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Riassunto manuale storia dell’educazione Storia dell'Educazione Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia 30 pag. Document shared on www.docsity.com Downloaded by: giuseppe-tognon ([email protected])

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Riassunto manuale storiadell’educazione

Storia dell'EducazioneUniversità degli Studi di Modena e Reggio Emilia

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STORIA DELL’EDUCAZIONE

1. ILLUMINISMO

Si parla di illuminismo nel 700, che è diviso in 3 maggiori “temi” in base al paese: l’illuminismofrancese, l’Aufklarung tedesco e austriaco ed il riformismo illuminato italiano. In generale, il 700europeo viene anche chiamato il secolo dei lumi, portatore di un movimento culturale che coinvolgetantissimi autori, filosofi, artisti, ecc.. Si tratterà di un governo diverso dalla monarchia assoluta cheaveva raggiunto l’apice con il Re sole (Luigi XVI), il popolo non ha paura dato che è un cambiamentoprogressivo che coinvolge educazione e legislazione. Gli illuministi concordano sull’importanza dellascuola ma si trovano in disaccordo su chi deve ricevere l’educazione (chi dice tutti e chi dice non tutti).Un altro importante cambiamento è l’educazione delle donne che coinvolge però solo quelle di unacerta classe. In Germania, si parlerà anche di filantropismo tedesco. ROUSSEAU (1712-1778): E’ solitamente considerato un importante esponente dell'Illuminismo.La sua più importante opera: L’Emilio, (trattato pedagogico sotto forma di romanzo diviso in 5 volumiche raffigurano le 5 fasi di sviluppo del bambino) costituisce il manifesto della pedagogia modernateorizzata da Rousseau, in quanto contiene tutto il suo pensiero filosofico, sociale e pedagogico. Il libroè un trattato sulla bontà originaria dell'uomo in cui l’autore indica un metodo per conservare tale bontàevitando la corruzione operata dalla società. Infatti, alla base della concezione pedagogica di Rousseausi ritrova la forte opposizione tra natura e cultura: allo stato di natura l'uomo vive in una condizione diuguaglianza e libertà, nella società e con la cultura si trova costretto tra imposizioni e disuguaglianza.Sulla base di queste premesse l'autore postula che l'educazione debba necessariamente esserenaturale. La natura per Rousseau consiste nell'insieme delle facoltà umane e intellettive proprie dellostato originario dell'uomo, facoltà, che vengono sistematicamente corrotte nella societàcontemporanea da civiltà e cultura. Il carattere naturale dell'educazione implica dunque che essa nonpuò derivare dai dettami della società, ma deve necessariamente fondarsi nell'uomo visto come essereautonomo. Anche il metodo utilizzato dagli insegnanti dovrà essere coerente con l'evoluzione naturaledel soggetto, senza forzarla in alcun modo, e dovrà quindi essere strutturato sulla base dell'evoluzionepsicologica dei fanciulli. L’educazione per Rousseau diventa necessaria per mantenere e coltivare labontà dell'uomo naturale, che è sincero, schietto e obbedisce solo a se stesso. Durante la prima infanzia,in cui la ragione ancora non è pienamente sviluppata, è caratterizzata per Rousseau da un'educazionenegativa, termine utilizzato per definire un metodo pedagogico volto a progettare interventi formativispecifici e rispettare lo sviluppo del bambino evitando interventi contrari ad esso. Ciò non vuol dire cheil formatore in questi primi anni debba limitarsi a non far nulla e a lasciare che il bambino completi dasé la propria educazione. Al contrario egli dovrà impegnarsi molto per impedire che sia influenzatonegativamente e che prenda cattive abitudini predisponendo al contrario occasioni propizie per unosviluppo armonico. Con l'avvicinarsi del bambino all'adolescenza scompare la distinzione forte cheaveva caratterizzato l'infanzia tra i bisogni e il potere di soddisfarli. Ora la ragione e le forze delfanciullo si sviluppano velocemente, e di conseguenza anche l'impostazione della pedagogia devecambiare diventando da negativa a positiva. Per quanto riguarda la religione, Rousseau aspetta chel’allievo abbia raggiunto una tale età che gli permetta di comprendere se Dio esiste per esso o no.L’educazione della donna si vede nella figura di Sofia, nel V libro di Rousseau che rimane conforme alpensiero del tempo: l’uomo le era superiore e lei gli è sempre sottomessa. Dato che la donna vive infunzione dell'uomo anche la sua educazione deve rispettare tale dipendenza, ciò significa chel’educazione non deve superare un certo limite perché la donna non è capace di certi ragionamenti. BASEDOW (1723-1790): Istruisce a Dessau un Philantropium nel 1774 (destinato a ragazzibenestanti fino ai 18 anni) nel quale applica le idee contenute nella sua opera “proposte agli amicidell’umanità” nel 1768, concernenti le scuole. L’istruzione ha un nuovo scopo: rendere i giovani saggi,virtuosi e patriottici. Basedow inizialmente afferma che la prosperità di uno Stato dipenda

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strettamente dalla prosperità del singolo, ottenuta mediante l’educazione e l’istruzione per tutti.L’educazione rimane classista e vi sono due grandi scuole: per nobili e per borghesi. Le basi del saperedevo rimanere identiche . Il programma deve rispondere alle esigenze e interessi degli allievi, affinchéimparino senza rendersi conto che ciò era lo scopo del precettore. Si cura la mente e il corpo,attraverso passeggiate, sport e perfino educazione sessuale. In questa scuola, pensata per i ragazzibenestanti, vengono accolti anche studenti di basso ceto sociale, che vengono presi per servire gli altriallievi. A causa di incomprensioni, Basedow è costretto a lasciare la direzione, fino alla chiusura dellascuola, ma il tipo di scuola si diffonde in altre città tedesche. KANT (1724-1804): È il maggior filosofo dell’illuminismo, definisce questa corrente di pensierocome l’uscita dell'uomo dalla “minorità”, l’uomo riesce ad usare la propria capacità intellettiva,trovando il coraggio di vincere la pigrizia, e di usarla autonomamente. l’uomo inizia ad approcciarsi allarealtà indipendente da qualsiasi autorità. L’illuminismo è il momento in cui si inizia ad aver fiducia nelpoter risolvere i propri problemi attraverso i lumi della ragione, slegandosi dalla religione e dallatradizione. CONDILLAC (1714-1780): Condillac suggerisce di immaginare una statua con caratteristiche

umane, la quale progressivamente si anima a mano a mano che prendono vita i vari sensi, e inparticolare il tatto, il quale le permette la consapevolezza della realtà propria e del mondo circostante.Ciò che finora veniva attribuito all'attività spirituale, al giudizio, al desiderio e alla volontà non sonoche "sensazioni trasformate". Questo si chiama sensismo. HELVETIUS (1715-1771): Helvétius considera l'educazione come fortemente condizionata

dall'ambiente culturale ma soprattutto dal caso, l'educazione può essere ritenuta come il principaleelemento costitutivo dello spirito degli uomini, che sono, secondo lui, tutti ugualmente suscettibili diessere istruiti a riconoscere il bene piacevole. La corruzione della società si fonda sull'ignoranza e solotramite l'educazione la si può riformare negli uomini che la compongono: nessuno è infatti malvagioper natura ma solo per le cattive abitudini acquisite che tramite l'educazione possono essere eradicatefacendo sì che l'uomo conviva in pace con i suoi simili raggiungendo la felicità. L’educazione può tutto,plasma completamente l’uomo. DIDEROT (1713-1784): Vuole liberare dall'ignoranza e dalla superstizione religiosa gli uomini,

specialmente le giovani menti, è l'invito di Diderot ad una formazione culturale scientifica illuminista:“Giovane, prendi e leggi. Se potrai arrivare sino alla fine di quest'opera sarai capace di capirne unamigliore. Io mi sono proposto più che d'istruirti di esercitarti e perciò m'importa poco che tu adotti lemie idee o che le rifiuti purché esse abbiano ricevuto tutta la tua attenzione. Uno più esperto di met'insegnerà a conoscere le forze della natura; a me basterà di averti fatto mettere alla prova le tue”.L’istruzione secondo Diderot deve essere gratuita e statale. Filangeri: propone un’istruzione universale e non uniforme per tutti, ma solo per raggiungere laperfezione nella propria arte. Un contadino, dunque, può studiare, ma non certo per diventaremagistrato, ma solo per migliorare le proprie tecniche riguardanti l’agricoltura. Questo perchéFilangeri sostiene che nel mondo esistono due categorie di persone: coloro che servono la società conla mente, e coloro che la servono con le braccia, per loro basta un’educazione basilare. Solo a ragazzipoveri con particolari attitudini (“geni”) viene permesso di specializzarsi a spese dello stato. Perquanto riguarda l’educazione delle donne, ricevono un’educazione “domestica”, per evitare chedivengano “sociali” e distolgano la loro attenzione dalla cura della casa e del proprio marito. Condorcet: propose un’istruzione pubblica basata sull’uguaglianza, anche tra ragazzi e ragazze,ma non obbligatoria perché egli sosteneva che l’istruzione dovesse essere libera e che i cittadinivenissero invogliati alla felicità e al progresso attraverso la conoscenza. Tutto avveniva nelle stesseaule per evitare competizione. L’istruzione veniva divisa in 5 gradi: elementare; scuole secondarie diformazione professionale; intermedio; superiore nei licei; società di scienze e arti.

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Selzmann: Nel 1784, Selzmann inizia una nuova istituzione filantropica dopo Dessau,apportando però alcune modifiche. L’istituto prevedeva una ricca esperienza educativa, con profondaconvinzione, che occorreva isolare l’istruzione dalla società corrotta. Gli insegnamenti nasconodall'’esperienza pratica a contatto con la natura portando gli allievi nei campi per studiare la natura.L’aspetto principale dell'’istituto è il carattere familiare. Selzmann vuole che gli educatori partecipino atutte le attività, compresi i giochi. Il collegio si trova in campagna. Lo scopo della scuola è educare igiovani alla felicità attraverso lo sviluppo e esercizio di tutte le loro forze, perciò l’istituto provvedeanche alla cura dell'aspetto fisico. Il programma è conforme a quello di Dessau anche se più organico ecomprende anche l’insegnamento religioso e la musica. Dal punto di vista didattico, gli allievi, vengonostimolati dal lavoro manuale e il dialogo. 2. ROMANTICISMO

Si diffonde negli ultimi anni del 700, nasce dopo la rivoluzione francese e l’impero napoleonico,segnando uno stacco con l’illuminismo, perché tornano sui concetti come la libertà, l’uguaglianza e lafraternità. Il romanticismo risalta la ragione storica, fatta di tradizioni e spirito dei singoli popoli.L’uomo, secondo i romanticisti, è fatto di passione e sentimenti che lo tengono in azione. L’aspirazioneall’infinito è uno degli elementi più importanti perché spingono l’uomo ad andare oltre la realtàempirica per raggiungere la totalità e la libertà spirituale. Il romanticismo ha travolto tutto, dallaletteratura, alla società, alla cultura, alle ideologie e soprattutto l’educazione. SCHILLER (1759-1805): Bisognerà educare l'uomo al sentimento della bellezza facendo rivivere

in lui l'antico ideale pedagogico greco della kalokagatia, del bello e del buono, questa è la base per unapedagogia estetica che renderà l'uomo completo grazie all’armonica sintesi tra sensibile esovrasensibile basata sul "libero gioco" delle facoltà umane. Il gioco è un'attività ineliminabile nellanatura umana che non persegue alcun fine esterno a se stessa, né esso è ispirato da un preciso scoporazionale, ma è un atto dove sensibilità e razionalità convivono nell'azione ludica rendendo l'uomolibero, Schiller dice che “l'uomo è completamente uomo solo quando gioca”. Per recuperare il sensodell'armonia perduta, provocata dalla moderna civiltà basata sulla divisione del lavoro, Schillerattribuisce inoltre al teatro l'educazione di una nuova umanità. GOETHE (1749-1832): Inizialmente vuole studiare legge come il padre ma poi continua i suoistudi letterari, scrivendo delle opere che lo renderanno famoso in tutta Europa (“Dolori del giovaneWerther”, “Faust”) che raccontano di uno scienziato/sapiente/chierico e delle sue ricerche. Scriveanche un romanzo pedagogico che si chiama “Wilhelm Mesister”, che sarà chiave della sua concezioneeducativa che si basa sulla teoria dell’uomo che conosce se stesso solo in quanto conosce il mondo, dicui acquista coscienza dentro di sé come l’acquista di sé nel mondo. L’opera è composta di 3 parti; laprima si chiama “Vocazione teatrale di Wilhelm Meister”, dove il teatro diventa luogo di educazione.Nelle “Confessioni di un’anima bella”, che è la seconda parte, Goethe vuole mostrare l’importanza diuna formazione morale, religiosa ed estetica, cioè all’arte, cosi si supera il teatro, ma si rende contodell’importanza dell’autoeducazione, attraverso le esperienze e gli errori si imparerà. L’ultima parte èintitolata “Peregrinazioni di Wilhelm Meister” nel quale Goethe si rende conto che il modello formativodeve essere basato su una partecipazione alla vita sociale. RICHTER (1762-1825).

FROEBEL (1782-1852): Scrive “L’Educazione dell’uomo” nel 1826 dove presenta i concettifondamentali alla base dell’attività scolastica ed educativa del Giardino di Infanzia). Per lui si parla dipanteismo (dio in tutti gli enti). L’educazione deve guidare l’uomo alla conoscenza di se stesso,all’armonia con la natura e all’unione con Dio. La scuola deve far conoscere allo scolaro l’essenza e lavita intima delle cose e di lui stesso. Froebel invita gli educatori ad ascoltare ciò che la natura insegna,riconoscendo che la natura, nell’uomo, mostra raramente lo stato di purezza originaria. Nel 1840 apreil Giardino generale d’infanzia tedesca. I suoi interessi ruotano tutti intorno al Kindergarten, alla cura e

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la preparazione di “maestre giardiniere” e alla consapevolezza dell’educazione infantile da parte delladonna. Il Kindergarten opera su fattori personali elaborati di Froebel: sensibilità, la dolorosaesperienza infantile, clima romantico in cui viene rivalutata la figura del bambino come modello perl’uomo, importanza dell’infanzia dal punto di vista educativo, contatti con esperienze pestalozziane e ilpensiero panteista. Vi è una libera e spontanea crescita (fioritura) dei bambini (fiori) nell’ambientesereno del gioco, contatto con la natura e presenza dell’educatrice (giardiniera), occorre guidare ipiccoli nel loro sviluppo mediante l’uso intelligente di “doni e occupazioni”. Il gioco ha grave serietà eprofondo significato: si esprime la natura attiva del bambino e si riflette la forza creatrice divina,attraverso il gioco il bambino prepara il proprio futuro. Froebel crea “doni” concepiti come strumentidi gioco, ma soprattutto come mezzi di espressione dell’interiorità del bambino e di scoperta delle legginaturali. Con essi si vuole rispondere alle esigenze del bambino, il bisogno di agire, manipolare,esprimere il mondo interiore mediante attività e contatto con la natura. Sono strumenti per guidare ilbambino stesso alla comprensione dei diversi caratteri della realtà. La loro funzione educativa(didattica) è data dalla loro superficie, colore, dimensione. L’uso dei doni ha tre funzioni: costruzione diforme di conoscenza o didattiche, di forme di vita o architettoniche e di forme estetiche. Le autoritàprussiane ordinarono la chiusura dei Kindergarten causa di limiti reali o malintesi e ne proibiscono lafondazione di altri. La nuova istituzione trova ampi consensi all’estero (oltre la Germania) e iKindergarten si diffondono in tutti i continenti. La creazione e la diffusione dei giardini di infanziacontribuisce a rilanciare nuovi ambiti di interesse pedagogico: importanza dell’infanzia, l’educazionedel bambino, il gioco didattico, la donna educatrice. PESTALOZZI (1746-1827): L’essere cresciuto in un ambiente protettivo, cresciuto con la madree la domestica, gli procurò delle difficoltà quando si venne a trovare fra i coetanei, ma quest’esperienzadi vita famigliare fu felice ed ebbe un deciso influsso sul suo stile d’educatore. La sua riflessionepedagogica nasce dopo un soggiorno in campagna dal nonno, durante il quale comprende di volerintraprendere il percorso di educatore per aiutare i contadini ad uscire, tramite l’educazione el’istruzione, dalla misera condizione. È sempre dibattuto tra lo sconfiggere la miseria e le ristrettezzeeconomiche. Per cui, l’unico modo per trovare una soluzione è scrivere per chiarirsi le idee. Arriva aprodurre “Leonardo e Gertrude”, un opera di interesse antropologico e sociale per cui diventa famosoin tutt’Europa. In questo scritto mostra il mondo contadino e la forza positiva del cambiamento,apportabile con l’educazione familiare e scolastica. Si tratta della descrizione di un borgo feudale, il cuipodestà disonesto spinge i cittadini all’alcolismo per controllarli e sottometterli. Gertrude, sposa emadre coraggiosa, si oppone a questa situazione e con l’aiuto del parroco, del castellano e del maestrodella città, riesce a smascherare le intenzioni disoneste del podestà e farlo dimettere. Nel suo processoeducativo, Pestalozzi, è mosso da un grande amore verso i suoi allievi poveri, ai quali, propone uneducazione elementare integrale che tocchi i tre ambiti di CUORE (educazione morale), MENTE(intellettuale), e MANO (lavoro manuale e fisica). Secondo Pestalozzi, l’educazione deve seguire le leggidella natura, per questo occorre, innanzitutto, guardare cosa c’è già di natura nell'allievo che si puòsviluppare. E’ il metodo naturale per cui è necessario osservare il carattere elementare e gradualedell'educazione, per permettere lo sviluppo uniforme delle facoltà del soggetto. L’ambiente educativopiù importante e influente per il bambino è la famiglia. In casa infatti, si riuniscono tutti i sentimentipositivi per creare le condizioni giuste di studio e sviluppo del bambino. In questo la madre ha un ruolofondamentale, perché è da lei che l’amore, la fiducia e la socialità vengono trasmessi. Per quantoriguarda l’educazione della donna, essendo essa una figura fondamentale per l’educazione, deve essereistruita adeguatamente. Pestalozzi insiste sulla sua educazione, per poi sposarsi e diventare madre. Perquesto occorre particolare attenzione al carattere femminile in tutte le sue sfaccettature e valorizzarlo. FICHTE (1762-1814): L’educazione proposta da Fichte deve stimolare la capacità dei giovani diapprendere e pensare in modo attivo ed autonomo, ed essa non deve essere basata tanto sull’utilità,

