quetzal autopresentazione

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QUETZAL

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Un 'autopresentazione di Mauro Picinni Leopardi in arte QUETZAL che si propone di far conoscere, spiegare e illustrare il percorso di trenta anni di ricerca artistica. Un punto di vista insolito e personalissimo nel panorama dell'Arte contemporanea attuale

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mauro p i c inn i l eopard iQUETZAL

QUADRERIA DEN HERTOGvia A. da Bari, 117-117/A BARI

tel. [email protected]

web.tiscali.it/quetxal

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GQUETZAL

QUETZAL

QUADRERIA DEN HERTOGROMA - BARI

EDIZIONI

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QUETZAL

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in copertina: “MYSELF IN JANUARY, 2014” blu version - acrilico su tela

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QUETZALUN’ AUTOPRESENTAZIONE

Questa è un’autopresentazione di “QUETZAL” uno degli aspetti della personalità di Mauro Picinni Leopardi e si propone come un tentativo di spiegare, illustrare, e far conoscere questa idea, sogno, utopia dell’arti-sta quetzal. Intorno ai 25 anni, mosso da quella sana inquietudine che è propria dell’ età e, insoddisfatto della piega professionale verso la quale mi stavo incanalando e cioè la professione forense, ho iniziato a dedi-care lunghi periodi a “viaggiare” per conoscere il mondo e allargare i confini delle mie conoscenze, ma anche per trovare un qualcosa, un’ al-trove ancora non ben definito ma che sentivo esistere e dover cercare... Dato il background letterario e culturale del quale mi nutrivo (la musica rock, l’esoterismo, la beat generation e la letteratura americana, l’antro-pologia) misi la bussola a ovest (west is the best) in cerca di una Via, una guida, una spinta nella giusta direzione...e cosi per un decennio circa a partire dal mitico 1984 ho preso a esplorare in modo sistematico gli States e poi in particolare modo il Mexico e tutta la Mesoamerica: guatemala, costarica, panama, e poi giù sino a venezuela, colombia, perù, bolivia e poi ancora caribeando all’isla de san andres, los roques, trinidad & toba-go, san martin, santo domingo. Spesso ero solo, on the road, con lo zaino in spalla e il block notes tra le mani, e mi ponevo come uno spettatore che osserva e registra la realtà, mettendo da parte il mio io critico e razionale sino a dimenticarmi chi ero, trasformandomi & reinventandomi, assor-bendo i luoghi e le storie come una pianta che si nutre dell’ambiente in cui vive succhiandone l’essenza... Diversamente ma in una direzione pa-rallela al flusso dominante della mia generazione che guardava all’orien-te, all’india, alla ricerca della trascendenza sotto la guida del guru, del baba, io ero rimasto affascinato dagli insegnamenti di Don Juan, lo scia-mano yaqui narrato da Carlos Castaneda e dalla mitologia dei popoli nativi precolombiani e la scoperta di un “Nuovo Mondo”completamente diverso, misterioso ed intrigante colpì la mia immaginazione. Cosi viaggiando viaggiando più che trovare un maestro in forma fisica

