matematica per lo studio delle interazioni … · presente una critica radicale alla teoria...

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MATEMATICA PER LO STUDIO DELLE INTERAZIONI STRATEGICHE: TEORIA DEI GIOCHI Anna TORRE * Dispense : http://www-dimat.unipv.it/atorre/lez1.pdf * Dipartimento di Matematica, Universit` a di Pavia, Via Ferrata 1, 27100, Pavia, Italy. E-mail: [email protected]

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Page 1: MATEMATICA PER LO STUDIO DELLE INTERAZIONI … · presente una critica radicale alla teoria walrasiana dell’equilibrio economico generale, ... ma costruire una “matematica nuova

MATEMATICA PER LO STUDIODELLE INTERAZIONI

STRATEGICHE:

TEORIA DEI GIOCHI

Anna TORRE ∗

Dispense : http://www-dimat.unipv.it/atorre/lez1.pdf

∗Dipartimento di Matematica, Universita di Pavia, Via Ferrata 1, 27100,Pavia, Italy. E-mail: [email protected]

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Von Neumann-Morgenstern “Theory of Games and Economic

Behavior”(Princeton University Press, 1944-1947-1953).

E la disciplina che si occupa di quelle situazioni decisionali

nelle quali e coinvolto piu di un decisore

I decisori tra i quali avviene l’interazione strategica sono

“intelligenti” e “razionali”.

“Intelligenti” significa che capiscono la situazione in cui si trovano

e sono in grado di fare ragionamenti logici di complessita indefini-

tamente elevata.”

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“Razionali” significa che hanno preferenze “coerenti”

(transitive) sugli esiti finali del processo decisionale e che hanno

l’obiettivo di “massimizzare”queste preferenze.

Essendo coinvolti piu decisori, l’esito finale e determinato dalle

scelte operate da tutti quelli coinvolti nella situazione.”

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Gia dalla fine del settecento c’era il progetto di estendere ad al-tri campi del sapere il metodo matematico che aveva rivoluzion-ato lo studio della fisica. I tentativi fatti erano piu che altrovolti a riproporre un modello molto simile a quello della fisicamatematica. In quest’ottica si possono vedere i lavori di Walrassull’equilibrio economico generale.

Nella prima parte del libro di von Neumann e Morgenstern epresente una critica radicale alla teoria walrasiana dell’equilibrioeconomico generale, rea, secondo gli autori, di non tenere in con-siderazione l’influsso che le interazioni con gli altri individui hannosulle decisioni di ogni singolo individuo. La vera rivoluzione none usare i metodi matematici utili per lo studio della fisica appli-candoli all’economia, ma costruire una “matematica nuova”, chefornisca uno strumento adatto allo studio di questi argomenti:la teoria dei giochi.

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Il libro di von Neumann e Morgenstern suscito enormi attese ed

ebbe un fortissimo impatto ma, dopo alcuni anni di successo,

subentro un periodo di sfiducia nella teoria dei giochi, che e

diventata strumento importante per l’analisi economica solo dagli

anni 80.

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Perche e importante conoscere le preferenze dei giocatori

quando si descrive un gioco?

Per stabilire quali sono i nostri obiettivi nel giocare dobbiamo

sapere quantificare in qualche modo gli esiti del gioco. Un gio-

catore potrebbe anche desiderare la sconfitta se il suo obiettivo

e far felice l’ avversario, o desiderare il pareggio se e un per-

fetto egualitario. Se per qualcuno fare del bene e soddisfacente,

questo e cio che guida le sue azioni e deve essere implicito nella

sua funzione di utilita.

Non importa “quali” sono gli obiettivi. Cio che importa e

soltanto che siano quantificabili.

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il termine “intelligenza” si riferisce alla capacita di analisi della

situazione e alla capacita illimitata di calcolo degli individui che

partecipano al gioco: essi sono in grado di massimizzare la

propria utilita rispetto ai vincoli imposti dal gioco. Il termine

“razionalita” in teoria dei giochi si riferisce alla proprieta tran-

sitiva nell’insieme delle preferenze: se un decisore preferisce una

mela a una pera e una pera a una arancia deve preferire la mela

all’arancia.

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Perche tanta importanza alla transitivita delle preferenze? Sup-

poniamo di incontrare un decisore con preferenze non transitive.

