io come autore

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autore www.iocome.it Copertina 11 numero Anno 1 N. 11 / luglio 2011 - Periodico settimanale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011. di Niccolò Pizzorno 16 6 18 Mistery in love L’allievo di Stephen King Sherlock Holmes Inchiesta P4 8 pag. pag. pag. pag.

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Rivista dedicata agli autori

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autorewww.iocome.it

Copertina

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2011

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di Niccolò Pizzorno

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18Mistery in love

L’allievo di Stephen King

Sherlock Holmes

Inchiesta P4

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In copertInanIccolò pIzzorno.Illustratore.

nato a tiglieto nel 1983, niccolò si trasferisce a Genova nel 1995 dove frequenta il liceo artistico n. Barabino. Dopo la laurea all’accademia ligustica di Belle arti, frequenta la Scuola chiavarese del Fumetto approfondendo l’Illustrazione e le tecniche Calcografiche: acquaforte, acquatinta, puntasecca.

Ha collaborato alla Gallery novel Il Settimo plenilunio e realizzato diverse mostre, tra cui quelle collettive: “Viziosismi” a calcata (Vt) e “arteanima” a Ferrarae una mostra personale: “Identikit”, presso Satura in occasione del festival del crimine a Genova.

[email protected] www.chinaccia.splinder.com

Page 3: Io Come Autore

in copertina Niccolò Pizzorno

Illustrazione di RICK DECKARD tratta dal libroAnche gli androidi sognano pecorelle elettriche?

da cui è stato tratto il film Blade Runner di Philip K. Dick.

Page 4: Io Come Autore

som

mar

iorubricheBook to movie | 8Semplicità elementari

Info letteraria | 14di Contrappunto

estratto di claudio Gatti | 18Fuori orario

appuntamenti | 22Premio letterario‘Pagina UNO’

Federico Izzo | 6L’allievo di Stephen King

Maria Greco | 12Mistery in love

Marco Fortuna | 16L’abbraccio del mare

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editoriale

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Proporvi un tema fantasy, per noi è un modo per proporvi non solo un tema d’evasione ma an-che di riflessione, dipende dalla profondità del vostro sguardo. Esattamente come Sherlock Holmes noi possiamo scegliere di indagare la nostra vita e quel-le altrui con una tale profondità da acquisire una visione iper-cosciente; oppure possiamo la-sciarci andare sulle note leggere di una dolce emozione romanti-ca sullo stile di Vittoria cop-pola e crogiolarci naufragando dolcemente in questo mare. Noi vi proponiamo l’uno e l’altra. Da un lato, lo scrittore fantasy Federi-co Izzo

che assieme a Maria Greco e a Marco Fortuna ci guida ver-so scenari irreali, regalando alla nostra mente un universo parallelo. Dall’altro, invece, vi proponiamo l’estratto indagato-re, edito da Chiarelettere: Fuori Orario; ovvero l’opera che anti-cipa le indagini sulla P4. In que-sto modo desideriamo ubriacar-vi di fantasia, per poi mettervi di fronte a una realtà non molto differente. Il giornalista clau-dio Gatti, può prendere così i panni di un Holmes contempo-raneo, che con cura e pazien-za indaga e racconta, partendo dal caso delle ferrovie di stato, il sistema di collusione diffu-sa contro qualsiasi tentativo di cambiamento e che comporta per ciascuna famiglia italiana una tassa occulta di almeno 273 euro all’anno. Più del canone Rai.Coscienza o incoscienza? A voi la scelta!

Book to movie | 8Semplicità elementari

Info letteraria | 14di Contrappunto

estratto di claudio Gatti | 18Fuori orario

appuntamenti | 22Premio letterario‘Pagina UNO’

Federico Izzo | 6L’allievo di Stephen King

Maria Greco | 12Mistery in love

Marco Fortuna | 16L’abbraccio del mare

Nel prossimoNumero

Marika Barbanti

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Autori 11

Mi chiamo Izzo Federico e sono nato 33 anni fa. Sono sposato da tre anni e vivo a Fiumicino

insieme a mia moglie e a mio figlio di due anni. Anche se la vera passione per la scrit-tura è scoppiata a soli 24 anni, fin da piccolo amavo scrivere trame di sto-rie fantastiche e di fantascienza. Uscito dal liceo mi allontanai dalla scrit-tura non tanto per un calo di passione ma perché iniziai i primi lavori, la leva militare e soprattutto il volo che per anni fu la mia prima passione. Furono anni in cui vivevo solo per due cose: volare (e quindi frequentare corsi per prendere i brevetti) e lavorare (per portare avanti una vita senza chiedere soldi ai genitori). Poi, a 24 anni succes-se qualcosa. Lavoravo in un concessio-nario di moto e durante i lunghi e fred-di mesi invernali, da solo all’interno del negozio, iniziai a provare una sensazio-ne irrefrenabile di scrivere. Fino ad allora non avevo mai pensato di buttare giù qualcosa di mio. Di la-voro ce n’era molto poco e passavo il tempo su internet. Poi, un giorno, così, di getto scrissi Ombra inesorabile. le parole scorrevano veloci davanti ai miei occhi e quando finii, vidi che era trascorso poco più di un’ora. Tanto ci avevo messo a scrivere un racconto

