bibbia nuovo testamento_1.pdf

644

Click here to load reader

Upload: federico-massari-luceri

Post on 25-Oct-2015

356 views

Category:

Documents


66 download

DESCRIPTION

Bibbia testo religioso

TRANSCRIPT

  • JOHN M. KELLY LIBDADY

    Donated byThe Redemptorists ofthe Toronto Province

    from the Library Collection ofHoly Redeemer College, Windsor

    University of

    St. Michael's College, Toronto

  • \\HOLY PEDEEMR%;f?ARy, mom
  • Digitized by the Internet Archive

    in 2009 with funding fromOntario CounciI of University Libraries

    Iittp://www.arcliive.org/details/ilnuovotestament01sale

  • LA SACRA BIBBIA

  • LA

    SACRA BIBBIACOMMENTATA

    DAL

    P. MARCO M. SALES 0. P.Professore di Sacra Scrittura nel Collegio Angelico di Roma

    Testo latino della Volgata e versione italiana

    DI

    Mons. ANTONIO MARTINI

    RIVEDUTA E CORRETTA

    TORINOUBRERIA DEL SACRO CUORE

    Cav. O. B. BERRUTI

    Via Garibaldi, n. 18.

    TIPOGRAFIA PONTIFICIACv. P. MARIETTI

    Via liegnano, n. 88.

  • IL

    NUOVO TESTAMENTOCOMMENTATO

    DAL

    P. MARCO M. SALES 0. P.Professore di Sacra Scrittura nel Collegio Angelico di Roma

    Testo latino della Volgata e versione italiana

    DI

    Mons. ANTONIO MARTINI

    RIVEDUTA E CORRETTA

    Volume I.

    I quattro Evangeli - Oli Atti degli Apostoli

    TORINOLIBRERIA DEL SACRO CUORE ; TIPOGRAFIA PONTIFICIA

    Cv. O. B. BERRUTI i Cv. P. MARIETTI

    Via Garibaldi, n. 18. I Via Learnano. n. fl^

    HtLY REDEn^^IBMRY, WINDSOR

  • PROPRIET LETTERARIA

    Noi sottoscritti avendo letto La Sacra Bibbia commentata dal P. Marco Sales O. P.,voi. I: I quattro Vangeli e gli Atti degli Apostoli, ecc., ne approviamo la stampa.

    Roma, 13 luglio 1911.Fr. Antonino Ricagno, O. P.Fr. Leonardo Lehu, O. P.

    Attentis approbationibus quce supra. Opus od quod referentur typis dari permit-itnus.

    0'. Hy/CINTHUS M. CORMIER, M. G. (). P.

    Imprimatur.

    Imprimatur.

    Fr. Albertus Lepidi, O. P., S. P. Ap. Mag.

    JosEPHUS Ceppetelli, PatT. Constant., Vicesgerenst

    L'editore-proprietario G. B. Bsrruti si riserva tutti i diritti artistici e letterangarantiti dalle vigenti leggi.

  • PREFAZIONE

    In mezzo al tanto rifiorire degli studi bibblici vivamente sentita datutti in Italia, ma in modo speciale dai laici di una certa cultura religiosae dagli alunni dei Seminarii, la mancanza di un piccolo commentariomanuale della Sacra Scrittura, il quale tenga conto dei pi noti progressiche si sono fatti in questo campo dell'umano sapere.

    Quasi tutte le nazioni a noi vicine ne posseggono dei buoni, ma peril loro prezzo troppo alto e per essere scritti in lingue non abbastanzatra noi conosciute, essi non possono avere presso di noi quella diffu-sione, che pure per il loro valore meriterebbero.

    Il commento pubblicato dall'Arcivescovo di Firenze Monsignor Martini,del quale anche di recente si sono fatte varie edizioni, bench ottimoper i tempi in cui fu scritto, pi non risponde allo stato attuale deglistudi bibblici, e per testimonianza di molti assai difficile poter rimediare

    a questo suo difetto con semplici ritocchi ed aggiunte.Il desiderio pertanto di tornar utile a coloro che amano la Sacra

    Scrittura e non hanno il mezzo di sfogliare grossi volumi, ci ha indottia intraprendere un Nuovo Commento di tutta la Bibbia, servendociall'uopo dei migliori lavori cattolici che su ciascun libro sacro sonousciti, e attenendoci scrupolosamente alle dottrine tradizionali e alle normesancite dall'autorit della Chiesa.

    Per riguardo alla versione del testo sacro abbiamo creduto conve-niente adottare quella di Monsignor Martini, la quale, bench difettosain molti punti, tuttavia nel suo complesso buona, ed oltre all'essereapprovata dalla Chiesa, gode pure della maggior diffusione e dellamaggior stima tra i fedeli d'Italia. Ci siamo per permesso di fare alcuniritocchi, e di introdurvi alcune modificazioni affine di renderla pi scor-revole. Il lettore giudicher se vi siamo riusciti.

    L'opera non essendo destinata ai dotti e agli specialisti non abbondadi citazioni di autori eterodossi, bench si sia cercato di indicare semprele principali opere cattoliche specialmente recenti.

    Siccome i libri del Nuovo Testamento sono pi conosciuti e pi letticos parso opportuno cominciare da questi il commento.

    Prima di terminare dichiariamo di sottomettere in tutto e per tuttonoi e l'opera nostra al giudizio e all'autorit della Chiesa Cattolica Madrenostra, maestra infallibile di verit.

    Roma, Collegio Angelico.

  • INDICE ANALITICO DELLE MATERIE

    NUOVO TESTAMENTO

    INTRODUZIONE.

    Libri di cui si compone il Nuovo Te-stamento Pag.

    Divisione dei libri del N. T. ...Principali codici greci del N. T. . .

    Principali codici latini del Nuovo Te-stamento Pag. VI

    Principali edizioni critiche del testoV greco del N. T viV Opere cattoliche di introduzione aiV N. T VI

    I VANGELIsignincazione della parola < Van-

    gelo Pag. VIITitolo dei Vangeli viiNumero dei Vangeli viiOrigine e natura dei Vangeli . . . viilPrincipali commentarli cattolici stil

    Vangeli ix

    La questione sinottica . . . Pag. ixVarie ipotesi proposte dai moderni per

    risolvere la questione sinottica xSoluzione pi probabile xiBibliografia . xii

    VANGELO SECONDO SAN MATTEO

    INTRODUZIONE.S.Matteo Pag. 1L'autore del primo Vangelo .... ILingua in cui fu scritto il primo Van-

    gelo 2Tempo e luogo in cui fu composto . , 3Tempo in cui fu fatta la versione greca 3Scopo del primo Vangelo 3Divisione del primo Vangelo .... 4Principali commenti cattolici sul Van-

    gelo di S. JVlatteo 4

    PARTE PRIMA.Vita nascosta di Ges, I, i - II, 33.

    Capo I. Genealogia di Ges. Suaconcezione e sua nascita . Pag. 5

    Capo II. Venuta dei Magi. Fuga inEgitto. Strage degli innocenti. Ritorno dall'Egitto .... 8

    PARTE SECONDA.Vita pubblica di Ges, III, i - XXV, 46.Sezione Prima. Preparazione alla

    vita pubblica, III, 1 IV, 11.

    Capo III. Predicazione di GiovanniBattista. Battesimo di Ges . 11

    Capo IV. Digiuno e tentazione diGes Pag. 15

    Sezione Seconda. Ministero di Ga-lilea, IV. 12 XVIIII, 35.

    $ I. Ges dottore, IV, 12 VII, 29.Capo IV, 12 e ss. Ges nella Galilea.

    Vocazione dei primi Apostoli. Predicazione di Ges ... 16

    Capo V. Discorso della montagna. Le beatitudini. Importanza del-l'Apostolato. La nuova leggecomplemento dell'antica . ... 18

    Capo VI. Della retta intenzione nel-l'elemosina, nella preghiera, neldigiuno. Distacco dai beni dellaterra 25

    Capo VII. Non giudicare il prossimo. La preghiera. Carit e rin-negamento di se stessi. Fugadei falsi dottori. II vero sa-piente 30

    5 II. Ges taumaturgo. VIII, 1 IX, 34.

    Capo Vili. Il lebbroso mondato. Ilservo del Centurione. La suo-

  • Indice Analitico delle Materie

    cera di Pietro. Demoniaci gua-riti, Disposizioni per essere di-scepoli di Ges. La tempestasedata. Gli indemoniati diGerasa Pag. 33

    Capo IX, 1-34. Il paralitico risanato. Vocazione di S. Matteo.

    Questione sul digiuno. La figliadi Giairo e l'emorroissa. I dueciechi. Il muto

    $ III. Ges fondatore del nuovoregno, IX, 34 XIII, 58.

    Capo IX, 35-37. Ges evangelizza laGalilea 37

    Capo X. Elezione dei dodici Apostoli. Istruzioni loro date per lamissione di Galilea. Per lamisssione nel mondo dopo la Pen-tecoste, Istruzioni a tutti i pre-dicatori 41

    Capo XI. Ges e i discepoli di S. Gio-vanni, Elogio del Battista.

    Eccellenza del regno dei cieli.

    Incredulit dei Giudei. Rim-proveri alle citt impenitenti.

    La redenzione 47

    Capo XII. Le spighe di grano e ilsabato. La mano secca.

    Ges e Beelzebub. Il peccatocontro lo Spirito Santo. Rim-proveri ai Farisei, il segno diGiona. Il demonio che ritorna. La famiglia di Ges .... 52

    Capo XIII. Parabola del seminatore. Il buon grano e la zizzania. Ilgranello di senapa. II lievito. Spiegazione della parabola dellazizzania. Il tesoro nascosto; laperla ; la rete. Ges a Nazaret . 57

    S IV, Ges educatore degli Apostoli,XIV, 2 XVIII, 35.

    Capo XIV. Martirio di S. GiovanniBattista. Prima moltiplicazionedei pani. Ges cammina sulleacque. Ritorno in Galilea . . 64

    Capo XV. I Farisei e le tradizioni. La madre Cananea. Ritomo inGalilea e guarigione di molti in-fermi. Seconda moltiplicazionedei pani 68

    Capo XVI. Il segno di Giona. Illievito dei Farisei. Confessionedi S. Pietro. Profezia della pas-sione, Abnegazione cristiana 72

    Capo XVII. La trasfigurazione, Ilgiovane epilettico. Nuova pro-fezia della passione. Il tributoal tempio 76

    Capo XVIII. Il pi grande nel regnodei cieli. Contro lo scandalo. La pecorella smarrita. Cor-rezione fraterna. Il perdono cri-stiano. Parabola dei servi debi-tori Pag. 80

    Sezione Terza. -dea. XIX, 11

    Ministero di Giu-- XXV, 46,

    Capo XIX, Ges alla volta di Gerusa-lemme, Il divorzio. Ges ei fanciulli. Il giovane ricco.

    Ricompensa ai seguaci di Ges . 84Capo XX. Parabola dei vignaiuoli.

    Terza profezia della passione.

    I figli di Zebedeo. I ciechi diGerico 87

    Capo XXL Ingresso di Ges in Geru-salemme. I profanatori scac-ciati dal tempio. Il fico male-detto. La questione del Bat-tista. I due figli. I cattivivignaiuoli 91

    Capo XXII. Le nozze del figlio del re. Il tributo a Cesare. I Sad-ducei e la risurrezione. Il pigrande comandamento della legge. Il Messia figlio di Davide . . 96

    Capo XXIII. Ipocrisia dei Farisei. Colpe dei Farisei. Castigo diGerusalemme 100

    Capo XXIV. Ges predice la rovinadi Gerusalemme. 1 discepoliinterrogano Ges. Esortazioneai discepoli a non lasciarsi ingan-nare e a non temere. I segniprecursori della rovina di Geru-salemme. La venuta di Gese la fine del mondo. Incertezzadell'ora del giudizio e vigilanza. Parabola del servo vigilante edel servo negligente .... 105

    Capo XXV, Parabola delle dieci ver-gini. Parabola dei talenti.

    Il giudizio finale 110

    PARTE TERZA.Vita dolorosa di Ges, XVI, i -XXVII. 66.

    Capo XXVI. La cospirazione del Si-nedrio. La cena di Betania.

    Ges venduto. Preparazionedell'ultima cena. Il traditoresvelato. Istituzione dell'Euca-ristia. Ges predice l'abban-dono dei discepoli. Ges nel-l'Orto di Getsemani. Tradi-mento e cattura di Ges. Gesdavanti al Sinedrio. Triplicenegazione di Pietro 114

  • Indice Analitico delle Materie XI

    Capo XXVII. Consiglio del Sinedrio.-- Disperazione di Giuda. Gesdavanti a Pilato. Ges e Ba-rabba. La moglie di Pilato.

    Ges condannato. Ges deriso.-- La via dolorosa. Crocifis-sione. Agonia e morte di Ges.

    Le pie donne di Galilea. Ges nel sepolcro .... Pag. 123

    PARTE QUARTA.Vita gloriosa di Ges. XXVIII, 1-20.

    Capo XXVIII. Risurrezione di Ges. Le guardie subornate. Mis-sione degli Apostoli Idi

    VANGELO SECONDO SAN MARCO

    INTRODUZIONE.

