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L a M u s i c L e a r n i n g T h e o r y d i E d w i n E . G o r d o n Sintesi degli elementi fondamentali della Teoria dell’Ap- prendimento Musicale destinata agli educatori e ai geni- tori dei bambini che frequentano i corsi di - Musicainfasce® - Sviluppomusicalità® - Alfabeto della musica® a cura di RICCARDO NARDOZZI

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Page 1: La Music Learning Theory - icvoltri1.gov.it · La Music Learning Theory di Edwin E. Gordon Sintesi degli elementi fondamentali della Teoria dell’Ap-prendimento Musicale destinata

La Music Learning Theorydi Edwin E. Gordon

Sintesi degli elementi fondamentali della Teoria dell’Ap-prendimento Musicale destinata agli educatori e ai geni-tori dei bambini che frequentano i corsi di

- Musicainfasce® - Sviluppo musicalità®- Alfabeto della musica®

a cura diRICCARDO NARDOZZI

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Music Learning Theory

Perché la musica?

Attitudine e musicalità: possiamo davvero tuttifare e capire la musica?

La grandezza di un bambino piccolo

Andiamo guido io!

Audiation

Canti melodici e ritmici senza parole

Il movimento: che grande risorsa!

Tutti insieme!

Se giochiamo…comunichiamo!

Shh…sto ascoltando!

Setting

Indice

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“La capacita’� potenziale di comprendere lamusica non e’ un’attitudine speciale concessa apochi eletti: tutti gli esseri umani la possiedono”

Edwin E. Gordon

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Music Learning Theory®

La Teoria dell’Apprendimento Musicale (Music Learning Theory) è stata ideata dal Prof.Edwin E. Gordon (1927-2015) ed è fondata su più di 50 anni di ricerche ed osservazioni.Descrive le modalità di apprendimento musicale a partire dall’età neonatale del bambino,seguendone lo sviluppo, all’interno di un efficace percorso di educazione alla musica chelo accompagna durante la sua crescita, fino a portarlo ad acquisire le necessarie compe-tenze per l’esecuzione, l’ascolto e la comprensione della musica. La Music Learning Theorysi fonda sul presupposto che la musica si possa apprendere secondo processi analoghi aquelli con cui si apprende il linguaggio. Il bambino è immerso nei suoni parlati della linguamadre fin dalla nascita; nel corso del tempo, attraverso tentativi ed imitazioni, svilupperàun proprio vocabolario parlato. Sarà solamente durante l’età scolare che imparerà a leggere,a scrivere nella propria lingua. Lo stesso vale per la musica. Attraverso un percorso conobiettivi precisi che segue passo dopo passo lo sviluppo e la crescita musicale del bambino,ad un piccolo allievo immerso nei suoni musicali viene data nei corsi di Musicainfasce® (da0 a 36 mesi) la possibilità di sviluppare un proprio vocabolario di suoni ascoltati e poi, inte-ragendo attraverso risposte musicali, prima spontanee poi intenzionali, di creare il propriovocabolario di suoni cantati, che verrà ampliato nei corsi di Sviluppomusicalità® da 3 a 5anni, età in cui nel bambino cominciano a prendere forma importanti competenze musicali.È durante l’età scolare che i bambini, partecipando ai corsi di Alfabeto della Musica®, dicoro e/o di strumento secondo la Music Learning Theory, potranno imparare a riconosceregli elementi fondamentali della sintassi musicale, cosa indispensabile per poter cantare ostudiare uno strumento musicale con successo.

L’AIGAM – Associazione Italiana Gordon per l’Apprendimento Musicale, è l'unica associa-zione ufficialmente riconosciuta da Edwin E. Gordon per l'insegnamento della Music Lear-ning Theory in Italia. Dal maggio 2000, anno della sua fondazione, l'associazione svolge inItalia e all'estero numerose attività e progetti per favorire l'apprendimento musicale e lo svi-luppo della musicalità del bambino a partire dall'età neonatale.Questi obiettivi vengono realizzati dall'associazione attraverso:

- Corsi di Musica per bambini (Musicainfasce® 0-36 mesi; Sviluppomusicalità® 3-5anni; Alfabeto della Musica®, Music Moves For Piano®, Coro e Strumento Musicaledai 6 anni in su) svolti da Insegnanti AIGAM in tutta Italia e all’estero;

- Concerti per bambini a partire dalla nascita, per coppie in attesa e per adulti;- Corsi di Formazione e di Aggiornamento, Seminari e Conferenze rivolti ad insegnantidi musica, educatori di asilo nido, insegnanti della scuola, operatori d'infanzia e ge-nitori (in qualità di Ente Accreditato dal Ministero della Pubblica Istruzione);

- Pubblicazioni sulla Music Learning Theory;- Attività congressuale e di ricerca.