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subii l’impatto travolgente dell’ atmosfera magica che pervadeva quei luoghi, il cui spirito sembrava aspettarmi per svelarsi, ed iniziai a spe-rimentare una mia via di espressione che attraverso schizzi, disegni in bianco&nero, impressioni e poesie raccontavano il mio stupore, la me-raviglia, l’incanto di un mondo meraviglioso che si apriva ai miei oc-chi. La mia sete di conoscenza, unita alla freschezza intellettuale della giovane età ed amplificata anche grazie a esperienze di partecipazione a cerimonie sciamaniche, mi spinse fin su le montagne della Sierra Ma-zateca per conoscere la famosa Curandera Maria Sabina e ricevere gli insegnamenti dei suoi fratellini, gli “honguitos”. Tutto ciò mi permise di assorbire completamente il fascino dell’esotico, del diverso, assimilando le forme, i simboli, i colori, il “sentire” della mitologia azteco-maya e di tutta la cultura centroamericana. Ecco quindi che scegliendo un nome d’arte “quetzal”, il serpente piumato, il dio ispiratore delle arti, nonchè l’uccello tropicale dalle piume multicolori, ho dato inizio a questa idea balzana, a questo sogno di inventarmi Artista. E quindi, adesso che sono passati 30 anni da quella scelta di campo, dalla scintilla che ha innescato il sacro fuoco, ho sentito la necessità di fare il punto, di dare uno sguardo all’indietro e di raccontare il percorso interrogandomi anch’io su dove sono arrivato, approfittando di un momento in cui tutto è chiaro per dare uno sguardo disincantato con questa autopresentazione tardiva ma sincera. In realtà come pensavo e scrissi già ai tempi del mio esordio, an-cora oggi non penso di essere un’artista ma piuttosto uno psiconauta, un marinaio dell’inconscio, un rabdomante che a volte intercetta un flusso di bellezza ancestrale che mi obbliga a realizzare ciò che è arrivato alla mia percezione, a rendere visibile ciò che ho visto, a darle un volto, a far-la nascere... il processo creativo mi affascina e lo vivo come una palestra di emozioni, un ottimo modo di sperimentare la coscienza del Sogno. Spesso infatti il territorio dove nascono le visioni dei miei quadri è quel sottile spazio tra la veglia e il momento in cui ci si addormenta o l’at-timo prima del risveglio, quando ancora non si è rientrati nell’involu-cro dell’Io. In realtà, come molti di noi sanno o intuiscono soltanto, vi sono infiniti stadi di consapevolezza, di “stati mentali”, di potenzialità inespresse della nostro essere, ma nella moderna civiltà si è condotti a

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vivere prevalentemente nella coscienza ordinaria autolimitante, trascu-rando l’essenza del vivere, gli stati di coscienza in cui l’Io è accantonato, e liberi dalla gabbia mentale si galleggia nello spazio come su una nu-vola percependo la realtà come spettatori disincarnati ed è più facile scoprire il lato magico della vita e avvicinarsi ai Misteri del mondo...Questa è per me la motivazione più intima e personale che muove il mio “fare”... e non penso che sia quello che oggi si intende per Artista. Infatti sento di essere lontano, non in sintonia con il “mainstream” dell’ arte contemporanea attuale che ritengo sia una sorta di grande circo, una babilonia impazzita, un festival dell’effimero, dove il consenso è pilotato dalle lobby e tutto è artificiosamente gonfiato come nelle bolle della fi-nanza che nessuno comprende ma in cui tutti credono, in un sistema che si autoalimenta e si allontana sempre più dai significati più autentici e profondi dell’ Arte. Spesso tutto si riduce ad un’operazione di marketing basato sul sensazionalismo, sulla ricerca dello scandalo o la creazione di mode o tendenze riguardanti un ristretto gruppo di addetti ai lavori... Purtroppo ciò è l’esatto specchio dei tempi attuali, il “kali-yuga” l’età oscura che opprime il pianeta in questo periodo cosmico. Per questo mi propongo come un’estraneo, un outsider rispetto alle logiche delle istitu-zioni artistiche, dei musei, delle correnti predominanti dell’arte contem-poranea attuale. Sono un’autodidatta, autoprodotto, autopromosso che opera senza mediazioni, in contatto diretto con la sensibilità di chi osser-va, penso infatti che i critici, i curatori siano una sovrastruttura inutile. La percezione delle opere avviene a livello della mente emozionale, dell’amigdala, del nocciolo primitivo delle emozioni. Trovo innaturale cercare di spiegare, di fare da filtro o peggio manipolare la percezione di un opera d’arte. Semplicemente non si può rendere razionale un’emozione... In fin dei conti penso che sia meglio essere un fiore che cresce nel de-serto, che anche se nessuno guarda è già pieno del suo esistere, della sua bellezza, perchè è consapevole di far parte del meraviglioso equi-librio del cosmo... e in ogni caso la faccia del cielo è sempre il miglior spettatore possibile. A me basta raccogliere o meglio incanalare la ten-sione spirituale degli albori evolutivi, dei primi homo sapiens che de-coravano le pareti delle grotte con simboli, sogni, animali totemici in

