revolt magazine 2 - 2004

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ULTIMATE MAGAZINE ..E NOI JE DIMO E NOI JE FAMO... PORTOGALLO - SONIA BOBBIO - MATTEO TELARA - MARCO RIZZO ROBERTO D’AMICO - MANUEL MAFFEI - BURTON EUROPEAN OPEN - SURF SPORT GRAPHICS 2 - ALLE PENDICI DEI MONTI PISANI - COMPETIZIONE E ALLENAMENTO - CPU WORKSHOP - STIRATO - ITALIAN LONGBOARD TOUR SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE 45% ART.2 COMMA20/B LEGGE 662/96 - ROMA WWW.REVOLT.IT

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Revolt Magazine Volume VIII Issue N° 2 Anno 2004

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Page 1: Revolt Magazine 2 - 2004

ULTIMATE MAGAZINE

..E NOI JE DIMO E NOI JE FAMO...

PORTOGALLO - SONIA BOBBIO - MATTEO TELARA - MARCO RIZZOROBERTO D’AMICO - MANUEL MAFFEI - BURTON EUROPEAN OPEN - SURFSPORT GRAPHICS 2 - ALLE PENDICI DEI MONTI PISANI - COMPETIZIONE EALLENAMENTO - CPU WORKSHOP - STIRATO - ITALIAN LONGBOARD TOUR

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Dr.ankHandcrafted Floating Sticks

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Revolt > 01/02

R i v i s t a b i m e s t r a l e i t a l i a n a

Direttore EditorialeAlessandro [email protected] ResponsabileFabio [email protected] [email protected] [email protected] di redazioneChiara [email protected]:Giampaolo [email protected] collaborato:Cristina Pinciaroli, Roberto Milio, FabioAppolloni, Vincenzo Ingletto, TommasoTidei, Lorenzo Frusteri, Edoardo Bachi,Antonio Muglia, Giuseppe Arioni, Riccar-do Ghilardi, Stefano Marra, Marco Casu-la, Paolo Tata Nardini, Marco CaligarisIniziative SpecialiDavide MartelliCorrispondenti:Bali/Indonesia: Roberto MilioHuntington beach/USA:Francesco Zaza, Luca De ArinisFrancia:Kristen PelouComics:Sebastiano BarcaroliiFotolito e StampaDIGITALIA srl-RomaABBONAMENTI/SUBSCRIPTIONSOn line service:www.revolt.it/magazineTel: +39-06- 9941430Advertising:Contact: Tel/Fax 06.9941430e mail: [email protected]:indirizzo postale:C.P. 101 - 00052 Cerveteri - Roma - ItalyTel e fax: 06.9941430indirizzo e-mail: [email protected] web: www.revolt.itIssn 1724 2258Iscr. Tribunale Civitavecchia N° 15/03©Proprietà letteraria Revolt-Tutti i diritti riservati -all rights reserved - Tutti i diritti di riproduzione etraduzione degli articoli pubblicati e dei disegni sonoriservati. Manoscritti, disegni, foto e altri materialiinviati in redazione, anche se non pubblicati, non sirestituiscono. I singoli autori e l’editore non sonoresponsabili per incidenti o conseguenti danni chesiano causati dall’utilizzo improprio delle informazionicontenute nella pubblicazione.

Revolt è fatto in Italia ed esce dal 1997.Publisher/Editore:IS BENAS Edizioni

CONTENUT IRevolt - Anno VIII - N° 2 - apr-mag-2004

Aliens Approvation #21/2a sfera

RREEVVOOLLTT MMAANNIIFFEESSTTOO -- --

Il movimento di Rivolta poggia, ad un tempo, sul rifiuto categorico di un�intrusione giudicata intol-lerabile e sulla certezza confusa di un buon diritto, o pi` esattamente sull�impressione dell�uomo inRivolta, di avere �il diritto di...�. Non esiste rivolta senza la sensazione d�avere in qualche modo ragio-ne. Chi si Rivolta, dimostra in qualche modo, che c�[ in lui qualche cosa per cui �vale la pena di...�. Incerto modo, oppone all�ordine che l�opprime una specie di diritto a non essere oppresso al di lY diquanto egli possa ammettere. Insieme alla ripulsa rispetto all�intruso, esiste in ogni Rivoltaun�adesione intera e istantanea dell�uomo a una certa parte di sZ. Per quanto confusamente, dal motodi Rivolta nasce una presa di coscienza: LA PERCEZIONE AD UN TRATTO SFOLGORANTE, CHE C�E�NELL�UOMO QUALCHE COSA CON CUI L�UOMO PUO� IDENTIFICARSI, SIA PURE TEMPORANEA-MENTE. La coscienza viene alla luce con la Rivolta. La Rivolta storica, metafisica, dell�uomo, frangel�essere e l�aiuta a traboccare. Essa libera dei flutti i quali, da stagnanti come erano, divengono furio-si. Alla radice della Rivolta sta un principio di attivitY sovrabbondante e di grande energia. La soli-darietY degli uomini si fonda sul movimento di RIVOLTA. Il primo progresso di uno spirito intima-mente estraniato sta dunque nel riconoscere che questo suo sentirsi �estraniato�, lo condivide contutti gli uomini, e che la realtY umana, nella sua totalitY, soffre di questa distanza rispetto a se stes-sa e al mondo. Il male che un solo uomo provava, diventa peste collettiva: mmii rriivvoollttoo,, dduunnqquuee ssiiaa--mmoo. Liberamente tratto da: �L�uomo in Rivolta� di Albert Camus

in copertina: Roberto DjAmico Questo numero in byte: 2,02 Gigabyte

<06<PORTOGALLO: DIARIO DI VIAGGIO<16<INTERVISTA: SONIA BOBBIO<22<INTERVISTA: MATTEO “TEX” TELARA<26<IL COSTO DI UN SOGNO<28<MEDITERRANEO: BIG IN JAPAN<30<UNA GIORNATA IN CONVENTO<34<COVER STORY: ROBERTO D’AMICO<36<RIDER:MANUEL MAFFEI<40<SURF SPORT GRAPHICS 2<44<BURTON EUROPEAN OPEN SNOWBOARD<48<TRA UN’ONDA E L’ALTRA<54<ALLE PENDICI DEI MONTI PISANI<62<COMPETIZIONE E ALLENAMENTO<64<SIMBOLI FALLICI<66<ITALIAN LONGBOARD TOUR PRESENTAZIONE<70<OPEN SOURCE<72<STIRATO N°4: PAURA/FEAR<74<ART: BRIAN TAYLOR<76<ART: EL.AS. CPU LAYOUT WORKSHOP<78<MAMUTHONES DI SARDEGNA<80<MP3 PLAYER GUIDE<81>RIVISTA ROJO<82<COMICS: A.I.R.E. ALIENS IN REVOLT<84<WEB RICERCA<86<MUSIC: THE RASMUS BIOGRAFIA<88<MUSIC: MUSE BIOGRAFIA<89>MUSIC: QUALCHE TRACCIA<90<RACCONTI: JEEPER HILL<92<BOOKS REVIEWS<96<COMICS: TINA REVIEWS

REGOLAMENTO , ISCRIZ IONI E MEDIA INFO :>E-Mail: [email protected] - [email protected] - Tel. 06.9941430 - fax 178 227 4364>WWW.REVOLT.IT - WWW.TOESOVER.IT - WWW.CINGHIALEMARINO.COM

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TEXT)(MARCO CASULAPHOTOS)(PAOLO TATA NARDINI

DAVANTI A NOI SI SSRROOTTOOLLAAVVAANNOODESTRE E SINISTRE IIMMPPOONNEENNTTII,

A CUI NON SAPREI TUTTORA DARE UNA SSTTIIMMAA IN ALTEZZA.

Revolt > 06/07

SURFING/EUROPA Estremo/Occidente

I l suono acuto della sveglia del miocellulare mi entra dalle orecchiefino al cervello. Rantolo nel letto

per qualche secondo, ancora in predaalljalcol della sera prima…anche sesapevo che ci sarebbe stata una picco-la perturba non potevo non usciresabato sera. Cos], dopo 3 ore di sonno,mi butto giu dal letto e, con la testasotto la doccia fredda, chiamo Pox�Andrea Possenti. Due, tre, quat-tro…dieci squilli ma non ottengorisposta…giY me lo immaginavo senzavita sul letto con la bava alla bocca.Consulto la web-cam di Ostia: marepiatto. Decisi cos] di tornare a letto, maproprio mentre stavo per chiuderenuovamente gli occhi squilla ancora ilcell. Guardo il display luminoso con lascritta intermittente : g Pox- -rispon-dere?h. Nelljindecisione di attaccare omeno, aspettai qualche secondo e poirisposi. g Mare piatto, torna a dormi-reh gli dissi con voce strozzata dal son-no. gDavvero? Nooooo…[ un meseche continua cos], dobbiamo assoluta-mente partire ora! Andiamo in agen-zia!h Cos] scesi dal letto ancora unavolta ed andai insieme a Pox, il Pesca-tore �Flavio Argenti e Ale �AlessandroZeppi a cercare qualche last minuteconveniente. Ma di fronte alla sceltadella meta si sollevarono, come accadespesso durante la pianificazione di unsurftrip, le prime discordie. Chi volevaandare a Bali, chi alle Canarie, chi inMarocco…finch[, dopo un paio djoredi consultazioni, la scelta unanime cad-

de sul Portogallo. Il volo Roma-Lisbo-na , Lisbona-Faro ci cost^ 250 euroi,ma la mia paura pi` grande era quelcaotico e poco sicuro �per le tavolescalo di Lisbona. GiY avevo avuto espe-rienze spiacevoli a riguardo, ma quellaera ljunica via veloce per arrivare aSagres, capitale del surf nel sud del Por-togallo. Il volo completo dur^ circa 5ore con lo scalo, nelle quali Pox dorm]ininterrottamente ed io e Zeppi segui-tammo a sfogliare riviste portoghesied alcune surfguide: tutto sembravanella norma. I nostri guai per^ inizia-rono tra i rulli del ritiro bagagli diFaro…le tavole non arrivavano. Dopoqualche minuto mi fiondai nel Lost andFound delljaeroporto, seguito subitoda Pox e Zeppi. Mi sedetti e guardainegli occhi ljhostess con aria ostile, maprima di aprire bocca crollai: gPer favo-re, vi prego, ditemi che le tavole arrive-ranno….h Lei, accenando un sorriso,rispose che le tavole sarebbero arriva-te col volo successivo. Appena fin] diparlare tradussi il tutto ai miei dueamici, e con grande gioia riaquistam-mo il sorriso. Non feci per^ intempo aduscire dalljufficio che mi venne in men-te un dubbio. Cos] tornai indietro e feciun cenno alla gentilissima hostess…gMi scusi ma…quandj[ il prossimovolo?h. Dormimmo per pi` di 4 ore sul-le scomodissime panchine di ferroalljentrata delljaeroporto, finch[ nonatterr^ dopo 6 lunghissime ore il voloatteso.Cos] lasciai il mio documentoalla sicurezza ed andai da solo al ritiro

bagagli: le tavole erano arrivate. Matra ljeuforia generale dimenticai di riti-rare il mio passaporto dal poliziotto eduscimmo spensierati alla ricerca di unqualsiasi mezzo che da Faro portasse aSagres. Trovammo per fortunaunjautobus diretto a Lagos, una cittY amezza strada. La prima impressioneche ebbi fu quella di una cittY calma emonotona, ma una volta arrivati vidimigliaia di persone accalcate come pin-guini intorno a dei banconi. Inizial-mente non capimmo il motivo di quel-la gigantesca ressa, ma man mano checi avvicinavamo si sentivaljinconfondibile odore di dolci appenasfornati, fino a che un gigantesco stri-scione ci tolse ogni dubbio: gsagra deldolce di lagosh . Affamati come mai cituffammo nella folla, banchettandoavidamente con tutto ci^ che ci passa-va per le mani. Realizzai solo allora, trauna torta e una bign[ alla crema, cheil mio passaporto era rimasto aFaro…ma me ne feci una ragione eproseguii a mangiare. Ljautobus perSagres gira per tutti i paesini dellaregione, e arriviamo a destinazionequando ormai era giY calata la notte. Ilclima intanto era profondamente cam-biato con un forte vento da nord chespazzava il promontorio estremo dellacittadina. Ormai il caldo afoso di Faroe Lagos [ solo un ricordo. Scesi dalmezzo pubblico veniamo quasi rapitida una simpatica vecchietta che, concenni e parole incomprensibili, ci invi-ta a seguirla. Facciamo circa 200 metri

PORTOGALLO: DIARIO DI VIAGGIO Una dei Paesi Europei pi` atlantici per tradizione, caratterizzato da frequenti mareggiate, clima mite tutto ljanno e una temperatura delljacqua non poprio mite, ma sopportabile.

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TEXT)(MARCO CASULAPHOTOS)(PAOLO TATA NARDINI

DAVANTI A NOI SI SSRROOTTOOLLAAVVAANNOODESTRE E SINISTRE IIMMPPOONNEENNTTII,

A CUI NON SAPREI TUTTORA DARE UNA SSTTIIMMAA IN ALTEZZA.

Revolt > 06/07

SURFING/EUROPA Estremo/Occidente

I l suono acuto della sveglia del miocellulare mi entra dalle orecchiefino al cervello. Rantolo nel letto

per qualche secondo, ancora in predaalljalcol della sera prima…anche sesapevo che ci sarebbe stata una picco-la perturba non potevo non usciresabato sera. Cos], dopo 3 ore di sonno,mi butto giu dal letto e, con la testasotto la doccia fredda, chiamo Pox�Andrea Possenti. Due, tre, quat-tro…dieci squilli ma non ottengorisposta…giY me lo immaginavo senzavita sul letto con la bava alla bocca.Consulto la web-cam di Ostia: marepiatto. Decisi cos] di tornare a letto, maproprio mentre stavo per chiuderenuovamente gli occhi squilla ancora ilcell. Guardo il display luminoso con lascritta intermittente : g Pox- -rispon-dere?h. Nelljindecisione di attaccare omeno, aspettai qualche secondo e poirisposi. g Mare piatto, torna a dormi-reh gli dissi con voce strozzata dal son-no. gDavvero? Nooooo…[ un meseche continua cos], dobbiamo assoluta-mente partire ora! Andiamo in agen-zia!h Cos] scesi dal letto ancora unavolta ed andai insieme a Pox, il Pesca-tore �Flavio Argenti e Ale �AlessandroZeppi a cercare qualche last minuteconveniente. Ma di fronte alla sceltadella meta si sollevarono, come accadespesso durante la pianificazione di unsurftrip, le prime discordie. Chi volevaandare a Bali, chi alle Canarie, chi inMarocco…finch[, dopo un paio djoredi consultazioni, la scelta unanime cad-

de sul Portogallo. Il volo Roma-Lisbo-na , Lisbona-Faro ci cost^ 250 euroi,ma la mia paura pi` grande era quelcaotico e poco sicuro �per le tavolescalo di Lisbona. GiY avevo avuto espe-rienze spiacevoli a riguardo, ma quellaera ljunica via veloce per arrivare aSagres, capitale del surf nel sud del Por-togallo. Il volo completo dur^ circa 5ore con lo scalo, nelle quali Pox dorm]ininterrottamente ed io e Zeppi segui-tammo a sfogliare riviste portoghesied alcune surfguide: tutto sembravanella norma. I nostri guai per^ inizia-rono tra i rulli del ritiro bagagli diFaro…le tavole non arrivavano. Dopoqualche minuto mi fiondai nel Lost andFound delljaeroporto, seguito subitoda Pox e Zeppi. Mi sedetti e guardainegli occhi ljhostess con aria ostile, maprima di aprire bocca crollai: gPer favo-re, vi prego, ditemi che le tavole arrive-ranno….h Lei, accenando un sorriso,rispose che le tavole sarebbero arriva-te col volo successivo. Appena fin] diparlare tradussi il tutto ai miei dueamici, e con grande gioia riaquistam-mo il sorriso. Non feci per^ intempo aduscire dalljufficio che mi venne in men-te un dubbio. Cos] tornai indietro e feciun cenno alla gentilissima hostess…gMi scusi ma…quandj[ il prossimovolo?h. Dormimmo per pi` di 4 ore sul-le scomodissime panchine di ferroalljentrata delljaeroporto, finch[ nonatterr^ dopo 6 lunghissime ore il voloatteso.Cos] lasciai il mio documentoalla sicurezza ed andai da solo al ritiro

bagagli: le tavole erano arrivate. Matra ljeuforia generale dimenticai di riti-rare il mio passaporto dal poliziotto eduscimmo spensierati alla ricerca di unqualsiasi mezzo che da Faro portasse aSagres. Trovammo per fortunaunjautobus diretto a Lagos, una cittY amezza strada. La prima impressioneche ebbi fu quella di una cittY calma emonotona, ma una volta arrivati vidimigliaia di persone accalcate come pin-guini intorno a dei banconi. Inizial-mente non capimmo il motivo di quel-la gigantesca ressa, ma man mano checi avvicinavamo si sentivaljinconfondibile odore di dolci appenasfornati, fino a che un gigantesco stri-scione ci tolse ogni dubbio: gsagra deldolce di lagosh . Affamati come mai cituffammo nella folla, banchettandoavidamente con tutto ci^ che ci passa-va per le mani. Realizzai solo allora, trauna torta e una bign[ alla crema, cheil mio passaporto era rimasto aFaro…ma me ne feci una ragione eproseguii a mangiare. Ljautobus perSagres gira per tutti i paesini dellaregione, e arriviamo a destinazionequando ormai era giY calata la notte. Ilclima intanto era profondamente cam-biato con un forte vento da nord chespazzava il promontorio estremo dellacittadina. Ormai il caldo afoso di Faroe Lagos [ solo un ricordo. Scesi dalmezzo pubblico veniamo quasi rapitida una simpatica vecchietta che, concenni e parole incomprensibili, ci invi-ta a seguirla. Facciamo circa 200 metri

PORTOGALLO: DIARIO DI VIAGGIO Una dei Paesi Europei pi` atlantici per tradizione, caratterizzato da frequenti mareggiate, clima mite tutto ljanno e una temperatura delljacqua non poprio mite, ma sopportabile.

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Revolt > 08/09

SURFING/EUROPA a piedi fino ad arrivare in una casa disua proprietY che affitava ai surfisti dipassaggio. Ci fece vedere la stanza e ciprepar^ i letti e, dopo aver contrattatoil prezzo �8 euro a notte a testa, ciaugur^ un buon surf. Nella camera difronte alla nostra dormiva un surfistamilanese che, dopo una lunga cena, cimise a conoscenza delle condizioniattuali del mare e ci indirizz^ neimigliori spot della zona. Secondo la suadescrizione le onde erano state impe-gnative per tutta la settimana prece-dente, con misure varianti dal metro emezzo ai 2 metri abbondanti. Il discor-so fu accompagnato dalla degustazionidi ottimi vini portoghesi, che placaronola nostra adrenalina e ci aiutarono achiudere occhio nel minor tempo pos-sibile… Erano mesi che non mi sveglia-vo avvolto da una coperta, data la tem-peratura altissima presente in Italia da

qualche mese a questa parte. Fuori dal-la piccola e unica finestra della stanza sipoteva sentire il vento del nord ulularecome un lupo, ed il cielo era coperto dauna fitta coltre di nuvole grigie. Nean-che il tempo di fare colazione che sia-mo giY tutti e tre scesi in strada con letavole e gli zaini, senza la minima ideadi come fare per raggiungere uno spot.Consultiamo la tabella degli orari degliauto vicino alla fermata sotto casa, manessun mezzo porta a Praia do Amado,uno spot di livello mondiale nonchZultima tappa del circuito europeo. Cos]improvvisamo un autostop in mezzoalla strada, ma nessuno si prest^ dispo-nibile a scortarci fino a destinazione.Ljunica via possibile erano i taxi e, dopoaver girato un poj, contrattiamo con untassista un prezzo ragionevole. Lungo iltraggitto vedemmo i segni indelebilidei molti incendi che colpirono quella

regione negli anni passati, ma alljinizionon ci badammo molto. A catturarecompletamente la nostra attenzione,infatti, furono degli altissimi mulini avento, imponenti in mezzo alla pianu-ra intorno alla strada. In questa partico-lare zona ventosa [ probabilmentemolto conveniente adottare dei sistemidi produzione energetica cos] economi-ci e puliti. Dopo circa mezzjora di viag-gio, passando in mezzo allo stupendoparco nazionale della regione, arrivia-mo sulla strada sterrata in direzione diPraia do Amado. Tra piccoli tornanti everdi colline iniziamo ad intravedere ilblu immenso delljoceano, e subito dopoqualche spruzzo bianco fa capolino dadietro ljultima collina: di fronte a noi siapre ljimmensa baia di Praia, incastona-ta nel verde di una foresta, tra il cielo eljoceano. Ad una prima stima le ondesembrano non scendere sotto il metro,

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Revolt > 08/09

SURFING/EUROPA a piedi fino ad arrivare in una casa disua proprietY che affitava ai surfisti dipassaggio. Ci fece vedere la stanza e ciprepar^ i letti e, dopo aver contrattatoil prezzo �8 euro a notte a testa, ciaugur^ un buon surf. Nella camera difronte alla nostra dormiva un surfistamilanese che, dopo una lunga cena, cimise a conoscenza delle condizioniattuali del mare e ci indirizz^ neimigliori spot della zona. Secondo la suadescrizione le onde erano state impe-gnative per tutta la settimana prece-dente, con misure varianti dal metro emezzo ai 2 metri abbondanti. Il discor-so fu accompagnato dalla degustazionidi ottimi vini portoghesi, che placaronola nostra adrenalina e ci aiutarono achiudere occhio nel minor tempo pos-sibile… Erano mesi che non mi sveglia-vo avvolto da una coperta, data la tem-peratura altissima presente in Italia da

qualche mese a questa parte. Fuori dal-la piccola e unica finestra della stanza sipoteva sentire il vento del nord ulularecome un lupo, ed il cielo era coperto dauna fitta coltre di nuvole grigie. Nean-che il tempo di fare colazione che sia-mo giY tutti e tre scesi in strada con letavole e gli zaini, senza la minima ideadi come fare per raggiungere uno spot.Consultiamo la tabella degli orari degliauto vicino alla fermata sotto casa, manessun mezzo porta a Praia do Amado,uno spot di livello mondiale nonchZultima tappa del circuito europeo. Cos]improvvisamo un autostop in mezzoalla strada, ma nessuno si prest^ dispo-nibile a scortarci fino a destinazione.Ljunica via possibile erano i taxi e, dopoaver girato un poj, contrattiamo con untassista un prezzo ragionevole. Lungo iltraggitto vedemmo i segni indelebilidei molti incendi che colpirono quella

regione negli anni passati, ma alljinizionon ci badammo molto. A catturarecompletamente la nostra attenzione,infatti, furono degli altissimi mulini avento, imponenti in mezzo alla pianu-ra intorno alla strada. In questa partico-lare zona ventosa [ probabilmentemolto conveniente adottare dei sistemidi produzione energetica cos] economi-ci e puliti. Dopo circa mezzjora di viag-gio, passando in mezzo allo stupendoparco nazionale della regione, arrivia-mo sulla strada sterrata in direzione diPraia do Amado. Tra piccoli tornanti everdi colline iniziamo ad intravedere ilblu immenso delljoceano, e subito dopoqualche spruzzo bianco fa capolino dadietro ljultima collina: di fronte a noi siapre ljimmensa baia di Praia, incastona-ta nel verde di una foresta, tra il cielo eljoceano. Ad una prima stima le ondesembrano non scendere sotto il metro,

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SURFING/EUROPAcon una serie niente male. Avvitiamole pinne, spalmiamo la paraffa e ci but-tiamo in meno di dieci secondi. Maljimpatto con ljacqua gelata del marefren^ decisamente la nostra corsa, raf-freddando i bollenti spiriti. Mi avevanoavvertito che ljacqua delljoceano, daquelle parti, era fresca, ma non miaspettavo fosse addirittura ghiacciata.Arrivati molto cautamente sulla line upmi accorgo subito che il livello tecnico[ alle stelle. Molti locali sembrano dav-vero a loro agio tra quelle onde, e dan-no spettacolo con manovre radicali earmoniose. Cos], per non sfiguraretroppo, stringiamo i denti e ci impegna-mo anche noi. Ljonda [ tipicamente dabeachbreak, con partenza non impe-gnativa e grande risacca finale. Divienespettacolare con ljalta marea, e quasiinsurfabile col picco della bassa, quan-do le onde rompono praticamente sot-to riva. Surfiamo per circa 5-6 ore, conqualche pausa, fino al tamonto. Alle 8arriva puntuale il nostro tassista, che ciaccompagna soddisfatti e sorridenti

fino a casa. Le condizioni atmosferiche,quella mattina, sembravano diverse daigiorni precedenti. Dopo tre giorni dionde straordinarie, rigorosamente aPraia do Amado, ci accingiamo a sbir-ciare nuovamente dietro la collina del-lo spot. Con grande sorpresa vedemmopoche persone in acqua, mentre aspet-tavano a circa 50 metri pi` in fuoririspetto alla solita posizione della lineup. Con ljarrivo della serie per^ ci fuchiaro il motivo di questo cambiamen-to: immense montagne liquide entra-vano nella baia come giganti di coloreblu scuro. Davanti a noi si srotolavanodestre e sinistre imponenti, a cui nonsaprei tuttora dare una stima in altez-za. Entrammo in acqua a denti stretti e,dopo una dura lotta con le correntiavverse e numerosi duck dive, giungia-mo nel punto di rottura. Sulla lineljatmosfera emotiva era decisamentemutata: gli scherzi e le risa dei surfisti,che avevano accompagnato le surfatedei giorni precedenti, avevano lasciatospazio ad un silenzio di concentrazione,

infranto solo a volte dalle urla obbliga-torie di chi si intubava. Non feci in tem-po a sedermi sulla tavola che arriv^maestosa la serie. Cos] ripresi a remareinsieme agli altri surfisti per non esseretravolto dal mare. Girai lo sguardo eintravidi Pox su un bombone destro chescompariva dietro la parete. Continuaia seguire ljonda finch[, sollevato, nonlo vidi uscire indenne dalla schiumafinale. Cos] presi coraggio e remai suunjaltra bella bomba. Il problema delleonde su fondale sabbioso [ che non saimai che forma possono assumeredurante la corsa, figuriamoci quando ledimensioni sono quasi proibitive. Dopoil take off, infatti, la tavola inizi^ avibrare e sobbalzare fino a raggiungerela base delljonda, momento a partiredal quale diveniva fondamentale saperleggere la parete, al fine di evitare duriwipe-out e visite non programmate allafauna del fondale… A fine giornatamolte furono le considerazioni da faree i racconti da ascoltare, ma la cosa pi`importante fu ljacquisita consapevolez-

CCAARRRRAAPPAATTEEIIRRAA::Posizionato di fonte alljomonimo paesi-no, da cui prende il nome. Sulla stataleper Carrapateira, svoltare a sinistraseguendo i cartelli per il mare. Ej unabaia molto ampia, che offre destre esinistre su fondale sabbioso. Sulla sini-stra, affianco al costone, cj[ qualcheciottolo sparso qua e lY. Verso la finedelljonda ci si pu^ imbattere in banchidi alghe nere. PPRRAAIIAA DDOO AAMMAADDOO::Spot di livello internazionale, nonch[tappa del circuito europeo. Lungo lastatale che passa per il parco nazionale,girare a sinistra prima di arrivare a Car-rapateira, seguendo le indicazioni perPraia do Amado. Dopo una breve stra-da sterrata, si arriva di fronte alljampiabaia. Rispettivamente dal lato sinistro edal lato destro delljinsenatura, si sroto-lano unjonda sinistra e una destra ecce-zionali. Impraticabile con la bassamarea, quando ljonda forma una risac-ca impressionante a pochi metri da riva;molto bello col cambio dalla bassa alljal-

ta e dalljalta alla bassa. Col picco delljal-ta ljonda [ un poj moscia nella sezioneintermedia. Guardare anche con ventoda terra. Beach break per tutto il peri-metro della spiaggia: unico pericolosono una dozzina di scogli sulla destra,segnalati da un apposito cartello.Unjisolotto al largo da la possibilitY diconstatare la condizione della marea�quando [ completamente sommerso siha il picco delljalta. Anche se frequen-tato da molti locals non cj[ localismo.CCOORRDDOOAAMMAA::Sulla stessa strada di Praia, girare a sini-stra subito dopo Villa do Bisbo. Seguirele indicazioni per Cordoama. Questospot offre una sinistra perfetta, in alcu-ne condizioni, tendende al tubo. Anchela destra non [ niente male. Buonoquando gli altri posti sono affollati econ vento off shore.BBEELLIICCHHEE::Sinistra mondiale che si srotola in unabaia sotto Cabo Sao Vicente. Lavorasoprattutto in inverno, piatto djestate.Poco affollato.

TTOONNEELL::Questo spot regge misure proibitive,lavoro grosso djinverno. Lunga sinistrae destra che rompe in prossimitY dialcuni massi. Riconoscibile per il parti-colare scoglio posto al centro della baia.Si trova sulla destra di Fortaleza, a unkm dal centro di Sagres.MMAARREETTAA::Baricentro del surf di Sagres, al centrodella cittadina, di fronte al pub AguaSSAALLGGAADDAA::Questa baia si trova sulla sinistra di For-taleza. Destre e sinistre molto lunghe:con ljalta marea [ quasi impraticabile eljonda rompe praticamente a riva conuna sezione tubante. Con la bassa dimi-nuisce la quantitY djacqua e ljonda siforma su una secca pi` esterna.ZZAAVVIIAALL::Da Sagres, seguire le indicazioni perLagos, e poi per la spiaggia di Zavial.Qui si srotola una sinistra notevole susabbia. Ej pi` probabile che lavori inin-verno. Poco affollato, data la posizionefuori mano.

AALL

CCUU

NNII SS

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FF SS

PPOO

TTSS

La popolazione del Portogallo, oltre dieci milioni di persone, [ composta prevalentemente da cattolici �97% e vive soprattutto fuori

cittY �65%. Anche le cittY pi` popolate hanno infatti un numero di abitanti modesto. Lisbona non arriva a 700.000 abitanti, mentre

la seconda cittY, Porto, supera di poco le 300.000 anime. Il portogallo Z raggiungibile anche in auto e treno. Prendetevi due o tre set-

timane di relax, e fate un viaggio a tappe dalljItalia al Portogallo. Non solo potrete vedere, anche se di sfuggita, la bellezza dei paesag-

gi iberici, ma riuscirete ad assaporare maggiormente il viaggio, trovando magari qualche break mediterraneo on the road. Se volete

risparmiare un poj di tempo potete gaccorciareh il tragitto salendo sul traghetto che collega Genova o Civitavecchia a Barcellona.