L' AIGAM persegue scopi di finalità sociale e non ha scopo di lucro.

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Perche’ la musica?

La musica, in quanto forma d’arte, ha sempre rappresentato una preziosaopportunità di espressione dell’individuo in ogni epoca e in ogni cultura. Attraversola musica il bambino alimenta la propria immaginazione e la propria creatività;sviluppa la capacità di introspezione, di comprensione di sé, degli altri, della vita.Guidare il bambino all’apprendimento musicale vuol dire aiutarlo ad accogliere lamusica quale parte integrante del proprio patrimonio espressivo e di comunicazione.Nell’approccio col bambino, non ci interessano la crescita di un genio musicale o laformazione di un futuro musicista professionista ad ogni costo. L’obiettivo è quellodi instaurare col bambino una relazione significativamente affettiva, attraverso lamusica alla quale lo esponiamo, affinché questa possa diventare strumento dicomunicazione e interazione, ed egli crescendo ne possa gioire come ascoltatoreconsapevole, come musicista amatoriale o come bravo musicista professionista.

Una grande società si misura dal numero di persone ingrado di comunicare artisticamente e non da quanti

Heifez, Perlmann o Toscanini abbiamo!È importante creare generazioni capaci di ascoltare

e di capire la musica;di comunicare in musica, di fare musica nelle loro

famiglie, con i loro amici e di improvvisare.

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Tutti nasciamo con un certo livello di attitudine musicale, definita da Gordon come‘potenzialità di apprendere la musica’.L’attitudine musicale, innata in ogni individuo, è massima al momento della nascitae si sviluppa a contatto con un ambiente in grado di far vivere al bambino esperienzemusicali significative, fino ai 9 anni; età in cui tende a stabilizzarsi. Esporre il bambino ad un percorso di apprendimento musicale fin da quando è moltopiccolo, vuol dire approfittare del momento in cui la sua capacità di assorbimento èal massimo livello. È importante specificare che se un individuo riesce ad esprimersi attraverso la musica,a suonare uno strumento, a cantare intonato, a muoversi a tempo, questo dipendesolo in parte dalla sua attitudine musicale. L’ambiente in cui il bambino vive nei primianni di vita, la possibilità di realizzare esperienze musicali rilevanti durante l’infanzia,l’incoraggiamento ricevuto dagli adulti di riferimento, la motivazione personale…sono tutti fattori che concorrono allo sviluppo della musicalità del bambino stesso. Non è mai troppo presto per iniziare l’acculturazione musicale del bambino, chedovrebbe cominciare prima che lo sviluppo linguistico diventi così urgente da fareapparire la musica di secondaria importanza.

Attitudine e musicalita’

Chi è definito ‘stonato’ è in realtà spessosemplicemente non ancora accurato nella produzionevocale dei suoni e questo fino ad una certa età del

bambino è assolutamente naturale.

Possiamo davvero tutti fare e capire la musica?

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Un bambino è una persona, con le sue peculiarità e i suoi bisogni. In primo luogo èun individuo capace di entrare in relazione con gli altri fin dalla nascita e capace diapprendere in autonomia. Ogni bambino ha la propria storia, le proprie modalità, ipropri tempi di apprendimento. Rispettarlo uscendo dall’ottica del ‘tutto subito’ odella performance a tutti i costi, vuol dire essere capaci di porsi nei suoi confronticon intelligenza e rispetto; vuol dire contribuire al suo percorso di crescita in modopositivo e costruttivo.Il bambino piccolo è al massimo livello di assorbimento, è recettivo agli stimoli cheprovengono dall’ambiente, apprende, impara, assimila. Dobbiamo porci con fiducianei suoi confronti e non commettere l’errore di sottovalutarne le capacità diapprendimento che si traducono in competenze manifeste solo in un momentosuccessivo. Un bambino in ascolto della musica, fermo, immobile, può essere scambiato per unbambino che non stia facendo nulla… In realtà sta facendo moltissimo: staprestando attenzione agli stimoli provenienti dall’ambiente esterno, un’attivitàinteriore proficua quanto intensa, tanto da non lasciargli energie nemmeno per ilpiù piccolo movimento.

