io come artista 16

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Foto by Dina Nerino Anno 2 N.16 Marzo 2012 - Periodico quindicinale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011. Nature morte di Valeria D’angelo un nuovo movimento:gli Urluck a Bora Bora con VaulotDyevre numero 16 www.iocome.it

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Rivista dedicata agli artisti, fotografi, designers

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Foto byDina Nerino

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Nature mortedi Valeria D’angelo

un nuovo movimento:gli Urluck

a Bora Bora con VaulotDyevre

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www.iocome.it

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sommario

in copertinaFoto di Dina Nerino

“Stati d’Animo”

DesignerVaulotDyevrea Bora Bora ...

Boudoirdi Indira Fassioniparlando diValeria D’Angelo

The Wavesdi Dina NerinoStati d’animo

Eventi del ½ meseMilano - Como - Mialnoun viaggio nell’arte

Le Civettedi Nadia GinelliUna finestra aperta sulla grande époque

pag. 6

pag. 28

pag. 42

pag. 34

pag. 46

pag. 52

ArtistiUrluckUn nuovo movimento.

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gia

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om

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ogallina

editoriale

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Piazza Grande

Santi che pagano il mio pranzo non ce n’èsulle panchine in Piazza Grande,ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n’è.

Dormo sull’erba e ho molti amici intorno a me,gli innamorati in Piazza Grande,dei loro guai dei loro amori tutto so, sbagliati e no.

A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io.A modo mio avrei bisogno di sognare anch’io.

Una famiglia vera e propria non ce l’hoe la mia casa è Piazza Grande,a chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho.

Con me di donne generose non ce n’è,rubo l’amore in Piazza Grande,e meno male che briganti come me qui non ce n’è.

A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io.Avrei bisogno di pregare Dio.

Ma la mia vita non la cambierò mai mai,a modo mio quel che sono l’ho voluto io.

Lenzuola bianche per coprirci non ne hosotto le stelle in Piazza Grande,e se la vita non ha sogni io li ho e te li do.

E se non ci sarà più gente come mevoglio morire in Piazza Grande,tra i gatti che non han padrone come me attorno a me.

Lucio Dalla

GmG

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...Noi di Io Comevogliamo ricordarlo così ...con le sue parolecon il suo sorriso ...

...ciao Lucio!

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Artisti

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Come nascono gli Urluck?

IL gruppo artistico degli Urluck nasce nel 2009 da uomini adepti all’arte che inseguen-do un sogno artistico nato dal Web si coaliz-zarono per realizzare uno spazio espositivo unico nel suo genere ubicato nella Stazione Centrale di Milano.Questo luogo dal nome “Sala Pergolesi” è ubicato nel sottopasso della circonvallazione  di via Tonale, un tempo segnò un capitolo im-portante nelle lotte sindacali e sociali degli anni 70 poi fu trasformata in una vecchia bi-blioteca del DLF (Dopo Lavoro Ferroviario) ma considerando la scarsa affluenza fu ab-bandonata al suo decadente destino. Gli Urluck la ripristinarono e metamorfizzaro-no in un’opera concettuale dal nome Conte-nitore Arti-stico.La realizzazione di questo spazio nacque per valorizzare l’arte contemporanea emergente e li coinvolse per più di un anno amalgaman-doli in questo gruppo poliedrico dalle prisma-tiche sfaccettature.Non si possono analizzare le forze alchemi-che che permisero la realizzazione del “so-gno” e non si può neppure sapere se è grazie a questo luogo che questa “Avanguardia” mi-lanese prese vita, ma ora vive, provoca, riflet-te ed indaga l’arte in una continua evoluzione intellettuale.La formula alchemica parla di un uomo nutri-to da passione e curiosità per la vita e un altro nutrito dalla fascinazione ed interesse per il loro rapporto personale, l’hyper-sintesi urlu-ckiana è un binomio nel quale c’è il viaggiato-

Urluck

Giovanni Maioli

Vive l’arte in maniera intellettuale, la sua espressione trova forza nel-la critica costruttiva della stessa e nell’autocritica Urluckiana.La sua continua ricerca indaga nei molteplici linguaggi per estrapola-re nuove forme e stilemi plausibili ed affrontabili dal 2008 frequen-tando da “neofita” l’Arte ma non la scrittura e la letteratura ha fonda-to con Jcio Cipolla il gruppo istrio-nico degli Urluck.

Da manager informatico stanco del freddo rapporto interpersona-le con la sua clientela ha trasfor-mato il suo amore per gli animali in una professione, difatti da molti anni è uno stimato Toilettatore per cani e gatti nella zona di via Solari a Milano. 

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How do Urluck arise?