INFORMAZIONI UTILI

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SURFING/EUROPAcon una serie niente male. Avvitiamole pinne, spalmiamo la paraffa e ci but-tiamo in meno di dieci secondi. Maljimpatto con ljacqua gelata del marefren^ decisamente la nostra corsa, raf-freddando i bollenti spiriti. Mi avevanoavvertito che ljacqua delljoceano, daquelle parti, era fresca, ma non miaspettavo fosse addirittura ghiacciata.Arrivati molto cautamente sulla line upmi accorgo subito che il livello tecnico[ alle stelle. Molti locali sembrano dav-vero a loro agio tra quelle onde, e dan-no spettacolo con manovre radicali earmoniose. Cos], per non sfiguraretroppo, stringiamo i denti e ci impegna-mo anche noi. Ljonda [ tipicamente dabeachbreak, con partenza non impe-gnativa e grande risacca finale. Divienespettacolare con ljalta marea, e quasiinsurfabile col picco della bassa, quan-do le onde rompono praticamente sot-to riva. Surfiamo per circa 5-6 ore, conqualche pausa, fino al tamonto. Alle 8arriva puntuale il nostro tassista, che ciaccompagna soddisfatti e sorridenti

fino a casa. Le condizioni atmosferiche,quella mattina, sembravano diverse daigiorni precedenti. Dopo tre giorni dionde straordinarie, rigorosamente aPraia do Amado, ci accingiamo a sbir-ciare nuovamente dietro la collina del-lo spot. Con grande sorpresa vedemmopoche persone in acqua, mentre aspet-tavano a circa 50 metri pi` in fuoririspetto alla solita posizione della lineup. Con ljarrivo della serie per^ ci fuchiaro il motivo di questo cambiamen-to: immense montagne liquide entra-vano nella baia come giganti di coloreblu scuro. Davanti a noi si srotolavanodestre e sinistre imponenti, a cui nonsaprei tuttora dare una stima in altez-za. Entrammo in acqua a denti stretti e,dopo una dura lotta con le correntiavverse e numerosi duck dive, giungia-mo nel punto di rottura. Sulla lineljatmosfera emotiva era decisamentemutata: gli scherzi e le risa dei surfisti,che avevano accompagnato le surfatedei giorni precedenti, avevano lasciatospazio ad un silenzio di concentrazione,

infranto solo a volte dalle urla obbliga-torie di chi si intubava. Non feci in tem-po a sedermi sulla tavola che arriv^maestosa la serie. Cos] ripresi a remareinsieme agli altri surfisti per non esseretravolto dal mare. Girai lo sguardo eintravidi Pox su un bombone destro chescompariva dietro la parete. Continuaia seguire ljonda finch[, sollevato, nonlo vidi uscire indenne dalla schiumafinale. Cos] presi coraggio e remai suunjaltra bella bomba. Il problema delleonde su fondale sabbioso [ che non saimai che forma possono assumeredurante la corsa, figuriamoci quando ledimensioni sono quasi proibitive. Dopoil take off, infatti, la tavola inizi^ avibrare e sobbalzare fino a raggiungerela base delljonda, momento a partiredal quale diveniva fondamentale saperleggere la parete, al fine di evitare duriwipe-out e visite non programmate allafauna del fondale… A fine giornatamolte furono le considerazioni da faree i racconti da ascoltare, ma la cosa pi`importante fu ljacquisita consapevolez-

CCAARRRRAAPPAATTEEIIRRAA::Posizionato di fonte alljomonimo paesi-no, da cui prende il nome. Sulla stataleper Carrapateira, svoltare a sinistraseguendo i cartelli per il mare. Ej unabaia molto ampia, che offre destre esinistre su fondale sabbioso. Sulla sini-stra, affianco al costone, cj[ qualcheciottolo sparso qua e lY. Verso la finedelljonda ci si pu^ imbattere in banchidi alghe nere. PPRRAAIIAA DDOO AAMMAADDOO::Spot di livello internazionale, nonch[tappa del circuito europeo. Lungo lastatale che passa per il parco nazionale,girare a sinistra prima di arrivare a Car-rapateira, seguendo le indicazioni perPraia do Amado. Dopo una breve stra-da sterrata, si arriva di fronte alljampiabaia. Rispettivamente dal lato sinistro edal lato destro delljinsenatura, si sroto-lano unjonda sinistra e una destra ecce-zionali. Impraticabile con la bassamarea, quando ljonda forma una risac-ca impressionante a pochi metri da riva;molto bello col cambio dalla bassa alljal-

ta e dalljalta alla bassa. Col picco delljal-ta ljonda [ un poj moscia nella sezioneintermedia. Guardare anche con ventoda terra. Beach break per tutto il peri-metro della spiaggia: unico pericolosono una dozzina di scogli sulla destra,segnalati da un apposito cartello.Unjisolotto al largo da la possibilitY diconstatare la condizione della marea�quando [ completamente sommerso siha il picco delljalta. Anche se frequen-tato da molti locals non cj[ localismo.CCOORRDDOOAAMMAA::Sulla stessa strada di Praia, girare a sini-stra subito dopo Villa do Bisbo. Seguirele indicazioni per Cordoama. Questospot offre una sinistra perfetta, in alcu-ne condizioni, tendende al tubo. Anchela destra non [ niente male. Buonoquando gli altri posti sono affollati econ vento off shore.BBEELLIICCHHEE::Sinistra mondiale che si srotola in unabaia sotto Cabo Sao Vicente. Lavorasoprattutto in inverno, piatto djestate.Poco affollato.

TTOONNEELL::Questo spot regge misure proibitive,lavoro grosso djinverno. Lunga sinistrae destra che rompe in prossimitY dialcuni massi. Riconoscibile per il parti-colare scoglio posto al centro della baia.Si trova sulla destra di Fortaleza, a unkm dal centro di Sagres.MMAARREETTAA::Baricentro del surf di Sagres, al centrodella cittadina, di fronte al pub AguaSSAALLGGAADDAA::Questa baia si trova sulla sinistra di For-taleza. Destre e sinistre molto lunghe:con ljalta marea [ quasi impraticabile eljonda rompe praticamente a riva conuna sezione tubante. Con la bassa dimi-nuisce la quantitY djacqua e ljonda siforma su una secca pi` esterna.ZZAAVVIIAALL::Da Sagres, seguire le indicazioni perLagos, e poi per la spiaggia di Zavial.Qui si srotola una sinistra notevole susabbia. Ej pi` probabile che lavori inin-verno. Poco affollato, data la posizionefuori mano.

AALL

CCUU

NNII SS

UURR

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PPOO

TTSS

La popolazione del Portogallo, oltre dieci milioni di persone, [ composta prevalentemente da cattolici �97% e vive soprattutto fuori

cittY �65%. Anche le cittY pi` popolate hanno infatti un numero di abitanti modesto. Lisbona non arriva a 700.000 abitanti, mentre

la seconda cittY, Porto, supera di poco le 300.000 anime. Il portogallo Z raggiungibile anche in auto e treno. Prendetevi due o tre set-

timane di relax, e fate un viaggio a tappe dalljItalia al Portogallo. Non solo potrete vedere, anche se di sfuggita, la bellezza dei paesag-

gi iberici, ma riuscirete ad assaporare maggiormente il viaggio, trovando magari qualche break mediterraneo on the road. Se volete

risparmiare un poj di tempo potete gaccorciareh il tragitto salendo sul traghetto che collega Genova o Civitavecchia a Barcellona.

INFORMAZIONI UTILI

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za del limite umano di fronte al pi` for-te elemento in natura: ljacqua. In par-ticolari condizioni bisogna lasciar daparte i sorrisi e gli scherzi, e dedicarsisia mentalmente che fisicamente a ci^che si fa, per evitare di sbagliare, perconcentrarsi sui movimenti propri esoprattutto del mare. Dopo 3 giorni dibuon surf �onde da un metro a qualco-sa di pi` il mare cal^ drasticamente,appiattendo tutta la costa ovest daPraia do Amado fino a Lisbona. Affit-tammo due scooter e decidemmo cos]di dare uno sguardo agli altri spot del-la costa sud-sud ovest, convinti che laswell si sarebbe spostasta verso sud eche avrebbe impattato quel tratto dicosta. Cos] cambiammo rotta e ci diri-gemmo verso gli spots di Mareta, Tonele Beliche, a pochi metri da casa nostra.Beliche offriva, quel pomeriggio, unapiccola sinistra di mezzo metro, nonadatta per nulla alle nostre esigenze.Continuando lungo la statale costieravisitammmo prima Tonel e poi Mareta.Entrambi gli spots lavoravano discreta-mente, ma la scelta finale cadde suMareta. Questo spot [ circoscritto dauna grande baia, delimitata a sinistrada un alto costone di roccia e a destradal promontorio di Fortaleza �una for-tezza che nelljantichitY serviva a pro-teggere Sagres e tutto ljAlgarve dagliattacchi dei pirati. Da una prima visio-ne dalljalto si srotolavano nelljinsena-tura una destra ed una sinistra potentie lunghe, per unjaltezza massima di unmetro. Ljingresso alla line up [ moltosemplice, e dopo pochi secondi siamogiY sul picco. Dopo qualche ora di surfper^ sal] ljalta marea, aumentando laquantitY djacqua dal fondale e renden-do pressocch[ insurfabile qualsiasionda. Il baricentro della line up si spo-st^ a pochi metri da riva, formando del-le risacche epiche: quel giorno vidi sur-

fisti esperti uscire con le tavole spezza-te di netto a metY. Surfammo Mareta eTonel per alcuni giorni, finch[ la swellsi allontan^ definitivamente versoljAfrica: ora in tutti gli spots regnava lapiatta. Io e Flavione decidemmo cos] ditentare ljultima carta possibile: Zavial.Questo beach break si trova a Sud diSagres, a pochi km da Lagos, e per arri-varci bisogna percorrere alcune stradesterrate. Legammo il long nuovo di Fla-vio e la mia tavola con delle corde sul-le carene dello scooter e ci dirigemmoverso il Sud. Dopo unjora di viaggio inmezzo a campi coltivati e irtiche colli-ne arrivammo davanti alla spiaggia, macon grande delusione il mare era piat-to. Amareggiati dalla nuova scopertanon ci demoralizzammo, e proseguim-mo sotto al sole bollente per altri 500metri lungo il costone di roccia. Distrat-ti dallo splendido paesaggio nonbadammo alla strada e fui costretto,dopo una piccola salita, ad inchiodareimprovvisamente. Il motorino scivol^per qualche metro sul terriccio e poi siferm^. Scendemmo e ci affacciammodal dirupo: il motorino si ferm^ a circa30 cm da un burrone di 250 metri cheseparava di netto la terra eljoceano…per fortuna evitammoljebrezza di un volo di centinaia dimetri: forse sarebbe stata la morte pi`spettacolare e stravagante che cisaremmo mai potuti attendere. Men-tre la piatta continuava a perseveraresu tutte le coste, serpeggi^ nel gruppoun certo nervosismo. Cos] Flavione ePox decisero di esplorare la costa ovestverso nord, fino al Guincho, uno spotmolto famoso poco fuori Lisbona. Io eZeppi nel frattempo ci impegnammo intornei di biliardo con i locals di Sagresnei vari pub del paese, aspettando chequalcosa cambiasse. Molto interessan-te fu anche la visita a Fortaleza, ad un

paio di Km da casa nostra. Questaimpressionante fortezza [ posizionatatra Mareta e Tonel, a pi` di 30 m dialtezza. Secondo i locals, in inverno, glispruzzi delle onde superavano di alme-no 5 metri il costone: una foto moltopopolare, infatti, ritrae unjondaimmensa che rompe davanti a Fortale-za, dipingendo in cielo, con la schiumadelljimpatto, la testa di Nettuno. Lastraordinaria somiglianza con il diopagano colp] ljimmaginario di moltipescatori e surfisti per anni. Infatti lapopolazione locale vive da sempre unastretta relazione con ljOceano, e anchei non addetti ai lavori, come la nostraanziana padrona di casa, raccontano aisurfisti di grandi mareggiate e pericolo-se tempeste in tempi passati, quando

SURFING/EUROPA

Sagres era solo un semplice villaggio dipescatori. Secondo i pi` longevi sonostati addirittura avvistati anche moltisquali, seppur non abbiamo mai attaca-to ljuomo. La particolare posizione geo-grafica di quel tratto di costa e le con-suete correnti atlantiche, che soventespazzano i fondali, hanno impedito airifiuti ed alljinquinamento di invaderequelljangolo di Oceano, favorendo laprolificazione di molte specie di pesce.Anche noi, durante i giorni di piatta,seguimmo le orme dei locali e ci dedi-cammo alla pesca, peraltro con ottimirisultati. Ma la tregua delljoceano eradestinata a finire: un forte vento da Sudspazzava le campagne circostanti aSagres, dandoci buone speranze perParaia do Amado. Dopo la solita mez-

zjora di viaggio arriviamo di fronte allabaia di Praia, lo spettacolo era di frontea noi: onde di un metro e mezzo con laserie da due, vento da terra e gente cheentrava ed usciva dai tubi. Cos] guardaiZeppi con soddisfazione, e lui mi rispo-se: gquesto [ il Mitoh. Mentre entrainelljacqua mi domandai se anche Flavioe Pox fossero riusciti a surfare questanuova perturba, ma la preoccupazioneper i miei due amici si dissolse tra glischizzi del primo tubo. Dopo 3/4 ore disurf uscimmo affamati, ma senza nullada mettere sotto i denti. Cos] mettem-mo in moto lo scooter e volammo finoa casa. Preparai al volo un piatto dipasta in tempo record e lo mangiammocon la mazzafionda, convinti che nelpomeriggio avremmo trovato condizio-

ni addirittura migliori. Tornati a Praiainfatti notammo che il vento mantene-va direzione off-shore ed il mare erapersino amuentato. Purtroppo per^ lospot era stato invaso da molti altri sur-fisti, senza contare le scuole di surf , chelo rendevano quasi impraticabile. Deci-demmo cos] di dare unjocchiata a Carra-pateira, uno spot subito dopo Praia,verso nord. La scelta si dimostr^ giusta:questo nuovo beach break offriva dellesinistre del livello di Praia, ma con diecipersone in acqua su una spiaggia di 2km. Tornammo a casa solo dopo il tra-monto. Il gallo del paese non avevaancora cantato quando sentii un boatodentro la mia camera. Confuso e asson-nato, dopo qualche secondo di esitazio-ne, aprii gli occhi e mi alzai a controlla-

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za del limite umano di fronte al pi` for-te elemento in natura: ljacqua. In par-ticolari condizioni bisogna lasciar daparte i sorrisi e gli scherzi, e dedicarsisia mentalmente che fisicamente a ci^che si fa, per evitare di sbagliare, perconcentrarsi sui movimenti propri esoprattutto del mare. Dopo 3 giorni dibuon surf �onde da un metro a qualco-sa di pi` il mare cal^ drasticamente,appiattendo tutta la costa ovest daPraia do Amado fino a Lisbona. Affit-tammo due scooter e decidemmo cos]di dare uno sguardo agli altri spot del-la costa sud-sud ovest, convinti che laswell si sarebbe spostasta verso sud eche avrebbe impattato quel tratto dicosta. Cos] cambiammo rotta e ci diri-gemmo verso gli spots di Mareta, Tonele Beliche, a pochi metri da casa nostra.Beliche offriva, quel pomeriggio, unapiccola sinistra di mezzo metro, nonadatta per nulla alle nostre esigenze.Continuando lungo la statale costieravisitammmo prima Tonel e poi Mareta.Entrambi gli spots lavoravano discreta-mente, ma la scelta finale cadde suMareta. Questo spot [ circoscritto dauna grande baia, delimitata a sinistrada un alto costone di roccia e a destradal promontorio di Fortaleza �una for-tezza che nelljantichitY serviva a pro-teggere Sagres e tutto ljAlgarve dagliattacchi dei pirati. Da una prima visio-ne dalljalto si srotolavano nelljinsena-tura una destra ed una sinistra potentie lunghe, per unjaltezza massima di unmetro. Ljingresso alla line up [ moltosemplice, e dopo pochi secondi siamogiY sul picco. Dopo qualche ora di surfper^ sal] ljalta marea, aumentando laquantitY djacqua dal fondale e renden-do pressocch[ insurfabile qualsiasionda. Il baricentro della line up si spo-st^ a pochi metri da riva, formando del-le risacche epiche: quel giorno vidi sur-

fisti esperti uscire con le tavole spezza-te di netto a metY. Surfammo Mareta eTonel per alcuni giorni, finch[ la swellsi allontan^ definitivamente versoljAfrica: ora in tutti gli spots regnava lapiatta. Io e Flavione decidemmo cos] ditentare ljultima carta possibile: Zavial.Questo beach break si trova a Sud diSagres, a pochi km da Lagos, e per arri-varci bisogna percorrere alcune stradesterrate. Legammo il long nuovo di Fla-vio e la mia tavola con delle corde sul-le carene dello scooter e ci dirigemmoverso il Sud. Dopo unjora di viaggio inmezzo a campi coltivati e irtiche colli-ne arrivammo davanti alla spiaggia, macon grande delusione il mare era piat-to. Amareggiati dalla nuova scopertanon ci demoralizzammo, e proseguim-mo sotto al sole bollente per altri 500metri lungo il costone di roccia. Distrat-ti dallo splendido paesaggio nonbadammo alla strada e fui costretto,dopo una piccola salita, ad inchiodareimprovvisamente. Il motorino scivol^per qualche metro sul terriccio e poi siferm^. Scendemmo e ci affacciammodal dirupo: il motorino si ferm^ a circa30 cm da un burrone di 250 metri cheseparava di netto la terra eljoceano…per fortuna evitammoljebrezza di un volo di centinaia dimetri: forse sarebbe stata la morte pi`spettacolare e stravagante che cisaremmo mai potuti attendere. Men-tre la piatta continuava a perseveraresu tutte le coste, serpeggi^ nel gruppoun certo nervosismo. Cos] Flavione ePox decisero di esplorare la costa ovestverso nord, fino al Guincho, uno spotmolto famoso poco fuori Lisbona. Io eZeppi nel frattempo ci impegnammo intornei di biliardo con i locals di Sagresnei vari pub del paese, aspettando chequalcosa cambiasse. Molto interessan-te fu anche la visita a Fortaleza, ad un

paio di Km da casa nostra. Questaimpressionante fortezza [ posizionatatra Mareta e Tonel, a pi` di 30 m dialtezza. Secondo i locals, in inverno, glispruzzi delle onde superavano di alme-no 5 metri il costone: una foto moltopopolare, infatti, ritrae unjondaimmensa che rompe davanti a Fortale-za, dipingendo in cielo, con la schiumadelljimpatto, la testa di Nettuno. Lastraordinaria somiglianza con il diopagano colp] ljimmaginario di moltipescatori e surfisti per anni. Infatti lapopolazione locale vive da sempre unastretta relazione con ljOceano, e anchei non addetti ai lavori, come la nostraanziana padrona di casa, raccontano aisurfisti di grandi mareggiate e pericolo-se tempeste in tempi passati, quando

SURFING/EUROPA

Sagres era solo un semplice villaggio dipescatori. Secondo i pi` longevi sonostati addirittura avvistati anche moltisquali, seppur non abbiamo mai attaca-to ljuomo. La particolare posizione geo-grafica di quel tratto di costa e le con-suete correnti atlantiche, che soventespazzano i fondali, hanno impedito airifiuti ed alljinquinamento di invaderequelljangolo di Oceano, favorendo laprolificazione di molte specie di pesce.Anche noi, durante i giorni di piatta,seguimmo le orme dei locali e ci dedi-cammo alla pesca, peraltro con ottimirisultati. Ma la tregua delljoceano eradestinata a finire: un forte vento da Sudspazzava le campagne circostanti aSagres, dandoci buone speranze perParaia do Amado. Dopo la solita mez-

zjora di viaggio arriviamo di fronte allabaia di Praia, lo spettacolo era di frontea noi: onde di un metro e mezzo con laserie da due, vento da terra e gente cheentrava ed usciva dai tubi. Cos] guardaiZeppi con soddisfazione, e lui mi rispo-se: gquesto [ il Mitoh. Mentre entrainelljacqua mi domandai se anche Flavioe Pox fossero riusciti a surfare questanuova perturba, ma la preoccupazioneper i miei due amici si dissolse tra glischizzi del primo tubo. Dopo 3/4 ore disurf uscimmo affamati, ma senza nullada mettere sotto i denti. Cos] mettem-mo in moto lo scooter e volammo finoa casa. Preparai al volo un piatto dipasta in tempo record e lo mangiammocon la mazzafionda, convinti che nelpomeriggio avremmo trovato condizio-

ni addirittura migliori. Tornati a Praiainfatti notammo che il vento mantene-va direzione off-shore ed il mare erapersino amuentato. Purtroppo per^ lospot era stato invaso da molti altri sur-fisti, senza contare le scuole di surf , chelo rendevano quasi impraticabile. Deci-demmo cos] di dare unjocchiata a Carra-pateira, uno spot subito dopo Praia,verso nord. La scelta si dimostr^ giusta:questo nuovo beach break offriva dellesinistre del livello di Praia, ma con diecipersone in acqua su una spiaggia di 2km. Tornammo a casa solo dopo il tra-monto. Il gallo del paese non avevaancora cantato quando sentii un boatodentro la mia camera. Confuso e asson-nato, dopo qualche secondo di esitazio-ne, aprii gli occhi e mi alzai a controlla-

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re. Ma quando accesi la luce riuscii avedere solo un casco in mezzo allacamera. Alljinizio non capii molto ilsignificato delljaccaduto, ma dopo unpoj realizzai: cos] mi affacciai alla fine-stra e vidi Flavio e Pox intenti a lancia-re ljaltro casco verso la finestra dellacamera. Riuscii, per fortuna del vetro, afermarli in tempo, e li feci salire. Para-lizzati dal freddo e con una tazza di t[caldo fra le mani ci iniziarono a roccon-tare del loro trip tra gli spots della capi-tale. Ottimisti dal buon esito della spe-dizione ci proposero di continuare avisitare gli altri spot al Sud, in direzio-ne di Faro. In effetti non ci rimanevanomolti giorni, e cos] accettammo ljinvito.Cos], verso le dieci di mattina, lasciam-mo Sagres per arrivare, dopo circa 2 oredi taxi, a Faro. Girammo per il centroper tutto il pomeriggio, cercando ditrovare una qualsiasi bettola che aves-se 4 letti. Verso sera per^ trovammo unostello che aveva solo 2 posti: ljunicasoluzione per non dormire sotto le stel-le era di entrare in 4 in 2 letti. Guar-

dammo muti per qualche istante ilpoverjuomo della reception �un simpa-tico vecchietto barbuto e con la manodi legno e, dopo una breve consulta-zione di sguardi gli dissi: ges possiblequatros in una doppias?h. Per la primavolta, nelljarco di tutta la vancanza, fuisicuro di essermi fatto capire da un por-toghese: il sorriso, stampato sul visodelljuomo, si tramut^ in una smorfianon troppo rassicuranteh. No, no espossible! Tutta la simpatia che avevonutrito per quelljuomo svan] improvvi-samente. Ljunica soluzione, per nondormire per strada, era di prendere lastanza in due e far entrare di nascostogli altri due. Cos], dopo un quarto djoraper mettere appunto il piano, ci pre-sentammo in due ed ingannammoljignaro segretario. Mentre pagavamo,Flavio e Zeppi si abbassarono sotto ilbancone della reception e sgusciaronoa carponi nelljombra. Una volta instanza, riponemmo tavole e valige eaccendemmo il mal funzionante venti-latore. Ma proprio dopo aver supera-

to la parte pi` complicata del piano,qualcosa and^ storto…gMister Possen-ti?!h. Una voce gracchiante si insinu^attraverso gli innumerevoli spifferidella porta, rompendo la quiete dellacamera: gYou paied for two but youare in four!h Pox, sorpreso e preoccu-pato, usc] fuori e, dopo qualche istan-te, ritorn^ dentro imbarazzato: guar-dando Flavio, che sarebbe dovuto par-tire ljindomani alle sei di mattina, glidisse: gFlavio, beh…lo sai che le pan-chine delljaeroporto non sono poi tan-to scomode!h. Detto fatto, con gli ulti-mi soldi che gli erano rimasti, il nostroamico prese un taxi per ljaeroporto.Per fortuna riuscimmo almeno a con-trattare la permanenza di Zeppi,pagando dieci euro in pi`. Ljultimogiorno era ormai arrivato e i soldi era-no tutti finiti. Dopo un piccolo sog-giorno a Faro, prendemmo unjautobusper Lisbona e, dopo una notte di brin-disi e festeggiamenti al bar delljaero-porto, salimmo verso le sette di matti-na sul tanto atteso aereo per Roma.

IInnffoolliinnee:: 0066 99994411443300 -- 334499 44449966112222 -- ee mmaaiill:: iissbbee--nnaass@@ttiissccaallii..iitt

MEDITERRANEAN SURF CAMP & SCHOOLMar Mediterraneo -Oristano, Sardinia Island

www.revolt.it/isbenasBALI SURF CAMP

Oceano Indiano - Kuta beach, Bali Islandwww.pondoksarah.com

SCUOLA SURFteam rider: Vincenzo Ingletto - Ph: C. Sarnacchioli

I S B E N A S S U R F C L U B - E S T A B L I S H E D 1 9 9 7 - S A R D I N I A I S L A N D

IL PRIMO ED UNICOSURF CAMP mediterraneo

SURF STAGESETTIMANALIFULL IMMERSION

®

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SURFING/EUROPA

re. Ma quando accesi la luce riuscii avedere solo un casco in mezzo allacamera. Alljinizio non capii molto ilsignificato delljaccaduto, ma dopo unpoj realizzai: cos] mi affacciai alla fine-stra e vidi Flavio e Pox intenti a lancia-re ljaltro casco verso la finestra dellacamera. Riuscii, per fortuna del vetro, afermarli in tempo, e li feci salire. Para-lizzati dal freddo e con una tazza di t[caldo fra le mani ci iniziarono a roccon-tare del loro trip tra gli spots della capi-tale. Ottimisti dal buon esito della spe-dizione ci proposero di continuare avisitare gli altri spot al Sud, in direzio-ne di Faro. In effetti non ci rimanevanomolti giorni, e cos] accettammo ljinvito.Cos], verso le dieci di mattina, lasciam-mo Sagres per arrivare, dopo circa 2 oredi taxi, a Faro. Girammo per il centroper tutto il pomeriggio, cercando ditrovare una qualsiasi bettola che aves-se 4 letti. Verso sera per^ trovammo unostello che aveva solo 2 posti: ljunicasoluzione per non dormire sotto le stel-le era di entrare in 4 in 2 letti. Guar-

dammo muti per qualche istante ilpoverjuomo della reception �un simpa-tico vecchietto barbuto e con la manodi legno e, dopo una breve consulta-zione di sguardi gli dissi: ges possiblequatros in una doppias?h. Per la primavolta, nelljarco di tutta la vancanza, fuisicuro di essermi fatto capire da un por-toghese: il sorriso, stampato sul visodelljuomo, si tramut^ in una smorfianon troppo rassicuranteh. No, no espossible! Tutta la simpatia che avevonutrito per quelljuomo svan] improvvi-samente. Ljunica soluzione, per nondormire per strada, era di prendere lastanza in due e far entrare di nascostogli altri due. Cos], dopo un quarto djoraper mettere appunto il piano, ci pre-sentammo in due ed ingannammoljignaro segretario. Mentre pagavamo,Flavio e Zeppi si abbassarono sotto ilbancone della reception e sgusciaronoa carponi nelljombra. Una volta instanza, riponemmo tavole e valige eaccendemmo il mal funzionante venti-latore. Ma proprio dopo aver supera-

to la parte pi` complicata del piano,qualcosa and^ storto…gMister Possen-ti?!h. Una voce gracchiante si insinu^attraverso gli innumerevoli spifferidella porta, rompendo la quiete dellacamera: gYou paied for two but youare in four!h Pox, sorpreso e preoccu-pato, usc] fuori e, dopo qualche istan-te, ritorn^ dentro imbarazzato: guar-dando Flavio, che sarebbe dovuto par-tire ljindomani alle sei di mattina, glidisse: gFlavio, beh…lo sai che le pan-chine delljaeroporto non sono poi tan-to scomode!h. Detto fatto, con gli ulti-mi soldi che gli erano rimasti, il nostroamico prese un taxi per ljaeroporto.Per fortuna riuscimmo almeno a con-trattare la permanenza di Zeppi,pagando dieci euro in pi`. Ljultimogiorno era ormai arrivato e i soldi era-no tutti finiti. Dopo un piccolo sog-giorno a Faro, prendemmo unjautobusper Lisbona e, dopo una notte di brin-disi e festeggiamenti al bar delljaero-porto, salimmo verso le sette di matti-na sul tanto atteso aereo per Roma.

IInnffoolliinnee:: 0066 99994411443300 -- 334499 44449966112222 -- ee mmaaiill:: iissbbee--nnaass@@ttiissccaallii..iitt

MEDITERRANEAN SURF CAMP & SCHOOLMar Mediterraneo -Oristano, Sardinia Island

www.revolt.it/isbenasBALI SURF CAMP

Oceano Indiano - Kuta beach, Bali Islandwww.pondoksarah.com

SCUOLA SURF

team rider: Vincenzo Ingletto - Ph: C. Sarnacchioli

I S B E N A S S U R F C L U B - E S T A B L I S H E D 1 9 9 7 - S A R D I N I A I S L A N D

IL PRIMO ED UNICOSURF CAMP mediterraneo

SURF STAGESETTIMANALIFULL IMMERSION

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Page 14: Revolt Magazine 2 - 2004

Revolt > 16/17

SONIA BOBBIOLongboarder di anni 26, cresciuta surfisticamente nel blasonato spot ligure di Levanto.Partecipa al Campionato Italiano Longboard con il Team Is Benas dal 2001.

INTERVISTA A CURA DI)(A.S.PHOTOS)(CARLO SARNACCHIOLI

SURFISTI/INTERVISTALongboard/girl gENTRATE SEMPRE IN AACCQQUUAA

CON UN SSOORRRR IISSOO: LE PRIME ONDESARANNO LE VOSTRE!h

Page 15: Revolt Magazine 2 - 2004

Revolt > 16/17

SONIA BOBBIOLongboarder di anni 26, cresciuta surfisticamente nel blasonato spot ligure di Levanto.Partecipa al Campionato Italiano Longboard con il Team Is Benas dal 2001.

INTERVISTA A CURA DI)(A.S.PHOTOS)(CARLO SARNACCHIOLI

SURFISTI/INTERVISTALongboard/girl gENTRATE SEMPRE IN AACCQQUUAA

CON UN SSOORRRR IISSOO: LE PRIME ONDESARANNO LE VOSTRE!h

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Revolt > 18/19

SSoo nn ii aa ,, qq uu aa nn tt ii aa nn nn iihh aa ii ?? Uhmm...bella laprima doman-

da!Scherzo!Ho 26 anni. DDaaqquuaannttoo tteemmppoo pprraattii cchhii ii ll ssuurrff??Ho iniziato a surfare con il long-board 3 anni fa. IInn qquuaallee ssppoott iittaa--lliiaannoo hhaaii iinniizziiaattoo aa ssuurrffaarree?? La

prima volta che sono entrata inmare [ stato a Levanto. Cjeraunjenorme mareggiata, �o forsecos] sembrava a me! comunqueho bevuto tanta acqua! HHaaii iinnii--zziiaattoo ssuubbiittoo ccoonn ii ll lloonnggbbooaarrdd??No, ho iniziato con una 6j6h del-la Hot Buttered. SSeeii uunnaa ddeell llee

ppoocchhee ddoonnnnee cchhee iinn IIttaallii aa ppaarr--tteecc iippaannoo aa ll CCaammppiioonnaattoo ddiiLLoonnggbbooaarrdd.. CCoommee mmaaii qquueessttaasscceellttaa ccoommppeettiitt iivvaa?? A dire ilvero la mia prima gara [ statauna pura coincidenza. Mi trova-vo in Sardegna per il periodo delSardinia longboard open 2001,

cos] ho provato. Mi sono diverti-ta tantissimo e, soprattutto, mi [piaciuta molto ljatmosfera che si[ creata intorno e cos] ho conti-nuato. GGaarree iinn II ttaall iiaa.. EEssppeerriieenn--zzaa nneeggaattiivvaa oo ppoossii ttiivvaa?? Abba-stanza positiva. UUnn ccoonnss iigg lliioo aacchhii vvuuoollee iinniizziiaarree uunnaa ccaarrrriieerraa

aaggoonn ii sstt ii ccaa nnee ll ssuurrff iinngg?? Nonsono la pi` esperta in meri-to...posso solo dire divertitevi! EEuunn ccoonnss iigg lliioo aa ttuutt ttee ll ee rraaggaazzzzeecchhee ss ii vvoogg lliioonnoo aavvvvii cciinnaarree aallssuurr ff iinngg?? Entrate sempre inacqua con un sorriso: le primeonde saranno le vostre! CCoossaappeennss ii rr iigguuaarrddoo aall llaa ttuuaa aarreeaassuurrff iissttii ccaa,, mmooll ttoo ccoonnoosscc iiuuttaa eeaapppprreezzzzaattaa iinn II ttaalliiaa,, ppeerr vv iiaa ddeell --llaa ggccoonnss ii sstteennzzaahh ddeell ll ee ssuueeoonnddee?? Levanto [ un gran spotche pu^ regalare momentistraordinari e momenti che vor-resti subito dimenticare, propriocome tutti gli altri spot! VVoorrrreessttiiccaammbbiiaarree qquuaa ll ccoossaa nnee ll llaaggeennttee cchhee lloo ffrreeqquueenn--ttaa?? Assolutamenteno! Siamo tuttiuniti...al mini-mo movimen-to del mareinizia unaserie di tele-fonate e tut-ti in acqua!CCoossaa tt rroovviiaa nn tt ii pp aa tt ii cc ooddeell ccoommppoorr--ttaammeennttoo ddeellss uu rr ff ii ss tt aaggmmeeddiioohh ii ttaallii aa--nnoo?? La maggiorparte dellevolte che mitrovo in acquasento i ragazzilamentarsi delleonde! Questa [ unacosa che mi da moltofastidio. Queste sonole nostre onde, nonsiamo sull jOceano!CCoossaa iinnvveeccee

aapppprreezzzzii?? Ljaltra parte dei surfi-sti. Quelli che, come me, si ritro-va in mare per godere anchesolo di un mezzo metro a feb-braio mentre la gente passeggiacon cappotto, sciarpa e pensagMa guarda quei matti co istofreddo!!!h. QQuueessttaa eessttaattee aallccuu--nnii ssppoottss iinn iittaa lliiaa,, ssoonnoo ssttaattiicchh iiuuss ii aall ssuurrff ddaallll ee CCaappiittaanneerriieeppeerr aassssuurrddii mmoottiivvii ddii ggss iiccuurreezz--zzaahh .. TTII vviieennee ppii`̀ vvooggll iiaa ddii ccaamm--bbiiaarree ii ll PPaaeessee oo pp ii`̀ sseemmpplliiccee--mmeennttee ccaammbbiiaarree ssppoott ee bbaassttaa??Anche da noi questjestate cisono stati dei problemi in meri-to ma, da buoni pirati liguri,

abbiamo surfato lo stessomentre il bagnino

fischiava come inun derby calci-stico! In qual-che modo,abbiamo aggi-rato il proble-ma. CCoonn qquuaalleettaavvoollaa ssttaaii ssuurr--ffaannddoo aatt ttuuaa ll --mmeennttee?? Stousando una

