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Comparti soggetti a programmazione unitaria e concertata Il presente elaborato è di proprietà di GSA srl e non può essere riprodotto o trasmesso a terzi anche in modo parziale senza autorizzazione scritta approvato verificato redatto data Descrizione Emissione rev. 0 Comune di Ravenna ARC VER Aggiornamento 1 Piano Urbanistico Attuativo S12 - Casalborsetti Committenti: URB 07.11.2011 16.12.2013 GSA GSA PUA Alleagato D Relazione paesaggistica Cino Zucchi Architetti GSA srl Ettore Rinaldini Architetto Via Revere, 8 - 20145 - Milano -Italia Tel. (+39) 02 48.01.61.30 Fax (+39) 02 48.01.61.37 [email protected] www.zucchiarchitetti.com Via Alberoni, 4 - 48121 - Ravenna -Italia Tel. (+39) 0544 21.73.83 Fax (+39) 0544 24.61.75 [email protected] www.gsassociati.com Viale della Lirica, 43 - 48124 - Ravenna -Italia Tel. (+39) 0544 40.59.79 Fax (+39) 0544 27.26.44 [email protected] Via Antico Squero, 64 48124 - Ravenna (Ra) Via Faentina, 106 48124 - Ravenna (Ra)

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Comparti soggetti a programmazioneunitaria e concertata

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Emissione

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Comune di Ravenna

ARC

VER

Aggiornamento1

Piano Urbanistico AttuativoS12 - Casalborsetti

Committenti:

URB

07.11.2011

16.12.2013

GSA

GSA

PUAAlleagato DRelazione paesaggistica

Cino Zucchi Architetti

GSA srl

Ettore Rinaldini Architetto

Via Revere, 8 - 20145 - Milano -ItaliaTel. (+39) 02 48.01.61.30 Fax (+39) 02 [email protected] www.zucchiarchitetti.com

Via Alberoni, 4 - 48121 - Ravenna -ItaliaTel. (+39) 0544 21.73.83 Fax (+39) 0544 [email protected] www.gsassociati.com

Viale della Lirica, 43 - 48124 - Ravenna -ItaliaTel. (+39) 0544 40.59.79 Fax (+39) 0544 [email protected]

Via Antico Squero, 6448124 - Ravenna (Ra)

Via Faentina, 10648124 - Ravenna (Ra)

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Comune di Ravenna PUA – Comparto soggetto a programmazione unitaria e concertata – Co S12 Casalborsetti - Golf

Relazione Paesaggistica (Ex – D.P.C.M. 25/12/2005) Committenti:

MOLINETTO S.r.l. Via Antico Squero, 64 48124 - Ravenna (Ra)

VALORE E SVILUPPO S.P.A. Via Faentina, 106 48124 - Ravenna (Ra)

Redatto da:

Dr. Agr. Antonio Stignani Arch. Michele Casamenti

Contributi Specialistici

Contenuti urbanistici e comparto sportivo: Arch. Ettore Rinaldini

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SOMMARIO

A INTRODUZIONE ................................................................................................................... 4

B ANALISI DELLO STATO ATTUALE ........................................................................................... 6

B.1 UBICAZIONE DELL’INTERVENTO .......................................................................................... 6

B.2 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO ...................................................................... 9

B.2.1 D.Lgs. 42/2004 “Codice Urbani” ............................................................................... 9

B.2.2 Piano del Parco Regionale del Delta del Po .............................................................. 12

B.2.3 Rete Natura 2000 – Sito SIC-ZPS IT4070005 “Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini”........................................................................................... 14

B.2.4 Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) ......................................................... 17

B.2.5 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) ............................................ 19

B.2.6 Piano Regolatore Generale .................................................................................... 30 B.2.6.1 Piano Strutturale Comunale (PSC) ............................................................................... 30 B.2.6.2 Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) ...................................................................... 43 B.2.6.3 Piano Operativo Comunale (POC) ................................................................................ 45

B.3 ANALISI DEI LUOGHI E DELLE VISUALI ................................................................................. 47

B.3.1 Evoluzione storica del territorio .............................................................................. 47

B.3.2 Caratteristiche morfologiche e caratteri del paesaggio ............................................. 49

B.3.3 Inquadramento climatico e vegetazionale ............................................................... 50

B.3.4 Le unità ecosistemiche .......................................................................................... 53

B.3.5 Documentazione fotografica ................................................................................. 61

C DESCRIZIONE DELL’OPERA IN PROGETTO ........................................................................... 78

C.1 IL COMPARTO CO S12 – CASALBORSETTI - GOLF .................................................................. 78

C.2 PIANO URBANISTICO ATTUATIVO ...................................................................................... 88

C.2.1 Sub Comparto 1 ................................................................................................... 88

C.2.2 Sub Comparto 2A e 2B .......................................................................................... 90

C.2.3 Sub Comparto 3B ................................................................................................. 91

C.2.4 Sub Comparto 3A – Sub Comparto 4 ....................................................................... 92

D PIANO DI INSERIMENTO PAESAGGISTICO ........................................................................... 93

D.1 ELEMENTI COSTITUTIVI DEL SISTEMA DEL VERDE ................................................................ 96

D.1.1 L’impianto golfistico ............................................................................................. 97

D.1.2 La Pineta e il Parco Naturale ................................................................................ 103

D.1.3 Il verde urbano ................................................................................................... 116

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D.2 INTERVENTI DI MITIGAZIONE .......................................................................................... 123

E FOTOINSERIMENTO DELLE OPERE DI PROGETTO .............................................................. 125

F VALUTAZIONE DELLA COMPABILITÀ PAESAGGISTICA ....................................................... 128

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A INTRODUZIONE

Il Piano Urbanistico Attuativo del Comparto soggetto a programmazione unitaria e concertata

denominato Co S12 Casalborsetti – Golf, si colloca nei territori a nord-est del Comune di Ravenna, in

continuità con la località litoranea Casalborsetti.

Il comparto golfistico rientra tra le strategie territoriali previste dal Piano Strutturale Comunale, facendo

proprio uno dei temi fondamentali del programma di sviluppo che verte sulla compatibilità delle risorse

umane con la salvaguardia e la qualità dell’ambiente, attraverso la tutela e la valorizzazione delle identità

paesaggistiche e delle loro caratteristiche.

Il piano si sviluppa su di un area di circa 163 Ha ed è caratterizzato da diverse tipologie di interventi

organizzati in 6 sub comparti per cui l’obiettivo primario è il corretto inserimento paesaggistico –

ambientale nel contesto di riferimento.

La presente relazione paesaggistica viene redatta in conformità ai disposti del D.P.C.M. 12/12/2005, ai

sensi del quale il documento deve contenere “tutti gli elementi necessari alla verifica della compatibilità

paesaggistica dell’intervento, con riferimento ai contenuti e alle indicazioni del piano paesaggistico ovvero

del piano urbanistico-territoriale con specifica considerazione dei valori paesaggistici”.

Le opere che interessano il Comparto S12 – Casalborsetti - Golf rientrano negli “interventi e/o opere a

carattere areale”, tra i quali il Decreto annovera esplicitamente: complessi sportivi, complessi residenziali,

turistici, commerciali, campeggi e caravaning

In particolare il presente documento riguarda il PUA Stralcio relativo alle opere di urbanizzazione

primaria e secondaria che interessano il Comparto Co S12 – Casalborsetti - Golf.

La presente relazione si articola in tre parti.

- A) STATO DEI LUOGHI PRIMA DELL’INTERVENTO

Analisi dello stato attuale: descrive, anche attraverso estratti cartografici, i caratteri

paesaggistici del contesto territoriale e dell’area d’intervento ed i livelli di tutela operanti nel

contesto a livello urbanistico e paesistico - ambientale;

- B) CARATTERISTICHE PROGETTUALI DELL’INTERVENTO

Descrizione delle opere di progetto: analizza la tipologia, destinazione e dimensionamento delle

opere da eseguire, valutando le scelte progettuali in coerenza con gli obiettivi di conservazione -

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valorizzazione - riqualificazione, in riferimento alle caratteristiche del paesaggio nel quale si

inseriranno;

- C) STATO DEI LUOGHI DOPO L’INTERVENTO

Valutazione dell’impatto paesaggistico delle opere e definizione di interventi di mitigazione:

mostra gli effetti dell’inserimento dell’opera nel contesto paesaggistico e nell’area di intervento

e l’adeguatezza delle soluzioni, basandosi sui criteri di congruità paesaggistica (forma, rapporti

volumetrici e materiali). Indica, inoltre, (se necessarie) le opere di mitigazione sia visive che

ambientali previste e propone eventuali misure di compensazione.

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B ANALISI DELLO STATO ATTUALE

B.1 UBICAZIONE DELL’INTERVENTO

L’area di intervento si colloca in un’area sita a sud di Casalborsetti e confina a sud con l’argine sinistro

del Fiume Lamone, a est con Via Spallazzi, a nord con il centro abitato di Casalborsetti e ad ovest con il

Canale di scolo delle Vene ed il suo proseguimento verso sud fino all’argine del Lamone.

Il Comparto S12 Casalborsetti - Golf si inserisce in un’area naturale a circa 10 km a nord della città di

Ravenna, ad una distanza media dal mare tra i 200 e gli 800 metri, con estensione longitudinale (parallela al

litorale) di circa 2,5 km e laterale di circa 700 m per una superficie complessiva di circa 163 Ha.

Il lotto rientra nel Contesto paesaggistico d’area vasta denominato “La fascia costiera nord – San Vitale”

che individua la parte di litorale a nord del porto di Ravenna, compresa tra l’ultimo tratto del Fiume Reno , i

canali di scolo posti a nord delle Bassette e, ad ovest, dalla SS 309 Romea Nord e dalle valli di Punte

Alberete e Mandriole.

L’assetto attuale del contesto costituisce l’esito delle vicende che hanno contraddistinto la costa

ravennate tra il XVII e il XIX secolo e che hanno portato alla definizione del paesaggio tipico della bonifica

(“larga”) nella porzione settentrionale di questo territorio e alla riduzione della grande pineta costiera ed

alla formazione della pialasse, definendo l’insieme delle componenti naturali rappresentative dell’identità

territoriale ravennate, costituito da: il complesso Pineta di San Vitale – Pialassa Baiona – Pineta di Marina

Romea, l’alveo e la foce del Reno e le Valli di Punte Alberete e Mandriole.

L’aspetto più rilevante di queste componenti, sia naturali che antropiche, è dato dalla loro unitarietà e

riconoscibilità, oltre che dalla modalità con cui si relazionano tra loro, il complesso portuale e i centri urbani

di Casalborsetti, Marina Romea e Marina di Ravenna.

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Contesto paesistco d’area vasta “La fascia costiera nord – San Vitale” con individuazione area d’intervento.(Fonte: PSC Comune di Ravenna - Tav G3 Repertorio dei contesti paesistici - Elaborato gestionale)

Nella pagina seguente si riporta foto aerea con individuazione del perimetro del Comparto – Fonte: Regione Emilia Romagna

AREA D’INTERVENTO

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B.2 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

Nei punti che seguono si riporta un inquadramento dell’area di intervento rispetto alle aree a tutela

naturalistica e paesaggistica ed ai principali strumenti di pianificazione territoriale a livello nazionale,

regionale, provinciale e comunale.

B.2.1 D.Lgs. 42/2004 “Codice Urbani”

Il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ai sensi

dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137” fissa i principi fondamentali in materia di tutela e

valorizzazione del patrimonio culturale italiano, costituito dai beni culturali e paesaggistici. L’area analizzata

rientra fra le “aree dichiarate di notevole interesse pubblico” ai sensi del D.Lgs. 42/2004.

L’intervento si pone in un contesto paesistico molto particolare in cui gli elementi del paesaggio agricolo

tipici della bonifica (Zona paesistica tra Candiano e Foce Reno) e quelli del paesaggio naturalistico costiero

delle pinete litoranee (Pineta di Marina Romea), si incontrano e si fondono.

Particolare attenzione deve essere posta nella progettazione di tutte le componenti del piano,

rispettando le peculiarità delle diverse componenti del paesaggio senza alterarne la conformazione e

curando l’inserimento paesaggistico di tutti gli interventi, con particolare attenzione a quelli di carattere

edilizio e infrastrutturale.

Di seguito si riporta la Carta della Provincia “Protezione dei Beni Paesaggistici e Ambientali – Aree

soggette all’art.136 del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.42 (ex legge n.1497/39)” in cui si indica il perimetro di

comparto (linea rossa) rispetto alle aree indicate dal Codice Urbani come “Bellezze Naturali”.

Si riporta inoltre lo stralcio della Tavola B.3.1.1 “Aree di valore naturale e ambientale” del PTCP della

Provincia di Ravenna, in cui sono evidenziati “immobili e aree dichiarate di notevole interesse pubblico ai

sensi del D.Lgs. 422004 artt. Da 136 a 141 e in cui l’intervento ricade interamente.

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Stralcio della carta della Provincia in cui si evidenziano le Bellezze Naturali in riferimento alla Legge 1497 del 1939 –

Fonte: Provincia di Ravenna

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Stralcio Tav. B.3.1.1 “Aree di valore naturale e ambientale” del PTCP della Provincia di Ravenna con localizzazione dell’area di intervento – Fonte: provincia di Ravenna

AREA D’INTERVENTO

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B.2.2 Piano del Parco Regionale del Delta del Po

Il Parco del Delta del Po è stato istituito con la L.R. 2 luglio 1988, n. 27; tale legge definiva la suddivisione

del parco in sei stazioni e la loro perimetrazione provvisoria:

1. Volano – Mesola – Goro

2. Centro storico di Comacchio

3. Valli di Comacchio

4. Pineta di San Vitale e Piallasse di Ravenna

5. Pineta di Classe e Salina di Cervia

6. Campotto di Argenta

Per ogni stazione è previsto uno specifico piano territoriale di cui approvati sono solo quello delle

stazioni 1, 3 e 6, mentre quello delle altre stazioni è stato solo adottato. In particolare il Piano Territoriale

del Parco Regionale del Delta del Po “Stazione: Pineta di San Vitale e Pialasse di Ravenna” è stato adottato

con delibera del C.C. n. 1/10298 del 05.01.2006 e controdedotto con delibera del C.C. n. 137/95722 del

06.10.2008 (il Piano deve essere ancora controdedotto e approvato dalla Regione Emilia - Romagna).

Il perimetro del Parco a cui si fa riferimento non corrisponde al perimetro provvisorio della stazione così

come definito dalla L.R. 2 luglio n.27 del 1988, ma a quello ridefinito con il Piano di stazione nel 2006 e nel

2008, sulla base di analisi e cartografie più dettagliate e che a breve sarà elemento unico e certo di

riferimento.

Le norme di salvaguardia del Piano di Stazione del Parco Regionale del Delta del Po “Pineta di San Vitale

e Pialasse di Ravenna” risultano operanti sin dalla data di prima adozione, ovvero dal 5 gennaio 2006.

Gran parte dell’area di progetto ricade nel perimetro del Parco del Delta del Po Stazione "Pineta di San

Vitale e Pialasse di Ravenna".

Le aree che ricadono all’interno del Parco sono classificate come “Aree Contigue” PP.AGN (Art. 27) e

comprendono le aree agricole a vocazione naturale o in parte già rinaturalizzate; sono inoltre indicate come

Aree di Riqualificazione Ambientale da sottoporre a Piani di Intervento Particolareggiato “Pineta litoranea e

dune grigie ex valle delle vene di Casal Borsetti” ( Art. 7, Art. 27 c. 14 e Art. 28 c. 3 delle Norme Tecniche di

Attuazione del Piano di Stazione) in cui all’Art. 28 comma 3.5 è specificato: “Il ripristino degli habitat legati

alla passata presenza della laguna costiera può essere compatibile con attività di tipo ricreativo sportivo, e

con la realizzazione delle strutture strettamente finalizzate a tale attività.”

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Gli interventi che interessano le aree che rientrano all’interno del perimetro del Parco devono rispettare

le disposizioni di salvaguardia dei beni ambientali, naturali, paesistici e culturali nell’area contigua del

Parco.

“I Piani ed i Regolamenti degli Enti pubblici territorialmente interessati dal Parco previsti dalla

normativa territoriale-urbanistica, nonché le loro varianti, ed i piani e regolamenti di settore (…) da

realizzare all'interno del territorio del Parco e nelle aree ad esso contigue, al di fuori delle zone D, sono

sottoposti, previamente alla loro approvazione da parte degli Enti competenti, al parere di conformità

dell'Ente di gestione rispetto alle norme di salvaguardia della legge istitutiva, in quanto vigenti, al Piano

territoriale del Parco e al relativo Regolamento, ai sensi dell’art. 39 della L.R. n. 6/05 e successive modifiche

e integrazioni.” (Art. 9 c. 1 “Parere di Conformità” delle NTA del Piano di Stazione)

Stralcio Tav. P.1 “Sintesi della zonizzazione” del Piano Territoriale del Parco del Delta del Po - Stazione Pineta di San Vitale e Pialasse di Ravenna – Fonte: Sito del Comune di Ravenna

Inoltre devono essere rispettate le prescrizioni dettate all’art. 28 c3 delle NTA del Piano di Stazione per

cui è necessario “favorire e sostenere tutti gli interventi volti alla valorizzazione ambientale del territorio,

alla salvaguardia dei caratteri originari degli insediamenti umani e di quelli dell’agricoltura tradizionale. A

tal fine sono da promuovere interventi destinati al miglioramento delle caratteristiche ambientali e

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paesaggistiche ed al mantenimento delle attività produttive a basso impatto ambientale, alla riconversione

di quelle esistenti non compatibili con le finalità del Parco, alla sperimentazione di nuove attività agricole,

produttive, turistiche compatibili con la qualità delle risorse naturali esistenti nel Parco e coerenti con le

aspettative delle popolazioni locali.”

Particolare attenzione deve essere rivolta agli interventi di carattere edilizio che, pur non essendo

espressamente vietati nelle Aree Contigue PP.AGN, dovranno curare il corretto inserimento dal punto di

vista paesaggistico-ambientale in modo da minimizzarne l’impatto sul contesto.

B.2.3 Rete Natura 2000 – Sito SIC-ZPS IT4070005 “Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni,

Duna di Porto Corsini”

Rete Natura 2000 è un progetto che trae origine dalla Direttiva dell’Unione Europea n. 43 del 1992

denominata ”Habitat” finalizzata alla conservazione della diversità biologica e alla tutela di una serie di

habitat e di specie animali e vegetali particolarmente rari.

Tale Direttiva prevede che gli Stati dell’Unione Europea contribuiscano alla costituzione di una rete

ecologica (Rete Natura 2000) che individua aree di particolare pregio ambientale distinte in Siti di Interesse

Comunitario (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS), previste dalla Direttiva n. 409 del 1979, denominata

“Uccelli”.

In Italia l’individuazione dei siti è stata realizzata dalle singole Regioni attraverso il coordinamento del

Ministero della Tutela del Territorio e del Mare.

In Emilia – Romagna i siti di Rete Natura 2000 costituiscono un vero e proprio sistema di tutela del

patrimonio naturale che comprende habitat (foreste, praterie, ambienti rocciosi e zone umide) e specie

animali e vegetali di importanza internazionale. Nell’ambito della Provincia di Ravenna sono individuati 7

SIC, 4 ZPS e 15 SIC – ZPS.

L’area interessata dal progetto è in parte compresa nel sito SIC-ZPS IT4070005 denominato “Pineta di

Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini”; il sito fino al 2009 era classificato solo come SIC, ma

dal 20 aprile 2009 con D.G.R. n. 512/2009 è stato ridefinito come SIC-ZPS.

Gli interventi che si collocano all’interno di tale area devono essere elaborati nel rispetto dei principi di

tutela e conservazione del sito e, soprattutto, degli habitat di importanza comunitaria che vi si trovano.

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Cartografia di dettaglio del SIC-ZPS denominato IT4070005 “Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di

Porto Corsini”, con individuazione, in rosso, del perimetro del Comparto S12 – Fonte: Regione Emilia Romagna.

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Stralcio della Tav. Habitat di SIC e ZPS “Aree protette e natura 2000”, SIC-ZPS IT4070005 in cui sono indicati gli habitat

di importanza comunitaria che caratterizzano il sito: in rosso è evidenziato il perimetro del Comparto S12 – Servizio

parchi e risorse forestali, Regione Emilia Romagna.

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B.2.4 Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR)

Il Piano Territoriale Paesistico Regionale è stato redatto secondo il combinato disposto dell’art. 15 della

L.R. 05/09/88, n.36, e del punto 2 del primo comma dell’art. 4 della L.R. 07/12/78, n.47, nonché per le

finalità e gli effetti di cui all’art. 1 della L. 08/08/85, n.431.