The artistic group of Urluck arises in 2009 from follower men to the art which pursu-ing an artistic dream united to realize a work/exhibition area only in his kind loca-ted in the Central Station In Milan.It was the “Pergolesi room” in sottopasso of the ring road of via Tonale a time which marked an importing chapter in the union and social year struggles 70.Urluck restored it and changed it in a con-ceptual work from the name Artistic Con-tainer.Which arose to increase the value of the emergent contemporary artfor and it in-volved them from more than one year, the art blending them in a group which now, as Milanese vanguard, causes, reflects and investigates in a continuos intellectual evolution.The basic alchemico formula composes itself of a fed man from passion and curio-sity for the life and another fed by glamour and interest in the personal relationships, the hyper-sintesi urluckiana is a binomial in which there is the travelling, one contai-ning a proposal and abounding in images whereas the traveller proposes his vision the contemplator tries to dismantle the ar-tistic strength, if it does not succeed there it materializes in a theme and the critical and instinctive contemplator, and thanks to the subsequent processings of both he becomes their Art.The Urluck’s art has many contaminations

Jcio Cipolla

Vive l’arte da dilettante (nell’antica accezione del termine), studia la stessa da 15 anni nascendo come pittore evolve la sua ricerca artisti-ca vagando dall’energia coloristi-ca e formale del periodo futurista all’espressionismo astratto degli anni 60.

Da qualche anno Innamoratosi dell’evoluzione intellettuale nell’ar-te concettuale ha fondato il grup-po degli Urluck ed assieme a Jo Maioli ha elaborato il concept del “Contenitore Arti-stico” e le forme d’arte che da esso ne derivano.

Si nutre quotidianamente di nuove esperienze di vita e contaminazio-ni, guidando il suo taxi nella frene-tica Milano.

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Urluck

Giovanni Maioli

He lives the art in intellectual way, his expression finds strength in the constructive criticism of the same one and the Urluckian self-criticism,His continuous research investi-gates in the many languages to extrapolate new forms and plausi-ble and faceable stylistic features.From 2008 frequenting from “neo-phyte” the art, but not the writing and the literature, he founded to-gether with Jcio Cipolla the hi-strionic Urluck’s group.From data processing manager, ti-red of the cold interpersonal rela-tionship with his customers, he has turned his love for the animals into a profession, in fact for many years he has being one of the most esteemed groomer for dogs and cats in the via Solari zone in Milan. 

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Jcio Cipolla

lives the amateur’s art (in the an-cient term meaning), he’s been studying for 15 years the art, arising as painter he evol-ves his artistic research wandering from the colour and formal energy of the futurist period to the ab-stract expressionism of the 1960s.Some years ago, falling in love with the intellectual evolution in the conceptual art, he has founded the Urluck’s group and Together with Jo Maioli, he has elaborated the Arti-stic Container project and all the art forms coming from it.

He feeds daily of new life expe-riences and artistic contamina-tions, driving his taxi in the frenetic town of Milan.

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re, propositivo e immaginifico ed il contem-platore critico ed istintivo, laddove il viaggiatore propone la sua visione il contem-platore prova a smantellarne la forza artistica, se non vi riesce essa si materializza in un tema e grazie alle successive elaborazioni di entrambi diviene la loro Arte.L’arte degli Urluck ha molte contaminazioni ed evolve concetti formali che spaziano dal concettuale all’espressione materica, misce-landoli con sapienza per ottenere concept unici filosofici, provocatori con paradossi contemporanei.L’atteggiamento mentale è quello dell’interro-gazione, essi analizzano se stessi e l’arte in un dialogo fatto di rimandi intellettuali per ca-pire assieme il reciproco ruolo nella società. Le denuncie che ne scaturiscono sono illu-sionistiche e mediatiche ecco il perché dei loro molteplici linguaggi apparentemente di-stanti ma collegati tra loro da fili sottilissimi.Per esempio il Concept del Contenitore Arti-stico utilizza Numeri, linearità equilibranti, simbologie astratte, unità di misura creative, la matericità delle opere, il figurativo filosofi-co, la tecnologia poetica, l’archeologia dadai-sta, l’umanizzazione del Logo, i flash mob , le performance, sono i medium necessari per esaltare la loro creatività e l’evoluzione del loro pensiero.Fiutando con sensibilità artistica la criticità del momento storico nel febbraio del 2011 crearono un avvenimento mediatico che sot-tolineo ancora una volta la loro eleganza cre-ativa, con spirito goliardico crearono il fidan-zamento ideologico proprio nella notte di San Valentino, notte dell’amore universale e con la loro performance “border line” inanel-larono il famoso Dito Impudicus di Maurizio

Urluck

Quadriografia“unità di misura estetica”cm 55x55 - box lightRX su plexiglass retroilluminatobitume e DC fix Vincent Van Goge i suoi fiori del male

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and evolves formal concepts that sweep from the conceptual one to the materic expression, mixing them with wisdom to obtain philosophical unique and provoca-tive concepts with contemporary para-doxes.The mental attitude is that of interrogation, they analyse themselves and the art in dialogue made of intellectual returns, illu-sionistic and media complaints spring from this clutch the main reason of their many languages being apparently far but always connected between them from the threads of a creative way in an incessant evolution.The Arti-stic Container Concept uses the numbers, balancing linearities, abstract symbologies, creative units of measure-ment, the materic work, the philosophical figuration , the poetic technology, the Da-daistic archaeology, the logo humaniza-tion, the flashes mob, the performances, all media necessary for exalting the urlu-ckian creativity and pushing in every whe-re their thought.

