io come autore

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Anno 2 N. 55 / SETTEMBRE 2012 - Periodico - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011. autore 55 numero o Il socialnetwork per la cultura è già on-line raggiungici ora! Dipinto di Paola Blasi “Prima che cali il silenzio”: incontro con il “drago” L’Aquila e Gerusalemme: più vicine di quanto non sembri Prima delle Piramidi

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Rivista dedicata agli autori

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www.iocome.it

Anno

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oIl socialnetworkper la cultura

è già on-line

raggiungici ora!

Dipinto di

Paola blasi

● “Prima che cali il silenzio”: incontro con il “drago” ● L’Aquila e Gerusalemme: più vicine di quanto non sembri ● Prima delle Piramidi

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iorubriche

Annalisa Alfano | 6I Figli Dell’AquilaLaura Scanu | 10Prima che cali il silenzio

55autori

num

ero

L’angolo della poesia | 4di Paola ConcilioPennellate di Parole | 8di Giovanna Vannini

il Vortex | 14di Giorgio GinelliNon solo pietre | 18di Natale Barca

La Bottega Editoriale | 22di Luisa De Simone

Oroscopo dell’amore | 26di Federica Farini

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www.iocome.it 3

editorialePare sia successo in agosto. Non sulle nostre spiagge, non nelle città tutto sommato non proprio deserte. È successo nel Regno Unito, tra spet-tacoli olimpionici e celebrazioni da giubileo: l’eBook è arrivato primo. A dare il risultato della vittoria è uno dei principali store online di libri, rendendo noto che le vendite di libri digitali hanno superato quelle carta-cee per 114:100. In Italia il mercato degli eBook si sta muo-vendo lentamente, facendo i conti con la frammentazione dei formati, le resistenze dei lettori e lo scetticismo degli editori. Ma si sta muoven-do. Certo, i dati sono spesso discutibili: nazionali o no, i numeri che ci vengono proposti sono spesso troppo autoreferenziali per essere attendibili. Spesso pare che basti un parere relativamente influente o la vendita di una decina di copie per far guadagnare allo scrittore di turno un posticino nella top ten, come testimonia-no gli esperimenti ormai noti di Sandrone Dazieri o i più recenti di Michela Murgia. Così come non possiamo che prendere atto del per nulla confor-tante fatto che nel nostro Paese circa il 41% della popolazione adulta non abbia mai usato internet e che l’istruzione nazionale passerà attraverso strumenti digitali in meno di un decennio solo grazie a un miracolo. Ma qualcosa si sta muovendo. Noi, dalle pagine della nostra rivista digitale, non possiamo che essere solidali con i focolai di rivoluzione in atto, ben consci del fatto che la strada sia ancora lunghissima e accidentata. E non possiamo che sperare che uno strumento potenzialmente così democratico come il web, in cui anche una piccola redazione come la nostra trova voce, possa effettivamente concedere spazio a chi non ha la possibilità o la volontà di rientrare all’interno di onerose logiche economiche che il mercato dell’editoria tradizio-nale ha nel tempo cementificato.

Daniela Villa

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4

RimbombaRimbomba,rimbomba ogni rumore,lo sento e lo risento,non smette,continua,rimbomba di nuovo.La testa mi scoppia,ogni minimo rumore rimbomba.Il rumore non smette:tutto è rumore,anche una penna che scriveè rumore.

4 Paola Concilio

Paola Concilio nasce a Mercato San Se-verino, in provincia di Salerno, il 10-10-1994. Da poco par-tecipa a concorsi let-terari, vincendo già vari premi e pubbli-cazioni. Ha ricevu-to i complimenti da parte di artisti come Mogol e Carotenuto. Oltre che alla poe-sia si dedica anche al giornalismo.

l’angolo della poesia

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Sono nata a Spoleto il 17 maggio del 1976. Sono cresciuta nella provincia di Napoli e da nove

anni vivo a Roma. Mi sono laureata in Lettere Moderne presso l’Uni-versità degli Studi di Napoli “Fede-rico II”. Scrivere per me significa comunicare, è l’instrumentum che ho scelto, sin da quando ero bam-bina, per raccontare e condividere. Mi piace descrivermi come una fol-le sognatrice che scrive per ritorna-re in tempi e situazioni già vissute! Ho partecipato fin da giovanissima a numerosi concorsi e premi lette-rari, classificandomi quasi sempre tra i primi posti. Durante la carrie-ra universitaria, in collaborazio-ne con la cattedra di Pedagogia e Psicologia delle Comunicazioni di Massa, ho scritto due saggi dal ti-tolo I Media: breve percorso sugli effetti e Pittura/A-pittura: virtualità in una nuova espressione pittorica e, in collaborazione con la cattedra di Storia del Teatro, ho scritto il saggio intitolato I balletti russi. Ho collaborato col pittore Vincenzo De Simone per la scrittura di pubbli-cazioni riguardanti il suo percorso artistico. Mi sono occupata della sezione arte e cultura de IL MERIDIANO, mensile di informazione che copre l’intero Agro Nolano e la Bassa Irpi-nia. Dopo un lustro durante il quale mi sono dedicata ad approfonditi studi sul Medioevo e dopo essere rimasta affascinata dal simbolismo e dalla storia intrisi in ogni singola costruzione del capoluogo abruz-zese, ho scritto I FIGLI DELL’A-QUILA, il mio primo romanzo, che è stato da subito accolto benissi-mo dalla casa editrice che lo ha

Autrice

poi pubblicato (ANANKE). Non mi sono affidata a un agente letterario per arrivare all’editore, ma, dopo aver selezionato cinque case editri-ci che ritenevo fossero in linea con le tematiche e lo stile del romanzo, le ho contattate io direttamente e ho inviato loro il manoscritto (in formato elettronico o cartaceo a seconda della procedura richiesta dalla casa). In meno di tre mesi ho ricevuto una più che positiva rispo-sta dalla casa editrice torinese, che mi ha dato carta bianca su tutto (l’i-dea grafica della copertina è mia).

