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sebastiano ricci 1659-2009 Of all the Venetian painters active in the late 16th and early 17th century, it was Sebastiano Ricci (Belluno 1659 – Venice 1734) who created a new art. He did so after being able to assimilate the most significant previous models on his continuous travels, initially in Italy – Bologna, Parma, Milan, Rome and Florence – and then when he was in great demand everywhere in Europe and sovereigns and art connoisseurs sought his services in Paris, London, and Vienna. On the strength of this experience, Ricci developed a figurative mastery in painting which is almost unrivalled in terms of lightness, fantasy and chromatic freedom. Indeed his works usher in a Rococo grace that even seems to anticipate the fancies of Antoine Watteau. Ricci created his own art and took Veronese’s example to extreme consequences. In line with early Enlightenment philosophical theories, he relied wholly on the senses in the creation of images and choice of subjects. This meant a complete trust in the power of colour, both in his luminous optical rendering of the real and in his projecting dreams of love. il trionfo dell’invenzione nel settecento veneziano Venezia, Fondazione Giorgio Cini Isola di San Giorgio Maggiore 24 aprile - 11 luglio 2010 ore 11.00 - 19.00 chiuso il martedì informazioni e prenotazioni telefono 199.199.111 www.cini.it Sebastiano Ricci (Belluno 1659 - Venezia 1734) fu, tra i pittori veneti attivi tra Seicento e Settecento, il vero creatore di un’arte nuova. Assimilando le più importanti esperienze precedenti, dapprima nel suo continuo vagare attraverso l’Italia – tra Bologna e Parma, Milano e Roma e infine Firenze – poi richiesto ovunque in Europa, da sovrani e intendenti d’arte, – a Parigi, a Londra, a Vienna – Sebastiano riuscì a trasformare la sua cultura figurativa in una pittura che per leggerezza, fantasia, libertà coloristica ha pochi eguali, iniziatrice di una grazia ormai rococò, in anticipo addirittura sulle invenzioni di Antoine Watteau. Ricci dà vita a un’arte propria e porta alle estreme conseguenze la lezione di Veronese, affidandosi completamente ai sensi – in linea con le teorie filosofiche del primo illuminismo – nella creazione dell’immagine e nella scelta dei soggetti: una fede assoluta nel potere del colore, tanto nella resa ottica e luminosa del reale, quanto nell’evocazione di sogni d’amore.

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  • sebastiano ricci1659-2009

    Of all the Venetian painters active in the late 16th and early 17th century, it was Sebastiano Ricci (Belluno 1659 – Venice 1734) who created a new art. He did so after being able to assimilate the most significant previous models on his continuous travels, initially in Italy – Bologna, Parma, Milan, Rome and Florence – and then when he was in great demand everywhere in Europe and sovereigns and art connoisseurs sought his services in Paris, London, and Vienna. On the strength of this experience, Ricci developed a figurative mastery in painting which is almost unrivalled in terms of lightness, fantasy and chromatic freedom. Indeed his works usher in a Rococo grace that even seems to anticipate the fancies of Antoine Watteau. Ricci created his own art and took Veronese’s example to extreme consequences. In line with early Enlightenment philosophical theories, he relied wholly on the senses in the creation of images and choice of subjects. This meant a complete trust in the power of colour, both in his luminous optical rendering of the real and in his projecting dreams of love.