Nel Piano i paesaggi regionali sono classificati mediante “Unità di Paesaggio”, costituenti il quadro di

riferimento essenziale per le metodologie di formazione degli strumenti di pianificazione e di ogni altro

strumento regolamentare. L’area di nostro interesse ricade nell’Unità di Paesaggio n. 1 “Costa Nord”.

Dall'entrata in vigore della L.R. n. 20/2000, i PTCP che danno piena attuazione alle prescrizioni del PTPR

costituiscono, in materia di pianificazione paesaggistica, l'unico riferimento per gli strumenti comunali di

pianificazione e per l'attività amministrativa attuativa.

Nel caso specifico, dunque, lo strumento di pianificazione cui fare riferimento per la pianificazione

paesaggistica è il PTCP. Pertanto, per quanto riguarda l’analisi degli aspetti legati alla pianificazione

paesaggistica, si farà riferimento alla successiva analisi del PTCP della Provincia di Ravenna

Tavola 4 Unità di Paesaggio del Piano Territoriale Paesistico Regionale – Fonte: Regione Emilia - Romagna

AREA D’INTERVENTO

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Si riporta di seguito la scheda informativa della Unità di Paesaggio di interesse:

Comuni interessati Integralmente: Goro

Parzialmente: Argenta, Comacchio, Codigoro, Lagosanto, Mesola, Ravenna

Provincie interessate Ferrara, Ravenna

Inquadramento territoriale Superficie territoriale (KmQ) 491,07

Abitanti residenti (tot.) 46.045

Densità (ab/kmq) 93,76

Distribuzione della popolazione Centri 37.575 (82%)

Nuclei -

Sparsa 8.470 (18%)

Temperatura media/annua (C°) 13

Precipitazione media/annua (mm) 586

Uso del suolo (ha) Sup. agricola 26.206 (53,35%)

Sup. boscata 5.227 (10,65%)

Sup. urbanizzata 1.763 (3,60%)

Aree marginali 10.529 (21,45%)

Altri 5.375 (10,95%)

Altimetria s.l.m. (per superfici in ha)

< 0 26.478 (53,92%)

0 ÷ 40 22.628 (46,08%)

40 ÷ 600 -

600 ÷ 1200 -

> 1200 -

Capacità d’uso per superfici in ha

Suoli con poche limitazioni 5

Suoli con talune limitazioni 974

Suoli con intense limitazioni 15.311

Suoli con limitazioni molto forti 10.478

Suoli con limitazioni ineliminabili -

Suoli inadatti alla coltivazione -

Suoli con limitazioni molto intense -

Suoli inadatti a qualsiasi tipo di produzione

18.539

Clivometria (per superfici in ha)

Superfici occupate da fosse 5.853

Superfici con pendenze > 35% -

Geologia Classe litologica prevalente Suoli argillosi

Superficie in ha 59.950

Stato di fatto della strumentazione urbanistica

Comuni privi di strumento o con P.d.F.

-

Comuni con P.R.G. approvato ante L.R. 47/78

1 (14%)

Comuni con P.R.G. approvato post L.R. . 47/78 e ante D.M. 21/9/84

1 (14%)

Comuni con P.R.G. approvato post D.M. 21/9/84

5 (72%)

Vincoli esistenti Vincolo militare, Vincolo idrogeologico, Vincolo paesistico, Riserve naturali, Oasi di protezione della fauna, Zone umide

Componenti del paesaggio ed elementi caratterizzanti

Elementi fisici Vestigia del sistema di cordoni dunosi litoranei del grande apparato deltizio del Po

Avvallamenti e depressioni con lagune e stagni costieri di acqua salmastre

Foci (rami meridionali del Po, Reno e Fiumi Uniti)

Arenile in prevalente rimpascimento

Ampia zona intertidale

Elementi biologici Presenza di relitti di vegetazione planiziaria termofila (boscone della Mesola)

Vegetazione boschiva che risulta da elementi antropici e che conserva altre caratteristiche decorative e protettive: pinete litoranee, recenti e di antiche origini (pineta San Vitale, ecc.)

Vegetazione spontanea su cordoni dunali di interesse naturalistico

Fauna degli ambienti umidi salmastri e del litorale

Fauna degli ambienti umidi palustri e del litorale

Fauna dei boschi planiziari e litorali

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Elementi antropici Piccoli centri sorti sul sistema di dune costiere in corrispondenza delle foci e del delta fluviale del Po (Casalborsetti, Massenzatica, Mesola, Goro, Porto Garibaldi, Marina di Ravenna)

Impianti per acquacoltura (mitili, anguille, ecc.)

Saline di Comacchio

Presenza turistica stagionale di intensità territoriale medio-bassa

Lavorieri, casoni e bilancioni

Sistema portuale di tipo turistico-industriale e per la pesca

Recenti insediamenti turistici (lidi ferraresi e ravennati)

Invarianti del paesaggio Mare Adriatico

Lagune e stagni costieri di acque salmastre

Sistema di cordoni dunosi litoranei

Relitti di pinete e boschi litoranei

Foci fluviali

arenili

Beni culturali di particolare interesse

Beni culturali di interesse biologico - geologico

Dune Fossili di Massenzatica, Valle Porticino e Cannaviè, Valle Zavalea, Vene di Bellocchio, Bosco della Mesola, Foresta demaniale del Po di Volano, Pineta di San Vitale

Beni culturali di interesse socio – testimoniale

Lavorieri di Comacchio, Abbazia di Pomposa, Castello di Mesola, centro storico di Comacchio, salina di Comacchio

Programmazione Programma e progetti esistenti F.I.O.'84: progetto per il recupero delle Valli di Comacchio

F.I.O:'83: disinquinamento idrico del Sistema Padano Alto Adriatico

3° Piano Regionale di Sviluppo: valorizzazione zone umide del delta del PO

R.E.R.: progetto di Parco Delta del Po

R.E.R.: piano per la difesa della costa

R.E.R.: piano di controllo degli emungimenti

R.E.R.: piano per la portualità turistica

PIM '87: programma acquacoltura

B.2.5 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale è stato adottato con Delibera del Consiglio Provinciale

n°51 del 06.06.2005, approvato con Delibera del C.P. n°9 del 28.02.2006, pubblicato sul B.U.R dell’Emilia

Romagna n°65 del 10.05.2006.

Il PTCP è, di fatto, lo strumento di approfondimento, alla scala provinciale, di indirizzi, obiettivi e

prescrizioni del PTPR (Piano Territoriale Paesistico Regionale); è quest’ultimo che individua le grandi

suddivisioni di tipo fisiografico (montagna, collina, pianura, costa), i sistemi tematici (agricolo, boschivo,

delle acque, insediativo) e le componenti biologiche, geomorfologiche o insediative che caratterizzano la

struttura territoriale regionale.

Oltre agli stralci delle tavole del PTCP si riportano anche quelli delle tavole della Provincia di Ravenna in

cui sono individuati, in sintesi i vincoli di carattere paesistico ambientale che interessano l’area del

Comparto S12.

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Tavola 1: Unità di paesaggio

La zona presa in esame rientra nell’Unità di Paesaggio n°6, definita dal Piano Territoriale di

Coordinamento Provinciale e denominata ”Della Costa Nord”.

I suoi confini si identificano, a nord, con il Fiume Reno e, a sud, con il Fiume Savio, mentre verso

l’entroterra il limite è segnato dal dosso litoraneo evidenziato dalla SS 309 e dalla ferrovia Ravenna –

Rimini; il Candiano e la fascia di rispetto portuale dividono in due parti distinte l’Unità di Paesaggio.

Questo territorio ha sempre avuto una conformazione a valenza prevalentemente naturale: il sistema

costiero, definito dall’associazione di dune, pineta litoranea e valli, ha resistito alle imponenti opere di

bonifica di pianura fino alla prima metà del XX secolo, ma dal secondo dopoguerra le imponenti opere

dell’uomo hanno distrutto buona parte di questo paesaggio.

Oggi il sistema costiero naturale che prima si estendeva senza soluzione di continuità dal Savio al Reno

risulta frammentato e in aderenza ad un sistema infrastrutturale ed insediativo in continua espansione.

Stralcio Tav. 1 del PTCP con individuazione dell’area d’intervento in rosso – Fonte: Provincia di Ravenna

AREA D’INTERVENTO

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Tavola 2.5: Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico-culturali

Come si evince dallo stralcio della tavola 2.5 del PTCP, il Comparto S12 Casalborsetti - Golf ricade

all’interno di un territorio sottoposto a diversi livelli di tutela.

“Sistema costiero”art. 3.12;

“Zone di tutela della costa e dell’arenile” art. 3.15;

“Zone di particolare interesse paesaggistico ambientale” art. 3.19;

“Sistemi dunosi di rilevanza storico documentale paesistica” art. 3.20d;

“Bonifiche” art. 3.23;

“Viabilità panoramica” art. 3.24b;

“Parchi Regionali” art. 7.4

Negli stralci planimetrici è evidente come nella Tavola 2.5 del PTCP sia indicato il perimetro del

Parco del Delta del Po come definito dalla L.R. 2 luglio n.27 del 1988 e non quello ridefinito con

il Piano di stazione nel 2006 e nel 2008 (vedi capitolo relativo al Piano del Parco del Delta del

Po), mentre nello stralcio della Carta della Provincia di Ravenna che indica i Vincoli ambientali, il

perimetro del Parco sia quello del Piano si Stazione adottato nel 2006.

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Stralcio della Tav. 2.5 Tutela dei Sistemi ambientali del PTCP con individuazione dell’area di intervento

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Di seguito si riportano le specifiche degli articoli delle Norme Tecniche di Attuazione del PTCP che

interessano l’area d’intervento:

Art. 3.12 - Sistema costiero

1.(D) (…)

2. Le disposizioni del presente articolo sono finalizzate al mantenimento e alla ricostruzione delle

componenti naturali ancora riconoscibili e all'individuazione degli elementi strutturanti del

sistema ambientale locale in continuità con l'assetto ambientale dell'entroterra nonché alla

ridefinizione del sistema insediativo costiero per il quale favorire il decongestionamento e il

recupero di aree a verde e per servizi. In tutto il sistema costiero trovano applicazione gli indirizzi

per la Gestione Integrata delle Zone Costiere (GIZC) di cui alla delibera del Consiglio Regionale 20

gennaio 2005 n.645 (…);

3. Gli strumenti di pianificazione e/o programmazione settoriale e gli strumenti di pianificazione

comunali, con esclusione delle aree ricadenti all'interno della perimetrazione del territorio

urbanizzato così come delimitato ai sensi dell'art. 13 della L.R. n. 47/1978 prima dell'entrata in

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vigore della L. n. 431/1985, nonché le aree dell'ambito portuale di Ravenna soggette a piani

urbanistici preventivi specifici, sono tenuti a promuovere il recupero e la riqualificazione dei

territori ricompresi in detto sistema uniformandosi, in ragione delle rispettive specificità, agli

indirizzi seguenti:

(…)

d) devono essere mantenuti e, ove possibile, ripristinati varchi tra l'entroterra ed il mare, tali

da consentire l'accesso alla fascia balneare, la continuità visuale tra la campagna ed il

mare, l'interruzione della continuità edilizia con elementi naturali, la fruizione di spazi

vegetati per le attività di tempo libero;

g) i nuovi manufatti edilizi ad uso residenziale, turistico-ricettivo e di servizio, eventualmente

necessari in aggiunta a quelli esistenti, ove sia dimostrata la indispensabilità della loro

localizzazione all'interno degli ambiti territoriali di cui al presente articolo, devono essere

localizzati prioritariamente in aree già urbanizzate, fatta eccezione per gli interventi

necessari alla riqualificazione urbana ed ambientale, per l’integrazione dei servizi pubblici e

privati e/o per la realizzazione ed adeguamento della viabilità al fine di decongestionare il

lungomare, nonché per quelli necessari all'adeguamento alle norme di sicurezza e di igiene

delle attività agrituristiche, del turismo rurale e delle attività ricettive e ricreative;

g bis) deve essere perseguito il decongestionamento della fascia costiera favorendo la

riqualificazione del tessuto urbanistico esistente attraverso interventi di recupero e

reperimento al suo interno degli standard per servizi, arredo e realizzazione di parchi urbani;

(…)

Art. 3.15 – Zone di tutela della costa e dell’arenile

(…)

2.(a) (…) possono essere previsti e/o consentiti esclusivamente (…) la conservazione e/o il ripristino

della conformazione naturale, con particolare riferimento all'apparato morfologico e

vegetazionale della duna (…)

Art. 3.19 - Zone di particolare interesse paesaggistico – ambientale

1.(D) Le zone di particolare interesse paesaggistico – ambientale, delimitate nelle tavole

contrassegnate dal numero 2 del presente Piano, nonché le aree individuate dagli strumenti

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urbanistici comunali come ambiti agricoli di rilievo paesaggistico, ai sensi dell’art. A.18, del capo

A-IV, della L.R. 20/2000, comprendono ambiti territoriali caratterizzati oltre che da rilevanti

componenti vegetazionali e geologiche, dalla compresenza di diverse valenze (storico-antropica,

percettiva, ecc.) che generano per l’azione congiunta un interesse paesistico.

1.(D) Nelle zone di cui al presente articolo possono essere individuate, da parte degli strumenti di

pianificazione comunali od intercomunali, sulla base di parere favorevole della Provincia,

ulteriori aree a destinazione d'uso extragricola diverse da quelle di cui al nono comma, oltre alle

aree di cui al secondo comma, solamente ove si dimostri:

a) l'esistenza e/o il permanere di quote di fabbisogno non altrimenti soddisfacibili, ribadendo, in

particolare per le località balneari ricadenti nella zona in esame, quanto sancito dal punto g)

del comma 3 dell’art.3.12 – Sistema costiero (sopracitato);

b) la compatibilità delle predette individuazioni con la tutela delle caratteristiche paesaggistiche

generali dei siti interessati e con quella di singoli elementi fisici, biologici, antropici di interesse

culturale in essi presenti.

(…)

8. (…) sono ammessi gli interventi volti a consentire la pubblica fruizione dei valori tutelati

attraverso la realizzazione di:

a) parchi le cui attrezzature, ove non preesistenti, siano mobili od amovibili e precarie;

b) percorsi e spazi di sosta pedonali e per mezzi di trasporto non motorizzati;

c) zone alberate di nuovo impianto ed attrezzature mobili od amovibili e precarie in radure

esistenti, funzionali ad attività di tempo libero.

Art. 3.20d – Particolari disposizioni di tutela di specifici elementi: dossi di pianura e calanchi

1.(D) I dossi di pianura, rappresentano morfostrutture che per rilevanza storico testimoniale e/o

consistenza fisica costituiscono elementi di connotazione degli insediamenti storici e/o

concorrono a definire la struttura planiziale sia come ambiti recenti di pertinenza fluviale sia

come elementi di significativa rilevanza idraulica influenti il comportamento delle acque di

esondazione.

2.(D) Nelle tavole contrassegnate dal numero 2 del presente Piano è riportato l’insieme dei dossi e

delle dune costiere che, avendo diversa funzione e/o rilevanza vengono graficamente distinti in:

a) Paleodossi fluviali particolarmente pronunciati

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b) …

c) …

d) Sistema dunoso costiero di rilevanza storico documentale paesistica

7.(D) Nelle aree interessate da dossi, dove siano presenti elementi diinteresse storico testimoniale,

(viabilità storica, …) i Comuni dovranno valutare l’inserimento dei dossi interessati in progetti di

fruizione turistico – culturale del territorio (...).

11.(P) Ai “sistemi dunosi di rilevanza storico documentale paesistica” si applicano gli stessi indirizzi e

prescrizioni di cui all’art. 3.19, spetta alla pianificazione comunale generale l’eventuale

emanazione di ulteriori norme di tutela. (…).

Art. 3.23 - Zone di interesse storico testimoniale - Terreni interessati da bonifiche storiche di pianura

1.(D) Fra le zone di interesse storico - testimoniale il presente Piano disciplina i terreni agricoli

interessati da bonifiche storiche di pianura come individuati nelle tavole contrassegnate dal

numero 2 del presente Piano, e le aree gravate da usi civici in conformità alle direttive dei

successivi secondo il terzo comma, ed agli indirizzi di cui al quarto comma.

(…)

4.(I) I Comuni in sede di formazione e adozione degli strumenti urbanistici generali orientano le loro

previsioni con riferimento ai seguenti indirizzi:

a) Vanno evitati interventi che possano alterare le caratteristiche essenziali degli elementi

delle bonifiche storiche di pianura quali, ad esempio, canali di bonifica di rilevanza

storica e manufatti idraulici di interesse storico.

Art. 3.24.B – Elementi di interesse storico-testimoniale - Viabilità panoramica

1.(I) Le tavole contrassegnate dal numero 2 del presente Piano riportano tutti gli elementi censiti

come facenti parte della viabilità panoramica. Tale individuazione costituisce documentazione

analitica di riferimento che i Comuni in sede di formazione del PSC dovranno verificare al fine di

assegnare, in funzione dell’interesse paesaggistico svolto, opportune discipline di tutela con

riferimento agli indirizzi di cui al presente articolo.

3.(D) Nella edificazione al di fuori del perimetro dei centri abitati:

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a) Vanno evitati gli interventi che limitino le visuali di interesse paesaggistico; in particolare

va evitata l’edificazione di nuovi manufatti edilizi ai margini della viabilità panoramica al

di fuori del perimetro del territorio urbanizzato, sul lato della veduta o su entrambi i lati

in caso di doppia veduta;

b) (…)

4.(D) Devono essere promossi gli interventi di valorizzazione della viabilità panoramica con particolare

riguardo per la realizzazione di attrezzature quali parcheggi attrezzati, aree attrezzate per il

ristoro e la sosta.

Art. 7.4 – Parchi regionali, riserve naturali e altre aree protette

1.(D) Il presente Piano indica, nella Tavola n.5, e più in dettaglio nelle tavole contrassegnate con il n.2,

le perimetrazioni dei parchi regionali istituiti ai sensi della L.R. 17 febbraio 2005, n. 6: “Disciplina

della formazione e della gestione del sistema regionale delle aree naturali protette e dei siti della

rete natura 2000”, della L.R. 2 luglio 1988, n. 27 – “Istituzione del Parco regionale del Delta del

Po” e della L.R. 21 febbraio 2005 n. 10 “Istituzione del Parco regionale della Vena del Gesso

Romagnola”.

(…)

3.(P) La perimetrazione e la disciplina in merito alla salvaguardia e valorizzazione nonché alle

destinazioni e trasformazioni ammissibili del territorio compreso nei parchi regionali, nelle

riserve naturali e nelle aree di riequilibrio ecologico, è stabilita dagli atti istitutivi e dai piani,

programmi e regolamenti previsti dalle specifiche leggi che regolano la materia ancorché

adottati ed in attesa di approvazione. Inoltre il P.T.C.P. recepisce, nei termini di cui all’art. 2.1,

comma 3, i Piani Territoriali dei Parchi.

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Tavola 6: Progetto reti ecologiche in Provincia di Ravenna

Dall’analisi della tavola si evince come l’area in oggetto rientri tra “Elementi di congruità ecologica tra la

costa e l’entroterra”, che sostanzialmente corrispondono al sistema duna/pineta litoranea, e “Zone buffer”;

queste ultime costituiscono il collegamento tra attività antropiche e dinamiche naturali adiacenti dove sono

presenti biotopi, habitat naturali e seminaturali con alto contenuto di naturalità. Esse hanno la funzione di

limitare i possibili danni della pressione antropica e ridurre i fattori di minaccia alle aree ecosistemicamente

più fragili.

Stralcio della Tav. 6 Reti ecologiche del PTCP con individuazione dell’area di intervento in rosso – Fonte: Provincia di Ravenna

AREA D’INTERVENTO

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B.2.6 Piano Regolatore Generale

Il Piano Regolatore Generale del Comune di Ravenna, Variante di Adeguamento e Razionalizzazione

delle Norme di Attuazione approvato con Delibera Consigliare N. 51/15007 19/03/02, classificava l’area

interessata dal progetto come Zona I ad uso pubblico - privato, comparto “impianto golfistico di

Casalborsetti” (art XI.10), e includeva l’area nella fascia litoranea soggetta a tutela dall’ingressione marina

(art. XI.11, (c10)).

Nell’ambito della L.R. 20/2000 nasce il nuovo Piano Regolatore Generale del Comune di Ravenna, che

introduce i nuovi strumenti per la pianificazione PSC, RUE e POC che di fatto vanno a sostituire il PRG del

’93.

B.2.6.1 Piano Strutturale Comunale (PSC)

Il Piano Strutturale Comunale (PSC) è stato adottato dal Comune di Ravenna con deliberazione C.C. n.

117/50258 del 23/06/2005, successivamente approvato con deliberazione C.C. PV 25/2007 del 27/02/2007

e pubblicato sul BUR n.57/2007 del 26/04/2007.