Smelling with artistic sensitivity the critical state of the historical moment, on Februa-ry 2011 they created a media event, I point out once more their creative elegance, with goliardic spirit they created their ide-ological engagement in the San Valen-tino’s night, night of the universal love and with their “ border line” performance they curled the famous Maurizio Catte-lan’s Impudicus finger, with ingenious delicacy they made precious that finger placed for a month in front of the Stock Exchange of Milan.

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Cattelan, con geniale delicatezza impreziosi-rono per un mese quel dito eretto dinnanzi alla Borsa di Milano.

Come è nata questa idea:

Risponde (Urluck 1)… Stavamo passeggian-do (jcio, Jo, e Grip) nottetempo nel centro di Milano, era come al solito un bell’inverno ge-lido. Quella notte piovigginava ed i bagliori delle luci della città si riflettevano sull’asfalto bagnato. C’era pochissima gente in giro, qualche anima galleggiava da un lato all’altro dei marciapiedi, compariva e scompariva alla nostra vista distratta, noi camminavamo in-zuppati e scazzati con l’umore a terra, riflette-vamo sulle sorti del progetto Contenitore Arti-stico che sembrava giunto al capolinea… Eravamo appena stati espropriati del nostro luogo e sconfortati vagavamo senza meta. Da qualche mese la statua L.O.V.E dominava Piazza Affari e noi capitammo lì per caso, era-vamo ai suoi piedi, si ergeva nella sua vertica-lità dominante, composta da 11 metri di mar-mo bianco; in quella notte la fitta pioggerellina  esaltava il marmo che rifletteva in tutto il suo  candore.Quel dito medio eretto dimostrava la sua pos-sanza, lo guardavamo dal basso con gli occhi stretti mentre lui bucava con quel dito il cielo nero sopra le nostre teste. Le luci delle lam-pade alogene illuminavano Palazzo Mezza-notte (mai nome fu più azzeccato), il quadro davanti ai nostri occhi appariva di un viraggio arancio, feci un deciso tiro alla sigaretta “omeopatica” ed all’improvviso la magia della visione mi colpì, dissi “Sai dovremmo proprio infilargli un bell’ anello a questo dito, un anel-lo nero catrame con il nostro logo inciso in bianco”. Fu grazie a quella visione illuminante

Urluck

Sizes”Eco Piattaforme”cm 160X160collezione privata bitume su telaDC fix corde, plastiche, fuoco, scotch

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We ask Urluck how this idea has ari-sen:

(URLUCK 1) Answers We (Jcio, Jo e Grip) were walking during the night in the centre of Milan.

It was to the usual one of that enjoyable icy winter. That night was drizzling and town light flashes were reflecting on the wet asphalt. There was very few people in, some ìsoulî was floating from a side to the other of the pavements, appearing and di-sappearing to our absent-minded sight, we were walking soaked and with the mood to the ground since we were thin-king of the Arti-stic Container project de-stiny (which was seeming got to the end).We were just dispossessed of our place and, disheartened, we were wandering with no goal.

Since some months the L.O.V.E. statue was dominating Piazza Affari and we hap-pened there by chance, we were at its feet, it was rising in all its dominating ver-ticality made by 11 white marble meters.

That night the small drizzle was exalting the marble which reflected in all its white-ness. That erect middle finger was show-ing all its augustness. We were watching it from the bottom with our eyes gripped while it was pricking the black sky over our heads.

Lights and handle lamps were lighting Pa-lazzo Mezzanotte up, (such name was ne-ver more hit), the picture in front of our eyes was appearing of a turning orange, I

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www.urluck.it

che quella notte da “Blade Runner” fu illumi-nata anche dalla luce innaturale che si irradiò dai nostri visi, la luce di una nuova speranza che ci condusse in questa esaltante avventu-ra artistica.Passammo tre settimane di lavoro intensissi-mo, calcoli e ricalcoli sulle foto ricavate da internet, ne scattammo miriadi in loco per renderci conto sul campo di come affrontare la scalata. Facemmo proporzioni matemati-che per capire la circonferenza del dito, prove sui materiali sul modo di realizzare il cerchio dell’anello stesso; realizzammo i comunicati stampa da posizionare sotto la statua per spiegare la nostra performance e cercammo una scala capace di permetterci di affrontare quella verticalità. Ma durante il percorso ci rendemmo conto che se volevamo documen-tare l’evento e farlo diventare “mediatico” avremmo avuto bisogno di qualcuno che fos-se in grado di realizzare un’ opera anche visi-va della nostra visione onirica.I collegamenti della vita sono spesso miste-riosi, ed ecco che dal cilindro della casualità apparve il fantomatico Onacluv … artista po-liedrico della telecamera, che da lì a breve di-ventò il 3° anello del puzzle Urluckiano, Lui realizzò in quella notte di San Valentino il pri-mo video intitolato “LOGO 5/7”, nome dell’a-nello che andammo ad infilare a quel bellissi-mo “medio erectus”.

Come si compone il gruppo degli Urluck?