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una sorta di rituale magico-artistico. In fondo penso che per me esse-re “artista” sia un’alibi, una scusa per poter ricercare e sperimentare quello stato particolare di ispirazione che è come un dono, un qualco-sa di speciale che arriva dall’universo, è come riuscire a captare delle frequenze, delle vibrazioni che vagano nel cosmo e che sembrano esi-stere già nel magma della coscienza collettiva universale. L’ispirazio-ne, il balenio fulminante di un’idea, di una visione è come uno stato di grazia, un sentirsi tutt’uno con l’Armonia, lo stato tendenzialmente positivo che permea l’universo... Sarà forse per questo che nelle mie opere appaiono sempre note musicali, perchè quando dipingo ascolto musica che mi aiuta a sintonizzarmi con la bellezza, con le sfere alte... a volte penso che dipingere sia trasformare la musica in colore. Gli sciamani conoscono bene l’intima connessione tra la strut-tura mentale e la melodia, il ritmo... riescono a guidare la men-te nel volo sciamanico con il battito del tamburo o i can-ti e questo è un qualcosa di universale, cosmico che può essere percepito anche a livelli bassi di coscienza quali gli animali o le piante. Trovo molto interessante notare le reazioni delle persone davan-ti alle mie opere e, cercando di nascondere il fatto di esserne l’autore, scoprire come le vedono, come le percepiscono. Per lo più mi dicono che la sensazione prevalente sia di gioia, luce, vivacità, semplice bel-lezza che a volte sconfina nel naif, nell’infantile (infatti i più attenti spettatori sono i bambini che ne sono attratti come da una calamita). Penso che ciò sia in parte anche dovuto alla percezione moderna, ai paradigmi mentali del mondo occidentale che cataloga come primiti-vo, esotico, l’universo primordiale di simboli ed archetipi a cui la mia sensibilità si riferisce, che comunque sono alla base del nostro “senti-re” anche nella moderna civiltà tecnologica. Non dobbiamo dimenticare che le nostre origini più antiche dai primi ominidi fino ai Sapiens del neolitico sono ancora ben vivi nel nostro retaggio biologico e culturale. Anche se le tradizioni sciamaniche e tutto il mondo primitivo si sta estinguendo, è solo da qualche centinaio di anni che la nostra spe-cie ha accelerato parossisticamente la spinta evolutiva al prezzo di al-lontanarsi sempre più dal nostro centro vitale, dalle radici dell’essere

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umani, e forse in questo risiede la ragione del disagio della civiltà con-temporanea occidentale. Siamo ancora dei bambini che hanno appena iniziato a camminare, se andiamo troppo veloci rischiamo di cadere... Un’altro aspetto che mi incuriosisce è la strana impressione che ricevo-no gli spettatori delle mie opere quando alla classica domanda di rito:è un’artista messicano, vero? Ricevono la risposta: no, è italiano, bare-se... ciò è ancora più singolare in luoghi dove le mie opere sarebbero a “casa” come un bellissimo Resort ai caraibi dove in una riuscitissima sinergia con l’ambiente tropicale creano un’atmosfera davvero unica.Il mio amico proprietario dell’hotel mi ha detto: sai, le tue opere piaccio-no tantissimo e molti mi chiedono di acquistarle, ma quando gli dico che l’autore è un’italiano rimangono sorpresi e un pò delusi perchè forse non si aspettano che qualcuno estraneo ai luoghi che stanno visitando possa inter-pretare in modo così autentico il mondo precolombiano, da risultare “trop-po perfetto per essere vero” e da poter sembrare quasi un “fake” un falso. Può un italiano essere più maya di un vero Maya...? boh? la cosa mi diverte ma mi fa anche pensare... Secondo me ogni opera d’arte andreb-be slegata dal rapporto opera-autore. Nella nostra concezione cultura-le attuale siamo troppo abituati al protagonismo dell’io, pensiamo che l’opera rappresenti l’autore, anzi spesso si giudica l’opera rapportan-dosi a ciò che sappiamo dell’autore e di conseguenza lo interpretiamo. Al contrario io penso che l’autore sia solo il tramite attraverso cui la bellez-za, il sublime si fanno rappresentare, si manifestano, e quindi non sia cosi importante chi è l’autore, altrimenti sarebbe come guardare il dito che in-dica e non la luna... Le immagini che seguono alle prossime pagine rispet-tano un ordine più o meno cronologico secondo il susseguirsi delle prin-cipali mostre ma con molte divagazioni come le realizzazioni di mobili, la decorazione di porte e automobili e largo spazio è dedicato alle “case d’ar-tista” dove ho cercato di realizzare lo spazio ideale dove far vivere i miei sogni, sperimentando potenzialità espressive nuove quali il mosaico o la scultura o giocando con l’architettura per ricreare luoghi e mondi lontani. Ed adesso... buona visione.