Sulla prima pagina del mio ro-manzo compaiono queste scritte “Noi siamo nani seduti sulle spalle dei giganti” (Bernardo di Chartres) e la dedica “Alla mia famiglia. Ai miei amici. A tutti coloro che lotta-no per la libertà”. Questo romanzo è il racconto del mio viaggio nel XIII secolo che ho fatto insieme a Bonaventura Vacalebre, il protago-nista del libro. Si potrebbe leggerlo per verificare se in un ennesimo te-sto sui Templari e sul Medioevo si possa trovare qualche nuovo spun-to per identificazioni e nuove rifles-sioni. ●

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numero

55Annalisa Alfano

Note di copertina

Titolo: I FIGLI DELL’AQUILAAutore: Annalisa AlfanoEditore: Ananke ISBN: 9788873254317Anno di pubblicazione: 2011Pagine: 272

Federico II ha sempre inseguito il suo grande progetto di costruire una nuova Gerusalemme. Sorge, così, Aquila, su una pianta uguale a quella della Città Santa, anche se con i punti cardinali invertiti. Se, infatti, 66 è il numero di Gerusa-lemme, 99 è il numero di Aquila. Inizia, così, il viaggio di Bonaven-tura, giullare alla corte federiciana che diventa cavaliere templare, alla scoperta dei segreti e dei misteri che la città in costruzione nascon-de. Un viaggio che lo porterà a conoscenze di un sapere ben diver-so da quello al quale si è sempre dedicato. Un viaggio che lo vedrà morire in pace, entusiasta per l’elezione di Pietro da Morrone al soglio pontifi-cio. Un viaggio che finisce e inizia il 6 aprile 2009 alle ore 03:32…

“Una morte improvvisa che porta un radicale cambiamento di vita!Una paternità che mette tutto in discussione!Un Maestro che insegna a cercare in te stesso!Una città che nasconde e rivela a chi sa leggere i suoi segreti e mi-steri!Un papa che abdica perché scon-volto dagli intrighi e dalla corruzio-ne della Chiesa!Un viaggio dentro e fuori se stessi alla ricerca della Luce e dell’Armo-nia!”

http://annalisaalfano.wix.com/i-figli-dell-aquila

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8

Si ricordò di non essersi ancora rinfre-scata la faccia e lavato i denti, cosa che d’abitudine faceva subito dopo colazio-ne. Dal cassetto del mobile del bagno prese il suo spazzolino che come pigia-ma, pantofole e cambio, rimaneva sem-pre a disposizione in casa dei suoi. Lo specchio a tutta parete sopra il la-vabo, la colse impreparata. Non amava specchiarsi. Spazzolò la sana dentatura e con acqua fresca sciacquò il volto, tamponando-lo poi con un asciugamano di morbida spugna, continuando a guardarsi dritta negli occhi come a volere annullarne il resto. Come si vedeva? Come sei sentiva? Che effetto le faceva pensare che tra poco più di un anno avrebbe compiuto cin-quant’anni? Allora si scrutò. Negli oc-chi nocciola, nei tratti del volto spigolo-si, vide quelli di suo padre. Scese sulla bocca ben disegnata, di rado valorizza-ta da glos e rossetti. Risalì sulle rughe d’espressione, che con quelle più mar-cate si alternavano. Qualche capello bianco si mescolava ai restanti castani, che in un taglio scala-to le lambivano il collo. Un’occhiata fu-gace alla linea del corpo in sovrappeso di almeno quattro chili, concentrati su cosce e posteriore. Troppi i pasti fuori casa e poca attività fisica ne erano la causa. Volendo poteva rimediare. Le parve un’eternità quel tempo passa-to davanti alla sua immagine riflessa…

Giovanna Vannini

pennellate di paroleLe parve un’eternità…

Giovanna è nata a Firenze e residente a Montespertoli, dopo una par-tecipazione ad un antolo-gia, ha intra-preso l’attività di scrittrice e recensore. Qui la cono-scerete grazie alla capacità di interpretare a suo modo molti capola-vori di varie correnti arti-stiche.