Il PSC è lo strumento di pianificazione urbanistica che deve essere predisposto dal Comune, con riguardo

a tutto il proprio territorio, per delineare le scelte strategiche di assetto e sviluppo e per tutelare l’integrità

fisica ed ambientale e l’identità culturale dello stesso.

Fra gli elaborati Gestionali del PSC si analizzano i seguenti elaborati:

Tav. D.1.1.a – Carta dei vincoli sovraordinati: sintesi del PTCP (In questa tavola vengono riportati

tutti i vincoli di carattere paesistico individuati dal PTCP della Provincia di Ravenna e a cui il PSC

fa riferimento per la redazione della propria cartografia);

Tav. G1.1 – Aree soggette a vincolo paesaggistico (Ricognizione delle aree vincolate ai sensi della

L.R. 31/2002, art. 46;

Tav. G1.2 – Carta dei vincoli paesaggistici vigenti – Ambiti di tutela;

Tav. G1.3 – Carta dei vincoli ambientali vigenti – Parco Delta Po e aree di protezione degli

habitat, Vincolo idrogeologico (aree urbanizzate);

Tav. G1.4 – Carta dei vincoli e disciplina sovraordinata – Ambiti di tutela

“Gli Elaborati gestionali riportano i vincoli, le discipline di settore e gli elementi di qualità del territorio,

dei quali tener conto nella gestione del PRG 2003 ed in particolare nella progettazione urbanistica ed edilizia

degli interventi.” (Art. 6 c3 delle NTA del PSC)

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G1.1 – Aree soggette a vincolo paesaggistico

Nello stralcio della tavola G1.1 di seguito riportato si osserva come l’intero Comparto rientri in “Aree

soggette a vincolo”, di conseguenza per l’approvazione del PUA di Casalborsetti è necessaria

l’Autorizzazione paesaggistica.

Stralcio Tav. G1.1 del PSC con individuazione, in rosso, dell’area d’intervento

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G1.2 – Carta dei vincoli paesaggistici vigenti

In questa tavola vengono messe in evidenza le diverse tipologie di vincolo paesaggistico che interessano

il territorio del Comune di Ravenna (approfondimento della tavola G1.1). In particolare il Comparto S12

rientra interamente in aree individuate come “Beni paesaggistici di notevole interesse pubblico” e solo

parzialmente in “Territorio costiero”.

Stralcio Tav. G1.2 del PSC con individuazione dell’area d’intervento

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G1.3 – Carta dei vincoli ambientali vigenti

In questa tavola vengono riportati i perimetri di riferimento relativi ai vincoli ambientali; in particolare si

osserva come il Comparto rientra quasi interamente all’interno del perimetro del Parco del Delta del Po e

che in buona parte ricade in area SIC e in zone sottoposte a vincolo idrogeologico. Gli interventi di carattere

edilizio dovranno essere collocati preferibilmente al di fuori di tali perimetri in continuità con l’aggregato

urbano esistente.

Il Vincolo idrogeologico discende dal R.D. 30 dicembre 1923 n. 3267 “Riordinamento e riforma della

legislazione in materia di boschi e di terreni montani” e dal R.D. 16 maggio 1926 n. 1126 “Regolamento per

l’applicazione del R.D. 3267/23”. Inizialmente il vincolo aveva come obiettivo prioritario quello di garantire

l’integrità dei territori boscati e saldi dall’attività agricola in forte espansione, mentre negli anni Settanta, in

seguito ad una trasformazione radicale del contesto ambientale e sociale, l’opera del vincolo divenne di

difesa dall’attività edilizia e dallo sviluppo infrastrutturale.

Con la L.R. n. 3/1999 “Riforma del sistema regionale locale”, le funzioni relative al vincolo idrogeologico,

già delegate alle Provincie con la L.R. 27 febbraio n.6 del 1984, sono delegate ai Comuni.

L’art. 150 della L.R. 3/1999 prevede diverse forme procedurali commisurate alla effettiva dimensione e

all’impatto sull’equilibrio territoriale delle opere e per cui è stata emanata la DGR 1117/2000 “Direttiva

Regionale concernente le procedure amministrative e le norme tecniche relative alla gestione del vincolo

idrogeologico”.

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Stralcio Tav. G1.3 del PSC con individuazione dell’area d’intervento

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La Direttiva Regionale riporta tre elenchi di opere che, a seconda delle dimensioni e dell’impatto sul

territorio: necessitano di autorizzazione, prevedono la comunicazione di inizio attività o non sono soggette

né ad autorizzazione né a comunicazione.

Le opere del PUA di Casalborsetti comprendono “interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del

territorio e trasformazione degli ecosistemi vegetali che comportino consistenti movimenti di terreno (scavi,

sbancamenti e riporti) e/o modifichino il regime delle acque” e quindi, per l’area indicata nella Carta della

Provincia, rientrerebbero nell’Elenco 1 “Opere che comportano Autorizzazione”; dal momento che la

gestione del Vincolo Idrogeologico è responsabilità diretta dei Comuni e non delle Province si assume che

valga la Cartografia Comunale e che quindi non sia necessaria l’Autorizzazione.

G1.4 – Carta dei vincoli e disciplina sovraordinata

Dallo stralcio cartografico si osserva come l’area ricade parzialmente in “Sistemi dunosi costieri di

rilevanza storico documentale paesistica” individuati dalla disciplina sovraordinata (si veda capitolo

precedente - PTCP).

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Stralcio Tav. G1.4 del PSC con individuazione dell’area d’intervento

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PSC 2.3 – Sistema paesaggistico - ambientale

In questo elaborato descrittivo del PSC vengono individuate le componenti della rete ecologica di

interesse provinciale esistenti e di progetto; all’interno del comparto S12 ricadono elementi della matrice

secondaria e alcuni filari.

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PSC 3 – Spazi e Sistemi – Fogli 03 “Casalborsetti” e 06 “Marina Romea”

Gli elaborati prescrittivi del PSC definiscono la disciplina urbanistica del territorio comunale

integrandola con i diversi elementi di tutela individuati dagli elaborati gestionali che vengono analizzati ad

una scala più di dettaglio.

Il Comparto S12 – Casalborsetti – Golf è individuato nel PSC3 – Spazi e Sistemi dai fogli 3 “Casalborsetti”

e 6 “Marina Romea”, in cui vengono definiti in maniera più dettagliata le aree di destinazione:

“Ambiti soggetti ad attuazione indiretta a programmazione unitaria concertata” art. 22;

“Rete ecologica” art. 30;

“Aree soggette ad ingressione marina” art. 31;

“Contesti Paesistici d’Area Vasta – La fascia costiera nord - San Vitale” art. 33;

“Attrezzature pubbliche comunali di progetto – S (attrezzature e impianti sportivi)” art. 52;

“Zone boscate e/o arbustive” art. 64.

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Stralcio dei Fogli 03 “Casalborsetti” e 06 “Marina Romea” del PSC 3 – Spazi e Sistemi in cui si evidenzia il limite

dell’area di studio.

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Si illustrano brevemente le indicazioni delle NTA del PSC relative alle destinazioni individuate nel PSC3.

Art. 22 – Attuazione indiretta

1. Si ha l’attuazione indiretta quando l’intervento di trasformazione è subordinato a Piano

Urbanistico Attuativo (PUA) di iniziativa pubblica o privata di cui al Titolo II della L.R. 20/2000,

esteso a Comparto ricompreso nel POC, per il quale il POC stesso stabilisce il tipo di PUA da

attivare e definisce, nell’apposita Scheda di Comparto di cui al successivo art. 25, la cui disciplina

urbanistica generale da assumere a base della formazione del PU.

(…)

4. Si ha l’Attuazione indiretta a programmazione unitaria quando il PSC individua un Ambito o Aree

rinviando la definizione dei relativi Comparti al POC, a seguito di concertazione tra

Amministrazione e proprietari o di accordi ai sensi dell’art. 18 della L.R. 20/2000, del quale il POC

stesso stabilisce la disciplina generale da assumere a base della formazione del PUA e/o dei PUA

nel rispetto degli obiettivi, delle prescrizioni, delle prestazioni e del campo di variazione delle

grandezze urbanistiche fissati nella Scheda d’Ambito di cui all’art. 24 del PSC

La scheda d’ambito è composta sa un foglio normativo con l’indicazione degli obiettivi, usi, quantità,

prescrizioni e prestazioni e da un eventuale foglio grafico di riferimento normativo, con l’indicazione delle

classi per cui il PSC individua gli ambiti e recepisce l’eventuale accordo ai sensi dell’art. 18 della L.R.

20/2000, mentre rimanda al POC per l’individuazione dei comparti soggetti a PUA.

Art. 30 – Rete ecologica

1 Si definisce Rete ecologica comunale il sistema interconnesso delle componenti di alto valore

naturalistico del territorio. La rete ecologica è individuata dall’elaborato PSC 3, ed è finalizzata a

mantenere la continuità strutturale e funzionale delle aree naturali, attraverso l’integrazione e il

rafforzamento di dette componenti e i relativi habitat importanti per la vegetazione, per la fauna

e per il paesaggio, e ripristinando la continuità ove compromessa dall’intervento antropico; ciò

anche tramite operazioni di rimboschimento e riallagamento. È composta da: matrici primarie e

secondarie e aree di integrazione (aree); connessioni primarie e secondarie (corridoi); stepping

stones e gangli (elementi puntiformi.

2 Il RUE, a partire dalle componenti naturalistiche individuate nei diversi Sistemi e Spazi, precisa e

disciplina l’articolazione della Rete ecologica. (…)

(…)

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41

5. Qualora componenti di progetto della Rete ecologica siano previste nell’elaborato PSC3,

all’interno di Ambiti a programmazione unitaria di cui all’art. 22, il POC definisce gli eventuali usi

compatibili in dette componenti (percorsi ciclopedonali, attività sportivo-ricreative, del turismo

all’aria aperta).

Art. 31 – Aree soggette ad ingressione marina

1. La disciplina delle Aree soggette ad ingressione marina è finalizzata alla riduzione dei relativi

rischi gli interventi ammessi sono definiti dal RUE (…).

Art. 33 – Paesaggio: Contesti paesistici

1. Il PRG articola il territorio comunale in Contesti paesistici con caratteristiche paesistico territoriali

e percettive riconoscibili, al fine di promuovere la qualità del paesaggio del territorio ravennate

come elemento di identità sociale e ambientale e come risorsa per lo sviluppo; il PRG assume il

paesaggio come riferimento per le trasformazioni previste. (…)

(…)

3. Il PSC individua nell’elaborato PSC3, i Contesti paesistici d’area vasta, al fine di evidenziare le

componenti significative che li costituiscono e le relazioni reciproche che le legano tali contesti

costituiscono il riferimento rispetto al quale verificare e valutare le trasformazioni di maggiore

dimensione e rilevanza. (…)

4 Il PSC, nell’elaborato G3 Repertorio dei contesti paesistici, evidenzia i principali elementi naturali

ed antropici dei Contesti paesistici d’area vasta e stabilisce gli obiettivi di paesaggio da

perseguire e le prestazioni da assicurare in ciascun contesto. Analogamente il RUE definisce gli

obiettivi da perseguirsi nei Contesti paesistici locali. Il POC assume e specifica gli obiettivi di

qualificazione paesistica d’area vasta e locali, da perseguirsi nelle trasformazioni dallo stesso

previste e regolate.

Si rimanda dunque all’analisi dell’elaborato del POC9 Ambito S12 – Casalborsetti - Golf “Misure per

l’inserimento ecologico e paesaggistico degli interventi degli Ambiti per la definizione della

pianificazione attuativa”, analizzata nei capitoli seguenti.

In sintesi gli obiettivi esplicitati per il Contesto paesistico d’area vasta “La Fascia costiera nord – San

Vitale” sono:

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Tutela ambientale;

Eco compatibilità degli interventi;

Qualità della progettazione in relazione al contesto di valore ambientale.

Art. 52 – Attrezzature pubbliche

1. Le attrezzature pubbliche si articolano secondo le seguenti categorie:

Istruzione

Assistenza e servizi sociali e sanitari

Attrezzature e impianti sportivi

5. In sede di RUE e di POC saranno definiti i requisiti di ciascuna tipologia , sulla base dei seguenti

indirizzi generali:

curare la ubicazione ottimale rispetto al sistema della mobilità, ponendoli in relazione con i

parcheggi, le fermate degli autobus e i servizi pubblici;

favorire, anche attraverso la pianificazione e la progettazione del verde, la massima

continuità degli spazi e delle attrezzature pubbliche, per creare un sistema integrato e

continuo di fruizione, coordinata con il sistema della mobilità ciclopedonale;

Art. 64 – Prestazioni per le Zone boscate e/o arbustive

1. (…) Il PSC individua, come prestazioni caratterizzanti della zona, quelle relative alla

conservazione delle cenosi tipiche locali, biologicamente e strutturalmente complesse,

differenziate secondo il tipo di zona umida, di habitat, vegetazione e cenosi faunistiche.

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B.2.6.2 Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE)

Il RUE, approvato nella seduta del C.C. del 28/07/09 con delibera di C.C. n.77035/133, è in vigore dalla

data di pubblicazione sul BUR avvenuta il 26 agosto 2009 (ai sensi del comma 3 dell’art. 33 della L.R.

20/2000, così come modificato dalla L.R. 06/2009).

Il Regolamento Urbanistico Edilizio disciplina le trasformazioni del territorio articolandole in rapporto

alle diverse situazioni territoriali e alle differenti tipologie di interventi.

In base alle tavole 10 “Casalborsetti” e 15 “Bonifica di Valle delle Vene” del RUE 2 (di cui di seguito si

riporta una stralcio), l’intervento è previsto su un’area interessata da diversi livelli di tutela che

ripercorrono i piani sovraordinati affrontati nei punti precedenti.

Il Comparto S12 ricade nei contesti paesistici locali 8.2 “Bonifica destra Reno” e 8.3 “Casalborsetti –

Marina Romea”, per cui vengono definiti degli “Obiettivi di Contesto locale” relativi agli interventi e al loro

corretto inserimento paesistico ambientale nel contesto di riferimento. Tali obiettivi interessano un

territorio molto più vasto e per gli Ambiti delle aree oggetto di Accordo di 2° livello vengono indicate delle

“Misure per l’inserimento ecologico e paesaggistico degli interventi per la definizione della pianificazione

attuativa”, contenute tra gli elaborati del Piano Operativo Comunale, a cui si rimanda interamente.

Fra gli elaborati gestionali del Regolamento Urbanistico Edilizio del Comune di Ravenna si osserva in

particolar modo il RUE7, dove, a seconda del contesto paesistico locale in cui ricadono gli interventi,

vengono forniti un insieme di dati conoscitivi e interpretativi, di obiettivi, criteri e indirizzi da porre alla base

della progettazione che vengono ripresi negli elaborati del POC 9.

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Stralcio cartografico combinazione delle tavole del RUE 2.010 “Casalborsetti” e 2.015 “Bonifica di Valle delle Vene”

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B.2.6.3 Piano Operativo Comunale (POC)

Il POC 2010 - 2015 è stato controdedotto e approvato con delibera del C.C. n. 23970/37 del 10/03/2011

ed è entrato in vigore con la pubblicazione sul BUR il 30 marzo 2011 ai sensi del comma 3 dell’art. 33 della

L.R. 20/2000, così come modificato dalla L.R. 06/2009.

L’area di intervento rientra fra le Aree oggetto di Accordi di 2° livello (a norma dell’art. 18 della L.R.

20/2000) ed è denominata “Comparto S12 Casalborsetti - Golf” (CoS12).

Il Piano Operativo Comunale definisce le prescrizioni progettuali vincolanti riferite agli elementi di

continuità funzionale e spaziale delle reti e agli elementi per la definizione dell’assetto morfologico -

funzionale del territorio e i criteri di progettazione urbanistica attuativa (art. 13 delle NTA del POC).

Per gli Ambiti/Comparti a maggiore complessità di contenuto progettuale, il POC definisce la disciplina

oltre che nell’apparato normativo anche in apposite schede di testo o grafiche raccolte nell’elaborato

POC.4 “Repertori delle Schede d’Ambito normative (prescrittive) e grafiche (d’indirizzo)”.

La scheda d’Ambito normativa dell’area oggetto di Accordo di 2° livello Co S12 definisce, in sintesi:

OBIETTIVI: risanamento ambientale della pineta costiera e cessione gratuita ed eventuale gestione al

Comune o ad altro soggetto pubblico, garantendo la continuità dei sistemi ambientali (pineta costiera,

risarina e zone di possibile rinaturalizzazione). Realizzazione impianti e servizi sportivi pubblici –

ricreativi privati ricettivi (alberghiero, sosta camper, …). Adeguamento viabilità completamento abitato

in connessione con l’esistente, (viabilità di circuitazione all’abitato già realizzata). Adeguamento ed

ampliamento dell’area sportiva pubblica posta a nord.

USI E DATI QUANTITATIVI: il comparto Co S12 viene suddiviso in 6 sub comparti a cui vengono associati

destinazioni d’uso e dati quantitativi specifici:

Sub comparto 1: residenza, area camper e servizi all’abitato e attrezzature sportive pubbliche;

Sub comparto 2A e 2B: residenza e RTA;

Sub comparto3A: golf e servizi connessi;

Sub comparto 3B: ricettivo, ricreativo, servizi, residenza; quest’ultima limitatamente per la

parte a sud di tale comparto, a 1/3 del totale ammesso ed esclusivamente, per tutto il

comparto, con tipologia turistica, a basso impatto, ecocompatibile e accuratamente inserita nel

verde diffuso.

CRITICITÀ:

VINCOLI AMBIENTALI E PAESISTICI: verifica della compatibilità del progetto e dei relativi

interventi;

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la compatibilità con il Piano di Bacino per la laminazione (da verificare e concordare con il

Consorzio di Bonifica); pareri e procedure ambientali se dovuti per normativa vigente;

VIABILITÀ: verificare se la viabilità esistente risulta adeguata a ricevere il nuovo innesto stradale

di accesso all’impianto golfistico;

RETI: acquedotto e gas risultano carenti; in particolare per quanto riguarda l’acquedotto è

garantita la fornitura solo per usi normali (è escluso l’uso irriguo per l’impianto golfistico che ha

già ottenuto l’autorizzazione dal Consorzio di Bonifica)

PRESCRIZIONI / PRESTAZIONI: sono definite

Prescrizioni generali;

Prescrizioni specifiche;

Prestazioni di Valenza ambientale paesaggistica (per cui si rimanda al POC.9 “Misure per

l’inserimento ecologico e paesaggistico degli interventi degli Ambiti per la definizione della

pianificazione attuativa”);

Tempi d’attuazione / Stralci.

Per quanto riguarda prescrizioni e prestazioni si rimanda all’elaborato del POC 4d riferito all’Ambito S12

Casalborsetti – Golf, in cui vengono definite in modo puntuale.

Nell’elaborato del POC 9 “Misure per l’inserimento ecologico e paesaggistico degli interventi degli

Ambiti per la definizione della pianificazione attuativa” – Ambito S12 – Casalborsetti - Golf vengono

delineate le prestazioni di valenza ambientale e paesaggistica relativa agli interventi che caratterizzano il

Comparto e che possono essere riassunte come segue:

o Risanamento ambientale e valorizzazione del sistema di fruizione paesaggistico ambientale;

o Integrazione della rete ecologica;

o Completamento e riqualificazione del centro di Casalborsetti;

o Disegno della rete degli spazi pubblici (aree verdi e luoghi di relazione) e configurazione

aree verdi di pertinenza degli edifici dei sub comparti edificati;

o Disegno della rete ciclopedonale;

o Configurazione del margine del campo da golf rivolto verso il paesaggio rurale;

o Assunzione del tracciato poderale principale come asse di strutturazione di accessi e

funzioni connesse all’attività golfistica;

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o Configurazione del margine dei comparti residenziali e sportivi rivolti verso il paesaggio

rurale;

o Caratterizzazione e qualificazione di Via Spallazzi;

o Caratterizzazione di assi urbani con funzione di centralità;

o Caratterizzazione di snodo viabilistico con funzione di testata dell’asse urbano in

connessione visuale con la pineta;

o Disegno dell’impianto planimetrico dei sub comparti in continuità con le assialità dei tessuti

da completare;

o Conformazione di spazi di discontinuità insediativa “giardino urbano”;

o Conformazione della fascia di integrazione della rete ecologica;

o Localizzazione, disposizione e caratteristiche morfologico-funzionali di funzioni

specializzate;

o Caratterizzazione dei fronti edificati lungo gli spazi di discontinuità insediativa.

B.3 ANALISI DEI LUOGHI E DELLE VISUALI

B.3.1 Evoluzione storica del territorio

Lo stato attuale del contesto è stato determinato da anni di interventi di bonifica e come si può

osservare dalle immagini che seguono la trasformazione del territorio da parte dell’uomo, dalla fine del XIX

secolo ad oggi, è stata considerevole.