    il trionfodell’invenzionenel settecentoveneziano

    Venezia, Fondazione Giorgio CiniIsola di San Giorgio Maggiore

    24 aprile - 11 luglio 2010

    ore 11.00 - 19.00chiuso il martedì

    informazioni e prenotazioni

    telefono 199.199.111

    www.cini.it

    Sebastiano Ricci (Belluno 1659 - Venezia 1734) fu, tra i pittori veneti attivi tra Seicento e Settecento, il vero creatore di un’arte nuova. Assimilando le più importanti esperienze precedenti, dapprima nel suo continuo vagare attraverso l’Italia – tra Bologna e Parma, Milano e Roma e infine Firenze – poi richiesto ovunque in Europa, da sovrani e intendenti d’arte, – a Parigi, a Londra, a Vienna – Sebastiano riuscì a trasformare la sua cultura figurativa in una pittura che per leggerezza, fantasia, libertà coloristica ha pochi eguali, iniziatrice di una grazia ormai rococò, in anticipo addirittura sulle invenzioni di Antoine Watteau. Ricci dà vita a un’arte propria e porta alle estreme conseguenze la lezione di Veronese, affidandosi completamente ai sensi – in linea con le teorie filosofiche del primo illuminismo – nella creazione dell’immagine e nella scelta dei soggetti: una fede assoluta nel potere del colore, tanto nella resa ottica e luminosa del reale, quanto nell’evocazione di sogni d’amore.

  • Un itinerario tra le opere veneziane di Sebastiano non può che partire dalla chiesa di San Giorgio Maggiore, dove si conserva una tela fondamentale del percorso del maestro, vale a dire la pala con la Madonna con il Bambino e santi, datata al 1708, realizzata dal pittore dopo il rientro da Firenze, un’opera “manifesto” dove si combinano spunti compositivi da Annibale Carracci e un registro cromatico chiaramente debitore dell’arte di Paolo Veronese.Al di là del canale della Giudecca, nella chiesa dei Gesuati, a diretto confronto con opere di Piazzetta e Tiepolo, si può ammirare sul primo altare di sinistra un’opera tarda dell’artista, Papa Pio V e i santi Tommaso d’Aquino e Pietro martire, databile al 1733, testimonianza di uno stile di grande libertà di tocco. In prossimità, nella biblioteca del Seminario Patriarcale, accanto alla basilica della Salute, si trova il grande ovale con la Glorificazione delle Arti e delle Scienze (1705-1710 circa).Anche le vicine Gallerie dell’Accademia conservano importanti opere di Sebastiano: Diana e Callisto, un piccolo, delicato epillio mitologico, e un Baccanale, da datare agli anni del soggiorno inglese (1712-1716); sempre alle Gallerie si trova il più mosso e chiaroscurato Sogno di Esculapio. Oltre il ponte dell’Accademia, nella chiesa di San Vidal, tra varie opere del Settecento veneziano (Piazzetta, Pellegrini ecc.), è ancora sul suo altare l’Immacolata Concezione (circa 1730-1732).In un’altra raccolta pubblica, il Museo del Settecento Veneziano di Ca’ Rezzonico, nella Pinacoteca Egidio Martini, si trovano numerosi dipinti di Sebastiano, fra cui la Risurrezione di Cristo, in origine in San Geminiano. Nella vicina chiesa dei Carmini campeggia, nella terza cappella della navata destra, l’affresco con sole figure di Angeli che si librano nel vuoto su una superficie dorata.

    Una sosta nella chiesa di San Rocco, invece, darà modo di confrontare i bozzetti di Washington esposti in mostra con le rispettive pale, tuttora in loco, rappresentanti San Francesco di Paola risuscita un fanciullo e Sant’Elena ritrova la vera Croce, del 1733.Le tele del presbiterio della chiesa di San Stae, sul Canal Grande, rappresentano uno dei cicli più importanti del primo Settecento veneziano, in cui hanno modo di confrontarsi gli stili più diversi e le personalità più importanti di questi anni. La liberazione di san Pietro di Ricci si affianca qui ad opere di Tiepolo, Piazzetta, Balestra, Pellegrini.Nel sestiere di Cannaregio, sull’altro lato del Canal Grande, la chiesa di San Marziale custodisce importanti tele del primo periodo di Sebastiano a Venezia, tra Sei e Settecento, rappresentanti Gli Angeli scolpiscono e trasportano la statua della Madonna e San Marziale in gloria. Sono opere di capitale importanza per comprendere l’evoluzione del linguaggio dell’artista, che segnano la conquista dello spazio celeste da parte delle sue creature entro un’animazione luminosa del tutto nuova in quegli anni.In campo Santi Apostoli, nell’ex Scuola dell’Angelo custode (ora chiesa Evangelica) si conserva tuttora la pala con L’Angelo custode, la Madonna e il Bambino in gloria (1720 circa), mentre una visita alla Pinacoteca della Fondazione Querini Stampalia consente di ammirare tre opere profane dell’artista rappresentanti Le parti del giorno (1704 circa), d’una straordinaria ricchezza cromatica. Ricci lavorò anche per lo Stato veneziano, realizzando una Allegoria della Fama per la Sala dello Scrutinio in Palazzo Ducale, dove sono conservati pure i tre cartoni con Il corpo di san Marco venerato dai magistrati veneti (1728) preparatori per i mosaici realizzati nella facciata della basilica di San Marco (seconda arcata da sinistra).