RRD 9j6h classicache mi ha gen-

ti lmenteforni-to il

SURFISTI/INTERVISTA

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SSoo nn ii aa ,, qq uu aa nn tt ii aa nn nn iihh aa ii ?? Uhmm...bella laprima doman-

da!Scherzo!Ho 26 anni. DDaaqquuaannttoo tteemmppoo pprraattii cchhii ii ll ssuurrff??Ho iniziato a surfare con il long-board 3 anni fa. IInn qquuaallee ssppoott iittaa--lliiaannoo hhaaii iinniizziiaattoo aa ssuurrffaarree?? La

prima volta che sono entrata inmare [ stato a Levanto. Cjeraunjenorme mareggiata, �o forsecos] sembrava a me! comunqueho bevuto tanta acqua! HHaaii iinnii--zziiaattoo ssuubbiittoo ccoonn ii ll lloonnggbbooaarrdd??No, ho iniziato con una 6j6h del-la Hot Buttered. SSeeii uunnaa ddeell llee

ppoocchhee ddoonnnnee cchhee iinn IIttaallii aa ppaarr--tteecc iippaannoo aa ll CCaammppiioonnaattoo ddiiLLoonnggbbooaarrdd.. CCoommee mmaaii qquueessttaasscceellttaa ccoommppeettiitt iivvaa?? A dire ilvero la mia prima gara [ statauna pura coincidenza. Mi trova-vo in Sardegna per il periodo delSardinia longboard open 2001,

cos] ho provato. Mi sono diverti-ta tantissimo e, soprattutto, mi [piaciuta molto ljatmosfera che si[ creata intorno e cos] ho conti-nuato. GGaarree iinn II ttaall iiaa.. EEssppeerriieenn--zzaa nneeggaattiivvaa oo ppoossii ttiivvaa?? Abba-stanza positiva. UUnn ccoonnss iigg lliioo aacchhii vvuuoollee iinniizziiaarree uunnaa ccaarrrriieerraa

aaggoonn ii sstt ii ccaa nnee ll ssuurrff iinngg?? Nonsono la pi` esperta in meri-to...posso solo dire divertitevi! EEuunn ccoonnss iigg lliioo aa ttuutt ttee ll ee rraaggaazzzzeecchhee ss ii vvoogg lliioonnoo aavvvvii cciinnaarree aallssuurr ff iinngg?? Entrate sempre inacqua con un sorriso: le primeonde saranno le vostre! CCoossaappeennss ii rr iigguuaarrddoo aall llaa ttuuaa aarreeaassuurrff iissttii ccaa,, mmooll ttoo ccoonnoosscc iiuuttaa eeaapppprreezzzzaattaa iinn II ttaalliiaa,, ppeerr vv iiaa ddeell --llaa ggccoonnss ii sstteennzzaahh ddeell ll ee ssuueeoonnddee?? Levanto [ un gran spotche pu^ regalare momentistraordinari e momenti che vor-resti subito dimenticare, propriocome tutti gli altri spot! VVoorrrreessttiiccaammbbiiaarree qquuaa ll ccoossaa nnee ll llaaggeennttee cchhee lloo ffrreeqquueenn--ttaa?? Assolutamenteno! Siamo tuttiuniti...al mini-mo movimen-to del mareinizia unaserie di tele-fonate e tut-ti in acqua!CCoossaa tt rroovviiaa nn tt ii pp aa tt ii cc ooddeell ccoommppoorr--ttaammeennttoo ddeellss uu rr ff ii ss tt aaggmmeeddiioohh ii ttaallii aa--nnoo?? La maggiorparte dellevolte che mitrovo in acquasento i ragazzilamentarsi delleonde! Questa [ unacosa che mi da moltofastidio. Queste sonole nostre onde, nonsiamo sull jOceano!CCoossaa iinnvveeccee

aapppprreezzzzii?? Ljaltra parte dei surfi-sti. Quelli che, come me, si ritro-va in mare per godere anchesolo di un mezzo metro a feb-braio mentre la gente passeggiacon cappotto, sciarpa e pensagMa guarda quei matti co istofreddo!!!h. QQuueessttaa eessttaattee aallccuu--nnii ssppoottss iinn iittaa lliiaa,, ssoonnoo ssttaattiicchh iiuuss ii aall ssuurrff ddaallll ee CCaappiittaanneerriieeppeerr aassssuurrddii mmoottiivvii ddii ggss iiccuurreezz--zzaahh .. TTII vviieennee ppii`̀ vvooggll iiaa ddii ccaamm--bbiiaarree ii ll PPaaeessee oo pp ii`̀ sseemmpplliiccee--mmeennttee ccaammbbiiaarree ssppoott ee bbaassttaa??Anche da noi questjestate cisono stati dei problemi in meri-to ma, da buoni pirati liguri,

abbiamo surfato lo stessomentre il bagnino

fischiava come inun derby calci-stico! In qual-che modo,abbiamo aggi-rato il proble-ma. CCoonn qquuaalleettaavvoollaa ssttaaii ssuurr--ffaannddoo aatt ttuuaa ll --mmeennttee?? Stousando una

RRD 9j6h classicache mi ha gen-

ti lmenteforni-to il

SURFISTI/INTERVISTA

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SURFISTI/INTERVISTA

negozio KAU KAU di Sarzana. II llssuurrff ttrriipp cchhee vvoorrrreessttii ffaarree aa ll ppii`̀pprreessttoo?? Vorrei andare semplice-mente in unj isola deserta cononde di un metro e mezzoglassy, sinistre, tubanti e pesceper cena, accompagnato magarida un buon vino! IIll ssuurrff iissttaa iittaa--ll iiaannoo cchhee ppii`̀ aammmmii rrii?? Per pri-

mo il mio fidanzato Michele chemi ha fatto conoscere il surf eAndrea Bracco, un ragazzo diLevanto che mi ha fatto conver-tire al longboard! LLoo ssppoott,, oo gglliissppoott ii ttaa ll ii aann ii cchhee pprreeffee rr ii sscc ii??Levanto, Mini Capo e SjArchittunaturalmente! AAbbiittii vv iicciinnoo aallmmaarree.. UUttii ll iizzzzii lloo sstteessssoo iinntteerr --

nneett ppeerr llaa pprreevvii ss iioonnee ddii oonnddee,,oo ppii`̀ sseemmppllii cceemmeennttee tt ii aaffff iidd iiaallllaa ttuuaa eessppeerriieennzzaa ddaa gglluuppoo ddiimmaarreehh?? Internet ultimamente [diventata molto attendibileanche se, come lupo di mare,non me la cavo male...cj[ un mioamico pescatore che mi ha inse-gnato un paio di trucchetti. VVuuooii

SONIA

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Revolt > 20/21

SURFISTI/INTERVISTA

negozio KAU KAU di Sarzana. II llssuurrff ttrriipp cchhee vvoorrrreessttii ffaarree aa ll ppii`̀pprreessttoo?? Vorrei andare semplice-mente in unj isola deserta cononde di un metro e mezzoglassy, sinistre, tubanti e pesceper cena, accompagnato magarida un buon vino! IIll ssuurrff iissttaa iittaa--ll iiaannoo cchhee ppii`̀ aammmmii rrii?? Per pri-

mo il mio fidanzato Michele chemi ha fatto conoscere il surf eAndrea Bracco, un ragazzo diLevanto che mi ha fatto conver-tire al longboard! LLoo ssppoott,, oo gglliissppoott ii ttaa ll ii aann ii cchhee pprreeffee rr ii sscc ii??Levanto, Mini Capo e SjArchittunaturalmente! AAbbiittii vv iicciinnoo aallmmaarree.. UUttii ll iizzzzii lloo sstteessssoo iinntteerr --

nneett ppeerr llaa pprreevvii ss iioonnee ddii oonnddee,,oo ppii`̀ sseemmppllii cceemmeennttee tt ii aaffff iidd iiaallllaa ttuuaa eessppeerriieennzzaa ddaa gglluuppoo ddiimmaarreehh?? Internet ultimamente [diventata molto attendibileanche se, come lupo di mare,non me la cavo male...cj[ un mioamico pescatore che mi ha inse-gnato un paio di trucchetti. VVuuooii

SONIA

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MATTEO “TEX” TELARAAAuuttoorree ddeell lliibbrroo ggTTootteemmhh eeddiittoo ddaa EEddiizziioonnii CCllaannddeessttiinnee..gSono nato a Viareggio nel 1975 ma vivo da sempre a Marina di Carrara, davanti al mare. Il mio pri-mo libro si intitolava gCome una supposta al puntoh �Edizioni Clandestine e giY cjerano alcune par-ti dedicate al surf, poi [ arrivato gTotemh. Ho avuto la fortuna di appartenere alla generazioneappena successiva a quella dei gpionierih ed [ motivo djorgoglio per me sentirmi almeno un poj par-te della vecchia guardia. Il primo viaggio a Biarritz ljho fatto mezzo in treno e mezzo in autostopunjinfinitY di anni addietro. Poi sono arrivate la Spagna, il Portogallo, le Canarie. La Costarica,ljIndonesia, il Messico, Cabo Verde… Anzi, visto che questa [ la mia prima volta su una rivista disurf e ho un poj di persone da ringraziare colgo subito ljoccasione per salutare Marchetto �Urtise Iacopino �Conti, tutti gli altri non si offendano, ma ljelenco sarebbe veramente troppo lungo.h

HHaaii ssccrriittttoo uunnoo ddeeii pprriimmiirroommaannzzii iinn iittaalliiaannoo,, cchheettrraattttaannoo ssttoorriiee ddii ssuurrffii--

ssttii.. IInn cchhee mmooddoo hhaa pprreessoo vviittaaqquueessttaa ttuuaa iinnnnoovvaattiivvaa ��ppeerrlljjIIttaalliiaa iiddeeaa ddii rroommaannzzoo??Stavo lavorando a unjaltra storiaper il mio editore ma non riuscivoad andare avanti. Poi, improvvi-samente, a inizio estate [ venutofuori Totem. Non so davverocome sia potuto accadere, forse la

carenza di onde…..HHaaii iinnccoonnttrraattoo ddiiffffiiccoollttYY,, nneell ffaarrccoommpprreennddeerree iill ttuuoo lliibbrroo ppeerr ffaarr--lloo ppooii ppuubbbblliiccaarree aadd eesseemmppiioo??No, direi nessuna. La storia [ pia-ciuta subito a tutti, anche se nontutti, ovviamente, ljhanno com-presa e apprezzata nella stessamaniera.CChhii oo ccoossaa ttii hhaa iissppiirraattoo mmaaggggiioorr--mmeennttee ppeerr llaa ssttoorriiaa ddii TTootteemm??Tutto quello che ho avuto dentro

fin da bambino, e che si [ nutritonel tempo coi libri di Salgari, le sto-rie dei pirati, il buon vecchio esano rock in roll e soprattutto ilmare, il surf e viaggi con personeeccezionali in posti meravigliosi. Cisarebbe da scriverne a decine, dilibri. Quando poi la realtY simescola alla fantasia… hai in men-te cosa pu^ saltare fuori?QQuuaalljj [[ iill ttuuoo rraappppoorrttoo ccoonn iillssuurrff??

NTERVISTA A CURA DI)(A. STAFFAPHOTOS)( ED. CLANDESTINE

SURFISTI/INTERVISTAScrittore/TOTEM gMI PIACEREBBE CHE LA GGEENNTTEE

CHE FA SSUURRFF POSSA ESSERE UN EESSEEMMPPIIOOPER TUTTI QUANTI ANCHE NELLA VVIITTAA REALE.h

Bella domanda. Credo sia una spe-cie di dono, che ti permette divivere la vita con una pienezzamaggiore di quanto possa farequalsiasi altra persona. k armoniae contrasto. Equilibrio. Per anniljho amato, poi ljho amato e odia-to, adesso [ semplicemente il miomomento di contatto pi` profon-do con me stesso, con gli altri, econ le cose attorno. Mio nonno midiceva sempre che il mare ti frega,perchZ tutto dY e tutto pretende,nessuna via di mezzo: io, come ilprotagonista del libro, appartengoa quella schiera di persone che hapreferito lasciarsi fregare.HHaaii qquuaallccoossaa ddaa ddiirree rriigguuaarrddoo iillmmoovviimmeennttoo ddeell ssuurrff iinn ggeenneerraalleeiinn IIttaalliiaa??Il surf in Italia non si capisce anco-ra bene se [ esploso o no e se lo hafatto come fenomeno culturale ocome semplice moda. Ogni prima-vera scopri che sono tutti surfisti,a gennaio sulla line-up ci sonosempre i soliti volti della vecchiaguardia, pi`, di tanto in tanto,nuove giovani presenze. Da buonegoista penso gmeglio cos]h, poiper^ mi accorgo che vedere faccenuove, nuove generazioni puntedalla gtarantah che sfidano il fred-do per ricavare ljonda della giorna-ta fa sempre piacere. Troppo spes-

so, purtroppo, queste nuove levevivono il surf unicamente comecompetizione con altre persone alfine di riportare la vittoria sui pro-pri avversari. Il surf, tra le altrecose, [ competizione sana con sZ,con gli altri e con le cose attorno,ma non deve avere come finalitY lavittoria su qualcosa. Altrimentisarebbe semplicemente uno sportno?IIll ttuuoo lliibbrroo aaffffrroonnttaa tteemmii ee ssiittuuaa--zziioonnii cchhee ttuuttttii nnooii ssuurrffiissttii,, aallmmee--nnoo uunnaa vvoollttaa nneellllaa vviittaa,, aabbbbiiaammoossooggnnaattoo oo qquuaannttoommeennoo aassssaappoo--rraattoo ssee nnoonn aaddddiirriittttuurraa vviissssuuttoo..PPeennssii cchhee qquueessttoo mmeessssaaggggiioo ppooss--ssaa eesssseerree ccoommpprreessoo aanncchhee ddaa cchhiinnoonn hhaa mmaaii pprroovvaattoo iill ssuurrff??Si, ne sono convinto, anche se nonfino in fondo, ovviamente. Le cosevanno provate. Ma molti non-sur-fisti mi hanno fatto capire di avercolto la poesia racchiusa nella sto-ria. La molla che ti rende semprepronto a mollare tutto per andarevia, da qualche parte, in cerca delposto giusto.EEjj iill ttuuoo pprriimmoo lliibbrroo ssuull ggeenneerree??S]. Anche se spero non ultimo. Mipiacerebbe che la gente che fa surfpossa essere un esempio per tuttiquanti anche nella vita reale. Esse-re qualcosa di nuovo, qualcosa didiverso, fino in fondo. Una perso-

na migliore. Troppa gente chiudela sua esperienza con ljonda nelsolo tempo in cui sta in acqua.Ascoltano Bob Marley o Ben Har-per e non si preoccupano di mette-re in pratica, nella vita di tutti igiorni, quello che hanno ascoltato.LealtY, fedeltY, rispetto. Avere uncodice djonore e in base a quellopensare, vivere e comportarsi. Cj[giY troppa ipocrisia e falsitY, emeschinitY in giro per le strade. Ilsenso del libro [ appunto questo:dilatare la propria stanza verdeintorno a noi. Farne la cifra fon-dante del nostro vivere quotidia-no. Allargare i confini, spezzare lebarriere.HHaaii iinntteennzziioonnee ddii pprroosseegguuiirree ��nneessaarreemmmmoo ffeelliiccii,, nnddrr llaa ttuuaa ccaarr--rriieerraa ddii ssccrriittttoorree ssuu qquueessttoo ffiilloo--nnee eeddiittoorriiaallee??Sarebbe fantastico ma non [ faci-le. Quando si scrive di surf si hasempre la paura di profanare unsilenzio carico di significati conparole che non ne hanno maiabbastanza.IIll ssuurrffiissttaa,, ffiinn ddaaggllii aannnnii sseessssaann--ttaa,, ssoopprraattttuuttttoo nneellllee ssuuaa zzoonnaa ddiimmaassssiimmaa eessppaannssiioonnee qquuaallii llaaCCaalliiffoorrnniiaa oo aanncchhee lljjAAuussttrraalliiaa,, [[sseemmpprree ssttaattoo aassssoocciiaattoo aallllaa lliibbeerr--ttYY ddii eesspprreessssiioonnee,, aallllaa vvoogglliiaa ddiieesssseerree ddiivveerrssii ddaallllaa mmaassssaa ee aall

Il Libro “TOTEM” di Matteo Telaralo potete acquistare anche on linesu www:revolt.it

Matteo a Punta Preta

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MATTEO “TEX” TELARAAAuuttoorree ddeell lliibbrroo ggTTootteemmhh eeddiittoo ddaa EEddiizziioonnii CCllaannddeessttiinnee..gSono nato a Viareggio nel 1975 ma vivo da sempre a Marina di Carrara, davanti al mare. Il mio pri-mo libro si intitolava gCome una supposta al puntoh �Edizioni Clandestine e giY cjerano alcune par-ti dedicate al surf, poi [ arrivato gTotemh. Ho avuto la fortuna di appartenere alla generazioneappena successiva a quella dei gpionierih ed [ motivo djorgoglio per me sentirmi almeno un poj par-te della vecchia guardia. Il primo viaggio a Biarritz ljho fatto mezzo in treno e mezzo in autostopunjinfinitY di anni addietro. Poi sono arrivate la Spagna, il Portogallo, le Canarie. La Costarica,ljIndonesia, il Messico, Cabo Verde… Anzi, visto che questa [ la mia prima volta su una rivista disurf e ho un poj di persone da ringraziare colgo subito ljoccasione per salutare Marchetto �Urtise Iacopino �Conti, tutti gli altri non si offendano, ma ljelenco sarebbe veramente troppo lungo.h

HHaaii ssccrriittttoo uunnoo ddeeii pprriimmiirroommaannzzii iinn iittaalliiaannoo,, cchheettrraattttaannoo ssttoorriiee ddii ssuurrffii--

ssttii.. IInn cchhee mmooddoo hhaa pprreessoo vviittaaqquueessttaa ttuuaa iinnnnoovvaattiivvaa ��ppeerrlljjIIttaalliiaa iiddeeaa ddii rroommaannzzoo??Stavo lavorando a unjaltra storiaper il mio editore ma non riuscivoad andare avanti. Poi, improvvi-samente, a inizio estate [ venutofuori Totem. Non so davverocome sia potuto accadere, forse la

carenza di onde…..HHaaii iinnccoonnttrraattoo ddiiffffiiccoollttYY,, nneell ffaarrccoommpprreennddeerree iill ttuuoo lliibbrroo ppeerr ffaarr--lloo ppooii ppuubbbblliiccaarree aadd eesseemmppiioo??No, direi nessuna. La storia [ pia-ciuta subito a tutti, anche se nontutti, ovviamente, ljhanno com-presa e apprezzata nella stessamaniera.CChhii oo ccoossaa ttii hhaa iissppiirraattoo mmaaggggiioorr--mmeennttee ppeerr llaa ssttoorriiaa ddii TTootteemm??Tutto quello che ho avuto dentro

fin da bambino, e che si [ nutritonel tempo coi libri di Salgari, le sto-rie dei pirati, il buon vecchio esano rock in roll e soprattutto ilmare, il surf e viaggi con personeeccezionali in posti meravigliosi. Cisarebbe da scriverne a decine, dilibri. Quando poi la realtY simescola alla fantasia… hai in men-te cosa pu^ saltare fuori?QQuuaalljj [[ iill ttuuoo rraappppoorrttoo ccoonn iillssuurrff??

NTERVISTA A CURA DI)(A. STAFFAPHOTOS)( ED. CLANDESTINE

SURFISTI/INTERVISTAScrittore/TOTEM gMI PIACEREBBE CHE LA GGEENNTTEE

CHE FA SSUURRFF POSSA ESSERE UN EESSEEMMPPIIOOPER TUTTI QUANTI ANCHE NELLA VVIITTAA REALE.h

Bella domanda. Credo sia una spe-cie di dono, che ti permette divivere la vita con una pienezzamaggiore di quanto possa farequalsiasi altra persona. k armoniae contrasto. Equilibrio. Per anniljho amato, poi ljho amato e odia-to, adesso [ semplicemente il miomomento di contatto pi` profon-do con me stesso, con gli altri, econ le cose attorno. Mio nonno midiceva sempre che il mare ti frega,perchZ tutto dY e tutto pretende,nessuna via di mezzo: io, come ilprotagonista del libro, appartengoa quella schiera di persone che hapreferito lasciarsi fregare.HHaaii qquuaallccoossaa ddaa ddiirree rriigguuaarrddoo iillmmoovviimmeennttoo ddeell ssuurrff iinn ggeenneerraalleeiinn IIttaalliiaa??Il surf in Italia non si capisce anco-ra bene se [ esploso o no e se lo hafatto come fenomeno culturale ocome semplice moda. Ogni prima-vera scopri che sono tutti surfisti,a gennaio sulla line-up ci sonosempre i soliti volti della vecchiaguardia, pi`, di tanto in tanto,nuove giovani presenze. Da buonegoista penso gmeglio cos]h, poiper^ mi accorgo che vedere faccenuove, nuove generazioni puntedalla gtarantah che sfidano il fred-do per ricavare ljonda della giorna-ta fa sempre piacere. Troppo spes-

so, purtroppo, queste nuove levevivono il surf unicamente comecompetizione con altre persone alfine di riportare la vittoria sui pro-pri avversari. Il surf, tra le altrecose, [ competizione sana con sZ,con gli altri e con le cose attorno,ma non deve avere come finalitY lavittoria su qualcosa. Altrimentisarebbe semplicemente uno sportno?IIll ttuuoo lliibbrroo aaffffrroonnttaa tteemmii ee ssiittuuaa--zziioonnii cchhee ttuuttttii nnooii ssuurrffiissttii,, aallmmee--nnoo uunnaa vvoollttaa nneellllaa vviittaa,, aabbbbiiaammoossooggnnaattoo oo qquuaannttoommeennoo aassssaappoo--rraattoo ssee nnoonn aaddddiirriittttuurraa vviissssuuttoo..PPeennssii cchhee qquueessttoo mmeessssaaggggiioo ppooss--ssaa eesssseerree ccoommpprreessoo aanncchhee ddaa cchhiinnoonn hhaa mmaaii pprroovvaattoo iill ssuurrff??Si, ne sono convinto, anche se nonfino in fondo, ovviamente. Le cosevanno provate. Ma molti non-sur-fisti mi hanno fatto capire di avercolto la poesia racchiusa nella sto-ria. La molla che ti rende semprepronto a mollare tutto per andarevia, da qualche parte, in cerca delposto giusto.EEjj iill ttuuoo pprriimmoo lliibbrroo ssuull ggeenneerree??S]. Anche se spero non ultimo. Mipiacerebbe che la gente che fa surfpossa essere un esempio per tuttiquanti anche nella vita reale. Esse-re qualcosa di nuovo, qualcosa didiverso, fino in fondo. Una perso-

na migliore. Troppa gente chiudela sua esperienza con ljonda nelsolo tempo in cui sta in acqua.Ascoltano Bob Marley o Ben Har-per e non si preoccupano di mette-re in pratica, nella vita di tutti igiorni, quello che hanno ascoltato.LealtY, fedeltY, rispetto. Avere uncodice djonore e in base a quellopensare, vivere e comportarsi. Cj[giY troppa ipocrisia e falsitY, emeschinitY in giro per le strade. Ilsenso del libro [ appunto questo:dilatare la propria stanza verdeintorno a noi. Farne la cifra fon-dante del nostro vivere quotidia-no. Allargare i confini, spezzare lebarriere.HHaaii iinntteennzziioonnee ddii pprroosseegguuiirree ��nneessaarreemmmmoo ffeelliiccii,, nnddrr llaa ttuuaa ccaarr--rriieerraa ddii ssccrriittttoorree ssuu qquueessttoo ffiilloo--nnee eeddiittoorriiaallee??Sarebbe fantastico ma non [ faci-le. Quando si scrive di surf si hasempre la paura di profanare unsilenzio carico di significati conparole che non ne hanno maiabbastanza.IIll ssuurrffiissttaa,, ffiinn ddaaggllii aannnnii sseessssaann--ttaa,, ssoopprraattttuuttttoo nneellllee ssuuaa zzoonnaa ddiimmaassssiimmaa eessppaannssiioonnee qquuaallii llaaCCaalliiffoorrnniiaa oo aanncchhee lljjAAuussttrraalliiaa,, [[sseemmpprree ssttaattoo aassssoocciiaattoo aallllaa lliibbeerr--ttYY ddii eesspprreessssiioonnee,, aallllaa vvoogglliiaa ddiieesssseerree ddiivveerrssii ddaallllaa mmaassssaa ee aall

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Matteo a Punta Preta

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SURFISTI/INTERVISTA

LIBROPagine 104 - FotograficoMARE NOSTRUM“Tributo fotografico al surf italiano”Revolt Surf Journal Collection

Il surf italiano, visto attraverso le immagini più significative pubblicate negli anni 1997,98,99,2000,2001 e 2002 da Revolt Surf Journal, più una serie di foto inedite dei migliori fotografi di surf del panorama italiano. Una collezione di immagini unica e completa sul surf italiano.€ 14,00 su www.revolt.it

LIBROPagine 144 - MANUALE IN ITALIANO - Seconda RistampaSTART SURFING “Iniziazione all’arte del surf da onda””

Manuale pratico per iniziare a surfare, dai primi passi fino allemanovre avanzate oltre a: cenni di Oceanografia, Meteorologia,Biologia marina. Completa l’opera una Galleria fotografica sul surfitaliano, il regolameto di gara ISA in italiano e una mappa deiprincipali spots della Penisola. € 20,00 su www.revolt.it

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Il Surf Movie con il 100% di Onde italiane.Featuring: I migliori Spots e i migliori surfers italiani.On location: Mar MediterraneoNOVITA’ ASSOLUTA PER L’ITALIADistribuito da: FZ international: contact: 06.82002318Presentato da: KATIN - Edited by revolt video labs€ 20,00 su www.revolt.it

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CATALOGO 2004 IS BENAS EDITIONS

- Ammesso al ConcorsoRIFF (Roma Independent

Film Festival) 2003.

bbiissooggnnoo nnaattuurraallee ddii sseennttiirrssii iinnqquuaallcchhee mmooddoo ddiissttaaccccaattii ddaallllaassccoonnttaattaa ee ppiiaattttaa ccoonnddiizziioonneeuummaannaa cchhee ccii vviieennee iimmppoossttaa ddaall--lljjaallttoo.. PPeennssii cchhee qquueessttii tteemmiiaabbbbiiaannoo lloo sstteessssoo vvaalloorree ppeerr cchhiiffaa ssuurrff iinn IIttaalliiaa?? Penso che il surfista abbia una dif-ferenza profonda e ineliminabilealla radice, nel suo dna. Come giu-dicare altrimenti una persona chevive continuamente a stretto con-tatto con ljevolversi del tempo edelle stagioni, che annusa ljariaogni mattina quando si sveglia eche deve sempre passare dal mareprima di andare a scuola o a lavo-rare? Ljunico problema che cj[ inItalia, forse, [ che il surf si [ affac-ciato prima con lentezza e a fatica,poi improvvisamente e con troppasuperficialitY. Ci^ che dY impor-tanza e valore alla storia delle cose[ ljelemento pionieristico che ljhagenerata. Forse dovremmo rico-minciare da l]. Elaborare unanostra Storia del surf in Italia. NNoonn ppeennssii cchhee ffoorrssee iinn IIttaalliiaa,,ggrraazziiee aaii nnoossttrrii bbrraavviissssiimmii eeaatttteennttiissssiimmii ggccooppyy wwrriitteerrhh eeppuubbbblliicciittaarrii iinn ggeenneerree,, iill ssuurrffiissttaassiiaa ssttaattoo uunn pp^̂ ttrrooppppoo sstteerreeoottii--

ppaattoo,, ddiivveennttaannddoo ssoolloo uunn bbeelllliiss--ssiimmoo mmaa ttrriissttee mmooddeelllloo ddaasseegguuiirree ppeerr ffaarr ccoommpprraarree ddii ppii`̀ii lloorroo gguuttiilliissssiimmiihh pprrooddoottttii??Concordo appieno. Quello chedovrebbe avvenire, qui, [ farnascere e sostenere una culturadel surf ad ampio raggio che com-prenda ogni sfumatura che lacaratterizza. Non si tratta solo dipuntare o di valorizzare chi fagare o vive djagonismo o compe-tizione. Almeno, non solo. Biso-gnerebbe valorizzare anche altriaspetti della cosa, come negli ulti-mi anni �dopo il boom professio-nistico i80-j90 si sta facendo nelresto del mondo �vedi gentecome Dave Rastovich o RobMachado: valorizzare anche lafigura del free surfer, delljelemen-to non competitivo, quello pi`profondo, emozionale, gratuito.Istintivo. Molti ragazzini, oggi,non puntano a fare surf, ma adiventare conosciuti, vincere garee avere uno sponsor. Questo non[ sbagliato, ma [ importante chenon sia ljunico elemento predo-minante in quello che si fa.EEjj aauussppiiccaabbiillee ee nneecceessssaarriiaa,,sseeccoonnddoo ttee,, llaa nnaasscciittaa ddii ffiilloonnee

ttuuttttoo iittaalliiaannoo ddii ccuullttuurraa ssuurrffiissttii--ccaa,, cchhee ppoossssaa iinn qquuaallcchhee mmooddooeesssseerree ccoommpprreessaa ee sseegguuiittaa aanncchheeddaaii nnoossttrrii ssiimmiillii ddjjoollttrreeoocceeaannoo??Certamente. Anche perchZ in Italiaabbiamo molti punti a nostrofavore. Non tanto per le onde, che,purtroppo, malgrado alcune ecce-zioni, non riescono a competerecon quelle di altri luoghi nel mon-do, quanto per unjinfinitY di altrifattori. La capacitY, per esempio,in un paese che come il nostro nonsi affaccia sulljOceano, di sfornaresurfisti djalta qualitY e di livellointernazionale �Alinghi insegnano?. La possibilitY di legare que-sta crescita gsportivah ad una pi`profonda cultura surfistica autoc-tona, fatta di cultura mediterraneae valorizzazione di spot che, incondizioni ideali, arrivano a com-petere con localitY ben pi` famose.Unire questi elementi a fattoriquali le riviste, i libri, i video, ljartee la musica. Tutti gli aspetti noncommerciali del mondo del surf.Ognuno dovrebbe fare la sua par-te, semplicemente.PPeerr ffiinniirree rraaccccoonnttaaccii lljjoonnddaa ppii`̀bbeellllaa ddeellllaa ttuuaa vviittaa..Quella non si racconta. La si pu^

expanding mediterranean surfing culture since 1997

!!SECONDA RISTAMPA!!IL PIU’ VENDUTO IN ITALIA!!

gLjUNICO PPRROOBBLLEEMMAA CHE Cjk IN ITALIA, FORSE, k CHE IL SSUURRFF SI k AFFACCIATO PRIMA CON LLEENNTTEEZZZZAA E A FATICA,

POI IMPROVVISAMENTE E CON TROPPA SSUUPPEERRFFIICCIIAALLIITTeeh.

Page 23: Revolt Magazine 2 - 2004

Revolt > 24/25

SURFISTI/INTERVISTA

LIBROPagine 104 - FotograficoMARE NOSTRUM“Tributo fotografico al surf italiano”Revolt Surf Journal Collection

Il surf italiano, visto attraverso le immagini più significative pubblicate negli anni 1997,98,99,2000,2001 e 2002 da Revolt Surf Journal, più una serie di foto inedite dei migliori fotografi di surf del panorama italiano. Una collezione di immagini unica e completa sul surf italiano.€ 14,00 su www.revolt.it

LIBROPagine 144 - MANUALE IN ITALIANO - Seconda RistampaSTART SURFING “Iniziazione all’arte del surf da onda””

Manuale pratico per iniziare a surfare, dai primi passi fino allemanovre avanzate oltre a: cenni di Oceanografia, Meteorologia,Biologia marina. Completa l’opera una Galleria fotografica sul surfitaliano, il regolameto di gara ISA in italiano e una mappa deiprincipali spots della Penisola. € 20,00 su www.revolt.it

VIDEO - DVD - ITALIANO Durata: 40 minuti + contenuti speciali DVD

LOCALIZE IT“Ultimate Mediterranean Surfing Experience””

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ttuuttttoo iittaalliiaannoo ddii ccuullttuurraa ssuurrffiissttii--ccaa,, cchhee ppoossssaa iinn qquuaallcchhee mmooddooeesssseerree ccoommpprreessaa ee sseegguuiittaa aanncchheeddaaii nnoossttrrii ssiimmiillii ddjjoollttrreeoocceeaannoo??Certamente. Anche perchZ in Italiaabbiamo molti punti a nostrofavore. Non tanto per le onde, che,purtroppo, malgrado alcune ecce-zioni, non riescono a competerecon quelle di altri luoghi nel mon-do, quanto per unjinfinitY di altrifattori. La capacitY, per esempio,in un paese che come il nostro nonsi affaccia sulljOceano, di sfornaresurfisti djalta qualitY e di livellointernazionale �Alinghi insegnano?. La possibilitY di legare que-sta crescita gsportivah ad una pi`profonda cultura surfistica autoc-tona, fatta di cultura mediterraneae valorizzazione di spot che, incondizioni ideali, arrivano a com-petere con localitY ben pi` famose.Unire questi elementi a fattoriquali le riviste, i libri, i video, ljartee la musica. Tutti gli aspetti noncommerciali del mondo del surf.Ognuno dovrebbe fare la sua par-te, semplicemente.PPeerr ffiinniirree rraaccccoonnttaaccii lljjoonnddaa ppii`̀bbeellllaa ddeellllaa ttuuaa vviittaa..Quella non si racconta. La si pu^

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gLjUNICO PPRROOBBLLEEMMAA CHE Cjk IN ITALIA, FORSE, k CHE IL SSUURRFF SI k AFFACCIATO PRIMA CON LLEENNTTEEZZZZAA E A FATICA,

POI IMPROVVISAMENTE E CON TROPPA SSUUPPEERRFFIICCIIAALLIITTeeh.