    S. Marco Pag. 135L'autore del secondo Vangelo ... 135I destinatarii del secondo Vangelo . . 137Lingua in cui fu scritto il secondo Van-

    gelo 137Tempo in cui fu scritto il secondo Van-

    gelo 137Lo scopo del secondo Vangelo ... 138Divisione del secondo Vangelo . . . 139Principali commentarli cattolici . . 139

    INTRODUZIONE del VANGELO, I, 1-20.Capo I. Predicazione di Giovanni Bat-

    tista. Battesimo e tentazione diGes. Principio della predi-cazione di Ges e vocazione deiprimi Apostoli 141

    PARTE PRIMA.Ministero pubblico di Ges

    in Galilea. I, 21 IX. 49.

    Capo I, 21. Ges libera un indemo-niato a Cafarnao. La suocera diPietro e altri infermi guariti. II lebbroso mondato 143

    Capo IL II paralitico guarito. Voca-zione di Levi il pubblicano. Del digiuno cristiano. Le spi-ghe di grano e il sabato .... 145

    Capo 111. L'uomo colla mano secca. Le turbe attorno a Ges, variiprodigi. Elezione degli Apo-stoli. Ges e Beelzebub. Iparenti di Ges 148

    Capo IV. Parabola del seminatore. La luce messianica. Paraboladel seme che cresce. Paraboladel granello di senapa. Tem-pesta sedata 150

    Capo V. L'indemoniato di Cerasa. La figlia di Giairo e l'emorroissa 154

    Capo VI. Ges a Nazaret. Missionedegli Apostoli. Morte di SanGiovanni Battista. Ritomodegli Apostoli. Prima moltipli-

    cazione dei pani. Ges cam-mina sulle acque. Altri pro-digi Pag. 157

    Capo VII. I Farisei e le tradizioni. La madre Cananea. Un sordo-muto guarito 162

    Capo Vili. Seconda moltiplicazionedei pani. II segno dal cielo. II lievito dei Farisei. Il ciecodi Betsaida. Confessione diPietro. Profezia della passione. Del seguire Ges 165

    Capo IX. La trasfigurazione. L'epi-lettico guarito. Nuova profeziadella passione. Umilt. Zelosenza gelosia. - La carit.

    Contro lo scandalo 168

    PARTE SECONDA.Ministero pubblico di Ges

    nella Giudea. X, I - XIII. 37.

    Capo X. Ges nella Perca. I Fariseie II divorzio. Ges e i fanciulli. II giovane ricco e la perfe-zione. Ricompense ai seguacidei consigli evangelici. Altraprofezia della passione. I figlidi Zebedeo. L'umilt. Ilcieco di Gerico 172

    Capo XI. Ingresso trionfale di Gesin Gerusalemme. Il fico male-detto. I profanatori scacciati daltempio. La fiducia in Dio.

    La questione del Battista . . .

    Capo XII. I cattivi vignaiuoli. Iltributo a Cesare. I Sadduceie la risurrezione. II primo co-mandamento. Il Messia figliodi Davide. Ipocrisia degliScribi. L'obolo della vedova

    176

    rs

    Capo XIII. Domanda dei discepoli in-tomo alla fine del mondo. Cala-mit e persecuzioni che dovrannosostenere i discepoli. La rovinadi Gerusalemme. Segni pre-cursori della fine del mondo.

    . Esortazione alla vigilanza . . . 182

  • XII Indice Analitico delle Materie

    PARTE TERZA.La passione e la morte di Ges,

    XIV, I - XV, 47-

    Capo XIV. Cospirazione del Sinedrio. La cena di Betania. Gesvenduto. Preparazione dellacena pasquale. Il traditore sve-lato. Istituzione dell'Eucaristia.Lo scandalo dei discepoli. Gesnell'orto di Getsemani. Tradi-mento di Giuda. Ges in baladelle turbe. Ges davanti alSinedrio. Le negazioni diPietro Pag. 186

    Capo XV. Ges davanti a Pilato. Ges posposto a Barabba. Ges condannato e deriso. Lavia dolorosa. La crocifissione. Agonia e morte di Ges. Ges al sepolcro .... Pag. 194

    PARTE QUARTA.La gloria di Ges, XVI, 1-20.

    Capo XVI. Risurrezione di Ges. Apparizioni di Ges risorto. Missione degli Apostoli. Ascen-sione di Ges 198

    VANGELO SECONDO SAN LUCA

    INTRODUZIONE.

    S. Luca Pag. 203L'autore del terzo Vangelo .... 204I destinatarii del terzo Vangelo . . . 205Scopo del terzo Vangelo 206Tempo in cui fu scritto il terzo Vangelo 206Fonti del terzo Vangelo 207Divisione del Vangelo di S. Luca . . 207Principali commentarli cattolici sul

    Vangelo di S. Luca 208

    PROLOGO.Capo I, 1-4. Dedica a Teoflo ... 209

    PARTE PRIMA.

    Preparazione alia vita pubblica,I, 5 - IV, 1-3.

    Capo I, 4 e ss. I Genitori di GiovanniBattista. L'angelo Gabrielepredice la nascita di Giovanni Bat-tista. Annunziazione di MariaSantissima e incarnazione delVerbo. Visita di Maria a Elsa-betta, Nascita d Giovanni Bat-tista 210

    Capo IL Nascita di Ges. Circon-cisione e Dresentazione al tempio. Infanzia d Ges. Ges trai dottori 219

    Capo III. Missione e predicazione diGiovanni Battista. Il Battistarende testimonianza a Ges. Giovanni Battista imprigionato. Battesimo di Ges. Genealogiadi Ges 227

    Capo IV, 1-13. Digiuno e tentazionedi Ges 232

    PARTE SECONDA.Ministero d Ges in Galilea,

    IV, 14 - IX, 50.

    Capo IV, 14 e ss. Ges in Galilea co-mincia a predicare. Predicanella sinagoga di Nazaret. Osti-lit degli abitanti di Nazaret.

    Ges a Cafarnao. Libera unindemoniato. Risana la suoceradi Pietro e varii altri malati.

    Ges va a predicare nelle altrecitt Pag. 233

    Capo V. La pesca miracolosa. Illebbroso guarito. Ges nel de-serto. Il paralitico guarito.

    Vocazione di Levi. Questionesul digiuno 236

    Capo VI. Le spighe di grano e il sa-bato. La mano secca. Ele-zione degli Apostoli. Le turbee i malati attorno a Ges. Di-scorso della pianura. Le beati-tudini e le minacele. Amoredei nemici. La guida cieca.

    La pagliuzza e la trave. L'al-bero e i frutti. Esortazione allapratica degli insegnamenti dati daGes 240

    Capo VII. Il servo del centurione. Il figlio della vedova di Naim. Ambasciata di Giovanni Battistaa Ges. Elogio di GiovanniBattista. Rimproveri alle turbeincredule. La peccatrice aipiedi di Ges 245

    Capo Vili. Le pie donne che seguonoGes. Parabola del semina-tore. La madre e i parenti diGes. Tempesta sedata -

  • Indice Analitico delle Materie XIII

    L'indemoniato di Cerasa, Lafiglia di Giairo e reraorroissa Pag. 251

    Capo IX, 1-50, Missione degli Apo-stoli, istruzioni loro date, Opi-nione di Erode intomo a Ges, Ritomo degli Apostoli, Primamoltiplicazione dei pani. Con-fessione di Pietro e prima profeziadella passione. Abnegazionecristiana. La trasfigurazione. Un indemoniato guarito. Seconda profezia della passione. Umilt e tolleranza cristiana . 257

    PARTE TERZA.

    Ultimo viaggio di Ges a Gerusalemme,IX, 51 - XIX, 27.

    Capo IX, 51 e sa. Ges respinto dalSamaritani. Come seguire Ges 201

    Capo X. Missione dei 72 discepoli,loro ritorno, gioia di Ges. Il buon Samaritano. - Marta eMaria 263

    Capo XI. Preghiera, perseveranza econfidenza. Il muto Indemo-niato, Beelzebub. La venutadel regno di Dio. Lo spirito im-mondo che ritoma. Lode diMaria SS. Il segno di Giona.

    Rimproveri ai Farisei . . . 268Capo XII. Il lievito dei Farisei. Non

    temere gli uomini. Il peccatocontro lo Spirito Santo. L'ava-rizia e il ricco malvagio. Con-fidenza in Dio. Vigilanza. -

    Ges venuto a portar fuoco edivisione. I segni dei tempi . 274

    Capo XIII. Necessit della penitenza. Il fico infruttifero. Guari-gione di una donna rattrappita. Il granello di senapa e il lievito.

    Il numero degli eletti. Osti-lit di Erode. Rimprovero ecastigo di Gemsalemme .... 280

    Capo XIV. L'idropico guarito di sa-bato. Non cercare il primoposto. Pratica della carit.

    Parabola del convito. Comeseguire Ges 284

    Capo XV. La pecorella smarrita. Ladramma ritrovata. Il flgliuolprodigo 288

    Capo XVI. Il fattore infedele. Rim-proveri ai Farisei. Matrimonioindissolubile. Il ricco Epulone 291

    Capo XVII. Lo scandalo. La corre-zione fraterna. La forza dellafede. Il nostro dovere. Idieci lebbrosi. Il regno di Dio

    e 11 ritorno del Figliuolo del-l'uomo Pag. 295

    Capo XVIII. Il giudice iniquo. IlFariseo e il pubblicano. Gese fanciulli. Il giovane ricco ela perfezione. Ricompensa aiseguaci di Ges. Nuova pro-fezia della passione. Il ciecodi Gerico 299

    Capo XIX, 1-27. Zaccheo il pubbli-cano. Parabola delle mine . . 903

    PARTE QUARTA.Ges in Gerusalemme, passione e morte,

    XIX, 28-XXIll. 56.

    Capo XIX, 28 e ss. Ingresso trionfaledi Ges in Gemsalemme. - Iprofanatori scacciati dal tempio . 305

    Capo XX. Questione sul battesimo diGiovanni. I cattivi vignaiuoli,la pietra angolare. Il tributo aCesare. I Sadducei e la risur-rezione. Il Messia figlio e si-tnore di Davide. Ipocrisia deglicribi 307

    Capo XXI. L'obolo della vedova. Predizione della rovina del tempio. Persectuioni che dovranno so-stenere gli Apostoli sino alla finedel mondo. Rovina di Gerusa-lemme. Segni precursori del-l'ultima venuta del Figliuolo del-l'uomo. Vigilanza 310

    Capo XXII. Cospirazione del Sinedrioe patto di Giuda. Preparazionedell'ultima cena. Istituzionedell'Eucaristia. Il traditore sve-lato. Ultimi avvisi. Gesprega per S. Retro. Predicele negazioni e d altri avvisi. Ges al Getsemani. Tradi-mento e cattura di Ges. Lenegazioni di Pietro. Ges de-riso. Ges davanti al Sinedrio . 314

    Capo XXIII. Ges davanti a Pilato ea Erode. Ges e Barabba. Condanna di Ges. La via dolo-rosa. Ges al Calvario, croci-fissione. Agonia e morte diGes. Sepoltura di Ges . .321

    PARTE QUINTA.Risurrezione, apparizioni

    e e-*r>8one di Ges, XXIV, 1-5.7Capo XXIV. Risurrezione di Ges.

    I discepoli di Emmaus. Gesappare agli Apostoli in Gerusa-lemme. -- Ultime istruzioni agliApostoli. Ascensione di Gesal cielo 32t

  • KIV Indice Analitico delle Materia

    VANGELO DI SAN GIOVANNI

    INTRODUZIONE.

    La persona dell'autore .... Pag. 333

    L'autore del quarto Vangelo .... 334

    Scopo del quarto Vangelo 336Tempo in cui fu composto il quarto

    Vangelo 337

    Luogo in cui fu composto il quartoVangelo 337

    I destinatarii del quarto Vangelo . . 337L'autorit storica del quarto Vangelo . 337Divisione del quarto Vangelo . . . 338Principali commentarli cattolici . . 338Decreto della Commissione Bibblica

    riguardante l'autore e l'autorit

    storie? crei quarto Vangelo . . . 339

    PROLOGO.

    Incarnazione del Verbo, 1, i-i8.

    Capo I, 1-18. Divinit del Verbo.

    Missione di Giovanni Battista.

    Incarnazione del Verbo .... 341

    PARTE PRIMA.

    Ges manifesta la sua divinitnella sua vita pubblica, I, 19 - XII, 50.

    Capo I, 19 e ss. Due testimonianze diGiovanni Battista. I primicinque discepoli di Ges . . . 345

    Capo II. Le nozze di Cana. Gestia Cafarnao e a Gerusalemme. I venditori scacciati dal tempio. Prima pasqua a Gerusalemme. Molti credono ma la loro fede imperfetta 349

    Capo III. Ges e Nicodemo. Nuovatestimonianza del Battista . . . 352

    Capo IV. Ges nella Samaria. Colloquio colla Samaritana.