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quanto sullo spirito che permette realmente di motivare l’apprendimento. Quindi, Fichte trovanell’elevarsi verso Dio l’obiettivo della sua riflessione pedagogica che viene concretizzata dal filosofo (ildotto). L’uomo ha il dovere di perfezionarsi all’infinito, ma vivendo in società ognuno deve operareanche per il perfezionamento di tutti gli uomini. Lo stato dovrà quindi realizzare quest’opera diperfezionamento collettivo privilegiando l’educazione al rapporto comunitario, ma in ogni caso è ildotto che ha il dovere di educare al perfezionamento, indicando al genere umano la direzione daseguire e sorvegliandone il cammino. SCHLEIERMARCHER (1768-1834): La religione si risolve per Schleiermacher in esperienzareligiosa e questa in sentimento, che è sostanzialmente “sentimento di dipendenza”. Non è la dottrina eneanche le istituzioni che fanno la religione, ma il sentimento e il suo svilupparsi e prender formanell'animo umano. La teologia di Schleiermacher si risolve così tutta in una “teologia del sentimento”:solo il sentimento è in grado di rilevare e di esprimere l'Infinito. In questo modo Schleiermacher volevadifendere la religione dagli attacchi del razionalismo illuministico e al tempo stesso contribuire aldiffondersi della nuova concezione romantica. Tutta incentrata sull'esperienza sentimentale e affettivache l'uomo ne ha, la religione si trasforma per Schleiermacher in fatto meramente umano: essa coincideinfatti con l'esperienza soggettiva che l'uomo ne ha e ne fa e col diverso e nuovo tipo di vita che nederiva. Nell'interpretazione di Schleiermacher Cristo significa precisamente la possibilità rioffertaall'uomo di avere religione, la possibilità di ritornare a essere religioso, o meglio diventare veramentereligioso. La religione insomma è intesa come una capacità che l'uomo ha e che spontaneamente earmoniosamente si sviluppa in lui. Questo ottimismo presente nel pensiero di Schleiermacher spiegal'enorme influsso che la sua teologia esercitò sul pensiero teologico protestante nel sec. XIX. HERBART (1776-1841): È il padre della pedagogia scientifica, infatti, il suo principaleobbiettivo è quello di separare la pedagogia come scienza applicata che trova nella psicologia il suomezzo e nella filosofia il suo fine, l’educazione come arte. Herbart sostiene che l’anima umana è uno dei“reali” che a contatto con gli altri “reali” produce le cosiddette “rappresentazioni” esse rappresentano ilcontenuto dell'anima, che inizialmente è una tabula rasa. Queste rappresentazioni si respingono e siattraggono, per formare “complessioni” nella coscienza, che rappresentano tutta la vita psichicadell’individuo, le sue potenzialità. Nella coscienza vi è un massa consolidata (l’IO), che può essereampliata da altre masse di rappresentazioni; si ha così una massa appercipiente e una massaappercepita. Il loro incontro genera un arricchimento della vita psichica e la sua plasmabilità. In questavisione unitaria dell'anima, scaturiscono il concetto di istruzione educativa, la dottrina degli interessi ela metodologia didattica dei gradi formali. L’obbiettivo dell’educazione, secondo Herbart, è lo sviluppoarmonico di tutte le facoltà dell’educando. Deve essere interiorizzazione assimilazione di valoriproposti e mai apprendimento superficiale di nozioni imposte dall'esterno. Il rapporto tra educatore eeducando si divide nei tre momenti che sono il governo (insegnamento quando l’educatore imponedisciplina), poi l’insegnamento/apprendimento (l’educando deve attivarsi in modo da diventarefautore del suo carattere) e la cultura morale (formazione del carattere e della personalitàdell’educando). Gli ambienti educativi fondamentali per Herbart sono due la Famiglia (perché albambino impone le prime nozioni, in quanto nasce tabula rasa)e la Scuola (sopperisce ai limiti dellafamiglia e da a tutti un’istruzione). SAINT SIMON (1760-1825): Lui recupera fondi per il miglioramento sociale, organizza corsipopolari per la diffusione tecnico-scientifica. Nei suoi scritti delinea gli elementi necessari per la nuovaorganizzazione sociale di quel momento storico. Per un rinnovamento globale dell’umanità mette allaguida della società la classe produttrice, detta degli "industriali", che comprendeva sia i datori dilavoro, sia gli operai. Accanto agli industriali troviamo gli "scienziati" e i "tecnici", capaci di sviluppare eutilizzare il progresso del sapere ai fini di un miglioramento della vita collettiva. L’educazione da lui, èvista come diritto di tutti e come strumento politico fondamentale per la trasformazione della società.

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L’educazione ha il compito di inserire l’individuo nella società. È a favore di un’educazione indirettaovvero di una pratica educativa esercitata senza diretta imposizione di regole e di precetti da parte delmaestro nei confronti dell’allievo, ma piuttosto ricorrendo alla mediazione dell’ambiente: l’educandoimparerà grazie alla propria diretta esperienza con la realtà. Padre Girard: Da educatore e pedagogista, il suo interesse per la scuola popolare emerge dallarealtà della vita e situazioni concrete in cui si trovano le scuole, nelle campagne le scuole esistevano mai sacerdoti non se ne occupavano e in città la situazione non era migliore. La situazione porta padreGirard a convincersi che l’istruzione va data a tutti ed è necessaria perché ogni bambino diventi uomoe cittadino. Il problema principale affrontato nei suoi scritti pedagogici è l’educazione popolare. Laprima opera dell'autore “progetto di educazione pubblica”, riguarda la necessità di una scuola pubblica,aperta anche al popolo. Tutte le altre opere mirano e spiegare cosa si intende per educazione popolare,i suo fine e il suo metodo. Girard sostiene il metodo naturale, secondo il quale, l’educazione seguel’evoluzione della capacità dell'educando in modo graduale, armonico e integrale. Tuttavia, puradottando il metodo mutuo, lo adatta alle sue convinzioni riguardanti il ruolo del maestro. E’ unmetodo di insegnamento originale: consiste nel fatto che il maestro tenga la stessa lezione per tutti gliallievi riuniti, poi la lezione viene ripetuta dai “monitori” e fatta apprendere agli allievi in gruppi diversiasseconda dell'età e della preparazione raggiunta, mentre il maestro gira tra questi. In questo modo ilmaestro non viene messo da parte, ma dà la possibilità agli allievi più dotati ad aiutare i piccoli. Lafamiglia è il primo e indispensabile ambiente educativo e la madre, persone più influente al suointerno, diventa modello da seguire nell'educazione scolastica. Infatti, l’autore, attribuisce alla madreun ruolo essenziale nell'educazione del bambino. Ella sa come interagire naturalmente con il figliospinta dall'amore che prova verso esso. Necker de Saussure: Il suo pensiero pedagogico è spiegato all'interno della sua opera“L’educazione progressiva”, chiamata cosi perché Albertine traccia l’itinerario della formazione umanaattraverso tre periodi fondamentali della vita: infanzia e fanciullezza (l’educazione subisce l’influenzadegli uomini e delle cose per condurre l’educando al relativo perfezionamento); adolescenza e primagiovinezza (presente l’autorità paterna, anche se l’alunno collabora direttamente alla propriaeducazione); maturità e vecchiaia (la persona è chiamata ad essere autenticamente se stessa nellacontinua tensione al proprio perfezionamento). Il progresso va inteso come un processo di continuaeducazione, legato a quello di perfezionamento: la vita stessa è intesa come un ininterrotto processo diperfezionamento personale. Nel processo educativo ciò che è “naturale” diventa mezzo e strumento peri valori. L’educazione è un viaggio che porta il soggetto al miglioramento di sé; la capacità di risvegliarein ciascuno l’impulso al proprio perfezionamento. L’educatore stabilisce un rapporto tra la perfezione ele particolarità individuali di ciascun soggetto. L’analisi psicologica del fanciullo ci dice come è ilfanciullo in un determinato periodo e ci fa intravedere il suo sviluppo futuro. Il metodo educativo èeterogeneo: spetta all’educatore saper mediare tra la perfezione a cui è chiamato il singolo fanciullo e ilprocesso educativo che sta vivendo. Gli ambienti educativi rimangono la famiglia e la scuola, comedicevano Pestalozzi e Girard. Per quanto riguarda la donna deve diventare consapevole se stessa, il suodestino glielo impone e va considerata per se stessa e gli deve essere permesso di assumere ladirezione della propria carriera interiore. Non deve essere ribelle, ma può mutare le cose dal di dentroe attuare in sé la propria personalità. 3. IMPERIALISMO

Durante tutto l’800, il colonialismo ha interessato le potenze europee ma dal 1870 ha assunto caratterinuovi, più aggressivi: ogni stato europeo cerca di superare gli altri, di creare un vero e proprio imperocoloniale (basato sulle colonie di sfruttamento) per rendere evidente la propria forza politica,economica e militare. In questo modo il colonialismo alla fine dell’800 si trasforma in imperialismo,rapporto di dominio politico, economico e militare. L’imperialismo in senso politico è un termine che

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indica la strategia di espansione e di supremazia strettamente politica di una grande potenza su areegeografiche extranazionali; in senso storico va dal 1870 al 1914; e nel senso economico è un dominioeconomico sui paesi più poveri. Le cause economiche dell’imperialismo è che la rivoluzione economicarichiede molta più materia che se ne trova tanta nei paesi asiatici e africane, le cause politiche sono ilfatto che si voglia possedere un impero coloniale che intende un grande prestigio internazionale e perquanto riguarda le cause culturali si vuole dimostrare la potenza della razza bianca. NIETZCHE (1844-1900): Per vari avvenimenti che lo portano a vivere un disagio psichicoimportante, lui non si rende conto della sua importanza. Sempre per colpa delle sue condizionipsichiche il pensiero di Nietsche è complesso e difficilmente assimilabile ad una costruzione sistemicaed organica. Si esprime in diversi modi (prosa, poesia, letteratura, ecc.) ma il suo filosofare può essereriassunto in 4 fasi: la fase giovanile, la fase intermedia, la fase di Zarathrusta e la fase finale. Nella suaprima fase, lui vuole celebrare il trionfo della vita e la sua accettazione più totale e completa. Davantialla crudeltà, alla sofferenza, all’incertezza dell’esistenza Nietszche decide di essere un discepolo diDionisio, il dio dell’ebbrezza che incarna le passioni del mondo e che si contrappone ad Apollo, diodell’ordine e della razionalità. Nella seconda fase, crede un suo dovere liberare la mente degli uominidalla metafisica, che per lui è un errore fondamentale. La critica a questa disciplina filosofica siconcretizza nella nota espressione della “Morte di Dio”. Secondo Nietszhe, Dio è la nostra più lungamenzogna, è la personificazione di tutte le varie certezze morali, religiose attraverso cui l’umanità hadato un senso rassicurante al caos della vita. È l’essenza di tutte le credenze create dall’uomo, dai tempidei tempi, per far fronte alla paura dell’assenza di logicità e di qualcosa di benefico che guida la vita.“C’è un solo mondo ed è falso, crudele, contraddittorio, senza senso (…) Noi abbiamo bisogno dellamenzogna per vincere questa realtà, questa ‘verità’. Cioè per vivere”. Dio e la credenza in un mondoultraterreno rappresentano una fuga dall’esistenza, una “inimicizia alla vita” a cui il filosofocontrappone la sua visione dionisiaca. Con l’espressione "Dio è morto", Nietzsche intende la fine dellecertezze che hanno guidato gli uomini per millenni. La morte di Dio non è un evento compiuto, bensì èin corso ed è annunciato dal cosiddetto “uomo folle” (il filosofo) mentre il resto dell’umanità non ne èancora pienamente consapevole. Il trauma causato dalla morte di Dio è il preludio dell’avvento delsuperuomo. Solo chi ha preso coscienza e accetta che non esistono più menzogne rassicuranti, infatti,può riuscire a rapportarsi genuinamente alla realtà e progettare la sua esistenza in modo libero e al dilà di ogni costruzione metafisica. A questo punto c’è la terza fase della filosofia di Friedrich Nietzscheche si apre dunque con le alternative che si aprono con la morte di Dio: l’avvento dell’ “ultimo uomo” odel “superuomo”. A parlare è ora il profeta del superuomo, Zarathustra, che esclama: “Morti sono tuttigli dei: ora vogliamo che il superuomo viva”. Questo superuomo è un concetto filosofico che si collocanel futuro: corrisponde all’idea di un uomo nuovo, oltre e diverso da ciò che conosciamo. La stessaparola tedesca che utilizza Nietzsche è Ubermensch che può essere tradotta anche con “oltreuomo”, cioèdi un uomo oltre l’uomo esistente. Il superuomo di Nietzsche incarna un modello in cui si condensanoe trovano rappresentazione tutti i temi della sua filosofia, che sono: -l’accettazione della dimensione dionisiaca dell’esistenza, della “morte di Dio” e della fine dellecertezze: l’uomo nuovo rimane “fedele alla terra” e al suo corpo, non più prigioni o temporaneipassaggi prima della vita vera ultraterrena, ma le uniche realtà in cui estrinsecare la propria essenza.-il suo collocarsi nella prospettiva dell’ “eterno ritorno dell’uguale”. Secondo Nietzsche tutti gli eventidel mondo si ripresentano sempre identici a se stessi infinite volte. Pur essendo difficile stabilire concertezza cosa sia effettivamente questa teoria (se una metafora o una verità cosmologica), il suosignificato è chiaro e differenzia nettamente l’uomo dal superuomo: mentre il primo reagisce conterrore alla prospettiva di un eterno ripetersi degli eventi, il secondo la accoglie con gioia. Talereazione scaturisce dalla prospettiva di vivere la vita come un qualcosa di “creativo” che ha in sé il

