doppo il tramontar del Sole;ilche e manì-

bole di quel fejlo ,perche non prima , che allora\vedrete cominciare a di'

del crepufco- fiinguerfiin Terra le ombre de i corpi illuminati dalla Luna*

Page 99: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 83Sepoi quella terza rejleffione in quella camera illuminipiù

,

che laprima della Luna , fipotrà cono/cere andando là , col

legger quiui vn libro,eprouarpoiJlafera al lume della Luna,

fefileggepiù ageuolmente,b meno, che credofenz'altro, cbeji

leggerà meno

.

SALV. Hora Sig. Simpl. (féperò voifete fiato appagato ) potete

comprender, come voi medefimofapeui veramete , che la Ter-

ra rifplendeua non meno, che la Luna, e che il ricordaruifi-

lamente alcune cofefapute daper voi, e non infegnate da me,

ve nha refi certo, perche io non vi ho infegnato , che la Lunafimojìrapiù rifplendente la notte, che'lgiorno , ma già lofa-peui daper voi; come ancofapeui , che tantoJìmofira chiara,

vna nugoletta, quanto laLuna :fapeuiparimente, che l'illu-

minazion della Terra nonfi vede di notte , & infommafa-peui il tutto , fenza faper difaperlo . Di qui non douerà dì

ragione ejferui difficile il conceder,che la reflejfione della Ter-

ra pojfa illuminar laparte tenebrofa della Luna , con luce no

minor di quella , con la quale la Luna illufira le tenebre della

notte, anzi tantopiù, quanto , che la Terra è quaranta volte

maggior della Luna ,

S1MP* Veramente io credeua,cbe quel lume fecondarlo fojfepro-

prio della Luna.SALV. E quefio ancorafapete daper voi, e non v'accorgete difa-

perlo . Ditemi non bauete voiper voifiejfo faputo , chela—» I corpi illti-

Lunafi moflrapiù luminofa affai la notte , che il giorno ri- Jpnati appari

fpetto all'ofeurità del campo ambiente i & in confeguenza-**cono Pu

£hia

non venite voi afapere in genere, che ogni corpo lucidofimo- tc fcuro .

fira più chiaro , quanto l'ambiente epiù o/curo /

S1MP. Quetto so io benijjìmo.

SALV. Quando la Luna è falcata , e vimofira affai chiaro quel

lume fecondarlo,non è ellafempre vicina al Sole, & in confe-

guenza nel lume del crepufculoi

SIMT. Euui, e molte volte ho defiderato, che Variafifaceffe più

fifea per poter veder quel tal lumepiù chiaro,ma l'è tramon-tata auanti notte ofeura ,

SALV. Voi dunque fapete beni/fimo , che nella profon da nottt-*

quel lume apparirebbe più i

SJMP. Signor si ; ^T ancorpiùfefipotejfe tor via il gran lumedelle corna tocche dal Sole , la prejènza del quale offufea affai

laltro minore. *

V z Salu. Ob

Page 100: massimi sistemi del mondo

84- Dialogo primoSALV. Oh non accadagli taluolta dipoter vedere dentro ad ifcu-

rijjìma notte tutto il difco della Lunafenzapunto ejfere illu-

minato dal Sole i

SIMB. Io non so, che quefloauuenga mai,fé non ne gli ecliffì to-

tali della Luna .

SALV. Adunque allora dourebbe queflafua luce mojlrarfi vìuif-

fima tejfendo in vn campo ofcurijfimo, e non ojfufcatodallju*

chiarezza delle corna lumino/è ; ma voi in quello flato t comeìhauete veduta lucida ?

SÌMB. Holla veduta taluolta del color del rame , & vn poco al-

bicante; ma altre volte e rimaflatanto ofcura,cbe l'ho del tutto

perfadivifla .

$ALV. Come dunquepub ejferfuapropria quella hi.ce,che voi co-

sì chiara vedete neìl'albor del crepufcolo , non affante l'impe-

dimento dello Jplendor grande , e contiguo delle corna ; e che

poi nella più o/cura notte , rimojfa ogni altra luce non appa-

rìfee punto ?

SIMP. Intendo ejferciflato chi ha creduto cotal lume venirle

participato dall'altre Stelle ,"#* in particolare da Venere fu&*

vicina*.

SALV. E coteflaparimente e vna vanità ; perche nel tempo dell*

fua totale ofeurazione dourebbepur moHrarfipiù lucida p

che macche nonflpuò dire, che Vombra della Terragli afeon*da la vifla di Venere,ne dell'altre Stelle .Ma ben ne rimarieUla del tutto priua allora, perche Vemisferioterreftre , che in-*

quel tempo riguarda ver/ola Lunare quellodoue e notte ,do\

vn'interapriuazion dellume del Sole. Efé voi diligentemen-

te andrete ojferuando , vedrete fenfatamente , chefl come la

Luna, quando e fottilmentc falcata ,pocbisfimo illumina là

Terra , e fecondochì in lei vien crefeendo la parte illumina--

ia dal Sole , crefeeparimente lofplendore a noi, che da quella

vienci rejìejfo ; cosi la Luna,mentre efottilmente falcata , e

che per ejjer tra'l Sole , e la Terra fcuopregrandijfìma parte

dell'emisferio terreno illuminato,fi mofìra affai chiara; e di-

fcjftandofi dal Sole, e venendo verflj la quadratura , fi vede

tal lume andar languendo; & oltre la quadraturafi vede af-

fai debile , percheJempre vaperdendo della visla della parte

luminofa della Terra : epur dourebbe accadere ileontrario rquando tal lumefujfefuo , ò comunicatole dalle Stelle;perche

allora la pojfiamo vedere nellaprofonda notte,e nell'ambien*

te molto tenebrojh * Simp, Fe&

Page 101: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. «5SIMP. Fermate digrazia , chepur bora mi fornitene hauer letto

in vn libretto moderno di conclufioni, pieno di molte nouità,

che quefìo lumefecondano non e cagionato dalle Stette , rie e ^«ce f co -

,, proprio della Luna,e men di tutti comunicatogli dalla Terra, !jf

ana del *-*

t , ma che deriua dalla medefìma illuminazion del Sole , la qua- nata daj <g)lCt

t , le,per ejfer lafufìanza delglobo lunare alquanto trafparen- fecondo alca-

„ te, penetraper tutto ilfuo corpo;mapiù viuamente illumina *ù e

vi lafuperjìcie dall'emisfero efpojìo a i raggi del Sole;e laprofon-

» dita imbeuendo, eper così dire , inzuppando/} di tal luce a—>

,, guifa divna nugola, ò di vn crifìallo, la tra/mette, efi rende

t, viabilmente lucida , E quefìo (fé ben mi ricorda)proua. egli

t, con Vautorità, con Vefperienza , e con la ragione , adducendo

t) Cleomede, Vitdlione, Macrobio, e qualcb'altro autor moder-

,, no; efoggiugnendo veder/iper efperienza, ch'ellafimofira^„ molto lucida ne igiorniprofftmi alla congiunzione,cioe qua-

„ do efalcata, e maffimamente rifplende intorno alfuo limbo .

„ E dipiùfcriue , che negli Eclijfìfilari , quando ella efitto il

7 , dtfeo del Soleji vede tralucere , e majjìme intorno all'efiremo

„ cerchio . Quantopoi alle ragioni, parmi , eh'e' dica , che non1P potendo ciò deriuare ne dalla Terra, ne dalle Stelle,nè dafi^»

» faffi1' re^a necejfariamente , cb'e venga dal Sole . Oltreché ,

i, fatta quefìafuppofizione ,beniJfìmofi rendono accomodata

i , ragioni di tutti iparticulari > che accafeano . Imperocché del

n moflrarfìtal lucefecondaria più viuace intorno all'efiremo

» limbo, ne e cagione la breuità dellofpazio da ejfer penetrato

*> da iraggi del Sole , efèndochè delle linee, che trauerfano vnf , cerchio, la maffima a quella , chepajfaper il centro , e delle al-

t , tre, lepiù lontane da quefìa ,finfempre minori dellepiù vi-

ti cine . 1)al medefìmoprincipio dice egli deriuare , che tal lu-

t , me poco diminuifee . Efinalmenteper quefìa via fi'ajfegna

,, la caufa onde auuenga, che quel cerchio più lucido intorno

„ all'efiremo margine della Lunajifcorga nell'EcliJJefilare in

„ quella parte, che fìàfitto il difeo del Sole , ma non in quella ,

„ che efuor dei difeo;prouenendo ciò , perche i raggi del Solts,. trapajfano a dirittura al nofìro occhio

,per leparti della Lu-

, , nafottopojìe ; maper leparti , che fon fuori , cofano fuori» dell'occhio

.

SALV. Se quefiofìlofifofujfefiato ilprimo autore di tate opinio-

ne, io non mi marauiglierei, che e' vifujfe talmente affezio-

nato, che e' l'baueffe rmuutapev vera ;ma ricevendola da al-

F s tri}

Page 102: massimi sistemi del mondo

8£ Dialogo primotri, nonfapreiaddur ragione baflante per ìfcufarlo dal nonbauer comprefe lefuefallacie, emajfimedoppo l'hauer'egli se-

tifa la vera caufa di tale effetto,& hauerpotuto con mille espe-

rienze, e mamfejìi ri/contri ajficurarfi3 ciò dal refleffo della—

*

Terra, e non da' altroprocedere ; e quanto quefta cognizione

fa defiderar qualche cofa nell'accorgimento di quejìo autore »

e'di tuttigli altri, che non le preflano Vaffenfo,tanto il non V-

bauere intefa ,enon effer lorofouuenuta , mi rendefeufabiliqueipiù antichi, i quali,fon benficuro, che ,feadefio linten-

deffero,fenza vna minima repugnanza Vammetterebbero. Bfé io vi deuofchiettamente dire il mio concetto , nonpojfo cre-

der, che queffautor moderno internamente non la creda ; madubito, che il nonpoterfen'eglifare ilprimo autore , lo slimoli

vnpoco a tentare di fupprimèrla , òfmaccarla almanco ap-

preffo a ifemplicì , il numero de i qualifappiamo effer gran-

dijfimo ;e moltifono , chegodono afiaipiù deWapplaufo nu-vmrofo delpopolo, che dellaffenfo de ipochi non vulgari.

SAGR. Fermate vnpoco Sign^ Saluiati, che mipar di vedere , che

voi non andiate drittamente al veropunto nel vojlro parlai

re,perche quejii, che tendonoUpareti alcomuneyJifanno an-cofare autori dell'inuenzioni di altri,purché nonjìeno tanta

antiche, efattepubblicheper le cattedre > eper lepiazzey che**

fienopia che notorie a tutti .

SALV. Ob iofon più cattiuodi voi, che dite voi dipubbliche , o di

notorie? Non e eglil'ijleffo Veffer l'opinioni , e linuenzioniE Tifteffo cf- nuoue agli huomini , che l'effergli huomini nuoui a loro Iftfer le opinio- voj vi contefiate dellafiima deprincipianti nellefeienze , che

«r huomini""'vengon su di tempo in tepo, potrefiefarui anco inuentorefin

& elTer gl'huo dellalfabeto , e così renderui ad e[JÌ ammirando. ;efe ben poi

mini nuoui al- colprogrejfo del tempofifeopriffe la vojirafagacità , ciòpocale opinioni

.

pregiudica al voBro fine .perche altrifottentrano a mante-

nere ilnumero de ifautori : ma torniamo amojlrare al Sign..

Luce fccon- Simplicio la ineficacia de i difcorfidel fuo moderno autore ,dana del la_*

ne- qUan dfonofalfità^ e cofe non concludenti,& inopìnabi-

fee informa-» ^ • Eprimaìfalfo , che quejìa lucefecondaria fia.più chiara

di anelloicioè intomo alìefiremo margine, che nellepartì di mezo, fichefieh iara nell'e- formi quafi vn'anello , ò cerchiopiù rifplendente del re/lo del

? rema circo»- campo : ben'e vero , cheguardando la Luna pojìa nel crepu-t <? T*cn73 p non ^ *'" **^ "-

nel mezo & pufcolo , fi mofìra nelprimo apparire vn tal cerchio , ma con

gefehè .

'

inganno.^ ohe nafte dalla dmerfita de i tonfine con i quali ter-

mina

Page 103: massimi sistemi del mondo

Del Galileo." $7mina H Alfio ìknate , fparfo dì quefìa hicefecondarla : impe-

rocché dalla parte verfo il Sole confina con le corna luciatjfì-

me della Luna , e dall'altra haper termine confìnanfe il cam-

po o/curo del crepa'[colo; la relazion del quale cifaparere piùchiaro l'albore del difco lunare , il quale nellapartc oppojta—*

viene ojfufcato dallofplendor maggiore delle corna ; chefir

l'autor moderno haueffeprouato afarfì oflacolo tra l'occhio

,

e lo fplendor primario , col tetto di qualche cafa , ò con altro ^ ° ?d

'ai "

tramezzoji che vifìbile refìaffefolamente lapiazza della Lu- £èc6daria del-

nafuori delle corna , l'haurebbe veduta tutta egualmente lu- la Luna

.

minofa .

SIMP. Miparpur ricordare , che egli fcriua $ejferfìferuitQ di

vnfìmile artifizio -,per nafeonderfìlafalce lucida *

SAL V. Oh come quefto e, lafùa, che iojiimaua inaztuertenza, ài*

uenta bugia) la qualepizzica anco di temerità'-)poiché ciafehe-

duno nepubfarfrequentemente la riproua . Chepoi nelVE-

clifie del Solefì vegga il difco della Luna in altro modo } chts ^^c0 «*Ii*

perpriuazione, io ne dubito ajfai 3 e majjime quando l'Ecliffe cj e jej §Q^nonfìa totale, come necefariamentebifogna,cbefìanofiate le non pUO ve<.

offeruate dall'autore ; ma quando anco e'fifeorgeffe come lu- derfì le notu*

cido, quello non contraria , anzi fauorifee l'opinion no/ira fPer priuazio-

auuengache allora fi oppone alla Luna tutto Vemisferio ter-41e-"' *

refìre illuminato dal Sole , chefé bene l'ombra della Luna ne

ofiura vnaparte, quefiaepocbijfìma , in comparazione di

quella, che rimane illuminata . Quello , che aggiugne dipiù

,

che in quefio cafo laparte del margine, chefoggiace al Solefì

mofiri affai lucida , ma non così quella], che refiafuori , e ciò

deriuare dal venirci direttamenteper quella parte i raggi fo-lari all'occhio, ma nonper quefia, e bene vna di quellefauoletche manifefiano le altrefinzioni di colui, che le racconta;per-

che,fiperfarci vifìbile dilucefecondaria il difco lunare^ bifo-

gna , chei raggi del Sole vengano direttamente al nofiro oc-

chio, non vede ilpouerino, che noi mai non vedremo tal luce

fecondarla, fé non nelXEclifiedel Sole ì Efé Vefser'vnaparte

della Luna remota dal difcofilarefolamente , manco afsai di

mezogrado pub deuiare i raggi del Sole , fiche non arriuino

al nofiro ocebiocchefarà quando ellafine troui lontana ven-ti, e trenta, quale ella ne e nellafuaprima apparizione ? e co.-

rne verranno i raggi dèi Sole?che hanno a trapafsarper il cor-

po della Luna a trouar Vocchio nofiro i QuefthuomofìvàMF 4 mano

Page 104: massimi sistemi del mondo

L'autor del

libretto delle

cóclufioni vaaccomodandolecofeai fuoi

propofiri 3 e-/

non i propoli-

ti alle cofe.

Burla fatta avno che vole-

va vender cer

to fegreto da.

poter parlar

con vno in_»

lontananza di

mille maglia .,

8 3 Dialogo primomano in manofigurando le cofe, qua li bifignerebhe ,. eb'eU<L^

fufseroperferuire alfuopropofito , e non va accomodando i

fuoi prnpofiti di mano in mano allecofe, quali ellefono. Ecco:

perfar , che lofplendor del Solepofsapenetrar lafuFìanzcu*della Lunari lafa inparte diafana,qualeev,g. la trafpareza

di vna nugola, ò di vn cnjlallo; ma non sopoi quello , ch'eifi

giudicafse , circa vna tal trafparenza , quando i raggi filari

bauefsero apenetrare vnaprofondità di nugola dipiù di duo,

mila miglia ; ma ammetta/i, che egli arditamente rifpondefse

ciò potere efser benijjìmo nei corpi celefii , chefino altre fac-cende; che quejìi nojìri Elementari impuri,efecciofi;e conuin-

chiamo l'errorfuo , con mezi, che non ammettono rijpofia, &

per dir meglio,futterfugy . Quando ei voglia mantenere,cht

lafuslanza della Lunafia diafana, bifogna, cb'ei dica,che el-

la e tale , mentrecjbì i raggi dei Sole abbiano apenetrar tutta

lafuaprofondità , che ne abbiano apenetrarpiù di dua mila

miglia; ma che opponendoglienefilo vn miglio ,& anco me-

no, non lapenetrerannopiù, che e'fipenetrino vna delle no*

fire mmtagne *

SAGR* Voi mifatefouuenire di vno , che mìvoteua vendere vnfegreto dipoterparlare,per via di certafimpatia di aghi cala*

mitaii,a vno,cbefufse /fato lótano due, a tre mila miglia,e di-

cendoli io , che volentieri l'haurei comprato,ma che voleuo ve-

derne lefperienza,e che mi bafiauafarla /landò io in vna del»

te mie camere. ? & egli in vn'altra , mi rijpofe > che infipiccola,

difianza nonfipoteua veder ben l'operazione:, onde io lo li-

cenziai con dire , che non mifintinoper allora di andare net

Cairo, b in Mofcouiaper veder tale efperienza ; mafiepurz^voleua andare ejfi, che io hareifatto Valtraparte reììando in

Venezia .. Mafintiamo come va la confeguenza dell'autore,

e come bifogni , ch'egli ametta la materia della Luna ej/erper-

meabili/sima dai raggi filari nella profondità di dua mila

miglia, ma opaci}simapiù di vna montagna, delle nofìre,nel -

lagrojfizza divn migliofilo ..

SAJLF. Vilìeffimontagne appunto iella Luna ce nefanno tefii-

monianx.a, le qualiferite da vnaparte dalSole,gettano dal-

l'oppofia ombre negrijfime, terminate,e taglientipiù ajfai del-

l'ombre delle nofire; che quando ellefujfiro diafane, mai nonauremmopotuto conofiere afprezza veruna nella Juperficie

della Luna} ne veder quelle cufpidi luminofifiaccate dal ter-

mine.

Page 105: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

8?mine , che di/lingue laparte illuminata dalla tenebro/à; anzi

ne. meno vedremmo noiquefìo medejìmo termine cosi difìin-

to , fefufic vero , cvel lume del Solepenetrale la profonditi

dtlla Luna;anzàper il detto medejìmo dellautore bifognereb-

be vedere ilpaffiggio , e tonfine tra laparte vtfia,e la non vi'

jìa dal Sole affai confufo, e rntfio di luce , e tenebre ; che bene ò

necefiario, cbe quella materia, che dà il tran/ito à i raggifola-

ri nellaprofondità di dna mila miglia ,fia tanto trasparente^

chepocùifimo gli contraili nella centefima , o minorparte di

talgrofflzza ; tuttavia il termine, chefepara laparte illumi-

nata dalla ofeura è tagliente, e cosi difìinto, quanto ì difìinto

il bianco dal nero, e majjìmedoue il tagliopaffafopra laparte

della Luna naturalmentepiù chiara,epiù ajpra; madouefe-ga le macchie antiche, le qualifonopianure , per andare elle

sjIncarnente inclitiandojì,fi che riceuono i raggi del Sole obli-

qui/fimi, quiui il termine 'non e così tagliente, mediante la il-

luminazionepiù languida . Quellofinalmente], eh'ei dice dei

nonfidiminuire , é? abbacinare la lucefecondaria ,fecondo,

che la Luna va crefcendo , ma conferuarfi continuamentedella medefima efficacia, ìfaljìjfimo, anzipocofi vede nella--*

quadratura , quandoper Voppofito ella dourebbevederfi piùviua, potedofivederefuor del crepufcolo nella nottepiùpro-

fonda . Concludiamoper tanto ejfer la reflejfion della Terrapotentifsima nella Li-ina; e quello, di che douretefar maggio-

refilma, cauaiene vrìaltra congruenza bellifsima, cioè, chefét vero, che i pianeti operinofopra la Terra col moto,, e col lu- £a Terrapuòme,forfè la Terra non -menofaràpotente a operar reciproca- reciprocarne!*

mente in loro col medejìmo lume , eper auuentura col moto te oberare ne

ancora; e quando anco ella nonfimoueffe, purglipuò re/lareco

f?UIJlla medefima operazione ;perchigià comeJìev duio l'azione

del lume t la medefima appunto, cioè del lv.mt del Sole rejlejfo;

e'I moto nonfa altro., chela variazione degli afpetti,la quale

fgue nel modo medejìmo, facendo muouer la Terra , e fìat

fumo il Sole, cheféJìfacciaper Voppofito .

SIMP. Nonfitrouerà alcuno deifilofofi, che habbia detto, chequefii corpi inferiori operino ne icelefii, & lArifiotile dicechiaro il contrario .

SALV. Ariflot. egli altri, che non hanfaputo, cbe la Terra , e la

Lunafi illumininofcambieuolmente,fon degni difeufa ; ma.

farebber ben degni di riprenfiane,fi mentre vogliono^ che. noi

sona-

Page 106: massimi sistemi del mondo

$ o Dialogo primoconcediamo) e crediamo a loro,che h Luna operi in Terra col

lume,é volejfinpoi a noi, che gli battiamo infegnato , che la—»

Terra illumina la Luna, negare l'azione della Terra nella—»

Luna»SIJWP. Infomma iofento in me vn'efiremarepugnanza nelpo-

tere ammettere quefìa focietà , che voi vorrefle perfuadermi

tra la Terra, eia Luna,ponendola, comefi dice,in ifchiera co

le Stelle ; che quando altro non cifuffe lagranfeparazione, e

lontananza traeffa , e i corpi celefìi , mi par che neceffaria-

mente concluda vna grandijjìma dijfimilitudine tra di loro .

SALV. Vedete Sign. Simplicio, quantopub vn'inueterato affètto,

& vna radicata opinione,poiché è tanto gagliarda, che vifaparerfauoreuoli quelle cu/è mede/ime, che voi Beffoproduce-

te contro di voi : chefé lafeparazione , e lontananzafono ac-

cidenti validiperperfuaderui vnagran diuerfitàdi nature 7

Affinità tra la conuien cheper Voppofìto la vicinanza , e contiguità importi-

Terra,e la Lu nofimilitudine: ma quanto epiù vicina la Luna alla Terra,na rifpetto ai- cfre a qual/tuoalia altro de i globi celefìi ? conféfate dunqueli VlPill SIITI •* l *^ *\ *^ *-»

per la vojira medefima concefsione ( ir hauerete anco altri

filofofiper compagni )grandifsima affinità, effer tra la Terra,

eia Luna . Hor feguitìamo atlanti ? eproponete fé altro ci

refìa da conjìderare circa le difficultà,che voi mouefie controle congruenze tra quefìi due corpi

.

SIMP. Ci remerebbe non so che inpropofito della folidità della—»

Luna , la quale io argumentaua dall'effer'ella fommamentepulita , elifcia , e voi dall'effer montuofa ; vn altra diffcultà

mi nafceuaper il credere io?che la reflefsion del cMare douefi

fé effer per Vegualità della fua fuperficiepiù gagliarda , che

quella della Terra, la cui fuperjicie è tanto fcabrofa , &opaca -,

SALV. Quanto alprimo dubbio; dico, cheficome nelleparti del-

la Terra , che tutte per la lor grauità confpirano ad approfi

Solfdità del fimarfi quanto più poffono al centro , alcune tuttauia ne ri-

Globo lunare mangano più remote , che l'altre, cioè le montagne più delle

iì argomenta pianure , eque/loper la lorfolidità , e durezza ( chef fuffrdell'eifer mó- di materia fluida fi fpianerebbero ) così il veder noi alcune

parti della Luna refìare eleuate fopra la sfericità delle par-' fipiu baffe,arguifce la loro durezza :perchè e credibile, che la

materia della Luna fifiguri in forma sfericaper la concorde

. confpirazione di tutte le fueparti al medefimo centro» Circa

Page 107: massimi sistemi del mondo

Del Galileo; pi¥altro dubbio,parmi,cheper le co/e, chehauìamo confiderai

accader negli'jpecchi,pojjìamo inteder benifsimox che la refief

fion del lume , che vien dal mare Jìa inferiore afiai a quella , Reflefllon iel

che vien dalla Terra ; intendendo però della reflefsione vni- lunie P1U de-

uerjale: perche quanto alla particolare^ chelafuperficie del-ghedalUTS

l'acqua quieta manda in <vn luogo determinato non ha dub-r? . m

bioyche chiji confiituirà in tal luogo vedrà nell'acqua vnre-

fiejfo potentifsimo, ma da tuttigli altri luoghijìvedrà lafu-

perficie dell'acquapiù o/cura di quella della Terraleper mo-

Jirarlo alfenfo andiamo qua in Sala , e verfiamo vn poco di .

acquafuipauimento . ditemi bora nonfimofir'egli quesloc^e^ xz ja

mattone bagnato più ofcuro affai degli altri afciutti { certo refleflìon del-

ù , e tale fi mofirerà egli rimirato da qualfìuoglia luogo ,ec- V acqua men

eettuatone vnfolo,e quefìo e quello douearriua ilrefiejfo del c^|f

ra di quel

lume, che entra per quella fineftra j tirateui adunque indie-a a cr"

tro pian piano.

SIMP. "Di qui veggo io la parte bagnata più lucida del refìo

del pauimento , e veggo, che ciò auuiene perche il reflejfo del

lume,cbe entraper la fin e(ira viene verfo di me .

SALV. Quel bagnare non hafatto altro , che riempier quellepic-

cole cauità , che fono nel mattone, e ridur la fua fuperficie avn piano efquifito : onde poi i raggi reflejjì vanno vniti

verfo vn medefimo luogo:ma il re/io del pauimento afciutto

ha la fua afprezza, cioè vna innumerabil varietà di indi-

nazioni nelle fue minime particelle : onde le reflefjìoni del

lume vanno verfo tutte le parti , ma più debili che fé andaffer tutte /unite infieme ; e però poco , ò nientefi varia il fuoafpetto per riguardarlo da diuerfe bande ; ma da tutti i luo*

ghi fi mojlra l'ifiejfo , ma ben men chiaro affai, che quella re-

Jieffìon della parte bagnata , Concludoper tanto , che lafu-perficie del mare veduta dalla Luna ,fi come apparirebbe e-

gualifima(trattone le ifole,egli fogli) così apparirebbe men\

cbiara,cbe quella della Terra mtìntuofa,e ineguale. Efé non

fujfe ch'io non vorrei, parer-, comefidice, di vokrne troppo ,

vi direi d'auer offeruato nella Luna quel lume fecondano, tiice fccoa^

eh'io dico venirle dalla rcfleffion del Globo terre/Ire , ejfer"am c

!eilaT>

notabilmentepia chiaro due ,o tregiorni auanti la congiun- ^ jijjSJJjj*'

zione, che doppo, cioè quando noi la veggiamo auanti l'alba cógiunzione,in Oriente, che quandofivede lafera doppo il tramontar del che doppo.

Sole m Occidente) della qualdifierenza, ne ì caufa}che l'emis*

ferk

Page 108: massimi sistemi del mondo

9% Uiaiogo primoSÌMP. Ma 'credete volferio terrefire, chef oppone alla Luna orientale, hapoco ma-forfè , che quellegran re,& affaifima terra,hauendo tutta V Afa,doueche, quandomacc

fff^. vJ^"ellaè m Occidente, riguardagrandifiimi mari,cioe tutto V-

Luna, pano mari V/ Oceano Atlanticofino alle Americhe.argomento affai prò-

refìopik chiaro Ter- labile del mofìrarfimenofplendida la fuperjìcie dell'acqua t

ra t ò co/a tale? che quella della Terra

.

SALV. -Quejlo che voi domandate è ilprincipio delle incongrue»-

z.e,cb'io slim i ejfer tra la Luna , e la Terra , dalle quali faritempo che noi ci sbrighiamo , chepur troppo Jìamo dimorati

in quefìa Luna . Dico dunque , che quando in natura noti

fuffe altro che vn modo foto per far1

apparir due fuperjicie

ìUujìrate dal Sole vnapiù chiara deUaltra , e che quejto fbffèper ejfer vna di terra,e l'altra di acqua; bifognerebbe neceffa-

riam'ete dire, che lafuperfcie della Lunafojfeparte terrea , e

parte aquea;màperche vifono più modi conofcìuti da noi,che

pojfon cagionare il mede/imo effetto ; & altri per auuentura

nepofforì effere incogniti a noi-,pero io non ardirei di affer*

mare qziejlo più che quello ejfer nella Luna . Già fi è veduto

di fopra come vna piajìra d'argento bianchito, col toccarlo

colbrunitoio,di candido fi rapprefnìa ofcuro; laparte vmi-da della Terrafi mojìr-apiù ojcura della arida; ne i dorfidel-

le montagne lepartijiluofeapp-arifcono ajìai pia fofcbe delle

nude,efterili; ciò accade,perche tra le piante eafa gran quan-

tità di ombra, Ò' i luoghi apricifon tutti illuminati dal Sole ,

* que/ìa miflionedi ombre opera tanto che voi vedete ne i

velluti a opera il color'della Jeta tagliata mojìrarfimoltopiù.

ofeuro j che quel della non tagliata } mediante le ombre diffe-

minate trapelo,epelo, ^F il vellutopianoparimente affaipiù

fofco,chevn ermijinofatto della medejìma feta:fiche quan-

do nella Lunafofsero coje che imitajkrograndifsimefeluca f

l'ajpetto loro potrebbe rapprefentarci le macchie, che noi veg-

liamo : vna tal differenza farebbero /elle fuffer mari ; efi-

nalmente non repugna chepoteffe ejfer,che quelle macchiefoffer realmente di colorpiù ofcuro del rimanente, che in quefìa

guifala neue fa comparir le montagnepiù chiare. Quello che

Ji vede manifefìamente nella Luna e , che le par ti più ofeure

fon tutte pianure con pochi fogli,e argini dentroui; mapurve ne fon'alcuni ; il rcjianiepiu chiaro e tutto pieno dì fo-gli, montagne, arginetti rotoridi,e di altrefigure ; & inpar-

ticolare intorno alle macchiefono grandijjime tiratedimon-tagne*

Le partì piùofeure della—*

Luna fon pia-

ne , e le piùchiare mon-cuofe .

Page 109: massimi sistemi del mondo

Del Galileo • 93gne . TielVepr le macchiefuperficie piane ce ne ajficura il ve-

roa"ideila

der, corne il termine, che difiingue laparte illuminata dall'o- £una fono lu«

fc:tra,nel trauerfzr le 'macchie fa il taglia eguale , ma nellzs ghe tirate «fi

parti chiare fimo-Iraper tutto anfrattuofo, e merlato . cMa montagne

.

non sogiàfé quesla egualità di fuperficie pojfz effer bajlantc

perfé fola afar apparir l'ofcurità, e credopiù tosìo di nò. Re-

puto oltre a quefio la Luna dijferehtijfima dalla Terra , per-

che,fé bene io mi immagino, che quelli nonfien paejì' oziofi', e

morti, no affermopero,cbe vifie?io mouimenti,e vita,e molto -vreua Lima

meno,che vi figenerinopiante, ammalilo altre coféfimìli alle non fx genera*

nosìre,ma,fe pur ven'e,fufièro diuerftjfime,e remote da ogni no cole limili

nojlra immaginazione . E muouomia così credere, perche alle noftrcma

primamente (limo, che la materia del globo lunare non fiadiuernfli me-»

di Terra, e di Acqua ; e qufio /oh baila a tor via le gene- ^^cnerazio-razioni , e alterazioni Jìmili alle nofire; ma,pofio anco , cht^,» nc--,

.

lafsù foje .Acqua , e Terra , ad ogni modo non vi nafeereb- Luna non có-

bero piante , & animali fimili a i noftri ; e quefio per dui^j polla di 1 er-

ragioni principali . Laprima è , che per lenofiregenerazio-™>e a

*

ni fon tanto necejfarijgli afpetti variabili del Sole , chefenza . .•.-..

e/fi il tutto mancherebbe : bora le habitudini del Sole verfo la ~ j* nSeffa-Terra fon molto afferenti da quelle verfo la Luna . Noit, njiper le no-

quanto ali"illuminazion diurna,abbiamo nella maggiorpar- ftre generazio

te della Terra ogni ventiquattr bore parte digiorno, e parte ni non fono

di notte , il quale effetto nella Luna jìfa in vn mefe; e quello ta"

abbaiamento , £r alzamento annuo , per il quale il Sole ci q^^ natii-

apporta le diuerfefiagioni, e la difegualità deigiorni, e del- rali nella Lu-le notti, nella Luna fifinifeepur in vn mefe; e doueil Sole a na fono di vn

noifi alza , & abbafa tanto , che dalla mafilma alla minima me e l'vno *

Altezza vi corre circa quarantafettegradi di differenza , cioè

quanta e la difianza dall'vno all'altro tropici , nella Luna AH* *- im? x\

non importa altro , chegradi dieci , bpoco più , che tanto im- r L aiz^Jportano le ma/flme latitudini del Dragone di qua , e di là con diuerfìtà

dall'Eclittica . Gonjìderifì bora qual farebbe l'azion del di gradi 10.&

Sole dentro alla Zona torrida,quado e dura f/è quindicigior- alia Terra di

ni contìnui a ferirla con i fuoi raggi ; che fenz'altro s'inten- Srac^ 4?«

derà, che tutte le piante, le herbe , e gli animalifidifperpereb-bero $ e fé pur vi fi'face frogenerazioni , farelber di erb<Lj>

pìante,& animali diuerfi/fimi da iprefenti . Secondariamen-te io tengoperfermo,ehe nella Luna nonfiano piogge;perche

quando in qualche parte vi fi congregafiero nugole, com?^intorno

Page 110: massimi sistemi del mondo

94 Dialogo primoNella ~una

intorno alla Terrari verrebbero ad afcondere alcuna dì quelnon iono piog tri i . i r • n r > -

gC mle coje f che noi col tele/copio veggiamo nella Luna , &Msfomma in qualche particella ci varierebber la vijìa ; effetto 9

che ioperlunghe,e diligenti offèruazioni non ho veduto mai;mafempre vi ho fcorto vna vniforme ferenitàpurijfìma.

SAGR. *-A quejìo Jipotrebbe rifpondere, b che vifojferograndifJìme rugiade , ò che vipioueffb ne i tempi della lor notte , cioè

quando il Sole non la illumina .

SALV. Seper altri ri/contri noi auejjìmo indizij, che in effajìfa-

cejfergenerazionifimili alle no/Ire , e folo ci mancajfe il con-

cor/o dellepiogge,potremmo trouarci quello , ò altro tempe-

ramento, chefupplijfein vece di quelle,come accade neWEgit-to dell'inondazione del Nilo; ma non incontrando accidente

alcuno, che concordi co i nojlri , de'molti , cheji ricercherebbe-

ro perproduruigli effètti Jimili , non occorre affaticar/i perintrodurne vnfolo, e quello anco, non perchefi rthabbia Jl-tura ojferuazìone, maper vna femplice non repugnanza—*.

Oltre che quando mifojfe domandato quello , che laprima~»

apprenjione , & il puro naturale difcorfo mi detta circa il

produrjìlà cofeJimili , òpur differenti dalle no/ire, io direi

fempre differentiffime , Ò'a noi del tutto in immaginabili,cbe

così mi pare , che ricerchila ricchezza della natura , e l'onni'

potenza del Creatore } e Gommatore .

SAGR, Ejlrema temerità mi è par/a fempre quella di coloro, che

voglionfarla capacità vmana mifura di quantopoffa, efap-

pìa operarla natura, doue che all'incontro e' non è effetto al-

TJ, cuno in naturaper minimo, che e'Jìa, all'intera cognizione

maUntefo nul del qualepojfano arriuare i più fpecolatìui ingegni . Quejla

laperfettamé- cojivana\profunzione d'intendere il tutto non pub bauer

te fa che alcu- principio da altro ,, che dal non hauere intefo mai nulla , per-ni credono d' cfè^ quando altri bauejfe efperimentato vna volta fola a in-intendenltut

tender perfettamente vnafola coja, & haueffe gufiate ve-

ramente come efatto il Japere , conojcerebbe come dell'infini-

tà dell'altre conclujìoni niuna ne intende.

SALV* ConcludentiJJìmo e il vojiro difcorfo , in confermazion-j>

del quale abbiamo Tejperienza di quelli,che intendono, b han-

no intefo qualche co/a, i quali,quantopiù fono Japienti,tan-

topiù cono/cono , e liberamente confejfano di faperpoco ; <&*

ìijapientijjìmo della Grecia, t per tale fentenziato da gli o-

racolijdiceua apertamente conofcer dinon faper nulla .

S1MP.

Page 111: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 9$SlMP. Conuien dunque dire,ò che VOracolo, b Ti/lejfo Socrate-*

fujfe bugiardo, predicandolo quello per fàpientiffimo, e

dicendo quello di conoicerfl ignorantiffimo .

SALV. Non ne feguita ni l'vno , ne l'altrodifendo che amenduei pronunziati pojfjn'ejler veri . Giudica l'Oracolo fapien- Refponfo del-

ti/Jìmo Socrate foragli altri huomini , lafapienza de i qualil'Oracolo ve-

è limitata ;Jì con of;e Socrate non faper nulla in relazionaJ?

»n giudicar

alla fapienza ajjòiuta , che*infinita; e perche dell'infinito^™^™?1*"

tal\parte n't. il molto, che'lpoco, t che il niente (percheper ar-

riuar per efempio al numero infinito, tanto è l'accumular

migliaiapianto decine, e quanto zeri ) pero ben conofceua—»

Socrate la terminata fua fapienza ejfer nulla all'infinita—* ,

che gli mancaua . Maperchepur traglihuomini Jì troua—»

qualche fapere , e quejionon egualmente compartito a tutti >

potette Socrate batterne maggiorparte degli altri,eperciò ve"

rificarfiil refponfo dell'Oracolo .

SAGR. Farmi di intender beni/fimo queflo punto . Tragli bitu-

mini, Sig. Simp. e la potejià di operare , ma non egualmente

participata da tutti : e ìion e dubbio , che la potenza d'vn »

Imperadoreì maggiore ajfai , che quella d'vna perfonapri-

uata;ma e quefìa,e quella e nulla in comparazione dell'onni-

potenza diuina . Tra gli huomini vi fono alcuni,che inten-

don meglio l 'agricoltura, che molti altri ; ma il faperpiantar

vnfermento di vite in vna fojfa-, che ha dafar colfaperlofar

barbicare, attrarre il nutrimento, da quello feierre quefìa

parte buona per farne le foglie , quel?altra per formarnei viticci, quellaper igrappoli , quell'altraper l'vua, & vn'al-

tra per i fiocini , che fonpoi l"opere della fapientifsima na-

tura i Quefìa e vna fola opera particolare delle innumera- $aper diiifHobili , chefa la natura,^ in e/ìafolafi conofee vn infinita fa' Infinite volte

pienza, talché fipub concludere il faper diuìno ejfer infini- infinito

.

te volte infinito

.

SALV. Eccone vn'altro efempio.No dire noi che'lfapere [coprire

in vn marmo vna bellifsima fiatua ha fublimato l'ingegno

del Buonarruoti ajfai,aJfaifopragli ingegni comuni degli'al-

tri huomini i e quefia opera non e altroché imitare vna fola

attitudine , e difpofizion di membra efieriore , e fuperfìciale _dvn'buomo immobileieperò , che cofa e in riparazione d*vrì d'ingegnofobhuomo fatto dalla natura , compojlo di tante membra efìer- blime

.

ne,à" internerei tanti mufcoli, tendini, nerui, offa, chefer-

vono

Page 112: massimi sistemi del mondo

$6 Dialogo primouonù a ì tanicefidiuerfimouimìitif ma che diremo de ì fenfi,delle potenza dell'anima , efinalmente dell'intendere / nonpojfiamo noi dire ,econ ragione la fabbrica d'vna fiatua ce-

dere d'infinito intervallo alla formazion d'vn'huomo viuo %

anzi anco allaformazion a"vn vili/fimo verme ?

SiAGT{. E qual differenza crediamo , che fujfe tra la Colomba.d'Archita, & vna della natura l

SIMP. io non fono vn di quegli huomini, che intendano , o'n

quejlo vofiro difeorfo e vna manifefla contradizione. Voi tra.

t maggiori encomi], anzipurper il mafsimo di tutti,attribui-

teall'buomo fatto dalla natura quefìo dell'intendere , epoco

fa diceui con Socrate , che'l fuo intendere non era nulla , a-

dunquebifognera. dire., che ni anco la natura habbia intejo il

modo difare vn'intelletto , che intenda .

SALV. Molto acutamente opponete ; e per rispondere ali*obbie-

zione conuien ricorrere a vna difiinzionefilofofica, dicendo,

the l'intenderefipuò pigliare in due modi, «oHntenfiuè , ò

vero extenfìuè; e che extenfìuè , cioè quanto alla moltitudi-LVomo jn« ne degli intelligibili , che fono infiniti Vintender'bumano e

tende aliai in- come nullo , quando bene egli intende(Te mille proporzioni •

poco extenfì-perche milleyrtJpetto ali infinita , e come vn zero : mapiglian-

aè .do l'intendere intenfiuè , inquanto coiai termine importa in-

tenfiuamente , cioèperfettamente alcunapropofizione , dico 9

che l'intelletto bumano ne intende alcune cosìperfettamente 9

e ne ha così afolu'a certezza , quantofé n'habbia liftejfa na-

tura; e talifono lefetenze matematiche pure , cioè la Geome-

tria, e l^Aritmetica : delle quali l'intelletto diuino ne sa bene

infinitepropofizioni dipizi,perche lesa tutte, ma di quellepò-

cbejntefe dall'intelletto bumano,credo che la cognizione ag-

guagli la diuina nella eertezza obiettiua, poictil arriua a com-

prenderne la necefsità ,fopra la quale non par cbepojfa effe*

ficurezza maggiore .

SIMT?. Quejlo mipare vn parlar molto refoluto, & ardito.

SALV. Quefìe fon propofizioni comuni , e lontane da ogni om-

bra di temerità , o d'ardire , e cheputiti non detraggono di

maefià alla diurnafapieìiza, ficome -niente diminuì/ce lafua

onnipotenza Udire , che Iddio nonpuò fare, che il fatto non

fiafatto; ma dubito Sig. Simp. che voi pigliate ombra per ef-

fer fiate riceuute da voi le mie parole con qualche equiuoca-

zione;però,per meglio dichiarar mi, dico, che quarto alja ve-

rità

Page 113: massimi sistemi del mondo

i co-

Dei Galileo

.

97rha ,di che cidanno cognizione le dirhoftraziont'matematiche,

ella e l'ifieffa, che cono/ce la Sapienza diuina;ma vi concederò "frodo

bene, che il modo col quale Iddio cono/ce le infinite propofi- |j°ve^j:!ì \\^zioni, delle quali noi conofciamo alcunepoche , efommamete quen .je nV

più eccellente del noftro , ti qualeprocede co?i difcorfi, econ—> huomiirri .

pajfaggi di conclufione\, in conclufione , dotte ilfuo e di vn—> Intendere v-

femplice intuito ; e doue noi,per efempio , j?erguadagnar lan3n0 *att0 P ei

'

faenza d'alcune paJfio?ii del cerchione ne ha infinite,comin-

ciando da vna dellepiù/empiici', e quella pigliandoperfua**

definizione,paffamo con difeorfo ad vn'altra., e da quefia al-

la terza, epoi alla quartale, l'intelletto diuino, con lafem-

plice apprenfone dellafua ejfenza comprendefenza tempora-

neo dtfeorfo tutta la infinità di quellepajfioni ; le quali anco Definizioni

poi in effetto virtualmenteficomprendono nelle definizioni comprendono

di tutte le cofe, e chepoifinalmenteper ejfer'infinite,forfèfi-virtualmente'

no vnafola nell'ejfenza loro , e nella mente diuina : il che ne ni ^elle cofeanco all'intelletto humano e del tutto incognito, ma ben da—> definite .

profonda, e denfa caligine adombrato; la qual viene inj/arte Paflìoni infi-

affottigliata , e chiarificata], quando cifiamofattipadroni di nite fono forfè

alcune eonclufioni fermamente dimofirate , e tanto fpedita-vna a*

mentepojfedute da noi, che tra effepòfiamo velocemente tra-

feorrerc: perche infiamma , che altro e l'effer nel triangolo il

quadrato oppofio all'angolo retto eguale agli altri dzie,chegli

fono intorno ,fé non V eficr iparallelogrammi fopra baJ<L->

comune , e tra leparallele tra loro eguali i e quefio none egli

finalmente il medefimo , cheeffere eguali quelle duefuperficie,che adattate infieme nonfiauanzano, mafiracchiuggono de-

tro al medefimo termine f Hor quejìipaffàggi, che l'intelletto

nofirofa con tempo , e con motodipaffo inpafio , Vintellettodiuino aguifa di luce trafeorrein vrìinfìante, che e Viftefso, PafTaggi fatti

<he dire,gli hafe?npre tuttiprefenti. Concludoper tanto,l'in- ^°" te™P° de*

tender nofiro, e quanto al modo ,e quanto alla moltitudine

no HntellStòdelle cofe intefe, efser diinfinito interuallofuperaio daldiui- Diuino fa inno;ma non pero l'auuilifco tanto

}ch'io lo reputi afsolutamen- incanti ; cioè

te nullo ; anzi quando io vo confederando quante , e quanto gli na tempre

marauigliofe cofe hanno intefe, inueBigate , & operategli Pre&nti•

huomini,pur troppo chiaramente conofeo io, & intendo efser

la mente humana opera di Dio, e dellepiù eccellenti,

SAGR, Iofon molte volte andato meco medefimo confiderando,inpropofito di quefio, che diprefente dite, quanto grande fio-*

G Vacu-

Page 114: massimi sistemi del mondo

Ingegno vmano mirabile-*

L*ìmìenzìonedello fcriuere

ftupenda_» fo»

pra cucce l'ai-

tre .

98 Dialogo primol'acutezza dell'ingegno humano;e mentre io difeorroper tan-

te t e tanto marauigliofe inuenziom trouate da gli huomini

,

sì nelU arti t come, nella lettere , epoifa refieffìonefipra ilfa»

per mio tanto lontano dalpoter/iprometteretnonfilo di ri-

trovarne alcuna di nuouo , ma anco di apprendere dellegià,

ritrouate , con/ufo dallofiupore t & afflitto dalla di/per'azio-

ne, mi reputopoco meno , ebe infelice . S'ioguardo, alcuna—*

Jiatua delle eccellenti , dico a memedejìmo , e quando/apre/lileuare ilfouerchio da vnpezzo di marmalefeoprirefi beilafi-gura, che vi era nafeofa ( Quando me/colare, e difienderefo-

f>ra vna tela , òparete colori diuerfi, e con efii rappre/entart

tuttigli oggetti vifibili,comevn Michelagnolo, vn Raffaello^

%m Tiziano (Sì'ioguardo quel che hanno ritrouatogli huo-

mini nel compartirgl'interualli Muficiy nello Babilirprecet-

ti, e regole, perpotergli maneggiar con diletto mirabile dell'v-

dito, quandopotrò iofinir di slupire l che. dirò, de i tanti , efidiuerfi. /frumenti? La lettura de i Poeti eccellenti di qual me-

rauiglia riempie, chi attentamente, confiderà Vinuenzìon de*

concetti, e la/piegatura loro I Che diremo dell'Architetturat

che dell'arte Mauigatoria l Mafopra tutte le inuenzionifiuf

pende , qual' eminenza di mentefu quella di colui , che s'im-

magino ai trouar modo di comunicare i/uoipiù reconditipe*

fieri a qualfiuoglìa altraperfona, benché diflanteper lunghi/

fimo internatio di luogor e di tempoi'parlare con quelli) ch<L*i

fon netti ndie;parlare a quelli, che nonfino ancora nati , nò

faranno yfi non di qua a mille, e dieci mila anni ? e con qual

facilitai con i varj accozzamenti di venti caratteruzzifipra

vna carta . Sia queflo il figlilo di tutte le ammirandt^invenzioni humane % e la chiu/a de noftri ragio-

namenti di queBogiorno ,• & efiendopafiàte

le borepiù calde, il Sign. Saluiati penjò)

io, che hauràgufio di andare àgo-

dere de i nolìri frefebi iru*

barca , edomani vifia-rb attendendo a-

mendue petcon-

tinuare ì difeorfi

cominciata

GIORNATA

Page 115: massimi sistemi del mondo

99

GIORNATASECONDA.

SALV. ffèSsgjnR^ E diuerfionì di ieri, che ci torfero dal dritta

filo de' nojiriprincipali difcorfifuron tante ,

e tali , ch'io non so, fépotrò fenza Valuto vo«

Jiro rimettermifu la traccia , perpoterprece*

dereauantì*

SAGR, Io non mi merauiglio , che voi, che battete ripiena , e in*

gombratalafantafia, tanto delle tofi dette, quanto di quelle 9

che refìan da dirjt, vi trouiate in qualche confufione ; ma io,

cheper ejferfemplice afcoltatore , altro non ritengo , che le cofi

vdite,potròper auuentura col ricordarlefommariamente,ri->

mettere il ragionamentoju'ljuofilo . Per quello dunque,cb6

tni è refiato in mete ,fu lafontina de i di/corfi di ieri l'andar*

cfaminando da ifondamenti loro, qual delle due opìnionifia

più probabile, e ragioneuole : quella, che tiene lafùjlanza de i

corpi celefii efier'ingenerabile, incorruttibile, inalterabile, im-

pajfìbile, & infomma efente da ogni mutazione ,fuor , chi-»

dalla locale , e però effere vna quinta ejfenza diuerjìjfima da

quefia de i nojtri corpi Elementarigenerabili, corruttibili, al-

terabili) &c. òpur l'altra , che leuando tal difformità diparti

dal Mondo , reputa la Terragoder delle medtjìmeperfezio-

ni, chegli altri corpi integrati delTvnìuerfo ' & efier' infom-ma vn globo mobile, e vagante non men, che la Luna,Gioue,

Venere , ò altro Pianeta . Fecerfi in vltimo molti paralleli

particolari tra efia Terra , e la Luna , epiù con la Luna , che

con altro Pianeta , forfèper hauer noi di quella maggiore , e

più fenfata notizia, mediante lafua minor lontananza . Ethauendofinalmente conclufo quefla feconda opinione hauer

pili del verifimile delValtra,parmi, che'lprogrejfo ne tiraffé acominciare a efaminare, fé la Terrafideua Rimare immobi-le , come da ipiù e fiatofin qui creduto , òpur mobile, com<L~»

alcuni antichifilofofi credettero , & altri da non molto tem~

pò in quaJiimano j efé mobile,qual pojfa effere ilfuo moui-mento

,

G 2 Salu, Già

Page 116: massimi sistemi del mondo

io3 Dialogo fecondoSALV. Già comprenda,, e rkonofco il fegno del noftro cammino :

ma innanzi , chefi cornine aprocederepiù oltre , deuo diruì

non so che/opra quefie vltime parole , che hauete detto dell'efferficonclufo la opinione,che tien la Terra datata delle mede-

Jime condizioni dei corpi cele/li, ejferpiu verifimile della con'

traria; imperocché quejio non ho io conclufo ,fi come, nonfonne ancoper concludere verun altra dellepropofizioni contro-

U$rfem

, nìafalò ho hauta intenzione di.prodtirre,tantoperiv-

na, quantoper Valtraparte, quelle ragioni, e rifpofìe,inJìan-

ze, efinzioni, che ad altrifin quifonofouuenute , con qual-

che altra ancora,.che a me, nel lungamentepenfarui,e cafcatA

in mente, lafciandopoi la decifione ali'altruigiudizio .

S^iGR. Io mi era lafciato trasportare dal miopropriofentimento$

e credendo, ,, che in altri douejfe effer quel che io fcntiua in me9

feci vniuerfale quella conclufione, che doueuafarparticola-

re', e veramente ho errato >, e mafjìme nonfapendo, il concetto,

del Sign. Simplicio quìprefente .

$IMP. lo vi confejfo , che tutta quefia nottefono andato rumUnando le cofe di ieri, e veramente trouo di molte belle, nuoue+

e gagliarde e-onfider'azioni ; con, tutto, ciò. mifeniofiringer'af-faipiù dall'autorità di tanti grandifcrittori, & inpartico-

lare . Voifcotete latefta Sign» Sagredo y efogghignate , come

fé iodicefi qualchegrande eforbitanza ..

8AGR. Iofoggbignofolamente, ma crediatemi, ch'iofeoppio nel

volerfarforza di ritener le rifa maggiori ,. perche mi hauets

fatto, fouuenire di vn belli/fimo cafo. ,, alquale io mi trouai

prefente nonfono molti anni , infiems con alcuni altri nobili

amici mieiyi quali vipotreiancora nominare^SALV, Sarà ben che voi ce lo raccontiate, accioforfè il Sign. Sim-

plicio ?ion continuafé di. creder d'hauerui eja mojfe le rifa .

SAGR. Son contento . "Mitrouaivn giorno in cafa vn medico

moltojlimato in Venezia, doue alcuniper lorofiudio,^ altri

per curiofità c.onueniuano tal volta a veder qualche taglio di

notomia,per mano, di vno veramente non men dotto, che di-

ligente , e pratico notomifia «. Et accadde quel giorno., chefiRifpofla ridi- andaua ricercando l'o.rigine,e no/cimento de i nerui,fopra dicola di vn Fi-

c^e }famoja controuerfia tra i medici Galenici, & iPeripa-

terminar do- tetici; e mofirando il notomifia, comepartendofi dal ceruello ,

oe iìa l' origi- epajfando per la nuca ilgrandifsimo ceppo de i neruijfian~ne de i nexui . « dampoi difendendoper Ufpinak t e diramandociper tutta

$Lc.orpQ$

Page 117: massimi sistemi del mondo

Dei Galileo.1

xoril corpo; e chefilo vnfilofottilijfimo, come il refe arriuaua al

cuore, voltofiad vn gentilhuomo , ch'egli conofceuaperfiio-

fofo Peripatetico , eper laprefenza del quale egli haueua con

e/iraordmaria diligenza/coperto , e mofirato ti tutto , gli do- Origine de i

mandò sei rejìaua benpago , eficuro,Vorigine de i nerui ve- nerui fecondo

nir dal cerueUo, e non dal cuore ; al quale ilfilofofo, doppo ef-Anft.e fjcon

fere fiato alquantojopra difé , rifpofe . Voi mi battetefattodo l mediC1 •

veder quefiatofa talmente aperta, efenfaia, che quando il te-

fio d'Arifi. nonfuffe in contrario, che apertamente dice i ner-

ui nafcer dal cuore, bifognerebbe per forza confeffarla per

vera .

SIMP. Signori io voglìo,cbe voifappiate,cbe quesla dìfputa del-

l'origtne dei nerui nonèmiga cosìfmaltita,e decifa,comefor-

fè alcunofiperfuade .

SAGR. Nefarà mai alficuro , comefi habbiano dtfimili contridittori; ma quefio , che voi dite non diminuifcepunto lafira«

uaganza della rifpofia del Peripatetico, il quale contro. a cosi

fenfata efperienza non produffe altre efperienze , ò ragioni

d'Annotile, ma lafola autorità, & ilpuro, ipfe dixit

.

SIMP. ^Ari/iotile^onfi è acquifiata figrande autorità ,fé nonper la forza dellefue dimofiraziom , e della profondità de i

fuoi difcorfi; ma bifogna intenderlo ye nonfolamente inten-

derlo, ma batter tantagranpratica ne'fuoi libri, chefé nefia

formata vrìldeaperfetti/fima, in modo, che ognifuo detto vi

fiafempre innanzi alla mente;perche e' non ha finito per il

volgo , nifi e obligato a infilzare ifitoi filogifmi col Metodotnuiale ordinato ;anzi , feruendofi delperturbato , ha mefib

taluolta laproua di vnapropofizionejra tefii, chepar , cbts Requisiti per

trattino di ogni altra vofa; eperò bifògnahauer tutta quella poter ben fi-

grande Idealefaper combinar quefiopaffo, con quello,accoz- .

°J?^.;}"-*

zar quefio ttfio con vn altro remotifiìmo; cbV non e dubbio,via l

che chibauerà quefìapraticafaprà cauar dd fuoi libri le di-

mofirazioni di ognifcibile , perche in ejfie ogni cofa

.

SAGR. tSMa Signor Simplicio mio, come Veffer le cofé difieminate

in quà,e in là non vi dafafiidio,e che voi crediate con Vaccoz-zamento , e con la combinazione di varie particelle trarne il Artifizio ar-

fugo, quefio che voi, egli altrifilofofi braui farete con i te/li g llto per ap-

d Arifiotile , farò io con iverfidi Virgilio, òdi Ouidio , for- fr

rfijfi

T

mandone Centoni , <& efplicando con quelli tutti gli affari de g voglia li»gli buomini , e ifegreti della natura « Ma che dico io di Vir- bro.

G 3 gilio,

Page 118: massimi sistemi del mondo

Inuenzionede Tcl.efcopio

cauata da A-rift.

101 Dialogo fecondogiliOy ò di altropoetai io ho vn libretto afiai.piu breue d'Ari-

Jioiile, e d'Quidio , nel qualefi contengono tutte le fetenze , e

conpochtfsimojìudio, altri fé nepuòformare vna perfetti/fi-

ma idea : e quefio e l'alfabeto ; e non e dubbio , che quello} che

faprà ben'accoppiare, e ordinare quejia , e quella vocale , con

quelle confortanti , o con quell'altre , ne cauerà le rifpofie ve"

rijfime a tutù i dubbj ,ene trarràgli infegnamentidi tutte le

fetenze, e di tutte le arti , in quella maniera\ appunta\, che il

Pittore da ifemplici colori diuerfi ,feparatamentepoftt' fopra

la tauolozza va, con l'accozzare vnpoco di quefìoy con vn—*poco di quello, e di quell 'altroj figurando huomini

,pianttS)

fabbriche^ vccelli,pefci, <&" infomma imitando tuttigli ogget-

ti vifibili ,fenza chefu la, tauolozzafieno ne occhi , nepenne}

nefquamme,nefoglie, ni\fajjt '.. lAnzipureeneceJfario, che

nejfuna delle cofe da imitarfi , òpartealcuna di quelle. ,fieno

attualmente tra i colori-, volendo, che con ejjìjìpofpmorap-prefentare tutu le, cofe; chefevifuffero v.g.penne, quefie

nonferirebberoper dipignerealtrOiXhevcceUi, opennacchi .

SiALV. E"fon viui, efoni, alcuni\gentilìbuomini , chefuronpre-

fenti, quando vn dottor leggente in vno fìudmfamofo nel

fentir circoferiuere il Telefiopio, dafe non ancor veduto,dif>

fé,che l'inuenzione eraprefa da Arifiotiki efattofiportami

vn tejloytrouò certo luogoydouefi rende la ragione» onde au-

uenga , che dal fondo d'vnpozzo molto cupo fi poffano dì

giomaveder le Stelle in Cielo ; e diffe a i circolanti , eccoui il

pozzo, che denota ilcannone, eccoui i vaporigrofiì, da i qua-

li è tolta l'inuenzione dei crifialli, & eccouifinalmenteforti'

ficatdlavisla nelpoffare iraggiper il diafanopiù denfo , e-*

ofeuro^

SAGR. Quefio ì vn modo di contener tuttigli Scibili affaifimìle a,

quello, col quale vn. marmo contiene infévna bellijjìma, an-

zi mille bellt/pmefiatue, ma ilpuntofio a.faperlejcoprire; ò

vogliamdirey che e'fiafimile alleprofezie di Giouacchino3ò a,

refponfi degli Oracoli de Gentili, che non s'intendono,fé nondoppogli euenti delle cofeprofetizate .

$ALV. Rdoue lafcìate voi lepredizìoni de* Genetliaci; che tanto

chiaramente deppo l'efitofiveggono nel Tema, ovogliam di-

re nellafigura celefie l

SAGR. In quefio, guifò trouano gli %Alcbimìfiì> guidati dalVv-

mo$ melmeQmcQi tutti ìpìu ekuati ingegni delMondo, non

Page 119: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

103auer veramente ferino mai d'altro, che del modo dì far l'O-

ro ; maper dirlo finza pai:farlo al -volgo , effhra.yi.dati ghiri- a Ich • n 'fiì

bizando chi quesla , e chi quell'altra maniera di adombrarlo iterpi etano le

fotto varie coperte ; epiaceuoli/fima co/a è ilfentirs i cornetti fauole de Poe

loro/opra i Poeti antichi, ritrouando i mijìerj importami/fi- ** P.er (egretì

mi, chefotto lefauole loroJl nafeondano; e quello, che impor- a *ar *^'18 •

tino gli amori della Luna/lfuofendere in Terraper Eh7di-

mione; l'irafua contro ^tteone ; e quando Giouejì corner-

te in pioggia d'Oro; e quando infiamme ardenti;e quantigra

fegreti dell'arte fieno in quel ^Mercurio interprete-, in quei

ratti di Plutone; in quei rami d'Oro .

SIMP. Io credo,e inparte so, che non mancano al Mondo de' cer-

velli molto firauaganti , le vanità de' quali non dourebbero

ridondare inpregiudizio d'Arifiotile , delquale mi par , che

voiparliate taluolta con troppopoco ri/petto , e la/ola anti-

chità , e lgran nome , che fi e acqui/iato nelle menti di tanti

buominifognatati , dourebbe bajiaVa renderlo riguardeuoU

apprt/fo di tuttii letterati*

SALV. Ilfatto non cammina tosi Sign. Simplicio , sono alcuni

fuoifeguaci troppo pufillanimi, che danno occafioneòper dir

meglio, che darebbero occafione difiimarlo meno,quando noi

volejfimo applaudere alle loro leggereze.E voi, ditemi in gra-

zia,fete cosifemplice, che non intendiate,che quando Ari/iof. Alcuni fegt^i

fujfe fiatoprefente afenttr'il dottor , che lo voleuafar autor cia A.ri«>(c.;e

del Telefcopio ,fifarebbe moltopiù alterato contro di lui, chep,ua/ ;on

'

e

1j"

contro quelli, che del dottore, e dellefue interpretazionifi ri- quello col

deuano i <Auete voiforfè dubbio , che quando Arifi. vedejfe troppo voler-

le nonitàfeoperte in Cielo,? nonfujfeper mutar opinione,<L~> p 1 ?-1 accr.e-

per emendar ifuoi libri, cper accofiarfiallepiùfenfate dottri-

ne, difeacciando dafé quei cosìpoueretti di ceruello , che trop-

po pufillanimamente s'inducono a voler fofìenere ogni fuodetto;fenza intendere, che quando lArifiotilefuffè tale,quale

efiifé lofigurano , farebbe vn ceruello indocile, vna mente

Olmata, vn animopieno di barbarie,vn voler tirannico,che

reputando tuttigli altri, comepecorefiolide volejfe, che i fuoi

decretifufhro antepofii a ifenfi, alle efperienze , alla natura

ifte/fa ? Sono ifuoifeguaci, che hanno data l"autorità ad Ari-

Jìotile, e non e/fo, chefé lafia vfurpata, oprefa ; eperche epiùfacile il coprirfifotto lofeudo d'vn'altro , cheH comparire a—>

faccia aperta , temono , nifi ardifeono d!

'allontanar/i vnfol

G 4 PaJF°*

ice re

Page 120: massimi sistemi del mondo

io4 Dialogo fecondopaffo ; e più toflo che mettere qualche alterazione nel Ck~lo di ^Ari/I* vogliono impertinentemente negar quelle ,. che

veggono nel Cielo della natura .

SAGl\j Quejii tali mi fanno fouuenire dì quello Scultore, che

Cafor'dirolohauendo ridotto vn gran pezzo di marmo all'immagine ,

di certo Seul- non fo fe dvn Ercole , b di vn Gioue fulminante , e dato-

toie

.

gli con mirabile artifizio tanta viuacità, efierezza , chemo-ueua fpauento a chiunque lo rimiraua , effo ancora cominciò

ad hauerne paurat, fe ben tutto lo fpirito , e la mouenza~~>

era opera delle fue mani ; é l terrore era tale , che più non fifarebbe ardito di affrontarlo con le fubbie , e'I mazzuolo] .

SAL V. Io mi fon più volte maravigliato, come poffa effer cb<L**

queJU-punbuali mantenitori d'ogni detto d'\Arifl. nonfiac-corgano di quanto granprogiudizio e* fieno alla reputazio-

ne-,& al credito di quello , e quanto nel volergli accrefceri^

autorità gliene detraggno ; perche mentre io gli veggo* ojìi-

nati in voler fojlenerproporzioni, le quali io, tocchi con ma-no effer mamfeslamentefalfe; & in volermiperfuadere , che

cos'ifar conuenga al verofibofofo\e che cosìfarebbe Ari/ìotile -

medefimo,moltofì diminuifee in me L'opinione,che egli babbitt

rettamente fìlofofaio intorno ad altre conctu/ioni a me piùrecondite: che quando iogli vedefsi cedere, e mutare opinione

per le verità manifefìer io crederei, che in quelle, doue é per/i-

Jieffero,poteffero hamrefalde àimoffrazÀoni da me non inte-

fe, òfentite ..

SAGR. vero quandoglipareffe di metter troppo della lor repu*

putazione , e di quella d'Ari/I. nel confeffar di non hauer fa-'

puta quejìa , o quella conclujione ritrouata da vrialtro Y non\

farebb'ei manco male ilritrouarla tra ifuoi telìi, con Raccoz-

zarne diuerfi , conforme aBaprattica lignificataci dal SignorSimplicio!perch'afe vi e ognifcibiU^e ben ancoforza, che vifi

poffa ritrouare

,

$ALV. Sign.Sagr^non vifate beffe di quesito auuedimento,ch<L^.

mipar, che loproponguiate burlando,perche non egran tem-

po, che hauendo vnjilofofo digran nome campofio vn libro

dell'anima, nel quale , in riferir l'opinione d}Arifi. circa Vef-

fer, bnon effère immortaleradduceua molti tefii ( nongià deieitati da Aleffandro, perche in quelli dìceua , che Ariftit* nontrattaua ne anco di. tal materia, non che determin

affé cofa ve-

runa attenente a ciò) ma altri dafe ritrouati in altri luoghi

¥ÌQQd~

Page 121: massimi sistemi del mondo

'Del Galileo; ioTreconditi, chepiegavano alfenfopernìziofo; e venendo auui*

fato , che egli alerebbe, auute delle difficultà nel farlo licen- OW™^ziare, rifcrijfe all'amico, che nonperò reftajfe diprocuramela JjJ^^Jfofrfpedizione ,perche quando nonfégli intrauerfajfe altro ojia-

peppatetic«.

eolo, non baueua dijfcultà niuna ', circa il mittare la dottri-

na d'Ari/iotile,e con altre efpofizioni, e con altri teftifojiener

Vopinion contraria,pur conforme alla mente d'Arift.

SAGR. quejìo dottor sì, che mipub comandare, che nonfivuol

lafciar''in/inocchiar da lArijìot. mavuol'ejfo menar lui per-

ii nafo, efarlo dire afio mòdo ; vedete quanto importa ilfa*

per pigliar il tempo opportuno : ei non fideue ridurre a ne-

goziar con Ercole,mentre e imbizarrito,efu lefurie,ma quandojìàfauoleggiando tra le Meonie Ancelle . Ah viltà inau-

dita d'ingegniferuili :farfifpontaneamcnte ^Mancipio , ac-

cettarper inviolabili decreti^ ohligarji a chiamar/iperfuafo, e

conuinto da argomenti, chefono tanto efficaci, e chiaramente Pufillanimiw

concludenti , cheglijìejfi nonfanno rifoluerfi sy

e1

fienpunt^* e[ ac^d'Arift"fcritti in quelpropofito , efé eferuanoper provar quella tal

conclufione . Ma dichiamo lapazzia maggiore ; che tra lor

mede/imifono ancor dubbj,fe lislejfoautore abbia tenuto[la

parte affermatiua , ò la negatiua . E egli quejìo vn far loro

oracolo vnafìatua di legno ,& a quella correrper i rejponfi,

quella temere, quella riuerire, quella adorare i

SIMP. Ma quando filafci ^Arifì. chi ne ha da ej/erefcorta nel-

la Filofofia l nominate voi qualche autore .

SALV. Ci è bifogno difcorta ne i pacfiincogniti , e feluaggì, m&ne i luoghi aperti, e piani i ciechi folamente hanno bifogno di

guida ; e chi e tale e ben cheji refiiin cafa . Ma chi ha zìi oc-

chi nella fronte , e nella mente, dì quelli fi ha da feruire pefifcorta ; ne perciò dico io , che non fi deua afcoltare lArifl. Il troppo adte

anzi laudo il vederlo , e diligentemente fìudiarlo , e folo bia- ri.

re a Arift. e

Jìmo il darfgli in preda in maniera , che alla ciecafiJotto-biafimeuole.

fcriua a ogni fuo detto, efenza cercarne altra ragionefidebba bauere per decreto inviolabile . Il che è vn abufo , che

fitira dietro vrìaltro di[ordine e/Iremo , &e che altri nonfiapplica più a cercar d'intenderla forza delle fue dima/tra-zioni . E qualcofaìpiù vergognofa, chel fentìr nelle pu-bliche difpute , mentre fi tratta di conclufioni dìmojlrabili

,

vfcir vn di trauerfo con vn te/io, e bene fpejfo [critto in ognialtro propofito

f e con ejfo ferrar la bocca aWauuerfario i

Page 122: massimi sistemi del mondo

Noti conuìe-ne che chi nòfilofofa mai fi

vfurpi il tito-

lo di filofofo

,

Mondo fend-

ibile.

Mondo /enfi-

bile.

i o 6 Dialogo fecondoMa quando pure voi vogliate continuare in quejìo modo dì

fiudiare , deponete il nome di Filofofi, e cbiamateui , ò Ilio-

riti ,0 ^Dottori di memoria ,* che non conuiene , che quelli,

che nonfilofofiano mai sì vfurpino lonorato titolo di Filofo-

fo . Ma e ben ritornare a riuaper non entrare in vnpelagoinfinito , del quale in tutfhoggi non Ji vfcirebbe . Pero Sig.

Simp. venitepure con le ragioni, e con le dimofìrazioni vo-

Jlre, o di Arili, e non con te/li , e nude autorità , perche i di-

fcorjìnofiri hanno a ejfere intorno al mondo fienfibile , <l->

non fopravn mondo di carta . E perche nel difcorfo diie-

ri fi cauò dalle tenebre , e fiefpofe al Cielo aperto la Terra,

mojlrando , chèl volerla connumerare tra quelli , che noi

chiamiamo corpi celejìi , non era proporzione talmente con-

stinta, epròArata , chenongli rejìajfe qualche fpirito vitale,

feguita , che noi andiamo esaminando quelh , che habbiadi

probabile il tenerla fifa , e del tutto immobile , intendendo

quanto alfuo interoglobo , e quantopoffa auere di verifimi-

litudine ilfarla mobile di alcun mouimento,e di quale.Eper-

ette in tal quilìione iofono ambiguo , &U Sign. Simpl. rifio-

luto ìnjìeme con Arijì.j?er laparte dell'immobilità,egli dipaf-fo inpajfo andràportando i motiuiper la loro opinime,<& io

lerifpoHe, egli argomentiper laparte contraria,^ il Signor

Sagredo dirà i moti dell'animofuo , dr in qualparte e'fiifen^

tira tirare

SÀGR. Iofon molto contento, con quelloperò,che a me ancora-*

refti libertà diprodurre quel che mi dettaffe talhora il difcorfo

Jemplice naturale .

SALV, Anzidi cotejio io inparticolare ve nefùpplico;perche del-

le conjtderazionipiùfacili, eper così dire , materiali , <;redo

,

chepoche nejìenojlate laficiate indietro da glifcrittori, talché

folamente qualcuna delle piùfiottili , e recondite può dtfide-

tarfìi emancare: eper inuejligar quejìe, qual'altrafiottigliez-

zapub ejferpiu atta diquella dell'ingegno del Sign. Sagredo

acutìfifìmo, eperfipicacijfìmo

,

SAGR» lofon tutto quel chepiace al Sign. Salutati, ma digrazia

non mettiam mano in vn altraforte di diuerfioni dì cerimo-

nie ;perche orafonjìlofofo , efono in Scuola, e non al Broio.

SALV* Sia dunque ilprincipio della nojlra contemplazione il co-

fiderare, che qualunque moto venga attribuito alla Terra , è

necejfiario,ches

a noi, come abitatori di quella, & in confeguen-

za

Page 123: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 107zapartecipi del mede/imo, ei rejiì del tutto impercettibile, e co-

mi se nonfujfe , mentre che noi riguardiamo folamente alle Imon «ella

tofe terreflri; ma e bene all'incontro altrettanto neceffario,cbe «jL^Lfu;?;11

»ii/-' • /-> r • /r» 7- .percettiuiii a

;/ meaejimo mouimento cijt rapprejenti comunijjimo di tutti gl'abitatori di

gli altri corpi, & oggetti vijìbili , che ejfendo feparati dalla—» quella

.

Terra mancano di quello . A tal che il vero Metodoper in-

uejiigarefe moto alcuno/?può attribuire alla Terra, epotè-

do/ì, quale e'Jìa, e il conflagrare, £jr ojferuare, fé ne i corpifé- Della Terra

parati dalla Terraji feorge apparenza alcuna di mouimen- non_»poffono

io , il quale egualmente compera a tutti;perche vn moto , che effer 'altri mo-

folamìuii fcrrgejjt vg. nella Lunare che non hauejfe,chefarl

^fi"cfte £jmente con Venerea con Gioue, né con altre Sielle,nopotrebbe

,{ j apparifco-

in veruna maniera efser della Terra,ne di altri,cbe della Lu- no effer eomuna . Hora ci e vn moto generalifsimo , e mafsimofopra tut- ni di. tutto '1

ti, & e quello per il quale il Sole, la Luna, gli altri Tianeti, ereft?

IqJJÌle Stellejìjfe, & infomma VVniuerfo tutto, trattane lafola—»

}a Terra.Terra, ci appari/cono ignitamente muoucrjida Oriente ver- Moto, diurno

fo Occidente dentro allofpazio di venti quattr'hore^e quefìo, fi moftra co-

in quanto a quejiaprima apparenza, non ha repugnanza di munimmo a-*

potere efìer tanto della Terra fola, quanto di tutto il rejlo delQ trattone \\

Mondo, trattone la Terra; imperocché le mede/irne apparen- Globo terre-

zejìvedrebbero tanto nell'vnapojizione, quanto nell'altra . ftre

.

Quindi e , che ^Arijìotile, e Tolomeo, come quelli, che haueua- Arift.e Tolo-

no penetrata quella conjìderazionc , ?iel voler prouare la—» jj^° COntro aiTerra ejìer immobile, non argumeniano contro ad altro mo- m0 i diurno

uimento , ebeaquefìo diurno '•> saluopefó, che Arifìot. tocca attribuito alla

vn non so che cotro ad vn'altro moto attribuitogli da vrìan- Terra

.

fico , del qualeparleremo afuo luogo

.

SAGR. Io re/io molto ben capace della necefsità, con la quale con-

clude il vofiro difeorfo ; ma mi nafee vn dubbio, del quale no

so liberarmi,e quefìo e , che attribuendo il Copernico alla Ter-

ra vn altro mouimento oltre al diurno, il quale,per la regola

pur hora dichiarata, dourebbe rejìare a noi, quanto altappa-

renza, impercettibile nella Terra , ma vijìbile in tutto il.rejio

del Mo'ndo,parmi dipoter necejfariamente concludere , o che

tgli babbia manifejlamenteerraio neWajfegnare alla Terravn moto del quale non apparijca in Cielo lafuageneral cor-

rijpondenza , ò vero che , fé la rifpondenza vi è , altrettanto

fia fiato mancbeuok Tolomeo a non nprouar queJlo,Jì come

reprpmialtro

Salu.Moìto

Page 124: massimi sistemi del mondo

io 3 Dialogo fecondo%ALV. Molto ragioneuolmente hauete dubitato, e quando verre-

--•- mo a trattare dell'altromouimen to, vedrete di quanto inter-

vallo habbia il Copernicofuperato di accortezza , eperfpica-

sita d'ingegno Tolomeo-, mentre egli ha veduto quello, che effo non vedde, dico la mirabilcorrifpondenza,con la quale tal

mouimen tojì reflette in tutto il rejlo de icorpi celejti. Maper

borafofpendiamo quejlaparte , etorniamo allaprima confi-

derazione;intorno alla quale andròproponendo, comincian-

domi dalle co/èpiù generali, quelle ragioni, chepar, ebefauo-

rifeano la mobilità della Terra,perfentirpoi dal Sig.Simplì-

eio le repugnanti . Eprima fé noi confideremmo folamente

la mole immenfa della sfera Stellata,in comparazione della-*

J, ,. piccolezza delglobo terreftre , contenuto da quella per tanti

perchèpiii pròmilioni di volte, epiùpenfer mo alla velocità del moto,cbe de-

babilméte de- uè in vngiorno, e in vna nottefare vna intera conuerJìonetuà effer della jo non mipoffoperfuadere, che trouarfipoteffe alcuno , cbz->Terra ^^-t » mteffeper cojapiù ragioneuole, e credibile,che la sfera celeflz^»

dell'V niuer- fuJft 1ue^a > c^e deffe la volta , &# globo terreslre refiaffL*

lo, firmo,SAGRc Seper tutta Vvniuerfità degli effètti, chepoffòno batter

1

in

natura dependenza da movimenti tali,feguiJfero indijferen->

temente tutte le medejtme confeguenzea capello,tanto dall'v-

napofizione, quanto dall'altra , io quanto alla miaprima , e

generale apprenfione,Jlimerei, che colui, che reputaffepiù ra-

gionevole il,far muouer tutto ìvniuerfo , per ritenerfermalaTerra,fuffepiù irragioneuole di queUo , chefendofalito in

cima della vojìra Cupola, nonper altro, ebeper dare vna vi-

jla alla Città, & alfuo contado, domandajfe, cheféglifaceffegirare intorno tutto ilpaefè,accìo non haueJJeegliadbauerl&

fatica di volger latcfla* E ben vorrebbero effer molte,egran-

di U comodità , chefi traejfer da quellapofìzione , e non da—*

quefta, chepareggiaffèro nel mio concetto , efuperajfer quefio

affkrdo,fi che mi rendefferpìù credibile quella , che queìla—* .

Maforfè Arifiotile, Tolomeo , e il Sign. Simplicio ci devono

trouare i lor vantaggi , li qualifarà bene , chefìenpropojìi a

noi ancora,fé vifono, ò mijìa dichiarato^ come e' non vi fie-

no, nìpojfano effere

,

$ALV* lo,ficomeper mollo , che ciabbia penfato non ho potuto

trouar diuersità alcuna, cosimi par d'auertrouatOj ch<L->

dmersità alcuna non vi poffa effere ; \onde io Jtimo il più

cer-

Page 125: massimi sistemi del mondo

Del Galileo^ 109tercaria efferin vano:perì) notate . Il moto intanto è moto,e

come moto opera, in quanto ha relazione a cofe,che di ejlo ma- ** "^f P^rj.

e

cano;ma tra le co/e, che tutte ne partecipano egualmente nien- jj° eeiulmen-te operayO

1

\ come s'è' nonfujfe , E così le mercanzie, delizi te fi muouonoquali è carica I4 natte, in tanto si muouono, in quanto lajcia- è come fé non

do Veneziapafano per Corfù,per Candia3per Cipree van- faffc&intan-

no in Aleppo , li quali Venezia, Qorfu* Candia, &c* reslano to -^ÌJ^ni sì muouono con la natie; ma per le balle, caffè, & altri col- azione 3 cofc

li, de' quali è carica, efiiuata la nane, e rifletto alla natie me- che^* di elfo

desima il moto da Venezia in Soria è come nullo;h niente alte- mancano

,

ra la relazione, che e tra di loro ; e quejio,perche e comune atutti, Ò" egualmente da tutti eparticipata ; e quando delle ro-

be, chefono in naue vna balla si sia difcoflata da vna cafsa-^

vnfol dito, quejiofolofaràflatoper lei mouimento maggiore

in relazione alla cajfa , chél viaggio di dua mila miglia,fattQ

da loro di conferua .

SIMP. Quefla e dottrina buona,foda , e tuttaperipatetica

.

SALV* Io l'hoperpiù antica ; e dubito, che Arìft. nelpigliarla da

qualche buonafcuola, non lapenetrale interamente,e chepe- Proporzione

rò, bauendola fcritta alterata , siajiato caufa di confusione P^^ .}?'

mediante quelli , che voglionfojienere ognifuo detto; E qua- ma alterata'/do eglifcrijfe, che tutto quel , che si rnuoue , si muouefopra—»qualche cofa immobile , dubito , che equiuocajfe dal dire, che

tutto quel che si muoue,Jì muoue ri/petto a qualche cofa immobile , la qual proposizione non patifcc dijjiculià veruna, e l*

altra ne ha molte .

SAGR. Digrazia non rompiamo il filo , e feguite auanti il di-

fcorfo incominciato .

SALV. Effendo dunque manifejlo, che il motori quale Jta comu-ne a molti mobili e oziofo , e come nullo-, inquanto alla rela-

zione di effi mobili Ira di loro , poiché tra di tjjì nienteJìmtt- p . i-rcormta;efolamente e operatiuo nella relazione , che hanno effìmo- f per prCua-bili con altri, che manchino di quel moto , tra i quali Jìmuta. r'if moto, di-

jabitudine,& auendo noi diuifo Vvnmerfo in duepatti, vna urno effe* àsl

delle quali e necejfariamente mobile , e taltra immobile,per "Terra.

tutto quello, che pojfa depender da cotal mouimento,tanto e

far muouer la Terrafola , quanto tutto'l refìo del monda ;

poiché f'operazione di tal moto non e in altro , che nella rela-

zione, che cade tra i corpi cekfii , e la Terra , la qual fola re-

lazione e queUa^beJìmuta , Horaféper confeguire ilmedt-

Jtmo

Page 126: massimi sistemi del mondo

la natura noOpera con molte cole quelloche può ope-rar con po-

Dal mouimèVto diurno nif-

funa mutazio-

ne nafce tia_j

tutti i corpi

Celefti3ma tut

te fi refendo-no alla Terra.

Seconda C5-fermazione->

che'l moto di-

urno fia della

Terra.

ito Dialogo fecondofimo effetto ad vnguem tanto fa fi Lifola Terra fimnoua f

cejfando tutto il rtfto dellvniuerfo , che fi , rtfiandòfirmalaTerrafola,tutto Vvniuerfojimuoua di vnijiefso moto>cbi

vorrà crederebbe la natura?ehepurper comun confinfo nonopcracontinteruento di molte cofi quel , chefipuò fare col

mezo dipoche ) babbia eletto difar muoutre vn numero im-

menfo di corpi vafli//imi,e con vna velocità inejìimabile ,pet

configuir quello , che col mouimento mediocre di vnfolo in-

torno al fuoproprio centro poteua ottener/i {

SIMP. Io non bene intendo , come quefto grandijfimo moto fiacome nulloper il Sole;perla Lunafpergli altri Pianeti , eperVinnumerabile fibiera delle Stelle Jìffe: e come direte voi ejfer

nulla ilpajfare il Sole da vn meridiano all'altro , alzarjtfo-

pra quejio orizonte , abbajfarfi fiotto quello , arrecare ora il

giorno, ora la notte;fimili variazioni far la Luna}egli altri

Pianeti , eie Stelle jìffe ancora i

SALV, Tutte cotefite variazioni raccontate da voi nonfon nulla,

fé non in relaziona alla Terra; e che ciòfia vero,rimouete con.

l'immaginazione la Terra , non rejìapiu al mondo ne nafce-

re,ne tramontar di Sole,ò diLuna,ne orizonti3ne meridiana

negiomìyne notti\rìe infommaper tal mouimento nafce maimutazione alcuna tra la Lunari Sole , o altre qualfiuoglino

Stelkjfianfijfe , ò erranti; ma tutte le mutazioni hanno rela-

zione alla Terra, le quali tutte infomma non importanopoialtro)Che'l moflrareil Sole ora alla Cina,poi alla Perfia,dopo

all'EgittOyalla Grecia,alla Francia, alla Spagna, alliAmeri-

ca <&c. efar l'ijieffo della Luna , e del rejìo de i corpi celejii : la

qualfattura feguepuntualmente nel modo medefimofiefen-

za imbrigarfigran parte dell'vniuerfo,fifaccia rigirare in

fé fìeffo ilglobo Terrejlre . Ma raddoppiamo la difficoltà con

vn altra grandifiima, la quale e , che quando fi- attribuifia

quejiogran moto di Gielo,bifiogna di neceffitàfarlo contrario

a i motiparticolari di tuttigli orbi de i Pianeti , de i quali cia-

fchedunofenza controuersta ha il mouimento fuo proprio daOccidente verfo Oriente,e quejio affaipiaceuole,e moderato^conuienpoi fargli rapire in contrario) cioè da Oriente in Oc-

adente da quejio rapidifisimo moto diurno;douechefacendofi

muouer la Terrainjejleffa,fileua la contrarietà de'moti, <&

iljolo mouimento da Occidente in Orientefi accomoda à tut-

te le apparenze,efodisfà a tutte compiutamente.

Quanto

Page 127: massimi sistemi del mondo

Del Galileo; utSIMP. Quanto alla contrarietà dei moti importerebbepoco,per*

chi Arijìotile dimaiìra,che i moti circolari non fon contrari/ Moti circola*

fi a di loro; e che la loro nonJipuh chiamar vera contrarietà. "jn°np

°'1 Q\*

SALV. Lo dunosira Arifìotile,opur lo dicefolamente,perchè co- nft t.

sì compiuta à certo fuo àifegno ijè contrari)fon quelli., come

egli Beffo affermarnefcambìeuolmentefidflruggonojo nonso vedere,come due mobili, cbe s'incontrinofopra vna linea-*

circolarefi habbiano a offender menjjche incontrando/ifb-

pra vna linea retta.

SAGR. T)igrazia fermate vnpoco . Ditemi Sig. Simpl. quandodue caualieri fi incontranogiofìrandò a campo aperto , opurt

quando duefquadre intere., o due armate in marefi vannoad inuefìire , efirompono , efifommergono 7

chiamerejìi voi

cotali incontri contrari/ tra di loro i

SIMT. Diciamoli contrari/

.

SAGR. Come dunque ne i moti circolari non e contrarietà ? que-

lli efftndo fatti fopra lafuperficie della Terra , o deWacqua >

chefonOjCome voifapete,sferiche , vengono ad effer circolari •

Sapete voi Sig. Simp. quali fono i moti circolari , che nonfontra loro contrari/ i fon quelli di due cerchj,cbefitoccano per

difuora, chegirandone vnofa naturalmente muouer l'altro

diutrfamenteymafevnofarà dentro all'altro e impojfibil,che

imoti loro fatti in diuerfeparti non fi contraftmo l'vru*

Paltro.

ZALV. Ma contrari/, ò non contrari/,queBefono altereazioni di

parole, ^ io sò,che infatti moltopiù femplice , e naturai cofà

è ilpoterfaluare ti tutto con vn mouimento foto , che Xintro-

durne due,fé non volete chiamarli contrari), ditegli oppofìi :

né io viporgo quejìa introduzioneper imponibile , neprete-

dò di trar da epa vna dimofìrazione necejjaria ; mafolo vnamaggior probabilità . Si rinterza tinuerifìmile col difordi-

<nare fproporzionatiffimamente l'ordine , che noi veggiamoJìcurameate effer tra quei corpi celesli, la circolazion de'quali Terza C6fer-none dubbia,ma certiffima.E i

y

ordine e,cbefecodo che vrìor- mazione per

be e maggiore,fini/ce ilfuo riuolgimento in tempopiù lungot" medefìmo.

Ì7 i minori in più breue ; e così Saturno deferiuendo vn cer-

chio maggior di tuttigli altri Pianeti , lo complifce in trenf P!'?**" maS*tinnii Gioue fi riuotee nel fuo, minare in anni dodici Mar- fj^A^i"^?!, • j i -f /ri/ -v • i • r •

gior tepo ran»lem dua-yla Lunapajja iljuo tanto ptu piccolo tn vnjol me- n0 le loro con

fé t e non menfenjìbilmente vediamo delle Stelle Medicee , la ueriioni •

più

Page 128: massimi sistemi del mondo

Tempi delle

conerfìoni de

Pianeti Medicei..

Moto delle

24. hore attri-

buito alla sfe-

ra altifìima di

[ordina il pe-

riodo delk_j»

inferiori.

Quarta.Con-fermazione .

' Difformità

grande— tra t

mouiméti del

le Stelle riffe

particolari ,

mentre la lo-

ro sfera fia_*

mobile

.

Moti delle

Stelle fiffe fi

accelerano , e

ritardano in

diuerfitempi,

quando la sfe-

ra ftellatà Ca

mobile.

ili Dialogo fecondopiù vicina a Gioucfar'ilfuo riuolgimento in breuifiìmo ter»'

j?o, cioè in bore quarantadue/, in circa3 lafèguente in tregior*

nije mezOjla terza in giornifette , e lapin remota infedici. Èquefto tenore ajfai concorde, nonpunto verrà alterato , men-tre fifaccia , che il mouimento delle ventiquattr horefia del

globo terrestre in fé Beffo , che quando fi voglia ritener l%—>

Terra.immobile, enecejfario , dopo l'ejferpajfati dal periodo

breuijfimo della Luna agli altri confeguentemente maggiori

fino a quel di Marie in due anniy e di lì a quel della maggiore

sfera di Gioueìn anni dodici, e da quefta all'altra maggioradi Saturno , il cui periodo} di trent' anni ,è neceffario dico

trapajfare ad vn'altra sfera incomparabilmente maggiore , e

farlafinire vn'intera reuoluzione in vintiquattr' hore . Equefìopoi e il minimo difordi-namento, chefipojfa introdurr

re;perchè,fe altri volejfe dalla sfera di Saturnopafiarealla^Jiellata}efarla tantopiùgrande di quella di Saturno,quanto

aproporzione conuerrebbe,rèfpetto alfuo mouimento tardifi

Jimo di molte migliaia d'anni , bifognerebbe, con molto piùfproporzionatoJalto , trapajfar da quefta ad vrìaltra mag-giore^farla conuertibile in ventiquattr hore . Ma dandofila mobilità alla Terra , lordine deperiodi vien benif/ìmo offeruato >edalla sfera pigrifjìma di Saturnofi trapaffa all<L~>

Stelle"fiffe del tutto immobili f e vienfia sfuggire vna quarta

dìfficoltàjla qual bifogna neceffària?nente ammettere, quandola sferaftellatafifaccia mobile, è quefla e la difparità immen-

fa tra i moti di effe Stelle , delle quali altre verranno a muo~

uerfi velocijfimamente in terchj vafiiffìmi , altre lentifiima-

mente in cerchjpiccoli/fimi,fecondo chequefte , e quellefi tro-

uerannopiu,ò meno vicine a ipoli ; chepure ha dell'ineonue-

niente,sì,perche noi veggiamo quelle,del moto delle quali non

Ji dubita , muouerfi tutte in cerchj mafiimi , sfancora , perchè

pare con non buona determinazionefatto il conftituir corpi %

€he s'babbuino a muouer circolarmente, in disianze immenfedal centro,efarglipoi muouere in cerchj piccolijfìmi . E nonpure legrandezze de i cerchj } & in confeguenza le velocità

de i moti di quefte Stelle , faranno diuerfijfìmi da i cerchj , e

moti di quell'altre , ma le medefime Stelle andranno varian-

do fuoi cerchj,efue velocità {efarà il quinto ìnconuèniente )- auuengachè quelle, chedue mìl'annifà erano 'nell'Equino'

xiale,& in confegueza deferiueuano colmato cerchj mafiimi,

tro-

Page 129: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. ri"/

froudndoftne ai tempi nojìri foritene p^r molùgradi , bifo~

gna chefianofattepiù iarde di moto, e ridotiejia muouerfiin

minore cerchie noni lontano dal poter accader che venga—*

tempo,nel quale alcuna di loro , cheperi'addietrofifia moffa

femprefiriduca congiugntndoji col polo a Bar ferma , e poi

ancora dopo la quiete di qualche tempo torni a muouerfi, do-

uè che l'altre Stelle; chefi muouonoficuramete tutte defcrhio-

no,comefiì detto, il cerchio maffimo dell'orbe loro, & in cuci-

lo immutabilmentefi'mantengono. <~4ccrefc'e l'inuerifimile (e

Jìa il féfio mconueniente)a chipiùfattamente difcorre , l'ef-

fere inefcogitabile qualdeua efìer la folidità di quella uà- Se/h Coafa?-

flifsima sfera , nella cui profondità fieno così tenacemen- inazione, «

te faldate tante Stelle , che fenzapunto variar /ito tra /o-

ro concordemente vengono,configran di/parità di motipor-

tate in volta:Ofepure il Cielo efluido , come affaipiù ragh'

neuolmente conuien credere,fi che ogni Stellaperfé fleffaper

quello vadia vagando , qual legge regolerà t moti loro , & Ache fineperfar che rimirati dalla Terra apparifcano comt^fitti da vnafola sfera Ì A me pare , cheper confeguirciò,fia

tantopia ageuole,& accomodata maniera il cojìifmrk immo-bili che lfarle vaganti , quantopiii facilmenteji tengono a—>

fegno molte pietre murate in vnapiazza , che lefchiere d<L-t

fanciulli , cbefopra vi corrono . Efinalmenteper lafettima sm ;ma Ccn-inftanza-fe noi attribuiamo la conuerfion diurna al Cielo al- fermazione .

tijJimOfbtfognafarla di tantaforzai virtu,chefecoporti l'in

numerabil moltitudine delle Stellefiffe, corpi tutti vafiifiìmi

,

e maggiori affai della Terra, e dipiù tutte le sfere de i J^iane-

ti^zncorcbè , e quefìi , e-quelle per lor natura fi muouano in

contrario 5 & oltr-e a qutflo e forza concedere , che anco l'ele-

mento delfuoco, e la maggiorparte dell'aria fiaaoparimente

rapiti, e che ilfulo piccol globo della Terra refli contumace , e

renitente a tanta virtù ; cofa, che a mepare,che habbia molto

del dijfcile,ne faprei intender come la Terra corpo penfile, e Terra pernio,

libratofopra'l fuo eentro;indifferente al moto,& alla quiete ,e librata in-*

pofìo,e circondato da vn'ambiente liquido,non doueffe cedere \n mezo ^u*'

ella ancora,ij efferportata in volta. cMa tali intoppi no tro- ^e

n°£

a r^uiamo noi nelfar muouer la Terra,corpo minimo, & infen- fj ere a j rap^fibile in comparazione dell'vniuerfo, eperciò inabile alfargli mento del moviolenza alcuna .

to diurno «,

SAGH, lo mijento raggirarper lafantafia alcuni concetti cosi in

H con*

Page 130: massimi sistemi del mondo

ii4 Dialogo fecondoconfufo defiatimi da i difcorfifatti ; che s'io vogliopotermi&attenzione applicar'alle, cofeda dirfì7eforza, ch'io veggaf^mifucctdejfe meglio ordinargli}, e trarne quel coftrutto,che vi

èjèperb ve ne farà,alcuno ; eper auuentura ilprocedereper

interrogazioni mi aiuterà apiù ageuolmentefpiegarmi. Però

domando al Sig. Simp.prima,fe e'crede, che al medejimo cor-

po femplice mobilepojfano naturalmente competere diuerfi

mouimenti,opure , che vnfolo conuenga , chejìa il fuopro»pria j e naturale ,.

„, ... SIMB* D'vn mokikfemplicevnfolo,e nonpiùpuò effere ilmo»

fem plice vrul to,chegli conuenga naturalmente, egli altri tuttiper accide-

C>lo è il moto te,eperparticiparione;in quel modiche a colui , chepaleggianaturale , t-> per lanaut,fuo maioproprio e quello delpaleggio, eperpar-

gli altri per ticipazioneqmUo, che lo conduce inporto } doue egli mai colparticipio"

$a]figgio nonfarebbearriuato ,fe la nane, col moto fuo nonvetbauejè condotto..

SAGÙ,. Ditemi.fecondariamente . Quelmouimento, cheperpar-

tieìpazione vien comunicato a qualche mobile,mentre egliper

fejiejlofimuoue di. altro moto, diuerfi dal participato , e egli

necejfario y che rifeggain qualchefuggettoperJefiejò , opufpub ef/efancoin natura.Jenz'altro appoggio t'

SIMP. lÀrift. vi.rifponde aJutte quefte domande,e vi dice, chefi

Yv come d'vn mobile vno è il moto,così divn moto,vno è il mo*

fenza *^l fuc- hile,& in confeguenza,,chefenza l'inerenza deljuofuggetto ,

gecto mobilie « w°& pub,ne. e£ere,nè anco immaginarfialcun mouimento.

SAGR. Io vorreijcbe voi mi dicefle nelierzo luogoje voi credete^

che la Luna,egli altri Pianeti,e. corpi celefii babkiano hrmo*uimentipropri),e quali^e*Jtano ..

SIMP. Hannogli, efon, quelli,fecondo iqualt,i vannofcorren*do il.Zodiacojla Luna in vn mefe3HSolein vn'anno, Marte,

in dua,la sferafiellata in quelle tante migliaiaM queftifonQi

ì moti loroproprij,e naturali *

SAGI^. Ma quelmoto3col quale io. veggo le Stellefife , e con effe

tutti i Pianeti andarevnitamenteda Iettante aponete,e ritor-

nare in Oriente in ventiquat.tr' bore y in che modogli capete l

SIMP.. Hannoioperparticipazione .,

SAGR., Quefio dunque non riftedtin loro :. e non rifedendo in lo-

ro,™potendo effer'fenza qualchefuggetto,nelquale e'rifeggO)

eforzafarloproprio,e naturale di. qualche altra sfera, ,

SIMP*, Eerqueftorifpet^okannoritrouatagUAfìrQnomi, &%

Page 131: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. it$

jfìofofitm'altra sfera altijjìmafenza Stelle , alla quale natu-

ralmente compete la conuerjìon diurna, e quejia hanno chia-

mata ilprimo mobile, il qualepoi rapi/ce/eco tutte le sfere in-

feriori contribuendo^participando loro il mouimentofuo .

SAGR. <JMa quandofenzn introdurr'altre sfere incognite , e->

vaslijjìmc,fenza altri mouimenti,ò rapimentiparticipati;col

lafciare a ciajcbeduna sfera il/uofolo,efemplice mouimento x

fenza me/colar mouimenti contrari),mafargli tutùper il me-

dejìmo verfo,come è neceJ/ario,ch'e' sieno,dependendo tutti da.

vnfolprincipio,tutte le co/è caminano,e rispondono conper-

fetttjfima armonia,percbè rifiutar quejlopartito, e dar ajfen-

fo a quelle così fìrane,e laboriofe condizioni i

SIMP* Il puntoJlà in trouar quejlo modo cosìfemplice , t**

Jpedito*

SAGR. Il modo mi par belile trouàto . Pàté che la Terra Jìa il

primo mobile , cioèfatela riuolgereinfeftejfa in ventiquattr*

bore,eperil medejtmo verfo, che tutte le altre sfere , chefenzapartteipar tal moto a neffun'altro Pianeta , ojielle, tutte au*

ranno i lor orti, occafi, & injòmma tutte l'altre appa-

renze .

SIMP. L'importanza e ilpoterla muouerefenza mille inconue-

nientt\

MALV- Tuttigli inconuenientift torranno via,fecondo , ebe voi

gli andreteproponendo : e le cofe dettefin quifonofolamenteiprimispiùgenerali motiui,per i qualipar cbeji renda nondel tutto improbabile , che la diurna conuerfìone Jìa più tojlo

della Terra,che di tutto*! rejlo delPvniuerfodiqualiw non—» \rna f ia efpe

viporto come leggi infrangibili,ma come motiui, che abbiano rienza ò fer-

qualcbe apparenza. Eperche beniffìmo intendo, che vna fola n?a dimoflra-

cfpericnza,o concludente dimofirazione,chefibauejfe in con-Z10ne abba

.

£te

trarioybajla a battere in terra quefli ,&altri centomila argo- n j probabili.

"*

mentiprobabilipero non bifognafermar/i qui, maprocedere

auanti,efentire quel che rifpodeil Sig. Simp. e quali miglio-

riprobabilitàyO piùferme ragioni egli adduce in contrario

.

SIMP. Io diroprima alcuna cofa in generalefopra tutte quefte

confiderazioni infìeme,poi verro a qualcheparticolare. 'Par-

mi che vmuerfalmete voi uifondiatefu la maggiorfemplicitàefacilità diprodurre i medejìmi ejfetti,7nentre Rimate , chz^>

quanto alcaufarglitantofìailmuouer laT'errafola,quanto

tutto'l refìo delmondO)trattone la Terra;ma quanto alVope-

H 2. razione

Page 132: massimi sistemi del mondo

DVna virtù

rn finita_j par

che ù. debbaefercitarne_-#

più co fio vna,

gran parte eh®.

poca

.

Dell'infinita

non è vna parso maggiordell'altra benche effe fiàno

tra di loro di?*

1 1

6

Dialogo fecondorazione voi reputate molto piafacile quella, che quefla . iAt

. chi io vi ri/pondo, che a me ancorapar lifiejfo , mentre io ri"

guardo allaforza mia nonpurfimta,ma deboli/Jima ; ma ri»

i fpetto alla virtù del Motore}che è infinita , non e meno age-

uole il muouer l'vniuerforche la Terra,e che vna.paglia, E fé.la virtù e infinita rperche non fé ne deue egli efercitare piùtojìo vnagranparte\ che vna mìnima ì per ianioparmi, che

il difeorfo in generale non fia efficace ,.

SALK. Se io auefiìmai detta,che l'vniuerfo nonjìmuoueper. man-

camento di virtù nel Motore,io aurei errato , e la vojìra cor-

rezzionefarebbe oportuna; e vi concedo>che a vnapotenza—

*

infinita tanto efacile il muouer centomila, quanto vno . MaqueUo, che ho detto io non ha riguardo alMotore ,ma fola-

mente ai mobili,^ iniefinonfolo alla loro refifienzajlaqua-

ìenon e dubbio ejfer minore nella Terra , che nell'vniuerfo 9

ma a i molti altriparticolaripur*bora confiderai. tAl dirpoi

ebe d?vnavirtù infinitafia meglio efercitarne vna gran-*parte,che vnaìmnima,vi ri/pondo, che dell'infinito vnapar*te non e maggior dell'altrayquando amenduefìenfinite; nifipuò dire f che delnumero infinito il centomilafia parte mag*giore,che'ldue,feben quello ì cìnquatamila volte maggior di

quejlo ;e quandoper muouer l'vniuerfo ri voglia vna virtù

Jinita,benchegrandifsima in comparazione di quella , che ba-

fier'ebbeper muouer la Terrafola, nonperòfé n'impiegbereb-

he maggiorparte dell'infinita , ne minorefarebbe che infinitaquella che reHerebbe oziofa : talché L'applicar per vrìeffetto*particolare vnpocopiù, bvnpoco m no virtù non importa

nientepltreche l'operazione di tal virtù non haper termine^

fine ilfolo mouiméto diurno; mafonoal modo altri mouimeti

afsaì,che noifappiamo,e molti altripiù ve nepQjfon'eJfere in-

cogniti a noi;auendo dunque riguardo a i mobilie nofi dubi

landò, che, operazione più breue y e Jpeditaè il muouer leu*

Terra, cheVvniuerfo,e dipiù auendo l'occhio alle tante altre

abbreuiazionh>& ageuolezze 3 cbe con queRofoloficonfegui-

fconOjVn verijfimo. afsiama d'iArifì. che c'infegna, che , frut^

Ura fitper plura^quod poteft fieri per pandora > ci rende

piùprobabile il moto diurno, ejfer della Terrafola, che dell'v*

n.iuerfo trattone la Terra *

§IMP+ Voi nel referir l'afsioma hauete lafciato vna claufula9che importa il tuttofi mafsime mlprefentepropofito; la parti*

sola

Page 133: massimi sistemi del mondo

o Del, Galileo

.

07xfa lafciata-e ìow'sequè bene ,* bifogna dunque hfimffi&af't*?

fefipojfa egualmente bene fodisfare al tutto con quefto , e»/

' con quello ajfunto.

%ALV. Il vedere[e l'vna,e l'altrapofizionefodisfaccia egualmen-

te bene,ficopredera dagli efamiparticolari dell'appareze,alh

qualifiba dafodisfare£chefin'orafie difcorfo,efi di/correrd

ex hypotbcfhfupponedo > che quoto alfodisfare all'appareze•<

amenduelepofizsonifieno egualmente accomodate. Làparti- J^ Qi # %

colapoi,che voi4ite ejfere Hata lafciata da me,hopià toftofo- perpiurl *&c.fpetto,chefiafuperfinamente aggiunta da voi.Perche il dire , l'aggiugnere ,

egualmente bene , e vna relazione , la quale necejjariamente t9ue iem » è

ricerca due termini almeno , nonpotendo vna cofa batter re- *upcrau©

,

lozione afejhfia, e dirfiv.g. la quiete effer egualmente buo-

n.tycomela quiete . Eperche^quandofi dice , inuano fifa con

più mezi,quello chefipuòfare con manco mezi , s'intende, che

quel,chefi ha dafare deua effer la medefima cofa , e non dmcofe differenti ; eperche la medefima cofa nonpuò dir/ìegual-

mente benfatta , come fé medefima;adunque raggiunta della

particola}egualmente bene,èfuperflìiafò vna relazione , che

va vn terminefilo .

SAGR. Se noi non vogliamole ci ìntevuenga come ieri, ritorniji

di grazia nella materia , & il Sig. Simp. cominci a produrquelle diffcultà , che glipaiono contrariane 'a quefianuouadifpofizione del mondo .

Z1MP. La difpofizione non è nìioua,anzi anticbijjtma , e che ciò

„ fia vero Arijì. la confuta; e lefue confutazionifon quefie . Ragioni d'A-

„ Prima.Se la Terrafimouefse binfe fìefsaftando nel centro , tìlh per Ia_l»

„ ò in cerchiorefendofuor del centro}e nècefiario , che violente- 9!"ete «tella—»

„ men te ella fimouejfe di tal moto ; imperòebe e'non e fuo na-C1 ra

"

7, tu rale, che s'èfufi'fuo,Vaurebbe ancora ognifuaparticella—>;„ ma ognuna di lorofimUoueper linea retta al centro. EJfendo

„ dunque violento, epreternaturale , non potrebbe efiereftm-

„ piierno , ma l'ordine del mondo e fempiterno -7 adun-

, } que &c. Secondariamente tutti gli altri mobili di moto„ circolare, parche restino indietro , e fimuouano di più di

„ vn moto, trattonepero ilprimo mobile ,per lo che farebbe ne-

j, ceffario,cbe la Terra ancora si mouejft di due moti: e quando.j ciofcjfe , bifognerebbe di necejfità , che fifaceffero mutazioni>> nelle : ttlltfijfe, il che nonfi vede ; anzifenza variazione al-

,) cuna le medefime Stelle nafcor.oftmpre da i medefimi luoghi*,

H 3" & ne

'

Page 134: massimi sistemi del mondo

-

118 Dialogo pnnio£y ne i medefimi tramontano.* 'Terzo. il pioto delle -parti e

del tutto} e naturalmente al centro dell'vniuerfo , eper queflo

ancora in ej/bfi/ià.Muouepii la dubiiazion.erfe il moto del-

leparti eper andare naturalmente al centro dell'vniuerJb^Q

pure, al. centro, della Terra ; econclude effer fuo inJfintfi pro-

prio di andare al dentro deW.vnmetfo;ì eper accidente al cen-

tro della Terranei qual dubbiofi dfèorfe ieri a lungo . Con-: ferma finalmente, li&ejfocvXquarto argomentoprefodaWe-

Jperien?a,de'grauiJiq%4lic<àdendo da alto a baffiritengono a

perpendicolofdpmAafuperfipk della Terra';e. medesimamente

iproietti, tirati aperpendicolom alto } -aperpendicoloper 1<l->

medefime linee ritornano a baffo, r,quando bene fujfero Flati

tirati in immenfaAltezza . . Argomenti necejfariamjinte con-

cluder! ti il moto. Ityroì effer'al centro della Terra % che.fenza

puntò muQU&rfigti afpetta y e riceue .. Accennapoi in, vltimo

effer dagli Agronomiprodotte altre ragioni in confermazio

ne dell'ifieffè c.onclufioniydico dell'ejfer la Terra nel centro

deU}.vniuerfoj&.immobile;:& vnafola neproduceycbe. è Uri

Jponder tutte le appareqzerchefiveggonQne'mouimentidel

le Stell.e,allaposizione di effà 'Terra nel.centroy la quahrìfpo-

denzanonbaurebb^guando ella,non vifujfe,* Lealtrerprì)-

dotH[da^Tolo^eo j e-da altri Agronomi lepotrò arrecare bora

fi cosicipiace-, ò, dopo che bareie detto quanto, vi occorra itu^

rijpqfia di quejte di ^Arifiotik ...

SALV* Gli argumen'thchefiproducono in quefla materia,fon dì

Argomenti duegenerkaltri hanno riguardo'agli accidenti terrefiri,fen-di dna. generi Za relazione'alcuna. alle Stelle }.& altri[fi'cattano[dalle appa-intora-o allau.»

reze.jò' offèmazionidelle coficelefii .. Gliargomenti d'tArift*

muco, o 4H1C-- j 1

.

•*.• \ r \ i r - r • n'

te della Ter- .olii. AJtronomt,peroJara benefe cosivipare}ejammar quejti

n—»

.

prefidalle ejpérienze di 7"erra;epoi verremo all'altrogenere*Argomenti di £perche da Tolomeo,da Ticone, e da altri lAfironomi , e Fi-Toiomeo di

lofofi oltre, agli argomenti dl%Arifi.prefi, confermati: , eforti-

ni oltre a_j, ficati da loro}nefonprodotti[degli altrhfi' potranno.vnirtut

quelli A' Ari- ti infieme>per non bauerpoi a.réplicarle medefimeyofimilitri-

male, fpoflc du& volte ; Però Sig,:Simpi ò vogliate, referirgli voi ,

vogliatejcb'io vi leui quefta briga. }fonper compiacerui.. .

SIMT. Sara. meglio,che, voi gliportiate, ebej? bauercifàttormag-giorefiudiogli baretepiuin proto,& anco in maggior num.

%Altf« Ter lapiù gagliarda ragionefiproduce da tutti quella,

dei

Page 135: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

119dei corpi 'gratti , che cadendo da alto a baffo vengono per vnalinea retta , eperpendicolare alla fuperjicie della Terra^argo- Primo argo-

mentojiimato irrefragabile,che\a TerraJìiaimmobileperetò,metoPreìo dai

quado ella haueffe la conuerjion diurna, vna Torrefalla so- ja a [ to a ^f-tnità della qualeJìlafciaffe cadere vn /affo , venendoportata fo .

dalla vertigine della Terra nel tempo chel faffo confuma Tizi

fuo cadere,fcorrerebbe molte centinaia di braccia verfo Orie-

te,eper tantoJpazio dourebbe il[affopercuotere in Terra lon Confermai!tano dalla radice della Torre\il quale effetto confermano con con l' efèmpio

vn'altra eJperienza,cioe eollafciar cadere vnapalla dipiom- del cadente^

bo dalla cima dell'albero di vna naue,che Biaferma,notando dalk«mw del

ilfegno doue ella batte, che è vicinoalpie dell'albero; maJLs IUUQ ^

da l medejimo luogoJì lafcerà cadere la medejimapalla, quan-

do la naue eaminolafuapercoffafarà lontana dall'altra per

tantofpazio , quanto la nauefarà feorfa innanzi nel tempo

della caduta delpiombo, e quejio nonper altro ,fe non,perche

il mouimento naturale dellapalla pofla infua libertà eper li-

nea retta verfo7 centro della Terra . Fortifica/i tal'argometo Secondo Ar~

co refperien^ad'vnproietto tirato in altopergràdijjìma di- g°mento Pre*

Jlanza, qualfarebbe vnapalla cacciata da vna artiglieria-^ , to t ;raJo°/n

e

_^drizzata aperpendicolo fopra l'orizonte , la quale nellafali- grand 'altezza.

ta,e nel ritorno confuma tanto tempo , che nel nojìroparalle-

lo Vartiglieria,e noi infiemeJaremmoper molte migliaporta-

ti dalla Terra verfo Leuante,talche lapalla cadendo nonpo-trebbe mai tornare appreffo alpezzo, ma tanto lontana verfo

Occidente,quanto laTerrafoffefeorfa auanti. ^Aggiungonodipiù la terza, e molto efficace efperienza , che e tirando/icon

.

vna Colubrina vna palla di volata verfo Leuate,epoi vn'al- Terzo A rgo-

tra conegual carica, & alla medejima eleuazione verfo Po- "^i tn-i d'nente, il tiro verfo Ponente riufeirebbe ejlremamente maggio ti^lieria verfo

re dell'altro verfo Leuante,imperocché mentre lapalla va ver leuante3e ver-

fo Occidente, e l'artiglieriaportata dalla Terra verfo Oriente, *° ponente

.

lapalla verrebbe apercuotere in terra lontanatali'artiglieria

tanto fpazio, quanto e l'aggregato de' due viaggi , vno fatto

dafé verfo Occidente, e Valtro dalpezzoportato dalla Terra

verfo Leuante : e per Yopp^fito del viaggio fatto dallapalla

tirata verfo Leuante , bifognerebbe detrarne quello , che ha-

uefìefatto l'artiglieria feguendolaipojio dunque,per efempio,

chel viaggio dellapallaperféjìeffofoffe cinque miglia,e che la

Terra in quel talparallelo nel tempo della volata dellapalla

H 4 fior-

Page 136: massimi sistemi del mondo

Confermai!1* argomentacon i tiri ver-fo mezo gio r-

no,e verio tra

montana.

Confermaliriileflò per i

tiri verfo Ie-

ttante, e verfo»

% % o Dialogo fecondofcorrefl tre miglia nel tiro di Ponente la palla cadrebbe in

terra otto miglia lontana dal pezzo , cioè le fue cinque verfo

Ponente,e le tre delpezzo verfo Leuante; mail tiro d'Orien-

te non riufeirebbepiù lungo di due miglia , che tanto rejia de-

tratto dalle cinque del tiro , le tre del moto del pezzo verfo la

medefima parte . Ma Vefperienza mojlra i tiri ejkre eguali

,

adunque l'artiglierìajla immobile, eper confeguenza la Ter-

ra ancora . Ma non meno di quejìi i tiri altrefiverfo mezogiorno, ò verfo tramontana confermano lavabilità della

Terra;imperocchimai nonjì correbbe nelfegno , che altri ha-

uefìè tolto di mira , ma fempre farebbero i tiri\ cojlìeri verfo

Ponente,per lofeorrere > chefarebbe il berfaglioportato dalla

Terra verfo Leuante mentre lapalla eper aria . E nonfola i

tiriper le linee meridiane,ma ne anco ifatti verfo Oriente >

verfo Occidente riufeirebbergiuflì magli Orientali riufeireb-

bero alti,egli Occidentali baffi, tuttauolta ebefitiraffè dipin-

to in biaco.Perchefendo il viaggio dellapalla in amendue i ti

rifattoper la tangente, cioè per vna linea parallela all'Ori*

zonte,& ejfendo che al moto diurno}quandofia della Terra *

lOrizontefi'vafempre abboffando verfo Leuante,& alzan-

do^da Ponente (chepero ci apparifeono le Stelle Orientali al-

zarfi,e le Occidentali abbaffarjt) aduque il ber/àglio Orienta-

• le s'andrebbe abbacando]otto il tiro,onde il tiro riufeirebbz^»

alto,e l'alzamento delberjaglio Occidentale renderebbe bafso

il tiro verfo Occidentepalchi mai nonfipotrebbe verfo nifsu-

naparie tirargiuftos eperchìlefperienzaeincQtrario, efor~

za direbbe la Terra Ha immobile «

S1MP, Oh quefiefon ben ragioni^ alle fuaWk imponìbile troua^

vifpofia che vaglia *

SALV, Vigiungono forfè nuoue f

SJMP, Veramente sì . Et bora veggo con quante belle efperìen-

*ze la natura ci e voluta efser corte/è per aiutarci a veniremcognizione del vero . Oh come bene vna veritàfiaccorda-*

con l'altra, etutteconjpirano al renderfiinefpugnabiU.

SAGR. ChepeccatQjche ìartiglierie nonfufsero al tempo di Arift+

haurebbe ben egli con efse efpugnàta l'ignoranza } e parlato

fenza punto titubare delle cofe del mondo .

SALV* Hobauuto molto caro , ebe queste ragionivifiengiuntenuoue, acciocbì voi non vejìiatenellopinione della maggior

parte de è PwipaWishche sredonojcbefe alcunofiparte dal~

Page 137: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 121la dottrina d'Arili, ciò auucnga da non hauereintefe né pe-

netrateben le (ut dimoflrazioni . Ma voi fentirete sicura- * *eguaci d«; ,,- 1 • \ r 1 n r 1 1 Copernico no

mente dell altre nouita , ejenttreie da queju jeguaci del nuo-£ota moiTi per

no Stilema produr contro a fé Beffi oJftruazioni,eJperienze , ignoranza del

e ragioni diforza ajfai ?naggiore,che leprodotte da Arisi,e le ragioni eoa

Tolomeo }o da altri opptigriatori delle medejime conclufioni, e N"aiie c

così verrete a certificanti,cbe non per ignoranza,o inefperie-

zafifono indotti afeguir tale opinione .

SAGR. Egli è forza , che con quejìa occajìone io vi racconti alcu-

ni accidenti occorfimi da poi in qua , ch'io cominciai a fentir

parlare di quejìa opinione.EJfendo aJfaigiouanetto,che appe-

na baueuofinito tlcorfo dellafilofojia , tralafciato poiper ef-

fermi applicato ad altre occupazioni, occorfe, che certo Oltra-

montano di T\o(ìecbio, e credo, cbelfuo nomefojfe Crijiiano £rìftian:> Vur

VvrHifioJeguace dell'opinione del Copernico,capito in quejie * *°jj^jj

bande* & in vna Accademiafece duafo ver tre lezzioni in » intorno all'o-

quefia materia) con concorfo di vditori , e credopiùper la no- pinione_- dei

ulta delfuggetto,cbeper altro; ioperò non vinteruenni , ha- Copernico, e

uendofatta vnafijfa impreljìone , che tale opinione non pò- °lue110 che M

tejje ejfere altroché vna foìennepazzia;interrogatipoi alcu-am

ni, che vi erano flati yfentij tutti burlarfene , eccettuatton<L->

vno, che mi dijfe , cbe'l negozio non era ridicolo del tutto , z~>

perche quefìo era reputato da me per buomo intelligente af-

fai,e molto circo/petto ,pentitomidi non vi ejfere andato , co-

minciai da quel tempo in qua fecondo,che m'incontrazto in »

alcuno , che tenejfe l'opinione Copernicana a domandarlo fiigii era fiato fempre dell'ijhjfo- parere , neper molti , ch'io

»'

babbia interrogati bo trouato pur vnfolo^ che non m babbia

detto d'ejfereJìato lungo tempo dell'opinion contraria , ma—*

efferpajfato in quejìa moffb dalla forza delle ragioni , che la

perfuadono:efaminatiglipoi,ad vno,ad vnoper veder quata

bene épojfedejfer le ragioni dell'altraparte, gli bo trouati tut-

ti bauerleprontiffime, talché non hopotuto veramente dire, 1 fegiiaci del

ebeper ignoranza,o per vanitalo perfar , cimefi dice il bello Copernicojtut

fpiritojfifienogettati in quefìa opinione.All'incotro dìquan*-1.

*ono "ati

to io babbia interrogati de i Teripatetici, e Tolemaici ( cb<L^ {-Ha tale opir»

per curiqfità ne ho interrogati molti) quale fìudio babbiana) mone mai fé-

fatto nel libro del Copernico,bo trouato pochijjìmi , ebeappe- guaci d'Arift.

na rbabbiano veduto,ma di quelli, ch'io creda, che Vhabbiano e *" Tolomeo

inte/o, nefiuno\ t de ifiguaci\purdtlla dottrina peripatetica ™£ ddhi con

Page 138: massimi sistemi del mondo

12.2, Dialogo fecondobo cercato d'intenderete mai alcuno di loro ha tenuto Valtra

* oj?inioneye parimente nonne ho trottato alcuno . La ond<L~>

confederando io come neffun'e, chefegua l'opinion del.Coper-

nico, che non Jìafiato prima della contraria, e che nonfi.t-*

benijjtmo informato delle ragioni di Ari/i. e di Tolomeo , e

che all'incontro niffuno .è de feguaci di Tolomeo, <e d'<~AriJi.

chejia fiatop^er addietro dell'opinione del Copernico, e quella

habbia lafciata per venire in quella d'Arifi. confederando di'

co quefie cofe,cominciai a credere , che vno , thelafcia vrìopi-

nione imbeuuta col latte , efeguita da infiniti per uenir<u>

in un'altra dapochiffimi feguita , e negata da Uitte lefcuole ,

e che veramentefembra vnparadoffb grandijjìmo, bifognajfe

per necejfità , che fuffk mojfo}per non dirforzato, da ragioni

più efficaci» Per queflo foriio diuenuto curiofifpmo di toc-

car , comefidice , ilfondo di quefio negozio , e reputo a min

gran ventura l'incontrodiamendue voi , da i quali iopojfa

fenza verunafaticafentir tutto quel eh'e fiato dettoleforfè ,

che sipub dire in quefiamateria,ficuro di douer'effer'in vir-

tù de vofirì ragionamenti <cauato di dubbio ., epfofio in ifiato

di certezza,

SIMT, ilMapurché Vopinione,e lafperanza non vi vadiafalli-

ta, e che in vltimonon vitrouiate più confufo,cheprima »

SAGR. Mipar d'efferficuro , che cotefio nonpofia interuenin^f

in veruna maniera,

SIMT?. Eperche nò i io fon buon tefiimonio a me medefimo, che

quantopiùfiuà auantipiu mi confondo ,

SAGR, Cotefio e indizio,che quelle ragioni , chefin qui vi erano

parfe concludenti , e vi teneuano ficuro della verità della—

*

vqjìra opinione i cominciano a mutare afpetto nella vofira

mente, fa a lafciaruipianpiano ,fé nonpaffare , almeno in-

clinare verfola contrariala io,cbefono , efonofiatofin'ora

indifferente, confido grandemente d'hauermi a ridurre in—*

quiete,e inficurezza,e voifiejfo non me lo negherete ,fe vole-

tefentir qualcofa miperfuada a così fperare.

SIMPj La fentiro uolentieri,e non men grato mifarebbe , che in

me operajfe il medefimo effetto .

SAGR. Vauorìtemi dunque di rifpondere alle mìe interrogazio-

ni . Eprima , ditemi Sig. Simp. non èia conclusone , della

quale noi cerchiamo la cognizione ; féfideua tener co lÀrifi.

e TolomeOfChefiandoferma la Terrafola nel centro dell'uni-

uerfit

Page 139: massimi sistemi del mondo

Del Galileo.^ 113uerfo,i corpi celeftifi muouano tutti,opur,féfiandoferma la

sfera /iellata, O" il Sole nel centro,la Terra nefiafuori , efra-

nofaoi quei mouimèii, che. ci apparifcono ejfer del Sole,e delle

Stelle fijfe !

SIMP. Quejie fon le conciti/ioni, delle qualifi difputa.

SAGR. Quejie due conclufioni nonfon'ellen tali, cheper neceffità

bifogna, che vnafia vera , e l'altrafalfa !

SIMP, Cofi e; noifiamo ili vn dilemma , vnaparte del quale bi-

fognaper necejjità,chefia vera,e l'altrafalfa;perchì trai mo-to^ la quiete,chefon contradittorij,nonfida vn terzo ,fiche

fi pojfa dire la Terra nonfi muoue,e nonJiaferma ; il Sole

,

e le Stelle nonfimuouono,n\jianno ferme ..

SAGR. La Terrari Sole,e le Stelle,che cofafono in naturaifon-jcofé minime, o pur confiderabili l

SIMP, Son corpiprincipalijjimi, nobìliJfimi,integranti dell'vni-

uerfo, vaftijfimi, confiderabilijfimì ..*

SAGR. RI moto , e la quiete quali accidenti fono in natura ? Moto3 e quieteSIMP. Tanto grandi, eprincipali ,che la naturafiajfaper quel- accidenti prin

Ufi dejinifce .. cipali in natu-

SAGR. Talché il. muouerfi eternamente ,. e Tejfer del tutto immo- ra-J:

bile fono due condizioni molto confiderabili in natura , &indicantigrandijfìma diuerfità ; e maffime attribuite a corpi .

J

.,

principali/fimi deUvniuerfo,in confeguenza. delle quali non -

pojfon venire fé non euenti difimilifsimi.. .,-..':'-

SIMP. Cosìeficuramente ..

SAGR. Hor rifpondetemi ad vn'altropunto .. Credete, voi, che

in Dialettica, in."l{ettorica, in Phifica,in Metajìfica, in. Ma-tematica, efinalmente nellvniuerfitì de difcorfi,fieno argo*

mentipotenti aperfuadere , e dimofirare altrui non meno le,

conclusionifalfe, che.levereiNonpoffono

SIMP. Signor no,anzi tengoperfermo-, ejonficuro,, cheper la—* efier'i falfi di-

proua di vnaconclufion vera, e neceffariafieno in natura—* moftrabili co-

nonfolo vna,ma molte dimojìrazionipotlfsim.e , e che intor- mei veri .

no ad e]fafipojfa difcorrere , e rigirarsi con mille , e mille ri- deii/ro^di-fcontri ,fenza intoppar maiin veruna repugnanza ; e chiù* fl0n [ Vere pofquanto più qualche Soffia voleffe intorbidarla , tanto, più. fono effer mol

chiara sifarebbefempre lafua certezza. : e che all'oppositoper te ragioni có-

far apparir vera vnapropoùzionfalfa ,epperfuaderla non cludentj, >

ma

sipojfaprodurre altro, chefallacie,Sofijmi, Paralogifmi, equi- *v

uocazioni,e difcorsi vani, incQnsislentiy epieni, di repugnan-•%e,e contradizioni,. Hora,

Page 140: massimi sistemi del mondo

t i 4 Dialogo fe£ondoSAGR. Hofa fé il moto eterno , € la quiete eterna fono decidenti

tantoprincipali in natura , e tanto diversi , che dà efsi non—*

pojfon dependerefé non, diuersifsime confeguenze, e mafsimc

Applicati al Sole , <£r alla Terra corpi tanto vajli , & insigni

nell'vmuerfo , & ejfendo dipiu impoffibile , che l'vna dellts

proposizioni contradittorie non sia verace l'altrafalfa, e due

non sipotendoperproue della falfaprodurr'altro, che falla-

eie ,<& t/fendo la vera perfuasibileper ognigenere di ragioni

concludenti , e demojìmtiue , come volete , che quello di voi

che si farà apprefo afoflener laproposizion vera non mi hab-

bia a perfuadere i bisognerebbe bene , ch'iofuffì d'ingegno

fìupido digiudizioJìrauolto, ejlolido di mente,e d'intelletto,

e cieco di difeorfò, ch'io non bauèffìa difeernere la luce dallt^

tenebre-,legemme da i carbonici vero dalfalfo

.

SIMT?. Io vi dico,e vi ho detto altre volte,che il maggior maejlro

per infegnare a conofeere i SofiJmi,e Paralogifmi, et altrefal-

lacie èflato Arijl, il quale in quejìa parte non si può mai ef-

fer'ingannato .

SAG\^j VoiVbauetepur con lAriìì. che non può parlare ,& io

A fi o fc'or-v* dicojchefe lAriJl.fojfe qui/rimarrebbe da noiperfuafo , ò

rebbe pareo fiiorrebbe le nojlre ragioni,e con altre miglioriperfuaderebbe

menti |ontra- noi.Ma che / voi medesimo nelfentir recitar l'efperienze del-

Pi » o mute- Vartiglierie t non Vbauete voi conofeiute , & ammirate , e

rebbe opinio" confejfate più concludenti di: quelle d'Ariftotile i con tuttone* ciò non fento , chel Signor Salu. il quale le haprodotta^ ,

e sicuramente efaminate , efeandaghatepuntualijfìmamen-

te, confejfìdeffer perfuafo da quelle,ne meno da altre di mag-giore efficacia ancoraché egli accenna d'efìerperfarcifentìre.

E non so con che fondamento voi vogliate riprender la na-

tura, come queUa,cheper la molta età sia imbarbogita,& hab-

bia dimenticato aprodurre ingegniJpecolatiui,neJappio,far-

nepiù-Je non di quelli,chefacendosi mancipi/ d'Ari/t. habbia-

no a intender colfuo ceruello , efentir co ifuoi fensi . cMafentiamo il rimanente delle ragionifauoreuoli alla fua opi-

nione,per venirpoi al lor cimento-^coppellandole, e ponderan-

dole con la bilancia del faggiatore.

SALV. 'Prima , che procederpia oltre deuo dire al Sig. Sagr. che

inqueJtinoJìridifcorsifodaCopernichiHa, e lo imito quasi

fua mafcherajma quello che internamente abbiano in me ope-

ratole ragionijchepar ch'ioproduca infuofauorenon uoglio> the

Page 141: massimi sistemi del mondo

Del Galileo . 1 if

che voi logiudichiate dal mio parlare mentrefiamo nelfcf*uor della rapprefintazione della fauola } ma dopù che a-

urò <dcpofìo l'abito , che forfè mi trotterete diuerfo dasquello , che mi vedete in fcena . Ora feguitiamo auanti *

Produce Tolomeo, &' i fuoifeguaci vn'altra efperienzcu*

simile a quella de iproietti, <ÌF e delle cofe, chefeparate dalla-*

Terra,lungamente si trattengonoper aria , quali fono le nu-

golc,egli vccelli volanti , e come che di quelle non si può dir , r^Tf i

£befieno portate dalla Terra, non ejfendo a lei aderenti,non nugole , e daparpoffibile , ch'elle pojjìnfeguire la velocità di quella ; anzi gi'YCcelli»

dourtbbeparere a noi , che tutte velocijfimamentefimoueffe-

ro verfo Occidente j efé noi portati dalla Terra paffiamo il

nofiroparallelo in vintiquattr1

bore, chepure e almenofedì-

ci mila miglia , come potranno gVvccelli tener dietro a vntanto cor/o i doue all'incontro fenza veruna fenjibil diffe-

renzagli vediamo volar tanto verfo Leuante, quanto verfo

Occidente, e verfo qualfiuogliaparte . Oltre a ciò fé mentri^»

corriamo a cauallofintiamo afsaigagliardameteferirci il voi Argomenta

to dall'aria, aual vèto douremo noi perpetuamète fentirdal- Pre*? dal ven-

l'Oriente,portati con fi rapido corfo incontro all'aria i e purferjrcj mentre

nulla di tale effetto fifinte . Eccivrìaltra molto ingegnofa corriamo a-»

ragioneprefa da certa efperieza,& e tale. Il moto circolare ha cauallo.

facoltà di effrudere difjipare,efcacciar dal fuo centro le parti Argomento

del corpo,cbefi muoue qualunque volta,o'l moto nonfia affai Prel? .

a*r**

tardo , ò effeparti nonfan molto faldamente attaccate infìe- ^a . facilità di

me] cheper ciò , quando v.g. noifaceffìmo velocifsimamente eftrudere ,, t^>

girare vna di quelle gran ruote , dentro le quali caminando dimpare.

vno, o dua buomini muouonograndifsimipejt, come la mafi

fa dellegran pietre del mangano ,ò barche cariche, che dvn*acqua in vn'altra fi traghettano strofinandole per terra ,

quando le parti di ejfa ruota rapidamente girata nonfojfiropiù che faldamente conte/le fi dijfìpertbbero tutte », ne permolto,che tenacementefoffiro fopra la fua efìerior fuperjick

Attaccatifafsi i o altre materie graui , potrebbero refìfler<Lj>

dB'impeto 2 che congran violenza lefcoglierebbe in diuerfoparti lontane dalla ruota , ^T in confeguenza dal fuo centro »

Qjiando dunque la Terrafi moueffe con tanto, e tanto mag-gior velocità, qualgrauità, qual tenacità di calcine, o difmaUti, riterrebbe ifaffì-, lefabbriche,e le Città intere,che àafipre~tipitofa vertigine nonfujèr lanciate verfo'l Cielo? egli huo°

Page 142: massimi sistemi del mondo

1 2, 6 Dialogo fecondomini j e lefiere, che mente fono attaccati alh Terra , comt-*

re/ijìerebbero a vn tanto impeto i doue, che alToppofìio , <lj

quefle, & affai minori refijìen ze di /affetti , di rena, difoglie

vediamo quieti/Jimamente ripoCarfìin ferrale[opra qudla

ridurficadendo , ancorché con lenti/fimo moto . Eccoui Sig.

Simp. le ragionipotif/ìmey prefe }per così dire,dalle co/è terre-

Jlrì: reflano quelle dell'altrogenere , cioè quelle , che anno re-

lazione all'apparenze cekflije quali ragioni tendon veramen-

tepiù a dimofìrarVejfer la Terra nel centro dell'vniuerfo, $f]f

a fpogliarla in confeguenza del mouimento annuo intorno

ad ejfo, attribuitogli dal Copernico , lequali , come di materia

alquanto differente ,ft'potrannoprodur dopo,.che aueremo

efaminataiaforza di queflefin quìpropofle ,

SAGR. Che dite Sig. Simp. paru'egli chel Sig. Salu.poffegga , e_->

fappia esplicare le ragioni Tolemaiche , e lArifloteliche i cre-

dete voi , che nijfuno peripatetico Jia altrettanto pfojfeditors

delle dimoflrazioni Copernicane Ì

SIMT. Se non fujfe ilgran concetto, cheper i difeorfi bauutifìn

qui mifonformato della faldezza di dottrina del Sig. Salu.

e dell'acutezza d'ingegno del Sig. Sagredo,io con lor buoncu*grazia mi vorreipartire fenza piùfentir altro , parendo-

mi impofjìbil cofa , che contradir fi pofia a fi palpabili efpe-

rienze , e vorreifenzafentir'altro refìar nella mia opinione

anticha,perchè mipar, che quando bene ellafuffefalfa, l'effe-

re appoggiatafu tanto verifimtli ragionila renderebbefeufa-

bile : e fé quefle fonfallacie , quali vera dimoflrazionefuronmai eosibelici

SAGR. ~Epur bene, che noi fentiamo le rifpofìe del Sig. Salu. /«_>

quali,fé faranno vere, èforza, chefieno ancorapiù belle, cj»

rr°peJ a-

infinitamente più belle; e che quellefien brutte , anzibrut-

come anco feìti/fime ,fi e vera larpropjfizion metafificale , cbe'l vero , el

fo,e bruteo * bellofono vna cofa medefima,come ancora H falfo , e'I brut-

to . lJerò Sig. Salu. nonperdiamopiù tempo .

SALV. Fu tfé ben mi ricorda , il primo argomento prodotto dal

Sig. Simp. quello . La Terra non fi può muouer circolar-

menteperchè tal motogli farebbe violento , eperò nonperpC'

tuo: dellefferpoi violento la ragione era , perche quandofof-

fe naturale, lepartifue ancora fimouerebbero naturalmente

ingiro , il che è impoffìbile , perchè naturale delle parti è il

muouerfi di moto retto all'ingiù , Qui ri/pondo , che auerei

.* ' ha-

Page 143: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. njhauto caro , che lArijlotilefìfojfe meglio dichiarato, quando

dijfe le parti ancora si mouerebber circolarmente, imperocché K.ifpofta" ai

quello muouersi circolarmste può intendersi in due modiivno Prmi° JJfFfti *• n r . -S i f * /r 7 mento d An-e,cbs ogniparticellaj'eparata daljuo tutto si mouejje circolar-

ftQK\% }

mente intorno alfuo proprio centro ,defcriuendo ifuoi pie-

coli cercbiettini; l altro e, che muuendosi tutto7 globo intorno

al fuo centro in ventiquattr bore 7 le parti ancora girajfero

intorno al medesimo centro in ventiquattr* bore . Ilprimo

farebbe vna impertinenza non minore , che[e altri diceffe ,

che di vna circonferenza di cerchio ogniparte bifogna ,. che sia

vn cerchio; oueroperche la Terra e sferica, ogniparie di ter»

ra bifogna , che sia vna palla , perche cosi richiede tafstoma r

eademeft ratio tori us, &partium.. Ma s'egli intefe nel*

l'altro, ciocche le parti\a imitazìon del tutto st mollerebbero

naturalmente intorno al centro di tutto il globo in venti"

quattf bore , io dico , che lofanno ; & a voi in vece d'Arisi.

toccherà aprouar , che no,

SIMP. Quefìoe prouato da Arifl. nel medesimo luogo , mentre

dice, che naturale delleparti è il moto retto al centro dell'vni»

uerfo,onde[il circolare nonglipuò naturalmente competere*

SALV. Manon vedete voi , che nelle medesime parole vi tantola confutazione di quella rifpojla i

SIMP, In che modo ì e doue i

SALV. Non. die'egli, che'l moto circolare alla Terra farebbe vio-

lento i eperò non eterno i e che qUeflo è ajfurdo perche l'ordi-

ne* del. mondo e eterno t

SIMP,. Dicelo ..

SALV,. cMa fé quello, che e violento non può ejfer eterno , pel

conuerfo,quello , che non può ejfer eterno non potrà ejfer na- „

turale, ma il moto della Terra all'ingiù nonpuò ejfere altra- y^JeIJJ . n»nmente eterno, adunque, menopuò effer naturale : neglipotranno effere c-

ejfer naturale moto alcuno, che nonglifìa anco eterno . Ma cerno, e quel-

fe noi faremo la Terra mobile di motO' circolare , queflopotrà lo,«he nò pu«

efer'eterno ad efa,.& allepartì , eperò naturale .

nou'potrà

1

etSIMP. Il moto retto è naturaliffimo delle parti della Terra, e fer naturale?

gli \eterno,rìe mai accaderà, che di moto retto nonfimuoua-no; intendendoperò fempre rimofftgli impedimenti ,.

SIMP. Voi equiuocate Sig. Simp, & io voglio pur vedere di li»

berarui dall'equiuoco , Però ditemi,credete voi , chevna no-ve,cbe dallojìretto di Gibilterra andafe. verfo PaleJUna, po-

tefe.

Page 144: massimi sistemi del mondo

ri'B Dialogo fecondotefé eternamente nauigare verjb quella /piaggia. ì mouen*

dofi fémpre con egual corfo .

' SIMP. Non altramente .

SALV.. E perche no i

SIMP, Perche quella navigatone e rifiretta , e terminata tra Ucolonne,el iito di Pale/ima, & ejfendo la dijianza terminata

fipafta in tempo finito ,fégià altri non volejfe col ritornare

in dietro con mouimento contrario , tornar poi a replicar il

medefimo viaggio , ma queiìofarebbe vn moto interrotto , e

non continuato

.

S*ALV. Verifima rijpofla . Ma la nauigazione dallofretto di

Magaglianesper il mar Pacifico,per le Moluccbe,per il capo

di buona Speranza,edi Viper il medefimofretto ', e dinuouoper il mar Pacifico &c. credete voi , ch'ellafi potejfe perpe-

tuare i

SIM'P. Potrebbefi',perche ejfendo queHa vna circolazione , che

ritorna in fefiejfa , col replicarla infinite volte,fipotrebbe

. perpetuare fenzaverunointerrompimento .

SALV, ^Adunque vna naue in quefio viaggiopotrebbe durare*nauigare in eterno .

SIMP, Potrebbe,quando la nauefuffl incorruttibile , ma diJJhU

uendofi la nauefiterminerebbe di necejfità la nauigazions .

SALV* iSMa nel mediterraneo , quando anco la nauefujfe incor-

«. - ,. ' ruttibile non però potrebbe muouerfi perpetuamente verfo

ricercano ac-*Pales7ina ,

per ejfer tal viaggio terminato . Due sofe adun-

ciò il moto quefi ricercano, acciochevn mobilefenzaintermifiione^pofa

poffa perpetu- muouerfi eternamente ; l'vna e che il motopofsa di fua natu-arfi ; io fpazio ra efiere interminato, e infinito^ l'altra,cbe il mobile fiapa-

^mobilein--- rimente incorruttìbile;& eterno .

corruttibile*. SJMP. Tutto quefio è necefsario

.

SALV. Adunquegiàper voifie/so venite ad batter confefsate efi

fer'impofiibde,che mobile alcunofimuoua eternamente di ma-

\x » ìwìa! to retto,efsendo che il moto retto, o uopliatelo in su, b uogliate-Moto retto .. x J .«>., i", • . j n r jinon può effe-

' *° mgiu,voiJteJso lofate terminato dalla circonferenza, e dal

re eterno,e pe- • ;.fentro.'Si che quando bene il mobile , cioè la 'Terrafia eterna ,

rò non può' ..,. tuttauiaper non efiere il moto retto dìfua natura eterno,ma

1

1

r

Tnatur

terminatifiìm^nonpub naturalmente competere alla Terra.

AnzììComepureierifidìfseArif.medtfimoecoftrettoafar

ilglobo della Terra eternamentefix

abile . Quandopoi voi di-

ì .ter che leparti della, Terrafempre fi mouerannoall!ingiù, ri'

mofijì

Page 145: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. n?rhnoffìglt impedimenti) equiuocategagliardamente ,percbtJ*»//'incontro bifigna impedirle , contrariarle, e viotentarla

fé voi volete , ch'elle si muouano , perche , cadute ch'elle fonovna volta, bifogna con violenza rigettarle in ulto , acciò tor*

nino a cader la feconda : e quanto a gli impedimenti, quefìt

gli tolgono folamente l'arriuare al centro , che quando ci

fojfe vn pozzo , che pajfalfe oltre al centro , nonpero vna^*zolla di terra fi mouerebbe oltre a quello , fi non inquanto

traportata dall'impeto lo trapajfajfe per ritornarui poi , e

finalmente fermaruifi . Quanto dunque alpoter fojienere f

the il mouimentoper linea retta conuenga , ò pojfa conuenir

naturalmente ne alla Terra, ne ad altro mobile , mentre l'v-

niuerfo refìi nelfuo ordineperfetto , toglieteuenepurgiù del

tutto, efate purforza (fé voi non le volete concedere ti mo-to circolare ) di mantenerle, e difenderle l'immobilita .

SIMP. Quanto all'immobilità gli argomenti di <-AriBotile,epiù

gli altri prodotti -da voi mi parche la concludano necejfaria-

rnentefinora,egran cqfici vorranno per mio giudiziot a

confutargli ,

3ALV. Venghiamo dunque al fecondo argomento, che era, che

quei corpi, de i quali noifiam ficuri , che circolarmente fimuouono hanno pia d'vn moto, trattone ilprimo mobile ,

^iP "* al fi>

•e perequando la Terra fi mouejfe circo'armente, dourebbe ni€nc01 **°*

rnuouerfi di due moti ; dal che ne feguirebbe mutazione circa

gli orti,egli occafi delle Stellefifie,il che nonfi vedefiguire, a-

dunque &c. La rifpofìa femplicijjima, eproprijjjima a que-

sta insìanza e nell'argomentofie/So, & Arijt. medtfimo ce la

mette in bocca, e nonpub ejfere, che voi Sig. Simp, non l'hab*

biate veduta .

SIMP. Ne l'ho veduta, ne ancor la veggo,

SALV. Nonpuò ejfere,percbe ella vi e troppo chiara .

SIMP. Io voglio con vofìra licenza dare vn'occhiata al Tefio *

SAGR. Faremo portare il tefio adejfo, adejfo

.

SIMP. Io lo porto fempre in tafca , Eccoh qui. e soper appuntoil luogOjche e nel fecondo del Cielo al cap. 6. eccolo ; tesi. 97.Praeterea omnia,qux fcruntur lationc circulari mbde-ficere vidcntur^ ac moucripluribus vnalatione, praster

primam iphceram: quare & Tcrram neccfàrium cft , fi-

li e circa medium, fine in medio pofita fcratui', duabusmoueri lationibus. li autemhoc acciderit;neceflàrium

i cft

Page 146: massimi sistemi del mondo

Argomentod' Arili, con-

tro al mocodella Terra-*pecca indue-*

saauierc .. ,

1 3 o Dialogo fecondoeft fieri mutationes , ac conuerilones fìxorum aftroru .

Hoc autem non videtur fieri , fed femper eadern > apudcadetti loca ipfìus , Se oriuntur , & occidunt . Hor qui

non veggo io fallacia nìjfuna , e parmi l'argomento conclu-

denti/fimo .