Il gruppo degli Urluck parla di un’alchimia di 2 forze contrapposte e complementari, 2 emi-sferi cerebrali, che godono sommati assieme di 100 anni di vita, essi mettono a disposizio-ne della loro arte, un tale vissuto che viene applicato al loro cammino artistico, estetico,

Urluck

SizesSequenze ancestralicm 80x80bitume su telaDC fix corde, plastiche, fuoco, scotch

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www.urluck.it

did a draw to my homeopathic cigarette and suddenly that magic vision struck me, I said: You know, we should really slip a beautiful ring to this finger, a black tar ring with our blank engraved logo. It was thanks to such illuminative vision that, that ìBlade Runnerî night was also lit up by an unna-tural light radiating from our faces; the light of a new hope which led us in this exciting artistic adventure.

We spent three weeks of very intense work making calculations and recalculations on the photos obtained by Internet, we sprang in-place myriads of photos to answer us on the field as face the climbing.

We did mathematical proportions to un-derstand the circumference of the finger, tests on materials and the way to realize its circle. We realized the print bulletins to be put under the statue, to explain our performance and we looked for a stair able to allow us to face that verticality!But during the way we realized that if we wanted to document the event and to make it become as ìmediaî, we would need someone than ditches able to realize a work also visual of our oneiric vision.Life links are often mysterious, and here that from the randomness cylinder, the mysterious Onacluv appeared; a versatile camera artist who from there, in a short while, became the third Urluckian jigsaw puzzle ring.In that night of Saint Valentine he made the first headed display ìLOGO 5/7î, name of the ring which we had to slip to that very beautiful one ìmiddle erectus fingerî.

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filosofico che però è concettualmente giova-ne essendo nato da pochi anni e questo per-mette lo sviluppo di potenzialità amplissime, è l’alchimia di questo paradosso che con-traddistingue la loro visione dell’arte, che es-sendo di avanguardia nel pieno senso della litterazione è sbilanciata artisticamente verso percorsi semi-sconosciuti.

Jcio Cipolla: è la parte visionaria, geniale, letteraria, estetica, creativa e passionale.

Giovanni Maioli: interpreta l’aspetto dell’au-tocritica nell’alchimia del gruppo, analizzato-re indefesso, procede nell’arte con lo spirito da personal trainer e scoprendo la sua irra-zionalità creativa trova spesso concetti for-mali ed incastri determinanti alla visione oniri-ca.

Onacluv: agisce nell’ombra e coordina la parte mediatica e divulgativa del verbo Urlu-ckiano, protagonista indispensabile alla rea-lizzazione tecnologica delle performance si-tuazionaliste, realizza i video artistici che completano l’essenza caratteriale del grup-po.

Queste energie congiunte nascono in quel lontano 2009, da quel sogno che permise di esprimere il loro talento semplicemen-te immaginando l’arte come il percorso di vita ideale. L’astrattismo di questo per-corso di vita passo dopo passo li sta con-ducendo alla scoperta di una esaltante sensibilità artistica ed a una perenne cali-bratura con tutto ciò che li circonda, siano esse persone o cose.

Urluck

Ring TaoSizes LOGO originaleSizes White le tre T Sizes Ruler con le 8 Unit

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How is the group of Urluck composed?

The group of Urluck turns around 2 oppo-sing and complementary strengths, 2 ce-rebral hemispheres, which put together enjoy 100 years of life; they place at dispo-sal of their art such an one lived which, applied to their artistic aesthetic and phi-losophical way, it’s urluckian antinomy, conceptually very young, being born a few years ago. This allows a wide potentiality development, is the alchemy of this para-dox which marks their vision of the art and being of vanguard in the full sense of his meaning is artistically unbalanced towards not very unknown ways.

Jcio Cipolla: he is the visionary, ingenious, literary, aesthetic, creative and passionate part.

Giovanni Maioli: interprets the self-criticism aspect in the alchemy of the group, tireless analyser, proceeds in the art with a personal trainer’s spirit and finding out his creative irra-tionality he often finds formal concepts and determinant joints to the oneiric vision.

Onacluv: he acts in the shade and coordina-tes the media and popular part of the Urlu-ckian verb, indispensable protagonist to the technological situation performance realiza-tion, he realizes the artistic displays which complete the character group essence.

These joined energies arise 2009 in that far one, from that dream which allowed to express their talent simply imagining the art like the ideal life way.The abstractionism of this way of step life after step is leading them to discovery of an exciting artistic sensitivity and to a pe-rennial calibration with all what which sur-rounds them, being them people or things.

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Contenitore Arti-sticoubicato galleria via Tonale- Stazione Centrale di Milano -Sala Pergolesi.

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Particolare dellaSizes “Eco Piattaforme”

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Urluck

ONE Sizesparticolare della prima bozza del romanzo del Contenitore Arti-stico

ONE Sizesopera documento

racchiude in se la storia degli Urluck

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Ring and FingherMedio impudicus Blacked anello LOGO 5/7 White

[email protected]

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Ring and FingherMedio impudicus ed anelloLOGO 5/7 originaledella performance del 14-02-2011

[email protected]

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Urluck

Monolito Urluckianocontiene le 8 quadriografieoriginali e testimonial’ANNO ZERO delmicrocosmo Urluckiano

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ASSOLOconnubio di 3 Quadriografie + 1 Sizessintesi dell’espressione del concetto Contenitore Arti-stico