La grandezza di un bambino piccolo

Se guardi al bambino come ad una piccola cosafarai cose piccole per lui.

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Andiamo guido io!Concetto alla base della Music Learning Theory è quello di ‘guida informale’.L’adulto competente musicalmente non insegna al bambino, ma lo guidaall’apprendimento della musica. Ad un bambino piccolo non si insegna a parlare, ma si comunica parlandocon lui. In questo modo lo si guida informalmente all’apprendimento dellinguaggio e lui comincerà ad interagire inizialmente con piccoli fonemi finoad arrivare a parole e frasi complete, attraverso un procedimento chevalorizza le sue risposte - casuali, intenzionali e imitative - e i suoi tentativi dicomunicazione. Lo stesso accade nei corsi di musica dell’AIGAM:l’insegnante inizialmente non chiede di fare qualcosa al bambino, ma la falui, in prima persona, per il bambino. Canta per lui, si muove per lui.Incoraggiando le sue risposte musicali lo guida verso l’imitazione accuratadei suoni che gli propone per poi accompagnarlo all’assimilazione dellasintassi musicale e dunque al canto accurato e all’improvvisazione. Ilconcetto riprende quello montessoriano di ‘educazione indiretta’.

Nella guida informalei bambini non vengono forzati a rispondere

alla musica, ma semplicemente coinvoltiin una comunicazione fondata sulla musica.

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Audiation

L’Audiation è strumento indispensabile per la comprensione della musica. Il termine,coniato da Gordon, indica la capacità di pensare musicalmente e cioè di sentire ecomprendere nella propria mente musica che non è fisicamente presente durantel’ascolto o la performance musicale.Facciamo ancora un’analogia con il linguaggio. Pensiamo ad una conversazione:quando parliamo, o quando ascoltiamo qualcuno parlare, ‘conserviamo’ in testaistantaneamente le parole appena dette o ascoltate, all’ interno di una sequenzache ne mantiene il significato. Questo ci consente di non perdere il filo del discorsoe di anticiparne l’evoluzione. Lo stesso procedimento avviene per i suoni di un branomusicale ascoltato o eseguito. Richiamare nella mente musica ascoltata poco o molto tempo prima; predire,durante l’ascolto, i suoni che ancora devono venire; cantare una musica nella testa;‘ascoltarla’ nella testa mentre si legge o si scrive uno spartito; improvvisare con lavoce o con uno strumento: l’audiation è tutto questo, ed altro ancora. L’audiation non si può insegnare. Si può invece guidare informalmente il bambinoallo sviluppo di questa fondamentale capacità attraverso specifiche attività diapprendimento.Costruire un dialogo musicale con il bambino e guidarlo verso un’imitazione che nonsia meccanica o “a specchio”, ma che scaturisca da una reale assimilazione diquanto ascoltato, vuol dire aiutarlo a sviluppare la propria audiation. L’obiettivo dei nostri corsi è proprio facilitare il processo di sviluppo dell’audiation inogni bambino.

L’audiation sta alla musica,come il pensiero sta al linguaggio.

Prima di studiare uno strumento musicaleè fondamentale sviluppare l’audiation,vero e proprio strumento interiore.