Pagine 320 • € 18,50

Libro fantasy dove protagonisti sono quattro cavalieri alla ricerca di un oggetto dagli straordinari poteri.

Tra mille ostacoli scopriranno come il viaggio sarà per loro una catarsi che li condurrà a una maturazione interiore.Il rosso Arnaldo ritroverà l’indole battagliera da tempo sopita.

Il superbo Bertrando, scoprirà cosa sono l’umiltà e il sacrificio.Il geniale Ferdinando supererà ostacoli risolvendo enigmi con mente investigativa.L’imberbe Lanfranco imparerà cos’è il coraggio e l’amore.

la stele dell’oNNipoteNza

l’allievo di stepheN KiNg

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Federico Izzo

di quattro pagine? Più che altro, cosa avevo scritto? Lo rilessi più e più volte e ogni volta mi piaceva sempre più. Decisi di salvarlo nei documenti e di ri-leggerlo il giorno dopo. Il pomeriggio seguente mi piaceva ancora.

Quello che avevo scritto era tu t t ’ a l -tro che una scemenza. Navigando su internet sco-prii che il mondo degli au-tori e scrittori on-line era piuttosto fertile e radicato.

Decisi quindi di iscriver-mi in uno di quei siti dove pubblicare rac-conti brevi. ricevetti molti commenti e tutti estremamen-te positivi. Preso da coraggio e sicu-ramente stupore, scrissi Licantropi, La lettera, Il non-morto, Presenze violente. tutti gene-ri horror in quanto King, con i suoi capolavori, fu il mio primo maestro virtuale.

La mia “carriera” da scrittore era nata ormai. Mentre i miei racconti brevi circolavano nell’etere, decisi di avven-turarmi in qualcosa di più articolato. Quando mi concentravo, le imma-gini iniziavano a materializzarsi da-

vanti ai miei occhi e la trama inizia-va a prendere vita. Una sera, leggendo un giornale, trovai lo spunto per scrive-re Incubo su Marte, il mio primo, vero romanzo.

Per me scrivere un libro è come inizia-re un viaggio. Hai davanti a te la stra-da ma non sai se sarà lineare, piena di curve, liscia o ruvida, piena di ostacoli o di buche. Lasciarsi trasportare dall’e-volversi della trama iniziale è qualcosa che mi affascina. Fu così per il mio se-condo romanzo, questa volta di genere fantasy, La Stele dell’Onnipotenza. La trama prese vita grazie a un sogno che

feci, poi, si sviluppò in un libro che mi trasportò addirittu-

ra in mezzo all’ocea-no in balia di una ciurma di pirati

e poi sotto terra a combattere, insie-

me ai protagonisti, con i nani.

Già, perché quando scrivo, anch’io entro

nel mondo che creo. Quando uno dei miei pro-

tagonisti affronta un osta-colo, io sono con lui. In In-

cubo su Marte, sul pianeta rosso c’ero anch’io.

Oggi ho all’attivo sei libri au-topubblicati, una quindicina

di racconti che fanno parte di antologie, che hanno parteci-

pato a concorsi, un blog da me gestito e altri romanzi in cantie-

re. Come ho scritto sul mio blog: “amo scrivere perché tutto ciò che nella realtà è impossibile, nei miei libri diventa possibile”.

...King, fu il mioprimo maestro virtuale...

Federico Izzo

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11Semplicità elementari

Esistono autori che sono un po’ come il miele per gli orsi; gli orsi in questo caso sono sceneggiato-

ri e registi. Autori come arthur co-nan Doyle che, tra le centinaia di ope-re scritte in 71 anni di vita e almeno una cinquantina passate davanti a una macchina da scrivere, rischia di esse-re ricordato solo per il suo personag-gio più famoso: l’investigatore Sher-lock Holmes.