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Revolt > 26/27

ticolare con quella laziale. Alljesteronon esistono veri e propri stabilimen-ti balneari �come in Italia, e le costesono quasi sempre libere dal cementoe, soprattutto, dal mercato balneareestivo. Fatto pi` grave, infatti, [ ladecisa opposizione di molti stabili-menti verso i praticanti di sportacquatici che, oltre a non pagareljingresso al mare �che per leggedovrebbe essere sempre gratuito perchiunque, mettono a repentaglioljincolumitY dei propri bagnanti�paganti. Inoltre la soluzione esteraper questo problema non [ applicabi-le, in quanto penalizzerebbe gli stabi-limenti aventi di fronte le secchemigliori, che perderebbero gran partedegli incassi per favorire la pratica delsurf. Come fare allora per mettere

tutti djaccordo? Dubito, a mio parere,che la Capitaneria di Porto si schieridalla parte dei surfisti �che anche se incontinuo aumento, rappresentanosempre una minoranza, ma rimangaanche in futuro pi` vicina ai proprie-tari degli stabilimenti, che rappresen-tano un vero colosso economico diffi-cile da eliminare. Il mio punto di vistapersonale, essendo un surfista, [ pi`che ovvio: rabbrividisco nel vedermivietato un sogno per permettere a ric-chi clienti di fare il bagno per dueminuti…gli stessi ricchi clienti dellediscoteche del litorale che di notte,come il Dr. Jeckill e Mr Hide, si tra-sformano in grandi surfisti corredatidi bellissime collane di legno e camicefiorate. Ma se ljimmagine del Surf [cos] popolare e in voga, come mai ne

[ vietata la pratica? PubblicitY televi-sive e non, grandi stilisti e lussuosediscoteche usano quotidianamenteljicona Surf per la propria immagine,rischiando quasi la saturazione diquesta figura. Cj[ quindi un graveerrore di sfruttamento del surf style eun grande divario tra quello che [ ilgSurf mercatoh ed il Surf praticato.Non ho mai visto un bravo surfistaitaliano protagonista di una dellemolte pubblicitY basate sul nostrosport. Ejquesto il nostro destino inItalia, famosi ma sconosciuti alla stes-so tempo? Direi che, tanto percominciare, bisognerebbe cercare dilegare ljimmagine del Surf alla vera epropria realtY in acqua, pur essendo-ne, in parte, contrario. Odio vederesfilate di moda in cui i modelli, truc-cati e vestiti di tutto punto con abiticostosissimi, sfilano sulla passerellacon una tavola sotto braccio. PerchZil surf non cjentra con la moda e coni soldi, il surf [ ljesatto contrario, [ljandare contro la moda e se voglioposso non spendere una lira �a parteil costo della tavola, ovviamente.Odio anche sorbirmi le pubblicitY chesi basano sul surf per incrementare levendite di prodotti che col surf nonlegano neanche un poj. Ritengo unavera utopia ljipotesi di gbuttare gi`htutti gli stabilimenti del litorale�anche se sarebbe il mio sogno, eljunica via possibile [ di arrivare adun accordo con loro. In questo mon-do che gira in funzione del vile dena-ro, penso proprio che bisognerY chie-dergli: gQuanto costa un sogno?h

IL COSTO DI UN SOGNOSi comincia con qualche tratto di spiaggia, con assurde motivazioni o regolamenti. Che lo vogliate o meno, il ddiivviieettoo ddii ssuurrff in alcune spiagge italiane [ giY realtY. E voi che fate?

COMUNITA’/ITALIAVietato/surfare! MA SE LjIIMMMMAAGGIINNEE DEL SURF IN ITALIA

k COSl PPOOPPOOLLAARREE E IN VOGA, COME MAI NE k VIETATA LA PPRRAATTIICCAA?

Ljestate appena passata [ sta-ta caratterizzata da un fattotanto particolare quanto

ridicolo: il divieto di praticare Surf daonda �e tutti gli altri sport acquaticicon tavole su gran parte del litoralelaziale. E questjavvenimento nonnasce da una nuova produzione legis-lativa, ma [ solamente ljapplicazionedi una legge giY vigente da anni. Ilproblema [ che, quando nacque que-sta legge, non esistevano ancora inItalia le molteplici realtY oggi presen-ti. Questa legge �per quanto ne cono-sco io vieta entro un certo limite didistanza da riva il transito di mezzi edimbarcazioni. Ora il problema princi-pale [ che sono valutate imbarcazio-ni anche le tavole da surf �kite, win-surf ecc…, pur oggettivamente nonessendolo. Difatti, come quasi tuttisanno, le secche pi` basse si formanoin prossimitY della riva e quindi entroil limite vietato dalla legge. Chi viag-gia sa bene che in molti altri paesi del-ljUnione Europea �soggetti da annialla pratica del surf come Francia ePortogallo, sono delimitate ogni mat-tina, con apposite boe e cavi, le gfreesurf zonesh e le zone bagnanti. Que-sta gestione della costa ha soddisfat-to non solo i bagnanti, liberi e sicurinel giusto diritto di farsi un bagno,ma anche i surfisti, non pi` costrettiad effettuare un vero e proprio sla-lom nelle sezioni finali delle onde perevitare gli incauti bagnanti. Ma seesaminiamo le condizioni costiere diquesti paesi, si nota subito la gran dif-ferenza con la costa italiana ed in par-

TEXT)(MARCO CASULAPHOTOS)(RE.MEDIA

IINNTTRROO:: ggCCHHEE CCOOSSAA CCII FFAACCCCIIOO QQUUII??hhMi domando mentre, sdraiato sul letto, faccio zapping per i canali televisivi. Saranno Famosi, Uomini e Donne, Ljisola dei famosi, il Grande Fratello e tut-te le soap opera mi passano davanti agli occhi. Pluralismo televisivo. Falsemorali, falsa realtY. Gente inetta che parla in televisione, che detta le regoledel gioco. E la gente crede a ci^ che dicono, a come si comportano, a come sivestono. Chi ha la fama ha il potere, in tutti i sensi. Ha il potere di deciderecome ci si dovrY vestire domani, che vocabolario bisognerY usare e dove sarYnecessario depilarsi. E la gente ci crede. Ej un dato scientifico che, quanti pi`si [ in un gruppo, tanto [ minore ljintelligenza media dello stesso gruppo. Ric-chissimi calciatori, bellissime modelle, veline, letterine e chi pi` ne ha pi` nemetta. gChe cosa ci faccio ancora qui?h Esco fuori, per non dovermi sorbire unsolo minuto in pi` il plagio televisivo. Il cielo [ nuvoloso, le prime gocce dipioggia annunciano palesemente ljavvento di una nuova sciroccata. Mentreguido verso il mare inizio a pensare agli spots che ljindomani avrei dovuto visi-tare. Arrivo sulla Rotonda e guardo il mare che inizia ad incresparsi. La genteche passa mi guarda con aria strana, e non capisce perchZ me ne sto l] impa-lato per minuti a non far nulla. Dopo il check delle onde vado a trovare Ales-sietto, che ha un surfshop proprio l] vicino. Parcheggio lontano emjincammino verso il suo negozio. Passando per la via principale do unosguardo alle vetrine: pantaloni e camicie firmate costano come un last minu-te per le Canarie, non riesco a credere che molte persone spendano centinaiadi euro per comprarli. Dopo alcuni minuti arrivo dal mio amico: gLo sai cheadesso [ proibito fare surf?h mi dice appena mi vede. gChe cazzo ci faccio sem-pre qui?h

Ej bello passare la giornata sulljamaca ad aspettare il cambio di marea in qualche spiaggia tropicale. Ma prima o poi si torna a casa. E se trovi un cancello chiuso davanti al tuo spot, che fai?

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ticolare con quella laziale. Alljesteronon esistono veri e propri stabilimen-ti balneari �come in Italia, e le costesono quasi sempre libere dal cementoe, soprattutto, dal mercato balneareestivo. Fatto pi` grave, infatti, [ ladecisa opposizione di molti stabili-menti verso i praticanti di sportacquatici che, oltre a non pagareljingresso al mare �che per leggedovrebbe essere sempre gratuito perchiunque, mettono a repentaglioljincolumitY dei propri bagnanti�paganti. Inoltre la soluzione esteraper questo problema non [ applicabi-le, in quanto penalizzerebbe gli stabi-limenti aventi di fronte le secchemigliori, che perderebbero gran partedegli incassi per favorire la pratica delsurf. Come fare allora per mettere

tutti djaccordo? Dubito, a mio parere,che la Capitaneria di Porto si schieridalla parte dei surfisti �che anche se incontinuo aumento, rappresentanosempre una minoranza, ma rimangaanche in futuro pi` vicina ai proprie-tari degli stabilimenti, che rappresen-tano un vero colosso economico diffi-cile da eliminare. Il mio punto di vistapersonale, essendo un surfista, [ pi`che ovvio: rabbrividisco nel vedermivietato un sogno per permettere a ric-chi clienti di fare il bagno per dueminuti…gli stessi ricchi clienti dellediscoteche del litorale che di notte,come il Dr. Jeckill e Mr Hide, si tra-sformano in grandi surfisti corredatidi bellissime collane di legno e camicefiorate. Ma se ljimmagine del Surf [cos] popolare e in voga, come mai ne

[ vietata la pratica? PubblicitY televi-sive e non, grandi stilisti e lussuosediscoteche usano quotidianamenteljicona Surf per la propria immagine,rischiando quasi la saturazione diquesta figura. Cj[ quindi un graveerrore di sfruttamento del surf style eun grande divario tra quello che [ ilgSurf mercatoh ed il Surf praticato.Non ho mai visto un bravo surfistaitaliano protagonista di una dellemolte pubblicitY basate sul nostrosport. Ejquesto il nostro destino inItalia, famosi ma sconosciuti alla stes-so tempo? Direi che, tanto percominciare, bisognerebbe cercare dilegare ljimmagine del Surf alla vera epropria realtY in acqua, pur essendo-ne, in parte, contrario. Odio vederesfilate di moda in cui i modelli, truc-cati e vestiti di tutto punto con abiticostosissimi, sfilano sulla passerellacon una tavola sotto braccio. PerchZil surf non cjentra con la moda e coni soldi, il surf [ ljesatto contrario, [ljandare contro la moda e se voglioposso non spendere una lira �a parteil costo della tavola, ovviamente.Odio anche sorbirmi le pubblicitY chesi basano sul surf per incrementare levendite di prodotti che col surf nonlegano neanche un poj. Ritengo unavera utopia ljipotesi di gbuttare gi`htutti gli stabilimenti del litorale�anche se sarebbe il mio sogno, eljunica via possibile [ di arrivare adun accordo con loro. In questo mon-do che gira in funzione del vile dena-ro, penso proprio che bisognerY chie-dergli: gQuanto costa un sogno?h

IL COSTO DI UN SOGNOSi comincia con qualche tratto di spiaggia, con assurde motivazioni o regolamenti. Che lo vogliate o meno, il ddiivviieettoo ddii ssuurrff in alcune spiagge italiane [ giY realtY. E voi che fate?

COMUNITA’/ITALIAVietato/surfare! MA SE LjIIMMMMAAGGIINNEE DEL SURF IN ITALIA

k COSl PPOOPPOOLLAARREE E IN VOGA, COME MAI NE k VIETATA LA PPRRAATTIICCAA?

Ljestate appena passata [ sta-ta caratterizzata da un fattotanto particolare quanto

ridicolo: il divieto di praticare Surf daonda �e tutti gli altri sport acquaticicon tavole su gran parte del litoralelaziale. E questjavvenimento nonnasce da una nuova produzione legis-lativa, ma [ solamente ljapplicazionedi una legge giY vigente da anni. Ilproblema [ che, quando nacque que-sta legge, non esistevano ancora inItalia le molteplici realtY oggi presen-ti. Questa legge �per quanto ne cono-sco io vieta entro un certo limite didistanza da riva il transito di mezzi edimbarcazioni. Ora il problema princi-pale [ che sono valutate imbarcazio-ni anche le tavole da surf �kite, win-surf ecc…, pur oggettivamente nonessendolo. Difatti, come quasi tuttisanno, le secche pi` basse si formanoin prossimitY della riva e quindi entroil limite vietato dalla legge. Chi viag-gia sa bene che in molti altri paesi del-ljUnione Europea �soggetti da annialla pratica del surf come Francia ePortogallo, sono delimitate ogni mat-tina, con apposite boe e cavi, le gfreesurf zonesh e le zone bagnanti. Que-sta gestione della costa ha soddisfat-to non solo i bagnanti, liberi e sicurinel giusto diritto di farsi un bagno,ma anche i surfisti, non pi` costrettiad effettuare un vero e proprio sla-lom nelle sezioni finali delle onde perevitare gli incauti bagnanti. Ma seesaminiamo le condizioni costiere diquesti paesi, si nota subito la gran dif-ferenza con la costa italiana ed in par-

TEXT)(MARCO CASULAPHOTOS)(RE.MEDIA

IINNTTRROO:: ggCCHHEE CCOOSSAA CCII FFAACCCCIIOO QQUUII??hhMi domando mentre, sdraiato sul letto, faccio zapping per i canali televisivi. Saranno Famosi, Uomini e Donne, Ljisola dei famosi, il Grande Fratello e tut-te le soap opera mi passano davanti agli occhi. Pluralismo televisivo. Falsemorali, falsa realtY. Gente inetta che parla in televisione, che detta le regoledel gioco. E la gente crede a ci^ che dicono, a come si comportano, a come sivestono. Chi ha la fama ha il potere, in tutti i sensi. Ha il potere di deciderecome ci si dovrY vestire domani, che vocabolario bisognerY usare e dove sarYnecessario depilarsi. E la gente ci crede. Ej un dato scientifico che, quanti pi`si [ in un gruppo, tanto [ minore ljintelligenza media dello stesso gruppo. Ric-chissimi calciatori, bellissime modelle, veline, letterine e chi pi` ne ha pi` nemetta. gChe cosa ci faccio ancora qui?h Esco fuori, per non dovermi sorbire unsolo minuto in pi` il plagio televisivo. Il cielo [ nuvoloso, le prime gocce dipioggia annunciano palesemente ljavvento di una nuova sciroccata. Mentreguido verso il mare inizio a pensare agli spots che ljindomani avrei dovuto visi-tare. Arrivo sulla Rotonda e guardo il mare che inizia ad incresparsi. La genteche passa mi guarda con aria strana, e non capisce perchZ me ne sto l] impa-lato per minuti a non far nulla. Dopo il check delle onde vado a trovare Ales-sietto, che ha un surfshop proprio l] vicino. Parcheggio lontano emjincammino verso il suo negozio. Passando per la via principale do unosguardo alle vetrine: pantaloni e camicie firmate costano come un last minu-te per le Canarie, non riesco a credere che molte persone spendano centinaiadi euro per comprarli. Dopo alcuni minuti arrivo dal mio amico: gLo sai cheadesso [ proibito fare surf?h mi dice appena mi vede. gChe cazzo ci faccio sem-pre qui?h

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SITUATO A POCHI CCHHIILLOOMMEETTRRII DALLA CITTe, k STATO E RIMANE UNO DEGLI SSPPOOTT

PIn AAMMAATTII E APPREZZATI DALLA CCAAGGLLIIAARRII SURFISTICA.UNA GIORNATA IN CONVENTOVenticinque Novembre duemilatre: sono circa le undici di mattina quando, girovagando per Caglia-ri, butto uno sguardo di sfuggita al Poetto. Il mare [ ancora di Scirocco e pare proprio che durantela notte non abbia fatto altro che muovere, dalle coste africane, masse djacqua perfette e regolari.

SURFARE/ITALIASpot/Sardegna

TEXT)(ANTONIO MUGLIAPHOTOS)(ANTONIO MUGLIA

IILL SSOOLLEE IINNIIZZIIAA AA CCAALLAARREE,, EE CCOONN LLUUII LLAA LLUUCCEE.. DDIIEEGGOOhh PPUUPPOO ZZhhCCAADDEEDDDDUU SSII GGOODDEE IINN PPEERRFFEETTTTOO SSTTIILLEE

UUNN TTIIEEPPIIDDOO SSUUNNSSEETT..

PPIInn VVOOLLTTEE GGLLII HHOO RRIIPPEETTUUTTOO CCHHEE LLEE PPIINN--NNEETTTTEE DDEELLLLAA SSUUAA TTAAVVOOLLAA NNOONN SSOONNOODDEEII LLIIQQUUIIDDAATTOORR.. VVIITTTTOORRIIOO CCAASSUUggSSCCHHIIZZZZAAhh SSUU UUNNAA PPAARREETTEE LLEEGGGGEERRMMEENNTTEEIINNCCRREESSPPAATTAA DDAALL VVEENNTTOO LLAATTEERRAALLEE..

DOVE: IL CONVENTO - COSTA SUD - CAGLIARI - SARDEGNA - ITALIAQUANDO: 25 NOVEMBRE 2003 - CHI: F. MEREU - D. CADEDDU - V. CASU - A. DANESE

SSUU CCOONNVVEENNTTEEDDDDUU,, LLIINNEE UUPP

QQUUAANNTTOO PPOOTTRREEBBBBEE CCOOSSTTAARRTTII UUNN VVOOLLOO DDEELL GGEENNEERREE SSUULL LLIIPP?? QQUUAALLCCHHEE LLOOCCAALLEE RRIISSPPOONNDDEERREEBBBBEE TTRRAANNQQUUIILLLLAAMMEENNTTEE

LLAA TTAAVVOOLLAA……OO QQUUAALLCCHHEE BBOOTTTTAA SSUUII VVIICCIINNII SSCCOOGGLLII.. AALLEESSSSAANNDDRROO ggCCHHIIAANNEESSEEhh DDAANNEESSEE MMII HHAA RRIISSPPOOSSTTOO

CCOONN UUNN PPEERRFFEETTTTOO AATTTTEERRRRAAGGGGIIOO..

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SITUATO A POCHI CCHHIILLOOMMEETTRRII DALLA CITTe, k STATO E RIMANE UNO DEGLI SSPPOOTT

PIn AAMMAATTII E APPREZZATI DALLA CCAAGGLLIIAARRII SURFISTICA.UNA GIORNATA IN CONVENTOVenticinque Novembre duemilatre: sono circa le undici di mattina quando, girovagando per Caglia-ri, butto uno sguardo di sfuggita al Poetto. Il mare [ ancora di Scirocco e pare proprio che durantela notte non abbia fatto altro che muovere, dalle coste africane, masse djacqua perfette e regolari.

SURFARE/ITALIASpot/Sardegna

TEXT)(ANTONIO MUGLIAPHOTOS)(ANTONIO MUGLIA

IILL SSOOLLEE IINNIIZZIIAA AA CCAALLAARREE,, EE CCOONN LLUUII LLAA LLUUCCEE.. DDIIEEGGOOhh PPUUPPOO ZZhhCCAADDEEDDDDUU SSII GGOODDEE IINN PPEERRFFEETTTTOO SSTTIILLEE

UUNN TTIIEEPPIIDDOO SSUUNNSSEETT..

PPIInn VVOOLLTTEE GGLLII HHOO RRIIPPEETTUUTTOO CCHHEE LLEE PPIINN--NNEETTTTEE DDEELLLLAA SSUUAA TTAAVVOOLLAA NNOONN SSOONNOODDEEII LLIIQQUUIIDDAATTOORR.. VVIITTTTOORRIIOO CCAASSUUggSSCCHHIIZZZZAAhh SSUU UUNNAA PPAARREETTEE LLEEGGGGEERRMMEENNTTEEIINNCCRREESSPPAATTAA DDAALL VVEENNTTOO LLAATTEERRAALLEE..

DOVE: IL CONVENTO - COSTA SUD - CAGLIARI - SARDEGNA - ITALIAQUANDO: 25 NOVEMBRE 2003 - CHI: F. MEREU - D. CADEDDU - V. CASU - A. DANESE

SSUU CCOONNVVEENNTTEEDDDDUU,, LLIINNEE UUPP

QQUUAANNTTOO PPOOTTRREEBBBBEE CCOOSSTTAARRTTII UUNN VVOOLLOO DDEELL GGEENNEERREE SSUULL LLIIPP?? QQUUAALLCCHHEE LLOOCCAALLEE RRIISSPPOONNDDEERREEBBBBEE TTRRAANNQQUUIILLLLAAMMEENNTTEE

LLAA TTAAVVOOLLAA……OO QQUUAALLCCHHEE BBOOTTTTAA SSUUII VVIICCIINNII SSCCOOGGLLII.. AALLEESSSSAANNDDRROO ggCCHHIIAANNEESSEEhh DDAANNEESSEE MMII HHAA RRIISSPPOOSSTTOO

CCOONN UUNN PPEERRFFEETTTTOO AATTTTEERRRRAAGGGGIIOO..

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Revolt > 32/33

SURFARE/ITALIA

RRIIEENNTTRRAANNDDOO VVEERRSSOO CCAASSAA MMII HHAA CCOONNFFEESSSSAATTOOCCHHEE GGLLII PPIIAACCEE DDIISSEEGGNNAARREE EE VVOORRRREEBBBBEE IISSCCRRIIVVEERRSSII

AALLLLjjAACCCCAADDEEMMIIAA DDII BBEELLLLEE AARRTTII.. QQUUAANNDDOO HHOO VVIISSTTOO QQUUEESSTTAA FFOOTTOO HHOO CCAAPPIITTOO IILL PPEERRCCHHWW..

VVIITTTTOORRIIOO CCAASSUU DDIISSEEGGNNAA LLjjOONNDDAA DDEELL CCOONNVVEENNTTOO..

CCHHII AAFFFFEERRMMAA CCHHEE LLjjEESSPPEERRIIEENNZZAA NNOONN CCOONNTTAA?? FFAABBIIOOggGGOOUUVVEEIIAAhh MMEERREEUU SSAALLEE SSUULL LLIIPP EE LLOO CCAAVVAALLCCAA,,

LLee DDOOVVEE kk PPIInn IINNDDOOMMAABBIILLEE..

www.waterworks.it

a Roma 2 punti vendita:Via G. Avezzana,29 Via Conca d’oro,248Contatti: tel. 06.3217960 - [email protected]

©revolt04

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Revolt > 32/33

SURFARE/ITALIA

RRIIEENNTTRRAANNDDOO VVEERRSSOO CCAASSAA MMII HHAA CCOONNFFEESSSSAATTOOCCHHEE GGLLII PPIIAACCEE DDIISSEEGGNNAARREE EE VVOORRRREEBBBBEE IISSCCRRIIVVEERRSSII

AALLLLjjAACCCCAADDEEMMIIAA DDII BBEELLLLEE AARRTTII.. QQUUAANNDDOO HHOO VVIISSTTOO QQUUEESSTTAA FFOOTTOO HHOO CCAAPPIITTOO IILL PPEERRCCHHWW..

VVIITTTTOORRIIOO CCAASSUU DDIISSEEGGNNAA LLjjOONNDDAA DDEELL CCOONNVVEENNTTOO..

CCHHII AAFFFFEERRMMAA CCHHEE LLjjEESSPPEERRIIEENNZZAA NNOONN CCOONNTTAA?? FFAABBIIOOggGGOOUUVVEEIIAAhh MMEERREEUU SSAALLEE SSUULL LLIIPP EE LLOO CCAAVVAALLCCAA,,

LLee DDOOVVEE kk PPIInn IINNDDOOMMAABBIILLEE..

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©revolt04

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Revolt > 34/35

COVER/STORYA SOLI 1100 AANNNNII HA GIe VINTO DUE CCOOMMPPEETTIIZZIIOONNII NAZIONALI,

HA OTTENUTO UN BUON PIAZZAMENTO IN UN CCOONNTTEESSTT INTERNAZIONALEED k STATO INTERVISTATO, COME ATLETA , DA SKY TV.OLTRE AD ESSERE NOMINATO gATLETA DELLjANNOh

DAL SSIINNDDAACCOO DELLA SUA CITTe NATALE.

ROBERTO D’AMICOLa giovane promessa del nuovo surf italiano, cresciuto surfisticamente nel mare di Ladispoli, grazie alljimpegno dellj Associazione Velica di Marco Gregori che lo segue costantemente.

Piccoli/Surfisti

TEXT)(A.S.PHOTOS)(ASSOVELICA - COURTESY

Roberto Djamico, surfista di anni dieci, hainiziato a surfare alla tenera etY di ottoanni sul litorale laziale e pi` precisamente

a Ladispoli in provincia di Roma, non molto lon-tano dal famoso spot Banzai dove, ogni tanto, ilpadre lo porta per fargli fare pi` esperienza.Roberto, come ci conferma il suo allenatore Mar-co Gregori �Presidente delljAssociazione Velica escuola surf di Ladispoli ndr , inizia la sua carrie-ra di atleta nel 2003, partecipando alla garagOstia Quiksilver Grommetsh, ottenendo il primoposto assoluto. La seconda gara che vince [ ilgQuiksilver Grommetsh che si tiene sempre nel2003 a Viareggio. Con questi ottimi risultati, vie-ne giustamente invitato, grazie alla QuiksilverItalia, a partecipare alla finale del Campionatoper Grommets a Capebreton in Francia. Ej proprioqui che Roberto, alla sua prima esperienza con ilmare gOceanoh nonch[ alla sua prima gara inter-nazionale, ottiene un meritatissimo quintoposto, ma cj[ chi giura che Roberto, se avesseavuto un team manager ad accompagnarlo esoprattutto una tattica di gara come ljavevano isuoi avversari transalpini, avrebbe potutoagguantare il podio! Attualmente [ ljunico sur-fista italiano della sua etY che aspira a diventareun surfista professionista, e tutto questo grazie alpadre che crede molto nelle sue potenzialitY sur-fistiche e che ha promesso di portarlo, al pi` pre-sto, in spot oceanici, sia per surfare che per impa-rare ljinglese: ljutile e il dilettevole.

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COVER/STORYA SOLI 1100 AANNNNII HA GIe VINTO DUE CCOOMMPPEETTIIZZIIOONNII NAZIONALI,

HA OTTENUTO UN BUON PIAZZAMENTO IN UN CCOONNTTEESSTT INTERNAZIONALEED k STATO INTERVISTATO, COME ATLETA , DA SKY TV.OLTRE AD ESSERE NOMINATO gATLETA DELLjANNOh

DAL SSIINNDDAACCOO DELLA SUA CITTe NATALE.

ROBERTO D’AMICOLa giovane promessa del nuovo surf italiano, cresciuto surfisticamente nel mare di Ladispoli, grazie alljimpegno dellj Associazione Velica di Marco Gregori che lo segue costantemente.

Piccoli/Surfisti

TEXT)(A.S.PHOTOS)(ASSOVELICA - COURTESY

Roberto Djamico, surfista di anni dieci, hainiziato a surfare alla tenera etY di ottoanni sul litorale laziale e pi` precisamente

a Ladispoli in provincia di Roma, non molto lon-tano dal famoso spot Banzai dove, ogni tanto, ilpadre lo porta per fargli fare pi` esperienza.Roberto, come ci conferma il suo allenatore Mar-co Gregori �Presidente delljAssociazione Velica escuola surf di Ladispoli ndr , inizia la sua carrie-ra di atleta nel 2003, partecipando alla garagOstia Quiksilver Grommetsh, ottenendo il primoposto assoluto. La seconda gara che vince [ ilgQuiksilver Grommetsh che si tiene sempre nel2003 a Viareggio. Con questi ottimi risultati, vie-ne giustamente invitato, grazie alla QuiksilverItalia, a partecipare alla finale del Campionatoper Grommets a Capebreton in Francia. Ej proprioqui che Roberto, alla sua prima esperienza con ilmare gOceanoh nonch[ alla sua prima gara inter-nazionale, ottiene un meritatissimo quintoposto, ma cj[ chi giura che Roberto, se avesseavuto un team manager ad accompagnarlo esoprattutto una tattica di gara come ljavevano isuoi avversari transalpini, avrebbe potutoagguantare il podio! Attualmente [ ljunico sur-fista italiano della sua etY che aspira a diventareun surfista professionista, e tutto questo grazie alpadre che crede molto nelle sue potenzialitY sur-fistiche e che ha promesso di portarlo, al pi` pre-sto, in spot oceanici, sia per surfare che per impa-rare ljinglese: ljutile e il dilettevole.

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PHOTOS)(ANTONIO RONCHINI, LEO RANZONI

SURFER DI CCIIVVIITTAAVVEECCCCHHIIAA,, k LjATLETA PIn INNOVATIVODELLA NNUUOOVVAA SCENA SURFISTICA IITTAALLIIAANNAA

RIDER/MANUEL MAFFEISPOT/TRE ZEPPI/S. MARINELLA

ManuelMaffeiRevolt > 36/37

MMaannuueell [[ uunnoo ddii qquueellllii cchhee iinn aaccqquuaa rriiccoonnoossccii anche da lontano. Se cj[ uno che salta, atterra,

aallzzaa sspprruuzzzzii ssuullllee tteessttee ddii ttuuttttii [[ lluuii..Il suo stile cj[, esiste e si stacca da tutti gli altri.

VVeelloocciittYY ee ccoonnttrroolllloo [[ iill ssuuoo mmeessssaaggggiioo eedd [[ aanncchhee lo spettacolo che offre a chi lo guarda.

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PHOTOS)(ANTONIO RONCHINI, LEO RANZONI

SURFER DI CCIIVVIITTAAVVEECCCCHHIIAA,, k LjATLETA PIn INNOVATIVODELLA NNUUOOVVAA SCENA SURFISTICA IITTAALLIIAANNAA

RIDER/MANUEL MAFFEISPOT/TRE ZEPPI/S. MARINELLA

ManuelMaffeiRevolt > 36/37

MMaannuueell [[ uunnoo ddii qquueellllii cchhee iinn aaccqquuaa rriiccoonnoossccii anche da lontano. Se cj[ uno che salta, atterra,

aallzzaa sspprruuzzzzii ssuullllee tteessttee ddii ttuuttttii [[ lluuii..Il suo stile cj[, esiste e si stacca da tutti gli altri.

VVeelloocciittYY ee ccoonnttrroolllloo [[ iill ssuuoo mmeessssaaggggiioo eedd [[ aanncchhee lo spettacolo che offre a chi lo guarda.

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Revolt > 38/39

ManuelMaffei

RIDER/MANUEL MAFFEI

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Revolt > 38/39

ManuelMaffei

RIDER/MANUEL MAFFEI

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EVENTI/SNOWBOARD

Revolt > 46/47

Ross Hiking

Shaun White Keir Dillon

Terje Haakonsen �NOR

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EVENTI/SNOWBOARD

Revolt > 46/47

Ross Hiking

Shaun White Keir Dillon

Terje Haakonsen �NOR

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TRA UN’ONDA ... E L’ALTRADella serie: non [ tutto oro quello che luccica e un wipe out [ sempre un wipe out!

Era notte fonda quando la nostra macchina si fer-m^ davanti a quel porticciolo scavato nella roc-cia, il monastero si affacciava sulla baia come il

guardiano di un faro, e ljoceano non produceva alcunsuono se non la melodia della risacca.Eppure, ricordo,eravamo cos] emozionati solo al pensiero di pronuncia-re il nome di quel posto, che nessuno di noi pensavaavrebbe mai surfato. Accartocciati tra i sedili cercavamo

di dormire e pensavo che eravamo stati fortuna-ti…nonostante la grossa swell che spazzava le costefrancesi, Mundaka era pressochZ piatto…almeno inconfronto alle foto che avevamo visto e forse con ildovuto rispetto…chissY. Il mattino seguente un sole tie-pido illuminava un metro perfetto e lunghissimo eljeuforia ci infil^ le mute senza esitazioni, convinti cheil mare avesse deciso di regalare una giornata alla nostra

TEXT)(RICCARDO GHILARDIPHOTO)(RICCARDO GHILARDI

SURF/STYLEchi+/chi- gERA IL 5 SSEETTTTEEMMBBRREE 1992.