SALV* Età me quefla nuoua lettura ha confermata la fallacia-*

nelVargumentare , e di pia fcoperto vn'altrafalfità . T?erb

notate . Due pqfìziom , b vogliam dire due condufioni fonquelle , che Arifìotile vuole impugnare : l'vna e di quelli , che

collocando la Terra nel mezo lafacejfer muouere in feftefìa

circa lproprio centro. L'altra e di quelli, chi, cojlituendola—*

- \ lo.tana dal mezo, lafacejfero andar co moto circolave intorno

ad ejfo mezo . Et amendm quefie pofìzioni impugna-*congiuntamente con Yiftejfo argomento. Horaio dico,cbe egli

erra nell'una, e nell'altra impugnazione;e che Terrore contro

laprimapojìzione è divno, equiuoco,òparalogifmo;e contro

alla fecondai vna confeguenza falfa u Venghiamo allapri-

..ma pojìzione , che cofìtuifce la Terra nel mezo , e la fa mO'bile infé Beffa, circa ilproprio centro , & affrontiamola con

l'ifianza d'iAriflotile dicendo : tutti i mobiliyCbefi'muouonocircolarmente par che refìino indietro y e fi muouono di più

d'vna lazioneeccettuata laprima sfera (cioè ilprimo mobile )adunque, la. Terra mouendofi circa ilproprio centro , effendo

pojianel mezo, bifogna chejimuoua di due lazioni, e rejii in

dietro; ma quando quejiofujfe bifognerebbe, cheji. var'taffero

gli orti , egli occafi'delle Stelle fiffe , il che nonfi vedefarilj >

adunque la Terra nonfimuoue &c. Quìi ilparalogifmo ;

per[ifcoprirlo 9 difcorro, con lAriftotite in tal moda. Tudìo lAvijlotile chela Terra pofìa nel mezo non può muo-uerfi in fé fiefa , perche farebbe necefsarto attribuirle dutlazioni : adunque, quando non fujfe necejfario attribuir'

le altro, che vna lazion fola, tu non haureHi per impofJìbile, che di vna tal fola ella fi mouefle ; perche fuor di

propofito ti farefii ri/fretta a ripor Ximpojjìbilità nella-*

pluralità delle lazioni 5. quando anco di vna fola ella muo-ver non fi potefle . E perche di tutti i mobili del mondo tu

faìche vnfolofimuoua d'vna lazionfola ,, e tuttigli altri di

più d*vna;e quejìo tal mobile ajfermì,che è laprima sfera, dotquellopper il quale tutte le Stelle fijfe ,& erranti ci apparifco-

m maouerficoncordemente daLmante^ Tonente$, quandola Ter~

Page 147: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 131la Terra potejfe efièr quella prima sfera , che col muouerfid'.vna lazion fila facejfi apparir le Stelle nmouerfida Leuci-

tejn Ponente , tu non gliela negheresti : ma chi dice, che la—*

Terra pojìa nel mezo fi volge in fé fiejfa ,non gli attribui-

fce altro moto,che quello, per il quale tutte le Stelle appariro-

no muouerfi da Leuante, aPonente , e cosi ella vienea ejfef

quellaprima sfera , che tu Beffo concedi muouerfid'vna la-

zicne fila . Bifogna dunque, ò xArifiotilefe tu vuoiconclu-

der qualcofa, che tu dimoftri, che la Terrapofia nel mezo no

pojfa muouerfi ni anco di vnafola lazione;ò vero,cbe ne me-

no la prima sferapojfa hauervnfolmouimeto,altrimentitt6

nel tuo medefimo filogifmo commetti lafallacia , e ve la ma-

nifefii , negando, & infieme concedendo Vijìejfa cofa . Vengobora allafeconda pofizione , che e di quelli , cheponendo la—»

Terra lontana dal mezo3lafanno mobile intorno ad effo, dot

lafanno vn Pianeta,^ vna Stella errante; contro alla-qual

pofizioneprocedeiargomento , e quanto allaforma è conclu-

dente, ma pecca in materia ; imperocché conceduto , che la

Terrafimuoua in cotalguifa,e cbejt muoua di due lazio-

ni , nonpero ne fegue di necefjità , che quando ciòfia^s'hab-

biano afar mutazioni negli orti,e negli occafidelle Stellefif-

fe, come afuo luogo dichiarerò ; e qui voglio fcujar bene V er-

roreAriflotile : anzi lo voglio lodar dbauer'egli arrecato il

più fittile argomento contro allapofizion del Copernico , che

Arrecarfipojia; efi Vinjlanza è acuta , <iy in apparenza ccn-

tludenlifjima, vedrete tantopiù efserfittile , <£r ingegnofa la

filuzione , e da non ejfir ritrouata da ingegno mcn'acuto di

quello del Copernici ; e dalla difficultà nell'intenderlapotrete

argomentare la dijficultà tanto maggiore del rhrouarla . La-

fciamoin tanto per bora la rifpojlain pendente , la quale a Kjfpofte al

fuo luogo,e tempo intenderete dopo lhauer replicata Itnfian- terzo argomé»

za medefima d'frittotele , e dipiù fortificata grandemente co •

a fauor fuo. Hor pafiiamo aliargomento terzo pur d'Ari-

fiotile-tintorno al quale nonfa bifigno replicar altro, ejfendo-

fegli a bajìanza nfpoflo tra ieri, e oggi: imperocché e' replica

,

cbel moto de'gram e naturalmente per linea retta al centro,e

rercapoi.fi al centro della 2 erra, opur dell'vniuerfi, , econ-

tlude,che naturalmente al centro dell'vniuerfo , ma per acci- t? -rft

i

dente a quel della 7erra. Pero poffìamo pafsare al quarto , q U3rCo algo-se/ quale converrà, che ci trattengbiamo afsai ,per efserfon mento .

/ 2 dato

Page 148: massimi sistemi del mondo

1

3

1 Dialogo fecondodato fopra quella efperienza,dalla qualeprendepoi forra le

maggior parte degli argomenti , che rejiano . Dice dunqut^^AriHotile,argomento certijftmo dell'immobilità della Terra

sfsere il veder noi iproietti in alto aperpendicolo ritornarperl'ijiefsa linea nel medefimo luogo,didouefuron tirati, Eque*fìo,quando bene ilmouimento fufse altijjìmo , il che non pò»irebbe accader-e,quando la Tevrajìmoutjfe;perchè nel tempacbeH proiettoJtmuoue in sù,e'ngiùfeparato dalla Terra , ih

luogo,dozie hebbeprincipio il moto deÌproietto,fcorrerebbi~> ,

merci del riuolgimento della Terra , per lungo tratto ver/a

Leuante,eper'tantofpazio,nel cadere ilproietto percuotereb-

be in terra lontano dal detto luogo . Si chequi s'accomodai

largomento della palla tirata in su coliartiglieria ,fiancora

l'altro vjàto da Ari/lotile , e da Tolomeodelvedere i graui

sadentidagrandi altezze venirper linea retta, eperpendico-

lare alla fuperficie terre/ire . Hora,per cominciar* a svilup-

par quejii nodi, dimando al Sig. Simp. quando altri negafit

a Tolomeo, e ad Arifi. che i graui nel cader liberamente da

alto venijferoper linea retta, eperpendicolare 3 cioè diretta al

centrn,con qual mezo loprouerebbero-».

ilMT. Col mezo del fenfo,il quale ci ajpcura , che quella Tom$ diritta,eperpendicolare , e ci mofira quella pietra nel cadere

venirla radendo > fenza piegarpur' vn captilo da quejìa , àda quellaparte, epercuotere alpiedegiujìo Jotto'lluogo don-

de fu lajHata.

SALV. Ma quando per fortunati glòbo terrefirefimouejfe in

giro , éx in confeguenzaportafie feco la Torre ancora , e che

ad ogni modofivedefse lapietra nel cadere\venir radedo tifi-

lo della Torre, qualbifognerebbe,chefufse ilfuomouimeto l

SIMPL. infognerebbe in quejlo cafo dir piùtofto[i fuoi moui-menti'-,perche vnofarebbe quello,col quale verrebbe da alto abafso, e vn altro converrebbe , ch'ella n'hauefse perJèguire il

corfo della Torre .

SALV* Sarebbe dunque il moto fuovn compoflodi due, cioè di

quello, col quale ella mifura la Torre,e dell'altro,col quale el-

la lafegue* Dal qual compofìone rifugerebbe , vbe'ljàfso de-

fcriuerebbe nonpiù quella femplice linea retta , eperpendico-

lare, mavna trafuerfale,e forfè non retta ..

SJMP. Del non retta non lo so, ma intendo bene, che di ne-

tejjità farebbe trafmrfale , e differente adialtra, retta**

per*

Page 149: massimi sistemi del mondo

Del Galileo, 153perpendicolare , che ella deferì/se Banda la Terra immo*

èilzs .

SALV. Adunque dal /blamente vedere lapietra cadente rader la

Torre voi nonpotetejtcuramente affhrmare,che ella dtfcriua

vna linea retta, eperpendicolare,fé nonfuppoBoprima , che

la T'erra Bia ferma .

SIMP. Cosi e, perche quando la Terra Jt mouefse il moto della

pietra farebbe trafuerjàle,e non aperpendicolo .d' A^td*

SALV. Ecco dunque ti paralogifmo d'Arifiotile, e di Tolomeo e-xoiòm'ecMicì

uidente,e cbiaro,e feoperto da voimedejtmo nel quale Jt fup- fuppor per no

pon per noto quellofibe s intende di dimojlrare . to quello che

SIMP. In che modo ? ame Jt dimojlra Jilogifmo in buona for- * in^uiftione «

ma,e non vnapetizion di principio.

SALV. Eccoui in che modo . Ditemi vnpocoinella dimojìrazio-

ne nonjt pon'egli la conclusone ignota ?

SIMP. Ignota ,perche altrimentiil dimojìraria farebbe fuper-

Kfluo.

SALV. *5Ma il mezo termine non conuieh'egli , chejta noto ì

SIMP. E necefsario, perchè altramentefarebbe vn voler proua-re ignotum per xque ignotum .

SALV. La noJlracQndztJìon* daprouarjt, e che è ignota , non è

la /labilità della Terra i

SIMP. Cotefae.

SALV. Il mezo, che deue ejfer noto, non è la caduta delfaffo ret-

ta, eperpendicolare i

SIMP. Quejlo e il mezo .

SALV. Ma non se eglipoco fa conclufo , che noi non poJJIamobauer notizia , eoe tal cadutaJ/a retta , eperpendicolare ,f_^prima non ci e noto , che la Terra flia ferma { adunque nel

voftro Jìhgifmo la certezza del mezoji caua dall'incertezza

della conciufìone . Vedete dunque quale , e quanto è il pa-

raiogifmo .

SAGR. lo vorrei ingrazia del Sig. Simp. difender fefujfe pofJtbile lArifì. b almeno rejlar io meglio capace della forza del"

lavo/Ira illazione. Voi dite , il veder rader la Torre nonlaftaper afjicurarjì, che'l moto del faffofìa perpendicolare

( che è il mezo termine delJilogifmo) fé nonjifuppone , che la

Jerrajìiaferma,che è la conclujione daprouarjt ;perche qua-

do la Torrefi moueffk injìeme co la Terra,& ilfajfo la radef

fé, il moto ddfajfojanbbe trafucrfale, e nonperpendicolare •

/ 2 <Ma

Page 150: massimi sistemi del mondo

134 Dialogo fecondoMa io ri/ponderò, che quando la Torrefi'moueffe ,farebbeimpofsibile, che'l fafio cadefie radendola, e però dal cader ra-

dendo s'inferifce lajiabilità. della Terra .

SIMT. Così e perche a voler che'lfajfo veniffe radendo la Torre,

quando ellafuffeportata dalla Terrajbifo^nerebbe^he'lfaffb

baueffe due moti naturali, cioel retto verjol centra , e'I circo-

lare intorno al centro,il che epoi impojjìbìle*

SALV.. La diftfa dunque dì. Anjiotile cofifijìe nell'effer'impofftbi-

le,o almeno nelììhauer egli jlimato imponìbile, che'l fatto po-

tejfc muouerfidi vn moto miiìo di retto,e di circolare ; perchè

quando e'non hauejfe hauuto per impoJJìbile,che la pietrapo-

tejfe muouerfi al centro , éntornoal centri unitamente , egli

hauerebbe intefo , chepoteua accadere , che'lfajfo cadente pò-

tejfe. venir radendo la Torre , tanto mouendojì ella , quan-Jojlando\ferma, e in confeguenzafifarebbe accorto,che dt~*

quejio radere non fi poteua inferir niente attenente al mo-toso alla quiete della Terra . Ma, quejio non ifcufa altra-

mente Anjiotile, nonfollmente,perche doueua dirlo quandoegli auejfe auto tal concetto , ejfendo vnpunto tanto princi-,

pale nel fuo argumento,ma di. più ancora, perche nonfi puòdir ne che tale effetto Jìa imponibile r tà che Ari/lotile Vhabbia

fìhnato imponìbile.. Nonfipuò dire ilprimo,perche di qui apoco moflrerò , ch'egli e non pur pojjìbile , ma necejfario ; ni

meno fipuò. dire il fecondo ,percìù Ari/lotile medefimo con-

cede al. fuoco Vandare in su naturalmenteper lìnea retta , è\

Àrift. anniet- muouerfi in giro col moto diurno participato dal. Cielo a tut-

te che il fuo* to l'elemento delfuoco , $r alla maggior parte dell'aria ;fLsco fi rauouLf dunque e'non ha. per imponìbile mefcolareil retto in su col

là n^J1

fuana"circolare comunicato al fuoco , & all'aria dal concauo luna-

mrC& indirò re, a/fai meno dourà reputare imponìbile il retto in già del

per parricida.- fajfo col circolare, chefujfe naturale di tutto'lglobo terrestre 8

*ione , del quale il fajfo è parte .

SIMP. A me non par cotefia cofa,perchè quando l'elemento del

fuoco vadia ingiro infieme con lìariafacilijfima , anzi necef-

faria cofa. e,che vnaparticella difuoco , che da. terraformonti

in alto,nelpajfarper Varia mobile riceua l'iHejfo mouimento t

e/fenda corpo così tenue,e leggiero,e ageuolijjìmo ad ejfer mof-

fo;ma che vnfaffograuijjtmo^òvnapalla d'artiglieria,che dai

alto vega a bajfo,efiagiàpojla infua balìafi lafci trafportar^

ni da aria,nì da altro, ha del tutto dell'inopinabile . lire chi

ti*

Page 151: massimi sistemi del mondo

Del Galileo J 135siìTefperìenza tanto propria della pietra la/cfata dalla cima

dell'albero della nane , la quaìmentrela nauejìaferma cafea

alpie dell'albero, ma quando la naue cantina cade tanto lon-

tana dal medejìmo terminequanto la naue nel tempo della

caduta del fa/so è fiorfa auanti ; che non fon poche braccia 9

quando l corfo della naue e veloce .

SALV. Gran di/parità è tra'l cafo della naue, e quei della Terra f

quando'l globo terre/ire hauejfe il moto diurno . Imperoc-

ché maniféftifsima cofa e che'l 'moto della naue,Ji come none .

Disparità tra,

fuo naturale, cosi e accidentario di tutte le cofe , chefono ;;2—»l

} ,rCà^. de*

J o s • ; 7 ì) _, u * iaiìo dalla ci-ejsa, onde non e merauiglia , eoe quellapietra, che erantenu- ma dell'albe.

ta in cima dell'alberoflaJciata in libertà feenda a bajfo fenza ro della nane,

obligo difeguireilmoto della naue . Mala conuerfion diur- e dalla sómità

naji dà per moto proprio , e naturale alglobo terre/ire , & <*e^a 1 °^re.

in configuenza a tutte lefuepartii e come imprejfo dalla na-

tura e in loro indelebile , eperò quel faffo , che ein cima della

Torrebaperfuoprimario injìmto l'andareintorno al centro

delfuo tutto in ventiquattr''bore , equefio naturai talento

efercita egli eternamente ,fiapurpòfio in qualfiuogliajiato .

Eper rejìarperfuafo di quejio , non hauete afar altro , chis

mutar vriantiquata imprejfione fatta nella vojìra meniti ;

e dire ,fì comeper auere filmato io finora , che fìaproprietà

delglobo terre/Ire lo (lare immobile intorno alfuo tètro nonho mai bauto dijftcultà,o repugnanza alcuna in apprendere

,

che qualfiuogliafuaparticella refìi ejfa ancora naturalmente

ri ella medejima quiete; così e ben douere,cbe quando naturale

infinto fujfe del gì :bo terreno l'andare intorno in venti-

quattr' bore ,fìa d'ognifuaparteancora intrinfea , e natu-

rale inclinazione , non loftarferma , mafeguire il medfimocorfo. E cosìfensavrtarem veruno inconuenientejipotrà

concludere , cheper non ejfer naturale , mafìraniero il moto

conferito alla nane dallaforza de remi, eper ejfa a tutte lt-j

cofe, che in lafi rnrouanojìa ben douere , che quel fajfo ,fe-

parato chee'fia dalla naue,fìriduca alla fua naturalezza , e

ritorni ad efer citare ilpuro , efemplìce fuo naturai talento . .,a Plrtc del ~

Aggiugnefi, che e necejfario , che almeno quella parie d'aria , v^\[t piu a|_

the e inferiore aUe maggiori altezze dei monti , venga dal- te montagne-»

Vapprezza della fupcrjiae terreftre rapira,eportata ingiro ; o fegue il moto

'pure che, come nafta di molti vapori^ & efalazioni terre/tri, lielia itrr»'

naturalmentefediti U moto diurno , // che non auuiehedd-

I 4. l'aria ,

Page 152: massimi sistemi del mondo

1 3 £ Dialogo fecondol'aria,che ì intorno alla nane cacciata da i remi : per lo cbtJ

l'argumentare dalla natie alla Torre non baforza d'illazio-

ne;perche quelfajfo , che vien dalla cima dell'albero entra in

«un mezOjChe no ha il moto della nauer ma quel chefiparte dal

V,altezza della Torrefi troua in vn mezo, che ha Viììejfo mo-to,cbe tutto!globo terre/Ire , talchifenz'ejfer impedito dall'a-

ria, anzipiù tofiofauorito dal moto di lei ypuofeguirel'vni-

uerfal corfo della Terra .

SIMP. Io non rejio capace , che Varia poffa imprimere in vvlJ*

-, j IPgrandijjimofa/so, o in vnagrojfapalla diferrOyO dipiombo t

ria atto avo*'-chepafsafse v. g. dugento libre-, il moto, col quale ejfa medefi-

tar feco cofe mafimuoue y e cheper auuentura ella comunica alle piume ,

kggicrifsime, -alla neue7 & altre cofe leggierijjìme; anzi veggo , che vnpefonu non le gra di quella forte efpofìo a qualfiuoglia più impetuofo ventomsimQ *. non vienpur mofso di luogo, vn fol dita p hor penfate fé l'r •

ria h porterà feco.

SALV. Gran difparitàe tra la voslra efperienza, fi nojìro cafo »

Voifatefopraggiugnere il vento a quel fafsopojio in quiete y

e noi efponghiamo nell'aria , chegià fi muoue , ilfafso , ej&opurfimuoue efio ancora con ViBejfa velocità , talchi l'aria-**

non gli haaconferire vn nuouo moto,mafolo mantenerli , ò

per meglio dire , non impedirli ilgià concepito : voi volete**

cacciar ilfafso d'vn moto Braniero^efuor dellafua natura^

e noi conferuarlo nel fuo naturale .. Se voivoleui produrre

vnapiu aggiujìata efperienza,doueui direyche sio/seruafse 9

fé non con l'occhio dellafronte, almeno con quel della mente f

sib che accaderebbe , quando vn'Aquila portata dall'impeto

,del vento, si lafciafse cader dagli artigli vnapietra; la quale,

perchegià nelpartirsi dalle branche volaua alpari del vento

,

e dopo partita entrain vn mezo, mobile con egual velocità ,

hogrande opinione , che non si vedrebbe cader già a perpen*

dicolo , ma chefeguendol corfo del vento , & aggtugnendouì

quel della propria grauità 3 simouerebbe dì vnmoto tra-

fuerfal^j,

SIMP. Bifognerebbt poterla fare vna tale efperienza ; epoi fi-sondo Veuento giudicare ; in tanto l'effetto della nane sin qui

mofira di applaudere all'opinion nojira .

S'ALV. Ben dice/le sin quì,perchìforfè di quiapocopotrebbe mu-tarfembianza . E per non vi tener , come si dice, piùfu le

à&ebette; ditemi Sig. Simp. parti'egli inttrnameteichefejper

tknzA

Page 153: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 137rienza della naue quadri così bene al propoftto nqftro , eZk_>

ragioneuolmentefidebba credere, che quello, cheJivede acca*

aere in lei , debba ancora accadere nelglobo tevreBre {

SIMP. Sin qui vii e parfa disi; e benché voi habbiaie arrecate^*

alcunepiccole dijuguaglianze,non mipaion dì tal momento^che bajìt a rimuouermi diparere.

SALV. lAnzì dejtdero , che voi ci continuiate , e tenghiate falda f

che l'effetto della Terra habbia a rifipondere a quel della naue*y

purctie , quar.do ciò fifioprijje progiudiziale al vojiro bifo-

g?:o, non vi venijfe vmore di mutarpenfiero. Voi dite '.per-

che, quando la naue fio, ferma, ilfaffo cade alpie delValbe-

ro, e quando eli'e in moto cade lontano dalpiede, aduquepetil conuerfo, dal cadere ilfaffo alpiede, fi inferifee la naue Hatferma, e dal cadérne lontano,*'argumenta la naue muouerfii

eperche quello, che occorre della naue, deueparimente accader"

della Terra iperb dal cader della pietra al pie della Torrefiinferifee di mceffìtà l'immobilità delglobo terre/Ire . Non e

quejìo il voflro difcorfa Ì

SIMP. Eper appunto ridotto in breuità, che lo rende ageuolifp-

mo adapprenderfi .

SALV. Hor ditemi , fi la pietra lafciata dalla cima dell'albero 3

quando la naue cammina congran velocità , cadejfiprecifia-

mente nel medefmo luogo della naue , nel quale cafea, quan-do la nauefa ferma, qualfiruizio viprefterebber quefle ca-

dute circa l'ajficuraruifi'l vaffilio fìàfermo,òpurfi caminaiSIMP. lAJfolutamente nijfuno: in quel modo,cheper efimpio dal

,

batter delpolfo nonfipub conofeerefi altri dorme ,òe defilo ,

poiché il polfio batte nell'iflejfo modo ne' dormienti , che neivegghianti »

SALV. BeniJJÌmo; auete voifatta mai Vefiperienza della nauel

SIMP. Non Vhofatta ; ma ben credou che quelli autori, che la~->

producono, l'abbiano diligentemente ofieruata; oltre chefico-

nofee tanto apertamente la caufa della di/parità r che non fa-

feia luogo di dubitare

.

SALV. Cbepofa ejfir , che quelli autori la portinofienza auerla

fatta, voijlejfo nefeie buon tefiimonio,chefienza auerlafatta

la recateperficura, e ve ne rimettete a buonafede al detto lo-

ro;fi come epoi non filopojfibile , ma necefiario , che abbiano

fatto efiiancora ; dico di rimetterfi a ifiuoi antecefori ,fienza

arriuar mai a v-no, che l'abbiafatta ; perchè chiunque lafardtrotterà

Page 154: massimi sistemi del mondo

138 Dialogo fecondo

2a pie

,j

r:

j]

>

C1" trotterà Xtfiperienza moflrar iutto'l contrario di quel che vie-

bero delia na- nefritto : cioè rnojlrerà, che lapietra cafcaftmpre nel medefiì-

ue batte nell'- ma luogo della natie, jìia ellaferma -, muouafi con qualfiuo-ifìeflb luogo- glia velocità * Ondeper effer la medefima ragione della Ter-muouah la-» ra^ cfce ^e//a nau£) c]a \ cader lapietrafempre aperpendicolo al

frrma'

#pi} della Torre nonfipuò inferir nulla dei moto, della quie-

te della ferra.

SIMP. Se voi mi rimet effe ad altro mezo , che all'efiperienza , io

credo bene, che le dijpute nofirenonfinirebberperf c rAa,per-

che quejìa mi pare vi: a cofa tanto remota da ogni vman di-

fcorfio , che nonlafcimimmo luogo alla credulità , ballapro-

babilità .

SALV. Epur l'ha ella lajciato in me

.

SIMP. Che dunque voi non nauetefatte cento , no chevnapro-na, e Vaffermate cosìfrancamenteperJicura i io ritorno nella

mia incredulità , e nella medefimafìcurezza , che i'e/perienza

Jiafiatafatta dagli autoriprincipali, chefénefiruono , e che

ella moflri quel che e/fiaffermano

.

SALV. lofenza efiperienzafonJtcuro , che l'effettofeguirà come

vi dico;perche così e necefisario, chefiegua ; epiù v aggiungo ,

the voijlefso ancora fiapeìe , che nonpubfieguire altrimenti

,

fé benfingete , bjìmulate difingere di non lo fiapere . Ma io

fon tanto buon cozzondi ceratili , che ve lofaro confefsarea

viuaforza . *JMa il Sign.SagredoJìà molto cheto: mipareuapur di vederuifar non so che moto,per dir alcuna co/a.

SAGI^. Voleuo veramente dir non so che, ma la curiqfità , che miha mojfa quejlofientir dire difar tal violenza al Sign. Simp.

chepale/i lajcienza , che e' ci vuole occultare , mi bafatto de-

porre ogni altro dejìderio : pero vi prego ad effettuare il

vanto

*

SALV. Burchi il Sign. Simpliciojicontenti di rifipondere alle mie

interrogazioni, io non mancherà

.

SIMP. lo rifponderb quel ctiefapro ,fiìcuro , che haurbpoca bri'

ga,perche delle co/e , che io te?;go falfe non credo ai poterne

fàptr nulla , efiendoche lafetenza* de veri , enon de fal/i

.

. SALV. fon non dejìdero , ebe voi d.cìate , ridondiate di faper

niente altro, che quello, che voificuramcaìenfiapete. i-er-j di-

temi . Quando voi bauejìe vna fiuperjiciepia?:,a puhtijjimci

tome vnofpecchio, e di materia dura comt l'acciaio, e euèfufi-fe non parallela airori&onte, ma alquanto inclinata, e chejb-

pra,

Page 155: massimi sistemi del mondo

De! Galileo. 139pra di efa voìponesìe vna pallaperfettamente sferica , e di

materiagrane, e durijjìma, come v.g. dì bronzo > lafciata in

fjta liberta , che credete voi , che ellafacejfe i non credete voi

(fi come credow ) che ella ftejfeferma i

SIMP. Se quellafuperficìefujfe inclinata i

StALV. Sì; che così gì.i bofuppoflo .

SIMP. Io non credo , che eliajì fermajfe altrimente : anzipurfon ficuro , ch'ella fi menerebbe verfo il decliue Jpontanea-

mente *

SAL V. Auuertite bene a quel che voi dite Sign, Simplicio,perchì

iofonjìcuro , ci/eIlafifermerebbe in qualunque luogo voi la

pofafle*

SIMP. Come voi Sign . Saluiati vifruite di queftaforte dì fup-pofìzioni , io cumwciero a non mi marauigliar , che voi coti'

eludiate c^nclufiomfalfijfime

.

SALV. Hauete dunqueperficurifsimo} ch'ellajimouerebbe ver»

fo il decliuefpontaneamente (

SIMP. Che dubbio!SALV. E quejio lo teneteperfermo,nonperche io veV habbia in-

fegnata (perchè io cercano di perfuaderui il contrario ) maper voijiejjo, eper il vojìro giudizio naturale .

SIMP. H ora intendo il voflro artifizio ; voi diceui così per ten-

tar mi,e(comefi dice dal vulgo)per ijcalzarmi;ma non che iti

quella guifa credejìe veramente .

SALV. Così sia . E quanto durerebbe a muouerfi quella palla 9

e con che velocità i E auuertite, che io ho nominata vnapal-la perfetti([imamente rotonda , & vn piano efquifitamente

pulito , per rimuo-uer tuttigli impedimenti eHemi , & accì-

dentary . E così voglio, che voi aBraggbiate dall'impedimen-

to dell'Aria , mediante lafua refijienza alVeJfere aperta , e_->

tutti gli altri oslacoli accidentary ,fe altri ve nepotefsero ef-

fere .

SIMP. Ho comprefo il tutto benifsimo , e quanto alla vojlra do-

manda ri/pondo, che ella continuerebbe a muouerfiin infini-

to,fé tanto durajfe la inclinazione delpiano,e con mouimen-to accelerato continuamente ; che tale e la natura de i mobile

grani , che vires acqnirant eundo : e quanto maggiorfufsela decliniti, maggiorfarebbe la velocità.

SAL V. Ma quandialtri volefse,che quellapalla fi mouefse ali*in-

sù fopra quella mede/imaJuperficie , credete voi , che ella vi

éadafse i Spon-

Page 156: massimi sistemi del mondo

r 40 Dialogo fecondoSIMP. Spontaneamente rio , ma benJlrafiinataui } con violerà

za gettaiatti

.

SALV. E quando da qualche impeto violentemente imprejfole %

ellafufsefpinta , quale-, e quantofarebbe ilfuo motoiSIMP. Il moto andrebbefempre languendo , e ritardando/i,pef

effer contro a natura , efarebbe più lungo , apiù breue fecon*

do il maggiore , minore impuìfo , efecondo la maggiore , òminore accliuità t

SALV. Farmi dunquefin qui , che voi mi habbiate cfplicati gli

accidenti d'vn mobile [òpra due diuerjipiani ; e che nelpianoinclinato il mobilegrauefpontaneamenie defcende , e va con-

tinuamente accelerandoji,e che a riteneruelo in quiete bifogna

vfaruiforza : ma fui piano afcendente ci vuolforza a fpi-

gneruelo , & anco afermaruelo , e cbel moto imprefsogli va' * continuamentef:emando , sì ehefinalmente si annichila . Di-

te ancora dipiti , che nel'on cafo , e nell'altro nafee diuerfità

dalVeJfer la decliuitàfo accliuità delpiano maggiorefo minore;

Jiche alla maggiore inclinazionefegue maggior velocità, eperloppofito fopra'lpiano accliue il medefìmo mobile cacciato

dalla medefmaforza in maggior dijlanzajimuoue, quantol'eleuazione e minore . Hora ditemiquel, che accaderebbe del

mede/imo mobilefopra vnafuperjicie , che nonfufse , rie ac-

cliue, rie decliue

.

SIMP. Qui bifogna , co ioperifivn poco alla rifpofìa . Non vi

efsendo decliuità , non vipub efsere inclinazione naturale ai

moto ; e non vi ejfendo accliuità, non vipub ejer reJijìenzcL-*

all'effer mojfojalche verrebbead effere indifferente tra lapro-

pensione ,ela rejifìenza al moto 5 parmi dunque , che e' do-

rrebbe rejlarui naturalmentefermo. Ma iofonofmemorato,

perchenon e molto, che'I Sign. Sagredo mi fece intender , che

cosìfeguirebbe

.

SALV. Così credo quando altri ve lopofajfefermo; mafeglifujje

dato impeto verfo qualcheparte, chefeguirebbe i

SIMP, Seguirebbe il muouerfiverfo quellaparte

.

SALV. Ma di chefòrie di movimento?di continuamen te accelera"»

lo, come ne'piani declini, ò difuccejjìuamcnte ritardavo,come

negli accliui (

SIMP, Io non ci sbfcorgere caufa di acceltrazione,rie di ritarda.'

mento , non vi ejfendo riè decliuità , rie accliuità

.

SALV, Si: ma,fénon vifujfe caufa di ritardamene, molto menavi dou-

Page 157: massimi sistemi del mondo

Del Galileo.' ¥4?vi dourebbe efser di quiete . Quanto dunque vorrefle voi,ebc

il mobile dura/se a muouerjì i

%1MP. Tanto quanto dura/se la lunghezza di quellajuperficie,

ni erta, ne china.

SALV. Adunque fé tale/pazio ju/fe interminata, il moto in e/sa

farebbeparimentefenza termine , cioèperpetuo ?

SIM P. Parmi di situando il mobilefufse di materia da durare*

$ALV*. Già qutjia si è fuppojìo, mentreJì è detto,che fi rìmuoua-

no tuttigli impedimenti accidentarij, ^7 efierm% eiafragilità

del mobile in quefiofatto e vn degli impedimenti accidentarij.

'Ditemi bora, quale/limate voi la cagione del muouerjìquel*

la pallafpontaneamentefuipiano inclinato^ nonfenza vio*

lenza Jopra l'eleuato ?

SIMP, Perche Vinclinazion de* corpigraui e di muouerjì verfo'ì

centro della Terra,efoloper violenza in su verfo la circonfe-

renza: e lafuperfìcie inclinata e quella 3 che acquifìa vicinità

al centro, e l'accliue difcofìamento »

&ALV. Adunque vnafuperjìcie , che doue/fè ejfer non decliue , e

non accliue, bifognerebbe, che in tutte lefuepartifufse egual-

mente difiante dal centro » Ma di talifuperficie ve ne egli

alcuna al mondaiSIMP. Non vene mancano;ecci quella delnajlro globo terrefiref

féperò ellafufse ben pulita, e non quale ella ejcabrofa,e mon-tuofa ; ma vi ') quella dellacqua, mentre e placida , e tran»

quilla

.

SALV. Adunque vna natte, che vadia mouendojìper la bonac-

cia del <SMare,e vn di quei mobili , che /corrono per vna di

quellefuperfìcie, che nonfono ni decliui, né accliui, eperò di-

fpofìa, quando le fufser rimofsi tutti gli oracoli accidenta-

rij, <tX efìerni, a muouersi,còn l'impulfo concepito vna\volta9incefsabiimen te, e vniformemenU .

SIMP. 'Par che deua efser così .

SALV. E quella pietra,cb'efu la cima dell'albero, non si muou'el-

laportata dalla naue , efsa ancoraper la circonferenza dìvncerchio intorno al centro; eper conseguenza dvn moto inde-

Ubile in lei , rimofsi gli impedimenti efìerni l e quejlo motonone egli così veloce, come quel della naue ì

SIMP. Sin qui tutta cammina bene . %J\ia il reflo tSALV. Cauatene in buonhora Ivltima confeguenza dapervoiy

fé daper voi hauetefapute tutte lepremefsc.

Voi

Page 158: massimi sistemi del mondo

14* / Dialogo fecondo$JMP* Voi volete dirper vltima concluJion,e,che mouendqfiquel-

lapietra d"vn moto indelebilmente imprcjfole ,\n;on l'èper la-

,filare, anzi eperfeguire la nme ,fj in ultimoper cadere^*

nel mede/imo luogo, doue cade, quando la nane (làferma ; e

così dico io ancora, chefeguirebbe,quando non ci fujftro im-pedimenti ejìerni,cbeflurbafìero il mouimento dellapietra—>idopò efferpofla in libertàri quali impedimentifon due,Vvnoe lejfere il mobile impotente a romper laria colfuo impetofo»lo, ejfendogli mancato quello dellaforza de* remi , del qualzserapartecipe, someparte della nane , mentre erafu l'albero ;

l'altro è il moto nouello del cadere a baffo, chepur bifogna,cha

Jta d'impedimento ali*altro progrejjtuo,

$ALV. Quanto olìimpedimento dellaria , io non ve lo nego , e_-»

quando il cadentefuffe materia leggiera ,come vnapenna, ò

vafiocco di lana, il ritardamento farebbe molto grande , main vnapjetra grau.eepiccolijjimoj E voiJlejfo pocofd hauete

detto, che laforza delpiù impetuofo vento , nonbajìa a muo-ver di luogo vna grafiapietra ', hqrpenfate quelche farà l'a-

ria quieta incontrata dalfajfo nonpiù veloce di tutto'l naui-

lio; iutiauia, come ho detto , viconcedo qziefìopiccolo effetto ,

chepuò dependere da tale impedimento : fi come so , che voi

concederete a me, che quando laria fi. mouejfe con Vifleffa ve-

locita della maue, edelfajfo , l'impedimento farebbe\ afloluta-menìenullo . Quanto all'altro del foprauegnente moto in—*

giù ;prima e manifesto, che quefti due, dico il circolare intor-

no al centro, el retto verfo'l centro , nonfon contrari/3 ne de-

Jlruttiui Ivn dell'altro , ni incompatibili ; perche quanto al

mobile ei non ha repugnanza alcuna a cotal moto, chegià voi

Jlejfo hauete conceduto la repugnanza ejftr contro al moto,che

allontana dal centro , e l'ihc.inazione verfo il moto , che au-

uicina al centro ; onde newffariamente fegue , che al moto,che

non apprefa, ne difcofla dal centro , nonba il mobile , ni re-

pugnanza , nepropenfione , ne in confeguenza cagione di

diminuirfiin lui lafacultà imprtfagli ;eprche la caufa mo-

trice non e vnafola, chefìhabbiaper la nuoua operazione aìnlanguidire ; mafon due tra loro difinte ,

(

delle quali li—»

grauità attendefoto a tirare il mobile, al centro, e la virtù itn-

preffa a condurlo intorno al centro, non resla occajìone alcu-

na d'impedimento

.

SIMP* Il difeorfo veramente è in apparenza afaiprobabile , ma. in

Page 159: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 143in efènza turbato vnpoco da qualche intoppo mal'ageuolea

fuperarfi; voi in tutto Iprogreffo battete fatta vna fuppofì-

zione, che dalla fcuola peripatetica, non di leggiero vi faràconceduta , efèndo co/itraryffma ad Arifotite, e quefta e il ^f

0ic5°- a"

prender, come cofa notoria , e manifefla, cbe'lproiettoftpara- n£ £ moff dato dalproiciente > continui il moto per virtù imprecagli dal- virtù impref-

Vijìejfoproiciente , la qual virtù impreffa è tanto efofa nella—> fa,ma dal me-;

peripateticafloffia , quanio il pajfaggio d'alcuno accidente 10 •

d'vnoin vn'altrofuggetio ; nella qualfloffiafi tiene3ccmc

credo , che vifa noto, ebelproietto faportato dal mezo,cht

nel noftro capì viene ad effer Varia ; eperòfé quelfafo lajcia-

to dalla cima dell'albero douefefeguire il moto della naue,bi-' fognerebbe attribuire taVeffetto all'aria , e non a virtù im-

precagli; ma voi fupponete , che Varia non feguiti il motodella natie, mafia tranquilla : oltre , che colui, che lo lafcia

cadere, non Vba afagliare, ne dargliimpeto col braccio, madeue femplicemente aprir la mano , e lafciarlo ; e così, nepervirtù imprecagli dalproiciente^ neper benefizio dell'aria pò-tra il fajfofeguire l moto della naue , epero refferà indietro.

SALV* Parmi dunque di ritrar dal vojìroparlare> che non vene»

do la pietra cacciata dal braccio di colui 3 lafua non venga** '

altrimenti ad e/fere vnaproiezione .

$IMP. Nonfipuòpropriamente chiamar moto diproiezione .

SALV. Quello dunque, che dice Arijìot. del moto, del mobìle,e del

motore de iproietti, non ha che fare ndnofìropropofito ; ejè

non ci ha chefare yperche lo producete i

tIMP. Troducoloper amor di quella virtù impreffa, nominata^

& introdotta da voi, la quale non effendo al mondo,non puòoperar nulla,percheron entium nullas funt operationesj

epero non folo del moto de iproietti , ma di ogn'altro , ebesnofa naturale bifogna attribuirne Va caufa motrice al mezo9

del quale nonfé hauuta la debita confiderazione 3 epero il

dettofn qui refìa inefficace

.

SALV. Horsù tutto in buon'ora : ma ditemi, già che la vofìra in-

Jìanzaffonda tuttafu la nullità della virtù imprejfa,quan-

do io vi habbia dimojlrato , cbe'l mezo non ha che fare nella

continuazion del moto de'proietti , dopo chefon feparati dal

proiciente , lafcierete voi in e/fere la virtù impreffa , òpur vi

moutretecon qualcti altf affatto alla fua deflruzione ?

\SIMP* Eimojfa l'azione del mezo , non veggpf cheftpojfa ricor-

rere ad

Page 160: massimi sistemi del mondo

144 Dialogo fecondorete ad altro , che alla facuità impreffa dal mouenìtJ •

SALV. Sarà bene,per leuare ilpiù che fiapaffibile le caufe delVan*

darfene in infinito con le altercazioni , che voi quanto fipubdiflint"amente/pianiate , qualfia l'operazione del mezo , net

c&ntinuar'il moto alproietto .

SIMT. llproiciente ha il faffo in mano , muoue con velocità, e

forza libraccio , al cui moto,fimuoue nonpiù il fajfu , cbt^Operazione Varia circonuicina , onde il faffojnelleffer'abbandonato dalla

del mczo nel ~ .,, . ? •» .\ r J-> .

continuare ilmano ,Ji troua nell aria, che già Ji muoue con impeto , e da

moto al prò- quella vien portato : che, fé Varia non operajfe, ilfafso eA"

-ietto

.

drebbe dalla man o alpiede delproiciente .

SALV. E voi fete fiato tanto credulo, che vifae la/ciato per/ua~

der quejìe vanità ,-mentre in voifiefso haueui ifenjida con-

Efperienze , e futarle, e da intenderne il vero? Però ditemi , quella gran—*cagioni molte pietra , e quellapalla d'artiglieria, chepofatafolamentefopracontro alla-» vna fau0Ja reftaua immobile contro a qual/iuovlia impetuO'cauta del mo- r r j i ^ r^ ir a r r r a *~co de'proietti, J° vento fecondo, che voi poco fa ajjermafie ,Je jujstfiata

poftada Ari- vnapalla di fugherò ^altrettanta bambagia, credete , che il

botile

.

vento Vhauefse mofsa di luogo i

SIMP. xAnzi so certo , che Vhauerebbe portata via , e tanto piùvelocemente-, quanto la materia fufsefiatapiù leggiera , che

per quejlo veggiamo noi le nugole e/serportate con velocità

pari , a quella del ventoJiefso, che lefpigne .

SALV. E'I vento , checofa ti

SIMI?. Il vento fi definifee , non efser*altro, che aria mofsa,

SALV* Adunque Varia mofsa molto più velocemente , e'n mag~gior dijlanza traporta le materie leggieriffme , che le gna~

uiffìme.

SIMP. Sicuramente*

SALV. *ZMa quando voi bauejle afagliar col braccio vn fafso ,

epoi vnjiocco di bambagia , chifi moucrebbe con più veloci-

tà , e in maggior lontananza l

SIMP. Lapietra afsaifjìmo, anzi la bambagia mi cafeherebbea

ipiedi.

SALV. <SMa ,fe quel che muoue ilproietto , doppo Vefser lafciato

dalla mano , non e altro, che Varia mofsa dai braccio , e Varia

mofsapiùfacilmente fpigne le materie leggiere , che legrani,

€ome dunque il proietto di bambagia non va più lontano , e

più veloce di quel di pietra 1 bifognapure, che milapietra re-

Jli qualchl coja oltre al moto dell'aria . Dipiù., Je da quella

. traue

Page 161: massimi sistemi del mondo

Del Galileo 7 145tratte pende/sefo duefpagbi lunghi egualmente) e in capo del-

l'vnofufse attaccata vnapalla dipiombo , e vna di bambagia

•nell'altro., & amendueji'aSontanafsero egualmente dalper-

pendicolo , epoifi lafiia/sero in libertà: none dubbio,che l'v-

na, e l'altrafi mouerebbe ver/o'lperpendicolo,e che/pinta dal

proprio impentolo trapalerebbeper certo interuallo, epoi vi

ritornerebbe. Ma qual di quejiiduependuti, credete voi,cbe

dura/sepia a muouerfi',prima , chefermar/i apiombo?

$IMP. Lapalla dipiombo andrà in quà,e'n là mille vólte,e que l-

la di bambagia dua, ò tre alpiù .

SALV. Talché queWimpeto , e quella mobilità, qualunquefé ne

Jta la caufa ,più lungamenteficonfierua nelle materiegraui,

che nelle leggieri ; vengo bora a vn''altro punto , e vi doman-do:perche l'aria nonporta via ade/so quel cedro} ch'i su queUla tauola /

SIMP. Perchi ella Beffa nonjtmuoue »

SALV. Bifogna dunque, che ilproiciente conferifea il moto alVa*

ria, col quale ellapoi muoua ilproietto . Mafé tal virtù nonJipub imprimer», nonfipotendo farpaffare vn

3accidente^»

d'vn fubbietto in vn altro, come può poffare dal braccio nel-

l'aria inone forfè Caria vnfubbietto altro dal braceio ?

SIMP. Rifponde/ì, che l'aria per non ejfer negraue , ne leggiera

nellafua regione , è dìfpofia a riceuere facilijjìmamente ogni

impulfo, èT a conferuarlo ancora.

SAIàV. Ma fi i penduti adejfo , adejfo ci hanno molìrato , che il

mobile, quanto meno participa digrauità , tanto e meno atto

a conftruare il moto, come potrà ejfere, che l'aria, che in aria

non hapunto digrauità , ejìafola conferui il moto concepito?

io credo , e so che voi ancora credete alprefinte , che non pri-

maJìfirma il braccio , che l'aria attornogli . Entriamo ìyl-j

camera , e con vnofeiugatoio agitiamo quantopiù fipoffa—»(aria ,*fermato ilpanno , conduca/i vna piccola candeletta

accefa nella stanza , o lafciuiji andare vna foglia d'oro vo-

lante, che voi dal vagar quieto dell'vna, e dell''altra, v'accor-

gerete dell'aria ridotta immediatamente a tranquillità.Iopo-

trei addurui mille efperienze , ma doue non bajlajfe vna dì

quejle ,Jipotrebbe bauerla curaper difperata affatto .

SAG'Hj Quando Ji tira vnafreccia contrai vento , quanto è in-

credibil cofa, che quelfiletto d'aria,fpinto dalla corda , vadia

al difpetto della fortuna accompagnando la freccia i Ma io

K ancora

Page 162: massimi sistemi del mondo

t\6 Dialogofecondoancora vorrei/opere vnparticolareda Ariftot.pettl quaU3prego il Sign* Simplicio

}che mifauorifca di rifpofia . Quando

col mede/imo arcofujfero tirate duefreccie, vnaperpunta al

modo confueto , e Xaltra per trauerfì , cioè pofandola per lo

lungo fu la corda , e così diBefa tirandola , vorrei Japerta»qualdi ejfe andrebbepiù lontana .fauoritemi ingrazia di ri-

jpojia ) benchìforfè la dimandavipaiapiù tojlo ridicola, che

altrimenti; efcufatemi,perche io, che boycome voi vedeteyanzi

del groJfettOjche nox non arriuopiù in alto con la miafpetu*latiua .

SIMP* Io non ho veduto mai tirar ìefreccieper trauer/ò,tutta*

uia credo , che intrauerfata non andrebbe,ne anco la ventefi*

maparte di quel ch'ella va perpunta »

SAGR. Eperche fa ho creduto l'iftejfi, quindi e , chemi e nata oc*

cafione di metter dubbio tra'ldetto d*<Ari/2ot. e l'efperienza ;

perche quanto aWeJperienza} s'io metterò fopra quella tauola

due freccie in tempo y cbefpirì vento gagliardo y vna pòfataper tifilo del vento , e Valtra intrauerfata , il vento porterà

viafpeditamente quesla , e lafcierdJiav Valtra ;& il medefi*

mo par che douej/e accadere , quando la dottrina d"^4rifiotm

fujjè vera , delle due tirate con Varco : imperocché la trauerft

vien cacciata da vnagran quantità dell'aria moffa dalla cor-

da y cioè da tanta quanta e la fua lunghezza t douecbe l'altra

freccia non riceue impulfo da più aria , chefijia ilpiccoli/Jt'

mo cerchietto dellafuagrojfezza ; &io non so immaginarmila cagione di tal diuerfità, edejìdererei difaperla

.

SIMP. La caufa mipar affai manifefia ; & eperche lafreccia ti*

rataperpunta ha apenetrarpocaquantità d'aria, e l'altra neha dafender tanta quanta e tutta lafua lunghezza.

SAGR* ^Adunque lefreccie tiratey hanno apenetrar VariaiOh se

l'aria va con loro, anzit quella , che le conduce, che penetra*

zione vipuò efiere ? non vedete voi , che a quejio modo bifb*

gnerebbe, che lafrecciaJimouejfe con maggior velocità , che

l'aria (equefìa maggior velocità , chi la conferifce alla frec*

cialvorrete voi dir,che l'aria le dia velocità maggiore dellafua

©ed'f?

C

u'mo-propria l Intendete dunque Signor Simplicio , che'l negozia

co de proietti, procedeper Vappunto a rouefcio di quel , che dice ^Aristotile

,

s non lo eoa- e che tanto efalfo , che'l mezo conferifea il moto al proietto 9

fenice

.

quanto e verotche egli folo e t che gli arreca impedimento ;e-»

mte/o quejlof intendentefenza trouar difficoltà, che quandil'ari*

Page 163: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 147tariafimuoue veramente , molto meglioporta fico lafreccia

per trauerfo , cheper lo dritto,perche molta è l'aria, che la/pi-

gne in quellapofìura, epochiffima in quefia . Ma tirate con

l'arco,perche Variafià ferma , lafreccia trauerfapercotendo

in molt'aria, molto viene impedita , e l altra per punta faci-

Ufi/imamentefupera l'ojiacola della minima quantità d'aria t

che fé le oppone .

SALV. Quanteproporzioni ho io notate in Arijlot. (intendendo

fempre nellafilofofia naturale ) chefono nonpurfalfe , niA

falfe in manierat chelafuadiametralmente contrariale vera,

come accade di quefia • tZMafeguitando il nofìropropojìto p

credo, che il Sig. Simp.refìiperfuafo , che dal vedercader la

pietra nel mede/imo luogo fempre , nonfipojja conietturare

circa il moto , ò lafiabilità della naue ; e quando ti'dettofin-.

»

qui nonglibafiajje y ci e Vejperienza di mezo , che lopotrà del

jlutto aj/icurare; nella quale ejperienza, al più che é potejfe,

vedere ,farebbe il rimanere indietro il mobile cadente, quan-do e

1fufie di materia afflai leggiera, e theVarianonfeguijfe il

moto della naue ; ma quando Variafimouejfeton pari velo-

cita , niuna immaginabildiuerfiìtàfitrotterebbe, nein quejìa,

ne in qualfiuoglia altra ejperienza , come apprejflo fon perdrrui . Hor, quando in quefio cafo non apparijca diuerfitì

alcuna , chefideue pretender di veder nellapietra cadente*»

dallafommità della Torre , doue il mouìmento ingiro e alla

pietra non auuenùzio ,€accidentario, ma\naturale , ed eter-

no, e doue Variafiguepuntualmente il moto della Torre, e la

Torre quel delglobo ierrefire ì Hauete voi Sig. Simp. da re-

plicar altro/opra quefioparticolare*

SIMP. Non altro,fé non,che non veggiofin quìprouaìa la mo-bilità della Terra.

SALV. Ne io tampoco hopretefo diprouarla , mafilo di mofira-

re, come dall'ejperienzaportata dagli auuerfary , per argo-

mento della fermezza non fipuò cauar nulla ìji come credo

mofìrar dell'altre ,

SAGR. Digrazia Sig. Salutati , prima che pajfare ad altro , con-

cedetemi,^ io metta in campo certa dijflcultà, che mifi è rag-

girataperlafantafia mentre voi flauìcon tantaflemmaJmi-nuzolando al ^ign. Simplicio quefia ejperienza dalla naue i

ZALV. Noi fiam qui per dìfcorrerey & e bene, che ogn'vno muo-

ua le dijjicultà, cbtgiifouuengono , che quefia e lafirada per

K 2 venir'

Page 164: massimi sistemi del mondo

Accidentemarauigliofonel moto de-*

proietti

.

1 4 8 Dialogo fecondavenir in cognìzion del vero , Però dite .

SAGR. Quandofio, vero, che l'impeto, col qualefimuoue la nauep

resli impreffo indelebilmente nellapietra, dopo che s'efepara-

ta dall'albero , efiain oltre vero , che quejlo muto non arre*

chi impedimento , ò ritardamene al moto retto all'ingiù , na-

turale allapietra , è forza, che nefeguavn effetto meraui*

gliofo in natura . Stia la naue ferma , efia il tempo della ca-

duta d'vn faffo dalla cima dell'albero due battute di polfo ;.

muoziafipoi la naue,.elafcifiandar dal medefimo luogo Vi*

Jfeffofaffo , il quale ,per le cofe dette , metterà pur'il tempo di

due battute ad arriuare a baffo , nel qual tempo la naue ha*

um v.g.faorfo venti braccia, talché u vero moto della pietra

faràfiato vna lineatrafuerfale , affaipiù lunga della primaretta, eperpendicolare , che e la fola lunghezza dell'albero 9

tuttauia lapalla Vhauràpaffata nel medefimo tempo ; inten*

dafidinuouo il moto della naue accelerato affaipiù,fi che la%

pietra nel cadere douràpoffare vna trafuerfale ancor più IH*

ga dell'altra ; & infomma crefcendofi la velocità della, nauequanto fi voglia, il faffo cadente defcriuerà le fuetrafuer-

fili femprepiù , epiù lunghe , epur tutte lepaffer.à nelle me*

defme due battute dipolfo : $" a queBafimilitudine , quan-do in cima di vna Torre fufse vna colubrina liuellata, e con

efsafitirafsero tiri dipunto bianco, cioèparalleli all'Orizon*te ,

perpoca, b molta carica:, chefidefse alpezzo,fi che lapaUla andafse a cadere , bora lontana mille braccia ,- hor quattro

mila, horfei mila, hor dieci mila , <&c. tutti quejìi tirififpedi*

r.ebbero in tempi eguali tra di loro , t ciafcheduno eguale al

tempOjche lapalla sfumerebbe a venire dalla bocca delpezzo^

fino in terra , lafeiata ,Jènz'altro impulfo , cadere femplice*

mentegiù a perpendicolo . Horpar merauigliofacofa., che-

nelVijìefso breue tempo della caduta apiombo,fino in terra »,

dall'altezza v»g*di ceto braccia,pofsa la medefimopaUa,cac-siata dalfuoco,pafsarexhor quattrocento, hor mille,hor quat-tromila,& hor diecimila braccia ,fiche lapalla in tutti i tiri

dipunto bianca ,fi trattengafempre in ariaper tempi egualu

$ALV. La confiderazione per lafua nauità è bellijfima,e quandol'effetto fio vero, è merauìgliofo :edellafua verità io non nedubito : e quando non ci fufse l'impedimento^ accidmtario

dell'aria,io tengoperfermo,che,fé nell'vfcir lapalla delpezzo

filafciafse eadefvtfaltra dalla medefimo. altezzagiù apiom*

Page 165: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 149ho , amendue arcuerebbero in terra nel medefino inBaate ?

ancorché quella haueffe camminato diecimila braccia di dif:a-

za,e quejìa cento foìamente; intendendo , che il piano del!&

Terrafuffe eguale, cheperJìcurezzafipotrebbe tirare /opra

qualche lago . L'impedimento poi) cbepoteffe venir dall'aria,

farebbe nel ritardar il moto velocijjìmo del tiro. Hor,fe così

vipiace, vanghiamo allefoluzioni degli altri argomenti,già%

the il Sign.Sìmplicio rejìa (per quanto io mi creda) ben capa-

te della nullità di quejio primo , prefeda i cadenti da alto &

,

bajfo .

SIMP, Io non mifento rìmojfi tuttigli fcrupoli , eforfè il difet-

to e mio,per nan ejjèr di cosìfacile, e veloce npprenflua,comt

il Sign. Sagredo . Eparmi, thequando quejio moto partici-

paio dallapietra, mentre erafu Valbero della naue,$ haueffe 9

tome voi dite, a conferuar indelebilmente in lei, dopo ancora^

cbefitrouafeparata dalla naue, bifognerebbe>cbejìmilmente9quando alcuno ,fendofopra vn cauallo , checorrejfe veloce-

mente,ftlafeiafle cader di mano vnapalla,quella caduta in

terra continuaffeilfuo moto , efeguitajfe il corfo del cauallo»

fenza rejiargh a dietro , il quale effetto non credo io , che fi

vegga,Je non quando Colui , ch'ejul cauallo la gettajfe coru^

forza verfo laparte del corfo , mafenza quejio, credo, ch'ella

refiera in terra dou ella percuote .

SALV. lo credo , che voi v'inganniate d'affai ; efonjìcuro, chz^t

ly

e/perienza vi moftrerà il contrario , e che lapalla arriuata ,

thefa in Terra, correrà infìeme col cauallo ^negli reflerà in-

dietro ,fe non quanto Vafprezza , <b" inegualità della fìrada

l'impedirà: E la ragione miparpure affai chiara: imperocché,

quando voi,Jìando fermo , titafteper terra la medt/ìmapal-

la , non continuerebbe ella il moto ancofuor della voftra ma-no i eper tantopiù lungo interuallo , quanto la fuperfeiz^»

fufiepiu eguale ,fi che v.g. fopra il ghiaccio andrebbe lonta-

nijjima i

SIMP. Quello non ha dubbio , quando io gli dò impeto col brac-

cio, ma nell'altro cafofifuppone , che colui , che e fui cauallo

la lafcifoìamente cadere

.

SALV. Cosi voglio io , chefegua: ma quando voi la tirate col

braccio , che altro rimane allapalla,vfcita, che ella vi è di ma-no, che il moto concepito dal voftro braccio, il quale in lei con-

fettato , continua di condurla innanzi { bora , che importa 9

K 3 ebe

Page 166: massimi sistemi del mondo

1 5 © Dialogo fecondoche queirimpetofa conferito allapallapiù dal vojfro Braccio,

che dal cauailo / mentre, che voijète a cauallo, non corre lau+

vofìra mano , & inconfeguenza la palla cosi veloce, come il

cauallo Jlejfo ! certo siiadunque nell'aprirfolamente lama'no , la palla fiparte col motogià concepito, non dal voflro

braccio ,per moto vofìroparticolare, ma dal moto dependen-

te dall'ijiejfo cauallo , che vien comunicato a voi , al braccio ,

alla mano,efinalmente allapalla . Anzi voglio dirui dipiù,

tbexJe colui nel correregetterà col braccio lapalla al contrario

del cor/a] ella arriuata, chefìa in terra,taluolta, ancorchéfa-gliata al contrario,purfeguiterà il corfo del cauallo, e taluol-

ta refìeràferma in terra ; efolamenteJìmuoueràalCoppofito

delcorfo,quando il moto riceuuto dal braccÌQ,fuperaJfe in ve-

locità quello della carriera . Et ì vna vanità quella di alcu-

ni, che dicono poterjì dal caualiere lanciare vna zagagliapet

aria , verfo laparte del corfo , e col cauallofeguirla, e raggiu-

gnerla, efinalmente ripigliarla * E dico vna vanità , perchi

afar, che ilproietto vi torni in mano, bifogna tirarlo a\Vinsh

nel modo mede/imo, chefé altri Reffefermo , perche, Jìapureil corfo quantofi voglia vehee , purchéJia vniforme % <& il

proietto nonfìa vna. cofa leggierifjìma , fempre ricaderà in—>

mano alproiciente, efiapurgettato in alto quanto fi voglia*

SAGR. Da quejìa dottrina io vengo in cognizione di alcunipro-

blemi affai, curio/i, in materia di quefti proietti ; il primo de*

quali douràparer molto Brano al Sign. Simplicio : E ilpro-

ProMemi di- blemaì quefio . Ch'io dico , che èpojfibile, chelafciata cader«crfi. e curiofi Jemplicemente lapalla da vno, che in qualjiuoglia modo cor-intorno a i ma ra velocemente , arriuata, che ellafiain terra, nonfolofeguati e proietti

.

fi C0TJq fa colui, ma di affai lo anticipi: il qualproblema e con -

,nejfo con quefio , che il mobile lanciato, dalproicientefopra- il

piano dell Qrizonte , può acquijìar nuoua velocità, maggiore

affai delia conferitagli da efjo proiciente , il quale ejfetto ho io

piu volte, con ammirazione ofjeruato , nello /lare a veder co-

> fioro , chegiuocano a tirar con le ruzzole , le qualifi veggo-

no , vfeite , chefon della mano,andarper aria con certa velo-

sita, la qualpoi fégli acerefce afai netfarriuare in terra, eféruzzolando vrtano in qualche intoppo, che lefaccia sbalzare

in alto ,fiveggonoper aria andar affai lentamente, e ricadu-

te in terrapur tornano a muouerfi con velocità maggiore^ma

quel che è ancorapiùjirauagante, ho io ancora ojferuato , che

non

Page 167: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 15 1

confolamcntc vanofemprepiù, velaciper terrai chepar aria,

ma dì duefpazj ,fatti amendueper terra , tal volta vn moto

nel fecondofpazio epiù veloce, ebe nelprimo . Hor , che di-

rebbe qui il Sign. Simplicio ?

$IMP. ^Direi laprima cofa, di non bauerfatta cotale ojferuazio-

ne . Secondariamente direi , di non la credere ; direi poi nel

terzo luogo , che quando voime ne accertale, e che demo/im-

tiuamente me l'infegnajle : voifu/le vn gran Demonio »

SAGR. Di quelliperò di Socrate , non di quei dell'Inferno . Mavoipur tornatefu quejlo infegnare; io vi dico , che quandovnonon sa la verità daperfé , è impoffbile , che altriglienefacciafapere ìpojf) bene infegnarui delle cofe, che nonfon,nivere, néfalfe , ma le vere , cioè le neceflarie , cioè quelle , ebe è

imponibile ad ejfer altrimenti , ogni mediocre difeorfo , ole sì

dafé y b è imponibile , che ei lefappia mai ; e così so , che crede

anco il Sign. Salutati: eperò vi dico , che deiprefenti proble-

mi le ragionifonfapute da voi, ma forfè non auuertite .

SIMP, Lafciamoper bora quejìa difputa, e concedetemi, ch'io dì'

ca, che non intendo, ne so quejle cofe , cbejt trattano t e vede-

tepur difarmi refiar capace de*problemi .

SAGT^ Quesloprimo depende da vn'altro , il quale è ; onde au-

uenga, che tirando la ruzzola con lo fpago , affai più lonta-

no, &in confeguenza, con maggiorforza va , che tirata con

lafempitee mano .

SIMP, Arijlotile ancora fa non so che problemi, intorno a que-

Jìiproietti ,

SALV, Sì , e molto tngegnofì, 4$ in particolare quello, ondeau-uenga , che le ruzzole tonde vanno meglio , che le quadre .

SAGR, E di quejìo Sign, Simplicio non vi darebbe l'animo difa-pere la ragione,fenza altrui infegnamento t

SIMP. Si bene ,fi bene ; malafciamo le beffe

\

SAGR. Tanto fapete ancora la ragion di quefi'altro* Ditemidunque ; fapete , che vna cofa , toejìmuoua , quando vien'

impeditafiferma t

SIMP. Sollo,quandoperò l'impedimento è tanto , chebafli

.

SAGR. Sapete voi, che maggiore impedimento arreca al rnobilz-j

l'bavere a muouerfiper terra, cheper aria , effendo la terra—*

fcabrofa, e dura, e l'aria molle, e cedente i

SIMP. E perchè so quejlo, so ebe la ruzzola andràpiù veloceperaria , cheper terra , talché il miofapere ì tuito alloppojiio di

guel;cbevQÌjlimaui, K 4 Adagio

Page 168: massimi sistemi del mondo

i i % Dialogo fecóndo$AGR. ^Adagio Sìgn. Simplicio,. Sapete voi* che nette partì di

vn mobik , chegiriintorno al fuo centro,fi ritrouanomoui^

menti verfo tutte le bande ?fiche altre afcendono , altre de*

fendono, altre vanno innanzi, altre all'indietro!

SIMP. La so ,& Arijìot. me l'ha infegnato

,

SAGR. E con qual dimqftrazione , ditemela digrazia

t

SIMP*. Con quella del Jènfo .

SAGR* ^Adunque Arijìot. vi ba fatto vedere, quel ebefenza lui

non bauerefie veduto i baurebbeu'egliprefiato maiifuoioCf

shiì Voi voleùi dire, ebe Arijìot. ve Vbaueua detto , auuerti'

io, ricordato , e non infegnato . Quando dunque vna ruz~

zolafenza mutar luogo gira ìnfejlejfa , nonparallela , wJeretta all'Qrizonte , alcunefuepartiafcendono, le oppofle de»

fendono, lefuperiori vannoper un uerfo,, l'inferiori per il

contrario . Figurateui bora una ruzzola , chefenza mutarluogo, uelocementegiri infojlejfa, efiia fofpefa in aria, echt

in talguifagirandofia lafciata cadere in terra a perpendico*

lo , credete uoi, che arriuata, che ellafarà in terra feguitsrà

digirare infefiefia, fenza mutar luogo,come prima t

SIMP. Signornò..

SAGR. rfMa chefaraiSIMP. Correràper terra velocemente*

SAGR. E uerfo. qua!parte i

SIMP.. Verfo quella dotte laporterà lafiua uertìginel

SAGR. Nellafua uertigine cifon delleparti, cioè lefuperìorì,cfc£

fi muouono al contrario delle inferiori , però bìfogna dire &quali ella ubidirà ;che quanto alleparti accendenti, e defeen^

denti , lune non cederanno alialtre , nel tutto andrà in giàimpedito dalla terra, ne in super ejfergraue

.

SIMP. <Andrà la ruzzolagirandoper terra uerfo quella partedoue tendono lepartifue Jùperiori.

SAGR. Eperche non doue tendono k contrarie r cioè quelle , che

toccan terra l

SlMP. Perche quelle di terrauengono impedite ddU'aJprezza dei

toccamento ,sìoedalliJlefiafcabrofità della terra, ma lefupe»

rioriydhefono nellar'n tenue, e cedente,fono impeditepochiffimo , òmente, eperò laruzzola andràper il loro uerfo.

SAGR. Talché quellattaccarfi, per così dire , leparti difiotto alla

terra,fa cfrelle refiano, efolofifpingono auanti lefuperion.

SALVo Epsrò+ quando, la. ruzzola- cadejè fui ghiaccio , ò altra

fuperfick.

Page 169: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

i

tf$JuptrfickpuMtìfsima , non così bene/correrebbe innanzi, mapotrebbeper auuentura continuar digirare in fe.flejfa,fen*

za acquiftar altro motoprogrefpuo ..

SAGR. Efacil co/a , che casìfeguijfè ; ma almeno non costjpedi-

tamente andrebbe ruzzolando , come cadendofu la fuperficis

alquanto a/pra . Ma dicami il Sign. Simpl. quando la ruz~zolagirando velocemente infé Beffa vien la/ciata cadérti %

perchi non va ella anche per aria innanzi , come fa pohquando e in terra ?

SIMp. Perche battendo aria di/òpra , e difitto, ni quefiepartì*

ne quelle hanno doue attaccar/i , e non hauendo occafìone di

andarpiù innanzi, che indietro, cade apiombo .

SA G'J\. Talché lafola vertigine infé fteflaffenz'altro impeto,puo

fpigner la ruzzola, arriuatafche/ìa in terra a/fai velocemen-

te . Hor venghiamo al refìo. Quello fpago , che il ruzzolan-

tefi lega al braccio , e col \quale , auuolto intorno alla ruzzo-la, t la tira, che effettofa in e/fa /

SIMP. La cojìringe agirare infé sle/ìa,per ifuilupparjt dalla-*

corda .

SAGR. Talché, quando la ruzzola arriua in terra, ella vi giu-

gnegirando infejìefa , merci dello /pago . Non ha ella—»

dunque cagione in/e Jie/fa di muouerfìpiù velocemente ,pev

terra, che ella nonfaceua , mentre eraper aria ?

SIMP. Certo sì ,perchèper aria non haueua altroimpulfo,chz^»

quel del braccia delproiciente, efé ben haueua ancor la verti-

gine, que/ìa ( come fie detto) per aria non/pignepunto , maarrìuando in terra al moto del braccio s'aggiugne la progref-

Jìone della vertigine , onde .la velocitàfi raddoppia ; egià in-

tendo beni/fimo , che rimbalzando la ruzzola in alto , la/ita

velocità /cernerà , perche l'aiuto della circolazionegli manca*€ nel ricadere in terra lo viene a racqui/lare , epero torna &muouerfìpiù velocemente , cheper aria . Rejlamìfoloda in-

tender , che in qu:flyfecondo moto per terra ella vadia piùvelocemente>cbe nelprimo,perchè così eUaft mouerebbe in in-

finito ^ccelerando/ifempre »

SAG !{. lo non ho detto a/ìolutamente , che que/lo fecondo moto

fiapìu veloce delprimo, ma chepuò taluolta accader, cb'e'Jza

più veloce .

SIMT. Queslo e qudb , ch'io non capifco , e ch'io vorrei inten-

dere »

Mquefio

Page 170: massimi sistemi del mondo

154 Dialogo fecondoSAGR, E quefto ancorafapeteper voi fleffo . Terò ditemi;quan~

do voi vi lafolate cadérla ruzzola di mano, fenza che ella gi-

raffe infé Beffa , chefarebbepercotendo in terra ì

SIMP, Niente, ma rejierebbe quiui .

SAGR, Nonpotrebby

egli accadere,che nelpercuotere in terra, elle

acquijiajfe moto i penfateci meglio .

SIMP, Se noi non la lafciajfimo caderefu qualchepietra , che ba-

tieffependio, comefanno ifanciulli con le chiofe, e che batten-

do a sbiefciofu lapietrapendente,acquijìafie mouimento infc

Beffa in giro , col quale poi ella feguitajfe di muouerfì pro-

grejjiuamentein terra, nonfapreiin quaValtra maniera ella

poteffefar altro , che fermarjìdoue ella battejfe .

$A(jtR. Èccopure, che in qualchemodo ellapub acquiflar nuousvertigine . Quando dunque la ruzzola sbalzata in alto rica-

de in giù,perche nonpub ella abbatter/i'a darefu lo sbiefcio di

qualchefàfo fitto in terra , e che habbia il pendio verfo doue

è il moto, & acquiflandoper talpercojfa nuouavertigine, ol-

trea quellaprima dellofpago , raddoppiar ilfuo moto,efarlo

più veloce, che nonfu nelfuoprimo battere in terrai

SIMP. Hora intendo, che ciòpuòfacilmentefeguire . E vò con-

federando, che quando la ruzzolafifac'effe girare al cótrarioy

neirarriuare in terra ,farebbe contrario ejfetto, cioè il motodella vertigine ritarderebbe quel delproiciente .

SAGl{. E lo ritarderebbe, e l'impedirebbe tal volta del tutto,qua-

do la vertiginefujfe affai veloce . E di qui nafce lafoluzione

di quell'effetto , che i giuocatori di palla a corda più efperti

,

fanno con lor vantaggio ; cioè d'ingannar Vauuerfario col

trinciar ( che tale è il lor termine ) lapalla ; cioè rimetterla—»

ton la racchetta obliqua ; in modo, che ella acqui/li vna verti-

gine infefìejfa contraria al motoproietto , dalchène feguita

,

che neìfarriuare in terra il balzo, che, quando lapalla nongi-

raffe , andrebbe verfo Tauuerjario, porgendoli il confueto

tempo di poterla rimettere, rtfìa come morto , eia palla fi

fchiaccia in terra , ò meno affai delfolito ribalza*, e rompe ti

tempo della rimeffa . Ter quefìo anco fi veggono quelli , che

giuocano conpalle di legno a chi più s'accojìa a vnfegno de-

terminato , quando agiuocare in vna Bradafaffofa , epiena

, diintoppi, dafar deuiafìn mille modi lapalla , ne punto an-

dar verfo ilfegno ,per nfuggith tutti ,gettar lapalla no ruz-

zolando per terra , ma dipofìaper aria , comefé baueffero a

gettare

Page 171: massimi sistemi del mondo

Del Galileo.'s 155

gettare vnapiafìrapiana , maperche nelgettar lapalla, ella

tfce di mano con qualche vertigine conferitale *dalle dita, tuè~

taucltacbe la manoJì teneffefotto lapalla,come comuntmtn-teji tiene, onde lapalla nelpercuotere in terrapreffo alfegnòtrai moto delproiclente , e quel della vertigine-,/correr*, i It^a

affai lontana;perfar , cVellaJìfermi , abbrancano artifizio'

famente lapalla, tenendo la matto di [opra , e lapalla àifol-

to, alla quale nellofcappar vien conferita dalle dita la verti-

gine al contrario f perla quale nel battere in terra vicino al

Jtgno qmui fiferma , opoco più auantiforre . Maper tor-

nar 'al prix cipalproblema, che efiato caufa difar nafeer que-

Jli altri ; dico , che epoffìbile , che vno moffo veloci/fimamente

Jilafa vfir vnapalla dimano,la qualegiunta, chefìa in ter-

ra, non folo feguitt il moto di colui,ma lo anticipi ancora mo-vendo/con velocita maggiore . Eper vedere vn tal!effetto

,

voglio, che il corfojìa d'vna carretta , alla qualeper banda di

fuorifìafermata vna tauolapendente,/ che laparte inferio-

re reììi verfo i caualli , e la fuperiore verfo le ruote di dietro»

Hora ,fé nel maggior corfo della carretta, alcuno , che vi fìadentro , lafcerà cadere vnapalla giùper ilpendio di quella—*

tauola , ella nel venirgiù ruzzolando acquifera vertigine in

fejìejfa , la quale,aggiunta al moto imprtjfo dalla carretta-* ,

porterà lapallaper terra affaipiù velocemente della carretta:

e quando fi accomodale vn'altra tauola pendente alVop-

po/to ,fipotrebbe temperare il moto della carretta , in modo,

che lapallafeorfagiù per la tauola , nell'arriuare in terra—»

reflajjè immobile , O' anco taluolta correjfe al contrario

della carretta . cMa troppo lungamente ciJìampartiti dalla

materia , efé il Sign. Simplicio re/la appagato dellafoluzìone

delprimo argomento , contro alla mobilità della terra ,pre/o

da 1 cadenti aperpendicolo , fipotrà venire agli altri»

SALV. Le digrefjionifattefin qui, nonfon talmente aliene dalla

materia , chefi tratta , chefìpojfan chiamar totalmente/pa-rate da quella ; oltreché dependono i ragionamenti da quelle

cofe, ebefivanno demando per lafantafìa , non a vnfoiosaa tre , che anco di più difeorriamo per nofìro gufìo , ne Jìa-

mo obhgati a quellagrettezza, chefarebbe vno , che ex pro-

fello tratta/e metodicamente vna materia, con intenzione

anco dipublicarla. Non voglio, che il nofìro Poemafiastrin-ga tanto a quella vniià , che non ci lafci campo apertopergli

epijodi/,

V

Page 172: massimi sistemi del mondo

15 £ Dialogo fecondogpifodij ,per ìintroduzion de' quali dourà ballarci ogni pie»

colo attaccamento,e quafìchenoicifufjìmo radunati a contar

fauole , quella fìa lecito dire a me , eoe mi farà fouuenire il

feniir la vojlra

.

SAGR. Queflo a me piace grandemente) egià , che noifìamo mquefìa larghezza , fìamì lecito,prima chepaffarepiù innan-

zi, ricercar da voi Sign. Saluiati ,fe mai vi è venutopenfato

qualfìpojfa credere , chefìa ìa linea deferitta dal mobilegra'

zie naturalmente cadente dalla cima duella Torre a baffo , e Jc

vi hauete fatto fopra rejiejfione , ditemi in grazia ilvofìro

pen/ìero

.

SALV. Io e3

ho taluolta penfato , e non dubitopunto, che quandialtri fujfefìcuro della natura del moto , col quale il graue de'

feendeper condurfì al centro delglobo terre/ire , mefcolanda

poi col mouimento comune circolare della conuerfìon diurna^

Jìtrouerrebbeprecifamente qualforte di lineafìa quella , che

dal centro della grauità del mobile vien deferitta nella compo*

Jìzion dì tali due mouìmenti .

SAGR. Delfemplice mouimento verfo il centro dependente dalla

grauità, credo,chefìpoffa ajfolutamentefenza errore credere^

cheJìaper linea retta, quale appuntofarebbe,quando la terra

fujfe immobile *

SALV. Quanto a queRaparte, nonfolamente pojjìamo crederla,

ma Vefperienza ce ne rende certi

.

SAGR. CMa come ce ne affìcura Vefperienza ,ft noi non veggia-

mo mai altro moto , che il compojlo delli due circolare, £r in

giui

SALV. <Anzipur Sign. Sagredo non veggiamo noi altro, che il

femplicein già ; auuenga che Valtro circolare comune alla—*

Terra, alla Torre, & a noi rejla impercettibile, e come nullo,

efolo ci rejla notabile quello della pietra non participato danoi, e di queBo ilfenfo dìmófira, chefìa per linea retta , ve-

nendofempreparallelo allajleffa Torre , chefopra la fuper-

Jìcie terre/Ire èfabbricata rettamente,& aperpendicolo.

SAGR. Hauete ragione, e ben troppo dappoco mi fon dimojìra-.

to, mentre non mefouuenuto vna cofafi facile ; magia, che

queflo e noiijjìmo , che altro dite voi di defìderare,perinten-der la natura di queflo mouimento a baffo ?

SALV» Non bafìa intender , chefìa retto, mabifognafapere,fe

Jìauv#àfQrm£,opure difforme ; sioe , fé mantenga*xfemprz^

vn'iììeffa

Page 173: massimi sistemi del mondo

Del Galileo I 157vrììftejja velocità , h purfi vadia ritardando, o accelerando »

SAG1{. Già e chiara, cbefivà accelerando continuamente.

SALV. Ne quejio bafia, ma conuerrebbefaperefecondo qualpro-porzione fifaccia talaccelerazione : problema , che fin qui

no credo, chefiafiatofaputo dafitofofo,ne da matematico al-

cuno;ancorche dafilofofi, & in particolare peripatetici ,fie-

no fiati volumi intieri, egrandijfimi fritti intorno al moto,

SIMP. Ifilofofifi occupano fopragli vniuerfali principalmen-

te ; trouano le definizioni, & ipiu comuni sintomi , lafcian-

dopoi certefottigliezze, e certi tritumi, che fonpoi più tofio

furiofità, a i matematici: & AriJiot.fi e contentato di defini-

re eccellentemente , che cojafia il moto in vniuerfale; e delia-

cale mofirare iprincipali attributi , cioè, che altro e naturale,

altro violento , che altro ìfemplice, altro e compofìo, che altro

e equabile , altro accelerato ; e dell'acceleratofi e contentato di

render la ragione dell'accelerazione , lafciando poi l'inuefii-

gazione detta proporzione di tale accelerazione, e di altripiaparticolari accidenti al mecanico , ò ad altro inferiore artifia .

SAGR. Tutto bene Sign. Simplicio mio . Ma voi Sign. Saluiati

calandoui taluolta dal trono della maefiàperipatetica , hauete

maifcherzato intorno alVìnefiigazione di quefla proporzio*

ne dellaccelerazione del moto de'graui defcendenti i

SALV. Non mi efiato bifogno dipenfarui , attefoche Vaccademi-

co nofiro comun*amico,mi mofìrogià vnfuo trattato del mo-to , doue era dimofirato quefio, con molti altri accidenti '> matroppogran digrefjìonefarebbe ,féper quefio vokfiìmo inter-

romper ilprefente difcorfo , ( che pure ejfo ancora e vna di-

grefjìone) efar come fi dice, vna commedia in commedia.

SAGR. Mi contento d'ajfoluerui da tal narrazioneper alprefen-

te, con pattoperò, che quefla fia vna delleproporzioni rifer-

uata da efaminarfi tra le altre in altraparticoìarfeJJìone,per-

ebe tal notizia e da me defideratiffima : & intanto torniamo

alla linea defcritta dal graue cadente dalla fommità della—»

Torre ,fin o allafua bafe

.

SALV. Quando il mouimento retto verfo il centro della terrafuf-

fe vniforme , ejfendo anco vniforme il circolare verfo Orien-

te ,fi verrebbe a comporre di amendue vn motoper vnalinea

fpirale , di quelle definite da Archimede , nel libro delle fut*>

fi irali : chefono, quando vnpuntofimuouevniformementeJopra vna lima retta } mentre ejfapztr'vniformementefigira

intorno

Page 174: massimi sistemi del mondo

La linea de-

fcrittadal ca-

dente natura-

le, fuppofto ii

moto della ter

ra,cìrca'l pro-

prio centro ,

farebbe pro-babilméte cir-

conferenza di

cerchio

.

158 Dialogo fecondointorno a vn de ifuoi eHremipuniifijfo, come centro delfu»riuolgimento . Alaperche il moto retto delgrazie cadente , ìt

continuamente accelerato } ìforza , che la linea del compoHodei due mouimentì , fi vadiafempre con maggiorproporzio-

neallontanando fuccejjiuamente dalla circonferenza dì quei

cerchio , che haurebbe difegnato il centro della grauità della

pietra , quando ellafujje refiatafemprefopra la Torre : e bi-

fogna , che quejìo allontanamento fuiprincipio Jia piccolo f

anzi minimo, anzipur minimi/fimo , auuengacbe il grauz^0

defeendente,partendo/? dalla quiete, cioè dallapriuazion del

moto a baj/o, & entrando nel moto retto ingiù , efanca , che

pafjìper tutti igradi di tardità , chefono tra la quieie,e qual-

Jiuoglia velocità} li qualigradifono infiniti : Ji come già alungoJi e di/corfo , e conclufo .

Stante dunque, the taleJia ilprogrejb dell1accelerazione , & ef-

fondo oltre dì rio vero } che ilgraue defendente vaper termi-

nare nel centro della terra , bifogna, -che la linea tkljuo motocompojìojia tale , chebenJivadia fempre con maggior prò*porzione allontanando dalla cima della Torre , òper dir me-,

glio, dalla circonferenza delcerchio descritto dalla cima della

Torre , per la conuerfion della terra, ma che tali difcojìamen-

tifieno minori, e minori in infinito , quanto meno , e menoil mobileJi troua efierfifcojiato dalprimo termine douepofa-.

zia. Oltre dì ciò e neceffarìo, che quejìa tal linea del moto com-

pofio vadia a terminar nel centro della terra .Horfatti que»

Jli dueprejuppofiì , vennigià deferiuendo intorno al centro

A. coljemìdiametro A\B. il cerchio BI, rapprefentantemi il

globo terrefire , eprolungando il femidiametro <A\B. in G,

defcrijJìValtezza della Torre BG. la quale portata dalla—* *

terra,fopra la circonferenza BI. defenue con lafua fammi-'

tà Varco CD. diuifa poi la linea GA. in mezo in E. col cen-

tro E. ìnteruallo EG. deferiuo il mezo cerchio GIÀ.per il

quale dico bora , che afiaiprobabilmentefipuò credere , cbt~*

vnapietra cadendo dalla fommhà della Torre G. venga mo-uendofi del moto compofto del comune circola? a , e delfuo

proprio retto; imperocchéfegnando nella circonferenza GD,alcune parti eguali Ci7

. J^'G. GH. HL. e da i punti F.

G.H.L. tirate verfo il centro A. linee rette, leparti di ejfe in-

iercettefrà le due circonferenze GD. BI. ci rapprefenteran-

nofempre la medefima Torre GB, trafportata dalglobo ter-

re/ire

Page 175: massimi sistemi del mondo

Del Galileo : 15?tejlre verfo DI. nelle quali linee i punti dotte effe vengono

fegate dall'arco del mezo cerchio CI. fono i luoghi doue di

tempo in tempo la pietra cadenteJìritroua : li qualipuntifivannofempre con mag- *

gior proporzione allon-

tanando dalla cima della

Torre,che è quello}chefa,

che il moto retto fatto Iti-

go la Torre , ci fi mofira

fempre più , epiù accele-

rato; vede/i ancora, comemerci della infinita acu-

tezza dell'angolo del co-

tatto dell'i due cerchi DCCI. il difcoflamento del

eadente dalla circonfere-

za CFD. cioè dalla ci-

ma della Torre , e verfo ilprincipiopiccolijjìmo, che e quantaa dire il moto ingiù ejfer lentifjimo , epiù , epiù tardo in in*

finito,fecondo la vicinità al termine C. cioè allofiato della—»

quiete ; efinalmente s'intende , come in vltimo , tal moto an-drebbe a terminar nel centro della terra <^4.

SAGR. Intendoperfettamente il tutto , nìpojfo credere, chél mo*bile cadente defcriua col centro della fua grauità altralineatcbevnafimile

.

SALV. Mapiano Sign . Sagredo , che io ho da \portarui ancora—»

tre mie meditazioncelle , che forfè non vi difpiaceranno . Laprima delle quali e , chefé noi ben consideriamo, il mobile non w »>» «

fi muoue realmente d'altro, che di vn moto fèmplice circolare, m.m-,.1- ,.:„,•/»

1 r r 1 m- • f te aaIla cima

fi come quando pojaua Jopra la Torrepur si muoueua di vn della Torre.fi

motofemplice, e circolare . Lafeconda e ancorapiù bella,im- muoue per la

perocché egli non si muouepunto più , b meno , che fé fufiL~>circonferenza

re/lato continuamente fu la Torre, ejfendo chea gli archi Non^muo-CF. FG. GH. <&c. che egli haurebbe pajfati /landò fempre ue più,nème-

fu la Torrefono preci]amente egualigli archi della circonfe- no, che fé fuf-

renza CI. rifondenti fittogliJlef/ìCF. F.G. G.H. ère fé reflato la-.

dolche nèfeguita la terza merauigìia , che il moto vero, e realeSli: ,.

dellapietra non vien'altrimenti accelerato, ma efempre equa- moto Cqliabi-

hle y <ÙX vniforme , poiché tuttigli archi eguali notati nella—* le , e non ac-

tirconferenza CD. à'i loro Qorrifpondentifegnati nella cir- cekrato

.

confe-

Page 176: massimi sistemi del mondo

léó Dialogo fecondoconferenza CI. vengono paffati in tempi eguali ; falche noi

venghiamo Uberi di ricercar nuoue caufe di accelerazione>o dì

altri moti,poiché il mobile,tantoJlandofu la Torre , quanto

feendendone , fempre si muoue nel modo medesimo , cioè cir-

colarmente con la medesima velocità , e con la medesima vni~

formità . Hor ditemi quel che vi pan di quella mia biz,*

zarria

}

. SAGR. Dicoui r che non potrei a baslanza con parole efprimef

quanto ella mipar marauigliofa : eper quanto alprefente miJirapprefenta all'intelletto > io non credo t che il negoziopajjl

altrimenti; e volefie Dio,che tutte le dimojìrazioni de jìlofojì

bauejfer la metà dellaprobabilità di quejia . Vorrei bene per

mia interafodisfazione fentir laproua , come quelli archifo-no eguali .

SALV. La dimolìrazion e facilijjìma . Intendete ejfer tirata**

quella linea IE. Et ejfendo ilfemidiametro del cerchio CD,cioè la linea CA. doppio delfemidiametro CE. del cerchio CIfarà la circonferenza doppia della eirconferenza,& ogn'arco

del maggior cerchio doppio di ogni arcojìmile del minore : &in confeguenza la metà dell"arco del cerchio maggiore , eguale

all'arco del minore * Eperche l'angolo CEI.fatto nel centro

E. del minor cerchio , e che injìjiefu l'arto CI. è doppio del-

v l'angolo CAD.fatto nel centro A. del cerchio maggiore , al

qualefuttendeVarco CD. adunque l'arco CD. e.la metà del-

l'arco del maggior cerchiojìmile all'arco CI. eperòfono li duearchi CD* CI. eguali;e neli'ijìejfo modoJi dimojlì erra di tut-

te leparti . Ma che il negozio,quanto al moto de i graui de-

ftendenti,proceda cosìpuntualmente, io per bora non lo vo-

glio ajfermare;ma diro bene,chefe la linea defcrittadal cadète9

non e quejiaper l'appunto , ellagli efommamente projjìma ,

SAGR. Ma io Sign. dalmati vòpur bora conjìderando vn altra

co/a mirabile, e quejia è, che ,Jìanti quefìe confiderazioni , il

moto retto vadia del tutto a monte , e che la natura mai nonMoto retto Jeneferua ,poiché anco queli'zfo, che daprincipio glificon-

par del tutto cedette , chefu di ridurre al fuo luogo leparti de i corpi inte-ei io in na" grali ,quandofuffero dal fuo tuttofeparate, epero inpraua

difpqfìzione coflituite , gli vien leuato } & ajfègn.ato pur al

moto circolare .

SALV. Que/lofeguirebbe neceffariammte,quandoJìfujfe conclu-

do ilglobo terre/ire muouerji circolarmente } cofa , che io nonpretendo

Page 177: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. tòtpretendo, che /lafatta , ma follmentefi e andatofin q&}) &jt

andrà confederando laforza delle ragioni', che vengono afe'

gnate da i jìlofojìperprona dell'immobilità della terra , delle

quali quejlaprima pH'tfi da i cadenti aperpendicolo patifee kdiffcultà , chehanetefentite :. le quali non so di guanto mo-mento fieno par/è al Sign. Simplicio , eperoprima chepajfre

al cimento degli altri argomenti ,farebbe hene,cb'ei producef

fé ,fe cofa ha da replicare in contrario -

$JMP. Quanto a quefìoprimo>> confe[Jh veramente hauer fentì-

to variefoìtigliezze , alle quali non haueuopenfato , e come

clye elle migiungono nuoue, nonpoffo hauer le rifpojle così in

pronto , ma quejìoprefo dai cadenti aperpendicolo, non lb&

per de ipiii gagliardi argomentiper l'immobilità della terra >

e non so quello, che accadeva dei tiri dell'artiglierie, e ma-fimi

di quelli contro al mòti) diurno

,

$AGT{. Tanto mi deficfajìidio il volar degli vccelli , qtìàM'o mifanno diffìcultà le artiglierie 7 e tutte le altre efperienze arre-

cate difopra , ^Ma quefìi vccelli , che ad arbitrio loro vola-

no innanzi, e'n dietro . e rigirano in mille modi , e quelcb<Lj

ihiportapiu, (tanno le bore interefofpefiper aria, quelli dico

vii fcompigliano lafantafìa , ne so intendere , come tra tante

girandole e no-n ifmarrifeano il moto della terra , o cornee*

poffin Uner dietroa vna tanta velocità, ebefinalmentefupe-

ru aparecchi , e pirretebi doppi il lor volo *

£ ALV. Veramente il dubitar voji'ro non è fnzà ragion? , eforfè

-il Copernico slejfo non ne douette trottarfioglimento di fuainterafodisfazione ; eperciòper auueniura lo tacque,fé ben'

.meo nellef'ammar Maitre ragioni in contrariofu affai conci-

fo , credo per dirizza cCingegno , sfondatofu maggiori, epiù

alte contempi* zioni -, rtel modo , ebe i konipbco fi muo-uono

per l'import u/i.0 abbaiar de i picciol cani . Serberemo dunquel'injlanz-a degli vcceili in vltimo,e'n tanto cercheremo di dar

fùdisfazionc al Sign, Sirtipl. nell'altre, col mofìrargli almodj[olito , che egli fìejfo ha lefoluzioni in mano

, fé.bene nonfé

n'accorge . E facendo principio da i tiri di vola !a, fatti col

mecìefimo pezzo ,poluere,epalla,l'vnO Verfo Oriente, e l'altro

VcrJÒ Occidente, dicami qual cofafla quella , che lomuoueacredei e, che l tiro verfo Occidente (quando la rcuoluzion^*.

iiurna fujfe del ghbo terrestre ) dourebbe rmfeir piudunga

Ajfai, che l'altro verfo Leuante ,

. L Muoitàmì

Page 178: massimi sistemi del mondo

Motiiio per il

quale par che'1 tiro d'arti-

gtieria_> verfo

ponente deb-ba riufeir più

lago che quel

lo veri© le-

uance

.

Efperienza, di

vna; carrozza-

corrente--» pervedere la dif-

feréza de. tiri..

iti Dialogo fecondoSIMT".. ^Muouomi a così credere, perchè nel tiro verfo Leuan~

te, lapalla mentre,) che efuori dell'artiglieria , vienfeguita-*

daWijhjfa artiglieria ,la qualeportata dalla, terra,pur velo-

cemente corre verfo la, medefìmaparta , onde la caduta della

palla in terra vienpoco lontana dal pezzo ..All'incontro1

nei

tiro oc.ciden tale,, auanti, che la pallapercuota in terra, ilpez-

zoJìì ritirato ajjai verfo Leuante,onde lofpazio tra lapalla*

e7pezzo-, cioè il tiro, apparirà più lungo dellaltro , quanta

faràfiato ilcorfo dell'artiglieria, cioè della terrat nftempijbeamen due lepallefonofiateper aria*

SALK. lo vorrei ,. che noi trouaffimo qualche modo dìfaryvn t-*-

efpevienza chrrifpondeteial motodi qttejìiproietti, come queUla della: naue al, moto de i cadenti da alto > a baffo, , e vapeti"

v. fando la maniera*.

SAQ'H». Credo,cheprona, ajjai accomodatafarebbe ilpigliare vna'

carrozzatafcoperta , <è* accomodare in effavn balejlrone dabolzoniameza eleuaziane , accia iltiro riufcijfe ilmaflìmo di

tutù , e mentre icaualli corre/fero ,, tirare, una volta verfo la

parte doueficorrerepoivnyaltra verfo la contraria , facen-

do beni/fimo notare douefttroua la carrozza in quel mome-to di tempo, chél bolzonefiacca in terra ,fi nell-vno , come:

nell'altro- tiro ;.che cosìpotrà,vederfiper appunto quanto l'v*

no. riefee maggior dellaltro,,

SlMPo. "Farmi ', che. tale efperienza fio. moltoaccomodata ; e nonho dubbio, cbel tiro,cioe,che lofpazio tra la freccia , e douefltroua lacarrozzanelmomento,che lafreccia/ificca in terra,,

farà minore affai, quddofi tira verfo ilcorfo della carrozzar

che quadofi tiraper loppofitoSìaper e/èmpio il tiro ìnfefief-

fo trecento braccia, e'l.corfo. della carrozza , nel tempo, che il

bolzone fìà per aria, fia braccia cento , adunque tìrandoft

verfo il corfo. delle trecento braccia del tiro, lacarrozzetta ntpajfa cento, onde, nellapercofa del bolzone in terra, loJpaziotra effo, e la carrozzafarà braccia dugentofolamente,. ma-*1

all'incontro nellaltro tiro correndo la carrozza al contrari»

del bolzone , quando il bolzone harà pajfate lefue trecento

bracciale la carrozza le fua cento altre in contrariofa diflan*

za trapoBaJitrouerà effendi bracciaquattrocento ••

SALV. Sarebbec'egli modo alcunoperfar,che quejìi tirirìufcifferfr

eguali l

SIM&*. Zq fionfagrdaltrfffjiodogcbecolfar^arferma lacqrroz*

m+ Q2eJ<»

Page 179: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 163SALV* Queflojìsà , ma io domando facendo covre? la carrozza.

a tutto corfo.

S1MP. Chi non ingagliardife Varco ,nel tirarfecondo ilcorfò:ì 4poi Vindebolijfeper tirar contro al corfo .

SALV. Ecco dunque,chepur ci ì qualch'altro rimedio.Ma quan-to bifognerebbe ingagliardirlo di più , e quanta poi indebo-

lirlo i

SJMP. NelVefempio nojlro doue battiamofuppoHo, the l'arco ti-

ruffe trecento braccia,bifognerebbeper il tiro verfoil corfo in'

gagliardirlo tJì che tirajfe braccia quattrocento , e per l'altro

indebolirlo tanto , che non tirafepiù di dugento, perchè così

fvno, eValtro tiro riufcirebbe di braccia trecento inrelazio*

ne alla carrozza ,ìa quale colfuo corfo di cento braccia , che

ellafottrarrebbe al tiro delle quattrocento, eVaggiugnerebbe

a quel delle dugento, verrebbe a rìdurgli amendue al/c**

trecento*

SALV. Ma , che effetto fa nellafreccia la maggior , ò minor ga»gliardia dell'arco i

SIA1P. L'arcogagliardo la caccia can maggior velocitacipiù de-

bole con minore; e Vtfleffafreccia va tanto più lontano vntt

volta) che l'altra, con quanta maggior velocità ella ifcedMacocca Vvna volta, che l'altra.

SALV. Talchéperfar, che lafreccia tirata tantoper Yvno, quan-

toper Valtro vtrfo, s'allontani egualmente dalla carrozza—»

corrente, bifogna, che Je nelprimo tiro dell'efempiopropoflì

ella fiparte v*g. con quattro gradi di velocità, ndi altro tiro

ellafi parta con duefolamente : ma fefìadopra il medtfimo

arco da ejfo ne riceue ftmpre tre gradi ..

• SIMP, Cosi e ; eper queflo tirando con l'arco medtfmo, nel corfo

dtlla carrozza , t tiri nonpojfon riufeire eguali .

SAL V. Mi erofcordato di domandar , con che velocitàfifuppo-ne

, puf in quefla efperienza particolare , che corra la car-

rozza .

SI AJP. La velocità della carrozza bifogna fupporla di vngradoin comparazione di quella dell'arco , chtèlre ,

SALV. Si , sì, così torna il -contogiùfio . Ma ditemi , quando la

carrozza corre, nonfimuouono ancora con la medejìma ve-

locità tutte le cofé, che fon nella carrozza l

SIMP. Senza dubbio.• S ALV. ^Adunque il bolzone ancora , e Varco » e la corda +fu /.*-»

«- quale e tefo * JL 2 Cosi e%

Page 180: massimi sistemi del mondo

.,.

1 6 4 Dialogo fecondo.SIMP. Coste*

SALF. adunque nello/caricare il bolzone verfi 'ii cor/o detlzs^arrazza ,. l'arco imprime ìfuoi tregradi di velocità in vn—*bolzone,, che ne ha già vn grado , merce della carrozza , che

•ver/ò, fucilaparte con tanta velocità" loporta ; talchi ncll'v-

fair della cocca e'fi trotta con quattro gradi di velocitalo1

al-

l'incontro , tirandoper l'altro verfo, il mede/imo arco confe-

rì/ce i fvoi medefirm.trtgravdìin vn h ilzone, che.fi muove in

contrario-con vn grado, talché nelfepararfi dalla corda, nonvdireflano altim ,. che dua foligradi di velocità.. Ma già voi

fiapO'haiM^e- depo/ìa, cheperfare i titieguai'z,. infogna , che il

. bolzonefi*partavinta volta con quattrogradi yeValtra con—*

due , adunque)fenza 'mutar^arco^ X.iRejfo corfo della carroz-

s . \ za è quello? che aggiufìa lepartite , e lesperienza epoi qveUay

O&s che le figtììku coloro y che non vokficro fa non poteffero ejfer

capaci della ragione . Hora applicate quejìo difeorfo all'arti-

Scioglie lì' ì'ar*?-^ .gìienia , etroverete, che mimuafi'la terra:,.- ò Hiaferma, j tiri

«omento pre- fatti dalla medefima forza , hanno a riufeir fempre egualito dai tin d ^ : z^f -^ai£u0,r^a parte indrizzatìvt L'error.editArijtotiky'irridi.! criii ve?" : * *» i' *

fo lluaute ,«* ' 'i£h'-'^ clomeQ,di Ticonc^voJè^óyrdi'tnttigUakri^b^pmicttrt-

verfo ponea--- • qveUa>fi£à, k imLetcTat^impyefiione r che ha tevrafiia ferma.

y

t£_ • dilla quale nota, vipotete > bfapete fpogliare , ne anco qvan-. do voletefbfofare di quel che feguirekbe ,pofto che la terraJt

<-. tno-ue/Se-yè così nell'altro argomento non confidevandoi% cht^r

mentre, che lapietra efu la Torre,fa circa il muouerfiy ò non?

muoverfi, quel chefa ilglobo terre/Ire,perche hauetefijfo nel-

la mente, e lie. la terra firn ferma, > difcorrete intorno alla ca-

duta del fisfjh fempr^ mmc , fi;fi pagti/Jc dalla quiete., doveyche bfùgn&dtte ,fc. la tenta Uàfirma , il fajfo fi parte dalla,

quiete-, efbende perpendicolarmente; mafie la terrafirnvoue^

la pietra alt-refifimuove con pari velocità , nefiparte dalla?

quiete) ma. dai -moto eguale a quel della terra , col quale me*

fola il fopravegnenie ingiù , e ne compone vn trafverfale,

SIMP.. M'a Dìo àvono*} come ,fé ellafi muove trafuerfalmente. >.

la veggo io rniAn-'Vcxflretia:-nents-,- eperpeniìso'lafmentei que-

?A . Jìo-'h pvr.e vn negars.il fenforj/sanifcfio.ps:finonfidcue era-

ì v, ' Aere alfenfoper. quat aHrarpwtafi'deve entrare afilofofare t"

SALlr. Ri/petto alla terr.®rsMa.Torre:, e>anoi,,chetvttidi confer-

va ci moviamo col moto diurno infieme , con la pietra, ilmoi-

• -p

!*'

ìa diurno , ì comefé non fvffe , refiainfenfibile , refia impep^.

fattikik^

Page 181: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. |*Jtenibile, efinza azione alcuna, e filo ci rejtd tifferuabile quel

moto , del quale noi manchiamo , che,ì il venirea bafio lam-

bendo la Torre . Voi non fiete ilprimo -, the finta gran re-

pugnanza in apprender quejìo nulla operarci moto tra le co-

fé y delle quali egli è comune -

£AGR. Hora mi fouuiene di certo mio fantafìicamento , che mi

pafsò vn giorno per l'immxginatiua , mentre nauigaua nel

viaggio di Aleppo,dotte andaua Cófolo della nofira nazione, ^y® *)ta

"jJ

e

tforfèperirebtiejfer di qualche aiuto , per efplicar queflo nul- per moi|.

r

a

e

r jj

la operare del moto comune ,&

' effir, come,fi non fujfe per nulla fperare

tutti i participanti di quello , e voglio , fé così piace alSign, dei moto e».

Simpl.difiorrerfieco quello,cbe alUrafantajlicaua da mefilo, «une t

SIMP, La nouìtà delle cofi, chefinto , mifa curiofo, non -che tol-

lerante di afioliare tperò ditepure.

SAGR. Se lapunta di vnapennada fcriuere f <cbe fufiefiata mnaue per tuttala mia nauigazione da Venezia fino in Alefi

fandretta , hauejfe hauutofacuità di lafiiar vìfìbd figno di

tutto il fuo viaggioj che vejìigio, che nota 3 chelinea baurefc*

S brtfUa.lafiiatai'.

jSIMJP. Haurebbe lafciato vna lìnea diflefa ddVenezia fin U,n&perfettamente diritta , oper dir meglio , difltfa in perfetto ar-

co di cerchio , ma duuepiù, e doue meno fìejfuofa, fecondo, che

il v'affèttifujfe andato, orpiù , or menofluttuando ;ma que-

Jlo in/letterfi in alcuni luoghi vn braccio, o due, adejira, o a

finiflra, in alto, o a bafo , in vna lunghezza di molte centi-

naia di miglia,piccola alterazione hartbbe arrecato ali inti.ro

tratto della linea , fi che apenafarebbe flato finjìbile ; efinzaerror di momento fifarebbe potuta chiamar* vna paritid'areoperfitto .

&AGR. Sicbt il vero ,vero, verijfimo moto di quellapunta dipa-

na farebbe anco fiato vn'arco di cerchioperfatojquando il

moto del vajfello , tolta la fluttuazion dell'onde ~, fujfe flato

placido , e tranquillo . Efi hhauejfi tenuta continuarnea te

i >qudla mtdefmapenna in mano , efolamentef haueffì'taluol-

, ta mojfa vn dito , o due in qua, ò in là : quaValterazione ba-

rello arrecata a quelfuoprincipale , elunghijfimo tralto i

SIMP. Minore di quella, che arrecherebbe a vna linea retta, lun-

ga mille bracciali declinar in varij luoghi dall 'afiòluta retti-

.tudwe,quanto^ vn occhio dipulce

.

£AGR. Quando dunque vn pittore,nelpartirfi dalporto, hauejfi

L $ wmin~

Page 182: massimi sistemi del mondo

t€6 Dialogo fecondo€&>mnéatù}& difegnar fopra vna carta con quellapenna,e co-

tmuato-t ìtdìfegno\fino; im AUJfandretta , haurebbepotuta

eauardakmoto di quella: vninteraji'oria.di moltefigureper*

fèllamente, dintor.nàte:,.e tratteggiateper mille , e mille. verfir

cmpaejì,fabbriche, animali, &T altre cofe,fe ben tutto, il ve-

ro, realeify ejenzial'mouimentofegnato. dallapunta diquel»

lapenna, nonfarebbe, fiato altro,,che.vna ben. lunga, mafem*plicijjìma lineai.E quanto alVoperazionpropria del pittore p

llifiejjo a capelta haur.ebbe delineato , quando la. naue.fuJpL^»

fata-ferma:^ Chepoidelmoto lunghijjìmo dellapenna, nonvefiialìro veftigio, che quei trattifegnatifu là carta, la cagio»

neneìl\eJfereftatoilgranmoto,da&enezàamAcomunedélla. carta> e dellapenna?, e ditutta quello, che era ini

naue ; Mal motipiccolini* innanzi, e*n\dietroy azdeJìra >,£&'

afnifi'ra ^.comunicati dalle, dita delpittore allapenna:, e.non*

alfòglio;, per. ejjer propri/ di quella,potettero lafciarrdifeve-

, . . . fiigiofu la carta, che a tali mouimenti reflaua immobile.Così

parimente e. vero, che mouendbf la. terra, il.motà della pietra

weLvenire.abajfo:3 ÌLjìato;realmente:vn lungo, trattoci molte

centinaia >j!X anco ai moltemigliaia: di braccia, efèhauejJL^. v. potutoJegnarein. vn'aria:fìabilé , ò altrafuperficie* , iHratto

delfuo corfo, hauerebbe tajciataz vna: lunghijjimalinea.traf-

sterfalèima quellaparteditutto queftòmoto ;,cbeìcomum^*>

delfaJfo^dla:Torre,edinoi,ci.refÌainfenfbilè,eco

fujfe, efolo rimane ojferuabile quella parte, della quale, ne la

Torre , ne n.oifiamo partecipi, che è infine quello h con ch&la pietra cadendo^rmjura: la; Torre*»

$A&V* Sottilijlimo-penjìero per ejplicar quefiopunto ajìai dijficfc

elle, per ejlèt capito da molti» Hor , féilSign.. Simplicio non> vuol replicar, attiro-, pojjiàmopoffare ali

y

altre efperienze , lo

feioglìmento delle quaìt,riceuerà nonpoca ageuolezza.dall<L&

cofe dichiaratefin qui»

$£M7B. Io non:ho che dir altro, fa' era mezaaftrattoju queldije-

gno,e:fuVpenfàrey comequei.trattitirati per tanti verjì, diqua, dì tìy imsù) ingiù, innanzi, in dietro, intrecciati con~j>

centomìlatriiortole, nonfono; in ejfenza,erealì[Jìmament?~*

altro) chepezzuolidivna linea fola tirata,tuttapenvn ver/a

meàejìm&yfenzdverun'altra: alterazione,che.'A.declÌnar dal

tmtfoìdirittiffimotalùolìavnpochettinor adefrai e ajihiftra9

« BmuQuerJtla:punta dellapenna, or più velocey&orpmì tarda»

Page 183: massimi sistemi del mondo

Del Galileo T ìfjfarda, ma con minima inegualità . E considero , ehe

xnel me-

defimo modo Jifirmerebbe vna lettera , e cbequejli fcrittorì

più leggiadri, cheper moBrar lafiioltezza della mano,fenzafiaccar lapenna dalfoglio, in vnfol'inatto Regnano con mil-

le , e mille rauuólgimentt vna vagaintrecciatura > quando

fujferoin vna barea , che velocemente fiorreffe conuerìireh-

bevo tutto il moto dellapenna , che in ejfenza è vnafolaiinea.

tirata tutta verfo la mede/ima parte , epochiffìmo infleffa 9òdeclinante dalla perfetta drittezza, in vn ghirigoro , Et ho

grangufio , che ti Sign. Sagredom'babbia.de/lato quefiopen*

Jìero ipero fegutiiamoànnanzi, chela fperanza dipoterne^»

fentir deglialtrivniterràpiuMttento »

$AGR. Quando voi Ùauefìe auriofttà di fentir di Jìmili ar*

guzie ,cbenonfouuengono così a ognuno, non cene.manca- SottHieze akno , e majjime in quejiacofa dellanauigazione;enon vipar- fai inlìpide ì-

rà vn bdpenfiero quello jche mifouuennepur,nella medejì- ironicamente

ma nauigazione i quando mi accorfi,che l'albero éellamauè, <<jette,!e canate

fenza romperjt /opiegarfi,baueua fatto più viaggio son ^alc[QjQ^

aQl"-'

gaggia , cioè con la cima ,-cbe colpiede ?perche la cima ejfindo .

più lontana dal.centro della terra, che non è tipiede , veniua,

Ad hauer.defiritto vfilareodi vn cerchio maggiore del cerchio,

per il quale erapajfato ilpiedeÌSIMJK^E.cojì^uandvribuomo.cammina fa più viaggio cól ca*

pò, che co ipredi '**

£AGR. Lbauetedapervoi Beffo , e di vqfiro ingegno penetrata

btnijjimo . Ma non interrompiamo ti Sig. òaluiatt ,.

$ALV. Mipiace di veder, che il Stgn. SimpLcioJi va^ddefiran»do ,fiperò il penjìeroèfuo , t£ nonTuaimparato (da certo li"

brettodixondufioni ^douenefonoparecchialtrinon men—*vaghi, e arguti . Segue

,

r€he noiparliamo Udiartigl cria erèt-

ta aperpendicolofopra l'Orizonteicióèdd tiro verfo il nojbro /Inflanjacon-

vertice , efinalmente del ritornn :del/aspallapei\ì0efia.lmea, :tro ^ moto di

fopra liftejfopezzo, ancorché n élla lunga dimora , che ellafià "J110

.

dd}*-*

feparata dalpezzo y la terra Tbabbiaper molte miglia portato&à\ .(tir0 per_

verfo Leuante; epar, cheper tanto fpazio Mourebbe la palla pendicolare_>

cader lontana dal pezzo verfo Occidente; ilchenon^accade-; dcU'^Vrtiglie-

adunque l'artiglieriafenza ejfirfì màfia l'ha affrettata . La-> Vèm l1ouc •

Joluzione èl'ifìejfa, che quella della pietra cad.en.e dalla Tor- JgffnfffnS^re ; e tutta lafallacia , eì equiuocazioneconfìfie nel fippor mofuiindò l'~

Jèmpreper vtro qudlo che} in quifilone;perche ìauuerfario e^uiuoco»

L 4. ba

Page 184: massimi sistemi del mondo

srtf 8 Dialogo fecondo• hafemprefermo nel concetto , che lapallafiparta dalla quie»

te nel venir cacciata dalfuoco fuor delpezzo; epartirfi dallo

flato di quiete nonpub ejfier,fie nonfiuppofla la quiete delgloba

terreflre, cìm'èpoi la èoncìufione di chefi quijltoneggia; replico

per tanto , che quelli, chefanno la terra mobile, rispondono 9

(he l'artiglieria, elapalla, che vie dentroparticipano ilmede-

wtomoto, che ha laterra^ anziché quefìo infieme con lei ban-

n'eglinoda natura, e chepero lapalla non fiparte altrimenti

dalia quiete ;ma congiunta colfuo moto intorno al centro, il

quale dallaproiezione insù, non le Vienne, tolto, ne impedì"

io ;.& in talguìfafigurandoti moto vntuerfiale'fletta terra v

tjerfio Orientefiopra l'ijlejfiopezzodi continuofimantiene,finelValzarfi, come nèlfitom& ,;e ìifteffò vedrete voi accadere9facendo Vefperienza in nane divna palla tirata in su a per-

pendicolo-con vnabalefìra, là quale ritorna nelVifieffo luogo]^

muouàfi la naue,òfliaferma»" " SAGR. Que&o fodisfà benijfimo altutto * maperchebh veduto p

che il Sign,Simplicioprendegufilo di certearguzie da chiappa*

( comejidice ) ilcompagno, gli voglio domandare ,fe fiuppo-

Akra folaz*

« fi $èr b°ra, chelaTerrafiliàferma > e fiopra ejfia lartiglieria

ne alla mede- ' eretiaperpendicolarmentex e drizzata al noftro Zenit, egli hot

àraainftanza „ difficultà nejfitna in intender , che quello e ilvero tiro a per*

pendicolo , e che lapalla nelpartir/i , e nel ritornofitàper afte

darperlifleffa linea retta,intendendofiemprerimojjt tuttiglk

impedimenti efie#mf;&accMmtari/.\SIMP, Io intendo) che ilfatto deuafiucceder coslper appunto*

$AGJ{. Ma quando tartiglierìaJlpiantaJfe,non aperpendicolo^ma inclinata verfio qualcheparte-, qualdourebbe efier'ilmot&

dellapalla ? andrebbe ellaforfè r come nell'altro tiroper la~*

lineaperpendicolare,e ritornando ancopoiper Viftefifia i

$IMP. Quetìo nonfarebb'ella, ma. vficita delpezzo fieguiterebbt

ilfiuo motoper la linea retta y che continua la dirittura della

canna,fenon in quanto ilpropriopefo lafarebbe,declinar datal dirittura verfio terra .

SAGR. Talché la dirittura della canna e la regolatrice del motoProietti conti1 dellapalla : ne fuoridi tal lineaJìmuoue, òmuouerebbe, fie'l

nuano.il mo- • < pefoproprio non lafaceffe declinare ingiù > epero poJlalcL**to£ei- la linea tanna aperpendicoh,e cacciata lapalla in su, ella ritornapev

gue la direnò £0$a linea retta ingiù , perche ilmoto dellapalla dependén.»

oe del meco ^ H dallafuagranita) e ingiù per la mede/imaperpendicolare^

> 1 tkvim-

Page 185: massimi sistemi del mondo

Del Galileo r

il viaggio dunque dellapallafuor delpezzo, Corinna la dirit-fie^e coJpr?-

tura di quellaparticella di viaggio , ctie ella hafatto dentro aliC iente , men-

pezzo : nonjti così / tre con effo e-

SIMP. Cosìpare ame. ranocóguinti,

SA\}R . Borafigurateui la canna eretta a perpendicolo,e che la—»

terraJivolga in fé (ìejfa co'l moto diurno , e /èco porti Varti-

glieria-, duerni qualfarà il moto della palla dentro alla can~

na, dato cbejijìa fuoco i

SIMP. Sarà vn moto retto, eperpendicolare, ejfendo la canna-*»

drizzata a perpendicolo .

SAGR. Confidiate bene,perch'io credo, ch'e* non faràperpen di-

colare altrimenti:farebbe bene aperpendicolo ,fe la terra fìef-

feferma,perche cosi la palla no haurtbbe altro moto, che quel-

lo , che le venijfe dalfuoco . <SMa quando la terra giri , la—>

palla, che e nelpezzo, ha ejfa ancora il moto diurno, talchifo-

prauuenendole ìimpulfo delfuoco, ella cammina dalla culat-

ta delpezzo alla bocca di due mouimeti, dal compoflo dequa- r> a \

li nerifulta, il motofatto dal centro della grauità della pallat]

r,jne della_I

ejfere vna linea inclinata . Eperpiù chiara intelligenza,Jìa terra , la palla

neir artiglie-

ria eretta a_»

perpendicolo,

non fi muoueper linea per-

pendicolare ,

ma per vna in

cimata.

lartiglieria AC. eretta,

& in ejfa la palla E. e

manifeììo, chejiando il

pezzo imobile, e datogli

fuoco , la palla vfcirà

perla bocda A. & ha-

urà co'lfuo centro , ca-

lcinandoper il pezzo ,

defcritta la lineaperpe-

dicolare EA. e quella—*

dirittura andrà figuì-

tadofuor dtlpezzo,mo

uendofiverfo il vertice.

Ma quando la terra—

>

andaffe involta, & inw

•**

confeguenza [ecoportafé Vartiglierìa, nel tempo , che lapallatacciata dalfuocofi muouef]e per la canna , l'artiglieriapor-tata dalla terra

, palerebbe nel Jìto T>E. e la palla B. nello

sboccare far ebbe alla gioia D. & il moto del centro della pal-

la, farebbe fiato fecondo la linea ED. non più perpendicola-

re ma inclinata ver/o Levante} e donando ( comegià s'è con*

Page 186: massimi sistemi del mondo

Ì70 Dialogo fecondociti/o) continuar lapalla ilfuo mo foper l'ariafecondo la dì*

jrezion dtl motofatto nelpezzojl mutofigaira conforme al*

Vmclinazion della linea £cD.e-cosìnon farà altrimentiper*

pendicolare, ma inclinato verfo Leuante , verfo doue ar. cor'4

€amina ilpezzo; onde potr'àia\pallaftguire il moto.della ter*

ra , e delpezzo . Hof eccuui Sign.Simplicio, moslrato, come

il tiro , che parena .douer'effef.a perpendìcolo, non e altri*

menti* wSIMT, -lononreflo ben capace di qziejto negozio ,e voi Signor

l

Sàluìatiì

SALV. Jo ne reftoinparte; ma vi ho non sòchefcrupolojheDfo

woglia, ch'io lo fappìa fpiegare , :E mipare , che conforme aquejlo ychefiì detto ., quando ilpezzo fia a perpendicolo, eia

terrajì muoua, lapallamon i/olonon.baurebbe a ricader, co*

me vuole Ariftotile, ;e Ticone,iontana dalpezzo verfo Occi*

dente ,ma ne anco,come voletewoi,fopra il pezzo, anzi affai

lontano verfo Leuante; perchìtconfouxnejalìa vojìra efpUca*

zione,ella haurebbe due motiJìiqudlmoncordementela cac*

perebbero verfo quellaparte {dot il moto comune della terra,

theportaVartiglieria, e lapalla da GA«~ver/ò ED. & ilfuo-co , che la caccia perla linea inclinata 'BD . .motiamenduL-*

verfo Leuante,*epero fuperiori/al moto della terra..

SAGR. Nò Signore. Il moto, che porta la palla verfo -Leuante»

vien tutto dalla terra, <& il fuoco non ve ne haparte alcuna,

ilmoto, chefpìgne la palla insàì tutto delfuoco,ne vi ha che

farpunto la terra ; e che fia vero ,non datefuoco , -.che .mai

non vfeirà la palla fuor del pezzo , nepur\jì .alzerà vn ca*

pello, come ancorafermatela terra ,?edate jfuoco^ ilapallai»

fenza punto inclinarft ,-andrà$er Ma perpendicolare*, Ha*wendo dunqueìapalla due moti, vno in su , ei'altroUngiro,de' qualificompone il trauerfaU BD.l'impulfo in sii ,§.tutto

delfuoco , il circolare vien tutto dalla terra, &m quél della

terra e eguale ; e perchegli èeguaìetlapallafìmantienfempr.e

aperpendicolofopra la bocca dellartiglieria , efinalmente.in

quella ricade ; e manienendojìfemprefopra la dirittura del

pezzo , appari/ce ancora continuamentefopra il capo di chi è

vicino alpezzo ,epero cipare, ebe èlhgiujio aperpendicolo,

falga verfo il nofìro vertice.

SlMP. A me rejia vn'altra difficultà , &e y cheper éjfetfil mdfo

dellapalla nclpe^zo vèlocyjìmOinonparpoJfìbile^che in quél

momento

Page 187: massimi sistemi del mondo

Del Galileo r zjtmomento di tempo la trafpofìziom deltartiglieria da CA. in

ED. conferifca inclinazion. tale alla* linea trafuerfale CD,cbemerce di ejfa,lapallapoiper ariapojfa tener dietro al corfidella terra ..

SAGR. Voi errate in più conti ; eprima Vinclìnazion della traf-

uerfale CD. credo, chejìa. molto maggiore di quello , che voi

vi immaginate-,perche tengo*fenza. anòbio, chela velocità del

moto terrestre , non foto fitto £equinoziale, ma nel. noflr»

parallelo ancorafa maggior che quella dellapalla ,.mentre^*

Jìmuoue dentro alpezzo'Ji che linternatio CE.farebbe ajfo-

lutamete maggiore* che tutta la lunghezza delpezzo,e lindi-

ziazione della trauerfale , maggiore in confeguenza dimezzaangolo retta : max ofia poca, ojia molta la velocità delia, ter-

ra, in comparazione di queUa delfuoco , quejìanon importa,

niente, perche y fé la velocità della terra e. poca , & in confi*

guenzapoca Undinazione della trafuerfale; di poca inclina'

zione ci e anco di bifogna , perfar che la palla continui di

mantenerli\ nellafua volatafopra ilpezzo . Et infomma , fivoi attentamente andrete conjiderando, comprenderete,che il

moto della terra,cdl trasferirfica ilpezzo da C A. in ED.cÓ~

ferifce alla trafuerfale CD. quel di meno, o dipiù mclinazio--

ne, chefi ricerca per aggiuslare il tiro alfua bifogno .. ^Maerrate fecondarlamente , mentre vokfte riconofcer lafacuitàdel tener dietro la palla al motadtlla. terra, dall'impeto dei

fuoco , e ricadete ne/Terrore ,. inchepareuaefer'incorfopoca

fa il Sign. òaiutati' ,.perche il tener dietro alla terra el'anti-

chiffimo, eperpetuo motopartieipato indelebilmente, & infe-

parabilmente da ejfapalla,came da cofa terrejire,e cheperfuanatura lopojfìede, e lopojfederà inperpetuo ..

$ALV. Quietiamocipur Sign. Simplicio,, perchè ilnegozio cam-mina giuflamente così y & bora daquejio difcorfo vengo aintider la ragione di vn problema venatario di quejii imber-

tiatori , che. con l'archibufa ammazzanogli vccelliper aria ;Imberciatoti»

eperche io mi era. immaginato, cheper corre rvccello,férmafic?mQ ,*mm^~

fero la mira lontana dall'vccello , anticipando per certofpa-\x per&ayia „ ?

zio , e più, o menofeconda la velocità del volo, e la lontanan-

za delìvecello^accio, che[parando, ^7 andando la palla a di-

ritturadella mira, venijfe ad arriuav nellijiejfo tempo alme-

defimopunto, ejfa ctilfuo mata, e VvcceUo col fua valo,e così

Jl incanirafferò ,* domandando advno di loro 7fe la lorpra-

tica,

Page 188: massimi sistemi del mondo

17* Dialogo fecoftcìo

ticafu{fetale , mirifpofedi nò, ma che l'artifizio era affai

• . più facile, eficuro; e che operano rullo jiejfo modoper appun-to, che quando tirano all'vccellofirmo ; cioè , che aggiujiano

la mira alivccel volante, e quello co'l muover l'archibufo va*

nofeguitandó, mantenendogli fempre la mira adojìofin che

fparano e che così gli imbercialo , come gli altri fermi : bifo-

gna dunque, che quel moto , benché lento, che l'archibufofanel volgerli,fecondando con la mira il volo dell"vedilo,fi co*

munichi allapalla ancora, e che in ejfafi congiunga con l'al-

tro del fuoco ;fi che la palla habbia dal fuoco il moto diritto

in alto , e dalla canna il declinar fecondando il volo dell'vc-

tello tgiu/ìo, comepufborafi e detto deltiro fiartiglieria; do-

ue lapalla ha dalfuoco l'andare in alio vtrfo il vertice, e dal

moto della terra ilpiegar verfi Oriente, e di amenduefarnevn compoBo, cbejeguail corfo della terra,echea chi laguar-da apparifcafolo diandarea dritto in su , ritornando per la

medejima linea dipoi in giù . Il tener dunque la mira conti-

ttuamenteindirizza.ta\verfo lofeopofà , .cheti. tiro va aferir

giujio , £per tener la mira a fegno , fé lo feopo Bà fermo, an-

%' fc'orì'(L>e0 canna conuerrà , cheji tengaferma ; e fé il berzaglìojì

l'iattanza pre muouerà , la cannafì Urrà a fegno:co'l moto; e di qui depen-

£a da 1 tiri d'- de la propria rifpoBa all'altro argomentodel tirar con l'arti-

artigliena ver glieria al berzaglio, pojìo verfo Mezogiomo, o vtrfo. Setten-fo mezo gior-

trione ; dotte fiinfìaua , che quando la terra fi mouelfe , i tiri«io, e trainoa- • r • 1

1

n • */» ^ • ? jT »

€aaa (

! riujcirebjber tutti cojtieri ver/o Occiaente , penne nel tempo ,

. the lapalla vfeita delpezzo vaper aria alfegn&j.quetioporta-

, to verfo Leuante 7 filafcia la palla perPonente .'. Ri/pondo

dunque , domandando ,fe aggiuntata , cbejijia l'artiglieria

M fegno y e lafciatafìar così, ellacontinua a rimirarfempri^l'ijiejjòfegno , muouaji laterra, ofiiaferma ? Cmuien ri-

fpondere, chela mira non fi muta altrimenti , perche , fé lo

fcopojìà fermo t l'artiglieria parimentefià ferma f efé quel-

loportato dalla terra fi muoue, muouefi con l'ifiejfo tenore

l'artiglieria ancora, e mantenendofi la mira, il tiro riefcefem-

pregiùfio ; comeper le cofe dette di fipra è mamfejìo .

SAG'R. Fermate vnpoco.ingrazia Sig. Saturati.,,fin che io propa-

ga alcunpenjìero , che mifiè moffo intorno a qzielìi imbercia-

toti d'vccelli volanti , il modo dell'operar de' quali , credo che

Jìa qual voi dite t credo cbel'effètto,parimente fegua del fe-

tfirì'vccUloi ma non mi pargià ,. che tale operatone fìa del

tutto

Page 189: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

7

173fatto conforme a quefla de i 'tiri dell'artiglierìa , lì quali deb*

bon colpire tanto nel moto del pezzo , e dello fcopo , quantonella quiete comune di amendue : e le dijformiià mi paion—

»

quefìe . Nel tiro dell'artiglieria , effa-, e lo fcopo Jìmuouonocon velocità aguale

, fendoportati amendue dal moto delglo-

bo terre/ire j e fé ben talvolta l'effer il pezzo piantato pia

verfo il Polo, cheilberzaglio, & in confeguenza il fuo motaalquantopiù tardo-, comefatto in minor cerchio, tal differen-

za e wfe/fìbile,pcr lapoca lontananza dal pezzo al fegno i

ma n ci uro dellimberciatore il moto dellarclnbufo , col quale'

va fcgu itando Ivscello e tardiflimoan comparazion del vola

di quello ; dal che mipar che nefeguiti , che quelpiccol 'moto r

che tonferifct il volger della canna allapalla , che vi e dentroy

non pvfiuy vfcita che ella e , multiplicarfìper aria,fino alla—*'

velocita del volo ddlvccello, in modo che ejfapallafegli man-tenga fempre indirizzata ; anzipar ch'e debba anticiparla, e

tafeiar/ila alla coda: a-jgiiigncfì'

, che in quejlo atto, l'ariaper

la quale dtbbe pajfàr la palla , non Jìfuppone , che babbia lì

moto dell'vccello ; ma ben nel cafo dell'artiglieria, ejfa, el ber-

zaglw , t:l\iiria intei media partecipano egualmente il moto

vmuerfal diurno . Talché del colpire dellimberciatore crede-

rà, che ne fu/fer cagioni , oltre al fecondar il volo col moia

della canna, Vanticipai lo alquanto, con tener la mira innan-

zi, £r oltr a ciò il In ar ( com'io credo ) non con vnafolapal-la , ma con btion numero dipalline, le quali allargar/ dojiper'

aria ? oscupanofpazio affaigra>. de , & oltre a queffo » l'ejire-'

ma velocita con la qtiale dall' vfcita della cannaJi conducono

alivcctllo r

SALV. Et seco di Gzh'ntu il Volo dell'in gem ó del Sz</. Sagr. anti-• ir'

cipa, epreuitne la tardità del mio, il quale forfè hartbbe au-

UertìU quejle difparità,ma nonfenza vna lunga applicazion

di mente . Ora tornando alla materia , ci re/la no da confule-

rar' i tiri di punto bianco verfo I,<cuà"U,c verfolPon'tP^i pi i-

mi de' quali, quando la terrafimuoveIfe dourebbon riufeir Rffpofta al-

ftmpre alti fopra il berzaglió, e ifecondi baffi; auuengache le argomento

parti della terra Orientali,per il mulo diurno ?Jì Vano conti- *y

pimto bià-nvamète abboffando fotto la tangente parallela all' Orizonte, Co, Orientali,

chepero ci appari/cono le Stelle Orientali eleuarjì, & all'in- & Occkteiita-»

conirt) leparti Occidentali fi vengono alzando , onde le Stelle " 4

Oc-àdQntalì mojlrano di abbaffarfr-, epero i tiri, che fon ag-

giupù

Page 190: massimi sistemi del mondo

Soluzione ddl'inflanza pre-

fa da i tiri ver

fo Leuante , e

verfo Ponete.

I legnaci del

Coperti. trop*

pò largamen-

te annettono,

come vere al-

cune propor-

zioni a(ìfaidub

foiofe

.

*74 Dialogo fecondogiùflati fecondo la detta tangèie allofeopo Orientale ('il qual

mentre la- palla vien perla tangente fi,abboffa ) doutrebber

riufeir' alti , egli Occidentali baffi, mediante l'jilzamento del

berzaglio}mentre lapalla correperla tangcnie;la nfpojla ìfì-

mde all'altre > perchè fi come lo feopo Orientaleper il moto

[della terrafi va continuamente abboffando fatto vna tan-

gente , cberejìafe immobile ; così anco ilpezzoperla medefi-.ma ragionefiva continuamente inclinando , efeguitando di

rimirarfmpre Vijìejfofeopo ; onde i tiri ne rie/con giufii .

xlMa qui mi par' opportuna occafione di auuertir .certa lar-

ghezza , che vienfatta forfèconfouerchia liberalità da i fe-

guàci del Copernico allaparte auuerfa;dicodi concedergli,co-

meJicure , e certe,alcune esperienze , che gli auuerfary vera*

mente non hanno maifatte; come v.g. quella dei cadenti daUìalbero della naue , mentre e in moto , & altre.molte ; tra le

quali tengoper fermo , che vnafta qitejìa delfarproua ,fé i

tiri d 'artiglieria Orientali rie]cori alti, egli Occidetali baffi; e

perche credo , che.non riabbiano maifatta ,, vorrei che mi di-

ceffero qual dmerfità e' credono, chefi dourebbe feorgere tra

i medejìmi tiri,poJìa la terra immobile, òpojiala mobile; epet

loro rifponda adeffo il Sign.. Simpl.

SIMP. Io non mi voglio arrogere~di rijponder cosìfondatamen-

te , come forfè qualche altro più intendente di me ; ma diri*

quello , chepenfo così aliimprouifo > che rifionderebbero ; che

f in effètto quello , chegià e fiato prodotto*; cioè, che quandola terraJimoueffe,i tiri Orientali riufeirebberfempre alti} te) e,

dolendo , comepar verifimile, muouerfi lapallaper la tan-

gente >

$ALV. Ma s'io dicejjì, che così fegue in effetto , comefarejle a fe-

prouareil mio detto ?

SIM \P, Qonuerrebbe venir1

all'efperienzaper chmrirfene ,

SALV, Ma credete voi , cheJi trouaffe bombardier così pratico f

chetoglieffe a dar nel berzaglio ogni tiro , nella diffama v*g,

di cinquecento braccia (

SIMP, Signor no ; e credo , chenon farebbe alcuno per efperto ,

chefujfe , che Jì prometteffe di non errar ragguaglzatamente

più d'vn .braccio ,

SALV, Come dunque ci potremmo con tiri cosìfallaci offcurar*

in quello , di che dubitiamo i

$IMP. ÀJotremmQciaj/rtcurar'm due mcd.;l\no co'ltir^r molli

tirìi

Page 191: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 175tiri ; e l'altro , perchè ?i/petto allagran velocità del moto della

terra la, deuiazion dallo fcopo ,. farebbe per mioparer gran-dijjima .

SALI . Kjì\\ndiffìmar cioè affaipiù dyvn braccio , già che il varia*

di tanto?& anco dipiùji concede , cheaccafcbi ordinariame-

te anco nella quiete delglobo terre/ire .•

SIMp. Credo fermamente > che la variazion farebbe ajfai mag~giore ~

SALi^. Hor voglio , ehepernoffroguflofacciamo così allagroffav tipoco di calcolo rfe così vipiace , che cifruirà anco ( fé il

computo batterà, come/pero) per auuertimento di non.fé ne

andar in altre occorrenze r comefi dice > così falcimenteprefo

allegrida y e porger lajfenfy a tutto quello 7 . cheprima ci firapprefenta allafontafta . Eper dare ancora, tutti ì vantag-

gi a i "Peripateci, e Ticonici,voglio,che cifiguriamo efferfotto

• lEquinoziale per tirar con vna colubrina di punto bianco

verfo Occidente al berzagliofn cinquecento braccia di difì'an-

za . Prima cerchiamo così ( come ho detto ) a vn diprejfb >

quantopuò effere iltempo nel quale lapalla vfeita dalpezzogiugne alfegno ; chefappiamo ejfer breuifjimo , fòt aljicuro-

non epiù di quello nelquale vnpedone cammina duepaffiy e

qutjto e ancor manco di vn minuto fecondo d'bora ,perche

pofioy. cheti pedone cammini tre migliaper bora y chefonobraccia nouemila , ejfendo che vnhora contiene tremila—*

feicento minutifecondi , vengono afar/Un vn fecondo paffìdua, e mezOy vnfecondo dunque èpiù , che il tempo del motodellapalla . Eperche la riuoluzion diurna è veniiquattr'bo-

re y l'Orizonte Occidentalefi alza quìndici gradi per bora ;

fioe quindici minutiprimi di grado,per vn minuto primo di

bora;cioe quindicifeóndi digradopervn feudo d'hora;eper- ~. . ,'.

che vnfecondo e il tempo del tiro, adunque in qutjto tempotfi quanto ; tir i

alza l'Orizonte Occidentale quindicifecondi di grado , e fa- d'artiglieria-»

io ancora il berzaglio : quindici fecondipero di quel cerchio , dourebbero

del quale il femidiamttro fia di braccia cinquecento-,{che fcf-iuanardal fe«

ta/t epolio effer la lontanaza del berzaglio dalla colubrina.)5noJo- deliaci

}iorguardiamo nella tauola de gli archi , e corde ( che ecco tara..

qui appzmto il libro del Copernico) qualparte e la corda di

quindici fecondi dtlfemidiametro, chefia braccia cinquecen-

to ; quifi vede la corda di vn minuto primo effer manco dì

trentaparti di quelle , che il femidiametro>e centomila >adun^

Page 192: massimi sistemi del mondo

17 £" Dialogo fecondoquc delle mede/irne la corda di vn minutofacondo farà man*CO di mezo } cioè, manco di vna parte-,di quali il femidiametrO

Jìa dugentomila,eperb la corda di quindicifecondi,farà man-• co di quindici delle mede/ime dugentomila parti ; ma quello ,

* - •> che di dugentomila è manco di quindici) è ancorpiù di quello,

che di cinquecento e quattro centefìmi, adunque Valzamento

delberzaglio nel tempo del moto della palla e manco di quat-

tro centefimi,cioè di vn venticinque/imo di br'accio -far'a dun-que circa vn dito ; & vnfol dito in conferenzafarà lofua-

rio diciafeun tiro Occidentale , quando il moto diurno fufiedella terra'} Hora s'io vi dirò, che quefio fuario ctfeitiuame-

te accade in tutti i tiri ( dico di dar più baffo vn dito di quel

che darebbonOffe la terra non fi moueffe ) comefarcfle Sign.

Simplicio a conuincermi, moftrandomi con refperienzc ciò

non accadere l non vedete voi, che non è pojjìbile ributtarmi,

feprima no trottate vna maniera di tirar a fegnò tanto efat-

ta ,che mai non s'erri d'vn capello ?perche -mentre, che i tiri

riufeiranno variabili di braccia , come de facto fono, io diro

fèmpretche in tiafebeduno di quellifuarij vi e contenuto quel-

lo di vn dito cagionato dal moto della terra

.

SAGR. 'Perdonatemi Sign. Salutati : voi feti: troppo libcrateper*

Con **ra» fot-' c e l0 ^/m a *

£*tripateci , che 'quando bene ogni tiro inuejlijfc

tigl.iezza fi mo ' il centro fleffo del berzaglio , ciò non contrarierebbe punto al

ftra, 'che porto moto della terra; imperocché i bombardieriJìfono efercitati-

li moto dalla fempre in aggiuflar la mira al berzaglio, & hannofatto Li—>£

"rra

-.f ., -a^Cì" pratica di mettere il pezzo a fevno in modo , che ci dien den-

alienano de- f \ J ó ,'-/•; n r r«e variar più, trottante il moto della terra ; e dicoy chefé la terra fifermaj-

che nella quie fé i tiri non riufeirebbon giujli ; magli Occidentali riufeireb-

«& - hon baffi i & alti gli Orientali ; hor conuincami il Sign. Sim-

plicio »

SALK Sotùglkzz-6 degna del Sign , Sagredo * Ma habbiafi a ve-

dere qucjht variazione nel r^oto , o nella quiete della terra «

Contiiciie ef- nonpotendo ella ajpr ,fe nonpicsoUflima* nonpiidfe non ri-

fa molto cau- maner fommerfa nelle g'MttdiJfimg > ch'i per molti accidentito nel conce- continuamente accafeano -, È tutto quefìofìa detto , e conce*i ci pe

^fx

^~f duto per buona mifura ai Sign. Simplicio , efoto per auuer--

a quelli 3 che- timenio di quanto bijFogni andar

t

cauto nel conceder, com<Ls

snai non l'hir vere molte efperienzt <$ quelli > che mai non Ihannofatte, ma-so*) fatte , animofamente leproducono ,

quali bifogneribbe , chefufero»

perfèrur/alla caufa loro : dico, che quello fidà per giunta al

Sten*

Page 193: massimi sistemi del mondo

Del Galileo : 177$ìgn. Simplicio,perche la veritàfcbietia e , che circa gli ejfèti?

diquefiì tiri,il medefimo deue accaderepuntualmete tanto nel

moto, quanto nella quiete delglobo terre/Ire:ficome accaderà F.Cpcùcnzz, e

di tutte l'altre efperienze addotte , e che addurfipojfono; lt^> *|glom cótro

qualijntanto hanno nelprimo afpetto [qualchefembianza di ^^imantevero , in quanto l'antiquato concetto dell'immobilità della—* apj-arifeono

terra ci mantiene tra gli equìuoci . concludenti ,

SAGR. Ioper laparte mia rejlojìn qui Jbdisfatto apieno, <£T ìn~ in quanto ci

tedobenijfimo, che chiunquefi imprimerà nella fantafia que~ ^ng°no u

f-f

Jlageneral comunicanza della diurna conuerfione tra tutte le * **

toft terrejìri , alle quali tutte ella naturalmente conuenga,\in

quel modo,cbe nel vecchio concetto flimauano conuenirgli la

quiete intorno al centro ,fenza veruno intoppo di/cernerà la

fallacia , e l'equiuocazione , che faceua parer gli argomenti

prodotti ejfer concludenti » Re/lamifilamente qualcheferzi»

polo , come di /opra ho accennato, intorno al volar de gli Ver-

celli ; i quali, bauendo come animati/acuità di muouerfia lo?piacimetodi cetomila moti,e di trattenerfifeparati dalla terralugameteper aria,e qui con difordinatijfimi riuolgimenti an~dar vagando , non rejlo ben capace, come tra fi gran mefeo-lanza di mozamenti , nonfi babbia a confondere , efmarrir*ilprimo moto comune ; & in qual modo,ref?ati , che nefienofpogliati, e* hpojfano compensare , e ragguagliar co'l volo , etener dietro alk Torri , & agli alberi, che di cor/o tantopre*lipitofofuggono verfo Leuante, dico tanto precipitofo , cbt~*nel cerchio ma/fimo del globo epoco meno di mille migliaperbnra,delle quali il volo delle rondini non credo, che nejaccUcinquanta .

$ALV. Quandogli vccelli hauejero a tener dietro al corfo de glialberi con l'aiuto delle loro ali /farebbero frefehi ; e quando e*

venijfrpriuati dell' vniuerfal conuerfione , refierebbero tan-to in dietro , e tanto furiofo apparirebbe! il corfo loro vevfbPonente, a chiperogli potejfe vedere, chefupererebbe di affaiquel a*vnafreccia ; ma credo , che noi non glipotremmo Scor-gere, ficome nonfi veggono lepalle d'artiglieria, mentre cac-ciate dallafuria delfuocofeorronper aria; ma la verità e cheil moto proprio degli vccelli , dico del lor volare , non ha chefar nulla co'l moto vniuerfale , al quale ne apporta aiuto , nedifaiuto : e quello , che mantiene inalterato cotalmoto ne gli

1 vestili,* Xariajlejfa,per la quale e' vannovagando , la quali

M -figui*

Page 194: massimi sistemi del mondo

* 7 5 Dialogo fecondofluitando naturalmente la vertìgine della terra,ficarne con-duce /eco le nugole, cosìporta gif uccelli , & ogn'altra cofa ,

che tn ejfaji riirouàffependente ; talché , quanto al feguir la

terra ,gli uccelli non v'hanno apenfare}eper quejloferuiziopotrebbero dormir fempre

.

SAQR. Che Variapuffo condurfeca le nugole , come materiefaci*

Lf/imeper la lor leggerezza ad effer moffe , e come fpogliati^j

d'ogn altra mdin'àzìòne in contrario; anzipur come materiepartecipanti effe àncora delle condizioni , eproprietà terrene t

Capifco ìofenza difficulià veruna ; ma che gli vccelli , che perejfer animati pò(fon muouerfidi moto anca contrario al di-

urno , interrotto,che l'habbiano, l'aria lo paffa loro reflituire,

mipar.e alquanto dureito , e mafjime , chefon corpi folidi , e

gratti ;enoi, come difopra s'è dettotl veggiama ifafft, egli al-

tri corpigrani rejìar contumaci contro all'impeto dell'aria ; e

quando pureJìlafc'mafuperare , non acquijlano mai tanta

velocità, quanto il vento, chegli conduce ..

SALV. Non diamo Sign. Sagr.fipocaforza all'aria mojfa, la

quaVìpotente a muouere, e condurrei nauiljben carichi, &.:. a sbarbar le felue , e rouinar le Torri, quando rapidamente

ellafi minuè ; ne però in quefiefi violenti operazioni fi pub\.. dire ,. che il moiofuofia agran lunga così veloce , come quello.

della diurna, reuoiuzìone .

SIMP. Ecco dunque, che Varia mojfa potrà ancora continuar1

il

moto-a iproiettìy confórme alla dottrina d'Ariflotile, e ben mipareua slrana cofa, che egli hauejfe hautoa errare^n quefta

. particolare.

SALV- Potrebbe fenza dubbio , quando ellapotefjè continuarlo

in fé jìvjfa , maJt come ceffata il vento x ne le naui. cammina-no i nìgli alberi fi [piantano , così nonficontinuando il mo-

to nelVaria, doppo che lapietra è vfeita della mano , eferma-

toci-il braccio , rejia , che altrofia , che l'aria quel che fa muo-uer ilproietto,.

S1MJP* E come ceffata il vento , ceffo, il moto della naueì anzifivede , chefermato fi vento, £r anco ammainale le vele,il vaf-

felio dura afeorrer le miglia intere ..

SALV. ^Ma quejìo è contro di voi Sign. Simplicio, poichéferma-

ta l'aria , che ferendo le vele conduceua il nauilÌQy ad ogni

mòdofenza Vaiuto del mezo ei continua il corfo .

S1MP.. Sipotrebbe dìre;chefuffe l'acqua il mezo, che conducefse la

&me 3 elemmtenefse_ilmQtQ*. Totr^

Page 195: massimi sistemi del mondo

Del Galileo; 279SALV. Potfebbefiveramente dire ,per dir tutto Voppofito del ve*

ro;J?ercbè la verità è , che Vacqua , con hfitagtàn\efiMenzaali\t'fer'aperta dal corpo del vajfdlo , congran fornito gli co

- trofia , negli la/eia concepir'agraripezzo qutila velocita, che

il ventogli conferirebbe, quando i ofìaioìòddVacqua non x&

fujfe : Voi Sign. Simplicio non douete mai bauerpojìo mente,con qualfuria l'acqua venga Hrifcianào intorno alla barca,

mentre ella vdocementeJpmta da i remi , o dal vento,forreper Vacqua /lagnante; che quando voi baue/ie badato a v>i—*

tal'effètto , non vi verrebbe bora inpenfiero di produr jìmilvanità \ e vb comprendendo , che voifiatefin qui fiato del

gregge di coloro, cheper apprender comepaffinofimiti negozjt

e per acquifiar le notizie degli effetti di natura e' non vada*no su barche, h intorno a baie/ire, e artiglierie , mafi ritiranoinfìudio a fcartabellar g*in dici , e i repertoriper trouar , fiArijiotile ne ba detto niente , & affìcurati, chefifono del ve-rofenfo del tejio , nepiù oltre defiderano , ne altro Rimano ,

j . ebefaperfe nepoffa , v ,4

SAGR. felicitàgrande,e da ejfer loro molto inuidìata ;perche, fiil fapere e da tutti naturalmente de/iderato , efi tanto e l'efi

fere quanto il darfiad intender d'cjere, e,fjigodono di vnben de eT gff^

grandijfimo, epojfon perfuaderfi d'intendere, edifapertut- mui^^d!te le cofi, alla barba di quelli

t cbe conofeendo di nonjaper quel quelli che fi

cb'e' non fanno , ij in confeguenza vedendofi non fapcr ne P er^'-Jonodi

anco vna ben mmimiffimaparticella dellofcibile,s'ammazza- Nsrfe-« °S ni

no con le vigilie, con 'le contemplazioni , efimacerano inior-COia *

no a efperitnze, & ofieruazioni . Ma digrazia torniamo anojiri vccdlnnelpropofito dt quali voi baucuidetto,cbe l'aria

mofa congrandyfima velocità polena loro rcjlituir quelli-^parte del mouimento diurno , che tra glifeberzi de ior volipoteftro batterefmarrita ;fopra di che io replico , che l'aria

mojfa, non par chepòfa conferire in vn corpofolido, egranevna^ velocita tanta

, quanta eia fuapropria ; eperchè quelladdl'aria e quanto quella ddla terra,nópareua,che Variafujfebafiate a rifiorar'il danno della perdita n el volo degli vccelli.