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proprio appagamento, di non ricercare in un “oltre” questo mondo la felicità e il proprio senso. Insintesi: vivere la vita come se tutto si dovesse ripetere all’infinito.-la capacità di mettere in discussione la morale, giudicata come “l’istinto del gregge nel singolo” (cioè lenorme stabilite dalla società) e l’accettazione della fatica e del rischio di realizzarsi come nuova fonte divalori e di significati.-il porsi come “volontà di potenza”. Quest’ultima, per Friedrich Nietzsche, coincide con la vita stessa nelsuo continuo espandersi. Il superuomo, infatti, vive nel continuo oltrepassamento di sé stesso, nelcreare e progettare la sua esistenza in modo libero e al di là di ogni schema costituito. In questo è unartista: stabilisce un senso di fronte al caos del mondo e si libera dal peso del tempo e del passato. DILTHEY (1833-1911): Dilthey è un filosofo e storico ed esponente dello storicismo

relativistico, che pose attenzione al problema della realtà vista sotto l'aspetto storico e come processoin movimento. In questo senso la sua elaborazione filosofica è antipositivistica e anti-idealistica inquanto si pone come obiettivo quello di definire una distinzione tra il sapere storico e quello scientifico.La storia è un'esperienza unica ed irripetibile vissuta dai singoli popoli in una determinata epoca. Difondamentale importanza nella teoria elaborata da Dilthey è la distinzione tra scienze dello spirito escienze della natura. Per scienze dello spirito intende “il complesso delle scienze che hanno come lorooggetto la realtà storico-sociale” e per quanto riguarda il concetto di scienza sotto il quale siindicano “un insieme di proposizioni i cui elementi sono concetti, perfettamente determinati, costantiin tutta la connessione di pensiero e forniti di validità universale, i cui legami sono fondati, in cui infinele parti sono reciprocamente connesse in una totalità allo scopo di poter comunicare, cosicché unelemento della realtà può essere concepito nella sua compiutezza in virtù di questa connessione diproposizione oppure un ramo dell'attività umana può essere regolato in base ad essa”. L'esigenza didistinguere le scienze dello spirito da quelle della natura è per Dilthey un'esigenza prima di tuttometodologica e critica nel senso kantiano del termine, un'esigenza che segna un passaggio importantenella distinzione tra l'oggetto della riflessione storica e la concezione che aveva della storia laprecedente tradizione filosofica e in particolare quella metafisica. La conoscenza storica si puòrealizzare utilizzando un metodo scientifico ma nessun metodo formale è per Dilthey davvero efficacesenza l'intervento dell'Erlebnis che è nel contempo esperienza vissuta ed intuizione. Questa concezionesi presta alla critica che una storiografia così concepita è in balia dell'elemento irrazionale, tuttaviarimane irrisolto il fatto che l'analisi dei fatti storici cambia continuamente, analisi che è sempre inrelazione al momento storico in cui viene effettuata in quanto i risultati a cui perviene dipendono dauna serie di variabili riconducibili sempre all'esperienza vissuta dallo storiografo.4. RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

All’interno del Romanticismo viene valorizzato quello che ha a che fare con l’educazione. In questomomento storico però cambiano molte cose, le persone smettono di lavorare nei campi ed iniziano illavoro con le macchine, tutto questo porta nuovi lavori, nuovi processi di fabbricazione, nuove forme diorganizzazione e divisione del lavoro. La prima rivoluzione industriale è in Inghilterra dal 1750 al 1850e porta alla crescita della popolazione, l’incremento della produzione agricola, carbonifera e tessile. Ilcommercio cresce e le città si sviluppano ma sfortunatamente c’è anche lo sfruttamento e per questonascono scuole (es. Sunday school) per assicurare l’educazione e delle leggi (es. Factory Act eReferendum Act 1883) per proibire il lavoro infantile e le troppe ore di lavoro. Nascono cosi dellenuove iniziative come le scuole di mutuo insegnamento e le scuole infantili. Lancaster: Apre nel 1797 in uno dei più poveri sobborghi di Londra una scuola elementare,avvalendosi della collaborazione degli scolari più svegli come monitori e ripetitori agli altri, al fine diridurre i costi delle famiglie e avviando una più rapida istruzione al maggior numero di ragazzipossibile. Il metodo si diffonde come “mutuo insegnamento”. Nel suo metodo aveva tenuto presentel’esperienza di Andrew Bell. Trovò consensi tra i liberali, ma opposizioni nella chiesa anglicana in

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quanto limitava l’insegnamento religioso alla lettura della bibbia. Nella scuola lancasteriana i ragazzisono divisi in classi graduate ed ogni classe è presieduta da un monitore. Sono utilizzati tavole ocartelloni appesi al muro, sui quali appaiono stampate le parti del programma di insegnamento. Siutilizzano lavagnette per gli esercizi di scrittura, mentre Bell utilizzerà la sabbia. L’aula, un quadrato oun parallelogramma, dev’essere guarnita di banchi senza dorso e di altrettante tavole inclinate in formadi leggio. I banchi sono rivolti alla testa della scuola e la sala termina con una piattaforma elevata su cuisarà posta la tavola del maestro, per cui egli possa vigilare la scuola. Nel passaggio libero all’ingressodella scuola e in tutta la lunghezza di uno dei lati vi sarà la lezione di lettura, in cui i diversi gruppi discolari si raccolgono in semicerchio attorno al rispettivo monitore di fronte ai cartelloni. Bell: Un pastore anglicano che viene nominato direttore di un istituto educativo fondato dallaCompagnia delle Indie Orientali per gli orfani dei militari inglesi. Adotta il “metodo mutuo” applicatodai maestri indiani nelle loro scuole all’aria aperta: metodo con il quale una scuola intera o una famigliapuò istruirsi da se stessa sotto la vigilanza di un solo maestro. Bell preferisce, che i banchi venganocollocati lungo il perimetro della sala e di faccia al muro: gli allievi si riuniscono attorno ai monitori (oassistenti) nel centro dell’aula. Il monitore indica con la bacchetta la lezione del giorno e le colonne dacompitare. Il monitore non dovrà mai correggere gli errori, compito invece degli scolari, i quali devonoinsegnarsi gli uni con gli altri sotto il vigile occhio del monitore. Le diverse occupazioni sono scanditeda comandi o segnali che, partendo dal maestro o dal monitore generale, sono trasmessi da ognuno deisingoli monitori alle rispettive classi. Si utilizzano diversi sussidi per mantenere ordine e disciplina evengono banditi castighi corporali, nonostante la scuola presenti un regime militare. Per le mancanzepiù gravi si ricorre alla “prigione”, un isolamento in uno stanzino o all’espulsione dalla scuola. Leproposte di Bell e Lancaster presentano serie carenze dal punto di vista educativo. Le scuole di mutuo insegnamento: In Francia il principale promotore è A. de Laborde. Lecritiche più severe arrivano dagli ambienti reazionari e dal clero accusando di scimmiottarerealizzazioni straniere di origine protestante e di voler scuotere l’ordine sociale. Gli industriali, alcontrario, apprezzano il nuovo metodo per le sue qualità di rapidità e di economia. Con la legge Guizot(1833) queste istituzioni scompaiono progressivamente. In Italia le scuole inglesi vedono la luce aMilano nel 1816. In successione aprono a Napoli, in Piemonte, in Lombardia-Veneto e nello StatoPontifico. Owen: Critica le condizioni in cui vengono trattati i bambini negli anni 20 che venivano costrettia lavorare in condizioni nocive nelle fabbriche. La sua conclusione è che l’uomo è una creatura dellecircostanze in cui si trova a vivere. Egli fa una critica pesante alla società che spende milioni per punirei delitti e non fa nulla per prevenirli eliminando le circostanze che tendono a generare il malcostume.Per questo chiede al governo e alla nazione inglese di organizzare un sistema per educare e istruirecoloro che sono ignoranti e non istruiti al fine di arrestare la povertà. Egli compie le prime riflessionisulla necessità di un asilo infantile basato sul principio che il carattere doveva esser formato sin dalprimo momento in cui gli infanti potevano lasciare i genitori, così fonda un istituto in Scozia con uncampo da gioco annesso, dando vita alla prima scuola infantile inglese. Agli inizi l’asilo infantile èformato da un campo da gioco; per i ragazzi da 6 a 12 anni viene proposto un programma culturale conattività di lettura, scrittura, aritmetica, geografia, storia antica e moderna, principi morali pratici, cantoe danza e cucito per le ragazze. Il costo dell’insegnamento è modesto e i ragazzi sono allevati e istruitisenza punizioni o paura di tali. Al centro del suo interesse si colloca quello per i più piccoli. La famadell’esperienza avviata da Owen si diffonde rapidamente fuori dalla Gran Bretagna. L’iniziativa dà unarisposta alla situazione creatasi a Londra dopo la rivoluzione industriale e far fronte alla delinquenzagiovanile. La nuova scuola infantile si apre nel 1819 a Westminster. A dirigerla vi è il collaboratore diOwen, James Buchanan. Le caratteristiche di questa scuola erano la disponibilità di un campo da gioco,le relazioni informali tra maestro e allievi, il gioco e l’apprendimento dell’alfabeto per i bambini più

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piccoli, mentre i grandi avevano lezioni di aritmetica, scrittura, insegnamento per mezzo di oggetti e dicose. Vi è l’introduzione allo studio della religione dovuto alle pressanti richieste dei genitori degliallievi. Wilderspin, promotore della terza scuola, crede che la religione è parte essenzialedell’educazione e afferma di non condividere pienamente la opinione teoriche e religiose di Owen.Wilderspin sa coniugare l’opera di educatore e di organizzatore di istituzioni con l’attività di riflessionesull’infanzia e le sue esigenze. Aporti: Il primo esperimento di Scuola infantile in Italia ha inizio a Cremona nel 1828.L’istituzione ha un rapido sviluppo. Il primo istituto aperto a Cremona è chiamato comunemente “asiloinfantile”. Le caratteristiche della scuola sono la buona educazione fisica tenendo gli studenti suseggiole perforate, un’utile educazione intellettuale e il miglioramento delle antiche istituzioni.L’educazione morale occupa un posto fondamentale. Alla loro capacità assimilativa corrispondeun’intensa attività giornaliera in cui si iniziano i bambini all’osservazione delle cose e alla riflessione,mediante il metodo intuitivo. In questa scuola si affinano l’educazione fisica accanto al canto perassuefar l’orecchio alla giusta intonazione. I contenuti della Scuola infantile sono l’apprendimentodell’alfabeto, lettura e scrittura, le operazioni aritmetiche e le frazioni. L’educazione ed istruzioneintellettuale è per i bambini da due anni e mezzo a sei. L’insegnamento religioso veniva impartito in unclima culturale di radicata tradizione cattolica. Non si accetta il mutuo insegnamento. Non sonoammesse punizioni corporali e i castighi nominati sono quelli usati in quel tempo: tenere il bambino inpiedi per qualche tempo, proibizione a prendere parte alla ricreazione comune, ecc.. Viene, invece,consigliato l’uso di premi. Le scuole infantili o asili aportiani hanno forte risonanza. L’impegno diAporti costituisce un contributo fondamentale al problema della cura e dell’educazione dei fanciulli inetà prescolare, lasciati dalle mamme impegnate nelle fabbriche o risaie. I difetti che vengono rimarcatisono la mancanza di concreta aderenza alla psicologia infantile, la macchinosità dei metodi, lacontaminazione della scuola infantile con la scuola elementare. Questo porta alla decadenza degli asiliaportiani. Oberlin: Fonda le prime Salles D’asile in Francia in cui ai bambini più piccoli vengono offertecure fisiche, istruzione ed educazione. Gli alunni partecipano attivamente all’andamento della scuolaattraverso il ruolo di guardie (responsabili dell’ordine e della pulizia della scuola), i comandanti di unplotone (promozione dello spirito del lavoro), il giurato (capo delle guardie) e l’anziano (responsabiledi tutte le cariche, facente capo al maestro). Tramite questa gerarchia gli allievi prendono coscienzadella propria responsabilità verso se stesso e verso la comunità. L’innovazione di Oberlin è quella diaver avviato una sorta di scuola materna per i figli dei contadini e dei lavoratori di Ban de la Roche: ibambini sono raccolti in sale chiamate asiles. Le conduttrici dell’infanzia lasciano che i bambinigiochino liberamente a contatto con l’ambiente rurale e artigianale, ambiente in cui essi vivono. Leconduttrici dovevano insegnar loro l’ordine e la pulizia, l’orrore della menzogna e il rispetto verso ipoveri. Il suo fine educativo era quindi porre rimedio alle condizioni misere dei suoi parrocchiani.5. RISORGIMENTO ITALIANO

Il risorgimento è un evento complesso in cui si intrecciano problemi da tutti i punti di vista, cheportano l’Italia dal secolare frazionamento politica all’unità, all’indipendenza nazionale, allo statoliberale e costituzionale. Si ha la consapevolezza che l’educazione popolare debba essere obbligatoriaper una formazione della coscienza politica, nazionale e sociale. La situazione italiana tra la fine del 700e inizio 800, porta gli uomini di politica e di cultura a capire che la grandezza e forza del paese dipendedalla grandezza e forza della nazione, del sentimento nazionale dei cittadini. Il problemadell’educazione si rivela un problema meramente educativa. Cuoco: l’educazione popolare è il problema fondamentale di Cuoco e viene affrontato negli scrittidi natura pedagogica. Essa è fondamentale riguardo all’educazione della coscienza nazionale e civiledegli Italiani. Prende le distanze da un’ educazione troppo generale, che non si pone il problema

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dell’educazione del popolo o ne misconosce i caratteri peculiari. Cuoco evidenzia i caratteridell’educazione: universalità (comprendere arti e scienza, teoria e pratica), pubblicità (l’istruzionedeve essere pubblica in quanto ha bisogno di tutti i cittadini) e uniformità (rispetto ai metodi e aiprogrammi da seguire). Cuoco esprime il patriottismo italiano. L’influsso di Cuoco è evidente inMazzini, il quale ricopia e riassume gli articoli sull’educazione nazionale e popolare e ritiene ilproblema politico italiano un problema meramente educativo ed etico. Mazzini: Fondatore della Giovine Italia e Giovine Europa, agitatore genovese, che, con la sua fedenell’ideale unitario trascina molti giovani in imprese rischiose. Egli dà un grande apporto allademocrazia europea, vede un’Italia unita con Roma capitale in un momento in cui il Paese è sottomessoall’Austria e vi è i problema del potere temporale affidato al Papa. L’educazione popolare è un fattoreprioritario per Mazzini al fine di costruire un’Italia libera, indipendente e repubblicana. Il programmadella Giovine Italia prevede l’educazione dei fratelli italiani “con tutti i mezzi di parola, di scritto e diazione”. A Londra si imbatte in molti italiani che vivono miseramente: apre una scuola gratuita per loro,dove fanciulli e adulti apprendono a leggere e scrivere e sono avviati allo studio della storia e dellageografia. Per gli alunni fonda il giornale l’Educatore, mentre per gli operai l’Apostolato popolare, dovepubblica nel 1860 i Doveri dell’Uomo. Mazzini insiste più sui doveri dell’uomo, in quanto, la solaproclamazione dei diritti può portare a devianze e soprusi quando si trovano persone non preparate adintegrare armonicamente diritti e doveri nella vita sociale e personale. Va tenuta presente la leggemorale universale, il progresso di tutti per opera di tutti. Nei doveri dell’uomo, Mazzini afferma che Dioha creato l’uomo educabile, per cui egli ha il dovere di educarsi e il diritto di attendere dalla società unautio nell’opera di educazione. Distingue tra educazione e istruzione, senza educazione non si potrebbescegliere tra bene e male. L’educazione insegna quale sia il Bene sociale, l’istruzione assicuraall’individuo la libera scelta dei mezzi per ottenere un progresso successivo nel concetto di Bene.L’influsso di Mazzini è etico-politico, egli educa con la sua stessa vita. Egli sostiene l’idea dell’unità. Capponi: Uno storico di razza, filologo, letterato, economista, pensatore, uomo politico epedagogista che si interessa maggiormente all’educazione popolare nazionale, soprattutto quando ilGoverno italiano, dopo l’unificazione italiana, non se ne è assolutamente occupato. Il tema centrale diCapponi è lo sviluppo integrale dello spirito nel concreto rispetto delle sue forze primigenie, a cui deveadeguarsi la prassi educativa. I concetti su cui si basa l’educazione sono il ruolo importante degli affetti,il rispetto della spontaneità e della personalità, il ruolo della famiglia (in particolare della madre, cheeduca il cuore): l’educazione è lo sviluppo integrale della persona mediante le forze vive dello spirito. Ilcapolavoro di Capponi ha grande successo: provoca dibattiti e confronti sui principali problemi del suotempo. Gentile riconosce in Capponi la mente più lucida e influente nella riflessione e nell’azione delmovimento liberale. Lambruschini: Il suo interesse è dato dall’educazione del popolo perché crede che l’educazioneè fondamento dell’ordine morale. Gli educatori danno tutto al loro rapporto con gli allievi, nella difficileopera dell’educazione. Lambruschini è giornalista (scrive e dirige la “Guida dell’educatore”) oltre adessere educatore e pedagogista. Instaura un’ampia rete di conoscenze ed amicizie con educatori italianie europei. Riflette, dialoga e si confronta sui problemi posti dall’educazione popolare e, in Italia,dall’educazione nazionale. Egli è educatore nell’Istituto di San Cerbone dove accoglie una dozzina diragazzi dando loro un’educazione integrale, chiamando collaboratori italiani e stranieri. Il numeroristretto di allievi, la presenza di Lambruschini che segue ogni ragazzo personalmente, dalla sala mensaalla sala giochi, richiama uno stile educativo familiare. L’educazione religiosa è il fondamento di ognialtra educazione e costituisce uno dei cardini del suo pensiero pedagogico. La religione è intesa comerapporto con Dio, da incontrare ed amare nella natura, nelle persone, così che l’esistenza diventiunitaria. Nel diretto e continuo rapporto con gli allievi egli può verificare la tenuta delle sueconvinzioni, affinare la sensibilità pedagogica e didattica. Per quanto concerne il problema di autorità e