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Giovanna Vannininu

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Edgar Degas, Giovane donna allo specchio, 1889Kunsthalle, Amburgo

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Cosa ti ha portato a scrivere? “Prima che cali il silenzio” edito da Laura Capone Editore, è la mia seconda pubblicazione, la prima è stata “Laura e Cosimo” con Il Filo nel 2007.Un giorno del marzo 2003, mi sono trovata, per caso, trasci-nata da una cara amica, in una bellissima villa, Villa Mazzanti a Roma, con una visuale splendida sulla capitale. Pensavo di essermi iscritta ad un corso di formazione per insegnanti, e forse lo era. Mi sono trovata immersa nel verde in un interessante corso di scrittura creativa con tanto di formatori il-lustri quali la scrittrice Lia Levi e lo sceneggiatore Vincenzo Cera-mi. Lì, per la prima volta, qualcuno mi ha chiesto non solo di scrivere qualcosa ma anche di leggerlo poi ad alta voce. Scrissi un racconto “L’uomo cane” e quando la mia voce pronunciò l’ultimo punto les-si negli occhi dei presenti quello a cui ogni scrittore agogna e capii… capii che mi sarebbe piaciuto. Da allora ho scribacchiato, non sono una scrittrice molto prolifica, lo faccio solo raramente e con estre-ma “discrezione”. Ancora preferi-sco leggere... Che sia vigliacche-ria?

Quando hai deciso di scrivere il tuo primo libro? Ho scritto il mio primo romanzo breve “Laura e Cosimo”, il perché l’ho scritto nella prefazione del li-bro che qui riporto: quando mio marito decide di imbiancare le pareti di casa, a me è affidato un compito piuttosto ingrato, cioè ri-coprire il cotto del pavimento con fogli di giornale. Visto che non ne

sono particolarmente orgogliosa o entusiasta, mi distraggo leggendo vecchi articoli (cosa che lo fa infu-riare). È così che incontro Laura e Cosimo, due giovani del Sud, vitti-me di un amore impossibile. Non posso negare che il nome di batte-simo della ragazza abbia influito ad attirare la mia attenzione e a far volare la mia penna. L’artico-lo riportava solo i nomi e i fatti: il boss voleva un genero d’onore e così benedisse l’omicidio. Il resto è venuto da sé.

È stato facile trovare un Edito-re, ti sei affidata ad un agente letterario? Pubblicare un libro non è suffi-ciente perché un pubblico lo pos-sa leggere e gli editori con con-tributo non aiutano molto con la promozione così ho deciso che il mio secondo romanzo sarebbe stato edito da un Editore vero e non nego che il percorso è diver-so, lungo, umiliante e difficile, poi un giorno su Facebook ho incon-trato Laura Capone ed i nostri so-gni si sono uniti.

Autrice

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numero

55Laura ScanuCome nascono i tuoi libri?Nei miei scritti non c’è nulla di autobiografico, piccoli particolari qua e là forse, ma nient’altro. Mi piace parlare e scrivere di senti-menti, andare oltre la strada già percorsa e cercare altre verità. “Prima che cali il silenzio” è un li-bro che vuole entrare in un ambi-to difficile e doloroso, quello della pedofilia, scavare negli animi, col-pirli e a volte tramortirli; cambia l’usuale prospettiva ed il lettore si trova ad affrontare un percorso mai, sicuramente, ipotizzato: è il pedofilo che si racconta all’interno della sua normalità pervasa di de-vianza. Quotidianità, normalità e insospettabilità tre condizioni che rendono anonimo il pedofilo, ma che ne fanno il peggiore dei car-nefici. Lotta tra il bene e il male, un dolore che colpisce lo stoma-

co… Ecco cosa deve aspettarsi il lettore nel compiere questo atto di coraggio che io gli chiedo di compiere se decide di leggere il libro.

Qual è il tuo messaggio al pubblico? “Prima che cali il silenzio” nasce lontano, quando tutti parlavano dei pedofili in termini di mostro, dopodiché tutti tacevano quan-do il cattivo era un bravo nonno, un vicino insospettabile, un ami-co. Nessuno lì riusciva a darsene una spiegazione, spesso era la vittima stessa ad essere incolpa-ta di menzogna o di cattivi com-portamenti o addirittura essere vittima di ostracismo dal gruppo sociale.Allora mi son detta: - Parliamo-ne... gridiamo la verità. Un compito arduo… non potevo sbagliare o peggio cadere nella facile trama della compartecipa-zione (assolutamente presente) con la vittima: non avremmo ag-giunto tasselli, avrei solo percor-so la strada dello sdegno... il mio intento era capire ed aiutare a capire. Non so se ci sono riusci-ta, alcuni mi dicono di sì... io me lo auguro perché “Prima che cali il silenzio” è un libro difficile, lo abbiamo detto ma, per sua fortu-na, ha avuto il pregio di essere stato compreso dall’Associazio-ne La caramella buona onlus che lotta fattivamente da anni contro la pedofilia, e nell’introduzione al libro, la dott.ssa Pilozzi spie-ga sapientemente il perché della loro collaborazione. “Prima che cali il silenzio” ha

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anche ricevuto il patrocinio della Provincia di Rieti riconoscendogli la forte valenza educativa e for-mativa per gli alunni delle scuole superiori.

Il tuo motto personale?Il mio motto? “Io dico no quando tutti, in coro, dicono sì. Questo è il mio impegno”. Cit. Jorge Amado.