SALI/, lldfcorfo vojlro ba in apparenza molto delprobabile, &il dubitar apropofho non è da ingegni dozinali ; tuttauiaUuaiane

l'apparenza, credo^ che mfijknza e non habbia vn

pi io più dtforza , che gli altri già confederati , efciolii .,

SAGR. h r. on t dubbio alcuno , che quando e. nanfa eonclvden-*

5, JVl z tene-

Page 196: massimi sistemi del mondo

Si rifolue Pareomento pre-

io dal volar

de gì* vccelli

contro al mo-to della terra.

Efperìenza e&la qual loia fi

moftra la nul-

lità di' tutte le

prodotte con-

tro al mot©steli* terra.

1 8 o Dialogo fecondote necejfarìamente,la fiua efficacia non può efief\ fi non nuUla ajfilutamente , perche, quando la conclufìoneè necejfaria-

mente in quejlo modofilo , nonfipuò produr per l'altra^»

parte ragion che vaglia .

S^éLF. L'hauer voi maggior difficultà in quesla , che nell'altre

infìanzSjparea me, che dependa dall'ej/èrgli vccelli anima-ti^poterper eia vfarforza a lorpiacimento contro alprima'rio moto ingenito nelle cofe terrene; nel modo appunto7 chzsgli veggiamo mentrefon viui volar'anco all'insù , moto im-pof/ìbilead efifì comegraui ; doue che morti nonpojfon ,/e nocadere a baffo ; eperciò fìimate voi , che le ragioni, che hannoluogo in tutte leforti de iproietti detti difopra , nonpoffano>

bauerlo negli vccelli ; e queJì'è verffimo , eperchè è vero ,pe-

rò nonfi vede Sign. Sagredofare a queiproietti, quekbefan-

no gli vccelli > chefi voi dalla cima della Torre lafierete ca-

dere vn'vccel morto, e vn vivo , il mortofard quell'ifteJfo,cbt

fa vnapietra ; cioèfiegviteràprima il motogenerale diurno, e

poi il motoabajfo, comegraue;mafe l'vccello Inficiatofarà, vi-

tto, chigli vieta , che rejlandoJempre in lui il moto diurnoy e*

nonfigetti ca'l batter le ale verfio qualparte dell Qrizontcspiùgligiacerà i e quejlo nuouo moto , comefiuoparticolare, t

non participato a noi}cifi deuefarfenfibile;e quando e' sifia

ca'lfiuo volo mojfio verfio Occidente, chiglì ha da vietare , che

ton altrettanto batter dipenne , e* non ritorni in su la Tor-

re i "Perchefinalmente lofipiccar'il volo verfio Ponente, no»

fu altroché vn detrar dal moto diurno,cbe ha v.g.diecigradi

di velocitàjVn fiolgrado, ondeglie ne rimanevano noue men*

tre volaua , e quandofifiujfepofato in terra, gli ritornavano

i dieci comuni ; a i quali co 7 volar verfio Levante , pò*

teua aggiugnerne vno, e con li vndici ritornar fu la Torre

,

Et infomma , fi noi ben confedereremo , e più intimamente

contempleremo gli effètti del volar degli vccelli non diffèri»

ficono in altro da iproietti verfio tutte leparti del mondofial-

un, che nelVejfer quefii moffida vnproiciente eJterno,e quelli

da vnprincipio interno . E quiper vltimo figillo della nul-

lità di tutte le efperienze addotte, mi par tempo , e luogo di

moftrar* il modo difperimentarle tuttefiacilijjimamente . Ri-

fierrateui con qualche amico nella maggiore fìanza, cbejìa-»

fiotto coverta di alcun gran nauilio, e qviui fate d'bauer ma-

fiche,farfalle* eJìmitianimaletti volanti ijtauì anco vn gra&vai*

Page 197: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 1S1&afo d'acqua, edentroui depefceiti'->fofpéndajf anco inatto

qualchefecchiello , che a goccia , a goccia vadia -vzrfando del-

l'acqua in vn altro vafo di angiifia bocca , chefapòfio a baf-

fo ; eJlandoferma la nane offeruate diligentemente , com<L~*

quelli animaletti -volanti conpari velocità vanno verfo tutte

le parti della fìanza ; ìpefcifivedranno andar notando in-

differentementeper tutti i verfi , le Jiille cadenti entreranno

tutte nel vafo fottopofìo ; e voigettando all'amico alcuna co-

fa, nonpiùgagliardamente la [dovretegettare verfo quella.-*

parte , che verfo quejìa , quando le lontananze fieno eguali ;

efaltando voi, comefidice, apiegiunti, egualifpazìjpaffere-

te verfo tutte le parti . Offeruate , che haurete diligentemente

tutte quefìe eofe ; benché niun dubbio cifìa, chementre il vaf-

fello Uàfermo non debbanofucceder così)fate muouerla na«

uè con quanta fi voglia velocità : che (pur che ilmotofìa—»

vniforme , e non fluttuante in qua , e in là) voi non ricono-

fcerete vna minima mutazione in tutti li nominati effetti', riè

da alcuno di quelli potrete comprenderfé la naue camminat ò

pure fìàferma . Voifaitandopafferete nel tauolato i medtjì-

mi fpazv, cheprima; neperche la nauefimuoua velocijfìma*

mente,farete maggiorfitti verlo la poppa , che verfo laprua,

benchénel tempo, che voi fiate in aria, il tauolatofottopoftoui

forra verfo laparte contraria al vojlrvfalto ; egettando al-

cuna cofa al compagno, non conpiù forza bifognerà tirarla.

per arriuarlo ,/e egli farà verfo laprua , e voi verfopoppa ,

chefé voifufefìtuatiper l'oppofito : legocciole cadranno , co-

meprima 'nel vafo inferiore , fenza cadérne pur vna verfa

poppa , benché , mentre la gocciola eper aria , la naue forramollipalmi ; i pefci nella lor'acqua, non conpiùfatica note-

ranno verfo la precedente , che verfo lafuffequente parte del

vafo; ma conpari ageuolezza verrano al cibopòfio su qual-

fiuoglia luogo dellorlo del vafo ; efinalmente lefarfalle , e le

mofcbe continueranno i lor voli indifferentemente verfo tut-

te leparti ; ne mai accaderà, chef riduchino verfo la parete ,

che riguarda lapoppa, quafì, chefuffero (Iracche in tener die-

tro al veloce corfo della naue , dalla quale per lungo tempo

trattenendoliper aria,faranno fiatefparate; efeatb. velan-

do alcuna lagrima d'incenfo fifarà vn poco difumo,vedraf-fiafcmdef in alto, <£? agufa di nugolctia tratteneruiji -, e in-

differentemente muouerfi , nonpm verfo quejìa , che quella

M 3 pane;

Page 198: massimi sistemi del mondo

1 % %.

.

Dialogo fecondojtarJe : f <# f»fto queRa corrifpondenza d'effetti ne e cagione

l'effluii moto della naue comune a tutte le cofe contenute inejja, ér all'aria ancora , cheper ciò di//ìio, chefifieffefitto co~

uerta ? che quandofiJleffe di/opra , e nell'aria aperta 3 e nonfèguace del corfo della naue , differenzepiù , cmen notabilifivedrebbero in alcuni degli effetti nominati , e non e dubbio ,

che ilfumo rejìenbbe in dietro, quanto l'ariafleffa^ le mofcbt

parimente , e lefarfalle impedite dall'aria non potrebber fé*guiril moto della natte , quando da eflaper fpazio affai nO"

tabileJìfepar'afferò , ma trattenendoti^ vicine,perchè la na~

ueJìeffa,come difabbrica anfrattuifa , porta fecoparte deU. l'ariafuaprojjìma tfenza intoppo ,òfaticafeguirebbon /<*—

»

naue;eperjlmil cagione veggiamo tal volta nel correr la pò*

Jìa, le m.ofche importune h e i tafanifeguir i caualli , volando-

gli bora, in quejlay& bora iti quellaparte del corpo ; ma nelle

gocciole cadenti pochiffimafarebbe la differenza ; e ne ifatti)*

ne iproiettigraui del tutto impercettibile ..

$AGR. QueBeofferuazioni, ancorché* navigando,non mista ca*

duto in mente\di farle apofia, tuttauiafonpiù che. sicuro,che

fuccederan.no nella maniera racsontata ; in confermaziomsdi che mi ricordoaffermi cento volte trouato,effèndo nella miacamera a domandarfé la naue caminaua , òjiauafermale tot

volta eflendo foprafantasia. } ho creduto , che ella andaffepet

vn verfi r mentre il moto era al contrario . Per tanto io sin-

qui reflo fodisfatto j e capacijjìmo della nullità del valore d»

tutte l'efperienzeprodotte inprouarpiù laparte negatiùa—> p,

che Xaffirmatìua della conuersion della terra. Resia bora l'in"

Jlanzafondatafui vederper efperienza, come una uertigine

uelose hajacuità di efìrudtre , edijfftpare le materie aderenti

alla machina , che uà in. uolta ; per lo che pareua. a molti % &*

anco a 'Tolomeo , che quando la terra si rigiraffe in JèJleffà—»:

con tanta uelocità , ifajjìy egli animali doueffero effèrjcaglia^

tìtierfo le Stelle , e che lefabbriche non poieffero con sì tenace

calcina effefattaccate ai fondamenti) che ejse ancora. nonpa*tiferò un tale eccidio

.

BALV. Prima , che venire allofcioglimento diquefiainftanza—> p

nonpoffb tacer quello che mille volte ho offeruatoye nonfenz&tifo, cadere nella mente qua/idi tuttigli huomini t nelprimo*

motto , cbefentono di queflo muouerfi\la terra , creduta d&loro talmentejìffa; & immota, che nonfolamente ditalquk^

te mai

Page 199: massimi sistemi del mondo

Del Galileo 7 1S3tfe mai non hanno dubitato, mafermamente credutot_

che tut-

tigli altri buomìni in/teme con loro Yhabbiauo /limata crea-

ta immobile, e tuie mantenuta/i in tutti ifecali desàr/t ; efer-

mati/? in quejlo concetto,fìupifconopoi nelfeniire , che.alcu-

no le conceda il moto, quafiche, dopo hauerla egli tenuta im~

mobile,fciocc-amentepenfi'alt'bora, e nonprima ejfeì\fi ella-* „,

mejfa in moto, quando Pitagora , a chi altrofifup.ilprimo , alcuniche pf-a dir che ellafi muoueua. fiora, chetalefioltiffìmo penfiero mano Ja terra

.(dico di credere ebe quelli, ebe ammettono il moto.della terra , eiierlì comin-

Ihabbiano prima credutajìabile dallafua creazione fino al ciaca àmuouc

tempo di Pitagora , efolofattolapoi mobile , dopo ebe Tifa- ~J*° ^/ c"*

gora la filmò tale ) troui luogo nelle menti de gli huomini cj§ àdfrerchevulgati, edifenfo leggiero, io non me ne marauiglio ; ma che ella fi «ioue«

gli Arinoteli , e i Tolomei siano efsi ancora incorfiin quefìa ua~*

,

puerizia , mipar veramente affaipiùJlrana , & inefcufabil

femplicità . .

'

SAGR. Adunque Sig.Salu. voi credete ebe Tolomeo penfajfe di.

douerMfputando mantenerla{labilità della terra contro a—»

buomini , li quali , concedendo quella efferefiata immobilefi-no al te npo di Pitagora , aliborafolamenteaffermajfero ef-

ferfi ella fatta mobile , quando ejfo Pitagora le attribuì il

moto Ì

%ALV. Honfipub credere altrimenti , fé noi ben confideriamo Umaniera co 'e tiene in confutare il detto loro ; la confutazione

del quale confile nella demolizion dellefabbriche, e nellofca- Arift.e Tolo~gliamento deliepietre , de gli animali , e de gli huominijlefsi meo par che

verfo il Cielo : eperchè tal rouina , e sbaleftramento , nonfi confutino la

puòfare di edifizy,edi animali, cheprima nonfieno in terra, ^bilìxì dei

ne in terrapoffono collocarfihuomini , efabbricarfiedifizy , ^hi^hà^fTefé non quando dia fleffeferma , di qui dunque e manifejio , creduto , cheche Tolomeoprocede contro a quelli , che bauendo per alcun eflTendo ella—»

)ttmpo concedutola quiete.alla terra, cioè all'hjra, chegli ani- ^at? lungo té.

mali, le pietre,e i muratori potetterdimorami , e fabbricaci ?°- crnì?'

co *

Palazzi, e le Citta, la fannopoiprecipito]amente mobile alla muouf»-fi al té

rouina,edi(lruzione dellefabbrichete degli animali,^e- Che podi Pirag,

quando egli hauejfeprefo ajfunto di difputar controa chi ba-

itefé attribuito alla terra tal vertigine dallafua prima crea-

zione , Vbaurebbe confutata co'l dire , chefé la terrafifùfftsfempre mojfa , mai -non fifarebbepotuto coflituir'in eff'a , ni

fiere, ne huomini, nipietre,e molto meno fabbricare e.difìzijt

efondar Città &c. %^\1 4 Non

Page 200: massimi sistemi del mondo

i #4 Dialogo fecondoSIMT*. Non refio ben capace di quefia Ariftoielica> e Tolemaica

fconueneuolezza .

&ALV. Tolomeo, barguifce contro a quelli rchthannofilmata la

terra mobilefempre; b contro a chi hafilmato, che ellaJìafia-taper alcun tempoferma > e chepoifi t mejfa in moto. Se con-

irò aiprimi doueua direna terra no fi e mojfafempre, perche

mai nonfarebberofiati huomini,ne animarne edifizij inter-

ralopermettedo loro la terre/ire vertigine il dimorarui.Magià che egli argomentando dice la terra nonfi muoue,perchèlefiere^gli huomini, e lefabbrichegiàpofie in terra precipite*

rebbono,fupponela terra effeifi'ima volta- trouata in tal^r

fiato, che habbia ammeffo allefiere ,,e aglihuomini il dimo-

rami, e'lfabbricami ; il chefitira in confeguenza l'efierefia-

ta ella alcun tempoferma , cioè aitaalla dimora degli anima"

li, & allafabbrica de gli edifizij * Refiate noi bora capace di

quanto io ho uolutodire }:

S1MP. TieBò) e non refio : ma quefiòpoca importa al merito del*

lacaufa fnè un erroruzzo di Tolomeo , commefio per inau-

uertenza,può ejfèr bafiante a muouer la terra , quando ella,

Jìa immobile:. Ma lafciatiglifcherzi, uengbiamopure al net"

no dellargomento,, che a mepare infolubile ..

&ALV. Et io Sign. Simplicio lo uoglio ancora annodare, efiri-

gner da uaMaggioco'l mofirar ancorpiù fènfatamente,còme

fia uerOfChe i corpigrauigirati conuelocita intorno a un cen-

trofiabile acqui/ianoimpeto dimuouerfiy aUonianandofi daquél centro, quando ancere-fieno inflato dibauerpropenfio-

ne di andarui naturalmente leghifiin capo di una cordaunfecchiellodentroui dell"acqua, e tenendo forte inmano l'altro

La Tertigìne capo, e fatto femidiametro la corda , e lbraccior e centro la

veoc« ha fa- fnodatma della JpaUa?facciaJÌandare intorno uèlocemente'eulta, di e

*J

r"^ ji uaf ,fi che egli defcriuala circunferenza di un cerchio, il

pare»'* ' quale ,òfidparallelo^ aWOrizOnte',bfiagìi erettolo in qualfi-

uoglia modo inclinatoy in tnttiicasifeguira, cbeVacquanoneajcherà fuoridel uafo; anzi colui , che logira fentiràfirn*pre tirar la corda,efarforza,per allontanarsipiù dallafpaUla ;efe nelfondo del fecchiellofifarà vnfòro)fivedrà lofi"

qua zampillaryfuori non'meno verfo il Cielo>,che lateralmen-

te, e verfo la terra ; efi in cambio d'acquafimetterannopie*

trozze, girando neWifìefio modofifentiràfar loro Vìjleffk-v

jwzaGWfmatfoewd#y efinalmenU fiveggono*fanciulletixa.WW9VMr

Page 201: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

T

i$ftirar' i/affiingran lontananza, co'l muouer* ingiro vnpez*di canna, in cima della quale Jìaincajìrato ilfajfo; argomen-ti tutti della verità della conclusone , cioè , che la vertigineconferi/ce al mobile impeto verfo la circonferenza, quando il

motofìa veloce : Eperchè, quando la terragiraffe- infejtej3at

il moto dellafuperjicie, e majjime verfo il cerchio mafftmo,co»

rae incomparabilmente più veloce, che i nominati , dourebbc'

eftrudef ogni cofa contro al Cielo .

SIAIP. Linfìanza mipar molto bene Jlabilita y e annodata, <u>

gran cofa ci vorrà per mio credere a rimuouerla, efciorla .

SALV. LoJcio'jlhnt'titofuo dipende da alcune notizie,non menofapute, e credute da voi, cheda meima perche e^c non vifou-uengono.pero non vedete lerfciog}imentò,fenza dunque,ch'io

ve lo infegni (perchegià voi lefapete ) co'lfemplice ricordar^

uelefaro y che voi fìejfo rifoluerete Vinfìanza .

SIMT** Io hopojio mentepiù volte al vojìra modo di ragionare?

ilquale mi ha defletto qualche p'enfìero , che voi incliniate ci-> lì tìoftro fape

quella opinion di Platone, che noftrum feire fit quoddam r? è

,Xnrccr

f£0

feminifd;^m> digrazia cauatemi di quefo dubbio,dicendo-còtido^Platd»

mi'lvojlrofenfo <fte #

.

SALV* Quel ch'iofenta dell'opinion di Platone pojfo fìgnificar-

itelo conparole , ^7 ancora con fatti. Già ne' ragionamenti

bauutijin qui mifon iopiù. d'vna volta dichiarata confattiy

feguiro VisìejfùfliU nelparticolare, che hauiamop le manf,ch€

potràpoi fruirui, come efempio apiù ageuolmente compren*

deve il mio concetto circa lacquijìoddiafetenza > quando pe«

ro ci auanzi tempo per vn altrogiorno, e non fia di noia al

Sign. Sagredo, che noi facciamo quejla digrejfìóne .

$AGR. ^AnzÀ mifarà graftjjìmo , perché mi ricordò , che quandofìudiauo logica mai non potetti rtjìar capace di quella tanta

predicata dimoflrazionpotijjima di Arijtot.

SALV. Seguitiamo dunque,e dicami il Sig.Siffip* qualfìa il motoy

chefa quelfaffettoBretto nella cocca della cana mentre ilfan*ciullola muoueper tirarlo lontano i

SIMPo II moto del fajfofin che e nella cocca e circolare, cioccaper va arco di cerchio, il cui centro ììabite e lafnodatura del'

lafpalla i eilfemidiametrola Cannacori tiracelo .

SALV. E quando lapietra'/cappa dalla canna) quale ilfuómototfeguit'ella di continuacifuo precedente circolare? opur vgpef altra linea „•

Jsfm

Page 202: massimi sistemi del mondo

1 8 £ Dialogo fecondoSIMP. Non feguifaltrimenti di muouerfi in giro , perche così

non fi' difcoBerebbe dalla fpalla delproiciente , doue che noi

la veggiamo andar iontanijjtma

.

SALV. i Diche moto dunque Jì muoue ella i

SIMP. Lafciate , ch'io cipenfivnpoco ,perche non cihopiùfat*

tofantafia

.

SiALV. Sign. Sagr. vdite all'orecchio: ecco il quoddam remi*

nifci in campagna bene intefo . Voi cipenfate molto Signor

Simplicio

.

SIMP. Secondo me il moto concepito nelVvfcìr della cocca non—*può ejferfe nonperlinea retta; anzipur'e egli necejfariamett

per linea retta>,inUndendo del puro impeto auuentizio . Mi.^ . .daua vnpoco difafìidio il vedergli defcriuer'vn arco , ma

fo "dal*^ perchè taVarcopiegafempre all'ingiù, e non verfo altraparte,

enteè folo per comprendone quel declinare vien dalla grauità dellapietra,

linea eretta. -che naturalmente la tira albajfo . L'impeto imprefio > dicQ

fenz*altro , ch'iperlinea retta .

SALV. Maper quallinea retta?perche infinite , e v.erfo tutte lz^*

- -bandefé ne poj/onprodurreJalla cocca della cana, e dalpun*

to dellafeparazion dellapietra dalla canna .

SIMP, Muouefiper quella, che e alla dirittura del moto , che ha

fatto lapietra con la canna .

SALV. Il moto dellapietra,metre era nella coccagià hauete detto,

vbeìfiato circolare; bora repugna l'ejfer circolare , e a dirittu-

ra,non ejfendo nella linea circolareparte alcuna di retto.

SIMP. Io nonJntendOjChe'lmotoproiettojia a dirittura di tutta

il circolare,ma di quell'vltimoputo, doue termino il moto cir-

colare. Io mi intendo dentro di me, ma non.so ben'e/plicarmL

SAL V. Etio ancora miaccorgo, che voi intendete la cofa, ma non.

bauetei termini proprij da efprimerla; hor quefii vegli pojjb

beninfegnario', infegnarui cioè, delleparole , ma non delizi

verità, chefon co/è; eperfami toccar con mano, che voifape»

tela cofa , efolo vimancan o i termini da efprimerla ; ditemi,

quando voi tirate vnapalla conVarcbibujò , verfo che parte

acquifieUu impeto di andare i

SIMP. lAcquijìa impeto di andareper quella linea retta, chefk-

gue la dirittura della canna,doe, che nondeclina ne a defira,

ne afinifira, ne in su-, ne ingiù .

SALV. Che infomma è quanto a dire, chenonfa angolo nefiuno€on la linea del moto retto fattoper la canna *

Così

Page 203: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 187SIMP. Così ho voluto dire *

SALV. Se dunque la linea del moto delproietto fi hada,cotinuaf

fenzafar angolofopra la linea circolare defcritta da lui men-ti efu co'lproiCÌentt;.efe da quello moto circolare deuepajfaf"

al moto retto, qual dourà effer quejìa linea retta Ì

SIMP. Non potrà effer,fé no quella, che tocca il cerchio nelpun-

to delia feparazione, perche tutte l'altre mipar cheprolunga»

tefeqìjtrebbonola circonferenza,eperò conterrebber con ejft

qualche angolo *

$ALp. V 01 bemjjìmo hauete dijcorfo , e vifete dimostrato mez&Geometra. Ritenete dunque in memoria , che il vofìro con-

cetto reale fifpitga con quejie parole ; cioè , che ilproietto ac-

quista impeto di muouerjì per la tangente l'arco defcritto dal

moto delproicicnte nelpunto della feparazione di ejfoproiet-

to dalproicientt'~

SIMP. InUn io beniffmo, e quesl'e quel ch'io voleuo dire.

SALV. cD'vna linea retta, che tocchi vn cerchio, quale de fuoipunti è ilpiù vicino di tutti al centro di quel cerchio l

SIMP. Quel del contattofenza dubbio ; perche quello è nella cir-

conferenza del cerchio, egli altrifuora ; & i punti della cir*

conferenza fon tutti egualmente lontani dal centro

.

SALV. Adunque un mobilepartendoji dal contatto, e mouendqfi

per la retta tangente,fina continuamentente difcojìando dal

contatto, & anco dal centro del cerchio .

SIMP. Cosièficuramente.

SALV.Horfe uoi hauete tenuto a mete lepropofizioni,che mi batte

te dette,ricÓgiugnetele infieme, e ditemi ciò chefé ne raccoglie .

SIMP. Io non credopero dejfcr tantofmemorato 3 ch'io non men'babbia a ricordare . Dalle cofe dette fi raccoglie, che ilprò- Proietta fi

ietto mofio uelocemente in giro dalproiciente, nelfepararfida muoue per 1*

quello , ritiene impeto di continuare il fuo motoper la. linea tangéte il cer-

retta , che tocca il cerchio defcritto dal moto del proiciente nel ciì*° *~? mot<J

punto dellafeparazione,per il qual moto ilproiettofiuàfem £^0 della fé

pre difcojìando dal centro del cerchio defcritto dal moto del parazione.

proiciente

.

SALV. Voi dunquefin bora fapefe la ragione del uenir'efirufi igraui aderenti allafuperficie duna ruota mojfauelocemente,

ejirufi dico, e lanciati oltre alla circonferenza}femprepiù lon~

tant dal centro .

SIMP, 2>/ quefto mipar di reftar' ajfai ben capace ; ma que^

fi*

Page 204: massimi sistemi del mondo

f 8 8 Dialogo fecondoHa nuoua cognizionepiù tojìo mi accrefce , che mìfcemi Yìn»

credulità , che la terràgoffa muouerfìingiro con tanta velo*" cità

;fenza ejlruder verfo il Cielo le pietregli animali , &c.SALV. Neli'ijhfio modo,che voi bauttefaputofin qui , faprete „

anzifapete anco ilrefio ; e co'lpenfaruifopra vene ricorde-

re/le ancora daperuoi ; maper abbreviarti tempo vi aiuterà

io a ricordamelo . Sin quìhaueieper voi flejfofaputo , che il

moto circolare delproiciente imprime nel proietto impeto di

muouerjì , ( quando auuiene, ch'efifeparino )per la rettju*

tangente il cerchio del moto nelplinto dellafeparazione , t-*

continuandoper ejfa il moto vien fempre allontanando/} dal

proiciente & frauete dettoleper tal linea retta continuereb-

be ilproietto di muouerjì , quando dalpropriopefo non gli

fujfe aggiunta inclinazione all'ingiù ; dalla quale deriua~*

l'incuruazione della linea del moto . Farmi ancora , che voi

barbiatefiiputo dapervoi,che quefiapiegatura tendefimprcverfo il centro della terra-,perchi là tendon tutti igraui. Ho-rapajfo ynpocopiù atlanti, e vi domando ,fé il mobile dop9

lafeparazione nel continuar il ftto moto rettofi vi fempreallontanando egualmente diti centro , o volete dalla circonfe-

renza di quel cerchio del quaV il motoprecedentefu parts3ehe

tanto è a dir,fevn mobile, chepartendefi dalpunto della ta*

gente } e ynouendofiper ejfa tangentefi allontani egualmente

dalpunto del contatto, e dalh circonferenza del cerchio Ì

$IMP, Signor nq ;perch) la tangente vicino alpunto delcontaU

tofifcofìapochijfimo dalla circonferenza, con la quale ella,

contiene vn'angolo BrettiJJtmo , ma nell'allontanarli più , £

piùjl'allontanamento crefcefempre con maggiorproporzione;

fiche in vn cerchio^ che hauefie v.g. dieci braccia di diametror

vnpunto della tangente, chefufie lontano dalla circonferen-

za del cerchio tre , ò quattro voltepiù , che vnpunto , chefufi-fe difcofio dal toccamento vnpalmo ; e'ipunto, che fujfe lon-

tano mezopalmo, parimente credo, che apenafi difcojierebbe

la quarta parte della difianza del fecondo ]fi che vicino al

contattoper vn dito}ò due, appenafiforge che la tangentefia,

feparata dalla circonferenza ,

SALV. Talchi il difcoRamento delproietto dalla circonferenza

delprecedente moto circolare in sul principio e piccolijfimo l

S1MP. Quafi infenjìbile ,

&4LV* H or ditemi vn poco :il proietto 9 che dal moto del proici-

ciente

Page 205: massimi sistemi del mondo

Del Galileo* 189ente ricette ìmpeto di muouerfiper la retta largente , e che vi

andribbe ancora,fi iipropriopefo non lo tiraffé ingiu,quan«

tojià doppo lafeparazione a cominciar a declinare a baffo?

SIMT. Credo , che comincifubito,perchè non battendo chilofo*

fienti , nonpuò ejfer , che la propriagranita non operi .

SALF. Talchi, fi quelfajfo , chefcagliato da quella ruota mofia

in giro con velocitàgrande, hauejfecost propenjìon naturale Proietto gra«

di muouerfi verfo il centro dell'ifieffa ruota , Jìcome e' l'ha di Vc u^ito > c"*

muouerjiverfo il centro della terra , farebbe facil cofa , che e5

*fJ5J2Sf^m ji \s n i , r *.'/r proiciente co-ritornajje alla ruota ,opiu tojto , che e non JeneparUJje ; m jnc j a a 4^perche ejfendofu lprincipio dellafeparazione l'allontanarne- clinare,

to tanto minimiffimo , mediante l'infinita acutezza dell'an-

golo del contatto,ognipocopoco d'inclinazione, che lo ritiraf

fe verfo il centro della ruota , bacerebbe a ritenerlo fopra la

circonferenza .

91MP. Io non ho dubbio alcuno, chefuppofìo quello, che non e,

nepuò ejfere-, cioè, che l'inclinazione di quéi corpigrani fuffe

di andare al centro di quella ruota, e' non verrebbero e/lrufif

ne fcaghati .

SALV. Ne io ancorafuppongo, ne ho bifogno difuppore, quel che

non} :perche non voglio negare, che ifa/fivenganofagliati*Ma dico cosiptrfuppojìzione , acciò voi mi diciate il refio .

JFigurateui bora, che U terra Jìa lagran ruota, chemoffa con

tanta velocità habbia a fagliar le pietre . Già voi mi battete

molto ben faputo dire , che il moto proietto dourà ejfer per

quella linea retta , che toccherà la terra nel punto della fepa-

razione : e quefla tangente, comefi va eìla.alloìstanando »0-

iabilmente dallafupcrpeie delglobo terrejtre i

SIMJP. Credo, che in milk braccia non s allontanivn dito .

SALV. Et ilprotetto noti dite voi , che tirato dalproprio pefo de-

cima dalla tangente verfo il centro della terra {

SJJWP, Hollo detto,e dico anco il refio; e intendoperfettamente,

che lapietra nonfi feparerà dalla terra ,poiché ilfuo allonta*

naifene su'lprincipio farebbe tanto, e tanto minimo, che ben

mille volte più vien"ad ejfer finclinazione , che ha il faffo di

muouerfi verfo il centro della terra ; il qual centro in quefio

eafo e amo il centro della ruota . E veramente eforza con'

eedere, che lepietre , gli animali, egli altri corpigrani non—*

fofion'efier eftrufi ; ma mifanno bora nuoua difpcultà le cofit

UggieriJJìmei le quali hanno debolijpma inclinatone di calar

re al

Page 206: massimi sistemi del mondo

x?q Dialogo fecondore al centro;onde mancando in loro la. facuità di ritirar/! alta

fupirfcie,non veggo,cbe elle non hauejfero a eferefrufe: voi

poifapete, che ad deftruendum futfìcit vnum .

SALV. Daremo fodisfazione anco a quefio . Pero ditemi inpri-

ma, quel the voi intendeteper cofe leggiere, cioè ,fe voi inten-

dete materie così leggiere veramente} che vadano all'insu , b

pur non a/volutamente leggiere, ma così poco graui, che ben

vengano a baffo,ma lentamente;perchi, fé voi intendete delle

affolutamente leggiere , ve le la/cerò effer'ejirufepiù , che voi

r.on volete .

SIMP. Io intendo di queRefeconde , qualifarebbono penne, la-

na, bambagia , eJtmili , a folleuar le quali bajia ogni mi?2Ìma

forza: tuttauia fiveggono Jìarfene in terra -molto ripofata-

mente-,

SALV. Come quellapenna habbia qualche naturai propenfione

difender verfo la fuperjìcie della terra , per minima,ch'ella

fia, vi dico, c,he eWì bajìante a non la lafciarfolkuare; e que-

Ho non e ignoto ni anco a voi ;però ditemi, quando la penna

fuffe efìrufa dalla vertiginedelia terra,per -cheUneafimoue^rebb'ella f

SIMP. 'Per la tangente nel punto dellafeparazione

.

SALV. E quando ella doueffe tornar -a rtunirfi ,per qual lìneajìmuouenébe i

SIMP. Perquella , che va da lei al centro della terra -.

SALV. Talchi qui cafeano in eonfiderazione due moti, vno della

proiezione , che comincia dalpunto del contatto , efegueper

la tangente , e Valtro dell"indinazione ali'ingiù , che comincia

dalproietto , e vxperlafegante verfo il centro ;& a voler che

laproiezionefegua., bifogna cheì'impetoper la tangente pre-

uaqììa ali'inclinazioneper lafegante:- nonfa così f

SIMP. Così mipare.SALV. <JMavhe sofàpare a voi , che fa necefaria , che fi troui

nel motoproiciente ;uccio che e preuaglia a quel dellinclina-

zione, onde nefegua lofiaccamente l'allontanamento della

penna dalla terra £

SIMP, lononlo so. - '

.

-SALV. Come non loJapete? qui il mobile} il 'mede/imo,cioè la me-

de/imapenna ; horcomepuo il mede/imo -mobileJuperai e nel

, -moto , epreualere afefìefo ?

SIMP. Io non intendo > che e3

pòfa preualere , o cedere a fémede-

Page 207: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 19 t

mede/imo nel moto, fi noti col rnuouerjt horpiù veloce, e bop

più tardo .

SAIJf. Ecco dunque , che voipur lofapeui . Se dunque dettefc-guir liproiezione della penna , epreualere il fuo motoper la

tangmte*al motoper lafegante , quali bifogna , cbejhno li**

velocità loro /

SIMP. Bifogna, che il moto per la tangente Jìa maggior di quel*

l'altroper la jegante . Ohpovero a me: b non e egli anco cen*

tornila volte maggiore , e non/blamente del moto ingiù della

penna , ma anco di quello della pietra / & io ben dafimphce.

dauut.ro mi ero lafciatopersuadere ,. che lepietre non potreb*

bert(fe.r\Jìrufe dalla, vertigine, della terra . Torno dunquea udirmi y e dico , che quando la terra Jì' muouejfi , le pietre,

gli elefanti , le torri , e le Città volerebbero verfo il Cielo

per necefjìtà ; epereoe ciò non figlie , dico che* la terra non Jìmuoue. »

SALV. Oh Siga. Simplicio : voi vifolleuate cosìprefio , ch'io co-

mincerò a temer più di voi, che dellapenna . Quietateui vnpoco , e afcoltate .. Se per ritener la pietra , ò lapenna annefi

fa allafuperfeie della terra ci Tujfi di bifogno , chè'lfuo de-

fender a baffo fuffipm , o tanto quanto e il moto fatto per

la tangente ; voi harejle cagione a dir, che bifognafse , che ella

Jì mouefse altrettanto, bpiu velocemente per la fegante attin-

giti, cheper la tangente verfo Innante: Ma non mi hauete

voi detto pocofa , che mille braccia di di/ianzaperla tangen-

te dal contatto, non rimuovono appena vn duo dalla circon-

ferenza ? Non balìa, dunque, che il motoper la tangente , che

e quel della vertigine diurna ,/ia femplicementepiù velocedel motoper la fegante , che e quel della penna all'ingiù , mabifogna, che quelloJìa tanto più veloce, chel tempo , che bafìa

a condur lapenna vg. mille bracciaper la tangente Jìa poco

per il muouerjìvn fai dito all'ingiù per la fegante ; // che vi

dico , che nonfarà mai ,fate pur quel moto veloce , e quello

lardo quanto vipiace .

SJMP. E perche non potrebbe efser quello per la tangente tanto

veloce , che non defse tempo allapenna d'arcuar*allafuperfi-eie della terra .

SALV- Trouate a mettere il cafo in termini , & io vi ri/pondero.

Dite adunque quanto vi par che baftafse far quel moto piaveloce dt quejlo i

Dirò

Page 208: massimi sistemi del mondo

Dimoftrazio-*ie Geometri-ca per proua-rel'impofiìbi-

litàdeH'eftru-

iione median-ce la vertigi-

ne terreftre •

t$& Dialogo fecondoSIMI*. Diroper e/empio , che quando quello fufse 'vn millon ài

volte più veloce di quejlo , lapenna , e anco la pietra ver-

rebbero ejirufi.' _/

". Voi dite così, e dite ilfalfi , filo per difetto , non di Logi~

ta , o di Fifica , ò di Metàfifìca , ma di Geometria; perche , fivoi intende/tefilo iprimi elementi , faprefìe >cbe dal centro

del cerchio fi pub tirare vna retta lineafno alla tangente,

che la tagli in modo , che la parte della tangente trai contat-

tore lafegante, fìa vno, du?,e tre milioni di -volte maggioraiquellaparte della feganie, che re/la tra la tangente , e la cir'con-

ferenza ; e di mano in mano, che la fegantefarà più vicintt

al contatto , queslaproporzioneffd maggiore in infinito ;

onde non e da temere , cheper veloce, chefa la\vertigine,e len-

to il moto ingiù, lapenna , ò altro più leggieropofia comin*

dare afilleua/ft , perchèfirnpre Iinclinazione ingiù fupersla velocità della proiezione .

rl{j Io non reflo interamente capace di quejlo negozio

.

SALV* Io venefarò vna dimoflrazione vniuerfalijjìma , e ancs

afsai facile; Sia dataproporzione ,quella che ha laBA.alU

SA

C, tfta BA. maggior di C. quanto efserjt voglia ; ejìa il eet»

tbio il cui centro 1). dal quale bifigni tiraretvna fegante , fi

«he la tangente ad efsafegante habbia la proporzione , che ha

*BA. alla C.prenda/ideile due BA. C. la terzaproporziona*

k AI. e come ELad IA. cosìfifaccia il diametro FE*ad EG.e dal

Page 209: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. ip39 dalpunto G. tirifila tangente GH. Dico ejferfatto quantabifognaua ; e come BA. a C. così ejfere HG. a GB. imperoc-

chi eJfend<j,come 31. ad IA.così FÉ. ad EG.farà componedocome 'jBA* ad AI. così FG. a GÈ. Eperchè la C. e media—»

proporzionale tra "B.A. %Al. e la GH. è media irà FG»GB. però, come Tì^A. a C. cosìfarà FG. a GH. cioè HG. aGÈ. che è quel che bifognauafare

.

$AGR. 1{eFìo capace di quejla dimojirazione ; tuttauia non miJi toglie interamente ogni fcmpolo; anzi mifento rigirarpei*

la mente certa confusone, la quale aguifa di nebbia denfa } i!f

ofeura non mi lafcia difeerner con quella lucidità , chefuol?—*

ejferpropria delle ragioni matematiche,la chiarezza ,e necef

Jità della conclusone . E qtiello in che io mi confondo è que-

Jìo . E vero, cheglìfpazy tra la tangente, e la circonferenza

fivanno diminuendo in infinito verfo'l contatto , ma e ancovero all'incontro , che lapropenfione del mobile al defendere

.. fiyàfacendo in ejfofempre minore, quanto eglifi troua pikvicino alprimo termine dellafuafcefa , cioè allofiato di quie-

te -,ficome è manifejìo da quello, che voi ci dichiarafte,mofira-

do,cbe ilgraue difendentepartendo/i dalla quiete, debbepaf

farper tutti igradi di tardità mczani-t:\t ejfa quiete , e quaUJiuogliafegnatogrado di velocità , li qualifono minori, e mi-

non in infinito .: <Aggiugnefi , che ejfa velocità, e propenfio-

ne al moto, fi'vaper vn altra ragione diminuendo pure in

infinito ; e cibauuiene dalpoter/i in infinito diminuire la—»

grauità di effo mobile ; talché le cagioni , che diminuifeono la

propenfione allofendere , & in confeguenza fauorifcono la

proiczio>ie,fon due, cioè la leggerezza de! mobile,e la vic'mità

al termine di quiete , & amendue agumentabìli in infinito ;

le quali hanno all'incontro il contrailo divnafola caufa dei

far la proiezione, la quale benché effaparimente agume?itabi-

le in infinito, non comprendo^ come ejfa fola non pojfa refìar

vinta dall'vnione , & accoppiamento dellaltre , chefon due p

pure agumentabìli in infinto .

SALV. Dubitazione degna del Sign. Sagredo , eper dilucidarla,

si chepiù chiaramente venga da noi comprefa , poiché voi an-£9ra dite d'zuerla in confufo , la verremo diBwguendo , con>

ridurla infigura; la quale ancoforfè ci arrecherà ageuolezza

nelrifoluerla . Segniamo dzmqué vna linea perpendicolare

verfo il centro, efia quefìa .AG. & ad ejfafia ad angoli ret'' N ti la

Page 210: massimi sistemi del mondo

*94 Dialogo fecondofila Orizonfale <AB.fopra la quale fi farebbe il moto della

proiezione , e vi continuerebbed'andare ilproietto con mouime-to equabile , quando la grauità

nonio inclìnajje a bajjò . Inten-

da/? ora dal punto <-A. prodotta

vna linea retta-, la quale con la~~»

AB. contenga qualfiuoglia an-golo, e fia quefia L4E. e notiamo

fopra la ^AB. alcunifpazdjegua-

li Afifh. hk. e da efiitiriamo leperpendicolarifg. hi. kl. finaallaAE. Eperche , come altra voltafi e detto } ilgraue ca-

P

pò uà crefcendo; pofiiamofigurarcigliJpazJj Affh. hk.rap-

prefentarci tempi eguali ; e leperpendicolarifg. hi. kl^gradi

diuelocità acqui/iati in detti tempi ; fiche il grado dì uelocità

.acqui/iato in tutto iltempo,tAk. fia come la linea kLriJpetta

algrado h i. acqui/iato nel tempo <Ah. e'igradofg. nel tempo

±Af. li qualigradi kl. hi.fg. hanno (come e mantfefio) la me~defimaproporzione, che i tempi kA* hA. fA. e fé altre per'

pendicolari fi tireranno da ipunti ad arbitrio, notati nella li~

neafA^femprefi trouerrannogradì minorile minori inin-

fimto,procea$ndo verjb ilpunto A.rapprefentate ilprimo in-

frante del tempo , e ilprimo fiato di. quiete ., E quefio riti-

ramento verfo A. ci rapprefenta laprimapropensione al mo-to ingiù, dìminuìta\in infinito per Vauuicinamento del mo~bile al primo fiato di quiete , il quale auuicinamento e. agu-

mentabile in infinito . Troueremo adejfo l'altra diminuzione

ài velocità , che pirefipuòfare in infinito , per la diminu-

zion della grauità del mobile ; e quello fi rapprefenterà col

produrre altre linee dalpunto A. le quali contengano angoli

minori dell'angolo BiAE. qualfarebbe quefia AD. la quale

fegando leparallele kl. hi.fg. népunti m.n*o. cifiguraigra-

di fo. hn* km. acqui/iati ne i tempi %Af. *Ah. Ak. minori de

gti altrigradi Jg. hi. kl. acqui/iati nei medefimi tempi, ma~*quefii, come da vn mobilepiù graue , e quelli da vnpiù leg-

giero ; Et è manifefio , che col ritirar la lineaEA. verfo AB,tìfirìgnendo Vangolo EAB. ( il chefipubfare in infinito ,fisome lagrauità in infinitofipuò diminuire) fi vknparime-

le &

Page 211: massimi sistemi del mondo

xs wx vj uinvu • I y y

te a diminuire in infinito la velocità del cadente , & in confe-

guenza la caufa, che impediua laproiezione ; eperò pare, che

dall'vnione di quefte due ragioni contro alla proiezione, di-

minuite in infinito , nonpojfa ella ejfer' impedita . E ridu-

eendo tutto l argomento in breuiparole diremo col rìììrignet

Vangolo EAB.fi diminuifcono igradi di uelocità Ik. ih. gf^7 in oltre col ritirar le parallele kl. hi.fg. ver/o l'angolo A,

Jì diminuisconopure i medefimigradi, e l'vna, e Xaltra dimi-

nuzionefi ejlende in infinito ; ^Adunque la velocità del mo-

to in giufipotrà ben diminuir tanto, e tanto (potendofidop-

piamente diminuire \in infinito ) che ella non bajli per rejti-

tuire il mobile /opra la circonferenza della ruota , eperfare »

in confeguenza , chelaproiezione venga impedita, e tolta.

All'incontropoi,perfar , the laproìezion nonfegua , bifogna 9

cbeglifpazij , per i quali ilproietto deuefendereper riunir

-

Jì alla ruota, fi facciano così breui, & angufii , cheper tar-

da , anzipurdiminuita in infinito , chefia lafcefa del mobi-

le, ella pur bafli a riconduruelo ; e però bifognerebbe , chefitrouafie vna diminuzione di ejfiJpazij, non fòlo fatta in—*

infinito, ma di vna infinità tale, chefuperajfe la doppia infi-

nità, che fifa nella diminuzion della velocità del cadente in

giù . Ma come fi diminuirà vna magnitudinepiù di vn'al-

tra, chef dimìnuifce doppiamente in infinito ? Hora noti il

Sign. Simpl. quanto fipojfa ben filofofare in natura fenzaGeometria . I gradi della velocità diminuiti in infinito , fiper la diminuzion della grauiià del mobile,fiper Xauuicina-

mento alprimo termine del moto , cioè allofiato di quieta

,

fempre fon determinati , e proporzionatamente rispondono

alle parallele comprefe tra due linee rette concorrenti hi vn*

angolo conforme airangolo BAE.ò 'BAD. ò altro in infini-

to più acuto, ma pero fempre rettilineo . Ma la diminuzio-

ne degli fpazij , per li quali il mobile ha da ricondurfi foprala circonferenza della ruota , e proporzionata ad vn 'altra—*

forte di diminuzione , comprefa dentro a linee', che contengo-

no vn'angolo infinitamentepiù flretto, & acuto di qualfiuo-

glia acuto rettilineo , quale farà quefìo . Piglisi nella per-

pendicolare <JiC qualsiuogliapunto C. efattolo centro , de-

formasi con Xinteruallo CiA. vn arco AmP. il quale taglierà

leparallele determinatici de igradi di velocità,per minimey

the elle siano ,e comprefe dentro ad anguBifiìmo angolo ret-

N 2 tilineO)

Page 212: massimi sistemi del mondo

196 Dialogo fecondotilirieo; delle qualiparallele leparti,che reflano tra Varco, e la

tangente Ali. fono le quantità degli fpazij , e de i ritorni

Jòpra la ruota., fempre minori, e con maggior proporzione

minori -, quanto più s'accojiano al contatto, minori dico di ef-

feparallele , delle quali fon parti . Le parallele compref^jtra le linee rette nel ritirarsi verfo Vangolo diminuirono se-

precon la medesimaproporzione , come v.g. efendo diuifa la

*Ah. in rnezo nelpunto f. laparallela hi.farà doppia della—*

fg. e fuddiuidendo lafA. in mezo, la parellela prodotta dal

punto della diuisionefarà la metà dellafg. e continuando la

fuddiuisione in infinito, leparallelefujfequentifarannofem-pre la metà delle profiimeprecedenti : ma non cosi auuiem—*delle linee intercette tra la tangente , e la circonferenza dei

cerchio ; imperocchéfatta Vijleffafuddiuisione nellafA* epo-

lioper efempio, che la parallela, che vien dalpunto b. fujf<L*>

doppia di quella, che vien daf. quefìafarà poipiù , che dop-

pia dellafeguente, e continuamente quanto verremo verfo il

toccamento A. troueremo leprecedati lineecontenere leprof/i-

me feguenti tre, quattro,dieci, cento, mille, centomila, e cento

milioni, epiù in infinito . La breuità dunque di tali linee si

riduce a tale, che digran lungafupera il bifogno perfar, che

ilproiettoper leggeriffìmo, chejia ritorni } anzi purJi man-tengafempre la circonferenza ..

§AGR. Io refìo molto ben capace di tutto il difcorfo,e,dellaforzaion la quale eglijlrigne, tuitauia mipare, che chi volejfe tra'

cagliarlo, ancorapotrebbe muouerci qualche difficultà, con—*

dire, che delle due caufe , che rendono la fcefà del mobilepiù,

epiù tarda in infinito, emanifefìo, che quella, che dependz-?

dalla vicinità al primo termine dellafcefà , crefcefempre conla medejima proporzione ,Jicomefempre mantengono Vifief-^

faproporzione tra di loro leparallele-, &c. ma che la diminu-

zjon della medejima velocità, dependente dalla diminuzione»:

dellagrauità del mobile ( che era lafeconda caufa ) Ji faccia;

ejfa ancora con la medejima proporzione , non par così ma-nifejlo . E chi ci ajjicurayche ella nonJifaccia fecondo lapro-

porzione delle linee intercette tra lafegante,e la circonferen-

za ; opur anco con proporzion maggiore i

$ALV. Io baueuopnfo , come per vero , che le velocità de ì mobi-li naturalmente defcendenti,feguitajfero laproporzione delfe

loro gramtà9ingrazia deLSig. Simpligio^e. d'Arijìotile, cheim

pia,

Page 213: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

v

tyypiù ìtioghì Vafferma, come proporzione 'mantfejìa ; voi UèJfi

grazia dell'auuerfarioponete ciò in dubbio , & artrite poter'

tjfer, che la velocità fi'accrefca con proporzion maggiore ;&•anco maggiore in infinito di quella dellagrauità:onde tutto il

difcorfopaffato vadiaper terra: refla a megfofìenerloyil dire*

cbe la proporzione delle velocità e molto minore di quella del-

legrauità : e così non/blamentefolleuare mafortificarequa-tofie detto ; e di quefio ne adduco perproua Vefperienza , la,

quale ci mofìrerà , che vngraue anco ben trenta e quaranta

volte più di vn'altro,qualfarebbeper efempio vna palla di

piombo,^" vna difugherò,nofi mouerà ne anco agranpezzopiù veloce il doppio . Hora}fe la proiezione non fifarebbe B

quando ben la velocità del cadentefi diminuijfe fecondo Ia~j>

proporzione dellagrauità, molto menofifarà ella tutta voi*

ta, cbepocofi [cerni la velocità,per molto , chefi detragga dei

pefo . Mapofìoanco, cbe la velocitàfi diminuijfe conpro-porzione affai maggiore di quella , con chefi fcemafie lagra-uità, quando ben anco ellafujfe quellafieffa , conia quale fidiminuirono quelleparallele , tra la tangente , e la circonfe-

renza , io non penetro neceffìtà veruna , che miperfuada do-

uerfifar laproiezione di materie quantofi vogliano leigie-

rifime, anzi affermo.pure , cbe ella non fifarà '-, intendendo)

pero di materie non propriamente leggieriffime , cioèprìue di

ognigrami

à

1e cheper lor natura vadano in alto, ma cbe Itn-

tifón.amente dc/cendano, & habbiano pochijfima grauità e

fc quedo,cbe mi muoue a così credere e, che la diminuzione dì

granita,fattafi condolaproporzione delle parallele trala-j»

tangente, e 'a arconferenza fbaper termine vliimoj & aiti/fi-

•>nrj la nullità di pefo, come quelleparallele hanno per vltimo

termale della lor diminuzione l'i/iefio contatto,che e vnpun-fj ir dwifibile: Hora la granita non x

fi diminufee mai finoa l e / rmnt vl:imo > perche così il mobile [non farebbe graue 9

ma ben lo fpazio del ritorno delproietto alla circonferenza

fi riduce ali vltimapiccolezza , il che e , quando il mobile pòfa[opra la circonferenza nell'ifìefso punto del contatto ; talché

per ritornami non ha bifogno difpazio quanto; eperò faquantofi voglia minima la propenfìone al moto ingiù,fem-pre e ella più che a baftanza per ricondurre il mobile fu la—»

ciyconfi enza , dalla quale et d.ifiaper lofpaziomimmo , cioè

per niente. ...

N s Vera-

Page 214: massimi sistemi del mondo

1 9 & DialogofecondoSAQR. Varamente il difcorfa e moltofittile , ma altrettanto con*

eludente ;:$ eforza confejfare , che il voler trattar le quijìio-

ni naturalifenza Geometria e vn tentar difare quello , che ì

imponìbile ad effèrfatto .

SALV, Ma il Sign. Simplicio non dirà cosi; fé bene io non credotch"ei. Jìa di quei Peripatetici,cbe diffuadono i lordifcepoli dal-

lofiudio delle matematiche, come quelle, che deprauanoil di"

feorfo, e la rendono meno atto alla contemplazione

,

SIMP. lo narifarei quefta torto a 'Platone, ma direi bene con

Arifiot. che ei sUmmerJe troppo, e troppo s'innagbì di quella-*

fua Geometria ;perchefinalmente quefìefittiglìezze matte-

matiche Sign. Salu.fon vere in asìratto , ma applicate alla

materia fenfibile , efisica,non rifpondono ;perchè dimoftrer-

ranno berti mattematici con i lor principi) ,per efempio , che

Sph^ra tangit planum in pun&Q ;proporzioneJimile alla

prefente ; ma comefi viene alla materia, le cqfe vanno pervn altro verfo;:

e così voglio dire di quefi'angoli del contatto,

€ di quefieproporzione che tuttepoi vanno a monte,quand9

fi viene alle co/è. materiali , e fenfibili «;

SALV. Adunque voi non credete altrimenti , che la tangente toc-

chi lafuperficie delglobo terrefìre in vnpunto /

SIMP, Nonfola in vnpunto , ma credo, che molte , e molte de-

cine , e forfè centinaia di braccia vadìa, vna linea retta toc*

cando lafuperficie anco dell'acqua,non che detta terra,prima9

chefepararfi da lei ..

SALV. dMa s'io vi concedo quefia cofa , non v*accorgete voi , che

tantopeggio è per la caufa vofira : perche , fépolio , che leu.»

tangente da. vnfolpunto in fuorifujfcfeparata dallafuper-

fide della terra ,fi è ad ogni modo dimojirato , cheper lagra-

Il vero, talora

acqinira forze n0 haurà egli caufa difepararfi, fé quell'angolo fi chiuda-*dalle coacrar

affatto, e lafuperficie, e la tangente procedano vnitamente l

Non vedete voi, cheaquefio modo laproiezionefifarebbeJìi

ViJìeJJafuperficie della terra, che tato e quoto a dire,che ella no,

fifarebbe ì vedete adunque qualfia laforza del vero, che me-

tre voi. cercate d'atterrarla, i vqflri medefimi afialti lofolle-

Mano, e Vauualorano .. Magia , che vi ho tratto, di quejio er-

rore ,,non vorreigià lafciarui in quefì'altro,cbe voijlimafie%

shz. vna sfera materiale non tocchiynpiano in vnfolpunto%

tvoxni

Page 215: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. fejyy

4 vorreipur, che la conuerfazione > ancorche dipoche orts »

battuta con perfine , che hanno qualche tognizion di Geome-tria y vi faceffe comparir'vn pocopiù intelligente tra quei ,

ci?e »o« neJanna niente , Horper mojlrarui quanto Jìa—*

grande l'error di coloro, che dicono, che vna sfera v.g. di bro-

zo non tocca vnpiano v. g. d'acciaio in vnpunto; ^Ditemi

qual concetto voi viformerejli di vno, che diceffe , e cofiante- .

mente afienerajfe , che la sfera nonfuffe veramente sfera {

SIMP. Lofilmereiperpriuo di difeorfo affatto,

SALV In quefiofiato e colui, che dice, che la sfera tnaUriale nontocca vn piano , pur materiale , in vn punto y perche il dir £.a sf«a,bcn-

quefio e l'ijleffb , che dire , che la sfera non e sfera , E che ciò che materiale

Jìa vero , ditemi in quello , the voi tofiituite ieffènza della—* tocca 'J pian»

sfera, cioè, che co/a è quella, thefa differir la sfera da tuttigliJJfS5f^unro"

altri corpi solidi

.

SIMP. Credo, che Yejfere sfera confifianelVhauer tutteìelìnez^f r>ec•

aeretteprodotte dal fuo eentrofin'alla circonferenza eguali . ^m gfera

SALV* Talchi, quando tali linee non fuffero eguali, quel talfoli-

do non farebbe altrimenti vna sfera *

SIMP. Signor nò

.

SALV. Ditemi apprejfo ,fe voi credete, che delle molte linee , cbe~*

fipoffon tirar tra duepuntile ne pqfsa efsere altro , the vnarettafola .

SIMP, Signornò.

SALV. Ma voi intendetepure , che que/lafola retta faràpoi pernecejjìtà labrcuijfima di tutte l'altre

.

SIMP. L'intendo, e ne ho anche la dimofirazion chiara, arrecata

da vngranfllofofo Peripatetico , eparmi,fe ben mi ricorda ,

cb'ei la porti riprendendo Archimede , che. lafuppone tornii

nota potendola dimofirare

.

SALV. Qutfij farà fiato vngran Matematico , hauendopotuto

dimofirar quel che nefeppe,ne potette dimofirare Archimede;

efevenefouuenijfelàdimofirazione , lafentirei volentieri;

ptrche mi ricordo beniJ[ìmo,che iAi chìmede ne i libri della sfe-

ra, e del Cilindro mette cotefia proporzione tra ipofiulati , e

Ungoper-fermo, che l'hauejfeper indimofìrabihe

.

SIMP. GV* da, che mifouuerà,perch'ella e affaifacile, * breue

,

SAL V. Tari tofarà maggior la vergogna d'Archirhode, e lagloria

di cotejlojilofofo

,

SIMP, 1ojaro la fuafigura , Tra ipunti AT,. tira la lìnea ret-

N 4 ta

Page 216: massimi sistemi del mondo

&©& , dialogo fecondota AB. eia turtta <-A£B. delle

quali ei vuolprouare la retta

ejferpiù breue; e lapronai ta- » /

tJimoftrazio-à &} nella curua piglia vn punto, -***=

ne d'vn peri- chefarebbe G. e tira due altrui

^fT '

Pi

f" rette AC

'C3, k 1ualì àuefon*Piu lunghe della fola ABI

ìinea^rera è" CK cost ^'imofira Euclide .Ma la curua ACB. e maggiore^

la brc-iuilima dtlle,due retteAC.CB. adunque à fortiori ila curua ACBm

di urte., farà mol o maggiore della retta AB. che e quello , ebefidoue»• iiadimofìrare ».\

SALV. Io non credo, che a cercar tuttiJTaralogi/mi del mondo9

ParaJbgifmo fipotejfe trouare ilpiù accomodato di q&efioper dare vn eie*

delmede^mo pio della più folenne fallacia ,ehefia tra tutte lefallacie, cioè

-pcifpatetico , di quella, che'prouaign.Qtwxi per ignotius»^fr^fc^SIMP. In che modo i

^?ir '&* h.$AIuXr., ComeJnthe modo ? la conclufione ignota , che voi volete

\\ prouare , non è , che la curua ACB.fiapiùlunga della retta

. } AB. il m.ezo termine, chefipigliaper noto, non e. che lucurua

ACÈ.fia maggior delle due AC.CB. le quali e noto ejfer

maggior della <~4Bi Efé vi è ignoto, che la curuafia maggior- -, mdellafohz retta AB. còme nonfarà egli affaipiù ignoto,cbe

s>$ . ella'fiamaggiore delle'due retteAC GB. che fi'fa ejfer mag-giori della fola AB? e voi lo prendeteper notai

SIMP. Io non intendo ancorbene doue confifìa la fallacia.

SALF. Gpm:e ledue rette fìen maggiori della iAB.{ficornei na-toper Euclide) tuttauolta, che la curuafia maggior delle dueretce ACB. non farà ella molto maggiore della fola retta

.. . AB( .

:'

SIM CP., Signorsì..

SALV* Ejfer maggiore la curua %ACB. della retta AB. e la con-

clufionepiù nota del meso termine , che e Vejfer la mede/ima-

surua maggior delle due retteAC GB. bora quando ilmezOr

ì manco noto della conclufione ,.fi.domanda prouare ignotum per ignotius . Hor torniamo al noflropropofito;baflat,

che voi intendete la retta ejfer la.breuijfìma di tutte le Une<L->*

che fi, pojfon tirare fra due punti . E quanto alla principale

conclufione, voi dite} che la sfera materiale non tocca .ilpianoin vnfolpunto. .. Qualr

è dunque ilfuo contatto i

SIMP. . Sarà vnaparte dellafuafuperfìcie .

§A;Ly9 E il contatto parimente d'va altra sfera eguale alla prfa

Page 217: massimi sistemi del mondo

Del Galileo."

io-i

~mi , faràpure vnaJimilparticella della fua fuptrficie ?

! SIMP. Non ci e ragione , che non deua efier così

.

SALV. Adunqtte ancor le due sfere toccandoji , si toccheranno

con le due mede-

sime parìk'ellt-j

difupe)fcie,per

che, adattandosi

ciafcheduna di

efie aiCfuffopia-

no, eforza cue si

adattino a?. cor

fradìlcro.lma-

Dimofirazio^ne come la—»

sfera tccca '1

gìnateui bora le due sfere ,/' cui centri AB. che si tocchino : e piano in viu»

congiungasi i lor centri con la retta linea AH. la qualepaffe- iol punto.^

ràper il toccamento . Pajftper il punto C. eprefo nel tocca- %

mento vn'altropuntoD. congiungasi le due rette AD.'BD.si che si onjìitutfca il triàgolo ADB.del quale i due lati AD.DB. faranno eguali all'altro filo iACB. contenendo tanto

quelli-, quanto quefli due femìdiametri , che per la definizion

della sfera fono tutti eguali: e così la retta AB. tirata trai

due centri uìB. non farà la breuiffima di tutte > effendochh

due AD^DB. eguali a lei; il che perle vojlre concejjìoni e

ajfurdo

.

S1MP. Quejla dimoflrazione coelude delle sfere in ajl•rattoìe nondelle materiali

.

SALV. Affegnatemi dunque in che cofa consifte lafallacia del mioargomento ,gid che non conclude nelle sfere materiali y ma si

tene nelle immateriali, e afiratte .

SJMP. Le sfere materiali fonfoggiate a molti accidenti, ai quali

nonfoggiaidono le immateriali; Eperche nonpuh effer,cht^>

pofandosi vna sfera di metallo fopravn piano , ilpropriope* Perchè la sfo-

fo non calchi in modo, che ilpiano ceda qualche poco. ,ò vero, ra in attratto

che Villefa sfera nel contatto si ammacchi?In oltre quel piano toccni " Pia*

7 n-J

yM J

* m r i ». i no in vn pun-docilmentepotrà ejjer perfetto , quando non per altro , al-

t0 ma no'

n jamenoper ejfer la materia porofa; e forfè non farà meh diffi- materiale,e in

cile il trouare vna sfera così perfetta , che habbia tutte le linee concreto «

dal cen tro alla fuperflcie egualiffìmeper Vappunto .

SALV. Oh tutte quefie cofe ve le concedo io facilmente , ma ellt^

fono affai fuor di propofìto ; perche mentre voi volete mo~

firarmi) che vna sfera materiale non tocca vnpiano materia*

m*

Page 218: massimi sistemi del mondo

*o t Dialogo fecondote in vnpuntò , voi uì feruite a*una sfera , che non e sfera , •

d'unpiano, che non e piano t poicae per vojir^ detto, ù queflè

eofe nonfi ìrouano ai mmdo, o féfi'trottanofi'

guafìano nel»

l'applicar/i'afarl'effetto . Era dunque manco male > che voi

concedile la conclufione , ma condizionatamrntc , cioè, cbeje

Jidejfein materia vna sfera , e un piano, chefuJfero,efi con»

feruafferoperfetti , si toccherebbero unfol punto , e nega/le

póitiopotersi dare*

SIMP-j, Io credo, che la proporzione de ijtlofofi uadià intefa iti

cotejlo fenfo;perche non e dubbio}chelimperfezion della ma'feria fi che le cofeprefe in concreto -non rifpondono -alle con*

siderate in a/tratto .

SALV. Come non si rijpondonoì Anzi quel che uoifiejfo dite al

prefenteproua, chetile rifpondon puntualmente .

SIMP* In che modo i

SALV. Non dite uoi , 'che per Timperfezion della materia , quei

corpo , che dourebbe ejferperfetto sferico , e quelpiano , cbz^*

dourebbe ejferperfetto piano , non riefeonopoi tali in concre-

to, quali altrifégli immaginain aftratto {

SIMP- Così dico.

SALV* Adunque ìuìtauolta the in concreto uoi applicate una sfe»

ra materiale a unpiano materiale, uoi applicate una sfera n&Le cole in a-

perfetta aun piano non perfetto; e quejti dite', che non si toc»ftratco riefeo- r i K

. ,r

.• ** j 7 • a ^

no prtcìfamé- cano in unpunto . Ma io ut dico , che anco in a/tratto unate quali in-» sfera immateriale, che non sia sfera perfettapuò toccare un.concreto

.

piano immateriale,che non siapianoperfetto, non in unpun-to, ma conparte dellafua fuperficie , talchi sin qui quello,che

accade in concreto^ accade nell'ijlejfo modo in a/ìratto . E fa»rebbeben nuoua cofa, che i computi , e le ragionifatte in nu»

t fneriajiratti, non rìfpondejfero poi alle monete d' Oro,e d'Ar-

gento, e alle mercanzie in concreto ; Mafapete Sign. Simpl.

quel che accade ? Si come a uoler , che i calcoli torninofopra i

Zuccheri, le Sete, e le Lane, bifogna, che il computistafaccia le

Jue tare dì caffè , inuoglie , ^7 altre bagaglie : Così,quando

iljilofufo Geometra uuol riconofeere in concretogli effetti di-

moHrati in ajiratto , bifogna , che difalchi gli impedimenti

della materia , chefé ciòfapràfare io vi ajficuro, che le cofefi

tifeontreranno non meno aggiuRatamente , che i computi

Aritmetici . Gli errori dunque non confifiono, nèneWafirat -

to, ne nel concreto, ne nella Geometria amUa Fifica, ma nel

calco-

Page 219: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. zojcalcolatore , che non safare i contigiujlì . Pero*, quando voibauejìe vna sjera, <£r vnpiano perfetti , benché materiali, n3

babbiate dubbio-, cheJìtoccherebbero in vnpunto. Efé quello

era , £r \ imponìbile ad hauerfi, moltofuor dipropofitofu il

dire, che SphVra amea non tangitinpun&o. Mapiù vi

aggiungo Sign*Simpl concedutoui , che non Jì poffa dare in

materia vnafigura sfericaperfetta, ne vnpianoperfetto,cre*dete voi, cheji 'pojfano dare due corpi materiali difuperjìcie

in qualcheparte, e in qualche modo 3 incuruata a/jco quanto.

Jì voglia irregolatamente i

SIMP. r£>i quejti non credo , che ce ne manchino .

SALV. Come ve nejìano di tali , quefii ancoraJì toccheranno in

vnprìnto ; che il toccarjìin vnfolpunto non e migapriuile-

gioparticolare delperfetto sferico, e delperfettopiano* Anzichipiù fottilmente andajfe contemplando quejìo, negozio tro- °CCir *

*jj

zzerebbe, chepiù difficile ajjai e il trottar due corpi,cheJìtocchi- e proprio del»

no conparte delle lorfuperjìcie , che con vn punto foLo;perche le sfere .per

a voler che due fuperjìcie combagino bene infìeme, bifogna , ò fette folameit

che amenduefieno efattamente piane, o chefé vna e colma ,te\m

^tut"

i'altraJìa concaua, ma di vna incauatura , che per appuntocurlie ,

rifponda al colmo dell'altra, le quali condizionifon moltopiù e più difficile

difficili a trouarfiper la lor troppoJtretta determinazione , il troiiar figu-

re le altre, che nella cajual larghezzafono infinite * XQ >c^e " toc*

SIMP* Adunque voi credete , che duepittre , o due ferri prefì a S^S? i°~*jjj*

eafe , e accoftati infìeme ilpiù delie, voltefi tocchino in vnfolperfiCJie , che

punto l con vn punto

SALV* Negli incontri caufalì credo di no. ; siperchi ,per lo più felo *

fepra ej/ìfarà qualche poco d'immondizia cadente ,. sì perche

nonfivfa diligenza in applicargli infìemefenza qualcheper-

iojfa ;& ognipoca bajìa afar che l'vna fuperjìcie ceda qual-

thepoco ali altra ;sì chefcambieuolmentejifigurino , almeno

in qualche minima particella , l'vna all'impronta dellaltra ;

ma quando lefuperjìcie lorofujfero ben terfe , e che pofati

tmenduefepra vna tauola, acciocché l'vno non grauajfe fe-pra all'altro , sijpingejferopianpiano l'vno verfe l'altro , io

non ho dubbio , che potrebbero condursi al femplice contatto

in vnfolpunto »

$AG7{~ Egli eforza, che con voftra licenza ioproponga certa-*

mia difficultày.natami nel fentir proporre alSign. Simpl. la

wpojjìbilitàtcbe. } nelpoteni trottare vn corpo materiale,efo~

lido,

Page 220: massimi sistemi del mondo

Figura sferica

più facilmen-

te -s'imprime

di og ti alerà.

r-

£ìgura circo-

lale porta fo-

la tra i pofhi-

lari.

Figure sferi-

che di diuerie

grandezze fi

pQflb.no for-

mare con ynfolo itruaiétos

& o $ Dìalogo fecondolido, che hàbbia perfettamente lafigura sferica ; t ne! vedergli

-Sign. Sahi. predargli in certo modo, non contradicendo, Vaf-

fenfo;perb vorrei fapere, fé la mede/ima diffcultàfi troni net

figurare vnfolido di qualene altrafigura, cioè per Hehiarar-

mi meglio,fé maggior difìcultà fi troni in voler ridurre vh

pezzo di marmo infigura d'vna sfera perfetta , che d'vna—*

perfetta piramide r o d'vnperfetto cauallo , ò d'vna perfetta

iocufta-,

$ALV« Per quefta prima rifpojla la darò io ; eprima mi feuferh

dJl'affenfo , the vi pare, ch'in habbiapreiìato al Sign.Simpl,

il quale erafolamente pera tempo ;perche io ancora hauenò

in animo, auanti che entrare in aitia materia , dir quellojebe

per auuentura farà l'ifleffo , o affai conforme al voslro pen-

fiero ; e rifondendo alla voBraprima interrogazione dico f

cheféfigura alcunafipuò dare a vnfolido , la sferica e ìafa-

cili/fimafopra tutted'altre,fi come e anco la femplicijjima , e

tiene tra lefigurefolide quel luogo , che il cerchio tiene tra le

Juperficiali : la deferizion del qual cerchio , come, piùfacile di

tutte le altre, effafolade fiatagiudicatala i matematici degna

d'efferpofìa tra i pofìulati attenenti ajle deferizioni dituttzs

l'altrefigure: Età talmente facile laformazion della sfera f

$hefé in vna pia/irapiana di metallo duroficauerÀ vn va-

cuoùrcolare,dentro al qualefi vadia riuolgendo cafualmen-

te qualfuogliafolido , affai grofamente tondeggiato ,per faiìeffo,fenz altro artifizio,fi ridurrà infigura sferica,quantopiù fia pojfibileperfetta ;purché quel tal folido non fia mi-

nore della sfera, chepaffajfeper quel cerchio ;e quel che ci e an-

che dipiù , degno di confìderazionee yche dentro a quel me-

defimo incauo fiformeranno sfere di diuerfegradezze.Quel-

lopoi, che ci vogliaperformare vn cauallo, e ( come voi dite)

vna locufta, lo lafciogiudicare a voi , chefapete , che pochi/fi-

mifinitori si trouerranno al mondo atti & poterlo fare . Ecredo, che il Signor Simplicio in quefioparticolare non diffen-

tira da me .

SIMP^ Non sofé io diffentapunto da voi . Uoppinion mia e,che

nejfuna avelie nominatefigure sipofiaperfettamente ottenere*

maper auuicinarsi quanto sipofsa alpiùperfettogrado, cre-

do -, che incomparabilmente siapiù ageuole il ridurre il folids

infigura sferica , che informa di cauallo, b di locusla.

SAGR. E quefia maggior difficuìtà da che credete voi, chetila de*

,. penda ì Sì come

Page 221: massimi sistemi del mondo

Del Galilea. 2.0-f

SIjMP. Si come la grand'ageuolezza nel formar la sfera deriuà

i.ada fua a'JoiutafimpiicìtàjÓ' vniformìtà, così lafortuna ir-,

?*?£ ,

!r.^0>

' legatati:a > ei.ae cLfftcJi/fmo iintrodur Valtrefigure . -

1

V,Cr

l *

SASIi. Aapriqiùpi come l'ir rtgolarìtà è caufa di di]pcultà,anco la

figura tu ynfiajfo i quo con vn martello a cafo,farà delle dif-

ficili a introdurci'

, efjtnào cjfa ancora, irregolare forfè più di

quella del eauaUo (

SIM P. Così deue efere .

SA&R. c?da dittmi : quella figura qualunque ellajtfia , che haquelfaffo, ball'egliperfaif/jimamente , àpur no i

SIMfr Quella che egli ba, l'ba tantoperfettamente,che nefiurìal-

tra iefiajfesìa tantopuntualmente ..

SA&R. Adunque fé dellefigure irregolari , eperciò diffidila co»

Jeguirfi, purfé ne trouano infinite perfetti/firnamente otte-

nute , coti qual ragionefipotrà dire-, che la femplìcìfiìma , e

per ciòfacilijfìmapiù di tutte, fia impojfibìle a ntrouarfii

SA L ff. Signori e on voflrapace, mipar che noifiamo entrati in—*

vna dfputa non moltopiù rikuànteycbe quella della lana ca-

prina, e doue,che i noflri ragionamenti dourebber continuar

di ej/er''intorno a cofe ferie , e rileuanti, noi confumiamo il _.

tempo in altercazioni friuole, e di nejfun rìlieuo . Ricordia-jejp yniuerfo

moci in grazia , che il cercar la costituzione del mondo e d<L*> e dei più no*

maggiori , e depiù nobil 'Problemi , chefieno in natura ; <l~> biliproblemi.

tanto maggiorpoi,quanto viene indrizzato [allofcioglimen-

to dell'altro ; dico della caufa deljiujfo , e refiujfo del marz^j ,

cercata da tutti igrand'huomini, chefono fiatifin qui,efior-

fé da mun ritrouata :però quando altro non ci refiida pro-

durreperi'afiolutofeioglìmento dell'infìazaprefa dalla ver-

tigine della terra-, chefu l'vltìmaportaiaper argomento della,

fua immobilità circa il proprio centro,potremo pafire allo

fcrutinio delle cofe, chefono inprò , e contro al mouimentoannuo

.

SAGR. Non vorrei Sign. Saluiati, che voi mifura/le gl'ingegni

di noi altri, con la mifura del vojiro : voi auuezzofempre adG3 '

occuparui in contemplazioni altìjfime,filmate friuole,e bajje

tal'vna di quelle,che a noipaiono degno cibo de' no(Iri intel-

letti :però taluoltaperfodisfazione nofira non vi/degnate di

tbbajfaruìa cocedere qualcofa alla nofira curiofità.Quàtopoiallo feioglìmento dell'vltima infianza , prefa dallo fcaglia-

mento della vertigine diurna? perfodisfare a me}

bajlaua af-

fiti

Page 222: massimi sistemi del mondo

La caufa del-

la proiezione

non crefee fe-

condo la pro-

porzione del-

la velocità ac-

crefeiuta per

far la ruota—»

maggiore.

tog -Dialogo fecondo

fai meno di quello, che si e prodotto; tuttauia le co/è, cheJtfondettefoprabbondantemente , mi fon parfe tanto curio/è , che

non polo non mi hanno fiancata la fantafìa, ma me l'hanno

con le loro nouità trattenutafempre con diletto tale,che mag-gior nonfaprei defìderarne;pero ,fe qualche altrafpecolazio-

ne rejìa a voi da aggìugnerui,producetela ptire , ch'io per la

parte mia molto volentieri la fentirb *

SALV. Io nelle cofe trouate da me hbfempre fentito grandijfìmo

diletto,e doppo quefioche e il ma/fimo,prouogranpiacere nel

conferirle con qualche amico, che le capifea, e che mofìri digu-

Jiarle : hor,poiché voifé te vno di quejii, allentando vn poco

la briglia alla mia ambizione , chegode dentro di fé 7 quandoio mi mojiropiaperspicace di qualche altro reputato di acuta,

vifìa,produrrò,per colmo,ebuona mifura della difcujfìon—»

paffata, vtfaltrafallacia, de ifeguaci di Tolomeo}e d'AriftoU

prefa nelgiàprodotto argomento .

SAGR. Ecco, che io auidamente mi apparecchio afentirla .

SiALV. Noi hauiamojin qui trapalato, e conceduto a Tolomeo,

come effetto indubitabile , cheprocedendo lofcagitamento del

fajfo dalla velocità duella ruota , mojfa intorno alfuo centro

tantoft accrefcala caufa di ejfofcagliamento, quanto la velo-

cita della vertigine si agumenta; dal che si inferma , che effen-

do la velocità della terreflre vertiginefommamente maggiore

di quella di qualsiuoglia macchina , che noi artijiziofamente

poffiamfargirare; l'efirusio'ne in confeguenza delle pietre , e

degli animali,&e. douejfe efier violeniijjìma . Hora io noto-,

che in quejto difeorfo e vna grandiffìma fallacia, mentre noi

indifferentemente, <&" afìolutamenteparagoniamo le uelocità

tra di loro . E vero , che s'iofo comparazione delle velocità

della medesima ruota , ò di due ruote eguali tra di loro , quel-

la , chepia velocemente faràgirata, con maggior impetofca-

glierà lepietre, e crefeendo la velocità , con la medesimapro-

porzione crefeerà anco la caufa della proiezione ,• ma quandola velocità sifacefe maggiore,non con l'accrefeer velocità nel-

Vifìeffa ruota , chefarebbe co'lfargli dar numero maggiore di

conuerfìoni in tempi eguali ; ma cò'l crefeere il diametro,efarlà ruota maggiore,fi che ritenendo ilmedefimo tempo di vnaconuerjìone, tanto nellapiccola

, quanto nella gran ruota , e

folo nella grande la velocitàfuffe maggiore , per effer la fua;'• dirconferenza maggiore, nonjìa chi creda , che la caufa dello

faglia-

Page 223: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 2,07

fcagliamento nellagran ruota crefcejje,fecondo laproporzio-

ne della velocità della fua circonferenza , verfo la velocità

della circonferenza della minor ruota , perche quefìo ìfalsif-

Jtmo, comeper adejfo vnafpeditijfìma efperienza cipotrà mo*

Jìrar così allagrojfa;che talpietrapotremmo noifagliare coti

vna canna lunga vn braccio , che con vna lunga fei braccia

nonpotremo,ancorchè il moto dell'ejtremità della canna lun-

ga, cioè della pietra incajìrataui,fujfepìu veloce il doppio del

moto dellapunta della cannapiù corta , xbe farebbe ,quando

le velocitàfujfero tali , che nel tempo di vna conuerfione inte-

ra della canna maggior'e, la minore nefacefse ire .

SAGH^. Qutjlo Sign. Salutati , che voi mi diteggia comprendo io

douere necefarsamentefucceder così ; ma non mifoutùen già,

prontamente la caufa,perche eguali velocità non babbiano aoperare egualmente in ejlrudefiproiettila ma afsaipiù quella

della ruota minore , che £altra della ruota maggiore ;perh vi

prego a dichiararmi} come il negozio cammina »

SIMP. Voi Sign. Sagr. quejìa volta vi fete dimojirato dij/ìmile avoi medefìmo,chefolete in vn momentopenetrar tutte le co/è,

& bora trapafsate vnafallacia pojìa nell'efperienza delle ca-

ne , la quale ho iopotuto penetrare : e quefia e.la diucrfa ma'niera di operare nelfar la proiezione hot con la canna breue,

& hor con la lunga ;perche a voler , che lapietrafcappi fuordella cocca,non bifogna continuar vniformemente tlfuo mo-to, ma altbora ch'egli e veloci/fimo conuien ritenere il brac-

cio , e reprimer la velocità della canna ;perloche la pietra, che

già e in moto velocijjìmo-,frappa, e con impetoJì muoue , matal ritegno nonfi pubfar nella canna maggiore, la qualeper

la fua lunghezza-, ejlejjìbilità non vbbrdtfre interamente al

freno del braccio , ma continuando di accompagnare il fajfo

per qualcheJpazio , co'l dolcemente frenarlo ,fe lo ritten con-

giunto, e non,come ,fe in vn duro intoppo hauejfe vrtato, da

fé lo lafciafuggire ; che qucndo amendue le canne vrtajfero

in vn ritegno, che lefermaffr, io credo, che la pietraparimen-

tefrapperebbe dall'vna, e dall'altra, ancorché imouimenti lo-

rofujfero egualmente veloci

.

SAGR. Con licenzia del Sign. Salutati ri/pondero io alcuna cofa

al Sig. Simplicio,poiché egli a mefi e riuoltato;edìco , che nei

fuo difcorfo vi è del buono , e del cattiuo; buono,perchi quafi

tutto e vero ,* cattiuo ?perche non fa in tutto al proposto no-

pò,

Page 224: massimi sistemi del mondo

Dato che la

Vertigine di-

urna filile del»

la terra, e cne

ella per qual-

che repentino

ollacolo,ò in-

toppo fi fer-

male le fab-

briche , e le.-*

mótagne ftef-

fe , e forfè tut-

to'! Globo fi

dilToluerebbe,

2/oS- Dialogo fecondoJiro^ veri/fimo e, che quando quello , che con velocità pòrta là

pietre , vrtafe in vn ritegno immobile,eJ/è con impeto ferre-rebbero innanzi;feguendone quell'effetto , che tutto il giorno

fi vede accadere in vna barca , che [correndo velocemente ar-:

- veni ,. & vrti in qualche oracolo, che tutti quelli , che vi fon—*-dentro, colti allimprouuifo repentinamente traboccano, e ca-

lcano verfo dotte correua il nauilio ; E quando il globo ter-

re/lire incontrale vn intoppo tale, che del tutto refijlejfealla—»

Jua vertigine, € lafermajfe, ali"bora sì ch'io credo che nonfo-lamentelefiere, gli edijizij,ele Città, ma le montagne, i laghi,

e i marififouuertirebbero , epur che ilglobo jiejfo nonfidif-

Jtpajfe; ma niente di queBofà alpropofito nojlro, cheparlia-

mo di quelche pojfafeguire al moto della terragirata vnifor-

memente , eplacidamente in fefiejfa, ancorché con velocità

grande . Quello parimente , che voi dite delle canne è inparte

vero; ma non fuportato dal Sign. Salu. come coja , chepun-tualmenteJì'aJJejll alla materia di cui trattiamo y

mafolamen-te, come vn'efempio, che così alla grojfapojfa desiarci la men-te apia accuratamente confiderare ffe crefeendofi la velocità)

in qualjìuoglia modo, con Vifiejfa proporzione fi accrefea la

caufa dellaproiezione:fiche v.g. fé vna ruota di dieci brac-

cia di diametro, mouendofi in maniera, che vnpunto della—»

fua circonferenzapajfajfe in vn minuto d'hora cento braccia,

eperciò hauejfe impeto di fagliare una pietra , tale impetofiaccrefee centomila volte in vna ruota, che hauejfe vn milion

di braccia di diametro ; il che nega il Sign. Saluiati,& io in-

clino a creder Vifleffo ; ma non nefapendo la ragione, l'ho da

effo richieda, e con defiderio la fio attendendo .

SALV. Eccomiper dami queUafodisfazione , che dalle mieforze

mifarà conceduta ; E benché nel mioprimoparlare vifiaper-

parer, eh'io vadia ricercando cofé aliene dalpropofito nojtro ,

tuttauia credo , che nelprogrejfo del ragionamenio,trouerre-'

.. mo, chepur nonfaranno tali . Pero dicami il.Sign. Sagredo

-««. in quali cofe egli ha offeritalo confìfier la refijienza di alcun—»

• - i mobile all'ejfer mojfo .

SAGR. Ioperadejfo non veggo ejfer nel mobile refijienza inter-

na allejfer mojfo ,fé non lajua naturale inclinazione , epro-lì -.. : penfione al moto contrario , come, ne' corpigratti ,\che hannofti " ìpTopenfion&almoiùjriygiu , la refijienza è al moto injà ; <&*

-©ss i'--%p detto, refislsnzdHnUma, percbì'.diquejìa credo^che voi

inten-'

Page 225: massimi sistemi del mondo

Del Galileo? tojintendiate , e non dell'eterne , chefono accidentali , e molte!

tALV. Cosi ho voluto dire , e la vofiraperfpicacità hapreualfo al

mio auuedimento , ma sto fono fiato fcarfo nelVinterrogare,

dubito, che il Sign. Sagr. non habbia con la rifpofìa adequata I 'incllnm<*l

4pieno la domanda; e che nel mobile , oltre alla naturale in- ne de i graui

flinazione al termine contrarioJìa vn altrapure intrinfeca, a* m°t0 in gin

e naturale qualità , che lofaccia renitente al moto . Ferodi- l^fc^J^Ìtemi di nuuno ;non credete voi , che l'inclinazione v.g. de i mow m g^granì di muouerfì ingiù , fa eguale alla fefìjienza de i mede*

simi aliefftrefpmù in sui

$AGR. Credo, chetila sia tale per Vappu^to; eper quefto veggonella bilancia due pesi eguali refìar fermi nell'equilibrio , re-

sìjìendo lagraziità dell'vno ali'ejfef'alzato,allagrauità,con la

quale l'altropremendo in giù alzar lo vorrebbe

.

tALV. 'Benijfimo , sì che a voler, che ì'vno alzajfe Valtro bisogne-

rebbe accrefeerpefo al premente, o fcemarlo all'altro . Ma,fénella folagrauità consiRe la resiflenza al moto in su , ondeauuiene, che nella bilancia di braccia di/eguali, cioè nella Ha-dera,taiuolia vnpefodi cjl>libbre,col fiograziare ingiugno

i bajlante a alzarne vno di quattro libbre , chegli contrare-

rà ; epotrà quejto di quattro , abbafsandosi, alzare quello di

tento, che tale e l'effetto del romano verfo-ilgranepefo , cbz^t

noi vogliampefare ifé la resiflenza aWefser mofso risiede nel-

la folagrauità , comepub il romano colfuopefo di quattro

libbre fole resijìere al pefo di vna balla di lana , o di feta , che

farà ottocento , b mille ; anzipure potrà egli vincere co'ljuo

momento la balla, efalleuarla i Bifognapur Sign.Sagr. dire,

the qzù si lauori con altra resijlcnza}e con altraforza, che con

quella della femplicegranita

.

SAGR. E necefsarto , che sia così:pera ditemi quale qziefiafecon»

da virtù

.

tALV. E quello, che non era nella bilancia di braccia eguali; con'

siderate qual nonità e nella Jìadera; <tx in quejta di necejfìtà

tonsifle la caztfa del nuouo effètto .

SAGR. Credo, chel voRro tentare mi habbia fattofoumnir nonsoche* In amendue gli Brumenti si lauora co'lpefo, e co'l

moto ; nella bilancia i monimenti fono eguali , eperò Ivnpe-

fo bifogna, che fuperi l'altro in granitaper muouerlo ; nell*

Jìadera ilpejo minore non mouerà il maggiore,fé non,quan*

io quejlo si muouapocoffendo appefo nella minor difianzjf^

e f\

Page 226: massimi sistemi del mondo

li o Dialogo fecondoe quelloJtmuoua molto,pendendo da diflanza maggiore ; bt*

fogna dunque dire , che l minor pefo fuperi la rejijtenza del

maggiore co'l mziouerfì molto, mentre ValtroJì muoua poco .

SALV. Che tanto e quanto a dire , che la velocità del mobile men9grazie cópenfalagrauità del mobilepiùgraue, e meno veloce.

t.— . SAGR. Ma credete voi, che la velocità rifiorì per l'appunto la~~»La maggior . ,, . v ,- ., f n * r

,.

velocità com- granita? cioè-, che tantoJia il "momento , e laforza di vn mo-penfa preci fa- bile v.g. di quattro libbre dìpefo, quanto quella divn dicent9mente la rnag- qualunque volta quello hauejfe cento gradi dt velocità^ que-gior gramea.

jjQ quattrogradifolamente ?

SALV. Certo sì, come io vi potrei con molte efperienze mojirare ;

ma per bora bajliui la confermazione di quefìa fola della--»

Jladera;nella quale voi vedrete ilpoco pefante romano all'ho-

rapoterfaBenere,& equilibrare lagrauijfìma balla, quandolafua lontananza dal centro,/opra il qualefifojliene , e vol-

ge/ila Baderà , farà tanto maggiore dell'altra minor dijìan-

za, dalla quale pende la balla , quanto il pefo a(fiuto della-*

balla e maggior di quel del romano . E di qztefio nonpoter la

gran balla colfuopefo , follcuare il romano tanto mengra-ne, altro nonfi vedepoterne ejfer cagione, che la di/pariti de i

mouimenti , che, e quella , e quejlofar dourebbero,mentre che

la balla con l'abbaffarfì vn fol dito , facejfe alzare il romanocento dita ; (pòfio, che la ballapefajfe per cento romani , e la

diflanza del romano dal centro deUaJiaderafuJfe cento volte

più della diflanza tra'l medeftmo centro ,, èlpunto della fo-

fpenfion della balla ) il muouerfìpoi lofpazio di cento dita il

romano, nel tempo, che.ld ballafi'muoueper vnfol dito, è l'i-

fiefi° > £be'l dire ejfer la velocità delmoto del romano cento

volte maggior della velocità del moto della balla. Hora-~>

fermateuì bene nellafantafìa, comeprincipio vero, e notorio,

che la refìflenza , che viene dalla velocità del moto-, compenfaquello , che depende dallagrauiià d'vn'altro mobile ; sì che, in

eonfeguenza ,tantorififle aliejfer frenato vn mobile d'vnalibbra, chefimuuua con cento gradi di velocità

, qztato vn al-

tro mobile di cento libbre , la cui velocitàfa d'vngradòjoh .

Et all'ejfer moffì, dzie mobili eguali reffìeramio egualmente ,

fefìhaurannoafar muouere con egzial velocità ; mafé vno -

douerà ejfer mojlopiù velocemente dell'altro, farà maggior

rejìjlenza, fecondo la maggior velocità , chefé gli vorrà con-

ferire . 'Dichiarate quefìe cofe, venghìamo all'efplicazion del

nofìro

Page 227: massimi sistemi del mondo

Del Galileo; itinoRroproblema , eperpiùfacile intelligenzafacciamone vnpoco difigura . Ejìano due ruote difeguali intorno a quejto

ceniro A. e della minorefa la circonferenza BG. e della mag-giore CEH . <tx ilfemidiametro ABC.fia eretto all'Orizonte,

eperipunti \BC.fogniamo le rette linee tangenti *BF. CD. e

negli archiBG. CE. fienoprefe due parti eguali BG. CE»c7 intenda/} le due ruote ej/èrgirate fopra t lor centri coneguali -velocità , fiche due mobìli , li qualifariano verbigra*

zia due pietre pofìe ne punti B. e C. vengano portate pei*

le circonferenze \BG. CE. con eguali velocità , talché nel'

l'ifteffò tempo , che lapietra B.fcorrerebbeper Varco BG. Icl~>

pietra C. pafferebbe Varco CE. Dico adejfo , che la vertigi-

ne della minor ruota , e moltopiù potente a far laproiezione

dellapietraCB. che non e la vertigine della maggior ruota del-

la pietra C. Imperocché douendo fi , comegià fi e dichiarato

far laproiezioneper la tangenie,quando lepietre B.C. douefferofepararfi dalle lor ruote , e cominciare il moto dellapro-iezione da ipunti B.C. verrebbero

daliimpeto concepito dalla vertigine

fagliate per le tangenti BF. CD.'Per le tangenti dunque 'BF. CD.hanno le duepietre eguali impeti di

feorrere , e vifeorrerebbero ,fe da-*

qualche altra forza non ne fujferodeuiate ; nonjìà così Sig. Sagredo?

SAGR. Così mipar ± che cammini il ne-

gozio .

SALIS. Ala qualforza vipar , chepojsa

elfer quella , che deuij le pietre dal

muouerfi per le tangenti, dous l'im-

peto delia-vertigine veramente k^>caccia t

SAGR. E , olapropriagrauità t ò qual-

che colla, che le ritienpofate , b attaccatefopra le ruote

.

SALV. Ma a deuiare vn mobile dal moto,doue egli ha impeto,nonci vuoVegli maggiorforza)) minore,fecondo che la deuiaziO'ne ha da ejfer maggiore, b minore i cioè , fecondochì nella de-viazione egli dourà nell'ifìejfo tempopaffar maggiorerò mino*re fpazio ?

SAGR, Sì,perchègià difoprafa conclufo > che afar muoverevnO * mobile.

Page 228: massimi sistemi del mondo

tt£ Dialogofecondomobile; con quanta maggior velocitàJì ha dafar muonenJ^tanto bifoglia , chejìa maggiora la virtù mouente

.

%ALV. tìora confederate ,,comeper dentarlapietra della minor

ruota dal moto della proiezionefche ellafarebbe per la tan-

gente BF. e ritenerla attaccata alla ruota, bifogna, che laprò»

pria granita la ritiri per quanto è lunga lafeganteFG. ò ve*

ro la perpendicolare tirata dalpunto G.fopra la linea'BF»

doue che nella ruota maggiore il ritìramento non ha da effe*

pia , chefi Jìa laftgante 'DE. ò vero la perpendicolare tirata

dalpunto E. fipra la tangente DC. minor'affai della FG. e

Jempre minore, e minoretfecondot che la ruotaJìfaceffe mag-giore $ eperche quelli ritiramenti Jì hanno a fare in tempi

eguali, cioè mentre^ chefepaffano li due archi eguali BG. CE»quello della pietra B. cioè il ritiramento FG, donerà e/Jer piaveloce dell'altro DE. eperò molto maggiorforzaJì ricercherà

per tenerlapietra B. congiunta alla fuapiccola ruota, che lai

pietra C. allafuagrande, ctìeilmedejìmo, che dire, che talpo-

ta cofa impedirà lofcagliamento nella ruotagrande, che nonloproibirà nella piccola . E manifeflo dunque , the quanta

piùfìcrefce la ruota,tantoJìfeema la caufa della proiezione»

§AGR. Da quejlo, che bora intendo , merce del vojlro hingofmi-

nuzzamento mi par 'dipoter far rejìarpago il mio intelletto

ton affai breue difcorfo;perche venendo dalla velocità eguale

delle due ruote impreffo impeto eguale in amendue le pietre^

per le tangenti tjì vede lagran circonferenza co'l poco fepa-rarjì dalla tangente, andarfecondando in vn certo modo , e

son dolce morjofuauemente raffrenando n ellapietra l'appe-

tito ,per cosi dire,difeparar(ì dalla circonferenza; sì che qua-

lunquepiccol ritegno, ò dellapropria ìnclinazìo-ne, ò di qzial-

che glutine, bafia a manieneruela congiunta ; il qualepoi re-

ità invalido a ciòpoterfare -nella piccola mota, la quale co'l

pocofecondareia direzione della tangente, con troppa ingor-

da voglia cerca ritenere afe lapietra ; e non effhuio ilfreno,

e'Iglutinepiùgagliardo di quello , che manteneva Valtrapie-

tra vnita con la maggior ruota , Jì Strappa la cavezza } ejì

eorreper la tangente . Ter tanto io non jolamenie rejlo capa-

ce dèll'hauer tutti quelli errato, che hanno creduto crefcerjìla

xagione dellaproiezionej'econdo chejì accrefee la velocità del-

la vertigine; ma dipiù vo confederando , chefcemandojì Uu*proiezione nell'accrefcerjila ruota , tuttauokactiejìmanten-

ga

Page 229: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. atjga la meàejima velocita in ejfe mote:forfèpotrebbe effer vero»

chea voler, che lagran ruotafcagliajfe come lapiccola , tifo*

gnaffe crefcerle tanto di velocità , quanto fé le crefce di dia-

metro, chefarebbe,quando le intere conuerfionifìfiniffero in

tempi eguali; e così fipotrebbeJlimare, chela vertigine della)

terra non piufufie bafiante a fagliare lepietre , che qualfi-

uoglia altrapiccola ruota, che tato lentamentefigirajje,che im

ventiquatt'hore dejfe vnafola riuolta.

SALV. Non voglioper bora , che noi cerchiamo tani*oltre', bafla*

che ajfai abbondantemente habbiamo ( s'io non m'inganno)

mofirato l'inefficacia delVargumento , che nel primo afpetto

pareua concludentiffimo, e tale eraflatofornaio dagrandini-mi huomini : & affai benefpefo miparrà il tempo, eleparole*

fé anco nel concetto del Sig. Simp. hauerb guadagnato qual-

che credenza,no diro della mobilità della terra,ma almanco del

non ejfer l opinion di coloro , che la credono , tanto ridicola , e

fìolta, quanto lefquadre de3

fìlofofi comuni la tengono .

SIMP. Le foluzioni addotte fin qui airinjlanzefatte contro tt~*

quefia diurna reuoluzion della terraprefe da igraui cadenti

dallafommità d'vna Torre , e da iproietti a perpendicolo in

su , o fecondo qualfiuoglia inclinazione lateralmente verfo

Oriente, Occidente, Mezzogiorno, b Settentrione , &c.mèhanno in qualche partefcemata l'antiquata incredulità con-

cepita contro « tale opinione ; ma altre maggiori difficultà mi

Jìaggirano adejfo perlafantafia ; dalle quali io affolutamen-

te non mi[apra maifuiluppare, neforfè credo , che voi me- Altre oppofì-defimi ve ntpoirie difciorre ; e pub anco ejfere , che venute zioni di du®

non vifimo all'orecchie,perchiJòno affai moderne. E quefie autori moder-

fono le opp»jìziòm di due autori , che ex profefìò , fcriuono "' contro a^

contro al Copernico ;hprimefi'leggono in vn libretto di con- P ni •

clufìoni naturali ; k altrefono d'vngran Filofofo , e Mate-matico infieme, infera in vn trattato, che eglifa ingrazia—»

d'Arifiotile, e dellafifa opinione intorno alìinalterabilità del

Cielo, doue eiproua, che non pur le comete, ma anco le Belle

tiuoue , cioè quella delj:7tantadua in Cajfiopea , e quella del

ficentoquatiro nel Sagittario non erano altrimentifopra le

sfere de i Pianeti,ma ajfolutamentefotto il concauo della Lu-na nella sfera elementare, ecibdimoflra egli contro'a Ticone,

Keplero-, e molti altri ojferuatori aflronomi ; e gli abbatte con

le loro armi mèdefìme , cioèper via delleparallafjì : Io,fé vi e

3 inpia-

Page 230: massimi sistemi del mondo

Prima oppo-iìzione dell'-

autor moder-no del libret-

to delle con:

elulioni

.

Vna palla d'-

artiglieria có«

fumerebbe—»più di otto

giorni nel ca-

der dal con-

cauo della Luna iìno al cen-

tro della ter-

ra 3 fecondol'opinione del

V autor mo-derno del le-*

conclufioni •

2 t 4 Dialogo fecondoinpiacere, produrrò le ragioni dell'vno, e dell'altro , perchè le

ho lettepia d'vna volta con attenzione^ voipotrete efiaminarla hrforza 3 e dirne il vojlro parere .

SALV, Ejfendoche il nojìroprincipalfine e diprodurre , epon-

derar tutto quello, che eflato addotto inprò , e contro a i due

Siflemi,Tolemaico,e CopernicanOjnon ìbenepafiar cofa alcu-

na delleferine in cotal materia .

SIMP. Comincerò dunque dall'injìanze contenute nel libretto

delle conclufioni, epoi verrò all'altre . 'Primieramente dun-que l'autore congrand'acutezza va calcolando quante miglia

per bora fa vn punto della fiuperficie terrefìre , poflo fitto

l'Equinoziale, e quanteJìfanno da altripuntipofli in altri

paralleli, e non contento di inuefligar tali mouimenti\in tem-

pi horarìj ,gli troua anco in vn minuto d'bora; ni contento

del minuto, lo ritrouafino a vnofcrupolofecondo: mapiù e*

va infino a moflrar' apertiffimamente quanie miglia farebbe

in tali tempi vnapalla d'artiglieria , pofla nel concauo delV

Orbe Lunare,fuppofiolo anco tanto grande , quanto Viflejfo

Copernicofé lofigura,per leuar tutti ìfutterfugy all'auuer-

fario;efatta quefì'ingegnqfiJfima,^X efiquijìtijjìmafupputa-zione, dimoflra , che vn grazie cadente di lafsu confumerebbe

afsaipia difieigiorni, per arriuarfino al centro della terra

,

doue naturalmente tendono tutte le cofegraui . Hora,quan*do dall'afeolutapoteza diuina,ò da qualche Angelofufse mi-racolofamente trasferita lafsu vna grofipjjtma palla di arti-

glieria,epofla nel nojìropunto verticale,e di lì lafciata ìnfiua

libertà, è benperfuo , e mioparere incredibilijfima cofa , cboella nel dejcendzre a bafsofiandafse fiempre mantenendo nel-

la noBra linea verticale, continuando digirare con la terratintorno alfuo centro,per tantigiorni^ deferiuendofiotto l'E-

quinoziale vna linea fpirale nel piano di efso cerchio mdfft-

mo ; e fotta altriparalleli, lineefpirali intorno a Coni, efiotto

i Poli cadendoper vnafemplice linea retta . Stabilifcepoi , e

conferma quefta grand'improbabilità co'lpromouer per mo-do di interrogazioni molte difficultà impofipbili a rimuouerfida ifeguaci del Copernico > efono , fé ben mi ricorda .

$tALV. Piano vnpoco digrazia Sig. Simp. no vogliate auuilup-

parmi con tante nouità in vn tratto ; io hopoca memoria , tperò mi bifogna andar dipajfo inpajfo . Eperche mifiouuie-

mhauergià voluto calcolare in quanto tempo vn Jtmil grò*

uè ca*

Page 231: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 215uè cadendo dal concaio della Luna , arriuerehbe nel centra

della terra t e mi par ricordare , che il tempo non farebbeJilungo ;farà bene, che voi ci dichiate con qual regola queflau^tore habbiafatto ilfuo computo

.

SIMP. Hallofatto ,perprouare ilfuo intento à fortiori , van-taggiofo affaiper la parte auuerfa,fupponendo, che la veloci*

tà del cadenteper la linea verticale verfo il centro della terra,

fujfe eguale alla velocità delfuo moto circolare sfatto nel cer-

chio majfìmo del concauo dell'Orbe Lunare ; al cui raggua-

glio verrebbe afare in vnbora dodicimilafeicento miglia te-

defche ; cofa , che veramente ha dell'imponibile ; tuttauia per

abbondare in cautela , e dar tutti i vantaggi alla parte , ei la

fupponeper vera , e conclude il tempo della caduta douere adogni modo ejferpiu difeigiorni .

SALV. E quejì'è tutto ilfuoprogrejfo ? e con queBa dimofìrazio-

neproua il tempo di tal cafcata douer%

ejferpiu difeigiorni?

SAGR. Parmi , che e'fijia portato troppo difcretamen te,poichì

effendo inpoter delfuo arbitrio dar qual velocitàglipiaceua

a vn tal cadente*; & in confeguenza farlo venire in terra in

fei mefi', & anco infei anni, Jie contentato difeigiorni. Madigrazia Sig. Saluìati racconciatemi vnpoco ilguJìo,co"l dir-

mi in qual manieraproccdeua il vojiro computo ; già che voi

dite hauerlo altra volta fatto ; che benfonjicuro, chefelque-

Jìto non ricercaua qualche operazione fpiritofa , voi non v$

barefle applicata la mente .

SALV. Non bafìa Sig. Sagr. che la conclusonefià nobile, egran-

de, ma ilpuniojià nel trattarla nobilmente . E chi non sà,cbe

nel refecar k membra di vn animale,fìpojfonofcoprìr mera-

uiglie infinite dellaprouida, efapientijfima Natura-, tuttauia

per vno, che ti notomiffa ne tagli, mille nefquarta il beccaio}

C7 io nel cercar bora di fodisfare alla vojira domanda,non so

con quale delli due habitifiaper comparire in Scena ;purpre~

fo animo dalla comparfa deli"autor del Sig. Simp. non rejkrb

di recitarui (fé mifouuerrà ) il modo, che io teneuo. Mapri-

ma , ch'io metta mano ad altro , non pojfo lafciar di dire , che

dubitograndemente, che il Sig. Simp. non habbìa fedelmente

referito il modo, col quale quejlofuo autore troua, che la pal-

la d'artiglieria nel venir dal concauo della Luna ,fino al cen-

tro della terra , confumerebbe più difeigiorni ;perche, s'egli

bauejfefuppojio , che lafua velocità nellofenderefujfefiata4 eguale

)

Page 232: massimi sistemi del mondo

z 1

£

Dialogo fecondoeguale a quella del coricano ( come dice il Sig.Sìmp. che e*fup->

pone ) jifarebbe dichiarato ignudi/fimo anco delleprime , e_-»

più/empiici cognizioni di Geometria;anzi mi marauiglio, che

Vijlejfo Sig. Simp. neWammetter lafuppojìzione , ch'egli dice,

non 'vegga l'eforbitanza immenfa , che in quellaJicontiene,

SIMP. Ch'io habbia equiuocato nel riferirla,potrebbe eJJere; ma

che io vifcuopra dentro fallacia-, non eJicuramente

.

SALV. Forfè non ho ben'apprefo quel che hauete riferito . Nondite voi, che quejì'autorefa la velocità del moto della palla-**

nellofendere eguale a quella , ch'ell'haueua nello andare in

volta,Jlando nel concauo Lunare, e che calando con tal velo-

cità,Ji condurrebbe al centro infeigiorni i

SIMP. Così mipar , ch'eglifcriua .

SALV. E non vedete vrìeforbitanza figrande f ma voi certo Is

dijfimulate: che nonpuò effer, che nonfappiate, chél femìdia*

mEsorbitanza- metro del cerchio e manco, che lafejìaparte della circonferen-

areom&o ore-za

>e c^e tn €0nfi^uenza $ tempo,nel quale il mobile pafferà il

fo&dalla palla fhmidiametrojarà manco dellaféfìaparte del tempo nel qua.'

cadente.-» dal lemojfo con la medejìma velocitàpalerebbe la circonferenza}concauo della e chepero la pallafeendendo con la velocità , con la qualeJi*,un*' muoueua nel concauo , arriuerà in manco di quattr'hore

al centro,poJìo,che nel concauo compiejfe vna reuoluzìone in

bore ventiquattro, come bifogna , ctfeifuppongaper mante*

nerjifempre nella medejìma verticale .

SIMP. Intendo bora beniffìmo l'errore;ma non glie lo vorrei at-

tribuire immeritamente , & t'forza, eh'io habbia errato nel

recitar* ilfuo argomento, e perfuggir di non gli rìaddoffav

degli altri, vorrei hauere ilfuo libro ; efé cifujfe chi andajffr

apigliarlo, l'hauerei molto caro .

SAGPyj Non mancherà vn lacchi , cheanderà volando ; & ap-

puntoJi faràfenzaperdimento di tempo ; che intanto il Sig*

Salu. cifauorirà delfuo computo .

SIMP. Potrà andare, che lo trouerà aperto szìl mio banco, injìe-

me con quello dell'altro,, chepur argomenta contro al Coper-nico .

SAGR. Paremoportar quello ancora ,perpiùjicurezzaj <ÙX ìyl~*

tanto il Sig. Salutati farà ilJuo calculo ; hofpedito vnferui-tore.

SALV. Auantìdiognì altra cofa , bifogna confederare , come ili

mowmeoto de ìgraui defeendenti, non g vniforme,, mapar-tmdofi J

Page 233: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. Ì17tendofi dalla quiete vanno continuamente accelerando/i ; ef- £«0 djl tenuffato conofcìuto , & oferuato da tutti ,fuor che dalprefato po della ca-

autore moderno , il quale nonparlando di accelerazione lofi duta della pai

equabile . Ma quefìa general cognizione e di niun profitto , la d' artiglie-

quando non fi fappia , fecondo qual proporzione fia fattor

jaii

C<

J"

car

quejto accrefctmento di velocità: conclufionefiatafino a i th finoai centropi nojhi ignota a tzitti i Filofofi; eprimieramente ritrouata,e della terra

.

dimojìraìa dall'accademico nofiro comun'amiconi quale in al-

cuni Cuoifcritti non ancorpubblicati , ma in confidenza mo~Hrati ame,ij ad alcuni altri amicifuoi,dimoJira, come l'ac- Accelerazio-selerazione del moto retto de igraui, fifa fecondo i numeri ne del motoimpari ab vnitate, cioè, chefegnati quali,e quantifi voglino naturale de i

tempi eguali ,fe nel primo tempopartendofi il mobile dallas gra»i » p *e"

quiete bauerà pafiato vn tale fpazio , come per e/èmpio vnaJ^*!.: [m^A

canna, nelfecondo tempopafera tre creine , nel terzo cinque cominciandonel quartofette, e così conseguentemente, fecondo ifuccedenti dall'vnità

.

numeri caffi', che infomma e iifìefio , che il dire, cheglifpazij Gli fpazij pak

pajfati dal mobile, partendofi dalla quiete , hanno tra di lorofeudal gp

proporzione duplicata di quella , che hanno i tempi, ne' quali come j qua.tali fpazijfon mifurati; b vogliam dire, cheglifpazijpajfati, drati de tem»

fon tra di loro, come i quadrati de tempi . pi

,

SAGR. Mirabil cofafinto dire; e di queslo dite ejferne dimnflra*

zion Matematica ?

SALV. Matematicapurifiima , e non folamente di quefla , ma di

molte altre belltjfimepaffioni , attenenti a i moti naturali, e aiproietti ancora, tutte ritrouate, e dimofìrate dall'amico nor

jntera cmro3firo, & io le ho vedute, e ftudiate tutte con mio grandijfimo uafcienzadel-

gufio, e merauiglia, vedendo fu/citata vna nuoua cognizione V accademico

intera , intorno ad vnfuggetto, del qualefifonofcritti centi- intorno al monaia di volumi ; e ni pufvna fola deliinfinite conclufioni

to *ocaie-

ammirabili , che vifon dentro > è fiata offeruata ,. e intefa daalcunoprima , che dal nojìro amico .

SAGR. Voi mifatefuggir la voglia d'intenderpia oltre de i no~

Jiri cominciati difeorfi , efilo fentire alcuna delle dimofira-

zioni, che mi accennate;però, ó ditemele alprefente, b almenodatemifermaparola difarne meco vna particolarefejfione >

& ancoprefente il Sign. Simplicio ,fe haurà gufo di fentire

lepaffioni, <£? accidenti delprimario effetto della Natura .

$JMP. Hauerollo indubitatamente}ancorche,per quanto appar*

tiene alJHofofo naturale, io non credo, che il defeenderea cer*

temi'

Page 234: massimi sistemi del mondo

1 1

8

Dialogo fecondote minute particolarità Jìa necefarìo , bafìando vnageneralcognizione della defnizion del moto , e della diflinzione di

naturale, e violento, equabile-, e accelerato, eflmili; che quan-do quejio nonfujfebaflato, io non credo , che Ari/lot. hauejfe

pretermejfo di ingegnarci tutto quello , chefujfe mancato.

SALV. 'Può ejfere . Ma nonperdiamopiù tempo in queJlo,ch'io

prometto/penderci vna meza giornata appartatamente per

voflrafodisfazione, anzipuf bora mifouuiene hauerui vrì

altra voltapromejfo di darui quejia medesima fodisfazione .

E tornando al nojlro cominciato calcolo del tempo nel quale-

ilgrazie cadente verrebbe dal concauo della Lunarino al cen-

tro della terra , perproceder non arbitrariamente , eacafo %

ma con metodo concludenti/fimo, cercheremoprima di ajfìcu-

rarci con l'efperienzapiu volte replicata in quato tempo vna,

palla v.gr. diferro venga in terra dall'altezza di cento brac-

cia.

SAGR. Pigliandoperò vnapalla di vn Ital determinatope/ò , e-*

quellajìefa /opra la quale noi vogliamo far il computo del

tempo dellafcefa dalla Luna .

SALV. Quejio non importa niente,perchepalle divna , di dieci >

di cento, di mille libbre, tutte mifureranno le medesime cento

braccia neWifieffb tempo

.

S1MP. Oh quejio non cred'io,ne meno lo crede AriJlotile,cheferi-

ne , che le velocità deigraui defeendentihanno tra di loro la

mede/Imaproporzione delle lorograuità .

SALV. Come voi Sjg.Simplicio volete ammetter cotefioper vero,

p ,,._ bifogna,che voìerediate ancora, che lafciatenell 'ijìejfo mome-

tiftotile nelP- ^° cader due palle della medesima materia , vna di cento lib-

affermare^ i bre, e l'altra d'una, dall'altezza di cento braccia , lagrandegraui cadenti arriui in terraprima , che la minore siafcefa vn fot braccio ;muóuerfi fé- hora accomodatele voipotete, il voflro ceruello a imaginar-

Dorz'one ^deùJ/^ ve^er lagranpallagiunta in terra, quando la piccola sia

le grauità lo-' ancora a men d'vn braccio vicina allafommità della Torre

.

ro

.

SAGR. Che quejiaproposizione sìafalsijjìma, io non ne ho vn—j>

dubbio al mondo, ma che anco la vojira sia totalmente vera

,

non nefon bzn capace ; iuttauia la credo,poiché voi rifoluta-

mente l'affermate ; il chefon sicuro , che non farejle ,quando

non ne hauejìe certa efperienza , òferma dimofirazione ;

SALV. Monne l vna, è l'altra, e quando tratteremo la materia

dei motifeparatamente ve la comunicherò; intanto,per non"... kaue-

Page 235: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. zipbattere occasione di pia interrompere tifilo , ponghiamo di

voler fare il computo fopravna palladiferro di cento lib-

bre, la quale per replicate esperienze ,fcende dall'altezza di

cento braccia in cinque minutifecondi d'hora :Epercbì,come.

vi ho detto, glifpazij, cbefimtfurano dal cadente, crefcono in

duplicataproporzione; cioèfecondo i quadrati de' tempi, effendoche fi tempo di vn minutoprimo e duodeclupo del tempo

di cinquefecondi ,fe noi multiplicberemo le cento braccia,pei1

il quadrato di 12. cioèper 144. baueremo 14400. che farà il

numero delle braccia , che il mobile medefimopafferà in vnminutoprimo d'hora; efeguitando la medejima regola,perchì

vnhorae 60. minuti multiplicandò 14400. numero delizi

braccia pajfate in vn minuto,per il quadrato di 60. cioè per7.600. ne verrà j 1 840 000. numero delle braccia da pajfarfi

in vrìbora, chefono miglia 17280. E volendofapere lofpa-

zio , chefipalerebbe in 4. bore multiplicberemo 172X0. pet1 6. [che e ti quadrato di 4.) e ce ne verranno miglia 2/6480.il qual numero e affai maggiore della dìjìanza dal concauo

Lunare al centro della terra, che e miglia 1 96000. facendola disianza del concauo f 6. femidiametri terrefiri , come faVautor moderno; &ilfemidiametro della terra 3500. miglia

di braccia 3000. Vvno, qualifono le nofire miglia Italiane .

^Adunque Sig. Simplicio quellofpazio dal concauo della Luna,al centro della terra , che ti vofìro computiHa diceua nonpò*terfipaffare,fé non in affaipiù di feigiorni;vedete come, fa-tendo il computo fopra l'efperienza , e non su per le dita , fi

pafferebbe in affai meno di 4. bore; efacendo il computo efat-

toJìpajfa in bore 3. min.primi 22. e 4. fecondi.

SAGR. Digrazia caro Signor non mi defraudate diqueslo cai»

culo efatto,perche bifogna, chefia cofa beBtJJìma .

SALV. Tale e veramente,pero battendo ( come ho detto ) con di*

ligente efperienza ojferuato , come vn tal mobile pajfa caden-

do l'altezza di 100. braccia in $ .fecondi d'hora, diremo ,JLs700. bracciafipafiano in $.fecodi, braccia j88oooooo. (cbt

tantefono f 6,femidiametri della terra) in quanti 0.fecondi

fipaleranno l La regolaper queffoperazione e , chefimuUttpUcbi il terzo numero ,per il quadrato delfecondo ne viene

j4700000000.il qualefi deue diuidereper ilprimo, cioè,per

io 0. e la radice quadrata del quoziente, che e 12124. e il

num. cercato,cioe i2i24.min.fecon, d'hora, chefono horej 9

min.primi 22> e. 4,fecondi* Uh

Page 236: massimi sistemi del mondo

ll-Q. Dialogo fecondo

14700000000

3S9SÓio

1212.4,

202,

l

SAGR. Ho veduta l'o-

perazione , ma non 100. $. $88000000intendo niente del- A "B C 2$la ragione del così ——

operare, ne mipar 1

tempo adejfo di do- «

mandarla » 22SALV. %Anzi ve la vo- —

glio dire, ancorché 24.1

non la ricerchiate , -• > doperchi e affaifacile . 24.22

Segniamo quefii tre —numeri con le lette- 24240re Aprimo, B fico-

do, C terzo * A.C fono ì numeri degli Jpazfj* 55 VI numeradel tempo;Ji cerca il quarto numeropur del tempo , Eperchenoifappiamo > chi' qualproporzione ha lofpazio A. allo fpa-zio C. tale deue hauere il quadrato del tempo B. al quadrato

del tempo, chef} cerca;peròper la regola aureafì multiplìche-

rà il numero C.per il quadrato del numero B. & ilprodotto

fi diuidera per il numero <-A. & il quoziente farà il quadra-

to del numero, chefi cerca, e lafua radice quadrata ,farà l'i-

, ftejfo numero cercato . H or vedete, come e facile da inten-

derfi.

SAGR. T'alifono tutte le cofe vere, doppo chefon irouaìe , ma il

puntoflà nelfaperle trottare . Io re/io capaciffìmo , e vi rin-

grazio . Efé altra curio fifa vi rejìa in quejla materialipre*

go a dirla {perche s'iodt:7

oparlar liberamente , dirò con lice-

zia del Sig. Simp. che da i voftri difcorfiimparofempre qual-

che bella nouità, ma da quelli de fuoifilofofi , non so d'hauer

fin bora imparato cofe digran rilieuo .

SALV. Pur troppo ci remerebbe da dire in quefii mouìmenti loca-

li; ma conforme al conuenuto > ci rifirberemo ad vnafeffìont

appartata ; eper bora diro qualche cofa attenente alis

autor

propoflo dal Sign. Simplicio , al qualepar d'hauer dato vn—>gran vantaggio alla parte , nel concederle , che quella palla

d'artiglieria nel cader dal concauo della Luna jpojfa venir

con velocità eguale alla velocità, conia qualefifarebbe moffiz

ingiro reflando lafsu , e mouendofì alla conuerfìon diurna .

Hora togli dico, che quellapalla cadendo dal concauoftno al

centro

Page 237: massimi sistemi del mondo

Del Galileo.' tztCèntro acquiferagrado di velocità affaipia ,ehe doppio detti.'

velocità del moto diurno del concauo Lunare ; equejto ma*

Jtrerò io confuppojli veri/fimi, e non arbitrari}. Douete dun-quefapere, come ilgraue cadendo, & acqui/landòfempre ve- Umobile wk<locità nuoua,fecondo laproporzionegià detta,in qualunque dente quand*

mementefenzapiù crefeerìa ; in altrettanto tempo , quanto è co" per lltr«c«

Jiato quello dellafuafcefa,paJfèrebbeJpazio doppio \delpaffa- tanto tempo

to nella linea delprecedente moto ingiù . E cosiper e/empio, con m°to vni

fé quella palla nel venir dal concauo della Lunaalfuo centro ™f?e paue-JL *r r

i• • r j- j- 1 rebbe ipazio

va confumato bore 3 . mm. primi 22. e 4.fecondi , dico, ebe jopio del paf»

giunta al centrofi troua cojìituitain talgrado di velocitante fato col mot«

fé con quella , fenza più crefcerla , continuale di muouerfi accelerate.*

vniformemente , pajertbbe in altre bore 3. min* primi 22*

e 4-fec. il doppio diJpazio> cioè quante tutto7 diametro interodell Orbe Lunare ; eperche dal concauo della Luna al centra

fono miglia 1 gó000. le quali lapalla pafia in bore 3. min,primi 22. e 4fec. adunque^fiate quello eh"e detto)contimian-

do lapalla dimuouerfi con la velocità, ebefitroua bauerenel-

l'arrivare p.l centro,pafferebbe in altre bore 3. min.primi 22*

fafcc.fpazio doppio del detto , t óè miglia 3 g20 00.ma la me»dfimajiando nel concauo della Luna , che bà di circuito mi'glia 1232000. e mouendoficon quello al moto diurnofareb-be nel medefimo tepo,cioe in bore 3.min.primi 22. e 4-fec. mi"glia 172SS0. ebefono afsaimanco, che la metà delle miglia—*

3Q2000. Ecco dunque > come il moto nel concauo noni qualdice l'autor modemo,cioe di velocità imponibile a partictparfi

dallapalla cadente, &c.SAGR. Il difeorfo camminerebbe benìf/imo , e mi quieterebbe ,

quando mifu/se faldata quellapartita del muouerfi il mobile

per doppio fpazio delpaffato cadendo in altro tempo eguale

a quel della fee/à,quando e coniinuaffe di muouerfi vnifor-memente col mafiìmogrado della velocità acqui/tata nel de- .

fce>?dere,propofizione anco vn altra volta da voi fuppojla—*per vera>ma non dimofirata.

ZALV. Quefìe vna delle dimoFirate dalnoftro amico, e la vedrete

afuo tempo ; ma intanto voglio con alcune conieiture -, noninftgnarui cofa nuoua,ma nmuouerui da vna certa opinionesortiraria, mofìrandoui , cheforfè cosìpofja efiere . SoJptn~

dendo/i

Page 238: massimi sistemi del mondo

11 moto de i

endul* grani

perpetuert bbe rimoffi gì'

impedimenti.

I

^Quando il

Globo terre-

Are furie per-forato vn gra-

*e defcendente per tal foropulserebbe a-

icédendo poioltre al cen-

tro per altret-

tanto fpazio

quatofù quei4aJ.la.fc.efa. ,.

i£i Dialogo fecondodendoficon vnfilo lungo, efottik legato alpalco vnapalla di

piombo,fé noi la allontaneremo dalperpendicolo, lafciandola

poi in liberta , non battete voi ojferuato , che dia declinando

pajftràfpontaneamente di là dalperpendicolopoco meno , che

altrettanto ?

SAGR. L'ho ojferuato benìjfìmo , e veduto , ( mafsimefe lapalla

faràgraue affai ) che ellaformonta tantopoco meno delljL^

fcefa', che ho taluolta creduto , che Varco afcendentefia eguali

al defendente, eperò dubitato , che lefue vibrazioni potejfc-

roperpetuarfi ; e crederò , che lofarebbero ,fefi potejfe leuar

^impedimento dell'aria , la quale refifiendo all'ej/er'aperta^ >

ritarda qualche poco. y <kj, impeàifce il moto delpendolo ; matimpedimento e benpoco; di che e argomento il numerogran'de delle vibrazioni r chefifanno auantii che il mobilefifer»mi del tutto ...

£ALV. Nonfiperpetuerebbe il moto Sign. Sagr. quando ben fileuajfe totalmente l'impedimento dell'aria , perche verìevrùaltropiù recondito affai».

SAGR. Equal'ì che'altro,non menefòuuieneì.

&ALV» Vigufierà ilfentirlo , ma ve lo diròpoi ; intantofeguitia*

mo, . Io vi hòpropoHa Vojferuazione di quefiopendolo , accio

khe voi. intendiate , che l'impeto acquijìato nell'arco defcen-

dente , doue il moto ì naturale, eperfé Beffopotente, a fofpi*

gnere di moto violento la medefimqpattaper altrettanto fpa-zio, nell'arcofimile afcendente-, e tale dicoperfefiefso, rimofsi

tuttigì'impedimenti efierni : Credo anco chefenza dubitarne

s'intenda , cheficome nell'arco defcendente si. va crefcendo la

velocitàfino alpunto infimo delperpendicolo ; così da quefio

per l'altro arco afcendentefi vadia diminuendo xfino all'e»

/iremopunto altifsJmo , e diminuendo con l'ifiefseproporzio-

ni con le qualifi venneprima agumentando ,fi che i gradi

delle velocità , ne ipunti egualmente dislanti dal punto infi-

mo,fieno tradì loro eguali . Di quiparmi ( difcorrendoco» ,

vna certa conuenienza ) dipoter credere r che quando il Glo~

bo Terre/trefufseperforatoper il centro , vna palla d'arti-

glieriafendendoper tal pozzo acquifierebbe fino al centro

taVimpeto di velocità .,, che trapalato il centro la /piglerebbe

m super altrettantofpazio,quantofujfefiato quello della ca«

duta, diminuendofempre la velocità oltre al centro con de-

znmmtifimili agl'incrementiacqui/iati nellofendere fa'titempo,

Page 239: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

223tempo cheficonfumerebbe in quefiofecondo moto afctndenie

credo, chefarebbe eguale al tempo dellafcefa. Horafe il mobi-

le co'l diminuirfuccefsiuamente,fino alla totale ejlmzione, il

fommo grado della velocitàf che hebbe nel centro , conduce il

mobile in tanto tempoper tantoJpazio , per quanto in altret-

tanto tempo era venuto con lacquifio di velocità , dalla total

priuazione di ejfa , fino a quelfommogrado ;par ben ragia-

neuole, che quandofimouejfefempre co'lfommogrado di ve-

locità trapajfafse in altrettanto tempo amendue quelliJpazij |

perchefé noi andremo co la mete diuidédo quelle velocità t

ingradi ere/centi, e calati,come v.g. quejli num. fiche ì &primifino alio .fien o i crefeenti , e gli altrifino all' i.i $calanti , e quelli del tempo dellafcefa , egli altri del tem- 4pò dellafedita fi vede , che congiunti tutti infiemefan- £no tanto^quanto,fé vna delle dueparti di lorofufsefia- 6ta tutta digradi majjìmi , epero tutto lo Jpazio paffato 7con tutti igradi delle velocità crefeenti^ e calanti (che e Stutto il diametro intero) deu'effer' eguale allo Jpazio ppajfato dalle velocità majfime, che in numero fono la iometà dell'aggregato delle crefeenti , e delle* calanti . Io iomi conofeo ejfcrmi aJJai duramente Jpiegato , e Dio vo- pglia , ch'io mi lafci m tendere . 8

SAGR. Credo d"hauere intefo benifiimo , & anco dipoter in 7breui parole moflrar , ch'io ho intefo . Voi haueie volu- Sio dire , che cominciando il -moto dalla quiete,^ andan- /do fu'teejjìuamente crefeendo la velocità con agumentì 4eguali ,

qualifon quelli de' numeri conJegucnii,comin- £aando dall'vnità , anzi dal zero, che rapprefenfa lofa- 2.

to di quiete , d: '-ponendogli cosi , e cc?Jegutpttment<Ls 1

quali nepiaceffe,fiche il minimogrado Jìa il z^,eì mafimo-v.g. s • tutti questigradi di velqcità^con i quali il mobile o

fi e- moJpOyfiznno lajòmma di 1 j".ma'quando il mobilefi 1:. lotte, fé con tantigradi in numero, quantifon quejli , e 2che eiafebedunofuffe eguale al mgfjìmo, che e /. l'aggre- 3gaio di tutte quefìe velocità farebbe doppio dell'altre^) 4cioè 3 . e pero mouendofi il mobile per altrettanto tem~ /po > ma con velocità equabile, e qual'e quella delfommo grado$ . doneràpoffareJpazio doppio di quello', chcpafsb nel tempoaccelerato, che comincio dallo flato di quiete

.

SALV. Voi conforme alla voslra velocifima , e fottilijfima ap-

prenfiuO)

Page 240: massimi sistemi del mondo

ne de i grani

naturaimentidecèdenti ere

fee di sgomi-to ia m®meB«»

<$%$ Dialogo fecondoprenftua, bautteJpiegato il tutto affai pia lucidamente dimtt

sfattomi amo venire in mente di aggiugnere alcuna co/a di

più ; imperocché effendo nel moto accelerato l'agumento con*

tinuo, non fipub compartire igradi della velocità , la quali**

tempre ere/ce, in numero alcuno deter-

minato,perche mutando/i di momentoM i

'

,, agr"* Ain momentofonfempre infiniti ; peromegliopotremo efemplificare la noflra

intenzionefigurandoci vn triangolo*,

qual farebbe quefìo ABC. pigliando

nel lato AG. quante parti eguali ?i<l~>

piacerà AD. *DE. EF. FG. e tirando

per ìpunti DEFG. linee retteparal-

lele alla bafe BG. doue voglio , che ci

émaginiamo lepartifegnate nella linea

%AG. ejfèr tempi eguali, e leparallela

tirateper i punti 'DEFG. rapprefen-

tarci igradi delle velocità accelerate , e

srefeenti egualmente in tempi eguali, &'

ilpunto- A. effer lo Rato di quieterai qualepartendofi il ma»bile habbia v.g. nel tempo <SdD. acquifiato ilgrado di veloci"

tà DH. nelfeguente tempo hauer crefeiuta la velocitàfopr*ilgrado DH. fino algrado EI. e confeguentemente fattoi»

maggiore ne i tempi fuccede.nii,fecoiìdo i ere/cimenti delle li*

net FK. GL> &c, maperche l'accelerazionefifa continuami*

te di momento in momento-, e non intercifamente di partiiquanta di tempo inparte quanta : ejfendopofio il termine A*some momento minimo di velocita, cioè, come Rato di quiete ,

g comeprimo injiantedel tempofujfeguente iAD. tmanife*

j?o;che -Manti l'acquifio delgrado di velocità DH. fatto nei

tempo .AD.fi epa/fatoper altri infinitigradi minori , e mi*

&origuadagnati negli infiniti injìanti, che fono nel tempo

DA. corrifponde?2tiagU infinitipunti) chefono nella linea—*

£>A. peròper rapprefentare la infinità de igradi di velocità,

sbeprecedono al grado DH. infogna intendere infinite linee

fempre minori, e minori, chefi intendano tirate dagl'infiniti

punti della linea DA. parallele alla DH. la qual infinità di

Unse ci rappresela in vltimo lafuperfide del triagoloAHD*

t cosi intenderemo qualfiuogliafpaziopajfato dal mobile, con

mpt$ i sbi Mminùando dalla quieteJivadia vniformemenU

Page 241: massimi sistemi del mondo

Del Galileo i àì>gltelerado, hautr confumato, àrcfierfiferuìto di infinitigtfr

di di velocita ere/centi, conforme all'infinite linee, che comin*\

dando dalpunto A,fi intendono tirateparallele alla linea~*

HD.& alleiE. KF. LG. BC. contìnuandofi il moto quatto

to nepiace

.

Hot'a finiamo finterò parallelogrammo *AMBC. e prolun*

ubiamofino alfuo lato BM. nonfilo leparallele fegnate nel

triangolo, mala infinità dì quelle , che fiintendono prodotti

da U.'itiipunti del lato AC. eficome la BC. era majfima del*

U infinite del triangolo, rapprefenianteciilmajjìmo grado di

velocità aequifiato dal mobile nel moto accelerato, e tutta la—*

. Juperficie di ejfo triangolo era la mafia, e lafomma di tutta la*

velocità, conia quale nel tempo AC.pafsò vn talefpazio, cosà

ilparallelogrammo viene ad ejfer'vna majfa, ir aggregato di

altrettatigradi di velocità,ma ciafeheduno eguale al mafiìmo)

BC.la qual majfa di velocità viene a ejfer doppia della majpt

dtlle velocità crefeenti del triangolo , fi come ejjo parallelo»

grammo e doppio del triangolo; eperò,Je il mobile,che cadedo

fi e[erutto de igradi di velocità accelerata,conforme al trian*

golo ABC. hapalpito in tanto tempo vn talefpazio,} ben ra*

gioneuoìe, eprobabile, chefemendoji delle velocità vniformif

t rifpondenti alparallelogrammo, pajfi con moto equabile nel

meàefimo tempofpazio doppio alpajfato dal moto accelerato •

SAGR. Re/lo interamente appagato . Efé voi chiamate quefio vndifeorfoprobabile, qualifaranno le dimofirazioni necejfariet

Voleffe Dio, che in tutta la comunefilofofia , fé ne trouajft**

pufvna delleficoncludenti .

SIMP. Nonbifogna nella fetenza naturale ricercar VefquiptA

euidtnza matematica .

SAGR. Ma quejìa del moto non e quifiion naturale? epur non-*trotto, che di ejfo ^Arijlotile mi dimofiri\pufvn minimo acci- Nelle fciefl?#

dente. Ma non diuertiamo pia il nofiro razionamento , e^>naturali n° ft

voi Sig. Saluiati non mancate in grazia di dirmi qztello, che [>eniféZÌ ma„mi accennajìe ejfer cagioni del fermare ilpendolo , oltre alla tematica

refifienza del mezo alVejfer'aperto .

SALV. Ditemi: di duependenti da difìanze dìfeguali, qudlo, che

e attaccato apiù lunga cordaiofa lefue vibrazionipiù rarel

SAGR. Sì quando fi mouejferoper eguali difianze dalperpen*dicolo .

SALV* Coteslo allontanarfipiu,o menofion importa niente,per»

P cbt

Page 242: massimi sistemi del mondo

f! pendete d*corda più Ina

fafa le fue \b+

razioni piùraderne il pcdolo da corda,breue.

Vibrazionedel medefimopendolo fi fi-

no con la me-definia feequétz. , fiano effe

grandi, ò pic-

cole

.

Cagione , cheimpedifee il

pendolo, e loriduce alla_^

^uiere

,

Coronò care-

na doue è at-

caccaco il pé-dolo , fi piegain arco uelle

librazioni di

quello , e nonfi diltende di*

mcaratnte ,

*>%6 Dialogo fecondottìè il mede/Imopendolòfi lefue reciprocazionifemprc fot'fé

tempi egiiàliyjìeno quelle lunghijfimefo breuijfìmeycwe rimuo-

uafi ilpendolo ajfaijjìmo , o pochi/fimo dalperpendicolo , efépur nonfono del tutto eguali,fon elleno infenfibilmente dif-

ferenti, come l'esperienza vipub mojlrare: ma quando ben le

fujfero molto difeguali, non disfauorirebbe , ma fauorirebbe

la caufa noftra; Imperocché fegniamo ilperpendicolo AT>. e

penda dal punto A. nella corda AC. vn pej'o C. & vn altro

pur nella mtdefimapiù alto, chefia E. e dfcojìata la cordii~>

AC. dalperpendicolo , e lafciata poi in libertà i pefi CE. Jimoueranno per gli archi CB.D. EGF*& Upefo E. comepèr-

dente: da minor difianza, & anco ,. come (per vojiro detto )allontanato meno, vuol ritornare indietropiù prejìo, efar Is.

fue vibrazionipiùfrequenti, che IIpefo C. eperògli impedir.

ì

il tra/correre tant'oltre verfo il termine D. quantofarebbef&

fujfe libero*; e così recandogli in ogni vibrazione continuo im**

pedimenio,finalmente lo ridurrà al-

la quiete, lìora la corda medefima

( leuando ì pefi di mezo ) e vn. com-

pofio di moltipendoligraui , cioè eia-

fcheduna dellefueparti e vn talpen-

dolo attaccatopiu,epia vicino alpu-

io A.eperb dijpojio afar lefue vibra

zioni/ètnprepiù, epiùfrequenti;&in confeguenza e habile ad arrecare

vn continuo impedimento al pefo C*

fegno di quefio ne e , chefé noi offer-

ueremo la corda AC. la vedremo di-

Jiefa non rettamente, ma in arco;, efénoi in cablo di cordapiglieremo vnatatena , vedremo tale effetto affaipiùmanifejto ; e maffime con l'allontanar'affai il vraue-C. dai

perpendicolo AB. imperocché per-ejfer la catena compofìa di

molteparticellefnodate % e ciafeheduna affai grazie > gli archi

AEC. AFD.fi vedranno notabilmente incuruati . Per qut-

fio dunque, cheleparti della catena, fecondo chefonpiù vici"

ne al punto A. voglion far le lor vibrazionipiù frequenti,

non lafcianofc.orrer lepiù bafie,quanto naturalmentefar'eb-

bero ; e con il continuo detrar dalle vibrazioni delpefo Cri-nalmente lo fermano, quando ben l'impedimento dell'ariafi>

gQteJfe tor via * tAppunt&

Page 243: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 2.2/7

9ÀG1{. ^Appuntofono arrivati i Uhi;pigliate Signor Simplicio^

e trottate il luogo? del qualefi dubita .

SIMP. Eccolo qui,doue egli incominciaadargumentar contro al

moto diurno della terra , hauendo egliprima confutato Van*

mio . Motus terr| annuus aiìcrcre Copernicanos cogit

coiuie; £ oncia eiu&em quo ridianani > alias idem terra?

Hcmìij-hciium ce milieu ter ad Solcrn.efietconucxfum

obumorato km^pei auerìò , E cesi la metà della.terra nonvedrebbt mai il ..ole

.

SALV. Parm: loprimo ingrejfo ? chequefibuomononjì

f.a benfigurate Lrpa/ìzton dd Copernico,perche s'egli bauefi

U àu ueruto cerne e fifar l'afe dd Globo terre/Ireperpetua-

teparallelo a fejfefso ; non harebbe detto?che la metà

della terra non vedrebbe mai il Sole , ma che Vanno farebbe

fato vn fot giorno na.ìu? ak,cioè , cheper tiitte le parti delta?

terrajìJan bbe haute,fi me/i digiorno , e fei mrjìdi notte

,

come bora accade agli habitatorifattoi Polo: ma quefiofìagU

perdonato , e venghiamo al rejìo

.

SIMP. Segue . ISane autem girationem Terr§ impoiììbilem

ef e fic dcmonflramus. Quefìo apprefso è la dichiarazioni

dellafeguente figura ., douefi'veggono dipinti moltigrauide-

feenden ti, e leggieri afeendenti , e vccclli chef trattengonoper

aria, &c.

SAGR. Moflrate digrazia . Oh che belle fgure , che vcceUi , che

palle, e che altre belle cefifon q-uefìef

-

SIMP, Quefìefon palle,che vengono dal confuto ddLi Luna

.

SAGR. Equeflacbce.SIMP. E vna chiocciola, che qua a Venezia chiam'an buouolì; che

ancor efa vien dal concauo della Li, '^a .

SAGR. Sifi: quefì'e che la Luna h ì cosig/and'ejfcadafopra que^

flipefi q/ireacei, che nói chiamiamopefei armai,

SIMP. Queffepoi quel calcolo ch'io diceuo di quello viaggio in

vngiorno naturale, in vnbo. a , in vn minutoprimi, (j in

vnfecondo , chefarebbe vnpunto della terra, pojlo folto l'E-

quinoziale , & anco nelparallelo di.j-i.gr. fi piifigue que-

llo , dou'io dubito non hauere errato nel referirlo ,pero leg-

giamolo . Kis pofitismecefse euVcrra eiixuJamer mora,omnia ex acre eidem , &c. Qupd fi hafee pila, equalesponemus pendere, magnitudine granii ate ? & in con-cilio :

ri.cr:: lunaris pofltas libero deicenfui permuta*

Pz ' mus

Page 244: massimi sistemi del mondo

itfif* Dialogofecondotnus ,6. mótum deorfum sequemus ccleritatc motulcircum( quod tamen fecus,eft cum Pila A. &c. elaben-tur minimum ( vt multum cedamus adueriàrijs ) diesfex : quo tempore fexies circa terram, &c.

9ALV. Voi pur troppo haueui fedelmente referita Cinslanza dì

quejl'huomo* Di qui potete comprender Sig. Simp. con quan-ta cautela dourebbefandar quelli , che vorrebber dar'a crede*

re altrui , quelle co/è , che forfè non credono ejjìmedefi-

mi . Perche mipare impoffibilcofa , che quejt'autore nonfibauejfe ad accorceresti tfjifiguraua vn cerchio, ilcuidiame*

tro ( che apprejfo i Matematici è manco,che la terzaparte del-

ia circonferenza ) fufsepiu di 72. volte maggiore della me*deJtma:errore,chepone efser'afsaipiù di 200* quello ch'i man»CQtPvno-,,

SAG'l^. Forfè, che quejleproporzioni'Matematiche\chefon verein aftratto , applicatepoi in concreto a cerchififtci , & elemen-

'. tari , non rifpondon cosìper appunto^ Se ben mipare ,. che t

Bottaiper trouare ilfemidiametro delfodo dafarjiper la bot~

terJìferuono della regota inaftratto de* Matematica ancorché

talifondijìen cofe afsai materiali, e concreteiperb dica il Sign*

Simplicio lafcufa di quefi'autore ; eféglipare che lajlficapof

fa differir tanto dalla Matematica ..

SIMP» La ritirata non mìpa,rfuffiziente,perchì lofuario e trop-

pogrande; e in quefto cafó nonjaprei, che dire altro, fé nonthe quandoqs bonus , &c. Mapojlo che il calcolo del Sign»

• Salu.fiapiugiuBo , e che il tempo dellafcefa della palla nonfufsepiu di tre bore ; parmìad ogni modo , che venendo dai

toncauo della Luna dlftanteperJtgrand'inieruallo , mìrahii

tofafarebbe, che ella hauefse infìinto da natura di mantener-

fijemprefopra'lmedejimopunto della terra, al quale nella^*

fuapartita ellafopraBaua , e\non più. toBo reftar in dietro

per lunghi/fimo internatio ..

$<ALV- L'effettopub effer mirabile , e non mirabile , ma natura-

le, e ordinario,fecondo,chefono le cofeprecedeniiiimperoccbè^

fé lapalla ( conforme a"fuppofìi > chefa l'autore) mentre fitratteneua nel con.cauo della Luna haueua il moto circolarti

delle ventìquattfbore infieme con la terra, e co'l reflo del con*

tenuto dentro ad effo concauo} quella medefima virtù , che 1$

faceua andare in volta auanti lofendere , continuerà difar-

le mia/amo. mllofandere^x tantum abdìfcbeelki nonfia.

pev

Page 245: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

iì>^rfecondati ti moto della terra , ma debita reììare indiare P

thepiù tofìo dourebbepreuenirlo; effendocbi nelVauuicinarfi

4tlla terra il moto in giroba da ejfer fatto continuamente pcfi

terchi minori; talchi maìenendofinellapalla quella medejim^

melodia, cbe ell'baueua nel concauo, dourebbe anticipare , co*

m:bò desto, la vertigine della terra ; mafé lapalla nel conca*

no mansaua deU% circolazione,non ì in obbligo nellofender*di mantenerfiiperptndkolarmenttfopra quelpunto della ter*

ra, chegli erafottopofo, quando lafcefa cominciò : Mi il Co*pernico, ni alcuno de fuoi aderenti lo dirà

,

$1MP. Ma Vautorefarà inftanza, come voi vedete , domandar**

do da qualprincipio dependa queflo moto circolare de'grauìj,

e de leggieri', cioè ,fe daprincipiò intemo, ò e/lemo »

%ALV* Stando nel Problema di chefi tratta>dico, cbe quelprìnci»

pio, cbefaceua andar ktpalla in volta, mentre era nel conca*

uo Lunare,* il medefim.Q,cbegli mantiene la circolazione an-

to nellofendere; la]ceròpoi , cbe l'autore lofaccia interno ,èefierno a modofuo ,

VIMP. L'autoreprousràicbc nonpub efier ne interno,nì efterwu

$ALV. Et io ri/pondero,che lapalla nel concauo nonfimuoueua%

efaro libero dal douer dichiarare, come difendendo refifirn-

pre verticale al medefmo punto , atiejGCÌjè ella non vi r§*

fiera .

$IMP. 'Bene; ma come ìgraui, e i leggieri nopofono bautrprìn*

cipio ne intemo, ni efierno di muouerf circolarmente, ni an-co ilglobo ttrreftrejì muouera di moto circolare ; e così ha»uremotintento*

QALV. Io non ho detto, cbe la terra non habbiaprincìpio,ni efier-

no, ni interno al moto circolare, ma dico , che non so quii de*

dua ellafirabbia; & il mio non lo fapere, non haforza di le-

uà?glielo; ma fé queflo autore sa da che principio fieno moffi

ingiro altri corpi mondani > cheficuramantefimu mono; di-

to , cbe quello, cbefi muouer la terra, e vna cofafimilt a quel-

la,per la quale fi' muoue Marte , Gioite , e che e' crede , chefimuoua anco la sfera Stellata ; ef egli mi ajficurerà chifìa il

mouente di vno di quefli mobili , io mi obbligo a fizpergli dire

ehi fa muouer la terra . Ma più, ; io voglio far l'islej/ò , s'ei

mt sa inftgnare chi muoua leparti della terra ingiù .

%1MP. La caufa di queft'ejfetto i notiJfimate ciafehedun sa , che è

lagrauità »

¥ 2 Voi

Page 246: massimi sistemi del mondo

a 3 • Dialogo fecondoSiALV. Voi errate Sìg. Simpl. voi doueui dire, che cìafcbedun sft,

ch'ella fi chiama granita ; ma io non vi domando del nome

,

ma dell'ejfenza della co/a: dilla quale efienza voi non fapete

puntopiù di quello, che voifappiate dell'ejfenza del mouentt

le S ielle in giro ; eccettuatone il nome,che a quejìa ìfiato pofo,

NÒ fi ha mag efattofamiliare, e domejiicoper lafrequente efperienza , che

gicr cognizio mille volte ilgiorno ne vcggiamo;ma non e che realmente noine di chi muo intendiamopiù, cheprincipio, ò che virtùfìa quella,cbe muo*iia i graui al- ue lapietra ingiù, di quel che noifappiamo chi la muoua in-^

chi muoua lesù,feparata dalproicunte, ò chi muoua la Luna ingiro,eccet~

Stelle in <?n o: foche ( come ho detto ) il nome , che più Jìngulare , eproprio

rè di c^ueiie.-» gli babbiamo augnato di grauità -, doueche a quello con ter-'

cai.le lappia- mine più generico ajfegnamo virtù imprejìa , a quello dia-

f!^»? ?«SLq m0 intelligenza, o affiliente , o informante ; & a infiniti altri

fiia li da noi, moti t diam.o loroper cagione la natura .