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“Au carrefour en une journèe d’automne:Souvenir de d’Hautpoul” di Stefano Manni

le civettele civette

natezza.L’artista si chiama Stefano Manni, ed è un autodidatta.Cresce con un’educazione umanistica di base ma fin da giovanissimo manifesta il suo inte-resse per la pittura, ritraendo i paesaggi della sua terra natia – nel modenese, a Pavullo nel Frignano – e quelli da lui visti nel corso di al-cuni viaggi all’estero.Pronipote del famoso pittore Eugenio Zampi-ghi, ispirato alla scuola dei Macchiaioli, trova naturale esprimersi con colori ad olio e con matite a carboncino.Il suo interesse per le uniformi – in particola-

re del periodo napole-onico – è però storia recente. Nel 2005 ha occasione di appro-fondire la sua cono-scenza dell’arte ve-dendo alcune tele di T.Gericault in cui sono raffigurati soggetti na-poleonici; inizia così a prendere alcuni spunti per dipingere delle ta-vole dedicate alla Ca-valleria e all’Esercito Napoleonico. Osservando e stu-diando l’uniformolo-

Per quanto riguarda l’arte – la pittura nel-lo specifico - sul web c’è di tutto: artisti originali, falsi d’autore, geniali inventori di tecniche e di soggetti, artisti meno ori-ginali, semplici pittori, dipintori di tele…

Non saprei dove collocare l’artista che pre-sentiamo. Cercando per un evento, delle im-magini riguardanti uniformi napoleoniche, mi sono imbattuta in un Artista, uno tra i pochi, che ad oggi ritrae in maniera perfetta unifor-mi ed ambientazioni napoleoniche.

Con una particolarità: per i suoi quadri, egli – e non lo nega, nel suo sito – trae spunto dalle opere dei grandi pitto-ri del passato, come ad esempio Gericault, in cui sono raffigurati soggetti napoleonici. A prima vista, l’imma-gine che se ne riflette, è un misto tra un falso d’autore e una banale copiatura.

Invece, osservando-li con cura, si scopre l’abile mix: sì, il falso d’autore, ma con raffi-

Una finestra aperta sulla grande époque

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gia, grazie anche alle dispense della Osprey – nota casa editrice inglese nonché vera bib-bia dell’uniformologia – Stefano Manni incon-tra poi E.Detaille e L.Rousselot. L’amore per le uniformi lo accompagna da allora e lo rende un profondo conoscitore di uniformi dell’e-poca napoleonica (dal 1800 circa al 1815). Il suo interesse principale è nel coniugare scene militari in ambientazioni realistiche, ispirate a quadri realmente esistenti, con la ricerca sto-rica esatta dell’uniforme rappresentata.Ecco quindi nascere “Au carrefour en une journèe d’automne: Souvenir de d’Hautpoul”, una libera interpretazione di “Le Général d’Hautpoul à cheval” di Edouard Detaille con un cambio di fondale; oppure “Explo-rateur observateur, quelque chose ou quel-qu’un…”, libera interpretazione di “The scout” di W.B.Wollen, con un Ussaro francese del IV Reggimento al posto di un Ussaro inglese.Ma a chi importa se l’Artista si fa ispirare dai grandi del passato… l’importante è l’emozione che rende allo spettatore che osserva l’opera; l’emozione di guardare con occhio più moder-no una uniforme napoleonica, vista solo, ap-punto, nei musei.Il genere napoleonico, soprattutto quello uni-formologico, è una strada difficile da intrapren-dere. La tematica, oggi in disuso, se non af-frontata più che decorosamente, può risultare grottesca. Ma non è questo il caso: è di certo un artista con una bella pennellata, pulita, niti-da, che scontorna bene i soggetti che dipinge. Stefano Manni è più attento al lato uniformo-logico che non a quello artistico; ecco perché non rintracceremo mai discordanze cromati-che e non veritiere nelle uniformi da lui rap-presentate.Nonostante la sua intensa produzione artisti-ca, non ha mai esposto in collettive e perso-nali; solo alcune sue opere si trovano in colle-zioni private in Italia ed in Francia.

Nadia Ginelli

UNIFORMOLOGIA

Oltre a Stefano Manni, solo qual-che altro pittore “napoleonico” de-gno di nota: uno spagnolo, Augusto Ferrer Dalmau famoso soprattut-to per aver riprodotto la cavalleria spagnola nella guerra Carlista, e un americano, Keith Rocco, noto prin-cipalmente per aver ritratto la guer-ra di secessione americana, e solo alcune tavole su Napoleone.Certo, anche loro si ispireranno si-curamente ai maestri del passato, forse in modo un po’ meno spre-giudicato di Stefano Manni...

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“Le Général d’Hautpoul à cheval”di Edouard Detaille

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Il nostro obiettivo, attraverso i nostri pro-getti è quello di costruire una visione in-novativa e rilevante nel panorama del de-sign contemporaneo. Come designer abbiamo due profili diversi ma comple-mentari.Questo ci permette di comprendere la domanda in considerazioni più ampie ri-spetto a quella definita dal mercato. Ci liberiamo per unmomento del contesto che è talvolta mol-to pesante e richiede risposte convenzio-nali. La nozionedi “progetti programmatici” ci permette di mettere in discussione diversi livelli di complessità e, quindi, soddisfare la no-stra ambizione creativa.