    Ges spiega quale sia il suo cibo. La messe. Molti Samaritanicredono in Lu. Ritorno inGalilea. Ges a Cafarnao gua-risce il figlio di un ufficiale . . . 357

    Capo V. Ges guarisce di sabato unmalato presso la piscina probatica. Opposizione e accuse dei Giu-dei. Ges proclama la sua ugua-glianza col Padre. Testimo-nianza resa a Ges da GiovanniBattista, dai miracoli, e dalle pro-fezie dell 'A. T 364

    Capo VI. Moltiplicazione dei pani. Ges cammina sulle acque. Ges ricercato dalle turbe. Ilpane del cielo. Ges il panedella vita. La sua carne uncibo, il suo sangue una bevanda. Scandalo dei discepoli, perse-veranza degli Apostoli. Fede diPietro Pflg. 370

    Capo VII. Ges alla festa dei taber-nacoli. Indecisione della folla. Ges proclama la sua missionedivina. Ges rivela lo SpiritoSanto. Diverse opinioni deiGiudei. Si cerca di arrestareGes. Nicodemo difende Gesdavanti al Sinedrio 378

    Capo Vili. L'adultera. Ges laluce del mondo. Conseguenzedell'incredulit dei Giudei. Esal-tazione del Messia. Discussionecoi Giudei. l Giudei sono figlidel demonio. Ges pi anticoe pi grande di Abramo . . . / 384

    Capo IX. Guarigione del cieco nato. Meraviglia del popolo. In-chiesta e opposizione dei Farisei. Ges si manifesta al cieco gua-rito come Figlio di Dio. Rim-proveri ai Farisei 391

    Capo X. Il buon pastore. Ges allafesta della Dedicazione. Gesconsostanziale al Padre. Osti-lit dei Giudei. Ges si ritiraoltre il Giordano 395

    Capo XI. La risurrezione di Lazzaro. Il Sinedrio decreta la morte diGes. Ges si ritira a Efrem . 400

    Capo XII. La cena di Betania. In-gresso trionfale di Ges in Geru-salemme. Omaggio di alcunigentili. Incredulit dei Giudei . 406

    PARTE SECONDA.La passione e la morte di Ges,

    XIII, I - XIX, 42.

    Capo XIII. Ultima cena e lavanda deipiedi. Predizione del tradi-mento di Giuda. La glorifica-zione di Ges e il nuovo coman-damento. Ges predice lenegazioni di Pietro 412

    Capo XIV. Ges va a preparare il luogoagli Apostoli nella casa del suoPadre. Potere di cui saranno

  • Indice Analitico delle Materie XV

    rivestiti gli Apostoli, efficaciadella loro preghiera. Promessadello Spirito Santo. Ges nonlascia orfani i suoi discepoli.

    Lo Spirito Santo compir l'operacominciata da Ges. Ges lasciala pace ai suoi discepoli . . Pag. 416

    Capo XV. La vite e i tralci. Lacarit fraterna. L'odio delmondo contro i discepoli . . . 420

    Capo XVI. Le persecuzioni. - Pro-messa dello Spirito Santo. Ri-tomo di Ges. L'addio . . . 423

    Capo XV IL Ges prega per s stesso,per i suoi Apostoli, per la suaChiesa 427

    Capo XVIII. Ges al Getsemani.Tradimento e cattura. Gesdavanti al Sinedrio. Negazionidi Pietro Interrogatorio diGes. Nuove negazioni diPietro. ~ Ges davanti a Pilato. Ges posposto a Barabba . . 431

    Capo XIX. Ges condannato a morte. Viaggio al Calvario. MariaSantissima e Giovanni ai piedidella croce. Ultimi istanti emorte di Ges. Ges al se-polcro Pag. 436

    PARTE TERZA.Risurrezione e apparizione di Ges,

    XX. I - XXI. 25.

    Capo XX. La Maddalena, Pietro e Gio-vanni al sepolcro. Apparizionedi Ges alla Maddalena. - Appa-rizione agli Apostoli. Incredu-lit e fede di Tommaso. Epilogo 442

    Capo XXI. Ges appare presso il lagodi Tiberiade. Primato conferitot S. Pietro. L'avvenire di Pie-tro e di Giovanni. Conclusionedi tutto il Vangelo 446

    ATTI DEGLI APOSTOLI

    INTRODUZIONE. Capo V. Anania e Safflrt. - Prodigie conversioni. Gli Apostoli get-

    II titolo.

    Pag. 451 tati In prigione e liberati da unL'autore .451 angelo. Gli Apostoli arrestatiI destinatarii 452 un'altra volta sono condotti da-Fine per cui furono scritti gli Atti . . 452 vanti al Sinedrio. Gamalielel^'visione 453 interviene in loro favore. GliTempo in cui furono composti ... 453 Apostoli battuti con verghe e poiFonti a cui S. Luca attinse le sue nar- rilasciati Pag. 478

    Xuto'rh^storica degli Atti!

    "

    " 4M^*~JLn dav^nti'^! SineT/o ~ ^" 483

    resto degli Atti ... 455 S^*'" '*"^*"" "'Sinedrio ... 483

    Principali commenti cattolici suga Atti 456 Capo VII. Discorso di S. Stefano da-Cronologia degli Atti 456 vanti al Sinedrio. Lapidazione

    di S. Stefano 488

    ^APO Vili. Persecuzione contro laChiesa e dispersione dei fedeli.

    Il diacono S. Filippo in Samaria. Simone A\ago. S. Pietro eS. Giovanni in Samaria. Ri-tomo a Gerusalemme. S. Fi-lippo battezza un eunuco etiope . 494

    Capo IX. Conversione di S. Paolo. S. Paolo a Damasco. S. Paoloa Gerusalemme. S. Pietro vi-sita le Chiese, guarisce a Liddaun paralitico e risuscita a loppeTabita 499

    Capo 1. Prologo. Ultime Istnizioni diGes agli Apostoli. Ascensionedi Ges. Ritomo degli Apostolia Gerusalemme. Elezione diMattia 459

    Capo IL La venuta dello Spirito Santo. Discorso di S. Pietro. Con-versione di 3000 persone. Vitasanta dei primi cristiani . . . 463

    Capo III. S. Pietro guarisce uno stor-pio. - Discorso di S. Pietro . . 470

    Capo IV. S. Pietro e S. Giovanni da-vanti al Sinedrio. Risposta diS. Pietro. 1 due Apostoli ri-messi in libert. Preghiera delfedeli. Unione e fratellanza deifedeli 473

    Capo X. Il centurione Cornelio mandaa cercare S. Pietro. ~ Visione diS. Pietro. S. Pietro a Cesareapresso Cornelio. Interroga-zione e discorso di S. Pietro. -

  • XVI Indice Analitico delle Materie

    Lo Spirito Santo discende sopraCornelio e gli altri, battesimo loroconferito Pag- 505

    Capo XI. S. Pietro giustifica il suomodo di agire. Diffusione delVangelo specialmente ad Antio-chia. S. Barnaba e S. Paolo adAntiochia. Carestia e carit deiprimi cristiani 510

    Capo XII. Martirio di S. Giacomo. Prigionia e liberazione di SanPietro. Morte di Erode Agrippa 513

    Capo XIII. S. Barnaba e S. Paolo inAntiochia. Missione a Cipro. Il mago Ellma e il ProconsoleSergio Paolo. Da Pafo ad An-tiochia di Pisidia. Discorso diS. Paolo nella Sinagoga. Fruttidella predicazione di S. Paolo edi S. Barnaba 516

    Capo XIV. S. Paolo e S. Barnaba aIconio, a Listri, a Derbe. Ri-torno ad Antiochia di Pisidia.

    Viaggio attraverso la Pisidia e laPanfilia. Arrivo ad Antiochiadi Siria 523

    Capo XV. Il Concilio di Gerusalemme Deliberazioni. Promulga-zione delle deliberazioni prese.

    Dissensione tra S. Paolo e S. Bar-naba. S. Paolo visita le Chiesedi Siria e di Cilicia 527

    Capo XVI. S. Paolo a Listri prendecon s Timoteo. Viaggio attra-verso la Frigia, la Galazia, la Mi-sia, ecc Visione di S. Paoloa Troade, S. Paolo in Mace-donia. Conversione di Lidia. La serva che aveva lo spiritodi Pitone liberata. S. Paolo eSila imprigionati. Miracolosaliberazione 534

    Capo XVII. S. Paolo a Tessalonica ea Berea. S. Paolo ad Atene. Discorso all'Areopago .... 539

    Capo XVIII. S. Paolo a Corinto. Conversioni operate. Accusatoal Proconsole Gallione viene libe-rato. S. Paolo a Efeso e a Ge-rusalemme e poi ad Antiochia. Da Antiochia va a visitare leChiese della Galazia e della Fri-gia. Ministero di Apollo . . 546

    Capo XIX. S. Paolo a Efeso. Esor-cisti Giudei puniti. Propaga-

    zione del Vangelo. Tumultocontro S. Paolo provo jato dall'ore-fice Demetrio Pag. 549

    Capo XX. S. Paolo in Macedonia e inGrecia. A Troade risuscita unmorto. Da Troade a Mileto. Addio di S. Paolo agli anziani diEfeso 555

    Capo XXI. Da Mileto a Tiro e a Ce-sarea. Profezia d Agabo. Ar-rivo a Gerusalemme. Tumultodei Giudei e arresto di S. Paolo . 560

    Capo XXII. Discorso di S. Paolo aiGiudei. Nuovo tumulto. SanPaolo si dichiara cittadino ro-mano 565

    Capo XXIII. S. Paolo davanti al Si-nedrio. Apparizione del Si-gnore. Congiura dei Giudeicontro S. Paolo. Un nipote diS. Paolo svela la congiura. SanPaolo mandato a Cesarea . . . 568

    Capo XXIV. S. Paolo al tribunale diFelice. Discorso di S. Paolo. Dilazione della sentenza. SanPaolo con Felice e Drusilla . . . 573

    Capo XXV. S. Paolo al tribunale diPesto si appella a Cesare. San 'Paolo dinanzi a Pesto e al reAgrippa 576

    Capo XXVI. Discorso di S. Paolo da-vanti ad Agrippa. Agrippa rico-nosce l'innocenza di S. Paolo . . 580

    Capo XXVII. Partenza di S. Paolo daCesarea per Roma. Passa aSidone, a Mira, a Buoniporti.

    Tempesta. Naufragio a Malta . 583

    Capo XXVIII. Buone accoglienze deiMaltesi. Il morso della vipera. Miracoli operati da S. Paolo.

    Alla volta di Roma per Siracusa,Reggio, Pozzuoli e Tre Taverne. Arrivo a Roma. Conferenzecoi Giudei. Ministero di SanPaolo durante i due anni di pri-gionia 589

    Armonia dei quattro Vangeli . . .Cronologia della vita di Ges . .Cronologia dei tempi degli ApostoliAppendice IAppendice II

    594601603605607

    TKT^^^O^

  • Ik]^^^>^^>^^>^^]^^^>^^>^^>ffi^(\f^^!i^^mmm^js^^j!i^^m^mmmi

    IL NUOVO TESTAMENTO

    INTRODUZIONE

    Libri di cui si compone il Nuovo Te-stamento. I libri del Nuovo Testamentosono ventisette : r Vangelo secondo SanMatteo ; 2 Vangelo secondo San Marco ;3 Vangelo secondo S. Luca; 4 Vangelosecondo S. Giovanni ; 5** Atti degli Apostoli ;6 Epistola di S. Paolo ai Romani ; 7 e 8"Due Epistole ai Cornti; 9*> Epistola ai Ca-lati; 10" Epistola agli Efesini; 11 Epistola

    ai Filippesi; 12" Epistola ai Colossesi; 13

    e 14 Due Epistole ai Tessaloncesi ; 15 e16 Due Epistole a Timoteo; 17 Epistola aTito; 18 Epistola a Filemone; 19 Epistolaagli Ebrei; 20 Epistola di S. Ciacomo;21 e 22^ Due Epistole di S. Pietro; 23,24 e 25 Tre Epistole di S. Giovanni;26 Epistola di S. Ciuda ; 27 Apocalisse di' Ciovanni.

    Tale l'ordine in cui questi libri sonodisposti nelle Bibbie attuali. In antico pergli Atti degli Apostoli venivano talvoltaposti dopo le Epistole (Can. 29, Conc. Car-tag. ann. 419). e le Epistole erano diversa-mente disposte tra loro (Can. Mar.). All'A-pocalisse viene d'ordinario sempre riservatol'ultimo luogo.

    Divisione dei libri del Nuovo Testa-mento. Antichissima nella Chiesa ladivisione del Nuovo Testamento in dueparti : il Vangelo e VApostolo o i Vangelie gli Apostoli (S. Ign. Ad Philad. 5; S. Irin.

    Adv. Haer. i, 3 ; Teriull. De Praescript. 36 ;Coni. Marc, iv, 2; Clem. Alex, Strom.vili, 3).

    Considerato l'argomento dei diversi libri,questi potrebbero venir divisi in tre classi :Storici. Didattici e Profetici. Alla primaclasse appartengono i quattro Vangeli e gliAtti degli Apostoli, che narrano la vita diGes Cristo, la fondazione della Chiesa, ele principali opere compiute dagli Apostoli,specialmente da S. Pietro e da S. Paolo,per la propagazione del nome cristiano.Nella seconda classe son da noverarsi lequattordici lettere di S. Paolo e le sette

    Epistole cattoliche di S. Giacomo, S. Pietro,S. Giovanni e S. Giuda, nelle quali vengonotrattati i punti pi importanti del dogma edella morale cattolica. Alla terza classeappartiene l'Apocalisse di S. Giovanni, chesquarcia un lembo del velo misterioso chericopre la fine dei tempi e mostra il pienotrionfo del regno di Dio sul regno di Satana.