$IMB«. Parmi, che quejì'autore domandi affai manco di quello, S-

che voi negate la rifpofta; poiché e' non vi chiede qualjìapar»

ticolarmente, e nominatamente ilprincipio, che muoue igra-

tti , e i leggieri in giro; ma qualunque e' si sia,cercafolamentef

fé voi lojtimate intrinfeco, ò eJìrinfeco;cbefé bene v-g> io nonso, che cofa sia lagrauitàper la quale la terra defeende ; sope-

rò, eh'ell'èprincipio interno,poiché non impeditofpontanea*

mente muoue; $r all'incontro so, che ilprincipio , che la muo»uè in su, e eJier?io;ancorche io nonfappia, che. cofa sia la virtù,

ìmprejfale dalproiciente .

%ALV>. In quante quiftioni bifognerebhe divertire, fé noi volem-mo decidere tutte le diffìczilià , che si vengono attaccado l'vna

in confeguenza dell'altra; voi chiamateprincipio eHemo , (fr-

anco lo chiameretepreternaturale^ violento quello,che muo*-

ve ilproiettograne all'insù ; maforfè non e egli meno *jnter*

I a vìrvh , ch« no. ,e naturale, che quello, che lo muoue in giù; può chiamarficonduce i prò per auuentura efìerno,e violento, mentre il mobile e congiun*ietti graui in to col proiciente,mafeparato,che cofa ejlevna rimaneper mo*

°3 non »,

etore della freccia , ò della palla ? bifocna pur necefariamenU.

meri naturale, ,. ,J

.. . . , f ,J « £ r

JJ

che ia grameà ®ire, che quella virtu,che la conduce in alio,Jia non meno in-

che gii muoue. terna, che quella-, che la muoue in giàj & io ho cosìper natur«i baili» rale il moto in su de igrauiper l'impeto concepitOjCome il mos-

to in giù dependente dallagranita .

$JMP. Qntjìo non ammetterò io mai, perche queflo ha ilprincipi*

interno naturalefperpetuo^ quello eJlerno,violento,efinità..

Sevo*

Page 247: massimi sistemi del mondo

Del Galileo." fkft

SALV. Se voi vt ritirate dal concedermi , che iprincipi) dei moti

deigratti ingiù, & in su,fieno egualmente interni , e natu-

rali, cbefarejte s'io vi diceffi, che ìpoteffero anco [ejfère il me-de/imo in numero ?

SIMP. Lo lafcio giudicare a voi .

SALV. Anzi volito io voi ftcffo per giudice; *?'ero ditemi , ere- -^ . .

dete voi,che n el mede imo corpo naturalepoi ano rifederprm tnr„ r' r

. .. .

7. , ~ J

\ j, -, J * trai ij non t o t-

api) interni, cbejiano tra di Loro contrari/ $ fono rileder

SIMP. Credo a(folutamente di no . naturalmence

SALV. Della torà, delpiombo, dell'oro, Ò' infomma delle male- " el medeiiin»

rie grauiffìme , quale Rimate voi, cbejìa la lor naturale in- t&eu*«

trinfeca inclinazione , cioè a qual moto credete voi, che'l lor

principio interno le tiri i

SIMP. Al moto ver/o il centro delle cofegravi, cioè al centro del-

l'vniuerfo ., e della terra , doue non impeditefi condurreb-

bero ~

SALV Talché, quando ilglobo terrestrefujfeperforato da vn—jpozzo , cbepafaffeperil centro di ejfo,vna palla d'artiglieria

lafcia a caderper eJfo, moffa daprincipio naturale, O intrin-

feco, fi condurrebbe al centro ; e tutto quello motofarebbe ella

fpontaneamente, eperprincipio intrinjeco : nonJìà costì

SIMP. Così tengo io perfermo,SALV. Ma giunta al centro, credete voi, cbfella paffafìepiù oltre,

bpur, che quiui cejferebbeimmediatamente dal moto'

SIMP. Credo, che ella continuerebbe di muouerjiper lunghe/imo

fpazio

.

SALV. Ma qucflo moto olire al. centro, nonfarebb"egli all'insti, e

per vojìro 'detto preternaturale, e violenti} e da qual'altro

principio lofarete voi dependere, faluocbe da queìl ifìejfo, che

ba condotta la palla al centro , e che voi hauete chiamato in-

t , e n aturale l trottate voi vn proiciente e/hrno, chegli

foòraagiunga di nuouo per cacciarla ih su , E questo , che fi T ,

aice dei moto per il centro,fi vede anco quajsu da noi : impe- raje ^ couuer.) . \ ^impeto interno di vngraue cadente per vnafùperfi- te per fé iteffo

ce decliue ,fe la mede/ima piegandofi da bajjbfi'refletterd in in quello, che

su, lo porterà fenzapuntointerrompere il moto anco all'insù: " Ci iama pre-

Vna patta apiombopendente da vno Jpago rimo-fa duiper- •,

pendicelo,defcendejponianeamente tirata dall'interna meli-

nazione , efenza interpor quiete trapaffa ilpunto infimo ; e

jtnz'alti o Jcp-, .-.ì.uegt. tnie motoreJi muouein su. io sojhtsP 4 voi

Page 248: massimi sistemi del mondo

%%& Dialogo fecondo. noi non negherete, the tanto e naturale,& interno de t gratijlprincipio, chegli muoue ingiù , quanto de i leggieri,qutllo^

itbegli muoue in su : onde ia vi metto in conjìderazione vnsgalla di legno , la quale feendendo per aria dagrande aitez*

g,a,eperb mouendojìdaprincipio interno,giuntafjpt'a vna~Jprofondità d'acqua, continua lafuafcefa, e sentìaltro moto-"

re eHcrnoper lungo trattoJifommergè; epure il moto ingizà

per l'acqua gli èpreternaturale, e co tutto ciò dtpende daprin-

cipio, che è interno, e non ejìerno dellapalla . Éccoui dunquedimofìrato,come vn mobilepub ejfer mofio da vnojhjfoprin*cipio interno di mouimenticontrarij ».

$IMP. lo credo, che a tutte quefteinflanze ci fieno rifpojle , ben*

sheper bora non mifouuengano ; ma comunque ciojìa, con*

tinua l'autor didomandar da qualprincipio dependa quejto

moto circolare de igraui, e de i leggieri; ciò} %,fe.da principio

intemo , b efterno: efeguendo dimojlra , che nonpuò ejfer n\

i'vno ,n\ l'altro , dicendo . Sì ab extcrno ; Deus ne illuni.

excitatpercQntmunmnikaculum? an vero Angelus»an aer ? Et hunc quidem multi aflìgnant . Sed centra.

$ALV. Non li affaticate in legger l'infìanze, perch'io non fou.

di quelli, che attribuifea talprincìpio altana ambiente . Quan-

topoi al miracoloso all'Angdo)piu tojìo inclinerei in quella-*,

parte;perche quello, che comincia da diurno miracolo , b da^*

operazione angelica, qual'ì la trafportazione d'vna palla d*

artiglieria nelconcauo della Luna, non ha delif improbabile *

ibe tn virtù del medcfiwoprincipio faccia anco il rejlo . Mav,

quanto all'aria, a me hajìa, che ella nonimpedifea il moto cir-

colare de i mobili, ebeper ejfafìdkt, cheji muouono heperciò

fare balìa ( tupiùJiricerca ) che ejjg fimuoua dell'i/ìejjb mo*.

'to, e che con la medefma vdocitajìnifca lefue circolazioni +che ilglobo terrefire .

MlMF* BtegU injurgeràparimente contro a quesio;dbmandando(hi conduce intorno l'aria, la natura

yb la vioìenzaì e confuta

la natura con dire, che ciak contro alla verità, all'efpmenz^,^

alVifteffo Copernico

,

$AJLV* Contro al Copernico non e altrimenti, il quale nonferme:tal cofa,equeJi'autorglie l'attribuifct con troppo eccejjb di cor^

tefia; anzi egli dice, eper mioparer dice bene, che laparte del-

l'aria vicina alla terra, efjendopiùprejìo euaporazion terre-

ilrtjgw batter la mede/ima natura^ naturalmentefeguire ik

Page 249: massimi sistemi del mondo

Del Galilea! *$jpio moto ; o vero per ejfrgli contigua ,/eguirfa 'ih quella ma-niera, che ì Peripatetici dicono , aie laparteftiperiore,e Véle*

mento adfuoco-,feguono il moto del concauo della Luna, fi

tbe a loro tocca a dichiarare ,fé cotal motoJìa naturale, o vio-

lento *

$IMP. Replicherà fautore, chefé l Copernicofa muouere vna->

parte dell'aria inferiorefolatnente,mancando di cotal moto la

fupertore , nonpotrà render ragione , come quell'aria quieta

fia per potercondurfeco i mede/imigrauitefarglifecondare

il moto della terra .

fALV. Il Copernico dirà , che quejla propenfiion naturale de i

corpi elementari difeguire il moto ievrejire ha vna limitai -l-* £a propenf#*

sfera,fuor della quale cejferebhe tal naUtraleinclinazk>ne;ol ae de i corpi

trecbè, come bó dettj, non e l'aria quella , che portafeco i mo- elementari mbili, i qiialt,fendofeparati dalla terrafeguono ilfuo moto ;fi £§

Uir « tcrr *t

the cajeano tutte le injìanze,cbe quejìo autorproduceperprò-cfJLa \

mi'

. uar,che l'ariapub non cagionar cotali ejfetti *

SIMP. Come dunque ciò nojia bìfognerà direbbe tali ejfetti dept*

dano daprincipio interno, contro alla qual pofizione obori*unturdifficiriimx, immò inextricabiles quxftiones fc-

c\mdx,chefonolefeguenti. Principiumilludinternumvcl eft accidens, vel fubftantia , fi primum, quale naniillud?namqualitas loeomotiuacircii ha&enus nuila

videtur efle agnita

.

fiALV. Come nonjì ha notizia di alcuna tnon cifono quefìe , the

muouon intorno tutte quefìe elementari materie infieme co»

la terra i vedete, come quell'autore fuppon per vero fnello >

eb't in quijìione

.

SIMP. Et dice, che ciò nonfi vede, epai mi,ehe babbia ragionemquejìo.

SALV. Nonfivede da noi,perche andiamo in volta infieme to#

loro *

SIMP. Sentite l'altra inFlanza* Qua: etiam fi efTct, qnoman-do tamen inueniretur in rebus tam con trarijs? in igne*

vrin aqua ? in aere, vt in terra ? in viuentibus, vt inani-ma carentibus ? r.

SALV. Toftoptr bora, che Yacqua, e ilfuocofien tonttaftjl, t9meanche Caria, e la terra ( chepur cifarebbe da dire affai) ilpiù*

tbe da quefio nepoflafeguire,farà, che ad ejjinonpojfono efJer comuni i moti , the Prà lorofien eontraryìfithx vg.ilme.'

-

Page 250: massimi sistemi del mondo

2-3 4- Dialogofecondoto in su , chi naiu?limante compete al fuoco , non pojfa cor**

petere all'acqua; ma che fi come c/fa e per natura contraria al

fuoco , così a ìsì Gónumga quel moto , che e contrario al motodelfuoco, eoe[arili maio dcoi'imn; ma.il moto circolare,cht

non e contrario } ne al furi Uni , ne al deoriiim > anzi che Jipuò mefcolare con amendue , come il medtfimo Arifìot. affer-

ma,perche nopotrà egualmente competere a igratay& a i leg-

' gkm ? 1 motipoi,che nonpòffon ejfer comuni a i viuenti, & ai non vizienti,fon quelli, che dependon dall'anima ; ma quel-

li, chefon dil corpo, iti quanto egli ^.elementare ,&. in confi-' guenzapariìcipante delle qualità deglielementi

,perche non

hanno ad ejfer comuni'al cadauero , d9" al vìuenle ? lìperò ,

quando il moto circolarefiaproprio degli elementi , dourà ef

^fir comune dei miììi ancora,

BAGJt. Eforza , -che quzfìautor creda , che cadendo vna gatta—*

moria da zrnafinflra , nonpojfa ejfer , che anco viua cipo-

tejfe cadere , non e/fendo cofacDnueniente , che vn cadauero

partecipi delle qualità, che conuengono ad vn viuente ..

SALV. Non conclude dunque il difeorfo di queffautore contro a

chi dieeffe ilprincipio del moto circolare de i gratti , e de i leg-

gieri,ejfervnaccìdente.inierno; non so quanto e'Jìaper dimo-

firare., che non pojfa ejjèf,Tinafujlanza, ....

SJMP. Infurge contro a quejlo con ?nolte oppofizioni . La pri-

ma delle quali e quefia . Si fecundum ( nempe fi dicas tale

principium elle lùbftantiam ) illud dì aut materia , auttorma , aut còmpoiìtum 5 fed repugnantiterum tot di-

uerfee rerum natura , quales funt aues , limaces , faxa,

fagittae., niues, fumi, grandin cs, pifees , &c. qua; tamenomnia ipeae , & genere difterentia mouerentur a natu-

ra fua circulari tejr; ipia naturis diiierfìflìma , &c.SALV. Se quejk cofe nominate fono di nature diuerfe , eie cofé

di nature diuerfi nonpoffono batter'vn moto comune , bijo-

gnerà ,quandofi debba jbdisfare a tutte, penfar 'ad altro, che

a due motifolamtnte i?i su , e in giù , e fé fine deue trottar

vnoper lefreccìe,vnoper le lumache, vn'altroper ifaJ]i,vno

per ipèfcij bìfognera penfare anco a i lombrichi ,eai topazi/ ,

e all'agarico, c'ae nonfirn men diferenti di natura tra di loro,

che lagragnolila, e la nette .

SIMP. Par eoe voi ve. ne burliate dì quejlì argomenti

.

SALV- ^Anzi nò signor Simplicio , ma giàjie rifpofìo difopra

,

cioè,

Page 251: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 235tide, chefé vn moto ingiù, b vero in siipuò ccnuenire alle ca-

ie nominate,potrà non meno co'nuenir loro vn circolare e

Jìando nella dottrina Peripatetica, non porrete voi diuerf i

maggiore tra vna cometa elementare, e vna jiella celesle , chi

ti a vnpefee, e vn'vccello i epur quelle fìmuouono amendueCircolarmente. H orfeguite ilfecondo argumento .

SIMT. Si terra ftarei per voluntatem Dei , rotarent ne es-

tera an non: li hoc ralliim e!l A natura gyrari,iì illud, re-

deunt priores quailiones ? oc lane mirimi eiiet, quojGauia pifciculo, Alauda nidulo ilio , & Corims limaci,

petreeq; edam volens imminere non po.net .

%ALV. loper me darei vna rifpoBa generale,che datoper volon-

tà di Dio, che la terra cejjajfe dalla vertigine diurna , quegli

vccellifanbber tutto quello, che alla medefìma volata di Diopiacejfe. Mafépur cote/lo autore defderafie vnapiùpartico-lar rifpoJla,gh direi, che e'farebber tutto l'oppo/ito di quello,

che e facejfero,quado,metre eglinofeparati dalla terrafi trat-

tenejferper ariaalglobo ttrreflreper volontà Diurna,fìmet*

tejfe inafpettatamente in vn motoprccipitofijfimo: tocca bora

a quefìautore, ad ajfìcurarci di quello, che in tal cafo accade-

rebbe *

SAGR. 'Digrada Sign. Saluiati concedete a mia richieda, a que*

Jt'autore, chefermandofì la terraper volontà di Dio , l'altre

cofe da quellafeparate continuajfer diandar in volta del n ot-

turai mouimento loro , efentiamo quali imponibili , o incon-

uenienti nefeguirebbero:perche ioper me non so veder difor-

dini maggiori di quefli, cheproduce l'autor medefimo,cioe,cbi

l'allodole, ancorché le volejfero , nonfipotrebber trattenerfo-

pra i nidi loro, ne i corbifopra le lumache , ofopra ifaffi: dal

che ne feguirebbe, che a icorbi conuerrebbepatirfi la voglia—»

delle lumache, egl'alludolinifi morrebber di fame , e difred-

do, non potendo efier ne imbeccati, ne couati dalle lor maàrì^.

Quejia e tutta la rouina ch'io so ritrar , che feguirebbefiante

il detto dell'autore . Vedete voi Sign. Simplicio , fé maggiori

inconuenienti feguir ne douejfero .

$lMp. lo non ne so feorger di maggiori , ma e ben credibile , che

Vautore cifeorga oltre a quefìi altri difordini in natura , che

forfèperfuoi degni ri/petti non ha volfutiprodurre . Segui*

rò dunque la terza inììanza . In fuper qui fit vt iftae res ta

variai tantum moueantur ab Occafuin Ortum paralle-

la»

Page 252: massimi sistemi del mondo

*3 £" Dialogo fecondo

Ise ad&qttatorem? vt iempcr xnoueantur, numquafli|quieilant ?

$ALV. cMuouonfìda Occidente in Orienteparallele aWEquino»zialefenzafermarfi, in quella maniera appunto , che voi «•#•

deie , che le Stellejìffefi muouano da Leuante a Ponente pahralk le ali'Equinozialeferìzafermarfi .

tlMP. Quare quo font altiores celerius , quo humiliorcstardius ?

%ALV. Perche in vna sfera, ò in vn terch'io , chefi volga intorni

alfuo centro , leparti più remote deferiuono cerchi maggiori*

t lepiù vicine gli deferiuono nelVifieffo tempo minori

,

IMP. Quare quae iEquinodiali propiores in maiori , quxremotiores in minori circolo feruntur ì

S4JLV. Perimmitar la sfera HtUata, nella quale le giù vicine ai-

VEquinoziale fi muouorì ìri cerchi maggiori , che le più lon-

tane .

&IMP. Quare Pila cade fub ^Equinoziali tota circa ccntruterrs ambitu maximo , celeritate incredibili > fub polovero circa centrum proprium gyro nullo , tarditate i u-

prema volueretur ì

SALV. Perimmitar le Stelle deljirmamento, chefarebbon Vijtef*

fojjel moto diurnofuffe loro

.

SIM'P. Quare eadem rcs?pila vgr. plumbea,*! femel ferrar»

circuiuit deferipto circulomaximo,eamdem vbiq; noncircummigret fecundum circulum maximum , fed

translata extra ^quinodialcm in circulis m'iAoribus a-

^getur /

SALV. Perche cosìfarebbero , anzipure hanno fatto in dottrine

di Tolomeo alcune Stellefiffe, chegià erano vìcinijfme all'E"quinoziale , e deferiueuan cerchigrandijjìmi , & bora che nò

fon lontane gli deferiuon minori*

SAGR. Oh s iopoteffi tenere a mente tutte quejle belle cofe,mipar-

rebbepur d'bauerfatto il grand'acqui/io ; bifogna Sig. Sim-

plicio, che voi me lo prejìiate quefìo libretto , perche egli efor-

za , cheperentro vijìa vn mare di cofeperegrine $ ^T efquifi-

ÙJJÌme

.

$JMP. Io ve ne faro vnpreftnte .

SAGR. Oh quejio nò, io non ve nepriuerei mai \ ma fon Jìnittjf

ancora le interrogazioni i

SJMP* Signor no:finitepure , Si latio circularis grauibus, oc

kuibus

Page 253: massimi sistemi del mondo

Del Galileo? tiffcuibus efl: naturalis, qualis eftea quse'fit fecudu linear»

re&am ? nam il naturalis , quomodo , & is motus quicircuiti eft, naturalis eft, cum ipecie difFerat à redo.*

li violcntus , qui fit vt miilìle ignitum furfum euolans

(cintilloium caput iurfum à terra, non autemjcircumvoluatur , &c.

$ALV* Già mille voltefi e detto , che il moto circolare e naturale

del tutto, e delleparti , mentrefono in ottima difpofizione , il

retto eper ridurr all'ordine leparti difordinate;fe ben meglio

4 dire 3 che maini ordinate , ne di/ordinate nonfimuouon di Del moto mi-

moto retto, ma di vn moto mifto , che ancopotrebby

ejfer circo- ft°* noi non-^

iarefehietto ; ma a noi rejìa vifibile, e ojferuabile vnapartii pS^^ircola*fola di quefio moto mifìo2cioè laparte del rettor recandoci l'ai' £e t perchè d»

traparte del circolare impercettibile,perchè noiancora lopar- quella fìamq

ticipiamo : e quefio rifponde a i razzi , // qualifimuouono in partecipi»

su-, e in giro ; ma noi nonpojjìamo difiinguer'il circolare,per-

(he di quello ci mouiamo ^m'ancora : ma quefiautore non**credo, che habbia mai capita quejia mijìioneìpoichéfivede co-

me egli refoluiamente dice, che i razzi vanno in su a diritto p

e non vanno altrimenti in giro

S1MP. Quarecétrumlpherfdelapraerub iEquatore ipiramdeferibit in eius plano, liib alijs parallelis ipiram deferì-

bit in cono 2 mb polo deicendit inaxe lineam giralem>decurrensin fuperficie cilindrica coniignatam ì

SALV. Perchè delle linee tirate dal centro alla circonferenza della

sferaj chefon quelleper le quali ìgraui defcendono,queUa^* »

che termina nell'Equinoziale difegna vn cerchio, e quelle,cht

terminano in altriparalleli defcrìuon fuperficie coniche ; e-»

Vajfe non deferiue altro , mafi refia nell'efserfuo . Efé io vi

debbo dire il mioparer liberamente, diro , che non so ritrarre

da tutte quetfe interrogazioni cojlrutto nijfuno , che rilieui

contro al moto della terragerebe s'io domàdajfi a quefiauto»

re ( concedutogli , che la terra nonfimuoua ) quello , che ac-

caderebbe di tutti quefiiparticolari , dato che ellafi mouefie 9

tome vuole il Copernico :fon benficuro, che e* direbbe, che ntfeguirebbon tutti quefii effetti, che egli adejfo oppone, cometa

inconuenientiper rimuouer la mobilità ; talchi nella mente di

quefi'huomo le confeguenze necejfarie vengon reputate affùr»ai: ma digraziaJè ci è altro,fpediamoci da quefio tedio *

9jMP» In quefio, ebefegue ci g contro al Copemico,efuoiJègua*tijht

Page 254: massimi sistemi del mondo

*3$ Dialogo fecondoci, che voglion,cheil moto dellepartifeparate dalfuo tuttoJ?4

folo per riunirfi alfuo ttitto ; ma che naturale ajfolutamente

Jìa il muouerfi circolarmente alla vertigine diurna ; contro ai quali infia dicendo, che conforme all'oppinion di cojloro; Si

tota terra, vnà cum aqua in nihilum redigeretur, nulla

grando, aut pluuia è nube decideret, fed naturaliter ta-

tuili circumferrctur, neq; ignis vllus , aut igneum afeé-

deret, cum illorum non improbabili fentètia ignis nul-

lusiltiupra.

%ALV. La prouidenza di queflo fìlofofo e mirabile , e degna di

gran lode;-attefoche e' nonficontenta dipenfare alle cofe , che

potrebbon accadere,Jìante il corfo della natura, ma vuol tro-

varfiprouuiflo in occafione , chefeguìjfero di quelle cofe , che

fMutamentefi sa, che nonfono maiperfeguire . Io voglio

ique,perfentir qualche bellafottigliezza, concedergli , che

quando la terra,e l'acqua andajfero in niente, ni legrandini,

ne lapioggia caclejferopiù, ne le materie ignee andajfirpiu in

alto, mafi trattenejfergirando; chefaràpoi i e eh e. mi oppor-

rà ilfilofofo {

.

y

SIMT. Loppqfìzione e nelleparole chefeguono immediatamen-

te; eccole qui . Quibus tamen experientia,&: ratio aduer-

fàtur

.

$ALV. Hora mi conuien cedere , poiché egli ha figran vantaggio

fopra di me, quaTè l'ejperienza, della [quale io manco ;perche

fin bora non mifon mai incontrato invedereì.cke'liglpbo ter-

rejtre, con l'elemento dell'acquafa andato in niente, fi ch'io

habbià potuto ojferuare quelche in queflopiccolfinimondofa-ceva lagragnuola,e l'acqua. ^Ma ci die'egli almancoper no-

fìrafetenza quelchefaceuano /

SIMP. Non lo dice altrimenti

.

SALV. Cagherei qualfiuoglìa coja apotermi abboccar con quella

perfona ,per domandargli rfe quando quefloglobo fparì , e'

porto via ano il centro comune dellagrauità,ficom'io credo,

nelqual cafo,penfo, che lagrandine, e l'acqua reftajfero,come

, infenfate, efelide tra le nugolefinzafaper, chefarfidi loro;

ì pottrdbe anco ejfer , che attratte da quel grandefpazio va-

cuo, lafciato mediante la partita delglobo terreflre ,firarefa-

. ceffer tuttigli ambienti, & inparticolar laria,cbe e sommamen-

te difiraibile,e concorrefero confomma velocità a riempierlo;

eforfè ì corpipiùfoUdi, e materiali , comegli vccelli , chepurdi ra-

Page 255: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. t$'$

di ragione ne doueuano efser\moltiper ariajì\rìtirarorto piaverjò il centro della grande sfera vacua ( chepar ben ragio-

neuole, che allefuflanze, che [otto minor mole contengono af-

fai materia,fieno a/segnati i luoghipiù angufti, lafciando al-

lepiù rarei più ampli ) e quiui,mortijìfinalmente difame , e

rifiuti in terra,formafserovn nuouoglobettino, con quella

poca di acqua , chejìtrouaua all'bora tra' nugoli . Potrebbe

anco effere, che le medefime materie, come quelle, che non veg-

gon lume non s 'accorgejfero dellapartita della terra, e che al-

la ciecafcendejfero aljolitopenjandò d'incontrarla^ apoco a.

poco fi conducejfero al centro , doue anco di prefente andreb-

bero,fé l'ijlefb globo non l'impedifle . E finalmente per dare

a quefìofilofofo vna meno irrifoluta rijpojìa, gli dico , che so

tanto di quel che feguirebbe dopo Vannichilazione del globo

terrejire, quanto egli haurebbefaputo, chefujfeperfeguir di

ejfo, & intorno ad ejfo , auanti , chefujfe creato : e perchè io

fonficuro, eh'e direbbe, che nonjifarebbe,ne ancopotuto im-

maginare nijfuna delle cofefeguite , delle quali la fola efpe-

rienza l'hafattofeienziato, dourà non mi negarperdono , e

feufarmi s'io non so quel che egli sa delie cofe, chefeguirebbero

doppo l'annichilazione di eflo globo ; attefoche io manco di

quefi'efperienza , che egli ha . 'Dite borafé ci e altra cofa .

HMP. Ci e quejlafigura , che rapprefenta il globo terrejire con

vna gran cauità intorno alfuo centro , ripiena d'aria ; e permojlrare , cheigrauinonji muouono ingiàper vnirji co'l

globo terrejire , come dice il Copernico , cojlituifce quejla pie-

tra nel centro', e domanda pqfta in libertà quel che ellafareb-

be', & vn altra nepone nella concauità di quejla gran cauer-

na , efa l'iflejfa interrogazione . Dicendo quanto alla prima»

Lapis in centro conftitutus aut afeendet ad terram in

punitimi aliquod, aut non. Si fecundum : falfum eft

partes ob folam ieiunótionem à toto ad illud moucri.Siprimum omnis ratio, & experientia renititur, neq; gra-

ma in fuaegrauitatis centro conquiefeent. Item flfuf-

penius lapis liberatus decidat in centrimi, feparabit fé i

toto contra Copernicum, ììpendeatrefragatur omniiexpericntia, cum videamus integro s fornices corruere.

SiALV. Ri/ponderò, benché con mio difauuantaggiogrande,giàchefon alle mani con chi ha vedutoper efperienza ciò , cht^

farmo quejìi fa/fi in quejla gran cauerna ; cofa che non—*

Page 256: massimi sistemi del mondo

£$5 Dialogofecondóbò vedutalo; t diro, che credo, cheprimafiano le eojegrauìf

^fima fono le (be n centro comune della grauità ;fiche non vn centro , ebq«afe le graia

,

^ nQnn

c^evnpunìQ j^diui/tbile , e pero di nelfu na effi<*«he il centro . c „ ,

* J, r *. .Jf

,-v*

«iella aranità» tacui,fia quello, che attragga aje le materiegraut,ma che e/Se

materie cofpirando naturalmente alXvnione ,fiformino vneomun centro, che e quellojntorno al quale confifiono parti

ài eguali momenti : ondefilmo , che trasferendo/i ilgrandi^»

aggregato de igraui in qualfiuoglia luogo, leparticelle, ch<Lu

dal ttiìtofujferftparate lofeguirebbero, e non impedite lo pe-Trafponédofì netrerebberofin doue trcuajferoparti men graui di loro : ma\%\ grad a.o|r^* geruenuiefin doue i ineonìrafferò in materie)piùgraui , non

ui le particel- Jèenderebberpiù . Eperòfiimo , che nella cauerna ripiena—*

le feparate da d'aria tutta la voltapremerebbe , efilo violentemente fi fo-ttìo lo fegui* denterebbefopra quell'aria, quando la durezza nonpotefssteobono

.

tfserfuperata , e rotta dallagrauità ; mafia/fi fiaccati, credo,

shefenderebbero al centro , e non foprannoterebbero all'a*

ria ; ni per ciòfipotrebbe dire , che non fi mouefsero alfuatutto , mouendofilà,doue tutte leparti del tuttofimouerebbe*ro, quando nonfufsero impedite*

SiMP.Quel che refiaecerto errore,chy

eì nota in vnfeguacedel Co-pernico, il qualefacendo , che la terraJìmuoua del moto an-

nuo,e deldiurno in quellaguifa,che la ruota del carrofimuO'uèfopra il cerchio della terra, <txinfefiejsa, veniua afare , ò

ilglobo terrefire troppogrande , o l'orbe magno troppa picco-

lo; attefoctìè $ 6$ . revoluzioni dell'Equinoziale,fon meno af-

fai, che la circonferenza dell'orbe magno .

ZALV. Auuertite , che voi equiuocate , e dite il contrario di

quello, che bifogna,chefiafcritto nel libretto; imperocché bifo-

gnadire , che quel tale autore veniua a fare ilglobo terrefire

troppo piccolo , ò l'orbe magno troppogrande , e non il terre-

fire troppogrande, e l'annuo troppopiccolo .

SIMP. L'equiuoco non e altrimenti mio : ecco qui leparole del

libretto. Non videt,quodvelcirculum animimi a*quominorem, vel orbem tcrreumiufto multò fabricer. ma*iorem

.

SALV. Se ilprimo autore habbia errato, io non lo pofso fapere>

poiché Vautor del libretto no lo nomina, ma bene mamfefio, e

inefcufabile Verror del libretto , kabbia, b non habbia errata

quelprimo feguace del Copernico , poiché quel del libretto

trapafiafenza accorgeraivnerrorfimateriale, e non lo nota,

e non

Page 257: massimi sistemi del mondo

Del Galileo 1 H*t non lo emenda . Ma queflofìagliperdonato, come errore**

più toslo d'inauertenza , che d'altro . Oltre che,fé non,ctìio

fono ornai /fracco, efazio dipia lungamente occuparmi ,e Non remi gaa

confumare il tempo , con affaipoca vtilità in quelle molto leg- l

} P.oter» con

.J

. , .r

.JJ rf v

'' ,n i / la circonderei!gieri aUercaziom, potrei mojtrare, come non e tmpoj/tbUe,cbe

za dl yn cer.

vn cerchio,anco no maggior d'vna ruota d'vn cartolo l dar dio piccolo ,

nopur 3 6$ .ma anco meno di 2,0 . reuoluzioni,può deferiuere, e poche volte'

o mifurare la circonferenza nonpur dell'orbe magno , ma di riuolcaco mi-

vno mille volte maggiore ; e queììo dicoper mofirare , che no jjljjj^ Vna_Jmancanofottigliezze affai maggiori di quejla, con la qualts linea maggio-queRautore nota l'errordel Copernico: ma digrazia re/pi- re di qual fi

riamo vnpoco ,per venirpoi a quefialtro filofofo oppojìtor voglia gradii*

del mede/imo Copernico. fimo cerchi®,

SAGR. Veramente ne ho bifogno io ancora; benché habbìa fola*

mente affaticato gli orecchi ; e quando iopenfajfì di non ha-

nera fentir cofe piuingegnofe in quefi'altro autore , non so

s'io mi rifolueffì a andarmene aifrefehi in gondola .

SIMT. Credo, chefentirete cofe di maggiorpolfo ;perche quejl'ì

flofofo confumatiffìmo, e ancogran matematico , & ha con*

futato Ticone in materia delle comete , e delleJìelle nuoue*

"SALV. E egliforfè l'autor medejimo dell'Antiticone ?

S1MP. E quello /iefo; ma la confutazione contro alle Belle nuo-ue non e nell'Antiticone ,fe non in quanto è" dimojlra , ch<L-*

elle non eranoprogiudiziali all'inalterabilità, <&? ingenerati-

lità del Cielo,Ji come già vidiffi; ma doppo VAntiticone ha-

uendo trouatoper via di Tarallaffe modo di dimoftrare, che

ejfe ancorafon cofe elementari, e contenute dentro alconcauodella Luna, ha fritto quejì'altro libro; De tribus nouisftellis,&c. &'

inferitoui anco gli argomenti contro al Co-pernico : io falera volta vi produfsi quello , ch'egli haueua—»

fritto circa quefìe (Ielle nuoue nell'Antiticone, doue egli nonnegaua, che lefafferò nel Cielo;ma dimoflraua, che la hrpro-duzione non alteraua l'inalterabilità del Cielo,e ciòfacci/egli

eon dfeorfopuroflofof/co,nel modo, ch'io vi diffì. E non mifouuene di dir ui, come dipoihaueua trouato modo di rimuo-utrlt dal del); perche procedendo egli in quesla confutazio-

nepr V;a di computi, e di ^Parallajfì, materiepoco b niente^comprtftda me , non l'haueuo lette; efolo haueuo fatto fìu-diofopra quefìe injlanze contro al moto dilla terra , chefonpure naturali .

2^ Intendo

Page 258: massimi sistemi del mondo

Nella, opi-

nion del Co-pernico n" gua

Ha il criterio

della fUoioria,

Il moto co-

rniate è comefc non falfe.

Si confuta in

altra maniera1! argomentoprelo da i ca-denti a per-

pendicolo .

a4 * Dialogo fecondoSALIT. Intendo beni/fimo, e conuerrà doppo , che hauremofentite

leoppqftzioni al Copernico , chefentiamo , b vergiamo alme-

no la maniera) con la qualeper via diparallajfedimofira ef-

férejiate elementari quelle nuoue fielle , che tanti Aflronomidìgran nome.cojlituiron tutti altifjlme , e tra le fielle delfir-mamento ; e come quefì'autore conduce a termine vna tanta

tmprefa dì ritirar di Cielo le nuouefelle,fin dentro alla sfe-

ra elementare, fari bm degno d'efsergrandemente efaltato, e

trasferito ejfo tra lejieUe, b almeno, cheperfama fìa tra quel-

le eternato ilfuo nome . TPeròfpediamici quanto prima da,

quefiaparte, che oppone ali'oppinion del. Copernico^ comin-ciate aportare lefueJnJianze..

SIJUP. Quefienon occorrerà leggerle ad verbum, perchefonomolto proliffe; ma io , come vedete, nel leggerle attentamente

più volterò contrajfegnato nella margine leparole doue. con-

JÌJìe tutto il neruo della dimojirazione , e quella bafiera legge-

re . Ilprimo argomento comincia qui . Et primo il opinioCopernici recipiatur Criterium naturalis Philofophiae

ni prorfus tollatur , vehementer faltem labefàdari vi-

detur ... // qualGriterio vuole fecondo ropinione di tutte le

fette de1

Filofof , cheilfenfo, e l'efperienza Jiano le nojirz^-

forte neljilofofare ; ma nella pqfìzion del Copernico i fenfi

vengono a ingannar/i grandemente , mentre viabilmentefeorgono da.vicino in mezi.purij]ìmi,i corpigrauijjìmì fen-der rettamente aperpendicolo , ne mai deuiar vnfol capello

dalla lìnea retta; contuiiociàper il Copernico la vifia in coft'

tanta chiara s'inganna , e quelmuto non e altrimenti retto f

mamifio di retto, e circolare .

SALV. Quefio è ilprimo argomento, che Arijìotile,.e Tolomeo , e

tutti i lorfeguaciproducono , al quale si e abbondantemente

rifpofio, e mofirato il paralogifmo -, <£j" afai apertamente di-

chiarato) come il moto comune a noi,ÌX agli altri mobili, è -co-

mefé nonfufe;ma perche le conclufìonì vere Hanno millefa-uoreuoli rincontri, che le confermano , voglio in grazia di

quefiofilofofo aggiunger qualche altra cofa; e voi Sign. Sim-

pliciofacendo lapartefua, rispondetemi alle domande.; epri-

ma ditemi, che effettofa invoiquella-pietraj la quale cadendo*

dalla cima della Torre , e cagione , che voi di tal mouìmento

vi accorgiate;perchefé l fuo cadere nulla dìpiù , ò di nuouo*

operaffein.voi.di quello, cbejt operaua la fua quiete in cimai

della

Page 259: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

2,43

deHa Torre , voificurAmente non vi accorgere/le della fuo—»

/cefo, ne diBinguerefte ilfuo muouerfi dalfuofearferma .

SIMP. Comprendo ilfuo difendere in relazione alla Torre,

perche hor la veggo a canto a vn tal fegno diejfa Torre ,poi

ad vn bajfv} e cosifucceduamentefin che lafcorgo giunta in

terra .

SALV. ^Adunque ,fe quellapietrafitfé caduta dagli artigli d'v-

na volante Aquila , efcendejfepcr lafmplice aria inuifìbile,

e voi non bauc/ìe altro oggetto vifìbile, efiabilecon chifarpa-

rallelo di quella, nonpotreBe ilfeto moto comprenderei

SIMP. lAnzipur men'accorgerei ,poichéper vederla mentre èCndefìcom-

altijfima,mi conuerrebbe alzarla tejia, efecondo , ch'ella ve- prenda ilmo-

nife calando mi bifogncrebbe abbacarla, £r infommatnuo- 1® "' vn ca ~

iter continuamente , p quella , agli occhi, fecondando ilfeto

moto

.

SALV. lìora bautte data la vera rìfpojìa ; voi conofeete dunque

la quiete diquelfajfo, mentrefenza muouerpunto l'occhio ve

lo vedttefempre aitanti , econofceie, eh'eifi muoue ,quando \\ motodell v

per non lo perder di vijla, vi conuien muouer l'organo della occhio ci ar~

vifìa , cioè rocchio . Adunque ititiau oliache ,• 'fenza muouer gujfce d moto

mai l'occhio voi vi vedejle continuamente vn oggetto nell'i- VJ?»flefo afpetto,fempre logiudicherete immobile .

SIMP. Cndo, che cosi bifognajfe neccjfariamente .

SALV. Figurateui bora d'ejfefin vna naùe>e d'hauerffiato l'oc-

chio allapunta dell'antenna ; credete voi, che,perche la natte

fi muouefé anco vtlociffìmamenie, vi bifogna/Se muouer l oc-

chioper mantener la vifìafempre alla punta dell'antenna , e

feguitare ilfuo moto t

SIMP'. Sonficuro, che non bifognerebbe far mutazion nefuna ,

e che nonfio la vijìa, ma quando io v'hauejjì drizzato la.^>

mira d'vnarcbibufo , maiper qualsiuoglia moto della naue ,

non mi bifognerebbe muouerla vnpclo ,per manteherutl'X->

aggiuflata

.

SALV. E quesìo auuiene,pefthì il moto , che confr'fce la' naueall'antenna , lo confrifce anche a voi,

ffi al voBrò occhio ;Jìche non vi conuien muouerlo puntoper rimirar la cima del-

l'antenna; (ir in confguenza ella vi apparifee immobile.No-ra trasferite quejlu difeorfo alla vertigine della terra , & al

fajfopòfio in cima della Torre, riti quale voi non potete di-

fcernereil moto ,perche qutl mouimentQi) che bifogn a,p£rfe~

Q^_2 guido

Page 260: massimi sistemi del mondo

*44- Dialogo fecondoguirlolbautte voi comunemente, con lui dalla terra y ne vtconuien muouer l 'occhio . Quando poi gli fopraggiugne il

moto all'ingiu , che e fuo particolare , e non vojlro , e chefime/cola co'7 circolare, laparte del circolare , che e comune del-

lapietra, e dell'occhio, continua d'effer"impercettìbile, efolofifdfnfibile tiretto

,perche

,perfeguirla , vi conuien muouer

l'occhio abbuffandolo . Vorreiper tor d'error quejìo filofofa

potergli dire , che vna volta andando in barca , facejfe d'uà'

Efperiéza.che' uerui vn va/o affaiprofondopieno d' acqua, <£r haueffe acco-iTioKra, come modato vnapalla di cera , od 'altra materia, che lenti/sima-

1

J:OCOC mu mente [tendeIle alfondo

, fi che in vn minuto d'bora appena

iLuie, calajje vn braccio, efacendo andar la barca quanto più velo-

:

,

! ; 03 .cernente poteffe,talché in vn minuto d'hora facejfepiù di cèto

• » braccia,leggiermente immergeffè nellacqua la detta palla,e la

lafciaffe liberamentefendere , e coti diligenza offeruaffe ilfuomoto . Egliprimieramente la vedrebbe andare, a dirittura

verfo quelpunto delfondo, delvafo, doue tenderebbe, quan-

do la barcajìeffeferma ; & adocchio fuo -, & in relazione al

vafo, tal moto apparirebbe perpendicolarifsimo , e rettifimo ,

, epure nonJìpuò dir che nonfuffe compoìfo dtl retto in giù, e

del circolare intorno all'elemento, dell'acqua : Efé quefte cofe

accaggiono in moti non naturali , ex in materie , che noipof-

fiamo farne l'efperienze nel lorofiato di quiete, epoi nel con"

trario dtl.moto , epur quanto aliapparenza nonfiforge di-

uerfìtà alcuna, epar che ingannino ilfenfo , che vogliamo noi

dijìinguere circa alla terra , la quale perpetuamente èfata—*nella medefìma coftituziom quanto al moto , alla quietts ?

Et in qual tempo vogliamo in effafperimentare.,fe differen-

za alcunafiforge tra quefli accidenti del moto locala ne'fuoi

diuerjiflati di moto,e di quiete,fé ella in vnfolo di quejìi due.

eternamente fi mantien e l

SAQR. Quejli difeorfi m'hanno racconciato alquanto lofiomacof .

il quale queipefei, e quelle lumache inparie mi haueuano co-

turbato;^ ilprimo m'hafattofouuenire la correzione d'vn"

errore, il quale ha tanto apparenza di vero , che non sa , fé dì-

mille vno non Vammetteffeper indubitato . E quefìofù, che

nauigando inSoria,e trouandomi vn Telefcopio affai buonoyJlatomi donato dal nofìro comune amico , che non molti gior-

ni auantiVhaueuainueJìigato,propofì a quei marinari, che

. : farebbeJtatoidigran hnejìzìo mila nauigaziom LadoperarlU*

sua*

Page 261: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

£41sii lagaggìa della naue,per i/coprir vaffellì da fontano, e rieo-

nofcergli :fu approvato il benefizio , ma oppoBa la difficultà .

Confiderà*

del poterlo vfare, mediante il continuo fluttuar della natie , e f10"6

,," ^

r- -ri- j li» // j r •* * .. *circa '1 pocerfi

majsims-m Ju la cima dell albero , doue l agitazione e tanto- yfare -$ cc]c„

maggiere,e che megliofarebbefiato chi l'baziejfe potuto adjpe- feopio cou la

rjrt? alpiede, doue tal mouimeto è minore,chejn qual/ìuoglia medefrma fa-

udirò luogo del uaffello . Io (non voglio afeondere l'errar. 1*™}® lrt

mio ) concorfi nel mede/imoparere , eper aÙbora non repli-bero denana-

cai altro: n efiprci dirui da che muffo tornai tra me jìejfo a ru- ue quaas« ai

minar/òpra quello/atto , efinalmentem accorfidella mia—» piede .

femplicità (maperòJcufabile ) fieliammetterper vero quello,

cheèfalfifsimot dico faifo,, che lagitazion majìima Ideilagag-

gia, in camparazion dellapiccola del piede dell'albero , debba

render più difficilei'vfi del Telefiopio neWincontrar l'og-

getto ,

SALV. Io fareifiato compagno de i marinari , $P anche vofirQ

fuiprincipio .

SIMP. Et ioparimente farei fiato, efono ancorarne crederei co'l

penfarui cent'anni intenderla altrimenti',

SA3R. Potrò dunque io quefìa voltafarui a tut 'i due ( comefidice ) il maefiro addojfo . E perche ilprocederper interroga-

zioni mipar, che dilucidiaffai le cofé), oltre algufio , chefi ha

delioJealzare il compagno, cavandogli di bocca\,quelche non

fapeua difapere, mifruirò di tale artifizio. E.prima iofup-

pongo, che le naui,fu/te, ò altri legni, cheficercadifcopnre9e rieonofeerefieno lontani affai , cioè 4. 6. io. ò 20. miglia

,

perchè, per nconofeer i vicini,non e*e bifogno d'occhiali:^ in

sonfeguenza il Telefcopiopuo in tanta diftanza di 4. b 6. mi-

glia comodamentefioprire tuttofi vaffello , & anco machina

affai maggiore. Hora io domando quali in ifpezie,e quanti in

numerofiano i mouimenti , chefifanno nella gaggia, depen-

denti dalla futiuazion della naue

.

SALV. Figuriamoci, che la naue vadia verfo Leuanie:pri na nel

mar tranquilli/fimo non cifarebbe altro moto,che queftopro- \fnu'menrfgrejfìuo, ma aggiunta l'agitazion dell'onde cenefaràvno,à\$tttVL x\ de-che alzando

,&" abbafsando vicendeuolmente lapoppa , e l.i—> pendenti dal-

prua,fa che lagaggia inclina innanzi, e indietro ; altre onde * a fluttuazio-

facendo andare il va/sello alla banda, piegano l'albero a ^. fle della naue»

Jira, e afiniftra; airepofsongirare alquanto la naue, efarla

defletter, diremo con l'artimone dal drittopunto Orientale ,

su

Page 262: massimi sistemi del mondo

a46 Dialogofecondohorvtrfo Greco, hor ver/o Sìrocco : altre,folkuandoper di

fitto la-carinapotrebberfar che la naue,fenza deflettere -,fi*lammteji alzafse, &. abbafsafse;& ìnfimma parmi } che in

Due mutazìo- fpezie quefti mouimentijìen due, vnocioe, che mutaper an-m fatte nel 1 e gQ \ la direzion del Tele/copio, e l'altro, che la muta , diremo

pendenti dall' ?er ^tnea>fenza mutar angolo, cioì\mantenendofempre la ca-

aeitazìon del*-na-dello finimento parallela afiftefsa .

U nàue . SA3R. . Ditemi apprefio ;fi noi battendoprima drizzato il Tele-

fiòpio lì a quella Torridi Btirano,lontana di quàfii miglia,

lopiegafsimoper angolo a de/ira > ò afini/ira, ò -vero in su >%ingiùafillamentequato evn nero d'vgna>che effetto cifarcb-

be circa l'incontrar' efsa Torre ?

$ALV>. Ce lafarebbe immediati [parir dalla vifta,perche vna tali

declinazione, benchépiccoli/sima qui >può importar là le cen-

tinaia] e le migliaia delle braccia .

SAG CI{1 Mafifenza mutar Vangolo, conferuando fempre la—»

cannaparallela afe fleffa, noi la trasferi/fimo 10.012. brac-

eiapiù lontana a dejira, ò afinifira, in alioT ò a baffo, che ef-

fetto ci cagionerebbe ella quanto alla Torre i

SALV. . tAJfolutamente impercettibile ; perchefendoglifipazìj qui,

e la contenuti tra raggiparalleli, le mutazionifatte qui , e là,,

conuien che fieno eguali , eperche lofpazio , che fiuopre là lo

Jtrumento e capace di molte di quelle Torri; pero non la per-

deremmo altrimenti di vifta .

.

SAGR. Tornando bora alla naue,pofftàmo indubitabilmente af--

fermare , che il rnuouere il Tele/copio a dtflra, ò afiniflra, in

su, ò ingiù, ifX anco innanzifo indietro 20. b 2j. braccia,ma-

ienendolo perofempreparallelo afi fìefìo, non può fidare il

raggio vifiuo dalpunto ojjeruato nell'oggetto,più che le mede-

Jìme 2$. braccia; eperche nella lontananza di 8. ò io. miglia-

lafioperta dello firumento abbraceeiafpazio moltopiù largo,

the lafufìa , altro legno veduto ,però talpiccola mutazionenon me lofa perder di villa . L'impedimento dunquc,ela—*

saufa dellofmarrir l'oggetto no cipub venire,fi non dalla^*

muiazionfattaper angolo;già cheper l'agitazton della naue,

la trafportazion del Telefcopio m alto, ò a bajfo, a dejira, b j*

fìnifìra , nonpub importai gran numero di braccia . Horafupponete d'hauer due Telefiopij fermati vno all'inferiore

parte dell'albero della naue,e l'altro alla cima nonpur dell'aUhero, ma anco dell'antenna altijfima, quando con ejjafifà la*

penna.

Page 263: massimi sistemi del mondo

Del Galileo." 147penna, e che amenduefien drizzati al va(fello dijcojlo i o .mi-

glia, ditemi,fé voi credete , che per qua lfi fia agitazion del-

la nane-, e inclinazion dell'albero, maggior mutazione,quan-

to all'angolo,Jìfaccia nella canna altiffima , che nella infimaì

Alzando- vìi onda lapmafarà ben dare indietro la punta-*dell'antenna 30.0 4.0. bracciapiù che il piede dell'albero , e_>

verrà a ritirar indietro la cannafuperiorcper tanto fpazio,e

la infe, iore vn palmofolamente ; ma l'angolo tantoJi altera

nell'vno finimento, quanto nell'altro, eparimente vn'onda,

the venga per banda tra/porta a delira, & afinifìra cento

voltepiu la canna alta, che labajfa ; ma gli angoli , non,fimutano , ojìalterano egualmente . Ma la mutazione a de-

fìra,o afinifìra, innanzi, in dietro , in sii , ò ingiù , nonreca impedimentofenjìbilc nella veduta de gli oggetti lontani)

ma fi benegrandiffima l'alterazione dell'angolo ; àdunquCsbifogna necejfariamete confejfare, che l'vfo del Tclefcopio nel-

lafommità dell'albero non epiù difficile, che alpiede', auuengache le mutazioni angolarifon eguali in amenduei luoghi .

3ALV. Qzianto bifogna andar circofpettoprima , che a-ffamare ,

negare vna proporzione; io torno a dire, che nelfentirpro-

nunziar refcìutamenfe, cheper il mouimento maggiorefattonella fommita dell'albero, che nel piede ciafeuno fi perfuade-

rà, che grandementefa più difficile l'vfo del Tele]copio,su al-

to, chea baffo . E così anco vogliofeufar qzieifìojoji , che Jidijperano, efigettan via contro a quelli, che nongli voglion

concedere, che quella palla d'artiglieria , che e veqgon chiara-

mente venire a baffo per vna linea r£tta,eperpendicolare, af-

folutamente fi muoua in quel modo; ma voglion che l moto

fuofiaper vn'arco, O" anco moltoj e molto inclinato , e trafi

tierfale; maialiamogli in quefl'anguflia , efentiamo l'altre

oppofìziom, che l'autore , che hauiamo a mano , fa contro al

Copernico

.

SJ/rfT. Continuapur l'autore di moslrare, come in dottrina del

Copernico bifogna negare ifenfi, e lefenfazioni maffìmt-j

,

qualfantbefe noi,chefintiamo il ventilar d'vna leggierifsi- Voto arimi*

ma aura,non habbiamo poi afentire l'impeto d'vn ventoper delia terra-*

petuo, che ci firifee con vna velocità , che forre più di 2$20. deurebbe ca-

mighaper bora, che tanto e Ij fpazio , che il centro della tir-|e1Detuo -^

ra co'l moto anr. uo trapafìa in vn'horaper la circonferenza gaollardilsi-

dell'orbe magno , come egli diligentemente calcela; eperche,co- mo .

Q^4 me et

Page 264: massimi sistemi del mondo

24$ Dialogo fecondome zi amputaiparer del Copernico , cum terra monetarcircumpofitus aer, motus tamen eius velocior licet, acrapidior celerrimo quocumq; vento a nobis non fenti-

retur, feci lumma tu tranquillitasreputaretur, nifi alius

motus accedere t . Quid eft vero decipi fenliim^niil h^cefletdeceptio?

SALK. Eforza, che quejìofilofofo creda , che quella terra , che il

Copernicofu andare in giro injiemecon Varia ambiente perla circonferenza dell'orbe magno, non Jia quefìa doae noi

babitia?no ; ma vn''altrafeparata , perche que/ìa nofira con-

ducefico noi ancora con la medejima vdncitàfua , e dell"aria

eirco/ianteiE qualferitapofsiam noifentire, mentrefuggia-

j , . ^ mo coti egual corfo a quello di chi ci vuol giojirare i quejìo Si-

deri femore.-* gnore se, [cordato, che noi ancoravamo non men, che la ter-

con la mede- fa, e laria menati in volta, e che in confeguenza fempre fia-fima parte no* mo toccati dalla medejima parte, d'aria x la quale, pero non cici fenice.

feri/ce

.

SIMP. Anzi nò, ecconileparole, che immediatamente feguono.

Praterea nos quoq> rotamur ex circunductione ter-

rai, ócc.

SALV+ Hora noniopojfopiù ne aiutare rnìfeufare ; ftufatela

voi , e aiutatelo Sig. Simplicio .

SIMP. "Per ora così improuuifamente non mifouuien difefadi

mia fodisfazione .

SALV. Ombe cipenfercteflanoìtt , e difenderetelopoi domarivjn-

tantofenfiamo l'altre oppoflzioni »

SIMP. Seguitapur Vifiejfa infìanza , moftrando T che in via del

In via del Co . Copernico bifogna negar le jenfazioni proprie ; imperocchépermeo bifo- quejìoprincipio,per il quale noi andiamo intorno con la ter<-

gna negar lt ra ,oe noBro intrinfeco ,òcie efterno ; cioè vn rapimento di

&Jfa terra ; efé quefiofecondo e, non fentendo noi cotal rapi'

mento , conuien dire , chel fenfo del fatto non fenta il pro-

prio obietto congiunto, ne lafuaimprefsione nel fenforioima

fé ilprincipio e intrinfeco, noi non fentiremo vn moto locale

deriuante da noi medejìmi , e non ci accorgeremo mai di vnapropenfioneperpetuamente annefsa con efso noi .

$ALV. Talchi l'inftanza di quefio filofofo batte qua , chefia quel

principio, per il quale noi ci mouiamo con la terra, efierno,b

interno , douremmo in ogni maniera fentirlo , e non lo fen-

Unio , non e ni ìvtiQ > ni l'altro , epero noi non ci moviamo?

min

Page 265: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 249ne in conseguenza la terra . Et io dico, chepuò efiere neWvn„ *

™° r°

e fl?I

modo , e nell'altro, fenza che noi lo fentiamo . È delpoter''e/Ve ò interno^ òfefejìerno l'efperienza della barca rimziGue ogni dijficult.ìfo-Q^cmo fenz'-

prabbondaniemente, e dico foprabbondantemente-perche,pò- eifer da noi

tendo noi a tutte Vborefarla muouere , & ancofarlaJiarfer- compreio , <a

ma, e con grand'accuratezza andare ofìeruando ,fe da qual-

che dtuerjità, che dal fenfo del tatto pofsa efser comprefa, noi

pofslamo impararead accorgerci,fé lafìmuoua ,bnò, veden-

do, cheper ancora nonjìì acquijìata talefaenza,a che mara-

vigliarjì,fé l'ifìefso accidente cirefìa incognito nella terra , la

quale etpuò bau^r portati perpetuamente, fénza potere mai Moto della

jperimentar lafua quiete Ì Voifetepur Sig. Simpl. per quel barca infenfi-

ch'to credo,andato mille volte nelle barche da Padoua, efé voij.

aA il&l

volete confefsafil vero,non hauete mai fentita in voi lapar- ^ZXìKXO qu an-ticipaztone di quel muto,fé non quàdo la barca, arrenandolo to al fenfo dcj

vrtando in qualche ritegno,fi efermata , e che voi cogli altri tatto.

pajjegg.trt colti altimprouuifofete con pericolo traboccati.Bi-

fogner^bbe > che ilglobo terre/tre incontrale qualche intoppo,

che larrejìajfe, che vi affìcuro, che all'bora vi accorgerete del-

l'impeto , che in voi rj/iede , mentre da ejfo farefìefagliato jyfoto della-»

verfo le/felle . Ben e vero, che con altrofenfo , ma'.'accampa- barca fenfibi-

gnato co'l difeorfo, potete accorgerut del moto della barca,cioì le alla viita_»

con la vtfla,mentre riguardategli alberi,e lefabbrichepojlts congiunta col

nella campagna, le quali ejfendofeparate dalla barca,par che y^^ j.errc.

Jìmuouano in cotrarioimafeper vna tale esperienza volefìefl.re compren-

reslare appagato del moto terreftre , direi , che riguardale le deft nelle ilei-

/ielle , cheper ciò vi apparifeono muouerfi in contrario . Il le •

marauigltarfipoi di nonfentir cotalprincipio,pofo,chefufe

nofìro interno , è penfìeromen ragioneuole iperchefe noi no

fentiamo vnfimile, che ci vien difuori, e chefrequentemente

Jìparte, per qual ragione douremmofeniirlo,quando immu-tabilmente rifedejfe di continuo in noi { Hora tea altro ìyl~»

queftoprimo argomento

.

S1MP. Ecciquefia efclamazioncella . Ex hac itaq; opinionenecelTeefrdiffiderenoftrisfenfibus, vtpenitus fallaci-

bus,vel ftupidis in fcnfibilibus,etia coniun&ilTìmis diiu-

dicahdis; quam ergo veritatem fpcrare poffumus a fa-

cilitate adeo fallaci ortum trahentem ?

SALV. Oh io ne vorrei dedurprecettipiù vtiti) cpiùjicurì , im-

parando ad ejferpiù circujpetto, e rnen confidente circa, quel-

lo,che

Page 266: massimi sistemi del mondo

t $ o Dialogo fecondolo, che aprimagiunta ci vien rapprefeniato da ì fenfìt che ci

pofonofacilmente ingannare . E non vorrei , che quejio au-

torefi ajfannajfe tanto in volerci far comprender co'ljenfo

quejio moto de igraui defendenti efferfcmplic.e rettole non—*di altraforte, neJi riferitile, & ejclamajfv ,perche vna cofa—*

tanto chiara, mdnifefta , epatente venga mejfa in diffcultà ;

perchè in quejio modo dà indizio di credere, che a quelli, ch<Ljf

dicon tal moto non effer'altrimenti retto, anzipiù tofio circo-

lare,paiadi vederJ'enfatamente quel fajfo andar"in arco ,già

che egli inuitapiu il lorfenfo , che il lor difeorfo a chiarir/i di

tal'effetto : il che non è vero Sig. Simplicio ,perchefi come io

,

chefono indifferente irà quejìe opinioni , efolo aguifa di co-

mico mi immafche.ro da Copernico in quefle rapprefentazioni

no/ire, non ho mai veduto, ne mi eparfo di veder cader quel

fajfo altrimenti, che aperpendicolo , così credo , che a gli occhi

di tuttigli altrifi rapprefenti l'ijlejfo . Meglio è dunque, che

depofta l'apparenza nella*quale tutti conuenghiamo , faccia-

moforza co'l difeorfofoper confermar la realtà,di quellafopev

ifeoprir lafuàfallacia.iSAGT^. Se iopotejjivna volta incontrarmi in quefloflofofo, che

pur mipare, chefi eleui affaifopra molti altri fguaci dtWi-

jtejje dottrine , vorrei infegno di affetto ricordargli vn acci-

dente , che aftolutamente egli ha ben mille volte veduto ; dal

quale, con molta conformitàdi quefto, che trattiamo , /ipubcomprendere quanto facilmentepofa altri reftar'ingannato

dallafemplice apparenza > ò vogliamo dire rapprefenrazione

delfenfo . E l'accidente e ilparere a quelli , che di notte carni-

nanoper vna ftrada defferfeguitati dalla Luna con paffoeguale al loro, mentre la veggono venir radendo legronde de

i tetti,fopra le quali ellagli apparifie,in qtteìlaguifa appun-to, chefarebbevnagatta, che realmente camminando fopra i

tegoli3 te?ieJfe loro dietro . Apparenza, che quando il difeorfo

non s interponejfe,pur troppo maràfejlamente ingannerebbe

i lavijìa .'

:

l

SIMI?. Veramente non mancano Vefperìenze, le quali ci rendo-

noJ, 'curi deliefallacie de ifempiicifenjì' ;pero,fofperidedo perArgomenti

. ^Qra CQ^an sjfazioni , ftntiamo ili ar?omenti,chefeeuonoxheContro almo- - n J

. ,.J " l> :' y &

, ,' ,.

to della terra Jonprefi, come e dice, ex rerum natura . Ilprimo dei quali

preiì ex retata e , che la terra nonpuòmuouerjidifua natura eli tre, meui-#<itvra ., menti grandemente dmerjij ò vero bifognerebbe rifiutar^

molte

Page 267: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

1 5

1

molte dignità manifefle . Laprima delle quali e \ che ogni ef-

fetto depende da qualche caufa. Lafeconda, che nejfuna co/a Tre dignità,

produce se mede/ima : dal che ne-fegue, che non èpofsibile , cheiuppon-

il mouente , e quello che e mojfo fiano totalmente lìfìejfa co- ^efa'. E quefio non foto nelle cofe, chefon mojfc da motoria€]ì'rìnfcco3 e maniffto, ma fi'raccoglie anco da iprincipe'•pro-

poli Viiìefo accadere nel moto naturale dependente daprin-

ci no intrinfeco ; altrimenti, effendo che il mouente, come ma-Mente e caufà,eH mojfo, come mojfo e effètto, il mede/imo total--

mentefrJob 1: caufi , & ejfetto . ^Adunque va corpo noìt^r

muoue lutto se, cioè, che tutto muoua-, e tutto jìa mojfo ; mabifogna ueJa co fa mojìa distinguere in qualche modo ilprin-

cipio efdente della mozione , e quello, che di tal mozione fimuoue . La terza dignità e , che nelle cofe fuggette- a ìfenfìvno in quanto vno, produce una cofafula , cioè l'anima nel-

l'animaleproduce ben diuerfe operazioni , ma con ijìrumenù

diuerfì , cioè la vi/ta, Xvdito, Vodorato , la generazione , macon iftrumenti diuerfì . Et in fommafiforge nellecofe- fen-

fibili le diuerfe operazioni deriuar da dmerfità , chefìa n ellaVh corpo fera >

caufa . Hora ,fefi congiugneranno quejìe dignità, farà cofa pliee , quale è

chiarifsima, che va corpo femplice , qual'c la terra , non fi pò- *a terra >non «l i

j- r j : e J • u. j può miioueretra di uà natura muouer interne di tre mouimenti '/rande- Jj,-;,.. mn1.: ,t;J

1 . >> • ; \ ' 7 r /»'•/• ul tre inou ui-mente diuerji; imperoccheper Lejuppojiztoni fatte, tutta non lie ril.

muoue se tutta ; bifogna dunq; dijtinguere in lei tre principi]

di tre moti ; altrimenti vnprincipio mede/imo produrrebbe^*

più moti; ma contenendo infé tre principe di moti naturali ,

oltre allaparte mojfà, nonfarà corpofemplice , ma compojìoT

„-

-

di treprincipij mouenti, e dellaparte mojfa . Se dunque la—> uo mu0Uereterra e corpofemplice , non Jìmouerà di tre moti ; anzipur d'alcuno de i

non fi mouerà ella di alcuno di quelli , che le attribuifee il moti attribui-

Copemico, douendofì muouer d'vnfolo , efsendo manifejìo, ciS^ .^al ^o-

per le ragioni di Ariftotile, che ellafimuoue alfuo centro, co- P ernico •

me mofirano lefueparti , chefendono ad angoli retti allafu-

perfeie sferica della terra .

8JLF. tSMolte cofefarebbon da dirfi,e da confiderarfiintorno aUla tejlura di quefio agomento ; magià che noi'lopofsiamo in Rifpofte agli

breui parole rifoluere , non voglioper bora fenza necefsitàarg°men" ce

diffondermi ; e tantopiù, quanto la rifpojla mi viendal me-della tempi©

defìmo autore fomminifìrata ', mentre egli dice nell'animale fe ex rerum *s :

da vnfotprincipio efserprodotte diuerfe operazioni ; onde io tara,

per

Page 268: massimi sistemi del mondo

Quarta di gnì

ti cótro al rao

Co della terra.

BÌeiTure negli

animali, necef

Xarieper la di

uerfìtade'mouimenti loro

.

Altro argo-

meato contro

al triplicato

moto della_j

terra.

te fleflìom ne

gli animali nòfon fatte per

la diuerfità de

i mouimenti

.

Moti degli a-

nimali so tut-

ti d'vna forte.

I capi de gli

oflì mobili fo-

no tutti roto-

ndi.

à 5 % Dialogo fecondoper oragli ri/póndo , con vn Jìmil modo da vn fol prìncipi*

deriuare nella terra diuerfi'mouimenti .

$IMP. A quejla rifpojla noJì quieteràpunto Vautore dell'in/ìa-

za, anzi vienpur'ella totalmete afterata da quello, che eifog-

giugne immediatamenteper maggiore ftabiltmeto dell'impu-gnazionfatta;Jì come voìjentirete . Corrobora dico Vargo-

mento con altra dignità, che e quefìa . Che la natura non—*manca, neJoprabbonda nelle cofe necejfarie . Quejìoì mani-

fejìo a gli oRematori delle cofe naturali, eprincipalmente de-

gli animali,ne1

quali,perche doueuano muouerfidi molti mo-uimenti,la natura hafatte loro molteflejfure , e quiuì accon-

ciamente ha legate le partiper il moto, come alle ginocchia, a i

fianchiper il camminar degli ammalileper coricar/t a lorpia-

cimento . In oltre neWbuomo hafabbricate molteflejfioni , e

fnodature algomito , & alla mano , perpoter1

efercitar molti

moti . Da quejìe cofejìcaua l'argomento contro al triplicato

mouimento della terra . vero il corpo vno, e continuofen-ica ejferefnodaio daflejfura nejfuna,puo efercitar diuerfi mo-uimentito vero nonpub,Jenza hauer leflejfure;fépubfenza,aduque indarno ha la naturafabbricate leflejfure negli ani-

mali; che e contro alla dignità : maje nonpuò fenza* adunqs

la terra,corpo vno , e continuo, epriuo diflejfure, e di fnoda-meti,nonpub dijua natura muouerfi dipiù moti.Hor vedete

quanto argutamente va a incotrarla vojìra rijpofla , cheparquafi, che l'hauejfepreuìjla .

S^ALV. Dite voifu'lfaldo, òpurparlate ironicamente i

SIMP* Io dico dal migliorfenno ch'i m'habbia .

SALV. Bifogna dunque, che voi vifentiate d'hauer tanto buonoin mano , da poter'anco fojìener la diftfa di quejlo Jilofofo ,

contro qualche altra replica,cheglifujfefatta in contrario;pe-

rb rijpondetemi viprego inJuagrazia , già che nonpojfìamobauerloprefente . Voiprimieramente ammettete per vero ,

chela natura habbiafattigli articoli , lefleflure , efnodature

a gli animalì,accìocbeJìpojfano muouer dì molti,e diuerfi mo-uimenti; & io vi nego qujìaproporzione ; e dico , che leflef-

Jionifonfatte, acciocchì Vanimalepoffa muuuere vna, òpiìt

dellefueparti, reflando immobile il refio ; e dico, che quanto

aUefpezie, e differenze de' mouimenti quellifono di vnafola,cioè tutti circolari ; eper quello voi vedete tutti i capì de gli

oj/ìmobili ejfer colmi, ò caui , e di qujlt altrifono sferici , che

fon

Page 269: massimi sistemi del mondo

Del Galileo." z$

fon quelli, che hanno a muouerjìper tutti iverfijcomeffX net-

lafnodatura della [palla il braccio deT Alfiere nel maneggiar

Vwfegna-, e dello firozziere nel richiamar co'l logoro il falco-

ne ; e tale lafejfura delgomito ,fopra la quale figira la ma-no nelforar colfucchiello; altri fon circolariper vn folver-

Co ; e quali cilìndrici , cùe feruono per lemembr'a, che fi pie- „. n .

gano in p» (ol modo, come leparti delle dita l vna /opra l al- nece ffità <je i-

tra,ijc~ Ma féa~apiù particolari incontri vnfola general Teiìer' i capi

difcorfo nepuòfar conofer qutfta verità ; e quejìo e , che di de gli offi tuo*

qjn corpo lolla:) , che fimuoua, refìandovno de Cuoi eflremi ^\ rotontil•

r • -\ . i J - rr r i Et 1 moti del-fenza mutar luogo, il moto nonpuò ejjer ,Je non circolare; e

pàmma je ttlt_

pei chi nel muouer Inanimale vno dillefue membra non lofé- u circolari.

para dall'alti ofuo conterminale, adunque tal moto e circola'

re di neceJJitX .

SIMP. Io non l'intendoper quejìo verfo; anzi veggo io l'anima-

le muouerfi di cento moti non circolari,e diuerjijjìmi tra loro,

e correre, efaltare, efalere, efendere , e notare, e moli'altri .

SALV. Sta bene. ;. ma cottjìi fon motifecondarij , dependenti da i

primi, che fono degli articoli, e dellejiejfure : alpiegar delizi Moti feconda

gambe alleginocchia, e delle cofee a ifanch'i , chefon moti cir- f.1J'f

e amm*

colati delle parti ; ne viene in confeguenza ilfatto , a ilcorjo , ^i Xìm^che fon mouimenti di tutto l corpo , e quejìi pojfon ejjer non per il moto

circolari . H ora, perche del globo terrefìre nonfha da muo- della terra nò

. uere vna parte fopra vn altra immobile ; ma il mouimentoJ?

ncercanei-

deue efier di tutto il corpo, non ci e bijogno dijiejfure .

SIMP. Quejìo (dirà laparte) potrebbe ejfer,quando il motofuffe vnfolo, ma Vejjer tre, e diuerf/fimi tra di loro , non epoffbile, che s''accomodino in vn corpo inarticolata.

SALV. Cotejìa credo veramente , chefarebbe la rifpofìa delflofo-

fo . Con tro atta quale io infurgoper vn'altra banda; e vi do-

mando,je voijtimate, cheper via di articoli , eflejjureJìpO'

tejje adattare il globo terrefìre alla participazione di tr<L~*

moti circolari diuerf i Voi non rijpondete ? Già che voi

tacete rijpondero ioper ilflofojo , il quale ajfolutamente durtbbe di sì;perche altrimenti farebbefato fuperfuo ,e fuoridel cafo il metterm confi'derazione, che la naturafa le fiefjìo'

ni, acciocché il mobilepojja muouerfi di moti differenti, e che

pero non hauendo ilglobo terrefìrejiejfure , nonpuòhauer'itre moti attribuitigli '.perche, quando egli hauefie fìimato,ch&

m ancoper via dijiejfurefipotejfe render'atto a tali mouime*

Page 270: massimi sistemi del mondo

1 5 4 Dialogo fecondoSi defìdera fa- ^ - harebbe lìberamentepronunziato ilglobo.non poter muo-

eT^iiali Aerili- uerfidi tre moti . Horaftante quefio.ioprego voi , e/?er ^o/,

re il globo ter fefujfepofjìbìle iljilofofo autor delìargometo, ad efermi cor-

reftre potreb- te/è d'infegnarmi in qntal maniera bifognercbbe accomodar le

be rhouerlì dific/fure, acciocchì i tre moti comodamentepoteffero efercitarfi:

l'motl a " e vi concedo tempoper la rifprofia quattro , e anco fei me/I .

Intanto a mepare , che vn principio folo poffa cagionar nel

Vn folo prin-globo ierrefìrepiù moti, in quellaguifa appunto , come dian-

cipio può ca- zi rifpofi , che v.nfol princìpio col mezo di varijJirumentigionar più mo produce moti ryiultiplici , e diuerfi nellanimale ; e quanto al-

ti nella terra.. l'articolazione non ve nebifogno, douendo ejfer'i mouimentì

del tutto, e non di alcune parti ; eperche hanno ad ejfer circo-

lari, lafemplicefigura sferica e lapia bella articolazione , che

domandarfi poffa ,

SIMP. Alpiù, che vifidouejfe concederefarebbe , che ciò potejfe

accader d'vn mouimentofolo , ma di tre diuerfi alparer mio,

e dell'autore non epojfibile; come eglipur continuandole cor-

roborandoVinjìanzafeguefcriuendo . Figuriamoci co7 Co-pernico, che la terrafi'muouaperpropriafacultà,e daprinci-

Altra infissa p jn trjnf€C0 da Decidete in Qriéie nelpiano dell'Eclinica;à?

eRatoa

moto oltre a ciò che ellafiyiuolgapur daprincipio intrìfeco intorno

citila terra. alfuoproprio centro da Oriete in Occidente-^per il terzo mo-to cVellaperpropria inclinazionefipieghi da Settentrione in

Au/iro,, Ò all'incontro . Effendo ella vn corpo continuo,^non collegato confle/fioni, egiunture, potrà mai la nojìra—»

Jìimatiua, e7 nojìrogiudizio comprendere , chevn medefimoprincipio naturale, e indi/Unto, cioè , che vna medefima pro-

pensioneJì dijìragga infieme in diuerfi'moti , e quafi contra-

rilo nonpoj/o credere, che alcunoJìaper dir tal co/afe nonchi a dritto , e a torto hauefie prefo a fofìenere quejìa pofi-

zione »

$ALV. Fermate vnpoco : e trouatemì quefio luogo nel libro; mo-Hraie . Fingaauis modo cum Copernico terram siliqua

fua vi, & ab inclitoprincipio impelli ab Occam ad Or-tum in Eclip tica? piano , tmn rurius reuolui ab indito

etiam principio circa miniet centrimi ab Qrt'u in Occa-

r funi . tertio deiledi ruiiits luopte nutu a iepteiitrione

dell' impugna in A uiirum, & vicimm . lodubitano big. Simplicio, chas

tor del Copci voi non hauefieprefo errore nel riferirci le parole deWsiuto-

nico. ?e, ma veggo, che egli sltjfo, epur troppogrammente, fiingan-

nai

Page 271: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 25 5

na, e con mio di/piacere*comprendo , cb'e' fiepojlo ad impu-gnar vnaporzione, la quale e' non ha ben capita; imperocché

quefli nonfon-ji movimenti, chél Copernico attribuifce alUterra. E donde caua egli, che'l Copernico faccia il moto an-

nuo per l'Eclittica contrario al mito, circa ilproprio centro /

bifogna che e' non habbia letto ilfuo libro, che in cento luoghi,

ÌX anco ne i primi capitoli ferine tali movimenti eIfer amen-

due verfo le mede/imeparti, cioè da Occidente -ver/o Oriente .

Mafenzafenlirlo da altri , non dovev egli per se ftefjb com-

prendere\ che attribuendofi alla terra i movimenti , che Jì le-

vano l uno al Sole, e l'altro alprimo mobile, bifognava, cht^r

fujfero nece/fanamentefittipJ mtdifimaverfo ..

SIMP. yjuardate-pur di non errar voi , & il Copernico injìeme.

Il moto diurno delprimo mobile no e egli da Levate a Ponete)

C7 // moto annuo del Sole per l'Èeclittica , non e per VoppofitoA-i'gute, & in 1 '

7 T ,r

, \ r. .

rr, L . hemeiempli-

da Ponente a Leuante i come dunque volete , che i medejimi cc in:

ftaZa coti

trasferiti nella terra, di contrari} diuengan concordi i troal Coper-

se? 7^. Certo, che il Sig.Simpl. ciba fcopertalorigine dell'error meo.

di quefìojìlofofo : eforza,, che ejfo ancora habbiafatto l'ijief-

fo difcorjo .-

SALV. Hor chefi pub cauiamo d'errore almanco il Sigi Simpli-

cio, il quale vedendo le Relle nel nafeere alzarjì [opra l'Ori-

zzonte Orientale, non hard difRcultà nellintendere , che qua- c - m ^ n -c^a~j r m 1 n n ,, ì r 11 m 01 manireita—*

do tal moto nonjujje delle /relle, bijognerebbe necejjariamen-i'err0re dell'

te dire , che iOrizonte con moto contrario fi abbajfafie;^ in oppofiton-*

,

confeguenza, chela terrafi volgejfe in se fìejfa al contrario di dichiarando ,

quel che cifembrano muouerfi le Belle, cioè da Occidente ver-come l niotl

fo Oriente, che e fecondo ly

ordine de fegni del Zodiaco.Quan- no efs^ del-

topoi all'altro moto, ejfendo il Sole fifso nel centro delZodia- la terra fono

co, e la terra mobileper la circonferenza di quello ,perfar che per il medefi-

/*/ Sole ci apparisca muouerfiper e[so Zodiaco, fecondo l'ordi- mo ver">» V

1 r 1 r 1 1 *•''/ j -, non contrari).

ne de i Jegni , e necejsario, eoe la terra cammini , Jecondo il

mede/imo ordine, attefoche il Sole ci apparifeefempre occupar

nel Zodiaco ilgrado oppoflo al grado , nel qualefi troua la-»

terra; e cosìfeorrendo la terra verbigrazia l'Ariete, il Sole ap-

pariràfeorrer la Libra , epafsando la terra per il fegno del

Toro, il Solefeorreraper quello dello Scorpione; la terra per

% Gemini , // Soleper il Sagittario ; ma quefi'e muouerfiper il

medefimo verfo amendue , cioèfecondo Vordine de'fegni: co-

me anco era la revolvzion della terra circa ilproprio centro,m

Page 272: massimi sistemi del mondo

Da vn'altro

più graue er-

rore lì m'oflra

l'oppciìtore—'

auer fatto po-

co iludio nel

Copernico

.

Si d.:bita,che

l'oppofitore_->

non abbia iu-

te fo il teizo

moto attribui-

to dal Coper-nico alla tema

i i 6 DialogofecondoSIMP. Hb-mtefo benì/j?mo,nefaprei qual cofaprodur per ìfgr&~

uio d'vn tanto errore .

SALV. fJMa spiano Sign. Simplicio , che cen'è vn'altro maggiordi quejio: &ìf cb'e'fà muoueria terraper il moto diurno in-

tomo alproprio centro da Oriente ver/o Occidente ; e non co-

prende, che quando quefìo fujfe, il mouimento delle z^.hore

dell'vniuerfo ci apparirebbefatto da Ponente verfo Leuanteiperloppofìio giujio di quel-che noi veggiamo .

SIMP. Oh io , che appena ho veduti iprimi elementi della sfera

fonjtcuro, che non harei erratoJìgrauemente .

SALV. Giudicate bora quale fludio fipubfìimare} che habbiafat-

to quejìo oppofìtore ne i libri del Copernico,fé e prende al ro-

uefeio quefìaprincipale , e majjìma Ipotejì, fopra la qualefifonda tutta la fomma delle cofe , nelle quali il Copernico dif-

fente dalla dottrina d'Ari/ìotile } e di Tolomeo . Quanto poi

a quefìo terzo moto, che l'autorepur di mentedel Copernici*

affegna alglobo terre/ire, non so di quale e'Jì voglia intende-

re : quello non e egliJìcuramente , che il Copernico gli attri-

buifee congiuntamer.te con gli altri due,annuct e diurno , che

non ha chefare co'l declinare verfo Aujìro , e Settentrione;ma

fòloferue per mantener Vaffédella reuoluzion diurna conti-

nuamenteparallèlo afefìejfo ; talché bifògna dire , ò che l'op-

Jjofitore non habbia comprefo quejio , ò l'habbia diflìmulato*

Ma benché quejiofalògraue mancamento bajiajfe a liberarne

dall'obbligo dipiù occuparci nella conftderazione dellefue op-

pqfizioni; tuttauia voglio ritenerle in Jìimayjìcome veramen-

te meritano di eflefapprezzate affaipiù, che mille altre di al-

tri vani oppojitori . Tornando dunque aUinJlanza,dico,che

i due mouimenti annuo , e diurno.nonfono altrimenti con-

trari/j anzi fon per il medejìmo verfo , eperopojfon -depende-

re da vn mede/imo principio . Il terzo vien talmente in con-

feguenza dell'annuo , da perfejiejfo , efpontaneamente > che

non vi bifognachiamarprincipio interno, ne efierno {come a

fuo luogo dimojìrero) dal quale } come da caufa venga—»

prodotto,

:SAG'I{. Vogliopufio ancora,feorto dal difeorfo naturale , direaquefìo oppojitore qualche cofa;il qual vuol condennare il Co-

pernico, fé io non gli sopuntualmente rifoluere tutti i dubbi/ 9

e risponderà tutte le oppojìzioni, che ei gli fa ; quajt che in—

»

sonfegumza, della mia ignoranzafegua n teefsartornente la-»

faljìtà

Page 273: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. t$?Jaljttà della fua dottrina . Ma fé quejìo termine di condm-nargliferiti ori glipar luridico, non douràparerglifuor di

ragione , fé io non approuero Artfiutile , e Tolomeo ,quando

egli non rijolua meglio dime le dijficultà mede/ime , ch'io gli

promuouo nella loro dottrina . È' mi domanda qualiJiano i

principi/ per i quali il globo terre/ire fi muoue del moto an- „ . _ ,'!",

nuo nel z.oatacc , e del diurnoper l equinozialem jejtejjo . mC£je fima ;n .

Dicoglt, che e fono vna cofajìmilea quelli,per i quali Satur- ftenza }con esé

nofi muoue per il Zodiaco in 30. anni;& infeftefso in tempo pi di mouimé-

moltopiu breue,fecondo l'Equinoziale , comelofcoprirfi, <ÙXll /'nuli dì al-

afeonderfì de ìfuoiglobi collaterali ci mojìra* E vna cofajì- 'j.1 C0XP l Ge

mile a quellaper la quale ei concederebbefenza fcrupolo , che

il Solefeorrej/e l'Eclittica in vn'a-ano; <o .infé fìejfofi riuol-

gejfeparallelo aliEquinoziale in manco d'vn me/è; comefèn-

fatamente mofrano lefue macchie . E vna cofafìmil'a quel-

la,per la quale lefelle mediceefeorrono il Zodiaco in 12. an*

ni , e tra tantofi volgono in cerchi piccolifjìmi , & in tempi

breuijfìmi intorno a Gioue*

SIMP. Que'fi'autore vi negherà tutte queflecofe , 'tome ingannidella vifta, mediante i crifialli del Telefcopio . ,

SAGR. Oh quefiofarebbe vn volerne troppo perfi, metre e* vuo-le, che l'occhiofemplice nonfipojfa ingannare nel giudicar il

moto retto de grani defeen denti , e vuol che e fiinganni nel

comprendere qutjhaltri mouimenti,mentre lafua virtù vien

perfezionata , cF accrefeiuta a trenta doppi/ . Diciamogli

dunque, chela terrapartecipa lapluralità di mouimentiin—*

vn modofmile ; eforfè il medefìmo,co'l quale là calamita hail muouerfi in giù , comtgraue, e due moti circolari,vno Ori-

zontale , e l'altro verticalefotto il Meridiano . Ma chepiù,

ditemi òign. SimpL tra £hi credete voi, che quefautore met-

tejfe maggiordiuerftà , tra il moto retto, el circolare, a tra il

moto , e la quiete /

SIMP. Tra il moto , t la quiete fìcuramente . E quefì'ì manife- p,^ differente

fio,perche il moto circolare non è contrario al rettoper Arift. è il moto dal.

anzi è concede, chefi'pojfano mefcolare i il che è ingoffitila^ *a c]"iete > cne

del moto, e della quiete .jj

moto retto

SAGR. Ac.unquepropofizione meno improbabile e ilporre in vncorpo naturale dueprincipi/ interni, vno al molo retto , e_-»

l'altro al circolare , che duepur interni vno al moto , e l'altro

alla quiete . H ora della naturale inclinazione , che rifegga—*

R nelle

Page 274: massimi sistemi del mondo

z 5 8 Dialogo fecondonelleparti della terra di ritornar alfuo tutto

-,quadop'er vio-

l

rl^oncX lenza ne vengonoftparate , concordano infame amendue le

pollano aitri- pofizioni ; efilo diffentono nell'operazion del tutto ; che que-

huire alla ter- Jia vuole, cheperprincipio internoJìia immobile , e quellagli

ra due princi- attribuifee il moto circolare'-, maper la voiìra conce/pone, e dipi) in^nn ai

queflojìlofifo, dueprincipi/ , vno al moto, e l'altro alla quie-

ti cu colareie fon>incompatìbili injìeme , fi come incompatibili fono gli

che aite al mo $ff&tù > wa non già accade quejio de i due mouimenti , retto , e

to,.& alla tiuie circolare-, che nulla repugnanza hanno.fra di loro .

te - SALV* ^Aggiugnete dipiù, cheprobabiliffìmainentepniò ejfere,che.Moto delle ^ mouimento, che fa la parte della terra fcparata , mentre fipara dtila ter . , iCj.xj.rtr f j- •» r*

ra ritornando riconduce aLJuQ tutto,Jia eJJo.anc.Qra circolare.come digiaji t

al fuo tutto. dichiarato ;.talchìper tutti i ri/petti yinquàto- appartiene al

può efler cir- prefente cafo, la mobilitài/embsapm accettabile, che la quiete ..

colare ». Horafeguite Sign. Simplicio quello che refia ..

SLMP. Fortifica l'autore linfianza con additarci vn'alireajfur-

do., cioè., che gli ftefii'mouimenti conuengano a naturefirn*mamente diuerfe; ma l'offeruazione ci infegna,l'operazioni f

Diueriìtà di e i moti di nature diuerfe efler diusrfipela ragione lo. confett-

inoti con eri- ma,perche altrimenti non hauremmo ingrejjò per co'/iofiere,eice a conoiccr diftinmer le nature, quando elle non haueffero i lor moti , &k diueriica dr ù

, r3

/? nJJ

j n r nnauu-

e(>operazione che ciJcorgefero al/a cognizione delleJujtanze

,

$AGR. lo ho dna , à tre volte offeruato ne i difeorfidt quefì auto-

re, cheperprona) che lacaja jlia nel tale , e mi tal modo , e'fiferuedel dire, che in quel talmodofi accomoda alla no/ira in-

telligenza , a che altrimenti non hauremmo adito alla cogni-

zione di queiìo; ? adi quel!!ahroparcicalare , ò she il Criterio-

& atura nri- dellafilofofiafiguaderebbe , quafi che la naturaprimafacejfe.ma.- icce k co-

-^ cerutn a „n huamìni e poi dilponefft k cofé conforme allale a modo Ino,, • v » , , - ,, -..• nie i oi fabbricò i

capacita de loro intelletti; ma io filmereipiù pre/te la natura

diicori? dt gli; bauerfatteprima le cofe afuo modo, epoifabbricati i difeorfi

huomim abili humanihabili apoter capire ( mapero, con jatica grand<Ls )a intenderle. aleuna- eofade'

'

fuoi fegreti* .

SALV*. lofin dell'ifiejfa opinione^ UMadifeSign. Simpl. quali

fimo quefle nature diuerfe ,. alle quali contro all'ojjeruazio-

ne, & alla ragione il Copernico. ajfegna moti). <ÙX operazioni

medfirne i

$JMi\ Eccole . L'Acqua, e l'Arra l( chepur fino nature diuerfe

dalla terra ) e tutte le cofe, che in tali elementiJì trouano ha-

tanno ciafcbedtma quei tre mouimenti , che ilCopernicofin*gend

Page 275: massimi sistemi del mondo

Del Galileo* t$?gè nelglobe terre/ire ; tfegue di dimojirar Geometricamente ,

come in via del Copernico vna nugola,cbeJìafoJpefam aria; H Copernico,

e cheper lungo tempo cifoprajìia al capo,fenza mutar Luogo, a"eEna con-»

bifogna necejfariamente,eh'eli'habbia tutti ti e què mouimen- delìmeopera-ti, che ha tiglobo terre/tre ; ladimojlmzioneequejla , e voi la z\om a nature

potete legger daper voi , c/fio non lafaprei riferir a mente, diuerfe.

%ALV. Io non ijiar.à altrimenti a leggerla , anzi /limo fuperjluo

ihauer^elapojla-, peretiiofonJìcuro,. che neffuno degli aderi-

ti del moto delia terraglie la negherà . Pero ammejfagli la di-

mofìrazionepai Uamo ddlin/lanza : la qual non mipare,cbe

ìyabbia molta forza di concluder nulla contro allapofizio-\

ne del Copernico, auuengacbè nienteJìderoga a quei moti, e a ^, x

quelle operazioni,per i qualijì viene in cognizione delle na-

ture, &c. Rifondetemi in grazia Sign. Simplicio . Quelli ac-

cidenti ne* quali alcune\cofe puntualifsimamente conuengo-

no, cipojfon'eglin feruireper'farci conofier le diuerfe nature

di quelle tali cofe?^

: * Dagli acet.SIMP. Signor nò : anzi tutto Toppo/ito, perebe dall'identità delle denti cernimi

operazioni, e degli accidenti nonJì,può argumentare tJàluo , non fi pò(fon©

. . che vna identità di nature .conofecre Ir—»

SALV. Talché le diuerfe naturedel?acqua, della terra, , dell'aria,J?.

ature xU€r"

e dell'altre cofe, chefonoper quejh elementi, voi non l'arguite

da quelle operazioni , nelle quali tutti quejìi elementi, e loro

Annefi conuengono, ma da altre operazìonhjlà costi

SIMP. Così* in effetto.

SALV. Talché quello , che lafciaffe negli elementi tutti quei moti,

operazioni , & altri acadentiper i qualiJì dijlinguono le lor

nature, non cipriucrebbe delpoter venire in cognizione di ef-

fe j ancorché e rimoueffe poi quella operazione, nella qualt^*

unitamente conuengono, e cheperciò non ferue nulla per la

dijlinzione di tali nature .

SIMP. Credo, che il difeorfo proceda benifsimo .

SALV. otta , che la terra , l'acqua, el'aria Jìano da naturai

egualmente cojìituite immobili intorno al centro , non e opi-

nione voftra, dell'autore^ di Arijlotile , di Tolomeo, e di tutti

i lor feguaci l

SIMP. E riceuuta, come verità irrefragabile

.

SALV. --Adunque da quefla comune naturai condizione di quie-

tare intorno al centro , nonJì trae argomento delle diuerfenature di quefti dementi, e cojè elementari ; ma conuieriap-

R 2, pren-

Page 276: massimi sistemi del mondo

TI conuenirgli eleràéti in.

vn moto co-mune iaoaim-

portipiù, 3 òmeno che il

ccawtnire in

vaaqujececó»tienicnit^

.

Corpi del me-jdefìmo gene-re banuo moticbe.conutngoDoingenere^

Altro argo-mento pur co-irò al v,oj.er-

n:co.

^rgumentaiìdal eher pernatura tene-

troia la terra,

e lucido riso-le , e le frelìé

fifie , quella^*

e(Ter mobile,

e

quefti immo-bili.

1 60 Dialogofecondoprender tal notizia da altre qualità non comuni;eperò chi le-

uafte agli elemetifolamete quefta quiete comune,* gli lafciaf-

fé loro tutte Valtre operazioni non impedirebbepunto laftra-da, che neguida alla; cognizione delle loro ejfenze. Ma U Co-pernice non leua loro altro, chequefta comune quiete

}eglie la

tramuta, in vn comunifimo moto, lafciandogli lagrauità , la

leggierezza, i moti in sù,,ingiu,piu tardi,più veloci, la rari'

tà, la denfìtàx le qualità di caldo,freddo, (ecco, humido , & in

fomma tutte laltre cofe . Adunque vn tal aj/urdo, qual s'im-

magina quefto auto.re,non e. altrimenti nellapofizion Coper-

nicana :. ne il conuenire in, vna identità di moto, importo--»

più, ò meno, che il, conuenirein vna identità di quiete , circa l

diuerffeare, non diuerjìficar nature * Hor ditefé ci e altra

argomento incontrario «.

SIMT. Seguita vnaquarta inftanzayprejapur da vna natura-

le ojferuazione, che e' , che i corpi del medefimogenere,hannamoti, che convengono ingenere, ò vero couengona netta quie-

te . Ma nellaporzione del Copernico, corpi, ch£ conuengo-

no ingenere t. e tra di loro/ìmflijfJìmiharebbono in quanto al

moto vnafomma feonuenìenza r anzi vna dìametral repu*

gnanzay imperocché Jìelle tanto irà di lorofmiti t,nulladime~

no net mota farebbero tanto dirimili , poiché fei pianeti: an*

drebbonoin voltaperpetuamente, ma ti Sole,e tutte, le Beliti

jìjfeperpetuamentefarebbero immote »

SALV. Laforma dell'argomentaremipar coneludente ; ma credo

bene,, che l applicazione t. a la materia fa difeitofa ; epurchéVautore vogliaperfìfìere nelfuoa/Sunto, la e onfeguenza ver-

ràfnz'altro direttamente contro di lui,ilprogreJp> dell'argo-

mento e tale; tra i corpi mondanifi cenefono, cheperpetua-

mcntefìmuouona, efono ifeipianeti; degli altr * cioè della—»

terra, del Sole , e delle fìelkfifefidubita chi di lorofimuoua

,

e chìfliafermo, ejfendo nectjfario. » chefé la terra fià ferma , il

Sole ,. e leflettefijfefimuouano , epotendo ancìf ejere , che il

Sole, e lefife Hefsero immobili , quando la ierraji muouefset

tercafi, in dubbio del fatto., a chipiù convenientemente fi

pofsa attribuire il maio , &a chi là quiete . Detta il naturai

difcorfo, che il moto debba fìimarfi"e/sere di chipiù in genere %

& in efsenza conuìenecon quei corpi, che indubitatamente si

muouono\e la quitte di chi da i medesimi più difsente; & ef-

fendi) che vn eterna quiete, eperpetua moto fono accidenti

diuer-

Page 277: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

16

1

diuersìfsimie manìfjìo, che la natura del corpofempremobi'

le, conuien, che sia dìuersifima dalla natura del femprejla-.

bile . Cerchiamo dioique1 mentrejììa'mo ambigui del moto , e

della quiete , féper ina di qualche altra rileuante condizione

potefirno inuefugare chipiùconuenga con i corpi sicuramen-

te mobili, ò la terra, opure il Sole, eiefellefife.Ma ecco la~->

natura,fauoreuole al noftro bifogno ,e desiderio, cifomminì-

ftra due condizioni insignì, e differenti non meno, cbe'lmoto-,

e la quiete, e fono la luce , e le tenebre -, cioè Vefser per natura'

fpkndidifsimo, e l'efer ofeuro, epriuo di ogni luce :fon dun-

que diuerfìjjìmid'efenza i corpi ornati d'vrìinterno, ed eter-,

nofplendore, da i corpipriui d'ogni luce . Triuadi luce è lai

terra,fplendidiffìmoperfeJiefsoì il Sole , e non meno leflette

fife . Ifeipianeti mobili mancano totalmente di luce, come

la terra; adunque Vejfenzaloro conukn con la terra, e diffen-

te dal Sole, e dalle Bellejijje ; mobile dunque eia terra , im*

mobile, il Sole, e la sfera /iellata .

:SJMT. Ma l'autore non concederà, ebe ifeipianetifien tenebro-

fi , e sùtal negatiuajiterràfaldo ; ò vere egli argomenterà la

conformitàgrande di natura trafeipianeti,e il Sole, e lefelle

fife, e la difformità tra quejii , e la terra da altre condizioni >

che dalie tenebre, e dalla luce; anzi hor c/fio maccorgo,neWin-

Jìanza quinta, che fegue, ci epòfia la difparitafomma tra la

terra, e i corpi celefìi ; nella quale eglifcriue , Che gran con- Altra diffe-

fufìone, e intorbidamento farebbe nel Sijiema dell'vniuerfo , renza tra ìa._t

e tra lefueparti, fecondo VIpoteJi del Copernico ; imperocché terra, e i e: i ^i

irà corpi celejli immutabili, & incorruttibili,fecondo Ari/io- ?^!

e^~ £v 3

tile, e Ticone, & altri, tra corpi dico di tanta nobiltà,per con- [^J^à^*

fejjìonc di ognzino, e dell'ifiejfo Copernico y che aferma quel-

li effer ordinati, e difpofìi in vn ottima cojìituzione , e che daquelli rimuoue ogni inconjìanza di virtù ; irà corpi dico tan-

topuri, cioè tra Venere, e Marte collocar lafentina di tutte le

materie corruttibili, cioè la terra } l'acqua , l'aria, eiuttii

mijìi.

Ma quantopiùprejìante diflribuzione,epiù alla natura conue-

niente , anzi a Diojlefb architetto, fequefìrari puri dagV

impuri ,i mortali da gl'immortali , come infegnano l'altr^j

fcuole, che ci infegnano , come quejle materie impure, e cadu-chefon contenute nellangujìo concazio dell'Orbe Lunare ,fò-pra'l quale con ferie non interrotta s'alzano poi lecofe Ce-

ùfli* R 3 E vero,

Page 278: massimi sistemi del mondo

Copernicomette pertur-

bazione-* nel

Vniuerfo d'-

Ariftotilc.

Paralogismo*dell'autor del

l'Antiticone

.

Stoltamentepar detto la_i

terra_» efler

fuor del Cie-lo.

Argomentoprefo dagli a-

nimali cht-/

hano bifognodi ripofo,ben-ché il moto lo

ro fia natura-le.

26" a Dialogo fecondoSALV.Evtro,che'l Sijlema Copernicano metteperturbazione nel-

Vvniuerfo d'Arifiotileimainoiirattiamo^deUvniuerfonoflrovero, e reale. Quandopolla di/parità d'ejfenza tra la terra,

e i corpi, Celejii. la: vuol quell'autore, inferire dall'incorrutti-

bilità di. quelli, e corruttibilità\di quefìa in via d'Ariflot.dalla

qualdifparità e! concluda il moto.douer'efler del Sole, e delle

fijfe , e l'immohilit.à:deUa,ter.ra,và vagando nel Paralogifmo,

fupponendo quel.che e in. quiBione;perche Arifìotileinferifce

Ijncorruttib/litàde! corpi Celefii dal moto ,,del qualefi di/pu-

ta,fefia loro, ò della terra . Della vanitàpoi di quejie reto-

riche illazioni,fé n 'eparlato a baftanza . E qual.cofapiu in- .

fulfa, che dire la terra , egli elementi, ejfer relegati h efeparati

dalle sfere Cele/li, e confinatidtntro altOrbe.Lunare)Ma no

e ly

QrbjeLunare,vna.delle Cele/li sfere , efécondoM confenfi'

loro compre/a nel mezo di tutte l'altre i Nuoua maniera di

feparare ipuri da gl'impuri, egli.ammorbati dà'Jani , dar'a.

gì'infettiftanza nel cuore, della. Città ::io, credeua, che il.laze-

r.ettofe ledouejfefcoftarepiu.chsfùjfepojfìbìle•.-.. ILCoperni-

co ammirala dijpofizione delleparti dell'vniuerfoper hauer'

Lddiojcoftìtuitaia gran lampada , che doueua rendere ilfom-

mofplend'ore atuttoilfuo.Tempionel. centro dì efio,en on. da:

lina banda.DeireJ/erpoiilglobo terreftre.tràYen.er,ee,Mar-

te, ne.tratteremo in.breue ;e/voijiej/o in grazia, di.queffau-torefaretepnoua di. r.imuouemelo ..Ma.digrazia non intrec-

ciamo queftifioretti rettomi, con lafaldezza, delle, dimoftra-

zioni3je lafcìamogli agli oratori,,opiu tofto aipoeti. , li quali,

hannofaputo con lorpiaceuolezze inalzar con laude cofe. vi-

li/fine., & ancorai voltaperniziofe .. Efé altro cirefta fpe~

diamoci quantoprima..

SIlMP.Cièilfè/to, &vltimo argomento, nel qualìeiponeper cofà

molto inuerifimile,che vn corpo corruttìbile,e difsipabilejipof

fa muouereÀlvn,moto perpetuo,e regolareie quefto conferma:

con Fe/èmpio degli animali, li quali.mouendofidimoto\aloro

naturale,purfi ftraccano, & hanno bifogno di ripofoper re-

ftaurar.e.leforze; ma cke.hadaifaretalmouimento con quel

della terra immenfo alparagon del loro ?mapia :farla muo-uere ditre moti difcorrentk,\e.diftraenti.inparti, diuerfe. / chi

potrà mai offerir tali cofe.,faluo che quelli, chefifusero giu-

ratilor difenforii Ne.vale in quefto.cafo, quelcbeproduce il

Copernico, cheper\effere queftomoto^naturale alla terra, e noviolento

Page 279: massimi sistemi del mondo

Del Galileo T ±6$violento opera contrari/ effetti da i moti violenti) échefidif

Jbluon bene, nepojlon lungamentefuffìfter le cofe t alle quali

fifa impeto , ma lefatte dalla naturaficonfermino neWotti-

ma loro difpofizione; non vai dico- quefta riJpofta,che vierì

atterrata dalla noftra . Imperocché Xanimale^ è pur corpo

naturale, e nonfabbricato dall'arte, &ilmouimentofuo ìi

naturale , deriuando dall'anima, cioè daprincipio intrinjèco;

e violento e quel moto , il cuiprincipio è fuori , & al qualz^j

niente conferifee la cofa mojfa: tuttavia,fé Vanimai continua

lungo tempo ilfuo motofiJlracca ,& ancofi muore, quando

fi vuole sforzare oftmatamente , Vedete dunque, come in—*

natura fi incontrano daiutte le bande vefìigij contrariane

alla pofizìom del Copernico , ne mai de'fauorabili . Epernon bauer'-a ripigliarpiù'laparte di quefìo oppofitorefentite

quel ch'eiproduce contro al Keplero ( coH quale ei difputa) in

propofito di quello, che ejfo Keplero ifiaua contro a quelli , a

i qualipare inconueniente , anzi impofifibilcofa Vaccrefcer' in

immenfo la sferajlellata, come ricerca la pofizion del Coper-

nico . Infià dunque il Keplero dicendo . Difficilius eft aocidens pr?ter modulimi fubie&i intendere, quarti fobie- .

Argomento

cium fincaccidcntcaugere. Copernicus igitur veri-faUor dei

e

co-fìmilius facit , qui auget Orbem Mcllarum fìxarù abfq; pernico

.

motu, quam Ptol?meus qui auget motùfìxarum ini- L'autor dell'-

menià velocitate . La qual'infianzafcioglie Vautore , ma- Antiticone in-

rauigliandofidi quanto il Keplero s'Inganni nel direbbe nel- V?contro al

lIpotefidi Tolomeo fi crefea ti moti)fuordel modello del fu-bietto : imperocché a luipare,che nonfi accrefea , fé non con-

forme al modello , e chefecondo il fuo accrefcimentofi agu-menti la velocità del moto, il cheproua egli configurarsi vnamacina , che dia vna r^uoluzione in 24.. bore , il qual moto si Crefce la ve-

chiamtrà tardijfimo ; intendendosi poi il fuo femidiametrol0cica

^

mo~

prolungato sino alla difianza del Sole , la fitta efìremità ag- códoche cre-guaglierà la velocità del Sole;prolungatolo sino -alla sferaJlel- fee il diame-tata3 agguaglerà la velocità delle fife , benché nella circonfe- tr0

.

<tel cer-

renza della macina sta tardi/fimo . Applicando bora quefia°*

considerazione della macina alla sfera fteliata, intendiamovnpunto nel fuofemidiametro vicino alceniro,quantfe ilfe-midiametro della macina : il medesimo moto, che nella sfera—*[iellata e veloci/fimo , in quelpunto farà tardijfimo ; Ma la

grandezza del corpo e quella, che di tardijfimo , lofa diuenir

R 4- velo-

Page 280: massimi sistemi del mondo

Efplicazione

del > ero fenfo

iel detto del

}< splero^eiUaUiìefa.

Iagrandeza,epiccoleza delcorpo fannodiuerficà nel

moto, ma nonnella .quiete..

Ordine della

natura è il far

circolare gli

orbi minori in

tempi più bre

ui ,&i mag-giori intempipiù lunghi.

264 Dialogo fecondovelocì£ìmo,ancorche e continui d'ejfer'il medefìmo, e così lou*

. velocitò crefee nonfuor del modello delfubietto,anzi crefeefe-condo quello^ lafuagrandezza, molto diuerfamente da quel

che ftima il Keplero

.

SALV. Io non credo,che quefi*autorefifaformato cocetto del Ke-fiero così tenue,e baJfo,cbe e' pojfa perfuaderfi,che è no habbia^

Ìntefo,che il termine altijjìmo d'vna linea tirata dal cetrofìrì

ali Orbe(iellatofimuouepiù velocemente, che vnpunto della

medefima linea vicino al centro a due braccia . È però èfor-za , che e

}

capifea,, e comprenda, che il concetto , e l'intenzione

,del Keplero e Baia dì dire, minore inconueniente.ejfer l'accre-

fcefvn corpo immobile afommagrandezzate l'attribuire

vnafomma velocità a vn corpo pur vajìif/imo , hauendo ri'

guardo al modulo, cioè alla norma , & aWefempio degli altri

corpi naturali: ne i qualifivede, checrefeendo la difìanzadal'.

centro,fi diminuifee la velocità; cioè, che iperiodi delle lor cir-

colazioni ricercano tempipiù lunghi. Ma nella quiete, che noè capace difarfi maggiore, òminoreràgrandezzata piccolez-

za del corpo nonfa diuerfità veruna. Talchi,fé larifpofta—»-

dell'autore debbe andar'ad incontrar l'argometo del Keplero,,

è necejfario, che ejfo autorefimi, che alprincipio mouente l'i-

Jlejfo fia muouer dentro almedefimotempo vn cotfpopiccolif

Jimo,& vno immenfo, effendoche l'augumento della velocità

vienfenz altro in confeguenza dell'accrefcimento dellamole..

Ma quejìepoi contro alle regole ^Architettoniche della.natu~

m,la quale ojferua nel modello delle minori sfere,ficome veg-

giamo ne ipianeti, e.fenfati/fìmamente nellefelle medicee , dì

far circolaregli orbi minori in tempipiù breui; onde il tempo

della reuoluzion di Saturno e più, lungo di'-.tutti i. tempi del-

l'altre sfere minori, ejfendo di 30. anni; bora ilpajìar da que-

fìa a vna sferagrandemente maggiore , efarla muouer'in—

»

2uf.hore ,puo ben ragioneuolmente dir/i vfeir delle regole del

modello . Siche,fé noi attentamente confider.eremo, larifpo-

Jla dell'autore va non contro al concetto, e fenfo deliargomen-

to, ma contro allafpiegatura, el modo del parlare; doueanco

l'autore ha il torto, nepuò negare di non hauer'ad artedifji-

mulato Vintelligeza delleparole,pergraziar'il Keplero d'vna

troppo crajfa ignoranza; ma Vimpoflura e.fìata tanto grojfo-

lana, che non hapotuto configran tara difalcar del concetto^

,

che ha della fua dottrina imprejfo il Keplero nelle menti de i

UtiSr

Page 281: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

i€$litierati . Quantopoi allinBanza contro al perpetuo moto'

della terra,prefo dall'efftr'impojjìbilcofa, che ella continua ffe

fenza jìraccaìfì, efendo chegli animali Befsi, chepurfimuo-uon naturalmente-, e daprincipio internoJìBraccano^ ba-

rio bifogno di ripofo per relajsar le membra .

SAG'l^ Alipar difentire il Keplero rifondergli, chepur cifono R .

f„

fi

degli animali, che fi'rinfrancano^dalla Jìanchezza co' l volto- je^ Keplero

lar/iper terra ; e chepero nonfi deue temer, che ilglobo terre- con certa ar-

Jirefìjlraccbi ; anzi ragioneuolmente fipub dire , che e'goda guzia coperta.

d'vnperpetua, e tranquillifsimo ripofo , mantenevidojiin vrì

eterno rmoltolamento

.

/

SALV. Voi Signor Sagredo fete troppo arguto , efatirico :. ma—f'

lafciamo purgli fcberzi da vna banda y mentre trattiamo di

cofeferie

.

SAGR. Perdonatemi Sig. Salu. quejlo , ch'io dico non e miga così

fuor del cafo, quantoforfè voi lo fate, perche vn mouimentOy

che feruaper ripofo,eper rimuouer lafranchezza, a vn corpo

defatigato dal viaggio,pub moltopiùfacilment&feruire a nonla lafciar venire;Jicomepiùfacilifono i rimedi/ preferuatiui, Gli animali-

che i curatiui. E io tengoperfermo, che quando il moto degli non fi llanche-

animaliprocedajfe come queJio,che viene attribuito alla terra,^eb^no <

ìua"

é nonfi fiancherebbero altrimenti;auuenga che lofiancarfi ilD

°cederTe°co

corpo dell?animale , deriua per mio credere, dall'impiegare me ouello,che

'Dnapartefolaper muouer fejìejfa , e tutto il rejlo del corpo : viene attribui

come v.g.per camminarefi impiegano le cofce , e legambefo- to a * gl°D0 ter

lamerfteperportar lorojlejfe , e tutto il rimanente; all'incon- i^ •'

dej_travedrete il mouimento delcuore efler , come infatigabile , i ftancarfi gli

perche muouefifolo . In oltre non so quantofa vero , ch<Lj> animali

.

il mouimento dell'animalefìa naturale , e nonpiù tofìo vio- Moto dell'a-

le» fo 5 anzi credo ycbejipojfa dir con verità , che l'anima—* jj* > -?

plLu-?"

muoue naturalmente le membra dellanimale di motopreter- ^ violen-naturale r perche ,fé il moto aliinsitipreternaturale ai cor- to 3che natura-

ci graui' , l'alzar legambe, e lecofcie, che fon corpi graui le.

per camminare non fi potrà far fenza violenza , e pero

non fenza fatica del mouenie ; il falir super vna fiala—

»

porta il corpo graue contro alla fua naturale inclinazio-

ne aliin su y onde ne fegue la Banchezza , mediante la

naturai repugnanza della grauità a cotal moto ; ma—»per muouer' vn mobile di vn mouimento , al quale e' nonha repugnanza nijfuna , qual lajfezza , ò diminuzione»

di virtù.

Page 282: massimi sistemi del mondo

"Non fi fcema

la forza doue

non iene efcr-

,cìta punto ..

L'inftanzadei

Chi: fi.ritorce

contro a iui

iteifo .

Per le propo-rzioni vere sì

incontrano ar-

gomenti con-cludenti , manon perlefal-

fe.

z66 Dialogo fecondodi virtù-, e diforza si deue temer nel manente ? eperche sì de~

uefvemarlaforma., dotte nonfen efercitapunto i

SIMF. Sono t moti contrarij,dei quali ilglobo terr.eR.re sìfiguramuo.uer.si, quelli/opra i quali,l'autore/onda la /uà in/iàza •

SAGR. Già si è.detto, che non /ono altrimenti contrari} , e che in

qmfìo l'autore si ì grandemente ingannato , talché il vigore

di tutta l'inftanza si volge contro l'impugnator medesimo ,

mentre é voglia, che ilprimo mobile rapi/ca tutte.le sfere infe-

riori contro ,al moto , il quale ejje nell'ifkejfo tempo, e conti-

nuamente>efercitano , Alprimo mobile dunque tocca afian-

carsi, che oltre al muouere/ejkjfo deue condurtant'altre sfe-

re, le quali dipiù con mouim.ento \contrario gli contrajlano »

Talché queU'vltima conclusione, cheXautofinferma, con dir

che .difcorrendopergli effetti di natura s'incontrano femprecofefauorabiliper VopiniondAriflotìle, eTolomeo, e non—»mai alcuna, che non contrari/ al CopernicOfhabifogno d'vnagran confederazione; e meglio e dire, chefendo vna di queReduepofizioni vera, e Valtra necejfariamente/alfa , e impo/Jì-

bile, cheperla/aX/a s'incontri mai ragione, esperienza,ò retto

di/cor/o ,j chele fea fauoreuole ,ficome alla vera neffuna di

quefte.cofepuò zffer ripugnante. Grandiuerfetà dunq; con*

mm, icbje/itrom.trÀidi/corfii (egli argomenti, chefiproduco'

no dMVvna, € dalValtraparte inprò , e contro a quejle duz^>

opinioni, la/orza de i quali la/cerò, chegiudichiate voi ììejh

Sign. Simplicio .

SALV, Voi Sig.Sagr.traportato dalla velocità del vofiro ingegno

mi taglìa/iedianzi il ragionamento,mentre io voleuo dire al»

cuna co/a in rìfpofi&diquejl'vltimoargomento dell*autore; e

benché voigli bajbbiatepiù , cbeafujficìmza nfpofeo, voglio

ad ognimodoaggiugner non so che , che All'bora haueuoirL-*

mente . Eglipone per co/a molto inuerifimile , chevn .corpo

difsipabile, e corruttibile,qual'£ la terra, pojfa perpetuamente

muouerfe d'vn mouim.ento regolare , ma/sime vedendo noi

gli animalifinalmenteftancarfi, & hauer necefsità di ripofo;

egli accrefce l'inuerifemik il douer'effere tal moto di velocità

mtomparabile , eìmmenfa , ri/petto a quella degli animali .

H oratonon fo intendere, perche la velocità della Terr%~*

Vhabbìa diprefente aperturbare; mentre quella della sftr.a.^>

stellata tanto, e tanto maggiorenon gli arreca di/turbo più

confederante > chefégli arrechi la velocità d'vna macine } la

quale

Page 283: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 2,67

quale in 24>hore dia vnafola reuoluzione . Seper efier l.i—>

velocità della conuerfion della, terra fui modello dì quelli—»

della macine. ,.nonfi'tira.in confeguenza cofe di maggior effi-

cacia di quella,, ce/si l'autore ditermr lo [tanearji della terra ;

perche ne. anc.oqualfiuoglia benfiacco» , epigro, animale , dico

x'è.anco.vn Camaleonte.}fiforaccherebbe colmuauerfinonpiù Più è da te-

dì cinque , òfet braccia:in 24. bore ; ma fé è vuol confederar mer^ *J tìzii-

la velocità nonpiùful.modello della macine yma afoìutame-f13/1^^*

te , & in quanta in 24. bore il mobile ha da pajfarevno Jpa- ciìQ ne j qiqIzio grandi/sima, moltopiù fi dourebbe moftrar renitente a~ho.-terreftrc

.

concederla: alia sfera: stellata:, la quale, con, velocità. incompa-

rabilmente maggiore di quella della terra , deue condurfeco

migliaia di corpi,ciafebedun grandemente maggiore delglobo

terre/tre ..

befferebbe ora, che noi veàefsimo leproue, per le quali Vautore

concludeleftellenuDue del.y2. e del 6 4^ejfereftate.fubluna-

ri, e non celefti, come.comunemente.fiperfuaferagli Aftro-

nomi di quei tempii.imprefa veramentegrande,: mahòpen-fatOjpereJfermi talefcrittura nuoua, e lungaper i tanti- cal-

coli ,cbefarà\pik efpedìenie, che io trafiafera, e domattina ne

vegga quelpiù, ch'iopotrò, e domanipoi , tornando a i /olitit

ragionamenti , vi rferiefea quello che baurò ritrattolefé ci a-

uanzerà tempo verremo a di/correre del mouimento annuoattribuito allaterra .. Intanto ,fe voi bauete Ida dire alcuna

cofi,& inparticolare ilSign.Simpl. intorno alle cofe attenen-

ti al moto diurno, ajfai lungamente dà:meefaminato, ci aua-

za ancoravnpoco ditempo dapoter difeorrere .

SIMP. ^Ame non refia altro,chedìre:,je non cheidifeorfi hauti

in qttefiogiorno> mi fon ben parfi ripieni di penfieri molto

acuti, e ingegnofi, prodottiper la parte del Copernico" in con-

fermazion del moto della terra, ma non mifentogià perfua-

foa crederlo;percbìfinalmente.lecofedette nonconcludorial-

tro,fé non che le. ragioniper lafiabilità. della terra nonfon—

>

necejfarie ;manon pero fi e prodotta dimofirazione alcuna

per laparte contraria , la qualenecejfariamente conuinca, e

concluda la mobilità .

SALV. Io non ho mai prefo Sig. Simpl. a. rimuouerui dalla vo-

Jìra opinione;ne meno ardirei didefinitiuamevte fentenziar

foprafigranlìtigio;mafolamente èfiata,efarà anco nelle di-

fputazionifeguenù, mia intenzione dijarui manifejio , che

quelli.

Page 284: massimi sistemi del mondo

2 £ 8 Dialogo fecondoquelli, che hanno creduto, che queflo moto velocifsimo delizi

2,4. horefla della terrafolade no -dell'vnìuerfograttane lafola

terra, nonfi erano perfuafl, che in cotalguifa pote/Ie,e douef

>fe ejjère, comeJt dice, alla cieca; ma che bemfsimo autunno ve-

:àute,fenùte, & efaminate le ragioni della contraria opinio-

ne, & anco non leggiermente rifpoHole . Con quella -mede-

sima intenzione, quando cosìjìa digujlo vojlro , e del Signor

Sagredo, potremopaffare alla eonjìderazione dell'altro -moui-

mento,pnma da Arìjlarco Samio, epoi da Niccolo Copernico

attribuito al medefemoglobo terre/ire, il quale e , come credo ,

che voigià abbiateferitilo , fatto/òtto il Zodiaco dentro allo

fpazio a"vrìanno intorno al Soleimmobilmente collocato nel

centro di.ejfo Zodiaco

.

SIMP. La qmjlione e tantogrande , e tantonobile, che molto cu-

riofametefentirò difcorrtrne?preJupponendo d'hauer'afentiv

tutto quello, che in tal materiaJipojfa dire . <Andròpoi me-co mede/Imo facendo con mio comodo rejhfion maggiore fo-pra le cofefentite, e dafentirjì;e quando altro io.nonguada-gni, nonfaràpoco ilpoterne conpiùfondamento di/correre

.

SAGR. Adunque per non fiancarpiù il Sign. Salutati, faremo

punto a i ragionamenti d'oggi 3 e domani ripigliamo , con-

forme alfolito i difcorJt,con ifperanza d'auefafintirgrarujf

nouità.,

SIMP' Io lafcio il libro delle Belle nuoue , ma riporto queflo del*

le conclujìoni , perriueder quello , che vi eferino contro

al moto annuo , che deue ejfer la materia de*

ragionamenti di domani •

GIORNATA

Page 285: massimi sistemi del mondo

i6$

GIORNATATERZA.

SAQR. *2S^n^?£J ^ dejìderiogrande, con chefonoflato af53''^^"a? pettando la venuta di V. Signoria

,per

fc? pel fentir le nouttà de ipenfieri intorno alla

4j/> conuerjione annua dì queslo noflro glo-

bo , mi hafattoparer lungbijfime le bore

notturne paffate , <kx anco quefte della

mattina } benché non oziofamentetrafcorfe , anzibuonapar-tevegliatein riandar con la mente i ragionamenti di ieri;pon-

derando le ragioni addotte dallepartì afauor'delle due con-

trark pofizioni T quella d'AriJìotilc „ e Tolomeo* equefia dì

Arifìarco, e dd Copernico : e veramenteparmì , che qualun-

que di queRiJìì ingannato -,fia degno difcufa ; tali fono in

apparenza le ragionileglipojfono bauerperfuasi?tuttauol~

taperir x che noi eiferma/fimo fopra le prodotte da ejfì primi

autori grauijJSmi ;Ma come che l'opinioneperipatetica,per la ,

fua antichità ha auti moltifeguaci, e cultori > d'altrapoc biffi-

mi ,primaper lofiurità, epoiper la nouità,miparefiorger~ne tra quei molti r & in particolare tra i moderni efserne al~

cum , cheperfojlentamento dell'oppìnionedae[fiiìimatave*

ra, abbiano introdotte altre ragioni afsai puerili yper non—*dir ridicole r

SAL V. Uiflefso è wcorfo a me , e fantopiù , che a V. S. quanto io

ne hofentiteprodurre di tali* che mi vergognerei a ridirle, noÀirh ypernon denigrare la fama dei loro autori y i nomi dei ..

quali sipofsonftmpre tacere, maper non auuilir tanto Tono-renX

n

primafire del genere'bumano * Doue iofinalmente ofseruando , mi fififana nella—?

fono accertato efset tra gli huomtni alcuni',iqualiprepofiera-'mente la con-

mente difeorrendo, prima si slabili/cono nel ceruello la con- elulione dalor

elusione, e quella,^perche sia propria loro, &diperfonaadef e|"ecìllca

»e P01

si molto accreditata, sififsamente s'imprimono, che del tutto'quella i difeore impojfìbile leradicarlagiamai:& a quelle ragioni, ebe a lor a loro»

medesimifouuengonOj b che da altrifentono addurre in con-

formazione ddh Jìabilito concetto,perfempiici, fàìnfulfis,che

Page 286: massimi sistemi del mondo

zjq Dialogo terzoche elkfìano, prejlano fubito ajfenfo , & applaufo : \<& alVìn-

contro , quelle , che lor vengono opposie in contrario, quan-

tunque ingegno/e, e conclùdenti-, nonpur riccuono con nau-jèa 3 ma non ifdegno ,\& ira acèrbi/sima , e taluno di cofioro

fpinto dalfurore non farebbe anco lontano dal tentar qualjt-

voglia machina,perfupprimere , efar tacer l'auuerfarto ; <&io ne ho veduta qualche efperienza

,

SAGR. Quefii dunque non deducono la conclusone dallepreme/i

fé, ne là\fiabilifconoper le ragioni, ma accomodano-, oper dir

megliofiomodano,e trauolgon lepremejfe, e le ragioni alle lo-

ro già.flabiUte,e in€.hiodat£conclu/ioni . N^n e ben'adunqueàmen tarfì,confìmili ; e tantomeno , quanto lapratica loro è

nonfolamente ingìoconda r mapericolòfa ancora . Ter tari'

tofeguiteremo col nojlrp Sign. Simplicio, conofeiuto da m<L*»

di lunga mano,perfruom$idi'fimma ingenuità, efpogliato ii%

tuttoteper tutto d'imalignitàioltre che e affai pratico nellape-

ripatetica dottrina;fiche iopojfo afficurarmi, che quello , che

nonfouuerrà ade£operfoj}entamento_ del?opinione d'Arift.nonpotràfacilmentefouuenire ad altri.- Ma eccolo appun-

.to tutto andante il quale quefìogiorniJìefatto dejìderar<~*

*un granpezzo;-fi/tuamo appunto dicendo mal di voi, .

SIMF. "Bifogna non accufarme, ma incolpar Nettunno di que-

jla mia così lunga dimora ;che nel rejtujfo di quejla mattina

ha in maniera ritirate Vacque, che la^gondola^.sé^micQndu-

. ceua\, entrata non molto lontano di qui in certo canale, doue

non,fonfondamenta, ère/lata infecco ,emièbifògnato tar-

dar lìpiù.d'vnagrojfa ora in afpettare il ritorno delmare : e

quiuijìando cosìfenzapoterefmontar di barca, che quqfi re-

pentinamente-arrenò ,Jèno andato ojferuando vn particola-

re, che miepanfc\ affaii-mar'auigkofo: &'lYcbt'nel calar l'acque

Ji vedeuanfuggir via molto velocementeper diuerfì riuoletti9

Motedeirac- ftndogià ilfango inpiùpartifeoperto; e mentre io attendo A

qua tra'l re- confiderar quejl 'ejfetto,veggo in vn tratto cejfar queflo moto,

fìuifo , el' iiui-. efenza interualló alcuno di tempo cominciar*a tornar la me-te non niter-

Jeftma acquain dietro, e di retrogradofar/i il mar diretto, se-

*, "", %a reftarpure %rn momentoBadonarlo: ejfetto, cheper tutto

il tempo , che hopraticato Venezia non mi e incontrato il ve-

derlo altra volta. ,/ >

SAGR. Non vi debbe anco efler molte volteaccaduto il refiar così

infecco trapiccolijjìmi riuoletti ;per li quali,par auerpochif-

jima

Page 287: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 271Jtma decliuìtà Vabbaiamento , ò alzamento foto di quanto l

gfojfa vna cavia, che faccia lafuperfìck del mare aperta, ì af-

faiperfare/correre, e ricorrer l'acquaper tali nuolettiper ben

lunghifpazij ;fi come in alcune fpiagge marine:] Valzamento

del mare di 4.0 6. braccia folamente fa fparger l'acquaper

quellepianureper molte centinaia , e migliaia di pertiche.

SIMi3. Qutjio intedo beni/fimo, ma haurei creduto,cbe tra ìvlti-

mo termine dell'abbaiamento , e primo principio deli alza-

mento douejfe interceder qualctie notabile mueruaUo di

quiete

.

SAGR, Quefto vifirapprefenterà, quando voiporrete mente alle,

mura, a ipali , dotte quefle mutazioniJifanno a perpendi-

colo 7 ma non è > che -veramente viJìaflato di quiete .

SIMP*. Mipareua, cheper effer qztefli due moti contrari), douejfe

tra di loro effefin mezo qualche quietej. conforme anco alla—»

dottrina d Aristotile, che dimoflra 1 che in pun&o jregrefìus

mediar quies.SAG'l^. Ali ricordo beni/fimo di cottflo luogo: ma mi ricordo an-

cora , ehe quando fìudiauojilofojia non reflai perfuafo della

dimo^razione d Àrifiotile ; anzj ebebaueuo molte efperienzt

in contralio: le quali vipotrei anco addurre, ma non voglw9the entriamo in altripelaghi, ejfendo couenuti quiper difcor-

rer della materia nojira ,fefaràpoJJibi\e ,fenza interromper"

la, come abbiamofatto queftaltrigiornipajfati ~

ZlM'T^ .Epur conuerràyfe non interromperla, almanco^prolun-garla affai, perche ritornato ierfera acafa mi mejjìa rileggere

il libretto delle conclufìoni, douetrouo dimofìrazioni contro

a quefio monumento annuo-, attribuito alla terra , molto conr

eludenti; eperche non mijìdauo dipoterle cosìpuntualmen-te riferire, ho voluto riportar meco il libro ..

SAGR.. Hauetefatto bene ; mafé noi vogliamo ripigliare ì ragio-

namenti conforme all'appuntamentodi ieri , cjnuerrafentir

prima ciò, che aura, da riferirci il SSalu.intorno allibro delle

[ielle nuouttfpoifenz altri interrapimentiverremo al motoannuo Ora , che dice il Signor Salutati in propofito di tali

Jielle ifonelkn veramente fiate traportate di deh in quefìe

più bafie regioni , in virtù de calcoli dell'autoreprodotto dalSigi. Simplicio i

&ALV* Io mi me/fi ierfera a legger'ifuoiprogrejji^ equefia matti-

na ancoragli badata yn'altrafeorfaper vederpure,fé quel

che

Page 288: massimi sistemi del mondo

%jz Dialogo terzothe mipareua hauer letto laferivi erafcritto veramente-, ofteranojìate mie larue,e imaginazionifantaftiche della notte: et

infomma trouo con mio gran cordoglio ejferui veramentefritto, ejlampato quello, cheper riputazion di quejìojìlofofo

non haurei voluto , Che e* non conofea la vanità dellafuaimprefa , non miparpojfìbile ; sìperche Te troppoJcoperta , sì

perche mi ricordo hauerlofentito nominar con laude dall'ac-

cademico amico nojtro iparmì anco co/a troppo inuerijtmile ,

che egli a compiacenza di altriJi pojfa efer indotto ad hauer*

in cosìpoca Jlima la fua riputazione, cb*e'jìjìa indotto afarpubblica vn opera, della quale nonpoteua attenderne altro*

chebiafìmo apprejjogìintelligenti*SAGR. Soggiugnete , chefarann u a/fai manco ., che vn per cento

a ragguaglio di quelli, cheIo celebreranno, <& efalterannofo-pra tutti i maggiori intelligenti , chefieno , òfieno fiati già

; mai : vno che habbia faputofoflener la peripatetica inaltera-

bilità del Cielo contro a vnafebiera dAflronomì, e cheper lo?

maggior vergognagli habbia atterrati con le lorproprie ar-

mi; e che voletejchepojfano quattro, ofeiper prouincia, chts

feorgano lefueleggierezze, contro a gVinnumerabili,che nonfendo, aitiapoterlefcoprire,n£ comprenderete ne vannopre-

fi allegrida, e tantopiùgii applaudono , quanto manco Vin-

tendono i aggiugnete).cheanco queipochi , cheintendono ,fi

afterranno.4i dar rifpofìa a fritture'tanto bajfe,e nulla con-

- eludenti; e ciò congran ragione, perchepergìintendenti nona > cene bifogno, eper quelli , che nonintendono èfatica butta-

<ta via*

&ALV* Ilpiùproporzionatoga/ìigo al lor demeritofarebbe vera-

mente ilfilenzio,fé nonfujfefaltre ragioni,,per le quali efor-

fè quaft n ecefsario il rifentir/i: l'vna delle quali e ., che noi al-

tri Italiani cifacciamofpacciar tutti per ignorantiy e diamoda ridestagli Oltramontani; e ma/june a quelli, chefonfepa-

rati dalla nojìra religione;& iopotrei moliraruenedita.lt af-

fai famofìythe si burlano del nofìro Accademico > e di quan ti

Matematicifonoin Italia,per hauer lafiato vjciréin -luce, e

manieneruisifenza co'tradizione lefeiocchezze dì vntal JLo-

renzini controgli AIiror,omi;ma quefiopur'anco sipotrebbe

pafsare, ri/petto ad altra maggior occasione di rifa , che sipo-

tè].}eporger loro dependen te:daIla difjimulazione degl'intelli-

genti intorno alle leggerezze di quejìi simili oppositori* oII<lj

- ..dottrine da loro non mtefe

.

Io non

Page 289: massimi sistemi del mondo

Del Galileo r *?£SACR. Io non voglio maggior*e/empio dellapetulanze* dicofio*

ro,e dcWinfelicità d'vnpari dd CopernJeo,Jbttopofio ad^Jèr*

impugnato da chi non intende ne anco laprimariafu* pofi-.

zione^per la quale gli Vmoffa laguerra .

$ALV. Vowon meno refierete marauigliato deliamaniera del con-

futargli Agronomi, che afirmano le fieUe nuout ejferefiate

fuperioria gli urbi de pianeti ; e per auueniura ndfirma-mcntofieffo*

SASR. cMacome potete voi in fi hrette tempo bauercfaminat&

tutto cotefio libro, chepure e vngran volume^ i^ìforzafitìà^

le dimojirazionifien o ingran numera i

SALV. Io mifon fermato su qutfteprime confutazionifue, nelle

quali con dodici dimoRrazioni fondatefopra leofieiuazìora

Idi dodici Afironomi, che tutti /limarono , che lafella nuou*dd 72. apparfa in Caffìopeafujfe nelfirmamento, prouaper

l'oppofito lei ejferefiata fullunare , conferendoa due a due**.

i'altezze meridiane, prefe da diuerfi' ofjeruatort in luoghi di

digerente latitudineprocedendo nella maniera , che apprejf®

intenderete . Eperche mipar nell'efaminar queftq primofio*progrejfo dhauere feoperto in quefiautore ztna gran Ionia*

nanza dalpoter concluder nulli contro agli Afironomi in—*

fauor de'filofofiperipatetici, e che molto , e molto più conclu-

dentementefi confermi l'opinion hro , non ho volfutoappli-

tarmi con vnafimilpazienza nell'efaminar gli altrifuo' mè-

todi, magli ho dato vnafeorfa ajfai /uperfiaale?ficuro , ch<L-»

quella inefficacia, che e in quitfte primeimp&gnazjaniyfia'pjt?

rimente nell'altre : E ficome vedrete in fatta ,p ocòifime pa-

role baftano a confutar tutta quefC opera f-éencòè confiniti*

ton tanti, e tanti labonoficalcoli, come vOiVt-dete «. l'erofeti- -vfer0(*- a rr -

t'ite H mioprogrejfo . tifila quefi'autoreper'trafigger% come lut j^ ( ^j^.

dico, gli auuerfarli con lt l>rproprie armi,vn hutnerogran- m cóintar gii

ded'ofieruaziomfatte da l >r mtdtfimi jciitpurfoym da 12..0 Aiuwnomi

,9

/ j. auto: im numero, e jopra v> a parti ai untilefa fuoi cai-a

.fm

tali, e conclude talijIelle ejferefiate itftììori aliaLuna. Ho- *"

"

raperche il procederper intefroga-óoni xnipiace&ifaii.,:già che

non ci e l'autore fteffo , rifpondami il $i§; òiwfUMk doman-de eh'iofaràcquei ch't creder

à

tcke fuffe per rifpotì&ereeffo . Bfupponendo di trattar ddla già detta fltlla dèi 7Z..,ap afa in

Cafiopea, dittrm.Sig. .SJwpL-fe^vot credete , cheella poteffiu

tjfer nellifiefib tempo collocata in diuerfilunghi, cìoetfier tra

[X S gli

Page 290: massimi sistemi del mondo

£7 4- .Dialogo terzogli ekmsnti , & anco tragli orbi de' pianeti, <& anco fòprtL~>

qucHi, e tra le /ielle fife, & anco infinitamente più alta..

SlMJt3. Non. e dubbio, che bifogna direbbe ellafujfe in vnfol luo-

go, i7 in vnafila, e determinata diBanza dalla terra .

SALVs adunque, quando le ojferuazionifatte dagli Ajtronomi

fujfergiu/ie , e che i calcoli fatti da quejio autore non fujfero

. trrati, bifognertbbenecejfariamente , che da tutte quelle , e da

tutti quejii fé ne raccoglitjfe la medejìma lontananza fempreper appunto: non e vero {

$IMP. §m qua arriua intendere il mio difeorfo, che bifognereb-

be ) chefujfe così di necejjìtà ; ne credo , che l'autore contro-'

dicejfe*

SALF. Ma quando de' molti , e molti computifatti , non ne riu-

i :fciferopur due folamentej che t accordajfero , che giudizio ne

. fareBe t

SIMP* Giudicherei, che luttifujferofallaci , bper colpa del com-

putifiax oper difetto degli ojferuatari ; & al più, diefi potejfe

dire, direi, che vnfolo, e nonpiù fujfegiujlo ; ma nonfaprei* V già elegger quale ^ .

SALF.. Vorrefie voi dunque da fondamenti falfidedurre , e fia-

*- bilir per vera vna conclufione dubbia i certo nò . Hora i cal-

coli di quejio autorefon tali, che nejpmo confronta con vn>*

altro, vedete dunque quanfedaprefiariorfede >

SIM'JP. Veramentercome la cofajtacoù, quejio ì vn mancamen-to notabile .

$AGR. Vogliopure aiutare[$Sign* Simplicio, è l'autore: con dire

al Sign . Saluiati, che ilfuo motiuo concluderebbe fa n mcejfa»

h . riamente, quando lautore haUejfè mtrappefo r avokr-.deter-

-.

' minatamente ritrouare quantafujfe la lontananza dellafel-

la dalla terra, iithe non credo, chefia fiato il fuo intento;ma

folo di dimofirare,cheda quelle o/feruazionifi iiratua lafiella

efferefiata fullunare . Talchi, fi dalle dette ojferuazioni , e

- v.da tuttii computi

j

?attifopra di effe, fi'raccoglie l'altezza del*

la Bellafempre minor di quella della Luna , tanto bafia alt

i. autoreper'cnnuincerdfvùd crajfi£ìnia ignoranza tutti quelli

\j4fironomi, cheper difetto di Geometria, od'\Aritmetica—>%

non battevanofapulo dalle ter faedifime ofseruaziontdedur-

re vere Cónclufionì.

&ALV. Sara dunque conueniwtc, ch'io mìvolgaa vpi Sig. Sagr,

cfje tanto accortamenteJojìenete la '4ottrìm4i quefio autore •

Eper

Page 291: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. *7lBper veder difare, ebe anco H Sig. Simpl. hencht inefperto di

calcoli, e dimofirazioni, reffìi capace almeno della non conclu-

denza dille dimolirazioni\di quejio autore , prima metto it»

eonjìderazione,comc,& efso,egli ABronomi tutti , con i qua-

li egli e in controuerjìa, conuengono, che la /iella nuoua fufsQ

P'tua di motoproprio , efoto andafse in giro al moto diurno

adprimo mobile; ma di!sentono circa il luogo,ponendola-*

quelli nella region Gelejìe, cioè/opra la Luna, eper auuentu-

ra tra le /iellejifse , e que/ìi giudicandola vicina allajterras

,

fioè fatto al cohcauo dt li'oi he Lunare . Bperchè iljito della,

fieila nujua, ddla qualefiparla yfuverfo ^edentnone^enon

ingran lonlanan-ui dal Polo,in modo/bea noi Settenir Ozia-

li ella non tramontaua mai ,fu ageuol co/a il poterprendere

con frumenti Agronomici lefue altezze meridiane, tant%Uminimefotto il Polo, quanto le maffimefopra ; dalla conferen-

za delle quali altezze ,fatte da diuerfi luoghi della ierra,pojli

in varie dtfìanze dal Settentrione , cioè tra di loro differenti

quanto all'altezze 'Polari , fipotcua argomentare la lonta-

nanza della /iella: Imperocché, quando ellafujfe /lata nelfir-mamento tra le 'altrefife, lefue altezze meridiane prefe iti—*

dmerfe eleuazioni di Polo, conueniua , chefuffero tra di loro

differenti con le mcdefme differenze , che tra effe tleuazionijl i,c efeuazJo-

ritì ouauano;cioe per efempio,fé l'tleuazione della /iellafopra ni minime, e

VOrizonte era 30. gradi, prefa nel luogo, doue l'altezza Po- roaflime dell*

lare era v. 7. gradi 44 . conueniua > che Celeuazione ddla me- •

,

nuoi:a»j r ci,, /• ir r * 7 •

'/•••«- «nrn djfenico

dejima stella, Juffe crejciuta 4.0 ;. gradi in queipacffipmòet- ROira adorotentrionali , ne quali ti Polo fujfe più alio gli jìef/ii ,4. ;. più, che k ai-

gradi . Ma quando la lontananza della /iella dalla terrcL-> te/ze Molari,

fuffe affaipiccólajn cemparazion di qut Ila del firmamento,J5

[d *

"H°.u^

le altezze fue meridiane , conuien che accofland ci al itttcn-AX* n " À ,r*

r il j, 1 , -,mamento.

trione , crejeano notabilmente più che l altezze Polari : e'du

quel maggiore aca efcmienio , cioè dall'ecceffb ddl'accrefcme-

to dell'tleuazion della /iella,fpra l'accrtj'ciwentu dell'altez-

za Polare ( chefi' emarna differenza di pai atiajft ) ff calcala

prontamente con metodo cuiaro., eficuro , la lontananza dd-la f,ella dal centro della terra . Hora que/to cutore Mglia le

offeruazionifatte dù /_?. Affli onomi indiuerfe ti. nazioni di

Polo, e conferendo Vnaparticella di qudleafi; a elezione, cal-

cola con dodici accoppiamenti l'altezza ddLa /Iella r.uozta ef-

fe?eJlataftmprefotto la Luna \ ma ciò confeguifce egli con *.

u 2 pigmei-

Page 292: massimi sistemi del mondo

' '-

tjé Dialogo terzoprometter/itanto erajfa ignoranza in tutti quelli , alte manide' qualipotefepervenire ilfuo libro , che veramente mba—*fatto naufea ; éX io fio a vedere comeglt altri AHronowit >&in particolare il Keplero 3 contro al quuk principalmente in-

ueifce queJl"autore ,Jì contenga in fìlenzio } chepur non gli

fìtol mot ir la- lingua in bocca ;fégià egli non ha fìimato tal*

imprefa troppo bajfa: Horaperfame auuertiti voi , ho tra-

frittefopra quejtofgko U conclufomf, che e raccoglie dalle

fue hz^indag n>, delle quali laprima e delle due ojferuazioni

là Del Maurolico, e dellHainzelio 9 ondef racco-

glie lafella ejfere fiata lontana dal centro man-co di 3

v^femidiametri terrefri , ej/èndo la diffe-

reza diparallaj/e gr. 4.42. m.pri, e 3 o.fec.——3 » femid-X. E calculata dall'o/feruazioni delVH.aìnz.el'10 co»

parali. &. mipr. e jo.fec. eji raccoglie lafua U-tanan&adalcentr&pm di 2$.. femid*

j.. Efopra le ojferuazuni di-Ticone } e dell'Hain-zeho con paralLdi io., m.pn. ef raccoglie la di-

fìanza del centropoco menadi 19. femià*.

4.. Efopra l'ojleruaùoni di Ticone , e del Land-grazio con paraIL di 1 4.m,pr^ e rende la diman-

dai centro circa io* femick

/. Efopra. Vojferuazioni dell'Hainzelio, e di Gem-ma conparaU.di 42.rn.pr.. e 30.fec.per la quale

fi raccoglie la dijì&za circa: —4. femii»

, é,. Efopra l'ofìeruazioni del Landgrauio , e del

Camerario-coparali, di 8 .m.pr. efi ritrae la di^

flaza circa 4, femid*.

f. EfopraXojferuazifmì diTicone , e dell'Hagecio

conparalLdi 6, m.pr. eji raccoglie la difìanza 31 . Jcmid».

$. E con lojfernazionidell'Hagecio r e dell'Vrfnocon paralLdi jj.m.pz^e rende ladifanza della_£fella dallafuperficie della terra 2». Jeniidl

p. Efopra Le ojferuazioni del Landgravio r e del

Bufchio conparali, di re. m.pri. e rende la-di- *

ftanza dallafuperfeie della' Urrà -48 .. difimid'*

IO. Efopra l'ofseruazioni del Mauirolico, e del Mu-.

nofo con parali, di 4^ m^pr. e 30 .Jec. e rende la fc

diftanza dallafùperjicie della terra /. dijèmid*

il. EconleofseruaziojjiddMunq/iof e di Gemma,

«a»

Page 293: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. ijj. tonparali, di jf.m.pr. e redono la diftanza dal

centro circa /j. [ernia

.

li. E con le ofseruazioni dd Munofto , e ddVrfi-

no conparali, digr.i. e 36. m.pr. efi ritrae la

diftanza dal cemro meno di 7. fimid,

Quffte fono 12. inuefigazionifatte dall'autore a jua elezione9

tra moltifime, che,come egli dice, poieuano farfi,con le com-

binazioni delle ojferuazioni di quefii 13. offcruatork le quali

12. e cred. bile, cheJ/eno lepiùfauoreuoliperprouare il fanintento .

£. 1 3R. Ma io vorrei /opere , fé tra le altre tante indagini pre-

termejfe da'!autore ve nefono di quelletche fujfero in JuQ

disfauore,cioe dalle quali calcolandofi raccogliere la Jìelia.~>

nuoua efere Hata [opra la Lunatfìcome mipar così aprima

fronte dipoter ragioneuolmente dubitare ; mentre io veggo

quefìeprodotte e/fer tanto tra di loro differenti , che alcunami danno la lontananza dellajìella nuoua da terra 4. 6. io,

100. e mille, e millecinquecento volte maggiore l'vna ,cbe L'

altra; talchépòfo ben fofpettare,cbe tra le non calcolate ve ne

fujfc qualcuna in fauor della parte auuerfa ; e tanto più mipare di poter creder ao,quanto io nonpenjò, che quelli Ajlro-

nomi oferuatori mayicafero della intelligenza., e pratica di

quelli computi, che non penfo, che dependano dallepiù afìru-

fe co/è del mondo . E ben miparrà cofa pili che méÀstcolofaifè

mentre in quefìe 12. fole indagini ce ne fono di quitte , ch*L~>

rendono lajìdla vicina alla terra a poc/je miglia, a altre, che

perpiccolifimo internatio la rendono inferiore alla Luna, ni

fé ne troui alcuna, che afauor dellaparte auuerfa la renda—*

almancoper 20. bracciafopra Corbe Lunare . E quel chefaràpoip:u firauagante , che tutti quelli tAfirùnomì fiano flati

cosi ciecbi, che non babbianofiotta una lorfallacia tanto pa-tenie .

tALV. Cominciate bora apreparanti l 'orecchie a fentir con injì~

nita ammirazione a quali ecce n' di ipnfìden tu della propria

autorità, e dell'altrui bedordagg.ne trafporìa il defìderio di

contradire , e mofirarfipm intelligente degli altri . Tra ltsindagini tralafciate dall'autore ce nefono di qudle , che ren-

dono lafella nuoua non pur fjpra la Luna, ma fopra le jieU

kjìffì ancora, e quefìe nonfon p )C,ie , ma la maggiorparte ,

tQmz vedrete in qucyfaltrofigLo djue io l'ho vegflrate .

S 3 _ Ma,

Page 294: massimi sistemi del mondo

17 & Dialogo terzoSAJR. <SMa , che dice fautore di quesle i forfè non le ha confi-

derate )

SALV. Le ha confederatepur troppo, ma dice', che le ojferuazioni

fopra le quali i calcoli rendon iajìella infinitamente lontana^

fono "errate, e che non pojfono tra di loro combinarfi'.