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libertà egli ritiene giusta il rispetto della libertà dell’educando e ne riconosce l’autorità dell’educatore.Si esercita l’autorità in vista dell’autonomia dell’educando. L’autorità si considera come servizio/aiuto.Come metodo didattico Lambruschini promuove il metodo globale e graduale, dall’intuizione alragionamento, dalla sintesi all’analisi. Lambruschini ha esercitato un notevole influsso sulla società deltempo: ha dato ai maestri un indirizzo didattico e una conoscenza dei principali problemi educativi. Rosmini: Studia teologia, ma poi si interessa alla politica attraverso cui approdare il risanamentomorale della società. Incontra un sacerdote inglese con cui si accorda per fondare un istituto religiosoche abbia per fine la santificazione dei membri e la pratica della carità nelle forme richieste dallecircostanze, tempi e luoghi in cui essi si trovano. A Domodossola, nel 1828, dà inizio all’Istituto dellaCarità. Per Rosmini, il fine della filosofia è di trovar quiete e riposo alla curiosità della mente e il suofrutto è di assicurare l’animo umano della possibilità che egli giunga al compimento di ogni suodesiderio. Negli scritti pedagogici rosminiani si ha una riflessione assidua sull’uomo e la società al finedi trovare mezzi e modi per il suo miglioramento. Il fine dell’educazione è la formazione di tutto l’uomoe in modo che in esso tutto proceda armonicamente. Occorre educare tutte le facoltà dell’uomoseguendo la regola dell’arte pedagogica dell’unità. Nell’intelletto, cuore e opera sono contenute lerelazioni conoscitive, sensitive, volitive di cui l’uomo è capace, finalizzate a migliorare l’uomo. Il finedell’educazione è dare sapienza, virtù come sigillo della bontà della vita. La pedagogia rosminiana èpedagogia della verità o dell’essere. Essa è anche pedagogia di fondamentale impostazione religiosaperché riconosce in Dio il principio di quell’ordine. L’uomo educato è colui che riconosce l’ordinedell’universo oggettivo e ad esso adegua il proprio universo soggettivo. La pedagogia rosminiana sidistingue tra perfezione della natura e perfezione della persona. L’educazione è il mezzo perl’elevazione del singolo e condizione di effettivo progresso dei popoli. Il pensiero rosminiano non trovaampi consensi causa la condizione politico-religiosa del Risorgimento e il clima di sospetto e ostilitàche circonda chi osa dire ciò che non va nella politica, nella cultura filosofica imperante,nell’educazione, nella scuola. È favorevole all’indipendenza italiana e mal visto dalle autorità lombardo-venete. Tuttavia il suo pensiero è apprezzato da pedagogisti ed educatori contemporanei. Don Bosco: Don Bosco sente la sua vita impegnata solo nel problema educativo. L’attrazionedelle città tenta i giovani contadini alla ricerca di un tenore di vita meno duro: finiscono in prigione edon Bosco si rende conto della gravità della situazione. La maggior parte delle persone sono poverigiovani e, se condotti in quel luogo di punizione, diventano peggiori. Apre il suo Oratorio festivo per igiovani abbandonati e pericolanti e si inserisce in un movimento ecclesiale ed educativo valido. Eglinon si limita ad aspettare i ragazzi in Oratorio, ma va alla ricerca nelle carceri, botteghe, cantieri epiazze. Pubblica “Letture Cattoliche” ed è direttore del giornale “Amico della Gioventù”. Al centrodell’attività educativa vi è una schietta preoccupazione religiosa e il motto Dammi le anime, prenditi ilresto illumina la motivazione dell’impegno di Don Bosco. Si impegna per un’educazione cristiana delgiovane, con al centro della vita Dio e la salvezza eterna, istruito nelle verità cattoliche e sia figliodevoto della Chiesa. La religione si colloca nel cuore stesso dell’opera formativa. Nonostante unadimensione trascendentale dell’educazione Don Bosco pone l’accento anche sulla realtà storica delgiovane: vitto, vestito, alloggio, cura del corpo e formazione intellettuale e morale. Sta vicino ai giovanigrazie all’allegria proveniente dalla religione (Servire il Signore e star sempre allegri). Solo la religionepuò dare la vera felicità. Le finalità educative del fondatore dei Salesiani sono la formazione di onesticittadini e buoni cristiani. Egli pone nel suo sistema educativo ragione, religione e, al centro di tutto,l’amorevolezza: essa è costantemente illuminata e purificata dalla ragione e dalla religione. Lo stileeducativo è determinato dai termini “dolcezza e carità”. Si dà importanza alle relazioni personali e allafamigliarità. Fonda istituzioni come i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice. Rimane consistente ilproblema dell’educazione della donna in un’ottica di educazione popolare: l’educazione della madre haun ruolo insostituibile nell’educazione infantile e generale. Si ha la scoperta della madre e della sua

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funzione materna. La legislazione scolastica prevede un’istruzione universale a entrambi i sessi senzadistinzione, nonostante persista l’idea che l’istruzione sia più adatta al ragazzo. L’educazione delladonna è affidata ad ordini religiosi.6. POSITIVISMO

Il Positivismo è un movimento di pensiero che dalla metà dell’Ottocento domina la cultura europea neisuoi vari aspetti: filosofici, politici, letterari, scientifici, religiosi e pedagogici. I fattori che concorrono afar emergere e imporre questo modo di pensare e vedere la realtà sono i progressi compiuti dallescienze naturali, l’incremento della rivoluzione industriale, l’acuirsi della questione sociale el’affievolirsi degli ideali etico-religiosi. Si è convinti di risolvere ogni problema attraverso la scienza e latecnica. Il Positivismo è caratterizzato dal primato della scienza e del suo metodo conoscitivo;negoziazione di ogni realtà non osservabile e non sperimentabile; applicazione del metodo induttivo.Esso si manifesta in tempi e situazioni socio-politiche diverse in ogni paese. In Italia, esso si alimentaalle radici del naturalismo rinascimentale e al pensiero di Galileo e Beccaria. Il Positivismo cade in esitimaterialistici, meccanicistici e deterministici. La reazione al Positivismo si fa vivace e il sapere sirivolge a un rinnovato interesse ai motivi etici, religiosi, sociali, artistici, senza trascurare i problemidella natura. La filosofia viene considerata di nuovo uno strumento di conoscenza e il discorsofilosofico riacquista la sua funzione interpretativa del mondo e delle azioni umane. La reazione alPositivismo trova posto nell’Idealismo di Croce e Gentile. La filosofia idealista cerca di dare risposte aquesta ricerca e diventa dominante nei primi decenni del Novecento. COMTE (1798-1857): L’educazione positiva deve mirare a favorire e ad attuare la solidarietà tragli essere umani: un’educazione prevalentemente scientifica con rigoroso universalità che dovrebbedunque servire come elemento di coesione tra le varie componenti della società e formare allacomprensione della necessità di cooperazione e solidarietà sociale. La cultura scientifica dovrà peròessere bilanciata da un’educazione di tipo umanistico-letterario. Con l’inserimento nel suo programmaeducativo di questo aspetto umanistico egli intende reagire alla scuole a lui contemporaneaessenzialmente mirata all’istruzione professionale. Per Comte, lo studio della filosofia positiva e la suadiffusione consentono di avviare la riforma del sistema educativo, per realizzare un’educazioneeuropea adeguata alle problematiche e ai bisogni della nuova civiltà tecnico-industriale. SPENCER (1820- 1903): vive nel contesto del pieno decollo della rivoluzione industriale e in unclima di incremento di diffusione delle ferrovie e dei trasporti, in un clima sociale di manifestazioni dioperai nell’età vittoriana. In un suo articolo sul progresso del 1857, Spencer introduce per la primavolta nel lessico filosofico-scientifico il termine “Evoluzione”, come legge universale, valida per il regnodella natura, per la società umana, per il linguaggio e l’arte. Le caratteristiche dell’evoluzione sono ilpassaggio da una forma meno coerente a una forma più coerente, il passaggio dall’omogeneoall’eterogeneo e il passaggio dall’indefinito al definito. L’evoluzione dell’universo è un processonecessario ed è sviluppo verso il meglio. Considera il problema educativo come problema diadattamento delle nuove generazioni alle esigenze dell’individuo e della società. L’educazione, comerealtà concreta del fanciullo, che diventa uomo attraverso l’azione educativa esercitata dagli adulti, è unfatto. Il problema educativo diventa un campo di applicazione delle leggi ritrovate nelle scienze(biologia, fisiologia, psicologia,...): occorre cercare in queste scienze quei principi che costituiranno lascienza dell’educazione, la pedagogia. La scienza dell’educazione (o pedagogia) si risolve nellaconsapevolezza che la Natura è la grande educatrice. Come fine dell’educazione egli si pone la domandadel “come vivere?”, ovvero si vuole sapere come preparare l’uomo a soddisfare le diverse attivitàproprie della vita umana. Il fine dell’educazione è quindi la preparazione a una vita completa. Icontenuti dell’educazione sono subordinati al fine: si classificano le attività che costituiscono la vitaumana, educazione fisica, conoscere discipline scientifiche e le loro leggi, fisiologia e psicologia,sociologia, discipline letterarie e artistiche. Nell’educazione morale si insiste sul metodo di evitare

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l’autorità, e punizioni, lasciando che siano le “reazioni naturali” a rendere consapevoli i fanciulli dellaloro buona o cattiva condotta. In campo pedagogico si favoriscono quelle attività infantili che sirichiamano all’esperienza dell’uomo primitivo, con l’esplorazione della natura, il preparare cibi eindumenti. Una critica si riceve nella riduzione dell’educazione a scienza biologica, l’enfatizzazione delvalore formativo delle scienze, il misconoscimento del sentimento e degli affetti e la riduzione dellamoralità ad atteggiamenti ereditari ed eccessiva occupazione salutista. DURKHEIM (1858-1919): Durkheim nella sua analisi oltre alla condizione sociale politica economica tiene in considerazione anche quella dell'educazione. La sociologia dell'educazione consistenello studio e nella valutazione dei modelli educativi e del valore dell'educazione. Quindi studiare comele generazioni trasmettono alle generazioni successive gli apprendimenti. L'educazione è un'azioneinconscia continua, presente in tutte le società, popoli ed epoche. È svolta da chi alleva i figlie e dapersone decise da un istituzione o un clan. È un' azione inconsapevole perché non è strutturata. Lescienze dell'educazione attribuisco all'educazione i caratteri della scienza definendone l'oggetto,l'ambito, i metodi e gli strumenti. È un intervento pianificato ed organizzato. Ha un aspetto teorico epratico. È opportuno formare istruzioni, scuole e formare persone competenti per svolgere queicompiti. La pedagogia è la teoria sull'educazione. Questa riflessione può essere non continuativa, nonpresente in tutte le epoche e non diffusa in tutte le popolazione. È una riflessione teorica che siricollega alla filosofia. Si dice sociologia dell' educazione perché la riflessione pedagogica e psicologicanon può essere limitata solo all’istituzione scolastica e al campo, ma deve raggruppare tutte le società eoccuparsi di tutti i fattori sociali che intervengono nell'educazione. La scuola è solo uno degli aspettidella società complessa ed è influenzata da tutti i fattori politici culturali ambientali che si ricolleganoal mondo scolastico e dei ragazzi. Sul singolo individuo intervengono tutti i fattori sociali che possonolimitare, condizionare e potenziare delle sue capacità. Ma il singolo inserito in una struttura ed è in un'interazione con gli altri. L'istituzione è all'interno di una comunità, ma nel contempo la società èformata da istituzioni. Queste sono formate da individui che possono determinare cambiamenti sociali.È una forza centripeta che parte dal centro, o centrifuga che parte dal basso. Ardigò: Ha affermato la validità del positivismo come una concezione generale del mondo,autonoma e autosufficiente, contrapposta radicalmente a tutte le posizioni metafisiche, idealistiche espiritualistiche. Vive in un momento in cui il problema dell’istruzione si pone come possibilità di dareuna cultura comune agli Italiani. La cultura scientifica è ritenuta la più idonea a tale scopo e serve apreparare gli uomini per l’industria che si sta impiantando anche in Italia. Gli scritti di Ardigò nasconodall’insegnamento, rivelando una preparazione filosofica e culturale notevole. La natura come unicarealtà è l’idea centrale del pensiero di Ardigò. Se la realtà è natura e la natura di per sé è conoscibile, nesegue che il tutto può diventare noto. Tutta la realtà è natura, ma la natura è soggetta alla leggedell’evoluzione. Per Ardigò l’evoluzione è basata sul movimento psichico per cui si passa dall’indistintoa distinto della coscienza. L’evoluzione è un indefinito processo di autodistinzione. La morale è di tiposociologico. La pedagogia è la scienza dell’educazione: l’uomo può acquistare le attitudini di personacivile, di buon cittadino e di individuo fornito di speciali abilità utili, decorosi, nobilitanti. Essa provienedalla società, dalla famiglia, dagli educatori di professione e dalle istituzioni speciali. L’educazione nonha un fine. L’effetto dell’educazione è rilevabile come un fatto e sottoposto a determinate leggi e allaconoscenza scientifica. L’educazione è formazione naturale, formazione di abitudini acquisiteattraverso fattori ambientali. La pedagogia è scienza del fatto dell’educazione. Conosciuto questo fatto,si potranno conoscere le regole da seguirsi per produrla; non vi è educazione se non formatal’abitudine, né l’abitudine senza l’esercizio, il quale suppone l’attività. L’educazione è l’ultimo anello diuna serie di stimolazioni che producono attività la quale, ripetuta con l’esercizio, conduce all’abitudine.Per giungere all’educazione occorre che operino le matrici, quei fattori esterni all’educando che loconducono all’acquisizione di quelle abitudini nelle quali si identifica l’educazione (società, famiglia,

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educatori di professione, istituzioni speciali). Tra esse Ardigò dà rilevanza alla società e al maestro. Icontenuti dell’istruzione sono in funzione della formazione scientifica della mente e di un saperestrumentale per un’adeguata conoscenza dell’uomo, delle sue funzioni, del mondo naturale e sociale.Sono privilegiate le materie scientifiche. Ardigò, nel metodo didattico, è più per le “lezioni di cose”,senza escludere le “lezioni di parole”. Gabelli: I suoi scritti sono specchio di una meditata riflessione sulla realtà educativa. Condizioneindispensabile per cambiare la direzione dell’educazione è partire dalla realtà, dai fatti. Occorreconiugare le intime esigenze dell’educazione con le reali situazioni della civiltà in cui viene a trovarsil’educando (positivismo metodologico). Il positivismo rappresenta per lui un metodo d’indagine e diesperienza, di ricerca e di sperimentazione. L’educazione deve partire dalla realtà concreta del soggettoda educare, per cui il fine dell’educazione va cercato nel suo essere. Si parte dal fatto educativo perriflettere e individuare quali norme sono da ritenere fondamentali per formare delle persone mature .L’educazione ha un fine pratico: preparare l’uomo alla vita nella sua interezza. Il fine dell’istruzione èformare uomini di “testa chiara”. Si parte dalla scuola rinnovata per rinnovare l’educazione el’istruzione. Si parte dalla scuola che non solo istruisce, ma deve anche educare (scuola educativa). Ilmetodo è il punto da cui iniziare per rinnovare la scuola. Il metodo è in funzione dell’allievo: occorreindividuare le esigenze del fanciullo, partendo dalle sue conoscenze attraverso le esperienze prima diiniziare la scuola. Gabelli è favorevole all’insegnamento religioso nella scuola pubblica, inteso intermini morali. Occorre partire dal fatto che l’idea di Dio esiste nell’umanità. Riflettendosull’educazione della donna, Gabelli pensa che l’educazione sia data dalla scuola e da fattori checostituiscono la specificità di una determinata cultura e civiltà. Per rinnovare un popolo occorrecambiare la mentalità, le usanze e le abitudini dell’educazione che le madri danno ai figli. Il pensiero diGabelli pone come punto di partenza per ogni azione educativa e come valore insostituibilel’esperienza dell’educando. I suoi scritti trattano il problema dell’istruzione nella scuola elementare. Gentile: Figura importante nella vita culturale e civile dell’Italia del XX secolo. Mette in luce lacoscienza della necessità di una fondamentale riforma della pedagogia. Nel 1920 scrive La riformadell’educazione. La pedagogia di Gentile è in stretto rapporto con la filosofia. Per Gentile esiste unaindipendenza degli oggetti d’esperienza dal pensiero. Tutto, anche la nostra esperienza, non è altro chela realtà stessa del pensiero, la realtà che viene posta in atto o in essere dall’attività pensante. L’attivitàpensante non è condizionata dal nulla, neppure da spazio e tempo; l’universo diventa immanente alpensiero: la libertà dell’io è assoluta perché viene negata l’esistenza di ogni limite esterno. Gli interessidi Gentile ad occuparsi direttamente e con criteri scientifici di pedagogia sono legati alla sua esperienzadi insegnante di filosofia. Gentile riconosce alla pedagogia la dignità di scienza. Definisce l’educazionecome formazione dell’uomo secondo il suo concetto: l’uomo non è anima e corpo, ma è anima sola e ilcorpo esiste solo come momento dell’anima. Occorre formare l’uomo in quanto spirito: soggetto cheesiste nell’atto stesso che si pensa, che ha coscienza di sé o autocoscienza. Se la pedagogia èeducazione, ne deriva che essa è scienza dello spirito e in quanto tale coincide con la filosofia. Non vi èdistinzione tra pedagogia e filosofia. La filosofia si è sempre posta il problema dell’essere e doveressere e del rapporto educativo tra educatore ed educando. Gentile nega la dualità di educatore eeducando perché essi diventano “uno spirito unico”. L’educazione è un’azione spirituale che legainsieme due spiriti. L’educatore è tale quando e in quanto educa: la sua realtà si attua nell’educareeffettivo. L’unità dell’educando e dell’educatore è tale quando si ha l’atto educativo. Eliminata la dualitàtra allievo e maestro si elimina pure la dualità tra autorità e libertà. L’educazione si risolve inautoeducazione. La scuola non è l’aula che raduna gli alunni attorno al maestro: essa consiste nellacomunione della cultura. Radice: L’educazione del popolo è fondamento del progresso sociale e il presupposto dellarinascita nazionale. Egli ha il merito di credere nei bambini – merito della fede. È teorico e pratico,