    Principali codici greci del N. T.

    I principali codici greci sono i seguenti :Il Vaticano (B) del iv secolo. Contiene

    tutto il N. T. eccetto una parte dell'epistola

    agli Ebrei, le Epistole a Timoteo e a Tito el'Apocalisse. Si conserva a Roma nella bi-blioteca Vaticana e fu pubblicato in fac-simile nel 1889.

    Il Sinaitico (Xj del iv secolo, scoperto

  • XVIII Il nuovo Testamento - Introduzione

    da Tischendorf al monte Sinai nel 1859, e

    conservato a Pietroburgo. Contiene tutto il

    N. T. e fu pubblicato in facsimile nel 1862.

    L'Alessandrino (A) del v secolo, conser-vato fin dal 1628 a Londra nel Museo Bri-tannico. Contiene quasi intero il N. T. e fupubblicato in facsimile nel 1879.

    Il Regio Codice rescritto di S. Efrem (C)del v secolo. E' un palinsesto frammentario,il quale aveva servito per scrivervi le omilie

    di S. Efrem. Si conserva alla bibliotecanazionale di Parigi, e contiene solo circa

    un terzo del N. T. Fu pubblicato da Tischen-dorf nel 1863.

    Il Cantabrigense o Codice di Beza (D) delVI secolo. Contiene In greco e in latino iVangeli, gli Atti, e un frammento delleEpistole cattoliche. Fu dato da Beza nel1581 all'universit di Cambridge, e vennepubblicato in facsimile nel 1898.

    Il Claromontano (D ) greco-latino del visecolo. Contiene le Epistole di S. Paolo. E'conservato a Parigi alla biblioteca nazionale.

    Il Laudiano (E^) greco-latino del vi secolo.Contiene gli Atti e le Epistole cattoliche.E' conservato ad Oxford.

    Basti semplicemente accennare i codiciBasiliense (E, viii secolo), Boreelliano (F,IX secolo), ecc.

    Tra le rovine di Oxyrhynchos in Egittofurono scoperti varii frammenti del N. T.,che datano dal terzo secolo. Anche Feercompr parecchi manoscritti provenientidall'Egitto, uno dei quali (del iv-vi secolo)contiene i quattro Vangeli e un altro (delv secolo) contiene frammenti delle Epistole.

    Principali codici latini. I codici latinisi distinguono in due classi secondoch pre-sentano il testo dell'antica Itala, oppure iltesto dell'attuale Volgata.

    La prima classe comprende 38 codici, iprincipali dei quali sono il Vercellense (a)del IV secolo; il Veronense (b) del iv o vsecolo

    , il Palatino (e) del v secolo ; Il Bo-biense (k) del iv o v secolo; il Corbiense(ff) del IV secolo, ecc.La seconda classe contenente i codici della

    Volgata, novera VAmiatino (am) del vi o vilisecolo; il Fuldense (fuld) del vi secolo; ilForoiuliense (for) del vi o vii secolo; ilSangallense (san) del vi secolo, ecc.

    Principali edizioni critiche del testoGRECO DEL N. T. Le principali edizionicritiche del N. T. furono pubblicate daBengel Novum Testamentum graece cumapparata, ecc. Tubinga 1734; da GriesbachNovum Testamentum graece... Halle 1777;da Scholz (cattolico) Novum Testamentumgraece, ecc. Lipsia 1830-1836; da LachmanNovum Testamentum graece, ecc. Berlino1831, edizione greco-latina 1842-50; daTregelles The Greek New Testam., ecc.Londra 1857-1879; da Tischendorf Editio cri-tica maior e Editio critica minor 1858 e spe-cialmente Editio 8 critica maior Lipsia 186^1872 ; da Westcott e Hort, The New Testa-meni in the originai Greek. Cambridge 1881e successivamente varie edizioni; da Weissnegli anni 1894-1899, ecc. Meritano specialemenzione Nestle Nov. Testamentum graeceecc., varie edizioni ; Hetzenauer (cattolico)Novum Testamentum graece et latine. In-sbruk 1896-1898. Brandscheid (cattolico)Novum Testamentum graece et latine. Fri-burgo in B., 3 edizione 1906-1907.

    Opere cattoliche di introduzione ge-nerale AL N. T. Comely, Introductiospecialis in singulos libros N. T. Parigi Le-thielleux 1897, voi. i; Brassac, ManuelBiblique N. T., voi. ili e iv, Parigi, Ro-ger, 1910; Jacquier, Histoires des livres duN. T.. Parigi, Lecoffre, voi. iv, 1905-1909;Belser, Einleitung in das N. T., Friburgo,1901 ; Gigot, Compendio di Storia del N. T.,trad., Roma, 1910; Cellini, Propedeutica Bi-blica, voi. II et III, Ripatransone, 1908-1909, ecc. Kaulen, Einleitung, ecc., Fri-burgo in B., 4 ed. 1899 ; Schfer Das N. T.,Friburgo in B., 1906, Revue Biblique inter-nationale, Parigi, 1891 e segg. ; Vigouroux,Dictionnaire de la Bible; Hagen, Lexicon Bi-blicum; Biblsche Zeitschrift, 1903 e segg.Herder, Friburgo in B.

    ^M^M^-^

  • m- W-^^m^ '%''ww'w w" w"w" '^

    I VANGELI

    Significazione della parola Vangelo. Vangelo eayy^liov una parola grecaformata da^ed;^^A^>. la quale secondol'etimologia significa buona nuova. Nell'an-tica letteratura classica si usava per denotareil compenso dato a colui che portava unibuona nuova, ma coli 'andar del tempo passa significare la stessa buona nuova portata.Perci i LXX usarono la parola Vangeloper designare l'annunzio profetico dell'umanaredenzione (/s. xl, 9; LXi, 1, ecc.). Qual pibuona nuova poteva infatti essere data agliuomini ?

    Gli scrittori del Nuovo Testamento nonfurono che l'eco dei LXX, quando si servi-rono della stessa parola per designare o ilmistero della nostra riconciliazione con Diofatta da Ges Cristo, o le sue promessedi vita etema, o il complesso della sua dot-trina quale veniva predicata dagli Apostoli.

    Siccome per fra gli scritti del NuovoTestamento ve ne sono quattro, i quali inmodo esclusivo si occupano di Ges Cristoe della fondazione del suo regno, il nomedi Vangelo per eccellenza venne fin dal-l'antichit in special modo loro riservato.(Didache, vili, 2 : S. Ign. ad Philad, v, 1 :S. last. Apol., 66; S. Irn. Adv. Haer..III. 8).

    Titoli dei Vangeli. I titoli secondoS. Matteo, secondo S. Marco, ecc., sonoantichissimi e risalgono per lo meno al prin-cpio del secondo secolo, poich gi si tro-vano in Sant'Irineo {Adv. Haer., i, 26,

    27, ecc.), nel Canone Muratorano, in Cle-mente Alessandrino (Strom.. i, 21), in Ter-tulliano {Cont. Marc, iv, 2), ecc., vale a direnelle Chiese di Lione, di Roma, di Ales-sandria e di Africa. Sembra per probabileche essi non appartengano agli scrittori sacri,I quale non erano soliti di pam titoli ailoro libri. Fin dall'antichit furono intesi nelsenso che servissero principalmente a desi-gnare gli autori che li avevano composti.

    Numero dei Vangeli. Quattro solisono i Vangeli riconosciuti dalla Chiesa comedivinamente ispirati. Questa verit si trovagi affermata dai pi antichi Padri Origene{Euseb., H. E., vi, 25), Clemente Aless.{Strom., Ili, 13; Euseb., H. E.,vi, 14), Tef-tulliano (Cont. Marc, iv, 2, 5) ; dal Fram-mento Muratoriano e sopratutto da S. Irneo,n quale scrive nei suoi libri {Adv. Haeres,III, 11) che quattro soli, n pi, n meno,sono i Vangeli, come quattro sono i punticardinali, quattro le viri morali, quattro icherubini, ecc.

    Parecchi altri Vangeli furono scritti siada eretici, e sia forse da cristiani animatida una falsa piet o da un falso zelo, ma laChiesa non ha mai riconosciuto come ispi-rati se non i quattro, che ponano il nomedi Matteo, Marco, Luca e Giovanni.

    L'esplicita affermazione che di questa ve-rit hanno fatto i Padri sopracitati vieneancora confermata dal fatto che S. TeoflloAntiocheno (4- circa il 180) compose gi unaspecie di commentario o di concordanza

  • XX I Vangeli

    dei quattro Vangeli (Heron. De vir. ili.,e. 25) e Taziano tra il 150-180 scrisse il

    suo Datessaron ossia una vita del Signore

    ricavata dal testo dei quattro Vangeli.

    Similmente indubitato che assai primadel 150 i quattro Vangeli erano conosciuti

    e ritenuti ispirati in quasi tutte le Chiese.

    Cos infatti del Vangelo di S. Matteo si tro-vano traccie nell'epistola di San ClementeRomano ai Corinti (xiii, 2; xlvi, 8; Matt.v, 7; VI, 14; xxvi, 24, ecc.), nell'Epistola

    di Barnaba (iv, 4; v, 9; Matt. xxii, 14;IX, 13), nella Didache (i, 2; ili, 7; vili, 2;Matt. XXII, 37; v, 5; vii, 7-13, ecc.), tutteopere appartenenti al fine del primo secolo,e nelle lettere di S. Ignazio (Ad Polio, ii, 2 ;Ad Ephes. xiv, 2 ; Matt. x, 16; xii, 33, ecc.)e presso Papia (Euseb. H. E. in, 39) appar-tenenti al principio del secondo secolo.

    II Vangelo di S. Marco, bench scritto aRoma, fu ben presto conosciuto in Oriente,se il Presbitero Giovanni dovette pigliarnele difese (Euseb. H. E. in, 39) sul finedel primo secolo.Anche del Vangelo di S. Luca si hanno

    traccie nell'Epistola di S. Clemente (xiii, 2;XLVI, 8; Lue. VI, 38; xvii, 1-2, ecc.), nel-l'Epistola di Barnaba (v, 9; Lue. vi, 38),nella Didache (i, 3 ; xvi, 1 ; Lue. vi, 28-32 ;XII, 35, ecc.), e nelle lettere di S. Ignazio(Ad Ephes. xiv, 2 ; Lue. vi, 44).Ninno dubita che il Vangelo di S. Gio-

    vanni fosse conosciutissimo da S. Ignazio(Ad Magnes. viii, 2; Ad Ephes. vii, 2;Ad Philad. vii, 1, ecc. ; Giov. i, 1 ; viii, 29;III, 8, ecc.) e dall'autore della Didache(IX, 4; Giov. XI, 51, 52), e di esso si trovanopure traccie anche nell'Epistola di Barnaba(V, 10; VI, 14; xii, 5; I Giov. IV, 2; Giov.I, 14; III, 14, ecc.), nel Pastore di Erma(Sim. IX, 12, 2; Sim. ix, 12, 5; Sim. ix, 16,5; Giov. X, 9; ili, 18; III, 5, ecc.), e se-condo alcuni (Calmes, L'Evangile selon S.Jean, Paris, Lecoffre, 1904, p. 49) anche inS. Clemente Romano.Ora se si consideri quanto siano poche le

    opere degli antichi Padri a noi pervenute,il fatto di trovarvi in esse tante referenzeai nostri soli quattro Vangeli, ha la pi altaimportanza e dimostra evidentemente come1 nostri quattro Vangeli ben presto godetterodella pi larga diffusione e vennero subitoriconosciuti come divinamente ispirati.

    Origine e natura dei Vangeli. GesCristo, venuto nel mondo ad ammaestrare

    gli uomini, si serv della parola viva per co-municar loro i suoi insegnamenti. Egli nonscrisse nulla e non comand ai suoi Apostolidi scrivere ma di predicare. La Chiesa visseperci parecchi anni prima di possedere unlibro ispirato del N. T., e solo verso il finedel primo secolo ebbe il Canone completo.Bench per Ges Cristo non abbia scrittonulla e non abbia comandato di scrivere, tut-tavia non proib agli Apostoli e ad lorodiscepoli di fissare per iscritto la sua vitae i suoi insegnamenti ; anzi nella sua prov-videnza dispose che, pur rimanendo la pre-dicazione il mezzo ordinario per la diffu-sione del Vangelo, vi concorresse ancheil libro scritto. A tal fine io Spirito Santomosse gli autori ispirati del N. T. a racco-gliere in diversi libri alcuni fatti e alcuniinsegnamenti di Ges Cristo, e questi libriconsegnati alla Chiesa divennero per noiassieme alla tradizione le fonti, nelle qualisi contiene la divina rivelazione.