    An ideal itinerary exploring Ricci’s Venetian works inevitably starts in the church of San Giorgio Mag-giore. Here we find a key work in the artist’s career, the Enthroned Madonna and Child with Saints (1708). Painted after Ricci’s return from Florence, this ‘mani-festo’ work shows compositional ideas borrowed from Annibale Carracci and a colour register clearly indebt-ed to the art of Paolo Veronese.On the other side of the Canale della Giudecca, we can compare directly a painting by Ricci with works by Piazzetta and Tiepolo in the church of Gesuati: on the first altar on the left is Ricci’s Pope Pius V with St Thomas Aquinas and St Peter Martyr (1733), a painting typical of the much freer brushwork of his later man-ner. Not far away, next to the basilica of the Salute, the library in the Seminario Patriarcale houses a large oval work entitled the Glorification of the Arts and the Sciences (c. 1705-1710).The nearby Gallerie dell’Accademia also has major works by Ricci: Diana and Callisto, a small, subtle mythological epyllion, and a Bacchanal, dating from the years of his English stay (1712-1716). Also in the Accademia is the rougher, chiaroscuro Dream of Aes-culapius. By going over the bridge of the Accademia, you come to the church of San Vidal with works by various 18th-century Venetian artists (Piazzetta, Pel-legrini, etc.) and, still above its altar, Ricci’s Immacu-late Conception (c. 1730-1732).This brings us to another public collection, the Ca’ Rezzonico Museum of 18th century Venetian Arts. Here, in the Egidio Martini Picture Gallery, there are several works by Ricci, including a Resurrection of Christ, originally in San Geminiano. In the nearby church of the Carmini, on gazing upwards in the third chapel in the right-hand aisle, you will see a fresco only with figures of angels soaring into empty space on an gilded surface.

    By dropping into the church of San Rocco, on the other hand, visitors can compare the Washington bozzetti in the exhibition with their respective altar-pieces, still in their original settings: St Francis of Paola Resuscitating a Dead Child and St Helena Finding the True Cross (1733).The oil on canvas works in the presbytery of the church of San Stae, on the Grand Canal, form one of the most representatives series of early 18th-century Venetian art. Here you can compare the different styles and personalities of the leading artists of the day. Ricci’s Liberation of St Peter hangs beside the works of Tiepolo, Piazzetta, Balestra and Pellegrini. On the other side of the Grand Canal, in the sestiere of Cannaregio, the church of San Marziale houses major works from Ricci's early period in Venice, at the turn of the 18th-century, including Angels Carv-ing the Statue of the Virgin, The Miraculous Arrival of the Virgin’s Statue and St Marcellinus in Glory. These works are of key importance in understanding the de-velopment of his language: they show how he begins to fill a broad light blue space with lively luminous figures, which was something quite new at the time.In Campo Santi Apostoli, the former Scuola dell’Angelo Custode (now a Lutheran church) still houses the Madonna and Child in Glory with Guard-ian Angel (c. 1720), while a visit to the Picture Gallery in the Querini Stampalia Foundation will be reward-ed with the sight of three remarkably richly-coloured secular works entitled Times of Day (c. 1704). Commissioned by the Venetian state, Ricci painted the Allegory of Fame in the Sala dello Scrutinio in the Palazzo Ducale. The palace also has three cartoons with The Venetian Magistrates Worshipping St Mark's Body (1728), preparatory works for the mosaics deco-rating the façade of St Mark's Cathedral (second arch from the left).