E di ciò, parte della colpa, è senz’altro da attribuire all’ottava musa.La filmografia che ha per protagonista l’iniziatore del genere letterario del giallo deduttivo è considerevole, mol-to più ampia quasi dell’opera lettera-ria che lo riguarda in quanto le ope-re di Conan Doyle sull’investigatore londinese sono quattro romanzi e una cinquantina di racconti. Dagli anni ’30 a oggi Sherlock Hol-mes ha però visto almeno 25 pellico-le ispirate direttamente alle opere di cui è protagonista sull’investigatore londinese, di più se contiamo tutte quelle che non sono mai state tradotte e distribuite in Italia; da quelle rima-ste nella memoria collettiva di Basil rathbone, fino alle ultime in ordine di tempo in cui robert Downey Jr. as-

Speculazioni Sherlock Holmes può essere usato in tutte le situazioni, an-che per creare gustose specula-zioni.

Nella pellicola “Due cavalieri a Londra” del 2003 (sequel di “Pallottole cinesi” del 2000) con protagonisti Jackie Chan e Owen Wilson, ancora una volta incontriamo il nostro investiga-tore.

O meglio: i protagonisti incon-trano Arthur Conan Doyle che fa l’investigatore per Scotland Yard, ma che medita di metter-si a fare lo scrittore: quando i protagonisti vanno al castello di campagna di Rahtbone, l’atto-re Owen Wilson usa il nome di Sherlock Holmes, cosache piace moltoall’ispettore Doyletanto che louserà peri suoi raccontipolizieschi.

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di Giorgio Ginellisume i toni e la figura dell’investiga-tore.Per non parlare delle serie TV degli anni ’80 che vedeva Jeremy Brett nei panni del famoso detective e di quella in corso di programmazione iniziata nel 2010 dalla BBC che però proietta Holmes ai giorni nostri.

Perfino noi in Italia, siamo riusciti a fare nel 1968 uno sceneggiato inter-pretato da nando Gazzolo ispirato a un paio di opere di Conan Doyle.Non sono poi così tanti i personaggi letterari che si prestano alle trasposi-zioni, ma Sherlock Holmes è senz’al-tro tra quelli che meglio si presta. Al punto che come personaggio è servito anche per un signifi-cativo numero di pellicole nel-le quali la sua figura è presa come esempio o paro-dia. Da Sherlocko... investi-gatore sciocco del 1962 e interpretato da Jerry lewis, a Sherlock Hol-mes in China del 1994, di Wang chi e Yunzhou lui, passando per pelli-cole quali La vita privata di Sherlock Holmes diret-to nel 1970 da Billy Wil-der, Il fratello più furbo di Sherlock Holmes diretto nel 1975 da Gene Wilder, oppure Piramide di paura del 1985 in cui compare un giovane Holmes adolescen-te. Senza contare poi tut-ti i film di animazione ispirati dall’investigatore e prodotti dalla Disney e in numerose serie anime giapponesi.

Insomma: miele per gli orsi. Al punto che sceneggiatori di tutte le razze e di tutti i colori utilizzano pregi e di-fetti del povero Sherlock per tratteg-giare i loro personaggi; basta citare il Dr. House, per esempio come caso recente.

Sì, perché Sherlock Holmes si pre-sta a essere sia trasposto nel tempo sia a subire metamorfosi, come appunto nel caso del Dr. House, un moderno indagatore

che prende dichiarata-mente e scopertamente ispirazione dall’investi-

gatore vissuto a cavallo tra i due secoli passati.

Ma l’aspetto più parados-sale, se volgiamo, è che a sua volta Arthur Conan Doyle nel tratteggiare il personaggio di Sherlock si sia basato su un medico scozzese che utilizzava un

metodo scientifico e l’anali-si deduttiva, da lui incontra-to in gioventù, quando fece praticantato come medico all’ospedale di Edimburgo.

Vizi e virtù di Sherlock del re-sto sono riscontrabili in mol-

ti personaggi della cine-matografia, in quanto la

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misantropia, la genialità e l’incapa-cità di gestire le più basilari rela-zioni sociali, fanno spesso da con-torno e vengono conditi in tutte le salse. L’ingordigia di sceneggiatori e registi, poi, ha anche decretato che nell’immaginario comune Sher-lock Holmes assumesse anche una connotazione differente che non nei romanzi e nei racconti.Ad esempio, per molte persone, la figura dell’investigatore è le-gata alla famigerata esclama-zione “elementare, Watson!”,

book to movie

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elementary“I see that you are

professionally rather busy just now,” said he, glancing very keenly across at me.“Yes, I’ve had a busy day,” I answered. “It may seem very fo-olish in your eyes,” I added, “but really I don’t know how you de-duced it.”Holmes chuckled to himself.“I have the advantage of knowing your habits, my dear Watson,” said he. “When your round is a short one you walk, and when it is a long one you use a hansom. as I perceive that your boots, although used, are by no means dirty, I cannot doubt that you are at present busy enough to justify the hansom.” “excellent!” I cried.“elementary,” said he.

(da “The Crooked Man”, Arthur Co-nan Doyle, 1893)

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elementare WatSon!