    Andrebbe per grandemente errato chicredesse di trovare nei singoli Vangeli o intutti assieme una storia completa di tutta lavita di Ges. Nessun Evangelista intese discrivere una biografia propriamente detta delSalvatore, ricca di tutti i pi minuti parti-colari ; ma ciascuno di essi mir a uno scopospeciale da raggiungere e a tal fine dei variifatti della vita di Ges, che pure conosceva,scelse quelli solo che pi si confacevanoal suo intento. Cos dice espressamente SanGiovanni, xxi, 25 ; Vi sono ancora moltealtre cose fatte da Ges, le quali se siscrivessero a una a una, credo che il mondotutto non potrebbe contenere i libri chesarebbero da scriversi e al cap. xx, 30,31 : "Vi sono ancora molti altri segni fattida Ges in presenza dei suoi discepoli, chenon sono registrati in questo libro. Questipoi sono stati registrati, affinch crediateche Ges il Cristo Figliuolo di Dio, eaffinch credendo otteniate la vita eternanel nome di lui .

    Per lo stesso motivo non si deve gi cre-dere che i Vangeli contengano tutta la dot-trina e tutti gli insegnamenti di Ges. IlSalvatore stesso dice agli Apostoli primadella sua passione : (( Ho ancora da dirvimolte cose : ma non ne siete capaci adesso.Venuto per che sia quello Spirito di veritvi insegner tutte le verit (Giov. )ivi, 12,13). Se adunque Ges lasci allo SpiritoSanto, disceso visibilmente sugli Apostolinella Pentecoste, di completare i suoi inse-

  • I Vangeli xx

    gnamenti, assurdo cercare nei Vangelitutta la dottrina cristiana, mentre il Vangelostesso afferma che vi sono altre verit, chenon vennero manifestate agli Apostoli daGes immediatamente, ma vennero lorocomunicate dallo Spirito Santo nel giorno diPentecoste.

    Principali commentarii cattolici suiVangeli. Oltre ai Commentarii su tuttala S. Scrittura, tra i quali fra i pi recentivanno menzionati quelli compilati da Cal-met, da Fillion, da Crampon, da AllioH, eda Vigouroux nella sua Poliglotta, si possonoconsultare con proftto i commentarii di Eu-timie Zigabeno, di Teoflatto, di S. Beda, delB. Alberto Magno, di S. Tommaso d'Aquino,di Salmeron, di Maldonato, di Giansenio,dJ Gand, di Luca di Bruges e fra i pirecenti quelli di Patrizi, di Schegg, diSchanz, di Fillion, di Knabenbauer, diCurci, ecc.

    La questione sinottica. Una semplicelettura dei quattro Vangeli basta a far vederecome il Vangelo di S. Giovanni abbia uncarattere tutto speciale, sia per I fatti chenarra, sia per il modo con cui li propone

    ;

    mentre invece quelli di S. Matteo, di SanMarco, e di S. Luca hanno tra loro unagrande affinit, sia nella narrazione, comenella distribuzione dei diversi fatti. Perquesto motivo si us stampare i tre primiVangeli in tre colonne l'una vicina all'altra,affinch si potesse d'un solo colpo d'occhiorilevare i punti di contatto, che hanno fraloro. Queste edizioni cosi disposte furonodette Snopsi, e i tre Vangeli ordinati acolonne vennero chiamati Sinottici.

    Si osservi per, che se vero che i treSinottici hanno tra loro delle grandi rasso-miglianze, anche vero che tra loro hannopure delle grandi differenze, che danno aciascuno un carattere speciale e un'improntatutta particolare. Studiare la ragione di que-sto fatto, ossia cercare la causa delle grandirassomiglianze e delle grandi differenze deitre primi Vangeli, ecco ci che costituiscela questione sinottica. Prima per di esporrei varil sistemi proposti per risolverla, necessario rendersi conto delle rassomi-glianze e delle divergenze che le hanno datoorigine.

    Queste rassomiglianze e divergenze si pos-sono considerare

    1 Riguardo ai fatti narrati. Non si pu

    negare che la vita di Ges offrisse un campcvastissimo di fatti e di discorsi (Giov. xxi,25) ; eppure tutti e tre i Sinottici non hannonarrato quasi altro che il ministero Galilaicodel Salvatore, fermandosi per di pi assaispesso sugli stessi miracoli, sugli stessi di-

    scorsi e sulle stesse parabole. Ogni Evan-gelista ha tuttavia certi episodii, certe circo-stanze, certe aggiunte che gli sono esclusiva-mente proprie, oppure non si trovano chein uno solo degli altri due Sinottici. Cosi SanMatteo su 1070 versetti ne ha 330 che glisono proprii ; 330-370 comuni con Marco eLuca ; 170-180 col solo Marco, e 230-240 colsolo Luca. S. Marco di 667 versetti ne ha68 proprii ; 330-340 comuni con Matteo eLuca; 170-180 comuni col solo Matteo ecirca 50 comuni col solo Luca. SimilmenteS. Luca di 1158 versetti ne ha proprii 541 ;comuni con Matteo e Marco 330-340; colsolo Matteo 230-240; col solo Marcocirca 50.

    2? Riguardo all'ordine dei fatti. Anche nel-l'ordine dei fatti si scorge tra i Sinottici una

    grande rassomiglianza e una grande diver-genza. Tutti e tre infatti seguono la stessatrama generale : Predicazione del Battista,Battesimo di Ges, digiuno, tentazione, mi-nistero di Galilea, viaggio a Gerusalemme,soggiorno in qtiesta citt nell'ultima setti-mana, passione, morte e risurrezione. Inquesta trama generale per ciascun Evange-lista inserisce parecchi fatti e discorsi chegli sono esclusivamente proprii, o non hacomuni che con uno solo dei Sinottici, edispone talvolta diversamente il materialeche ha comune cogli altri. Ci che sorprendeancora maggiormente vedere come si ac-cordano spesso tutti e tre assieme, oppuredue soli nel seguire uno stesso ordine nellanarrazione di fatti, che non sono legati fraloro da alcun nesso logico o cronologico.

    3 Riguardo alla lingua e allo stile. BenchGes e tutti i personaggi evangelici parlas-sero in aramaico, e quindi tutti i discorsiriferiti in greco dagli Evangelisti non sianoche traduzioni, si scorge per tra loro unas grande rassomiglianza letteraria che rag-giunge talvolta l'identit delle parole, dellefrasi, delle costruzioni grammaticali carat-teristiche. Come esempi di coincidenze ver-bali si citano in modo speciale i passi se-guenti : Matt. IX, 4-7; Marc, il, 8-11 ; Lue.V, 22-24 ; Matt. vili, 1-4 ; Mar. i, 40-45 ; Lue.v, 12-16, ecc.

    Si hanno nondimeno talvolta delle diver-

  • xxn I Vangeli

    genze assai profonde l dove si crederebbedi trovare la maggior rassomiglianza, comep. es., nell'Orazione Domenicale, nell'isti-tuzione dell'Eucaristia, nel titolo della

    croce, ecc.

    Varie ipotesi proposte dai moderni perrisolvere la questione sinottica 1* ipo-tesi della tradizione orale. I sostenitori di

    questa ipotesi spiegano le rassomiglianze ele divergenze dei Vangeli sinottici ricor-rendo alla tradizione orale ossia alla catechesiapostolica. E' indubitato, dicono, che il Van-gelo prima di essere scritto fu predicato,e la predicazione degli Apostoli dovette prin-cipalmente aggirarsi sulla vita pubblica diGes, sui suoi insegnamenti, sulla sua pas-sione, morte e risurrezione ; ed probabileche gli stessi Apostoli si siano accordati traloro intomo a ci che doveva formar l'og-getto della loro predicazione. La catechesicos formata venne, a forza di essere ripetuta,ad acquistare una speciale determinazione,e ad essere come stereotipata, specialmentein ci che si riferiva a certi discorsi e a certiatti del Signore, e perci gli Evangelisti, 1quali non fecero che trascrivere la catechesiapostolica devono necessariamente averemolte rassomiglianze e molti punti di contattotra loro.

    Per dar ragione delle divergenze che sitrovano nei Sinottici si fa osservare comela catechesi apostolica, identica nelle suelinee generali, dovette coli 'andar del temposubire alcune modificazioni a seconda deidiversi uditori, a cui era indirizzata. Cosp. es., certi fatti o certi discorsi del Signoreerano utili per i fedeli di Palestina, che vive-vano in mezzo ai Giudei, ma non avevanotale utilit per i fedeli d'Antiochia o diRoma

    ;e similmente altri fatti, altri discorsi

    erano utili per fedeli d'Antiochia o diRoma, e non erano tali per i fedeli di Pale-stina. Ora siccome S. Matteo ci d la cate-chesi di Gerusalemme, S. Marco quella diRoma e S. Luca quella di Antiochia, avvienenecessariamente che i tre Evangelisti as-sieme a rassomiglianze profonde debbanopure avere non meno profonde divergenze.Tale in breve l'ipotesi della tradizioneorale sostenuta da Schegg, Comely, Fillion,Le Camus, Knabenbauer, ecc., e tra i prote-stanti da Godet, de Pressens, Veit, Thom-son, ecc.

    Critica. La tradizione orale pu benissimoSpiegare le divergenze e le rassomiglianze

    generali dei Sinottici ; ma da sola non bastaa sciogliere la questione, poich non si puconcepire come la catechesi apostolica, laquale dovette essere fissata in aramaico,abbia potuto dar origine ai numerosi paral-lelismi e alle numerose identit verbali, chesi incontrano nel testo greco dei tre primiVangeli. D'altra parte se la tradizione oralenon riusc a conservare l'identit verbalenella formola della consacrazione dell'Euca-ristia, nel titolo della croce, ecc. come hapotuto riuscire a conservarla in tanti fattiaccessorii e di secondariissima importanza?

    2* Ipotesi della mutua dipendenza. La-sciata da parte come insufficiente l'ipotesidella tradizione orale, altri autori ricorseroalla mutua dipendenza fra gli Evangelisti.Essi supposero che il primo Evangelista nelloscrivere il suo libro abbia fatto uso dellacatechesi apostolica e di altre fonti scritteoppure orali ; il secondo si sia servito comedi fonte principale del Vangelo del primoe vi abbia aggiunto fatti e circostanze dovutead altre fonti; il terzo finalmente avrebbeusufruito dei due primi Vangeli come difonte principale e di qualche altra fontescritta orale. Cos si potrebbero spiegarele rassomiglianze verbali, e le divergenzeche si incontrano nei Sinottici.

    Questa ipotesi viene proposta sotto seiforme diverse secondo la diversit delle seicombinazioni possibili dei tre nomi : Mat-teo, Marco e Luca. Due sole per meritanedi essere segnalate, cio quella che seguel'ordine tradizionale dei Vangeli, Matteo,Marco e Luca, e pone che Matteo abbiaservito di fonte a Marco, e Marco e Matteo

    ,

    abbiano servito di fonte a Luca. (E' soste-nuta da Patrizi, Schanz, Keil, Belser, ecc.), equella che ritiene per primo il Vangelo diMarce e ammette la successione Marco,Matteo e Luca. Quest'ultima forma per hasubite parecchie trasformazioni, delle qualisi dar breve cenno nella spiegazione del-l'ipotesi dei documenti.

    Critica. L'ipotesi della mutua dipendenzanon basta da sola a risolvere la questione,poich se spiega le rassomiglianze dei Sinot-tici, non d ragione per delle divergenzeche vi si incontrano, dell'omissione di fattiimportantissimi, quali, p. es., la storia del-l'infanzia in S. Marco, la venuta dei Magiin S. Luca, l'episodio della Cananea nellostesso S. Luca, e non spiega perch, mentiresi hanno coincidenze verbali negli accesp'^rii

  • I Vangeli xxin

    si abbiano invece divergenze assai notevolinelle cose pi importanti come p. es. nelledue genealogie di S. Matteo e di S. Luca.Queste stesse ragioni valgono contro coloro,i quali ammettono come fonte primitiva eunica il testo aramaico di S. Matteo, da cuisarebbe derivato prima il Vangelo di SanMarco, e poi dal Vangelo di Marco la ver-sione greca del testo aramaico di S. Matteoe quindi da Marco e da Matteo greco (nontutti per ammettono una dipendenza direttatra Marco e Luca) il Vangelo di S. Luca.

    3' Ipotesi dei documenti. Questa ipotesispiega le rassomiglianze e le divergenze frai Sinottici ricorrendo all'uso fatto dagliEvangelisti di documenti scritti preesistenti.Essa ha subito alcune trasformazioni di cuiecco le principali :

    A) Unico documento. Secondo l'ipotesisostenuta da Eichom e ripresa con alcunemodJflcaziotU da Resch, Marshall, Dalman,Abbot, ecc., la fonte comune, a cui attinseix)i Sinottici, sarebbe un Vangelo primitivoscrtto in aramaico e poi tradotto con modi-ficazioni ed aggiunte in greco, e successi-vamente ancora in varie guise trasformato.

    B) Pi documenti. Schleicrmacher.Wrede,G. Weiss, Loisy, ecc., tentarono di scioglierela questione sinottica ammettendo l'esi-stenza di parecchi documenti frammentariisia aramaici che greci, dei quali si sarebberoserviti i tre Evangelisti Matteo, Marco eLuca.