P=pera, M=mela, A= arancia Sia poi disponibile R+ denaro e

il decisore abbia preferenze di questo tipo:

(0, M) = (0, P ) = (0, A)

mentre per quanto riguarda il denaro le preferenze siano stan-

dard: maggiore e il denaro meglio e.

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Supponiamo anche che

(0, M) = (0, P ) ⇒ (−ε, M) = (0, P )

(0, P ) = (0, A) ⇒ (−ε, P ) = (0, A)

(0, A) = (0, M) ⇒ (−ε, A) = (0, M)

per ε piccolo.

In presenza di un tale decisore se ci si possono procurare una

pera, un’arancia e una mela ci si puo arricchire .

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Il problema delle preferenze sugli esiti induce una riflessione sulla

cosidetta

teoria dell’utilita.

Secondo l’economia politica classica (Smith, Ricardo, Marx),

l’utilita coincide con una proprieta fisica dei beni.

In una seconda fase (a partire da Bentham) l’utilita e intesa come

una caratteristica intrinseca dei soggetti, ne misura in qualche

modo il “benessere” o la “soddisfazione” in relazione a certi

consumi: l’utilita e una funzione definita sull’insieme dei beni (o

degli esiti del gioco).

Ma come quantificare l’utilita? Preferenze ordinali o cardinali?

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Si parla di “funzione di utilita”. Ogni individuo ha una “sua”

funzione di utilita sull’insieme dei beni.

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La TdG “nasce” nel 1944 con l’intento di approntare nuovi stru-

menti matematici con i quali affrontare l’analisi dei fenomeni

economici e sociali. Dopo periodi di alterna fortuna il progetto

di Von Neumann e Morgenstern si sta realizzando. Naturalmente

non nel senso che si ha una matematizzazione completa e sod-

disfacente dei fenomeni sociali, ma nel senso che la Teoria dei

giochi e uno strumento efficace ed importante per la loro analisi.

La TdG non e in grado di fornire risposte nette e ricette semplici

tranne in casi molto particolari: non e sempre semplice stabilire

quali sono i “giusti” concetti di soluzione applicabili ai vari con-

testi interattivi.

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Una prima classificazione all’interno della teoria distingue fra

giochi non cooperativi e giochi cooperativi.

La teoria cooperativa studia il formarsi di coalizioni tramite la

possibilita di sottoscrivere accordi vincolanti, perche questi pos-

sono essere di vantaggio ai singoli componenti.

La teoria non cooperativa si occupa dei meccanismi delle deci-

sioni dei singoli, sulla base di ragionamenti individuali, in assenza

di alleanze fra individui.

Questa distinzione non implica che nei giochi cooperativi siano

presenti atteggiamenti piu altruistici: le eventuali scelte altruis-

tiche sono gia nel modello e vengono rappresentate dalle funzioni

di utilita dei singoli.

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Si deve soprattutto a von Neumann l’idea di analizzare i giochi

studiando il nascere delle coalizioni fra individui, mentre e Nash

che ha dato impulso alla teoria non cooperativa.

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In realta i giochi in senso letterale (scacchi, carte, backgammon,

etc) vengono usati come “palestre” per imparare a modellizzare

interazioni economiche e sociali, qualcosa di analogo a quanto

accade per i cosidetti “giochi d’azzardo” in relazione alla prob-

abilita.

Osserviamo che un cosidetto “gioco” contro il caso (per

esempio il lotto o la roulette) in cui c’e un solo gioca-

tore che gioca contro la sorte non e un gioco (o meglio e

un gioco degenere) nel senso della teoria dei giochi. Per

esserci un gioco vero devono esserci almeno due individui

razionali che interagiscono.

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Per riassumere la TdG si occupa di situazioni in cui:

• interviene piu di un decisore

• ogni giocatore detiene un controllo parziale

• i decisori hanno preferenze non necessariamente uguali sugli

esiti

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Si assume solitamente che i decisori:

• conoscano la situazione di interazione (conoscenza comune)

• possano scegliere tra diversi corsi d’azione

• siano intelligenti (molto intelligenti e senza limiti alle loro

capacita di calcolo o deduzione).

La TdG e affascinante: affronta problemi difficili, e crocevia di

discipline diverse (in particolare: matematica ed economia) e usa

competenze attinte da vari settori matematici.