Il nostro approccio è quello di ridefinire e reinventare i codici dello stile di vita in-torno a noi. Esaminiamo la definizione degli oggetti sia nell’espressione mate-riale sia nell’espressione simbolica. Con questo cerchiamo di rivelare l’essenza degli oggetti. Con ogni nuovo progetto ci permettiamo la libertà di sottolineare il nostro metodo. Il passaggio dall’intuizio-ne per l’intenzione e l’intenzione per la realizzazione dell’oggetto che si trasfor-ma ogni volta in un piccolo miracolo.

Design GroupVaulotDyevre

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Our goal, through our projects is to build an innovative and relevant vision in the lan-dscape of contemporary design. As desi-gners we have two different but comple-mentary profiles.

This allows us to include the demand intobroader considerations than the ones strictly defined by the command. We free ourselves for a moment of the context that is sometimes very heavy and involves con-ventional answers. The notion of “program-matic projects” allows us to question diffe-rent levels of complexity and so satisfy ourcreative ambitions.

Our approach is to redefine or reinvent the codes of lifestyles around us. We review the definition of objects both in their ex-pression of their material and symbolic ex-pression. By this we try to reveal the es-sence of objects. With each new project we allow ourselves the freedom to redefine our method. The transition from intuition to the intention and the intention to the object is each time asmall miracle.

Design GroupVaulotDyevre

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AnemoneArmchairPistoia, Italy, 2011Project: Giancarlo Zema Design GroupClient: Giovannetti Collezioni srlConsultants: Giovannetti Technical Team

Design GroupVaulotDyevre

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Design GroupVaulotDyevre

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Boudoir

Indira Fassioni

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i www.rosaspinto.net

In uno scenario artificiale come quello milanese, l’occhio della per-sona sensibile tenta di evadere dalle coltri di smog e dal frastuono; si ricerca sempre di più il contatto con la natura, come se fosse una pulsione primordiale insita sotto la pelle. In una città il cui imponente grigiore sembra opprimere sempre più il respiro e i pensieri dei suoi abitanti, la scelta artistica diventa un ponte di evasione dal rumore quotidiano per immergersi nel si-lenzio vibrante del sottile sguar-do del creatore. La frenesia della metropoli nasconde quei piccoli dettagli che diventano sempre più difficili da cogliere, allontanando la coscienza collettiva da ciò che è ancora rimasto di vivo e pulsante sotto la superficie di cemento.

Da questa intuizione prende vita la passione di Valeria D’Angelo, nata e cresciuta a Milano, nipote del pitto-

re Alfredo D’Angelo, il quale l’ha in-fluenzata non solo nell’approccio alla fotografia ma l’ha portata ad essere curiosa nei confronti dell’arte in ge-nerale: dopo aver frequentato il corso di arte, progettazione e tecnica per lo spettacolo e l’industria (indirizzo sce-nografia) presso Accademia di Comu-nicazione, conseguendo il diploma di graphic designer, lavora a Milano per 14 anni dedicandosi in particolar modo all’immagine coordinata e alla grafica editoriale. Il trasferimento in un piccolo paese della provincia tori-nese segna il passo definitivo verso la fotografia grazie a un contatto diretto con la natura, le sue linee e i suoi co-lori: circondata da sempre dalle mura

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In

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i www.rosaspinto.net parlando di

Valeria D’Angelo

cupe della città, acquista uno sguardo singolarmente sensibile agli elementi naturali, ispirandola nell’intraprendere un personale percorso nel mondo della fotografia. L’artista dichiara che questa passione nasce da un bisogno di espri-mere il suo mondo interiore. Scrittura e pittura seguono un percorso più intimo,

la fotografia invece le è congeniale per condividere con altri le emozioni derivate dall’ambiente che la circonda. La natura diviene così musa degna di celebrazione e fonte risanatrice dall’eu-foria della vita cittadina, protagonista di ritratti vividi, dei quali Valeria d’Angelo diventa abile esecutrice facendosi cat-

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parlando diValeria D’Angelo

turare soprattutto dai particolari più minuti, confessando che a volte può essere sufficiente un riflesso di luce o un gioco d’ombra per far scattare “la scintilla”.Le sue foto, dunque, non sono sem-plici immagini, ma un vero e proprio omaggio al cuore pulsante della Na-tura Viva: le emozioni che influenza-no e circondano l’artista si riflettono

così nelle inquadrature calibrate, nel-le coreografie cromatiche, nei picco-li scorci di stupefacente essenzialità che trapelano a loro volta le emozioni saggiamente plasmate in architettu-re idilliache dall’occhio - e dall’anima - che sta dietro l’obiettivo. Valeria D’Angelo afferma che qualunque momento potrebbe essere buono per scontrarsi con un’immagine emozionante, che abbia un partico-lare progetto in testa oppure no. Prin-cipale intento dell’artista è far emer-

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gere se stessa, il suo modo di sentire la realtà in ciò che fotografa.

Sta allo spettatore il compito di la-sciarsi avvolgere dalla dolce tensione di una natura che ha solo la parvenza di immobilità, imparare a cogliere le meravigliose sfumature celate sotto l’effimero e farsi cullare dalle vibra-zioni della meravigliosa e indecifrabi-le semplicità degli elementi.