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Canti melodici e ritmici senza parolePerché un bambino di un anno, e poi due, e poi tre, impara a parlare, e lo fa senzache nessuno glielo insegni veramente? Perché il suo vocabolario di parole aumentae riesce, col tempo, a costruire sempre più frasi di senso compiuto? Semplicementeperché ascolta gli adulti parlare intorno a lui o per lui da sempre. E gli adulti parlanotutte le parole, senza limiti. Cantare ad un bambino solo semplici canzoncine facili,con le parole, al solo scopo di intrattenerlo, o fargli ascoltare solo le proposte dellaradio e della televisione può voler dire limitarne le possibilità di apprendimentomusicale. Un po’ come se, nel linguaggio, parlassimo sempre con un vocabolarioristretto o con parole semplificate. Al contrario, quello che proponiamo ai bambini nei nostri corsi di musica basati suiprincipi della Music Learning Theory, sono brevi canti melodici e ritmici checomprendano tutti i modi e tutti i metri musicali, all’interno di una grande varietà diaspetti di sintassi musicale. Questo sviluppa l’audiation del bambino e ne garantisceil mantenimento dell’attenzione, anche grazie alla caratteristica di brevità dei cantiproposti. Cantare brani attraverso pochissime sillabe neutre (pam, pa ecc.) conl’esclusione delle parole, vuol dire evitare che l’attenzione del bambino si concentrisulle parole anziché sulla musica a scapito di un ascolto musicale più efficace ai finieducativi.È buona cosa ripetere i canti più volte, poiché la ripetizione sostiene l’apprendimento.Cantare per un bambino, guardarlo negli occhi, muoversi, vuol dire costruire undialogo con lui e permettergli un ascolto di tipo attivo, lontano dall’ascolto passivoin cui spesso si ritrovano i bambini nella società di oggi.

Non è la quantità di stimoli musicaliad essere importante,quanto la loro qualità.

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Il movimento: che grande risorsa!

“Il bambino canta ancora prima di parlare, balla ancora prima di camminare. Lamusica è nei nostri cuori sin dall'inizio". Pam Brown

Il movimento è per il bambino un fondamentale strumento di conoscenza, ricerca,scoperta. Un bambino che ascolta musica è portato a muoversi spontaneamente, “èmosso” naturalmente dalla musica. Il suo movimento è libero, fluente, non è né rigidoné schematico. È un movimento di esplorazione, di ascolto corporeo, disperimentazione.Il tipo di movimento che Gordon suggerisce all’insegnante, nel suo ruolo di guidainformale, è proprio un movimento ‘a flusso continuo’, sostenuto, privo di rigidità. Unmovimento di questo genere aiuta il bambino ad assimilare i suoni ascoltati e lo guidaverso la capacità di coordinare il movimento al respiro – competenza fondamentaleper chi esegue musica.Indurre un bambino anzitempo a evidenziare il ritmo della musica battendo le manio i piedi, o attraverso l’utilizzo di piccoli strumenti musicali, genera il rischio di indurloa coordinarsi in modo meccanico, schematico, rigido, su qualcosa che non comprendeancora, che non è ancora in grado di sentire internamente nella propria audiation.Il movimento libero ed espressivo favorisce invece lo sviluppo graduale del sensoritmico, permette di percepire il tempo nello spazio e di esplorare, per poi assimilare,i suoni che si ascoltano.Gli oggetti che utilizziamo nei nostri corsi, come i foulard colorati, il telo-paracadute,o i cerchi di plastica, favoriscono un movimento di questo tipo, sostenuto, continuo,fluido e percettivo.

Gli adulti non dovrebbero mai forzare il bambinoa muoversi a tempo, nè dovrebbero muovergli braccia,

gambe o altre parti del corpo:possono, invece, muoversi con lui.

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Tutti insieme!Ricerche in più campi hanno da tempo dimostrato che i bambini imparano moltodai loro pari, per cui apprendono meglio in gruppo piuttosto che attraversoesperienze individuali.Un bambino in gruppo è portato ad imitare non solo i suoni che ascolta dagli adulti,di fronte ai quali spesso si inibisce, ma anche tutte le vocalizzazioni e i suoni prodottidagli altri bambini, in uno scambio continuo di arricchimento reciproco. Il gruppoincoraggia il bambino nella ricerca e nell’esplorazione dei suoni, dell’ambientecircostante, del movimento e del proprio corpo, attraverso un processo che ne facilital’apprendimento.

I bambini acquisiscono megliole competenze proprie dell’audiation

quando sono in gruppo perchè,se guidati da un adulto competente,imparano moltissimo l’uno dall’altro.

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Se giochiamo... comunichiamo!

