vocabolario istroromeno-italiano di antonio dianich - prefazione di roberto ajello

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  • 8/7/2019 VOCABOLARIO ISTROROMENO-ITALIANO di Antonio Dianich - PREFAZIONE di Roberto Ajello

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    Prefazione

    Da tempo ormai si venuta creando, ance al di fuori degli ambienti accademici, una sensibilitdiffusa per le deleterie conseguenze della sempre pi frequente scomparsa di variet linguistice edi saperi, culture, interpretazioni del mondo ce in queste lingue solevano essere espressi.

    I linguisti sono ora in grado addirittura di quantizzare queste perdite costanti e le cifre fanno ve-ramente impressione. Ma se il fenomeno conosciuto in tutta la sua ampiezza e gravit e nelle suedevastanti conseguenze, rimane problematico immaginare piani di intervento per la salvaguardia di

    tanto sapere ce va scomparendo, ammesso ce sia possibile nella maggior parte dei casi intervenirecon qualce strategia, dal momento ce tentare di contrastare tendenze cos potenti assomiglia tan-to al nobile tentativo di arginare con poci fuscelli il trabordare di una piena.

    Il minimo ce il linguista avvertito pu fare offrire almeno una descrizione delle variet lingui-stice agonizzanti e possibilmente tratteggiare ance alcuni poci aspetti della cultura ce muore o morta gi e sopravvive solo nella memoria di una generazione declinante.

    Questo o cercato personalmente di fare nella mia et matura limitatamente a lingue-culture mi-noritarie molto distanti da qui, incastonate nel cuore occulto dellAfrica.

    Ma di lingue-culture devastate e morenti ce ne sono ance a due passi da qui, e il presente volu-me di Antonio Dianic, ce o voluto includere come attivit del Dipartimento di Linguistica di

    Pisa in una ideale collana di studi sul tema delle lingue in via di estinzione, ne preziosa testimo-nianza.

    Lautore, parlante nativo di quella lingua ce i linguisti ciamano istro-romeno e i parlanti desi-gnano come 'vlwaki, a con tenera passione e nostalgia struggente rievocato il suo idioma mater-no, circoscritto ad una piccola parte del territorio istro-romeno, sottraendolo alloblio in cui sta perscivolare in conseguenza dei folli eventi con cui la Grande Storia, come solita fare, a marciato asangue questa popolazione.

    Poci sono oggi i parlanti 'vlwaki nelle varie localit di Briani, dove lAutore a vissuto la sua in-fanzia: per ricostruire il lessico di questa zona limitata egli a dovuto recarsi a New York per incon-trare i suoi informanti, un tempo compagni di gioci infantili, ora attempati amici, sbigottiti dalle

    dure esperienze di una vita faticosa. Con il loro aiuto a fatto rivivere una cultura ormai perduta,un mondo agricolo ancestrale ora non pi immaginabile.

    Ma non solo il lessico, con la sua corrispondenza italiana acribicamente ricercata, ce ci illustraquella cultura arcaica: i testi ce accompagnano il dizionario, narrano storie individuali, storie co-rali, la vita quotidiana di quel mondo temporalmente sospeso e lirrompere crudele dei convulsi,insensati eventi esterni nellhortus conclusus del tempo dolorosamente ritrovato.

    Il presente dizionario, corredato ance di una introduzione storica ce illumina sulle vicendedi questa popolazione non a tutti nota, a il sapore di un romanzo, e, come la Istanbul di OranPamuk, la rievocazione di un mondo perso per sempre e bello come tutto quello ce non potressere pi.

    Roberto Ajello

    Pisa 17/7/2010

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    Premessa

    Com ce si smarrisce una parola? svaniscenella memoria, come un veccio giocattolo in

    una cassapanca, e giace nascosta da polvere eragnatele in attesa di essere riscoperta e

    spolverata?A. GhOSh, Il paese delle maree, Vicenza 2005 (trad. Nadotti)

    Questo vocabolario stato scritto non solo per gli studiosi accademici dellistroromeno, e nonsolo perc costituisca un arcivio quanto pi esaustivo di una lingua in via di rapida estinzione,ma soprattutto perc gli istroromeni ce ancora sopravvivono nel mondo possano essere loro iprimi a consultarlo e a confrontarlo con le proprie abilit linguistice e con la lingua ce ogni gior-no ancora usano in famiglia, ritrovando forse in esso qualcosa della loro storia e della loro cultura.

    Preciso fin dora, e ciarir pi diffusamente nellIntroduzione, ce il mio vocabolario riguardasolo listroromeno del sud, e in particolare la variet di Briani ('Brina)1.

    Listroromeno una lingua senza tradizione scritta: nei saggi sullistroromeno e nei vocabolarigi editi, i criteri con cui questa lingua viene trascritta sono i pi vari.

    Se si vuole considerare listroromeno come uno dei dialetti del gruppo romeno, sarebbe abba-stanza logico trascriverlo nellalfabeto romeno, ed effettivamente dagli studiosi romeni cos vienefatto. Tuttavia lalfabeto romeno, oltre a non essere del tutto sufficiente nella trascrizione dellistro-romeno, non agevolmente leggibile dai parlanti.

    Lalfabeto dellitaliano e quello del croato, ce quasi tutti gli istroromeni alfabetizzati sanno leg-gere, sono del tutto insufficienti.