“E’ una bellezza che rilassa e ral-lenta il ritmo euforico della vita metropolitana, è un soffio lieve di forme silenziose non congestiona-te da artifici coreografici.E’ una bellezza viva.”

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È il corpo il protagonista della personale esposta alla Primo Marella Gallery. Il cor-po umano che diventa pretesto per riflettere sul corpo sociale e sul corpo politico.

Vitshois Milambwe Bondo, figura di spicco della giovane pittura congolese (è nato nel 1981), presenta collage su tela e installazioni che interrogano il significato pro-fondo della società contemporanea, con una particolare attenzione ai temi della globalizzazione, del dialogo interculturale e del potere esercitato con violenza dai più forti sui più deboli.

VITSHOIS MILAMBWE BONDOMILANO, PRIMO MARELLA GALLERy22 MARZO - 27 APRILE 2012

Inaugura mercoledì 21 marzo, ore 19

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evento del ½ mesenazionale

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Sede: Primo Marella Gallery Viale Stelvio / ang. Via Valtellina – 20159 MilanoOrari: mart. - ven. 10-13 / 14-18.30 Sabato su appuntamento.Catalogo: edito da Primo Marella GalleryInformazioni al pubblico: Tel. [email protected] - www.primomarellagallery.com Ufficio stampa:NORA comunicazione Eleonora Caracciolo di TorchiaroloVia A. Sforza 9 – 20136 Milano - 339 89 59 372 [email protected] - www.noracomunicazione.it

È dunque anche il tema dell’identità ad essere al centro della riflessione artistica di Vitshois Milambwe Bondo, ma non un’identità intesa in senso geografico: “Non è un’identità continentale che bisogna cercare – spiega l’artista – o l’unità e la ri-levanza di questa produzione artistica, ma piuttosto va analizzata l’identità nella sua trascendenza dovuta al continuo contatto con altre culture e continenti e alle trasformazioni interne subite dalle società contemporanee”.

L’arte per Vitshois è innanzitutto uno spazio di sperimentazione, un territorio sul quale fondere insieme i più diversi mezzi espressivi - pittura, installazione, performance, collage – che diventano lenti di ingrandimento puntate su temi politici, sociali ed economici mondiali.and would perform my own stories while playing with other children\”Visualizza dizionario dettagliato

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Ivan Quaroni presenta Italian Newbrow, per la prima volta in un’istituzione pub-blica: un nucleo di 16 artisti che con i loro lavori – dipinti, sculture, installazioni – restituiscono uno spaccato fortemente rappresentativo della giovane arte ita-liana. Una pluralità di voci e modi espressivi che recupera iconografie popolari di oggi - dal fumetto all’illustrazione, dal graphic design alla pubblicità, alla musica - incrociandole con l’arte di ieri. Dialogo reso più evidente in questa particolare occasione espositiva, dall’intreccio delle opere contemporanee con quelle della Quadreria storica del museo comasco.La mostra, la cui direzione organizzativa è stata affidata a Nicoletta Castellaneta, è promossa dalla Fondazione Club Lombardia, con la collaborazione dell’Asses-

ITALIAN NEWBROW COMO, PINACOTECA CIVICA PALAZZO VOLPI

11 FEBBRAIO - 25 MARZO 2012Inaugura mercoledì 21 marzo, ore 19

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sorato alla Cultura del Comune di Como e il patrocinio della Regione Lombardia. La rassegna intende raccontare i mutamenti artistici seguiti alla diffusione di mas-sa di Internet e alla globalizzazione e mostrare come sia cambiato il contesto in cui si trovano a operare le nuove generazioni di artisti.

“Italian Newbrow non è propriamente un movimento artistico – spiega Ivan Qua-roni – e neanche un nuovo linguaggio condiviso, ma un’attitudine, un’inclinazione anzi, che si coglie simultaneamente da più fonti e che rappresenta una direzione suggerita dall’immaginario di massa determinato dal mondo globale e dai muta-menti tecnologici e culturali che ne derivano”.Gli artisti, tutti di età compresa fra i 25 e i 45 anni, chiamati a raccontare tale scena-rio sono: Silvia Argiolas, Diego Cinquegrana, Alice Colombo, Vanni Cuoghi, Paolo De Biasi, Marco Demis, Emiliano Di Mauro, Diego Dutto, Eloisa Gobbo, Massimo Gurnari, Fulvia Mendini, Elena Rapa, Michael Rotondi, Giuliano Sale, Tiziano Soro, Giuseppe Veneziano.

Ivan Quaroni ha presentato per la prima volta il progetto Italian Newbrow nel 2009, durante la quarta Biennale di Praga. Il termine newbrow nasce in opposizione al termine lowbrow, considerato dagli artisti della scena Pop surrealista americana sminuente e avvilente, per porre l’accento sull’aspetto nuovo e inedito di fare arte.