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idealista e attivista. Egli riesce a entrare nel mondo del fanciullo così da vedere e sentire ciò che èimportante per ogni bambino. Egli pensa che i traguardi raggiunti dai propri figli siano raggiungibili daogni bambino. È necessario che gli adulti adattino le loro abitudini di vita e le loro relazioni sociali invista della crescita del bambino. È importante anche per i maestri l’arte dell’attesa, poiché sonoimpazienti di vedere i frutti della propria attività. Le antinomie maestro-scolaro, autorità-libertà eeducazione-autoeducazione sono risolte in maniera gentiliana. La scuola è una rivoluzione in cammino.Occorre conoscere l’alunno: questo è il compito della scuola: tale compito può essere raggiunto se gliinsegnanti conoscono l’allievo, il mondo da cui viene e in cui vive. Nasce l’obbligo di conoscere il paesein cui vive e di studiarlo. Si deve conoscere l’alunno come opera dell’educatore e gli educatori stessi nelloro agire. “La critica didattica” è “visita” alle scuole, per conoscervi chi le dirige e chi impara, nel lorocomune lavoro. Gli studi pedagogici non devono perdere contatto con la scuola. Il problemadell’educazione della donna viene preso in considerazione nel volume “L’ideale educativo e la scuolanazionale”: la donna ha pari dignità dell’uomo ad essere educata, rivendica ad entrambi i sessiun’educazione umana, mentre ella viene considerata anche in ambito familiare e materno. L’influsso diRadice si ha nella scuola elementare e sugli insegnanti. L’opera di Lombardo Radice è frutto diparticolari tensioni culturali e civili, ma si afferma che egli è il più grande maestro e apostolodell’educazione del primo Novecento. Dedica attenzione alla redenzione dell’infanzia edell’adolescenza. 7. ATTIVISMO

Negli ultimi anni dell’800 e i primi del 900si registra una maggiore attenzione all’educazione, si trattadi un vero e proprio movimento di riforma pedagogica. Nella letteratura pedagogica si trova una severacritica e polemica contro la scuola tradizionale, denunciata come la scuola del castigo, scuola passiva,adultistica, concentrata sul programma e lontana dalla vita reale. Questa protesta mette in atto unanuova scuola, nella quale viene ridata importanza agli ideali rousseauviani (puerocentrismo,valorizzazione della spontaneità dell’educando e il contatto con la natura). REDDIE: Rimane impressionato dall’ordine sociale tedesco. Pubblica una serie di articoli diordine pedagogico (“Modern Miseducation”, 1888), in cui critica severamente la scuola inglesetradizionale. Egli la accusa di privilegiare un sistema competitivo e formalistico e trascurare alcuniaspetti dell’educazione, quali l’educazione sessuale. Fonda la scuola di Abbotsholme nel 1889,avvalendosi dell'aiuto del suo collaboratore Badley. Abbotsholme doveva essere una comunità agricolaper un socialismo pratico, una scuola per i figli della classe dirigente, in cui si sviluppanoarmonicamente tutte le facoltà dell’allievo. La struttura, sorta in campagna, ha come obiettivopreservare i giovani dalla corruzione. Si hanno diverse piccole case, dove abitano ragazzi dagli undici aidiciotto anni, divisi in tre raggruppamenti comunitari di età, ordinate attorno a una casa centrale. Si hauna specie di monarchia costituzionale: il direttore della scuola è il capo, i maestri e i capitani sono imagistrati, mentre gli allievi e gli impiegati sono i cittadini. I capitani sono scelti tra gli studenti miglioridi età superiore a 14 anni. Ogni capitano ha la responsabilità di una classe. Il programma contempla almattino le materie classiche, dando ampio spazio alle lingue moderne, mentre al pomeriggio vi sonoesercizi fisici, attività manuali e occupazioni libere. L’educazione religiosa è curata nella cappelladell’Istituto. Vengono privilegiati il contatto con la natura, le attività pratiche, la ricerca personale delleconoscenze e la discussione sui problemi e sui reperti e oggetti raccolti nell’ambiente. Abbotsholme fuoggetti di critiche per la sua impostazione autoritaria: Badley decise di abbandonare Reddie e diavviare nel 1893 una propria istituzione educativa. DEMOLINS: Esponente delle scuole nuove. Allievo di Pierre Guillaume Frédéric Le Play, diresse

la rivista La scienza sociale. Nel 1899 fondò, su spunto della Abbotsholm School di Cecil Reddie, l'Écoledes Roches.

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LIETZ: Iniziatore delle prime istituzioni tedesche ispirate ai collegi inglesi. Egli scrive“Emlohstobba” (Abbotsholme scritto al contrario) in cui critica il sistema scolastico tedesco e presentail piano di un nuovo tipo di scuola sul modello inglese. Il piano è messo in atto in tre case di educazionein campagna. La finalità del nuovo istituto è aiutare i ragazzi a costruirsi un carattere autonomo earmonico, formare i giovani tedeschi forti e sani nel corpo e nell’anima, pratici e ben attrezzati dalpunto di vista scientifico. L’educazione si realizza in campagna, a contatto con la natura, lontano dallacittà pervasa da influssi negativi. Le case di educazione in campagna sono improntate ad un tenore divita sereno, igienico e sobrio. Le lezioni si alternano con attività manuali, giochi e sport. Al mattino ealla sera hanno luogo le funzioni religiose. Si dà importanza agli eventi comunitari. AGAZZI: Nel Congresso pedagogico del 1898 Rosa Agazzi critica fortemente la situazionedecadente in cui versano gli “asili d’infanzia” in Italia. Pur riconoscendo i meriti di Aporti, la figura dellamaestra è chiaramente fröbeliana. L’accenno alla “semplicità” e allo spoglio di “ogni convenzionalismomnemonico fröbeliano” lascia intravvedere una precoce linea di sviluppo dell’esperienza educativo-didattica agazziana: l’attenzione ai bisogni e alla situazione concreta del bambino, con il superamentodi ogni formalismo. Le sorelle Rosa e Carolina Agazzi videro per la prima volta applicato il loro metodoin un asilo comunale di Brescia. Rosa Agazzi racconta la necessità di ribellarsi al barocco sistema,sostituendo al numero l’immagine di una cosa nota al bambino: nacquero i cosiddetti contrassegni,destinati a incontrare il favore di quanti si occupano di educazione infantile. I contrassegni hanno lafunzione di contraddistinguere la proprietà privata del bambino e di arricchire le loro conoscenze e diservire per una prima educazione linguistica: offrono occasione per brevi momenti di lezione e peravviare all’osservazione e al disegno. Particolare attenzione si dà al Museo didattico, dei poveri, umilicose raccolte con la collaborazione dei ragazzi, rispondenti ai loro interessi e atti per l’esercizioquotidiano del maneggio delle cose e formare l’abitudine al rispetto delle cose. Le Agazzi si trovano aoperare in un ambiente rurale, con bambini poveri, figli di contadini e operai, e danno importanza atutto ciò che può capitare nelle mani del bambino. Le sorelle Agazzi sono donne d’azione, a contattodiretto con i bambini e le loro famiglie, elaborano sussidi, propongono esercizi-gioco, descrivonomateriali e modalità di utilizzazione. Gli oggetti raccolti nel museo didattico si trasformano in mezzi diinformazione e di educazione. L’uso dei contrassegni va visto nella prospettiva di favorire nei piccolil’armonia del loro sviluppo. Le Agazzi invitano a non perdere mai di vista il bambino, nella suasituazione sociale e personale. Esse descrivono come punto di partenza, nella loro Guida per leeducatrici dell’infanzia, l’esercizio fisico, associato all’esercizio della vita pratica. Il giardinaggio èfondamento e condizione di vita educativa per cui l’alunno va assorbendo sostanza vitale nel sangue,mentre apprende a inchinare i sensi e lo spirito alla voce della natura. Qualunque esercizio (lavare elavarsi, rimboccarsi le maniche, soffiarsi il naso, ...) diventa esercitazione di intelligenza e di “logicaagita”. L’ambiente naturale rispecchia quello di una “grande famiglia”. Le sorelle Agazzi parlano diScuola materna, un ritrovo educativo per l’infanzia. L’ambiente familiare si apre alla dimensione dellasocievolezza, accogliendo bambini di ogni classe sociale. Le Agazzi propongono, tra gli “esercizi di vitapratica”, la assistenza dei maggiori ai minori, favorendo un senso di solidarietà. PIZZIGONI: Giuseppina Pizzigoni nacque a Milano il 23 marzo 1870. Nel 1888 conseguì ildiploma magistrale e, dopo aver vinto il concorso, intraprese la carriera di insegnante passandoattraverso differenti esperienze: insegnante di ginnastica, maestra di seconda classe, maestra di primacategoria. Nel 1911 riuscì a costituire un comitato promotore che, raccolti da industriali di spicco ifondi necessari e ottenuta l’approvazione ed il sostegno del ministro dell’istruzione Credaro e dellaCariplo, mobilitò anche il Comune di Milano, il quale concesse l’autorizzazione ad iniziare unesperimento di riforma del metodo d’insegnamento secondo un proprio piano didattico. Inizialmente sitrattò solo di due sezioni di classe prima, aperte alla Ghisolfa, di fianco alla scuola comunale. Via lesezioni aumentarono fino ad estendersi a tutta la popolazione scolastica della Ghisolfa. L'attuale

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edificio, concepito per 300 alunni, oggi ne conta 600, per la metà provenienti da “fuori bacino”. Nel1917 venne istituito il tirocinio speciale presso la “Rinnovata”; è, invece, del 1922 il volume “Lineefondamentali e Programmi della Scuola Rinnovata”. SCOUTISMO: Lo Scoutismo, ad opera di Robert Baden-Powell, si distingue per le doti diesploratore e di istruttore di giovani leve. Scrive Aids to scouting (1899) e Scouting for Boys (1908).Quest’ultimo segna la nascita dello scoutismo (1908). Egli appronta il branco dei Lupetti e il Clan deiRovers. Lo scopo dell’educazione è quello di migliorare la qualità dei futuri cittadini tramite carattere(sistema delle Pattuglie, la Legge scout, la scienza dei boschi, le responsabilità dei capi e i giochi disquadra), salute e forza fisica (giochi, esercizi fisici, nozioni di igiene personale e alimentare), abilitàmanuale (occasionali attività in sede, attività pionieristiche e costruzioni), servizio al prossimo(mettere in pratica la religione nella vita quotidiana – buone azioni). La diffusione del movimento èrapida e di successo: il gusto per il rischio, l’avventura, il bisogno di esercizio fisico, di gioco, ricerca difelicità, attività di gruppo e amore per la natura e la vita all’aria aperta e lo slancio per gli altri sonocaratteristiche del movimento. L’educatore genovese Mario Mazza importa il gruppo in Italia nel 1910. CLAPAREDE (1873-1940): Egli sostituisce alla “Scuola attiva” l’aggettivo “funzionale”postulando una “scuola su misura”. La sua opera di maggior impegno è “L’éducation fonctionelle”(1931). In un momento in cui l’Europa è attraversata dalle due guerre, i temi di Claparède sono lacooperazione internazionale e la libertà della scienza. Nella “Pedagogia del fanciullo” egli scrive che lapedagogia si fonda sulla conoscenza del bambino come l’orticoltura si fonda sulla conoscenza dellepiante: questa regola è completamente dimenticata da tutti i pedagogisti dell’epoca. La psicologiafornisce alla pedagogia una reale base scientifica. Claparède considera i processi mentali come dellefunzioni che entrano spontaneamente in azione quando sono presenti certi bisogni: per rendere attivoun bambino basta porlo nelle circostanze adatte a svegliare questi bisogni-desideri. La psicologiafunzionale si propone di offrire un contributo alla conoscenza della condotta e delle sue leggi.Claparède chiarisce il concetto di organismo: vede ogni essere vivente come un sistema che tende aconservarsi intatto. Ogni reazione, ogni comportamento, ha la funzione di mantenere l’integritàdell’organismo. La prima legge della condotta è chiamata “legge del bisogno”: ogni bisogno tende aprovocare le reazioni adatte a soddisfarlo; l’attività viene sempre suscitata da un bisogno. Poi vi è la“legge dell’interesse”: ogni condotta è dettata da un interesse; ogni azione consiste nel raggiungere ilfine che preme in un dato momento. Vi è uno stretto rapporto tra psicologia e pedagogia. Nellasperimentazione si trova la “salvezza della pedagogia”: questa è compito additato agli educatori edinsegnanti. L’educazione funzionale è quel tipo di educazione che prende il bisogno del bambino, il suointeresse di raggiungere una finalità, come leva dell’attività che si desidera svegliare in lui. Vienerifiutato ogni tipo di educazione basata su interventi autoritari e su stimoli esteriori. Si insiste sullacentralità del bambino, sul suo interesse e sulla sua disciplina interiore in una scuola autenticamenteattiva, dove ha ampio spazio il gioco. Il mezzo principale dell’educazione è l’interesse, la scuola deverispettare il periodo dell’infanzia, l’educazione deve tendere allo sviluppo di funzioni intellettuali emorali. La scuola deve essere attiva. Il maestro non dev’essere più un onnisciente incaricato di formarel’intelligenza e di riempire lo spirito di conoscenze: egli deve essere uno stimolatore d’interessi, unrisvegliatore di bisogni intellettuali e morali, un collaboratore aiuterà gli studenti all’acquisizione diconoscenze tramite ricerche personali. Nella sua “Scuola su misura” vi è una consona organizzazionedella stessa: ogni alunno può mettere insieme, il più liberamente possibile, tutti gli elementi favorevoliallo sviluppo delle sue attitudini personali; diminuendo il numero di ore di lezione settimanali, lostudente avrà un margine più ampio per le diverse combinazioni che si intendono effettuare. Sono imetodi e i programmi che devono gravitare intorno al fanciullo. Claparède ha colto l’essere viventecome un organismo in azione, un tutto reale e indissociabile, rivendicando la sostanziale unità organicadel soggetto, la sua tensione all’attività, la sua essenziale concretezza. Egli ha contribuito a rendere