Nel 1892 è possibile osservare come il territorio sia costituito interamente da un sistema naturale

costiero composto da dune, dai grandi bacini della Pialassa Baiona, dalla pineta di San Vitale (continua dal

Candiano fino all’alveo del Lamone) e dalle valli che si estendono ancora fino al Reno; mentre verso ovest

non vi è soluzione di continuità tra la pineta di San Vitale e la Cassa di colmata del Lamone.

Fino agli anni ’30 del XX secolo la situazione rimane pressoché invariata e il sistema naturale costiero

non subisce significative modificazioni, perché le operazioni di bonifica delle valli a nord è legata ai lavori di

prosciugamento della Cassa di Colmata del Lamone.

A metà del secolo scorso le valli tra il Reno e la Pialassa Baiona sono state interamente bonificate e

trasformate in aree agricole con la tipica trama a “larga”; inoltre, in corrispondenza del Canale di Bonifica in

Destra Reno è sorto l’insediamento di Casalborsetti che inizialmente ospitava i lavoratori della bonifica

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delle Casse di Colmata del Lamone. Anche sulla sponda della bocca nord del Candiano, a discapito della

pineta litoranea, è iniziata la formazione del lido di Porto Corsini.

Sul finire del XX secolo è possibile osservare come le trasformazioni del territorio avvenute nel secondo

dopoguerra siano radicali: sulla costa, a spese della pineta litoranea, si sono considerevolmente espansi i

centri di Casalborsetti e di Porto Corsini e, a sud del nuovo alveo arginato del Lamone, è sorta Marina

Romea; le opere di bonifica si sono spinte fino al nuovo alveo del Lamone e verso il margine ovest hanno

risparmiato le valli Mandriole e di Punte Alberete; il margine sud ha subito un cambiamento radicale in

quanto lungo il Candiano si è sviluppato tutto il complesso del porto di Ravenna.

IGM 1892 e 1930 con individuazione area d’intervento - Fonte PSC di Ravenna

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IGM 1948 e 1991 con individuazione area d’intervento - Fonte PSC di Ravenna

B.3.2 Caratteristiche morfologiche e caratteri del paesaggio

La principale caratteristica morfologica e naturalistica di quest’area è sicuramente la presenza delle

dune e delle pinete.

L’azione dei venti, oltre ad influenzare il moto ondoso, ha concorso a formare questo limite in continuo

mutamento; le dune più antiche sono state consolidate dalla vegetazione spontanea o da interventi di

rimboschimento.

La genesi delle dune ha avuto un’evoluzione riscontrabile lungo il litorale e che è chiaramente visibile

proprio nell’area di studio. La successione degli ambienti che si vengono a creare partendo dal mare verso

l’entroterra, forma quel paesaggio singolare tutt’ora visibile.

L’ origine di quest’area è da ascriversi ad un complesso movimento della linea di costa che sottostava a

ordinari spostamenti verso levante ed in particolare alle vicende del fiume Lamone; quindi l’aspetto

morfologico attuale è il risultato combinato di eventi naturali e antropici.

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Inoltre l’area è caratterizzata dalla presenza di aree pinetate con esemplari maestosi di Pinus Pinea

aventi quasi un secolo d’età che non fanno parte delle grandi pinete ravennati, situate più a ovest lungo gli

antichi fasci dunosi del Po, ma costituiscono un unicum territoriale per certe loro peculiarità e per la

presenza di cenosi ormai rare.

Dal punto di vista faunistico la zona di studio è interessata sia da presenze stanziali che da avifauna

palustre cosiddetta di “passo”; ciò è dovuto alla vicinanza con la Pialassa Baiona e con la Valle della Canna,

che ospitano specie avifaunistiche di ripa che vi sostano, nidificano e si alimentano regolarmente.

Altro elemento del paesaggio che caratterizza le aree del comparto sono quelle zone che, negli anni ’60,

sono state bonificate rettificando e “spianando” le dune esistenti per ricavarne terreno agricolo; queste

modifiche sostanziali del paesaggio hanno portato queste aree ad avere un pregio naturalistico molto

basso.

La parte a nord del comparto testimonia la forte influenza dell’attività antropica sul paesaggio: sul lato a

mare della via Spallazzi sono presenti ampi prati alternati a filari alberati (Populus nigra var. “Italica” –

Pioppo cipressino) in cui si inserisce un’area camper, mentre sull’altro lato della via si sviluppa il centro

sportivo di Casalborsetti in continuità con l’edificato esistente.

B.3.3 Inquadramento climatico e vegetazionale

Inquadramento climatico

Per la descrizione dei dati climatici si fa riferimento ai rilevamenti reperiti nella stazione

termopluviometrica di Ravenna - Punta Marina.

Per quanto riguarda temperatura, piovosità mensile e umidità è stato considerato il periodo degli ultimi

30 anni (1979 - 2009). La temperatura minima media annua è di 11,1°C; con temperatura minima media nel

mese di gennaio che oscilla tra 0°C e 5°C , quella più calda nel mese di luglio con minima media mensile di

19 °C e massima di 27°C. Prendendo in esame il regime pluviometrico, il valore di precipitazione media

annua è pari a 606 mm, registrando massimi a novembre (68 mm), agosto (61 mm) e settembre (61 mm) e

minimi in febbraio (37 mm), gennaio (44 mm) e maggio (45 mm).

Nei riguardi dello sviluppo della vegetazione arborea si considerano importanti le precipitazioni durante

i mesi estivi (giugno, luglio e agosto) in quanto definiscono il grado di un periodo siccitoso e sono stimabili

attorno ai 152 mm.

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L'umidità relativa media registrata negli ultimi trenta anni, risulta essere costantemente superiore al 75 -

76%( registrate in maggio, giugno, luglio e agosto) per tutti i mesi dell'anno con punte massime di 87 - 88 %

in novembre, dicembre e gennaio. I venti dominanti differiscono notevolmente durante l'arco dell'anno, e

più precisamente in inverno prevalgono il NO e il NE, in primavera e in estate prevale il regime di brezze

sud orientali da SE, in autunno il N, il SE e l'O.

Il clima locale viene definito genericamente come clima temperato subcontinentale con inverno rigido

ed estate calda e siccitosa.

Inquadramento fitoclimatico e vegetazionale

Classificazione fitoclimatica di Pavari

Questa classificazione trova ampio impiego nello studio dei caratteri forestali ed è stata applicata da

numerosi studiosi per la caratterizzazione delle formazioni boschive italiane. Pavari distingue cinque zone

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climatiche: Lauretum, Castanetum, Fagetum, Picetum ed Alpinetum. La divisione in zone e sottozone è

basata essenzialmente su tre valori medi di temperatura: media annua, media del mese più freddo e

media dei minimi annuali. Le zone del Lauretum e del Castanetum sono contraddistinte anche in base

all'andamento pluviometrico. La zona studiata, situata lungo il litorale adriatico, si situa nel Castanetum

caldo, fascia che comprende tutta la pianura padana orientale.

Classificazione fitogeologica di Pignatti

Pignatti propone, per un inquadramento climatico della vegetazione italiana, una zonizzazione su base

altimetrica cui fa corrispondere fasce di vegetazione ben definite. La regione Emilia Romagna si situa nella

zona bioclimatica medio europea comprendente (in Italia) le Alpi, la Padania ed il versante settentrionale

dell'Appennino della Liguria alla Romagna. La zona bioclimatica mediterranea comprende invece tutta

l'Italia peninsulare ed insulare. Nella nostra regione l'area di contatto tra le due zone corrisponde grosso

modo alla valle del Marecchia, con gradienti di mediterraneità che si spostano lungo la fascia costiera fino

al Friuli.

Inquadramento vegetazionale

La formazione forestale climax (vegetazione potenziale in equilibrio ecologico) del piano basale,

caratterizzato da una certa continentalità del clima, può essere rappresentata da boschi di latifoglie

mesofile inquadrabili nell'alleanza Fraxino - Carpinion.

Per quanto riguarda la pianura padana orientale, l'associazione vegetazionale di riferimento è il Querco

- carpinetum boreoitalicum: si tratta di boschi misti a prevalenza di farnia (Quercus robur) e carpino bianco

(Carpinus betulus), accompagnati da rovere (Quercus petraea), acero campestre (Acer campestre), nocciolo

(Corylus avellana), ciliegio selvatico (Prunus avium), olmo campestre (Ulmus minor), tiglio selvatico (Tilia

cordata), frassini (Fraxinus oxycarpa e Fraxinus excelsior) ecc., rinvenibili solamente in alcune situazioni

relittuali.

Nella Pineta di San Vitale, in particolar modo in presenza di suoli moderatamente umidi, si è insediato

un bosco di latifoglie decidue dominato dalla farnia, inquadrabile a livello di ordine nel Quercetalia

pubescenti - petraeae. Le facies più igrofile (associazioni vegetazionali a maggior esigenza idrica), osservabili

nelle depressioni interdunali, sono caratterizzate dalla presenza abbondante, nello strato arboreo, di piante

igrofile quali frassino ossifillo, pioppo bianco ed olmo campestre, accompagnate da frangola (Frangula

alnus), prugnolo (Prunus spinosa) e perastro (Pyrus Pyraster): esse sono riconducibili all'ordine Populetalia

albae ed in particolare all'associazione Cladio - Fraxinetum oxycarpae, caratterizzata dalla presenza di

Cladium mariscus nel sottobosco periodicamente allagato.

Il carattere di mediterraneità si evidenzia nella presenza, nelle aree più calde e sui rilievi dunosi, di un

bosco termofilo, ascrivibile all'associazione Orno - Quercetum ilicis, costituito essenzialmente da leccio

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(Quercus ilex) con orniello (Fraxinus ornus), carpinella e roverella (Quercus pubescens) in forte

subordinazione. Nel sottobosco si ritrovano specie tipiche della lecceta quali fillirea (Phyllirea angustifolia),

asparago (Asparagus acutifolius), attaccamani (Rubia peregrina), clematide (Clematis flammula), agazzino

(Pyracantha coccinea) e pungitopo (Ruscus aculeatus).

Il bosco di latifoglie decidue a prevalenza di farnia ed il bosco termofilo a leccio si presentano

generalmente come piano dominato nei soprassuoli di conifere mediterranee, derivati da impianto

artificiale, quali pino domestico e pino marittimo.

B.3.4 Le unità ecosistemiche

L'area in oggetto si presenta attualmente con caratteristiche morfologiche ben definite e si può

suddividere in due grandi aree ad ovest e ad est dell’antica linea di battente delle acque della pialassa

Baiona, ora bonificata per prosciugamento meccanico.

Questa linea frastagliata corre da nord a sud e costituisce un segno tangibile di demarcazione tra i

terreni bonificati, ad ovest, ed i terreni sabbiosi, ad est, corrispondenti alla zona delle antiche dune fossili,

tra le quali esistono appezzamenti di terreno pianeggianti coltivati a seminativo.

Lungo tale linea è presente l'antica scarpata dunosa quasi ovunque coperta dalla vegetazione

spontanea; in pochi punti è interrotta da delle aperture visibilmente create dall'uomo che collegano i

terreni agricoli della zona bonificata con quelli ad uso agricolo, presenti all'interno della fascia dunata e

pinetata.

L'analisi delle diverse componenti del territorio, ha permesso di definire le unità ecosistemiche che

compongono l'area in esame.

Si sono considerate sia le unità con presenza di vegetazione naturale, sia le unità risultanti dalle

trasformazioni operate dall'uomo: è infatti necessario prendere atto che la struttura ed il funzionamento

del mosaico ecosistemico sono anche fortemente determinati dalla presenza di infrastrutture, opere

idrauliche e pratiche agricole.

L'ecomosaico presente nell'area di indagine è rappresentato dalle seguenti unità ecosistemiche:

unità delle pinete;

unità dell'antico margine della Pialassa;

unità delle radure;

unità dei fossi;

unità del margine stradale;

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unità agricole a seminativo.

Unità delle pinete

Queste unità sono ben rappresentate nell'area di indagine all'interno della fascia di dune fossili (risalenti

alla linea di costa del secolo XVI) e costituiscono le zone di maggior pregio ambientale e paesaggistico; sono

sorte in corrispondenza delle dune, quindi più elevate rispetto al piano di campagna, e sono dotate di fitto

sottobosco e attraversate da numerosi sentieri.

Dal punto di vista vegetazionale si presentano con prevalenza di Pino domestico (Pinus pinea) e più

raramente Pino marittimo (Pinus pinaster), con sottobosco composto principalmente da rovo (Rubus

ulmifolius), ginepro (Juniperus communis), agazzino (Piracantha coccinea), etc.

Il substrato su cui sorgono queste pinete è nella sua massima parte costituito da sabbie marine molto

sciolte con scarsa presenza di humus.

Storicamente questa zona di pineta, dove esistono gli esemplari di pino domestico più vecchi, faceva

parte dell’originaria “sezione Staggione” della pineta di Stato litoranea situata fra Canale destra di Reno e

Candiano, voluta all'inizio del secolo dal senatore ravennate Luigi Rava (allora ministro dell'agricoltura e

foreste).

L'area pinetata a sud della proprietà presenta caratteristiche più omogenee rispetto ad altre più a nord,

composte da pini marittimi tra loro coetanei che sottolineano interventi di riforestazione successivi nel

tempo.

Questi boschetti monospecifici di pino marittimo sono distribuiti un po' su tutta l'area di indagine.

L'origine di tali pinetine è da ascriversi a tecniche colturali di tipo agronomico e forestale secondo le quali

piccole piantine di Pinus pinaster, donate dal corpo forestale dello stato, venivano poste a dimora in

corrispondenza delle buche create per la coltivazione dei cocomeri, poi appositamente concimate.

Da questa tecnica, secondo le descrizioni degli agricoltori del luogo, derivano questi impianti a sesti più

o meno regolari particolarmente fitti, risalenti agli anni '60 e '70.

Notevoli sono gli esemplari di pino domestico disposti singolarmente o a piccoli gruppi all'interno delle

radure a seminativo.

In vari punti esistono situazioni in cui essenze più igrofile, come pioppi o salici, coesistono in prossimità

delle zone pinetate più termofile, queste si denotano nelle interdune esistenti caratterizzate da terreni a

giacitura più bassa, più fertili e a tessitura più fine.

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Unità arboree ed arbustive dell'antico margine della pialassa

Sono composte da uno spesso strato arbustivo quasi ovunque inaccessibile costituito da rovi,

biancospino, sanguinello, salici, tamerici, olivello spinoso, sambuco, etc, e situati sulla linea del cordone

dunoso che definiva il margine tra la pialassa, ora bonificata, e le dune litoranee; al suo interno sono

presenti esemplari anche grandi di pioppo bianco e qualche isolato pino domestico o marittimo.

Nell'ambito di questa unità si possono distinguere due sottounità sulla base del periodo di bonifica della

pialassa adiacente.

In particolare, nella zona verso sud è ancora ben evidente la duna di demarcazione dell’antica linea della

pialassa, fatta eccezione per un punto in cui è stata creata, in passato, un'apertura di circa 50 metri per

collegare le zone agricole, mentre nella zona a nord, il dislivello verso la zona bonificata è meno accentuato.

Si riscontra una diversa composizione vegetazionale delle due zone: la prima è caratterizzata dalla

presenza di una fitta vegetazione arbustiva composta prevalentemente da rovo, biancospino, ginepro,

Piracantha coccinea e sporadici esemplari arborei di pioppo e pino domestico.

Procedendo verso sud questa zona entra in continuità con quella della pineta che caratterizza le zone

dunose più elevate, vicino all'argine del Lamone.

Verso nord rispetto al fosso di scolo centrale, questa unità è caratterizzata da una diffusa vegetazione

arborea di pioppo bianco, nero e ibrido canadese che testimonia la passata destinazione a pioppeto

industriale di quest'area.

La vegetazione arborea è, in questo caso, dominante rispetto al sottobosco, facilmente penetrabile e

caratterizzato da una flora erbacea di graminacee con qualche arbusto. Esistono stazioni più igrofile poste

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nelle zone depresse o periodicamente sature di acque piovane, colonizzate da popolamenti cedui

invecchiati e che ospitano matricine ed esemplari di pioppo bianco, nero ed ibrido.

L'esistenza di radure ha permesso la colonizzazione di formazioni di specie arbustive, erbacee perenni

ed infestanti.

In entrambe le zone descritte sono presenti suggestivi sentieri pedonali che in alcuni tratti (nella zona

nord) divengono carrabili e consentono di percorrere questa fascia dunosa lungo tutto il suo sviluppo.

Nella parte settentrionale di questa zona esistono dei boschetti monospecifici coetanei di pino

marittimo.

Le dune fossili

Tali dune, su cui si è sviluppata una rigogliosa pineta, hanno caratteristiche di unicità in quanto sono

ormai scomparse lungo i nostri litorali.

I cordoni dunosi fanno parte delle barre dell’antica foce del Lamone e della linea di costa del XVI secolo.

In particolare nella zona sud est dell'area sono presenti due sistemi disposti parallelamente alla linea di

costa, divisi da una zona più bassa attualmente coltivata, che a sua volta è attraversata lungo l'asse sud-

nord, da un fosso scolatore il cui prolungamento convoglia le acque di sgrondo verso il fossato principale

posto più a nord .

Le dune raggiungono in certi punti altezze fino a 3 - 3,5 metri sopra lo 0 IGM e presentano scarpate con

pendenze talvolta consistenti (30-50%, con in certe zone punti di discontinuità con microfalesie), ma più

spesso dolcemente degradanti.

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All'interno di questi cordoni dunosi, abbondantemente ricoperti di vegetazione, è presente una fitta rete

di sentieri carrabili e pedonali che presentano i tipici segni del passaggio di appassionati di attività

venatorie. Recentemente si hanno presenze ben più deturpanti: questi luoghi sono infatti attraversati da

motociclisti che ne hanno fatto un vero campo da cross o addirittura sono utilizzati come discariche

abusive.

Inoltre, le esigenze di meccanizzazione e razionalizzazione delle operazioni colturali hanno determinato

la rettificazione dei margini degli appezzamenti, cancellando in molti punti l'originale andamento irregolare

alla base delle dune.

Unità delle radure

Si è classificato con questo nome tutta l'area a nord est della proprietà che presenta al suo interno,

situazioni ecologiche molto diverse.

Questa situazione si riscontra là dove, fino a pochi anni fa, si erano utilizzate le superfici pianeggianti tra

le dune a scopo agricolo con sfruttamento a seminativo o a pioppeto industriale; sono zone incolte, con

vegetazione alofila erbacea ed arbustiva.

E' interessante rilevare come in queste aree, alternate a zone con copertura vegetale più densa, si

riscontrino i vari stadi di colonizzazione di svariate specie vegetali pioniere, tipiche degli orizzonti delle

successioni vegetazionali che si instaurano sulle dune costiere.

In funzione del grado di colonizzazione si individuano le diverse situazioni ecologiche di questa unità,

evidenziando sottozone differenziate, in funzione della giacitura dei terreni (in depressione, piana o leggero

rilievo), del carico antropico presente e passato (parcheggi, aree pic-nic, discariche di materiali inerti, aree

con limitato passaggio antropico) e dal grado di presenza vegetale di alto fusto.

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Nelle zone in leggera depressione è presente la tortula, riscontrabile negli stadi vegetazionali tipici delle

interdune con periodica presenza di umidità, e specie di euforbiacee che si evolvono naturalmente fino ad

una vegetazione igrofila con dominanza di pioppo, la cui disseminazione sull'area è abbondante.

Nelle zone a giacitura pianeggiante maggiormente interessate dal traffico antropico, si riscontra la

successione degli stadi evolutivi tipici della vegetazione mesofila colonizzati, dapprima, da Teucrium polio e

Fumana procumbens e, successivamente, da vegetazione arbustiva quale biancospino, agazzino, rovo,

ginepro e vegetazione arborea con il rinnovamento naturale di pino marittimo e pioppo nero, bianco, e

ibrido canadese.

Le zone in leggero rilievo testimoniano la natura dunosa di quest'area, vengono ricoperte da una fitta

coltre di olivello spinoso, prima di uniformarsi alla vegetazione mesofila presente nell'area.

Unità del margine stradale

Costituisce una fascia di vegetazione naturale lungo il viale Spallazzi.

Questa fascia, seppur composta prevalentemente da vegetazione considerata infestante (Robinia

pseudoacacia, Rubus ulmifolius) ed in generale meno nobile, funge da filtro e protezione visiva rispetto al

traffico della litoranea, specie nella stagione estiva; svolge anche l'importante funzione di rifugio e di

corridoio di spostamento della fauna esistente.

Al suo interno sono spesso presenti esemplari di pino marittimo, pino domestico, pioppo nero e bianco.

Lungo il margine stradale è presente un filare di frassini (Fraxinus excelsior) e Sophora Japonica.