AVEVO AVUTO IL MIO PRIMO WWIIPPEE OUTE NON LjAVREI PIn DDIIMMEENNTTIICCAATTOOh.

portata. Alta marea ed un facile accesso al pic-co…scendendo le scale del porticciolo posto di fiancoalla line-up, un ragazzo spagnolo con caschetto e gun,ci invit^ a non entrare in acqua, intimandoci che lenostre tavole erano troppo corte e poco appropriate perquelljonda, che a detta sua, si sarebbe ingrandita a dis-misura, di l] a poco, col calare della marea.Ci guardam-mo perplessi e tacitammo i nostri timori rassicurandoci

a vicenda che se ljoceano fosse cresciuto davverosaremmo usciti. RReeggoollaa NNrr.. 11:: ggMMaaii dduubbiittaarree ddeell ccoonn--ssiigglliioo ddii uunn llooccaallhh. Quel posto meraviglioso divent^ unincubo prima che potessimo fare qualcosa e mi rende-vo conto che quello che produceva divertimento puroper altre persone era completamente al di fuori dellenostre possibilitY. Comjera potuto accadere? Faci-le!Eravamo entrati in acqua in un posto che non cono-

...spesso un bel wipeout ti ricorda chi sei, da dove vienei e la voglia

che hai di superare i tuoi limitiEEmmiilliiaannoo CCaattaallddii,, kkaallbbaarrrryy,, aauussttrraalliiaa..

...trick tipo skate... la tavola rolla e poi...vabb[, mo basta con le cazzate!VVaalleerriioo TTaaddddeeii aall mmiinnii ccaappoo..

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TRA UN’ONDA ... E L’ALTRADella serie: non [ tutto oro quello che luccica e un wipe out [ sempre un wipe out!

Era notte fonda quando la nostra macchina si fer-m^ davanti a quel porticciolo scavato nella roc-cia, il monastero si affacciava sulla baia come il

guardiano di un faro, e ljoceano non produceva alcunsuono se non la melodia della risacca.Eppure, ricordo,eravamo cos] emozionati solo al pensiero di pronuncia-re il nome di quel posto, che nessuno di noi pensavaavrebbe mai surfato. Accartocciati tra i sedili cercavamo

di dormire e pensavo che eravamo stati fortuna-ti…nonostante la grossa swell che spazzava le costefrancesi, Mundaka era pressochZ piatto…almeno inconfronto alle foto che avevamo visto e forse con ildovuto rispetto…chissY. Il mattino seguente un sole tie-pido illuminava un metro perfetto e lunghissimo eljeuforia ci infil^ le mute senza esitazioni, convinti cheil mare avesse deciso di regalare una giornata alla nostra

TEXT)(RICCARDO GHILARDIPHOTO)(RICCARDO GHILARDI

SURF/STYLEchi+/chi- gERA IL 5 SSEETTTTEEMMBBRREE 1992.

AVEVO AVUTO IL MIO PRIMO WWIIPPEE OUTE NON LjAVREI PIn DDIIMMEENNTTIICCAATTOOh.

portata. Alta marea ed un facile accesso al pic-co…scendendo le scale del porticciolo posto di fiancoalla line-up, un ragazzo spagnolo con caschetto e gun,ci invit^ a non entrare in acqua, intimandoci che lenostre tavole erano troppo corte e poco appropriate perquelljonda, che a detta sua, si sarebbe ingrandita a dis-misura, di l] a poco, col calare della marea.Ci guardam-mo perplessi e tacitammo i nostri timori rassicurandoci

a vicenda che se ljoceano fosse cresciuto davverosaremmo usciti. RReeggoollaa NNrr.. 11:: ggMMaaii dduubbiittaarree ddeell ccoonn--ssiigglliioo ddii uunn llooccaallhh. Quel posto meraviglioso divent^ unincubo prima che potessimo fare qualcosa e mi rende-vo conto che quello che produceva divertimento puroper altre persone era completamente al di fuori dellenostre possibilitY. Comjera potuto accadere? Faci-le!Eravamo entrati in acqua in un posto che non cono-

...spesso un bel wipeout ti ricorda chi sei, da dove vienei e la voglia

che hai di superare i tuoi limitiEEmmiilliiaannoo CCaattaallddii,, kkaallbbaarrrryy,, aauussttrraalliiaa..

...trick tipo skate... la tavola rolla e poi...vabb[, mo basta con le cazzate!VVaalleerriioo TTaaddddeeii aall mmiinnii ccaappoo..

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SURF/STYLE

scevamo, avevamo gsnobbatoh i consigli di uno pi`esperto di noi e ancor pi` grave, non ci eravamo neppu-re preoccupati di aspettare per poter osservare lagserieh… e di capire da dove si poteva guadagnare lariva. Lo chiesi ad un signore sui cinquanta che sembr^capire la mia situazione e mi disse di prendere ljonda pi`piccola, e di puntare a destra verso il porticciolo, vistoche la marea stava scendendo e raggiungere la spiaggia,in fondo alla baia; con la corrente del fiume gche nonavevamo vistoh era impossibile. …Prendere un dellesinistre pi` famose del mondo…e andare adestra??…Vabb[. Il problema era capire quando sareb-

be arrivata la pi` piccola…e persi quasi mezzjora, spin-gendomi sempre pi` fuori per evitare la serie, capivoche dovevo riportarmi pi` sotto nelljinside, sperandoche finalmente unjonda di dimensioni gumaneh venissea prendermi sotto braccio per accompagnarmi diretta-mente alla macchina, dove sentirmi in salvo, ma questonon succedeva ed il mare sembrava crescere ancora conla corrente. Poi vidi molto pi` fuori del picco romperedei frangenti e mi terrorizzai… era almeno sessantametri fuori… e giY rompeva, pensai a come sarebbediventata quelljonda una volta arrivata sul picco, doveil fondale era pi` basso e si sarebbe impennata. Mi con-

vinsi che avevo solo una possibilitY per evitare quellamassa djacqua… prendere la prima che arrivava etogliermi da quella situazione.Cercai il mio amico con losguardo, e appena i nostri occhi si incontrarono gli dis-si:hRoby io scappo , tu che fai??h Lui era giY molto pi`esperto di me e anche quello che mi aveva spinto acominciare…una persona gcoolh, come direbbero fuori,mi disse di andare, mi avrebbe tenuto mentre uscivo eci saremmo visti al parcheggio, poi aggiunse gstai tran-quillo, abbiamo fatto una cazzata ma vedrai [ tuttappo-stoh. Il vento da terra era molto forte e rendeva le ondeliscie come il vetro, ed ecco che rrivava la mia…Non so

quanto fosse grande, ma goggih penso che sicuramentenon superava i due metri, forse meno, ricordo per^ chegirandomi per cominciare la remata guardai a sinistra,e di quella parete non vedevo la fine, era talmente bel-la che fui tentato di provare a surfarla…poi la paura miricord^ quello che stava arrivando dietro… gesitaih, e ciripensai, un secondo, mentre remavo.Quel secondo ditroppo di troppo che ti fa perdere ljattimo, quel secon-do che rallenta la tavola…quello che ti lascia proprio l],in piedi sulla cresta delljonda…e con giusto il tempo ditrattenere il fiato.Precipitai sul fondo e toccai le roccecon i piedi, tanto che mi spinsi pi` che potevo verso la

...riccardin0, ascoltami: punta la tavola verso il cielo che poi gira da sola, parola di Francesco Palattella.... RRiiccccaarrddoo GGhhiillaarrddii,, rroottttnneesstt iissllaanndd,, aauussttrraalliiaa

...il mio amico Veen spesso esce da questi tubi...e mi incita a provare...

...mammao che dolore!VVeeeenn LLeeee,, aa ccaassaa,, wweesstt aauussttrraalliiaa

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SURF/STYLE

scevamo, avevamo gsnobbatoh i consigli di uno pi`esperto di noi e ancor pi` grave, non ci eravamo neppu-re preoccupati di aspettare per poter osservare lagserieh… e di capire da dove si poteva guadagnare lariva. Lo chiesi ad un signore sui cinquanta che sembr^capire la mia situazione e mi disse di prendere ljonda pi`piccola, e di puntare a destra verso il porticciolo, vistoche la marea stava scendendo e raggiungere la spiaggia,in fondo alla baia; con la corrente del fiume gche nonavevamo vistoh era impossibile. …Prendere un dellesinistre pi` famose del mondo…e andare adestra??…Vabb[. Il problema era capire quando sareb-

be arrivata la pi` piccola…e persi quasi mezzjora, spin-gendomi sempre pi` fuori per evitare la serie, capivoche dovevo riportarmi pi` sotto nelljinside, sperandoche finalmente unjonda di dimensioni gumaneh venissea prendermi sotto braccio per accompagnarmi diretta-mente alla macchina, dove sentirmi in salvo, ma questonon succedeva ed il mare sembrava crescere ancora conla corrente. Poi vidi molto pi` fuori del picco romperedei frangenti e mi terrorizzai… era almeno sessantametri fuori… e giY rompeva, pensai a come sarebbediventata quelljonda una volta arrivata sul picco, doveil fondale era pi` basso e si sarebbe impennata. Mi con-

vinsi che avevo solo una possibilitY per evitare quellamassa djacqua… prendere la prima che arrivava etogliermi da quella situazione.Cercai il mio amico con losguardo, e appena i nostri occhi si incontrarono gli dis-si:hRoby io scappo , tu che fai??h Lui era giY molto pi`esperto di me e anche quello che mi aveva spinto acominciare…una persona gcoolh, come direbbero fuori,mi disse di andare, mi avrebbe tenuto mentre uscivo eci saremmo visti al parcheggio, poi aggiunse gstai tran-quillo, abbiamo fatto una cazzata ma vedrai [ tuttappo-stoh. Il vento da terra era molto forte e rendeva le ondeliscie come il vetro, ed ecco che rrivava la mia…Non so

quanto fosse grande, ma goggih penso che sicuramentenon superava i due metri, forse meno, ricordo per^ chegirandomi per cominciare la remata guardai a sinistra,e di quella parete non vedevo la fine, era talmente bel-la che fui tentato di provare a surfarla…poi la paura miricord^ quello che stava arrivando dietro… gesitaih, e ciripensai, un secondo, mentre remavo.Quel secondo ditroppo di troppo che ti fa perdere ljattimo, quel secon-do che rallenta la tavola…quello che ti lascia proprio l],in piedi sulla cresta delljonda…e con giusto il tempo ditrattenere il fiato.Precipitai sul fondo e toccai le roccecon i piedi, tanto che mi spinsi pi` che potevo verso la

...riccardin0, ascoltami: punta la tavola verso il cielo che poi gira da sola, parola di Francesco Palattella.... RRiiccccaarrddoo GGhhiillaarrddii,, rroottttnneesstt iissllaanndd,, aauussttrraalliiaa

...il mio amico Veen spesso esce da questi tubi...e mi incita a provare...

...mammao che dolore!VVeeeenn LLeeee,, aa ccaassaa,, wweesstt aauussttrraalliiaa

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superficie, riemersi quasi subito e sentii una strana sen-sazione di sollievo, davo le spalle al picco mentre recu-peravo la tavola, e pensai che a quel punto sarebbebastato prendere una schiuma sdraiato per ritornare aterra…ma voltandomi vidi quel muro rompermi addos-so.Ljunica cosa che mi venne in mente di fare fu dilasciare tutto ed immergermi in fretta.Sentii il lacciotirarmi, e poi ancora, quando di colpo mi sentii glegge-roh, la forza era svanita…avevo perso la tavola. RREEGGOO--LLAA NNrr.. 22:: ggNNoonn mmoollllaarree mmaaii llaa ttaavvoollaa,, lleeii ssiiccuurraammeenn--ttee ttii rriippoorrttaa aa ggaallllaahh.. Tre o quattro onde sjinfranserosopra di me consumando tutte le mie energie, la cor-

rente mi port^ a largo oltre la line-up costeggiando ilmolo, e benchZ nuotassi con tutte le mie forze residue,la distanza fra me e la scogliera rimaneva invariata,non riuscendo a guadagnare un centimetro.Sentii lelabbra formicolare, e pensai che dovevo riposarmi unattimo, poi una strana sensazione di calore sul viso edil buio. Mi ritrovai semidisteso sulla tavola di Roby,che mi strattonava per farmi riprendere…mentre lacorrente ci aveva ormai spinti fuori dalla baia, in ocea-no aperto. Remammo a turno con la tavola per anco-ra mezzjora, poi finalmente raggiungemmo la scoglie-ra dalljaltra parte del promontorio…poggiai i piedi sul-

SURF/STYLE

la terra e mi sentii al sicuro. gEra il 5 Settembre 1992…avevo avuto il mio primo wipe out… e non ljavrei pi`dimenticatoh. Da quel giorno sono passati molti anni,e forse ora quelle onde mi sembrerebbero pi` facili, hoavuto altre brutte cadute ed altre divertenti, di quel-le che finiscono con un belljurlo e una risata. Purfacendo attenzione a non violare le regole per evitaredi finire in situazioni difficili, ho capito comunque chegil wipe out fa parte del surf come ne fa parte una bel-la manovrah.La voglia di migliorare, ljebrezza di scen-dere da unjonda grande, il perfezionare i tuoi movi-menti, la prova di nuove manovre ti portano inevita-

bilmente a confrontarti con la superioritY delmare…lunghe centrifughe, cadute su pareti liquideche sembrano di marmo, attimi nel vuoto e botte sul-la tavola…sperando sempre di non esserti procuratoferite �a volte anche serie, tagli e contusioni…poidomopak, nastro adesivo e ancora surf… tavole spez-zate in due… o pi` semplicemente quei 10 secondi,interminabili, che a corto di ossigeno sembrano unavita. Eppure un wipe out spesso esorcizza i tuoi timo-ri, ti mette alla prova, ti stimola a spingerti oltre e asurfare meglio…Talvolta punisce la tua presunzione…ti ricorda chi sei, da dove vieni e la voglia che hai di

ba, ba, baciami piccinosulla bo bo bocca piccolino...sul labbro delljondalloonnggbbooaarrddeerr nn..ii..,, ssaarrddeeggnnaa

[ una 7j6h, pin tail... g[ quasi lungocome il mio longboard...

ci prendo la mano e via...hFFeeddeerriiccoo SScchhllaatttteerr,, ssccaarr rreeeeff,, ssuummbbaa--

wwaa..

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superficie, riemersi quasi subito e sentii una strana sen-sazione di sollievo, davo le spalle al picco mentre recu-peravo la tavola, e pensai che a quel punto sarebbebastato prendere una schiuma sdraiato per ritornare aterra…ma voltandomi vidi quel muro rompermi addos-so.Ljunica cosa che mi venne in mente di fare fu dilasciare tutto ed immergermi in fretta.Sentii il lacciotirarmi, e poi ancora, quando di colpo mi sentii glegge-roh, la forza era svanita…avevo perso la tavola. RREEGGOO--LLAA NNrr.. 22:: ggNNoonn mmoollllaarree mmaaii llaa ttaavvoollaa,, lleeii ssiiccuurraammeenn--ttee ttii rriippoorrttaa aa ggaallllaahh.. Tre o quattro onde sjinfranserosopra di me consumando tutte le mie energie, la cor-

rente mi port^ a largo oltre la line-up costeggiando ilmolo, e benchZ nuotassi con tutte le mie forze residue,la distanza fra me e la scogliera rimaneva invariata,non riuscendo a guadagnare un centimetro.Sentii lelabbra formicolare, e pensai che dovevo riposarmi unattimo, poi una strana sensazione di calore sul viso edil buio. Mi ritrovai semidisteso sulla tavola di Roby,che mi strattonava per farmi riprendere…mentre lacorrente ci aveva ormai spinti fuori dalla baia, in ocea-no aperto. Remammo a turno con la tavola per anco-ra mezzjora, poi finalmente raggiungemmo la scoglie-ra dalljaltra parte del promontorio…poggiai i piedi sul-

SURF/STYLE

la terra e mi sentii al sicuro. gEra il 5 Settembre 1992…avevo avuto il mio primo wipe out… e non ljavrei pi`dimenticatoh. Da quel giorno sono passati molti anni,e forse ora quelle onde mi sembrerebbero pi` facili, hoavuto altre brutte cadute ed altre divertenti, di quel-le che finiscono con un belljurlo e una risata. Purfacendo attenzione a non violare le regole per evitaredi finire in situazioni difficili, ho capito comunque chegil wipe out fa parte del surf come ne fa parte una bel-la manovrah.La voglia di migliorare, ljebrezza di scen-dere da unjonda grande, il perfezionare i tuoi movi-menti, la prova di nuove manovre ti portano inevita-

bilmente a confrontarti con la superioritY delmare…lunghe centrifughe, cadute su pareti liquideche sembrano di marmo, attimi nel vuoto e botte sul-la tavola…sperando sempre di non esserti procuratoferite �a volte anche serie, tagli e contusioni…poidomopak, nastro adesivo e ancora surf… tavole spez-zate in due… o pi` semplicemente quei 10 secondi,interminabili, che a corto di ossigeno sembrano unavita. Eppure un wipe out spesso esorcizza i tuoi timo-ri, ti mette alla prova, ti stimola a spingerti oltre e asurfare meglio…Talvolta punisce la tua presunzione…ti ricorda chi sei, da dove vieni e la voglia che hai di

ba, ba, baciami piccinosulla bo bo bocca piccolino...sul labbro delljondalloonnggbbooaarrddeerr nn..ii..,, ssaarrddeeggnnaa

[ una 7j6h, pin tail... g[ quasi lungocome il mio longboard...

ci prendo la mano e via...hFFeeddeerriiccoo SScchhllaatttteerr,, ssccaarr rreeeeff,, ssuummbbaa--

wwaa..

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DALLE PENDICI DEI MONTI PISANIMarchino, longboarder di Pisa che vanta una proficua collaborazione professionale con lo shaper di fama mondiale Takayama, e conosciuto in Italia con il marchio Dr.Ank.

TEXT)(CARLO SARNACCHIOLIPHOTOS)(REVOLT MEDIA

SURFBOARDS/ITALIAShaper/designer VISITANDO LA gSHEPERIAh DI DDRR..AANNKK

CI SI ACCORGE DA SUBITOCHE SI HA DI FRONTE UN gMMAAEESSTTRROO DjARTEh....

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Revolt > 54/55

DALLE PENDICI DEI MONTI PISANIMarchino, longboarder di Pisa che vanta una proficua collaborazione professionale con lo shaper di fama mondiale Takayama, e conosciuto in Italia con il marchio Dr.Ank.

TEXT)(CARLO SARNACCHIOLIPHOTOS)(REVOLT MEDIA

SURFBOARDS/ITALIAShaper/designer VISITANDO LA gSHEPERIAh DI DDRR..AANNKK

CI SI ACCORGE DA SUBITOCHE SI HA DI FRONTE UN gMMAAEESSTTRROO DjARTEh....

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SURF/ITALIA

Revolt > 56/57

Nelle meravigliose colline toscane, ricche di pregia-tissimi vigneti, in quel di Pisa nasce e shepa ljuomopi` barbuto e riccioluto di tutto il territorio dellj ex

Repubblica Marinara: Marchino, alias Dr.Ank. k uno dei tan-ti shaper italiani, ma [ sicuramente tra i pochi ad aver rag-giunto un altissimo livello tecnico/qualitativo, riconosciutoa livello internazionale. La sua surf-factory spicca per le sueoriginali creazioni, ma anche come punto di unione tra lanostra seppur breve tradizione surfistica e quella California-na: non a caso Dr.Ank collabora attivamente con DonaldTakayama. Visitando la sua gsheperiah ci si accorge da subi-to che si ha di fronte un gMaestro djarteh e non un sempli-ce gbischeraccio toscanoh che si diletta a costruire tavole dasurf. Marco [ un ragazzo molto semplice, nonostante il suc-cesso ottenuto non si [ montato la testa come accade a mol-ti, che pur non raggiungendo i suoi standard qualitativi, sisentono dei GURU del settore. Dr.Ank [ la prova che

ljimpegno, la dedizione e ljumiltY nelljapprendere la nobileed antica arte della gshepaturah hanno pi` importanza del-le parole e le sue creazioni lo dimostrano. Negli anni ho visi-tato diverse surf-factory: la prima che vidi era quella digGiannettoh che eseguiva quasi solo riparazioni e qualcherara shepatura, poi conobbi Milko, un altro toscano che she-pa bellissimi long, tra cui alcuni preparati per Joel Tudor �ex-campione del mondo di longboard, ndr, grazie a lorocominciai a scoprire come si shepano le tavole da surf. Oggi,dopo anni di lezioni, sono in grado �credo, di poter giudi-care una tavola ben fatta da un prodotto amatoriale. Perquesto posso affermare che Dr.Ank rimane un caso a parte,non solo a glivello umanoh. Sin dal primo anno di conoscen-za �circa quattro anni fa richiam^ subito la mia attenzioneper la sua particolare cura nei dettagli costruttivi e per imateriali di gran pregio che utilizzava. Fu lui, vuoi per i par-ticolari accostamenti cromatici, vuoi anche perch[, a distan-

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SURF/ITALIA

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Nelle meravigliose colline toscane, ricche di pregia-tissimi vigneti, in quel di Pisa nasce e shepa ljuomopi` barbuto e riccioluto di tutto il territorio dellj ex

Repubblica Marinara: Marchino, alias Dr.Ank. k uno dei tan-ti shaper italiani, ma [ sicuramente tra i pochi ad aver rag-giunto un altissimo livello tecnico/qualitativo, riconosciutoa livello internazionale. La sua surf-factory spicca per le sueoriginali creazioni, ma anche come punto di unione tra lanostra seppur breve tradizione surfistica e quella California-na: non a caso Dr.Ank collabora attivamente con DonaldTakayama. Visitando la sua gsheperiah ci si accorge da subi-to che si ha di fronte un gMaestro djarteh e non un sempli-ce gbischeraccio toscanoh che si diletta a costruire tavole dasurf. Marco [ un ragazzo molto semplice, nonostante il suc-cesso ottenuto non si [ montato la testa come accade a mol-ti, che pur non raggiungendo i suoi standard qualitativi, sisentono dei GURU del settore. Dr.Ank [ la prova che

ljimpegno, la dedizione e ljumiltY nelljapprendere la nobileed antica arte della gshepaturah hanno pi` importanza del-le parole e le sue creazioni lo dimostrano. Negli anni ho visi-tato diverse surf-factory: la prima che vidi era quella digGiannettoh che eseguiva quasi solo riparazioni e qualcherara shepatura, poi conobbi Milko, un altro toscano che she-pa bellissimi long, tra cui alcuni preparati per Joel Tudor �ex-campione del mondo di longboard, ndr, grazie a lorocominciai a scoprire come si shepano le tavole da surf. Oggi,dopo anni di lezioni, sono in grado �credo, di poter giudi-care una tavola ben fatta da un prodotto amatoriale. Perquesto posso affermare che Dr.Ank rimane un caso a parte,non solo a glivello umanoh. Sin dal primo anno di conoscen-za �circa quattro anni fa richiam^ subito la mia attenzioneper la sua particolare cura nei dettagli costruttivi e per imateriali di gran pregio che utilizzava. Fu lui, vuoi per i par-ticolari accostamenti cromatici, vuoi anche perch[, a distan-

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za di quattro anni, ho notato unperfezionamento stilistico e tecnicoassolutamente ineguagliabile, a far-mi cambiare idea sul longboard ita-liano. Una mattina di buon ora,mentre ancora tutti dormivano,sono andato a curiosare con tuttacalma nelle sacche di Dr.Ank in Sar-degna... Non lo avessi mai fatto!PerchZ aprendo un argentea sacca [spuntata fuori una 9.4h nose conca-ve. Era una tavola fantastica siatecnicamente �9j4 X22- 1/2X3 Bot-tom: 10 07, 6 oz,volan + e-glass -Top: 6+6 oz e-glass + knee patch involan - Tech: nose concave flat cen-ter rolled vee on tail area Fin:single9j5 retro che graficamente �ancheljocchio vuole la sua parte. Ej statoamore a prima vista, quella tavoladoveva essere mia. Non sapevocosa fare: rubarla? Bhe! Non sareb-be stato facile occultare ljoggetto inquestione. Quindi presi la decisioneche maturavo da tempo e mi cigincatenai soprah fino alljarrivo diDr.Ank, per contrattare il prezzo,offrendo di tutto: soldi, capi dibestiame, verdure e frutti esoticipur di averla. Ljesito della contrat-tazione fu positivo per lui e soprat-tutto per me . Fu cosi, quindi, cheacquistai la mia PRIMA VERA Tavo-la da Surf. Pisano e terribilmentesimpatico, Marco [ sicuramente loshaper che vanta ljesperienza mag-giore in campo internazionale,anche per le continue presenze nel-le factory di shapers americani eaustraliani, [ affermato anche incampo internazionale grazie ai suoistandard elevatissimi e per la sceltadi materiali sempre ad altissimolivello. A questo viene associatauna esclusiva fantasia grafica cherendono le sue tavole oggetti da

SURF/ITALIA

FU COSI, QUINDI, CHE AACCQQUUIISSTTAAIILA MIA PRIMA VERA TTAAVVOOLLAA DA SURF

AD UN GIUSTO PPRREEZZZZOO......

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za di quattro anni, ho notato unperfezionamento stilistico e tecnicoassolutamente ineguagliabile, a far-mi cambiare idea sul longboard ita-liano. Una mattina di buon ora,mentre ancora tutti dormivano,sono andato a curiosare con tuttacalma nelle sacche di Dr.Ank in Sar-degna... Non lo avessi mai fatto!PerchZ aprendo un argentea sacca [spuntata fuori una 9.4h nose conca-ve. Era una tavola fantastica siatecnicamente �9j4 X22- 1/2X3 Bot-tom: 10 07, 6 oz,volan + e-glass -Top: 6+6 oz e-glass + knee patch involan - Tech: nose concave flat cen-ter rolled vee on tail area Fin:single9j5 retro che graficamente �ancheljocchio vuole la sua parte. Ej statoamore a prima vista, quella tavoladoveva essere mia. Non sapevocosa fare: rubarla? Bhe! Non sareb-be stato facile occultare ljoggetto inquestione. Quindi presi la decisioneche maturavo da tempo e mi cigincatenai soprah fino alljarrivo diDr.Ank, per contrattare il prezzo,offrendo di tutto: soldi, capi dibestiame, verdure e frutti esoticipur di averla. Ljesito della contrat-tazione fu positivo per lui e soprat-tutto per me . Fu cosi, quindi, cheacquistai la mia PRIMA VERA Tavo-la da Surf. Pisano e terribilmentesimpatico, Marco [ sicuramente loshaper che vanta ljesperienza mag-giore in campo internazionale,anche per le continue presenze nel-le factory di shapers americani eaustraliani, [ affermato anche incampo internazionale grazie ai suoistandard elevatissimi e per la sceltadi materiali sempre ad altissimolivello. A questo viene associatauna esclusiva fantasia grafica cherendono le sue tavole oggetti da

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FU COSI, QUINDI, CHE AACCQQUUIISSTTAAIILA MIA PRIMA VERA TTAAVVOOLLAA DA SURF

AD UN GIUSTO PPRREEZZZZOO......

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collezione: non a caso alcune dellesue Tavole sono state esposte ingallerie djarte. Come tutti i ggrandihha dei trucchi che tiene accurata-mente nascosti, ma da un attentoesame della sua factory, alle pendi-ci dei Monti Pisani, sono riuscito acoglierne uno veramente originale:gil trucco Jekih; negli accostamenticromatici e nelle bizzarre fantasiedelle sue tavole. Ej con questjespe-diente che riesce ad ottenere tavo-le uniche ed irripetibili. Il gtruccoJekih consiste in: avere a disposizio-ne un cane che scorrazza liberamen-te nella factory, cosi liberamentemischia, rovesciandoli, barattoli dicolore ljuno dentro ljaltro, ottenen-do cos] cromatismi inimitabili. Jeki[ il suo cane appunto e questogmetodoh sarY difficilmente imitabi-le, a meno che non gli sequestriateil cane �cosa assai improbabile.Shepa per pochi, preferibilmentelongboard , short a volte, ma la suaattuale passione sono gli Ibridi chea detta di chi li ha acquistati o pro-vati sono un gran divertimento.Dr.Ank [ un punto di riferimentoper chi vuol possedere una tavolaassolutamente unica. Per visitarela gsheperiah basta partire dallapropria regione e recarsi nellasplendida Toscana, pi` precisa-mente alle pendici dei Monti Pisa-ni, prendere a destra la statale cheporta al mare, girare a sinistra poia destra, poi diritto ancora diritto:ok! Ci siete. Scendete dalla vostraauto e cominciate a guardarviintorno: se siete fortunati lo indivi-duate subito. Ricordatevi che [barbuto, altrimenti chiedete ingiro a qualcuno che conosce quelgbischeraccioh di Dr.Ank: lo trove-rete sicuramente.

SURF/ITALIA

...DR.ANK SHEPA PPRREEFFEERRIIBBIILLMMEENNTTEE LONGBOARD , SSHHOORRTTBBOOAARRDD A VOLTE,

MA LA SUA ATTUALE PASSIONE SONO GLI IIBBRRIIDDIIIn Esclusiva tutte le gare del Circuito Italiano Longboard 2004, -ITALIAN LONGBOARD TOUR-verranno trasmesse in streaming digitale su revolt TV.

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ULTIMATE MAGAZINE

OMNIS ARS NATURAE IMITATIO EST

BRETAGNA - ISOLA DI MARTINICA - CANGUU BALIFRANCESCA RUBEGNI - CASU E COSSU - I SURFISTI E LE GARESARDINIA LONGBOARD OPEN - CIVITAVECCHIA LONGBOARDFESTIVAL - VOGLIO IL TOP - TINA - ALIENSTHE WHITE STRIPES - CHEMICAL BROTHERS - RIVOLUZIONI +....

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Revolt > 62/63TEXT)(MARCO CALIGARIS

PHOTOS)(CARLO SARNACCHIOLI

STUDIO/ESCLUSIVO REVOLT

PPRROOFFIILLOO DDEELLLLEE AATTTTIIVVIITTAAjj DDII SSUURRFFII--SSTTII DDUURRAANNTTEE LLAA CCOOMMPPEETTIIZZIIOONNEE

IINNTTRROODDUUZZIIOONNEELLjanalisi in tempo reale delle attivitYsportive ha fornito informazioni mol-to interessanti sulla richiesta fisicarelativa alla pratica agonistica neidiversi sport. Tali informazioni sisono rivelate utili per la stesura deipiani di allenamento e dei protocollidei test in accordo con le caratteristi-che dello sport preso in esame. Il surf[ uno sport molto popolare sia nel-ljambito ricreativo che in quello ago-nistico. Generalmente i surfisti nonseguono particolari programmi diallenamento �Rennecker, 1987, e permantenere la loro condizione fisicaideale trascorrono dalle 2 alle 7 ore inacqua a fare surf per 5 giorni la setti-mana �Lowdon et al., 1987. Un sur-fista italiano, secondo una stimaapprossimativa, pu^ trascorrere una

media di 168 ore in acqua a fare surf�calcolando una media di 4 mareg-giate al mese, ed un minimo di 3,5 oredi surf per mareggiata, con un mas-simo di 350 ore per chi vive in Sarde-gna o in altre zone con mare pi` con-sistente e pratica il surf in manierapi` assidua �Staffa, 2003. Ma perdiverse ragioni �condizioni meteomarine avverse, distanze da percor-rere per raggiungere gli spots, infor-tuni, la possibilitY di fare surf non [garantibile nel 100% dei casi. Sebbe-ne la tecnica surfistica sia altamentespecifica e la simulazione a seccoappaia pressochZ impossibile, attivitYalternative che richiamino la struttu-ra temporale dei movimenti caratte-ristici del surf possono aiutare i sur-fisti a mantenere il loro stato di fit-ness ideale durante i periodi in cui le

condizioni meteo marine avversenon consentono la pratica della disci-plina �Bishop, 2003.

TTIIMMEE MMOOTTIIOONN AANNAALLYYSSIISS ��WW AAuussttrraalliiaa

In letteratura non esistevano studisulljanalisi temporale delle heats diuna gara di surf. Un lavoro similevenne effettuato da Meir et al. nel1991 ma esclusivamente basato susessioni di surf a scopo ricreativo enon competitivo. Bishop e Mendeznel 2003, con la collaborazione dellaASP �association of surfing professio-nal e della Western Australia Uni-versity, hanno realizzato la primavera gTime-motion analysish di unacompetizione di surf del circuito pro-fessionistico, il Salomon Masters diMargaret River. Questo contest sisvolge nella famosa localitY delljAu-

stralia Occidentale ed [ valevole perle qualificazioni �WQS, 6 stars per ilcircuito pi` prestigioso WCT. Hannovideo registrato interamente conuna telecamera digitale 42 heats su127 per poi suddividere le varie atti-vitY compiute dai surfisti in base alladurata totale delle heats �25 minuti.Ci^ ha consentito di osservare �vedifigura 1 quanto, durante una heat,in media un surfista rema �paddling:51,40%, staziona sulla tavola sedu-to o sdraiato �stationary: 42,49%,cavalca le onde �wave riding: 3,77%e esegue attivitY collaterali quali pas-sare sotto i frangenti per superarli�duck diving, recuperare la tavoladopo una caduta ecc. �others:2,48%. Ljosservazione della fre-quenza di esecuzione delle varie atti-vitY fornisce interessanti informa-

zioni utili per definire la cadenza concui il surfista, durante una gara,alterna le fasi attive e quelle passive.Ci^ suggerisce la determinazione del-le serie e dei tempi di recuperodurante sessioni di allenamento chericalcano il pi` possibile quello cheavviene durante la competizione�figura 2. Nella figura 2 sono espres-si in media il numero dei periodi dipaddling in relazione alla loro duratatemporale. Ad esempio, come si notanella figura 2, durante la gara svolta-si nella Western Australia i periodi dipaddling pi` numerosi durante unaheat erano quelli che duravano da 0a 20 secondi. Remate che durano pi`di un minuto senza pause, durante lagara presa in esame si sono verifica-te molto raramente �figura 2. Lostudio dei periodi relativi a gstatio-

naryh ha prodotto un risultato quasiidentico a quello ottenuto conljanalisi dei periodi di gpaddlingh.Periodi di pausa molto lunghi si sonoverificati molto raramente durantela gara australiana. Viceversa periodimolto brevi di recupero sono nume-ricamente superiori durante unaheat competitiva. Questo importan-te studio condotto dal ProfessoreBishop e dal suo allievo Mendez [servito a determinare che duranteuna gara di surf da onda le fasi atti-ve �paddling e wave riding e quellepassive �stationary durano pochisecondi se prese individualmente e sialternano molto frequentementesenza un ordine predefinito. A brevima intense fasi di paddling e waveriding corrispondono brevi fasi direcupero.