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molti educatori consapevoli dell’esigenza di impostare l’educazione sulla base di una miglioreconoscenza dell’educando. FERRIERE (1879-1961): Egli, convinto che biologia e sociologia, insieme alla psicologiasperimentale, vanno messe a fondamento del rinnovamento della scuola. Negli scritti più maturi si fasempre più chiaro l’orizzonte spiritualista e religioso in cui viene cercata la soluzione dei problemieducativi. Ferrière individua alcune “leggi psicologiche fondamentali” costituenti la base teorica della“Scuola nuova”: lo slancio vitale dello spirito nell’uomo, il cui dinamismo in crescita è alla radice dellavita e si esprime in forme e ritmi diversi: esso è una spinta alla vita, la forza che dirige lo spiritodell’uomo, deve costruire l’oggetto di ogni nostra cura in educazione, il suo sviluppo è un fine daraggiungere; la legge del progresso in cui si trova il criterio oggettivo dello sviluppo e secondo la qualegli esseri viventi progrediscono grazie a una differenziazione e a una concentrazione delle loro facoltà edelle loro energie; la legge biogenetica secondo cui vi è un chiaro parallelismo tra la vita individuale el’evoluzione della specie umana, procedendo attraverso le stesse tappe. Ferrière mette a fuocol’importanza per l’organizzazione di una scuola su misura in cui ogni tipo di scolaro riceverebbel’insegnamento più adatto per lui. Ferrière non è tenero con i difetti della cosiddetta “scuolatradizionale”, soprattutto con la sua mancanza di contatto con la natura: egli preferisce l’ambientenaturale della campagna: perché il bambino divenga un buon essere civile bisogna che sia statoprecedentemente un buon selvaggio. Gli allievi devono essere incoraggiati a vivere all’aria aperta, saliresugli alberi, fare lunghe escursioni, coltivare un giardinetto, allevare animali. L’interesse e lo sforzosono i due aspetti di uno stesso processo psicologico, di uno stesso slancio vitale interiore. Ogniseparazione tra interesse e sforzo è nociva. PIAGET (1896-1980): Piaget afferma, che occorre lasciare la spontaneità del bambino e creareuna situazione in cui questi possa agire in tutta libertà, per vedere se si serve di strumenti peraffrontare i problemi o se li costruisce da solo. Parla degli stadi fondamentali dello sviluppo psicologicodei bambini dopo aver esplorato i processi psicologici che portano allo sviluppo delle varie conoscenzenell’uomo. Importante distinzione tra assimilazione (le nuove conoscenze vengono acquisite senzamodificare la struttura cognitiva già presente) e accomodamento (avviene dopo una situazionefortemente problematica che ci ha profondamente sconvolto e che quindi necessita una modificazionedelle nostre strutture mentali). Il maestro deve quindi tenere conto delle conoscenze già acquisite daibambini. Piaget potrebbe anche collocarsi nell’ambito del costruttivismo che vede l’individuo fautoredelle sue conoscenze con supporto da parte degli insegnante. Quello di Piaget insiste sulle esigenzasoggettive che derivano dalle interazioni con l’ambiente e che portano alle conoscenze. Ilcostruttivismo moderato si concentra solo sul ruolo attivo dell’alunno. DECROLY (1871-1932): Crea l’École de l’Ermitage nel 1907. Studia scienze naturali e si laureain medicina, ma poi si trasferisce a Bruxelles dove inizia a interessarsi di bambini anormali e della lororieducazione. Fonda nel 1901 un istituto per deficienti. In “Scuola per la vita attraverso la vita”, Decrolyvuole qualificare l’istituto per ragazzi normali da lui fondato, noto come École de l’Ermitage : contieneun campo da gioco, mucchi di sabbia per i piccini, blocchi di cemento, assi e tele e alberi per giocare aRobinson. Nei giardini regna la libertà individuale, la fantasia, l’ordine o il disordine. Nella casa c’è uningresso, sala da ginnastica e vari laboratori di lavori manuali. Le classi sono tutte stanze di museo conquadri, grafici, piante e documenti. Occorre osservare e agire per osservare meglio. In quella scuola siimpara a pensare. C’è anche una biblioteca bene fornita per ricercatori. I bambini apprendonodall’oggetto complesso e non da quello semplice e questo è in contrasto con i metodi di insegnamentotradizionali. Decroly parla di “globalizzazione” applicabile alle materie d’insegnamento nella scuolaelementare, specialmente alla lettura mediante il “metodo ideo-visivo”, in cui si incomincia con l’uso difrasi e vocaboli invece delle lettere e sillabe. Occorre che l’interesse sia sollecitato: è importante basarel’insegnamento della materia sugli interessi del fanciullo e collegare l’insegnamento delle tecniche

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all’insegnamento delle conoscenze. I principali difetti che Décroly incontra nella scuola sono la pocacoesione tra le diverse attività del fanciullo e le materie poco in rapporto con gli interessi fondamentalidel fanciullo e con il loro evolversi. Gli interessi sono in rapporto con i bisogni fondamentali dell’uomo.Décroly delinea un programma di idee associate che abbraccia due grossi domini fondamentali diconoscenza, cioè che il fanciullo ha i suoi bisogni e che il fanciullo ha il suo ambiente. I diversi fatti eoggetti sono esaminati direttamente per mezzo dei sensi o dell’esperienza; indirettamente per mezzodel ricordo personale; indirettamente attraverso l’esame di documenti riguardanti oggetti o fattiattuali; indirettamente attraverso documenti riguardanti fatti o oggetti passati. MONTESSORI (1870-1952): E’ la prima donna italiana laureata in medicina. Assistente allaclinica psichiatrica dell’Ateneo romano, si interessa dei bambini minorati psichici. Al Congressotorinese del 1898 afferma che, secondo lei, la questione dei deficienti fosse prevalentementepedagogica più che medica. Ella rinnova la scienza con l’apporto della scienza ponendo la centralità delbambino come essere attivo e l’importanza dell’ambiente dal punto di vista pedagogico-didattico.Accanto a essi sono accennate l’educazione religiosa e l’educazione alla pace. La Montessori parla diformare “maestri scienziati”, che è iniziato all’esperienza e al metodo dell’osservazione ed ha unascuola che facilita le libere manifestazioni naturali del fanciullo. I maestri nella scuola devonosperimentare e osservare. Nella seconda edizione de “Il metodo della pedagogia scientifica” ci si spingein maniera ulteriore nella ricerca: si studia il bambino sconosciuto, come presupposto per educarlo. Alcentro delle preoccupazioni dell’educatore non vi deve stare l’educazione, ma il bambino. Il bambino vaconsiderato come embrione spirituale, dotato di vita psichica fin dalla nascita e guidato da istinti sottilia costruire attivamente la personalità dell’uomo. Il bambino è essere attivo nel rapporto educativo e viè la necessità dell’adulto che non si sostituisca al bambino, ma lo lasci libero di esprimerespontaneamente le proprie potenzialità: tali potenzialità hanno bisogno di essere stimolatedall’ambiente. Ella rifiuta la “libertà” dai legami e si rifugia nella “ricostruzione” e nella elaborazione diuna “scienza dello spirito umano”. È un lavoro paziente, fatto di ricerche, a cui devono contribuiremigliaia di persone a questo intento. Vengono rifiutare le eccessive cure che impediscono al bambinol’esercizio delle sue attività e quindi “l’espansione della personalità propria”. Per realizzare la libertàdel bambino è necessario preparare l’ambiente adatto al suo sviluppo quindi, ricercare in modosperimentale i mezzi di sviluppo necessari e adatto ai bisogni psichici del bambino nel suo presente .Nelle “Case dei Bambini” vengono abolite le vecchie concezioni scolastiche (cattedra e banchi) el’arredamento della scuola viene costruito alla misura del bambino. Con l’aiuto delle educatricivengono preparati i materiali di sviluppo per l’educazione intellettuale e dei sensi. Completano ilmetodo attività di vita pratica, i giochi all’aria aperta e lavori agricoli. Ne “Il metodo della pedagogiascientifica” viene introdotto un capitolo sulla “educazione religiosa” che comporta la preparazione diun ambiente, dove si distinguono mansioni diverse. Sono necessarie l’educazione del cuore e leconoscenze religiose. I tentativi da lei realizzati dimostrano la possibilità pratica di introdurre lareligione nella vita del piccolo bambino come una ricca fonte di gioia e di apertura ad orizzonti semprepiù ampi. In “Educazione e Pace”, la Montessori scrive che le guerre nascono dall’uomo, a partire dalrapporto adulto-bambino, impostato in forma sbagliata e conflittuale. Il mezzo efficace per costruire lapace va cercato nell’azione educativa corretta. L’educazione è l’arma della pace, è capace di salvarel’umanità richiedendo lo sviluppo spirituale dell’uomo, la sua valorizzazione e la preparazione delgiovane a comprendere i suoi tempi: l’uomo deve divenire il dominatore dell’ambiente meccanico chelo opprime. Le “Scuole Montessoriane” si moltiplicano in tutto il mondo, mentre in Olanda si hanno iLicei Montessori. L’interesse per il pensiero montessoriano è ancora vivo. FOERSTER (1869-1966): Un pedagogista tedesco, laureato in filosofia, ha vissuto in Gran

Bretagna, interessandosi alla problematica sociale e in Germania, dove dal 1895 al 1898 diresse ilperiodico del Movimento etico tedesco. Ha fatto il professore universitario in vari posti. Perseguitato

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per il suo antimilitarismo e antinazionalismo, si è trasferito in Svizzera poi in Francia e poi a New York.Influenzato dal liberalismo, approdò ben presto al cristianesimo e nel libro “Cristo e la vita umana” del1922 espose le linee fondamentali della sua concezione educativa. La sua prassi pedagogica è basatasull'importanza dei valori morali e su una salda formazione del carattere e mira al perfezionamentoetico dell'uomo e della società. DEWEY (1859-1952): Il massimo rappresentante e teorico della “Scuola progressiva”.L’apprendimento attraverso l’esperienza è uno dei punti centrali di riflessione dell’autore. Durante lapermanenza presso la Columbia University di New York si interessa di problemi sociali einternazionali. È convinto che i mali della società contemporanea derivino dall’esercizio oppressivo delpotere da parte degli economisti e politici. Dewey presenta la Scuola elementare dell’Università diChicago come un “laboratorio di pedagogia”: la scuola è una istituzione sociale e quindi deve riprodurrein maniera ridotta e semplice le idee e i fatti della società più ampia e complessa. Dewey introduce nellascuola il lavoro manuale, quel lavoro che, causa le industrie e la divisione del lavoro, era statodimenticato. Punti chiave della concezione teorica di Dewey sono l’esperienza, il pensiero e la ricerca. Ilconoscere e il fare sono connessi tra loro, perché la conoscenza è la realtà che effettua in se stessa unaforma particolare e specifica il mutamento. L’atto del pensare si esercita su situazioni che si stannosvolgendo e sono incomplete: il pensiero ha luogo quando le cose sono incerte o dubbie oproblematiche. L’atto di acquisire è sempre subordinato all’atto di indagare. Il processo del pensierocomprende il disagio e la perplessità dell’individuo davanti a un problema; l’osservazione dellecondizioni; la formulazione e elaborazione razionale di una ipotesi di conclusione; la provasperimentale attiva; se la soluzione proposta produce certi cambiamenti, viene accertata come valida.Per Dewey le idee e le operazioni mentali hanno valore esclusivamente pratico. Fra tutte le incertezze,uno dei punti fermi è il “nesso organico tra educazione e esperienza personale”. Tutto dipende dallaqualità dell’esperienza che si fa: ci sono anche esperienze diseducative. Per discernere i due tipi diesperienze vengono elaborati il principio di continuità e di interazione. L’esperienza è mezzo e finedell’educazione, intesa come una ricostruzione continua dell’esperienza. L’educazione, intesa comecrescita, si definisce come cambiamento qualitativo dell’esperienza dell’individuo, nell’attuazione nondi valori assoluti, ma di valori intesi come scelte fatte all’interno del mondo dell’esperienza. La solavera educazione avviene attraverso lo stimolo esercitato sulla facoltà del ragazzo da parte di esigenzesulla situazione sociale nella quale esso si trova. Il processo educativo ha un aspetto psicologico el’altro sociologico e nessuno è subordinato all’altro. L’individuo che deve essere educato è un individuosociale. La scuola è un’istituzione sociale, una forma di comunità di vita in cui viene rappresentata lavita sociale in forma più semplice. All’interno della scuola occorre studiare l’allievo e la conoscenzadegli autentici interessi al fine di una adeguata impostazione metodologica. Tolstoj: Le attività scolastiche si inseriscono nel quadro dell’impegno sociale di Tolstoj, diretto acambiare, mediante l’istruzione, l’ingiusta situazione in cui versano i contadini russi. Nel 1859 apre lascuola per i figli dei contadini del suo paese natale (Jasmanja Poljana) e fonda una rivista mensile perappoggiare e stimolare le attività educativo-didattiche degli insegnanti. Il ministero dell’istruzionedecide di mettere fine alla rivista e alla scuola. L’educazione è l’azione coercitiva, unilaterale, esercitatada un individuo su un altro individuo, mentre la formazione culturale implica un rapporto libero tra lepersone, basato sull'esigenza di acquisire conoscenze nuove (educando) e di comunicare le conoscenzegià acquisite (educatore). L’unica differenza tra educazione e formazione culturale è l’impostazione:l’educazione è la formazione imposta, quindi illegittima e ingiustificata, mentre la formazione culturaleè libera, giusta e legittima. La scuola deve lasciare l’educando libero di scegliere l’insegnamento piùadatto alle sue esigenze personali. Il compito educativo è affidato solamente alle famiglie e alla scuola èaffidato solo l’insegnamento. Tolstoj, con l’aiuto di giovani universitari, cerca di costruire una scuolaantiautoritaria, senza orari, programmi fissi, compiti e castighi. Lo spirito della scuola, ricercato da

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Tolstoj, è un modello in cui si mette in risalto il progressivo sviluppo della partecipazione dei ragazziverso un ordine da loro stessi cercato. L’alunno ha il diritto di non andare a scuola, così ha il dirittoanche di non ascoltare il maestro. L’essenza della scuola sta nel successo dell’insegnamento. Egli scriveanche una trilogia di volumi (“Infanzia”, “Adolescenza”, “Gioventù” (1852-1857)). Badley: Fonda nel 1893 la Scuola di Bedales. Non condivide il metodo di Reddie perché lo torcapoco adatto a garantire la partecipazione degli alunni all’andamento della scuola. Promuove lapartecipazione attraverso l’organizzazione del “parlamento scolastico” una struttura dove c’è libertà eordine ed in essa sono discussi i problemi più rilevanti della scuola, da cui sono avvolti, le pressioni-tendenze esercitate dall’intera organizzazione della vita quotidiana. Badley sottolinea la dimensioneattiva del processo educativo da parte dello studente, che impara in gran parte da ciò che trova sestesso e fa da sé i propri scopi pratici. Il suo oggetto non è l’apprendimento, non si vogliono soloinsegnare le materie, ma la vita, educare è imparare a vivere, il maestro universale è l’esperienza e tuttinoi abbiamo bisogno di auto-educarci. Compito della scuola è dare al bambino materiale perché loosservi, lo tocchi, giochi e lavori con esso, il bambino deve familiarizzare con tutto quello che èessenziale per la vita. Bedales è la prima scuola in Gran Bretagna che ha cercato l’educazione comunedei due sessi in tutti i gradi. Geheeb: Geheeb parte dal bambino considerato come punto fondamentale di interesse e studiodella pienezza inesauribile delle forze ed attitudini e della infinita ricchezza della individualità. Egliritiene il bambino sia un essere originale e attivo, per questo l’educazione è lo sviluppo della propriaindividualità fino alla più alta perfezione. Rende necessaria l’educazione dei due sessi, in quanto lascuola deve essere costituita da un ambiente capace di favorire lo sviluppo armonico di entrambi. Egliinizia la sua attività nel 1910. La struttura dell’Odenwaldschule consta di 12 case in campagna nellaparte superiore di una valle tra monti, boschi e prati dell’Odenwald. 180 ragazzi abitano in casette inpiccoli gruppi chiamati famiglie, con un adulto o una coppia di coniugi. Geheeb parla di una comunitàsenza capi. Dopo un breve dialogo con i collaboratori, vengono soppresse le famiglie e si introduce ilsistema degli assistenti: il capo-famiglia finiva sempre per assumersi responsabilità troppo grosse ascapito dell’autonomia dei ragazzi. Con il sistema degli assistenti i ragazzi più maturi assumono unacarica di responsabilità nei diversi settori della casa. Quando sorge qualche questione importante haluogo l’assemblea della comunità scolastica, diretta da un Kamerad eletto dalla comunità per sei mesi.Come metodo ognuno deve istruire se stesso. Nell’Oberwaldschule esistono luoghi o aule di lavoro: lamattinata è dedicata al lavoro teorico, mentre il pomeriggio al lavoro manuale e altre attività. Nonesiste un piano didattico generale: ogni ragazzo lavora per conto proprio, consigliato da insegnantisecondo un suo piano personale. La materia di studio è divisa in unità e ogni mese si sceglie un corsonuovo da seguire. Negli ultimi giorni del mese ha luogo un’assemblea di comunità, in cui si presenta e sidiscute la situazione di ogni corso. Geheeb viene ritenuto un educatore geniale, nemico di ogni metodoeducativo livellatore, acuto critico dell’organizzazione scolastica pubblica e privata del suo tempo. Movimento della gioventù tedesca: Gli studenti tedeschi organizzano un movimento diopposizione alla cultura tradizionale e al mondo degli adulti. Le origini vedono un gruppo di giovaniginnasiali di Berlino che cominciano a realizzare nei giorni festivi viaggi a piedi nelle campagne. Igiovani, costretti a vivere in grossi agglomerati urbani e insoddisfatti dai metodi che mortificano lacreatività, sentono il bisogno di abbandonare le grandi città, di pendere contatto con la natura e lagente semplice degli ambiti contadini. I tratti di questo nuovo moto sono quelli tipici del romanticismotedesco. L’influsso del creatore della “libera comunità di Wickersdorf” ha un peso rilevantenell’evoluzione del movimento, orientato al rifiuto del mondo adulto e all’affermazione dell’autonomiadella gioventù. Con lo scoppio delle guerre mondiali, le varie associazioni giovanili vengono assorbiteda differenti formazioni politiche e religiose. Con l’avvento del nazionalsocialismo, le associazionigiovanili tedesche vengono soppresse e i membri integrati della gioventù hitleriana. Nonostante