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Unità dei fossi

Esiste una rete di fossi creata per lo smaltimento delle acque in eccesso, che confluisce nello scolo

baronia, posto ad ovest dell'area.

I fossi presenti nella porzione di terreni agricoli bonificati sono mantenuti puliti in modo da impedire lo

sviluppo della vegetazione spontanea, questo per mantenere la massima efficienza di drenaggio. Tale tipo

di manutenzione ordinaria è stata abbandonata da anni nei fossi presenti all'interno dell'area agricola tra i

cordoni dunosi a giacitura più alta che, per questo motivo e per la presenza del substrato sabbioso, non

presentano problemi di ristagno idrico neanche durante le precipitazioni più consistenti.

In questi fossi si è quindi sviluppata una cortina di vegetazione arbustiva igrofila composta da rovo,

robinie, tamerici, olivello spinoso e qualche esemplare di pioppo bianco.

Dove la presenza dell'acqua è costante per la maggior parte dell'anno a causa della falda affiorante,

prevale la tipica vegetazione igrofila di depressione con presenza di giunchi vari (Holoschoenus spp.pll.) e

cannuccia di valle (Phragmites australis).

Unità agricole a seminativo

Corrispondono a questa unità tutti gli appezzamenti attualmente aventi un ordinamento produttivo a

seminativo con rotazione di medica, orzo o grano, mais e bietola.

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Si differenziano a seconda che essi facciano parte delle aree di recente bonifica corrispondenti all'area

Risarina, o di bonifica precedente (tra le due guerre), corrispondenti ai terreni della Baronia. I due terreni

presentano i caratteri tipici del paesaggio della bassa e sono divisi dal canale di scolo che confluisce nello

scolo Baronia.

Oltre il margine definito dagli antichi cordoni dunosi, esistono altri campi a seminativo che, avendo

come cornice le aree pinetate, risultano di particolare pregio paesaggistico.

In queste aree, partendo dall’analisi delle carte storiche, appare evidente che sono state effettuate in

passato delle operazioni meccaniche di livellamento per rendere coltivabili i terreni.

La zona attualmente interessata dall'attività agricola ha una superficie totale di circa 100 Ha di cui quasi

76 sono localizzati nell'area bonificata ad ovest dell'antica linea della pialassa e sono a loro volta divisi dal

prolungamento dello scolo Baronia.

Quelli verso nord (area Baronia), un tempo salsi, presentano una tessitura franca, franco - argillosa ed

argillosa; la zona a sud dello scolo, denominata Risarina presenta suoli di natura sabbiosa o franco -

sabbiosa.

Il franco di coltivazione dei terreni risulta piuttosto ridotto e raggiunge i limiti minimi oscillanti fra i 30 e i

50 cm (nel linguaggio agronomico, per franco di coltivazione si intende lo strato di terreno interessato dalle

lavorazioni agronomiche ed ospita gran parte dell'apparato radicale delle piante).

La salinità dei terreni risulta piuttosto elevata ed oscillante in alcuni periodi attorno al 12-13 per mille,

sopratutto nella zona prospiciente all'argine sinistro del Lamone.

I terreni all'interno della zona dunosa sono di tessitura essenzialmente sabbiosa e, per questa ragione

non presentano particolari problemi di ristagno idrico o di salinità.

Le aree collocate a nord del comparto risultano particolarmente frammentate a causa dell’espansione

urbanistica e della rete infrastrutturale.

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Per l’analisi di dettaglio del sistema della pineta, delle macchie boscate, delle radure e dei filari e delle

alberature isolate poste in corrispondenza delle zone a nord-est del lotto si rimanda all’allegato “Analisi

della vegetazione reale e linee guida per la gestione del parco naturale di Casalborsetti - Rilievo

Dendrologico di filari e alberature isolate” redatto dalla GSA S.r.L. con la consulenza del Dott. Biol. Nicola

Merloni, nell’Aprile 2011.

B.3.5 Documentazione fotografica

La successione dei livelli di analisi conduce ad un approfondimento sempre più dettagliato della

conoscenza delle caratteristiche e delle problematiche da approfondire e sviluppare.

Mentre la conoscenza del territorio definisce le caratteristiche generali, i contesti ambientali,

paesaggistici e infrastrutturali dominanti, allo stesso tempo l’analisi dei luoghi permette di evidenziare le

problematiche dei sistemi coinvolti, dei rapporti con le strutture esistenti e con gli ambiti limitrofi siano essi

ambienti naturali, zone produttive e aree abitate.

L’analisi è stata affrontata mediante lo studio delle visuali, delle zone di “transizione” e di “contatto”

delle unità ecosistemiche individuate con i detrattori paesaggistici e delle aree di margine.

Le successioni fotografiche riportate di seguito mettono in evidenza le problematiche di impatto visivo e

gli elementi di pregio del paesaggio in cui si inseriscono gli interventi del Piano di Casalborsetti;

sull’ortofoto di seguito riportata si individuano i punti di presa fotografica.

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1 - La rotonda di Via Spallazzi e Via delle Maone

2 - Via Spallazzi all’ingresso di Casalborsetti

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3 – Il margine urbano di Casalborsetti visto da Via Spallazzi

4 – L’area camper esistente vista da Via Spallazzi

5 – Filari di pioppi cipressini

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6 – Via Ortolani

7 – L’ingresso all’area sportiva andando verso il centro di Casalborsetti

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8 – Il muro di cinta che costeggia l’area sportiva

9 – Via delle Maone

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10 – Il canale di scolo che segna il confine del Comparto ad ovest

11 – Il margine urbano di Casalborsetti visto da Via delle Maone

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12 – L’area sportiva vista da via delle Maone

13 – Il paesaggio agricolo e il margine dell’area naturale della pineta, visti da Via delle Maone

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14 – La macchia di pini sulla destra e il bosco silla sinistra definiscono il limite dell’interervento relativo alle lottizzazioni e al golf

15 – L’area di intervento vista da via delle Maone

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16 – L’ingresso all’area dell’ex-depuratore

17 – Gli orti

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18 – Via Spallazzi procedendo verso Marina Romea

19 – Punto di accasso all’area della pineta

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20 – Larea dell’ex-depuratore; ad oggi le strutture sono state demolite e l’area è priva di manufatti

In particolare si approfondisce l’analisi dello stato di fatto del centro sportivo che, nel progetto di piano,

è oggetto di trasformazioni.

Attualmente l’area presenta svariate strutture, tra cui si distinguono:

Un campo da calcio per le gare

Un campo da calcio per l’allenamento

Due campi da tennis

Un campo da calcetto e beach volley

Una pista di pattinaggio ovale con curve rialzate e piastra rettangolare

Una tribuna con struttura in metallo

Un fabbricato con servizi e spogliatoi per i campi da calcio e tennis

Un bar e una sala polivalente

Il perimetro del centro sportivo è costituito da una rete metallica tranne nel tratto che costeggia la pista

di pattinaggio, dove è sostituita da un muro di cinta. Gli accessi all’area sono tre, di cui uno riservato agli

atleti e agli arbitri.

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Tutto il margine ovest e la parte del confine a nord che costeggia il campo da calcio è associato ad un

filare di pioppi cipressini (Populus nigra var. ‘Italica’).

Di seguito si riporta la planimetria dello stato di fatto del centro sportivo e alcune foto dell’area.

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1 - La sala polivalente e la tribuna

2 - La pista di pattinaggio

3 - I campi da tennis

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4 – il campo da calcio da gara, la tribuna e gli spogliatoi

5 - Il campo da calcio da allenamento

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6 - L’ingresso all’area

Di seguito si riporta, inotre, la planimetria dello stato di fatto delle aree poste in corrispondenza del

margine nord-est dove attualmente è collocata l’area camper.

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C DESCRIZIONE DELL’OPERA IN PROGETTO

C.1 IL COMPARTO CO S12 – CASALBORSETTI - GOLF

Il Piano Urbanistico Attuativo del Comparto S12 – Casalborsetti - Golf si sviluppa su di un area di circa

163 Ha ed è suddiviso in 6 sub comparti a cui sono attribuiti destinazioni, usi e potenzialità edificatorie, in

conformità agli usi previsti dal POC approvato.

Le diverse destinazioni sono distribuite tra i diversi sub comparti come segue:

Sub comparto 1 (73.690 mq) Residenza, Area camper, Servizi all’abitato,

Attrezzature sportive pubbliche

Sub comparto 2A-2B (46.119 mq ; 41.668 mq) Residenza, Residenza Turistica Alberghiera

Sub comparto 3A (615.494 mq) Golf e Servizi connessi

Sub comparto 3B (90.286 mq) Ricettivo, Ricreativo, Servizi, Residenza

(limitatamente per la parte a sud di tale comparto, a

1/3 del totale ammesso ed esclusivamente , per

tutto il comparto, con tipologia turistica, a basso

impatto, ecocompatibile e accuratamente inserita

nel verde diffuso)

Sub comparto 4 (762.480 mq) Pineta, Parco naturale

COMPARTO S12 1.629.737 mq

Le superfici reali indicate nei vari sub-comparti, come individuati nella scheda di POC, escludono le

superfici di proprietà dell’Amministrazione Comunale.

Di seguito si riporta la planimetria catastale riportata nella scheda d’ambito del POC relativa al

Comparto S12, in cui si individuano i perimetri dei sub comparti.

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Dati quantitativi e Standard pubblici reperiti

Sub comparto 1 72828 m² (ST) x 0,045 m²/m² = 3277 m²

Sub comparto 2A 46119 m² (ST) x 0,09 m²/m² = 4150 m²

Sub comparto 2B 41668 m² (ST) x 0,045 m²/m² = 1875 m²

Sub comparto 3A 615494 m² (ST) x 0,01 m²/m² = 6154 m²

Sub comparto 3B 90286 m² (ST) x 0,018 m²/m² = 1625 m²

Sub comparto 4 762480 m² (ST) x 0,01 m²/m² = 7624 m²

La SUC complessiva edificabile sarà pari a 24707 m²

Il premio ricettivo vale a fronte di progetti imprenditoriali di qualità e con servizi integrativi all’abitato

come da norma RUE/POC.

In sede di PUA può essere precisata la percentuale di Ers/ospitata da aree pubbliche fermo restando

l’Ers/ospitata > 5%.

L’impostazione del progetto urbanistico è volta alla valorizzazione di scelte progettuali che hanno come

obiettivo principale l’inserimento paesaggistico degli interventi. Nella tabella seguente sono riportate le

superfici che il progetto destina alle aree edificabili, alla viabilità, ai parcheggi pubblici, al verde pubblico ed

alle altre destinazioni individuate dal progetto.

Complessivamente le superfici destinate a parcheggio e a verde pubblico risultano superiori ai minimi

previsti dalle norme, ossia:

Ss verde pubblico = 42.726,13 m²

Ss parcheggio pubblico = 9.435,83 m²

Complessivamente la sommatoria delle superfici destinate a standard pubblico risulta pari a m²

52.161,96, superiori a quanto imposto dallo strumento urbanistico vigente, ossia:

Ss = m² 52.161,96 > m² 32.885

Riepilogo Superfici standard pubblici

Destinazione superficie

Parcheggio pubblico 9.435,83

Verde Pubblico 42.726,13

Superficie standard pubblici totale 52.161,96

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Calcolo Superfici PUA

Destinazione superficie

Parcheggio pubblico 9.435,83

Verde Pubblico 42.726,13

Sup. fondiaria RESIDENZA 109.430,64

Sup. fondiaria ERP 1.659,06

Sup. fondiaria RTA 24.010,42

Sup. fondiaria Commerciale 2.859,40

Sup. fondiaria Sosta Camper 11.026,97

Sup. fondiaria Golf 615.494,00

Area sportiva pubblica 19.023,49

Sup. Pineta pubblica 762.480,00

Viabilità pubblica 7.535,93

Vasche di laminazione 22.371,92

Aree RSU 346,47

Area chiosco piadina 474,74

Superficie territoriale totale 1.628.875,00

Dalla ST sopra individuata sono escluse le particelle di proprietà dell’Amministrazione Comunale di

Ravenna.

Il progetto prevede la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria interamente nel 1° POC per

l’intero ambito: ogni singolo comparto, la cui attuazione è prevista nel 1° POC 2010-2015, verrà suddiviso in

sub comparti autonomi l’uno rispetto all’altro (di seguito se ne riporta lo schema).

Per un’analisi dettagliata di dati quantitativi, standard e superfici si rimanda interamente alla Relazione

tecnica del progetto.

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Servitù

L’area è assoggettata a diverse servitù di elettrodotto stipulate con ENEL, AGIP ed ENI che, in

particolare, gravano sulle particelle identificate al C.T. di Ravenna Sezione S. Alberto al foglio 31, mappali

19, 167, 385 e 479.

Entrambe le servitù prevedono la posa di elettrodotti e condotte per il trasporto di idrocarburi liquidi e

gassosi dei campi a mare, dai pozzi ai centri di raccolta e smaltimento.

Di seguito si riporta stralcio della tavola di rilievo in cui vengono individuate le condotte oggetto di

servitù e le relative fasce di rispetto.

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Disegno della viabilità

Le opere di urbanizzazione primaria sono considerate tutte le infrastrutture quali strade, illuminazione

stradale, rete elettrica, rete gas, rete idrica e reti fognarie a servizio del Comparto.

Il nuovo disegno urbano prevede un nuovo assetto per la via Spalazzi che viene ad assumere il ruolo di

asse strutturante dell’ambito urbano e garantisce la continuità delle alberature lungo il tracciato con

l’inserimento di ampie fasce vegetazionali in corrispondenza dei nuovi comparti e nel tratto che costeggia la

pineta.

La viabilità limitrofa alla rotatoria è caratterizzata dall’inserimento di fasce vegetazionali di mitigazione

acustica e paesaggistica.

Il nuovo ruolo assunto dalla Via Spalazzi viene confermato dalla geometria progettuale del tracciato

stradale che accoglie significativi spazi pedonali, ciclabili e alberature, nonché dall’inserimento di edifici per

funzioni e di relazione pubblica.

La viabilità pubblica avrà adeguata sezione stradale con carreggiata di m 6,50 e marciapiedi di m 2,00 su

entrambi i lati.

La via Spalazzi, a causa degli ostacoli determinati dalle recinzioni esistenti, è progettata mantenendo la

stessa sezione stradale del tratto già asfaltato e marciapiedi di dimensioni inferiori ai 2,00 m su un lato fino

all’innesto con la rotatoria in progetto.

La rotatoria esistente verrà ampliata e realizzata secondo le dimensioni e le sagome di progetto al fine di

consentire la nuova immissione della viabilità che conduce all’area golfistica.

I percorsi ciclo-pedonali delle aree a verde pubblico avranno una larghezza minima di m 2,50 e saranno

realizzate nelle sagome e con le caratteristiche riportate nei grafici di progetto.

Tipologie edilizie

Le tipologie edilizie ammissibili nei sub comparti 1, 2A, 2B, 3A e 3B sono:

Edifici mono e bifamiliari (Villette singole, abbinate a schiera)

Corrispondono alla categoria degli edifici di limitata dimensione (max 2 piani f.t. e superficie di

sedime in genere < 250 mq.) caratterizzate da linguaggi “moderni” spesso derivati da rivisitazioni

“vernacolari” di elementi tradizionali e da modelli cittadini.

Coperture ed elementi accessori composizione

A doppia falda o a padiglione, il manto dovrà essere realizzato con modelli comuni dell'ambito, di

preferenza in cotto naturale. Appartengono alla categoria tipologica gli edifici abitativi di piccola

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entità ad uno o due piani fuori terra. Obiettivo da perseguire sarà la conservazione di caratteri

costruttivi e tipologici sostenibili nei confronti dell’ambiente locale. Lo sporto di gronda non dovrà

superare i cm. 80 dal filo esterno della muratura perimetrale dell’edificio. Gronde e pluviali

dovranno essere realizzati in rame a sezione circolare lasciato al colore naturale, o con altri metalli

verniciati.

Prospetti

Dovranno essere limitate al massimo le realizzazioni di scale esterne realizzate in struttura a sbalzo,

con preferenza per il tamponamento murario del sottoscala senza soluzione di continuità nell’uso

dei materiali e colori della facciata. Sono ammesse le realizzazioni di logge ove coerenti con la

tipologia principale, si dovrà integrare la loro realizzazione alla composizione della facciata. Le

facciate dovranno in genere essere ultimate con finitura in intonaco. Non sono in ogni caso ammessi

rivestimenti in materiali ceramici o l’impiego di materiali marmorei. Le finestre e le aperture sono da

prevedersi o quadrate o rettangolari con il lato minore corrispondente alla larghezza, possibilmente

allineate su assi. In via generale per i balconi la loro lunghezza complessiva non dovrà superare la

metà della lunghezza totale della fronte su cui insistono. In genere ogni balcone non dovrà

interessare più di due aperture principali. I balconi saranno dotati di ringhiera in ferro o altri metalli

verniciati, con disegno lineare. E’ altresì ammessa la formazione di parapetti in muratura continua

ultimati in intonaco in analogia ai prospetti. Portoni e portoncini dovranno essere realizzati in legno,

con disegno semplice e lineare. Non sono in ogni caso ammessi serramenti in metallo a colore

naturale. I serramenti esterni dovranno essere previsti prevalentemente in legno naturale o

verniciato oppure in metallo preverniciato. Le specchiature potranno essere semplici o disegnate in

maniera congrua rispetto alla tipologia edilizia di riferimento. I serramenti oscuranti dovranno

essere realizzati preferibilmente con persiane o scuroni. griglie, inferriate dovranno essere

realizzate in ferro verniciato, a disegno semplice. Soglie e davanzali devono essere realizzati in

pietra naturale o elementi di marmo.

Edifici condominiali, a blocco e in linea (Palazzine ed edifici in linea)

La categoria comprende la vasta area degli edifici a blocco ed in linea, tipici degli impianti urbani

consolidati e costituenti il tessuto di Casalborsetti. Sono costituiti da edifici a due e tre piani fuori

terra con limitata superficie di sedime, caratterizzate da linguaggi “moderni” spesso derivati da

rivisitazioni “vernacolari” di elementi tradizionali e da modelli cittadini.

Coperture ed elementi accessori composizione

Preferibilmente a padiglione con il manto realizzato con modelli comuni dell'ambito, di preferenza

in cotto naturale e in elementi vibrocompressi. Sono consentite soluzioni articolate della copertura.

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Nel caso di copertura a tetto lo sporto di gronda non dovrà superare i cm.80 dal filo esterno del

minimo rettangolo perimetrale dell’edificio. Ove la copertura sia costituita da lastrico solare piano, i

volumi tecnici e spazi per l’alloggiamento di impianti, qualora non sia possibile individuarne altra

collocazione, dovranno essere contenuti in una struttura in muratura composta in coerenza con i

caratteri della copertura. Gronde e pluviali, se esterni, dovranno essere realizzati in rame a sezione

circolare lasciato al colore naturale, o con altri metalli verniciati. Sono sconsigliati i terrazzi in falda

ricavati ad incasso nelle coperture.

Prospetti

I prospetti dovranno avere caratteri semplici, uniformati alla tipologia generale prescelta, con

disposizione ordinata delle aperture e degli eventuali elementi aggettanti. Sono ammesse le

realizzazioni di logge ove coerenti con la tipologia principale, si dovrà integrare la loro realizzazione

alla composizione della facciata. Le facciate dovranno in genere essere ultimate con finitura in

intonaco. Non sono in ogni caso ammessi rivestimenti in materiali ceramici o l’impiego di materiali

marmorei. Le finestre e le aperture sono da prevedersi o quadrate o rettangolari con il lato minore

corrispondente alla larghezza, possibilmente allineate su assi. In via generale per i balconi la loro

lunghezza complessiva non dovrà superare la metà della lunghezza totale della fronte su cui

insistono. In genere ogni balcone non dovrà interessare più di due aperture principali. I balconi

saranno dotati di ringhiera in ferro o altri metalli verniciati, con disegno lineare. E’ altresì ammessa

la formazione di parapetti in muratura continua ultimati in intonaco in analogia ai prospetti. Portoni

e portoncini dovranno essere realizzati in legno, con disegno semplice e lineare. Non sono in ogni

caso ammessi serramenti in metallo a colore naturale. I serramenti esterni dovranno essere previsti

prevalentemente in legno naturale o verniciato oppure in metallo preverniciato. Le specchiature

potranno essere semplici o disegnate in maniera congrua rispetto alla tipologia edilizia di

riferimento. I serramenti oscuranti dovranno essere realizzati preferibilmente con persiane o

scuroni. griglie, inferriate dovranno essere realizzate in ferro verniciato, a disegno semplice. Soglie e

davanzali devono essere realizzati in pietra naturale o elementi di marmo.