SIMT. Oh quejìa mipar bene vna ritirata debole %perche lapar-tepotrà con altrettanta ragione dire, che errate fiano quelle 9

onde eglifottrae la /iella ejfere fiata nella regione elementare,

SALV. Oh Sign. Simpl.fè mifuccedeffe difarui rejlar capace del-

l'artifizio, benché nongran cofa artijiziofo di quefìo autoret

vorrei defiaruimerauigUa} <tX ancofdegno,mentreforgefte

,

come eglipalliando lajuafagacità co'i velo della voftra fem-plicità, e degli aLripurifilofof,fi vuole infinuare nella vo-

fìragrazia cd'lgrattarm le orecchie , e co'lgonfiar la voffìra

ambizione , moflrando dihauer conuinti,, e refi muti quejli

AfìronomettijCbehano voluto ajfalire linefpugnabile inalte-

rabilità del Cicloperipatetico, e quel che epiù ammutitogli , e

tonuinti con le lor proprie armi . lo ne vogliofare ogni sfor-

no; <ÙX intanto il Sign. Sagr. condoni al Sign. Simpl. & a meil tediati jforfè vnpo' troppo,mentre conJo.ucrcbiu circuito di

parole (fouerchio dico, allafua veiocif/ima apprenfìua)ande-

ro. cercando difarpakfe cqfa,che ì bene, che non gli re/ti afeo-

fa t e incognita

.

$.A<i J^. la non fohfenza tedio, ma con gu/ìofentirh i vofìri di-

• feorfi; e così cipotejfero interuenire tutti ijilofojipiripatetititt

acciopotefèro comprendere quanto deuano reiiafobbligati a.

queiio lorprotettore ..

BALV* Ditemi Sign. Simpl.f voifete ben reflato capace , comt^%

fendo la /iella nuoua collocata nel c<. rsuio meridiano, là verfo

Settentrione ,. a. vno, che da mezzogiorno cammina/f vecfo

Tramótana tanto fé gli andrebbe eleuandò [opra l'Qrizonte

V.ifiejfafella nuoua , quanto il \Polo, tuttauolia che ellafufse

veramente collocala tra lefellefife ; ma , che quando ella—»

fufse notabilmente più bafsa, cioèpiù vicina a terra, ella ap-

parirebbe ej,euarfipiù del mede/imo 2'olo ; efemprepiù,quan-- to la vicinanzafufse maggiore t

SlMlJ. Tarmi d'efserne capaci/fimo, infogno di che miprouero *.

farne vnafigura matematica , & in quefto cerchiograndenoterò iltolo P. e in queftì due cerchipiù baffi noterà du^^»-

felle vedute da vnpunto in, terra,, chejia A» e. le duefellefie*

no

Page 295: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

noquc/leBC.vc-

dureper la mede-

Jima linea ABC,incontro a vnafellafifa D. cam-

minando poi in

Urràfino al ter-

mine E. le du<L->

ftelle mi appari-

ranno ftparate^s

dallafi/sa D. esauuictnatefi al

Polo P. e più la

più bafia B. che

mi apparirà in G. emanco la C. che apparirà in F. ma lafifx

D. batterà mantenuta la medefima lontananza dal Polo .

8ALV. Veggo, che voi intendete benijjìmo . Credo, che voi com-

prendiate ancora, come, per efser laftella \B. più bafsa della-**

C. l'angolo, che vien co/titztito da i raggi della vifta , chepar-

tendoli dai due luoghi AE. fi congiugono in C. cioè queft*

angolo ACE. èpiùfretto,b vogliam dirpiù acuto dell'ango-

lo coftituito in B, da i raggi <AB. EB.SIMP. Si vede alfnfo beni/fimo „

SALV. Et ancoper efser la terra pìccolijjima , e quafi infenfbiU

rifpetto alfirmamento,^' in conftguenzaper -efser brtuijj'imo

lo fpazio AE. chefipuò camminare in terra,in eomparazion

dell'immenfa lunghezza delle linee EG. EP, da tetta /ino al

firmamento, venite a intenderete .eiafella C.fipotrebbe al-

zare, e allontanar tanto, t tanto dalla terra » tue l'angolo co-

futuito in efia da i raggi, chepartono da i med^fimi punti

iAE. diuenife acuiifimo^ e come afsolutammte inferifitetle, e

nuli >

.

SIMP. E quefto ancora intendo ioperfettamente .

SALV. Horafappiatt Sign. SimpL che gli Afronomi, e Mate-matici han'no trouate regole infallibiliper via di Geometria ,

ed Aritmerica,dapotere,merce delle quanti à di quefti angoli

2?.C. e dùlehro difftrenze,cohgwgt>endoui la notizia della

dìftanza de i due luoghi ~A. E. ritrouare a vnpalmo la lon-

tananza delle cofe fublimì ; tuttau diaperò , che detta di/ian-

&*, e detti angolifianoprefigiufii .

S 4- Talchi,

Page 296: massimi sistemi del mondo

iSo Dialogo tèrzo$IMP. Talchi, fé le regole dependenti dalla Geometrìa , e dalTA-

ritmetica fongiufte , tutte lefallacie , & errori , che s incan-

irafsero nel volereinueftigar tali altezze di fteìle nuoue, o di

comete , o di altro , conuien, che dipendano dalla diftanza-*

iA.E. e dagli a'ngoli \B. C. non ben mifurati . E così tuttt^

quelle dìuerfìtà , cheJì veggono in quefte iz. indagini,depen-

dono non da difetti delle regole de i calcoli, ma da errori com-

mejfì nell'inueftigar tali angoli, e tali diftanze,per mezo del»

le ofseruazioniiftrumentali »

SALV. Qosìì , ni di, quefio cafca diffidata veruna. Hora con-

uien, che attentamente notiate, come nellallontanar la ftella

da B. in C. onde l'angolo Jì fa Jempre più acuto , il raggio

EBJ.fiva continuamente allontanando dal raggio <AKD.dalla parte difotio l'angolo; come moftra la linea ECF. la—*

cuiparte inferiore EC* èpia remota dallaparte AC. che nonè la EB* ma nonpub già mai accadere , cheper qualunq; im-

menfo allontanamento le linee ^AD. Ef. totalmente Ji dif-

giunghino, douendojifinalmente andare a congiugner nella

ftella : efolamentejìpotrebbe dire, cheleJifeparafsero , eji

riducefsero ad efserparallele, quando l'allontanamentofufse

infinito, il qual cafo non Jipuò dare . Ma perche (?iotate be~

ne)la lontananza del Firmamento>in relazione alfapiccolez-

za delia terra, come già s'è detto,fi reputa, come inJinita\pero

Vangolo contenuto dai raggi , che tirati da i punti A.E»

andajfero a terminare in vna fella fi(fa , fifilma cornea

nullo ,. <tXeffìraggi , come due lince parallele : e pero ficonclude , che aii'aora folameniejìpotrà[afermare la slella

nuoua•e/fere fiata nel Firmamento,quando dalla collazione

delle ojferuazionifatte in diuerji luoghi,Jì raccolga co'l calco-

lo?angolo detto ejfer'infenfìbile, e le linee, comeparalide.Maquando Vangolo Jìa di notabil quantità -, mriùten necejfaria-

mente lafella nuoua efser più bajfa d. llejffi : & anco dells

Luna, quandoperò l'angolo ABE.fujJe maggiore di quello ,

chefi cojìixuirebbe né centro della Luna .

SIMT3. Adunque la lontananza della Luna non ì tanto grande^

che vnfinal*angolo in lei refìi ìnfenfibìle ?

SALV* Signor no : anzi è eglifenfibilenonfolo nella Luna, mcL->

nel Sale ancora

,

SIMP. Mafé quefio. è ,potrà anco ej/ere, che tale angeloJìa ofser-

uabìle nella Bella nuouaffenza che ella Jìa inferiore al Sole^

non che alla Luna, Cotefto

Page 297: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 281SALI*. Chiedopuò efiere, & e anco ne i prefenti cefi, come vedre-

te a fuo luogo ; che ,quando bauero /pianata la fìrada in—>

pianterà , eoe voi ancora , benché non intelligente di calcoli

Ajtronomici-, pojfìate refìar capacele toccar con mano,quanìo

quefiautore ba uauutoptu la mira diferiuere a compiacenza

de i Peripatetici co lpalliare, e dijfìmular varie cofe,che afta*

bilimento del vero-, co'lportarle con nuda fincerità ; però fe-

guìawo oltre . "Dalle cofe dichiarate fin qui , credo , che voi

rejìiate capaci/fimo , come la lontananza della Bella nuouanon fipuò malfar tanto immenfa > che'l più volte nominata

angolo interamentefuanifea, e che li due raggi de gli ofserua-

tori da i luogbi A. E. diuengano linee parallele : e venite in

confeguenza a comprenderperfettamente , che quando il cal-

colo ritraefse dalle ofseruazjoni,tal angolo efser totalmentenullo, le linee efser veramenteparallele,faremmoficuri Vofi

feruaziom efser'almeno in qualche minimo che , errate : Ma,quando il calcolo ci defse le medefime linee efserfi difseparate

nonfolamentefino all'equidifianza, cioèfino all'efser paral-

lele, ma bauer trapafsato oltre al termine , & efserfi allargate

più ad alto,che a bafso, all'bora bifogna rifolutamente conclu •

dere le ofseruazioni efserefiate fatte con meno accuratezza ,

& mfomma efsere errate; come quelle, che ci códucono ad vnmamfcfto impo/j.'btle . Bifogna poi, che voi mi crediate,e fup-ponghiateper cofa verijfima, cioè due linee rette, chefipartonoda duepunti ftgnati fopra vn altra retta , all'bora fon piùlarghe in alto, cijeabafso, quandogli angoli comprefi dentro

di efsefopra quella retta,fon maggiori dt due angoli retti ì e

quando quefìi fufsero eguali a due retti ; efse.linee farebbero

parallele; maféfufsero minori di due retti , le linee farebbero

concorrenti, eprolungate ferrerebbero il triangolo indubita-

bilmente

.

SIMP. lofenzaprefiaruifede ne ho faenza ; e nofon tanto nu-do di Geometria, cìSio non fappia vnaproporzione, che mille

volte ho bauuto occafione di leggere in Arijlot. cioè , che i tre

angoli d'ogni triangolofono eguali a due retti ;Jalche s'io pi'

glio nella miafigura il triangolo ABE.pofto,che la linea EA,fu/se retta, comprendo benijfimo , come ifuoi tre angoli %A.E.*B> fono eguali a due retti; e che in confeguenza li due foli

EA.fon minori di due retti , tanto quanto e iangolo B. On-de allargando le lineeAB.EB. ( ritenendoleperò ferme nt^

punti,

Page 298: massimi sistemi del mondo

tfi Dialogo terzopunti <y£E. )Jìn che Vangolo contenuto da efse , vevfo lepartì

B.fuanifca , li due da bafso referanno eguali a due retti ,. $T

effe lineefaranno ridotte aWejferparallele : Bfejì feguitajjc

di slargarlepiù , gli angoli a ipunti E.A, diuerrebbero mag-giori di due retti

.

BALV. Voifete vrìArchimede; e mi hauete liberato dallojpendet

piùparole in dichiararui,come tuìtauolta che da i calcolifi ca-

i/aj/e li due angoli A.E. ejfer maggiori di due retti , iojkrua-

zionifenz altro vengono ad ejfer e errate , Qiiejì e quel tanta

ti/io dtfìderauo, cae voi capijieperfettamente , e eh io dubita-

no di non hauer'apoter dichiarar in modo , che vnpuro filo-

fofo Peripatetico ne acquifìajfefcura intelligenza . Horafe-gmtiamo quel che refìa , E ripigliando quello, chepocofa miconcedefìe , cioè , che nonpotendo ejfer la fiella nuouain pialuoghi, ma in vnfolo , tuttauoltacbèi calcoli fatti fopra li-*

ojferuazioni di quejìi Afronomi non ce la rendono nel mede-

fimo luogo,}forza, ehefa errore nelle offruazioni, cioe,ò nel

prenderl'altezzepolari,h nelprender l'eleuazioni dellafella,

è nelPvna, e nell altra operazione , Hora, perche nelle molte

indaginijfatte con le combinazionia due a due , dellojferua-

zionipochìffìmefono ^ chefrincontrino a render la /Iella nel

medefimòjito ^adunque quejìepochij/ìmefolepotrebbero ejfèf

le non errate , ma le altre tuttefono afsolutamente errate,

SAGR. 'Bifognerà dunque credere a quejìepochifjìmefole,più che

a tutte l'altre infeme; eperchè voidite , che quejìe , chefcon-cordano fonpochijjìpie y& io tra quefìe 12. ne veggo duL~>t

che rendon ladffianza della /iella dal centro della terra—*

amendue ^..femidiametri,chejono quejìa la quinta, e lafefia,

adunque piùprobabile e , che lajìellanuouajiajlata elemen-

tare, che celefìe . . -

SALV. Nonfa così;perchefé voi notate bene non ci efritto /«-»

dijianza efserefiatapuntualmente 4..fmidiametri , ma circa.

4femidiametri,maperò,voi vedrete,cbe tali due di/ianze dif-

feriuano tra diloro per molte centinaia di miglia . Eccouele

qui ; vedete , che quejìa quinta,'che è 13 3 h p. miglia , fume-

rà lafefta , che è miglia 13100. qua/i di 300. miglia

.

SAGR. Qualifon dunqm\queftepoche, che s'accordano in por la

. fella nel medefimo luogo}

SALV. Sonper difgrazia di quefto autore cinque indagini ycht^

tutte la ripongono neljirmamento) come voi vedrete in que-

Ji'altra

Page 299: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. - 183f?altra nota, doueio regiftro molte altre combìnazìo?ii . M&io voglio concedere all'autorepia di quello , che per auuentu-

fa mi domanderebbe', che e infomma > che in ciafcuna combi-

nazione delle ofseruazionijìa qualche errore ; il che credo ,

eòe afsolutamenteJia necefsarto \perchi\ fendo 4. in numero '

le ofseruazioniy cheferuono per vna indagine3cioe duediuer-

fe altezze di Polo^ e due diuerfe eleuazioni di[iella , fatte da Strumenti a-

diuerfi ofseruatori, in diuer/i luoghi> e con diuerfifrumenti)fo^2jjft a er

chiunque babbia qualche cognizione di talpratica dirà non rar faciline t«..

potere efsere, euè tra tutte 4. nonjìa caduto qualche errore: e

majjime men trecche noi veggiamo %che nelprender" vnafola

olezza di Polo co'l medejimoftrumento,nel medejìmo luogo,

e dal mede/imo ofseruatorejhe l'hapotutafar mille volte,tut-

tauiajivà titubando di qualche minuto^ efpefso anco di mol-

ti) come in quefto medesimo libropotete vedere in diuersi luo-

ghi. Suppa/ie quefte cofe'%ì io vi domando Sign.Simpl.Jt voi

credete*y chequtfto autore tenga i 13* ofseruatorim concetta

d buommi accorti 3 intelligenti) e defiri nel maneggiare tali

Jtrumentiy purper huominigrojfolani-> e inejperti t

$1MP* Nonpuò ej[èrjchy

e'gli reputiJe non molta cauti , & in-

telligenti ; perche quando e' gli fiimafse inettia tal'efercizio ,

potrebbe dar bando alfuojìefso libro , come nulla concluden-

te, per efftrfondatofoprafuppojìzionipiene di errori ; epet

troppofemplicifpaccerebbe noi , mentre ey

credefse con l'ine-

fperienza di quelliperfuaderciper vera vnafuafalfapropa-Jiziom^j »

ZALV. ^Adunque comequejli oJpruatorìjTen tatiJ,

e diepur contutto ci'jhabbiano errato , epero conuenga emendar loro er-

rori , perpoter dalle loro ofstruazioni ritrar quelpiù di noti-

zia j chejiapofsibde , conueniente cofa e che noigii applichia-

mo le minori , epiù vicine emende , e correzioni , cheftpoffa ;

purch'ellt baflino a ritirar l "ofseruazioni daltimpojfbilita al-

iapojfi'biliià ;fiche vgr.fe fipuo temperar'vn manifflo er-

rore , & vnpatente impaljìbile di vna loro ojftruaziane, con

ìaggiugnere, detrarr. ver 3 . minuti > e con tale emendaridurlo alpojJìbile-,non[ì deua volerlo aggiujìare con lagiun-ta , afuttrazione del 1 ;. 020. /<?..

tlMP. Non credo,,che l'autore contradicejje a quefto;perche con-

ceduto, che e'fìano buominigiudizio/! , <S? efperti >JÌ deuzscrederpiùprejìo che egli habbiano errato dipoco,che d'affai «.

Hot

Page 300: massimi sistemi del mondo

(

2,84- Dialogò terzo

&ALV. Hor notate appre/Io . De i luoghi, doue collocar la fletta

nuQ.ua , alcuni so manifeBamete impof}ibili,<kx altripo/fibili •

lmùj[Jìbile acutamente e , che ellafufie per infinito inter-

uallofuperiore allefletteJijfe,perche vn talfilo n,on ealjnon-

do; e quandofujfe la Bella pòfla là, a noifarebbefiata inuijì-

hile : e anco impo/fibile , che ella andajfeJerpendofoprajafu-pcrjicie della terra ; e mainopiù, che eilafu])'e dentro all'ijtejfò

globo terreno . Luoghipojjìbili fono queBt , de' quali sì e in*

oontrouerfia., non repugnando al noflro intelletto , che va9

oggetto vifibile,in afpetto di fletta, potejfe ejferfopra la Luna,non men che[otto . Mora mentre fi va cercando di ritrarper

via àiojferuazioni} e di calcolifatti con quellajicurezza, alla

quale la diligenza humanapuo arriuare , qual veramente^*

Jujfe ilfuo luogo ,Jìtroua \ che la maggiorparte di ejji calcoli

la rendonpiagheper infinito internatioJuperiore al Firma-mento, altri la rendonpruffima allafuperjìcie della term , &alcuni ancofotta tal fuperficie;e degli altri, che la ripongono

in luoghi non impofsibili, nifsuni fi concordano tra di loro :

dimodoché conuien dire tutte le ojferuazioni ejfer necejfaria-

mentefallaci; talehe,fé noi vogharno pur da tantefatiche ri*

irar qualche\frutto>> bifogna ridurji alle correzioni \ emen-dando, tutte l'ofseruazioni .

SIMP. Ma l'autore dirà , che delle ojferuazioni , che rendano la

Bella in luoghi impofsibilì,nonJi deuefar capitale alcuno,co"

me quelle,cbe infinitamentefono errate , efallaci; efolojìdeb-

bono accettar quelle, che la cojlituifcono in luoghi non impof-

jìbili; e tra quefle/blamente andar ricercandoper via deipifa

probabili, epiù numerofi rincontri ,fe non ilfito^particolare,egiuflo, cioè lafua vera diflanza dal centro della terra, alme-

no divenire in cognizione ,fé ellafu tragli dememi iopurtra i corpi Celejli. .

SALV. Il difeorfo , che fate voi adejfo fé quell'iflefto , che hafatto

l'autore afauor della caufafua , ma con troppo irragioneuol

difauuaniàggio dellaparte;e quefl'è quelpuntoprincipale che

mi hafattofopramodo marauigliare ddla troppa confidenza,

cb'e'jie prefa,nonmen dellapropria autorità , che della ceci-

tà, & inauuertenza degli 'uòfironomi;pei t quali io parlerà,

e voi rijponderete per l'autore.Eprima io vi domando,fé gli*

Aflronomi nell'offeruave con lorojlrumeii.e cercar v.g.quà'ta

Jla l"ekuazione d'vnaflettafij^ra l'Jnzonte ,pofso;. o dtmardal

Page 301: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. sSjdal vera tanto nel più , quanto nel meno ; cioè ritrar con er-

rore, che e'Jafia taluolcapiù alta del vero-, e taluoltapia baffa;

9purefé l'errore nonpuò mai efser ,fe non d'zmgenere , cioè*

the errando femprepecchino nelfouercbio, e non mai nel me~

no, efempre nel meno, negià mai mhfouerchio t

tIMP. lo non ho dubbio, cbejia egualmentepronto l'errare nel'

Ivno, ebe nettaltro modo .

$ALV. Credo,cbe l'autore risponderebbe il medefimo,hora di que-

Jii duegeneri d'errori > chefon contrari/ , e ne' qualipofsono

efiere egualmente incorfìgli ofseruaiori dellafletta nuoua,ap-

plicati al calcolo, l'vngenere renderà La ftella più; alta del ve'

ro, e l'altro più. bafsa: ti perchègià noi conuengbiamo,che tut-

te le ofseruaziomfan'errate,per qualragione vuol\quefl'au»

tore,cbe noi accettiamo perpiù congruenti ca'l vero quelle,cbt

mo/ìrano la /iella efere/tata vicina, che l'altre, che la moflra-

nofoztercbiamente lontanai

&JMT*. Per quel , che mi pare bauer ritratto dalle cofe dette finì

qui , io non veggo, ebe l'autore vi vfi quelle ofseruazioni, &indagini, tbe potcjter renderlafletta lontana più ebe la Lu-na, 43 ancopiù del Sole , ma /diamente quelle, che lafannoremota ( come voijìefo bauete detto }ptu cheper vn 'infinito

interuallo , la qual di/lanza,perchè voi ancora recufàte,come

imponibile,però egli trapafsagomeper infinitamente conuin-

\ te difil/ità: e di impofìibilità cotali ofseruazioni :parmi dun-que, chefé voi volete conuincer l'autore,voi debbiateprodurr

re indaginipiù efatte,optù in numeroso dipiù diligenti ofser-

ttatori, te quali coflituifiano la jieìla in tanta , e tanta lonta-

nanzafopra la Luna, ofopra al Sole r in luogo infommapof-

flbile ad efserui, fi come egliproduce quefle 12. che tutte ren-

dono lafellafiotto la Lunam luoghi , chefono al mondo , e

doue ellapoteua efserc .

fALV. Ma Sign . Simplicio qui conjtfle l'equiuoco voflró, e dell7

autore; voflrùpervn rifpetto , e dell'autore per vn'altro

.

Jofcorgo dal voflroparlare, che voi vi feteformato concetto*

ebe l'eforbitanze ycheJi commettono nelloflabilir la lontanaz*dellafella , vadano crefeendofecondo laproporziont degli

irrori, chefifanno fopra lofrumentonelfavi'ofseruazioni;e ebe ,per il conuerfo , dallagrandezza delle eforbitanze rfifofa argomentar lagrandezza degli errori ; e chepero,fin-tendo dire ritrarji dalla tale ofseruazione la lontananza del*

laftdUt

Page 302: massimi sistemi del mondo

z%6 Dialogo ferzo

la Fidia ejfir infinita,fa neccjfario t'error nelVoJferuare effe-

refiato infirmilo, eperciò inemendabile , e come tale recufabde;

mail negozio Sign. Simplicio mio non cammina cosi, tacinebauer comprefo,come /ha que/lofatto, nefcufo voi,come mefiperto ai tali maneggi , ma non pojfogià fiottofimil manteS»palliar lerror detfautoreti quale, dij_jemulando l intelligenza

& quefio, chefi eperfuafo,tm noi veramente nonfuffimopertri tender e, ha fperatoferuirjidella noslra ignoranza,per ac-

ereditar maggiormente lafua dottrina,apprejfo la moltitudi-

ne de ipoco intelbgenti :peroper auuertimento di quelli , che

fon più creduli, che intendenti}eper trar voi derrore,fiappia-

te, chepub ejfere ( e che ilpiù delie volte accadeva ) che vna—*ojferuazione, la quale vi dia lafletta,per efempio t nella lon-

tananza di Saturno, con l'accrefeere, o detrarrevnfiol minu*to dall'eleuazioneprefa con lo flrumento , lafard dmemr'mdijlanza infinita;epero dipojfibile impoj]ibile;eper il conuér-

fio, quei càlcoli, che fabbricati fopra tali ojferuazÀonivi reft*

dono la (Iella infinitamente lontana > molte volte può efière

che con ìaggiugnere, òfeemare vnfol minuto , la ritirino in

fito pofifbile:e quefio,eh*io dico d'vn minuìo,puo accadere an-cora con la correzione d'vn mezo, e d'vnfefio , e di manco «

Hora fifiateui ben nella mente , che nelle difianze altiffìmz^

qual'e v.g. l'altezza di Saturno, ò quella delleflettefife , mi*nimifjìmi errorifatti dall'ojfètuatorefopra loflrumetQjredo*

noti (ito determinato, epojfibile, infinito, ér imponibile , Ciò

non così auuiene delle di/lanzefubtunari, e victne allajerra9douepuo accadere, che l'oJferuazione,dalla quale fifia raccol-

to lafletta ejfer lontana v.g. 4.femidiametri terrefirijtpotrà

crefeere, ò diminuire nonjolamente d'vn minuto,ma di diecip

e di cento, e di affaipia ,fenza che il calcolo la renda nonpurinfinitamente remota, ma ni anco fuperiore alla Luna.Lom»prendete da quefio , che lagrandezza de gli errori, (per così

dire) jlrumentali, nonfihadafiimare ddl'efito del ^calcolo #

ma dalla quantità fìejfa de igradi, e de' min uti , ehefinume*

ranofopra lofrumentone quelle ojferuaziom s'hanno a chia-

marpiùgiujìefo merierrate, le quali con lagiunta , òfigura-

zione di manco minuti, reflituifcono la /fella in luogopofi/-bile ; e tra i luoghi pojfibili il vero /ito conuien credere , cbz^»

fuffe quello, intorno al quale concorre numero maggiore del-

le difianzefopra lepiùgiufie ojfcrm&ìQni calcolate . .

io non

Page 303: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. _. 1S7SIM7. Io nonrefio bzn capace di quello , che voi dite ; ni so per

mz fìejfo comprédere, comepò fa efere, che nelle diflanze muf-

firne maggior eforbiianza po/Ja nafeere dall'error d'vn fai

minuto, eoe nellepiccole da io. oda 100. e pero harei caro di

intenderlo .

jALV. Voi ìfe non per teorica,almenoper pratica, lo vedrete daquejìo biettefunto, ch'io hofatto di tutte le combinazioni , e

diparte delle indagini tralafciate dall'autore , te quali io ho

calcolate, e notate/opra qutfto medefimofoglio.

SAGR. Conuien dunque, che voi, da ieri in qua, chepur nonfonpaffutepiù di iS. hore, non habbiatefatto altrot che calcolarti

fenzaprender3 n è cibo, nèfonno .

SALV, Anzi ho io prefo l'vno,e l'altro rifloro; ma io fòfimili cal-

coli con gran breuità; e s'io debbo dire il vero mifon maravi-

gliato nonpoco, che quefi'autore vadia così per la lunga , &interponendo tante computazioninopunto necejfarie al que-

Jito, chefi cerca . Eperpiena intelligenza di quejìo , <£r anco

acciòfpedttamentefipolfa conofeer quanto dalle ojferuazioni

degli Afironomi,de i qualififerue Fautore,piùprobabilmen-

tefi raccolga la fiella nuouapotere ejferefiata fupenòre alla

Luna,~& anco a tutti tpianeti, e tra le(ielle fi/se, epiù alta—»

ancora,bo traferittefopra quefia carta tutte iofseruazioni re-

gtfirate-dal medefimo autore, chefuron fatte da 13. Afìrono-

mi,douefon notate le eltuazioni Molari, e le altezze della/iel-

la nel Merid:ano, tanto le minime fiotto il Polo , [quanto k-p

majfime.) efuperiori, efon queììe .

_ bicone.

Altezza delPoh gr. SS-S^- mi.prì

Altezza della * gr. $4. u.la mafsima.

2.7.^7.mi.pr.laminimi,

E queftefono del prì- .

mofirkio : ma-dei

fecodo la majimae 27.4j.mi.pri.

Ainzjelio.

^Altezza Polaregr. 48.22. miprì.*Alte&za- della*gr. 76.54. mi.pri.

76.33.jni.pri. e 4S.fa76.3j.mi.pri.

20. g.mi.pri. e 40.fec*

Page 304: massimi sistemi del mondo

&SS Dialogo terzo2Q . 9. mi.pri. e 30 ./et.

20. 9. mi.pri. e zo.fec.

PmurQsQ Scalerò «

Altezza PoLfi. $4. mi.pr.

Altez. ddla

fletta 79.; $. m'uprL

Landgrauio

,

Altezza Polare fi.iB.mi.prhaltezza della

Jlella 79.30.mi.pru

^Altezza Polaregr*

Dellajiella

Camerario*

$2.24. mi.prL

% 0.30* mi.prL

£,0.27. mi.prh

So.26. mi.prL

24.2%. mi.prL

24.20* mi.prL

24.17. mLprL

Agecio

.

Altezza Pol.gr.48.22.rn.pr.

Dellajiella 20. r j.m.pr.

Munojìo

.

Altezza Poi. 30.30*mi.pri.

Stella 67.30.mi.pri.j 1.30.mi.prL

Vrjtno

.

Altezza ToL 49*24.171pr»

Stella 79.22.

Gemma*Altezza Poti* $>o

.5 mupri.

Stella 79.4$.mi.pri.

Maurolico

*

Akez.Pol.gr. 3 8.30.mi.prL

Dellajiella 62.

Bufcbio

*

Altezza Poi. $ 1*10.mi.prL

Stella 79.20.mi.prL

22.40.mi.prL

Altezza PohStella

Reinoklo

.

fi.18. mi.prL

79.3Q. mLpri.

2.3. 2. mipri.

plora per veder tatto il mio progrefso , potremo cominciar dm

quefti calcoli , chefon 4. trapajsaii dall'autore ,forfè ,per chi

Janna contro di Uàj aUefoube cm.iiu-fcoholajìellafopra la

Page 305: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 289Lunaper molti femidiametri terrejìri . 21primo de' quali l

quejìo calcolato/opra Vofferuazioni del Landgravio d'Affla s

e di Ticone; chefono -, -ancoper conceffion dell'autore-, de ipiù

efquifiti o/feruatori, & in quejloprimo dichiarerò l'ordimsi

cbe tengo nelVinueiìigazione , la qual notizia vi fruirà per

tutti gli altri , attefo cbe -vanno con la mede/Ima regola , nonvariando in altro, cbe nella quantità del dato,cioe ne i nume-

ri de igradi, dell'altezze Polari,e delle eleuazionifopra l'Ori-

zonte della /iella nuozta , della quale Jl cerca ladifianza dal

centro della terra in proporzione al fimidiametro del globo

terre/ire; del quale in quejio cafo niente importa ilfaper quit-

te migliafìa ; onde il rifoluer quello , e la disianza de' luoghi

douefuronfatte l'ofleruazioni, comefi quefi 'autore,}fatica,

e tempo gettato via, ?i e soperchi l'babbiafatto , emajjlme, che

in vltv.no e torna a riconuertir le miglia trouatem fcmidia-

metri delglobo ferre/Ire .

SIMP. Forfèf: quelloper ritrovar con tali mifurepiu piccole , e

con le lorofrazioni la diflanza ddla (iella determinatafino a

4. dita; perchi noi altri, che non intendiamo levo/ire regola^Aritmetiche^efliamoflupefatti nel fentir le eoncìujlonimen-tre leggiamo vgr. ^-Adunque la cometa, ò Utjìellanuoua era

lontana dal centro della terra trecentofettantafremila otto*

centofette miglia , e più dugeni'vndici, quattromila nouanta

fettejlmi „ a i e {opra quelle tato precifé puntualità,•* * 4097 doue fi regifirano tali minuzie

,for-miamo concetto, chejla impojjìbd cofa,£he voi , che ne' vojìri

calcoli teneteconto d'vn dito,pottjle in vltimo ingannarci di

100. miglia ,

SALV. Qu<jia vofira ragione, efeufafarebbe accertabile , quandoin vna difianza di migliaia di miglia vn braccio di più , b di

menofu/fé digran rilieuo, e quando lefuppofìziom , che noi

pigliamoper vere,fufer cosi certe, che ci ajjicurafferò, che noi

fujflmo per ritrarre in vltimo vn indùbitabil verità : ma qui

voi vedete nelle 12. indagini dell'autore le lontananze della

Jìdla, che da efle fi raccolgono ejfer differenti l'vna dall'altra

(epero lotane dal vero) di molte cetinaia, e migliaia di miglia:

borametre iojia più cheficuro,che quel ch'io cerco deue neceffa

riamente differir dalgiùfio di centinaia di miglia,a chepropo-

sto affannar/i nel calcoloper•la gelofia di non ifmagar d'vnditoì Ma venghiamo finalmente all'operazione y la qual'io

T rifoluo

Page 306: massimi sistemi del mondo

z <? * Dialogo terzo

rifoluo in tal modo., Ticone > comeJì vede nella nota>oJferub

la /iella nelValtezza!?olare di gr. Sf'S%- mi.pri. E l'altez-

za Polare del. Landgraviofa jj.jÉ. mi.pri. Laltezza della

JìellanelmeridianOjprefa da Ticonefùgr. 27.4$. mi.pri. lì

Landgravio Ifc trovò altagr. 23. $. mi.pri- Le quali altezze

fon queflè notateqmfTicone To./ $.$8.m.p.* 2j.4.$.m.p.

appreffò\c<ome.vedete\Land. TPo.siuS.m.p.* 23. s.m.p.

Fatto, qrudrto fottraggo le

mmori dalle maggiori,ereJiano — 4.40.m.p. 4.42.m.p..

quejle differenze quifitto. \ Parali.. 2.m.p.Douela differe-

za delValtez-

ze Polari 4.

40. mi.pri. e

minore della

dijfereza del-

l'altezze, del'

la *-4.42.rn..

pri. e pero c'è

differenza di

parallajfe gr..

0. 2. mi.pri.

Trovate que

Jìècofe,piglio Ang.BAU. 4.40 .m.p.cordafuaZi 42.parti dì

Vijìejfa figu-\ BDF. p2.20.m.p.(qualiils?.AB.hooooora dell'auto-^ BDC.j*$4.4$,m.p.\ r . 426$7..reidoe quejia BCD. 0. 2.m.p.J"J

tm$8.

nella- quale il-

punto B. e il

luogo delLad

gramo. 'D. il

luogo di Ti*cone.C. luo-

go della* A.,

centro della

terra . ABE.,

linea vertica-

le del.Land-

grau. ADF.di Ticone , e

fan- -

/*. 42657.&142.

8142,

8;3*4-170628.

426)7>34x2 $fà.

s*S9>

34T3-S7i>

13*94*

Page 307: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 291tangolo 'BCD. differenza di parallaffk . E perche l'angolo

BAD. compre/o tra le •Verticali e eguale alladijìanza dell'al-

tezze 'Polarifaràg. 4.40. mi.pri. eh noto qui da parte: e di

ejfo trono la corda dalla tauola degli archi , e corde ; e la noio

apprejfo , chee 8142. parti f di quali il fimi'diametro Ah. e

100000. Trouopoi l'angoloBDC.facilmente , imperacene

la metà dell'angolo B-AD. che e 2. 20 .mLpìi.giunta a v,z^»

retto dà l'angolo BDF. Q2.20. mi.pri. al quale grugnendo l'

angolo CDfr. che e la dijianza dal vertice della maggiore al*

tezza dellafeliache qui e 62.1 f.mipri. ci dà la quantità dtU

Ìangolo BDC. 154.45. mi.pri. ilquale noto irfìeme co'lfuo

fino,prefo dalla tauola , il quale e 42 657. efòtto qziefìo, noto

Ìangolo dellaparallajfeBCD^ 0. 2. mi.pri. co Ifuofino 58.

eperefò nel triangolo BCD. il lato D'B. allato BC.è come il

Jino dell'angolo oppojlo BCD. al fino dell'angolo oppojlo

'BDC. adunque, quando la linea HD.fujfe 58. BC.farebbe42657. Eperche la corda DB. è 8142. de' quali il Jemidia-

metro BA.e 1 00000. e noi cerchiamo di fapere quante delle

medefimepartifìa BC. perà diremo per la regola aurea ,fi~*

quando BT). e 58. "BC. e 42657. quando la medefìma DB,fujfe 8142. quanto farebbe la BCfpero moltiplico dfecondotermine, per il terzo mi viene 3473294. il qualefi' deue diui-

dereper ilprimo,cioèper 58. & ti quoziente farebbe il nume-ro delle parti dilla linea BC. di quali dfemidia<netro -lAD. e

j 00000. e perfapere quantifonidiametriBA contende/le la

medefìma linea !/> C. bifugnerebbe di nuozto dtuidere il niùde-

Jìmo quoziente trottato per iooooo. & haremmo il numerode femidiametri compre/iin BC. Hot a Unum. 347313*34*diuifoper $8. da 59881 6oj__. comeji vede qui .

5988160 \S$ \ 347?i3 294*

S7L7W£

S4 388160E quefìo diuifo[per 100000. ci da dà 59.

i 1 00000. 1 59 \ 88160. 100000

T 2 Ma

Page 308: massimi sistemi del mondo

* $ z Dialogo terzoMa notpiffamo abbreuiare ajfai l'operazione, dìuidendo ilprì*

mo quoziènte trovato , cioè 3473 13294.per ilprodotto della

multipl.cazione delli due numeri j8. e j 00000, eòe e

I I*9\

f8 I00000 [3473 I

132^4. e ne vienparimente*

S7*S

$113294w

jSoaooa

E tantifemidiametrifon contenuti nella UneaBC. ai quali ag-

giuntone vnoper la linea AB. baueremo poco meno } che 61*

Jèmidiam.per le due lince ABC. e però la diHanza retta dal.

eentro A..alla Bella C faràpiù di óo.femidiam. adunque-*viene ad ejferfuperiore alla Luna ,fecondo Tolomeo ,piu di

27 .femidiam.. efecondo il Copernicopiù di S.polio che la—»

lontananza della Luna dal centro della terra in via diejfo

Copernicofta , qual dice Vautore ,femidiam. $2. Con quella

Jimile indagine trouo dall'oferuazioni del Camerario , e del

Munojto lajiella tornarJttuata in vnajimil lontananza—» t

iioe efla acorapiù di óo.femidiam. e quejlefono le ojferuazia-

ni 3 e quelìo apprejfo il calcolo .

Altez. J~Camer.f2.24.mp. altezza 24.2$.m.piI*ol.del\mMuno.3 g.30 .m.p. della * jj.30.mp,

Dijfer&ze dettai- J2.j4.m.p. j.2.;8.m.p. diffr. della

Uzze 1?ùL J2.s4.m.p. alt.della *

Differenza àiparallajfe 0. 4.m.p.et ag.BG\D.±

{BAD~ I2.$4.m.p..e lafua corda 22466*.

BDC.j6j.;p.m.p.\ R. . 30930,BCD. 0, 4.™>$JJ uà*

Page 309: massimi sistemi del mondo

Del Galileo «

pegola aurea .

22466116. 30930 22466

*?3

6739802021946739$

116-Diftanza 2?C. femid*S9

694&|733&0. J9.equaJi6o,

1144io

La indagine apprejfo efaitafopra due ojferuazioni diTicone , e

del jMunojìo; dalle qualiJì calcola lajìella ejferefiata lonta-

na dal centro della terrafemidiam. 478, epiù.

AltezzefTicone $$.$&.m.p. altezza 84. o«

Tol.di "\Mun. 39.30+m.p+ÀeUa* 67.30.mp.

Differeze dell'ai- j 6.30.m.p. dìffèrJelU

Uzze Poi* jó.28.m.pt j 6.28.mp. (alt.della*

Differenza diparallaffe, o. zjn.p. et ag.BCD

{BAD, 1 6.28.mp. lafua corda 2>b 640*BDC,J04.i4.m

:p.\ «. . 96930,BCD, o. 2.mp.fJ

*mj8.

---»«

"Pegola aurea .

gS. 96Q30 286402S640

3877200S8t>877S44193M

i

! 47*$8

I27760 \ 7S*OQ4S06SS

T 3 Qg+

Page 310: massimi sistemi del mondo

i?4 Dialogo terzoQuefìindagine , ehefegue dà la falla remota dal eentro più di

3 $8.femidiamsirì

.

•AltezzefPeucero fT.s4.mp* altezza ?p.f ó.m.p*

poteri \Munofio 3<fr3Q.m.f* della * 67.30.mp.

l&,24-m.p* J2.2 ó.m.p.

j2.24-.mp»

O. 2,mp,

{BA&. J2^z4.m>pt corda 21600,BDC.Lo6,i6>mp.\ n . 9S99Ó»BCD. o. 2,m#.ft

m$:&

Regola aurea .

/£—P/^ptf—21 tf09

21Ó00

$7S9760Q~'r~-

9S99<5191992

uni . 11 nini ai»M»ni j

I ^ I

^X* I 207J/ \ IJÓOQ,

33394*

VDa queft'altra indagine laJìellajtritroua ejfer lontana dal cen-

tropiù di 7/ 6.femidiametri .

tjiluzze fLandgr, $1.1 8.m.p. della 79'3 .tn$*

goUÙ \Ainzel. 48.22.m.p.Jìella. 76.33.mp e4j.fee>

2.j6,mp, 2.s 6,m.p*.e ij. feu2,5 6.mp.

0. 0* *}•/**•

BAD. &*ffan.p. eorda $120*BDC.mr.s8.mp» \ r .

8C£. 0,0, l$-foJJmì 97U£

Bei

Page 311: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

T

ip$Regola aurea .

f 97US $t*°$129

fa i . i r i i I i• —»«

9784$4S022J

71 )

$0094

66400

Quelle, come vedetefon cinque indagini,le quali rendon Infici-

la ajfaì fuperiore alla Luna,doue voglio, che voifacciate con-

Jìderazionefopra quelparticolare, chepoeofà vi diffì>cioe,cbe

nelle difìanzegrandi, la mutazione, vògliam dir correzio-

ne dipocbi/}ìmi evintiti rimuoue la Jìellaper gradifilmifpa-

z.ij ; come per efempio, nellaprima di quefìe indagini , doue il

t.ilcolo refe lafella 60* fèmidiamitri remota dal centro con la

parallaffedi 2. minuti; chivolejfe fojlencre , cheeUafuffe nel

Firmamento,no ha a corre ger nelle offruazioni aUro,che 2.

minuti, e anco meno , percuè all''h ora eefia la paratìa (fé -, ò di-

uien ejù piccola , che rende laJìella in lontananza immenfa%

qualefi ricette da tutti ejfer quella del Firmamèto. Nellafecó-

da indagineVemèda di màio di ^..mi.p.fà ìtfiejfò. Nella terza,

t nella quarta , pur come nella prima, due minuti foli ripon-

gon laJìella ancofopra lefife . Nella precedente va quarto

d'vn minuto, cioè 1 5 .fecondi, ci danno Vifieffo. cManon co-

sì auuerrà nelle altezzefublunari) imperocché,fgurattuipu-re qual lontananzapiù vipiace , e fate proua di voler correg-

ger le indagini fatte dall'autore , & aggiufìavle ,fiche tuttis

rifpondano nella med.firn.% determinata lontananza, voi ve-

drete quanto maggiori emende vi bifogneràfare .

SAGR. Nonfaràfé non beneper nofìra piena intelligenza veder

qualche eftmpijdi quefìo, che dite

.

SALV. Stabilite voi a voftro beneplacito qual fi fia determinata

lontananza fublunare doue cofiiiuir la Bella , che conpoca.~»

brigapotremo, affìcurarci , fé correzioni\finirti a quefle , cbz-*

babbiamo veduto baFìarper ridurla ira lefijfe , la ridurran-

no nel luogo da voi siabilito •

T 4, Ptt

Page 312: massimi sistemi del mondo

x<)6 Dialogo terzoSAGR. Perpigliare lapiùfauoreuole difìanzaper Vantare, por*

remo,chef/a quella, che e la maggiore di tutte le inuefiigate da

efio nellefue 1 2. indagini ; imperocché, mentreJt è in contro*

uerfìa tra gli Aflronomi, ed ejfo, e che quelli dicono lajiclla—»

ejferefiata fuperiore alla Luna-, e quefìo inferiore, ognipoco-

jpazio, che e' laproui ejferefiata,fiotto, gli dà la vittoria

,

SALV. Pigliamo dunque lafieitima indaginefatta /opra Le oJJer~

nazioni di Tkone,e di Taddeo Agecio,per le quali troua l'au-

tore lajiella ejferefiata lontana dal centro $2.fiemidiametri ,.

il qual /ito e il\piufauoreuoleper la partefina : e per dargli

ogni vatagghjvoglio, che oltre a quefìo la paghiamo nellapiùdisfauoreuole lontananzaper gli AJlronomi, qualie il colla*

caria anco [opra il Firmamento . Pofìo dunque ciò , andiamricercando quali correzioni farebber necejfarie applicare al-

Xaltrefue ri. indagini , acciofiublimafisero la fie.Ua fino alla^*

dijìanza di jz.jèmidiam. E cominciamo dalla prima calco*

latafopra l-ofisernazioni dell'Aitizelio, e del Maurolicomella

quale l'autore troua la dijìanza dal centro circaj.jemidiam*.

con la parallafse digr. 4. 42. mi.pri. e jo.fiec. reggiamo ho-

ranfie co'lritbrarla a 20. mi.pri.folame.ntc fi ekuafino alle

^z.femidìametri 1 ecco loperazione brcuiffìma , egiufta'.mut-

tiplico il fino* dell'^Angolo MDC.per il fino della corda**

%Ainz. P0/.48.32.- * j6.5^.mp^e so.fec.

Maur.„PoL3$-3o.——* 62.

9.52. 14.34.w2-j>. eso.fec.

9.52..

Parallaffk ^.^z.rmp. e so.fec.

*BAD\ g.^z.m.p. corda 17200.

'BDC.ioS.2i.mp. e so,fec.Jino 94910.. 9491 oSCI), Q.iQ.m.p. fino 582, 17200

1 8982000664379491

2*

5S2I16324

I

520QC»

468 &

Page 313: massimi sistemi del mondo

t Del Galileo l 2^72?D. eparto Tauuenimento detrattone le ^.vltimtfigure,per

tifino. delia ParaUaffe ne viene z%.femidiam- e mezo, talché

ne ancoper la concezione digr. ^.zz.m.p- 8 so.fecondi , tolti

dagr. 4^.2.m.p. e so^fecojj.ditfi eleua. lafiellafino all'altez-

za di $z.femidiametri-, la qual correzioneper intelligenza-*

del Signor Simplitivhdi mintitiprimi zóz. e mezo

.

Nellafeconda operazione yfattafopra Vofferuazioni dell'<yHn-

zelio, e dello Scutero,co&parallaJ/e digr. o.S.mi.pr. e so.fec.

trouafi la Bella in altezza di 2 5 .femidiam. in circa. x come fi/ vede nellafeguenie operazione ..

BD. Corda 616.6.

BDC'\fìni -T 979*7'

2Cn.JJmt \ 247*

979*76166

587922.

587922.

979-87

587922J

'

24724

6041 8784.2

1103II

.

E ritirando la] Paràflajfe 0.. 8 . mi. 'pri. e s o.fec. a y.mp. il cui

fino e 204. fiveletta lafiellaa so.femidiametri in circaynon-»

bafla dunque la correzione di 1 .mi.pri.. e 30.fecondi.

I 20'

204I6041 87842196512-

Hor reggiamo qual correzione bifogna per la terza indagine^*

fatta su Vojferuazioni dell'Ainzelio, e dt Ticone, laqualren-de lafiella alta circa 19.femi/iiametri, con laParallajfe io.m~pri. Gli angolifolìtiy e lorfinire corda trouati dall'autorefonquejli; e rendono ( come anco nell'operazione dell'autore)

AngoB

Page 314: massimi sistemi del mondo

t$t Dialogo terzo

{'BAD.gr. 7.36. corda 13254.*BDC. i$$.')Z.m.p.Jtno 40886.

ÌBGIX o.io.m.p. fino 291.

1525440886

—1 ' "''

'

79524106032106032

53016

18j

II 30291 1 5419 I 03044 1 175

I5419

250 16ISI

tabella lontana circa 19. fimidiametri ,Ì?ifogna'dunque peralzarlafcemar là Parallajf conforme alla regola, cbe egli an*

Torà ojferua nella nona-indagine :ponghiamo per tanto io-*

Parallajfe ejfir 6. rki.pri.it cui fino e 175. efatta la diuifionc,

fitfoua ancor Meno di 31 .femidiametriper la diRanza dell*

Jlella . E dunque la correzione di4. mi.jr.pocajterHMfognadell'autore

.

funghiamo alla quarta indagine r fa' alU rimanenti con la me-dejlma regola, e con k corde , èfini ritrovati àaWaUtormede-Jtmoiin queRa la

cParallaffee\àe.mii pri. e l'altezza trouata

manco di lo.fimidiametri , e dimin uendo la Parallajfe da-~>

14. mi.pl a ^.m.p. ad ogni modo vedete , come lafella nonfitleua ne ancofrpoa 3 i.femidiam. non hajia dunque la cor*

nzJoneJi lo.m.p. fopra i^.m.p.:. ,.

:,.'-\ .

! W''"

-

'

-"

."

'

•- SÌ

-v- SD. sorda 8142.,-- e; "> >BD"C. fitt® 43235. ,-

:. •- • .iAV>..-.'

.'. v. BOB. fmi>'-'-'~ '.^Qfi ; -.vo '

"

Page 315: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. t$$4323$8142

864701

172940-4323 5

34.5&8Q

16l

iw30

3520|

4

^T##* quinta operazione dellautore babbiamo ijtniy e la corda,

carne vedete., e la Parallajfe e 0.42. mi.pri. e 30.fec. la quale

rende l'altezza della-fella circa ^.femidiametri^e correggendo

la Parallajfe\ con ridurla da i àfZ.mi.pru e 3oJfeca 5.mi.pri.

folaments non bafìa per alzarla ne ancheJino a 28 .femid.

l'emendazione dunque di 37.mi.pri* e so.fec. època.

s

TT>. còrda 4034»BDC.Jìna 97998.

fCD* fin* 12,36.

. 9790*. 4034

. 39199*:293994

391992A

.

1

27lH5 1 3953 I23932

—— 1058

3

Neil*

Page 316: massimi sistemi del mondo

$<$o Dialogo terzoNeliafejta operazione iaeoràa, ifini, e la Tarallaffefon tali , d

lajldlafi troua ejfer'-alìa circa 4. fer,iidiametri , veggbiama

douvlnfiTÌdnce)calandoria£>a<'aliaJ'e daS.a vri/olo mi.pri.

ecco l'operazionefé la fletta nonpiù alzata , chefino a 27. fé-vnidiametri in circa ;non bajìa dunque la correzione di 7-ra»

pri.fopra S.m.pri.

BD. corda 1920.- B&G. -fino- 40248.

B.CD. 8, fino, Oi zs^cs.

"' , " ' ... I . .

'' .'.:

4024$- I920™"

,-

."".?ì

'

8O496O • ^

> ...,.;*-.-, 36223 i-

40248-. .. ^.'...-... a. U.':,

:- ' t&akb

29 I 772&Vwì 19S

—76160

Nell'Ottawa operazione la corda, ifini ;e la ParallaJJè, come ve-

detefon tati 7 x dà qui calcola l'autore Valtezza dellaJlellafé-midiametrpti*Amezo, con la Parallajfe di^.mp. la qualz^»

ridottala ijjfcprda-tuttauia laJiella lontana manco di 24.Jè*midiametri} la correzion dunque di 42. m.p. non bafia •

BD. corda 1804^BDC. fino 0136643.

11» BQD* fina- 29,

Ì6643* - , f } h 1'

I

'- 1 ' 1804

e 14657229314436643

29

22661 0397235

z Vegr

Page 317: massimi sistemi del mondo

. Del Galileo. 30T

Vediamo bora la nona . Ecco la corda , i fni , e la PuraBàffi »

eoe e 1 f.mi.pr. Onde Factor calcola h lontananza della fleUd

dallafuperjìcie delia terra ej'Jer manca di vn quaratafetiefimo

difemidiamctro, ma quejìo e con error dtl calcolo, imperocché

la vien veramente , come no* vedremo qui adefio più divn—»

quinto: ecco, che vengono arca 90 cbejònpùdi vn quinto,.

43 6*

BD. (orda 232..

BDC. fino 39046*.

BCD^fino 436.

232

r

7809211713878092

456| 90 |

58672

Quello, ebefoggittgnepoi Vautore in emenda delle ojferuazioni ,

cioì,cbe no bafìa ritirar la differenza della Parallajfe,ne a vnJol minuto, ne anco aWottauaparte di i.m.p. e vero . <SMa io

dico , che ne meno la decima parte di i mi.pri.ridurrà Valtez-

za dellaJlella a-32-.femidiametri, imperocché ilfino della deci~

ma parte di i.mi.pri. cioè di ó.fec. e 3 .per il quale,fé nellcL-»

nojtra regola , noi diuideremo pò. ò vogliam dire ,fe noi di-

uideremoper 300000. 9058672. ne verrà jofS67* cioè

pocopiù di 3 .femidiam. e mezo. io 0000.

La decima dà l'altezza della(itila vn quinto di/èmidiametro,c8

quefiangolo,fini, e Paraìlajfe, ebeegr. 4.30. m.p. la qual<L^

veggo, ebe ridotta dagr. 4.3o.m.p. a 2.m.p, ad tigni modo n&Qromuoue lajìellafino a 29.femidiam,

*BT>. corda- 1746*BDC. fino 92050..

B^D. 4,50. fino 7846*-

Page 318: massimi sistemi del mondo

o$©3 Dialogo terzo

1746Q20S0

87300349*

IS7I4

27j8 | 1607 | 19300

4414

Uvndecima rende laJUlla all'autore remotaprca 1

3

.femidìam*

con la Parallajfedv$$.m.p* veggiamo, ridicendola a 20.m,

pn. doue innalzerà la/iella; Ecco il calcolo Xtleua apoco me-

no di 33 .femidiam.la correzione dunque e di 3$,poco men%foprajs.mp.

BD. eorda 1974$*BDC. Jìno 96166.BCD. 0.55. Jina i6qq*

p6i6619748

639328384664673 1 6z86$494$6166

3*$82

I18990IS3$S6

S6168.

La duodecima, con la PanallaJ/edijrr. 1.36. m.p. rende lajlella

alia meno di 6.femìdiametri\> ritirando la ParaUafìe a 20.m.

pri. conduce la fìella a meno di jo„ fimidiametri di lontana»*

za, non bajla dunque la correzione digr.i .1 6.mp*

Page 319: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

3032?D. corda 17258.

'BDC. Jtno 961 50.

22CD.. 1.36. Jtno 2792.

1725896150

86290017258

105548155322

128 1

5S2 1 16593156700

495729,

Quejlefono le correzioni delle Tarallajfe~~

delle io. indagini dell'autore , perridur la Jlella in altezza,

di 3 z.femid.

.

Gr. i.ii.. Gr. 1.11.

^.zi.m.p.e so.fec.

4.

io.

37.

7-

42.

14. e so.fec.

4.28. ——

35. ,

I..16. —

-fop. 4.42.50.

-Jop. 0.10.

-fpp.0.14..

-fop. 0.42.30.

-fop. 0.18.

-Jop. 0.43.

'-fip.O.K,.

-fop- 4.30.

^.0.55.-yò/;. 1.36..

216.

540.

756..

296. 60.

540. 9-

836.540.

Di quiJz vede, comeper ridur la * aW.alìez. di 32-femid.bifogna dallafomma delle Earall.% 36. de-

ttarne 7$6.e ridurle a %o*ne.acobajla tal corez*

Page 320: massimi sistemi del mondo

3,04 . Dialogo ter zo

T>i quifi vede (fi come bò notato qua dreto ) che quando Vati»

torefiabiliffe di voler riceuerper vero filo della Bella nuouala dtflanza di \2.fiemid. la correzione dell'altrefue io. inda»

gim(e dico io.perche lafèconda,effindo ajj'ai berialtajì ridu-

ce all'altezza di 32.femid. con 2.m.p. di correzione) perfar',

che tutu refìituijfcro detta /Iella in tal diBanza , ricerchereb-

be un ritiramenio di Paralla/fi tale, che tra tutte le futtrazio-

ni importerebberopiù di 7 fò. mi.pri. doue ctie nelle /. calco-

late da me,che rendono la Bella/opra la Luna }per corregger-

le sì, che la cojìiiuifcano nel Firmamento,baBa la correzione

- di min. iG^ezm quartofolamente *

Hora aggiugnete a quejle,altre /. indagini, che rendono la/Iel-

lapreci/amentenel Firmamento ,/enza bifogno di veruna—»correzione , & hauremo io. indagini concordi a coBituirla

nel Firmamento, con lafola correzione di /. di loro (come s'h

veduto ) di min. io.evn quarto^ Doue, cheper la correzio-

ne dell'altre io. dell'autore per ridurla in altezza di$2.fe-

midìam. vi bisogneranno l'emendazioni di min. 7sa. /òpra

-min. 836. cioè bifogna, che dallafomma di 83 6. fi ne detrag-

gano 7/ 6. a voler che la/iellafiekui all'altezza di 3 z.femid*

& anco tal correzione non bajìa .

Le indagini,poithe immediatamentefenz*altra correzione ren-

don lajhlla/enza Paralla/fi , eperciò nel Firmamento ,&*

anco nelle più remoteparti dì ejfo ., àxmjòmma alta quantotìBe/fo Polo,fon quefie /. notate qui .

fnin.pri.

>-J \Gr.$i.S4j \79'S<f-'Paucero.

•o.ja 0.30.

Landgra.\Al , fGr.sr.i8.\ dettaci79

'30'

lAinzel. JAlUz"Fol\Gr.^.22.S

tz"^U\7*-3.4-

2. fé. 2,$\6.

Ticone,.

Peucero\Altez.Poi:{

<

tr 's^{8'\Altez. della «f*f AJ \.Gr.si.S4-S \79.S6-

4' 4* . 4- 4*

Page 321: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. *3©SR«noUory fGr. SuiS.\AlUZ,MÌ^Ì 79-30.%Amzel. J \^Gr.4ò.22.j {.30.34.

2.$6. i.$6.

Cr^ar\Aluz.Pol.X

Q/;^\AUezMna*X^;xAgttlQ* J \Qr.4o.22.j \^2Q.t$,

4. 2. 4. 2,

Del refio degli accoppiamenti , che fi pojfonfare delle ojferua-

zioni di tutti qttefti Agronomi,quelli,che rendon la Fidia per

infinitofpaziofublime,fon moltipiù innumero yrioecina—*

30. dipiù,vhegli altri, che danno calcolando la Bellafotto la

Luna; eperche ( ficomefiam conuenuti) è da credere , chegli

offèruatori babbiano errato piùprefio dipoco, che d'ajfai,ma-

nifefìa cofa e , che le correzioni da applicar/i ali'ofseruazioni,

che danno la * alta in infinito nel ritirarla a baffo ,prima , e

eon emenda minore, la conduranno nel Firmamento, chefot'

to la Luna , talché tutte quefìe applaudono aWopinione di

quelli-, che la mettono tra lefijfe: aggiugnete,che le correzioni,

chefi ricercano per tali emende,fono ajfai minori, che quelle,

per le quali lajiella dall'inuerifimil vicinità fipuò ridurrtiall'altezzapiùfauoreuoleper quejio autore, comeper gli ese-

pipafatifii veduto; tra le quali imponìbili vicinità ce nefonj. chepar che rimuouano la Bella dal centro della terra ,per

manco dijlanza d'vnfemidiametro,facendola in certo modo

andar'in voltafiotto terra , e quefiefon quelle combinazioni

,

nelle quali effindo l'altezza Polare d'vno de gli ojferuatori ,

maggiore dell'altezza Polare dell'altro , l'eleuazion dellaJìel-

iaprefa da quello, e minore dell'eleuazione della fella di que-

jio . Efono tali combinazioni le notate qui apprefso.

QueRaprima e del Landgrauio con Gemma ; Doue Valtez.Pol.

del Landgrauio fi.i8.mi.pri. e maggiore dell'altezza Pola-

re di Gemma , che e ;o.;o.mi.pri. ma l'altezza della /Iella del

Landgrauio 7 0.30.mi.pri. e minore di quella dellaJiella di

Gemma 7 0.4$.mi.pri.

Gelt'}^^l ^}Altez.della*L"ndZr\ Alt^Pnl Sr-iS.\ ÀJ^ Jo„^ 7p.jo.

79-4-S-

V Le altre

Page 322: massimi sistemi del mondo

fo9 Dialogo terzoLe altre duefono quejìe àifolto •

*±bio\Mez.Pol. S'-I0-\Altcz.MU* "f '

Xjemma.J S°-i°'J 79-4S*

Eeinoldo.

Gemma°'\Altez.Pol.U ' l8

-\AltezJella* *****• S /o./o.jT 19>4$-

Da quelloj chejìn qui v'ho mojìrato,potete comprendere, quan-ta quefiaprima maniera d'inuefiigar la difianza citila fidiate

prouariafublunare, introdotta dall'autore,Jìa disfauoreuolc

per la caufafua „ e quantopiù probabilmente , e chiaramente

Jì raccolga la lontananza di quella ejferfiata fra lepiù remo-teJleUejìfte ..

$IMP.. Sino a quefiaparte , mi par che affai manifejìamente Jìét

/coperta lapoca efficacia'delle dimoflrazioni dell'autore;ma io

veggo, che tutto quejìo vien comprefo in non molte carte del.

libro, epotretye/feti che altrefue ragioni fuffer pia conclu-

denti x che nonfon quejìeprime .

$ALV* <Anzì nonpofìon'effer,fenon men validefé vogliamo,che

lepajfate cijìano efempioper le rimanenti;attefoche (Jt come e

manifefìo ( l'incertezza,?poca concludenza di quelle, chiara-

menteJì comprende deriuar dagli errori commeffì nelle offer*

nazioni firummtali,dalle quali si e creduto le altezze Polari,

e della/iella effcre fiateprefegiujìamente, ejfendo in effetto er-

ratefacilmente tutte,- epurper trouar Haltezze del Polo han-

no hauutogli Afironomifecoli ditempo da impiegaruifia lor*

agio ; e le altezze meridiane dellaJìella fonopiù ageuoli da—»

o/Ieruarfi, come quelle, chefono terminatijfìme , e concedono

qualche fpazio all'offkruatore dipoterle cotimiare, come, quel-

le, che non fimutanofenjìbilmente in tempo hreuiffìmo t comt

fanno le remote dal Meridiano . Efé quefio e , fi cornei ve-

rijfìmo, qualfde vorrem noiprefìare a calcoli fbndatifopra

ojferuazionipiù in numero,più difficili afarfi,piu momenta-

nee nel variarjì,co lagiunta appreffo di fìrum'etipiu incorno*

di , epi?) fallaci i Per vnafemplice occhiata , che ho data alle

dimoflrazionifeguenti, i compiitifonfattifopra altezze dell*

Bella prefe in diuerfi cerchi verticali , che chiamano con voce

^Arabica ^Azimutti , nelle quali offeruazioniJì adopran»

frumenti mobili, nonfolone i eèrebi verticali, ma nell'Ori-

zonte

Page 323: massimi sistemi del mondo

Del Galileo: }#ft.onte ancora nel mede/imo tempo ; in modo che conuien nelì

ifleffb momento, chefiprende l'altezza,bauer neWQrizontz^jofferuata la difianza del verticale, nel quale lajìella,dal Ale'

ridiano; in oltre dopo notabile mieruallo di tempo conuien—»

reiterar l'operazione, e tener minuto conto del tempo decorfòp

fidandolo d'horiuzioli,b d'altre ojfruaziuni dijìelle:vna tal

mataffa di offimazioni vapoi conferendo con vrialtraJtmile

fatta da vn'altro ojferuatore, in vn'altropaefe, con dìuerfo

iìrumentn , & inaiuerfo tempo; e da quefìa cerca l'autore di

ritrar qualifarebbono fiate l'altezze dellafiella, e lelatitudi-

ni Qnzontali accadute nel tempo, & bora dell'altreprime of-

feruazioni, e/opra vn tale aggiuftamentofabbrica in vltimo

tlfuo calcolo . Lafcio bora giudicar a voi quantoJìa da pre-

Jiarfede a ciò, che dafimili indaginifiritrae , Óltre, che io

non dubitopunto , che quando altriJi volejfe martirizarefo-

fra tali lungblffìmi computifi trouerebbe ,Jicome nei paffa-

ti, ejferpiu quali, chefauorijfero laparte auuerfa , che l'auto-

re: ma non mipar, che metta contoprender/i'vna tal fatica

,

per cofa, che non e tra leprimarie intefe da noi

.

8AGR. Iofon dalla voflra in quefiaparte: mafendo quefìo nego-

zio circondatoda tante confufionì, incertezze ,& errori ,fo-

pra qual confidenza hanno tanti Aflronjmi afleuerantemen-

tepronunziato la nuoua (iella ejfere fiata altijfimaì

%ALV. Sopra dueforte di ojferuazionifemplicijfime,facìlififime, e

verijjìme ; vnafola delle quali epia che a bafianzaper àlficu*

rame dell'ejferefiata locata nel Firmamento , ò rimenoperlunghijjìmo trattofuperiore alla Lunayvna delie quali eprefadalVegualità,))poco differente inegualità dellefue lontananzedal Polo, tanto mentre eli'era nell'infima parte del Meridia-no, quanto nellafuprema: l'altra e l'bauer lei conferuatoper-

petuamente le medefime dijianze da alcuneflettefife ,fue cir-

circonuicine , & inparticolare dall'vndecima di Caffìopea,rìo

p'm da efsa re-mota digr. i.e mezo dalli quali due capi indu-bitabilmentefi raccoglie, ol'afsoluta mancanza di Parallajfè,

b vna piccolezza tale , che ne affìcura con calcolifpeditiffimidellafuagran lontananza dalla terra .

SAGR. Ma quefie cofé nonfonoftate comprefe da quefìo autore Ì

efé egli le ha vecizite, in che modofé ne difènde ?

SALV. Noifogliamo dire, che quando altri, non trouando ripie-

go, che vaglia contro a ifuoifalli, producefriuolifimefcufe,

V 2 cerca

Page 324: massimi sistemi del mondo

3 o 8 Dialogo terzocerca di attaccar/ì allefarri del cielo ; ma queftautore ricorri

non alle corde} ma allefila de' ragliateli del ciclo ; come aper-

tamente vedrete nell'andare' efamirarido quefti due puntipur bora accennatiui . Eprima quello , che ci moftnno le di-

Jianze Polari,advno advno degli ojferuatori l'ho io notate

in quefti breui calcoli ; per piena intelligenza de' quali deuo

primamente auuertirui , come tuttauolta, che la/iella nuoua-,

o altrofenomenoJìa vicino a terra , girando al moto diurna

intorno al Polo,più di/tantefimoBrera da eJfo ymentrefi tro-

tti nellaparte di /otto nel meridiano,che quando è nellafupe-

riore , come in quefìafigurafi vede : nella quale il punto T.denota il centro della terra; 0. il luogo dell'oJferuatore;il Fir-

mamento l'arco VPG.il Polo P. ilfenomeno muouendojiper

il cerchio FS. vedefi horfitto il Polo per il raggio OFCÒ*horfopra, fecondo il raggio OSD.fi che i luoghi veduti nel

Firmamento,fiano D.Cima i veri , ri/petto al centro T .fo-

no B.A. lontani egualmente dal Polo . 1)ouegid è manifefio

il luogo apparente delfenomeno S.. cioè il punitoD . ejfer pia

vicino al Polo,che non è l'altro apparente luogo C. vedutoper

il raggio OFC* che e laprima cofa da notar/i. Conuiene , che

neljecondo luogo voi notiate, come Veccejfo della apparenteinferior difìanza dal Polo,fopra Vapparentefuperiore dijla-

zapur dal Polo, e maggiore, che non e la ParaUajfe inferiore

delfenomeno; cioè, dico, che Veccejfo dell'arco CP. (diBanzainferiore apparente )fipra l'arco PT). ( difìanza apparente

fuperiore ) è maggiore dell'arco CA. ( che e la ParaUajfe infe-

riore. ) Il chefi raccogliefacilmente^ imperocché dipiù eccede

l'arco CP.ilTD. cbeilPB. tfendo PB. maggiore di P2Xma PB.e eguale a PA.e l'eccejjo di GP.fopra PA.e VarcoCA»

aduq;l'eccejfi dell'arco CPfop.Varco PD. è maggiore dell'arco

CA. che e la Parallajfe delfenomenopo/to in F\ che è quel,che

bifognauafapere * E per dar tutti i vantaggi all'autore, vo-

glio,cheJupponghiamo la ParaUajfe della /Iella in F. ejfer tut-

to Veccejfo dell'arco CT*.(cioì della difìanza inferiore dal Po-

lo)fopra Varco T2>. ( difìanzafuperiore . ) Vengo adej/oad

efaminare quel che ci danno le ojferuazioni di tuttigli Agro-nomiprodotti dall'autorey tra le quali non ce-n'epurvna,che

nonglifiain disfauore, e contraria alfuo intento . E.faccia-

moprincipio da que(ledei c

Bufchio, il quale trouo la difìanza

Mia Bella dal Toh, quandogli erafuperiore ejfergr.28.10.

mipri.

Page 325: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 309mi.prt. e la inferiore efiergr.2S.30.mi.pri. sì che Feccefisoegr.

o.zo.mi.pri. il quale voglio, cheprendiamo ( afattor dellau-tore ) comefé tuttofu/se Parallafse della Beila in F. cioè Vari"

golo TFO.La diftan- Vh-*^—j?^>za poi dal vertice , cioè

l'arco CV.ègr. 67. 20.

mipri. Trouate quefite

due cofe prolungbifi la

linea CO. efupraefsa

cafchi laperpendicolare

TI. e confederiamo il

triagolo TOI. del qua-

le langolo I. e retto, el

IOT. noto per efscr al-

la cima dell'angolo vo VC. diftanza dellafella

dal vertice ; inoltre nel

triangolo TIF.pur rettangolo,} noto l'angolo F.prefo per larParallafse,notinJìdunq; da parte li due angoli IOT. l'Jr'T.

e diefifiprendano ifini, chefino, comefi vede notato.Eper-

che'nel triangolo IOT. di quali parti il fino tutto TO. e

1000 00. di tallii fino TI. e 91276. e di pia nel triangolo

IFT. di quali il fino tutto TF. e x 000 00. di tali tifino 'i \

.

e $%2. per riirouar quante partifa TF. di quelle , eoe TL.e 1 ooo 00. diremo per la regola aurea . Qj^ando TI. e / 8 2

.

TF. è 100000. raa quandoTI .fife 92276. quantofirtvoeTF.moltiplichiamo 9227 6.p iooooó.ne viene 9217600^10e quefto fi deue partire per s%2. he viene ì cQm.ejìyed<L~>

1 $854982. e tantepartifaranno in TF. di quelle,ehe in TO.fono /ooooo. Ondeper volerfapere quante linee TO. fono

tn TF. divideremo 1 58 s4.982.per 1 ooooo. neverrai Jò. e

mezoproffimamente, e tantifemidiam.farà la diftanza dilla

fella F. dal centro T. eper abbreuiar l'operazione , vedendonoi, come ilprodotto del multiplicato di 92276.per rcoooo.ti deue diuiderprimaper $82. epoi il quoziente per jooooq.potremofenza la multiplicazione di 92276. per 100000. e co

vnafnla diuisione del sino 92276. per il sino $8z. confguirfubito Vìftefso , come si vede lìfiotto ; doue 92276. diuifo per$8 2. ci dà Viftefs6'i lt8. e mezo in circa . Tenghiamo dunquememoria , come la fola diuisione del sino TI. come sino dell

1

* V 3 ango-

Page 326: massimi sistemi del mondo

1 1 o Dialogo ferzo

. angolo TGL diuisoper il sino Ti. come sino deWàgolo-IFT*

ci dà la difianza cercata TF. in tantifemidiam. TQ.

Arsoli f10T.67.20.m.p.-\ ri 92276.m&m \lfT. 0.20.W.p.fJmt

S82.

ri. tf ri. TP.~\$u2» _ IO 0.0 00-. 92276. 0.

i;8$4(>8z

$82 9227600000.

$4070027464929786732S4*4

xooooQ|j $8

1 S4982

m§82 92276

340704923

Vedete bora quel che ci danno le ojferuaztoni del Penetro •, del

quale la dijìanza inferior dal Poloegr. 28.21.mi.pn. e la—>

Jupesior-e.gr. 28.2. mi.pri. la differenzagr.0.1

9

. mi.pri. e la

dijìanza dal verticegr. 6.6.22.mi.pri. dalle quali cofeji racco*

glie la dijìanza dellajhlla^dal -centro quafi166.femidiam».

Anolì fI4C.66.27.?*p.'Yi/ùi9167*.

tS3•

I

" a«àk

91672. sSS36397'312

4

Esc*

Page 327: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. jitEcco quel che ci moflra Vcfèruazione di bicone prefa la piùfa-

uoreuoleper l'auuerjario : cioè la difìanza inferiore dal To/agr. 2S.13.mpri. e laJuperiore iS.i.mi.pri. lafciando la diffe-

renza;cbe ìo,.\\ .mi.pri. comeJe tuttafujfe Parallajfe : la di*

Jìanza dal verticegr.62.1 ymi.pri. Ecco quzjòtto l'operazio-

ne, e la lontananza dellajìcUa dal centro ritrovata :Jemidta+

metri 276 9

16..'

-' ' *

'mi .

-

?20.Angoli l1

/^: ^'^ /ir,

-276 9

S8SOO 16,

2418

Vojfèruazìone del T\einold. ctie-lafeguentecirendela diftanz*della /iella dal ceìitrofemidiam. 7p^

. ... \lAC.b6.s%.m.p.C r . 92026.^*0h JlEC.o;w\fim 1,6.

ilo|

92Ò2Ó..1 16.

I10SS8. •

Dallafeguente ojfenuazion del LandgravioJì ritrae la dijlanzA

dellafella dal centrofemidiam. 1057.

Angeli VItf^7,&-fki 92°' 2 '

«* JIEG, o. ì.m.p.\f 87.

f057 »'

"87 I 92012.87

I5663.

5

'Prtfe dal Camerario due 'dellefue ojferuazionì più fauoreuolipei l'autore, fi troua la lontananza dellajìella dal centra fé-midiametri 314J.

V 4 ^Angoli

Page 328: massimi sistemi del mondo

"Sff Dialogo terzo

29 I9H53.

I 4295

Lofpri"azione del Munofio non dà Parallafse , e pero rende la

fi ila nuoua tra lefife altiffìme: quella dell'^Ainzelio ce la dàrv:vo:aper infinitoJpazio , ma con emendazion di vn mezominutoprimo la rìpon tra lefifse: e Vifiefsofiritrae dallVrfi-no, con Scorrezione di 12, m.pr. Degli altri lAJlronomi noafono le dfianzefopra,efiotto il Polo, onde nonfipuò ritrar

co/a veruna . Hor vedete, come tutte le ofseruazioni di tut-

ti conusngono. in disfauor dell'autore in collocar lajìella nelle

:,-• regionì.CeleJli, ealtijfime.

SAGR. tSMa che difefa trou'egli contro afipatenti contrarietà )

SALV. Vno di quei deboliffìmifili : dicendo, che le Parallajfiven-

gono diminuite merce delle refrazionije quali operando con-

tràriamentefublimano ilfenomeno ,doue le ParallaJJì lab*

bafsano . Hora quanto vaglia quefio miferabil refugio,giu-

dicatelo da quefio , che quando quefieffetto delle refrazioni

fu/se di quella effìcacia,che da non molto tempo in qua alcuni

lAJlronomi hanno introdotto , alpiù chepotefse operar circa

ìekuarpiu del vero vnfenomeno fopra l'Orizonte , mentre,

tghfiadigià altozj. 0, 24.gradi,farebbe il diminuirgli circa

3 . minuti di Parallafse,il qual temperamento efcarfijjìmoper

rilrar lajìellafiotto la Luna y& in alcuni cafi e minore , che

non e il vantaggio conceduto da noi nell'ammetter, chel'eccefi

fi della disianza inferior dal Polofopra lafuperiorefià tutto

parallafse, il qual vantaggio } cojk a/saipiù chiarate palpabi-

le, che leffetto della refrazione , dellagrandezza del quale io>

dubito, e nonfenza ragione . Mapiù , io domando quefiau-

tore s'ei crede , che quelli lAJlronomi , delle ofseruazioni. dei;

quali egli fiferue, hauefisero cognizione di quefti effètti delizi

refrazionile vifacefserofopra confiderazione , nò:fégli co-

... nobbero,e confiderafono , eragioneuol credere , che. di ejfite-

nefser conto nell'afsegnare le vere eleuazioni dellaftella—> *,

facendo a queigradi di altezze,chefopraglifrumentififior-geuano ;

quelle tare che erano c.onuenienti. merci dell'altera-

tuoni

Page 329: massimi sistemi del mondo

Del Galileo^ 313zioni delle reflazioni; immodo che le diftanzepronunziatada lorofufieropoi le corrette, egiùfé, e non le apparenti , <l~*

falfe . Ma sei crede , che tali autori non facefsero refieffìone

/opra le dette refrazioni , conuien confefsare , che eglino hab*

hiano parimente errato in determinar tutte quelle cofe,le qua-

H nonfipofsono perfettamente aggiufarefenza la modifica-

zione delle refrazioni ; tra le quali cofe vna e l'inuefigazione

precifa delle altezzepolari, le quali comunementefiprendono

dalle due altezze Meridiane di alcuna dellefellefife,fempre

apparenti, le quali altezze verranno alterate dalla refrazio-

ne nell'ifefso modo appunto,cbe quelle dellafella nuoua;tal-

ebe l"altezzapolare,che da efsejìdeduce,verrà difettofa,epar-

tecipe dell'ifefso mancamento , che queft'autore afcriue allealtezze afsegnate allafella nuoua; cioè, e quella , e quefe po-

fte conpari errorepiùfublimi del vero . Ma tale errore , per

quanto appartiene al noftroprefente negozio, nonprogiudica

punto -.perche non hauendo noi bifogno difaper'altro , che la

differenza tra le due diftanze dellafella nuoua dal Polo,me-

tre ellaglifi inferiore, epoifuperiore, chiara cofa e, chetali

diftanze faran l'ifefe,pofta l'alter•azion della reflazionecomunementeper lafella , eper il Polo , che comunementeemendataper quefio, eper quella : udrebbe qualche momento,benché dtbolfsimo,l'argomento dell'autore,fé egli ci hauefieajjìcurati, che l'altezza del Polofufsefata afsegnata precifa,.

v e emendata dall'error dependente dalla reflazione , dal quale

nonfi fufseropoiguardati imedefimi tAfìronomi nell'afse-

gnarci l'altezze dellafella nuoua',ma egli di ciò non ci hafat-tificuri, neforfè ce nepoteuafare,neforfè (e quefto èpiù ere-

dibile) tal cautela efiata tralafciata dagli oferuatori ..

5AGR. Parmifoprabbondantemente annullata quefta infianza;;

pero ditemi in qual maniera e'fi liberapoi da quelVhauer ma-tenutafempre la medefima diftanza dalle fellefife fue clr-

conuicine .

SALV. Apprendendofifimìlmente a duefili ancorpiù deboli del-

l'altro: l'vno de' quali epur legato alla refrazione , ma tanto

menfaldamente, quanto e' dice,chepur la reflazione operan-

do nellafella nuoua , efublimandolafopra il vero fito rende

incerte le diftanze vedute dalle vere, comparate allefellefifefue vicine: ne pofio a bafanza maravigliarmi , cornee difft-

nudi daccorgerfi, chela medefima refrazione lauorerà nell'i-

ftefsa

Page 330: massimi sistemi del mondo

514- Dialoga terzo

fejfo modo nella /iella nuovi , je nùì'aatha fua vicinaifubllmando amendue egualmente ,o:,dt da tale accidente)

l'mteruallo tra effe refh inalterato , JJalerò refugio ì ancorApiù infelice , e tiene affai dèi ridicolo ; fondandocifopra l'er-

rore, chepuò nafeere nell'operazione pejfa strumentale; men-tre che l'ojferuazione nonpotendo cosluuire il centro della—»

pupilla dell'occhio nel centro delfejtante (Jirumenio adopra-

to[nell'oj/eruare gVinterualli tra due (ielle ) ma tenendolo

cleuatofopra detto centro quant'e la diflanza diejfa pupilla

da non so cheojfo dellagota doue s'appoggia il capo dellofru-mento,fi viene a formar nell'occhio vn'angolo più acuto di

quello y chefiforma da i lati delféfiante ; il qual' angolo de*

raggi dijferifce anco dafe fiejfo , mentrefi riguardano Jiellc

poco cleuate [opra l'Orizonte,e le medefìmepoipofie ingran-

de altura ;fi'fa dice tal'angolo differente , mentrefi vadia-*

eleuando lofrumento , tenendoferma la tefla ; mefé nell'al-

zar ilfefante fi piegajfe il collo indietro , e (ìandaffe eleuan*

do la tefla infieme con lofrumento , l'angolo all'bora fi con*

feruerebbe l"ifleJfo . Suppone dunque la rifpofìa dell'autor'e—»»

chegli ojferuatori nell'ufo dello flrumento non habbiano al-

zato la tefla conforme al bifogno ; co/a che non ha del verifi*

mile . fM.apò/lo anco , che cosifujfe feguito , lofiogiudica-

re a voi qual differenzapuòeffere tra due angoli acuti di duetriangoli equicrun , i lati dell'vno de i quali triangoli fianolunghi eiafeuno quattro braccia, e quelli dell'altro quattro

braccia,meno ,quante il diametro d'vna lente ; che affoluta-

mente non maggiorepuò efere la differenza tra lalunghezzA

dell'i due raggi vifìui , mentre la linea vien tirata perpendi-

colarmente dal centro dellapupilla , fqpra ilpiano dell''afl<L~*

delfefante ( la qual linea non è maggiore , che la groffezza-~>

del pollice ) e la lunghezza de i medefimi raggi , mentre ele-

uandofì il fefante , fenza alzar infieme la tefla , tal linea—»

non cadepm aperpendicolofopra dettopiano, ma inclinafa-

€endo Vangalo verfo la circonferenza alquanto acuto . Motper liberare in tutto , eper tutto quefio autoreda quefìe infe-

iici/Jime mediata ,fappia {già chefi vede, che egli non ha mol-

ta pratica nell'vfo degli frumenti agronomici ) che nei lati

delfefiante, ò quadratefiaccomodano due traguardi, vno nel

centro, e l'altro nell'ejiremità oppofta , i quali fono eleuati vnditOy òpiu dalpiano dell'alieneper lefommità di talitraguar-

difi.

Page 331: massimi sistemi del mondo

Dei Galileo. 31$dìjìfàpaffar'il raggio dell'occhio, il quale occhiò sì tiene an co

• remoto dallo finimento vìipalmo, ò due, òpiù ancora ; talchi

nepupilla, ne ojfo digota , ni di tutta laperfona, tocca ,rìejt

appoggia- allo finimento , il qualefinimento ne menojìfojiie-

nt, fìekua in braccia, e majjìme ,féfaranno dì queigrandi,

come [icoftuma, li qualipefando le decine, e le centinaia , ÌT

anco te migliaia delle libbreJìfojiengonofopra bajijaldijjìme:

- falche tutta lHnjlanzafuamfee . Queftifono i futierfugìj dì

quefto autore, i quali quando benfuffero tutto acciaio,non lo

potrebberofolkuare dyvn centefìma di minuto ; e con quefiifi

perfuade di darci a credere , dhauer compenfata quella diffe-

renza, che importapiù di cento minuti ; dico del nonjì eJSer*

QJferuata notabil diuerjìtà nelle diftaze tra vnaffìa,e la nuo-

uaftella in tutta la lor circolazione; che quado eCiafufffiata

projfima alla Luna,doueuafarJÌgrandemente, cofpicua anco

allafemplice vifta,fenzaftrumeto veruno,e ma//ìmeparago-

nandola co L'vndecima di Cajfìopeafua vicina agr.i .e mezo,

che dipiù di due diametri della Luna doueua variarJÌ,come

ben auuertirono i più intelligenti Aftronomi di quei tempi .,

SAGR. cMipar di vedere quell'infelice Agricoltore,che dopo l'ef

fergliftate battute,e deftrutte dalla tempejta tutte lejue afpet-tate ricolte y va con faccia languida , e china raggranellando

reliquie così tenui , che non fon per baftargli a nutrir ne.

anco vn pulcinoper vnfolgiorno .

$ALV. Veramente,^ con troppofcarfaproui/ione d'arme s'è le-

vato quell'autore contro a gì'impugnatori della inalterabili-

tà del Cielo, e. con troppofragili catene ha tetato di ritirar dal-

le regioni altiffìme lajìella nuoua di CaJJìopea in quejlebaffe-,

& elementari . E perche mipare, che affai chiaramente fi'

Jìa

dimostrata la differenza grande , che è tra i motiuidi quelli

AHronomi,e di queflo lorooppugnatore,farà benebbe lafcia<-

ta quejia parte, torniamo alla nojìra principalmateria ; nella-

qualefegue la considerazione del mouimento annuo comune-mente attribuito al Sole, mapoi da Ariflarco Samio inprima,

e dopo dal Copernico, leuato dal Sole, e trasferito nella terra;

contro alla qualposizionefento venirgagliardameteprouijlo

il S.Simp~<& in particolare con lo.ftocco, e con Infeudo del li-

bretto delle conclusioni , a difquisizioni matematiche ,l'oppu-

gnazioni del qualefarà bene cominciare a proporre

,

&IMP. Voglio, quando così vipiaccia , riferbarU in vltimo, conm

quelk,chefono, levitimi ritrattate*.

J

Sarà

Page 332: massimi sistemi del mondo

3 t 6 Dialopò terzoSALV. Sarà dunque necefjario, che voi , conforme al modo tenu-

tofin qui 3 andiate ordi/ia.amtKte propu^ndo le ragioni in

\ . contrarioyjì dArìfiotile 3 come di altri an nchi, il che fon per

far"io ancora, acciò no.ircfii nulla indietroftnza ejfefatten*

tamente confiderai & efaminato, eparimente USign.Sagr*con la viuacità delfuo ingegno,fecondochè fifentiràfueglia*

re,produrrà in mezo i fuoipenfieri .

SAGR. Loj'arò con la miafolita libertà ; eperche voi così comari'

date, farete anco in obbligo difcufarla .

SALV. lìfauore obbligherà a ringraziami, e non afcufarui.Mal cominci hor mai il Sign.Simplicio apromuouer quelle difficul-

tà 3 che lo rifpingono dalpoter credere , che la terra aguifadegli altripianetifipojà muouer' ingiro intorno ad vn centro

flabile

.

SIMP. Laprima , e maffìma diffimltà è la repugnanza , & imo-patìbilità,che e tra l'effer nel centro}e Vefferne lontano;perche,

quando ilglobo terreslrefibabbia a muouer* in vrìanno perla circonferenza di vn cerchio , cioèfiotto il Zodiaco, e imponì-bile3cbe neWijìeffo tempo éfìa nel centro del Zodiaco;macbe la

terrafa in tal centro e in molti modiprovato da AriiìùL daTolomeo, e da altri

.

SALV. Molto bene difcorretey e non e dubbio alcuno, che chi vor-

ràfar muouer la terraper la circonferenza di vn cerchio , bi-

fogna prima , che e'proui , che ella nonfa nel centro di quel

tal cerchio;feguita dunque bora, che noi vegghiamo,fe la ter*

rafia, ò nonfia in quel centro , intorno al qualew dico>ch<L*>

ellafigira, e voi dite, ch'elle collocata -, eprima , che quefo , è

necejfario ancora y che ci dichiariamo , fé di quefio tal centro

habbiamo voi, & io l'ifiejfo concetto, ò nò . T?erò dite quale, e

douee quefo voflro intefo centro .•

.

SIMP. Intendoper centro quello deUvniuerfo , quello del mon-do, quello della sferafellata, qziel del Cielo .

SALV. Ancorché molto ragioneuolmente iopoteffi'metterui in—*

. _ , r ,controuer/ia, fé in natura ha vn tal centro;eììendo che ni voi,

flato prouato ne a^n bamaiprouatOjJe il mondOjtafimto,efiguraio,opu-

da alcuno fé ve infinito , e interminato ; tuttauia concedendovi per'bora

,

il Mondo fia che etfi*afnito, e dìfigura sferica terminato, e cheper ciò hab-finito , ò infi-

. fca n fiu0 centro, conuerrà vedere quantofia credibile \ che la*It0

* terra, e nonpiù tofto altro corpo,fi rifroui in ejfo centro.

SIMP. Che il mondofiafinito, e terminato, e sferico %lopfouas

'^Arìfiotile con cento dimoHrazioni . Le

Page 333: massimi sistemi del mondo

cce ne-che e

y

ila mobile .

Del Galileo. 517fALV. Le qualifi riduconopoi tutu ad vnafola, e quella fola ài

niente,pò c :jì fé togli negherò ilfuo ajfnnto > cioè , che ìvm~ J-c

- ^"f**uerjoJia mobile, tutte le fue dimojìrazioni cafeano . perche t

Z™l

'^zx \

nonprona ejjerfinito, e terminato, fé non qudlo dell "vemer- c>

ìe i' vn j llCrfo

Co , che e mobile . Maper non muliiplicar le difvuie-x.oaceda- fa finito cafea

Jìper bora}che il mo'ndojìafinito, sferico,^ habbia ilfew cen~ no tacer

tro . Egià che talfigura, e centrofi e argomentato dalla mo- pl

,*V

bilità, nonfarà, fé non molto ragioneuole , fé dagfifieffi mo-

ui?nenii circolari de corpi mondani, noi andremo allaparti- _,

colar inuesligazione del fìtoproprio di tal centro:Anzi Arifi. tr0 jej|. yn^medefìmo ba eglipur neWifiejfa maniera difeorfo , e deterrai- llerfo quel pù»

nato ,facedo centro dell'vniuerfo queWifiejfo,intorno al qua- to intorno al

le tutte le Cele/li sferefigirano ', e nel quale ba creduto venir quale tutte le

collocato ilglobo terrefire . Hora ditemi Sign. Sirnp. quando L~L£€ e

Arijìotilefi irouafie coslretto daeuidentifiìme efperienze &-* Si dubita di

permutar in parte quejìafua difpofizione,& ordine dellvai- z, jppofizioni

uerfifÒ1

a confejfare d efiferfi ingannato in vna diquefie due repugnati alla

prjpofizionijCioe, ò nelpor la terra nel centro, ò nel dir,che leiua dottrina.,

sfere Celejìifimouejfero intorno a cotal centro, qual delle dueteret>be Anf.

confejìoni credete voi, eh"egli elegejfe / neceflitato a__»

$IMP. Credo, che quando il cafo accadeffe , * Peripatetici riceuerne vna-

$ALV. Non domando de i Peripatetici, domando d'Arijl. mede-

fimo, che quanto a quelli so beni/fimo ciò che rijpondercbbcrOy

ejfì cornereuerentijfimi, & humilijfimi mancipi/ d' Arifi. ne-

gherebbero tutte l 'ejperienze,e tutte l'ojfiruazioni del mondo,e recherebbero anco di vederle

,per no le hauere a confeJfaref

f direbbero, che il mondo sia , comeferifie Arifi. e non comt^>

vuol la natura,perche toltogli l'appoggio di quelVautorità,con

che vorrefìe, che comparijfero in campo ? Epero ditemi purequel che voifilmate, chefujfeperfar Arifi. medefìmo .

$1MP. Varamentenon mifaprei rifoluere qual de' due inconue*

nienti éfujfeper reputar minore

,

&ALV. Non vfate digratia quefio termine di chiamar*ìnconue-

niente quel chepotrebb'ejfer necejfario', chefujfe cosi . Incon-uenientefu il volerpor la terra nel centro delle celefii reuolu-

zioni; magia che voi nonfapete in qualparte éfujfe per in*

tlinare-, filmandolo io huomo di grand"igegno , andiamo efar

minando qual delle due elezionifia lapiù ragioneuole,e quel-

la reputiamolefujfe la riceuuta da Arisi otile . Ripigliando

dunque ilnofiro. ragionamento daprincipio,epofio ingrazia

à'vArifi»

Page 334: massimi sistemi del mondo

Ji8 « Dialogo terzod"Arifi. che il mondo (dellagrandezza del quale non hahbta»

tnofenfata notìzia àlwe alle Hdlefifie ) come [quello , che e dì

figura sferica , e circolarmeteJi muoiie habbia nectjfariami-te%

e ri/petto allajìgura , e ri/petto al moto vn centro , & ejfèndo

noi oltre a ciò (curi , che dentro alla sfera (iellata fono molti

orbi l'vno dentro all''altro con loro felle, chepur circolarmen-

tefimuouono, ficerca quel chefapiù ragioneuol credere , c_>

dire , che quefii orbi contenuti fimuouano intorno all'ifiejfo

centro del mondofo pure iìitorno ad altro affai lontano da—*quello ì 'Dite bora Sign. Simplicio ilparer voflro

t

circa que*

fioparticolare

P'ù conueni-SIMP. Quando noi potè/fimo fermarcifopra quefiofoloprefup-

ente è che il pofìo,e chefujfimofi-cìirì dì nonpoter incontrar qualche altra

contenente , e cofa, che ci d'ifiurbajfe, io direi, che moltopia ragioneuol fuffeil contenuto fi

fì ^jre> cjos ji continente , e leparti contenuteJimouejfer tuttemuouano m-

c-

na vn comt{n centro, chefopra diuerfi .

fo centro, che $Mfe? Hora quandofia'vero , chel centro del mondofa Yi/ìeffo ,

lopra diuerfi . che quello intórno alqualefir/iuoziono gli orbi de i corpi mo~Se il cétro del dani,cioe de*pianeti, cerìijjìma cofa e, che non la terra,mapikmondo è l'i- tofìoìl Solefitroua collocato nel centro del mondo . Talché

ilo "r toi>quanto a quefìaprima/èmplice,egenerale apprenfione,il luo-

no al quale fi g° di mezoe del Sole, e la terrafitroua tanto remota dal cen-*

nuio'jonoi pia tro, quanto daWìfiejfo Sole .

netUl Sole, e SIA1P. Ma da che argomentate voi, che non la terra, ma il Solenon la terra, e

j}^mi centro defle conuersioni de" pianeti i

e^ . SALV. ' Concludesi da euìdeniiffìme, eperciò necejfariamente con-

cludenti,o/ìeruazioni , delle quali ie più palpabili,per efcluder

la terra da coiai centro , e collocami il Sole , fono il ritrouarsi

n ~ . . tutti ipianeti borapiù vicini, & borapiù lontani dalla terra

dalle quali ficon differenze tanto grandi , che v.gr. Venere lontanijftma si

raccogliete il trouàfei voltepiù remota da noì,che quando eli'e vicinifsima,

Sole, e non la e Marte si inalza quasi otto voltepia in vno , che in vn altroterra effer nel

fiato . Vedete intantofé lArifiot. s ingannò di qualche poco,cetro e e

1e-

.

creder, che e fulTero fempre egualmente remoti da noi.uoluzioni ce- '.../. M „•; ,*..<-*

, . . ,

letti

.

S1MP. Qualipoijono gì indìzi/ , che i mouimenti loro Steno in-

torno al Sole?

SALV. Si argomenta ne ì trepianetifuperiorì , Marte , G'wut~> >

e Saturno, dal trouarsifempre vicmijjìmi alla terra , [quando

fono aWopposizion del Sole, e lontanifsimì quandofono ver-

fo la congiunzione , e quefio auukinamento f & allontana-

mento

Page 335: massimi sistemi del mondo

Del Galileo! 319mento importa tanto, che Marte vicino si vede ben 60. volte £

a mut*f%fr

1 ivi , r . >• ligure in ve*maggiore, che quando e hntamjsimo . Di Venerepoi, e di

n gre arg mé-Mercurio si ha certezza citi rivolgersi intorno al Sole, daino ta il ino moto

si allontanar mai molto da lui 3 e dal veder/egli borfopra, & effer' intorno

bor Cotto, come la mutazion di figure in Venere conclude ne- al Sole.

rn -.^ 1. - <J

i 11 • j. ^• La Luna non

ceratamente , Della Luna e vero , che ella non sipuòm ve- ,fepararg

run modofparar dalla terra per le ragioni 3 chepiù di/tinta- ^\\A tcrr*.

mente nelprogreffo siprodurranno.

$AGR* Io mi afpetio tihauer afentir co/e ancorpiù merauigliofè

dependenti da quefio mouhnento annuo della terra > che non

fonofiate le dependenti dalla conuersione diurna

.

$ALV. Voi non v'ingannatepunto ; perche quanto altoperar il

moto diurno né" corpi cetefii nonfu, nepotette effefaltro , che ,^.oto annim

•!/»• •» /* ••»/* . r » j della terra mtttifarci apparir l vniuerjoprecipito]amenteJcorrer in contra-

fco jant} fi Cqrio ; ma quefto moto lannuomefiolandq/i con i motipartico- j motj de gli

lari di tutti ipianeti,produce moltifsimeftrauaganze>le qua- altri pianeti

li hanno fattoj/n/joraperder la fcherma a tutti i maggiori produce appa

buomini del mondo . Ma ritornando alleprime apprenjìoni renz?

"rau2~

generali, replico che il centro delle cele/ti conuerjìoni de i cin- °

quepianeti, Saturno, Gioue, cMarte, Venere,e Mercurio,e il

Sole; efarà del moto della terra ancora,fé cifuccederà dimet-

terla in Cielo . Quantopoi alla Luna queftaha vn moto cir-

tolare intorno alla terra , dalla quale (come hogià detto) in—j

modo alcuno nonjìpuofeparare,ma nonpero refta ella d'an-

dare intornaal Soletinsieme con la terra eol mouimento an-

nuo .

HMP. Io non refto ancora ben capace di queftaftrutturafeforfc

co 'lfarne vn poco di difegno s intenderà meglio , epiù ageuol-

mente si potrà decorrere intorno ad ejìa .

SALV. E così sia ; anziper voftra maggiorfodisfazione , e mera-uiglia injieme , voglio , che voifuJso la difegniate , e veggiate

come, non credendo d'intenderla, ottimamente la capitele foto

co'l rifponder'alle mie interrogazioni la defcriuerretepuntu-almente . Pigliate dunque vnfoglio, e lefefte; Ejìa quefta—»

carta bianca l'immenfa efpanjìone deììvniuerfo , nella quale

voi bauete a diftribùire , & ordinar lefueparti , conforme a ~R"e&n^

*;

che la ragione vi detterà . Eprima éfsendo,chefenza mio in- vniuerfo dallefegnameto voi teneteperfermo_ la terra efser collocata in que- apparenze .

fto vniwjrfoyperb notale vnpuntò à voftro beneplacitointor-no al quale voi intendete ella efser collocata, è conirafsegnaie-io con qualche cafattere

,

'''

- Sia

Page 336: massimi sistemi del mondo

Jio Dialogo terzoBIM*P. Siaqueftofegnato A. ti luogo delglobo terre/ire.

SALV. Benefta . Sofeconda riamente , che voi fapete beni/fimo},

che efsa terra non e der ro al corpofolare , ne meno a quello

contigua, maper certo Spazio di/tante, eperò afsegnate at So-

le quaXaltro luogopiù vipiace remoto dalla terra a voftro bt*

neplacito, equefto ancora contrafsegn'ate .

&IMP. Becofatto : Sia ti luogo del corpofolare qutftofegnato Q*

SALV. Stabiliti qttefti due , voglio, che penjtamo di accomodarti

corpo di Venere in tal maniera, che lofiato , emouimentofuo

pofsafodisfar'a ciò , che dì eflicì mojtrano lefenfate apparen-

Page 337: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

3 2, i

ze; epero riduceteui a memoria quello,che, òper i difcorfipafi-

fati) òper vo/ireproprie offeruazioni hauete comprefo accade-

re in tale/iella: epoi affìggatele quellofiato,che viparrà con-

ttenirfele .

SIMP, Po/io chefieno vere le apparenze narrate da voi, e che ho

lette ancora nel libretto delle conclufionì, cioè, che talejiella no

fi difcojii mai dal Sole, oltre a certo determinato internatio di

40 . e tantigradi,fi che ellagii mai non arriui non /blamen-te alloppofizion del Sole, ma ne anco al quadrato, ne tampoco

alia/pettofejlilesepiù, che ellafimojìri in vn tempo quafi40. Venere gran-

volte maggiore, che in altro tempo, cioègrandiffìma ,quando diflima verio

fendo retrograda va alla congiunzion vefpertina del Sole , eVefpe"f/n

1"^piccoliffima, quando con mouimento diretto va alla congiun- piccoliffima_»

zion mattutina ; e dipiùfendo vero , che quando ella appar verfo la mat-

grandifsimafi mojiri di figura cornicolata , e quando appar tutina.

piccolifsimafivegga rotondaperfettamente,fendo , dico, vere

totali apparenze, non veggo, chefipojfa sfuggire diaffermare

talejiella raggirarfiin vn cerchio intorno al Sole , poiché tal- Si concluder

cerchio in ninna manierafi pub dire, che abbracci, e dentro di neceflariamé-

fé contenga la terra, ni meno, chefia inferiore al Sole, cioè trate Ve"ei

!

e raS

ejfo, e la terra, ne ancofuperior'al Sole Nonpuò tal cerchio „ ai 5 ]c ,

abbracciar la terraperche Venere verrebbe taluolta alloppofi-

zion del Sole, nonpub effer inferiore , perchè Venere circaiv-na,e laltra cogunzione co'l Solefimostrerebbefalcata; népubejfer Juperiore, perchefi mostrerebbefempre rotonda , né maicornicolata ; e peròper il ricetto di leifegnerò il cerchio QH*intorno al Sole,fenza che egli abbracci la terra

SALV* Accomodata Venere yè bene , chepenfiate a Mercurio, il

quale , comefapete, trattenendo/ifempre intorno al Sole mol-

to meno da luifi allontana, che Venere ;però confiderate qualluogo connenga a/degnargli

*

SIMP. None dubbio, che immitando egli Venere, accomodati^-T]

. „

ma ftanza farà per lui vn minor cerchio dentro a quelio di J ?;U?Jl"™"

wr 1 et 1 ir 1 rr> i 11 r>J

• ' to ai iviercii-Venere, epure intorno al Sole ej/endo maj/ime dellaJua vici- t\o fi concia-nità al Sole, argomento,^ indizio affai concludente la viua- de effer intor-

cità delfuofplendorefopra quello di Venere, e degli altri pia- noal Sole dé-

neti:potremo dunque con tal/ondamentofegnare il fuocer- y 1orbe "1

ch'io, notandolo con li caratteri BG.SALV. Martepoi doue lo metteremo /

SIMP, Marte,perche viene all'oppofizion del Sole, è neceffàrio,

X che

Page 338: massimi sistemi del mondo

M-srte Dccef-

Variamente coprende détro

al fuo orbe la

terra , e anco

iiSoìe*

Matte alPop-polìzion del

Sole lì morirà

feifanta volte

maggiore,che

verlo la con-

giunzione »

Gioite , e Sa-

tiirno circon-

dano effì anco

ra la terra, e']

Sole*

fappreflaméto , e difcolla-

mento de i tre

pianeti fupe-

riori importa

il doppio del-

la diitanza del

Sole-

Pi uerfìtà del

1' apparente-*

grandezza mi

cor' in Satur-

no,che in G io

uè j e in Gio-ue,cheinMarte, e perchè.

Orbe della__»

Luna abbrac-

cia la terrai,

ma no il Sole.

3 2,x Dialogo terzoche colifuo cerchio abbracci la terra; ma veggo, eh*é bifogntù*

per necefità ch'egli abbracci il Sole ancora;imperocchi venen-

do alla congmnzion ctfl Sole ,fe é non gli pajfafe difopri—>>

ma glifufse inferiore, apparirebbe comicolato, comefa Vene-'

pe, e la Luna : ma eglifi moftra fempre rotondo , adunque è

nccefsario , che egli includa dentro alfuo cerchio non meno il

Sole, che la terra „ Eperchè mifornitene, che voi babbiate det-

to, che quandoefo e aU'oppofizion del Sole,fimoftra 60. vol-

te maggiore, che quando e -verfo la congiunzione, parmi , che

molto benefi'accomoderà a qztefte apparenze vn cerchio intor-

no al centro del Sole, e che abbracci la terra, quale io noto

adefsd , e contro/segno DI. doue Marte 'nelpunto D. e vici-

nifsimo alla terra, & ì oppojìo al Sole: ma quando è nelpun-to I. e alla cangimizion col Sole, ma lontani/fimo dalla terra.

E perche Tifieffe apparenze fi ofsentano in Gioue , £r in Sa-

turno,fé ben con afsai minor diuerfìtà in Gioue, che in Mar-te, e con minor"ancora in Saturno, che in Gioue: mipar com-prendere, che molto acconciamentefodisfaremo anco a quejìi

duepianeti, con due cerchipur intorno al Sole, e queflo primaper Giouefegnandolo EL. & vn altrofuperioreper Saturno

- notato FM»SALV. Voifin qui vifeteportato egregiamente . Eperchè (come

vedete) Vapprefsamento, e difcojìamento de' trefuperiori vieti

mifurato dal doppio della dijìanza tra la terra, e l Sole,queJla

fa maggior diuerfìtàm Mar.che in Gioue, per e/sere il cerchio

DI. di Marte, minore del cerchio EL. di Gioue, efimilmente,

perchi quejlo EL. e minore del cerchio FAI. di Saturno , la—>

medefima diuerfìtà e ancor minore in Saturno , che in Gioue;

e cìopuntualmente rifponde all'apparenze . Rejìa bora , che

penfiate di afsegnare il luogo alla Luna .

SIMP. Seguendo l'ijiefso metodo , che mi par concludenti/fimo ,

poiché reggiamo, che la Luna viene alla congiunzione, & al-

l'oppofizione del Sole , e necessario dire , che ilfuo cerchio ab"

bracci la terra, ma non bifgnagià , che egli abbracci il Solt^>t

perche quando ella fufse verfo la congiunzione, nonfi mo-strerebbefidcata, mafempre rotonda , e piena di lume . Oltre

chegià mai non potrebbe ellafarci , comcfpefse voltefà,Veciif-

fe del Sole, con finterporfitra efso, e noi; è dunque necefsario

afsegnarle vn cerchio intorno alla terra, qualfarebbe queflo

N rP.fiche cojììtuita in T. ci apparifea dalla terra A. cógiun-

ta ca'l

Page 339: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 323taco'l Sole, ùndcpofsa talboraeclifsarlo, epofia in N.fiveg*ga oppo/tJ al Sole, & in talefiatopofsa cadere nell'ombra del-

la terra, & ofcurarfi

.

SALV. Hora, chefaremo Sig. Simplicio delle/iellefife l Voglia-

mole por difseminateper gì'immenfi abijji dell'vniuerfo in—»

diuerfe lontananza da qualfiuoglìa determinatopunto; bpufcollocate in vnafupcrficie sfericamente difefa intorno a vnfuo centro'ificbecìafchedunadi lorofia dalmedejìmo centro

egualmente difiante ?

SIMT. Più tofto torrei vnaftrada di mezo ; egli afsegnerei vn*erbe defrìtto intorno a vn determinato centro , e comprefo Situazione

dentro a duefuperficieferiche , cioè vna alùffìma conuefsa, e probabile del

l'altra inferiore , e concaua, tra le quali coftituirei Vinnume- ^ ,

*eJ?TV

rabil moltitudine dellefelle -, mapero in diuerfe altezze,e que- /^~,ajg jasfe-

ftafipotrebbe chiamar la sfera dellvniuerfo continente den- ra dell'viiiue»

tro difigli orbi de ipianeti, già da noi difegnatì

.

fo «

$ALV* adunquegià bauiamo noi Sign. Simp.fin qui ordinati i

corpi mondanigiufto fecondala difribuzion del Copernico ,.

e ciòfi efatto dipropria mano voftra; e dipiù atuttibauete-

voi afsegnati mouimtntipropri/, eccettuatone il Sole,laterray,

e la sferaftellata; O" a Mercurio son Ven. bauete attribuitogli

moto circolare intorno al Sole, seza abbracciar laterraiintor-

no al medefimo Sole,fate /nuouer li treJuperiori, Mar. Gio.e

Saturjomprendédo la terra detro a i cerchi loto, ha Lunapoìnòpub muouerfi in altra maniera,cbe intorno alla terrazzaabbracciar il Sole, epure in quefti moti couenite voi ancora co'l

medefimo Copernico . Rejiano bora da decidere tra il Sole, la ^a qln-

cte jj

terra, eia sferaJleUata tre cofe, cioè la quiete, che apparifce ef- moto annuo,fer della terra-, ti mouimento annuo fiotto il Zodiaco , cheap- & il diurno

parifce effer del Sole ; e il mouimento diurno ,. che apparifce ef- ^ei

.

l0"° 7^"fer della sferaflellata, conparticiparlo a tutto il refio dell'vni- {Sj^S *

S^

uerfo, eccettuatone la terra . Et ejfendo vero, che tuttigli or- firmamento.hi de' pianeti, dico di Mercurio, Venere, Marte, Giouei, e Sa- Di vna» sfera

turno fi muouono intorno al Sole,come centro loro;di ejfo So- mobile,più ra

lepar tantopia ragioneuole, chefiala quiete , che della terra ,S10" 611 *?1 co&

quanto di sfere mobili, epiù ragioneuole,che il centro fìiafer- [\ [uo centro-mo, che alcun altro luogo da ejfo centro remoto ; alla terra-* fìa frabile,chc

àunque,la qualrefia cofiituitain mezo aparti mobili,dico tra q»al fi uoglia

Venere, e Marte, chel'vnafa lafua reuoluzionein noueme- altra ftapar-

fit e l'altro in due annit molto acconciamentefipub attribuire*

X a il.m&

Page 340: massimi sistemi del mondo

£24 Dialogo terzoiìmouimento d

,

vri>

anno,lafciando la quiete al Sole. E quan-do ciò fia yfigue per necejfaria ccnfiguenza , che anco il moto

Dadofi il mo- diurnoJta delia terra; imperocché, fé Bandofermo il Sole , la

to annuo alla terra nofi riuolgejfe infé fìejìa, mafilo hauejfe il moutmentoterra conine- annuo intorno al SoleJl nofiro anno non farebbe altrochévn

anco il diui>giorno? & vna notte, cioefii me/idigiorno, efei mejì di not*

no. te, com'altra volta s'è detto , Vedetepoi quanto acconciamen'

te vien leuato daWvniuerfo ilprecipitofijfimo moto delle 24»

bore, e come lejìellefife , chefono tanti Soli,conforme alno-

Jiro Soìe,godono vnaperpetua quiete . Vedete in oltre quan-ta ageuolezzafitroui in quejioprimo abbozzamento ,per re*

der le ragioni di apparenze tantograndi ne' corpi celejìu

SAGR. Io lafcorgo benijjìmo , maJt cime voi da quejlafimplicità

raccoglietegranprobabilitàper la verità di cotalfiflema,altri

forfèper Voppoftto, nepotrebbefar. contrarie deduzionv,dubi-

tando nonfenza ragione, come ejfendo talcoftituzione anti-

'hijjìma de Pitagorici, e tanto bene accomodata all'apparen-

ze habbiapoi nelprogrefso di migliaia d'anni hauto cosìpochi

feguaci,efiafin da Arijlot. medefimo fiata rifiutata-, e doppo

Viftefso Copernico, vadia continuando neWiftefsafortuna .

8ALV. Se voi Sig, Sagr. vifojle alcuna volta abbattuto,ficoriio

molte, e molte volte incontrato mifono, afentir qualiforte di

Jcempiezze bajlano a render contumace ,&

' imperfuafibile il

vulgo alprejlar Vorecchio , non che Vajfenfo a quefle nouità,

credo, che ajfaiin voiJldiminuirebbe la merauiglia del tro-

-uarfi cosìpochifeguaci ditale opinione,mapocaJlimaper mioparerefi deuefare di ceruelli, a i qualiper confermagli,efijfa*

Difcorfì più , mente ritenergli nell'immobilità della terra, concludenti/fimo)

che puerili ba dimoFlrazione è il vedere, comejlamani nonfaranno a defi-fìanti per nte naf in Costantinopoli, nejìafera a cena nel Giappone , e chelie

iP ^d'

e fon certì-> c^e ^a ierra) comegrauiffìma nonpub montar sufo-

della labilità Pra & ^o/e > epoi a rompicollo calare a baffo , di quefli tali , il

della terra. numero de' quali e infinito, non bifogna tener conto, ne regi-

firar le lorofiiocchezze , e cercar difare acqui/lo d'buomim,nella cui difinizione entrafilo ilgenere, e manca la differen-

za, per hauergliper compagni nette opinionifoitilijfjtme , e de-

lieatijjtme . In oltre qual guadagno crederete voi di poter

malfare con tutte le dimofirazioni del mondo , in ccrue'iìi ta-

to flolidi, che non fonoper fijìefiìbajtsmtiaconofar lelàr

così eftremepazzie / JMa la mia Sig. Sagr. e molto dijfirente

dalla,

Page 341: massimi sistemi del mondo

Del Galileo; }z$dalla voftramerauiglia, voi vi marai/iglt4té yyhe così'pochi

Jianofeguaci della opinione de" 'Pitagorici ;& ìoftupìfco , co-

mefèjta maijln qui trottato alcuno, che Vbabbid abbracciata)

tfeguita : nepoffb a bajìanza ammirare l'eminenza dell'inge- :

gno di qudli, che l'hanno ricevuta* e iìimata vera, & hanno Goffrali qua-con la vivacità dell'intelletto loro fatto forza tale a i propru to fia ìmpro-

fenfi', che habbianopòfutoantepor quello , che il dijc&rfj gli babile i'opi-

dettaua,a quello<,cbe U'fenfate esperienzegli moffì auanóaper- nion ^e* Co*

tijjìmamenie m contrario . Che le ragioni contro alla verti- Peai*g0•

gìne diurna della terra già efaminate da voi habbiaho gran-

difsima apparenza,già l'habbiamo veduto , e Yhauerle rice-

uute per concludent'ifsime i l'olemaici,gli Arijìotelici , e tutti'

i lorfeguaci, è bengrandifsimo argomento della loro efficacia;

ma qudle efperlenze, the apertamente contrariano àlmoui-

mento annuofon ben di tantopiù apparente repugnanza, ehe j a ragione , %( lo torno adire) [non poffò trouar termine alVammirazhn il ciliegio \r\

mia, come habbiapojfuto in Arijìarco , e nel Copernicofar la A nitauco, eJj*

ragion tanta violenza al fenfo , che contro a qmftoeìtu (ì Zianr Pp™ 1 -*

fatta padrona della loro credulità. Hno alféio ma-»

SAOR. Jddunquejìamoper hauere altri contraftigagliardi con- nifeflo.

tro a quedo mouimento annuo ancora\ì

SALV. Siamo', e tanto euidenti, efenfati,.che fiefenf)fuperiore , e

più eccellente de i comuni , e naturali non siaccompagnaua

c:n la ragione, dubitograndemente\, che io ancorafa: eifiato

affai più ritrofo contro al siftema Copernicano, di quello , che

ftaio non fono, doppo chepia chiara lampada, chelaconfueta

mi ha fatto lume .

SAGR. Hor dunq; Sig. Salu. vegnamo , come si dice allefrette ,

eòe ogniparola, che sifpendem ahro mipargettata via-,

SALV. Eccomi afruirui . Già vi ho difegnato laforma delfìfie-

ma Copernicano ; contro alla venta del quale muoueprimaJierifsimo affatto Alarte ifleffb,il quale, quando fujfe vero,che Marte muou«variajfe tanto le fue diflanze dalla terra, che dalla minima al- ^ei"° affako

la mafsima lontananza ci fufse differenza quanto e due voi-c^nt^° a * &&%

te dalla terra al Sole, farebbe ntcejfario,cbe quatzdo e a noi vi-u

" °Pern»

cinij/rmo fi moflraffe ilfuo difeopiudi 60. volte maggiore di

quello , che fi moslra quando e lontani/fimo ; iuttama tal di-

uerjità di apparentegrandezza non cijiforge; anzi nella op-

pofzioneal Sole, quando e vicino alla terra, non fimojìra neanco 4. j. voltepiùgrande,ehe quado vèrfo la congiunzio-

X 3 ne vie-

Page 342: massimi sistemi del mondo

Apparenze di

Venere fi mo»ftrano difeor-

di dal fiitema

Coparnie.

Altra difficili

tà molla da_»Venere cònoal Copernico 8

Venere fccondo il Coper-nico, ò lucida

per fé ftefla., òdi iuftanza tra

fparente.

11 Copernicotace la pòcovariata gran-dezza in Ve-nere, & irwMarte

.

La Luna per-turba affai 1'

ordine [de gli

litri pianeti .

Ìi6 Dialogo terzone viene occultato fotto i raggi del Sole. Altra, e maggior difit-

alitacifagenere, chefégirando intorno al Sole,come affermail Copernico glifufé horafopra , & borafotto , allontanan-àojì, éX apprejfandofia noi , quoto verrebbe ad efkfil diame-tro del cerchio da lei defritto,quandofu]féfotto il Sole , e a-*noi vicini]jlma , doterebbe ilfuo difeo moììrarci/ipoco menodi 40. volte maggiore ; che quando hfuperiore al Sole , vicina

all'altrafua congiunzione,tutta via la differenza e quafìim-percettibile . Aggiugneji vn'altra dijjicultà , che quando il

corpo di Venerejia perfé fìeflo tenebrofo , efoto rifplendd, co-

meta Luna, per rilluminazion del Sole, comepar ragioneuo-

le;quando. ellafi ritrouafotto il Sole dourebbe moBrarcififal-

cata, comèta Luna, quandoparimente elle vicina al Sole : ac-

cidente, che in ieinan apparijce;per lo che il Copernicoprò-

. nunzìbi che eliacofujfe lucidaperfé medefìmajo che lafua 'ma-

. teriafu/se tale. , cheputefse imbeuerfi del lumefolare , e quello

tra/mettereper tutta lafzia profondità,Jìchepotefse mojlrar-

cijìfempre rifplendente;. & in quejio modofuso il Copernico

il non mutarfigura in Venere 5 ma della poco variatagran-dezza di lei non difse cofaveruna, e di Marte afsai meno del

fuo bifogno;credoper non poter afuafodisfazionfaluare vn*apparenza tanto repugnante allafua':pofizione,epurperfuo*fo da tanti altri rincontri ciJì mantenne , e Ihebbe per vera »,

Oltre a quejle cofe,. ilfar che tutti i Pianeti infìeme con la ter-

ra Jìmuouano intorno al Sole , come centro delle lor conuer-

sioni , e che la Lunafolaperturbi cotale ordine , & habbia il

fuo mouimentoproprio intorno alla, terra; e che insieme insie-

me, & efsa, eia terra, e tutta la sfera elementare si muouà in

vrìanno intorno al Sole,par che alteri in gttifa lordincrche lo

renda inuerisimile , efalso . Quefìefon quelle dijfcultà ,_ che

mifanno marauigliare,come AriJìafCo,e il Copemico,che nonpuòefser, che non Ihabbiane ofseruaie,non le hauendopoipo-

tute rifoluert , ad ogni modo habbiano per altri mirabili ri-

feontri confidato tanto in quello,che la ragione gli dettaua,che

pur confidentemente habbiano affermato non poter la ftrut-

tura dell'vniuerfo hauere altraforma, che la da loro dijigna-

ta . Cifonopoi altregrauijjìme, e bellijìime dijjicultà,non co-

li ageuoli da efser rifoluU dagli ingegni mediocri, maperope-

netrate, e dichiarate dal Copernico. , le quali noi rimetteremo

£ìù difotto, doppo che hauenmo rifpojio ad altre opposizioni

di

Page 343: massimi sistemi del mondo

Del Galileo .^

32,7

dì altri, che si mofirano contrarie^ quefiaposizione . Horavenendo alle dichiarazioni, e rìfpqftemlle tré addottegrauijfi- Si rifponde al

meobiezioni,dico,cbe le due prime non folamente non contra- Ie $nJ?e tr^

, r A r1 ;~ r 1 x opposizioni

nano al si/tema Copernicano, magrandemente , (ty ajsoluta- c£„tro aififtt

mente lofattori/cono ;perchè , e Marte , e Venere si moftrano nu Coper.

difeguah afifiefsi, fecondo leproporzioni afegnate; e Venere .

fatto il Sole si moftrafalcata, e vapuntualmente mutadofue

figure nelloftcfso modo, chefa la Luna .

SAGR. Ma coniefiato quefto occulto al Copernico , e manifefio

a boi l

SALV. Qtiejle cofe nonpojfono ejfer comprefifie non colfenfo del*

la vifìa, il quale da natura non e Rato conceduto agli buomi-

ni tantoperfetto, ebefiapotuto arriuare a di/cerner tali diffe-

renze; anzi pur lojìrumenio fìeffo del vedere afe medejimo

reca impedimento; ma doppo che all'età nojìra epiaciuto a Diodi concedere aWbumano ingegno tanto mirabiCinuenzion di

poterperfezionar la nojìra vifia colmultiplicarla^..6.io.20 .

30. e 4.0. volte, infiniti oggetti, che ò per la loro lontananza,

oper la loro efirema piccolezza, ci erano inuifibili,fifono col

mezo del Telefcopio refi vifibilifiimi .

SAGR. Ma Venere, e Marte, nonfono degli oggetti inuìfibìliper-

la lor lontananza, ò piccolezza, anzipur gli comprendiamo

noi coti lafmplice vifìa naturale: pei chi dunque non difìin-

rruiamo noi ledifferenze dellegrandezze , efigure loro .<*

SALV. In quello ci ha gran parte l'impedimento dd nofìro occhio ,\ .

n r? ìi- ti 1 , Kapione on-sre/So, comepur bora vi ho accennato , dal quale gli oggetti ri- ^e aiuicngaJplzndtnti, e lontani non ci vengono rapprefentati

'

Jempiici , e che Venere, e

febietti; ma ce gliporge inghirlandati di raggi auuentizij , e_^ Marte non ci

Stranieri, cosi lunghi, efolti,cheil lor nudo corpicello cifimo- appariicano

Jìra ingrandito io.20.10 0. e mille voltepiù di quello, cb<Lsya'u* 1 £raclc*

cifi rapprefenterebbe, quandofé gli leuaffe il capellizio radio- uiene.

fo nonfuo

.

SAGR. Hora mifouuiene d"hauer letto non so che in quefla ma-teria, non so se nelle lettere solari ,fi nel Saggiatore del nofìro

amico comune, ma non faràfé non bene,fiper ridurlo in me-moria a me, /iper intelligenza del Sig. Simp. cheforfè non havifle tal:fritture, dichiararcipiù diftintamente,come flà que-

fto negozio, la cui cognizionepenfo , ebefia molto neceffaria }

per ben rtjiar capace di quello, che horafi tratta .

SlMjr\ A me veramentegiugne nuouo tutto quello , che dìprese-

ci 4 tevien

Page 344: massimi sistemi del mondo

Operazionidel Telefco-pio reputate-*

Fallacie da i

Peripatetici .

318 Dialogo terzote vienportato dal Sìg. Salu. che per direil vero non ho hautocurio/ita di lègger cotefii libri,né hofin quipreflato moltafedeall'occhiale nuouamete introdotto ; anzifeguendo lepedate degli altri[filofofi Peripatetici miei conforti) ho creduto ejfer fal-lacie, e inganni de i crijlalli quelle , che altri hanno ammirateper operazioni Ftupende : eperò quando iofiafìn quifiato inerrore) mifarà caro d'eterne cauato ; e allettato dall'altre no-uità udite da voifaròpiù attentamente aftntire ilrefto .

SALV. La confidenza) che hanno quefti tali huomini del proprio

loro accorgimento e non menofuor di ragione,di quel chefia

lapocajlima, chefanno delgiudizio altrui; & egran cofa,cbc

fi Rimino atti apotergiudicar meglio d'vn talefrumento se-

za hauerlo maijperimentato, che quelli) che milk) e mille efpe-

rienze ne hannofattet e nefanno ognigiorno . Ma lafciamo

digrazia quefìafirta diperuicaci,chenonfi pojfono ntancotajfare, fenza honorarglipiù , che non meritano . E tornaido al noflropropojito dico, chegli oggetti rifplendenti)òfìa che

il lor lumefirefranga nella humidità)Che èfopra lepupille, o

fi reflettane gli orli delle palpebre,fpargendo i fuoi raggi re-

fieffifopra le mede/imepupille , òfiapur per altra cagione , Jìmojlrano aWocchio noflro circondati di nuoui raggi , e percamaggiori affai di quello, che cifi rapprefenterebbero i corpi lo~

rofpogliati di tali irradiazione; e quejìo ingrandimento fifacon maggiore) e maggiorproporzione,fecondo che tali oggetti

lucidifon minori, e minori ; in quella guifa appunto, cbeJLa

noi fupponejfimo , che il ricrefcimvnto d,é crini ri/plendentì,

fuffe v.g. quattro dita, la qua)[giuntafatta intorno a vn cer-

chio , che haueffe quattro dita di diametro accrefeerebbe noue

volte lafua apparentegrandezza ; mapiù piccoli.. SIMP, Dubito, che voi habbiaie voluto dir tre volte ; perchi ag-

giunto quattro dita di qua , e quattro di là al diametro d'vn

cerchiO)Chefiapur quattro dita,fi viene a triplicar lafua qua-

lità, e non a crefcerla noue volte i

SALV« Vnpoco di Geometria Sign, Simp. E vero, che'ldiametrOt

re r ere/cetre volte , ma lafuperficie , che e quella della quale noi

parliamo, crefee noue volte:perche Sìg. Simp. lefuperficie de i

cerchifonfra di loro , come i quadrati de ilor diametri;^ vacerchio , che habbia quattro dita dfdiametro , ad vn altroché

ne habbia dodici, ha quella proporzione , che ha il quadra-

to di quattro al quadrato7

édi dodici, cioè ? che hai 6. a 144. e

però

: Oggetti ri-

fplendenti fi

móftrano cir-

condati di rag

gì auuentizij.

Ragione perla quale i cor

fi luminofi il

inoltrano in-

granditi tanto

più quanto sa

f erfìciali cre-

feono in pro-

dorzion dupli

cata delle lo-

to linee...

Page 345: massimi sistemi del mondo

Del Galileo.' 31?pero farà maggior di quello none volte, enon trecche fia par

auuertimento al Sig.Simp. Efeguendo atlanti,fé noi aggiu-

gneremo la capellatura medejìma di quattro dita a vn cerchio

ci/e bauejp due dita di diametro folamente , già il diame*

tro della ghirlandafarebbe dieci dita , e lapiazza del cerchio

ali area del nudo corpicellofarebbe come 100. a 4.. chetali fo-

no i quadrati di io. e di 2. l'ingrandimento dunque farebbe

di 2j. volte tanto ; efinalmente le 4. dita di crini aggiunte a

vnpicchi cerchio d'vn dito di diametro ,l'ingrandirebbero Si.

volta: e così continuamente i ricrefeimentififanno con mag-

gior, e maggiorproporzione,fecondo chegli oggetti reali , che

fi' rierefeono,fon minori, e minori .

$AG7{j La dijficultà, che ha datofaiìidio al Sig. Simp. veramen-

te non l'ha dato a me , mafon bene alcune altre cofé , delizi

quali io defidero più chiara intelligenza ; & inparticolare^

vorreiintenderefopra qualfondamento voi affermate,che ta-

le ricrefcimentofiafempre eguale in tuttigli oggetti vifibili.

SALV. Già mifon io inparte dichiarato, mentre ho detto ricrefeer

folamentegli oggetti lucidi , e non gli ofeuri ; bora aggiungo Gl'oggettiil rimanente, che degli oggetti rifplendenti quelli chefon di lu-

qUato fono Jdi

ce più viua, maggiorfanno > epiùforte la rejìeffionefopra la luce più viua,

nofirapupilla; onde moltopiù mojìrano d'ingrandirfi, che i tanto più mo-

manco lucidi; eper non mi dijlenderpiu lungamentefopras j.

tran0 diriere

queflo particolare venghiamo a quello, che la vera Maefira ci

tnfegna . Guardiamo quejiafera, quando l'ariafia benejcu-

rita,la [iella di Gioue; noi la vedremo raggiante affai, e molto

grande;facciamopoi pajiar la vifla nofìra per vn cannello, aancoper vn piccolofpiraglio , chefirignendo ilpugno,& ac- Esperienza fa

co/iandocelo all'occhio lafceremo tra lapalma della mano ,e le^lie

'c

.

m?~.

dita, overamenteper vnforofatto con vnfiottile ago in vna mento nelle_-»

carta, vedremo il difcodel medefimo GioueJpogliato de irag- ftelle, median

gi,ma cosìpiccolo?cbe belogiudicheremo minore anco dellafefi te i raggi au-p

fantefimaparte , di quello che ci apparifee lafuagran fiaccola uentizij

.

veduta con l'occhio libero :potremo doppo riguardare il Cane r meno^delJìella belliffima , e maggior di tutte Valtrefife , la quale all'oc- Qàtìe

ch'io libero fi rapprefenta nongranfatto minor di Gioue; matoltaglipoi nel modo detto la capellatura,fi vedrà ilfuodifco-

così piccolo , che ben non figiudicherà la ventefima parte dìquel di Gioue , anzi chi none di vifia perfettìjfima a gran—»fatica loforgerà ; dalchefipuò ragionevolmente concludere^

ch&

Page 346: massimi sistemi del mondo

Il Sole, eia

Luna ricrefco

no poco.

Mofrran* con

euidente efpe

rienza i corpi

più rifplendé

ti irraggianti

più affai de i

manco lucidi.

Telefcopio ot

timomczoperleuar la capei

latura alle ilei

le.

Altra fecoda

cagione del

poco ricrelci-

mento appare

te di Venere

.

330 Dialogo terzo-che tale (iella , come quella eoe e di vn lumegrandemente piùvitto, che quel di Gioue,fi lafua irradiazione maggiore , che

Gioue lajua : l'irradtazhm poi del òole , e della Luna e comenulla., mediante lagrandi z ra loro, la quale occupaperféfolatantofpazio neìl.occbio y.o/lro , che non lafcia luogoper 1 rag-

gi auuentizif; tal che ì dfchi loro fi veggono tqfi, e terminati.

Potremo a/fcurarci della rnedefl>na verità con vn altra efpe"

rienza da mepiù voltefattà;a///curarci dicotome i corpifple-

denti di lucepiù viuactfi'irraggiano affaipiù che quelli, cì>L~*

fono di lucepiù languida . Io hopiù volte veduto Gioue , e_>

Venere infieme lontani dal Sole 2 $. 3 0.gradi,& ejfendo l'a-

ria affai imbrunita , Venerepareva bene 8. & anco io . volte

maggior di Gioue , mentre pero fi riguardauono con l'occhio

libero;maguardatipoi co'l Telefcopìo il di/co di GioueJifcor-geua veramente maggior quattro,epiù volte di quel di Vene-

re; ma la viuacità dello splendor di Venere, era incomparabil-

mente maggiore della luce languidijjìma di Gioue;il che da al-

tro nonprocedeua, che dall'effer Gioue lontanijfìmo dal Sole,

e da noi, e Venere vicina a noi ,Ò~ al Sole , Dichiarate quefìe

cofe nonfarà diffeile a intender comepojfa ejfer, che Martesquand'e àWoppoJìzion del Sole, eperò vicino a terrafette vol-

te, epiùf che quando e verfola congiunzione, appena cifìmo-

Jlri maggiore 4.0 /. volte in quello fiato,che in quefio,mentre

lo doueremmo vederepiù di 50. volte tanto ; di che lafola ir-

radiazione e caufa ; ebe fé noi lofpoglieremo de i raggi auue-

iizij , lo trouereyno precfamente ingrandito con la debitapro-

porzione:per Iettarglipoi la chioma il Telefcopio e Vvnico, e*Vottimo mezo £il quale ingrandendo ilfuo difeo poo. ò mille

volte, ce lofa veder nudo, e terminato, come quel della Luna,e differente dafé fkeffo nelle duepojìzioni, fecondo la debita—

*

proporzione a capello . In Venerepoi, che nellafua congiun-

zion vefpertina, quando efotto il Solefi dourebbe mofirar

qua/14.0, volte maggiore , che nell'altra congiunzion mattu»

tina , epur non fi vede ne anco raddoppiata; accade, oltre al-

l'effetto della irradiazione, ch'ellefalcata ; e lefue corna oltre

all'efferfottili , riceuono Ultime del Sole obliquamente , epero

affai languido; talchéper ejferpoco, e debile , meno ampia, z~>

viuacefifàla fua irradiazione, che quando fi mofìra a noi

co'lfuo emisferio tutto lucido ; ma pero il Telefcopio aperta-

mente ci mojira lefue coma così terminate 7 e dijìmte , comzmquelle

Page 347: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

331quelle della Luna,e veggonficome di vn cerchiograndi/fimoy

©* aproporzione maggiore quelle qua/i 40. volte delJito rne-

dejhn) difcoyquando efuperioreal Sole neWvltimafeia appa-

rizh/i m.ittutina .

SAG-R. Oh Niccolò Copernico qualgujlofarebbeflato il tuo , nel

veder confi chiare èfperienze confermata quefiaparte del tuo

fi, tema i .

SALV. Si,ma quanto minore lafama dellafublimità delpuò inge-

gno apprejfo agl'intendenti ( mentre fi vede , comepur difsi Copernico

dianzi , tiauer eAi collantemente continuato nel?affermare , Periuaio MiT

r 1 .1 • • .1 t -, r r r • n le ragioni co-Jcorto dalle ragioni, quello di cui lejenjate ejperienze ynostra- tro a j le fenfa„

nano il contrario;cbe io non pojfofinir di fìupire\ch'egli hab- te esperienze.

biapur coftantemente volutoperfifìere in dir, che Veneregiri

intorno al Sole, £r a noifa meglio difei voltepiù lontana—»

vna volta, che vrialtra , epur fempreflmofìri eguale a fi—

»

Jìejfa ,quando ella dourebbe mofirarfi quaranta volte mag-

giore »

SAGR. In Gioue, in Saturnot& in ^Mercuria credopur, chefideuano- veder'ancor le differenze delle lorgrandezze appa-

rentipuntualmente rifpondere alle lor variate lontananze..

SAL V. Ne duefuperiori le ho io precifamete ojferuate qua/i ogni

anno da ventidua anni in qua. : in Mercurio non sipuòfareojferuazione di momentoper non si lafciar egli vedere,fe non Mercun° non

nelle]uè majsime digrefsioni dal Sole,nelle quali lejue difìan- re offeniazio-z.e dalla terrafono infensibilmente difiguali , eperò talidiffe- n j fc

renze inojfèruabili; come anco le mutazioni difigure, che af-

folutamente bifogna, chefeguano,,come in Venere; e quandolo vediamo dourebbe majirarfi infigura di mezo cerchio , co-

mefi Venere ancora nellefue majfime digrefsioni ; ma il fuodi/co e tanto piccolo , elfuo splendore tanto viuace ,per ejfev

r

egli cosi vicino al Sòie, che non bafla la virtù del Telefcopio a ?^ n?"e^ *a

radergli il crine , si che egli apparifca tutto tofato .. Reftaci data j^muoiier

rimuouer quella, chepareuagrandefconueneuolezza nel mo- fila terra ia-

to della terra,cioe che volgendofi tuttiipianeti intorno al Sole torno al Sole,

ella folamente nonfolitaria comegli altri , ma in compagnia non folitaria 3

della Luna infìeme con tutta la sfera elementare andaffe in »

ma-

lr\c?ì

mKZ"

> * 1 e 1 ju, • r r n ir\- n /r gnu della Lllvn anno intorno al Sole; i$ infieme infiemefi mouejje l ijtejja £a d

Luna ogni mefe intorno alla terra. Qui eforza efclamar'vn*altra volta, & e[aitare l 'ammirabilperfpicaciià del CopernuCO),& infìeme compiagner la fua difauuentura}poiché egli no

VIUS

Page 348: massimi sistemi del mondo

Il i Dialogo terzovìzit al nojlro tempo, quando per tor via l'apparente affurdi-

ta del mouimeto in coferua delta terra, e della Luna vediamoGioue, qua/ì -un'altra terra , non in conftrua di vna Luna ,

ma accompagnato da quattro Lune andare intorno al Sole in

12. anni , con tutto quello, chepuò efftr contenuto dentro a,

gli orbi delle quattro (ielle Sttedìcee . /SAGR. Per qual cagione chiamate voi Lune i quattro pianeti

Giornali /

SALV.Tali /ìrapprefentarìellenoacbifìado in Gioue le riguar"

Stelle medi- dajjl; imperocché ejftperfe Beffe fon tencbrofe, e dal Sole rice-

cee fono come nono il lume, il che e manifeflo dalfuo rimaner'eclijfate, qua-cuattro Lune j en iran0 nei cono dell'ombra di Gioue;eperde di effe viefo-

iie

° l n° °ialamHe illuminato l'emisfer:oy:be riguarda ver/o il Sole,a noirche siamo fuor de i loro orbi ,epiu vicini al SoleJlmojìranofempre tutte lucide , ma a chi fu(fé

in Gioue fi mo/lrertbbero

tutte lumìnofe , quando fufero nelle partifuperiorì de i lor

cerchi; ma nelleparti inferiorucioe tra Gioue, el Sole,daGio*

uefìfcorgerebbonfalcate ; & infomrnafarebbero a i Giouia-

li le mutazioni Beffe difigure , che a noi terreflrifà la Luna

.

Vedete bora quanto mirabilmentefi accordano co'Ifi/ìema^*

Copernicano queflre treprime corde}cbe da princìpiopar euan

Jìdijfonanti . \Di quipotrà intanto il Sig. Simp. vedere con

quantaprobabilità sipoffa concludere, che non la terra , ma il

Sole sia nel centro delle comtersioni de ipianeti . E poiché la

terra vien collocata trai corpi mondani , che indubitatamente

si muouono intorno al Sole, cioefopra Mercurio , e Venere , e

/òtto a Saturno , Gioue, e Marte; come parimente nonfariprobabilijjimo, eforfè neceffario concedere, che effa ancora gli

vadia intorno i

SIMP* Quefli accidentifon tanto grandi , e cofpìcuì , che non e

poffìbile, che Tolomeo^gli altrifuoifeguaci non ne babbiano

hauuto cognizione,^ bauendol bauta , epur necejfario , che

babbiano ancor trouaia maniera dì render ditali , e così fen-

fate apparenzefufficiente ragione, & anco affai congrua,e ve*

risimile ,poichéper si lungo tempo eHata riceuuta da tanti , e

Principale tanti.

%°ì° c€ ?jSALV. Voi molto ben di/correte; mafappiate, che ilprincipalefeo-

render ra<no- P° ^e ^Pur^ Afìronomi e il renderjolamente ragione delle ap-

ne deli'appa- parenze ne ì corpi cekjlì , ^r ad ejfe,0 ai mouimenii ddl^»irenze

.

jlelle adattar talijjrutture, e composizioni di cerchi, che i moti

fecondo

Page 349: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 333fecondo quelle calcolati rispondano alle mede/ime apparenze ,

poco curandojìdi ammetter qualche eforbitanza , che infatto

per altri ri/petti bauejfe del difficile . E Vifiejfo Copernicoferi- Copernico re

uè hauer egli né'primifuoifludij refiaurata lafetenza Affra- #aur.° {.'Altro

nomicafopra le medefimefuppofizioni di Tolomeo , e in ma- SSSJ^^?C

mera ricorretti i mouimenti de i pianeti , che molto aggiufla- di Tolomeo

.

tamente rifpondeuano ì computi alVapparenze, e Vapparenze

a i calcoli , tuttauiaperò che fi prendeua feparatamentepia-

neta perpianeta . Mafoggiugne, che nel volerpoi comporre

infieme tutta la Bruttura dellefabbricheparticolari, ne riful-

iaua vn mojìro , £y vna chimera compofta di membra tra di

lorofproporzionatijfime, e del tutto incompatibili;fi che qua-

lunquefifodisfacefe allaparte delVAfironomo puro calcola-

tore; nopero ci era lafodisfazione>e quiete dell'AJlronomofi- Quello , eh©

lofofo . Eperche egli molto ben"intendeua , chefé con ajfunti motte il Co-

falfiin natura fi poteuanfaluar le apparenze celeRi , molto Pe

i

rnic<? f

2"

meglio ciòfifarebbepotuto ottenere dalle verefuppofizioni,fifl-ema

*U°

mejfe a ricercar diligentemente ,fe alcuno tra gli antichi huo-

minifegnalati bauejfe attribuita al mondo altrafiruttura—>,

che la comunemente riceuuta di Tolomeo, e trouando , che al-

cuni Pitagorici haueuano in particolare attribuito alla terra

la conuerfion diurna , & altri il mouimento annuo ancora

,

cominciò a rincontrar con quejle due nuoue fiippofizioni le

apparenze, e leparticolarità de i moti de ipianeti, le quali tut-

te cofe egli baueuaprontamente alle mani , e vedendo il tutto

con mirabil facilità corrifponder con lefueparti, abbraccio

quejla nuoua cofiituzione, & in efiafi quieto .

SJMT. cMa quali eforbitanzefono nella cofiituzione Tolema-ica,che maggiori non nefieno in queiìa Copernicana

.

SALV. Sono in Tolomeo le infermità , e nel Copernico i medica-

menti loro . Eprima non chiameranno tutte lefette deifilo- Sconnenetio-

fofigrandefconueneuolezza, che vn corpo naturalmente mo- lezze•>c

'

ne fo-

bde in girofi muoua irregolarmentefopra ilproprio centro }e "? ney

regolarmente[opra vn altro punto i epur di tali mouimen ti

difformi fono nella fabbrica di Tolomeo , ma nel Copernico

tuttifono equabili intorno alproprio centro . In Tolomeo bi-

fogna ajfgnare a i corpi cele/li mouimenti contrari/ , efar che

tuttifimuouano da Leuante a Ponente,et infieme infieme daPonente verfo Leuante ; che nel CopernicoJon tutte le reuo*

luzion cele/liper vnfol verfo da Occidente in Oriente . dMache

Page 350: massimi sistemi del mondo

Grarrdiflìmo

argomento afauor del Co-pernico è il ri

muouer le fra-

zioni 3 & i re-

greffi da i moci de' pianeti »

Il folo motaannuo della—s-

serra cagiona.

le {grandi ine-

gualità dì mato ne' cinque

pianeti.

Dimorfr-azio*

ne delle ine-

gualità de i 3.

pianeti fupe-

riori dependéti dal moto à-

m:o della,ter-

334. Dialogo terzoche diremo*noi dell'apparente mouimento deipianeti tanta

difforme , che nonfolamente bora vanno veloci , <& borapiùtardi, ma taluolta del tuttofi'fermano;^ anco dopoper mol-

to /pazio ritornano in dietro i per la quale apparenzafalua-

veintroduffe Tolomeograndinimi Epicicli , adattandone vnper vno a ciafcbedunpianeta, con alcune regole di moti inco-

gruenti , li quali tutti con vn/empiici/fimo moto della terra

Jìtolgono via . E non chiamerete voi Sig. SimpL grandii/fi-

mo ajfurdo ,fe nella coBruzion di Tolomeo , doue a c'iafcun

pianeta fono ajfegnatiproprìj orbi, Vvno fuperior'all'altro,

bifognajfe benefpejfo dire , che Marte,cofiituitofopra la sfera

del Sole,calafie tantoché rompendo Vorbefolarefatto a quello

fcendejfey,& alla terrapiù, che il corpofolarefi auukinalfe , epoco appreffofopra ilmedefìmo Jmlfuratamentefi alzajfei Epur queBa, & altre eforbitanze dal.folo, efemplicijffimo mo-mmeto annuo della terra vengono medicate..

$AGM> QueBe Razioni regre/Jì, e direzioni , cbefempre mifon—

*

parfegrandi improbabilità,vorrei io meglio intender'troomL**

procedano nelfijiema Copernicano ..

SALV^ Voi Sig. Sagredo le vedreteproceder talmente , che queBafola coniettura dourebbe ejfer bafìante a chi nonfujfe,più che

proteruo, indifciplinabile , afarloprejlar l'afienfo- a tutto il

rimanente di tal dottrina . Vidic&dunq; che nulla mutatonel mouim£to di Saturno di $osanni, in quel di Giouedi iz*.

m quel diMarte di 2.in quel di. Venere- di ^. mefi, e in. quel di

Mercurio di So. giorni incirca, iLfolo mouimento. annuo del-

la terra tra Marte , e Venere cagiona le apparenti megualità-

né moti di tutte le /. Belle nominate ^ Eperfacile, zpiena in*

tslligenza del tutto ne voglio defcriuer lafuafigura^Ber tan-

tofupponete nel centro O.ejfer collocato il Sole , intorno al

quale noteremo l'orbe defiriito dalla terra col mouimeto an-

nuo HGM.& ilcer'chio defcriiiovgr. da Gioue intorno al

Sole in 12. anni fia queflo bgm. e !nelìa sfera fìellata inten-

diamo il Zodiacoj/us. In olire.neìXorbe annuo della terrapre-

deremo alcuni archi eguali BG.CD.DE'.E'1\FG.GH.HI\.

IK.KE.EM. e nel cerchio di Gioue noteremo altri archipaffati ne* medefimi tempi,ne' quali la terra pajfa ifuoi, chefieno

bc.cd.de.ef.fg.gh.hi.ik.kl.lm. chefaranno a proporzione eia-

fcheduno minor di quelli notati nell'orbe della terra,fi come il

mouimejitodi Giouefolto il Zodiaco epiù tardo dell'annuo ,.

SuppQr

Page 351: massimi sistemi del mondo

Del Galileo :

yxn pz u qa rtt

Hi

Supponendo bora , che quando la terra e in B. Gìouejìa in b»

ci apparirà a noi nel Zodiaco eflere in p. tirando la linea retta

Bbi. Intendafi bora la terra mojfa daCB. in e. e Gioue da b.

in e. nefijìejfo tempo ; ci apparirà Gioue ejfer venuto nel Zo*

diaco

Page 352: massimi sistemi del mondo

Rcgrem* piaIrequéti in Saturno , menoin Gicne , e_^

meno ancora

in Marte , e-*

jperehè

.