COMPETIZIONE E ALLENAMENTOLjosservazione della frequenza di esecuzione delle varie attivitY fornisce interessanti informazioniutili per definire la cadenza con cui il surfista, durante una gara, alterna le fasi attive e quelle passive.

Scienze motorie/prima parte RRiiffeerriimmeennttii BBiibblliiooggrraaffiiccii::BBiisshhoopp DD, Mendez. Activity profile of world-class professional surfers during competition. The W. Australia University, 2003.

CCaalliiggaarriiss MM. Il modello di prestazione del surf. Tor Vergata University Roma, 2003.LLoowwddoonn BBJJ,, PPaattrriicckk JJ,, RRoossss KK. Manoeuvres used and judgesj scores in an international surfing contest. Summary Report.

Australian Sports Commission, Belconnen, ACT, 1996.MMeeiirr RRAA,, LLoowwddoonn BBJJ,, DDaavviiee AAJJ.. Heart rates and estimated energy expenditure during recreational surfing. Aust J Sci Med Sport 1991; 23: 70-74.

RReennnneekkeerr M. Medical aspects of surfing. Physician Sportsmed 1987; 15: 96-105. SSttaaffffaa AA. Start Surfing, iniziazione alljarte del surf da onda. Is BenasSurf Books

-- LLoo ssttuuddiioo ee aannaalliissii ccoommpplleettaa ddii ggCCoommppeettiizziioonnee ee aalllleennaammeennttoo nneell ssuurrffiinngghh ppuu^̂ eesssseerree rriicchhiieessttoo ddaa ooggnnii aattlleettaa iittaalliiaannoo ddiirreettttaammeennttee aa rreevvoollttMMee--

FFiigguurraa 11.. AttivitY svolte durante una heatcompetitiva di 25 minuti espressa comepercentuale del tempo totale. Media edeviazione standard. P paddling. S statio-nary. WR wave riding. O others. �SalomonMasters WQS

Alberto Costa, Mini capo

FFiigguurraa 22.. Numero di periodi di paddling in relazione alla loro durata svolti durante heatscompetitive. Media e deviazione standard. �Salomon Masters WQS

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PHOTOS)(CARLO SARNACCHIOLI

STUDIO/ESCLUSIVO REVOLT

PPRROOFFIILLOO DDEELLLLEE AATTTTIIVVIITTAAjj DDII SSUURRFFII--SSTTII DDUURRAANNTTEE LLAA CCOOMMPPEETTIIZZIIOONNEE

IINNTTRROODDUUZZIIOONNEELLjanalisi in tempo reale delle attivitYsportive ha fornito informazioni mol-to interessanti sulla richiesta fisicarelativa alla pratica agonistica neidiversi sport. Tali informazioni sisono rivelate utili per la stesura deipiani di allenamento e dei protocollidei test in accordo con le caratteristi-che dello sport preso in esame. Il surf[ uno sport molto popolare sia nel-ljambito ricreativo che in quello ago-nistico. Generalmente i surfisti nonseguono particolari programmi diallenamento �Rennecker, 1987, e permantenere la loro condizione fisicaideale trascorrono dalle 2 alle 7 ore inacqua a fare surf per 5 giorni la setti-mana �Lowdon et al., 1987. Un sur-fista italiano, secondo una stimaapprossimativa, pu^ trascorrere una

media di 168 ore in acqua a fare surf�calcolando una media di 4 mareg-giate al mese, ed un minimo di 3,5 oredi surf per mareggiata, con un mas-simo di 350 ore per chi vive in Sarde-gna o in altre zone con mare pi` con-sistente e pratica il surf in manierapi` assidua �Staffa, 2003. Ma perdiverse ragioni �condizioni meteomarine avverse, distanze da percor-rere per raggiungere gli spots, infor-tuni, la possibilitY di fare surf non [garantibile nel 100% dei casi. Sebbe-ne la tecnica surfistica sia altamentespecifica e la simulazione a seccoappaia pressochZ impossibile, attivitYalternative che richiamino la struttu-ra temporale dei movimenti caratte-ristici del surf possono aiutare i sur-fisti a mantenere il loro stato di fit-ness ideale durante i periodi in cui le

condizioni meteo marine avversenon consentono la pratica della disci-plina �Bishop, 2003.

TTIIMMEE MMOOTTIIOONN AANNAALLYYSSIISS ��WW AAuussttrraalliiaa

In letteratura non esistevano studisulljanalisi temporale delle heats diuna gara di surf. Un lavoro similevenne effettuato da Meir et al. nel1991 ma esclusivamente basato susessioni di surf a scopo ricreativo enon competitivo. Bishop e Mendeznel 2003, con la collaborazione dellaASP �association of surfing professio-nal e della Western Australia Uni-versity, hanno realizzato la primavera gTime-motion analysish di unacompetizione di surf del circuito pro-fessionistico, il Salomon Masters diMargaret River. Questo contest sisvolge nella famosa localitY delljAu-

stralia Occidentale ed [ valevole perle qualificazioni �WQS, 6 stars per ilcircuito pi` prestigioso WCT. Hannovideo registrato interamente conuna telecamera digitale 42 heats su127 per poi suddividere le varie atti-vitY compiute dai surfisti in base alladurata totale delle heats �25 minuti.Ci^ ha consentito di osservare �vedifigura 1 quanto, durante una heat,in media un surfista rema �paddling:51,40%, staziona sulla tavola sedu-to o sdraiato �stationary: 42,49%,cavalca le onde �wave riding: 3,77%e esegue attivitY collaterali quali pas-sare sotto i frangenti per superarli�duck diving, recuperare la tavoladopo una caduta ecc. �others:2,48%. Ljosservazione della fre-quenza di esecuzione delle varie atti-vitY fornisce interessanti informa-

zioni utili per definire la cadenza concui il surfista, durante una gara,alterna le fasi attive e quelle passive.Ci^ suggerisce la determinazione del-le serie e dei tempi di recuperodurante sessioni di allenamento chericalcano il pi` possibile quello cheavviene durante la competizione�figura 2. Nella figura 2 sono espres-si in media il numero dei periodi dipaddling in relazione alla loro duratatemporale. Ad esempio, come si notanella figura 2, durante la gara svolta-si nella Western Australia i periodi dipaddling pi` numerosi durante unaheat erano quelli che duravano da 0a 20 secondi. Remate che durano pi`di un minuto senza pause, durante lagara presa in esame si sono verifica-te molto raramente �figura 2. Lostudio dei periodi relativi a gstatio-

naryh ha prodotto un risultato quasiidentico a quello ottenuto conljanalisi dei periodi di gpaddlingh.Periodi di pausa molto lunghi si sonoverificati molto raramente durantela gara australiana. Viceversa periodimolto brevi di recupero sono nume-ricamente superiori durante unaheat competitiva. Questo importan-te studio condotto dal ProfessoreBishop e dal suo allievo Mendez [servito a determinare che duranteuna gara di surf da onda le fasi atti-ve �paddling e wave riding e quellepassive �stationary durano pochisecondi se prese individualmente e sialternano molto frequentementesenza un ordine predefinito. A brevima intense fasi di paddling e waveriding corrispondono brevi fasi direcupero.

COMPETIZIONE E ALLENAMENTOLjosservazione della frequenza di esecuzione delle varie attivitY fornisce interessanti informazioniutili per definire la cadenza con cui il surfista, durante una gara, alterna le fasi attive e quelle passive.

Scienze motorie/prima parte RRiiffeerriimmeennttii BBiibblliiooggrraaffiiccii::BBiisshhoopp DD, Mendez. Activity profile of world-class professional surfers during competition. The W. Australia University, 2003.

CCaalliiggaarriiss MM. Il modello di prestazione del surf. Tor Vergata University Roma, 2003.LLoowwddoonn BBJJ,, PPaattrriicckk JJ,, RRoossss KK. Manoeuvres used and judgesj scores in an international surfing contest. Summary Report.

Australian Sports Commission, Belconnen, ACT, 1996.MMeeiirr RRAA,, LLoowwddoonn BBJJ,, DDaavviiee AAJJ.. Heart rates and estimated energy expenditure during recreational surfing. Aust J Sci Med Sport 1991; 23: 70-74.

RReennnneekkeerr M. Medical aspects of surfing. Physician Sportsmed 1987; 15: 96-105. SSttaaffffaa AA. Start Surfing, iniziazione alljarte del surf da onda. Is BenasSurf Books

-- LLoo ssttuuddiioo ee aannaalliissii ccoommpplleettaa ddii ggCCoommppeettiizziioonnee ee aalllleennaammeennttoo nneell ssuurrffiinngghh ppuu^̂ eesssseerree rriicchhiieessttoo ddaa ooggnnii aattlleettaa iittaalliiaannoo ddiirreettttaammeennttee aa rreevvoollttMMee--

FFiigguurraa 11.. AttivitY svolte durante una heatcompetitiva di 25 minuti espressa comepercentuale del tempo totale. Media edeviazione standard. P paddling. S statio-nary. WR wave riding. O others. �SalomonMasters WQS

Alberto Costa, Mini capo

FFiigguurraa 22.. Numero di periodi di paddling in relazione alla loro durata svolti durante heatscompetitive. Media e deviazione standard. �Salomon Masters WQS

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SIMBOLI FALLICIDicono che essi vengono in sostanza esibiti dal gmaschio cacciatoreh per fare maggiore colpo sulla gfemmina predah.

TEXT)(LORENZO FRUSTERIPHOTOS)(R.MEDIA

SURF/STYLELONGBOARD/shortboard gUN SIMBOLO FFAALLLLIICCOO PER ECCELLENZA W LA TTAAVVOOLLAA DA SURF.

E QUI RITORNA IMPORTANTE IL FFAATTTTOORREE LUNGHEZZA, MA NON NEL SENSO STRETTAMENTE MMAATTEERRIIAALLEEh.

Ej noto ormai che alcuni ogget-ti e beni di uso quotidiano,per non dire molti, hanno, al

di lY del loro uso materiale, il significa-to di simboli fallici. Essi vengono insostanza esibiti dal maschio cacciatoreper fare maggiore colpo sulla femminapreda. Non affronto in questo momen-to il vecchio tema cacciatore-preda,limitandomi ad annotare come esso siaun colossale falso storico ed un ingan-no, dato che nella storia del mondo nonsi Z mai verificato che un uomo abbiaveramente scelto la propria compagna:nella realtY avviene esattamenteljopposto, ovvero che sono le donne ascegliersi gli uomini a piacimento,facendo diabolicamente credere loro diessere state catturate. Di questa lucife-rina dote femminile parleremo in altrasede. Tornando ai nostri simboli fallici,

veniamo ai dettagli: oggetti qualiljauto, la barca, ljombrello, costituisco-no paradigmi del pene del possesso-re,che se ne vanta, e le loro dimensionidovrebbero essere direttamente pro-porzionali alla -presunta potenza ama-toria del soggetto. In poche parole, pi`grossa ljauto, pi` grosso il cazzo. Accen-no soltanto alla circostanza che, sebbe-ne uno abbia il cazzo grosso come unombrello, qualora lo tenga sempre inmano -appunto come un ombrellorimarrY sempre un segaiolo. Negli ulti-mi anni un nuovo simbolo fallico hapreso piede, con notevoli particolaritY:il cellulare. In questo caso per^ assistia-mo ad una inversione della tendenza,poichZ le dimensioni del simbolo si van-no sempre pi` riducendo, ma dobbiamodistinguere i vari casi, visto che alcunicellulari sono s] molto piccoli, ma si

aprono e raddoppiano di dimensioni:ditemi voi se non Z una metafora ses-suale questa, a pensateci, la prossimavolta che chiamate. Altri, invece, sono erestano piccoli, ma in questo caso ilragionamento sottostante Z il seguen-te: pi` piccolo Z il cellulare, e pi` prezio-sa, efficace e raffinata Z la tecnologia alsuo interno, come a dire:h va bene, ho ilcazzo piccino, ma ti scoper^ cos] bene,ed i miei spermatozoi sono cos] incazza-ti che non potrai pi` fare a meno di me,ed i nostri figli verranno belli ed intelli-gentissimih. Naturalmente, come avre-te intuito, un simbolo fallico per eccel-lenza Z la tavola da surf, e qui ritornaimportante il fattore lunghezza, manon nel senso materiale: infatti, avere ilcazzo di 5j8h giY sarebbe notevole, aver-lo poi a punta, piatto e coi bordi affila-ti rappresenterebbe una bella eccezio-

ne, ed averlo infine di 10h e camminar-ci sopra fino a stare coi piedi sulla pun-ta sarebbe da Guinness. No, le dimen-sioni, e la netta distinzione tra short elong, sono simboliche delle caratteristi-che amatorie del possessore. Il tavolet-taro incallito, infatti, farY alla sua pre-da una corte spietata e nervosa,improntata alljidea del tutto e subito.La tempesterY di telefonate anche nelcuore della notte, riempiendole la casadi enormi mazzi di rose, e per gli appun-tamenti galanti la porterY in locali mol-to eleganti, alla moda, tecnologici, congrandi schermi al plasma dove com-paiono documentari del National Geo-graphic, od impianti stereo con il letto-re CD a colonna. In questi posti mange-ranno moderno, sushi o nouvelle cuisi-ne, e comunque si alzeranno con la pan-cia piuttosto vuota, cosa che su di una

tavola di 6j1h aiuta a stare a galla e fareaerials pi` alti. Il fanatico di long invece,lascerY passare intere settimane senzafarsi vivo, non dirY mai una parola ditroppo ma si presenterY al primo appun-tamento con un mazzo di margherite dicampo colte da lui stesso nel pomerig-gio, mentre -meditabondo passeggiavavicino al mare con un libro in mano�dice lui. Le loro serate si svolgerannoper lo pi` in fumose trattorie vicino alporto, dove il piatto pi` leggero Z il bac-calY alla livornese, e ljunico altro piattoZ il baccalY fritto, e nelle quali ceneran-no accanto ad un tavolo di pensionatiche giocano rumorosamente a briscola,sotto la televisione accesa su Raiuno. Lapoverina si annoierY un poj �parecchio,ed a nulla servirY la consolatoria fetta dicecina mangiata in spiaggia quasi alljal-ba, dopo 4 ore in cui il longboardista ha

parlato ininterrottamente, e solo diMicky Dora gThe Cath. Una volta rag-giunta la meta, anche il rapporto di cop-pia sarY molto diverso tra i due stili. Coltavolettaro si alterneranno momenti dipassione sfrenata a furibonde litigate,con il rischio di slashoni, ma pi` perlui...Si lasceranno e si riprenderanno pi`volte, si tradiranno, scoperanno a gior-nate intere e poi staranno settimanesenza parlarsi. Combatteranno guerreferoci per ogni destinazione vacanziera,con le seguenti alternative: LUI: isoladeserta, tutta roccia aguzza, zero spiag-gia, clima temperato, un point destroripido e tubante. LEI: Club Med, vento-so, 45° fissi, ultima schiumina vista neli48 con ljapertura del canale di Suez.Faranno vacanze separate. Il longo-boarder, invece, raramente litigherYcon ljamata, preferendo aggirare le dif-ficoltY con lunghi curvoni e bottom,convincendola delle sue opinioni con lagrazia con la quale passeggia sul nose,ed abbandonando ogni momento ditensione gperchZ al mare fa mezzometrino liscio liscioh. La poverina, priva-ta del bersaglio della sua ira, abbozzerYe si farY portare a cena fuori daunjamica. Rincasando, troverY luiaddormentato sul divano con il saleaddosso ed un sorriso ebete e soddisfat-to, e tenterY di soffocarlo nel sonno.Non litigheranno mai per le vacanze,che si svolgeranno sempre e solo in Cali-fornia del Sud, dove peraltro lui andrYda solo in quanto disoccupato. Ovvia-mente nessuna delle due relazioniandrY molto avanti. Per ora Z tutto, nelprossimo numero parleremo di canni-

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Revolt > 64/65

SIMBOLI FALLICIDicono che essi vengono in sostanza esibiti dal gmaschio cacciatoreh per fare maggiore colpo sulla gfemmina predah.

TEXT)(LORENZO FRUSTERIPHOTOS)(R.MEDIA

SURF/STYLELONGBOARD/shortboard gUN SIMBOLO FFAALLLLIICCOO PER ECCELLENZA W LA TTAAVVOOLLAA DA SURF.

E QUI RITORNA IMPORTANTE IL FFAATTTTOORREE LUNGHEZZA, MA NON NEL SENSO STRETTAMENTE MMAATTEERRIIAALLEEh.

Ej noto ormai che alcuni ogget-ti e beni di uso quotidiano,per non dire molti, hanno, al

di lY del loro uso materiale, il significa-to di simboli fallici. Essi vengono insostanza esibiti dal maschio cacciatoreper fare maggiore colpo sulla femminapreda. Non affronto in questo momen-to il vecchio tema cacciatore-preda,limitandomi ad annotare come esso siaun colossale falso storico ed un ingan-no, dato che nella storia del mondo nonsi Z mai verificato che un uomo abbiaveramente scelto la propria compagna:nella realtY avviene esattamenteljopposto, ovvero che sono le donne ascegliersi gli uomini a piacimento,facendo diabolicamente credere loro diessere state catturate. Di questa lucife-rina dote femminile parleremo in altrasede. Tornando ai nostri simboli fallici,

veniamo ai dettagli: oggetti qualiljauto, la barca, ljombrello, costituisco-no paradigmi del pene del possesso-re,che se ne vanta, e le loro dimensionidovrebbero essere direttamente pro-porzionali alla -presunta potenza ama-toria del soggetto. In poche parole, pi`grossa ljauto, pi` grosso il cazzo. Accen-no soltanto alla circostanza che, sebbe-ne uno abbia il cazzo grosso come unombrello, qualora lo tenga sempre inmano -appunto come un ombrellorimarrY sempre un segaiolo. Negli ulti-mi anni un nuovo simbolo fallico hapreso piede, con notevoli particolaritY:il cellulare. In questo caso per^ assistia-mo ad una inversione della tendenza,poichZ le dimensioni del simbolo si van-no sempre pi` riducendo, ma dobbiamodistinguere i vari casi, visto che alcunicellulari sono s] molto piccoli, ma si

aprono e raddoppiano di dimensioni:ditemi voi se non Z una metafora ses-suale questa, a pensateci, la prossimavolta che chiamate. Altri, invece, sono erestano piccoli, ma in questo caso ilragionamento sottostante Z il seguen-te: pi` piccolo Z il cellulare, e pi` prezio-sa, efficace e raffinata Z la tecnologia alsuo interno, come a dire:h va bene, ho ilcazzo piccino, ma ti scoper^ cos] bene,ed i miei spermatozoi sono cos] incazza-ti che non potrai pi` fare a meno di me,ed i nostri figli verranno belli ed intelli-gentissimih. Naturalmente, come avre-te intuito, un simbolo fallico per eccel-lenza Z la tavola da surf, e qui ritornaimportante il fattore lunghezza, manon nel senso materiale: infatti, avere ilcazzo di 5j8h giY sarebbe notevole, aver-lo poi a punta, piatto e coi bordi affila-ti rappresenterebbe una bella eccezio-

ne, ed averlo infine di 10h e camminar-ci sopra fino a stare coi piedi sulla pun-ta sarebbe da Guinness. No, le dimen-sioni, e la netta distinzione tra short elong, sono simboliche delle caratteristi-che amatorie del possessore. Il tavolet-taro incallito, infatti, farY alla sua pre-da una corte spietata e nervosa,improntata alljidea del tutto e subito.La tempesterY di telefonate anche nelcuore della notte, riempiendole la casadi enormi mazzi di rose, e per gli appun-tamenti galanti la porterY in locali mol-to eleganti, alla moda, tecnologici, congrandi schermi al plasma dove com-paiono documentari del National Geo-graphic, od impianti stereo con il letto-re CD a colonna. In questi posti mange-ranno moderno, sushi o nouvelle cuisi-ne, e comunque si alzeranno con la pan-cia piuttosto vuota, cosa che su di una

tavola di 6j1h aiuta a stare a galla e fareaerials pi` alti. Il fanatico di long invece,lascerY passare intere settimane senzafarsi vivo, non dirY mai una parola ditroppo ma si presenterY al primo appun-tamento con un mazzo di margherite dicampo colte da lui stesso nel pomerig-gio, mentre -meditabondo passeggiavavicino al mare con un libro in mano�dice lui. Le loro serate si svolgerannoper lo pi` in fumose trattorie vicino alporto, dove il piatto pi` leggero Z il bac-calY alla livornese, e ljunico altro piattoZ il baccalY fritto, e nelle quali ceneran-no accanto ad un tavolo di pensionatiche giocano rumorosamente a briscola,sotto la televisione accesa su Raiuno. Lapoverina si annoierY un poj �parecchio,ed a nulla servirY la consolatoria fetta dicecina mangiata in spiaggia quasi alljal-ba, dopo 4 ore in cui il longboardista ha

parlato ininterrottamente, e solo diMicky Dora gThe Cath. Una volta rag-giunta la meta, anche il rapporto di cop-pia sarY molto diverso tra i due stili. Coltavolettaro si alterneranno momenti dipassione sfrenata a furibonde litigate,con il rischio di slashoni, ma pi` perlui...Si lasceranno e si riprenderanno pi`volte, si tradiranno, scoperanno a gior-nate intere e poi staranno settimanesenza parlarsi. Combatteranno guerreferoci per ogni destinazione vacanziera,con le seguenti alternative: LUI: isoladeserta, tutta roccia aguzza, zero spiag-gia, clima temperato, un point destroripido e tubante. LEI: Club Med, vento-so, 45° fissi, ultima schiumina vista neli48 con ljapertura del canale di Suez.Faranno vacanze separate. Il longo-boarder, invece, raramente litigherYcon ljamata, preferendo aggirare le dif-ficoltY con lunghi curvoni e bottom,convincendola delle sue opinioni con lagrazia con la quale passeggia sul nose,ed abbandonando ogni momento ditensione gperchZ al mare fa mezzometrino liscio liscioh. La poverina, priva-ta del bersaglio della sua ira, abbozzerYe si farY portare a cena fuori daunjamica. Rincasando, troverY luiaddormentato sul divano con il saleaddosso ed un sorriso ebete e soddisfat-to, e tenterY di soffocarlo nel sonno.Non litigheranno mai per le vacanze,che si svolgeranno sempre e solo in Cali-fornia del Sud, dove peraltro lui andrYda solo in quanto disoccupato. Ovvia-mente nessuna delle due relazioniandrY molto avanti. Per ora Z tutto, nelprossimo numero parleremo di canni-

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ITALIAN LLOONNGGBBOOAARRDD TOUR 2004Revolt Magazine, in collaboarazione con i Club: Is Benas, Toes Over, Cinghiale Marino e B2K, organizza il primo cir-cuito Italiano di Surf specialitY Longbaord �ILT maschile e femminile, e la speciale Revolt team Cup riservata ai team.

SURF/ITALIACircuito Italiano/Presentazione GRANDE NNOOVVIITTee PER IL SSUURRFF ITALIANO, CON LE SUE

QUATTRO TAPPE IN ALTRETTANTE REGIONI IITTAALLIIAANNEE, DIVENTEReUNA REALTe ITALIANA INVIDIATA ANCHE ALLjEESSTTEERROO.

I l Surfing in Italia sta vivendoun momento di forte cresci-ta. Da sport quasi sconosciu-

to qualjera finoa pochi anni fa,inizia ad essere seguito da tutticoloro che amano lo sport e ilmare in numero sempre maggio-re. Ed anche la parte strettamen-te agonistica di questo meravi-glioso sport, inizia ad interessareanche coloro che una volta nonpensavano fosse possibile prati-care questa disciplina nei nostrimari. Ej con queste premesseche partirY a maggio, ad Andorain Liguria, la prima prova delnuovo Circuito Italiano di Long-board denominato gItalian Long-board Tourh �ILT ed organizza-to da Revolt Magazine. QuestosarY il primo Campionato Italia-no di Surf a punti mai organizzato dauna rivista di surf in Italia. Con le pre-viste 4 tappe in altrettante RegionidjItalia si pone come uno dei Circuitidi Surf pi` importanti djEuropa. IlComitato organizzatore compostodai surf club: ToesOver, B2K, Is Benase Cinghiale Marino, prevede dopo ilprimo anno di gassestamentoh di farentrare a regime il Circuito �con unranking nazionale ed un montepremifinale nel 2005. Il Tour si conclude-rY dopo la tappa di Civitavecchia, con

una Cerimonia ufficiale di chiusura epremiazioni atleti che si terrY in unlocale di Roma . Al momento,il circui-to non [ supportato da alcun sponsorcommerciale, ed ogni contest ha avrYun suo sponsor particolare. Il circui-to ha un regolamento generale e unregolamento di gara ed entrambisono consultabili sul sito ufficialeinsieme a tutte le informazioni rela-tive a: iscrizioni, avvisi di gara, sche-de atleti, classifiche generali ed infosugli spot di gara. Una volta iscritti alCircuito, gli atleti sono automatica-

mente iscritti a tutte le tappepreviste. Ogni atleta, ai fini diottenere il punteggio finale edentrare nel ramking ufficiale, [tenuto a partecipare ad almenodue tappe del circuito.Ljorganizzazione si avvalerY deimigliori giudici di gara, che ver-ranno designati alljinizio delTour, con la collaborazione del-la Fisurf. Il Tour per essere vali-do dovrY aver completato consuccesso almeno 2 delle 4 tap-pe previste. Al termine del Tour,in base ai punteggi ottenuti adogni singola gara, verrY nomi-nato il Campione Italiano diLongboard nelle categorie:maschile e femminile. Oltre adun notevole afflusso di spettao-ri previsto nelle singole compe-

tizione, ljorganizzazione, per daremaggiore visibilitY al Tour, trasmet-terY in streming digitale tutte le garesu internet, che saranno quindi visibi-li da qualsiasi computer in qualsiasiparte del mondo. Ci auguriamocomunque una buona riuscita delTour, soprattutto perch[ pensiamoche il Surf italiano tutto ne trarrY ungrande vantaggio e siamo certi chetutti i longboarders gmediterraneihfaranno al meglio la loro parte. Noi lanostra.

TEXT)(REVOLT MEDIAPHOTOS)(C. SARNACCHIOLI

nelle foto: Elisabetta Fiers, Chiara Sbrana, Davide Pechhipag sx: Edoardo Bachi, Marco Rizzo, Leo Ranzoni e Fedreico Comparin

CIRCUITO ITALIANO SURF LONGBAORD 2004ITALIAN LONGBOARD SURF TOUR 2004

Specialità: Longboard - Maschile e femminile CIRCUITO A PUNTI IN 4 TAPPE PRINCIPALI:

Prima tappa: Liguria (Andora/Savona) - MAGGIO/GIUGNO“CINGHIALE MARINO LONGBOARD CUP” PRIMA EDIZIONE, 3 STAR EVENTSeconda tappa:Toscana (Viareggio/Lucca) - GIUGNO/LUGLIO“QUIKSILVER LONGBOARD CLASSIC” PRIMA EDIZIONE, 3 STAR EVENTTerza tappa: Sardegna (S’Archittu/Oristano) - SETTEMBRE

“SARDINIA ISLAND LONGBOARD OPEN” QUARTA EDIZIONE, 3 STAR EVENTQuarta ed ultima tappa: Lazio (Civitavecchia/Roma) - OTTOBRE “CIVITAVECCHIA LONGBOARD FESTIVAL” TERZA EDIZIONE, 3 STAR EVENT

E V E N T I C O L L E G A T I :ROMA - OTTOBRE/NOVEMBRE - 2004

Premiazioni Atleti e cerimonia di chiusura ufficiale. Segue: REVOLT SURF PARTY + DJ SET

ROMA - REVOLT SURF TEAM CUPRevolt Magazine, quale promotore del circuito, assegnerà ogni anno, alla conclusione del Tour, un trofeo al migliore

Team/Club composto da un minimo di tre atleti per categoria, per somma dei punteggi ottenuti.

ATLETI AMMESSI:Sono ammessi tutti gli atleti cittadini italiani maggiorenni con tavole da nove piedi in su nei modi e termini indicati

nel Regolamento Generale ILT.ORGANIZZAZIONE GENERALE ITALIAN LONGBOARD TOUR:

REVOLT MAGAZINEORGANIZZAZIONE CONTEST:

CInghiale Marino Surf Club, Is Benas Surf Club, B2K Surf Club,Toesover Surf Club.VIDEO E MEDIA:

In streaming digitale su Revolt TV. Per la prima volta in Europa sarà possibile seguire gli eventi ONLINE con streaming digitale su internet da qualsiasi computer in

qualsiasi parte del mondo. ORGANO DI STAMPA UFFICIALE:

REVOLT MEDIA Tutte gli eventi verranno pubblicati in esclusiva

sulla rivista ufficiale e altri media.WEBSITE UFFICIALI:

WWW.REVOLT.IT/ITALIANLONGBOARDTOURwww.revolt.it - www.toesover.it - www.cinghialemarino

Nei diversi siti internet si potrà avere informazioni su: iscrizioni atletie team, avvisi di gara e date esatte, descrizioni località degli eventie come raggiungerli, informazioni su alloggi, classifiche aggiornate

in tempo reale e schede atleti partecipanti.

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ITALIAN LLOONNGGBBOOAARRDD TOUR 2004Revolt Magazine, in collaboarazione con i Club: Is Benas, Toes Over, Cinghiale Marino e B2K, organizza il primo cir-cuito Italiano di Surf specialitY Longbaord �ILT maschile e femminile, e la speciale Revolt team Cup riservata ai team.

SURF/ITALIACircuito Italiano/Presentazione GRANDE NNOOVVIITTee PER IL SSUURRFF ITALIANO, CON LE SUE

QUATTRO TAPPE IN ALTRETTANTE REGIONI IITTAALLIIAANNEE, DIVENTEReUNA REALTe ITALIANA INVIDIATA ANCHE ALLjEESSTTEERROO.

I l Surfing in Italia sta vivendoun momento di forte cresci-ta. Da sport quasi sconosciu-

to qualjera finoa pochi anni fa,inizia ad essere seguito da tutticoloro che amano lo sport e ilmare in numero sempre maggio-re. Ed anche la parte strettamen-te agonistica di questo meravi-glioso sport, inizia ad interessareanche coloro che una volta nonpensavano fosse possibile prati-care questa disciplina nei nostrimari. Ej con queste premesseche partirY a maggio, ad Andorain Liguria, la prima prova delnuovo Circuito Italiano di Long-board denominato gItalian Long-board Tourh �ILT ed organizza-to da Revolt Magazine. QuestosarY il primo Campionato Italia-no di Surf a punti mai organizzato dauna rivista di surf in Italia. Con le pre-viste 4 tappe in altrettante RegionidjItalia si pone come uno dei Circuitidi Surf pi` importanti djEuropa. IlComitato organizzatore compostodai surf club: ToesOver, B2K, Is Benase Cinghiale Marino, prevede dopo ilprimo anno di gassestamentoh di farentrare a regime il Circuito �con unranking nazionale ed un montepremifinale nel 2005. Il Tour si conclude-rY dopo la tappa di Civitavecchia, con

una Cerimonia ufficiale di chiusura epremiazioni atleti che si terrY in unlocale di Roma . Al momento,il circui-to non [ supportato da alcun sponsorcommerciale, ed ogni contest ha avrYun suo sponsor particolare. Il circui-to ha un regolamento generale e unregolamento di gara ed entrambisono consultabili sul sito ufficialeinsieme a tutte le informazioni rela-tive a: iscrizioni, avvisi di gara, sche-de atleti, classifiche generali ed infosugli spot di gara. Una volta iscritti alCircuito, gli atleti sono automatica-

mente iscritti a tutte le tappepreviste. Ogni atleta, ai fini diottenere il punteggio finale edentrare nel ramking ufficiale, [tenuto a partecipare ad almenodue tappe del circuito.Ljorganizzazione si avvalerY deimigliori giudici di gara, che ver-ranno designati alljinizio delTour, con la collaborazione del-la Fisurf. Il Tour per essere vali-do dovrY aver completato consuccesso almeno 2 delle 4 tap-pe previste. Al termine del Tour,in base ai punteggi ottenuti adogni singola gara, verrY nomi-nato il Campione Italiano diLongboard nelle categorie:maschile e femminile. Oltre adun notevole afflusso di spettao-ri previsto nelle singole compe-

tizione, ljorganizzazione, per daremaggiore visibilitY al Tour, trasmet-terY in streming digitale tutte le garesu internet, che saranno quindi visibi-li da qualsiasi computer in qualsiasiparte del mondo. Ci auguriamocomunque una buona riuscita delTour, soprattutto perch[ pensiamoche il Surf italiano tutto ne trarrY ungrande vantaggio e siamo certi chetutti i longboarders gmediterraneihfaranno al meglio la loro parte. Noi lanostra.