Il gioco è l’ambito di comunicazione e conoscenza del bambino, il terreno fertile sucui l’adulto può puntare per instaurare un rapporto con lui, all’interno del suo mondorelazionale.Nei nostri corsi basati sui principi della Music Learning Theory il gioco costituiscel’ambito di relazione con il bambino per l’ascolto della musica e la creazione di undialogo sonoro, senza che la musica passi mai in secondo piano. Lo scopo non èmai, infatti, quello di intrattenere il bambino quanto piuttosto quello di aiutarlo adimparare ad apprezzare e a comprendere la musica.Anche un solo gesto o un pattern (sequenza di suoni che esprime una funzioneall’interno di un contesto musicale) possono essere fonte di gioco per costruire undialogo col bambino, e, naturalmente, il tipo di gioco è rapportato alle diverse etàdei bambini.Una stanza senza oggetti e la guida di un adulto musicalmente competente,garantiscono la costruzione di una relazione basata sulla musica, sostenuta dal giocoe da pochi oggetti, come foulard colorati, che permettono un movimento a flussocontinuo. Il gioco educativo della guida informale ha come obiettivo l’apprendimentomusicale, ma è aperto al cambiamento. L’adulto gioca, non organizza il gioco deibambini, ma ne è coinvolto in prima persona.

Il nostro gioco è guidato, finalizzato,educativo, con obiettivi musicali.

Ma è un gioco che accoglie e non teme,che facilita e incoraggia

le proposte di gioco spontaneo dei bambini.

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Shhh...!!! Sto ascoltando!Sempre più spesso oggi i bambini sono immersi in un vero e proprio caosacustico, fatto di rari momenti di silenzio. Un “tutto pieno” di suoni checaratterizza in modo frenetico la loro vita. Il silenzio, invece, è importantissimo all’interno di un procedimento che puntaall’interiorizzazione e all’assimilazione degli stimoli raccolti. Dopo un branocantato, e tra le diverse ripetizioni di esso, usiamo lasciare un momento disilenzio che non sia interrotto da applausi, o apprezzamenti vocali, o paroleche, nella maggior parte dei casi, servono più ad aiutare noi adulti arassicurarci di fronte a bambini che invece sono rapiti dai suoni.Il silenzio aumenta l’attenzione del bambino; aiuta a rispettarne i tempi diinterazione e di apprendimento; lo aiuta a sviluppare l’audiation.

Il silenzio è il ‘luogo’ in cuii suoni ascoltati esternamente trovano eco interiore.

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Setting

Lo spazio libero, vuoto, di cui ci serviamo nei nostri corsi di musica è uno spazio chesi riempie di suoni, di gesti e di silenzi. È lo spazio della musica, che i bambini pianpiano riconoscono come tale, accettano e vivono sentendolo proprio e del gruppo. Il setting, come spazio, come idea e come insieme di regole è un obiettivo semprepresente nella mente dell’insegnante.Lo spazio della musica diventa uno spazio in cui i bambini possano sentirsi a proprioagio parte di un gruppo, in un clima disteso, di fiducia e sicurezza, in uno scambiorelazionale continuo in più direzioni: insegnante-bambini, bambini-insegnante,bambini-bambini.Durante la lezione di musica esistono momenti diversi, ben precisi, fatti di pocheregole, ma che sono sempre le stesse, ferme.I saluti iniziali e quelli finali, in cerchio, permettono un’entrata e un’uscita sicure. Ilcerchio garantisce un’idea di coesione, presenza e sicurezza. Il senso di fine, di conclusione della lezione, permette di iniziare bene la voltasuccessiva.I bambini senza scarpe (con calze antiscivolo), avranno un contatto più diretto colsuolo, il che determina un ‘esserci’ maggiore, una più viva presenza, nonché unapiù grande libertà di movimento e esplorazione.La voce cantata è il mezzo migliore con cui entrare in relazione coi bambini; è lostrumento comunicativo primo dell’uomo; contiene tutte le sensazioni e le emozioniche si vogliono o non si vogliono esprimere; è diretta e efficace per costruire colbambino una relazione significativamente affettiva.

Avere l’obiettivo sempre ben presente davanti a sè,vuol dire sapere in che direzione andare

e andarci con sicurezza.

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a cura diRICCARDO NARDOZZI

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