Come ti descriveresti?Parlare di me? Serve al lettore? Sono una donna che spesso scrive da uomo, come mi ha appellato un mio lettore di riguardo. Amo gli uomini ed è per questo che cerco

Autrice

PrImA chE cALI IL SILENzIoAutore: Laura ScanuEditore: Laura capone EditoreISBN: ....Anno: 2012 Formato: cartaceo ed eBook

Laura Scanuanche per loro delle motivazioni. Adoro una poesia di Trilussa, “La mosca e il ragno”, in cui ognuno di loro è croce o delizia per l’altro, secondo il diverso punto di vista. Odio chi colpisce chi non può più difendersi, chi è vinto va rispetta-to, mai umiliato. Sono una sogna-trice, idealista e mi piace guardare lontano, anche perché ora inizio ad avere problemi a vedere da vicino e necessito di lenti.

Perché dovrei acquistare il tuo libro?Per conoscere, interrogarsi e cer-care di capire. ●

Sinosse Il “Drago”, in “Prima che cali il silen-zio”, entra all’improvviso, sorprende a racconto inoltrato con una presenza discreta che non invade mai la scena. Il protagonista, padre di Anna, viene de-scritto come padre e marito attento ed innamorato, con il tenero ricordo di una nonna che tanto lo aveva aiutato a sop-portare la tragica fine dei genitori. Lo stile narrativo è incalzante come quello di un thriller e nello stesso tempo poeti-co dove, nel rapido svolgersi degli even-ti, quasi tra le righe, si coglie la presen-za discreta, forse troppo, del “Drago” che porta il nome di una grande malattia psichica: la pedofilia (dott. Ciucci Giulia-ni Andrea Psicologo sessuologo).“Prima che cali il silenzio” rappresenta un’eccezione già dalle prime pagine, in quanto a parlare non è la vittima, né un familiare né un testimone oculare ma lui, il pedofilo, caratterizzato nel testo come da manuale, figura al disopra di ogni sospetto, recidiva, falsa inconsa-pevolezza del reato commesso, adesca-mento oculato, indecenti giochi di ruolo e del segreto…

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Laura Scanu

Nessuno può capire il mio dolore, non c’è pace. Io amo mio ma-rito, l’ho amato da subito e per sempre. Lo ringrazio per essersi ucciso e maledico Dio che glielo ha permesso.Come puoi amarlo dopo quello che ha fatto? Tutti me lo chiedo-no ed anch’io me lo chiedo tutte le notti, ma non puoi spiegare, nessuno può capire, non importa... lui era il mio mondo, era la mia vita, dal primo giorno che l’ho conosciuto.Ho creduto di poterlo avere tutto per me, per un po’ è stato anche così; all’inizio ci credeva anche lui, ci ha provato, poi ho sentito il drago tornare e divorarlo.Non sapevo che faccia avesse, era forte, imprevedibile; lui pen-sava non sapessi, ma io lo vedevo nei suoi occhi arrivare ed im-possessarsi di lui. Un drago grande, mai visto uno così terribile, lo pervadeva tutto per lasciarlo poi lì stordito, impietrito, come svuotato ad attendere una prossima volta.Il drago è forte e non riesci a combatterlo, ti prende e ti porta via...

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Secondo Paola

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il vortex

Questo è un articolo difficile. Difficile da scrivere, intendo. Si parla di scuola e quando si

deve scrivere di fatti che la riguar-dano bisogna agire con prudenza, in quanto si rischia di urtare la suscet-tibilità degli operatori del comparto scuola. Che sono molto suscettibili, per ragioni storiche e antropologiche.In più si parla di digitale, cioè delle ICT, cioè le tecnologie informatiche strettamente legate alle comunicazio-ni. Che è un argomento delicato già di suo, figurarsi abbinato alla scuola.Anzitutto non sarebbe nemmeno suf-ficiente dire “scuola”, in quanto tra i diversi ordini e gradi vi è una bella dif-ferenza. In ogni caso dev’essere chia-ro che nella scuola italiana, dagli anni ’80 del XX secolo a tutt’oggi, risulta difficile identificare un percorso orga-nico e uniforme che ha come motivo centrale l’informatica. Tanti tentativi, tanti bei progetti, sia sperimentali che ministeriali, che hanno prodotto mol-to in termini di risposta dell’utenza, ma che non hanno avuto la capacità di formare una solida base in grado di affrontare serenamente le nuove pro-poste. Parlando di utenza è necessario specificare che questa è riferita a due categorie: docenti e studenti. Se per i secondi ciò che è stato fatto può essere considerato quasi un “corpus unicum”, la stessa cosa non può essere detta per gli insegnanti. E ciò vale per tutti e tre gli ordini, dalle elementari alle supe-riori per intenderci. A questo proposito è bene ricordare che quando si parla degli ordini in cui è diviso il sistema istruzione, si sta par-lando di tre pianeti che ruotano nello

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Ognuno ha la sua orbita, per cui albe e tramonti sono

diversi ...