Giorgio Ginelli

Giorgio Ginelli

che però viene proferita solo nella scena finale del film The Return of Sherlock Holmes del 1929 (re-gia di Basil Dean con protagonista Clive Brook) che ha l’unico pregio di essere il primo film sonoro sul personaggio creato da Sir Arthur Conan Doyle nel quale sono ripre-si liberamente alcuni temi tratti dalla raccolta di racconti pubbli-cata nel 1905.Da quel momento ha poi dilagato in tutti i sequel, diventando pre-sto il tormentone caratteristico dell’investigatore. Nell’opera di Doyle, però, non vi è traccia della frase e il momento che si avvicina di più è uno scambio di battute tra Sherlock e l’inseparabile Watson nel racconto breve The Crooked Man”del 1893 (Vedi Box “Elemen-tary”). Oppure nel Mastino di Ba-skervilles nel quale compare la frase Interesting, though elemen-tary. Quanto, questa licenza degli sceneggiatori, abbia contribuito a conferire a Sherlock Holmes una buona dose di antipatia e suppo-nenza senz’altro immeritate, me-riterebbe un’analisi più approfon-dita. Certo è che l’adattamento di un’opera letteraria, ancora una volta, dimostra il rischio a cui va incontro lo scrittore nel vedersi ricordato anche, e forse soprattut-to, per ciò che non ha detto o fatto dire ai suoi protagonisti.

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Miei cari lettori, vi racconto qual-cosa di me. Sono nata a Monte-pulciano e ho 33 anni. Mamma

toscana, casalinga; babbo calabrese, appuntato dei carabinieri.Diplomata in Tecnico della Gestione Aziendale all’Istituto G. Caselli di Mon-tepulciano, Siena.A 14 anni i primi lavori. Al termine degli studi altre nuove e svariate esperienze lavorative. Dopo anni, mi sono ferma-ta nella ditta di mio marito e altri soci, Futa Targia: costruzione di utensili per la lavorazione del legno.

Tornando indietro nel tempo. I viaggi, molti. Per motivi lavorativi di mio padre.Alcune rimembranze, in età neonatale.Solo quando ci siamo trasferiti a Bolse-na, Viterbo. Anni di ricordi! All’età di circa 4 anni.

è tra i platani del suo lago che ho conosciuto l’odio, l’amicizia, amori impossibili. Tutto ciò che mi ha inse-gnato a crescere e ispirato a scrivere.In seconda media, una professoressa considerata da me “maestra di vita”, mi ha insegnato molto e seguito nella mia più grande passione. Ad amare e a lot-tare. a credere in ciò che faccio senza alcun pentimento. Davanti casa, un amico con cui sono cresciuta e che ora sa molte cose di me e io di lui. Marco il suo nome.

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Autori

Ritratto di Poesia è una raccolta di poesie suddivisoin sottotitoli (Vita, Speranza, Sogni ed illusioni, Mistero, Presente e passato, Artisti, Amanti, Libertà, Nulla...) e per ogni sottotitolo vi sono dei ritratti rappresentanti le poesie riguardanti il capitolo.

ritratto di poesiaIs

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Pagine 138 • € 10,00

mistery iN loveOdio, amicizia e amori impossibili

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Faccio cammiNare preseNte e passato di pari passo. A 10 anni un grande amore invade la mia giovane vita: un ragazzo poco più di grande di me, che mi ha sempre considerato un’amica, ma per me, musa ispiratrice. Rimembro il suo nome: Ro-berto.Arrivano i miei 14 anni. L’età di un ado-lescenza segnata dalla mia partenza. Mio padre in pensione e ci siamo trasfe-riti in una piccola frazione di Montepul-ciano.

Dove mio nonno fece sacrifici per darci una casa, piccola ma accogliente. Ricordo che ero piccola quando i miei andavano al mare in Calabria dai nonni paterni. Io amavo stare in questi luoghi dove dominava solo campagna. I nonni materni e mia zia mi facevano da balia. All’età di 5 anni avevo impara-to a leggere.

Dopo la mia partenza, il mio vecchio amore impossibile veniva a trovarmi. Ora lo ricordo e sorrido. Abita a Roma con la sua compagna e le sue due figlie. Sicuramente avranno il suo stesso viso. Lui non le avrà mai parlato di me. Incontrandole saprò riconoscerle.

Fidanzata all’età di 17 anni.8 anni importanti della mia vita, ma fini-ti per misteriosi motivi.

Oggi, sto vivendo un periodo bellissimo con mio marito Luca e mia figlia Melis-sa. Con suo padre e suo fratello han-no una ditta dove producono porte in massello dove anch’io ho lavorato per un breve periodo. Faccio camminare presente e passato di pari passo. Il domani non ha certezze, il domani è sull’altare del silenzio, è così che io ap-profitto per seguire il mio giorno grazie a una penna che scrive, e non si stan-cherà.