Sede: Pinacoteca Civica Palazzo Volpi, Como - Via Diaz, 84Orari: da mart. a sab. 9.30 - 12.30 / 14 – 17, merc. orario continuato 9.30 - 17. Domenica 10 – 13. Chiuso lunedì.Ingresso: € 3 (il biglietto consente di visitare anche la collezione permanente)Catalogo: E-Graphic s.p.a. (Ve), con testi di Ivan Quaroni e Igor ZantiInformazioni al pubblico:Tel. 031.269869 – www.museicivici.comune.como.it Ufficio stampa:NORA comunicazione Eleonora Caracciolo di TorchiaroloVia A. Sforza 9 – 20136 Milano - 339 89 59 372 [email protected] - www.noracomunicazione.it

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A pochi passi da via Montenapoleone, la galleria Silbernagl presenta un’ impor-tante mostra di multipli, serigrafie e pezzi unici del celeberrimo artista della pop art americana. Andy Warhol é da considerarsi a pieno titolo, uno dei padri della modernità, un autentico creatore di icone ante litteram, prima o nel momento stesso in cui la televisione e i media cominciarono a fare di attori, sportivi, artisti musicisti e cantanti figure mitiche della contemporaneità. In mostra ci saranno Marilyn e Liz Taylor, ma anche Mao, Madonna e Micheal Jackson. E poi la Campbell Soup e i mitici Flowers, only for exibition.

Una collezione di 42 pezzi sapientemente raccolti per anni, che variano dalle copertine dei dischi autografate alle preziose cartelle di trial proof autenti-cate dalla fondazione.

ANDy WARHOL OPERE DA UNA COLLEZIONE7 MARZO - 10 APRILE 2012

Galleria Silbernagl

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In occasione di questo straordinario evento di qualità museale, uni-co per una galleria privata e per Milano, il giorno 7 marzo avrà luogo una “lecture” sui rapporti di Andy Warhol con la Milano degli anni 80 e sulle differenti modalità di numerazione delle serigrafie dell’ auto-re. Interverrano Igor Zanti, Mario Manduzio ed Matteo Bellenghi.

Sede: Via Borgospesso, 4 MilanoOrari: Mercoled’ 7 marzo dalle ore 18,30Ingresso: liberoInformazioni al pubblico:Tel. 0276014944 - 3482202587 - www.undergallery.it

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Mi sono seduta su di una panchina in attesa della vita, in un giorno di sole, mentre accanto mi sfrecciano moltitu-dini di persone.

Un pò come fermarsi all’improvviso pri-ma di raggiungere il binario da cui partirà il proprio treno. Lentamente arrestarsi, aspettando che qualcuno da lontano ti urli “Hey, non partire. Qui è il tuo po-sto!”. In attesa di definizioni altrui per la poca consapevolezza di sé.

Se ora raggiungessi un binario, forse il numero 5, per prendere il treno della mia vita, percorrerei, a rilento, la distanza che mi separa dal vagone.

Guarderei attentamente scene, istanti, quadri dell’esistenza.

Stati emotivi che qualcuno, anticamente, aveva già riportato su tela.

The Waves

Dina Nerino

Osserverei gli abbracci, le mani in alto, come a fendere l’aria, mentre una loco-motiva s’appresta, nei territori della men-te, a separare da un finestrino vite.

Noterei i piedi affrettati di chi, diversa-mente da me, sa dove andare, quale posto raggiungere. Mentre io invento un binario, un vagone, una destinazione da cui irrimediabilmente non-partire.

Mi rivedrei in una chioma riccia, la stessa che mi urta nel caos, per po-chi attimi. Mi ritroverei, in due corpi, il mio e il suo, per un momento, confusa, confuse, in un mondo che ha le sue direzioni, i suoi punti di arrivo.

Guarderei le solite ombre che non riesco a non portarmi dietro verso una non-me-ta.Chinerei lo sguardo sui miei piedi, stringe-rei forte le labbra, leccando, con la punta

Stati d’animo

[email protected]

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Stati d’animo. Gli addii- Boccioni

della lingua, una lacrima che non ho sa-puto trattenere all’interno della mia anima.

E poi.E poi scatterei una foto.

Le scatterei una foto. Un autoscatto.Lei nei miei occhi come mio specchio.

Perché io possa essere sempre per me –oltre me– un “quadro dell’esistenza”, un ricordo ingombrante da non dimenticare.Come già fece qualcuno prima di me, così farò io.

L’indecisione, il dolore.No, non posso dimenticarmene.

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The Waves

Dina Nerino

Sono la mia unica valigia, l’unico appiglio in un vortice di insicurezze.

Perché anche il nulla, quello che ora io considero tale, possa, un domani, essere negli occhi d’altri il tutto.

Il mio vuoto, la destinazione precisa per altri piedi.

Dedico questo post a chi come me non sa dove andare, e a chi, invece, sta ri-trovando il suo punto di partenza, chi ha deciso di mettersi in viaggio, e a MOMO che, pur se lascerà questo magazine, resterà comunque nei miei pensieri come una di quelle persone che, nel mio vuoto, ha saputo scorgere qualcosa.

Qualcosa di cui, un giorno, saprò final-mente parlarvi.

Dina

[email protected]

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Stati emotivi. Boccioni tribute. by Dina Nerino

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Cool Hunter: Indira Fassioni

Le Civette: Nadia Ginelli

The Waves: Dina Nerino

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