TEXT)(REVOLT MEDIAPHOTOS)(C. SARNACCHIOLI

nelle foto: Elisabetta Fiers, Chiara Sbrana, Davide Pechhipag sx: Edoardo Bachi, Marco Rizzo, Leo Ranzoni e Fedreico Comparin

CIRCUITO ITALIANO SURF LONGBAORD 2004ITALIAN LONGBOARD SURF TOUR 2004

Specialità: Longboard - Maschile e femminile CIRCUITO A PUNTI IN 4 TAPPE PRINCIPALI:

Prima tappa: Liguria (Andora/Savona) - MAGGIO/GIUGNO“CINGHIALE MARINO LONGBOARD CUP” PRIMA EDIZIONE, 3 STAR EVENTSeconda tappa:Toscana (Viareggio/Lucca) - GIUGNO/LUGLIO“QUIKSILVER LONGBOARD CLASSIC” PRIMA EDIZIONE, 3 STAR EVENTTerza tappa: Sardegna (S’Archittu/Oristano) - SETTEMBRE

“SARDINIA ISLAND LONGBOARD OPEN” QUARTA EDIZIONE, 3 STAR EVENTQuarta ed ultima tappa: Lazio (Civitavecchia/Roma) - OTTOBRE “CIVITAVECCHIA LONGBOARD FESTIVAL” TERZA EDIZIONE, 3 STAR EVENT

E V E N T I C O L L E G A T I :ROMA - OTTOBRE/NOVEMBRE - 2004

Premiazioni Atleti e cerimonia di chiusura ufficiale. Segue: REVOLT SURF PARTY + DJ SET

ROMA - REVOLT SURF TEAM CUPRevolt Magazine, quale promotore del circuito, assegnerà ogni anno, alla conclusione del Tour, un trofeo al migliore

Team/Club composto da un minimo di tre atleti per categoria, per somma dei punteggi ottenuti.

ATLETI AMMESSI:Sono ammessi tutti gli atleti cittadini italiani maggiorenni con tavole da nove piedi in su nei modi e termini indicati

nel Regolamento Generale ILT.ORGANIZZAZIONE GENERALE ITALIAN LONGBOARD TOUR:

REVOLT MAGAZINEORGANIZZAZIONE CONTEST:

CInghiale Marino Surf Club, Is Benas Surf Club, B2K Surf Club,Toesover Surf Club.VIDEO E MEDIA:

In streaming digitale su Revolt TV. Per la prima volta in Europa sarà possibile seguire gli eventi ONLINE con streaming digitale su internet da qualsiasi computer in

qualsiasi parte del mondo. ORGANO DI STAMPA UFFICIALE:

REVOLT MEDIA Tutte gli eventi verranno pubblicati in esclusiva

sulla rivista ufficiale e altri media.WEBSITE UFFICIALI:

WWW.REVOLT.IT/ITALIANLONGBOARDTOURwww.revolt.it - www.toesover.it - www.cinghialemarino

Nei diversi siti internet si potrà avere informazioni su: iscrizioni atletie team, avvisi di gara e date esatte, descrizioni località degli eventie come raggiungerli, informazioni su alloggi, classifiche aggiornate

in tempo reale e schede atleti partecipanti.

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LLOOCCAATTIIOONN ee DDEESSCCRRIIZZIIOONNEESSPPOOTT::

SSjjAARRCCHHIITTTTUU -- OORRIISSTTAANNOO -- SSAARRDDEEGGNNAASjArchittu, caratteristica localitY marinasarda che si trova sulla Costa occidenta-le, nella zona meglio conosciuta comegCapo Mannu Surf Areah, famosa nelmondo per avere la maggiore consi-stenza di onde di tutto il Mar Mediter-raneo e per le condizioni altamentefavorevoli alla pratica del surfing. Que-sto tratta di costa [ inoltre apprezzatoper la qualitY delljacqua e delle spiaggie.Il Paese [ distante 20 Km circa da Ori-stano servita da collegamenti ferrovia-ri con i principali porti e aeroporti del-ljIsola. Diverse sono le tipologie di ospi-talitY turistica per gli atleti nella zona,dal bed&breakfast fino al camping con

tende e camper.SSPPOOTT IINNFFOO:: Tipo di onda: destra - Ven-ti: SW-W-NW-NNW - Fondale: Roccia- Lunghezza onda: fino a 500m -Distanza line up dalla riva: circa 150m -Altezza media delljonda: da 1 fino a 3metri. Tipo di onda: a 3 sezioni; due ripi-de e una morbida molto adatta al long-boarding.CCIIVVIITTAAVVEECCCCHHIIAA -- RROOMMAA -- LLAAZZIIOOCivitavecchia [ il principale scalo marit-timo del centro Italia collegata con:Olbia, genova, Palermo e Barcellona.Per le caratteristiche della costa [ mol-to adatta alla pratica del surfing . Tuttala costa di Civitavecchia a partire dallaattigua S. Marinella, rappresenta lazona italiana pi` famosa per la praticadel surfing ed anche la pi` sfruttata.Infatti [ proprio questa zona a vantare

il maggior numero di surfisti attivi del-la Penisola. Diverse nella cittY le tipolo-gie di ospitalitY turistica a disposizionedegli atleti e degli accompagnatori.SSPPOOTT IINNFFOO:: Tipo di onda: destra - sini-stra - Venti: SE - SW-W - Fondale:misto Roccia/sabbia - Lunghezza onda:fino a 150m - Distanza line up dalla riva:circa 80m - Altezza media delljonda: da1 fino a 2 metri. Tipo di onda: a 2 sezio-ni; una ripide e una morbida moltoadattta al longboarding.AANNDDOORRAA -- SSAAVVOONNAA -- LLIIGGUURRIIAACaratteristica localitY balneare dellariviera ligure. Rappresenta il pi` impor-tante bacino di attrazione surfistica perle zone senza mare �vedi Milano e Tori-no. Caratterizzata da un forte flussoturistico, [ comunque una delle localitYbalneari liguri pi` tranquille ed a misu-ra djuomo. Come tutta la costa ligure, [molto attiva nella pratica del surfingche negli ultimi anni ha avuto un altosviluppo. Diverse nel Paese le possibili-tY di alloggio ed altri servizi per atleti eaccompagnatori. Collegata con Auto-strada.SSPPOOTT IINNFFOO:: Tipo di onda: a-framedestra /sinistra - Venti: SE - SW- NW -Fondale: sabbia - Lunghezza onda: finoa 200m - Distanza line up dalla riva: cir-ca 120m - Altezza media delljonda: da 1fino a 2 metri. Tipo di onda: a 2 sezioni,partenza morbida con sezione pi` ripi-da nelljinside.VVIIAARREEGGGGIIOO -- LLUUCCCCAA --TTOOSSCCAANNAAViareggio [ una delle localitY balneariitaliane pi` conosciute ed apprezzatenel mondo. La cittY infatti offre ognigenere di servizio in spiaggia e i suigbagnih sono famosi per la loro orga-nizzazione. Viareggio, per via dellesue onde, [ anche la localitY italianache, apartire dai primi anni ottanta, havisto il movimento surfistico naziona-le fare i primi passi. Quindi Vareggio sipropone anche come fulcro e punto diunione di tutta la comunitY surfisticaitaliana. Diverse nella cittY le possibi-litY di alloggio ed altri servizi per atle-ti e accompagnatori. Collegata conAutostrada.SSPPOOTT IINNFFOO:: Tipo di onda:destra/sinistra - Venti: W- SW- NW -Fondale: sabbia - Lunghezza onda:fino a 200m - Distanza line up dallariva: circa 150m - Altezza media del-ljonda: da 1 fino a 3 metri. Tipo di

SURF/ITALIA

nelle foto: Vincenzo Ganadu e Vincenzo Ingletto

Page 59: Revolt Magazine 2 - 2004

ULTIMATE MAGAZINE

OMNIS ARS NATURAE IMITATIO EST

BRETAGNA - ISOLA DI MARTINICA - CANGUU BALIFRANCESCA RUBEGNI - CASU E COSSU - I SURFISTI E LE GARESARDINIA LONGBOARD OPEN - CIVITAVECCHIA LONGBOARDFESTIVAL - VOGLIO IL TOP - TINA - ALIENSTHE WHITE STRIPES - CHEMICAL BROTHERS - RIVOLUZIONI +....

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Page 60: Revolt Magazine 2 - 2004

Revolt > 70/71

TECNO/LOGIE

Definizioni quali gopen-sourceh egfree-softwareh appaiono da moltotempo oramai, con un certa regola-

ritY anche negli articoli dei giornali pi` dif-fusi nel nostro paese. Non si tratta, comun-que, di una notizia totalmente positiva, datoche, in molti casi, tali definizioni vengonoutilizzati male. Fino ad oggi, ljunica testataa grande tiratura in Italia in grado di com-prendere appieno il significato di questa ter-minologia, e, pi` in generale, di scrivere sen-za errori di stampa gLinus Torvaldsh o di per-cepire la differenza tra Richard Stallman e unpescivendolo sia il gIl Sole 24 oreh . Visto chedi confusione ce nj[ fin troppa, pensiamo, siagiunto il momento che su Revolt si faccia unpoj il punto della situazione e non sia dia nul-la per scontato. Iniziamo dai termini. Cosasignifica gfree softwareh o, meglio ancora,cosa significa gfreeh? Se avete detto ggratishsiete giY partiti col piede sbagliato. In ingle-se ggratish [ solo uno dei tanti significati �eneppure il pi` utilizzato di gfreeh. Nel casodel software, gfreeh significa, essenzialmen-te, gliberoh. E gliberoh sta ad indicare gliber-tYh. Per capire quali solo le libertY consenti-te dal vero gfree-softwareh, analizziamo ledue licenze open-source per eccellenza: laGPL �General Public License, ideata daRichard Stallman alljinterno del progettoGnu e la BSD �Berkeley Software Distribui-tion, inizialmente ideata per accompagnareil software creato nei centri ricerca dellanota universitY californiana. Entrambe que-ste licenze permettono di:- installare il software su quante macchine sivuole e farlo utilizzare ad una o pi` personecontemporaneamente;- avere accesso al codice sorgente e modifi-care il software �proteggendo comunque i

diritti delljautore originario che dovrY esse-re rilasciato sotto la stessa licenza del soft-ware di partenza;- copiare il software e distribuirlo da solo oaggregandolo alljinterno di una distribuzio-ne contenente altro software �anche se dis-tribuito con licenza diversa o altro materia-le �manuali, ecc. o servizi �contratti di assi-stenza, ecc.;- utilizzare il software in ogni campo �lalicenza non pu^ discriminare alcun gruppo opersona o alcun campo di attivitY.Nei punti esposti sopra vengono sintetizza-te quelle che sono le caratteristiche pi` notedel gfree softwareh appunto. Ej evidente cheljaspetto commerciale non viene assoluta-mente trascurato �come si spiega altrimentiljinteresse di IBM per Linux, ad esempio? enon si viene neppure meno la difesa dei dirit-ti delljautore �aspetto fondamentale, que-sto, altrimenti terze persone potrebberogimpossessarsih di software gfreeh altrui ebrevettarlo, rendendolo cosij gnon-liberoh.Ljalone di confusione attorno al softwaregopen-sourceh [ dovuta anche alla presenzadi alcune licenze o modalitY di distribuzionedi software che, facendo velati accenni a ter-mini quali ggratish e gpubblicoh, riesconospesso a fuorviare ljutilizzatore finale nellasua scelta. Basandoci su quando detto sopra,distinguere il vero gfree-softwareh dalle trap-pole tese dagli addetti al marketing dellesoftware-house dovrebbe essere piuttostosemplice, ma vediamo ora alcuni casi di fal-so free-software. Il software ggratish, quellodistribuito con i cd delle riviste ad esempio.Spesso distribuire a costo zero un softwarecommerciale �magari una versione un pojvecchiotta o priva di alcune funzionalitY [solo una strategia utilizzata da qualche gros-

sa software house per stroncare la piccolaconcorrenza nascente. Le versioni trial �chefunzionano solo 30/60 giorni sono sola-mente un veicolo pubblicitario �provi il pro-dotto e se ti piace lo compri. Il software dipubblico dominio [ forse quello che pi`riesce a confondersi con il gfree-softwareh.Viene messo a disposizione di tutti. Spessoviene distribuito anche con il codice sorgen-te. La grossa differenza [ che questo tipo disoftware non viene in alcun modo tutelatoda alcuna forma di copyright. Potrebbe esse-re inserito in un progetto commerciale sen-za che nulla sia dovuto agli autori e senzaalcuna forma di gritornoh per la comunitY.Ma il vero cavallo di troia, la tipologia pi`subdola di falso gfree-softwareh sono i pro-dotti gregalatih ad istituti scolastici ed uni-versitY. Dietro i quali si nascondono onero-sissimi contratti di manutenzione e assisten-ze e, soprattutto, rinnovi futuri di licenze acosti tuttjaltro che gfreeh �e in questo casocon gfreeh intendiamo ggratish!. Il vero soft-ware gfreeh [ sempre gfreeh. I diritti dei suoicreatori vengono tutelati dal copyright e vie-ne distribuito sotto unjapposita licenza. Ilvero software gfreeh viene distribuito con ipropri sorgenti �che vengono acclusi nel sup-porto mediante il quale il software viene dis-tribuito, o messi comunque a disposizione inInternet. Non si pu^, cio[, limitarsi alla soladistribuzione dei file eseguibili �il file esegui-bile [ la versione binaria del software, unaserie di 0 e 1 comprensibili solo dalljelabora-tore; nel mondo windzoz sono i file .exe, tan-to per capirci, ma ci si impegna anche a met-tere a disposizione il codice sorgente �cio[ ilprogramma scritto in una forma pi` vicina allinguaggio umano; detta forma viene chia-mata glinguaggio di programmazioneh. Tut-

A PROPOSITO DI “OPEN SOURCE”...La confusione attorno al concetto gopen-sourceh [ dovuta alla presenza di alcuni metodi di distribuzione di softwareche, facendo velati accenni a termini quali ggratish e gpubblicoh, riescono spesso a fuorviare ljutilizzatore finale.

Soft/WAR-e

TEXT)(C.S.

to questo allo scopo di dare la possibilitY alljac-quirente che ne sia in grado, di apportaremodifiche o manutenzioni. O quantomeno digarantire ljutilizzatore sul fatto che sia possi-bile controllare la presenza di funzionalitYgnascosteh nel software �questo [ uno deimotivi per i quali alcuni governi sono piutto-sto interessato a Linux rispetto altri sistemioperativi. Se queste affermazioni vi stannofacendo pensare su quali possono essere i peri-coli del software non libero, mi permetto diricordavi che una software house pu^ decide-re di abbandonare lo sviluppo di un softwarecommerciale in un qualsiasi momento,costringendo i propri clienti a gmigrareh versonuovi software �sempre della medesima soft-ware house, magari. Ej singolare come ci^che sembra normale, ad esempio, per il merca-to automobilistico, non lo sia altrettanto peril mondo delljinformatica. Quanti di voi com-prerebbero una macchina con il cofano appo-sitamente saldato affinchZ non sia possibileguardarci dentro? Quanti di voi avrebbero lapazienza di aspettare �e pagare! per la nuo-va versione di unjautomobile perchZ quellaappena acquistata si ferma ogni 2 chilometri?- Sul quadrante ovviamente vi appare unoschermo blu: gQuestjauto ha compiuto unoperazione non autorizzatah. Quale governo siaffiderebbe praticamente ad un unico fornito-re di software per sistemi operativi e gli appli-cativi di tutti gli uffici pubblici senza avere lapossibilitY di verificare nel dettaglio il funzio-namento di tale software? - Il nostro?... Mifermo qui, altrimenti sarebbe veramente sin-golare dover cominciare a mettersi a parlare digsicurezza nazionaleh su Decoder! Qualegoverno, nel XXI° secolo, metterebbe ljinterapropria infrastruttura informatica nelle manidi societY di un paese straniero, ecc, ecc........

UNA SSOOFFTTWWAARREE HOUSE PUm DECIDERE DI ABBANDONARELO SVILUPPO DI UN SOFTWARE CCOOMMMMEERRCCIIAALLEEIN UN QUALSIASI MOMENTO, CCOOSSTTRRIINNGGEENNDDOO

I PROPRI CCLLIIEENNTTI A gMIGRAREh VERSO NUOVI SOFTWARE.

Page 61: Revolt Magazine 2 - 2004

Revolt > 70/71

TECNO/LOGIE

Definizioni quali gopen-sourceh egfree-softwareh appaiono da moltotempo oramai, con un certa regola-

ritY anche negli articoli dei giornali pi` dif-fusi nel nostro paese. Non si tratta, comun-que, di una notizia totalmente positiva, datoche, in molti casi, tali definizioni vengonoutilizzati male. Fino ad oggi, ljunica testataa grande tiratura in Italia in grado di com-prendere appieno il significato di questa ter-minologia, e, pi` in generale, di scrivere sen-za errori di stampa gLinus Torvaldsh o di per-cepire la differenza tra Richard Stallman e unpescivendolo sia il gIl Sole 24 oreh . Visto chedi confusione ce nj[ fin troppa, pensiamo, siagiunto il momento che su Revolt si faccia unpoj il punto della situazione e non sia dia nul-la per scontato. Iniziamo dai termini. Cosasignifica gfree softwareh o, meglio ancora,cosa significa gfreeh? Se avete detto ggratishsiete giY partiti col piede sbagliato. In ingle-se ggratish [ solo uno dei tanti significati �eneppure il pi` utilizzato di gfreeh. Nel casodel software, gfreeh significa, essenzialmen-te, gliberoh. E gliberoh sta ad indicare gliber-tYh. Per capire quali solo le libertY consenti-te dal vero gfree-softwareh, analizziamo ledue licenze open-source per eccellenza: laGPL �General Public License, ideata daRichard Stallman alljinterno del progettoGnu e la BSD �Berkeley Software Distribui-tion, inizialmente ideata per accompagnareil software creato nei centri ricerca dellanota universitY californiana. Entrambe que-ste licenze permettono di:- installare il software su quante macchine sivuole e farlo utilizzare ad una o pi` personecontemporaneamente;- avere accesso al codice sorgente e modifi-care il software �proteggendo comunque i

diritti delljautore originario che dovrY esse-re rilasciato sotto la stessa licenza del soft-ware di partenza;- copiare il software e distribuirlo da solo oaggregandolo alljinterno di una distribuzio-ne contenente altro software �anche se dis-tribuito con licenza diversa o altro materia-le �manuali, ecc. o servizi �contratti di assi-stenza, ecc.;- utilizzare il software in ogni campo �lalicenza non pu^ discriminare alcun gruppo opersona o alcun campo di attivitY.Nei punti esposti sopra vengono sintetizza-te quelle che sono le caratteristiche pi` notedel gfree softwareh appunto. Ej evidente cheljaspetto commerciale non viene assoluta-mente trascurato �come si spiega altrimentiljinteresse di IBM per Linux, ad esempio? enon si viene neppure meno la difesa dei dirit-ti delljautore �aspetto fondamentale, que-sto, altrimenti terze persone potrebberogimpossessarsih di software gfreeh altrui ebrevettarlo, rendendolo cosij gnon-liberoh.Ljalone di confusione attorno al softwaregopen-sourceh [ dovuta anche alla presenzadi alcune licenze o modalitY di distribuzionedi software che, facendo velati accenni a ter-mini quali ggratish e gpubblicoh, riesconospesso a fuorviare ljutilizzatore finale nellasua scelta. Basandoci su quando detto sopra,distinguere il vero gfree-softwareh dalle trap-pole tese dagli addetti al marketing dellesoftware-house dovrebbe essere piuttostosemplice, ma vediamo ora alcuni casi di fal-so free-software. Il software ggratish, quellodistribuito con i cd delle riviste ad esempio.Spesso distribuire a costo zero un softwarecommerciale �magari una versione un pojvecchiotta o priva di alcune funzionalitY [solo una strategia utilizzata da qualche gros-

sa software house per stroncare la piccolaconcorrenza nascente. Le versioni trial �chefunzionano solo 30/60 giorni sono sola-mente un veicolo pubblicitario �provi il pro-dotto e se ti piace lo compri. Il software dipubblico dominio [ forse quello che pi`riesce a confondersi con il gfree-softwareh.Viene messo a disposizione di tutti. Spessoviene distribuito anche con il codice sorgen-te. La grossa differenza [ che questo tipo disoftware non viene in alcun modo tutelatoda alcuna forma di copyright. Potrebbe esse-re inserito in un progetto commerciale sen-za che nulla sia dovuto agli autori e senzaalcuna forma di gritornoh per la comunitY.Ma il vero cavallo di troia, la tipologia pi`subdola di falso gfree-softwareh sono i pro-dotti gregalatih ad istituti scolastici ed uni-versitY. Dietro i quali si nascondono onero-sissimi contratti di manutenzione e assisten-ze e, soprattutto, rinnovi futuri di licenze acosti tuttjaltro che gfreeh �e in questo casocon gfreeh intendiamo ggratish!. Il vero soft-ware gfreeh [ sempre gfreeh. I diritti dei suoicreatori vengono tutelati dal copyright e vie-ne distribuito sotto unjapposita licenza. Ilvero software gfreeh viene distribuito con ipropri sorgenti �che vengono acclusi nel sup-porto mediante il quale il software viene dis-tribuito, o messi comunque a disposizione inInternet. Non si pu^, cio[, limitarsi alla soladistribuzione dei file eseguibili �il file esegui-bile [ la versione binaria del software, unaserie di 0 e 1 comprensibili solo dalljelabora-tore; nel mondo windzoz sono i file .exe, tan-to per capirci, ma ci si impegna anche a met-tere a disposizione il codice sorgente �cio[ ilprogramma scritto in una forma pi` vicina allinguaggio umano; detta forma viene chia-mata glinguaggio di programmazioneh. Tut-

A PROPOSITO DI “OPEN SOURCE”...La confusione attorno al concetto gopen-sourceh [ dovuta alla presenza di alcuni metodi di distribuzione di softwareche, facendo velati accenni a termini quali ggratish e gpubblicoh, riescono spesso a fuorviare ljutilizzatore finale.

Soft/WAR-e

TEXT)(C.S.

to questo allo scopo di dare la possibilitY alljac-quirente che ne sia in grado, di apportaremodifiche o manutenzioni. O quantomeno digarantire ljutilizzatore sul fatto che sia possi-bile controllare la presenza di funzionalitYgnascosteh nel software �questo [ uno deimotivi per i quali alcuni governi sono piutto-sto interessato a Linux rispetto altri sistemioperativi. Se queste affermazioni vi stannofacendo pensare su quali possono essere i peri-coli del software non libero, mi permetto diricordavi che una software house pu^ decide-re di abbandonare lo sviluppo di un softwarecommerciale in un qualsiasi momento,costringendo i propri clienti a gmigrareh versonuovi software �sempre della medesima soft-ware house, magari. Ej singolare come ci^che sembra normale, ad esempio, per il merca-to automobilistico, non lo sia altrettanto peril mondo delljinformatica. Quanti di voi com-prerebbero una macchina con il cofano appo-sitamente saldato affinchZ non sia possibileguardarci dentro? Quanti di voi avrebbero lapazienza di aspettare �e pagare! per la nuo-va versione di unjautomobile perchZ quellaappena acquistata si ferma ogni 2 chilometri?- Sul quadrante ovviamente vi appare unoschermo blu: gQuestjauto ha compiuto unoperazione non autorizzatah. Quale governo siaffiderebbe praticamente ad un unico fornito-re di software per sistemi operativi e gli appli-cativi di tutti gli uffici pubblici senza avere lapossibilitY di verificare nel dettaglio il funzio-namento di tale software? - Il nostro?... Mifermo qui, altrimenti sarebbe veramente sin-golare dover cominciare a mettersi a parlare digsicurezza nazionaleh su Decoder! Qualegoverno, nel XXI° secolo, metterebbe ljinterapropria infrastruttura informatica nelle manidi societY di un paese straniero, ecc, ecc........

UNA SSOOFFTTWWAARREE HOUSE PUm DECIDERE DI ABBANDONARELO SVILUPPO DI UN SOFTWARE CCOOMMMMEERRCCIIAALLEEIN UN QUALSIASI MOMENTO, CCOOSSTTRRIINNGGEENNDDOO

I PROPRI CCLLIIEENNTTI A gMIGRAREh VERSO NUOVI SOFTWARE.

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STIRATO N°4: PAURA/FEARAnteprima di STIRATO 4, ljinnovativo Poster-magazine che trovi gratuitamente a Roma o allegato a Revolt oppure lo puoi scaricare in PDF su www.centrifuga.net.

CULTURA/DESIGNRevolt/new-media Ej TRA LE PPAARROOLLEE QUANDO PARLIAMO

DEI NOSTRI DESIDERI E DELLE NOSTRE AASSPPIIRRAAZZIIOONNII,RRIINNTTAANNAATTAA ANCORA DA QUALCHE PARTE TRA I LIMITI

DELLjEESSSSEERREE gPRATICIh E gREALISTIh.

TEXT)(autori vari

PICTURES)(autori vari - stirato magazine - www.centrifuga.netRevolt > 72/73

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STIRATO N°4: PAURA/FEARAnteprima di STIRATO 4, ljinnovativo Poster-magazine che trovi gratuitamente a Roma o allegato a Revolt oppure lo puoi scaricare in PDF su www.centrifuga.net.

CULTURA/DESIGNRevolt/new-media Ej TRA LE PPAARROOLLEE QUANDO PARLIAMO

DEI NOSTRI DESIDERI E DELLE NOSTRE AASSPPIIRRAAZZIIOONNII,RRIINNTTAANNAATTAA ANCORA DA QUALCHE PARTE TRA I LIMITI

DELLjEESSSSEERREE gPRATICIh E gREALISTIh.

TEXT)(autori vari

PICTURES)(autori vari - stirato magazine - www.centrifuga.netRevolt > 72/73

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Revolt > 74/75

BRYAN TAYLORIntervista ad uno dei pi` eclettici fumettisti e illustratori del panorama undergroundornia,nei tempi di Terminator. E quando pu^ surfa...

ARTI VISIVE/ILLUSTRAZIONEBrasil/inspired

SPHERAE (tecnica mista) 50x70 cm

gk LA MIA ABITUDINE A SSOOFFFFEERRMMAARRMMIISULLE IIMMMMAAGGIINNII COME SE FOSSERO DELLE SSCCEENNEE,

SUGLI OGGETTI COME SE FOSSERO DEI PPEERRSSOONNAAGGGGII..h

CCoommee nnaassccoonnoo llee ssuueeiiddeeee?? Le mie idee nasco-no essenzialmente dalle

immagini, dai segni. Un dise-gno, unjimmagine mi suggeri-sce sempre una storia, un argo-mento da trattare, come adesempio questo lavoro sul Bra-sile. k la mia abitudine a soffer-marmi sulle immagini come sefossero delle scene, sugli ogget-ti come se fossero dei perso-naggi. Questo per scopriremagari cosa [ successo unminuto prima o un minutodopo, per sapere cosa causerYquella scena. Anche i diversistrumenti utilizzati per realiz-zare un disegno mi suggerisco-no certe cose anzichZ altre. per-chZ cerco uno sviluppo natura-le dal segno alla stesura finale.LLeeii [[ aanncchhee ffuummeettttiissttaa eedd hhaappuubbbblliiccaattoo aallccuunnii ssuuooii llaavvoorriissuullllee rriivviissttee aammeerriiccaannee ZZeerrooZZeerroo ee RRuubbbbeerr BBllaannkkeett.. QQuuaalliissoonnoo ii ssuuooii ccoonnttaattttii ccoonn llaarreeaallttYY ddeell mmeerrccaattoo iinnddiippeenn--ddeennttee UUSSAA?? QQuuaallii ssoonnoo gglliiaauuttoorrii cchhee aapppprreezzzzaa?? CCjj[[mmaaggaarrii uunn aarrttiissttaa cchhee lleeii iinnddii--cchheerreebbbbee ppeerr eesssseerree ppuubbbblliiccaa--ttoo qquuii iinn IIttaalliiaa??I miei contatti lavorativi con ilmercato americano sono statifinora molto esigui, ma ho inprogramma di allargarli in futu-ro visto che ora lavoro con unacasa editrice francese che stafacendo un buon lavoro di pro-

mozione e distribuzione deimiei lavori in diversi paesi. Gliautori che apprezzo sono tanti,e non solo americani. In gene-rale mi riferisco spesso al pano-rama americano perchZ ci sonomolti autori che sperimentanostorie simili alla mie, ci sonomolti libri, riviste e molte possi-bilitY di reperirli. Questo siste-ma permette anche ad autorinon eccezionali di potersi espri-mere concretamente mentre daaltre parti autori, forse pi` bra-vi, sono costretti a rincorrere lapossibilitY djessere pubblicati.Molti americani sono giY editiqui da noi. Per citare quelli chemi piacciono, potrei dire diver-si artisti della Fanthagraphics fDaniele Clowes, Charles Burns,Cat f pubblicati in Italia daPhoenix… poi ho letto StrayBullets di David Lapham… eChester Brown… comunqueanche questi fanno parte delmio background in evoluzione.LLeeii hhaa ppaarrtteecciippaattoo aa mmoossttrreenneellllee qquuaallii aarrttee ccoonntteemmppoorraa--nneeaa ee ffuummeettttoo ssii iinnttrreecccciiaavvaa--nnoo :: qquuaallee lleeggaammee rriittiieennee ppooss--ssaa ssuussssiisstteerree ttrraa ii dduuee aammbbiittii??Penso che un legame naturaleci sia, visto che ljarte contem-poranea ha allargato i suoi oriz-zonti negli ultimi 30, 40 anni. Ilproblema [ che sono altri a sco-prirlo, questo legame, e non gliautori. Per quanto mi riguarda,cerco semplicemente di seguire

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Revolt > 74/75

BRYAN TAYLORIntervista ad uno dei pi` eclettici fumettisti e illustratori del panorama undergroundornia,nei tempi di Terminator. E quando pu^ surfa...

ARTI VISIVE/ILLUSTRAZIONEBrasil/inspired

SPHERAE (tecnica mista) 50x70 cm

gk LA MIA ABITUDINE A SSOOFFFFEERRMMAARRMMIISULLE IIMMMMAAGGIINNII COME SE FOSSERO DELLE SSCCEENNEE,

SUGLI OGGETTI COME SE FOSSERO DEI PPEERRSSOONNAAGGGGII..h

CCoommee nnaassccoonnoo llee ssuueeiiddeeee?? Le mie idee nasco-no essenzialmente dalle

immagini, dai segni. Un dise-gno, unjimmagine mi suggeri-sce sempre una storia, un argo-mento da trattare, come adesempio questo lavoro sul Bra-sile. k la mia abitudine a soffer-marmi sulle immagini come sefossero delle scene, sugli ogget-ti come se fossero dei perso-naggi. Questo per scopriremagari cosa [ successo unminuto prima o un minutodopo, per sapere cosa causerYquella scena. Anche i diversistrumenti utilizzati per realiz-zare un disegno mi suggerisco-no certe cose anzichZ altre. per-chZ cerco uno sviluppo natura-le dal segno alla stesura finale.LLeeii [[ aanncchhee ffuummeettttiissttaa eedd hhaappuubbbblliiccaattoo aallccuunnii ssuuooii llaavvoorriissuullllee rriivviissttee aammeerriiccaannee ZZeerrooZZeerroo ee RRuubbbbeerr BBllaannkkeett.. QQuuaalliissoonnoo ii ssuuooii ccoonnttaattttii ccoonn llaarreeaallttYY ddeell mmeerrccaattoo iinnddiippeenn--ddeennttee UUSSAA?? QQuuaallii ssoonnoo gglliiaauuttoorrii cchhee aapppprreezzzzaa?? CCjj[[mmaaggaarrii uunn aarrttiissttaa cchhee lleeii iinnddii--cchheerreebbbbee ppeerr eesssseerree ppuubbbblliiccaa--ttoo qquuii iinn IIttaalliiaa??I miei contatti lavorativi con ilmercato americano sono statifinora molto esigui, ma ho inprogramma di allargarli in futu-ro visto che ora lavoro con unacasa editrice francese che stafacendo un buon lavoro di pro-

mozione e distribuzione deimiei lavori in diversi paesi. Gliautori che apprezzo sono tanti,e non solo americani. In gene-rale mi riferisco spesso al pano-rama americano perchZ ci sonomolti autori che sperimentanostorie simili alla mie, ci sonomolti libri, riviste e molte possi-bilitY di reperirli. Questo siste-ma permette anche ad autorinon eccezionali di potersi espri-mere concretamente mentre daaltre parti autori, forse pi` bra-vi, sono costretti a rincorrere lapossibilitY djessere pubblicati.Molti americani sono giY editiqui da noi. Per citare quelli chemi piacciono, potrei dire diver-si artisti della Fanthagraphics fDaniele Clowes, Charles Burns,Cat f pubblicati in Italia daPhoenix… poi ho letto StrayBullets di David Lapham… eChester Brown… comunqueanche questi fanno parte delmio background in evoluzione.LLeeii hhaa ppaarrtteecciippaattoo aa mmoossttrreenneellllee qquuaallii aarrttee ccoonntteemmppoorraa--nneeaa ee ffuummeettttoo ssii iinnttrreecccciiaavvaa--nnoo :: qquuaallee lleeggaammee rriittiieennee ppooss--ssaa ssuussssiisstteerree ttrraa ii dduuee aammbbiittii??Penso che un legame naturaleci sia, visto che ljarte contem-poranea ha allargato i suoi oriz-zonti negli ultimi 30, 40 anni. Ilproblema [ che sono altri a sco-prirlo, questo legame, e non gliautori. Per quanto mi riguarda,cerco semplicemente di seguire

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Revolt > 78/79

MAMUTHONES DI SARDEGNAMamuthones:rituale in maschera di Mamoiada, paese delljentroterra sardo. Sono ancora un mistero,malgrado moltissime siano state le ipotesi avanzate per cercare di comprenderne ljorigine.