Amo il mio passato e i ricordi. Ciò che scrivo non è un gioco, è solo la mia VITA con tutti i suoi protagonisti. tutto per me è poesia.

Trovo ispirazione in ciò che mi circonda. Cari lettori, non vi chiedo di capirmi. Non mi comprendo nemmeno io a volte. Sono un po’ strana, o forse troppo simile a molti o troppo diversa ma sono decisa a non pentirmi mai di ciò che faccio. lotto e difendo ciò che amo. Ne fac-cio un motto. Non ho più nulla da dir-vi… Qualcosa tengo per me.

Maria Greco

Maria Greco

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info letteraria

Il loro impegno è quello di esportare il modello da loro creato di ‘management letterario’ fuori dai confini finora trac-ciati: a differenza dell’agenzia lettera-ria tradizionale, il cui scopo è limitato pressoché unicamente alla mediazio-ne fra autori ed editori, il compito del Literary Management, così come l’ha voluto intendere finora Natascia Pane -fondatrice e titolare di Contrappun-to- pur includendo il ruolo d’agenzia, è assai più ampio e composito, essen-do rivolto allo sviluppo onnicompren-sivo delle opportunità degli scrittori, sia sotto il profilo creativo che sotto quello di mercato.

Lo scrittore, sia esso al suo esordio o nel pieno della sua carriera, è il punto fermo attorno al quale ruota ogni loro attività tesa a valorizzare le sue opere letterarie. Hanno avuto molte richieste dal mondo editoria-le di lingua spagnola nel corso degli ultimi anni, ed ora ‘Contrappunto Agencia Literaria’ è diventata real-tà’.

Contrappunto rappresenta in Spa-gna e America Latina gli scrittori italiani dei quali cura gli interessi in patria, e ricerca scrittori di lingua spagnola per una pubblicazione in Italia, nel Regno Unito e negli Stati Uniti d’America, i principali mercati nei quali lo Studio opera. Numerose sono inoltre le case editrici italia-ne che stanno affidando a Contrap-punto la rappresentanza del proprio catalogo verso questi stessi paesi stranieri, così come aumentano gli editori di lingua spagnola che desi-derano a loro volta affrontare il mer-cato estero tramite Contrappunto.

La vicinanza che da sempre unisce il mondo italiano a quello di lingua spagnola è per loro un grande van-taggio. Gestiscono persone, ben pri-ma che libri: un ponte fra due mondi editoriali che hanno molto da dirsi l’un l’altro. Sono la cassa di risonan-za privilegiata della loro migliore comunicazione.

Maggiori informazioni sono reperi-bili presso il sito: www.agenciacontrappunto.com

Dopo quasi un decennio di esperienza maturata al fian-co di centinaia fra scrittori ed editori italiani ed europei, l’agenzia letteraria ‘Contrap-punto Literary Management’ ha aperto nel mese di maggio 2011 una nuova divisione este-ra, dedicata al mercato edito-riale spagnolo e latino-ameri-cano di lingua spagnola.

mercato letterario: contrappunto eSportala noStra culturaUn nUoVo MoDello ManaGe-rIale per proMUoVere GlI aUtorI ItalIanI In Uno DeI MercatI cUltUralI pIù aMpI

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Scopri la NUOVA rivista ORA on-line!

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Marco Fortuna ha instillato in ognuno di questi componimenti un po’ di sé, concedendosi generosamente, dichiarandosi in modo esplicito e coraggioso.

La sua poesia parla la lingua dell’anima perché profonda, forte, pur nella sua dolcezza. E se un essere umano trova la forza di raccontarsi con tanta sincerità, non lo si può non ascoltare, tanto che questi versi si fanno leggere con piacere per la loro cura formale e la delicatezza con la quale ci parlano.

Isbn

978

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5673

-972

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Pagine 61 • € 11,50

NoN lasciarmiM i chiamo Marco Fortuna, ho

37 anni, sono nato e vivo da sempre nelle Marche!

Le Marche, una splendida Regio-ne, il cui territorio sembra ancora custode di antichi fascini e sapori; dove le dolci colline arrivano come spose innamorate fino alla spiaggia, in cerca dell’abbraccio del mare.

Queste colline con i loro dolci de-clivi, la spiaggia, il mare, sono tut-ti elementi che hanno modellato la mia anima come creta e che ritorna-no con accenni e ricordi nelle mie poesie.