    C) Due soli documenti. E' questa l'ipotesipi in voga oggi giorno presso i protestanti(Reuss, Holtzmann, lulicher, B. Weiss,Stapfer, Hamak, ecc.) ed pure seguitada qualche cattolico (BatifFol, Barnes, Gi-got, ecc.). Costoro suppongono che all'ori-gine esistessero due documenti, cio unProto-Marco greco contenente i principalifatti e discorsi del Signore, e una raccoltaaramaica di discorsi (logia) del Signorescritta da S. Matteo, che potrebbe chiamarsiProto-Matteo. Da queste due fonti per di-verse combinazioni screbbero poi derivati inostri tre Sinottici.

    Critica. Contro di queste ipotesi giusta-rrente si fa osservare che l'esistenza di unVangelo primitivo o di un Proto-Marco edi un Proto-Matteo non solo non provata,ma non assolutamente verisimile, poichdato che tali opere fossero realmente esistite,avrebbero dovuto lasciare traccia della loroesistenza, come la lasciarono altre opere di

    minore importanza. Invece tutta l'antichit muta sul loro conto, e niun documentofinora fu trovato che porti qualche indizio diesse. Similmente bench non ripugni chegli Evangelisti si siano serviti di documentinel comporre i loro libri, l'ipotesi docu-mentaria per presa in senso esclusivo nonpu sciogliere la questione sinottica, perchnon tiene abbastanza conto di quanto indub-biamente ci riferisce la storia intomo all'ori-gine e al tempo della composizione deisingoli Vangeli, come si vedr in appresso.

    Soluzione pi probabile. Nessunaipotesi, n quella della tradizione orale,n quella della mutua dipendenza, n quelladei documenti, presa da sola pu bastare asciogliere il problema sinottico; neces-sario perci ricorrere a una specie di eccle-

    tismo, ossia fondere insieme quanto di vero

    pu esservi in ciascuna ipotesi. Si deve perprima di tutto tenere ben conto della storiae di quanto da essa sappiamo intomo all'ori-gine dei Vangeli.Ora cosa indubitata che S. Matteo fu

    il primo a scrivere il Vangelo, e fu seguitoda S. Marco e ultimo venne S. Luca, ed pure certissimo che S. Matteo scrisse inPalestina per i palestinesi, mentre S. Marco

    riferi la predicazione di S. Pietro, e San

    Luca raccolse quella di S. Paolo.

    Ci posto, noi crediamo che la catechesiapostolica nelle sue tre forme palestinese,romana e antiochena debba avere la parteprincipale nella soluzione della questionesinottica. S. Matteo lasci per iscritto nel

    suo Vangelo la catechesi di Palestina desti-nata ai Giudei. Il testo greco non che unaversione dell'originale aramaico. S. Marcoraccolse la catechesi di Pietro, la quale non

    era altro che la catechesi palestinese, adat-tata per dal Principe degli Apostoli allecomunit cristiane composte di gentili. SanLuca riferi la predicazione di Paolo, la qualenon era altro che la catechesi di Palestina,ma adattata a comunit composte di Giudeie di pagani. Da questa triplice forma diun'unica catechesi derivano le rassomi-glianze generali dei Sinottici per quanto siriferisce ai fatti, all'ordine dei fatti, al mododi narrarli, ecc., e si spiegano pure in granparte le divergenze che occorrono, special-mente se si tiene conto dell'indole dei singoliscrittori, del fine che volevano raggiungere,dei lettori a cui destinavano prossimamentei loro libri, ecc.

  • XXIV I Vangeli

    La catechesi apostolica per da sola nonbasta a sciogliere la questione. S. Luca in-

    fatti, bench nello scrivere il suo Vangelosiasi servito principalmente della predica-

    zione di S. Paolo, tuttavia nel prologo dello

    stesso Vangelo lascia chiaramente compren-dere di aver anche consultate altre fonti siascritte, e sia in maggior numero orali, dallequali egli ritrasse ci che ha di proprio enon si trova negli altri Sinottici. Anche SanMatteo e S. Marco hanno potuto consultarealtre fonti oltre la catechesi, ma intomo aci noi sappiamo nulla di positivamentecerto della storia.

    A spiegare poi le rassomiglianze e le coin-cidenze verbali dei Sinottici nel testo greco,si deve ricorrere a una eerta mutua dipen-denza. Siccome per non si pu determinaren l'autore n il tempo preciso della ver-sione greca di S. Matteo, rimane sempreincerto quale ordine sia da stabilirsi nellamutua dipendenza degli Evangelisti tra loro.E' probabile che S. Marco abbia avuto

    sott 'occhio il testo aramaico di S. Matteo,e che il traduttore greco di S. Matteo abbiaconosciuto il testo greco di S. Marco, e cheS. Luca si sia servito sia di S. Matteo e siadi S. Marco.

    Bibliografia. Calmes, La formazionedei Vangeli (Scienza e religione), Descle,1905; Comely, Introductio specialis in sin-gulos N. T. libros, Lethielleux, 2* ed. 1897 ;Jacquer, Histoire des livres da N. T., t.ll,Lecoffre 1905; Fillion, Introduction generaleaux Evangiles, Lethielleux, 1888; Bonac-corsi, / tre primi Vangeli e la crtica lette-raria, Artigianelli, Monza, 1904; Polidori, /nostri quattro Vangeli, Roma, 1907 ; Brassac,Manuel Biblique, Roger, ecc., 13* ed., 1910;Revue Biblique, 1892, p. 520-559; 1895,p. 1-23; 1896, p. 1-38; 1897, p. 83, 254,Dlct. de la Bible di Vgouroux, ecc., Camer-lynck et Coppielers, Evang. sec. Matth.,Marc, et Lue. Sinopsis, Bruges, Beyaert,1908. ecc.

  • VANGELO SECONDO SAN MATTEO

    INTRODUZIONE

    S. Matteo. Poche sono le cose certetramandateci Intorno a S. Matteo. Il suonome ricorre sotto due forme. Nei pi anti-chi manoscritti >l B.D. si legge MaOdaioStto-vece nei pi recenti C. E. K. L. scritto -Var-Oaio

  • Vangelo secondo S. Matteo - Introduzione

    antichi come per un pregiudizio vorrebbeEusebio (H. E. ni, 39^ scrisse tra il 125-150 cinque libri che portavano per titoloAoyiav kvqiuk&v grjy^ois nei quali ariguardo del Vangelo di S. Matteo si leg-geva : Matteo adunque scrsse (var. raccolse)in lingua ebraica i detti (Xyia) [del Si-gnore], ognuno poi li interpret come megliopot (Euseb. H. E. iii, 39). Ora che Papiacon queste parole intendesse parlare dell'at-tuale Vangelo di S. Matteo, non pu esseredubbio per chi osservi come Eusebio, ilquale aveva sott 'occhio l'intera opera diPapia, riferisce appunto le parole sopracitateal testo greco di S. Matteo, quale si trovavaai suoi tempi, e si trova ancora oggigiorno.Ma se alcuno insistesse nel dire che logiasignifica solamente detti, mentre nel Van-gelo attuale vi sono anche molti fatti, sidovrebbe far osservare come Papia stessonel parlare di S. Marco, dopo aver affer-mato che questo Evangelista scrisse i dettie i fatti del Signore non per ordine ma comeudivali predicare da S. Pietro, soggiungeche l'Apostolo annunziava le varie cose ri-guardanti il Signore a seconda del bisognodegli uditori, senza avere per nulla intenzioned dare una serie ordinata dei logia del Si-gnore. In questo passo chiaro che Papiacol nome di logia intende sia i detti in strettosenso, e sia i fatti. Anche nel titolo della suaopera Papia d alla parola logia il senso didetti e fatti, poich egli non commentavasolo le parole di Ges ma anche i mira-coli, ecc.

    D'altra parte se veramente, come preten-dono alcuni moderni, Matteo non avessefatto che una semplice raccolta di detti delSignore, come mai una tal opera, gi cosdiffusa ai tempi di Papia, avrebbe potutoscomparire senza lasciar traccia di s intutta l'antica letteratura? Come mai potessere ignorata da Irineo, Clemente A.,Origene, Tertulliano, Epifanio, Eusebio,Gerolamo, i quali conoscono pure parecchiapocrifi falsamente attribuiti agli Apostoli?

    'l'u 'altra antichissima testimonianza civiene data da S. Irineo (scrisse nella secondamet del secolo) vescovo di Lione e gidiscepolo di S. Policarpo di Smime, il qualeaveva avuto a maestro S. Giovanni Apo-stolo. Uomo tenacissimo della tradizioneecclesiastica, visse in intima relazione colleChiese dell'Asia Minore e di Roma. Oranella sua opera Adversus Haereses, in, 1,afferma

    : Matteo fra gli Ebrei pubblic nellaloro stessa lingua la Scrittura del Vangelo,mentre Pietro e Paolo fondavano ed evange-lizzavano la Chiesa di Roma. In questeparole si ha un'autorit del pi alto valorestorico per la presente questione.A S. Irineo fa eco Origene (185-254), il

    quale scrive (Euseb. H. E., v, 14) di aver

    ricevuto per tradizione che quattro soli sono Vangeli riconosciuti dalla Chiesa, e cheper primo fu scritto il Vangelo di S. Matteo,il quale da pubblicano divenuto Apostolo lopubblic in lingua ebraica destinandolo agliEbrei.La stessa verit vien affermata da Tertul-

    liano (Adv. Marc, iv, 2,5) : A noi inse-gnano la fede Giovanni e Matteo fra gli Apo-stoli e ce la confermano Luca e Marco tra gliapostolici . La stessa autorit delle Chieseapostoliche ancora guarentigia degli altriVangeli, che da esse e per esse abbiamo,voglio dire dei Vangeli di Giovanni e diMatteo, bench il Vangelo pubblicato daMarco venga detto di Pietro, di cui Marcofu interprete, e quello di Luca venga attri-buito a S. Paolo .

    Nel prologo monarchiano (e. a. 200)si legge : Incomincia l'argomento del Van-gelo secondo S. Matteo. Matteo di Giudea,come viene posto il primo, cos scrisse per ilprimo il Vangelo nella Giudea, ecc. (Ed. P.Corssen, Leipzig, 1896). Ed Eusebio (H. E.ni, 24) scrive : Matteo, dopo aver predicatola fede ai Giudei, dovendo partire per annun-ziare la buona novella ad altre genti, scrissenella patria lingua il Vangelo lasciandolo acoloro che abbandonava, affinch supplissealla mancanza della sua presenza.

    Nell'affermazione dei Padri citati concor-dano pure Clemente A. (Euseb. H. E., vi,14) e (Strom. i, 21), S. Efrem (Evan^.Concord, expositio, ed. Moesinger, Venezia,1876, p. 285 e segg.), S. Gerolamo (Comm.sup. Matt. praef. ), S. Giovanni Crisostomo(In Matt. Hom. i, 3), S. Agostino (De Cons.Evang. I, 2; il, 66), ecc., e non si deveneppure omettere quanto riferisce Eusebio(H. E., v, 10) intorno a una tradizione rela-tiva a S. Panteno.Da tutte queste testimonianze si fa mani-

    festo come il protestante A. Jlicher (Ein-

    .

    leitung in das Neue Testament, Tbingen,1906, pag. 259) potesse a tutta ragione con-chiudere :

  • Vangelo secondo S. Matteo - Introduzione

    sano i migliori critici che si trattasse delcos detto Vangelo degli Ebrei.

    Si domanda per se la lingua usata daS. Matteo sia quella degli antichi profeti,o non piuttosto il dialetto aramaico che eraallora in uso nella Palestina? Ci sembra piverosimile quest'ultima sentenza, non soloper l'autorit di S. Irineo, il quale dice cheMatteo scrisse il suo Vangelo nella lorolingua cio in quella che parlavano gli Ebrei,e per l'asserzione di Eusebio che affermaaver scritto nella lingua patria, ma sopra-tutto perch non si riuscirebbe a capirecome Matteo abbia potuto scegliere unalingua, che il popolo pi non comprendeva.Tale pure la sentenza pi comune fra icritici e gl'interpreti.

    Tempo e luogo in cui fu composto. Non si d'accordo nel determinare il tempopreciso in cui fu composto il primo Vangelo,bench tutte le antiche testimonianze sianounanimi nell 'affermare che S. Matteo fu ilprimo a scrivere il Vangelo. Siccome perEusebio (H. E. iii, 24)) e con lui S. Gio-vanni Crisostomo (In Matt. Hom. i, 3), eS. Gerolamo (In Matt. prolog.), connettonola composizione del primo Vangelo colla di-spersione degli Apostoli nel mondo avve-nuta circa l'anno 42. come riferisce lo stessoEusebio (H. E. v, 18) e sostengono parecchicritici e storici, molto probabile che lacomposizione del primo Vangelo risalga pio meno a questo tempo, e sia da collocarsiIntorno all'anno 42, come sostengono Patrizi,Aberle, Belser, Flllion. Bacuez, Comely,Polidorl, Vigouroux, ecc.