APPROFONDIMENTI CULTURALI SU: WWW.MUSEODELLEMASCHERE.IT - WWW.MAMUTHONES.IT

CULTURA/LOCALERituali/antichi

IL CCAARRNNEEVVAALLEE BARBARICINO MANTIENE ANCORALjASPETTO TRAGICO DA CUI TRAEVA OORRIIGGIINNEE,

RIPETENDO IN UN RRIITTOO AGRESTEE PROPIZIATORIO, LA PPAASSSSIIOONNEE

E LA MORTE DI DIONISIO, CHE NASCE E MUORE CCIICCLLIICCAAMMEENNTTEE.

EETTIIMMOOLLOOGGIIAA DDEELLLLAA PPAARROOLLAA MMAAMMUUTTHHOONNEE::Diversi sono gli studiche hanno attribuitoun significato a que-sto nome. Fra i pi`autorevoli sono quelliche voglionounjorigine legata alnome di antichi idolicome Maimone o

legati alla natura e alljambiente:Mamucone [ il nome di una campagna;Sos Mamus, cio[ i misteriosi abitatori dicaverne o forse i geni tutelari in unaleggenda che pu^ adombrare un mito;Mamudine, altra localitY campestredove ci sono delle caverne favolose;Mamone, altra zona della Barbagia;Mamujone, infine, che era si dice, primail nome di una sorgente, poi non si sa daquando il nome originario di Mamoia-da, cio[ il paese dei Mamuthones...

PPrrooff.. RRaaffffaaeelllloo MMaarrcchhii IIll PPoonnttee nn°° ssppeecciiaallee SSaarrddeeggnnaa

La Sardegna [, fra le regioniitaliane, la pi` ricca di tradi-zioni e usanze folcloristiche

che sono state tramandate nel corsodei secoli e sono giunte, soprattuttonelle zone interne, quasi immutatefino ai nostri giorni. A Mamoiada,piccolo centro nella Barbagia diOllolai, si conserva ljarcaico rito deiMamuthones e degli Issohadoresche risale, secondo ipotesi di moltistudiosi, ad epoca nuragica o addirit-tura pre-nuragica. Qui sopravvivequesta apotropaica tradizione tra-smessa oralmente di padre in figlioe, seppure nel corso dei secoli sianostate apportate variazioni e ri-adat-tamenti, il rito [ essenzialmenterimasto lo stesso di sempre, conser-vando intatto il suo fascino miste-rioso. I presenti sono coinvolti nelrito e trascinati in una ggmmiissttiiccaahh esuggestiva frenesia dalle maschereimpegnate nelle danze e dagli Isso-hadores con le loro funi di giunco. Imamuthones, con maschera,mastruca e campanacci, si dispongo-no incolonnati su due file, creandouno spazio alljinterno. Una fila pro-

cede a piccoli passi, andando avanticol piede sinistro, retrocedendo colpiede destro; la fila opposta, avanzacol piede destro e retrocede col sini-stro. Entrambe le colonne modifica-no il passo di danza con una varian-te di tre piccoli passi eseguiti pi`velocemente. GGllii iissssoohhaaddoorreess,,vestiti con un corpetto rosso, si dis-pongono alljesterno, davanti, al cen-tro e dietro, lasciando solo a uno ilcompito di coordinare i movimenti.La funzione esteriore appare quelladi garantire lo svolgimento delrituale e di catturare prede, oggiprevalentemente femminili, con lasoha, laccio, come per riaffermare eriproporre le modalitY delljazioneche ha portato al dominio del grup-po che controllano. Lo svolgimentodelljazione coinvolge il pubblico inun intrigante compartecipazioneche, sembra, farli assurgere a com-primari degli stessi membri del grup-po trasmettendo una forte caricaemotiva. Il rituale, quindi, Z soprav-vissuto nonostante ljincessante ten-tativo, da parte di dominatori ester-ni, di subordinare le manifestazioni

autoctone delle popolazioni pi`interne delljIsola, notoriamente resi-stenti a qualunque forma di sotto-missione. Sono documentati anche ivari tentativi di spingere le popola-zioni delljinterno alla conversione alcristianesimo e di introdurre modifi-che al rito. Si tratta, infatti, di unrito pagano apotropaico, nato, ed [questa la prima ipotesi, per la vene-razione degli animali, la protezionecontro gli spiriti del male, la propi-ziazione del raccolto e il ccuullttoo ddeell--lljjaaccqquuaa come fonte di vita. In quan-to tale, non poteva non essere forte-mente osteggiato dalla religione cri-stiana che ne proponeva un assorbi-mento finalizzato a rafforzarne elegittimarne le proprie radici.Unjaltra interpretazione, forseanche pi` verosimile, non pu^ cherimandare alla riproposizione di unevento militare, di un gruppo diinvasori catturati dagli autoctoni.Peraltro, nel rituale prevale un ordi-ne e unjorganizzazione che richia-ma, sopratutto, il controllo di ungruppo da parte di un altro con evi-denti segni della dialettica vinti-vin-

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Revolt > 78/79

MAMUTHONES DI SARDEGNAMamuthones:rituale in maschera di Mamoiada, paese delljentroterra sardo. Sono ancora un mistero,malgrado moltissime siano state le ipotesi avanzate per cercare di comprenderne ljorigine.

APPROFONDIMENTI CULTURALI SU: WWW.MUSEODELLEMASCHERE.IT - WWW.MAMUTHONES.IT

CULTURA/LOCALERituali/antichi

IL CCAARRNNEEVVAALLEE BARBARICINO MANTIENE ANCORALjASPETTO TRAGICO DA CUI TRAEVA OORRIIGGIINNEE,

RIPETENDO IN UN RRIITTOO AGRESTEE PROPIZIATORIO, LA PPAASSSSIIOONNEE

E LA MORTE DI DIONISIO, CHE NASCE E MUORE CCIICCLLIICCAAMMEENNTTEE.

EETTIIMMOOLLOOGGIIAA DDEELLLLAA PPAARROOLLAA MMAAMMUUTTHHOONNEE::Diversi sono gli studiche hanno attribuitoun significato a que-sto nome. Fra i pi`autorevoli sono quelliche voglionounjorigine legata alnome di antichi idolicome Maimone o

legati alla natura e alljambiente:Mamucone [ il nome di una campagna;Sos Mamus, cio[ i misteriosi abitatori dicaverne o forse i geni tutelari in unaleggenda che pu^ adombrare un mito;Mamudine, altra localitY campestredove ci sono delle caverne favolose;Mamone, altra zona della Barbagia;Mamujone, infine, che era si dice, primail nome di una sorgente, poi non si sa daquando il nome originario di Mamoia-da, cio[ il paese dei Mamuthones...

PPrrooff.. RRaaffffaaeelllloo MMaarrcchhii IIll PPoonnttee nn°° ssppeecciiaallee SSaarrddeeggnnaa

La Sardegna [, fra le regioniitaliane, la pi` ricca di tradi-zioni e usanze folcloristiche

che sono state tramandate nel corsodei secoli e sono giunte, soprattuttonelle zone interne, quasi immutatefino ai nostri giorni. A Mamoiada,piccolo centro nella Barbagia diOllolai, si conserva ljarcaico rito deiMamuthones e degli Issohadoresche risale, secondo ipotesi di moltistudiosi, ad epoca nuragica o addirit-tura pre-nuragica. Qui sopravvivequesta apotropaica tradizione tra-smessa oralmente di padre in figlioe, seppure nel corso dei secoli sianostate apportate variazioni e ri-adat-tamenti, il rito [ essenzialmenterimasto lo stesso di sempre, conser-vando intatto il suo fascino miste-rioso. I presenti sono coinvolti nelrito e trascinati in una ggmmiissttiiccaahh esuggestiva frenesia dalle maschereimpegnate nelle danze e dagli Isso-hadores con le loro funi di giunco. Imamuthones, con maschera,mastruca e campanacci, si dispongo-no incolonnati su due file, creandouno spazio alljinterno. Una fila pro-

cede a piccoli passi, andando avanticol piede sinistro, retrocedendo colpiede destro; la fila opposta, avanzacol piede destro e retrocede col sini-stro. Entrambe le colonne modifica-no il passo di danza con una varian-te di tre piccoli passi eseguiti pi`velocemente. GGllii iissssoohhaaddoorreess,,vestiti con un corpetto rosso, si dis-pongono alljesterno, davanti, al cen-tro e dietro, lasciando solo a uno ilcompito di coordinare i movimenti.La funzione esteriore appare quelladi garantire lo svolgimento delrituale e di catturare prede, oggiprevalentemente femminili, con lasoha, laccio, come per riaffermare eriproporre le modalitY delljazioneche ha portato al dominio del grup-po che controllano. Lo svolgimentodelljazione coinvolge il pubblico inun intrigante compartecipazioneche, sembra, farli assurgere a com-primari degli stessi membri del grup-po trasmettendo una forte caricaemotiva. Il rituale, quindi, Z soprav-vissuto nonostante ljincessante ten-tativo, da parte di dominatori ester-ni, di subordinare le manifestazioni

autoctone delle popolazioni pi`interne delljIsola, notoriamente resi-stenti a qualunque forma di sotto-missione. Sono documentati anche ivari tentativi di spingere le popola-zioni delljinterno alla conversione alcristianesimo e di introdurre modifi-che al rito. Si tratta, infatti, di unrito pagano apotropaico, nato, ed [questa la prima ipotesi, per la vene-razione degli animali, la protezionecontro gli spiriti del male, la propi-ziazione del raccolto e il ccuullttoo ddeell--lljjaaccqquuaa come fonte di vita. In quan-to tale, non poteva non essere forte-mente osteggiato dalla religione cri-stiana che ne proponeva un assorbi-mento finalizzato a rafforzarne elegittimarne le proprie radici.Unjaltra interpretazione, forseanche pi` verosimile, non pu^ cherimandare alla riproposizione di unevento militare, di un gruppo diinvasori catturati dagli autoctoni.Peraltro, nel rituale prevale un ordi-ne e unjorganizzazione che richia-ma, sopratutto, il controllo di ungruppo da parte di un altro con evi-denti segni della dialettica vinti-vin-

Page 68: Revolt Magazine 2 - 2004

UUNNIIVVEERRSSUUSS HIC MUNDUS UNA CCIIVVIITTAASSCOMMUNIS DEORUM ATQUE

HHOOMMIINNUUMM EXISTIMANDA EESSTT..**

*Questo mondo va giudicato come una immensa cittY comune di uomini e di Dei. ��CCffrr.. CCiicceeoonnee,, DDee lleegg..,, 11,,2233Revolt > 82/83

A.I.RE.: ALIENS IN REVOLT ®

Creati esclusivamente per Revolt Magazine, un invito ad entrare in un mondo nuovo, diverso, dove tutto [ possibile e pi` gattinenteh, anche se non strettamente reale!

COMICS/ALIENS IN REVOLT®Exclusive/A.I.RE. story #2

SEMBRA SIA GIÀ STATOTUTTO DECISO, NON HANNO VOLUTO

SENTIRE LA NOSTRA RIVELAZIO-NE

QUEL CHE SUCCEDE, ÈSTATO GIÀ SCRITTO NELLA NOTTE

DEI TEMPI, IL LIBERO ARBITRIOPOI...

ESSERE PESSIMISTI NON E’IL PROBLEMA. ESSERE PESSIMI OTTIMI-

STI, QUESTO E’ IL VERO PROBLEMA.

AFFOGARE NEL SENTIMENTOSUBLIME, ENTRARE NELL’INFINITO,

CHE PER ANALOGIA E’ IL MARE.

TUTTO INIZIA. TUTTOFINISCE. MARTE E’ A UN PASSO.

SI PUÒ RAGGIUNGERE IN6MESI...

NOI CI IMPIEGHIAMO IL TEM-PO DI UN LAMPO. MA 6 MESI E’ GIÀ UN

BEL TRAGUARDO PER VOI....

BEAGLE L’ABBIAMO ABBATTUTANOI. CI PENSI L’EUROPA CON IL SUO

MOSTRICCIATTOLO A SCORRAZZARE SULROSSO PIANETA.

PENSATE AD ALTRO.PIÙ IMPORTANTE. QUELLA E’ROBA DA USA. SPIRIT.. SU

MARTE...

SARA’ FORSE IL CASODI REINSERIRE UN NUOVO PRO-

GRAMMA, QUESTO APPARE SUPE-RATO..

SI, MA L’ULTIMA VOLTA CHELO ABBIAMO FATTO, HANNO CROCIFIS-

SO UN INNOCENTE....

E NOI JE DIMO ENOI JE FAMO... METTETECE

L’ACQUA CHE VE PAGAMO.

SU MARTE C’ERANO ONDE.SU MARTE C’ERA ACQUA. SU MAR-

TE C’ERA VITA. SU MARTE...

©revolt

©revolt

©revolt

©revolt

©revolt

©revolt

Documento Classificato - Aliens approvation #23/45

©revolt

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UUNNIIVVEERRSSUUSS HIC MUNDUS UNA CCIIVVIITTAASSCOMMUNIS DEORUM ATQUE

HHOOMMIINNUUMM EXISTIMANDA EESSTT..**

*Questo mondo va giudicato come una immensa cittY comune di uomini e di Dei. ��CCffrr.. CCiicceeoonnee,, DDee lleegg..,, 11,,2233Revolt > 82/83

A.I.RE.: ALIENS IN REVOLT ®

Creati esclusivamente per Revolt Magazine, un invito ad entrare in un mondo nuovo, diverso, dove tutto [ possibile e pi` gattinenteh, anche se non strettamente reale!

COMICS/ALIENS IN REVOLT®Exclusive/A.I.RE. story #2

SEMBRA SIA GIÀ STATOTUTTO DECISO, NON HANNO VOLUTO

SENTIRE LA NOSTRA RIVELAZIO-NE

QUEL CHE SUCCEDE, ÈSTATO GIÀ SCRITTO NELLA NOTTE

DEI TEMPI, IL LIBERO ARBITRIOPOI...

ESSERE PESSIMISTI NON E’IL PROBLEMA. ESSERE PESSIMI OTTIMI-

STI, QUESTO E’ IL VERO PROBLEMA.

AFFOGARE NEL SENTIMENTOSUBLIME, ENTRARE NELL’INFINITO,

CHE PER ANALOGIA E’ IL MARE.

TUTTO INIZIA. TUTTOFINISCE. MARTE E’ A UN PASSO.

SI PUÒ RAGGIUNGERE IN6MESI...

NOI CI IMPIEGHIAMO IL TEM-PO DI UN LAMPO. MA 6 MESI E’ GIÀ UN

BEL TRAGUARDO PER VOI....

BEAGLE L’ABBIAMO ABBATTUTANOI. CI PENSI L’EUROPA CON IL SUO

MOSTRICCIATTOLO A SCORRAZZARE SULROSSO PIANETA.

PENSATE AD ALTRO.PIÙ IMPORTANTE. QUELLA E’ROBA DA USA. SPIRIT.. SU

MARTE...

SARA’ FORSE IL CASODI REINSERIRE UN NUOVO PRO-

GRAMMA, QUESTO APPARE SUPE-RATO..

SI, MA L’ULTIMA VOLTA CHELO ABBIAMO FATTO, HANNO CROCIFIS-

SO UN INNOCENTE....

E NOI JE DIMO ENOI JE FAMO... METTETECE

L’ACQUA CHE VE PAGAMO.

SU MARTE C’ERANO ONDE.SU MARTE C’ERA ACQUA. SU MAR-

TE C’ERA VITA. SU MARTE...

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Documento Classificato - Aliens approvation #23/45

©revolt

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Revolt > 90/91

JEEPER HILLQualcosa [ successo, qualcosa sta accadendo. gSarY stato il vento delljOvesth, [ ljipotesi di Stephhen.Eppure, tra la popolazione del piccolo paese, avanzano anche altre strane ipotesi....

TEXT)(IGOR ANTIBANIPHOTOS)(REVOLT MEDIA

STORIE/RACCONTISTRANE/APPARIZIONI

mati dai superstiti e primi ritornatidai bisogni fisiologici, commenta-vano: gTu cosa pensi?h gAncora nonsoh era la risposta pi` gettonata. Neavevano visti, ognuno di loro neaveva visti diversi, ma non cos], nonin quelle condizioni, non di quelle

dimensioni e soprattutto non l], alcentro della Plaza. E, cosa pi`importante, non ne avevano maivisti apparire cos] di punto in bian-co. E quello oltretutto aveva unqualcosa di tanto speciale da riuni-re un intero paese a chiedersi emeravigliarsi. In procinto della seracomparvero le prime armoniche echitarre. Edna Brown sfoggi^ unanotevole padronanza del flautotraverso �tra ljaltro ignota a tutti.Poco pi` tardi si ripetZ il rito dellevivande. Per la veritY ci fu anchechi lasci^ per qualche tempo la pro-pria postazione. I proprietari deinegozi aperti andarono per chiude-re �non cjera nessun pericolo di fur-

to nella piccola e sperduta comuni-tY composta da quattro strade acroce confluenti nella Plaza, men-tre altri, tra cui Joe Wyzer e PaulieAuster, corsero per qualche acqui-sto prima che i proprietari chiudes-sero. Ma alla sera, erano di nuovo

tutti riuniti l] attorno. Mangiava-no, scherzavano, cantavano e ditanto in tanto si facevano la fatidi-ca domanda: gPerchZ era l]?h Ecome al solito nessuna risposta. Ilpaese rimase unito per tutta la not-te, e per la successiva e perunjaltra, e poi unjaltra ancora,quattro giorni tali e quali al primo,tutti insieme a venerare ljinattesaapparizione, come un nuovo Cristosceso in terra. La quinta sera ibagordi erano al culmine �JerryMalone era addirittura sbronzo,quando un suono estraneo distolsele menti e poi gli sguardi dal centrodella Plaza. Le chitarre scemaronopian piano, cos] come le risa e le

voci dei presenti. Tutti guardavanoverso due fari accesi in avvicina-mento. Nessun suono, il motore sispense: era un pick-up. Usc] unuomo, basso, con un cappello Stet-son calcato sulla testa. Un paio distivali bianchi, jeans stretti e logo-ri, giacca sfrangiata. Si diresse ver-so il centro, gli uomini si spostaro-no al suo passaggio. Lo prese. Qual-cuno tir^ il fiato. Lo alz^ e lo tra-sport^ verso il pick-up. Lo poggi^ aterra, tir^ gi` il portellone e lo cari-c^. Ljinequivocabile tonfo sordodelljaddio ruppe i cuori della gentedi Jeeper Hill. Torn^ al volante,accese i fari, il motore rugg], feceinversione e torn^ a nord, da doveera venuto. Il paese era ancora vol-tato verso le luci rosse posterioriche si allontanavano. Dopo qual-che minuto Joe Wyzer raccolse lesue cose, in assoluto silenzio, elasci^ la Plaza. Qualche sguardo,cenni djassenso, piccole gomitatedjintesa. Il centro della Plaza eranuovamente vuoto. Quella notteognuno avrebbe dormito nel pro-prio letto. Tommy Conckly fu il pri-mo a occupare la Plaza. E ljultimo a

AJeeper Hill, Tommy Concklyfu il primo a svegliarsi quel-la mattina.

Non necessariamente doveva esse-re il primo a vederlo. Lo fu perchZabitava sulla Plaza. E passandodavanti alla gran finestra del salo-ne, con la coda delljocchio, lo avevavisto, proprio l] nel mezzo. La curio-sitY lo spinse dapprima ad altreocchiate furtive, come per control-lare che fosse veramente l], poi arivedere completamente i suoi pro-positi per la mattinata. Il desideriodi sapere da dove venisse, perchZera l] e chi ljavesse portato,ljobblig^ ad uscire. Neanche unquarto djora dopo lo raggiunseMartin McCoy. Si ferm^ anche luiincuriosito e si chiese, contemplan-dolo, per quale dannato motivo fos-se l]. Nel giro di unjora Edna Brown,Charlie Denbrough e Horace War-ton si unirono ai due nella Plaza. Siguardavano cercando spiegazioneljun nelljaltro, ma nessuno si azzar-dava a tirare in ballo alcuna conclu-sione. Erano da poco passate le set-te. A mezzogiorno tutto il paese,compresi i gestori di negozi, �tran-ne William Hornboat che ancoradormiva e Mark Nelson Miller, fuo-ri da due giorni per lavoro, per untotale di 168 persone, era riunitonella Plaza. Il silenzio marmoreoimpregnava ljaria; perfino i settecani del paese evitavano djabbaiare.Ognuno pensava e si scervellava neltentativo di dare una spiegazione

prima degli altri. Poco prima dellju-na la maggior parte delle donnelasci^ la propria postazione. Nellji-naspettata riunione maschile,durante la quale si erano formatidiversi gruppi di spiegazione ostina-

tamente silenziosi �giusto qualchebisbiglio djintesa, Stephen EdwardLudlow, il vecchio fabbro/tutoredelljordine/pompiere parl^: gSarYstato il vento delljovest!h Secondidjattesa, imbarazzo, poi cennidjassenso e gesti di diniego, oltre aplausibili e abbondanti indifferenze.Qualcuno del gruppo di Jerry Malo-ne, una voce non meglio distinta,url^ che Steve aveva ragione. TerryKonzalik lo rimbecc^ proponendo-gli di stare zitto: qualche fischio poiuna risata generale sciolse la que-stione mentre le donne ciabattava-

no ciarlando, in quel classico chiac-chiericcio femminile attraverso iviali della Plaza portando viveri agliuomini affamati. Per un paio djorela discussione fu sedata �MartinBaumann e Horace Warton propo-sero di prendere tavoli pieghevoli edi attrezzare la Plaza a taverna

alljaperto. Detto fatto nel giro dipochi minuti tutto il paese erariunito assieme per il pranzo e qual-cuno, tra un boccone e ljaltro alza-va gli occhi di sguincio per control-lare di non essersi sbagliato: e cos]

era ogni volta, poichZ lo vedevasempre l] nel centro. Attorno alletre, con il sole alto a far da padro-ne, William Hornboat �che nel frat-tempo si era svegliato ed era anda-to al Forno per un poj di pane maaveva trovato stranamente il nego-zio chiuso, si era unito alla compa-gnia. Nel giro di qualche ora sareb-be tornato anche Mark Nelson Mil-ler �un ritardo rispetto alla propriatabella di marcia dato che avevaforato una gomma a sette migliadal paese. Nel pomeriggio inizi^un andirivieni per il bagno. Tommy

Conckly mise a disposizione quellodi casa sua per chi non avesse vogliadi allontanarsi �e cos] fece pureJerzy Rimble con il bagno del suonegozio, ma la maggior parte del-le persone prefer] le vecchie abitu-dini e quindi tornare a casa perqualche minuto. I nuovi gruppi, for-

PPOOCCOO PPRRIIMMAA DDEELLLLjjUUNNAALA MAGGIOR PARTE DELLE DONNELLAASSCCIImm LLAA PPRROOPPRRIIAA PPOOSSTTAAZZIIOONNEE......

......DDEETTTTOO FFAATTTTOO NNEELL GGIIRROODI POCHI MINUTI TUTTO IL PAESE

EERRAA RRIIUUNNIITTOO AASSSSIIEEMMEE PPEERR IILL PPRRAANNZZOO

...A VENERARE LjINATTESAAAPPPPAARRIIZZIIOONNEE,, CCOOMMEEUN NUOVO CRISTO SCESO IN TERRA

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Revolt > 90/91

JEEPER HILLQualcosa [ successo, qualcosa sta accadendo. gSarY stato il vento delljOvesth, [ ljipotesi di Stephhen.Eppure, tra la popolazione del piccolo paese, avanzano anche altre strane ipotesi....

TEXT)(IGOR ANTIBANIPHOTOS)(REVOLT MEDIA

STORIE/RACCONTISTRANE/APPARIZIONI

mati dai superstiti e primi ritornatidai bisogni fisiologici, commenta-vano: gTu cosa pensi?h gAncora nonsoh era la risposta pi` gettonata. Neavevano visti, ognuno di loro neaveva visti diversi, ma non cos], nonin quelle condizioni, non di quelle

dimensioni e soprattutto non l], alcentro della Plaza. E, cosa pi`importante, non ne avevano maivisti apparire cos] di punto in bian-co. E quello oltretutto aveva unqualcosa di tanto speciale da riuni-re un intero paese a chiedersi emeravigliarsi. In procinto della seracomparvero le prime armoniche echitarre. Edna Brown sfoggi^ unanotevole padronanza del flautotraverso �tra ljaltro ignota a tutti.Poco pi` tardi si ripetZ il rito dellevivande. Per la veritY ci fu anchechi lasci^ per qualche tempo la pro-pria postazione. I proprietari deinegozi aperti andarono per chiude-re �non cjera nessun pericolo di fur-

to nella piccola e sperduta comuni-tY composta da quattro strade acroce confluenti nella Plaza, men-tre altri, tra cui Joe Wyzer e PaulieAuster, corsero per qualche acqui-sto prima che i proprietari chiudes-sero. Ma alla sera, erano di nuovo

tutti riuniti l] attorno. Mangiava-no, scherzavano, cantavano e ditanto in tanto si facevano la fatidi-ca domanda: gPerchZ era l]?h Ecome al solito nessuna risposta. Ilpaese rimase unito per tutta la not-te, e per la successiva e perunjaltra, e poi unjaltra ancora,quattro giorni tali e quali al primo,tutti insieme a venerare ljinattesaapparizione, come un nuovo Cristosceso in terra. La quinta sera ibagordi erano al culmine �JerryMalone era addirittura sbronzo,quando un suono estraneo distolsele menti e poi gli sguardi dal centrodella Plaza. Le chitarre scemaronopian piano, cos] come le risa e le

voci dei presenti. Tutti guardavanoverso due fari accesi in avvicina-mento. Nessun suono, il motore sispense: era un pick-up. Usc] unuomo, basso, con un cappello Stet-son calcato sulla testa. Un paio distivali bianchi, jeans stretti e logo-ri, giacca sfrangiata. Si diresse ver-so il centro, gli uomini si spostaro-no al suo passaggio. Lo prese. Qual-cuno tir^ il fiato. Lo alz^ e lo tra-sport^ verso il pick-up. Lo poggi^ aterra, tir^ gi` il portellone e lo cari-c^. Ljinequivocabile tonfo sordodelljaddio ruppe i cuori della gentedi Jeeper Hill. Torn^ al volante,accese i fari, il motore rugg], feceinversione e torn^ a nord, da doveera venuto. Il paese era ancora vol-tato verso le luci rosse posterioriche si allontanavano. Dopo qual-che minuto Joe Wyzer raccolse lesue cose, in assoluto silenzio, elasci^ la Plaza. Qualche sguardo,cenni djassenso, piccole gomitatedjintesa. Il centro della Plaza eranuovamente vuoto. Quella notteognuno avrebbe dormito nel pro-prio letto. Tommy Conckly fu il pri-mo a occupare la Plaza. E ljultimo a

AJeeper Hill, Tommy Concklyfu il primo a svegliarsi quel-la mattina.

Non necessariamente doveva esse-re il primo a vederlo. Lo fu perchZabitava sulla Plaza. E passandodavanti alla gran finestra del salo-ne, con la coda delljocchio, lo avevavisto, proprio l] nel mezzo. La curio-sitY lo spinse dapprima ad altreocchiate furtive, come per control-lare che fosse veramente l], poi arivedere completamente i suoi pro-positi per la mattinata. Il desideriodi sapere da dove venisse, perchZera l] e chi ljavesse portato,ljobblig^ ad uscire. Neanche unquarto djora dopo lo raggiunseMartin McCoy. Si ferm^ anche luiincuriosito e si chiese, contemplan-dolo, per quale dannato motivo fos-se l]. Nel giro di unjora Edna Brown,Charlie Denbrough e Horace War-ton si unirono ai due nella Plaza. Siguardavano cercando spiegazioneljun nelljaltro, ma nessuno si azzar-dava a tirare in ballo alcuna conclu-sione. Erano da poco passate le set-te. A mezzogiorno tutto il paese,compresi i gestori di negozi, �tran-ne William Hornboat che ancoradormiva e Mark Nelson Miller, fuo-ri da due giorni per lavoro, per untotale di 168 persone, era riunitonella Plaza. Il silenzio marmoreoimpregnava ljaria; perfino i settecani del paese evitavano djabbaiare.Ognuno pensava e si scervellava neltentativo di dare una spiegazione

prima degli altri. Poco prima dellju-na la maggior parte delle donnelasci^ la propria postazione. Nellji-naspettata riunione maschile,durante la quale si erano formatidiversi gruppi di spiegazione ostina-

tamente silenziosi �giusto qualchebisbiglio djintesa, Stephen EdwardLudlow, il vecchio fabbro/tutoredelljordine/pompiere parl^: gSarYstato il vento delljovest!h Secondidjattesa, imbarazzo, poi cennidjassenso e gesti di diniego, oltre aplausibili e abbondanti indifferenze.Qualcuno del gruppo di Jerry Malo-ne, una voce non meglio distinta,url^ che Steve aveva ragione. TerryKonzalik lo rimbecc^ proponendo-gli di stare zitto: qualche fischio poiuna risata generale sciolse la que-stione mentre le donne ciabattava-

no ciarlando, in quel classico chiac-chiericcio femminile attraverso iviali della Plaza portando viveri agliuomini affamati. Per un paio djorela discussione fu sedata �MartinBaumann e Horace Warton propo-sero di prendere tavoli pieghevoli edi attrezzare la Plaza a taverna

alljaperto. Detto fatto nel giro dipochi minuti tutto il paese erariunito assieme per il pranzo e qual-cuno, tra un boccone e ljaltro alza-va gli occhi di sguincio per control-lare di non essersi sbagliato: e cos]

era ogni volta, poichZ lo vedevasempre l] nel centro. Attorno alletre, con il sole alto a far da padro-ne, William Hornboat �che nel frat-tempo si era svegliato ed era anda-to al Forno per un poj di pane maaveva trovato stranamente il nego-zio chiuso, si era unito alla compa-gnia. Nel giro di qualche ora sareb-be tornato anche Mark Nelson Mil-ler �un ritardo rispetto alla propriatabella di marcia dato che avevaforato una gomma a sette migliadal paese. Nel pomeriggio inizi^un andirivieni per il bagno. Tommy

Conckly mise a disposizione quellodi casa sua per chi non avesse vogliadi allontanarsi �e cos] fece pureJerzy Rimble con il bagno del suonegozio, ma la maggior parte del-le persone prefer] le vecchie abitu-dini e quindi tornare a casa perqualche minuto. I nuovi gruppi, for-

PPOOCCOO PPRRIIMMAA DDEELLLLjjUUNNAALA MAGGIOR PARTE DELLE DONNELLAASSCCIImm LLAA PPRROOPPRRIIAA PPOOSSTTAAZZIIOONNEE......

......DDEETTTTOO FFAATTTTOO NNEELL GGIIRROODI POCHI MINUTI TUTTO IL PAESE

EERRAA RRIIUUNNIITTOO AASSSSIIEEMMEE PPEERR IILL PPRRAANNZZOO

...A VENERARE LjINATTESAAAPPPPAARRIIZZIIOONNEE,, CCOOMMEEUN NUOVO CRISTO SCESO IN TERRA

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Revolt > 96/97

TINA RE-VIEWS - la prima-tina AArrtt: SSeebbaassttiiaannoo BBaarrccaarroollii TTiinnaa su web: wwwwww..rreevvoolltt..iitt//ccoommiiccss

Revolt

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Revolt > 96/97

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