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l’influsso delle idee fu notevole, queste associazioni riuscirono a comprendere una percentuale minimadella gioventù tedesca. Acquista importanza il concetto dell’autonomia giovanile. Keinchensteiner: Scopo fondamentale dell’educazione è la promozione della libera individualitàperché divenga una personalità consapevole della propria vocazione e moralmente autonoma.L’individuo può giungere a questo traguardo solo mediante la partecipazione ai valori mediati dallatrasmissione dei beni di cultura. Ne “l’Educazione civica” Kerschensteiner propone la realizzazione diuno Stato colto e di diritto e la formazione di cittadini capaci di avvicinare lo Stato stesso all’ideale diuna collettività etica, una comunità nella quale regni l’ordine giuridico senza necessità del ricorso allacoercizione. Il fine dell’educazione civica è la realizzazione dell’idea di una comunità morale in unideale nazionale (Stato colto e di diritto), quindi consiste nell’educare i cittadini in modo che le loroattività concorrano ad avvicinare lo Stato, che essi formano, a questo ideale. Il cittadino dà il suocontributo al bene dello Stato mediante l’esercizio della professione. Introduce nella “scuola lavoro”, illavoro manuale, lavoro in senso pedagogico in quanto è l’esplicazione esteriore di un precedente lavorospirituale, attraverso esso si arriva ad un’autorealizzazione. Giner: Istituisce l’Istituzione Libera d’Insegnamento, fondata a Madrid nel 1876. Essa nascecome centro di ricerca e scuola privata di studi superiori e si trasforma in centro d’insegnamentosecondaria ed elementare, con annesso il giardino d’infanzia. Con questa istituzione si introduce inSpagna una rivoluzione metodologica: educazione integrale e armonica, metodi intuitivi e attivi,coeducazione, insegnamento e giochi all’aria aperta, relazioni familiari tra maestri e allievi,introduzione del lavoro manuale, escursioni scolastiche in montagna. Giner definisce l’uomo come unessere di unione, un composto della sfera del corpo e della sfera dello spirito, in connessione reciproca.Attraverso il corpo l’uomo entra in contatto con altre realtà finite. È compito dell’uomo fare in modoche tutti gli esseri dispieghino le loro forze in unità, proporzione e armonia, in cui si fonda la salute diogni sfera del mondo. L’istruzione scolastica deve essere profondamente rinnovata: poiché la primascuola è la vita, alla vita deve avvicinarsi il più possibile l’istituzione scolastica. La scuola deve situarsiin mezzo alla vita, in mezzo all’ambiente naturale della campagna. L’insegnamento di tutte le materiedevono tenersi all’aria aperta. Giner vuole la presenza in essa di ragazzi e ragazze a tutti i livellidell’insegnamento. La missione educativa della scuola promuove un rinnovamento metodologico:occorre passare alla ricerca e costruzione personale della conoscenza appresa da parte dell’uomostesso, mediante la direzione del professore. Occorre trasformare l’intera aula, integrare il maestronella classe abolendo la cattedra dell’insegnante e trasformarla in officina e il maestro diventa unaguida nel lavoro, mentre gli alunni diventano una famiglia. L’insegnamento religioso scolastico nonconfessionale scatena le ire negli ambienti cattolici e trova il favore negli ambienti liberali e moderati. Manjon: Apre la prima Escuela del Ave Maria in una casa con giardino presso una pittorescazona della città di Granada. Avviata l’opera avemariana, ne racconta lo svolgimento in brevi saggi,Memorias o Hojas (1915-1921). Per Manjón l’educazione doveva essere una e non contraddittoria,integrale, cominciare fin dalla culla, progressiva, graduale e continua, tradizionale e storica, organica earmonica, attiva da parte dell’allievo e del maestro, sensibile e morale. Cerca di cogliere una visioneintegrale del bambino, come soggetto attivo della propria educazione e che provi un amore per lanatura, l’importanza del lavoro manuale, del gioco e del clima di gioia nella scuola, la sensibilità per ilrinnovamento didattico, la rilevanza della famiglia in quanto ambiente formativo, il senso religioso esociale e l’educazione come opera di collaborazione. Nella sua scuola dell’Ave Maria nella Valparaiso,l’amore per la natura va combinato con un profondo senso religioso. Egli incita a usare sussidi intuitivi,come strumenti, cose, quadri e immagini, carte geografiche, modelli, musei e coltivazioni: tutto questorappresenta le scuole dell’Ave Maria. Al centro c’è il catechismo, la valorizzazione del gioconell’esperienza educativa e l’uso di metodi intuitivi e attivi in un clima di spontaneità e di gioia incontatto con la natura.

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Devaud: Pedagogista svizzero attento a cogliere gli elementi validi e fecondi della proposta deifautori del movimento attivista, nella prospettiva di una rinnovata scuola ispirata ai valori umanisticicristiani. Si impegna per una istruzione popolare e la promozione di una scuola rurale e nelrinnovamento dei contenuti e della didattica delle diverse materie. Privilegia il contatto con la naturama mantiene alcune caratteristiche della “scuola tradizionale cattolica” che spesso vengono trascurati orifiutati dagli innovatori: i diritti imprecrittibili della persona umana, i diritti della famigliaall’educazione dei figli, la sottomissione del fanciullo all’autorità degli educatori. Rivendica la“supremazia dell’intelligenza” su altre funzioni e attività umane. L’intelligenza è la facoltà che faconoscere il vero. L’uomo impara per il piacere di imparare e per vedere chiaro nella sua esistenza.Compito dell’intelligenza è stabilire una dottrina sulla vita, dottrina fondata sulla ragione e, per icristiani, anche sulla fede. L’intelligenza è chiamata a porre un giudizio chiaro e sicuro su ciò che noisiamo, sulle realtà di tutti i giorni: la nascita, la morte, il bene, il male. Abbiamo bisogno della verità perconoscerla e per vivere meglio ed essere meglio e quando la abbiamo, troviamo la perfezione, la gioia ela bellezza. L’attività del maestro è ordinata all’attività dell’alunno, ma l’attività di questi è ordinata allaverità e, in ultimo termine, a Dio. La personalità dell’alunno viene potenziata dalla verità proposta daGesù. Killpatrick: Fonda il “metodo dei progetti” che esprime una corrente didattica in cui l’ideacentrale, il “progetto”, è interpretata in maniere diverse. L’insegnamento è organizzato sull’esperienzadegli alunni, sulle esperienze extrascolastiche e sull’attività manuale. Il “progetto” viene consideratocome un mezzo occasionale di apprendimento e i suoi principi generali sono il principiodell’esperienza, in quanto la scuola deve generare esperienze reali; questa esigenza conduceall’affermazione della scuola come luogo di vita; la necessità di “simpatizzare con l’infanzia”,organizzare l’insegnamento in accordo con i suoi interessi senza dimenticare la prospettiva sociale; ilprocesso di apprendimento ha il punto di partenza in una situazione problematica che suscita neglialunni l’intenzione di superarla. Il progetto è un caso di attività intenzionale: è il perseguimento di unproposito; vi è il progetto del produttore, il progetto del consumatore, il progetto dei problemi e ilprogetto di apprendimento. Il progetto è un’attività in sé compiuta e con uno scopo esterno bendefinito. Parkhrust: Ideatrice del Dalton Plan, che porta avanti il metodo di “fare della scuola unlaboratorio educativo”. Applica il suo metodo alla Children’s University School. Nel Piano Daltonl’acquisizione della cultura è una forma di esperienza. I principi su cui poggia questo piano sono lasintesi di cultura ed esperienza e l’incontro della libera e responsabile iniziativa del singolo con l’operadi tutti nell’ambito della comunità scolastica. Nel suo piano pone attenzione all’allievo, dividendo iprogrammi di ogni materia in sottounità mensili e quattro parti settimanali. A ogni scolaro vieneapplicato dal maestro un piano studi individuale. L’alunno accetta il programma come se fosse uncontratto. Il maestro deve rispondere a dubbi o domande dell’alunno e deve conoscere gli alunni e iloro bisogni. Le scuole “daltonizzate” funzionano perché danno all’alunno un grado di autonomia e diresponsabilità. Washburne: E’ ideatore del “piano Winnetka” che si propone di offrire tecniche per l’istruzioneindividuale. Questo progetto viene anche spinto dalle famiglie di Winnetka per migliorare la scuola edalle esperienze giovanili di Wahsburne. Washburne afferma che ogni ragazzo ha il diritto diprocurarsi le conoscenze che gli saranno indubbiamente necessarie nella vita, ha il diritto di viverenaturalmente e il progresso umano è in funzione dello svolgimento integrale delle capacità di ogniindividuo. Bisogna che gli alunni vengano stimolati e che gli viene favorito il lavoro creativo, devonoessere capaci di autoeducarsi e autocorreggersi. 8. PRIMO 900

Nel XX secolo il problema educativo e scolastico acquista una grande rilevanza: da esso dipende la

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crescita culturale, civile, politica ed economica di un Paese. Il problema interessa pedagogisti,educatori, filosofi, Stato e Chiesa. Si ha quindi un’interdipendenza di elementi da non sottovalutare se sivuole comprendere il complesso movimento pedagogico che prende l’avvio nei primi decenni delNovecento e si sviluppa lungo il corso del secolo. Si sviluppano la “pedagogia del collettivo” e la“pedagogia personalista”. Makarenko: Uno dei grandi educatori del mondo. Gli scritti degli ultimi anni contengono i puntifondamentali della sua esperienza educativa e pedagogica, nell’evolversi del suo pensiero e diconformarsi alle direttive del Partito comunista degli anni staliniani. Gli scritti di Makarenko fannoriferimento alla sua esperienza di educatore. Essi sono una riflessione sulla sua azione educativa edoffrono i concetti fondamentali della sua teoria pedagogica. Prende posizioni contro la pedagogiascientifica e sperimentale, che accentua l’aspetto psicologico e l’influsso dell’ereditarietànell’educazione. Egli ricorre a ogni situazione che gli sembri più adatta a neutralizzare la negativitàdella situazione (soprattutto quando è chiamato a dirigere l’Istituto per ragazzi abbandonati: i primimesi furono mesi di disperazione e mesi di ricerca della verità). L’educazione è la sofferta ricerca diuna via che porti a maturazione umana l’educando. L’opera educativa deve formare un uomo nuovo,l’uomo collettivista, comunista. Come educatore, Makarenko ha fiducia nell’uomo e, come sovietico,crede ala “costruzione” dell’uomo nuovo. Nell’educazione comunista l’unico principale strumento dieducazione è un vivo collettivo di lavoro. Essendo cosa dialettica, non può essere stabilito nessunsistema pedagogico assolutamente giusto. Si assume l’importanza del collettivo di lavoro nell’ambitodell’azione educativa: si fa del collettivo il mezzo, il metodo, la forma e il fine dell’autentica educazionesovietica. Il collettivo nell’azione educativa diventa il centro dell’attenzione dell’educatore. Makarenkoritiene che si debba educare l’intero collettivo. La pedagogia di Makarenko acquista sempre maggiorcredito: si forma l’uomo sovietico, l’uomo nuovo, dedito al benessere sociale attraverso il lavoro ecompetente, felice di costruire lo Stato sovietico in continua espansione. Gramsci: Intuisce che il problema pedagogico è il problema di una intera struttura sociale o èsterile esercitazione di esperti, incapaci di promuovere l’effettivo sviluppo delle masse come degliindividui. Tornato in Italia, dopo esser stato a Mosca per rappresentare il partito nel comitato esecutivodell’Internazionale comunista, conduce una vera e propria opposizione al Partito fascista; dirige l’Unità,organo ufficiale del PCI. Per la sua avversione al fascismo, viene arrestato, isolato e esiliato. Sono questigli anni di Lettere dal carcere, documento di intelligenza, sofferenza consapevole e dignitosa, capace difar da riferimento educativo per le giovani generazioni. L’attività politica assume valenza pedagogica.Gramsci riflette sulla situazione sociale, ricercandone la le linee e il senso di evoluzione in terminiconcreti di colui che opera perché nell’evoluzione della società emergano certe linee di tendenza e nonaltre. Il problema educativo diventa essenziale di tutto un discorso operativo, perché diventa parteessenziale di un discorso operativo. L’uomo è il punto di partenza per l’azione politica e educativa. Si hail primato dell’esistenza sull’essenza, del collettivo sull’individuale. L’uomo è storicità, società ecoscienza. Si ha un processo organizzativo che porta alla conquista del potere e all’egemonia politico-culturale. Il nuovo intellettuale sorge dalla massa pur rimanendo a contatto con essa. Il partito elaborale nuove concezioni del mondo, dirige organicamente tutta la massa economica attiva in manierainnovativa e per mezzo di una élite. Gli intellettuali, gruppo organizzato che si pone alla testa delproletariato per guidarlo a realizzare i suoi compiti storici, hanno un ruolo importante e vengonoformati nella scuola, formativa ed esigente: la scuola deve saper riconoscere chi è meritevole e gli dà lapossibilità di studiare, egli è contrario alla Riforma Gentile, al moltiplicarsi delle scuole, specie leprofessionali, che impediscono al ragazzo di svolgere tutte le sue potenzialità indirizzandoloprevalentemente a un lavoro manuale e meccanico. Gramsci è contro a ogni facilitazione ed è per unascuola che richiede impegno e sforzo. Freinet: Dedica maggior sforzo alla ricerca di tecniche didattiche semplici e valide per tutti.

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Freinet organizza la Cooperativa dell’insegnamento laico (1927) che a causa dello scoppio dellaseconda guerra mondiale porta l’interruzione dell’attività della di questa. Accusato di spionaggio afavore dei comunisti, Freinet viene imprigionato. Nel 1951 decide di creare una scuola di caratterepedagogico: l’Istituto Cooperativo della Scuola Moderna. Freinet si definisce tecnico prima chepsicologo. Critica l’istituzione scolastica del tempo: la scuola pubblica è ferma a una concezionepedagogica, tecnica, intellettuale e morale ormai superata, non risponde al modo di un proletariato cheacquista sempre maggior coscienza del suo ruolo storico e umano. La “scuola tradizionale” vieneaccusata di intellettualismo, di essere al rimorchio delle forze sociali. Gli ambienti artificiali “dalaboratorio”, chiusa ai reali bisogni dei ceti popolari, fanno chiamare la scuola di Freinet “scuolamoderna”. Lo scopo dell'educazione è lo sviluppo della personalità. L’educazione si concentra sulbambino, e il bambino va considerato, che va considerato come membro della collettività: rispettandoquesta doppia prospettiva si può raggiungere il vero scopo dell'educazione. Il tema dell’educazione edel rapporto individuo-ambiente sono strettamente collegati con la “potenza vitale”: questo “slanciovitale” sprona il bambino a perfezionarsi. Lo slancio vitale è favorevole, illuminato da “viva luce eattento affetto”, il giovane essere cresce con la massima potenza di cui è capace. Per lui la scuola didomani sarà la scuola del lavoro: il lavoro sarà principio ispiratore, motore e filosofia della pedagogiapopolare, l’attività da cui deriva ogni apprendimento. Come metodo adotta quello “per tentativosperimentale” tramite il testo libero e la tipografia a scuola (traduce il resoconto vivo in una paginastampata, che sostituisce il manuale scolastico e che suscita nei ragazzi, per la lettura a stampa, lostesso interesse profondo e funzionale sentito nel preparare il resoconto medesimo. Attua anche lacorrispondenza interscolastica, i testi dai suoi ragazzi sono letti dai famigliari e dai compaesani e damaestri e alunni di altre scuole. Lascia un’impronta decisiva nella scuola elementare francese. Eglipredilige una scienza pratica. Le tecniche di Freinet hanno una risonanza mondiale. Marritain: La sua opera è testimonianza di impegno umano-cristiano, a servizio della persona edella società con l’educazione integrale della persona. Secondo Meritain, il processo educativo esige unantropologia filosofica che dia risposte fondamentali della vita (che cos’è l’uomo? Qual è la suanatura?). L’autore insiste sul concetto di uomo perché questo condiziona l’impostazione della teoriapedagogica: l’uomo è una persona che si possiede per mezzo dell'intelligenza e della volontà. Non èsolo un essere fisico, ma un microcosmo in cui l’universo può essere racchiuso mediante la conoscenza,mediante l’amore. L’anima all'interno del corpo umano vale più di tutto; la persona esiste in virtù diquesta anima che domina il tempo e la morte, ed è alla radice della personalità totale e indipendente.Gli educatori devono rispettare l’anima e il corpo del fanciullo, facendo continuamente richiamoall’intelligenza e alla volontà del bambino. Occorre stabilire con chiarezza il fine dell'educazione.L’educazione deve guidare l’uomo nello sviluppo dinamico, durante il quale egli si forma in quantopersona umana. Vi è inoltre un fine utilitario, vale a dire, l’apprendimento di una professione, maoccorre soprattutto sviluppare le capacità del bambino. In questa definizione, si nota l’educazioneintegrale per formare tutto l’uomo attraverso un’educazione liberale, con una cultura aperta a tutti,orientata alla saggezza e che tende a sviluppare nella persona la capacità di pensare rettamente, digodere della bellezza e della verità. Maritain imposta il rapporto educativo in termini di libertà eresponsabilità. L’educando è l’agente principale della sua educazione e l’educatore è colui checonoscendo la natura umana e la perfezione, a cui essa tende, aiuta e guida il fanciullo a raggiungere lavita della ragione e della libertà. L’autore suggerisce alcune regole per guidare l’educando:incoraggiaree favorire le disposizioni che permettono al bambino di svilupparsi, preoccuparsi che l’educandointeriorizzi gli insegnamenti, far si che sin dall’inizio mani e mente lavorino insiemeL’insegnamentodeve far si che lo spirito, attraverso la conoscenza della ragione, possa liberarsi, l’educazione poi nondeve rivolgersi solo ai maschi, ma anche alle donne perché le due menti sono fatte per comprendersi ecompletarli. La donna poi, per l’originalità delle sue disposizioni intellettuali e il suo interesse per il