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di Giorgio Ginelli

Scuola digitale: Revolution?stesso sistema planetario, ognuno con la propria orbita e le proprie caratte-ristiche geomorfologiche. L’unica cosa che hanno in comune è il fatto di essere dei pianeti, in qualche modo abitati da razze più o meno simili; ma ci fermiamo lì con le similitudini. Ognuno ha la sua orbita, per cui albe e tramonti sono di-versi, durata del giorno e stagioni han-no anche delle belle differenze tra loro. E almeno uno dei tre ha un’orbita el-littica che lo porta quasi ai confini del sistema per farlo avvicinare solo spora-dicamente agli altri due.Lo dicevo che sarebbe stato un arti-colo difficile da scrivere e la prima questione da chiarire per bene è che l’informatica nella scuola è entrata con più difficoltà che negli altri ambiti sociali per di-verse ragioni, ma di sicuro non per la scarsa volontà dei docen-ti. Anzi, quella poca informa-tica che viene utiliz-zata nel comparto scuola (mi riferi-sco alla didattica) si basa principal-mente più sulla volontà di que-sti docenti, che non alle politi-che delle agenzie scolastiche.La mancanza di un rea-

le piano organico da parte del Ministero della pubblica istruzione, ha fatto sì che l’avanzamento sia avvenuto a singhioz-zo. Il docente inoltre deve fare conto sulle proprie capacità (e questo sareb-be il meno) ma soprattutto sulla propria volontà per affrontare la problematica in modo produttivo. E spesso la volontà non basta. Anch’io avrei il bruciante de-siderio di calcare il suolo marziano; for-se ne avrei anche le capacità e di sicuro potrei investire nel progetto molto in termini di volontà, ma credo che la que-stione sia legata anche ad altri aspetti

logistici. Un po’ come per l’infor-matica nella scuola, insomma.

Informatica che nella didatti-ca è presente in due moda-lità principali: aule attrez-

zate, distinte rispetto al luogo dove si fa nor-

malmente lezio-ne, dotate di PC collegati in rete e con il web, oppure un solo PC presente nell’aula, anche

questo collegato al web, che può

essere utilizzato in ogni momento della vita scolastica, indi-stintamente in tutte le discipline.

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il vortex

Ovviamente una soluzione non com-pensa l’altra, ovvero sono due situazio-ni belle differenti. Si passa dal dover aspettare il proprio turno per l’utilizzo sporadico delle strutture informatiche con più o meno tutta la classe (non è vero: con le classi composte anche da 30 alunni, nessuno può permettersi di fare aule attrezzate con 30 computer) al poter disporre di un solo PC con il quale condurre la lezione (interattiva fin che vuoi, ma condotta da uno solo a favore degli altri che guardano).Facciamo conto che entrambe le solu-zioni siano attuabili (e in alcune scuole lo sono), in ogni caso il docente deve saper gestire la situazione, e qui sta il nocciolo del problema. Dov’è la forza dell’informatica e della rivoluzione di-gitale, se non metto nella condizione gli insegnanti di governare il percorso? E devo smetterla di dire che gli insegnan-ti si devono mettere loro da soli nelle condizioni, perché ciò è impossibile. Gli insegnanti devono ricevere aiuti al pari degli studenti.Ma attenzione, perché il reale proble-ma non può essere relegato solo alla formazione degli insegnanti all’uso de-gli strumenti informatici, che strumenti sono e strumenti devono rimanere. Il problema è formare una coscienza che sappia far utilizzare al meglio gli stru-menti che le ICT mettono a disposizio-ne per rendere più efficace la didattica.Continuare a insistere solo sulla forni-tura di attrezzature si corre il rischio che la rivoluzione digitale sia confusa con il gadget tecnologico; e i primi ad essere esposti a questo rischio sono proprio i docenti. Più ingenui che non gli alunni. ●

numero

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di Giorgio Ginelli

In Italia l’investimento sulle ICT è stato indubbiamente significativo, anche se i nostri numeri a livello eu-ropeo non sono in cima alla gradua-toria. In particolare negli ultimi anni si sta promuovendo un piano pro-gressivo per integrare le tecnologie informatiche nella didattica.Nel giugno del 2012 la Regione Lombardia e il Ministero della pub-blica istruzione ha pubblicato l’avvi-so per “la diffusione da parte delle istituzioni scolastiche e formative di azioni di innovazione tecnologica nella didattica”. In soldoni, si tratta di un bando con il quale può essere chiesto un contributo “finalizzato a sostenere l’acquisto e l’installazio-ne, per l’avvio dell’anno scolastico 2012/2013, di attrezzature per la re-alizzazione di classi digitali, previste nel Piano Nazionale Scuola Digitale, per contribuire alla trasformazione degli ambienti di apprendimento, at-traverso l’integrazione delle Tecno-logie per l’Informazione e la Comu-nicazione (ICT)”. In questo scenario ciò che non viene tenuto in sufficiente considerazio-ne è però il ruolo dell’insegnante, al quale viene chiesto un nuovo tipo di lavoro, per svolgere il quale è neces-sario un’investimento nella sua for-mazione e per il quale in alcuni casi è altrettanto necessario un succes-sivo aggiornamento. Se ciò non av-viene (e purtroppo siamo in questa situazione) le politiche scolastiche di cui sopra sono inefficaci.