Amo la poesia perché è parte di me, non ne posso fare a meno! Sento il bisogno viscerale di leggere e scrivere poesie, e quando vado a rileggere le poesie di autori che amo è perché ne sono ormai “di-pendente”. Provo un’emozione par-ticolare, ogni volta, ne sento quasi l’odore. Come ho scritto nella pre-fazione del libro è una necessità spirituale quella di leggere poesie; i sentimenti che riescono a invocare sono unici. Il mio libro di poesie che si intitola Non lasciarmi, edito dalla

l’abbraccio del mareLe mie poesie, il sapore della mia terra: le Marche

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Marco Fortuna

casa editrice Albatros, è una raccol-ta dei componimenti più belli che ho scritto in un arco di tempo che va dal 2000 a oggi.

Nel libro ci sono poesie che parlano d’amore, di amicizia e che descrivo-no il “sentire” dell’animo di fronte a un’emozione che vibra dentro e si riversa come suono nelle parole dei componimenti. Il mio è un messaggio intimo che vuole raggiungere l’essenziale, che cerca di descrivere l’emozione senza tempo che dimora nel cuore dell’uomo.

Il titolo Non lasciarmi non solo ri-chiama il titolo stesso di una poesia dedicata a mia moglie che si trova

l’emozioNe seNza tempo che dimora Nel cuore dell’uomo.

Marco Fortuna

nella raccolta all’interno del libro, ma vuole essere anche un messaggio “in-timo” al lettore, un’invocazione! Una dichiarazione di bisogno! L’emozione che la poesia rappresenta rimane ste-rile se non viene condivisa.

Il poeta deve per primo emozio-narsi se vuole che anche il lettore si emozioni a sua volta.

Diventa perciò un imperativo quello di ‘non lasciarsi’ di non spezzare il le-game che nella poesia ci accomuna. La presentazione ufficiale del libro si è svolta presso la libreria MDD Bo-okshop di Milano; ho fatto un’intervi-sta radiofonica registrata a Elleradio e a Roma l’11 luglio ho fatto un’inter-vista per Sky.

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estratto

Come sempre, avevo bisogno di con-ferme documentali. Mentre le cercavo, ho scoperto l’odissea di un imprendi-tore che aveva segnalato anomalie e ingiustizie percepite. Il suo nome è Giuseppe De Martino, proprietario e amministratore della Italian Brakes, una società produttrice di pastiglie per freni ferroviari.

La sua vicenda è ricostruita in uno scambio di email che ha come protago-nisti Nicola De Chiara e Vincenzo Ar-manna sul lato della Direzione acquisti di Trenitalia, e Donato Carillo su quello della Direzione ingegneria, sicurezza e qualità di sistema (Disqs), la divisione di ingegneria delle Fs di base a Firen-ze, in viale Spartaco Lavagnini (che un tempo si chiamava Unità tecnologie materiale rotabile, o Utmr). Il caso di

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In questo paragrafo I freni del signor De Martino viene raccon-tata l’odissea di un imprendito-re che cerca di far omologare i freni prodotti dalla sua società, la Italian Brakes, trovando però forti resistenze da parte della direzione tecnica di trenitalia di Firenze e che per questo decide di denunciare anomalie alla ma-gistratura. Secondo i pm di na-poli il parlamentare pdl alfonso papa interviene e riesce a bloc-care l’iniziativa di De Martino. Da lì i magistrati risalgono alla fitta rete di contatti di papa e Bisignani.

Fuori orarioIl libro che anticipa l’inchiesta sulla P4

i FreNi del sigNor de martiNo

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di Claudio Gatti

De Martino svela quanto centrale sia il ruolo svolto dai tecnici, vertice e base delle decisioni e delle responsabilità nell’affidamento degli appalti.

Conoscere i meccanismi dell’omolo-gazione diventa indispensabile per ca-pire come un concorrente possa essere messo fuori gioco da una gara, a cau-sa delle tante difficoltà procedurali che incontra in un percorso a ostacoli con-tinuo. Un gioco di lungaggini, rimandi, complicazioni e nonsense, che non ha nulla a che vedere con le regole del li-bero mercato o del «vinca il migliore».

Da: Donato CarilloInviato: lunedì 1° agosto 2005a: Nicola De Chiara e Direzione acquistioggetto: Rapporti con Italian Brakes (Ib)

Vi invio le risultanze dell’incontro […] tenutosi oggi a Firenze.Tutta l’attività svolta sinora è stata in-quadrata solo nell’ambito del proget-to di ricerca, cui Ib partecipa […], che dovrà essere finanziata dal ministero dell’Università e della ricerca (Miur). Ciò per poter proseguire con le ulteriori attività in linea di verifica del prodotto.È stato inoltre fatto presente che le atti-vità sinora svolte non sono sufficienti a «omologare» il prodotto in sede interna-zionale. Mi sembra che De Martino sia andato via contento perché gli diamo la possibilità di passare alla fase succes-siva. Il verbale è stato sottoscritto dai partecipanti all’incontro.