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“MARIPOSA” pennarello su carta

“MAN OF KNOWLEDGE”smalto su legno

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“MEDICINE MAN BLUES” pennarello su carta

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“YO & LA SPINACICINA” acrilico su tela

”IMPROVISATION” acrilico su carta

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“WORLD IS YOURS” acrilico su tela

“SPEAKING WITH THE SKY” acrilico su tela

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1987) “CAMARA DE COMERCIO” Isola di San Andres - Colombia

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“LA CONOSCENZA SILENZIOSA-ARTIST AT WORK” acrilico su cartoncino

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“LANGUAGE” acrilico su tela

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“TOTEMIC ROOTS” acrilico su tela

“BIRDS & DREAMS” acrilico su carta

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1991) “RIDE THE SNAKE” Quadreria Den Hertog - Bari

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1994) “VISIONS OF XIBALBÀ” Quadreria Den Hertog - Bari

“L'ALBERO DELLA CONOSCENZA” acrilico su tela

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“TEPEU” acrilico su carta

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1995) “DREAMS FOR SALE” Quadreria Den Hertog - Bari

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1996) “DREAMTIME” Quadreria Den Hertog - Bari

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“TROPICAL FEELING” acrilico e sabbia su tela

“SIMBOLERIA” acrilico e sabbia su tela

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“ANTENATI TOTEMICI” acrilico su carta cornice in decoupage

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1997) “DREAMCATCHER” Quadreria Den Hertog – Bari

“LABIRINTH” acrilico su tela

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2000) “CALIENTES... I COLORI DEL DESERTO” Quadreria Den Hertog - Bari

“VEGETALIA” collage su sughero “CACTUS” acrilico su sughero

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“IDEA IMPROVVISA” acrilico su carta cornice in decoupage

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“SCIAMANO IN ODORE DI SANTITA” acrilico su tela cornice in decoupage

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“SIMBOLERIA” acrilico su tela

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“SIMBOLERIA” acrilico su tela

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“SERPENTE COSMICO” acrilico su tela

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“ITZAMNÀ” acrilico su tela

“TURTLE / SNAKE” acrilico su tela

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“INDOVINO MAYA” acrilico su tela cornice in decoupage

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“INDOVINO MAYA” acrilico su tela cornice in decoupage

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“L’ARCA” acrilico su tela sospesa

“SIMBOLERIA” acrilico su tela cornice in decoupage

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“CACTUS” acrilico e sabbia su tela

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“HALLOCYCACTUS” acrilico su tela cornice in decoupage

“SIMBOLERIA” acrilico su legno

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“GLI OCCHI DELLA NOTTE” acrilico e sabbia su tela

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2001) “BLUEMOTION” Quadreria Den Hertog - Bari

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“PESCA MITOLOGICA” acrlico su tela

“MAYAN BLUE” acrilico su tela

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“BLUEMOTION” acrilico e sabbia su tela

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“NIGHT LOVERS” acrilico su tela

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particolari

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“IL CAMMINO DEI MAGI” acrilico su tela

“ENGENDRO...ON THE ROAD TO XIBALBÀ” acrilico su tela

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“PESCE PENSATORE” acrilico su tela

“SCARABLUES” acrilico su tela

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“RHAPSODY IN BLUE” acrilico su tela

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“L’ARCA” acrilico e sabbia su tela

“TROPICAL AQUARIUM” acrilico e sabbia 6 tele

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“AQUARIUM” collage acrilico su legno, coralli, conchiglie, neon fluo

“BLUE LOVER” acrilico su tela

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“TELEPATIC COMUNICATION” acrilico e sabbia su tela

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“QUETZALCOATL” acrilico e sabbia su tela

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2002) “MILKWAY” Quadreria Den Hertog - Bari

“LOVE COMUNICATION” acrilico su tela

“SLEEPING IN THE DRAGON BELLY” acrilico su tela

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“SELF PORTRAIT” acrilico su tela

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“RIDE THE SNAKE” acrilico su tela

“VISION OF XIBALBÀ” acrilico su tela

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“MAGIC HAND” acrilico su tela

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2005) “SALA BARNA” Barcellona - Spagna

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2006) “BOSCO DI FATE” Orto Botanico giardino dei Tempi - Bari

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2007) “HENRY MORGAN RESORT” Isola di Roatan - Honduras

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“TROPICAL DREAM” acrilico su tele

“IL BESTIARIO FIABESCO DI NAZCA” acrilico su tela

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“COPAN ASTRONOMICS” acrilico su tela