Regrefiì di

Venere , e di

Mercurio di-

nioflrati da_j

Apollonio, e

dal Coper„

33$ Dialogo terzodiaco in q. e moffo direttamente,fecondo l'ordine defegnipq,pajfandopoìla terra in D. e Gioue in d.fi vedrà nel Zodìaco

in r. e da E. Gioue arriuato in e. apparirà nel Zodiaco in s.

mojìo purjempre direttamente . Ma cominciandopoi la ter'

ra a interporjìpiù dirittamente tra Gioue, e'I Sole, venuta^*che ellajìa in F. e Gioue in f. ci apparirà in t. già hauer co-

minciato a ritornare apparentemente in dietrofotto il.Zodia-

€0 } & in quel tempo , che la terra baueràpajfato L'arco EF*GioueJìfarà trattenuto dentro a ipunti st. e mojìratojì a noi.

quajifermo, e jlazionario . Venutapoi la terra in G. e Gioue

ing. alioppofizion del Solefi vedrà nel Zodiaco in u. egran-demente ritornato indietro per tuttofano dei Zodiaco tu*

ancorché eglifeguendofempre ilfuo! cor/a vnifòrme fìa ve-

ramente andato innanzi nonfoto, nelfuo cerchio , ma nelZo-

diaco ancora rifpetto al centro, di ejfo Zodiaco , & al Sole in.

quello collocato .. Continuando poi, e la terra , e Gioue i mo«mmenti loro* venuta , chejìa la terra in H. e Gioue in h.fivedrà grandemente tornato indietro nel Zodiaco per tutto

l'ano ux. Venuta la terra ini* e Gioue in il nel Zodiaco fifarà, apparentemente mojfoper il piccolofpazìo. xy* Ò" iui ap-

parivafiazìonarioiQuandopoi confeguentemente la terrafa-rà venuta in K. e Gioue in k.nel Zodiaco haurà pajfato l'ar-

sa yn* con moto diretto-, efeguendo il corfofuo, la terra da L,

vedrà Gioue in L nel punto z*. Efinalmente Gioue in m.fivedrà dalla terra M.pajfato ina, con motopur direttole tut-

ta lafua apparente retrogradazione nel Zodiacofarà quanto

e Parco sySfatta da Gioue mentre, che egli nel,proprio cerchio-

pajfa l'arco\èL e la terra nelfuo l'arco El* E quefìo, chefi e.

detto di Gioue, intendafi di Venere, e di Marte ancora , $2 in

Venere tali regrefiìejftr alquanto piùfrequenti, che in Gioue,.

per ejfer'il motofuo più tardo dì quel di Gioue , fiche la terrai

inpiù breuefpazio di tempo lo raggiugne : in Martepoi fonpiù rariper ejfereilmotofuopiu veloce,cbe quel di Gio. Ondela terrapiù tempofpende in racquiliarto . Qzianto poi a Ven*

& a Mercur^ i cerchi de i qualifon comprefida qtiel della ter-

ra,apparifconopur le lorofiazioni, e regrefiìcagionati non daimotidi quelli,che realmentefien tali, ma dal moto annuo di

ejfa Terra, come acutamente dimofira il Copernico con ApoUIonio 'Pergeo nel Uh. j, dellefue reuoluzioni al Cap. SS'

Voi ve.-

Page 353: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. f0Voi vedete SS. con quanta ageuolezza , e/implìcita il moto an*

nuoy quandofujfe della Urrà , fiaccomoda a render ragione

delle apparenti eforbitanze, chefiojfèruanone imouimenti

de i cinque pianeti, $aturno>Gioue}Martet Venere, e Mercu- Moto anni»

rio, leuandole via tutte, e riducendole a moti equabili , e rego- della tcrra_»

lari . E di quejìo marauigliofo effètto èfiato Niccolò Coper- «tiffimo a re-

nico ilprimo, che ci ha re/a manifefìa la cagione . Ma di vn* ^die™ tfr'rL»!»

altro non men dì quejlo ammirando , e che con nodoforfè di can;e<le i eia*

più difficile fcioglimento firigne l'intelletto humano ad am- que pianeti

.

metter quefia annua conuerjìone , e lafciarla al nojlro globo U Sole ifleflò

terre/Ire, nuoua , &inopinata cornatura cen arreca il Sol<L->n«o <Se*

ffejfo , il quale mofira dì non auer voluto ejfo falò sfuggir j^j^ terra,

Vattefiaziona dì vn-z conclusone tanto in/igne, anzi,come te-

Jiìmonio maggior di ogni eccezione, ci e voluto ejferea parte*

Sentite dunque l'alta, e nuoua marauiglia .

Fùiiprimofeopritore, & o/Jeruatore delle Macchieffòlari,Ji co-

me di tutte l'altre nouìtà ctUlìi , il no/ho academico Lìnceo; e "Cccadcrrn ~

j ' j r qq Linceo ITI»quellefcopers'egli Canno 1610. trouandofiancora alla lettu- mo fCO pr , core

ra delle ^Matematiche ntllo iludio di Padova]; e quivi, & in dell. MacchieVenezia neparto con diuerfljde i qualìalcuni vivono ancora: folari , e di

& vnanno doppo le fece vedere in '7{pma a molti Signori, co-tutte

\a*[

r^n*

me egli afféri[ce nella prima delle fae Uttire al Sig. Marco Vel-n

°il\Q^ fè*!ftro Di-ùviro d'^Augujìa . Ejfofu ilprimo, che contro alle progrellì dell*

opinioni de 1 troppo timidi , e troppo gdoji dell'inalterabilità Academico

del Cielo , affermo tali -iMacchìe cjfcr materie, che in tempi per lungo té-

ir euifiproduceuano, ejìdijfolueuanG : che quanto al luogo, P°ìa

*ftrioal*

erano contigue ai corpo del Sole > e che intorno a quellojì ligi- n j 'fella Maorauanoio vero portate da /l'ifte/Io globofolare, che in fèjlejfochk folari.

circa ilproprio centro nello [pazzo quaffidi vn mefe J? riuol-

geffe,finivano loro conuerfioni; il qual motogiùdicoJzdprin-cipiofa-/ffi dal Sole intorno ad vrìAjfc eretto alpiano dell'E-cLtiica : aitt/o chegli archi deferitti da effe Macchie fopra il

difeo del Sole appariuano aliocchio nofìro lince rette , & al

piano dellEclittica parallele: le quali pero venivano alterate

in parte di alcuni movimenti accidentary , vaganti ,ò' irre-

golari, a 1 quali elkn 1:fonfottopojie , eper i quali tumvliua-

piamente, eJinza ordinealcunofivanno tra di loro mutan-de di (ito , bora accozzando/} molte infieme, horadijfeparan-

dqfit éx alcuna in più diuidendofi, egrandemente mutandofidijigureper lopiù molto Urauaganti . E benché tali ircefa-

T ti mu-

Page 354: massimi sistemi del mondo

3 3 8 Dialogo terzo**' mutazioni alterafferò in parte ilperiodico primario eorfo

dicjfe Macchie, non fecero perì) mutarpenjìero all' Amico no»

Jlrojiche ei credejfe}cht di tali deuiazionifuffe alcuna cagioni

effènziale, eferma , ma continuo di credere , che tutta l'appa-

rente alterazione deriuajffe da quelle accidentale mutazioni:

in quellaguifa appunto , che accaderebbe a chi da lontane re»

gioni ojfiruajfe il moto delle nofìre nugole ; le quali Ji'Scorge-

rebbero muouerfìdi moto velocijjìmo ,grande, e coftantepor-

tate dalla vertigine diurna della terra (quando tal motofu/»fefuo ) in vtnùquatt'boreper cerchiparalleli airEquinozia-

le, maperò alterati inparte da i mouimenti accideniarij cagio»

natigli dai venti , // quali ver/ò diuerfeparti del mondo ca»

Jualmente lefpingono . Occorfe in quejlo tempo, che il Signor

Velferogli mando alcune letterefritte da certofìnto <-Apelle

in materia di queffle Macchie , ricercandolo con injlanza , che

^Macchie ; al che eglifodisfece con tre lettere xmojìrando pri»

ma quantofufero vani ipenffìeri di Apelle; efioprendoglife»

condiariamente leproprie opinioni: conpredirgli apprefo,che

tifolutamente Apelle confìgliatofì meglio col tempo, era per

.venire nellafua opinione,fi comepoifiguì . Eperche parut

gì noBro Academico (ficomeparue anco ad altri intelligenti

delle cofe della natura ) d"auere inuejìigato, e dimojirato nelle:

dette tre lettere,fé non quantoffìpoteua dalla curio/ita huma»

na defiderare, e ricercare, almeno quantofipoteuaper huma»ni difiorfìconfeguire in cotal materia , intermejfeper alcun—*

tempo (occupato in altriJludij) le continuate ojferuazioni , €

filoper compiacere a qualche amico ,faceua fico tal volta al»

cuna ojferuazione allafpezzata:fin che incoiraioffì meco dop»

pò alcuni anni-, ejfendo noi nella mia villa delle Selue, in vns.

dellefilari ^Macchiefolitaria affaigrande, e denfa , inuitati

anco da vna chiariffìma, e continuata ferenità di Cielo ,fife-

cero a. mia richiefla ojferuazioni di tutto il tran/ito di quella f

appuntando diligentemente, fipra la carta i luoghi di giorno

ingiorno nell'ora , che il Soleffttrouaua nel ^JVleridiano ; iy

accortici, come il viaggiofua non era altrimentiper linea ret»

ta, ma alquanto incuruata, venimmo itipenffìero difare altre

o/Jerudzioni di te?npo in tempo: alla quale imprejagagliarda»

manie. cijUmulh vn cornetto , che repentinamente, c^fio in—»:

mente.

Page 355: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 33$Mente alVOfpìte mio, e con taliparole mei conferì

.

Filippo agran confeguenza mipar che cijiapra laftrada. Im- Concetto re-

perocché. Ce l'Alfe intorno al quale si riuoke il Sole non è eret-pentinarnente

*i- 1 --. / • j ;i> tt in- r j- 1 caduto ;n me-

toperpendicolarmetealpiano dell hclitUca,majopra di quel- ^^, p c^lo e inclinato t

come il pur'ora ofieruato pajfaggio incuruato demico Lin-

mi accenna, tal contestura auremo degli fiati del Srie , e della ceo intorno a

terra, quale ne siferma,né si concludente da verun altro rin- *a Eran confe^

tonirononne e sin qui fiata Commini/irata . Io rifuezliato Sutn7a c ie~^.

f _ . n i- r a -\ . -r veniuaappreidafi allapromefaglifeci injtanza, accio apertamente mijco- f a , moto del

prijfe ilfuo concetto . Et egli . Quando il moto annuofìa~~>. le Macchie-*

della Terraper £Eclittica intorno al Sole ; e che il Solefìa co- folari

.

flitulto nel centro di ejfa Eclittica, & in quelloJi volga in/LspM^tazjoni

sìeJfo,non intorno all'Afe di ejfa Eclittica ( chefarebbe l'Afe c icn"|

rl j nei

delmouimento annuo della terra) mafopravno inclinato, mpiiuhéti del-

Jirane mutazioni conuerrà , che a noifi rapprefentino ne i le Macchiti .

mouimenti apparenti delle Macchiefolari,quandò benfi pò- p r

^ue^ute^

ga tale Afe del Soleptrfìiìerperpetuamente , & immutabil- i m™^mente nella medefìma inclinazione , & in vna medefìma di-

^ annuo di-rezione verfo l'ijìejfopunto dell'Vniuerfo . Imperocché cam-. fé della terra.

minandogli intorno ilglobo terre/ire al moto annuo ,primie-

ramente conuerrà, che a noi, portati da quello, ipafaggi del"

le Macchie ben talvolta apparifeanofatti per linee rette , maquejìo due volte l'annofolamente , ex in tutti gli altri tempi

fi migrerannofati:per archifenfbilmenie incuruati. Secon-

dariamente la curuità di tali archiper vna metà dell'anno ci

apparirà inclinata al contrario di quello , chef forgerà nel'

l'altra metà; cioè, perfei mefilconuejfo de gli archijara ver-

fo lapartcfuperiore del difeofilare epergli altri 6.mefì verfol'inferiore. Terzo cominciando ad apparire , eper così dire , anafeere aliocchio nofiro le Macchie dallapartefìnifira del dì-

feofolare,ij andando ad occultarfì, e a tramontare 'nellapar-te delira , i termini Orientali , cioè delleprime \comparite per

fé; mefì ,farannopiù bafjìde i termini ìpppofìi delle occulta-

zioni, eper altri fei mefìaccadevaper l'oppofito, cioè , che na-feendo effe Macchie da punti più eleuati , e da quelli defeen-dttìdo

7 ne i corf loro verranno ad afcónderjì in punii piùbaffi: eper duegiornifoli di tutto Vannofaranno tali termi-ni degli orti, e degli occafì equilibratiidoppo i quali librameneti cominciando pian piano l'inclinazione dei viaggi delizi

Maccbie,e digiornom giornofacendof. maggiorenti tre mefìT 2. giugne-

Page 356: massimi sistemi del mondo

Primo acci-

dente da fcor-

gerfi nel motadell'*-* Mac-chie folan : e

confeguente-mcnte fi efpli

cano tatti gli

«-lai ;

#40 Dialogo terzogiugnerà alla omma obbliquità , edili cominciando a dimì*

nuir/t, in altrettanto tempofiridurrà all'altro equilibrio.

Accaderàper la quarta marauiglia , che ilgiorno della mxffì-

ma obbliquitàfarà l'tslejfo , che quello delpa(faggio fatto perUnea retta , e nel giorno della librazione apparirà Varco del

viaggiopiù che mai incurvato . Negli altri tempipoifecon-

do, che lapendenzafiandrà diminuendo>, e incamminando/i

verfo l'equilibrio> Vincuruazione degli archi de ipajfaggiper

loppofitofiandrà agumentando ..

$AGR. loSign.Saluiati mio conofèo , che l'interr&mperui il di-

feorfo è mala creanza , ma non men cattiua iiimo , che fia il

lafciarui diffonderpiù lungamente inparole,mentre elle ven-gano > come/i dice, buttate al vento: imperocché 3 adirla li'

beramente , io non mi so formar concetto alcuno di/tintopurdi vna delle conclufiani, che hauetepronunziate ; ma perche^

apprefe così ingenerale, & inconfufo mi fi rappre/èntano

tofe diamm rabili confèguenze 3 vorrei pure in qualche ma*niera effernefatto capace .

SALV. Uijìejfo , che accade a voi , auuenne a me ancora , mentre

con nudeparole mifuronportate dal mio ofpite r il quale miageuolopoi l'intelligéza colfigurarmi ilfattofopra vnó"fru-mento materiale , che nonfu altro t che vnaftmplice sfera—* p

feruend.ofi di alcuni de' fuoi cerchi , ma in altro vfo di quello^

al quale comunementefono ordinati . Ora in difetto dello—*

sfera ifuppliro confarne difegni in carta ,fecondo , che bifo-

gnerà .. Epar rapprefentare ilprimo accidente da me propo»

fìo, il qualefa , che ipaffaggi delle Macchie , due volte Van-

nofolamente, poteuano apparirfattiper linee rette sfiguria-

moci quejiopunta O. ejfer centro dell orbe magno , vogliam

4ire dell' Eclittica , eparimente ancora del globo dell' ifiejfo

Sole ; del quale mediante lagran dijia.nza , che e tra ejfo , e la

ferra, pojfiamofuppor noi terreni di vederne la metà 1 per§

deferiueremo quejio cerchio ABC1D. intorno al medeftmo es-

tro O. il quale ci rapprefenti il termine ejiremo , che diuide , $

fepara l'emisferio del Sole a noi apparente dall'altro occulto ,

Eperchè l'occhio nojìra , non meno , cbe'l centro della terra ,

ìintende ejfer nelpiano dell'Eclittica , nel quale eparimente il

sentro del Sole, pero rfe ci rapprejenferemo il corpo solare ef-

ferfegato dal dettopiano , la fazione all'occhio, noflro appari*

$Àvm linea, retta, qualefia la 2?Q23. epojiafopra di ejfo-*

Upet*

Page 357: massimi sistemi del mondo

Del Galileo» 34*U perpendicolare AOC.farà l'^Ajk di efla Editika 3e aei mot-

to annuo delglobo terrefìre . Intendiamo ora ti corpo joì&rs

a A

(finza mutar centro ) riuolgcrf in fefitfo, non già intorno

-aÌI'Afé AOC* { che e Veretto alpiano dell'Eclittica ) ma in-

torno ad vno alqu.ito inghiaio, qual fa qr.ee/Io EOI. ilqua-

le Afcfi'To, &* immutabilefi mantenga perpetuamente nella

mede/ìma inclinazione , e direzione verfo i mede/imi punti

del Firmamento, e deW-vn'merfo . E perche nelle reuoluzioni

delfolarglobo, ciafehedun punto dellafua fuperjicie(trattom

ìpoli ) deferine la circonferenza d'vn cerchio , ò maggiore , ò

minore, fecondo eh 'e'fi'ritratta più b men remoto da effìpoli,

prefo ilpunto j?\ egualmente difiante da quelli, fegniamo il

diametro FOG. che farà perpendicolare aliAffé EI. efaràdiametro del cerchio majjìmo deferitto intorno a ipoli EI.Po-

Jìo ora , che la terra , e noi con lei ,fia in tal luogo dell'Eclitti-

ca, che Perni*ferio del Sole a noiapparente -venga terminato

dal cerchio AB CD. il qualepaffandu ( comeJhnprefì ) per i

poh AC. paffìancoraper li EI. e manifejìo,cht il cerchio maf-

Jìm ; // cui diametro e FG. farà eretto al cerchio ^A'ECD. al

quale eperpendicolare tiraggio, che dall''occhio nofiro cafea—*

Tòpra ti centro 0. onde il mede/imo raggio cad,e nel piano del

cerchio , il cui diametro e FG. e perù la fua circonferenza ci

apparirà vna linea retta }e lifiejfz, che FG.perlo che qualun-

que volta nelpunto F.fuJJe vna Macchia , venendopoi por-tata dallafolar conuerfione, fegnerebbefopra lafuperjìciedel

Sole la circonferenza di quel cerchio , che a 'noi appare vna li-

nea retta . Retto dunque apparirà ilfuo paffaggio . Erettiancora appariranno imouimenti di altre Macchie t le quali

ntWifìeJfa reuoluzione defcriuejfero minor cerchi, per effe?

T % tutti

Page 358: massimi sistemi del mondo

34* Dialogo terzo<- tuttiparalleli al majjìmo , e l'occhio noflropojìo in diffanz*

immenfa da quelli . Orafe voi confidersrete , come , doppo

cbe auràfcorfo la terra infei mejìla metà dell'orbe magno,efi

farà cojìituìta incontro all'emisferio del Sole, cbe ora ci e oc-

à culto ,fi che il terminator dellaparte, che allorfarà vedutafiaVifìejfo cerchio ABCD. chepurpajferàper UpoliEI.inten'

derete , che Vifìejfo accaderà de i viaggi delle Macchie, cioè, che

tutti apparirannofattiper linee rette . JMaperche tale acci-

dente non ha luogo ,fe non quando il terminatorpajfa peri

poli Eli & ejfo ttrminatore di momento in momiìo, median-

te ti moto annuo della terra ,fiva mutando , pero momenta-neo e il Juopaffarper ipoli

fìjjìEI . & in confeguenza mo-

mentaneo e il tempo dell'apparir diritti i moti di ejfe Macchie*

Da quefìo, chefin qui fi e detto , fiviene a comprendere an-

cora, come , ejfendo l'apparizione , eprincipio del moto delizi

Macchie dalla parte F. procedendo verfo G.ipajfaggi loro

fono dallafiniflra, afcendendo verfo la defìra ; ma pofia la

terra nellaparte diametralmente oppofìa, la comparfa delizi

^Macchie intorno a G.farà bene alla finijira del riguardan-

te, ma ilpajfaggiofarà defendente verfo la defìra F. Figu-

riamaci bora la terra ejjerfiiuataper vna quarta lontana dal

prefente fiato , efegniamo in quejì'altrafigura il terminatore

*ATÌC\D. e VAffé, comeprima, -^iC.per il qualepalerebbe il

piano del nofiro Meridiano } nel qualpiana farebbe ancora

l'Afe della reuoluzion del Sole, con ifuoipoli , vno verfo di

noi, cioè nell'Emhferio apparente, il qual polo rapprefelutere-

mo colpunto E. e l'altro cadcrà nel!'Emufìrio occulto , e la

noto I. Inclinando dknq; l'A/fe EI. con lafuperiorparte E.

verfo noi,il cerchio majjìmo defritto dalla conuerfion del So-

lefarà quejio BFDG. la cui metà da noi veduta , cioè BFD.non più ci apparirà vna lìnea retta ,per non effipoU EI.

nella circonferenza ABCD. mafi mofìrerà incuruata , e col

fuo conueffò verfo laparte inferiore C. Et è manifefio , chi^r

Xifìejfo apparirà di tutti i cerchi minoriparalleli al majjìmo

'BFD, Intende/i ancora, che quando la terrafarà diametral-

mente oppofia a quejiofiato,fi che vegga l'altro Emisferio del

Sole, il quale ora è. occulto, vedrà del rmdefimo cerchio majjì-

mo la parte DG\B. incuruata col fuo conuefso verfo la^»

parte fuperiore A. e i corfiì delle Macchie in quejìe cofìi-

tuzÀonifaràno primaper l'arco BFD. epoiper l'altraDGB*ek

Page 359: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 343ek lorprime apparizioni , eVvltime occultazionifatte intona'

no a ipunti BD.faranno equilibrate, e non quelli più, ò me-

no eleuate di quefie.Mafe noiporremo la terra in tal luogè

dell'Eclittica , che ne ilfinitore ABCD. ni il Meridiano AG»

pafi per ipoli deW^Afe EI. comeadeffo vi mojlro difegnan-

dò quejìa terzafigura , doue il Polo apparente E. cafca tra—*

ìarco dei terminatore ^A\B, e lafezaone del ^Meridiano AQ^il diametro del cerchio maf-

fimofarà FOJ. c7 U femi-

cercbio apparente FMG. è

l'occulto GSF. quello incur

uato colfuo coutjfo N.. ver-

_/© laparte inferiore , e que-

Jlo piegato colfuo colmo S,

vtrfo lapartefupcriore del

Sole . Gl'ingre/fi , e Vvfcìte

delle Macchie , cioè i termi-

ni F.G. non faranno libra-

ti , come i pafati BD, maFF .più baffo, e"l G. più al-

toimaben con minor differenza, che nellaprimafigura.L'or*co ancoraFNG.farà imuruato,ma non tanto quanto ilpre-

tedents BFT), onde in tal coflituzione ipafiaggi delle lìlac-

thiefaranno afcendenti dalla partefinifra t, verfo ladefira

G. efarannofattiper linee curuè , Et intendendola terra ef-

fer collocata nel fio diametralmente nppofìo ,fi che l'Emùfe-ria del Soleadeffj occultofia il vedutole dal medefimo finito-re --ABCD. terminato , manifeflamentefìfcorge , cheti cor/o

delle Macchiefar.ì per Varco GCF. cominciando dal puntofubblime G. chepur farà dalla fìnijira del riguardante, &andando a terminare detendendo verfij la de/Ira nel puntoF. Intefo quantofin qui ho efpofìo , non credo

) che refli dififì-

eultà veruna in comprender , come dalpaffare il terminatore

deifolari Emisferiper i Poli della conuerfion del Sole, ò a-*quelli vicino, o lontano nafono tutte le dìuerfità ne gl'appa-

renti viaggi delle Macchie , fi che quanto più ejffiT olif.ì an-

no lontani da ejfo terminatore tanto più i detti viaggi faran-

no incuruati, e meno obbliqui: onde nella mafiima lontanan-

za , che è quando detti Polifono nellafezion del Meridiano,

la airuita e ridotta alfommo , ma fobbliquità al minimofcióh

T 4. all'equi-

Page 360: massimi sistemi del mondo

344 Dialogo terzoall'equilìbrio , eomcdìmofira lafecondafigura. Ali*incontro*

quando i Polifono nel terminatore , come mofìra laprimafi-gura, Vinclinazione e mafiìma , ma la curuità e minima , e ri-

dotta alla rettitudine . Partendo/iti terminator da i Poli,co-

rnincia la curuità afarfifenfibile , con andarfiempre crefeen-

do, e obbliquità, e inclinazionefi vafacendo minore .

Quefiefono lefirauaganti mutazioni, chemidiceua lofpite miot

chefarebbero apparfe di tempo in tempo ne iprogre/fi dell<L->

u74,acchiefolart y tuttauolta , chefufftfiato vero, che il moui-

mento annuofufse della terra , e che il Sole cofiituito nel cen-

tro dell'Eclittica fifufsegirato infé Refsofopra vn'Afe noneretto , ma inclinato alpiano di e/sa Eclittica ..

$AGR. Io re/io afsaì ben capace di quefte confeguenze , e meglio

credo , che meiimprimerò [nellafantafia nell'andark rincon-

trando con accomodar vn globo con tale inclinazione,riguar-

dandolopoi da diuerfe bande . Re/la bora,cbe ci diciate, quel-

lo,cbe dipoifeguì circagìeueti delle immaginate confeguenze^

SALV. Seguinne,cbe continuando noi per molti , e molti mefi a

^y . far diligentijjìme ofseruazioni , notando confomma accura-

che fi offerua- Uzza i pafsaggi di varie Alacchie in diu.erfì tempi dell'anno,,

reno furon_* fi\trouarono gì'euenti puntualmente rifpondere. alle predi-

xifpondéti al- zioni ..

|e predizioni. $AG1{. Signor Simplicio: come que/h , ebedice il Signor Salutati.

fia vero; ( ne già conuienepor dubbio fopra le fue parole ) dì

faldi argomenti , e digran canietture , e difermijfime efperi-

enze baranno bifognoi Tolemaici , e gli Arijlotelici ,per bi-

lanciare, vn'incontro di tantoptfo , efar sì , che la loro opinio-

;Blche il moto ne non^a Ivliimo tracollo ..

annuo attri- SIMP.. Piano Signor mio, ebe forfè voi nonfite ancora doueperbuito alla ter» auuentura vtperfuadcte d'efsere'. peruenuto .. Imperocché iotra rifponda—

»fé ben non mifono interamente impadronito della materia-*

ze deHe^Mac-^el. difiorfo fatia dal Sig. Salmati, non trono che la mia logi-

chiefolari nò ca , mentre riguardo allaforma,.m.infegnì, che tal. maniera

però ne fegue d'argomentare m'induca necejfità veruna di concludere afa-cheperilcon- uqr d.eWipotefi Copernicana , cìoì delia /labilità del Sole neluerfo dal™-

centro delZodiaco , e della mobilità della terra,foito la di lui

Je Macchie-* circonferenza . 'Perche , fé bene e. vtm } che po/ia la tal con-

fi debba infe- nerfion del Sole , eia tal circuizion. della terra,fidebban ne-'

xire il moto cefsariamentefcorger nelle Macchie filari le tali , e tali flra--

?"" ° e er ^e* uaganze. %.nonperù nejeguita r che argomentando per il corir

td&rjOf.,

Page 361: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 34$nerfo, dallofcorgerjì nelleMaccbie taliftrauaganzc ,Jidebba

necefsariamente concludere Interra muouer/iper la circonfe-

renza , e'I Sole efserpolio nel centro del Zjdìaco . Imper occhi

cbima.fìcura, che limili fìrauaganze nonpofsano anco efser

vedute nel Sole mobileper l'Eclittica da gii abitatori della ter-

rafabile nel centro di quella / Se voi non mi dimofìrate pri-

ma , che-di tale apparenza non/ìpqfsa render ragione, quan-

doJìfaccia mobile il Sole, e [labile la terra , io non mi rimoue-rò dalla mia opinion e,e dal credere^ cbe'l Solejìmuoua , e lasterrajìia immobile .

$AGR K Strenuamente siporta il Signor Simplicio ,. e molto acuta-

mente s'oppone, efojìien laparte d'Arijiotile , e di. Tolomeo :

e, sto debbo dire il vero, mipar che la conuerfazione del. Sign*

Saluiati, ancor che siajiata di tempo breue, l'babbia addsjìra-

to a/sai nel di/correr concludentemente . Effètto, che intendo

e/serejìato cagionato in altri ancora . Quanto poi all'inue-

Jìigare , egiudicare , fé delle apparenti eforbitanze ne i moui-

menti delle Macchiefolari sipofea render competente ragio-

ne lanciando la terra immobile > e mantenendo mobile il Sole ,

afpetterò, chelSign. Saluiati ci mamfefìi ilfuo pensiero , che

ben e credibile^he egli v babbiafattofopra rcfiejJìone,e ritrat-

tone quanto in talproposito sipuò produrre .

$ALV. lo ci hopiù voltepenfato , & anco difcorfone con Vamico,

& o/pile mio : e circa quella, che sianoperprodurre i Filofojì-,

egli AJlronomi in mantenimento dell 'antico sijìema ,per vnaparte siamo sicuri , sicuri dico , chei veri, epuri "Peripatetici j • ^{^ridendosi di chi s'impiega in tali , algujìo loro , insipida Peripatetici

fciocchezze,fpaccieranno tutte quejie apparenze per vane il- fi rideranno

lusionide crifìalli : & in quejìa maniera, con pocafatica si li- delle-»- Mac-

bereranno dall'obbligo dipenfarpiù oltre . Quantopoi aiFi- cnlc J e °

lofofi Afìronomi,djppo bauer noi con qualche attenzionefpe- jjj^. muflonicolato ciò che sipotefse addurre in mezo , non habbiamo inue- de crifìalli del

Jligato ripiego, che bajìiperfodisfare vnitamente alcorfo delle Tekfcopio;,

Macchie, t? al difcorfo della mente . Io vi efporrb quello che

si efouuenuto , e voi ne farete quel capitale , che il giudizio

voBro vi detterà .

Pojio che gli apparenti mouimenti delle Macchie folariJìanoquali difoprafi e dichiarato, epojìa la terra immobile nel cenr

ir dell'Eclittica , nella cui circonferenzaJia collocato il cen~

ira del Sole > e necejfario che di tutte le diuerjìtà ehejìfc.orgo^

na'm

Page 362: massimi sistemi del mondo

(Quando la

tèrra fìa immohi Le nei cen-

tro del Zo-diaco bifogna

aceri b u ire al

Sole quattro

mouimenii di-

»er(ì , come lì

dichiara—» al-

hijìgp .

3 4d? Dialogo terzono in ejt mouimenit le cagioni rifeggano in moti che Jtanùnei corpofolcire : il qualeprimieramente conuerrà,cbe in/Ls

Jie/fòfi riuolgaportandofecole Macchie ; le qualifi èfuppo-

fio , anzipur dimojtrato e/sere aderenti allafolarfuperficie ,

Infogneràfecondarmmente dire , che l'Afe dilla Jolar con-

uerjione nonfìaparallelo aliAfe dell'Eclittica, che è quantaa dire , che non fìa erettoperpendicolarmentefopralpianodell'Eclittica

,perche,féfujfe tale, ipafaggidi efse Macchia

ti apparirebberfatti per linee rette, eparallele aliEclittica. Edunque tale Afe inclinato , poiché ipafaggiper lopiù appa-

ri/confatti per linee curue . tiara nel terzo luogo neceffario

dire che ImcUnazion di quejìo Affé nonfiafifia, e riguardan-

te di continuo verfo ti mede/imo punto dell i^niuerfo , anzi

ohe di momento, in momento vadia mutando direzione ;per-

che^quando lapendenza riguardale continuamente verfo Vi-

fìejfo punto , ipàffàggi delle Macchie non cangerebbero già

mai apparenza ; ma retti , o curiti,piegati in su , ò ingiù , of-

fendenti, ò defeendenti, che apparijfero vna volta, tali appa-

rirebberfempre . E forza dunque dire tale Afe ejfer conuer-

tibile ; e talora trouarfìnelpiano del cerchio e/Iremo termina-

tor dellEmisferio apparente , allora dico quando i pajfaggidelle A'Jaccbie apparì/conofattiper linee rette , e più che maipendenti , il che accade due volte lanno : altre voltepoi tro-

uarfì nelpiano del meridiano del riguardante, in modo fate

che Ivno defuoi Policafhi nelfolate Emisferip apparente,c

l'altro nell'occulto ;&amendue lontani da ipunti ejiremi , o

vogliam dire da i Tali d'vn altro Ajfe del Sole , il qualefio—

»

parallelo aliAfe dell'Eclittica'-, ( il qualfecondo Affé conuer-

rà necejfariamenie ajfegnare al Globo del Sole ) lontani dico

tanto quanto importa linclinazione deWiAjfe della reuolu-

zione delle Macchie ; e dipiù che ilpolo cadente nellEmisfe-

rio apparente vna voltafìa nellapartefuperiore , e l'altra^»

nell'inferiore : perchè del cosi accadere neceffario argomento

eme danno ipajfaggi quandofono equìhbrati,e nelle lor maf-

Jìme curuità,hora col conuejfo loro verfo laparte inferiore,^/

altra volta verfo lafuperiore del difeofolate. Eperchè talifìa

tifivano contìnuamete mutado ?facendofì le inclinazioni,e le

incuruazioni or maggiori, &or minori; e talora riducendo/i

quelle all'equilibrioperfetto,e queflt alla perfetta dirittezza,có

ttien necejfariamenieporre VtjieJJò Affé della reuoluzione me-

Jìrua

Page 363: massimi sistemi del mondo

Del Galileo . 3 47Jirua delle Macchie bauere vnafuapropria conuerjioneper la

quale i fuoi 'Poli defcriuano due cerchi intorno a i Polid'vn'

altro Afe, il qualeper ciò conuiene ( come ho detto ) ajfegna-

re al Sole , il fhmdiametro de i quali cerchi rifponda alla qua-

tit.ì dell''inclinazione del medejtmo AJJe . Et e necejfario , che

il tempo delfico periodofia d'vn'anno, auuengache tale è il te-

po, nel qualefi' reBituifcono tutte l'apparenze , ediuerfità ne

iparaggi delle Macchie . E delfarjila conuerjione dì quejìo

CÀjfefopra i Poli dellaltro AJ/e parallelo a quel dell'Eclitti-

ca}e non intorno ad altri punti , nefon manifefìo indìzio le

maffìme inclinazioni, e lemajftme incuruazioni, le qualifonfempre della medejlma grandezza . Talchéfinalmente per

mantener la terraJìabile nel centro ,farà necejfario attribui-

re al -ole due mouimenti intorno alproprio centro,fopra due

differenti Affi, l'vno de i qualifinifca la fua conuerjìone in

vn'anno, e l'altro lafua in manco di vn mefe; il quale ajfun-

to all'intelletto mio si rapprefenta molto duro , e quafiimpoffibile : e quejìo depende dal douerji attribuire allijiejfo corpo

folare du altri mouimeti intorno alla terrafopra diuerfi Af-

fi, defertuendo con l'vno l'Eclittica in vn'anno , e con l'altro

formando fpire , b cerchiparalleli all'Equinoziale vnopergiorno : onde quel terzo mouimento , il qualfi debbe ajfegna-

realglobo del Sole injejiejfo (non parlo di quello quafi me-

fìruo , che conduce le Macchie , ma dico dell'altro , che deue

trasferir l'Afe , & i Poli di quejìo meflruo ) non fi vede ra-

gion nejfunaper la quale ei debbafinire ilfuoperiodopiù to,+

jio in vn'anno, come dependente dal moto annuo per l'Eclit-

tica, che in ventiquattrhore3 come dependente dal moto diur-

no fopra i Poli dell'Equinoziale . So, che quefìo, che dico al

prefente e afsai ofeuro , ma vififarà manifefìo quandopar-leremo del terzo moto annuo afsegnato dal Copernico aìla-~>

terra . Ora quando quelli quattro moti tanto tra di loro in-

congruenti ( li quali tuttiper neceffìtà conuerrebbe attribui-

re all'ijìefso corpo del Sole )Jìpofsano ridurre avnfolo,efem-plìci(fimo afsegnato al Sole [opra vn'Afsenon mai alterabile ,

e ebefenza innouar cofa veruna nei mouimentiper tanti al-

tri rincontri afsegnati alglobo terrejlreji pofs.a così ageuol-

mente faluar tante Brauaganti apparenze nei mouimentidelle Macchiefilari 7par veramente^ che ilpartito nonJìa da.

ncufarji%

Quejla

Page 364: massimi sistemi del mondo

34-8 Dialogo terzoQueslo Signor Simplicio è quantofn'ora èfouuenuto alVamU%

nofìror<& a me dapoterfiprodttrre , in efplicazion di quejia

apparenza , dai Copernicani , e da i Tolemaiciper manteni-

mento dille loro opinioni . Voifalene quel capitale, che ilgiù*

dizio vo/lro viperfu'ade

.

SIMP. Io mi conojci) inabile a potermi intromettere in vna decì-

sone tanto importante . E quanto al concetto mio me nefìa-

ri) neutrale; con ifperanzapero , chejìaper venir tempo , cbt

illuminati dapiù altecontemplazioni , che nonfono quejli

nofin vmani difcorfì, ci debba efsere suelaia la mente , e tolta

via quella caligine, che bora cela tiene ojfufcata .

:SAGR. Ottimo, efanto e il conjìglio, al quale si attiene il Sig. Sim-plicio, e degno d'efser da tutti riceuuto, efeguito, come quello,

che dreriuandodallafommafapienza^efuprema-autoritàfSO-

lo pub con sicurezza efsere abbracciato . Ma per quanto à

permefso dipenetrare -al difcorfo birmano , contenendomi de-

tro a ì termini delle conietture, e delle ragioniprobabili > dirb

bene vnpocopiù refluamente-, che no?ifà il Sign.Simplicio,

non hauerira quantefottigliezze io mai mi habbiafentit<L~>,

incontrato mai cofa di maggior marauiglia al mio intelletto,

riè chepiù grettamente m'babbia allacciata la mente (tratto-

ne le pure Geometriche , & Aritmetiche dimoflrazioni ) di

qtiefle due cometture,prefe l'vna dallefazioni, e retrograda-

zioni de i cinquepianeti , e l'altra da quefìe firauaganze de i

mouimenti delle Macchiefolari : eperche mipare , che elleno)

tantofacilmente , elucidamente rendala vera cagione di ap-

parenze tanto flrauaganti , mojìrarido ^come vn folofemplice

moto , mefcoìaio con tanti altripurfemplici , ma tra di loro

differenti s fenza introdur diffcultà alcuna , anzi con leuar

tuttexpueUe, eh"accompagnano l'altraposizione , vb meco me-

desimo concludendo necefsariamentebifognare,che quelli, che

rejìano contumaci contro a quejìa dottrina fo non habbian »

fen tite fònnn habbian ointefe quejìe tanto manifejlamentii

concludenti ragioni .

SAL V. Io non gli attribuirò titolo ne di concludenti, ne di non—tconcludenti, attefochè , come altre volte ho detto , rintenzio»

mia non è fiata di rifoluer cofa veruna fopra così alta quis-

tione , mafolo diproporre quelle ragioni naturali , &ajlro-nomiche, le qualiper l'vna, eperialtraposizione pofsono dame addursi , lafiando ad altri la determinazione ,- la qual<L->

non

Page 365: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 3 4-?

non dourà in vltimo efser'ambigua, attefoche^nztenendo-vnm

delle due coftituzioni efser nece[saviamente vera , t l'altra nt-

ceIsariamente falfa , impoffibil cofa e, che ( Handùpero trai

termini detfe dottrine bumane) le ragioni addotteper lapar*

te vei a nonfimamfejiino altrettanto concludenti , quanto le

in contrario vane , C inefficaci .

SA S . ì . Sarà dunque tempo,cbe/enfiamo le opposizioni del libret-

to deiU conclusioni^ à difquisiziom che il signor Simplicio bariportata

.

S1MP. Ecco il libro , & ecco illuogo doue l'autore prima breuc~

mente defcrtue Usifìema mondano conforme allaposizion del

Copernico, dicendo terram igitur vna cu Luna,totoq;hocelementari mundo Copernicus,&c.

SALV. Fermate vn poco Signor Simplicio , che mipare , che que-

Jìo autore in quefìoprimo ingrefso si dichiari moltopoca in-

telligente della posizione) la quale egli intraprende a voler con-

futare , mentre dice, che il Copernicofa che la terra insiemecon la Luna va deferiuendo in vn'anno l'orbe magno mom-doji da Oriente, verfo Occidente: cofa, che si come efalfa , &imponibile, cosi nonfu maiprofferita da quello ; ma ben lafaegli andare al con traio, dico da Occidente verfo Oriente , cioè

fecondo l'ordine de ifegni; onde tale apparifeepoi efser il motaannuo del Sole coflituito im n obi le nel centro del Zodiaco.. Ve-dete troppa ardita confidenza di vna. ^Mettersi alla confu-

tazione della dottrina di vn altra » & ignorare ifuoiprimifondamentifopra i quali s'appoggia la maggiore, epiù impor-

tanteparte di tutta lafabrica * Quefìo e vn cattiuo principia

perguadagnarsi credito apprefso il lettore: mafeguitiamopiùauanti .

SJMP. EfplicatoVvniuerfalsifiema , comincia apropor fue in-

Jìanze contro a quefìo mouimenta annuo t e leprimefon que-

Jìe eh' e' pro'ferifce ironicamente^ inderisione del Copernico^

e defuoi flguacifcriuendojcbe in quefta fantafticacoftituzia-

ne del Mondo conuien dirfolenniffimefciocchezze ; cioè, che'l T. •»,

Sole , Venere, e jvtercuriofonfolto, alla terra , e che le mate- certo ]jt>rettariegraui vanno naturalmente all'in sù,e le leggiere all'ingiù: proporte iro-

e che Crifto.noftro Signore, e Redentorefall agli inferi , efeefe nicamente e®

in Cielo, quando s'auukina al Sole ,. e che quando Iofue co- trP a* Copejf?

mando al Sole , che siferma/se, la terra sifermò , ò vero il Solenico*

ùmofse al contrario della ttrrah e che quando il Sole ì in Catf*

Page 366: massimi sistemi del mondo

$$o Dialogo terzo

ero, la terrafeorreper il Capricorno . E che ifegni Iemali

fanno laftate}egli tfìiuah ti verno; e che non Lfitile alla ter-

ra , ma la Urrà alle felle nafee , e tramonta , e che l'Oriente

comincia in Occidente , e l uccidente in Oriente; &'infommache quasi tuttofi corfo del <ShL ondo si travolge • .

SALV. Ogni cofa mipiacefuor che Vhauermefcolaii luoghi della

fieraJcrittura,fempre veneranda , e tremenda^ tra que/te^j»

puerizie purtroppo fcurrdi , e volfutoferire con cofefacro-fante, chiper ifeterzo, e da burlaflofofandò, non afferma ne

nega , mafatti alcuniprefuppoJii,ò ipotefìfamiliarmente ra*

giona .

SIM'P. Veramente hafcandaUzato me ancora , e non poco ; <lj

majjime co'ifoggiugner poi, chefé bene i Copernìcbiflì rifpo-

dono,bencbe affai fìrauoltamente a quejle,ejimili altre ragio-

ni, nonperopotrannofdisfare , e rifpmdere alle cofe, chz^feguono

.

SALV* Quefìèpoipeggio di tutto;perchè mofìra d'hauer cofepiù

efficaci, e concludenti, che le autorità delle Sacre Lettere ; madi grazia rineriamo quejle, epajjiamo a i difcorji naturali,&humani ; anzipure quando e' nonproduca tra le ragioni n a-

turali cofe di migliorfenfo,ehe quejlefin qui addottepotremo

lajciar da banda tutta qutjìa tmprefa,perchè io fìcuramentt

nonfonperfpenderparola in rifponde,re a inezzie così feem-pie : e quello che egli dice , che i Copernicbijii rifpondono a-*

quefìe injìanze èfalfijfimo, néfipuò credere, che huomo alcu-

no/i metteffe a co?i/umar il tempo tanto inutilmente .

SIMP. Concorro io ancora neWijteffo giudizio: però fentiamol'altre infìanze, che egli arrecaper moltopiùgagliarde . Etecco qui, come voi vedete egli con calcoli efaitijjìmi conclude

,

Ponendoli il c]oe quando lorbe magno della terra nel quale il Copernicofòf10

^ n"

110c^e t^afcorr^ *& vrìanno intorno al Sole,fuffe come infenfi-

bifoena , che ^e ri/petto alVimmenfità della sfracellata,fecondo , ebe l'i-

vna itllea fitta fieff° Copernico dice, che bìfognaporlo,conuerrebbe dì necejji-

lìa maggiore fa dire, e confermare, chele Bellefifefajferoptr vnadijian-<ìi tutto 1 orbe za inimmaginabile lotane da noi , e che le minori dì lorofuf-

£n * fero più grandi, che non è tutto l'ifìefo orbe magno, <fc? alcu*

ne altre maggiori affai di tutta la sfera di Saturno ; moli

veramente pur troppo vaile,& incompren/ibiiì;ò" incre-

dibili .

SALV. logia ho veduto vna cofafimileportata da Ticone , con-

tro

Page 367: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

351tro al Copernico, e non è bora, che bo/coperta ìafaliacia, bperdir meglio lefallacie di quefìo difcorfo fabbricato /opra lpo- Argométo 'di

tefifal/ìjfìme,e/òpra vn pronunciato delmedefimo Coperni-to fopra jpoM

to.pnfo da i puoi contraddittori , con vnapun, ualijjìma Jlret- fi ta ife .

tezza, come fanno quei litiganti, chehauenda il torto nel me- Litiganti, che

rito principale della caufa ,fiattaccano a vnafolaparviuzza hanno il rotto

incidentemente prò ferita dalla parte , e su quella Strepitano11 attaccano a

finza prenderJoita : Eper vofirapiu chiara intelligenza^; della parte.-»

bauendo il Copernico dichiarato quelle mirabili confieguenze, detta accidf-

the dcrw.ano dal mouirmto annuo della terra negli altripiai- temente .

neti , cioè le direzioni , e retrogradazioni de i tre fuperiorimparticolare;foggiunfi , che queBa apparente mutazione (ebe

più in Marte, che in Gioue ,per ejkr Giouepiù lontano , e-»

meno ancora in aturno per ejfierpiu totano di Gioue,Jìfior- L'apparentegeud) nellefellefiJfereBaua infienfibile perla loro immtnfia diuerfìtà di

lontananza da noi in comparazion della difianza di Gioue,b moto de i pia-

di Saturno . Quifi leuano su gli auuerfarij di quejìa opinio-j?o

etJ..

rf V?~

ne, eprefa quella nominata infienfbilità del Copernico , come f^eile. iilfe»

preja da lui per cofa , che realmente , & affolutamentefia—»

nulla , e foggiugnendo , che vna Bellafifa anco delle mi-nori epurfènfbile, poiché ella cadefiotto ilfenfo della vifia ,

vengono calcolando , con linteruento di altrifialfi ajfiunti ,,

e concludendo , bifognare in dottrina del Copernico ammet-tere , che vna Beìhfijfa fia maggiore affai , che tutto l'orbe

magno. Ora io per dtficoprir la vanità di tutto quefìo prò- _

grejfo , mofirerò , che dalporre, che vna Bellafissa della fi- fi a jg]]a

Vf"f

Jìagrandezza nonJìa maggior del Sole , fi conclude con di- {fa grandezzamojlrazion veracc,che la dijìanza di efjejìellefisse da noi vie- non fi'a mag-

ne ad efier tanta, che bajìaperfar , che in effe non apparifca—> por ^c} -Sole,,

notabile il mouimento annuo della terra , che ne i pianeti ca- u . .

lta

r j- j~ rr ir • • • v~ • r r•

che nei pianegionaji grandi, iy ojjeruabili variazioni; <&r mjiemepartita-

tj £ gride nelmente mofirerò legranfallacie negli ajfiunti de gli auuerfarij le fìfle refta_*.

del Copernico .come infenlì-

Bprimafuppongo con Vifìefso Copernico, e concordementecon gli auuerfarij , che ilfemediametro dellorbe magno t ch'è. Difianza deila diBan^a della terra al Sole, contenga 1208. fiemidiametri Sole contiene

di ejfia terra . Secondai iamentepongo,con l'affenfirde 'i mede- \z

?f\femid»

fimi, e con la verità,il diametro apparente del Sole nellafua—> Diametro^elmediocre difianza effier circa vn mefogrado,cioè minuti prì- Sole_> me*©.vù 3 Q.cbefono iSQQ.ficQndiiCiQÌiQXooO' terzi • Eperche grado*.

m

Page 368: massimi sistemi del mondo

tìforfhrtfo dì

«rtfa fìifa delia

.prima gran-«ezzàj e d'vna

biella itila

.

Diametro àp-parcce dei vole, tjiLKo tnag

gioie di cpueì

5.'vu* iuia „

©iftanza d'v»

na fiifa ddla(élla gradezza

quanto fìa pòfio la ikltaèf

fer eguale al

Sole.Nelle ftelk-»

fiffe la diuerfi

tà d'afpettò ca

gionata dall'

orbe magno,poco maggio-re della cagio

nata dalla ter

ra nel Sole.

Stella della-»

fella grandez-

za pofta da Ti(Coneje dall'au

tor del libret-

to centofeimi-

lioni di volte

maggiore del

bifogno

.

Computo del

la grandezza

della fifia ri-

fpetto all'or-

be magno.

5'5i Dialogo terzoil diametro apparente a"vnafililafifisa della prima grandez*za non èpiù di $.fiec. cioè 300. ter. ó' il diametro di vna

fi.fi-

fa della (ejlagrandezza j oJer. (e q ut e il ma/fimo errore d<L~*

gli auuerfarij del Copernico) Adi. nque il diametro del Sol*

contiene il diametro d'vna fifa dilla Je/ia grrdezza 2160*volte . Epero quado fipòne/se vnafi/sa dillafeflagrandez-za ejfier realmente eguale al Sole, e non maggiore, ebei il me-

defimo, che dire.quavi dofi allori innaffi il òole tati to, che ilfiua

diametrofi mofìraffe vna delle 21 60. parti di quello , che cifimofira adeffo , la dijìanza fina converrebbe ejhr 2160. volte

fnaggiore di quello, che e bora in effetto, che 't quanto dire , chi

la diiìanza delle fisse dellafifìa grandezzafia 2160. fiemi»

diametri dell'erbe magno . Èperche la diflanza del Sole dalla

terra contiene di comune ajjènfio 1208

'. ficmidiametri di efisa

terra ,ela difìanza dellefisse ( comefi s detto ) 2160. fimi"diametri dell'orbe magno,adunque molto maggiore(cioè qua-

fili doppio ) ì il fimidiametro della terra in comparaziont^*

dell'orbe magri , cbe'l fimidiametro dell'orbe magno in rela-

zione -alia diflanza delia sfera stellata ì eper eie la diuerfiià

di appetto nellefìjfie cagionata dal diametro dell'orbe magnopocopiù ojferuabilepuò ejfier di quella, chefi offèrua nel Sole t

dermante dalfimidiametro della terra .

SAGR. Queftaper ilprimofiatinofa vngran calare .

SALV, Fallo veramentepoi che vna filetta fifa della fiefia gran*dezza-, che al iompuiodi quefìo autore bifognauaper~mante-

nimento del detto del Copernico , chefuffegrande quàto tut-

to Vorbe magno , totporlafidamente eguale al Sole , il quaì

Soleè minore affai della centofieimilionefimaparte di ejfio orbe

fnagrio,,rende la sferajìellata tantogrande , e alta , che bafif&

per rknuouere lwììanzafatta contro ejfio Copernico .

SAGJ\. Fatemi digrazia quello computo ,

SALV. Il computo efacile, ebreuijfimo. Il diametro del Sole ì

vn dici fimidiametro della terra , $T il diametro dell'orbe

magno contiene dei medefimi 241 6.per ditto comune delizi

parti; talché il diametro dell'orbe contiene quel del Sole 220,

volteprofiìmamente; Eperche le sferefono tra di loro , come

i Cubi de i lor diametri , facciamo il Cubo di 220. cbe\

1064S0000. &haueremo Vorbe magno maggior del ScI<l~*

ttntofiejmilioni , e quattrocent'ottantamila volte , al qual or-

ile magno diceva quefi'autore douefefere eguale vna fella

dellafiefiagrandezza . L'erro?

Page 369: massimi sistemi del mondo

Dei Galileo. flf?ÌAGR. Verfdr dunque di cofìoro confijle nelfingannarfi JòraZ

mamente nelprender il diametro apparente dellefiellefife .

^ALV. Cotejlo e l'errore, ma non efolo; e veramente io rejio gran-

dementeammirato , come tanti ^Afironomi , epur di gran-^

nome, qualifono Jiljagrano, Albategno, Tebizio , epiù mo- Inganno

ternamente i Ticoni , i Cla-ui/, & in fomma tutti ipredecef munc di tute»

fon al nojtro accademico,fifien così altamente ingannaii nel^ 1 aitronom»

determinar le grandezze di tutte lefitlle , tantofijfè , quanto SSdczxèiillMobili, trattine i dua luminari}; ne babbiano pojto cura alla fe Hgiie,

irradiazione xiuuentiziajche inganneztolmente le rnoflr-a cen-

to, epiù volte maggiori , che quandoJi veggonofenza crini ;

tnonfipuofcufare quefla loro inauuertenza, perche era in

lorpotefià il vederle a lorpiacimento fenza i -crini , che bajia

guardarle nella lorprima apparizion deliafera , ò vltìma oc- Venere rend*

cultazion dell'aurora; efé non altro Venere , che pure fpejfe mefciifabUe i'

voltefi vede di mezogiorno cosìpiccoia, chebè bifognaaguz- error degli *-

zar la vifia, e chepurpoi nelLifeguente notte comparifee vnafonefd^ternlì

grandiffìmafiaccola, gli doueuafare accorti della lorfallacia , nar i e gfandeache no crederògià che eglino jiimajfcro il vero difeo ejfèr quel- ze delle itelk»

lo, chefìmofira nelleprofonde tenebre, e non quello, che fiforge nell'ambiente luminofo,perche inofiri lumi, che vedu-

ti la notte di lontano apparifcon grandi > e da vicino mofira-

no la lor verafiammella terminata, epiccola,poteuano afuf-ficieuzafargli cauti ,• anzi s'io deuo liberamente dire il mioparere , credo ajfolutanente , che nejfun dicofìoro , ne ancoTiconefìejfo tanto accurato nel maneggiareflrumenti Afiro-

nomici, e che tantograndi, {7 efatti ,fenza rìfpiarmo di fptfc

grandi[[ime nefabbrico,fifieno mejfimai a volerprendere , 9

mfurare l'apparente diametro d'alcun-a /Llla, trattone il So-

ie , e la Luna ; ma penfo, che arbitrariamente, e comefidice aocchio , vno di loro de ipiu antichipronunciale la cofa ejfer

tosi, e che ijeguacipoifenza altro rìfeontro , fé ne fieno fiati

alprimo detto ; che quando alcuno di loro fifujfe applicato al

fame qualche i iprouafifarebbefenza dubbio accorto dell'in-

ganno .

$AG£L Mafé eglino macauano del Tele/copio, e voi digià hauete

detto, ctie l'amico nofiro con taleflrumento e venuto in cogni-

zione della verità, deuono gli altri reilarefeufati^e non accu~

fati di negligenza

.

SALV* Qutjiofeguinbbe, quando senza*ITelefcopio nonfipottfiZ» fé otte-

Page 370: massimi sistemi del mondo

Modo per mi*

furare il dia-

jnetro appa-rente d'vna—

»

iìeUa,.

$ 5 4 Dialogo terzo

fé ottenere V'intento . E vero, che talefirumento.co*l moslraril di/co dellafella nudo, & ingrandito cento, e.mille volte

,

rende l'operazionepiù facile afrai,. mafi pub<anco fenza lo

frumento confeguir,fe ben. non così efattamenteJ'iftejfo , &io più volte, l'ho fatto , e'I modo , che ho'tenuto è. quejìo . Hofatto pendere, vna cordicella verfo qualchejlella,& io mi son

fruito della lira, che nafce tra.Settentrione, e Greco, epoi con

l'apprejfarmi ,e slontanarmi da ejfa corda trapojia tra me , e

lafella, ho trouato ilpojlo, dal quale lagrojfezza della corda

puntualmenteminafconde laJiella:fatto qnefto hoprefo la

lontananza dall'occhio alla.corda, che viene a ejfer'vn de lati,

che comprendon l'angolo, chejìforma nell'occhio , e che infijic

fopra lagrojfezza della corda, e cheìfimile , anzi l'ifiejfo , che

l'angolo, cbe.nella sferaJìellata ìnfijièfopra il diametro della,

Jiella, e dallaproporzione dellagrojfzza della corda alla di'

Jianzadall\Qcchìoallacorda,con ìatauola degliarchi,e corde,

hoimmediatamente, trouata la quantità dell'angolo : vfandoperò la [olita, cautela, che. si ojfevuamel.prendere angoli così

acuti dinonformare il concorfo de. raggi vifuali nel. centro

dell'occhio , doue non vannofé non refratti, ma oltre all'oc»

chio, doue realmente lagrandezza, della,pupillagli manda a»

concorrere..

SAGI^ Capi/co quefla cautela,fében vi h'ovn.non so, ehe. di dub-bio, ma quelchemidàpiufaftidio e , che in quejìa operazione,

quandofifaccia nelle tenbere della notte,,mipar chefi mifuri

il diametro, del difeo irraggiato , e non il.vero,e nudo della-

fella:.

,

$:ALV. Signor nò , perchè la corda nel: coprir* il nudo corpicelh

dellafella, leua.via i capelli, che nonJonfuoi , ma del nojtro *

occhio, dei quali rimanpriuofubito, chefgli nafeonde il ve-

ro di/co; e voi nelfar l'o/Jèruazione vedrete , come inajpetta-

tamente vi si cuopre da vna. fottil cordicella quella affai .

granfiaccola,chepareua non douerfi nascondere,fé non dop-

pò ofiacoloafiai maggiore \per mifurar poi efatttjjìmamentey:

eritrouar quantedi . taligrojfezze di corda entrino nella di-

ftànzà dell'occhio,piglio , nonvn foto diametro della corda,,

ma accoppiando moltipezzi della medefimafopra vna tauola, ,

sì chefi tocchine?,prendo con vncompafso tutto lofpazio oc-

cupato dai $.020. di loro, e coniai mifura rnifuro la lènta*

nanzagtà con altropiùfottilJìlo,prefa dalla corda alconcor*-

fode]

Page 371: massimi sistemi del mondo

Del Galileo r ì$Jfi de' rag&* vìfuali . Econquefta afsaì efatta operazione tro*

no il diametro apparente^'vnrafifsa della primagrandezza ,

fumato comunemente 2. min.pri. <& anco 3. min.pri. da'Ti- Dkmetro «P*

toue nellefue lettere Agronomiche eap.i 67 . non efserpiù di vna ti*' a delia

S .ftc.cbeevna:Mle24.-òdeUe-s6.partidi quello, che #£"™* Sp*ù dì

ban creduto :hor vedetefopraxbeigrauUrrorifoiifondale le cnrHie*

m ; nll.

lor dottrine . kti4tcondi.

JfAGR. Veggo , e comprendo benìfjimo, maprima ,chepafsarpiù

oltre vorreiproporre il dubbio , che mi nafee nel ritrouare il

concorfo de' raggi vifuali oltre ali occhio, quandofi rimirano

oggetti comprejìfùtto angoli molto acutiig e la-dijfUultìmia-j*

procede daiparermi, che tal concorfopofta éfserthorpiù lon-

tano, & bormeno , e quejto non tanto mediante la maggiore,

ò minorgrandezza dell'oggetto , cheJì riguarda , quanto che

nel riguardare oggetti dell'iftifsagrandezza mipare, che'l co-

corfo de* raggi per certo altro rijpetodeuafar/ipiù , e menoremoto dal?occhio .

SALV. Già veggo doue tende laperfpicacità del Sig. Sagr. diligen-

ti/fimo ofseruatore delle cofe della natura , efarei benqualfì-

uogliafcommefsa, che tra mille , che hanno ofseruato ne gatti

ftrigncr/i , & allargar/i afsaijjimo lapupilla dell'occhio, non ^°.T.

G7 ,,,

f*

ve nefono due, neforfè vno, chehabbia ofseruato vnfimilzs %\ llQ ft allar"

ejfcttofar/i dallepupille degli huomini nel guardare, mentre ga , e li rutri-

#7 mezojia molto , poco illuminato , e che nella aperta Inceli gne.

cerchietto della pupilla fidiminuifce afsai;fichend riguarda-

a e il difeo del iole, fi riduce avna piccolezza minore divn—*grano dipanico , che nel mirare oggetti non rifplendenti ,<l~»

dentro a mezo men chiaro fi -allarga allagrandezza di vna\

L,tte, opiu, o infomma quefio allargamento, -eJìrignimenio

Ji diuerjijicapiù ajfai , che in decuplaproporzione : Dal che è

tnamfejto, che quando lapupilla e dilatata molto,* neceffàrio,

eoe l'angolo dd concorfo de raggi fiapiù remoto dall'occhio ;

il rhe accade nel riguardaregli oggettipoco luminoji. Dottri'

nafomminijiratami nuovamente dal òign. Sagr.per la qua-li ,

quando fi habbia afare vn ojferuazione efattijjima , e di

gi dn confcgueììza, venghiamo auuertili a douerfare l'inue- %

fiignizione di tal concorfo nell'atto dell'ijleffia/) di moltojimi-

le operazione ; ma in quéRa per maniféfar l'errore degli

Ajfronomi , non vii ncceffaria tanta accuratezza ; perche,

qua/. do anco afauor dellaparte noifupponeffmo tal concor-

Z z fifarfi

Page 372: massimi sistemi del mondo

Come fi troia,

ladiftanzadelconcorfo de i

raggi della pupilla,

5 5* Dialogo terzofo farfifopra Tifiefa pupilla poco importerebbe , per eferUfallacia loro tantogrande . Non sòSign. Sagr.fe quefio vo-kua ejfere il vofiro motiuo .

SAGR, Quefl'eper appunto, & ho caro , che nonjiajlatùirragio*neuole, come m'ajjìcura Vejfermi incontrato con voi; ma bencon quejia oceafonefentiret volentieri in che modo fipofsa^*inuefitgare la dijianza del concorfo de' raggi vifuali .

;

SALV. Il modo e afsai facile , & e tale . Io piglio duefìrifee di

carta, vna nera, e Valtra bianca , efa la nera largaper la me-tà della bianca: attaccopoi la bianca in vn muro, e lontana-*

da efsaférmo l'altrafopra vna bacchetta, o altrofofiegno ,mdijianza di ij.020. braccia , e allontanandomi da quejiafe-condaper altrettantofpazioper la medejima dirittura,cbiara

co/a e , che in tal lontananza concorrerebbono le linee rette ,

che partendofì da i termini della larghezza della bianca—* >

pajjaffero toccando la larghezza dell'altra Jirifcia pojia—»

inmezo: ondenefeguita y che quando in tal concorfo fi pò»

nefse l'occhio , laJirifcia nera di mezo affonderebbeprecifa-

mente la bianca oppo/ia , quando la vijìa Jifacefse in vnfotpunto: mafé noi troueremo3che l'ejiremità dellaJirifcia bian-

ca apparifeafeoperta ,farà necefario argomento > che non da<vnpuntofola efeono i raggi vifuali; Eperfar che laJirifcia

bianca refi occultata dalla nera}bifognerà auuicinar l'occhio:

accoftatolo dunque tanto , che la strifeia di mezo occupi la rè~

mota, e notato quanto e bifognato auuicinarji ,farà la quan^

tità di tale auuicinamento , mifura certa di quanto il vero co-

corfo de' raggi vifualiJifa remoto dall'occhio in tale opera-

zione, & haueremo dìpiù il diametro della pupilla,-, b vero di

quelforoy onde efeono i raggi vi/uali : imperocché talparto-*

farà egli della larghezza della carta nera, quale la dijianza—»

dal concorfo delle linee , chefiprodujfero per Vejiremità delle

sarte,al luogo,doue flette Vocchio,qttandoprima vedde occul-

tar/ila carta remota dall'intermedia, qual'e dico tal dijianza

della lontananza tra le due carte . Epero, quando voleffimo

con efquifitezza mifurare il diametro apparente d'vna/iella9

fatta Vojferuazione nel modofopradetto bifognerebbefar pa-

ragone del diametro della corda, co7 diametro della pupil-

la; e trouato v.g. il diametro della corda efer quadruplo di

quel dellapupilla , e la dijianza dell'occhio alla corda efèrpep

ejempio 2 e. iraccia } diremo il vero concorfo delle linee prò*.

Page 373: massimi sistemi del mondo

Del Galileo* §$jdotte da i termini del diametro della fletta per igermini dei

diametro della corda andare a concorrerlotane dalla corda—*

40. braccia, che così sarà oJferuata,comeJideue laproporzio-

ne tra la dijìanza della corda al concorfo delle dette linee, eia

diBanza da tal concorfo , el luogo dell'occhio , che debbe effer-•

la mede/ima, che cade trai diametro della corda , eH diametro

della pupilla .

ZAGR, HòintefobeniJ/tmo, eperofentiamo quel che adduce il Si*

gnor Simplicio in dìfefa degli auuerfary del Copernico .

SIMP. Ancorché quello inconueniente majjìmo , e del tutto in"

credibile indotto daquefii auuerfary del CopernicoJìaper il

difeorfo del Sig. Salu. modificato ajfai , non però mipar tolta

via in maniera, che nongli rimanga ancora tanto di vigore „

che basiiper atterrar cotal opinione;perchè ,Jè ho ben capito f

lafomma, & vltima conclusone-, quandojiponete lejiellz^f

dellafejla grandezza ejfergrandi quantoU- Sole ( che pur mepargran co/a a crederjì) tuttauia remerebbe vero \ che torbe

v" magno bauejfe a cagionar nella sfera fìellata mutazione }o

diuerfità tale, qual'è quella , che ilfemidiametro della terra-*

produce nel Sole, chepure ì ojferuabde; onde nonjtfcorgendo

ne vna tale, ne tampoco vna minore nelleJijfe, parmi, che pet

quello il movimento annuo delta terra re/tipur defolato , t-/

diftrut to .

SALV. Voi ben concludere/te Sig. Simp. quando non cifuffe altro >,

da produrper laparte del Copernico; ma moli"altre cofe ci re-

Jlano ancora; e quanto alla replicafatta da voi , nejfuna cofa

ci ojìa, che noi non pojjiamofuppor la lontananza delle fijfe

ejìer ancor molto maggiore di quello, cheJìefatto,e vnijìejfo.,

e chififa altro, che non voglia derogare alleproporzioni am-meffe da i fevuaci di Tolomeo, hifognerà, che ammetta per co-

A"ronomif<»

• j.- rr r io. 1 e n. n * rr • ,r- • uengono cheuenientijjima coja ilpor la sfera stellata ajjaijfmo maggiore jej^ mapOj0rancora di quello, chepur bora habbiamo detto douerfj, ttima- tardàza delle

re : Imperocché conuensdo tuttigli Agronomi, che della mag- cóuerfioni ne

gior tardanza delle conuerfloni de'pianeti , nefìa cagione la «a cagione la

maggioranza delle loro sfere, e cheper ciò Saturnofìapiù tar- Te

a

z||10

j Pjd]do di \jioue, e Gioue del Sole,perche quello ha a deferiuer cer- orbi

.

<hio maggiore di quejto, e quejio di que/faltro, &c* confidera-

do, che saturno v.g. Ialtezza del cui orbe ènoue volte mag-giore , che quella del Sole , e cheper ciò il tempo di vna reztolu-

zaone di Saturno e 30. voltepiù lungo,che quello di vna con-

Z j uerfion

Page 374: massimi sistemi del mondo

3 5 8 Dialogo terzouevjton del Sole, ejfendo che nella dottrina di Tolomeo vneu*eonuerfion della sfera Bellatafifinifia in 36000. anni%doue

quella di Saturnofi'fimi/ce in 30. e quella del Sole in vno ,

argumentando confimileproporzione , e dicendole l'ofbe di

Con altra fu» Saturnoperefierp. volte maggiore dell'orbe del Sole,firiuòl-

porzione pre- ., gè in. tempo 30. volte maggiore,per la ragione euerfa quanto

la da gli aftro douerà ejfergrande quell orbe,che fi'riuolge 36000. voltepiù-

nomi ii calco- tardo £fitrouerà la difianza della sfera Jlellata douere \ejftr

za' deUe "fiffé10800 .femididmetri dell"orbe magno , chefarebbe ; . voltz^*

douere efiere appunto maggiore di quello, chepocofa la calcolammo doue-

10800. femid. :s

reefier quando vnafijfa dellafefiagrandezzafufie quanto e

dell'orbe ma- # Sole, bor vedete quanto minore ancora dourebbe per tal ri-

£™ •.^

fpetto ejfer la diuerfità cagionata in ejfe dal \mouimèto annuo

porzione.!» di \della terra * E quando confimil relazione noi volejfimoar-

Gioue > e di '. gumentar la lontananza della sferaJleUaia da Giouey$fla—»Marte fi troua Marte , quello ce la daneb.be ijooo. e queBo 2700 o*femid*la sfera fìella- dell'orbe magno , cioè ancora maggior quello 7 . e que]to\ 1 2+

più lontana )vo*te ' c^cnm ce^ ^aua la&randez,za della fijfa fuppofia^*eguale al Sole ..

SJMT. fJMipar, che a quefiofipotrebbe rijpondere, cbe'lmoto

della sfera/Iellata si e doppo Tolomeo ojferuaio non ejfer cosi

tardoycomeejfo lofiimò;anzi mipare hauere intefor che l'iftef-

fo Copernico efiato Vojferuatore ..

$ALV° Voi dite beni/fimo, ma nonproducete cofa , che fauorifca

puntola caufa de i Tolemaici, li quali no hano mai recufato il

.: moto dei 3600 o.anni netta sfera Bellataperche tata tardità

lafacejfe troppo vafia, & immenfa, chef talimmenfità nonera da concederliin natura, doueuanoprima che bora negare-

vna conmrfione tanto tarda, che nonpotejfe con buona pro-

porzione adaitarjtjfe non ad vna sfera digrandezza intoir

lerabile ..

SAGR. Digrazia Sig. Saluiati noperdiampiù tempo in proceder

per via di taliproporzioni congente, chefono accomodate adammetter cofefproporzionatifiime, talché ajfolutamete co loro

per queBa Brada non e pojfìbileguadagnar nulla; e qualpiù

Jproporzionataproporzionefipztb immaginare di quella, che

quefii tali trapàjfan , & ammetton0, mentre che fcriuendo

non ci ejferpiù conueniente modo di ordinar le celeBi sfere•>

che'l regolar/icon le diuerfità de' tempi de' periodi loro,, mette-

da digrado ingradonepiù. tard£.,fopra lepia veloci, coBitui-

ta^che.

Page 375: massimi sistemi del mondo

Del Galileo; $~i)ia,che hanno altifiima la sferafieUata , come tardìfftma piadi tutteglie ne coììituifcono vnafuperiore,eper ciò maggiore,

e lafanno muonere in ventiquattr bore}mentre che lafua in"

feriorejì muoue in 36000. anni t Ma di quefìejpropor&io»

nalita, fé neparlò a baftanza ilgiornopacato ,

$ALV* Vorrei Sign. Simp. chefofpefaper vnpoco l'affezione , che

voiportate a ifeguaci delia voslra opinione , mi diceilefince-

ramente,fé voi credetele efifì nella mente loro comprendanoquellagrandezza, che dipoigiudicano non poter per lafua

immenfità attribuirfi all'vniuerfo ;perche io quanto a we_? Grandezze , etredo di nò; e mipare, chefi come neWapprenfion de" numeri, numeri immé

tomefi comincia apajfar quelle migliaia di milioni l'immagi-p re°fu-

,

]-

Cjn

»

nazionficonfonde, nepuòpiùformar concetto,co$ìauumga noltio incei*Ancora neWapprendergrandezze, e diflanze immenfe ,fiche letto,

interuenga al difeorfo effettofilmile a quello, che accade alfen-

fo , che mentre nella nottefrena ioguardo verfo le fìelle,giu-

dico alfenfb la lontananza loro effèr dipoche miglia, ne efiei*

le (Iellefiffepuntopiù remote di Gioue,ò di Saturno,anzipurrie della Luna . ^Mafenza più ; confiderete le controuerfie

pafiate tragli Afironomi, <& ifilofofi Teripatetici ,per cagio-

ne della lontananza delle /Ielle nuoue di Gajfiopea , e del Sa-

gittario, riponendole quelli tra lefiffe, e quefìi credendolepiù

baffe della Luna . Tanto e impotente il noftrofenfoa difiin-

guerc le diftanze grandi dallegrandiffìme,ancortcbe quefte in

fattofilano molte migliaia di volte maggiori di quelle . Ba-nalmente io ti domando,oh buomofiocco : Comprendi tu co

Vimmaginazione quellagrandezza dell'vniuerfo, la quale tu

giudichi poi ejfer troppo vafta i Se la comprendi ; vorrei tu

ftimar, chela tua apprenfionefieftendapitiche la potenza—*

Diuina, vorrai tu dir d'immaginarti cofe maggiori di quelle^

che Diopoffa operare ? Mafie non la comprendi,perche vuoi

r

apportargiudizeo delle cofe da te non capite ì

SIMl\ Qutftì difcorficamminari tutti beni/fimo , e nonfi nega

,

cbe'l Cielo nonpoffa fuperare digrandezza la noftra imma-ginazione, come anco Vbauer potuto Dio crearlo mille volte-»

maggiore di quello, che e ; ma non deuiamo ammettere neffu-'

na cofa effèrftata creata in vano,& effèr oziofa nel vniuerfio;

lìora mentre , che noi vtggiamo quefto bell'ordine dipianeti

difpofti intorno alla terra in diftanzeproporzionate al pro-

durrefopra di quellafuoi effettiper benefizio noftro , a chi-»

Z 4. fine.

Page 376: massimi sistemi del mondo

La natura } eDio fi occu-

pano nella cu-

ra de gli huo-mini come fé

altro non cu-rafseró.

Efempio del-

la cura di Diofopra il gene-

reymano tol-

to dal Sole „

3 6& Dialogo terzofine interpardipoi tra Vorbefupremo di Saturno, e la sfera-J

/iellata vnofpaziq vajiiffimojenza /iella alcunafuperfiuo , e

vanoì^a zhefin&lper comodo, <&, vi,ik di chi i

SALV.. Troppo mipar, che ci arroghiamo Sig. Simp. mentre vo-gUamo , che lafila cura di noijta lopera adequata , & il t$r-

mine, oltre al quale laTZiumafapienza, epotenza niuna al-

tra qofafaccia , q dijponga ;. maio non vorrei, che noi abbre*

uiajfimo tanto lafua mano, ma ci contentammo Ai ejfer cer-

ti) che Iddio, eia natura talmentefioccupa algommo delle

cofe humane , chepiù applicar non ci sipotrebbe,quando altra

eura non hauejfe, che lafila delgenere hzimano ; il che mipa?%e con vrìaccomodatiffimo, enqbili/Jìmo efempiopoter dichia-

rare,prefi dall'operazione del lume del Sole , il quale mentre

attrae quei vapori , ò rifcalda quellapianta ,gli attrae , e la

ri/calda in modo, comefé altro non hauejfe chefare ; anzi nel.

maturar quelgrappolo d*vua,anzipur quelgranellafilo ,vi

fiapplica, chepia efficacemente applicar non vi fi potrebbe rquado il termine di tutti ifuoi affarifujfe lafila maturaziO'

ne di quelgrano. Mora, fi quefìograno riceue dal 5o/c-»

tutto quello , che riceuerfipuò , ne gli viene vjurpato vn—»mìnimo che dal produrre il Sole nelPiJieJfo tempo mille , c->

milValtri effètti$ d'inuidia, difìoltizia farebbe da incolpar

quelgrano, quando e ' credeffe , òchìedejfe ,chenelfuo prìt

Jòlamentefi impiegajfe Vazione de raggi folari . Son certo ,.

che nientefi lafcia indietro dalla dìuinapròuidenza di.quel-

lo , chefi ajpetta algouerno delle cofe humane ; ma che non—*-

pojfano ejfere altre cofe nelEvniuerfi dependenti dall'infini-

ta fua fapienza, non potreiper me jiejfo , per quanto midetta il mio difeorfo accomodarmi a crederlo ; tuttauia—»-

quando pure il fatto fiejfe in altra maniera -, nejfuna re-

mìtenzafarebbe in me , di credere alle ragioni , che da più

alta intelligenza mi venìjfero addotte . In tanto ,quando

mi vien detto, che farebbe inutile evanovnimmenfijpa-zio ìntrapoHo tra gli orbi de i pianeti , e la sfera [iella-

ta priuo di Belle , & oziofi» come anco fuperfua tanta-

immenfità, per ricetto delle fiellefijfe y che fuperi ogni no-

Jìra apprenfione , dico , che è temerità voler far giudice ìl:

nofiro deboliffimo difeorfo delle opere di Dio , e chiamar^

vano, ò fuperfluo, tutto quello dell vniuerfo ,, chenonfer-,

uè per noi*

Dite

Page 377: massimi sistemi del mondo

Del Galileo! jtfi

SÀGI^ Dite ture, e credo, che direte meglio , che noi non fappia~

mo f cbe/erua per noi, fàioflimo vna delle maggiori cirro- E j>ran temr-

ganze, anzipazzie , che introdurflx

po/fano, il dire , perch'ionta

.

al

,phl*"

non so a quel cbemiferua Gioue, b Saturno , adunque que- uerfa flj-pfluo

flifonfuper'fluì, anzinon fono in natura ; mentre che, oh tutto quello

,

flolti/Jìmo huomo , io non so ne anco a quel che miferuanole che non inté-

arterie , le cartilagini , la milza, b ilfeie , anzinèfaprei d'ha' diamo efler

nere ilfele , la milza, ò i reni,fé in molti cadaueri tagliati no ° ^ noi*

mifu/feroflati moftrati ; & altbora/blamente potrei inten-

der quella^ che operi in me la milza , quando ella mi fujfe Ie-

ttata . Per intender quali cofe operi in me queflo , b quel cor- ^.If"?pò celefle (già che tuvuoi,cbe ogni loro*operazionefiaindriz-

qJ,ajche ftella

xata a noi ) bifognerebbe per qualche tempo rimuover quel g potrebbe-»

tal corpo; e quell'effètto, ch'iofentijfimancare in me, dire, che venire in co-

dependeua da quella fletta. Dipiù chi vorràdire , che lojpa- gmzione-» di

zio, che cofioro chiamano troppo vaflo, & inutile tra Satur- .? f ; «of.no, eie Rettefijfefiapriuo d'altri corpi mondamiforfèperche

"

non gli vediamo?adunque i quattropianeti Medicei, e i com<*

pagnì di Saturno vennero in Cielo , quando noi cominciami ~

mo a vedergli , e nonprima ? e così le olire innumerabiliflette ~oKox!o <Sfcztz

jijfe non vi erano auanti, chegli huomini le vede/fero i le ne- fn fcielo irtai-

bulofe eranoprimafolamentepiazzette albicanti, ma poi noi fibilia noi

.

to'I Telefcopio Xhauiamo fatte diuentare drappelli di moliti*

flette lucide, e beUiJJìme . Profuntuofa , anzi temeraria igno-

ranza degli huomini

.

SALV. Non occorre SigSagt .diftenderfipiù in quefìe infruttuo*

fé efager•azioni ifeguitiamo il noftro inflituto , che e di efami'

nave i momenti delle ragioni portate dall'vna , e dall'altra

parte,fenza determinar cofa alcuna, rimettendonepoi ilgiù*

dizio a chi nefapiù di noi; e tornando su i noflri difcorfi na-

turali, & humani,dico, che quefio grande, piccolo, immenjò f C

minimo,&c .fon termini non a]foluti,ma relatiuiji che là me- e

defima cofaparagonata a diuerfe , potrà bora chiamarfiim- °

menfa , etal'borainfenfibile , non chepiccola . Stante queflo

io domando in relazione a chi la sfera /tettata del Coperni-

co si può chiamare tròppo vafta ; quefta per mìo parerti*

non pub paragonarfl , ne dirfl tale, fé noi in relazione-*

a qualche altra co/a del medeflmo genere ; hor pigliamo

la minima del medeflmo genere , che farà l'orbe luna--

ff j, e fé l'orbe ftellato fi deue Jèntenziare per troppo

vaftOy

Page 378: massimi sistemi del mondo

Vanita del di

icorfo di quel

li , che giudi-

cano la sfera

ilellata trop-

po vaila nella

pofizion—» del

Copernico.

362, Dialogo terzovafio, ri/petto a quel delia Luna ogn altragrandezza, che t$

Jtmile , ò maggiorproporzione ecceda vn*altra del medefimbgenere , donerà dirfi troppo va/la,& ancoper quetta-ragione

negarfi, che ellafi'ritroui almondo , e cosigli Elefanti , e 1<l*

Balene , farannofenz'altra chimere , e poetiche immagina*

zioni,perche quelli , comi frappo vafliin relazione allefor*

miche , le qualifoxo animati tcrrefiri , e quelle rifpctto allt-*

fpillancole, che fonopefci? c veggonftdificuro effere in rerumnatura ,/arebbono troppofinifurati ,

perche afiòlutamentt^»

VElefante , e la *£alenafuperano laformica , e lafpillaneolacon affai maggiorproporzione , che nonfa la sfera fìellatz-*

quella della Luna sfigurandoci noi detta sfera tantograndefquantobafiaperaccomodarfialfifiema Copernicano; dipiaquanto $ grande la sfera di Gioue, quanto quella di Saturno,

ajfgnateper recettacolo divnafiellafola\, e benpìccola , ;#_-»

comparazionedi vnafijfa ì cerio], cheféa ciafeunafifiafi do»

uejfe confegnarperfuo ricetto talparte dellofpazìo modano f

bisognerebbefar l'orbe douefìanzia Vìnnumerabil moliitudi*

ne di quelle molte., e molte migliaia di volte maggiore di quel-

lo, chebaflaptr il bifogno del Copernico . In oltre non cbia~

mate voi vna Bellafifsa piccolijfima , dico anco dellepiù ap-

parenti, non che di queUe,chefuggono la noflra vifia;e le chia-

miamo così in comparazione dellofpazio circonfufo 5 Hora f

quando tutta la sfera fìellatafufse vn corpofolo rijplendente

chi è che non capifea , che nellofpazìo infinito fipuò afsegna*re vna diftanza tantogrande , dalla quale tale sfera lucida-*

apparifie cosìpiccola, &anco minore di quefto, che dalla ter*

ra cipareade/so vnaftellajìfsal dì lì dunquegiudicheremmoalìhora piccola quella medefima cofa , che bora di qui cbia*

miamo fmifuratamentegrande ,

li quanto vna SAGB. Grandìjjìma miparl'inezzia di coloro , che vorrebbero,

fola ilelia. che Iddio hauejsefatto Vvniuerfopiùproporzionato allapic-

cola capacità del lor difeorfo , cbeaWimmenfa , anzi infinita

fuapotenza .

SIMP. Tutto quefto, che voi dite va, bene 1

; ma quellofopra di che

lapartefà inftanza, e Vhauerea concederebbe vnaftéllafifsababbiaad efser nonpure eguale, ma tanto maggiore del Sole,

chepure amenduefono corpiparticolarifituatidentro all'or-

be[iellato: E benparmì, che molto aprqpofito interroghi que-

ffautore , e domandi» A chefine, & a benefizio di chi fonamacchine.

Xo fpazìo affé

gnato per vnafifià è moltominore-* di

quello d'va-»

pianeta ,

Vna ftella fi

chiama picco-

la rifpetto al-

la grandezza

dello fpazio,

che la circon-

da-Tutta la sfera

ilellata da 16-

tananza gran-

de potrebbe.-»

apparir picco

Page 379: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 363 /n macchine tanto vafte i prodotte forfè per la terra, cioè pervn Inftan*e &e

}?*;....„/•//- ,

r 7\ J J r .-V> A r /* autor del li-»> piccolij/imopunto? eperche tanta remote,acaoccbe apparijca- eretto per in-» »o tantine, e niente afsolutamentepofsano operare in terra ? terrogazioni .

»> tf cbepropojìto vnajpropojitata immenfa voragine tra efse, e

t> Saturno ìfrufratoriefino tutte quelle co/e , che da ragioni

•> probabili non fonfoftenute .

SALV. JDairinterrogazioniychefà queft'huomo, mipar chefpòf R pofte auefa raccorre , che quando si lafciftare il Cielo , lefelle , e le di- interrogazio-

ftanz£ della quantità , egrandezze, ch'egli ha sin"bora credu- ni dell' autor

to C benché nifsuna comprensivigrandezza egli già mai non del libretto »

fé ne sia sicuramentefigurata ) eipenetri benifsimo, e refi ca-

pace de i benefizi} y che da efseprouengano fopra la terra , la

quale nonpiù sia vna cofetta minima,ne che efse sienpiu tan-

to remote, che apparifcano così piccoline , ma tanto grandiquanto baftaperpotere operare in terra ; e che la diftanza tra

effe, e Saturnofa proporzionata beni/Emo , e che ej^li di tutte T r , . ..M a ri ir-r

1 7 / -i- • • j 11 r ;L'autor del h

quejte coje habbia moltoprobabili ragioni;delle quali ne haue-t,rett0 fi e0iv.

rei volentierifentito qualcuna;ma ilvedere> che egli in quefte fonder e fi có-

pocbeparoleji confonde^ficontraddice, mifa credere ch'enfia tradice nelle

moltopenuriofo , efearfo di quefìeprobabili ragioni % e chts *\ie interroga-

quelle, ebeei chiama ragioni,fienopiù tojlofallacie, anziom-Z10ni "

tre di vane immaginazioni . Imperocché io domando ade(Io _ir a- in- * r ^ i ± * Interrogazio-a lui ,Je quejti corpi cekjtt operano veramenteJopra la terra,

ni £atce |ji>att.

eféper tale effèttofonofatiprodotti delle tali, e taligrandez- tor del libret-

te,& in tali, e tali difanze dijpofii, bpure,fé non hanno,che to,eon le qua-

dre con le cofeterrene.Senon han chefare con la terra;feioc- J* *Lmo?r5*t

ebezzagrande è il voler noi terreni effer1

arbitri dellegradez-j

nefncacia cie*

Z£ > e regolatori delle loro locali difpofiziom , mentrefìamoignoranti/fimi di tutti i loro affari, e interefjì; mafé dirà , che

operano , e che a quejlofinefìano indrizzati, viene ad affer-

mare quello > cheper vn 'altro verfo egli medefimo nega , & alaudar quello , che pur bora ha dannato , mentre diceua che i

corpi celefli locati in tanta lontananza > che dalla terra appa-

rifean fantini, non pojfono in lei operar cofa alcuna, jMar

buomomio r nella sferaftellata già[ftabilita nella diftanza che

ellafitroua, e che da voi vien giudicataper benproporziona-

ta pergìinfiuffiin quefte cofe terrene ; moltifpmefelle appa-

rifono piccoliffime, e cento volte tante ve nefono del tutto a-

noi inuifibili ( che e vn'apparire ancor minori, che tantino}

adunque bifogna che voi ( contradicendo a voi medefimo }neghiate

Page 380: massimi sistemi del mondo

Che gli ogget

-ti lontani ap-

parivano pic-

coli è difetto

dell' occhio ,

come fi dimo-ftra.

Ticoncò fuoi

aderenti nonhanno tentato

di vedere , fé

nel Fir-memé-

to fia apparé-

za alcuna con

tro, ò in fauo-

re del motoannuo

.

364 Dialogo terzoneghiate bora la loro operazione in terra; b vero,cbe (contri.dicendopure a voi fìejfo ) concediate , che l'apparir iantine ,

-non detrae della loro operazione; bfiveramente(e queftafaràpiàjìncera, e modefìa concezione) concediate , e liberamente

confettate, cbè',1giudicar nojìro circa le lorograndezze , e di-

Jianzejia vna vanità ,per non dirprò/unzione ,ò temerità •

S1MP. Veramente veddi ancor iofubito,nel legger quefìo luogo,

la contradizion manifefìa , nel dir che lejtelle (per così dire )del Copernico apparendo tantopkcoline nonpotrebbero ope-

rare in terrai noJiaccorgere d'hauer coceduto l'azioneJòprsla terra a quelle di Tolomeo, efue., che appari/cono nonpurfantine , mafono la maggiorparte inuifibili

.

SALV* ìlMà vengo ad vn altro punto yfopra chefondamentodi-te egli, che leJielle apparifeano tosipiccole ìforfèperchè tali le

veggiamo noiìe nonfa egli,che quefìo viene dalloJìrumento,

che noi adoperiamo in riguar'darle., cioè dall'occhio nqftrot

e che ciòfia vero , mutandojìrumento le vedremo maggiori, e

maggioriquanto nepiacerà ;*chi sa che alla terratche le rimi'

rafenza occhi , elle nonfi mofìrinograndiffìme , e quali real-

mente ellefono i dMa è tempo, che tafdate quefie leggerezza

venghiamo a cofe dipia momento % epero hauendo iogià di»

mofìrato quefie due cofe : prima quanto bafiipor lontano il

Firmamento ,fi che in lui il diametro dellorbe magno non—»faccia maggior dìuerfità di quella^ chefà l'orbe terrefire nella,

lontananza del Sole; epoi dimojlmtoparimente , come,per

far che vhafìeUa delFirmamento ci apparifea dellagrandez-

za, che noi la veggiamo,no ì neceffarioporla maggiore del So-

le : vorreiJaper,fé Ticone , b alcuno de"fuoi aderenti ha ten-

tato mai di inuefìigare in qualche modo , fé nella sferafalla-

tafifeorga veruna apparenza,per la qualefipojfapiù refoUi-

tamente negare, b ammettere il moto annuo della terra»

IGR. loper loro rifpondereidinb, né tanpoco hauerne bauuto

bìfogno ; già che il Copernico fìejfo è , che dice tal diuerfità novi ejfere :ed ejji, argomentando ad hominem , glie l'ammet-

tono ; efopra quefìo ajfunto mojìrano l'improbabilità , che ne

fegue, cioè, chefarebbe neceffariofar la sfera tanto immenfa 9

che vna (iellafifaper apparircigrande,come ci apparifce,co&+

uerrebbe, che in realtàfufé vna mole così immenfa , che ecce-

dere lagrandezza di tutto l'orbe magno zcofa che èpoi , come

ejfì dicono, del tutto incredibile .;

lofon

Page 381: massimi sistemi del mondo

Dei Galileo 7 3^SALV. lofon del mede/imoparere, e credo appunto, ch'egli argo*

mentino contro all'buomo , piùper difefa d'vrìaltro buomo 9

cbeper brama di venire in cognizion del vero ; e nonfolame-

tt non credo , chealcun di lorofifta applicato alfar tal'offer- Aftronoitti

nazione, ma nonfonficuro ancora ,fé alcuno di ejfìfappia~~» forfè non nari

quale diuerjìtà doueffepròdur nellejìffe il mouimento annuo no auuertito

della terra, quando la sferajìellata nonfujfe in tanta diftan- Seguano*!za, che in effe tal diuerjìtàper lafuapiccolezzafuanifie jper- m0to annuo(beilcejfare da taVinquifizione , e rimetter/i al femplice detto della terra

.

del Copernico,puh ben bafiare a conuincer Vhuomo, ma nongià a chiarirfìdelfatto ;potendo ejfer , che la diuerjìtà ci Jìa f

ma non cercata ; oper lafua piccolezza, òper mancamento di Alcune cofe_^'

Jìrumenti efatti, non comprefa dal Copernico ; chenonfareb- non comprefe

be quefìa laprima cofa,che egliper mancanza diJìrumenti, ò & Coper. per

peraltro difetto non hafaputa : epurfondatofopra altrefai- S^aSS?diffìme conietiure affermo quello,a cuipareuano cotrariare le

s

cofe , non comprefe da lui; che comegiàji dilfe , fenza il Tele-

feopio, ne Martepoieua comprender/i crefeer 60. volte, e Ve-

nere 40. piti in quella,che in quefìapofitura;anzi le differen-

ze loro apparifeono minori affai del verojtuttauiafiepoi ve-

nuto in certezza,tali mutazioni efferuia capello , quali ricer- Ticone,& al-

caua il si/iema Copernicano . Hor così farebbe ben fatto ri-tri arg°ment*

11 r Tj. l r^ ir? • r no contro alcercare con quella ejquiJiUzza, cbejipotejse maggioreje vna moto annuotal mutazione, che dourebbefeorgerfì nelle

'Jìffe ,poflo il moto per la inuaria-

annuo della terra, effettiuamentejìofferuafie, cofa che affolu- bile eleuazicyj

tamente credo non efferfin borafiatafatta da alcuno , e non.^ i>0l°»

fotamente fatta , maforfè ( come ho detto ) ne anco da molti

benintefo , quel che cercarJìdourebbe . Ne mi muouo a cafo

adir cosi , perche già veddi certafrittura a penna di vno di

quefii anticopernicani, che diceua neceffariamete douerfegui-

re, quando tal'opinionfuffe vera, vn continuo alzamento,<&abbaiamento del Polo di 6. mejìin 6. mefì,fecondo , che la—>

terra in tanto tempo , per tantofpazio , quante il diametro

dellorbe magnofi ritira hor verfo Settetrione, hor verfo Au-fìro ; epurglipareua ragioneuole,anzineceffario,chefeguen-

do noi la terra, quandofujjìmo verfo Settentrione,doueJJÌm&

bauere UTolopiù eleuato , che quandofiamo verfo ilmezQgiorno . In queflo medefimo errore incorfe4vnoper altro affai

intelligente matematico ,purfeguace del Copernico ,fecondo

fbe riferifee Tifane néJ'uQÌ Froginnafmiafac % 684. il qualq

Page 382: massimi sistemi del mondo

§ 6ó Dialogo terzodiceva hauer'offeruato mutarfi\Valtezza Polare,^ejjer aiuti

fa la fiate dal verno: eperche T.icone^nega il merito della cau*

fa , ma non danna l'ordine , cioè negati vederfi mutazione»nell'altezza polare ,ma non condanna tale inquifizione , co»

tne non.accumodata a conftgvirqvel cheficerca, viene a di-

ehiararfi, che egli ancorajlima l'altezza Colare variata, b novariata di ó.mefiin 6. mefì efStr buona riprovaper efclvde-

re,ò introdurre il movimento, annuo .delia-terra ,

$IM CP. Veramente Sign. Salviati^che a me amorapar che dovejfc

feguirl'ijieJp)_rimperocche.io non credo , che voi mi negherete^

ebefe noi camminiamofolamente 60. miglia verfo Tramon-tana il Palo cifi alzerà vngrado , & accojlandofiparimente

per altre 60. miglia al Settentrione cifialzerà il *Polo vn al-

trogrado, Ò'.c. Hora,féVaccoflarfi,,e dìfcojiarfi 60 . miglia—*

folamentefàsìnotabìl mutazione nell'altezze Polari, che do-

tteràfar'e il trafportaruiXa terra , e noi injieme non diro óo*

miglia, ma 60. migliaia i

MALV. Pioveràfare (fefidevefegvir cotefìa proporzione ) che il

Tolo cifialzerà millegradi.. Vedete Sign. Simplicio quantopvo vrìinveterataimprifiÌQne.. Voiper ejferuififfato nella—»

fantafiapertantoanniyxke il Cielofia quello, chefi rivolga in

ventiquattr'hore f e non la terra , e che in confeguenza i Poli

di tal revoluzionefiano nel Cielo , e non nelglobo terrePire >

nonpotete ne ancoper vn borafpoglìarviqvefi'abito , e ma-fchtrarui del contrario , figurandovi -, .che la terra fio—»

quella , che fi muoua folamente per tanto tempo , quanto

bajla per concepir quello , ahe ne fegvirxjbbe , quando qvelia

bvgia fvjfe vera . Se la terra Signor Simplicio è quella ,

.che fi mvove in fefiejfa in ventiqvattf.hore , .in lei fono i

Poli) in lei e l Affé , in lei ì l'Equinoziale , cioè M cerchio

vnajfìmo deferitto dalpvnto egualmente diftante da ìJJoli , ini

lei fonagli infinitiparalleli maggiori ,,e minori defcritti da $

pitti dellafuafuperficiepiu,e mei, o.difiati'daiPoli'-in leifonotutte quefiecofe , e non n ella sferaJiellata , cheper tjfere im-

mobile manca di tutte, efolo con l'tmaginazionevi fipoffono

figurare ,prolungandoVAffé della terra finlà , dove termi-

nando ftgnerà duepuntifoprapofli ai nofìri Poli, fa'.ilpia-

vo dell equinoziale difìefotfigurerà in Cielo srn tenehi a fe

gorrifpondente . Hota , fe il vero Affé, i veri Poli , // vero

equinoziale UrreBri nonfi mutano in terrat tuttauolta, cbg,

voi

Page 383: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

3 6yvoi ancora reHereie nel mede/imo luogo in terra , trasportate

pure la terra doue vipiace, che -voigià mai non cangerete abi-

tudine,^ ai Poli, ne ai cerchiane ad altra cof7 terrena;eque- Il moto doue

Jìoper effir cotal tra/portamento comune a voi ,.&'a tutte le è comune,è co

coje terrefiri; (£r // mota doue e comune, e come[e no vìfùfìe;e ?«•non V1

Ji come voi non muterete, abitztdine a i Poli terreni(dbitudine

dicofiche vifi alzino, o vi s'abboffino ) cosìparimente non la

muterete a i Polifigurati in Cielo, tuttauoltache per Poli Ce-

le/li intenderemo ( comegiàfi è definito ) quei duepunti , che

dall'affi terrefreprolungatofin là,vì vengonofegnatLE ve-

ro, chefimutano talipuntinelCielo, quando il tra/portarne-

io della terra vienfatto in tal modo , che ilfuo '-Affi vadia a

ferire in altri ,& altripunti della sfera cdejte immobile , manon fi mutala nofira abitudine ad efii, sì che. ilfecondo cifiehmpiù che.ilprimo .. Chi vuole ,. che. de ipunti del Firma"mento, rifpondenti a ipolì della terra , Xvnofegli alzi, e l'al-

tro fi gli abboffi, bifogna camminare interra verfo l'vno

allontanandofi dall'altro,che il tra/portar la terra , e co lei noi

medefimi (come hogià-detto ) non opera niente .-

SAGR. Concedetemi ingrazia Signor Saluiatr, cb'hfpiani affai

chiaramente quefìo negozio, convn efempìo,fe bengroffiola* tempio accono altrettantoperò accomodato a quefìopropofito .Figurate- modatoperdiui Sig. Simpl. d'ejferein vna galera , e che fiondò inpoppa—> chiarar, come

babbiate drizzato vn quadrante, ò altro fìrumento AJìrono- l'altezza del

mico allafommità dell'albero deltrinchetto,comefevoi vole- P n.

on

fteprender lafuaeleuazìone,la qualefuffie v.g.40.gradi,non' diante il motoe dubbio^, che. camminando voi per corfia verfo l'albero 2 j. ò annuo della^

j .paffiytornando a drizzare il medefimofirumento alla me- terra

.

defìma fommità dell'albero , trouerete lafua elèuazioneeffier

maggiore, <& effir crefcìuta v.g. 1 .gradi ; mafé in cambio di

camminar'i detti 2$. 30.paffi verfo l'albero , voi refiando

fermo inpoppa ,facefie muouer tutta la galera verfo quella

parte, crederete voi , che mediante il viaggio, che ella haueffi

fatto de i 2/: 30. paffi,leleuazio del trinchetto vifimofiraffe di 10.gr. accrefeiuta Y

$IMP. Credo, & intendo, che ella nonfivantaggierebbe ne anco

vnfol capello per ilviaggio di mille , ne di centomila miglia 9

non che di 3 o.pafsi', ma1:redo bene, che , fé traguardando la

fommità del trinchettofifufse incontrato vna Jìellafissa adtfser nella medefima dirittura, credo dico t che tenendo ferma

il qua-

Page 384: massimi sistemi del mondo

$:£"$ Dialogo terzoil quadrate doppo hauer navigato ver/o laftella 6o.mtglìa,ta

mira batterebbe bene alla punta del trinchetto , comeprima

,

ma nongiàpiù alla /iella, lattiate mi si farebbe eleuata vngrado .

%AGR. lAla voi non credetegià chél traguardo non hattefse a-*

quelpunto della sfera fìellata, che rifponde alla dirittura del»

la fommità del trinchetto ì

SIMP. Queilo nò) ma ilpunto farebbe variato^ rimarrebbefot»to alla /iellaprima oj'semata .

SAGR. Cosìfiàper appunto . ^Mafìcome quello , che in queffe*

fempio rifponde aWeleuaziondella fommità dtli'albero, none la ftella, ma ilpunto del firmamento , chefitroua ridia di»

pittura dell'occhio, e della cima ddl'albero , cosi nel cafo efm»plif'cato , quello , chend Firmamento rifponde al Polo della

terra , non e vnaftella }h altra cofaffsa del Firmarne?}to,ma

e quelpunto nel quale va a terminar l'Afse ìerreftre diritta-

menteprolungatofin là } il qualpunto non efisso , ma vbbidi»

Almoto anno f€e a$e mutazioni, cheface/se ilrPolo terreno ;Eperò Ticone,

della terra_j» ò altri, che haueuanoportato quefia inftanza , doueuano di-

pub feguir mu re

}

cbe a fal mouimento della terra, quando verofufe,fi do»tazione i qual-

crebbe conofeere, & ojjeruar qualche diuerfità neWalzamen-

aon nel i olo !*°> & abbaiamento, non del Polo , ma di alcuna fella ffaverjb quella parte, che rifponde al nofro Polo .

SIMP. Già interi do bemffimo l'eqmuocoprefo da cofioro , ma noperò mifi toglie laforza, che mipargrandijjima dtWargomen-

toportato in contrario,quandofiriferifea alla mutazion del»

lefelle, e nonpiù dtl Polo ; attefo che, fé il mouimento della

galera di 60 .migliafolamente mifa alzarfivnaftellafifapervn grado, come nonpotrà moltopiù venirmi vnafimd mu-tazione, iy anco maggiore affai/fimo,quando lagalerafi traf-

portajjè verfo lamedefimaftella per tanto fpazio , quante il

diametro dell'orbe magno}che voi dite ejfer'il doppio di quello,

che e dalla terra al Sole i

Si riuolge 1 e<j^qj£, Q Zìi $}?. Simplicio ci ì vn*altro equiuoco, il quale verame-

crede che al & vot intendete , ma non vijoumene l intenderlo , & to cer-

nioco annuo fi cherodi ricordamelo:peròditemi . Se quando, doppo haz^ere

de'far grà mu aggiufiato il quadrantea vnaftellafifa,e trouato v.g. lafuatazione cica situazione ejjèr 40.gr. voifenza muoueruidi luogo melina»

d'Vna^klial» fte ^ ^at0 ^e q&adrante,si che lafella rimanejfe deuatafpra

Uffa. quella dirittura , direte voiperciò la Jtdla hauer'acqui]tato

maggior eUuazione i Lerto

Page 385: massimi sistemi del mondo

H v..., '.

: ',

Del Galileo l ^69S1MP. Certo no,perche la mutazionefi efatta nelloJìrumento, e

non neUojferuatore , che babbia mutato luogo, mouendojì

-ver/o quella .

SAGR^ cMa quando voi nauigate, o camminate/òpra la fupet»

ficie della terra , direjìe voi, che nelmedefimo quadrantenonfifacejfe mutazione alcuna,maficonferuajfefempre la mede-

fima eleuazione rifpeito al Cielo, tuttauolta , che voifiejfo noVinclina/le, malo lafciajìejèare nellaprima cojìituzione

H

$IMP. Lafciate, ch'io cipenfivnpoco . Direifenz altroché nonla confèruajjes per ejfer'il viaggio, eh'iofò, non inpiano } ma

- /opra lacircunferenza delglobo terrestre, la quale dipajfo in

paffo muta inclinazione rifpetto al Cielo > & in conseguenza

. lafa mutare allo finimento, chefopra di lei la conferita .

SAGR. Voi beni/fimo dite;& anco intendete, che quanto maggio» z'

re, e maggiore fujfe quel cerchio ,fopra il quale voi vi mone» . ,. __'

.

Re, tantepiù miglia bìfognerebbe camminare,perfar che quel- . <

la Bella viji alzajfe quelgrado dipiù; e chefinalmente-^ qua» •• ••

l

do il moto verfo la fleUafttffeper linea retta , più ancora con- ' -

uerrebbe muouerfi , cheper la circonferenza di qualfiuoglia

grandi/fimo cerchio . -, ,, .. -

SALV. Si,perchifinalmente la circonferenza <kl cerchio infinito, •.... y..,

e vna linea retta, fono Vijìefla-cofa .

L.ipea rettale

circonrcrcnzcLSAGR, Oh quefìo non intendo io , ne credo, che Vintendaanco il de ] cSjiielia

Sig. Simp. ebifogna, che cifiafotta qualche miflerio afeofio finito fon l'i-

perchefappiamo,cht il Sig. Salu. non parla mai a cafo,nì met- /teifa cofa,, .

.

• ' te m campoparadojfo, che non riefea in qualche concetto non • •• • •

punto triuiale, pero a luogo , e tempo vi ricorderà la dichiara-

zion di quefìo efser la linea retta Vifiefso, chela circonferenza* •',

del cerchio infinito , cheper adefso non voglio, che interrom-

piamo il difcorfo, che hauiamper ternani . E tornando alca- -•-.

fo, metto in confidsrazioneal Sig. Simp. comel

'aveofìamento, -' ' '"

' edtfcoflamento, chefa la terra a quellaflettafisita ,'chee vicina ' ' y ' ';

al Polo , fifa comeper vna linea, retta , che e il diametro dell' ,

' .'', % ;..''.,'

orbe ma%no , talché il voler regolare l'alzamento ,<& abbafsa- .

,

;. ^ .

mento della jlellapolare col moto per tal diametro , come pel •>,

moto fopra il cerchio piccoli/fimo delia terra j ègranfegnd'dipoca intelligenza

.

SIMP. tSM-a purreftiamo ancora nelle medefime difficultà ,già

the-nì anco quellapoca diuersità,che efser vidoUrebbe, tifor-ge efserui ; efé quejìa inulta ? nullo ancora bifogna confefi*;-• Afr- * far

Page 386: massimi sistemi del mondo

Si cerca quali

mutazioni, &in quali (Ielle

£ debban feor

gere median-te il moto [an-

nuo della ter-

ra-».Il non hauer-

gli Aftrono-«m.ipccificate

quali mutasi©ni potiamo dc-siuar dal mo-to anno della

terra- dà kgnochceflì non_*l'habbiano btne intefe

.

le 'mutazioni

nelle (ielle fif

fc denono ef-

ier in alcunemaggiori , in

altre minori

,

Se in altre nuile.

37° . Dialogo terzofar che sia il moto annuo per torbe magno attribuito aìla~*

terra .

SAGB. Hor qui lafciofeguìre al Sig. Salu. il quale mipar , ehi-*

non trapajfauaper nullo l'alzamento, b abbaiamento della-*

Jlellapolare, b di altra dellefijje , ancorché non compre/o daalcuno, edall'iflejfo Copernico pojìo non diròper nullo , meper inojferuabilepex lafuapiccolezza .

$ALV. Già ho detto difopra, che non credo, che alcunofifia mejfo

ad ojjeruarefe ne i diuerfi tempi dell'annofifeorga mutazio-ne alcuna nellefife, chepojfa dependere dal mouimento an-nuo della terra; efoggiunto dipiù , che ho dubbio ,féforfè al*

cuna babbia bene intefo,qualifieno le mutazioni, e tra quali

flette debbano apparire;pero e bene, che andiamo con diligen-

za efaminando quefio punto » Lhauer trouato frittofola*piente in genere nonfidouere ammettere il mouimento an-

nuo della terra nell'orbe magno,perchè non ha del verifimile,

chef ejfo nofi vedefie alcuna apparente mutazione nellefelle

fijje, e il nonfentirpoi dire quali douejfero effer'in particolare

cotali apparenti mutazioni, & in qualifieue , mifa molto ra-

gioneuolmentefiimare, che co/loro , ehefu quel generico pro-

nunziatofifermano, non habbiano intefo , ne ancoforfè cer-

cato di intendere , come cammini il negozio di quefie muta-

zioni , ne che cofefiano quelle, che dkono,cbe vederfi doureb-

bero;& a cosìgiudicare mi muoue ilfapere, che il moUimenta

annuo attribuito dal Copernico alla terra,quando debbafar-

fi fenfibile nella sfera (iellata , non rispetto a tutte le Jlell<La

egualmente ha dafarfiapparente mutazione, ma tale appa-

renza in alcune dtuefarfi maggiore, in altre minore, in altre

ancor minore, efinalmente in altre ajfolutamentè nulla ,per

grandijfimo, chefiponejfeil cerchio di quello moto annuo .

Le mutazionipoi; che vederfi dourebbero,fono di duegeneri,

l'imo e il mutarhjfe felle lapparentegrandezza , e l'altro il

variar'altezze nel ^Meridiano; chefi tirapoi in confeguenza

il mutargli orti ycglioccafi, e le disianze dal vertice, &c.

SAGR* Mipar di vedermi apparecchiare vna matajfa di qutfii

riuolgimenti, che Dio voglia , ch'io me nefiaper poter diftri-

gar mai , perche a confejfareil mio difetto al Srg. Salutati*, io

ci botai yoltapcnfato,nè mai ne hopotuto ritrovare Hbandór

lo, enon dico tanto di qutfio , che appartiene alle fellefifis*quanto di vn'altrapiù terraifaccenda , che voi mi haueit^

fatta

Page 387: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 37?fittafouuentrt , co'l ricordar quefte attezze Meridiane , lati-

tudini ortiue, e disianze dal vertice, &c. e'imio rauuolgime-

t* di ceruello, nafce da quello ,cb 'io vi dirò adejfu . Il Caper- Difficultà maf

nicoponela sfera /iellata immobile , & il Sole nel centro di fona contro al

elTa parimente immobile . ^Adunque ogni mutazione \chea _°£fllì1

?' Per

noi appanfcajarji nel Sole, o nelleftellefijje, e necejsarto , cbtparjfcc nei So

fia della terra, cioenojlnr. Ma il Solefialza, cjtabbafsa—> le,e nelle fiic.

nel noftro Meridiano per vnarco grandijjìmo quafidi 47.gradi, eper archi ancora maggiori , e maggiori varia lefues

larghezze ortiue , Ò1

occidue negli Orizonti obliqui: horcome

può mai la terra inclinarfi, erileuarfitanto notabilmente al

Sole, e nulla allefiellefisse, perfipoco , che sia cofa impercet-

tibile l Quefto e quel nodo , che non epofsuto mai pafsare al

miopettine ; efé voi me lofcìoglierete,vtfumeròpiù , che vn'

%Alefsandro

.

SALV. Queftefono difficultà degne dellingegno del Sig. Sagredo,

ed e tale il dubbio , che sino Viftefso Copernico diffido quasi di

poterlo dichiarare in maniera , che lo rende/se intelligibile , il

che si vede si dal confefsare egliftefso lafua ofeurità, sì dal ri-

mettersi due volte in due diuerfe maniere,per dichiararlo: Etio ingenuamente confefso di non hauere capita la fuafpiega-

tura ,fe non doppo , che con altro- diuerfo modo afsaipiano, e

chiaro, lo resi inielligtbilej ma non perofenza vna lunga, e la-

boriofa applicazion di mente.

SIMP. Ariftotile vedde la difficultà medesima , e fé ne feruì per . ,,.

J- , , * l- i- > 1 , J rr ArgomentotF

redarguir alcuni antichi, 1 quali voleuano , che la terrajufse a ri ih controfin Pianeta; contro a i quali argomenta, chefé cibfufse , con- gii .uichi, cheuerrebbe, che efsaparimente, comegli altripianeti hauefsepia voleuano, che

divn mouimento, dal chenefeguirebbe quefta variazione ne *a te.

rra ""$*

gli orti, iy occasi delleftellefife, e nell'altezze Meridianepa-vn Pianea •

rimente . E poiché eipromofie la difficultà , e non la rifoluet-

te, eforza che ella sia ,fe non d'imponìbile , almeno di difficile

fcioglimento .

SALV. Lagrandezza , eforza dell'annodamento , rende lofcio-

glimento più bello , e ammirando , ma io non ve lo promettoper hoggi, e viprego a difpenfarmi sino a domani , eper boraandremo considerando, e dichiarando quelle mutazioni, e di-

uersità, cheper il mouimento annuo dourianofeorgersi nelle

ftellefife , sì comepur bora diceuamo , nell'efplicazion delizi

quali vengono a proporsi alcuni punti preparatori! , per lo

Aa 2 jdogli-

Page 388: massimi sistemi del mondo

Moto annuofatto dal cen-

trò della ter-

rà fottò rtclit

cica : e motodiurno fatto

dalla terra cir

ca il proprio

centro

.

L'affe della-»

terra fi mantiéfempre paral-

lelo a fé fleflòj

e deferiue vnafuperficie ci-

lindrica, & in

«cimata all'or-

be magno .

L'orbe della

terra già maiaion s'inclina,

Bia immuta-bilme.ntft-.fi c&

Le Ilei le fifle

poile nell'E-

clittica—» mainon fi alzano,

sé abbaffano

per caufa del

moto annuodella terra,ma

ben fi auuici-

aano, & alloa

tanano ..

3.72* Dialogo terzofiiegUmento della maffìma difficoltà . Hora ripigliando i\dnt

mouimenti -attribuiti alla terra ( e dico due, perche il terzo noì altrimenti.vn moto , come afuo luogo dichiarerò) cioè l'an-

nuo, &Jldiumo, quellofideue intenderefatto dal centro del-

laJerra&eUa circonferenza dell'orbe magno,cioe di vn cerchio

maffimodeferitto nelpiano dell'Eclitticafijfa,& immutabile;

., l'altro, che il.diurno>efitto dalglobo della terra in fé ftejfo

. circa ilproprio centro, eproprio Ajfenon eretto, ma inclinata

. al piano dell'Eclittica-, con inclinazione digradi 23 . e mezo-. ^incirca.,, la qualeincìinazionefi mantiene per tutto l'anno : e

3 ^quello ,-chefommamentefideue notare ,JÌ conferuafemprz-*• &.erfo la medefimaparte del Cielo; talmenteche VAffé del motodiurnofi mantienperpetuamenteparallelo afejieffo; sì che,/è

noi ci immagineremo tale Afeprolungatofino allefellefijje9

mentre che il centro della terra circonda in vn'anno tutta—*'.

^EcUitica, liiftejfoAjfedefcriue lafuperficie di vn Cilindro,

obliquo, eòe haper vna dellefue bafi'tl detto, cerchio annuo, t

peri'altra vnfimil cerchio imaginariametedeferitto dallafuae/lremità,ò vogliamo dir Polo,tra lefellefijfe;& e tal Cilin-

dro obliquo alpiano dell'Eclittica ,fecondo V-inclinazion del-

• HAfsGi che io deferiue, che hauiamo detto efier gradi z.$. e me-

zo,Ja qualesonferuandofi perpetuamente Viftefa {Jknon^>quanto in molte migliaia di annifa qualche piccoliffi.ma>mu*r

fazione , che alprefente negozio niente importa ) fa che'lglo-

shoterreFtm, nepiù s'inclinagià mai ,nefifolleua,.maimmu±

labilefi conferua t .Dal che mfeguita, che per qitanto appar-

tiene alle mutazioni rdaoferuarsi nellefifse dependenti dal'

Jblo mouimento annuo,lijìefsoaccaderà a qualsiuogliapunto

dellafuperficie terrena , che all'islefso. centro della terra ; epe-

rò nelleprefenti efpUcazioni ci [eruiremo- del cen irò , come di'

qualsiuoglia punta dellafuperficie . Eperpia facile intelli-

genza del tutto ne difegneremo lefigure lineari; e primafe-gniamo nelpiano, dell'Eclittica il cerchio A.N.'B.O. & inten-

diamo ipunti A*B.efseregli efìremi verfo "Borea, e ver/o Au~èro, cioè ilprincipio di Cancro, e di Capricorno, &il diame-

tro A.11. prolunghiamolo indeterminatamente per D -e C-verfo la sferafiellata .. D-ico boraprimieramente, cheniuna

delle Bellefifsepofie nellEclittica,per qualsiuoglia mutazion

fatta dalla terra,per efso piano dell' Eclìttica,varierà mai ele-

vazione, mafempre siforgerà nella medesimafuperficie , ma.

bene

Page 389: massimi sistemi del mondo

Del Galileo ; 57&

henefegli auuicìnerà-, $? allontanerà la terra per tanto fp^hzio, quanto e il diametro dellorbe magno , il chefmfatamen-te si vede nella figura; imperocché sia la terra nelpunto <^i. a

sia in B,fempre la Bella C. si vede per la medesima linea-*

iA.B.C. ma bene la lontananza B. G. si efatta minore della

C.A. per tutto il diametro B.A. ilpiù dunque, che si .pofsa

fcorgere nella fielia C.& in qualsiuoglia altrapojla nell'Eclit-

tica , e la accrefciuta, b diminuita apparente grandezza jper

Vauuicinamento , ò allontanamento della terra,

SAGR. Fermate vn poco in cortesia,perchefento non so chefcru-

polo , che mi dàfafiidio, & è quefìo . Che lajìella C. vengavedutaper la medesima linea ^A.B.C. tanto,quando la terra

sia in A. quantofé ella sia in B. l'intendo benijj'imo,'come an-

co dipiù capifco, che l'ifìefso auutrrebbe da tutu ipunti della

linea A. B. mentre che la terra pafsafse da ±A. inrB. per efsa

Unta; mapafsandoui , come sifuppone,per Varco iA.N.B. e Tn?*anze con»

manifcfta eafa, che quando ellafarà nelpunto N. & in qua- cro H n]?

to an

lunque altro,fuori, che li due A.B. non piùper la linea A. B.ra ^ daJlé

ma per altre, & altrefiforgerà ; talché ,fé il mofirarfì /òttoj. eUe fiffe ro-

diuerfe linee deue cagionar'apparente mutazione, qualche di fte nell'i. elit-

uerfità conuerrà chefìfcorga. Anzipiù diro con quella liber- tica»

tàjìlofojìca, che tra ijìlofojì amici debbe efflrpermtjfa, parer-

Aa 3 mi,che

Page 390: massimi sistemi del mondo

374 Dialogo terzo'ymi,che voi contrariando a voi Beffo, neghiate bora quello,cbe

pur'boggi ci bauete con no/ha marauiglia dichiarato ejfer co-

fa verijjìma, egrande; dico di quello, che accade ne i pianeti ,

& inparticolare nei tre Superiori, che ritrouandojicontinua-

mente nell'Eclittica , ò a quella vic'mijfìmi,, non folamente fimojirano bora a noi propinqui-, & bora remoujjìmi,ma tan-

to nei regolati lor mouimenti difformi , che taluolta immobili,

e talora,per moltigradi, retrogradi ci fi rapprefentano ; o^»

tutto nonper altra cagione, cheper il mouimento annuo del"

la terra .

SALV* Ancorchéper mille rifcontri io fia fiatofatto certo dell'ac-

cortezza del Signor Sagredo,pur ho voluto con quefialtro ci-

mento a/Jicurarmi\maggiormente di quanto io poffa promet-

termi dell'ingegnofuo, e tuttoper vtil mio, che quando le mie

proporzionipotranno Barfalde al martello , ò alla coppella

delfuo giudizio, potrò Barfìcuro , che ellefìen di lega buona41 tuttoparagone . Dicoper tanto , che a belloJìudio haueua

difpmulata cotejìa obiezzione, ma nonpero con animo di in-

gannami, ediperfuaderuialcunafalfìtà, comefarebbepotu-

to accadere , quando l'inBanza da me dijjìmulata , e da voi

.trapaffata ,fuffè fiata tale in effetto , quale in apparenza fi

mqftra, cioè veramentegagliarda, e concludente; ma ella none tale; anzi dubito io adeJJo,cbe voiper tentar me,finghiate di

non conofeer lafua nullità; ma voglio in quefìo particolare^*

ejferpiu maliziofo di voi,co'l cauarui aforza di bocca quellot

che artifiziofamente voleui nafconderci\; epero ditemi, cht^

cofa e quella t onde voiconofeete lajlazione , e retrogradazio-

ne de pianeti deriuante dal moto annuo , e che è cosi grande ±

chepure almeno qualche vefìigio difimile effetto dourebbe ve-

der/i nelle Belle dell'Eclittica i

SAGR* Due quefiti contien quefla voflra domanda, a i quali con-

uìen, ch'io rifponda; ilprimo riguarda Vimputazione, che midate difimulatore; l'altro e di quello, chepofsa apparir nellts

Jtelle, &c. Quanto alprimo, diro con voftra pace, che non e

vero, ch'io habbiafimulato di non intender la nullità di quel-

la inftanza; eper ajìcurarui di ciò , vi die bora, che beniffimo

capifeo tal nullità „

$ALV. Ma non capifeogià io, comepofsa efere , che voi nonpar-lafiefimulatamente,quando diceui di non intender quella tal

fallacia) la quak confefsate bora di intender benijjìmo .

La con-

Page 391: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 37/SAGR. La confinone slefia di intenderla ,può afiìcurarui , cb'iù

nonfimulauo, mentre dicmo di non Vintendere;perehe qua*

do io hauejfi volutole volejfifimulare,chipotria tenermi,cb'io

non continuacinella medcfimafimulazione , negando tutta-

via di intender lafallacia / Dico dunque}che non l'intendeuo

all'ora, ina che ben la capi/co alprefente , merce dell'bauermi

voi defiato l'intelletto, prima co'l dirmi rifolutamente,cbe ella.

non e nulla, epoi co'l cominciare a interrogarmi così alla lar-^ ta

?10ne

* di"

ga, che co/afu/le quella, per la quale io conofceua lajlazione, trogradàtione

e retrogradazione de'pianeti; eperche queslo fi conofee dalla dei pianeti fi

conferenza, chefifi di ejficon le Bellejifie , in relazion delle cono (ce in re-

qualifi veggono variare lor mouimenti bor verfo Occidente , ft/i° nr& bor verfo Oriente, e tal'hora rejlar come immobili;eperchee e

*1 *

fopra la sjerajlellata non ve n'è altra immenfamente più re-

mota , <& a noi vìfibile , con la qualepof/iamo conferir le no-

Jìrefellefijfe ,però vefìigio niunopojfiamo noi feorger nelle

fife, che riìponda a quello , che ci apparifee ne'pianeti . Que-llopenfo io , che Jia quel tanto t che voi mi voleui cauar di

bocca .

SALV. Quefto e con lagiunta da vantaggio della vojlrafottilijfi- jncjj2 £ nt\\%ma arguzia; e fé io con vnpiccol motto viaperfila mente, voi ftelle fifle fimi

con vn altrofatefuuenire a me non ejfer del tutto impojfibi- le a quel che

le, che qualche cofa in qualche tempofi trouajfe ojferucbile tra ** vet^ e ne ' P ia

lcfijfe,per la quale comprenderfipotejfe in chi rifegga l'annuanen

£f jSS'qconuerfione, talché efè ancora non men de ipianeti , e del So- to annilo dei-

te Beffo, volejfer comparire in giudizio a render tefìimonian- la terra

.

za di tal moto a fauor della terra : perch'io non credo , che le

Jìtlle fanofparfe in vna sfericafuperficie egualmente dijìan-

ti da vn centro , mafHmo,che le loro lontananze da noifianotalmente varie, che alcune ve nepojfano ejfer 2. e 3. voltepiù.

remote di alcune altre ; talchi quandofi trouaffe co'l 1 elefco-

pio qualchepiccoli/fma/iella,vicini/fìma ad alcuna dellt mag-giori, e che però quellafujfe altijfìma,potrebbe accadere , cb<Ls

qualchefenfibil mutazionefuccedefie tra di loro , rifpo/. dente

a quella de ipianetifuperìori . E tanto f:a detto per bora cir-

ca il particolare delle /Ielle pofie nell'Eclittica . Vengbiamobora alleJijfepofiefuora dell Eclittica,^ intendiamo vn cer-

chio majjimo eretto alpiano di quella,efia per efempio vn cer-

chio , che nella sferafitllata rijponda al Coluro de' Solftizij, e

fogniamolo CE.H, che verrà infiemead efser'vn Meridia-

Aa 4 no}&

Page 392: massimi sistemi del mondo

Le fi fife fuori

dell'Eclittica.

fi eletiano j &abbacano più

e meno, fecó-

do ia lor di-

fìanza da efla.

57# Dialogo terzono, &in efsopigliamo vnafellafuori dell'Eclittica, qualfa-rebbe la E. Hor quefìa al mouimento della terra varierà be-

ne eleuazione;perche dalla terra in A.farà vedutafecondo il

ràggio AE. con leleuazione dell'angolo EAC. ma dalla-*

terrapojìa in B.fi vedrà ellaper il raggio BE. con equazio-

ne dell'angolo EBC. maggiore dell'altro EAC. per efser

quello efìerno,equeJto interno, & oppofto neltriang.E.A.B,

vedrafsi dunque mutata la diftanza dellafella E. dall'Eclit-

tica; <b" cinco lafua altezza nel Meridiano farà fatta mag-giore nellofato B. che nel luogo <JL. fecondo , che l'angolo EBC. fupera l'angolo EAG. che e la quantità dell'angolo AEB. imperocché efendo del triangolo E. A.B. prolungato il

iato Ali. in C.Yefieriore angolo EBC. (per efser'egualt->

alli due interiori, &oppofiiE.A.) fupera- efso ^A. per la-*

quantità dell'angolo E. Eft noipiglieremo vn'altra fella—*

nel mede/imo Meridianopiù remota dall'Eclittica , qual fa-

rebbe vg. la/iella H. maggiore ancofarà in ejfa Va diuerfità.

dall'ejfer vijia dalli due luoghi A.B.[fecondo , che l'angolo AHB. Jifà maggiore dell'altro E. il quale angolo anderàfem-

pre crefeendo ,fecondo, che lafiella ojferuatapiùfarà lontana

dall' Eclittica;fin chefinalmente la majjìma mutazione appa-

rirà in quellafella , chefujfepofla'nell'ifiejjh Polo dell'Eclit-

tica . Come fper totale intelligenza,potremo dimofirar così*

Sia il diametro dell'orbe magno A.H. il cui centro G. & in-

tendafiprolungatofino alla sfera (iellata ne ipunii D.C. t-?

fia dal centro G. eretto!'\Afé dell'Eclittica G.E.fino alla me-

defima sfera , nella quale s'intenda defritto <un Meridiano

*D.F.C. chefarà eretto ?.lpiano dell'Eclittica, eprefi nell'arco

F.C. qualfiuoglinopunti H.E. come luoghi di /iellefife,con-

giunganfi k linee FA.FB.AH.HG.HB.AÈ..GE.BE. Si

Page 393: massimi sistemi del mondo

Dei Galileo: 377the fangolo della diuerfìtà , ò -vogliati dire là parallajfe della

jìella pojìa nel Polo F.Jìa AFJ3. quello della /iella polio—»

in H.jìa l'angolo AHB e della Bella in E. fa ìangolo

AEB. dico l'angolo della diuerfià della /iella pelare F. ejfè-

re il majfìmo, e degli altri ilpiù vicino al majjìmo ejfer mag-giore delpiù remoto: cioè l'angolo F. ejfer maggiore dell'an»

golo H. equtjio maggiore dell'angolo E. Intenda/i intorno

al triangolo r A\B _ descritto vn cerchio. Eperche Vangolo F»

g acuto'per ejfer lafua bafe A\B. minore del diametro DC.delmezjo cerchio DFC. )farà pojio nella porzione maggiore del

sircofcritto cerchio tagliata dalla bafe AB. Eperche efsa A\Bt

e diuifa in mezo , & ad angoli retti dalla FG. farà ti centro

del cerchio circofc.ritto nella linea FG.fìa ilpunto I. Eperche

delle linee tirate dalpunto G. che non e centro fino alla circo-

ferenza del cerchio circofcr.itto, la ma/fìma e quella , chepafsa

per il centro ,farà la GF. maggiore di ogn'altra, che dalpun-to G. fi tiri fino alla circonferenza del mede/imo cerchio ; e_->

però tal circonferenza taglierà la linea GH. (che e eguale alla

linea GF. ) e tagliado la GH. taglierà ancora la Ahi. taglila

in L. e congiungafi la linea LB. faranno dunque li due an-goli AFB.ALB. eguali

,per ejfer nella medefimaporzioni^?

del cerchio circoferitto : ma ALB. ejlerno, e maggiore dell'in-

terno H. adunque l'angolo F. e maggiore dell'angolo H. e co

lijìejfo metodo dimojireremo Vangola H. ejfer maggiore del-

l'angolo E. perche del cerchio deferitto intorno altriangolo

<AHB. il centro e nella perpendicolare GF. al quale la linea

GH. epiù vicina della GÈ. epero la circonferenza di ejfo ta-

gliala GÈ. & anco la .AE^ onde e manife/lo ilpropofito „

Concludiamo per tantoché la diuerfìtà di apparenza(la qua-

le con termine proprio dell'arte,potremo chiamarparallaj/hs

delle Bellejìjfe ) e maggiore, e minore],fecondo che lefidle of-

feruatefono più, o meno vicine al Polo dell'Eclittica ,fì cbz^>

finalmente ddiefelle , chefono neWEclitticajìejfa; tal diuer-

fìtà fi.riduce a nulla. Quato poi ali'auuicinar

'fi\ò> allontanar- J& ^r-ra fi a«~

fi P tal moto la terra alle, (ielle, a quelle,che fono. nell'Eclittica^ft^&alloa

r ìi r j r a ^ \ ^

\

•/ j j tana dalle fifle

// auuicwa ella , e Ji dijcojta per quanto e tutto il diametro ^ejj» £ ci; tt jcadell'orbe magno.comepufbora vedemmo; ma alle/ielle intor- quanto è '1 dia

no al Polo dell'Eclittica tale accoramento, ò allontanamento metro dell'oc

* quafi nullo , & all'altre quejìa diuerfìtàfifa maggiore ,fe-^e magno-*.

tonda ebe ellefono più vicine all'Eclittica . Tojjìamonelter^

zaJ

Page 394: massimi sistemi del mondo

Maggior di-

uerfìtà fanno

le ilelle più vi

cine , che le_<

più ^remote #

378 Dialogo terzo

zo luogo intendere, come quella diucrfità d'afpettojìfì magi

giore, minore , fecondo che lajlella ojferuata fuffe a noipizt

vicina,) opiu remota ;perche,fé noifegneremo vn'altro Me»ridiano, men lontano dalla terra , qual farebbe qu$fto DFJ*

Epìlogo delle

apparenze del

le riffe per ca-

gione del mo-to annuo del*

la terra

.

vnaJlella pofta in F. e vedutaper il medejtmo faggio AFE,Jiantela terra in A. quandopoiJì ojferuafie dalla terra in B*

fiforgerebbe,fecondo tiraggio 12F. efarebbe l'angolo delitti*

diuerjìtà, cioeBFA. maggiore dellaltroprimo AE'B. efèndoejleriore del triangolo HFE.

SAGR. Congrangujio, & ancoprofitto hbfenttto il vofirodi»

feorfo ; eper ajf{curarmi s'io ben l'habbia capito , diro lafom»ma delle conclujtonifotto breuiparole. Farmi, che voi ci bab-

biatefpiegato dueforte di diuerfe apparenze ejfer quelle, che

mediante il moto annuo della terra pojjiamo noi offeruar^»

nellefellefife , Lvna è delle lor variategrandezze appareti,

Jecondo che noi,portati dalla terra, a quelle ci auuiciniamo ,

ci allontaniamoci'altra (chepur depende dal medejtmo allon-

tanamento , auuicinamento ) è il mojlrarcift nel medtjìmo

Meridiano borapiù eleuate,& bora meno . Dipia voi ci di"

te ( & io benijfìmo Vintendo ) che l'vna,e l'altra di tali muta-

zioni non fifa egualmente in tutte lefelle , ma in altre mag-

giore, & in altre minore, & in altre niente . Uapprejfamen*

tote

Page 395: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 379to, e dìfcofiamento per il quale la medesimaJìella ci debba ap-

parire borpiùgrande, <£r borpiù piccola, e infensibileye quasi

nullo nelle jìelle vicine al Polo dell'Eclittica , ma e mafsimonelleJìellepofìe in e/sa Eclittica, mediocre nelle intermedie ?il contrario accade dell'altra diuersità , cioè, che nullo e l'alza-

mento, ò abbafsamento nelle/Iellepojle nelVEclittica,ma('simo

nelle circonuicine al Polo di efsa Eclittica , mediocre nelle in-

termedie : Oltre di ciò amendue quejie diuersità fono V' 4. fen-

sibili nelleJìelle, chefufseropiù vicine, nellepiù lontanefon—

*

fensibili meno, efinalmente nelle ejiremamente lontanefua-

nirebbero . Quefio è quanto allaparte mia; rejìa boraper quel

ci/io mi auuifo difodisfare al Sign. Simp. il quale non credo

,

chefacilmenteJì accomoderà apaffar,come cofe infenfibilì, co-

tali diuerjìtà deriuanii da vn mouimento della terra tanto

vafìo , e da vna mutazione , che tra/porti la terra in luoghi

tra di loro dtslanti per due volte tanto, quanto e da noi al

Sole .

SIMP. In vero io liberamenteparlando fentogran repugnanzanell'hauere a conceder la dijianza dellefife, douere ejfer tan~

ta , che in ejfe le dichiarate diuerjìtà deuano efier del tutto im-

percettibili .

SALV. Non vigettate del tutto al difperato Sign. Simp. chefor-

fè ci e ancora qualche temperamentoper le vofire difficultà. Eprima, che Vapparentegrandezza delle Belle nonfivegga al-

terarfenjìbilmente , non vi deueparer punto improbabile—*

,

mentre che voi vedete Vefìimatiua degli huomini in cotalfat-

to tanto altamente ingannar/i , e majfime nel riguardare og-

getti rifplendenti : e voijìejfo rimirando v.g. vna torcia ac-

cefa dalla dijianza di zoo. pajfi, nelVapprejfaruifiella 3.04. ™e. S1 °Sget^

braccia, credereRe di accorgeuene,perche maggiore vifimo- n-

e ]um jno«Jirajfe) Ioper me non me ne accorgereijìcuramente , quando Vn piccolo au

ben mifé rìauuicinajfe 20.0 so. anzi tal volta mi fono imo- uiciharaento ,

trato a vedere vn fimil lume in vna tal lontananza , nifa- ° diicoftamé.-

permi rifoluere ,fe e3veniua verfo me , purfiallontanaua , *? <y

mPerc*mentre egli realmente mifiauuicinaua . Ma che ?fe il mede-

fimo apprejfamento, e allontanamento (dico del doppio della

dijianza dal Sole a noi ) nella /iella di Saturno e quafi total-

mente impercettibile ,Ò" in Giouepoco ojferuabile, che doue-

rà efere nellefellefijfe , che non credo, che voifojie renitente

aporlepiù lontane il doppio di Saturno ì In Marte, che per

Guuicinarfia noi» V*Ì.non

Page 396: massimi sistemi del mondo

Quando nelle

«elle fiffe fi

feorgefie alcu

uà mutazione

annua il motodella terra nopatirebbe contradizione*

Proti afì^comepoco è da fi-

darli de gli

linimenti A-fironomicinel

le minute of-

feruazioui.

Tolomeo nofi fida d'vnofinimento fat-

to da Archi-mede.

3 g a Dialogo terzoSIMP. V.S. nonfi affatichipiù in quefloparticolare,chegià velia

capace poter benifiimo accadere quantofie detto circa la nonalterata apparentegrandezza dellefellefiffe ; ma che diremodell'altra diffcultà y che nafce dal nonfijcorger variazione^*

alcuna nella mutazion di afpetto i

SALV. 1)iremo co/aper auuentura da poterui quietare anco inquejìa parte . Eper venire alle breui , nonfarefie voi fodis-

fatto , quando realmentefiforgeffr nelle /itile quelle muta-zioni, che vipar neceffario,chefcurger viji doutJJero}quandòil mouimento annuofujfe delia terra ì

SIMP. Sareifenza dubbioper quanto appartiene a quefioparti*

colare

.

SALV. Vorrei , che voi diceile, che, quando vna tal diuerfitàfifcorgeffe, niuna co/a remerebbepiù , chepoteffe render dubbiti.

la mobilità della terra, attefo che a cotal apparenza nijfurìal-

tro ripiego ajlegnarfipotrebbe . iSMa quando bene anco eia

fenfibilmente non appariffe, nonpero la mobilitàfirimuoue,ni la immobilità neceffàriamentefi conclztde

, potendo effer

( come afferma il Copernico) chelHmmenfa lontananza della

sfera fèeìlatarenda inofferuabiH cotali minime apparenze ; le

quali) comegià si e detto, può efier chefin bora nonfienofiatene anco ricercate , fépur ricercate > non ricercate nella ma-niera, chefi deue, cioè con quella efatte'zza , che a così minutepuntualitàfarebbe neceffaria-, la qziale efattezza è difficile a^~*

confeguirfì', fiper difetto degli ììrumenti Afironomici fug-getli a molte alterazioni ,fiancoraper colpa di quelli , che gli

maneggiano con minor diligenza,di quello, chefarebbe necef-

fario; Argomento neceffàriamente concludente di quantopo-

cofia ddfidarfidi taUofferuazioni,fianela diuerfità, che noi

trottiamo tra gli ^Aftronorm nell'affègnare, i luoghi , non di-

ro dellefelle nuoue, e delle Comete , ma dtlk /iellefife mede-

fime,fino anco all'altezzepolari , nelle quali ilpiù delle volte

per molti minutifitrottano tra dUoro difcordati\Eper verodire, chi vuole in vn quadrante ,pfefiante } .che alpiù hauerà

il lato di $.ò Af. braccia di lunghezza, afiìcurarfi nell'inciden-

za delperpendicolo, fonti taglio della-diottra, di nonfiingan-nare di dua ò tre minuti,che ntllafua circonferenza non fa-ranno maggiori della larghezza di vngrano di miglio / oltre

all'effer quaf impofiibile , che lofrumentofa con afsoluta—*

giujìezzafabbricato., e contentalo ^Tolomeo moftradiffden-

za

Page 397: massimi sistemi del mondo

-

Del Galileo. 3£r. .; za 'di vn frumento armillarefabbricato daWijìeffo ^Archi-

medeperprender l'ingre/fò del Sole nell'Equinoziale .

S1MP. J^lafégliftrumenìifon così fofpetti , e le ofseruazioni Strumenti di

tanto dubbwfe, comepotremo noigià mai costituirci' injìcu- Ticone tatti

. rezza*, e liberarci dallefallacie ì Io baueuofentitopredicarecongiadiipe-

.gran cofe deglifìrumenti di Ticonefatti con immenfejpef^,e dellafuajingolar diligenza nelle ofseruazioni,

SALV. Tutto quejio vi ammetto ;. ma ne quelli, ne quejla batta-

noper ajjìcurarci in vn negozio.di tanta importanza , Io vo-

glio,cbeciferuiamo difkrumenti maggiori affai, affai di quelli

di Ticone , efattijfìmi , efatti conpochiffimafpefa ; il lato dei Quali ftrum»

quali sia di 4.6. 20. 30..eL$o-*migliatsì cbevn grado sia lar- ù fiano atti*

vo vn mÌ7lio,vn minuto pr. co. sbraccia, vn fecondo poco me- P.er

? j.5^*& ,.&, j~ r i- i

J r r r zioni eiattinVno di vn braccio, <& mjammaglipotremo bauerejenzafpen- me i

dernulla di qualgrandezzapiù cipiacerà. lofiando in vnamia villa vicino a Firenze ojferuai manifefìamente l'arriuo, EfquifaaoiTei?

€lapartita del Sole, dalfoljlizio efliuo ; mentre che vnaferx-> nazione dell'

nelfuo tramontare^ addoph a vna rupe delle Montagne di aitino, e parti

Pietrapa'na lontana circa 6v. miglia, lafciando difé fcoperto Sa

,

c

|f- • ^vnfottìifio verfo Tramontana , la cui larghezza non era la

centesimaparte delfuo diametro ; elafeguente fera in simil

occafo mojìrupurdifefcoperta vna similparte , ma.notabil-

mentepiufottile,argomento necefario dell'bauer- egli comin-

ciato-a difcojiarsi dal Tropico; &il vegrefso del Sole dallapri-

ma allafeconda ofseruazione non importò sicuramente vn »

minutofecondo nell'Orizonte ; l'ofseruazione poi fatta con:

Telefcopio efquisito, e che multiplica il difco del Sole più di

mille volte,riefcefacile, e insieme diletteuóle .Mora con simi-

lifrumenti voglio, chefacciamo le no/Ire ofseruazioni nelle

felleffse,fruendoci di alcuna di quelle, nelle qualità muta-zione dourtbbe efserpik cofpicua, qualifono , comegià si e di-

chiarato, lepiù remote dall'Eclittica, tra le quali la Lirafìella

grandijjìma , e vicina al Polo dell'Eclittica,farebbe molto op-

portuna ne ipaefi affai Settentnonali,operando nella manie- Luogo* acco^ra, che dtroapprejfo, ma co'lfruirmi di altrafella; egià me- modato per 1'

co mede/imo. ho appo/lato vn luogo affai accomodatoper tale ófferu'ationO-

ojftruazione . // luogo e vn''apertapianura,fopra la quale fiirL^

alza verfo Tramontana vna montagna molto eminente, neljiene aj moto ,

vertice della -quale efabbicata vna piccola. Qhiefetta , fìtuata aunuo della-j»

. darQuidente verfo Oriente ^ fi che la fchiena del fuo coperto terra ..

pm

Page 398: massimi sistemi del mondo

3 Sa Dialogo terzopuòfegare ad angoli retti il meridiano di qualche babitazione

pofia nellapianura . Vogliofermare vna trauetta parallela

alla dettafchiena, ò colmo del tetto, e da ejfo difiantevn brac-

cio in circa : fermata quefta , cercherò nelpiano il luogo dai

quale vna delle fìelle del Carro nel pajfar per il Meridianovenga afcondendofidoppo la trauegià collocata, o vero, qua*

do la traue nonfuffe tantogrojfa ,'che bafiajfe ad occultar la

fiella , trouerb tipo/lo,di doueji vegga la medejima traue ta-

gliare in mezo il di/co di ejfa slella: effetto, che con Telefcopio

efquifito fi difcerne efqutfitamente . Efé nel luogo, di dout-*

tale accidentefifiorgeràfuffequalche habitazione ,farà tanto

più comodo; quanto che no ffaropiantare vnpah benfermoin terra , con notafiabileper indice t douefi debba ricofìttuir

Vocchio qualunque voltafi voglia reiterar1 l'ofieruazione ; la

prima delle quali offeruazionifaro intorno aljoljiizio efiiuo,

per continuarpoi di mefe in mefe , b quando più mipiacerà ,

fino all'altrofolfiizio ; con la quale ofseruazione fipotrà/co-

prir Valzamento,& abbafiamento della Bell*perpiccolo, che

egli sia . Efé in tal1

'operazionefucceòerà ilpoter comprender

mutazione alcuna, quale , e quanto acquijìò sifarà in Afiro-

nomia ? poiché con tal mezo, oltre all'oscurarci del moto an~

nuo ,potremo venire in cognizione dellagrandezza, e lonta-

nanza della medesima jiella

.

SAGR. Io comprende bentjfimo tutto ilprogrefso, eparmiJope-

razione tantofacile, e accomodata al btfogno, che molto ragio-

neuolrnente sipotrebbe credere, che dall'iflefso Copernico^ daaltro afìronomofu/sefiata mefsa in atto .

$ALV. <-/4 mepar tutto l'opposito , perchè non ha del verisimile ,

chefé alcuno Vhauefse fperimentata, non hauefse fatto men-zione dell'esito , fé fuccedeua infauore di quella , b di quella

opinione ; oltre che neper queflo, neper altrofine si troua,cbe

alcuno si sia valfo di tal modo di ofseruare ; ti quale ancofen-

za Telefcopio efattot, malamente sipotrebbe effettuare.

SAGR. Re/io interamente quieto di quanto dite . Magia , che ci

auanzagran tempo a notte ,fe voi desiderate ch'io pofsa tra-

palarla con quiete, non vi siagraue efplicarci queiproblemi,

la dichiarazione de i quali,pocofa, domanda/le dipoter diffe-

rire a dimane, rendeteci ingrazia ilgià conceduto indulto, e

iafciati tuttigli altri ragionamenti da banda venite dichiaran-

doci, comepofiii mouimenti , che il Copernico attribuifce alla

terra,

Page 399: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 381Urrà, e ritenendo immobile il Sole, e le ReUefijfe , ne poj/àno

feguire quei medefimi accidenti circagli alzamenti, & abbaf-

Jamenti del Sole , circa le mutazioni delle Ragioni, e le dife-

gualità de igiorni, e delle notti, &c. nel medejimo modo appun-

to, che neljijlema Tolemaico ajfaifacilmente fi apprendono,

SALV. Nonjtdeue , nefipub negare coja, chejta ricercata dal S.