    3. Sebastiano Ricci Il crepuscolo del Mattino, Venezia, Pinacoteca della Fondazione Querini Stampalia

    4. Sebastiano Ricci Madonna e santi, particolare, Venezia, chiesa di San Giorgio Maggiore

    1. Sebastiano Ricci Papa Pio V e i santi Tommaso d’Aquino e Pietro martire, Venezia, chiesa dei Gesuati

    2. Sebastiano Ricci La statua della Vergine trasportata dagli angeli, particolare, Venezia, chiesa di San Marziale

    La città dell’entroterra veneto che conserva la maggior concentrazione di opere di Sebastiano è Belluno, città natale dell’artista, a partire dalle opere realizzate agli inizi del Settecento su committenza dei Fulcis: gli affreschi della cappella di famiglia nella chiesa di San Pietro (La chiamata di san Pietro e La decollazione del Battista, quindi la pala rappresentante la Madonna con il Bambino e i santi Pietro e Giovanni Battista), tre tele con la Caduta di Fetonte, Ercole al Bivio, Ercole e Onfale eseguite per palazzo Fulcis-de Bertoldi, ora nel Museo Civico, dove si conservano anche un frammento della decorazione eseguita a olio su muro nella villa del Belvedere e un Giobbe deriso a tempera su tela. A Feltre, in provincia di Belluno, nel Museo Diocesano d’Arte Sacra, sono esposte le due importanti pale della Certosa di Vedana: il Battesimo di Gesù e la Madonna con il Bambino e santi. Altre località venete possiedono testimonianze dell’attività di Ricci. In provincia di Treviso, a Fregona, nella parrocchiale di Santa Maria Assunta, la pala con Cristo crocifisso e le anime del Purgatorio; a Padernello, sempre nel trevigiano, l’altra pala con Cristo crocifisso e i santi Maria Maddalena, Antonio da Padova e Valentino. A Vicenza, nella chiesa degli Scalzi, si può ammirare l’Estasi di santa Teresa, da mettere in relazione con il bozzetto di Vienna, esposto in mostra. A Verona, nel Museo di Castelvecchio, si trova, proveniente dalla chiesa di San Daniele, un’opera singolare, David davanti alle armi di Saul, una delle prime di Sebastiano eseguite per il Veneto (1684 circa). A Padova, nella basilica di Santa Giustina, si trovano alcuni dei capolavori simbolo della svolta impressa dal pittore all’arte veneta, proprio allo scoccare del nuovo secolo: la pala con San Gregorio Magno che intercede per la cessazione della peste e l’affresco nella cappella del Santissimo Sacramento, un’esplosione di luce entro uno spazio dilatato, reso credibile dalla disposizione perimetrale delle figure di Apostoli.

    The hinterland Veneto town with the largest concentration of works by Sebastiano Ricci is his birthplace Belluno. His earliest works here date from the beginning of the 18th century and were commissioned by the Fulcis family: the frescoes for the family chapel in the church of San Pietro (The Calling of St Peter, The Beheading of St John the Baptist and the Madonna and Child with St Peter and St John the Baptist), and three works (The Fall of Phaeton, Hercules at the Crossroads, Hercules and Omphale) which once embellished Palazzo Fulcis-de Bertoldi and are now in the Museo Civico, Belluno. In addition to a Mocking of Job (tempera on canvas), the museum also has a fragment from Ricci’s decoration (oil on wall) of the Villa del Belvedere. In the Museo Diocesano d’Arte Sacra at Feltre (Belluno) there are two major altarpieces from the Certosa di Vedana: The Baptism of Christ and The Madonna and Child with Saints. Works by Ricci can be found in various other Veneto towns. At Fregona (Treviso) the parish church of Santa Maria Assunta has an altarpiece showing Christ Crucified and the Souls in Purgatory; at the locality of Padernello (Treviso), there is an altarpiece with Christ Crucified and St Mary Magdalene, St Anthony of Padua and St Valentine. In the church of the Scalzi, Vicenza, you can admire another masterpiece,The Ecstasy of St Teresa, which is to be related to the Vienna bozzetto in the exhibition. The Museo di Castelvecchio, Verona, houses an unusual work: David Before Saul, one of Ricci’s earliest paintings in the Veneto (c.1684). In Padua two masterpieces emblematic of the new direction that he impressed on Venetian art at the turn of the century can be seen in the Benedictine basilica of Santa Giustina: the altarpiece of St Gregory the Great Begging the Virgin to Deliver Rome from the Plague and the fresco in the chapel of the Holy Sacrament, an explosion of light in an expanded space, made plausible by the arrangement of the apostles on the perimeter.