Edifici di tipo commerciale (Solo nel sub comparto 1)

Gli interventi dovranno essere sempre volti a favorire la leggibilità della funzione assolta dalla

costruzione, privilegiando la linearità dell’immagine, anche attraverso l’adozione di elementi

unificanti di semplice ed immediata percezione, anche seriali. Il progetto dovrà analizzare e risolvere

le problematiche di compatibilità con il sistema d’intorno, nella logica del privilegio verso

l’armonizzazione delle componenti stilistiche e di linguaggio architettonico.

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Le tipologie edilizie non sono vincolanti ai fini della progettazione esecutiva dei singoli fabbricati; le

sagome, i profili e i perimetri definiti nelle tavole progettuali sono indicativi e verranno precisati in fase di

progettazione esecutiva di ogni singolo fabbricato.

E’ prevista la possibilità di frazionamento e fusione di alcuni lotti in fase di progettazione esecutiva senza

che venga modificato l’assetto urbanistico generale.

Tutte le costruzioni dovranno rispettare le prescrizioni delle norme tecniche di attuazione di RUE e POC

e della legge 13/89 e relativo D.M. n. 236, inerenti al superamento e all’eliminazione delle barriere

architettoniche.

C.2 PIANO URBANISTICO ATTUATIVO

C.2.1 Sub Comparto 1

Residenza, Area camper, Servizi all’abitato e Attrezzature pubbliche

Nel sub comparto è previsto l’insediamento di una SUC a destinazione residenziale complessiva pari a

3210 m², una SUC pari a 1.237m² da destinarsi ad ERP, una SUC pari a 100,00 m² da destinarsi per servizi

area camper e una SUC pari a 586m² da destinarsi ad attività commerciale (non residenziale) per

l’insediamento di una piccola struttura commerciale con superficie di vendita SV < 1.500m²; la Superficie

Territoriale complessiva è di 72.828m².

Il progetto prevede il completamento a nord dell’abitato di Casalborsetti con funzioni residenziali ove

sarà collocata anche l’ERS prevista dal POC approvato. L’impianto planimetrico del sub comparto che

fronteggia il tessuto residenziale esistente ne assume le assialità principali integrandole attraverso il

disegno del verde, sia pubblico che privato.

Inoltre, in rispondenza ai criteri individuati nell’analisi di sito, come da richiesta delle Norme Tecniche di

Attuazione del POC relative alle “Misure generali“ riguardanti la sostenibilità degli insediamenti, in fase di

progettazione urbanistica le scelte di impianto favoriscono l’accesso ottimale alla radiazione solare per tutti

gli edifici. Il posizionamento di alberature (in particolare a ovest degli edifici), oltre a divenire ostruzione al

sole estivo pomeridiano, contribuisce alla riduzione dell’effetto isola di calore urbano. A questo riguardo le

aree a parcheggio sono trattate a verde al fine di ridurre proprio tale effetto. L’orientamento

dell’insediamento permette il fluire della brezza diurna e notturna negli spazi aperti. Sono state inoltre

previste barriere verdi, compatibilmente con le esigenze di inserimento paesaggistico e urbanistico, per

limitare l’effetto dei venti invernali.

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La fascia di rispetto del metanodotto posta immediatamente a sud del nuovo tessuto edilizio è utilizzata

come elemento di rarefazione della densità del costruito e sarà destinata prevalentemente a vasca di

laminazione; è comunque previsto che l’area sia attrezzata a verde pubblico per metterla in continuità con

il vero e proprio giardino urbano che si colloca lungo il margine nord del sub comparto 2A e da cui è

separata dalla Via Spallazzi. Quest’area, oltre ad assumere la connotazione di un grande prato che si insinua

nel comparto edificato, funge anche da elemento di separazione tra l’abitato e l’area sportiva e rende

“graduale” il passaggio tra campagna, sistema insediativo, pineta e mare.

L’area sportiva viene ampliata ed adeguata alla normativa che regola gli impianti sportivi, secondo un

progetto in intesa con il Servizio Sport del Comune di Ravenna. I campi sportivi, esistenti e di progetto,

vengono inseriti nel verde e bordati da radure prative e percorsi pedonali; la vegetazione si inserisce tra i

campi in modo puntuale e/o lineare, per andare a sottolineare l’alternanza tra le diverse aree sportive

attrezzate e gli spazi verdi lasciati alla libera fruizione e alla sosta.

Nella porzione posta a sud-ovest del sub comparto viene ricollocata l’area camper: la struttura spaziale

ha un disegno abbastanza articolato, dove siepi e alberature creano spazi diversificati e protetti che

conferiscono all’area valenza paesaggistica ad alta qualità ambientale. Le quinte verdi che ne caratterizzano

il disegno le conferiscono un effetto di isolamento non solo tra i diversi spazi che la costituiscono, ma anche

dalla viabilità esterna; inoltre rappresentano un elemento di controllo bioclimatico, soprattutto come

raffrescamento estivo.

Le aree per i camper sono diversificate costituendo vari nuclei di aggregazione grazie alla progettazione

di spazi comuni e di ampie zone alberate e prative che saranno in stretta continuità con la macchia boscata

e gli spazi liberi che caratterizzano il margine ovest dell’area sportiva.

Siepi e alberature, realizzate con specie autoctone ecologicamente adatte all’area, permetteranno di

integrare paesaggisticamente l’impianto con i vicini contesti ambientali oltre a fungere da corridoio

ecologico ed ulteriori zone di rifugio per la fauna.

Il fronte sulla rotonda, oltre ai parcheggi pubblici a servizio dell’area sportiva, ospiterà una piccola

struttura commerciale e gli spazi liberi di pertinenza sono stati progettati integrandoli nel disegno della rete

verde, in connessione con il verde di arredo di Via Spallazzi.

La viabilità esistente verrà riqualificata e adeguata ai nuovi usi e destinazioni e la rotonda sarà ampliata

d’intesa con il Servizio Mobilità del Comune di Ravenna. Il nuovo disegno urbano prevede un nuovo assetto

per la via Spalazzi che viene ad assumere il ruolo di asse strutturante dell’ambito urbano e garantisce la

continuità delle alberature lungo il tracciato con l’inserimento di ampie fasce vegetazionali in

corrispondenza dei nuovi comparti e nel tratto che costeggia la pineta.

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Il nuovo ruolo assunto da Via Spalazzi viene confermato dalla geometria progettuale del tracciato

stradale che accoglie significativi spazi pedonali, ciclabili e alberature, nonché dall’inserimento di edifici per

funzioni e di relazione pubblica.

C.2.2 Sub Comparto 2A e 2B

Residenza e Residenza Turistica Alberghiera (RTA)

Nel sub comparto è previsto l’insediamento di una SUC a destinazione residenziale complessiva pari a

6.600m² (2A), una SUC pari a 6.900m² (2B) da destinarsi ad RTA, e una SUC pari 25,00 m² da destinarsi a

commerciale; la Superficie Territoriale complessiva è di 87.787m² (2A 46.119m² / 2B 41.668m²).

Il margine nord del sub comparto è caratterizzato dalla presenza della fascia di rispetto del metanodotto

che, come per il sub comparto 1 è stata trattata a verde urbano e vasca di laminazione; è quindi in stretta

connessione con il tessuto edilizio esistente di Casalborsetti che viene concepito un nuovo giardino urbano

caratterizzato da un grande prato attraversato da percorsi pavimentati e luoghi di aggregazione attrezzati.

Questo grande spazio aperto funge, sia da cerniera tra il paese e le nuove aree residenziali che vi si

affacciano, che da spazio baricentrico tra pineta, litorale e area sportiva, diventando anche un luogo capace

di ospitare gli eventi aggregativi e culturali del paese.

L’ampliamento dell’abitato prevede esclusivamente la destinazione residenziale ad eccezione della

porzione posta a sud del sub comparto che sarà destinata ed organizzata per ospitare una Residenza

Turistica Alberghiera (RTA).

Il disegno dei lotti residenziali interpreta il rapporto tra le diverse emergenze territoriali definendo, sia la

continuità con il tessuto urbano esistente (linearità dei percorsi), sia il contatto con l’area pinetata

(conformazione più fluida del margine edificato). I giardini privati delle residenze sono pensati non come

semplici spazi dedicati alla privacy, ma piuttosto come elementi che disegnano la forma dello spazio

pubblico attraverso la definizione dei margini con muretti.

Inoltre, in rispondenza ai criteri individuati nell’analisi di sito, come da richiesta delle Norme Tecniche di

Attuazione del POC relative alle “Misure generali“ riguardanti la sostenibilità degli insediamenti, in fase di

progettazione urbanistica le scelte di impianto favoriscono l’accesso ottimale alla radiazione solare per tutti

gli edifici. Il posizionamento di alberature (in particolare a ovest degli edifici), oltre a divenire ostruzione al

sole estivo pomeridiano, contribuisce alla riduzione dell’effetto isola di calore urbano. A questo riguardo le

aree a parcheggio sono trattate a verde al fine di ridurre proprio tale effetto. L’orientamento

dell’insediamento permette il fluire della brezza diurna e notturna negli spazi aperti. Sono state inoltre

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previste barriere verdi, compatibilmente con le esigenze di inserimento paesaggistico e urbanistico, per

limitare l’effetto dei venti invernali.

Lungo Via Spallazzi la viabilità sarà riqualificata con l’introduzione di una fascia di rispetto a verde pubblico

attrezzato dotata di percorsi pedonali e ciclabili in continuità con quelli esistenti. La fascia di rispetto sarà

caratterizzata da fasce vegetazionali di mitigazione acustica e paesaggistica, andando a costituire un filtro

fra la viabilità esistente e il nuovo abitato.

C.2.3 Sub Comparto 3B

Ricettivo, Ricreativo, Servizi, Residenza

Nel sub comparto è previsto l’insediamento di una SUC a destinazione residenziale complessiva pari a

8.776m²; la Superficie Territoriale complessiva è di 90.286m². La SUC insediata nel comparto risulta

inferiore ad 1/3 della SUC complessiva, come previsto nella scheda d’ambito, ed è esclusivamente con

tipologia turistica, a basso impatto, ecocompatibile e accuratamente inserita nel verde diffuso.

L’ampliamento dell’abitato prevede esclusivamente la destinazione residenziale che sarà organizzata

esclusivamente su una viabilità privata ad eccezione dell’attraversamento pubblico che conduce all’area

golfistica. In accordo con i vincoli di tutela paesaggistici le volumetrie residenziali sono situate all’esterno

del limite del SIC-ZPS, sviluppandosi in continuità con gli altri interventi di urbanizzazione previsti negli altri

sub comparti.

Il tessuto urbano qui si sviluppa seguendo una maglia più articolata che permette alle piantumazioni di

espandersi tra gli edifici: la presenza di ampi spazi verdi e di ampie strade alberate, oltre a definire i

percorsi di accesso alle residenze, apre scorci prospettici sulle aree pinetate, garantendo la continuità visiva

del sistema ambientale.

Inoltre, in rispondenza ai criteri individuati nell’analisi di sito, come da richiesta delle Norme Tecniche di

Attuazione del POC relative alle “Misure generali“ riguardanti la sostenibilità degli insediamenti, in fase di

progettazione urbanistica le scelte di impianto favoriscono l’accesso ottimale alla radiazione solare per tutti

gli edifici. Il posizionamento di alberature (in particolare a ovest degli edifici), oltre a divenire ostruzione al

sole estivo pomeridiano, contribuisce alla riduzione dell’effetto isola di calore urbano. L’orientamento

dell’insediamento permette il fluire della brezza diurna e notturna negli spazi aperti. Sono state inoltre

previste barriere verdi, compatibilmente con le esigenze di inserimento paesaggistico e urbanistico, per

limitare l’effetto dei venti invernali.

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C.2.4 Sub Comparto 3A – Sub Comparto 4

Golf e Servizi connessi – Pineta e Parco naturale

Il sub comparto 3A sarà destinato esclusivamente all’attività golfistica ed è previsto l’insediamento di

una SUC a destinazione non residenziale pari a 1.000m² da destinare alla realizzazione della Club House; la

Superficie Territoriale complessiva è di 615.494m².

In conformità con quanto previsto dal POC approvato l’impianto verrà realizzato ed inserito nel rispetto

della limitrofa Pineta costiera costituendone il filtro rispetto all’attività agricola contermine.

Il sub comparto 4 ricade interamente nell’area di pineta costiera che sarà oggetto di riqualificazione

ambientale, con l’obiettivo di rinaturalizzare il sito; la Superficie Territoriale complessiva è di 762.480m².

La pineta esistente viene valorizzata a Parco Naturale attraverso la riqualificazione e/o conservazione di

ambiti naturali esistenti e la riconversione di zone attualmente agricole in ambiti rinaturalizzati quali zone

umide, depressioni interdunali, praterie e boscaglie.

Per la descrizione degli interventi che interessano questi due sub comparti si rimanda al capitolo

seguente dove vengono trattati gli interventi di carattere paesaggistico.

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D PIANO DI INSERIMENTO PAESAGGISTICO

Il progetto del comparto S12 – Casalborsetti - golf rientra tra gli indirizzi di pianificazione

dell’Amministrazione Comunale in un’ottica, non solo di riqualificazione turistica e residenziale dei lidi nord

di Ravenna, ma anche di integrazione e potenziamento della rete ecologica esistente.

L’ambito si colloca in una porzione della fascia costiera ravennate caratterizzata da un’alta valenza

ambientale per cui è necessario porre particolare attenzione alle scelte progettuali; è per la particolarità del

contesto e la sua rilevanza paesaggistica che il piano ha richiesto diversi approfondimenti sulle

problematiche ambientali, per raggiungere un progetto di insieme che rispetti, sia il valore paesaggistico

del territorio, sia la normativa che insiste sull’area.

Obiettivo principale del progetto è stato quello di creare un rapporto diretto tra ambiti naturali e

sviluppo del tessuto urbano, curando la definizione dei confini e delle interfacce tra i due sistemi. Il disegno

del nuovo insediamento genera un luogo di transizione tra la geometria del centro abitato, dei campi, dei

canali di scolo a est e le forme più organiche delle dune e delle pinete a sud e a ovest.

La visione zenitale del progetto dà conto della forte integrazione del suo disegno con il contesto urbano

e la forma del territorio preesistenti; lo schema urbanistico si fonda quindi sul disegno attento dei vuoti e

degli spazi aperti a tutte le scale, da quella territoriale a quella architettonica.

La proposta di disegno della rete viaria del nuovo insediamento e dello spostamento di alcune funzioni

esistenti (area camper, campo sportivo, depuratore) è animata dal fine di dare all’area un disegno organico,

minimizzando le aree intercluse e fondando un corretto rapporto tra golf, pineta e tessuto residenziale. La

strada che innerva l’intervento è concepita come una “parkway”, mentre la viabilità minore (le strade di

accesso alla residenza) è costituita da viali alberati tipici della tradizione agricola.

Il tessuto edilizio esistente e di progetto si legano tra loro attraverso il progetto del verde e della

viabilità: un grande giardino urbano definisce il punto di contatto tra la città e il nuovo intervento, mentre

un ampio prato, prolunga lo spazio verde a nord, creando un corridoio verde che mette in continuità il

paesaggio agricolo con la pineta e il mare.

Su questo grande corridoio verde si affacciano la nuova area camper, progettata in modo affine alle aree

pinetate costiere, e la nuova area sportiva; in continuità con questi elementi si pone il nuovo edificio

commerciale che, per la sua posizione strategica, assume la funzione di snodo tra il centro urbano e la

pineta.

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La rete degli spazi del verde pubblico e dei luoghi di relazione interna ai comparti residenziali e sportivi

stabilisce una relazione di continuità fisica con il sistema di aree verdi costituito dalla Pineta e dal campo da

golf, attraverso la previsione di connessioni verdi trasversali che conformano lo spazio pubblico e quello

privato.

Il progetto prevede la caratterizzazione dell’asse di via Spallazzi e delle aree libere della fascia di rispetto

del metanodotto, come elementi di connessione della rete ecologica in corrispondenza del Centro di

Casalborsetti.

Le aree verdi di pertinenza degli edifici, al fine di inserire e raccordare l’Ambito S12 al sistema delle aree

verdi Pineta/campo da golf, è stato disegnato e trattato in maniera unitaria all’interno dei singoli comparti

che costituiscono l’assetto planimetrico complessivo.

Questa scelta progettuale assicura la continuità con l’intero sistema delle aree verdi attraverso

connessioni lineari (alberature e siepi) che interrompono la linearità e la compattezza del costruito.

A questa rete corrisponde una permeabilità dell’impianto planimetrico dei comparti dal punto di vista

sia ecologico, che percettivo paesaggistico, che attribuisce una immediata riconoscibilità visiva alle parti

costituenti il progetto.

Il progetto raccorda la rete così definita alla Pineta, attraverso percorsi ciclopedonali che caratterizzano

l’assetto di via Spalazzi, via Ortolani e la fascia di rispetto del metanodotto e costituiscono l’ossatura

portante della rete stessa.

Lo sviluppo residenziale e ricettivo relativo all’impianto golfistico è posto a nord del campo da golf e per

prescrizione viene collocato interamente al di fuori del perimetro del SIC-ZPS IT 4070005 “Pineta di

Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini”, elaborando uno schema permeabile in cui la pineta

entra nell’urbanizzazione, circondando le residenze stesse e inglobando i percorsi.

Da un punto di vista ambientale, la grande diversità dell’area interessata dal progetto, ha permesso di

realizzare un grande parco naturale ed un percorso di golf ecologicamente inserito nel territorio, al fine di

ottenere una ripartizione territoriale diversificata rispetto al contesto attuale e di visualizzare, a progetto

attuato, la valenza conservazionistica che tale impianto potrebbe assumere, garantendo la continuità

ecologica e di fruizione dei vari sistemi ambientali presenti: pineta costiera, ambito fluviale del Lamone,

zone umide dell’entroterra e zone agricole di possibile rinaturalizzazione.

L’impianto golfistico, nel suo complesso, permette un’ulteriore differenziazione ambientale in quelle

aree oggi adibite a colture agricole il cui ruolo conservazionistico risulta in genere minore, soprattutto

laddove le colture sono intensive. Inoltre nell’area, in quanto impianto sportivo, vigerebbe il divieto

venatorio e pertanto le specie in essa presenti avrebbero un’ulteriore opportunità di protezione,

diversamente dalla presente situazione che vede questi ambienti frequentati dai cacciatori.

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Altro obiettivo primario è stato quello di fare proprie le esigenze di tutela del sito SIC-ZPZ IT4070005

denominato “Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini” evidenziate nel “Rapporto

sull’impatto ambientale del progetto di realizzazione dell’impianto golfistico di Casalborsetti” (Conferenza

di Servizi del Comune di Ra, Marzo 2003), a conclusione della Procedura di V.I.A. alla quale il progetto nel

suo complesso è stato sottoposto nel 2003.

A questo proposito si considera prioritario l’intervento di realizzazione di un parco naturale che prevede

la conservazione e/o riqualificazione di ambiti naturali esistenti e la conversione di zone attualmente

agricole, in ambiti rinaturalizzati quali zone umide, depressioni interdunali, praterie, e boscaglie.

D.1 ELEMENTI COSTITUTIVI DEL SISTEMA DEL VERDE

La superficie complessiva dell’area di intervento è di 1.628.875m², all’interno dei quali si sviluppano i

progetti relativi alle nuove aree residenziali, turistico-ricettive, sportive, naturalistiche e al sistema

infrastrutturale.

Il piano urbanistico del comparto si fonda sull’integrazione dei nuovi interventi costruiti con i sistemi

paesaggistici esistenti, generando una continuità funzionale e morfologica tra l’estesa pineta litoranea e i

territori bonificati caratterizzati da coltivazioni agricole estensive.

Le numerose tipologie di interventi che caratterizzano il piano urbanistico di Casalborsetti sono state

progettate in funzione di un loro corretto inserimento nel paesaggio, perseguendo i seguenti principali

obiettivi:

Tutela e ripristino del patrimonio naturale esistente;

Riqualificazione e valorizzazione del paesaggio;

Realizzazione di interventi in continuità con il contesto di riferimento, privilegiando il sistema del

verde.

Il progetto generale del sistema del verde è caratterizzato da un insieme di azioni articolate e distinte

che si fondono in un unico processo di qualificazione naturalistica dell’intero comparto.

Gli interventi che si uniscono in questo processo di qualificazione, a supporto di uno sviluppo ecologico e

compatibile del territorio possono essere distinti in tre macrocategorie:

L’impianto golfistico, che corrisponde al sub comparto 3A;

La Pineta e il Parco Naturale, che si collocano nel sub comparto 4;

Il Verde Urbano, che comprende il centro sportivo, l’area camper, il verde di pertinenza delle

nuove urbanizzazioni.

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D.1.1 L’impianto golfistico

L’impianto golfistico, in conformità con quanto previsto dal POC approvato, si colloca interamente nel

sub comparto 3A ed è stato progettato nel rispetto della limitrofa pineta costiera, costituendone il filtro

rispetto all’attività agricola contermine.