Sagredo : e laproroga da me domandata non era ad altro ef-

fetto, cheper hauer tempo di riordinarmi nellafan tpfta quel-

lepremevi cheferuonoper vna larga, & aperta dichiarazio-

ne del modoycol quale i nominati accidentijeguono,tanto nel- Siftema Co-lapq/tzione Copernicana, quanto nella Tolemaica ; anzi con permeano dif

ajfai maggiore ageuolezza , efemplicità in quella , che in que- *jC1^ a 1"£e""

fia: onde rnanifejiamentejìcomprenda quella ipoteji altretta- ad jffetii'arfi.

to ejferfacile ad ejfettuarfi dalla* natura , quanto diffìcile ad proporzioni

ejfer comprefa dalfintelletto;tuttauiajpero conferuirmi d'ai- neceflarie per

trafpiegatura , cbedell'vfata dal Copernico, rendere anco la ben capire le

fua apprenjione ajfai meno ofeura ; per lo chefare Proporro ™^^vixfkalcunefuppojizioni per fé note , e manifejie , efaranno le^> dena tcrra ,

feguenti

.

Prima . Pofio , che la terra corpo sferico fi volga tiredl proprio

Afse, e Poli, ciafebedunpuntofegnato nellafuajuperficie de-

fcriue la circonferenza di vn cerchio, maggiore , b minore,fe-

condo, che ilpuntofegnatofaràpiù,ò meno lontano da i Poli;

E di quejii cerchi majfimo § quello , che vien difegnato da vnpunto egualmente Untano da effi Poli; e tutti quejii cerchifo-no tra di loro paralleli; e paralleli li chiameremo .

Seconda . Efsendo la terra difigura sferica , e difuiianza opaca,

vien continuamente illuminata dal Sole,fecondo la metà del-

lafuafuperficie , reftando Valtra metà tenebrofa : & efsendo

il termine, che difiingue la parte illuminata dalla tenebrofa

vn cerchio majjimo , lo chiameremo cerchio terminator della

luce .

Terza . Quando il cerchio terminator della lucepajfajfcperi Polì

della Terra taglierebbe ( e/fendo cerchio mafftmo ) tutti i pa-ralleli inparti eguali ; ma nonpajfando per i Toli gli taglie-

rà tutti inparti difeguali, trattone ilfilo cerchio di mezo, chi

per ejfer majjimo vienpurfegato in parti eguali .

Quarta . Volgendofi la terra intorno a ipropri/ Poli le quantità

de i giorni, e delle notti vengono determinate da gli archi de i

parallelifegati dal cerchio terminator della luce , e Varco , che

re/ÌA

Page 400: massimi sistemi del mondo

D ifogno fém-piicilìimo^che.

rappréfenta la

coitùuziont-».

Copernicana,e ie lue confe-

querue ..

384 Dialogo terzorefila neWEmisferio illuminato prefcriue la lunghezza dei

giorno , e il rimanente} la quantità della notte . v •

\Propofte quejie cofe,perpià chiara intelligenza di quello, cbt~>

rejìa da dir/i, verremo a dtfcriuerne vna Jigura,' eprima fé-gneremo la circonferenza di vn cerchiò , che ci rapprefenterà

quella dell'orbe magno defcritta nelpiano dell'Échttica,e que-' Jia diuideremo in quattro parti eguali y con li due diàmetri

Capricorno , Granchio , Libra, e Ariete, chenell'ijìejfo tempo

ci rapprefenterannoi quattro punti cardinali-, cioè li due Sol-

fiizi/, e li due equinozi); enei centro di tal cerchio.noteremo il

Sole fi/Io, & immobile. Segnamo bora circa i quattropun*ti Capricorno, Granchio, Librai e Ariete], come centri , quat-

tro ctrtbi eguali, li quali ci rapprefintino la terra in e£i in—*"• (liuerjì tempicQJiituita * La qualecolftio centro nelloJpazh%:

;di vn'anno camminiper tutta la circonferenza Capricornp,

~$Ariete^Granchio , e Libra > mouendoji da Occidente verfa-'"

;

! ' ;

:. • v '.:':- -'•; v •-; Oriente,

Jk.&*'

Page 401: massimi sistemi del mondo

Dei Galileo: JffQrknte, cioèfecondo Vordine de

1

fegnt • Gii ì manifefto , eb&

mentre la terrafta in Gap. il Sole apparirà in Gran, e moué-

dofi la terraper Varco Cap. e Ar. il Sole apparirà muouerji£(arco Gran, e Lib. & in fomma/correre il Zodiaco fecondo Moro annuebordine deifegni nellofpazio di vn'anno , e con quejìoprimo dei Sole, co-

djunto vien J'enza controuerjtafodisfatto all'apparente mo~ me feguaiiL-»

mmento annuo del Sole fitto l'Eclittica . Hora venendo al-v

.

!a dei ^°1

l'altro mouimento , cioè al diurno della terra inféJhjfabifi-'

"

gnaftabUire ifuoi Poli} & ilfuo AJfe , il qualeJì ha da inten-

dere ejfer non eretto a perpendicolo[opra il piano dell'Eclit-

tica , cioè non parallelo all' AJfe dellorbe magno, ma declinate

dall'angolo retto gradi 23. e mezo in circa , co'lfuo Tolo Bo-reale verfi VAfe dellorbe magno ,Jìanle il centro della terrai

nelpuntofot/ìiziale di Cap. Intendendo dunq; ilglobo terre-

Jìre battere ti fuo centro nelpztnto Gap.fogneremo iPoli ,£j*

il fuo Afe A3, inclinatofoprai diametro Gap. 4 Gran, gra-

di 23 . e mezo, si che l'angolo A. Gap. e Gran, venga ad ejferè

il complimento di vna quarta, cioegr. 66. e mezo, e tale incli-

nazione bfogna intendere ejfer immutabile , & il Polofupe-

riore A. intenderemo e/fere il Boreale , e l'altro B. VAujìrale,

Immaginandoci bora la terra riuolgerfì in fejìcjfa circa l'Af-

fé AB. in bure ventiquattro ,pur da Occidente verfi Oriente

verranno da tutti ipunti notati nella fua fuperjicie deferitti

cerchi tra di loro paralleli . Segneremo in quejto primopòfio,

dtlla terra il majfimo CD. e li due da ejfo lontani'gr. 23. e_-»

mezo EF.fopra, e GH.fitto, e gli altri due ejìremi IK.LM»lontaniper fimile interna Ilo da 1P0I1 AB. eficome hauiamonotati quejh cinque, cosi nepojjìamo intendere altri innume-rabiliparalleli a qutjii deferitti dagì'mnumerabiliputiti-del-

ia terrfìrefuperjicic . Intendiamo bora la terra coU moto an-

nuo delfuo centro trasferir// negli altri luoghigià notati, mapajfarui con tal legge , che ilproprio <~Ajfe AB. nonfiiamentenon muti inclinazioneJopra il piano dall'Eclettica , ma nonvarij anco già mai direzzione ,fiche mantenendo/ifemprtsparallelo a fé fiejfo , riguardi continuamente verfo le m. dtfì-

me parti dclXvniuerfo, o vogliamo dire del Firmamemo ; do-

tte fé noi lintendemmoprolungato,-vernbbe co'lfuo alti/fimo

termine a difegnare vn cerchioparallelo , fa' eguale ali" orbismagno Lib. Cap. Ar. e Gran, omebafe fuperiore di v/- Ci-

lindro dejcritto dafi medefmo nel moto annuo fopra Vìnfe.-

Bb rior

Page 402: massimi sistemi del mondo

f$£ Dialogo terzorior lafe Lib.Cap.Ar. e Gran. Eperorante quefia immuta-bilità d'inclinazionefegneremo quefialtre trefigure intorno

ai centri Ar.Gran, e Lib.fimiliin tutto, eper tutto allade-

fcrittaprima intorno al centro Gap. Confederiamo adejfo la

primafigura dilla terra, nella qualeper ejjer l'afe AB. decli-

nante dalperpendicolofipra il diametro Gap. Gran.gr.23. e

mezo.verfoilSok Q.& e/fendo Varco AI.pur gr. 23. emezo<Hlluminazion del Sole illufireràV.Emisferio del globo terrea

Jlre efpoftoverfi il Sole (del quale quifé ne vede la meta) di»

ttifo dallaparte tenebro/aper il terminator della luce IM.dalquale ilparallelo CD.per effer cerchio ma/fimo , verrà diuifo

in parti eguali,magU altri tutti in parti di/eguali, ejfendo chi

il terminator della Luce IM.. nonpajfaper i lor Poli AB. fà?

ilparallelo IK.infieme con tutti gli\altri defcritti dentro di

isf/o, epiù vicini al Polo A. refteranno interi nella parte illu-

minata; come alVincontro gli oppojli ver/o il Polo B. conte-

nuti dentro alparalleloLM. refteranno nelle tenebre . Oltre

a ciòper ejfer Varco Al. eguale all'arco ED. e Varco AE. co-

mune,farannoli due IKE. AED. eguali, e ciafcheduno vn&quarta; eperchì tutto Varco IEM.Ì mezo cerchio,farà Varco

ME.vna quarta, & eguale all'altra ERI. eperò il Sole (k.

farà in quefto fiato della terra verticale a chifujfe nel punto.

i7. iSMaper la reuoluzione diurna intorno all'<-AJfeftabilz-j

AB» tuttii punti del parallelo EE.paJfanoper ti medefimojpunto E. eperì) in talgiorno il Sok nel mezo dìfarà verticale.

a tutti gli habitatori delparallelo EE. eglifembrerà defcri-

uernelfuo moto apparente il cerchio , che noi chiamiamo il

Tropico di Cancro . Ma a gli habitatori. di tutti iparalleli?

$hefonofipra'lparallelo EE. verfo il Polo Borealf A. il Soli

declina dal lor vertice verfoAuftm, & all'incontro tutti gli-

habitatori de iparalleli, chefonofitto V EE . verfo VEquino-

ziale CD e'ifPolo Auftrino B.il Sole Meridiano è eleuato-

oltre al lor vertice verfil Polo Boreale A. Vedefiapprejfo co-

me di tutti iparalleli , ilfilo majfimo CD» ì tagliato in parti-

eguali dal terminator della luceLM. tSMagli altri , chefino[otto, efipra il detto maffimo fin tuttitagliati in parti difi-

guali;e de ifuperiorigli archifemidiurni, chefono quelli del^

laparte della fuperficie terrefire illuftrata dal Solefon mag-giori de ifeminotturni , che refiano nelle tenebre ; <fcxil con->

erario àcsadeÀe $ rimanenti'», che fono fatto il majjimo CEKverfi-

Page 403: massimi sistemi del mondo

Del Galileo r }$7tferf) il Polo B. de i quali gli archi femìdiuvmfon minori d&

ifeminotturni . Vedefiancora manifeoamente , che le dtjfb-

renze di efiarchifi vanno agumentando , fecondo che i pa-ralidifon più vicini a é Polifin tantoché ilparallelo IA1* re»

fia tutto intero nellaparte illuminata , egli habitatori di effe

hanno vngiorno di ventiqziattr'borefenza notte,& allineo*

tro il parallelo LM. rejlando tutto nelle tenebrey ha vna noti-

te di ventiquattr'borefenzagiorno „ Verghiamo bora alla—»

terzafigura della terrapòfia collfuo centro mi punto GràZ,

Ai douc il Sole appari/ce ejfere nelprimopunto di Capgià ma-niftjlamenteji vede, -comeper non hauerV^Ajfe iAB.mutata4nclinazione,maper efferfi'conferuatoparallelo a féfiefioj'afi

fetto, efituazion delia terra, e Vijlefio a capello -, che queldeU

laprimafigura;falzio, che qzidl'Emisferio, che nella prima—»

era illuminato dal Sole, in quefia refia nelle tenebre , te viene

illuminato qziello,che nelprimo pofio era tenebtofo'yOnde quel-

lo che accadeua prima circa le differenze de igiorni > e delizi

notti, arca lejfcr quelli maggiori , b minori di quefle, bora—»

accade il contrario . Eprima fi vede , che doue nellaprima—

»

figura ti cerchio 1K. era tutto nella luce, bora e tutto nelle te-

nebre , e Poppu/ìo LM. bora e tutto nella luce , cheprima era

tutto tenebrofo . T>ei paralleli trai cerchio ma/fimo CD.e'Z

Polo A.fono bora gli archi femidiumz minori deifeminot-

turni , cheprima erano il contrario ; Degli altriparimente—

*

vtrfo U Palo R.fono boragli archi femidiurni maggiori, dei

fcminotturni ,l'oppoflo .di che.accadeua -nell'altrofiatodella—»

terra . Vede/ibora il Sole fatto verticale a gli habitatori del

Tropico GN.& ejfcrjìabbaffato verfo Aufiro a quelliAdpa-rallelo EE.per tutto l'arco ECG. cioìgr.4.-}. Ò'-eJfereinfom-

ma pafato dalivno alialtro Tropico trazierfandoVEquino-ziale con alzarfi , (y abbaffarfi ne' Meridiani il detto fpazio

di gr. 47. E tutta quefia mutazione derma non dall'indi-

Uaffii dcuarjila terra , ma all'incontro dal non fi inclinare,u c'uv.argii mai; dy infomma dalconferuarfiellafempie nel-

la mede/ima cojlituzione rifpetio aJlvnizicrfoJoIo co?l circon-

dare il Sole [ìtv.ato nel messo ddlifìeflo piano T nel qz ale arco- A • . .» _rJ

.. ... k,i • 2 /\ ce 1 aeterne*larmentejegli mzicue ella intorno co l mouimentoannuo . E rauj'gl.ofcTde»

qui e da ;; otare vn accidente marauigliofo , che è , che fi come pende 1. te dal

// confa uar laffedtìla ttrra la mcdefma direzioni ve> fc Iz- non inclinarli

nizicrfo i4 vogliamo dire ver/ola sfiraaUijJ'jna ddk f'dljf *£***-*

Page 404: massimi sistemi del mondo

3 8 8 Dialogo terzo

fé,fi che il Sole ci appare eleuar/ì, & inclinarjìper tantofp<a~zio-, cioèpergr. 47. e niente inclinarfi, eleuar/ì lejìelkfife ;

tosi aliincontro, quando il medefimo Affé della terrafi'man-tenere continuamente con la medefìma inclinazione verfo il

Sole ,. h voglia dire verfo l'afe del Zodiaco,niffuna mutazione

apparirebbefiarfì nel Sole circa l'alzar/i, eabbaffarfì, ondegli

babitatori delliflejfo luogofempre haurebbero le medefime di-

jierfiìtà de igiorni, e delle notti , e la medefìma cojìituzione di

flagioni , cioè altrifempre Inuerno > altrifempre State , altri

Primauera , &c. ma all'incontrograndifjìma apparirebbe la

'mutazione nellefellefìj]e, circa l'eleuarfìy <& inclinarfia noiyche importerebbe i medefìmi 47. gr. Per intelligenza di che ,

torniamo a confderar lo fiato della terra nellaprimafigura >

douefìvede l'Afe AB. col Polofuperiore A. inclinare verfo

il Sole;ma nella\terzafigura, hauendo il medefimo ^Affe con-

feruataliflejfa direzione verfo la sfera altijjìma colmante"

nerfìparallelo a fefleffo, nonpiù inclina verfo'l Sole, col Po"lofuperiore o4. ma all'incontro reclina dalprimiero Rato gr»

'qrj. ^7 inclina verfo laparte oppojla , fi cheper rejiituir la—»

7nedefimainclìnazione dell'ifìeffo Polo A. verfo 7 Sole , bifo-

gnerebbe co7girar'ilglobo terrcjlre ,fecondo la circonferenza

ACB\D. trafportarlo verfo E. i medefìmi 47.gr. e per tanti

gradi qualfiuogliafellafiffa ojferuata nel Meridiano appari-

rebbe efierfìeleuata , b inclinata . Venghiamo aàeffo all'e/pli-

fazione di quel che resla , e confederiamo la terra collocata—»

nella quartafigura, cioè co'lfuo centro nelpuntoprimo della

Lib. Onde il Sole apparirà nel principio dell'air. E perche f

±Ajfe ddla terra , che nellaprimafigura s'intende tffer3

,

incli-

natofopra il diametro Cap. Gr. eperò effer nel medefimopia-

tio, chefegando ilpiano deliorbe magno,fecodo la linea Cap»

Qr.a quellofufie erettoperpendicolare tra/portato nella quar-

tafigura, e mantenuto, comefemprefi"s detto, parallelo afi—>

fleffo , verrà adefser'tn vnpiano pur'eretto allafuperficizs

dell'orbe ìnagno, eparallelo alpiano, che ad angoli rettifega

la medefìmafuperficie ,fecondo'l diametro Ca.Gr* E però la

linea, che dal centro del Sole va al centro della terra,quale e la

O. Lib.farà perpendicolare all'Afe BA» ma la medefìma li"

nea, che dal centro del Soleva al centro della terra,}femprt^perpendicolare ancora al cerchio terminator della luce }per»

quello medefimo cerchiopafseraper i Poli %AB, nella quarte

Page 405: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 391banda, ditemi digrazia, qualijìrauaganze, o troppo sforzate

fottigliezze virendon meno applaujibile quejia Copernicanacofìituzione ?

SIMP. Io inaerò non l'ho interamente capita,forfèperchè non—»,

ho ne anco be?i inpronto le ragioni , che dei medefimi effetti

vengonprodotte da Tolomeo , dico di quellefiazioni , retro*

gradazioni, accoramenti, e allontanamenti de'pìaneti',accre-

fcimenti , e [corciamenti de'giorni, mutazioni delleRagioni,&C. ma lafciate le confeguenze, che depedono dalle primefup~porzioni, [trito nellefuppofìzionijlejfe nonpiccole dijficultà,

le qualifuppoJìzioni,quando vengon'atjerratejt tiran dietro

la rouina di tutta lafabbrica; Hora ,perchè.tutta, la machinadel Copernico mipar cheJifondifopra inflabilifondamenti ,

pacheJì appoggia fu la mobilità della terra, quando quejlo—».

Jìa rimofia, non accadepajfare ad altre difputazioni ; eper ri~

muouer quefìa, panni , che Vaffìoma d*AriJi.JìafujficientiJfi-

mo, chedivn corpofemplicevn filo mo%ofempliccpojfa ejfer

naturale; ma qui alla terra,corpo femplice evengono ajfegnati

y fé non 4. mouimenti , e tra di loro molto differenti ;poiché Quattnoltre al moto retto , comegraue verfo il centro , che nonfégli diuerlì

può negare,fégli atlribuifce vn moto circolare in vngran—> buiciallaterr

cerchio intorno al Sole in vaanno,& vna vertigine inféJieffa in ventiquattrhore.E quellopoi, che èpiù eforbitante,e che

forfèper ciò voi lo taceui , vn altra vertigine intorno alpro-prio centro contraria allaprima delie ventiquattr'bore , e che

fi compie in vnanno. Aquejìo Vintelletto mio /ente repu-gnanzagrandi/fìma .

SALV. Quanto al moto ingiù,già sé conclufo non ejfer''altrimen-ti delglobo terre/ire, che mai di tal mouimento non s'è moffo, Moto

'

in giù

rie già mai s'è per muouere; ma è {fépure è ) delleparti per?on è delf[o '

riunir/i alfuo tutto; quantopoi al 'mouimento annuo, & al m

°defleffìi^J

diurno, quesli ejfendofattiper ilmedefìmo verfo,fono benif-pani.

fimo compatibili in quella maniera , chefé noi lafciaffìmo an- Moto' annuo

,

dare vnapalla giùper una fuperjìcie decliue,ella nellofcende-Q moto dllu

'l

reper quella,fpontaneamentegirerà in fé fleffa . QjJ/into poi1^^^1

al terzo moto attribuitole dal Copernico infejìejfa in vrian-nofolamente, per conferuare il fuo ^Ajfe inclinato, e diretto

verfo la medejìmaparte del Firmamento , vi diro cofa degnadi grandijjìma confìderazione; cioè, che tantum abeft &_->( benchéfatto al contrario dell'altro annuo) in effb fa repu-

Bb 3 gnanza,

o motiattiri-

Page 406: massimi sistemi del mondo

Ogni corporcniiie , e li-

brato, portato

in giro nella

circonferenza*

d'vn cerchio^

acquiita pe rfe„

fteffo vn motoin fé medenVdio contrario»

a quello

.

Eipetienza l&

quale fenfata--

unente inoltra,

due moti con-trarij naturai-

talmente con-uettire nel me.

cefimo niobio;

Terzo motaattribuito alla

cerca e più preilo vn reitare.

%ft Dialogo terzognanza, o difjìcultà alcuna,che egli natziraliffìmamente,eferP'

za veruna caufa matrice compete a qualfiuoglia corpofojpefò,e librato, il quale,féfaràportato in giroper la circonferenza

di vn cerchio, immediateperféJleJfo,acqui/la vna couerfione

airedìproprio centro,contraria a quella, che loporta intorno,

e tale in velocità , che amenduefinifeono vna conuerfioni^*' neWifteffo tempoprectfamente . Potrete veder quejìa mirabi-

le, & accomodata al nofìropropojito efperienza, mettendo in

vii- catino- d'acqua., vnapalla, che vìgalleggia tenendo il va-

foin mano,fé vi andrete riuolgendofoprale piante de'piedi,

vedrete immediatamente cominciar la palla a riuolgerji inféJiejfa con moto contrario a quel del catino, efinir lafua reuo-

luzione, quandofinirà quella delvafo .. Hora, che altro e la

terra , che vnglobo penfile , e librato in aria tenue, e cedente,.

il qualeportato in giro in vn'annoper la circonferenza di vn-

gran cerchio ben deue acquiRarfenz'altro motore vnaverti-gine,circa'lproprio ce.tro,annua,e cetraria-all'altromouim età

pur annuo ì Voi vedrete quefi'effetto, ma fépoi andretepiù.

accuratamente confiderandovi accorgerete q-ueffejfer non—*,

cofa reale, ma vnafemplice apparenza, e quello, che vi ajfcm-

bra effere vn riuolgerjiinféJiejfo,.eJfere vn nonfi muouere ,,

& un conferuarfideltutto immutabile, ri/petto a tutto queir

Io, chefuor dà voi,e delvaforefia immobile;perche,fé in quel-

lapallafegnerete qualche nota, e confedererete verfoqualpar'

te del muro della fìanza douefete , h della Campagna , à del

Cielo ella riguarda, vedrete talnota nel. riuolgimento del va-

fo, e vofiro, riguardarfempre verfo quella medefima partii,

maparagonandola al vajo,& avoifiejfo, cheféte mobili, ben9

apparirà ella andar mutando*direzione, e con mouimento co-

ìrario al vofiro, e del va/o andar ricercando tutti ipunti deU

giro di quello; talchi con maggior veritàfipuò dire,che voi,&

il vafogiriate intorno allapalla immobile , che eh'efafivolga

drento alvafo . Intalguifala.terrajofpefa, e librata nella

circonferenza dell'orbe magno, efituatain tal modo, che vnadellefue note , qualfarebbeper efempio' ilfuo>Polo

cBoreal<L^

riguardi verfo vna talejieUa, ò altraparte del Firmamento ,.

verfo la medefimafi mantknfempre diretta , benché portata:

to'l moto annuo , per la circonferenza di efio orbe magno .

Quefiofolo e bafiante afar ceffare lamarauiglia , e rimuoue*

3?e ogni dijfcultà .- Ma che dirà il Sign. Sirnp. fé a quefia no»indigenza!

Page 407: massimi sistemi del mondo

Del Galileo; |ì$ .

fgura, e nelfuopianofarà V-~Af$e AB. ma H cerchio majjìmè

Rapandoper i Poli de iparalleligli diuide tutti in parti egua-

li , adunque gli archi IK.EF.CT>.GN.LM. faranno tutte

mezi cerchie lEmisferio illuminatofara quefio , che riguar-

da vtrfo noi, e'I Sole, e'I terminator deUa lucefarà l'ijìefso cer~

cbio ACB'D. ejiante la terra in quefio luogofarà l'Equino*

zio a tutti lifuoi babitatori . RI mede/imo accade nellaJeco-

dafigura doue la terra, bauendol'Emisferio fuo illuminat9

verfo il Sole,mojlra a noi l'altro ofcuro con lifuoi archi not-

turni , chepurfon tutti mezi cerchi, ^7 in confeguenza qui

ancorafifa l'Equinozio ; efinalmente , effondo che la linea-*

prodotta dal centro del Sole ai centro della terra eperpendico-

lare alìAJJè AB.al quale eparimente eretto il cerchio majfimQ)

de iparalleli CD.pajferà la mede/ima linea O.Lìh. necejfaria-

menteperi'iflejfopiano delparallelo CD.fegando lafua cir-

conferenza nel mezo dell'arco diurno CD. eperò il Solefarà,

verticale a quello, che in talfegamentofitrouajfe, ma vipafi

Jano, portati dalla diurna conuerfion della terra, tutti gli ba-

bitatori di talparallelo j adunq; tutti quejli in tal giorno ba-

ceranno il Sole Meridiano fopra il vertice loro . Et il Sole

intanto a tutti gli babitatori della terra apparirà defcriuere il

ima(fimo parallelo detto Equinoziale . In oltre ejfndo cbds f

lìante la terra in amendue iptmtifolfiiziali , de i cerchi "Po-

lari 1K.LM. l'vno refia intero nella luce,e l'altro nelle tene-

bre ; ma quando la terra e neipunti Equinoziali, la metà de

i medefimi cerchipolari fi trouano nella luce , reflandò il ri-

manente nelle tenebre, non donerà ejfer difficile a intmderfì

,

comepacando la terra vg. dal Gr. ( doue il parallelo JK. e

tutto nelle tenebre) nel Leone cominci vnapartedel paralle-

lo IK. verfo ilpunto l. a entrar nella luce,e che il terminator

della luce I Al.cominci a ritirar/i verfo i Poli ATìfegandoilcerchio ACBD. nonpiù in lM+ ma in due altripunti cadeti

tra i termini IA.MB. de gli archi 1 A. MB. ondegli babita-

tori del cerciio JK. comincino a goder dellume, egli altri ba-

bitatori del cerchio LAI. a fentir della notte . Et ecco con dueftmplicijfìmi mouimentifatti dentro a tempi proporzionati

allegrandezze loro, e trafé non contrariami , auzifatù , co-

me tutti gli altri de' corpi mondaci mobili, da Occidente verfo

Oriente a'jtgnaii alglobo terrtfire , refe adequale ragioni di

tutte quelle mede/ime apparenze,per le qz'jiifaluarecon la—*

Uh 2. jìabdità

Page 408: massimi sistemi del mondo

32» Dialogo terzoJìabilità della terrai neceffario (renunziando a quellafimme-tria, chefi vede tra le velocità, , e legrandezze de i mobili ) at-

tribuire ad vna sfera vafii[[imafopra tutte le altre vna cele-

rità incomprenfibile , mentre le altre minori sferefimuouonolenlijfimamente ; epiù. far tal moto contrario al mouimentodi quelle , eper accrefeere l'improbabilità,far che da quellafu-periore sferafieno cotro allapropria inclinazione rapite tut-

te le inferiori. E qui rimetto al vo/iroparere ilgiudicar quel-

lo} che babbiapiù del verifimile

,

SAGR. iA me,per quello che appartiene al miofenfo,fi rapprefen-

ta nonpiccola deferenza tra lafemplicità,efacilità dell'opera-

re effetti con i mezi ajfegnati in quefia nuoua confiituzione

,

e la multiplicità,confufione, e difficoltà, chefitroua nell'anti-

ca, e comunemente riceuuta, che quandofecondo quefia mul-

tiplicitàfujfe ordinato quefìo vniuerfojjifognerebbe infilofo-

fia rimuouer molti ajfiomi comunemente riceuuti da tutti ifi-

lofofi, comecché la natura non multiplica le cofefenza necejfi-Amomi am- ^ e cfoe eQa a rerm^ mezipiù facili , e [empiici nel produrre

fflielìi comune • r • &**- 1 ?i A » j~ »/ • r •;•

mente da tutti' */#w eJJ

e^h z che ella nonfa mente in damo, & altriJnnilt

.

ì rUofofi

.

Io confeffò non hauerfentita cofapiu ammirabile di quefia—»,

nepoffb credere , che intelletto humano habbia mai penetrato

inpiùfittilefpeculazione . Non so quello, che nepaia al Sig.

Simplicio

.

A 'fi ftSJMP. QueRe (fé io deuo dire ilparer mio con libertà) mipaio-

Plat. per trop n0^ quellefottiglkzze Geometriche , le quali Ari/i. riprende

pò fhidiofo inPlatone, mentre l'accufa, cheper troppofiudio della Geo-

della Geome metriafifcojlaua dalfaldofilofofarsiti' io ho conofciuti,ejcn-**&-

tifi grandinimi filofofi peripatetici fconfigliar fuoi difcvpoli

- I dallofiudio delle Matematiche, come quelle, che rendono L'in-

telletto cauillofo, & inabile al benfilo]ofare-, infiituto diame-

tralmete contra a quello di Platone , che -non ammetteua alla

filofofia,fe non chiprimafuffh impofiejfato della Geometria.

SALV. Applaudo al configlio di quefii vofiriperipatetici di difior-

rei lorofcolari dallo fiudio della Geometria, perche non ci e

arte alcunapiù accomodataper[coprir lefallacie loro;ma ve-

dete quanto cotefìifien differenti da ifilofofi<SMatematici , UFilofofi Peri- quali afiaipiù volentieri trattafio con quelli > che benforiin-

fa{?!?' ^T formati della comunefilofofia peripatetica, che con quelli ,che

la Geometria"mancano di tal notizia, li qualiper tal mancamento nonpof-

fonfarparallelo tra dottrina, e dottrina . Mapofio quefto dabandat

Page 409: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. S9SSIMP. Credo, che lepietre,} marmi, i metalli, legemme , e £altre

tante materie diuerfe,fieno appunto comegioie, & ornamenti

efieriori, efupcrfidali delprimarioglobo , che in mole penfo

,

chefmifuratamentefuperi tutte quefialtre cofe .

SALV. E quefìaprincipale^ vafìa mole , della quale le nominate

cofefon quafi eferefeenze, <& ornamenti; di che materia crede-

te, cbejia compofia i

SIMP. Penfo , chefia ilfemplice , ò meno impuro elemento della

terra .

SALV. -Ma per terra , che cofa intendete voi !forfè quefìa , eh*e

fparfaper le campagne, la qualefirompe con le vanghe , e con

gli aratri, douefifminano igrani, efipiantano ifrutti,edo~

uèfpo'ntaneamente nafeono bofeagliegrandiffìme, e che in so-

ma è Vhabitazione di tuffigli animali , eia matrice di tutti ì

vegetabili ?

SIMP. Cotefia direi io , chefuffe \laprimariafufianza di quefìo

nofìroglobo .

SALV. Oh qufio nonpare a me , chefia ben detto ;perche quejia

terra, ebefi rompe, sifemina, e che efruttifera, e vnaparte , e

benfottile , dellafuperficie delglobo , la quale non siprofon-

da,faluo cheper breuefpazio,in comparazione della dijìanza

sino al centro ,• e Vefperienza ci moflra , che non molto si caua

al baffo, che si trouano materie diuerfe affai da quefìa efìerior

corteccia,piùfode, e non buone alleproduzioni de i vegetabi-

li . Oltre che leparti pia interne , comepremute da grau'iffì-

mi pesi, che a lorofoprafianno, e credibile, che siano cofHpatet

e dure , quanto qualsiuoglia duriffimo foglio . Aggiugnete

a que/io, che in damofarebbefiata contribuita lafecondità aquelle materie, che già mai non eranoper produrfrutto , maper reftare eternamentefepolte ne'profondi, e tenebrosi abififì

della terra .

SIMP. E chi ci affìcura, che lepartipiù interne, e vicine al centro

siano infeconde ?forfè hanno effe ancora le lorproduzioni di

cofe ignote a noi

.

SALV. Voi quanto qualsisia altripotrefte di ciò efser certo , comequello , che ben potete comprendere , chefé i corpi integranti

dellvniuerfofon prodottifoloper benefizio delgenere huma-fio , quefto fopra tutti gli altri deue efser deftinato a ifoli co-

modi di noi habitatori fuoi . Ma qual benefizio potremo ri'

trarre da materie talmente a noi rscondite, e remote, che già

mai

Page 410: massimi sistemi del mondo

ifertì interne

-dei globo ter-

reftrecotnuenche fìanc ioli-

Ilnoìrro glo-

bo fi chiame-rebbe pietra

in vece di rer-

ra,fe tal nomegli ruffe Italo

pofto daprin-

cipio ,

Prc*gre(fo del

•Gilberto nel

filo fiiofoiaie*

3 9 £ Dialogo terzomai nonfiamo perfarcele trattabili?Nonpub dunque tinteri-

najuflanza di quejlo no/iròglobo ejftre vna materiafrangi-bile, difjìpabile , e nulla coerente-, come quefìafuperfidale, che

noi chiamiamo terra; ma conuien , chefa corpo denfjjtmo , e

folulijjìmo , & infiamma vna durijfìmapietra . Efé ellapurdtbbt ejfer tale , qual ragione vi ha dafarpiù renitente al ere»

der , che ellafìa vna Calamita , che vnporfido, vn diajpro, ò

altro marmo duro ( Forfè quando il Gilberto haueffefcritto „

che quefio globo e interiormentefatto dipietrafrena , b dì

calcidonio ilparadojfo vifiartbùeparfio meno eforbitante i

SJMT, Che leparti di quefio globopiù interni fiano più com-

prefife, eper eiapia cojìipate , efblide ; epiù , epiù tali ,fecon-

do che ellefipr ofondan più, lo concedo, eh concede anco Arì-

jiotile, ma che elle degenerino, efieno altro che terra della me-

defmaforta,che quejla dellepartifuperficialijnonfinto cofa 9

che mi necejjitta concederlo .

$<-ALV. lo non ho intraprejb quefio ragionamento afine di con"

cluderui demofiratiuamente che laprimaria , e realfufianza

di qmefio nofiro globofa Calamita ; ma folamenteper mo-Jlrarui ninna ragione ritrouarfìper la quale altri detta effe?

più renitente a conceder,che eifia di Calamita , che di qualche

altra materia : E voi,fi andreteben confiderando trouerete 9

non ejfer improbabile, che vnfilopuro, & arbitrario nómz^habbia mojfigli huomini a creder che eifìa di terra; e quejlo e

Xejferfifruiti comunemente da principio di quefio nome ter-

ra,perfignifear tanto quella materia , chefi ara, efifemina t

quantoper nominar quefio nofiro globo . La denominazioni

del qualefefifujfeprefia dallapietra,come non menopoteua—»

prender]!da quella , che dalla terra; il dir che lafuflanzapri-

maria di ejfofufiepietra noti barebbeficurameni t: trottato re-

nitenza , b contradizione in alcuno . E quefio ha tantopiadelprobabileguanto io tengoperfermo, che quandofipotefìefcortecc'mr quefiogranglobo ieuandone vn /itolo grojso mil-

le,b duamila braccia^fepararpoi lepietre dalla terra,molto,e

molto maggior farebbe il cumulo de ifafii,che quello del terre*

nofecodo /Delle ragionipoi > che concludentementeprouino,

de Ì2iù:otquefto nojtroglobo tfser di Calamitalo no vene ho

prodotte nefiuna-, ne quefio e tempo dìprodurle , e majfimo 9

vheconvofira comodità lepotretelvcdcre nel Gilberto ; filo

per inAnimir.ui a leggerlo vi voglio efporre con certa miafimilitudme

Page 411: massimi sistemi del mondo

Del Galilea • '§f%ìndigeza di caufi cooperate aggiugneremo vna mirabile virtù

inìrinfca delglobo terre/Ire di riguardar cofue detcrminate Virtù mir^BI*

parti vtrfo determinate parti del Firmam. parlo della virtù ,

"lterna Je**

.J

. . £ -rr- « ir r i- elobo terre—

magneticapartecipata coftantijjimamete da quajiuogliapezzoj|re dìrio'uar-

di Calamitaifé ogni minimaparticella di talpietra ha infé dar tempre la

tal virtù,chi vorrà dubitare la medejtmapiù altamete rifede- médefìraa par

re in tutto quejìoglobo terreno abbodante di tal materiale che ^ ^Cielo»

forfè egliftejfo, quanto allafua interna , eprimariafuftanza ^T

re fatt(> ^altro non e che vnimmenfa mole di Calamita i Calamita.

S1MP. lAdunq; voifete di quelli , che aderifcono alla magnetica

filofbjìa di Guglielmo Gilberto ì

SALV. Sonoper certo , e credo d'bauerper compagni tutti quelli,

che attentamente hauranno letto ilfuo libro , e rifcontrate le ~.T t r ,,A

r , v r r ir 1 11 t ' v • Hloiona M3*-Jue ejperienze; nejareifuor difperanza, che quello, che e m- cTnec jca dì ciuteruenuto a me in quejìo cafo , poiejfe accadere a [voi ancora , Slielmo Gif-

tuitauolta che vna curiojitàfimile alla mia t& vn conofcere, berti»

the infinite cofe rejtano in natura incognite a gl'intelletti hu-

mani , con liberami dalla fchiauitudine di quejìo , ò di quel

particolare fcrittore delle cofe naturali, allentajfe il freno al

vojìro difcorfo, t rammorbidijfe la contumacia, e renitenza—»

del voBrofenfo;Jì che ei non negajfe taVhora di.dare orecchio

a voci nonpiù fentite . <SMa (/lami permej/b d'vfar quejìo

termine) lapufìllanimità de gl'ingegni comuni egiunta afe-gno,che nonfolamente alla ciecafanno dono,anzi tributo del Pu «jjamm.it»

proprio afìtnfo\a tutto quello, che trouanofritto da quelli au-popolari !

tori, che nellaprima infanzia de" lorofìudij glifurono accre-

ditati da i lorprecettori, ma recufano di afcoltare , non che di

efaminare qualfìjìa nuouaproporzione, oproblema, benché^

non folamente non fia fiato confutato, ma nepure efami-

nato,ne cor.fi'derato da i loro autori; de' quali vno e quello di

inuefligare qualfìa la vera, propria,primaria, interna, ege-

neral materiaT efulìanza di quejìo noflroglobo terrejlr&> chc9benché, ne ad lArijì. ne ad altriprima , che al Gilbertojia ca-

duto in mente dipenfare,fépofìa ejfer Calamita , non che , neArili.ne altri babbiano confutata vna tale opinione,tuttauia

mifon'io incontrato in molti , che al primo motto di quejìo *quafì cauallo, che adombri,jtfono ritirati in dietro, e sfuggi-

to di trattarne spacciando vn tal concetto per vna vana chi-

mera, anziper vnafolennepazzia; eforfè il libro del Gilber-*

la non mifarebbe, venuto nelle mani , fé vnjHofofoperipate*

* uso

Page 412: massimi sistemi del mondo

3 94 . Dialogo terzotico digran nome-, credoper afficurar la fua librerìa dal con*

tagìo, non ?ne nbaueffe fatto dono .

SIMP. Io che liberamente confefo efiere flato vno de gl'ingegni

comuni,efolamente da quejiipochigiorni in qua, she mi e /fa-

to conceduto d'interuemreai ragionamenti vojlru cono/co di

efsermi alquantofequefìrato dalle Ftrade trite,epopolari,non

però mifento per ancorafollcuato tanto , che le fcabrofità di

quejla nuouafantajìica opinione, non mi fembrino molto ar*

due, e difficili dafuperarft*

SALV. Se quello, cheferine il Gilberti e vero, non e opinione , m&fughetta di faenza; non e co/a nuoua, ma ayiiicbijjìma quatto

la terraJlefsa; nipotrà ( efiendo vera) efserafpra, ne difficile,

ma piana ,& ageuolijfima , <£r io , quando vipiaccia, vifarotoccar con mano, come voi daper voijìefm vifate ombra ,&hauete in orrore cofa, che nulla tiene infé difpauentofo,quali

piccolfanciullo, che hapaura della tregenda,fenzafapere di lei

altro, che il nome ; come quella, che oltre al nome non e nulla*

SIMP. Haurò piacere d,

efier'illuminato\, e tratto terrore.

SALV. Rifpondetemi dunque alle domande, ch'io vifaro . E pri-

ma; ditemi,fé voi credete, che queflo noBro globo, che noi ha'

bitiamo, e nominiamo terra, confi di vnafola, efemplìce ma-teria, òpurfa va aggregato di materie diuerfe tra di loro.

„, , SIMP. Io lo veggo compojlo difuBanze , e corpi molto diuerfi; e

ftre comporto primaper le maggioriparti componenti, veggo l'acqua, e leu*

di materie di- terrafomm'amente tra di loro differenti .

uerfe

.

SALV. Lafciamo daparteper bora i mari , e l'altr'acque , e confi-

deriamo lepartifoltde, e ditemi s'elle vi paiono tutte vna co-

fafefa, òpur cofe diuerfe

,

SIMP. Quanto aWappaféza io le veggo diuerfe , trouandqftgra-

dijfìme campagne di infeconda arena, & altre di terrenifecò-

di, efruttiferi : Veggonfi infinite montagne fteriliì <b' alpejlri,

ripiene di durifaffi, epietre di diuerfijfimeforte,comeporfidi,alabafiri, diafprh e mille , e mMaltreforte di marmi: ci fono

le miniere vaftiffime de i metalli di tanteJpezie;*& infommatante diuerfità di materie, che vngiorno intero non battereb-

bea numerarlefolamente

.

SALV. Hora di tutte quefle diuerfe materie,credete voi, che nel co-

por quejlagran maffa concorranoporzioni eguali, òpur, che

tra tutte cenejìa vnaparte,che digran lungafuperi le altrefi

Jia come materialefufianzaprincipale della vajia mole?

Credo,

Page 413: massimi sistemi del mondo

jj

Del Galileo. 597lìtudine ìlprogrefso, che egli tiene nelfuofilofofare . So cbt*>

voifapete ben'ijfìmo quanto la cognizione degli accidenti con-

fo ìfia alla inueftigazione dellafuilanza, fa' efsenza delle co- Proprietà

fé;però voglio,cbe vfiate diligenza di beriinfcrmarni di molti multiplici del

accidentiyeproprietà,chefìngGlarmeyitefitrouano nella Cala- ^^mu *

mita,e non in altrapietra, ne in altro corpo; comefarebbeper

efempio dell'attrarre ilferro, del conferirglifolo co lafuapre-

fenza la medefima virtù , di eamunicargliparimeteproprietà

di riguardar verfo i Poli , ficome vna tale ritiene ella tnJL^medtjìmay& oltre a quefiafatedi vederperprouajome in lei

rifede virtù di conferire all'ago magnetico , non/blamente il

drizzar/i/òtto vn Meridiano verfo i Poli con moto Orizon-

tale {proprietà giàpiù tempo fa conofeiuta ) ma vn nuoua-mente o/feruato accidente-, di declinare (Bando bilanciatofot*

to il Meridianogiàfegnatofopra vna sferetta di Calamita )declinar dico/ino a determinatifegni più , e meno ,fecondo y

che tal'agofi terràpiù, ò meno vicino al Polo,fin chefopra~~»

ìijìejfo Polofipianta eretto a perpendicolo , doue ebefopra le

parti di mezofià parallelo airAfe . Dipiùproccurate difarproua, come rifedendo la virtù di attrarre ilferro vigorofiu*

affaipiù verfo i Poli, che circa leparti di mezo, talforza e no-

tabilmentepiùgagliarda nelTvno, che nell'altro Polo , e que-

fio in tutti 1 pezzi di Calamita; il Polo più gagliardo de' qua-

li è quello, che riguarda verfo Aufiro . Notate appre/fo , che

in vnapiccola Calamita quefio Toh Aufìrale > epiù valoro-

fo dell'altro , diuentapiù debile qualunq, volta e' deuafofìe-

nere ilferro, allaprefenza del Polo "Boreale di vn'altra Ca-lamita afiai maggiore-, eper non far lungo difeorfo, ajfìcura-

teui con refperienza di quefe,& altre molteproprietà defini-

te dal Gilberto; le quali tuttefono talmenteproprie della Ca-lamita, che nefiuna di loro compete a veruna altra materia » ArgomentoDitemi bora Sign. Simplicio, quando vifujfiroproporli mil cócludente il

lepezzi di diuerfe materie, ma ciafebeduno copertoi, e rinuol- gl°k°rte

,

rre~

to in vn panno,fatto il quale eifì occultafse\, e vifufie doma- CalamitaVfta

daìo,chefenzafioprirgli voifacefle opera d'indouinare dafe-gni ejleriori la materia di ciascheduno, e che nel tentare voi viincontra/le in vno , il quale mofirafie apertamente di batter

tutte le proprietà da voigià conofeiute rifedere nella fola Ca-lamita, e non in veruna altra materia,cbegiudizio farefie voi

iztt'efienza di tal corpo i direfie vùif cbepotefse efsere wnpezod'ebano^

Page 414: massimi sistemi del mondo

§ ? 8 Dialogo terzod'Ebano , ò di tAlabaftro , ò di Stagno ?

SIMP. Direi,fenzapunto dubitare , chefu/se vn pezzo dì Ca-lamita .

&ALV. Quando ciòfia , ditepur rifolutamente , chefitto quefla-^

touerta , ,efcorza di terra , dipietre , di metalli , di acqua, <b"c*

Ji nafionde vnagran Calamita , poiché intorno ad efsaji ri-

eonoficono, da chi di ofscruarglifiprende cura, tutti quei me-dejìmi accidenti\ che ad vn verace,eficopertoghbo di Calami'

fa competerfifiorgono ; che quando altro nonfi vedejfi,cbi^t

quello dell'ago declinatolo , cheportato intorno alla terra-*»

più, epiù s'inclina con l'auuicinarft al Polo Boreale , e menùdeclina verfi l'Equinoziale,fiotto il qu.ikfi riducefinalmen-te all'equilibrio , dourebbe bafiare aperfuadere ognipiù reni-

tentegiudìzio . Taccio quell'altro mirabile effetto , chefiJtra-

tamente fi vede in tutti ipezzi di Calamita , de i quali a noi

habitat ori dell'Emisferio Boreale, il Polo ^Meridionale diefi

fa Calamita epiùgagliardo dellaltro; e la differenzafifccrgc

maggiore ,quantopiù aUr't fi allontana dall'Equinoziale ; €

fiotto l' Equinoziale amendzie lepartifono dtforze eguali , manotabilmentepiù deboli ; ma nelle regioni ^Meridionali, lon-

tana dall'Equinozialefi cangia natura , e quella parte , chea

noi erapiù debile, acquijìa vigorefiora l'altra : e tutto quejlo

confronta con quello , che veggiamo farfida vn piccol pez-

zetto di Calamita alla prefinza di vn grande , la virtù del

qualepreualendo al minore,filo rende obbediente, eficondo,

eh'efi terrà di qua , o di là dall'Equinoziale dellagrande,fale mutazioni mede/ime , cheho detto farsi da ogm Calamita

portata di qua, o di là dall'Equinozial della terra .

SAGI{. Io rimasiperfuafo allaprima lettura del libro del Gilber-

to; & hauendo incontrato vnpezzo di Calamita eccellcntifi

tima,feciper lungo tempo malte afférmazioni , e tutte degnts

•Calamita ar- d'ejìrema memuiglia ; mafopra a tutte a me pare ftupendamata. . foflieoe quella dell'accrefcergli tanto lafacultà delfoflenere vnferroafiaiiiimo pai (on tarmarla n el modo , cbe'l medesimo autore infgna $ & io

Ikiuata^ ton armare quii miopezzogli moltiplicai laforza in ottupla

proporzione , e doU£ difarma *a nonJofi'eheua appena n ou<l~»

once diferro, armatanefofteneuapiù di fei libbre; Eforfè

voi harete veduto quefio medefimo pezzo nella Galleria ddSereni/ffssìo Gran Duca voflro (al quale io la cadetti )-fijh-

mente due amarette diferro*

Io

Page 415: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. jgpgj

tÀLV. Io molte volte la vedài, e congran merauìglìa,fin che al'

irò ajlai maggior fìupore miporfh vn piccolo pezzetto>, chefiritrova in mano del nofìro Accademico,il quale non ejfsndo

più che oncefei dipefo, nefofienendo di/armato altro , che on-

ce dua appena , armato ne foftiene ióo.Ji che viene a regger

So. voltepiù armato,che d;farmato>& a reggerpefo 26.volte

maggiore delfuoproprio, maraviglia affai maggiore diqusl-

lor che baueua potuto incotrareil (Jilberti , cheferine non ba-

tterpotuto incontrar Calamita , che arriui a fofienere il qua-

druplo delproprio pefo .

SAGR. Gran campo difilofofare mipar , cheporga quefia pietra

a gVintelletti humani , & io l'ho ben mille volte meco medefi-

mofpecolato, comepofia ejfer , che ellaporga a quelferro-, che-

tarma,forza tantofuperiore allafuapropria, efinalmentenon trouo cofa , che mi quieti; ne molto cofiruttocauo da quel

che circa quefioparticolareferine il Gilberto ; non so,fé Vijlefi

fo auuenga a voi

.

SALV. Io fommamente laudo, ammiro, ^Tinuidio quefio autore^

per ejfergti caduto in mente concetto tantoJlupendo circa a—>

cofa maneggiata da infiniti ingegni fublimi, ni- da alcuno au*

uertita;parmi anco degn digrandifiìma laudeper le moltenuoue , e vere ojfernazionifatte da lui,in vergogna di tanti

autori mendaci) e vani , cheferiuono nonfol quel chefanno

,

ma tutto quello , chejenton dire dal vulgofiocco ,fenza cer-

tare di afjìcurarfene con efperienza,forfèper non diminuire i

lor libri ; Quello, che haurei defiderato nel Gilberti e , chefufi

fé fiato vnpoco maggior J7Matematico, & inparticolare ben

fondato nella Geometria , lapratica della quale Vhaurebbt^*

refo men rifiuto neWaccettare per concludenti dimofirazio^

ni quelle ragioni, ehleiproduce'per vere caufe delle vere con-

tlufioni da fé ojferuate . Le quali ragioni ( liberamente par~landò) non annodano, efinngonocon quella forza , che in-

dubitabilmente debbonfare quelle, che di conclufioni natura-

li, necejfarie, ed eternefipofono addurre . E io non dubito 9

the col progrefo deVtempo fi habbia a perfezionar quefia

nuouafcienza, con altre nuoue ofseruazioni , epiù con vere,

t necefsarie dimofirazioni . Niper ciòdeue diminuirfilaglo- * Pnn}1 W&**ria delprimo ofseruatore; ne iofimo meno, anziammiropiù uen£orj degniafsai il primo inuentor della Lira ( benché crederfidebba, che di effere som*

iojirumentofufse rQziJfimamentefabbrk$to>epiù rozamen- mirati,

tefonato)

Page 416: massimi sistemi del mondo

Cagione vei'a

della gran_t

multiplicazio

ne di virtù nel

la Calamita-*mediante Parmatura.

Di miouo ef-

fetto, niioiia-^»

£onuien»che_-»

fia la cagione.

Si moflra, co-

me il ferro è

di partì più

fottili , pure,e

coftipate. , che

la Calamita.

40$ Dialogo terzo

tefonato ) che cenfaltri artiffi', che ne i confieguentìfecolitaì

profejjlone ridufiìro agrari d'ejquietezza: Epartii, che mot"

to ragioneuolmente l'antichità annumeraffé tra gli Dei tari-

mi inventori dell'arti nobili ;già che noi vtggtamo il comunedegl'ingegni humani ejfer di tantapoca curiojìtà , e così poca

furanti delle cojepellegrine\ egentili} che nel vederle, efentir-

ieefiercitar daprofefforiefqui/ìfamehte nonper ciojìmuouo»nono a dcjiderar d'apprenderle ; hor petifate , fi ceruelli dì

queflafiortafifiarianogiamai applicati a valere inuejligar la

fabbrica della Lira,ò ali'inuenzion dilla Mufica, allettati dal

sibilo de i nerui ficchi divna testuggine , dalle percoffe di

quattro martelli . Lapplicarfiagrandi inuenzioni,mo]fò da.

-gkcolijfimiprincipij, e giudicarfiotto unaprima, e puerile ap-

parenzapoterfi'contenere arti marazngiiof^non è da ingegni

dazinoli , mafion concetti , epenfieri di [piritifoprahumani •

Hora rijpondendo aliavofirn domanda dico , che io ancora

lungamente hopenfiato per ritrouar qualpoffa efière la cagio-

ne di quefia cosi tenace, epotente congiunzione , che noi veg*..

giamofarfitrà tvnferro, che arma la Calamita, e l'altro,che

a quellofi congiugne * Eprima mifono ajficurato, che la vir-

tù, eforza della pietra non fiagumenta punto per efière ar-

mata, per ciò che, ne attrae da maggior diHanza , ne menofo-jlienepiu validamente vnferro,tral quale,e l'armadura s'in-

terponga vnafiottilifjìma carta ,Jìno a vna foglia d'oro bat-

tuto^ anzi con tale interpojizionepiùferrofiofìiene l'ignuda »

che l'armata; non eie dunq; mutazione nella virtù. , epure ci

ì innouazione nell'effetto : eperche e neceffario , che di nuouo

effetto, nuouafia la cagione , ricercando qual nouità Ji intro-

duca nell'atto delfioflener con l'armadura » altra mutazione

nonjìfcorge, che nel diuerfo toccamento , che doueprimafer-ro toccaua Calamita, boraferro toccaferro : ^Adunque bifio-

gna necefiariamente cocludere i diuerfi toccamenti efifier caufit

della diuerjìtà degli effetti . La dtuerjitàpoi tra i contatti, noveggo, chepoffa deriuar da altro, che dall'effer lafufianza del

ferro dipartipiafottili,pià pure,epiù cofìipate,che quelledel-

la Calamita, chefonpiù groffe, menpure, epiù rare ; dal che

nefigue, che le fuperjicie de' dueferri, che s'uanno da ficcare,

mentrejieno efquìfitamente/pianate,fot bite, e lujlrate,tanto

efiattametejì'congiungono -t che tuttigì'infinitipunti ddl'vna

fiincontrano congì'infiniti dell'altra7fi che ifflamenti (per

così

Page 417: massimi sistemi del mondo

Del Galileo T 40 1

così dire) che collegano i dueferri,fono moltipiù di quelU,che

collegano Calamita conferro , per ejfer lafujianza della Ca~lamitapiùporofa, e menjìncera, chefa, che non tutù ipunti,

e filamenti dellafuperfeie delferro, trouino nellafuperficit-*

della Calamita rincontri con chi vnirfì . Chepoi lafujianza.

delferro ( e ma(fimo del ben purificato, quale l'acciaioJìnifji-

mo)jìa dipartigrandementepiù denfe,fattili, e pure, che la

materia della Calamita,fivede dalpoter/i ridurre ilfuo taglio

dd vnafottigliezza ejlrema , quaVe il taglio del rafoio , ali*—*

quale mai nonjì condurrebbe a granfegno quel d'vnpezzodi Calamita . L'impurità poi della Calamita , e Ve/Ter mefco- . r °^f

a" a*

lata con altre qualità dipietre,primaJenjatamentejijcorge ; Vìt^ ^ella ^^dal colore di alcune macchietteper lopiù biancheggianti ; epoi lamiu j

dalpreTentargli vrìagopendente da vnfilo, il qualefopra ta-

li pietruzze nonfipuopofare, ma attratto dalleparti circon-

fufe,par che sfugga quelle, efaltifopra la Calamita contigua

ad effe ; e come alcune di taliparti eterogeneefonper lagran-dezza loro molto vifìbili, cosìpoffìamo credere altre in grancopiaper lalorpiccolezza incofpicue , ejferne difeminate pettutta la majfa . Confermafìquanto io dico ( che, che la molti-

tudine de' toccarne?? ti , che sifanno traferro , eferro , è cauft

del tantofaldo congiugnimento) da vna efperienza la qual%chefé noiprefentertmo l'aguzzapunta d'vri'ago all'armatu-

ra della Calamita, nonpiù validamentefégli attaccherà , che

alla medejìma ignuda; il che da altro nonpub deriuare , chz^*

daWeJfer'i due toccamenti eguali, che amendue di vnfotpun-to . Ma chepiù f prendafivn'ago , epongajifopra la Cala*

mita,fìche vna dellefue estremità fporga alquanto infuori,

£j a quellafi apprefentivn chiodo al qualefluito l'agofi at-

taccherà, in maniera, che ritirando in dietro il chiodo , Vagofiridurràfq/pefo,& attaccato con lefua eflremìtà alla Calami-

ta,& alferro , e ritirando ancora più il chiodofaccherà l'ago

dalla Calamita;fépero la cruna dell'agofarà vnita al chiodo,

e lapunta alla Calamita ; mafé la crunafarà verfa la Cala-

mita, nel rimuouere il chiedo, l'ago reflerà attaccato con 1%—»

Calamita, equejio (per mio giudizio) nonper altro ,ft non,

eieper e/ìer l'agopiù grojfo verfo la cruna, tocca in moltipiù

punti, che notifa l'acutijfìmapunta

.

SAGR. Tutto il difcorfa mi eparfo molto concludente , e quefl'ef-

penenze dell'ago me lorendon dipoco inferiore a vna dimo-

Cc flrazion

Page 418: massimi sistemi del mondo

4© i Dialogo terzojlrazion Matematica,^ ingenuamente confeffodinon haue»

re in tutta lafilofofia Magneticafentito , b letto altrettanto >

abe confirmi efficacia renda ragione ài alcun altro de'fuoi ta-

ti marauigliqfiaccidenti, de i quali ,fe haueffìmo le caufe con

tanta chiarezza/piegate, non io qualpiùfoaue cibo potejpu*

dejìderare l'intelletto nofìro

,

SALV. Nell'inueBigar le ragioni delle conclujtont a noi ignote^

bifogna hauer ventura dindirizzar da principio il difcorfo

ver/ò lajirada del vero,per la quale , quando altriJìincam-

mina ageuolméte accade,che sincotrino altre-, & altrepropor-zioni conofciuteper vere,, bper difcorfi, bper esperienze, dalla

certezza delle quali la verità della nojira acquifìi forza , &euìdenza ; come appunto e accaduto a me del prefenteproble-

ma: del quale volendo io co qualche altro ri/contro affìcurar-

mi,fe la ragione da me inueììigatafujfe vera ; cioè , che lafu*Jìanza della Calamitafujfe veramente affai men continuata*

ebe quella delferro, b dell'acciaio,feci da quei maejiri , che la-

vorano nella Galleria del Gran Duca mio Signore ,fpianare

vnafaccia di quel medefimopezzo di Calamita,ehe giàfa vo-

Jlro, epoi quantopiùfu pojjìbilepulire , e lufìrare , doue con

mio contento toccai con mano, quel ctìio cercano; imperocché

Jìfcoperfero molte macchie di color diuerfo dal reJlo,mafplen-

dide, e lufìre , quanto qualftuogliapiù denfa pietra dura : il

vejio del campo erapulito, ma al tattofolamente , non effendi

Jpunto lucrante, anzi come da caligine annebbiato, e quejias

era lafufhanza delta Calamita , e lafplendida di altre pietre

mefcolate tra quella , fi comefènfatamenie fi conofceua dal-

Haccojìar lafaccia [pianata fopra limatura diferro , la quale

ingran copiafaltaua alla Calamita , ma nepure vna fola-*»

filila alle dette macchie , le quali erano molte , alcunegrandi

(guanto la quarta parte di vnvgna , altre alquanto minori 9

moliiffimepoi lepìccole', e le appena vifibtli,quaficbe innume-

vabili; onde io mi affìcurai verijfimo e(fere flato ilmio concet-

to, quandoprima giudicai douer lafufianza della Calamita

ejfer nonjiffa, eferrata, maporofa , oper meglio direfpugno-

J'a; ma con quejìa differenza che doue la (pugna nellefue ca-

mbi, e cellule contiene aria, ò acqua , la Calamita ha lefue ri-

piene dipmra durijfìma, egrazie , come ci dimojlra Vefquifit*

iu/fro, che effe riauono: Onde, come daprincipio dijfi , appli-

SAiìdu lafuperfick delferro t aliafuperjicie della Calamita le

mmims.

Page 419: massimi sistemi del mondo

Del Galileo, 40$minimeparticelle delferro , benché contìnttatìffìme forfè piadi quelle di qualfiuoglki altro corpo (fi come ci mofira illu-

Jirarfi eglipiù di qualfiuoglia altra materia ) non tutte , anzèpoche incontranofineera Calamita ;& efferidopochi i contat-

ti^debole è l'attaccamento . Ma\perchìl'armadura detta Ca-lamita , oltre al toccargranparte dellafuafitperficie ,fi ve/fe

anco della virtù delleparti vicine, ancorché non tocche; ejfen-

do efattamentefpianata quellafuafacciala qualefi applica-

l'altra,purfimilmetebenefpianata, delferro da ejferfo/ìenu-

to , il toccamentofifì di innumerabili minimeparticelle ,JL*noforfè degl'infinitipunti di amendue lefuperficie,per lo ebe

£attaccamento ne rie/cegagliardiffimo . Quefia offeruazione

di /pianariefaperfide de iferri, chefi hannoa toccare,nonfà

auuertita dal ùilberti,anzi eglifa iferri colmi,fi chepiccolo e

il lor contatto ; onde auuiene , che minor ajfai sia la tenacità,

con la quale efiferri si attaccano .

SAGR. Refio dall'affegnata ragione, come difiipur ora,poco mi-

no appagato , chef ellafujfe vnapura dimofirazìon Geome-triea;e perche ti tratta diproblemafisico,Jiimo,che anco il Sig.

Simp. si trouerà fodisfatto per quanto comporta lafaenza—*naturale, nella quale ci sa, che non., si deue ricercar la Geome-trica euidenza

.

SIMP. Tarmi veramente, che il Sig. Saluiati con bel circuito di

parole habbia si chiaramentefpiegata la caufa di quefi'effetto ,

che qualsiuo?Ua mediocre ingegno , ancorché non fevenziato,imPatia>«-»

2? 1 ^ n

A•

'r 1 , antipatia ter-

ne potrebbe rejtar capace; ma noi, contenendoci dentro a ter- m [n\ v a£Ì da•

mini dell'arte , riduchiamo la caufa diquefii, e simili altri ef filofofi per ré-

fetti naturali, alla simpatia, che e certa conuenienza , efeam- der fàcilmen-

bieuole appetito, che nafee tra le cofe , chefono tra di loro simi-c

,

e.

*e ragioni

glianti di qualità; si come all'incontro quell'odio), e nimicizia, £ ™?f-

"

per la quale altre cofe naturalmente sifuggono, e si hanno in

borrore noi addimandiamo antipatia .

SAGR. E cosi con quetti due nomi fi vengono a render ragioni

di vn numerogrande di accidenti, & effetti, che noi veglia-

mo nonfenza marauiglìaprodurfi in natura. <31aqucfiomodo difilofofare, mipar che habbiagranfimpatia, con certa Piaceuole e-

maniera di dipignere,che haueua vn 1

amico mio,il quale [opra^.'f.

1

? Pcf

^'lm

la telafcnucua congeffo, qui voglio, chefia ilfonte co Diana,effjcac ja J°al-

tfue "Ninfe, qua alcuni leurieri, in quetto canto*7 voglio chz^. cun i dimorfi

fia vn cacciatore con tejia di ceruio, il refio campagna, bofco}filolòfici.

Ce z e colli-

Page 420: massimi sistemi del mondo

4<>4 Dialogo terzoe collinette ; il rimanente poi lafciaua con colori figurare al

pittore , e cosìfiperfuadeua d'hauere eglifiejfo dipinto il cafo

d'Atteone , non ci hauendo meffo difuo altro, che i nomi. Madotte cifiamo condotti con fi lunga digrefiìone contro alle no»

fìregià flahilite cofiituziòni i Quafimi e vfcito di mente qual

fujfe la materia, che trattauamo, all'bora , che deuiam>no in

quejìo magnetico difcorfo ; epurehaueuo perla mente non s»

che da dire in quelpropofito

.

$ALV. Eramofui dimofirare quel terzo moto attribuito dal Co-pernico alla terra non ejfer'altrimenti vn mouimsto, ma vnaquiete, & vn mantener/?immutabilmente diretta confile de»

terminateparti verfo le medefime, e determinateparti dell'v*

niuerfìj cioè vn conferuar perpetuamente VlAffe della fu&diurna reuoluzioneparallelo afefiejfb , e riguardante verfo

tali Hellefifie : il qual cofiantifimofiato diceuamo competei*

naturalmentead ogni corpo librato, efòfpefo in vnmezojìui»do ,e cedente; che, benché portato in volta, non mutaua dire-

zione rifpetto alle cofe ejlerne, mapareuajolamente girare in.

fefiejfb, rifpetto a quello, che loportaua , & al vafo,nel quali

eraportato . Aggiugnemmopoi a quejìofemplice, e naturale

accidente la virtù magnetica,per la quale ilglobo terrefire ta*

topiùfaldamentepoteua contenerfiimmutabile, &c.SA GR. Già mifauuien del tuttop quel che althor mi paffaua pet

la mente , e che voleuo produrre era certa confiderazione in»

torno alla difficultà , e inflanza del Sign. Simpl. la quale egli

promoueua contro alla mobilità della terra,prefa dalla multi*

plicità de* moti,ìmpajjìbile ad attribuirJt ad vn corpofcmplice,

del quale\in dottrina d'Arifi. vnfoto, efemplice mouimenta

Tre moti di- può ejfer naturale; e quello, eh"io voleuo mettere in confiderà»

nerfi naturali zione era appunto la Calamita , alla quale noifenfatamentedelia—» Cai*- veggiamo competer naturalmente tre mouimenti;l'vno verfo

il centro della terra, comegraue; ilfecondo ì il moto circolari

Orizontale , per il quale refìituifee , e conferua il fuo --Afie

verfo determinate parti dell'vmuerfo; il terzo e quefìo nuo»

uamentefeopcrto dal Gilberto d'inclinar' ilfuo Affé , fiante

rei piano di vn JiMeridiano , verfo lafuperficie della terra, e

quejìo più, e meno ficcando , che ellafard difiante dall'Equi»

% oziale , fatteti quale refìaparallelo all'effe della terrai .

Oltre a quelli ire , non è forfè improbabile , chepojfa hauerne

%,u guano di rigirarfi intorno alproprio Affé ,quduvqu^»

&ìK3o

J

Page 421: massimi sistemi del mondo

Del Galileo • 40 fvolta éllafujfe librata, efofpefa in aria, ò altro mezofluido, ecedente, fiche tuttigli ejierni , & accidentary impedimentifusero tolti via, & a quejiopenflero mojlradi applaudereancora Viflejfo Gilberto . Talchi Sign, Simpl. vedete quantorefìi titubante Vaffioma d'Arifl.

SIMP. Quejio non folo non va a ferire il pronunziato , mane . .-

pure e drizzato allafua volta, auuenga che egliparli d'vn^>Ar^ot

:co.*!

corpofemplice ; e di quello , che ade/o pofla naturalmente mouimenticétonuenire, e voi opponete ciò che auuiene ad vn mi/lo ; ni di- pofti

te co/a nuoua in dottrina d'Arili.perche egli ancora concedea i mifli moto compo/ìo, Ì7c.

SAGT\; Fermate vnpoco Sig.Simp. e rifpondetemi all'interroga-zioni, ch'io vifarò . Voi dite, che la Calamita non è corpo se-plice

, ma e vn mislo , bora io vi domando quali fono i corpifemplici, cheflmefcolano nel compor la Calamita .

SIMP. Io non vifaprj diregVingreàienti,nela dofeprecifamen-te, ma bafla, chefono corpi elementari .

SAGR, Tanto bafia a me ancora . E di quefli corpifemplici elemt-Uri, qualifono i moti loro naturali /

SIMP. Sono i duefemplici retti, furfum,& deorfum

.

SAG1{. Ditemi apprefio . Credete voi, che'l moto, che reflera na~turale di tal corpo mi/io debba ejfere vno , che pojfa rifiatared.il componimento de i due moti femplici naturali de i corpifemplici componenti, a pur chepòfa efer'anco vn moto 'jm- Moto dei mi-poflibde a comporfidi quelli l ili conuien_«

SIMP. Credo, ebeflmeuerà del moto rifiatante dal componimi- che fia talc>

tode moti de corpifemplici componenti, e che d'vn moto im-f'tpoffa

\\~

pojjìbile a comporfidi quejìi, impojfibilfla , cheflpojfa muo- compofizione

Ar,

Uere' de moti ck-»

SAGR. ^MaSign. Simpl. con due moti rettifemplici , voinon~> corP i tèmpli-

comporrete mai vn moto circolare, qualifono li duefoi tre F?eompouea-

circolari diuerfl, che ha la Calamita; vedete dunque in quali con due motianguille conducono t malfondatiprincipi/ , ò per dir meglio retti non fi cò-te mal tirate confequenze da principi/ buoni , che adejfo feie pongono mò*coflretto a dire , chela Calamitafa vn miflo compojto di fu-

tl eircilla"-''

flanze elementari, e di celejìi, fé volete mantenere, c/kI moto ;£ ^SS-Svrettoflafole

>degli elementi, e l circolare de corpi celefti.Tero, confefsar che

fé voletepiù ficuramentefllofofare , dite che de' corpi integra- la Calamita-.ti dell'vniuerfo, quelli, chefonper natura mobili

, flmuouon fia comporta

tutti circolarmente, e cheperò la Calamita , comeparte della-, f^Tdli^Ce 3 verace, cenuri ,

xe?"

Page 422: massimi sistemi del mondo

Fallacia di

quelli che-»

chiamano la

Calamita cor-

po miilo , e'1

globo terre-

ste corpo sé*plice

,

Difcorfo peripatetico pie-

no di fallacie,

e contradizio*ai»

Èfktto impro»èabile ammefTo dal Gilber-

to nella Cala-

mita ,

4° 6 Dialogo terzoverace,prìmarìa, fa' integraifufìanza del nojlroglobo,ritien

della medefima natura . Et accorgetevi con quejìafallacia, che

voi chiamate corpo mi/io la Calamita, e corpofemplice il glo-

bo terre/ire, il qualefi'vedefenfatamente ejfer centomila volte

più compofto: poiché, oltre il contenere mille , e mille materie

tra fé diuerfiffìme, contien'egligran copia di quejìa 3 che voichiamate mi/la, dico della Calamita . Quefto mipare il mede-

fimo, chefé altri chiamafse ilpane corpo mifio , e corpofempli-

ce rQgliopotrida, nella quale entrafse anco nonpiccola quan-tità dipane , oltre a cento diuerficompanatici » Mirabd co/a

mifembra inuero tra Valtre quejìa de i Peripatetici , // quali

concedono (nepofo negarlo ) che il nqftroglobo terreftrefia

de facto vn compofto di infinite materie diuerfe ; concedono

, apprefso de i corpi compojìi il moto douere efser compofto ; i

moti chefipofson comporre fono il retto , e'I circolare ; attefo

che idue rettiper efser cotraryfono incompatibili tra di loro :

affermano Velementopuro della terra nonfi ritrouare ; con-

fefsano , che ella nonfi e mofsagià mai di verun mouimentolocale, e poi voglion porre in natura quel corpo , che non fitroua, efarlo mobile di quel moto, che mai non ha egli eferci-

tato, riè mai eper efercitare , & a quel corpo , che è, Ò"è ftato

fempre,negano quel moto,cheprima concedettero douergli na-

turalmente conuenire .

SALV. Digrazia Sign.Sagr. non ci ajfatichiampia in quefiipar-

ticolari, e maffime, che voifapete , che ilfin noftro noni fiato

di determinar rifolutamente , ò accettar per vera quejìa, b

quella opinione, mafio diproporper noftrogufo quelle ra-

gioni, e rifpofte, cheper l*vna, eper l'altrapartefipufsono ad-durre; e il Sign. Simpl. rifponde quefto in rifatto defuoi Pe-

ripatetici,però laviamone ilgiudizio inpendente, eia deter-

minazione in mano di chi ne sapia di noi . Eperche miparet

the afsaia lungofiJìa in quefti tregiorni difcorfo circa il fi-

Jtema dell'vniuerfo , farà hormat tempo , che venghiamo ali

accidente majfìmo, dal qualeprefero origine i noftri ragiona-

rnenti,parlo delfufso, e refiufso del mare, la cagione del qua-

lepare y che afsaiprobabilmente fi pofsa referire a imouime-

ti deUa terra . Ma ciò , quando vtpiaccia riferberemo al fe-

guentegiorno . In tanto,per non me lofiordare, voglio dir-

ai certoparticolare, al qualenon vorrei,cheil Gilberto bauefi

fipreftatQ orecchio i[dko dell'ammettere , che quando vna^pìccola»

Page 423: massimi sistemi del mondo

Del Galileo • 4ofpiccola sferetta di Calamitapotefie efattamente libtàrfi, ella

fu/se pergirare infifiefsa, perche nifsuna ragione vi eper la

quale ella eiofar douefi; imperocché,fé tutto ilglobo terrejlre

loa da natura di volgerjf intorno alproprio centro in venti

quattrhore, eciòbauer debbono ancora tutte lefueparti, dica

digirare in/teme co'l può tutto^intorno al centro di quello in

ventiquattrhore ,già ejfettiuamente l'banrìelleno , mentrefiandofopra la terra vanno in/teme con efia in volta ; E l'af-

fegnar loro vn riuolgimento intorno al proprio centro, fa'

rebbe vn attribuirgli vn fecondo mouimento molto diuerfo

dalprimo, perche cosi ne hauerebbero due , cioè il riuolgerjì in

ventiquattrhore intorno al centro delfico tutto , éF ilgirare

intorno alfuoproprio ; hor que/iofecondo è arbitrario, ne vi

e ragione alcuna d'in trodurlo . Se nelloJlaccarjìvnpezzo di

Calamita da tutta la majfa naturale figli togliejfe ilfeguir-

la, comefaceua mentre gli era congiunto ; si che cosi refìaJfL^

priuo del rigirare intorno al centro vniuerfale delglobo ter-

rejlre;potrebbe per auuentura con qualche maggiorproba-

bilità credere alcuno , che quellofufi per appropriar/! vna—»nuoua vertigine circa7fuo particolar centro ; ma fi ejfo nonmeno fcparato , che congiunto continua pur tuttauia il fuoprimo, eterno, e naturai corfio, a che volere addogargliene vn*

altro nuouo ?

SAJ-R. Intendo beni/fimo , e ciò mifàfouuenire d"vn difeorfo af-

fai fmilc a queslo nell'ejjer vano , pofìo da certi fcrittori di

sfira, e credo,fi ben mi ricordo , tra gli altri dal Sacrobofio,il Difeorfo va-

auale per d'imofirar come Velemento dell'acqua fi figura infìe-no alcun*

* rr

Ji- r r • r • 1 i-

J, n /; • Per prouar 1'-

me con la terra dijuperficie sferica , onde di amendue Ji co/ti- elemento del-

tuifee quejìo nojlro globo, firiue di ciò ejfer concludente argo- P acqua effer

mento il veder le minuteparticelle dell'acquaJìgurarjì infor- di %perfick_>

ma rotonda, come nelle gocciole, nella rugiada , efoprale fo •stcrica «

glie di molte herbe giornalmentefi vede ; e parche , conforme

al trito affìoma , la medejìma ragione e del tuttoché dellepar-

ti, appetendo leparti e )taljìgura,e necejfirio,che la medejìma /

fia propria di tutto relemento:& inueno mipar cofia afìaìfio-

eia, che quejli tali nonJì accorgano di vnapur troppopatente

leggerezza, e non confederino, che quando il difeorfo lorofuf

fi retto, conuerrebbe,che nonfilo le minutejlille,ma che qual-

siuoglia maggior quantità d'acquafeparata da tutto Velemen-

to si riducejfe in vnapalla\, il che non sì vede altrimenti , maCe 4 ben

Page 424: massimi sistemi del mondo

4o 8 Dialogo terzoben sìpuò veder co*lJèn/ò,e intender con l'intelletto, ebeama-do l'elemento dell'acqua difigurarsi in forma sferica , intor-

no alcomun centro digrauità, al quale tendono tutti igraui

( che è il centro delglobo terrejìre ) in ciò vknegli feguito datutte lefueparti conforme alVaJpoma, si che tutte lefuperficit

de i mari, de i laghi , deglifiagni, & infomma di tutte lepar-

ti dell'acque contenute dentro a vasi, si difendono infigura

sferica, ma di quella sfera, cheper centro ha il centro delglob*

terrejìre, e nonfanno sfereparticolari di lor medesime .

$ALV. L'errore e veramentepuerile, e quando nonfujfe d'altri p

the del Sacrobofcofacilmente glie lo ammetterei ; mail

bauerlo aperdonare anco a fuoi comentatori , ^T

ad altri grand'huomini , e sino a Tolomeo

fìejfo , nepojfofarlofenza qualche rof~

*% fore,perlareputazionloro.<IMa

è tempo dipigliar licenzafendbor mai l'hora tarda

per ejfer domanialfolito

per Vvltima conclusione

di tutti i pajfati ra-

gionamenti o.

GmmAT4

Page 425: massimi sistemi del mondo

GIORNATAQ_V A R T A.

r*~SAG% Jlf^^'^OJV so fé il ritornovoRro aifiliti

%2 5^- -"S? gionamenti sia realmente flato più tar~

¥&£ TVI

* f| do del confueto , opurfel desiderio di se-

\F-$ L^i jjQp tirt ipensieri del Sig.Salu. intorno a ma-

t^Vì^^fW^tt feria tanto curio/a me Vbabbia fatto pa\»

aJX%Ba*s&*h* rertale. Mifonoper vnagroffa bora.-*

trattenuto alLifinefìra affettando di momento in mometo di

vedere [puntar lagondola, che haueuo mandato a leuarui

.

9ALV. Credo veramente>cbe l'imaginazion coojìra)piu che la no-

Jlra tardanza habbia allungato il tempo : eper non loprolun*

garpiù,farà bene , chefenza interporre altreparole vengbia-

mo alfatto: e mojlriamo, come la natura hapermejfo ( ò sia , La natura pe?

the la cofa in rei veri la te jlia così, òpurper ifcherzo , e quasiÌfJ

e"* ^ciic

perpigliarsigiuoco de nojirighiribizzi ) ha dicopermeJfo,che jj%l, \

e r

^l mouimentiper ogni altro nfpetto, cheperfodisfare alflujfo, re eppjaud^e refiujfo del mare, attribuitigran tempofa alla terra , ti tro- alla mobiliti

uino bora tanto aggiu[latamenteferuire alla caufa di quello ; della terra

.

e come vicendeuolmente il medesimoflujfo , efejiujfo compa- HuitojC reflui

ri[ca a confermare la terre/ire mobilità: gli indizy della quale t^/r|flre {c^mJìrihorafìfonprejìdalle apparenze celeFti>efìendocbe,dell<L~> bienolméce 15

tofe> che accaggiono in terra nejfuna erapotente a flabilirpiù confermano >

quefla, che quellafentenza^,ficome a lungo habbiamogià efa-

minato , con mofìrare r che tutti gli accidenti terreni ,peri

quali comunemente fitiene la [labilità della terra, e mobilità

del Sole,e del Firmamento,deuono apparire a noifarfifotto le Effetcj terreni

medefìmefembianze, pojìa la mobilità della terra, efermezza indifferéti rat

Ài quelli . Il [oh elemento dell*acqua , come quello , che e va- ti a conferma-

fìifJimOy e che non e annejfoy e concatenato alglobo terrejlre ,*c " raoto

* o

tomefono tutte Valtrefuepartifolide, anzi cheper lafez—* la terra brattofluidezza rcjla inparte fui iuris > e libero , rimane tra le co/e ne jj flugò , efullunari, nel quale noipoliamo riconofeere qualche vejligìo, refiuflò del»*

4? indizio di quel chefaccia la terra in quanto al moto-, ò alla re •

quiete • lo doppo hauer più , epiù volte meco medejimo ef&»

minati

Page 426: massimi sistemi del mondo

Prima gene-

ral conclufìo-

ne del non po-

teri! far fluifo,

erenufsoftan-

«io il globoterreiìre im-mobile .

Cognizionede gli effetti

conduce all'-

inueftigazio-

ne delie cau-

le

.

41 o Dialogo quartominatigli effetti , & accidentiparte veduti , e parte wtejidaaltri, che ne i mouimcnti dell'acquefi offeruano ; epiù lette , e

fentite legran vanitàprodotte da moltiper caufe di tali acci"

denti, mifon quafìfentito non leggiermente tirare, ad amet-

tere que(le due conclufìoni {fattipero iprefuppojli necejfari)

che quando ilglobo terrejlrejia immobile , non fìpoffa natu-

talmentefare ilfluffb, e reflujfo del mare,echetando al me-

dejìmo globofi conferivano i mouimentigià ajfegnatili} ne-

ceffario, che il marefoggiaccia aljluffb , e refluffb, conforme s

tutto quello, che in ejfo viene offeruato .

SAGR. Laproporzione egrandijjima,jìperfejleffa,fiper quello

eh'ellafi tira in confeguenza, onde io tantopiù attentamente

ne Raro afentire la dichiarazione , e confermazione .

SALV. Perche nelle quefìioni naturali , delle quali quejìa , ch^j

habbiamo alle mani}ne è vna,la cognizione degli effetti e quel-

la,che ci conduce all'inuefigazione, e ritrouamento delle cau-

fe, efenza quella il nojirofarebbe vn camminare alla cieca

,

anzipiù incerto ,poiché nonfapremmo doue riufeir ci volejji-

mo, chei ciechi almenofanno doue e' vorrebberperuenire;pe-

rò innanzia tutte Valtre cofe e necejìaria la cognizione de già

effetti, de* quali ricerchiamo le cagionile' quali effetti voi Si-

gnor Sagr. epiù abbondantemente, epiù ficuramente douetc

effe/informato, che io nonfono; come quello , che oltre all'ef-

fer nato, eper lungo tempo dimorato in Venezia, doue ifiujft,

e rejlufflfono molto notabiliper la lorgrandezza, hauete an-

cora nauigato in Soria,ecome ingegnofuegliato, e curìofo do-

vete hauerfatte molte offeruazioni; doue che a me,chefolame-

te hopotuto ofìeruareper qualche tempo, benché breue,quello,

che accade qui in queB'eJlremità delgolfo Adriatico,e nel no-

Jlro mar difotto,intorno allefpiagge del Tirreno,conuiene di

molte cojejìarmene alle relazioni di altri , le quaH effendoper

lopiù non ben concordi, eper confeguenza affai incerte , con-

fusonepiù tojlo, che confermazionepoffono arrecare alle no-

Jlrefpecolazioni . Tuttauia da quelle , che hauiamojìcure , e

chefon*anco leprincipali,parmi dipoterperuenire al ritro-

uamento delle vere caufe , eprimarie; non mi arrogando di

potere addur tutte le ragioniproprie, & adequate di quelli ef-

fetti, che migiugneffer nuoui , e che in confeguenza io non-~>

poteffìhaueruipenfatofopra . E quello, che iofonper dire lo

propongofolamente, come vnachiaue, che apra laporta dì

vna

Page 427: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 411vnaflrada non maipiù calpejlata da altri, confermafperan-za, che ingegnipiùJpecolatiui del miofìanoper allargarli', e

penetrarpm oltre affai di quello, che hauro fatto io in quejìa

miaprimafcoperta ; & ancor che in altri mari da noi remoti

poffano accadere degli accidenti, che nel nojiro Mediterraneo

non accaggiono, nonper quefto refterà di ejfer vera la ragio-

ne, e la caufa, ch'ioprodurrò, tuttauoltache ellaJì verifichi ,

e

pienamente fodisfaccia a gli accidenti , chefeguono nel marnoftro ;perchifinalmente vnafola ha da effer la vera , epri-

maria caufa de gli effetti chefon del medejìmo genere . Dirodunque Visiona degli effetti, clSiosò effer'veri, e affegneron-

ne la cagione da me creduta vera, e voi altri Signori ne pro-

durrete degli altri noti a voi, oltre a i miei , epoifaremoprò'uà, fé la caufa da me addottapoffa a quelli ancorafodisfare

.

Dico dunque tre effe/iperiodi, cheftofteruano ne iflujfi, e re-

Jluffì dell'acque marine; ilprimo,eprincipale e que/iogrande, Tre peno di

e noti/fimo , cioè il diurno , fecondo il quale con interuaìli di JT1

n?uj •

e r ""

alcune bore l'acque fi alzano, ejìabbaffano;e quejii internai- meftruo & anlifonoper lopiù nel Mediterraneo di 6.in 6. bore in circa,cioe mio .

per 6. bore alzano,eper altre 6. abboffano . Ilfecondoperio-

do e mejìruo , epar che tragga origine dal moto della Luna ,

non che ella introduca altri mouimenti , mafolamente altera,

lagrandezza dei già detti, con differenza notabile ,fecondo

the ellafarà piena, ofcema, ò alla quadratura co'l Sole. Il ter-

zo periodo e annuo , e mofira depender dal Sole , altrerando

purfolamente i mouimenti diurni,con rendergli ne' tempi de*

Solslizij diuerfi,quanto alla grandezza , da quel chefono negli Equinozi/

.

Parleremo prima delperiodo diurno, come quello,che e ilprinci-

pale , efopra'l qualepar , chefecondariamente efercitino loro

azione la Luna , el Sole , con loro mejlrue , & annue altera-

zioni . Tre dìuerjitàjìofferuano in queBe mutazioni bora-

rie ; imperocché in alcuni luoghi le acquefi alzano , & abbaf Diuerfìta che

fan o,fenzafar moto progrejfiuo ; in altrifenza alzarji ,ne ^"n^o diur-abbaffarfifi muouono hor verfo Leuante , & bor ricorrono \ÌOt

verfo Ponenteìò" in altri variano Valtezze^ variano il corfo

ancora, come accade qui in Venezia , doueVacque entrando

alzano, e nell'vfcire abboffano ; e quejlofanno \nell'efìremità

delle lunghezze deigolfi, chefi difendono da Occidente in—>

Oriente te terminano in tfpiagge,fopra le quali l'acqua neW

alsarfi

Page 428: massimi sistemi del mondo

Caufa del fluf

fo , e refluffo

prodotta da_j

certo fìlofofo

moderno

.

Caufa dal fluf

fo , e refluffo

attribuita alla

Luna da certo

Prelato.

41 % Dialogo quartoalzarfi ha, campo dipoter/i fpargere ; che quando il corfo gli

fujfe intercetto da montagne-, argini molto rilettati , quiuifì

alzerebbero^ abbafferebberofenza moto progrejjiuo . Cor-

ronopoi,e ricorronofenza mutare altezza nelleparti di mez-zo, come accade notabiiijjìmamente nel Faro di Mejfina tra

Scilla, e Cariddi, doue le correntiper lajtrettezza del canale

fono velocifjlme; ma ne i maripiù aperti ; e intorno alTifole di

mezo, comefono le Baleariche, la Cor/Ica, la Sardigna,lElba,

ìa Sicilia verfo laparte di Affrica, Malia, Candia, &C. lemu-tazioni dì altezza fono piccoliJJime ; ma ben notabili le cor-

renti, e majjìme doue il mare tra l'ifole, o tra ejse, e'I contenete

Ji rifìrigne

.

Mora quejlifoli effetti veraci, e certi, quando altro nonflvedef

fé, parmi, che affaiprobabilmenteperfuadano a chiunque vo-glia Jiar dentro a i termini naturali a conceder la mobilita)

della terra ; imperocché ritener fermo il vafo del mediterra-

neo , e far che l'acqua , che in effofì contiene faccia quejlo che

fà,Jupera la mia immaginazione , eforfè quella di ogn'altro »

che oltre allajcorza s'internerà in talefpecolazione

.

SIMP. Quejìi accidenti Sig. Salu. non cominciano adejfo , fonaantichi/fimi , e Rati offeruati da infiniti , e molti fifonoingegnati di renderne chi vna , e chi vn'altra ragione : e nonè molte miglia lontano di qui vngran Peripatetico , che #e-»

adduce adduce vna caufa nuouamente efpifcata da certo te/lo

di Arifi. non bene auuertito da'fuoi interpreti,dal qual tefio

ei raccoglie la vera caufa di queBi mouimenti non deriuar

d'altronde, che dalle diuerfeprofondità de' mari : imperocché

l'aeque dellepiù alteprofondità , effendo maggiori in copia , e

eper ciò piùgraui , di/cacciano l'acque de' minorfondi , ksquali poi folleuate voglion defcendere , e da quefìo continuo

combattimento deriua iljiuffo, e refuso . Quellipoi , che re-

ferifcon eiò alla Luna fon molti, dicendo , [che ella bapartico-

lar dominiofopra l'acqua ; ér vltimamente certo 'Prelato bapubblicato vn trattatalo, doue dice, che la Luna vagandoperil CiéXò attraejefolleua verfo difé vn\ctrniolo d'acquaciquale

la va continuamente feguitando , fi che il mare alto efemprein quellaparte, chefoggiate alla Luna , eperchè quando effa è

fotto l'Orizonte ,'pur tuttauia ritornai'alzamento, dice,che

nonfipuò dir'altro,perfaluar tal'effetto,fé nou che la Lunanonfoh ritiene infé naturalmente quejìafacultà^mam qnc-

Page 429: massimi sistemi del mondo

Dei Galileo. 4*3Jlo cafo ha poffanza di conferirla a quelgrado del Zodiaco,cbe Girolam»

gli ì oppofio . Altri, come credo chepappiate , dicono pur, che ^ ,ìerj'Q^ cct^.

ia Luna ha poffanza co'lfuo temperato calore di rarefar l'ac- c \ \Q referifco-

qua, la quale rarefatta viene afolleuarfi . Non ci e mancato no al caldo

anco chi. temperato dèi

SAGR. Digrazia Sig.Sìmpl. non ce ne riferitepicche non mipa- 3, ^una '

re, che metta conto di confumare il tempo nel referirle, ne me-

no leparoleper confutarle; e voi,quando ad alcuna di quefle>

òfirn ili leggerezzeprefìajie Vaffenfo ,farefìe torto al voìiro

giudizio, che pur lo eonofeiamoper moltopurgato

.

ÌALV. Io chefono vn poco più flemmatico di voi Sign.Sagredo

fpendtro pur cinquantaparole in grazia del Sig.Simp.fefor- g-rjfJOncfe_j

fé egli jìimajfe nelle cofe da lui raccontate ritrouarjì qualche alle vanità ad-

probabilità . \D;co per tanto . L'acque Sig.Simpl. che hanno dotte per ca-

piu alta la lorofuperjicie eBeriore, difeacciano quelle , chegli ?loni del flui-

Jbno inferiori, epiù bajfe : ma ciò nonfannogià lepiù alte diio

>c ic so "

profondi tà; e lepiù altefacciate , che hanno lepiù bajfe , in—»

èreuefquietano , efi librano . Bifogna,che queflo vojìro pe-ripatetico creda,che tutti i laghi del mondo, ctieftanno in quiz*

te , e tutti t mari , doue iljlujfo , e rejiujfo è infenfibile, hab- L'ifole fono

biano i letti loro eguali/fimi , & io erafìfemplice , che miper- indizio dell*

fuadeuo, che quando altro fcandaglio non cifujfe , lifole ,che .

!

fo^^jjfoprauanzano fopra l'acque fu'fero affai mamfejlo indizio mare m

dell'inegualità de ifondi . ^A quel Prelatopotrejle dire,che la

Luna[corre ognigiornofopra tuttofi Mediterraneo , ne perì»

JifUeuano le acque ,faluo che nellefue ejlremità Orientali , e

qui a noi in Venezia . A quelli del calor temperato potente afar rigonfiar l'acqua , dite che pongano ilfuocofitto di vna ^

caldaia piena d'acqua , e che vi tengan dentro la man de/ira

,

fin che Vacqua per il caldo(ìfolleui vnfol dito ,epoi la canino,

e fcriuano del rigonfiamento del mare . O dimandategli al-

meno, che vi infigmno comefa la Luna a rarefar certaparte in^enì pwe»-

dell''acque } e non il rimanente;cr-rne dir qnefìe qui di Venezia, dei di due_j^

« non quelle d\4.ncona}di Napoli, di kìenoua : eforza dire, fpezie

.

thegl'ingegni poeticifieno di duefpezie, alcuni defiri , & atti

ad inuentar le fattole , & altri dtfpojli , ^5* accomodati a-**

crederle »

$IMiJ. lo non penfo , che alcuno creda lefauole, mentre chepe?

tali le cono/ce; e delle ojj nioni intorno alle cagioni delflujjò, e

reflujò , cuefin mdte,pereti^ so , che di vn effetto vnafola è

laca-

Page 430: massimi sistemi del mondo

4*4 Dialogò quàrrola cagioneprimaria, e vera intendo bt?,t/fìmo, e/bnficuro3che

vnafola alpiùpotrebbe ej/er vera , ma tutto il teflc ;o,cbefon

fauolofe, efalse; eforfè anco la vera non e tra fatile, che sin*

Non hi il ve- borafonJiate-prodotte ; anzi così credo effir veramente aper-

to fi poca in- chigran cofafarebbe , cbe'l verop iteff bauer fipoco di luce ,

ce che non lì ffoe nufla appariffi tra ìe tenebre di ì inufalfì. Ma diro bene

„f°«RÌl

ì/"-

! eon quella libertà , che tra noi e p wméfTa , ebe l'introdurre il

faL£ mmoto della terra , efarlo cagione delpuffo , e rejiujfo mijem»brajìrìhora vn concetto non *men fauolofo di quanti altri io

me rìbabbiafintiti; e quando non mifufferporte ragionipiaconformi alle cofi naturali ,finza veruna repugnanzapaf-ferei a credere quejìo e/fere vn "effetto/òpra naturale , e per eia

miracohfoj e ìmperferutabile dagl'intelletti humani,come in-

finiti altri ce nefono dependenti immediatamente dalla manoonnipotente di Dio

.

SALV. Voi di/correte molloprudentemente, e conforme anco alla

Ariftoe. attri- dottrina d1

'Ari/i,che Capete come nelprincipio dellefue quiftio*

buifee a mira- ni meccaniche aftributfee a miracolo , le cofc,deile quali le ca*colo gli effèt- gianifono occulte; ma che la caufa vera deltiufp),e reflujfoJÌAti ,^de 1 quali ^^e impenetrabili , non credo , ebe ne habbiate indizio mag-

szufe giore, che il vedere, come tra tutte quelle, chefin quifonofiateprodotte per vere cagioni , nefs'una ve ne e con la quale perqualunq; artifizioJt adoperi

,fipòfa rapprefentar da noi vnfimìle effetto; atte/òche ne con lume di Luna, ò di'Sole, ne con

taldi temperatane con diuerfeprofondità, mai nonfifarà ar-

tifiziofamente correrete ricorrere, alzarfi}& abbajfarfi in vnluogo sì, & in altri nò, l'acqua contenuta in vn vafo immo~bile . Mafi colfar muouere il vafofenza artifizio nejfuno ,

anzifimplìeij/ìmamenteio vipoffo rapprefentarpuntualme-

te tutte quelle mutazioni, chefiofsentanoneWacque marine ,

perche valete voi ricufar quefia cagione, e ricorrere al mira'

colo ?

SIMP. Voglio ricorrere al miracolo yfe voi con altre caufe natu-

rali , che co'l moto de i vafidell'acque marine non me neri-

mouete,perche sa che tali va/inonfimuouono : e/fendo, cbi~>

*» tutto l'interoglobo terre/Ire , è naturalmen te immobile .

SALV. <JMa non credete voi, che ilglobo terre/Ire, potefsefopra-

naturalmente feioìper lafsokita potenza di 'Dio far/i mo-bile!

$2MT. E chine dubitai

Adunq;

Page 431: massimi sistemi del mondo

Del Galileo 'l 41$SALTr. Adunq; Sig. Simpl.già che per fare ilflufso, e reflufso del

mare ci e bifogno d'introdurre il miracolo , facciamo miraco-

lojamente muover la terra , almoto della qualeJlmuoua poi

naturalmente il mare ; e quejìa operazione farà anco tanto

piùfemplice , e dirò naturale tra le miracolo/e , quanto ilfaf

muouerein giro vnglobo , de quali ne veggiamo tanti altri

muouerjì, e men diffìcile, che'Ifare andar'innanzi,e in dietro^

dottepia velocemente, e dotte meno, alzarfi, ^T abbafsarji do-

nepiù, e doue meno , e dotte niente , vna immenfa mole d'ae-

qua, e tutte quesle diuerjltàfarle neU'islefso vafo, che la con-

tiene'-, oltre che que/ìifon molti miracoli diuerfl, e quello è vnfolo . Et aggiugnete dipiù, cbe'l miracolo delfar muouer l'ac-

quaie ne tira vn altro in confeguenza , che e il ritenerfermala terra contro agli impulfl dell'acqua,potenti afarla vacilla-

re hor verfa quefta, & hor verfo quellaparte , quando mira-

colofamente non venga ritenuta .

SAGR. Digrazia Sig. Simp.fofpendiamper vnpoco il nojìrogiu-

dizio circa ilfentenztarper vana la nuotta opinione , che ci

vuoVefplicare il Sig. Saluiati, e non la mettiamo cosìprejio in

mazzo con le vecchie ridicolofe;e quanto al miracolo ricorria-

mouiparimente doppo che bauremofentito i difcorjlcontenu-

ti dentro a i termini naturali ;fe ben per dire il miofenfo, a—»mefirapprefentano miracolofe tutte l'opere della natura, e di

Dio.$ALV. Et io fìimo il mede/Imo ne il dire , che la cagìon naturala

delflufso, e rejlufsofia ilmouimento della terra, toglie , cbt~r

quejìa fia operazion miracolofa . Hora ripigliando il nofiro

ragionamento , replico , e raffermo efserfinora ignoto , come

pofsa efsere,che l'acque contenute dentro al nofirofeno Medi-terraneofacciano quei mouimenti, chefar fégli veggono,tut-

tattottaebe lidefsofeno, e vafo cotenente refi immobikie quel*

lo,cbefa la d;,Jicultà,eréde quefia materia mefìricabile,fono le

sofé, che diro apprefso, e cbegiornalmentefioferuano . Peròn itale .

Siaorj qui in Venezia, doue borafono Tacque bafse y ir il «&«• Moftrafirìatj

quieto^ e l'aria tranquilla, comincia l'acqua ad alzar/l , & in P° slblilCac,eI

terminedì $. o 6. bore rkrefce dizci palmi,epiù, tale alzamèto mente farft il

non efa+tj dulìaprima acqua , ebefifìa rarefatta ; ma e fatto flu'fce refiuf-

p.r acqua nu "ìuam jnte venutaci ; acqua della medefimafor fonando \-^*

le* cai era laprima, daJa mede/ImaJalbedine tdella medefima

J

erra ltnfì*(>is*

dwjità)

Page 432: massimi sistemi del mondo

4i 6 Dialogo quarfodenfità ; del mede/imopefo ; i Nauily Sign. Simplicio vigal"foggiano, come nella prima y fenza demergerji vn capello dì

più ; vn barile di quefìafeconda nonpefa infoi gì ano più

,

ne meno, che altrettanta quantità dell'altra) rititn e la medefi-

mafreddezza nonpunto alterata : Einfomma acqua talu-

namente , e viabilmente entrataper i tagli , e bocche del Lio •

Trouatemi bora voi come , e donde elle qua venuta . Son—»

forfè qui intorno voragini , b meati nelfondo del mareper le

quali la terra attragga , e rinfonda l acqua , rejpirando quaji

immenfa , efmifurata Balena ? JjVlafe qucfio e , come nello

Jpazio di 6. bore nunfìalza l'acquaparimente in Ancona, in

Ragugia ) in Corfù, doue il nere]cimento epiccolifsimo ,e^/

forfè ìnojferuabìle ? chi ritrouerà modo di infondere nuoua—*acqua in vn vafo immobile , efar chefolamente in vna deter-

minataparte di efso ellajì alzi , & altroue no ? Direteforfèquejìa nuoua acqua venirgliprefìata dall'Oceano,porgendo-glielaper lofretto di Gibilterra i quefìo non forra le difficol-

tàgià dette , ed arrecheranne delle maggiori . Eprima , dite-

mi qualdeua efsere il corfo eli quell'acqua , che entrandoperlo Hrettoficonduca in 6.borefino altejlremefpiagge del Me-diterraneo in disianza di due , e tremila miglia , e che il mede-

Jìmofpazio ripajfìin altrettanto tempo nelfuo ritorno ( che

faranno i nauìlyfparftpe'l mare} che quelli , chefujfero nel-

lofretto in vnprecipizio continuo di vn'immenfa copia di

acque , che entrandoper vn canale largo nonpiù di 8. miglia

habbia a dare il tranfìto a tani'acqua , che in 6. bore allaghi

vnofpazio di centinaia di migliaper larghezza, e miglìaicu*

per lunghezza} qual tigre, qualfalcone corse*, ò volo mai con

tanta velocità ? con velocità,dico,dafar 400. epiù migliaper

bora . Sono (ìììfi nega) le correntiper la lunghezza del Gol-

fo, ma così lente, che ì vafselli da remi lefuperano,fe ben non

fé?:za/capito del lor viaggiare . In oltre,J'e qutffacqua viene

per lofiretto,refìapur l'altra difficoltà , cioè , comef conduca

ad alzar qui tanto in parti così remote , fenza prima alzar

perfimile , maggiore altezza nellepartipiùpropinque / Infomma non credo , che ne orinazione , nejòttigliezza d'inge-

gnopojfa riirouar mai ripiego a qucjìc difficoltà , ni iti confè-

guenzafofìener contro di effe lajiabilità della terra contens-

dofìdentro a i termini naturali .

SAGR. Di quejto rejlo iofin'bora benàffìmo capace^ efio con auidi-

Page 433: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 417fi attendendo difentire in qual modo qmjìe marauigliepof-fonofeguirefenza intoppo,da i motigià augnati alla terra .

%ALV. Come quefii effetti habbiano a venire in confeguenza de i

mouimenti,cbe naturalmente conuengano alla terrai} necef-fario, che nonfittamente non trouino repugnanza,ò intoppo, •

ma chefeguanofacilmente, e non foto, ebefeguano con facili- r ., ff.

tà, ma con necefftà;jì che impoffbìlfia ilfuccedere in aifra^ filali e veTkmanierante tale e laproprietà, e condizione delle co/e natu- feguero fenz»tali

,e vere . Stabilita dunque l'impojfibità del poter render dfiicukà

,

ragione de 1 mouimtnti, ebe/ifeorgono nell'acque, & infìememantenere l'immobilità del vafijbe le contiene;pa/Jìamo a ve-dere,fé la mobilita del contenentepoffa ella produrre (effettocondizionato nella maniera, ebefì ojferua feguire

.

Duèforte di mommentipoffon conferir^ad vnvafoper li qua- n r• ,«

li!acqua, chemeffofuffe contenuta, acquiftaffe facultà di moufmétfdelfcorrere m ejfo bar ver/o Vvna , hor verfo l'altra eflremjtà, e vafo corifene-quiui bora alzarfì, & bora abbaffarfi . Ilprimo faribbe^ qua- te poffon fare

do bor l'vna, bori'altra di effe Ijhcmiiàfi abbaffaffe , perchi f

bfQ,',

&ab~

all'bora Vacqua ffeorrendo verfo la parte inclinata , vicen- cont«\2°deuolmente boram quefta , & bora ir, qudla s'alzerebbe , &abbaerebbe. Ma perche qucfto alzatfì , & abbaffarfi nonialtro, che difeoflarfì, f ainminarfi al centro dellucrra , tal

fitte di mommtnto non può attribuir/i alle eoncauità dellamedefma terra, chefono 1 voff contenenti l'acque, leparti dequali uafi,p£r qualunque moto, chefi attribuiffe al olobo ter- r -

reiire, nifipoffono aumemare, ne allontanare dal centro di la teflon fiquello Ualtraforta di mouimento è,quandoil vafofimuo- poffono aimi-ueffe (fenzapunto inclinarfì) di motoprogrej/iuo non vni- c,nàre > òal-farme

,ma che cangiaffe velocità , con accelerar/i taluolta , & Jo,uanarc da

Jaltra volta ritardar//; dalla qual difformitàfeguirebbe , ch<u>

C^° 4

i acqua, t onunuta sì nel vafo,ma nonfiffamente anneffa , co-me l'altrefuepartifolide, anziper la (uàfluidezza , quafifi-parata

,e Ubera, e non obbligata afecondar tutte le mutazio-

ni del fuo continente, nel ritardarfi il vafo, ella ritenendoparte dell'impetogià concepito,fcorrenbbe verfo la parte pre-

Jloto Pro'

cedente, doue di necejfìtà verrebbe ad alzarfa dr all'incontro, jjSgg'*

'I

quandoJopraggmgneffe al vafonuoua velocità, ella con ri- fare fcorrlr 1'

tener parte della fua tardità , reflando alquanto indietro,^™ conte-prima, che abituarfìal nuouo impeto, re/let ebbe verfo lapar- ?

uca m ""

tefujjt^uentey doue alquanto verrebbe adahiarfi . I quali '

Dd effetiì

va va*

Page 434: massimi sistemi del mondo

4 1

8

* Dialogo quartoeffettipoliamopiù. apertamente dichiarare , e manifejlare al

- fenfo conte/empio di vna di quefte Barchette quali continua-

Mente vengano da Lizzafujtnapiene d*acqua dolce per vfodella Città . Figuriamoci dunque vna tal barca venirfem^*con mediocre velocità per la Lagunaportando placidamente

Vacqua , della quale ellafapiena ; ma chepoi > ò per dare in—*

fecce) òper altro impedimento^, che le Jìa oppojlo venga nota-

bilmente ritardata , non perciò l'acqua contenutaperderà al

pari della Barca limpetogià concepito ; ma conferuandofelo

fcorìrerà auanti verfo làprua ; doue notabilmentef alzerà ,

abbaffandof dallapoppa . Maféper loppofìto aHifeffa Bar-ea nel mezo delfuoplacido corfoverrà con notabile agumetoaggiunta nuona velocità , Vacqua contenuta

,prima di habi-

tuarjene j refando nellafua lentezza* rimarrà indietro , cioè

verfo lapoppa,domin confeguenzaffolleuerà, abbajfandofi

dallaprua . Quefio effetto e indubitato, e chiaro, epuojjì a—>

tutte l'bore efperimentare ; nel quale voglio , che notiamoper

adeflo treparticolari . Ilprimo è, chi'per fare'.alzar Inacqua,

in vna dell'efìremità del vafo^no ci e bifogna di nuoua acqua*,

ni che ella vi corrapartendoft.'dall"altra elìremità. Ilfecondo

e, che l'acqua di mezo nonfìalzarne abbajfa notabilmente,figià il corfo della Barca nonfujfe velocijtfimo, e l'vrto , ò altra-

ritegno,che lariteneffegagliardijJtmo,e repéntino,nel qual ca-

Jò potrebbe anco tutta l'acqua, nonpure, fcorrer auanti ,. maper la maggior partefaitarfuor della 'Marca : e l'fejj.o anco

farebbe, quando mentre ella lentamente camminaJ?e,m/prou-

uifamente glifopraggiugnejfe vn'impeto- viokntiffimo ; ma-

quado ad. vnfuo moto quietafopRaggiunga mediocre rifar-

aamento, o incitazione,leparti dì mezo (come ho detto ) inof-

feruabilmentef alzano, ejì abbacano : e le altreparti, fecon-

do, chefonpiù vicine al mezo, meno fi alzano, e più lepiù lo- 1

tane.il terzo è, che doue leparti intorno al mezo poca muta-

zionefanno nelValzarf, & abbajfarfi rifpetto all'acque delle.

parti efreme, all'incontrofiorron molto innanzi , ein dietro

in comparazion dellefreme . Hora Signori miei quello cheja

la Barca ri/petto all'acqua contentità da ejfa , e quello chefa

l'acqua contenuta rifpetto alla Barcafua contenente , e liftefi

fo a capello,che quel chefa ilvafo Mediterraneo , rifpetto l'ac-

que da ejfo contenute , e chefannol'acque contenute nfpetto>

alvafo Mediterraneo: lor contenente . Seguita hora, che di-

mojìriamj},

j

Page 435: massimi sistemi del mondo

mqflriamo , come , & in qual manierafia vero , tbe il Medi' J[^ini

terraneo, e tuttigli altriJèni, &infomma tutte leparti dellaftre fi acceleri

terrafimuouano di moto notàbilmente difforme , benché mo- no , e fi rirar-

uimento nejfuno , cheregolare , & vniforme nonjia , venga dano nel lor

j tatto Uftejfoglobo affegnato .moto

SIMP. Qui/lo nelprimo ajpetto a me , che nonfono ni matema-

tico , ne agronomo , hafembianza di vn gran paradojfo , e-»

quando fia vero ? chefendo il mouimentoSdel tutto regolare t

quel delleparti, rejìando fempre congiunte alfuo tutto,poffa

e/fere irregolare, il paradojjò diìlruggcra Vafjioma , che affer-

ma earìdeai effe rationém totius , & partitili

,

SALV. lo dimojlrero il mioparadojfo, & a voi Sig. Simp. lafcero

il carico di difender l'a/Jioma da e/Io , òdi mettergli daccordo \

e li mia dimofìrazionefarà breue , efacili/Jìma,dependentts

dalle coft lungamente trattate "ne i noftripajfati ragionamen-

tifenza in dur,nepure vna minimajillaba ingrazia delfittf.

fo, e reflufio

.

Due hauiamo detto efiere i moti attribuiti al globo terreftre; il£>imo^rar c»

primo annuofatto dalfuo centro per la circonferenza dell' me ]e part i

orbe magno foito l'Ecdìttìca fecondo Vordine de'fegni, cioè del globo ter-

d.i Occidente verfo Oriente ; l'altrofatto deWiJlefso globo , ri- reftre fi accele

tt'Jgcndqfìintorno alproprio centro in ventiquattr'hore ; zsrano,e " ncar*

qujloparimente da Occidente verfo Oriente; benché circa vnafe alquanto inclinato, e non equidijìante a quello della con-

uerfione annua . Dalla compofìzione di queftidue mouime-ti,ciafcbedunoperfejlefso vniforme t dico refultare vn moto

diffe-rme nelleparti della terra . Il che accio più facilmertt<L^

iintenda, dichiarerò facendone lafigura . Eprima intorno

al centro A. deferiuerò la circonferenza dell'orbe magno B.Qnella qualeprefo qualfiuogliapunto B. circa ejJoy <iome centro

deformeremo quejlo minor cerchio DEh'G. rapprefenianie il

globo terrefire ; il quale intenderemo difeorrerper tutta ìa—>

a / confnnza' del'orbe magno co'l 'uo centro 2>\ da Ponenteverfo Lcuante, cioè dalla parte \B. verfo C. & oltre a ciò in- Le parti di vntenderemo il globo terre/ire volgerfìintorno alproprio centro ccltnio rego-

li, pur da Ponente verfj Leuante, cioè fecondo la fucceifìone j.

arnience mo \-

i ? • »- -nr^ iì r ;• r w ' ./ >lo interno aldeipunti Ut tu. nelloJpazio di ventiquattr bore . Ma qui propriocétrodouiamo attentamente notare , come rigiratidofi vn cerchio fi nwcuonoinintorno alproprio centro , qualjiuoglia parte di efso conuien ài vedi tempi

rnuouerfiin diuerfi tempi di moti contrari]; il che e manifejìo, _™otl con*

Dd 2 confi-

Page 436: massimi sistemi del mondo

$zq Dialogo quartt

oonfideranàoy che mentre leparti della circonferenza intorni

alpunto D.fimuouono verfo lafini[Ira, cioè ver/o E. le op-

pojie, chefono intornoaW F. acquijìano verfo la defìra , cioè

verfo G. talché quando leparti D/faranno in F. il moto toro

farà contrario a quello 3 _ che eraprima, quando era in D. Inoltre neUifiefso tempo} che leparti E. defcendono,per così di*

re, verfo F. le G. afcendono verfo D. jìante dunque tal con-

trarietà di moti nelle parti dellafuperficie terrejlt

x

, mentre»La mifnene cfa €najf r^im intorno a\ proprio centro , eforza , che nelt

annuole dTur-accoppiar quello moto diurno , con l'altro annuo, rifulti vn

no cau'ia l 'ine- mofo afsolutoper legarti di efsafuperficie terreRre ,bora ac-

gualicà nel rao celerato afsai, & bora altrettando ritardato : Il che e manife-xo delle parti Jl0} confederando prima laparte intorno aD.il cui moto af-

?«iife°

b °^

" filutofarà velociffimo, come qudlo,che nafce da due motifat^

Ù verfo la medefima banda, cioè verjo lafinijìra ; ilprimo de*

la vertigine diurna, talchi in qv.efio cafo il moto diurno ac-

trefce, & accelera il moto annuo ; Voppofito di che accade alla

parte oppofia F, la quak mentre dal comune moto annuo §

portati

Page 437: massimi sistemi del mondo

Del Galileo r 421portata infame con tutto ilglobo verfo la finijìra, vien dalla

conuerfion diurnaportata ancor verfo la de/Ira; talchi il mo-to diurno viene a detrarre alVannuo;per lo che il mouimento

affbluto, refultante dal componimento1

'dì amendue, ne rimari

ritardato affai . Intornopoi a ipuntiEG.il moto affbluto

viene a refìare , come eguale alfemplice annuo , auuenga che

il diurno niente- òpoco gli accrefee, ogli detrae) per non ten-

dere ne afiniftra, ne a de/ira, ma in giù , & in su . Conclu-

diamoper tanto; cheficome è vero, che il moto di tutto ilglo-

boidi ciafeuna delle fuepartì',farebbe equabile, <!j vniforme,

quando ellefi mouejfero d'immotofolo > òfujfé ilJempiici-*»annuo, o fuffe il foto diurno,così è neceffario, che mefcolando-

fitali due moti infame, ne rifiatinoper leparti di efoglobo

mouimenti difformi bora accelerati ,&'bora ritardati t me-

,

dia,de gli additamentiy ofiltrazioni della conuerfìon diurna

alla circolazione annua . Onde fé è vero ( come e veriffimo, e

Vefperienza ne dimofìra ) che l'accelerazione, e ritardamento

dt l moto del vafo,faccia correre , e ricorrere nellafua lunghez-

za, alzarji, & abbaffarfi nellefue eftremità Vacqua da ejfo co-

ti v'.r , chi vorràpor diffìcultà nel concedere , che tale effetto'"

f iffà , anzipur debba di necejftà accadere all'acque marine 9

hiittmute dentro a i va/i loro, /oggetti a colali'alterazioni , e

maffìme in quelli, cheper lunghezzafi dijlendono da Ponen-te verfo Leuante , che e il verfoper il qualefifa il mouimentodi e/li vafii Hor queslafìa la poti/fima, eprimaria caufa del PotifKma , e

fluipj,e reflulfo,fenza la quale nullafeguirebbe ditale effetto, j rimaria cau-

£Ma perchè multiplici, e vari;fono gli accidentiparticolari ,& del tìuìfo^e

che in diuerfi luoghi, e tempifi ojferuano, i quali è forza , cherclluli0,

ds altre diuerfe caufe concomitanti dipendano,f ben tuttzs

deuon bauer conneffione con laprimaria ;perofi dimeQiero

andarproponendo , & efaminando i diuerji accidenti , che di

tali diuerfi effettipojfano ejfer cagioni

.

.

Ilprimo de" quali e, che qualunque volta l'acqua, merci cVvn > wfCrldentl dl"

notabile ritardamento , o accelerazione di moto dclvafo fio (tane ne i fluf

ìptro re/lera in tale flato, quando ben ceffaffér J-, . • -».j.i • r J

ì • uara in vna__»: n p. rmatta', ma in virtù delproprio pefo , e naturale in- eftremità tor-

txont di lìuiìlarfì, e librarfi torneràperfé Fe(fa con ve- na per fé ftef-

locita in elicli e } e comegraue,ejluida} nonfoloji mouerà ver- fa- all'equili-

Dd 3 fobri°-

\

Page 438: massimi sistemi del mondo

-

Nevafipiùfcortijle reci-

procazioni so

più frequenti.

La maggiorprofondità fa

le reciproca-

aioni dell'ac-

qua più fre-

quenti .

l'acqua 'alza,

& abbaila nel

leu» eitremità

del vafo,e corje nelle parti

41 2, Dialogo quartofoV Equilìbrio, mapromoffa dalproprioimpeto lo trapalerà*

alzando/i nellaparte doueprima erapiù bajfa ; ne qui anco*

itafifermerà , ma di nuouo ritornando in dietro conpiù rei'

terate reciprocazioni di fcorrimenti ci darà fegno , come ella

non vuole da ima concepita velocità di moto , ridurfifuhito

aSapriuazion di quello, & allofiato di quiete, mafuccejpua-mente cifivuole, mancando apoco, apoco,lentamente ridur-

re; in quel modo appunto, che vediamo alcun pefo pendente

da vna corda,doppo effere fiato vna volta rimoffb dalfuofia-to dì quiete, cioè dalperpendicolo,perfé medefìmo ricondur-

itìfi,e quietaruifi,ma noprima,che molte volte l'baurà di quà3e di là confue vieendeuoli cor/è, e ricorfe trapajfato .

Ilfecondo accidente da notarfiì , che lepur'bora dichiarate reci-

procazioni di mouimento vengon fatte, e replicate con mag-giore,)} minorfrequenza, cioèfiottopia breui, òpiù lunghi te-

pi ,fecondo le diuerfe lunghezze de" vafi contenenti tacque ;

fi che neglifpazijpiù breui le reciprocazionifonpiùfrequen-ti, epiù rare népiù lunghi ; come appunto nel medefimo ese-

pio de corpipendolifi veggono le reciprocazioni di quelli , cber

fono appefiapiù lunghe corde,effer menfrequenti , che quelle

de ipendenti dafilipiù corti

E quiper il terzo notabile vien dafaperfi, che nonfolamente la-

maggiore, ò minor lunghezza del vafo e cagione -difar cbz~*

Vacquafiotto diuerfitempifacciale fuc reciprocazioni; ma la

maggiore , b minorprofondità opera l'ifieffò . Et accade , che

dell'acque contenute in ricetti di eguali lunghezze%ma di difie-

gualiprofonditàquella, chefaràpiùprofonda,faccia lefiutar

vibrazionifiotto tempipiù breui, e men frequentifiano le re-

ciprocazioni dell'acque menprofonde .

Quarto vengon degni d'efier notati, e diligentemente offèruati

due effetti , chefa Vacqua in talifuoi libramenti; l'vno e Val-

zarfi, & abbaffarfi alter'natamente verfo quefia , e quella-*

ejìremità; l'altro e il muouerfi, efiorrereper così dire, orizon-

talmente innanzi, e in dietro . Lì quali due moti differenti ,

differentemente rifeggono in diuerfeparti dell'acqua ; impe-

rocché lefueparti efiremefbn quelle, chefommamentefi alza-

no, efiabbaffanoiqueUe di mezo niente afiolutamentefi muo-

uon'in su, o in giù : dell'altre digrado ingrado quelle , ch^*

fonpiù vicine agli efiremifialzano,^ abboffanoproporzio-

natamente più delle più remote: ma per Xoppofito dell'altro

motti-

Page 439: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. ggjmouimentoprogreffiuo innanzi, indietro , affaifimuòuonoandando , e ritornando leparti di mezo , e nulla acquiftano l'

acque, chefi trouano nell'vltimeeslremità;finonfe in quato

neWalzar/i ellenofuperafferògli àrgini , e traboccalo fuorddfuoprimo alueo, e ricetto; ma doue e l'intoppo degli argi-

ni, che le raffrenano ,filamentifi alzano, efiabbaffano;msperò reflan\ l'acque di mezo di/correr'innanzi , e indietro ; il

thefanno ancoproporzionatamente l'altre parti ,/correndo

più, ò meno,fecondo, cbefitrouan locatepiù remote , ò vicine

al mezo

.

Il quintoparticolare accidente dourà tantopiù attentamente ef- Accidente de

fir considerato ,quanto chea noi e imponìbile il rapprefentar- i mouimenti

ne con efperienza,epratica ilfuo effètto; e l'accidente è quefio. della terra ira

Ne i vajifatti da noiper arteye mojfi, come lefoprànominate P^ffibile a rap

Barche, horpiù , ^7 hor meno velocemente,?accelerazione , e!Jne -

pK[ t-*

ritardamento vienfemprepartecipato neU'iJUJfo modo da tut

to il vafi, e da ciajchedunafuaparte ; fi che mentre v.g. la—»

'Barcafi raffrena dal moto, nonpiùfi ritarda la parteprece-

dente, che lafujfeguente, ma egualmente tuttepartecipano del

medefimo ritardamezito, e Vifiejfo auuiene dell'accelerazione 9

cioè, che contribuendo alla Barca nuoua caufa di maggior ve-

locità, nellijlejfo modofiaccelera laprora, e lapoppa;Ma ne'

vafi immensi, qualifino i letti lunghijfimi de marì,b eriche efti ancora altro non siane, che alcune cauità fatte nellafilidi-

tà delglobo terrefire, tuttauia mirabilmente auuiene , chegli

ejlremi di quelli non vnitamente , egualmente , e ne gl'ifiej/i

momenti di tempo accrefihino, efeemino il lor moto, ma acca-

de , che quando Vvna delleffue eflremità si troua hauere in—»

virtù, del componimento de i due moti diurno , & annuo ri-

tardatagrandemente lafua velocità,?altra ejlremità si ritro-

ui ancora affetta, e congiunta con moto velocijfimo. Il cheperpiùfacile intelligenza dichiareremo, ripigliando lafigurapurbora dtfegnata; nella quale ,fi intenderemo vn tratto di ma-re effer lungo v.g. vna quarta , quaVe Varco B. C. perchè le

parti B.fono, come difopra si dichiarò , in moto velocijjìmo,

perl'vnione de' due mouimenti diurno , & annuo , verfo la

medesima banda, ma la parte C. all''bora si ritroua in motoritardato , come quello, che epriuo dellaprogrejjione depen-

dente dal moto diurno, fi intenderemo, dico, vnfino di marelungo quante!arco BC.già vedremo , come gli ejlremi fuoi

Dd 4. simuo-

Page 440: massimi sistemi del mondo

4*4 Dialogo quarto

nmuouono nélViJlejfo tempo, con molta di/egualità . Efom-mamentc differenti farebbero le velocità d'vn tratto di mare

lungo mezo cerchio, epòfio nellofiato dell'arco ijCD.auue*gachè Vefiremità B.fi trouerrebbe in moto velocijjtmo, l'altra

D.farebbe in moto tardijfimo; e leparti di mezo verfo C.fa-

rebbero in moto mediocre . Efecondo , che ejfl tratti di mare

farannopiù breui,parteciperanno meno di quefìojirauagan-

te accidente,di ritrouarjl in alcune bore delgiorno, co leparti

loro diuerfamente affette da velocità, e tardità di moto. Si che,

Jerome nelprimo cafo veggiamoper efperienza,V accelerazio-

ne, e'I ritardamene, benchépartecipate egualmente da tutte le

parti del vafo contenente,ejferpur cagione ali acqua contenu-

ta difeorrer innanzi, én dietro, che douremofiimare, che ac-

cader debba in vn vafo sosz mirabilmente difpofìo , che molto

difegualmente venga contribuita allefue parti ritardanza di

moto, & accelerazione} certo, che noi dir nonpofftamo altrot

pojfaparer a molliche in machine^ vafi'artifiziali,noi pojpa-

mo ejperi*

-:

Page 441: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 4Mefperimentaregli effetti di vn tale accidente ; nulla dimeno no

eperò del tutto impojfìbile ,& io ho la corruzione d'vna ma-china, nella qualeparticolarmente Jì puòfcorgere l'effetto di

quejìe merauigliofe compojizioni di mouimenti. Ma per qua*

to appartiene allaprefente materia , balta quello , chejìn qui

potete bauer compre/o con l'immaginazione .

SAGR. Ioper laparte mia molto ben capifco,queJlo marauigliojb

accidente douerji necejfariamente ritrouare ne ifeni de i ma-ri, e majfìme in quelli , chepergran dijìanzefi dijìendono da

Occidente in Oriente} cioè,fecondo ilcorfo de i mouimenti del

globo terrejlre; e come che eijìa in certo modo ine/cogitabile , e

fenza e/empio tra i mouimentipòjjìbdi afarjida noi , così no

mi e difficile a credere , che da effopoffxno deriuar' effetti nonimitabili con no/ire artificiali efperienze

.

SALV. ^Dichiarate quejìe co/è, e tempo,che venghiamo a efamina-

re iparticolari accidenti , e loro diuerjìtà , che ne'fluJJì, e re- Rendonfi ra-

fiuffidell'acqueper efperienzajì offeruano . Eprima non do- &101?1

..

1^uremo hauer difficultà nell'intendere, onde accaggia, che ne i

Retiti oflerua-

laghi, Bagni,& anco ne i maripiccoli , nonfia notabiljìuffo , ti ne i fluii! , e

€ reflujfo: il che ha due concludentifsime ragioni . L'vna e, che refluffi

.

acqui/tati da tutte lefueparti', ma tanto leprecedenti^quanto ne i laghi non

lefuffeguenti, cioè l'Orientali, e V Occidentali, quajìnell'ijleffo fi fanno fluffi a

modoJì accelerano, eJì ritardano;facendojì dipiù tale altera- e reilufìì.

zione apoco apoco,e non con Vopporre vn repentino intoppo,

e ritardamene , ò vnafubitanea , egrande accelerazione al

mouimento del vafo contenente: & effo , e tutte le fue partì

vengon lentamente, & egualmente imprejfìonandojì de i me*

defìmigradi di velocità; dalla quale uniformità nefeguita,che

anco Vacqua contenuta conpoca contumacia,e renitenza rice-

ua le medtjìme imprej"sioni , e per confeguenza molto ofcura-

mente diafegno d'alzarjì,ò abbajfarfi,Jcorrendo verfo quejìay

o verfo Valtra ejiremità . Il quale effettoJìvede ancora mani-

fejlamente ne' piccoli vajìartijiziali, ne i quali Vacqua conte-

nutaJì va imprejsionando degl'ifìefsigradidivelocità-.tutta-

tioltacbe l'accelerazione, ò ritardameneJifaccia con lent$—>y .

^7 vniforme proporzione . <JMa ne ifeni de i mari , chepergrande fpazw fi discendono da Leuantea Ponente, offaipia

notabile^ e difforme è l'accelerazione , ò'I ritardamento , men-tre.

Page 442: massimi sistemi del mondo

42, 6 Dialogo quartotre vna deUefuè efiremitàfi trouerà in vn moto affai ritarda»

to,e l'altrafarà ancora di moto veloctfsimo . Lafeconda cau-

faela reciproca librazion dell'acqua,proueniente dall'impeto,

che ellapure hauejfe concepito dal moto delfuo continente , la

qual librazioneha , comefie notato , lefue vibrazioni molto

frequenti ne i vafipiccoli : dal che ne rifulta f che rifedendo ne

i mouimenti terrejlri cagione di contribuire all'acque moui-

mento filo di dodici in dodici bore , poi che vna volta filali

giorno fommamenteJì ritarda , efommamenteji accelera il

mouimento de i vaficontenenti; nientedimeno l'altrafeconda

cagione dependente,dallagrauità dell'acqua , che cerca ridurfi

all'equilibrio) efecondoìa breuità del vafi ha lefue reciproca-

zìoni, ò di vn'bora, ò di due, ò di tre, &e. quella mefcolandqfi

con laprima, che ancoperfi nei vajìpiccoli rejlapiccolifsima,

la vien del tutto a render" infensibile; imperocché non si effèn-

do ancorafinita di imprimer la commozioneprecedente dalla

cagion primaria, che ha iperiodi di 12. bore,fiprauuien con-

trariando Valtrafecondaria dependente dalpropriopefo del-

\ Vacqua , la qualefecondo la cortezza, eprofondità del vafi ,

ha il tempo dellefue vibrazioni dii.z.^.q 4. bore, &c. e con-

trariando alla prima laperturba, e rimuouefinza la/ciarla

giugnere alfommo , ne almezo delfuo mouimento > e da tal

contrappofizione, refia annichilata in tutto , ò molto ofiurata

l'euidenza delflujfi, e reflujfo . Lafcioftare Valterazion con-

tinua dell'aria , la quale inquietando Xacqua non ci lavereb-

be venire in certezza d'vnpiccolifsimo ricrefcimento , abbaf-

famento di mezo dito, di minor quantità, chepotejfe realme-

te rifedere ne ifini, e ricetti di acque nonpiù lunghi di vn-*grado , due

.

Vengo nelfecondo luogo afciorre il dubbio , come non rifidenda

nelprimarioprincipio cagione di commuouer l'acque , fL*Re ¥** non di 12. in 1 2. bore , cioè vna voltaper lafomma velociti

1 fluffr erefìuf di moto , e l'altraper la maJfimatardità,nulladimenoappa-

{1 per lo più fi rifce comunemente ilperiodo de ifluffi, e reflufsi effer difei in

facciano di 6. fii bore . Al cheJi rijponde , che tale determinazione non fihorejin 6.ore. puo \n verun modo hauere dalla cagionprimaria folamente ;

ma vi bifogna inferire lefecondane , cioè la lunghezza mag-giore, ò minore de i vafi, e la maggiore , ò minorprofonditàdell'acque in efiìcontenute . Le quali cagionifi ben non han-no azione veruna ne i mouimenti dell'acque , ejfendo tale a-

zione

Page 443: massimi sistemi del mondo

Del Galileo» 4*7rione dellafola cagion primaria , fenza la quale nullafegut-

rebbe de'flujfly e reflufsi , tuttauk l'hannoprincipali/fimo—»

nel terminaci tempi delle reciprocazioni , e cosìpotente , che

la cagionprimaria conuien chegli rejìifoggetta . Non e dun-que ilperiodo delle 6. borepia proprio , b naturale di quelli

d'altri interualli di tempi , ma benforfè ilpiu ojferuatoper ef-

fer quello , che compete [al nojìro Mediterraneo , chefolopev

lunghifecolifupraticabile > ancor che ne talperiodofi ofserua

in tutte lefueparti ; attefo che in alcuni luoghipia rtflrettiy

quale VEÌlefponto , e l"Egeo,iperiodifon'afaipiù breui , &anco tra di loro molto differenti ;per la quaìvarietà , efuz^j

cagioni incomprenftbili ad Arijlotile,dicono alcuni , che dopo

ìhauerla egli lungamente ojferuatajopra alcunifogli di Ne-groponte j tratto dalla difperazionefiprecipitajfe in mare , e

fpontaneamente s'annegajfe.

Hauremo nel terzo luogo moltofpedita laragione,onde auuen- Caufa,perchèga,che alcunmare

}bencbe lungbiJ/tmo,qual'e ilmarrojfo,nul- alcuni mari ,

iadimeno e quafidel tutto efente da ifluffi, e rejlufsi ; la qual béchè lunghif

sofà accade ,perche lafua lunghezza nonfi difende dall'Ori- "mi "°" *en"

ente verfo l'Occidente , anzi trauerfa da Strocco verfo Mae-^jjJJlfo

1 ° 5 €

Jlro ; ma efèndo i mouimenti della terra da Occidente in Ori-

ente , gli impulfìdell'acque vannofempre a ferire ne i meri-

diani , e non si muouono di parallelo inparallelo ',• onde ne i

mari, che trauerfalmente si difendono verfo ipoli , e cheperXaltro verfofono angusli, non refta cagione difu/fi, e refluf-

si ,fe nonper la participazione di altro mare , cdl quale co»

manicafsero , chefujfefoggetto a'mouimentigrandi.

Intenderemo nel quarto luogo moltofacilmente la ragione,per- Fltiflì, ereflufchi iflufsi , e reflufsi siano mafsimi, quanto all'alzarsi,^ ab- fi, perchè mafbajfarsi le acque negli efremi de' Golf; e minimi nelle parti m

}1 negl'egre

di mezo ; come la quotidiana efperienza nemoHra qui in—»m

*• MS™??6

Venezia,pofia ned'efremita dell'Adriatico , doue comune- parti di mezo»mente tal diuersita importa $. ò 6. piedi ; ma ne i luoghi del

Mediterraneo difanti dagli efiremi, tal mutazione e piccoli

f

sima, come nelllfole di Corsica , e Sardigna , e nelle Spiaggie

di Roma, e di Liuorno, doue nonpajfa mezopiede;intendere-

mo anco, come all'incontro, doue gì'alzamenti, & abbajfame-

tifon piccoli i corsi, & i ricorsifon grandi , ageuol cofa dico ì

Vintender la cagion di quefìi accidenti , poiché di e/si ne ba-

riamo rifcontri manifesti in ogniforte di vasiartifizialmente

danai

Page 444: massimi sistemi del mondo

Perchè ne'Ioe

ghi lìretti il

corfo dell'ac-

que è più ve-loce.che negli

fpazioiì.

Sì difcorre di

alcuni più re-

conditi accidé

tinche fi olfer-

uano ne i fluf-

fì, e refluflì.

42.8 Dialogo quattoda noi fabbricati , ne i quali i mede/imi effeiti fiveggono na-turalmentefeguire dal muouergli noi con mouimenio diffor-

me , cioè bora accelerato, <£r bora ritardato .

In oltre considerando nel quinto luogo, come la medesima qua-lità d'acqua mojfa , benché lentamente per vn alueofpaziofo>nel douerpoi pajfareper luogo riflretto , per necfsità/corre

con impeto grande, non bauremo dificultà à]

intendere la-»

caufa dellegran correnti, che sifanno nello fìretto canale, che

fepara la Calabria dalla Sicilia;poiché tutta l'acqua , che dal-

l'ampiezza ddl'Ifola, e dal Golfo Ionico vien fojìcnuta nella

parte del mare Orientale;benche in quelloper la fua ampiez-

za lentamente defenda verfo Occidente , tutiauia nel rijìri-

gnersi nel Bosforo tra Scilla, e Cariddi rapidamente cala, efagrandifsima agitazione . Simile alla quale, e molto maggiore

s'intende ejfer tra V Affrica , e la grand'Ifola di S. Lorenzo ,

mentre le acque de i due vajìi mari Indico, & Etiopico, che la

mettono in mezo , deuono feorrendo rijìrìgnerjì in minor ca-

nale tra ejfa, e la co/la d'Etiopia . Grandi/ime conuiene, che

Jleno le correnti nello [fretto di Magaliarié^che comunicagli

Oceani vafìifsimi Etiopico, e del Sur .

Seguita adejfo nel 6. luogo , che per render ragion di alcunipiùreconditi, & inopinabili accidenti,che in quefia materia si of-

.fintano andiamofacendo vn altra importante considerazio-

ne fopra le due principali cagioni deijlufsì, e reflufsi, compo-

nendole poi, e mefcolandole insieme . Laprima, epiufimpli-

ce delle quali e ( comepiù volte si e detto ) la determinata ac-

celerazione, e ritayngmento delleparti della terra, dalla quale,

harebbon l'acque vn determinato periodo difiorrere verfo

Leuanie, e ritornar verfo Ponente dentro al tempo di venti-

quattr'hore . L'altra e quella, che depende dallapropria gra-

nita dell'acqua , che commojfa vna volta dalla caufa prima-

ria, cercapoi di ridursi alVequilibrio, con iterate reciprocazio-

ni; le quali non fono determinate da vn tempofolo,eprefl/fò;ma hanno tante diuersita di tempi , quante fono le diuerfi^f

lunghezze, eprofondità de ì ricetti, efini de i mari; eper qud-

to depende da quejlofecondoprincipio ^correrebbero, e ritor-

nerebbero altre in vn'hora , altre in 2. in 4. in 6. in S.in io.

&c.Horafe noi cominceremo a congiztgner la cagionprima-

ria, che ha ^abilmente ilfuoperìodo di 12, in 12. bore con—

»

alcuna dellefecondane , che hauejle il fuoperiodo ver.gr. di

$.ins-

Page 445: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

\i$j.in f. accatterà , che in alcuni tempi la cagtonpri?naria , e la

fecondarlafiaccordino afargli ìmpulfiamendue verfo Icl~»

mede/imaparte , & in quefìo congiugnimelo, eper così dire,

vnanime cofpirazìone,iflujfifarannograndi. In altri tem-

pi accadendo , che Cimpulfoprimario venga in vn certo modoa contrariare a quello,cheporterebbe ilperiodofecondano , &in cotal raffronto , togliendo l'uno deprincipe quello che Val'

tro ne darebbefidebiliteranno i moti dell'acque , e ridurrajfiy

il mare in tinoJiato affai quieto , e quafi immobile . Et altre

voltefecondo che i due medefimiprincipi/' ne del tuttofi con-

tratteranno-, ne dei tutto andranno 'uniformi Sfaranno al-

tre mutazioni circa l'accre/cimento, e dimìnuzion dejhifsi, e

rejlufst . Può anco accadere , che due mari affaigrandi , e co-

municantiper qualche angufio canale s'incontrino ad bauer

mediante la mifiione de i dueprincipi) di moto , Vvna caufa—»

difluffa , nel tempo che l'altro habbia cazifa di mouimentofontrario ,nel qual caffo nel canale , doue e/si mari comunica-

no ,fifanno agitazionifiraordinarie con mouimenti oppofìi,

€ vortici , ebollimentipericolofifsimi, de i quali fé ne hannocontinue relazioni , & efperienze infitto . 'Da tali difcordì

mouimentiydependenti nonfolamente dalle diuerfepofiture, e

lunghezze , magrandemetite ancora dalle diuerfeprofondità

de i mari comumcanti&afceranno in alcuni tempi varie com-

mozioni nell'acque.fregolate ,& inoffèruabili , le ragioni del-

le quali hanno affai perturbato, e tuttauiaperturbano i mari-

nari, mentre le incontrano -,fenza vedere , che ne impeto di

venti, o altragraue alterazion dell'aria nepoffa effer cagione;

il. Ila qualperturbazion d'aria debbiamo in altri accidentifargran conto , eprenderla come terza cagione ,<& accidentata,

puiente a grandemente alterare l'offeruazione degli effètti de-

pt udenti dalle fecondane , epiù efsenziali cagioni . E non #

dubbio, che continuando afoffar' venti impetuosiper efem-

p'.o da Lcuantefofterranno l'acqueproibendoli il rejlufsoion-

d?fopraggiugnendo all'bore determinate lafeconda replica^}

epu la terza delflufso, rigonferanno molto ; e cosìfofìenuts

ptr alcunigiorni dallaforza del vento sì alzanopiù delfoli'

io, facendo(traordmarie inondazioni .

Dobbiamo ancora ( efarà come ilfettimoproblema) hauere au~

vértéza d'va'altra cagione di mouimeto,dependelJ dalla copia

.grande dell'acqua de ifiumi, che vano afcaricani né mari n$molto

Page 446: massimi sistemi del mondo

Cauia per la

quale ai alcu-

ni] canali an-

gli lìi lì vede 1'

acqua del ma-re correr Tem-

pre per il me-4efìmo verfo.

Si oppone al-

l'ipotefì della

mobilità del-

la terra , prefa

in grazia del

fìu ilo, e refliif-

fo del mare

.

430 Dialogo quartomerfto vafìì , doue nei canali , ò fosfori , che con tali mari eo~manicano , Vacqua si vede /correrfempreper l'i/hfso verfo :

come accade nel Bosforo 'Traciofolto Costantinopoli , doue 1*

acquaforrefempre dal Mar negro verfo la Prop'ótide;impe-

racche in efso Mar negro , per lafua breuita , dipoca efficacia

fono le caufeprincipali dclfluffa , e reflufo ; Ma all'incontro

fcaricando/i in effo grandyjimifiumi , nel douerpaff-aì e , e*fgorgar tantoprofiuuio d'acqueper lojìretto, quitti il corfo è

affli notabile , efempre verfo mezo giorno . Doue dipiù de*

marno auuertire, che tale /iretto , e canale , benché affai angu*

fio, non e fottopofto alleperturbazioni) come lofrelio di Scil-

la, e Cariddi ; imperocché quello ha il Alarnegro fopra verfo

Tramontana , eia Propontide ,e rEgeo >cdl Mtdittrraneo

po/iogliy benchéper lungo tratto verfo Mezogiomo : magia,

come Gabbiamo notato , i mari quantofivoglmo lunghi da—*

Tramontana verfo Mezogiomo , nonfoggiacciono a ìfiujfi,

e refluffì ; ma perche lofretto di Sicilia e trapofìo tra le parti

del Mediterraneo, di/lefépergran diflanze da Ponente a Le-

gante, cioèfecondo la corrente de fluffi, e refhtf%peru in que-

Jio le agitazionifon molto grandi; e maggiorifarebbero tra le

Colonne,quando 'ofirettodi Gibilterra s'aprifse meno;egra-

difsìme riferifeono efser quelle dellofretto di Magalianes

.

Quefio e quatoper bora mi fouuiene dipoter dirui intorno alle

caufe di quefioprimo periodo diurno ddjìufso , e reflufso , e

fuoi vari/ accidenti, douefé hanno dapropor cofa alcuna, po-

trannofarlo, perpafsarpoi agli altri dueperiodi,mejlruo,&annuo

.

SIMP. Non mipar chefipoffa negare, che il difeorfofatto da voi

proceda molto probabilmente argumentandoycome noidichia- s

mo, ex ixip ipo{ìtionc,cioèpofto che la terrafi muoua dei due

mouimemi^attribuitigli dal Gopernicoima quandofi efcluda-no tali mouimenti, il tutto rejia vano,<&" inuahdo: l'efclufion

poi di tale ipoteji ci viene dall'iflejfo voflro difeorfo affai ma»nifefiamente additata . Voi con la fuppofizion de i due mo-uimenti terrefiri, rendete ragione delfufo, e refiuffo ,* <fir al-

l'incontro , circolarmente dfeorredo ,dalfluffo,e refiujfo trae-

te l'indizio, e la confermazione di quei medéfimi mouimenti ;

e paffando a piufpecifico difeorfo , dite, che l'acqua per efèr

corpofluido, e non tenacemente anneffo alla terra , non ì co-

rretta ad vbbidirpuntualmente ad ognifuo mouimento, dal

ebe

Page 447: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 431the inducetepoi ilfuoflujfo , e reflujfo . Io su le vo/ìre fiejfe

pedate arguifco in contrario, e dico : l'aria e affaipiù tenue, e

fluida dell'acqua , e meno annejfa aìlafuperjicie terrena , alla

quale Vacqua, fé non per altroper lafuagrauità,co'lpremer-

gliJopra ajfaìpiu , che l'aria leggierif/ìma^derifce ; adunquemolto meno dourebbe l'ariafecondavi mouimenti della terra:

eperò quando la terraJì mouefse in quella maniera, noihabi-

tatori di quella, e da lei, conjimile velocitàportati,douremmo

ptrpeiuamcnie fentir vn vento da Leuante, che con intollera-

bdforza cifenfse;e del così douerfeguire l'efperienza cifa co-

tidianamente auuertiti: cheje nel correr la pofìafolamente',con velocità di S.o io. miglia per bora nell'aria tranquilla >

l'incontrarla noi con lafaccia ci rafsembra vn vento, che nonleggiermente ci percuota , che dourehbefare il nofìro rapido

coijb dt Soo. 1000. migliaper bora contro l'aria libera da.

tal moto ? tuttauianuUadi tale accidente fentiamo noi.

&ALV. iA quejìa infìanza, che ha afsai dell'apparente , ri/pondo,

che e vero, che l'aria epiù tenue, epiù leggiera,eper lafua leg- si rffponde af

gerezza meno aderente alla terr

a

y che l'acqua tanto più gra- l'inftanza fat-

ue, e corpulenta, ma e poi faifa la confevuenza , che voi dedu- ta contro alla

vertigine del

. .

" elobo terre-nuita, e minore aderenza alla terra, ella douejse ejentarjipiù \x^.

cete da quejle condizioni, cioè , che per talfua leggerezza , te-vf

l

l1^ 1"^

dell'acqua dal fecondare i mouimenti terrefìri; onde a noi,che

totalmentegli partecipiamo talfua inobbedienzafifacefse se-

fìbile, e man ifcfla; anzi accade tutto l'oppqfito; imperocche,se

voi ben vi ricordate , la caufa delflufso , e reflufso dell'acqua

afegnata da noi,confìfìe nel nonfecondar l'acqua la difegua-

lit.i del moto del fuo vafo , ma ritener l'impeto concepito perauanti,fenza diminuirlo, bere/cerio con quella precifa mi-

fura, chefi accrefee, ò diminuifce nelfuo vafo;perche dunquenella conferuazione , e mantenimento dell'impeto concepito L»acqua piaprima, cinfjie Vinobbedienza ad vn nuouo agumento , o dì- atta a confer-

minuzion di moto, quel mobile, chefaràpiù atto a tal confer- uare vn'impc-

uazione, farà anco più aceomodato a dimofìrar l'effetto,ehe a c° concepito »

1 , r r 1 tJ

J

1 r che non e 1 a*tal conjeruazione viene in conjeguenza . ri ora quanto Jia ^

l'acqua dfpofla a mantenere vna coccpita agitazione , benché

ceffi la caufa , che l'imprejfe , l'efperienza de i mari altamente

commojfì da venti impetuofì, ce lo dimoflra, l'onde de i quali

,

benché tranquillata l'aria, e cejfato il vento , per lungo tempo-

rejìano in moto, come leggiadramente canto il Torta facro .

Qual

Page 448: massimi sistemi del mondo

Corpi lcggìe«

fi più facili ad<eil'crmoiTì,che

ì granii ma so

thanco arti aconferitóre il

fltiOCQi

Più ragione-

vole è che l'a-

ria fia rapici-»

«falla fuperfi-

eie afpra del-

ia terra , che

dal moto cele-

re.