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Elenco qui alcune delle applicazioni della TdG:

• teoria economica

• teoria della politica e scelte sociali

• giustizia distributiva

• teorie della giustizia

• evoluzione e selezione

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• microarray

• progettazione delle aste

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a)I giocatori (I e II) hanno a disposizione un’urna contenente

5 palline numerate da 1 a 5. Ciascuno dei due giocatori estrae

dalla sua urna una pallina. Se la somma dei due numeri delle

palline estratte e pari, vince II. Altrimenti vince I.

@@

@@

@@

��

��

��AAAA

��

��

��

��

AAAA

(d,p)(d,d)(p,d)(p,p)

35

25

35

25

35

25

la probabilita di vincere per il pari e 425 + 9

25 = 1325 mentre per il

dispari e 1225.

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Poiche le possibilita sono 25, di cui 13 a favore di II e 12 fa-vorevoli a I, il gioco viene vinto da II 13 volte su 25 e da I 12volte su 25. Si usa dire che il gioco non e equo. Rappresenti-amo la situazione con la seguente tabella nella quale il numeroestratto dal primo giocatore corrisponde alla riga, il numero es-tratto dal secondo corrisponde alla colonna e nell’incrocio di unariga con una colonna ho messo 1 quando vince il primo giocatoree −1 quando vince il secondo giocatore.

I/II 1 2 3 4 51 -1 1 -1 1 -12 1 -1 1 -1 13 -1 1 -1 1 -14 1 -1 1 -1 15 -1 1 -1 1 -1

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b)I giocatori (I e II) devono scegliere contemporaneamente e

indipendentemente un numero tra 1 e 5. Se la somma dei due

numeri e pari, vince II. Altrimenti vince I. Rispetto alla situ-

azione a) e cambiato qualcosa? Mettetevi nei panni del giocatore

I. Cosa fareste?

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“ Decisori (razionali) interagenti” UNA INTRODUZIONE ALLA

TEORIA DEI GIOCHI. Edizioni plus, Pisa, 2006. (F. Patrone)

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GIOCHI NON COOPERATIVI

Una importante classificazione che occorre fare nel contesto dei

giochi discende dalla risposta alla seguente domanda:

“Vi e oppure no per i giocatori la possibilita di sottoscrivere

accordi vincolanti?”

In presenza di questa possibilita si parla di giochi cooperativi,

in caso contrario si parla di giochi non cooperativi.

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Per operare una descrizione formale dei giochi non cooperativi si

e soliti ricorrere a due modalita rappresentative:

la forma estesa e la forma strategica.

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Si dice che un gioco e in forma estesa quando la descrizione

e fatta con un “albero”: si tratta di costruire un grafo che,

partendo dalla radice, descriva il gioco mossa per mossa, fino

ad arrivare a presentare tutte le situazioni finali, ciascuna esito

univoco di una data serie di mosse.

La forma normale (o strategica) invece precisa il numero dei

giocatori, lo spazio delle loro strategie, e la funzione di utilita di

ciascuno di loro. Si noti che le strategie in questa descrizione

sono un dato del problema, mentre nella forma estesa abbiamo

serie di mosse, ed un compito delicato di chi analizza il gioco e

proprio quello di dedurre da queste le strategie di ogni giocatore.

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Un’ulteriore e concettualmente decisiva distinzione e quella fra

giochi ad Informazione completa e giochi ad Informazioneincompleta.

In un gioco a Informazione completa le regole del gioco e lefunzioni di utilita di tutti i giocatori sono conoscenza comune dientrambi i giocatori.

Questo assunto non e particolarmente realistico, potremmo anziaffermare che i giochi a informazione completa costituiscono soloun primo passo. L’ipotesi di informazione incompleta porta auna teoria piu sofisticata ma anche piu soddisfacente, proprioin quanto piu aderente alla realta. In effetti, nell’ambito di unfenomeno, ad esempio economico o biologico, accade di radoche tutte le informazioni siano note a tutti i protagonisti.