    La trascrizione nellalfabeto dellIPA (International Phonetic Association) troppo complessa edettagliata, e naturalmente ancora pi illeggibile per i profani.

    Sono venuto perci nella determinazione di seguire un personale metodo di trascrizione, a costodi aumentare la variet delle scritture fin qui usate nella letteratura sullistroromeno, ance perco potuto constatare de visu et de auditu ce nelle scritture ce trovo per esempio nel Pucariu, nelKovaec, nel Filipi, gli istroromeni anno trovato notevoli difficolt di lettura e per lo pi non an-no sempre riconosciuto in pieno la loro lingua, ance quando si trattava di termini o espressioni daloro ben conosciute e correntemente usate nel parlato, senza considerare altri problemi riguardantila scelta del lessico, e di cui far cenno nellIntroduzione.

    In ogni modo, poic litaliano e il croato sono le lingue pi conosciute dagli istroromeni, e pra-ticamente tutti le usano correntemente come seconda e terza lingua, e ne leggono la scrittura, misono servito dei segni pi univoci usati nella scrittura di queste due lingue, preferendo naturalmen-te i segni di una sola lettera, ma usando ance i diacritici e i digrammi dove non o potuto fare di-versamente, con laggiunta di poci altri segni presi dallIPA ce mi fossero sembrati di pi facileinterpretazione. Nella mia trascrizione laccento viene sempre segnato davanti alla sillaba accentata

    (ba'searika, ciesa); i monosillabi non portano accento.

    1 Dora in poi, indico le localit istroromene con i toponomi istroromeni.

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    Naturalmente mi sono preso questa libert nei confronti delle varie vie tracciate da valenti stu-diosi, perc sono persuaso ce listroromeno sia destinato a morire entro breve tempo, e quindinon sar mai scritto dai parlanti ma eventualmente solo letto, e ce non ci sar mai pi una scuolaistroromena in cui si potr imparare a scriverlo, n alcuno scrittore mai vi scriver composizioni n

    letterarie n di carattere pratico. Non si tratta di pessimismo preconcetto, ma di realismo, come ilbenevolo lettore potr vedere nellIntroduzione.

    Lo scema seguente contiene le lettere da me usate, nellordine seguito nel vocabolario, con cor-rispondenza nellalfabeto dellIPA

    A a, vocale bassa centrale /a/(it. amaro, cr. adresa, indirizzo)

    B b, occlusiva bilabiale sonora /b/(it. barca, cr. besjeda, parola)

    , affricata palatale sorda /t/(it. cena, cr. avao, ciodo)

    , occlusiva palatale sorda /c/(cr. uka, sciaffo)

    D d, occlusiva alveolare sonora /d/(it. dono, cr. dijete, bambino)

    D d, affricata palatale sonora /d/(it. gelo, cr. uenje, danno)

    Dz dz, affricata alveolare sonora /dz/(it. zero)

    E e, vale sia per vocale anteriore mediobassa sia per vocale anteriore medioalta // /e/(it. evento, cr. evanelje, vangelo)

    , vocale centrale media //(fr. petit, piccolo)

    F f, fricativa labiodentale sorda /f/

    (it. fame, cr. fojba, foiba)G g, occlusiva velare sonora /g/

    (it. gatto, cr. grob, tomba)

    , occlusiva palatale sonora //(ung. agya, il suo cervello)

    h , fricativa glottale sonora //(ingl. behind, dietro)

    I i, vocale anteriore alta /i/

    (it. icona, cr. ispit, esame)K k, occlusiva velare sorda /k/

    (it. casa, cr. konj, cavallo)

    Premessa VIII

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    L l, laterale alveolare sonora /l/(it. lana, cr. luka, porto)

    Lj lj, laterale palatale sonora //

    (it. aglio, cr. ljubav, amore)M m, nasale bilabiale sonora /m/

    (it. madre, cr. mati, madre)

    N n, nasale alveolare sonora /n/(il punto di articolazione varia a seconda della consonante ce segue)(it. naso, cr. nos, naso)

    Nj nj, nasale palatale sonora //(it. gnocco, cr. Njemaka, Germania)

    O o, vale sia per vocale posteriore mediobassa sia per vocale posteriore medioalta // /o/(it. opera, cr. ovca, pecora)

    P p, occlusiva bilabiale sorda /p/(it. patria, cr. pjesma, canzone)

    R r, vibrante alveolare sonora /r/(it. rana, cr. roenje, nascita)

    S s, sibilante alveolare sorda /s/(it. sale, cr. stolica, seggiola)

    , sibilante palatale sorda //(it. scena, cr. kulja, buco)

    T t, occlusiva alveolare sorda /t/(it. tavola, cr. torba, borsa)

    Ts ts, affricata alveolare sorda /ts/(it. zio, cr. cipela, scarpa)

    U u, vocale posteriore alta /u/

    (it. universo, cr. ulica, strada)V v, fricativa labiodentale sonora /v/

    (it. valle, cr. veselje, allegria)

    W w, approssimante labiovelare sonora /w/(it. uomo)

    Y y, approssimante palatale sonora /j/(it. iena, cr. jaje, uovo)

    Z z, sibilante alveolare sonora /z/

    (it. rosa, cr. zdravlje, salute) , sibilante palatale sonora //

    (cr. aba, rana, fr. jour, giorno)

    IX Premessa