In termini di formazione, il Politec-nico di Milano da molti anni è con-cretamente attivo con un’offerta for-mativa rivolta agli insegnanti di ogni ordine e grado della scuola italiana. Il DOL è un programma dedicato alla formazione di “insegnanti esper-ti nell’uso delle tecnologie nella di-dattica”. È diventato un corso online nel 2004, dopo un’esperienza “terri-toriale” iniziata nel 1997. Al gennaio 2012 quasi 1500 insegnanti (da tutte le regioni d’Italia) si sono iscritti al DOL.La mission del DOL può essere così sintetizzata: consentire al docente di svolgere la propria attività didattica sfruttando al meglio ed in modo con-sapevole le possibilità offerte dalle tecnologie informatiche. Che non vuol dire solamente conoscere gli strumenti, ma anche e soprattutto valersi di nuovi paradigmi pedagogi-co-didattici che siano adatti ad una scuola (ed una società) del terzo mil-lennio.La proposta didattica dei corsi DOL è composta da lezioni teoriche, meto-dologie, approfondimenti, laboratori e sperimentazioni, dibattiti e video-conferenze, il tutto articolato su più livelli. (http://www.dol.polimi.it/).

tecnologia didattica

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PRIMA DELLE PIRAMIDIALLE ORIGINI DELLA CIVILTà EGIzIA

Un’intensa attività di ricerca sul terreno, condotta sullo scorcio del Novecento da F. Wendorf e R. Schild, ha documentato la sequenza culturale del Neolitico del Sahara Orientale. Le sco-perte sono avvenute nella regione di Nabta Playa, situata nel Deserto Occidentale egiziano, 800 km a sud del Cairo e 100 km a ovest di Abu Simbel. La sequenza culturale inizia nei primi millenni dell’Olocene e s’interrompe all’inizio della fase finale dell’inaridimento dell’altopiano, collocabile nel 3300/3200 a.C. Dall’esame dei ritrovamenti si è capito, o è parso di capire, che le popolazioni del Neolitico Medio e del Neolitico Recente di quella regione erano organizzate in un modo più complesso del-

le contemporanee società tribali avanzate; sfrutta-vano per l’alimentazione una varietà’ di specie non addomesticate di vegeta-li, fra cui alcuni cereali; allevavano bovini, caprini e ovini; tenevano in spe-ciale considerazione l’uro (precursore del bue do-mestico), con implicazioni nella sfera della religione e del rituale; praticavano anche un culto dell’acqua; usavano la pietra per l’edi-ficazione di case di abita-zione e di tombe sotterra-nee; possedevano nozioni astronomiche. Il Popolo

di Nabta Playa era inoltre in grado di realizzare allineamenti di pietrefitte orientati con le stelle e ha costruito il più antico orologio solare finora documentato. Al più tardi nel 3200 a.C., sarebbe emigrato, dirigendosi in parte verso il Niger, in parte verso il Nilo.Giunti nell’Alto Egitto (Valle del Nilo), i migranti si sarebbero uniti agli indigeni e avrebbero condiviso idee ed esperienze. La mescolanza fisica e l’osmosi culturale che ne derivarono avreb-bero impresso una svolta e un’accelerazione al processo di ela-

Non solo vecchie pietre

Nabta Playa circolo calendariale:Il circolo calendariale preistorico che segnava l’appuntamento con il solstizio d’estate.Oggi è custodito all’interno del MuseoNubiano di Assuan.

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Natale Barca

Natale Barca è uno scrittore e saggista che ha al suo attivo un significativo numero di testi che trattano di storia e civiltà dei popoli antichi. Il suo campo di indagine si estende dall’Europa mediterranea al Sahara orien-tale, fino all’Asia occidentale, in un arco di tempo che abbraccia dalla preistoria alla storia antica (www.natalebarca.it).

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borazione culturale delle comunità locali, con l’avvio dell’ultima fase della cronologia della cultura predinastica dell’Alto Egitto, chiamata Cultura di Naqada.Questo schema è ipotetico, ma sembra in grado di spiegare i prin-cipali sviluppi organizzativi maturati in quella fase culturale, come il passaggio dalla tribù al chiefdom e poi alla città-stato, governati il primo da una gerarchia raccolta intorno a un’autorità centrale, la seconda da un proto-re.Tra i principali sviluppi del Tardo Predinastico vanno anche ricor-dati: l’invenzione della scrittura egizia; l’intensificazione dei con-tatti e scambi fra comunità locali dell’Alto Egitto e del Basso Egitto (regione del Delta e Fayyum); l’intrecciarsi con le culture predina-stiche egiziane di influssi culturali provenienti dal Levante meri-

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dionale (in specie dal sud della Palestina), dal Deserto Libico, dal Sudan e dall’Africa Nera, nonché dal Paese di Sumer (oggi Iraq meridionale); la diffusione della Cultura di Naqada ben oltre la sua zona d’origine, sia verso nord sia verso sud; la sovrapposizione di questa cultura alla corrispondente del Basso Egitto, con la conse-guente omogeneizzazione culturale delle Due Terre; la concentra-zione progressiva dei proto-regni dell’Alto Egitto, con l’ascesa a una

posizione egemonica della Casa Reale di Abydos; il processo di uni-ficazione politica dell’Egitto, con la fondazione dello Stato Arcaico, forma iniziale dello Stato Faraoni-co.Con l’unione politica delle Due Terre si suole oggi fare coincidere la transizione dal Periodo Predina-stico al Periodo Dinastico (sequen-za delle trenta dinastie della com-pilazione di Manetone). Seguirono i regni della I e della II dinastia (chiamati collettivamente Proto-dinastico), e l’avvento al potere di Djoser, il fondatore della III dina-stia e il costruttore del complesso della piramide più antico finora do-cumentato, situato a Saqqara, uno dei settori della grande necropoli dell’antica città di Menfi, vicino alla moderna Il Cairo, e culminan-te nella famosa Piramide a Grado-ni. L’eterna dimora di Djoser fu il

primo esempio di architettura monumentale in pietra in Egitto. Esso è l’espressione di concezioni e di una tecnologia avanzate, proprie di una civiltà matura.Il Tardo Predinastico e il Protodinastico furono dunque dei periodi cruciali. è allora che si formò una delle civiltà più precoci e più’ gran-di del Mondo Antico, in assoluto la civiltà più duratura che conoscia-mo (esistette per 3.700 anni!) e una delle più dense di risultati.Sfortunatamente il tema delle origini dell’Egitto - inteso come la for-mazione della Civiltà Egizia - non è molto presente nella letteratura egittologica italiana. Le fonti in materia sono meno delle dita di una mano. Si tratta del catalogo di una mostra archeologica (Tiradritti F.