Da: Vincenzo ArmannaInviato: lunedì 1° agosto 2005a: Donato Carillo e altrioggetto: Caro Donato, aiutami a com-

prendere:Seconda riga, «solo nell’ambito del

progetto di ricerca»: cosa significa? Non potranno essere utilizzati in eserci-zio? Alquanto sorprendente che collabo-riamo su un progetto che va avanti ma che non ha alcun beneficio per noi!Terza riga, «ciò per poter proseguire con le ulteriori attività in linea di verifica del prodotto»: cosa vuol dire? Smentisce il punto 1? […] Quinta riga, «mi sembra che De Martino sia andato via conten-to»: cosa vuol dire? Stiamo acconten-tando o lavorando? […] I temi relativi a questo fornitore mi sembra stiano di-ventando una saga condita con nume-rosi, forse troppi, commenti epistolari che ci vedono in indirizzo. Ritengo sia necessario incontrarci tu, Nicola, io e il fornitore per chiarire definitivamente.

Il motivo dell’evidente sarcasmo è spiegato da un’email successiva in cui lo stesso De Martino ricostruisce alla Dire-zione acquisti, in dettaglio e per iscrit-to, quella che Armanna aveva definito «una saga»: dal 1998, la Italian Brakes aveva richiesto ripetutamente ma inva-no alla Disqs di effettuare prove di nuo-vi prodotti frenanti per treni merce, che offrivano «enormi vantaggi in termini di durata, impatto ambientale, consistente riduzione dei costi di gestione e manu-tenzione». Ecco il resto della storia:

Nel febbraio 2004, grazie all’interesse di Trenitalia Divisione cargo, che aveva intuito l’importanza del prodotto innova-tivo proposto da Ib, fu presentato un pro-getto di ricerca congiunto al Miur [mi-

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nistero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, Nda], che ha avuto il pieno apprezzamento dei tecnici […]. A seguito di questo progetto e delle insistenze fatte […] su Disqs, finalmente questa struttura tra il giugno e luglio 2005 ha acconsentito a effettuare le prove di performance, che hanno dato esito positivo. Ciò nonostan-te Disqs, nella persona dell’ing. Carillo, ha cercato di impedire le prove di lancio, propedeutiche a quelle in esercizio. […] Visti i risultati positivi, Disqs ha aderito poi a fare queste prove.

Inizia ora l’elenco di una quantità di stranezze procedurali che avrebbe sco-raggiato anche il più tenace degli impren-ditori: la Disqs rimanda le prove e invia al fornitore ripetute richieste di centinaia di migliaia di euro per eseguirle, «aggiun-gendo che in caso di mancata conferma del preventivo le prove già organizzate e avviate non avrebbero potuto avere se-guito».

Le stesse traversie, scriveva De Mar-tino, avevano ostacolato il processo di omologazione dei ceppi dei freni di tipo K per i carri merce, le cui prime prove era-no state fatte nell’aprile del 2000.

L’esito era stato positivo, eppure ci era voluto un anno e mezzo prima che venis-se avviato il cosiddetto «esercizio speri-mentale» su un carro. Dopodiché il carro prescelto era rimasto inspiegabilmente fermo per circa due anni. Nel febbra-io 2003, grazie all’interessamento della Divisione cargo di Trenitalia, il carro in questione era stato «ritrovato» e posto nuovamente in esercizio.

La sperimentazione era stata conclusa positivamente nel novembre 2003, dopo 34mila chilometri di percorrenza. Ma no-nostante l’esito della prova favorevole, viale Lavagnini aveva chiesto la sua con-

Claudio Gatti (Roma, 1955) risie-de dal 1978 negli Stati Uniti. Inviato speciale de “Il Sole 24 Ore”, collabo-ra con il “New York Times”e l’“Inter-national Herald Tribune”. Nel 2005 è stato il primo giornalista a denuncia-re lo scandalo Oil for Food. È autore di altre inchieste sul terrorismo isla-mico, le economie illegali e la recen-te crisi finanziaria.

IV di copertina“FINO AL 1999, QUANDO I DATI DELLA PUNTUALITÀ ERANO INSERITI MANUAL-MENTE, ERA TUTTO TAROC-CATO. ADESSO NON È PIÙ COSÌ. MA IN ASSENZA DI CONTROLLI ESTERNI, LO SPAZIO PER L’ABUSO PER-MANE. NEL 2008 BEN 1754 EUROSTAR SONO ARRIVATIIN RITARDO MA REGISTRA-TI COME PUNTUALI.”Testimonianza, documenti alla mano, di un ex dirigente del gruppo Fs

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tinuazione. Nel frattempo era stata ban-dita una nuova gara, ma Carillo si era rifiutato di fare partecipare la Ib «addu-cendo che la prova era ancora in corso». La Direzione acquisti di Trenitalia aveva deciso di invitare Ib comunque a parte-cipare, subordinando l’eventuale aggiu-dicazione all’esito della prova di omolo-gazione.