Il percorso di golf viene ecologicamente inserito nel territorio, al fine di ottenere una ripartizione

territoriale diversificata rispetto al contesto attuale e di visualizzare, a progetto attuato, la valenza

conservazionistica che tale impianto potrebbe assumere garantendo la continuità ecologica e la fruizione

dei vari sistemi ambientali presenti: pineta costiera, ambito fluviale del Lamone, zone umide dell’entroterra

e zone agricole di possibile rinaturalizzazione.

Obiettivo primario della progettazione del campo da golf è stata la delocalizzazione degli impianti prativi

per la pratica del golf al di fuori del sistema di dune e radure con potenzialità di conversione naturalistica; il

progetto cerca di riproporre la successione originaria di dune e radure, oltre alla diffusione delle zone

boscate tra i percorsi di gioco e le aree costruite.

L’unico edificio previsto in questo comparto è la Club House che sarà collocata in posizione centrale

rispetto allo sviluppo del campo da golf come naturale nucleo degli impianti legati al gioco. Più a sud, al di

là del parcheggio, il locale che ospita i veicoli e gli attrezzi di manutenzione del golf è direttamente

collegato con l’area da gioco.

Il percorso golfistico a 18 buche si sviluppa esclusivamente sui terreni agricoli che si estendono verso il

limite nord del comparto per una superficie complessiva di circa 60 ettari. All’interno del campo da golf solo

parte dell’estensione dell’area è occupata dalla superficie di gioco: gli spazi tra i tappeti erbosi delle buche e

le aree naturali della pineta saranno rinaturalizzati in conformità ai cordoni dunosi litoranei, creando una

sorta di “cuscino” tra i due sistemi.

Il paesaggio agricolo del campo da golf sarà "rimodellato" al fine di riproporre un contesto artificiale ad

alta valenza ecologica mediante interventi di rinaturalizzazione e di architettura del paesaggio finalizzati alla

realizzazione di un percorso golfistico particolarmente attraente sia dal punto di vista meramente

percettivo, ma anche per l’avifauna stanziale e di passo. Si prevede la creazione di diversi tipi di ambienti

naturali: le aree umide a bassa profondità, le pinete ed i boschi idrofili (Pinus pinaster, Pinus pinea, Quercus

ile,x Acer campestre, Ulmus minor, Morus alba, Populus alba, Fraxinus ornus, Quercus robur, Alnus

glutinosa), la vegetazione delle interdune, i prati barenicoli (prati periodicamente allagati) con le sponde di

canneto e di giunco.

Nell’elaborazione del progetto del percorso di golf sono stati seguiti i criteri di sostenibilità ambientale

codificati dal Golf Environment Organisation (GEO), organizzazione senza fini di lucro che opera a livello

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europeo ed internazionale al fine di certificare la sostenibilità, le azioni e le performance ambientali dei siti

che aderiscono ai programmi stabiliti.

A maggior garanzia circa la corretta esecuzione delle varie fasi di realizzazione del percorso

(progettazione, costruzione e manutenzione), c’è la volontà di aderire subito al programma europeo di

certificazione ambientale dei percorsi di golf denominato “Impegnati nel verde”.

L’applicazione del progetto secondo criteri di ecocompatibilità, con particolare riferimento alla

conservazione della natura nell’area interessata, permette di definire la strategia ottimale per raggiungere

l’obiettivo primario: rendere il percorso maggiormente integrato con gli ambienti naturali circostanti che

verrebbero protetti, in quanto ricadenti nei confini dell’impianto di Casal Borsetti, ma anche di valorizzare il

percorso golfistico stesso come corridoio all’interno della rete ecologica composta dai sistemi naturali della

pineta. Attuando il progetto “Impegnati nel verde” vengono da subito applicate le linee guida per

raggiungere la certificazione di ecocompatibilità del percorso insieme alle indicazioni per una gestione dei

percorsi integrata con l’ambiente naturale.

Alcuni degli interventi che vengono attuati nel corso della realizzazione del percorso e delle sue

strutture annesse, danno un’idea di massima di come il progetto indica e delinea le strategie gestionali per

raggiungere gli standard di gestione ottimali.

I bacini idrici previsti costituiscono un importante sito di sosta, alimentazione e rifugio per molte classi

animali tra cui gli anfibi, ma soprattutto per gli uccelli durante tutto il corso dell’anno e, in particolare

durante l’inverno, potrebbero rappresentare un luogo di rifugio per anatidi e altre specie oggetto di

pressione venatoria all’esterno. A tal proposito quindi i bacini idrici vengono realizzati tenendo conto anche

delle eventuali presenze faunistiche e in parte realizzati (nelle zone non interessate dal gioco considerate

“area protetta” all’interno dell’impianto) con livelli di acqua a diversa altezza in modo da favorire specie che

necessitano di acque più profonde, specie che si nutrono nel limo e specie che cacciano in acque basse,

costituendo altresì un richiamo per animali caratterizzati da esigenze alimentari diversificate. Le sponde

vegetate naturalmente permettono la nidificazione, favorita posizionando adeguate strutture come

cassette nido.

La conservazione degli incolti e delle aree prative nell’area permette di ottenere corridoi faunistici e di

favorire soprattutto gli insetti tra cui i lepidotteri, importanti indicatori della qualità ambientale nonché i

loro predatori tra cui i pipistrelli, mammiferi la cui conservazione risulta prioritaria.

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La gestione dell’eventuale sfalcio dei prati sarà vagliata ed attuata nei periodi non interessati dalle

nidificazioni.

Siepi e alberature, realizzate con specie autoctone e/o ecologicamente adatte all’area, permettono di

integrare paesaggisticamente l’impianto con i vicini contesti ambientali (Pineta di San Vitale, zone umide

limitrofe) oltre che fungere da ulteriori zone di rifugio e corridoio.

Le zone coltivate, interessate dal progetto, hanno un’orografia pianeggiante e verranno interessate da

lievi movimentazioni del terreno al pari delle aree naturali che presentano leggere ondulazioni. Infatti

principi di rinaturazione, oltre a prevedere la diffusione di essenze autoctone, considerano la

riconfigurazione morfologica dei terreni per restituirne un aspetto di maggiore naturalità in sintonia al

carattere dei luoghi originari. Le zone comprese nel perimetro del campo golf, sono disegnate attraverso un

modellamento del terreno al fine di riprendere l’originale andamento morfologico delle aree, rese

uniformemente livellate dalla bonifica agricola, e dalle pratiche culturali meccanizzate. Il modellamento

avviene bilanciando i volumi di terreno di scavo con quelli di riporto, che saranno gestiti in perfetto

equilibrio all’interno del comparto di lavoro. Le nuove zone umide, e le aree di bassura generano il terreno

per riportare in quota le aree di gioco che per soddisfare vincoli normativi rispetto al rischio di ingressione

marina, dovranno essere portate alla quota di + cm 100 rispetto lo 0 di riferimento (quota medio marina),

che corrisponde a circa 50 cm in più alte rispetto alla attuale giacitura dei terreni agrari

L’approvvigionamento idrico ad uso irriguo è differenziato su più fonti, che vengono impiegate a

seconda della loro disponibilità; esse essenzialmente sono costituite da:

- rete del Consorzio di Bonifica ad uso irriguo già esistente in loco (specie durante le fasi stagionali

piovose autunno – inverno sfruttando la potenzialità degli invasi di accumulo per stoccare acqua piovana);

- recupero delle acque bianche di scarico;

Le fonti sopra elencate fanno capo ad un invaso, per complessivi 13.665 mq (circa 25.000 mc), le cui

funzioni sono essenzialmente due:

- modulazione dell’erogazione in relazione ai fabbisogni, in modo da compensare eventuali variazioni

di portata disponibili dalle diverse fonti;

- riserva d’acqua da utilizzare nel caso di scarsa disponibilità delle fonti. Il dimensionamento degli

invasi consente di coprire il fabbisogno irriguo per un periodo di poco meno di due mesi nel momento di

massima richiesta (mesi estivi).

E’ importante sottolineare inoltre che i criteri agronomici adottati per l’insediamento dei prati realizzati

prevalentemente con essenze graminacee macroterme (tees, e fayrways), consentono di salvaguardare

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l’impianto realizzato anche con apporti idrici inferiori, stimolando un abbassamento dell’attività vegetativa,

a fronte di una variazione temporanea dell’immagine dei prati che virano durante le fasi stagionali più calde

dal verde al giallo, per effetto dalla temporanea dormienza vegetativa.

Si precisa che si accede alla rete di Consorzio di Bonifica sulla base di una concessione in essere

finalizzata all’uso irriguo dei terreni agrari. La previsione di realizzazione dell’invaso ad uso irriguo consente

di accumulare periodicamente acqua nell’invaso durante le mesi piovosi ma anche durante le periodiche

precipitazioni stagionali che si concentrano in poco tempo. Durante i temporali primaverili estivi, la rete del

Consorzio di Bonifica provvede ad allontanare le acque in eccesso attraverso il sistema di canali e fossi

superficiali, attraverso i quali è possibile rifornire le riserve del golf, prolungando pertanto l’autonomia

irrigua senza gravare rispetto alle esigenze del territorio circostante, durante le fasi più secche e di maggior

richiesta irrigua

Le valenza strategica del percorso golfistico

La qualità di realizzazione e gli standard dimensionali del campo da golf dovranno essere conformi alle

norme dettate dalla Federazione Italiana Golf e dalla PGA Europea per omologare il percorso di tipo

"championship" (da campionato), atto ad ospitare gare di livello nazionale e internazionale.

Lo schema tradizionale del gioco del golf è organizzato secondo due circuiti da nove buche che

prendono avvio e terminano nei pressi della club house posta al centro dell'area.

La lunghezza totale dell'intero percorso è di circa 6.400 metri; in prossimità della club house è previsto

un campo pratica lungo 280 metri con battitore avente superficie di mq. 1200 e capace di permettere la

pratica a circa 20 - 25 giocatori contemporaneamente. E’ inoltre prevista l’area putting green, che consente

di allenare gli “approcci” sul green, “il put”.

In coerenza con la filosofia del progetto, insistendo sul concetto di "percorso ambientale", si è voluto

dare al campo un carattere ben definito e coerente al contesto in cui si trova.

Dal punto di vista della strategia di gioco, lo studio effettuato sulla simulazione progettuale del campo

ha volutamente omesso di rappresentare graficamente la posizione dei bunkers (ostacoli di sabbia) ed in

generale delle difficoltà del gioco.

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Il criterio da adottare sarà quello di minimizzare l'utilizzo di questi bunker di sabbia (elementi

generalmente estranei agli ambienti diversi da quello scozzese), anche se nella zona delle dune potranno

essere inseriti in quanto compatibili con l'origine litoranea di questi luoghi.

Questa scelta è dovuta al carattere preliminare dello studio che è volto per ora all'individuazione dei

temi tecnici generali indirizzati soprattutto all'inserimento paesaggistico e all’impostazione generale del

layout.

Gli elaborati di studio successivi porteranno allo sviluppo di un percorso in linea con le più recenti

tendenze progettuali del panorama internazionale e alle esigenze legate al tipo di fruizione che si intende

privilegiare, quali ad esempio:

lunghezza delle buche con conseguente definizione della lunghezza globale del percorso, per

adeguarsi al progressivo colmarsi delle distanze dovuto all’evoluzione dei materiali, che aiutano

il giocatore a coprire intervalli sempre più rilevanti, ed alla crescente “atleticità” dei

professionisti;

difficoltà dei putt sul green, in termini di pendenze e accorgimenti sulla velocità del manto

erboso, per rendere più elaborata la lettura di queste superfici di gioco;

superfici dei battitori, per assicurare una buona qualità di gioco nei momenti di picco del

numero di giocatori;

massima variabilità delle buche in termini di: lunghezza, sequenza dei par, orientamento

rispetto al sole e presenza di cambi di direzione delle singole buche (doglegs) a destra o sinistra

in maniera equilibrata.

D.1.2 La Pineta e il Parco Naturale

L’area di intervento interessa 143 dei 595 ettari del SIC-ZPS IT4070005 denominato “Pineta di

Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini”, caratterizzato dalla successione di habitat relitti

ormai distrutti lungo quasi tutto il litorale adriatico.

Il sito, grazie alla presenza di un mosaico di ambienti formato da dune relitte coperte di boscaglia

termofila, pratelli aridi di colonizzazione delle sabbie consolidate, alternanza di incolti e seminativi a cereali

e foraggere, pinete di Pinus pinaster, spiagge con piccoli lembi residui di dune attive e la foce del fiume

Lamone, contribuisce in modo significativo alla biodiversità ambientale del Parco del Delta del Po.

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Il piano del golf si identifica nel “Parco naturale” che comprende 50 Ha di pineta esistente: la naturalità

sarà estesa per definire un carattere paesaggistico comune alle nuove zone turistiche, al campo da golf e

alla fascia di continuità ecologica, arrivando fino alle aree agricole coltivate tra il Lamone e il Canale Destra

Reno. Obiettivo degli interventi di ripristino ambientale è la realizzazione di un Parco Naturale che prevede

la conservazione e la riqualificazione di ambiti naturali esistenti e la conversione di zone attualmente

agricole (intercluse tra le pinete esistenti o in adiacenza all’argine sinistro del Lamone), in ambiti

rinaturalizzati quali zone umide, depressioni interdunali, praterie e boscaglie.

La realizzazione degli indirizzi di progetto e di gestione di questa zona a parco fanno proprie le esigenze

di tutela del sito SIC-ZPS IT4070005 evidenziate nel “Rapporto sull’impatto ambientale del progetto di

realizzazione dell’impianto golfistico di Casalborsetti” (Conferenza di Servizi del Comune di Ravenna, Marzo

2003).

Il progetto relativo al Parco naturale prevede la realizzazione di un sentiero natura (fruibile a piedi, in

mountain bike o a cavallo) corredato di apposita pannellistica didattico informativa e di osservatori

localizzati nelle zone di maggiore interesse naturalistico che consentono, inoltre, di valorizzare

ulteriormente l’impianto nel suo complesso assimilandolo ad un’oasi naturale e rendendolo fruibile anche

ad un pubblico più vasto che, in tal modo, potrebbe scoprire la valenza degli ambienti di duna, delle aree

prative, delle zone umide, ecc.

Di seguito si riporta un’immagine ridotta della tavola “Progetto Parco Naturale di Casalborsetti – scala

1:5.000” in cui sono indicate le linee guida principali che caratterizzano gli interventi relativi alla fruizione

del Parco.

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La creazione di questo ambito protetto risulterà legata alla realizzazione dell’impianto sportivo

comunicando il nuovo concetto e ruolo dei percorsi di golf integrati in un contesto naturale.

Gli interventi di gestione del patrimonio naturale esistente sono strettamente correlati ad un’analisi

puntuale della vegetazione e della conformazione del paesaggio, che è stata eseguita nell’aprile del 2011

dallo Studio GSA S.r.L. in collaborazione con il Dott. Biol. Nicola Merloni.

Attraverso questa analisi è stato possibile approfondire la conoscenza del sito individuando delle zone

omogenee che sono state catalogate secondo la metodologia fitosociologica individuata dal CNR,

aggiornando puntualmente le caratteristiche evolutive dei boschi e delle essenze arboree ed arbustive in

funzione dello stato reale dei luoghi.

Prodotto di questa analisi è stata la “Tavola del Rilievo della Vegetazione Reale” (a cui si rimanda), per

la cui redazione è stato utilizzato come riferimento iniziale la “Carta Regionale della Vegetazione (Regione

Emilia-Romagna) Parco Regionale del Delta del Po Stazione: Pineta di San Vitale Piallasse di Ravenna in

scala 1:25.000 tavola 11.6 – Edizione 1999 – Rilevamento 1992 – 1994”.

La tavola è stata redatta suddividendo l’area del comparto in sottozone per cui si sono analizzati la

vegetazione arborea, la componente arbustiva, lo stato di conservazione e le dinamiche evolutive in atto,

distinguendo:

Prati aridi e boscaglie (Br);

Vegetazione arbustiva (Ps);

Vegetazione di origine antropica (Ba, Ba-Oq, Ba-Pa, Pa, Ra);

Corpi idrici superficiali (Fr, La);

Colture (Se, Or);

Altre sottozone (Ed, Ri).

Per ogni sottozona sono state fatte delle analisi per transetti che hanno permesso di delineare lo stato

reale dei luoghi (eccezion fatta per i Seminativi (Se), l’area dell’Ex-Depuratore (Ed) e gli Orti (Or) per cui è

stata fatta una descrizione generale delle aree) e di definire le linee guida per la gestione naturalistica

individuate nella tavola “Linee guida di gestione per il Parco naturale di Casalborsetti” (a cui si rimanda).

Di seguito si riporta un’immagine ridotta della Tavola del Rilievo della vegetazione reale e di qualche

transetto rilevato.

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Transetto n. 2

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Transetto n. 6

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Transetto n. 8

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Transetto n. 12

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Transetto n. 13

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Transetto n. 16

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I criteri di intervento possono essere riassunti come segue:

Gestione con diradamenti selettivi allo scopo di eliminare gli esemplari dominati, filati aduggiati o

deperienti;

Gestione con eliminazione selettiva delle macchie di rovo e/o delle piante esotiche ed infestanti a

favore dell’insediamento di essenze arbustive autoctone;

Mantenimento dello “status quo”, in quanto aree di grande pregio naturalistico e paesaggistico;

Introduzione di nuove zone umide e bassure retrodunali;

Interventi sulle aree attualmente a seminativo con l’obiettivo generale di rinaturazione e

ricostituzione di una morfologia simile a quella originaria riproponendo la successione dei sistemi

retrodunali con dune in leggero rilievo e bassure periodicamente allagate.

Tra le diverse tipologie di intervento si distinguono:

o Zone prive di interventi e lasciate alla libera evoluzione;

o Zone lasciate alla libera evoluzione con interventi mirati di gestione delle componenti

vegetali che si insedieranno, grazie all’eliminazione delle essenze infestanti o alloctone e

con interventi per favorire l’insediamento di vegetazione autoctona pregiata;

o Zone con particelle sperimentali e introduzione di specie autoctone attraverso il prelievo di

germoplasma o piantine dalle dune esistenti a Casalborsetti (possibile coinvolgimento del

Dipartimento universitario di Scienze Ambientali di Ravenna, dell’Istituto di Agraria e del

Parco del Delta).

Di seguito è riportata un’immagine ridotta della tavola “Linee guida di gestione per il Parco naturale di

Casalborsetti”, in cui con colori diversi vengono distinte le diverse tipologie di intervento e la loro

collocazione.

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Per quanto riguarda l’analisi di dettaglio della vegetazione e degli elaborati “Progetto Parco Naturale di

Casalborsetti – scala 1:5.000”, “Tavola del Rilievo della Vegetazione Reale” e “Linee guida di gestione per il

Parco naturale di Casalborsetti” si rimanda all’elaborato “Analisi della vegetazione reale e linee guida per

la gestione del parco naturale di Casalborsetti – Rilievo Dendrologico di filari e alberature isolate”.

D.1.3 Il verde urbano

La proposta di progetto vuole fondare un corretto rapporto tra ambito naturale e sviluppo del tessuto

urbano usando il progetto urbanistico per ridefinirne confini ed interfacce; il disegno del nuovo

insediamento genera un luogo di transizione tra la geometria del centro abitato e i diversi elementi,

naturali e antropici, che caratterizzano il contesto in cui si viene ad inserire.

Il sistema del verde è caratterizzato da diverse tipologie di intervento fra cui si distinguono:

Il centro sportivo;

L’area camper;

Il verde di pertinenza delle nuove urbanizzazioni (verde privato, pubblico e vasche di

laminazione);

Obiettivo generale dell’intervento è creare un progetto di qualità in cui i diversi elementi siano posti in

un sistema continuo, pur mantenendo distinta la propria identità.

Filo conduttore del progetto è il tentativo di creare una vera e propria “trama” verde in cui la

vegetazione arborea ed arbustiva, insieme ai prati liberi, creano una sorta di “piastra verde” su cui si

inseriscono le nuove urbanizzazioni e tra cui si disegna la nuova maglia dei percorsi (carrabili, pedonali e

ciclabili).

Le essenze arboree che caratterizzano i diversi interventi sono quelle tipiche dei boschi di pianura e

vengono utilizzate sia in associazione, a formare delle macchie boscate “naturali”, sia a definire i margini

del comparto verso ovest, creando sul confine del comparto una sorta di fascia vegetata senza soluzione di

continuità che funge non solo da mitigazione delle nuove urbanizzazioni rispetto al paesaggio agrario, ma

anche da corridoio ecologico.

Acero Campestre, Frassino, Quercia, Carpino, Gelso, Pioppo e Olmo sono le piante principali della

composizione arborea tra le latifoglie, mentre Pino domestico e Leccio tra le quelle sempreverdi.