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di Natale BarcaNon solo vecchie pietre

Nabta Playa Mappa

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& Donadoni Roveri A. M., 2002, Kemet. Alle sorgenti del tempo, Elec-ta, Milano) e dei seguenti volumi: Vinci S., 2002, La nascita dello Stato nell’antico Egitto: le origini, La Mandragola, Imola; Barca N., 2006, Sovrani predinastici egizi, Ananke, Torino; Barca N., 2010, Prima del-le piramidi. Alle origini dell’antico Egitto, Ananke. Questo ritardo colloca la ricerca scientifica italiana molto indietro ri-spetto ad altri Paesi, come Francia, Germania, Gran Bretagna, Polonia, Spagna, Stati Uniti d’America. L’immissione nel mercato editoriale di nuovi testi accademici e scientifico divulgativi darebbe conto delle scoperte archeologiche che avvengono di frequente nei siti predina-stici e del primo periodo storico nella Valle del Nilo e nella regione del Delta, aprendo scenari sempre nuovi e spesso inattesi, comunque molto suggestivi; alimenterebbe il dibattito fra gli specialisti; verreb-be incontro alle attese di un pubblico di non specialisti che s’interessa all’Egitto delle Origini, legge e discute le pubblicazioni disponibili, affolla le conferenze. Per esperienza, posso confermare che questo pubblico esiste. è cer-tamente un pubblico di nicchia, ma più numeroso di quanto co-munemente si creda. è appassionato, attento, preparato, esigente. Meriterebbe di più. ●

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La Bottega Editoriale

Un’Agenzia letteraria che offre servizi per l’editoria, la

comunicazione e il giornalismo.

Supporta gli autori per approdare alla pubblicazione (attraverso la

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editori, ecc.) e alla sua successiva diffusione (attraverso il

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letterari, ecc.).

Collabora, inoltre, con le case editrici nell’affrontare i serrati ritmi del mercato editoriale.

È anche editore di due riviste on-line: Bottega Scriptamanent e Direfarescrivere, mensili dedicati

a recensioni librarie, articoli e approfondimenti culturali e

di attualità.

In Un libro da raccontare diamo spazio ai migliori libri scelti per

Io come autore.Il direttore di la bottega editoriale è

il giornalista e saggista Fulvio Mazza.

Cristiana Gagliardi, dopo “Col cuo-re in mano” (Cle, gruppo Rubbetti-no), realizza la sua seconda fatica, “In sé basta l’amore” (Città del sole, pp. 264, € 16,00). Una raccolta ricca di emozioni introdotta da un’attenta Prefazione a firma di Rino Tripodi, il quale elogia le capacità poetiche del-la Gagliardi, sottolineandone l’abilità di ricercare un linguaggio sapiente e mai banale. L’intera opera è suddivisa in sezioni, ben dieci, e tutte racchiudono poe-sie che richiamano il “tema madre” che dà il nome a ciascuna sezione. In una di esse, “Giganti”, è forte il richiamo che la Gagliardi fa ai mag-giori esponenti della poesia, come Giovanni Pascoli ed Eugenio Monta-le. Non mancano richiami alla lette-ratura del Sei-Settecento, presente soprattutto nella poesia “Fate”, del-la sezione “Trepida attesa”, nonché versi dal sapore barocco, dal gusto elaborato e dotto, come nel caso di “Nuovo Sole”, nella sezione “Dietro alle Pleiadi” e, ancor di più, di “Se-greto” contenuta in “Tenace scudo”. Forte risulta essere l’attaccamento alla natura selvaggia, specie nella sezione iniziale, intitolata “Fluire”, e nei versi che portano lo stesso titolo: si percepisce il desiderio di voler pe-netrare in ogni singolo elemento di essa, l’aura, il venticello, la brezza. Natura e vita si uniscono e diventano

Difendere il sapere: In sé basta l’amore

Consigliato da

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una cosa sola: questo lo si può legge-re soprattutto tra le rime di “Indoma-bile creatura” e “Vivi”, sempre nella sezione “Fluire”. Accanto ai temi di natura e vita, si sviluppa anche quello della religiosi-tà, intesa come una continua ricerca dell’io e dei suoi misteri. Per la Ga-gliardi tale ricerca non è esiziale ma conduce ad una conoscenza di ciò che siamo e ad uno scambio tra il fuori di sé e il dentro di sé. Si legga a tal proposito “Prodigio”, presente nella sezione “Legge perenne”. Ma non solo. La Gagliardi rivela an-che una forte sensibilità verso l’arte, intesa quasi come “principio vitale” e, nella sua Nota dell’autrice, usa una metafora molto forte ma allo stesso tempo chiara quando parla dell’Ita-lia come se fosse una regina di palli-da beltà e senza corona, che piange in terre spoglie con capo chino. Una forte dichiarazione che lascia trape-lare il “coraggio” di questa giovane scrittrice, che difende l’arte e la po-esia per poter custodire un bagaglio di conoscenze da tramandare alle fu-ture generazioni. “In sé basta l’amore” è un concentra-to di idee e di emozioni, l’una diversa dall’altra, e spazia ad ampio raggio con grande varietà di tematiche, sor-prendendo il lettore con un particola-rissimo e personalissimo stile.