“MAYAHUEL” acrilico su tela

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“TUCANOS ENAMORADOS” acrilico su tela sospesa

“TWO HEADS, ONE HEART” acrilico su tela

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“SIMBOLERIA” acrilico e sabbia su 6 tele

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2010) ”QUETZALIGHTS” Fortino S. Antonio - Bari

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“VISION OF XIBALBÀ” acrilico su tela, legno sagomato e neon fluo

“LOVEDOOR” acrilico su plex, retroilluminato “PADRE SOL”acrilico e vetrosi, retroilluminato

“FISH ‘N’ CHIPS”acrilico su legno e vetrosi, retroilluminato

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“EL KEBIR” lampada in legno sagomato e vetri

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“THE HOUSEKEEPER” acrilico su legno

“TEPUI” acrilico su legno sagomato, retroilluminato

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“SERPENTE DI LUCE” acrilico su plex, vetrosi, retroilluminato

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THE STUDIO

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LA SMART QUETZAL

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PROGETTO DIDATTICO “Scuola elementare PLESSO PITTA” 1998/99 Apricena - FG

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“MEDICINE MAN DOOR” Porta dipinta in acrilico su legno

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“LA PORTA DEL SOLE” Decorazione con borchie metalliche

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“EL MAMBER” Divanetto-trono in legno e borchie

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“IL PORTALE DEL TROPICO” intarsio in legno, borchie e monete applicate

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LE T-SHIRT BY POUR MOI

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“TRIPODE” coppa in ceramica dipinta

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2011) “LE CASE D’ARTISTA” Montalbano di Fasano

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SULLA STRADA CHE DAI TRULLI POR-

TA ALLE SPIAGGE, É NATO UNO SPA-

ZIO FELICE, COSTRUITO CON AMORE,

FORMATO DA TRE CASE D’ARTISTA:

“CASA QUETZAL”, “LA TORRET-

TA XIBALBÀ”, E IL “MARABUTTO”.

QUESTE CASETTE HANNO IL GU-

STO DEI VIAGGIATORI DEL MON-

DO CON INFLUENZE E SUGGESTIONI

ARABO-MAYA. SONO DECORATE CON

MOSAICI, PORTE DIPINTE ED ISTORIA-

TE, ABBELLITE DA SCULTURE IN CE-

MENTO, LAMPADE E LUCI

REALIZZATE APPOSITAMEN-

TE, ARREDATE CON MOBILI

ETNICI E VINTAGE, E NATU-

RALMENTE QUADRI DI OGNI

GENERE. IL TUTTO FORMA

UNA SORTA DI PARCO AR-

TISTICO, DI REGNO DELLA

FANTASIA, CHE DONA A CHI

LO VISITA O VI SOGGIORNA

LA SENSAZIONE DI VIVERE

IN UN’OPERA D’ARTE, FAR-

NE PARTE, IMMERGENDO-

SI IN UN’ESPERIENZA SEN-

SORIALE ED EMOZIONALE

COMPLETA ED UNICA, FOR-

SE ANCHE TERAPEUTICA,

RIGENERANDOSI TRA I CO-

LORI, NELLA QUIETE DEGLI

ULIVI MILLENARI, CULLATI

DAL RESPIRO DEL MARE...

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“LOVE DOOR” acrilico su legno e borchie

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“AVATAR” mosaico in piastrelle e vetri

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“LA PALMA” mosaico con pietre, conchiglie, coralli e vetri

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2012) “ST. MARTIN JAZZ FESTIVAL” Hotel St. Martin Giovinazzo - Bari

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2012) “I MENHIR GEMELLI” Performance Montalbano di Fasano

Video su You Tube: I Menhir Gemelli by Quetzal

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2012) “BOSCOLO HOTEL NAZIONI” - Bari

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“IL QUINTO SOLE - 21/12/2012” Acrilico su 4 tele

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“AMMA, LOVE UNLIMITED” - Acrilico su tela

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“PESCADITOS” Acrilico su tela

“CARIBEANDO” Acrilico su tela

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“PESCADITOS” Acrilico su tela

“CARIBEANDO” Acrilico su tela

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2013) “QUETZALIGHTS al RICCARDO CAFFÈ - Ostuni

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“TOTEM” Acrilico su plex, vetri , retroilluminato

“LES YEUX DE LA NUIT” Acrilico su plex, vetri , retroilluminato

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“MYSELF IN JANUARY, 2014” white version - acrilico su tela

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THE BEST

IS YET

TO COME...