La Ib si era aggiudicata la gara, ma dopo la conclusione positiva del test le era stata comunicato che occorreva al-largare la sperimentazione a più di un carro. Il che significava rimandare ulte-riormente l’omologazione e di fatto im-pedire alla Ib di effettuare la fornitura che si era aggiudicata. A ogni ostacolo superato, De Martino sembrava dover ricominciare da capo.

Lo stesso era accaduto con i materia-li frenanti degli Etr 500, i treni dell’Alta velocità. Anche lì, spiegava De Martino nella sua nota, era successa la stessa cosa: Dalla fine degli anni Novanta la Ib sta chiedendo a Firenze di provare le sue guarnizioni in sintetico rinforzato, che da prove al banco effettuate avevano evidenziato la piena capacità prestazio-nale […]. Ciò nonostante la Ib non è ri-uscita a fare provare le sue guarnizioni, nonostante il parere favorevole espresso anche da Ansaldo Breda, costruttore de-gli Etr. Nel frattempo si è venuti a cono-scenza che da qualche tempo Firenze ha dato la possibilità al Rütgers [il fornito-re] di correre ai ripari, ovvero di presen-tare una nuova guarnizione sinterizzata definita «a basso costo» e ciò per preve-nire la possibilità di vedere minacciato il proprio monopolio da aziende come la Ib, che propongono prodotti alternativi validi e a costo più basso.

Per saperne di più, ho contattato De Martino. Sorpreso di quello che avevo scoperto, l’imprenditore mi ha detto che pre feriva non rilasciare commenti sul-

le procedure di omologazione dei suoi prodotti descritte nel rapporto. Sono soltanto riuscito a strappargli un detta-glio nuovo: la sua ditta aveva sviluppato una pastiglia organica a base di gomme e grafite che a suo giudizio rispondeva ai requisiti degli Etr 500. Nel 2007 era stata sottoposta al banco sperimentale delle ferrovie tedesche, che a sua detta ne avevano verificato l’idoneità. Ma non era ancora riuscito a provarla in Italia. Altro non ha voluto aggiungere.

Ho pensato allora di raccogliere la testimonianza dal fornitore il cui «mo-nopolio» sarebbe stato minacciato da Italian Brakes. Era Cofren, la ditta con uno stabilimento ad Avellino, oggi ap-partenente all’americana Wabtech, ma fino a poco tempo fa di proprietà della tedesca Rütgers. Prima ancora si chia-mava Frendo Sud ed era fornitrice di Trenitalia sin dai lontani anni Settanta. Ho chiesto chiarimenti al suo ex ammi-nistratore delegato, l’ingegner Sergio Russo. «Effettivamente per anni Cofren ha agito in regime di quasi monopolio. Ma solo perché aveva prodotti innovati-vi» mi ha spiegato. E sulle pastiglie or-ganiche della concorrenza non ha usato mezze parole: «Non esiste alcun prodot-to organico che possa andare bene per l’Alta velocità. Non è omologabile. Non esiste che lo sia».

In ogni caso, il fatto che a gestire le procedure di omologazione di nuovi prodotti siano gli stessi tecnici delle Fs sembra lasciare spazio a un potenziale conflitto di interesse. «Quello del veto tecnico è l’arma più efficace e meno at-taccabile che esista per chiunque voglia manipolare il mercato. Quale ministro o quale giornalista potrà mai azzardarsi a contestare l’opinione del servizio tec-nico quando dice che una pastiglia dei freni non va bene?» mi fa notare uno dei due imprenditori.

di Claudio Gatti

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appuntamenti

Il premio letterario pagina Uno na-sce per sostenere e promuovere opere inedite portando il libro fuori dai soli-ti canali letterari tradizionali, ristabi-lendo importanza e rilievo all’essen-ziale, ma a volte trascurato rapporto tra lettore e autore.

Ded’a intende essere un luogo d’in-contro, di condivisione e riflessione, di confronto e creatività. Il tramite tra le idee, i racconti, la cultura, insi-ta in ogni nostra pubblicazione, affin-ché il libro possa arrivare ovunque ci sia un lettore, sia esso giovane e vora-ce o saggio ed esperto. per questo ci spingiamo oltre le librerie, anche nel mondo virtuale.

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Premio letterario ‘Pagina UNO’

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