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bene comune , dovrebbe avere accesso alle forme più alte della cultura. Stefanini: Fondatore del personalismo italiano e uno degli uomini più illustri del personalismoeducativo. Il suo personalismo metafisico lo porta ad un confronto con i maestri della filosofia classica ele principali correnti come il positivismo, il neo-idealismo, l’attivismo, l’esistenzialismo, il marxismo e ilfreudismo. Tende a precisare cosa intende per “concetto di personalismo”: la persona, definita sostanzaspirituale, razionale, singolare, libera, responsabile, incarnata e mondanizzata, occupa un postocentrale nell’ordine ontologico (studio dell’essere in quanto tale). L’uomo abbandonato dei nostrigiorni è l’uomo che non si sente più contenuto in un’intenzione divina. L’uomo si sente intimamenteresponsabile verso se stesso e verso gli altri quanto più approfondisce in sé la coscienza della suadipendenza metafisica e si sente compreso in una volontà, reggitrice della famiglia umana e della storia.La persona è problema: essi non si trova costituito, fin dall’inizio, nella sua unità personale, razionale,libera e morale, ma conquista la sua razionalità, libertà e personalità con uno sforzo diuturno. Si ottieneil primato della persona in campo educativo. Il fine immediato dell’educazione è definito come l’artedell’ostetricia della persona: non si può parlare della persona senza intendere il processo di come lapersona viene alla luce e prende possesso di sé. E questo accade anche nel rapporto maestro-scolaro.Nel “Personalismo pedagogico” (1957), Stafanini offre la proposta più matura di una “pedagogiapersonalista”, una pedagogia incentrata sulla persona. Il maestro non è un conduttore del sapere. Don Milani: In egli si coglie l’ansia educativa che lo anima nel promuovere la piena umanità inragazzi privi della parola, perché incapaci di comunicare a livello autenticamente umano. Il contesto incui vive don Milani è caratterizzato dal periodo fascista, dalla seconda guerra mondiale e dallaricostruzione post-bellica e dal boom economico degli anni ’60. La conoscenza e l’approfondimentodelle verità della dottrina cattolica lo porteranno a diventare sacerdote. L’attenzione al sociale, insiemecon una pastorale adeguata ai tempi e ai contesti reali in cui viene svolta, è una caratteristica della suaazione. Spende anni nella scuola di Barbiana, nel Mugello. Don Milani viene mandato a S. Donato, vicinoa Prato, con la più profonda convinzione dell’importanza della scuola quale mezzo privilegiato eprioritario per far giungere i giovani di cui si occupa alla piena maturità umana. La condizione di quellagente è modesta e i problemi sono lo sfruttamento minorile nel lavoro, licenziamenti, abusi nellaproprietà, esodo verso la città. Ciò che colpisce Don Milani è l’ignoranza della gente e quindi lacomunicazione è impossibile davanti a tanta ignoranza. A San Donato manca il possesso della parola egli interessi degni di un uomo. Questa situazione impedisce ai giovani della parrocchia l’accesso agliinteressi umani e la stessa percezione del problema religioso. La preoccupazione di Don Milani è distudiare la situazione per conoscerla a fondo: cerca gli interessi di quei giovani, li osserva con amorepedagogico. Egli si convince che il suo compito di evangelizzatore dev’essere preceduto da quello dimaestro. A S. Donato, Don Milani, si fa maestro di tutti, comunisti, socialisti e democristiani. Dal 1954passa alla parrocchia di Barbiana, divenuta famosa per la sua attività educativa. La vita a Barbiana èquella dura e faticosa dei montanari e contadini. Gente che lavora sodo ma non possiede la parola. Ciòche manca a loro è il dominio sulla parola. Tra i ragazzi di Barbiana, chiusi nel loro mutismo diffidentedi montanari, timidi e goffi, don Milani apre una scuola nelle stanze della canonica. È una scuolaesigente, ma non priva di quel rapporto interpersonale in cui l’allievo e il maestro procedono verso lameta della perfezione umana. Il fine della scuola di Barbiana è quello di presupporre nel ragazzonull’altro che d’essere uomo. Don Milani passa per un rigorista e duro, ma, in verità, era pieno diattenzioni e di cure per i fanciulli. Attraverso la scuola della parola, don Milani tende a sviluppare tuttele dimensioni della persona: intellettuale, morale, sociale, religiosa, tramite visione di film, letture,rappresentazioni di opere teatrali e la celebrazione della Messa don Milani guida i ragazzi, affinchépossano camminare da soli. Egli educa e cresce quei ragazzi per se stessi e per gli altri, sicuro che percambiare la società è necessario educare l’uomo portandolo alla sua pienezza umana. Egli insiste sullaparola; appropriandosi della parola l’uomo incontra se stesso, gli altri e Dio, che si è fatto parola in

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Cristo. 9. SECONDO 900

Negli ultimi anni del XX secolo, gli scenari si allargano e iniziano a comprendere anche l’azione diassociazioni e organizzazioni internazionali, per la difesa del diritto inalienabile dell’educazione e diorientamento delle politiche scolastiche. Si espande in questo momento la pedagogia scientifica checomprende del metodo sperimentale. REICH (1897-1957): è il pioniere della moderna sessuologia, ha richiamato l’attenzione sulrapporto tra funzione sessuale e salute psicologica NEILL (1883-1973): La Summerhill School è una scuola fondata da Alexander Sutherland

Neill nel 1921, nonché uno dei più significativi esperimenti di pedagogia libertaria. È un collegioindipendente britannico organizzato come una comunità democratica; è frequentato da ragazzi daiquattro ai sedici anni che generalmente provengono da Paesi stranieri. È una scuola non repressivapriva di qualunque tipo di autorità o di gerarchia; le abitazioni degli allievi sono suddivise in baseall'età e per ogni gruppo è previsto un assistente. Le lezioni sono facoltative; esiste un orario, ma valesolo per gli insegnanti. I ragazzi sono liberi di fare quello che vogliono, a patto che le loro azioni nonprovochino alcun danno agli altri, secondo il principio di Neill «Libertà, non Licenza». ROGERS (1902-1987): sostiene che se una persona si trova in difficoltà, il miglior modo divenirle in aiuto non sia quello di dirle cosa fare, quanto piuttosto aiutarla a comprendere la suasituazione, e a gestire il problema assumendo da sola e pienamente la responsabilit delle scelteà̀ delle scelte

eventuali. Utilizzando la tecnica del colloquio a specchio. Per aiutare l'individuo a muoversi nelladirezione dell'apertura all'esperienza, si deve assicurargli una relazione in cui egli sia apprezzato comepersona autonoma, in cui la sua esperienza attuale sia compresa empaticamente, e in cui gli siaassicurata la libertà di vivere i sentimenti propri e condividere quelli degli altri senza sentirsiminacciato. Esiste una tendenza attualizzante: ogni essere umano tende verso il completamento el'attualizzazione delle proprie potenzialit , e preferisce un ambiente pi ricco di stimoli a uno pià̀ delle scelte ù̀ delle scelte ù̀ delle scelte

povero; tale tendenza si manifesta nell'esplorare, nel gioco, nella curiosit , nel bisogno di modificareà̀ delle scelte

l'ambiente e di esplorare se stessi. DOLTO (1908-1989): Fu una fervente sostenitrice della “causa dei bambini”, facendo delbambino sofferente e dei suoi rapporti con la madre il suo dominio prediletto di analisi. Dalle sue opereemergono molte idee maggiori: - il bambino è una persona. - tutto è linguaggio (gesti, sguardi...). - il“parlare vero”: non mentire al bambino perché “non si può mentire all'inconscio, conosce sempre laverità”. “il bambino ha sempre l'intuizione della sua storia. Se la verità gli viene detta, questa verità locostruisce”. - l'immagine inconscia del corpo: per lei i disegni dei bambini rappresenterebbero i loropropri corpi; la presa di coscienza del proprio corpo è una tappa della strutturazione del soggetto edell'individuo. - il “complesso del gambero”: metafora impiegata per rappresentare la crisiadolescenziale; l'adolescenza non è semplicemente il lavoro dell'adolescente e le crisi sono tappeessenziali e necessarie; l'adolescenza è cadere per meglio risalire. SKINNER (1904-1990): Ha applicato la legge del successo alle contingenze rafforzative(relazioni esistenti tra un comportamento e le sue conseguenze). Da ciò deriva una tecnologia didatticachiamata “istruzione programmata” che si basa su 2 presupposti: il primo che una volta che abbiadeterminato il rafforzamento (la conseguenza che vogliamo raggiungere) possiamo procedere aplasmare il carattere e il secondo che il rinforzo rimane tale anche una volta che abbiamo raggiunto ilcomportamento che rimarrà per molto tempo nell’individuo. Bisogna quindi indicare l’obbiettivo chevogliamo raggiungere, stimolare una risposta che faccia capire se il comportamento è già statoacquisito, se la risposta è valida dare il rinforzo. Alla psicotecnologia skinneriana se ne oppone un’altrache presta più attenzione alle esigenze della scuola (definizione di obbiettivi, valutazione..).

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BRUNER (1915-): Promotore della teoria strutturalista con l’interesse per i processi cognitiviconnessi all'apprendimento scolastico. Egli distingue così 3 fasi: la prima è la manipolazione(l’identificazione degli oggetti è dettata dalle azioni che evocano), poi, la rappresentazione iconica(l’atto intellettivo si organizza con l’immagine, indipendentemente dall’azione) e per ultima larappresentazione simbolica (incontro tra questa forma di apprendimento innata e la cultura simbolicadella società che il soggetto fa propria). Negli anni ’60 sviluppa una teoria dell'istruzione, affermandoche il curricolo di ogni disciplina deve fondarsi sulla comprensione dei principi basilari della disciplinastessa, altrimenti l’istruzione non risulta efficace. Il modo più efficace per rendere la disciplina piùinteressante è mostrare all'alunno la sua utilità al di fuori della situazione. BLOOM (1913-): La tassonomia degli obiettivi educativi proposta da lui è considerata una dellepiù interessanti. Tale classificazione degli obiettivi prende spunto dall’attività pratica degli insegnanti,più precisamente dal loro intento di raccogliere in modo empirico i criteri di valutazione presi ariferimento nell’esaminare i loro allievi e i relativi percorsi di apprendimento, Le modalità diapprendimento vengono pertanto divise in tre aree o domini, al cui interno vengono rinvenuti i relativiobiettivi educativi; i domini sono quello cognitivo, quello affettivo e quello psicomotorio. La tassonomiadi Bloom risulta importante nella valutazione e verifica a posteriori dei risultati degli interventiformativi nonché nella scelta a priori delle metodologie didattiche più opportune in relazione all’areadi apprendimento specifica. Una volta individuati i metodi didattici più appropriati in relazione alledifferenti aree e obiettivi didattici, la valutazione dei risultati d’apprendimento risulta poi essereinfluenzata dagli stessi metodi scelti e facilitata da una definizione chiara e sistematizzata degli stessi. Wherteimer: Uno dei massimi esponenti della psicologia della Gestalt, criticò molto le ideeindividuate dal comportamentismo per lo sviluppo di un “pensiero produttivo”. Nella sua opera piùimportante “Il pensiero produttivo”, considera come si può giungere a comprendere una regolanecessaria per trovare l’area di un parallelogrammo quando si conosce già quanto serve per trovarel’area di un rettangolo. Cerca di arrivare ad un pensiero produttivo che si attua tutt’ora nelle ricerchesui processi cognitivi. Per sperimentarlo diede a dei bambini piccoli le nozioni per arrivare all’area diun rettangolo dando poi loro un parallelogramma. Inizialmente i bambini non sapevano come fare atrovarne l’area, ma poi iniziarono ad eliminare le parti in eccesso con le forbici. Tale processo vieneripreso anche dalla ricerca moderna che portano alla risoluzione dei problemi attraverso la “riflessioneparlata: viene chiesto al bambino di parlare al alta voce dicendo ciò che gli passa per la testa mentrecercano di risolvere un problema”. Tale analisi ha permesso di fare passi avanti circa l’elaborazione dimetodi di apprendimento per promuovere la capacità di risoluzione dei problemi. Vigotskij: Uno psicologo russo che sottolineò il ruolo del contesto culturale e dell'interazionelinguistica nello sviluppo dei processi cognitivi. Insiste sul linguaggio come autore del processo dipensiero e riflessione che non sono altro che un dialogo interno. Il linguaggio diventa quindi unostrumento di sviluppo conoscitivo che fa acquisire importanza al mondo esterno. Il passaggio dalpensiero al linguaggio e molto complesso perché prevede il frazionarsi del pensiero in più parole e perquesto non è sempre possibile. L’eredità vygotskijana viene applicata nella scuola di psicologia diGinevra per lo sviluppo della conoscenza tramite conflitti socio cognitivi (per una stessa situazione sihanno risoluzioni differenti). Maslow: ha studiato la motivazione umana e ha riscontrato nell’autorealizzazione il suo livellopiù elevato. Allport: guardava speranzoso al futuro come crescita positiva della persona Roger: parla dell’importanza della scelta individuale e della significatività personaledell’esperienza, soprattutto quella educativa. Parla quindi di libertà di apprendimento, distinguendotra: apprendimento significativo (connesso all’esperienza personale dell’allievo che porta ad unacrescita positiva dove il soggetto che vuole conoscere si fa fautore della sua formazione.) ed

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apprendimento di sillabe senza senso (che è quello che spesso avviene nelle scuole, soprattutto per iragazzi di modesta famiglia). Ausubel: propone una distinzione tra la psicologia generale, Che si occupa dei processi chefavoriscono l’apprendimento e psicologia dell’educazione che si occupa dell’apprendimento in classe edi quello che avviene in essa.10. SCUOLA E STRATEGIE DEGLI ANNI 90:

Nel secondo 900 la scuola aveva assunto un ruolo fondamentale nei processi educativi a discapito dellealtre istituzioni educative. Si preoccupavano però più di formare individui societari che educareragazzi, si realizzarono così i primi movimenti giovanili studenteschi criticati dagli adulti come la bitgeneration, gli hippie che trovarono espressione con la pop art, il rinnovamento musicale.. il razzismodiventa in questo periodo un tema caldo (vengono prese posizioni di difesa violente come Malcom X enon violente come ML kina, J.Kennedy spingeva inoltre per l’uguaglianza). Vi sono 2 testi di riferimentoper i movimenti pedagogici di questo periodo: - La pedagogia degli oppressi di Freire- La descolarizzazione della società di Illich.11. PROSPETTIVE SCOLASTICHE FUTURE:

Si parla di una scuola che istruisce con finalità di formazione intellettuale, non globale e generale e dipreparazione alla vita:-modello tecnologico: le macchine sostituiranno gli insegnamenti e avverrà tutto a casa, accanto alcomputer-scuola selettiva: centralità delle performance, di esami e valutazioni; scuola meritocratica-scuola neo umanistica e solidarista: la soluzione migliore dato che prendono in considerazione sia lachiave individuale che sociale.12. ORGANISMO PER LO SVILUPPO DELL’EDUCAZIONE:

È opera di uomini convinti dell’importanza dell’educazione per favorire la libertà e uguaglianza. Traqueste associazioni ci sono:-UNESCO: tramite l’educazione favorisce la collaborazione tra gli europei per mantenere intatta la pacee la sicurezza -OCSE: promuove studi nell’ambito dell’educazione-CDE: unione più stretta tra gli europei e favorisce il progresso economico sociale-UNICEFF: favorisce i bambini di tutto il mondo, prendendosi la responsabilità di intervento diretto neipaesi più poveri.

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