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Mauro Picinni Leopardi “QUETZAL” (from Quetzalcoatl, the mytichal plumed serpent,divinity and high priest of central american ceremonies) was born in bari italy on august 3° 1959. He has grown in an artistic environement, comple-ted classical studies and graduated in law university. Travelling in those same years in U.S., he spent increasingly longer periods in Mexico, Guatemala and south america. These travelling experiences inspired him to express his own emotions in verses and drawings that reflect the Aztec-Maya influence blended with Mirò’s and Klee’s school. In 1987 Quetzal gives up the the legal profession definitively and decides to devote himself completely to painting. From 1991 is the art director of the QUADRERIA DEN HERTOG in via andrea da bari, 117 in bari italy tel +39-080-5246311 e-mail: [email protected] - http: web.tiscali.it/quetxal

Mauro Picinni Leopardi in arte “QUETZAL” è nato a bari nel 1959. Figlio d’arte dopo gli studi classici si laurea in giurisprudenza a bari. Contemporaneamente inizia a viaggiare negli stati uniti, messico, guatemala, perù, restando affa-scinato dalla cultura pre-colombiana.nel 1987 decide di abbandonare la carriera forense per dedicarsi completamente alla pittura, iniziando a sperimentare un personale stile in cui coniuga la fascinazione esotica con la lezione di Mirò e Klee. Numerose le esposizioni all’ estero ed in italia a bari,dove dal 1991 dirige la QUADRERIA DEN HERTOG in via andrea da bari, 117 tel. 080/5246311, e-mail: [email protected] - http: web.tiscali.it/quetxal

PRINCIPALI ESPOSIZIONI 1987) New York art expo Soho - collettiva 1987) Camara de Comercio Isla de San andres Colombia - personale 1990) Presentazione libro “QUETZAL” Istituto Italo latino Americano Roma 1991) Mostra personale “RIDE THE SNAKE” Quadreria den hertog bari 1994) Mosta personale “VISION OF XIBALBA” Quadreria den hertog bari 1995) Mostra personale “DREAMS FOR SALE” Quadreria den hertog bari 1996) Mostra personale “DREAMTIME” Quadreria den hertog bari 1997) Mostra personale “DREAMCATCHER” Quadreria den hertog bari 1997) “GLI OCCHI DELLA NOTTE” raccolta di poesie Schena Editore 1998) ARTE MAGGIO bari collettiva 1998) Mostra personale “LA DANZA DELLO SCIAMANO” Quadreria den hertog bari 1998) TREVI FLASH ART collettiva 2000) Mostra personale “CALIENTES...I COLORI DEL DESERTO” Quadreria den hertog bari 2000) Mostra personale “TICHO’S” hotel castellaneta marina taranto 2001) Mostra personale “BLUEMOTION” Quadreria den hertog bari 2002) Mostra personale “MILKWAY” Quadreria den hertog bari 2004) Mostra personale “THE BEST OF...” Quadreria den hertog bari 2005) Mostra colletiva “SALA BARNA” Barcellona Spagna 2006) Mostra colletiva “BOSCO DI FATE” Orto botanico - giardino dei tempi- bari 2007) Mostra collettiva Circolo Tennis Bari torneo internazionale 2007) Mostra personale HENRY MORGAN RESORT Isola di ROATAN HONDURAS 2008) PICINNI & QUETZAL spazio meridiana bari BANCA MERIDIANA 2009) Mostra personale RESORT SAN GIORGIO bari 2009) ALIMENTART sala Murat bari - collettiva 2010) “QUETZALIGHTS” mostra personale FORTINO S. ANTONIO BARI 2011) “CASE D’ARTISTA” Inaugurazione location estiva montalbano di fasano 2012) ST. MARTIN JAZZ FESTIVAL Hotel st. martin giovinazzo bari mostra personale 2012) “I MENHIR GEMELLI” performance montalbano di fasano 2012) MURART esposizione nelle vetrine del centro bari 2012) Mostra personale BOSCOLO HOTEL NAZIONI bari 2013) “QUETZALIGHTS” al Riccardo caffè - OSTUNI

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Le foto di “Case D’Artista” sono di Angela Brucoli

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QUADRERIA DEN HERTOGvia A. da Bari, 117-117/A BARI

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