    Contro di questa opinione sta per l'affer-mazione di S. Irineo, il quale sembra direche Matteo scrisse il suo Vangelo mentrePietro e Paolo evangelizzavano e fondavanola Chiesa di Roma, il che ci porterebbeverso l'anno 60. Molti autori sia cattolici cheprotestanti sostengono quindi quest'ultimadata per la composizione del primo Vangelo.Siccome per l'affermazione di Irineo cosipresa in stridente contraddizione conquanto asseriscono gli altri Padri e conquanto scrive lo stesso Eusebio, che pureaveva sott 'occhio il testo di Irineo, neces-sario ccnchiudere, che o il testo di Irineo corrotto, come vorrebbe Belser (Einleitungin das N. T., Freiburg B. Herder, ^901,p. 34), o si deve leggere diversamente comevuole Comely (Introd. spec, voi. ni, p. 76),oppure dato che il testo sia autentico, non da far caso di un'affertrazione, che con-

    ^ tr addetta dall'autorit di molti altri rappre-sentanti dell'antichit.

    Dalle testimonianze addotte a provare cheS. Matteo l'autore del primo Vangelo,si ricava eziandio che egli lo scrisse inPalestina e lo destin prossimamente a let-

    tori cristiani convertitisi dal Giudaismo.L'esame intemo del primo Vangelo con-ferma i dati della storia, poich noi troviamoche S. Matteo non si ferma come fannoS. Marco e S. Luca a spiegare gli usi e Icostumi giudaici, non dice p. es. che cosasiano le abluzioni, il Corban, il Parasceve,1 giorni degli azzimi, ecc., ma invece insistesulle false interpretazioni della legge date da!dottori Giudei, smaschera l'ipocrisia e I vizidei Farisei, e cerca di riferire quanto puinteressare i Giudei e mettere loro in bellavista il Salvatore. Ora tutto ci dimostra cheegli destinava il suo libro a lettori, che per-fettamente conoscevano gli usi giudaici, ecorrevano ancora pericolo di essere fuor-viati e sedotti dai falsi dottori Giudei.

    Tempo in cui fu fatta la versioneGRECA. Bench non si possa determinarecon precisione l'anno, in cui fu fatta la ver^sione greca del primo Vangelo, tuttavia certo che essa era gi terminata verso il finedel primo secolo, poich parecchi scrittoridi quel tempo, che pure non sapevano l'ara-maico, ne riportano parecchie citazioni ingreco. Non sappiamo per n il nome del-l'autore, n il luogo dove essa abbia vedutola luce. Alcuni hanno pensato che ne siaautore lo stesso S. Matteo (Bengel, Fouard),altri invece credono che sia S. Giacomovescovo di Gerusalemme.

    Inoltre siccome Papia dice che II testoaramaico nelle Provincie greche dell'AsiaMinore era interpretato come si poteva, probabile che la versione greca sia stata fattain qualcuna di queste comunit cristiane,che maggiormente ne sentivano il bisogno.

    Scopo del primo Vangelo. Un'attentalettura del primo Vangelo basta a far cono-scere per quale scopo esso sia stato scritto.L'Evangelista volle principalmente dimo-strare che Ges II vero Messia promessoad Israele, il vero fondatore e legislatoredel regno messianico, che si deve estenderea tutti i popoli, ma dal quale, unicamente perloro colpa, vengono esclusi i Giudei. A talfine pi di ogni altro Evangelista S. Matteosi appella alle antiche profezie riguardantiil Messia, mostrandole pienamente avveratein Ges Cristo; si ferma a parlare di ciche si riferisce alla legislazione, alla orga-nizzazione, allo sviluppo, e ai capi del regnomessianico e insieme fa vedere come Gesabbia lasciato nulla di intentato per indurrei Giudei alla fede, e come i Giudei, special-mente per parte dei loro capi, non abbianofatto altro che opporsi di continuo alla suaazione sino a otteneme la morte e a cercaredi corrompere le stesse guardie mandate acustodire II sepolcro. Nello stesso temjjo per

  • Vangelo secondo S. Matteo - Introduzione

    S. Matteo mostra nei Magi le primizie deigentili che si convertono, celebra a pi ri-prese la fede dei gentili e termina colcomando dato da Ges agli Apostoli di am-maestrare tutte le genti.

    Divisione del primo Vangelo. Il Van-gelo di S. Matteo pu dividersi in quattroparti : La vita nascosta, i-ii ; la vita pubblica,III, XXV; la vita dolorosa, xxvi, xxvii; lavita gloriosa, xxviii.

    Nella prima parte l'Evangelista parla dellagenealogia di Ges, della sua nascita vergi-nale, dell'adorazione dei Magi, della fugain Egitto e del ritomo in Nazaret.La seconda parte pu suddividersi in tre

    sezioni : la preparazione alla vita pubblica;il ministero in Galilea; il ministero inGiudea.

    Nella preparazione alla vita pubblica (lli-IV, 11) si parla della predicazione del Bat-tista, del Battesimo, del digiuno e dellatentazione di Ges.

    Nel ministero di Galilea (iv, 12-xviii, 35)Ges viene presentato come dottore e le-gislatore (IV, 12-vii, 29); come taumaturgo(viii-ix, 34), come fondatore del nuovo regno

    (IX, 35-xiii, 58) e come educatore degli Apo-stoli (xiv-xviii).

    Nel ministero di Giudea (xix-xxv) si parladel viaggio di Ges in Gerusalemme (xix-XX) e si fanno vedere le ultime fasi del suoministero nella citt santa (xxi-xxiii) e siannunzia il castigo della citt infedele e lafine del mondo (xxiv-xxv).La terza parte comprende la storia parti-

    colareggiata della passione del Salvatore enella quarta si parla della sua risurrezionee di alcune apparizioni ai discepoli.

    Principali commenti sul Vangelo diS. Matteo. Oltre le opere gi citate apag. IX si possono ancora consultare i com-menti di Origene, di S. Giovanni Criso-stomo, di S. Gerolamo, di S. Agostino e frai recenti Van Steenkiste, Evangelium secun-dum Matthaeum, Parigi, Lethielleux, 1880-1882; Liagre, Comm. in libros historicosN. T., Toumai, 1883; Geulemans, Comm.in Evang. sec. Matth., Malines, 1896; Rose,Evangile selon S. Mathieu. Parigi, 1906;Van Onceval, In Matthaeum, Gand, 1900;Niglutsch, Brevis commentarius in Evang.S. Matthaei. 1909.

  • VANGELO DI GES CRISTOSECONDO SAN MATTEO

    CAPO I.Gerualgia d Ges, 1-17. Sua concexwne e sua nascifa, rS't^.

    *Liber generationis lesu Chrsti filli David,flUi Abraham.'Abraham genuit Isaac. Isaac autem genult

    laoob. lacob autem genuit ludam, et fratreteius. *Iudas autem genuit Phares, et Zaramde Thamar. Phares autem genuit Esron.Esron autem genuit Aram. *Aram autemgenuit Aminadab. Aminadab autem genuitNaasson. Naasson autem genuit Salmon.*Salmon autem genuit Booz de Rahab. Boozautem genuit Obed ex Ruth. Obed autemgenuit lesse. lesse autem geoait Davidregem.

    'Libro della generazione di Ges Cristo,figliuolo di David, figliuolo di Abramo.'Abramo gener Isacco : Isacco gener

    Giacobbe : Giacobbe gener Giuda e i suoifratelli. 'Giuda gener da Tamar Fares eZara : Fares gener Esron : Esron generAram. *Aram gener Aminadab : Aminadabeener Naasson : Naasson gener Salmon :^Salmon gener Booz da Raab : Booz ge-ner Obed da Ruth : Obed gener Jesse : elesse gener David re.

    > Lue. 3, 31.* Nujn. 7, 12.

    *Gen. 21, 3; 25, 25: 29, 35.Ruth. 4. 21.22; I Reg. 16. 1.

    *Gen. 38. 29; I Par. 2. 4; Ruth. 4. 18; I Par. 2, 5.

    CAPO I.1. La tavola genealogica di Gea Cristo, colla

    quale si apre il primo Vangelo, costituisce il vin-colo di unione tra il Vecchio e il Nuovo Teata-mento. Gli Ebrei davano grande importanza alleloro genealogie e le cuatodivano gelosamente :cosi sappiamo p. es. che Elisabetta discendevada Aronne (Lue. I, 5), Anna da Aser (Lue. II,36), Paolo da Beniamino (Filipp. III. 5). Unamaggior cura dovevano avere per quella di Da-vide, dalla stirpe del quale aspettavano il MessiaLiberatore.

    S. Matteo fin da principio chiama Ges figliuolodi David t di Abramo, e cos Io caratterizza su-bito come il Messia. A Davide infatti era statopromesso un regno eterno (II Re VII, 14; Salm.LXXXVIII, 30), e i profeti avevano chiamato ilMessia: t germe di Davide (Ger. XXXIII, 5),e presso i Giudei Messia e Figlio di Davideerano diventati sinonimi (Mart. IX, 27; XII, 23ecc.). Ad Abramo poi Dio aveva promesso : e Neltuo seme saranno benedette tutte le nazioni della

    terra (Gen. XXII, 18), e il Messia doveva esserel'erede di questa promessa, perch la redenzioneda lui operata si estende a tutti i popoli.

    2. Giada e l suoi fratelli. Giuda non era ilprimogenito di Giacobbe, ma viene qui nomi-nato per il primo, perch a lui fu promessa ladigniti reale (Gen. XLIX, 10), e da lui dovevanascere il Messia (Ebr. VII, 14). Vengono puremenzionati i auoi fratelli, che furono i capi-sti-piti delle 12 trib d'Israele.

    3. Tamar. Bench nelle genealogie d'ordinarionon si tenesse conto delle donne, tuttavia inquella di Ges ne troviamo menzionate quattro;due ebree, (Tamar e Betsabea) e due pagane(Raab e Ruth). Si osserva ancora che Tamar,Raab e Betsabea furono peccatrici. I SS. Padripensano che S. Manco abbia voluto ricordarequeste quattro donne per far subito compren-dere che Ges era venuto a salvar tutti, giusti epeccatori, ebrei e pagani.

    3-4. Esron - Saasson Tra Esron e Naassonvi lo spazio di circa 400 anni, che compren-

  • 6 S. Matteo, I, 6-16

    "David autem rex genuit Salomonem exea, quae fuit Uriae. 'Salomon autem genuitRoboam. Roboam autem genuit Abiam. A-bias autem genuit Asa. "Asa autem genuitlosaphat. losaphat autem genuit loram. lo-ram autem genuit Oziam. "Ozias autemgenuit Ioatham. Ioatham autem genuit A-cliaz. Achaz autem genuit Ezechiam. ^"Eze-chias autem genuit Manassen. Manasses au-tem genuit Amon. Amon autem genuit lo-siam. "losias autem genuit lechoniam, etfratres ejus in transmigratione Babylonis.

    ^^Et post transmigrationem Babylonis : le-chonias genuit Salathiel. Salathiel autem ge-nuit Zorobabel. "Zorobabel autem genuitAbiud. Abiud autem genuit Eliacim. Eliacimautem genuit Azor. '*Azor autem genuit Sa-doc. Sadoc autem genuit Achim. Achimautem genuit Eliud. "Eliud autem genuitEleazar. Eleazar autem genuit Mathan, Ma-than autem genuit Jacob. "lacob autem ge-nuit loseph virum Marae, de qua natus estlesus, qui vocatur Christus.

    'David re gener Salomone da quella, cheera stata (moglie) d'Uria. 'Salomone ge-ner Roboamo : Roboamo gener Abia :Abia gener Asa. *Asa gener Giosafat :Giosafat gener Joram : Joram gener Ozia,Ozia gener Joatam : Joatam gener A-chaz : Achaz gener Ezechia : '"Ezechia ge-ner Manasse : Manasse gener Amon : A-mon gener Giosia. "Giosia gener Gieco-nia e i suoi fratelli, al tempo della trasmi-grazione in Babilonia.

    "E dopo la trasmigrazione in BabiloniaGieconia gener Salatiel : Salatiel generZorobabel. ^'Zorobabel gener Abiud : A-biud gener Eliacim : Eliacim gener Azor.'* Azor gener Sadoc : Sadoc gener Achim :Achim gener Eliud. **Eliud gener Elea-zar : Eleazar gener Matan : Matan generGiacobbe. "Giacobbe gener Giuseppe spo-so di Maria, dalla quale nacque Ges chia-mato il Cristo.

    II Reg. 12, 24. ^ IH Reg. 11, 43; 14, 31; 15, 8 li Par. 26,23; 27, 9; 28, 27. " II Par. 32,33; 33, 20, 25. II Par. 36, 1, 2.

    dono la dimora degli Ebrei nell'Egitto (Gen.XLVI, 12 ss.; Num. I, 7; Att. VII, 6). Siccomeper tutto questo tempo non s! hanno che tregenerazioni, si deve dire che siano stati omessivolontariamente nella genealogia di Ges alcuninomi intermedi! Questo stesso fatto si pureverificato tra Salmon e Davide (v. 5), dove peruno spazio di pi di 350 anni non si hanno chequattro generazioni.

    6. Moglie di Uria Betsabea.

    8. Tra loram e Ozia vengono omessi i re Ocho-zia, Gioas e Amasia. Si pensa generalmente cheS. Matteo di proposito abbia fatto questa omis-sione per avere il numero di 14 genertzioniprima della schiavit di Babilonia.

    Gli Orientali omettono facilmente alcuni nominelle loro genealogie, sia per aiutare la memoriacon stnmetrie, sia perch il loro scopo non tanto di far conoscere tutti i singoli ascendenti,quanto piuttosto di far notare la discendenza dacerti illustri e famosi personaggi.