Luisa De Simone

Titolo: IN Sé BASTA L’AmorEAutore: cristiana Gagliardi Editore: città del sole Edizioni Data di Pubblicazione: 2012 ISBN-13: 978-88-7351-538-8 Pagine: 264

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ArieteMontoni zodiacali set-tembre amore pieno di

verve. Protetti da santo-subito Giove in Gemelli, luc-

cicherete insieme a Venere Leonis-sima: eros splendente come sole in piena estate. Bisbetico Mer-curio in Bilancia, da metà mese, apportatore di prede dal fare al-tezzoso. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: dritti al sodo! ♥

ToroVaccini zodiacali set-tembre amore su-scettibile (ma salvo, caragrazia!). Frecce difficili lanciate da un

Cupido principiante vi colpiranno da Venere Leo-

ne, sguercia al bersaglio, insieme a Marte dardo farlocco in Scor-pione: amore surreale! Dalla cima dell’Olimpo si mormora: meglio dormire! ♥

CancroChelette celesti eros

su montagne russe a settembre. Marte in at-

trazione Scorpione porterà in viaggio il vostro cuore, dove-piùvipiace. Venere casalinga vi attende a braccia aperte per pau-se appassionate come nel vostro film d’amore preferito. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: amore puro! ♥

GemelliPupattoli stellari set-tembre eros al galoppo sulla groppa di puro-

sangue Giove in Gemel-li, eros in salto espanso.

Venere perito d’amore in Leone e Mercurio in abito Bilancia restitu-iranno coraggio al vostro cuore: dichiarazioni in naftalina pronte per essere indossate. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: lettera d’amore! ♥

LeoneCreste zodiacali amo-re iperattivo nel cielo di settembre. Venere

alla vostra porta: non fate attendere gli spasi-

manti in coda. Poco disposti al basta che respiri, vi divertire-te a scegliere l’accompagnatore o la damigella di turno. Mercurio in assist, ma Marte in sgambetto Scorpione vi renderà topi balleri-ni. Dalla cima dell’Olimpo si mor-mora: amore ballerino! ♥

VerginePupe celesti settem-

bre amore succoso come arancia matura.

Marte, polpetta sugosa in Scorpione, più Mercurio, olio ex-tra in… Vergine, uguale libertà in amore. Pulzelle free lance. Dal-la cima dell’Olimpo si mormora: amore ballerino! ♥

L’oroscopo dell’Amore di settembre

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numero

55di Federica Farini

CapricornoSettembre amore a in-

tegratori per le capret-te stellari. Marte mago

Silvan, in trucco Scorpione, fa sperare un supporto da faine in caccia: incontri chiassosi e amo-re predatore. Venere, crosta di zucchero nel Cancro, suggerisce pausa caffè e-o aperitivo dal clima sensuale. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: hot! ♥

AcquarioLavabi stellati settem-bre amore fatica e olio di gomito. Strigliati da Marte linguaccia

in Scorpione, fomen-tato da Venere monella

in Leone, l’amore risulte-rà impegnativo come un cappone sotto l’ombrellone. No a battibec-chi. Mercurio salverà l’ormone. Dalla cima dell’Olimpo si mormo-ra: shhh! ♥

BilanciaIn settembre pese ce-

lesti eros buona novel-la. Venere affezionata in

Leone scorazzerà insieme a voi magnetizzandovi a mo’ di colla nuovi amori, aitanti come Apollo e Giunone a seguito. Mercurio fe-staiolo: sì a nuovi incontri e vedu-te alla Cristoforo Colombo. Dal-la cima dell’Olimpo si mormora: amore indigeno! ♥

PesciPinnette celesti set-tembre amore anima-

to, molto più dei carto-ni. Marte scorpionico e

Venere sorellina fatina in Cancro: amore accordato come un diapa-son. Non fatevi fregare dalle fre-gole impazienti, che troveranno il giusto sfogo a fine mese. Dal-la cima dell’Olimpo si mormora: amore mio! ♥

SagittarioEquini stellari settem-bre neurone sedotto.

Venere riverenza ugua-le sogno ad occhi aperti:

gita con principe di tutti i colori oltre all’azzurro? Cena sotto cielo stellato con Barbie principessa? Marte su velivolo Bilancia vi tra-scinerà sul tappeto volante. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: or-mone in volo! ♥

ScorpioneSettembre solo un ba-cio alla francese per gli aculei della via lat-tea. Marte dona all’e-

ros vitamina scorpionci-na: ormoni a forza bruta

all’ennesima. Mercurio in love Ver-gine alla carica contro batterio Ve-nere, virulento nel Leone: amore in fuga a gambe levate. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: eros a singhiozzo! ♥

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