    5. Sebastiano Ricci Battesimo di Cristo, Feltre, Museo Diocesano d’Arte Sacra

    6. Sebastiano Ricci, San Gregorio Magno intercede presso la Madonna, Padova, basilica di Santa Giustina

    7. Sebastiano Ricci Estasi di Santa Teresa, Vicenza, chiesa di San Marco in San Gerolamo degli Scalzi

    La Fondazione Giorgio Cini e la Regione del Veneto rendono omaggio a Sebastiano Ricci, a trecentocinquant’anni dalla nascita, attraverso un’esposizione di capolavori dell’artista e di suoi contemporanei (tra gli altri: Tiepolo, Piazzetta, Pellegrini ma anche del suo “omologo” in scultura, Giovanni Maria Morlaiter) tali da rappresentare al meglio l’estro creativo del maestro e di tutto il secolo, che si compiace della libertà esecutiva della “prima idea” come un virtuoso dell’improvvisazione musicale: disegni, bozzetti e modelli, che preservano il segno dell’invenzione, sorprendendo per ricchezza cromatica e audacia di pensiero, in un gioco, tutto settecentesco, tra piccolo e grande, nell’officina di un artista avvezzo alla decorazione di soffitti e cicli ad affresco. Micro-dipinti e cieli in miniatura, da esplorare a sguardo ravvicinato, e, allo stesso tempo, opere d’arte pienamente autonome, capaci di condensare in pochi centimetri visioni come rivelazioni fulminee, tali da rendere quasi una replica la traduzione nel grande formato. E con quale coscienza Ricci praticasse tale attività, è prova una lettera del 1731 indirizzata a Giacomo Tassi a Bergamo, relativa alla pala per la chiesa di Sant’Alessandro della Croce, nella quale il pittore giunge ad affermare, inviando al suo committente il bozzetto, che «questo picciolo è l’originale, e la pala d’altare è la copia».

    The Giorgio Cini Foundation and the Veneto Region wish to pay homage to Sebastiano Ricci in the 350th anniversary year of his birth with an exhibition of masterpieces by the Venetian painter and his contemporaries (as Tiepolo, Piazzetta, Pellegrini but also his sculptor ‘counterpart’ – Giovanni Maria Morlaiter). The works on show give an excellent idea of Ricci’s im aginative flair and 18th-century taste when, like a virtuoso of musical improvisation, he delights in the technical freedom of the ‘initial idea’. Drawings, bozzetti and models preserve the original signs of invention and are surprisingly rich in colours and bold thinking in a typical 18th-century play between large and small formats, in the workshop of an artist accustomed to making ceiling decorations and fresco cycles. Micro-paintings with miniature skies that have to be explored close up are actually fully independent works capable of condensing in a few centimetres visions like lightning revelations that almost make the subsequent transposition in the large format look like a replica. The fact that Ricci was fully aware of this is demonstrated by a letter of 1731 on the subject of the altarpiece for the church of Sant’Alessandro della Croce, addressed to Giacomo Tassi of Bergamo. On referring to the bozzetto being sent to his patron, the artist remarks: “ this small work is the original and the altarpiece is the copy”.

    sebastiano ricci 1659-2009 venezia il veneto

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    in copertina, in bassoSebastiano RicciCaduta di Fetonte, particolare, Belluno, Museo Civico

    in copertina, in altoSebastiano Ricci, Venere e Adone, particolare, Orléans, Musée des Beaux-Arts

    sul retroSebastiano Ricci Angeli in gloria, Venezia, chiesa dei Carmini