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Il centro sportivo

L’ampliamento del centro sportivo è stato definito in fase preliminare con i tecnici del settore Sport del

Comune di Ravenna e i dirigenti del centro sportivo di Casalborsetti. Obiettivo del progetto è la

riqualificazione del centro sportivo, ampliando e adeguando gli impianti alla normativa che regola le aree

sportive. I campi sportivi e quelli esistenti vengono inseriti nel verde e bordati da radure prative e percorsi

pedonali. Il loro inserimento nell’ambiente trae continuità dalla configurazione del paesaggio rurale

riprendendone la matrice: la disposizione delle attrezzature sportive viene condizionata dal paesaggio

agrario in cui sono inserite, traendone ispirazione e richiamando all’interno dell’area elementi vegetazionali

che ne caratterizzano la scansione spaziale e le visuali verso la campagna circostante.

L’intervento prevede la realizzazione di un nuovo edificio spogliatoio che verrà posizionato di fronte alla

pista di pattinaggio, con forma e altezze diverse rispetto all’attuale edificio, in modo da migliorare

l’organizzazione interna e i collegamenti con i vari campi da gioco. L‘edificio si suddivide in dieci unità

distinte, ognuna delle quali con il proprio accesso e i propri servizi.

Sono presenti sei spogliatoi: due per l’attività del calcio, due per il tennis e due per gli arbitri. Ogni

spogliatoio è dotato di area docce e bagno.

Sono inoltre previsti: un’infermeria, a disposizione di tutta l’area sportiva; degli uffici per il personale

amministrativo; un magazzino, per ospitare l’attrezzatura utilizzata di proprietà del centro; e un locale

tecnico adibito a centrale termica.

La risistemazione del centro sportivo, oltre alla realizzazione delle nuove strutture sportive menzionate,

prevede la riorganizzazione del comparto con l’adeguamento dell’ingresso carrabile e pedonale.

Oltre all’adeguamento strutturale il progetto del comparto sportivo prevede la sistemazione degli arredi

e degli impianti:

Spostamento della tribuna esistente sul lato opposto del campo da calcio, sia per aprire la visuale

delle aree di gioco rispetto all’ingresso e alle strutture annesse, sia per sfruttare la tribuna anche

per il campo di allenamento.

Adeguamento delle recinzioni: nuova recinzione del comparto rispetto alla viabilità principale,

recinzioni delle nuove zone sportive in conformità alle normative sulla sicurezza delle zone di gioco.

Fornitura di aree speciali per le varie zone di gioco;

Adeguamento dell’impianto di illuminazione del campo di calcio regolamentare;

Infine esemplari isolati di pino domestico e latifoglie autoctone vengono inseriti per sottolineare

l’alternanza tra le aree sportive attrezzate e gli spazi verdi lasciati alla libera fruizione e alla sosta.

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L’area camper

Attualmente l’area camper si colloca in aderenza al margine nord-est del comparto e il progetto prevede

il suo trasferimento a sud-ovest del centro sportivo , in aderenza a via delle Maone.

La superficie complessiva dell’area è di circa 11.000 mq, per un totale di circa 112 piazzole.

Il progetto segue principi di eco compatibilità, garantendo alta permeabilità del suolo e utilizzando

specie vegetali autoctone in continuità con il sistema boscato della pineta, integrando anche essenze

latifoglie tipiche dei boschi di pianura per garantire maggiore eterogeneità al sistema vegetazionale.

Pur configurandosi come un’area attrezzata, mantiene un rapporto di permeabilità rispetto ai terreni

agricoli di origine, mediante il sistema costruttivo della ghiaia inerbita. La permeabilità superficiale è

favorita dalla granulometria dei primi substrati che assorbono le acque e orientano gli eccessi su linee

drenanti che le convogliano nelle vasche di laminazione.

La particolarità della nuova area camper è che le piazzole sono inserite in una vera e propria macchia

boscata innervata da un percorso centrale sinuoso, anch’esso permeabile, facilmente raggiungibile grazie

alla posizione strategica in prossimità della rotatoria che, venendo da Via Spallazzi, permette l’accesso al

paese. L’ubicazione della zona camper è strategica anche perché si trova in aderenza al nuovo centro

commerciale previsto in fronte alla rotonda di Via Spallazzi.

Il verde di pertinenza delle nuove urbanizzazioni

Il verde di pertinenza alle nuove urbanizzazioni si articola sull’alternanza tra spazi pubblici e privati con

la finalità di creare assi verdi di continuità tra il sistema naturale, la pineta esistente e la campagna

circostante.

In questo senso si alternano forme di verde con assetto naturale proprio delle aree private e degli ampi

spazi di laminazione, al verde lineare che asseconda l’andamento dei nuovi assi di viabilità pubblica e delle

aree di sosta. La scelta della vegetazione arborea si orienta sempre su piante autoctone locali, privilegiando

le piante “dei boschi e delle pinete” anche in ambiti costruiti.

L’integrazione tra disegno urbano e verde permette una grande “permeabilità” dell’intervento.

Di seguito si riporta l’estratto planimetrico degli interventi che caratterizzano il verde di pertinenza delle

nuove urbanizzazioni.

Lo schema urbanistico si fonda sul disegno attento dei vuoti e degli spazi aperti:

le strade di accesso alla residenza sono assimilabili ai viali alberati della tradizione agricola;

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i parcheggi sono inseriti nel sistema del verde in quanto caratterizzati dalla presenza di filari in

cui l’essenza dominante è il Gelso (Morus alba nella varietà ibrida);

i giardini privati delle residenze sono pensati non come semplici spazi della privacy, ma piuttosto

come un elemento cavo il cui margine a muretto definisce chiaramente la forma dello spazio

pubblico.

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Il muretto è una costante del progetto delle nuove lottizzazioni, tanto da divenirne l’elemento distintivo:

perde l’accezione di “elemento di protezione dall’esterno” e si abbassa (altezza di circa 40 cm) per

trasformarsi in segno del territorio e del paesaggio costruito, ponendo il limite tra pubblico e privato, ma

mantenendo la continuità tra i due spazi.

In questo modo la “piastra verde” che caratterizza le nuove lottizzazioni si pone in stretta continuità con

il verde pubblico che è costituito da tre elementi distintivi:

i percorsi, rappresentano gli elementi lineari dell’intervento innervandolo e costituendo come

delle “strade verdi” che connettono i diversi ambiti del comparto, tra loro e con il contesto in cui

si inseriscono. Le pavimentazioni variano a seconda della fruizione per cui, le strade carrabili

hanno il classico manto in asfalto, le piste ciclabili sono previste in rivestimento

sintetico/resinoso tipo “Tenflex civil ciclabile”, mentre i percorsi pedonali sono realizzati con

pavimentazione in terra stabilizzata tipo “Stabilizer” ed elementi in pietra. Questi ultimi,

attrezzati con sedute e impianto di illuminazione adeguato, presentano sezione variabile e in

diversi punti strategici si allargano a formare delle piazze che possono essere destinate a piccoli

eventi o manifestazioni. I percorsi pedonali là dove assumono la valenza di marciapiede sono

pavimentati completamente in pietra.

il giardino urbano, che sorge lungo il margine nord-est del comparto, definisce la connessione

tra il tessuto urbano di Casalborsetti e le nuove lottizzazioni; si conforma come un grande spazio

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verde sui cui si attestano i nuovi interventi, sottolineando il legame con l’esistente con

l’impianto e la trama dei percorsi. Lo spazio verde è prolungato nel comparto ovest dal “prato”,

un corridoio verde che permette la continuità tra il paesaggio dei campi, la pineta e il mare

aprendo un varco di visuale.

le vasche di laminazione, poste a contorno delle nuove lottizzazioni lungo il margine nord –

nord-est del comparto e verso ovest in aderenza all’area del centro sportivo, si conformano

come dei grandi prati liberi che, oltre ad avere la funzione contenitiva delle acque reflue,

servono anche per creare un elemento distintivo di connessione tra i nuovi interventi e il

contesto in cui si inseriscono. Le vasche poste in aderenza alla pineta creano una sorta di

“respiro” tra il tessuto insediativo e il sistema naturale, mentre quelle poste in corrispondenza

dell’aggregato di Casalborsetti e del centro sportivo, rappresentano degli elementi di apertura

sul paesaggio rurale, aprendo un importante varco di visuale e facendo “entrare la campagna”

nel progetto.

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Particolare delle vasche di laminazione in corrispondenza del giardino urbano

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D.2 INTERVENTI DI MITIGAZIONE

Il Piano Urbanistico Attuativo di Casalborsetti è stato progettato con particolare riguardo all’inserimento

paesaggistico di tutti gli interventi curando, soprattutto, la progettazione dei margini dei singoli sub

comparti

Le opere di mitigazione previste dal piano si identificano, non solo con tutti quegli elementi del progetto

che caratterizzano la connessione dei nuovi interventi con il contesto di inserimento (Sistema della pineta,

paesaggio agricolo, Casalborsetti) e che quindi si collocano sui margini del Comparto, ma anche con le

opere che mettono a sistema i diversi sub comparti, creando un disegno continuo ed organico.

Il margine ovest del piano si rapporta con il paesaggio agrario e ha come linea di demarcazione gli scoli

Baronia e delle Vene.

Lungo tutto il margine è prevista la realizzazione di una cortina vegetale che in alcuni punti assume la

conformazione di vera e propria macchia boscata, mentre in altri si riduce a siepe arborea ed arbustiva,

garantendo, senza soluzione di continuità, la costituzione di un vero e proprio corridoio verde; in

corrispondenza di questo corridoio sono previsti leggeri movimenti del terreno che vanno ad emulare

l’andamento del dosso litoraneo (spianato dagli interventi di bonifica del secolo scorso) su cui si inserisce

l’intero comparto.

Questo “nastro alberato” si interrompe solo in corrispondenza della fascia di rispetto del metanodotto,

lasciando che un grande prato prenda il suo posto entrando all’interno del progetto; tutto il margine nord è

caratterizzato da questo varco di visuale che permette di mantenere la connessione del sistema campagna-

pineta-mare e di interfacciare, grazie anche alla realizzazione del nuovo giardino urbano, le nuove

urbanizzazioni con l’aggregato esistente di Casalborsetti.

Il margine ovest, nel suo tratto posto più a nord si identifica ancora con il grande prato, rendendo più

graduale il passaggio tra urbanizzato, pineta e litorale e garantendo l’accesso all’arenile attraverso i

percorsi esistenti, mentre nel tratto che dalla rotonda di Via Spallazzi arriva fino alle sponde del Lamone

(insieme anche al margine sud) l’intervento è caratterizzato esclusivamente dalla gestione e dalla

qualificazione della pineta esistente.

Dal momento che i progetti che interessano il piano sono molto diversificati, particolare attenzione è

stata posta nella progettazione delle connessioni tra le parti, con specifico riguardo agli elementi naturali.

Il sub comparto 4, che si identifica con la pineta e il parco naturale di Casalborsetti, è posto in aderenza

ai sub comparti 3A e 3B in cui sono previsti, rispettivamente, il campo golf e il tessuto residenziale/ricettivo.

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Il progetto del campo da golf ha posto particolare attenzione all’aderenza con il sistema naturale della

pineta e delle dune, preservando, valorizzando e potenziando gli ambienti di pregio e ponendosi in

continuità con esso come se il campo da gioco fosse esso stesso un’appendice naturale: prevede nuove

consistenti piantumazioni e delinea movimenti del terreno che riprendono la conformazione e la

morfologia di dune e retrodune con cui entra in continuità, valorizzando e ripristinando habitat di

importanza comunitaria.

Lo stesso tessuto edilizio del comparto 3B è previsto a bassa densità: le masse boscate della pineta e i

prati del golf si insinuano tra gli edifici, il tessuto urbano si sviluppa seguendo una maglia articolata con

ampi spazi verdi e strade alberate che aprono scorci prospettici sulle aree pinetate e garantisce la

continuità visiva del sistema ambientale.

La SUC insediata nel comparto, come previsto nella scheda d’ambito, risulta inferiore ad 1/3 della SUC

complessiva ed è esclusivamente con tipologia turistica a basso impatto, ecocompatibile e accuratamente

inserita nel verde diffuso.

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E FOTOINSERIMENTO DELLE OPERE DI PROGETTO

Attraverso la realizzazione di alcuni render fotografici è possibile dare un’immagine di come si

presenteranno i luoghi ad opere ultimate.

Da queste immagini risulta evidente come il tessuto urbano di nuova realizzazione sia a bassa densità e

come la distinzione tra spazi pubblici e privati sia delineata dai muretti di confine in associazione alle siepi

arbustive.

Le strade sono associate al filare alberato che “accompagna” tutto il nuovo sistema infrastrutturale

(carrabile e ciclo pedonale) creando una sorta di reticolo verde che innerva tutto l’intervento edilizio.

Gli spazi aperti destinati alla sosta sono attrezzati con sedute e sono dotati di un corretto sistema di

illuminazione che ne permette la fruizione anche nelle ore serali.

Oltre alle classiche sedute che arredano gli spazi pubblici, si nota come il sistema dei muretti che

delimitano le proprietà private possa essere utilizzato come punto di appoggio, in alternativa alla panchina.

L’alternanza di aree pavimentate (percorsi e piazze) ai grandi prati liberi permette la frequentazione di

questi spazi a tutti, famiglie, anziani, giovani e portatori di handicap.

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In particolar modo grazie alla visione del comparto dall’alto si può osservare come gli interventi si

pongano in continuità con il contesto paesaggistico in cui si inseriscono.

Il nuovo tessuto edilizio che caratterizza i sub comparti 1, 2A e 2B, si interfacciano con l’aggragato

esistente di Casalborsetti mantenendo la densità del tessuto esistente e diminuendola man man che si

avvicinano alle componenti naturali (RTA prevista nel sub comparto 2A).

I nuovi insediamenti che caratterizzano il sub comparto 3B, invece, presentano una quota di verde tale

da “confondersi e quasi sparire” tra le nuove piantumazioni poste in continuità con la pineta esistente e il

golf.

Il centro sportivo si apre sul paesaggio lasciando entrare il segno della trama agricola nel progetto,

mentre l’area camper si identifica con una macchia boscata che, partendo dalla pineta litoranea, si

protende verso il paesaggio agricolo.

Infine, il campo da golf con i laghi, le nuove piantumazioni e i lievi movimenti del terreno sembra

riproporre il sistema di retroduna (ormai scomparso ad opera delle bonifiche) e perde la mera

conformazione del campo da gioco entrando in continuità con il sistema naturale.

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F VALUTAZIONE DELLA COMPABILITÀ PAESAGGISTICA

A conclusione di questo studio si può affermare che sono soddisfatti i criteri di compatibilità

paesaggistica in quanto vengono rispettati tutti gli indirizzi relativi ai vincoli di carattere paesaggistico-

ambientale individuati nel quadro di riferimento programmatico ed è stata perseguita una progettazione

attenta allo stato di fatto dei luoghi e al contesto di inserimento attraverso mirati interventi di mitigazione.

Per quanto riguarda il quadro di riferimento programmatico si riporta come è stato superato il vincolo.

D.Lgs. 42/2004 “Codice Urbani”

o Il progetto rispetta il carattere di “aree di notevole interesse pubblico” proprio dei luoghi

in cui si viene ad inserire, dislocando gli interventi di carattere edilizio nelle zone in cui la

naturalità e gli elementi del paesaggio agrario sono venuti meno e potenziando

ecosistemi naturali là dove le coltivazioni estensive li avevano ridotti e/o frammentati.

o Valorizzazione e riqualificazione del parco naturale che comprende l’area della pineta

esistente;

o Realizzazione dell’impianto golfistico secondo i principi di eco compatibilità, attraverso

l’espansione del sistema naturale con successione di dune e zone umide;

o Integrazione del sistema urbanizzato con corridoi ecologici in continuità con le aree

naturali e il sistema agricolo.

Piano del Parco del Delta del Po

o Il tessuto urbano previsto (sub comparto 3B) è esclusivamente con tipologia turistica, a

basso impatto, ecocompatibile e accuratamente inserita nel verde diffuso, infatti si

delinea su di una maglia molto articolata in cui la vegetazione arborea ed arbustiva si

insinua tra gli edifici, mettendoli in continuità con la pineta posta immediatamente ad

est.

o L’intervento previsto in corrispondenza della pineta (sub comparto 4) consiste nella

riqualificazione di un ambito naturale attraverso linee di gestione naturalistica che non

va ad alterare lo stato dei luoghi, ma tende a valorizzarli a Parco Naturale attraverso la

riqualificazione e/o conservazione di ambiti naturali esistenti e la riconversione di zone

attualmente agricole in ambiti rinaturalizzati quali zone umide, depressioni interdunali,

praterie e boscaglie.

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Inoltre è prevista la realizzazione di un percorso natura in corrispondenza della rete di

sentieri esistenti corredato di apposita pannellistica didattico - informativa e di

osservatori localizzati nelle zone di maggiore interesse naturalistico.

Rete natura 2000

o Gli interventi che caratterizzano le aree che rientrano nel perimetro del SIC-ZPS

IT4070005 “Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini” sono quelli

che ricadono nei sub comparti 3A (Golf e Club House) e 4 (Pineta e Parco Naturale).

o Il progetto dell’impianto golfistico è realizzato in ottemperanza ai principi di tutela del

sito SIC-ZPS, grazie ad una serie di accorgimenti, tra cui emergono: la progettazione di

un percorso golfistico secondo principi di ecocompatibilità, la delocalizzazione degli

impianti prativi per la pratica del golf al di fuori del sistema di dune e depressioni

interdunali, la delocalizzazione degli interventi edilizi al di fuori del perimetro del SIC-

ZPS e il ripristino e l’implementazione di habitat di importanza comunitaria.

o Gli interventi che caratterizzano il sub comparto 4 sono esclusivamente di tutela,

ripristino e riqualificazione della pineta a parco naturale.

Piano territoriale di coordinamento provinciale PTCP della Provincia di Ravenna

o Dall’analisi del PTCP sono emerse diverse criticità a cui il Piano risponde grazie alle linee

generali che lo caratterizzano e che sono volte al corretto inserimento degli interventi

nel contesto di riferimento con particolare riguardo alle aree maggiormente vincolate,

in cui sono previsti esclusivamente interventi di tutela e ripristino ambientale.

o L’attenzione rivolta al contesto in cui si viene ad inserire ha fatto sì che il piano curasse

in particolar modo le connessioni con i sistemi ecologici che caratterizzano il territorio di

riferimento, trattando proprio la progettazione di un sistema del verde particolarmente

integrato che si pone in continuità con il contesto attraverso il ripristino di habitat dunali

e retrodunali, con l’impianto golfistico e con il sistema del verde urbano.

Piano Regolatore Generale del Comune di Ravenna (RUE, PSC e POC)

Il PUA del Golf di Casalborsetti segue molto attentamente le prescrizioni evidenziate nella

“Scheda d’Ambito normativa dell’area oggetto di Accordo di 2° livello Co S12”, oltre rispettare i

criteri di progettazione urbanistica attuativa (art. 13 delle NTA del POC) e i vincoli derivati dalla

pianificazione sovraordinata.

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Il piano pone particolare attenzione all’inserimento paesaggistico degli interventi e rispetta

puntualmente le ”Misure per l’inserimento ecologico e paesaggistico degli interventi degli

Ambiti per la definizione della pianificazione attuativa” (POC9), in particolare:

o Risanamento ambientale e valorizzazione del sistema di fruizione paesaggistico

ambientale;

o Integrazione della rete ecologica;

o Completamento e riqualificazione del centro di Casalborsetti;

o Disegno della rete degli spazi pubblici (aree verdi e luoghi di relazione) e configurazione

aree verdi di pertinenza degli edifici dei sub comparti edificati;

o Disegno della rete ciclopedonale;

o Configurazione del margine del campo da golf rivolto verso il paesaggio rurale;

o Assunzione del tracciato poderale principale come asse di strutturazione di accessi e

funzioni connesse all’attività golfistica;

o Configurazione del margine dei comparti residenziali e sportivi rivolti verso il paesaggio

rurale;

o Caratterizzazione e qualificazione di Via Spallazzi;

o Caratterizzazione di assi urbani con funzione di centralità;

o Caratterizzazione di snodo viabilistico con funzione di testata dell’asse urbano in

connessione visuale con la pineta;

o Disegno dell’impianto planimetrico dei sub comparti in continuità con le assialità dei

tessuti da completare;

o Conformazione di spazi di discontinuità insediativa “giardino urbano”;

o Conformazione della fascia di integrazione della rete ecologica;

o Localizzazione, disposizione e caratteristiche morfologico-funzionali di funzioni

specializzate;

o Caratterizzazione dei fronti edificati lungo gli spazi di discontinuità insediativa.