Confermarlavertigine del-

la terra , connuono argo-

mento prefc

dall'aria*

4 j ì Dialogo quartoQual l'alto Egeo, jfyc. Et il continuar'in tal gitila nella comi*

mozione depende dallagranita dell'acqua; imperocché , comealtra volta s'è detto, i corpi leggieri fon benpiùfacili ad ejfev

mojfìj che ipiu graui, mafon ben tato meno atti a conferuar*

il moto impresoli ceffante la caufa momnte . Onde l'ariamo"

me infeflejfa '.enui/jìmat e leggieri/lima , e ageuolifimamentemobile da qualfiuoglia minimaforza , ma e anco mettiffìma &

. tonferuare il moto ceffante il motore;peralquanto aUaria>cbe

circonda ilglobo terre/ire, direi , cheper la fua aderenza nonmenoy che l'acqua vengaportata in

1

giro, e maffìme quellapar"

te , che e contenuta da ì vafi, i quali vafifono le pianure cir-

condate da i monti; e quefìa talporzione pojfiamo noi molto

più ragioneuolmente affermare, ebefiaportata in volta rapi-

ta dall'afprezza della terra t che lafuperiore rapita dal moto

celefle, come ajferite voi Peripatetici*

Quantofin qui ho detto mipare affai competente rifpofla all'in-

fianza del Sig. Simp. tuttauia voglio con rntoua obbiezione »

£ con nuoua rifpojla fondata fopra vna mirabile efperieuza

foprabbondantemente darfodisfazione ad effo , e confermare

al Sig. Sagredo la mobilità delglobo terrejire. Ho detto l'aria,

& inparticolare quellaparte di lei , che nonfi ekuafopra la,

fommità dellepiù alte montagne efier dall'a/prezza della ter"

re/irefuperficieportata ingiro;dal che pare,cbe in confeguen-

za ne venga, che quando la fuperficie della terra nonfujfeineguale-, ma terfa, epulita,non remerebbe cagione per tirarfi

in compagnia Varialo almenoper condurla con tanta vnifor-

mità . Hora lafuperficie di quejìo nojìroglobo non e tutta—*

Jcabrofa, & afpera, ma vifono granaiffìmepiazze ben lifce f

cioè lefuperjìcie di mari amplifsimi , le quali fendo anco lon-

tanifsime da igioghi de i monti, chela circondino, nonpar che

pojfano hauerfacilità di condurfteo l'ariafopreminente, e nola conducendofi dourebbe in queiluoghifenùr quello , che in

confeguenza ne viene

.

SIMP. Quefìa medefima difficultà voleuo ioancoraprò muouere,

la qual mipare ejjhr digrand'efficacia

.

SALV. Voiparlate benifsimo, di maniera che Sig. Simp. dal nonJìfentir nell'aria quello,che in confeguenza accaderebbe, qua-

do quefìo noZiroglobo andaffe in volta,voi argumentate la—*

fua immobilità . Ma quando quefìo , che vipar , cheper ne-

sejfaria confeguenzafentirfi douejè, infatto f eper efperien*

zaffi

Page 449: massimi sistemi del mondo

Dei Galileo. 435zaftfenttffe, Vaccetterete voiper indizio, & argomenta affai

gagliardoper la mobilità del medefimoglobo ì

tIMP. In quefìo cafo non bifogna parlar con me fola ,perchè

quando ciò accadejfe, e che a me nefuffe occulta la caufa,forfè

ad altripotrebbe efier nota .

SALV. Talché con ejfo voi nofipub maiguadagnare , mafempre

fi fìàfu7perdere, eperì)farebbe meglio nongiocare ; tuttauia

per nonpiantare il terzofeguirò auanti . Diceuamopurbo-ra,e con qualche aggiunta replico, che l'aria,eome corpo tenue9

tfluido , e nonfidamente congiunto alla terra , pareua che

non bauejfe necefsitàdobbedire alfuo moto, fé non in quanto

Vafprezza della fuperficie terre/Ire ne rapifce , efecopori l-»

vna parte a fé contigua , che di non molto interuallofopra-

uanza le maggiori altezze delle montagne ; la qualporzion

d'aria tanto meno dourà ejfer renitente alla conuerfion ter'

rejlre, quanto che ella e ripiena di vapori ,fumi , & efalazio-

ni, materie tutteparticipanti delle qualità terrene , eper con- ******, vapo-

fepuenza atte nate per lor natura a i medefimi mouimenù . f „

a viciua al ~

-'<? . hi r j i -ni ir r m terra parte-CMa doue manca/sero le cauje del moto , cioè doue lafuperji- c jpa de fuoj

.

eie delglobo bauefiegrandifpa%ijpiani, e meno vifife della mouimenti.

miRione de i vapori terreni, quiui cefserebbe inparte la caufa i

per la quale lana ambiente douefse totalmente obbedire al ra-

pimento delia conuerfion terre/Ire,fiche in tahluoghì,mentrt

ehe la terrafi volge verfo Oriente, fi deurebbefentir conti-

nuamente vn vento , che ciferifsefpirando da Leuante verfo

Ponente, e tale fpiramento deurebbefarfipiùfenfibile, doue

la vertigine delglobofufepiù veloceiil chefarebbe ne i luoghi

più remoti da i Poli , e vicini al cerchio mafsimo della diurna

€0 nuerjione . vWagià de fadto l'efperienza applaude molto

aqucfiojilofofìco difeorfo, poiché negli ampi mari , e nelle lor

parti lontane da terra, efottopofìe alla Zona torrida , cioè co-

prefe dai Tropici, doue anco leuaporazioni terrejìri manca-no,fiJente vnaperpetua aura muouere da Oriente,con tenor

tanto cofìante, cbt le naui^ merci di quella,profperamente fé

ne vanno all'Indie Occidentali ; e dalle medefìme, fciogliendo /^ ura perpe-da i lidi Me/ficanijfdeano col medefimofauore il mar paci- tua dentro a i

fico verfo Vinate Orientali a noi,ma Occidentali a loro. Doue Tropici fpira

cheper loppofitole nauigazioni di là verfo Oriente fon diffi-vcr '° 0CCi ^ cn

€Ìli,,ù' incerte, néfipoflono in maniera alcunafarper le me-e

^/ • ••

dejimejtrade} ma bifgna capeggiarpiù verfo terra, per tro-fc

Ea uarz

Page 450: massimi sistemi del mondo

verfo r Indieoccidentali fa

cilij e difficile

il ritorno .

Venti1" da. ter-

ra perturbanoimari.

Altra-ofTemas

zione. prefa_»

dall'aria in__»

confermazio-ne del motodella terra ..

4; * I) 1 *-»T r\ rrr> ri 1 1 «1 *-*-r\

uare altri venti,per coù dìreyacciàentarìjye tumultuari), ca-

gionati da altriprmcipjjfi com£.noiìiabitanti tra terraferma,

continuamentefèntiamoper.proua; delle quali generazioni

diventi molte,ediuerfefon le cagioni, chealprefente non ac-

cadeprodurre .. E quefìi venti accidentarijfon quelli,cbe in»

differentementefpirano da tutte leparti della terra, e cheper»

,turbano i mari remoti dall'Equinoziale , e circondati dalla,

Superficie afpra della terra,chetanto e, quanto a direfottopo-

Jìi a quelleperturbazioni d'aria-, che confondono quella pri-

maria ejpirazione, la quale, quando mancaffero quefii impe»

dimenti accidentarij ,fi deurebbeperpetuamente'fentire , e—»'

mafsimefopramare . Hor vedete, comegli effetti dell*acqua;

,

e dell'ariapar che marauigliofamente s'accordino con lofser»

uazioni.Celefii a confermar la mobilità nehnofìroglobo ter-

reftre^j ..

SAGR. Vogliopur*io acoraper vltimofigìUò dìruìvnparticolare^

che mipar che vifia incognito , e chepur'viene in conferma*

zion della medefima conclufione. Voi Sig. Salu. hauete pro-

dotto queWaccidente,che trottano iNauigantidentroaiTro*pici ;dico quella cojìanzaperpetua dèlvento y cheglivien d&Leuante, delquale io horelazione, da chi più volte ha fatto;

quel viaggio tedipiù (ch'ecofa notabile) intendo , che li Ma»rinarinon lo chiamano vento , ma con altro nome, che horA'

non mifouuiene,prefoforfè dalfuo tenore tantofermo , e co»

flante, che quando Vhanno incontrato legano lefarte, e l'al-

tre corde delle vele, ejenzamaipiàbauer bifognodi toccarle^

ancora dormendo conficurezzapoffbnfar lor cammino.Ho»ra quejia auraperpetua efiata conofiiutaper tale dalfuo cS»

tinuofpirare fenzainterrompimenti,cbe quandodaaltrivè"»

ùfujfe interrotta, nonfarebbefiata conofiiutaper effittofin»

golare, e differente dagli altri; dal che voglio inferire, chepò*irebbe effer che anche il mar noftro Mediterraneofuffeparte-

cipe d'vn tale accidente,ma non ojferuato, come quello>, chzsfrequentemente vien'alterato da altri ventifoprauegnenti;Rquejlodico io nonfinza granfondamento y anzi con molto

probabili confetture , le quali mi vengono da quello> , che hahauuto occafione d'intender mediante il viaggio , che feci in

Soria) andando confilo dèlia Inazione inAleppo ; e queìì'e 9

chetenendofiparticolar regiRrOy e memoria de igiornidellL*

partenze,j e degli srriui delle nani ne iporti di Alexandria

,

dAlef»

Page 451: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 435iAleffandretta, equid't Venezia , nelrìfcontrarne molti ,<l~>

~c>nfrogasi^-

molti , // chejecipermiacuriqjita y trottai , che ragguagliata- rane0 ^a l£_mente i ritorni in qua, chele nauigazioni da Leuante verfo uante verfo

Ponente,per il Mediterraneofifanno in manco tempo,che le ponente fi fan

contrarie a ragion di 2 j. per cento;.talchéfivede , chefottojò-™ m tempi

prai venti da Leuante fon più potenti,cbe quei daPonente .r5i

u re-l

ll'

c jC.

„ . . fr IT „, r . /i \- i /-da ponete ver

SiALV. Ho caro a hauerjaputo quejtoparticolare, che arreca non^ Quante

.

piccola confermazioneper la mobilità della terra. E fé bene

fipotrebbe dire , cheXacqua tutta del Mediterraneo cali per-

petuamenie verfo lo fìretto , come quella , che debbeandare afcaricar nell'Oceano Vacque dei tatifiumi, che dentro vifgor-

gano, noncredo , chetai corrente pojfa ejfer tanta , che perféfola bafìafie afar sì notabil differenza-, fiche è anco manifefio

dalvederfinel Faro ricorrerl'acqua non meno verfo Leuate;

che correr verfo Ponente .

SAGR. Io che non ho, come il Sig. Simp. /limolo di fodisfare adaltri, che a mejlejfo , refio da quantofi èdetto appagato circa

quejlaprimaparte ; però Sig. Salu. quando vi fia comodo di

feguir più,fono apparecchiato ad ajcoltarui ..

SALV. Faro quanto mi comandate, ma vorreipur feniire anco il

parer del Sig. Simpl. dal giudizio del qualepoffo argomentarquanto io mi potejfiprometter, circa quejli miei dffeorfi, dalle

fcuole Peripatetiche,fé maigliperùenijfero all'orecchie.

SIMP. Nan voglio, che'l mioparer vi vaglia, òferuaper coniet-

tura de giudizj d'altri, perche, comepiù volte ho detto, iofon.de' minimi in quejlaforte di sludi/, e tal cofafouuerrà a quel-

li , chefifono internati negli vltimipenetrali della FiloJbfia t

che nonpuòfouuenire a me , che Pho ( comefidice)falutata

apena dallafoglia ; tuttauiaper parer viuo dirò , che degli

effetti raccontati da voi, & inparticolare in quefi' ultimo, mipare, chefenza, la mobilità della terrafé nepojfa rendere affai

fufjìziente ragione con la mobilità del Cielofolamente,fenzaintrodur nomtà veruna,fuor che il conuerfo di quella, chi^r

voi fieffo producete in campo. Efiato riceuuto dallefcuole Pe-ripatetiche l'elemeto del Fuoco,fj ancograparie dell'aria ejfer

portati ingiro,fecondo la conuerpon diurna da Oriente ver-

fo Occidente dal contatto delconcauo dell'orbe lunare, comz^j

da vafo lor contenente .. Horafenza difeofiarmi dalle vofìre

vefiigie, voglio , che determiniamola quantità dell'ariapar ti-vimoftrzm

cipante di tal moto abbajfarfi sinpreffo allefommità delle //«iveamenta-»Ee z alte

Page 452: massimi sistemi del mondo

M6 Dialogo quarto

tuo^elPaK a ^te montaSne >€

e

he anco fino in terra arriverebbe, quanà9

da Leuante_^ g}ì ojìacoli delle mede/ime montagne non iimpedifsero , cbts

a ponete pio- corrifponde a quello , che dite voi ; cioè , cheficome voi ajfer-

uenàr dai mo- mate l'aria circondata da i gioghi de i monti ejferportata in—»%o dei Qielo »

gjYQ ^alla/prezza della terra mobile , noi per il conuerfo di-

ciamo VElemento dell'aria tutto ejfer portato in volta dal

moto del Cielo , trattone quellaparte , chefoggìace a igioghi *,

che viene impedita dall'agrezza della terra immobile . E do-

uè voi diceui , che qitandertale afprezzajì toglie/se , Jitorreb-

he anco all'aria l'ejfer rapita, noipojjìam dire , che rimojfa la

medefirna afprezza, l'aria tutta continuerebbefuo mouimen-to . Onde,perche lefuperjicie degli ampli marifono lifee , e-*

terfe,fopra di quelleJi continua il moto dell'aura, cheperpe-

tuamentefpira da Leuantese quejìofifapiùfentire nellepar-

tifottopojìe all'Equinoziale, e dentro a i Tropici, doueil mo-to del 'Cielo- e -più veloce ; e fi come tal mouimento celejìe epò*tente aportar feco tutta Varia libera , cosìpojjiamo molto ra-

gioneuolmente dire , che contribuifea il mede/imo moto all'ac-

qua mobileper eferfluida, e non attaccata all'immobilità dei-Moto dell'ac-

ja ferra - e tanto-più polii,amo noi ciò affermare con confiderà-

te dal moto z,a"> 1uan^° Psr wftra confeffione tal mouimento deue ejfer

del Cielo. pochi/fimo, ri/petto alla caufajua efficiente, la quale , circon-

dando in vn giorno naturale tutto' lglobo terrestre , pajfa—»

molte centinaia di miglia per hora,e maffìme verfo l'Equina'". ziale; doue che nelle correnti del mare aperto e di pocbijJim<L*>

migliaper bora ; E così le nauigazio-ni verfo Occidente, ver-

ranno ad ejfer comode, ejpedite,nonfolamente merce dell'au-

raperpetua Orientale,ma del corfo ancora dell'acque,dal qualFlufso , e re- corfopotrà anco per azmenturaprocedere ilftujjo , e refujfo-fliilso può de- mediante le diuerfe pofiure de i lidi terrefiri; ne i quali"andan-pendere dal

, , „ J r J, v •

J j- ,

niouiméto di- do a, percuoter t acqua', può anco ritornare in dietro con mo-

urno delCìe- uimento contrario,fi come l'efperienza ci mojìra del corfo de i

lo . jìumi, chefecondo, che l'acqua nella difegualità delle riue in-

contra qualcheparte7 chejporga infuori, ò che difottofaccia

qualche feno, qui l'acquafi raggira, e fi vede notabilmente ri-

tornare in dietro . Ter quejìo mipare,che de i medejimi effet-

ti, da i quali voi argomentate la mobilità della terra , e la me»

dejima. adduceteper cagione di quelli \Jipojfa allegar caufa^»

concludente abbastanza, ritenendo la terrajìabile}e rejìituen*

do la mobilità al Gido ,

Ncm

Page 453: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

4j 7SALV. NonJìpuò negare, che il voftro difcorfo non fia ingegno-

fa, & habbia affai delprobabile ; dico peroprobabile in appa-

renza , ma non già in cjìiìenza^ e realtà: Egli ha dueparti,

nellaprima rende ragione del moto continuo dell'azera Qrien-

tale, Ó" anco di vnfìmil moto nell'acqua ; nellafeconda vuoVanco dal medejìmofonte attigner lac-aufa'delfluffo,e reflujfo•.

Laprima parte ha ( come ho detto) qualchefimbianza dipro-

babilità, maperoJbmmamente minore,di quella, che noipren-

diamo dal moto terre/ire ,• lafeconda è del tatto non foto im-

probabile, ma ajfolutamente impo/fibile, efalsa*. E -venendo Più probabile

allaprima, douefi dice, che7 concauo lunare rapifce l'ekmen- niente fi ren-

io del Fuoco, e tuttal'ariafino allafommità delle pia alterno- /\iaS IO,ie-^

tagne, dicoprima, che} dubbiofi ci^a l'elemento del Fuoco ; t j nuo j ejp a_

mapjjlo che cifìafi dubita grandemente dell'orbe della Luna, ria , e deJl'ac-

come anco di tuttigli altri , cioèfé cifiano tali corpifolidi , e_-> °llia con frrla

vafiiijimi , òpurefé oltre ali'ariafi efenda vna continuata—* t5rra m°Dile ,

efpanfìone di vnafuftanza afsaipiù tenue , e pura della no- ^bilejira aria ,per la quale vadiano vagando 1 Pianeti , come hor

mai comincia ad ejfer tenuto anco da buonaparte de i medefi-

mifilofofì : mafia in quello, o in quel modo , non ci} ragione ^ . , ,.

per la quale il Fuoco da vnfemplice cotatto d'vna fuperjicie,j e che V ele-

cbeper voifìjlima effer terfifsima , e lifcia ,pofsa ejferfecondo memo del fu®

tutta lafua profondità portato in volta di vn moto alieno co fìa rapit©

dallafua naturale inclinazione ; come diffufarnente è fiato ^à\

-concauo

prouato , e confenfite efperienze dimostrato daifaggiatore ;

una '

oltre all'altra improbabilità del trasfonder/ital moto dal Fuo-co fottili/simoper l'aria afsaipiù denfa , e da quefìa anco poinell'acqua . Ma che vn corpo di fuperficie afpra , e montuo-

fa , nel volger/i infé fìefso conducafico l'aria a se contigua 'Jè

nella quale vannopercotendo lefueprominenze , e nonpurprobabile , ma necefario , efipuò tutiauia vederne

l'efperien~

z.a , benché fenza vederla non credo , cbefia intelletto , che ci

ponga dubbio . Quanto all'altra parte,poflo che dal moto del

Cielofofse condotta l'aria, & anco l'acqua, nonperò tal motohaurebbe , chefar nulla co'lfiufso, e reflufso . Imperocché

,

tjfendo che da vna caufa vna , <& vniforme non pubfeguire Flu&o > € re-

altro, che vn effettofolo, & vniforme , quello ,che nell'acqua *] ° n.

onPJ

Ji deurebbefeorgere ,farebbe >vn corfo continuato, <& vnifor- motodei Cài»meda Leuante verfo Tonente , <fcr in quel marefolamente , lo

,

the ritornando inféJlefso circonda tutto7globo;ma nei mariEe j terminati)

Page 454: massimi sistemi del mondo

43 8. Dialoga quartoterminàtii, cornei il Mediterraneo-, r.acchìufo da Oriente', nonvipotrebbe ejfer tal. moto,% perche, fé l'acqua fua poteffe ejfer

cacciata dal cor/o del Cielo verfo Occidente,fon moltifecali ,

chefarebbe rejlàto afciutto i.oltre che la nofìra acqua non cor»

refolamente verfo Occidente, ma ritorna in dietro verfo. Le-

vante; e conperiodi ordinatilefé ben'voi dite con tefèmpio de i

fiumi, che benché il corfo del marefufse originariamente ilfo-

to da Oriente in. Occidente , tuttauia la diuerfa poflura de i

Lidipubfar ingurgitareparte dell"acqua in dietro; ciò vi co-

medo, ma bifogna Sig.Simp.mio, che voi.auuer.tiate , che doue

L'acquaper tal cagione ritorna in dietro^ viritornaperpetua-

mente , e doue ella corre a dirittura), vi. correfempre neil'ijìej-

fo modo, cbe così vi. mqflra l'.efempio de i[fiumi ; ma nel cafo

delflufso , e reflufio, bifogna trottare', eprodur ragione difar-che neli'i/lefso luogo hora corraper vnverfo^ boraper l'op-

pofito ; eflètti, che efiendo contrari)>, e diffórmi: t voi nonpo-

trete mai dedurre da vnacaufavniforme, ecofìante;e queflo,,

con che s'atterra quefiapofizione del moto contribuito al ma-re dal mouimento diurno del Cielo , abbatte ancora quella di.

chi volefse ammetter'ilmotofola diurno della terra,,e cr.edefst

con quellofòlapoter render ragione delflufso , e.reflufso ; del

qual'effetto > perche e difforme, bifognanecffsarijfsimamente,

che difforme ,& alterabilefia la cagione ,.

$IlMB. lo non ho,che replicare, ne del mioproprioper là debolez-

za del mio ingegno ,ne di quel d'altriper la nouità dell'opi-

nione :. ma crederei bene,:che quandolafifpargcffeper k^»

fcuole, non mancherebberofilofofi , cbe lafaprebbero impu-

gnarti ..

SAGR. Afpetteremo dunque vnatalè occafione :: e noi tra tanto

fé così vipiace Sig. Salutatiprocederemo auanti.

&ALV. Tutto quello , chefin quifi e detto appartiene al periodo

diurno delflujfo, e refiujfo , del.qualeprimafie dimojlrata—*

ingenere la eagionprimaria, & vniuerfale,fenza la quatta

nulla ditale effettofeguirebbe ; dipoipafsando agli accidenti

particolari varij , fa in certo modo/regolati , che in ejfofi of-

feruano rfifon trattate le caufefecondane , e concomitanti ,

onde efsi dipendono-.. Seguono boragli altri due periodi, mt-

Jlruo, &"annuo, li quali non arrecano accidènti.nuoui ,,t^t

diuerfiolire a igià confìderati nelperiodo diurno ,ma opera-

nonei medefìmi.conjrmdergU.maggiori 3cminoriindiuerfe

farti

Page 455: massimi sistemi del mondo

Del Galileo l 43$parti del mefe lunare , &in diuerfi tempi del?Anno Solare 2

quafi che, eia Luna, eil Sole entrino aparte nell'opera # nel'

laproduzionJi tali;effètti.;coJà-cbe totalmente repugna al mi&

intelletto , il quale vedendo -, come quejlo dei mari e vn mo-vimentòlocale, efenfato,fatioin vnamoleimmenfà d'acqua,

nonpuò^rrecarfiajottojcriuere alumi ,a ealdi temperati , a

predomini/per qualità occulte , & a Jìmilì vaneimmagina-

zioni , le quali tantum abeft , cbejìano, bpoffanoeffèreaufe

delflufso , cheper l'opposto ilfiufso è caufa di quelle , cioè di

farle venire nei ceruelli attipiù alla loquacità , (7 ojlentazio'

ne , che-allafpecolazione , & inuejiigazione dell'operepiufe-

grete di natura ; li qualiprimaebe ridurfiaprofferir quella—

>

fauia, ingenua, e modefia parola , Non lo soccorrono a—>

lafciarfi vfeir di bocca , & anco dellapenna ., qualfi voglia

grande esorbitanza . Et il vederfolamente , chela medefimaLuna , el medefimo Sole non operano col lorlume, co'l moto,

co'l caldogrande, b col temperato , nei minori ricetti dacqua,anzi che a volerlaper caldofarfolliuarebifogna ridurla po-

co meno che al -bollire, <lfX infomma nonpoter noi artifiziofa-

menteimmitar'in verun modo i mouimenti delflufso , fatuoche co'l moto del vafo , non dounbbe egli afficurare ogrìvno,,

tutte l'altre cofeprodotteper caufe di tale effetto effer vam—> -*?'*1 * *

fantafie , e del tutto aliene dal vero i Dicoper tanto , chefé e t/ "rfuif~

vero, che di vn'effetto vnafolafìa lacagionprimaria, ecbz-> alterazione^

tra la caufa, e l'effettofia vnaftrma , e cofiante connejfione, nelle caule.

ncceffària cofa e, che qualunque voltafi vegga alterazione—

>

ferma, eco/tante nell'effetto,ferma, e collante .alterazionefianella caufa . Eperche le alterazioni, ebe accaggiono a iflujfi,

e reflufii in diuerfeparti dellanno,e del mefe,banno lorperio-

difermi, e cojianti, eforza dire , ebe regolata -alterazione neimedefimi tempi accaggia nella cagionprimaria de iflujfi, ere- T

, _fiu/lì. L'alterazione poi, ebe fitroua nei detti tempi ne ifluf- ,J ^.

leSflano

fi, e rejlujfi,non consijtem altro, ebe nella lorgrandezzate koufe de pe-nellalzarsi, & abboffarsipiu,o meno le acque,e nel correr con riodime/huo,

impeto maggiore, minore ^adunque è neceffàrio, che quello , &^>mi«o de i

che è cagicn primaria delfluflo, e refbiffo , ne i detti tempi de-"u s^ € refluf-

terminati accrefea^o diminmfca lafuaforza . Magià siecon-

clufo la difegualità , e difformità del moto dei vasi contenenti

Vacqua efier caufaprimaria deifluffì, e reftuffi, adunque bufogna, chetai difformità di tempo in tempo corrifpondente*

Ee 4 meni»

Page 456: massimi sistemi del mondo

Alterazioni

sneftrne, &ansnue de' fiufsi

.

e reflufsi noti;

pòffon depen-dere da altro

che dall'alte-

razione degli

additaméti e-futtrazioni del

periodo diur-no fopra l'an-

suo

4f# Dialogo quartamente si difformipiù, cioè sifaccia maggiore, e minorcHoraconuien che ci ricordiamo, coinè la-difformità, cioè la diucrfa

velocità.di moto de i vafi, cioè delleparti dellafuperfcie terre-

Jìre r depende dal muouerfì loro del mouimentocompoflo re-

fultante dall'accoppiamento de i due moti annuo , e diurno

propri/ dell'interoghiro terre/Ire ^ de ìquali la vertigine/diur-

na co'lfuo bora aggiugnere, & hor detrarre al vnouimento

annuo, e quella, cheproduce la difformità nel moto compojlo;

talché negli additamene , efiltrazioni , chefa la vertigino^>

diurna al moto annuo , conjìjle l'originaria cagione del moto

difforme dei vaji, & in conseguenza delflujso, e refluffo ; in

guifa tale, che quandoquefìì additamene, efuttrazioni/ifa-ceffer fempre con la mede/ima proporzione verfo'l moto an~nuo, continuerebbe ben la caufadelfluffo, erefluffo, mapero-

difarjìperpetuamente nell'ijleffomoaoima noi habbiambifo-

gno di trouar la cagione delfar/i imedejìmifluj/ì,e reflujjiin

diuerji tempi maggiori, e minori; aduque bìfogna [fé voglia-

mo ritener l'identità della caufa ) ritmuar alterazione in—*

quelli addiiamenti , efuttrazioni, che glifacciapiù, e menopotenti nelprodur quelli effètti, che da loro dependono .. Mot.

talpotenza, <£r impotenza non veggo, chejìpoffa indurre,fénon crìi

\

farei medejjmi additamene, efuttrazioni , hor mag-giori^.hor minori,fiche l"accelerazione,e'Iritardamento del

moto compojloftfaccia hor conmaggiore h <& hor con minor,

proporzione -

SAGR. Io mifinto ?noltoplacidamenteguidarper mano, e bencUio non troid intoppiper laBrada , tuttauia , aguifa di cieco y,

non veggo doue la vofìra feorta mi conduca , ne so. immagì~

narmi doue tal viaggio habbia a terminare .

$ALV. ^Ancorchégran differenzajìa- trai mio lento filofiofare, t

il vojìro veloci/fimo dlfcorfo,tuttauza in quefopartieolare,chc

bora hakbiamo alle mani , non voglio marauigliarmi , che la-

peìfpkacita del.vojlro ingegno refìi ancora offufeata dalla ca-

ligine alta, è" ofeurar, che ci nafonde il termine , al quale noi

camminiamo :. e ceffa la mia maraviglia nel rimembrarmiquant'hore , quanti giorni , epiù quante notti habbia io tra-

paffate in queflafpecolazione, e quante volte, difperato dipo<-

terne venire a capo , habbia per confolazion di me medefimo r

fattoforza di perfuadermi aguifa dell'infelice Orlando , che.

goteffe non effer vero quello, che tuttauia la teslimonianza di

Page 457: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 441fanti hnomìni degni di fede mi rapprtfentaua innanzi a gli

occhi; non vi maravigliate dunq; fé quejia volta , contro al

vofìro con/lieto , non prevedete ilfegno; efé pur vi maravi-

gliate-, credo che la riufcita , per quantopojfogiudicare , affai

ir, opinata, vifarà cejfar la maraviglia*.

SAGR. Ringrazio dunq; Iddio dellbavere egli ovviato, che tal.

di/per'azione non traejfe voi alVefìto, cheffavoleggia delmi-

fero Orlando ,nea quello , cheforfè non men faziolofamente

s'intende d'Ari/i* accioccche ne io, ne altri refìnjfeprivo del ri-

trovamento di cofa tanto recondita, qvantodeftderataiprego-

ui dunq; che quanto primajìpojfa fatolUate la mia famelica

avidità .

$ALV* Eccomi afodisfarvi . Eramo ridotti , a ritrovare in quaì

manieragli additamene , efiltrazioni della vertigine terre-

firefopra'l moto annuo potejfero farji hor con maggiore , &hor con minore proporzione , la qual diverjità , e non altra \

cofa, poteva afegnarjiper cagion delle alterazioni mejìr.ve,&

annve , chefi veggono nella grandezza de ijiujji , e reflvjfì*.

Confiderò adej/o, come quefìaproporzione de gli additamen-jn tremodi £

ti, efuttrazioni, della vertigine diurnale del moto annuo,puh può alterar lx

farfì maggiore , e minore in tre maniere . L'vna e cc'l ere- proporzione.*

fere , e diminuire la velocità delmoto annuo , ritenendo gli degli. addica-

addiiamenti , efiltrazionifa: te dalla vertigin e diurna,nella ^tiaihe/""*

medefìmagrandezza, percheper efere il moto.annuo circa trepra 'i motoan-

volte maggiore, cioè più veloce del moto divrno ( confiderato mio .

anco nel cerchio ma/fimo )fe noi di nuouoVaccrefeeremo, mi-

nore alterazione gli arrecheranno legivnte, bfvttrazioni del

moto diurno ; maper Voppofìtofacendolo più, tardo , verrà ca>

proporzion maggiore alterato dal medefmo moto diurno '> in

quel modo, che laecrefeere, a detrarre quattrogradi di veloce

tà a quello , che Jimuouecon ventigradi, altera meno il fuo>.

eorfo, che nonfarebbero i medefimi quattrogradi aggiunti,o>

detratti a vno, chef movejfefolamente con io.gradi . La—»

feconda manierafarebbe confar maggiori, orninoti gliaddi-

lamentile lefuttrazioni , ritenendo il moto annuo nellijìejfa.

velocità ;il che e tantofacile da intenderfì, quanto e mamfe-fio , che vna velocità vg. di io,gradi più fi altera con lag-

giunta, ofuttrazione di io. gradi, che con la giunta, ofvttrai

zione di 4. La terza manierafarebbe , quando quejìe duejì

&ongivgneffero injìeme.f diminuendo ilmoto annuo^ crefeen^

do le

Page 458: massimi sistemi del mondo

44

*

Dialogo quartodo legiunte, efuttrazionidiurne . Sin qui , come voi vedetenon èfiato difficile ilperuenire, maben e eglifiato a mt labo-

riofoll ritrouare^in qual maniera ciopojfa effettuar/un natu

ra . Turfinalmente trouo, che ella mirabilmentefineferue,

Quello che a e conmodi quafi inopinabili: dico mirabili, & inopinabili .a

noi è difficili^ noi,, ma non a lei , la quale,anco le cofe aliintelletto nojìro

fimo a interi- d'infinito fìupore,opera ella confiammafacilità , efemplicità:derfi alla Na £ quello cheanoti difficili/fimo a intender/i, a quella e ageuo-

lifsimo a farli. lifiìmo afarfi. PaJJando borapia auanti , &bauendo dimo -

Se'l mouimen fìrato,come laproporzione tragli additamenti, efuttrazioni

co annuo non della vertigine, e l moto annuo ,fipuofar maggiore-, e mina-ti alterafife ce£ re jn jue maniere {e dico in due

,perchè la terza vien compo-

lerebbe1pe- j^a falledueprime) aggiungo , chela natura di amenduefi

£ruo m ferue; e dipiùfoggiungo , che quando ellafifieruijfe di vna-*Se'l periodo Jòla,bifognerebbe tor via vna delleduealterazioniperiodiche*,

diurno non fi Cederebbe quella delperiodomefiruo }fe'l mouimmtoannuo

f hh6

''] ~ nonfialteraffé . E quando legiunte, efuttrazioni della ver-

riodo annuo „ tigine diurnafi mantenejfer continuamente eguali, manche'

rebbero le alterazioni delperiodo annuo ,

SAGR. ^Adunq; Valterazione mefirua de'flujjìye rejlujfì depende

dalFalterazion del moto annuo della terra ì e l'alterazione

annua demedefimiflujjì } e reflujfideriua dagli additamen-

ti, efuttrazioni delia vertigine diurna 1 Hura mi ritrouo io

più confufo, che mai, epiùfuori difperanza d'bauere apoter

refitar capace, comefiia queflo intralciamenìopiù intrigato ai

mioparere delnodo Gordiano;^ inuidio il Sig. Simp* dal cui

Jllenzìo argomento , cheei refiicapace del tutto , e libero da-*quella corfufione , chegrandemente a me ingombra la fan-tafilm » -o

SIMP~ Credo veramente Sìg. Sagr. che voi vi rìtrouiate confufope credo difapere anco la caufa della vofira confufiane, la qua-

lepermioauuifo no/ce, che delle cojèportate da poco in quadal Sig~ Salutarteneintendete , e partenò, £ anche vero

eh'iomi trouofuoridiconfufione ; ma nonper quella eaufa 9

che voi credete, cioèperche io refi capace del tutto anzi eia miauuienedal contrariojcioì dal non capir nulla ,• eia confu-

Jioneènellapluralità delle cofe, e non nel niente .

SAGTi. Vedete Sig. Salu. tomealcune sbrigliatene t chefifon date

ne igiornipaffati al Sig. Simp. rhanno refi) manfueto , e di

faltatore cangiato in vna chinea , ^Ma di grazia fenza piaindugio

Page 459: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

443indugio cattateci amenduedi tramaglio .

SAZiV. Faròforza quantopotrò alla miaduraefprefsiua , aUt~*

cui ottu/ìtàfupplirà lacutezza del vo/ìro. ingegno . Duefonogli accidenti,de' quali doniamo inu.ejiigar le cagioni; Ilprimoriguarda le diuerfità,cbe accafcanomdflufsi , e reflufsi. nel pe*

riodo mefìruo ; e laltro appartiene alpertodo annuo . Primaparleremo del mefìruo , poi tratteremo dell,annuo ; e tutto

conuien che rifoluiamofecondo ifondamenti, eipotefigiàfìa-

hilìte,fenza introdur nouità alcuna , ne in lAftronomìa ,

ne netf Vnìuerfo ingrazia de iflufsi, e reflufsi, madimofiria-

mo , che di tutti i diuerfiaccidenti , che in efsifìfcorgpno,.lz^-

caufe rifeggono nelle cofegià conofciute, e riceuuteper vexe,<kx j potc fì Verif-indubitate . Dicoper tanto cofa vera naturale, anzi necefsa- fìma_» in più

ria, efere che vn mede/imo mobilefatto muouere in giro dalla breue tempo

mede/ima virtù moueniein più lungo tempo faccia- fuo corfo ipec*u"" *e re~J

,• • /*. & .

e j j , j uoluzioni ne 1

per vn. cerchio maggiore, cheper vn.mmore ; e questa e ventacercjù m i,10ri

riceuuta da tutti, e confermata da tutte Vefperienze. , dellt-j che ne i ma"-quali neprodurremo alcuna .. Ne gli.boriuoli. da ruote x & giori: il che fi

in particolare ne igrandi,per temperare il tempo accomodano, dichiara con

* loro artefici certa bafa volubile orizontalmente,e nellefue e-dmeiempi .

flremità attaccano duepefì dipiombo , e quando il tempo, an-p j0>

dafe troppo tardo, co'Ifolo auuicinare alquanto in d'ettipi.om

hi al centro dell'bafìa , rendono le fue vibrazioni più.fre-

quenti ; & aWincontro per ritardarlo kaBa ritirare i mede/i-

mipefìpiù verfo lefìremità ;perche cosi le vibrazionififannopiù rade , & in. confegucnzagl'interuallì. dell'borefi allun-

gano .

Qui la virtù mouente e la medefima,cioe il'contrappefó , i. mobili

fono i mede/imipiombi, e le vibrazioni loro, fon piùfrequenti,,quandofono più vicini al.centro, cioè quandofi muouonoper EfemDi<5 fe.

minori cerchi . Sofpendanfìpefì equali da corde difeguali , e concio .

rimoffì dalperpendicolo lafcin/ìin libertà ; vedremogli appefia cordepiù breui fare lor vibrazionifiottopiù breui. tempi , co-

me quelli, chefimuouonoper cerchi minori . Mapiù :. attac-

chili vn talpefo a vna corda* }la quale caualchivn ebiodofer-

mato nelpalco, e voi tenete Ealtro capo della cordainmano,iybauendo data l"andata alpendente pefio-, mentre ei vafacen-dofue vibrazioni , tirate il capo della corda,cbe bauete in ma-no » fi che ilpefofi vadia alzando , vedrete nelfuofolleuarfìtrefeer lafrequenzaideilefue vibrazioni , come quelle , chefi

vanno

Page 460: massimi sistemi del mondo

Due partico-

lari accidenti

notabili ne i

pendoli, e lo-

so vibrazioni.

*Problemi ma-rauigliofi

__di

mobili defcén

dènti per vnaquarta di cér-

chio : e de i

defcendenti

per tutte le_^

corde di tutto

ilrerchio

.

44.4 Dialogo quartovannofacendo continuamenteper cerchi minori ~ Equi vo-

glio , che -notiate dueparticolari degni d%

cfferfaputi . Vno *che le vibrazioni di vn tal pendolofi fanno con tal necefsità

fotto tali determinati tempi , che e del tutto impofsibile ilfar-glielefarfotto altri tempi, fatuo che con allungargli, o abbre*

uiargli la corda ; del ebepotete anco diprefente coni'efperien-

za accertarui, legando vnfafso a vnofpago, e tenendo! altro

capo in mano .; tentando,fé maiper qualunque artifizioJì vjt

vipofsafuccedere difarlo andare in qua ? & in làJotto altro 9

che vn determinato tempo ,fuor che con allzmgare , òfeorciar

lofpago, che affolutamente vedrete ejfere impofsibile . L'altro

particolare veramente marauigliofoe , che il medesimopendo-

lofa lefue vibrazioni con Vijìeffafrequenza , è pochifsimo , t

quasi infensibilmente differente , sien elleno fatte per archi

grandi/fimi, òperpiccoli/fimi dell'ijìejfa circonferenza . T)ico

che fé noi rimoueremo ilpendolo dal perpendicolo vno, due,

e tregradifolamente ,òpure lo rimuoueremo jo. So. & anco

sino a vna quartaintera, lafciato infua libertàfarà neWvnot

£ nell'altro cafo lefue vibrazioni con la medesimafrequenza

,

tanto le prime,doue ha da muouersiper vn arco di 4. 6.gra-

di ,quanto,lefeconde dazic ha dapoffare archi di 160. pia

gradi ; il chepiù manifejìamenie > si vedrà confofpender due

pesi eguali da duefili egualmente lunghi}rimouendone poi

dalperpendicolo vnoperpiccola dijtanza t eValtropergran-

Ai(firna, li qualipòfU in libertà andranno ,£ torneranno fotto

gtifle/Ji tempi ,quelloper archi affaipiccoli, e queflopergran-

difjìyn'h dal che nefeguita la conclusione d'vn Problema bellif-

•simo , che} , chedata vna quarta di cerchio ( nefegnerò qui in

terra vnpoco difigura ) qualfarebbe

quejla >lAB, eretta all' Orìzonte , sì

cheimifìa sulpiano toccando nelpun-

to S. efatto vn arco con vna tauola

ben pulita , e lifeia daliaparie conca-

va ,piegandolafecondo la curuitàdel-

la circonferenza ADB. si che vna-~>

palla ben rotonda , e terfa vipoffa li-

beramentefeorrer dentro ( da cajfa di

vn vaglio e accomodata a taleefperì-

mza ) dico , chepqfìa lapalla in qualsiuoglia luogo, ovìcìnOj

ò lontano dati'infimo termine R, comefarebbe mettendola nel

punto

À

fi

Page 461: massimi sistemi del mondo

Del Galileo . 44 jt

punto C. o vero qui in D.ò in E. e la/data in libertà, in tetti'

pi eguali y b infenjibilmenie differenti arriverà al termine B+

partendofi dal C. b dalD. ò dall' E. à da qualjiuoglia altro

luogo: accidente veramente marauigliofo . Aggwgncievrìaltro accidente non men bello di qutjìo ,chee , che ancoper

tutte le corde tirate dal punto B. ai punti CDE. & a qua-

lunq; altro nonfolamenteprefo nella quarta BA. ma in tut-

ta la circonferenza del cerchio intero il mobileJleffo feenderà

in tempi afiolutamente eguali , talché in tanto tempofeenderà

per tutto l diametro eretto aperpendicolo/opra ilpunto B. in

quantofeenderàper la BC.quando bene ellafuttendejle avnfolgrado , ò a minore arco . <-Aggiug7iete l'altra meraviglia ,

quale, che i moti de i cadentifatti per gìarchi della quarta—*

AB.fifanno in tempipiù breui, che quelli, che fifannoper le

(orde de i medefimi archi, talchi il moto velocijfimo,efatto nel

tempo breuif/imo da vn mobile, per arriuare dalpunto A. al

termine B. farà quello, the fifarà, non per la linea retta AB,(ancor chefìa la brcuifjima di tutte quelle,che tirarJìpoffono

tra ipunti AB. ) ma per la circonferenza ABD. eprefo anco

qualfiuogliapunto nel medefimo arco , qualjia v.g. il puntoD. e tirate due corde AD. DB. il mobilepartendo/idalpun-to A. in manco tempogiugnerà al B. venendo per le due cor-

de AD. DB. che per la fola AB. ma breuiJ[imo,fopra tutti i

tempifarà quelli della cadutaper Varco ADB. egli Beffi ac-

cidenti intendanfì di tuttigli altri archi minoripreji dall'in-

fimo termine 'B. in su ,

$AGR, Non più , nonpiù , che voi mi ingombrate sì dì marauì-

glia,& in tante bande mi distraete la mente, ch'io dubito , che

piccolapartefarà quella, che mi rejìerà libera,efinceraper ap-

plicarla alla materia principale, chefi tratta , e chepur troppo

e perfé fìeffa ofeura , e difficile ; vipregherò bene , che vogliate

favorirmi,fpedtta, che hauiamo lafpecolazione deìfluffi, c^refiuji, di effer'altrigiorni ancora a honorar quefìa mia , e_->

vofira cafa,iy a difeorrerefopra tati altri Problemi,che~hauia

mo lafciati inpendente, e cheforfè nonfonmen curioji^e belli

di quefìo, chefi e trattato ne ipaffatigiorni , e che hoggi dourà

terminarfi

.

$ALV. Saro aferuirui, mapiù di vna, e di duefefsioni bifogneràt

chefacciamo , fé oltre aWaltre quifìioni riferbate a trattarfi

appartatamente vorremo aggiugnerei le tante attenenti al

mote

Page 462: massimi sistemi del mondo

Mote annuodella terraiper 1' Eclitti-

ca inegualemediante* il

«noto dellau»

44^ Dialogo quartomoto locale , tantode i mòbilinaturali , quanto deiproietta,

materia.dtffufamente trattata dalnojtro ^Accademico Linceo.

Ma tornando.al nojlroprimopropo/ìto , doue erauamo su il

dichiarare,tome de i mobili circolarmenteda virtù motrici^,

che contìnuamenteficonfimila medefima, i tempi delle circo '

lazionì eranoprefifsi, e determinati , & impofsihiliafarfipiùlunghi, bpiùbreui, bauendonedati ejempi, eportate efperien-

xefenfate, efattibili dannilo/siamola medefima verità con'

fermare con le ejperienze de imouimenti Cetesii de i Pianeti,

ne i qualifivede mantenerXiftejfa regola , che quelli , che Jlmuouonoper cerchi maggiori;

>più tempo confumano inpaf-

fargli . Spediti/sima ojfemazione di queflo habbiamo da i

Pianeti Medicei,che in tempi breuifanno lorreuoluzioni in'

tornoa Gioue . Talché nonidametterdubbio, anzipoffia-

fno tenerperfermo, eficuro, chequandoper efempiolaLunafeguitando di ejfer mofsa dalla mede/imafacoltà mouentt^»

fujje ritirata apoco ,apacoin cerchi minori, ella acquifiereb-

he dijpoJìzÀone di abbreviarci tempi de ifuoiperiodi3 confor-

jmea quelpendolo^ del.quale , nel corfo dellefue vibrazioni3.andauawiQ abbreviandola corda , cioefcorciandoilfimidia'

metro.delle circonferenzeda luipafsate.. Sappiate bora chi^j

quejloj che della Luna hoportatoperefempio3 auuiene,efi've-

rifica efsenzialmente infatto .. Rammemoriamoci , chegiàfu.conclufodanoiinfiemecd'l Copernico , non efserpofiìbilefe-

pararlaLuna dalla terra, intorno allaquale , fenza contro*

uerfia ,fivnuouein vn mefe : ricordiamociparimente , che il

; globo terreBre,accompagnatopurfimpre dallaLuna, vaperla circonferenza dell'orbemagnointorno al Sole in vrìanno^

nel qual tempolaLunaji riuolgeintornoallaterra quafii$»volte , dal qual riuolgimentoJèguita , che efsa Luna talhorfi

iroui vicinaal Sole,cioè quando} trai Sole, eia terray e talho»

ra afsaipiù lontana , che e quando la ferrar'iman tra la Lu-nare il Sole; vicina infomma nel tempodellafua congiunzio*

ne, e nouilunio;tontana nelplenilunio,& oppofizione; e leu*

majpmalontananza , e la mafsima vicinità differì/conoperguantoi$grande ildiametrodell'orbelunare , R orafi è ve*

ro, chela virtù,che muouelaierra , e la Luna intorno al So-

lefimantengafempre delmedefimo vigort'jefe ì vero ., che il

mede/imomobile mofso dallamedefima virtù, ma in cerchi di'

Jèguali, in tempipiù brsuipafsi arcbifimilide i cerchi minori$bifogna

Page 463: massimi sistemi del mondo

Del Galilea. 447Infogna necefsariamente dire, che la Luna quando è in mino*dijfanza:dal Sole, cioè nel tempo della congiunzione , archi

maggioripajjì'dell orbe magno, che quando e in maggior lon-

tananza,cioe nell'oppq/ìzione , eplenilunio ;e quejìa lunareinegualità conuien chefìapartecipata dalla terraancora ; im-

peroccbèffe noi intenderemo vna linea rettaprodotta dal cen-

tro del Soleper il centro delglobo terre/ire , eprolungatafinoairorbe lunare , queflafarà ilfcmidiametro dell'orbe magno ,

nel quale la terra y quandofujfefolaJìmouerebbe vnijorme-

mente , mafé nel medejìmofcmidiametro collocheremo vn'al-

tro corpo da ejferportato>>ponendolo vna volta tra la. terra, e

il Sole, & vn altra vottaoltre alla terra in maggior lonta-

nanza dal Sole,}forza , che in queflofecondò cafo il moto co-

mune di amendue,fecondo la circonferenza dell'orbe magno,mediante la lontananza della Luna, riefea alquantopiù tar-

do, che nell'altro cafo, quando laLuna-ètrà la terra , e'ISote,

cioein minor dijìanza . Talché in quefìofatto accadegiufìo

quel che auuìene neltempo dell'borìuolo, rapprefentandoci la

Luna quelpiombo , che s'attacca barpiù lontano dal centro ,

perfar le vibrazioni dell'hajìa men frequenti y (7 bora piùvicinoperfarlepiafpefe . Di quipuò ejfer manifìjio , come

il mouimento annuo della terra nell'orbe magno , efotta l'E-

clittica , non e vniforme ,.e come la fua difformità deriu.t^»

dalla Luna, & hà/uoiperiodi, e rejlituzioni mafirue .Eper-

chefi era conclufo le alterazioniperiodiche , mefirue , & an*

nue de ijluffì, e reftu/Jinonpater deriuare da altra cagione ,

che dall'alterataproporzione, tra il moto annuo, egli addita-

mene, e fitttrazioni della vertigine diurna, e tale alterazione

poteua farfi in due modi, cioè conValterare il moto annuo, ri-

tenendoferma la quantità degliadditamene ,o co'l mutar la

grandeza di queHi , mantenendo l'uniformità del moto an-nuo, già habbiamo ritrouato ilprimo di quefìidue modifon»datofoprala difformità del moto annuo dependente dàlla^*

Luna , e che bàifuoiperiodi meflrui .. E dunque necejfario

,

theper tal cagione iflujjt , e refìujjìhabbianovnperiodo me-

firuo dentro al qualefifacciano maggiori ,. e minori . Horavedete, come la caufa delperiodo mejìruoriftede mimato an-

nuo;& injieme vedete ciò che ha chefar la Luna in queflo ne-

gozio^ come ella ci entra apartefènza bauer ebefare niente,

me con mari) ne con acque .

$agr*

Page 464: massimi sistemi del mondo

44§ Dialogo quartoSAGR. Seavno , che non baueffe cognizione di veruna forte di

fiale,fufìe mójìrata vna torre aliijjìma , e domandatoglifi^gii de

(fél'animo d'arriuare allafinafuprema altezza y credo

ajfolutamente, che direbbe di no , non comprendendo che in-a

altro mudo, che convolare} vifipotejfeperuenire ; ma mo-

firandofegli vnapietra non più alta di mezo braccio , <£r in-

terrogandoloféfopra quella credeffi dipoter montare , fon—*terto, che risponderebbe disi; & anco non negherebbe,che nonvnafola ma io. 20. e 100. volte ageuolmeniefalir'vipotreb-

be :parlo, che quando fégli mojirafsero lefcale co'l mezo delle

quali, con lageuihzzada lui conceduta , fipoteuaperuenire

colà , douepocof haueua affermato efser'imponibile di arri-

uare , credo che rìdendo difé fìtfso confefserebbe ilfuopocoauuedimento , Voi Sig. Salu. mi hauete di grado in gradotantofoauementeguidato > chenonfenza merauiglia mi tro-

nogiunto con minimafatica a quell'altezza , doue io credeua

nonpoter/iarriuare;e ben vero,cheper ejferfiata lafcala buia

nonmifono accorto diejfermi auuicinato , neperuenuto alla

cima , fé non dopo che vfeendo all'aria lumino/a ho feoperto

gran mare-, egran campagna; e come nelfalire vn grado nonsfatica veruna , così ad vna ad vna d,elle vojìre proporzioni

mifonparfi tanto chiare, chefopraggiugnendomipoco, ò nul-

la di nuouojpiccolo, nulla mifimbraua efsere ilguadagno ;

onde tanto maggiormenteJì accrefee in mela marauigliaper

l'inopinata riujcita diquejìo difeorfo , che mi hafcorto all'in-

telligenza di cofa f ch'iojiimaua inefplicabile . Vna difficultà

mi rimanefolamente dalla quale de/idero di efser liberato , e

qutfìae,che fc'l mouimento della terra injìeme con quel della

Lunafiotto' l Zodiacofono irregolari , dourebbe tale irregola-

rità efsere fiata ofseruata, e notata dagli ^AJironomi , il ches

non so chefìafeguito;pero voi, chepiù di mefite di quefìe ma-terie informato, liberatemi dal dubbio , e ditemi come Jià il

fitto .

8ALV. Molto ragioneuolmente dubitate , &* io aWinJlanzari-

fpondendo , dico ; che benché V^AJironomia nel corfo di molti

fecoli habbiafattogran progrejjì nell'inuefiigar la confìitu-Molte cole zione, e i mouimenti de i corpi Celejli , nonpero e ellafin qui

* ° u " "a- arrinata afegno tale, che moltijjimc cofe non reftino indecifie,e

ftronoiaia nò' forfi ancora molt'altre occulte . E da credere , che iprimi ofi

o&ruatc . feruaiori del Cielo non conofcefsero altro, che vnmoiocomu-.

'

ne

Page 465: massimi sistemi del mondo

Del Galileo

.

44$ne a tutu lefielle, quale è quejìo diurno ; crederò bene ,.che

m

focbigiorni fi accorgeffero , chela Luna era incojìante nel te-

ner compagnia aWaltreJlelle , ma chefcorrefiero benpoi mot'

tianniprima, chefidiftinguejfero tutti iTianeti ; ^ inpar- Saturno pe*ticolarepenfo , che Saturnoperlafua tardità , e <SMercurio\^ cardici , e

jper il veder/Idi radofufferodegli vitina ad ejfer conqfciuti Mercurio^ per

per vagabondi , ferranti. Moltipiù annie da crederti ,veder^ di

(bepaffafiero atlanti chefuffero offeruate lefi*azioni , e retro ^^ y™^gradazioni de i trefuperiori, come anco gli accoramenti , c_-> ad^etTer'offer-

difeofìamenti dalla terra , occafioni neceffarie dell'introdurrti*

gli Eccentrici , egli Epicicli , eofe incognitejino ad ^Arifì.già

che ei non nef.ì menzione ; Mercurio , e Venere con le loro

ammirande apparizioni quanto hanno tenuto fofpejì gli

lARronomi nel rifoluerfi non che nitro circa ilfito loro ( tal"

ibi ,qualfia l'ordinefolamente dei corpi mondani , e la in-

tegralefiruttura delle parti deWVniuerfo da noi conojciute,*

Jiata dubbiafino al tempo del Copernico, il quale ciba final-

mente additata la vera cofìituzione, & il verofiflemaffecon- ;

do il quale effepartifono ordinate ; fi che noifiamo certi , che

tSMercurio , Venere , egli altri Pianeti[fi volgono intorno al

Sole , £ che la Lunafi volge intorno alla terra •. Ma comepoi

ciafeun Pi.inetafigommi nelfuo riuolgimento particolare, e o

tome Riaprecifamente laftruttura dellorbefuo , che e quella ticohri ditelithe vulgarmentefichiama la fua teorica , 'non pnfijìamo noi orbi de' Pia-

per ancora indubitatamente.rifoluere . lefìimomo ce nefia*1^ ancora_j>

Marte, che tanto trauaglia i moderni ^Aftronomi ; £r alli—> .

non ^en r€ 0,D

Lunafieffafono fiate ajftgnate variate teoriche , dopo l'ha-

uerla il medefimo Copernico mutata affai da quella di Tolo-

meo . Eper defenderpiù al noflroparticolare , cioè al motoapparente del $ole, e della Luna;di quello e flato offeritalo cer-

tagrande in egualità,per la quale in tempi affai differenti , e'

Paffa li due mezi cerchi dell'Eclittica diuifìdai punti de gli

Equinozi/ : nel pafsar l'vno dei quali egli confuma circa a Il Sole paffe

nonegiorni dipiù, che nelpafsar l'altro ; differenza come ve- vna metà del

dete moltogrande , e notabile . ^V£afé nelpoffare archi pie- Zodiaco noue

coli, qualifarebbonoper efempio i iz.fegni , e mantenga vn fi

°

rl1

*[i,u

,

^re

moto regolarìffìmo , opureproceda conpajfiborpiù veloci al-

quanto, & borpiù lenti, come e necifiario, cheftgua, quandoil movimento annuofiafolo in apparenza del Sole , ma in *

realtà della terra accompagnata dalla Luna, ciò non e fiato

Ff fin

Page 466: massimi sistemi del mondo

4 5 • Dialogo quartofin qui ofseruato , neforfè ricercato . Della Lunapoi,le cui

Moto de!la_j reflituzionifono fiate inuejìigateprincipalmente in grazia-*Luna ricerca-

degli Ecliffi-,per i quali bajla hauer'efatta cognizione del mo*

in oi ce in era- tofuo intorno alla terra, nonfi e parimente con intera curio-

sia de gii E- Jttà ricercato qualfta ilfuoprogrefsopergli archi particolari

cliiii

.

del Zodiaco . Che dunque la terra, e la Luna nellofcorrerper

il Zodiaco , cioèper la circonferenza dell'orbe magnofiaccele-rino alquanto nt nouiluny, efi ritardino népleniluni/, nondeue metter/iin dubbio,perche tal inegualità nonfifia mani-

ftfiata : il cheper due ragioni ì accaduto ; prima,perchè non }

fiata ricercata . Secondariamentepoi ,perche ella può e/sere

non moltogrande ;ne moltograndefd di bifogno , che ellafìa

perprodur l'effetto chefi vede nell'alterazione delle grandez-TlvSsì,e refluf- zede ifluffi, e refuf/?;perche nonfolamente tali alterazioni,

% top piccoJii- magliftefsi flufei, e rejiufsifonpiccola cofa rifpetto allagran-

ipeiìo alla va" dezza de fuggetii , in cuifi efercitano ; ancor che rifpetto a—»

rficà de' mari, ' noi , & alla no/irapiccolezzafembrino cofegrandi. Imperoc-ik alia véiccw che Vaggiugnere, òfeemare vngrado di velocità, doue nefonota ìuqI moto

. naturalmente 700. ò iooo. non fipuò chiamar grande alte-riti globo ter»

"• * • 1 • 1 r -r ^ 7 > v ~ j„t

«cirrerazione* ne in chi lo conferì/ce , ne in chi lo riceue: l acqua dei

mar nofìroportata dalla vertigine diurna fa circa 700. mi-

glia per bora (che e il moto comune alla terra, <ÙX ad e/ìa, epe-

rò impercettibile a noi) quello, che nelle correnti cififàfenfìbi*

le, none di vn miglioper bora (parlo nelmare aperto, e nonneglifretti) è quejio è quello , che altera il mouimentoprimonaturale, e magno; e tale alterazione è ajfai rifpetto a noi , iy

a i nauili/;perche a vn vaffello ehe dallaforza de i remi ha di

fare nellacquafognante v.g. 3. migliaper bora, in quella—*

tal corrente , dall'hauerlainfauore aWhauerla contro impor-

terà il doppio del viaggio ; differenza notabiliffima nel moto

della barca, mapiccolijììma nel mouimento del mare, che vie-

ne alterato per Ufuafettecentefimaparte . Lifìejfo dico.deW

alzarJi, ir abbajfarfivno, dite, ò trepiedi ; & apena quattro,

h cinque nell'ejìremità delfeno lungo due mila , òpiu miglia,^

doutfonoprofondità di centinaia dipiedi; quefìa alterazioni

} a/iai meno , chefé in vna delle barche , che conducon Vacqua

dolce, ej/a aequa, nell'arreffar/i la barca, salzaffe alla prua,

quanfe lagroffezza d'vnfoglio : Concludoper tanto picco?-

Uffme alterazioni rifpetto altimmenfagrandezza , efommavelatiti de i mari ejfer bacanti ptr jave in efsi mutazioni

grandi

Page 467: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 4$ ir

grandi in relazione allapiccolezza noRra t t di nojiri acci"

denti

.

§AGR. T{imangopienamentefodisfatto quanto a quefiaparte ;

re/la da dic'aiararci,come quelli additameli, e Cuttrazioni de-

rivanti dalla vertigine diurna,fi'facciano bor maggiori , &bor minori ; dalla quale alterazione ci accenna/le , che depen-

deua ilperiodo annuo degli accrefcimenti f e diminuzioni d£flufsi t e reflufsi .

$ALV. Faro ognipo/fìbile sforzoper lafcìarmi intendere, ma la—»

difficolti deliaccidenteJlejfo, e lagrand'ajiAtzìon di mente ,

the ci vuolper capirlo mifgomentdno . La difegualìta de gli Caufe dalliL*

tdditamenti , efiltrazioni, che la vertigine diurnafàfopral difegualica

moto annuo, depende dall'inclinazion dell'affé del moto diur- delle fuccra-

no/opra'lpiano dell'orbe magno, ò vogliamo dire dell'Editti-Zl

,°!V' e Qe ?*J

ca ; mediante la quale inclinazione l'equinoziale fega efs.i^clelJa vertiei-

Eclìttica, refìandofopra di lei inclinato , <tX obbliquofecondo ne diurna fo-

ia mede/ima inclinazion dell'afe . E la quantità degli addi- pra'l moto an-

tamenti viene a importar quanto e tutto 'il diametro di efso nuo «

equinoziale, fiante il centro della terra ne ipunti folfìiziali jp

mafuor di quelli imporla manco , e manco,fecondo che ejfo

"'

eentrofiva auukinando a ipunti degli equinozi/ , doue tali

additamentifon minori , che in tutùgli altri luoghi . Quefìo -

e il tutto , ma inuolto in quella ofeuriià che voi vedete.

SA3R. Anzipure in quella ch'io non veggo ;perchefin bora noncomprendo nulla.

%ALV. Già l'ho io predetto . Tuttauia proueremo fé co'l dife-

gnarne va poco difigurafipotefeguadagnar qualche lume;

fé bene meglio farebbe il rapprefentarla con corpifjlidi , cbz~*

tonftmpUci difegni ;pure ci aiuteremo con la profpettiua, e_-»

eonglifcorci . Segnamo dunque , come di [opra , la circonfe-

renza dell'orbe magno, nella quale intenda/i ilpunto A. effe'

re vno de ifolfìiziali , ^T il diametro AP. la comunfezioncdel Coluro de folfìizi , e del piano dell'orbe magno , b vo-gliam dir dell'Eclittica ; £T in ejfo punto A. effer locato il

eentro del globo terre/ire , l'afe del quale CAB. inclinata

fopra ilpiano dell'orbe magno , cade nel piano del detto Co-luro , chepajfaper amenduegli afsi dell'Equinoziale , e dell*

Eclittica. Eper minor confufionefegneremo il foto 'cerchio

equinoziale , notandolo con quefìi caratteri DGEF. del

quale la comun fezione col piana dell'orbe magno fia leu»'

Ff a, linea

s

Page 468: massimi sistemi del mondo

$5*.

Dialogo quarto

linea DE.Jìcbe ìametà di e/so equinoziale DEE. rimarrà-

inclinatafotto ilpiano deliorbe magno , e l'altra metà DGE»deuatafopra . Intendaji borala reuoluzione die/so equino-

zialefar/ifecondo la confeguen^a de i punti DGEF. & il

moto dtl centro da A. ver/o E. Eperche/tante il centro delia-

terra in A. l'afe GB. (che e eretto al diametro dell'equinoziale

%DE.) cade comejie detto nel coluro defolflizy-, la eomunfa-zione del quale , e dell'orbe magno e il diametro PA.farà e(fa

lineaPA.perpedicolare alla mede/ima DE. per efser'il coluro

eretto all'orbe magno, eperì? e[saDE.farà la tangente dell'or*

he magno nelpunto A. talchi in quejìoflato il moto del cen*

fro per l'arco AB. che è di vn grado per giorno pochi/fimo

differifee , anzi e comeféfufefattoper la tangente DAE. Eperchiper la vertigine diurna ilpunto T>.portato per G. iti

E. accrcfce al moto del centro mofso quafìper la medejtma li-

nea DE. tanto quanto è tutto il diametro DE. $* all'incon-

tro altrettanto dimìnuifee mouendojt per l'altro mezo cer-

chio EFD.faranno gli additamenti , efuttrazion i in quejla

luogo , cioè nel tempo delfolflizio mifurati da tutto il diame-

tro DE.PaJJìamo bora a vedere^fene i tempi de gli equinozi/ e'Jian&

della

Page 469: massimi sistemi del mondo

Del Galileo^ 451iella mtdejìmagrandezza , e tra/portando il centro della ter-

ra nelpunto I. lontanoper vna quarta dalpunto *A, inten-

diamo il medefimo equinoziale GEF\D. la fua comunfezioneton l'orbe magno DE. lafse con la medefi-ma inclinazione

C'H. ma la tangente dell'orbe magno nel punto /, non faràtiìt la DE. ma vn'altra, che lafegherà ad angoli retti ; e Jts

quefla notataH IL. fecondo la quale verrà ad ejjère incammì-*

nato il moto del centro I.procedenteper la circonferenza del--

l'orbe magno . Hora in quejlo flatogli additamenti, efigura-

zioni nonfimifuranopizì nel diametro DE. come prima Jifece ;

perche non fidifendendo tal diametrofecondo la linea

del moto annuo HL. anzifugandola ad angoli rettif niente

promuouono , o detraggono efsi termini DE. ma gli addita-

r/tenti, efuìtrazioni s'hanno aprendere da quel diametro, che

tade nelpiano eretto alpiano dell'orbe magno , e che lofega—*

fecodo la linea HL. il qual diametro farà adefso quejlo GF.&il moto addiettiuo,per così dire ^farà ilfatto dalpunto G.per il mezzo cerchio GEF. e l'ablatiuo farà il reflante fatto

per l'altro mezo cerchio FDG. Mora queflo diametro pernon efier nella medsfima linea HL. del moto annuo ; anziperche lafega , come fi vede nel punto I. relìando il termine

G. eleuatofopra , & F. deprefsofotto il piano dell'orbe ma-gno ; non determinagli additamenti , e futtrazioni fecondo

tutta la fua lunghezza, ma dcuefila quantità di quellipren-

dere dalla parte della linea HL. che rimane intercetta tra le

perpendicolari tiratefopra di lei da i termini GF. quali fonoquelle due GS. FV.fi che la mifura degli additamenti e la—»

linea SV. minore della GF. b vero della DE.chefu la mifurade gli additamenti nelfolflizio <-A. Secondo poi cheficoflitui-

rà il centro della terra in altripunti del quadrante Al. tiran-

do le tangenti in efipunti , e leperpendicolari fopra efse ca-

denti dai termini dei diametri dell'equinoziale fegnati da i

piani erettiper efse tangenti alpiano dell'orbe magno, le partì

di efse tangenti ( chefarannofernpre minori verfo gli Equi-

nozij , e maggiori verfo i Soljìizy ) ci daranno ie quantità de

gli additamenti , efuttrazioni . Quanto poi dijfèrifchino i

minimi additamenti da imafsimi, efacile afiiperfi,perche tra

tfsi e la differenza medefima, the tra tutto lafse , o diametro

della sfera , e laparte di efso, che refia tra i cerchipoi-ari , la—»

quale è minor di tutto'7 diametro la duodecima parte profsi-

Ff j mamente

Page 470: massimi sistemi del mondo

4 5 4 Dialogo quartomamente,intendendoperò de gli adattamenti , e filtrazioni

fatte nell'equinoziale; ma negli altriparallelifon minori y fe-condo che i lor diametrifi vanno diminuendo .

Qucjlo e quanto io pojfo dirui in quefìa materia , e quanto perauuentur-apuh comprender/ifotto vna nojira cognizione, la

quale, come benfapete , non/ipuò hauerfe non di quelle con-

clufioni, chefonferme , e coflanti , qualifono i tre periodi in

genere de*jtuffì, e reflufijì, come quelli, che dependono da cau-

fe inuarìabili, vne, Ò~ eterne . Ma perche con quejìe cagion

primarie, & vniuerfalhfi me/colano poi lefecondane , epar-

ticolari, potenti afar molte alterazioni^fono quejìefeconda-

rieparte inojferuabili, & incojianti, quaVè per efiempio Val-

terazion de i venti, eparte ( benché determinate, efierme)non

però ojferuateper la loro multiplicità, comefono le lunghezze

de ifieni, le loro diuerfe inclinazioni verfio quejìa, ò quella—»

parte, le tante, e tanto diuerfeprofondità dell'acque,chipotrà,

fé nonfiorfie doppo lunghijfìme ojfieruazioni, eben/ìcure rela-

zioni,formarne hijioriecosìfpedite, chepojfianoferuir come

Ipoteji, efiuppoftzionijìcure, a chi volefle con le lor combina-

zioni render ragioni adequate di tutte le apparenze , e dirò ,

anomalie, eparticolari difformità,\che ne i mouimenti dell'ac-

quepojfonofcorgerjìì lo mi contenterò d'hauere auuertito ,

comelecaufe accidentalefono in natura, efin potenti a pro-dur molte alterazioni; le minute ojferuazioni le lafcerò farz—f

a quelli, chepraticano diuerflMari; efiloper chiufa di que-

Jio nojìro dAfcorfo metteròin con/iderazione,come i tempipre-

ci/? de iflujfì, e reflujjìnonfintamente vengono alterati dalle

lunghezze deifieni, e dalleprofondità varie; ma notabile al-

terazione ancorapenfio tocchepojfiaprouenire dalla conferen-

za di diuerji traiti di Mari deferenti ingrandezza , & in—*

pojìiura, ò vogliam dire inclinazione ; qual diuer/ìtà cade ap-

punta qui nelgolfo Adriatico, minore afiai delrefìo delMe'diterranneo, epojloin tanta diuerfia inclinazione, ebedout**

quello ha ilfiuo termine, che lofierra dallaparte Orientale,ch§

fono le riue della Sorìa, quejlo è racchiufio dalla parte più Oc-

cidentale; eperche nelle ejiremitàfiono affai maggiori ìfluffi, e.

rejlujjì, anzi quittifilamentefino grandijjìmi gli alzamen-

ti, & abbaiamenti* molto verifimilmentepuò accadere , che'i

tempi de iflujji in Venezia Jì facciano ne i rejlujjì deWaltra

ffiare , il quale9 carne molto maggiore, epiù direttamente dir

Jlefi

Page 471: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 45$Jfefo da Occidente in Oriente, viene in certo modo ad hauer

dominiofopra PAdriatico; e pero nofarebbe da marauigliar-

fi,quando gli ejfetti dipendenti dalle cagioniprimarie nonfi

verificajfi.ro net tempi debiti , e rifpondenti a i periodi nell'

Adriatico , mafibene nel refio del cMediterraneo . Ma que-

fìeparticolarità ricercano lunghe offeruazioni , le quali ne io

hofin qui/attenne menofonperpoterlefareperi"auuenirei$AGR. lAJfai mipar,che voi babbiatefatto in aprirci ilprimo in*

grejfo a così altafpecolazìone, della quale , quando altro nonci hauefie arrecato, che quellaprimageneralproporzione , che

a mepar, che nonpatifca replica alcuna , doue molto conclu-

dentementefi dichiara , cheftando fermi i vafi contenenti le

acque marine , impojfibil farebbe , fecondo il comun corfo dà

natura, che in ejfefeguijfero quei mouimenti , chefeguir veg-

liamo, e che all'incontro pofii i mouimentiper altri ri/petti at-

tribuiti dal Copernico alglobo terrefire debbano necejfaria-

mentefeguirefimilì alterazioni ne imari, quando dico altro

non cifujfe , quefio foto mi par chefuperi di tanto interuallo

le vanità introdotte da tanti altri, che il ripenfarfolamente aquelle mi muoue naufea ; e molto mi marauiglio, che tra huo-

mini difublime ingegno, chepur ve nefonofiati non pochi

,

nonfa ad alcuno cafcato in mente la inconpatibilità,cbe e tra

il reciproco moto dell'acqua contenuta, e la immobilità del va~

fo contenente , la quale repugnanza bora mi par tanto ma-

nifefia.

SALV. Più e da marauigliarfi, che ejfendopur caduto inpenfiero

ad alcuni di referir la caufa de iflujfi, e refiu/fi al moto della

terra, onde in ciò hanno mofìrato perfpicacìtà maggiore della

comune, nello /irignerpoi il negozio , non habbiano afferra- Non balla

to nulla;per non bauere auuertito, che non bafìa vn femplice per produrre

moto ,<&" vmforme ,

quale e v.g. ilfemplice diurno del globo j*flurso, e re-

terrefire, ma fi ricerca vn mouimento ineguale , bora accele- **$ so vn mf' > 1 j . iv 1 1 ? /• r paco moto

rato, 1fX bora ritardato ;percbe quando il moto de i vajijia—* del elobo tcr-

vnìforme l'acque contenutefi abitueranno a quelle , ne mai reftre .

faranno mutazione alcuna . Il dire anco (comefi referifee Opinione di

d'vno antico Matematico ) che il moto della terra ine ontran- ^cleucom*tc*

dosi col moto dell'orbe lunare cagionaper tal contraflo ilflufi uau *

fo, e rejlujfo, refìa totalmente vano,nonfolo,percbe non vien.

dichiarato, ne si vede , come ciò debbafeguire , ma sìforge la

falsità manifefìa, attefochcla comunione della terra nonesontra-

Page 472: massimi sistemi del mondo

45 £ Dialogo quarto.contraria al moto della Luna , ma eper il medesimo verjo .

Talché il detto , eimaginato sin qui da gli altri, re/la, alpartt

mio , del tutto inuakdo . Ma tra tuttigli huomini grandi ,

II Feplera the[opra tal mirabile effetto di natura hannojSlo/òfato , piatfiene con ri- mi merauiglio del Keplero che di altri , il quale tiingegno li-

fpetra accula- £er0 ,

fò> acut t e che haueua in mano i moti attribuiti alla

terra, habbiapoi dato orecchio , & ajfenfo a predomini/ della

LunaJopra l'acqua , ^7 aproprietà occulte , ejìmilifanciul-*

lezzzs .

ÉAGR. Io fon d'opinione,che a quejìipiùfpecolatiuifìa auuenutoquello che diprefente accade a me ancora , cioè il non poterti

intendere il viluppo de i treperiodi annuo, mc/ìruo,e diurno;

ccomélecaufe loro mofirino di dependere dal Sote,e dalla Lu-na,fenza che rie il Sole, ne la Luna habbiano che far nulla

€on tacqua 5 negozioperpiena intelligenza del quale a mefadimefìiero vnapiùjiffa , £ lunga applicazione di mente, la

quale fin bora dalla nouità, e dalla difficoltami rejìa affai of-

fufeata; ma non difperocoltornar da mejhjlomfolitudine, e

fìknzio,a ruminar quelloyche non ben digejlo mi rimane nel-

lafantajìa, d\efferperjarmenepoffeffor

e

. Hauiamo dunqueda i difcorjìdi qutfìi ^.giorni,grandi attejìaziomafauor del

si/iema Copernicano , tra le quali quejle tre prefe, la primadallefazioni ,e retrogradazioni de ipianeti ., e da iloro acca-

fìamenii, e allontanamenti dalla ferrarlafeconda dalla reuo-

luzion del Sole mfejìeffb, e da quello , che nellefue macchiefi

offerua^la terza da ijlujjì^ rejlufft del marosi mojìrano affai

£oncludenti .

SALV* Ci sipotrebbeforfè in breue aggiugner la quartaleper au'

- r „r ueniura anco la quinta, la qziarta dico prefa dalleJìellejìffe f

Mariìlijotìer- mentre in loro,per efattijjìme offeruazioni appariffèro quelle

uà la iiicn'dia minime mutazioni , che il Copernico poneper infensibili .

na. enei- mobi* Surge diprefente v'na quin fa nouità , dalla quale si poffà ar-

§?^ * guir mobilità nelglobo terre/ire, mediante quello , chefottilif

/imamente va/coprendo l'ìllujìrijjìmo S. Cefare della nobi-

le/ima famiglia de i cMarflij di Bologna , puf accademico

Linceo, il quale in una dottifimafrittura va efponen do,co-

me ha offe 7nato vna continua mutazione , benché tardi/sima

nella linea meridiana, della quale frittura, dame vltima-

men te con flupore veduta ,/pero che doueràfane copia a tutti

.gliJìudioji delle marauiglie della natura •

Non*

Page 473: massimi sistemi del mondo

Del Galileo. 457SAGR. Non e-quejta la prima volta , \cbe io ho ìntefoparlar dtlì

efquisita dottrina di quejio Signore, e dì quanto egli si moslri

ansiofoprotettor di tutù i litterati, efé quejìa, b altrafua ope-

ra vfcirà in luce, giàpofsiamo ejler sicuri, che siaper ejfer co/a

insigne.

$ALV. Oraperchè è tempo diporfoie ai nojiri dìfcorsì, mi rejìa a

pregami, chefé nel riandarpiùpòfatnmente le cofe da me ar-

recate, incontrajie delle dìfìculià, o dubbi/ non ben re/aiuti

fcusiate il mio difetto, siper la nouità delpensiero, siper la de-

bolezza del mio ingegno^ siper la grandezza dclfuggetto, e si

finalmente , perche io non pretendo , ne ho pretejo da altri

epiteli'ajfenfo, ch'io mede/imo non prejìo a queHa fantajìa , la

quale molto ageuolmen tepotrei ammetterper vna vanijjima

chimera, eper vnfolenmfsìmoparadofo ; e voi Sig. Sagr. fében ne ìdìfcorfihauuti hauete molte volte con grand'applau-

fo mojirato di rimaner'appagato d'alcuno de* miei penjìeri 9

ciò Rimo io, chefiaproue?iuto inpartepiù dalla nouità , chzsdalla certezza di quelli, mapiù affai dalla voftra cortejìa, che

ha creduto, e voluto colfuo ajfenfo arrecarmi quelgufo , che

naturalmentefogliamo prendere dall'approuazione , e laude

delle cofeproprie ; e come a voi mi ha obbligato la vojira gen-

tilezza, così me piaciuta l'ingenuità del Sig. Simp. ^Anzila

fua coftanza nelfojiener con tantaforza , e tanto intrepida-

mente la dottrina delfuo maefìro , megli ha refe affeziona-

tìfimo. B come a V.S. Sig.Sagr. rendograzie del cortejifsimo

affetto, così al Sig. Simp. chieggioperdono,fé tal volta col mio

troppo ardito, e refoluto parlare Ihò alterato; efa certo,che ciò

non ho iofatto , moffo da Jìnifiro affette , ma folo per dargli

maggior' occafìone diportar in mezopenjìeri alti, onde iopo-

tefsi rendermipiù feienziato .

SIMP. Non occorre , che voi arrechiate queflefeufe , chefon fu-

perfiue, e maffime a me , chefendo confueto a ritrouarmi tra

circoli , 'epubbliche difpute ho cento voltefentìto ì difputaniì

nonfellamente rifcaldarfi, e tra di loro alterarjì}maprorom-

pere ancora inparokinghtriofe , e talhora trafeorrere affai

vicini al venire a ifatti . Quantopoi a ì difeor/ì hauutì , &in particolare in quefvltimo intorno alla ragione delflufso 9

ereflufso del mare io veramente non ne retto interamentecapace , maper quella qualfijìa ajjai tenue idea

,

.che me nt^t

fonformala, confeffe il vojlropenfìeroparermi bene più in*

gegnofo

Page 474: massimi sistemi del mondo

o

45 8 Dialogo quarto del Galileo

.

gegnofo di quanti altri io me rihabbiafentiti , ma non peri

lofiimo verace, e concludente ; anzi ritenendo ftmpre aitanti

àgli occhi della mente vnafaldijjìma dotti ih a, chegià da per-

dona dottijfima, & eminentifsima apprefi y & alla quale efor-za quietarfi, so che amendue voi interrogati , Se 1 ddio con la

fua infinilap/Otenza, efapienrapottua confa ire ali tltmentd

dell'acqua il reciproco mouimento , che in efsoforgiamo , in

altro modo, che colfar muouereil vafo contenente, su, dico ,

€he rifpOfiderete hauere eglipotuto , efaputo ciòfare in molti

modi, & anco dall'intelletto nofìro inefcogilabilv, onde io im-mediatamente vi concludo, che , fante quefio ,fouerchia ardi'

tezzafarebbe,fé altri vclefse limitare,e coartare la diuinapo-

tenza, efapienza, ad vnafuafantafiaparticolare.

SALV. cMirabile , e veramente Angelica dottrina , alla quale

molto concordemente rifponde quell'altra,pur diuina, la qua-

le mentre ci concede il difputare intorno alla cojìituzione del

Mondo, cifoggiugne (forfè acciò che Vefercizio delle menti

bumane nonji tronchi , ò anneghittifea ) che nonfiamo ,per

titrouare l'operafabbricata dalle fue mani. Faglia dunquel'eferciziopermefsoci, <& ordinatoci da Dio per riconofeere , e

tanto maggiormente ammirare, lagrandezafuay quanto me-

no dirottiamo idonei apenetrare i profotìdi abifsi dellafuainfinitafapienza .

%iASR. E quefiapotrà efser Vvltima chiufa de i nofiri ragiona-

menti quatriduani , dopo i quali , fépiacerà al Sig. Saluiati

prenderjì qualche interuallo di ripofo, conuiene, che dalla no-

Hra curiojìtàglifia conceduto, con condizionepero, che quan-

doglifia meno incomodo torni afodisfare al defiderio, inpar-

ticolare mio, circa i Problemi lafciati indietro , e da me regi-

jlrati,perproporgli in vna ,o due altrefefsioni, conforme al

fonuenuio ; efopra tutto fìarò con efìrema auidità affettan-

do difentiregli elementi della nuouafcienza delnojlro Acca-

demico, intorno a i moti locati naturale , e violento . Et in—»

tantopotremo,fecondo Ufolito, andare agufiareper vribora

4£ nojìriffefebi nella Gondola che ci ajpetta.

IL FINE.

Page 475: massimi sistemi del mondo

e kCar. Ver.

ia 31 alcura

li 17 m elfi perNella poftilla

13 ii Queft»

Nella poftilla

16 6. e 7. mobileti 17 cadereli 30 mai vi fi

Nella poftilla prima»i non può

Nella feconda poftilla

ti circolarmente

Nella poftilla

ti

*J 3426 4

33 3i

39 14

64 3671 iS

74

rata:alcunamolli di

106116

117inin114xi4ii-

154156

159

16?134186

188

14

medefìmonon ci va parentefi

latcio

quefte

princioali

ne ti ite

dale poftille fon fuperflue

le feconde poftille replicate fon fuperflue

ìotefi inerii

Quiete

pianocadentemai non vi il

non fi può

circolare perpetuatnciJQI

medefimo luogo

lafciò

quefto

principale

venite

de

Nella poftilla prima

14

16

5

6

3714

eruftra fa

Koftechio

vnedelle

falfa, e dueconfeiTate

fruftra fic

Roftochiovnadelle duefalfa

confeflato

a. giuocare

mefe alandola figura per errore è capouolta

Nella poftilla

giuocanomefcolandola

*7

17

iperare

. leghili

terminolontano dalla

191 ii cagione196 13 femprc :

i^3 17 voftra:

103 18 cadenteNella poftilla nel fine

ao? ingiùNella poftilla feconda

114 otto

Nella poftilla prima

*JJl

Argute

operare

. Leghili

terminòlontano dal contatto d«e palmi $

trouerebbe lontanoragione

l'opra

voftra?

cedente

insù

fei

Argmg

/

Page 476: massimi sistemi del mondo

%6o

%662842852852.88

289291

3*43i 3

3*3

Nella poftilla prima

2

2.

18

Si

3

39a

6

n13

conueniente

formafo

viufi

MaP emiro ,

ifmagardiltatiza

l'oileruzione

conuefla

concauaNella peilUla feconda

.

33° irraggiatiti

335 le lettere fuperiore della

figura yxn pzu qa xcs

335 39 e336 2,9 Venere53Ó 29 Venere

343 2 quelli

343 19 GCF.344 <5 e obliquità

351 18 prefa

354 7 lira

354 2,3 so, che

comuneforza

fon

ricun"

Maaapeuceroifmagliar

differenza

l'o fferuatore

concauaconueifa

irraggiarli

ynx zpuaqtrsCSaturnoSaturnoquelle

GSF.d'obliquità

jpofta

Lirasòche

Nellapostilla

3 %6 della alalia

362 2.7 apparifee apparine

584 nella figura tra le due lettere AE. manca la Ietterai.

385 2.6 GH.387 4 IM.

Nella poftilla prima390 tafta '

Nella poftilla feconda

390 danno39i 37 folamente,416 28 volo

Nella poftilla prima417 feguero420

GN.IK.

«afta

dannano, folamente

volò

feguonoueìla figura la. lettera C. pofta alla delira, va notata alla

finifìra,

procedente

l'vno

4^6 16 precedente

4-9 £5 ì'vha

Nella terza poftilla

431 delra

Nella poftilla terza

443 £el periodo

della terra

Se'l moto

Page 477: massimi sistemi del mondo

AAccademico Linceo primo (copritordelle Macchie

Solari, e di tutte l'altre nouità lcìcùiì . 337Accelerazione de i graui nattiralméte de(cendenti,cre-

fce di momento in momento

.

224Acciaio brunito , da alcune vedute apparìfce chiarilsi-

mo, e da altre ofcuriiUmo

.

72Accidente marauiglioiò nel moto de i proietti. 1 48

Da gl'Accidenti comuni non li pò{"fon conofcer le na-

ture diuerle. 259Accidente marauigliofo,depcndente dal non inclinarfi

l'alfe della terra

.

587Accidente de i mouimenti della terra imponìbile a rap-

prefentaru* con arte in pratica

.

42$Due particolari. Accidenti notabili ne i pendoli , e loro

vibrazioni

.

444Acqua iòlleuata in vna eftremiti , torna per fé fteifa all'

Equilibrio

.

421Ne i vali più cortile reciprocazioni dell'Acqua fon più

frequenti. 422La maggior profondità dell'Acqua, fa le reciprocazio-

ni più frequenti

.

422Acqua alza, & abballa nell'eltremìtÀ del vafo , e corre

nel le parti di mezo 422Corlò dell' Acqua ncluoghi ftretti più veloce,che negli

fpazioiì : e perchè : 428Acqua più atta a conièruar l'impeto concepito, che nò

è l'aria. 451Alchimifti interpretano le fauolc per fegreti da far'Qro 105

Alcuni Icriuono quei che non intendono, e però nons'intende quel che ciTi icriuono

.

71Alcuni di il orrendo prima (i fidano nella mente la con-

cludane da \ot creduta, e poi adattano a quella i di-

feonì

.

269Alterazioni negl'effetti, arguifeono alterazioni nelle

caule

.

459L'Ari ti tic oiic accomoda le ofìeruazioni Aitronomi-

che a i fiioi di Jet ni

.

44Animali non fi Mancherebbero, quando il lor motoprecedei; come quello, che viene attribuito ai glo-

bo tea e;lre. Ug ~, 265

Page 478: massimi sistemi del mondo

Argento brunito apparifee più ofeuro , che il non bru-

nito: è perche

.

72Appre(lamento , e difeoftamento de i tre Pianeti mpe-

riori importa il doppio della diftanza del Sole. 3 22L'Aria toccandoci Tempre con la medelima parte, non

ci ferifee

.

23 S

Più ragioneucle è che l'Aria (la rapita dalla fuperflcie

afpra della terra, che dal:moto celefte . 451Argomento ..

Argomento Cornuto, detto altrimenti Sorite». • 3$,

Argomento, che necefiàriamen te. proua le Macchiefolari generarli , e diilbluerfi

.

*

46Argomento terzo prefo da i. tiri d'Artiglieria verfo Le-

uante, e verfo Ponente

.

113Argomenti di due generi intorno alla quiftione del

moto , ò quiete della terra

.

11?Argomenti di Tolomeo di Tieone, e d'altri oltre a quel-

li d'Ariitotilc

.

118

Primo Argomento prefo da i cadenti da alto a baiso; 1 19Secondo Argomento prefò dai proietto tirato iu gran-

de altezza. 119Argomento prefo dalle nugole, e da gli vccelli .. 125Argomento prefo dal Vento , che ci par ferirci mentre

corriamo a cauallo . 125Argomento prefo dalla.vertigine, che hi facoltà, d'e-

ftrudei e, e diiìipare

.

12 5

Scioglierli'Argomento prefo dai tiri, verfo.Leuante, e

verlo ponente .. 164Siconfuta in altra maniera l'Argomento prelb da: i ca-

denti a perpendicolo. 242Argomenti contro al moto della terra, preti ex rerum

natura. 250Argomento contro al triplicato moto della terra

.

2/

2

Argomento prefo da gli animali , che hanno bifogno.

di ripofo.benche ilmoto loro fia naturale, 262Argomento del Keplero a fauor del Copernico;. 265Argomento di Ticone fondato fopra ipoteh* falfe. ^51Argomento concludente il globo terxeitre elfer' vna.

Calamita:»- 397

Ariit

Page 479: massimi sistemi del mondo

Adftotìfe.

Suitanze celeni inalterabili , & elementari alterabili ne-

celiarle in natura di mente d'Ariitotile

.

i

Ariitotile fa il Mondo perfetto perchè ha la trina di-

meni! one. 2

Dimoftrazione d'Annotile per prouar le dimenilonìeiìer tre

.

z

Parti del Mondo dua per Ariftotile,celefte , & elemen-tare, tra di loro contrarie

.

7Annotile accomoda i precetti deli'Architettura alla fa-

brica, e non la fabrica a i prec etti

.

%

Detìnizion della Natura, ò difettola, ò indotta fuor di

tempo da Annotile

.

%

Linea circolare perfetta fecondo Annotile , e la retta

inperfetta: e perchè

.

ioArgomento d'Ariftotile per prouar che i granì fi imto-uono per andare al centro dell' Vniuerlb . 26

Ariftouie non puòequiuocareeiTcndo inuentor delia

Logica. 26Paralogismo dWrifrotile nel prouar la terra eifer nel

e e iì tro del Mondo . 2 7Scuoprcii* il Paralogiimo d'Anito t. per vn'altro verfo. 28

Difcorfo d' Arili, per prouar l'incorruttibilità del Ciclo. 30Annotile n moftra diminuto nell'anegnar le caule del-

reifer gli Elementi generabili, e corruttibili. 3 5

Annotile , e Tolomeo pongono il globo terreftre im-mobile. 37

Arittotilc muterebbe opinione vedendo le nouità del

noitro fceolo

.

42Suftanzaccieitc impenetrabile per Annotile. ór

Inuenzione del Telefcopio cauata da Annotile

.

102

Alcuni leguaci d'Annotile feemano la reputazion di

quello col troppo volergliela accrefeere

.

105

Il troppo aderire ad x\riftotilc è biaflmeuole. 105Ariftotile, e Tolomeo argomentano contro al moto

diurno attribuito alla terra . 107Ragioni d Annotile per la quiete della terra

.

1 17Ariftotile, ò luorrebbegli Argomenti contrari), ò mu-

terebbe opinione. 124Argomento d'Ariitotile contro al moto della terra pec-

ca in dua maniere. Gg 2 130

Page 480: massimi sistemi del mondo

Paralogiimo d'Annotile, e di Tolomeo nel fuppor pernoto quello che è in quidione . 133

Ari dotile ammette che il Fuoco fi muoua rettamenteper ma natura, & in giro per participazione

.

1 34Il Proietto fecondo Andatile non è mollo da virtù im-

preca, ma dal rnezo

»

14$Eiperienze, e ragioni molte contro alla caufa del moto

de i proietti polla da Arido tile . 1 44Arido die, e Tolomeo par che confutino la mobilità

della terra contro a ehi haueife creduto che eflendo

ella (lata lungo tempo ferma cominciane a muouerilal tempo di Pittagora

,

185Errord' Ariftotile nell'affermare i grani cadenti muo-

uerfi fecondo la proporzione delle grauità loro

.

24SSi dubita, di dua proporzioni repugnanti alla fua dot-

trina, quale ammetterebbe Aridotile neceflitato a ri-

ceuern'vna.. 517Aridotile fa centro dell'Vniuerio quel punto intorno

al quale tutte le sfere celelli li girano . 517Le dimodrazioni d' Ariftotile per proua che l'VniuerfoHa finito calcano tutte, negandoli che fia mobile 517

Argomento d'Ariilotile contro a gli antichi, che vole-

uano, che la terra fuife vn Pianeta . 371Ariftotile taffa Platone per troppo ftudiofo della Geo-metria. 39Q

Ariilotile concede a i midi mouimen ti comporti. 405Arido tile attribuitee a miracolo gli erfetti dei quali s'i-

gnorano le caule.. 414Artifizio arguto per apprender la filofofia da qualfìuo-

glia libro". iotAinomi ammeilì coniunemen te da tutti i filofofi. 39Q

Adronomi

.

Adronomi conuinti dall'Antidcone. 44Principale feopo de gU Adronomi render ragione del-

l'apparenze. 33ZInganno comune di tutti gli Adronomi intorno alle

grandezze delle delle. 353Adronomi conuengono che della maggior tardanza

delle conuerilonine ila cagione la maggior grandez-za de gli orbi. 3 $7

Aftro-

Page 481: massimi sistemi del mondo

Aftronomi forfè non hanno auuertito quali apparenzeleguano al moro annuo della terra . 365

Il non hauer gii Aftronomi fpecificato quali mutazio-ni poflàn deriuar dal moto annuo delia terra da legnoche eili non l'habbiano bene intele

,

570Molte cole poifonreitare in Altronomia non oiìerua-

te ancora

.

448Aura perpetua dentro a i tropici verfo accidente

.

453Autore

.

L'Autore del libretto delle disquifìzioni ( che è il P.

Chriitoforo Scheiner Geiuita ) vi accomodando le

cole a i fuoi propoli i, e non i propoli ti alle cofe. 88

L'Autor dell' Antiticone infta contro al Keplero, 263

Prima oppofizione dell'Autor moderno del libretto

ddledii'quifizioni. 214L'Autor del libretto fi confonde , e fi contradice nelle

lue interrogazioni» 363B

Buonarruoti d'ingegno fubblime

.

95Burla fatta a vno, che voleua vender certo fegreto da

parlar con vno in lontananza di mille miglia. 9$Calamita

.

Calamita armata foitiene aflaiiilmo più ferro che di-

lanilata. 398Cagione vera della gran multiplicazione di virtù nella

Calamita mediante l'armatura. 400Si inoltra come il ferro è di parti più fottili, pure > e con-

fhpate che la Calamita » 400Moltraii al fenlò l'impurità della Calamita. 40/Tre moti diucrfl naturali delia Calamita

.

404ài coftringouo i Filofofì a confeilàre che la Calamita fia

comporta di fuftanze celefti, e di elementari

.

403Fallacia di quelli che chiamano la Calamita corpo mi-

rto , e 1 globo tcrreftre corpo fempliee

.

406Ehctto improbabile ammeuò dal Gilberto nella Ca-

lamita. 406Calcolo di quanto i tiri d'Artiglieria deurebbero ^ma-

ri ar dal legno pollo il moto della terra

.

175Cagione che impedifee il Pendolo , e lo riduce alla

quiete

.

2>

Cagione

Page 482: massimi sistemi del mondo

Cagione delio francarli gii animali

.

26$Cania per la quale in alcuni canali angufti lì vede l'ac-

qua del mare correr ièmpre per ii medefimo verib. 4 ?

Ca io ridicolo di certo .Seul core . 104Cafonotabilepermoftrare il nulla operare del motocomune, 16$

Cercar quello che feguirebbe dopo vn'impoiìibile è

vanità . 26Certezza delia conclmìone aiuta a trouar la dimo-

strazione . 43Che gli oggetti lontani appariscano più piccoli è difet-

; to delioechio, come lì dimoflra. 364Chi nega il Senio merita d'eiferne priuato - 24Chi mancale della cognizione dell'elemento dell'ac-

qua non li potrebbe imaginare le naul, né i pefei. 5

3

Copernico »

Copernico reputa la terra eiTere vn globo Simile a vnPianeta

.

I

I feguaci del Copernico non fon morii per ignoranzadelle ragioni contrarie . 121

I feguaci dei Copernico tutti fono Itati prima contrari)

a tale opinione , ma 1 feguaci d'Aristotile non fonoflati mai della contraria

.

121

X Seguaci del Copernico troppo largamente ammetto-no come vere alcune proporzioni aliai dubbie

.

174Altre oppoiizioni di dna autori moderni contro al Co-

pernico ,

.

213

Neìl'oponione del Copernico fi guada il Criterio della

filoiòfìa

.

242In via del Copernico bifogna negar le fenfazioni

.

248

Arguta % & inileme ièmpiice inilanza contro al Co-pernico, 255

II Copernico afegna con errore le medesime opposi-

zioni a nature riiuerfe. 259Altro Argomento pur contro al Copernico . 260Copernico mette perturbazione nell'Vniuerfo d'An-

notile . 262

La ragione } e'1 difeorfò in Aristarco , e nel Copernicop rcuaglicno al fenlb manifesto

.

325iv.ofraii quanto (la jmr i.cbabile l'opinion del Co-

pernico 7 325

Page 483: massimi sistemi del mondo

11 Copernico tace la poco variata grandezza in Venere* '•

e Matte. 326Copernico rettauuó l'Altronomia ibpraFIpotelldi To-lomeo, io

Quello che mone il Copernico a ftabilire il Ilio, fi ttema. 5 3 3

GrandiiUmo Argomento a fauor del Copernico, e il ri-

muouer legazioni, e i regreisi da i moti de i Pianeti. 334 ^Copernico perfuafo dalle ragioni contro alle leniate e-

Iperknzc. 331Inttanzc di certo libretto proporte ironicamente con-

tro ai Copernico. 349Alcune cole non comprefe iL Copernico per manca-

meli to di (Inimen ti

.

36$Difficolta mailima contro al Copernico per quel che

apparitele nel Sole, e nelle fìfse . 371Dileguo fempiiciilìmo, che rapprefenta la cortituzione

Copernicana, e le lue confeguenze

.

3 84Corpi

.

Corpi mondani morii da principio dì moto retto , e porcircolarmente fecondo Platone. 12

Corpi celeftì non fono ne graui ne leggieri per Aùrfiorile

.

26Condizioni per le quali i corpi celctti differifeono da gli

elementari dependono da i moti aflegnatigii daAditoti le. 29*

Corpi celclti generabili , e corruttibili perchè fono in-

generabili, e incorruttibili

.

3 32

Corpi celetti toccano ma non fon toccati da gli ele-

mentari . 34Corpi lucidi per natura diuerfi da i tenebroli

.

39Lagenerabilità è alterazione, e perfezion maggiore

nei corpi mondani, che l'oppofte condizioni. 50.

Corpi celclti ordinati per feruizio della terra non han-no bifogno d'altro che del moto, e del lume. jt

Corpi e eletti mancano d'operazione fcanbieuole tra

di loro

.

52Corpi e eletti alterabili nelle parti etterne .. 52Corpiccllo delle ftelle irraggiato appanfee mille volte

maggior che nudo . 69l corpi illuminati apparìfeon pia chiari neU'anbiente

iiuro

,

«1

Page 484: massimi sistemi del mondo

Ogni corpo penflle, e librato portato ingiro nella cir-

conferenza d'vn cerchio acquila per le dello vn mo-to in le medelimo contrario a quello . 392

Corpi leggieri più facili ad eirermoiii, che i graui , mamenoattiaconferuareil moto. 43*

ELe eleuazioni minime , e maffime della della nuouanon diìterilcono tra di loro più che le altezze polari

(e la della nuoua tara nel firmamento . 27 5

Elica intorno al Cilindro può diri! linea femplice. S

E gran tementi il chiamar neirVniuetfò fuperfluo

quello non intendiamo efièr fatto per noi

.

361

E l'ideilo elier l'opinioni nuoue a gli huomini , de edergli huomini nuoui all'opinioni. : 36

E piu dimeile trouar figure che 11 tocchino con parti di

loro luperricie che con vn punto folo

.

203Etror grane dell'impugnator del Copernico. 254Eiplicazione del vero ienib del detto del Keplero, e Tua

ditela. 264©Tempio della cura di Dio lbpra'l genere humano tolto

dal Sole. 560E ibrbitanzaimmefa nell'Argomento prefo dalla palla

cadente dal concauo della Luna

.

216Eiperienze Leniate deuono anteporll a i difeorfi

humani. 24 e 3%

Eiperièza che modra la reflembn delFacqua efTer menchiara di quella delia terra. 91

Eiperienze , e ragioni contro almoto della terra, intan-

to apparirono concludenti in quàto ci mantengonotra gli equiuoci

.

177Elperienza con laqual fola il modra la nullità di tutte

le prodotte contro al moto della terra. 180Efpcrienza', che modra come il moto comune è im-

percettibile . - 244Elperienza facile che modra il ricrefeimento nelle del-

le mediante i raggi auuentizi)

.

329E '\ erienzala quale (enfaLamentemodra due moti con

trarij naturalmente conuenire nel medellmo mobile. 392F

La Filofofia può riceuereaccrefcimemo dalle difpute,

e conii adizioni dei Lijiofi. 29

Page 485: massimi sistemi del mondo

felicità grande, e da cflrrc inuidiata di quelli * die fi per-

vadono di iàpere ogni cofa

.

i jfFigura sferica più facilmen te s'imprime di ogn'altra. 204Figura circolare polla fola fra i pofhilati. 204Figure sferiche di diuerfcgrandezze fi poflbn formare

con vn folo finimento

.

204Le figure fuperfìcialicrefcono in "proporzion duplica-

ta delle lor linee

.

3 2$

Filoibfia peripatetica inalterabile

.

49La figura non è caufa d'incorruttibilità , ma di più lun-

ga durazione

.

77La perfezion di figura opera ne i corpi corruttibili -, manon negl'eterni

.

77Se la figura sferica conferiue l'eternità, tatti i corpi fa-

rebbero eterni

.

73Fi loibfi Peripatetici danano lo ftudio della Geometria . 390Filoibfia magnetica di Guglielmo Gilberto. 393Flefiiire negli animali, neceiìàrie per la diuerfità dei mo

uimen ti loro . 20$Le FleiTure negli animali non fon fatte perla diuerfità

de i mouimen ti

.

252Forme irregolari difficili a introdurfi . 205Foro della pupilla dell'occhio fi allargale fi riftrigne . 355

Fluno

.

La natura per ifcherzo fi che il Fluno, erefluflb del

Mare applaude alla mobilità della Terra . 409Fiufso, e refiufso , e mobilità della terra fcanbicuol-

mente fi confermano . 409Effetti terreni indiiièrenti tutti a confermare il moto, ò

la 'quiete della terra , trattone il fiufso , e rerlufso

dei Mare

.

409Prima general conclufione del non poterli far fiufso , e

repulso ftando il globo terreftre immobile. 410Tre periodi de'rlufiì,e refluiti diurno,me(truo,& annuo. 41

1

Diuerfità, che accaggiono nel periodo diurno

.

411Caufa del fluito , e redulfo prodotta da certo Filofofo

moderno. 412Caufa del Auffa, e refluflb attribuita alla Luna da certo

prelato. 41

2

Girolamo Borro, <3c altri Peripatetici referifeono la cau

Hh fa dei

Page 486: massimi sistemi del mondo

/

fa dellfluflo, e reflufib.al calor temperato della Luna . 4/ j

Si rifonde alte vanità addotte per cagioni del fluiTo , e

relìuffo.. 413Moftrail i'impGiubiliti de] poter :naturalmente. fari! il.

fludbj e. reflufTo, ftando la Terra immobile .

.

415Potiffima, e. primaria caufa del fiuffo, e refluffo

.

421Accidenti.diuerfì, che accafeano ne i fluffi, e refluffi. 421.

Rendonfj ragioni de i particolari accidenti-,QtTeruati ne.

i fluffi, e refluilì », "'

425Gaufe fecondarie perchè ne i mari piccoli. > e ne i laghi.

non fi fanno fluffi, e refluiti ^ 42 5

Rendei! la ragione perchè.i fluii! , erefluffi perlo più fi

facciano di lei fiore in fei hore .., 426Caufa perchè.alcuni mari benché lunghiffiminon fen-

tonoflufso, ereflufso.. 427Buffi, e refluffi perchè maffimi ne gli eftremi dei golfi

,

e minimi neile.parti di mezo

.

427Si difeorre di alcuni più reconditi accidenti.che.fi offer-

uano ne i fluffi, e refluffi, 42SHufso ,ereflufso può depender dal mouimento diurno

del Cielo . 436Bufso,ereflufso. non può depender dal moto del Cielo. 437Si aflegnano diftufamente le causerei periodi meitruo,

,

& annuo de i fluffi, erefluffi .

.

459,Alterazioni meftrue , & annue de flufsi, e refluiti non :

poffon depender da. altro che dall'alterazione de gli

ad.ditamenti , efuttrazioni del periodo diurno: fopra

,

l'annuo. 440Buffi, erefluffi fon piccoliffime cofe rifpetto alla vaftità.

de.'mari,6c alla velocità del moto del globo terreitre. 450,Kon baita per produrre il flufso , e refluiso vn femplice.

mo to del globo terreflre .

.

4 5 § ;

GGrandezze de gli orbi,'e velocità de' moti de' Pianeti ri-

ipondono proporzionatamente all'effer difeefi dal :

medefimo luogo

.

22_Generazione., e corruzione, è folamentetrai contrarij

j

per.Arido tile.. - 30Cenerazioni,e mutazioni fatte in terra fon tutteper be-

aeii^io-deli'huomo ^ 5*GÌQucfc

Page 487: massimi sistemi del mondo

Giouc , e Samrno drcondanòefsi ancorala terra, eli

Sole. 522Gioue ricrefee manco dei Cane

.

3 £9

Quando il globo terreftre furie perforato vn grauc de-

. incendente per tal foro patterebbe afeendendo poi ol-

tre al centxo.per altrettanto ipazio quanto fu queldella fcefa „ 222

Globo terreftre fatto di Calamita. 595Globo terreftre comporto di materie diuerfe

.

Partiinterne del^lobo terreftre<:onuien che ilano foli-

difìlme. 596Il globo noftro il chiamerebbe pietra iniiecedi terra le

tal nome gli fofse ftato pofto da principio

.

396Argomento concludente il globo terreftre erTere Ama

Calamita. 597Si rilponde aii'inftanza Fatta contro alla vertigine del

globo terreftre

.

451Grandezze,e numeri immenfi fono incomprensibili dal

noftro intelletto. 5 59Grande , piccolo immenfo fon termini rclatiui

.

561

La grandezza, e piccolezza del corpo fanno -diuerfità

nel moto ma non nella quiete

.

264Guglielmo Gilbcrti

.

Pilo fona magnetica di Guglielmo Gilbcrti

.

595Progrefso dei Gilberti nel fuo filofofare . 590Effetto improbabile ammetto dal Gilberto nella Ca-

lamita, 40SL'inclinazione dei graui al moto in giù eguale alla re-

nitenza al moto in sii

.

200Ingegni poetici di due ipczie . 413L'iattanza del Chiaramonte (1 ritorce contro a lui ftefllb. 2.66

Ifole fono indizio delia di (egualità de fondi del mare. 41 3

Inuenzione delio ìcriuerc ftupenda fopra tutte l'altre. 9$Intelletto ninnano partecipe di diuinità perchè intende

i numeri, fecondo Piatone

.

5

Il fenfo moftrai graui muoucrll ]àl mezo , e i leggieri

al coricano. 24I graui defeendenti è dubbio fé il muouano di mo-

to retto

.

24I graui fi muouono al -centro della terrà per accidens

Hh 2 -ico&ì*

Page 488: massimi sistemi del mondo

i contrari) che fòri caufà di corruzione non rileggo-

no nell'ifteflò corpo che fi corrompe

.

54Incorruttibilità celebrata dal vulgo per timor del-

la Morte

.

51Iraggi più obbliqui illuminano meno; e perchè .- 71Il corruttibilericeue ilpiù, e'1 meno ; ma. non l'incor-

ruttibile . 77Idetrattori della corruttibilità meriterebber d'efTer can-

giati inftatue . 51

Il non hauer mai ihtefo nulla perfèttamente fa che al-

cuni credano d'intendere il tutto .. 94Intendere,humano fatto per difcorfo\

.

97Ingegno humano mirabile per acutezza .. 98Imberciatori come ammazzino glivccelli per aria. 171Il nolirò fapere è vn certo ricordarli, fecondo Platone. 18/,

Il vero tal'ora acquifta forze dalle contradizioni. 19$

11 pendente da corda più lunga fa le fue vibrazioni più.

rade ehe il pendente da corda più breue. . 226I capi de gli olii mobili .fon tutti rotondi ,

.

23 z-,

lì conuenir gliEìementi in.vn moto comune non im-porta più ,,ò. meno che il conuenire. in vna quiete

comune

.

260-

Ilriuolgimento di Mercurio fi conclude effére intornoal Scile dentro all'erbe dLVenere ... 3211

Inftanze dell'autor del libretto per interrogazioni. 363Interrogazioni fatte all'autor del libretto con le quali

fi moftra l'inefficacia delle fue *£$$;

Ipotefi veriffima in più breue tempo ipedirfi le reuolu-

zioni nei cerchi minori che nei maggiori : il. che fi

dichiara con dua efempi

.

441:

KII Keplero vien conrifpetto acculato . 45&

Luna.Lunamanca di generazioni limili alle nofl;re>& è inabi-

tata da huomini

.

5 3Nella Luna poifon'efler generazioni di cofeMiuerfe dal

le noftre

.

$&NellaXuna porTon'elfer ftiftanze diuerfedalic noftre. 54.

Prima conformità tra la Luna, e la Terra , che è quella

.

della figura , il cheli prona dal modo dellleifexe illur

aaiaata dal Sole.*. ss

Page 489: massimi sistemi del mondo

Seconda conformità è l'elìer la Luna tenebrofa, comsla Terra

.

5 5

Terza conformità è la materia-delia Luna denfa, comela terra, emontuofa.. 56

Quarta conformità,Luna diftinta in due parti differenti

per chiarezza, & ofturità, come il globo terreftre nel

mare , e nella fuperrìcie terrena - 5 5

Quinta, mutazioni di figure nella Terra limili a quelle

della Luna, ratte con riiteflb periodo

.

26Sefta, la Luna, eia Terra fcambieuolmète s'illuminano. 59Settimana Luna,e la Terra fcambieuolmète il ecliliano. ' 60Dalla Terra fi vede più che la meta del globo Lunare . $8

Due macchie nella Luna , perle quali fi offerua lei ha-

uer riguardo al centro della Terra nel fuo moto. 59Luce fecondarla armata propria della Luna

.

61

Eminenze,e cauiti nella Luna, fono illulloni di opaco,

e di perfpicuo

.

62Superficie della Luna terfa più d'vno fpecchio * 62Prouafi la Luna efier ;di fuperrìcie afpra

.

64La Luna, fé fuife come vno lpecchio sferico , farebbe

inuifibile. 1 6jLuna le luffe terfa, e lifeia farebbe inuifìbile . 70Apparenze varie , dalle quali fi argumenta la montuo-

lìtà-della Luna. 79Le apparenti inegualità della Luna non fi poffcno im>

tar per via di più, e meno opaco, e perfpicuo. 79Vedute varie della Luna imitabili con qualfiuoglia ma-

teria opaca. 79Luna apparifee più rifplendente la notte,cheil giorno . 81

Luna veduta di giorno limile a vna nugola . 81

Illumina più la terza refìeilìon d'vnmuro, che la primadella Luna. 82

Lume della Luna più debole di quel del crepufcolo . 82Nugolette atte ad eifere illuminate dal Sole non meno

che la Luna.\ 82

Luce fecondarla della Luna, cagionata dal Sole fecon-

do alcuni. 85Luce fecondarla della Luna apparifee in forma di anel-

lo, cioè chiara nella circonferenza ? e non nel mezo

,

e perche*. Sé

Difco

Page 490: massimi sistemi del mondo

Diico della Luna jiell'eclifle non può vederi! , fc nonper priuazione » tj

Modo di offeruar iaiuce fecondarlaxiella Luna. 87Affinità tra la Terra, e la Luna,ri(petto-àlia vicinanza . 90Solidità del globo Lunare s'argometadaU'eiler mòtuoiò. 90Luce fecondarla della Luna più chiara inanzì la con-

giunzione^che doppo

,

91Le parti della Luna piùofcure fon piane , e le più ofcu-

re monmo fé

.

93Afpetti del Sole nece [fari; per le generazioni, non fono

nella Luna « 95Alla Luna il Sole R alza, e s'abbafTacon diuerfità di gra-

di io. &: alla Terra di gr.47, 95Luna non compofra di Terra, e d'Acqua

.

93Nella Luna non lì generano cole Umili alle noftre,madiuerfìmme, quandòpm vi fi generino

,

95Nella Luna non.fon pioggie- 94Giorni naturali nella Luna, fon dì vnmefe l'vno

.

93Intornoalie macchie della Luna, fonlunghe tirate di

monti» 93La Luna non può fepararfì dalla Terra

.

319La Luna perturba affaid'ordine .degl'altripianeti

.

3 1

6

Il Soie, e la Luna riorefeon poco ~ 33QE improbabile, chel'elemento del fuoco ila rapito dal

concauo della Luna -. 437Moto della Luna ricercato principalmente In .grazia

degi'ecliilL ... 450La linea deferitta dal cadente naturale, fuppofto il mo-

lodella Terra circa'l proprio centro sfarebbe ^proba-

bilmente circonferenza di cerchio . 75 8

La lìnea retta,^ circonferenza di cerchio Infinito , fonl'iftefìà cofa,. 369M

Materia celefte intangibile

.

6xMadreperle atte a imitar l'apparenti inegualità della Lu. .79

Marte neceilàriamentecomprende dentro al ilio orbela Terra, e anco fil Sole

,

3 22Marte alloppofìzion del Sole, fi moftra 60. Tolte mag-

giore, che ver'fo la congiunzione.. 323Mediterraneo fattoperla diuifìone fra Abila^e Calpe. 40

Mercurio

Page 491: massimi sistemi del mondo

Mercurio non ammette chiare ofleruazioni

.

3 30Metodi ofieruati dal Chiaramotein confutar gì'Agro-

nomi, e dal Saluiati in confutar lui. 273Mifterij de' numeri Pitagorici fauolo fi

.

3

Mobile non s'accelera, fénon quando acquifta vicinità

al termine. 13

Mobile cadente dalla cima della torrelimuoue per la

circonferenza d'vn cerchio: no fi niuouepiù né me-no, che fé furie reftato lalsù : e ìlmuoue di moto e-

quabile, e non accelerato

.

1 59Il Mobile fopra il piano orizontale ftà fermo

.

io

Modo di conolcerdi Dio, diuerlo da. quella degl'Imo-

mini. 97Mondo fi fuppone.dairautore^efler perfettamente or-

dinato. 11

11 mobilepolto in quiete non fi mouerà quando non «

habbia inclinazione a qualche luogo particolare . 12

Il mobile accelerali moto andando verfo il luogo doueha inclinazione. 13

Il mobile partendoli dalla quiete palla, per tutti i gradi

di tardità

.

1 3Immobile partendoli dalla quiete palla per tutti i gradi

di velocità lenza dimorare in alcuno . 14;

Il mobile graue feendendo acquilla impeto ballante a

ricondurlo inaltrettanta al iczza

.

15Impeti de i mobili eguahnenteauuicinatifi. al centro

fono eguali. 16

Non è finora fiato prouato da alcuno feri Mondo ila*

finito, ò infinito .

.

316Moitrafi con cuidente efperienzai corpi più riiplenden-

ti irraggiarli più de i manco lucidi

.

J3©Motiuo per il quale par che il tiro d'artiglieria verfo Po-

nente debba riufeir più lungo, che quello verfo Leu. 162Mouimcnti differenti , dependenti dalla fluttuazion

della naue.. 245Muro illuminato dal Sole , e paragonato con la/Luna^

lucido men di quelfa .

.

82MacchieSolari.

.

Dimofirazione concludente j£ Macchie clTer.contigue :

aicorpofolare.. 46Figura

Page 492: massimi sistemi del mondo

figura nelle Macchie ftretta verfo la circonferenza del

difcolòlare,.e perchè apparilea tale. 46Iftoriade iprogrem* dell'Accademico per lungo tempo

intornoalle ofTeruazioni delle Macchie fòlari

.

337Creuentichefi offeruano nelle Macchie furonriipon-

denti alle predizioni.. 344I puri nlofon' peripatetici fi rideranno delle Macchie fò-

lari], e loro apparenze , come illufìoni de'cxiitalii del

Telefcopio- 34 $

Macchicene fi generante fi dilìbkiono in faccia delSole.43

Macchie folari maggiori di tutta VAfla , & Affrica

.

43Macchie folari non fono di figura sferica, ma diflefe

come falde fottili . 47Mutazioni ftrauaganti jda oueruarfi ne ì mouimenti- ideile Macchie preuedute dall'Accademico

_3 quandoil moto annuo fune delia Terra

.

339Opinioni diuerfe circa le Macchie folari

.

4SPrimo accidente da feorgeni nel moto delle Macchie

1 folari; £ còieguentemente fi esplicano tutti gl'altri . 340Concetto repentinamente hreniato.inmente dell'Acca-- demico Linceo intorno alla gran confeguenza, chevenfila appreffo al moto delle Macchie IbiarL 3 39

Moto.Moto retto taLuotta femplice, e taluol ta mifto per Ariti. 9M oto retto imponibile |effer nel mondo ben'ordinato . 1

1

Moto retto di fuanatura infinito - 1 i

Moto ietto imponìbile per natura * 12

M oro retto forfè nel primo Caos. 12

Moto retto accomodato a ordinare i corpi mal'ordinati. 1 2

Velocità vniforme conuiene al moto retto. li

Velocità per il piano inclinato eguale alla velocità per

la perpendicolare ,&: il fmoto per la perpendicolare

più veloce, che per l'inclinata

.

1

6

Moto circolare non fi può acquiflar mai naturalmentelenza il moto retto precedente

.

21

Moto^cireolare per natura vnifbrme . 21

Moti circolari finiti,e terminati non difordinano lepar-

ti del mondo

.

23Moto circolare fblo vniforme ; x 2$

Moto circolare pu^ continuarli perpetuamente

.

23Moto

Page 493: massimi sistemi del mondo

ftfotOTetto non può naturalmente efìcr perpetuo 1 t$

Moto retto alìegnato a i corpi naturali , per ridurli alT

ordine perfetto, quando ne fiano rimorTì

.

-2$

Kcl moto-circolare ogni punto delia .circonferenza èprincipioycrlne. 2?

Moto retto de i graui comprefo dai fenfi.. z%

Al moto circolare niuno altro moto è contrario

.

.30

Prcua, che il moto circolare non ha contrario

.

j©Jvloti retti con più ragione attribuiti alle parti,.che a gì*

interi elementi. 37Moto delle macchie, verfola circonferenza apparifee

tardo. 4$Moto diurno fi moftra comuniilìmo a tutto 1* Vniuerfo

trattone il globo terreftre

.

107Moto diurno, perchè più probabilmente deua elfer del-

la Terra lòia, che delreito dellVniucrfo. 10S

I moti della Terra iòno impercettibili a gli abitatori di

quella

.

107Dal mouimcnto diurno nell'una mutazione naice tra

tutti i corpi celelli, ma tutte iì riferifeono alla Terra . 1 19

Moti circolari noi lòn contrari) per Ariltotilc. niMoto delle venti quattrhoreattribuito alla sfera altifli-

-ina, difordina il periododell'inferiori

.

1 1*

Moti delle stelle 'fi ile lì accclcr.ino,c ritardano in diuer-

fi tempi, quando la sfera stellata lia mobile

.

n 2

D'vn mobile lenir, lice vn folo è il moto naturale, e gli

altri per participazione- lOflì moto per le cole, che di cflbcgualmente fi muouono

è come le non fuife , & in tanto opera in quanto harelazione a cofc,che di elio mancano

.

Éc>jp

II moto non è lènza mggetto mobile . 1 14Moto, e quiete, accidenti principali in natura

.

12JDue cole il ricercano , acciò il moto po.fa perpetuarli

,

lo lpazioimerminato. e'I mobile incorruttibile

.

12!

Moto retto non può elTere eterno/C perù 41011 può effer

naturale alia Tetra . 12SMoto dell'aria atto a portar fcco le cofé leggicrifiìme

,

ma non le graiuiiìme

.

156Il mezo imr, edifee il moto de' .-proietti , e non lo confe-rire, 146^

li Moto

Page 494: massimi sistemi del mondo

Moto par de! tutto eicluio innatura, 163Inftanza contro almoro>diurno, della. Terra>; prefa daL

tirò perpendicolare deìlTArtiglieria.. 167Motoimpreflo dal proiciente è fola per linea rettaY 1 86Accelerazione deimoto naturale de igraui fi fa fecon-

do inumejumpan, cominciando dall'vnità.. 217Intera,, e nuoua. faenza dell'Accademica x intorno àLmoto locale „. 2i7 r

Il mobile cadente, quando fi mouefle col grado di ve-

locità acquiftato per altrettanto tempo co moto vni-

formej pallerebbe lpazio doppio del pattato, col mor-to accelerato .. 221:

11 moto de i penduli graui ^perpetuerebbe,, rimom* gì*

impedimenti., 222.

Il;moto naturale flconuerteper fé fteflo in quello , che.

fi chiama preternaturale, e violento .. 25

1

Dejmotomifto noinon veggiamola parte circolare*

perchè di quella fiamo partecipi ..,

257-

Ilmoto comune è come le non fune 2. 242.

limato deli;ocehio ci4arguifce ilmotadell'oggetto ve-

duto- 241;

Moto annuo della Tèrra dèurebbe cagionar, vento per-pertuo , e grandinimo .. 247'

Moto della barca infenfibilea quei ,. che. ci fon dentro*

quanto al fenfo del tatto». 249;

Moto delK barcafenfibile alla vifìa; congiunta, col dì-

fcorfo » 249?

Moto terreftre comprende*! nelle ftelle 249Onde fi comprenda il moto di vn^cadente .. 241,

11 moto noftro può enere interno^St efterno ? fenz'eflerj

da noi comprelò *. 249^

Moti degl'animali fon tutti d'Vna fòrte

.

25*,

Moti fecondarij dell'animale, dependenti da i primi». 251Per il moto della Terra, non fi ricercano flefìure

.

255Altra inftanza contro al triplicato moto dellaTerra. 254Più4ifterente è ilmoto dalla quiete , che il moto tetta;

dal circolare., 257:Moto delle parti della Terra , ritornando al fua tuttapuò efler circolare., 25$:

Crefce la velocità nel moto circolare^ feconda che cre-sce ii diametro del cerchio» z6t

Page 495: massimi sistemi del mondo

^loto degl'alterabili più torlo èdachiamarli violento ,

che naturale. z6$Moto dell'acqua tra'l flutti, e refluitononinterrotto da

quiete. ,270

Moto annuo della Terra, mefcolandou* co 1 moti degl'

altri pianeti produce apparenze ftrauaganti

,

3 19

La quiete, il moto annuo, <Sc il diurno deuono diftribu-

irii tra'l Sole, la terra, el Firmamento

.

32$Iliòlo moto annuo della Terra cagiona le grandi ine-

gualità de' moti apparenti nei $, Pianeti-, 554Moto annuodella Terra,attiflimo a render ragione del-

l'eforbitanze de i 5. Pianeti. 3J7Benché il moto annuo attribuito alla Terra , rijponda

alle apparenze delle macchie lòlari, non però ne ie-

guita ;cheperil conuerib, dalle apparenze delle mac-chie li debba inferire il ruoto annuo eiìer della Terra.. 544

L'apparente diuerlità dimoto dei pianeti rena infenfi-

bile alle llelle fìffe

.

3 51

Tico,e Tuoi aderenti non hanno tentato di vedere,fe nel

Firmamento Ila apparenza alcuna contro, ò in fauordel moro annuo

.

364.

Tito , & altri argomentano contro al moto annuo perrinuariabilceleuazion del Polo, 36$

Il moto doue è comune, è come fc non vi fufte

.

367Inftanza conto al moto della Terra,preia dalle ttelle fi£

fé polle nell'Eclittica, . 373Moto annuo fatto dal centro della Terra lotto l'Eclitti-

ca , emoto diurno fatto dalla Terra , circa'1 proprio•centro. 37Z

AI moto annuo della Terra può feguir mutazione 411

qualche llella filia, ma non nel Polo

,

36%Sella contermazione , eSettima delmoto diurno - n jMoto annuo dei Sole ,«ome fegua invia del Copern. 385Moto in giù, non è del globo terreftre, ma delle lue

parti

.

'391

Moto annuo, e moto diurno compatibili nella Terra . 3$iTerzo moto attribuito alla Terra, è più pretto vn retta-

le immobile, 39%Moto de i mifti ccnujenche ila tale, chepoiTa refultarc

li z dalla

Page 496: massimi sistemi del mondo

dalla compofizìòn de i moti dei corpi /empiici com-ponenti . 40$

Con due moti retti non il.compone vn moto circolare. 405Dimoftrail còuertendo l'argomento il moto perpetuo

dell'aria da Leuante a Ponente prouenir dal moto.del^Cielo

.

436M oto dell'acqua dependente dal moto delCielo

.

456Più probabilmente fi. rende ragione del moto conti-

nuo adell'aria, e dell'acqua con /aria Terra mobile ,,

che con farla (labile

.

437-

Se il moto annuo non il alterane, cederebbe ilperiodo

mef^ruo

.

442*.

Se'l moto, diurno ru>n< s'alterane cenerebbe il periodo-

annuo.. 443;.

Moto annuo deila Terra per l'Eclittica^ ineguale medi-anteiknoto dellaLuna. 446»

NiNatura non intraprende a far quello che è impoiìlbilc.

aeiTerfatto. 13Natura perindur nel mobile qualche grado di velocità-

Io fa muouer di moto re tto

.

1 3:

Natura non conferifeeimmediatamente vn determinai

to grado di velocità , fé.ben potrebbe

.

1$;

Natura non opera .con molte cole, quello^che può con.

poche. no-Naturaprimafece le cofea modofuo, e poi fabbricò i

diieorfì degl'huomini abili a intenderle. 258.

La Naturale Dio il occupanonella cura degl'huomini,cerne le altro non curaiìero . $4®

Quello chea noièdhfteiliimno a intenderli, alla:Naturra è ageiicliilimo a farli..

j^Jatejrale inclinazione delie parti di?tuttii globimonda>sì d'andare a i lor centri

.

2%^Navigazione verio l'Indie occidentali facile , e difficile

il ritorno

.

454Xe Navigazioni nel Mediterraneo da Leuante verioPo<

nente il ranno in tempi più breui, che da. Ponenteveriò Leuante « 455

JJegadofi i principi) nelle fcienzc>il puòfoitenerequalfiuoglia paradollQ • U

Negl'

Page 497: massimi sistemi del mondo

Negl'oggetti molto lontani, ehiminofi vn piccok> att-

uicinamento, ò diicoitamento è impercct cibile

.

37$

Nelle icienze naturali è inefficace l'arte oratoria

.

4%Nell'Aiììoma: Frultra6tperplura> &c. l'aggiugnerc ,.

xque bene, è fupernuo . 117

Nelle icienze naturali , non fi deue ricercar Teuidenza

matematica. 22 j

Non eonuiene,che chi non filofbfa mai li vfurpì il tito-

lo di filoibfo

.

io

Non hai vero fi poca luce, chenonfi icorga tra le te-

nebre dei falli . 4*4Non poiìbn'efiere i falfi dìmofìrabiii, come i veri . 123

Non repugna ii poterli con la circonferenza d'vn cer-

chio piccole, "poche volte riuoltato, mifurare, ede-fcriuere vna 1 ! .iea maggiore di qualfiuoglia grandif-

fimo cerchio ~ 241

Non fi icema la furza douc non se n'efercitapunto. 266Numero ternario celebre appreflb i Pitagorici. a

OGrOggetti,quantofondlfucepÌLivfua;, tanto più mo-

ndano di rie refeere . 329Oggetti rifplend enti fi moftrano circondati da' raggi

auuentizij. 32SOpinione di Seleuco matematico reprouata. 455Operazione del mezo nel cótinuareii moto al Proietto. 144Operazioni del Telefcopio reputate fallacie dai Peripat. 32$Oportuna refoluzione d'vn filoibfo Peripatetico

.

ioj

Orbe della Luna abbraccia la Terra*ma non il Sole. 322Ordine della Natura è il far circolare gforbi minori in

tempi più breui,& i maggiori in tempi più lunghi. 264Origine de i.nerui fecondo Ariftot. e fecondo i medici. 101

OiTeruazioni dalle quali fi raccoglie il Sole,e nò la Ter-

ra cifer nel centro delle reuoluzioni eeleni. 318P

Paralogifmo d'vn Peripatetico, che proua ignotum perignotius

.

220Paralogifmo dell'autor dell'Antitieone . 262Ptsralogifmo d'Ariti, fcuoprefi per vn'altro verfo

.

28

Paflìoni infinite fon forfè vna fola

.

97Pallaggi fctàcon tempo dai difeorfo-vmano, l'intellet-

ti

Page 498: massimi sistemi del mondo

to Diuino fa in infrante , cioègl'ha tèmpre prelenti . 97Penuria, e abbondanza mcttonoin grezzo, e auuilifco-

no lecofe. 51Peripatetici aflègnano con poca ragione per naturali

e uei moti a gii Biemen ti dei quali non u muouonomai , e perpreternaturali quelli de i quali ilxnuouonfempre. 38

Per le proporzioni vere s'incontrano argomenti con-cludenti,ma non per le falle .. 266

Per proua delle Goncìufionivere porToneffer molte ra-

gioni concludenti, per le falfe nò

,

1 23Piacenole efempio per ^dichiarar la poca efficacia di al-

cuni di icorfi iìioiòiicL .403

La Pietra cadente dall'albero della nauc, batte nèiriftef-

fo luogo, muouafi la nane ,ò Itia ferma. 1 ftLa propensione de i corpi elementari in feguir la Terraha vna limitata sfera.. 233

Prouafì piùragioneublmente dirli, che i graul tendonoal centro delia Terra, chea quello dell'Vniuerfo. 2%

Più conuemente è jcheil contenente, e'1 contenuto li

muouano intorno allineiloeen tronche /òpra diuerfi. 318Pitagora fece l'Ecatumbeper vna dimoftraziongeome

tricarimxuata. 43Più facile è accorgerti fé la Terra fi muoua,che felacor

ruzione fi faccia da i contrari/. 31Prima fono le colè graui, che il centro di granita

.

240Frimioiìcruatori,& inuentori degni deiièreamirriratu J99Pri nei pi j con trarij nonpoiìbn rifèdernaturalmentenelmedefimo fuggettc 231

Problemi diuerii,e curioìl intorno alnioto de' Proietti. 1 50Problemi marauigiiofi ,di mobili deicendenti per vna,

quarta di cerchio ,e deidefcendentipertuttele cor-

?., <le di tutto ileerchio, 444Proietticontinuano ilmoto per linea ietta", che Fegue

la direzion delinoto,che fecero infiemecol proici-

ente, mentre con elio erano congiunti. 169Proietto fi rnuoue per la tangente il cerchio del moto

precedènte nel punto della feparazione. , 187proietto grane fubito,ehe è feparatokial proicienteco-iidnciaa declinare. 1S9

Propo-

Page 499: massimi sistemi del mondo

Proporzione prefa da Arift. da gl'antichi*ma alterata, i00Proprietà multiplici della Calamità .. 397Putì Ihnimità d'alcuni feguaci d' Aridotile ., 105Puiillanimiti degl'ingegni popolari- 395

Quello che è violenta nonipuò eiìere eterno, e quello,,

che non può eflere eterno, non può eiier naturale. 1 27Quiete è il grado di tardità infinita: .. 1 3Tra la Quiete, equalfluoglia grado di, velocita media-no inrini ti gradi di veiocitiminorì l i 3

RRaggi perpendicolari illuminano più 5

, chegl'obbliqui >

e perchè .. 73Ragione per la quale i corpi lùminofl li inoltrano in-

granditi tanto più , quanto fono più piccoli *, 428Rarita,e dentiti nei corpi celefti,diuerie da quelle degl*

Elementi.. 3 5

Regreffipiù frequenti ih Saturno, menoihGioue, emeno ancora in Marte, e perchè .. 3 36

Regreili di Venere, ediMercurio, dimoltrati da Apol-lonio, e dal Copernico

.

336Requilitr per poter ben filofofare in via d'Ariti... 101

Refponfo dell'Oracolo vero,in giudicai: Socratefàpien-

tiilìmo. 95Rifoluelì la medefìma inftanza con efèmpi dimouime-

tifimilidi altricorpi celerti.. 257Rifpofta ridicola d'vnifilofotò nel determinar doue fiai

l'origine de inerui. 100Rifpofta al primo argomento d'Ariftotilev 127Rifpofta al fecondo Argomento

.

12^Rifpofta al terzo argomento .. 131

Rifpofta al quarto argomento .. 131

Rifpofta all'argomento prefò da i tiri dipunto biancoOrientali, & Occidentali.. 17J

Rifpofte a gl'argomenti còtro al moto della Terrapre-fi, ex rerum natura. 2$l

Rifpofta finta del Keplero, con certa arguzia coperta*. 26$

$Saper Diuino, infinite volte infinito. 95Saturno per la tardità, e Mercurio per il vederli di rado,

.7 furo»

Page 500: massimi sistemi del mondo

Hiron de gl-vltimi ad efìer'ofteTuati

.

44*Sconueneuoiezze, che ibno nei fiftema di Tolomeo . 3 3 3

Se il centro del mondo è riltcflb, che quello intorno ai

. quale il niuoiio.no i Pianeti , il Sole , e non la Terra è

collocato in e fio. 31SU Sole palla vn a metà del Zodiaco none giornate più

preito, che l'altra. 449Semplice traipoiTzion di parti può rapprefèntarci i cor-

pi (otto diuerrl alpe 1 ti

.

3 2

I^à sfera., benché materiaie , toccai piano materiale in

vn ibi punto , 199Perche la arerà iò.aftrattQ tocchili piano in vn'punto

,

ma non la materiale è in concreto. 20/

Qua! e debba fumarii, la sièra dell' Vniucrfo -. 3 23

Sfera di arduità ne 1 corpi celelti , maggiore , che negTelementari, 6$

Sfericità perfetta perche lì ponga da i Peripatetici ne i

cor-pi e eletti.. 77Si inoltra la neceiiìtà deirefiereicapi degl'orli tutti -ro-

tondi, &: imoti degl'animali tutti circolari

.

253Simpatia, eantipatia, termini vlàd da i fuoibn* , per ren-

der naturalmente le ragioni di mqlti effetti naturali . 403Si rifponde all'iattanza, inoltrando l'equiuoco. 1 6.7

Smibluermrranzaprefa dai tiri d'artiglieria verfb me-zogiorno, e tramontana

.

173

Si rifponde alle prime tre opponziorii contro al (ìftema

Copernicano

.

3 27

Siftema Copernicano difneile a intenderli , e facile a ef-

fettuarli. 3S3

Soluzione delì'initanza prefa da i tiri verfb Leuante , e

verlb Ponen te. 1 74Sottigliezze aliai inlìpide ironicamente dette cattate da

certa Enciclopedia, 167

Oli ipazij paftàti dal graue cadente , fono , come i qua-

drati de i tempi

.

217

I o fpazio afìegnato per vna fina, è molto minore di

quello d'vn Pianeta. 3òzSpecchi piani, mandano la reiktTìone in vn luogo fcloj

-ma gli sierici per tutto . 66

Stazione, direzione, e retrogradazione il conoiceinre-

iazione aileiklie filler 375

Page 501: massimi sistemi del mondo

Prouaiì , come] poco è da fidarli degli finimenti agro-

nomici nelle minute ofleruazioni

.

3 Sol

iQuali {frumenti fiano atti per i'ofleruazioni efattidlmc. jstStrumenti Astronomici fon (ottopodi a errar faciline te. 2S3

Strumenti di Ticone fatti con grandi ifpefe

.

3SX

Strutture particolari degl'orbi dei Pianeti ancora non. ben reiòlute-.

Superticie del mare apparirebbe da lontano più ofeura. di quella delia Terra

.

5$Superficie più icabrolà fa maggior refleffion di lume,

che la meno fcabrofa

.

73Sudanze celelti inalterabili 5 & elementari alterabili ne-

-ceilarie in natura: di mente d' Arido t. I

Stella.

"E non meno imponibile corromperli vna Stella, che. tutto il globo terredre - 42Le mutazioni nelle delle lille deuono edere in alcune

maggiori, in altre minori, in altre nulle. 370lie delle lille podc nell'Eclittica mai non s'alzano, ne

abballane per-caula del moto annuo della Terra, ma,ben s'auuicinano, e s'allontanano. 372

Le delle fuori dell'Eclittica fi eleuano, ed abbacanopiù, e meno, fecondo la lor didanza da cfla Eclittica . 3j6

Modo per mifurare il diametro apparente d'vria della. 3 54'

.Maggior cliucriità fanno le delle più vicine , che le più

remote. 37%Non fi ha maggiorcognizione di chi muoue i graui al-

l'ingiù, che di chi muoue le delle in giroaie di quedecaule lappiamo altroché il nome

.

230Stelle Medicee fon come4. lune intorno a -Gioue . - 33.2

Nelle Stelle riffe la diuerdd d'afpetro cagionata dall'or-

be magno, poco maggiore della cagionata dalla Terra nel Sole. 352

Podo, che vna fi Ta della feda grandezza' no da maggiordel Sole, la cUuerfità, che nei pianeti è grande , neile

.fide reda come i ufendbile

.

3 5 t

Steli e -fu perai >o in denuta la fuftanza del redo del Cieloinfinitamente. 35

Stelìe nuoue apparite in Cielo, ' 43Situazione probabile delle delle fide. 373

Kk Stella

Page 502: massimi sistemi del mondo

fee&a della (erta grandezza porta da Ticone » e dall'Au-tor del libretto centofei milioni di volte maggioredelbifogno.. 354

Sirifblue l'equiuoca di chi crede, che al moto annuo fi

deua far gran mutazionejCircarelenaziondvna fteL-

làfìflìu 161Tutta la sferaftellata', da lontananza;grande* potrebbe

apparir piccola quant'vna ftella. .. 56*Col priuareil Cielo diqualche ftella,,ftpotrebbe venire

in cognizione di quello,che ella operi in noi., 361Vna ftella fi chiama piccola rifpetto alla grandezza del-

lo fpazio, che la circonda.. 162,

TTelefeopioottimamezo per leuar la, capellatura, alle

fteller

Tempi delle conuerfioni de i Pianeti Medicei .. 1tzQuattro moti diuerfi attribuiti alla.Terra

.

391Toccarfi in vn punto non è proprio delle sfereperfet-

te (blamente , ma di tutte le figure curue

.

20JL

Trafponendofi iìgrand'aggregato de i graui,le particel-

le feparateda eflb lo fèguirebbero .. 240*

Tre dignità fi fuppongon© manifeftc. 25 1

Sioppone all'Ipotefi delia mobilità della Terra, prefaingrazia del fluflb, e refluflb . 410

Confermai la vertigine della Terra;con nuouo argo-mento prefb dall'aria * 43 2.

Parte vaporofavicinaalla Terrai, participa de' fùoimo-uimenti. 45 1

Altra offeruazione prcfàdali'ariain confermazione del:

moto della Terra 434Terra.

Terra sferica per la cofpirazion delle parti al fuo centro* 25Naturale delglobo terreftre deue dira più tolto la quie-

te, che il moto all'ingìu

.

37Terra nobiliffima per le tante mutazioni* che in lei fi

fanno. 50Terra inutile, epiena di ozio, Iettatele alterazioni saTerra più nobile dell'oro, e delle gioie

.

51L'alterabilità non è nell'intero globo # ma nella parte

dei* Tea* '....%%

Tutta

Page 503: massimi sistemi del mondo

Tutta la Terra vedcla metà folamente^cllaLuna , e la

metà iòlamcntedella Luna vede tuttalaTcixa* $jLume della Terra&cflelio nella Luna

.

59Terra impotente axeflettere i raggi delSolc

.

61

La Terra più reciprocamente opera ne icorpicclefli « SpRerlcllione del lume più debole delmare « che della

Terra

.

$tDella Terra non pofTori'eflere altri mouimenu , che

quelli , che a noi apparifeono cilèr comuni di tutto!

redo dell'Vniuerfo, mattone la Terra

.

iofPrimo dilcorfo per prouare il moto diurno cflèr della

Terra ~ 109feconda confermazione, -chcl moto diurno ila della

Terra. noTerza confermazione per il medefimo

,

niQuarta confermazione il moto diurno eifer della Terra. 112Terra penfìle, e librata in mezo fluido non par, che

polla refiftere al rapimento del mo to diurno

,

t 1 3

Le parte dell'aria inferiore alle più alte montagne iè-

gue il moto della Terra

.

ij$

Si nlblue l'argomento contro al moto delia Terra,pre-

io dal volar degli vecchi. 180Stupidità di alcuni, che ftimano la Terra efrerii comin-

ciata a muouere, quando Pittagora cominciò a dir*

che ella fi moueua- 18$Dato che la vertigine diurna fuile della Terra', e che el-

la per qualche repentino oftacolo, ò intoppo li fer-

malfe, le fabbriche, e le montagne fteue,e forfc rutto

ilglobofidiflbluerebbe* .aot

Vn corpo femplice , 'quale è la Terra , non lì può muo-uer di tre moti diuerfi. 25

1

La Terra non 11 può muouere d'alcuno dei moti attri-

buitigli dal: Copernico. 251Quarta dignità contro al moto della Terra

.

252Si derìderà lapere per mezo dì quali fleflure il globo ter

reftre fi potrebbe muouer di tre moti diuerfi

.

254Vn folo principio può cagionar più moti diuerfi nella

Terra. 25^imanifefta l'error dcH'oppofitore, dichiarando, comeimo ti,annuo, e diurno della Terra , ^iòn per il mede-

Kk 2 fimo

Page 504: massimi sistemi del mondo

fimo verfò , enon contrari)

.

^5 .5-

Si dubita , chel'oppofitorenon habbia intefo il terzo

motto attribuito dal Copernico alla Terra

.

256Argomentai dall'e (Ter per natura tenebrofa la Terra, e

lucido il;Sole > eie fteile mfe„, quella elfer mobile, e

quefti immobili v. 260Altra dirlercnza tra la Terra, ei corpi celefti , prefa dalla..

- purità , e impurità

.

26

1

Stoltamente vien detto la Terra effer fuor del Cielo . 262 .

Più ragioneuolmerite lì pofìòno attribuire alla Terradueprincipij interni al moto retto, oc al circolarcenedueal moto, & alla quiete . 25S:

Più è da temerli laiianchezza nella sfera ftellata^che nel

globo terreftre:.-.. 267Dandoli il moto annuo alla Terra , conuiene afìegnar>

le anco| il diurno

.

324,-

Rimuouefi la difficultà nata dal muoiierlT la Terra in-

torno al Sole non foiitaria , ma in compagnia della

Luna. 331Dimouiazione delleinegualità dei tre Pianeti fiìperio-

ri, dependenti dal moto annuo della Terra

.

3 34;

Il Sole fteftb tefhficail moto annuo effer della Terra. 3

3

7Quando la Tcrrafia immobile nel centro del Zodiaco

,

bifogna attribuire al Soie quattro mouimenti diueril. 346'Ponendoli il moto annuo effer della Terra,bifogna,che -

vna fteila.mTa ila maggiore dell'orbemagno ... 3 50?;

Elcmpio accomodato per dichiarar', come l'altezza del

Polo non fi deue variare, medianteimmoto aminodella Terra

.

367Si cerca quali mutazioni, & in quali fteile il debbano

,

fcergere, mediante il moto annuo della Terra ._ 37©L'aflè della Terra fi mantieneTempre parallelo a ieftef-

fo, e deferiue vna iuperficie cilindrica,&c. 3j%.L'orbe della Terragia mar non s'inclina , ma immuta-

bilmente fi conferua. 372Indizio nelle fteile fiiTe.fimile a quel clic fi vede ne i pia',

neti per argomento delmoto annuo della Terra. 31'$<

La Terra fi accorta , e allontana dalie lìfie.deireclittica

quanto è il diametro dell'orbe magno-. 377Quando nelle fteile fifle il feorgefìe qualche mu.tazio>

ne an*

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ne annua, ri mòto della Terra non patirebbe contra-

dizione. JSO'-

Luogo accomodato per l'oiTeruazione delle fifte inquato appartiene al moto aniruo della] Terra. . j8i

Proporzioni neceiìàrie per ben capire le conféguenzedei moti della Terra. S$3

Accidente maraiiigliofo,dependente.dal noninclinarit

l'afle delia Terra. 387

Vanità dei difeorfo di quelli che giudicano la sfera {Iel-

lata troppo varia nella pofizion del Copernico^ j6zLa Vcloc 1 tà maggiore compenia preeifamente la mag-

gior grauita. 210Velocita diconfi eguali quando gli ipazij panati fon

proporzionali' ai tempi

.

17Venti da terra perturbano l'aria .

, 434Venere grandiilìma veriò la congiunzione vefpertina ',

e piccoliiTima verib la mattutina . 321

Si conclude neceisariamentc Venere raggirarli intor-

no al Scie.- 321Altra difficolta molla da Venere contro al Copernico. 326Ragione ondeauuenga che Venere, e Marte non ci ap-

parifeon variar grandezza quanto conuicne

.

327In Venere la mutazion di figura argomenta il ilio mo-

to e il ere intorno al Sole . 319Altra feconda cagione del poco ricrefeer di Venere. 330Venere rende feufabile l'error degl'Attronomi nel de-

terminar le grandezze delle IteIle . 3 53Venere fecondo il Copernico elucida per ie (teffa . 316Apparenze di Venere fi moftran difeordi dal iiftema

Copernicano

.

326Vcro

;e bello fon rirrciìb; come anco fallo, e brutto. 1 26

La vertigine veloce ha facilità d'eftrudcre , e difiipare. 184Porta la vertigine delia Terra la 'palla nelf Artigl. eretta

a perpendicolo non li muoueper linea perpendicolarre, ma per vna inclinata . 169

Caule della difcguaiiu delle futtrazioni , e.degliaddita-

menn della Vertigine diurna fopral moto annuo. 451Vibrazioni del mcdefimo pendolo fi fanno con la mc-

deiima frequenza, ilano elle grandi, 6 piccole. 226-

La

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La Virtu,chc"conducc iproicttigrauiin alto, non £li èmcn naturale,chc la grauità,che gli muoucabballb. 230

Virtù mirabile internarci globo rerreftre di riguardarfempre lamedefimapartedel Cielo • $9$

Il Fitte dell* TauoU delle cofepiù notabili, theficontengono in quefio libro •

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