    S. Matteo omise questi tre re a preferenza dialtri, perch essi furono empi, e discendevanoda Atalia figlia dell'empio Achab e moglie diloram. Dio per mezzo di Elia aveva maledettatutta la posterit di Achab (III Re XXI, 21) esta scritto che Dio fa vendetta dell'iniquit deipadri sopra i figli fino alla terza e quarta ge-nerazione (Esod. XX, 5).

    11. Giosia gener Gieconia e i suoi fratelli ecc.Anche tra Giosia e Gieconia si omette il reIoachim. Gieconia infatti era figlio di Ioachim fi-glio di Giosia. Quest'omissione si deve al fattoche Ioachim era stato fatto re non dal popolo,ma da Nechao Faraone di Egitto.

    Gieconia inoltre non ebbe fratelli propriamentedetti

    ; quindi le parole : e i suoi fratelli, deno-tano 1 SUOI parenti o zii, alcuni dei quali infattiregnarono.La deportazione degli Ebrei in Babilonia co-

    mmcio ad effettuarsi nel 606 ed ebbe termine

    nel 585 a. C. Gli Ebrei rimasero schiavi circa70 anni, cio fino al 536 a. C.

    12. Salatiel gener Zorobabel. Secondo i Para-lipomeni (lib. I, III, 19) Zorobabel sarebbe figliodi Padaia e nipote di Salatiel. Per spiegare questadivergenza si ricorre o a un errore di copistanei Paralipomeni, oppure alla legge del levirato.

    13. Abiud. I dieci nomi seguenti non si tro-vano pi nei libri del V. T. ; ma dovettero esseretratti dai pubblici archivi. La famiglia di Davideera decaduta dalla sua grandezza e viveva po-vera e oscura.

    16. Giuseppe sposo di Maria. L'Evangelistadandoci la genealogia di S. Giuseppe si conformaall'uso ebraico di non tener conto delie donnenelle tavole genealogiche ; ma nello stesso tempoper ci d ancora la genealogia di Ges, poich indubitato che Maria SS. discendeva pure daDavide, come si deduce espressamente dalle pa-role di S. Paolo (Rom. I, 3 e Ebr. VII, 14) edalle testimonianze degli antichi Padri (TertuU.De car. Cristi 22). Maria non aveva fratelli, ecome tale doveva sposarsi a un suo parente, ilquale con essa avesse l'eredit secondo la legge.

    Giuseppe come padre legale di Ges diede alSalvatore il carattere legale di discendente diDavide.

    Maria in ebraico Miryam, probabilmente signi-fica ( Signora o Bella .

    Dalla quale nacque Ges. Ges fu concepitonel seno di Maria SS. per opera esclusiva delloSpirito Santo, e perci l'Evangelista non dice cheGiuseppe abbia generato Ges. Giuseppe nonfu padre naturale di Ges : ma solo padre le-gale, in quanto cio fu vero e legittimo sposodi Maria.

    Il manoscritto siriaco Lewis-sinaitico ha la se-guente variante Giuseppe, u cui era fidanzataMaria la Vergine, gener Ges . Questa varianteper un errore evidente perch in contraddi-zione coi v. 18-20.Chiamato il Cristo. Cristo, (eb. Mashtah, donde

  • S. Matteo, I, 17-23

    "Omnes taque generationes ab Abrahamusque ad David, generationes quatuordecim :et a David usque ad transmigrationem Ba-bylonis, generationes quatuordecim : et atransmigratione Babylonis usque ad Chri-stum, generationes quatuordecim.

    "Christi autem generatio sic era! : Curaesset desponsata mater eius Maria loseph,antequam convenirent, inventa est in uterohabens de Spiritu sancto. 'Moseph autem vireius cum esset iustus, et nollet eam tradu-cere : voluit occulte dimittere eam.

    '"Haec autem eo cogitante, ecce AngelusDomini apparuit in somnis ei, dicens : Jo-seph fili David, noli timere accipere Mariamconiugem tuam : quod enim in ea natumest, de Spiritu sancto est. *'Pariet autemfllium : et vocabis nomen eius lesum : ipseenim salvum faciet popuium suum a pec-catis eorum.

    *'Hoc autum totum factum est, ut adim-pleretur quod dictum est a Domino per Pro-phetam dicentem : "Ecce virgo in utero

    ''Da Abramo dunque sino a David sonoin tutto quattordici generazioni : da Davidsino alla trasmigrazione in Babilonia quat-tordici generazioni : e dalla trasmigrazionein Babilonia sino a Cristo quattordici ge-nerazioni.

    **La nascita di Ges Cristo avvenne poiin questo modo. Essendo stata la madre dilui Maria sposata a Giuseppe, si scopersegravida di Spirito santo prima che stesseroinsieme. ''Or Giuseppe marito di lei, es-sendo giusto e non volendo esporla airinfa-mia, prese consiglio di segretamente riman-darla.

    '"Ora mentre egli stava in questo pen-siero, ecco un Angelo del Signore gli ap-parve in sogno, dicendo : Giuseppe, figliuo-lo di David, non temere di prendere Mariain tua consorte : imperocch ci che inessa stato concepito dallo Spirito santo.*'Ella partorir un figliuolo, cui porrai nomeGES' : perch egli liberer il suo popolodai loro peccati.

    'Tutto questo segui aflUnch si adem-pisse quanto era stato detto dal Signore permezzo del Profeta che dice : "Ecco la Ver-

    'Luc. l. 27. Lue. 1. 31; Act. 4, 12. U. 7, 14.

    Messia), signflca Unto. In antico < ungevanoi re e i sacerdoti, e dai tempi di Daniele ilnome Messia venne attribuito al Re e al Sacer-dote per eccellenza annunziato dai profeti easpettato da tuno Israele.

    17. Per avere il numero di 14 generazioni fad'uopo contare due volte Gieconia, una coi redi Giuda prima della trasmigrazione in Babi-lonia, l'altra cogli umili discendenti di Davidedopo la trasmigrazione.

    Il 14 poi i un multiplo di 7, numero sacropresso gli Ebrei.

    S. Matteo ha diviso la storia di Israele in treperiodi di 14 generazioni ciascuno; quello deiPatriarchi, quello dei Re, e quello dei Sacer-doti. In ogni periodo si ebbe una promessa so-lenne del Messia, nel primo ad Abramo; nel se-condo a Davide : nel terzo a Zorobabel per mezzodi Aggeo e Zaccaria. Col Messia Ges cominciaun nuovo ordine di cose.

    18. Era uso presso gli Ebrei che la novellasposa continuasse ad abitare presso i suo! pa-renti, e solo pi tardi si celebrasse la festanuziale e venisse introdotta con pompa nella casadello sposo.

    Mentre dimorava ancora nella casa patema,lo sposo poteva liberamente trattare con essa,e per sciogliere il vincolo che li univa era ne-cessario un libello di ripudio.

    Tale era la condizione di Maria SS. Sposataa Giuseppe non era ancora stata introdotta so-lennemente nella casa di lui, quando fu mani-festa la sua gravidanza, la quale era per operadello Spirito Santo. Niuno si meravigliava, es-sendo ella sposata, chi rimaneva sorpreso delfatto era Giuseppe.

    19. Gaseppe... essendo giusto... vale a direzelante dell'osservanza della legge, non poteva

    accettare -in ispoM una donna nelle condizionidi Maria ; ma d'altra parte, non potendo fonda-tamente dubitare della fedelt di lei, non volevaesporla al disonore di darle un pubblico libellodi ripudio, o di trascinarla davanti ai tribunali,dai quali sarebbe atata condannata alla lapida-zione. Egli perci pensava al modo di disfarsisegreumente di lei.

    20. Ecco an annelo. Spesso nell'A. T. Dio ave-va per mezzo degli angeli e dei sogni manife-stata agli uomini la aua volont (Gen. XX, 3;XXVIII, 12 ecc.). L'angelo chiama Giuseppefiglio di Davide, perch in forza del suo matri-monio con Maria egli doveva dare il caratterelegale alla discendenza Davidica di Ges. GIIdice di prendere Maria in consorte, vale a diredi celebrare solennemente le nozze con lei eintrodurla nella propria casa, e l'assicura che ilmistero compitosi opera dello Spirito Santo.

    21. Ges (dall'ebraico lehoshua abbreviato ialeshua) significa lahve; salvezza. Ges fu DioSalvatore, perch si fece uomo per redimerci4alla schiavit di Satana. L'Evangelists indicasubito il carattere dell'opera messianica di Ges.Egli non venuto a liberare il suo popolo dallaservit dei Romani, come falsamente pensavanoi Giudei dovesse fare il Messia ; ma venutoper distruggere il peccato e fondare un regnonon politico e temporale, ma spirituale ed eterno.

    22. S. Matteo, scrivendo per i Giudeo-cristiani,insiste nel suo Vangelo a far vedere compiutein Ges C le profezie dell'A. T. riguardanti ilMessia. Cos ora dimostra che la Concezionesoprannaturale di Ges era gi stata annunziatadal profeta Isaia.

    23. La profezia di Isaia (VII, 14) viene ripor-tata secondo i LXX con qualche leggiera dif-ferenza. Maria la Vergine ( *H xapevoe; ebr.

  • 8 S. Matteo, I, 24 II, 1

    habebit, et pariet fllium : et vocabunt no-men eius Emmanuel, quod est interpreta-tum Nobiscum Deus.

    **Exurgens autem Joseph a somno, fecitsicut praecepit ei angelus Domini, et accepitconiugem suam. "Et non cognoscebat eamdonec peperit fllium suum primogenitura : etvocavit nomen eius lesum.

    gine concepir, e partorir un figliuolo : elo chiameranno per nome Emmanuele : cheinterpretato significa : Dio con noi.

    ''Risvegliatosi adunque Giuseppe dalsonno, fece come gli aveva ordinato l'An-gelo del Signore, e prese con s la suaconsorte. ^*Ed egli non la conobbe, fino aquando partor il suo figliuolo primogenito :e lo chiam per nome Ges.

    CAPO II.

    Venuta dei Magi, 1-12. Fuga in Egitto, 13-15 > Ritorno dall'Egitto, 20-23.

    Strage degli innocenti, T-ig.

    ^Cum ergo natus esset Jesus in Bethle-hem Juda in diebus Herodis regis, ecceMagi ab oriente venerunt Jerosolymam,

    'Essendo adunque nato Ges in Betlemmedi Giuda, regnando il re Erode, ecco chedei Magi arrivarono dall'Oriente a Gerusa-

    1 Lue. 2, 7.

    halma) predetta ; il suo figlio Ges l'Emma-nuele o Dio con noi, cio Dio incarnato e fattouomo.

    Quasi tutti i cattolici e molti protestanti (p. es.Delitzsch, Weiss, Zahn, ecc.) riconoscono nelleparole di Isaia un passo direttamente messianico.Il profeta annunzia un segno straordinario adAchaz : La Vergine concepir, e partorir unfiglio. Ora non vi sarebbe nulla di prodigioso,se la Vergine avesse dato alla luce il figlio per-dendo la sua verginit. Perci da rigettarsil'opinione di quei pochi, che vorrebbero appli-care le parole del profeta alla moglie dello stessoIsaia o a qualsiasi altra donna fuori di Maria SS.,tanto pi che i caratteri dell'Emmanuele (IsaiaVIII-IX-XI) non possono convenire ad alcun uo-mo ; ma solo a Ges Cristo.

    24. La prese in consorte vale a dire la intro-dusse nella sua casa, celebrando con lei solen-nemente le nozze. Il fatto ebbe luogo dopo cheMaria era tornata dalla visita a Elisabetta.

    25. L'Evangelista insiste nuovamente sulla con-cezione e nascita verginale di Ges. Egli percifa osservare che niun rapporto coniugale inter-venne tra Giuseppe e Maria prima del parto.Che poi Maria SS. sia rimasta vergine anchedopo il parto, una verit che si ha dalla tra-dizione dei Padri (Ignazio, Ad Ephes. XIX; adTrall. IX; Giustino, Dial. 85; Apol. 31, 46; Ire-neo, Cont. haeres. 1. I, e. X, 1 ecc.) e dallaautorit della Chiesa. L'Evangelista non scrivela vita di Maria, ma quella di Ges; quindi glibasta affermare esplicitamente la nascita sopran-naturale del Salvatore.

    Primogenito presso gli Ebrei si diceva il pri-mo nato, anche se unico. Ci avveniva, perche ^^^tvvMl"^^" '^^ riscattare il primo nato(Esod XXXIV, 19-20; Num. XVIII, 15). S. Mat-teo chiama Ges primogenito, per far compren-dere che al Figlio di Maria competevano tutti1 diritti di Davide.

    Si osservi per che i codici Vaticano e Sinai-tico e pociii altri omettono questa parola : pri-mogenito, ^ '^

    CAPO II.

    1. Betlemme (casa del pane), anticamente dettaEfrata (fertile), era una piccola citt appartenentealla trib di Giuda, situata a Sud di Gerusalem-me, a circa due ore di marcia da questa citt.Viene detta di Giuda o come si ha nel testo grecodi Giudea, per distinguerla da un villaggio dellostesso n