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La forma estesa consiste in una descrizione dettagliata di tutte

le possibili partite. E stata introdotta da von Neumann e Mor-

genstern (1944) e formalizzata da Kuhn (1953)

FIAMMIFERI

Ci sono due mucchietti di due fiammiferi ciascuno. Due gio-

catori a turno levano un certo numero (strettamente positivo)

di fiammiferi tutti dallo stesso mucchio. Chi toglie l’ultimo fi-

ammifero perde. Come formalizzare? L’idea e semplice. Basta

costruire un albero. Cominciamo con il descrivere tutte le pos-

sibili mosse del primo giocatore all’inizio della partita. Cosa puo

fare il primo gicatore? Puo togliere dal primo mucchietto uno

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o due fiammiferi oppure fare la stessa cosa dal secondo muc-

chietto. Naturalmente c’ e simmetria tra le operazioni che si

possono fare sul primo e sul secondo mucchietto e quindi pos-

siamo pensare che possa solo togliere dal primo. Indichiamo con:

a “toglie 1 fiammifero dal primo mucchietto”

b “toglie 2 fiammiferi dal primo mucchietto”

A questo punto cosa puo fare il secondo giocatore?

Se il primo giocatore ha scelto a puo scegliere le mosse:

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A “toglie 1 fiammifero dal primo mucchietto”

B “toglie 1 fiammifero dal secondo mucchietto”

C “toglie 2 fiammiferi dal secondo mucchietto”

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Se il primo giocatore ha scelto b puo scegliere le mosse:

D “toglie 1 fiammifero dal secondo mucchietto”

E “toglie 2 fiammiferi dal secondo mucchietto”

A questo punto se sono state scelte b ed E il gioco e finito e ha

vinto I.

Altrimenti gioca I.

E chiaro capire cosa puo fare I e poi II (cfr. Fig. 1):

Sono state indicate con:24

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c“toglie 1 fiammifero dal primo mucchietto”

d“toglie 2 fiammiferi dal primo mucchietto”

e“toglie 1 fiammifero dal primo mucchietto”

f“toglie 1 fiammifero dal primo mucchietto”

g“toglie 1 fiammifero dal secondo mucchietto”

Page 33: MATEMATICA PER LO STUDIO DELLE INTERAZIONI … · presente una critica radicale alla teoria walrasiana dell’equilibrio economico generale, ... ma costruire una “matematica nuova

F“toglie 1 fiammifero dal primo mucchietto”

G“toglie 1 fiammifero dal secondo mucchietto”

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PPPPPPPPPPPP

������������b

bb

bb

bb

""

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��

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JJ

JJ

vince I

vince II

vince I

vince II

vince II

vince I

gioca I

gioca II gioca II

gioca I gioca Igioca I

gioca IIgioca II

gioca I

a b

A B C D E

c d e fg

F G

Avevamo detto che l’idea e semplice, ma metterla in pratica ha

richiesto un po’ di fatica.

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per il momento non abbiamo ancora un gioco: abbiamo una

“game form”: per avere un gioco dobbiamo conoscere le fun-

zioni di utilita dei due giocatori. A questo punto entrano le

funzioni di utilita dei due giocatori, perche ora alla fine del gioco

abbiamo degli esiti che non son quantificati. Come viene in-

terpretato “vince I” dai due giocatori? Potremmo dire 1 per il

primo giocatore e -1 per il secondo se supponiamo che i giocatori

vogliano vincere. ma siamo sicuri che l’utilita della vittoria per il

primo giocatore sia uguale all’utilita della vittoria per il secondo?

Se ci fosse un premio di 1000 euro e il giocatore I fosse uno

studente mentre il giocatore II un imprenditore affermato?

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Abbiamo descritto l’albero di un gioco finito a informazione per-

fetta. Un gioco descritto tramite una successione finita di mosse

(finito) si dice a informazione perfetta se lo stato del gioco e noto

(pubblico) ai due giocatori dopo ogni mossa.

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Vediamo un gioco a informazione imperfetta (mosse contempo-

ranee):

@@

@@

@@

��

��

��AAAA

��

��

��

��

AAAA

��

��

AAAA

SFC

C FS C FS C FS

00

1-1

-11

-11

00

1-1

1-1

-11

00

..........................................................

gioca 1

gioca 2 gioca 2gioca 2

Qui ho scritto il gioco con i valori di utilita convenzionali per

i due giocatori: 1 per la vittoria, 0 per il pareggio e -1 per la

sconfitta.

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Teorema di Zermelo Kuhn. Kuhn “Extensive Games and the

Problem of Information” Contributions to the theory of Games

II (1953) 307-317

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